Top Banner
MULTIMEDIA EDITION N. 5 - MAGGIO 2015 - MENSILE DAL CHELSEA ALL’INTER PASSANDO PER REAL MADRID E PORTO, LO “SPECIAL ONE” JOSÉ MOURINHO SI MOSTRA IN UNA VERSIONE INEDITA, COME ALLENATORE DI UOMINI E COLTIVATORE DI TALENTI BANCHE AZIENDE IN OVERDOSE L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE TECNOLOGIA CHI HA PAURA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE? SPECIALE HI TECH IMPRESE SEMPRE PIÙ SMART(PHONE) MANAGER MANUALE PER DIGITAL LEADER Protagonisti Enrico Casati Jacopo Sebastio Pierluigi Monteverdi Robert Rasmussen Fabio Cannavale PASSIONI LA BOXE NON GETTA LA SPUGNA ANNIVERSARI CHARLIE BROWN È DIVENTATO GRANDE SOCIETÀ BON TON DEL BUSINESSMAN COMUNICAZIONE INSEGUENDO I MILLENNIALS OROLOGI IL POLSO SULLE NOVITÀ Classe ‘63, dal 2013 di nuovo al Chelsea, è tra gli allenatori di calcio più vincenti e, al contempo, più controversi, al mondo BUSINESS PEOPLE WWW.BUSINESSPEOPLE.IT ECONOMIA • SOCIETÀ MANAGEMENT PASSIONI
132
Welcome message from author
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Page 1: Business People - Maggio 2015

MULTIMEDIAEDITIONN. 5 - MAGGIO 2015 - MENSILE

DAL CHELSEA ALL’INTER PASSANDO PER REAL MADRID E PORTO, LO “SPECIAL ONE” JOSÉ MOURINHO SI MOSTRA IN UNA VERSIONE INEDITA, COME ALLENATORE DI UOMINI E COLTIVATORE DI TALENTI

BANCHEAZIENDE IN OVERDOSE

L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE

TECNOLOGIACHI HA PAURA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

SPECIALEHI TECHIMPRESE SEMPRE

PIÙ SMART(PHONE)

MANAGERMANUALE

PER DIGITAL LEADER

ProtagonistiEnrico Casati

Jacopo SebastioPierluigi MonteverdiRobert RasmussenFabio Cannavale

PASSIONILA BOXE NON GETTA

LA SPUGNA

ANNIVERSARICHARLIE BROWN

È DIVENTATO GRANDE

SOCIETÀBON TON DEL BUSINESSMAN

COMUNICAZIONEINSEGUENDO I MILLENNIALS

OROLOGIIL POLSO SULLE NOVITÀ

Classe ‘63, dal 2013 di nuovo

al Chelsea, è tra gli allenatori

di calcio più vincenti e, al contempo,

più controversi, al mondo

BUSINESSPEOPLEWWW.BUSINESSPEOPLE.IT

ECONOMIA • SOCIETÀ • MANAGEMENT • PASSIONI

Page 2: Business People - Maggio 2015

SHOP AT TRUSSARDI.COM

Page 3: Business People - Maggio 2015
Page 4: Business People - Maggio 2015
Page 5: Business People - Maggio 2015

N+ BENE COMUNE

- INTERESSI PARTICOLARI

L’associazionismo può fare ancora moltose riuscirà a farsi portatore di richieste che vanno a vantaggio dell’intera società

on so a voi, ma a me la parola associazionismo piace. Anche se

è un “ismo”, ovvero un termine legato alle ideologie e alle teorie

che richiama riferimenti funesti. Mi piace perché è un’espressione

densa di significati, e sono d’accordo con Italo Calvino quando, ne

Il barone rampante, scriveva che «le associazioni rendono l’uomo

più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e

danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è

onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone». L’associazionismo

nasce, quindi, a tutela del bene comune di una categoria o di un obiettivo generale.

Tuttavia, non sempre mantiene quanto promesso. Vedi certe organizzazioni di categoria,

economiche piuttosto che culturali, professionali e quant’altro, che in Italia hanno via via

assunto dimensioni abnormi, non tanto per numero di iscritti quanto per la numerosità

delle stesse che vengono fondate sempre più spesso a salvaguardia dei più disparati

interessi particolari. In special modo di chi le crea, per

dotarsi di un proprio centro di potere e influenza personale.

Non a caso i partiti politici sono in assoluto una delle

primarie forme di associazionismo. Così come lo sono i

sindacati piuttosto che associazioni di rappresentanza come

Confindustria, Confcommercio, Federconsumatori, tanto per

citare degli esempi più macroscopici. Tant’è che oggi c’è chi

si spinge a obiettare che l’associazionismo (beninteso, solo

quello prevaricante) sia una delle cause del declino italiano,

a ragione dei veti incrociati corporativi ed elettorali che riesce a innescare sulle attività

di governo. Per intenderci, avete mai provato a contare la congerie di associazioni che si

mette in moto ogni volta che si prova a prendere una minima decisione sulla scuola o la

sanità, sulle liberalizzazioni (dai taxi alle farmacie) piuttosto che sulla riforma degli enti

locali o del fisco? Diciamocelo pure, le associazioni sono corpi intermedi fondamentali

per consentire al cittadino di fare arrivare le proprie istanze negli ambiti dei contesti

decisionali, ma occorre che esse non disperdano il loro patrimonio di credibilità nei

mille rivoli delle pretese corporative. Ecco perché oggi più che mai necessitano di una

spinta federativa che proponga una sintesi positiva e soluzioni condivise per i singoli

problemi del Paese. Ma per fare ciò è indispensabile anche che chi le rappresenta abbia

una competenza e un’autorevolezza tali da moltiplicare il peso e il prestigio delle

istanze ai tavoli istituzionali (basta con i presidenti improvvisati e interessati!). Così

come occorre individuare poche e sane battaglie e combatterle fino in fondo. Insomma,

l’associazionismo può fare ancora molto se riuscirà a farsi portatore sano di richieste

che alla fine non vanno a vantaggio solo di un singolo settore, ma dell’intera comunità.

Ma deve avere il coraggio di volare più in alto e smetterla di difendere i propri interessi

organizzati senza aver prima verificato quale reale compatibilità esse abbiano con le sorti

dell’intero Paese.

Vito Sinopoli

MAGGIO 20155 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Editoriale

Page 6: Business People - Maggio 2015

MAZDA6 2015

MAZDAITALIA WWW.MAZDA.IT

DISEGNATA PER MERAVIGLIARE.

Mazda6 2015. Sorprendente da ogni punto di vista. Dentro e fuori. Armoniosa nella sua struttura perché riprogettata per dare dinamicitàalle forme e eleganza agli interni. Vicina all’ambiente perché dotata di tecnologia SKYACTIV che unisce alle elevate prestazioni deimotori Euro6 i bassi consumi di carburante (3.9L/100 km*) e le emissioni di CO2 di soli 104 g/km. Design, innovazione e piacere di guida esprimono tutta la sua personalità. Decisa e sicura in ogni movimento per garantire il massimo dell’affidabilità grazie alla nuova trazioneintegrale AWD e al sistema i-Activsense che include radar, telecamere, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, il sistema intelligentedi frenata in città ed esclusivi fari Full LED Adattivi. Valutata con 5 stelle nel test di sicurezza Euro NCAP, oltre alla tecnologia piùsensibile, offre praticità e comfort assoluto grazie alle dotazioni di serie come il navigatore, il cruise control, i sensori di parcheggioe i comandi audio al volante per non rinunciare al piacere di guida anche nei viaggi di lavoro. MAZDA. DEFY CONVENTION.

*Consumi riferiti a versione berlina 2.2L diesel da 150 CV con cambio manuale.

Page 7: Business People - Maggio 2015

I BUROCRATI UCCIDONO OGNI SPERANZA

lzi la mano chi non ha nutrito speranze che un giorno, possibilmente vicino, avremmo

potuto avere un Paese che sa tagliare gli sprechi e risparmiare il giusto. Al pari di una

normale famiglia in cui si supera il budget a disposizione solo per le cose importanti,

mentre per le spese correnti si tiene a bada il portafogli in modo da avere risorse

adeguate in occasione delle immancabili emergenze. Una famiglia in cui un membro

non si approfitta dell’altro, ma ognuno fa del proprio meglio per non gravare senza che

ce ne sia un reale bisogno. Qualcuno dirà che uno Stato è ben più di una famiglia,

che ha una complessità di poteri e competenze tali da non renderlo paragonabile a un nucleo di poche unità di

persone. Eppure – senza fare della facile sociologia – si può senz’altro affermare che un Paese è la somma delle

comunità che lo abita, in ognuna delle quali la logica del “buon padre di famiglia”, alla quale si rifà appunto lo

spirito di molte nostre leggi, può essere applicata. Tutto ciò per arrivare a dire che in molti avevamo affidato le

nostre speranze di cittadini che pagano le tasse, ma si vedono perennemente gabbati dai politici che spendono

e spandono denaro pubblico prima per il proprio tornaconto e poi per amici e conoscenti, ai tagli che il fu

commissario Carlo Cottarelli avrebbe dovuto praticare ai bilanci di ministeri ed enti statali. Le cronache

ci dicono che abbiamo sperato invano, perché la sua spending review si è risolta in un nulla di fatto, in parte

delegittimata dallo stesso premier. Che dopo appena un anno

di lavoro ha pensato bene di fare a meno dell’aiuto del nostro

rispedendolo di fatto al Fondo monetario internazionale.

I resoconti ufficiali, pubblicati nelle ultime settimane sul Web

dal governo, a un anno esatto dalla consegna da parte dei venti

gruppi di lavoro che collaboravano col commissario, hanno

risolto la questione in una relazione riassuntiva lacunosa e

parziale. Il lavoro non è stato completato. Probabilmente

perché in corso d’opera ci si è resi conto che ciò che

il punto di vista tecnico suggerisce in un quadro di sviluppo lineare, quasi meccanico, spesso ha poco a che

vedere con la visione politica che un amministratore, un governante, può avere per il Paese che gli è stato

affidato. Ammesso e non concesso che tale visione esista… Eppure, la documentazione prodotta ci indica

probabilmente che un’azione sarebbe possibile, ma che la sua applicazione è allo stato dei fatti improbabile.

Le ragioni di questa catastrofica convinzione si riassumono nelle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Cottarelli al

Corriere della Sera alla vigilia del suo rientro al Fmi, quando sosteneva che i maggiori oppositori alla sua attività

sono stati i capi di gabinetto del governo e i capi degli uffici legislativi: «Si conoscono tutti tra loro, parlano tutti

lo stesso linguaggio. Hanno in mano tutto e scrivono leggi lunghissime, difficilmente leggibili. Costituiscono

un gruppo omogeneo, in cui è difficile entrare, con cui è difficile interagire. Spesso molti documenti non mi

venivano dati. Non per cattiva intenzione, ma perché non facevo parte della struttura. Dopo una, due, tre

settimane venivo a sapere le cose. Questa è stata un’enorme difficoltà». Ecco una plastica dimostrazione, un

fulgido esempio di come noi, tutti noi, compresi i politici, siamo in mano alla casta dei burocrati di Stato, ai

mandarini delle leggi e delle disposizioni. Già, perché i ministri passano ma i burocrati restano, accrescendo

i personali giri di potere e di influenze, il proprio sistema di clientele. Una casta a cui conviene che tutto

rimanga immobile per continuare a tramare e la cui arroganza è cresciuta negli anni con la calata nei palazzi

romani di una classe politica sempre più improvvisata, impreparata a tutto tranne che al proprio tornaconto.

A

Linda Parrinello

I maggiori oppositori all’attività di Cottarellisono stati i capi di gabinetto del governoe i capi degli uffici legislativi

MAGGIO 20157 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Discanto

Page 8: Business People - Maggio 2015

8 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

SOMMARIO maggio 2015

44

28

SPECIAL ONEJosé Mourinho, classe ‘63, allena il Chelsea dal 2013

11674

INSIDERFatti e idee dal mondo che cambiaExpo 2015 - Senza rete - Progetto manager - Lavoro - People - Luxury

- Self empowerment - Social Planet - Verba (non) volant

COVER STORYCredo in Dio e nel gioco di squadraIntervista a José Mourinho

ECONOMIA Stop all’overdose bancariaL’Europa mira a creare un mercato unico dei capitali per ovviare

all’eccessiva dipendenza delle aziende dagli istituti di credito. Anche se...

Sportelli sotto assedioLe banche, così come le conosciamo, sono destinate a scomparire.

A meno che non si rinnovino, in fretta, per rispondere ai mutamenti in corso

HI TECHChi ha paura dell’intelligenza artificiale?I grandi della tecnologia iniziano a manifestare preoccupazione

per i progressi incontrollati dell’AI, ma continuano a investirci milioni di dollari

In azienda vince lo smartphoneEmerge questo e molto altro dalla ricerca commissionata

da Manageritalia ad AstraRicerche per Business People

Multiformi e funzionaliCome due dei principali brand sul mercato, Samsung e Hp,

rispondono alle esigenze delle imprese

Musica a colori Qualità audio e tinte vivaci, per dare un tono al look

(oltre che ai vostri brani preferiti)

COMUNICAZIONEA caccia di MillennialsCresciuta tra gli agi ma divenuta adulta in piena crisi, tecnologica

ma senza esserne nativa: una nuova generazione di clienti si presenta sul mercato. Ecco come conquistarla

Tre (eventi) in unoForum della Comunicazione, dell’Innovazione sostenibile e dell’Event

Industry insieme. Ed è World Communication Forum

MANAGEMENTLa digital leadership in otto puntiI nuovi media stanno rivoluzionando il mondo del lavoro, spingendo

le aziende a rivedere paradigmi consolidati. Ecco attitudini e competenze da sviluppare

SOCIETÀGalateo internazionale

Qualche dritta per evitare brutte figure con gli stranieri

ANNIVERSARIChe fenomeno, Charlie Brown!Nel 1950 debuttavano le strisce dei Peanuts, divenuto il fumetto

più popolare di sempre

PASSIONILa boxe non getta la spugnaGrazie all’incontro più pagato della storia, la nobile arte mira

a riconquistare il titolo di sport più amato del mondo

Murillo superstarA poco meno di 30 anni l’artista ha già conquistato fama

internazionale e quotazioni da centinaia di migliaia di dollari

52 week end in buca Perché l’Italia potrebbe diventare la Mecca del golf

MAGGIO 2015

13

28

36

40

44

57

114

50

68

64

70

98

74

61

80

116

© F

oto

in c

ove

r di P

hili

p S

ind

en

/Te

leg

rap

h S

T M

en

Ma

ga

zin

e/T

he

Inte

rvie

w P

eo

ple

Page 9: Business People - Maggio 2015

Un Patek Philippe non si possiede mai completamente.

Semplicemente, si custodisce. E si tramanda.

Ogni tradizione haun suo inizio.

Cronografo Ref. 5170G

Page 10: Business People - Maggio 2015

STAMPATO SU CARTA PRODOTTA CON CELLULOSE SENZA CLORO GAS PROVENIENTI DA FORESTE CONTROLLATE

E CERTIFICATE, NEL RISPETTO DELLE NORMATIVE ECOLOGICHE VIGENTI

VIDEO LINK EXTRAGALLERY

10 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Scopri tutte le offerte di abbonamento suhttp://abbonamenti.e-duesse.it

Per info: Ufficio Abbonamenti Tel. 02.27796223

Mail: [email protected]

Direttore responsabileVito Sinopoli

Direttore editoriale Linda Parrinello

Direttore creativo Elisa Lasagni

RedazioneCecilia Lulli ([email protected])

Matteo T. Mombelli ([email protected]) Francesco Perugini ([email protected])

Redazione graficaAlda Pedrazzini (caposervizio)

Luca Negri

Hanno collaborato a questo numero Alessio Artemi, Nicole Berti da Carimate, Christian Benna,

Giovanni Bucchi, Guido Carella, Marco Cobianchi, Gianluca Colantoni, Francesca D'Angelo, Pietro Della Lucia,

Dario Donadoni, Andrea Gori, Alessio Mariani, Bianca Martinelli, Michele Mengoli, Andrea Nicoletti,

Cristina Penco, Massimo Picca, Letizia Redaelli, Andrea Telara, Lucio Torri, Marcel Vulpis

Coordinamento tecnico Alessandra Bernocchi

Mariella Pagliari

Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio

Abbonamenti, Via Donatello 5/b - 20131 Milano, Tel. 02.277961, fax 02.27796300 ci si può rivolgere

per i diritti previsti dal D.Lgs 196/03

Traffico Antonella Barisone - Tel. 02.27796408 ([email protected])

Paola Lorusso - Tel. 02.27796401 ([email protected])

Pubblicazione mensile 12 numeri l’anno. Prezzo di una copia 4,50 euro.

Arretrati 10,00 euro + spese postali. Reg.Trib. di Milano n. 238 del 10/04/2006. Iscrizione nel Registro Nazionale della Stampa

n. 9380 del 11/04/2001 ROC n.6794

Fotolito: Target Color, Via Cassano d’Adda 13, 20139 MilanoStampa: NIIAG, Bergamo

Per l’Italia: distribuzione SO.DI.P. ”Angelo Patuzzi” SpA, Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo(MI) - Tel.02660301 Fax 0266030320

Informativa ex D. Lgs. n. 196/03 - Editoriale Duesse S.p.A. Titolare del trattamento tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indicati. Per i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. n. 196/03 e per

l’elenco di tutti i Responsabili del trattamento rivolgersi al Responsabile del trattamento, che è il Responsabile Abbonamenti

presso Editoriale Duesse S.p.A. Via Donatello 5/b - 20131 Milano. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli

abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati e a società esterne per le spedizione della rivista e per

l’invio di materiale promozionale.

CopyrightTutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma o rielaborata con l’uso di sistemi elettronici, o riprodotta, o diffusa, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non

vengono restituiti. La redazione si è curata di ottenere il copyright delle immagini pubblicate, nel caso in cui ciò non sia stato

possibile, l’editore è a disposizione degli aventi diritto per regolare eventuali spettanze.

EDITORIALE DUESSE S.p.A.Via Donatello 5/B - 20131 Milano Tel. 02.277961

Fax 02.27796300 www.e-duesse.it

PresidenteVito Sinopoli

Amministratore DelegatoMassimo Salmini

Marketing DirectorRita Giussani

Numero chiuso in redazione il 22/04/2015

126120

108

Business People è anche in versione digitale. Si può scaricare per leggerlo comodamente su Pc o Mac oppure avere il piacere di sfogliarlo in versione multimediale sui device Apple, Android e Windows. La lettura diventa così un viaggio interattivo

tra clip, video, photogallery e link. E per essere sempre puntualmente informati basta andare sul sito www.businesspeople.it

CI SONO TANTI MODI PER LEGGERE BUSINESS PEOPLE. SCEGLI IL TUO

FREE SU APP STORE, GOOGLE PLAY

E WINDOWS STORE

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK, TWITTER

E GOOGLE PLUS

MAGGIO 2015

102

SpettacoliGli appuntamenti da non perdere tra cinema, musica e teatro

Da Hollywood alle librerie I migliori libri firmati dalle star del cinema

STILENext GenerationLe ultime tendenze dal mondo dell’orologeria

Quel gusto deciso di MarsalaViaggio alla scoperta del colore dell’anno, una tonalità versatile

ed elegante

Lunghissima durataLargo ai segnatempo con riserva di carica quasi infinita

ECCELLENZEIl business corre sul WebEnrico Casati e Jacopo Sebastio raccontano la loro Velasca

NON PROFIT Una casa lontano da casaDa oltre 40 anni la Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald

offre dimore accoglienti alle famiglie con bambini ricoverati in ospedali distanti dal luogo di residenza

PROTAGONISTIGiocare è una cosa seriaRobert Rasmussen, tra i suoi principali sviluppatori,

racconta il metodo Lego Serious Play

Non servono idee rivoluzionarieÈ la convinzione di Fabio Cannavale, fondatore di eDreams

e Volagratis, oltre che giudice del talent Shark Tank

MOTORIAnalogico a rischio d’estinzioneÈ arrivato il Tft, un cuore hi tech adattabile di volta in volta ai desideri

di chi è alla guida

Sì, viaggiare Kawasaki Versys 650 e Suzuki V-Strom 650 Xt Abs: due ruote

per chi vuole godersi ogni centimetro di strada

GUSTOUn artigiano ai fornelliA colloquio con Cristiano Tomei, chef de L’imbuto, a Lucca:

personaggio Tv e ambasciatore della Toscana a Expo

Bere d’anticipo Ultima tranche di vendita en primeur per i Bordeaux

della vendemmia 2013: dove investire per solleticare il palatosenza spendere (inutilmente) una fortuna

128

106

90

94

96

111

120

122

102

92

108

126

86

ASSOCIATA AL SISTEMA CONFINDUSTRIA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA

Page 11: Business People - Maggio 2015
Page 12: Business People - Maggio 2015
Page 13: Business People - Maggio 2015

IL DESIGN FA RICCA LA MODACOMMERCIALMENTE PIÙ IMPORTANTE DELLE FASHION WEEK E DELLA SETTIMANA CHE PRECEDE IL NATALE, IL SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE PORTA AL SETTORE UN INDOTTO DI OLTRE 20 MILIONI DI EURO. I MARCHI PIÙ AVVANTAGGIATI? QUELLI MASCHILI

FINALMENTE EXPODOPO ANNI D’ATTESA L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE HA PRESO IL VIA. VI RACCONTIAMO CHI È IL SUO VISITATORE TIPO E IL MONDO DEI PADIGLIONI CORPORATE CHE CONTRIBUISCONO AD ANIMARE QUESTA EDIZIONE COSÌ IMPORTANTE PER L’IMMAGINE DELL’ITALIA

CURRICULUM, IL RITOCCO È AL RIBASSOPER IL TIMORE DI ESSERE SCARTATI IN CORSO DI SELEZIONE PERCHÉ TROPPO QUALIFICATI, SEMPRE PIÙ CANDIDATI MODIFICANO IL PROPRIO CV RIDIMENSIONANDO COMPETENZE ED ESPERIENZE. EMERGE DA UNO STUDIO DI BPSEC

IL SUCCESSO IN 20 MOSSEECCELLERE SIGNIFICA FARE LE COSE DI CUI GLI ALTRI HANNO PAURA, E DISTINGUERSI. COME? ECCO I CONSIGLI DEL BUSINESS STRATEGIST DAN WALDSCHMIDT, AUTORE DI UNO DEI SETTE BLOG PIÙ INFLUENTI AL MONDO SECONDO IL WALL STREET JOURNAL

INSIDERFATTI E IDEE DAL MONDO CHE CAMBIA

Avvicinare il grande pubblico alla realtà delle dimore storiche e

accrescere la consapevolezza del ruolo fondamentale dei beni culturali di proprietà privata all’interno del patrimonio storico-architettonico italiano. Con questo obiettivo tornano, il 23 e il 24 maggio, le Giornate nazionali Adsi, che apriranno oltre 200 dimore usualmente chiuse ai visitatori. Oltre a mettere a disposizione gratuitamente cortili, palazzi, ville e giardini, in occasione di Expo i proprietari guideranno i turisti in residenze di campagna, sedi di aziende agricole e di cantine di prestigio, per riscoprire la grande tradizione enogastronomica tricolore. In linea con l’edizione 2014, avranno un ruolo chiave anche i maestri artigiani impegnati nella manutenzione delle dimore storiche: restauratori, corniciai, vetrai, ceramisti, marmisti, bronzisti, argentieri, orologiai, mosaicisti e pittori, mostreranno le loro realizzazioni e daranno dimostrazioni delle loro attività. Su base regionale il programma si arricchirà inoltre di numerosi eventi culturali. www.adsi.it

APPUNTAMENTO CON LA STORIA

TUFFO NEL PASSATO Il Castello di Marchierù

a Villafranca Piemonte è tra

le dimore visitabili in occasione

delle Giornate nazionali Adsi

MAGGIO 201513 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

20

I PALAZZI STORICIAPERTI AI VISITATORI

Page 14: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201514 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Expo 2015

© N

em

esi

s Pa

rtn

ers

(1)

IL PADIGLIONE DI INTESA SANPAOLO COME VETRINA PER CENTINAIA DI ECCELLENZE IMPRENDITORIALI ITALIANE, ESEMPI DI FORZA, VITALITÀ ED ENERGIA CREATIVA DEL PAESE

UNA CASA PER 400 IMPRESE

Accanto ai 20 milioni di turisti attesi, saranno migliaia le imprese presenti a Expo Milano 2015; di queste ben 400 hanno una casa in comune, quella realizzata

da Intesa Sanpaolo. Nel corso dei sei mesi dell’Esposizione universale diverse eccellenze imprenditoriali italiane, divise per filiera produttiva, e start up innovative avranno l’opportunità di una vetrina internazionale come quella di Expo per raccontare la propria storia o condividere un progetto di successo. Come? Attraverso una Live Area aperta al pubblico o all’interno di una Networking Area del padiglione, dove poter condividere con ospiti e clienti la propria strategia di crescita. «Vogliamo offrire alle aziende di piccole e

medie dimensioni, che rappresentano il fiore all’occhiello dell’imprenditoria italiana, l’opportunità di utilizzare le risorse della banca per aprire una propria vetrina in Expo», ha commentato il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. Le 400 realtà protagoniste a Expo sono state selezionate attraverso Candida la tua impresa, iniziativa promossa dall’istituto e conclusasi con oltre mille iscrizioni, di cui il 60% giunte come candidature spontanee e il 40% come proposte provenienti dalle strutture territoriali della banca. Storie, calendario e profilo delle aziende saranno condivisi sulla piattaforma social di Intesa Sanpaolo e sul sito dedicato:www.unmondopossibile.com.

THE WATERSTONE Realizzato dall’architetto Michele De Lucchi, lo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo sorge su una superficie di oltre 1000 mq ed è realizzato con materiali ecologici e riciclabili

DI STAND IN STAND

Legno, vetro e acqua, tutti materiali ecosostenibili per

il padiglione di Coca-Cola, la cornice in cui l’azienda racconta in maniera esperienziale il proprio

modello di sostenibilità, basato sulla promozione di stili di vita attivi

e un’alimentazione equilibrata, l’innovazione di prodotto

e la protezione dell’ambiente. Il Padiglione è stato concepito

per trasformarsi in un campo da basket. Al termine verrà smontato

e ricostruito per diventare uno spazio coperto dove praticare

attività fisica e sportiva, a beneficio della comunità locale.

Coca-ColaAttraverso installazioni video,

realtà aumentata ed esposizione di trattori e macchine

da raccolta il padiglione di New Holland presenta

la visione dell’azienda sul presente e futuro

dell’agricoltura; un futuro sostenibile ed equo,

nel quale la produzione di cibo di qualità, energia

pulita e alto reddito faranno parte di un unico circolo virtuoso,

basato sull’impiego di risorse rinnovabili, sul rispetto

della terra e dell’ambiente e sull’eliminazione degli sprechi.

New HollandSi ispira al tema dell’acqua il

padiglione “Stupefacente Asia” nel quale il gruppo cinese JooMoo

vuole far riflettere i visitatori su alcuni sottotemi di Expo Milano 2015: la

tutela dell’ambiente e delle risorse naturali. All’interno della struttura

saranno presentati gli aspetti multiculturali e i diversi stili di vita dei popoli dell’Est, sotto la prospettiva asiatica. Nel corso dei sei mesi di Esposizione saranno organizzate sessioni di musica, artigianato,

design, film, cartoni e videogiochi oltre a stage performance,

laboratori di educazione sull’arte, sul turismo e sulla tecnologia.

JooMooUn’esposizione collettiva, che alterna

prodotti ed esperienza. Un luogo per valorizzare l’immagine

dell’industria alimentare italiana e delle sue eccellenze. È il concept del padiglione di Federalimentare, progetto che permette di fornire

a buyer e visitatori stranieriuna panoramica esaustiva

del cibo made in Italy. Quellodi Federalimentare sarà anche

l’unico a cambiare continuamente look delle facciate esterne attraverso

il lavoro di 13 street artist di fama internazionale, che realizzeranno

opere sul tema del cibo,della nutrizione e del convivio.

Federalimentare

I PADIGLIONI DELLE IMPRESE

EXPO.IT

Page 15: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201515 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© T

im P

an

ne

ll/Fu

se/T

hin

ksto

ck

A SORPRESA, GLI STATUNITENSI SI MOSTRANO I PIÙ INTERESSATI.E SE MALPENSA È L’AEROPORTO PIÙ GETTONATO, GLI HOTELPREFERITI SONO QUELLI A QUATTRO STELLE

IDENTIKIT DEL TURISTADA ESPOSIZIONE

Stati Uniti, Germania, la stessa Italia, Spagna e Regno Unito. Sono questi i Paesi i cui cittadini si dimostrano più interessati a partecipare all’Esposizione universale appena iniziata a Milano. Almeno è quanto emerge dalla ricerca condotta dal motore di ricerca dedicato al viaggio

Kayak.it, che ha analizzato le ricerche effettuate dai suoi utenti di tutto il mondo per fare il punto sull’effettivo interesse generato dall’Expo in termini di flussi turistici sul capoluogo lombardo. In particolare, è curioso notare che a questa top five facciano capo oltre l’80% delle ricerche di voli per Milano. Primi indiscussi sono gli Stati Uniti d’America – ben il 56% – seguiti a distanza dalla Germania e dall’Italia (entrambi intorno al 9%). Gli spagnoli sarebbero però i più fortunati, perché viaggiando a Milano a maggio riescono a spendere meno di tutti, in media solo 90 euro.Dallo studio emergono altri dati interessanti. Innanzitutto, rispetto al 2014, quest’anno le ricerche di hotel a Milano per l’intero mese di maggio sono aumentate del 55%. Per quanto riguarda gli aeroporti di arrivo, il visitatore tipo dell’Esposizione Universale atterrerà a Malpensa (77%), mentre Linate e Orio al Serio (Bg) vengono scelti rispettivamente dal 13% e dal 10% dei turisti. Per il soggiorno, dalla durata media di tre-quattro giorni, le strutture preferite sono gli hotel a quattro stelle (53,4%), mentre le zone della città più ambite risultano: Porta Romana, Porta Venezia, Centrale o Malpensa. Dall’analisi dei dati emerge, inoltre, che il turista-Expo non viaggia da solo, ma è solitamente accompagnato da altre due persone.

PER CHI NON AMA L’ALBERGOSe i visitatori di Expo preferiranno, in larga parte, hotel a quattro stelle per il proprio soggiorno, molti alloggerebbero piuttosto in casa, anche se solo per qualche giorno. Per rispondere a questa esigenza è stato lanciato Milanoexpocasa.it, sito vetrina per l’accomodation in appartamenti privati durante l’esposizione. L’iniziativa, promossa da un gruppo di professionisti milanesi in collaborazione con Fiaip Milano (sede locale della Federazione italiana agenti immobiliari professionali), mette a disposizione gratuitamente spazio per l’inserimento di annunci e i suoi costi sono coperti dalla partecipazione alle normali commissioni di intermediazione, percepite a seguito dei contratti effettivamente stipulati. Il tipo di accomodation offerto è analogo a quello di un residence: l’appartamento deve essere arredato e corredato. Elementi preferenziali sono il servizio di cambio biancheria settimanale, le pulizie e il collegamento wi-fi a banda larga.

SOLO PER QUESTO MESE LE RICHIESTE DI ALLOGGIO SONO AUMENTATE

DEL 55% RISPETTO AL 2014

Page 16: Business People - Maggio 2015

Giornalista economico,Cobianchi è autore dei libri Bluff, Mani bucate e Nati corrotti. È stato autore e conduttore su Rai 2 del programma Num3r1

MAGGIO 201516 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Senza rete

UN SUCCESSONONOSTANTE TUTTO

I conti, ovviamente, si faranno il 31 ottobre. So che non è prudente fare previsioni, ma resto

convinto che l’Expo di Milano, che ha aperto il primo maggio, sarà un successo. Nonostante noi. Sì, nonostante noi italiani. Mi spiego.In otto anni l’Italia non è riuscita a organizzare la manifestazione in modo che il primo di maggio tutto fosse pronto. Ha leggi sui grandi

appalti che sono palesemente criminogene. Ha una struttura di comando politico totalmente inadeguata. Ha una struttura burocratica che incentiva il pagamento delle tangenti. Eppure… Eppure ci siamo riusciti e, ripeto, l’Expo sarà un successo. E, se non lo sarà, basterà paragonarlo con quello di Hannover 2000 quando, rispetto ai 40 milioni di visitatori attesi, se ne presentarono

solo 18 e la manifestazione accusò un buco di 1,1 miliardi di euro. Ecco, basterà confrontare il nostro Expo con quello tedesco per mettersi l’anima in pace.Ma resta evidente che l’Italia non è un Paese in grado di organizzare grandi eventi internazionali. Lo era, lo è stato in passato, ma ora non lo è più. Ora non ci si può più affidare alla creatività, all’inventiva o al “fattore c…”. Non si può più sperare che nel mese precedente l’inaugurazione non piova sennò i lavori rallentano e non si riesce a finire in tempo. Ora, se vogliamo essere un Paese normale, dobbiamo cambiare. Cambiare la legge sugli appalti, cambiare il criterio di scelta dei civil servants (basta con le appartenenze politiche), bisogna cambiare la burocrazia. Tutte cose che Matteo Renzi aveva promesso di fare più di un anno fa e che non ha ancora iniziato a fare.Non sto dicendo che è colpa di Renzi se la preparazione dell’Expo è stata quella che è stata (evito gli aggettivi per evitare querele); sto dicendo che è colpa del governo Renzi, e di molti suoi ministri, se in questo anno l’Italia non è cambiata di un solo millimetro. I danni di questo mancato cambiamento non si riverberano sull’Expo (i cui guai sono stati combinati dai suoi predecessori), ma si vedranno la prossima volta che l’Italia avrà l’opportunità di candidarsi a organizzare qualche appuntamento mondiale: Olimpiadi o Mondiali di calcio. Non fa bene al morale del Paese (io credo che esista davvero “il morale del Paese”) sapere che con questi politici, con questi funzionari pubblici ma anche, diciamolo, con queste imprese abituate a pagare tangenti o a lucrare sulle varianti in corso d’opera, non si va da nessuna parte.

È EVIDENTE CHE L’ITALIA NON È UN PAESE IN GRADO DI ORGANIZZARE

GRANDI EVENTI INTERNAZIONALI

MARCO COBIANCHI

IL SITO DELL’ESPOSIZIONE In questa immagine, un rendering del progetto dell’area Expo vista dall’alto

Page 17: Business People - Maggio 2015

Tumi Store Milano . Via Verri, 3 . +39 02 76004830Tumi Store Roma . Via del Babuino 57 . +39 06 3235346

Also available at La Rinascente

©20

15 TU

MI, IN

C.

Page 18: Business People - Maggio 2015

© Is

toc

kph

oto

.co

m/Z

urij

eta

MAGGIO 201518 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Carella è presidente di Manageritalia,la federazione nazionale dei dirigenti,quadri e professional di commercio, trasporti, turismo, servizi e terziario avanzato. L’associazionerappresenta in tutto il Paese circa35.500 professionisti

Progetto manager

GUIDO CARELLA

Manageritalia e AstraRicerche, in occasione del primo maggio, hanno misurato con

un’indagine il rapporto degli italiani con il lavoro. Detto che due terzi sono “abbastanza” soddisfatti e solo il 39% è positivo guardando al futuro, esce un quadro fatto di luci e ombre. Ci sono però un buon numero di italiani mentalmente già proiettati verso quel nuovo modello di lavoro che servirebbe oggi per mettere insieme produttività e benessere di persone, aziende e sistema, ma che in Italia latita parecchio. Insomma, il Paese sul lavoro è più avanti di quello che si pensi. Di fatto è diviso quasi equamente in tre parti: i propugnatori del nuovo lavoro che avanza, i tiepidi e i contrari. È il nuovo lavoro quello che serve oggi alle persone, alle aziende e al sistema per competere e crescere veramente dal punto di vista economico e sociale. Quello già realtà in tante aziende, alcune anche italiane, e in buona parte delle nazioni più avanzate e profondamente diverso da quello che abbiamo oggi in Italia. Fatto di valorizzazione delle persone, di collaborazione a tutti i livelli fuori e dentro l’azienda, formazione continua e sviluppo di una forte capacità di imparare a imparare, perché le competenze cambiano spesso e sempre di più. Fatto di gestione delle persone in base agli obiettivi e non sul tempo passato al lavoro, di una flessibilità sana che destruttura gli orari classici a favore delle esigenze aziendali, economiche e dei singoli. Basta trovare il punto d’incontro, che c’è, perché oggi si lavora in ogni dove (in azienda/ufficio, ma sempre più anche in modo itinerante e non solo da casa) e in ogni tempo e modo (orario o modalità). Proprio il lavoro moderno può offrirci oggi la più concreta possibilità di conciliare al meglio impegni professionali e vita privata. Un concetto che trova la sua sintesi nella reale possibilità di massimizzare la produttività e il benessere delle persone e delle aziende. Ma per farlo occorre cambiare tanto e

qui le responsabilità sono plurime: la politica e le istituzioni devono offrire un quadro normativo certo, semplice ed efficace. Ma non nascondiamoci sempre e solo dietro alle istituzioni. Imprenditori e manager devono essere attori principali di un cambiamento nei luoghi di lavoro, dove all’organizzazione aziendale serve più managerialità (pochissima in un Paese di imprese padronali), dove si deve valorizzare e dare spazio a tutti secondo il loro valore e la loro voglia di mettersi in gioco. Non è per nulla un discorso buonista, ma è quello che oggi a noi manca e ci frena, anzi ci sta facendo retrocedere in tutte le classifiche di produttività e benessere economico e sociale. Anche i sindacati hanno un ruolo, che va assunto presto cambiando prima di tutto le logiche di pensiero e d’azione, perché in questo nuovo lavoro il loro ruolo è ancora più importante.In questo senso mi hanno colpito nell’indagine la schiacciante maggioranza di chi identifica la “tutela

del lavoratore” con la possibilità di crescere sempre professionalmente (77%), la voglia di prendersi responsabilità e sfide (73%), la ricerca di collaborazione e retribuzione non solo monetaria (69%) e l’avventura all’estero non come una fuga, ma come un’opportunità da cogliere per crescere come individui e professionisti (67%) e far così crescere anche il Paese.Insomma, serve non solo più lavoro, ma più lavoro di qualità e più qualità nel lavoro.Per questo Manageritalia, insieme ai suoi manager, vuole coinvolgere tutti gli italiani nella grande iniziativa, nel movimento, che lanciamo proprio in occasione del primo maggio. Cambia il lavoro con produttività & benessere vuole fare informazione e cultura, ma soprattutto vuole agire nel quotidiano, in azienda e fuori, impegnandoci tutti perché il lavoro in Italia cambi davvero e in meglio. Basta volerlo e farlo tutti insieme, o comunque essere in tanti.

ISTITUIAMO LA FESTA DEL NUOVO LAVORO

NON NASCONDIAMOCI SEMPRE DIETRO LE ISTITUZIONI, MANAGER E IMPRENDITORI DEVONO

ESSERE ATTORI PRINCIPALI DEL CAMBIAMENTO

Page 19: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201519 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© G

ett

yIm

ag

es

Lavoro

RIDIMENSIONARE IL PROPRIO CV È DIVENTATA UNA PRASSI ORMAI COMUNE,SOPRATTUTTO TRA I DIRIGENTI. ECCO PERCHÉ

IL CURRICULUM? UN CANDIDATO SU TRE LO MODIFICA AL RIBASSO

“Voglia di lavorare saltami addosso”. Perché in ufficio non mancano le distrazioni ed è fin

troppo facile perdere tempo. Ma quali sono le attività che ci rubano più attenzione? Yast, specializzato nell’incremento della produttività, ha provato a stilare una classifica sulla base delle risposte dei lavoratori.In questa classifica non potevano ovviamente mancare i social network. Il 77% di chi ha un profilo, lo consulta dal lavoro e ci passa fino a due ore (41% Facebook, 37% LinkedIn, 31% Yahoo!, 28% Google+, 8% Twitter, 4% Pinterest). Per il 37% dei dipendenti, però, la principale occupazione extralavorativa quotidiana è riparare agli errori altrui. Ben 74 minuti al giorno vengono impiegati per contattare colleghi o

clienti per questa ragione.Anche partecipare alle riunioni sembra una perdita di tempo: il 47% degli utenti lo ritiene tale, e circa 33 minuti al giorno vengono spesi solo per fissarle.In classifica anche la navigazione su Internet, risposta del 45% degli intervistati (da segnalare che il 69% cerca un altro posto di lavoro), e i problemi con il pc, primo disturbo per il 27% dei lavoratori. Il 23% dei lavoratori pensa poi che socializzare con i colleghi sia la distrazione più frequente in ufficio. Da segnalare anche le questioni personali (6%), i sogni a occhi aperti (4%), le commissioni fuori sede (3%) e, infine, le telefonate personali (2%) e la pianificazione di impegni privati (1%).

AI SOCIAL NETWORK SI AFFIANCANO LA NECESSITÀ DI RIMEDIARE AGLI ERRORI ALTRUIE IL FISSARE APPUNTAMENTI. MA C’È ANCHE CHI CERCA UN ALTRO IMPIEGO...

LA TOP 10 DELLE PERDITE DI TEMPO IN UFFICIO

collaborazioni; e dalle segretarie d’azienda (15%), ma anche tecnici e operai specializzati (13%). Secondo il fondatore di BpSec, Daniele Barbone, la carriera universitaria è il primo elemento che viene tagliato

(38% dei candidati), al secondo posto si riducono gli anni di esperienza lavorativa (33%) e il numero di aziende per le quali si è lavorato (31%), segue una modifica delle competenze e delle abilità (28%).

SI TEME CHE LE AZIENDE PREVEDANO L’ASPETTATIVA DI UN SALARIO ELEVATO

DA PARTE DI UNA RISORSA TROPPO QUALIFICATA

È finita l’era dei curricula gonfiati. Oggi il segreto per fare colpo non è aggiungere titoli di studio ed

esperienze lavorative, ma volare basso: un cv altisonante tende sempre più a spaventare le aziende. I motivi? Il timore maggiore (interessa il 68% dei lavoratori) è che, di fronte a un profilo troppo qualificato, ci sia un’aspettativa elevata di salario; segue la preoccupazione di perdere il lavoratore non appena gli sarà offerta una proposta migliore (52%); e l’idea che i candidati selezionati per incarichi di livello inferiore rispetto al proprio profilo possano presto annoiarsi e non essere felici (43%).Secondo uno studio condotto da BpSec, società specializzata nel settore delle consulenze e dei servizi formativi, nel 35% dei casi gli aspiranti lavoratori – più le donne che gli uomini – modificano il proprio curriculum al ribasso; un fenomeno più diffuso nel Nord Italia (61%) che al Centro-Sud (39%), dove c’è meno concentrazione di forza lavoro.Tra le posizioni più colpite da questo trend c’è quella dei dirigenti d’azienda (23%), che ridimensionano le loro competenze; seguiti dai consulenti aziendali (17%), che sfoltiscono il proprio bagaglio di

Page 20: Business People - Maggio 2015

HUGHES BRASSEURDirettore generale vicarioIl cda di Cariparma Crédit Agricole nomina Hughes Brasseur direttore generale vicario. Il manager, già con-direttore generale dal 2012, è nato nel 1965 e, dopo gli studi all’Università di Lille II, ha conseguito un master in Finanza e fiscalità interna-zionale e una specialializza-zione in revisione dei conti.Nel gruppo dal 2000, prima di Cariparma, è stato vice direttore generale della Caisse Régionale de l’Anjou et du Maine.

CARIPARMA

CARLA SANGIORGIOHead of Corporate CommunicationsCarla Sangiorgio è il nuovo Head of Corporate Communications di Unilever Italia. Classe 1981, nata a Matera, la manager vive da 15 anni a Roma dove ha conseguito la laurea in Scienze della comunicazione alla Lumsa e il diploma di Master in Marketing Management in Gema. Sposata con un figlio, è in Unilever dal 2007 dopo l’ingresso nel team di 4 Salti in padella.

UNILEVER

ENRICO VITA Direttore generaleAmplifon ha un nuovo direttore generale (Coo): si tratta di Enrico Vita, 46 anni, laureato in Ingegneria meccanica, il manager è entrato nel gruppo nel mar-zo del 2014 dopo una car-riera in Indesit, dove in 20 anni ha ricoperto posizioni di responsabilità in Italia e all’estero, fino ad assumere il ruolo di Chief Operating Officer Sales and Marketing. A Vita riporteranno le tre region – Emea, America e Asia Pacific – e le funzioni It, marketing e supply chain.

AMPLIFON

FABIO RESCALLIResponsabile marketingIl nuovo responsabile della divisione marketing di Sace è Fabio Giovanni Rescalli. Il manager dovrà promuovere l’evoluzione dell’approccio commerciale di Sace e delle sue controllate. Già Chief Marketing Officer di Ge Capital e responsabile della Direzione marketing imprese e corporate di Cariparma Crédit Agricole, ha fatto esperienza in Accenture e McKinsey al servizio di numerose banche e assicurazioni europee.

SACE

PAOLO GAJOCountry Sales Director Timberland annuncia la promozione di Paolo Gajo a Country Sales Director Italia e Grecia. Dopo aver lavorato in Northway e successivamente per Oberalp, il manager ha iniziato la sua carriera in VF Italia tre anni fa come Area manager Timberland per l’Italia e più recentemente come Direttore Wholesale Timberland Italia. Durante questo periodo, Gajo è riuscito a dare un forte impulso al mercato.

DIEGO COLLAROResponsabile Corporate FinanceGIro di nomine in Societe Generale Corporate & Investment Banking (Sg Cib). Diego Collaro diventa responsabile del Corporate Finance in Italia. Prima di entrare nel dipartimento Ecm di Societe Generale nel 2008, Collaro ha lavorato in Banca Intesa nella divisione Equity Origination, per passare successivamente in Banca Imi e, infine, nel team italiano di Investment Banking di Citi.

SG CIB

MARIA LAURA CANTARELLICommunication DirectorMaria Laura Cantarelli è la nuova Public Affairs & Corporate Communication Director di Nexive. Già Head of Public Affairs dell’azienda, la manager vanta un’esperienza decennale in ambito istituzionale. Ha lavorato per la presidenza del Consiglio nei gabinetti del ministero per i Rapporti con il Parlamento e di quello per le Politiche europee e commercio internazionale.

NEXIVE

UMBERTO PARDIDirettore Sales and MarketingNuovo direttore Sales and Marketing per Content Interface Italia, innovativa digital company italiana di sistemi hi tech e soluzioni multimediali interattive per i settori del lusso, moda e turismo: è Umberto Pardi, 30 anni, laurea in marketing all’Università San Raffaele, in precedenza Account Manager presso Information Technology Group. Dal 2011 è stato Business Development Manager di Content Interface Italia.

CONTENT INTERFACE

LANCI AL VERTICEDI LENOVOCRESCE GIANFRANCO

LANCI IN LENOVO CON

LA NOMINA A CORPORATE

PRESIDENT. AGGIUNGE

LA RESPONSABILITÀ

DELL’ENTERPRISE BUSINESS

GROUP AL SUO RUOLO

DI CAPO DEL PC GROUP.

IN AZIENDA DAL 2012, HA

30 ANNI DI ESPERIENZA

NEI PC, CON NUMEROSI

RUOLI DI LEADERSHIP

RICOPERTI PRESSO TEXAS

INSTRUMENTS E ACER.

LO BIANCO SALESU VOLVO TRUCKS

VOLVO TRUCKS SALES

NOMINA VICE PRESIDENTE

GIOVANNI LO BIANCO.

GESTIRÀ DUNQUE

RENAULT TRUCKS ITALIA

E VOLVO TRUCKS ITALIA.

IL MANAGER, 52 ANNI,

È ENTRATO A FAR PARTE

DEL GRUPPO NEL 1996.

TRA I PRINCIPALI RUOLI

RICOPERTI QUELLO

DI RETAIL DIRECTOR

PRESSO LA VOLVO DO

BRASIL, E POI D.G.

DI UN VOLVO TRUCK

CENTER IN FRANCIA.

NUOVO VERTICE PER ASSALCO ANTONELLA BAGGINI È

IL NUOVO SEGRETARIO

GENERALE DI ASSALCO,

L’ASSOCIAZIONE

TRA LE IMPRESE PER

L’ALIMENTAZIONE E LA

CURA DEGLI ANIMALI DA

COMPAGNIA. CON UN

MASTER IN DIREZIONE DI

AZIENDE COMMERCIALI,

LA MANAGER ENTRA NEL

1990 NELL’AMERICANA

DOLMA. DAL 2000 AL 2015

È STATA RESPONSABILE PER

LE RELAZIONI ESTERNE E

IL CORPORATE AFFAIRS DI

MARS ITALIA.

TIMBERLAND

People

MAGGIO 201520 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 21: Business People - Maggio 2015

MASSIMO POSSEBusiness Digital Manager Importante acquisto per Cayenne. Si tratta di Massimo Posse, 46 anni, che entra in azienda in qualità di Business Digital Manager. Da 15 anni nel mondo della comunicazione, il manager inizia la sua carriera come Sales Manager. Lavora poi in importanti agenzie di pubblicità e comunicazione - tra le quali Armando Testa e Brand Portal - ricoprendo incarichi manageriali

CAYENNE

DARIO CASIRAGHICommercial Leaderdivisione FleetDario Casiraghi è il nuovo Commercial Leader della divisione Fleet di Ge Capital Italy, uno dei maggiori operatori in Europa attivo nel mercato del noleggio a lungo termine e nella gestione delle flotte aziendali.Il manager è arrivato in azienda nel 2004 come Customer Service Manager ricoprendo posizioni con crescenti responsabilità, da ultimo quello di Operations & Asset Management Leader per il Leasing di Ge Capital.

GE CAPITAL

FRANCESCA REPOSSIResponsabile marketingGruppo VéGé, prima organizzazione della grande distribuzione associata, annuncia l’ingresso di Francesca Repossi, cui viene affidato l’incarico di responsabile marketing. La manager 43enne, laureata in Economia con Executive Master Mba alla Bocconi, proviene da Shell Italia dove ha ricoperto l’incarico di Loyalty & Partnership & B2C Payment Manager.

GRUPPO VÉGÉ

CHRISTOPHEBOUSTOULLERAmministratoredelegatoChristophe Boustouller è il nuovo amministratore delegato di Tnt Italy. Il manager francese di ma-dre italiana, 49 anni, vanta 25 anni di esperienza nel settore del trasporto e della logistica. Ha lavorato in Dhl e in Tnt France. Dal 2002 ha ricoperto il ruolo di direttore generale in diverse aziende di medie e grandi dimen-sioni. Il suo ultimo incarico è stato alla Cryo Express (Gruppo Air Liquide).

TNT ITALY

CAMBIO NEL BUSINESS DI MOTULMASSIMO PADOVAN

ENTRA A FAR PARTE DI

MOTUL ITALIA IN QUALITÀ

DI BUSINESS DEVELOPMENT

MANAGER DELLA

DIVISIONE MOTUL TECH.

LAUREATO IN SOCIOLOGIA

A URBINO, INIZIA LA SUA

LUNGA ESPERIENZA NEL

SETTORE DEI LUBRIFICANTI

INDUSTRIALI LAVORANDO

IN GRANDI AZIENDE

MULTINAZIONALI DEL

SETTORE COME FUCHS E

CASTROL (25 ANNI).

UVET PUNTA SU PEZZANIIL GRUPPO UVET NOMINA

ALFREDO PEZZANI

CHIEF OPERATING

& SERVICE DELIVERY

OFFICER. IL MANAGER,

CON UN BACKGROUND

CONSOLIDATO NEL

BUSINESS DEVELOPMENT

DEI VIAGGI D’AFFARI,

PROVIENE DA CISALPINA

TOURS DOVE ERA

D.G. IL SUO INCARICO

PRECEDENTE ERA IN HOGG

ROBINSON ITALIA.

ILLYCAFFÈ SCEGLIE GREGORIGIOVANNA GREGORI È

IL NUOVO DIRETTORE

RELAZIONI ESTERNE DI

ILLYCAFFÈ. VALORIZZERÀ

LE INIZIATIVE DEL BRAND

A COMINCIARE DA EXPO

MILANO 2015.

LA MANAGER, 48 ANNI E

DUE FIGLI, LAUREATA IN

FILOSOFIA HA RIVESTITO

IL RUOLO DI DIRECTOR

OF COMMUNICATIONS

AND B2B DEL GRUPPO

MCARTHURGLEN E HA

LAVORATO IN LOUIS

VUITTON ITALIA E

SALVATORE FERRAGAMO.

LAURA MAINIDirettore ufficio stampaLaura Maini entra in FederlegnoArredo Eventi spa con il ruolo di direttore ufficio stampa e comunicazione. Laureata in Architettura al Politecnico di Milano, proviene da Ketchum Italia dove – dopo gli inizi in Report Porter Novelli – ha maturato una profonda esperienza nel campo della consulenza e della comunicazione integrata per i brand, ricoprendo anche la carica di direttore generale.

FEDERLEGNO

ANDREA PALIANIResponsabile consulenzaErnst & Young nomina Andrea Paliani responsabile della consulenza (Advisory Services) per l’area mediterranea (Italia, Spagna e Portogallo). Il manager, 46 anni, entra in EY nel 1996 dopo un’esperienza nel Fashion-Retail. Ricopre nel tempo diversi ruoli: leader per il settore Telecom, Media e Tecnologia per l’ Europa occidentale e responsabile Advisory Services del settore Energia a livello globale.

ERNST & YOUNG

YANNICK FIERLINGAmministratore delegatoHaier Europe ha un nuovo amministratore delegato. Di nazionalità francese, Yannick Fierling vanta 18 anni di esperienza internazionale nel settore degli equipaggiamenti per auto e negli elettrodomestici. Si unisce ad Haier dopo 15 anni in Whirlpool. Il suo curriculum accademico comprende due master in Ingegneria in Nord America e in Europa e una laurea in Finanza per dirigenti all’Insead.

HAIER EUROPE

FILIPPO CIPRIANOManaging DirectorMarco Bassetti, Ceo di Banijay Group, annuncia la promozione di Filippo Cipriano da Chief Creative Officer al ruolo di Managing Director di Ambra Banijay Italy. Fondata nel 2012, dopo un anno Ambra è diventata parte di Banijay Group e ha recentemente prodotto la versione italiana del talent/celebrity show Si può fare! condotto da Carlo Conti. Suo anche Senza parole, emotainment show presentato da Antonella Clerici sulle reti Rai.

AMBRA BANIJAY

MAGGIO 201521 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 22: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201522 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© G

ett

yIm

ag

es

(11)

, Gye

ne

s _

Fon

ds

Gye

ne

s _

Bib

liote

ca

Na

cio

na

l de

Esp

an

a (

1)

Luxury

OLTRE 20 MILIONI L’INDOTTO DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILEPER IL MONDO DEL FASHION. COSÌ LA MANIFESTAZIONE DIVENTAPIÙ RICCA DEL NATALE

IL DESIGN FA BENE ALLA MODA

Non solo design. Il Salone internazionale del mobile fa bene anche alla moda (e al turismo). La Camera di commercio

di Monza ha lavorato per quantificare il valore dell’indotto della manifestazione tenutasi dal 14 al 19 aprile: quest’anno avrebbe raggiunto i 221,5 milioni di euro – 161,5 per la sola Milano –, in crescita del 7,2% rispetto al 2014. E di questo budget poco meno di 20,5 sarebbero stati destinati allo shopping, mentre circa 19 sarebbero stati spesi in cene e aperitivi. Stime che si fanno ancora più rosee a sentire l’Associazione di via Montenapoleone, secondo la quale, per i suoi 150 commercianti,

lo scorso anno la fiera è valsa 30 milioni di euro, cifra confermata e in crescita nel 2015. A riscuotere maggiore successo sarebbero in particolare i marchi dell’abbigliamento e degli accessori al maschile, ma tutti beneficiano di un aumento dello scontrino medio fino al 20%. In alcuni casi si registra anche un incremento delle vendite del 40%-50%. A guardare questi dati, la Design Week finisce per superare, per importanza commerciale, persino le fashion week o la settimana che precede il Natale.

L’ASSOCIAZIONE DI VIA MONTENAPOLEONE PARLA DI UN AUMENTO DELLO SCONTRINO

MEDIO FINO AL 20%

ARREDAMENTO VINCENTE

ARCHIVIATO IN CRESCITA IL 2014, LE 15 PRINCIPALI AZIENDE ITALIANE DI CASA & DESIGN, SECONDO UNO STUDIO DI PAMBIANCO STRATEGIE DI IMPRESA, POSSONO GUARDARE AL FUTURO CON SERENITÀ: I LORO RICAVI SONO CRESCIUTI IN MEDIA DEL 3,2%, SALENDO DA QUOTA 2,77 MILIARDI A 2,86. UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO REGISTRATO DALL’INTERO SETTORE CHE, SECONDO I DATI DI FEDERLEGNOARREDO, NEL 2015 RIPRENDERÀ A CRESCERE DELL’1,5% (MERITO DELLE ESPORTAZIONI), DOPO AVER CHIUSO IL 2014 ANCORA IN CALO IN TERMINI DI FATTURATO.

FIERA DEL BELLO Principale appuntamento del settore a livello europeo, nel 2015 ha registrato la cifra record di operatori partecipanti, circa 300 mila, cui si vanno ad aggiungere i 40 mila privati presenti nel weekend

Page 23: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201523 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

SARANNO EXCELSIOR MILANO E OVS GLI OFFICIAL RETAILER DELL’ESPOSIZIONE UNIVERSALE MENEGHINA. COINVOLTO ANCHE ELIO FIORUCCI

D ue negozi da circa 200 metri quadrati ciascuno all’interno del sito espositivo, lungo il Decumano, uno più sofisticato ed esclusivo firmato Excelsior Milano, uno più “democratico”

di Ovs. Apertura prevista 18 maggio. È il frutto della partnership siglata tra Expo e il gruppo Coin, pensata per soddisfare le esigenze di acquisto dei visitatori. In quanto official retailer i due marchi si faranno interpreti del Tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e dei valori di Expo Milano 2015 non solo realizzando gli oggetti “simbolo” di questo evento memorabile, ma anche dando un’opportunità alle generazioni future: gli studenti dell’Istituto Marangoni, sotto la tutorship di Elio Fiorucci, disegneranno le grafiche per una collezione di t-shirt bio-cotton dedicata ai temi di Expo Milano 2015. In particolare, il brand Excelsior Milano, proporrà un susseguirsi di suggestioni e idee: capsule collection, accessori e tecnogadget realizzati in esclusiva da giovani designer che offriranno un punto di vista che privilegia la ricerca, lo stile e la creatività italiana e internazionale.Il percorso creativo di Ovs partirà invece dal recupero delle grafiche dell’Esposizione Universale del 1906 per creare un fil rouge tra l’arte e la creatività di quel periodo e l’attuale; proseguirà con il Cantico delle creature che Elio Fiorucci riproporrà attraverso alcune interpretazioni delle immagini di San Francesco, trasformando il messaggio di amore per la natura in un appello al rispetto per l’ambiente e alla tolleranza.

COIN VENDE A EXPO

EURO DEBOLE, LVMH FORTEDOLCE&GABBANAOLTRE IL MILIARDOCrescita del 7% rispetto all’anno precedente per Dolce & Gabbana nell’esercizio fiscale chiuso il 31 marzo scorso: la griffe è così salita a quota 1.030 miliardi preliminari contro i 961,4 dei 12 mesi precedenti. E, non pago delle 50 aperture di quest’anno, il gruppo ha già annunciato nuovi investimenti. I nuovi opening in programma sono una quarantina, soprattutto tra Cina e Usa, 26 dei quali gestiti direttamente.

FINANCE

CALAIS CELEBRA BALENCIAGALo stilista Cristòbal Balenciaga e le sue creazioni saranno, fino al 31 agosto, protagonisti a La cité de la dentelle et de la mode di Calais, uno dei centri mondiali del pizzo, amatissimo dal creativo spagnolo. Non a caso l’esposizione è intitolata Balenciaga, magicien de la dentelle, ossia Balenciaga, genio del pizzo. In mostra 75 abiti, accessori (tra guanti, cappelli e calzature), fotografie e disegni realizzati con tessuti finemente lavorati.

L’American Apparel & Footwear Association (Aafa), che riunisce oltre mille marchi statunitensi, ha riportato con forza l’attenzione alla necessità di una regolamentazione dell’ecommerce per combattere la contraffazione. Lo ha fatto chiedendo il supporto del rappresentante per il

commercio degli Usa, in particolare per prendere provvedimenti contro Taobao, piattaforma del colosso cinese (ma quotato a New York) Alibaba. Benché infatti Taobao non compaia più dal 2012 nella Special 301 Notorius Market List (quella che elenca i marketplace sospettati di vendere merce contraffatta) della United States Trade Representative, vi si venderebbero quotidianamente innumerevoli copie.

Il gigante francese del lusso ha chiuso il primo trimestre con 8,3 miliardi di euro di ricavi, facendo così registrare, grazie

all’indebolimento dell’euro, un +16% (+3% su base omogenea) rispetto allo stesso periodo del 2014. In particolare, l’area Mode & Maroquinerie vanta un +13%, la distribuzione selettiva un +20%, profumi e cosmetici un +16%, gioielli e orologi un +19%. In calo invece il business di vini e liquori (-1%).

I BRAND USA CONTRO ALIBABA

CAPASA SUCCEDEA BOSELLI

ON STAGE

L’ASSEMBLEADI APPROVAZIONEDI BILANCIO DEL 30 APRILE HA RECEPITOLE DIMISSIONIDI FRANCESCO GUIDOTTI DA CHIEF FINANCIAL OFFICER DI YOOX. PER CINQUE ANNI A CAPO DELLA DIVISIONE FINANZIARIA DEL GRUPPO, GUIDOTTI LASCIA RIMANENDO PROPRIETARIO DI 121.212 AZIONI DI YOOX, PER UN VALORE DI CIRCA 3,5 MILIONI EURO.

SARÀ L’IMPRENDITORE DI ORIGINE PUGLIESE CARLO CAPASA, FONDATORE CON IL FRATELLO ENNIO DI COSTUME NATIONAL, IL NUOVO PRESIDENTE DELLA CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA. MARIO BOSELLI, DA OLTRE 15 ANNI ALLA GUIDA, VERRÀ NOMINATO PRESIDENTE ONORARIO NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA DEL 14 MAGGIO. CONFERMATA ANCHE L’USCITA, DOPO IL 30 GIUGNO, DELL’ATTUALE CEO, JANE REEVE.

GUIDOTTISALUTA YOOX

Page 24: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 201524 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

1 2 3 4 5

10 9 8 7 6

11 12 13 14 15

20 19 18 17 16

I CONSIGLI DI DAN WALDSCHMIDT, IL BUSINESS STRATEGIST INVENTORE DELLE EDGY CONVERSATIONS, AD AZIENDE E ASPIRANTI IMPRENDITORI PER CAPIRE CHE ECCELLERE VUOL DIRE FARE LE COSE DI CUI TUTTI GLI ALTRI - ANCHE I PIÙ BRAVI - HANNO PAURA

IL SEGRETO DEL SUCCESSO IN 20 MOSSE

P er raggiungere il successo, non dovete per forza diventare un runner estremo come Dan

Waldschmidt. Potete limitarvi a seguire i consigli di questo business strategist che sta conquistando popolarità grazie al suo blog – uno dei sette più influenti al mondo per il Wall Street Journal

– divenuto un libro pluripremiato: Edgy Conversations: come le persone normali possono ottenere grandi successi. Il segreto per eccellere è tutto nella testa, sostiene Waldschmidt, che ha studiato il comportamento di mille persone di fronte agli ostacoli in diversi campi, e ha raccontato come 150 tra

di esse siano riuscite a primeggiare: «I vincitori non fanno cose diverse, ma guardano al mondo da una prospettiva differente», è il suo pensiero. Ma come avere successo? Bisogna cambiare stile di vita, considerare diverse filosofie e trovare in questo set di 20 consigli gli strumenti per distinguersi.

Self empowerment

Lotta anche quando sei già ferito,

sanguinantee dolorante

Preoccupati degli altri più

di quanto loro facciano

con te

Dai piùdi quanto

ricevi

Alzati prima di quando

vorresti

Fai la telefonata che temi

di fare

Investi su te stesso anche

se nessun altro lo fa

Non temere di sembrare uno sciocco mentre cerchi risposte che non hai

Conduci quando nessun

altro ancorati segue

Cerca dettagli quando

è più facile trascurarli

Porta risultati quando avresti la possibilità di

accampare scuse

Corri più veloce anche

se non haipiù fiato

Prova, fallisci, e provadi nuovo

Sii gentilecon chi è stato

crudelecon te

Fai errorie sembraun idiota

Cerca le tue spiegazioni

ai fatti anche quando ti si dice di accettarli così

Sentiti responsabile

delle tue azioni anche quando le cose vanno male

Dirigiti verso dove vuoi

andare, non importa cosa ti trovi davanti

Stabilisci scadenze assurde e

ottieni risultati impareggiabili

Fai le cose più difficili, quelle che nessun altro

fa, che spaventanoe fanno domandare

per quanto puoi ancora sopportare

Insomma agisciin modo da fare

la differenza tra vivere una vita mediocre o un

esagerato successo

Page 25: Business People - Maggio 2015
Page 26: Business People - Maggio 2015

©Ta

tsia

na

ma

/Ist

oc

k/Th

inks

toc

k

IL MONDO DIGITALE SFORNA A RITMO INARRESTABILE APP PENSATE PER LA CONDIVISIONE DEI CONTENUTI, COSÌ COME STRUMENTI UTILI PER GESTIRE LE ATTIVITÀ PERSONALI. PERCHÉ LA VITA DI CIASCUNOÈ SEMPRE PIÙ CONNESSA

TRA PUBBLICO E PRIVATO

IL MONDO IN DIRETTA

Diventare broadcaster per un giorno (o anche di più) è il sogno dei “fan” delle novità multimediali. Da poche settimane è realtà, grazie al lancio mondiale di Periscope, l’app di Twitter che consente di fare streaming in diretta di testate giornalistiche o di produrre video su qualsiasi tema di cronaca. Facendo click sul pulsante “Start Broadcast” il mondo diventa live. Periscope permette di trasmettere i propri video in diretta, gratis (per il momento solo su iPhone) e pubblicamente. Nella prima settimana di lancio si sono collegati in onda oltre 20 mila utenti. Perché se un’immagine può valere più di mille parole, un video può portarci in un’altra realtà e farcela vivere attraverso gli occhi di chi lo sta girando.

IMPARARE LE LINGUE IN CHAT

Un’app per iOS, dal nome semplice e intuitivo (Tandem) è la risposta concreta a chi intende imparare qualsiasi lingua straniera. Il tutto in modo divertente e facendo pratica con una community di studenti e potenziali amici presenti in ogni angolo del mondo. Tandem permette, infatti, di entrare in contatto con persone di nazionalità e lingua diverse, abbinandole sulla base delle conoscenze e degli interessi comuni. Così l’uno potrà agevolmente imparare la lingua dell’altro. Innovativa la presenza di chat di testo e di video-chat gratuite. Tandem è operativa, principalmente, per inglese, spagnolo, francese, portoghese, tedesco, italiano, cinese, polacco e russo.

PERCHÉ IL TEMPO È DENARO

Il tempo è una risorsa da sfruttare al meglio, con l’obiettivo primario di ottimizzare la vita quotidiana. Per farlo è approdata su App store, Omnifocus 2, applicazione pensata per tutti coloro che intendono gestire i propri impegni, il lavoro o lo studio. È possibile coordinare appuntamenti, impegni lavorativi e personali, oltre a una serie di altre molteplici attività. Attraverso l’utilizzo di questa app è possibile tenere traccia degli impegni per progetto, luogo, persona o data. Di fatto viene creato un unico elenco o una serie di diversi livelli di cartelle o progetti. Il tutto, poi, passa per la geolicalizzazione o la visualizzazione per mappa, in modo da ottimizzare la gestione della giornata tipo. La versione “pro” è gratuita per gli utenti che hanno acquistato la versione 1, altrimenti il costo è di 39,99 euro.

MARCEL VULPIS, DIRETTORE AGENZIA SPORTECONOMY.IT ED ESPERTO DI NEW MEDIA E SOCIAL NETWORK

PUNTATE AD ARRICCHIRE IL VOSTRO BAGAGLIO CULTURALE O A

ORGANIZZARE MEGLIO LA GIORNATA?

L’app del momento è Periscope, che consente di seguire, in diretta, su Twitter, programmi Tv o di diventare broadcaster per un giorno (un’evoluzione del cosiddetto “citizen

journalism”). Omnifocus e Tandem, invece, sono applicazioni nate per modificare lo stile di vita di chi intende utilizzarle. La prima è dedicata alla gestione del

Social planet

proprio tempo, un’agenda digitale che sfrutta al meglio la geolocalizzazione e la visualizzazione su mappe. La seconda modifica l’approccio alla conoscenza di una lingua straniera, attraverso chat e condivisioni di esperienze con utenti presenti in ogni parte del mondo. Un modo rapido per conoscere nuovi amici e arricchire il proprio bagaglio culturale.

PERISCOPE.IT OMNIFOCUS.COM TANDEM

MAGGIO 201526 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 27: Business People - Maggio 2015

© G

ett

yIm

ag

es

(3)

a cura di Matteo T. MombelliVerba (non) volant

Essere originali è fondamentale: per le tecniche di stile direi che gli accessori offrono quel tocco di unicità che i vestiti non riescono

a dare completamente. Tuttavia il focus è la personalità. Infatti essere riconosciuti, distinti è frutto di dialettica, carattere e attitudine.

CARLA GOZZI, style coache conduttrice televisiva

I pantaloni e la camicia sono diventati per me una sorta di promemoria quotidiano: ora ho il controllo. Non voglio prendere decisioni su cosa indossare perché ho troppe altre decisioni importanti da prendere. Non solo sto bene con il mio look, ma non ci penso nemmeno più. Ed è una cosa ottima.MATILDA KAHL, Art Director di Saatchi & Saatchi, indossa lo stesso outfit da lavoro da ormai tre anni

ABBIGLIAMENTO ORIGINALE

PRO CONTRO

VINT CERF

Nel nostro zelo, presi dall’entusiasmo per la digitalizzazione, convertiamo in digitale

le nostre fotografie pensando che così le faremo durare più a lungo, ma in realtà

potrebbe venir fuori che ci sbagliavamo. Il mio consiglio è: se ci sono foto a cui davvero

tenete, createne delle copie fisiche. Stampatele.

Vicepresidente di Google,tra i padri di Internet

Dicono che questa è una crisi economica. Ma non è vero. La crisi è spirituale, è stata e sarà sempre spirituale. L’arte in Italia è in crisi perché è in crisi la cultura. Gli artisti vivono senza vendere opere perché chi le vuole le compra all’asta. Lotto coi falsi dei miei quadri, diffusi per quattro soldi. Il Paese non fa nulla per i suoi artisti, è incosciente delle proprie ricchezze.

Pittore, tra i maggiori esponenti dell’astrattismo italiano

Queste aziende (tecnologiche, ndr) stanno fissando le regole del gioco. Se l’Europa cede e accetta di giocare secondo le loro regole, perde tutto. Stiamo lasciando fare a loro le infrastrutture mondiali. Ciò non è ammissibile. Non è compito di un’azienda stabilire le regole e noi non dobbiamo lasciarglielo fare. L’alternativa è definire le nostre regole. Sviluppare, per esempio, un progetto per un Google europeo, come ha fatto la Cina.

Filosofo politico tedesco

ENRICO MENTANA

ROBERTO COTRONEOEUGENIO CARMI

JULIANNIDA-RÜMELIN Il vero nemico del giornalismo è il corridoio. L’antro in cui ci si lamenta

e si parla male del collega per noia o frustrazione. Io li mandavo in onda dalle 6 di mattina alle 9 di sera. L’occupazione è un ottimo antidotoalla cattiveria gratuita sussurrata di fronte alla macchinetta del caffè.

Giornalista, direttore del Tg La7

Gli startupper sono i geni del presente. Ma non inventano teorie della fisica, non sono chimici che scoprono una nuova proteina, sono persone che senza competenze scientifiche vedono quello che gli altri non vedono. Capiscono cose che nessuno saprebbe capire. Come? Nel romantico mondo globale facendo una sola cosa: immaginando.

Giornalista e scrittore

MAGGIO 201527 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 28: Business People - Maggio 2015

JOSÉ MOURINHO

DAL CHELSEA ALL’INTER PASSANDO PER REAL MADRID E PORTO, LO “SPECIAL ONE” JOSÉ MOURINHO SI MOSTRA IN UNA VERSIONE INEDITA, COME ALLENATORE DI UOMINI E COLTIVATORE DI TALENTI, CHE DEVONO METTERSI A SERVIZIO DEL BENE COMUNEDI MICK BROWN*

SERVIZIO FOTOGRAFICO DI PHILIP SINDENTELEGRAPH ST MEN MAGAZINETHE INTERVIEW PEOPLE

Cover storyCover story

28 WWW.BUSINESSPEOPLE.ITMAGGIO 2015

Page 29: Business People - Maggio 2015

«Penso di avere un problema», afferma l’allenatore del Chelsea, José Mourinho, «sto migliorando in ogni aspetto del mio la-voro da quando ho iniziato. Si è verificata un’evoluzione sot-to diversi aspetti: il modo in cui leggo il gioco, il modo in cui preparo le partite, il mio modo di allenare, la metodologia…

Miglioro in continuazione. Ma c’è un aspetto sotto il quale non posso cambiare: quando affronto i media, non sono mai ipocrita».Statisticamente parlando, Mourinho è l’allenatore di club di maggior successo del mondo del calcio. Ha vinto il campionato in ciascuno dei quattro Paesi in cui ha allenato: Portogallo, suo Paese natale, Italia, Spagna e Inghilterra. E ha vinto la Champions League due volte. Ma questo, ovviamente, è solo una parte del tutto. Mourinho è, verosimilmente, il più controverso allenatore di calcio. Non ci sono mister che più di lui accendono le ire dei tifosi avversari, le schermaglie con gli arbitri e la Football Association (FA), le uscite dai gangheri durante le conferenze stampa, i bronci a bordo campo: non importa la partita, guardare Mourinho per gli spettatori è quasi uno spettacolo a sé stante. Mourinho ha passato la mattinata al campo di allenamento del Chelsea a Cobham, nel Surrey. Il rituale è sempre lo stesso. Arriva ogni giorno intorno alle 7.30 del mattino, va nel suo ufficio, chiude la porta e rimane lì per le due ore suc-cessive. «Ho bisogno di tempo per stare solo», spiega. «Nel mondo del calcio non sono così vecchio. A 52 anni potrei avere davanti a me ancora 20 anni per alle-nare. Ma mi sento come… potrei dire una “vecchia volpe”. Niente mi spaven-ta, niente mi assilla; sembra che niente di nuovo possa accadere per quanto mi ri-guarda. Sono molto bravo nel controllare le emozioni, ma ho bisogno del mio tempo per pensare. Non mi sveglio nel mezzo della notte preoccupato per l’infor-tunio di qualcuno per la tattica della partita. Ho bisogno di riflettere, ho bisogno di provare ad anticipare i problemi. Ho bisogno del mio tempo».Il padre di Mourinho – il suo nome è sempre José – era un portiere e ha fatto una comparsata nella nazionale portoghese prima di diventare allenatore. Il giovane José lo accompagnava alle partite, a volte fino a bordo campo, riferendo le istru-zioni di suo padre ai giocatori. Poi è divenuto anch’egli un calciatore, ma dopo una breve e anonima carriera come difensore nella seconda categoria della lega portoghese, ha deciso di intraprendere la strada del coaching, iscrivendosi alla Te-chnical University di Lisbona per studiare Scienze dello sport e poi diventare un insegnante. Il suo primo lavoro è stato insegnare a bambini con sindrome di Down e seve-re disabilità mentali. «È stata una grande sfida», ammette. «Tecnicamente non ero pronto ad aiutare quei ragazzi. E se ho avuto successo è stato solo per una ra-gione, la relazione emozionale che ho stabilito con loro. Ho ottenuto dei picco-li miracoli solo grazie a questo legame. Affetto, contatto, empatia, solo per quel-lo. C’era un bambino che da sempre si rifiutava di salire le scale, un altro che non riusciva a coordinare i movimenti più semplici, tutti problemi di questo gene-re, e abbiamo avuto dei risultati in molti di questi casi solo basandoci sull’empa-tia. Dopodiché, ho allenato ragazzi di 16 anni. E ora alleno i migliori giocatori del mondo, e la cosa più importante non è essere preparati dal punto di vista tecni-co, ma è la relazione che stabilisci con le persone. Certo, hai bisogno di prepara-zione, della capacità di analizzare le cose, ma al centro di tutto ci sono il rapporto e l’empatia, non solo con gli individui, ma all’interno del team. E per raggiunge-re quel livello di empatia in squadra dobbiamo tutti rinunciare a qualcosa. Non si tratta di stabilire la relazione perfetta tra me e te, ma di stabilire la relazione perfet-ta con il gruppo, perché è il gruppo – non i singoli – a conquistare le vittorie». Gruppo. È questa la parola che ritorna costantemente nella conversazione con Mourinho. Come imbrigliare il talento individuale al fine collettivo; come motiva-re i giocatori che, prima ancora del loro 21esimo compleanno hanno spesso sti-pendi che vanno molto oltre i più folli sogni dei loro sostenitori. «È vero!», il tono di voce di Mourinho s’impenna. «Una volta i calciatori giocavano aspettandosi di essere ricchi al momento del ritiro. Ora pretendono di esserlo prima ancora di

aver disputato la loro prima partita!»Nel calcio, così come in ogni altro ambito, il culto della celebrità, dell’individuo, dilaga incontrollato, e in nessun’altra occasione ciò è più evidente che in occasio-ne del Pallone d’oro della Fifa, premio al calciatore internazionale dell’anno, dove i migliori giocatori del mondo sono esaltati con una teatralità degna degli Oscar. Come Mourinho riconosce, non c’è molto su cui lui e l’allenatore dell’Arsenal, Ar-sène Wenger, concordano (Mourinho si riferisce a lui semplicemente come “Wen-ger”, quasi strozzandosi con la parola stessa). «Ma penso che Wenger abbia detto qualcosa di interessante; lui è contro il Pallone d’oro e penso che abbia ragione, perché in questo momento il calcio sta perdendo il concetto di squadra per con-centrarsi sull’individuo. Guardiamo in continuazione alle performance dei singoli, alle statistiche individuali, al giocatore che corre di più. Se tu corri 11 km in una partita e io 9 significa che hai fatto un lavoro migliore del mio? Forse no! Forse i miei 9 km sono stati più importanti dei tuoi 11», ride. «Per me il calcio è un’attivi-tà collettiva. Come singolo sei benvenuto, se vuoi rendere migliore il nostro grup-po. Ma devi lavorare per noi, non siamo noi a dover lavorare per te. Quando un top player arriva, la squadra è già lì. Lui non arriva a scoprire la squadra come Co-lombo ha scoperto l’America. No, tu ora arrivi per renderci migliori. E come alle-natore devi far passare questo messaggio ogni giorno, e non con prediche o paro-le. Si tratta di quello che i giocatori osservano in relazione al tuo comportamento e ai tuoi feedback, al mondo in cui rispondi a questo e a quel calciatore, l’empatia nei confronti dell’uno e dell’altro». «L’unica cosa che non puoi dare a un giocatore è il talento. Ma puoi lavorare sul talento nel modo giusto affinché egli comprenda i bisogni della squadra? Lui è un ragazzo intelligente e aperto che aspetta il tuo aiuto per migliorare? Oppure è un cane sciolto, un ragazzo egoista, e allora è molto più difficile convincerlo del fat-to che la squadra sia molto più importante di lui. Ho incontrato tutti questi tipi di personalità in ogni club in cui ho lavorato. Il gruppo perfetto non esiste da nes-suna parte, ma se mi chiedi qual è la cosa più importante per un calciatore, dico che è il talento». È motivo di costante frustrazione e confusione per i fan, dico io, quando i giovani calciatori hanno l’opportunità che ogni sostenitore sogna solo per sprecarla. «Lo so», annuisce Mourinho. «Ma ricorda, loro sono il prodotto finale di qualco-sa. Per esempio, mi è capitato un calciatore, non farò nomi, cui ho dato la chan-ce di giocare in prima squadra. Un paio di settimane dopo suo padre e sua madre hanno lasciato il lavoro; vivevano con lui, vivevano la sua vita, prendendo deci-sioni per lui. È molto difficile».E cosa è accaduto a quel calciatore? La sua alzata di spalle suggerisce una carriera finita rapidamente in declino.«Quello è un esempio su mille. Devono essere fortunati con i genitori, così come devono essere fortunati con gli agenti. Hanno bisogno di essere educati. Una vol-ta un giocatore è venuto da me con una macchina nuova e io gli ho detto “Un’al-tra? Perché? Ce l’hai una casa?”. No. “Hai un sacco di soldi in banca?”. No. Mi disse “Questa macchina non l’ho comprata; mio padre l’ha avuta gratis in lea-

MAGGIO 2015 29 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 30: Business People - Maggio 2015

sing e io ho solo firmato i documenti”. Allora gli faccio “Sai cos’è il leasing?”. E lui “È gratis!”. No! Siediti qui che ti spiego cos’è il leasing. Lui non lo sapeva, perché nessuno glielo aveva mai spiegato»«Quando ho avuto sul serio dei soldi – veramente tanti soldi – ero al mio secon-do ingaggio con il Porto nel 2003, avevo poco più di trent’anni. Ero sposato. Ero pronto. Questi ragazzi hanno 16,17, 19, 20 anni. Non sanno come reagire, cosa fare. Al Chelsea abbiamo una fantastica divisione che chiamiamo Supporto e be-nessere dei giocatori, che li aiuta in qualsiasi cosa. Hanno delle persone in banca per spiegargli quanto concerne il denaro. Vuoi comprare una casa? Si assicurano che tu abbia a che fare con l’interlocutore giusto e che stia concludendo un accor-do equo. I giovani calciatori che arrivano in prima squadra non comprano un’au-to, noi abbiamo Audi come sponsor e loro provvedono a fornire le auto per i gio-catori. È di questo che hanno bisogno. Il nostro è un mondo complicato». E come si trova nel ruolo di figura paterna?«È il mio lavoro!».Mourinho e sua moglie, Matilde, si sono innamorati da adolescenti, crescendo dall’altro lato della strada l’uno dall’altra nella città costiera di Setúbal. Sono spo-sati da 26 anni e hanno due figli teenager, Matilde e José.Per Mourinho il primo lavoro da allenatore è arrivato nel 2000 quando è stato as-sunto dal Benfica, dopo aver lavorato come traduttore e poi come assistente sot-to Bobby Robson allo Sporting Lisbona, al Porto e al Barcellona. La sua carriera al Benfica è durata solo tre mesi prima che si dimettesse dopo un diverbio con il pre-sidente del club. Così si è trasferito all’União de Leiria e poi al Porto, dove ha vin-to la prima serie portoghese due volte, la coppa Uefa e, nel 2004, la Champions League. Questo lo ha condotto al suo primo periodo al Chelsea, dove ha vinto la Premier League per due stagioni consecutive (2004/05 e 2005/06), la FA Cup e la League Cup, anche in questo caso due volte. Come allenatore dell’Inter ha vin-to due volte il campionato di Serie A e la Champions League per la seconda volta. Nel 2010 si è trasferito al Real Madrid, dove si è aggiudicato la Copa del Rey e La Liga in stagioni consecutive. Dopodiché, nel giugno 2013, è tornato al Chelsea.Il suo amico più caro, dice lui, è Rui Faria, che è divenuto il suo assistente il suo primo giorno da allenatore al Benfica, e che da allora lo ha seguito in ogni club in cui ha lavorato. «Rui era solito dire “Quella dell’allenatore vincente è la vita mi-gliore del mondo”». Mourinho ride. «È un dato di fatto e noi ci proviamo. Ma in questo Paese abbiamo così tante partite che non puoi permetterti di emozionarti. Perdo 5-3 e il giorno dopo ho una sessione di allenamento, e nel giro di due o tre giorni c’è un’altra partita. Vinco 3-0 o 4-0 e il giorno dopo ho una sessione di al-lenamento, e nel giro di due o tre giorni c’è un’altra partita. Devo cercare di na-scondere le mie emozioni. Devo vivere sia con la vittoria che con la sconfitta».«L’allenatore non è la persona più importante nel club, certamente non lo è. Con-tinuo a dire che la persona più importante in un club (in una squadra) prima di tutto sono i tifosi, al secondo posto c’è il proprietario, al terzo i giocatori e poi ar-rivo io. Ma è all’allenatore che tutti guardano. I giocatori ti osservano, ti studiano; vogliono scoprire la tua reazione, percepire il tuo equilibrio. Anche i membri del-lo staff guardano a te e reagiscono di conseguenza in modo positivo o negativo.

Pure i tifosi non ti perdono di vista. Vogliono sentire che dopo la grande sconfitta sei pronto per il giorno successivo; che dopo la grande vittoria non sei sulla Luna, ma con i piedi per terra. E credo di essere bravo a controllare queste situazioni e così come nel cercare di mantenere in equilibrio le persone nel bene e nel male. A casa non sono bravo, perché mi conoscono troppo bene. Non posso nasconder-mi. Mi vedono per quello che sono».Mourinho è un uomo cortese e colto. È un grande ammiratore di Fernando Pes-soa, il poeta più amato del Portogallo. (C’è una frase del Libro dell’inquietudine che potrebbe essere stata scritta per lui: «Ho sempre rifiutato di essere capito. Es-sere capito è prostituirsi. Preferisco essere preso sul serio per quello che non sono, restare umanamente sconosciuto, con naturalezza e rispetto»). Parlando è rifles-sivo, premuroso ed espansivo – niente a che vedere con le brusche mezze paro-le delle conferenze stampa post partita. È un uomo di buone maniere. A un certo punto della conversazione si lascia sfuggire un’espressione colloquiale – una ab-bastanza innocua – che mi chiede però di non riportare. Quando gli chiedo quale sia la cosa più interessante in cui si sia imbattuto al di là del calcio negli ultimi tempi, risponde la visita in Costa d’Avorio come Ambascia-tore contro la fame per l’Unicef. «È stata un’esperienza fantastica per me, che ho condiviso con mia moglie e i miei figli», dice. «Sappiamo che esiste la povertà, ma venire direttamente in contatto con quella realtà è stato meraviglioso: negativo e positivo allo stesso tempo, qualcosa di difficile con cui avere a che fare, ma allo stesso tempo si prova una sensazione di straordinario orgoglio nell’esservi associa-to, nel promuovere il loro lavoro».Lui e sua moglie sostengono inoltre un programma sull’alimentazione della Chie-sa Cattolica di Setúbal. «Ma seguiamo il principio di non farlo per le persone che conosciamo o per promuoverci. Lo facciamo perché possiamo e vogliamo che i nostri figli capiscano quanto siamo privilegiati e che altre persone hanno bisogno di aiuto».È un uomo religioso, nel senso che, spiega, «credo totalmente, con decisione. Ogni giorno prego; ogni giorno parlo con Lui. Non vado in chiesa tutti i giorni, nemmeno ogni settimana. Ci vado quando ne sento il bisogno. E quando sono in Portogallo ci vado sempre». Per cosa prega? «Per la mia famiglia! Per i miei figli, mia moglie, i miei genitori, per la felicità e una buona vita in famiglia. Posso dire che la realtà è che non vado mai in chiesa per parlare con Lui di calcio. Mai!».Si descriverebbe come una brava persona? «Credo di sì. Cerco di esserlo. E penso di esserlo. Non ho problemi con la famiglia o gli amici. Sono un buon padre di fa-miglia; un buon amico. Cerco di sostenere persone che nemmeno conosco. Com-metto degli errori? Certo. Il mio settore non è solo molto competitivo, è compe-titivo ed emotivo e devi spingere le persone a comportarsi in un certo modo. Ma la vita professionale rappresenta solo un aspetto di me; io sono molto più di quel-lo che appaio». Fa il suo meglio, dice, per separare la sua vita professionale da quella privata. Non parla mai di calcio con sua moglie. «Non è il suo mondo. Trovarmi in una squa-dra che mi piace, essere in un luogo in cui mi diverto, lavorare con persone che apprezzo: questo è fondamentalmente il suo consiglio, perché quando ciò acca-de la vita, in casa, è migliore per tutti. Ma è difficile. Anche se posso separare le cose, a volte loro non ci riescono. Se perdo una partita importante, cerco di torna-re a casa con un viso sereno, domani è un altro giorno, è solo una partita di cal-cio e così via. Ma quando arrivo, loro hanno certe facce scure!». Ride. «Sono tri-sti per me!».I calciatori – e gli allenatori – tendono a essere abitudinari. Gravitano intorno a grandi case con il vialetto bianco e dall’aspetto semi-campagnolo. Potresti gettare una rete sui prosperi sobborghi di Alderley Edge nel Cheshire e catturare metà del Manchester United, compreso il loro allenatore. L’area che circonda la rigoglio-sa cittadina di Cobham, nel Surrey, dove il Chelsea ha il suo campo per gli alle-namenti, è densamente popolata dai giocatori della squadra. Dice qualcosa di

MAGGIO 2015 30 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Cover storyCover story

Page 31: Business People - Maggio 2015

Dopo una breve carriera da difensore nella seconda

categoria della Liga portoghese, ha studiato

Scienze dello sport ed è divenuto un educatore.

Il suo primo contratto da allenatore è arrivato nel

2000 al Benfica,dove è rimasto appena tre mesi

a causa di uno screzio con il presidente del club

31 WWW.BUSINESSPEOPLE.ITMAGGIO 2015

Page 32: Business People - Maggio 2015

OROLOGIOHublot King Power “Special One”L’ho disegnato io e l’azienda l’ha realizzato secondo le mie esigenze. È del colore che

preferisco, del materiale che preferisco, della giusta grandezza e del peso ideale. L’ho messo

a punto con l’azienda: è il mio orologio.

AUTOMOBILEJaguar F-TypeHo guidato diverse auto con performance elevate e dal design raffinato, ma niente è come una Jaguar. Il rumore dell’F-Type e la velocità… non esiste niente di simile.

TELEFONOBlackberryMi piace, è così semplice. Fa tutto quello che mi serve.

VACANZEPortogalloÈ sempre bello tornare a casa. Casa tua è sempre casa tua, e non ci vado mai abbastanza per colpa degli impegni calcistici.

RISTORANTECasa miaIn famiglia mangiamo sempre insieme e, anche se ci piacciono molti ristoranti a Londra, ci divertiamo di più se ceniamo in casa tutti riuniti.

LE PASSIONI DI

JOSÉ MOURINHO

32 MAGGIO 2015 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 33: Business People - Maggio 2015

33 WWW.BUSINESSPEOPLE.ITMAGGIO 2015

Page 34: Business People - Maggio 2015

P

© G

ett

yIm

ag

es

(5)

interessante su Mourinho, il fatto che lui abbia invece scelto vivere a Belgravia (di-stretto della Central London nella City di Westminster, ndt). La sua famiglia lo pre-ferisce, dice, «e anche io». Diversamente da Madrid o Milano, a Londra, racconta, può vivere «una vita quasi normale». Può camminare per strada e «in cinque minuti» trovare un tifoso del Chelsea, del Tottenham, dell’Arsenal, «anche del Liverpool o dello United. E mi piace. In altri posti in cui ho lavorato camminavi sempre in mezzo ai tifosi della tua squadra. A Milano il 50% erano interisti e il 50% milanisti. A Madrid circa il 70% erano fan del Real e il 30% dell’Atlético. A Porto il 100%. Se qualcuno mi avvicina, mi pia-ce ascoltarlo. Ma non se vuole darmi lezioni di calcio!».«Credo che le persone a Londra capiscano cosa dia fastidio e cosa no. Sanno che le persone hanno bisogno di spazio, che meritano rispetto. Se mi disturbano, si tratta sempre di non inglesi. Certo, anche gli inglesi se mi incontrano al ristoran-te chiedono un autografo o di fare un selfie, ma almeno aspettano che abbia fini-to la cena. Se sono in un negozio, aspettano, non entrano mentre mi sto sceglien-do le calze. E camminando per la strada ho la stessa sensazione. È impossibile che a Londra qualcuno ti venga a importunare per un risultato negativo mentre sei a spasso con la tua famiglia. Impossibile! A Madrid e a Milano sempre». Ogni tifoso, dice scuotendo stancamente la testa, è un allenatore; ma il fatto cen-trale è che le persone prendono il calcio troppo seriamente. «Anch’io sono un ap-passionato di calcio, naturalmente. Ma se per un professionista del calcio, il cal-cio significa tutto, vuol dire che ha un problema; e per i tifosi è lo stesso. In Por-togallo si dice che puoi cambiare tutto tranne tua madre e la tua squadra del cuo-re. Mi rendo conto di quanto il calcio sia potente a livello sociale, politico e cul-turale. Ma come fa un calciatore a essere nella top 100 delle persone più influenti al mondo secondo Forbes?». In realtà sono due. L’anno scorso Cristiano Ronaldo era alla 30esima posizione, Lionel Messi alla numero 45. «Questo è assurdo! Non salviamo vite! Lo so che c’è gente che si butta dal quinto pianto se la sua squadra perde una partita, ma quella persona ha dei problemi! Come si fa a paragonare un

calciatore, o un allenatore, con uno scienziato, o un dottore? Non si può».Mourinho dice di non avere amici intimi nel mondo del calcio inglese. «Con al-cuni ci stimiamo a vicenda e siamo in contatto, ma non parlerei di amicizia». Ma c’è un uomo verso cui nutre un’ammirazione sconfinata: Sir Alex Ferguson.I due si sono incontrati la prima volta da allenatori nel 2004, quando il Porto ha eliminato dalla Champions League il Manchester United. «In quell’occasione ho percepito i due lati di quest’uomo eccezionale», racconta Mourinho. «Una “fac-cia” era quella dell’avversario, dell’uomo che fa di tutto per vincere. Dopo ho vi-sto che c’era anche l’uomo con dei princìpi, che nutre rispetto per l’altro, che gio-ca pulito. In quell’occasione ho visto entrambi questi aspetti, ed è stato molto im-portante per me».«Nel mio mondo, nella cultura portoghese e in quella latina, non conosciamo questo modo di essere, questo “secondo volto”; siamo nel calcio per vincere e se non vinciamo, il più delle volte non c’è nient’altro. Ma quando abbiamo battu-to lo United in Champions, ho visto quel bel volto che è quello dell’allenatore che cerco sempre di essere. Cerco…».C’è poi da dire che questo sforzo non è forse sempre compreso. L’aggettivo con cui il più delle volte Mourinho viene definito è “machiavellico”.«Io non mi vedo così».Ha letto Machiavelli? «Conosco Machiavelli, certo, ed è vero che a volte, in alcu-ne mie dichiarazioni, c’è qualcosa di lui, ma niente di più. Decisamente no».Ogni allenatore è nell’intimo una persona lagnosa – decisione diabolica; era rigo-re netto o nettamente non lo era; siamo stati sfortunati – ma Mourinho ha eleva-to il lamento a un’arte raffinata. Non sono soltanto gli arbitri a essere contro di lui, tutto il mondo è contro di lui, un punto di vista che sembra fatto apposta per instil-lare una mentalità da sfavoriti nella sua squadra, ma anche un modo per “mettere le mani avanti”. Nelle conferenze stampa, un territorio dove regna sovrano, le sue risposte più “soft” possono dare l’impressione di voler sminuire il proprio interlo-cutore: avversari, autorità del mondo del calcio, giornalisti. Persino i suoi compli-menti difficilmente vengono presi sul serio.«È il fattore Ferguson», mi aveva detto un vecchio giornalista sportivo. «Quando José inizia a essere gentile con una persona, è perché smette di vederla come una minaccia».Mourinho sembra prendersela parecchio quando gli dico questa cosa. «No! Mi piace elogiare le persone, quando se lo meritano. Altri allenatori, calciatori… Amo dire che un arbitro è fantastico, specialmente dopo una sconfitta».Mi colpisce, devo dire, che sia così incompreso; visto che in realtà è un perso-naggio assolutamente impassibile. Mourinho mi guarda e non dice nulla. Poi, molto lentamente, gli affiora sul volto un enorme sorriso.

*(Intervista da St Men / The Interview People, traduzione di E. Corti, C. Lulli, E. Melideo)

José Mourinho “sul campo” in diversi momenti della sua carriera da allenatore. All’Inter (in alto a sx e a destra), al Chelsea (in basso a sx e qui sotto), e al Real Madrid

MAGGIO 2015 34 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 35: Business People - Maggio 2015
Page 36: Business People - Maggio 2015

STOP

LE ALTERNATIVE AI PRESTITI

DELLE FILIALISono prestiti obbligazionari

emessi da società di capitali (per esempio una spa) non

quotate in Borsa, con almeno due anni di attività alle spalle. I titoli obbligazionari collocati

dalle imprese (per lo più da pmi) vengono acquistati da investitori

qualificati ma poi possono essere negoziati sul mercato di Piazza Affari nel segmento

ExtraMotPro.

MINI-BOND

LE AZIENDE DEL VECCHIO CONTINENTE, QUELLE ITALIANE PIÙ DI TUTTE,

DIPENDONO TROPPO DAGLI ISTITUTI DI CREDITO.

PER OVVIARE AL PROBLEMA L’UE MIRA A CREARE UN MERCATO UNICO DEI CAPITALI PER TUTTI

GLI STATI MEMBRI. ANCHE SE…

DI ANDREA TELARA

all’overdose bancaria

È una modalità di raccolta fondi via Internet.

Un’azienda in fase di avviamento (start up) pubblica sul Web la sua idea imprenditoriale

e cerca i fondi per realizzarla attraverso la rete.

Gli internauti che versano i soldi diventano azionisti

della società.

EQUITY CROWDFUNDING

È una forma di finanziamento via Internet in cui un soggetto

chiede soldi in prestito sulla rete, ad altri utenti

del Web. In questo modo, viene completamente bypassato il canale

bancario poiché a erogare il finanziamento sono privati cittadini, che concordano

con il debitore anche il tasso d’interesse.

PEER TO PEER LENDING

MAGGIO 201536 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Economia

Page 37: Business People - Maggio 2015

Jonathan Hill, commissario Ue per la stabilità finanziaria, lo ha detto chiaro e tondo: «Le imprese europee, soprattutto quelle piccole e medie, dipen-

dono troppo dalle banche». Per questo, alla fine del gennaio scorso, Hill ha pre-sentato un Libro Verde, cioè un program-ma di riforme che hanno un obiettivo ambizioso: creare, entro il 2019, un mer-cato unico dei capitali per tutti i 28 Sta-ti membri dell’Unione, dalla Gran Breta-gna fino a Cipro, dal Portogallo sino alla Polonia. Lo scopo è far sì che le azien-de europee trovino dei serbatoi di risor-se alternativi ai tradizionali prestiti ban-cari che, attualmente, sono invece la loro principale fonte di finanziamento. Que-sta necessità di allentare il legame troppo stretto tra banche e imprese si è fatta sem-pre più urgente negli ultimi anni, cioè da quando molti istituti di credito del Vec-chio Continente sono diventati assai re-stii a dare soldi in prestito alle aziende, essendo sottoposti a regole molto severe sul controllo del rischio.

LA LEZIONE AMERICANA

Poco importa se da qualche mese è ar-rivato il quantitative easing di Mario

Draghi, cioè il massiccio piano di acqui-sti di titoli di Stato di Eurolandia, ideato dal presidente della Banca Centrale Eu-ropea (Bce) per far ripartire gli ingranag-gi del credito. Queste misure, è bene ri-cordarlo, sono infatti dei provvedimen-ti straordinari che potrebbero esaurirsi nel giro di appena un anno e mezzo, se l’economia dell’Eurozona darà finalmen-te nuovi segni di vitalità. I problemi messi in evidenza da Hill, invece, sono struttu-rali e vengono da lontano. Per renderse-ne conto, basta guardare i dati pubblica-ti dalla stessa Bce e riguardanti il funding mix delle imprese europee, cioè la ripar-tizione delle loro fonti di finanziamento. Oltre il 31% delle risorse raccolte dalle aziende è rappresentato proprio dai pre-stiti bancari, con punte del 35-40% in al-cuni Paesi come l’Italia e la Spagna. Si tratta di percentuali pari a più del dop-pio rispetto a quelle registrate negli Stati Uniti (14%), dove invece il sistema eco-nomico può contare su un altro polmo-ne finanziario: un ricco e dinamico mer-cato dei capitali, fatto di fondi di priva-te equity, società di venture capital, bu-siness angel e altri investitori istituzionali pronti a sostenere le aziende più promet-tenti. «Se un giovane ha una buona idea imprenditoriale nella Silicon Valley», ha

detto Hill, «non ha difficoltà a trovare un venture capitalist di New York disposto a sostenerlo». Dunque, afferma in sostanza il commissario Ue, perché non proviamo a creare anche in Europa lo stesso am-biente che c’è dall’altra parte dell’ocea-no? Perché non consentire a un grande investitore istituzionale con sede a Lon-dra o a Francoforte di investire facilmen-te in qualche start up o in qualche pic-cola e media azienda che sta a Cipro, nel Sud Italia, in Grecia o in Portogallo? Raggiungere questo obiettivo, purtroppo, non sarà un’impresa semplice. Oggi, in-fatti, i 28 Stati membri dell’Ue si presen-tano come un mosaico assai variegato, con differenti regole fiscali, societarie e finanziarie. Senza contare, poi, l’esisten-za di notevoli barriere culturali e lingui-stiche che impediscono ancora agli inve-stitori e agli imprenditori europei residen-ti in Paesi diversi di dialogare fra loro e fare affari con la stessa semplicità degli americani.

15 ANNI DI RIFORME

Le riforme necessarie a creare il mer-cato unico europeo dei capitali

sono ancora tutte da scrivere, poiché il Libro Verde di Hill prevede inizial-

bancaria

BISOGNA TENERE CONTO CHE IL QUANTITATIVE EASING DELLA BCE È UN PROVVEDIMENTO STRAORDINARIO CHE POTREBBE ESAURIRSI NEL GIRO DI UN ANNO E MEZZO

È un’attività finanziaria mediante la quale un investitore

istituzionale rileva quote di una società, con l’obiettivo

di finanziarne i piani di sviluppo. In genere, i fondi di private equity

si indirizzano su aziende di media dimensione non

quotate in borsa che, dopo qualche anno, vengono rivendute o collocate

sul listino.

PRIVATE EQUITY

È un’attività simile al private equity, che si indirizza però verso le start up,

cioè le società in fase di avviamento che hanno un

elevato potenziale di crescita. Anche il sostegno del venture

capital, come quello del private equity, rappresenta per le aziende un’opportunità per

trovare risorse finanziarie senza ricorrere ai prestiti bancari.

VENTURE CAPITAL

Anche molti dei soldi stanziati ogni anno

dall’Unione Europea vanno a beneficio delle imprese e possono rappresentare un’alternativa ai prestiti bancari. In particolare,

le aziende sono beneficiarie delle risorse del Fesr

(Fondo europeo di sviluppo regionale).

FONDI UE

MAGGIO 201537 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 38: Business People - Maggio 2015

mente una fase di consultazione di tre mesi, in cui saranno raccolte varie pro-poste degli addetti ai lavori. Di sicu-ro, le riforme prossime venture com-porteranno in Italia alcune modifiche alla legge Draghi, il testo unico della fi-nanza (Tuf) approvato nel 1998, quan-do l’attuale presidente della Bce era di-rettore generale del Tesoro. Tra i prov-vedimenti ipotizzati, per esempio, ci sono alcune semplificazioni normati-ve per le quotazioni in Borsa delle pic-cole imprese e la creazione di un pro-spetto uguale in tutti gli Stati Ue per le operazioni di collocamento di titoli sul mercato. A ben guardare, tuttavia, in Italia abbiamo già avuto alcune im-portanti modifiche legislative che han-no aperto la strada a nuove forme di fi-nanziamento per le imprese, alternati-ve a quelle bancarie. Giancarlo Giudi-ci, docente di Finanza aziendale al Po-litecnico di Milano, cita innanzitutto l’introduzione dei mini-bond, che ha permesso anche alle piccole e medie aziende non quotate in Borsa di emet-tere prestiti obbligazionari (che oggi, anche per le pmi, sono equiparati per legge al credito bancario, sia dal punto di vista fiscale che sotto il profilo del-la deducibilità dei costi). «Tra il 2013 e la fine del 2014, le imprese che hanno collocato mini-bond in Italia sono sta-te in totale 86, di cui 34 sono identifi-cabili come pmi», dice Giudici, che di-

«I fondi strutturali europei possono rappresentare indubbiamente un’ importante fonte di finanziamento

per le imprese. Da soli, però, non possono certo risolvere il problema dell’eccessiva dipendenza delle aziende italiane dal sistema bancario». Parola di Irene Picciano, autrice di numerose pubblicazioni sul diritto dell’Ue.Dunque, i soldi di Bruxelles sono utili ma non bastano?Innanzitutto, direi che occorre precisare un aspetto importante: le risorse stanziate dall’Ue e destinate alle aziende sono per forza di cose soggette ad alcuni vincoli.

Quali? I finanziamenti devono servire alla realizzazione di progetti di coesione sociale o a promuovere lo sviluppo economico e imprenditoriale in certe aree geografiche, con ricadute positive anche per l’occupazione. Inoltre, non va dimenticato che i fondi Ue sono comunque legati a un’attività di programmazione e alla pubblicazione di bandi, in cui sono coinvolti gli enti e le autorità pubbliche. E qui, purtroppo, iniziano i problemi...In effetti, a volte c’è un problema di scarsa competenza del personale pubblico che

ha il compito di occuparsi della gestione dei fondi Ue e della predisposizione dei bandi. Ma le difficoltà non si limitano soltanto a quest’ambito. Cos’altro c’è che non va? Spesso, l’assegnazione dei fondi si basa anche su regole assai complesse e su procedure che hanno dei tempi di conclusione molto lunghi. Il risultato è che le imprese, non di rado, si trovano spiazzate di fronte a un eccesso di burocrazia. In che senso? Intendo dire che diverse aziende, quando vedono delle procedure un po’ troppo complesse, preferiscono rinunciare a candidarsi ad avere i fondi. Altre, invece, sono poco o per nulla informate su tutte le opportunità di finanziamento offerte dall’Ue. E così, parecchie aziende si ritrovano inevitabilmente a chiedere soldi alle banche. Ma cosa si può fare per convincerle a trovare altre fonti di finanziamento, compresi i fondi europei?Gli sforzi vanno inseriti in una strategia più ampia, come quella esposta nel Libro Verde da poco pubblicato dall’Ue, con l’obiettivo di creare un mercato unico europeo dei capitali in grado di sostenere in maniera più efficace il sistema imprenditoriale, rimuovendo le barriere che ancora ostacolano gli investimenti transfrontalieri.

IL SERBATOIO DEI FONDI EUROPEIIntervista a Irene Picciano, partner studio legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

COMPOSIZIONE DEL FUNDING MIX DELLE AZIENDE COME SI FINANZIANO LE IMPRESE ITALIANE E STRANIERE

DEBITI COMMERCIALI E ALTRE PASSIVITÀ

ITALIA 21% 41% 3% 35%FRANCIA 14% 57% 7% 23%GERMANIA 24% 44% 3% 29%SPAGNA 14% 45% 1% 40%AREA EURO 15% 50% 4% 31%GRAN BRETAGNA 5% 55% 12% 27%STATI UNITI 16% 55% 15% 14%

CAPITALE AZIONARIO

EMISSIONE DI OBBLIGAZIONI

PRESTITI BANCARI

Fonte: Osservatorio Mini-bond del Politecnico di Milano

QUANTO VALGONO I CANALI ALTERNATIVI ALLA BANCA

(VALORE DEI FLUSSI DI FINANZIAMENTO)

MINI-BOND 858MILIONI DI EURO TRA GLI INIZI DEL 2013 E LA FINE DEL 2014

EQUITY CROWDFUNDING 1,3MILIONI DI EURO IN PIÙ DI DUE ANNI

VENTURE CAPITAL E PRIVATE EQUITY 3,5MILIARDI DI EURO NEL 2014

rige anche un osservatorio creato dalla School of Management del Politecnico su queste nuove forme di emissioni ob-bligazionarie, il cui valore complessi-vo è stato finora di 858 milioni di euro. Certo, si tratta ancora di piccole cifre se messe a confrontate alle decine e deci-

ne di miliardi di euro di prestiti conces-si ogni anno dalle banche alle imprese, tuttavia all’orizzonte si intravedono dei segnali molto incoraggianti. «Il 2015 è partito molto bene», dice infatti Giudi-ci, «e ci sono state già diverse emissio-ni nei primi mesi dell’anno». Con que-

MAGGIO 201538 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 39: Business People - Maggio 2015

© G

ett

yIm

ag

es

(2)

Spingere i risparmi delle famiglie italiane, che sono tanti, verso gli investimenti nelle piccole e medie aziende,

in modo da creare un’importante fonte di finanziamento alternativa ai prestiti bancari. È l’idea che arriva da Graziano Tarantini, avvocato e docente di Corporate governance alla facoltà di Scienze bancarie dell’Università Cattolica di Milano.In cosa consiste, di preciso, la sua proposta? Innanzitutto, direi che è importante partire da una constatazione. Da sempre, i punti di forza del Sistema-Italia

sono principalmente due: la forte propensione al risparmio delle famiglie e la grande dinamicità delle piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Dunque? Finora, purtroppo, queste due importanti qualità del sistema Italia non hanno mai trovato un vero punto di incontro. I risparmi delle famiglie, infatti, si sono indirizzati molto spesso verso strumenti finanziari a reddito fisso, capaci di garantire una rendita sicura, oppure verso gli immobili. Le piccole e medie imprese, dal canto

loro, hanno invece mostrato sempre una forte dipendenza dai finanziamenti bancari e hanno evidenziato non poche difficoltà nel compiere quel salto dimensionale che consentirebbe loro di avere una struttura più robusta. Sì, ma come si fa a far incontrare il risparmio delle famiglie e le pmi italiane? La mia idea è di creare e di agevolare nuovi strumenti finanziari che siano specializzati nel sostenere le piccole imprese e abbiano un obiettivo di rendimento nel lungo termine. L’interesse tra i risparmiatori privati per questi prodotti potrebbe essere notevole. Per quale ragione?Io credo che qualunque genitore mostrerebbe grande attenzione per un prodotto finanziario che coniuga assieme due caratteristiche: serve per sostenere l’economia italiana e, nello stesso tempo, dà la possibilità di costruire un capitale nel lungo periodo da lasciare in eredità ai figli, che magari può servire per pagare l’università o comprare una casa. Come giudica gli sforzi compiuti sinora per liberare le imprese dalla loro eccessiva dipendenza dalle banche?Negli ultimi anni, si sono viste indubbiamente alcune novità significative, come per esempio la creazione dei mini-bond. C’è però ancora molto lavoro da fare.

DIROTTIAMO IL RISPARMIO VERSO LE PMI Intervista a Graziano Tarantini, presidente di Banca Akros

ste premesse, secondo il professore del Politecnico, ci son buone probabilità che i mini-bond si rafforzino ancora in futuro e si affermino come nuovo cana-le di raccolta dei capitali, anche grazie alla nascita di fondi chiusi specializzati nell’investimento in questo tipo di ob-bligazioni (i cosiddetti fondi di private debt).

LA STRADA IN SALITA DEL CROWDFUNDING

L’analisi ottimistica di Giudici sul fu-turo dei mini-bond è invece diffi-

cilmente estendibile ad altre forme di finanziamento per le imprese che oggi stentano a decollare. Nel nostro Pae-se, un ruolo importante è svolto sen-za dubbio dai fondi di private equity e di venture capital che tuttavia, con 3,5 miliardi di investimenti effettuati in Ita-lia nel 2014, non possono certo candi-darsi a rimpiazzare da soli il ruolo svol-to dal credito bancario. Stesso discor-so per l’Aim, il mercato azionario crea-to nel 2012 da Borsa Italiana e riserva-to esclusivamente alle piccole e medie imprese. Nel 2014, c’è stata una forte crescita delle quotazioni su questo li-stino, ma i numeri sono ancora mode-

sti, vista la presenza di appena una ses-santina di aziende, che hanno raccol-to nel complesso poco più di 450 mi-lioni di euro di capitali. Un vero e pro-prio cammino a singhiozzo, invece, si registra in Italia per la forma di finan-ziamento più innovativa in questo mo-mento. Si tratta dell’equity crowdfun-ding, una raccolta di fondi su Internet con cui un’azienda mette in vetrina sul Web un progetto imprenditoriale, chie-dendo a tutti gli internauti di sostenerlo economicamente e di diventare azio-nisti della società con il versamento di una somma di denaro, anche di pic-colo importo. L’Italia è stata tra i pri-mi Paesi ad approvare meritoriamente un’apposita normativa che regola tutte le operazioni di questo tipo lanciate sul territorio nazionale, in modo da evitare e prevenire truffe o sollecitazioni abu-sive del pubblico risparmio. Le regole stabilite però, si sono rivelate finora un po’ troppo stringenti: secondo la leg-ge, per esempio, almeno il 5% dei fon-di rastrellati sul Web con il crowdfun-ding deve provenire (per ogni singolo progetto imprenditoriale) da investito-ri qualificati, come le banche, le sim o dai fondi specializzati nel sostegno alle start up. E così, intrappolato nella ma-

glie di questa normativa, l’equi-ty crowdfunding made in Italy è stato finora un fia-sco, con appena cinque progetti finanziati, per un totale di 1,3 milioni di euro raccolti. Si trat-ta di numeri letteral-mente ridicoli se con-frontati a quelli de-gli Stati Uniti, dove il crowdfunding vale-va più di 5 miliardi di dollari già alla fine de 2013. Nel processo di creazione del mercato unico dei capitali, dun-que, il commissario euro-peo Hill dovrà probabilmente far tesoro degli insegnamenti che arri-vano dall’altra sponda dell’Atlanti-co ed evitare invece gli errori già commessi in Italia, cioè la tenden-za a voler introdurre troppi vinco-li e troppe regole, che finiscono poi per rendere inutili anche le misure at-tuate con le migliori intenzioni. Taglia-re il cordone ombelicale che lega oggi le imprese alle banche è già di per sé un’impresa difficile. Meglio dunque non complicarla ancora di più.

DA EVITARE L’ERRORE COMMESSO DALL’ITALIA, OSSIA INTRODURRE TROPPI VINCOLI, PERCHÉ RENDEREBBERO INUTILI ANCHE LE MISURE MIGLIORI

Mario Draghi, presidente

della Banca centrale europea, quando era direttore generale del Tesoro, nel 1998, ha promosso il Testo unico sulla finanza (Tuf)

MAGGIO 201539 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 40: Business People - Maggio 2015

© T

hin

kSto

ck/

Pho

tod

isc

/Ke

ith B

rofs

ky

SPORTELLI SOTTO ASSEDIO

TRA NUOVI METODI DI PAGAMENTO, MONETA ELETTRONICA E CONCORRENTI

DI ULTIMA GENERAZIONE, LE BANCHE, COSÌ COME LE CONOSCIAMO,

SONO DESTINATE A SCOMPARIRE. A MENO CHE NON SI RINNOVINO, IN FRETTA,

PER RISPONDERE AI MUTAMENTI IN CORSO

DI ANDREA TELARA

La tedesca Fidor Bank, che ha sede a Monaco di Baviera e mi-gliaia di clienti in tutta la Ger-mania, è una banca on line che non ha sportelli sul territorio.

Rispetto agli altri istituti che operano su Internet, però, Fidor presenta una caratteristica in più: è una banca quasi completamente “social”, dove i clien-ti possono utilizzare Facebook e Twit-ter per scambiarsi consigli sui prodotti finanziari, ma anche per eseguire tra-sferimenti di denaro e persino per pre-starsi soldi a vicenda. Proprio per que-ste sue peculiarità, l’istituto bavare-se è stato citato da Accenture, la nota multinazionale della consulenza, qua-le esempio concreto del cambiamento oggi in atto nel sistema bancario dei maggiori Paesi industrializzati. Si tratta di un mutamento profondo, che vede sotto assedio il modello tradizionale

delle banche “generaliste”, cioè quel-le dotate di una fitta rete di filiali spar-se sul territorio che un tempo erano il punto di riferimento dei risparmiato-ri e delle imprese, per qualsiasi ope-razione finanziaria e creditizia. Prelie-vi, pagamenti, investimenti, prestiti o mutui: tutto, fino a qualche decennio fa, ruotava attorno al centro di gravità permanente della filiale bancaria. Poi, con l’avvento di Internet, delle reti te-lematiche e delle nuove tecnologie di telecomunicazione mobile, è iniziata una vera e propria rivoluzione coper-nicana. Per le operazioni più sempli-ci e automatizzate come i trasferimen-ti di denaro, la banca generalista ha cominciato a subire l’arrembaggio de-gli istituti di pagamento extra-banca-ri, che oggi dispongono di circuiti tele-matici molto efficienti, in grado di ge-stire qualsiasi tipo di transazione.

DENARO VIRTUALE E COMPETITOR INEDITI

Money transfer, catene della grande distribuzione, produt-tori di carburante, società di giochi e scommesse o com-

pagnie telefoniche: sono soltanto alcu-ni degli oltre 500 istituti di pagamen-to extrabancari che oggi, in tutta Euro-pa, offrono alla propria clientela stru-menti come le carte ricaricabili, capa-ci di bypassare quasi del tutto il canale degli istituti di credito. Senza dimentica-re, poi, il recente ingresso nel business dei pagamenti digitali dei big statuniten-si di Internet e dell’hi tech, come Goo-gle, Amazon, Apple e persino del social network Facebook. Le banche tradizio-nali e generaliste, insomma, sono oggi sotto assedio. E lo sono anche su altri fronti, oltre a quello dei pagamenti e dei trasferimenti di denaro. Pure nella ven-

MAGGIO 201540 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Sviluppo

Page 41: Business People - Maggio 2015

Font

e: An

alisi

PwC

su d

ati E

urop

ean

Cent

ral B

ank,

2012

que, oggi può usufruire di certi tipi di servizi senza mai varcare le soglie del-l’agenzia e utilizzando appunto gli atm di nuova generazione (che in Italia sono ormai il 95% del totale). Contempora-neamente, secondo Stefanelli, vi sarà la tendenza a concentrare negli sportelli tutte le attività a elevato valore aggiun-to, cioè quelle in cui in cui vi è un’alta componente di consulenza e assistenza al cliente da parte della stessa banca. «Le filiali dovranno rappresentare sem-pre meno un centro di costo e diventa-re sempre di più una preziosa risorsa», dice Carlo Milani, economista del Cen-tro Europa Ricerche (Cer) ed editoriali-sta del sito LaVoce.info. Anche Milani, come Stefanelli, ritiene che le agenzie bancarie non scompariranno affatto dal

territorio visto che, per certi tipi di attivi-tà come quella creditizia, il contatto di-retto con la clientela resterà sempre im-portantissimo. Tuttavia, per sopravvive-re ai cambiamenti in atto, gli istituti tra-dizionali dovranno appunto snellire le proprie reti e cambiare il Dna agli spor-telli (come stanno già facendo) utiliz-zandoli per acquisire il maggior numero di informazioni sulla clientela, per anti-ciparne i bisogni e per legarla a sé con più forza. Dunque, se un tempo le filia-li erano soprattutto un mezzo per acqui-sire nuovi clienti grazie al loro posizio-namento strategico sul territorio e alla vicinanza ai potenziali bacini di uten-za, per Milani oggi assistiamo a un ri-baltamento dei ruoli. Sempre più spes-so, infatti, l’acquisizione di un nuo-

2002

6%

200520042003

IL CROLLO DELLA REDDITIVITÀ. ANDAMENTO DEL ROE(RETURN ON EQUITY, RAPPORTO TRA UTILI E CAPITALE PROPRIO)

INSIEME ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DI FILIALI VI SARÀ UNA RIDEFINIZIONE DEL LORO RUOLO SUL MERCATO

dita di prodotti e servizi complessi come i mutui, i prestiti e gli strumenti d’inve-stimento, da tempo si sono fatti strada operatori specializzati che conquistano nuove quote di mercato. Banche attive esclusivamente on line che puntano sui risparmiatori dediti agli investimenti fai-da-te, società di credito al consumo che offrono prestiti a buon mercato o broker finanziari che intercettano il popolo dei trader super-esperti di finanza: ecco, in sintesi, alcuni dei soggetti che oggi stan-no mangiando pezzi di clientela alla banca tradizionale. A questi, si aggiun-gono altri intermediari che offrono so-luzioni innovative come le piattaforme di social lending, in cui i risparmiato-ri privati si prestano denaro reciproca-mente. Nel mondo anglosassone, i ser-vizi di questo tipo hanno già conquista-to una bella fetta di mercato mentre in Italia stanno ancora muovendo i primi passi con Smartika e Prestiamoci.

AGENZIE 2.0

Di fronte all’avanzata di tali fe-nomeni, che ne sarà dunque delle vecchie e care banche tradizionali, con le loro nume-

rose filiali e le loro strutture spesso ele-fantiache? «Non credo che le agenzie siano destinate a scomparire, poiché molti istituti hanno ancora un vantag-gio competitivo nel mantenere una pre-senza e una certa visibilità sul territo-rio», dice Salvatore Stefanelli, direttore generale di Cedacri, società specializ-zata nella fornitura di soluzioni in out-sourcing al sistema bancario. Piuttosto, secondo Stefanelli, assieme a una ridu-zione del numero di filiali vi sarà una ridefinizione del loro ruolo sul merca-to. Per tagliare i costi di gestione, in-fatti, le banche cercheranno di auto-matizzare il più possibile le operazio-ni a basso valore aggiunto come i pa-gamenti, i prelievi e i versamenti di de-naro, che già oggi possono essere svolti con il fai-da-te senza recarsi allo spor-tello. Oltre ai conti on line, si sono fatti strada nel sistema anche gli atm evoluti, cioè gli sportelli bancomat che permet-tono di eseguire 24 ore su 24 un’ampia gamma di operazioni, dal versamen-to dei soldi ai bonifici, dal pagamen-to delle tasse a quello dei bollettini po-stali. Anche chi non usa Internet, dun-

7,5%

9,8%

10,1%

2006

11,9%

200920082007

9,8%

5,1%

3,9%

201220112010

3,7%

1,8%

0,5%

Fonte: analisi PwC su dati European Central Bank -

2012 e su dati Banca d’Italia

MAGGIO 201541 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 42: Business People - Maggio 2015

vo cliente bancario avviene attraverso altri canali, in particolare su Internet o con qualche campagna promozionale ben riuscita. Successivamente, però, la filiale può svolgere un ruolo importan-tissimo per fidelizzare i correntisti del-l’istituto, fornendo loro una consulenza di alto livello su prodotti e servizi par-ticolarmente complessi come i mutui-casa o la gestione dell’intero patrimo-nio familiare. Per questo, secondo Mi-lani, nei prossimi decenni è probabi-le che si assista a un duplice fenome-no: oltre a un processo di aggregazione tra diversi istituti che hanno bisogno di aumentare le proprie dimensioni e rag-

2002

ITALIA

EUROPA

NUMERO DI SPORTELLI OGNI 100 MILA ABITANTI

giungere un più alto livello di efficien-za, vi saranno anche alcuni gruppi cre-ditizi che cercheranno di specializzar-si maggiormente in alcuni segmenti di mercato.

PORTE APERTE ALLE PMI

Una delle fasce di clientela dove esistono grandi spazi per innova-re l’offerta bancaria è rappresen-tata, per esempio, dalle piccole e

medie imprese (pmi). In questo segmento di mercato, «è necessario che molte ban-che vadano oltre la semplice attività di intermediazione creditizia», dice Davi-de Baldini, principal della società di con-

sulenza Oliver Wyman, «poiché esiste la possibilità di erogare un’ampia gam-ma di servizi che, per le piccole e medie aziende, hanno indubbiamente un ele-vato valore aggiunto». In particolare, uno studio di Oliver Wyman ha individua-to gli ambiti in cui l’offerta destinata alle pmi può essere arricchita e potenziata se non completamente reinventata. La ban-ca, per esempio, può svolgere per le pic-cole aziende il ruolo di “tesoriere in affit-to”, aiutandole a gestire al meglio i pro-pri flussi di cassa e il capitale circolan-te. Può erogare un servizio di rating/debt advisory, cioè di consulenza alle imprese che vogliono accrescere il proprio meri-

SEMPRE PIÙ SPESSO L’ACQUISIZIONE DI UN NUOVO CLIENTE AVVIENE TRAMITE INTERNET O IN SEGUITO A QUALCHE CAMPAGNA PROMOZIONALE BEN RIUSCITA

51,644,1

2003

ITALIA

EUROPA

52,542,9

2007

ITALIA

EUROPA

5643,4

2008

ITALIA

EUROPA

57,142,9

2009

ITALIA

EUROPA

56,542,3

DAVIDE BALDINI

Le banche hanno la possibilità di erogare un’ampia gamma di servizi che, per le pmi, hanno indubbiamente un elevato valore aggiunto

LEA ZICCHINO

Bisogna adeguare i servizi ai cambiamenti demografici in corso, proponendosi come validi interlocutori di una popolazione che sta invecchiando

SALVATORE STEFANELLI

Vi sarà la tendenza a concentrare negli sportelli solo le attivà che richiedono un’alta componente di consulenza e assistenza al cliente

CARLO MILANI

Oltre a un processo di aggregazione tra istituti differenti, i gruppi creditizi cercheranno di specializzarsi in alcuni segmenti di mercato

Il nostro Paese si è distinto per una disponibilità superiore

rispetto alla media europea. La cifra massima è stata

raggiunta nel 2008

MAGGIO 201542 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 43: Business People - Maggio 2015

Fonte: Analisi PwC su dati European Central Bank, 2012

to di credito grazie a una migliore strut-tura patrimoniale e finanziaria. Per otte-nere questo risultato, ogni pmi dovrebbe ricevere dalle banche anche un efficace servizio di benchmarking, cioè un’anali-si comparativa con le aziende che hanno le stesse dimensioni e operano nel mede-simo settore. Infine, per Oliver Wyman, l’offerta degli istituti di credito destinata alle piccole e medie imprese può esten-dersi anche alle attività di intermediazio-ne nel recupero dei crediti e alla supply chain financing, un’espressione con cui gli addetti ai lavoro definiscono l’insieme di flussi finanziari che ruotano attorno alla filiera produttiva tra fornitori e clien-ti, in cui la banca può svolgere un impor-tante ruolo di supporto nella gestione ot-timale della liquidità. Soluzioni di questo tipo sono già utilizza-te a livello europeo da istituzioni finan-ziarie del calibro di Ing, Barclays, Deu-tsche Bank, Rbs e Unicredit. Tuttavia il loro utilizzo è ancora abbastanza limitato e per questo, secondo i consulenti di Oli-ver Wyman, ci sono notevoli margini di crescita in futuro. La banca tradizionale, dunque, può reinventare la propria offerta proponendosi come interlocutore privile-giato delle piccole e medie imprese che, aggiunge Baldini, «oggi rappresentano un po’ una terra di mezzo tra clienti privati e grandi aziende». Se, infatti, le imprese di maggiori dimensioni hanno una struttura adeguata per gestire in autonomia i pro-pri flussi finanziari e i piccoli risparmiato-ri fanno ricorso a prodotti bancari sempre più standardizzati, le pmi hanno ancora forte bisogno di soluzioni molto persona-lizzate e tagliate su misura.

NUOVA ORGANIZZAZIONE

Per Lea Zicchino, partner e re-sponsabile della divisione ban-che e intermediari finanziari di Prometeia, c’è poi un’altra sfida

che si profila all’orizzonte per gli istitu-ti di credito, almeno per quelli dei Pae-si occidentali. Le banche, secondo Zic-chino, devono adeguare la propria of-ferta ai cambiamenti demografici in cor-so, proponendosi come interlocutori di una popolazione sempre più anziana. Se l’avvento delle nuove tecnologie impo-ne di dialogare con i giovani attraverso i canali digitali come i social network, non va trascurata la necessità di ade-guare l’offerta di prodotti finanziari an-che alla fascia di popolazione più matu-ra, che necessita di strumenti previden-ziali adeguati in vista della terza età e di servizi per la gestione della ricchezza e del patrimonio durante l’intero ciclo di vita. Tecnologie e demografia, insomma, sono due tra i principali fattori che, se-condo l’esperta di Prometeia, governe-ranno i prossimi cambiamenti in atto nel sistema finanziario e creditizio. A que-

sti elementi, però, se ne aggiunge un ter-zo che riguarda l’organizzazione inter-na. «Negli ultimi anni», ricorda Zicchi-no, «i processi di vigilanza sono stati in gran parte accentrati e unificati a livello europeo, mentre sono state introdotte re-gole sempre più stringenti per quanto ri-guarda il controllo del rischio e la com-pliance (la conformità legale dei prodot-ti e servizi offerti ndr)». Di fronte a que-sti cambiamenti, dunque, è chiaro che i maggiori gruppi bancari debbano ripen-sare la propria organizzazione, dotan-dosi anche di risorse umane in grado di confrontarsi con un contesto internazio-nale più ampio, dove i regolatori parla-no una lingua straniera. “Cambiare per sopravvivere” è l’imperativo categorico che i tradizionali istituti di credito han-no oggi di fronte a sé ed è anche il titolo scelto dai consulenti Pricewaterhouse-Coopers (PwC), per uno studio realizzato negli anni scorsi sui nuovi trend del set-tore bancario. Gli istituti che non riusci-ranno ad adeguarsi ai mutamenti in cor-so, secondo gli esperti di PwC, rischiano, infatti, di tirare le cuoia.

NUMERO SPORTELLI OGNI 100 MILA ABITANTI

2008 87,3 19% 81%2009 90,3 7% 93%2010 84,9 9% 91%2011 85,3 9% 91%2012 83,4 5% 95%

EVOLUZIONE DEI BANCOMAT IN ITALIA TRADIZIONALI

(SOLO PRELIEVI)EVOLUTI (PRELIEVI, DEPOSITI

E ALTRE FUNZIONI)

Fonte: Analisi PwC su dati European Central Bank, 2012

2004

ITALIA

EUROPA

53,142,1

2005

ITALIA

EUROPA

53,841,8

2006

ITALIA

EUROPA

55,243

2010

ITALIA

EUROPA

55,541,2

2011

ITALIA

EUROPA

5541

2012

ITALIA

EUROPA

53,941

MAGGIO 201543 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 44: Business People - Maggio 2015

RIVOLUZIONE In Io Robot, Will Smith è il detective Del Spooner, impegnato a combattere contro un cervello positronico che vuole governare sugli umani

CHI HA PAURA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

MAGGIO 201544 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Tecnologia

Page 45: Business People - Maggio 2015

IL FILMIO ROBOTI

l primo monito è stato lanciato da Elon Musk, creatore di Paypal: l’in-telligenza artificiale è più perico-losa del demonio (ma intanto lui ha investito 40 milioni assieme a Mark Zuckerberg in una macchi-

na che replica il cervello umano). Poi è arrivato Stephen Hawking, secondo cui «le macchine ci soppianteranno», men-tre Bill Gates si dichiara «preoccupato per i progressi incontrollati» dell’AI ma continua a puntarci: la “sua” Microsoft investe un quarto delle risorse proprio in questo campo. Che sta succedendo? Lo abbiamo chiesto a filosofi e scienziati. In sintesi: Intelligenza artificiale sì, ma con delle regole. Che ancora non esistono e vanno create al più presto, altrimenti il rischio – per ora solo teorico – diventerà concreto. Facciamo subito un esempio. «Quando le macchine saranno in grado di prendere decisioni autonome dal loro creatore», prova a immaginare il filoso-fo Marcello Frixione dell’Università di Genova, «di chi sarà la responsabilità in caso di errore, del cervellone o dell’in-gegnere che lo ha costruito? Penso, per esempio, alle applicazioni militari, ai fu-turi robot-soldati, ma anche alle macchi-ne intelligenti che si occuperanno di as-sistenza e cura alle persone malate». Un rischio che oggi è sopravvalutato, preci-sa il filosofo, perché siamo ancora mol-to lontani dal giorno in cui le macchine ragioneranno come la nostra mente, «e forse questo non sarà mai possibile», ma nel frattempo bisogna disegnare tutti gli scenari possibili e le eventuali contromi-sure, prima che le macchine prendano il sopravvento.

La realtà di oggiA nostra insaputa, già oggi la maggior parte dei bollettini finanziari con l’an-damento delle azioni e la chiusura dei mercati è scritto automaticamente da un computer. Teoricamente, anche l’ar-ticolo che state leggendo potrebbe esse-re stato generato da un software. «E chi vi garantisce che la voce al telefono sia la mia?», è la provocazione lanciata

DA BILL GATES A ELON MUSK, I GRANDI DELL’ HIGH TECH INIZIANO A MANIFESTARE PREOCCUPAZIONE PER I PROGRESSI INCONTROLLATI DELL’AI, MA CONTINUANO A INVESTIRCI MILIONI DI DOLLARI. TRA RISCHI, MINACCE E OPPORTUNITÀ, ABBIAMO INTERPELLATO FILOSOFI E SCIENZIATIDI ANDREA NICOLETTI

CI SI CHIEDE DI CHI SARÀ LA RESPONSABILITÀ IN CASO DI ERRORE QUANDO LE MACCHINE SARANNO IN GRADO DI PRENDERE DECISIONI

MAGGIO 201545 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 46: Business People - Maggio 2015

LA CADUTADI ASIMO DURANTE LA PRESENTAZIONE

da Marco Piastra, professore a contrat-to di Intelligenza artificiale all’Universi-tà di Pavia, «e non quella di un sintetiz-zatore vocale? Il vero problema è pro-prio questo: non esiste una normativa che obblighi a dichiarare l’uso di intelli-genza artificiale nelle interazioni con gli esseri umani, col risultato che non sa-

in Italia, compilato dall’Enea – l’agen-zia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico soste-nibile – scopriamo un Belpaese dei ro-bot che lavora, progetta e disegna il futu-ro. È in Liguria, per esempio, all’Istituto italiano di tecnologia, che è nato il robot umanoide iCub, grazie alle ricerche di Giorgio Metta, Roberto Cingolani e Giu-lio Sandini. Si fa ricerca applicata nel-l’area torinese, sperimentando l’integra-zione tra università e industria (Comau, Prima) e in Toscana, alla Scuola superio-re Sant’Anna di Pisa, dove il professor Paolo Dario, direttore dell’Istituto di Bio-Robotica, è titolare di circa 50 brevet-ti internazionali e assieme alla profes-soressa Cecilia Laschi lavora a numero-si progetti nel campo della biorobotica. C’è Antonio Bicchi, alla guida del grup-po di Robotica del Centro interdiparti-mentale di ricerca E. Piaggio, che studia l’intelligenza “del fare”, forse quella più difficile per i robot di oggi, tanto poten-ti ma privi di abilità manuali, e lo stesso fa a Napoli il professor Bruno Siciliano, una vera autorità in materia e alla gui-da numerosi progetti, tra i quali il RoDy-Man, un robot con braccia, mani e testa che dovrebbe superare tuti gli attuali li-miti di abilità di un “braccio meccani-co”. Poi ancora, in ordine sparso: siamo all’avanguardia nello studio della visio-

premo mai, quando interagiamo attra-verso un computer, chi ci sia veramen-te dall’altra parte». Insomma, la preoc-cupazione c’è e lo dimostra il recente manifesto, sottoscritto da 400 scienzia-ti di tutto il mondo, che mette in guar-dia sui potenziali rischi legati all’Intelli-genza artificiale. Perché tante cassandre proprio oggi? Perché siamo alla vigilia di una svolta epocale.«Dopo un periodo di grande interes-se sull’argomento, tra gli anni ‘70 e ‘80, quando molte aziende, penso all’Eni e all’Enel, avevano un dipartimento inter-no di AI», continua il professor Piastra, «l’entusiasmo si è raffreddato, tra il ‘90 e il 2000, perché le ricerche non davano nessun risultato straordinario e soprat-tutto nessun ritorno sugli investimenti nell’immediato. Poi la corsa è ricomin-ciata, complici alcuni colossi mondiali, come Google e la macchina che si gui-da da sola, e oggi si cominciano a vede-re dimostrazioni spettacolari». Insomma, sono lontani i tempi in cui ci stupivamo quando Deep Blue sconfig-geva a scacchi Kasparov grazie alla ca-pacità di calcolare 100 milioni di posi-zioni al secondo, perché oggi ci riesce una qualunque applicazione per smar-tphone. E fanno sorridere i primi tentati-vi di costruire robot veri, come il cagno-lino Aibo di Sony nel 1999 o il picco-lo astronauta della Honda, Asimo, che parla, corre e balla ma durante una di-mostrazione nel 2006 inciampa mentre sale un semplice gradino. In pochi anni, la tecnologia ha fatto passi da gigante.E la macchina è ripartita, anche in Ita-lia. Del resto noi siamo il sesto mercato mondiale dei dispositivi robotici e tra i primi dieci produttori, «anche se la crisi si è fatta sentire», precisa Frixione, «ral-lentando la produzione, mentre i pochi finanziamenti vanno di prevalenza a chi garantisce Roi nel breve periodo e ap-plicazioni pratiche dall’oggi al domani, il che lascia fuori molta della ricerca di base, che ha tempi più lunghi».

I vanti italianiRimaniamo comunque ai primi posti e i nostri centri di ricerca in robotica sono poli di eccellenza a livello mondiale: è qui che si studiano i robot domesti-ci, quelli medici o veicoli senza pilota. Sfogliando il Libro bianco della robotica

1927Il primo automa “recita” in Metropolisdi Fritz Lang

1968In 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick compare Hal 9000, il più inquietante

1973Yul Brynner è il protagonista di Il mondo dei robot diretto da Michael Crichton (1973)

1977-2005C3-PO e il compagno R2-D2 di Star Wars sonotra i robot più amati del grande schermo

1982Blade Runner lancia gli androidiRoy Batty e Pris

1984Arnold Schwarzenegger veste i pannidel cyborg Terminator nel filmdi James Cameron

1986Corto Circuito di John Badham narra la storia del robot Numero 5

1987Ha successo il poliziotto-robot di RoboCop,diretto da Paul Verhoeven nel 1987

1987-1994Il serial Star Trek Next Generation vanta trai suoi personaggi il sottoufficiale Data

1999 Robin Williams interpreta L’uomo bicentenariodi Chris Columbus 2001Tra i più teneri c’è il prototipo Daviddi A.I. - Intelligenza Artificiale di Spielberg

2004Io Robot di Isaac Asimov approda al cinema, diretto da Alex Projas. È dello stesso anno ancheLa donna perfetta di Frank Oz

SUL GRANDE SCHERMO

MAGGIO 201546 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Tecnologia

Page 47: Business People - Maggio 2015

MACCHINE INTELLIGENTI

AIBO ALL’OPERA

ne artificiale grazie al professor Alber-to Broggi del VisLab di Parma, nella ap-plicazioni di chirurgia assistita da robot con il laboratorio di ricerca Altair del professor Paolo Fiorini all’Università di Verona e nell’ispezione vulcanica robo-tizzata all’Università di Catania, mentre al Politecnico di Milano Andrea Bonari-

ni si occupa dell’aspetto ludico e forma-tivo, con robot che sanno fare edutain-ment, giocare e aiutare.

Nella vita quotidianaMa attenzione: l’intelligenza artificiale non è solo quella che si studia nei labo-ratori di ricerca, anzi. È già qui tra noi

e, forse, questo suscita tante perplessi-tà sul suo utilizzo incontrollato e non re-golamentato. «Ormai chiunque con po-chi spiccioli può programmare gli og-getti più personali affinché si attivino in concomitanza di certi eventi sportivi», dice Cosimo Palmisano, vicepresidente di Decisyon, «oppure possiamo far twit-tare la nostra auto da sola quando supe-ra un determinato luogo. Fra pochi anni sono previsti miliardi di oggetti collega-ti a Internet e fra di loro. Immaginate de-vice elettronici che si auto-diagnostica-no un problema, lo mandano via so-

Progettato dall’Università di Osaka, viene presentato alla International Robot Exhibition di Tokyo nel 2003: di aspetto femminile, respira, sbatte le palpebre, sa riconoscere il parlato e risponde a tono, anche con espressioni facciali.

È tutto italiano il primo robot bambino realizzato nel 2013 dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e adottato da 20 laboratori nel mondo. Vede, sente, ha il senso del tatto ed è in grado di riconoscere ed esprimere emozioni. Mosso da 53 motori, è l’ultima frontiera dell’integrazione fra biologia, neuroscienze e algoritmi matematici.

Curi Pepper Google Car

IERI E OGGIAlcuni esempi di applicazioni dell’AI: in alto, la Google Car, che si guida da sola; a lato il cagnolino Aibo di Sony (1999); nella pagina accanto, il robot Asimo, della Honda (2006).Durante una dimostrazione inciampò su un semplice gradino

Combina le informazioni di Google Maps con la scansione video e laser di ciò che avviene in strada, poi traduce tutto in istruzioni di guida. Ci sta provando anche Mercedes con la concept-car F 015. Data prevista di vendita: 2018.

È già al lavoro come commesso in alcuni negozi il robot umanoide della giapponese SoftBank. Lo usa Nestlè per dare spiegazioni ai clienti sui prodotti in vendita, ma può servire anche come aiutante domestico, badante per gli anziani o insegnante per i bambini. Costo: 2 mila euro più abbonamento mensile, in vendita dal 2015.

Sviluppato dal Centro di ricerca Georgia Tech di Atlanta (Usa) nel 2014, è un robot studente che impara interagendo con noi esseri umani, osservando quello che facciamo. Le sue orecchie luminose lo rendono simpatico, ma dentro è un concentrato di tecnologia d’avanguardia.

iCubActroid

L’AI NON È SOLO QUELLA CHE SI STUDIA NEI LABORATORI DI RICERCA, È GIÀ QUI TRA NOI. E QUESTO SUSCITA PERPLESSITÀ SUL SUO USO NON REGOLAMENTATO

COSIMO PALMISANOVicepresidente

Decisyon

MARCELLO FRIXIONEProfessore di filosofia

all’Università di Genova

MAGGIO 201547 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 48: Business People - Maggio 2015

cial network alla casa madre e l’utente si ritrova a casa il pezzo da cambiare. A livello industriale questo si chiama In-ternet of Everything, perché collega non solo le macchine ma anche le persone e i processi aziendali. Cisco e Salesfor-ce stanno promuovendo queste solu-zioni e anche noi. A dimostrazione che il mondo delle macchine sta prenden-do vita», continua Palmisano, «c’è l’an-nuncio di Facebook: sono riusciti a col-legare le macchine ai social e fra qual-che anno la mia auto chiederà l’amici-zia all’auto di mia moglie su Facebook oppure saprò quante volte sono andato a cena con la stessa giacca e cravatta, e la stessa persona».

L’ufficio del futuroAnche in ufficio le cose stanno cam-biando. L’intelligenza artificiale permet-te, infatti, di ottimizzare processi azien-dali che diversamente sarebbero incon-trollabili, ed è in grado di prendere de-cisioni utilizzando l’enorme volume di dati oggi disponibile su qualsiasi argo-mento. A un livello più basso, la real-tà virtuale potrebbe sostituire il front of-fice, i robot prendere il posto del custo-mer service o dell’ helpdesk, gli olo-grammi sfrattare le segretarie dalla scri-vania. È questo l’ufficio del futuro, al-meno secondo quello che i dipenden-ti di molte aziende credono, e forse te-mono. Secondo una ricerca commissio-nata da Ricoh Europe a Coleman Parkes, infatti, la realtà aumentata assieme agli occhiali intelligenti potrebbe portare a

nuovi scenari, come immagini 3D e olo-grammi. Domani? No, già oggi. L’espe-rimento, costato 12 mila sterline, è stato fatto dal Brent Council di Londra: Sha-nice è un’assistente virtuale “proietta-ta” dietro una scrivania, lavora 24 ore su 24 e sette giorni su sette e non chie-

de straordinari. Peccato non abbia sen-timenti, lavorerebbe meglio, perché “le emozioni”, ci insegna il professor Pia-stra che le applica ai robot, «sono una risorsa, non una limitazione: quando si devono prendere decisioni importanti serve anche il cuore».

Knightscope K5 Come pesciolini

Grazie alla tecnologia Kinect, in sala operatoria il chirurgo vede le immagini e i dati del paziente a video senza dover usare le mani per “cliccare”: basta un movimento della testa o dello sguardo per far scorrere le pagine.

Dr GoogleKiva

Il robot-poliziotto messo a punto da Microsoft. Non ha pistole ma altoparlanti, microfoni, telecamere e sensori laser. Gli servono per perlustrare in giro, memorizzare targhe sospette (300 al minuto), individuare fonti di calore e odori insoliti oppure agenti tossici nell’aria. E quando succede qualcosa, invia le immagini video alla centrale della polizia.

Il robot-magazziniere di Amazon, sposta fino a 350 Kg di merce senza lamentarsi e ammalarsi mai. Ce ne sono 15 mila al lavoro, per un risparmio sui costi di logistica che arriva a 500 milioni di dollari. E in futuro anche i pacchi verranno consegnati ai clienti da “postini” volanti e automatici, i droni.

Non esiste ancora, ma ci stanno lavorando. Dopo l’auto che si guida da sola, la società californiana ha stretto un accordo con Johnson & Johnson per sviluppare un robot in grado di curarci, affiancando (sostituendo?) i medici in carne e ossa.

Dr Microsoft

Hanno la forma di piccoli pesci i chip “flessibili” messi a punto dagli scienziati del Mit di Cambridge. Sono fatti di silicone e gas liquidi e serviranno per costruire robot “morbidi” che si muovono in modo flessuoso e non a scatti, più sicuri da usare in casa.

LA REALTÀ VIRTUALE POTREBBE SOSTITUIRE I FRONT OFFICE, I ROBOT PRENDERE IL POSTO DEI CUSTOMER SERVICE, GLI OLOGRAMMI SFRATTARE LE SEGRETARIE DALLE SCRIVANIE

MACCHINE INTELLIGENTI

BILLGATES

MARK ZUCKERBERG

ELON MUSKSTEPHEN

HAWKING

MAGGIO 201548 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Tecnologia

P © G

ett

yIm

ag

es

(7),

20th

Ce

ntu

ry F

ox

(4),

Wa

rne

r Bro

s. (2

), U

niv

ers

al P

ictu

res

(1)

Page 49: Business People - Maggio 2015

© 2015 Hewlett-Packard Development Company, L.P. Basato su notebook di livello professionale (classe business) a tutto il 9 gennaio 2015, con vendite annuali superiori a 1 milione di unità, con crittografia, autenticazione, protezione da malware preinstallate e protezione a livello BIOS, che abbiano superato i test MIL STD 810G, con docking opzionale che incorpori l’alimentazione. 1 L’autonomia della batteria MM12 in Windows 8 dipende da vari fattori tra cui il modello, la configurazione, le applicazioni caricate, le dotazioni, l’uso, la funzionalità wireless e le impostazioni per il risparmio dell’energia. La capacità massima della batteria diminuisce con il tempo e l’utilizzo. Consulta bapco.com per maggiori dettagli. 2 Disponibile solo su alcune configurazioni. Intel, il logo Intel, Intel Inside, Intel Core e Core Inside sono marchi registrati di Intel Corporation negli Stati Uniti e/o in altre nazioni. Non tutte funzioni sono disponibili in tutte le edizioni o versioni di Windows. I sistemi potrebbero richiedere l’aggiornamento e/o l’acquisto a parte di hardware, driver e/o software per sfruttare pienamente le funzionalità di Windows. Visitare il sito Web all’indirizzo http://www.microsoft.com.

HP EliteBook Folio 1020 Special Edition. Il più sicuro, robusto, e sottile. Leggero ed elegante, realizzato con struttura in lega di magnesio-litio super resistente, il nuovo, sorprendente HP EliteBook Folio 1020 offre fino a 9 ore di autonomia della batteria.1 Straordinariamente sicuro, grazie al software HP di sicurezza e le funzioni integrate per la protezione del dispositivo, dei dati e dell’identità. In più, le unità solid state (SSD) e i processori Intel® Core™ con tecnologia opzionale Intel® vPro™ assicurano la potenza e le prestazioni necessarie per svolgere al meglio il tuo lavoro. Trova il tuo su: hp.com/it/elite

Il notebook professionale più sottile e leggero al mondo.

HP consiglia Windows.

HP EliteBook Folio 1020Special Edition- Windows 8 Pro- Sottile solo 15,7 mm e leggero solo 1 kg- Schermo Quad HD da 12,5" di diagonale2- Processore Intel® Core™ M

Page 50: Business People - Maggio 2015

CACCIAMILLENNIALS

dia

CRESCIUTA TRA GLI AGI MA DIVENTATA ADULTA IN PIENA CRISI, TECNOLOGICA MA SENZA ESSERNE NATIVA: UNA NUOVA GENERAZIONE DI CONSUMATORI SI PRESENTA SUL MERCATO. COME CONQUISTARLA? NON BASTA PUNTARE SUL DIGITALE SE SI SMARRISCONO LE RELAZIONI UMANEDI LUCIO TORRI

MAGGIO 201550 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Comunicazione

Page 51: Business People - Maggio 2015

torio, sempre nel tentativo di far appassio-nare gli automobilisti». Per il lancio della Mazda2, ad esempio, solo per citare l’ul-tima di una serie di iniziative finalizzate a far conoscere dal vivo le sue auto, il grup-po ha organizzato il “Mazda2 Connection Tour”, un evento in dieci tappe che ha vi-sto la piccola ammiraglia immersa in un ambiente tipicamente nipponico.

Oltre l’informazione

Anche per Gianluca Buzzegoli, Marke-ting Communication Manager del

Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio, l’ar-rivo dei Millennials e il boom del digita-le sono fenomeni strettamente collegati. «Li conosciamo, sia dal punto di vista dei comportamenti di consumo, sia dal pun-to di vista socioeconomico. Ci rivolgiamo a loro con progetti specifici, veicolati in massima parte sui canali digitali, tenendo sempre a mente che non è più concepibile limitarsi a “informare”, ma bisogna anda-re oltre, cercando dialogo, offrendo ascol-to e attenzione, intercettando le loro voci attraverso un panorama sempre più este-so di touch point», spiega Buzzegoli. No-nostante questo, anche per Gruppo San-t’Anna Fonti di Vinadio la comunicazio-ne deve coinvolgere sempre le piattafor-me off line con efficaci campagne integra-te. «L’off line costituisce un complesso di touch point per noi importanti: pensiamo alle promozioni in-store, alle sponsorizza-zioni sportive e cinematografiche, alla co-municazione sul prodotto, alla televisio-ne, alla radio, alla stampa. Ciascun touch point non digitale rimanda ai touch point digitali. E viceversa». La società ha avuto l’intuizione di investire sui new media fin dai loro albori. «La nostra comunicazione si è evoluta, sia in termini di linguaggi sia in termini di scelta dei canali più appro-priati, sostanzialmente sin dal primo ap-parire del Web. Basti pensare che il primo sito Internet di Sant’Anna risale alla fine degli anni ‘90, un portale 2.0 con cui il marchio ha potuto mettere in atto po-

Sono oltre due miliardi i Millen-nials, la cosiddetta Generazio-ne Y, i nati tra gli anni ’80 del secondo scorso e gli inizi del nuovo Millennio. Cresciuti nel-

l’era dell’ottimismo dei Baby Boomers e della Generazione X, dove tutto era do-vuto e il futuro non dava adito a preoc-cupazioni, hanno dovuto di recente fare i conti con una situazione sociale che mai avrebbero pensato di dover affrontare: cri-si economica, alti tassi di disoccupazione e, soprattutto, un futuro tutto da costrui-re per se stessi e per i propri discendenti. I Millennials crescono insieme allo svilup-po della Rete, di cui ne accompagnano la genesi e le rapide evoluzioni degli ul-timi vent’anni. A differenza dei nativi di-gitali, la cosiddetta Generazione Z, i nati dal 2005 in poi, i Millennials, soprattut-to i più grandi d’età tra di loro, matura-no il rapporto con i new media soprattut-

to per esigenze professionali, per poi tra-sferirne la conoscenza anche nell’ambito privato. A detta dei teorici del marketing e dei responsabili della comunicazione delle aziende, il digitale (siti, blog, social network e piattaforme mobile) rappresen-ta certo la piattaforma privilegiata per en-trare in contatto con loro. Ma sarebbe er-rato dimenticare l’importanza degli spazi fisici, che i Millennials continuano ad ap-prezzare e presidiare. La regola aurea, in fondo, sia che si tratti di new media, sia di mezzi off line, rimane la stessa: perché l’approccio di una marca sia fruttuoso, il contatto deve essere diretto, one-to-one, pena la sua dispersione. È questo in fon-do il tratto distintivo che differenzia que-sta generazione dalle precedenti e che la rende unica.

Web e territorio

Ne è convinto Roberto Pietrantonio, Communications Director di Mazda

Motor Italia, per il quale il digitale e un nuovo modo di comunicare più orientato alla capacità di emozionare rappresenta-no gli asset che permettono a un marchio di parlare con successo ai Millennials. Un target presidiato solo in parte dal brand giapponese. Anche perché questo pubbli-co è in genere trascurato dal settore au-tomotive: è in fondo proprio tra i Millen-nials che la cosiddetta sharing economy ha preso di più piede, che il concetto di proprietà delle quattro ruote ha perso ap-peal, a vantaggio del car sharing e di ser-vizi di condivisione dell’auto come Bla-BlaCar. «In Italia sarebbe prioritario cer-care di diffondere tra le nuove generazio-ni una passione, quella dell’auto, che si sta perdendo», spiega Pietrantonio. «Lo si potrebbe fare ad esempio tornando a or-ganizzare saloni dell’auto non solo pen-sati per l’esposizione: più prove su stra-da, più spazio alle auto da corsa e rally, al merchandising, solo così i costrutto-ri possono pensare di emozionare il pub-blico e soprattutto le generazioni più gio-vani». Per uscire dai binari dell’omologa-zione, ragiona Pietrantonio, la comunica-zione del settore deve dunque percorre-re nuove vie. «Il digitale, a cui Mazda ri-serva più della metà del suo budget pub-blicitario, è di certo il medium che oggi non si può non presidiare. Il brand ha de-ciso però di puntare molto anche sul terri-

Internet È UNA PIATTAFORMA privilegiata per entrare IN CONTATTO CON LORO, ma il segreto PER COINVOLGERLI è puntare sulle ESPERIENZE EMOZIONALI

MAGGIO 201551 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 52: Business People - Maggio 2015

litiche di lead generation, stabilire un pri-mo contatto con i nostri clienti con attivi-tà di email marketing sì, ma in ingresso. Nel corso del tempo siamo riusciti così a costruire un database composto da con-sumatori fedeli, ai quali abbiamo poi ri-volto le tipiche attività off line, come le promozioni e le raccolte punti, integran-dole con operazioni on line». Negli anni più recenti Gruppo Sant’Anna Fonti di Vi-nadio ha dato sempre più peso ai social network in linea con i trend del mercato, con la volontà di mantenere un filo diretto con i Millennials. «Oggi possiamo conta-re su una comunità di fan e follower assai nutrita, in particolare su Facebook e You-Tube. E da quest’anno potenzie-remo ulteriormente altri cana-li molto popolari, come Twitter e Instagram. E non è tutto per-ché, con la volontà di confer-mare la nostra anima pionieri-stica, guardiamo sempre con attenzione a quei nuovi social oggi ancora non molto frequen-tati ma che un domani potreb-bero affermarsi sul mercato».

Il ritorno della bionda

Assobirra, l’associazione dei produtto-ri di bionde, ha puntato tutto sui Mil-

lennials; anzi, per essere precisi, sulle Mil-lennials, quando qualche mese fa ha deci-so di tornare a comunicare con una nuova campagna di spot, a tanti anni di distanza dai celebri filmati pubblicitari che aveva-no per protagonista Renzo Arbore. Il tar-get della nuova campagna a sostegno del consumo della birra, già partita e destina-ta a proseguire nei prossimi anni, spiega il direttore Filippo Terzaghi, «sono le quasi 7 milioni di donne nate tra il 1980 e il 1996, con un’età dunque che va dai 18 ai 35 anni». Le giovani adulte italiane, ha mes-so in luce Doxa in una ricerca commissio-nata proprio da Assobirra, sono in mag-gioranza laureate o diplomate, e sono im-pegnate professionalmente, in percentua-le molto di più rispetto alle loro mamme. L’amicizia, la socialità, la cultura e la rea-lizzazione nel lavoro sono ai vertici del-le loro priorità. Il matrimonio e la mater-nità invece sono scelte che tendono a ri-mandare. Spesso sono ambiziose, voglio-no fare esperienza all’estero, sia per moti-vi di studio sia di lavoro. Web e soprattut-to i social network sono gli strumenti at-

traverso cui l’associazione vuole presidia-re questo target. «“Birra, io t’adoro”, que-sto il titolo della campagna, partita in tv, su stampa, cartellonistica e sul digitale», continua Terzaghi. «Ma è quest’ultimo ca-nale, al quale abbiamo destinato il 20% del budget pubblicitario, quello su cui in-tendiamo investire sempre di più nei mesi a venire, sia con il blog, Birraiotadoro.it

sia con i profili social aperti su Facebook, Twitter, YouTube, Pinterest e Instagram».

Leggere il futuro

I Millennials contribuiscono anche alla composizione del business di Feltrinel-

li, pur non costituendo il core target del gruppo. Eppure, sottolinea Silvia Granata, la responsabile Marketing & Innovation

A destra, due immagini della comunicazione firmata Mazda. Nella pagina accanto: in alto a sinistra, una delle creatività messe a punto da Assobirra per la campagna indirizzata alle donne Millennials “Birra, io t’adoro”; in basso a destra, uno scatto dal backstage dell’adv Unipol; due immagini delle iniziative a target organizzate da Feltrinelli

LO SPOT DELLA MAZDA 2

MAGGIO 201552 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Comunicazione

Page 53: Business People - Maggio 2015

del Gruppo, il loro peso è destinato ad au-mentare. «Il luogo dove più ci confrontia-mo è di certo il nostro sito di e-commerce, soprattutto la fascia più giovane di questo target», spiega. «La sua natura digitale si confà difatti a questi consumatori, ai qua-li comunichiamo, e non potrebbe esse-

re altrimenti, attraverso i new me-dia, dall’affiliation alle piattafor-me social sino alla pubblicità sui siti internet frequentati da-gli studenti universitari». Det-to questo, prosegue il direttore marketing, se è vero che il digi-tale è il canale principe con cui parlare ai Millennials, «a loro in-tendiamo offrire risposte an-

Da sinistra: Gianfranco Battisti, direttore divisione passeggeri Long Haul di Trenitalia; Filippo Terzaghi, direttore Assobirra; Gianluca Buzzegoli, Marketing Communication Manager Gruppo Sant’Anna Fonti di Vinadio; Alberto Federici, direttore comuncazione Gruppo Unipol; Silvia Granata, responsabile Marketing & Innovation Gruppo Feltrinelli; Roberto Pierantonio, Communication Director Mazda Motor Italia

LA REGOLA aurea perché L’APPROCCIO(non importa se ON LINE od OFF LINE) sia fruttuoso è che il CONTATTOSIA DIRETTO, one-to-one, PENA LA SUA DISPERSIONE

LA CAMPAGNA“BIRRA IO T’ADORO”

53

Page 54: Business People - Maggio 2015

P © T

hin

kSto

ck/

iSto

ck/

Urs

Sie

de

nto

p (

1); n

yul (

1)

che nel mondo fisico. Già lo facciamo con il servizio Prenota e ritira, che permet-te di ritirare negli store un prodotto acqui-stato in Rete. Presto lo faremo con servizi sempre più innovativi, offrendo ad esem-pio soluzioni di mobile payment, per evi-tare di fare la coda alle casse, e con l’atti-vazione di punti digitali di accesso alle in-formazioni sempre più evoluti». Per col-pirli la comunicazione deve stabilire con loro una relazione costante, duratura, ali-mentata di continuo. «Per questo inten-diamo investire molto sul customer rela-tionship management, tenendo conto del milione di carte fedeltà attive di cui dispo-niamo». Il 30% dei possessori della nostra Carta Più Feltrinelli, tra l’altro, sono Mil-lennials. «Tra di loro, soprattutto tra i più giovani, si è affermato un consumo casa-lingo del mondo Feltrinelli: amano legge-re, studiare nei nostri store. Questi ragazzi coniugano però una frequentazione mol-to assidua a una bassa attitudine alla spe-sa. Non è dunque il profilo del consuma-tore più interessante dal punto di vista del business, ma è un pubblico per noi inte-ressante: li consideriamo i lettori di do-mani e, dunque, siamo felici di stimola-re in loro il piacere della lettura. Di recen-te, oltretutto, tra gli young adults, la fascia più giovane della generazione, abbiamo

iniziato a notare un forte au-mento delle vendite sul cana-le». I Millennials fanno par-te di quel nuovo consumato-re allargato che il gruppo vuo-le far sempre più suo. Lo scor-so anno la società ha infat-ti inaugurato una nuova stra-tegia di marketing. «Feltrinel-li è una delle più importanti publishing company italiane. Con i nostri media, gli store, la televisione, l’ecommerce, i ri-storanti vogliamo individuare il consumatore tipo e comu-nicargli il valore aggiunto del nostro marchio, il suo posizio-namento unico. Stiamo dun-que lavorando ad una campa-

gna legata al mondo Feltrinelli e non più a comunicazioni legate ai singoli tasselli che lo compongono, considerando anche che nel 2015 cade il 60esimo complean-no del gruppo».

Personalizzazionead alta velocità

Offerte e servizi sempre più persona-lizzati. Una comunicazione targetiz-

zata e diretta. Anche Trenitalia non sfugge alle nuove regole del marketing, soprattut-to se il target è rappresentato dai Millen-nials. «È già qualche anno che la comuni-cazione si è orientata ai nuovi media e, di conseguenza, a questa generazione. Ne-gli ultimi anni, infatti, seguendo i trend di mercato, abbiamo progressivamente mo-dificato il nostro approccio, e dunque il nostro media mix di comunicazione, con-centrandoci in maniera decisa sui canali digitali investendo su sito Web, newslet-ter, banner advertising e social network», racconta Gianfranco Battisti, direttore del-la divisione passeggeri Long Haul di Tre-nitalia. «I new media sono uno strumen-to fondamentale per approcciare il tar-get dei Millennials, così come d’altron-de per parlare ai nativi digitali. L’utilizzo della comunicazione digitale ci consente di raggiungere i nostri clienti proponendo offerte e servizi il più possibile persona-lizzati. Per questo la quota di investimen-ti sui new media è cresciuta sensibilmen-te fino a essere rilevante. Nel futuro pros-simo svilupperemo ancor di più l’approc-cio digitale, per dialogare e coinvolgere i nativi digitali, ma senza dimenticare il

ruolo dei media off line, ancora oggi in-dispensabili per realizzare una strategia di comunicazione adatta anche alla cosid-detta X Generation e ai Baby Boomers». I Millennials rappresentano anche per Tre-nitalia dunque un importante target di ri-ferimento. «Esprimono una quota interes-sante del nostro business», conferma Bat-tisti. «Certo, questo target ha una spicca-ta propensione all’utilizzo dei canali di-gitali, ma non dimentichiamo che sa ap-prezzare anche i canali tradizionali». Per questo Trenitalia ha sviluppato una strate-gia che potesse intercettare queste due at-titudini. Come? «Con il rinnovamento del sito Web, l’introduzione di nuove applica-zioni e servizi, allo scopo di migliorare la relazione della marca con il consumatore anche in mobilità, e l’ingresso nei social, garantendo al contempo una piena inte-grazione con i canali fisici».

Clienti assicurati

Gruppo Unipol guarda con attenzio-ne ai Millennials, così come d’al-

tronde ai nativi digitali. E lo fa soprattut-to in prospettiva, tenendo conto dell’evo-luzione in atto delle modalità di fruizione delle assicurazioni, sempre più orientate all’on line. «Le nuove tecnologie sono en-trate da tempo all’interno del mondo Uni-pol, sia per migliorar il servizio offerto ai nostri clienti storici, sia per acquisirne di nuovi, ma anche per migliorare i processi interni della nostra organizzazione. Que-sta politica ci garantisce benefici in termi-ni di efficienza, dell’immagine e dell’otti-mizzazione dei costi», spiega Alberto Fe-derici, direttore comunicazione del Grup-po Unipol. Il business di Unipol rimane a oggi fisico (alla società fa capo tra l’altro il marchio Linear, attivo nelle assicurazio-ni on line e via telefono). «Sul Web però investiamo molto, circa il 25% del nostro intero budget di comunicazione», come avvenuto ad esempio da febbraio con il varo della campagna “Incredibile, ma vero”, legata al lancio della polizza auto a rate mensili a tasso zero. «Gli spazi on line rappresentano per noi un veicolo fon-damentale per portare traffico nelle nostre 300 agenzie presenti in tutta Italia. È così che oggi parliamo ai Millennials, con la consapevolezza che il settore è destinato a continuare a evolvere anche in relazio-ne a quelle che sono le loro modalità di consumo».

I Millennials maturano IL LORO RAPPORTO CON I NEW MEDIA soprattutto per esigenze professionali, per poi TRASFERIRNE LA CONOSCENZA all’ambito privato

MAGGIO 201554 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Comunicazione

Page 55: Business People - Maggio 2015

#PowerITA

DAL PRODUTTORE ESECUTIVO CURTIS “50 CENT“ JACKSON

axn.it

Nuovo, imperdibile,in esclusiva per i clienti Sky.

DA MARTEDÌ 26 MAGGIO H. 21PRIMA ASSOLUTA

AXN HD | CANALE 122

Page 56: Business People - Maggio 2015
Page 57: Business People - Maggio 2015

IN AZIENDAVINCE LOSMART

Per nove manager italiani

su dieci il cellulare è diventato, più di Pc

e tablet, uno strumento indispensabile sul lavoro,

così come nel tempo libero. E se l’iPhone è ancora

il dispositivo che più spesso viene messo nelle mani

di dirigenti e quadri, dall’indagine commissionata

da Manageritalia ad AstraRicerche per Business People,

emerge un gran movimento alle spalle di Apple…

a cura di Matteo T. Mombelli

PHONE

Speciale hi tech

WWW.BUSINESSPEOPLE.ITMAGGIO 201557

Page 58: Business People - Maggio 2015

2

3

1

LE IMPRESE PUNTANO SULLA MOBILITÀLa possibilità di garantire il lavoro in mobilità è diventata ormai essenziale per le aziende. Lo confermano i circa 2 mila manager italiani che hanno partecipato all’indagine commissionata da Manageritalia ad AstraRicerche per Business People; ormai oltre nove dirigenti su dieci hanno in dotazione almeno un dispositivo portatile (vedi domanda n. 1). Tra questi i più gettonati sono i prodotti Apple, seguiti dagli smartphone Samsung: un manager su quattro ne possiede uno fornito dal datore di lavoro. IPad a parte, al tablet aziendale viene più spesso preferito un Pc portatile: in questo settore Hp, Dell e Lenovo sono i marchi di riferimento. Interessante notare come già un manager su quattro si affidi ai servizi di cloud computing per salvare i propri lavori, preferendo la “nuvola” alle chiavette Usb (domanda n. 3).

No

94,5

5,5

CHE DISPOSITIVI AZIENDALI PORTATILI POSSIEDI?*iPhone 43,1%iPad 31,0%Smartphone Samsung 26,8%Laptop Hp 21,8%Laptop Dell 20,5%Laptop Lenovo 16,9%Smartphone Blackberry 15,0%Laptop Apple 6,8%Smartphone Nokia (Microsoft) 6,7%Tablet Samsung 6,6%Altro 29,4%

DOVE SALVI I TUOI FILE DI LAVORO?*Hard disk Pc 72,5%Hard disk esterno 42,0%Cloud (Dropbox, Google Drive, OneDrive, etc…)

26,4%

Chiavette Usb 18,5%

QUANTO TEMPO TRASCORRI MEDIAMENTE IN UN GIORNO UTILIZZANDO I TUOI DISPOSITIVI?Meno di tre ore 13,4%Da tre a sei ore 36,7%Da sei a otto ore 26,8%Da otto a 12 ore 19,7%Oltre 12 ore 3,4%

POSSIEDI UNO O PIÙ DISPOSITIVI PORTATILI AZIENDALI?

Un manager su tre utilizza i propri device

dalle tre alle sei ore al giorno; oltre il 20 per cento

ne passa almenootto davanti

allo schermo; sono pochi quelli

che li adoperanomeno di tre ore

MAGGIO 201558 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Speciale hi tech

Page 59: Business People - Maggio 2015

4

5

6

7 8

AL MANAGER SERVE LA (RI)CARICAAnche sul fronte dei dispositivi personali – meno utilizzati rispetto a quelli aziendali (confronta domande n. 1 e 4) –, Apple e Samsung si dividono le prime cinque posizioni della classifica. Gli smartphone BlackBerry confermano il loro declino: solo il 4,4% dei manager ne possiede uno personale. Se sul lavoro (domanda n. 5) il tablet viene considerato più importante del computer desktop, nel tempo libero (domanda n. 6) tra i dispositivi che non possono mancare la macchina fotografica digitale ha ancora un ruolo di primo piano. Per quanto riguarda gli accessori, più di un professionista su tre ritiene indispensabile avere a disposizione una batteria supplementare per il proprio dispositivo (domanda n. 8), mentre cover e pellicola salvaschermo non vengono considerate essenziali. Molto importante è, invece, il ricambio dei dispositivi di lavoro: per tre manager su quattro è necessario aggiornarli almeno ogni due-tre anni.

CHE DISPOSITIVI PERSONALI PORTATILI POSSIEDI?*iPad 53,8%iPhone 31,3%Smartphone Samsung 17,4%Laptop Apple 16,6%Tablet Samsung 11,9%Laptop Hp 11,1%Laptop Acer 8,8%Laptop Asus 6,0%Smartphone Nokia (Microsoft) 5,3%Smartphone Blackberry 4,4%Altro 36,8%

POSSIEDI UNO O PIÙ DISPOSITIVI PORTATILI PERSONALI?

QUALI SONO, SECONDO TE, LE TECNOLOGIE CHE NON POSSONO MANCARE SUL LAVORO?*Smartphone 88,7%Laptop 76,6%Tablet 34,4%Pc fisso 25,0%Phablet 2,8%

...E NEL TEMPO LIBERO?*Smartphone 80,1%Tablet 65,1%Macchina fotografica digitale

36,6%

Laptop 31,6%Pc fisso 13,2%Videocamera 7,3%Console per videogame 5,3%Phablet 2,7%Smartwatch 2,1%

OGNI QUANTO TEMPO RITIENI NECESSARIO CAMBIARE I TUOI DISPOSITIVI DI LAVORO?Ogni anno 2,2%Ogni 2-3 anni 73,3%Ogni 4 anni o più 12,2%Quando ci sono rilevanti novità tecnologiche

12,4%

Tra dirigenti e quadri l’uso del tablet

viene preferito a quello del desktop. E nel tempo libero la macchina fotografica digitale ha ancora un ruolo importante

QUAL È L’ACCESSORIO CHE RITIENI INDISPENSABILE PER IL TUO DEVICE?*Batterie supplementari 38,8%Cuffie 33,7%Auricolari Bluetooth 25,8%Cover 20,8%Pellicola salvaschermo 13,7%

No

75,6

24,5

* Risposta multipla

MAGGIO 201559 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 60: Business People - Maggio 2015

9

10

© T

hin

kSto

ck/

iSto

ck/

kie

ferp

ix (

1); /

ba

loo

n11

1 (1

); /

-go

ldy-

(1)

; /A

nd

reyP

op

ov

(1)

LA PASSIONE PER LA CARTA NON MUORE MAIRispetto a un’analoga indagine pubblicata sul numero di gennaio 2014, l’email si conferma l’applicazione più utilizzata dai manager (domanda n.10); sul lavoro molti dirigenti segnalano come indispensabili le applicazioni del pacchetto Office (soprattutto Excel e Word), ma è ancora più alta la percentuale di coloro che non usano app in particolare a livello professionale. Tra le applicazioni più utilizzate cresce l’utilizzo di WhatsApp (dal 5,8% del 2014 all’8% di quest’anno) e delle previsioni meteo; mentre registrano un leggero calo applicazioni come LinkedIn e le mappe.Nonostante l’elevata diffusione dei tablet, quando si tratta di leggere un libro la maggior parte dei manager preferisce ancora il formato cartaceo (domanda n. 9). Ma, considerando l’età media del campione preso in esame da AstraRicerche (vedi dati a fondo pagina), è interessante notare come oggi già più del 20% degli over 50 punti sul formato digitale, sfruttando la possibilità di leggere eBook su tablet ed eReader. C’è addirittura chi non rinuncia alla lettura affidandosi al display dello smartphone.

IL CAMPIONE PRESO IN ESAMEElaborazione dati a cura della redazione – Fonte: indagine commissionata da Manageritalia ad AstraRicerche in esclusiva per Business People, condotta nel mese di marzo 2015 su un campione di 1.970 manager.

Maschio

89,8

Femmina

10,2

GENERE

Fino a 50 anni

46,7

>55enni

24,2

ETÀ

51-55enni

29,1

Nord-ovest

61,5

Centro/sud

17,9

AREA

Nord-est

20,6

Dirigente

90,2

Quadro

9,8

STATUS

Multinazionale italiana

8,6

Multinazionale estera

52,8

TIPOLOGIA AZIENDA

Nazionale

38,5

QUALE DISPOSITIVO USI PER LEGGERE LIBRI?Preferisco la versione cartacea

67,7%

Tablet 22,8%eReader (Kobo, Kindle, etc.) 21,9%Smartphone 2,2%Non leggo libri 3,5%

L’APP CHE NON PUÒ MANCARE PER IL TUO LAVOROeMail 18,0%Nessuna in particolare 13,3%Pacchetto Office 11,5%WhatsApp 8,0%Mappe 4,4%App aziendali 3,9%Calendario 2,4%LinkedIn 2,3%Meteo 2,0%

MAGGIO 201560 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Speciale hi tech

Page 61: Business People - Maggio 2015

MULTIFORMI E FUNZIONALIC’È CHI PUNTA SU DISPOSITIVI IN GRADO DI RISPONDERE

NON SOLO ALLA SFERA LAVORATIVA, MA ANCHE A QUELLA

PRIVATA DEI PROFESSIONISTI, E CHI A UN’OFFERTA CREATA

AD HOC PER UN USO SPECIFICO. ECCO COME SAMSUNG

E HP, DUE DEI PRINCIPALI BRAND PRESENTI SUL MERCATO,

RISPONDONO ALLE ESIGENZE DELLE AZIENDE, CON DEVICE

SEMPRE PIÙ INNOVATIVI E, SOPRATTUTTO, MOBILE

DI ALESSIO MARIANI

MAGGIO 201561 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Speciale hi tech

Page 62: Business People - Maggio 2015

L’enterprise mobili-ty? Una priorità per il 70% delle aziende europee, che vedono nello sviluppo di una strategia mobile vin-

cente un’occasione per crescere in pro-duttività, opportunità ed efficienza. Ma tra il dire e il fare… In base a una re-cente indagine di Idc, che ha coinvolto un migliaio tra Cio e It manager euro-pei, a differenza delle realtà nordame-ricane, molte organizzazioni del Vec-chio Continente stanno procedendo ancora a rilento con l’implementazio-ne tecnologica. Diverse aziende sono ancora nel pieno della fase organizza-tiva e ferme su questioni come la rein-gegnerizzazione dei processi, la data privacy, la compliance e la sicurezza. Il 2015, però, sarà l’anno della svol-ta. Anche perché, sempre secondo Idc, sono le stesse aziende che prevedono di rendere mobile, entro la fine dell’an-no, il 40% della forza lavoro. Si veri-ficherà un’accelerazione dei processi e, di conseguenza, il superamento del-lo stadio organizzativo già nei prossi-mi mesi. Sulla base di queste premesse, il 2015 sarà un anno decisivo per quei produt-tori che, attraverso la loro ampia offerta di device, contribuiranno a far matura-re aziende e professionisti nel lavoro in mobilità. Tra queste c’è Samsung che, raggiunte quote di leadership e pene-trazione molto alte nel mercato consu-mer, nel B2B vede ambi margini di cre-scita e opportunità commerciali.

STESSO BUSINESS,DIVERSE STRATEGIE

«Per noi l’offerta alle azien-de assume un ruolo essen-ziale, strategico», conferma

Riccardo De Franchis, Portfolio Marke-ting Manager divisione telefonia di Sam-sung Electronics Italia, che spiega i pun-ti di forza dell’offerta business della sua azienda. «La nostra gamma di dispositi-vi offre soluzioni alle più varie esigenze del mondo enterprise: dai tablet ai mo-bile device più avanzati, diversi forma-ti e fasce di prezzo». Molto importan-te per Samsung è anche il lavoro svolto con i partner Mdm (Mobile Device Ma-nagement, ndr) «per fare in modo che», spiega De Franchis, «a partire dal Gala-xy S6, i nostri clienti B2B non debbano spendere in costi di adattamento parti-colari per poter far funzionare Knox, la nostra piattaforma mobile, con i propri client di Mdm. Knox è molto importante anche sul fronte dei dati aziendali: gra-zie a questa soluzione abbiamo reso il sistema operativo Android inviolabile». La piattaforma di sicurezza Samsung non svolge solo un ruolo di protezione, ma permette anche un doppio uso del dispositivo: uno dedicato al lavoratore – un’area business dove le aziende posso-no installare applicazioni, programmi e, nel caso intervenire con aggiornamen-ti – e uno totalmente privato, inaccessi-bile al datore di lavoro. La tendenza di molti brand, infatti, è quella di offrire un device che possa rispondere sia alle esi-genze delle aziende che accompagnare le persone nel tempo libero. «Samsung

è pronta a fornire dispositivi a imprese con esigenze particolari, come nel caso della serie di prodotti che noi chiamia-mo “ruggedised” (gamma Xcover e Ac-tive), che possono assorbire urti e assol-vere alle proprio funzioni in condizioni climatiche estreme; ma sostanzialmente è vero», conferma De Franchis, «oggi il prodotto deve parlare alla persona sia in quanto privato cittadino che professioni-sta. Siamo tutti consumer e business allo stesso tempo». Diverso, invece, è l’approccio di Hp, ancora oggi un punto di riferimento per le aziende italiane: in base al sondag-gio di AstraRicerche (vedi pagg. 57-60) i laptop della multinazionale statunitense sono i più utilizzati dai manager italia-ni. «Abbiamo scelto di adottare un ap-proccio modulare, caratterizzato da di-spositivi sicuri e appositamente proget-tati per specifici usi o ambienti», affer-ma Tino Canegrati, Vice President e Ge-neral Manager Printing and Personal Sy-stem di Hp Italiana, che sottolinea i buo-ni risultati del 2014 per la divisione Pc, cresciuta sia nel segmento consumer che in quello B2B. «I fattori che hanno

ANCORA PIÙ PERFORMANTE E SICURO

N uovo design e funzionalità, ma anche un miglioramento nelle performance e della batteria. Il nuovo Galaxy S6 – disponibile anche nella versione

“edge”, con doppia curvatura dello schermo – è dotato di una Ram da 3 Gb e integra il primo processore mobile al mondo con tecnologia 14 nm da 64 bit, che garantisce prestazioni più elevate e minor consumo energetico di una batteria resa ancora più efficiente e veloce a caricarsi, anche in modalità wireless. Oltre al lettore di impronte digitali, all’interno del Galaxy S6 il potenziato sistema di protezione Knox e il Mobile Device Management, rende il dispositivo idoneo per un utilizzo aziendale, consentendo una più sicura e protetta gestione dei dati sensibili.

RICCARDO DE FRANCHISPortfolio Marketing Manager divisione telefonia di Samsung Electronics Italia

TINO CANEGRATIVice President e General Manager Printing and Personal Systems Hp Italiana

MAGGIO 201562 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Speciale hi tech

Page 63: Business People - Maggio 2015

© iS

toc

k/Th

inks

toc

k/Be

rna

rda

Sv(1

); L

um

ina

Sto

ck

(1)

LE ESIGENZE PIÙ SENTITE? LUNGA DURATA DELLA BATTERIA, FIRMA GRAFOMETRICA, PROTEZIONE, MA ANCHE QUALITÀ DEI MATERIALI E DESIGN

maggiormente influenzato l’incremen-to sono stati diversi. In particolare l’aver riportato innovazione sul mercato ci ha permesso di differenziare ulteriormente la nostra offerta. Molto apprezzati sono stati i nuovi 2in1 ultrasottili, i notebook convertibili e, più in generale, tutta la gamma di notebook, per la quale è sta-to completamente rivisto il design e la ti-pologia di materiali utilizzati. Inoltre, ri-teniamo che il mercato ci riconosca una superiore qualità nei prodotti e servizi ad alto valore aggiunto, senza dimenti-care le caratteristiche intrinseche di si-curezza, affidabilità e gestibilità».

COSA CHIEDONO LE AZIENDE

Ma in ambito professionale quali sono le caratteristiche più richieste al momento del-

la scelta di un dispositivo portatile? «Si-curamente le performance della batte-

ria, soprattutto per gli smartphone», ri-sponde Riccardo De Franchis, che sot-tolinea l’impegno di Samsung su que-sto tema. «Già dai modelli precedenti, non solo con il più recente Galaxy S6, abbiamo lavorato enormemente, am-pliando capacità e riducendo lo spesso-re della batteria; sono state perfeziona-te le prestazioni e, attraverso il miglio-ramento dei processori, è stato ottimiz-zato il consumo energetico dei dispo-sitivi». Oltre all’autonomia, aggiunge il manager Samsung, c’è una forte richie-sta di firma grafometrica – «siamo forse gli unici a fornire su smartphone e tablet questa tecnologia» – e protezione, que-st’ultima una caratteristica riscontrata anche da Tino Canegrati. «Un ecosiste-ma di accessori e nuove relazioni strate-giche permettono alla nostra azienda di razionalizzare e semplificare le opera-zioni di aziende e professionisti, offren-do allo stesso tempo la certezza di poter gestire le attività in tutta sicurezza: pro-tezione dell’identità dell’utente, dei dati e del dispositivo per lavorare in assolu-ta tranquillità, senza mai penalizzare i processi produttivi». Per il manager Hp altra caratteristica da non sottovalutare è la qualità dei materiali, «che devono as-sicurare resistenza e durabilità», e il de-sign: «Non si tratta solo di una richie-sta di valori estetici, ma di caratteristiche funzionali quali ergonomicità, leggerez-za e mobilità. Inoltre», spiega Canegra-

ti, «c’è grande attenzione alla riduzione dei costi e per questo studiamo prodotti che offrano economie nelle spese di ge-stione, dei consumi energetici e anche degli impatti ambientali: la certificazio-ne di basso consumo energetico “Energy Star” è presente in tutti i nostri prodotti lanciati negli ultimi anni».

IL FUTURO DEL LAVOROIN MOBILITÀ

Oggi i professionisti vedono in smartphone e laptop due di-spositivi insostituibili sul la-

voro. Sarà ancora così fra cinque anni? Per Hp il futuro sarà caratterizzato dal-la Nuvola: l’azienda, anticipa Tino Ca-negrati, offrirà «nuove categorie di pro-dotto, come ad esempio Pc per accede-re al cloud, per applicazioni specifiche o come Sprout, un software che permet-te di trasportare il mondo reale in quel-lo digitale. Nel mondo printing, invece, assistiamo all’intergrazione delle stam-panti come elementi del sistema infor-mativo e documentale di un’azienda». Non si esclude, poi, un futuro dove i de-vice wearable sul lavoro saranno prefe-riti a quelli “tradizionali”. «Come azien-da votata all’innovazione, posso dire che questo scenario potrebbe non esse-re così lontano», conclude Riccardo De Franchis. «Molto, però, dipenderà dalla risposta del mercato e degli utenti. Noi stiamo lavorando già da qualche anno, migliorando anno dopo anno quello che sono prestazioni, ingombri e funzionali-tà, ascoltando le esigenze consumer, ma anche business. Non escludo che ci pos-sano essere grandi innovazioni in que-sto senso».

DA TABLET A ULTRABOOK

I l nuovo Elite x2 1011 G1 è un Pc convertibile 2in1 elegante e leggero, con display da 11,6 pollici, basato su Windows 8 Pro e può essere facilmente convertito

da tablet a notebook, con la possibilità di scegliere tra varie configurazioni Ultrabook. È un prodotto testato in base alle specifiche militari per garantire la massima resistenza ed è personalizzabile con ecosistema di accessori opzionali. Tra questi una leggera tastiera da viaggio, una penna Wacom opzionale e l’adattatore per monitor wireless, che consente di condividere contenuti con l’intera sala riunioni mediante l’invio a uno schermo o proiettore esterno.

MAGGIO 201563 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 64: Business People - Maggio 2015

L’AFFERMARSI DEI NUOVI MEDIA E DELLE MULTINAZIONALI A ESSI COLLEGATE STA RIVOLUZIONANDO IL MONDO DEL LAVORO, SPINGENDO ANCHE LE AZIENDE “TRADIZIONALI” A RIVEDERE DIVERSI PARADIGMI CONSOLIDATI. ECCO QUALI SONO ATTITUDINI E COMPETENZE CHE ANDRANNO SVILUPPATEDI MASSIMO PICCA*

LA DIGITAL LEADERSHIPIN OTTO PUNTI

Come sempre, non basta l’abito per fare il monaco, non è sufficiente coniare una job title in stile Silicon Valley per innescare un reale processo di cambiamento. Per poter cogliere in modo efficace le opportunità insite nell’era digitale è, infatti, necessario che il management esprima approcci, competenze e attitudini che, in parte, differiscono rispetto ai parametri tradizionali, e che delineano pertanto un nuovo modello di leadership che le aziende, la funzione Hr in primis, avranno il compito di ricercare e sviluppare. Vediamo quali.

COME GIÀ ANTICIPATO, IL MONDO DIGITALE VIVE L’INNOVAZIONE COME ASPETTO CONTINUO ED

IMPRESCINDIBILE. NON È PIÙ UNA CAPACITÀ CHE SERVE A FAR FARE

UN SALTO DI QUALITÀ O GENERARE DISCONTINUITÀ QUANDO UNA FASE AZIENDALE SI È CONCLUSA E SE NE APRE UN’ALTRA, BENSÌ UNA FORMA

MENTIS CHE ESPLORA IN MODO CONTINUO NUOVE OPPORTUNITÀ, SOLUZIONI, COSE DA FARE O MODI INNOVATIVI DI FARE LE COSE, E CHE

INTERPRETA QUALUNQUE PUNTO DI ARRIVO COME UN NUOVO

PUNTO DI PARTENZA.

2

LE TRADIZIONALI CAPACITÀ DI VISIONE E PENSIERO STRATEGICO DOVRANNO NECESSARIAMENTE DECLINARSI IN CHIAVE DIGITALE,

OSSIA BISOGNERÀ SAPER COGLIERE LE IMPLICAZIONI

E LE POTENZIALITÀ CHE IL DIGITALE POTREBBE PORTARE A UN BUSINESS

IN CHIAVE DI VANTAGGIO COMPETITIVO, E ATTIVARE

LE AZIONI PER TRADURRE IN VALORE AGGIUNTO QUESTE POSSIBILITÀ.

PENSIERO 2.0

1OLTRE I SOLITI PARAMETRI

INNOVAZIONE & CREATIVITÀ

MAGGIO 201564 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Management

Page 65: Business People - Maggio 2015

SAPER AFFRONTARE CONTEMPORANEAMENTE PIÙ

PROBLEMATICHE, GESTIRE IN PARALLELO UNA PLURALITÀ

DI PROGETTI, RIVEDERE CONTINUAMENTE LE PRIORITÀ

E LE RISORSE DA ALLOCARE SONO ASPETTI ESSENZIALI IN

ORGANIZZAZIONI IN CUI IL LAVORO AVVIENE IN MODO FLUIDO, MOLTO PIÙ PER PROGETTI CHE ATTRAVERSO

I PROCESSI TRADIZIONALI.

FLESSIBILITÀ & MULTITASKING

QUESTO È FORSE L’ASPETTO IN CUI LA CULTURA MANAGERIALE

TRADIZIONALE SI DISCOSTA DI PIÙ DA QUELLA DIGITALE, CHE CONSIDERA L’ERRORE, IL FALLIMENTO, COME LA STRADA INEVITABILE PER ARRIVARE

AL SUCCESSO. INFATTI, SOLO ATTRAVERSO DIVERSI TENTATIVI, INVESTENDO RISORSE PREZIOSE IN DIREZIONI CHE POTREBBERO RIVELARSI ERRATE, È POSSIBILE

GENERARE VERA INNOVAZIONE. NELLE AZIENDE DI CULTURA DIGITALE

IL DIRITTO A SBAGLIARE, NON A CASO, È UNO DEI CARDINI SU CUI

SI FONDA TUTTA L’ORGANIZZAZIONE, E SIN DALLE FASI DI SELEZIONE

LA CAPACITÀ DI OSARE E APPRENDERE DAI PROPRI ERRORI

VIENE ACCURATAMENTE VALUTATA.

IL DIRITTO-DOVEREDI SBAGLIARE

4NEL MONDO DIGITALE LE UNICHE

CERTEZZE RIGUARDANO IL PRESENTE, NON IL FUTURO, CHE È IL REGNO DELLE POSSIBILITÀ. LA QUANTITÀ

DELLE INFORMAZIONI DISPONIBILI, AUMENTATA ESPONENZIALMENTE

GRAZIE AI BIG DATA, RENDE INDISPENSABILE LA CAPACITÀ DI SCEGLIERE QUALI SIANO DAVVERO RILEVANTI. NON È

PERTANTO POSSIBILE PRENDERE DECISIONI CERTE SULLA BASE

DI SCHEMI DEFINITI, DI MODELLI DI SUCCESSO, DI STRADE SICURE DA SEGUIRE. È ESSENZIALE LA CAPACITÀ

DI SPERIMENTARE IN BASE ALLE PROPRIE CONOSCENZE, ESPERIENZE

E INTUIZIONI, DI TESTARNE L’EFFICACIA RIVEDENDO IN MODO CONTINUO LE PROPRIE DECISIONI.

DECIDERE NELL’INCERTEZZA

3

L a rivoluzione digitale in atto sta entrando in una fase matu-ra, iniziando a coinvolgere an-che aziende dal business e dal-

la cultura più tradizionali, modifican-do molti paradigmi consolidati e av-viandosi a cambiare profondamente il mondo del lavoro.Una fase embrionale era già partita in occasione della prima ondata di inizio millennio, allora denominata new eco-nomy, in cui molti manager avevano de-ciso di “togliersi la cravatta” e abban-donare aziende blasonate per lanciarsi in una singolare riedizione della febbre dell’oro, dando vita a un proliferare di start up. Ma erano presto arrivati l’esplo-sione della bolla speculativa e gli atten-tati del 2001 a imporre a tutti un brusco stop e un veloce rientro nei ranghi. Poi sono arrivate realtà quali Google, Ap-ple, Twitter, YouTube, Facebook, Ama-zon (ma anche la più nostrana Yoox) che, sviluppando modelli di business completamente digitali, oltre a cambia-re in modo irreversibile il nostro modo di vivere hanno anche iniziato a rivolu-

zionare il modo di lavorare.Queste aziende, infatti, cresciute sem-pre sotto la guida di un leader genia-le e carismatico, inizialmente sono sta-te una sorta di universo parallelo, senza reali punti di contatto con la business community tradizionale, ma molto ra-pidamente sono diventate vere e pro-prie multinazionali, che stanno cam-biando “le regole del gioco” del mon-do del lavoro sotto almeno due aspetti.Il primo, dando una spettacolare quan-to tangibile dimostrazione di come oggi, grazie alla tecnologia, una buo-na idea possa alterare molto rapida-mente equilibri che apparivano immu-tabili, creando dal nulla business di di-mensioni colossali in grado di modifi-care lo stile di vita di miliardi di per-sone. E questo conferisce un’enfasi ec-cezionale a un aspetto che le aziende più tradizionali avevano sempre guar-dato in modo più moderato e, parados-salmente, conservativo: la capacità di innovazione.Il secondo, perché stanno generando e diffondendo una cultura del lavoro completamente diversa, nella quale i concetti tradizionali di gerarchia, ruoli, struttura organizzativa, di tempo e luo-go di lavoro (se non addirittura il con-cetto stesso di lavoro), appaiono com-pletamente rivisitati in base agli stessi paradigmi che hanno saputo generare modelli di business completamen-

5

MAGGIO 201565 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 66: Business People - Maggio 2015

© T

hin

kSto

ck/

iSto

ck/

en

otm

aks

(2)

te innovativi.In conseguenza di ciò si apre ora una nuova fase, che riguarda qualsiasi azienda indipendentemente dal setto-re di attività, per la quale si prospetta uno scenario in cui grandi opportuni-tà e altrettanti rischi si fronteggiano; e insieme a ciò nasce la consapevolezza che se non sarà in grado di rilanciare la propria capacità di innovazione e co-gliere le opportunità offerte dalla rivo-

luzione digitale, per quanto possa esse-re consolidata e radicata la propria lea-dership, questa potrà essere seriamente messa in discussione.Si è quindi rapidamente innescato un fenomeno, trasversale a tutti i settori, di progressivo ripensamento in chiave di-gitale della propria mission, strategia e

organizzazione a 360°. Non c’è oggi un Ceo o un imprenditore che non ab-bia questo tra le priorità della propria agenda: la tipologia di prodotti e i ser-vizi offerti, i canali distributivi utilizza-ti, il dialogo costante con i propri con-sumatori e gli stakeholder, la propria immagine e reputazione presso la so-cietà in cui si opera sono tutti ambiti che si apprestano a essere trasformati attraverso il digitale.Molte aziende hanno già iniziato a esplorare queste possibilità, inseren-do figure dedicate reclutate sul merca-to o designando risorse già operanti in azienda che avessero particolari com-petenze e sensibilità in materia. Ne-gli organigrammi aziendali iniziano ad apparire neologismi organizzativi quali Chief Digital Officer, Digital Strategist, Social Media Manager, Ecommerce Di-rector, Search Engine Optimizator, che rappresentano le prime avvisaglie di un fenomeno destinato ad allargarsi rapi-damente a tutte le funzioni aziendali.Questo diverso profilo di leadership sarà sempre più diffuso nei prossimi anni di transizione, in cui le aziende dovranno quindi gestire con sensibilità e intelligenza la coesistenza di risorse appartenenti a generazioni con cultura e modelli manageriali molto diversi tra loro e il cui livello di integrazione e in-terazione efficace potrà determinarne il successo negli anni a venire.*Partner Eric Salmon & Partners

UN ALTRO CARDINE DELLA CULTURA DIGITALE È IL NETWORK, INTESO COME SISTEMA DI RELAZIONI

INTERNE ED ESTERNE ALL’AZIENDA ATTRAVERSO CUI IDENTIFICARE

E ATTIVARE LE RISORSE O LE CONOSCENZE NECESSARIE PER AFFRONTARE UN DETERMINATO

PROBLEMA. UNO SCAMBIO-CONDIVISIONE DI RISORSE NON

FONDATO SULLA GERARCHIA BENSÌ SULLA RECIPROCA CONVENIENZA.

NETWORKING

6QUANDO UN’AZIENDA INSERISCE

NEI PROPRI RANGHI UN DIRIGENTE PROVENIENTE DA AZIENDE O ESPERIENZE DIGITALI, UNO DEI

CONTRIBUTI ATTESI È ANCHE UN SIGNIFICATIVO CAMBIAMENTO

CULTURALE, UNA SORTA DI EVANGELIZZAZIONE ATTRAVERSO LO STIMOLO COSTANTE ALL’INTERNO

DEL MANAGEMENT TEAM A PENSARE IN MODO DIVERSO,

A CONCEPIRE SOLUZIONI INNOVATIVE, A UTILIZZARE

LE TECNOLOGIE DISPONIBILI O LAVORARE IN MANIERA DIFFERENTE.

DIFFONDERE LA CULTURA DIGITALE

7

IMPRESCINDIBILE È ANCHE LA CURIOSITÀ, LA TENSIONE COSTANTE

VERSO L’APPRENDIMENTO DI NUOVE CONOSCENZE,

TECNOLOGIE O ESPERIENZE, LA CAPACITÀ DI RIMETTERSI SEMPRE

IN DISCUSSIONE E RIPARTIRE, CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE

QUALUNQUE CONOSCENZA, PER QUANTO AVANZATA, NON

TARDERÀ A DIVENTARE OBSOLETA.

APPRENDIMENTO CONTINUO

8

GESTIRE CON INTELLIGENZA LA COESISTENZA DI RISORSE DI DIVERSE GENERAZIONI SARÀ DETERMINANTE PER IL FUTURO DELLE AZIENDE

MAGGIO 201566 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 67: Business People - Maggio 2015
Page 68: Business People - Maggio 2015

DAL 3 AL 5 GIUGNO CINECITTÀ OSPITERÀ IL WORLD COMMUNICATION FORUM, NELLA CUI CORNICE SARANNO RIUNITI IL FORUM DELLA COMUNICAZIONE, IL FORUM EVENT INDUSTRY

E IL FORUM DELL’INNOVAZIONE SOSTENIBILEDI ANNAMARIA ALESE

Tre giorni per tre appunta-menti diversi, ma uniti da un unico filo conduttore: “Torniamo a immaginare”. Il World Communication

Forum, storico evento organizzato da Comunicazione Italiana - il primo so-cial business italiano, che unisce oltre 57 mila top manager e professionisti del settore – sarà ospitato da Cinecit-tà dal 3 al 5 giugno e si presenta com-pletamente rinnovato, articolandosi in eventi differenti tra loro collegati da modalità di svolgimento e finalità: il 3 giugno sarà il giorno del Forum della Comunicazione, il 4 seguirà il Forum Event Industry, mentre il 5 chiuderà la manifestazione il Forum dell’Innova-zione sostenibile. Perché cambiare la (vincente) formu-la tradizionale e riunire tre appunta-menti fino a oggi distinti in un’unica

Tre (eventi) in uno

cornice? «Ciò che è avvenuto negli ul-timi anni ha cambiato i paradigmi del sistema economico mondiale», spiega Fabrizio Cataldi, fondatore di Comuni-cazione Italiana. «Sono nate nuove ti-

pologie di attività e conseguentemen-te nuove aziende che hanno registra-to importanti crescite. In questo sce-nario mutato e che si evolve con rit-mi molto più rapidi rispetto al passa-

A oggi fanno parte della commissione:

Marco Barbieri, direttore ufficio stampa e comunicazione Inps

Giuseppe Coccon, direttore comunicazione Poste Italiane

Clemente Senni, direttore comunicazione e relazioni esterne Alitalia

Piero Dominici, professore aggregato di Comunicazione pubblica presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli studi di Perugia

Gennaro Iasevoli, Chief of Department Communication, Education and Psychology - University Lumsa

Vittorio Cino, direttore Public Affairs & Communications Coca Cola Italia

Cesare Salvini, direttore marketing Mercedes-Benz

Simona Panseri, direttore comunicazione e Public Affairs Google

IN EVOLUZIONEIn queste pagine, alcune immagini delle edizioni 2014 del Forum della Comunicazione e del Forum della Sostenibilità, da quest’anno riuniti in un’unica grande kermesse articolata in tre diversi momenti. Il filo conduttore sarà: “Torniamo a immaginare”

IL COMITATO D’INDIRIZZO

MAGGIO 201568 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Appuntamenti

WORLDCOMMUNICATIONFORUM

Page 69: Business People - Maggio 2015

ABBIAMO DECISO DI OFFRIRE UNO STRUMENTO NUOVO E ADATTO ALLE ESIGENZE

DI CONOSCENZA E NETWORKING DELLE IMPRESE ITALIANE

Fabrizio Cataldi

to, anche Comunicazione Italiana ha deciso di offrire uno strumento nuo-vo e adatto alle esigenze di conoscen-za e networking delle imprese italia-ne. Oggi che le parole d’ordine per la crescita delle aziende sono competi-tività, innovazione e coinvolgimen-to, la comunicazione è più che mai il centro nevralgico dello sviluppo». Per questo anche la struttura dei Fo-rum quest’anno sarà più ampia e dif-ferenziata. Ciascun appuntamento darà spazio a presentazioni pubbliche di progetti e case history di successo, ma anche a confronti aperti fra mana-ger, platee di professionisti e stakehol-der, e poi a tavole rotonde e incon-tri operativi con pubblici selezionati e invitati anche in collaborazione con le aziende partecipanti all’evento. «Uno dei grandi vantaggi che abbiamo deci-so di mettere al servizio delle aziende con questa nuova formula», racconta Fabrizio Cataldi, «è il rapporto diretto di Comunicazione Italiana con la più ampia business community tricolore che da anni ci segue e ha trovato in noi un modo concreto, serio e profes-sionale di aprire nuovi contatti e nuo-ve prospettive di crescita attraverso lo scambio e le relazioni che nascono ai nostri eventi».Altra importante innovazione, la na-

scita di un Comitato d’indirizzo at-traverso il quale è stata individua-ta una soluzione ideale per raggiun-gere diversi obiettivi, in primis quello del confronto tra manager in un am-biente costruttivo, selezionato e pro-fessionale. Tra i benefici conseguenti anche quello di poter selezionare per i Forum gli argomenti più importanti e sentiti e di avere i migliori contributi in termini di idee e visioni.Infine, la cornice di Cinecittà offri-

GIORNO 1Come da tradizione, il Forum della Comunicazione

metterà nuovamente al centro del dibattito il ruolo

strategico che la comunicazione nelle sue diverse

declinazioni ha, in parte anche a prescindere dai

canali che utilizza. Dopo anni in cui la scelta dei mezzi

sembrava predominare e prescindere dagli obiettivi,

manager e professionisti del settore torneranno

a discutere e confrontarsi su temi reali e su come

riappropriarsi delle visioni strategiche del futuro.

GIORNO 2In apparente controtendenza, con il Forum Event

Industry Comunicazione Italiana riporta sotto i riflettori

un ambito dapprima considerato una “commodity”,

poi una moda e ora in crisi d’identità. Eppure il

cosiddetto “engagement” oggi è al centro delle attenzioni

di tutti i player e l’Italia si distingue per un patrimonio

di risorse strutturali e professionali riconosciuto

a livello mondiale. Ciò che manca è, spesso, la capacità

o la volontà di fare sistema: sarà proprio questo il tema

portante del Forum, nel quale i principali protagonisti del

settore si confronteranno e proporranno soluzioni

e visioni per lo sviluppo futuro.

GIORNO 3Il Forum dell’Innovazione sostenibile non è altro

che la naturale evoluzione di quello della Sostenibilità:

oggi qualsiasi attività dev’essere sostenibile,

anche dal punto di vista economico, e per esserlo

competitività e ricerca sono le parole chiave. Il Forum

si presenta come un’occasione unica di confronto

su strategie, novità, tendenze del panorama italiano

dell’innovazione declinata in tutti gli ambiti d’interesse

del mondo delle aziende: dalla business intelligence

all’Internet delle cose e delle persone, fino alle città

intelligenti.

rà, nei tre giorni, un’occasione unica e affascinante di svago e divertimen-to. Il classico Galà si terrà la sera del 4 giugno in una location d’eccezio-ne: il set dell’antica Roma degli stu-dios della “fabbrica dei sogni”. Nel-le serate del 3 e del 5 sono invece in programma le Forum night e a ospitar-le sarà l’altrettanto mitico Caffè di Ci-necittà, dove respirare l’aria dei set e dei teatri di posa più grandi e fascino-si d’Europa.

IL PROGRAMMA

MAGGIO 201569 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

© T

hin

kSto

ck/

iSto

ck/

iArt

101

(1)

Page 70: Business People - Maggio 2015

MERCATI GLOBALIZZATI, VIAGGI DI LAVORO TRANSCONTINENTALI E IL MONDO

IN ARRIVO A MILANO PER EXPO. PER VOI QUALCHE DRITTA PER EVITARE BRUTTE

FIGURE CON GLI STRANIERI. E DIVENTARE BUSINESSMEN E TURISTI PIÙ ATTENTI

DI FRANCESCO PERUGINI

GALATEOinternazionale

MAGGIO 201570 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Società

Page 71: Business People - Maggio 2015

e una volta era il turista fai-da-te a rischiare disavventu-re in giro per il mondo, oggi è il businessmen a confron-tarsi con popoli sempre più lontani e a dover schi-vare trappole culturali die-tro ogni angolo. La vec-chia ventiquattrore è diven-

tata prima un minitrolley e poi una vali-gia per viaggi transcontinentali. I merca-ti si sono globalizzati e le aree da coprire per i manager si sono allargate a dismisu-ra: l’Italia è diventata Europa, poi Emea e chissà fin dove arriveranno le responsa-bilità dei singoli businessmen nei prossi-mi anni. Ma, in fondo, anche dei norma-li cittadini milanesi, che per sei mesi do-vranno confrontarsi con mezzo pianeta in arrivo in città con usi e costumi total-mente diversi dai nostri per i sei mesi di

Expo. Come si saluta un turista cinese per fare una buona impressione? Qua-li sono gli accorgimenti per fare buo-na impressione su un facoltoso russo? E soprattutto come ci si comporta con un arabo che arriva all’appuntamento con quattro mogli e un seguito stermi-nato di servitù? Non si può prescinde-re da qualche dritta di bon ton cultura-le per evitare figuracce anche nelle ve-sti di semplici visitatori sulle nuove rot-te del turismo, da Mosca a Dubai, da Shanghai a Sidney.

Appunti di viaggio

ARABINon fanno affari di venerdì e possibilmente non nel mese del Ramadan (nel caso solo nelle prime ore del giorno). Non usano la mano sinistra per i contatti fisici – è riservata alle abluzioni – e non gradiscono che ci si rivolga alle loro donne. Se doveste ospitarli in albergo, fate sì che non trovino la Bibbia in camera e piuttosto un tappeto per la preghiera nel caso l’abbiano dimenticato.

CINACome in molte culture orientali, i cinesi hanno l’abitudine di bere molte bevande calde. Non rifiutate mai un tè e leggete con attenzione il biglietto da visita dopo averlo preso con due mani. Il posto più vicino alla porta è riservato alla persona più importante. Evitate qualunque riferimento al numero quattro, la cui pronuncia è la stessa della parola “morte”.

GIAPPONEI giapponesi non entrano in casa con le scarpe. A tavola pulitevi sempre le mani con l’asciugamano che vi verrà fornito prima di mangiare.

INDONESIANon si parla durante i pasti. E non si toccano le persone sulla testa, che è considerata la sede dell’anima.

RUSSIAProibito offrire in dono dei fiori recisi, segno di malaugurio. Preferite un cesto di prodotti tipici. Non si lavora assolutamente in pausa pranzo, tanto che non si risponde nemmeno al telefono.

BRASILEStrette di mano vigorose e prolungate, pacche sulle spalle e perfino abbracci, non c’è limite all’espansività dei brasiliani. Così come al loro tono di voce: portate pazienza.

USAGli statunitensi amano trovare ovunque la bandiera a stelle e strisce. Rispettate sempre il loro patriottismo. E fate molta attenzione a non esagerare con i regali, le aziende hanno di solito codici di comportamento rigidissimi in proposito.

GERMANIANon si fa alla romana al ristorante, ognuno paga solo quello che ha mangiato. Rigida anche la giornata in ufficio: non si lavora fuori orario, nel weekend o in vacanza perché è segno di inefficienza. Quindi, non telefonate oltre una certa ora.

I MANAGER ODIERNI SONO CHIAMATI A GESTIRE REGIONI SEMPRE PIÙ GRANDI E CULTURALMENTE VARIEGATE

MAGGIO 201571 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 72: Business People - Maggio 2015

EVITATE LA GESTUALITÀ OCCIDENTALE: ALCUNI SEGNI POSSONO RISULTARE OFFENSIVI IN ALTRE CULTURE

Partiamo dalle basi. Se troppo a lungo una vigorosa stretta di mano è stata considerata il se-greto universale di un buon af-

fare, oggi non ci si può affidare alle vec-chie abitudini occidentali. Anzi, in un mercato lontano azzardare un contatto fisico di troppo potrebbe vanificare una missione dall’altra parte del mondo. Gli indiani, ad esempio, si limitano a un ri-spettoso namasté a distanza, ma guai a tendere loro la mano. In particolare alle donne. Il linguaggio del corpo è molto importante nella loro cultura, ma riserva delle sorprese: i cenni del capo per dire sì e no hanno il significato esattamente op-posto al nostro. Attenzione.Per rompere il ghiaccio è sempre meglio portare con sé dei doni da offrire al mo-mento delle presentazioni: al fine di evi-tare qualsiasi tipo di gaffe, basta puntare su prodotti tipici italiani, sempre ben ac-cetti. Il discorso non vale tuttavia con gli americani, che normalmente hanno re-gole molto stringenti su qualunque tipo di regalo aziendale. In generale, dovun-que ci si trovi è meglio evitare i fiori re-cisi, considerati in molti Paesi un malau-gurio, dalla Russia all’Oriente (ma non in Ucraina, dove è abitudine graditis-sima). A proposito di Mosca e dintorni: non provate a disturbare il vostro referen-te in pausa pranzo – che tra l’altro dura due ore e mezza – non vi risponderà in alcun caso.

P ersino il biglietto da visita po-trebbe rivelarsi una trappola in Cina: i manager asiatici sono molto attenti alla business card

che va presa con due mani e letta con at-tenzione, non archiviata in fretta tra mil-le altre. I cinesi tra l’altro sono molto sca-ramantici: sempre meglio omettere rife-rimenti allo sfortunato numero quattro, preferendo il fortunato otto. Le Olimpia-di di Pechino vennero inaugurate alle 8.08 di sera dell’8/8/2008, per capire il peso della scaramanzia da quelle parti. Nella società e negli affari la gerarchia

è molto importante: mostratevi rispetto-si anche voi, in particolare riservando alla persona più importante la sedia vi-cino alla porta. A tavola poi bisogna evi-tare formaggi, carne cruda e il vino bian-co: solo rosso. Senza dimenticare che un Ni Hao (“buongiorno”) di benvenu-to può fare la differenza per la prima im-pressione.

Meglio andare con i pie-di di piombo invece con i giapponesi, più riserva-ti e attenti all’igiene. Non

spaventatevi se al ristorante vi porgeran-no un asciugamano caldo, è una buona abitudine della loro cultura per pulirsi le mani. Che non si entri nei luoghi privati con le scarpe è cosa nota (forse non lo è

il fatto che questa abitudine esista anche in Romania). Non insistete troppo inve-ce sugli inchini: vinceranno sempre loro per quanto vi sforziate di onorarli con un simile gesto. In Estremo Oriente ab-bondano invece le trappole “culinarie”: in Indonesia è vietato parlare durante i pasti, in Corea del Sud non si può toc-care alcun cibo con le mani. Stesso di-scorso per i contatti fisici: la testa è con-siderata la sede dell’anima e non va toc-cata per nessun motivo. Potrete lasciarvi andare invece con i brasiliani che, popolo caloroso per na-tura, amano essere accolti anche con una lunga stretta di mano o pacche sulle spalle (i messicani arriveranno addirittu-ra ad abbracciarvi dopo il primo incon-tro). E preparatevi al loro tono di voce

MAGGIO 201572 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Società

Page 73: Business People - Maggio 2015

Milano è pronta ad accogliere i visitatori di

Expo, di ogni cultura e provenienza. Lo assicura Matteo Colleoni, sociologo urbano dell’Università di Milano Bicocca perché «non tutti sanno che è una città dalla fortissima offerta ricettiva, la seconda in Italia per numero di camere disponibili dopo Roma. Meglio di Firenze, Venezia e altre città che hanno la nomea di capitali del turismo». Anche se il viaggiatore meneghino è tradizionalmente improntato al business, e ha una disponibilità economica più alta del visitatore-tipo di Expo, il tessuto imprenditoriale si sta adeguando avendo compreso l’importanza dell’evento, ormai percepita anche da larghe fasce della popolazione. «Parliamo dell’unica città globale italiana, è abbastanza aperta per affrontare il confronto con il resto del mondo», continua Colleoni, «i giovani lo hanno capito, soprattutto quelli che studiano nelle facoltà scientifiche ed economiche. Ma Milano è anche una classica città italiana, dove gli abitanti

cambiano mentalità da una via all’altra». Chi dovrà presentarsi compatto è invece il tessuto ricettivo, dai grandi ristoranti stellati al bar di periferia. Ma come si sono preparati i negozianti milanesi? «Tutti ci mettiamo la faccia, compresi i pubblici eser-cizi: solo così Expo sarà un successo», racconta Lino Stoppani, presidente di Epam e Fipe nonché consigliere di Confcom-

mercio, «abbiamo rafforzato l’impegno formativo, soprattutto per quanto riguarda le lingue, fornendo anche agli iscritti un’app che consente la traduzione simultanea in cinque lingue: arabo, russo, cinese, spagnolo oltre all’inglese. Poi abbiamo puntato sulla country friendly accomodation: una sorta di marketing antropologico per far capire come si gestiscono le nuove tipologie di turisti, diverse dai soliti america-ni, europei o giapponesi. E infine c’è Expo Friends, il gagliardetto con il marchio Confcommercio che garantirà ai visitatori accoglienza, la possibilità di avere informazioni e l’apertura ad agosto».

Visti da qui: Expo, il mondo a Milano

molto alto. Non siate distaccati nemme-no con gli spagnoli, che tra l’altro pro-prio con i sudamericani condividono l’abitudine di mangiare continuamen-te e soprattutto a tarda ora (tutto il con-trario degli austriaci, a tavola ancor pri-ma dei milanesi più tradizionalisti). Se dovete organizzare una riunione, rego-latevi di conseguenza. E fate in modo di non arrivare affamati. Diffidate inve-ce dell’affabilità degli australiani: sanno ridere anche in situazioni di affari, usa-no subito il nome di battesimo per rivol-gersi a voi, ma potrebbero urtarsi e non poco se doveste iniziare a vantare la storia millenaria italiana o il rango della vostra famiglia. Normale per un popolo nato 200 anni fa da coloni inglesi tutt’al-tro che nobili.

Sedersi al ristorante con una co-mitiva araba, invece, potrebbe essere quanto di più spiazzante vi sia mai capitato. Fanno rumo-

re masticando, e tanto. E lo fanno appo-sta quando gradiscono il cibo. Non ba-dateci e sorridete pensando alla loro sod-disfazione. Se non riuscite a chiudere il contratto a pranzo, riprovate nel pome-riggio: condividere un tè con il proprio interlocutore è un vero toccasana per gli affari. Che non si conducono venerdì e, quando possibile, non nel mese del Ra-madan. Badate inoltre a usare sempre la mano destra, l’altra è “riservata” alle abluzioni. A proposito di mani e gestua-lità, bisogna sempre cercare di limitare la nostra “italianità”: il pollice alto è offen-sivo per i musulmani e il nostro ok è una volgarità in Brasile. E se sono norme di normale bon ton in tutto il mondo non ri-fiutare mai una bevanda che vi viene of-ferta né tenere le mani in tasca, un di-scorso a parte merità la puntualità: rispet-tatela sempre, ma armatevi di molta pa-zienza se vi trovate in un Paese dove è

considerata un’abitudine trascurabile.Ma almeno nell’Europa dell’euro non ci saranno rischi. Nient’affatto, perché proprio sui soldi si gioca spesso la par-tita. Se l’Olanda vieta o quasi i conti separati, scordatevi di “fare alla roma-na” in Germania: a casa Merkel ognuno paga solo quello che ha mangiato. Pro-prio come accade nella Grecia di que-sti tempi. Lo stesso rigore si applica alla giornata in ufficio: lavorare fuori orario, nel weekend o in vacanza non è consi-derato un merito, anzi. Quindi non pro-vate a disturbare i teutonici oltre una certa ora. Probabilmente, però, tirando le somme a creare i maggiori problemi potrebbero essere gli scandinavi, pro-prio i civilissimi popoli in testa a tutte le classifiche di qualità della vita. Ebbe-ne sì, perché ad esempio i danesi hanno alla base della loro dieta patate e maia-le: non proprio l’ideale nel periodo esti-vo. Ma almeno il pranzo si può smalti-re in sauna? Non se ci sono finlandesi nei paraggi. Loro che la sauna l’hanno inventata, la fanno tutti nudi.

MAGGIO 201573 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P© G

ett

yIm

ag

es

(1),

Thin

ksto

ck/

iSo

ck/

Sob

erP

(1)

, /Em

ir Si

mse

k (1

), /A

IMST

OC

K (1

), M

on

key

Busi

ne

ss Im

ag

es/

Mo

nke

y Bu

sin

ess

/Th

inks

toc

k (1

)

Page 74: Business People - Maggio 2015

Il 2 ottobre 1950 debuttavano su alcuni quotidiani americani le mitiche vignette dei Peanuts. Natedalla matita di Charles Monroe Schulz, hanno fatto il giro del mondo (e una circumnavigazione lunare...) diventando il fumetto più popolare di sempredi Cristina Penco

CHARLIE BROWN!

CHE FENOMENO,

MAGGIO 201574 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Anniversari

© C

ou

rte

sy o

f Je

an

Sc

hu

lz a

nd

th

e C

ha

rles

M. S

ch

ulz

Mu

seu

m a

nd

Re

sea

rch

Ce

nte

r. Ph

oto

gra

ph

er T

om

Va

no

Page 75: Business People - Maggio 2015

PEANUTS.COMuando nel 1969, durante la missione Apollo 10, gli astronauti americani ribat-tezzarono il modulo di co-mando della loro navicella

Charlie Brown e il modulo lunare Snoopy, erano passati quasi 20 anni dalla pubbli-cazione della prima striscia dei Peanu-ts. Un tempo sufficiente perché Charlie Brown e i suoi amici di scuola e di vici-nato entrassero definitivamente a far parte dell’immaginario collettivo a partire dagli Stati Uniti, per poi diffondersi su e giù per il globo, superando persino i confini terre-stri. E se non fosse bastato un simile omag-gio “spaziale” per indicare un successo di portata interplanetaria, nel 1984 la storica comic strip a stelle e strisce fu inserita nel Guinness Book of Records come fumetto più popolare di sempre. Nessuno stupore, se si pensa che le irresi-stibili “Noccioline” sono state pubblica-te su 2.200 giornali – in Italia, sul mensi-le Linus, dal 1965, e, più tardi, on line sul quotidiano ilPost.it –; lette da 355 milio-ni di lettori, tradotte in 21 lingue e diffuse in oltre 75 Paesi. Quanto sembrano leggere ed effime-re quelle nuvolette, affidatarie di battu-te intrise di delicata ironia, tanto solido e strutturato è, per contro, il business che hanno generato: stiamo parlando, infatti, di una franchise che fattura oltre un mi-liardo di dollari l’anno; solo in Giappo-ne le vendite hanno raggiunto i 550 mi-lioni di dollari nel 1997. Per non parlare dei 65 programmi d’animazione, e due dal vivo, per il piccolo schermo; quat-tro film per il cinema – a novembre, nel 65esimo anniversario dell’esordio edito-riale, uscirà il nuovo, atteso lungometrag-gio in 3D e in computer grafica Snoopy & Friends, realizzato dallo studio Blue Sky, quello della fortunata saga L’era glaciale –; e poi ancora 22 spettacoli sul ghiaccio e 1.400 titoli di libri in 26 lingue. E vo-gliamo forse dimenticare il musical tea-trale di Broadway, che debuttò nel 1967, rimanendo in cartellone per quattro anni e ripreso nel 1999 in una nuova produ-zione? Nel corso del tempo, l’influenza cultura-le dei Peanuts è stata tale da estendersi anche alla sfera linguistica: in gergo me-dico-psichiatrico, e non solo, l’espressio-ne “security blanket”, “la coperta di Li-nus” (dal personaggio di Linus Van Pelt),

ha finito per indicare l’oggetto transizio-nale a cui, spesso, si affezionano i piccoli e da cui fanno fatica a separarsi. Eppure, dietro una simile opera monu-mentale a fumetti, che ha preso forma, balloon dopo balloon, nell’arco di mez-zo secolo, si cela la mente creativa di un’unica persona, per la verità piutto-sto riservata, schiva e timida durante la sua esistenza: quella di Charles Monroe Schulz. Figlio di un barbiere tedesco e di una ca-salinga di origini norvegesi, il papà di Charlie Brown nasce nel 1922 in Minne-sota. Il suo sembra un destino segnato fin dall’inizio: è ancora in tenera età quando uno zio lo soprannomina “Sparky”, ab-breviazione di Sparkplug, il ronzino di Barney Google, striscia allora popolaris-sima negli Usa; così lo apostrofano i suoi amici e con questo nickname firmerà, più

«Se mi fosse possibile fare

un regalo alle prossime generazioni, darei a ogni individuo

la capacita di ridere di se stesso»

tardi, alcuni suoi la-vori. Notando il suo in-nato talento per il disegno, una maestra d’asilo profetizza: «Un giorno, Charles, sarai un artista». Il cagnolino Spike, amato pointer bian-co e nero della sua infanzia, è uno dei suoi primi soggetti ritratti e, molto pro-babilmente, sarà ispiratore, negli anni a venire, della figura di Snoopy, bracchet-to pigro e fantasioso (diversi commenta-tori fanno notare inoltre che, in norvege-se, “snupi” vuol dire “tenerezza”). Ma andiamo con ordine. Alla fine del servizio militare, “Sparky” trova lavoro come letterista in una pubblicazione

ALL’OPERACharles Monroe Schulz esamina con aria soddisfatta una striscia dei Peanuts. La foto risale al 1969,quasi 20 anni dopo il debutto editoriale

MAGGIO 201575 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 76: Business People - Maggio 2015

allora in circolazione – le ribattezza Pea-nuts: letteralmente “noccioline”, ma an-che “sciocchezzuole”, “quisquilie”. Un nome che non ha mai convinto il loro creatore, anche se, in qualche modo, ha contribuito a renderle celebri in tutto il mondo. L’esordio editoriale avviene il 2 ottobre 1950 su sette quotidiani statunitensi. È solo l’inizio di un’appassionante storia di lungo corso. Per 50 anni, dal lunedì al ve-nerdì, dalle 9 alle 17, “Sparky”, armato solo di fogli, tavo-

le, matite e pennini a china, realizza cir-ca 18 mila strisce in cui prendono forma i sogni della sua infanzia, come dichiara lui stesso in alcune interviste, riscontran-do un consenso via via crescente, e otte-nendo una serie di illustri premi naziona-li e internazionali. Qualche esempio? La National Cartoonists Society gli conferi-sce il suo prestigioso Premio Reuben per ben due volte, nel 1955 e nel 1964. Nel 1958 l’Università di Yale lo nomina car-

toonist dell’anno. Nel 1990, in occasione di una gran-

religiosa a fumetti, insegna tecnica del disegno animato presso l’Art Instruction Inc. e incomincia a pubblicare vignette sul Saturday Evening Post e su altre rivi-ste. A fine anni ‘40 crea una striscia in-centrata su dei bambini, Li’l Folks. Pare sia stato un collega a incoraggiarlo a pro-seguire sulla scia di questi disegni e di tali intuizioni. Tanto che, dopo qualche rifiuto, le strip vengono acquistate dallo United Feature Syndicate che, per evitare problemi di copyright – il titolo era mol-to simile a quello di un paio di altre serie

SchroederPiccolo genio musicale che nutre

una profonda ammirazione per Beethoven, è oggetto dell’amore

non corrisposto di Lucy

PattyTra i personaggi principali fino

agli anni ‘60, è poi passata in secondo piano. È la migliore amica di Violet, con la quale

spesso deride Charlie Brown

LucySorella maggiore di Linus, è una bambina di otto anni

bisbetica e cinica, che si dimostra particolarmente antipatica soprattutto nei confronti di suo

fratello e Charlie Brown

LinusMigliore amico di Charlie Brown, benché molto giovane è anche

molto saggio (a volte anche ingenuo), ed è di fatto il filosofo

e teologo del fumettoVioletSpecialista nella preparazione

di torte e zuppe di fango, all’esordio è schiva, ma presto

inizia a prendere in giro Charlie Brown con Patty

1922Charles Monroe

Schulz nasce il 26 novembre

1937Pubblica il suo primo disegno sul magazine

Belive It or Not: è Spike, il suo cane

1943Studente di lettering a Minneapolis, viene chiamato alle armi e inviato in Francia

1950Il 2 ottobre esce la prima striscia

dei Peanuts

1965Le “Noccioline” debuttano in Tv

con il loro primo film e compaiono sulla copertina di Time

UNA VITA PER I

FUMETTI

MAGGIO 201576 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Anniversari

Page 77: Business People - Maggio 2015

de mostra organizzata al Louvre, il padre di Charlie Brown e dei suoi amici riceve a Parigi la “Cravatte de commandeur des arts et lettres”, uno dei massimi ricono-scimenti culturali francesi. Simona Bassano di Tufillo, conosciuta nel mondo dei fumetti come Sbadituf, autri-ce del primo saggio monografico sul-l’opera completa del disegnatore di Min-neapolis (Piccola storia dei Peanuts, Don-zelli, 2010), spiega a Business People la portata innovativa di Schulz: «Fino alla comparsa dei Peanuts nel 1950, la tra-

dizione dei comics americani era com-posta di spassose e poco impegnative av-venture di marmocchi pestiferi. Invece, nella vita di Charlie Brown non succede niente di speciale: questa è stata una ri-voluzione sia rispetto al genere eroico sia comico. Nei Peanuts, le stagioni scorro-no tra scuola, vacanze, Tv, compiti, gio-chi e chiacchiere. Su questo riconoscibi-le substrato comune a tutti noi, Schulz innesta la sorpresa, il guizzo geniale del banchetto della limonata trasformato in quello di “aiuto psichiatrico” da Lucy, della tuttologia di Linus, dei concerti di Beethoven suonati su un piano giocatto-lo dal compassato Shroeder, delle mille avventure di Snoopy, tutte rigorosamen-

te immaginarie».“Sparky” offre solo scorci, pezzetti di sfondo, siano essi un praticello, la casetta di un cane, un insetto che vola nell’aria, un campo da gioco: al lettore il compi-to di completarli con la sua immagina-zione, entrando così a pieno titolo nel-la creazione dell’opera. Ma cosa rende questo fumetto un evergreen, tanto ama-to ancora oggi? «Quella comunità infan-tile, sempre sull’orlo di una crisi di ner-vi, ci somiglia: incomprensioni, beghe e oziosità sono all’ordine del giorno. Eppu-re, in quest’ambiente ostico, Schulz la-scia crescere piccoli semi di solidarie-tà, altruismo, fratellanza. Sono la convivenza e la reiterazio-

CharliePersonaggio principale del fumetto, è un perdente, ma capace di infinita

determinazione e testardaggine. Nonostante questo, ha tanti amici,

a cominciare da Linus

Brown

Sempre accompagnatodalla sua nuvola di sporco, si dice

che su di lui potrebbe anche esserci “la polvere delle antiche civiltà”. Quando cerca di pulirsi

combina solo guai

PigpenÈ sua l’unica battuta della prima

striscia pubblicata ed era uno dei personaggi principali dei primi

anni, ma il suo ruolo era più che altro quello di spalla di

Charlie Brown

Shermy

Cane di Charlie Brown,con il tempo divenne uno

dei personaggi più dinamici delle strisce, oltre che uno dei più amati del mondo

dei fumetti

Snoopy

1969L’Apollo 10 decolla

con il modulo di comando

chiamato Charlie Brown e il modulo

lunare Snoopy

1970La “coperta di

sicurezza” di Linus viene inserita nel

Webster’s Dictionary

1973Dopo Joyce

Halverson, da cui ha cinque figli, Schulz sposa in seconde nozze Jean Forsyth

Clyde

1984Il Guinness Book of Records dichiara i

Peanuts il fumetto più popolare del mondo

2000Schulz, affaticato dalla malattia, muore il 12

febbraio in California; il giorno dopo viene

pubblicata la sua ultima striscia

MAGGIO 201577 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© M

ark

a

Page 78: Business People - Maggio 2015

ne infinita dell’ordinario a creare oppor-tunità straordinarie di conoscenza, col conseguente arricchimento della comu-nità».Sarà stato anche per questo che il fu-mettista americano Bill Mauldin (1921-2003), vincitore di due Premi Pulitzer, considerava il celebre padre dei Peanuts alla stregua del Mahatma Gandhi: «Tutti e due recano lo stesso messaggio: ama il tuo prossimo, anche quando ti fa male». Per Fernanda Pivano quei bambini «espri-mevano pensieri onesti, di speranza e di fiducia». «Di loro apprezzo il profondo senso di gratitudine sconosciuto ai tanti corvi di oggi», confidò invece Giulio An-dreotti a Gianni De Michelis all’inaugu-

razione di una imponente mostra temati-ca a Roma, nell’ottobre 1992; per l’occa-sione, tra l’altro, Schulz fu insignito del-l’onorificenza di Commendatore dell’Or-dine al Merito della Repubblica Italiana dall’allora ministro Margherita Boniver, che nei suoi anni trascorsi all’estero non si perdeva un’uscita sulle pagine dell’He-rald Tribune. E ancora, ha commentato il semiologo Umberto Eco, uno dei primi intellettua-li italiani a sdoganare l’arte del fumetto, negli anni ‘60, elevandola a forma di cul-tura alta: «Se “poesia” vuole dire capa-cità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta (…) Se “poesia” è far scaturire da eventi di ogni giorno, che siamo abituati a identificare con la superficie delle cose, una rivelazione che delle cose ci faccia toccare il fondo, al-lora, una volta ogni tanto, Schulz è poeta». Nelle vignette di quest’ulti-mo, inoltre, emerge spesso una complessa dialettica in-dividualismo vs collettivi-tà, tema peculiare della cultura americana. Scrive Sbadituf: «Il rapporto tra il singolo e la comunità è il fulcro di quella che, nel mio testo, ho definito “poetica dei fioc-chi di neve”, ispirata alle infinite nevica-te disegnate da Schulz, i cui fiocchi sono descritti dagli stessi protagonisti come ognuno diverso dall’altro, eppure coesi, ciascuno portatore del suo sé inalienabi-le alla perfezione dell’insieme». Sottolinea Bassano di Tufillo: «I bambi-ni di Schulz non sono una metafora del mondo adulto – come riteneva Eco negli anni ‘60 – quanto, piuttosto, un’astrazio-ne che l’autore mette in atto per mante-nere una distanza dal reale, producendo piccoli shock cognitivi e rivelatori di por-tata universale. La striscia è, per Schulz, un po’ come la “livella” della nota poe-sia di Totò: basta pagliacciate, la Terra è un sistema chiuso governato da un equi-librio sottile che ci vede tutti coinvol-ti alle stesse condizioni: umani, cani, fo-glie, sassi… tutti. Questo è lo straordina-rio risvolto eco-consapevole del fumetto, estremamente attuale».

Il papà dei Peanuts si spegne il 12 feb-braio 2000 in California, durante il son-no, a causa di complicazioni dovute a un tumore al colon di cui da tempo soffri-va. Il giorno successivo viene pubblicata la sua ultima vignetta, in cui è Snoopy a prendere congedo dai lettori; per espres-sa volontà dell’autore e dei suoi eredi, quelle creature non saranno mai più di-segnate da altri. Il 7 giugno 2001, i familiari di “Sparky” ricevono la medaglia d’oro del Congres-so per il suo contributo artistico, tribu-to prestigiosissimo riservato, dal 1776, a nomi illustri quali George Washington, Giovanni Paolo II, Rosa Parks e Madre Te-resa di Calcutta. «Se mi fosse possibile fare un regalo alle prossime generazioni, darei a ogni indi-

Le strisce dei Peanuts sono

state lette da 355 milioni di lettori,

in 26 lingue, in oltre 75 Paesi

Così Jean Schulz, vedova del cartoonist, definisce lo Charles M. Schulz Museum and Research Center, inaugurato nel 2002 a Santa Rosa, in California, e da lei presieduto. La struttura ospita alcune delle strisce originali dei Peanuts e altri lavori dell’artista. Scopo primario dell’ente è difendere l’eredità umana e artistica del mitico “Sparky”. Numerose le mostre in programma durante tutto l’anno. Ecco un paio delle prossime:

PEANUTS IN THE PENALTY BOXFino al 16 agosto Un piccolo omaggio a uno sport molto amato da Charles Schutz, l’hockey sul ghiaccio, da lui praticato fin da piccolo in Minnesota e ricordato in molte delle sue strip.

ANIMATING COMICS Fino al 25 ottobre Una panoramica dei fumetti animati nel 50esimo anniversariodel primo speciale Tv A Charlie Brown Christmas (1965).☞ schulzmuseum.org

viduo la capacità di ridere di se stes-so», affermò Schulz. Sicu-ramente il suo mondo fat-to di leggiadre nuvolette e ico-ne sempreverdi ci ricorda spesso, ancora oggi, l’importanza dell’(auto)ironia, sag-gia e lieve, mai irriverente o dissacrante. E, in parallelo, mette in evidenza la gioia e il valore delle piccole cose, come «sta-re a letto mentre fuori piove; passeggia-re sull’erba a piedi nudi; il singhiozzo, dopo che è passato», per citare alcune delle frasi più famose. Senza dimenticare la nota vignetta premiata nel 1960 come migliore strip umoristica dell’anno, in cui Lucy abbraccia Snoopy, e conclude che, in fondo, «Happiness is a warm puppy» («La felicità è un cucciolo caldo»).

L’esterno (a destra)e l’atrio (in alto)del Charles M. Shulz Museum and Research Center, inaguratonel 2002 a Santa Rosa,in California

«LA MECCA PER I FAN DI SNOOPY & CO.»

MAGGIO 201578 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Anniversari

P

Pho

to b

y Ri

ck

Sam

ue

ls c

ou

rte

sy o

f th

e C

ha

rles

M. S

ch

ulz

Mu

seu

m a

nd

Re

sea

rch

Ce

nte

r

Pho

to b

y Ri

ck

Sam

ue

ls c

ou

rte

sy o

f th

e C

ha

rles

M. S

ch

ulz

Mu

seu

m a

nd

Re

sea

rch

Ce

nte

r

Page 79: Business People - Maggio 2015
Page 80: Business People - Maggio 2015

a boxe torna sul ring. All’an-golo destro c’è Manny Pac-quiao, detto Pacman, per-ché piccolo di statura ma ve-locissimo a colpire; filippi-no, 37 anni, 57 vittorie, cin-que sconfitte e due pari al-

l’attivo, è il primo pugile a vincere dieci titoli mondiali in otto diverse categorie. A quello sinistro scalda i muscoli Floyd Mayweather Jr, detto “Money”, perché è l’atleta più pagato del mondo, 37 anni, americano, figlio d’arte, 47 incontri com-battuti e zero sconfitte. Il “match del seco-lo” appena tenutosi a Las Vegas (il 2 mag-gio) vale 400 milioni di dollari tra spon-sor, diritti Tv e incassi. Ma soprattutto è l’evento sportivo che riaccende le luci sul quadrato della nobile arte. Perché questo incontro, tanto atteso tra i campionissimi dei pesi welter, è anche una sfida per il futuro della boxe. Per riacciuffare il tito-

LA BOXE

GRAZIE ALL’INCONTROPIÙ PAGATO DELLA STORIA,

SI RIACCENDONO I RIFLETTORI SULLA NOBILE ARTE,

CHE MIRA A RICONQUISTAREIL TITOLO DI SPORT

PIÙ AMATO DEL MONDODI CHRISTIAN BENNA

NON GETTALA SPUGNA

L

WWW.BUSINESSPEOPLE.ITMAGGIO 201580

Passioni

Page 81: Business People - Maggio 2015

Wbc (World Boxing Council), la prima delle tre (le altre sono Ibf e Wbo) federa-zioni spuntate a far concorrenza alla sto-rica World Boxing Association. E da que-st’anno se ne aggiunge una quinta: l’Aiba

C i sono uomini dello sport che non gettano mai la spugna. È il caso di Rino Tommasi, 81 anni compiuti da poco, storico telecronista sportivo, massimo esperto di tennis e pugilato, che ha appena dato alle stampe, per le

edizioni Gargoyle, la sua ultima fatica: Muhammad Ali. L’ultimo campione, il più grande?. Lo disturbiamo mentre segue in Tv gli ultimi colpi del match tennistico degli Open di Miami tra la svizzera Belinda Bencic e l’americana Sloane Stephens.La sfida tra Manny Pacquiao e Floyd Mayweather è davvero il nuovo match del secolo?Ne faranno almeno altri cinque di match del secolo (ride). Ma in verità questo epiteto vale solo per l’epopea sportiva di Muhammad Ali, nella trilogia di incontri con Joe Frazier, o per l’incontro con George Foreman a Kinshasa. In mancanza d’altro, e di pesi massimi degni di questo nome, ci dobbiamo accontentare della rivalità per il titolo dei pesi welter. Resta comunque l’incontro più pagato della storia…Naturalmente l’evento raccoglie molte attenzioni. E questo perché purtroppo siamo entrati in un secolo povero di boxe. Ci sono talmente poche occasioni per assistere a del pugilato di livello che quando si presenta un incontro come

quello di Las Vegas è normale che piovano i soldi degli sponsor. Ma questo non ci consola. I ragazzi oggi non hanno più voglia di sporcarsi i guantoni e prendere pugni in faccia per provare a scalare le classifiche di questo sport, affascinante ma molto duro. Purtroppo siamo in una fase di declino generazionale del pugilato. E difficilmente riusciremo a riportare le lancette indietro. Mancano personaggi di rilievo?In parte sì, ma non del tutto. Pensiamo a Manny Pacquiao, che è un grande pugile e anche un personaggio anomalo e non solo perché proviene da un Paese, le Filippine, che non ha mai avuto una grande storia pugilistica. È uno sportivo e insieme un uomo indubbiamente interessante. Ci sono Paesi che hanno tolto il bando al pugilato professionistico. Si allarga il bacino di sportivo: è un preludio alla rinascita?Temo di no. La nota positiva è che il benessere si è diffuso a tal punto che il pugilato non è più una palestra dove coltivare il riscatto sociale. Quella negativa è che uno sport di grande tradizione sta morendo. Il pugilato è relegato nelle gabbie della Tv pay per view. E i tempi di questo sport, con un massimo di due-tre incontri per pugile ogni anno, mal si accordano con la rapidità di consumo sportivo della contemporaneità.

È UN SECOLO POVERO DI PUGNI/ Intervista a Rino Tommasi

Pro Boxing, la sigla direttamente creata e gestita dall’International Boxing Associa-tion, un circuito che permette ai pugili di salire sul ring in ambito professionisti-co senza perdere lo status di dilettan-

«È come essere innamorati di una donna. Può essere infedele, meschina, crudele, ma non importa. Se la ami, la vuoi,

anche se può farti ogni genere di male. E lo stesso per me è il pugilato. Può farmi ogni genere di male, ma io lo amo»

LEGGENDARIO Nato Cassius Clay jr, nel 1964 cambiò legalmente nome in Muhammad Ali.In apertura, Floyd Mayweather Jr (a sinistra) e Manny Pacquiao, protagonisti del match più pagato della storia, tenutosi il 2 maggio

lo di sport più amato del mondo. Negli ultimi 40 anni il pugilato ha preso bot-te da orbi e ha rischiato più volte di fi-nire K.O.. Scandali di corruzione, mol-tiplicazione esponenziale di categorie di peso (oggi ce ne sono 17) e di numero di federazioni (ben quattro), in un vortice autolesionista da far invidia alla parabola discendente di Toro Scatenato, quel Jake LaMotta che ha ispirato il monumenta-le film di Martin Scorsese. Non a caso, la storia del cinema ha pescato a più ri-prese tra le corde del ring: guardando ai campioni mancati o dimenticati del pas-sato (Rubin Carter in Hurricane, James Carter in Cinderella Man), alle stelle in-tramontabili (Alì di Micheal Mann), o in-ventandosene di nuovi (la saga di Rocky Balboa interpretata da Sylvester Stallone o il recente lungometraggio The Fighter). Il grande schermo, dai tempi di Charlot Boxeur di Charlie Chaplin fino alle im-prese spavalde di Micky Rourke che esce dal cinema per tornare a combattere, in un incontro dimostrativo a Mosca, a ses-sant’anni suonati, è sempre stato affasci-nato da questo sport estremo. Incantato di fronte alle vite di atleti spesso tormen-tati, messi a nudo nel quadrato del com-battimento dove le possibilità di riscatto e fallimento rimangono in bilico per una manciata di riprese. Eppure, la popolari-tà dei guantoni, così forte al cinema, si è sgonfiata nel tempo e nelle palestre. Pro-babilmente la data da fissare per l’inizio del declino è il 1963, quando nasce la

Cassius Clay

IN LIBRERIA Rino Tommasi ha dedicato il suo ultimo libro a Muhammad Ali

L’INCONTRO TRA GEORGE FOREMAN E MUHAMMAD ALI

MAGGIO 201581 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 82: Business People - Maggio 2015

te, in cui è entrato a far parte il campio-ne italiano Clemente Russo (tra i nostri migliori pugili del momento insieme al peso supermassimo Roberto Cammarel-le). Insomma, difficile orientarsi in que-sto mare di sigle.I ragazzini di oggi, che conoscono a me-moria le giocate dell’attaccante porto-ghese Cristiano Ronaldo, faticano in-vece a ricordare il nome dei gran-di pugili contemporanei. Proba-bilmente l’ultima star nota ai più è stata Mike Tyson, poi qualche lampo ma sempre più lontano dalle luci della ribalta. La nobile arte è uscita dal ring dalla fama. Le palestre si svuotano di cam-pioni in erba. E le arti marzia-li orientali conquistano i più gio-vani. Chiusa dentro i confini del-la pay per view, perché le imma-gini in chiaro degli incontri sono giudicate troppo violente da molti, oggi il pugilato prova a tornare in sce-na per vincere l’incontro più impor-tante: quello della sopravvivenza.

LA PALESTRADELLA NOBILE ARTECazzotti scommesse e riscatto sociale. La storia della boxe è millenaria. La leggen-da vuole che sia stato il re di Atene, Te-seo, a inventare la nobile arte. Si combat-teva nudi e da seduti, solo le mani era-no rivestite di lacci di cuoio. Vinceva chi non stramazzava al suolo. Le regole del pugilato moderno sono state poi codifi-cate a più riprese in Inghilterra a cavallo tra ‘800 e ‘900. È in Gran Bretagna che nasce la noble arte of self defence con la rivestitura di guanti imbottiti, la divi-sione dei combattimenti in “assalti” da

tre minuti e il knock out, per poi trova-re applicazione e fama negli Stati Uni-ti, la vera grande arena della boxe mon-diale. Il pugilato è lo sport degli emigra-ti. Di quegli uomini che riempivano i pi-roscafi per andare a cercare una vita mi-gliore sull’altra riva dell’Atlantico. Negli anni ‘20 del secolo scorso, un armadio ambulante come Primo Carnera, un ti-zio che tirava a campare nei circhi fran-

cesi come fenomeno da baraccone per via della stazza e della smisurata altezza (oltre i due metri), stendeva gli avversa-ri avendo bene in mente la miseria nera della sua famiglia di origine, in Friuli. E poi Jack LaMotta, Rocky Marciano. Den-tro al ring, non ci sono classi sociali, solo grinta e voglia di emergere. Sono gli anni della grande boxe degli italo-americani. Gli Stati Uniti del dopoguerra andavano

IL RING NELLA STORIA

I GRECI INTRODUCONO LA PIGMACHIA (ANTICO PUGILATO) NEI PRIMI GIOCHI OLIMPICI. GLI ATLETI INDOSSANO SOLO FASCETTE IN CUOIO AVVOLTE ATTORNO ALLE MANI

688 a.CIL PUGLIATO È PRATICATO A ROMA, MA I GIOCHI GRECI SONO AVVERSATI DALLE ÉLITE ROMANE. L’IMPERATORE TEODOSIO I VIETA L’ORGANIZZAZIONE DI NUOVE OLIMPIADI

384 d.C. NASCE A LONDRA LA PRIMA SCUOLA MODERNA DI PUGILATO. JAMES FIGG SI AUTOPROCLAMA CAMPIONE DI BOXE DOPO AVER VINTO 15 COMBATTIMENTI

1719JACK BROUGHTON PROPONE UN CODICE DI REGOLE: RING DELIMITATO DA CORDE, DUE SECONDI PER ASSISTERE IL PUGILE, ARBITRI PER IL GIUDIZIO E IL TEMPO

1743 PRIMO INCONTRO TRA UN CAMPIONE BRITANNICO, SAYER, E UN CAMPIONE USA, HEENAN. DOPO 42 RIPRESE FINISCE CON UN’INVASIONE DI CAMPO DELLA FOLLA

1825JOHN SHOLTO DOUGLAS SCRIVE IL CODICE DELLA BOXE: USO DEI GUANTONI, INCONTRO DIVISO IN ROUND, K.O. DOPO DIECI SECONDI A TERRA, CATEGORIE DI PESO

1846

GLI INCONTRI PIÙ RICCHI

CAMPIONI Partendo da sinistra, in senso orario: Jake LaMotta, soprannominato Toro scatenato; il due volte campione del mondo dei pesi massimi George Foreman; gli italiani Clemente Russo e Nino Benvenuti; Mike Tyson, detto Iron Mike; Sugar Ray Robinson (a sinistra) va a segno contro il tedesco Hans Stretz nel dicembre 1950

Mike Tysonvs.

Peter McNeeley

19/08/1995

$96 mil

Mike Tysonvs.

Evander Holyfield

28/06/1997

$100,2 mil

Lennox Lewisvs.

Mike Tyson

08/06/2002

$112 mil

Oscar De La Hoyavs.

Floyd Mayweather Jr.

05/05/2007

$136 mil

Floyd Mayweather Jr.vs

Saul Alvarez

1

14/09/2013

$150 mil

2

3

4

5

MAGGIO 201582 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Passioni

Page 83: Business People - Maggio 2015

matti per questi tipi, duri che non si ar-rendevano mai. Negli anni ‘50 e ‘60 ar-riva l’età d’oro del pugilato, che coinci-de con l’ascesa degli atleti di colore: da

Sugar Ray Robinson fino a Cassius Clay, diventato Muhammad Ali, la farfalla che faceva imbufalire gli avversari schivando i colpi con passi leggiadri per poi colpire veloce e letale come un’ape. Dal ring Ali fa politica, contesta la guerra in Vietnam, rinuncia al titolo mondiale pur di non ar-ruolarsi e servire la leva obbligatoria. E sceglie di disputare l’incontro del secolo in Zaire, confrontandosi con l’altro cam-pionissimo, George Foreman. Sono an-che gli anni del nostro Nino Benvenu-

ti, campione olimpico nel 1960, vinci-tore del prestigioso premio di Fighter of the year nel 1968 e incluso dalla Interna-tional Boxing Hall of Fame e dalla World Boxing Hall of Fame fra i più grandi pugi-li di ogni tempo.Poi è venuto il tempo dei duri alla Mike Tyson e dei macigni dell’Est europeo, come i fratelli ucraini Vitalij (oggi sinda-co di Kiev) e Volodymir Klycko. Per l’Ita-lia è l’epoca di Patrizio Oliva che, dopo una brillante carriera da dilettante cul-minata con la conquista dell’Oro olim-pico a Mosca nel 1980 nella categoria superleggeri, passa alla boxe professio-nistica conquistando in sequenza il ti-tolo italiano, quello europeo e il titolo di campione del mondo di catego-

I grandi scrittori amano la boxe. Alcuni hanno dedicato pagine memorabili a colpi bassi, a ganci risolutori e ai rapidi montanti del ring. È il caso del romanziere Norman Mailer che prese spunto dal Rumble in the Jungle, la rissa nella giungla, lo storico incontro del ’72 tra Muhammad Ali e George Foreman, nel libro The Fight, descrivendo

gli eventi e contestualizzandoli poi nella sua visione della società afroamericana. Ma il connubio tra arte e pugilato arriva da lontano. Lord Byron e John Keats si professavano grandi ammiratori della nobile arte. George Bernard Shaw ne parla infatti in un racconto, Cashel Byron Profession’s del 1883. Arthur Conan Doyle non solo fece di Sherlock Holmes un provetto pugile amatore, ma scrisse anche una dozzina di racconti nel libro pubblicato nel 1910 The Croxley Master and Other Tales of the Ring and Camp. Ernst Hemingway era un grande appassionato di pugilato e da giovane aveva tirato anche qualche colpo sul ring. Cinquanta bigliettoni è il racconto che ha dedicato a un pugile fallito. Il miglior romanzo sulla boxe, secondo lo stesso Hemingway, è Il professionista, di W. C. Heinz, che racconta le vicende di Eddie Brown, atleta dalla lunga e mediocre carriera, messo finalmente di fronte alla possibilità di combattere per il titolo della sua vita. Per Jack London il ring era la massima aspirazione. Diceva: «Preferirei di gran lunga essere campione del mondo dei pesi massimi – cosa impossibile – che re d’Inghilterra o presidente degli Stati Uniti o kaiser di Germania». Osvaldo Soriano in Quartiere d’inverno intreccia le storie di libertà che andavano a sbattere contro il muro della dittatura argentina con quelle di Tony Rocha, pugile suonato, la faccia triste e il «braccio lungo come una pompa da incendio». Un altro romanzo in cui il pugilato diventa uno strumento di lotta per la libertà è Il campione di Luis Sepulveda.

CREAZIONE DI ALTRE CATEGORIE E, PER LIMITARE LA DURATA DEGLI INCONTRI, SI PONE IL LIMITE DI 20 RIPRESE (15 PER EUROPEI E MONDIALI, 12 PER TITOLI NAZIONALI)

1900 NASCE A SANREMO LA FEDERAZIONE PUGILISTICA ITALIANA. SARÀ AFFILIATA AL CONI NEL 1927. IL SUO PRIMO CAMPIONE EUROPEO FU EMILIO SPALLA NEL ‘23

1916COMPARE SULLA RIBALTA MONDIALE L’ITALIANO PRIMO CARNERA. ALTO OLTRE 2 METRI PER 120 CHILI, ERA FAMOSO PER LA SUA STAZZA IMPONENTE

1933IL TITOLO DI CAMPIONE DEL MONDO DEI PESI MASSIMI È VINTO DAL VENTIDUENNE CASSIUS CLAY, CHE PRENDERÀ IL NOME DI MUHAMMAD ALI

1964MIKE TYSON CONQUISTA TRE TITOLI DI CAMPIONE DEL MONDO DEI PESI MASSIMI IN TRE ORGANIZZAZIONI:WBC, WBA E IBF

1986 CAUSA INCIDENTI MORTALI SUL RING, LE ASSOCIAZIONI DECIDONO DI DIMINUIRE LA DURATA DEGLI INCONTRI VALIDI PER IL TITOLO DA 15 A 12 RIPRESE

1990

CON LA PENNA TRA I GUANTONI

LEGGENDA VUOLE CHE SIA STATO IL RE DI ATENE, TESEO, A INVENTARE QUESTO SPORT. LE REGOLE MODERNE

SONO POI STATE CODIFICATE TRA ‘800 E ‘900

MAGGIO 201583 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 84: Business People - Maggio 2015

ria. Per poi riusci-re a conquistare il titolo di campio-ne d’Europa anche nella welter. Ma le palestre si svuota-no. Le sacche di povertà dei Pae-si avanzati dimi-nuiscono. È difficile trovare ragazzi di-sposti a prendere cazzotti per salire sul-l’ascensore sociale della boxe. La vio-lenza intrinseca allo sport, sebbene per praticarlo occorra un passo da ballerino e un cervello da scacchista, e i nume-rosi incidenti scuotono l’opinione pub-blica, che sembra non volerne più sape-re. Dopo la morte del 23enne Braydon Smith, anche l’Australia oggi si interroga se continuare con il pugilato professio-

nistico.E poi nell’epoca del real time, de-gli eventi sporti-vi a ciclo conti-nuo, la vecchia boxe mal si addi-ce ai tempi mo-derni, visto che

i campioni combattono due, massimo tre volte l’anno. In America i New York Yankees giocano 162 partite di baseball solo nella regular season. Il mondo spor-tivo è in balìa delle frequenze della Tv. E il pugilato finisce fuori dal ring.

FINO ALL’ULTIMO ROUND(IN ROSA)Nel 2004 Clint Eastwood dedica le sue energie a un film sulla boxe. L’attore e

regista ha un armadio pieno di ricor-di e memorie, perché fa parte di quel-la generazione americana che ha vissu-to appieno l’età dell’oro del pugilato, quei favolosi anni ‘60 e ‘70 che han-no consacrato campioni come Muham-mad Ali, George Foreman, Joe Frazer. Eppure sceglie di girare il suo dramma melò di pugni e psicologia attorno alle gesta di una donna pugile, interpreta-ta da Hillary Swank in Million Dollar Baby (vincitore di quattro premi Oscar nel 2005). E forse non è un caso che oggi, nel pieno della crisi della boxe, l’emblema del ritorno al combattimen-to abbia un volto femminile. Quest’an-no, infatti, la Norvegia ha tolto il ban-do al pugilato professionistico, messo fuori dal ring per lungo tempo perché il combattimento senza casco protetti-vo, appunto quello dei professionisti, è giudicato troppo pericoloso.La decisione dello stato nordico segue quella di Svezia e di Cuba che han-no di nuovo autorizzato i combatti-menti dei pro. L’emblema del ritorno al pugilato norvegese è quello di Ce-cilia Braekhus, la ragazza nata in Co-lombia 33 anni fa, e adottata da picco-la da una famiglia di Oslo, che è l’uni-ca donna a detenere il titolo mondia-le dei pesi welter in tre federazioni di-verse. Una supercampionessa al pas-so con i tempi. Giovane, colta e se-ducente, ospite dei programmi tele-visivi in Germania, dove da qualche tempo risiede. Alle Olimpiadi di Lon-dra 2012 è stato inserito nelle disci-pline in gara, per la prima volta nella storia dei Giochi, il pugilato femmini-le. I vecchi maestri e gli esperti scuo-tono la testa. Molti pugili dichiara-no apertamente la propria avversione alla boxe in rosa. Ma è indubbio che le palestre disertate dalle giovani ge-nerazioni di pugili si stiano popolando di ragazze. Perché oggi la boxe è uno sport diverso dal passato, meno cele-brato ma più praticato. Beninteso, a li-vello amatoriale. Dal 2001, da quan-do lo consente la legge, a oggi in Ita-lia si sono tesserate più di 500 don-ne. L’anno scorso agli Europei giovani-li le ragazze italiane hanno vinto ben quattro medaglie d’oro. Chissà, doma-ni il futuro Rocky Balboa potrebbe es-sere un’atleta in gonnella.

AL CINEMA In senso orario, partendo dal basso a sinistra: Robert De Niro e Joe Pesci in Toro Scatenato; un frame da The Fighter; Denzel Washington nel ruolo di Rubin “Hurricane”; Russell Crowe in una scena di Cinderella Man; Sylvester Stallone nei panni di Rocky Balboa

LA BOXE MAL SI ADDICE ALL’EPOCA DEL REAL TIME,

VISTO CHE I CAMPIONI COMBATTONO DUE, MASSIMO TRE VOLTE

ALL’ANNO

MAGGIO 201584 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Passioni

© G

ett

yIm

ag

e (

7), t

ulp

ah

n/I

Sto

ck/

Thin

ksto

ck

(6),

Twe

ntie

th C

en

tury

Fo

x (2

), Ea

gle

Pic

ture

s (1

),Bu

en

a V

ista

(1)

, WA

LT D

ISN

EY S

TUD

IO H

OM

E EN

TERT

AIN

MEN

T(1)

P

Page 85: Business People - Maggio 2015
Page 86: Business People - Maggio 2015

NEXTSALONE DI RIFERIMENTO CHE RIUNISCE I PLAYER

DEL SETTORE (ESCLUSO IL GRUPPO RICHEMONT),

BASELWORLD È UN APPUNTAMENTO IMPERDIBILE

PER SCOPRIRE LE ULTIME TENDENZE

DAL MONDO DELL’OROLOGERIA

DI MICHELE MENGOLI

GENERATION

Baselworld è il più importante salone di tendenza del-l’industria mondia-

le dell’orologeria. Si tiene a Ba-silea dal 1917 ed è l’unica ma-

nifestazione fieristica in grado di raggruppare tutti i player del setto-

re, tranne i marchi del Gruppo Ri-chemont che invece espongono – solo

su invito – alla fine di gennaio al SIHH di Ginevra. L’ultima edizione (19 al 26

marzo) ha contato dati da capogiro: 1.500 marchi in rappresentanza di 40 Paesi, con 150 mila partecipanti – di cui 4 mila gior-nalisti – su una superficie di 141 mila me-tri quadrati.Per una rassegna delle novità più signifi-cative partiamo dal Superocean, uno dei punti di riferimento dell’orologeria subac-quea fin dal 1957, anno del suo lancio, e Breitling, nei decenni, non ha mai smes-so di ottimizzare questo iconico modello sotto l’aspetto tecnico-funzionale. Oggi il Superocean II viene proposto con il qua-drante e la lunetta ridisegnati, il profilo as-sottigliato, un nuovo formato di 36 mm (con quadrante nero oppure bianco) – che si aggiunge alle taglie 42 e 44 mm (con quadrante nero e blu) – e un nuovo cin-turino di caucciù denominato Ocean Ra-

cer, riconoscibile per la fila di fori circon-dati da un rilievo circolare (ma è dispo-nibile anche il bracciale metallico Profes-sional). L’impermeabilità, in base alle tre circonferenze, va dai 200 ai 1.000 metri di profondità. E il movimento che anima le tre versioni è sempre certificato crono-metro dal Cosc.

ANNIVERSARI PREZIOSI

Bulgari festeggia il quarantesimo com-pleanno della linea Bulgari Bulgari –

una delle più vendute e rappresentative sia per il pubblico maschile sia per quel-lo femminile della casa romana, ora sotto l’egida del colosso Lvmh – con una nuo-va versione di quadrante blu zaffiro per il “solo tempo” con cassa in acciaio di 41 mm. Mentre le nuove declinazioni al femminile giocano sull’unione tra acciaio e diamanti su due diversi diametri: 26 e 33 mm. Per la cassa più grande da 41 mm l’abbinamento può essere con bracciale in acciaio oppure con un elegante cintu-rino in alligatore blu, per un segnatempo adatto a tutte le occasioni. Il movimento automatico è di manifattura e offre l’indi-cazione di ora, minuti e secondi, con fi-nestrella della data a ore 3. Importante an-niversario, il sessantesimo, anche per Co-

IL TREND NON È PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTE, MA ALCUNI MERCATI DI RIFERIMENTO NON FANNO DORMIRE SONNI TRANQUILLISSIMI

MAGGIO 201586 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Questione di stile

Page 87: Business People - Maggio 2015

rum. Per festeggiarlo propone l’Admiral’s Cup Legend 42 Flying Tourbillon, con il raro abbinamento del movimento auto-matico con micro-rotore, la data retrogra-da e il tourbillon volante. Il quadrante è in vetro zaffiro grigio fumo. Il giro delle ore e le 12 bandiere nautiche si rifanno agli stilemi tradizionali della linea Admiral’s Cup. Le estremità del ponte e della plati-na – classicamente in ottone – si trovano alle ore 4 e ore 8 di ciascun lato del mo-vimento. Il tourbillon è legato a quest’ulti-mo da due sottili “barre” in acciaio, fissa-te solidamente alla gabbia. Il datario a for-ma di ventaglio è a ore 12 ed è centrato su una camma a chiocciola che controlla la funzione retrograda, con la lancetta del-la data che una volta raggiunto il 31esi-mo giorno, torna istantaneamente all’ini-zio del mese.

DA HERMÈS A OMEGA

È un classicissimo “solo tempo” di gran-de impatto – sia estetico sia per i suoi

contenuti tecnici – il nuovo Slim di Her-mès. Per quanto riguarda il design siamo di fronte a una cassa “senza tempo” da 39,5 mm di diametro dalle linee sobrie ma rivisitate nel dettaglio a effetto delle anse che riproducono un angolo retto. E

con l’aggiuntivo tocco di clas-se sul quadrante argenté opa-lino, dettato dall’originale font tipografico di Philippe Apeloig sui numeri arabi che indicano le ore. Ma anche il movimento di manifattura che alimenta lo Slim ha un suo perché, grazie allo spessore ultrapiatto di soli 2,6 mm ottenuto anche grazie al micro-rotore che permette di assottigliare notevolmente que-sto calibro automatico con ri-serva di carica di 42 ore. Le versioni sono due: in oro rosa e acciaio. Tante le novità presentate a Basilea da Omega – compresa la nuova linea elegan-te denominata Globemaster – e diverse di queste sono animate dal movimento cer-tificato Master Co-Axial, che si differen-zia dal predecessore Co-Axial per la re-sistenza ai campi magnetici fino a 15.000 gauss. Oltre alla certificazione cronome-trica del Cosc e alla garanzia estesa a quattro anni. Come nel caso del Seama-ster Aqua Terra James Bond, che omaggia Spectre, il 24esimo capitolo della saga di 007 in uscita nel prossimo novembre, in una edizione limitata di 15.007 esemplari con richiami del logo di Spectre sul qua-drante blu e sulla lancetta gialla dei se-

INAFFONDABILEI nuovi Superocean II sono proposti

in tre misure e altrettanti gradi di impermeabilità. La cassa da 36 mm è impermeabile fino a 200 metri. Quella da 42 mm (in foto) arriva a 500 metri di profondità. Mentre la cassa da 44 mm raggiunge i 1.000 metri di tenuta stagna (cassa in acciaio Ø 42 mm).

www.breitling.com

ICONICOQuarantesimo compleanno

della iconica linea Bulgari Bulgari, festeggiato con un nuovo quadrante blu e bracciale

ma acquistabile anche con cinturino in alligatore dello stesso colore (cassa

in acciaio Ø 41 mm).

www.bulgari.com

VOLANTEPer celebrare i sessant’anni del marchio, Corum, con l’Admiral’s

Legend 42 Flying Tourbillon, propone un esemplare di altissima gamma

abbinando in un movimento automatico il tourbillon volante

con la data retrograda (cassa in oro rosa Ø 42 mm).

www.corum.ch

ULTRAPIATTOPerfetto esercizio di stile

per il “solo tempo” Slim di Hermès animato dal movimento ultrapiatto di manifattura

con microrotore che permette al calibro automatico H1950 uno spessore di soli 2,6 mm

(cassa in acciaio Ø 39,5 mm).

www.hermes.com

IL TREND NON È PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTE, MA ALCUNI MERCATI DI RIFERIMENTO NON FANNO DORMIRE SONNI TRANQUILLISSIMI

Alcune immagini degli stand di Baselworld 2015. In senso orario: Eberhard con la sua collezione dedicata a Tazio Nuvolari, dei modelli Jaguar e la “cassaforte” di Emporio Armani

condi centrali. La cassa, del diametro di 41,5 mm, è in acciaio.

NOVITÀ DA PATEK PHILIPPE, ROLEX

E TAG HEUER

Uno dei segnatempo più ammirati (ed esclusivi, il prezzo a listino è abbon-

dantemente sopra i 200 mila euro) pre-sentati a Baselworld è sicuramente il

MAGGIO 201587 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 88: Business People - Maggio 2015

Patek Philippe Referenza 5370. Si tratta di un cronografo à rattrapante – in italia-no lo chiamiamo anche “sdoppiante” – che permette la misurazione di tempi in-termedi senza interrompere il cronome-traggio globale, per una complicazione che vanta una lunga tradizione per i mo-delli della maison ginevrina, tutti veri e propri best seller alle aste internazionali. Per esempio, il primo cronografo da pol-so della manifattura, lanciato nel 1923, era uno sdoppiante. E da allora questa meccanica sofisticata (con carica manua-le, due ruote a colonne, innesto classi-co e con sette nuove innovazioni brevet-tate) ha sempre fatto parte del repertorio di orologi da polso di Patek Philippe. Ul-teriori “ciliegine sulla torta” sono il qua-drante in autentico smalto nero e la cas-sa in platino.Nuova generazione del suo modello più prestigioso per Rolex. L’Oyster Perpe-tual Day-Date, soprannominato anche l’“orologio dei presidenti”, si rifà il “truc-co” sia dentro che fuori. Adesso, infatti, viene proposto con una nuova cassa di 40 mm, come sempre disponibile esclu-sivamente in metalli preziosi – platino e tre colorazioni dell’oro: giallo, bianco ed Everose – e con un nuovo movimento meccanico, il Calibro 3255, che ridefi-

nisce i già altissimi standard cronometrici della casa co-ronata attraverso i suoi quat-tordici nuovi brevetti – com-prendenti anche un nuo-vo scappamento denomi-nato Chronergy che garan-tisce contemporaneamente un alto rendimento energe-tico e un’estrema sicurezza di funzionamento – che ol-tre a un superiore livello di precisione, vanno a miglio-rare l’autonomia, la resisten-za agli urti e al magnetismo e l’affidabilità. Come di consueto sarà disponibile per i clienti un’ampia scel-ta di quadranti elaborati.Molte novità nelle vetrine di Tag Heuer. Di stampo vintage il nuovo Carrera Cal. 18 Telemeter, cronografo modula-re a carica automatica con due conta-tori neri su fondo argento dal look che richiama l’originale Carrera creato da Jack Heuer negli anni ‘60 e ancora ap-prezzato dai collezionisti. Il contatore cronografico è a ore 9 mentre quello dei secondi si trova a ore 3. La peculiarità di questo segnatempo è legata al réhaut personalizzato con la scala telemetrica, che misura la distanza tra l’utilizzatore

e qualsiasi punto del campo visivo sul-la base della velocità del suono. La cas-sa ha un diametro di 39 mm e il cinturi-no è in pelle nera traforata. In Italia sarà in vendita dal prossimo luglio al prezzo di 4.900 euro.

DA VERI 007Il Seamaster Aqua Terra James

Bond omaggia Spectre, il 24esimo capitolo di 007 in uscita nel

prossimo novembre, dotando i 15.007 esemplari dell’edizione

limitata con il movimento Master Co-Axial certificato dal Cosc (cassa in

acciaio Ø 41,5 mm).

www.omegawatches.com

FUORISERIEUna delle “fuoriserie” di Baselworld

2015 è la Referenza 5370, “targa” che contraddistingue

questo cronografo sdoppiante a carica manuale, con quadrante

in smalto nero e “protetto” dal metallo più prezioso

(cassa in platino Ø 41 mm).

www.patek.com

GIOIELLOIl nuovo Oyster Perpetual Day-Date, come sempre,

è disponibile esclusivamente in metalli preziosi – platino 950 e in oro

giallo, bianco ed Everose – con la consueta ampia scelta

di quadranti elaborati (cassa in platino Ø 40 mm).

www.rolex.com

LA RISPOSTA DEI PRODUTTORI DI ALTA GAMMA ALLE DIFFICOLTÀ DEL MOMENTO È IL CONTINUO MIGLIORAMENTO DEL PRODOTTO

Questione di stile

Page 89: Business People - Maggio 2015

LE PROPOSTE ULYSSE NARDIN E ZENITH

Esclusiva edizione limitata di 18 esem-plari in oro rosa e 18 esemplari in oro

bianco per l’Ulysse Anchor Tourbillon di

Ulysse Nardin, con sontuoso movimen-to manuale di manifattura con una riser-va di carica minima di sette giorni, gra-zie al doppio bariletto. Veniamo alle par-ticolarità di questo importante segnatem-po. La più rilevante è rappresentata dallo scappamento costante Ulysse Anchor – otto anni per progettarlo, completamen-te in silicio e con una architettura inedita basata sul principio dei meccanismi fles-sibili, che utilizza l’elasticità delle molle a balestra, con l’ancora che, libera dal per-no di rotazione, si muove senza alcun at-trito – che sposta un tourbillon 60 secon-di la cui gabbia fatta da 35 componenti pesa solo 0,4 grammi. Il quadrante bian-co è in smalto grand feu e a ore 6, sopra al tourbillon, vi è l’indicazione della riser-va di carica su un arco di 140°. L’Anchor Tourbillon sarà disponibile nei negozi dal mese di maggio.Infine, con il modello El Primero Sport, Zenith arricchisce la sua celeberrima col-lezione di un nuovo crono declinato in tre varianti con cassa in acciaio del dia-metro di 45 mm e con all’interno uno dei movimenti più famosi dell’intero pano-rama mondiale: il calibro automatico El Primero 400 B che batte a una frequenza di 36 mila alternanze/ora, ultima evolu-zione del leggendario El Primero lancia-

to nel 1969. La versione Sport viene pro-posta in due tonalità di quadranti – argen-tato e ardesia lamé (in foto) – e tre diver-si cinturini abbinabili: cinturino in pelle di alligatore marrone scuro, bracciale in acciaio con maglie centrali satinate e ma-glie esterne lucide e cinturino in caucciù color carbone.

SULLA STRADA DELLA QUALITÀ

A Baselworld, vale la pena ricordarlo, si registra tra l’80 e il 90% del fat-

turato annuale dell’orologeria mondiale. Allora che aria si è respirata nell’ultima edizione? Il trend tra gli addetti ai lavo-ri non è particolarmente preoccupante però alcuni mercati di riferimento – cri-si russa in primis, Asia che non tira più come in passato e mercato nostrano in calma piatta – non fanno dormire sonni tranquillissimi. E la risposta complessiva dei produttori di alta gamma – soprat-tutto quella delle “tirature” industriali – procede sulla strada della crescita quali-tativa senza voli pindarici. Con l’esem-pio oggettivo di sempre più movimen-ti di manifattura nei cataloghi, spesso con caratteristiche inimmaginabili an-che soltanto un decennio fa.

SUPERSONICODue contatori neri su fondo

argento per il cronografo Carrera Cal. 18 Telemeter con scala

telemetrica sul réhaut per misurare la distanza tra l’utilizzatore e un punto

del campo visivo sulla base della velocità del suono

(cassa in acciaio Ø 39 mm).

www.tagheuer.com

ESCLUSIVOIl raffinatissimo Ulysse

Anchor Tourbillon monta un esclusivo scappamento

completamente in silicio di manifattura e la riserva di marcia del movimento

manuale arriva a sette giorni (cassa in oro bianco Ø 44 mm).

www.ulysse-nardin.com

STORICONuova veste per uno dei movimenti

cronografici che hanno fatto la storia dell’orologeria

moderna per l’El Primero Sport con quadrante ardesia lamé.

Disponibile anche con cinturino in alligatore o caucciù

(cassa in acciaio Ø 45 mm).

www.zenith-watches.ch

LA RISPOSTA DEI PRODUTTORI DI ALTA GAMMA ALLE DIFFICOLTÀ DEL MOMENTO È IL CONTINUO MIGLIORAMENTO DEL PRODOTTO

Altri scorci dell’allestimento realizzato per il Salone di quest’anno. In alto, il sontuoso spazio di Chopard; a sinistra, l’esposizione firmata Tag Heuer (in alto) e l’inconfondibile marchio di Omega (in basso)

P

Page 90: Business People - Maggio 2015

VELASCA

VENDERE SCARPE ITALIANE DI QUALITÀ A PREZZI RAGIONEVOLI IN ITALIA, MA SOPRATTUTTO ALL’ESTERO, SFRUTTANDO LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL’ECOMMERCE. È L’IDEA VINCENTE DI DUE GIOVANI MILANESI: ENRICO CASATI E JACOPO SEBASTIODI GIOVANNI BUCCHI

IL BUSINESS CORRE SUL WEB

Eccellenze

90 MAGGIO 2015WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 91: Business People - Maggio 2015

VELASCA.COM

LA STRATEGIA CONSISTE NELL’ABBINARE AL NEGOZIO ON LINE UNA PRESENZA FISICA FATTA DI TEMPORARY STORE

Da Capètt a Umbrelèe fino al Cicialardòn e alla Sciura, i nomi delle scarpe Velasca si rifanno tutti al dialetto milanese. E la stessa denominazione dell’azienda ricorda la torre degli anni ‘50 all’uscita dalla fermata Missori della metropolitana. «Vogliamo portare in tutto il mondo la qualità dei nostri artigiani marchigiani senza rinunciare alla creatività milanese», spiegano Enrico e Jacopo. I prodotti Velasca si rivolgono perlopiù a un pubblico maschile, anche se non mancano collezioni da donna. Scarpe eleganti, modelli classici di alta qualità, ma che si possono trovare anche ai piedi di ragazzi. «Abbiamo due principali fasce di target», continuano Enrico e Jacopo, «una dai 25 ai 34 anni pensata per chi necessita di una calzatura elegante da primo lavoro e magari non ha ancora molte risorse economiche, e una per i 35-45 di qualità e prezzo più elevati».

MILAN L’È UN GRAN MILANIn principio fu il bisogno di un buon paio di scarpe, italiane e a prezzi accessibili, esigenza dif-ficile da soddisfare a Singapore. Se però puoi contare su un fratel-lo e un amico disposti ad acqui-

stare i mocassini a Milano e poi farsi 14 mila chilometri per portarteli, ecco che le cose cambiano. E ti si accende pure una lampadina. Già, perché se un gio-vane fresco di laurea alla Bocconi e as-sunto alla Hsbc Private Bank vuole del-le scarpe made in Italy, ma nel cuo-re del Sud-Est asiatico non sa dove tro-varle senza svuotarsi il portafogli, quan-te altre persone si troveranno nella sua stessa situazione? E perché non trovare il modo di fargliele avere senza dover-si imbarcare su un aereo e portargliele di persona?In fondo la storia di Velasca, primo brand italiano di calzature nato on line, è iniziata così. Da un viaggio, quello fatto nell’estate del 2012 da tre ragaz-zi di Milano tra la Thailandia e l’Indo-nesia, e dalla richiesta di un favore: «Mi porti un bel paio di mocassini che qua non ne trovo?». Enrico Casati, 27 anni, è il dipendente della Hsbc e oggi, dopo quasi tre anni, ricopre l’incarico di Ceo di Velasca, marchio che punta ad avvi-cinare le calzature artigianali made in Italy al mondo dell’ecommerce. Jaco-po Sebastio, 33, bocconiano pure lui, è invece l’amico del fratello di Enrico, quello – per intenderci – che lo ha ac-compagnato a Singapore e ha finito per diventare co-founder di Velasca dopo aver abbandonato il suo lavoro (sicuro) da consulente manageriale.Nel vostro inizio c’è quella voglia di costruire propria dei giovani con grandi aspirazioni. Da qui a creare un’azienda però di strada ce n’è parec-chia. Voi come l’avete percorsa?Jacopo: Come in tutte le vacanze tra amici, la nostra dell’estate 2012 nel Sud-Est asiatico è stata piena di idee. Ci siamo detti: perché non vendere in Asia tramite un sito di ecommerce le calza-ture della boutique di Milano dove ab-

biamo acquistato le scarpe per Enrico? Così, una volta rientrati in Italia, siamo subito andati a proporglielo, ma ci han-no detto di no.Mai fermarsi davanti a una porta chiusa…Enrico: Esatto. Nel tempo si è chiari-ta la nostra idea imprenditoriale. Così, invece che andare a bussare ai negozi, abbiamo pensato di rivolgerci diretta-mente agli artigiani, spiegando loro il nostro progetto: proporre un brand di alta qualità e made in Italy ma a prez-zi accessibili.Come tenere insieme alta qualità e prezzi ragionevoli?E: Le scarpe vengono prodotte da-gli artigiani di Montegranaro, borgo in provincia di Fermo nel distretto calza-turiero marchigiano, e la vendita prin-cipalmente on line, sia in Italia che al-l’estero, permette di abbattere i costi di distribuzione e intermediazione ol-tre che di evitare il markup dei riven-ditori. In questo modo possiamo offrire un prodotto di lusso accessibile, pezzi di ottima qualità che però costano la metà di quelli dei grandi brand.Quali tappe avete percorso?J: Il sito è partito nel maggio 2013, l’azienda nel settembre successivo con una gamma molto limitata di calzatu-re maschili. A marzo 2014 sono entrati in Velasca i primi due investitori: il bu-siness developer di un importante ope-ratore logistico al quale abbiamo ester-nalizzato il servizio logistico, appun-to, ma anche packaging ed esposizio-ne, quindi un digital marketer italiano che lavora a San Francisco per Yahoo!. A settembre 2014 ci hanno inoltre so-stenuto un incubatore di imprese e un fondo di investimento. Dopodiché ab-biamo lanciato l’esperienza dei tem-porary store.Quindi siete passati all’off line?J: La nostra strategia consiste nell’abbi-nare al negozio ecommerce una pre-senza fisica fatta di temporary store, per avvicinare e fidelizzare quei clienti che diversamente non acquisterebbero

subito dal Web ma dopo un’esperien-za off line sì. E questo senza la pesan-tezza dei costi fissi di una rete di distri-buzione classica, ma lavorando solo sul monomarca.E: La prima esperienza di temporary store l’abbiamo fatta dal 22 novembre al 24 dicembre scorsi con un negozio in via Tortona, in zona Porta Genova a Milano. È andata molto bene, in un mese abbiamo venduto oltre 500 paia di scarpe, è stato il frutto di un lavoro di marketing fatto nei mesi precedenti e ci ha dato soddisfazioni nelle vendite on line di gennaio e febbraio. Abbia-mo deciso di continuare su questa stra-da, così a inizio aprile abbiamo aperto un nuovo negozio Velasca della durata di sei mesi in piazza Sempione.Pensate di aprire temporary store an-che all’estero?E: Attualmente il 30-40% del nostro fatturato riguarda i mercati esteri, quin-di lì vogliamo investire. Vendiamo molto bene sia in Nord America che in Germania, ma vorremmo espanderci meglio anche in Inghilterra.J: Per questo a giugno e luglio apri-remo un temporary store a Londra, e dopo l’estate vorremmo farlo anche in due città tedesche.

COPPIA VINCENTEIn apertura: Jacopo Sebastio (a sinistra) ed Enrico Casati. In basso, alcuni modelli Velasca. Da sinistra: Alegher, Aristocratic, Bel Om, Capètt, Pacìfich, Sciura e Umbrelèe

MAGGIO 201591 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 92: Business People - Maggio 2015

FONDAZIONERONALD.IT

UNA CASALONTANO DA CASA

uando si addenta un Big Mac, si ha un chio-do fisso nella mente: godersi un bel panino. Eppure in quell’istan-te si sta pure facendo

un’opera di bene. Magari inconsapevol-mente, ma lo si sta facendo. Non tutti i clienti di McDonald’s sanno, infatti, che una percentuale della loro spesa viene de-

DA OLTRE 40 ANNI LA FONDAZIONE PER L’INFANZIA RONALD MCDONALD OFFRE DIMORE ACCOGLIENTI ALLE FAMIGLIE CON BAMBINI RICOVERATI IN OSPEDALI DISTANTI DAL LUOGO

DI RESIDENZA. PER SOSTENERLE IN UN MOMENTO CRITICO E RESTITUIRE ALLA SOCIETÀ UNA PARTE DI QUANTO L’OMONIMA MULTINAZIONALE RICEVE DI GIOVANNI BUCCHI

stinata al sostegno di bambini meno fortu-nati. Non lo sbandierano troppo, almeno non è questa l’intenzione del gruppo fon-dato negli anni ‘50 da Ray Kroc in Califor-nia; però ogni giorno lo 0,1% delle ven-dite generate nel nostro Paese dalla cate-na finisce alla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia, nata per ricrea-re “una casa lontano da casa” per famiglie con figli ricoverati in un ospedale molto

distante dalla propria abitazione. Fatti due conti, si tratta di circa un milione di euro all’anno, cifra che garantisce il 40% del sostentamento all’attività benefica.Per spiegare meglio di cosa si parla, occor-re però fare un passo indietro di 41 anni. È nel 1974 in Pennsylvania (Usa) che il pro-getto ha inizio. Quando Fred Hill, gioca-tore di football dei Philadelphia Eagles, si trova a dover fare i conti con la leucemia

MAGGIO 201592 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Non profit

Page 93: Business People - Maggio 2015

LA CATENA DI FAST FOOD, NELLA PENISOLA, DEVOLVE OGNI ANNO CIRCA UN MILIONE DI EURO, COPRENDO IL 40% DELLE SPESE DI SOSTENTAMENTO

INTEGRAZIONE E SOCIALIZZAZIONE In questa pagina, in senso orario, partendo dall’alto a sinistra: la casa di Roma, due immagini di quella di Firenze e la prima struttura tricolore, quella di Brescia (anche in apertura).Nel tondo, Pierluigi Monteverdi, presidente della Fondazione in Italia

I milioni di euro risparmiati dalle famiglie nel 2014

2,2

In oltre 15 anni la Fondazione ha finanziato progetti di supportoa strutture ospedaliere e assistenziali e ospitato nelle

Case Ronald e Family quasi 30 mila personeper oltre 120 mila notti in totale.

di Kim, la sua bimba di tre anni. Per lui e sua moglie inizia un calvario nelle corsie degli ospedali per stare accanto alla pic-cola, tra pasti consumati al distributore automatico e sale d’attesa dove trascorre-re infinite ore. Come loro, altre famiglie vi-vono la stessa situazione. Da qui l’idea di creare un luogo che li ospitasse tutti, idea subito appoggiata da McDonald’s che in quel momento aveva Hill sotto contratto. «Il progetto è nato per rispondere a un bi-sogno vero», spiega Pierluigi Montever-di, licenziatario McDonald’s in Calabria e presidente della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia. Così nel 1974, vicino all’ospedale pediatrico di Philadel-phia, nasce la prima Casa Ronald. Quat-tro anni dopo sono già diventate dieci in tutti gli Stati Uniti e oggi se ne contano 345 in 37 diversi Paesi. Tutte accomunate dallo stesso obiettivo, «creare luoghi ac-coglienti dove essere famiglia in un mo-mento critico come quello dell’ospeda-lizzazione del proprio bimbo», aggiun-ge Monteverdi, «e questo a partire dal so-gno di Kroc: ridare alla società una parte

di quello che essa ci porta, restituire qual-cosa al territorio che ci ospita».La Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald in Italia è arrivata 25 anni dopo, nel 1999, mentre la prima casa è stata inaugurata nel 2008 a Brescia, vicino agli Spedali Civili, per accogliere le fami-glie e i bambini ricoverati al Centro di on-coematologia pediatrica e trapianto di mi-dollo osseo pediatrico. Quello stesso anno c’è stato anche il debutto a Roma con la Casa Ronald Palidoro, grazie a un accor-do con l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù; nel 2011 è poi arrivata la Casa Ro-nald Bellosguardo, sempre a Roma, e due anni dopo l’ultima a Firenze. L’attività del-la Fondazione non si è fermata qui. Prima, nel 2008, all’Ospedale Sant’Orsola-Mal-pighi di Bologna, poi nel 2012 in quello di Alessandria, sono state aperte le Fami-ly Room, veri appartamenti all’interno dei reparti pediatrici per quelle famiglie che non se la sentono di lasciare i propri bam-bini date le gravi condizioni in cui versa-no. «Al momento», continua Monteverdi, «non abbiamo in programma nuove aper-

Milioni di euro.Il risparmio stimato

dal 2008

Le ore donate l’anno scorso dai

58 volontari

6.30012

ture di Case Ronald, l’impegno richiesto per seguire le quattro aperte è molto ele-vato; probabilmente in futuro ci concen-treremo maggiormente proprio sulle Fa-mily Room. Tutte le strutture sono seguite da operatori professionali della Fondazio-ne e da volontari che accompagnano le famiglie, per ogni Casa c’è un House Ma-nager e tre o quattro operatori. Ogni nu-cleo», aggiunge «ha una sua area riservata per il pernottamento e spazi comuni». Tut-to pensato «per favorire l’integrazione e la socializzazione».L’accesso alle strutture messe a disposizio-ne dalla Fondazione è gratuito, le famiglie sono soltanto invitate a offrire un contri-buto volontario di 10 euro a notte. A in-dicare chi ospitare sono gli ospedali di ri-ferimento, secondo criteri che vanno dal-la lontananza dal proprio paese di origi-ne alla gravità della malattia del bambino, oltre al reddito familiare. Solo nel 2014, sono state 4.900 le persone ospitate nelle 70 camere della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia (64 nelle Case e sei nelle Family Room), chi per qualche giorno appena, chi per alcuni mesi. Per tenere in piedi un’opera del genere non basta però il sostegno garantito dai ristoranti McDonald’s. Serve anche al-tro. «Con le urne per raccogliere le of-ferte dei clienti all’interno dei ristoranti raccogliamo circa 600 mila euro all’an-no», precisa Monteverdi, «ai quali va ag-giunta l’attività di fundraising dei risto-ratori con eventi ad hoc, oltre al soste-gno di partner, fornitori e semplici citta-dini donatori, fino alla destinazione del 5x1000». In questo modo nel 2014 i cir-ca 2,1 milioni di costi di gestione di tut-te le strutture sono stati ampiamente co-perti, visto che i proventi delle varie atti-vità sono stati di 2,5 milioni.

I NUMERI IN ITALIA

MAGGIO 201593 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 94: Business People - Maggio 2015

ROBERT RASMUSSEN

GIOCARESFRUTTARE I CELEBRI MATTONCINI DANESI PER RENDERE

LE RIUNIONI PIÙ VELOCI ED EFFICACI. È L’IDEA ALLA BASE

DEL METODO LEGO SERIOUS PLAY, DI CUI BUSINESS PEOPLE

HA INCONTRATO IL PRINCIPALE SVILUPPATORE

DI CECILIA LULLI

è una cosa seria

«Uno strumento per manager coraggiosi e questioni complesse». Così Robert Rasmussen definisce il metodo Lego Serious Play, cui ha la-vorato fin dal suo sviluppo, anno dopo anno, rendendolo effica-ce e affidabile. Perché coraggiosi? Perché la premessa su cui si basa

è che in ogni azienda ciascuno è prezioso e può contribuire al successo dell’impresa e, quindi, più i dipendenti sono coinvolti meglio è per gli affari. Senza contare che gli stessi collaboratori saranno più motivati. Solo che, per lasciare spazio agli altri, i top manager devono avere il coraggio di mettersi in gioco e abbandonare una logica stret-tamente gerarchica.Ma in cosa consiste questo nuovo metodo? «È davvero difficile spiegarlo a parole, si tratta principalmente di uno strumento da sperimentare, da vivere», osserva Rasmus-sen. «E il paradosso è che per risolvere problemi e far emergere nuove idee utilizzare i Lego è molto più efficace che parlare, ma al contrario, di primo acchito, la gente ha l’errata impressione che questo tipo di approccio richieda più tempo».Possiamo almeno provare a darne una definizione?Certo, è una tecnica che aiuta i team a risolvere problemi. Tipicamente, quando nel-le aziende si organizzano meeting per superare delle difficoltà o elaborare nuove idee, ciò che accade è che il 20% dei partecipanti utilizzano la maggior parte del tempo a

Protagonisti

MAGGIO 201594 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 95: Business People - Maggio 2015

BISOGNA INIZIARE CON UN LAVORO INDIVIDUALE PER EVITARE IL “PENSIERO DI GRUPPO”

«NON È POSSIBILE IMPARARE IL MIO METODO LEGGENDO UN LIBRO», SPIEGA RASMUSSEN A PROPOSITO DEL TESTO SCRITTO CON PER KRISTIANSEN E APPENA USCITO IN ITALIA PER FRANCOANGELI (IL METODO LEGO SERIOUS PLAY PER IL BUSINESS, NDR), «MA ABBIAMO PENSATO DI SCRIVERNE UNO PER RACCONTARE QUALCOSA IN PIÙ A PROPOSITO DELLA SUA STORIA, DELLE BASI SCIENTIFICHE SU CUI SI REGGE E OFFRIRE QUALCHE CASE HISTORY CHE NE ESEMPLIFICHI LE POTENZIALITÀ». INSOMMA, QUESTE PAGINE POSSONO AIUTARE A COMPRENDERE MEGLIO DI COSA SI TRATTA E, PERCHÉ NO, CONVINCERE IL PROPRIO CAPO A SFRUTTARLO IN AZIENDA.

IN LIBRERIAdisposizione per parlare di cose che tutti già sanno. Così il problema è che l’80% dei presenti non ha davvero l’opportu-nità di dire la sua, anche se molti di loro avrebbero le proposte migliori. L’obiet-tivo di Lego Serious Play è coinvolgere tutti, perché più idee emergono duran-te la riunione, migliori sono le soluzioni individuate e più felici sono i dipenden-ti. Insomma, si tratta di una tecnica per ottenere il massimo dai meeting.Come funziona?Qualsiasi sia la domanda in questione – da come migliorare l’azienda a un nuo-vo prodotto fino a una value proposition –, questo metodo prevede che per i pri-mi cinque-dieci minuti della riunione ciascuno costruisca, letteralmente, con i mattoncini Lego, la sua risposta. Dopo-diché, a turno, ognuno dovrà mostrare la propria creazione agli altri e spiegar-la. Questo metodo permette di evitare il cosiddetto “pensiero di gruppo”, perché se in un incontro con 20 persone il pri-mo inizia spiegando il suo punto di vi-sta, inevitabilmente condizionerà gli al-tri, i cui interventi finiranno per essere uno “spin-off” dei precedenti. In questo modo non emergeranno altre idee. Inol-tre, alla fine tutti comprenderanno vera-mente quanto detto e ricorderanno me-glio le varie proposte, perché avranno avuto la possibilità di vederle concreta-mente.Non le capita mai di scontrarsi con un certo scetticismo?All’inizio dei workshop ci sono sempre alcune persone scettiche. Le ragioni in genere sono due: o hanno paura di non essere brave nel costruire con i Lego op-pure si rendono conto che potrebbero perdere potere, perché spesso i più dub-biosi sono coloro che erano soliti do-minare le riunioni. In genere, però, non solo ci vuole al massimo un’ora perché si convincano dell’efficacia del metodo, ma il più delle volte chi era più scettico alla fine diventa il sostenitore più entu-

siasta di Lego Serious Play.Come è nata l’dea?È stata un’intuizione del proprietario del-la Lego. Era stanco dei meeting in cui si parlava di costruire un business, costrui-re una mission, costruire il futuro del-l’azienda fissando un foglio bianco, per-ciò ha pensato che avere la possibilità di costruire realmente qualcosa con le pro-prie mani avrebbe stimolato di più l’im-maginazione. E così è stato.Immagino che da questa prima intuizio-ne all’elaborazione di un vero e proprio metodo ci sia voluto del tempo e parec-chio lavoro…È vero. È stato necessario strutturare un processo di apprendimento e il momen-to cruciale è stato quello in cui abbiamo capito che era necessario iniziare sem-pre con un lavoro individuale: mette-re a disposizione i mattoncini e chiedere di costruire tutti insieme un’unica cosa non risolveva la criticità del “pensiero di gruppo”. Coloro che sono soliti domina-re le riunioni tradizionali lo facevano an-che nel processo di costruzione.Perché condividere con altre azien-de, magari anche concorrenti, Lego Se-rious Play?È una scelta in linea con i valori del-l’azienda, perché la proprietà è sempre stata convinta che i Lego siano molto più di un semplice gioco.Può fare qualche esempio di aziende che hanno utilizzato questo metodo?Google, Deloitte, Hitachi, Microsoft, Unicredit… Credo sia da segnalare che, al di là delle difficoltà legate alla lin-gua, questo nostro metodo abbia riscon-trato in Italia, Spagna e in generale nei Paesi latini molto interesse, a volte an-che più che in altri Stati dell’Europa Oc-cidentale.Secondo lei questo metodo può funzio-nare anche con altri giochi o i mattonci-ni Lego sono imprescindibili?Probabilmente si potrebbero sfruttare al-tri materiali, come l’argilla per esempio, ma richiederebbe tempi più lunghi e una particolare manualità. Il bello dei Lego è che tutti i pezzi si possono collegare tra loro e che tutti sono in grado di utilizzar-li per costruire velocemente qualcosa di riconoscibile. Un’alternativa sarebbe di-segnare, ma non tutti hanno senso arti-stico e questo potrebbe creare imbarazzi e scontento.

MAGGIO 201595 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

ACQUISTAIL LIBRO

Page 96: Business People - Maggio 2015

FABIO CANNAVALE

Non servono ideeMEGLIO SEGUIRE LA STRADA DELLE IMPLEMENTAZIONI. È LA CONVINZIONE DEL FONDATORE DI EDREAMS

E VOLAGRATIS, CHE HA APPENA DEBUTTATO IN TV COME GIUDICE DI SHARK TANK, IL PRIMO TALENT A MISURA DI START UP, E MIRA A TRASFORMARE IL SUO GRUPPO NELLA APPLE DEL TURISMO

DI FRANCESCA D’ANGELO

DALLA CONSULENZA ALL’IMPRENDITORIA Fabio Cannavale, 48 anni, ha tre grandi passioni: la barca a vela, i viaggi e la partecipazione attiva nei settori emergenti. Dopo un esordio lavorativo nel mondo della consulenza, ha trasformato il suo amore per il viaggio in un lavoro

RIVOLUZIONARIE

Protagonisti

MAGGIO 2015WWW.BUSINESSPEOPLE.IT96

Page 97: Business People - Maggio 2015

La maggior parte dei curri-culum vitae finiscono per es-sere una successione di im-pieghi lavorativi, parentesi professionali e riconoscimen-

ti scolastici. Poi ci si imbatte in persona-lità come Fabio Cannavale e, di colpo, quel didascalico documento diventa la più affascinante sintesi del carisma di un imprenditore. Cannavale ha conseguito la Laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano e un master in Business Admni-stration presso l’Insead, per poi fare tut-t’altro, ossia consulenza. Per tre anni ha lavorato in ATKearney, poi è passato alla McKinsey&Co. Dopodiché ha pensa-to bene di prendersi una pausa sabbati-ca: nel 1996 ha preso il largo – letteral-mente – recandosi dall’Italia ai Caraibi in barca, insieme alla moglie. Un viag-gio monstre che ha ispirato il suo attuale business: una unconventional company di traveling on line. Cannavale è, infat-ti, il papà di eDreams.it e del motore di ricerca Volagratis.it. da cui è poi nato il gruppo Bravofly, che ha recentemen-te comprato la società lastminute.com. E ora al cv di Cannavale si aggiunge una nuova nota di colore, che la dice lun-ga sulla sua apertura verso tutto ciò che è creatività e innovazione: da maggio è uno dei cinque giudici-imprenditori del nuovo talent di Italia1, Shark Tank. Un format nato per premiare le start up più interessanti: in studio cinque “squali”, tra cui appunto Cannavale, decidono se investire o meno i (propri) soldi nell’idea di volta in volta esposta dai concorren-ti. «Parte del mio mestiere consiste pro-prio nel valutare le start up. Shark Tank mi permette di vederne una settantina nel giro di 15 giorni, quindi ho accetta-to», spiega Cannavale. Tuttavia si tratta pur sempre di un pro-gramma d’intrattenimento: non temeva che le regole della tv potessero falsare la bontà dello scouting?Non le nascondo che, sulle prime, ero un po’ scettico sulla qualità delle azien-de. Invece devo ammettere che la mag-gior parte sono state interessanti. Al-meno l’80% del mio tempo è stato ben speso.Cosa vuol dire, oggi, innovare?Personalmente credo che la strada da seguire sia quella delle implementazio-ni, piuttosto che delle idee rivoluziona-

rie. È inutile inventare la ruota: è molto meglio farla girare bene. Noi stessi con Volagratis non abbiamo ideato niente: abbiamo portato in Europa qualcosa che in Usa esisteva già. Però l’abbiamo im-plementata a regola d’arte.Quali sono i principali ostacoli all’inno-vazione?La difficoltà non sta tanto nell’avviare una nuova azienda. Anzi. Per chi vuo-le raccogliere soldi, in questo momen-to in Italia ci sono tantissime opportu-nità. Quello che è difficile è far cresce-re la start up e trasformarla in una mul-tinazionale. Il primo ostacolo è tutto ita-liano e attiene alla preparazione cultu-rale: non a caso tutte le start up italiane quotate in Borsa hanno a capo degli im-prenditori con un master all’estero.Esisterebbe, quindi, un problema di pre-parazione scolastica?Sì, tendenzialmente le start up tradisco-no una preparazione molto bassa. Il se-condo ostacolo è di natura burocrati-ca. Se dovessimo inventare un modo per complicare il lavoro dell’imprenditore, in Italia troveremmo già tutto, tra diritto del lavoro, fisco, permessi. Il terzo osta-colo è invece comune sia all’Italia che all’Europa e consiste nella mancanza di investitori forti. In Usa, quando le start up fanno il salto raccolgono cifre supe-riori a 100 milioni. Da noi non è così. A voler dar retta al suo cv, sembra che lei per innovare abbia preferito indu-strializzare i propri interessi anziché se-guire le indagini di mercato…Esatto: è la passione che fa la differenza. Per innovare, serve il cuore. Senza con-tare che, tra l’altro, i primi clienti sia-mo noi. Per esempio, per capire il mon-do del travel non bastano gli studi sul-la user experience: occorre aver viag-giato, aver provato quel volo o quell’al-bergo. Le stesse ricerche di mercato non servono a innovare perché sono indagi-ni che guardano al passato. Come Steve

Jobs, credo sia inutile chiedere a un con-sumatore cosa voglia, perché non lo sa. Sei tu che devi scoprire i suoi bisogni e desideri futuri.I viaggi sono stati uno dei settori più pe-nalizzati dalla recessione. Lei come è riuscito a tenere la barra dritta?Non mi sono fossilizzato sull’Italia: il Belpaese al momento rappresenta il 15% del mio fatturato. Purtroppo vedo molti colleghi concentrarsi troppo sul-l’Italia, ma quando si crea un’impresa non si può non tener conto che il Pae-se rappresenta meno dell’1% del pil del mondo. Tant’è vero che le imprese tri-colori che vanno bene sono quelle che esportano almeno il 90%.Per questo ha anche fatto velocemente i bagagli dall’Italia?Ho fondato l’azienda qui ma poi, già nel 2008, ci siamo trasferiti in Svizze-ra: come dicevo, in Italia ci sono trop-pi ostacoli per la crescita di una start up. La Svizzera invece risulta al primo posto di tutte le classifiche sui Paesi dove è più facile fare business.Con l’ingresso di lastminute.com, quali prospettive si aprono per il gruppo?La mia ambizione è diventare un uncon-ventional leader del travel mondiale: se Booking.com è paragonabile, come po-tenza, a Microsoft, noi vogliamo esse-re gli Apple del settore travel, ossia una realtà più piccola ma con una leader-ship distintiva. Comprando lastminute.com, abbiamo potuto raddoppiare il no-stro fatturato e, al contempo, abbiamo preso il brand più riconosciuto a livel-lo europeo, essendo lastminute più vec-chio di Booking ed Expedia. Infine, La-stminute vanta una competenza molto forte su tutto quello che è la vendita de-gli alberghi grazie a “top secret hotel”. So che lei sceglie con particolare cura i manager. Che caratteristiche devono avere per lavorare con lei?Non devono essere degli yes man. Pre-mio molto l’imprenditorialità, la capaci-tà di confronto, la personalità e la crea-tività. In una parola, la leadership. Aven-do io un carattere molto forte, non temo di essere oscurato da altre personalità ma, anzi, le incoraggio e mi circondo di leader. Anche perché solo avendo a fian-co persone di questa caratura, è possibi-le delegare e portare così avanti più at-tività.

È LA PASSIONE CHE FA LA DIFFERENZA. PER INNOVARE CI VUOLE CUORE. E I PRIMI CLIENTI SIAMO NOI

CON SEDE IN SVIZZERA, BRAVOFLY RUMBO GROUP È ATTIVO IN 35 PAESI. IL PRINCIPALE MERCATO DI RIFERIMENTO È IL REGNO UNITO, MENTRE SONO IN FORTE CRESCITA FRANCIA E GERMANIA: QUESTI TRE, INSIEME A ITALIA E SPAGNA, RAPPRESENTANO L’80% DELLE VENDITE DELLA SOCIETÀ. TRA I MERCATI DEL FUTURO, SPICCANO ASIA E SUD AMERICA. PER IL 2015 L’OBIETTIVO DI FATTURATO È DI 2,5 MILIARDI: NELLA STIMA È CONSIDERATO IL CONSOLIDAMENTO DI LASTMINUTE, AVVENUTO A MARZO (QUINDI APPLICATO SOLO SU DIECI MESI).

I NUMERI DI BRAVOFLY

MAGGIO 201597 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 98: Business People - Maggio 2015

A POCO MENO

DI 30 ANNI,

L’ARTISTA COLOMBIANO

HA GIÀ RAGGIUNTO

FAMA INTERNAZIONALE

E QUOTAZIONI

DA CENTINAIA

DI MIGLIAIA DI DOLLARI.

E SEMBRA SOLO L’INIZIO

DI BIANCA MARTINELLI

Trentotto lotti venduti al-l’asta in diciotto mesi, 246.807 euro la miglior aggiudicazione, per un totale di quasi 4 mi-lioni di euro di ricava-

to (3.876.867, per la precisione) rag-giunti solo tra il 2013 e il 2014. Il tut-to, a poco meno di 30 anni. Ha decisamente i numeri, Oscar Mu-rillo.Classe 1986, passaporto colom-biano e residenza londinese (detta-glio non indifferente, quest’ultimo, su cui torneremo a breve), negli ultimi tempi il giovane artista è stato auto-re e protagonista di una scalata tan-to incredibile quanto repentina delle aste d’arte contemporanea di tutto il globo, in grado di portarlo in pochi anni a divenire l’artista contempora-neo under 30 più quotato al mondo.

I dati fanno impressione, e la doman-da sorge spontanea: cosa gli ha per-messo di venire alla ribalta e di af-fermarsi tanto rapidamente e (parreb-be) saldamente in un settore altale-nante e difficile come quello del mer-cato internazionale dell’arte contem-poranea? Da semi-sconosciuto ad artista di le-vatura internazionale, il percorso di Murillo ha preso il via nel dicembre 2011 alla Nada Miami Art Fair, dove il gallerista di Los Angeles François Ghebaly propose una quindicina di suoi lavori. Le cifre di allora, com-prensibilmente modiche rispetto a quelle eccezionali di oggi, si aggira-vano tra 2.500 e 8.500 dollari, e il la-voro di Murillo incontrò subito il gu-sto del pubblico, registrando il suo primo sold out.

MURILLOSUPERSTAR

MAGGIO 201598 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Arte©

Co

urt

esy

of S

oth

eb

y’s

Page 99: Business People - Maggio 2015

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er G

alle

ry L

on

dra

/New

Yo

rk e

Osc

ar M

uril

lo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er G

alle

ry L

on

dra

/New

Yo

rk e

Osc

ar M

uril

lo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

IL SUO PERCORSO HA PRESO IL VIA NEL DICEMBRE 2011 ALLA NADA MIAMI ART FAIR,

REGISTRANDO IL PRIMO SOLD OUT

IL PRIMO TRIMESTRE DEL 2015 SEMBRA CONFERMARE IL SUCCESSO MERCANTILE

DI MURILLO. L’11 E IL 12 FEBBRAIO, DA CHRISTIE’S A LONDRA, SONO STATE AGGIUDICATE

LE OPERE UNTITLED (2011) E UNTITLED-YOGA/YOGA (2012). LA PRIMA, STIMATA 100-150

MILA STERLINE, HA RAGGIUNTO UN’AGGIUDICAZIONE DI 218.500,

MENTRE LA SECONDA, DA UN VALORE DI 12-18 MILA STERLINE, È STATA BATTUTA

PER 22.500. SEMPRE IL 12 FEBBRAIO A LONDRA, MA DA PHILLIPS,

LA TELA BINGO (2012), VALUTATA 120-180 MILA STERLINE, HA RAGGIUNTO

QUOTA 206.500, MENTRE IL 6 MARZO DA CHRISTIE’S A NEW YORK, FRIED (2012)

HA PIÙ CHE RADDOPPIATO LA PROPRIA STIMA, INDIVIDUATA TRA GLI 80 MILA

E I 120 MILA DOLLARI, CON UN’AGGIUDICAZIONE DI 269 MILA.

UN SUCCESSO INARRESTABILE

VENDUTINella fila in alto, da sinistra: Work! #9; The problem of digesting something that’s bigger than you can handle? #1 e Tilapia. Nella fila in basso: due Untitled, una del 2011 e una del 2012; Untitled (la era de la sinceridad) e Untitled (2). In apertura Work!

un sincretismo di culture che diviene ricchezza, a denotare la sua arte, co-stituendo la grande differenza rispetto ad altri giovani artisti suoi coetanei. Nel 2012 è la volta della celeberrima Serpentine Gallery di Londra, dove

l’artista ha esposto su invito di uno dei direttori artistici e semidio della curatela, Hans-Ulrich Obrist. Gli ef-fetti non si sono fatti attendere: acco-stato a uno dei critici più autorevoli su scala mondiale, per Murillo si

D a un punto di vista stilisti-co, i dipinti di grandi dimen-sioni dell’artista si riallaccia-

no alla vasta tradizione dell’Informa-le materico: sulle superfici di suppor-to grezzo, come tele frammentate e cucite, sono accostati colore, vernice spray, stralci di testo, detriti, polvere e cemento, distribuiti spesso secon-do una logica performativa e casuale. Contestualmente, nei lavori a video e nelle performance si colgono nozio-ni come quelle di appartenenza e co-munità, nonché l’approccio multicul-turale dell’artista che, originario del-la Colombia, vive e lavora in un con-testo brulicante e multietnico come quello londinese, in grado di fornire innumerevoli stimoli e influenze. Ed è forse proprio questa sua propensio-ne all’internazionalità e l’apertura a

DAVID ZWIRNER GALLERY PER OSCAR MURILLO

MAGGIO 201599 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© C

our

tesy

of S

oth

eb

y’s

© C

ou

rte

sy o

f So

the

by’

s

Page 100: Business People - Maggio 2015

LE ASTE DEL MESE

CHRISTOThe gates, 2003Venduto per

322.000 $

Contemporary Curated

Sotheby’s, New York

Sam FrancisUntitled, 1966Venduto

per 131.250 $

Sol LewittBlack And White Horizontal

Lines On Color, 2005Venduto per

200.000 $

First OpenChristie’s, Londra

Lee UfanFrom Line

No. 780231, 1978Venduto per 230.500 £

(342.754 $)

Fredrik VærslevUntitled (Canopy), 2012

Venduto per 110.500 £(164.314 $)

Tell Me WhatYou Want (What

You Really,Really Want)

Bonhams, Los Angeles

Abraham PalatnikUntitled (PrototypeFor Kinechromatic

Device), 1955 CircaVenduto per

425.000 $

Richard AnuszkiewiczGreen And Others, 1970

Venduto per60.000 $

sono spalancate le porte d’importan-ti collezioni e istituzioni. Un esem-pio di questa tendenza è la mostra promossa dall’influente Rubell Fami-ly Collection, tenutasi nella sede del-l’omonima Fondazione in occasione di Art Basel Miami 2012, dove i 50 lavori esposti erano il frutto di cinque mesi di residenza sponsorizzati dagli importanti collezionisti Don e Mera Rubell.

I l resto è cronaca recente: Muril-lo entra a far parte a pieno tito-lo del rutilante sistema dell’arte

contemporanea di caratura mondiale, tutte le principali case d’asta del glo-bo iniziano a trattarne il lavoro con continuità, mentre da maggio a di-cembre del 2013 le aggiudicazioni si succedono con una frequenza altissi-ma: 25 lavori venduti all’asta in poco più di sei mesi, con offerte oscillanti tra i 19 mila e i 247 mila euro. Zero, manco a dirlo, è il numero dei lotti ri-masti invenduti. Nel frattempo, a set-tembre dello stesso anno, Murillo en-tra a far parte della scuderia di Da-vid Zwirner, galleria con sede a Lon-dra e New York. Anche in questo caso le conseguenze sono immediate: il 19 dello stesso mese l’opera Untitled (Drawing of the wall) viene battuta da Phillips a New York per 330 mila dol-lari (pari a 247 mila euro, 300 mila con le commissioni), stabilendo il re-cord d’asta dell’autore che all’epo-ca, a soli 27 anni, poteva già conta-re ben cinque aggiudicazioni oltre i 200 mila euro.

Anche nel 2014 i suoi risulta-ti alle aste non hanno lasciato adito a dubbi: il 10 febbraio,

nella sede londinese di Phillips, l’ope-ra Untitled (2011) ha fruttato la “mo-dica” cifra di 98.500 sterline lorde, il 12 febbraio, da Sotheby’s, Work! #9 (2012) viene battuta per 146.500 ster-line diritti compresi, raddoppiando, secondo quella che ormai pare esse-re una consuetudine invalsa all’arti-sta, l’iniziale stima di 60-80 mila ster-line. Sulla scia di tutto ciò, anche le esposizioni si moltiplicano: nella pri-mavera del 2014 Murillo è in mostra da David Zwirner con una persona-

le dall’eloquente titolo A Mercanti-le Novel, prima di approdare in altre prestigiose sedi private come la Ma-rian Goodman Gallery di New York o la Saatchi Gallery di Londra.E così, mostra dopo mostra, asta dopo

1° OSCAR MURILLO (1986) Colombia

2° LUCIEN SMITH (1989) Stati Uniti

3° JACOB KASSAY (1984) Stati Uniti

4° QIAOMING MI (1986) Cina

5° LIANG HAO (1983) Cina

6° PARKER ITO (1986) Stati Uniti

7° RYAN SULLIVAN (1983) Stati Uniti

8° HUGH DOUGLAS-SCOTT (1988) Uk

9° JIGGER CRUZ (1984) Filippine

10° CHENGWEI CHEN (1984) Cina

TOP 10 ARTISTI CONTEMPORANEICON MENO DI 30 ANNI

asta, la carriera e l’arte di Oscar Mu-rillo hanno conosciuto la loro defini-tiva consacrazione nell’Olimpo del-l’arte, guadagnandosi un posto d’ono-re nel panorama della giovane arte contemporanea under 30.

A SOLI 27 ANNI, POTEVA GIÀ VANTARE CINQUE AGGIUDICAZIONI

OLTRE I 200 MILA EURO

Fonte: Artprice

DAL 2011 A OGGI Altre opere di Murillo. A sinistra, Yuka chips, olio, polvere di cemento colorato, grafite e detriti su tela. In basso, da sinistra verso destra: Perla de oro (del 2013), Let me be (del 2011) e Quantifying an ad campaign #6, opera realizzata lo scorso anno

MAGGIO 2015100 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Arte

P

© C

ou

rte

sy S

oth

eb

y’s,

New

Yo

rk

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er G

alle

ry L

on

dra

/New

Yo

rk e

Osc

ar M

uril

lo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

© C

ou

rte

sy D

avi

d Z

wirn

er

Ga

llery

Lo

nd

ra/N

ew Y

ork

e O

sca

r Mu

rillo

Page 101: Business People - Maggio 2015

ALD PERMUTA MOLTO PIÙ CHE CAMBIARE AUTO.

È scegliere una nuova idea di mobilità che ti semplifica la vita,a partire dalla garanzia del giusto prezzo per liberarti del tuo usato, perché ALD acquista la tua auto

valutandola secondo i parametri di . La soluzione ideale per chi vuole passare a una nuova auto e avere i vantaggi del noleggio a lungo termine.

Scopri di più su mobilitysolutions.aldautomotive.it

Page 102: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015WWW.BUSINESSPEOPLE.IT102

Moda

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Page 103: Business People - Maggio 2015

«ARRICCHISCE LA NOSTRA MENTE, IL NOSTRO CORPO E LA NOSTRA ANIMA EMANANDO SICUREZZA E STABILITÀ»

Leatrice Eiseman, direttore esecutivo Pantone Llc

Com’era prevedibile, il marsala quest’anno ha colorato quasi tutte le passerelle, comprese quelle di Burberry Prorsum (4), Robert Geller (8), Andrea Pompilio (9) e Antonio Marras (3). Lo stilista italiano si è anch’esso presentato, a fine sfilata, interamente vestito della tinta dell’anno (2). Anche le star hanno subito fatto propria la tendenza del 2015, come dimostrano gli scatti a Taylor Lautner (1), reso celebre dalla saga di Twilight, i suoi colleghi Ryan Gosling (5) e David Oyelowo (6), e il cantante Sam Smith (7)

È STATO DECRETATO COLORE DELL’ANNO 2015, ORA SPOPOLA NELLE CREAZIONI DI STILISTI E DESIGNER: TUTTE LE DECLINAZIONI

DI UNA TONALITÀ VERSATILE ED ELEGANTE

di Letizia Redaelli

n coda alla cassa in una famo-sa libreria del centro di Mila-no, un uomo mi chiede se la-voro nel campo dell’arte. Il mo-tivo della sua curiosità è il li-bro che ho in mano: Pantone, storia del XX secolo a colori di Leatrice Eiseman e Keith Rec-ker. L’uomo, che poco più tardi

si rivela essere un esperto di marke-ting del fashion, inizia una breve di-scettazione sul vero significato della moda, non come comunemente in-teso. Insieme (e sicuramente non per primi) raggiungiamo la soluzione del quesito. In statistica la moda – o nor-ma – è il valore che compare più fre-quentemente, come dire ciò che è più comune.La nostra chiacchierata non solo ver-te su questo argomento, ma spazia a un altro limitrofo e collaterale: un co-lore può essere di moda?Pantone Llc è nato più di quaranta-cinque anni fa e, nel tempo, è diven-tato la massima autorità nel campo del colore. Ispirazione di designer e creativi di tutto il mondo, offre servizi e tecnologie per dare sfogo al proprio estro attraverso il colore. Il fondato-re Lawrence Herbert, nel 1963, ideò il Pantone Color Matching System: un catalogo di tinte standard sotto for-ma di palette. Si trattava di una vera e propria rivoluzione volta a risolve-re i problemi legati all’identificazio-ne delle tonalità nel settore delle arti grafiche. Pantone, da allora, ha am-

pliato la propria attività ad altri setto-ri come il digitale, la moda, la casa, le plastiche, l’architettura, il design d’interni e la pittura.

Trend trasversaleOgni anno i professionisti del-

l’Istituto Pantone, tra cui il suo direttore esecutivo

e guru del colore Leatrice Eiseman, comunicano al mondo quale sarà il colore dell’anno. Ovviamente non si tratta di una decisione arbitraria, ma del risultato di un’attenta analisi dei trend e della società, sia in ter-mini culturali sia di condizione uma-na: a tale conclusione si giunge tra-mite lo studio dei colori più comu-ni nelle collezioni di moda e design e solo dopo l’osservazione dello stato emotivo del mondo. La tinta onorata di tale titolo nel 2014 è stata Radiant Orchid, un punto di viola ottenuto dall’unione tra il fucsia, il viola inten-so e diverse sfumature di rosa. Una sinfonia capace di emanare gioia e amore, una magica tinta che colpisce

lo sguardo e intriga l’immaginazione. Ma il colore dell’anno 2015, protago-nista di molte linee di moda sia ma-schili che femminili, è il marsala.«Mentre il Pantone 18-3224 Radiant Orchid», commenta Eiseman, «inco-raggiava la creatività e l’innovazione, il marsala arricchisce la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima ema-nando sicurezza e stabilità». Un colo-re che, verrebbe da dire, simboleggia i desideri contemporanei dell’uomo. In un mondo in cui il caos regna sovra-no, in cui tutto è sovraesposto, l’equi-librio è diventato un desiderio più che una costante. La cultura occidentale, iperconnessa, fa del multitasking la sua delizia e la sua croce: tante cose realizzate nello stesso momento, ma quante al massimo delle proprie pos-sibilità? In un articolo pubblicato su The Guardian, il neuroscienziato Da-niel J. Levitin, direttore del Labora-tory for Music, Cognition and Exper-tise alla McGill University, ha dichia-rato che essere contemporaneamente attivi su più fronti riduce l’efficienza e porta a un esaurimento delle funzioni cerebrali. Ciò che sostengono Levitin e altri studiosi è che il multitasking, in realtà, altro non è che passare velo-cemente da un compito all’altro.

QUEL DECISO GUSTO DI

MarsalaMarsala

MAGGIO 2015103 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 104: Business People - Maggio 2015

PetroniusFa tendenza questa cravatta

in tricot di seta, realizzata a mano su antichi telai

AngelicoStampa floreale sui toni del blu

per questa pochette in cotone

Oxford

L’idea che questo approccio permetta di raggiungere massimi obiettivi nel minor tempo possibile sarebbe, quin-di, un’illusione. Il marsala, in questo panorama, è il tassello mancante. Un colore in controtendenza rispetto al-l’umore culturale e, per questo, ne-cessario. Vi si legano pensieri di pla-cida serenità, piacevoli e appagan-ti come un bicchiere dell’omonimo vino. Ha dell’intoccabile, rassicuran-te e solido come le sue sfumature ros-so-marroni, figlie delle sfumature del-la terra: osservarlo dona pace e tran-quillità, è come entrare in una bolla in cui è vietato l’accesso agli eccessi-vi stimoli esterni.Si tratta di una tonalità trasversale, adattabile alle creazioni di moda, ai prodotti di bellezza, all’industrial de-sign e all’arredamento.

Dal total look al

particolare distintivo

Appropriato sia all’uomo che alla donna, è stato visto in di-verse collezioni della prima-

vera-estate 2015, utilizzato per i to-tal look o come un accenno di colore in accordo con tinte più neutre. Gra-zie ai sottotoni bruciati, il marsala si sposa con il giallo dorato, con il ven-taglio dei verdi e con le sfumature del blu: il risultato è, in ogni caso, una combinazione di sofisticata elegan-za. Andrea Pompilio, designer prodi-gio della moda italiana, rende que-sto colore uno dei protagonisti della sua primavera maschile: lo spalma su pantaloni e capispalla, senza dimen-ticarsi di utilizzarlo per esaltare i det-tagli. La maison Boglioli, invece, sce-glie di accostarlo a una palette varie-gata: il verde pastello è esaltato dal marsala e viceversa, così come ac-cade anche per il giallo intenso. Ma è interessante come il brand lo uti-lizzi anche per dar vita a una stam-pa geometrica: rombi sovrapposti su fondo bianco in un alternarsi di gial-lo ocra, carta da zucchero, rosso in-

Brunello CucinelliIn jersey piquet,

la camicia dello stilista umbro presenta un interessante

effetto denim

Davide AlbertarioPortafoglio verticale in vitello

palmellato bordeaux con sei porta carte di credito

Jacob CohënQuesto punto di azzurro si sposa perfettamente con il colore dell’anno

TagliatoreMonopetto sfoderato a due bottoni

con tasche a toppa in jersey bicolore melange, che esalta i toni del marsala

Fratelli RossettiMocassino con fascetta

in morbido vitello, è di una tonalità

tra il marsala e il viola

MAGGIO 2015104 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Moda

Page 105: Business People - Maggio 2015

P

© G

ett

yIm

ag

es

(7),

Un

ive

rsa

l (1)

IndirizziAngelico

www.angelico.it

Brunello Cucinelliwww.brunellocucinelli.com

Davide Albertariowww.davidealbertariomilano.com

Fratelli Rossettiwww.fratellirossetti.com

Jacob CohënJacobcohen.it

Petroniuswww.petronius1926.it

Tagliatorewww.tagliatore.com

TRA GLI ACCOSTAMENTI POSSIBILI SI CONTANO IL TURCHESE, I ROSA, I VERDI E IL CORALLO. MA È IL COLORE

DEL MARE A RENDERLO ANCORA PIÙ SOFISTICATO

tenso e marsala, ça va sans dire. C’è chi, come Robert Geller, ama sfruttar-lo come una lieve pennellata per rav-vivare un nero profondo e chi, inve-ce, non ne risparmia l’uso: è questo il caso di Antonio Marras e Burber-ry Prorsum, due brand agli antipodi per caratteristiche stilistiche, che tro-vano una visione comune nella scelta di questo colore.

Perfetto con il blu

I l marsala vede diversi accosta-menti possibili: il turchese, i rosa, i verdi e, addirittura, il corallo. Le

sfumature dei blu, tuttavia, rendono questa tinta ancora più sofisticata, senza scadere in eccessi. Tagliatore propone una giacca totalmente sfo-derata e destrutturata che fa di questo accordo cromatico la sua forza: il tes-suto è un jersey bicolore melange che esalta i toni del marsala. Il monopetto è a due bottoni ed è caratterizzato da tasche a toppa, sottocollo in contra-sto in jersey, spalla insellata, maniche a camicia, dettagli sartoriali e botto-ni in metallo satinato-ramato. La tin-ta di questo capospalla si sposa per-fettamente con i colori della pochette di Angelico e della camicia di Brunel-lo Cucinelli. La pochette bianca, rea-lizzata in cotone Oxford, è decorata con una stampa floreale sui toni del blu mentre la camicia, in jersey pi-quet, ha un effetto denim interessan-te. I pantaloni di Jacob Cohen, inve-ce, sono di un punto di azzurro che trova un accordo armonioso con la tinta dell’anno. Gli accessori si dimostrano poi es-sere un terreno fertile per il marsa-la: lo si trova riproposto nelle calza-ture, nella pelletteria, nelle cravatte. Petronius presenta una cravatta tricot in seta realizzata a mano su antichi

telai, mentre è di Davide Albertario il portafoglio verticale in vitello palmel-lato bordeaux con sei porta carte di credito (entrambi disponibili su car-danoclub.it). Fratelli Rossetti, invece, ha ideato un mocassino con fascetta in morbido vitello in una tonalità in bilico tra il marsala e il viola.

Oltre il fashion

Ma, come si accennava in precedenza, non è solo la moda a rendere onore

al marsala: il suo utilizzo nel beau-ty è una prova di quanto sia duttile. Adattabile ai più svariati toni di pelle, può essere mixato con il rosa pesca o con i colori dorati ed è nella palet-te di ombretti, blush e rossetti. Si può dire che nel primo decennio del ‘900 un antenato del marsala fece capoli-no sulle labbra di moltissime donne. È American Beauty, un colore in bili-co tra il rosso e il bordeaux, differen-te dal marsala perché mancante del-le sfumature terrigne, ma simile per l’impatto visivo. In quel periodo, co-m’è noto, il sesso femminile era al-l’inizio della propria rivalsa e, nel lungo processo che portò all’acqui-sizione di pari diritti, trovò modo di essere protagonista anche nelle attivi-tà sportive. Charlotte Cooper, duran-te le seconde Olimpiadi organizza-te in occasione dell’Esposizione Uni-

versale, diventò la prima campiones-sa olimpica guadagnandosi la vittoria nel tennis. A seguire, nel 1910, la ba-ronessa Raymonde de la Roche fu la prima donna a conseguire un brevetto di volo e la spericolata Annie Taylor si gettò dalle cascate del Niagara den-tro un barile. La nuova consapevolez-za corporea femminile portò a una ra-dicale mutazione della società il cui immaginario, prontamente, ne restò toccato. I colori della vita sportiva di inizio ‘900 sono più che altro tonali-tà neutre, dall’antracite al beige, pas-sando per il bianco avana. Ma ciò che è interessante è come la palette di al-lora esaltò l’ingresso femminile nello sport: il rosso American Beauty, uti-lizzato in diverse campagne pubblici-tarie dell’epoca in accordo con il ver-de scisto e il rosa cipria, è un chia-ro rimando a una femminilità frizzan-te e potente.

Contaminazione continua

P uò, quindi, un colore essere di moda? Se si guarda al marsala viene da dire di sì. È la traspo-

sizione visiva del significato contem-poraneo di trend: un flusso continuo tra le varie discipline che travolge il design, la moda, l’arte e l’arredamen-to in un processo di contaminazione continua. Un settore ispira l’altro per la scelta di un colore, in questo caso, ma, più generalmente, anche per for-me e texture creando un’unica, sfac-cettata visione del mondo. La tenden-za, oggi, è intesa come prendere la stessa direzione dell’agire verso la co-struzione di un comune senso esteti-co, al di là dei limiti predefiniti.

MAGGIO 2015105 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 106: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015106 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

VERSOLA SOLUZ IONE D I UN PROBLEMACaricare ogni giorno l’orologio manuale attraverso la corona consuma guarnizioni, lubrificanti e relativa tenuta stagna ben più di una carica settimanale. Così, per fare un celebre esempio, Panerai nei suoi orologi storici da polso per la Regia Marina Militare Italiana aveva incassato l’Angelus, un movimento da tasca con riserva di carica di ben otto giorni.Oggi, con l’evoluzione dei materiali, la problematica relativa all’usura di guarnizioni e lubrificanti è ridimensionata, ma il valore aggiunto di una lunga riserva di marcia è rimasto intatto, anche perché influisce sulla precisione dell’ora (a fine carica l’orologio è meno puntuale). In generale, la riserva di carica “allungata” si ottiene con un doppio bariletto che utilizza gradualmente l’energia immagazzinata dalla carica della corona o della massa oscillante nei movimenti automatici.

Il piacere di guidare una utilitaria o il lussuoso sfizio di spingere l’accele-ratore di una fuoriserie è condizio-nato – anche – dalla frequenza con cui è necessario “sostare ai box” per

rifornirsi di carburante, perché in en-trambi i casi non è mai piacevole avere una scarsa autonomia di marcia. In que-sto caso l’orologeria assomiglia al settore automobilistico.Nei segnatempo da polso la riserva di marcia tradizionale va indicativamente dalle 30 alle 50 ore e, per questo motivo, è consigliabile per tale categoria ricarica-re l’orologio a carica manuale una volta al giorno. Allo stesso tempo anche quel-li a carica automatica necessitano di una giusta dose di energia data dal movimen-to del polso altrimenti – come magari ca-pita quando andiamo al mare e non lo in-dossiamo per molte ore della giornata – dopo un paio di giorni li troviamo scari-chi o indietro rispetto all’ora corretta. Questo tipo di problematiche si as-sottigliano di fronte a riserve di carica che raddoppiano o triplicano l’autono-mia consueta quando non vanno anco-ra decisamente oltre. Nella rassegna di questo mese presentiamo il meglio del mercato mondiale della “lunga dura-ta”, con la vetta rappresentata dal Lan-ge 31 di A. Lange & Söhne (box a de-stra), che raggiunge lo stratosferico dato

di un mese senza bisogno di nessuna ri-carica manuale.Se guardiamo ai “semplici”, ore, minuti e secondi (al centro o “piccoli”, a ore 6), datario (a ore 3 o al 6) e riserva di carica di otto giorni sono la scelta in “purezza” di Blancpain, con il Villeret in oro rosso

dal quadrante bombato in smalto bian-co grand feu (che opta per la carica au-tomatica), e di Iwc, con il Portoghese in acciaio che invece preferisce la più clas-sica carica manuale.Sul fronte dei “complicati”, Panerai, con il Radiomir 1940 Equation Of Time in ac-

IL MILLENARY QUADRIENNIUM È UN CALENDARIO COMPLICATO CHE CONSENTE DI REIMPOSTARE L’ORA UNA SOLA VOLTA NEGLI ANNI BISESTILI ED È A RICARICA MANUALE (CASSA IN ORO ROSA Ø 32,90 X 37,90 MM; RISERVA DI CARICA DI SETTE GIORNI).

A u d e m a r s P i g u e t

DURATA VIAGGIO ALLA SCOPERTADEI SEGNATEMPO CON RISERVADI CARICA QUASI INFINITA

B l a n c p a i n

audemarspiguet.com

IL VILLERET 8 JOURS CON SECONDI AL CENTRO E DATARIO A ORE 3 HA IL QUADRANTE BOMBATO IN SMALTO BIANCO GRAND FEU E LA CARICA È AUTOMATICA (CASSA IN ORO ROSSO Ø 42 MM; RISERVA DI CARICA DI OTTO GIORNI).

L U N G H I S S I M A

a cura di Michele MengoliOrologi

© R

oc

ky89

/iSt

oc

k/Th

inks

toc

k

Page 107: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015107 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

H . M o s e r& C i e .

L’ENDEAVOUR BLACK GOLDEN EDITION È UN CALENDARIO PERPETUO MANUALE CON GRAN DATA E VISUALIZZATORE DELLA RISERVA DI CARICA IN EDIZIONI LIMITATA A DIECI ESEMPLARI (CASSA IN TITANIO CON TRATTAMENTO DLC Ø 40,8 MM; RISERVA DI CARICADI SETTE GIORNI).

IL RECORD DEL LANGE 31: UN MESE SENZA PENSIERI

A guardarlo in foto il Lange 31 di A. Lange & Söhne sembra “semplicemente” un magnifico orologio di altissima manifattura,

con la sua tanto sontuosa quanto discreta cassa in platino di grandi dimensioni e quadrante in argento massiccio rigorosamente essenziale, dove spicca il datario a due finestrelle – vero e proprio “must” della manifattura di Glashütte – a ore 10 e il “quadrantino” al 6 dei piccoli secondi. Ma è il contatore sovradimensionato a ore 3 con il numero 31 a “fine corsa” che fa sobbalzare l’appassionato di orologeria meccanica di qualità, perché è riferito alla durata massima della riserva di carica dell’eccezionale movimento manuale che anima questo segnatempo unico sul mercato mondiale. Per poter accumulare l’energia necessaria all’autonomia di un intero mese, il Lange 31 è dotato di due bariletti sovrapposti. E fin qui siamo nella normalità degli orologi dalla carica allungata. L’eccezionalità sta nel diametro interno di 25 millimetri e con il doppio bariletto che occupa i tre quarti della superficie del movimento. Mentre le due molle di carica hanno una lunghezza di 18,50 centimetri ciascuna, ossia da cinque a dieci volte maggiore rispetto ai movimenti degli orologi da polso convenzionali a carica manuale!Insomma, lo avete capito, stiamo parlando di numeri da fantascienza orologiera. Il movimento del Lange 31, per ricaricare il doppio bariletto a tre quarti, ha un’altra caratteristica unica nel panorama orologiero degli orologi da polso. L’orologio non si ricarica dalla corona – che ovviamente serve per sincronizzare ora, minuti e secondi – ma da una “fessura” sul fondello a ore 10 con caricamento a chiavetta. La vista sul fondo cassa include inoltre un panorama consueto per A. Lange & Söhne fatto di platine e ponti in alpacca naturale, ponte del bilanciere inciso a mano e quattro castoni d’oro avvitati e regolazione micrometrica brevettata con molla a collo di cigno.Tornando sul lato quadrante, il pulsante a ore 10 serve invece per l’avanzamento del grande datario (cassa in platino Ø 45,9 mm; riserva di carica di 31 giorni). www.alange-soehne.com

N E S S U N O M E G L I OD I L U I

ciaio, abbina otto giorni di autonomia con l’“equazione del tempo” – che regi-stra la differenza in minuti tra tempo so-lare e tempo medio – attraverso un mo-vimento a carica manuale che indica an-che il mese oltre alla data. Altri due su-blimi calendari a carica manuale, en-trambi con sette giorni di riserva di cari-ca, per Audemars Piguet, con il Millenary Quadriennium in oro rosa, che consen-te di reimpostare l’ora una sola volta ne-

gli anni bisestili, e per H. Moser & Cie., con l’Endeavour Black Golden Edition, un perpetuo con grande datario e visua-lizzatore della riserva di carica in edizio-ni limitata a dieci esemplari.In una rassegna simile non poteva poi mancare una riserva di carica di (addirit-tura) 14 giorni in abbinamento al tourbil-lon, nel “trionfo” di scheletrature e inci-sioni artigianali del Vacheron Constantin Métiers d’Art Mécaniques Gravées.

h-moser.com

I w c

IL PORTOGHESE OTTO GIORNI CON PICCOLI SECONDI AL 6 E DATA AL 3 È UNO DEI SUPER CLASSICI DELLA “LUNGA CARICA” CON VERSIONI IN ACCIAIO (IN FOTO) E ORO ROSSO E CINTURINI FIRMATI DA SANTONI. LA CARICA È MANUALE (CASSA IN ACCIAIO Ø 42 MM; RISERVA DI CARICADI OTTO GIORNI).

iwc.com

P a n e r a i

UNO DEI RADIOMIR PIÙ PREZIOSI È IL 1940 EQUATION OF TIME A CARICA MANUALE CON PICCOLI SECONDI A ORE 9, INDICATORI DI MESE E DATA AL 3 ED EQUAZIONE DEL TEMPO AL 6 (CASSA IN ACCIAIO Ø 48 MM; RISERVA DI CARICA DI OTTO GIORNI).

panerai.com

Va c h e r o n C o n s t a n t i n

IL TOURBILLON MÉTIERS D’ART MÉCANIQUES GRAVÉES È UNO STREPITOSO ESERCIZIO DI STILE ACQUISTABILE SOLO NELLE BOUTIQUE MONOMARCA. IL MOVIMENTO MANUALE SI FREGIA DEL PUNZONE DI GINEVRA (CASSA IN PLATINO Ø 41 MM; RISERVA DI CARICADI 14 GIORNI).

vacheron-constantin.com

FANTASCIENTIFICO Oltre che per la riserva da record, si distingue per una caratteristica unica: la ricarica da una fessura sul fondello a ore 10 con caricamento a chiavetta

IL SUO DOPPIO BARILETTO OCCUPA 3/4 DEL MOVIMENTO

P

Page 108: Business People - Maggio 2015

ANALOGICO DITE ADDIO A LANCETTE

E CONTAGIRI CROMATI,

È ARRIVATO IL TFT,

IL QUADRO DI BORDO

ELETTRONICO. UN CUORE

HI TECH ADATTABILE

DI VOLTA IN VOLTA

AI DESIDERI DI CHI È ALLA

GUIDA DI A.P. ARTEMI

AUDI L’ultima

TT sfoggia un display

da 12,3 pollici

a

Motori

MAGGIO 2015108 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 109: Business People - Maggio 2015

rovate a vagare per Internet alla ricerca della definizio-ne di che cosa sia la tecno-logia Tft, acronimo di Thin film transistor ovvero, in ita-liano, Transistor a pellicola

sottile: la spiegazione più stringata, tar-gata Wikipedia, impiega circa 500 paro-le per lasciare in chi non ha una laurea in ingegneria elettronica una serie di dubbi lunga come la Parigi-Pechino.Provate, allora, a chiedere a un conces-sionario Audi di accendervi l’ultima TT, la coupé dalla linea mozzafiato fiore al-l’occhiello della casa tedesca. La soluzio-ne dell’inghippo sarà proprio lì, davanti ai vostri occhi e dietro al volante, sotto for-ma di un display da 12,3 pollici coman-dato da superprocessori capaci di gestire e visualizzare una mole impressionante di dati e informazioni al ritmo di 60 foto-grammi al secondo. Iniziamo scegliendo la configurazione “classica” e tutto sem-bra normale, con il tachimetro e il conta-giri che la fanno da padroni. Basta poco, però, per capire che le lancette non oscil-lano, ma indicano con precisione assoluta la velocità e il regime di rotazione del mo-tore garantendo, tra l’altro, un’ideale resi-

FERRARI I suoi privilegiati

acquirenti sono stati i primi

a provarlo

stenza passiva ai vari congegni che cerca-no di multarci per eccesso di zelo sul pe-dale del gas. Ma la vera rivoluzione ap-pare se si opta per la modalità “infotain-ment”, con cui si sceglie se avere come protagonista il navigatore oppure il telefo-no o, ancora, la grafica dei sistemi di assi-stenza, le immagini della telecamera che assiste la retromarcia…Insomma: ognuno può farsi il cruscotto su misura, un’ebrezza tecnologica prova-ta per la prima volta dai privilegiati acqui-renti de LaFerrari, un Cavallino rampan-te ibrido da 963 cavalli. Loro, i 499 fortu-nati, di sicuro ci sono rimasti un po’ male quando hanno scoperto che i cruscotti Tft erano sbarcati sulle macchine delle per-sone dal rango economico quasi norma-le. Ma tant’è, l’hi tech è fatto per allargare le sue platee e così è passato dalla Ferrari che vale come un Van Gogh alla TT da 41 mila euro e, da qualche tempo, ha sdo-ganato il Tft anche su una city car come l’Abarth 595, o la Fiat 500 che nella ver-sione Vintage ‘57 monta a sua volta il su-per display. È da sette pollici, è vero, ma non si può avere tutto a partire da 16.500 euro. Comunque, una volta che ci si è ac-comodati sui sedili realizzati da Poltrona

Frau, si possono configurare le info secon-do le esigenze del momento scegliendo, per esempio, tra consumo istantaneo, per-correnza e autonomia, mentre il sistema consente di vedere gli avvisi del navigato-re e di gestire al meglio media player, te-lefono e trip computer. Se, poi, quei sette pollici continuano a far insorgere un com-plesso d’inferiorità, non pensate ai facol-tosi clienti dell’ultima Mercedes Classe S, una supercar cui è negato l’accesso a chi non può staccare un bonifico stellare: an-che qui il teutonico display è da 12,3 ed è, noblesse oblige, ad alta definizione e full color. Quando si siede al posto di gui-da, il pilota è accolto dalla silhouette del-la vettura. Nel menù principale si trovano le indicazioni più utili per il viaggio, dal navigatore all’autonomia, dalla velocità di crociera alla distanza programmata per la frenata assistita. Poi la finestra sul futuro, sotto forma di tablet al centro della plan-cia (vale ulteriori 12,3 pollici), che si go-verna con il mouse posto davanti alla leva del cambio e che collega in tempo reale con il mondo intero.Non potete permettervi una Classe S e neppure una C, l’altra Mercedes che ostenta il suo bel Tft? Nessun problema, la Fiat 500 non è la sola auto abbordabile a montare il cyber cruscotto: c’è anche la Hyundai Tucson. Chi la vede da fuori

IL CRUSCOTTO “SU MISURA” HA DEBUTTATO SULLA ROSSA, MA È ORMAI SBARCATO ANCHE SU ALCUNE CITY CAR

ABARTH Anche una

piccola come la 595 vanta un quadro hi tech

MAGGIO 2015109 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 110: Business People - Maggio 2015

apprezza soprattutto il nuovo design del-le luci posteriori, ma quello che più conta è che dentro si impostano le informazioni come si vuole, alla faccia di chi si ostina a guidare una Getz e si deve accontentare di immutabili informazioni formato 1.0. Se qualcuno, a questo punto, magari per un’incontenibile nostalgia dei tempi che furono, avesse ancora dei dubbi, ecco l’ar-

gomento definitivo a favore dei Tft. Avete presente gli inglesi, quelli che si fanno an-cora un vanto del cruscotto della vecchia Mini, sì proprio quello con il grande tachi-metro ovale e centrale, il livello benzina a destra, la pressione dell’olio a sinistra, qualche spia e nient’altro? È stato per de-

cenni il massimo del minimalismo appli-cato all’automobile, vanto dell’Union Jack come la minigonna di Mary Quant e i Be-atles. Ma adesso anche il marchio più bri-tish che ci sia, la Jaguar (il fatto che il pro-prietario sia l’indiana Tata è un incidente di percorso), si è adeguato e nel corso del

PARLEREMO CON LE NOSTRE AUTO

Come immagina le novità che affiancheranno sulle auto di tutti i giorni il Tft?L’interazione tra il guidatore e la strumentazione a bordo dei veicoli sarà sempre

più orientata verso un tipo di interfaccia touchscreen abbinata ai comandi vocali.Poter parlare con la propria macchina sarà il fattore determinante?

Sì, ma in abbinamento con la tecnologia head-up display, il sistema che proietta le informazioni direttamente sul parabrezza o su un apposito pannello trasparente

sistemato all’altezza del cruscotto, affinché i dati siano facilmente raggiunti dallo sguardo del conducente senza obbligarlo a distogliere l’attenzione dalla strada.

Queste nuove tecnologie oggi tagliano fuori milioni di automobilisti…La connettività è un lusso che tutti prima o poi potranno permettersi. Ma perché

ciò accada è indispensabile che le case che, come Bmw, hanno l’innovazione nel Dna facciano da apripista. Prendete la nuova Serie 5 Touring: la pellicola che sta

alla base della tecnologia Tft contribuisce a un’esperienza di guida unica.Il passato, quindi, è tutto da buttare?

No. L’imperativo è prendere quello che di meglio ha da offrirci. Quando ha lanciato la Mini 2.0 la Bmw ha mantenuto, rimodernandola, l’idea del cruscotto originario,

un vero capolavoro del minimalismo messo al servizio degli automobilisti. Che cosa direbbe il progettista della vecchia Mini, se salisse su quella di oggi?

Credo che andrebbe fiero del fatto che la sua idea di auto è ancora viva e vegeta. Poi, dato che era un ingegnere e non un designer, andrebbe pazzo per quelle

soluzioni che lui non poteva vedere neanche nei sogni più sfrenati.

OLANDESE, 50 ANNI, ADRIAN VAN HOOYDONK HA INIZIATO LA CARRIERA ALLA GENERAL ELECTRIC PRIMA DI ESSERE FOLGORATO, NEL 1989, DALLA PASSIONE

PER LA PROGETTAZIONE AUTOMOBILISTICA. DAL ‘92 LAVORA IN BMW, DOVE HA RAGGIUNTO, SEI ANNI FA, L’AMBITA POSIZIONE DI DIRETTORE DEL DESIGN.

DAL NAVIGATORE AL TELEFONO, FINO ALLA TELECAMERA PER LA RETROMARCIA: TUTTO È PROPRIO SOTTO I NOSTRI OCCHI

Un altro esempio?I puristi inglesi rimpiangono ancora la formula Mini, con il grande tachimetro al centro della plancia. Lo promuovo ancora a pieni voti, anche se oggi lo integrerei con un display Hud per gestire infinite ulteriori informazioni indirizzate al guidatore.Con l’avvento dei cruscotti Tft le lancette sono diventate giurassiche? No. Pensate agli orologi di alta gamma: quelli digitali sono pochissimi perché non sono imitabili, per esempio, le nostre finiture a raggio di sole o la polverizzazione catodica di metalli quali titanio o alluminio per le rifiniture... Tutte lavorazioni che accomunano il cruscotto dell’auto di lusso ai più esclusivi cronografi. Diciamolo con chiarezza: i Tft non sono che “buchi neri” sulla plancia, mentre i cruscotti analogici vengono ammirati e apprezzati come opere di alta orologeria. A proposito di strumenti tradizionali, perché quelli tondi sono sopravvissuti a tutti i tentativi d’innovazione degli ultimi quarant’anni?La forma circolare ispira completezza, ordine e purezza, mentre l’evidente richiamo al mondo della meccanica di precisione di orologi e cronometri aggiunge prestigio ed evoca l’abilità manuale. Una lancetta che si muove al progredire di velocità e numero di giri è parte dell’immaginario collettivo e della tradizione, permette un controllo immediato dell’avvicinarsi del limite. Niente che possa essere paragonato al semplice progredire di un numero o di un’immagine.

COME CRONOGRAFI DI LUSSOIL CRUSCOTTO PIÙ BELLO DI SEMPRE? EMANUELE BEDETTI, DIRETTORE OPERATIVO EUROPA DI SHOKOSHA AUTOMOTIVE, SOCIETÀ GIAPPONESE LEADERNELLA PRODUZIONE DI QUADRANTI ANALOGICI, NON HA DUBBI. «È QUELLODELLA JAGUAR E-TYPE, DI IMMEDIATA LETTURA CON UN SEMPLICE COLPO D’OCCHIO, UN PICCOLO CAPOLAVORO DI MECCANICA DI PRECISIONEDI CHIARA ISPIRAZIONE AERONAUTICA…».

MERCEDES La Classe S

di display ne ha addirittura due (da 12,3 pollici)

MAGGIO 2015110 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Motori

Page 111: Business People - Maggio 2015

recente New York Auto Show ha presenta-to la versione 2016 della XF, da scegliere rigorosamente con il propulsore V6 tre litri sovralimentato da 380 cavalli. La trasmis-sione è automatica e con un’overdose di rapporti, addirittura otto, ma mentre lei cambia per voi potete concentrarvi sul Tft di ultimissima generazione e divertirvi a giocare con le informazioni come fa vo-stro figlio con la sua PlayStation.A proposito di vostro figlio, quello impal-linato per le due ruote, neppure lui può essere immune al fascino della strumen-tazione più moderna che ci sia. A pat-to naturalmente, che abbia la fortuna di cavalcare una Ducati 1299 Panigale: sul-la superbike da 205 cavalli che romba emiliano (con in tasca il passaporto te-desco), infatti, la configurazione del di-splay a colori è variabile e si adatta au-tomaticamente in base ai cambiamenti della luce ambientale e alla modalità se-lezionata. Se si sceglie Road e Wet la ve-locità diventa protagonista assoluta e vie-ne visualizzata a cifre ingrandite in una posizione centrale, mentre i due riquadri di informazioni supplementari sottostan-ti offrono, rispettivamente, indicazioni sul chilometraggio totale e sulla tempe-ratura del liquido di raffreddamento del motore. In configurazione Race, invece, il display sposta l’indicazione della ve-locità in basso a sinistra, facendo spazio per l’ultimo tempo sul giro, visualizzato a grandi cifre in posizione centrale.

(ha collaborato Nicole Berti di Carimate)

JAGUAR La versione 2016 della XF è dotata

di Tft di ultima generazione

roppe volte noi appas-sionati di moto - gior-nalisti in primis - ci az-zuffiamo su quale moto sia più performante,

tecnologicamente avanzata, evoluta ri-spetto al modello precedente. Discus-sioni fatte di numeri, dati oggettivi (e pa-reri spesso meno oggettivi) che tendo-no sempre ad alzare l’asticella di quello che ci pare necessario perché una moto sia quella giusta per noi. Compriamo le gomme più morbide, sostituiamo le so-spensioni, cambiamo i rapporti, modifi-chiamo la centralina, lo scarico e tutto quello che il portafoglio ci consente per poter andare più forte del week end pre-cedente, in una perenne rincorsa della prestazione che ci soddisfi appieno.Poi un giorno sali su una Kawasaki Ver-sys 650 o su una Suzuki V-Strom 650

XT Abs, trotterelli a 70 km/h e capi-sci che andare in moto è anche un’al-tra cosa. Andare in moto è dimenticar-si il nome delle gomme montate, di-menticarsi quanti cavalli ha il motore, o quanti Nm sprigiona; andare in moto è invitare la fidanzata a salire e vede-re nei suoi occhi la gioia per la pro-messa di un viaggio in comodità e non il terrore del sellino ridottissimo senza appigli per contrastare le furiose acce-lerazioni. Andare in moto – con certe moto – è ricordarsi ogni metro di stra-da percorsa e non arrivare a destina-zione prima di qualcun altro.

ANDARE IN MOTO NON SIGNIFICA SOLO SFIDARE LA VELOCITÀ DEL VENTO, A VOLTE PIÙ CHE LA DESTINAZIONE CONTANO IL PERCORSO, IL PANORAMA, IL COMFORT.PER CHI VUOLE GODERSI TUTTO QUESTO, CI SONO LA KAWASAKI VERSYS 650E LA SUZUKI V-STROM 650 XT ABS DI PIETRO DELLA LUCIA

SÌ, VIAGGIARE

IL BELLO È RICORDARSI OGNI METRO DI STRADA, NON ARRIVARE ALLA META PRIMA DEGLI ALTRI

T

P

MAGGIO 2015111 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 112: Business People - Maggio 2015

Se state cercando di guidare senza pen-sieri assillanti, con solo il gusto delle gomme sulla strada queste due moto sono la vostra scelta. Contenute per ci-lindrata, prezzo e costi di gestione, non lesinano quanto a comfort, qualità co-struttiva e prestazioni. I motori bicilindrici da 650 cc sono una scelta equilibrata. Hanno carattere ai bassi e medi regimi – come ogni bicilin-drico che si rispetti – ma sanno macina-re chilometri senza battere ciglio anche a velocità sostenute. È proprio nella ver-satilità che queste due giapponesi dan-no il loro meglio. Sono moto facili da guidare e si prestano bene a chi è agli inizi o nell’uso cittadino, dove gli spa-zi sono contenuti. Suzuki in questi fran-genti fa valere il peso moderato - grazie al telaio in alluminio – oltre a un cam-bio e una frizione morbidissimi. Quan-do però arriva il momento di montare le borse laterali (integrate con sistema one-key per la Kawasaki) e puntare a stra-de più aperte, lontane dalla vita di tut-ti i giorni, V-Strom e Versys meraviglia-

no. La posizione in sella – rivista sulla moto di Akashi – è naturale e conforte-vole per pilota e passeggero. L’imbotti-tura della sella, la protezione aerodina-mica (Kawasaki ha il cupolino regolabi-le) e la pressoché assenza di vibrazioni fa il resto: vorreste non arrivare mai. La Kawasaki poi da quest’anno monta un serbatoio da 21 litri (20 per la Suzuki) che garantisce grande autonomia.Tra le curve hanno guide differenti. Più svelta e stradale la nuova Versys, che adotta il cerchio anteriore da 17”, più macchinosa ma di grande stabilità la V-Strom con la classica soluzione del cer-chio anteriore da 19” e posteriore da 17”. Soluzione che le permette di af-frontare con più serenità qualche dol-ce sterrato (attenzione però all’abs non disinseribile). La Kawasaki ha ora, gra-zie al nuovo impianto sospensioni, un equilibrio tra sostegno e confort sen-za pari nella categoria. Le sospensio-ni sono inoltre regolabili e permetto-no di ovviare a un assetto un po’ se-duto quando si viaggia con il passeg-

gero o le borse. Sono moto fantastiche e il mercato in questi anni – pur nella crisi generale – lo ha dimostrato. Fino-ra però erano considerate moto di so-stanza, ma con gravi carenze stilisti-che. Le grandi doti dinamiche sugge-rivano di tapparsi il naso e non spec-chiarsi nelle vetrine ma non tutti ci riu-scivano. Molti lasciavano stare optando per modelli meno tutto fare ma più gra-devoli all’occhio. Da quest’anno non è più così. I gusti sono gusti, ma cer-to le linee della V-Strom, che strizza-no l’occhio all’off-road, e quelle spigo-lose della Versys, non sono più bana-li o sgraziate. Hanno personalità, han-no armonia (forse di più la Kawasaki) e la cura costruttiva (a eccezione di qual-che dettaglio sulla Versys) è da moto di categoria – e prezzo – superiore. Già, perché con meno di 9 mila euro (anche meno per le versioni base) ve le portate a casa ben equipaggiate, anche se poi la lista degli accessori è lunga e ricca di chicche interessanti. Queste due giapponesi pacate e ragio-nevoli ci hanno ricordato che andare in moto significa anche sorridere quando si viene superati a 200 km/h da un centau-ro bardato da gran premio e pensare che non si è accorto che lì, sulla destra, tra gli alberi, si vedeva l’azzurro del mare.

È NELLA VERSATILITÀ CHE DANNO IL LORO MEGLIO. FACILI DA GUIDARE, SI PRESTANO ANCHE ALL’USO CITTADINO

SUZUKI V-STROM 650 XTMotore bicilindrico a V di 90° da 645 cc Potenza massima 50,5 kW (69 cv) a 8.800 giriCoppia massima 60 Nm a 6.400 giriPeso 215 kg Capacità serbatoio: 20 litriAltezza sella 835 mm

KAWASAKI VERSYS 650 2015Motore bicilindrico in linea da 649 cc

Potenza massima 51 kW (69 cv) a 8.500 giriCoppia massima 64 Nm a 7.000 giri

Peso 216 kg ODM Capacità serbatoio: 21 litri

Altezza sella 840 mm

MAGGIO 2015112 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Motori

P

Page 113: Business People - Maggio 2015
Page 114: Business People - Maggio 2015

U

MUSICA A COLORIQUALITÀ AUDIO ABBINATA A COLORI VIVACI IN VISTA DELL’ESTATE. PER DARE UN TONO NON SOLO AI VOSTRI BRANI PREFERITI, MA ANCHE AL VOSTRO LOOK

RBAN STYLEAudio di qualità, bassi profondi e stile urbano. La linea Urbanite XL di Sennheiser è pensata per gli amanti della musica, che non rinunciano a curare la propria immagine. Disponibili nei colori black, denim, plum, olive, sand e nation, queste cuffie non passano inosservate per i materiali con cui sono realizzate: cerniere in acciaio inossidabile e archetto rivestito in tessuto. Comode in caso di utilizzo prolungato grazie a morbidi cuscinetti, che consentono anche un buon isolamento dai rumori esterni, le Urbanite XL sono dotate di comandi con microfono integrato su cavo per gestire musica e chiamate anche su tablet e smartphone Apple o Samsung Galaxy.

Prezzo: 229 eurowww.sennheiser.com

ULTRA-PORTATILELo speaker wireless di Neomi si rinnova con la serie Neo2Go G2, una cassa audio di alta qualità, utilizzabile anche come vivavoce per lo smartphone grazie a un microfono integrato e a una connessione senza fili, via Bluetooth o attraverso la tecnologia Nfc. Disponibile in sei colori, il dispositivo è dotato di una tastiera di controllo per una gestione intuitiva e veloce di musica e chiamate; inoltre, un solido cordino e una ventosa removibile garantiscono al Neo2Go G2 un’ampia libertà di utilizzo: può essere agganciato facilmente a uno zaino, al box doccia o al vetro dell’auto.

Prezzo: 89,99 euro neoproducts.ch

PER LO SPORTIVOSono progettati specificatamente per l’esercizio

fisico i Bose SoundSport in-ear, auricolari che, oltre a essere caratterizzati da colori vivaci, offrono una maggiore resistenza a sudore

e acqua rispetto ai modelli precedenti. Per chi ama allenarsi con la musica preferita, i

SoundSport garantiscono un suono pieno e bilanciato; inoltre, particolari inserti proprietari di Bose assicurano una distribuzione uniforme

del contatto degli auricolari alle orecchie e un’aderenza salda e comoda anche per

un utilizzo prolungato. Pulsanti e microfono si integrano perfettamente con le versioni più recenti di Phone e iPad – oltre che per

gli ultimi tablet e smartphone della linea Samsung Galaxy – per la gestione di chiamate,

regolazione di volume o selezione del brano.

Prezzo: 159,95 euro www.bose.it

WALKMAN SUBACQUEO

Il grande vantaggio per chi acquista la serie WS610 di Sony è quella di non comprare solo delle cuffie comode e leggere (solo 37 g) sia

per l’attività fisica che per le nuotate in piscina, ma di indossare un vero e proprio lettore di

file audio. Oltre a riprodurre la musica in arrivo da smartphone o altri dispositivi collegabili

via Bluetooth, il Walkman NWZ-WS610 è dotato, infatti, di una memoria interna (da 4 o 16 GB) per caricare le proprie playlist. Compreso con

le cuffie - di colore verde, blu o nero - anche un pratico telecomando ad anello (non utilizzabile in acqua) per il controllo della riproduzione dei brani e che permette di accettare le chiamate

quando si è in movimento.

Prezzo: da 179 euro www.sony.it

SUONO ESPANDIBILEPiccolo, robusto e disponibile in quattro colorazioni:

verde lime e nero; bianco e nero; rosso e nero; e blu e verde. Il nuovo altoparlante tascabile FL3X di Woox

permette di portare i propri brani sempre con sé ed è facilmente collegabile ai dispositivi mobili attraverso

una connessione Bluetooth o tramite una porta Audio-In. Per ottenere bassi più pieni e una migliore

esperienza audio è possibile espandere l’altoparlante facendone scorrere i lati verso l’esterno; la funzione

anti-clipping evita le distorsioni del volume elevato, dando la possibilità di ascoltare musica

praticamente ovunque.

Prezzo: 39,99 euro www.woox.com

© R

Kau

litzk

i/iS

toc

k/Th

inks

toc

k

MAGGIO 2015114 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Hi techa cura di Matteo T. Mombelli

Page 115: Business People - Maggio 2015

MAXIFY your business.

MB2050MB2350MB5050MB5350 iB4050

canon.it/maxify

Per i piccoli uffi ci e gli uffi ci domestici, il tempo non è solo denaro. Il tempo è tutto. La nuova serie di stampanti business inkjet MAXIFY è studiata specifi camente per le tue esigenze lavorative. Offre vassoi di alimentazione carta di grandi dimensioni, stampa e scansione da/a servizi cloud grazie a MAXIFY Cloud Link, stampa wireless, basso consumo energetico, inchiostro DRHD a lunga durata e uscita della prima stampa in soli 7 secondi: lavorando in modo più intelligente, godrai di più tempo a disposizione.

Fino a

di garanzia*

ANNI3

*regolamento su canon.it/promozioniPromozione valida dal 1 aprile al 31 agosto 2015.

Page 116: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015116 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Golf

52 WEEK ENDin BUCA

È difficile immaginare qual-cuno che, avendo un anno da dedicare al golf, non sceglierebbe l’Italia come meta ideale. Il nostro Pae-se, anche se i dati non sempre sono lì a confer-

marlo, sembra fatto apposta per chi ama il green. Da un lato, si presenta lungo e stretto, garantendo condizioni climati-che adatte in ognuna delle quattro sta-gioni dell’anno, ma con la non trascura-bile caratteristica di essere nel contempo percorribile da una parte all’altra nell’ar-co della stessa giornata: idealmente, ba-sta infatti muoversi lungo la penisola, se-

“esemplare” di viaggiatore si eleva, infat-ti, di molto rispetto a quella di un turista tradizionale. Molte indagini al riguardo hanno certificato che l’attitudine a frui-re di quanto la location prescelta sia in grado di offrire è decisamente sviluppa-ta nel golfista in viaggio, distribuendo-si nelle più diverse occasioni, pre e post green, siano esse legate all’ambito cultu-rale e quindi alle possibilità di conosce-re i luoghi che hanno fatto la storia o i la-sciti degli artisti più famosi; o, perché no, a un’altra forma di cultura, quale è quel-la legata ai gusti e ai sapori della tradizio-ne enogastronomica che, dopo le fatidi-che 18 buche, spesso rappresenta la mi-gliore ricompensa.

MEGLIO SOLI…O ACCOMPAGNATI?Ma tutto ciò risulta ancora più interessan-te se si pensa che il golfista, quando deci-

OVVERO PERCHÉ L’ITALIA POTREBBE DIVENTARE LA MECCA DEL GREEN.CLIMA IDEALE, RICCHEZZE CULTURALI ED ENOLOGICHE SONO SOLO ALCUNE

DELLE RAGIONI CHE LA RENDONO UNA DESTINAZIONE PERFETTADI DARIO DONADONI

guendo le previsioni meteo, per trovare sempre il luogo con il clima ideale. Dal-l’altro esprime, grazie alla storia e alla cultura in tutte le loro forme, un mix im-pareggiabile di interessi e motivi per visi-tarlo presentandosi, con la sua morfolo-gia capace di allineare su una direttrice continua i tanti campi da golf, quale de-stinazione perfetta per gli appassionati e come opportunità per il suo stesso terri-torio. Ed è proprio da quest’ultimo con-cetto che intendiamo partire per riaffer-mare il significato, sempre più centrale, di golf destination.

C’È TURISTA E TURISTAUna delle caratteristiche riconosciute del giocatore di golf è che, spesso, veste an-che il ruolo di turista e come tale diven-ta particolarmente interessante per i luo-ghi dove decide di praticare il suo sport. La spesa media giornaliera di questo

SONO LE COPPIE O VERI E PROPRI GRUPPI A VIAGGIARE VERSO NUOVI CAMPI E LE ZONE CHE LI OSPITANO

Page 117: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015117 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Regione/zona

36 buche

27 buche

18 buche

9buche

LIGURIA - - 4 4

LAGODI GARDA

1 3 4 2

TOSCANA(SUL MARE)

- - 6 4

PUGLIA - - 4 1

SICILIA 2 - 3 1

SARDEGNA - - 4 2

de di muoversi, difficilmente lo fa in so-litaria. Molto più frequentemente, infat-ti, sono le coppie, per non dire veri e pro-pri gruppi, a scegliere di condividere golf e tempo libero, muovendo verso nuovi campi e le zone che li accolgono. In que-sta prospettiva la possibilità di rinvenire, nelle vicinanze dei golf club, o negli itine-rari che li annoverano, altri e differenziati spunti di interesse per trascorrere i gior-ni che intervallano le fatiche sui green diventa un elemento che può orienta-re la scelta della destinazione. Non tut-ti i componenti delle coppie sono golfi-sti, non tutti i giocatori sono appassiona-ti con la stessa intensità, non tutti ante-pongono il lato sportivo nella distribuzio-ne del tempo libero. In ognuna di queste diverse combinazioni si trova facilmente l’opportunità che un Paese come l’Italia è in grado di proporre, in virtù della ca-pacità di offrire una così vasta varietà di

alternative da abbinare al golf. E se per alcuni il pensiero corre a ciò che spesso fa da cornice a green e fairway, quali le strutture di wellness, spa e simili, le no-stre regioni riescono a esprimere molto altro anche in termini di eventi che a li-vello locale caratterizzano, da sempre, la vita, la tradizione e le abitudini di molti paesi e luoghi lungo la penisola.

SIAMO TUTTI METEOROLOGIMa partiamo dal meteo. La stagione è forse quella che meglio si presta per il golf con tutti i percorsi aperti e condizio-ni ideali quasi ovunque. I campi posti alle più elevate altitudini possono presentare temperature ancora non per tutti confor-tevoli, ma sono quelli che a breve si fa-ranno apprezzare allorché l’estate farà il suo esordio. Nei tre mesi centrali, tra giu-gno e agosto, se il golfista che sceglierà il mare avrà innumerevoli alternative da se-

lezionare, al contempo non potrà evitare di fare i conti con le temperature che av-volgono lidi e spiagge. L’opzione monta-na, a quel punto, rappresenterà una pos-sibilità di gioco con condizioni ideali fat-te di temperature moderate, brezze

DOUBLE FACE: QUATTRO STAGIONI

Page 118: Business People - Maggio 2015

MAGGIO 2015118 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

© m

ich

alz

ak/

Isto

ck/

Thin

ksto

ck

(1),

Ma

lco

lm B

oyd

/Ist

oc

k/Th

inks

toc

k (1

)

Golf

per il gioco del golf, non ci sarebbe da stu-pirsi se, tra una proie-zione e una premia-zione, ci si imbattes-se in qualche mito del-la ormai ex celluloide alla ricerca della pro-pria pallina nei rough o nei laghetti del Gc Venezia, del Circolo Golf Torino o del Gc Acquasanta (solo per ricordarne alcuni).

ROSSI, BIANCHI &…La vendemmia è da sempre uno dei mo-menti più rappresentativi delle nostre ter-re che, da Nord a Sud, vantano il me-glio di quanto la produzione enologica è in grado di offrire. E, non a caso, sin dal-l’antichità, questa così particolare fase del mondo contadino è sinonimo di tradizio-ne anche festosa, per il significato che l’uva ricopre come prodotto alimentare a 360°. Ecco spiegato l’incredibile pullu-lare di eventi, sagre e occasioni di assag-gio in genere, a salutare in ogni regione la raccolta di questo prezioso frutto e per farne conoscere i molteplici utilizzi. Tra i quali il vino, ovviamente, ricopre il ruolo di protagonista. Molte sono le occasioni

a partire dal mese di settembre, organizza-te dalle stesse azien-de e dai consorzi, se-condo calendari che variano nelle diverse regioni, per andare a conoscere le fasi della

vendemmia, della selezione e lavorazio-ne dell’uva, fino al lavoro (anche parteci-pando) negli stessi vigneti. Quale miglio-re richiamo, fatto di profumi e sapori, per ricompensare le “fatiche” sui green e for-nire la “scusa” per andare, in loco, a sco-prire uno dei prodotti più tipici e apprez-zati delle nostre terre? Alba e Monferrato, Chianti, Valtellina e Franciacorta, Valpolicella e Termeno, Sa-lento e Marsala, Pantelleria e Gallura sono solo alcuni dei nomi che possono venire in mente nel parlare di vino nostrano. Ma la cosa, forse non per tutti altrettanto faci-le da riconoscere, è che in ognuna di que-ste zone (come in tutte le altre qui non ri-cordate ma parimenti uniche per le rispet-tive produzioni e qualità vitivinicole) sono incastonati splendidi percorsi e circoli di golf che rappresentano il miglior connu-bio per chi, a un ottimo vino, voglia ac-compagnare le altrettanto entusiasmanti sensazioni che 18 buche sono in grado di garantire. Molti sono i riferimenti e le fon-ti cui rifarsi per individuare i tanti appun-tamenti e affiancare al calendario “green” quello “eno”. Ad esempio, winenews.it, movimentoturismovino.it risultano utili per riferimenti, appuntamenti e date.

piacevoli, fairway e green normalmente eccellenti. E, dettaglio per molti non se-condario, palline che, in presenza di aria rarefatta volano molto di più, consenten-do di coprire distanze che regalano gran-de soddisfazione.L’altro momento in cui il meteo gioca un ruolo decisivo è il periodo invernale, che per molti significa inesorabilmente letar-go sportivo. Ma per chi decide di combat-tere la pigrizia con una gita “fuori porta”, le alternative sono molte, alcune raggiun-gibili per via di terra, altre necessariamen-te per via aerea. Liguria, Toscana, Puglia, Sicilia e Sardegna o un’area come quella del Lago di Garda sono ideali per giocare con condizioni eccellenti, circondati dal-le bellezze in cui sono incastonati i tanti splendidi campi da golf presenti in queste regioni. Senza, particolare non da poco, doversi preoccupare di passaporti o altri elementi necessari per viaggi all’estero. E se invece che il clima a guidare le scelte fosse altro, ecco un binomio che definire vincente è forse riduttivo: cinema e vino.

FILM CHE PASSIONE In quella stagione dell’anno che ci avvia a rallentare la parte sportivamente più in-tensa, alcuni eventi vengono a proposito per rappresentare motivi, per molti irresi-stibili, per tracciare itinerari non solo gol-fistici. Una delle patrie della settima arte, qual è l’Italia, presenta infatti a ridosso del periodo post vacanziero e fino all’autun-no alcuni appuntamenti irrinunciabili per gli appassionati. A partire dalla Mostra del Cinema di Venezia (2-12 settembre 2015) per continuare con la Festa del Cinema di Roma (16-23 ottobre) e concludere con il Torino Film Festival (20-28 novembre 2015). Questi momenti delineano tre tap-pe che appaiono spunti ideali non solo per un soggiorno nelle rispettive città, tra le più affascinanti e cariche di storia e cul-tura, ma anche per visitare i circoli che con i loro percorsi raccontano la miglio-re tradizione del golf italiano E conoscendo la passione di molte star

UN TURISTA CHE PESA

CINEMA E VINO PROPONGONO

EVENTI VALIDI PER ITINERARI NON SOLO SPORTIVI

I giocatori di golf sono oltre 50 milioni nel mondo, e oltre un quarto di essi pianifica almeno una vacanza all’anno in funzione della presenza di campi su cui trascorrere parte del tempo. Il turista dei green spende oltre il 100% in più di un viaggiatore normale e, stando ai dati divulgati in occasione dell’ultimo Igtm di Villa Erba, meno di altri ha subito gli effetti della crisi.

18 buche 9 buche

PER L’ESTATE:

GREENDI MONTAGNA

VALLE D’AOSTA14

PIEMONTE12

FRIULI VENEZIA GIULIA

1-

LOMBARDIA-3

VENETO22

TRENTINO ALTO ADIGE

56

P

Page 119: Business People - Maggio 2015

GOLFPUNTAALA.IT

LA PAROLA AL PRESIDENTE DEL GOLF CLUB TOSCANO PUNTA ALA, NEL GROSSETANO

I l 2015 sarà l’anno della ripresa? A dire il vero, già il 2014 ci ha visti nuovamente in attivo, dal punto di vi-

sta dei conti, a conferma di una gestio-ne oculata e insieme dinamica e attenta a proporre un’offerta interessante per i no-stri soci e ospiti, con il campo e il club in ottima forma. Gli effetti della situazione generale difficile si sono sentiti soprattut-to nel 2013 e l’anno che stiamo vivendo è piuttosto buono, con il clima che gioca sempre un ruolo importante. Ora siamo alle porte del periodo più intenso per il nostro circolo e per tutta la zona di Punta Ala, che ha in questi mesi la vera stagio-ne alta e di grande attività.Parliamo un po’ di numeri?Il nostro è un club che, seppur con una presenza di soci abbastanza stabile, vede la maggior parte delle entrate proveni-re da green fee e altri servizi. Solo il 20-25% del conto economico è dato dalle quote dei soci. La nostra storia (lo scorso anno abbiamo festeggiato i 50 anni) na-sce con una forte presenza di proprieta-ri di ville provenienti da altre regioni italiane, che in quegli anni scelsero questa splendida zona per il tempo libero. Da un altro punto di vista, sono le gare, 102-104 all’anno, a farla da protagoniste: in alcuni pe-riodi, come luglio e agosto, il calen-dario è praticamente giornaliero. Da notare che siamo meta di molte clinic, spesso organizzate da professionisti esteri che ci scelgono per le loro ini-

Il dissalatore, uno strumento che ha cam-biato e risolto in modo decisivo uno dei problemi che affliggeva il nostro campo, la mancanza d’acqua. Una soluzione, tra l’altro, che con vero spirito ecologico ci consente la totale autonomia per quanto riguarda le risorse idriche e di mantene-re il campo in condizioni eccellenti. Un progetto complesso, che ha fatto i conti con non poche difficoltà, anche burocra-tiche, nato sotto la mia presidenza, primo in Italia, che oggi è capace di fornire sup-porto idrico anche alla comunità di Pun-ta Ala, non solo al campo da golf. Un ri-sultato notevole con un impatto decisa-mente ridotto sui soci, che ci sta ripagan-do il tutto.Golf e turismo, obiettivo o realtà? La valenza turistica della zona, inconta-minata, è molto forte e costituisce un ele-mento peculiare della nostra offerta. La vicinanza di luoghi storici e culturalmen-te di livello assoluto quali Siena, Pisa, San Gimignano – per dire solo di alcuni – la marina per chi apprezza lo sport in mare o le escursioni lungo le splendide co-ste, l’eccezionale offerta di gusti e sapo-ri enogastronomici rappresentano un mix impareggiabile. Dal punto di vista stret-tamente golfistico, abbiamo poi definito alcuni accordi con circoli vicini (Argen-tario e Toscana) per consentire un’offer-ta varia in grado di attrarre chi cerchi una combinazione per più giorni. E, in que-sto, i molti ospiti non solo italiani confer-mano che Punta Ala è una meta di gran-de attrazione. Unico neo, su cui varreb-be la pena intervenire, è la scelta di gran parte delle strutture ricettive della zona di mantenere la chiusura per il periodo in-vernale, riducendo la capacità di acco-gliere i visitatori e di sviluppare una pro-posta per attrarre lungo l’intero anno il tu-rista-golfista di tutto il mondo. Un’oppor-tunità che potrebbe aumentare gli introiti non solo per il golf. Se pensiamo a quan-to hanno realizzato alcuni Paesi europei, la mia considerazione è che abbiamo an-cora grandissime opportunità da cogliere

e in questo la collaborazione con Fe-derazione e strutture locali è deter-

minante, come la presenza agli eventi promozionali golfistici

internazionali che ci vede attivi per diffondere la noto-rietà del nostro circolo e di

tutta l’area di Punta Ala.

ziative Quali i motivi per scegliere Punta Ala? Innanzitutto, è utile sapere che siamo aperti tutto l’anno con un clima ideale e molto da visitare nei dintorni. Poi il cam-po, splendido, con una morfologia piutto-sto mossa che lo rende impegnativo an-che sul piano degli spostamenti (opportu-no dotarsi di cart) e un disegno divertente e stimolante per i giocatori di ogni livello. Le buche sono suggestive, con viste ecce-zionali anche sull’Isola d’Elba e fino a Ca-praia, con la macchia mediterranea e la presenza di alberi importanti a modellar-le, rendendole tecnicamente molto valide e di grande piacevolezza per chi voglia gustarle anche solo per la parte puramen-te estetica. Le molte competizioni, an-che internazionali e federali, confermano l’apprezzamento di giocatori e organizza-tori. La presenza di un ottimo ristorante, capace di proporre i gusti e i sapori eno-gastronomici della zona, uniti a un pano-

rama stupendo, è un’ulterio-re caratteristica

Sappiamo che vi è un elemento forse unico nel vostro club…

POSSIAMO FARE ANCORA DI PIÙ

Luciano Nicchiarelli

STIMOLANTEIl campo (in alto) ha una morfologia mossa, che lo rende impegnativo. In basso, il presidente Luciano Nicchiarelli

Intervista

P

Page 120: Business People - Maggio 2015

a cura di Andrea Gori

Cuoco simbolo della Toscana al prossimo Expo, nominato di fresco dalla Guida Michelin tra i più talentuosi chef italiani, personaggio televisivo (I re della griglia su DMax), un viareggino schietto

e verace che non le manda certo a dire, da bravo toscano legatissimo alla sua regione, all’olio extra vergine di oliva e al mare. Di recente Cristiano Tomei si è trasferito a Lucca e il suo ristorante L’imbuto si trova al piano terra del Lucca Center of Contemporary Art, spazio espositivo di innegabile fascino. Una scelta che regala molti punti di riflessione su cosa vuol dire essere un cuoco oggi.Perché è diventato uno chef e cosa la spinge a continuare su questa strada?Mi ha guidato la passione per lo star bene, per il godimento puro del cibo. Senza troppa filosofia, considero il cibo l’elemento più significativo per l’essere umano: a tavola in fondo si discute, si litiga anche, però poi si fa sempre la pace ed eventualmente anche qualcos’altro… Il cibo è nostro compagno di vita e, quindi, la mia posizione di cuoco è privilegiata, perché riesco a donare felicità a qualcuno facendolo godere a tavola.La cucina italiana è una cucina di prodotto, dicono…Non sono del tutto d’accordo che la nostra sia una cucina di prodotto, il cuoco ci vuole eccome! I prodotti da soli non si vendono, né si mangiano, né spesso si apprezzano: il nostro fine è esaltare la materia prima e non basta dividere uno scampo a metà... Il nostro è un lavoro che ci rende dipendenti dalla materia prima, dunque esorto tanti cuochi a tornare a usare prodotti locali e non solo quelli provenienti dalla distribuzione: con tutto il rispetto per i loro prodotti, ottimi, questo genera un’eccessiva uniformità di sapori.

AMBASCIATORE DELLA TOSCANA A EXPO, PERSONAGGIO TV, TRA I MIGLIORI CHEF

ITALIANI PER LA GUIDA MICHELIN, EPPURE QUESTO VIAREGGINO DOC NON SI È

MONTATO LA TESTA E AL SUO RISTORANTE NEL LUCCA CENTER OF CONTEMPORARY ART

RIFUGGE LE ECCESSIVE SOFISTICAZIONI

ai fornelliUn artigiano

MAGGIO 2015120 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Cucina

Page 121: Business People - Maggio 2015

LA RICETTADEL PICCIONE APPESO

A CENA CON L’ARTE

frenabile di aprirmi agli altri, forse pen-sano di risparmiare! Arte contemporanea e cucina, qua-li sono gli elementi in comune e quel-li che invece fanno fatica ad armoniz-zarsi? Ci tengo sempre a dire che l’arte è arte, mentre la cucina è artigianato. Gli artigiani possono anche evolvere in artisti, e magari un giorno potrei realiz-zare un’opera d’arte, ma non sarebbe più un piatto. Un piatto non dovrebbe richiedere di essere spiegato, l’approc-cio al cibo dovrebbe essere più istinti-vo. L’approccio alla cucina deve esse-re meno artistico e più artigianale, so-prattutto oggi.Ultimamente è stato molto attivo anche in Tv, cosa funziona e cosa non va per quanto riguarda i cuochi sul piccolo schermo? Le critiche non mancano...Premetto che in Italia si è perso il sen-so critico rispetto a quello che accade. Al di là del fatto che se non ci piace la Tv possiamo anche non guardarla, biso-gna sempre ricordare che quanto acca-de fuori dallo schermo ha molta più im-portanza. Devo dire che, purtroppo, lì la cucina spesso non solo è brutta, ma peggio ancora non spinge gli spettatori a mettersi in gioco ai fornelli. Non par-liamo poi dei moralisti e del qualun-quismo italico che critica Cracco per la pubblicità delle patatine senza pensa-re a quanta fatica abbia fatto per arriva-re dov’è adesso…Cucinare al mare e in città, cambiano i piatti ma anche i clienti?Di certo cambia atmosfera, ma di poco in realtà, perché la distanza è davvero minima nel mio caso. Rispetto al paeso-ne che è Viareggio, Lucca è comunque una città relativamente grande e stimo-lante. Il mare mi è rimasto dentro, ma la città porta con sé altre fonti di ispira-zione grazie al contatto con persone di culture diverse. D’altra parte Lucca non è così grande da rendere più complica-to andare dal contadino per raccogliere gli ortaggi senza avere per forza l’orto a chilometro zero dietro la cucina.

GALLERIA ARTÉ AL LAGOPiazza Emilio Bossi 7 Lugano (Ch)Tel. +41 91 9734800www.villacastagnola.comVeduta suggestiva sulla città di Lugano e un originale avvicendarsi di opere d’arte di scultori internazionali contraddistinguono questo ristorante che vede in cucina lo chef Frank Oerthle e si fregia di una stella Michelin.

Non mancano i ristoranti che, come L’imbuto, associano gusto e bellezza. Ve ne proponiamo alcuni

LARTEVia Manzoni 5MilanoTel. 02 89096950www.lartemilano.comProgetto ispirato da Fondazione Altagamma, Larte è la casa delle eccellenze italiane, dove ristorazione e ospitalità convivono in un connubio perfetto con le arti, il design e la moda. La cucina è dello chef Gennaro Immobile.

LA PIOLAPiazza Risorgimento 4 Alba (Cn)Tel. 0173 442800www. lapiola-alba.itIspirandosi alla tradizione del Piatto del buon ricordo, a decorare i tavoli di La Piola sono le opere di alcuni artisti di fama internazionale. Il progetto di ristorazione è della famiglia Ceretto e dello chef Enrico Crippa.

Qual è il suo attrezzo preferito?Nonostante abbia tutti gli apparecchi oggi quasi obbligatori, dal Roner al Pa-cojet, in realtà mi piace scoprire sem-pre qualcosa di nuovo. Sono un cu-rioso di natura, ogni giorno cerco una nuova esperienza che non si riduca a un mero esercizio di stile. A volte be-nedico il fatto di non essermi mai po-tuto permettere strumenti costosi o in-gombranti, sono sempre stato costret-to a usare quello che avevo a disposi-zione: uno stimolo incredibile per la mente e le mani. Inoltre molte tecniche spesso sono davvero invadenti. Pren-diamo++ la mania della cottura sotto-vuoto: non è sempre preferibile; se la spalla è buona lessa, allora mettiamola in acqua senza troppe sofisticazioni.Una delle sue ultime proposte presta grande attenzione al “pesce povero”, non è un controsenso nella sua cuci-na “stellata”?Solo in apparenza, soprattutto perché il pesce povero ormai non esiste più,

il pesce costa tutto! An-che perché pure laddove

la materia prima ha un co-sto basso, richiede un lavoro

enorme per esaltarne il sapore. Pensiamo ad aringhe e acciughe, in-gredienti base di una mia zuppa molto complessa da realizzare anche se sem-plice nel sapore, o ai gamberi rossi che unisco a fegatini di gallina e Campari: il pesce in queste preparazioni è mul-tiforme, divertente, duttile. Insomma, può essere povero di partenza, ma il suo sapore abbinato ad altri ingredien-ti si esalta a dismisura: la forza della cucina sta proprio nel mettere insieme questi elementi. Poi, in fondo, non esi-ste povero o ricco, ma solo una cucina buona o cattiva.Sarà tra gli chef simbolo della Toscana per Expo 2015, perché pensa che l’ab-biano scelta? Cosa proporrà per valo-rizzare la sua regione?Non so perché, è possibile che ogni tanto azzecchi un piatto davvero buono (ride). Spero che mi abbiano scelto per-ché dico e faccio quello che penso: vi-viamo un momento in cui bisogna ca-pire come si comunica la cucina e per-ché lo si fa. Vista questa mia voglia irre-

I FORNITORI DI FIDUCIAFaccio la spesa in tanti posti, ho contadini (veri) per le verdure di stagione, macellai come il Masoni a Viareggio, le barche che conosco al porto, tanta gente con cui ho

contatto continuo. Se c’è il piccione lo faccio e lo rifarò quando “ci ri-è”.

L’imbutoVia della Fratta 36, LuccaTel. 329 0843180www.limbuto.it

TUTTI I COLORI DEL GUSTOIn alto, la sala de L’imbuto nel Lucca Center of Contemporary Art. A destra, il celebre Piccione appeso di Tomei

MAGGIO 2015121 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

P

Page 122: Business People - Maggio 2015

a cura di Andrea Gori

BereL’ANNATA 2013 DEI BORDEAUX

È GIUNTA ALL’ULTIMA TRANCHEDI VENDITA EN PRIMEUR.

ECCO SU QUALI VINI INVESTIREPER SOLLETICARE IL PALATO SENZA

SPENDERE (INUTILMENTE)UNA FORTUNA

D’ANTICIPO

Da secoli, il riferimento per i grandi rossi da in-vecchiamento sono i vini di Bordeaux e in special modo quelli che, nella

grande Esposizione universale del 1855 (seconda Expo mondiale della storia), furono classificati “Cru Classée”. Ogni anno si ripete il rito degli assaggi in an-teprima per capire su quali vini puntare per arricchire la propria cantina con net-tari destinati (quasi sempre) a migliorare nel tempo e anche ad apprezzarsi in valo-re. L’annata 2013, giudicata agli inizi an-cora più negativamente di 2011 e 2012, è oggi all’ultima tranche di vendita en pri-meur e non c’è più tempo per rimandare i verdetti: investimento o ennesima ven-demmia di transizione?Come spesso accade nelle annate non ec-cezionali, si parla di “winemaker’s year”,

MAGGIO 2015122 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Enomania

Page 123: Business People - Maggio 2015

© R

oss

He

len

/iSt

oc

k/Th

inks

toc

k (1

)

P

BRINDISI E CULTURA Arte, letteratura, musica, filosofia e... Prosecco. Sono gli ingredienti di Vino in villa, che quest’anno sarà una vera e propria rassegna culturale che toccherà Conegliano, Pieve di Soligo e Valdobbiadene dal 14 al 17 maggio, per concludersi al Castello di San Salvatore di Susegana. www.prosecco.it

INIZIATIVE DI PRIMAVERA

A TUTTO PESCE Torna dal 14 al 17 maggio, al Porto antico di Genova, Slow fish, la manifestazione che unisce il piacere del buon cibo alle tematiche ambientali della tutela dei mari e delle specie ittiche, tra laboratori, lezioni di cucina, appuntamenti a tavola con chef, nazionali e internazionali, street food e mercati.

co, rosmarino e frago-le, bocca piacevole e succosa, lunga e fre-sca – Château La Tour Carnet (20,15 euro) – dalla bocca soave e croccante – e Château Cantemerle (19,90 euro), che ha un bel sottobosco, balsamico, bocca puntuale e sapida, finale intrigante con tannino ben colto. A Pessac-Léognan il mito è Château La Mission Haut-Brion (137 euro) – ricco e floreale, incenso e resine, carrube e ama-rene, tannino centrato e succoso con fina-le arioso e balsamico –, ma ci sono pia-ciuti anche Château Carbonnieux (20,50 euro), e Domaine de Chevalier (32 euro), nonché Château Olivier (18,40 euro) e due grandissimi come Château Pape Clé-ment (57,50 euro) e Château Smith Haut Lafitte (44 euro), esempi di rossi croccan-ti, balsamici e mediterranei.A Margaux non molte gioie, ma vanno almeno sottolineate le grandi prove di Château Rauzan-Ségla (38,50 euro), con cassis, rafano e bocca centrata, Château Rauzan-Gassies (27 euro), Château La-scombes (41,50 euro), molto ricco e mu-scolare, Château Giscours (28,50 euro), Château Cantenac Brown (27,50 euro) e Château Prieuré-Lichine (24 euro), con note di caramello, noci e albicocche e bocca piacevole e ritmata. Ottima prova, dicevamo, a Saint-Julien dove spiccano: Château Léoville Barton (49 euro, bocca succosa e tannino su-perbo), Château Lagrange (26,50 euro), Château Talbot (30,90 euro), Château Bra-naire-Ducru (29 euro) e Château Beyche-velle (44,50 euro). Nella zona in genere più affidabile, ov-vero Pauillac, troviamo due leader come

SI DISTINGUE SOPRATTUTTO CHI NON HA

FORZATO VITI E

PRODUTTIVITÀ

www.slowfood.it

Château Pichon Baron (60 euro) e Château Pichon-Longuevi l -le Comtesse de Lalan-de, irraggiungibile con le sue dolcezze di frut-to, oltre a lunghezza e

tannino ottimi, ma lo seguono a breve di-stanza Château Grand-Puy-Lacoste (36 euro), Château Lynch-Bages (58 euro), di-stinto e mentolato, con sentore di carru-be e pepe, fragole e amarena, e Château La Fleur Peyrabon (14,25 euro), floreale e invitante. A Saint-Estèphe sono sempre eccelsi Château Cos d’Estournel (92 euro), con frutto nitido e sontuoso, Château Montro-se (65 euro) dalla bocca croccante e frut-tata con tannino maestoso e prometten-te con finale lunghissimo, Château Ca-lon-Ségur (43 euro), pulito, netto e distin-to, grande amarena confetto e balsami-co, Château Lafon-Rochet (24,25 euro) e Château Cos Labory (20,50 euro), senza dimenticare anche Château Phélan Ségur (23,55 euro).Nella zona forse migliore, ovvero Saint-Emilion, abbiamo Château Figeac (55 euro) – pepato con mallo di noce, ribes rosso e pesca, tannino grande e polposo – Clos Fourtet (51,60 euro) – incantevo-le e signorile – Château Troplong Mondot (63,40 euro) – con rovere e mirtillo, allo-ro e lentisco, bocca però bellissima per ritmo tra frutto tannino e sapidità. Ottimi anche Château Fombrauge (16,15 euro) e Château Laroze (15,50 euro).Infine, buoni prodotti anche a Pomerol, il regno del Merlot, con Château La Conseil-lante (65 euro) – sontuoso e regale, profu-matissimo di frutta rossa, nera e rose, san-dalo e bergamotto, tannino fine e abbon-dante –, Château l’Evangile (115 euro) – succoso e concentrato –, Château La Fleur de Gay (57 euro) – con peperoni e succo di mirtillo – e Château Le Gay (55 euro) – incantevole e profumatissimo, floreale e fragola, agrumi e menta, che in realtà in bocca appare più semplice ma conferma il buon estratto.

ovvero un periodo in cui ha potuto otte-nere buoni risultati solo chi ha operato una selezione feroce. E da questo punto di vista ci siamo, visto che si è avuto un calo generalizzato della produzione del 30%. Si distingue soprattutto chi ha sapu-to sfruttare al meglio il proprio terroir non forzando viti e produttività. Nei nostri as-saggi ci sono sembrati particolarmente in forma i vini della Rive Droite, ovvero Po-merol e St. Emilion su tutti, e più in affan-no Margaux e Pauillac, anche se nessuno dei grandi nomi ha fatto grossi errori. Par-ticolarmente piacevoli i vini di St Julien, che si confermano uno dei territori su cui puntare per il rapporto qualità-prezzo. Gli Chateau più cari, e in genere oggetto di investimento, non lasciano invece intrave-dere grandi opportunità. A titolo di curio-sità, citiamo i punteggi ottenuti da: Cha-teau Ausone, 93-95; Chateau Pavie, 92-94; Mouton Rothschild sui 91-93; Haut-Brion, 90-92; Latour, 88-90, Margaux, 88-90 e, addirittura, Lafite con 87-89 (il più basso mai ricevuto in 20 anni…), Pétrus a 90-93, Cheval Blanc con 89-91, Pon-tet-Canet su 90-92. Quasi tutti in linea con i migliori secondo il nostro palato (di cui parliamo a seguire), che vantano però prezzi molto inferiori. Se smettiamo di ve-dere queste bottiglie come un investimen-to e iniziamo a intenderli come vini da bere nel breve periodo, c’è invece da go-dere parecchio. Quanto ai prezzi che ri-portiamo, sono “franco cantina Millesi-ma” ma comprensivi di Iva: valgono per minimo sei bottiglie per tipo e consegne a partire da settembre.Sulla riva sinistra, la più famosa e storica ma non la migliore nell’annata di riferi-mento, abbiamo Château Chasse-Spleen Moulis (19,25 euro) – verde e aromati-

DI BOTTIGLIA IN BOTTIGLIADa sinistra: Château Beychevelle, Château La Conseillante, Domaine de Chevalier, Château Figeac, Château Lynch-Bages, Château Pape Clément, Château Rauzan-Ségla, Château Talbot e Château Troplong Mondot

Page 124: Business People - Maggio 2015

hotpoint.it

LA NUOVA COLLEZIONE DI PICCOLI ELETTRODOMESTICI IN ALTA DEFINIZIONE.

HD LINE è la nuova linea di piccoli elettrodomestici in alta definizione che ti offre risultati sempre eccellenti, con il minor consumo di tempo e di risorse.Estremamente affidabili e multifunzionali, assicurano performance superiori nel tempo. L’inconfondibile design elegante e tecnologico crea uno stile coordinato che arreda la tua casa.

Benvenuto nel mondo dei piccoli elettrodomestici Hotpoint.

Page 125: Business People - Maggio 2015

hotpoint.it

LA NUOVA COLLEZIONE DI PICCOLI ELETTRODOMESTICI IN ALTA DEFINIZIONE.

HD LINE è la nuova linea di piccoli elettrodomestici in alta definizione che ti offre risultati sempre eccellenti, con il minor consumo di tempo e di risorse.Estremamente affidabili e multifunzionali, assicurano performance superiori nel tempo. L’inconfondibile design elegante e tecnologico crea uno stile coordinato che arreda la tua casa.

Benvenuto nel mondo dei piccoli elettrodomestici Hotpoint.

Page 126: Business People - Maggio 2015

.it

IL TRAILER

IL TRAILER

Spettacolare e fuori di testa, il quarto film di Mad Max – che arriva a 30 anni di distanza dall’ultimo Mad Max Oltre la sfera del tuono, diretto sempre da George Miller - ruota

intorno alla figura di due ribelli in fuga dalla guerra, Max che ha perso moglie e figlio, e Furiosa che sta cercando le sue radici. Soltanto loro hanno il potere di salvare il mondo, ma dovranno affrontare un paesaggio desertico e desolato sull’orlo dell’apocalisse: azione, fuoco e sangue, cyberpunk fin nei minimi dettagli. Anche in 3D.

di GEORGE MILLER con TOM HARDY, CHARLIZE THERON, TERESA PALMER, JAY BARUCHEL, NICHOLAS HOULT, ZOË KRAVITZ

MAD MAX FURY ROAD

Da Walt Disney il viaggio in un luogo misterioso e avventuroso, nascosto da qualche parte nel tempo e nello spazio, chiamato Tomorrowland, dove ogni azione e ogni decisione ha delle conseguenze sulla Terra e sui suoi abitanti. Una volta trovato l’ingresso, tocca a Casey (Britt Robertson), una ragazza sveglia e appassionata di scienze, andare con Frank (George Clooney), l’ex bambino prodigio diventato un geniale inventore ma ormai preda della disillusione, ad affrontare l’antagonista David Nix (Hugh Laurie) e salvare il futuro.

AL CINEMA DAL 14 MAGGIO

TOMORROWLAND

AL CINEMA DAL 21 MAGGIO

di Brad Bird con George Clooney, Britt Robertson, Judy Greer, Kathryn Hahn, Hugh Laurie

American Sniper

Formato: Dvd e Blu-RayCasa di distribuzione: Warner Home Video

Basato sull’autobiografia di Chris Kyle, un tiratore scelto che narra l’orrore e l’assurdità della guerra, il nuovo film di Clint Eastwood racconta l’uomo di oggi, le cui forza e coerenza sono spesso in conflitto con il peso delle proprie scelte e delle proprie responsabilità. Tornato in patria, il reduce

dall’Iraq farà i conti con l’esperienza vissuta sul campo, con la vita da eroe e con gli altri soldati che come lui vivono intrappolati nel passato.

PER SAPERE COSA FAR VEDERE AL TUO BAMBINOUNO SGUARDO DIVERSO SUI FILM PER I PIÙ PICCOLI. SOPRATTUTTO UNA GUIDA AL CINEMA

PER RAGAZZI RIVOLTA A TUTTI I GENITORI, RICCA DI NEWS, RECENSIONI, OPINIONI... SCOPRILE TUTTE SU WWW.MOVIEFORKIDS.IT E, NATURALMENTE, SU FACEBOOK E TWITTER

Una commedia d’animazione squisitamente messicana, colorata, divertente e in 3D, prodotta da Guillermo del Toro e diretta da Jorge Gutierrez, sul modo di affrontare le proprie paure e di prendere delle decisioni per il futuro. Manolo è figlio di un torero ma, invece di seguire le orme del padre, vuole fare il musicista e, come se non bastasse, a complicare le cose ci si mettono gli affari di cuore. Il suo viaggio inizia qui e lo porterà ad affrontare tre mondi fantastici, compreso l’Aldilà, per capire le sue radici, i suoi limiti e la strada giusta da percorrere. Al cinema dal 28 maggio

IL LIBRO DELLA VITA

TERZA EDIZIONEPER IT FESTIVALTorna per il terzo anno IT - Independent Theatre Festival, innovativa e vivace rassegna di teatro indipendente che anche quest’anno – dal 15 al 17 maggio – occuperà ben dieci spazi performativi nei suggestivi luoghi della Fabbrica del Vapore a Milano. Oltre 500 artisti dell’underground milanese per scoprire i fermenti del teatro di domani, un evento di musica, arte, performance, incontri e approfondimenti.

MAGGIO 2015126 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Spettacolia cura di Gianluca Colantoni

Cinema

IL TRAILER

Page 127: Business People - Maggio 2015

IN SCENA

MUSICA

© W

arn

er B

ros.

(1),

Wa

lt D

isn

ey C

om

pa

ny (

1), R

ee

l FX

Cre

ativ

e S

tud

ios/

Twe

ntie

th C

en

tury

Fo

x/C

ha

tron

e (

1), M

ario

Sp

ad

a (

1), R

am

a (

1)

IL BEHIND THE SCENESDI CAN’T FORGET : A SOUVENIROF THE GRAND TOUR

THE VACCINES - HANDSOME

Uscirà il 12 maggio un album live molto particolare di Leonard Cohen: una raccolta di momenti rari e inediti

dell’Old Ideas World Tour del 2012. Can’t Forget: A Souvenir of the Grand Tour offre una visione intima del mon-

do di Cohen, tra prove, arrangiamenti per lo spettacolo, pezzi del soundcheck e brani usati come riscaldamento

prima del concerto. In più ci sono due inediti – Never Gave Nobody Trouble e Got a Little Secret – e due cover mai

incise dall’artista prima d’ora: Choices di George Jones e La Manic di Georges Dor.

CAN’T FORGET: A SOUVENIR OF THE GRAND TOUR, UN LIVE CON DUE COVER E DUE INEDITI PER IL CANTAUTORE CANADESE

LA RACCOLTA PERSONALE DI LEONARD COHEN

Nato nel 2010, il quartetto indie inglese The Vaccines è giunto a una svolta rock con il nuovo album English Graffiti, che uscirà per Columbia il 26 maggio. Un album eclettico ma orientato al rock puro, anticipato dal singolo Handsome. Il disco in edizione digitale conterrà 11 tracce,

ma sarà disponibile anche una versione deluxe con tre brani e quattro remix in più (segno dei tempi: il formato fisico sarà solo deluxe).

THE VACCINES,IRONIA E ROCK

UNA NUOVA CARMEN NAPOLETANA

GIANNA NANNINI15 Assago (Mi)17 Torino20 Conegliano (Tv)21 Padova23 Bologna24 Montichiari (Bs)

MARIO BIONDI15 Mantova16 Cesena18 Bologna20 Roma24 Palermo25 Catania

PLACEBO20 Verona

MARCO MENGONI16 Napoli19 Bari21 Bologna23 Conegliano (Tv)

JACKSON BROWNE24 Roma25 Bologna27 Como28 Torino

IN TOUR A MAGGIO

LASCIATEVI STUPIRE DAI MUMMENSCHANZ

L’album propone momenti dell’Old Ideas World Tour del 2012

INTIMO

Fondato nel 1972, il gruppo svizzero dei Mummenschanz mette in scena oggetti, materiali di tutti i tipi, maschere, costumi surreali che giocano con la fantasia a 360 gradi in maniera raffinata e divertente, creando uno spettacolo adatto anche ai bambini. In scena al Teatro Olimpico di Roma dal 9 al 17 maggio per il Festival Internazionale della Danza 2015.

Prodotta dal Teatro Stabile di Torino e dal Teatro di Roma, va in scena dal 6 al 17 maggio a Milano, al Piccolo Teatro, la riscrittura della Carmen a opera di Enzo Moscato, la voce più lirica del teatro italiano del nostro tempo. Una favola mediterranea diretta da Mario Martone, interpretata da Iaia Forte e accompagnata dalle musiche dell’Orchestra di Piazza Vittorio e la direzione musicale di Mario Tronco, in cui sono evocati sia il libretto di Bizet sia il racconto di Mérimée, in uno spettacolo originale ed equilibrato, in cui Napoli si pone come centro di un mondo latino fatto di nomadismi, dalla Spagna alla Francia e, via via trasmigrando, fino a Tunisi.

MAGGIO 2015127 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Page 128: Business People - Maggio 2015

© G

ett

yIm

ag

es

(4)

VA OF FIRISION E

H COWOLY

OG DI BEGETTI LLEZZA

STAIN ETO DI BBREZZA

128 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Libria cura di Cecilia Lulli

MAGGIO 2015

SCARICAIL LIBRO

SCARICAIL LIBRO

SCARICAIL LIBRO

SCARICAIL LIBRO

BLOCK NOTES

«La stimata psicologa infanti-le Caitlin O’Hara è una mam-ma single che cerca di concilia-re il suo lavoro, suo figlio e una scialba vita sociale. Il suo mon-do viene improvvisamente ca-povolto quando Maanik, la figlia dell’ambasciatore dell’India alle Nazioni Unite inizia a parlare di-verse lingue e ad avere violente visioni. Caitlin è sicura che que-sti attacchi siano collegati al re-cente attentato subìto da suo padre, ma quando altri adole-scenti iniziano ad avere attacchi simili in tutto il mondo, Caitlin ini-zia a pensare che una forza più sinistra sia al lavoro».

daEDITORIA PER RAGAZZI/1: 2014 A GONFIE VELEÈ ancora boom dell’editoria per ragazzi nel 2014: l’anno si è chiuso, infatti, per il segmento, secondo i dati Nielsen, con un segno positivo nei canali trade (librerie, librerie on line), sia a fatturato (+5,7%), sia per copie vendute (+2,7%). Una performance ancor più significativa se la si inquadra nell’andamento più generale del settore del libro che ha registrato nel 2014 ancora un segno meno (-3,8% a valore, -6,5% a copie, dati Nielsen).

EDITORIA PER RAGAZZI/2: L’ITALIA PIACE ALL’ESTEROOttime notizie dall’osservatorio Aie che da cinque anni monitora l’import/export dei diritti di libri per bambini: nel 2014 sono stati venduti 2.167 diritti di edizione con un trend di crescita (+6,8%) migliore rispetto alla media dell’ultimo periodo (+5,2% in media annua dal 2011). Parallelamente rallenta l’approvvigionamento di titoli acquistati da altri Paesi (sono stati 840 nell’ultimo anno), che fanno segnare un calo del -4,4%.

IRRESISTIBILE CARTAQuali aromi rendono così piacevole l’odore dei libri di carta? Il chimico inglese Andy Brunning ne attribuisce il merito alla cellulosa e alla lignina che, con il passare del tempo, degradano rilasciando composti organici. Da qui il profumo tanto amato dai lettori, le cui componenti sarebbero: vaniglia, benzaldeide (che aggiunge un profumo di mandorla), odori dolci prodotti dall’etilbenzene e il contributo floreale dell’etilesanolo.

Tra le stelle del cinema statunitense sembra essersi diffuso il virus della scrittura. E se, in

ultimo, il racconto di Tom Hanks Alan Bean Plus Four è stato stroncato dalla critica dopo la sua apparizione sul New Yorker, molti altri volti noti

hanno raccolto consensi sia tra il pubblico che tra gli esperti del settore. È il caso di James Franco e Steve Martin e, più di recente, di David Duchovny. Mentre la sua partner in X-Files, Gillian Anderson,

ha proseguito sulla strada del paranormale dando il via a una vera e propria saga.

alle

«Non c’è stato il tempo di evitare la sa-goma nera in piedi in mezzo alla stra-da. La macchina è andata a sbatterci contro. S’è sentito un botto e la figura è scomparsa sotto la macchina. Mi sono reso conto che stavo già frenando solo quando la macchina s’è fermata, una decina di metri più in là. Ho tirato il fre-no a mano, ho premuto il pulsante del finestrino automaticoe mi sono affacciato per guardare die-tro. La sagoma era sdraiata a pancia in giù sulla strada. In giro non c’era nessuno. (…) Chiunque fosse la sagoma, non poteva avere vi-sto che macchina era quella che l’aveva investita. Ne ho approfittato e sono scappato prima che iniziasse a muoversi».

STEVE MARTIN

«Sono stanco, stanco morto di pensare a Lacey Yeager, ma temo che finché non scriverò la sua storia e non vedrò il mano-scritto rilegato a dovere sul mio scaffale, non riuscirò a scrivere di nient’altro. Il mio cognome è Franks. Una volta, al college, La-cey mi strappò di mano il por-tafoglio e lesse ad alta voce ciò che era scritto sulla patente, sco-prendo che il mio nome di bat-tesimo è Daniel Chester Fren-ch, proprio come lo scultore che realizzò il memoriale di Abraham Lincoln. (…) Una volta Lacey mi rivelò che anche lei aveva l’arte nel sangue, ma non mi raccontò tutta la storia».

DAVID DUCHOVNY

«La maggior parte del-le persone pensa che le mucche non possano pensare. Ciao. Lasciate che riformuli, la maggior parte delle persone pensa che le mucche non pos-sano pensare e non ab-biano sentimenti. Ciao di nuovo. Io sono una muc-ca, il mio nome è Elsie. Si, lo so. E non è una cavolata. Vedete? Noi sappiamo pen-sare, sentire e scherzare, o almeno lo sa fare la maggior parte di noi. La mia prozia Elsie, da cui ho preso il nome, non aveva senso dell’umorismo. Per niente. Voglio dire, proprio zero. Non le piacevano nemmeno le barzellette in cui gli umani fanno cose stupide».

H WOLLY OOD Headline

JAMES FRANCO

Minimum fax

GILLIAN ANDERSONCON JEFF ROVIN

Simon & Schuster

Isbn edizioni

librerie

Page 129: Business People - Maggio 2015

BF_2015 - duesse_5x_240x287_imp.indd 1 30/03/15 16:34

Page 130: Business People - Maggio 2015

© iS

toc

kph

oto

.co

m/I

van

Ba

jic (

1), L

ibra

ry o

f Co

ng

ress

’s P

rints

an

d P

ho

tog

rap

hs

(1)

NAPOLEON HILL

(Pound, 26 ottobre

1883 - South Carolina,

8 novembre 1970)

Scrittore e saggista

è stato uno dei primi

autori del moderno

genere letterario

dei manuali

motivazionali.

Il suo Pensa

e arricchisci te stesso

è uno dei libri più

venduti di tutti i tempi

«Chiunque voglia riuscire

a vincere

in un’impresa,

deve essere disposto a bruciare

le sue navi e tagliare i ponti

per impedirsi di tornare

sui suoi passi. Solo così

facendo si può assicurare

di mantenere lo stato mentale

di “ardente desiderio di farcela”,

che è essenziale per il successo».

Napoleon Hill

MAGGIO 2015130 WWW.BUSINESSPEOPLE.IT

Razione K

Page 131: Business People - Maggio 2015
Page 132: Business People - Maggio 2015

cellini date

L’OROLOGIO CLASSICO SECONDO ROLEX

ROLEX PRESENTA LA NUOVA COLLEZIONE CELLINI, CONTEMPORANEA CELEBRAZIONE DEL CLASSICISMO

E DELL’ETERNA ELEGANZA DEI SEGNATEMPO TRADIZIONALI. LA COLLEZIONE SI COMPONE DI DODICI MODELLI

D’ISPIRAZIONE CLASSICA E ABBINA IL MEGLIO DELL’ESPERIENZA E DEI CRITERI DI PERFEZIONE DI ROLEX

CON UN APPROCCIO CHE VALORIZZA L’EREDITÀ OROLOGIERA NELLA SUA FORMA PIÙ INTRAMONTABILE.