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Budd Hopkins Intrusi (Intruders).pdf

Mar 16, 2023

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Khang Minh
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Nel settembre del 1983 il ricercatore ufologico BuddHopkins, autore di questo libro, ricevette una lettera daunacertaKathieDavis;eraunaletteraparticolare,cheloavrebbecoinvoltoinoltredueanniemezzodiricerchesualcuni eventi, straordinari, accaduti alla donna nella suacasadiCopleyWoods.Questa ricercaavrebbecoinvoltopsicologi, radiologi, chimici e medici, chiamati averificare la credibilità, la buona fede e lo statomentaledelle persone coinvolte nel «caso». Il risultato finale èstato sconvolgente: non solo i casi di rapimenti di esseriumani da parte degli alieni sono veri ma, dietro essi, sinascondeunoscopobenpreciso.L’umanitàèsorvegliatae controllata da un sistema alieno ed è oggetto di unesperimento genetico. Questo libro costituisce unalampante testimonianza — la prima in assoluto — inquestosenso:esserialienistannostudiandol’uomomoltodavicino.L’autore,immedesimandosinellapubblicaincredulità,èilprimoaporregliinterrogativipiùallarmanti:neconsegueunarispostaunivocaechiaraequantomaiinquietante.

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Daoltredodicianni,BuddHopkinsèunodeipiùquotali,scettici,razionali,equilibratiemeticolosiricercatoriUFO.Sul temahagiàpubblicatounprecedente libro«MissingTime». È assai apprezzato come pittore e scultore ed èstatoinsignitodimoltipremi,meritandoriconoscimentialivellonazionale.

GraficadiAntonellaCaldirola

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UOMINIEFATTI

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INTRUSI

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BuddHopkins

INTRUSI

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Titolooriginale:IntrudersTraduzionediFrancoOssolaOperaeditanegliUSAda:RandomHouse

Copyright©1987BuddHopkinsCopyright©1988ArmeniaEditoreVialeCa’Granda,2–Milano

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INDICE

1.Settembre1983:Unalettera2.L’oraperduta3.KathieaNewYork4.Robbie,Tommyel’UomoNero5.Ilcampeggioealtreavventure6.Ilgiornopiùtriste-ILLUSTRAZIONIEFOTOGRAFIE-7.Altredonneealtriuomini8.Lapresentazione9.Altretesseredelpuzzle10.FacciamoilpuntoAppendiceAAppendiceBAppendiceC

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QuestolibroèdedicatoallamemoriadelcompiantoProfessorJ.AllenHynek

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RINGRAZIAMENTI

Èquasi ironicodover ammettere chequesto lavoronon sarebbenatosenzal’angosciosaedintricatastoriachehacoinvolto,esconvolto,KathieDavis, la sua famiglia emolte altre persone— fra cui SusanWilliams,Sandy Thomas, Pam, Andrea, Ed Duvall, Dan Seldin, Joyce Lloyd,LucilleForman,MargaretBurning—lecuitestimonianzesonoil«cuore»di queste pagine. Ovviamente, per tutelare la tranquillità della loro vitaprivata,inomideiprotagonisticompaionocambiati;ognunodilorosipuòperò pienamente riconoscere nei personaggi del mio libro. Desideroringraziarli tutti, esternando la mia più profonda gratitudine per lastraordinaria collaborazione prestatami e per il coraggiomanifestato nelconsentireche tuttoquestovenissepubblicato.Oltrealle lorostorie,allastesura dell’opera hanno contribuito anche quelle di tanti altri individuiche hanno vissuto esperienze analoghe e che, per evidenti motivi, nonhanno potuto trovar spazio. Anche a loro volgo un pensiero diriconoscenza; sconosciuti uomini e donne che, poco alla volta, si sonotrasformatiinpreziosiamicieconfidenti.

L’aiuto prestatomi dai consulenti medico-scientifici è risultatodeterminante per dare completezza all’impegno. In particolare voglioricordareilcontributodeldottorJohnBurger,dottorPaulCooper,dottorDon Klein, dottor Robert Naiman, dottoressa Christina Sekaer, lepsicologheAphroditeClamaredElizabethSlatere,perlepuntualianalisi

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dei campionidi terreno,CullenHackler ePaulLander.Grazie a JosephSantangelo, TravisWhitehurst e LewWillis, ricercatori i cui sforzi mihanno concesso di affondare l’analisi in determinate direzioni. Duecolleghi — David Jacobs e Joseph Nyman — si sono rivelati amiciinsostituibili, consiglieri e critici scrupolosi, oltre che recensoriattentissimidelmanoscritto.Aloroungraziedavverospeciale.Mihannofornitoun’infinitàdiconsigli,informazionieavvertimenti,coniqualihopotuto «corazzare» in modo sufficiente ogni mia osservazione. Infine,voglio ricordare mia moglie, April, e mia figlia, Grace, che, tantopazientemente,mihannoconcessodi«rubare»allafamigliatuttoiltemponecessario per portare questo impegno a compimento. Ho cercato diassicurarlichenonaccadràmaipiù;madall’espressionedellorovisohocapitochiaramentechenonmihannocreduto!Ciònontogliecheallalorotolleranza,allalorocomprensioneindiscriminatasidebbaunabuonapartedellamia riuscita in questo lavoro; come, d’altro canto, fondamentale èsempre stata nella mia vita la loro presenza e, con essa, tutto ciò chediconoonondicono.

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AVVISOALLETTORE

Che siate un fisico, una casalinga, un ufologo, un occultista, questolibrometteràaduraprovailvostrosensodellarealtà.Unodeitantidifettidella mente umana, che non ci piace riconoscere, è l’incapacità diaccettareoanchesolodiriuscireaimmaginarevividamenteciòcomesefossero plausibili, quegli aspetti della verità che simostrano «irreali» oprofondamente «difformi». Anche se, in teoria, ci professiamo sempreprontiadarcreditoaqualsiasiideaperstrampalatachesia,inconcretounconcetto che si discosti decisamente dagli schemi soliti diventa«incredibile», indipendentemente dal peso della testimonianza e dellacoerenza logica di qualcuno. Un esempio classico di questa ritrosiamentaleacomprenderee,diconseguenza,acrederecomeveraunarealtà«diversa» compare nel libro di Walter Laqueur dal titolo The TerribleSecret, dedicato all’OlocaustodegliEbrei {1}.Nella sua ricercaLaqueurarrivaastabilire inmodocertocheancoraalla finedel1943—quandocioè praticamente tutto il mondo era a conoscenza della sistematicaoperazione di genocidio attuata da Hitler — l’orrore dei campi disterminio era qualcosa a cui la gente non credeva affatto. Certo —sembravasipensasse—iNazistieranodemoniinterraedesseribrutalisenza scrupoli; ma da qui ad arrivare allo sterminio predeterminato dibambini,vecchi,uomini edonnediun interopopoloceneoccorrevae,

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dunque, quelle «voci» non potevano essere vere. Con un simileatteggiamento di fondo, anche ai testimoni oculari non veniva concessomoltocredito. InpropositoLaqueurdescrive l’incontroavvenuto tra JanKarski—ebreopolaccotestimonedellacarneficina—edilgiudiceFelixFrankfurter uomo sulle cui brillanti capacità intellettuali non ci sonodubbi.QuandoKarskirivelòleatrocitàcuivenivanosottopostigliEbrei,Frankfurter,moltocandidamente,glirisposeche«nonpoteva»credergli.Equandoilprofugoprotestò,ilgiudiceglispiegòchelasuaaffermazionenonimplicavachelui,Karski,nonavevadettoilvero;machesitrattavadiqualcosaacuinonpotevapropriocredere;ec’eraunabelladifferenza!{2}.Passando al tema di questo libro non può non saltare all’occhio una

certa analogia (lungi da me, sia chiaro, voler confrontare le indicibilinefandezze dell’Olocausto con i fatti ufologici; mi riferisco soltanto almetodoacuilanostramentericorrepersbarazzarsidiunatestimonianzachenonaccetta).Nonc’èdubbiocheormailagranpartedegliscienziatidelmondo crede nella forte probabilità che laVita esista anche altrovenell’immensa vastità dell’universo e che alcune di queste formeintelligentisianoassaipiùprogreditedellanostra—bastiricordarequantistudiosisidedicanoatempopienoalprogrammaSETI(SearchforExtraTerrestrialIntelligence).Viceversa,purtroppo,nonancoraunosièdecisoad affrontare con il giusto cipiglio il fenomeno, altrettanto irrefutabile,degli UFO, con le sue migliaia di rapporti di avvistamento di presuntivelivoli, atterraggi, fotografie, rilevamenti radar ed impressionanti storiedipersone rapitee sottoposteacontrolli edesamimedici.Èchiaroche,descrittoinquestitermini,ilfatto-UFOtestimonierebbegiàdiperséunapresenza extraterrestre. C’è però il piccolo particolare che poiché laricerca scientifica riconosciuta non si è ancora degnata di prenderlo inesameinvestigandolo,loharigettatocompletamente—aconfermachelamaggior parte degli scienziati non ha neppure una vaga idea del peso edellapuntualitàdelleproveesibitedaquestostrabiliantefenomeno.

Alla base di questa insensibilità c’è una motivazione prettamenteumana. Finché si immagina un’intelligenza extraterrestre presente nelcosmo,malontana,dotatadiunatecnologiacheleconsentavolispazialialivello di sistema solare, non sorgono grossi problemi di accettazione,visto che si tratta di un concetto non traumatico, razionale e, tuttosommato,confortevoleerassicurante.Inquestoschemanoi terrestrinon

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siamonécoinvoltiné,tantomeno,chiamatiincausaenoncirestaaltrodafarechepredisporci adattenderepassivamentequalche segnale, lanciatonella nostra direzione attraverso l’insondabile vastità del cosmo. Bendiversoinveceèammetterelapossibilitàcheintelligenzealienestianogiàvisitando,comeil fenomenoUFOdimostra, ilnostropianetautilizzandoesseri umani come cavie di laboratorio, al fine di perseguire un loromisterioso, quanto imperscrutabile, fine. Questa sì che è un’idea chedisturba, sconvolge. Conosciamo tutti quel fondamento della ricercascientifica che recita: ciò non rientra nei canoni e, quindi, non puòverificarsi.Chec’èdimeglio,per fotografarlo,delperentoriopareredelgiudice Frankfurter, il quale, non curante del racconto di un testimoneoculareedituttaunaseriedialtreprovepesanti,sentenzia:«Semplice,sitrattadiqualcosaacuinonpossocredere!».

Subito dopo la pubblicazione del mio libro Missing Time hopartecipato ad un programma radiofonico sugli UFO. Il conduttore siproclamò dubbioso sin dalle prime battute, annunciando, con unamalcelata punta di arroganza: «Confessodi esseremolto,molto scetticosull’esistenzadegliUFO.Spostarsidaunsistemasolareall’altrocontantafacilitànonmiparepossibilee,purammettendochequalcheextraterrestrevengaatrovarci,nonpensopropriosicomporterebbecomesidicechesicomportino.»Dopoessermidigerito,unlungoenoiosissimomonologo,lasuapersonalissimalistadicosepossibiliedimpossibili,glirivelaichefranoidueilpiùtitubanteerocertamenteio,dicendogli:«Sonocosìscetticodaesserearrivatoalpuntodinonsentirmineppurepiùingradodinegarelapossibilitàdialcunché».

Ed è proprio questa la richiesta che intendo fare a chi mi legge:liberatevidaipregiudizi.Cercatedientrarenell’ordinedi ideepercuiseappureretecheancheunsoloaspettodelfenomenoUFOèvero,ebbene,potrebbe essere possibile che anche tutto il resto lo sia. Non cercate diimbavagliareconilraziocinioterrestrequellachepuòesserel’estensionementale e tecnologica di un’intelligenza aliena. Il vero, convinto eprofondoscetticoècoluiche,almenoinpartenza,nonrifiutanérespingenulla,néetichettaqualcosacomeimpossibile.

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CAPITOLOPRIMO

SETTEMBRE1983:UNALETTERA

Quando vi si passa davanti inmacchina, imuri di pietra liscia dellacasanonhannonulladidiversodaquelliditantealtre;null’altrocheunaanonimabarrierapostaadifesadell’intimitàdiunafamiglia,acuiseneaggiunge una seconda, formata dagli alti filari di aceri fra i quali sorgeCopley Woods. Capita, dunque, di passare davanti all’abitazione deiDavissenzanotarenulladiinsolito.Quandoperòlasivaacercareperchési viene a sapere che proprio fra quellemura e lì attorno sono accadutifattiinquietanti,eccoche,comed’incanto,l’atmosferasi«carica»diunasensazioneinnaturale.

Anche i dintorni sono tranquilli e rispecchiano il tipico modelloborghese delle cittadine di provincia del middle-west americano. Ognicasaèlontanadall’altraqueltantochebastaperessere,allostessotempo,isolataeparteintegrantedelvillaggiogarantendounagiustaprivacyeladistanzadaIndianapolisètaledasuggeriredecisamentel’ideadiunpostodicampagna.IDavissonoproprietariditreacriditerraaCopleyWoods,dove vivono agiatamente fra una sovrabbondanza di automobili,elettrodomestici, televisori, godendo, fra l’altro, di una bella piscina nelretro del giardino.RobertDavis sa come amministrare almeglio le sueentrate. Assecondando il più che legittimo desiderio di anonimatorichiestomi, dirò soltanto che svolge un’attività tecnica altamente

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qualificata che gli garantisce lauti guadagni. {1} Oltre a lui, nella casavivonoaltrequattropersone:lamoglieMary,lafiglia,divorziata,Kathieedisuoiduebambini,RobbieeTommy.Nelsettembredel1983ricevettiuna lettera di Kathie Davis; dovrei dire, per essere più preciso, una«fatidica» lettera, perché fu l’innesco di un ricerca che si protrasse peroltre due anni e mezzo, con l’obiettivo di venire a capo di alcunistraordinarieventiaccadutiaCopleyWoods.

Anchesesvolgoattivitàartisticadipittoreescultore,cheviveelavoraa New York, mi sono sempre interessato al problema degli UFOvenendoneprogressivamentecoinvoltoinmodosemprepiùviscerale.Nel1981 ho pubblicato un libro intitolato Missing Time, uno studiodocumentatosusettecasidirapimentoufologico(o,ingergo,abduction)in collaborazione con lo specialista Ted Bloecher e la psicologa,dottoressaAphroditeClamar. {2}Lepaginefinalioffrironolospuntoallasignora Davis — che aveva letto il libro nel 1983 — per scrivermi,gettandounponte fra i fatti narrati e la storiadi ciò che era accaduto aCopley Woods. Invitavo, infatti, tutti quei lettori che avessero avutoesperienze analoghe a quelle descritte a farmelo sapere, scrivendomipresso l’Editore. Fra le centinaia di lettere che arrivarono — da ogniangolodelmondo,dall’AustraliaallaNorvegia,dalLibanoalCanada—senza dubbio la più stimolante fu quella di Kathie. Seppi solo in unsecondomomentoche, inrealtà,quellaerastata laseconda letteraecheuna precedente era finita nel cestino, pensando che il suo caso nonmiavrebbeinteressato.Comeillettorecomprende,avvennetuttoilcontrarioequellasecondamissiva—quellafinalmentespedita—ebbeilpoterediavviareuna ricerca, tanto intensa che la firmataria non avrebbeneppurelontanamente immaginato. Ne sono stati coinvolti chimici, radiologi,medici, psicologi emolti altri specialisti ancora.Mi sono recato quattrovolteadIndianapolisadinterrogareiprotagonisti,mentreKathie,dapartesua,èvenutadame,aNewYork,bentrevolte.Sonostatiimpiegatitestspsicologici ed interviste appositamente elaborati, utilizzando tecnichesofisticate come, ad esempio, la macchina della verità che analizzal’alterazione del tono e della flessione della voce, con esperimenticondotti da grossi esperti nel campo. Alla fine però c’è stato il giustopremioinquanto—enonhotimorenéesitazioneadichiararlo—ilcasodiCopleyWoodspiùdiqualsiasialtrohagettatonuova, ineditalucesulfenomenodegliUFO,chiarendonenaturaedintendimenti.Soche,questa,

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èun’affermazionechepotrebbeapparireavventata,ma,ripeto,misentodisostenerlaappieno,vistoleproveraccolte.

Nel contesto del problema ufologico non esiste aspetto cosìcontroverso — o, se si preferisce, drammatico — quanto un caso dirapimentotipoquelloaffrontatoediscussoinquestepagine.Negliannisisonoaccumulaticentinaiadirapportidiquestogenere,incuigenteonestaedaffidabile raccontadi essere stata immobilizzatanellapropriaauto,oaltrove, dagli occupanti di UFO e quindi di essere stata trasferita nelmisteriosovelivoloatterratoneipressi,peresseresottoposta,distesasudiun tavolo, ad una serie di esami clinici. L’imposizione di una profondaamnesia cancella poi dalla mente conscia del malcapitato ogni ricordodella brutta esperienza, protratta, in genere, per un’ora odue— tanto èverocheèsoloperiltramitedell’ipnosichealcunicasisonostatiriportatialla consapevolezza del protagonista. Volendo, un caso alla voltapotrebbero essere tutti smantellati con apparente facilità, richiamandosisemplicemente a niente più che a qualche alterazioneo allucinazionedicaratterepsicologico.Abbracciandoli invece inununicocolpod’occhio,cisiaccorgeall’istante,daunparte,cheglischemifondamentalisucuisiconcretizzanosonotropposimilifralorosoventepersinoneidettaglipiùinsignificanti;dall’altra,chelacredibilitàelacoerenzadeitestimonisonoinattaccabilidanonpoter,inalcunmodo,farfintadinienteedignorareilfenomeno.Aprescinderedaciòchepoisiipotizza—cherappresentiunnuovoaspettodelladisillusionepsicologica,alivellodimassa,dell’animoumano o la descrizione di esperienze fisiche e concrete realmenteaccadute, ciò che conta è riconoscere che siamo di fronte a qualcosa dimoltoimportante,qualcosachechiedediessereinvestigatoconilcorredodiunamentalitàscientificaestremamenteaperta.

Ilprimocasodiabductiondicuisifeceungranparlarefuquellodeiconiugi Barney e Betty Hill, accaduto nel 1961 presso le WhiteMountains, nel NewHampshire {3}.Mentre stavano tornando a casa inauto, avevano scorto, nel buio della notte, una lucemolto brillante cheveniva verso di loro. Per poterla osservare meglio avevano lasciato lastrada principale. Avvicinatasi a sufficienza, la luce si era rivelataun’astronavedallaclassicaformadiscoidale.BarneyHill,guardandoconun binocolo, era riuscito persino a scorgere gli occupanti, a suo direschierati a osservarlo dietro la fila di oblò che percorreva la navicellalungo l’asse orizzontale. A questo punto era cessato ogni ricordo

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consapevole e la prima cosa di cui si erano resi conto era che stavanoprocedendosullastradamaestra,dopoun inspiegabile«buco»temporaledi circa due ore, di cui non ricordavano nulla, che li separava dalmomento in cui avevano visto la luce.Nei giorni e nelle settimane cheeranoseguiti,Barneyaveva incominciatoa soffriredi forti statid’ansia,insonnia e incubi notturni. La conseguenza più immediata era stataun’ulcera, che, continuandoapeggiorare, loaveva indottoadaffidarsi acuremedicheepsichiatriche.Ilsuoterapeuta,ildottorBenjaminSimon,accorgendosi cheHill soffriva a causa di un trauma dimenticato, avevadecisodiricorrereadunaseriediseduteipnotiche,alfinediindividuareerimuovereilblocco.ErastatopropriosottoipnosicheBarneyHillavevaincominciato a ricostruire ciò che gli era successo durante le due ore«perdute»: quella notte unUFOera atterrato davanti a lui e suamogliecheeranorimasticomeparalizzatiecondottiabordodell’oggettovolante.Separatamente erano stati sottoposti ad una specie di visita medicacompleta. Desiderando poter comprovare — senza il pericolo di uninquinamento consapevole — quelle incredibili rivelazioni, il dottorSimonal terminedi ogni seduta imponeva al suopazientedi rimuoverecompletamente dal livello conscio ogni ricordo relativo all’esperienzaufologica. Questa si rivelò una precauzione saggia e provvidenziale.Simon,infatti,pensòdisottoporreatrattamentoipnoticoanchelasignoraHill, laqualeignaradellaricostruzionedelmarito,nonsololaconfermòappieno,maoffrìparticolaridescrittividellanavicellaspazialeedeisuoioccupantichesirivelaronopreziosissimi.Quandofinalmentenel1966ilcasoresopubblicovennederisoeridicolizzato,anchesenelseguitodelleindagininonemersemainullachepotessemettereindubbionélabuonafedenélastabilitàmentaledeidueprotagonisti.Oggi,adistanzadianni,possiamoconsiderarequestocasocomeunaspeciedistoricospartiacquenell’ambitodellaricercasugliUFO. {4}

L’era moderna degli avvistamenti ufologici vale a dire di rapportirelativiastraniesilenziosioggettivolantidallaformaadisco,comparsineicielidelmondoerainiziata,comunque,parecchianniprima,durantela secondaguerramondiale,quando,dietroa talimanifestazioni, ipilotialleati avevano immaginatonascondersi un’arma segreta del nemico. {5}Mal’ipotesisierasubitosgonfiatanonappena, interrogandogliaviatoritedeschi prigionieri, era emerso che anche loro, al cospetto dello stessoinconoscibile fenomeno, avevano pensato a una nuova trovata degli

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americani.Aguerra finitaera toccatoaipaesi scandinavidi avereachefare con strani «razzi fantasma», etichettati come ordigni sperimentalisovietici.Ma,anchequestavolta,c’eraqualcosachenonconvinceva:nonun incidente, un’avaria, non un frammento, un detrito di qualunquegenere, e così anche questa spiegazione era stata abbandonata. Solo sulfiniredegliAnni‘40avevafattocapolinol’ipotesiextraterrestre,purcontutte le remore legate al fatto che i fantomatici dischi fosseropilotati inmododirettoeospitasseroabordodeipiloti«viventi».

Il caso dei coniugi Hill fu la prima anticipazione di quella che, inseguito,sisarebberivelatacomeunaveraepropriaondatadi rapimenti,capacidimettereaduraprovaanchelementipiùelasticheeaperte.Puressendo stato, nel 1964, testimone di un avvistamento diurno—eventochedeterminò ilmio successivo interesseversopergliUFO—quandolessiidettaglidelcasoHillnonriusciidiaccettareanchesolol’ideacheun fatto simile potesse ascriversi all’intervento delle entità UFO. {6}Facendo uso, senza saperlo, della sottile distinzione a cui era ricorso ilgiudiceFrankfurtermicomportaicomelui:lungidamel’ideadiaccusaregliHill dimenzogna, semplicemente nonmi era possibile credere a ciòcheraccontavano.Quandoperò,nelcorsodellemiesuccessive indagini,incominciaiaimbattermisemprepiùspessoineventiUFOdiquestotipo,lentamentemainesorabilmentesifecelargonellamiamentelapossibilitàchegliincontriravvicinaticonrapimentopotesseroveramenteverificarsiin quelmodo.Caso dopo caso,mi convinsi dell’importanza rivestita daquestoaspettodellafenomenologiaufologicae,apartiredal1977,decisidi concentrare tutti imiei sforzi inquestadirezione. {7} Il risultato fu lapubblicazione, quattro anni dopo, del mio primo libro e l’iniziale,indiretto contatto con Kathie Davis, la quale riconoscendo nella suaesperienzamoltideicaratterievidenziatidallamiaricercamaturòl’ideadiscrivermi.

UnodeipunticentralidiMissingTimeeralasupposizionesecondolaquale moltissime persone probabilmente migliaia potevano essere stateprotagoniste di rapimenti senza più rintracciare nella loro memoriaconscia ilminimo ricordodiquella evenienza traumatica.Standoaquelche era emerso avevo evidenziato che l’imposizione di una profondaamnesia poteva in realtà cancellare dalla loro mente praticamente ognicosa,lasciandosololabilissimereminiscenzeinconsapevoli.Peresempio,in uno dei sette casi investigati, il contattista, «Steven Kilburn», non

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rammentava assolutamente nulla, l’unica sensazione che gli era rimastaradicata nell’animo era un terrore profondo per un preciso tratto diun’autostrada, lungo il quale sentiva che gli era capitato qualcosa chedoveva avere a che fare con gli UFO. Al contrario degli Hill nonricordava alcun avvistamento, né si era accorto di avere un «buco»temporaleodiqualcos’altrodianormale.Però,giuntoallafinedell’esamedel suo caso grazie all’aiuto di Ted Bloecher, di due psicologi e di unesperto operatore di poligrafi fui in grado di assodare che quel suoevanescente indistinto ricordo carico di emozione, altro non era che lapunta di un iceberg, che scendeva in profondità nel suo inconscio,rappresentatodaunaveraepropriaabduction.Sottoipnosi,infatti,Stevenricostruìuncontatto traumaticoconesseri sconosciuti ricalcandosinneidettaglil’esperienzadegliHill. {8}

Da quelle mie prime ricerche emergeva un secondo elementoimportante, comune al caso di CopleyWoods. Risultava evidentissimoche nella maggior parte dei casi i contattisti avevano avuto più di unincontro, ilprimo,dinorma, risalivaaquandoavevaun’età tenerissima,vale a dire attorno ai 6-7 anni.A quell’«incontro» iniziale ne potevanoesser seguiti parecchi altri, tutti dipanatisi secondo la solita prassi.Vengono subito alla mente gli esperimenti sugli animali migratori, nelcorso dei quali gli zoologi impiantano detector e placchette diidentificazioneperpoterneseguire,intempidiversieancheadistanzadianni, ogni spostamento. Sembrava accadere la stessa cosa nei casi dirapimento: gli occupanti degli UFO trattavano gli umani colmedesimometodo. Dopo averli prescelti e contattati, li «rivisitavano» a intervalliregolari, proprio come avessero costituito per loro preziosi soggetti dianalisi. Era evidente che queste persone erano state, in qualche modo,«etichettate»come«campioni».

Unterzopuntocheritornavaconsospettacontinuitàeranodei«segni»che comparivano sul corpo dei protagonisti. Li avevo scoperti su tre diessi,visibilericordodegliapprofonditiesamimediciefisiologiciaiqualierano stati sottoposti sin da bambini. Nel corredo fotografico del libromostravo queste piccole cicatrici, che i portatori non riuscivano aspiegare.Unaspiccavasuunpolpaccio,l’altrasottounginocchio,laterzasu di un fianco dei tre soggetti per la cronaca, un avvocato, unmicrobiologoel’impiegatodiun’agenziadistampa.ComenelcasoHill,eravamoricorsiall’usodell’ipnosiperrimuovere iblocchidimemoriae

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far riaffiorare il ricordo delle operazioni «chirurgiche» che avevanoprovocato quei segni — oltre alle descrizioni morfologiche deglioccupanti e dell’interno del disco volante. Non avendo ottenuto alcunaprecisazione in merito, non restò che dedurre, visto il modo in cui sipresentavano, che doveva probabilmente trattarsi di cicatrici da biopsia.Negli ultimi cinque anni ho conosciuto almenoventisette contattisti conquesti «segni» particolari addosso, sebbene alcuni di questi segni sidiscostino,dallaformatradizionale.Infatti, insettesoggetti invecediunbreve taglio, netto e preciso, si notava nella carne una depressionecircolare di diametro variabile da poco più di mezzo centimetro ad uncentimetro e mezzo. Le immagini suMissing Time furono un altro deimotivicheindusseroKathieaparlarmidelsuocaso.Lei,lamadre,lasuapiùcaraamicaelavicinadicasaavevanoun’identicacicatricenellaparteinferiore della gamba, tutte da connettersi a precedenti esperienze diabduction!

Kathiemiscrisse inagosto,mal’Editoremi trasmise la letterasoloasettembre.Midicevachelaletturadelmiolibroavevafattoscattareinleiuna molla interna, grazie alla quale aveva incominciato ad avereottenebrate reminescenze, sogni a sfondo ufologico e immaginiretrospettive del tutto simili a quelle descritte dai contattisti che avevoavvicinato.L’effettodiquestoveroepropriobombardamentopsichicoerastato,adirpoco,tremendo,ancheseinquellaprimapresadicontattoconmenonmirivelò lostatod’ansiacontinuaesemprepiùprofonda incuieraprecipitata. {9}Acausadiuna formapiuttosto spintadi reticenzaadaprirsi—che ebbi subito a riconoscere comeunadelle sue componenticaratteriali di base — Kathie aveva preferito non parlarmi del suopersonalestatoemotivo,maaccennareadaltrecose.

Aprendo la lettera scivolò fuori unaquindicinadi fotografie a colori.Riproducevano un’immagine ormai diventata familiare nel corso dellemie ricerche: «tracce di atterraggio»—una zona circolare di terreno incuil’erbasembramorta,comefossestatasottopostaadun’intensafontedicalore o a qualche altra formadi radiazione.TedPhilips—unufologodedicatosi in modo specifico a casi UFO con interazione nei confrontidell’ambiente ha catalogato la bellezza di oltre 1200 eventi in cuiun’incomprensibile apparizione aveva provocato degli effetti fisici nelcontestoincuiavevaavutoluogo. {10}NeisuoipreziosiericchiarchivisipotevanotrovarenonpochefotografiesimiliaquellespeditemidaKathie

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—e,inprimis,quellerelativealcasodeiDelphos,nelKansas,scattatenelposto dell’avvistamento proprio poco dopo che l’Ufo si era dileguato(vedasi le fotografie fuori testo). Però ciò che si rivelò ancor piùinteressante fu che non solo all’apparenza ma anche nella sostanza mitrovavo di fronte a fatti analoghi, visto che, quando in un secondomomento, ebbi modo di fare analizzare in laboratorio un campione diterreno del caso Davis, i risultati, comparati con quelli già noti delrapporto Delphos, si rivelarono pressoché identici — come grado dicalcificazione,deidratazione,durezza,ecc…

Kathieiniziavalasualetterasottolineandochesoprattuttodueeranolecosedicuidesideravainformarmi:larealtàincomprensibiledocumentatadalle fotografie e un «buco temporale» che aveva coinvolto la sorellamaggiore, Laura, qualche anno prima. Le improntemisteriose venivanoaffrontatecomeargomentoiniziale.

Verso la prima settimana di luglio del 1983, fra le 20.00 e le 21.00, stavopreparandomiaduscire—perandareacucireacasadellamiavicina—quando,affacciandomiallafinestradellacucina,notailapresenzadiunalucediffusanellapiscina, la cui porta era, stranamente, spalancata. Ricordavo perfettamente diaverla chiusa io stessa e quindi non avrebbe dovuto risultare aperta.Men chemenopotevoaverscordatodispegnere la luce.Lodissiamamma.Noncifecemoltocaso;diedeun’occhiatafrettolosaesimeravigliòanch’essa,manessunadinoi parve allarmarsi più di tanto. Una volta pronta ad uscire, decisi, perprecauzione,chesarebbestatomegliofareungiroinmacchinaattornoallacasa,persincerarminoncifossenessuno,tenutocontochelasciavomammasolaconibambini (i miei figlioli: Rob di 4 anni e Tommy di 3). Al momento dellaperlustrazionelaluceerascomparsaelaportaerachiusa;mentrerisultavaapertaquelladelgarage,checipreoccupiamodi teneresemprechiusa.Appenagiuntaalla casa della vicina, Dee Anne, ad un isolato di distanza, telefonai subito amamma.Leriferiiquelcheavevovistoelechiesisepreferivacheritornassi.Nonmi rispose, ma sentivo che era nervosissima (cosa che non le capita mai).Aggiunse che la luce nei pressi della piscina era ricomparsa, spostandosi poiversolamangiatoiadegliuccelli,finoacresceredidiametro,dalpuntoincuilastava osservando, a circa una sessantina di centimetri.Non aveva notato alcunirraggiamento… solo un globo luminoso sulla mangiatoia degli uccelli…nient’altro.Pensaicheeramegliotornare.Perlustrai tuttoattorno,madella lucenessunatraccia(conlacarabina.22dipapàstrettafralemaninonsonopoitantofifona!).PrimadirientrareincasascovaiPenny,lamiacagna,tuttatremanteedimpaurita.Sieraandataacacciaresottoun’auto.Normalmenteècoraggiosaedaudace e non indietreggia quando nota qualcuno che si avvicina alla proprietà.Non è da lei andarsi a nascondere e, tanto meno, farsi trascinare fuori da unrifugiodaqualcuno,speciedame.Appenamivedemicorreincontro;quelloeraun comportamento stranissimo. Ad ogni modo, non avendo notato niente di

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sospetto,rincuorata,feciritornodaDeeAnne.Amezzanottecircanoiduepiùlafiglia di Dee Anne ci tuffavamo in piscina per una nuotata ristoratrice. Fu ilmattino dopo che scoprimmo le impronte nell’erba del giardino.Non ci crescepiù niente, anche se abbiamo continuato ad innaffiare inmodo esagerato, e glianimali preferiscono tenersi alla larga. I primi tempi anchePenny allungava lastradapiuttosto chepassarci sopra; annusava tutt’attornoe se ladavaagambe.Anche gli uccelli da allora hanno incominciato ad evitare la mangiatoia; epensare che, fino a quel giorno, era un continuo frullare d’ali, specialmente dipettirossi. Questo è il mistero delle tracce nel giardino. Ci sono ancora perchiunquevogliavederle,praticamentetaliequalialprimogiorno.

PresiinsiememoltideiparticolaricitatidaKathie—l’erbabruciata,laluce misteriosa…— facevano senza dubbio pensare ad un atterraggioUFO, anche sené lei né lamadre avevanovedutoqualcosa chepotesserassomigliare anche solo vagamente ad un velivolo. Lo stranocomportamentodellacagnaèpiuttostocomuneneglieventiufologici, incui cani, cavalli, mucche ed altri animali domestici mostrano di esserefortemente interessati dalla presenza di un UFO a bassa quota o giàatterrato. Qualche studioso ritiene che ciò sia una reazione istintivaall’emissionedifrequenzesonorenonpercepibiliall’orecchioumano,marilevabilidaquelloanimalepiùsensibile.Sièancheconstatataspessolariluttanza degli animali a soffermarsi nel punto preciso in cui si èverificato l’approdo. {11} Ed anche le piccole luci erranti descritte daKathie e dalla madre sono osservate con notevole frequenza inconnessione con oggetti non identificati che simuovono a bassa quota.{12}Al di là del racconto, erano comunque le fotografie la prova

inconfutabilechequellaserasulpratodeiDavissieraposatoqualcosa.Lamacchiaerauncerchiodicircaduemetriemezzodidiametro,all’internodel quale l’erba era tutta bruciacchiata e rinsecchita. Dal cerchio sidipartivaunanitidalinearetta,lungaunpo’piùdi15metrielargaquasiun metro, anch’essa segnata da erba ormai priva di vita. Questaconsiderevole appendice terminava in un arco quasi perfetto edosservandolasiavevalanettaimpressioneditrovarsidifronteaqualcosarealizzatoinmodoartificiale.Nelcerchiosinotavanocomeduepuntiinevidenza, uno dei quali mostrava una profonda frattura nel terreno,causata, in apparenza, dall’applicazione di un calore molto intenso. Leimmagini eranonitide e tuttovi comparivanelmodopiù chiaro.Kathieavevaun’altrastoriadaraccontare.Laletteracontinuava:

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PassiamoadessoaLaura,miasorellamaggiore,trentacinquenne.Èsemprestataun tipo coi piedi per terra e con poca immaginazione, razionalista e realista almassimo.Maeccoifatti.Unpomeriggio,nell’estatedel1965,erauscitadicasaverso le16.30perandareadaccompagnare lamammaadunapartitadiBingo.Tornando indietro, dopo averla lasciata, transitando nei pressi della chiesa chesorgenella10°strada,sierasentitacomeobbligataadimmettersinellazonadelparcheggio sul retro dell’edificio. La prima cosa che aveva notato era statal’assenzatotaledialtreautomobili,fattobenstranoperunadomenicaaquell’oradel pomeriggio ed in una zona dal traffico così intenso. Appena parcheggiato,volgendolosguardoalcieloavevavedutoqualcosanellaqualefinoaquelgiornononavrebbemaicredutodipotersiimbattere.Eraunoggettod’argentosulquale,mi pare di ricordare abbia detto, si distinguevano luci alternanti (o, meglio,ammiccanti) rosse,verdi ebianche.Si libravanell’aria senza far rumore, suunpalotelegrafico,propriosullaverticaledellasuamacchina.Dopodicheleunichealtre cose che ricordava erano state l’idea di spegnere la radio per sentire sel’UFO faceva del rumore e l’improvvisa immanenza delle tenebre. Poi si eraritrovatanuovamenteallaguida,direttaversocasa.Lasera,riportandomammaleavevaraccontatoognicosae,stradafacendo,avevanoscrutatoilcielopervederelamisteriosaapparizione.

Anche nella breve descrizione dell’incidente capitato alla sorellaKathie aveva segnalato almeno tre particolari che ritornano sovente neicasi di rapimento. Primo: la sensazione di ricevere dall’esternoun’imposizione.Moltosemplicemente—comeeracapitatoaLaura—ilcontattistasisenteobbligato,adesempio,acambiarepercorso,adentrarein un parcheggio, a lasciare la casa di qualcuno o cose simili, senzaapparente ragione. La decisione viene sempre ricordata come, per lomeno,stranaedirrazionale.Moltevoltesisentediredal testimone:«Adesseresincero,nonsapevoneanchechelìcifosseunastrada.Fattostaedèchemisonosentitocostrettoalasciarequellachestavopercorrendoperimboccarla.Arrivatoalprato,misonodovutofermareepropriolà,suglialberi c’era l’UFO che mi aspettava». Non si sa come venga ottenutoquesto comando psichico, quel che è certo è la sua realtà nei casi diabduction. In tal modo il contattista viene «trasferito» in un luogoappartato,dovegliufonautipossonomettereinoperailoropianiinmodotranquillo e protetto. In tutti i casi da me analizzati ritorna questoparticolare importantissimo, si affaccia questa tattica di isolamentodell’operazione — cosa che, tra l’altro, confermerebbe la consistenzafisicadelfenomeno.

Secondo. Laura subì un «buco» temporale; perse, in sostanza, ilcontrollo consapevole di una frazione del suo tempo vissuto. Prima

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dell’incidente si era attorno alle 17.00 del pomeriggio, quando avevariacquistatopienacoscienzaeranotrascorsealcuneoreesierafattobuio.Èclassicodiun incontro ravvicinatoche ilprotagonista ricordi conunacerta chiarezza l’inizio e la fine dell’evento, credendo così di cucireinsieme,senzafratture,l’interaesperienzaesenzaaverelasensazionedi«aver smarrito» del tempo; ciò a dispetto del fatto che gli orologi e larealtà esterna testimonino esattamente il contrario. Questa amnesiaparzialee,daquelchesembra,impostadall’esternorisultamoltoefficace.Nel caso di Laura, la vediamo ricordare la prima visione dell’UFO nelparcheggioepoi—dopoun«buco»ditempo—laritroviamodinuovoalla guida dell’auto diretta verso casa, lamisteriosa presenza dileguata.{13} Fa specie che abbianarrato la cosa allamadre sindaquella stessasera, perché nella stragrande maggioranza dei casi trascorre almeno unannoprimacheiricordidellastranaesperienzaincomincinoariaffiorare.{14}Infine,laterzaindicazionechemiinducevaapensareadunrapimento

era il fatto più indiscutibile, ossia la presenza, sulla verticale del palotelegraficodiunUFO.

C’era ancora dell’altro. In Missing Time avevo parlato del ricorsoall’ipnosi come metodo ideale per il risveglio dei ricordi, citando letecnichemesseinpraticadapsicologiepsichiatricheavevanocondivisoimiei studi ufologici, puntualizzando i risultati raggiunti. Ebbene, nellaletteraKathiefacevariferimentoadunfattodiestremointeresseaquestoproposito:

Grosso modo dieci anni fa— verso il 1975— Laura decise di sottoporsi adalcuneseduteipnoticheperdimagrire.Mentrel’amicachecondividevaconleilaterapiaerariuscitaadimagrire,Lauraavevavissutoalcuneesperienzeterrificanti.Già lanotteantecedenteallaprima ipnosi, subitodopoessersi addormentata, sieraridestatadicolpo,incapacediparlareediudire(manifestandoanche,atratti,alterazioni della vista). Il marito, preoccupatissimo, l’aveva accompagnataimmediatamentealprontosoccorsodovesel’eranosbrigataconuntranquillantee l’avevano rispedita a casa.Ma la cosa non era finita lì… anzi si era andatafacendosemprepiùgrave.Laurasiaccorgeva,spaventata,chelecapitavadifareesattamente il contrario di ciò che le aveva consigliato l’ipnotizzatore. Adesempio,leavevafattonotarechedolciumiepatatinenoneranocibiperleiperinfluenzareilsuosubconscioarifiutarequestotipoditentazioniatavola.Invecesisentivaattrattaancoradipiùdiquantononlofossemaistataedognivoltachedisattendeva agli ordini ricevuti si sentiva meglio. Un giorno aveva deciso dichiarireunavoltapertuttechediavololestavacapitando,e,presoiltelefono,si

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erarivoltaaunterapeuta.Sieraperòverificataunareazionemoltostrana:appenauditalavocedelmedicoeramontatasututtelefurieeloavevaminacciatoconbrutalità:volevaaddiritturaucciderlo!Hoparlatodi stranezza,perchédovrebbeconoscereLaura.Nonèmai statanécollericanéviolenta,ma sempreposata, ipiedi ben piantati in terra, tranquilla. Il povero ipnotizzatore era letteralmentecadutodallenuvole; spaventato leavevadettocheprobabilmentec’eraqualche«blocco»piùprofondocheleimpedivadiassimilarelesueistruzioniecheforseera meglio si rivolgesse ad un altro terapeuta… Questa disastrosa condizionepsichicaandò,perfortuna,gradualmentescemando;manell’animodimiasorellarestò un pensiero fisso, maturato in questo periodo: entro l’anno duemila ilmondosarebbecambiatoinmodoradicalerispettoaquelloodierno,viavrebberotrovatopostosolopiùigiovaniediforti.

Finito di parlare delle luci misteriose, delle tracce sul terreno edell’allucinantemomentovissutodaLaura,Kathieterminavalasualetteraconunparagrafofinalealquantoenigmatico:

Sia io chemiamadre abbiamo poi avuto esperienze insolite— lemie si sonoespressesoprattuttosottoformadisognilucidissimi;inoltrecisiamoscoperteilmedesimo «segno» sulla gamba destra. Mamma mi ha detto di ricordarsi diessersi ferita da piccola giocando in giardino. Da parte mia non posso direaltrettanto e non rammento quando possa essermi procurata il mio. Sono duecicatrici identiche praticamente nello stesso punto. Un’infermiera una voltamidissechesembravailsegnodiunforolasciatodaunadiquellesondeusateperprelevare campioni dimidollo, oppure la cicatrice dovuta all’inserimento nellostincodiunadiquelleplacchettemetallicheche siusanoper rinsaldare leossafratturate. Dapprima ne avevo solo una, poi un giorno me ne sono scopertaun’altra sulla stessa gamba, a circa 8/9 centimetri dalla prima…Me ne sonoaccorta all’età di 13 anni,ma giuro che non so comeme la sono procurata.Aquell’epocagiocavosempreneipressidiunostagno,puòdarsichemelasiafattasenzaaccorgermene,maconfessochenonricordoniente.

La lettera si chiudeva con un indirizzo ed un numero telefonico.Sebbenediprimoacchitononmenerendessiconto,quella relazionemimise in contatto con il più noto complesso ed articolato caso ufologicocheavessimaiincontrato.Naturalmenteleletterechericevevodailettoridi Missing Time le leggevo subito, quindi le lasciavo «riposare» perqualche tempo per meditare la risposta, che poteva, a volte, prenderecorpoanchequalchetempodopo.Quandoavvertivoiterminidell’urgenzaoriconoscevonelraccontosintomiparticolarmentestimolantiintervenivoall’istante, telefonando direttamente. Inutile dire che il «caso Davis»rientrava in questa categoria. E così il 15 settembre 1983 sentii per laprimavoltalavocediKathie.Aquestaseguironoaltretelefonate,chela

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convinseroaritenereopportunaunavisitaaNewYork,versolametàdiottobre. Le indagini avrebbero potuto così essere accelerate e lei sisarebbesottopostavolentieriadunaseriediseduteipnotiche.

Nelcorsodelle telefonateebbimododiparlare,oltrecheconKathie,con lamadre, il padre eLaura, la sorella.Riscontrai in tutti equattro ilclassico, spontaneomodo di esprimersi della famiglia americanamedioborghese di provincia (sono nato a Wheeling, nel West Virginia, e sobenissimo di che si tratta) con un’evidente impronta di buon senso edimmediatezza, segno palese di onestà e correttezza di fondo. Uno deiprimissimicolloquifuconilpadre,Robert.Glichiesi,inmodospecifico,una sua impressione sulle misteriose tracce sull’erba comparse nellospaziodiunanottenelgiardinodietrolaloroabitazione.

Chedebbodire—miavevarisposto.—Abbiamocuratoquelpratotutt’attornoallacasacongrandeamoreperdiecianni;laparteretrostantepoièsemprestataquella seguita conmaggiore attenzione. Figuriamoci quando abbiamo scopertoquellamacchiaochediavoloèmai.Nonsitrattacertamentedifunghi.Nonso,sinceramente, a che pensare; l’unica cosa sicura è che un bel pezzo di prato èrovinatopersempre.Perchénonc’èversodiriportarloallanormalità.Èrimastosempretuttotaleequale,dallaprimavoltachel’abbiamovisto—siailgrandecerchiochelalineadrittachesidisparte.Nonchel’erbanonrispuntipiù,cercaancoradifarlo,manascegiàbruciataesmettesubitodicrescere!

Standoaciòchedicevano,siaRobertcheMaryeKathie,occorrevanocirca tregiorniall’erbanovellaper rispuntare, seccarsi edisintegrarsi inunapolveremarroncina.Le tracce eranodiventate inequivocabili il 4 diluglio,quandoMaryleavevapersinofattenotareadunnipotino.Anchegliarbustichecrescevanoaccantoallamangiatoiadegliuccelli,doveeracomparsalalucesconosciuta,avevanoincominciatoadaresegnievidentidirinsecchimentoe,quaelànelprato,sipotevanonotarealtrimutamentiditipoorganiconellavegetazione.

Interrogai il signor Davis anche in merito all’attendibilità delledichiarazionidellafiglia.Ricevettisicuregaranzie.RoberteMaryhannoavutoquattrofigli,trefemmineedunmaschio,chehoavutooccasionediconoscerecol tempo.Frequentandolimisono fattounachiara ideadellaloropersonalità epossodire chenonèproprio il tipodi gente che amamettersi in mostra, inventando fatti strani e stravaganti. Robert tenne aconfermarmi:«Lihoeducatiallamassimasinceritàelealtà;ognivoltachevenivanomeno a questo principio, perme imprescindibile, non homai

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esitatoamenarelemani.E, in realtà, devo persin dire che Kathie ha sempre mostrato un

atteggiamento addirittura opposto; sottovalutando entro certi limitianzichéesagerandoilvaloreedilsensodellecosechelesonocapitate.Èuncarattereestremamentepositivo,chenonamagridareal sensazionaleprimadiaversondatoafondoglieventi,provanesiachesindallaprimaletteraavevasentitolanecessitàdiavvalorareletestimonianzesuaedellamadreconlaseriedieloquentifotografiedelletraccesul terreno,cuihogiàfattocenno.

Inchiusuradiletterafacevainfineriferimento,seppuredisfuggita,adalcunivividisognicheavevafatto.Nelcorsodiunatelefonatalapregaidiparlarmene. Mi disse che il primo, ma anche il più impressionante,l’aveva avuto nell’estate del 1978, a diciannove anni, appena sposata,quandovivevacolmaritoinunpiccoloappartamentoall’ultimopianoallaperiferiadiIndianapolis.

Erastatounsognoeccezionalmenterealisticoechel’avevaspaventatamoltissimo,ilpiùlucidochelefossemaicapitatodifare.Erainiziatonelcuoredella notte.Si era ritrovata seduta sul letto ai cui lati c’eranoduecreaturedalvoltogrigiastro.Unatenevainmanounascatolaneraconunalucettarossasulcoperchio.Aduntratto,avvicinandosi,glielaavevaporta,muovendosiall’unisonoconl’individuochestavadall’altrapartedelletto.In una descrizione successiva Kathie precisò: «Ricordo benissimo chequando vidi quegli esseri avanzare verso di me pensai: “Oh, cielo, perfavore, non avvicinatevi!” Ero terrorizzata, sembrava tutto troppo vero.Lasensazione,ilsogno…tutto!Tantocheperuninterminabilemomentomi convinsi che non stavo affatto sognando. Il panico che provavo eraquantodipiùrealepotesseesserci».

Le misteriose creature avevano una testa enorme, sproporzionata el’epidermidediun«biancopolveroso,quasigrigio».Gli«occhinericomelapece,acquosieluminescentinelbuio».Nonricordavadiaverfattocasoallemani all’atto di ricevere la scatola, come non le era stato possibilenotaregambeepiedi,vistochelecreaturestavanoaddossatealletto.

Non ricordo se le creature avessero bocca, naso o orecchie. Il particolarepredominanteeranogliocchiel’aspettonelcomplesso.Potevanoesserealti,sìeno,daunmetroeventicentimetriadunmetroemezzo,dicostituzionegracile.Michiamavanopernome, rivolgendosi amecomeaunbambinoeciònonmidisturbavaaffatto.Unodeiduedisse«Kathie»emiallungò lascatola.Risposi:«Possotenerla?».Elui:«No.Prendilaeosservalasoltanto».Obbedii.Trascorso

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unminuto,selariprese.Domandai:«Checos’è,achecosaserve?»«Guardami»midisse.Ed alloramivennedapensare: «Devo farlo» e lo ascoltai.Continuò:«Quandoverrà ilmomento la rivedrai di nuovo, tene ricorderai e saprai a checosaserve».«Vabene»conclusi.Dapprincipio ero spaventata, pietrificata; non appena però mi ero sentitachiamarepernomeeloavevofissatonegliocchimierotranquilizzataall’istante,tanto da poter sostenere quel breve scambio di battute. Incominciai a sentirmimeglio, fisicamente rilassata, mentalmente più quieta, come nuovamenteassopita.Pensai:«Lacosachecontaèchenonsiavvicininodipiùetuttoandràbene. OK così, non avvicinatevi di più!» Ed infatti non lo fecero, non misfiorarononeppure,muovendosiconestremalentezzaeattenzione.Allafinenonlividiandarevia,masvanirononelnulla.

Kathiemidissechesieratrattatodiunsognotremendamentereale:sieravistanellasuastanzadalettoedognicosasembravanormaleealsuoposto, fatta eccezione per le due ignote presenze. Il marito avevacontinuatoariposarlevicinocomesenientestesseaccadendoelei,d’altrocanto, non aveva sentito la necessità di svegliarlo. Si era svegliataquietamente verso le tre della notte, intontita, le era sembrato diriemergere da un’anestesia. Solo allora aveva scosso il marito perraccontargliilsognointuttiiparticolari.IlgiornodopoloavevadescrittoallamadreeaLaura.Suquestoepisodiohointervistatosialeduedonnechel’exmaritodiKathieetuttietresisonoricordatibenissimodelsuosogno «terrificante», nell’estate del 1978. Da notare che i dettagli diquesta sua avventura onirica precedettero la pubblicazione di MissingTime(cosìcomel’uscitadelfilmIncontriRavvicinatidelIIITipo,chelafamiglia Davis era andata a vedere al gran completo, solo a Nataledell’anno dopo). Ho trovato molto importante questo particolare, ossiache Kathie non fosse stata preventivamente al corrente che quei«visitatori»incameradaletto,conqueltipico,caratteristico,aspetto,sonoun tema che ritorna nell’ambito dei contatti UFO, non essendo stataancora influenzata né dalla lettura di pubblicazioni specifiche né dallavisione del film di Spielberg, così ben documentato e ricco di effettispeciali.

Neimiei studiufologiciprecedenti l’incontroconKathieavevopiùepiùvoltesentitotestimoniparlarmidistranisogni,cosìvivididasembraretutt’altro che tali, e con l’esperienza avevo imparato a identificare certi«sintomi»rivelatoridiciòcheerastatoilmiosospettofindall’inizio,valeadirechenonsi trattavaaffattodisogninelsensotradizionale,bensìdiveri e propri rapimenti. Anche se a volte capita di imbattersi in

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protagonisti che dicono di rammentare in toto la loro esperienza,esattamentecomeaccadequandosiscampaaqualchesituazionepaurosaed allarmante non bisogna scordarsi che anche in questi casiapparentementelimpidiesistesempreunaformadiamnesialatente.Nonsi è ancora stabilito se il dimenticare parte degli eventi costituisca unarisposta naturale — una specie di autodifesa psichica — o se vengaimposto dall’esterno dalle entità UFO, preoccupate di «sigillare»nell’inconscio del contattista le loro operazioni — consentendogli, tral’altro di continuare a vivere la propria vita in modo normale senzatraumi,oseciònascadauninsiemediquesteduespinteassociate.Questovolevadirechese,nelcasodiKathie,vedevogiusto,nonsoloquellononerastatounsognoma,moltoprobabilmente,ilsuoraccontoerasolounapartedelladescrizionediuneventoassaipiùcomplessoedarticolato—quasitotalmente«sepolto»nellepieghedell’inconscio.Laprimacosachediceva di ricordare non era stata quella del risveglio, ma di avercontinuato a mantenersi in stato di veglia seduta sul letto. Nonrammentava come si era concluso il «sogno», con un meccanismoalquantoassimilabileaquelloriscontratointanticasidicontattoincuiilprotagonistasiricordadellapartecentraledell’evento,mahasolovaghereminiscenze dell’inizio e della fine. Presi nota mentalmente chel’incidentedelsognosarebbestatounodeiprimipuntiimportanti,quandoKathiesarebbeapprodataaNewYorkinottobre,dasondaresottoipnosi— il metodo di gran lunga migliore per squarciare lo spesso velo diannebbiamentodellamemoriaimpostadall’amnesia.

Nell’intervallodi tempoche trascorse fra la letteradiKathiee la suagitaaNewYork,mantenniuncostanterapportotelefonicoconleielasuafamiglia; ci sentivamo ogni due giorni. La ricerca sugli UFO, in certimomenti e sotto certi punti di vista, è dura e frustrante, oltre cheestremamente incerta;quelloche,viceversa,èassolutamentecertoèchela compagnia dei telefoni non può che rallegrarsi della sua esistenza.Indianapolis—anchetelefonandonellefasceorarieatariffaridotta—èpursemprelontanae,perforzadicose,mivedevocostrettoacontenerelecomunicazioni.Intuttiimodiincominciavoamettereinsiemeunquadrosemprepiùdettagliatodelcasoricevendoconferme,dall’unoedall’altromembro della famiglia, a tutta una serie di fatti e portandone alla lucesempre di nuovi, prima trascurati o addirittura totalmente negletti. Eracomesequellepersoneavesseroconservatonellaloromenteilricordodi

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dueo treesperienzestravagantimairivelateecheci fossevoluto ilmiointerventoper far sì che, finalmente, tutti potesserouscire allo scoperto,evidenziando legami importanti fra le loro varie testimonianze, nessi aprimavista,dalorotrascurati,mache,adun’osservazioneesternaattentaquale poteva essere la mia, risultavano invece decisivi – andando acostituire, poco alla volta, un insieme di tessere dalle quali un abilegiocatore sarebbe stato in grado, di ricostruire l’indecifrabile puzzle diquell’eventoUFOcollettivo.

Quando chiesi ai membri della famiglia Davis di raccontarmi i lorosognispeciequelliricorrentiepaurosi,vennedrammaticamentefuoriunaltroaspettonascosto.AllaprimaKathieavevafattoseguirequasisubitouna seconda lettera. In essa, oltre a spedirmi le fotografie in cui sivedevano nitidamente le sue misteriose cicatrici e quella della madre,rispondeva ad una mia precisa richiesta di parlarmi di qualche altro«sogno»particolarecherisalivaallasuafanciullezza.Miscrisse:

…Mia madre ed io ci nascondevamo in uno sgabuzzino, spaventate da unagrossa,sconosciutacosacheeracomparsaincielo…lamammaeraterrorizzata.Aduntrattovenivacome«aspirata»fuoridalnostronascondiglioemiassalivalapaurachenon l’avreimaipiùrivista.Malgrado ilprofondo timore,nonsapevoperò bene che cosa temessimo in quella presenza aleggiante nell’aria. A queltempo abitavamo in Michigan Street. Eravamo nello sgabuzzino della miacameretta… Questo è ciò che ancora ricordo di un sogno terrificante fatto dapiccola,acuinonsonomairiuscitaadareunavalidainterpretazione…

Qualchetempodopo,intervistandolamadredomandaianchealeise,percaso,ricordavaqualchesognoricorrenteoparticolarmentespiacevole,rimastoleimpressonellamenteancheadistanzadianni.Midisseche,sì,uno in particolare si era affacciato con angosciosa frequenza quand’erapiùgiovane,unsognotremendoespaventoso,nelqualeeracoinvoltaconLaura, la figlia più grande. Eccone la sintesi. Erano nascoste nel bagnodella bimba «perché c’erano due persone in casa che volevano rapireLaura». Nel soffitto del gabinetto — sognato esattamente com’era —c’era un’apertura che dava accesso ad un sottotetto. Spinta dal panico,apriva la botola e ci spingeva dentro Laura, per sottrarla alla minacciaincombente. A questo punto il sogno finiva e lei si svegliavaspaventatissima e agitata. Non c’è bisogno di sottolineare quanto sianotevole la similarità dei due sogni; l’unica differenza sta nel fatto cheKathie vede se stessa, mentre Mary, la madre, non parla di lei ma

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dell’altra figlia, Laura. Questa incongruenza— non ancora pienamenterisolta—puòcomunquetrovarepiùspiegazioni.Primo.Potrebbeessersiverificato un fenomeno di «contaminazione». Sentendo narrare il sognodallamadre,Kathiepotrebbeessersisostituitaallasorella,convincendosi,alla lunga, di aver fatto lei stessa quel sogno angoscioso. Secondo. PuòdarsichesiastataMaryanonricordareconesattezzaciòchecapitavanelsogno.Esiste peròuna terza, benpiù inquietante, eventualità.Nel corsodelle mie visite ad Indianapolis chiesi ai Davis se qualcuno di loroprovava qualche particolare fobia nei confronti di qualcosa. La prima arispondere era stata Laura, la quale dichiarava di aver sempre provatoun’ingiustificata paura per quei locali mansardati, bassi ed oscuri, chesovrastavano il loro alloggio nella precedente abitazione in MichiganStreet.Quell’ignotosensoditimoreeracosìradicatonelsuoanimocheintutte e due le case in cui era andata a vivere da quando si era sposata,avevacostrettoilmaritoadinchiavardareconchiodielucchettolebotoledi accesso al piano superiore. Questo nonostante non ricordasseassolutamente alcuna brutta esperienza in qualche modo legata ad unasoffitta;Kathie,invece,avevailsognoincuisirintanavanellosgabuzzinocon la madre. Così, confrontando i loro ricordi frammentari econtraddittori avevo scoperto una terza possibilità: nonpotevano essersiverificate,adistanzadianni,duediverse«invasioni»nellacasadeiDavis,conMary costretta a reagire, tutte e due le volte, nello stessomodo—nascondersinellosgabuzzinoenelbagno—perproteggereprimal’unaepoil’altrafigliola?

Nel corso di quella che poteva essere, diciamo, la terza telefonatachiesiaKathiesenonleeramaicapitatodiavervistoqualcosache,asuocredere, avrebbe potuto essere un UFO o un suo occupanteconfrontandoloconlaluceosservataquellaseraneipressidellapiscinaecon leduefiguremisteriosecomparsevicinoal lettonel«sogno».Dopoaverci pensato su per qualche istante, aveva risposto che quand’eraragazza,incompagniadialcuneamicheleeracapitatopiùvoltedivedere,di notte, delle luci erranti. Ricordava, in modo speciale, che questiavvistamentiaccadevanoquando—sonolesueparole—«andavamoingiro in macchina a fare le spione». Rispondendo alla mia richiesta dichiarimenti,mi aveva detto, sorridendo: «Dorothy, unamia cara amica,eraterribilmentegelosaealloracapitavaspessodisaltareintreoquattroinmacchina per seguire di nascosto il suo ragazzo.Certo che avevamo

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davverodelbuontempo!Ilpiùdellevolte,infatti,nonsuccedevaproprioniente. Una volta però vedemmo delle strane luci. Dissi eccitata: “Ehi,guardatelassù,quellaluce!”equalcuna,dirimando:“SaràunUFO!”.Cieravamomesse tutteariderenervosamente.Poi lacosasieraavvicinataed aveva incominciato a lampeggiare. Fummo tutte prese da una certainquietudine.Dapartemiaeropiùaffascinatachespaventata.Fermammolamacchina e sostammoaguardarlaperunpo’».Oltre aquestoKathienon ricordava altro; presi nota che anche quello era un particolare daapprofondire. Le esternai il mio desiderio di far due chiacchiere conDorothy,pervederese ricordavaanche lei il fattoesepotevaaiutarciadefinirlo meglio. Il giorno dopo Kathie aveva telefonato alla vecchiaamica e alla sera ame per raccontarmi quel che le aveva detto. «Sonosbalordita, perché quando ho chiesto a Dorothy che cosa ricordava diquella sera mi ha detto se mi riferivo alla luce che avevamo vistovolteggiareincielooaquellachestazionavaalsuolo.Ilfattostranoèchedellasecondanonricordoproprionulla;mièvenutoinmenteastentocheeravamoscesedallamacchina,salvoRobertache,spaventataamorte,eraandata a rannicchiarsi sul pavimento del sedile posteriore, gridando chevoleva tornaresubitoacasa.Èdavverostrano…PoiandaiadormiredaDorothy,madoveva essere tardissimoperché c’eravamoappena infilatenel letto che la sveglia dei suoi genitori si era messa a squillare. Eradunquequasi l’alba,masemichiedessichecosaavevamofatto in tuttoqueltempononsapreipropriocherispondere.D’altraparteècosìancheperDorothy—che,oltreal ricordodella lucealsuolo,nonmihadettonient’altro di nuovo, confermando che eravamo rientrate davveromoltotardi».Scherzandosuquellasituazionequantomenostravagante,Kathieavevachiusoilresocontodellaconversazioneavutaconl’amicadicendo:«Auncertopunto, commentando lanostra inspiegabile amnesiaper ciòcheeraaccadutoquellanotte,cisiamodette,ridendo:“Èproprioverocheiltempovola,quandohaiqualcosadidivertentedafare”».

Come il lettore attento avrà certamente intuito, i pochi ricordiconsapevolidiKathieedell’amicasi riferivanoadunclassicoeventodiabduction,casicherappresentanonodicrucialidasciogliere,sesivuoleprocedereconqualchesuccessonell’inestricabilegrovigliodellericerchesugliUFO.

Un’altrarichiestachefecisubitoaKathieedallasuafamigliafuquelladiosservareconestremaattenzionelapartebruciacchiatadigiardino,allo

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scopodivedereseavesseronotatoqualcheparticolaremaivedutoprima;lipregai,inoltre,difarmiavereuncampionediterrenoalteratoedunodausare come confronto, prelevato al di fuori, ma nei pressi della zonariarsa. Grazie al diario sul quale era solita segnare ciò che le capitava,Kathiefuingradodiprecisarmiladataesattaincuiavevascortolalucevicinoallapiscinaeneidintornidellamangiatoiapergliuccelli: il fattoera accaduto il 30giugno1983.Lamia richiestadi campionidi terrenoarrivava, quindi, dopo circa due mesi e mezzo, non potevo, pertanto,nutrire grosse speranze sul fatto che il campione sospetto potesse avermantenutoinalteratelesueproprietà,mavalevalostessolapenatentare.{15} L’approfondimento della ricerca portò, in tutti i modi, a unaconstatazione oltremodo interessante. Vennero scoperti a circa sessantacentimetri dal grosso cerchio dell’impronta misteriosa, equidistanti dalcentro, quattro buchi, a cui nessuno prima avevamai fatto caso, larghicomeunditoeprofondicircaottocentimetri.Queisegni,chesisarebberopotuti ottenere con la pressione di quattro piedini stabilizzatori diatterraggio, non costituivano per me una novità in quanto mi ero giàimbattutoinevidenzefisichedelgenereinaltricasi.

NelcorsodellanutritaserieditelefonatedelmesedisettembrevenniaconosceredallamadrediKathieunaltroparticolaretraipiùincredibiliditutto l’affareUFOdiCopleyWoods.Quella seramentre stavoparlandoconKathie sentiiMary— lamadre—che la spronavaaparlarmidellestranetelefonate.SebbeneconnonpocareticenzaKathie,allafine,sieradecisa.Nel1980mentreeraincintadelsecondofiglio,Tommy,ungiornoaveva ricevuto una telefonata assurda. Su un rumore di fondo simile aquellodiunafabbricainpienaattività,avevasentitounavoceconfusaemormorante che biascicava una parola incomprensibile dopo l’altra.Pensando immediatamente allo scherzo di qualche amico, lo avevapregato di smettere, invitandolo a dichiararsi; ma non aveva ottenutonulla, anzi la voce non si era nemmeno interrotta ed aveva proseguitomalgrado le sue reiterate sollecitazioni a finirla, una buona volta. Nonottenendo alcun cenno di risposta non aveva fatto che attaccare.Era unmercoledìpomeriggio.Ilmercoledìseguente,praticamenteallastessaora— le tre del pomeriggio — il fatto si era ripetuto e così ancora ilmercoledì dopo. Non era possibile captare una sola parola, né, in queltono,sipotevanointenderesfumatureerotiche.Ilgenerestessodellavoceeraassolutamenteindecifrabile.

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La storia era proseguita per mesi, ogni mercoledì alla stessa ora. AvolteKathieerarimastaadascoltarecomeaffascinatadaquelsuono,altreaveva agganciato all’istante, in preda ad unmoto isterico. Ad un certopuntoavevaanchepensatodi rivolgersiallacompagnia telefonicaoallapolizia, ma poi, ripensandoci, visto che, in fondo, il fantomaticointerlocutorenonsembravaostile,avevalasciatoperdere.Avevapreferitoadottare un numero nuovo, evitando di farlo comparire sull’elencopubblico. Un lunedì pomeriggio l’addetto le aveva appena comunicatol’avvenutotrasferimentoche,dopopochiminuti,iltelefonogiàsquillava,la voce sconosciuta e strascicata dall’altro capo del filo! Tutta quellafatica non era valsa a nulla, ancora una volta, chissà come, l’avevarintracciata. Era stata quella, comunque, l’occasione in cui la «voce»l’avevachiamatainungiornodiversodalmercoledì.

Unodeimotivipercui lasignoraMaryavevavolutoche la figliamiparlasse delle telefonate era perché un giorno, mentre era fuori, eracapitato a lei di alzare il ricevitore e di ascoltare quei suoni gutturali,assolutamente intraducibili. Mi confermò la loro stranezza, i rumori, ilamenti,glistridoridelsottofondo.SiaaleicheaKathieerasembratodiscorgere nel timbro della «voce» delle flessioni diverse, riconducibili asentimenti di rabbia e dimalinconia, oltre a quelle solite, diciamo così,neutre dal punto di vista emotivo. Solo in un paio di occasioni Kathieaveva avvertito come un senso di minaccia, del tutto asettico, però, inquantonelmonotonomonologodellavocenonc’eraalcunaintenzionediprovocare una qualche risposta, né, tanto meno, era concesso spazio arepliche.Eraunincomprensibile,continuofluiredisuoni.

Combinazione — ma per fortuna, ai fini della credibilità delletestimonianze—unmercoledìpomeriggioeratoccatopureaDorothy,invisita ai Davis, ascoltare una di quelle strane comunicazioni. Era stataKathie a pregarla di rispondere e così anche alle sue orecchie eranopervenuti tutti quegli stranissimi rumori e biascicamenti.Sonocosì tre itestimoni affidabili di questo fenomeno, con altrettante attestazioniconseguenti.Letelefonateeranocontinuatepuntualipertuttiinovemesidi gravidanza, per cessare di colpo una settimana dopo la nascita diTommy,il26settembre.

Chepensarediunsimileaffare?Èdaconnettere,inqualchemodo,alfenomenoUFO?Forse sì, visto che esistono precedenti nella letteraturaspecializzata. {16} Ci sarebbe da fare in proposito un’annotazione

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marginale, seppure non simpatica. Quando Kathie venne a trovarmi aNew York verso la metà di ottobre del 1983, mi ero, ovviamente,preparato un lungo elenco di domande. Poiché è sempre stata miaabitudine cercare di farmi un quadro il più preciso possibile dellecondizionipsico-fisichedelcontattista,alcuneinformazioniavevanoachevedere, di necessità, con la sua anamnesimedica.Kathie aveva sempredovuto lottare contro gravi disagi di natura psicosomatica: coliti,palpitazionicardiache,ansietàacutissima,insonniaeviadiscorrendo.Nelcorsodialcunesedutediterapiadigruppo,lopsicologoleavevarivelatoche non era ancora riuscita a vincere tutti i suoi problemi perché erafortemente bloccata da una causa non rimossa, un trauma soffocatonell’inconscio, un evento drammatico che non le riusciva di portare insuperficie.Poichiesiinformazionisullasalutefisicadeisuoiduebambini.Mi disse che erano splendidi e stavano bene; ma mi accorsi che nonparlava con convinzione. Compresi perché. Vincendo ogni esitazione,aveva proseguito: «A dire il vero, Tommy, il più piccolo, ha una certadifficoltà a parlare. Ha ormai tre anni compiuti, ma parla pochissimo.Emette soltanto dei versi inarticolati, L’ho fatto visitare ed è statosottopostoadogni tipodi test, compresoquellodella registrazionedelleonde cerebrali. È risultato un bambino normale, brillante e sveglio.L’unico problema è che non parla ancora».Qualche tempo dopo, in unmomentoincuiKathiesi trovavaincompagniadiunamiacaraamicaecollega,nonsenzaprovareprofondaemozione,leavevarivelatoquantolepesassequellamenomazionediTommy,aggiungendo, conunapuntadipaura,cheiversiincomprensibilidelfiglioeranotremendamentesimiliaquelli gutturali ed altrettanto impenetrabili dellamisteriosa«voce»delletelefonate! {17}

In una delle primissime conversazioni tenute con la famiglia Davis,affrontaialungol’enigmadel«buco»temporalevissutodaLaurainquellontanopomeriggiodel1965.Comeillettorericorderà,quelgiornodopoaver sentito l’impulsodi fermare l’automobilenel parcheggioposterioredella chiesa, Laura aveva vissuto un’esperienza UFO, che Kathie miaveva descritto per sommi capi nella sua prima lettera, sebbene conqualcheincongruenzanelsuccedersicronologicodeglieventi. {18}QuellafatidicadomenicapomeriggioLauraavevaaccompagnatolamadreadunapartitadiBingo,chedovevainiziarealle17.00;quindinondovevaesseremoltodiscostadaquestal’oraincui,lasciataMary,avevaripresolastrada

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per tornare a casa (la chiesa, infatti, non dista più di una quindicina dichilometridalpostoincuiavevacondottolamadre).Comegiàsièdetto,pur senza sapere perché, si era sentita spinta da una forza ignota aposteggiarenelpiazzaleretrostante l’edificio.Dopodichéavevaspentoilmotore.Equisiinterromponoiframmentidiricordiperquantoriguardail giorno. Infatti la scena immediatamente successiva siverificava,nellasuamente,quandogiàerascesoilbuio.Inalto,sullasuaverticale,avevascortounUFO,con tante lucimulticolori,«chevibravae ronzavacomeuna trottola».Aveva abbassato il finestrino e si era sporta in avanti perspegnere la radio, con l’intenzione di poter ascoltare meglio il rumoreemessodall’oggetto;mainunattimo,accelerandoall’improvviso,lacosaera schizzata via, scomparendo alla sua vista. Guidando in direzione dicasaeramoltopensierosaesieraresacontocheledovevaesseresuccessoun fatto strano, perché aveva la netta sensazione che le mancassequalcosa.Edinfattiunabuonapartedellasuaavventuraeraandatapersa,sepoltaneldimenticatoiodellamente, inunmisteroche,neglianni,nonavevamaicessatoditormentarla.

Comealsolito,duranteilcolloquioemerseunaltrodatoaffascinante.Laura mi disse che quando Kathie l’aveva interrogata sull’episodio leaveva domandato se osservando l’UFO aveva provato del timore. «Lerisposi di no. L’unica sensazione era stato un grande stupore, unaprofonda meraviglia nel vedere quella cosa tanto strana volteggiarmisopra la testa a poco più di trenta metri d’altezza. Ricordo che Kathieaveva insistito: “Sei sicura di non aver avuto paura, nemmeno per unsecondo?”.Edio:“No,mai…Néquandolovidi,néquandoincominciaiasentire il ronzio e nemmeno quando…”. A questo punto Laura si eraarrestata bruscamente perché, con suo stupore, era stata sul punto dicontinuare: «…Nemmeno quando feci ritorno all’auto se non miricordavonemmenodiessernescesa?».Evidentemente inquelmomentol’inconscioavevarilasciatounframmentodiricordo,unflash,sufficienteperfarintuirechedietroalsuoparzialeraccontosinascondevamoltodipiù, qualcosa che avevo dimenticato. Probabilmente per tutto il «buco»temporaleLaura non era, dunque, stata inmacchina,mane era discesa.Questaipotesidavaorigineatuttaunaseriedinuovepossibilità.

PiùavantidomandaiaLauraseavevalettoilmiolibro,MissingTime,incuisidescrivevanosituazionianalogheaquella incuisieravenutaatrovare.Mi confessò cheKathieglielo avevaprestato, raccomandandole

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di leggerlo, ma che, dopo le prime pagine, non le era stato possibileandare avanti. «Lo trovavo molto ostico e non ne lessi che qualchecapitolo.» In compenso aveva visto Incontri Ravvicinati del III Tipo unfilmchenonaffrontainmododirettoilproblemadell’abductionenonleaveva provocata alcuna reazione. «Al contrario, quando, per puro caso,vidiallaTVpartediunosceneggiatoincuisiricostruivailrapimentodeiconiugiHill, {19}fuiterrorizzataamorte,tantodadoverspegnereinfrettaed andare a letto. Ma non riuscii ad addormentarmi. Gli occhi nonvolevano chiudersi. Provai a dormire in tutti i modi, invano. Mi misiallora a rigirarmi di qua e di là per svegliare mio marito ma dormivatropposodo,enonsiaccorsedinulla. Indefinitiva,quellanottenonhochiuso occhio!». Prima di quello, avevo analizzato troppi casi per nonriconoscerenelsuoraccontoe,soprattutto,nelsuofuturocomportamento,alcuni dei sintomi inconfondibili di una traumatica esperienza seppurdimenticata,di rapimentoUFO.Amanoamanoche lemieconoscenzesul caso di Copley Woods si dilatavano, urgeva sempre più in me ildesiderio di volare ad Indianapolis per approfondire direttamente ognicosa.

Eranopassati setteannidaquandomierodedicatoalprimocasodelgenere, il primo di quella che sarebbe stata perme una lunga teoria dianalisiestudispecificisuirapimenti,inmeritoaiqualisareipoiriuscitoaevidenziare un certo numero di interessanti costanti. Protagonista ungiovaneStevenKilburn,ilqualeerastatoimmobilizzatodaesserialieni,dopo essere stato costretto, sotto l’impulso di una irresistibile forzaesterna,adirottarefuoristradal’autosullaqualeviaggiava. {20}Aquestopunto era stato circondato da cinque individui dalla faccia larga egrigiastra.AlparidiciòcheeraaccadutoaKathieeadaltritestimonidicontatto, anche lui era stato come ipnotizzato dagli occhi dei suoisequestratori, che, ricorrendo alle sue parole: «…erano brillanti… mascurissimi…senzapupille…enormi,neri, immensi.Sembravanoliquidi,oqualcosadisimile…Adun trattovennicompletamente“assorbito”daquegli sguardi.Dio, che impressione!Mi sentivo come nel fuoco di unmicroscopio che riusciva a sondarmi fin dentro…». {21} Vale la penaricordare,ancoraunavolta,ladescrizionefattadaKathiedegliocchidellemisteriose entità che erano comparse accanto al suo letto nel corso del«sogno»del1978:«…Gliocchinericomelapece,acquosieluminescentinel buio… e lo avevo fissato negli occhi, mi ero tranquillizzata

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all’improvviso, tanto da poter sostenere quello scambio di battute.»Kilburn era stato condotto all’interno dell’UFO e disteso su di untavolaccio, quindi sottoposto ad una serie di esami e controlli, anchedolorosi,compresounprelievodiliquidoseminale.Poierastatoriportatoall’automobileeglierastatocancellatodallamenteilricordoconsapevolediquell’allucinanteavventura.

Daquestoprimocasoeropassatoallostudiodialmenouncentinaiodialtri rapimenti, intervistando tutti i protagonisti, vale a dire e ci tengo asottolinearlo, gente normalissima, appartenente a diversi ceti sociali edeconomici. Ricordo, tanto per essere più esplicito, tre laureati, unopsicoterapeuta, un agente di polizia, un avvocato, un contadino, unmilitare, un uomo d’affari, un noto scrittore, un artista, un’infermiera ecosì via — insomma uno spaccato piuttosto eterogeneo della nostrasocietà.Sullascortadiunasimile, intensaesperienzaavevoridottoa tregli atteggiamenti con cui poter cercare di interpretare i dati in miopossesso.Primo,ognitestimonepotevaessereunospudoratobugiardo,unimbroglione.Secondo,iprotagonistisipotevanosbagliare,credevanounacosa invece di un’altra, e cioè la loro esperienza non era avvenuta sulpiano della realtà fisica ma doveva ascriversi a quello cui fanno capofenomeni come le allucinazioni. La terza e ultima possibilità consistevanell’accettare i fatti per quelli che erano, così come venivano narrati edescritti,ossiaeventirealmenteaccaduti.

In merito al primo punto non ho dubbi di sorta nell’eliminarloall’istante. Non ho mai smascherato un contattista fasullo. Pubblicità egloria spicciola non si sono mai rivelate moventi sufficienti — bastipensare che, in tanti casi, solo per la descrizione di due mi è statoconcesso riportare iverinomidei testimoni.Nessunomihamaichiestodenaro, rimborsi o ha avanzato richieste economiche o incentivi diqualche tipo per permettermi di occuparmi e parlare del suo caso.Nessuno,amiogiudizio,hamaitraditounmotivoqualunquechepotessegiustificare, in qualche modo, il gusto di inventare di sana pianta unastoria tanto bizzarra e, d’altra parte, nei test della verità i poligrafi nonhannomaievidenziatol’emergeredicondizionisospette.

Il secondo punto— quello, per intenderci, di tipo psicologico— è,invece,assaiplausibile.Èperquestochehofattodituttoperapprofondirecome fosse stato possibile per i contattisti traslare un evento dal pianopsicologicoaquelloconcreto.Nel1981lapsicologadottoressaAphrodite

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Clamar,TedBloecheredioricevemmounaborsadistudiodalFondopergli Studi Ufologici per aprire una ricerca proprio in questo campo delfenomeno. {22} Senza troppi indugi, ci rivolgemmo ad una studiosa dinotevole e riconosciuto valore, la dottoressa Elizabeth Slater di NewYork,allaqualeaffidammol’incaricodipreparareunanutritabatteriaditest psicologici che avremmo sottoposto a nove protagonisti di casi diabduction, da noi già studiati a fondo e la cui credibilità ci era parsaintoccabile.Naturalmentenon le svelammoche il tuttoavevaache farecongliUFO.L’unicacosadicui lainformammofuchecioccorrevaunmetrodivalutazionepsicologicadaapplicareanovesoggettideiqualieranostra intenzione conoscere il maggior numero di risvolti caratteriali,compresinaturalmentepsicopatologieedisturbidellapersonalità.

Agiugnodel1983ladottoressaSlatercicomunicòdiaverterminatolaselezione e la stesura dei test che comprendevano: il Questionario diPersonalità Multifattoriale dell’Università del Minnesota, il test diRorschach, la Scala Wechsler di Valutazione dell’Intelligenza negliAdulti, ilTestdiAppercezioneTematicaeun testdidisegnoproiettivo.Valutandolerispostericevutenessunodeisoggettirivelòdisturbimentali.C’era, tuttavia, una costante da non sottovalutare. Anche se i noveindividui vantavano un quoziente intellettivo superiore alla media, tuttiquantimostravanoalcune«deficienze»psicologiche,perusareunterminedelgergo specifico.RicorrendoalleparoledellaSlater, palesavano:«…Un certo grado di incertezza d’identità, qualche lacuna nella sfera deirapporti interpersonali e timidissimi cenni di paranoia». {23} Chiesi alladottoressa se le era possibile esprimere questi concetti in modo menotecnico e più comprensibile per tutti.Mi specificò, allora, che in sensogeneraleanchesequeinoveindividuisieranorealizzatinellavitasociale—nellacarriera,nelraggiungimentodiunacertatranquillitàeconomicaecosì via, sembravano essere vulnerabili quando erano chiamati adautogiudicarsi, facendo emergere mancanza di fiducia in se stessi.Nessunodiloroeraperfettamenteapostodalpuntodivistastrettamentefisico: «non soddisfatti del loro corpo e del loro comportamentosessuale»; tutti sintomi di sfiducia e di estrema prudenza che liavvicinavanoadunostato,seppurelieve,diparanoia.«Sonorisultatipiùdiffidenti,piùrestiiaconcederelalorofiducia,piùesitantidellanorma.»

SoloquandoladottoressaSlaterciinoltròilsuorapportolerivelammochelanostraricercariguardavagliUFOefuiproprioioadirlequalcosa

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sul fenomeno dei rapimenti. Come ben si può immaginare, restòsbalordita nel riconoscere che era questo il denominatore comune deinovesoggettiesaminati.Sunostra richiestaaccettòvolentieridiscrivereuna postfazione al testo della ricerca; vale a dire una rivisitazione deirisultati ottenuti nei test alla luce di quella nuova, sconcertanterivelazione. Prima di farlo volle però leggere Missing Time. Le sueconclusioni sono oltremodo importanti per chiunque intenda fondarel’interpretazione dei racconti di rapimento sul piano strettamentepsicologico;èperquestochemifacciopremuradiriportarnealmenounframmento:

Laquestioneprimariaecriticaèstabilireselatestimonianzadelcontattistapossaricondursinelcampodellapsicopatologia,ovverodeidisordinimentali.Lamiarispostaèunno,fermoedeciso.Inaltritermini,seicasidirapimentofosserodaimputarsi a fantasiose farneticazioni, basate su quegli atteggiamenti chenormalmente definiamo disordini mentali, potrebbero soltanto provenire daburloni cronici, schizofrenici paranoici e da caratteriminati da gravi, oltre cherare, alterazioni isteriche, tipo quelle che determinano stati di evasione esdoppiamenti di personalità… È fondamentale sottolineare che questo non èassolutamente il nostro caso, cioènessunodei nove soggettimostra anche sololarvatamenteunquadropsichicoche rientri inquestacategoria…inbreve,nonesiste alcuna spiegazione psicologica convincente per i loro racconti.…Da unpunto di vista speculativo e teorico si può ipotizzare come faHopkins nel suoMissingTimechel’abductioninfluiscainqualchemodosullavittima…Èfuordidubbiocheuneventosimile,assolutamenteimprevistoedeccezionale…incuiilsoggettoperdecompletamenteilcontrollodellasituazione,costituisceuntraumadinotevolissimeproporzioni…teoricamenteilsuoimpattoalivellopsicologicoèparagonabile a quello che si riscontra in coloro che sono stati vittime di uncrimineohannosubitoqualchetremendacalamitànaturale,intesianch’essicomemomenti in cui la libertà del singolo viene sopraffatta in modo violento daglieventiesterni…privatidellapossibilitàdifronteggiareilfatto…Fra i tratti psicologici più evidenti riguardanti i soggetti presi in esame sonoemersi un non indifferente turbamento interiore e un notevole grado di diffusaincertezza. Se, in prima istanza, ci si poteva interrogare sul perché di questiatteggiamentipsicologici,allalucediciòchesostengonoessereloroaccadutolecosesifannosenzadubbiopiùcomprensibili.Inoltre,valutandoloscetticismoedil discredito con cui vengono considerati gli avvistamentiUFO, non dobbiamoritenereuncasodirapimentocometraumaticosoloinséepersé,maanchepertuttociòchegeneraalivellodistigmatizzazionesociale…Dandoperbuonochel’abduction sia qualcosa che accade veramente e in casi rari ed eccezionali, èinevitabilesi trasformiinqualcosadiassolutamentepersonale,chenonpuòchemolto difficilmente trovare uno sbocco emozionale nella comprensione deglialtri. Ne consegue che il soggetto incomincia, per forza di cose, a provare unsensodidistaccoe tendeachiudersi in se stesso; inaltreparole, si emarginaa

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livello dei rapporti interpersonali, non trovando nessuno che, dimostrando dicredergli appieno, lo sostenga e comprendanella sua posizione.L’analogia piùimmediatachemivieneinmenteèquellaconlavittimadiunattodiviolenzaodiunsequestro, laqualemostrasegnidialienazioneneiconfrontidelprossimoperché,perunperversomeccanismo,ilsolofattocheabbiavissutoun’esperienzatantodrammaticasembrarenderla,chissàcome,diversaagliocchideglialtri…

Come già la dottoressa Slater denunciava nella sua postazione allarelazione della ricerca, gli esiti scaturiti dalle batterie di test a cuiavevamo sottoposto i nove contattisti non dimostravano ch’essi fosserostatirapitiperdavvero.Tuttaviaalmenoduepuntieranochiarissimi:unopsicologo esperto sondando «alla cieca» nove testimoni non avevariscontrato nella loro personalità alcun tratto caratteriale alterato; isoggettirivelavanotuttiuna«tracciapsichica»profonda,quellastessachedenotanocolorochehannovissutotraumiriconosciuti.

Nel mio sforzo di esplorare, per quanto più possibile, tutte le viedell’interpretazione psicologica dei rapimenti ho interpellato un grannumero di psicologi e psichiatri. La loro collaborazione— grazie allagenerositàconcuimihannogratificatodellorotempo—èrisultatamoltoimportante,anchese,essendoiltemamoltoscabroso,lamaggioranzamiha detto a chiare lettere di non gradire alcuna citazione. Fra i moltiintervistati ho trovato tre psichiatri e due psicologi che avevanosperimentatoper anni tramite ipnosi conundiscretonumerodi presunticontattisti.Altri duepsichiatri avevano intervistato a lungoalcuninostritestimoni e, in occasione, tenuto una terapia di gruppo a cui avevanopartecipatoseivittimedirapimenti.Ciòmalgradonessunodi loromihamai accennato ad una plausibile ipotesi interpretativa del fenomenofondatasumeccanismipsicologici.Ancheneicasi incuiqualcunolohatentatoha sempredovutoarrendersidi fronteall’evidenza fisica: i segnisulcorpodei testimoni, le impronte, le temporaneesparizioniecosìvia.Un’altra cosa interessante è osservare che nemmeno in un caso,nell’esperienza clinica degli psicologi da me intervistati, comparivanopazienti psicotici che descrivessero nei loro deliri lucidi esperienzeassimilabiliadun rapimentoUFO.Questo temanon losi ritrovavamai.MentreDio,ilDiavoloelaCIAlafannodapadroni,gliUFOsembranoncostituiscanounosfondoidealeperfantasiemalate.

Eccocicosìarrivatiallaconsiderazionedellaterzaedultimapossibilitàcuisièfattocenno,lapiùchiarae,alcontempo,lamenocomplicatadelleteoriepossibili: i contattisti, questepersoneveramente terrorizzate, sulla

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cui reputazione e credibilità è stato più volte dimostrato non sussistonodubbi,diconolaverità,ciòcheraccontanoèlaverità!

Quando conclusi la stesura di Missing Time non pensavo certo diessermi occupato di tutti i casi accaduti e prevedevo che altri sarebberoaffioratiinsuperficie,mamaipiùavreicredutocheilnumerofossecosìelevato.Eccoperchéinvecedirestare,comequalcunocrede,unfenomenodalle sfumature vaghe ed incerte, il rapimento-UFO si è sempre piùchiarificato nei suoi contorni, fino a diventare, oggi, qualcosa di quantomaidefinito,precisoeconcreto.ConlapubblicazionedelmioprimolibrodiUfologiamieroripromessodinonscriverepiùnullasultemafintantochenonavessiavutoqualchecos’altrodinuovoedi importantedadire.Ebbene, nell’arco di cinque anni questa eventualità ha preso corpo inmodoinequivocabile.Lafogaimpetuosaconcuimisonotuffatoinquestaseconda impresaè, infatti,piùchegiustificatadaunascopertanuovaedallarmante: leentitàUFOstannoperseguendounprecisoesperimentodicuileinformazionidanoiraccoltesulfenomenodegliavvistamentiedeicontattinonrappresentanochesporadici,casualimomenti.

Ciò detto, mi sento nuovamente obbligato ad appellarmi all’aperturamentale di chi mi legge: so che quello che sto per dire sembra«incredibile» ed «inconcepibile»,ma, come dimostrerò, è avvalorato dafatti edaprove.Praticamente tutti i testimoni raccontando la loro storiadefiniscono il comportamento dei rapitori come neutrale, ossia privo diqualsiasi tipo di sfumatura indicante sia ostilità che simpatia. In ogniraccontovienefuoriilparagoneconl’ambienteasetticodiunlaboratoriodianalisi,incuilacaviadastudiareèilsoggettoumano.Soventissimosiparladiprelievodiumorivitali,avoltedispermaeovuli. In tredicideinumerosicasiincuimisonoimbattutohoscopertocheèl’evolversidiunnucleo familiare che sembra interessare gli invasori UFO, visto che irapimenti si susseguono a ritmi regolari, in tempi e luoghi diversi,coinvolgendomembrididiversegenerazioniilchefarebbepresumerechesi tratta, in questi casi, di esperimenti genetici speciali, focalizzati suparticolari gruppi umani. Nell’affare di CopleyWoods la signoraMaryDavissembrasiastatarapitaunavoltadapiccolaedun’altrasubitodopoaverdatoallaluceilsuoprimofiglio.Inseguito,siaLauracheKathie–ma non gli altri due figli — hanno vissuto la stessa esperienza, inmomenti e luoghi diversi. Anche due suoi nipotini hanno moltoprobabilmenteavutoachefarecondegliesseriumanoidi.Madreefiglia

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conservano sul corpo il ricordo dei rapimenti della fanciullezza in duecicatrici identiche sulla stessa gamba e sono emerse chiarissimeindicazioni che sia a Kathie che a suo figlio Tommy sono stati inseritivicino al cervello dei sensori, uno attraverso la cavità nasale e l’altroattraverso l’orecchio. Il ricordo dell’inserimento di queste sofisticatestrumentazioni,èemersoinbenundicicasifraquellichehostudiato—sia con il soggetto in stato di trance ipnotica che in normale stato diveglia. {24} Il micro dispositivo viene generalmente descritto come unapallina piccolissima di due o tre millimetri di diametro introdotta nelcorpomedianteun lungoe finissimoago(una tecnicachericordamoltoda vicino quella dei nostri zoologi, quando inseriscono invisibilitrasmittenti in esemplari animali per poterne studiare comportamento emigrazioni.).

LoschemadicontrollodideterminatefamigliedapartediintelligenzeUFOè chiaro. Inun caso canadese, il padre era stato rapitoquandoeragiovanee lostessoeraaccadutoal figlioqualchedecenniodopo. Inunafamiglia diErie, Pennsylvania,madre e figlia avevanovissuto analogheavventureufologicheadistanzadianni,mentre inaltricasiaccadutinelConnecticut, nel Vermont e in Florida ho registrato abductions conrelativicontrollimedicidellamadreedeifiglicontemporaneamente.

Altrettanto chiaro, ma certamente più preoccupante è il motivo diqueste azioni ripetute e concentrate su membri di uno stesso nucleo.Risponde, in pratica, a ciò che credo di aver scoperto in relazione alperché del fenomeno UFO stesso: la razza umana è l’oggettoinconsapevole di studi ed esperimenti genetici, la cavia di laboratorioallevatadacosmici sperimentatori.Sobenissimoche si trattadiun’ideatalmente strabiliante che capisco senza esitazione coloro che, comereazionenaturale,ricalcanol’atteggiamentodelgiudiceFrankfurtquandoebbead esprimersi inmerito agli orrori dell’Olocausto chegli venivanodescritti: non dico non possa essere vero, semplicemente non riesco acrederci,perquanteprovecipossanoessere.Loso, saràdifficile,mavipregodistareadascoltarmi.Perchésequellocheriveloinquestepagineèvero—comesonoconvintochesia—lanostraideasull’universoesulruolochevisiamochiamatiadinterpretaredovràperforzadicosemutareradicalmente.Eciòinattesadiproveancorpiùdocumentateeconvincentidellemie.

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CAPITOLOSECONDO

L’ORAPERDUTA

Adottobre—appenaunmesedopoaverricevutolasualettera—miincontraiconKathieDavis.Fuun’esperienzaaltempostessostrana,dolceed emozionante e, quantunque la descriva ampiamente nel prossimocapitolo, voglio darne qualche cenno anche adesso. Sebbene di mediastatura Kathie non si può definire una donna esile. Ha spalle larghe eun’ossaturacompattae,malgradolemoltemalattiesubite,vantauncorpoforte e robusto. Il volto grazioso e vivace è incorniciato da bei capellibiondi corti e ricciolini. Guardandola attentamente negli occhi ci siaccorgechenonhannolastessatonalitàcolornocciolamadifferisconodiunasfumatura,particolarechegiustificaquelsuosguardoaffascinante.Èun’osservatrice acuta e critica, ma il suo atteggiamento verso le stranecoseche le sonoaccaduteèvenatodaunacerta ironiaedaunsensodirassegnataineluttabilità.

Nei tre lunghi anni in cui ho avuto a che fare con lei per studiare afondo il suo caso, l’ho veduta subire diversi cambiamenti. Quando cisiamoincontratilaprimavoltaeraunadonnadivorziata,conduebambini,disoccupata,tornatapernecessitàaviverenellacasadeigenitori.Amanoamano che l’indagine è andata avanti, ho cominciato a comprendere lecausedelsuoperennestatoansiosoel’hovedutatrasformarsieacquisireviaviasempremaggioresicurezza.Allafineeraun’altra:nonsoloaveva

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frequentatouncorsoprofessionale che le avevaaperto la stradaperunanuovacarrieralavorativa,masieratrasferitainunappartamentotuttosuo,mantenendo se stessa ed i figli con la sua attività. L’ansietà non èscomparsadeltutto,maisuoieffettinonsonopiùcosìpreoccupanti.

Anche se Kathie non ha frequentato una delle università dell’IvyLeague, la sua intelligenza e il suo livello di conoscenza sono superioriallamedia.Ilsuomododiesprimersinonsaràsempregrammaticalmenteortodosso, ma, molte volte le nozioni che sciorina non mancano disorprendere.Hopensatochegliautodidattisonoinformatissimisuciòdicui discutono pur non vantando un’enunciazione invidiabile,mentre chiha studiato, i laureati, ad esempio, sono l’opposto, vale a dire siesprimono brillantemente ma sovente non hanno affatto le idee chiare.Kathie rappresenta unottimo esempiodi questamia teoria. Possiede unnotevoletalentoartistico—comesipuònotaredaalcuneillustrazionichecompaiono in questo libro—, ma scoprii che aveva un’altra, notevolequalitàchemicapitavadiavvertireognivoltacheerocon lei: l’insolitaabilità di riuscire a «leggere» nel prossimo, di comprendere al volo lagente—manoninmodomisteriosoeocculto,bensìgrazieadunintuitoistintivo, pratico e spontaneo. La parola tedesca è calzante almassimo:Kathie è unaMenschenkenner, una conoscitrice degli esseri umani.Micapitasse di andare a una festa nella quale conoscere nuovi amici oritrovarne dei vecchi, credo che Kathie rientrerebbe nel ristrettissimonumerodiquellepersoneallequalifinita laseratasolleciterei immediatigiudizi sulle persone appena lasciate. Che ne pensi del tizio? Cheimpressionetihafattoiltalaltro?Credicheiltalesiapiùintelligentediquel che sembra? La sua abilità nell’elaborare impressioni azzeccate èprodigiosaevarrebbelapenapoterseneserviresempre.

Nella sua prima lettera aveva tratteggiato solo a grandissime linee ifattilegatiall’apparizionedistraneluciedall’areadigiardinorinsecchita.Quindi, non intuendo dal poco a disposizione che il caso potessenascondere anche un rapimento, all’inizio la nostra attenzione siconcentrò su altri aspetti. Però dopo un paio di visite a Indianapolis edopounanutritaseriediintervisteconiDavisedilorovicini,miconvinsisempre più che la ricostruzione delle testimonianze così come apparivanonpotevaesserecompleta,perchémancavadicoerenza.Nelraccontodiquellanotte,infatti,c’eraun«buco»dialmenoun’ora,inqualunquemodosi mettessero insieme i ricordi dei testimoni. Ed alla fine, dopo

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un’indagineestenuante,vennefuorilaverità:unodeipiùstrepitosicasidirapimento-UFOdell’interacasistica {1}.

Tutto era cominciato per caso, in un giorno come un altro. Quel 30giugno 1983 il clima nei dintorni di Indianapolis era caldo e afoso, latemperaturasuperavai30°sebbeneilcielofosseplumbeo.PrimadicenaKathieavevapartecipato,cometutti igiovedì,aunasedutadi terapiadigruppo,chefrequentavaregolarmentenellasperanzadiriuscireaguarireda uno stato ansioso, con conseguente insonnia, che la perseguitava daanni.Comealsolitoeratornataacasaalle19,15,avevacenatoemessoalettoRobbyeTommy.Poiavevatelefonatoall’amica,vicinadicasa,DeeAnne,combinandochesarebbeandatada leiper lavorareunpochino;sieranomesseinsiemeafareabitisuordinazioneperamicieconoscenti.Laprima constatazione anomala si era registrata verso le 21,00 quandoKathiestavadicendoallamadrecomeavrebbetrascorsolaserata.Mentreleparlava si era affacciata alla finestra della cucina e avevavedutounaluce sconosciuta che illuminava il tratto di giardino fra il casotto dellapompae lapiscina.Anche se findallaprima lettera avevo ricevutounadescrizione completa del fatto, nel corso degli ulteriori accertamentiricavai ancora un gran numero di altri dettagli. Venni a sapere, adesempio, che c’era qualcosa di molto insolito nel colore dellailluminazionedellapiscina.

La porta era aperta e dentro sembrava esserci una luce dallo strano colore…diciamo bianco, ma un bianco scaturito più da un tubo al neon che non dallenormalilampadine…Dissiamammadidareun’occhiata,sottolineandochesolopoco prima, ne ero certa, avevo notato la porta chiusa. Lei non ci fece caso,risposedinonpreoccuparmiepassòoltre:ioinvecericordodiaverprovatounastranasensazionenelvederequellaluce.Misembravaunfuocofatuooqualcosadisimile.

Qualche minuto appresso quando Kathie si era decisa a uscire, lasituazione era già cambiata.Ora il casotto della pompa era al buio e laporta chiusa, in compenso era aperta quella del garage— che avrebbedovuto essere ben fissata. Il tempo necessario per arrivare a casadell’amica è di cinqueminuti, pertanto Kathie vi era giunta alle 21,15.Aveva chiamato immediatamente la madre. Dopo averle parlato dellaporta del garage, le aveva chiesto se voleva che entrasse con lei perassicurarsichenoncifossenessunoincasa.Ilpadrenonsarebberincasatoche molto tardi e Mary era rimasta sola con i due bambini. Le aveva

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risposto, seppure nervosamente, di no, rassicurandola che tutto eratranquillo e che non c’era motivo di preoccuparsi. Un momento dopoperò, mentre era all’acquaio della cucina, aveva veduto una pallaluminosabrillaresullamangiatoiadegliuccelli,nelcortile.Questapiccolamangiatoia—postaincimaadunpalettodiunmetroeventicentimetri—sitrovaamenodiquattrometridallafinestradellacucina.EccocomeMarydescrisseciòcheavevaveduto:

Eraunalucediunbiancopallido,nonmoltobrillante.Guardandoattraversoessapotevodistinguereassaibenelamangiatoiadegliuccelliedissiframe:«Dadovediavolo spunta questa luce?». Mi sporsi fuori per vedere se, per caso, stessesopraggiungendo un’auto; ma poi pensai che era impossibile, perché nessunamacchina avevaunmotivo logicoper indirizzare i fari sul retrodella casa.Poinon c’era alcun fascio luminoso. Eppure la palla c’era, eccome. Era tonda e,grossomodo,grandecomeunpallonedibasket.Eratrasparente,perché,comehogiàdetto,potevovedereattraversoessa.Poi,d’untratto,erascomparsa.

E così un attimo dopo aver sentito la figlia garantendole che tuttoandava bene, l’aveva richiamata alquanto agitata dicendole che, tuttosommato, forseerameglio fosse tornataa casaperdareun’occhiata {2}.Kathie, avvertendo all’istante la tensione della sua voce, era rientrataimmediatamente. Da questo istante in avanti la sequenza di ciò cheaccadde si fa particolarmente importante. In modo particolare risultanocruciali l’ora incuiera rincasataequella incuiaveva fattonuovamenteritornoacasadiDeeAnne.Aquestopuntoènecessarioperòentrare inconsiderazionimoltodettagliate.

LafigliaundicennediDeeAnne,Tammy,quellaseraerauscitaafarcompereconlanonna.Ilnegoziochiudevaalle21,00inpuntoelabimbaricordavadiesseretornataacasaunpocoprimadelle21,30echeKathiegiànonc’erapiù.SiaKathiechelamadreconcordanosul’orario.Appenatornata a casa,Kathie era corsa nello sgabuzzino a prendere la carabinadelpadrepoierauscitainperlustrazione.Maryleavevaricordatocheerascarica e chenon sarebbe servito a nulla,maKathie aveva risposto checomunque con quello fra le mani si sentiva molto più sicura. «Perchéavresti intenzione di ammazzare qualcuno?» era stata la domandapreoccupatadellamadre.Nonspaventata,maalquantoinnervositaKathieerauscitaeadettadelleduetestimoninonerastatafuoriperpiùdidieciminuti.Unavoltarientrataavevarassicuratolamadre:nonc’eranessunoetuttosembravaaposto.AvrebbefattoancoraunsaltodaDeeAnnenon

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perlavorare,maperinvitarlaafareunanuotata«alchiarodiluna»,vistoche la seraeramoltoafosa.Sedunque—come leduedonne ricordanoconchiarezza—Kathieavevaimpiegatosolodieciminutiperperlustrarelacasaegiardino:calcolatoilpocotemponecessarioperarrivareacasadell’amica,avrebbedovutoesseredaDeeAnnealle21,45o,almassimo,attorno alle 22,00. Invece vi era giunta un’ora dopo, alle 23,00 e forsequalcheminutoancoradopo.C’eraun«bucotemporale»diun’ora,ilcuiricordocoscienteeraandatoperduto.

TammyeDeeAnneconcordavanonelricordarecheKathieeragiuntaa invitarle per il tuffo in piscina molto tardi. Poiché l’idea era ottima,eranosubitocorseaprepararsi {3}.Lasostaincasadell’amicanonsieraprotrattaperpiùdiunaventinadiminuti.CosìquandoeraritornataacasadeiDaviseranoappenapassatele23,30.Eranostateprecedutedaqualcheminuto da Robert, in quel periodo impegnatissimo in un lavoro che locostringevaarincasareogniseraaquell’oratarda.Indefinitiva,aKathie«mancava»un’oraintera,dalle22,00alle23,00.Mastavanoperaccaderecoseancorapiùstrane.

Dirigendosi verso la piscinaTammy, che era scalza, aveva deciso dicamminare sull’erba, stando alla sinistra della madre e di Kathie, cheinveceavanzavanosulsentieroinacciottolato.Aduntrattolabimbadissedi essersi accorta «di camminare su di un punto privo d’erba, in cui ilterreno era tiepido, come del cemento scaldato dal sole», (si vedano leillustrazioni). «Sentii i piedi pizzicare e prudere». Essendosi portataappresso il necessario per il bagno, Tammy si era quindi fermata nelcasottodellapompaper cambiarsi.Mentre lo faceva, all’improvvisoerastatapresadaunsensodinauseaequandoavevaraggiuntoleduedonneinpiscina«non si sentivapiùbene».AncheDeeAnne raccontò che sindalmomentoincuiavevamessopiedeinpiscinaavevaprovatounsensodidisagio«comesequalcunocistessespiando».ErastataunasensazionemoltomarcatachenonavevapotutofareamenodiesternareaKathie,laquale però non ci aveva badato. «Vengo spesso qui a nuotare da sola»,avevadetto,«manonhomaiavvertitonientedistrano».Frattantostavanopersorgerealtriproblemi.Kathieraccontò:

Cieravamo,allafine,tuffatetutteetre.Mierobagnataicapellibuttandolatestaall’indietronell’acqua,masenzabagnarmilafaccia.AuntrattoioeDeeAnnecieravamo guardate interrogativamente negli occhi: nel giro di pochi minutimalgradoglioltre30°diquellatorridanotte,cieravenutounfreddotremendo.

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DomandaiaTammyseancheleiavevaibrividi.Alsuosìdecidemmodiusciredall’acqua.Eravamorimasteimmerseperqualchebreveminuto,magiàavevogliocchi che mi bruciavano. Tutto intorno stava, intanto, assumendo contornidavvero strani. Ero stata la prima ad uscire per asciugarmi. Volevo, poi,strofinarmi per bene gli occhi, perché mi sembrava di non vederci bene. Miparevachesuognicosacifosseunriflessobianco,epensarecheerostataattentaanonbagnarmi il visoper evitare il clorodell’acqua, chemigioca sempredeibruttischerzi.Eppuretuttoerabiancoelelucieranocontornatedaunalone.Eraunavisionestranissima.Mistrofinaigliocchipiùvolte,finoafarmelilacrimare.Due giorni dopo fui costretta ad andare dall’oculista, che mi diagnosticò, unagraveformadicongiuntivite.Avevosempreavutodeiproblemiallavista.Quellavolta l’infezione si manifestò in modo purulento e violento — era stato,insomma,unbelguaio.

Malenuotatricisieranotrovatedifronteadunaltroproblemaancora.Quasicontemporaneamenteavevanoavvertitounanauseafortissima,perTammyunarecrudescenzadellasensazionecheavevaprovatonelcasottodellapompa,quandosieraandataamettereilcostume.Perquantopossasembrarestrano,lareazionepiùspontaneaaqueldisturboimprovvisoerastata l’intenzione di mettere qualcosa sotto i denti. Infilati di corsamaglietteejeanssulcostumeancoraumido,battutacassaalsignorDavis,sieranodiretteallavoltadiun fast-foodchesapevanoaperto finoaoratarda. Quando erano arrivate, la nausea era aumentata, così avevanoinvertitolamarciaederanotornateacasa.Osservaronocheerabenstranoche stesseromale tutte e tre e che l’arrossamento degli occhi diKathiefosse scoppiato tanto in fretta.SiaTammyche lamadreavevanomessopiù volte la faccia sott’acqua ma a loro gli occhi non bruciavano.Raccontò Kathie: «Era una situazione paradossale. Avevamoincominciato a tremare come foglie; Tammy aveva le labbra livide.Facevaun caldo infernalequella notte, eppurenoi tre, nel belmezzodiuna torridaestate,avevamofreddo.Poiavevamo incominciatoasentircimale».

«Joyce» e «Bernie Lloyd» — come chiamerò questi due testimoni,eranoipiùstrettivicinidicasadeiDavis.QuellaseradopocenaBernieavevadecisodifarequattropassicolfiglio {4}.Joyceinveceerarimastaacasa a mettere un po’ in ordine la sala da pranzo, dando ogni tantoun’occhiataal televisore infondoal tinello.Auntratto, indirezionedelgiardino dei Davis, c’era stato come un flash luminoso, che si eraintravistoattraversoilfilaredialbericheseparaledueproprietà,alqualeeraseguitounrumoresordoevibrante.AJoyceeraparsopersinochela

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casaavessetremato.Ilcandelieredellasaladapranzoavevaondeggiatoequando il rumore si era fatto più forte lo schermo del televisore eradiventatorossoelelucisieranoabbassatesensibilmente.Unistantedopotuttoeraritornatoallanormalitàedilsuonoerasvanitonellostessomodomisteriosoconcuisieramanifestato.Ladonnasieratrovatasedutasullapoltrona, terrorizzataesconvoltaecomeprimacosaavevapensatoaunterremoto. Quello successivo era volato ai Davis: avrebbe fatto bene adare un colpodi telefonoper sincerarsi che non fosse successonulla digrave. Forse nei pressi della casa si era scaricato un fulmine — quellampobrillantecheaveva intravisto fraglialberi.Maall’intenzionenonavevafattoseguitol’azione.Joycemidissechenonleerastatopossibilecompiere il banale gesto di fare una telefonata: qualcosa glielo avevaimpedito.Avevaguardatol’ora:eranole22,45.

Ilmaritoerarientratosubitodopo.ÈmoltoscetticoinfattodiUFOequandomi riuscì di intervistarlo erano ormai trascorsi parecchimesi daquelfatidico30giugno.Conosceval’orientamentodellamiainchiestaedavevavistoilcerchioelastrisciadierbabruciatanelgiardinodeivicini.Conquestepremesseglichiesichecosaeraaccaduto incasa suaquellaseraquandoerarientrato.Nonesitòarammentarelostatodiinquietudinein cui aveva trovato lamoglie.Permeglio rendermi contodel suo statopsicologico,lopregaidiesserepiùpreciso,dicendo:«Inunascalada1a10—conl’1cherappresentaunasituazionedituttatranquillitàcome,adesempio,salutareunamicoalsupermercato,eil10unaoppostadiintensapaura come, per fare un altro esempio, vostra moglie che vi telefonaterrorizzata dicendovi che è asserragliata in camera da letto mentre trebrutticeffistannotentandodisfondarelaporta—rapportandolostatodiansietàdi quella seradella signora, qualevaloregli avreste attribuito?».«Beh, direi che un 8 ci starebbe tutto,» era stata la sua replica. «Eraspaventataperdavvero».

Aggiunse anche che non aveva fatto nemmeno a tempo ad arrivaresotto il porticato che gli era corsa incontro e, in modo convulso eaffannato,gliavevaparlatodellampocheavevavistovicinoallacasadeiDavis e dello strano suono, seguito dalla vibrazione che le aveva fattopensare a un terremoto. Lui, da parte sua, aveva subito cercato unaspiegazione logica: forseun’autoeraandataaschiantarsicontrounpalodella luce ed aveva provocato il lampo, il calo di tensione e la fortevibrazione.Un’altra cosa a cui aveva fatto caso era che tutti gli orologi

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digitalidellacasaeranoandatiintilt,fermandosipocodopole23,00,edavevadovutorimetterliaposto.Nonc’eranodubbi,dunque,sulfattochequalcosaavevarealmenteinterferitoconl’impiantoelettricodicasa.

Mettendo insieme il racconto del signor Lloyd e quello degli altritestimoni,itempieicontornidellostranoincidentediventanosemprepiùnitidi. È chiaro che potrebbero essere molte le teorie che riescono aspiegaregli strani fattiaccadutiquella sera,daglieffetti fisici riscontratinelgiardinodeiDavisaidisturbielettricinellacasadelLloyd,dal«buco»diun’oradiKathie alle lucimisterioseveduteda lei edallamadre.C’èperò da osservare che l’ipotesi del rapimento UFO— così come l’hoelaborata—è senz’altro, fra lepossibili,quellapiùcompleta,perché inessa trova collocazione tutto ciò che è accaduto quel 30 giugno. Perverificarelavaliditàdiquestapossibilitànonhofattoaltrochemettereaconfronto lo schema tipico di un evento di abduction con le proveraccolte.

Solitamente i rapimenti non si protraggono per un lasso di temposuperiore adunao, almassimo,dueore {5}.Nella fattispecie, seKathieera stata rapita appena era uscita, imbracciando il fucile del padre, perdareun’occhiataingiro,laduratadelsequestroavrebbepotutoestendersidalle21,30/21,40alle22,45,momento incui JoyceLloydavevavisto illampoall’esternoeconstatatoglistranieffettielettriciincasainprobabilecoincidenzaconlapartenzadell’UFO.

Un’altracostantecheritornaimmancabilmenteinquestotipodieventièlanaturaselettivadelfenomeno.Seilsoggettopresceltocomecavianonèdasolo,masitrovaincompagniadialtrepersone,peresempioabordodi un’automobile — sembra che intervenga un meccanismo di bloccopsichico, nei confronti di tutti coloro che non interessano ai finidell’esperimento, blocco che dura fino a quando il contattista non faritorno.Facciamoilcasodi«DavidOldham»,dicuimisonooccupatoinMissingTime.Quandovennerapito,Oldhamsitrovavasedutosulsedileposteriorediun’auto {6}.Davantic’eranoduesuoiamici.Nelmomentoincui l’abduction aveva preso il via, l’automobile si era fermata e i dueseduti davanti erano caduti in uno stato catalettico di inconsapevolezza,tanto cheOldham per poter discendere aveva dovuto spingere in avanticongranfaticailsedileanterioresulqualeerasedutol’amico.Poisieradiretto — sotto l’impulso di un tacito, occulto comando— verso unavividaluce,l’UFOall’internodelqualesieraconsumatalasuaincredibile

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esperienza. Infine aveva riguadagnato la macchina e gli amici ancoraannichilito. Nel breve spazio di tempo intercorso fra il suo ritorno e la«rianimazione» dei due compagni David aveva dimenticato ogni cosa.L’avrebbericordatasoloqualcheannoappressoinregressioneipnotica…Venendo a conoscere il racconto della signora Lloyd sia Kathie che lamadresieranomoltostupite,vistoche,aparteleluci,laserafatidicanonavevanovedutoné,tantomeno,sentitoaltrodianomalo.ÈperòevidentecheseKathieera stata rapitae lamadre«disattivata»nessunadelledueavrebbe potuto rendersi conto — come viceversa aveva potuto fare lavigilesignoraLloyd—diciòcheeraaccadutodaquelmomentoinpoi.

Leimprontenelcortilecostituivanounmisteroaparte.Apartiredallanotte del 30 giugno l’erba all’interno del cerchio e della lunga strisciaavevaincominciatoascurirsiearinsecchireegiàil4luglioisegnieranoevidentissimi.Ma gli effetti fisici indotti non si fermavano lì.Anche lasiepe nelle immediate vicinanze dellamangiatoia per uccelli aveva datosegni di avvizzimento, tanto che il signor Davis era stato costretto —dopovari tentativi di farla rinverdire—a sradicare alcune piante, nellasperanzachericrescendoconnuoveradiciilfenomenosparisse.Ilgradodidanneggiamentorisultavadirettamenteproporzionaleallavicinanzaconlamangiatoia.All’iniziodellaprimaveraRobertavevatrapiantato,proprioinquellazona,qualchepiantinadipomodoro.Avevanofruttificatomainmodo decisamente anomalo: pomodori enormi ma talmente farinosi danonpotersimangiare.

IproblemifisicielanauseaavvertitidaKathienoneranostatigliunicisintomi di uno stato generale di disagio. Nei giorni successivi avevasofferto di un’insolita, abbondante caduta dei capelli e disturbi genericisemprepiùaccentuati,fracuiundoloreall’orecchiodestro,accompagnatoda un calo generalizzato dell’udito protrattosi per alcune settimane.Qualunquecausasiipotizziperspiegarechecosamaipossaaveralteratoil prato dei Davis è ovvio debba contemplare una poderosa forma dienergia distruttiva, sufficientemente forte da surriscaldare a tal punto ilterrenocosìcheTammyavesseancoramododiaccorgersene,passandocisopraapiedinudiben45minutidopo.Lanauseaelevertiginiavvertitedalletretestimonifarebberopensare—alparidellaperditadicapellidaparte diKathie— all’effetto di radiazioni residue {7};mentre il calo ditensione registrato in casa Lloyd definisce ulteriormente la naturadell’emissionecomeuninsiemedimicroondeealtreformeradianti.

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Comegiàhoricordato,nonappenaricevutalaprimaletteradiKathieleavevorispostopregandoladispedirmiduecampioniditerrenodelsuogiardino: uno prelevato all’interno dell’impronta circolare, l’altro al difuori, da usare come campione. Li avevo ricevuti a strettissimo giro diposta, accuratamente sigillati in buste plastificate. Nel foglio diaccompagnamentoKathiemispiegavacheprelevareilcampionesospettonon era stato facile. La terra dentro al cerchio era infatti diventata cosìdura e compatta che era occorsa parecchia fatica a frantumarne alcunezolle. La prima cosa che mi era saltata all’occhio era stato constatarel’estremadifferenzadicolorazione:grigio/marronechiaroperilcampionedaanalizzare;unbelmarronescuroperquelloditerrenononcontaminato.L’aspetto, duro e secco, di quello sospetto era, inoltre, più simile allaghiaietta chenon a quelli che avrebbedovuto caratterizzare un terriccioumido e morbido. I due campioni sono stati prelevati verso la metà disettembre, più di due settimane dopo l’incidente e non è purtroppo daescludere che alcuni risultati delle analisi siano stati sfalsati da questolungointermezzoditempo(sivedanoleillustrazioni).Adognimodo,leanalisistrutturaliecristallografichenonhannorivelatoalcunadiversitàfraiduecampioni.Èstatoperònecessarioriscaldareperoltreseiorequelloincontaminatoinunfornofinoad800°Fperriuscireafargliassumerelastessa colorazione dell’altro, pur se non la tremenda compattezza. Èevidente,aquestopunto,chequalunquecosasisiafermataquellaseranelgiardinodeiDavisdovevaesserecaricadiun’energiaportentosa,anchesenonsiamoingradodiimmaginarnelanatura {8}.

Ancheglisviluppisuccessividellavicendariguardante ilcerchioe lalineamisteriosi sono interessanti.Mancando del tutto l’erba, quando ininverno aveva nevicato i contorni delle impronte si erano evidenziatiancoradipiù.Lostessoeraaccadutoaprimavera.Leprimezonedipratoa disgelarsi erano state proprio le due sospette che, ancora una volta,eranoemerseconla lorosagomainconfondibile(vederele illustrazioni).Fotografailazonaversolafinedimaggiodel1985,quasidueannidopol’incidente,riprendendounasituazionepraticamente immutata:cerchioestriscia erano ancora privi di erba, a dispetto di tutti gli innumerevolitrapianti eseguiti dal signor Robert per risanare la parte «ammalata».Notaianchelatotaleassenzadivitamicroanimale—insetti,larve,ragni,formiche— anche se qua e là si poteva vedere qualche striminzito filod’erba che partendo dalla circonferenza del cerchio, incominciava ad

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avventurarsiall’interno, rendendone ilconfinemenonitidoe, inqualchemodo,frastagliato.PensandoadunUFOquestodovrebbeessereilpuntodi atterraggio, mentre la linea dovrebbe indicare la direzione lungo laqualel’oggettoerapoiripartito,dopoavermarginalmentesfioratoiramidi alcuni alberi, alla volta del cielo. All’interno della striscia c’era, sì,devastazione ma in forma minore — pur continuando a rimanerevisibilissimaancheadistanzadidueanni.Se l’UFOavevastazionatoalsuolo nell’area circolare per un’ora e poi si era risollevato seguendo ladirettricedellastriscia,risultavaplausibilechenelpuntodisostasifossesprigionataun’energiadigranlungasuperioreaquella irradiata lungolalinea di decollo, con maggiori danni nella prima zona rispetto allaseconda.

Mi venne in mente che quei segni sarebbero potuti essere statiprovocatidaqualchelavoroeseguitoingiardino.InterrogaiinpropositoilpadrediKathie,chiedendoglise,percaso,si ricordavadiavermesso inposa qualche tubazione. Le tubazioni in cui si distingueva così bene lastrisciachesidipartivadalgrossocerchiosuggerivanolapossibilitàchesitrattasse di ciò che restava di uno scavo eseguito per deporre qualchecondotta—anche se il terrenonon risultava rimosso e lungo i punti dicontatto fra le parti prive e quelle dotate di erba non c’era soluzione dicontinuitàetuttoapparivauniforme.Eracomunqueun’ipotesichenonsipoteva trascurare o scartare a priori. Il signor Davis mi spiegò che inrealtàqualcosaerastatofattocircaunadecinadianniprima.Avevafattointerrare un piccolo impianto di drenaggio, costituito da una dorsaleprincipaledallaqualesidiramavanoadangolo rettodellecanalizzazionisecondarie.Questi eranogli unici tubi infossati nelgiardino.C’eraperòunparticolare fondamentale: la lungastrisciadierbabruciata incrociavaquestosistemadicanaliandandoloatoccaresolointrepunti,eliminando,in talmodo, l’ideadiqualchepossibilecollegamento fra le linee.E,perquelchenesosullascortadellamiaesperienzaconlacasaincampagnaaCapeCod,unsimilesistemaincoraggiaedincrementalacrescitadell’erbaanzichéinibirla—adulterioreconfermachelateoriadellacanalizzazionesotterraneanonpotevaspiegarelostranofenomeno.

Nell’ottobredel1983KathievenneaNewYorkeciincontrammoperlaprimavolta.Dapprincipiociconcentrammosullostrano«sogno»fattonel1979esudiunsuccessivoincontrodianaloganatura.Poichéiricordiconsci in merito a questi due fatti erano scarsissimi e chiaramente

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incompleti, decidemmo di ricorrere all’ipnosi per aiutare la memoria arimuovere il blocco dell’amnesia. Le prime due sedute furono condottedalla psicologa Aphrodite Clamar, le due successive da me. Kathie sirivelò un soggetto molto duttile; ma fu solo nel corso del mio primoviaggio ad Indianapolis, nel gennaio del 1984, che proposi unaregressione al fine di ricostruire la fatidica sera del 30 giugno 1983—quando era accaduto l’incidente UFO. Kathie, infatti, si era sempremostrataalquantorestiaaparlarediquellanotteedavevaesternatoinpiùoccasioniilsuodesideriodinonvolerericordarenemmenoincondizioniditranceipnotica.

Eraperòcapitatochel’ultimaseradelmiosoggiornoeravamoandatiatrovare lavicinaDeeAnne,chemi interessava intervistaredirettamente.Anche dalla sua testimonianza ero stato confermato nel sospetto cheall’interno dei ricordi di Kathie c’era un buco di quasi un’ora. Mentrestavamo, per l’ennesima volta, ricomponendo attimo per attimo tutte lesequenze di quel 30 giugno, all’improvviso Kathie mi aveva detto:«Perchénonproviamoafarloconl’ipnosi?Sec’èancoraqualchecosadascoprire,ebbenequestavoltace la faremo. InoltrevogliocheDeeAnneveda quanto può essere rilassante e piacevole una seduta»; annoto, enpassant,comeosservazionediperséinteressante,cheKathienongradivasottoporsiall’ipnosifralemuradicasasua.

Cominciammonelsolitomodo(persapernedipiùsivedal’AppendiceB).Kathieerasdraiatacomodamentesudiunlettino,mentreiodavoilviaal processodi rilassamento indotto, che contemplava fra le altre cose ladescrizione di una placida e incantevole spiaggia oceanica. Era unatecnica che avevamo sperimentato con successo in altre occasioni, maquellaseranonfunzionò.Kathieavevapresoatremarecomeunafoglia.Con voce preoccupata e tesa aveva cominciato a dire: «Vogliosvegliarmi…presto,adesso».Senzafrapporreindugiavevoalloradatoilvia al conto alla rovescia, dal cinque all’uno come d’abitudine, perriportarlaallo statodiveglia.All’«uno»puntualmenteaveva riapertogliocchi e si eramessa a sedere. Tradiva, inmodo evadente, uno stato dipaura. Ci disse che non appena aveva incominciato a scivolare nellatrance—condizionecheormaiconoscevabene—esieravistaregredirealla seradell’evento,quandoaffacciataalla finestraavevanotato la lucenellapiscina:

…Mièparsoimpossibileandareavanti.Sembravachelatestamiscoppiasseda

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unmomentoall’altroesentivocheseavessiproseguitosareimorta…Ilcorpo…il corpo… lo sentivo come prossimo alla fine; pur ignorando perché provavotanto timore.Sapevoche sareimorta semi fossimessaa ricordare…ecosìhochiestodiessererisvegliata.

Le avevo afferrato le mani: erano incredibilmente fredde. Il respiroaffannoso,mapocoallavoltasieraripresa.Lespiegaichelarichiestadiessere ricondotta fuori dalla trance era un fatto estremamente positivo erassicurante perché significava che anche in quella condizione era ingrado di esercitare un controllo.Avevo tentato poi di tranquillizzarla inognimodo,maconscarsirisultati.Sieraspaventataamorte:

NonavevomaiprovatopauraconladottoressaClamar,lealtrevolte.Maquellavoce, quella tremenda voce chemi intimava di non ricordare, diceva che sareimorta.«Sentiilcorpo,sentilo»,midiceva.«Stamorendo,siirrigidisceemoriraisecontinuiasforzartidiricordare.Sentilatesta,staperscoppiare;ilpettosistasvuotando e stai per andartene… smetti, smetti di ricordare». Oltre che unaminaccia era anche un ordine perché all’istante ho incominciato ad avvertire ilcorpo che si raffreddava come se stessi effettivamente spegnendomi…Dovevoassolutamentesvegliarmi.Stavomalissimo…ognivoltachemi rivedevo,comequellasera,scostareletendinedellacucinaperosservarelalucemisteriosa…misentivomorire.

Ledissichenonavevoneanchefattointempoacompletareilprocessod’induzionecheleisieramessaatremaredipaura.Nonavevonemmenoprofferito la data fatidica o detto qualsiasi cosa che la potesse riportareindietroall’esperienzavissutachegiàavevadatosegnidiinsofferenza.

Èvero,me ne sono resa conto,ma ben sapevo dove saremmo andati a parare.Avevamo appena finito di parlare con Dee Anne… è stato spaventoso,bruttissimo,misonosentitamorire.

Le chiesi se la voce perentoria che le aveva parlato era stata la suaoppure si era trattato di qualcosa che proveniva dall’esterno—qualcunaltroche,dafuori,leimponevadinonricordare,minacciandola.

No,noneroio,noneralamiavoce.Iomidicevodirilassarmiedigoderedellacondizione di tranquillità che tu mi stavi imponendo. Stavo ascoltandoti perrilassarmi,masullatuaesullamiasisovrapponevaun’altravocecontrastante.Edallora volevo ricominciare di nuovo tutto da capo; ma per farlo non dovevopensare a quella sera, non dovevo vedermi ai vetri della cucina. E di nuovo asforzarmi di rilassarmi, ad immaginare la spiaggia, che andava e veniva nellamente senza fermarsi mai. Poi si trasformava nella cucina e mi vedevo

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nuovamentenell’attodiosservareattraversoivetriesubito,implacabile,lavoce:«Smettila,nonpuoiricordare;sericordihaifinitodivivere».Eracomeunordine,unaminacciachemiesplodevadentro…neeroterrorizzata.

Cercaidirincuorarlaperquantomierapossibile, tacitandoquellasuapaura irrazionale. Le dissi che, malgrado il tono poco simpatico eprovocatoriodellavoce,l’esperienzainsegnavacheilsoggettononavevamai subito maltrattamenti. Se non ce l’avessi fatta a sbloccarla non cisarebbestataalcunapossibilitàdiriuscirearicostruirealtrimenticiòcheera accaduto il 30 giugno 1983. Nel corso del mio primo viaggio aIndianapolis non ce la feci, ma la spuntai alla seconda occasione, nelnovembre dell’anno successivo.Nel frattempo l’inconscio diKathie erastato«risvegliato»edavevaincominciatoadinviaremessaggisottoformadi flashback dimemorie improvvise. È caratteristico dell’ipnosi dar vialibera al normale fluire dei ricordi consapevoli. Capita spesso che ilsoggetto, sin dalla prima seduta, prenda a rivivere nella mente episodidistintieframmentaridiciòchegliècapitatoechepiùnonricordava,cheabbiasognirivelatorieimmaginiretrospettivechiarificanti.Lostessoeraincominciato ad accadere a Kathie. Il primo tentativo ipnotico se purfallito aveva egualmente dato buoni frutti, facendo riaffiorare allamemoria,comed’incanto,unavisione.Kathiesieravistaall’improvvisoprotagonistadiunascena:erasullasogliadelgaragedadove,ammutolita,stavaosservandounostranooggettoa formadigrandeuovoatterrato ingiardinoepoggiantesuquattrogambettedisostegno.Avevavistoancheunasferadilucediunasessantinadicentimetrididiametrocheleronzavaattorno, irradiandole addosso una luce fastidiosa, che aveva il potere diparalizzarlaediimpedirlediparlare.Erastatounricordoparticolarmentesconvolgente e vividissimo. Nello schizzo sommario che disegnò permostrarmiconprecisione la formadell’UFO—almenoperquellapartechepotevoscorgeremeneavevafattovenireinmenteunaltro,segnalatoinuncasodirapimentopoconotoavvenutoinSudAfricaecheall’epocaancoranonconoscevo {9}(vedereleillustrazioni).Cosaimportantissima,l’UFO si era posato in giardino esattamente nel punto in cui il giornodopoerastatoscopertoilgrandecerchiosull’erba.

LasecondavoltachemirecaiaIndianapolisnonstavopiùnellapelleper l’impazienzadi conoscere, finalmente, per filo e per segno i fatti diquelfatidico30giugno1983.L‘11dinovembremiapprestaiamettereinatto la regressione decisiva. Dedicai molto tempo all’induzione,

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tranquillizzandoKathieogniistantesuggerendolechesarebbeandatotuttoliscioechecel’avremmofattaaricordare.Partimmodallatelefonataallamadre e al suomomentaneo ritorno a casa, quando aveva tirato fuori ilfuciledelpadre.

KD:«Misentostrana,c’èqualcosachenonva,hobisognoditrovareunrifugioperproteggermi.Avverto lepuntedeicapellichesidrizzano,sembrachel’atmosferasiacaricadivibrazioni»(siagita).

BH:«Checosastasuccedendo,Kathie?»KD: «Non lo so, non sono tranquilla. Scendo sul marciapiede e

attraverso il cortile. Mi dirigo alla piscina, cerco di sbloccare ilchiavistelloall’ingresso,maèincastratodurodasmuovere.Allafinecelafaccio lo stesso. Ho paura ad aprire, cerco la cagna. Mi chiedo dovediavolosisiacacciata.Poimidecido,dòunaspintaallaporta,miinfilo,ilfucile ben davanti in evidenza, gridando: “Ti do tre secondi per venirfuori, forza!”.Conto finoa treedentrodecisa,avanzo.Accendo la lucemanon trovo nessuno, tutto è in perfetto ordine.Tiro un bel sospiro disollievo». (Kathie ricordadi essere andatanella parte retrostante dellaproprietà dove c’è una grande tettoia. Qui trova Penny, la cagna. Aquesto punto la trance si fa più profonda). «Non vuole venire conme.Scappa.Misentoadisagio…misembrachequalcunomistiaspiandodalbosco…mapensoanchechenonoseràfareunpassoappenasiaccorgeràdelfucile,checontinuoatenerebeninvista.Adessosonopiùtranquilla.Decidodiandarefinoalgarageacontinuarelaperlustrazione…»(siagitae trasale) «…Mi stai toccando?…c’è qualcuno chemi sta toccandounbraccio…»

BH:«No,ionontistotoccando.Checosasenti?»KD:«Ècomesecifossequalcunochemisfiora…adessohasmesso».

(Racconta che sta dirigendosi verso il garage per dare un’occhiata. Ilgarage è vicino alla casa e la porta posteriore si apre sul cortile) «…Qualcosa mi sta sfiorando il braccio, di nuovo. È come se delle ditastesseroscivolandomiaddosso.Nonprovodolore.Peròèunasensazioneraccapricciante,chequestavoltanoncessa.Arrivoalgarage,accendolaluce e, sempre con il fucile spianato, intimo se c’è qualcuno di farsiavanti.Matuttotaceenonc’ènientedistrano…avanzo,sbirciodietrounarmadio…niente…buttol’occhiodietrounapiladimaterassi…ètuttoaposto…adessoincomincioasentirmimoltostrana.Latestamimartella,misentoscottare,sonoagitata.Devovenirviadalì…»

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BH:«Chetisuccede,Kathie?»KD:«Nonriescoavedere.Ognicosa,intorno,èdiventatabianca…in

unmodoviolento,fastidioso…»BH:«Vabene,OK,Kathie.Vatuttobene.Dimmiadessochecosastai

vedendoeprovando,coraggio».KD:(agitatissima)«Latestamiscoppia…nonpossopiùmuovermi…

mi sembradi…nonvedonulla… tutte le volte che aprogli occhi vedosolobianco…misentopunzecchiaredappertutto,comesedeglianimalettiinvisibili mi pizzicassero il corpo. Non riesco a far nulla, non possoreagire…»

BH:«Dovesei,adesso,Kathie,seiancoranelgarage?»KD: «Non lo so, non riesco a vedere… adesso qualcosa mi sta

pizzicandoilbraccio…ilmuscolo…èlostessobracciochemisonsentitasfiorare…»(sospiraprofondamente).«Ah,ora, stobene.Mi fannomaleleorecchieemisembradiavereilbracciosospeso,comesequalcunomeloreggesse,mastobene…»

BH:«Qualcunochetitieneilbraccio?Sentidelledita?»KD:«No,ècomese…attornoalbraccio.Holeorecchiechemifanno

male…»BH:«Haiancorailfucile?»KD:«No,nonhonienteinmano.Sonoinpiedi,ferma…c’èqualcuno

che mi tiene il braccio… mi sembra che qualcuno mi stia cacciandonell’orecchiounamatitaounacosasimile.Ècomeseavessiun’infezione,un’otitechemiprovocadolori lancinanti.Vorreimuovere ilbracciopertoccarmil’orecchio,manonriesco…nonpossoneanchefareunpasso,nécercare di guardare, per via di quella luminosità bianca chemi scoppianegli occhi appena li apro. Non credo di voler vedere quello cheaccade…»

BH:(calmandola)«…Vabene,Kathie;madimmi,checosahaivistoprimachetuttoquestocominciasse?»

KD:«Hovedutol’uscio.Credodiessereancoranelgarage,inpiediinmezzo alla porta, la faccia rivolta verso l’esterno.Hovisto una sfera dilucebiancachemiveniva incontro…unpo’piùgrossadiunpallonedibasket…»

BH:«All’altezzadelvolto?»KD:«Sì,èmoltovicina.Sonoappenaoltrelapiattaformadicemento»

(che sta al di là del garage e si trova a non più di un metro e mezzo

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dall’improntacircolaredierbabruciatadovesièfermatol’UFO)«…nonhopaura,misentomeglio».

BH:«Riesciamuoverti,adesso?»KD: «No, sono qui immobile a fissare la luce. Mi sembra si stia

abbassando verso il suolo, lentamente; ora risale, per fermarsi dov’eraprima. Non so che cosa sia. Non mi procura dolore, salvo le fitteall’orecchio.Adessoprovoasedermi,pervederechecosaha intenzionedifare».

BH:«Kathie,nonvedinientealtroattornoalgiardino?»KD: (dopo una breve pausa) «…C’è soltanto un mucchio di cose

scure…nonmiriesceperòdivederlebene…sonopropriolà,forsesonosei.Seicosescure.Nonsonograndi,manoncapiscocosasono.Nonhointenzionediavvicinarmi…sembranodellepallottolegigantesche…nonsi muovono» (Kathie descrive le cose misteriose alte come lei, lisce eprivedi connotati.Adesso tutto tace, sospiraprofondamentee cominciaadagitarsi).

BH:«Checosastasuccedendo,Kathie?»KD:«Lecosehannocominciatoamuoversi.Sistannodisponendoin

riga… stanno venendo verso di me, ma non puntano dritte» (lungapausa).«Orasenesonoandate,tranneuna».

BH:«Quantotièpassatavicinaquellafiladicose?»KD: «Vicinissimo!» (sospira, visibilmente spaventata) «Mi sono

sentitachiamare…hosentito»(bisbigliando)«“Kathie!”.Qualcosamihatoccato.Mi si è avvicinato e mi ha toccato, ma nonmi sembrava cosìvicinodapotermi toccare.Miha toccato sul collo, sono rabbrividita…»(lungapausa)«Sonostanca…lacosasen’èandata…Èrimastasolopiùla luce» (agitandosi improvvisamente). «Non ci vedo! Sembra mi stiaattraversandotuttoilcorpo…»

La calmo ancora una volta,ma ormai la regressione si è consumata,l’episodio concluso, Kathie non ricorda che cosa era capitato attornoall’oggettoalsuolo.Riprendendoaparlareconlasuasolitavoce,nonpiùalterata, si era riagganciata a quello che era stato il suo primo pensieroconsciodopoil«buco»dimemoria:«Credopropriocheinvecediandareacucire faròunbel tuffo inpiscina…».Lechiedodoveavevamesso ilfucile.«È lì, sulpavimento…nelgarage.Pensomi siacaduto.Mi sonovoltataper spegnere la lucee l’hovistoper terra,vicinoallaporta».Miinformosullasuacondizionefisica.«Nongranché.Miduolelostomacoe

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l’orecchio,daquestapartequasinoncisentopiù».Le chiedo della madre, dov’era al momento del suo rientro. «Era

affacciataallaportadicasa,stavaguardando,pallidaeassonnata.Ledissicheeraandatotuttobene.Inveritàmirendevocontochenoneraveroeanche lei lo sapeva, si eramessa ad aspettare sulla soglia…manon so,nonso,nonso.Nonhopiùvogliadipensare.Nonhovogliadiuscire,nonvoglio fareniente…nonhovoglia…La testamiscoppia».Dopoaverlatranquillizzatalafaccioriemergerefinalmentedallatranceipnotica.Sonostremato.

La ricostruzione di quella serie di eventi mi aveva sconcertato,figuriamoci lo sconvolgimento che aveva procurato in lei. In linea dimassima il terroredell’esperienzaera statodi tipo fisico: lo sfioramentodelbraccio,l’intrusionediqualcosanell’orecchio,laluceaccecantechesimuoveva attorno al suo corpo, presunta causa della sensazione diformicolioedicalore.Lereminiscenze,diciamocosì,fisicheprevalevanosuquellevisive,anchesepoiKathiericordòdiavernotatochel’UFOaforma di uovo stava alla sua sinistra quando si era venuta a trovaresull’uscio del garage. «Sapevo che era lì, anche se non avevo nessundesideriodiosservarlo.Eromoltopiùpreoccupataperlecosescureeseproprio dovevo tenere d’occhio qualcosa preferisco concentrarmi su diloro».

Il racconto si discosta in alcuni aspetti da quello del caso tipico dirapimento.Primo.Kathienonparladeisoliti«invasori»dibassastatura,dallapellegrigiastra,ancheseviene«suggerita»unapresenzaumanoidequando dice di sentirsi afferrare il braccio e sente «qualcuno» che leconficca un oggetto simile ad una matita nell’orecchio. «Il tocco eragentile e delicato, come quello di una persona». Le strane entità dallastravagante forma di gigantesche sfere che si dispongono in fila e poiavanzanoverso la contattista—sembranoperòpiùdei robotmeccanicichedegliumanoidi.Kathiemiprecisòcheleerasembratosifosseroresicontodellasuapauraecheavevanoagitoconcautelapernonspaventarlaulteriormente — ma questa è una sensazione soggettiva che noncorrispondenecessariamenteallarealtàdeifatti.

Per gran parte della durata dell’evento la donna è impeditanell’osservazionedaunaluceintensissimachelesiriverberaaddosso.Adun certo punto, addirittura, ha l’impressione di essere lei stessa pervasainteramentedaquellaradiazioneedibrillareconlastessaintensitàdelle

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misteriose sfere di luce vaganti nell’aria. Descrive l’inizio di questoprocesso di interiorizzazione come un forte colpo in mezzo al petto,seguito da un repentino fluire per tutto il corpo {10}. Non rammentachiaramentediessersitrovataabordodiunUFOdistesasudiuntavolo,ancheselatestimonianzanelsuoinsiemenonloesclude.

Le sfere di luce descritte come un poco più grandi di un pallone dibasket, sembravano aver letteralmente invaso la proprietà dei Davis, inquella terribile notte. Kathie ricordava di averne veduti attaccati allastruttura esterna del velivolo; potevano però muoversi in modoindipendente,comedei«dispositivi»autonomidiperlustrazione.Aquestopuntosipuòipotizzarechel’UFOsiaatterrato,silenziosoesenzaluci,neipressi del filare di alberi sulla proprietà dei Davis, prima che Kathieuscisse per recarsi dalla sua amica. Ciò che aveva veduto brillare nelfabbricatodellapiscinaerastatodunqueunadiquellesferedilucebianca,identicaaquellaosservatapocodopodallamadrevicinoallamangiatoiadegliuccelli.Quandoera tornataper sincerarsi chenessuno si aggirassenel giardino, lei stessa era diventata l’oggetto di interesse della sferaluminosa.Laletteraturaufologicaèriccadirapportiincuisidescrivonosfere che simuovono attorno alla figura del contattista, con il presuntointento di scandagliarlo ed analizzarlo a fondo tanto per ricorrere adun’immagine che ci è comune {11}. È un fenomeno comunissimo; mapurtroppo come accade per molti aspetti del mistero UFO non siamoancorariuscitiacapiredichecosasitratti,checosasianoquestesferediluce e perché si comportino in un dato modo. Nello specifico caso diCopley Woods c’è da notare che l’apice dell’irraggiamento luminososembraessersiverificatoall’inizioealterminedell’evento.

UnaltroaspettochemiinteressavamoltissimonelraccontodiKathieera la sensazione che aveva avuto all’orecchio, come se qualcuno leavesse infilato dentro un oggetto simile ad una matita, e il successivofastidio e calodi udito.Dei 58 testimoni dame conosciuti che avevanovissuto un’esperienza di rapimento, 11 mi avevano parlato di sottili«dispositivi» trapiantati nel loro corpo dagli UFO invasori, anche seesistonoindicazionisecondolequaliquestapercentualedel19%sembradestinata ad aumentare {12}. Sei ricordavano una piccola sonda,terminante con unamicro sfera, infilata in una narice e spinta, con unasensazione di dolore lancinante, fino al fondo del naso. Duerammentavano analoghi sensori introdotti nell’orbita oculare e tre nella

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cavità auricolare (Kathie compare due volte in questo specialissimoelenco, poiché oltre alla sonda nell’orecchio mi parlò anche di unasecondanelnaso).Qualichesianoimotiviipoteticidiquestitrapianti,equalileprovemedichecheneattestinol’esistenza,èargomentodicuicioccuperemo più avanti; per adesso basti notare che in tutti i casil’inserimento avviene semprenella testa, con il cervello comeprobabileelementodistudio.

Come ho già avuto modo di dire in precedenza, la stranezza deglieventi di abduction viene paradossalmente avanzata dalla qualitàtipicamenteripetitivachelicontraddistingue,ancheincasilontanifraloroneltempoenellospazio.

A novembre del 1984 ero al corrente di un solo caso di «sondaauricolare»—quellodiKathieappunto;tremesidopomiimbattevonelsecondo. A febbraio dell’anno dopo, mentre partecipavo ad unprogrammaradiofonicoaMiami,Florida,ricevettiunatelefonatadapartediunadonnachechiameròSandyThomas.Sandynonmivolleparlarenelcorsodelprogramma—perchédissecheavevagiàdovutosubireunbelpo’dipreseperifondelliacausadelfattocheintendevachiamarmi—;siera limitata a lasciarmi un numero di telefono con la preghiera dirichiamarlaprivatamente.Avevaunsognodaraccontare,fattolanottedel28 dicembre 1983— che lei riteneva «sospetto», nel senso che le eraparsotroppovividoeconcretopernonessererealtà.Ecconelasintesi.

Auntrattodurantelanottesierasvegliata,completamenteparalizzata,prigioniera di tre oscure figure, dall’aspetto minaccioso e dalla testa diproporzioni abnormi. L’avevano trasportata all’interno di una stanzacircolare,distesasudiunlettinoepoileavevanointrodottonell’orecchiosinistro un tubicino sottilissimo, fatto di un materiale che lei non erariuscitaariconoscere.Ovviamentelastoriaèalquantopiùcomplessa,maai nostri fini interessa ricordare che si era conclusa quando imisteriosipersonaggi l’avevano posta nel suo letto, a casa. A questo punto,spaventatissima, si era ridestata in grande agitazione. «Dovevo aversudatomoltissimo, perché avevo i capelli fradici sulla nuca ed il collo.Persino il cuscino era umido». Aveva chiamato il marito e gli avevasubito raccontato tutto quello che ricordava di quella spaventosaesperienza.Erasconvoltaetalmenteterrorizzatacheavevapretesocheluil’accompagnasseinbagnoerimanesseafarledaguardiafuoridallaporta.Andandoa fondonell’indaginedivennechiaro cheSandynonmi aveva

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cercato per farmi partecipe di un incubo: era convinta che dietro a quel«sogno» si celasse qualcos’altro, di ancora più inquietante. Da ciò chevenniasapereinterrogandoleiedilmaritonelcorsodiunalungaserieditelefonate, mi parve di intuire che probabilmente nella sua famigliadovevano essere capitati altri eventi, diciamo così, strani. Questaconvinzionemispinseadandarlaatrovarepertrascorrereconleiqualchegiornoedapprofondireulteriormentelaricerca.

I Thomas vivevano in una casetta modesta ed assolata nei pressi diSaintAugustine con il figlio di dieci anni e tantissimi animali.Quandoavevo esternato a Sandy la mia intenzione di ricorrere all’ipnosi peraiutarla a ricordare con maggiore efficacia, era diventata nervosissima,ma,allafine,sieradecisa:sarebbeandatafinoinfondoperchiarireunavoltapertuttesequelricordodrammaticochel’angustiavadatantotempocorrispondevadavveroadunsognooppureaqualcosadipiùconcreto,unvero rapimento. Per incoraggiarla ancora, le dissi che mentre dalle sueparolenonmierapossibileinalcunmodochiarirequelcheleeracapitato,interrogandolasottoipnosiavreicertamentericavatounquadromoltopiùcompletodellasituazione.Laricostruzione,instatoditranceseguì,passopasso, il sogno, ma con una vividezza di dettagli assai piùparticolareggiata. Quel che segue è solo la parte «parlata» riguardantel’introduzione della sonda. La donna era stata portata in una grandecameracircolareefattadistenderesudiuntavolaccio.Lapaurachefinoaquelmomento l’aveva attanagliata era scomparsa d’incanto— era statamassima all’inizio dell’avventura —; poi uno degli uomini le avevasussurratochel’avrebbefattadormireperunpochino.

ST:«Sonoarrabbiata».BH:«Eperché?»ST:«Perchésonoinunpostodovenondovreiessere».BH:«Tihandettochetifarannodormireperunpo’,èvero?»ST:«Sì,esonocontenta.Vorreiproprioessereaddormentata»(pausa,

sospiro).«Mistannoiniettandoqualcosanell’orecchio,forsedell’acqua».BH:«Come?»ST:«Nonèunasiringa…èunaspecieditubicino…»(lungapausa).BH:«Checosasenti?»ST:«Hopaura,sonodeboleehopaura…equestomaledettotubicino

nell’orecchio…mistannoruotandoilcollo…»BH:«Èuntubogrossoopiccolo?…Pensaunamatita:èpiùspessoe

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sottilediunamatita?»ST:«Direimoltopiùpiccoloesottile.Adessol’hannotolto».BH:«Come?»ST: «È stato l’uomo alto… ha i capelli bagnati» (lunga pausa)

«Adesso me ne mettono uno, un altro, molto più piccolo, come quellelucettechehannoimedici.C’èunaluce,infatti».

BH:«Tiriferisciadunaltrotubicino,ancorapiùsottile?»ST:«Sì, è sottilissimoedhauna luce aun’estremità.Adesso ce l’ho

nell’orecchio. Mi fanno articolare la mandibola» (pausa. Riprende aparlareinmodochiaroeveloce).«Eccofatto».

BH:«Eccofatto?…sonostatiloroadireeccofatto?»ST: «Ecco fatto, sì, hanno detto così: “Ecco fatto, non è poi tanto

male”»(lungapausa).«Adessovoglionovedereseriescoacamminare»(pausa). «Mi sembrano così stupidi. Stanno abbassando il livello dellettino all’altezza di una sedia per farmi scendere agevolmente… e perprovareafarmicamminare…sonogelataedhopaura…icapellibagnatisulcollo…hopaura…»

BH: «Sandy, l’orecchio ti fa male?» (questa è una domandaimportante,resaancorpiùinteressantedallarisposta).

ST:«Misembradiaverequalcosa,comeunnodo…fral’orecchioelagola».

BH:«Maèqualcosachehaisullapelle,all’esterno,oppureall’internodelcorpo?»

ST:«Credosiadentro…ècomequandohaiilsolleticoingolaenontiriescedifarlopassare».

Durantequestalungasedutaemerseromoltialtridati.QuandoriportaiSandy fuori dalla trance era turbata e sfinita. Si mise a piangereabbracciando ilmarito.Cercai invanodiconfortarlae rassicurarla.Capiiche aveva scoperto che quella avventura era stata qualcosa di più di unbrutto incubo. D’altro canto, le prove fisiche non avevano bisogno dicommenti.Qualcosaleavevabagnatoicapellieilcollo,particolarecheilmarito ricordavadi avernotato. Ipotizzareuna sudorazionecosì elevata,edestremamentelocalizzata,vistocheerabagnatasoloesoltantoinquelpunto preciso — non reggeva. Sandy mi disse inoltre ed il maritoconfermò che per alcuni giorni dopo il «sogno» aveva avvertito unfastidioall’orecchio—come lapresenzadiuncorpoestraneo—chesiera infiammato e irritato. Prima di lasciarli era accaduta un’altra cosa

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importante.Sandyaveva tiratogiù lo schizzodiunadiquelle entitàdaigrandi occhi che l’avevano rapita (vedere le illustrazioni). A disegnoterminato avevo fatto un gesto di cui mi ero pentito all’istante. Dalmateriale chemi ero portato dietro avevo tirato fuori una tavola su cuierano disegnati alcuni occupanti come descritti e tratteggiati da altriprotagonisti di casi di abduction e gliela avevo fatta vedere. La suareazione era stata immediata: un’occhiata al foglio e via di corsa, inlacrime,fuoridallastanza.Eracapitatociòcheaccadeallavittimadiunsequestroquandolesottopongonolefotodeisuoirapitori.

Chiaramente, l’aspetto comune più eclatante fra il caso di Sandy equello diKathie è l’introspezione nell’orecchio,ma ci sono anche altreaffinità.Tuttieduediconodiaveravvertitounfortesensodinauseadopol’esperienzaediaveravutoproblemid’udito.Epoi,ancora,sieratrattatoin ambo i casi di giovani donne, madri di ragazzi presumibilmenteanch’essicoinvolti ineventidi rapimentoe,comeKathie,Sandyeragiàstatarapitaalmenoduevolteprimadeglieventideldicembre1984.Malacosapiùallarmantestanelfattochesonostateutilizzatecome«cavie»perunesperimentogenetico,comeavremomododivederedettagliatamentepiùavanti.

Lalontananzadiunacasadall’altraeuninnatosensodiriservatezzafasì che iDavis, salvo rare eccezioni, nonabbianouno stretto rapportodivicinatoconlefamiglielimitrofe.Questopoteva,dalmiopuntodivista,rappresentare un vantaggio: se, infatti, avessi ricevuto testimonianze diaccadimenti insolitidapartediunodi loroapropositodiquellanottedigiugno, sarebbe stataun’ulterioreprovanon inficiatao influenzatadallarealtàdeifatti.IvicinipostiasudrispettoallaproprietàdeiDavisinquelperiodo erano in vacanza e quindi non poterono essermi d’aiuto. Alcontrario, venni a sapere qualcosa di oltremodo interessante dalladirimpettaia,unasignorachevivesullatooccidentalerispettoallacasadiKathie. L’unico dubbio sta, purtroppo, nello stabilire la data precisa,anche se, da ciò che è emerso intervistandola, non avrei dubbi sul fattochedovevaproprioessereil30giugno.

Quella non precisata sera d’estate del 1983, la signora — chechiameremo«MarthaElkins»—erastatasvegliatadaunforte,vibrantesuono che aveva fatto tremare la casa e l’aveva terrorizzata, avevaaddiritturapensatoadunaereochestavaprecipitando(testimonianzache,comeil lettorericorderà,combaciaallaperfezioneconquelladeiLloyd,

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glialtrivicinidella famigliaDavis).Aquel frastuonoMarthaerasaltatagiù dal letto e accorsa alla finestra. La luce di un lampione stradaletremava come fosse sul punto di spegnersi, mentre gli orologi digitalidellacasalampeggiavano,adimostrarecheperqualcheistanteeravenutaamancarelacorrente.Anchesenonerariuscitaavederenulla,pensòchedalìapochisecondicisarebbestatounoschianto.Inveceilrumoreelavibrazione erano proseguiti, continuando a provenire, più omeno, dallostessoposto,anzichéspostarsicomesarebbestato logicoattendersi.Poi,trascorsoqualcheminuto, la fontedel rumoreeracambiata,muovendosileggermentepiùanord,infineeradeltuttoscomparsa.

Facendocicaso,nontuttigliorologielettronicidellacasaeranoandatiin tilt, ma solo quelli della zona rivolta verso la sorgente del rumore equello della camera da letto, gli altri non avevano subito interruzioni.Propriodaquellatosorgevaun’altracasa,quandoilgiornodopoMarthaeraandataachiedereaiproprietariselaseraavevanosentitoqualcosadiparticolaresierasentitarisponderedino.Noneranostatinésvegliatinéinteressati dal vuoto di alimentazione all’impianto elettrico. Quando liintervistaiconfermaronolatestimonianza,congranstuporediMartha.Epensare che lei si era spaventata tanto! Per un attimo aveva pensato distare per morire! Il rombo era stato così intenso, le vibrazioni cosìterrificanti e le luci, fuori e dentro, erano impazzite in un modo cosìvistosochelesembravadavveroimpossibilechenonfossestatoinvestitodalfenomenol’interoquartiere,percuisiamospintiacrederechesieratrattato di un evento estremamente localizzato. Quanto, questo, possaconciliarsiconlenostreattualiconoscenzefisicheèunmisterograndeperlomenoquantoquellodegliUFO.

Aognibuoncontol’eventoaccadutoaKathieil30giugno1983deveessere considerato uno dei casi di abduction più rilevanti di tutta lacasistica ufologica, soprattutto per una cosa: le prove fisichedell’atterraggiosonoindiscutibili,fralepiùinequivocabilichemaisianostate osservate. Inoltre, non solo Kathie, la protagonista, ma anche lavicina,DeeAnne, e la figlia, Tammy, avevano patito gli stessi disturbifisici,provocaticertamentedalfattodiessersivenuteatrovaresulluogodella comparsa dell’UFO a pochi minuti di distanza dalla suapartenza {13}.IlraccontodiKathierelativoallasensazionechequalcunole avesse sondato l’orecchio— una procedura di controllo fino a quelmomentoancorainedita—trovòpoiconfermasoloquandoqualchemese

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doponelcasodi«SandyThomas»,un’altragiovanedonnadellaFloridachedicevadiaversubitolostessotrattamento.

Leinterferenzeelettriche,levibrazioniedilsuonorombante,ricordatidai Lloyd e da un’altra vicina dei Davis, offrono nuovi spunti diinvestigazione—presumendoliaccadutilastessanotte.

Il30giugno1983,dunque,èunadataimportantenell’insiemedieventichecostituisconoilcasoCopleyWoods.Quellaserasonoaccadutecosechehannolasciatodietrodiséeffettivisibilieconcreti—anchese,comevedremo,questanonècheunapartediquell’intricatopuzzlecheèilcasoKathieDavis.

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CAPITOLOTERZO

KATHIEANEWYORK

Ripensandociadessomisembralontanissimoquelgiornodisettembredel1983incuiricevettilaletteradiKathiechemiparlavadelletraccenelcortile e del «buco temporale» della sorella.Neimesi che seguirono, ilcasodiCopleyWoodssierafattoviaviasemprepiùcomplessoedestesofino ad arrivare al coinvolgimento di almenouna ventina di persone, dicuiquattrohannoricordato,sottoipnosi,incontricongliUFOravvicinatie rapimenti. Altre due sempre in trance ipnotica hanno evidenziatoreminiscenze che potrebbero far capo ad una abduction, ma i blocchipsichici che frenano l’emergere di una ricostruzione completa non sonostati ancora rimossi. Sette hanno riportato avvistamenti di oggetti nonidentificati nella zona ed esistono indicazioni non poco corpose cheinducono a credere che anche gli altri sette restanti testimoni possanoavere avuto a che fare con eventi di temporaneo sequestro da parte diinvasoriUFO.

Ilpuzzleècosìarticolatochenonèpossibileinpochepaginespiegarlonella sua totalità.Per evitaredi essereprolisso edidimenticarequalcherapporto importante,hocredutoopportunoriportarealla finedel libro lasintesidegliavvenimentipiùindicativi.Nonl’hofattoinordinelineareocronologicoe l’alternarsidellevicendenarratenon sempre seguequelloche è stato lo sviluppo della ricerca nella realtà. Alcuni episodi sono

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marginali, altri, intimamente collegati alle esperienze vissute dallaprotagonista.A nove persone è stata imposta un’ipnosi regressiva, altrediciannovesonostateintervistateafondodame,altretrepertelefono. {1}Malgradoilgrannumeroditestimoni,piùomenocoinvolti,ècomunquee sempre attorno alla figura di Kathie che si articola, nella suacomplessità,questonostrocaso.

Fino a ora ho fatto cenno soltanto alla prima visita di Kathie, senzaentrare nei dettagli di quel nostro incontro d’esordio, avvenuto verso lafinediottobre.Hopoidettodelletante,quotidiane,telefonateprecedentiedei lunghi colloqui con imembri della sua famiglia. Quando, alla fine,eravamo riusciti a concordare la data dell’incontro, avevo provato unacertaeccitazioneegiàpregustavoilfatidicomomento.Messaapuntounalungascalettadidomandeeunpianodiseduteipnotiche,mierodatodafareper combinareuna serata in cuipresentare l’ospite ad alcuni amici,interessaticomemealproblemadegliUFO.Maeroansiosodiconoscerlapersonalmente. Come tutte le altre persone che avevano vissutoesperienzeanalogheallasua,quandosiaccorsedinonriuscirearicordareinmodoconsapevoleciòcheeraaccadutonelcorsodell’eventoufologico,ancheKathie,incominciòamanifestaresegniditimoreedinsofferenzainmerito a ciò che l’inchiesta avrebbe potuto evidenziare amano amanoche si avvicinava il momento in cui avremmo tentato insieme discardinare l’enigma. Nei giorni precedenti il suo arrivo tentai ditranquillizzarla ilpiùpossibile, facendolevincerequelprofondo statodiansia che era ormai diventato, come lei stessa confessava, una parteintegrante del suomodo di essere. Inoltre soffriva di quel caratteristicotipo di insonnia che si manifesta nella paura della notte, del buio; nelterroredisentirsisoliedisolatianchequandoincasac’èqualcunochestariposando. Mi disse che riusciva a riposare molto meglio durante ilgiorno. Di notte dormiva pochissimo e passava il tempo a leggere oguardarelatelevisione,unodeipochimetodiconcuileriuscivadivincereilnervosismoechelafacevasentireunpo’menosolaevulnerabile.

Nel corso degli anni con l’aumentare della casistica accuratamentestudiata, mi sono accorto che la paura apparentemente irrazionale deicontattisti,chehannovissutoesperienzeUFOconsapevoliodimenticate,nei confronti della notte e del dover andare a dormire si è rivelata unaquasicostante.Èstataquestaconstatazionefratuttequellechehomessoafuocolapiùconvincenteneltrasformareilmioapprocciodistudioversoi

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singoliprotagonistidasemplicericercaapretesto,comedire,terapeutico,alfinedidareunamanoconcretaaquestepersone,facendolorosuperare,perquantopossibile,paure, ansie, incertezzeequel sensodi isolamentoche sembra, più di ogni altra cosa, investire chi, come loro, ha dovutosubire un evento tanto assurdo quanto un rapimento UFO. {2} Comeaccadeperlevittimedeisequestriesottocertiversi,unaabductionèunvero e proprio rapimento particolare, trovare comprensione, affetto erispettoinchiinvestigaillorocasoolasolidarietàdialtrisfortunaticomelorosolitamente si rivelaessereungrossoaiuto.Èperquestoche ilpiùdelle volte preferisco mettere in atto una tecnica di approccio moltoamichevole e cordiale accorgimento che, devo riconoscere, ha sempredatoottimifruttiedaiutatononpocochihadeciso,congrandecoraggio,tramite ipnosi o altri metodi di sviscerare una volta per tutte la naturasegreta dei traumatici incontri che hanno segnato la sua esistenza. Hoverificato di persona quanto risulti importante nello studio di un nuovocaso potersi avvalere della collaborazione di un altro contattista, la cuistoria è già stata sondata inprecedenza. Il profondo sensodi solidarietàchesi instaura fra luied il«collega»chesi staapprestandoachiarire ilsuo caso, sortisce ottimi effetti. L’unica remora sta nel limitare almassimoognipossibile influenzadelprimosul secondo.Eccoperché sideve stare attenti ad impedire che questi dia a quello, sotto qualsiasiforma, informazioni ed indicazioni di contenuto in merito alla suaesperienza, come, per esempio, fornire descrizioni morfologiche deglioccupanti, dell’UFO, rivelare la sequenza degli eventi o le tecniche dicontrolloeanalisiadottatedairapitori.L’unicoscambiodiopinionichesipuòconcederefraiduedevelimitarsiadimpressionigenericheeditipoemozionale: come ci si sente a scoprire che si è stati protagonistiinvolontaridiqualcosadiincredibile,mavero;comesiriesceadintegrarequesta consapevolezza nel quadro della vita quotidiana; oppure in chemodo si combatte la paura e l’insicurezza che una simile, drammaticarealtàingeneranell’animoeviadicendo.

Avevo così dato aKathie il numero telefonico di una certa Sue, unadonna della sua stessa età, intelligente e sensibile, in grado dicomprendere appieno, avendolo vissuto anche lei, tutti gli sbandamentipsicologici che comporta un caso di rapimento da parte degli UFO.Tenendofedeadunoschemachemiparepressochécostante,Sueerastatarapita quand’era piccolina, all’età di 5 anni. A quel primo contatto era

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seguita una nutrita serie di altre esperienze, culminate, alla fine, in unrapimento traumatico, quando aveva 16 anni, avvenuto in una zonaperiferica a circa 30 chilometri da New York. Lei e un amico suocoetaneoevicinodicasaavevanonotatounagrandelucerossoarancioinfase di atterraggio su di una collinetta poco lontana. Avevano subitodecisodiandareadareun’occhiata,ma tuttociòche ricordavanoeradiessersi trovati,piùomenodueoredopo,aqualchecentinaiodimetrididistanza dalla cima del colle, completamente stralunati e con un totalevuotomentalesuciòcheeraaccadutodalmomentoincuiavevanovistol’UFO. Nei giorni successivi Sue aveva lamentato un dolore atroceall’ombelico e la violentissima impressione che qualcosa «le avevascottatoilviso»,purnonmostrandoneglieffetti,ancheseciòcheseguìsirivelò di gran lunga più grave. Sue apparteneva a un’agiata, benestantefamigliaebreadellamediaborghesiaamericanaefinoaquelgiornoavevasempremanifestatouncomportamentonormale,pernondireesemplare.A un tratto aveva dato segni di squilibrio e, a distanza di un anno dalcontattoavevaincominciatoadrogarsi,nellasegretasperanzadiannullarequel senso di ansietà e insicurezza che l’angustiava. Conoscendola cosìcomeèoggi,unadonnaattiva,sicuradisé,chesiguadagnadavivereconun lavorobrillante,coinvolta inuna relazioned’amoree rispettoconunuomo interessante e intelligente è difficile immaginarla nei panni dellagiovaneeroinachelottaperliberarsidasudditanzeepaure,cioècom’erastata alcuni anni prima nei duri mesi trascorsi in una comune perrecuperare un’accettabile condizione psico-fisica. Grazie all’aiuto dellafamiglia,adannidi intensepsicoterapieeaunavolontàdiferro,Suecel’hafattaasuperareisuoiproblemieoggièfelice.Unavoltaguaritahaancheavuto ilcoraggiodispingersi finnelcuorediquellocheerastatol’innesco della sua triste storia, ritrovandosi protagonista di un casoufologicodirapimento,pocoallavoltariaffioratoallacoscienza. {3}

In Sue avevo trovato una confidente ideale e disponibile perKathie.Sin dal primo contatto telefonico Sue le aveva dato il suo numero ditelefono,invitandolaachiamarlaaqualunqueoradelgiornoedellanottein caso di necessità. Sia lei che io, separatamente, ci eravamo poipreoccupati di tranquillizzareKathie, assicurandole che nelmomento incui un contattista incomincia a sondare la propria storia per farlariemergeredaldimenticatoiodellacoscienzanoneramaicapitatocorressedei rischi o venisse disturbato dalle misteriose entità. Le garantimmo,

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insomma, che da quel momento in avanti, «loro» avrebbero smesso didisturbarla,perchéerastatoabbondantementeconstatatochedareilviaaduna seria investigazione poneva la parola «fine» all’esperienzacontattistica.Macisbagliavamodigrosso.

Kathie aveva deciso di partire in autobus da Indianapolis giovedì 13ottobre, per arrivare a NewYork il giorno dopo. Tutto sembrava filareliscio,quando,purtroppo,lanottedel3ottobreeraaccadutounfattochel’avevaprofondamenteturbata.Versole2.00Sueavevasentitosquillareil telefono. Era Kathie che la chiamava, spaventatissima. Mentre sitrovavasolanellasuacamera,tranquillamentedistesasullettoaguardarelatelevisione,all’improvvisosierasentitachiamare,daunavocefermaedecisa.Eraqualcosa chepiù cheun richiamoad altavoce era sembrato«nascerle in testa», scaturito da due voci all’unisono. «Kathie!».Avevaprovato subito un freddo terrore, paralizzata; ma dopo un attimo erariuscitaasaltargiùdallettoeascapparevia.Sceselescaleaprecipizio,sieraaffrettataachiamareSueaNewYorkdicendolecheavevaunapauraterribilechestesseper succederlequalcosa.Sentendolacosì terrorizzata,l’amica aveva cercato di calmarla, consigliandole un tranquillante o ungoccetto per poter tornare a dormire.Maquelle raccomandazioni, comeKathieconfessò inunsecondomomento,nonl’avevanocalmataproprioper niente. Avevano parlato concitatamente per un po’, ma non avevaancorariattaccatoilricevitorechelapauraerarinata,piùfortediprima.

Senzaperdereunminuto si era imbottitadi sonniferi,maledicendo ilfatto che avrebbe dovuto aspettare un poco prima che facessero effetto.Eratropposconvoltaperpotertornareincameradaletto,eraandataallorainquelladeigenitori,pertrovareconfortonellamadre,vistocheRobert,ilpadre, non l’avrebbero svegliato nemmeno le cannonate.AMary avevadetto di essere agitata e di non sentirsi troppo bene. «Prenditiun’aspirina», le aveva consigliato «e ritorna a letto, cara». Ma quandoavevafattodietrofrontpertornarenellasuastanza,unasferadilucesieracomematerializzatanell’ingresso.«Checosaèstato?»avevadomandato,nuovamente eccitata. «Nulla», aveva risposto la madre, «sarà stato unlampo».Lapallaperòl’avevavistatroppobene,apochimetrididistanza,e poi fuori non c’era segno, manco in lontananza, di un incipientetemporale.

AquestopuntoKathieerapiùspaventatachemaienonsisentivadistaresola.Eraentrata,allora,pianopianonellacameradeibambini,aveva

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presoTommy,ilpiccolodi3anni,esel’eraportatonelletto.Erabastatala sua presenza per infonderle coraggio; aveva riacceso la TV eincominciato a leggere.Dopo un po’ le si erano chiusi gli occhi ed eracadutainunsonnoprofondo.Auntrattosieraridestataun’altravolta,lamadre sulla porta che la chiamava: «Si può sapere che vuoi?» le avevadetto. «Perchémihai svegliata di nuovo?».Kathie avevaprotestato chenonera stata lei,dormivaprofondamentequestavolta.Maryperòavevacontinuato, insistendo a dire che aveva sentito proprio la sua,inconfondibile voce. In quel momento si era levato un rumore sordo eronzante,provenientedafuori.Kathieeraterrorizzata,tantodanonavereneppureilcoraggiodiaffacciarsiallafinestra.Lamadre,borbottandochedoveva trattarsi di un camion in sosta davanti alla casa con il motoreacceso, era scesa al piano terreno per sincerarsene. Aveva datoun’occhiata fuori dalla finestra e non aveva veduto niente. Aveva peròpureleiincominciatoadaverepaurae,consospettosaapprensione,sieramessa a guardarsi tutt’attorno e in alto— da dove pareva provenire ilrumore.Manoneraaccadutonullaerisalitaincameraavevaconvintolafigliaarimettersiadormire,cosacheavrebbefattoanchelei.

AlrisveglioKathieeratuttaundolore:ilcolloeraindolenzito,mentrebracciaespalleledolevano,quasiavessepassatolanotteasollevarepesi.La cosa strana era che anche Mary aveva denunciato gli stessi dolori.Quellamattinami aveva chiamato per narrarmi ogni cosa. Le chiesi dicontrollare se, per caso, lei o lamadre, si ritrovassero addosso qualchestrano segno. Rispose negativamente. Domandai allora di esaminarecoperte e camicie da notte. Dopo un veloce controllo era tornata altelefonodicendochesulsuolenzuolospiccavanoalcunegoccedisangueraggrumato,piùomenovicinoalcuscino.Piùtardi,controllandomeglio,ne aveva trovate altre sul lenzuolo di sotto, molto più in basso, incorrispondenzadelfondoschiena.Giàmieracapitatodiconstataretraccesimili.Sono,ingenere,macchiolinemoltopiccole,avolteappenavisibili,senzasfrangiature,daicontorninettienitidi,comeseilsoggetto,e,nellafattispecie, Kathie, fosse stato perfettamente fermo nel momento dellafuoriuscitadelsangue,eovviamente,subitodopo.

Questo nuovo sviluppo della situazione mandava all’aria una miaipotesi.Eroconvinto,infatti,cheunavoltadatoilviaall’indaginesulcasoCopleyWoodsgliincontridiKathiesarebberocessatialmenocosìavevoconstatatoverificarsiintuttelealtreoccasioni.Ma,ripensandociamente

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fredda,mi rendo conto ora di come questo rispondesse soltanto ad unamiaaspettativa,adunmiovolere,allamiasperanzachelapoveradonnalasmettessedistarmale.Viceversa,lanottedel3ottobreeracapitatodinuovoqualcosa dimolto strano; qualcosa che in parte riecheggiava,machiaramentepossedeva,connotazionididimensionefisica.OltreaKathieanche lamadreneerastata investita.Le raccomandazioni telefonichediSueelepreviegaranziechel’avrebberolasciatainpacenoneranoserviteaunbelniente.IlfenomenoUFOsierafattobeffedeinostriintendimentie continuava a manifestarsi secondo i canoni che intendeva realizzare,irridenteaogninostrainiziativa.

Venerdì 14 ottobre imboccai la strada che conduce al terminale diarrivo degli autobus, per andare ad accogliere Kathie. Aveva dovutoviaggiareperben17ore,compresaunanotteintera.Lasciati ifiglidallamadre, era approdata per la prima volta nella sua vita a New York,pagandoditascapropria,perrimettersiall’iniziativadiunosconosciuto,ilsottoscritto, che le aveva promesso l’avrebbe aiutata a sbloccarel’incresciosa situazione psicologica in cui era precipitata a causa degliUFO. L’avrei riconosciuta facilmente: era grassoccia, sola ed avrebbeindossatounabitodiuncertocolore.Quandoilbusavevafattoscendereiviaggiatori, lei era comparsa sul predellino, con sul volto assonnato unsorrisotimidoefugaceenellamenteildubbiocheforsequalcunodinoi—otuttiedue—erapazzoequellochestavamoperintraprenderenoneracheunafolleimpresasenzaviadiuscita.

Erastanca,assetata,affamataedavevaurgentenecessitàdiunatoilette.Assoltelenecessitàpiùimpellenti,giàeravamodirettiversoilmiostudioa Chelsea, sul suo primo metrò newyorkese. Mi confessò che avevapensato avrebbe provato un po’ di paura. Conoscendo quello chenormalmente si legge e si sente dire sulla metropolitana, la cosa nonpotevastupirmi:chissàchecosa immaginavache fosse.Lechiesi seeragià stata qualche altra volta aNewYork.Conun lamponegli occhimiavevarispostodino,ancheselesembrava,inrealtà,diaverlagiàvisitata,tantieranostati i filmdiCharlesBronsoncheavevaseguitoconattentapassione!Mipiacquesubito.UnadelleprimissimecosedicuiparlaiconKathie fu la sua anamnesi medica. Mai più avrei pensato di aprire unargomento tanto sconfinato.Sin daquando era nata nel 1959, la poveraragazza aveva infilato, uno dopo l’altro, tutti i malanni possibili.Cominciamo dal peso eccessivo, dovuto, dicevano i medici, ad uno

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squilibrioormonale.Asoli7anni,nonancorainetàpuberale,avevagiàdatosegnidimestruo.A10annipesavagiàcomeunadultoederasottostretto controllomedico a causa dell’elevata pressione sanguigna. A 14era stata asportata la cistifellea, piena di calcoli. Poi aveva sofferto difegato e quasi era morta per una tremenda polmonite. Le era stataasportata l’appendice e aveva dovuto trascorrere due settimane inospedale, laschienasottopostaa trazione,perprovocare il«distacco»diduevertebre.Propriodi recente,valeadireall’iniziodel1983,erastataricoverataperunsospettoattaccodiasma.Unpolmonesierasgonfiatoederanoriuscitiasalvarlasolograzieadundilatatorebronchialemeccanico,nel frattempo era insorta una forte allergia alle cure a cui l’avevanosottoposta ed era stata costretta a prolungare la degenza di altre duesettimane. Dopo gli incontri con gli UFO accaduti nell’estate di quellostesso anno, aveva incominciato a soffrire di aritmie e una volta avevadovutoricorrereall’interventodellaguardiamedica.

Come sivede l’elencodi tutti i guaidiKathie è lungoepenoso;maattesta una forza di carattere e una resistenza fisica davvero notevoli.Semprenel1983,imedicileavevanodiagnosticatoilmorbodiCushing,poichénepresentavatutti isintomi.Fortunatamenteleanalisiliavevanosmentiti. Ipoglicemia, iperadrenalina e pressione alta erano problemiquotidiani, se si aggiungevano, inoltre, reazioni allergiche a determinatitipi di medicinali si comprendeva quale complesso quadro clinicoscaturivadallasuaanamnesimedica.Acompletareiltuttoc’eranoanchestatiproblemiginecologici.Nelcorsodell’appendicectomia,adesempio,il chirurgo le aveva rimosso alcune cisti ovariche, evitando per un peloun’isterectomia, già preventivata prima dell’intervento. Il parto delsecondogenito. Tommy era andato bene; al contrario il primo figlio,Robbie, era nato prematuro di due mesi, con taglio cesareo d’urgenzaperchéKathieerastatacoltaall’improvvisodaunaseriediprolungateelancinanti coliche renali. Durante il parto il cuore del piccino si eraarrestato due volte, ma grazie al pronto intervento del ginecologo cel’aveva fattaa riprendersi rimanendoperparecchio temponel repartodicureintensive.Crescendoeradiventatounbambinoforteerobusto.

Per alcuni questa infinita teoria di peripezie mediche potrebbe nonriguardare il rapporto fraKathie (e lamadre) e gli incontriUFO che lehanno coinvolte; amio parere potrebbe invece risultare un’acquisizioneimportanteel’offrocomenotizia,comematerialegrezzosulqualepoter

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lavorare.Ungiorno,quand’eraragazzina,sieraaccortachesullostincodiuna gamba le era spuntata una strana protuberanza, che si avvertivasottopellecomeunapallinamobilepiuttostodura.Nonlefacevamalemaledavaunpo’fastidio.Toccandolaconleditaleriuscivadifarlascorrerefacilmentesottolacute,rimuovendoladaunaspeciediincavoall’internodel quale si era trovata allogazione. Nel corso di una delle tante visitel’avevafattanotarealdottore,ilqualeprimaavevainutilmentetentatodiriassorbirla poi di scioglierla iniettando un medicinale. Qualche tempodopo, quand’era stata ricoverata per l’asportazione della cistifellea, ilchirurgoleavevapreannunciatoche,approfittandodell’anestesiatotale,leavrebbe finalmente tolto anche quella pallina. Ad operazione ultimata,quando Kathie si era ripresa dall’anestesia, era andata a trovarlamostrandoleunapiccola«pietra»artificialeedura.Eraunacosadavverostrana. Quando il medico aveva esercitato pressione sullo stinco perscalzarladall’osso, lapellesieraapertae tuttod’un tratto lapallinaeraschizzata inalto,andandoacolpire ilportalampadadella lucesul tavolooperatorioperridiscenderefralesuemani.Tuttiipresentieranotrasalitiper la sorpresa. «Hai un corpo decisamente duro!» era stato il divertitocommentodelchirurgo.Fralostincoelapallinafluttuante—maavolteanche«volante»!—si era creatouna speciedi cuscinettodigrassocheaveva protetto l’osso con un processo naturale di isolamento. All’attodell’asportazione né Kathie né la madre si erano preoccupate — maperchéavrebberodovuto?—difarsiconsegnareil repertoperverificarese,percaso,contenessequalcosa.

Potràsembrareironicoebuffomalacosacheperunufologodovrebberisultarelapiùfacileenaturalesiriveladisolitoimmancabilmentelapiùardua da mettere in pratica: ascoltare il testimone con attenzione,annotando ogni cosa e, soprattutto, prendere atto di ciò che dice diprovare.Purtroppositendeinveceafarsìchesialaconoscenzamaturatanello studio di altri casi a determinare quali debbano essere le coseimportanti da mettere in rialto nel rapporto del protagonista. Questo,ahimè, è stato proprio quel che, in parte, è successo nel corso del mioincontroconKathienelcontestodellasuastoriamedica.Unadelleprimecosechemiraccontòriguardavaunfattochel’avevanonpocoturbataechesia leiche ilmedicocurantenoneranoriuscitiacomprendere.Fra imoltiguaicheleeranocapitatierastatosenz’altroquellochepiùdituttil’aveva scossa dal punto di vista emotivo. Poiché sessualmente era del

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tutto normale, Kathie aveva sempre avuto una vita sessuale attiva purcontinuando a rimanere del tutto ignara del fatto che esistesserometodianticoncezionali.Diciamocheleerasempreandatabene.Nel1977avevaconosciuto l’uomo che sarebbe diventato suomarito e dopo pochimesiavevanodecisodisposarsiverso la finedellaprimaveradell’annodopo.Era però accaduto che proprio all’inizio del 1978 Kathie era rimastaincinta. {4},fattoampiamenteconfermatodalleanalisidelsangueedelleorine. I due giovani erano rimasti frastornati e avevano deciso dianticipare le nozze. Nei primi tempi la gestazione era procedutafelicemente ed il corpo di Kathie aveva iniziato a rivelare la suacondizione; poi, al principio dimarzo, unmattino si era svegliata in unlettopienozeppodi sangue.Lamadre l’aveva rassicuratadicendolecheerano cose che capitavano, ma davanti alla sua insistenza e perprecauzione l’aveva accompagnata dal ginecologo. Il responso era statotraumatico:lagravidanzasierainterrotta.Inteorialacosaeraunmistero,perché non c’era traccia di aborto naturale; ma, Kathie non sarebbediventata mamma. Se il ginecologo era rimasto perplesso dal punto divista della curiosità professionale, lei era piombata in una depressionepsicologicapreoccupante.

L’increscioso incidente non aveva comunque mutato i piani. Si erasposata ad aprile. Poi erano nati i due bambini: Robbie, nel luglio del1977eTommy,asettembredell’annodopo.Laperditadelprimoleavevacomunque lasciatoungrandevuotodentro.Tuttoquestome lo raccontòsin dal primo giorno in cui era approdata aNewYork. Avevo preso ilfattoperquellocheerainapparenza:untragico, tristeevento;maiavreipensatoavesseachefareconlasuaesperienzaUFO.Ancoraunavoltamisbagliavo.

Tenemmolaprimasedutaipnoticailpomeriggiostessodelsuoarrivo,nello studio della dottoressa Aphrodite Clamar, in presenza di MartinJackson, un mio collaboratore, come testimone «aggiuntivo». Due almomento erano gli argomenti principali che mi interessava sondare: il«sogno»diKathiedel1978incuieranocomparsequellemisteriosefigureedifatti,piùrecenti,accadutilanotteincui,terrorizzata,avevatelefonatoa Sue. Decidemmo di partire col «sogno». Kathie era nervosa, avevapauradell’ipnosiecosìladottoressaClamarerastataestremamentecautanell’indurrelatrance,perfarsìchenonnevenissetraumatizzata.Fuperòun mezzo fallimento; Kathie quasi non parlò. Rivedendo le due figure

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dallafacciagrigiastraaccantoalletto,avevaprovatounapauraintensaedaveva chiesto di essere condotta a un livello di trance più superficiale.Tuttoqui,perquelprimoesperimento,nonc’erastatoaltro.Eraevidentecheforseavevamopretesotroppoecheeraconsigliabilerimandareiltuttoaunaltrogiorno.Comunque,nelcorsodell’esperimento,eravenutafuoriun’indicazionedinaturafisicainteressante.PiùdiunavoltaKathiesieralamentataapropositodellagolacheledolevaenellaqualelesembravadiaverecomeuncontinuostillicidiocheleprocuravaunfastidiososolletico,tanto che se l’era schiarita, tossicchiando, a più riprese.Nel corso dellasuccessiva seduta riuscimmo a comprendere il perché di questoinconveniente.

La sera, mentre stavamo rientrando, Kathie aveva espresso un suopreciso intendimento, a riprova della sua disponibilità e correttezza,ricordochedisse:«Voglioscoprireatuttiicostichecosamièsuccesso.Sochenonsaràfacilenétranquillizzantesegiàeracosìtremendoquandol’hosemplicemente“sognato”.Mavogliovenirneacapo.Potrebbeesseretuttosoltantounabolladisapone,unabbaglio;unsognoenientedipiù.Masecosìnonfosse,seciòchemiècapitatoappartienealmondodellarealtà, allora voglio saperlo, qualunque sia il prezzo che mi toccheràpagare. Avrò pure il diritto di sapere con chi o che cosa debbocontinuamentespartirelamiavita!».

Lasecondasedutavennestabilitaperdomenicapomeriggio.DinuovoladottoressaClamarprocedetteconmoltacautelanell’induzioneipnotica,per riportare Kathie al «sogno» del 1978, in cui erano comparsi duesconosciutinellasuacameradaletto.Questavoltaifattivennerorievocatiinmodocompletoedrammatico.Sierarisvegliatadisoprassalto,afiancodelmaritoaddormentato,eperqualcheragionesieraalzata.Nellastanzanonc’eranessuno—senededucevachelaloropresenzadovevadunqueesserestatouneventoprecedenteoposteriore.Eraandataincucina,esierafermatadavantiallavabo,comeaspettandoqualcosa.Dopounabreveattesasierasentitafluttuarepiacevolmentenell’ariacongliocchichiusi.Poi le era sembrato di ritrovarsi distesa su di un tavolo, con qualcunoattorno che la toccava e la scrutava.A questo punto della ricostruzioneKathiesieraagitataedimenatasullapoltrona.Stavasoffrendoeineffettiriprendendo a raccontare descrisse l’introduzione di due sonde nellenarici. Era stato questo che le aveva procurato il fastidioso solleticofacendola tossicchiare più volte. Le cannule scendevano fino in gola,

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inondandoleilpalatodiunsaporeamarognoloemetallico—il«gustodelsangue»,avevaprecisatoinunsecondomomento.

Eranopoiseguitealcunealtreanalisifisiche,comepressioninellazonaaddominaleealcollo.Finalmenteleerastatopossibileriapriregliocchievedere quegli individui dall’epidermide grigia che si avvicendavanoattornoalei(che,ricordo,nonsitrovavapiùincameradaletto).Quegliocchinericomelapecelascrutavanointimorendola,ma,altempostesso,infondendolesicurezza.Fralorononc’eracomunicazione,eraperòcertache non doveva temere per la sua incolumità. A parte il problema diinghiottire e del solletico in gola, era rimasta per qualche minutotranquilla. Poi aveva ricominciato ad agitarsi, quando si era ritrovata incamera da letto con i due sconosciuti che le porgevano la scatolalampeggiante.AquestopuntorisultavaevidentecheciòcheKathieavevaricordato e raccontato definendolo un «sogno» non solo non lo era,marappresentavasoltantolaparteconclusivadell’esperienza,primaedurantesi eranoverificatemoltealtrecose.L’uomogrigio le avevaallungato lascatola, le aveva detto di guardarla e se l’era fatta riconsegnareassicurandole, per via telepatica, che un giorno ne avrebbe conosciutol’utilizzo.PoiKathiesierariassopita.Riacquisitalacondizionediquietela dottoressa Clamar l’aveva richiamata allo stato di veglia attiva,confermandomi che mi trovavo davanti a un caso meritevole diapprofondimento.

La descrizione di una micro sonda inserita nella cavità nasale è uningrediente classico nei casi di rapimento da parte degliUFO. Sovente,quando il protagonista riesce a vedere ciò che gli fanno, questi aggeggivengonodescritticonunapiccolasferainpuntache,avolte,nonc’èpiùquandolasondavieneritirata.Inuncasoaccadutoversolafinedeglianni‘40 a Truman, nel Kentucky, abbiamo una nitida descrizione di questaoperazione. {5} Il soggetto era una donna che ricordava sotto ipnosi diessere stata rapita a soli 5 anni. Alcuni «omuncoli» l’avevano condottadentrounvelivolofreddoeluminosoel’avevanodistesasudiunlettino.Nonpotevamuoversieavevadovutosubireunaseriedidoloroseanalisi.

Soggetto:«Eccolo…eccolodinuovo…hainmanoqualcosachevuoleinfilarmi nel naso. E io non voglio. No, mi fa male! No, no, no, nonvoglio;mifamale!No,no,no!»

BH:(lacalmaepoilechiedediesserepiùprecisa)Soggetto:«Èunattrezzolungoesottile.Melostainfilandonelnaso;

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mi fa male, non voglio. No, no, non farlo; ti prego; ti prego… mi famale».

BH:«Dovetifamale,inchepunto?»Soggetto:«In testa…in testa…ma ildoloresaledalnaso.Mihanno

infilatoqualcosadentro,chearrivafinointestaemifamale».Altrocasorisalealsettembredel1981,èquellodi«MeganElliott»edi

suo figlio «Renee», appena nato.Megan ricordava l’inserimento di unasondanelnasinodelpiccolo.Questoevento,verificatosiaWoodCountry,nel Texas, è stato analizzato a fondo da Lew Willis, dal cui rapportostralcioquestopassaggio:

Ipnotizzatore: «Ti riesce di scorgere che cosa c’è all’estremità dellasonda?»

Megan:«Sì…miparediscorgereunapallina».Ipnotizzatore:«Grandequanto?»Megan:«Oh…piccoladirei…piccolissima».Ipnotizzatore: «E ora ancora una domanda.Quando hanno ritirato la

sonda,lapallinaall’estremitàc’eraancora?»Megan(conuncertaapprensione)«Nonricordodiaverlavista». {6}InMissingTimehoaffrontatotrecasiincuicomparivanooperazionidi

probabile inserimentodiuna sondanelnaso.Casi simili si sono rivelatipiuttostocomuninelleinvestigazionisuccessive.Tuttavia,perquelcheneso, non è ancora stato possibile accertare in modo inequivocabile conalcun contattista che ciò sia realmente accaduto. Ovviamente per poterevidenziareunamicrosondaoccorreunesameradiografico;macredochetalepresuntooggettosiatroppopiccolodarilevareevaoltreilpoteredirisoluzione delle apparecchiature di cui normalmente si dispone. Èmiaconvinzione, comunque, che un giorno si riuscirà a localizzare una diqueste sonde mettendo finalmente le mani su una prova tangente dasempre inseguita dagli ufologi. Perché le entità UFO utilizzano questesonde non è chiaro,ma potrebbe essere per uno o più di questimotivi.Primo: per svolgere funzione di «localizzatore», la stessa per esempiodelle mini-trasmittenti impiantate nelle orecchie delle alci, sui continuispostamenti delle quali indagano gli zoologi. Secondo: per svolgerefunzione di «monitoraggio» di qualcosa, per esempio pensieri, statid’animo,emozionioancheimpressionisensoriali.Terzoeultimomotivo,menoauspicabile: svolgere funzionedi«controllo»,agendosul soggettocome organo di comando, destinato a costringere il malcapitato a

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comportarsi secondo il volere dei suoi occulti rapitori. Può anche darsiche io dipinga il diavoloper più brutto di quello che è e che tali sondeservanoper tutt’altro;ciònontogliecheanchequestoaspetto inspiegatodelfenomenoUFOrappresentaunenigmainpiùinuncontestogiàdipersémisterioso.

Un altro dettaglio emergente dalle dichiarazioni di Kathie era la suaimpressionecheiduevisitatorisimuovesseroall’unisono.«Quandounosisporgevainavantil’altrosimuovevaassiemealui.Ognigestodell’unoveniva replicatodall’altrocomese fosseroun’unicapersona».Questocifa subito venire inmente lo strano richiamo da lei avvertito la notte diottobrequandoavevatelefonatoaSue, incuisierasentitachiamarepernome da due voci uguali e sovrapposte. DavidOldham, descrivendo lepiccole entità incontrate nel corso di un rapimento avvenuto nel 1966,sottolineavaquantofosserimastosbigottitonelnotarelaperfettasincroniadi movimento con cui esse agivano arrivando al punto di sbattere lepalpebre nello stesso istante. {7} In un altro caso da me investigato direcente un uomo del Minnesota era stato bloccato da cinque entità,piuttostoalte,chesiaffaccendavanoattornoadunalucepulsantementrestava guidando lungo una strada deserta nei pressi del fiume Plate.Quando si erano mosse verso di lui gli era subito saltata agli occhil’assoluta sincronia della loro camminata, iniziata simultaneamente pertutteconilpiedesinistro.Tantoche,inunprimomomento,avevapensatoa deimilitari in esercitazione; anche se poi aveva dovuto ricredersi. {8}Nonsochecosapossasignificarequestocomportamentoarmonizzatoeilfatto che questi «visitatori» vengono descritti spesso come tutti uguali,posso solo dire che non viene riferito come una caratteristica costantedalle vittime dell’abduction. Almeno quanto, però, la descrizione dioccupanti di aspetto diverso, cosa che, ancora una volta, ci pone inimbarazzo al momento di dover, in qualche modo, dare unagiustificazione univoca a tutti, essendo apparentemente cosìcontraddittori.

Ilpuntosuccessivodaapprofondireeralaricostruzionediciòcheeraaccaduto lanottedel3ottobre,quandoKathie siera sentitachiamare,eterrorizzata, aveva telefonato a Sue esternandole la sensazione che lesarebbesuccessoqualcosaditerribile.Riesaminandoisuoiricordi,Kathiemirivelòqualcosadicuinonavevamoancoraparlato.Primadicoricarsiedisentirela«doppiavoce»chegridavailsuonomeeraandatainunfast

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food aperto tutta la notte per comprare qualcosa da bere (è un’accanitaconsumatrice diDiet Pepsi). Lo strano particolare che le era riaffioratoallamenteeracheunavoltatornatadallocaleanonpiùdidieciminutidacasa, si era accorta di avere ancora sete e di non aver comperato nulla.Era,pertanto,ritornatasuisuoipassieerastatoproprioalloracheavevanotato in cielo un oggetto luminoso, scambiato per il dirigibile dellaGoodyear. Tuttavia non le era rimasto un ricordo nitido del secondoritornoalfastfood,c’eraqualcosadielusivoedisospetto.Poieratornataincamera,avevasentitolevocie,spaventata,avevatelefonatoaSue.

Quella settimana, purtroppo, la dottoressa Clamar non era più liberaper altre sedute ipnotiche. Stesso discorso per il dottor Robert Naiman,unopsichiatracon ilqualeavevogià investigatoaltricasi,enonsapevoproprio dove andare a parare per sfruttare al massimo il tempo in cuiKathiesisarebbefermataaNewYork.Decidemmo,dicomuneaccordo,che avrei svolto io il compito dell’ipnotizzatore. Kathie si mostròentusiasta. Indotta la trancenelmodoconsuetoripartimmodalmomentoincuistavarientrandolaprimavoltadopoesserestatadaldroghiere.

KD:«Stoentrandoincasa,homoltofreddo…papàèsedutoaltavolodella cucina. Gli mostro quel che ho comprato, e gli chiedo se vuolequalcosa da sgranocchiare;mi risponde di no. Salgo in camera, poso laborsa,collibro,eleprovvisteemidòunariordinata.Continuoadaverefreddo… sento uno strano formicolio dappertutto. Ho la pelle d’oca.Guardol’orologio»(siagita)«sonole23.45.Miaccorgochehounasetetremendaechenonhocomperatonientedabere…Ritornoincucinapervederesenelfrigoc’èdellaPepsi.Nonlatrovoedalloraavvisopapàcheescoun’altravolta.Sento, alternativamente, freddoepizzicare, inmodomolto più forte di prima; ho sete…Salto inmacchina… la luce internanonsiaccendesubito,cimettounmomento…dopounattimolasuoneriasi mette a ronzare senzamotivo… è una cosa strana, mi spavento. Poiaccendo le luci… incomincio a muovermi… spero di non andare aficcarmichissàdoveconquellastupidamacchinachesembraimpazzita…imbocco la strada… sto procedendo… ed ecco in cielo una luce. Sonoall’altezzadi…»(nomediunavia,chevienetralasciata,cometuttequellecheseguono)«con lacodadell’occhiocontinuoavederlaepensocheèmoltostrano.Adessoarrivoalparcheggiodi…guardoinsuec’èancora.Non mi fermo, ma rallento. Ora sono a… e la vedo sempre… non simuove… sono a… sto guardando fra due grandi alberi… mi viene in

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mente chepotrebbe essere il dirigibileGoodyear,Wilmamihadettodiaverlo visto nel pomeriggio sorvolare la città a bassa quota. Sembrapropriolui,perchémiparediscorgere,nellaparteinferioredelloscafo,leluci deimessaggi pubblicitari, così vistose e grandi.Fermo lamacchinaperunaminutopervederemeglio…manon ricordodi avermainotatoche lo schermo luminoso del dirigibile fosse così. Si sta abbassandopericolosamente. Seguo la corsa con attenzione, sembra non vada danessuna parte di preciso… gira in circolo, ondeggia… si comportastranamente… non capisco. Hmm, hmm… devo muovermi da lì, devoandare al negozio. Ma succede qualcosa… non riesco… non vedo» (aquestopuntoKathieentrainagitazione,sisiedesullettinoconunbalzoegrida)«Oh,cielo…accidenti!»

BH:(calmandolaerassicurandola)«Vatuttobene,Kathie,staicalma.Dimmichestaivedendo».

KD: «Sì, sì… credevo di essere arrivata al negozio, ne vedevo lefinestre illuminate, le luci, la gente… ma questo» (nervosamente) «…questo non è il commesso. Giuro che ero arrivata, ero proprio là… eadessoc’è luichemiguarda.Loconosco,nonmifapaura,mamisonospaventatanell’incontrarloqui…nonmel’aspettavo…mistasorridendo.Noncredovoglia farmidelmale.Avvertoun forte tremolio…mi sentorisucchiata dentro, richiamata… dov’è lui. Mi spaventa, adesso! Nonvoglio mi giri intorno in quel modo, mi fa paura» (la voce diventadrammatica) «vuoi chemi venga un colpo, accidenti!Non la smetto ditremolare…»(lungapausa)«…homoltofreddo».

Sonomoltiiparticolaridiquestoraccontochegiàavevoritrovatonelladescrizionedialtricasidirapimento.Perqualcheancoraignotaragioneicontattisti dicono quasi sempre di sentire freddo. La dottoressaClamar,chericorresoventissimoall’ipnosinelcorsodellesueterapie,midissedinon averlomai constatato in normali pazienti non ufologici condotti instatodi trance.Viceversa inquellicheci interessanoèpraticamenteunasensazionecostante,tantochehoimparatoatenereaportatadimanounacoperta per riscaldarli nello svolgersi dell’esperimento. Almeno duemotivazioni parlano da sole. La paura. Intuendo di trovarsi al limite diun’avventurasconvolgente,ilprotagonistaincominciaatremareeadaverfreddo. La sua temperatura corporea è molto bassa. Molti testimoniparlanodistanzeecabineall’internodell’UFOincuifamoltofreddo.Epoichécomesisa,l’ipnosiriportaaricostruirefedelmenteciòcheèstato

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in tutte le sue sfumature, il soggetto rivive oltre che i fatti anche lesensazioniasuotempoprovate.

DalraccontosihalanettasensazionecheilcomportamentodiKathiesia stato pilotato. Era appena rincasata dal fast-food che già sentiva lanecessità di ritornarci. Era appena salita in camera con l’intenzione dimettersi a leggere che aveva incominciato a tremare dal freddo e adavvertire un inspiegabile formicolio, sintomi che, chissà perché, leavevanoricordatodiaveresete,facendolevenireinmentedifareun’altracapatinaalnegozio.Questascusagiustificaunasecondauscitaanchese,ovviamente,incasac’eradabere.Quandosaleinmacchinasiverificanodei temporanei inconvenienti di natura elettrica che contribuiscono adaumentareilsuodisagio,manonladistolgonodall’intenzione.Allafine,eccocomparirelastranalucenelcielo.

A mano a mano che questa si mette a compiere evoluzioni,avvicinandosi sempre più al suolo, Kathie entra in una fase di«incantamento»psichico.Aduntrattocredediesserearrivataallocale,nescorgefinestreeluci,mapoisiaccorgecheilcommessononèquellochedovrebbe essere e non usa certo un registratore di cassa, né elargiscescontrini.Ilraccontocontinua:

BH:«Seiancorainmacchina?»KD:(inunsussurro)«No,nonpiù.Nonriescoacapirequandoecome

nesonoscesaesonovenutaqui…nonhovogliadirestarci,vogliotornareacasa…»

BH:«Haiparlatoconquell’uomo,tihadettoqualcosa?»KD:«Oh,sì»(pausa)«…mihachiestocomestavo.Nonricordoaltro.

Peròmihachiestoqualcos’altro.Emihadettoanchequalcosa;manonricordo»(moltospaventata)«…oforsenonmivadiricordare…»

BH: (calmandola, rassicurandolache i ricordi verrannoagalla soloquandoleisaràpronta)«Saidirmidovetitrovaviquandotuttoquestoèaccaduto?»

KD:«Credodino.All’inizio erodavanti alnegozio;manonc’era ilnegozio. Voglio dire, non era il negozio perché c’erano le finestre piùgrandielelucipiùintenseeallefinestrec’eranodellecoseepoic’eraluicheprimaeradentroepoièuscito.Nonhovistocomehafattoauscire.Prima era dentro ed un attimo dopo stava fuori, davanti a me… Hofermatolamacchinaperpoterosservaremegliolalucenelcieloemisontrovata al negozio… e lì c’era lui… non capisco» (a questo punto il

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racconto del contatto e dell’avvistamento UFO termina e scattaun’amnesia.Quelcheseguecorrisponde,grossomodo,aciòcheKathiericordava in stato di veglia). «Poi sono uscita con le cose che avevocomprato.Sonotornataacasaguardandocontinuamenteinaria…»

Laricostruzioneprosegueconladescrizionedellastradapercorsachesembranonesserequella che lei seguivanormalmentequandosi recavaallo spaccio. Al rientro il padre non è più in cucina, ma è andato adormire.

BH:«Haifattocasoall’ora?»KD:(sospira)«Sono…dunque…io…no,nonhofattocaso…nonlo

so» (decisamente) «sono uscita a un quarto a mezzanotte e… sì, sonotornataamezzanotteequaranta.Macomemaitantotemposeciimpiego,ingenere,menodi10minuti?…Misentodinuovoibrividi…»

BH:«Forsetiseifermataabere.Haiancorasete?»KD: «Forse… no… no… non ho bevuto e non ho più sete»

(sembrandosorpresa).«Mimettoaguardareunpo’diTV»(spaventata)«…adessoperòchiamoSue».

AquestopuntoavevocalmatoKathiefacendolausciredallatrance.Erastanca. Decidemmo che la parte restante dell’esperienza di quel giornosarebbe stato oggetto di una successiva seduta. All’apparenza, la primaparte del contatto era stato soltanto il preludio di ciò che sarebbe poiaccaduto.Kathieviene«attirata»fuoridicasaperpoteressereavvicinatae ricevere un avvertimento: qualcosa che la spaventa e che rifiuta diricordare.Qualcosa,forse,chedovràaccaderedopo,incasa,quandotuttisono a dormire? Questo rapimento, diciamo così, a due fasi è un fattoassolutamente inedito nella letteratura ufologica. Evidenzia, comunque,unacondizioneche,purtroppo,hodovutoconstatarepiùvolte:lamaggiorparte dei contattisti palesa una sudditanza dagli UFO-occupanti che vaben al di là di ogni immaginazione. Dimostrano, in sostanza, di esseresempreprontiamettersiailoroordini.

Quella sera, tra andare e venire,Kathie avrebbe dovuto, almassimo,impiegare fra i 20 ed i 25 minuti— pur concedendole un percorso diritornodiversodaquellosolito—;standoperòaquellochericordavaciavevamessooltreun’ora.C’eraunvuotodicirca30minuti,certamentenonriempitodaquelpocochericordavadall’incontroavutoconilpiccoloindividuo dalla faccia grigia. Evidentemente era accaduto qualcos’altroche non le tornava in mente. Ed infatti qualche giorno appresso si era

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rammentata altri particolari. Proprio solo qualche istante primadell’apparizione del misterioso individuo che l’aveva sorpresa era stataancora sufficientemente calma da pensare: «Guarda un po’, fra pochigiorni vado a New York per cercare di chiarire questo mistero edeccomicidinuovodentrofinoalcollo!».Equell’uomoleavevarispostomentalmente con delle parole il cui succo era: «È bene che tu parta. Èbene che tu vada a trovare gli amici (probabilmente Sue ed io). Faidavvero bene ad andare». Quasi come se quella nostra iniziativa— ilviaggio,leseduteipnotiche,l’investigazionedelcasoetuttoilrestononavesse avuto un qualche valore. Nelle sue parole non c’era senso diminaccia né di proibizione o avvertimento, sembravano essere unasempliceconstatazione.Kathiedissechelesierarivoltocomeunadultofaconunbambino:«Guarda,cara,èpropriounabellabambolina;comesei fortunata ad avere una bambola così graziosa!». Non lo confessai aKathie, ma questa rivelazione, in un certo senso, mi aveva confortato,tranquillizzandomi.

La successiva seduta ipnotica iniziò, dunque, nel punto in cui si eraconclusa la precedente, vale a dire quando Kathie era ritornata per laseconda volta dal negozio senza aver di nuovo comprato nemmeno unalattinadiDietPepsi,perlaquale,dopotutto,erauscita.Salitaincamerasieramessaaguardarelatelevisione.

BH:«Comestai?Tipiaceilprogrammachestaivedendo?»KD:«Bene,vatuttobene.Manonlostoguardando,ascoltosoltanto.

Ho gli occhi chiusi e sono stanchissima» (sospira) «…oh, no, ecco cheincominciaildolore.Ècomeunpulsarechesale…»

BH:«Calmati,vedraichepasseràpresto».KD: «Sì è vero, sta scemando, lo avverto ancora ma non mi fa più

male.Èqualcosachemipulsanellatestaechesalesudalnaso…Ah!…puòdarsichesialamiasolitasinusite.Secontinuaprenderòun’aspirina.Sentounronzio,comeuncavodell’altatensione,èunsuonoprofondoevibrante. A essere precisi non lo sto sentendo con le orecchie, mirimbomba nella testa. Adesso le braccia mi formicolano» (si agitanervosamente).

BH:«Chec’è,Kathie?»KD: «Non lo so, provo un brivido a guardare la finestra. Eppure gli

occhimisiposanodasolisulla tenda.Alladestradel lettocisonodellefinestre…nonsoperchémadevoguardarle.Hopaura…probabilmenteè

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tuttasuggestione…»BH:«StaiancoraguardandolaTV?»KD:«Huh,huh…lastoascoltandopiùcheguardando.Domaniandrò

da Jimmie e sto pensando a questo. Spero di trovarlo di buon umore».(Scattaall’improvviso).«Checosaèstato?»

BH:«Chesuccede,Kathie?Haisentitoqualcosa?»KD: «Sì». (Incomincia a respirare in modo affannato, visibilmente

spaventata).BH: «Stai tranquilla, sei al sicuro. È già tutto passato; stai solo

ricordandoquel che ti è accaduto.Noncorri alcunpericolo.Dimmi checosavedi».

KD:«Niente,nonvedoniente;misonosentitachiamare,chespavento!Nonmel’aspettavo!»

BH:«Chitihachiamata?»KD: «Due voci sovrapposte, contemporaneamente. Hanno gridato

“Kathie!”moltoforte.Nonhocertourlatoio;forseèstatalamamma.No,non era la sua voce. Guardo fuori dalla finestra, non vedo nulla. Sonoterrorizzata. Non so perchéma ho la sensazione chemi debba capitarequalcosa…»

BH: (rassicurandola e calmandola.) «E adesso che cosa stasuccedendo?»

KD: «Mi è venuto un tremendo mal di testa. Scendo e vado atelefonare a Sue, ho paura. Non voglio scendere, ma devo telefonareperché ho tanta paura. Non voglio passare davanti alla finestra dellacucinaoaquelladeltinello,nonvoglio.MadevoscendereperchéforsesechiamoSuemipassatutto.Lamammami“spara”sescopredovechiamo,mapagheròcoimieirisparmi.Devotelefonare.Holanettasensazionechestiapersuccederequalcosa…»

BH:«Allorascendipertelefonarle?»KD: «Sì, sono già giù, seduta su una sedia, vicino al forno a

microonde. Sto telefonando, grido… e intanto continuo a sentire quelrumore…emivienedapensarecheseguardofuoridallafinestravedròunaluce…guardoevedoquelladellampadarioriflessanelvetro,mainmezzo ce n’è un’altra… osservo ancora… è sparita. Non devo piùavvicinarmi alla finestra… a qualsiasi finestra.Non devo nemmeno piùguardarle».

BH: «Adesso, Kathie, un attimo di pazienza, torna un momentino

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indietro.HaichiamatoSue,lehaidettoquelchetistasuccedendoedhaiattaccato.Adessotisentimeglio.Chestaifacendo?Cheaccadeora?»

KD:«Nonèchestiagranchémeglio—sonoancora impauritaenonmisonotoltadidossol’ideachedebbacapitarequalcosa,ancheseSuehacercatodiconsolarmi,dicendochenonmipuòsuccedereniente.Prendoun tranquillante.Mi vien la rabbia a pensare che farà effetto fra più diun’ora. Nel frattempo, che cosa faccio? Torno in camera mia… holasciato le luci accese… non le ho spente… non le spengo mai, eriaccendolatelevisioneedanchelaradio.Mimettoasfogliareunarivista,mal’incombentesensazionedelpericolononmilascia.Ilcuoreprendeafareilmatto,batteinmodoirregolareemispavento,noncelafacciopiùastarvicinoallafinestradellamiacamera,scappodamamma.Bussoallaporta, la sveglio.Michiede:“Chevuoi?”.Avanzoaipiedidel lettoe ledico:“Hoilcuorechemibatteacentoall’ora”.E lei:“Prendi lapillolaperlatachicardiaeunpo’diPepto-Bismoletornaaletto.Inunmomentostarai di nuovo bene”. Sto sempre pensando che deve capitare qualchecosa.Esco,mi fermo per qualche istante nel corridoio per decidere chefare.Nonhointenzionediritornarenellamiacamera,nédichiudermiinbagnoodiscenderedinuovo.Vogliosolonascondermi…mivolto…stoperandare incamera…cambio idea…decidodiandarenellastanzadeibambiniepropriomentremigiroscorgoconlacodadell’occhiounlampoin corridoio. Non è propriamente un lampo, è una palla di luce chelampeggia e si muove veloce. Passa via come un proiettile. Faccio unsalto… mi spavento… mi riprecipito dalla mamma: “Marni l’hai vistoanche tu quel lampo?”. E lei: “Sì…”. Ma come, penso, un lampo incorridoio?…Chestranezzaèmaiquesta…c’èqualcosachenonva.Staper accadere qualcosa, lo sento. Qualcosa di brutto. E allora corro daibambinieprendoTommy.Dormedellagrossa.Loprendoinbraccioeloportoconmeincameramia.Midispiacesvegliarlo,manonmelasentopropriodistaredasola…sonocosìspaventata.Ecosìmelotirodietroelo infilo nel mio letto. Si sveglia per un attimo, poi ripiombaaddormentato…èquellochevorreiriuscireafareio.Locoproconlamiacoperta.Micoricoe leggoqualchealtrapaginadiRollingStones.Ma ilrumore ricomincia, eTommynon si sveglia.Ealloraaccendo laTV, laradio,leluci,mimettoaleggereadaltavoceeluinonsisveglia,continuaadormirecomesenientefosse!Oh,potessidormireancheiocosì!…misentounostrano formicolioaddosso,nonèunabrutta sensazione.Forse

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sto per appisolarmi. La testa è leggera, sembra che stia fluttuandonell’aria… è davvero senza peso. Il corpo freme, specialmente lebraccia…direichenonèmale…anzi,mipiace.Miparedivolare…holasensazionediaverelemanidietrolaschiena…ipollicidistesi.Èunacosastrana, ma gradevole… mi sento bene. Forse mi sto addormentando…sento sempre quel ronzio…è come se ci fosse qualcuno chemi respiraaccanto, inmodorapidoebreve.Unpuff,puff,puff…piuttostodebole.Non è certo ilmio respiro… adessomi sento toccare sul petto, sotto ilseno sinistro, come se qualcuno stesse palpandomi. Sono addormentatamanonriescoapensare,forsecredosolodiesserlo…comunquenonstomale.Seituchemitocchisottoilbraccio?»

BH:«No,Kathie,nonsonoio.Qualebraccio?»KD:«Ildestro».BH:«Saichièchetistatoccando?»KD: «No, non posso vedere; non riesco ad aprire gli occhi. Forse è

Tommy,sentorespirare,ma…»BH:«Riesciasentirelostereo?»KD:«No».BH:«Eiltelevisore?»KD: «No, è tutto spento. Adesso mi stanno palpando sotto il seno

sinistro»(nervosamente)«…orasottoildestroelecostole,all’altezzadelcuore»(siagita).

BH:«Calmati».KD:«Sentoodoredibruciato…unodorecattivo».BH:«Puoiapriregliocchi?»KD:«No,nonciriesco».BH:«Tistannotoccandodasoprailpigiama?»KD:«Nonmisembradiaverequalcosaaddosso.Nonso.Nonmipare,

hofreddo.Loromistannofacendoqualcosaalpetto».BH:«Checosaintendiper“loro”?»KD:«Nonloso,nonvedo.Nonsochisiano…mamisentotoccare…

avvertountoccogelidosuifianchi,sottoelungoilseno…sonodelleditaoqualcosadisimile».

BH:«Sì,dimmi:sonodelledita,sembranodelledita?»KD:«Direipropriodisì;sonogelide».BH:«Sonomorbide?»KD:«Nontanto».

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BH:«Losentiancoraquelrumore?»KD:«Sì,lievissimo…unaspecie…nonsoneanchepiùseconsiderarlo

unrumore…direi,meglio,unavibrazione…profondaebassa».BH:«Eadessochestasuccedendo,Kathie?»KD:«Sembrachemispinganoilnasoingola…chemiraggiunganoi

senifrontali…Nonso…nonricordo…»BH:«Haidetto“nonricordo”.Checosa“nonricordi”?»KD:«Ilmiogiardino,ilprato.Nonricordo…»BH: «Fermati, Kathie, fermati su questo. Ritorna un momentino

indietro,allasensazionenelnaso,aquandoscompare,aquandosfilanolasonda,oquelcheè.Subitodopochesuccede?»

KD:«Dormo,misentobene,alcaldo.Un’ondadicaloremiscendedalpettoaipiediedallemani.Stobeneestodormendo».

BH:«Tommyc’èsempre?»KD:«No.Sentodinuovoquelpizzicoresulvolto,inmezzoagliocchi.

Manonavvertonessundoloresoltantounaleggerapressione…qualcosami tocca,mi spinge. Sono coricata sulla pancia emi toccano il collo…paremistianomettendounaspeciedicollarino…masonoancoraaletto,addormentata…dovràpurfinire»(siagita).

BH:«Cheaccade,adesso?»KD:«Stofacendoquelsogno.Stofacendoilsognoincuicompaiono

quegli sconosciuti nella mia camera, perché li sto rivedendo. Credopropriodistarfacendodinuovoquelsogno».

BH:«Seinellatuacamera,alpianodisopra?»KD:«Oh,no.Sonoaddormentataa lettoevedoquesto tipo.Lovedo

cosìcomemicompareesembrapropriolostessochehogiàsognatounavolta.Tuttoqui.Misorride,nonmisembracattivo».

BH:«Ènellatuacamera?»KD:«Nonso…forseho tuttonella testa,penso sianelmio sogno…

nonso…nonsodirtidovesiamo…iocredodiessereinunletto…»BH:«Inquestosognononvedinienteattornoaquestopersonaggio?»KD: «Vedo tutto bianco, tutto abbagliante e bianco. Ogni cosa…

sorride.Quandol’hovedutolaprimavoltamisonospaventata;maadessomi sorride e nonmi incute più timore.E poi, scusa, perché dovrei averpauradiunsogno?Stobene,sonotranquillaerilassata».

Aquestopuntol’avventurasembrafinita,c’èperòancoraunasorpresafinale.

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KD:«C’èqualcosachenonva;maforsemelastosoloimmaginando».BH:«Checosa,Kathie,checosac’èchenonva?»KD:«Comepossoessere fuori!È impossibile!…basta,nondevopiù

affacciarmiallafinestra,adessotelefonoaSue».BH:«Unmomento;dimmidovesei».KD:«Sonoincortile,almenocosìmipare».BH: «Non preoccuparti, lascia perdere, non sforzarti di giustificare

quelche ti stasuccedendo;saichenei sogniè tuttocosì strano,avolte.Limitatiadirmiquellochevedi.Seisola?»

KD:«Sì».BH:«Halacamiciadanotteaddosso?»KD:«Sì»BH:«Guardatiattorno:checosavedi?»KD:«Sonoingiardino,èbuio».BH:«Seipropriofuori,allora?»KD:«Sì.Credosiamegliorientrare;nonsobeneperchémitrovoqui.

Adessoentroincasadallaportachedàsulretroevadoaletto».BH:«Cometisenti?»KD:«Direibene.Voglioandareadormire…credodiaversognato…

nonsonomaiuscita…sonosemprealetto».BH:«LaTVelostereosonoancoraaccesi?»KD:«No».BH:«Liavevispentitu?»KD:«Credo».BH:«Tommyc’èancora?»KD:«Sì».Concluse queste battute, avevo ricondotto Kathie fuori dallo stato

ipnotico.Malgradoqualchelievesfumatura,iraccontiottenutiintranceedasvegliacollimanoquasiallaperfezione.Dopoessere tornata laprimavolta dal negozio, Kathie incomincia ad aver freddo e a sentirsielettrizzata.Quandobuttal’occhiosull’orologioquasicomesiaccorgessediessereinritardoperunappuntamento,ritornaimmediatamenteindietro.Chissàperchénonguidaperòfinoal locale,maneipressidiunoggettoluminosochelesembrailfast-food. {9}

Il «commesso», ora è evidente, è la figura dal volto grigiastro deiricordi precedenti; e infatti lo «conosce» già, sin dal sogno del 1979(proprio comegli agenti dellaCIA, anche i contattisti sembrano avere i

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loro«referenti»speciali,chesonosempreglistessi).Poi torna a casa, spaventata e con la netta sensazione che stia per

succederequalcosa.Sperandodievitare l’inevitabile,chiamaSueaNewYork, senza trarre alcun conforto. È a questo punto che si innescal’abduction.CadutainunacondizionedisemitranceconfermatadalmodoincuidescriveciòchelestacapitandoKathievieneprelevataetrasferitanell’UFO.Quièsottopostaaesamiepalpazioni,classicidel«controllo»chesegueimmancabilmentealrapimento.Lemettonoalcollounaspeciedi collarino che le procura un po’ di fastidio e la ferisce, da qui legocciolinedisanguepoiritrovateraggrumatesulcuscino.Aquestopuntoapregliocchievedeancoraunavoltalapiccolafigurinagrigia.L’osservaincontrastoadunaforteluminositàbianca,moltobrillante—cheritornaspessissimo nelle descrizioni dell’interno degli UFO. Lo sconosciuto lesorride — con gli occhi, ebbe a precisarmi Kathie in un secondomomento,perchélasottilestrisciacheeraalpostodellaboccanonsieraper nulla increspata—e lei si rilassa, scivolando nel sonno.Quando sirisvegliaèstupitaditrovarsiconilbuionelgiardinodicasa,incamiciadanotte.

Aparte la scomposizione in due fasi dell’evento, questo rapimento ètipico di quelli che accadono in presenza dei cosiddetti «visitatori dellacameradaletto»—bennotiatuttigliufologi. {10}Dopoquestealtreduesessioni ipnotiche non avevo più dubbi sul profondo significato delcontatto del 3 ottobre. Ma non era emerso tutto; qualche mese dopoKathie avrebbe rammentato ancora qualcosa accaduto all’internodell’UFO. Quel che nell’insieme ricordò rappresenta a mio avviso unadellericostruzionipiùincredibilieimponentichelacasisticaelaricercasugliUFOpossanoannoverare.

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CAPITOLOQUARTO

ROBBIE,TOMMYEL’UOMONERO

Kathie si fermò con noi a Manhattan per una settimana, ma,ovviamente,nontutto il tempovennededicatoallesedutediregressioneipnotica o alla ricerca ufologica. Incontrò Sue e il suo ragazzo, fece unmucchio di gite e andò a vedere tutti i film in programmazione conCharlesBronsoncomeprotagonista.Infondo,Kathieèunaconservatrice,ancorata ai valori tradizionali. E così se aveva lesinato fino all’ultimocentesimopervenireaNewYork,nonavevaavutoesitazioniasperperarequantopiùpossibileperacquistaredonieregaliaisuoiduebambini.

Nelle settimane che erano seguite al suo ritorno ci eravamo sentitispessissimo per telefono. Come sospettavo, il caso di Copley Woodsandava arricchendosi sempre più di nuove rivelazioni. Certamente unodeglieventipiùsconvolgenticapitòqualchegiornoprimadellafestadelRingraziamento,valeadireapocopiùdiunmesedallavenutadiKathieaNew York. Il 27 novembre mi aveva chiamato, agitatissima, perraccontarmiognicosa.Midissechefindalmattinodiquelgiornosierasentita nervosa, avvertendo «ovunque una tensione quasi palpabile»,sensazione che si era acutizzata verso sera, provocandole non pocapreoccupazione,vistocheerasolaincasacoibambini.«Avevolacostanteecontinuasensazionediintravederequalcosaconlacodadell’occhio;maognivoltachemivoltavodiscattononriuscivoascorgereunbelniente.

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Era stranissimo, era come se ci fosse uno spettro sfuggente che sidivertivaa spaventarmi».Ciòmalgrado,comunque, la seraera trascorsasenzaincidenti.Ecco,viceversa,ciòcheerasuccessodopo:

Sistematiiragazzialetto,miritiroincamera.Alle5.00inpuntovengosvegliatadi soprassalto da un grido allucinante, salto giù dal letto e mi precipito nellastanza dei bambini: è Robbie che ha urlato…La strana sensazione chemi haperseguitatopertuttoilgiornomiriprende…lotrovosedutosulbordodelletto,pallidocomeuncencio,dueocchigrossicosì.Èl’immaginediunomortodallapaura.Loprendo inbraccioegli chiedocheè successo,dicendoglicheè statosoltanto un brutto sogno. Ma lui, fulminandomi con un’occhiata, ribatte:«Mamma,nonèstatounsogno!».Edio:«OK,caro;adessovieniincameraconme».Meloportoappressoeglichiedodiraccontarmiconesattezzachecosaècapitato.«Mamma,incameraèvenutounuomo,dallatestagrossa,cheèpassatoattraversoilmuroehaincominciatoacamminareavantieindietroenonvolevachemimuovessi.Avevadellaluceattornoallatesta».«Maèstatosolounsogno,unbruttoincubo,amore!»Elui,secco:«No,no!MihadettochevolevaTommyecheiodovevostarefermo».Allamiadomandarispondechenonsaperchéqueltipovolesse suo fratello.Continuo a ripetergli che è statounbrutto sogno e localmo. Ma è ancora terrorizzato. Poi penso che se ha gridato così forte darichiamarmi da un sonno profondo, superando la barriera, di due porte chiuse,deve aver svegliato anche Tommy, che dorme accanto. Perché, oltre tutto,Tommyhailsonnoleggerissimoeavoltebastailrespirodiun’altrapersonaperdisturbarlo.Ecosìmivieneillampo…devocorreredalui,Decidodiandareediportarmeloincamera.LascioRobbiedameevolodaTommy,accendolaluceelotirosudallettoeaquestopuntogiurereidiaverintravistodinuovoconlacodadell’occhio un lampo luminoso proprio dietro di me. Mi volto di scattospaventata,manonc’èniente—néun’ombranéunriverbero,nulla…Pensocheforseè l’immaginazione, sulla sciadell’agitazione improvvisa,chemigiocaunbruttoscherzo.PrendoinbraccioTommyeluicontinuaadormire…loportoincameraelodistendonelmiolettoeluicontinuaadormireepensarechedisolitobastasfiorarlopersvegliarlo…Ètuttocosìstrano,troppostrano.

Dimenticando per un momento che il suo istinto materno era statosenz’altro più forte della curiosità di capire ciò che era capitato, avevochiesto a Kathie se aveva interrogato di nuovo Robbie perché gliprecisasseicontornidellavicendadell’uomodallagrandetesta.

Logicamentenonl’hofatto.L’unicacosachehodesideratoèstatofargliscordaretutto.Eraterrorizzatodallapaura.Siètalmentespaventatocheperqualchetempononc’èstatoversodifarlosalirealprimopianoodifarloandarealgabinettodasolo.Inutiledirechelaseradopohadormitodinuovoconme.Haripresoafarloincamerasuaduenottidopoesoloapattodilasciareaperteleporte.

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Neicolloquisuccessiviancheidettaglidiquestadrammaticaavventuraincominciarono a definirsi meglio. Robbie aveva più volte ripetuto chel’uomodalla grande testa non aveva la bocca.QuandoKathiegli avevachiestodispiegarsimeglioavevadetto:«Quandoparlavanonaprivamailabocca»un’immaginequantomaicalzanteperunbambinodi4annicheintenda descrivere a suo modo una comunicazione a livello telepatico,caratteristica saliente di gran parte di questi contatti. Per quantoriguardava la proibizione di muoversi, pensai che con essa volesseindicarelasuacondizionediparalisifisica,altracostanteinquestogeneredirapporti.

A questo punto mi interessava sapere se Kathie e i suoi familiariavessero mai parlato di UFO in presenza dei bambini, perché, in casoaffermativo,sipotevasupporrecheRobbielavorassedifantasiaesifosseimmaginato protagonista di una storia di UFO importante per attirarel’attenzione su di sé. Kathie mi assicurò che per ovvi motivi nonl’avevanomaifatto,evitandodiaffrontarel’argomentodavantiaipiccini.Poi, quando, qualche mese dopo, mi ero recato ad Indianapolis per laprimavolta,eraaccadutaunacosachenonsoloavevaconfermatoquantapaura Robbie doveva aver provato quella notte, ma anche che nonsospettava affatto che ciò che era capitato potessemettersi in relazionecongliUFO.

UngiornomentreKathie,ilsuonuovocompagno,iduebambiniediostavamo ritornando a casa dopo una visita alla sorella, mi eroinavvertitamentemessoaparlaredidischivolanti.Loavevo fatto senzapensarci,spontaneamente.MaeccocheproprioRobbiemiavevaripresoerivolgendosi alla madre l’aveva pregata, con un filo di voce: «Non sipotrebbe,mamma,parlarediqualcos’altro?Quandoparlatediquestecosemi fa male lo stomaco». Mi ero accorto allora per la prima volta cheaffrontandoquell’argomentoavevoviolatolaregolacheiDavissieranoimpostioltreacapirecheRobbieerapropriounpoverobimbofrastornato.

Unasettimanadopol’incontroravvicinatodiRobbieconl’uomodallagrandetesta,Kathiemiavevatelefonatodinuovopermettermialcorrentediunaltrosconcertanteracconto.Laseraprimaavevamessoibambinialetto ed avevano trascorso una notte tranquilla, al mattino aveva peròtrovatoTommytuttoimbrattatodisangue.Luidormivainpace,mac’erasanguedappertutto: sulmuro, sulle lenzuola, sullecoperte, sul suoviso;sembrava che la stanza intera fosse stata innaffiata a sangue. Lo aveva

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preso e portato di corsa al pronto soccorso. Ilmedico di turno le avevadettocheilpiccoloavevaavutounaforteepistassi,verificatasisenzacheluiseneaccorgesse.Dopounesamepiùattento,ilmedicoavevascopertoun foro proprio sul fondo della cavità nasale. Con tutta probabilitàTommy si era ferito da solo, con una penna o qualche altro oggettoappuntito. Kathie aveva insistito nel dire che Tommy non avrebbemaifattonientedisimileecheanchese l’avessefattosisarebbecertamentemessoapiangere,senonperildolore,allavistadituttoquelsangue.PiùtardiKathieavevaperlustratoinlungoeinlargolasuastanzaallaricercadell’oggettoacuipoter imputare la ferita,unacannuccia,unapenna,unbastoncino—manonl’avevatrovato.Quando,tornatadalmedico,glieloavevo detto, si era sentita rispondere che allora probabilmente Tommyavevatalmentefrugatoconleditanelsuonasinodafarsimale.MaKathiesapeva che neanche questa poteva essere la soluzione giusta, perchéTommyavevaditatozze,corteegrassocceenaricistretteepiccole.Senzatener conto del fatto che se si fosse graffiato da solo sino al punto diprovocare una simile emorragia si sarebbe svegliato e anche i viciniavrebberosentitolesueurladispavento. {1}

MentreKathiemiraccontavaquell’episodioun’altraideaavevapresoafrullarmi nellamente.Robbie aveva più volte ripetuto che l’uomodallagrande testa eravenutoper il «fratello» e chequando si era piegato sulsuolettinolui,nonpotendosimuovere,nonerariuscitoavederechecosaglifaceva.Nonpotevadarsichel’alienoavessetentatodiimpiantarenelnasino del piccolo una microsonda senza però riuscire a farloperfettamente,cosìchequalchegiornodoposieradistaccataprovocandol’abbondante epistassi notturna? D’altro canto, il comportamento diTommyinquella fatidicanotteerastatopiuttostostrano:nonsieramaisvegliatonéallegridadelfratellonéquandolamadresieraprecipitataincamerapertrasferirlonellasua.Eseanchel’invisibilesondafosserimastafra le lenzuola o nel pigiama ben difficilmente Kathie l’avrebbe potutanotarerimettendoinordinelastanzailgiornodopo.

UnadellemolteletterechericevettiallapubblicazionediMissingTimegiungeva dall’Ohio a firma di una certa «Margaret Burning» {2} Miraccontavadimoltiincubinotturnimacen’eraunoche,inmododeltuttospeciale,mi era tornatoallamente apropositodell’incidente accadutoaTommy. All’epoca dell’evento la donna aveva solo 5 anni. Una nottementrestavatranquillamentedormendoconlasorellinasierasvegliatadi

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colposentendosichiamare.Unavoce leavevadettodiandare incucina,dovec’eranotreindividuipenetratidallaportadiservizio,sulretrodellacasa. Nel corso di una seduta ipnotica aveva ricostruito l’esperienzanarrando:«Indossavanodelleuniformiepensaisubitochesi trattassediuomini della polizia. Si erano introdotti senza scardinare il catenaccio,semplicemente facendolo sollevare senza toccarlo. Avevano occhimalvagimanonavevanonéboccanélabbra».Leparoleimmediatamentesuccessive erano state cariche di tensione, pronunciate come le direbbeuna bambina spaventata da qualcosa più grande di lei: «Mettimi subitogiù…»e,intonopiùdimesso…«senopapàsiarrabbia».

Quindi era sfata portata fuori e condotta su di un grande oggettometallico, atterrato parte nella proprietà della sua famiglia e parte nellaproprietà dei vicini. Margaret aveva commentato: «Siete pazzi? Se ilsignorHartmanviscoprechiameràsubitolapolizia!»Nell’astronaveerastatasottopostaall’analisiclinicadirito,dopodichel’avevanoriportataacasaeinfilatanelletto,doveavevaripresoadormire.Nellaprimaletteraaccennavaancheallesuecondizioniilmattinosuccessivo:

Quandolamattinamisvegliaividicheilpigiamaeratuttomacchiatodisanguerappreso. Ne avevo dappertutto, fra le trecce e persino nelle orecchie… Mispaventaiamorteepresiavomitare…lamammaaccorsesubito…Avevopersodavveromolto sanguementredormivo… inutile dire che la seradopo feci nonpochestorieperandarealetto,facendoimpazzirelamammaedivicinicheeranovenutiafarcivisita.

Gli UFO sembrano poter disporre a piacere della volontà delcontattista,èperquestochepotrebbeesserepossibilecheunbimboabbiaavutounaepistassinotturnaperdendoanchenotevoliquantitàdisangue,senza svegliarsi (come nel caso di Tommy e Margaret). Secondo mequellanotteRobbieavevasvoltosoltantoilruolodiinnocentetestimone,perché il vero obiettivo del misterioso visitatore era Tommy. Come illettore sa da quanto già si è detto, èmolto probabile che i suoi ricordidellastranaavventurasilimitino,comesoventeaccade,allefasiinizialiefinali del rapimento del fratello. Ecco come potrebbero essersi svolti ifatti. L’uomo dalla grande testa penetra nella stanza, «immobilizza»Robbie e gli rivela che chi gli interessa è Tommy. Poi il primo viene«disattivato»,posto,cioè, inunaspeciedianimazionesospesa,mentreilsecondo viene rapito per essere sottoposto all’esame fisico conintroduzionedellasondanelnaso.Seètrasferitosull’UFOsitrattadiuna

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operazionevelocissima;inbreve, infatti,Tommyèdinuovonel letto.AquestopuntoRobbierientrainsé,vedelosconosciutochinosulfratelloesi mette a gridare. Alla sua invocazione Kathie si precipita ancora intempo per scorgere l’ultimo bagliore di luce lasciato dalla presenzadell’alienoefinalmentetuttotornaallanormalità.

SempreinMissingTimedescrivevoilcasodi«Mary»,un’artista,miacarissima amica. {3} Anche se dall’indagine non eravamo risaliti astabilireconcertezzaditrovarcidinanziadunrapimentoUFOilbloccodiamnesiaerafortissimo,sialeicheioeravamoconvintichedovevaessersiverificataqualcheformadicontattomoltoravvicinato.Alcuniannifaeroandatoatrovarlanelsuostudioquando,sapendodelmiointeressepergliUFO,miavevaraccontatounfattostranissimocapitatolenegliAnni‘60.Una notte,mentre dormivano saporitamente, lei ed ilmarito erano statisvegliatidalfortepiantodeiloroduebambinidellastessaetàdiRobbieeTommy,4e5anni.Ilmarito,sieraprecipitatoincameraeliavevatrovatisottoillettoterrorizzati:«un«uomonero»conunagrossatestaeraentratoin camera e aveva cominciato a camminare avanti e indietro,minacciandolie spaventandoli.Ovviamente, ilpadreavevapensatoaunincubo,poiunodeiduefratellinidovevaaverinfluenzatol’altro,ancheseiduebambiniavevanoinsistitocoldirechenonsieratrattatodiunsogno.Dopo vent’anni ho avuto l’occasione di intervistare il più grande deiragazzi, oggi studente universitario; ebbene, si ricordava l’episodioperfettamente. «Era un essere di bassa statura, con occhi grandi…sembrava che tutt’attorno avesse un’aura luminosa. Credo di essererimastoimmobilementreluigiravapercamera.Sirivolgevapiùchealtroamio fratello,ma non riuscivo a capire che cosa diceva.Era comparsopassando attraverso il muro del piccolo spogliatoio e così se ne eraandato». A un tratto aveva smesso di raccontare e, dopo un attimo dipaura,mi aveva detto indicandomi lemani: «Guarda,Budd, dopo tantotempo mi tremano ancora, solo a pensarci. È stata davvero una bruttanotte.»Purtroppoilfratello,ammalatodamoltianni,èdecedutonel1984equindinonmièstatopossibileraccogliereanchelasuatestimonianza.

Lo schema che si cela dietro a questi contatti, chiamiamoli,generazionalièchiaro.SandyThomas, lacontattistacui siè fattocennonelCapitolo2,avevaunfigliolettodinomeJohn.Quandolaincontraiperlaprimavoltanel1985lechiesiseilbimbononleavessemaiparlato,percaso, di eventi da potersi mettere in relazione con gli UFO. Mi aveva

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risposto che era capitato che nell’autunno del 1984 una notte le erapiombato in camera gridando che uno sconosciuto dalla grande testa edagli occhi strani si era avvicinato al suo letto spaventandolo. Poiqualcosa o qualcuno lo aveva spinto e picchiato sulla schiena, doveriportava ancora segni visibilissimi. Sandy lo aveva consolato erincuorato, poi lo aveva messo a dormire fra lei e il marito. Lasciatopassare qualche giorno, aveva voluto approfondire il ricordo di quel«brutto sogno» e gli aveva chiesto di mostrarle dove era stato colpito.John si era tirato su la maglietta e le aveva indicato un punto sopra ilfiancosinistro.DurantelalungaintervistacoiThomas,Sandy,auntratto,avevachiamatoilfigliopoichévedessicoimieiocchiilsegnocheglierarimasto sulla schiena da quella notte: una cicatrice circolare, del tuttosimile a quelle sulle gambe di Kathie e della madre. Mentre John mimostrava allegramente quella «ferita di guerra» Sandy non riusciva atrattenere le lacrime. Come molti protagonisti di queste incredibiliavventure anche lei, di fronte all’evidenza che si trattava di innegabilerealtà,neerasconvolta,esembravaquasichevolesseribellarsialfattodiessernecoinvoltainsiemeadunapersonaamata.

Iraccontideitestimonibambinidicuiquihosoltantoriportatoalcunicasi non solo concordano nella descrizione dell’«uomo nero» come loaveva battezzato Tommy (vedere le illustrazioni), ma risultano ancheattendibili. E un fatto accaduto recentemente ci offre un’ulterioreconferma.Afebbraiodel1986adueannietremesidallanottediterrorediRobbieedell’emorragiadiTommy,Kathiemitelefonòparlandomidiun’altrapaurosaavventura,accadutapropriolanotteprima.AvevaappenasistematoibambinialettochesieravistaarrivareRobbieincamerasua.Eraspaventato.Dicevachesulmuroeracomparsa«unatarantolarossa»chesimuovevaversoilbassomoltolentamente,avevaavutopauraenonvolevapiùdormirenelsuoletto.Allerichiestedispiegazionipiùpreciseavevadescrittol’insettocome«unamacchiarotondadilucerossastra,condelle frange (raggi) tutt’attorno simili a delle zampette», che scivolavasullaparetecomeunragno.Immaginandounbruttosogno,Kathiel’avevatranquillizzato e tenuto a riposare nel suo letto. Si era riaddormentatosubito.

Lei naturalmente, era rimasta sveglia. Dopo un po’, sorseggiandol’immancabileDiet Pepsi, stava seguendo un programma notturno allaTV, quando alzando lo sguardo aveva per un attimo intravisto passare

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davantialvanodellaportalasciataapertaunafiguradallapellegrigiastra.«Non l’ho veduta solo di sfuggita, con la coda dell’occhio», mi disseKathie,«mal’hoinquadratapropriobene.Latelevisionestadifiancoallaporta. Era il solito essere. Passando non si è fermato a guardarmi.Camminavaebasta,nonhabadatoame.Budd, tigiurochehopensatochemivenisseuninfarto.Hoincominciatoasentireilcuoremartellarminelpettoeallora sonosaltatagiùdal lettoe sonocorsa incorridoioperchiamaremamma.Nelfrattempohobuttatoun’occhiatafuoriec’eraunaluceeluieralà!Unindividuopiccolochesembravanudo,quellostesso,insomma,cheavevogiàvedutoinaltreoccasioni.Maquestavoltanonèscattatal’amnesia,melosonoricordatonépotròmaipiùscordarlo.L’hovedutochiaramente:erareale.Sonocorsadamamma,l’hosvegliataecisiamomesseacercareperlacasa,mainvano.Eratuttofinito.Manonmisentivodirisalireincamera,hochiestoamammadidarmiunpo’disoldiperché volevo passare il resto della notte in un motel, non potevo piùdormireinquellacasa.Mammamelohaimpeditoehacercatointutti imodidicalmarmi».

Chiesi aKathie da dove le era sembrato fosse arrivato quello stranoospite.

«Provenivaquasicertamentedallacameradeiragazzi,cheèvicinoallamia,dovec’era soloTommy,vistocheRobbie stavadormendonelmioletto».Capiiall’istanteilperchédellastranalucerossasimileaunragnoche aveva terrorizzato Robbie costringendolo a trovare rifugio dallamadre: così Tommy era rimasto solo. Dissi a Kathie di chiedere aTommy,quando fosse tornatodall’asilo seper caso si ricordavadi averfattounostranosognoquellanotte.Kathiemitelefonòversolequattrodelpomeriggio.Ancheseilfigliolononeraancoraingradodiesprimersialmeglioperdifficoltànell’usodel linguaggiocui siè fattocenno,Kathieavevacapitocheavevasognatocheancoraunavolta l’«uomonero»eraentratonella sua stanza.Aquestopunto le consigliaidi fareundisegnodella figura che lei aveva veduto e di sottoporlo a Tommy nella stessapagina con altri tre diversi. Inutile dire che il riconoscimento fuimmediato.Non solo, ancheRobbie quando aveva visto lo schizzo nonaveva avuto alcuna esitazione a riconoscervi la strana creatura cheoltredueanniprima loaveva tantospaventato,quell’uomosconosciutosenzaboccachegliavevaimpostodistarefermo.

Inquell’ultimasettimanadinovembredel1983,lastessadellanottedi

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terroreperiduepiccoli,eraaccadutounaltrofattostrano.Comeillettorericorderà,Kathiemiavevatelefonatosoprattuttopermettermialcorrentedella drammatica esperienza di Robbie e dell’abbondante epistassi diTommy, ma quella stessa notte pure lei aveva fatto un «sogno» chedesideravasottopormi.Vennisubitointeressatodalmodoincui lesieraaffacciatoallamenteilprimoricordodiquelcheavevasognato.Nonerariaffiorato appena sveglia in modo nitido e vivido, come normalmenteaccade,ammessochecisiricordideiproprisogni;lamattina,infatti,nonrammentavaassolutamentenulla.Erastatomoltopiùtardicheil«sogno»erarisalitoallacoscienza.Nelpomeriggio,distruttadallanotteinbianco,si era buttata sul letto, la solitaTVaccesa, nella speranza di recuperarecon un breve riposino un po’ del sonno perduto.Mentre galleggiava inquella condizione di torpore che sta in bilico fra il vigile e l’inconscio,all’improvviso,leerasembratodiriviverequellochecredevaerastatoilsognodellanotteprecedente:«Ricordavochedovevaesserequelsognoeallora ho desiderato rifarlo un’altra volta, solo che era diverso.Accadevanolestessecose,eppureinmododifferente.Loso,èstrano,maeracosì.Erodistesasudiuntavolo…»sierainterrottaripetendo:«Sudiuntavolo?»,poiunalungapausa.

Sì,andiamoavanti.Nonèun letto.Sonocoricatasudiun tavolooqualcosadisimile.Indossolacamiciadanotte,macel’hotiratasu£insottoilseno.Gliocchichiusi e rilassata, so di essere distesa su di un tavolo… sento di trovarmi inposizione orizzontale e di non essere nel mio letto. Mi sembra di dovermisvegliaredaunmomentoall’altro.Einfatti,auntratto,aprogliocchipervederedove sono… ed eccolo che mi fissa, è quella creatura che avevo già vedutoprima,conqueisuoiocchigrandi.Ciguardiamoperalmenounminuto.Mitieneunamanosullapancia.Michiede:«Cometisenti?»e io:«Sonosfinitae tesa».Ed allorami assesta un colpetto sullo stomaco, all’altezza del plesso solare, edice:«Oraandràmeglio.»Ècorteseegentile,affabile;ricominciaafissarmi.Poisentoqualcunooqualcosachemitoccaletempieadagioeconestremadolcezza,è una bellissima sensazione, un morbido massaggio… chiudo gli occhi e miaddormento.Questoètutto.

Domando a Kathie se si è spaventata quando ha visto l’uomo daigrandiocchi.

No, affatto. Quando mi ha chiesto come stavo gli ho risposto: «Sonostanchissima, sfinita, tutta tesa»,ma non avevo per niente paura.Anzi, non soperché mi sentivo tranquilla. Dopo che mi ha parlato ero completamenterilassata… ho chiuso gli occhi e mi sono addormentata. Quando mi sono

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svegliatalamattinamisonoaccortadiunacosaperlomenostrana.Addossomiera rimasta solo la camicia da notte, la maglietta era ai piedi del letto sullecoperte,mentre lemutandine allamia destra, d’altezza dei fianchi.Hopensatochenell’agitazionedelsognomeleerosfilate,maèunacosachenonmieramaicapitataprima.Epoi,ripetononlehotrovatesulpavimentomanelletto.

Kathiemidissechepertuttoilgiornosuccessivoal«sogno»sierasentitapocobene, comequando le capitavadi essere inperiodomestruale.Eracontratta e aveva avuto violente fitte al basso ventre, in corrispondenzadell’ovaia sinistra, tanto da non riuscire nemmeno a camminare.Quellostesso giorno aveva anche telefonato a Sue per riferirle dell’incontro diRobbie, dirle di lei e chiederle consiglio. Sue le aveva suggerito diconsultare il suo calendariomestruale eKathie si era accorta che era inpiena ovulazione. Mentre apprendevo queste notizie mi erano balenateallamenteduepossibilità.UnacontemplavaKathieallepreseconisolitidisturbi legatiaun’ovulazioneparticolarmentedolorosa,cosachenonlecapitava di rado, coinvolta nella notte in un sogno a sfondo ufologico.Eventualitàtantopiùprobabilesel’esperienzaoniricaavevapresocorpodopo che Robbie era corso spaventato a gettarsi nel suo letto. Con ilprecedente del figlio, l’ovulazione in corso, la tensione e il dolorel’avevano indotta dormendo a spogliarsi da sola, per liberarsi dallacostrizione provocata dagli indumenti intimi, senza averne ricordocosciente.

L’altra possibilità era decisamente più preoccupante. Contemplava,infatti, un duplice rapimento. «Disinnescato» Robbie, Kathie e TommyeranostatisequestratidalleUFO-entità,portatisull’astronave,esaminatiequindi ricondotti nelle loro rispettive stanze. Evidentemente, l’incontroche comprendeva, tra l’altro, l’inserimento della sonda nella narice diTommy era stato accuratamente programmato per coincidere con ilmomentopiùpropizioincuiprelevareunovulodalventrediKathiesenzaprocurarle disguidi successivi. La donna era stata semi-anestetizzata nelcorsodell’operazione equando si era ripresa era stata subito rassicuratadall’esseredaigrandiocchi.Presoattodellesuesoddisfacenticondizionierastatariaddormentataeriportataacasa.Leavevanoinfilatodinuovolacamicia da notte, lasciando maglietta e mutandine sul letto e riportatoRobbieadunostatopsico-fisiconormale,senzasvegliarlo.

Sebbene questo sia un argomento non soltanto delicato ma anchescabroso, resta il fatto che un gran numero di rapporti di incontri

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ravvicinati con invasori UFO attestano di un loro notevole interesse aiproblemiconnessialla riproduzioneumana.NelcasodeiconiugiHill, ildottor Simon venne a sapere dal signorBarney in trance ipnotica che irapitori gli avevano prelevato del liquido seminale. (Questo particolaremoltoimportantenoncomparenellibrodiJohnFullerincuisidescriveilcaso. L’autore lo ha ritenuto, evidentemente, troppo sensazionale, in unevento che era già di per sé assolutamente «incredibile»).Ma anche lamoglie,lasignoraBetty,avevaraccontatodeldolorosoinserimentodiunlungo ago flessibile nell’ombelico, ai fini di un test ginecologico. {4}All’epocapsicologi,ufologieaddettiailavoriavrebberosorrisodavantiaqueste testimonianze, etichettandole come evidenti «fantasie erotiche».Tuttaviamenodiundecenniodopo,ildispositivodescrittodaBettyHillentravainusonelleclinichedituttoilmondo.Sichiamalaparoscopioedè un tubicino flessibile e sottile sulla cui estremità sono allogate dellefibre ottiche che consentono endoscopie utilissime. L’attrezzo vieneintrodotto nell’addome proprio attraverso l’ombelico e serve permolteplici scopi compresa la rimozionediovuli. I «neonati inprovetta»nasconodopocheillaparoscopiohaprelevatodall’uteromaternounuovochevieneinseminatoconlospermadeldonatorepresceltoereintrodottonelgrembodellagenitrice.Senonsorgonoproblemie l’uovofecondatoattecchiscehainiziounanormalegravidanzae,doponovemesi,nasceunbimbodeltuttosanoenormale.

UnaltrocasodirapimentoconrisvoltisessualiprecedentequellodegliHill— e notissimo agli addetti ai lavori— è quello di AntonioVillasBoas un giovane contadino brasiliano di 23 anni. {5} Una notte mentrestava arandoun campoal chiarodi luna, come si è soliti fare inquestopaesedalcaldoinsopportabileduranteilgiornoVillasBoasavevavedutounoggettoluminosodallaformasimileaunpallonedirugbyatterrare,sutre piedini di appoggio, poco lontano dal suo trattore, che si era spentoall’istante. Dall’«oggetto» erano usciti tre uomini di bassa statura, chel’avevanoprelevatoecondottonell’UFO.Quierastatospogliato, lavatoconunaspugnaintrisa inunliquidochiaroesottopostoaunprelievodisangue dalmento. Poi era stato rinchiuso in una stanzetta invasa da unnauseabondo vapore. Dapprima aveva pensato di morire soffocato, poiavevavomitato.

Dopo qualche minuto era entrata una «donna», molto piccola, congrandi occhi a mandorla, completamente nuda. Aveva la carnagione

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bianchissima ed anche i capelli erano quasi bianchi; gli zigomi altipronunciati,lelabbrasottilissime,quasiinvisibili.All’istanteilgiovaneinmodo del tutto imprevedibile, aveva provato un’intensa eccitazionesessualee sieraaccoppiatocon lamisteriosaprovocatrice.Terminata lacopula, prima di lasciare la camera la «donna» aveva indicato a VillasBoasilsuoventreinseminatoecontemporaneamenteavevapuntatoilditodell’altra mano verso lo spazio. Lui aveva inteso quella mimica comel’intenzionedidirglicheilsuosemeavrebbetrovatosviluppofralestelle.

L’ufologo brasiliano che si interessò al caso, il defunto dottorOlavoFontes,scrissenelsuorapportochetutteleanalisieleevidenzemedichee psicologiche riconoscevano nel protagonista una persona affidabile esincera la quale non sarebbe stata in grado di inventarsi una storia delgenere (tengo a precisare che Villas Boas ricordò ogni particolare innormalestatodiveglia,senzabisognodiricorrereall’ipnosi).Rammentochelamiaprimareazioneallastoriafuquelladitutti:fantasiaeroticapurae semplice di un focoso giovane sudamericano dal sangue caldo. C’erasolo un dettaglio che, a mio avviso, stonava: il vomito prolungato econvulsoprimadell’accoppiamento,unattocheunplayboynonavrebbecertamente tenuto a raccontare. E poi c’era la condizione di totalepassività:erastatoprelevatoaforza,pulito,costrettoavomitaree,infine,praticamente obbligato all’atto sessuale. Il quadro, a pensarci bene, nonmisembravapotessecorrispondereaquellocheunerotomanefantasioso,in cerca di notorietà, avrebbedovuto tratteggiare a prescindere dal fattoche ledescrizionideglioccupanti edellanavicella spazialeavevanopoitrovatoconfermaintantialtricasisuccessivi.

Nellemieprimeinvestigazionimiero imbattutosovente incontattistiche mi parlavano di possibili prelievi seminali. Ogni volta avevo fattofintadiniente,glissandosuiparticolari.Anchemoltedonnericordavanooperazioni come quella subita dalla signora Hill con l’inserimentonell’addome di uno strumento tipo laparoscopio, e pure con loro ilmioatteggiamento inmeritosierasempremantenutomoltodistaccato.Maamano a mano che questo tipo di testimonianze si era ripetuto avevoincominciato a comprendere che doveva trattarsi di qualcosa da nonsottovalutare. Il caso diCopleyWoods è stato, infine, determinante nelconvincermi che, anzi, questo aspetto è addiritturadecisivonel contestodeifenomenidirapimentodapartedegliUFO.

Dal sommarsi delle testimonianze è così emerso uno schema quanto

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maileggibileechiaro.InquestiultimiseiannihostudiatoafondoicasidiquattrocontattistidisessomaschilechenarranostoriesimiliaquellediVillasBoaseinaltretreoccasionihoriscontratounaforteprobabilitàdianalogo accadimento (non dimentichiamoci che in questioni di questogenere l’imbarazzo e la ritrosia psicologica agiscono da blocco almenoquantoun’amnesiaindotta).L’altracomponentedell’equazione,l’aspettofemminile, è altrettanto consistente ma più complesso. Tanto percominciare,cheiosappia,nonesistecasoattendibileincuiunacontattistaabbia dichiarato di aver avuto un rapporto sessuale con un alieno. Insecondoluogo,nonsonomaiemersiraccontiasfondoerotico.Ognivoltala descrizione degli eventi ci parla di atti distaccati, freddi, meccanici,ancheneicasiincuiilpartnerterresteègiuntoall’eiaculazionedesiderataoinvolontaria.

Ebbene,tuttoquestononconducecheaunasola,noncertogradevole,considerazione:daqualcheparteuna tecnologiadapresumersi superioreallanostrastariproducendodegliesemplariumanioibrididiqualchetipo.Seunasimile ipotesisembra insostenibile,bastaunasemplicedomanda:presoattodeglispaventosipassidagigantecompiutiinquestiultimiannidall’ingegneriagenetica,nonsarebbepossibileperuna tecnologiaalienaassai più progredita della nostra prelevare ovuli e sperma da campioniumani, modificarli geneticamente in laboratorio e reimpiantare uovafecondate in ignare portatrici, destinate a condurre a termine il delicatoesperimentoaloroinsaputa?

È ovvio che come può essere rimosso così un uovo può esserereimpiantato,comeciinsegnalanostra,attualebiologiagenetica.

Comeillettoreattentoavrànotato,pocofahousatoiltermine«alieno»perdescrivereilfenomenoUFO,etengoapuntualizzarechel’hofattoaragion veduta. La parola «alieno» ha un’accezione negativa, in quantoindicapiùqualcosachenonèchenonqualcosacheè.Mispiegomeglio.Il suo significato più vero è, infatti, quello di «diverso da», differente,straniero.Qualunquesialanaturael’originedeimisteriosiinvasoridallapellegrigia,eleteoriequisisprecano,essinonsonocomenoi.Nonsonoumani, né umani particolari, come nani, gnomi o pigmei. Sono esserifisicamente, mentalmente e tecnologicamente assai diversi da noi, sonoalieni. Li abbiamo chiamati angeli, demoni, robot, androidi, viaggiatoristellari,ultradimensionalieviadiscorrendo;maqualunquesiailnomechegli vogliamo affibbiare una cosa è certa: non sono come noi, sono, lo

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ripeto, alieni. E dunque non ci è dato sapere quali siano i loro fini e iprocessimentalicheliguidano.Comunque,dallaconsiderazionedeidatidisponibilimiparecheun’altraosservazionediventiautomatica:èpiùchepossibilecheesseriumanivenganoreplicatiinunambientenonterrestre.Maadessoèmegliochelasmettaconquesteelucubrazioni,vistoche,intuttiimodi,nonrestanochemeri,vanitentatividicomprendereilperchédiunprogrammamessoinattodamentichenonpossiamopenetrare.Ciònon toglie che da quando mi son messo in testa queste idee mi sono,ahimè,scordatochecosasignifichidormireunsonnotranquillo.

La descrizione da parte di Kathie del «sogno» di novembre mi erasembratapiùilricordoconfusoeframmentariodiunpazientesottopostoad un intervento chirurgico che esce dagli effetti dell’anestesia che nonunaseriediimmaginislegateappartenentiaunaveraepropriaesperienzaonirica.Se a tutto ciò si andavano a sommare il raccontodiRobbie sulvisitatore notturno, lamisteriosa epistassi di Tommy e i problemi fisiciaccusatidaKathie, senzadimenticare lostranoenigmadellamagliettaedellemutandinesfilateelasciatesulletto,miritrovavoapensarechecontuttaprobabilitàKathieerastatarapitaun’altravolta.Seciòeravero,selapoverina aveva subito un’altra violenza alla sua libertà a così brevedistanzaditempodallasuagitaaNewYork,volevasignificarecheilmiointerventoerasenzavaloreechenonservivaa impedirle ilmanifestarsidelfenomeno.

Si stavano avvicinando le festività natalizie e io avrei potutoricambiarelavisitaaIndianapolissolonellasecondametàdigennaio.EroansiosodirincontrareKathieediconoscerelasuafamiglia.Nelfrattempocisentivamosemprepiùspessoaltelefono,conlunghechiacchierate,nelcorsodellequalivenivoasaperedifattistrabiliantiesemprenuovi.

Perfarmimegliointendereoffriròunesempiorelativoaunincidenteinmeritoalqualenonmièstatopossibileindagarecheconpocheinterviste.

Come si ricorderà, nella sua prima lettera Kathie mi accennava adun’esperienzaUFO, con relativo «buco temporale», della sorella Laura,accadutamoltianniprima.OraLaurasierasposataconunragazzomoltoa modo, che chiamerò «Johnny», e aveva avuto ben quattro figli. Coltempo Johnny era venuto a conoscenza dell’avvistamento della moglie,avevavistoletraccediatterraggionelcortiledeiDavisesapevadellamiaindagine sul caso. È il classico «compagnone» del sud, buono epremuroso,estremamentepositivoerazionale,unodiqueitipichefanno

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del«senonvedononcredo»illorounicomotto.L’ultimapersonaalmondo,in definitiva, disposta a tollerare un’avventura ufologica, logico quindichequando toccòa luinon solone fu spaventatissimo,maconfusoe, atratti,terrorizzato.

A novembre del 1983, sempre in quel fatidico mese, Johnny avevapartecipatocondueamiciadunabattutadicaccianeiboschidiSpencer,nell’Indiana. Avevano fatto base in un minuscolo capanno, da dovepartivanoinbattuta.Unanottenonriuscendoadormiresieraalzatomoltoprimadell’alba.Mentresisgranchivanelsalottino,avevaintravistodallafinestraunbrillantefasciodilucediscendereinunboscovicino,manongli era riuscito di scorgerne l’origine. Simuoveva di qua e di là, senzaalcunrumore,comestessecercandoqualcosa.Unattimoappresso,appenafuori lochalet,eranocomparseduefigureche luiavevascambiatoper isuoi due compagni. Aveva fatto dei cenni per indicar loro la lucemisteriosaepoi…ilbuio:daquelmomento inavantinonricordavapiùnulla. L’immagine immediatamente successiva che aveva in mente lovedevasempreintinellodavantiallafinestra,ilsolegiàsorto,idueamiciintenti a preparare la colazione. Per una strana ritrosia che lo avevabloccato, mi raccontò che non aveva riferito loro della luce veduta nelbosconéavevachiestodiaiutarloaricostruirequelpaiodioreinmeritoallequaliavevapersocompletamentelamemoria.

Unmesedopoloattendevaun’altrasorpresa,ancorapiùsconvolgente.PerilsuolavoroJohnnydisponevadiuncamioncino,attrezzatoconunagru per il sollevamento dei carichi, dotato di due cabine, la seconda,utilizzata per la manovra, simile ad un piccolo pulpito a baldacchino.Quellamacchina, stando aKathie e a Laura, era tutta la sua gioia e neandavamoltofiero.Unamattinadidicembre,versole5.30,mentrestavaandando al lavoro, prima di immettersi nella strada principale avevarallentatoalsegnaledistop.Fermandosi,comed’abitudineavevalanciatoun’occhiataallospecchiettoretrovisoreeavevascortountiziosedutosulsedileretrostante.Pensandodiavereletraveggolesieravoltatodiscatto.Lafigura,all’apparenzaunuomonormale,avevaintestauncappelloadampie falde. Era solido, concreto, ben nitido nel contorno più che neisingoli dettagli. Spaventatissimo, aveva inchiodato all’istante e si eraprecipitatogiùdalcamion.Instradasieramessoacorrereperunadecinadimetripoisieraguardatoattorno.Ilpianaledelcamioneravuotoequelpuntodellastradasitrovavainapertacampagna:ilmisteriosoospitenon

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avrebbe potuto né nascondersi né fuggire via senza essere visto, eppureerascomparso.IlgiornodopoJohnnyvendetteilcamion.

Quandolointervistaimirivelòdiessereconvintochelalucenelboscoe l’uomo sul sedile fossero, in qualche modo, connessi fra loro. Aprescindere dall’esistenza oggettiva del fantomatico personaggio, lareazione del marito di Laura è tipica di coloro che, dicendosi scettici,vengonocoinvoltiinqualcosadianomalo.Aldilàdell’intervistanonhamai voluto spingersi e ha sempre rifiutato di sottoporsi a ipnosi perchiarireilmistero.

Mailpover’uomononavevaancorafinitodiessereperseguitato.Nonho potuto sviscerare più a fondo quest’ultimo episodio, sta di fatto chenellaprimaveradel1984,ungiornomentreerainpanneinunastradabuiae deserta con il nuovo camion per un guasto che non gli riusciva diriparare, si era imbattuto in due uomini di bassa statura, che si erano«materializzati» all’improvviso davanti a lui. Gli avevano parlato senzaemetteresuoni,dopodichesieraverificatoun«vuoto»dioltreseiore!Questanuova,ulterioreesperienzal’avevaspaventatoatalpuntocheperqualchetempo,comeebbearivelarmiLaura,nonerastatopiùcapacedirimaneredasolo.Neigiorniimmediatamentesuccessivi,ognivoltachelamogliecambiavastanzalaseguivacomeun’ombra.Eraterrorizzato,nonvolevastarsolonemmenoperunminutonéinunacamera,néincasa.

QuandofinalmenteandaiaIndianapoliserail22gennaio1984,valeadirecircasettemesidopol’incidenteverificatosinelcortiledeiDavis,tredopo la visita di Kathie a New York. Lei era venuta a prendermiall’aeroporto. Sulle labbra un sorriso, a mezzo tra l’interdetto el’enigmatico,quasiavolerdire:«Sperochetusappiaquelcheseivenutoa fare e a cercare, perché io non sono più sicura di niente». Lungo iltragittocheciseparavadallacasadellasuafamigliamiaggiornòsututtelenovità.RobbieeTommyeranoansiosidiconoscermi.

I due bambini avevano personalità e caratteri diversi. Tommy cheparlavaancoramoltopoco,eraunterribile,maadorabilebimbettodi treanni,cheerapraticamenteimpossibilescrollarsididosso.Meloritrovavoinbracciodicontinuo.Stavosedutoattornoauntavolo,bloccoallamano,ad intervistarequalcuno,potevi starcertoche,pianopianoe inassolutosilenzio,nelgirodipochiistanti,voltandotitiritrovavilasuafacciaaunpalmodinasoe,quasisubitodopo,sapevoperchéleginocchiapesavano:Tommysistavasistemando.Era irresistibile; loscrutavoconattenzione.

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Nonparlava,certo,malasuapresenzafisicaeraegualmente«sonora»,ecome.Avreidovutoescogitareundetectorluminosodamettergliintestaperaccorgermidituttiisuoispostamentisilenziosiefurtivi.

Robbie, più vecchio di un anno, era meno vivace e più riflessivo.Avevauna fervida immaginazione eun sensodell’humour tutto suo.Alfinediriuscireafarmiraccontareneidettagliilsuoincontroincameradalettoconl’omettogrigioeperscoprirechetipodireazioneilfattoavevasuscitato in lui, senza dar nell’occhio ed insospettirlo, scelsi una viatortuosaecomplicata,unaspeciedigiochinosuisogni.All’iniziomidisseche proprio quella notte ne aveva fatto uno divertente: «Ero con alcunibambini;aduncertopuntoneèarrivatounaltrochehadetto“googoogaga” e ci siamo messi tutti a ridere». «Perché, che ci sarebbe di tantodivertente?» avevo chiesto. E lui subito serio: «Ma, coma, non sai chequestoèunoscherzodabambini?».

Col tempo ho messo a punto un metodo particolare di approccioquando devo intervistare un bambino piccolo su questioni ufologiche.L’indagine sul «sogno» di Robbie contribuì non poco a perfezionarlo.Primadituttosidevestaremoltoattentianonsconcertareilsoggetto,giàdiper sé incertonella confusionedel ricordo; in secondo luogobisognariuscire a distinguere la realtà dalla fantasia. Questo è già un problemagrossocongliadulti,quandosihaachefareconunbambinodi4o5annilacosadiventadifficilissima.Inuncasorecente,ilpadre(unrapito)diunragazzo di 7 anni mi ha riferito di un sogno del figlio in cui eranocomparsi degli ometti nella sua camera da letto che lo avevano preso,sollevato in aria portandolo fino nel salotto. Così facendo avevanocontinuatoaripeterglidinonpreoccuparsiche«tuttosarebbefilatoliscioechenongliavrebberofattodelmale».Poiloavevanoportatoincortilepassandoperlaportaprincipaleedaquiloavevanofattosalireincielo.Siera svegliato in piena notte terrorizzato. Su richiesta del genitore, hopensato di sentire la sua versione del «sogno», cercando di trovare ilmodo di non spaventarlo. Dopo aver scambiato qualche parola gli hochiesto di raccontarmi qualche suo sogno: «Dimmi, qual è quello piùdivertente che hai fatto?». E lui mi aveva raccontato un intreccioavventuroso nel quale si scorgevano chiari influssi televisivi. Io, a miavolta, gliene avevo descritto uno deimiei. Poi eravamo passati a quellipaurosi.All’improvviso gli avevo chiesto se nongli eramai capitato disognaredivolare.«Oh,sì»,avevarispostoentusiastaederapartitoconil

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«sogno»degliomettigrigiche loavevano trasportatoperaria.E io,perprovocarlo:«Sei sicuro?Staattento, saiquantoè facilemescolare sognidiversifraloro.Puòdarsichetuabbiaconfusoperesempio,ilpostoincuiti trovavi».«No,no,» aveva subito ribattuto«era lamia camerettanellacasa di campagna, tale e quale». Aggiungendo che ci sono sognistrampalatiealtrichesembranoproprioveri,gliavevo,infine,chiestodidefinireaqualecategoriaappartenevailsuo.«Senzadubbioaquellichesembravanoproprioveri.Iovolavonellastanza.»

Dalla chiacchierata sui sogni di quel pomeriggio, questo caso è statoinvestigato a fondo con la collaborazione di ipnotizzatori psichiatri emedici. Al pari di quello di CopleyWoods si è rivelato estremamentearticolato, un classico esempio di «studio di famiglia», lungo piùgenerazioni,dapartedelleintelligenzeUFO.Èinfattiemersocheoltrealragazzoedalpadreeranostaterapiteanchelamadre,unaziaedilnonnoecisonobuoniindiziperpensarecheilpadre,comeKathie,losiastatopiùvolte,anchenellafanciullezza.

Durante una chiacchierata successiva, avvenuta più omeno un annodopoquella incuimiavevadescritto il«sogno»,Robbiemiparlòdiunaltro recente.Avevavisto il filmE.T. ederaansiosodidirmicheavevasognatoilpiccoloextraterrestrecheeraandatoatrovarloincamera.Nonpotevo, ovviamente, sapere se si era trattato di un’altra esperienzaufologica o più semplicemente di un normalissimo sogno di fantasia,sull’emozione provata nel conoscere tramite il grande schermo unaversione disneyana di un essere alieno. (Amio avviso l’enorme fascinosuscitato dalla creatura di Spielberg è soprattutto dovuto al fatto cheassomiglia ad una tartaruga senza guscio.Come si sa, non c’è bambinoche non ami le tartarughe che appaiono ai loro occhi come deglianimaletti tranquilli,pacificiegraziosi).DomandaiaRobbieseeraE.T.l’uomo dalla grande testa e privo di bocca che aveva visto nel sognoprecedente.«No,èbendiverso.QuestavoltahosognatocheE.T.venivaatrovarmi, non assomiglia a quell’uomo. Sono diversissimi». E permostrarmi la differenza aveva fatto due disegni, uno di E.T. e l’altrodell’individuo misterioso (vedere le illustrazioni). Poi aveva tenuto aribadireche inuncasosiera trattatodiunsognomentrenell’altrodellarealtà, indicandomi conprecisione persino il punto della parete da dovequell’uomo era penetrato nella sua camera. Mi chiesi se non si fosseimmaginatoilpiacevolesognoconE.T.peresorcizzare,inquelmodo,la

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tremendapaurachel’avevaassalitolanotteincui«l’esseresenzabocca»l’avevaparalizzatonelletto.

Indubbiamente il primodeimieiquattroviaggi a Indianapolis è statoquellopiùprolificoe importante,permettendomidiscoprireunnotevolenumero di altri eventi UFO connessi al caso Davis che avevano avutocomeprotagonisti e testimoni loroparenti, amici evicinidi casa.Comequalsiasiricercatoresa,memoriaesensazionipossonoalterarsifacilmenteeconfondersi,quandoavevo fatto ritornoaNewYorkeroperòcertodiunacosa.Kathieelasuafamigliaeranogenteonesta,chedicevalaverità.Nella settimana di soggiorno li avevo intervistati tutti, a quattr’occhi einsieme,insistendo,divoltainvolta,sudettaglieparticolariperdefinireappieno il quadro degli eventi.Avevo parlato conKathie, lamadre e ilpadre,Robbie,Lauraesuomaritoeduedeilorofigli,trevicinidicasaesette conoscenti diKathie, testimoni, chi in un verso chi in un altro, diqualcosadianomalo.Mai, inalcunmomento,misonoimbattutonelpiùpiccolomotivo per contestare o dubitare della franchezza della famigliaDavis.Anzi, sonovenuto a conoscenzadi alcuni fatti non trascurabili eavvalorati da testimoni secondari, invece che dai più diretti interessati,Kathie in testa (anche se c’è da dire che è umanamente impossibilericordarsisempretutto).

Dunque,alterminedellavisitadigennaio,quattromesidopolaprimafatidica letteradiKathie,mistavorendendocontoche ilcasodiCopleyWoodserasenzadubbio,lapiùcomplessaseriedieventiUFOincuimifossimai imbattuto.Ma laseraprimadipartirecompresiancheun’altraverità,entrainelcasodaun’altradimensione.StavoparlandoconKathiedeigiornitrascorsiinsiemeacasasua,dellasuafamigliaeledicevocheerafortunataadavereduebambinitantobelliesimpaticicomeRobbieeTommy.A un tratto aveva inchiodato lamacchina e guardandomi fissonegliocchimiavevadetto:«Budd,vogliodirtiunacosa:devisaperechehoancheuna figlia».Ero rimasto insilenzio,noncapendodovevolesseandareaparare.«Nonsodov’è,però,perchénonl’homessaalmondoio,nonmièuscitadalgrembo;masochec’è,sodiavereunafiglia.»Dopoilprimomomentodiimbarazzo,erostatocapacedirivolgerlesoltantolapiùovviadelledomande:«Comefaiasaperlo,Kathie?Checosatispingeacrederlo?».Elei,guardandomidecisainvolto,conunaserietàchenonleavevomaivedutaprimanegliocchi:«Perchéloso,eanchesel’hovedutaunasolavolta,melaricordobenissimo!».Eromuto,confuso,nonsapevo

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chereplicare;sapevoperòcheKathiemiavevarivelatoilsuopiùintimosegreto.Mentretornavamoacasainsilenzio,caldelacrimelerigavanoilviso.Avevaparlatoancoraunavolta,pocoprimadiaprirelaportadicasa:«Budd, ti dico un’altra cosa. Sento che fra non molto la rivedrò. Losento…loso».

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CAPITOLOQUINTO

ILCAMPEGGIOEALTREAVVENTURE

Il giorno in cui ero rientrato a New York avevo la testa piena diinformazioni, dati e notizie, alcuni nitidi e chiari, altri ancora assaiconfusi.Apensarcibene lasettimanaaCopleyWoodsavevaapertopiùproblemidiquantinonneavesserisoltieleultime,commoventiparolediKathie che facevano riferimento a un bambino perduto costituivanosoltantounesempiodelvastoterritoriocheavevoancoradaesplorare.Maandareera stato, comunque,oltremodo,utileperchéavevo sentitonuoviracconti, incontrato altri testimoni, rivisitato eventi di cui già ero alcorrente, raccolto ulteriori tessere di quel puzzle che stava rivelandosiognigiornopiùcomplesso.Unadellestoriepiù interessantivenutefuoriinqueigiorniriguardavaunagitaincampeggiocheKathieavevafattonel1975conunasuaamicadinomeNanalParcoNazionalediRoughRivernelKentucky.

Erastatoinoccasionedellafestadel4luglio.KathieavevasedicianniesieraaggregataallafamigliadiNan,igenitori,ilfratellopiùgiovaneeSam,ilragazzodell’amica,condestinazioneunpiccolochaletnellapartepiù interna della riserva. Come tutti i Parchi che si rispettano, c’era unlago,barche,possibilitàdiandareapesca,dicompiereescursionie tuttiquestitipidisvago.Kathienonmiavevamaiparlatodiquestagitaederastata Nan a rammentarle quel che di strano era capitato in quella

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occasione.Nel corso di una delle prime telefonate avevo chiesto a Kathie di

raccontarmiisuoisogniricorrenti.Inunosivedeva,dinotte,chiusainuncamperintentaaparlareviaradioconqualcuno.D’untrattoradioelucisispegnevanoeguardandofuoridalfinestrinovedevanelcieloquattrolucirotanticometrottoleinfasediavvicinamento.Spaventata,siaccovacciavasotto il cruscotto. Nell’ultima visione del sogno si vedeva con ilmicrofono radiotrasmettitore inmanomentreesclamava:«Chi sei…chesta succedendo?» Con quello tutto finiva. Le avevo allora detto disforzarsidiricordareseavevarealmentevissutoqualcosadisimile,malarisposta era stata negativa. Solo dopo un po’ le era venuto in mentel’impianto ricetrasmittente sullaChevrolet del padre di Nan e, sebbenevagamente,lagitaalParco.

Appena informato di questo fatto mi ero preoccupato di spingerla amettersi incontattoconl’amica,perchél’aiutassearicordare.ENanerarisultata utilissima: «Non ti ricordi i ragazzi, quella sera… quelli con iqualiavevamoparlatoconlaradio…equelbiondinochetipiacevatanto?Non ti ricordi cheeranovenuti findanoiperchégli avevamodettocheavremmo organizzato una festa?» Kathie era letteralmente caduta dallenuvole: come aveva potuto dimenticarsene, visto che si era presa una«cotta» per il ragazzo biondo! Era davvero molto strano. «I ragazzi cidisserocheeranoaccampatineldatoposto;maquando,ilgiornodopo,cieravamo andate non avevamo trovato nessuno; non c’era ombra dicampeggiatore nel giro di chilometri… Ci eravamo stupite, più chearrabbiate…Con quei ragazzi era stato tutto così strano. Loro stessi ciavevano trovate senza che durante lo scambio di battute via radio gliavessimomairivelatodoveci trovavamo.Einquelpuntodelparcononc’erano né nomi per i viali né riferimenti precisi. Ciò nonostante a untratto, li avevamo visti comparire sulla strada sterrata a bordo di unavetturavecchiaesgangherata,conunfarosìeunono».

NelsecondogiornodipermanenzapressolafamigliaDavis,avevamodecisodifarlucesuquelfattoneidettagli.Iricordieranoriaffioratiallamemoria inmodo semprepiùnitido.QuelpomeriggioKathie,Nan, suofratello e Sam si erano messi a giocare con la ricetrasmittente. Quasisubitogliavevanorispostoquattroragazzi.«Dicemmolorochesefosserostati capaci di trovarci avremmo improvvisato una bella festa.Rispondevanoatonoecidivertivamo.Dopounpo’Samedilfratellodi

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Nanseneeranoandati,seguitiaruotadaNan.Cosìcheerorimastasolainmacchina.Soloalloraavevavedutoleluciavvicinarsimoltolentamentealla strada, sentendo dall’altra parte della radio una voce che diceva«Ecco, ora ti vedo, arriviamo!». Ed erano proprio arrivati allo chalet.Eranointre.Ilbiondocheeramoltocarinoemipiacquesubito,dissecheilquartoavevapreferitorestarealcampeggio.

Quando tutti insieme eravamo entrati nella capanna era già tardi,diciamo attorno amezzanotte, ed ero convinta che almeno i genitori diNan fossero a letto. Invece erano ancora tutti svegli, anche il piccolo.Pensai chepervenire adisturbare aquell’oradellagente sconosciuta civolevaunbel fegatoobisognavaesserematti,ma, contrariamentea ciòchecredevo,tuttoerafilatoliscio.Bevemmounbicchieredibirrainsiemeeparlammo.Poi,mipare,uscimmoperaccendereunfalò.Cidivertivamoeiragazzisifermaronoperunpo’».

Chiesiiloronomi.«Guarda,nonliso.Apensarcibenenoncelihannodetti. Indossavano tutti e tre una maglietta blu; il biondo disse chefacevano parte di un complesso musicale. Parlammo anche dei nostricomplessipreferiti».Kathieavevacontinuatoaraccontaredelbiondoeatrascurareglialtridue.«Nonmeliricordoperniente.Eranoaltiemagriesiassomigliavano,manonhannomaiapertobocca.L’unicocheparlavaerailbiondo».

Erocuriosodisaperechecosaeraaccadutonellochalet.«LamadrediNanvolleoffrirequalcosa;c’erabirra,cafféecoca.Sapendochelaprimaera disponibile in abbondanza il biondo avevadetto cheunbicchiere dibirraandavabenepertutti».Lechiesidichecosaavevanoparlato.«Nonmeloricordo.Sosolochec’eraunbelclima,stavamobeneepassaronounpaiod’oresenzacheceneaccorgessimo».Vollisapereseentrandosierano seduti e che cosa avevano detto. «Non lo so. Gli altri dueme liricordomutieinpiedi,unoalatodellaporta.Sonosemprepiùconvintachenonhannoprofferitoparola».«Manonsisononemmenopresentati?Nemmenoilbiondolohafatto,dicendoviquestisono,cheso,GiorgioeBelly,oqualcosadisimile?»«No,nonmisembra,nonhannomaiapertobocca»avevareplicatoKathie,condividendouncertostupore.

Ricostruita parte dell’avventura l’avevo pregata di farmi incontrareNan, che nel frattempo si era sposata con Sam. Non era stato difficileorganizzarel’incontroeavevopotutointervistarliincasaDavis.Samèunuomotranquillo,padrediduebeibambini,epiuttostoconservatore.Nanè

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una ragazza esile e carina, intelligente e alquanto riservata. In quelperiodopoieraparticolarmentepreoccupataperviadelpadregravementeammalato. Chiesi loro del fatto e confermarono in pieno il racconto diKathie. Compresi subito che la parte certamente più interessantedovevanoesseretuttelecosechenonriuscivanoaricordare.AncheNaneSamnonavevanounricordoprecisodeiduesilenziosiamicidelbiondino.Li descrivevano come alti e slanciati, vestiti allo stesso modo, e muti.Viceversa,ancheloro,rammentavanobeneilgiovanebiondo.Sammelodescrisse come un tipo non tanto alto, tarchiato, vestito con calzoni egiubbottodijeansemagliettacolorgiallopallido.

Anche a proposito della conversazione i due giovani ribadirono ilracconto di Kathie: i ragazzi facevano parte di un complesso, eranoaccampati nonmolto distante e via discorrendo, niente di più. Si eranofermatiperqualcheora.Samfeceun’osservazioneinteressante.Dissecheavevaavutol’impressionecheiduechesenestavanomuticomepesci(eche ricordava in modo molto vago) fossero «una specie di guardia delcorpodelbiondo,cheparlavaancheanomeloro».

Dunque Kathie, Nan e il marito ricordavano le stesse cose — o,meglio, dimenticavano tutti e tredi evidenziare imedesimidettagli.Piùavanti avevo avuto l’opportunità di intervistare anche altri testimoni: lamammaeilfratellodiNan.Lasignoradisse:«Ilbiondoerasimpaticoecarino. Quando chiesi che cosa desideravano bere, optò per una birraesclamando con cordialità: una birra, grazie». Ancora una volta erocuriosodisapereseperlasceltasierarivoltoaicompagni,malasignoranonloricordava,nonciavevafattocaso.Vollianchesapereperchéqueiragazzieranoarrivatifinoallochaletecomecieranoarrivati.«Credosifossero spinti fin là per conoscere Kathie, visto che si erano parlati alungoconlaradioeallettaticonlapromessadellafesticciola.Ricordocheera giàmolto tardi quando si presentarono. Riguardo a ciò che disse ilbiondo, l’unico che parlava, non mi viene in mente niente, salvo chefacevanopartediuncomplessomusicale.»

Il giorno dopo l’incontro con Nan e Sam, d’accordo con Kathie,decidemmo di tentare una seduta di regressione ipnotica per vedere dimettere meglio a fuoco quello strano evento. All’inizio Kathie avevaricostruito lascenasull’automentre«parlavaalla radiotrasmittente».Poiavevacontinuato:«AdessoJoe,ilfratellodiNan,sièstufato…dicechenonglienefreganientediquei tizi…seneva.Ecosì,pocodopoNane

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Samentranomentreiorestofuori».Dopounapausa:KD: «Non sono affatto stanca. Mi diverto da matti con la radio»

(pausa). «Lui vuole che parliamo ancora» (lunga pausa, poi lievementeagitata)«…nonricordo…così…forsestosognando…»

BH:«Descrivimelo,Kathie».KD:(unpo’allarmata)«Quantaluce,ècomefossedinuovogiorno.E

la radio… è accesa ma non sento voci, è muta… e c’è qualcosa chelampeggia nel camper, dappertutto, tutt’intorno… adesso guardo nellospecchietto retrovisore e lo vedo… è tanto brillante che fa male agliocchi…devosocchiuderliefraleciglialointravedovenirmiincontro…non è una luce sola, mi sembrano quattro ruote luminose chelampeggiano,cheemettonofascidiluce…»(spaventata)«incomincioadaverepaura…»(pausa)«adessomiaccovaccioenascondolafaccia,cosìmi sembra di non averne più. Adesso sollevo un pochino la testa pervederesec’èancora,ètuttochiaro…riprendolaradioechiedoairagazzidovesonoechecosavoglionodame.Elororispondonochesonosemprein linea e vogliono continuare a parlarmi. Quando li sento, quando miarrivalalorovoce,ritornalanormalità»(pausa).«Diconocheormaisonovicini. Allora li sfido a venirmi a scovare senza però rivelar loro dovesono…Celafanno.Quellocheparlaègentileesimpatico.Aduntrattomidice:“Guardaversolastrada”.Lofaccioeluiprosegue:“Bene,adessopossopersinovederti”.Ec’èunamacchinachesalepianopiano;mentrecopre l’ultimo tratto le luci si spengono. Giunti di fronte allo chaletscendono tutti e vengono verso di me; scendo anch’io e vado loroincontro.Ilbiondostadavanti,glialtridueloseguonocamminandomoltolentamente…»

Chiedoinformazionisullamacchina.DaquelcheKathiedescrivenonsi direbbeun’autodi serie.La strada sterrata che conduceva al capannoeratuttabucheecunetteeppurequell’auto«…simuovesenzasobbalzi…lelucisonofermeenonvannosuegiùcomeaccadrebbeaunamacchinaqualsiasi».Mac’èqualcos’altrodiinsolitonelleluci:«Miparechecisiaun fanale rotto. Da un lato, infatti, vedo solo una lucina e nonl’abbagliante, con il fascio pieno di luce. Un faro deve essere propriospento…».PiùavantiKathiedescriveràl’autoanchenelmomentoincuise ne va. «Hanno imboccato la discesa…davanti hanno un solo fanale,poi le lucette laterali, ma quelle posteriori di posizione non le vedo…penso, oh, oh, non hanno le luci… non hanno le luci posteriori,

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probabilmentesonofuoriuso».Laricostruzionedeglieventidiquellaserataprosegue:KD:«Misorride.Nonparla.Dico“ciao”eluirisponde“ciao”.Èmolto

carino».«Non è come me l’ero immaginato alla ricetrasmittente, direi che è

ancorameglio…midicecheeralui…eraluichedesideravaconoscermi.Mi domanda dov’è Nan e io rispondo che è entrata in casa. “Possovederla?”eio:“Certo,seguimi”.Cosìliconducoallochalet.Glialtrinondicono una parola. Entriamo e sono tutti svegli. Pensavo che li avreitrovatialettoperchéègiàtardi,einveceno.IlpadrediNanèsedutosuldivano,lamadreèsull’usciodellacucinacheosserva;aquestopuntolatestaincominciaagirarmi,miprendecomeuncapogiro,misembradinonvederci più bene… C’è anche il fratello, è seduto con Nan e Sam suldivano,davantialtelevisorecheèspento.Nonriescoacapirecomemaisonoancoratuttialzatiafarniente»(pausa).«Ilbiondosisiede,glialtristannoinpiedi.Ilprimoalatodellaporta,ilsecondovicinoallasignora.Nonmi ricordocheaspettohanno…sonopiùaltidell’amico…adire ilveronon li consideromolto, ancheperchénonparlanomaienon fannonullaperfarsinotare».

BH:«Nonsipresentanonemmeno?»KD: «No, non lo fanno. Mi sembra di conoscere solo il nome del

biondo;illorono».BH:«Nontidiconoilnomedelcomplessooqualcosadiloro?»KD: «No. I nostri nomi già li conoscono da quando ci siamo parlati

allaradio».La cosa suonamolto strana. Immagino che il disinibito leader di un

complesso non debba essere così restio a far conoscere il suo gruppo,approfittandomagaridell’occasioneperspenderedueparoleinpubblicità;masubitodopoincomincioarendermicontochequeitizisonotuttomenochegiovaniartisti.IlraccontodiKathienonfacheribadirequelchegiàsapevo.

BH:«Tiricordidichecosaaveteparlato?»KD:«Della radiotrasmittente e dello chalet, del 4 luglio e dei fuochi

d’artificio…edellamusica,dadovevenivano,checosafacevano».BH:«Tidicechetipodimusicafanno?»KD:«No,adire ilvero.Sono lorochemichiedonoqualè lamusica

chepreferisco.Iodicoilrockecitounpo’dicomplessieloroprecisano

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cheèproprioquello ilgenereche fanno.Questoè tuttoquelchedice ilbiondo a proposito della loro musica, nient’altro. Il ragazzo biondoindossaungiubbottodijeans;meloricordobeneperchésonotornatadalKentuckyconunouguale».

BH:«Chetipoè?»KD:«Altocomeme,dellamiastazza,forseiosonounpo’piùmagra,

robustoerotondetto,manongrasso.Ilvisoèpasciuto,gliocchiazzurri,icapelli chiari, di un castano biondo molto chiaro… non giallo, un belbiondocaldo.Riccisulcollo,manonricciolini,conondeampieefluenti.Unbeltipo,insomma».

Ma a parte il biondo, mi interessava sapere qualcosa sui suoicompagni. «Erano più alti e slanciati. Non ne ricordo il viso… nonriesco…misembravestisserotuttieduedellemaglietteblu…mailvisononloricordo.Perònoneranocomelui».Ripensandoadalcuniaspettidiquestabrevedescrizione, specie l’attenta sceltadei terminiusati,mieroaccortocheeranoassaiinteressanti.Kathie,infatti,nonavevadettocheiduesilenziosiragazzinonassomigliavanoalbiondo,bensìchenoneranocomelui,unaprecisazioneche,inquantonatadall’inconscio,potevavolerindicare qualcosa di molto importante. Suggestione, d’altro canto,avvaloratadairicordidituttiglialtritestimoni,capacisolodiconcentrarelamemoriasulbiondo.Poiavevonotatoun’altracosaancoraamioparereinteressante e strana: il giovane intraprendente era stato descritto daKathiecomeunsuofratellogemello,unaversionemaschiledileistessa:«Lamia altezza, ilmio peso, il viso paffuto, gli occhi azzurri, i capellibiondo castani che cadono ondulati sulle spalle.» Un’impressione cheavevatrovatoconfermainoccasionisuccessive,siainipnosicheinstatodiveglia.«Ricordocherimasifortementeaffascinatadaquelragazzoemicivolleunasettimanaperfarmelopassaredimente».Primadiandarsenemiavevadatounbacioediomierosentita,oltrechefelice,ancheunpo’strana.Non riuscivoa smetteredipensarea lui.Mipiacevamoltissimo,forse perché era stato tanto gentile soprattutto con me. Sorrideva…sorridevasempreatutti…auncertopuntohocapitocheanch’iodovevopiacergli». Le avevo chiesto se le era sembrato di averlo veduto altrevolte.«Averlogiàincontrato…unocosì…Apensarciadessodireidisì.Avevol’impressionediaverlogiàconosciuto,manonsapevodove.Credochecapitiatutti.Eracomeavessiincontratosenonproprioluiunocomelui.Gliocchieranoglistessi,loricordobeneperchéridevacongliocchi».

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«Riderecongliocchi?»«Sì,èunacosastupenda,chetiriscaldailcuore».Era una frase che nonmi suonava nuova, l’avevo sentita ripetere tantevoltedaaltricontattisti:«Nonmuovevamailelabbra,persorridereusavagliocchi».

UnavoltauscitadallostatoditranceipnoticaKathieavevaproseguitonella ricostruzionedei fatti, evidenziando il suo stuporequando, seguitadaitreragazzi,erarientratanellochalet.«Erosicurachenonavreitrovatopiùnessunosveglio,eratardieinveceeranoancoratuttisveglisedutioinpiedi,girativersolaTVcheeraspenta.Ma,Budd,nonerano“normali”,eranocome“congelati”,fissi,bloccatienessunoparlava.Èstatoinquestomomentochemièvenutoilcapogiroehosentitochelatestacominciavaa girarmi.Ma è stato un attimo, non appena il biondo ha aperto boccal’incanto si è spezzato, tutto ha ripreso a vivere, amuoversi, a parlare.Primaeracomesefosserostati“addormentati”,congliocchiaperti».NelcasoAndreasson,bendocumentatodall’ufologoRaymondFowler,vienedescrittaunasituazionesimile.Laprotagonista,Betty,vieneprelevatadacasa e condotta su di unUFO.Dopo un lungo periodo di tempo in cuihanno luogo una serie di fatti, viene riaccompagnata in salotto. Qui sistupisce di ritrovare tutta la famiglia riunita, seduta e silenziosa, come«ibernata»chenon si accorgenemmenodel suo rientro.«Erano fermieimmobili. Becky, mia figlia, sorrideva… me la son trovata di frontesorridente…ma sembrava che nonmi vedesse. Era come bloccata conquel sorriso abulico e sconcertante sulle labbra. {1} Questa scenaallucinante, tantosimileaquella incuisieravenutaa trovareKathie,siera risolta quando i «rapitori» avevano accompagnato tutti nei rispettiviletti,Bettycompresa,cancellandoleilricordoconsapevoledituttociòcheleeraaccaduto.

Come abbiamo già avuto modo di notare, una delle costanti nelcomportamentodegliUFOconsistenellaloroincredibilecapacitàdiporrein uno stato di «animazione sospesa», per il tempo ritenuto necessario,tutti i presenti che non sono coinvolti in modo diretto nell’azione disequestro. Così si eliminano i «testimoni scomodi», con un’operazionecertamente meno drastica di quella messa in atto dalla mafia. Questacondizione di «disattivazione» psico-fisica ritorna sovente nei rapportiufologici. In un caso accaduto in Florida, per esempio, due protagonistisono stati rapiti da un’auto, mentre altri tre passeggeri sono stati «resiinnocui». In un caso verificatosi nel North Dakota nel 1975, di tre

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malcapitati due soltanto sono stati sequestrati, il terzo ha atteso il lororitorno in «animazione sospesa».Anche se i particolari variano ciò chenonmutaèlasostanza. {2}

Aquestopuntomidomando:qualèstatoilveroscopodellavisitadeitremisteriosi ragazzi allo chalet?Anche sotto ipnosiKathienonhamairicordatonullacheponesse in rilievouneventodiabduction.Dunque ilfulcro sembra doversi spostare sul rapporto e la «conversazione» da leiavuti con il biondo. Col tempo sono però venuti fuori nuovi indizi diestremointeressenonlegatialei,maall’amicaNan.

Unaserad’invernodel1982NaneSam(felicementesposatie,oggi,genitorididue figli)eranoacasadavantial televisore.Approfittandodiun spot pubblicitarioNan era andata in cucina a prendersi un bicchiered’acqua. Aveva fatto scattare l’interruttore della lampada al neon maquesta aveva tardato un pochino ad accendersi. Nel frattempo si eraavvicinataallafinestrasullavandinoeleeraquasivenutouncolpo.Fuori,pocodistante,c’erauntizioaltissimochelastavaosservando.Indossavaunaspecieditunicalungaaderenteeaipiediaveva«stivalilunari»ossiascarponi all’apparenza goffi e pesanti. Era rimasta sbalordita e senzaparole.Finalmentelalucesieraaccesae,inquellostessoistante,lafiguraera scomparsa. Si era allora precipitata dal marito in preda al panicofarfugliando confusamente ciò che aveva visto.All’epoca i due giovaniavevanouncanecheabbaiavaperunnonnulla.Inoltreilcortileeratuttorecintato con un’alta rete, salvo nel tratto in corrispondenza dei duecancelli d’ingresso che erano sbarrati. Stranamente il cane era statoquieto. Portandoselo dietro Sam era uscito fuori di corsa. C’era nevefrescasulterreno,manessunaimpronta.PiùavantiNanebbeaprecisarmiche le era sembrato che quella strana presenza avesse avuto il viso alivellodeisuoiocchi,cosachepresupponevaochefossestataaltissimaoche non stesse posando i piedi per terra. Ovviamente non sapevo chefarmene di un racconto del genere, anche perché era accaduto così infrettachenonsipotevaescludereunabbaglio.Nonsapevochepensare,salvoriconoscerecheladonnaneerarimastadavverosconvolta.«Budd,pensache sonoarrivataalpuntodi telefonareallapolizia; cosachenonavevo mai fatto in vita mia». Quando andai a visitare la loro casa pervedereilluogodovesieranosvoltiifatti,miresicontochel’entitàsieravenutaatrovaremoltovicinaaNan,valeadireanonpiùdiduemetriemezzo.Discutendoecaptandoalcuneallusionineisuoiracconticompresi

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anchechel’amicadiKathienoneraaffattonuovaaesperienzesimili,masembravanonvolessericordarequeglieventi.Mieraallorasortainmenteun’altra eventualità: non avrebbero potuto essere Nan e Sam il veromotivo per cui i tre inquietanti ragazzi senza nome si erano recati allacapanna?

Unodegli scopiprioritarichemieroprefissodiperseguiredurante ilprimosoggiornodiinvestigazioniaIndianapoliseraquellodiincontrareeintervistareilmaggiornumerodipersonepossibileche,inmododirettooindiretto, potessero aiutarmi a ricostruire il fatidico 30 giugno 1983,giornodell’atterraggiodell’UFOnelgiardinodeiDavis,causacheavevaspintoKathieascrivermiperlaprimavolta.UnatestimonecheeroassaiansiosodisentireeralasignoraJoyceLloyd,lavicinadicasachedicevadiavervedutoillampoindirezionedeiDavisecheavevadescrittotuttaunaseriedialtristranieffetti.Joyceeraunagiovanedonna,moltocarinaecordiale, tranquilla e riservata, dal comportamento leggermente ansioso.Mièstatopossibileparlarepiùvolte.Partedellesuetestimonianzesonoemerseinstatodivegliaaltresottoipnosi;maciòchecontaècheleipuremièsembratacoinvolta inquellastranaesperienzaalmeno tantoquantoKathieelasuafamiglia.Presentavainfattimolti«indizi»sospetti.

Anche lei comeKathie e lamadre, ha su di una gamba una piccolacicatrice tonda, che risale alla fanciullezza, ma non riesce a ricordarecome se l’è procurata. Nel 1981, mentre stava tornando da casa dellamadre,sieraimprovvisamente«perduta»,lungounastradacheconoscevabenissimo. L’unica cosa che ricordava bene era che a un certo puntoaveva deviato. Quando finalmente era arrivata a casa il telefono stavasquillando, era la madre che preoccupatissima le chiedeva il perché ditantoritardo.Erasuaabitudine,infatti,ognivoltachelafigliatornavadauna visita a casa sua darle un colpo di telefono per sincerarsi che nonfosse accaduto nulla lungo il tragitto. Quel giorno, Joyce era rientrataalmenoun’oradopo,manon riusciva a ricordare dov’era stata.C’eranopoialtrifattistraninellasuavita,maunoerapiùinteressanteditutti,vistoche presentava un aggancio importante nei confronti della storia diKathie. {3}

Nel ricordo del campeggioKathie, come si rammenterà, aveva dettocheitregiovanieranoarrivatiallochaletabordodiunafuoriseriedotatadifariquantomenostravaganti.DurantegliincontriconJoycevennefuoriil resocontodiunabizzarraavventuraverificatasinel1984.Unanottesi

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erasvegliataall’improvviso,latestaalpostodeipiedi;ilmaritoafiancoche riposava tranquillamente. Ipiedi,chepoggiavanosulcuscino,eranobagnati, così come gli indumenti che aveva indosso. Era gelata espaventata. Pensò di aver avuto un incubo, perché aveva ancora benpresente l’immagine in cui lei era in un prato vicino a un’automobilesconosciuta.Ricordavadiavervistounalucechesialzavasullimitaredelsuogiardinoe,unistantedopo,sierarisvegliataaletto.Lacosal’avevalasciataconfusaeagitata,perché tuttoera sembratoestremamente reale:nonleriuscivaassolutamentediricordareilmomentoincuieraandataadormire quella sera. Decidemmo, di comune accordo, di ricorrereall’ipnosi per fare luce su quella inquietante faccenda e per riuscire adistinguere la realtà dal fatto onirico. Joyce si rivelò un soggettomoltodisponibile. All’esperimento erano presenti Kathie e la sorella. Fu unaseduta interessante, nel corso della quale emerse quella che potremmodefinirelastoriadella«metamorfosidiunastranaautomobile».

JL:«Voglioricordareecapireperchémisonosvegliatasottosopranelletto.Èstrano».

BH:«Bene,alloraprovaatornareindietroconlamemoriaalmomentoincuitisvegli,riferiscimiconprecisionechecosaprovi.Dimmichecosaindossi,cometisenti.Checosaprovi?»

JL:«Sonoeccitata…ansiosa»(pausa).«Indossounpaiodimutandineedunamaglietta…sonosudataehofreddo.Ancheipiedisonobagnati.Comediavolohofattoaridurmicosì?Nonricordoquandomisonomessaa letto,nonsoperchémisonosvegliata, salvoche…devoaver fattounsogno».

BH:«Su,coraggio,raccontamelo».JL: «Tutto quel che ricordo è… non ricordo quando sono andata a

dormire… adesso sono distesa in un campo… e c’è un’automobile… èd’argento e ha degli strani segni. Non sono proprio sicura che sia unamacchina… credo lo sia.Mi sembra di essere inchiodata a terra. Sonodistesa».

BH:«Checosaindossi?»JL:«Mutandineemaglietta?Nonhopaura».BH:«Checosasonoqueisegnisull’automobile?»JL:«Nonvedo…nero,argento?Èqualcosadirotondoelungo.Credo

siaun’auto».BH:«C’èqualcunoabordo?»

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JL:«Nonvedonessuno» (pausa).«Noncapiscoperchémi trovoqui.Comunquenonhopauradopotuttosochestosognando».

BH: «Descrivimi il prato. Che cosa vedi? Erba curata, erbaccia ocosa?»

JL: «Nelmezzo è polveroso, come se ci fossero passate sopramoltemacchine. L’erba sembra bruciacchiata… dal sole. Ai lati ci sono folticespugli e erbacce. Sullo sfondo vedo anche degli alberi alti ma sonolontani. Poi c’è uno spiazzo e una collinetta. E adesso anche una luce.Tuttoquelchericordoèchelaosservomoltoattentamente.Vedocheseneva.Ed ecco chemi ritrovonelmio letto, i piedi al postodella testa.Nonsonullasuquellastranaautomobile»(pausa).«Hadeisegnistranienonriescoacapireperchésonovenutafinqui».

BH:«Oforseticihaportatoqualcuno?»JL: «Comunque la cosa non mi preoccupa, perché penso che sto

sognando. È da questa certezza che nasce il mio coraggio, la miafreddezza.Sochesitrattadiunsogno».

BH: «Bene, proviamo ad andare avanti, può darsi che il sognocontinui».

JL:«Nonloso…nonriescoaricordare».BH: «Oh, adesso facciamo un piccolo esperimento.Credo, infatti, ci

sia qualcos’altro, soprattuttoprimadella comparsadellamacchina.È suquestocheoratidevisoffermare».

A questo punto mi ero volutamente fermato nella sollecitazioneipnoticaperchémirendevocontochec’eracertamentedell’altrocheperòJoyce era riluttante a descrivere. Si tratta di un atteggiamento moltocomuneinquestiesperimentieperilqualehomessoapuntounmetodochepossiamodefinire di aggiramento del problema. Invito il soggetto aimmaginare un pesante sipario nero, ben chiuso davanti ai suoi occhi.Quellacortinadistoffagli infondesicurezza,proteggendoloda tuttociòdipericolosochepuòtrovarsidall’altraparte.Quindilospingoatoccareconlamano,atoccareeastringereunlembodelsipario.Infinegliordinodi contare fino a tre e quindi di scostare con forza la tenda, lanciareun’occhiata dall’altra parte e richiuderla all’istante. È un procedimentostrano forse ma che funziona sempre. All’uno il soggetto afferra iltendone, al due è pronto all’azione, al tre lo discosta e lo riavvicinarapidissimamente.ArrivatoaquestointoppoeroricorsoancheconJoyceal sistema del «sipario».A operazione compiuta ero tornato alla carica,

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interrogandolasuchecosaerariuscitaasbirciare.JL: «Uhmm» (nervosamente) «…non voglio saper nulla a proposito

dell’auto.Perchépensosolochesitrattidiun’auto».BH:«Inverità,cos’haivisto?»JL:(lungapausa)«Nonsonodeltuttosicura;nonmièmaicapitatodi

vederneunacosì».BH:«Chedimensioniha?»JL:«Direicheèpiùgrandediunamacchina,sebbenenonmoltissimo».BH:«Èmetallizzata?»JL:«No,èpiùopaca,nonbrillatanto».BH:«Èpiùbassadiun’auto,oèegualeaun’auto?»JL:«Èpiùlunga.Haunaformatondeggiante.Nonvedoportiere».BH:(coninsistenza).«C’èunconducente?»JL: (con l’atteggiamento di chi non ha intenzione di cedere) «Non

riescoavederlo».BH:«L’autositrovasudiunastrada?»JL:«Stasulterreno,nelpuntoincuinoncisononépratonéerbacce».BH:«IlpostoincuititrovièvicinoolontanodaCopleyWoods?»JL: «Non lo so, non so bene dove mi trovo. Non ci sono mai stata

prima.Nonvogliosaperenulladellamacchina».BH:«Haidettodiavercinotatosopradeisegni…»JL:«Credosiacosì,miparediavernotatodellemacchiescure…è…è

difficilevedere…»BH:«Hadeifinestrinicomequellidiunamacchina?»JL:«No.Sonomoltopiùalti».BH: «Come è grande, questa cosa, rispetto ad un’auto normale?Hai

dettoprimacheèpiùgrande.Diduevolte,unavoltaemezza?»JL:«Diciamo…quattrovolte».BH:«Einaltezza…»JL:«Circatrevolte…»BH:«Trevoltepiùalta…Pensidipoterteneandaredaquestocampo

conquellamacchina?»JL:«Nonm’importa,sochestosognando».BH:«OK,ma, dimmi, comehai fatto ad arrivare fin qui? Il sogno è

iniziatochegiàc’erioricordicomeciseigiunta?»JL:«Èquestochenonriescoacapirediquestosogno:nonmiricordo

quandosonoandataaletto…»

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BH:«Nelsogno…tiseiritrovataall’improvvisonelprato?»JL:«Già»(sorpresa)«…tihogiàdettochenonricordoquandosono

andataaletto».BH: «Cambiamo argomento. Sei sdraiata vicino alla cosa… come ti

senti?»JL:«Sonogelata».BH:«C’èqualchepartedelcorpochesentidiversa?Strana?»JL:«Sì,mifamaleilcollo».BH:«Davantiodietro?»JL:«Dietro,lungolacolonna».BH:«Èunafitta,undolorecostanteochealtro?»JL:«Undolore.Mibrucianoanchegliocchi,comequandosifissauna

luceforte».BH:«Perilresto,comestai…eilviso?»JL:«TuttoOK,nient’altro…»BH:«Eilpetto?»JL:«OK,misentoperòcomeinchiodataalsuolo…comese…anche

volendononpotessimuovermi».BH:«Riesciasentirel’erbasottolaschiena…avvertiilcontattoconil

terreno?»JL: «Credo sì. Sotto la schiena sento qualcosa di duro… È buio.

Ricordouna luce…mavogliodimenticarla,nonintendofarmela tornareinmente.Noncredomiinteressipoitantosaperecomesonoarrivatafinqui…Quandociprovo,infatti,mivienel’ansia.Nonèunacosalogica…ètuttocosìassurdo».

BH: (calmandola: Stai tranquilla, sei al sicuro. Ricorda solo quellochevuoiedimenticatuttoquellochetifapaura.)«Ciseivenutadasolanelpratootihaportatoqualcuno?»

JL: «Adesso… provo a ricordare… ricordo che sto camminandonell’atrio sì, è prima del sogno… un poco prima. Vedo una lucefluorescente… ricordo di aver pensato che forse c’era qualcosa nellacameradiGeorge»(ilsuofiglioloacquisito)«…miparediaverintravistounafaccia.Manonèquelladiunragazzo…èmoltoluminosa…Ancheilcorpo brilla… la testa ha una forma strana, ma non sproporzionata…come squadrata verso l’alto… il naso è…ci sono comedelle ombre suquelviso…gliabitirisplendono.Queltipoèaltocomeunapersona,forsel’hogiàvisto…»

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BH:«Intendidirecheloconosci,chel’haigiàvisto?»JL:«Forsesì…nontièmaisuccessodisentirtiosservato?Permeera

così.Ma come in un sogno?Non voglio credere che…mi sto dicendo“no”chenon…»

BH: «Che cosa ti spinge a collegare questa faccia con la stranamacchina?»

JL:«Nonloso».BH: «Credi sia possibilemettere in relazione la faccia con la grossa

“macchina”chec’ènelprato?»JL:«Nonloso,nonnesonosicura.Sonospaventata,noncapisco».BH:(sipredisponeafarlausciredallatrance,larassicura…)JL:«Nonsitrattadigentecomenoi…nonriescoacapire…nonsono

comenoi…»BH:«Sonocomeiltipochehaiincontratonelcorridoiodicasatua?»JL: «Sì… ma è possibile esistano davvero? Mi sembra tutto così

assurdo…»BH:(latranquillizza)JL:«Nonhopaura…manonriescoacapire…»BH: (Stai calma, seial sicuroqui connoi, che siamo tuoiamici.Sei

unadonnafortechehaavutoquestaequest’altraesperienza…vedraichecol tempo, riusciraia rimettere insieme le tesserediquestopuzzle, cosìcapirai…)

Suggerendolequesteealtrerassicurazionipsicologicheavevoconclusola seduta chiedendole come stava. «Bene, bene, grazie» aveva rispostoJoyce,completamentefrastornata.«Adessocapiscochecosamiimpedivadi far luce sul fatto.Era tutto così assurdo che ilmio raziocinio non loaccettava e così…». È, questa, una constatazione che ho sentito faredecinedivoltedallagentechehaavuto lasventuradivivereesperienzecontattistiche.Anchesesiècertichesonoaccadutenelmondoreale,sonotalmenteinconsuetechelesirinnega.Saròmicapazzodacrederci,sidice,ma, allo stesso tempo, non si riesce a dimenticare che si sonoconcretizzateperdavvero.

Tracy Tormé è un giovane ricercatore che mi ha assistito in molteinvestigazioni, compresa quella di Copley Woods. Nell’economiadell’indagine, a Tracy, il cui padre è stato testimone di un notevoleavvistamento, spettava sottoporre al testimone un’interessante sfilza didomande. Iniziava chiedendo al protagonista se aveva mai pensato di

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essere un prescelto per quello che gli era accaduto. Tutti rispondevanoinvariabilmente di no. La risposta più comune è: «L’unica cosa che hopensatoèstataquelladiessermi trovatonelpostosbagliatoalmomentosbagliato», anche se, per quanto riguarda le eventuali esperienzesuccessive alla prima, tutti erano d’accordo nel ritenerle certamenteprogrammate e pilotate, come se gli UFO potessero disporre a piaceredellaloropersona.PoiTracydomandavaalsoggettosesierafattoun’ideadelperchédelrapimento.Ancoraunavoltalarispostaeraunnosecco.Aprescinderedagliesamiclinicieparamedicicuierastatosottoposto,nonc’eranessunochefosseriuscito,anchesolovagamente,aintuireilmotivodi quel gesto.Alcuni, come Joyce eKathie, chiedevano numi a noi, gliinvestigatori, per tentare di trovare una ragione plausibile. E allora,purtroppo, anche amenon restava che allargare le braccia e ammetterecondesolazionechenesapevoquantoloro.LaterzadomandadellalistadiTracyeradecisiva:chiedevaaltestimoneseerafelicediciòcheglieracapitatoeseprovavauncertoorgoglioperesserestatocoinvoltoinqueifatti strabilianti. La risposta suonava, grosso modo, così: «Dareiqualunquecosanonmifossemaiaccaduto.Èstatopermecausadigrandesofferenza, ansietà, timore e insicurezza, anche perché continuo a noncomprendere il motivo». Infine veniva l’ultimo interrogativo, il piùinquietante. Si chiedeva al soggetto se adesso che il suo caso era statostudiatoeportatoalla luce loconsideravafinalmentechiuso,pensandosial sicuro da ogni altra violenza. Per l’ennesima volta il coro dei norisultavaunanime.Nonc’èun«rapito»cheioconoscachesiatranquilloda questo punto di vista. Il ritornello suona così: «Se vogliono, miprendono un’altra volta, come, dove e quando fa loro comodo». Ungiovanemidissechequand’anchesuopadrefossestatoilPresidentedegliStatiUnitieluisorvegliatoavistaallaCasaBianca,contantodiserviziosegreto alle costole, era certo che «se vogliono, quelli mi rapiscono dinuovo,senzaproblemi;ègarantito».

La profonda verità che vien fuori da tutto questo è una sola: non citroviamoalcospettodiesaltatisostenitoridiqualche«credospaziale»,nédicacciatoridinotorietàspicciolaoprofittatori,quantopiuttostodigenteconfusaeterrorizzatadaciòchehavissuto,checonsideracomequalcosadi «maledetto», da cui sono sorti certamentemolti più guai e svantaggiche profitti. Non sono persone paranoiche o nevrasteniche, né, tantomeno,afflittedamaniedigrandezza;ègentepulitaeonesta,chehasubito

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untraumaincredibilechevabenaldilàdiognisua,enostra,capacitàdicomprensione.Unoscetticodeltuttodisinformatosull’argomento(questeduecaratteristichesembranoviaggiaresemprediparipasso)ungiornohadettoaunmioamicoche«colorocheprendonosul serio i rapimentidaparte degliUFO sonodegli esaltati, perché credere in questi fatti non èaltro che una forma di culto».Ho voluto riportare questo parere perchémette in risalto un fatto oltremodo interessante: i culti — come quellidellaReverendaLunaodelPadreDivinosonocredenzeenonmiracoli.GlieventicollegatiagliUFOsonoesattamentel’opposto:miracolienoncredenze.Ifattisonoinnegabili,gliatterraggipure,ilsuolosialtera,dellapovera gente spaventata viene rapita, prelevata dalla propria auto, lecicatricisiconstatano,gliesamimedicieiprelieviavvengono.

GliUFOimpressionanofilmepellicolefotografiche,sonocaptatidairadar, piloti e astronomi li osservano, vengono organizzate fior dicommissioniperstudiarequesti«eventiprodigiosi».Maafrontedi tuttoquesto, qual è il credo degli UFO — l’ufolatria, come la chiamaqualcuno?Qualèla«fede»tipicadiunrapito?CitoJoyceLloyd:«Nonloso… mi sembra tutto così illogico, che non so accettarlo… Preferiscopensare di averlo solo sognato». Sono proprio i protagonisti, dunque,coloro che si dimostrano più scettici di tutti, persino degli scettici diprofessione.

IricordidellasignoraLloyd,comeparalizzatainmezzoauncampoinpresenzadiunoggettovolante,lalucechesialzaversoilcielo,lafiguraveduta nel corridoio di casa, rispecchiano situazioni che ritornano nellacasistica ufologica. Quando si era svegliata, agitata e sottosopra, avevasubito chiamato il marito per raccontargli ciò che le era accaduto. Lui,naturalmente, non le era stato di grande aiuto e si era limitato abofonchiarequalcosa,invitandolaagirarsidall’altraparteeariprendereadormire.Ilcasomenericordavaunaltrosimile,altrettantointeressante.Il16ottobre1973«PattyPrice»e,probabilmente,quattrodeisuoisettefiglierano stati rapiti dalla loro abitazione e condotti a bordo di unUFO. IlresocontodellalorotestimonianzaèoperadeiconiugiLorenzen,chesonoriusciti, anche grazie a sedute ipnotiche a ricostruire i fatti. {4} UnparticolareaccomunaquestoeventoconquellodiJoyce:trefiglidiPattysieranosvegliatiinpienanotteinlettichenoneranoquelliincuisieranocoricatialmomentodiandareadormire.Nessunosiera ritrovato,comelei,conlatestaalpostodeipiedi,maerarisultatochiarochegliUFO,una

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volta portato a termine il sequestro, non si erano presi la briga diricondurre i ragazzi a casa affinché riprendessero a riposare senzaaccorgersidiciòcheeralorocapitato.

Gli indumenti umidi con cui Joyce si era risvegliata avvaloravano ilracconto secondo il quale si era ritrovata distesa sull’erba del prato,mentreipiedibagnaticomenelcasodiSandystavanoatestimoniarecheilsoggettosiera trovatodavverosuunpratobagnatodi rugiada.AncheSandy in un primomomento, aveva parlato di un sogno, sperando chedietro alla sua avventura non si nascondesse altro, ma era poi statacostrettaaconvincersialtrimenti.Fralealtrecoseleerastatoiniettatodelliquidoinunorecchio,operazionechesembrafarpartediuninterventodiinnestopiùcomplesso, inquantitàsufficientedafarle inumidireicapellisullanucaeilcuscino.Ilmarito,comequellodiJoyce,avevaconfermatoquestoimportantedettaglio.InmodoanalogoanchequandoKathiesierarisvegliata dal suo «sogno», nel corso del quale era stata probabilmentesottopostaadunprelievoovarico,avevariscontratodeglieffetti,diciamocosìdialterazione,ritrovandosiprivadegliindumentiintimi,ritrovatiallatestadelletto.

Pensoche,aquestopunto,qualunquelettoreparticolarmentesensibilerischidisentirsicometravoltodaunataleenunciazionedifattiincredibili,conunareazione,altempostesso,inquietanteedinevitabile.Maciòchehovolutosottolineareinquestocapitoloèchiarissimo.Altreduepersone,oltre aKathie, sono emerse come figure importanti, e sono la vicina dicasa Joyce Lloyd e la vecchia amica Nan. La prima si era trovatacoinvolta indirettamentenell’abduction diKathie la notte del 30giugno1983.AvevanotatolapotentelucenelcortiledeiDavisquandol’UFOerapresumibilmente atterrato, udito il rumore misterioso, preso atto di unimprovviso calo di corrente e, pur avendone l’intenzione, si era sentitacomeimpossibilitata(acausadiunaforzaestranea)atelefonareaiviciniper chiedere se fosse accaduto qualcosa di grave (il ricordo relativo aquesta esperienza compare nell’Appendice C). Dunque Joyce è siatestimone indiretto del rapimento diKathie sia protagonista per propriocontodiuneventoanalogo.Laseconda,Nan,avevacondivisoconKathielo strano fatto del campeggio nel 1975, aveva avuto la visione dellamisteriosafiguranelcortiledicasa,qualcheannoappresso,dimostrandonel corso delle interviste di aver vissuto esperienze «ufologiche». Purammettendo che è attorno a Kathie Davis che ruota questo caso, è

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comunquequantomaievidentechesonotantissimealtrelepersonechevisonocoinvolte,acominciaredaparenti,amicievicinidicasa.

Un datomolto variabile nei casi di rapimento da parte degli UFO èrappresentato dal grado più o meno intenso di amnesia da cui vienenormalmente affetto il protagonista. È uno spettro che ha un’estensionebenpiùgrandediquantosipossaimmaginare,chevadachiricordatuttoconsapevolmente,comecisipuòrammentarecon luciditàunasborniaoun incidente,achi, invece,nonsovvienepiùnulla.Anche lacondizioneipnotica, questo preziosissimo strumento che consente tante scoperte,variadiconseguenzacomemezzoperscardinarequestiblocchipsichicididiversa intensità, oltre che, naturalmente, a seconda della recettivitàdell’individuo.Da tempoglipsicologihannopresoattodell’esistenzadiunanotevoleabilitàdidifesadellamenteumana:ciòcheèstatorimossodallacondizioneconsapevoleperchétraumaticooincrescioso,nonvienequasimairiportatoallaluceinun’unicasoluzione.Ilpiùdellevolteoffreavvisagliedellasuarisalitainsuperficieconflashereminiscenze,sognievisioni frammentari, a evitare che la coscienza possa essere travoltadall’ondata improvvisadel ricordo, riportandoconseguenzepsicologicheirreparabili. Ebbene, questo atteggiamento di cautela l’ho incontratosempre nei protagonisti dei rapimenti da parte degliUFO.Certamente iricordistentatidellasignoraLloydinmeritoall’enigmaticaautovistanel«sogno» ne sono un classico esempio. Come ricorderete, continuava aripeteredinonaverfattocasoauneventualeconducente,cercandointuttii modi di passare sotto silenzio anche il ricordo del misterioso voltoluminosochesieraritrovatadifrontequandoancoraeranelcorridoiodicasa. Al tempo delle mie interviste la salute di Joyce non era dellemigliorienonhocosìpotutoaffondareoltrenellosvisceramentodiquegliattimi cruciali.Credoche il benee l’integritàpsico-fisicadel contattistadebbastaresemprealprimopostonellascaladeivaloricheunricercatoreè tenuto a rispettare, ciò anche a costo di essere costretti a rinunciare araccogliere testimonianze importanti. Comunque sono più che maiconvinto che la signora Lloyd ha già avuto parecchi incontri UFO nelcorsodegli anni;mi auguro chequando staràmeglio e si sentirà prontaper il grande passome lo dica, per poter compiere insieme un viaggioavventuroso nel cimitero della suamemoria, perché, una cosa è certa: inostri ricordi non si perdono né si dissolvono, tutto è custodito nellanostramente.

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CAPITOLOSESTO

ILGIORNOPIÙTRISTE

Il primo ricordo consapevole della visione di un UFO, un oggettovolantechenéleinéleamichecheeranoinsuacompagniaeranoriuscitead identificare, risalivaperKathie alla finedi dicembredel 1977, piùomeno all’epoca in cui aveva conosciuto il futuro marito. Come si èaccennatonelprimoCapitolo,unanotteKathieedueamiche,DorothyeRoberta, erano a zonzo in macchina, ed erano state protagoniste di unavvistamento misterioso, un luccicante bagliore nel cielo. Il ragazzo diDorothytrovavasoventescusesospettechegliimpedivanodiuscire,cosìquella sera lei avevadeciso, scortata dalle amiche, di andare a spiare lesue mosse e verificare se la sua auto era al solito posteggio cosa chealmenoinpartel’avrebberassicurata.Eragelosaedavevaunapaurafolleche lui la tradisse. Erano saltate in auto tutte e tre, eccitate e felici perquellamissionespeciale.Iragazzilefannoquestecose,iostessoricordolunghiesegretiappostamenti.Èqualcosachecifasentirepiùgrandi,chegratifica.

NelcorsodellaprimavisitaaIndianapolishoconosciutoeintervistatoDorothy. Ricordava bene quella sera in cui avevano fermato l’auto perseguireconpiùattenzioneimovimentinelcielodiunaluceintermittentein fase di avvicinamento a terra. Kathie non mi aveva parlato diatterraggioequestanoneral’unicadifferenzanellericostruzionidelledue

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donne. Ambedue concordavano, comunque, su due punti importanti;Roberta era terrorizzata dall’apparizione e si era accoccolata nel sedileposterioregridandochevoleva andarviada lì; quandoerano rientrate acasadiDorothyperandarea lettoera tardissimo,quasi l’alba.Un terzoaspetto comune era il riconoscimento che l’episodio di quella notte nonera stato soltanto strano,ma anche alquanto sconvolgente.Bisogna faresempremoltaattenzionequandocisiimbatteinunanotevoledisparitàfracausa ed effetto: se un evento di UFO apparentemente innocuo, unnormale avvistamento, suscita nei testimoni una reazione e un ricordoemozionale piuttosto forte è quasi certo che sotto c’è dell’altro.Un’infinitàdivolteavevoscopertochequestadiscrepanzasegnalavachel’avvistamento era solo la punta dell’iceberg, la parte più piccola emodestadiun’avventuradicontattoUFOdigranlungapiùarticolata.

ÈstatosolodurantelasecondavisitaaiDavis,nelfebbraiodel1985,cheKathieeiodecidemmodiandareafondoapropositodiquellastranaserata. I fatti da esaminare erano sempre talmente tanti che nei sediciprecedenti mesi di investigazioni non ero riuscito a programmare uninterventosuquestoepisodio,inveritàalquantosignificativo,vistocheipotenziali testimoni erano questa volta addirittura tre. E così il 25febbraio, Kathie, sotto ipnosi, provò a mettere insieme i suoi ricordi,focalizzandolamemoriasulprimodiunaseriedisuccessiviincontricongli UFO che riteneva di aver avuto nel breve arco di mesi che andavadalla finedel1977allaprimaveradell’annoseguente.Appenaentrata intrance Kathie descrisse l’auto, le amiche, la strada. Fuori dai finistrinic’eranosolocampi,Auntrattoeccolaluceinmovimento.LechiedochecosaprovaeseRobertastacontinuandoagridarechevuoleandarsene.

KD: «OK, non ho paura perché non sono sola, ci sono Dorothy eRoberta. Ma devo dire che la cosa non mi piace granché, mi sembrastrana. Intornoèbuiopestoenonc’èanimaviva ingiro, ilpaesaggioèspettrale.Auntrattomisentoelettrizzata…maè…èqualcosa…chemisembranasceredalprofondodellamente.StiamoparlandodiTommy…stiamo decidendo che fare se per caso non troviamo la macchina nelparcheggio…dovepoterlo andare a scovare.Sonogià le 2,00 e i localidove di solito bazzichiamo sono chiusi… volendo non possiamonemmeno infilarci in un bar, perché non abbiamo un soldo in tasca…dobbiamo escogitare qualcosa… adesso sto guardando attorno, dalfinestrino…elavedo,vedolaluce.Lorocontinuanoaparlare,mentreio

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laosservo…»(lungapausa).BH:«Chestacapitandoadesso,Kathie?»KD: (dopo un’altra lunga pausa) «Non lo so… io… io…» (sospira

profondamente).BH:«Su,dimmichecosasuccede!»KD:«Niente…»BH:«DorothyeRobertastannoancoradiscutendo?»KD:«No,staguidandomoltolentamente…»BH:«Dimmichepensi».KD:«Nonlosobene…misentoeccitata.DicoaDorothy:“Guardaun

po’ là”. La vede anche Roberta… si spaventa e si accuccia sul sedileposteriore.Primaeraunpo’versoest,maadessosembrasopradinoi…unpo’ più verso destra. Sembra…dico aRoberta che è unUFO.Emimetto a ridere con Dorothy… Roberta, dietro, dà in escandescenze,sembraammattita.Ionon…misentobenissimo…miassalel’ansia.Dicoa Dorothy di fermare la macchina per vedere meglio. Fuori non c’ènessuno.Nonhopaura,sonoemozionata»(lungapausa).«Stiamoancoramuovendoci, mamolto adagio…Dorothy tira giù il finestrino e cacciafuorilatesta…la“cosa”èaltanelcielo,incombente…lampeggiadiquaedilà,unpo’allanostradestra…sifapiùgrande…poiscompare.Eccooraaestc’èunlampoericompare,mainunattimoèdinuovoaovest…poi un altro flash ed è sulla nostra verticale, poi passa e diventa piùgrande, io…penso sia un aereo con le luci di posizione intermittenti…anche perché sembra allontanarsi…o no… io non…non ho paura. Stosolo pensando che è tutto così strano… sono molto eccitata… c’èqualcosa… ma non so che cosa. Voglio scendere dalla macchina perosservaremeglio».(sospira,poisobbalza,trasalendo).

BH:«Checosaaccade,Kathie?»KD:«Nonriescoavedereniente.Nonso.Aduntrattoècomesenella

macchina fosse esploso un potentissimo flash di luce e ora ho freddo,moltofreddo…siamoferme.Eiosono…nonpossoguardare…masodiessereancorainmacchina…losento…Dorothyperònonc’è.Nonriescoavedere.Tuttoè immersonelbuiopiù fondo…nonhopiùpaura, sonomolto sorpresa. Voglio scendere, ma non posso. Ho la mano sullamanigliadellaportierama…voglio…vogliouscire.Sento,sottoledita,ilmetallo e la plastica…ma nonmi riesce…» (lunga pausa). «A questopunto credo di essere ancora inmacchina… intorno è buio pesto…una

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distesadicampiesopradinoiilcielo.Enonpossouscire»(èspaventataequasigrida,poiunalungapausa).«Holaschienachemifamalevoglioscendere e non posso… non riesco a muovere braccia e gambe… nonpossopiùmuovermi…peròsentoognirumore…sento,respiro…vedo…penso ma non riesco a fare il minimo movimento. Braccia e gambesembranolastredipiombo…sonopesantissime.Holamanoancorasullamanigliaenonriescoauscire!»(parlandoinmododeciso).«Misembradi impazzire,perchévoglio scendereenonposso!Nonho intenzionedistarmenesedutaquidasola!VogliosaperedoveèandataafinireDorothyenonsoseRobertac’èancora,perchénonpossogirarelatestaeguardaredietroame.AlmiofiancoDorothynonc’èpiù,ilsedileèvuoto.Nonsoneppuresepossoparlare.Malgradotuttocontinuoanonaverepaura…stoimpazzendo…»

Durante questa fase dell’esperienza Kathie sembra «disattivata»,ovveroinquellacondizionedi«animazionesospesa»cheècosìfrequentenei casidi rapimentodapartedegliUFO.La suadescrizioneè simile atante altre… Per esempio, in un caso del 1975 a cui ho alluso inprecedenza,mentredueamicivenivano«prelevati»,unterzosieravenutoatrovareinuncampovicinoinunacondizionedisospensionedallarealtàpsico-fisica.Sottoposta ad ipnosi lagiovanedonnaaveva ricordato: «…Qualcosa…qualcosamistatrattenendo…unaforzachemiblocca…chenonmifamuovere…unaforzainvisibile».Quandoleavevochiestochecosavedevatutt’attornoavevacontinuato:«…Unospazioaperto…sonoinmezzoauncampoenonpossoandarmene…dovròstarequifinchélaforzanonlasmetteràdiostacolarmi…sonosola» {1}.ComeKathieeraingrado di vedere e sentire, ma non le riusciva di muoversi. Era stata,ovviamente,neutralizzata.

Dalle testimonianzedelledueamicheerogiuntoallaconclusionechequellaseratutteedueeranostaterapiteetrasferitesull’UFO,atterratoneipressi, in momenti successivi. Secondo me, ma era solo una mia idea,Kathie era stata presa per prima, probabilmente qualche istante dopo illampeggiaredelflashnellamacchina,allaqualeerastatapoiricondottain«animazionesospesa».AquelpuntoeratoccatoaDorothy.Quandoancheleiavevafattoritorno, laconsapevolezzaeraricomparsa in tutteedueesoloalloraKathie era finalmente scesaperosservaremeglio la lucecheera,infine,sparita.NoncisonoindizipercrederecheancheaRobertasiatoccata la stessa sorte, dal momento che non ha mai presentato

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reminiscenze particolarmente traumatiche nei confronti di quella notte,anzinonsenericordavaquasi.Moltoprobabilmenteerarimastapertuttoil tempo del contatto «sospesa dalla realtà» sul sedile posteriore. LaricostruzionedeglieventidapartediKathieeracontinuata:

KD:«Vedosoltantocampiecielo».BH:«Staiguardandoattraversoilparabrezza?»KD:«Sì»(sospira).«Stoscendendodallamacchina».BH:«Allorapuoimuoverti».KD:«Sì,stouscendoperpoterevederemeglio.Sonofuoriechiedoa

Dorothyseleriesceancoradivederlaeleimidicecheseneèandata».BH:«Checosa?»KD:«Laluce».BH:«Scusa,Kathie, sto facendounpo’di confusione.Fammicapire

bene.AncheDorothyèfuoridallamacchinaconte?»KD:«Iosonoscesaeleieralì,davantialmusodell’auto,sullastrada,a

scrutareilcielo.Lesonoandatavicinoelehochiestoselavedevaancoraeleimiharispostocheerasparita.Ecosìrisaliamo.Robertasi tirasuechiedeseceneandiamo,lediciamodisì.Ricominciamoamuoverci…misentostrana…econtinuoaguardareilcielo».

BH:«Cheoresono?»KD: «Non so… aspetta, quando Dorothy ha guardato l’orologio

eravamoappenaarrivateincittàederanole4,30edavevamoguidatoperunadecinadiminuti…quindidovevanoesserele4,15circa…però!»

BH:«Cheintendidire?»KD: «Semplicemente che, ora che ci penso… Guardando l’ora

Dorothyavevadetto:“Accidenti,èproprioverocheiltempovolaquandocisidiverte!”Noncapisco…»

BH:«Masemihaiappenadettocheeranoledue!»KD: «È vero. Siamo tornate dalla pizzeria ed era l’una; poi siamo

andate a casa di Tommy per vedere se c’era… Non so… non capiscoperché ci abbiamo messo tanto… non mi è sembrato sia passato tantotempo.Mi parevano trascorsi, sì e no, cinqueminuti. È tardissimo,manonsonoaffattostanca…»

Aquestopuntodellasedutapropongodi regredirealmomento incuiDorothy aveva bloccato la macchina per seguire meglio le evoluzionidell’UFO.ImpongoaKathiediconcentrarsisuquell’istante,quandoeracomparsanelcielolaluceintermittente.

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KD:«OK, sto facendoquellochemichiedi… la luce lampeggiae…non capisco… vedo qualcosa di scuro. È strano… a destra, propriosull’auto…ilcieloègiàbuio,malacosaloèancoradipiù…ègrossaelunga… e… non so descriverla. Non ho mai visto niente di simileprima…»

BH:«Ègrandecomeun’automobile?»KD:«Oh,direidipiù!»BH:«Haunaformaparticolare?»KD:«No…ècome…comeunanuvola,nera.Ètondeggiante,curva…

unaspeciedimah…nonso…èdifficiledescriverla.Comunqueègrandeesembrapropriounanuvola,tondaenera».

BH:«TisembracheancheDorothyriescaavederla?Olascorgisolotu?Staiosservandoattraversoilparabrezzaoilfinestrino?»

KD: «Attraverso il parabrezza. Ma non mi devo sporgere tanto inavanti per vederla, perché adesso ce l’abbiamo davanti… si muoveveloce.Èscurissima…laluceèsparitaadesso».

BH: «Poco fa hai detto che ti sentivi agitata e che non riuscivi amuoverti. Questo sta succedendo adesso, è già accaduto o deve ancoraaccadere?»

KD:«Nonèancoraaccaduto».BH: «OK, andiamo avanti. La nuvola nera sta ancora avanzando di

fronteallavostramacchina?Ècosì,oppureno?»KD:«Giusto,èpropriocosì».BH:«Eadessochesuccede?»KD:«C’ècomeunlampo».BH:«Èquellochemihaidettoesplosoall’internodell’auto?Comeun

flashimprovviso?»KD:(conunfilodivoce)«Sì».BH:«Seisicurachenonèfuori?»KD:«Sì,ènellamacchina».BH: «OK, è dentro. Scusami se sono noioso, ma sto cercando di

ricomporre tutti idettagliperpoter seguiremeglio il racconto.Eadessochesuccede,Kathie?»

KD:«C’è…»(siagitaconevidentepena).«Nonmiva,nonvoglio».BH:(lacalma,staitranquilla,seialsicuro,eviadicendo).KD:(urlando)«Nonmiva,mifamalelostomaco».BH:«Checos’èchetifamaleallostomaco?»

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KD:«Nonso,nonso.Io…nonriescopiùamuovermi,misembradiessere schiacciata e non mi piace» (si lamenta, è in difficoltà). «Misembrachemistirinolegambe,chemelestacchinodalcorpo,chemeleaprano…dalbustoingiù!»

BH:«Mentreavvertituttoquesto,seisempreinmacchina?»KD:«Nonriescoacapire.Sì.No,no…»(silamenta)«sonocoricata»

(gemeetrema)«…sonocoricatamalegambesollevate,melesentotirarecon forza.E io…nonvoglio.Mi tirano…perònonmi fannomale…èsolo…cosìstrano»(sospira).

BH:«Perchétistiracchiano?»KD:«Nonloso.Nonmistannotoccando.Ècomeseavessilegambe

di metallo e… un potentissimo magnete me le attirasse. Mi sembra disentirmitiraredappertutto».

BH:«Tifamale?»KD:«No,manonmifaneanchepiacere».BH:«Checosavedi?»KD:«Ètuttonero».BH:«Haigliocchichiusi?»KD:«Sì».BH:«Vorrestipotervedere?»KD: «No! Non voglio, credo che avrei paura… mi sento calda dal

bustoingiùegelatadalbustoallatesta,e…»(sospira,geme«ooh»).«Misembra,mi sembra di avere una… quelle… qualcuno… stomale… stomale…»

BH:«OK,Kathie,vedraicheadessotuttopassa.Dovesentimale,nelventre?»

KD: «Nell’… utero, in fondo, come quando ho le mestruazioni…»(geme).«Famolto,moltomale.Èundolorelancinanteecontinuo,comeunmaldidenti…unapressionecostante…Oh!»

BH:«Quandodici“qualcuno”tiriferisciadellemanichetifrugano,aunapressionegeneralizzataediffusasulventreoachealtro?»

KD:«Ècomeundito».BH:«Undito,OK.Sull’addomeodentro?»KD:«È…èdentrodime»(silamenta).BH:«Nellavaginaodove?»KD:«Dentro…moltoinfondo»(sospira)«…all’altezzadellavescica.

Ecco, proprio lì» (altro sospiro). «È qualcosa di rigido» (sussurrando)

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«…enonpossopropriomuovermi».BH:«Comeseimessa,mentretisuccedetuttoquesto?»KD:«Sonodistesa…adessononsentopiùniente».BH:«Haidettochehaifreddonellapartesuperioredelcorpoecaldoin

quellainferiore,ècosì?»KD: «Sì, dal busto in giù mi sento bruciare. Non posso muovermi

però».Arrivati a questo punto risulta chiaro che la parte ginecologica

dell’intervento è terminata e qualunque sia la causa che provocava lasensazionedipressionesulventreall’altezzadell’uteroèsvanita.L’unicodisagiocheancorarimaneèildiffusosensodicalore.DomandoaKathiecome è vestita; dopo un attimo risponde che non lo sa:mami descrivequelchesente:«Hoaddossoqualcosadileggero…diseta…frusciante…che scivola sul corpo…» Mi informo sul come si sente, adesso che ilfastidio è passato. Sospirando dice: «Sono piatta». Ma, all’improvviso,ecconuovesensazioni.

KD: «Oh, no, adesso torna sul fianco… e sul petto. Appena sotto ilsenodestro,unbriciolopiùadestra…comeunaventosa,unsuonosordoaspirante,comequellodiunacannucciasulfondodiunbicchierevuoto».

BH:«Loavvertiolosenti?»KD:«Holasensazionedipressionesul fianco,masentoanchecome

un rumore. Non ho paura…» (sospira) «…è molto vago» (sospiraprofondamente).

Sonomolto interessatonelcercaredicapirechecosariesceavedere,anche se Kathie continua a ripetere che non vuole aprire gli occhi.Misembra valga la pena di ricorrere alla tecnica del «sipario». Glielaconsiglio e dopo che ha velocemente scostato il tendone le chiedo checosaèriuscitaascorgere.

KD:«Hovistounacamera».BH: «Dimmi che cosa c’è dentro…Mobili, porte, finestre, luci?Dai

unabellaocchiata,nontivedenessuno».KD:«Nonsocomedefinirli,nonsobenechecosasono…comeuna

ringhiera con delle cose strane attaccate… non so… non capisco…»(sospira).

BH: «Le ringhiere le trovi di solito con balconi, scale e simili: nevedi?»

KD: «Sì, c’è come una balconata, ma non so bene che cos’è. La

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ringhiera ha… una maniglia, un corrimano… non so. Sembrano delleprese,poic’èunbuconelmuroconunaggeggiochevienfuoriescendefinoalpavimentoe…»(sospira).

BH:«Seisolanellastanzaovediletueamiche?qualcunaltro?»KD: «Non so; adesso sono seduta su qualcosa. Sono sola, non c’è

nessuno oltre me… È chiaro, ma non sono lampade. Credo che ci siaun’apertura,manonc’èporta,edècurva…dàsuqualchealtroposto…èmolto strano… incomincio a sentirmi stanchissima. Ho voglia didistendermi»(lungapausa,sospiraesiagita).

BH: «Che accade, Kathie? Perché sta succedendo qualcosa, vero?Dimmelo, qui sei al sicuro, fra amici, non temere. Dimmi che stacapitando…»

KD:(sottovoce)«Qualcunomistaparlando.C’èqualcuno,qui,vicinoame,manonvogliovederlo.Pensochesenonlovedotuttoandràbene».

BH:«Mavagiàtuttoperilmeglio,Kathie,seialsicuro».KD:«No,nonèaffattovero».BH:(calmandola)«Dimmi,adesso,chitièvenutovicino?»KD:«Credochesianostatisemprenellastanza,anchesenonlihomai

veduti».BH:«Cheaspettohanno?Chisono?»KD:«Nonloso!Nonvogliosaperlo…nonlivedo,lisento».BH:«Chesuccede.Kathie?»KD: «Sonodi nuovo coricata, le gambe sollevate… loro sono più in

alto,comesudiungradino.Iostopiùinbasso».BH: «Intendi dire che hai le gambe a un livello superiore, cioè

sollevate,rispettoalrestodelcorpo?»KD: «Sì. Non sto male. Mi dicono di riposare» (sospira

profondamente)«…OK,sonoaposto…»DomandoaKathiechefaeleiripete:«OK,sonoaposto…»,comea

sottolineare che quel certo tipo di operazione fisica si è finalmenteconcluso,è terminato.La invitoadescriveregli individuicheeranoconleinellastanza;maancoraunavoltasirifiutadiguardarli.Sonocostretto,nuovamente, alla tecnica del «sipario». «È lui, è sempre lui… la stessafaccia».Uscitadall’ipnosiKathieprecisa che si trattavadellamedesimafigura,dibassastaturaedall’epidermidegrigiastra,cheavevaincontratoaltre volte;ma giunti a questo punto esterna il desiderio di chiudere laseduta.Èmoltoagitata,continuaasospirareequandolechiedoilperché

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risponde: «Nulla, nulla, procedi… non voglio più, basta».Ha una vocetriste e rassegnata, io intanto incomincio il conto alla rovescia perriportarlafuoridallatrance.

Èmia abitudine quando sperimento in ipnosi avere sempre qualcunoconme,unaterzapersonacomeosservatoreaggiunto.Quellavoltac’eraRosemary, anch’essa protagonista di un caso di abduction. Uscita dallatranceKathieavevapresoadiscutereconnoidiquellocheeraemerso.Siera sentita estremamente contratta e aveva avuto la netta sensazione diqualcosa che le era penetrato nell’utero. La presenza di Rosemary, unagiovaneapertaesimpatica,erautilissima,inquantosmorzavanonpocoilsuo naturale disagio nel parlare di cose così delicate. Era stataun’esperienza poco piacevole, di nessun contenuto erotico. Le era stataprobabilmente inserita una sonda vaginale, poi introdotta molto inprofondità.Lesensazionidipressioneecaloreeranostatefortissime.Nonsi rendeva conto del fine di un simile intervento e non avrebbe certodesideratoripeterlo,sianellarealtàcheinregressioneipnotica.Erastato,tutto sommato, poco simpatico. Riassumendo, gli eventi dovrebberoessersi svolti secondo questa sequenza: un lampo di luce dopo di cheKathiesiritrovadistesasudiunlettinoounaspeciedipiattaforma,lefamale lo stomaco e si sente tirare e divaricare le gambe. Rifiutando diaprire gli occhi, descrive un doloroso intervento ginecologico, in cuiavverte una considerevole pressione all’utero, provocata, forse,dall’inserimento di una sonda grossa come un dito, che, all’atto dellarimozione, le suscita unaviolenta sensazionedi calore dalla vita in giù.Poi, sentendo le gambe sollevarsi, prova la stessa cosa su di un fianco,udendoun rumoresimileaquellodiunaventosa («comeunacannucciasulfondodiunbicchiere»).Ilpostoincuisitrovaèinondatodiluce,nonhaoggettioparticolarichelocaratterizzino,salvounaspeciediringhieratutt’attorno.Ritornainposizionesupina,legambesemprepiùalterispettoal restodelcorpoe,aprendogliocchiperun istante, intravedeunvoltogià noto, quello del misterioso individuo dai grandi occhi e dalla pellegrigiadeiprecedentiincontri.

UnadellemieprimepreoccupazioninelseguirelevicendeufologichedelcasodiCopleyWoodserastataquelladitenereundiarioaggiornatoepreciso di tutti gli eventi narrati da Kathie, in modo tale da poterriscontrare con rapidità l’eventuale incrociarsi di questi fatti con altrieventidella suavita.Standoalla testimonianzasuaediDorothy il fatto

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doveva essere accaduto alla fine del 1977, proprio quando Kathie,diciottenne,uscivaconilsuofuturomarito.Dunque,ilperiododellasuaprima presunta gravidanza e l’esperienza UFO coincidevanoperfettamente. Come ho già detto nel Capitolo 3, Kathie all’inizio del1978sieraaccortadiessereincintaecomeconseguenzaimmediatasieravistacostrettaadanticipare ladatadellenozze,previstaper lafinedellaprimavera, all’inizio di aprile. La gravidanza era stata confermata siadall’esame del sangue che dall’analisi delle urine. Sia lei che ilmediconon avevano dubbi: aspettava un bambino. Era però accaduto un fattoanomalo: a marzo le si era nuovamente presentato un normale ciclomestruale.Preoccupatae incuriosita siera sottopostanuovamenteal testdigravidanzaeilrisultatoerastatosconvolgente:nonerapiùincinta!Erarimastasbigottita.Lostessoginecologononavevasaputochedire:«Nonmicapacito,noncapiscochecosaèsuccesso.Èunacosaassurda.Credochelacosamiglioresiadimenticaretutto»—leavevadetto.

EccoleparolediKathie:«Auntrattomieranoiniziatelemestruazioni.Nonuncicloabbondantecomedisolito,mapiùchenormale.Compresiall’istante di aver perduto il bambino. Anche se mamma continuava aripetermichesonocosecheavoltesuccedonoalledonnegravide,ioerosicura di averlo perduto. Un giorno in cui Dorothy doveva andare alconsultorio per farsi mettere la spirale, decisi di accompagnarla. Lìeffettuammo dei test di gravidanza gratuiti. Lo feci un’altra volta, purconoscendonegiàl’esito.Connoic’eraancheRoberta.QuandoDorothyerauscitaioavevogiàricevutoilresponso,saltaiinmacchinaescoppiaiapiangere urlando: “Me l’hanno preso… me l’hanno preso, il miobambino” e gridavo come una pazza e loro non capivano che cosaintendessidireconquelleparole.Ioperòsentivochemiavevanotoltoilbambino».

Sapevoche,moltoprobabilmente, inquellostessoperiodoKathieerastata «rapita» un’altra volta, ma ero piuttosto restio ad andare a fondo,vistaladelicatezzadellasituazione.Siricordava,infatti,ungiornoincuisierasentitamoltostrana.Si riferivaaquandoeraandataafar lababy-sitter a casa di sua sorella Laura. Ripensandoci, come avviene soventequandosiinnescail«risveglio»psichicotramitel’ipnosi,iricordidiquelgiorno avevano incominciato a riaffiorare inmodo spontaneo, poco allavolta.Dinormasitrattadiricordiframmentari,tuttaviarappresentanopursempre degli spunti utilissimi dai quali partire per l’approfondimento

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successivo in condizionedi trance ipnotica.È stato solonell’ottobredel1985,durantelaterzavisitadiKathieaNewYork,chemisonodecisoadaffrontarel’argomentoperverificareseinquellaseradeiprimidel1978era davvero capitato mentre si trovava a casa di Laura qualcosa disaliente. Ancora una volta l’ipnosi rivelò un evento drammatico,addiritturatragico.

Ricostruita l’atmosfera e la scena iniziale Kathie dice di sentirsinervosaeagitata.È—nondimentichiamolo—incinta,nonstabene,perdi più la casa della sorella è fuori città, isolata e lontana da altreabitazioni.

KD: «I bambini dormono, io sono in camera di Laura e guardo latelevisione.StoparlandoaltelefonoconEddie»(ilfuturomarito).«Auntrattomi pare di…non che abbia veramente veduto qualcosa,maho lanettasensazionechequalcunomistiaosservandodadietrolafinestra.Hopaura ci sia in giro qualche vagabondo che possa intrufolarsi in casa.Divento nervosa…» (lunga pausa). «Non riesco più a star ferma, escodalla stanza. Vado in salotto, mi sdraio sul divano e accendo latelevisione.Quinonmisentospiatacomeincameradaletto»(altralungapausa).

BH: «Vuoi dire che quel senso di disagio è svanito andando insalotto?»

KD:«Sì.»BH:«Dimmi,Kathie,checosastaiguardandoallaTV?»KD:«LoshowdiBobNewhart,poiMaryTylerMoor.Credosiauna

replica».BH:«Cometisentivialterminedellaserata?Eprima?»KD: «Sono strana…» (pausa) «e tesa… appesantita.Mi sembra che

qualcunomistiatoccando.Hogliocchichiusi.Sonosempresuldivano.Nonèunasensazionesgradevole…anzi,mipiace»(sospiranervosa)«…quandomenesonoaccortahofattounsalto,mahocontinuatoateneregliocchichiusi.Dopounattimolapauraèpassata.Direicheèquasibello».

BH:«Dovetisentitoccare?Inqualpartedelcorpo?»KD:«Sulviso,mitoccanovisoespalle,moltodelicatamente».BH:«Comedellecarezze?»KD: «Sì. Mi piace, è molto delicato» (lunga pausa). «Adesso mi

massaggianosullaschienasempreadagioadagio».BH:«Nontigirano,nontifannocambiareposizione,chesuccede?»

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KD:«Sonocoricatasuunfianco,lafacciacontroildivano…lisentoincomberesudime,dapprimatrasalisco,poi…unattimodopolapauraèpassata»(lungapausa).

BH:«Eadessochesuccede?»KD:«Niente».BH:«Tisentiancoratoccare?»KD: «Huh huh…» (pausa). «È una sensazione strana, ma non

sgradevole. Piacevole, elettrizzante, calda e rilassante. Un po’sconvolgente… ora… OK. Mi sento le gambe strane» (pausa, sospiraprofondamente) «…me le sento divaricare, aprire… ma non provodolore».

La descrizione prosegue sullo schema delle precedenti e, in modospecifico, di quella di qualche tempo prima in cui, sottoposta a unintervento ginecologico, Kathie aveva avuto l’impressione che lefacessero aprire le gambe a forza. Per sgombrare il campo da ognisospetto, anche questa volta cerco di capire, ricorrendo a una serie didomandemirate,sepuòtrattarsidiqualchesua«fantasiaerotica»oppureno.Sonocostrettoaescluderlo.Suquestotastononcisente.L’esperienzaè strettamente clinica, ostetrica, fredda, un fatto quanto mai concreto ereale,seppureincomprensibile,enienteaffattoimmaginario.Ledomandosestaancorasuldivano,mirispondechenonlosa.

KD:«Nonpossomuoverelegambe…sonomezzointorpidita…sentoqualcosa…digrosso…moltogrosso…manonfamale…»

BH:«Dovelasentiquellacosagrossa?»KD:(sospira,palesandoevidenteimbarazzo).«Ècomeunfiorechesi

schiude». (sospira) «Non fa male, non fa male per niente. Io sto…»(pausa)«Ètalmentestrano…misentoaperta…almassimo».

BH:«ChecosavuoidirmiKathie,spiegatimeglio».KD:«Io…io…sonoaperta».BH:«Madove?Alpetto,dove,inqualepartedelcorpo?»KD: (altri gemiti, seguiti da una lunga pausa) «Nel mio intimo più

profondo di donna… nonmi famale. Lo sento, senza dolore. Anzi, incertimomentimipiace.Èmoltostrano».

BH:«Vuoidirmicheseieccitata?»KD:«No…semplicementecheèpiacevole».BH: «È una sensazione all’altezza del clitoride, quella che stai

provando?»

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KD:«No,nonlì».BH:«Piùfuoriopiùdentro?Dove?»KD:«Moltopiùindentro».BH:«Tisembradiessereapertaesollevata?»KD:«Huh,huh…»BH:«Credidiaverequalcosadentro?»KD:«Sì…equalcosadigrosso».BH:«Maqualcosacome;ilmembrodiunuomo,unostrumentooche

cos’altro?»KD:«Nonsaprei».BH:«Èrigido,tagliente,duro,oppuremorbido,pieghevole,flessibile,

com’è?Comelosenti?»KD:«Direirigido».BH:«Inchepuntocel’hai?Moltoinfondo,all’ingressodellavaginao

dove,conprecisione?»KD:«Losentodappertutto…giùinbasso».BH:«Mentreproviquestasensazione,vediqualcosa?»KD:«No».BH:«Haigliocchiapertiochiusi?»KD:«Nonso,nonso.Sochenonvedoniente».BH:«Esentiqualcosa?»KD:«No».BH:«Etuparli?»KD:«No…ètuttocosì…insolito…misentostrana».BH: «Kathie, ascolta. Hai già fatto visite ginecologiche; quello che

sentiadessoècosìoppurediverso?Einpartecosìeinparteno?»KD: «Una specie di… è come quando il medico ti infila quel suo

strumento che una volta dentro si apre. Solo che questo è molto piùgrande…moltopiùlargo».

BH:«Tisentistiracchiare?»KD: «Accidenti, sì… nei fianchi, dappertutto…ma nonmi famale.

Sento…èallostessotempostranoepiacevole»(lungasosta).BH: «Avvertendo questo senso di divaricazione ti sembra anche che

avvenga qualche movimento o cambiamento? O è qualcosa che simantienesempreeguale?»

KD:«Perunpo’èeguale»(lungapausa).BH: «Kathie, potresti definire questa condizione a sfondo erotico e

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quando ti senti toccare dolcemente come eccitante dal punto di vistasessuale?O si tratta, piuttosto, di qualcosa di neutro, comequando, peresempio, ti sei sentita massaggiare le spalle? Come potresti, insomma,definirequestasensazione?»

KD: (dopo una lunga pausa) «…Morbida, lenta, aggraziata» (lungapausa).

BH:«Haiideadelperchétistacapitandoquesto?»KD:«No,manonmiinteressa».BH:«Seiancoracoricatasuldivano?»KD: (convocemoltopacata,quasi stesseaddormentandosi)«Non lo

so»(lunghissimapausaepoi):«C’èqualcosachenonquadra».BH:«Perchémelodici,Kathie?».KD:«Nonloso,holaschienachemiduole».BH:«Lacolonnavertebrale?»KD:«No»(mugugna,all’improvvisositirasu;incominciaascuotersi

epoigrida)BH:«Dimmichecosasuccede,Kathie,dimmelo!»KD:«NO!NO!»Aquestopunto cercodi calmarla, rassicurandola cheva tutto bene e

chefraunattimotuttosaràpassato;mainvano:èsconvoltaeagitatissima.Lechiedodinuovochestacapitando,sesentedoloredaqualcheparte,maormaisembranonascoltarmipiù.Èunmomentoaltamentedrammatico,forseilpiùbruttodituttalamiaesperienzadiipnotizzatore.Finalmentesicalma,siricomponeemirisponde.

KD: «Era come se stessero squartandomi… il mio povero stomaco»(sospira).

BH:«Checos’eraqueldoloreimprovviso?»KD:«Tremendo».BH:«Deveesserestatolancinante,vero?»KD:«Già,mifanmalepersinolecostole…»BH:(lacalmadicendolechetuttostaandandoseneecosìvia…).KD:(sospiraepoisussurra)«È…è…è…»BH:«Chevuoidirmi,Kathie?»KD:(bisbigliando)«Hounagranvogliadipiangere».BH:«Perildolore?»KD:«No».BH: (intuendo un’agitazione crescente) «Perché allora? Perché vuoi

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piangere? Dimmelo, devi dirmelo, Kathie, dimmelo, Dopo ti sentiraisollevataseticonfidiconme…»

KD: (improvvisamente, con un tono di voce piuttosto alto) «NO!»(singhiozza) «Non è giusto, non è giusto!NONÈGIUSTO!ÈMIO!ÈMIO!» (piangendo) «VI ODIO! VI ODIO!… NON È GIUSTO!…NO!…»

Capisco ciò che purtroppo è accaduto, non avevo più perso tempo el’avevo richiamata dalla trance, chiedendole conferma deimiei sospetti.Era proprio così: le avevano prelevato il feto! Era una cosa incredibile.Incominciai allora a consolarla, confortandola, dicendole che aveva leragioni più sacrosante per urlare e piangere, che non avevano nessundirittodi farlo.Giurochecercaredi rincuorarla inquelmomentoèstatauna delle cose più difficili da quandomi sono inoltrato in quelmondobizzarro, assurdo e crudele che è il fenomeno degliUFO.Kathie avevacontinuatoasinghiozzare,lespallescossedalunghitremiti,caldelacrimechelerigavanoleguance.AvevoalloraincominciatoaparlarediRobbieeTommyediquantoeranocari.Leavevodettochedalìapochigiorniavrebbefattoritornoacasaeliavrebbepotutiriabbracciare.Maerastatotuttoinutile;dovevolasciarechequelfiumegonfiodidisperazionefluisseliberamente.Appenasieraripresaleavevofattoancoraunadomanda,leavevochiestosequellicheavevanocosìbrutalmenteviolatoilsuosegretodimammaleavevanoperlomenospiegatoilperché.Lei,conungrugnitodi rabbia, avevagridato«NO!».Poi avevovoluto sapere se avevadettoloroqualcosa,seavevagridato tutto ilsuoorroreeavevadetto lorocheciòchestavanofacendoeraingiusto.«Certo,glielohourlatoconquantofiatoavevoingola!»eavevaaggiunto,conuntonoironicoetristemistoadunasortedisconsolatarassegnazione:«…equelmaledettosembravaquasisorpreso!».

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CAPITOLOSETTIMO

ALTREDONNEEALTRIUOMINI

Non ho parole per descrivere in queste pagine l’autentica, vivaemozionechehoprovatonel ricevere inquestiannidi ricercaufologicacentinaia e centinaia di lettere e telefonate e nell’intervistare un enormenumero di testimoni. Né mi riesce di rendere giustizia dell’immensomistero e dell’oceano di ignoto nel quale sono stato condotto dalledichiarazioniedairaccontidiquanti,inmomentieluoghidiversi,hannovissutoavventuremoltosimilifraloro.

Forse ho scritto questo libro per cercare di esorcizzare il senso difrustrazionechemiènatoinanimoeconlasperanzachecisiaqualcunocheleggendononfacciaspalluccemaprendasulserio,almenounavolta,quellochepersonecomeKathieDavishannodaraccontare.Quimisonooccupatoinmododettagliatoespecificodelsuocaso,masonocentinaiaper non dire migliaia, gli uomini e le donne che, come lei, potrebberorivelare fatti prodigiosi e incredibili da incontri non desiderati ai qualihanno forzatamente dovuto partecipare. Perché ogni rapimento è unmistero a sé stante, una storia sempredifferente e, sotto certi versi, unaveraepropriatragediapersonalediversadaognialtra.

AppenaqualchemesedopolatragicasedutaipnoticaavutaconKathie,nella quale avevo condiviso il suo raccapriccio e la sua sconsolatadisperazione, ricevetti una lettera di una donna di New York.Molti di

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questimessaggiarrivanodapersonenormalissime,moltoequilibratecheesordiscono sempre così: «Probabilmente, sotto sotto, non c’è niente dispeciale,comunque…»,oppure:«Sperodinonrubarletroppotempo,maricordochequandoavevo solo7 annihovissutoun’esperienza chenonsono mai riuscito a togliermi dalla testa…» e così via. Sovente è unadonna, che mi prega di darle una mano per liberarsi di un’atavica eangosciosa paura: «Sono una quarantenne, madre e moglie felice. Mapurtroppodaunpo’ditempoaquestaparte,nonsopportopiùilbuio;nehounfolleterrore,tantodaesserecostrettaadormireconlaluceaccesa…daquandohoripresoafareunsognogiàricorrentequand’eropiccolaincui compaiono alcuni uomini dalla faccia grigia…». E via dicendo.Alcune lettere,ma sono, nella quantità, davvero pochissime denuncianomentimalate, psicopatici, comunque facilmente smascherabili, visto ches’inventano di sana pianta storie che non hanno nulla a che vedere conl’ormaiconsolidatocanovacciodeirapimentidapartedegliUFO.

Qualchevoltaancoraèunapersonachereputoassolutamentenormale,cosìspaventataescossadaciòcheleècapitatodanonsaperepiùachesantovotarsiperusciredall’incubochelaperseguitava.Inquesticasimisembraquasidi«palpare»nelleloroparolelafrettolosaurgenzadivenireacapodelmistero.So,peresperienza,chesitrattaquasisempredigentecome me e voi, gente qualunque, che sta smarrendo il lume del buonsensoedelraziocinioperchénonriesceinalcunmodoacapacitarsidiciòcheleèaccadutoenoncelafanéatranquillizzarsinéascordareifatti.Laletterachehoricevutonelgiugnodel1985erastatascrittadaunodiquesti protagonisti giunti al limite della follia. Leggendola miimmaginavounadonnaunavoltaequilibrataeforteorainbaliadiuntalesconquasso psicologico per le drammatiche, devastanti esperienze allequali era andata incontro, da trovarsi in chiara difficoltà con quel suodesideriospasmodicodivenireacapo,inqualchemodo,diunenigmapiùgrandedilei.Eraunaletterainequivocabile:chimel’avevaspeditaavevaurgentebisognod’aiuto.

«Andrea» aveva lettoMissingTime e voleva sottopormi alcuni sogniche risalivanoalla suagiovinezza e che riecheggiavanoquel chevenivadettonel libro.Lachiamaial telefonolaserastessaedecidemmochecisaremmoincontratidalìadunasettimana.Mierasembratatriste,onestaeunpochinospaventata.Avevacontinuatoaripetere:«Laprego,micreda,stodicendolaverità,nonmento.Lapregodicredermi».Inrealtàquello

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che mi aveva anticipato era tutto più che plausibile e senz’altro dacollegarsi alla fenomenologiadei rapimenti dapartedegliUFO, almenoda come avevo incominciato a riconoscerla. Pur senza essere mai statasottoposta ad ipnosi, ricordava con nitidezza alcuni incontri accadutiquand’era piccola ed un altro, recentissimo— quello che l’aveva fattadecidere a scrivermi. Circa un mese e mezzo prima, una notte aveva«sognato» di svegliarsi all’improvviso e di scorgere accanto al letto unomettodalvoltogrigiochelastavaosservando.Ilsuoconviventenonsiera accorto di nulla e continuava a dormire imperterrito, né lei avevapotuto destarlo perché era paralizzata. Poi si era sollevata in volo nellastanza, era uscita dalla casa, aveva sorvolato un campo e si eramagicamenteritrovataabordodiunUFO.Qui,fattaladistenderesudiuntavolo, l’omino le aveva infilato un lungo ago flessibile in una narice,arrivando a bucarle la parete terminale con non poca sofferenza. Tuttoquelchericordavaconsapevolmentefinivalì.Lamattinasierasvegliatain una chiazza di sangue coagulato che le aveva imbrattato camicia danotteelenzuola,acausadiun’epistassimoltocopiosa.

Andreamiavevaancheparlatodiunastranacicatricechehasulpettoeche si era procurata nella fanciullezza. Ricordava che era piccola, avràavutosìeno6anniechesieravenutaatrovarelungaedistesasudiuntavolaccio nel mezzo di uno stanzone circolare illuminato da una lucerosata. Pur non avendo un ricordo nitidissimo, rammentava un uomodibassastaturacheavevaarmeggiatosulsuopetto.Questiflashdimemoriaparlavano chiaro: con molta probabilità mi trovavo di fronte aun’esperienza di abduction — anche se la protagonista, comeinconsapevolema logica difesa preferiva parlarne come di un «sogno».Cercando di dare ascolto prontamente al suo disperato appello senzadoverrinunciareallamiapreziosa tecnicadiapproccioconfidenzialecoltestimone, lamisi subito in contatto conLouise, un’altra «rapita» il cuicasoavevogiàapprofondito.Louise leavevaparlatoa lungoe ilgiornoconvenutocirecammoinsiemeafarlevisita.

Andrea è una giovane donna, piccolina e graziosa, vittima di unevidente stato ansioso. Per prima cosa aveva bisogno di esseretranquillizzata, di sentirsi dire cheLouise e io eravamo lì per aiutarla auscire da quella situazione incresciosa e che avremmo fatto di tutto perdarleunamanoenonsoloaparole.Ciaccorgemmosubitocheeraquelloche si aspettava. Poter liberamente sfogarsi con qualcuno senza vedersi

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ridereinfacciaesenzasentirsidaredellapazza,l’avevaresamoltofeliceesierasentitaprontaa iniziaresubito l’esperimento.Poichésapevocheera pudica quando discutendo era venuto fuori il problema dellamisteriosa cicatrice, mi ero alzato ed ero uscito per qualche momentodallacameralasciandoaLouiseilcompitodiesaminarlaenelfrattempola possibilità di scambiare qualche parola fra donne. È un segnoorizzontale, lungo circa 5 centimetri, proprio sotto il seno sinistro. Nelcorso della chiacchierata Andrea disse anche che nell’ultimo «sogno»avevaavutolasensazionechelafiguradaigrandiocchi,scuriebrillanti,edalla pelle grigia che l’aveva catturata le avesse fatto qualcosa sullaschiena, a destra rispetto la colonna vertebrale. Alla richiesta di Louiseavevasollevatolacamicettaederacomparsounvistosotaglio,arrossato,di7-8centimetriproprioalcentrodellaschiena.Eravisibilissimo,comecapitaperunaferitarecenteormaiinviadiguarigione.Inutilesottolinearechequel tagliopercuiAndreanontrovavagiustificazionerappresentavaun’altraprovacheavallavainmodoconcretolesuesupposizioni.

Midilungherò inquestocapitolo, sucasidiversidaquellodiCopleyWoods e di Kathie Davis non per il gusto di essere prolisso, ma perun’importanteragione:dimostrareallettorechel’incredibileaspettodellasperimentazione geneticamessa in atto dagli UFO ritorna inmolti altrieventi ai quali ho rivolto la mia attenzione. Quando avevo iniziato asviscerare quello di Kathie lo avevo ritenuto una specie di eccezione,purtroppohodovutoricredermi.Durante laprimatelefonataconAndrealeavevochiestodiparlarmidellasuaanamnesimedica,pregandoladinonscordarestranemalattieemalanni,probleminonrisoltiecosìvia.Comeal solito, fra queste mie richieste avevo anche infilato, con fareindifferente, domande chiave. Avevo citato cuore, reni, polmoni poi,all’improvviso,eropassatoaeventualiproblemidigravidanza.Stavamoparlando già da un pezzo e avevo ormai conquistato la sua confidenza.Senza vergognarsi mi rivelò che, in effetti, qualcosa di anomalo eraaccadutoquandoaveva13anni.«Figurati,Budd,chedicolpomiritrovaiincinta, pur senza aver mai avuto un rapporto. Puoi immaginare qualierano le mie conoscenze sul sesso a quell’età. Eppure una notte avevo“sognato”unuomo, entrato di soppiatto nellamia stanza, chemi avevaposseduta.Eraunindividuostrano,calvoeconocchienormi,diversidainostri».Chiesi sec’eranostate reciprocheeffusioni.«No, iononpotevotoccarlo,perchéerocomeparalizzata.Sentivosolodentrodimequalcosa

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di rigido. Quando tutto è terminato mi sono ritrovata con la natura infiamme e lo stomaco dolente. Era come se avessi avuto uno sboccomestruale.Almattinopigiamaelenzuolaeranobagnateediocontinuavoastaremale.

«Dopoqualche tempo ecco che la pancia incomincia a crescere.Miamadremiportadalginecologochemidiagnosticaunagravidanza.Cadodalle nuvole. Mio padre è furioso, mi chiede continuamente diconfessarglichiè stato,ma iopossosoloparlarglidell’uomodel sogno,con la grande testa e gli occhi stranissimi. Era una situazione assurda.Pensa,Budd,chenonostanteciòilmedicoavevariscontratolaverginità.L’imeneeraintegro».Lavicendasieraconclusadrammaticamenteconunaborto.Era il 1971.Ovviamente, lungi da tutti l’idea di una gravidanzasospettaequindil’eventualitàdiesaminareilfeto.IldottoreJohnBurger,primariodelrepartodiginecologiaeostetriciaalPerthAmboyHospital,New Jersey che si è gentilmente prestato a farmi da consulente in tuttiquestispecialissimicasidirapimento,midissechepurtroppononc’eranopiùsperanzedimettere lemanisullacartellaclinicadiAndreaperchéadistanzaditantotempoeraormaistatadistrutta.Senzadimenticare,comesièdetto,cheAndreaall’epocaavevasoltanto13anniedèpresumibilechenélasuafamiglianéilsuoginecologotenesseroaconservareoltreildovuto la documentazione di un fatto che prima fosse passato neldimenticatoio meglio sarebbe stato per tutti. Per quanto concerneva ilpresente,Andreami era sembrata piuttosto restia a rivangare quel tristericordo sia con i genitori che con il ginecologo, il quale continuava adannoverarlafralesueclienti.

Senzadubbiol’aspettopiùsignificativodiquestocasoèlasimilitudinefra il racconto di Andrea e l’esperienza di «fecondazione» vissuta daKathie, la notte in cui era andata a zonzo in macchina con Roberta eDorothy. All’interno dell’UFO Kathie ricordava di essersi venuta atrovare su di un lettino con le gambe divaricate e sollevate, mentrequalcosa «simile a un dito» le veniva introdotto nella vagina, fino infondo all’utero. Anche nel caso di Andrea era stata probabilmente unasonda, rigida ma molto sottile, visto che l’introduzione non avevacompromesso la sua illibatezza. Come Kathie, al termine dellasconcertante operazione, aveva avvertito una fortissima sensazione dicalore diffuso dalle anche in giù, cosìAndrea si era sentita la natura infiamme. Ambedue erano rimaste paralizzate e incapaci di compiere il

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minimo movimento per tutto il perdurare dell’intervento, condotto inentrambi i casi da un uomo dagli occhi grandi e dalla pelle grigia.Nessunaavevadescrittosensazioniditipoeroticoesessualeepertutteedue si era trattato di un’asettica procedura medica, un’inseminazioneartificiale vera e propria, il cui scopo possiamo solo immaginare. Ladifferenza sostanziale fra i due casi stava nel fatto che Andrea avendoabortito con l’intervento medico aveva preceduto le entità UFO chepresumibilmente, inunprogrammato,successivosequestro, leavrebberoriestrattol’uovofecondato,comeeragiàaccadutoaKathie.

Un terzo caso analogo è giunto allamia attenzione nel 1985 quandounamiacara collegaartistamihapresentatouna sua intimaamica,unapsicoterapeutachelavoravainunostudioavviatoinunagrandecittàdelMidwest. Susan Williams, come la chiameremo, è felicemente sposataconunchirurgoehaduefigli.Èunadonna,vivace,intelligente,attraentee aperta. Quand’era ragazza esattamente nel 1953 mentre si trovava inAustria permotivi di studio, aveva avuto il classico contatto con«bucotemporale». Tutto quello che le era rimasto nella memoria andavadall’avvistamento di una grande luce che riempiva tutto il suo quadrovisuale e dalla quale emergevano i piedi di qualcuno fasciati iningombrantistivali,almomentoperleiimmediatamentesuccessivoincuieraarrivataaunostelloperlagioventùinstatoconfusionaleeincapacediricordareciòcheleeraaccadutoinquell’intervalloditempo.

HoincontratoiWilliamsunaseraacasadiJane,l’amicacomune.Janeaveva lettoMissingTimeedera rimasta impressionatadallasomiglianzafrairaccontichevicomparivanoelastoriacheSusanleavevaraccontatoqualche anno prima, e così aveva pensato bene di farci incontrare. Gliospiti erano arrivati in ritardo e la signora tradiva evidenti segni dinervosismo.Non aveva letto ilmio libro,ma Janegliene avevaparlato,spiegandole la mia ipotesi, cosa che aveva suscitato in lei antichememorie.Dopo idrink, i soliti convenevoli e quattro chiacchiereSusanaveva incominciato a raccontarmi il fatto.Era tesa come la corda di unviolino e arrivata al punto in cui compariva la luce, era scoppiata inlacrimeuscendodicorsadallacamera.Dopopochi istantierarientrataeriavutasi dall’emozione aveva portato a termine il racconto. Rovistandonella memoria per rinvenire qualche altro strano evento precedente nelqualepoterindividuareunaqualcheconnessioneconquelloinquestione,mi parlò di un incidente capitatole attorno ai 16 anni, quando abitava

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ancoranelVermont.Unanotte,mentrestavaguidandodasolalungounastradadicampagnadeserta,lasuaattenzioneerastataattrattadaunalucedardeggiante. Quello era l’unico ricordo sicuro. Non rammentava perquanto tempoera rimasta fuori dall’autooquando l’avvistamento si eraconcluso,sapevaperòcheavevafattoritornoacasa,senzamotivo,moltopiùtardideldovuto.

Senzaperdertempo,sindaquellaseramieromessoall’opera,sapendocheintuttiedueicasiSusanerastatalaprotagonistadiunrapimento.Daallora l’hosottopostaperbenundicivolteasedute ipnotiche,nellequaliabbiamo ricostruito tuttominuziosamente nei dettagli (con l’aggiunta didue esperienze precedenti che aveva scordato). In questo capitolo peròtratteremo il fatto accaduto a Susan quando aveva 16 anni. Dunque,fermata lamacchinaerascesa.La luceeraundiscovolantecon ilqualeaveva allacciato una specie di contatto a distanza.Era sicura che quella«cosa»sapevache leiera lìadosservarla.Poi,all’improvvisoeconsuogrande stupore si era sentita sollevale in aria e, dopoun volo fluttuantecheavevaseguitounatraiettoriaparabolica,sieraritrovatadistesasupinasu di un tavolo all’interno del velivolo. Era rilassata e tranquilla —particolare che ormai conosciamobene—comepreparata ad affrontareunaqualcheoperazione.Abordodeldiscovolantec’eranodueoccupanti,lievementediversifraloronell’aspettoeconmansionidifferenti.Inbreveil racconto si era trasformato nella descrizione di un interventoginecologico. Aperte le labbra vaginali con dei divaricatori, le avevanointrodottounasottilissimasonda.Era immobilizzatamapotevaavvertirel’attrezzosalirefinoallacerviceperprelevareframmentiditessuto.Nonavevasentitomale,solounintensodisagio.Nonricordavadiaveravutocontrazioni uterine ma le era rimasto impresso a tal punto il taglientedispositivodiprelievoche leerastato infilatonellanaturacheneavevadisegnatounoschizzo.

Susan ricostruì questo incredibile evento nel 1985, nel corso diun’ennesimasedutatenutaaNewYork.Duegiornidopoavevaaggiuntoun paio di annotazioni importanti, che erano riaffiorate spontaneamentedall’inconscio.Nell’annoincuieraaccadutoilfatto,il1949,eralegatadateneraamiciziaconunragazzodelVermont,conilqualenonavevamairotto del tutto i ponti. Visto che a suo tempo gli aveva parlatodell’avvistamento, pensammo che sarebbe stato interessante telefonargliperchiederglisericordavaancoraqualcosa.Nonsolosenerammentava,

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maparlòanchediunaltroavvistamentocheavevanofattoinsiemeproprioquell’estate e che Susan, scoprì di aver cancellato completamente dallacoscienza (altra amnesia indotta). A mano a mano che lui avevaincominciato a raccontare erano emersimolti altri particolari che pianopiano, Susan aveva cominciato a ricordare. Sulla scia di questa nuovaemozione aveva poi fatto un «sogno» sconvolgente, in cui qualcuno leintroducevaunasondanellavagina,conun’esperienzadeltuttodiversadaquellavissutainstatoditranceipnotica.

A questo punto diventava fondamentale sapere se Susan in quelperiodoavevaavutodeirapporti intimiconquelragazzo,piùanzianodileidiunpaiodianni.Ledissicheeraliberadinonrispondere,machesel’avessefattoavrebbedovutoesseresincerafinoinfondo.Mirisposeconunfrancoeinequivocabile«no».Fraloroc’erastatasoltantoun’affettuosasimpatia.D’altro canto il sognonon aveva attinenze erotiche con lui ederaladescrizionediunattofreddoedistaccato;piùchealtroerasembratoilpretestoperrisvegliareinleiilricordodellesueavventureufologiche.A quel punto Susan era vergine e lo sarebbe stata ancora per parecchianni. Come la tredicenne Andrea, nel periodo mestruale faceva uso ditamponiigieniciequindil’inserimentodiunasondaflessibileesottileperrimuovereilfetoallostadioinizialepotevabenissimononaverprocuratolalacerazionedell’imene.

Pensai che probabilmente subito dopo l’avvistamento c’era stato unrapimento che aveva forse condiviso anche l’amico, durante il qualeSusan era stata ingravidata artificialmente. Anche se nei due mesisuccessivinonleeracomparsoilciclomestrualenonsen’erapreoccupataaffatto e non ne aveva motivo dato che fenomeni di discontinuità diquestotiposonopiuttostocomuniinetàpost-puberale.Ilgruppodialtretre sedute svoltesi nella primavera del 1986 hanno confermato i mieisospetti.Nel1949Susanerastatarapitaduevolte:unadasolael’altraincompagniadell’amico.Nonsonoarrivatoastabilirequalesisiaverificataprima, anche se sono propenso a credere che sia avvenuto prima ilrapimentoincoppia.

Finalmente,inagostodel1986mièstatopossibileincontrare«Al»,ilragazzocheeranelVermontconSusaninquell’ormailontano1949.Tresedute consecutivemi hanno permesso di ricostruire l’evento, accadutonelcorsodiunaescursionedallaStilesMountainaun rifugioneipressidelLagoGriffith. {1}MoltidettagligiàmessiinevidenzadaSusansono

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stati ampiamente confermati, come per esempio, la conformazionemetallica a segmenti saldati dei piedini di ancoraggio del disco volante.Per quanto concerne altri particolari i due racconti combaciano allaperfezione (inizio e fine dell’evento, luogo in cui si trovavano nelmomento in cui era comparso il disco e così via), quello che invecedifferisceèciòcheèaccadutoall’internodellanavicellaspaziale.Daquelcheè emerso, infatti, i dueprotagonisti sono stati esaminati inmomentidiversia loro insaputa, secondounoschemacaratteristico,messo inattosin dal caso dei coniugi Hill. A proposito della coincidenza delletestimonianzetengoaribadirechehobadatobenechenoncifossealcunainterferenza fra le sedute di Susan eAl e ho sempremantenuto segretotutto ciò che si andava di volta in volta costruendo.Così come non c’èstata possibilità alcuna che le protagoniste di questi episodi disperimentazione genetica/sessuale da parte degli UFO si scambiasseroinformazionifraloro.Nonsisononemmenoconosciute.Kathie,AndreaeSusannonhannomai subitoaborti se si fa eccezioneper lo stranocasoaccadutoaSusanall’etàdi13anni.KathieeSusanhannoduefigliatesta;Andrea, la piùgiovane, non è ancoradiventatamadre.Mentre per lei ilricordodell’inseminazioneartificialesièpresentatosottol’immaginedel«sogno»,per le altredue tutto sarebbe rimastoneldimenticatoio senonfossi intervenuto con l’ipnosi. Il dottor John Burger che ha studiatoattentamenteleregistrazionidelledescrizionifattesottoipnosidaKathieeSusanmihaconfermatochetuttociòchecomparerispondeaunaprassimedico/ginecologicaappropriataeplausibile.Un’altracosaincredibilemaimportante,cheaffronteremomegliopiùavanti,stanelfattochetutteetrele testimoni, chi spontaneamente a livello conscio, chi in «sogno»,ricordano di aver vissuto dopo l’intervento altre esperienze anomale, incui veniva loro presentato un neonato dalle dimensioni piccolissime edall’aspetto non del tutto umano, come se si fosse trattato di un essereibrido,inpartesimileanoieinparteno,alieni,inaltreparole.Socheèqualcosa di pazzesco, ma le prove raccolte puntano tutte in questadirezione, tanto da indurci a credere di trovarci di fronte a un vero eproprioesperimentodi«allevamento»incattività.

All’inizio del 1985, grazie all’interessamento del ricercatore RichardThompson, ho conosciuto un’altra giovane donna, Pam, la quale daragazzina, inCalifornia, aveva vissuto,mentre si trovava in auto con lamadre e la sorella maggiore, un’esperienza di «vuoto temporale». I

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particolari del racconto da lei ottenuto sotto ipnosi, uniti a quellivagamente ricordati nella testimonianza della mamma, delineano unquadro che ho iniziato proprio ora ad analizzare. Quel giorno per unsurriscaldamentooperqualchealtroguaiosimilel’autosierabloccataelamadreeraandataincercadiaiuto,lasciandoledueragazzedasole.Daquesto momento in avanti i ricordi diventavano offuscati. In tranceipnoticaPamavevadescrittol’arrivodiunvelivologrigio-argentoepoi,dipuntoinbianco,ilsuoritrovarsiinunastanzasconosciutadallaformacircolare, tutti flash che presupponevano un tipico rapimento. Sospettoche ha trovato abbondanti conferme nella ricostruzione di quella e diun’altraavventuraancora,accadutalequandoavevasolo5anni,masullaconsiderazionedellequalinonintendo,perora,inoltrarmi.CitoilcasodiPamsoloperleanalogieconl’argomentochestiamooratrattando.

Pam è nata nel 1957. Attualmente è divorziata e senza figli, è unadonnasnellaemoltoattraente.Diprofessionefalaballerinaehasempreanteposto la carriera alla famiglia e agli affetti. Come il lettore avràcompreso,unadelleprimecosechemifaccioraccontaredalprotagonistadi un presunto rapimento da parte degli UFO sono i sogni che fa,soprattutto quelli ricorrenti o che possano avere un aggancio con ilfenomenoufologico.Pammihadettochenel1980quandoancoravivevanelNuovoMessicoconilmarito,avevaavutounaseriediincubinotturniincuivedevaun«trenod’argento»scenderedalcieloerapirla.Vivevanoinunacasettaaimarginidiuncampodagolf;erano isolatie lontanidatutto e questo la rendeva estremamente inquieta.La tensione nella vocementremiparlavadelsognodeltreno,gliimprovvisi,tipici,squarcichelesi aprivano nella memoria, l’isolamento del posto: gli indici di unrapimento c’erano tutti. Discutendo ancora una volta in via preliminareavevo focalizzato l’attenzione sui problemi ginecologici e, ancora unavolta, era scattata la risposta.Proprionelperiodo incuiavevanoabitatonel Nuovo Messico le era capitata una cosa molto strana. Sia per unasceltapersonalechepermotividilavoroavevaadattatounsicurometodoanticoncezionale. Improvvisamente aveva «saltato» il ciclo e si eramisteriosamente ritrovata incinta. Le analisi erano tutte positive, non lerestavacheabortire.Quandoerastataricoveratainclinicaperl’interventoeragiàincintadiduemesi.Maleultimeanalisileavevanoriservatounasorpresa:nelsuouterononc’eratracciadi tessutifetali.Ilginecologosiera infuriato e l’aveva rispedita a casa poiché non poteva intervenire.

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Stupitissimaeracorsadalsuomedicocurante,ilqualepiùesterrefattodilei, le aveva prescritto altri esami, supponendo potesse trattarsi di unagravidanza extrauterina. Quel genere di gravidanza era piuttostopericolosaeallorasieraaffrettataarifaretuttiicontrolli.Ilrisultatoerastatoassolutamentenegativo:nonerapiùincintaenonc’eranotraccediabortospontaneo.

Sobenissimochedurante la gestazionepossono capitare cose strane.Ledonnepossonoanchedenunciaregravidanzeimmaginarie,cosìcome,più di frequente, gli animali (Ernest Jones, il biografo di Freud narra,sottolineando l’ironia, che proprio la sua cagnetta ne era affetta dicontinuo!)

Nonostanteciòimediciaffermanochesesieseguonoinmodocorrettoleanalisidelsangueedelleurineèletteralmenteimpossibileconfondersi,scambiandoperveraunagravidanzafasulla.Pamavevasaltatoduemesiesolodopoilmisteriosoabortoavevaripresoilciclonormale.Ancheilsuocaso, sullo sfondo di quelli già considerati diKathie,Andrea eSusan èinteressantissimoepresenta,comevedremo,moltipuntiincomuneconiprimi.

Finoracisiamooccupatididonne;maanchegliuomininonmancanonella galleria dei protagonisti di questi casi allucinanti.Anovembre del1985 ho ricevuto la lettera di un uomo delWisconsin che chiameròEdDuvall.Dopoaverlettoilmiolibroglieravenutainmenteun’esperienza,seguita da amnesia, accadutagli all’inizio degliAnni ‘60.All’apparenzaciòchemiraccontavanonsembravaimportante,tuttavia,intuivodalsuotono di voce che dietro alle sue parole si nascondeva un forte stato diansia.Edlavoravacomemeccanicoinunaminieraespessoeraimpegnatonelturnodinotte.Trascorseleprimeoreeassoltiicompitidiroutinecioèquando aveva portato a termine il periodico controllo degli impiantisaltavasuuncamioncinoeraggiungevaunospiazzoliberopocolontanodoveschiacciavaunpisolino,finoalturnosuccessivo.Sulcamionavevauna ricetrasmittente e quindi era sempre reperibile in caso di necessità.NelWisconsin l’inverno è molto rigido e così per poter stare al caldodovevatenereilmotoreaccesoalminimo.Èperquestocheuncamionistaanchealleprimearmidisponesempreilsuomezzocontrovento,cosicchéi fumi di scarico vengano portati lontano senza entrare nella cabina diguida, visto che, come tutti sanno, l’ossido di carbonio è un velenotremendo.Eddescrisseinquestiterminilasuaavventura.Sieraassopito

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comealsolitonelfurgoncino,quando:

Mi sveglio completamente paralizzato.Mi rendo conto di essere sveglio e nonriescoacapireperché l’unicacosache riescoamuoveresonosologliocchi. Ilprimo pensiero chemi balena nella mente è che il vento è cambiato e mi stafacendoentrare i fumidiscaricodirettamente incabina.Quellosuccessivoèdiazionarelaradioechiedereaiuto.Mièvicinissimamanonpossoraggiungerla,perché sono bloccato. Mi sembra di trovarmi in quella drammatica situazionechissà da quanto tempo, ma probabilmente sono trascorsi soltanto un paio diminuti.Finalmentelaparalisisvanisce.Comeunlamposchizzofuoridallacabinae provo una sensazione irresistibile a scappare via. Risalito a bordo, metto inmotoefuggoatuttogas.Nonsonomaipiùtornatoinquelposto,anchesemierasemprepiaciuto.Questo incidenteècapitato fra laprimaveradel1961equelladel 1963. Dopo non ho avuto né mal di testa né vomito, sintomi classici diasfissia da monossido di carbonio. Avevo scordato tutto finché il libro mi hariportatoognicosaallamente.Ancoraoggianchesoloascriveresentocomeunamorsanellostomaco.

Quest’ultimaosservazione, assolutamente«innocua» all’internodi unaltrocontesto,contenevainveceaimieiocchiunpreciso,seppurocculto,significato.Eroconvinto infatti chealparidi tantialtri contattisti anchenel suo caso dietro quella serie di reminiscenze banali, che peròsuscitavano un riflesso di ansia e di paura non proporzionato, dovevacelarsi qualcos’altro di estremamente più articolato. La causa,apparentemente irrilevante, mal si conciliava con un effetto oltremodosconvolgente.Leggendofralerighe,abilitàacquisitaconl’esperienza,hointuitol’importanzadelcasoemisonomessoincontattoconEdperavermododiapprofondirel’esamedelsuoracconto.Laletteraterminavaconl’annotazioneche,comunque,erastatoviaperdueo treore.Nessunosiera accorto della mia prolungata assenza, visto che non avevano avutobisognodime.Ho riposatoper anninella cabinadi camionegiurochenonmieramaisuccessonientedisimile.Mipiacerebbeproprioriuscireacapiresedietroatuttociòsinascondequalcosa».

Quando ho conosciuto Ed l’ho trovato vivace, aperto, intelligente eansiosodichiarirequellostranofatto.Quando,comeconsuetudine,glihochiestosepercasofrugandoneiricordiglivenivainmenteunepisodioinqualche modo collegabile a quello mi ha risposto a più riprese con un«no» secco e convinto, che ogni tanto teneva a ribadire, altroatteggiamentodecisamentesospetto.Poi,finalmente,sieraricordatodiunavvistamento notturno di unUFO fatto insieme allamoglie: un oggetto

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grandeescuro,involoall’altezzadiunfilaredialberi,chegettavafascidi luce intermittente nel bosco sottostante, come fosse alla ricerca diqualcosa.Un’altravoltaancora,incompagniadidueamici,avevavistoinpieno giorno a distanza ravvicinata una piccola sfera argentata checompiva evoluzioni aeree. Ambedue gli avvistamenti si erano verificatidopo l’incidente del camion e costituivano gli unici due fatti anomali aessoricollegabili.

Ed è stato anche molto puntiglioso nel precisare di non aver mairegistrato «vuoti temporali», di non aver sul corpo strane cicatrici, néqualsivogliaaltrosegno,diciamocosì,delgenereUFO.Questainsistenzaquasi petulante nel negare ogni stranezza era certamente il migliorattestatodibuonafede.Avessevolutoaccontentarmiocompiacerminonavrebbeavutoalcunadifficoltàa«ricordare»qualchedettaglioparticolaretale da renderepiù stimolante il suo racconto.Chi non si porta addossoqualchegraffiochenonricordacomesièprocuratoochinonhamaifattoun sogno in cui compariva un essere umanoide o alieno? Cosa c’è dimegliodell’esibire tuttociòalcospettodichi investiga?«Montare»unasituazioneèunacosa facilissima.NonsipuòcertodirecheEdci abbiaprovato. Avvertivo in lui l’uomo onesto e integro e nelle sue paroleun’emozionedavveropalpitante.Quandocisiamovistilaprimacosachemi ha confessato è stato che aveva faticato tremendamente a leggereMissingTime, per via dei continui paralleli che gli veniva spontaneo difaretrairaccontilettielasuaesperienza.«Unmucchiodivoltehodovutoritirarmi in bagno o in camera per non farmi vedere piangeredall’emozionechequellepaginesuscitavanonelmioanimo.Nonvolevochemiamoglieseneaccorgesseemagarisispaventasse.Èstatopermeunlibrosconvolgente».

Per pura combinazione, l’invito a partecipare ad un programmatelevisivo sugli UFO a Minneapolis mi ha offerto la possibilità diincontrarmi con Ed a solo poche settimane dal ricevimento della sualettera. Ho così potuto intervistarlo a lungo e sottoporlo a due seduteipnotiche.Edèunuomosulla cinquantina,gioviale epiacente, i capelligrigi,felicementesposatoda30anniconunasignoraaltrettantosimpaticae affabile. Hanno figli e nipoti e conducono una vita familiare moltostabile e felice.È ancora oggi dipendente della stessa compagnia per laqualegiàlavoravaaltempodelmisteriosoincidente.Hotenutolesedutediregressioneipnoticanellacameradell’hotelincuieroospiteedevodire

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che è stata un’esperienza notevole, oltre che, in certi momenti,drammatica. Nel primo incontro, 5 gennaio 1986, al quale era presenteanche la moglie, abbiamo ricostruito l’episodio che ho narrato. Creatal’atmosferaadattahoiniziatoainterrogarlo.

BH:«Vediilcamion?»ED:«Sì,lovedo».BH:«Dichecoloreè?»ED:«Verde».BH:«Chetempofa?»ED:«Ècoperto…»BH:«Checosastaifacendo…dovestaiandando?»ED:«Stoandandoaraggiungereunposticinotranquillodovepotermi

riposareunpo’.Nonvogliochenessunomivengadietroomidisturbi»(lungapausa).

BH: «Adesso, Ed, dimmi che succede. Sei fermo o stai ancoraviaggiando?»

ED:«Stoparcheggiandocontrovento.Mimettocomodo…la luce…»(incominciaatremare,respiraaffannosamente.Èmoltospaventato).

BH:(confortandolo:staitranquillo,seialsicuro.Tuttociòèaccadutotantotempofa…).«Parlamidellaluce».

ED: (respirando affannosamente, terrorizzato) «È molto brillante…vividissima…risplende…èpropriosulcamion…glièsopra.Proprio…sièspenta,tuttopiombanelbuio».

BH:(lorassicuranuovamente).«Dichecoloreè?»ED:«Brillantissima,èdiunbiancoabbagliante.Scendodalcamion».BH:«Adessochescendi,dovevai?»ED: «Sto accanto al veicolo.Non ho bisogno…non ho paura. Sono

qui,inpiedi,cheosservolaluce…(dinuovoinpredaalterrore)…eccoche,di colpo,vengo sollevato.Cerco istintivamentedi aggrapparmi allamanigliadellaportiera,manonmiriescediafferrarlaeoraètroppotardi.Sono ormai lontano, in alto, senza peso… Sto letteralmente fluttuandonell’aria…»(spaventatissimoeinlacrime)«…nonpossofermarmi…»

BH: (lo calma, gli dice che è al sicuro e che, se vuole, puòinterromperelatranceinognimomento).«Eadessocheaccade,Ed?»

ED: «Volo, volo verso l’alto, in direzione della luce. Continua adessereincredibilmenteradiosa.Riescoascorgereilcamion,giùinbasso,nelparcheggio…èlà…lovedo…c’èsololalucecherisplende,tuttoil

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restogiacenell’ombra…»BH:«Checosavedi,chestacapitando?»ED:«Siaprelaportaemifannoentrare.Nevedosolodue»(pausa).

«Midistendonosudiuntavolo».A questo punto segue una lunghissima pausa. Ne approfitto per

suggerire aEdcheèmeglio cheperunpo’nonvedapiùnullapernondistrarsi,perchéoramiinteressasaperechecosaprovaalivellofisico.Glidico di non rispondermi in modo avventato; ma di passare in rassegnaognipartedelcorpo,manoamanocheiolanomino,edidirmi«normale»se va tutto bene o, in caso contrario, descrivermi l’eventuale disagio.Ricorro sovente a questa tecnica di attesa, quando mi accorgo che ilsoggettoèsconvoltoeconfusodaquellochestasuccedendo.Costituisceun utilissimo momento di relax, ad occhi chiusi, naturalmente, ed altempostessorassicurailpoverino,riportandoloconcretamenteincontattocon la consistenza reale del suo corpo. Inoltre, mi serve anche perraccogliere altre informazioni interessanti sul tipo di sensazioni che staprovando. Incomincio dai piedi: «normale» e via così, quando arrivo alpettorisponde:«C’èqualcosachenonva.Miduolelostomaco».Quandonominolebracciadice:«Lesentopesanti»;eanchelatesta,mentreocchi,bocca, orecchie… sono «normali». Quando si calma riprendiamo laricostruzionedeifatti:

BH: «Ti piacerebbe descrivermi che tipo di gente è questa? Mi haidettochecenesonodue».

ED: «Sono bassi, piccolini. Umanoidi. Minuti, gracili. La testa ètonda… una boccia. Magri. Portano una cintura in vita… attorno aifianchi…unacintura.Nonscorgotaschenelloroabito».

BH:«Sonosempredue?»ED:«Sì».BH: (lo prega di osservare bene per imprimersi nella mente il loro

aspetto).«Aquestopuntoseiscesodaltavolo,èsuccessoancoraqualcosanelfrattempo?»

ED:«Vedosul soffittouna lucemoltobrillante.Sonoancoradisteso.Loromistannovisitando.Noncapiscochecosafanno.Mihannosvestito,miosservanoattentamente.Orecchie,occhi,bocca,perlustranoilcorpoinogni zona.Controllano i genitali.Adesso i piedi. Poi lemani: accidenticome sono sporche!Mi fanno girare. È la volta della schiena, dell’ano.Ora i polpacci, giù fino alla pianta dei piedi» (pausa). «Fa freddo qui.

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Sonocongelato».BH:«Tisembracheabbianoprestatomaggioreattenzioneaunaparte

deltuocorpoanzichéaun’altra?»ED:«Direiallemani,maforseperchésonolurideecallose».BH:«Diconoqualcosa?»ED:«Nonhannomaiparlato.Almeno finoadora,nonhannoancora

dettounasolaparola».AuntrattotuttalapaurarepressadiEdavevaletteralmente«rottogli

argini» esplodendo comemai primami era accaduto di vedere.Nonmirestavaaltrodafarecheconsolarlo,continuarearipeterglichenonc’erapericoloecheeraalsicuro,maormaiavevaperdutoilcontrollodeinervi,in lacrime, in preda a una tremenda crisi isterica, tremava come unafoglia,ilrespiroaffannoso.Ricordodiaverprovatounapenaprofondaneisuoiconfronti,mistaarabbiaimpotentecontroquelchioquelchecosaingradodiridurreunuomoinquellostato.Quandohoripresoainterrogarlomiharisposto:«Nonso…io…io…nonposso…nonposso».Nonpotevaononvolevaproseguireanarrare.Eracosìsconvoltodanonesserepiùincondizionedifarlo.Dicendoglicheperilmomentosipotevasoprassedereecheavrebbepotutoraccontarmiilrestopiùtardioinun’altraoccasione,sonoriuscito,allafine,acalmarlo.«Sì,sì…dopo,puòdarsi».

Lasciato trascorrereunpo’di tempo,continuandoaconfortarlo,sonotornatoallacaricainvitandoloariprenderelaricostruzionedeifatti.«Mirimettonogliabiti.Sonodinuovovestito.Midiconodinonaverepaura;ma non parlano, comunicano in altro modo. Non aprono la boccanemmeno di un millimetro». Dopo una lunga pausa: «Ecco, ora sonotornato al camion, sono seduto sul sedile.Non possomuovermi.Ho gliocchiaperti,masonoparalizzato»epoi,ancora:«Questoètutto.Oravatuttobene, seDiovuole». Inizio ilcontoalla rovesciae lo facciousciredallatrance.

Discutendo della seduta appena conclusa, la prima cosa che Ed hadetto è stata: «Ci deve essere qualcosa di cui non posso parlare»,facendomi chiaramente intendere che non avrei dovuto, anche in uneventualealtroesperimentopremeresuqueltastodelicato.Inmodomoltoindicativo mi ha poi detto che quando si era reso conto chequell’incredibile avventura stava per iniziare aveva subito pensato «cirisiamo»,quasifossestatoqualcosadifamiliare—che,quindi,glieragiàcapitato. Quando aveva scorto la luce ed era sceso dal camion, era

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stupefatto ed incuriosito: «Era troppo brillante per poterla osservare.L’avròguardata per un istante, poi hodovuto coprirmi gli occhi, subitodopo… puf!Mi sono ritrovato leggero come una piuma.Ho cercato diaggrapparmi alla maniglia della portiera, ma ho mancato la presa. Hoavutotantapaura.Mentrefluttuavonell’ariamisonoguardatoingiropervedere se c’era qualche ramo d’albero a cui afferrarmi, ma non cen’erano.Nonsalivomoltovelocemente.Diciamochela“cosa”sitrovavaa15-20metridaterra».

Gli ricordo che ha parlato di una porta: «…Direi più esattamenteun’aperturachesièspalancataalmiocospetto,scivolandolateralmente…e dentro c’erano due individui che mi aspettavano». Domando sequalcuno parla: «Nonmi pare abbianomai parlato. Non homai notatomovimentilabialiouditosuonisimiliaparole.Queitizihannoportatoatermine ciò che desideravano fare conme e poimi hanno ricondotto alcamioncomesenientefosse».

Miinformosulloroaspettofisico:«Sonoalticirca130/140centimetri,magri, minuti, peseranno sui 40 kg. La testa sproporzionata, enormerispetto al corpo. Mani lunghe e strane… Non ricordo il colore dellapelle…maforseindossavanounaspeciedituta.Nonricordodiaverfattocaso alla pelle; non saprei dire com’era».Gli occhi ormai li conoscevo.«Grandi, acquosi. Come se pigliassi il fondo di una bottiglia e te lomettessi nelle orbite… occhi strani, senza pupille, senza parte bianca evenuzze.Dentrononcivedeviniente;eranoduegrossecosenereche tifissavanointensamente.Nonpotevivederciproprionientedentro…soloilbuio!».

Glichiedodirammentareilmomentoincuil’hannospogliato,manonlo ricorda. Un dettaglio che ritorna e che fa pensare a qualcosa cheavviene con il soggetto in stato di consapevolezza alterata. Anche Edconfermalaregola:«Nonricordoquandomihannospogliato,néquandomihannorivestito».«Vorrestidireche,dipuntoinbianco,davestitotiseiritrovato nudo e viceversa?» E lui, un po’ innervosito: «Lasciamoperdere… ne potremo parlare un’altra volta».Ovviamente, quest’ultimarispostanonfacheincuriosirmiancoradipiù.«Nonricordise,oltreallemani,laloroattenzionesièsoffermatasualtrepartidelcorpo?»Elui,inmodoseccoeconciso:«Sì,hannomostratomoltointeresseaigenitali».

La sera della seduta ho steso immediatamente il rapporto di verbale,annotandoamargine chemoltoprobabilmenteEdera stato sottoposto a

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prelievodiliquidoseminale.Ilsuonervosismo,lasuamalcelatariluttanzaa voler affrontare un aspetto del rapimento decisamente umiliante eimbarazzante rispondeva appieno a un comportamento nel qualemi erogià imbattuto altre volte. {2} Ho capito che preferiva parlarmene aquattr’occhi e così non mi sono affatto stupito quando il giorno dopo,finitodipranzareavevainvitatolamoglieafarsiunapasseggiatadasola,mentreluiavrebbepuntualizzatoalcuniparticolaridelraccontodelgiornoprimacheeranoriaffioratidurantelanotte.Lasignorahasubitodettodisìecisiamodatiappuntamentoperlacenaalmioalbergo.

Quasi come avesse avuto fretta, Ed si è quindi precipitato in cameramiaperriprendereilraccontolasciatosospeso.Avvertivoinluiuncertoimbarazzo.Mi ha detto che c’era qualcosa di cui nonmi aveva parlatoperché la riteneva assurda e impossibile.Ma non si decideva a parlare,girava attorno all’argomento, quasi sussurrando le parole: «…Budd»midiceaduntratto,«nonavreimaipiùcredutocheunuomopotesseessereviolentato.Nonlocredevopropriopossibilealivellofisico…»«Inveceèaccaduto, vero?» gli domando, sicuro, di aver avuto dei giusti sospetti.«Diciamo di sì… almeno all’apparenza»mi risponde lasciandosi caderesullapoltrona,quasicomeinsegnodiresa.Manoneroancorasicurodelgenerediviolenzacheavevasubito:sequelladi tipomeccanico,spessocitatadaicontattistioseavevadavveropartecipatoauncoito.

«Con chi… o che cosa… È accaduto… una figura… una persona,una… una specie di donna anche se nonmi sentirei di definirla tale intuttoepertutto;unadiloro,maunpo’piùgrande,piùsimileanoi.Conilseno,privadi capelli opeli e con la solita testa enorme».Gli chiedodidescrivermelameglio:«Unatestapiùgrandedelnormale,rotonda,calva.Ancheilcorpoeracompletamentedepilato».Allamiadomandasequella«donna» era dotata di un apparato vaginale, Ed risponde con un sìbiascicato.

Ciòdettomiaccorgochequestaconfessionelohasollevatodaunpesoenormeealloraapprofittodellasituazionefavorevoleperfrugareancoranella sua mente, alla ricerca di altri eventuali casi di rapimento da luisubiti.Glimostrogliappuntidelgiornoprimaincuievidenzioilsospettorelativo a un prelievo spermatico mediante qualche meccanismoartificiale.Lui,abbassandolosguardoeconunfilodivoce,precisa:«Nonsitrattavadiqualcosadiartificiale!».Glichiedodiesserepiùesplicito.Siaffrettaarispondermiconfrasirapideeveloci,comeintendesseliberarsi

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digran frettadaquel fardellocheglipesa tanto sullacoscienza.«Lei sitrovainunaltrocompartodellanavicellaspaziale.Laconduconodame,non dice nulla, non una parola. Io sono disteso supino sul tavolo,completamentenudo.Auntrattomiprovocanoun’erezioneemelatrovoaddosso…mimonta, ma con estremo distacco». Chiedo se gli tocca ilpene. «Non ricordo. Poi incomincia a muoversi fino a portarmiall’orgasmo.Poiscendedallettoeseneva.Ritornanoiduetizi,condeicucchiairaccolgonolegoccedispermarimastesulglandeelemettonoinun flaconcino. Non posso muovermi. Possono fare di me tutto ciò chevogliono».

DopounabrevepausaEdricominciaaparlarecercandodicapirechediavoloèaccaduto,perdareunsensoaqueiricordiincredibili.«Inqueglianniavevounachiomadicapellifoltienericomeilcarbone.Nonsoseme lo dicano direttamente o me lo comunichino in altro modo, ma hol’impressionecheglipiaccianomoltoecheilnostroaspetto,ingenere,aloropiacciadavverotanto.Lapelle,leciglia,icapelli…glipiacetuttodinoi…puòdarsistianocercandodimigliorarelalorospecie…perché,ineffetti,lalorononèunarazzagranchébella…oppure,chissà,misbaglioe siamonoi i brutti ai loroocchi, anche sedallamia esperienzanonhotratto questa impressione. Penso piuttosto ci trovino attraenti e stianocercandodiassimilarepartedeinostricaratterifisici».

Glidicodiparlarmidelledifferenzefraglialienidisessomaschileela«donna».

«Èpiùaltadiunatesta.Legambepiùsottilidellenostre,masagomatee con polpacci ben formati, le braccia belle e proporzionate e un senodavveronientemale.Ilmentoèmoltoappuntito…se…sequesto…seleiègiàunprodottoscaturitodaprecedentiesperimenti,civorràancoradeltempoprimacheapprodinoall’uomo».

«…Diciamochequella“donna”ègiàunaviadimezzo…»suggeriscoio «Beh, diciamo di sì. È già abbastanza carina… non ricordo di avernotatolabocca.Certamentecel’aveva,manonsodireseèbellaobrutta,nonhamai risonéparlato».Ladonnaaveva leorecchie,gliuominino.«Gliocchinonsonocomeinostri,maneppurecomequellisenzafondodiqueitizi.Perlomenoisuoihannoilbianco,l’irideelapupilla.Laformaèperòmoltodiversa.Sonorotondi,comeinostriquandolispalanchiamoalmassimo.Nelcomplessononèaffattounmostro.Nonpossodirechesiabellaperònonfaneppureribrezzo.Ilseno,peresempio,èperfetto…

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comequellodiunanostradonna.Nehaunbelpo’…insomma,perdirlafrauomini,haunbelpaiodi“tette”!».

Insistonelchiedergli,vistelecircostanze,comeglisiastatopossibilesentirsi sufficientemente eccitato da arrivare all’erezione. Era stato unprocesso fisico, mentale o che altro? «Oh dio, è ridicolo dirlo, ma mihanno eccitato creando come del vuoto attorno almembro» e, dopo unattimo di esitazione, con un filo di voce; «ti giuro che non avrei maipensatodiesserecapacediparlareconqualcunodituttocosìliberamenteapropositodiquestaviolenzasubitatantosupinamente».Egiùapiangerecaldelacrime.

Ripresosi,dopoqualcheminutoEdtrovapoiancheilcoraggiodifareuna battuta scherzosa su quell’assurda situazione: «Come sai, Budd, iosono sterile, non hanno potuto prendermi niente, perché mi ero fattovasectomizzaredueanniprima».Comeillettorericorderàilgiornoprima,nel corso dell’ipnosi,Ed aveva detto di aver inteso un atteggiamento distizza nei suoi rapitori, ora avevo capito perché. E se in tutta quellafaccendaspaventosaetraumaticasipotevatrovareunlatoridicolo,questoparticolarefacevacertamentealcasonostro.Avevanoprelevatounuomodasfruttareafiniprocreativisperimentalie luierasterile!«Mihaidettoche ti son sembrati arrabbiati con te; pensi che sia stato per via dellavasectomia?» «Forse, ma possono essersene accorati solo dopo che mihannorilasciato».

Oraildiscorsosiincanalalungounaltrofilone.C’èqualcos’altrocheEdintendeconfessarmi,unacosachegliètornatainmentementreeraaletto. Qualche anno prima dell’incidente sul camion, una sera nonriuscendoadormiresieraritrovatonelbelmezzodelcortiledicasa.

Nonsispiegavaperchéerasceso,néricordavaquandoerapoirientratoin casa, quel comportamento non era stato certamente normale. Si erarivisto incortile,con indosso ilpigiama,comeinattesadiqualcosa.Glispiego che, come sempre accade, l’ipnosi aveva sgretolato la barrieradifensiva che occultava i ricordi perduti e che ormai il fiume stavastraripando. Quelle non erano che le punte dell’iceberg e certamentechissà quanti ricordi ancora avrebbero potuto riaffiorare. Gli propongoun’altrasedutaipnotica,luiaccettaecosìcimettiamosubitoallavoro.

Nonentreròindettagli,maspendovolentieriqualcheparolasuquestonuovoevento,accadutoversolafinedeglianni‘50,prodromodiun’altraabduction. I rapitori erano sbucati all’improvviso dal boschetto oltre la

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casa diEd.Lui non potevamuoversi e anche se avrebbe voluto reagirenonerariuscitoafarlo.LoavevanoportatoabordodiunUFOatterratoinunpiccolo spiazzovicino e coricato sudi un tavolaccio.Quindi conunaggeggioparticolarepostoglisulpenegliavevanoprelevatodellosperma.Erastataunaproceduramoltodolorosa.Ednonavevaavutonéerezione,né eiaculazione spontanea. La provetta era stata portata altrove. Dopoqualcheistantegliavevanofattounaltroprelievo.Liavevasupplicatidinonfarglipiùdelmaleedirisparmiargliun’altraumiliazione,maquellinon gli avevano dato retta ed, anzi, lo avevano sottoposto a una terzaasportazione seminale. Lo avevano rilasciato con un profondo doloreall’altezza del pube. La rabbia di non poter reagire e, soprattutto,l’indifferenza assoluta dei sequestratori, lo avevano sconvolto. «Sonoarrivati,mihannopresoehannofattodimetuttociòchevolevano,senzaritegno,senzamostrareilminimorispettoperlamiapersona!».

Nelcorsodiquestasecondasedutasonoscaturitiparticolaridialtridueulterioriprecedentirapimenti.UnoaccadutoquandoEderaunragazzoel’altroancoraprima,all’etàdi5anni.Poichéènatonel1934,ciòsignificache il primo caso era accaduto nel 1939, vale a dire prima degliavvistamentideimisteriosi«foo-fighters»dellasecondaguerramondialee della clamorosa ondata del 1947. {3} C’è da far notareun’interessantissima coincidenza, nella sequenzadegli eventi, fra questocasoequellodiSusanWilliams,lapsicoterapeutadellacuiabductionsiègiàparlato.Susanèdel1933,vistocheancheleierastatarapitaa5anni,ilfattorisalivaal1938;quandosieraripetutoeravamonel1949.Anchequella che Ed faceva risalire a quand’era ragazzo apparteneva aquell’anno,quandoaveva15anni—altra interessanteassonanzacon lavicendadiSusan,aldilàdelfatto,inquestocontestofondamentale,chepertuttieduesieratrattatodieventiinqualchemodolegatiaesperimentieprovegenetici.

Una delle osservazioni inedite che contraddistinguevano il mio libroMissingTimeeral’evidenziazionedellamessainattodapartedegliUFOdiunprogrammadirapimentiripetutiinmodosistematicoriguardantiglistessi individuinelcorsodeglianni.Propriocomenelcasogiàricordatodegli studi zoologici, in cui con l’impianto di particolari attrezzatureelettroniche nel corpo degli animali selvatici è possibile seguire i lorospostamenti e rilevarne il comportamento nel loro ambiente naturale. Sitratta,ovviamente,diunparagoneamisurad’uomodireiantropomorfico,

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ciò non toglie che sia egualmente suggestivo e renda bene l’idea dellapossibilità che anche nei casi di abductions i rapitori, nelle vesti discienziati cosmici, applichino segrete apparecchiaturedi rilevamentonelcorpodellelorovittime.

LaricostruzionedellaprimissimaavventuradiEdèrisultatadiestremointeresseecredovalgalapenaproporlainquestepagine.Comeillettoreattentocertamentericorda,nelcapitolo4hopresentatoilrapimentodellasignora«MargaretBurning», avvenutoquandoeraunabimbadi5 anni.Nel raccontodiEd tornanomolti schemicomuni, inunacoincidenzaditestimonianzechevaaldilàdelfortuito.Unaspettosensazionaleintuttiedueicasiècheiprotagonistipuravendorivissutol’eventoinetàadultalohanno fatto però esprimendo quelle che potrebbero essere le sensazionivenute da un bimbo, vispo e intelligente, di 5 anni. Nessuno di loro,ovviamente, al tempo del contatto aveva la minima idea di che cosapotesseessereunUFO,nédisponevanonellorovocabolariodiunaparolachepotesseinqualchemodoidentificarelostranooggettoosservato.HoindagatolaprimaabductiondiEdfacendoloregredireindietroneltempo,conducendolo cioè dal racconto di una successiva avventura a quello,ormairemoto,diquellavissutaasoli5anni.

ED:«Sonopiccolo,moltopiccolo» (spaventatissimo).«Devoavere5anni.Sonopiccolo»(respirapesantemente,èmoltoscosso).«Hounagranpaura,nonsochisono,sonospaventosiebrutti,miincutonopaura.Cenesono tanti. È giorno. Non riesco a capire dove sia finita la mamma»(piangendo) «Perché non c’è lamamma!La chiamo,ma non risponde»(singhiozzando) «Mamma! Mamma, dove sei? Non mi rispondenessuno…»

BH:«Dovetitrovi,Ed?»ED: «Sono in cortile, sto giocando. Mi portano nel bosco» (respira

affannosamenteequindiparla,ritornandoalpresente,cioèdalpuntodivistadell’esperienzadaadulto).«Maèlostessouomo!Quellochehogiàvisto! Non potrei mai scordarmene» (piangendo, scivola nuovamentenella condizione infantile) «Lasciatemi, lasciatemi, andatevene!Lasciatemi! Non voglio che mi facciate questo. Lasciatemi stare. Nonvoglio,lasciatemi,selamammalovieneasapereveneaccorgerete!»

BH:(confortandolo)«Staitranquillo.Saichetuttofinisceperilmeglioetorneraiacasa»(Edcontinuaapiangere,sconsolato)«ChestaifacendoEd?»

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ED: «Mi hanno spogliato emi stanno guardando» (piange) e non soperché.Nonso…noncapiscodovesono,nonloso,vogliotornareacasa,nonvogliopiùstarequi.Vogliochemilascino,hopaura»(singhiozza)«evogliolamamma».

BH:(incoraggiandoloancora)«Staicalmo,Ed,èacasachetiaspetta,vatuttobene;ètuttook,tuttook».

ED: (sospira, un po’ sollevato. Riprende il controllo delle sueemozioni) «Sì…sì… lo racconto allamamma,manoncapisce.Nonmicrede, mi dice che ho sognato, mi dice: “Hai fatto un brutto sogno”(piangendo).Hoavutounincubo.Miprendeinbraccio,micoccolaemiconsola.Devoproprioaversolosognato».

BH:«Pensidavverodiaverfattounsogno?»ED:«Sì, è statoun sognoedè tutto finito.Quegliometti sene sono

andati…èstatounsogno».BH: «E adesso stai meglio, sei tranquillo, con la mamma che ti

accarezza.Tisentimeglio,moltomeglio».Aquestopunto,vedendocheEdsicalma,decidodifargliqualchealtra

domanda.SonocuriosodisaperesegliUFOglihannorispostoquandoluiha chiesto dove si trovava o se gli hanno detto qualcosa. Ciò che miracconta corrisponde a tante testimonianze: «Mi hanno detto di fare ilbravo;dinonaverepaurachenonmiavrebberofattodelmale.Mihannopromesso chemi avrebbero portato presto dallamamma, appena finito.Miinvitanocontinuamenteanonaverepaura».

Ho intenzione di riportare tutto a galla e così riesco a far riaffiorarealtreinformazioniinteressanti.

BH: «Sentimale da qualche altra parte del corpo oltre al naso?» (Inrealtàquestamiadomandaèfruttodiunpo’diconfusione.Soloqualchemomento prima, infatti, mi aveva parlato dell’esperienza vissuta daadolescente.Erastatainessachericordaval’inserimentodiqualcosanelnaso. In sostanza, confondo le sue narrazioni; me ne accorgo e glielofaccionotare,malasuarispostaèrivoltaintutt’altradirezione).

ED:«Misonoferitolagambaconilfilospinato».BH:«Dov’èilfilospinato?»ED:«Vicinoalgarage,incortile».BH:«Ecomehaifattoafartimale?»ED:«Nonso»(pensieroso).«Nonsocomehofattoaferirmi».BH:«Dovetiseitagliato?»

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ED:«Sullagambasinistra,inbasso;sopralacaviglia».BH:«Sì,lovedo,tifamoltomale?»ED:«No».BH:«Comefaiacapirechetiseitagliato?»ED:«Sanguino».BH:«L’havistolamamma?»ED:«Sì, dice: “Ti sei ferito allagamba, comehai fatto, tesoro?”.Le

dicodelfilospinatoelei:“Diròapapàditoglierlodalì,anzidiprenderloedibuttarlovia”».

Venuto a conoscenza di questo particolare importante e sulla scortadell’esperienza maturata in altri casi dubito che il filo spinato abbiaqualcosa a che vedere con quel taglio e allora gli pongo una domandamaliziosa: «Vuoi dire, dunque, che sei andato a sfregarti contro il filospinato camminando all’indietro?» E lui, semplicemente: «Non te lo sodire…noncapisco».Lointerrogosualtri,eventualiproblemifisici.Dopoun attimo di paura risponde: «Mi sento il naso intasato». «Direi che ènormale», osservo, «visto che hai pianto tutto il tempo». «Sì, certo,maanche allora ce l’avevo tutto chiuso. Mi duole. Sono loro che loesaminano…mihannoinfilatoqualcosadentro,facendomimoltomale».

Auntrattomiaccorgocheiltempoèvolatoviaechelasedutaèstatalungaedestenuante.CercodicalmareEd,inizioilcontoallarovesciaelofacciousciredallatrance.

Vi sarete resi conto di quanti dettagli accomunino questo tipo diesperienzeufologiche,cen’ècomunqueunochesaltaagliocchiinmodoparticolare. Ed, come ho già fatto notare, aveva lettoMissing Time, altermine delle nostre sedute mi ha fatto una domanda fondamentale:«Budd», mi ha detto, «non ricordo di aver mai letto nel tuo libro diqualche testimonefatto fluttuarenell’aria finoabordodell’UFO,nécheabbia avuto a che fare in modo così diretto e intimo con qualcheoccupante del disco. Tutto questo a me è invece accaduto. Ame sonosuccessecosediverse.Comemai?Nontiècapitatodisentirealtriracconticomeilmio?Perché?».Ed,sinceroeonestoqualènonriuscivaarendersiconto del perché la sua avventura non trovava riscontro in altreprecedentemente studiate. Inutile dire che mi sono premurato ditranquillizzarlo dicendogli che non solo mi ero imbattuto in altreesperienzetipolasuamafacendoglianchenotarecheavevoscrittoquellibroalcuni anniprimae chenel frattempoavevo investigatomolti altri

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rapimenti da parte degli UFO. In cuor mio però mi sono compiaciutomolto che Ed non si fosse lasciato andare a un resoconto di«compiacimento»,comelichiamoio,raccontandomiunasequenzadifatticodificata,comecioèmelasareiaspettata,perilsologustodigratificarelamiaattesa.

C’èpoil’enigmadellacicatricesulpolpacciosinistro.Quandomieromesso in contatto per la prima volta con Ed, come al solito lo avevopregatodiricordaretuttociòcheerarimasto«oscuro»neifattidellasuafanciullezza:vuotitemporali,stranesensazioni,sogniricorrentiecosìvia.In modo particolare gli avevo parlato di strane cicatrici le cui originirisultavanopocochiare.Miavevasempredettodinonricordarenulladianomalo e invece adesso, sotto ipnosi, era venuto fuori un taglio nelpolpaccio,appenasopra lacaviglia,chesieraprocuratosenzaesserseneaccorto e in circostanze sospette. «Hai davvero una cicatrice nelpolpaccio? Proviamo a dare un’occhiata». Senza esitazione avevaraggomitolatolagambadelcalzonesinistroemiavevamostratolaparteinteressata.Nitidaenettaspiccavaunacicatriceverticale,sottilecomeuncapello,lungacirca5centimetri,drittaelineare;unsegnodicuinéluinélamogliesieranoaccorti!

Prima di far ritorno a New York ho avuto ancora la possibilità divedermiconEd.Fraletantecose,mihaesternatolasuafelicitàperessereriuscitoatrovarequalcunoacuipoterraccontareliberamenteciòchegliera successo quella notte nel camion. Poi mi ha confidato il suopersonalissimomistero:«Sai,Budd,chehofattounmatrimoniostupendoe sono sempre stato felice con mia moglie.Ma c’è stato un momento,subitodopo il fatto,che tuttosembravavolgersialpeggio.Nonriuscivopiù a fare l’amore e ho incominciato a bere come una spugna.Sessualmente ero precipitato in una forma di abulia. Non provavo piùdesiderio enoncapivoperché.Direi cheora tutto si è chiarito, grazie ate». Gli ho risposto che doveva essere stata proprio quella bruttaavventura la causa del suo guaio passeggero, ma che oramai avevasuperatotuttonelmodopiùbrillante.

Lasuacostanzadiuomodecisoerisolutochesaquellochevuole,gliera stata di grande aiuto nel venire a capo di quelmistero di tanti anniprima. Ed è davvero un uomo eccezionale e sono fiero di averloconosciuto.

Ma, come si può immaginare, non è il solo a cui è capitata

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un’esperienzasimile.Finoaoggisonoperlomenoquattroicasiincuiilprotagonista mi ha confessato di aver avuto rapporti sessuali con uninvasore UFO. {4} Sono: un poliziotto, un operaio, un contadino e,appunto, Ed. Ho, inoltre, buoni motivi per credere che anche altri treuomini abbiano vissuto le stesse esperienze: uno scrittore, un ufficialedell’Aeronautica e un avvocato. Per questi ultimi casi nutro solo deisospetti,ma sonopronto a scommettere sulla lorogenuinità anche se inessi più che negli altri la naturale censura che insorge spontaneamentenell’animoumanoinpresenzadiquestionicosìdelicateesconvolgentihainnalzatounmuroinsormontabile,facendosìchequestoaspettodellaloroavventura di rapimento non riuscisse in alcun modo a distaccarsidall’inconscio.

Afebbraiodel1985horicevutounalettera,inviatamidall’Editore,incui un testimone che chiameremo «Dan Seldin», contadino dellacampagna vicino a Cleveland, Ohio, si rivolgeva a me con lasupplichevole speranza di riuscire a ottenere un po’ di aiuto. Era unappellochemisembravaquasidisperato.

CaroSignorHopkins,leconfessocheprovoun’enormedifficoltàascriverle.Riuscireaesprimerea

parole ilbloccochemiattanagliamiè impossibile, ioealtreseipersonesiamostati coinvolti in un incontro ravvicinato. Ho buone ragioni per ipotizzare un«bucotemporale»…Piùiltempopassapiùiricordiaffioranoallamente.Oramisonodecisoaraccontarglieli,perchéavoltemisembradiimpazzireehopaura.Hodavverotantapaura!Quelchericordononmipiaceaffatto.Miaiuti,signorHopkins, se può.Vivere con questo incubo si fa sempre più difficile…ho giàtentatomillevoltediscrivereapersonechesene intendonodiquestecose,manon ce l’homai fatta…La cosa è capitata ame e ad altre sei persone in unalimpidaechiaranotted’estate.Duedeipresenti,coniqualihoancoraavutodeirapportinegliultimianni,mihannoconfermatocheavevoragioneasospettareunvuototemporale…

La lettera proseguiva invocando aiuto e si chiudeva con una notadisperata:«Nonsochefare.Mirisponda,laprego.Questostramaledettofattomiperseguita daquandoho17 anni.Oranehoquasi 32 e non socomeliberarmene.Direi,anzi,chelamiaangosciastaaumentando.Nonsosehofattobeneadisturbarla,ma,seleèpossibile,midiaunamano,vorrei tanto farla finita, una volta per tutte. Mi perdoni l’orribileesposizione, ma è quanto di meglio mi riesce di scrivere oggi. Stopiangendocomeunbambino».

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In fondo alla pagina spiccavano indirizzo e numero di telefono e unpostscriptum, in cui mi pregava la massima riservatezza e un ultimoappello: «Mi scriva omi telefoni, la supplico!Mi aiuti». Sotto la firmac’era,un«grazie»scrittoe sottolineatoduevolte.L’hochiamato la serastessa. L’incidente di cui mi parlava era particolarmente interessante,perchéavevacoinvoltopiùtestimoni.Eraaccadutonel1969inunazonadi campagna nei pressi di Cleveland. Dan e il suo amico «Jeff»,diciassettenne come lui, avevano fatto una scampagnata con quattrocoetanee e una persona adulta, la signora Warren, madre di una delleragazze. Sulla via del ritorno, quando già si stava facendo buio,all’improvviso all’altezza delle cime degli alberi era comparsa una lucebrillantissimacheeravolatasopraunaraduravicinissimaalsentierochestavano percorrendo.A questo punto cessava ogni ricordo consapevole.Nel corso di un’intervista telefonica successiva la signora Warren mispiegòchelaluceeragrandesìenocomeil«diamante»diuncampodibaseball,eche,auntratto,sierabloccatasopradiloroechenonriuscivaa ricordare di averla vista ripartire. Era, inoltre, consapevole che si eraverificato un «buco temporale», cosa d’altro canto confermatadall’esterno.Una delle sue figlie, infatti, prima dell’avvistamento si eradistaccata dal gruppo e aveva anticipato tutti nel rientro a casa. Nonvedendo più arrivare nessuno, dopo un più che ragionevole tempod’attesa,sieraspaventata.Chiaramentequandoeranoarrivatinonavevapotuto fare a meno di evidenziare quel grave ritardo, del tuttoingiustificato.TralealtrecoselasignoraWarrenmidisseancheche«laluce illuminava tutto il bosco sottostante». Quella strana apparizionel’aveva così affascinata the il giorno dopo era ritornata alla radura e viaveva trovatauna larga improntacircolare«tuttarinsecchitaescura». Intotalequellaseraavevano«perduto»unpo’piùdiun’ora.Daquelgiornoinavantinonsieramaipiùspintaapasseggiareinunboscodasola,cosacheavevasemprefattoregolarmentesenzaproblemifinoadallora.

LaprimavoltachehosentitoDanaltelefonohoricevutol’impressionedi una persona brillante, cortese e intelligente, di cultura decisamentesuperioreaquellarivelatadallostilefarraginosodellaletterachemiavevaspedito.Danèstato ilquarto testimoneavenirmia trovareaNewYorkper sottoporsi a ipnosi e interviste a fini di ricerca ufologica. È statonell’apriledel1985,aduemesidallagitadiKathie.Vistochetraleloroduevisitecen’erastataunaterza,frameemenonhopotutofareameno

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diosservarecheillettinodelmiostudiononfacevanemmenointempoaraffreddarsichegiàunaltroprotagonistaeraprontoaoccuparlo.

Dan è un uomo tarchiato e piacente, padre di una bella bambina.Divorziato,vivedasoloinunpiccoloappartamento.Poichél’esperienzadirapimentodaluivissutadapiccoloèrisultatacomplessaeinteressante,reputonecessarioriportarnelafedeleregistrazioneperampibrani,anchesemilimiteròainsisteresugliaspettichelacolleganoinmododirettoconil caso di EdDuvall. L’incontro del 1969, con la signoraWarren e gliamici è stato il primo che abbiamo investigato. Incomincia con ladescrizione della scampagnata, per arrivare alla comparsa di una lucegrandeebrillante,dall’apparenzasolidaecompatta.Danèilpiùlontanodalla «cosa», ma riesce a scorgere nitidamente gli amici: sono tutticompresi, naso all’insù, nella visione misteriosa, sembrano bloccati.Subitodopoancheluièparalizzato.Segueladescrizionedialcunipiccolipersonaggi, dalla pelle chiara che prelevano lui e tutti gli altri,conducendoliabordodiunanavicellaspaziale.Vengonoseparati.Dansivieneatrovareinunagrandeeluminosacamerarotondadoveèdenudato.

Alcentrodella stanzac’èun tavolo luccicante.Voglionochemi sdrai.Sembrachemiaiutinoafarlo,qualcosamitirasuipiedi.C’èmoltalucetutt’attorno,ilsoffitto è luminoso, sembra come sospeso. Ho paura (prende a respirareaffannosamente)… c’è qualcuno all’altezza dei miei piedi… ora succedequalcosadimoltostrano.Quellosucuistoèuntavolodavverosingolare.Primamièsembratosolidoecompatto,adessoèdiventatomolleefluttuante,comesesiaprissesottoilmiopeso.Noncapisco…credochestianoperdareinizioaunesperimento…

Danmiprecisapiùtardichementrelapartedeltavolocheandavadaifianchi alla testa si era mantenuta rigida, quella terminale si era comeaperta, formandounaY, obbligandolo amantenere le gambedivaricate.Prega con decisione che gli dicano che cosa stanno per fargli: «…Nonrisponde.Nonmiprestalaminimaattenzione…oravedounodiloroallamiasinistra…misussurra“Staicalmo”».Dansospiraesinghiozza,èdinuovomoltoscosso.Salto,ora,unabuonapartedellasedutaearrivoalledichiarazionidegliultimiminutidell’esperienza:

Quello a sinistrami sta toccando… sulla spalla… le dita sono lisce, viscide…comeunrettile,fredde,maunfreddoumido,vischiose,morbide.L’altroinvecestaapplicandomiqualcosanelbassoventre,suigenitali.Ètrasparente…aformaconica…miricopretuttalaparte…avvertounasensazione,unavibrazione.Non

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male, solo un fremito, una specie di shock. Non so… come una scossa, direi,piacevole.Oraquelloasinistramitoccailbraccio,inalto.Sembrastiaspingendoqualcosaverso la testa (gli chiedo, intanto, se pensadi aver avutoun erezioneoppure no quando aveva quel vibratore sui genitali)…non lo so… non sonosicuro;sentochiaramentechemitoccanoilglandeepoitutt’attorno.Èqualcosadifreddo.Poimimettonoquestacosaintesta…lofannocontemporaneamente.Mentre uno mi mette quest’affare sui testicoli, l’altro me lo mette in testa. Ètrasparente…hadeifori…edunalucemoltoluminosa…e…

CiòdettoDan salta su e incomincia a tremare; piange calde lacrime.Gli chiedo che succede. Risponde con un filo di voce e devo farmeloripetereduevolteprimadicapirelaparola«elettricità».Miinformoselasente per tutto il corpo e lui: «No, solo in testa». Chiedo se ha ancoral’oggetto conico e trasparente sui genitalimentre avverte la scarica.Mirispondeconunavocefiocaespaventata:«Nonso,nonso.Vedosolopiùunagranlucesudime.Noncapiscopiùnulla».

Cisarebbe,naturalmente,ancoraparecchiodadiresuquestoepisodio,a ogni modo la conclusione è che anche a Dan è stato prelevato delliquidoseminale.L’apparecchiaturadallaqualedipartelascaricaelettrica,presumibilmente collegata con l’altra sui testicoli, potrebbe averfunzionato come stimolatore artificiale per condurlo all’eiaculazione—maè,questa,unamia speculazione.AncheStevenKilburn—dicuihoparlato inMissingTime—mihadescrittouncongegnoacappuccio, inplasticatrasparente,cheglierastatopiazzatosull’apparatogenitale.Auntrattoerastatoscossodaunafortevibrazione,avevaavutoun’emissionedi seme e l’impressione che qualcuno raccogliesse il suo liquido inun’ampolla. {5}Nonavevamaidescrittoquestodettaglioimportantesottoipnosi.RicordochesieraoccupatainizialmentedelsuocasoladottoressaClamar, evidentemente quella circostanza costituiva per lui un ricordoumiliantee«pocovirile»eavevapreferitotacerlo;l’ideachechisitrovain stato di trance sia del tutto privo della volizione, non possa cioèdecidereciòchedeveonondevedire,èunerroredeipiùcomuni, fra imolti che riguardano l’ipnosi. Uno può star zitto o commentareallegramente,asecondadellesensazionichetornaariavvertire.L’ipnosinon ha in sé niente di sensazionale, magico o miracoloso, èsemplicementeunostatodiestremarilassatezzapsicologicaenonsvolgelafunzionediunamacchinadellaveritàalsodio-penthotal.

Dan si è fermatoaNewYorkun’intera settimana,un lassodi temposufficienteperesplorareunbuonnumerodialtri,precedentiesuccessivi,

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eventidinaturaUFOcheloriguardavano.Giàindueincontriverificatisiprima di quello del 1969 ora descritto era stato sottoposto a prelievospermatico.

Nel suo caso una buona parte dei ricordi è tornata a galla in modospontaneo, senza bisogno dell’ipnosi che ci è servita solo perpuntualizzare i dettagli. Pensavo, infatti, che sarebbe stato un beneliberarlo,unavoltaper tutte,daiblocchipsichicisuquei fatti incredibiliche avevano così profondamente inciso nella sua vita. Ricordando diessere stato in almeno treoccasioni soggettodiunprelievo seminaledapartedicolorochechiamavaisuoi«violentatori»,allafineDanmiavevaconfermato:«Guarda,Budd,quandoènatamia figlia erocosì contento,eropazzodigioia.Masubitodoposonocorsoafarmivasectomizzare.Loavevo deciso da tempo: non appena fossi diventato padremi sarei fattosterilizzare». Dan come Ed! Di primo acchito non riuscivo proprio acomprendere come due uomini simili, uno ventisettenne e neo padre difamiglia e l’altro nel pieno della propria maturità, avessero potutogiungere a tanto. Poi, però, conoscendo da vicino le loro storie,l’umiliazioneeilsensodifrustrazione—derivatodalsentirsi«usati»—che avevano provato, avevo cominciato a capirli e la decisione mi eraparsa conseguente. Tutto sommato avevano fatto una scelta piuttostologica.

Nel corso di una delle nostre chiacchierate Danmi ha parlato di un«sogno»,fattopochimesiprimadiarrivareaNewYork.Unanottesierasvegliatoall’improvviso.Incamera,pocodistantidalletto,c’eranotrediquegli strani «esseri dalla grande testa e dagli occhi neri che lo stavanoscrutando.L’immagine immediatamente successivaerapoi stato ilvoltodi una donna, dagli occhi e dai capelli scurissimi. C’erano anchemoltialtri particolari, ma le impressioni più vivide erano state quelle. Se erastatoun sognodoveva essersi trattato di qualcosadi veramente specialeperchétuttoglieraapparsomoltovivido.Inutilesottolinearecheancheil«sogno»mostrava tutti i sintomiperessere intesocomequalcosadibenpiùconsistente.Nellasedutadel15aprile1985abbiamocosìstabilitodisondarlo a livello ipnotico. Il verbale che segue riporta lo scambio didomandeerisposteavvenutoadieciminutidall’innescodellatrance.

DS: «Riesco a vederne tre. Sembra si stiano parlando… li vedo perintero…sonovestitidinero».

BH:«Capiscidicosadiscutono?»

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DS:«Dime,nesonosicuro».BH:«Lisenti?»DS:«No».BH:«Epoichesuccede?»DS:«…Laragazza…»BH:«Comeentraneltuoquadrovisivo?»DS:«Nonso…èquiebasta…lasuatesta…»BH: (a questo punto faccio una domanda apparentemente poco

pertinenteacuiDannonrisponde)«Èvestitadineroanchelei?»DS: «Le vedo soltanto la testa; è demoniaca e bella al tempo stesso.

Forsesonogliocchichelarendonospaventosa;occhitremendi».BH:«Saiperchéèdate?Lasipuòcollegareconlealtrecreature?»DS:(brevepausa)«…Guarda,l’unicacosachemivienedapensareè

che è molto sexy… se si escludono gli occhi… spaventosamenteorrendi…cosìscurielucenti.Maègraziosa…senonfossepergliocchi.Piùneridellapecedell’Inferno(pausa)…Ecco,adessomisentoeccitato,houn’erezione…presumochefrapoco…»

BH:«Bene,Dan,mihaidettocheècarinaesexy».DS: «Sì, salvo gli occhi… sono… sono orribili… come quelli degli

altri».BH:(dopounapausa)«Oltreallafacciavediancheuncorpoinquesto

tuo“sogno”?»DS: «Ciò che vedo sono volto e capelli che ondeggiano.Mi sembra

senzadenti,anchequandoaprelaboccanonriescoavederglieli».BH: «Sembra vera, oppure ti rendi conto che è il personaggio di un

sogno?»DS: (in modo deciso) «È senz’altro vera. È una di loro… quegli

occhi…»BH:«Ok.Nelsognoleitièdavanti.Adessochecosasuccede?Saiche

i sogni sono formati da una serie di sequenze; descrivimi quellasuccessiva.Checosaaccade?»

DS:«Nonsonosicuro.Credoperòchequelchestopensandoadessononsiareale»(pausa)«…mistoeccitando…»

BH:«Nonpreoccuparti,Dan,raccontamitutto.D’altraparteunsognoèunsogno,nonènulladi reale.Nondevistareadeciderequelcheèononèreale.Tuttisogniamoetuttipossonoeccitarsiinsogno…»

DS:«Stoprovandopaura».

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BH:«Perché?Dimmichecosaprovi».DS:«Adessoleimièsopra».BH:«Tu,comeseimesso,mentresiavvicina…seiinpiedieleiinuna

posizionesopraelevata?»DS: «No, io sono coricato sul letto… nudo… e lei… lei… io sono

disteso,inerme…elei…»(lavocesifainudibile).BH:«Elei?»DS:(pianissimo,conunsospiro)«…Mista…mista…montando».BH:«Vabene.Adesso,tiprego,dimmiesattamentechecosaprovi.È

comequandostaifacendol’amoreconunadonna“normale”?Èlastessacosa?»

DS:«Sì».BH:«Ancheperlei?»DS:«Sì».BH:«Puoiabbracciarla,stringerla?»DS:«No,sonodistesoinerme,paralizzato».BH:«Malebracciadovelehai?Nonlatocchineppure?»DS:«No».Stoinsistendoconquestedomandeperchévogliometterloallaprova,

vedere se si lascia trascinare dalla fantasia. Se sì, dovrebbe tendere adarricchire il racconto di particolari, dicendo, per esempio, che puòmuoversietoccarel’inaspettatacompagna.Manonècosì.

BH:«Perchénonlatocchi?»DS:«Nonso».BH:«Sieteneltuoletto?»DS:«Sì».BH:«Guardandotiattornovedilatuastanza?Ètuttonormale,oppure

c’èqualcosadidiverso?Lacamera tiapparecomequelladiunsognoono?»

DS:«Èlamiacamera».BH:«Quantalucec’è?»DS:«Quellasolita,normale».BH:«Puoivedereilsuocorpo?»DS:«Adessosì».BH:«Com’è?»DS:«Comequellodiunadonnanormale.Bello,direi».BH:«Hafattoqualcosapereccitarti?»

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DS:«No.Mièsalitasopraemihaposatolemanisullespalle».BH:«Hadunquefattotuttolei?»DS:«Sì».BH:«Etuseisempreimmobile?»DS:«Sì».BH:«Vitoccate?»DS:«No…c’èanchelui…»BH:«Luichi?»DS:«Lui,quelloconlatestabianca.Stainangoloeosserva».BH:«Qualcunoparla?»DS:«Senestannoindisparte,nell’angolodovec’èlasediaadondolo,

tuttizitti».BH:«Etu,provisensazioninormali?»DS:«Sì».BH:«Pereccitartileitihamaitoccatoconlemani?»DS:«No,mièsolovenutasopra».BH:«Quandoilmembroeragiàinerezione?»DS:«Sì…soloavederla…quegliocchiperò,sonoorribili…ma…»BH: «Che pensi, in definitiva, di questa esperienza? La definiresti

piacevole,spiacevoleo…»DS:«Beh,direi…eccitante…estrana».Oltreaquestedomandehomessoallaprovaintuttiimodilaveridicità

del racconto di Dan, tentandolo con domande subdole e provocatorieaffinché arricchisse con fantasie erotiche quell’avventura amorosa; manon si è mai discostato dalla sua linea narrativa, scevra di infioriture,sempliceeschematica.

Glihooffertoognipossibilespuntoperfarlo,perabbandonarsiadunraccontopiccante,mahasemprerespintol’invito.Eallafine,pocoprimache termini la seduta,Dan si rilassa.A un tratto incomincia a sorrideredelicatamente,inmodoquasiriservatoeintimo,manondicattivogusto.

DS:«Lihofregati»(ridendo)«…stopensandoche,allafinfine,lihofregati.Nonsonoriuscitiaprenderequelchevolevano,iononsonounostallonedamonta…»

BH:«Tiriferisciallavasectomia?»DS:«Già…»BH:«Pensifosserointeressatialtuosperma?»DS: (sottovoce) «Sì. A volte mi viene il terrore che loro possano

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tornareancora».(pausa)«Chestupidi,chestupidi…»BH:«Dan,credichelatuacompagnaabbiaprovatopiacere?»DS:«No».BH:«Perché?Checosapensiabbiaprovato?»DS:«Niente.Hafattosemplicementequelchedovevafare,quelchele

avevanodettodi fare.Chissàaqualescopo»(pausa).«Vistadadietroèdecisamentecarina…senzaquegliocchispaventosichetiscrutano».

BH:«Comehaipotutoosservarladadietro?»DS: «Quando se ne è andata, camminando verso la porta… e con

queglialtrichelaguardavano…echepoisenesonoandati…»Ovviamente questa non è che una sintesi di un lungo e articolato

racconto,macredobastiachiarireallettoreiltipodiavventuravissutadaDan. Ho volutamente taciuto, in questo come in altri casi, alcuniparticolariimportantiinattesaenellasperanzacheulterioristudipossanoconfermarli o avvalorarli. Nel caso di Dan, per esempio, lui dice diricordare il nome della donna misteriosa con cui ha fatto l’amore incamerasua.Sarebbeinteressanteritrovarlo,questonome,inqualchealtrocasodicontatto.TornandoaDan,nonmièriuscitodifarglidimenticarelaprofondarabbiaeilviolentodisgustochecontinuaaserbareperisuoisequestratori. Vi sono, viceversa, alcuni contattisti nei quali prevale lacuriositàealtriincuiemerge,addirittura,unaspeciedilarvatoaffettoneiconfrontidellestranecreature«aliene»conlequalihannoavutocontatticosìspinti.ConDanètuttodiverso,luicontinuasoloaprovaredisgusto,raccapriccioerabbia.

Inprecedenzaho fatto cennoad altri casi di rapimento a sfondo, percosì dire, sessuale. Uno dei protagonisti è un poliziotto di New Yorkcoinvolto inuneventotipico,emersonelcorsodiunaprolungatasedutacondotta dalla dottoressaClamar.L’uomo si era talmente spaventato ederauscitocosìscossodaquellaesperienzadaaveremoltissimiproblemiafarriaffiorarelaricostruzionedell’incredibileepisodio.All’epocadeifatti«J. E.» aveva vent’anni, era felicemente sposato e padre di un bimbo.ComeEdeDansieraritrovatoimmobilizzatosudiunlettino,erastato,chissàcome,eccitatofinoall’erezioneequindimontatodaunesserenonumano, di sesso femminile. In questo caso la «donna» mostra trattidecisamentemoltomenoumanoidichenonquelledeglialtriepisodi.«Adun trattomi sono ritrovato sopra una specie di donna, ma non era unadonna. Era grigiastra e aveva un volto grigiastro,ma non l’ho guardata

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bene. Non era certamente un essere come lo intendiamo noi, men chemenounafemminanelverosensodellaparola.Eraorribile.Deveesserestatounincubo!».J.E.hadueocchiscuri,profondiemoltoespressivi,adun certomomentomentremi parlavami ha guardato intensamente, conun’occhiataaltempostessodisperataesconsolata,chenonpotròmaipiùdimenticare. «È stato solo un sogno, vero Budd? Che altro potrebbeessere, se no? Più che un sogno! Non potrà mica essere accaduto perdavvero!».

Cheavreipotutodirgli?Glihorispostochenonpotevacheesserecosì;cheavevaavutounincubo,perchécosesimilipropriononesistono.Nonche lamia rassicurazione sia servita amolto, a ognimodoper lomenocorrispondeva a ciò che lui voleva sentirsi dire. E mentre gli parlavo,calde lacrime rigavano ilmio viso e anche il suo, perché tutti e due cirendevamo conto che quelle erano solo parole e che la verità era bendiversa.

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CAPITOLOOTTAVO

LAPRESENTAZIONE

Da quando il caso dei coniugi Barney e Betty Hill è diventato dipubblicodominio,valeadiredaormaiunquartodisecolo, il fenomenodeirapimentidapartedegliUFOhasviluppatounastoriaviaviasemprepiùcomplessaeincredibile.Sonoperòconvintoche,fratutti,ilcasopiùimportantedebbaconsiderarsiquelloverificatosiil3ottobre1983inunacittadina di campagna nei pressi di Indianapolis, nell’Indiana. Come hoampiamente descritto nel Capitolo 3, l’incidente vero e proprio avevaavuto inizio nelmomento in cui la protagonista,KathieDavis, era statarapita e trasferita, fluttuando nell’aria, a bordo di un’aeronave e, quigiunta, sottoposta ad una lunga serie di esami e controlli fisici.Apparentemente sembrava essersi trattato di un fatto normale, cioèclassiconelladinamicadiquestogeneredifenomeni,inrealtànascondevaunfineultimoedecisivo,venutoagallapocoallavolta,spontaneamentenella mente della protagonista solo qualche mese dopo che in tranceipnotica aveva ricostruito l’intera avventura: tutto era stato predispostoaffinché Kathie quella sera si potesse incontrare con qualcuno, in unconfrontocheerastatoaltempostessoprofondamenteumano,dalpuntodi vista del sentimento, e infinitamente disumano da quello della crudarealtàdeifatti.

Kathie mi aveva messo al corrente di questo evento, a dir poco

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strepitoso, nel corsodella sua secondavenuta aNewYork, nel gennaiodel1985,quindicimesidopo.Il26gennaiomentrestavamofraternamentediscorrendonelsalottodicasamiamisonoresocontoall’improvvisochelamiagraditaospiteeamicaavevaqualcosachecitenevaafarmisapere.Ciò malgrado non riusciva a risolversi; era nervosa ed esitante e, a untratto,gliocchilesieranoinumiditidilacrime.

Poi,finalmente,avevarottogliindugi:«Budd;ricordicheunavoltatiavevodettochehounafiglia?»E,dopounabrevepausaperschiarirsilagola: «Ebbene, “loro” me l’hanno fatta conoscere. Io l’ho vista!». Ilraccontoincuisieralanciatamiavevapresocosìallasprovvistachenonmieronemmenoricordatodiinserireilregistratore.Auncertopuntomen’ero accorto rammaricandomene, ma pensando che di lì a poco ciavrebbe raggiunto Tracy Torme, l’avevo pregata di fermarsi perriprenderetuttodaccapoaregistratoreacceso.PeccatocheTracyarrivasseoltreun’oradopo,quandoKathiemiavevagiàraccontatoognicosaelasua tensione psicologica si era ormai allentata, una volta scaricatasi lacoscienzadiquelpesantefardello.Lasecondaversioneregistrata,infatti,nonrivelacheunaminimapartedellaprofondissimaegenuinaemozionechesieraespressanellaprima.

Èstato come il concludersidiuna scena. Il tutto si èpresentato sotto formadisogno,mamirendocontocheèstatotroppovividoperesseresolounsogno…Primaèaccadutoqualcosa,unaspeciedi test.Qualcunomiavevaparlato…mitrovavo in quel posto dove ogni cosa era di un bianco accecante e luminoso.Sembravachetuttofossestatocondottoatermineechefossisoltantosulpuntodiessereriportatalàdovemiavevanoprelevata,dadoveerovenuta…loro,infatti,avevanofinitoconme…salvocheperun’ultimacosa.Auntrattomiaccorgochesono inmolti nella stanza… quei piccoli ometti sono tanti e alcunimi stannoattornopiùdapresso.Unoinparticolare,perquelchecredodirammentare,mièvicinissimo e mi sembra mi cinga la vita con un braccio… infondendomicoraggio.Sonoinpiedi.Loromistannoattorno,unomibattesullespalle.Sembrachetuttisianosoddisfattidime,sicongratulino,eio…noncapiscoperché.Nonhopaura.

Arrivata qui Kathie incomincia a raccontare con voce sommessa eflebile, lentamente—comese stesseconfessandosi; sidirebbe lo facciaappostaperessereingradodicontrollarel’ondatadiemozionichestapersopraffareisuoiricordi.

Eallora…eccoentrarenellastanza…unabambina…accompagnatadaaltreduediloro.Mentrelasuafigurettasistaglianelvanodellaporta…pensochepotrà,

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sì eno, avere4 anni, l’etàdiTommy.Èdiversada loro edanoi, èunaviadimezzo.Èmoltograziosa.Sembraunelfoo,meglioancora…unangelo.Haduegrandiocchibluchesonounameravigliaeunnasinoaffilato,perfetto.Anchelaboccaèbensagomataesottile,ilvisoèpallido,salvolelabbradiunrosaacceso,e gli occhi azzurri. I capelli sono chiarissimi, bianchi e molto, molto radi…sottilissimi. La testa è solo leggermente più grande del normale, specie nellafronteenellanuca…Lafronteèmoltospaziosa…nell’insiemeèpropriocarina,sembraunabambola.Melaportano.Giuntadavantiamesifermaemifissa.Mistannoosservandotutti. Iosonoincantata, laguardoevorreiprenderla…ècosìbellachevorreiabbracciarla…Incomincioapiangere…comehopiantoprima,quellavoltaincuil’avevorivelatoaBudd…perchéquestaèl’unicafraletanteestrane cose che mi sono capitate che mi smuove veramente. Le altre non micoinvolgono, quasi non mi importano, se paragonate a questa. Sì, a volte hopaura,mi spavento,maènulla a confrontodello sconquasso internocheprovonelricordarequestoepisodio…

TracychefinoaquestomomentohaascoltatoilraccontodiKathieconlamassimaattenzione,ora intervienechiedendolese tuttoquellochestanarrando le è ritornato inmente inmodo spontaneo o con il contributodell’ipnosi.

No, questa volta, l’ipnosi non c’entra. È come se loro mi concedessero diricordarequestofattospecifico.Leduefigureche l’hannoaccompagnatafinoame la tengono permano, una per parte. Lei è piccola e timida, un conigliettospaventatoesembraaverepauradime.Adessosivoltaesiaggrappaaunadelledue accompagnatrici. Da lì, sentendosi di nuovo protetta, mi scruta conattenzione;auntrattolelabbrasiincrespano…sorride.Lainteressomaleincutoancoraunpo’dipaura.Ècosìdolce,pensochefrapocomirimetteròapiangere,comehofattoquandohoraccontatotuttoaBudd…quandopensoaleinonriescoa trattenere le lacrime… non capisco perché…mamentre la guardomi sentoinvasadaunaprofondatristezza…voglioabbracciarla…Nonricordociòchemiviene sussurrato ma so che qualcuno mi dice qualcosa che non riesco arammentare. Tutti attorno a me si mostrano felici, c’è un’atmosferameravigliosa…un clima stupendo, anche se io continuo a essere triste…ecco,qualcunomidicechehomotivodiandarfieradime…Intantolapiccolasgranaqueisuoifantasticiocchiazzurriemiguarda,ècomeseammiccasse,ancheselaparola non rende bene l’idea, perché gli occhi le si rivoltano in su… ha lacarnagionerosea…nongrigiastra…

Qui interrompiamo nuovamente il filo del racconto domandandocicomemaiKathiepossaricordarequestoepisodiocosìbenesenzal’ausilioipnotico.Èleistessacheoffreunaspiegazioneplausibile:

Credosiastatoilloroprecisovolere.Vedendoquantomisonocommossadavanti

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alla piccola… forse in questo modo hanno voluto lasciarmi un ricordo di lei,consentendomi di rivederla nella mente, dal momento che non potevanolasciarmela.Credo,comunque,chelarincontreròancora.Almeno,cosìmihannopromessoesperopropriocheciòaccadapiùprestodiquantoosisperare…

AquestopuntoKathiesidichiaraprontaasottoporsiaunaregressioneipnotica per riprovare il piacere di ritrovarsi nuovamente con la suabambina. Induco la trance e la riporto nel contesto in cui è avvenuta lapresentazione evocando in lei una condizione di «splendido ricordo osogno».Con una gioiamaimanifestata prima descrive la stanza. È unabella stanza. «Ci sono quattro persone con me e un’altra sulla sogliad’ingresso».Dopoaltreosservazionifaunalungapausa.Quindiriprendeaparlaredolcemente,eadagio,ètantalameravigliachelavoceèridottaaun bisbiglio. «Guarda… guarda è bellissima! (in modo quasiimpercettibile)… vorrei portarmela via.» Si mette a piangere, mentremormorafraséesé:«Èmia,èlamiapiccola!».

Dopounpo’disilenzioriprendearaccontare.Oral’uomochehagiàvedutotantevolteledicechelabimbanonpuòandareconlei,perchénonpotrebbesopravvivere.«Nonsaresti ingradodinutrirlaesostenerla.Leideverestareconnoi».IldispiacerediKathiementreriportaquesteparolesipuòquasipalpareconmanotantoèintenso.Prosegue,semprecitandociòchedicel’ominogrigio.

KD:«Ilpadre…ilpadre…siprenderàcuradilei».BH: «E lui— quello che parla— il padre?» (Kathie sospira, segue

unalungapausa).«Tidicecomeèstataconcepita?»KD: «No» (come si vede, alla mia domanda non viene dato peso,

perché Kathie ha fretta di ritornare sul tema principale delladiscussione).«Nonvogliochemelaportinovia».

BH:«Coraggio,dimmicom’è».KD:«È…bellissima.Sembraunangioletto,ècosìminutaegraziosa».

(sta parlando lentamente, come stesse amorevolmente osservandola dacapoapiediperpotermeladescrivere).«Halapellerosea,pallida.Ilvisoha la forma di un cuoricino. La bocca è sottilissima. Le labbraperfettamente sagomate. Gli occhi azzurri. I capelli chiari, bianchi…moltoradi».(dopoKathiemidiràchesonoscompigliati,tantochesottosiintravedono, qua e là zone totalmente scoperte di cuoio capelluto. Lescendonosullespallecomeungroviglio).

BH:«Vedileorecchie?»

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KD: «Sì, ha orecchie molto piccole e delicate, poste più in bassorispettoadovedovrebberoessere; rispettoallemie, tantoper intenderci.Fronteeocchisonopiùgrandidelnormale.Maèbella lostesso,ècosìminuta. Nel modo in cui guarda fa risaltare ancora di più quei suoiocchioni.Ècosìpiccolachelapotrestitenereconunasolamano.Peserà,sìeno,13-14chili».

BH:«Checosaindossa?»KD:(parlandodolcemente)«Ètuttabianca.Mipare indossiqualcosa

disetabiancaluccicantedrappeggiatoall’altezzadellespalleescendegiùfinoaterra».

BH:«Comehamaniepiedi?»KD:«Ipiedinonlivedo.Lemanisonominuscole.Propriopiccole.I

pollici… non sembrano nella stessa posizione dei miei. Quando tenevaper mano le creature che l’accompagnavano ho fatto caso a questoparticolare.Nelcomplessoperòsonomaninormali.Ètuttacarina».

BH:«Sachetuseisuamadre?»KD:(conunsussurrodopounapausa)«Sì,manonsadaresensoalla

parola…ètantopiccola».BH:«Quantiannipuòavere?»KD:«Nonsaprei.Perché,vedi,potrebbeaverneparecchioppureessere

moltopiccola.Avolte,guardandola, sidirebbeunapersonaadulta,altreuna piccolina.Valutando l’altezza le darei dai 3 ai 4 anni, come ilmioTommy,ancheseforsenonèaltacomelui».

BH:«Cometistaguardando?»KD: «È questo che mi sconvolge» (amaramente); «ho la netta

sensazionechemistiaosservandoconunapuntadipaura.Non tantadaindurlaascapparevia, tuttaviasufficienteda farlastaresemprevicinoaloro».

BH:«Cisonodelle«donne»conlei?»KD:«Sì,quellechel’accompagnanosonodellefemmine».BH:«Comesidistinguonodaimaschi?»KD:«Alivellofisicopraticamenteinnulla.Lericonoscidalmodoin

cuipensanoeparlano».BH:«Riesciacomunicareconlorosemplicementeguardandoli?»KD:«Selifissonegliocchi…»BH:«Quanticenesononellastanza?»KD:«Dueconlei,quattroconmeeunosullaporta».

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BH:«Capisconochevorrestiprenderla?»KD: (molto decisamente) «Certo!… ma è giusto resti con loro»

(sussurrando).«Èsenz’altromegliocosi».BH:«Tihannospiegatoqualcosa,Kathie, tihannodettocomehanno

fatto?»KD:«Luisolomihadettochelabimbaèunapartedime…»BH:«Tihaforsedettochecenesonoaltrecomelei?»KD:«No».BH:«Glielohaichiesto?»KD:«No».BH:«Nellastanzacen’èunasoladibambinaonevedialtre?»KD:«Sololei…»BH:«Tihandettoperchél’hannoconcepita?»KD:«No,eperchéavrebberodovuto?»BH:«Tihandettodovelaportanoadesso?»KD:«Conloro».BH:«Dove?»KD:«Nonloso».BH:«Lapotrairivedere?»KD:«Mel’hannopromesso».BH:«Haiavutol’impressionechesarebbestatopresto!»KD:(conunsospiro)«No».BH:«Creditilegganelpensieroquandolaguardi?»KD: «Sì, perché mentre pensavo che era bellissima e che la volevo

prenderemihasorriso.Epoisocheèingradodiascoltarmianchesenzacheioparli».

BH:«Adesso,Kathie,guardalabene.Imprimitelanellamente,cosìcheappena ti svegli tu la possa disegnare fin nei particolari. La potrairicordarepersempre,pertuttalavita…»

KD:(teneramente)«Sì,lovoglio».BH:«Torneremoancoraaparlaredilei.Oradimmicomesiconclude

questoepisodio».KD:(pausa,sospira)«Senevannotutti,uscendodallaporta».BH:«Tilascianosola?»KD:«Solaconlui».BH:«Gliparli?»KD:«Sì,glichiedoperchél’hannoportataviaesela tengonoloro…

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Midice che con loro è al sicuro e lo sarà sempre.Chiedoancora semisaràpossibilerivederla,midicedisìeaggiungecheèorache iomenevada,perchésedovessirestareancoramistanchereitroppo».

BH:«Nontisentibene?»KD:«Nonproprio».BH:«Aquestopuntochesuccede?»KD:«Miportasuquesta…piattaforma…rotonda»(pausa);«mitiene

per mano» (pausa). «Provo molte sensazioni contrastanti. È una cosastrana, non so… lui non mi dice nulla, mi stringe solo la mano, io loguardo e penso a tante cose… provo… tristezza e calore, affetto edistacco… abbandono e… solitudine. Mi sente, di colpo, sola. Sonoinvestitadaunamareadi sensazionidiverse.Hovogliadipiangere.Manonèunabruttacosa…»

BH:«Cosìsietesudiunapiattaforma?»KD:«No,cisonosoloio…nonètantoalta…diciamopochicentimetri

o,almeno,queltantochebastaperdifferenziarladalpavimento.Haancheun colore diverso. Mi lascia la mano… indietreggia… la stanza… lastanzaincominciaamandarebagliori…comeunfuoco…unincendio…caldo…caldo…»

AquestopuntoKathiesiscuoteviolentementementreilrespirolesifaaffannoso.Ledomandochesuccede,mirispondechehaavvertitoungrancolpoalpetto.Chiedoseilmaleèdentroofuoridilei,mirispondecheèben dentro: «Come se ci fosse qualcosa che spinge dall’interno… peruscire…pervenire fuori».Mi chiedo senon siaper casopassatadaunambienteaunaltroconconseguente,improvvisobalzoditemperatura,manonglielodico;mi informo invece se si trovasempre sullapiattaforma:«No,nonpiù,adessosonosull’erba,nelretrodelcortiledicasa,neipressidella piscina, con indosso soltanto il pigiama, sono tutta infreddolita».Intanto l’UFO sembra se ne sia andato. Kathie aggiunge: «Riesco avederlo…nonc’èpiù,èpartito…una luce…sembrauncappellinocontantelucettetutt’intorno».

Oraperòsi ritrovachiusafuori.«Sonostanca,voglioandarea letto».Chiama la madre, la quale, come se comandata da un’entità superiore,scende e le apre. Non scambiano una parola, né, come sarebbe logicoattendersi, si interrogano l’un l’altra, salgono al piano di sopra e sirimettono tutte e due a letto come se niente fosse successo.Giungiamocosìaunmomentoche reputoormaiconclusivoepredispongoKathiea

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usciredallatrance.Considerandolagravitàel’importanzadiquantoèemersodecidoche

prima di concludere la seduta forse è opportuno imporle qualchesuggestione positiva post-ipnotica affinché non abbia a risentire di queltraumaticoricordo.Faccioappelloallasuaforzad’animo,all’amoreperifiglieallafamiglia.Ledimostrolamiaammirazioneperilcoraggioconcuisaaffrontaresituazionitantodifficilielaesortoariprenderelasuavitanormale con lo slancio di sempre. Infine, la rassicuro dicendole chequandovorràpotrà rivedere la suabambina e che lei, daparte sua, nonscorderàmailasuamamma.Finalmentedòinizioalcontoallarovesciaelaconducofuoridallatrance.

Quando si sveglia ci stiamo a guardare per qualche momento insilenzio. Né io ne Tracy intendiamo dire qualcosa che possa turbarequell’accozzaglia di sentimenti che si agitano nel suo animo: sorpresa,gioia,abbattimento,disillusione.Mapoi lanostracuriositàprevale sulladiscrezione;rompiamoquelmagicomomentoincantatoavvicendandociaparlare. La prima è Kathie: «Quell’uomo— dice riferendosi all’esseredallapellegrigiacheormaiavevaincontratoparecchievolte—nonpuòessereilpadre.Forsehadonatosoltantoqualchecellula.Questoèciòchemi ha suggerito quandomi parlava». Poi insiste nel confermare di nonavermaiavutounrapportosessualeconluiechesoloapensarcisisenterivoltare lo stomaco.Ma aggiunge anche che «quandomi diceva quellecosechenoncapivohoavuto l’impressionemiparlassedi lui comedeldonatore volontario, perché riteneva che probabilmente solo così ero ingradodicomprendere…misembravamitrattassecomeunabambina,noncomeunapersonaadulta…anche sepuòdarsi che lo siadavveroe cheabbiaragionelui!

«Sonoconvintachelamiareazioneemotivalihatoccatiesorpresi.Equando lui…mi ha preso la mano guardandomi negli occhi… anch’iol’hofissato involto,dentroquegliocchiprofondicome lospazio…nonmihadettonulla,mamisentivodentrountalguazzabugliodisentimentida…noncapircipiùniente…daessernesommersatuttad’uncolpo.Sonosicura che è stato lui a trasmettermi quello che stavo provando… stavatentando di rendermi partecipe delle sue emozioni o, meglio ancora,intendeva farmi comprendere che stava sforzandosi, con successo, dipenetrarenelmiostatod’animo…».

Questa osservazione apparentemente banale ha in realtà un risvolto

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moltoimportante.Puòvolerdirechetuttelevolteincuiunrapitopalesaemozioniimproprie,comeperesempio,tristezzaosolitudineallafinediun’esperienzadicontattochesierarivelatatraumatica,questisentimentinon scaturiscono spontaneamente nel suo spirito ma sono innescatidall’esternononcorrispondendoadaltrocheaquellideisequestratori.AquestamiaosservazioneKathieha rispostoconcalmae soprappensiero,come se avesse udito soltanto una parte: «Sai, Budd, te l’ho detto…quandomihaguardataemihapreso lamanosonostata investitadaunfiottodiemozionidicuinonriuscivoacapirelaprovenienza.Provavoaltempostessosolitudine,tristezzaedabbandono,maancheamore,affetto,soddisfazionee rimorso, tutto insieme.Noncredoproprioche tuttoquelcontrastonascessedentrodime.Eperchémaisentirmicolpevole,dichecosa?».

Hoalloraazzardatocheprobabilmentequelsensodicolpaera il suo,quellodiluiecheleiavevaproprionulladarimproverarsi.

«Sì,èvero,iononavevonulladicuisentirmicolpevole.Eraluichesisentivatristeesolo,maanchefeliceperchéavevatrovatoinmeunaltroessereviventeconilqualepotersiscambiaresensazionicosìprofonde.Inaltre parole mentre lui stava perdendo me e se ne rattristava, io stavoperdendoleiederavamopari.Luiperòinpiùavvertivaancheilsensodicolpaperavermi ridotta inquelmodo.Nonvoleva soffrissi.Desideravavedermi felice come lo era lui e si sentiva colpevole di avermirattristata…Orastavoperandarmeneeall’improvvisomisentivoilcuoregonfiodiun’infinitàdisentimenticontrastantichesirimescolavanol’unonell’altro…mi sembrava di esserne investita da ogni parte…comeunononpreparatochedicolpodevefareiconticonunflussodiemozionipiùgrandidiluiedallequalinonriesceadopporsi…».

Capivobenissimo il sensodidesolazionee solitudinediquell’alieno.LaTerraèunpianetabelloericco,contanteformedivita,mentreforseilsuoerasterile.Tracyavevamessoinrisaltoilfattochequasisempreagliinvasori UFO non venivano attribuite emozioni e ciò cheKathie avevaappena finito di dire costituiva un’eccezione. Lei si era quasi risentitadicendo: «Non è affatto vero, le provano anche loro, solo molto piùraramente».

Era sicurissima che di fronte alla sua commozione alla vista dellabambina, anche loro si erano commossi. «Penso che siano rimastisorpresi, anche se forse era quello che desideravano accadesse». Tracy

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avevachiestosesieraaccortaesistesseunaqualcherelazioneaffettivafragliesseriabordodell’UFOelabambina.Avevarispostodisì,soprattuttoinrelazionealledue«donne»chel’avevanocondottapermanofindalei.«Si stringeva a loro».Eravamocuriosi di sapere se labimba si era resaconto di ciò che stava succedendo. «Ti è sembrato che dimostrasse unamentalità infantileoppure tihadato l’ideadicapire?»La risposta rivelaancoraunavolta lanotevoleobiettivitàdiKathie.Lanostradomanda siprestavaallaperfezioneaunaformaproiettivadapartesua,einveceerastatotuttomenoquellochecisisarebbeaspettatidaunamadreaffettuosae amorevole, tanto è vero che aveva quasi sofferto nel rispondere:«Sapevabenissimochiero.Ciònonostanteilsentimentochepredominavainleieralapaura.Eraspaventata,anziscioccataalpensierocheerastataunapartedime».

Tracy chiese se l’aveva toccata e se no fino a che distanza le si eraavvicinata. Non l’aveva toccata, non si era avvicinata abbastanza dapoterla toccare,erano rimasteunmetroemezzocircadidistanza.«Nonhomaiosatospingermioltre…ancheselodesideravocontuttoilcuore».Le domande relative all’aspetto fisico della bambina furono il nocciolodell’intervista post-ipnotica.Kathie ebbe cosìmododi svilupparenuoveosservazioni:«Nonmiparediricordarediaverlevedutoidentiinbocca.Manonsonosicura…anchesequandomihavistoperlaprimavoltalelabbralesisonodischiuselievemente…forseperl’emozione…Icapellisono come cotonina e le scendono scompigliati fin sulle spalle. Ciòmalgradoèunacreaturaperfetta.Quandolaguardinonpuoifareamenodi sentire un brivido scorrerti lungo la schiena… perché è troppograziosa»(vedereleillustrazioni).

Avevamo finalmente scoperto il perché della misteriosa interruzionedella gravidanzadel 1977.Se ciò che si è detto nelCapitolo 6 è giustoKathie venne rapita e inseminata artificialmente nel dicembre diquell’anno, allora le tessere dell’intricato puzzle cominciano acombaciare.Selasuaricostruzioneècorretta,fusoloqualchemesedopo,amarzodel1978,cheilfetolevennerimossodall’uteroetrasferitochissàdove — evento che, ovviamente, lei registrò come interruzione dellagravidanza.Selagestazioneèstata«altrove»eleattribuiamounadurata«terrestre» di 9 mesi, la neonata sarebbe dovuta nascere all’iniziodell’autunno del 1978.Visto che la fatidica «presentazione» è accadutanell’ottobredel1983aquell’epocalapiccinaavrebbedovutoavere5anni

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esatti.Kathiel’avevadescrittacomeunpocopiùpiccoladiTommy,cheinquelmomentoaveva4anni.Sedunque,purpiùvecchia, la figliaerapiùpiccoladiTommy, ciòpotrebbe costituire confermadel fatto che citroviamodi fronte adunessere ibrido—aprescindereda altri caratterisomatici singolari: la testa piuttosto voluminosa, gli occhi enormi e ilcranio dalla forma particolarissima. L’altezza ridotta, infine, siconcilierebbe alla perfezione con le descrizioni riguardanti gli ufonauti,indicatiilpiùdellevoltecomeominiassaipiùbassidinoiterrestri.

È evidente che le implicazioni teoriche di questo tipo disperimentazionigenetiche sonoprofondissime,ma,comesempreaccadenelle questioni ufologiche, sono più numerosi i nuovi interrogativi chesuscitanochenonlerispostechenericavano.Sel’obiettivoprimariodegliUFO è quello di incrociare la nostra razza con la loro, perché questiibridi? Stanno forse riducendo le differenze poco alla volta inmodo daarrivare progressivamente ad acclimatarsi al nostro pianeta e alla nostraatmosfera?Oppure,piùsemplicemente,alorointeressasoltantoacquisirealcune delle nostre peculiarità genetiche da trasferire poi in mododefinitivoneilaboratorisperimentalidelloromondo—ovunqueessosia—per arricchire e variare il loro corredo cromosomico?Oppure ancoratuttequesteosservazioni rispecchianosoltanto ilnostromododipensare«terrestre» e sono ben lungi dal centrare il vero obiettivo di fondo chesottendeaun’operazione,infinitamentepiùcomplessa,viceversa?Credo,ahimè,chelecosestianopropriocosì,machipuòdirlo?Kathie,dapartesua, non era affatto interessata a questi problemi. L’unica cosa checontavaperleieracheavevaunafigliachedesideravarivederecontuttoilcuore.Auncertopunto,sempresottoipnosi,rivolgendosiallagraziosabambolinache lestavadavanti,avevadetto:«Miacara,stoperperderti.Nonticonosconeppureestogiàperperderti.Comepotrestivolerbeneaqualcuno che non conosci?». Per onor di cronaca tengo a ricordare cheKathieharivistoun’altravoltalasuabambinaun’ultimavoltanelmarzodel1986.Altretretestimoniaffidabili—Andrea,SusanWilliamsePam,dicuisièparlatonelCapitolo7—sostengonodiaverfatto«sogni»incuicomparivano dei bambini piccoli che esse sapevano essere i loro. Diquesti fattiparleremopiùavanti,quelchecontaè farnotare,chequesteincredibilitestimonianzerivelanounoschemapreciso.Nonabbiamoachefareconunoodueincidentivagamentesimili;lostessodicasipericasiincui sono coinvolti degli umani di sesso maschile. Che ci piaccia o no

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questomodelloesiste—enondiradoemergeanchedalriscontromedicodel soggetto. Perché ormai abbiamo raccolto troppo materialeinequivocabilesuquestirapimenti,diluitineltempo,capacidicoprirepiùgenerazionidi terrestri appartenentiallo stessonucleo familiare.Questo,dunque, lo sappiamo; ciò che, purtroppo, ci è ignota è la risposta alladomandadecisivaepiùimportante:qualèloscopoultimo,finale,dituttoquestopiano?

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CAPITOLONONO

ALTRETESSEREDELPUZZLE

Èstatonel1983,primadivenireaconoscenzadellastoriadiKathieedellealtrecontattistecoinvolteincasianaloghi,chemisonoimbattutoperlaprimavoltainquellachehodefinitola«sindromedelfiglioperduto».Tuttonacqueduranteunachiacchierataaltelefonocon«Lisa»,testimonediuneventoUFOdeltuttoinsolito.

Dopoaverascoltatolasuaversionedell’avvistamento,leavevochiestocome di consueto se le veniva in mente qualche episodio stranocollegabile in qualchemodo con quel fatto.Da ciò chemi aveva detto,infatti,mistavoconvincendocheilsuoruolononeralimitatoaquelloditestimone occasionale,ma,molto probabilmente, era andato ben oltre aciò che credeva e ricordava. Avevo formulato la domanda in questitermini: «C’è qualcosa nel tuo passato che collegheresti con questaesperienza ufologica: un fatto, una reminescenza, un sogno strano,bizzarro, strampalato, al quale non sei stata in grado di dare unaspiegazione o una risposta?». Questo è per me uno di quei classiciinterrogativichepossono,contemporaneamente,chiudereun’intervistao,viceversa, aprire tutto un nuovo filone di inchieste e posso dire di aver«pescato» pesciolini alquanto gustosi gettando quest’amo. L’utilità diquestotipodidomandestanelfattocheprimadituttononèchiintervistamailtestimoneamettereeventualmenteincorrelazioneifatti,insecondo

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luogoinqualsiasirispostasipuòsempretrovareunospuntointeressanteanchesehal’apparenzadiessereneutroobanale.

Il più delle volte, non ho timore a riconoscerlo, non succede un belniente. Il soggetto o risponde subito di no o si sforza di tirar fuoriqualcosa dal dimenticatoio della memoria giusto solo per gratificarti ecompiacere alle tue aspettative—ma te ne accorgi subito.Nel caso diLisaerainvecesuccessoqualcosa,perchénonavevoancorafinitodifarleladomandachemiavevagiàrisposto.Pregandomiconunfildivocedirestare in lineamiavevadettochedovevatrasferirsiaparlareaunaltroapparecchio, perché non aveva piacere che suomarito sentisse quel cheavevadarivelarmi.Eseguita l’operazione,avevaesordito:«Sai,Budd, tisembreràun’affermazionestrana,eppuresonoconvintadiaveravutounaltrofiglio,chemièstatosottratto».Laprimacosachemieravenutainmente era stato chiedermi che cosa potesse mai c’entrare quellasensazione con la sua avventura ufologica. Ma Lisa aveva proseguito:«Unanottemisonosvegliatadaunsognoconlacertezzadiaveravutounaltrobambinoediaverloperduto.Eraunsentimentocosìfortechesonoscesa dal letto e mi sono messa a correre per tutta la casa. So che èpazzesco,maerocosìconvinta,erastato tuttocosìprofondamentevero.Ho frugato persino nei gabinetti e sotto i letti. Ripeto, mi rendevobenissimocontocheciòche stavo facendoeraunacosa stupida, eppureerocertadiaverperdutoilmiobambinoeintendevoritrovarlo.Avevoinmente la nitida impressione di averlo visto e non sono riuscita ascrollarmeladidossopersettimane.Misuccedevadiinterrompereciòchestavofacendo,permettermiarovistareincasa,conl’angoscianelcuoree,allostessotempo,lasperanzadiritrovarlo,chissàdove!».

Quella sua confidenza era così strana chemi lasciòperplesso.Chiesise,percaso,avevaavutointerruzionidigravidanze,seavevasubitoabortiodato alla luceunbambinomorto, perché in tal caso avremmoalmenoavutounappigliodalqualepartireperipotizzareunrapimento.Manonleera accaduto mai niente di simile. Prima di fare quello strano «sogno»aveva già avuto una bambina e dopo aveva partorito altri due figli tuttisanissimi. Nonostante ciò l’idea che un figlio le era stato sottrattocontinuavaaperseguitarla.

Alla fine della telefonata, per quanto riconoscessi che i ricordi e isentimentidiLisaeranosinceri,nonriusciiascorgereilbenchéminimoaggancioconlasuavicendaufologica.Puòdarsichenoncenesiano,ma

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oggi alla luce delle successive clamorose esperienze di Kathie, SusanWilliams,PameAndreanonnesonotantosicuro.Epoitornandoaquelloche ho detto prima era stata lei che aveva connesso le due cose(UFO/bambino sottratto) e non io — e se lo aveva fatto con tantaprontezza nel rispondermi poteva voler dire che, anche se lo percepivasolo inconsciamente, il legame poteva esserci davvero e risultare reale.Piùavantihoavutoanchel’opportunitàdisentireigenitoriegliamicidiLisa e da tutti ho ricevuto le più ampie attestazioni di stima econsiderazione nei suoi confronti. Insomma, è una persona più chenormale.Aquestopuntohopensatoche sequella sensazionepersistevacon tanta pervicacia doveva rappresentare un mistero psicologico delsoggetto.Ora,sullabasedituttoquellochehoscopertodopo,nonpossochericonoscereinvececheil«sognodelbambinoperduto»altrononeracheunfortissimosintomocheavrebbedovutospingermiadandareancorapiùafondonell’inchiesta {1}.

Mapercapirepienamentel’importanzadelricordodiLisa,dobbiamoconfrontarloconaltreavventureanaloghe.QuandomisonoincontratoperlaprimavoltaconlacontattistapsicoterapeutaSusanWilliams,nell’estatedel 1985 per approfondire con l’aiuto dell’ipnosi il caso di contatto del1953dicuierastataprotagonista,l’hopregatadiscriveresudiundiariotuttociòchedistrano,alivellosiadiricordochediesperienzaonirica,lesi presentava alla mente, in modo da offrirmi potenziali spuntiinvestigativi nella decifrazione degli incontri successivi. Come risvoltoimportante della sua attività lavorativa, erano anni che Susan sisottoponevaadanalisipsicoanaliticaederaperfettamenteconsapevoledeiricordi e dei sogni ricorrenti che le riaffioravano alla coscienza. È unadonnadiestremaintelligenza,laquale,perdipiù,siconoscemoltobene.Obbedendo al mio consiglio ha steso una relazione di una decina dipagine descrivendo nel dettaglio tutto ciò che le era capitato di strano.SonostatoparticolarmenteattrattodallaletturadiunapartecheSusanhaintitolato:«Isognidelneonatosapiente».

Hoincominciatoafarlipartiredal1958.Mipiaccionomolto.Ledimensionidelbambinochevicomparevarianodasognoasogno.Inalcunièpiccolissimo,nonpiù di 30-40 centimetri, e si trova in un contenitore di metallo. La cosastupefacente consistenel fatto cheparla a lungo inmodo spigliato, dandomi lasensazione che tutto ciò che dice corrisponde a verità. Quando mi sveglio misentobenissimo,perché,questo,èsempreunsognomoltopositivo.Purtroppoalbenesseresiaggiunge immancabilmente ildispiaceredinonpoterpiùstarecon

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lui edinon riuscirea rammentarechecosamiha rivelatonel sogno…ricordosolochepertuttoiltempoincuimiparlamisentorealizzata,felice…isogniincuicompareilbambinodalledimensionipiccolissimesonoipiùgraziosiperme(questi neonati sono magrissimi, e non paffutelli come tutti i bambini appenanati).

Susan sapeva benissimo che si trattava di sogni e ricordi oniriciricorrenti. Le si erano presentati con maggiore frequenza verso la finedegli anni ‘70 e ogni volta variavano in qualche, seppur minimo,dettaglio. Inizialmente non ero molto propenso a occuparmi di questisogni dal carattere decisamente astratto e filosofico, ma poiconsiderandoli nel contesto delle tante altre testimonianze che andavoraccogliendo ho intuito che valeva la pena sviscerarli. Nel giugno del1986abbiamocosìdatoilviaaunaseriediseduteipnotichefinalizzateaquestoscopo.

Predisposta l’atmosfera adatta inizio a sollecitare il ricordo di Susan,precisando che ciò che mi interessa sono i sogni in cui compare il«bambinosapiente».Sindalleprimeannotazioniincomincioastupirmi:ilpostoincuiavvienel’incontroèilporticodellavecchiacasanelVermontincuiSusanavevatrascorsolasuainfanzia,lostessoluogoincuivivevaaltempodelladueavventuredirapimentodicuierastataprotagonistanel1949. Anche se quei particolarissimi sogni risalivano a una trentina dianni prima, molto indicativamente i primi ricordi coincidevano con leprime ricostruzioni a sfondo ufologico. Le chiedo come, nel sogno, siincontri con il bambino prodigio: «Direi che è come… come unascoperta…ma è piuttosto presumibile che venga condotta da lui senzarendermeneconto.Provounasensazionedistuporeepiacere.Vedendolomi rendo conto delle sue dimensioni incredibili e della fragilità estremadel suo corpicino;malgrado ciò non è da questo fatto che nasce ilmiostupore bensì dal fatto che sa parlare, da tutto ciò che dice, dalla suaeloquenza. È la voce della verità. Ecco il perché della sua preziosabellezza».

Miinformoseilpiccoloèsoloe,sesì,perchéleinonsipreoccupidirintracciare lamadre.Mi rispondesinceramente.Èdasolacolbambino,maluièalsicuro«Lapiccola(perchél’infanteèdisessofemminile)giaceinuno speciale contenitoremetallico enon corre alcun rischio».Quindianche lei è tranquilla. Le chiedo se fra loro c’è un qualche grado diparentela; la cosa sembra un po’ stupirla: «Non credo sia parente di

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nessuno»,mirispondesicuradisé.BH:«Cheneèdellamadre?».SW:«…Nonhaiideadiquantevoltemisonchiestasepercasoquella

neonata sono io, o se io sono sua madre o se sto per diventarlo…Comunquefradinoiesisteunlegamefortissimo…certamentequandolatrovo,permeècomescoprireuntesoro».

BH:«Provaaguardarlaattentamente».SW: (pausa) «… Uhmmm… è troppo piccola. Non è in posizione

fetale. La pelle è delicata, sottile… sottilissima, più sottile di… haipresentelemanideineonati,conquellaepidermidesottilecomeunvelodicartavelina?Ecco,piùsottileancora…Malacosapiùstranadelsuoaspettofisicoècheleproporzioni,nonsonoquellediunbambino…comese si trattasse di un essere adulto ma in miniatura. Quando la vedo insogno questo nonmi sembra tanto strano, adesso che ci penso sì. E laposizionenonèquelladiuninfante…nonèraggomitolatanéracchiusaauovo».

BH:(ricorrendoallatecnicadel“sipario”:lapiccolastapocooltrelacortinadistoffa,discostalarapidamente,dàunocchiataerichiudi.Fissala tuaattenzione, tiriusciràdivederlaconcalmaneiparticolari.Contofinoatre…).«Checosavedi?»

SW:(pausa)«…Vedo,vedounapulsazione…all’altezzadelcollo…ora la guardo in faccia…» (sorpresa) «… tutti i tratti principali sonoconcentrati nella parte inferiore… a vederla bene sembra propriovecchia…ilcoloredellapelle…nonèroseocomequellodeineonati…èdi uno strano… grigio… pallido… piuttosto brutto, me ne accorgosoltantoadesso…Nonriescoavederegliocchi…unmomento…orasì.Non sono all’altezza normale, tutto è concentrato nella parte inferioredella faccia, la parte alta è libera… il mento è aguzzo… tutto è inminiatura…».

BH: «Adesso proviamo a fare un esperimento sulle tue capacità divederee sentire.Almio“tre”devi avvicinarti alneonatoeprenderlo inbracciocomefarebbeunamamma.Chissàquantibambiniavraigiàpresoin braccio in vita tua. Anche tu hai dei figli. È una prova diimmaginazioneefantasia;provaaimmaginartimentreprendiinbraccioilbambino e poi dimmi quello che provi… che mi parli di lui, delledimensioni,delpeso,dituttoquantopossibile(contofinoatre)».

SW: (pausa) «…Non è stato difficile. L’ho preso in braccio

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delicatamente… è fragilissimo, l’ho fatto con una sola mano. Adagio,adagio,sostenendoilcapinoconledita…èmoltoleggero…potràpesare,sì e no, mezzo chilo… non si può certo dire sia l’immagine dellapienezza…manonmiparenemmenoammalato.Nonèproprio…stavoper definirlo informe… ma sbagliavo. Braccia e gambe, seppurepiccolissime, si distinguono bene… pelle ed ossa… ma è tuttoproporzionato… i muscoli sono così piccoli e ridotti che sembranoinesistentieprividiqualsiasiforza.Sembraunpasserotto…»(decisa)«…maèvivo.Sento,socheloè…Avvertolavitadentrodilei».

BH:«Tiosserva?».SW:«…Guardo…possoscorgerneilineamenti.Ilvisosembrafisso,

immoto. Direi, meglio, che è vacuo…» (come sorpresa) «…è strano,questostridealmassimoconlapienezzadellamiaesperienza».

BH:«Nonpotrebbedarsi,Susan, che l’incredibile conversazionenonprovengadalneonatomadaqualchealtra fonte, senonaddiritturadallatuastessamente?Ocredistiadicendounasciocchezza?».

SW:(lungapausa)«Cihopensato…quellasensazionecheilbambinosiaio,chelasuasiainrealtàlamiavoceolamiavocesegretaoqualcosadi simile… ma stavo per fare un’altra osservazione. In qualche modoquesto invito a osservare mi ha portata a una separazione… ho comescisso la fisicità, la persona corporea della piccina da ciò che ho udito.Tantoche,aquestopunto,quellochedelmiosognooriginalemisembramenorealesonoleparolediveritàpronunciatedalneonato,dopoaverlovedutonelmodo in cuimi è statopossibileora,nonmi sembrapropriopotesseroarrivaredalui…lacosanonmisuonapiùplausibile…».

AquestopuntodecidodichiuderelasedutaedirichiamareSusanfuoridalla trance. L’incontro è durato circa un’ora, ricco di emozioni esuggestioni ovviamente solo in minima parte descritte in questa brevesintesi. Il nodo di tutto credo sia da ricercarsi nella metamorfosi del«bambinosapiente»dapresenzamitica,oracolareedistaccataaqualcosadiestremamenterealeeconcreto,allafiguradiunneonatopiccolissimo,dall’aspetto fisico e facciale decisamente strano: la pelle è di un colorgrigio pallido e l’espressione vacua, ben diversa dal colorito roseo edall’aspettopaffutochesiamoabituatiavedereinunbimboappenanato.Un altro elemento importante, ma non approfondito, a prescindere dalcontenitoredimetallo in cuigiace il piccolo, è il luogodell’incontro: ilporticatodellavecchiacasadell’adolescenzadiSusan,nelVermont.Non

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sembra ci siano altri testimoni, particolare che conferisce all’eventounaconnotazione astratta ma chissà quanto è ancora rimasto sepoltonell’inconscio della cara Susan. D’altro canto come ho ampiamenteconstatato con Kathie, questo genere di ricostruzioni non sono maicompletedall’inizio,masirealizzanopocoallavolta,unframmentodopol’altro. Un’ultima osservazione. Avevamo iniziato la seduta ipnoticapartendo dai sogni su un prodigioso «bambino sapiente», alla fineeravamo approdati al confronto con un neonato, reale, insolitamenteminuto egracile, dall’espressionevacuaemuto.Daun sognopiacevoleeravamo, in sostanza,passati aqualcosadimoltopiù«palpabile»e, pernientepiacevole.

IlsecondocasocheconcernevailproblemadellostranobambinochecompareinsogniricorrentièquellodiAndrea(dicuiabbiamoparlatonelCapitolo 7), la donna di NewYork, scopertasi incinta a soli 13 anni aseguitodiunsogno«bizzarro».Quandosonoandatoatrovarlanelgiugnodel 1985 le ho chiesto, come prima cosa, se per caso rammentava altrisogni o ricordi che potessero in qualche modo collegarsi alle sueesperienze ufologiche. Con mia grandissima sorpresa pure lei haincominciatoaparlarmidiuninquietantesognoricorrenteincuilevenivamostrato un neonato che sembrava essere suo ma che poi le venivasottratto.Logicamentesapevochequellasuaormailontanagravidanzaerastatainterrottaconunabortoecosìinmeèsquillatosubitouncampanellod’allarme quando ha accennato al sogno. Sentendola parlare ho peròconstatatocheilsuoraccontoeramoltopiùvicinoaquellodiSusanchenonaquellochecisiaspetterebbecomefruttodellafantasiadiunadonnaassalitadalrimorsoperavercompiutounattoriccodirisvoltipsicologiciqualepuòesserelasoppressionediunavitaappenasbocciata.

Come ho già detto, Andrea ha ricordato ciò che le era accaduto inmodo spontaneo, senza ricorrere all’ipnosi. Lo stesso vale per il sognodell’aborto che si era presentato con notevole insistenza a due riprese:quando aveva 16-17 anni e anche un po’ dopo, fra i 22 ed i 23.Apparentementesi trattavadiun’esperienzaoniricaa tuttiglieffetti,madalle parole usate daAndrea e dall’evolversi delle situazionimi pare dipoter riconoscere le caratteristiche di un ufologico evento. «La scena sisvolgeall’internodiunacasachenonhomaivistoechesitrovanelbelmezzo di un campo. Posteggio, scendo dallamacchina, entro e trovo ilneonato nella culla.È accudito da unadonna, dall’aspettomolto strano,

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direi anomalo. Le vedo i piedi, anche questi sono strani; le gamberinsecchiteescheletriche.Appenamivededice:“Tunonhaialcundirittodistarqui,ilbambinononètuo!”».Lapregodidescrivermelo:«Direichemiassomiglia,salvopergliocchi,chesonomoltobrillanti,mascuri.Hacapellilunghi,sottilieneri.Adessoladonnatieneilbambinoinbraccioemidice:“Ilbambinonontiappartiene,nonhaialcundiritto!”.Ilneonatoce l’ha lei. Ogni volta che tento di prenderlo me lo impedisce. È unacreaturaincredibilmentepiccolaefragile,sembranatoprematuro,unodiquei bambini che si devono mettere in incubatrice… è davvero natominuto…etusai,Budd,chedopoquellochemiècapitatofacciospessosognicondeibambini…

«Ho cominciato a fare questo tipo di sogni verso i 22-23 anni: losognavo quasi sempre in un modo così intenso che mi capitava disvegliarmiedimettermiacercarlo.Tuttosembravacosìvero!Ladonnanelsognoerasemprelastessa».

AncheperAndrea ilpiccolohaunaspetto inquietante:«Icapellinonsono quelli di un bambino normale. Sono fini, finissimi… Quando miguarda gli occhi rilucono… e allora vorrei poterlo guardare anch’io davicino, cerco di prenderlo ma la donna me lo impedisce, esclamando:“Questo bambino non è tuo e tu non hai alcun diritto di prenderlo inbraccio!”».

Chiedo informazioni del padre: «Non ne so assolutamente nulla.Misono sempre chiesta dove… ma quando mi avvicino al piccolo perprenderlo,percoccolarloeamarlo,quell’odiosadonna,midice:“Questonon è il tuo bambino, tu non hai alcun diritto!” poi si allontana e nonriescomaiascorgerlabene.Macredoche,piùchealtro,questodipendadalfattochemiconcentrosempreassaidipiùsullapiccolacreaturachenonsudilei.Èunpo’comeseimieiocchisidovesserofocalizzaresolosu di lui… come se lui avesse il potere di ipnotizzarmi, anche perchéquandomiosservasentochemicapitaqualcosa.Nonpossofareamenodi guardarlo. E ogni voltami accorgo quanto è diverso da un bambinonormale…perchéècosìstrano?Dovrebbestarinun’incubatrice,ètroppopiccolo e delicato. Troppo esile… tanto quasi da spaventarmi… Noncapisco… è tutto così stranamente reale che sembra stia accadendoveramente. Ecco perché ho sempre un po’ di paura quando vado adormire».

La ricostruzione del sogno di Andrea si chiude con un’osservazione

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curiosa. A un certo momento mentre si trova all’interno della «casasconosciuta, sperduta nel bel mezzo del campo», come per incanto «ilsoffitto incomincia a scendere e le pareti a restringersi. Devoassolutamentefuggire.Unavoltafuorisaltoinmacchinamanonmiriescedimetterlainmoto.Nonnevuolesaperediavviarsi».

AcausadellecondizionipsicologichedigrandeansietàdiAndreanonho mai tentato di sviscerare questo «sogno» tramite l’ipnosi e così,purtroppo, hodovuto accontentarmidi ciò cheho raccolto e chehoquidescritto.Sonoriluttanteatornareconleisull’argomentoperchémirendoperfettamente conto quanto le costino questi ricordi.Ma se, come sonoconvinto,lestoriedirapimentoavvenutenellasuainfanziacorrispondonoa realtà, allora non ho alcun dubbio nell’identificarne l’estrinsecazionecome appartenente al filone ufologico. In questo caso, ahimè, laprotagonista non mi ha consentito di spingere oltre la mia curiosità,considerate le sue condizioni di equilibrio psicofisico estremamentedelicate.

IlterzocasodicuivoglioparlareèquellodiPam,lagiovaneballerina,discussonelCapitolo7.Nel1979scoprendosiincinta«persbaglio»avevaoptato per l’aborto. Quando però il ginecologo l’aveva sottopostaall’intervento si era accorto che nell’utero non c’era traccia di tessutofetale equando si era ripresadall’anestesia le avevamanifestato tutto ilsuostraordinariostupore.Sullascortadell’esperienzadellealtretestimoniho chiesto a Pam se, per caso, ricordava qualche sogno in cui eranocoinvoltideibambiniappenanati.Ormaisenzapiùprovocareinmedellasorpresa, anche leimi ha risposto inmodo affermativo.Quando ancoravivevacolmaritonelNuovoMessico,altempodella«falsagravidanza»,avevaeffettivamentesognatopiùvolteunbambinomoltopiccolo.Isogniiniziavanoingenereinunmodosingolare,conPamchesirendevacontoall’improvvisocheperterra,sulpavimentovicinoaleigiacevaqualcosadi vivente. Di primo acchito sembrava un animaletto, ma a guardarlobene,rendendosicontocheinvecesi trattavadiunneonato,losollevavadaterraprendendoloinbraccio.«Ècosìpiccoloefragilechefatenerezzae mi domando come possa essere ancora vivo in quelle condizioni».Mentre raccontava questi fatti Pam non sembrava scossa da rimorso nésembrava provare rimpianto alla vista di quella creatura inerme,sensazionicheinvecesarebberodovuteriaffiorarequalorailsognofossescaturitodaunsensodicolpatemporaneamenterimosso.L’unicacosache

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trapelava erano la pietà per una creatura tanto indifesa e lo stupore chepotesseancoraessereinvita.

Nell’autunno del 1986 ho avutomodo di sondare il «sogno» di Pamsotto ipnosie i risultati si sonorivelati incredibilmenteanaloghiaquelliottenuti con Susan ed Andrea. Le parole riaffioravano lente e precisecomeseilpiccolofossestatolì,davantialei,eleilovedesseperlaprimavolta. «Dapprima quel fagottino mi sembra un agnellino, una creaturapiccolaefragile,dallegambette lungheemagrissime;mapoiquandolotirosumiaccorgocheèunessereumano…anchesepateticoavedersi.Peressereprecisièqualcosachestaametàfral’umanoeilnonumano…ha una pellicina così tenera e delicata quasi trasparente… hol’impressione che basterebbe una lieve pressione per ferirla. È moltostrano…vedendolomisentotuttasottosopra.Neprovocompassione».Lechiedoseèvivo.«Certo,èvivo,maècome…diciamochescheletricoèiltermine più calzante. Ha la testa sproporzionata, e penzoloni… legambettesonocosìmollichesembranoprivedelleossa…èquestoanchechelofaassomigliareaunanimale…sonoquellegambemagreesottili…non umane. Sono molto più lunghe di quelle di un comune neonato,malgrado ciò l’impressione è quella di una creatura piccolissima, nonsproporzionata. Il corpo è minuto, le gambe e le braccia sono magre,sottili, lunghe…dà l’ideadinonpesarenulla.L’unicapartechesembraessere un po’ meno fragile è la testa. È grande e ciondolante… comequelladiunabamboladipezza…direstidebbastaccarsidalcorpodaunmomento all’altro». La invito a descrivermi i tratti del volto; dopo unapausarisponde:«…Nonvoglioguardarloinfaccia».Lechiedoselostaancora tenendo in braccio. «Sì, ce l’ho ancora in braccio;maha il visoappoggiatosullamiaspallaenonpossoosservarlo».

Miinteressasaperecomehafattoaprenderlo.«Credochemeloabbiaaffidato qualcuno».Sospira e riprende: «Nonvoglio guardarlo».Mentreracconta vengo a sapere che la persona che glielo ha consegnato è lìpresente e li sta osservando. «È uno basso di statura, indossa un abitolungo… ha la testa tonda, proprio come… tutti gli altri… la pelle èrilucente».Quel che segue è alquanto bizzarro, anche in contesto già diperséstravagante.«Vuolecheallattiilpiccolo…mifacapirechevuolevedere come faccio». Quindi, parlando a bassa voce come fra sé e sé:«Questo piccolino è così strano… io…veramente non…è tutto strano.Vedo il suo corpoma non oso guardarlo in faccia…non intendo farlo.

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Nonhonessunavogliadiricordarecom’è…».Le domando se accetta di allattare il bambino. «Sì, ci provo, ma

ovviamentenonhounasolagocciadilatte».AquestopuntoPamsorrideper l’assurdità della situazione. «Sembrano non capire che se il piccolonontiècresciutodentrononèpossibileaverelattepernutrirlo.Credonoche io disponga di una grande quantità di latte. Che idioti!» Maugualmente offre il seno al poppante. «Dentro di me scoppio a ridereperchésochestofacendounacretinata;malofaccioperdimostrarecomesifa,peraccontentarli».

Anche se i tre racconti sono diversi coincidono in alcuni dettagli. Il«bambinosapiente»diSusanhalapellesottilissima«piùsottilediquelladellemanidi unneonato, comedella cartavelina…ancorapiù sottile»,mentrequellodiPamha«l’epidermidechiara,tantodelicatadasembraretrasparente… è molto strano e vedendolo mi sento tutta sottosopra». IlpiccolodiSusanha«uno strano coloregrigiopallido, piuttostobrutto avedersi».Bracciaegambesonomagrissimeetutteeduelecreaturenonpresentano caratteristiche somatiche di neonati. Sia Andrea che Pam eSusaninorridisconoquasidifrontealla loroimpressionantemagrezza.Ilpesocorporeodell’esserinoèminimo,digranlungainferioreaquellodiunbambinonormale,etuttietrenonsembranogoderedibuonasalute.

Presiinsiemetuttiquestiraccontihannodell’incredibileecostituisconoun insieme di particolari che si rispecchiano uno nell’altro in modoaltrettanto sbalorditivo. Appena ho cominciato ad accorgermidell’insistenza con cui il «sogno» del bambino faceva capolino fra lecontattiste, mi sono subito preoccupato di verificare se si trattava diqualchecosanotaancheaglipsicoterapeuti.Hointervistatoduepsichiatrieduepsicologi,deicariamici,aiqualigiàmierorivolto inpassatoperfatti simili, pregandoli di dirmi se anche a loro era capitato di sentireracconti di sogni di questo tipo dalle loro pazienti. La risposta è statanegativa. C’erano ovviamente casi particolari in cui succedeva che ilsoggetto facesse sogni del genere, ma nella norma a nessuno era maicapitato di imbattersi in «bambini sapienti» o «spaventosamenteminuscoli»comequelliappenadescritti {2}.

Nel Capitolo 4 ho riferito un sogno raccontatomi da Kathie nelnovembredel1983.Inbreve,ricordavaditrovarsidistesasudiuntavolo,lacamiciadanottesollevataall’altezzadelseno.Eramolto rilassataeasuoagioequandoavevaapertogliocchisieraaccortachelìconleic’era

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ilsolitoominodallapellegrigiachelestavapalpandol’addome.Leavevochiestochecosaprovava:«Sonostanchissimaeinpredaacrampi».Poilosconosciuto le aveva battuto lievemente sullo stomaco, all’altezzadell’ombelico:«Oh…bene,oravatuttobene».Unmomentodoposieraaddormentata. Il giorno seguente aveva avuto delle perdite vaginali eviolente contrazioni addominali. Aveva guardato il calendario e si eraaccorta di trovarsi proprio nel pieno dell’ovulazione. Ci sarebbe ancoramoltodadiresuquestosogno,maquandoKathiemeloavevaraccontatoricordodinonavergliconcessomoltopesoediaverloarchiviato.Soloamaggiodel1986,valeadiredopobendueanniemezzo,misonodecisodiriesumarlomentreKathieerasottoipnosi.Quellocheneèvenutofuoriin merito all’aspetto fisico dell’avventura vissuta da Kathie è moltoimportantepercomprendereilfenomenodeirapimentiaoperadegliUFO.

Ricreata l’atmosfera di quella sera di novembre, le impongo diconcentrarsie richiamare ilsognoallamemoria in tutta lasua interezza.Dopo essersi un pochino agitata, Kathie si dice finalmente pronta arispondere.

KD: «È molto strano» (sospira) «… mi sento lo stomaco pienod’aria…forsenonèlostomaco…sonoifianchi…gonfi…gonfissimi…e anche il sedere. Tutto, insomma. Le parti intime… il basso ventre…come se qualcuno mi avesse riempita di aria. È una sensazione moltosgradevole. Mi sento le gambe strane… dormivo e stavo benissimo,all’improvvisomisonosentitagonfiarecomeunpalloncino…giù,giù…neifianchi,dappertutto…giù,giù»(sospira)…(pausa,altrosospiro)«…sentoilbassoventregelato…èstrano…holapelled’oca…».

BH:«Vuoidirechetisembrachequalcunotistiatoccandodentro?».KD:«Sì».BH:«Perchénonaprigliocchi,perguardartiattorno?».KD: (con fermezza) «No! Non voglio! Adesso voglio soltanto

dormire!».BH:«Capiscicosastasuccedendo?Checosasenti?».KD:(sospira)«Vorrei…vorreichefosseunsogno»(pausa).«Orami

sentoinboccaungustosalato…èmoltoforte…».BH:«Seinellatuacameradaletto?».KD:«Nonso»(pausa,sospira).«Orahocrampi.Ècomesedentrodi

melebudellasirivoltassero…hodeglispasmioqualcosadisimile.Nonche mi faccia male, ma ho le gambe che sono un pezzo di ghiaccio»

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(sospiradinuovo).«Misentopesanteeintirizzita».BH:«Haigiàprovatoaltrevoltequalcosadelgenere,Kathie?».KD:«No,mai».BH:«Achecosapotrestiparagonarlo?».KD: «A quando mi hanno estratto la sonda dalla ferita del taglio

cesareo,anchesenonèpropriocosì.Misentoinfreddolitaecomesemisiraggrinzasse la pelle alla base della ferita… mi sento scombussolata,adessomifamale…».

BH: «Questa sensazione dove la provi esattamente, al centrodell’addomeoinqualchealtropunto?».

KD: «Leggermente a destra, ma un briciolo soltanto… un lievecolpetto…unpizzico»(siagita,chiaramenteadisagio,poisussurra)«…vogliosoltantoandarmeneadormire»(all’improvvisosussulta).

BH: (immagina cheKathie abbia aperto gli occhi e si sia trovata difronte l’uomo dalla faccia grigia. Più avanti lo confermerà). «Che stasuccedendo?».

KD:«Oh,finalmente,vatuttobene,nondevopiùpreoccuparmi».BH:«Comefaiadessernecosìsicura?».KD:«Nondevopiùpreoccuparmi…ètuttoOK.Adessopossotornare

adormire».BH:«Staiparlandoatestessa,perrassicurarti?».KD:(evitalamiadomandaecontinuaadirsidelleparolerassicuranti

però come se non giungessero da lei, ma da qualcun altro) «… Sonoabituata a questo. Non è nulla. Ora sto bene… sì, sono una bravaragazza…orastobene,moltobene…perfetto».

BH:«Tistairivolgendoatestessaostaiparlandoame?».KD:«Propriocosì».BH:«OK,Kathie,quandohaiaccennatoalsognomihaiancheparlato

diunapartediesperienzavissutaaocchiaperti,nonècosì?».KD:«Sì».BH:«Bene,alloraprovaadirmichecosahaivisto».KD:«Io…veramente…ionon…».BH:«Checosavedi,Kathie,dimmelo».KD:«Unsorriso».BH:«Unsorriso?».KD:«Nonmiriescedivederebene…».BH:«Maperchéhaidettounsorriso?».

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KD:«Perché…perchécredosiastatociòchehoveduto».BH:«Maerituasorridereoqualcunochetisorrideva?».KD:«Eraluichemifissavasorridendomi».AquestopuntoKathiedicechehabisognodirilassarsi,vuolemettersi

adormirealloralepromettochefraunattimolopotràfare.Primaperòmipiacerebbe sapere in quale preciso giorno di novembre del 1983 si èverificatoquesto«sogno».Larisposta,ancoraunavolta,misbalordisce:«…Ma…èaccadutopiùdiunavolta…primanoneropronta,maquestavolta,inquestaoccasionesì».

Eraunaaffermazioneindiscutibile,confermatamidaKathieunavoltafuori dallo statodi trance: quellamedesimaoperazione le era stata fattapiùvolte.Eprestocisaremmoresifinalmentecontodelperché.

Ilduplicerapimentodel1949incuiSusanWilliamserastataprelevataconilsuoragazzoèuncasodiestremointeresse,chepermotividispazioabbiamopurtropposoltantoaccennato {3}.

Ciòchecontacomunqueèfarnemenzione,vistigliincredibiliparallelicon il«sogno»diKathieoradescritto. Inunaseduta ipnotica tenutanelgiugno del 1986 Susan si è veduta all’interno di una grande stanzarotonda, distesa su di un lettino, paralizzata.Allamia richiesta di dirmicomestarispondediavvertire«…qualcosachelapungeespinge»nellazonadelpube,inposizioneleggermentedecentrata.

Dopounattimodicediaverel’impressioneche«lapanciaincominciagonfiarsi»,comeselevenissepompatadentrodell’aria,inunpuntosottol’ombelico.

«Tuttoèmessoasoqquadro,gliorgani interni simuovono.Adestra,dovehosentitolapressionec’èancoraqualcosachesimuove,suegiù,inposizioneverticalerispettoalmiocorpo.Nonsochecosapossaessere…ilcolon forse…èuna sensazione spiacevole…mi sembrachequalcunostiacome“riordinandomi”leviscere».

Questa strana descrizione di «distensione» addominale continua ealloradomandoachecosa lasipotrebbeassimilare:aunacolica,aunacondizionedigravidanza,aunacostipazioneeviadicendo.LarispostadiSusanriecheggiainmodoimpressionantequelladiKathie:«Ècomesemiriempisserodiariaenonsologli intestinimaanche lo spazio libero fraorganoeorgano».

La coincidenza di sensazioni avvertite dalle due donne è a trattiincredibile e sono convinto che ambedue sono state sottoposte al

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medesimotrattamento,ancheseall’epocanonriuscivoancoraarendermicontodelcomeedelperché.Nonmieramaicapitatoinfattidisentireunadonnadescriverelastranasensazionediaverelacavitàaddominalegonfiacomeunpallone.Comegiàavevo fatto il«sognodelbambinoperduto»ancheinquestofrangentemisonorivoltoallaconsulenzamedica.

Ho sottoposto la registrazione del racconto di Kathie al dottor JohnBurger, direttore del reparto di ginecologia e ostetricia di PerthAmboyHospital, nel New Jersey, il quale è stato tanto cortese da ascoltareattentamenteconcedendomiunpo’delsuotempoprezioso.Ladomandadifondoeravedereseesistevaunaqualcheoperazionechepotesseesseredescrittainqueitermini.Burgermihasubitochiestoseeroaggiornatosulprelievo ovulare, al mio no ha replicato incominciando a parlarmi dilaparoscopia e delle procedure impiegate per vari scopi medici esperimentali. Uno di questi è la possibilità di distaccare uova dainseminare artificialmente per la nascita dei cosiddetti «bambini inprovetta»—confertilizzazioneinambienteesternoall’uteroesuccessivoreinserimento nel corpo della madre a completamento di una normalegestazione. Si tratta, ovviamente, di un intervento delicato. Tramite unlungoagoinseritonellaregioneaddominalesiinsuffluanellapazienteungasalqualespettailcompitodiriempireognispaziovuotoenellostessotempo di sollevare, alleggerire e tenere lontani gli organi interni piùdelicati dalla sonda laparoscopica. A questo punto l’apparecchio, unalunga e sottile cannula con fibre ottiche sulla punta, viene introdottaattraverso l’ombelico e guidata verso le ovaie. Localizzato l’ovulo siinserisce un secondo strumento in grado di risucchiarlo senza danni daltessutocheloospita.«Direichelatuapazienteabordodell’UFOèstatasottoposta ad un prelievo ovulare, con un’operazione a lei ignota, mamoltosimileaquellegiàmesseinattonellenostrecliniche».

Aquestopropositounconfronto fra la tecnicamedicadiprelievoe iraccontidiKathieeSusanèilluminante.All’iniziodell’esperienzaKathievieneprelevatadallettodicasamentrestadormendoemantenutainstatodi perfetto relax. Niente da stupirsi, dunque, se stenta a ricordare lapenetrazione della sonda nel ventre. Viceversa Susan è consapevole diogni fase dell’intervento e dice di sentire «qualcosa che la punge ospinge» nella zona pelvica, in posizione leggermente laterale. Kathie sisente «piena d’aria… gonfia… nel basso ventre… mi sono sentitagonfiarecomeunpalloncino».Susanusaquasisemprelestesseparoleper

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indicareedescriverequestadistensione:«Ècomeesserepienid’ariaenonsologliintestini,maanchelospazioliberofraorganoeorgano».Potrebbeimputarsi all’inserimento nell’addome di una apparecchiaturalaparoscopica,laspiacevolesensazionecheKathieprovaquandosisente«pungere». «È come se dentro di me le budella si rivoltassero» diceKathie.«Misembrachequalcunostiacome“riordinandomi” leviscere»le fa eco Susan. Ho rilevato un’altra reazione tipica comune, avvertitadalleduetestimoniinunbenprecisoedistintopuntoedescrittaquasiconle medesime parole. Ho preferito fare a meno di renderla nota perconservarlacomemetrodiconfrontopervalutareeventuali,simili,futuresituazioni.Comeho avutomododi dire, ho giàmesso in atto più voltequesta politica di economizzazione mirata a denunciare i dati emersidall’indagineperconservarli a finidi riscontro futuro inapplicazione inaltricasi.Èunatatticacheconsigliosinceramenteatuttiiricercatori {4}.

Quando a effettuare questo intervento è il dottor Burger, la pazienteviene sottoposta ad anestesia totale e non le è possibile avvertire lasensazionedello«sconvolgimento interno addominale».Èprobabile chegliUFOadottinounmetododiverso,vistocheconloroilsoggettoèsemi-coscientee,nonostanteciò,nonprovadolore.C’èunasecondadifferenzaimportante:néKathienéSusanricordanol’inserimentodiunostrumentosimile aun lungo ago attraverso l’ombelico.L’attenzionedella prima siconcentrapiùinbasso,all’altezzadellacicatricedeltagliocesareo,doveavverte come un «pizzicore»; idem per la seconda, che descriveun’analogasensazionegrossomodonellastessazona.Èindubbioquindicheancheseloscopoèilmedesimoleduetecniche—lanostraelaloro—puressendomoltovicinedifferiscono.

Ciò malgrado il dottor Burger è rimasto così esterrefatto dal grannumerodiparticolariemersidalraccontodiKathieeSusanerispondentia un intervento di laparoscopia da chiedere se, per caso, le due donneavessero mai subito un’operazione di quel genere. Una delle cose piùincredibiliconsistenelfattochenessunadiloro—manemancoio—eraalcorrentedellatecnicadell’immissionedigasnell’addomepersollevaregliorganiinterniescostarlidalpercorsodellasonda.L’unicaoperazionechirurgica a cui era stata sottoposta Susan era stata la tonsillectomiaquand’era bambina; Kathie, da parte sua, aveva partorito Robbie eTommycon tagli cesarei e si era fatta chiudere le tubedopo la secondamaternità. Non c’era, quindi, alcun precedente medico comune che

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giustificasseinqualchemodoqueilororicordiincredibilmenteprecisi.Nelmaggiodel1986ildottorBurgersièincontratoconKathieel’ha

sottopostaauninterventodiun’ora,facendosiraccontarelasuaanamnesimedicae,iricordirelativiall’interventoindiscussione.Dopol’intervistamiharivelatoilsuostuporeehadefinitoKathieunadonnaintelligenteeonesta. Come ginecologo si è detto interessato ai casi come il suo, purammettendo di non essere in grado di trovare una spiegazione medicaplausibile salvo, ovviamente, riconoscere che questi fatti siano accadutidavvero.

SidirebbecheilfenomenoUFO,intesocomeentitàasé,abbiavolutoin questi ultimi decenni quasi «educare» coloro che se ne occupano inmodo continuativo. In questo processo ogni principio che in qualchemodonedelimitava i confiniè,divolta involta, crollato {5}.Mi spiegomeglio.All’inizioleteorieinterpretativedegliUFOsifondavanotuttesuunevidentetentativodi«imbrigliare»interminimoltoconfinatirapportietestimonianzetantoscomodi.Peresempio,alloroprimoappariresiparlòdidischivolanticomearmisegretediqualchenazioneterrestre.Quandocisiavvidechel’ipotesierainsostenibilesiincominciòadammettereche,forse,sisarebbeanchepotutoparlaredivelivoliextraterrestri;maguaiariconoscerlo chiaramente! Non che la teoria spaziale sia facilmente«accettabile»,anzi.C’eraperòunascappatoia.Anche inunaprospettivadi questo genere l’umanità prendeva le distanze dal fenomeno:certamente,infatti,gliUFOeranoprividipilota,valeadiresitrattavadimacchine comandate a distanza, da centri di controllo chissà quantolontani dalla terra. Ma anche questa «illusione» ha incominciato asfaldarsisottoilpesosemprecrescentedegliincontriravvicinatiincuisidescrivevanostranepresenzeabordooneipressideimisteriosioggetti(aquestopropositoèinteressanteosservarecheilNICAP,ilpiùprestigiosoentecivilediinvestigazioneufologica,hasemprerifiutatodiprendereinconsiderazioneirapportisugli incontriravvicinati:almenofinoaglianni‘70).Poi,sottolaspintaditantetestimonianze,siaccettòl’ideadivelivolidirettamente pilotati, abbinandola però alla convinzione, sarebbemegliodire speranza, che, comunque i loro occupanti ci avrebbero lasciatitranquilli. Il clamoroso caso dei coniugi Hill spezzò l’incanto: unrapimentoinpienaregola,contantodi«controllofisico»eimposizionedibloccodellamemoria.

Sempre, in ogni fase della ricerca sugliUFO, investigatori e studiosi

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hannocercatodimuoversineglistretticonfiniimpostidateoriearaggiolimitato,dalorostessiinventateeimmancabilmentesisonovistiobbligatia faremarcia indietro, ampliando sempre di più l’ambito all’interno delquale agire per avere una qualche speranza di avvicinarsi all’animadell’enigma.EcosìsulfiniredegliAnni‘70ilcasoHillsiètrasformatoinprototipo,inclassicoesempiodiuncertotipodiavventuraufologica,chela spaventosa massa di rapporti definiva ormai come un evento nienteaffatto raro. Nel 1975 quando mi sono tuffato nell’affascinante pelagodellaricercasugliUFOl’atteggiamentodifondodegliaddettiailavorie,inparte,ancheilmio,eraquellodiriconoscereicasidiabductioncometali,mainmodoincompletoeparziale.«Esaminandogliesseriumaniconmetodoscientificoascopidiricerca»erailmassimoacuimisentivodipoter arrivare,nonprendendo inconsiderazione lapossibilitàdiprelieviovulari e spermatici o di introduzione di micro sonde nel corpo dei«rapiti» per quanto giàmolto ne parlassero, e inmodo insistente, nelleloro ricostruzioni dei fatti.Col trascorrere del tempo anch’io ho dovutorivedere ilmioatteggiamento.Laconoscenzaapprofonditadi casi comequello di Kathie e Susan mi ha fatto «correggere il tiro» per quel cheriguarda lamia interpretazione del fenomeno, ampliando lemie idee dipartenza entro confini sterminati e impensabili. Oggi sono giunto allaconclusione che uno degli obiettivi prioritari degli UFO è quello diottenere una nuova razza cosmica ibridando i nostri con i loro tessutigenetici,inunprocessoperquantopiùpossibilesegreto,evastissimo.

Ho tenuto a precisare nelle primissime pagine che questo mio libroavrebbe portato la disponibilità del lettore a credere fino a un punto diesasperazione.L’hodettoaragionveduta,perchéiostessocisonopassatoprima e dal contatto con l’indubitabile concretezza dei casi studiati hodovuto rivoluzionare il mio modo di vedere il mondo. Ho capitoperfettamente che cosa voleva dire il giudice Frankfurter quando sidichiaravaimpossibilitatoaconsiderareconcretarealtàifattitremendiedinimmaginabilidell’Olocausto,adispettodelleaffermazionideitestimonioculari. La mente umana può spingersi solo fino a un certo limite, ditolleranza;oltrequellimitemoltidinoidichiarano:«Aquestopuntononmiinteressanopiùleprove:nonvogliopiùoccuparmidelproblema!Nonintendo, nel modo più assoluto, lasciarmi indurre a pensare a cosesimili!».

Questoprepotentedesideriodinon credere,dinon considerareanche

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soloperunmomentolapossibileveritàchesicelaneifattisconvolgenti,ècondiviso sia dai ricercatori che dagli scettici. D’altro canto, è unareazione psicologica più che comprensibile. Credo che non piaccia anessuno — e in modo speciale a coloro che già hanno vissuto un«rapimento», percorrere il sentiero della vita quotidiana, già tortuoso dipersé,conl’incombentepensierocheeventicomequellideirapimentidapartedegliUFOsianorealieconcreti.Provanesialaconstatazionechelamaggiorpartedeicontattistitrovasolitamenteilsistemadi«allineare»leproprie paure e i propri tormentati dubbi. I metodi sono molteplici ecomprendono:lanegazione,larepressione,larabbia,l’impegnodiaiutarealtrinellelorostessecondizioniaderendoacentridiricercaetuttequellealtresoluzionichelamenteriesceaescogitareeamettereinpraticaperbandireognidisturboallasuaquiete {6}.

NelcasodiKathie,peresempio,ilsistemamiglioreperneutralizzareildevastanteshockpsicologicogeneratoinleidalleesperienzeUFOèstatoquello di «travestirle» da sogni, per poterle accatastare con relativatranquillità nei polverosi scaffali degli archivi della memoria. Solo inquestomodolediventavapossibiletollerarnelapresenzasenzaimpazziree continuare a condurre una vita equilibrata. E ha sempre continuato aperseguire questa strategia difensiva anche quando l’evidenza fisica etestimonianze esterne alla sua indicavano senz’ombra di dubbio che lestrane avventure erano stateben altro che semplici sogni.È, comunque,questo comportamento, una «finzione» consapevole che io condividoapertamente.Reputoinfatticheinsituazionicosìanomaleeinmeritoallequali sappiamo ancora così poco— come possono essere gli UFO—rapimenti— qualsiasimezzo che contribuisca ad affievolire lo stato distress e ansietà sia di gran lungameglio che abbandonare a se stesso ilpoverosoggetto,intuttalasuavulnerabilità.

Così quando Kathie nella primavera del 1986 mi ha telefonato daIndianapolisperraccontarmiunaltrodeisuoi«sogni»eravamotuttieduecoscienti di ciò che in realtà si nascondeva sotto quella forma diesperienza.Tanto èvero che, senzamanco accorgersi dell’incongruenzaintrinsecanel suo racconto,avevaesorditodicendomicheerastato tuttoassolutamente reale. Quando mi ha parlato di questo sogno non eranoancora venute fuori le storie degli interventi di laparoscopia sue e diSusan, di cui abbiamoappenadiscusso.Aognimodoun concettobase,che si inserisce spontaneamente in questo tipo di operazioni è la

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possibilitàche ilprelievoovularepossaessere realizzatopiùepiùvolteconlastessadonatrice.Andreaavevavissutodueperiodidistintiduranteiqualiavevasognatoconpiùfrequenzaineonati:ilprimofrai16edi17anni e il secondo fra i 22 ed i 23. Susan Williams ricordava la nettasensazionediqualcosachele«mettevasottosopra lacavitàaddominale»inalmenodueoccasioni {7}.Kathie,daparte sua,avevadichiaratosottoipnosi che era avvezza a quel trattamento, avendolo subito più di unavolta. Era una procedura a lei familiare e alla quale, come le era statodetto, poteva essere sottoposta solo quando era pronta. Se la sintesi dicreature ibrideèunoscopoprecipuodelleabductionse isoggettiumanivengono«rapiti»piùvolte,diventaquantomailogicochesianoutilizzatiancheperreplicareundatotipodiesperimento,nellafattispeciequellodidonazione.

Ogni risvolto della lunga e intricata storia ufologica diKathieDavispone in risalto un notevole interesse nei suoi confronti da parte di undeterminatogruppo, sempre lo stesso, diUFO.Evidentemente, il temponon è un problema per questi esseri; i quali, nel caso di Kathie, hannoincrociato (e continuano a incrociare) la loro vita a più riprese, anche adistanza di parecchio tempo, con lei e con molti membri della suafamiglia.Quindi nonmi sono affatto sorpreso quando, narrandomi quelsuonuovosogno,mihaparlatodiun’altra«cerimoniadipresentazione»deltuttosimileaquelladell’ottobredel1983,durantelaqualeleerastatamostratalabambina.Diversamentedallealtrevolte,quando,versole4,00della notte, si era svegliata nella sua camera da letto, il «sogno» le eratornato in mente in modo spontaneo in tutta la sua completezza,infondendolebuonumoreeriempiendoleilcuoredimeravigliatostupore.Mi aveva chiamato ancora ilmattino dopo per precisare alcuni dettagli,ampiamenteconfermatidall’ipnosi.

La parte cruciale del sogno era stata la presentazione aKathie di unaltroneonatoalcospettodiquellastessabambinaormaicresciutacheerastatal’oggettodellaprimapresentazione.Ma,senzadubbio,ilparticolarepiù sconcertanteeraquesto: la rivelazionechequelleeranodue soltantodelle nove creature nate con la sua preziosa collaborazione! Ciòsignificava che a partire dal 1978 le erano state prelevate per lo menonoveuovache,fecondate,sieranopoisviluppateconsuccesso.E,conuntoccodisentimentalismoprettamenteumano,erastatainvitataadarlorounnome!Aquestopuntomiimmaginoillettoresobbalzaresullasediae

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sentirsi attanagliare da quella che io chiamo «reazione Frankfurter».Credosiaforsel’unicaformaadeguatadirispostadaparteditutticoloroche non riescono ancora ad accettare anche solo come vagamenteplausibile lapossibilitàcheesseriextraterrestrisi intromettanoneinostriaffari. Se però si accetta l’eventualità, mi pare che la fecondazione inlaboratorio di uova prelevate da unmedesimo campione umanonon siatantopiùassurdadiqualsiasialtrointervento.

Lasedutaipnoticaincuicisiamodedicatialricordodiquesto«sogno»si è tenuta a New York nel maggio 1986. Ricostruita l’atmosfera, hoiniziato, dopo i normali preamboli, a interrogare Kathie, sempre con latacita intesa che ciò che stavamo sviscerando era soltanto un sogno eniente di più. Per tutta la durata dell’esperimento la sua voce si èmantenutadolcissimaestupita;mièsembratacontinuamentesoggiogatadallamagiadell’eventochestavavivendo.

BH:«Mihaiparlatodiunbelsognofattodirecente.Sappiamochesitratta solo di un sogno…mi hai accennato a un bambino piccolo… tiricordi?»

KD:«Certo».BH:«Parlamene.Dovetitroviquandoilsognohainizio?»KD:«Inunagrandestanza…sì,deveesserepropriounsogno…»BH:«Sicuro,losappiamonoidue;miinteressacomunquechetumelo

racconti».KD:(lungapausa)«…Cenesononove…»BH:«Livedi, tihannodettochecisonoosaidellaloropresenzaper

qualchealtraragione?»KD:«Nevedosolodue…»BH:«Melipuoidescrivere?»KD: «Sono il più vecchio e il più piccolo» (pausa). «Vogliono

mostrarmi quest’ultimo… mi dicono di prenderlo… vogliono vederecome dimostro ilmio amore» (sussurrando, come parlasse tra sé e sé)«…vogliono vedere… come si fa ad amare qualcuno. Non devopreoccuparmiperilbambino…perchéc’èlei…cheglibaderà»(pausa).«Iohoqualcosachelorononhannoononconoscono».

BH:«Checos’èchepossiedichelorononhanno?»KD: «Qualcosa che ha a che fare con il tatto, il contatto, il calore

umano… che loro non capiscono, non conoscono… ma vorrebberoimparare.Poimidiconochepossodarelorounnome,possoscegliere.E

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allora dico: Andrea… e Elizabeth… e Sarah… e Peter… e Caleb… eRebecca…edEmily,PauleLarry».

BH:«IduechevedisonoAndreaedElizabeth?»KD:«No,sonoAndreaedEmily».BH:«AndreaedEmily,moltobene»(all’improvvisoKathiesiagita).

«Èsolounsogno,Kathie,solounsogno.Saicomesonostraniisogni…può succedere di tutto nei sogni. Ok, stai tranquilla. E adesso chesuccede?Sarebbemegliomelodicessi…chesuccede?»

KD:«Senevanno.Unattimofaeranoquieorasonospariti».BH: «Intendi dire Andrea ed Emily?» (la strana «sparizione» viene

discussadopo,asedutaconclusa).KD:«Sì».BH:«Raccontami…lohaipresoinbraccioAndrea?»KD: «Sì… l’ho tenuto… stretto al seno… l’ho cullato… quel caro

tesorino. È così fragile. Tenevo la testa nella mano. L’ho baciata. Èpallidissimo…sembravamorto,manonloera,naturalmente».

BH:«Cheaspettoaveva:diunneonato,diunbimbopiùgrandeochealtro?»

KD: «Direi che sembrava un adulto, un uomo saggio.L’ho guardatonegliocchi…cosìacuti…ipiùprofondicheabbiamaiveduto,unpozzonero.Eluisentivachelostavotoccando…capiva».

BH: «È meraviglioso» (a questo punto comincio a sostenere ilprofondosensomaternodiKathie).

KD: «Mentre lo tocco mi sembra acquistare vigore, diventare piùforte».

BH:«Probabilmentequestaèlasuareazionealtuoaffetto…seitucheglidaiforza».

KD:(sottovoce)«…Ilmiocalore»BH:(pausa)«Kathie,Emilyeralìcheosservava?»KD:«Sì».BH:«Potrestidirmiqualcosainpiùsulsuocomportamento?»KD:«Lei…lei…eracomestesseimparando».BH:«Èproprioleilapiccolacheavevivedutol’altravoltaoèun’altra

bambina?»KD:«No,èproprio lei…cresciutaepiùalta.Finalmentenonhapiù

pauradime».BH:«Èdavverostupendo!»

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KD:«Mostravamoltacuriositàneimieiconfronti».BH:«Comefaiasaperlo?»KD:«Dalmodoincuimiscrutava».BH:«VisietetoccateohaitoccatosoltantoAndrea?»KD:«Mihasfioratoilviso,volevasentirlo»(velocemente)«…masiè

subito tirata indietro… però ho notato in lei come un moto disoddisfazione».

BH:«Comeèfinitoilsogno?»KD: «Io ero… voglio dire, nel sogno mi è stato detto di non

preoccuparmidelpiccino.Tuttoerastatoprogrammatoaprocedereperilmeglio.Epoi…liavreirivisti».

BH:«Conoscevicoluichetiparlava?»KD: «Sì, era sempre il solito tizio» (ossia l’omino dalla pelle grigia

con cui Kathie aveva avuto a che fare tante volte, come mi ha poiprecisatounavoltauscitadallatrance).

BH:«Haunnome?»KD:«Credodisì…manonriescoadirlo,aspiegarmi…direichepiù

che un nome nel senso tradizionale del termine ricordo una sensazione.Maoradevoandare…senomiammalo.Èorachemenevada».

BH:«Dovevai,sestaisognando?»KD:«Vadoadormire,acoricarmi.Eccochepoimisveglionelletto,

inpienanotte,ementrehoancoralamemoriafrescasuciòcheèaccadutomiannotoognicosa…inomideibambini…»

BH:(preparandosia farlausciredall’ipnosi,rinforzalasuggestione:tustaibene,ètuttook,ilsognoèstatobellissimo.NellamentetiresteràunmeravigliosoricordodiEmily,Andreaetuttoilresto…)

KD: «Quando gli ho baciato la testa l’ho trovata così soffice. Erapropriotenera.PiùdiquelladiRobbieeTommyappenanati…»

BH:(chiudelaseduta).QuandoKathiesisvegliasbadiglia,sistiraemisorride,ilritrattodella

gioia, un’espressione beata di letizia dipinta sul volto. «Che sogno!»,sussurra,«latestaeraliscia,morbida,comeunbatuffolodicotoneenonerapiùgrossadicosì»dice, indicandoconlemani ledimensionidiunamela. «Ho sognato,mi sono risvegliata e ho subito trascritto i nomideipiccolipernondimenticarli.Eranole4.00inpuntoenonmièstatopiùpossibile prendere sonno tanto ero felice». Le chiedo di descrivermi labambina.«L’hotrovataassaimeglio,nelsensocheoraassomigliadipiùa

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una bambina normale… è più umana. I capelli più folti… semprebiondi…quasibianchi.Sarà altaunpo’menodiunmetro…all’incircacome Robbie». Mi informo del colore della pelle. «Pallida ma, tuttosommato, normale… molto pallida. Si è irrobustita… è più piena, purcontinuando a essere esile e magra, ma non più…». «E la bocca?».«Piccola,manormale.Labbrasottili,aformadicuore».

Mi interessa saperne di più in merito all’attenzione mostrata dallabimba nei confronti del comportamento di Kathie alle prese con ilneonato.Vogliosapereselasuaimpressionechesiaattentaperimparareacomportarsicomeleièconfermata.«Sì,manonèfacilespiegarlo.Hosubitointuitociòcheintendevaeallorahofattodituttoperagevolarealmassimo il suo compito. Così ho palesato tutta la mia emozione per ilpiccolo, affinché si rendesse conto di ogni sfumatura nel miocomportamento. Lei, da parte sua,mi sembrava riuscire a cogliere ognicosa,leggendomidentroesintonizzandosiallaperfezionesullalunghezzad’ondadellamiasensibilità».

Passooraaconsiderarequel sensodigrande saggezzacheKathiehadettodiaverintuitonellaprofonditàdegliocchidelpiccino.LechiedoseeranoocchisimiliaquellidiEmily.«No,sonomoltopiùscuri.Piùgrandie più scuri… di un marrone-nero intenso, proprio come quelli di unneonato. C’era poi dell’altro, qualcosa di magico. A un tratto mi sonosentita inghiottire. È difficile spiegare. Era come se dentro quegli occhitrovassepostoilmondointero.Miparevachelui…ohDio…sì…cheluisentissechiaramentequelchepensavo.Nonsocomemanesonocerta.Èstata una sensazione così intensa, profonda, ho provato un’eccitazioneindicibile,fortissima».

Resta ancoraun’ultimacosa.RicordoaKathie il sobbalzocheavevafatto quando aveva detto che i due bambini erano «spariti». «Per unistante è stato come se lamiamente si fosse dissociata… ho sentito ilcorpodistaccarsi.Anche se sotto ipnosi sono lo stessocoscientediquelchemicapita,vedo,peresempio,lastanzaincuimitrovo,sentoirumoriecosìvia;ebbeneinquelmomento,perunminuto,hopersocontattoconil mio corpo, non mi sono più sentita né braccia né gambe… erosvincolata, libera». Questa descrizione fa venire alla mente quelle diesperienze fuori dal corpo, in cui io nonmi eromai imbattuto né comepossibile frutto dell’induzione ipnotica né come ulteriore elementoaggiuntivonelgiàintricatoscenariodiunaabduction.Ricordodiessermi

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chiesto se non avesse per caso avuto a che fare con l’altra stranasensazioneprovatadaKathiesecondolaqualeleerasembratocheEmilypotesse entrarle dentro a decifrare tutti i suoi sentimenti e le suesensazioni.

Può tornareutileconfrontare ladescrizionediAndreafattadaKathiecon quella degli altri neonati «sognati» dalle testimoni di casi analoghi.Pam descrive il piccolo come «patetico, così piccolo e fragile che nonavresti creduto potesse sopravvivere». Per Andrea si era trattato di unacreaturacosìminutadamettereinincubatrice,unneonatoconocchiscuri,lucentiequasiipnotici:«…Quandomiosservasentochemidevecapitarequalcosa.Nonpossofareamenodiguardarlo».EquandoKathiefissailsuo negli occhi: «…Mi son sentita inghiottire. È difficile spiegare. Eracome se dentro quegli occhi trovasse posto il mondo intero». Avevaparlato di bambino dall’aria sapiente «più di chiunque altro almondo»,maanched’aspetto triste:«…Èpallido, sembramorto,manaturalmentenonloè».QuellosognatodaSusanhaunosguardo«vacuo»eun«palloregrigiastro… piuttosto brutto, adesso che me ne accorgo…». Èdelicatissimo.Losostieneconunasolamanoelatestatrovaabbondantericovero nella palma. È, questa, un’osservazione che fa anche Kathie,quando indicacon lemani lagrandezzadiunamela.La lunghezza,nonsuperai30centimetri,comeglialtri. {8}

OgnirapportoUFOdettagliatoeprecisorichiedesempreiltentativodiunaspiegazionecoerente.Noncisipuòarrogare ildirittodirifiutarsidicrederealracconto,seppurrelativoafattiprodigiosi,dipersoneonesteesane soltanto perché ciò che dicono ci sembra impossibile. In sintesi, ifatti che abbiamo considerato sono questi: due donne, Kathie Davis eSusan Williams, descrivono sotto ipnosi fatti tipici di un caso dirapimento, con l’eccezione dell’aggiunta dell’effettuazione di unaparticolare operazione all’addome. Consultato un esperto ginecologo, siscopre che ciò che dicono corrisponde in modo sorprendentementeperfetto alla prassi di prelievo per scopi riproduttivi sperimentali di unuovodafecondare in laboratorio,secondouna tecnicaormaiconsolidataneinostriospedali.Ovviamente, idettaglidiunasimileoperazionesonoignoti alle due testimoni (le quali, non si conoscono, non si sono maiincontratenéparlateenonsannonulladeirispettivicasi).

Altre due donne, Pam ed Andrea, presunte protagoniste di casi dirapimento, scopronodi essere incinta in circostanze insolite.Addirittura

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eccezionali nel caso di Andrea, perché all’epoca ha solo 13 anni e lagravidanza ha fatto immediato seguito a un «sogno» in cui un uomosconosciuto, dalla pelle grigia e dai grandi occhi, l’aveva inseminataartificialmente inserendole una sottilissima cannula nella vagina. Avevaoptatoper l’aborto,maquando ilmedico l’avevavisitata la primavoltaera rimasto allibito: Andrea era vergine e la membrana dell’imene eraancora intatta! Pure Pam aveva preferito abortire (dopo una sospettaabduction), ma per sentirsi dire dal ginecologo che avrebbe dovutocompierel’interventochenonglierariuscitodirintracciarenelsuouteroalcuntessutofetale—dichiarazionestraordinaria,vistocheripetutiesamiclinici e test di controllo ne avevano indicato a più riprese lo stato digravidanza,senzapossibilitàd’equivoco.Indefinitiva,all’attodell’abortoPamnonerapiùrisultatagravida.

Tutte e quattro le testimoni riportano di aver «sognato» o ricordano,sotto ipnosi,qualcunochehamostrato lorounneonatoeccezionalmentepiccolo,dallapellegrigiastra,dallefattezzealquantoimproprieesolo inparte umane. Le descrizioni sono straordinariamente simili, quasiidentiche, anche se, ancora una volta, le testimoni sono tutte all’oscurodelle rispettive esperienze. Gli esperti psicologi da me intervistatiriscontrano in questi racconti motivi di forti perplessità, perché nonricadonoinalcunmodoneiprototipicaratteristicideimodellioniriciconcui vengono normalmente in contatto nello svolgimento della loroprofessione.

E così, davanti a tutto questo, non restano che due alternative, duepossibilispiegazioni.Laprimascomodal’esistenzadiunineditoefinoaoggi sconosciuto fenomeno psicologico, per cui alcune donne«immaginano»unamedesimascena,contemplanteneonatidalle fattezzesemi-umane.Fenomeno ingradoanchedi alteraregli equilibriormonalipiùdelicati,falsandotestdigravidanzachedanegativisitrasformanoin«falsi»positivi(certamenteJungsarebbestatofelicedipoterconstatareiprodigiosi effetti di una così poderosa nuova manifestazionedell’«inconsciocollettivo»daluipreconizzato).Lasecondaspiegazioneèinvecemoltomeno complicatama«insostenibile», «incredibile»: questedonnePam,Susan,KathieeAndrea, ricordanoconprecisioneciòcheèstatolorofattoperdavvero.Leloroesperienzesonovere.Tutteedueleipotesi sono eretiche perché violano, comunque, il cosiddetto sapereconsolidato.

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Ma,giuntiaquestopunto,credosiaarrivatoilmomentodiprendereinconsiderazione alcune fra lemolte implicazioni teoriche legate a questegenuinemapocograditetestimonianze,alfinedimetterneulteriormenteallaprovalaveridicità.

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CAPITOLODECIMO

FACCIAMOILPUNTO

Quando Kathie aveva narrato della presentazione del neonato daicaratteri di creatura ibrida aveva sottolineato un fatto nuovo: sembravacheleentitàUFOvolesserocheleisioccupassedelbambinoperpoternescrutareemozioniecomportamento.Inaltreparole,leeratoccatofungereda istruttrice: i suoi rapitori, così come il piccolo, necessitavano diqualcosachesololeipotevadareloro.«Qualcosa…qualcosachehaachefareconil tatto, ilcontatto, ilcaloreumano…chelorononcapiscono…nonconoscono…mavorrebberoimparare».Daquestasuadichiarazionemisieraspalancatacomeun’illuminazionenellamente:forsegliufonautimostravano alle donne da essi geneticamente manipolate i «figli» natidalla fecondazione degli ovuli prelevati dal loro corpo per suscitare uncomportamentoaffettivomaternocheperlorodovevaesserequalcosadisconosciuto.Unaspiegazionediquestotipomiparel’unicachegiustifichil’incontro di Susan con il «bimbo sapiente» o l’invito fatto a Pam diprendereinbraccioilneonatopermostrarechecosadevefareunanutrice.A giugno del 1986 mentre cercavo di incastrare queste nuove altreinformazioni nel vasto puzzle che oramai mi si spiegava davanti, horicevutounatelefonatada«LucilleForman»,unadonnadiNewYorkchetrascorrelevacanzeestiveaProvincetown,nelMassachussetts.Comehoavutomododiscoprire inunsecondotempo, lasuaavventuraufologica

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adducenonpocheconfermeallamiaintuizione.Laseradel20agosto1985Lucillesi trovavanelsuoappartamentoa

Provincetown, intenta a seguire un film sul videoregistratore.Da quelloche era venuta a sapere il giorno dopo, quella sera era l’unica personapresentenelpalazzo,tuttiglialtrialloggieranovuoti.Labellacasettadistilevittoriano rimessaanuovo incui trascorre levacanzecomprende4appartamentiedèappollaiatasulcocuzzolodiunacollinettacircondatadaalberi.Oltreilboschettoc’eraunaraduraspianatadapocoperospitareuncantiereediledalqualesarebbenatounaltrocomplessoresidenziale.

La prima cosa strana di quella serata era stato il comportamentoanomalodelgattocheavevacontinuatoamiagolare,dandoevidentisegnidi nervosismo e paura. Lucille era comunque troppo presa dallaproiezionediGandhi per dargli retta ed avevapreferito ignorarlo.Però,dopo un po’, si era resa conto che nella stanza aleggiava un’invisibilepresenza spettrale. Ed anche lei aveva iniziato a comportarsi in modoimproprio.Invecedialzarsiediandareadareun’occhiataingiro,comeavrebbefattoincondizioninormali,avevaincominciatoaripetersi:«Nonalzartienonsollevarelosguardo.Nonfareassolutamentenullaecontinuaa stare seduta. Se solo tenti di alzarti sta certa che ti capiterà qualcosa.Nonmuoverelosguardo,concentratisolosullatelevisione».Lucilleèunapsicoterapeuta e dunque è un’ottima osservatrice del proprio agire e sadescriverlomoltobeneeconproprietàdilinguaggio.Auntrattosempreparlando a se stessa, ma in verità, come rivolgendosi a qualcosa o aqualcuno aveva detto: «Per favore, lasciami sola.Voglio starmene sola.Nonhonessunaintenzionediavereun’esperienzasimileproprioadesso».

Inlineadimassimaquestoètuttociòcheriuscivaaricordareinmodoconsapevole.Quandosieradestatalamattina,ilgattoeraancoraagitatoemiagolava e osservando gli orologi digitali si era resa conto che nellanottedovevaessersiverificatounblack-out,inrealtàinquellazonadellacittà c’era proprio stato un oscuramento temporaneo per un vuoto dialimentazione elettrica, che aveva interessato oltre 2500 persone. {1} Ilprimodesideriocheavevasentitoerastatoquellodiusciredicasa,tuffarsinellalucedelsolenascenteeritrovarele«cosefamiliaridisempre».Erarimastasedutafuoriperunpo’equandoerarientrataavevatrascrittosudiun bloc-notes ciò che riusciva a ricordare della notte precedente. «Eroconvintissima che mi doveva essere successo qualcosa di moltoparticolaremanonmiriuscivadiintuirechecosa».

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Provincetown si trova vicino aWellfleet, la località dove ho il miostudio estivoe cosìun amicomioediLucille combinòun incontroperpermettermidiconoscerelasuaavventura.C’eranodiversimotivipercuiero contento di interrompere per un po’ l’estenuante ricerca del caso diCopleyWoodsediKathieDavis.Aparteilcomprensibileentusiasmoperun nuovo caso, c’era anche il fatto positivo che Lucille era una donnaquadrata,interessanteesoprattuttoonestaeaffidabileepoieroansiosodiverificare se anche con lei sarebbero emersi agganci a sostegnodell’immagine di sperimentatori genetici chemi ero fatto inmerito agliUFO.

Giàdaquelprimo incontro sonoemersimoltiparticolari interessanti.Per esempio quando le ho chiesto se aveva reminiscenze dellafanciullezza riguardanti strani eventi in qualche modo collegabili alfenomenoufologico,miharispostosubitodisìsenzaesitazione,citandounricordoricorrenteepocogradevolediunvisitatorenotturnodaigrandiocchichesieraritrovatoincamerapiùvoltequandoerapiccola.Cisonoinoltre altri flash di memoria simili.Ma ancora più interessante è statal’osservazionedell’amicacomunecheciavevafattoincontrare:«Lucille,forse aBudd interessavederedirettamentequello strano segnocircolareche ti è improvvisamente comparso sul ventre l’estate scorsa.» È unapiccolacicatrice rotonda,postapiùomeno incorrispondenzadell’ovaiadestra. Solo con l’ipnosi è stato possibile comprendere come se l’eraprocurata.

NonèquestalasedeperentrareneidettaglidelrapimentodiLucille,nedaròsoltantounbrevecenno.Ciòcheèemersodatreseduteipnoticheedauncontinuo riaffioraredi ricordia livelloconsapevolehadelineatoquestasuccessionedifatti.Nonriuscendoa trattenersiLucillesolleva losguardoescorgeuncertonumerodipiccoliindividuidallapellegrigiaecon grandi occhi che la osservano dal terrazzo. Telepaticamente ricevel’invitoauscire, incasocontrariosarebberoentrati loroaprelevarla.LaTV intanto si spegne da sola e subito dopo sullo schermo invece dellesequenzedelfilmcompareunafaccia«biancaepallidacongrandi,lucentiocchi,senzaorecchie,unapiccolaboccaeun’inequivocabileespressionearrabbiata. Il messaggio che riceve è: «GUARDAMI! GUARDAMI!»Lucillecercadiresistererispondendoconunsecco:«No,nontiguardo!»(«tenevo gli occhi incollati al pavimento») {2} Ma come sappiamo lacapacità degli UFO di soverchiare la volontà di un essere umano è

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illimitataecosìnonpuòfareamenodialzarsieusciresulterrazzo.Subitodoposisentefluttuarenell’arialungounsentiero,trattenutaaifianchidadue di quelle creature, mentre altre precedono e seguono. L’UFO èatterrato nel grande spiazzo destinato al nuovo cantiere: «…Arriviamo.Nonmitoccanoemilascianoentraredasola…mivedoentrareconqueltipo la cui faccia era comparsa all’improvviso sullo schermo dellatelevisione.Perquelchevedevosicomportavanépiùnémenocomeunmilitare nello svolgimento della missione assegnatagli». Lucille vienefatta distendere su di un tavolo e esaminata, a un tratto sente «unimprovviso, dolore pungente nel basso ventre», unmale simile a quellocheprovaduranteilciclomestruale.

Cometerapeutaèun’attentaosservatricedalpuntodivistapsicologico.Per questo sono propenso a condividere le sensazioni da lei provate inmerito a quelli che possono essere tutti gli intendimenti degli UFO ereputo la sua testimonianza precisa e credibile. Una cosa è ricordaredettagli importanti ma visivi, come altezze, dimensioni, colori, oggetti.Altra è invece penetrare con acutezza nell’ancor più impressionante emisterioso reame delle «intenzioni degliUFO», un’area di speculazioneall’internodellaqualesipossonoverificaresviluppi ineditidiqualunquetipo e dove nei confronti del fenomeno possono venire a galla tutti igeneri di preconcetti emotivi.Ebbene, ciò cheho sentitodalle labbradiLucilleè,amioavviso,piùchemeritevolediattenzione,leimpressionidaleiricevuteduranteilcontattosonointeressantissimee,entrocertilimiti,vanno al di là di ogni precedente, comprendendo anche uno scambio dicomunicazioni,misipassiiltermine,filosofico.

Più tardi Lucille ha scritto che quella società aliena le era sembrata«vecchiadimilionidianni,dotatadiunatecnologia impressionanteediuno sviluppo intellettivo straordinarioma del tutto priva di sensibilità ecaloreumano».Sièfattal’ideache«siaunmondoindecadenza,perchéibambininascevanomasopravvivevanosoloperqualcheanno,destinatiaunamorte prematura». In loro ha intravisto «…la disperata necessità divivere, di continuare la razza. È una cultura arida dal punto di vistaemozionale,privadisentimentieaffetti…esclusivamenteintellettuale.Ead un tratto qualcosa a livello genetico si è ribellato o ha smesso difunzionare.Aprescinderedallaloroattualemorfologia,illorocorposièevoluto da qualche altra forma. Credo siano alla disperata ricerca diqualcuno a cui consegnare la loro storia e le loro conquiste, capace di

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comprendere anche il loro dramma. Queste, sia chiaro, sono solo miesupposizioni; in realtà non posso dire che cosa stiano cercando!». Tral’altroLucillesièricordatadiavervedutoabordodell’UFOunaseriediimmagini estremamente realistiche (ologrammi?) in cui era illustrato illorodifficilemomento:«Hovistounbambinopiccolo,nonpiùaltodiunmetro,dallapellegrigiacometuttiloro,agitarsidisperatamente…erasulpuntodimorire.Mihannodettochequelloeraciòchestavaaccadendonelloromondo.

«Abbiamocosìincominciatoaparlaredellamancanzadiaffetto,diuncontatto umano diretto.Ho spiegato loro che nel nostromondo vi sonocuccioli di animali che muoiono dopo un solo giorno di vita se nonvengono leccati e accuditi dalla madre o da qualcuno che ne svolga leveci,inquantoquesteattenzionicostituisconounapportodeterminanteevitale per il loro immediato sviluppo». E a questo punto, in questoincredibilecontestoextraumanovienefuorilaLucillepsicoterapeuta,chesi sente investita pienamente del suo incarico e suggerisce ai suoisequestratori: «Per quanto assurdo possa sembrare, ho detto loro diprenderevisionedellibrodiAshleyMontagueTouching.So,Budd,chetiparràun’assurditàpazzesca,maquandosonotornataacasa,aNewYork,laprimacosachehofattoèstataquelladiesporreil librosuldavanzaledellamiacameradaletto,inbellamostraperloro.Èun’idiozia,loso,mahopensato: chipuò saperlo, chi lo sa?Nonconoscoconprecisione checosapossonodesiderare,peròpuòdarsi lo stessoche, inqualchemodo,riescaadarelorounamano».

Ancoraunavoltamipremesottolinearecheanche lasignoraFormannon sapeva assolutamente nulla della storia di Kathie Davis e dellapresentazione del bambino dalla pelle grigia per vedere come lei se nesarebbeoccupata.«Ilpiccolopercepiva ilmio tocco, il contatto», avevadettoKathie,«enetraevaimmediatovigore».Avevaanchespiegatochementre era intenta a cullarlo e coccolarlo la bambina più grande,Emily«…mi scrutava dentro e fuori», insomma sentiva chiaramente che stavaassorbendotuttodalei«comeunaspugna»—emozioni,gesti,pensieriereazioni—; allo stesso modo in cui Pam si era accorta comportarsi lacreaturacheleavevaportoilneonatonatodall’ibridazionedellerazze.MiparepiùcheevidentechesiaKathiechePameLucilledescrivononeilororacconti la medesima esperienza, anche se da punti di vista diversi. InquestoinaspettatocontestoglioccupantidegliUFO,adispettodellaloro

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indiscutibile superiorità tecnologica, dimostrano di avere estremanecessitàsiadiimpadronirsidelcorredogeneticodellanostrarazzachediapprenderelacapacitàumanadiprovareemozioni,inmodospecialissimoquelle materne. Tanto che, per quanto possa apparire impossibile,potrebbe darsi che la loro sopravvivenza dipenda proprio dal lorosuccessonelriuscireafarproprielecaratteristichechimiche,geneticheepsicologichedeirapiti.

Anchesetuttequestespeculazionisembranoimpensabilisonotuttavialogiche,allalucedeifattiedelmaterialeesaminato.C’èpoiunulterioredrammaticoparallelofraleavventurediLucilleeKathiechecorroborainmodo reciproco la loro veridicità. Nel corso della mia prima sedutaipnotica conLucille, subito dopo essere scesa dal tavolo su cui l’hannoesaminata, le compare una figura che «…sembra femminile… moltopallida…non ha la pelle grigia,ma più chiara…una creatura che direisenz’altrononmaschile…parechedaleiemaniunasensazionedicaloredeltuttoparticolare.Èleggermentepiùaltadeglialtri…hailmentomoltoappuntito e dei grandi occhi… nel complesso fattezze più dolci, piùmorbide ed arrotondate.È una figura delicata e carica di calore umano.Ho subito pensato che chiunque fosse… doveva essere certamente unadonna…molto,moltospeciale.Unaspettoetereo,bellaavedersi…».

Durante la seconda seduta Lucille arricchisce questa descrizione:«Forseèunaadolescente.Nonvedoorecchie…alpostodelnasoc’èunalieveprotuberanza.Gliocchisonougualiaquellideglialtri,solochesonopiùblueancorapiùdilatati.Nonhasopracciglia…ilcranioègrosso…ilineamentipiùarrotondatiemorbidi…scorgoinleimoltadelicatezza…euncolore,sai…fralorosololeipossiede…edalloramivienedapensareaunesseresimileanoi…perchéleinonèdeltuttoetotalmentealiena».In altre parole, una creatura ibrida, simile alla bambina descritta daKathie,Emily(vedereleillustrazioni).Ilgrandecranio,glienormiocchiazzurri, il sottile mento puntuto e il naso appena pronunciato sonoparticolari comuni alle due figure. La differenza fondamentale è cheEmilyavevapochicapelliarruffatitantochesottosipotevanointravederechiazze di cuoio capelluto, mentre quella di Lucille era completamentecalva,enonhannosopracciglia.AdifferenzadiKathie,durantel’incontroLucille non si sente nascere dentro un profondo sentimento materno,tuttavia tanta è la pena cheprovava che aun certomomento, si siede agambe incrociate sul pavimento per prendere in braccio il neonato

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rachitico:«Cosìfacendomirendofinalmentecontodicosasitratta,dellesue condizioni… vedo che creatura è… e mi viene spontaneo didomandarmi: Che ci fai qui, piccolomio?Nello stesso tempomi sentoimpotenteedisperataperchévorreiaiutarlomanonsocomefare».

Logicamentenelraccontoemergonomoltealtrecose,tracuilavisionediunascenaaltamentedrammaticachegliUFOleconsentonodivedereeil cui contenuto ci riporta ancora una volta ai problemi che abbiamoaffrontato in queste pagine. Non intendo però descriverla, perché èimportante secondo me far restare segreti alcuni dettagli significativiricavati dalle ricostruzioni testimoniali per poterli utilizzare alla fine diunasedutaperverificarelavaliditàelaveridicitàdifuturinuovirapporti.La scena cui ho accennato è, comunque, così insolita e potenzialmentecosì significativa che dubito che un giorno mi verrà confermata eavvaloratadaaltrafonte.

Nel corso degli anni la fantascienza popolare ha presentatoprevalentemente due versioni del possibile contatto dell’umanità con lavitaextraterrestre.Nellaprima,quellapiùcomunecomenellaceleberrimaversione radiofonica diOrsonWelles deLa guerra deimondi o il filmL’invasionedeglianticorpiglialienisbarcanosullaTerraconintereflottespaziali per conquistarla e soggiogarla. Nell’altra invece compare unoscenariooppostomirabilmenteesemplificatodafilmcomeUltimatumallaTerraincuil’alienoèunesserebuonoespiritualmenteelevato,scesofranoi per salvarci dalla autodistruzione.Queste due situazioni contrastantisono fondamentalmentedi stampo religioso,doveoragliuominioragliextraterrestrisiscambianoilruolodidemonimalevoliedèimagnanimiegenerosi.Comenel casodel film IncontriRavvicinatidelTerzoTipo incui gli spaziali, simili a divinità onnipotenti, discendonodal cielo comefolgore divina, accompagnati dalle note di un organo, per redimerciaiutandociarisolveretuttiiproblemieavviarci,finalmente,versoun’eradibontàedipace.

Quandoperòmettiamoaconfrontoquestiduemodelliconidatiemersida testimonianze quali quelle di Kathie, Susan, Lucille o degli uominiprotagonisti delle esperienze narrate nel Capitolo 7, ci accorgiamo chenon esiste alcun tipo di affinità, in quanto, mai gli UFO descritti daicontatti rivelano una natura o un comportamento divino o demoniaco. Irapitinonvengononémangiativiviné redentio illuminatinellospirito,sono, molto più semplicemente, presi a prestito contro la loro volontà.

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«Usati»,misipassilaparola,fisicamenteeliberati,spaventati,certo,manoninmodointenzionale.Eglialieninonsonodescrittinécomepresenzeonnipotenti e divine né come mostri satanici, quanto come creaturepiuttosto deboli a livello fisico, che sembrano avere bisogno persopravvivere di qualcosa che ritengono poter trovare solo negli esseriumanichesequestrano.

E dunque dietro i casi di abduction che oggi ormai contiamo acentinaia,misembradiintravedereunbennettocomportamentoetico.Innessunodeimolti casi cheho studiatomi è capitatodi imbatterminellapurminimaminaccia omalevolenza. Imalcapitati terrestri vengono perquanto possibile, tenuti calmi e, in genere, non sono sottoposti aoperazioniocontrollidolorosi,nonpiù,diquellichesipossonosubire,inun studio dentistico. I soggetti vengono rapiti, esaminati, fornisconocampionideiloroumorivitaliequindivengonoriportatisaniesalvinellostessopostoincuihaavutoinizioilcontatto.QuestaprassiquasiindoloresembrarispondereadunachiaraintenzionedapartedeglioccupantidegliUFOanonnuocereinalcunmodooilmenopossibile.Aquestopropositoc’èdacrederecheanchel’amnesiapiùomenoparzialechesolitamentesiaccompagnaaquestaspeciediesperienzesiainnescataedintesacomeunaiutoalcontattista,affinchépossa,dopol’episodio,continuareaviverelapropriavitainmodonormale. {3}

Eppure, purtroppo… malgrado tutte queste precauzioni, qualsiasiufologochesioccupidirapimenti,qualsiasi terapeutacheannoverifraisuoi pazienti un contattista sa perfettamente quale sfacelo si venga acreare dal punto di vista emozionale nei loro animi. Immancabilmentetutti soffrono di ciò che il dottor Robert J. Lifton chiama una «feritapsicologica»(analogaaquellafisicachetantevoltemostranonelcorpo).Una donna che era stata protagonista involontaria di ripetuti rapimentiall’età di 8, 9 e 10 anni mi ha detto che in quel periodo era cosìterrorizzata che aveva persino tentato di togliersi la vita. «Era stato ungesto spontaneo, conseguente. È stato solo quando ho avuto sotto gliocchimiofiglioa10annichehoveramentecapitoquantopotesseesserestrano ed assurdo immaginare che un bambino a quella età decida dimorire». Oggi è finalmente riuscita a capire il perché del suo terroreprofondo, ma è più che evidente che il suo esempio presupponel’esistenzadialtricasialtrettantodrammatici,neiqualialtripoveripiccoliperseguitatipossonoaverpensatoetentatodicompiereattisimilialsuo.

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Arriviamo così al paradosso nodale dell’intera questione: le entitàufologiche, a dispetto della loro incredibile apparente abilità dicontrollare, seppure per tempi relativamente brevi, il nostrocomportamento, nello stesso momento sembrano non intuireassolutamente nulla della psicologia umana. Ricordo a questo merito ilcaso del rapimento di una coppia di sposi accaduto nel Minnesota. Ilmarito,completamenteparalizzatoe incapacediagireera statocostrettoad assistere all’introduzione di un lungo ago nell’addome dellamoglie,distesa su di un lettino e anch’essa impossibilitata amuoversi. Nel suoraccontomi parlò della sorpresamostrata dai rapitori per la sua rabbia:«Noidesideriamochetuvedachecosalefacciamo»,gliavevanospiegatocandidamente, «non le facciamo del male. Perché ti arrabbi?» E anchel’esplosionedipenaesconfortodiKathiequandosiaccorgechelevienerimosso il feto sembra stupire i suoi sequestratori. Questi incidenti, neiqualiglioccupantisidirebberodel tutto incapacidicogliereanche ipiùcomunieprevedibilisentimentiumani,sicontanoormaiingrannumero.Se sono nei nostri confronti totalmente sprovveduti da questo punto divista non si può dire però lo siano da quello fisiologico, visto che sidimostrano piuttosto abili a evitarci sofferenze o nel cercare dialleviarcele.

Più volte in queste pagine ho sottolineato il fatto che i rapporti dirapimentoperlastraordinariarassomiglianzanelcontenutoeneidettagli,possono venire intesi da due punti di vista. Da una parte come ilmanifestarsi di un inedito, fino ad ora sconosciuto, e universale, cioèplanetario,fenomenopsicologico,teoriachenonrendeperòragionedellacosiddetta evidenza degli eventi ufologici; dall’altra niente di più né dimenodiunonestotentativodapartedeiprotagonistidiraccontareciòcheèloroveramenteaccaduto.

Èovviocheaquestopuntodiventacrucialesaperesegliextraterrestriesistonoese,comerisultadalletestimonianze,stannosperimentandoconl’umanità o se i rapporti scaturiscono da una nuova, profonda epotentissima aberrazione della nostra mente. Ma se si considerano leimplicazioni morali di cui abbiamo appena discusso, il peso da loroesercitatoneldeterminareilprevalereomenodell’immaginariosulrealeèestremamente rivelatore. Perché anziché ricadere in un prevedibileschema,perfettamenteumano,dibuoniecattivi,didèiedemoni (cheèquello che si trova, alla fin fine, alla base sia della immaginazione

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fantasiosa a livello psicologico che della narrativa tradizionale) glioccupanti degliUFOcosì comevengonodescritti sembrano appartenereadunmondocaratterizzatodaun’eticaalquantopocodefinibilee,direi,incomprensibile.Lalorosconcertantemaindubbiamoralitànonhanullaache spartire con la ferma certezza del bene e del male, come larappresentiamonellanostraimmaginazione.Laloropsicologia—semisipassa il termine — non ha senso per noi probabilmente per lo menoquanto la nostra non lo ha per loro. Ciò che resta è l’immagine di dueintelligenzediversechenonhanno—perora—unpuntodicontatto.Mac’è un altro aspetto abbastanza strano in tutto questo: il gruppotecnologicamente superiore sembra più bisognoso e carente che nonquello dalla cultura più «primitiva». In sostanza, a fronte di questeconsiderazioni, diventa ben difficile conciliare l’idea di onnipotenti,gentili ed altruistici «fratelli spaziali»—un cliché fantascientifico oggiereditatodaigruppi«cultisti»,conlacomplessarealtàalivelloeticocheemerge da tutti questi specialissimi casi ufologici. Così come, d’altrocanto, è impossibile sovrapporre l’altrettanto familiare immagine dispietati «invasori cosmici» che scendono a frotte sul nostro pianeta percolonizzarci—con l’esagerata lentezzaconcui lo schemadi interventoocculto e diradato seguito dal fenomenoUFO interagisce con la nostrarealtà, nella fattispecie rappresentata dalla categoria dei contattisti.Dunque, da qualsiasi prospettiva lo si indaghi il mistero ufologico nonsembra tanto una semplicistica fantasia popolare, quanto piuttosto unarealtà esterna ed a sé stante, altamente complessa e basata su diun’ambigua moralità di comportamento. Una realtà, vorrei aggiungere,chenessunoriesceacomprendere.

Datuttociòchesièdettocredoemerganoalmenoaltredueimportanticonstatazioni: il fenomeno dei rapimenti da parte degli UFO non solosconvolgelavitadicolorochenesonocoinvolti,mainteressaunnumeroimpressionante di persone, ben oltre quanto si possa immaginare. Iprotagonisti che abbiamo citato in queste pagine non rappresentano cheuna campionatura minima, né vorrei che il lettore pensasse a unaprevalenzadirapimentiriguardantidonne,vistochehoportatopiùesempicheleriguardavano(inrealtàilrapportoèdiparitàfrasessofemminileemaschile).Unseppurvagoma indicativoesempiodiquantasia lagenteche ha subito eventi di abduction lo si può ottenere considerando, adesempio, la risposta del pubblico alla messa in onda televisiva di un

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programmasugliUFO,trasmessolocalmenteinunacittàdelMidwestnel1986. Sullo schermo siamo comparsi io, due «rapiti» ed un conduttore,intelligentee sensibile, rispettosodegliospiti cheaveva in studio.Dopoqualche tempo sono venuto a sapere dal produttore del programma chemaiunatrasmissioneavevaprocuratounasimile,veraepropria,pioggiadi telefonate e di lettere alla redazione. Molte lettere mi sono stategentilmentegirate.Fradiesseho,perora,rispostoadieci.Nelcorsodiunaltro viaggio in quella zona mi sono messo in contatto con tre deiprotagonisti dei casi più interessanti. Il primo — una donna — hacertamente subitoun rapimentonel contestodi una seriedi eventiUFOriguardanti altrimembri della sua famiglia. Intervistandomadre e figliasono venuto a capo — sia in situazioni di coscienza non alterata cheipnotiche—dialtreabductionprecedenti.Purelostudiodelsecondocaso—quellodiunuomochemiavevascrittoaseguitodelprogramma—mihacondottoallascopertadialmenoaltriquattrorapimentidimembridellafamigliadeldirettointeressato.Ilterzononèstatodameno;anchequelladonna, come avevo sospettato dalla sua lettera, era stata prelevata dagliufonauti.Hogiàdedicatomolto tempoenonpocheenergie aquesti trenuovi eventi, qui ricordati a mero scopo statistico informativo, perchéconsideratanel’estremaarticolazionenonsarebbepossibilefarealtrimenti—ormaigiuntiallafinediquestafatica.Quelchemipremesottolineareèquesto: anche se il programma aveva scatenato una cascata di lettere equindi di potenziali, chissà quanto interessanti, casi, io ho potutointeressarmi in modo consistente soltanto di tre. A ricerca avvenuta inquestiepisodihotrovatocoinvoltebennovepersonechehotuttiimotiviper credere mi abbiano descritto autentici racconti di abduction. Nonposso fare ameno di pensare a tutti coloro chenon ho incontrato ed aquantecose interessanti sono rimaste sepoltenella loromemoria.E tuttigli altri che hanno soltanto chiamato? E quelli che, per un’infinità dimotivi,nonhannotrovatoiltempooilcoraggiopertelefonareescrivereaprescindere dall’intensità e dalla qualità dei loro ricordi? E, soprattutto,quante sono le persone interessate che non hanno potuto seguire ilprogrammaaquell’infeliceoradelmattino?

Voglio, tratteggiare ancora una volta, lo schema tipico di questeesperienze: un soggetto, maschio o femmina, viene rapito per la primavoltadabambino,nondiradoasolitreanni.Nelcorsodiquestocontattoinizialesoventeglivieneinfertaunapiccolaferita,probabilmenteafinidi

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prelievoeèsottopostoaunseverocontrollofisico.Seguepoiunaseriedirapimentichesiprotraggononelperiododellapubertà.Avolteagiovaniprotagonistivieneprelevatodelseme—honeimieiarchiviuncasoincuiil ragazzo-campione aveva appena 13 anni— o degli ovuli quando sitrattadidonne.Inquestiultimicasi,comeabbiamodettagliatamentevistoin almeno tre occasioni, gli esperimenti di ingravidazione artificialevengono tentati appena il soggetto è sessualmente pronto, di normacomunquesempreassaipresto:13anniperAndrea,16perSusan,17perKathie (conosco altri due esempi, qui non citati, in cui— sebbene conprove e testimonianze meno accurate e precise — l’esperimento lo sidirebbe tentato con soggetti rispettivamente di 6 e 21 anni). A questopunto seguonoaltri eventineiquali, dopodueoalmassimo tremesi, ilfetovienerimossodall’uterodellaportatrice,chevieneutilizzatapiùepiùvolte nei periodi mensili più idonei per il prelievo di ulteriori uovadall’apparato genitale. Fecondate, vengono portate a pienamaturità conuna gravidanza extrauterina, con metodi e sistemi che possiamo soloipotizzare. Perché si ricorra a due diverse procedure riproduttive anchecon un medesimo soggetto non è chiaro, quanto per lo meno perché,parallelamente, ai rapiti di sessomaschile venga prelevato dello spermasia in modo diretto che costringendoli ad accoppiarsi con un membrofemminile della razza dei rapitori. So che questo tipo di interventi nonsembraseguireunalogicacoerente,ciònonescludechelarealtàdeifattisiaproprioquesta.PurselacuriositàgeneticadeglioccupantidegliUFOnonsiestendeapparentementeatuttiirapiti,lasiritrova—perquelchemiriguarda—inoltremetàdeicasi,anchesesonodecisamentepropensoa ritenerla presente in una percentuale superiore, qualora fosse semprepossibileportareinpienalucequestepartidell’avventuraufologicachesitendeasottovalutareperovvimotividireticenzaepudore.

Intuttoquestol’eventualitàpiùsconvolgenteèsenz’altroquelladiunbimbonatonormalmentemasulcuibagagliogeneticoleentitàUFOsianointervenuteprimadelconcepimento.Nonhoalcunaprovaplausibilechesostenga questa idea a dir poco pazzesca, posso però denunciare duesingolaricoincidenzeincuimisonoimbattuto.NelcorsodelleindaginisudiuncasodidoppiorapimentodiunacoppiadisposinelNewEnglandedi cui qui non si è parlato, la donna mi disse di ricordare molto benequando era accaduto il fatto: «So per certo che avvenne la notte in cuiconcepimmo nostro figlio». Lo aveva notato per puro caso, senza

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attribuirgli importanza e considerandolo al livello di una meracoincidenza.Inuncasoanalogoverificatosiinunostatodelsud,larapitami rivelò esattamente la stessa cosa: era convinta che l’esperienzaufologica vissuta colmarito (l’avvistamento di un disco volante appenasopra la cima degli alberi all’interno della loro proprietà e probabilesuccessivo sequestro) avesse avuto luogo la notte in cui avevanoconcepito il loro primo erede. Anche lei ne parlava come di un fattofortuito, una coincidenza, un dettaglio in più per riuscire ad identificaremeglioilgiornodell’incontroconl’UFO.Inambodicasiineonatisonovenutiallaluceinmodonaturaleeorasonoduebeibambini«terrestri»,del tutto uguali almeno in apparenza, ai loro coetanei. Per una serie dimotivinonmièstatopossibilefarregredireipnoticamenteleduedonneecosì i loro casi sono rimasti del tutto inesplorati. La coincidenza diaccadimentofral’avvistamentodell’UFOedilconcepimentodelfiglioè,quasicertamente,soloesoltantotale—ossiaunpurocaso—tuttaviahoritenuto dare al lettore anche questa notizia per offrirgli il quadrocompletodellemieosservazioni.

Senza ombra di dubbio l’effetto a più lungo termine dei casi dirapimento è di natura psicologica. Sebbene alcuni dei comportamenticonseguenti possano sembrare identici, i protagonisti di una abductionnonsonoassimilabilidaquestopuntodivistaacolorochehannosubitouna singola traumatica esperienza, quale potrebbe essere un incidented’autoounattodiaggressioneeviolenza.Sonopersone«perseguitate»,sottoposte,ancheadintervallidianni,controillorovolereadeglishocktremendi, costretteavivere—perusare leparolediunadi loro—una«vitasegreta»fattadiviolazionedellaloropsicheedipauroseavventure.La gamma di emozioni derivate è infinita e comprende paura, terrore,disperazione, profonda confusione mentale, smarrimento, un senso diestremavulnerabilitàfisicaesessuale,emillealtrisentimenti,tuttilegatiaunostatodiincertezzaacausadelqualenonsièpiùsicuridellaproprialibertàné si comprendeaqualemondo si appartiene.Sempre,unavoltacondannatiapercorrerequestotribolatocammino,sidebbonofareiconticon il dubbio se si è ancora sani di mente o del tutto impazziti. UnagiovanedonnadelMinnesota—rapitaapiùripresesindapiccola—hascrittoinunsuodiariointimoalcunedellesensazioniedeipensieridaleiprovati, nel tentativo di chiarirsi le idee e, allo stesso tempo, con lasperanza che quelle sue impressioni potessero risultare utili a qualcun

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altro nelle sue stesse condizioni. Eccone un brano, estremamentesignificativo:

Permoltidinoituttoèincominciatocondeiricordi.Ancheseperqualcunosiè trattatodiqualcosarisalitospontaneamenteallacoscienza, tantihannodovutoandarli a rimuovere nel dimenticatoio dellamemoria— dove erano sepolti daprofondeamnesie.Questoèavvenutosoventetramitel’ipnosi,cheperlamaggiorpartedinoièstataun’esperienzainedita.Edavantiaqualisentimenticontrastanticisiamovenutiatrovare!Senzaeccezione,ricordando,siamostatiassalitidallapaura,daun incombentesensodisopraffazione.Maancheda incredulità.Tuttociò non può essere vero. Devo aver sognato. Non può accadere. Così si èinsinuatoil tarlodeldubbio,lasnervantealtalenafrascetticismoeconvinzione,ognivoltachetentavidicollocarequeglistraniricordiall’internodelquadrocheti eri fatto della realtà. Molte volte sembrava di impazzire, ciò malgrado nondemordevimai,allaricercadiunaspiegazione«plausibile».Eintanto,inquestaimparilotta,tidomandavichecosac’eraintechenonfunzionavapiù:perchélamiamentestacombinandomiquestoscherzo?

C’erapoi l’angosciadinonpoterloandarea raccontareaqualcuno.Tuttigliamici erano dubbiosi, scettici, storcevano il naso sin dall’inizio. Come sperareche almeno loro ti stessero anche solo ad ascoltare?D’altro canto noi stessi cisentivamo insicuri, pieni di remore. Come aspettarsi dagli altri una rispostadiversa,senoiperprimiconcordavamoconil loroatteggiamento?Chiedevamolorodi stare a sentire edi crederci,ma la loro confusioneed il loro imbarazzoaltro non erano che lo specchio di quello che sarebbe stato il nostrocomportamento. Alcuni erano rigidi nel respingere la nostra esperienzaescludendoanchesololapossibilitàdiunrapimentoe, indipendentementedalleparoleusateper risponderci, ilmessaggiodi ritornoerapalese:Sappiche iosodistingueremegliodi te ciòcheèverodaciòchenon loè.Dunquenelgiustosonoio,asbagliareseitu.Eravamoprigionieridiuncircolovizioso,delserpentechesimordelacoda,impostoatuttinoidaunasocietàincredulaescettica:Perchécredetediesserestatirapiti?Locredeteperchésietepazzi.Perchénoisappiamochevoisietepazzi?Perchévorrestefarcicrederediesserestatirapiti.Allafineinalcuninascevaunmotodiribellione:senonriuscivanoadessere

credibili,allostessomodo loerachinondava loroascolto,vistochenonc’eraalcuna prova che ciò che dicevano non era accaduto realmente. Se anche soloimmaginareunrapimentodapartedegliUFOli terrorizzavalacosaeraunloroproblema,noncertonostro.Noiavevamogià sperimentato sullanostrapelle loscottante cammino del dubbio che si alterna alla certezza; già ci eravamo resicontodellasottiledifferenzafrasegretezzaed intimità.Ciòperònonconsolavané evitava un profondo senso di isolamento. Sentivamo la pena umiliante diessere diversi, di essere giudicati normali solo per gentile concessione. È statodurissimopermoltidinoiaccorgersichenonc’eraunapersonaalmondoconlaqualepotersiconfidareedesserepienamentesestessi.Èstatoundurocolpodal

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puntodivistapsicologicoportareallalucelastoriadeirapimenti.Ciècapitatoditutto, insonnie, tremendi mal di testa, esaurimenti, abulie, angosce e paure incontinuorinnovarsi,sensodiimpotenzaefrustrazione.Pensavamochecosìcomeci avevanopresi unavolta avrebberopotuto farlo in qualunque altromomento,senza preavviso, e non c’era niente che ci potesse mettere in preallarme. Chiaveva figli temeva per loro,maledicendo la propria impossibilità a proteggerli.Nulla nella vita ci aveva mai preparato a quelle esperienze e tutto sembravadunqueimpossibileacomprendersi.

Unadellereazionipiùviolentecheinsorgeneicontattistisisintetizzacon questa domanda: «Ma perché, perché voi, alieni, occupanti degliUFO, extraterrestri, extraumani o chiunque siate, perché, molto piùsemplicemente,nonmidite,nonmichiedetequelchevolete?Perchénonbussate,nondomandatepermesso,primadifareirruzionenellamiavita?Perché nonmi rispettate come persona? Perché non entrate in casamiadallaportaprincipale anziché farlodaquellanel cortile?Magari così iopotreiancheseguirvivolentieri,liberamente,se,soprattutto,mirivelasteivostri piani, le vostre intenzioni». Una richiesta, mi pare, più cheragionevole, ma che — per quel che consta — non è mai stataconsiderata…ancheperché,forse,mancocapita.

Equalèilfineultimodiquestirapimenti,esami,controlli,tentatividiotteneredegliesseriibridi,dituttoquesto,insostanza,chehasuscitatoilterrorepiùprofondointantagenteincolpevole?

Èl’obiettivodiunpianodiavvicinamentocheprevedeilprogressivoannullamento delle differenze genetiche fra loro e la nostra razza, perpreparareallafineunatterraggioinmassaecondividereconnoil’utilizzodella Terra? O hanno solo bisogno di rinforzare e rivivificare il lorocorredo genetico e fra un po’ smetteranno di perseguitarci sparendomisteriosamente come sono arrivati, paghi di aver arricchito unpatrimonio di razza che, ormai inaridito, li stava condannandoall’estinzione? Oppure il vero motivo è un altro ancora, qualcosa cheneppure la nostra immaginazione è in grado di prevedere, all’attualestadio di evoluzione culturale? A nessuno di questi interrogativi siamooggiingradodirispondere,cosìcomenonc’èancoracontattistacapacedicomprendereedominarelabizzarraesperienzadicuièstatoprotagonista.Come ho detto prima siamo di fronte ad una situazione diametralmenteopposta a ciò che definiamo culto: disponiamo di ogni genere diincomprensibilemiracolo, ma non di un metodo entro cui inquadrarlo.Non ci sono dogmi. Per quel che ne sappiamo non sono né demoni né

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angeli, né buoni né cattivi. Scopo e significato di tutto questo ci sonoignoti.

Le parole di chiusura non possono che essere diKathie.Una sera diprimaveradel1986Kathieediocisiamoritrovatinelmiostudioconaltri15«rapiti»perdiscutereilproblematuttiinsiemeecapirechecosaavevasignificato per ciascuno vivere una simile avventura. Tutti han detto diesseredilaniatidaunconflittointerno—piùchecomprensibile.Pertuttivale l’assioma del giudice Frankfurter: l’incapacità, l’impossibilità dicredere, di accettare l’impensabile, a dispetto della evidenza dei fatti. Ilprezzodapagarea livelloemotivoèaltissimo.Kathiehavoluto svelarepubblicamente il suo segreto più intimo e profondo: il ricordo dellabambina {4}—diquellacreaturacheritenevasua.Maprimahaparlatoalungodellarealtàdellesueesperienzeufologiche,ricordandoneimomentisalienti con voce quieta e pacata. A tratti un velo di tristezza quasisoverchiavalesueparole,manonhamaivacillato.

«Èmolto difficile accettarlo.Una parte dime sa che è così… ed hadovuto farci i conti per tanti anni.Ma l’altra risponde che è tutto cosìassurdo ed incredibile che non può essere accettato come vero.Nonmisono mai aspettata che qualcuno mi prestasse ascolto; d’altro canto misono spesso chiesta come avrei reagito io a sentire una delle vostrestorie…almenoinprimabattuta.Ètuttotroppoprovocatorio…perme,intuttiimodi…maforseperchéèpropriodamechearrivatuttoquesto…nonso.Allafinfinec’èpoistatounfattosoltantochemihasconvoltopiùditutto:aduncertopuntoioeroincinta.Itestdelsangueedelleurineloconfermavanoinpieno.

«E poi all’improvviso non lo ero più, senza fosse accaduto qualcosache lo giustificasse… ma avevo solo 17 anni… e ho cercato diconvincermi che scompensi del genere possono capitare a questa età…peròdentrodime,nelprofondo,hosempresaputo…hosempresaputodiaverunaltrofigliodaqualcheparte…unabambina.L’hosemprepensatosenza mai dirlo a nessuno… Poi, dopo il divorzio, la psicoterapia… el’angosciachevolevavenirfuori…maalmassimosiconcedevapaludatasotto le specie di un aborto spontaneo. Così che, alla fine, era stato lostesso dottore a consigliarmi: «Kathie, perché non fai una bella cosa: tiscordi tutta questa strana faccenda?» Un buon uomo… anche luispaventato…luicheavrebbedovuto tirarmi fuori.Adognimodo, iohosempresaputodiavereunafiglia…e…èmoltoduro,moltoduro.

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«Adesseresinceranonl’homaimessainrelazionecongliUFO,anchequandol’evidenzastavaormaiperimpormelo.Manellesessionidiipnosi,specienelleultime…èsuccessoilpeggio…nonhomaisoffertotanto.Inprincipiorifiutavodiricordare…ancheseavevosempresaputochequellanotteincasadimiasorelladovevaesseresuccessoqualcosa.Perchéognivoltacheciritornavo…eracomeseunlampomitrafiggesselamente,edalloraricacciavotuttoindietro…ancheseerocertadiavervissutopropriolì, un evento molto importante. Ma non volevo… non potevo…ricordare… ero bloccata».Dopo un attimo di esitazione aveva descrittoquello che riteneva l’episodio fino a quel momento più triste della suavita: ilprelievodall’uterodelfetogiàinviadisviluppo.Mentreparlavanon si agitava e cercava di mantenersi calma, ma copiose lacrime lerigavanoilviso.Comesemprel’emozioneerasoverchianteetremenda.

«E così ci siamo decisi a ricostruire tutto con l’ipnosi… è statodurissimo… non so che cosa mi abbiano fatto, che cosa mi abbianoportatovia…non lo so…comepossodire…nonsoconprecisionechecosasentivo,soperòchemiavevanosottrattounapartedime…eneerosconvolta… disperata… sono diventata isterica… e furibonda. Hoincominciatoainsultarli,agridarechenoneragiusto,chemiapparteneva,che eramio.Comehodetto aBudd, honotato chequestamia reazionefuriosalihasorpresi…sconcertati.

«Poi sono tornati, a ottobre del 1983… quando li ho sognati dinuovo…quandomisonosentitachiamare…esonouscitanelcortile,conlamammachemiaspettavaincasa…e,sottoipnosi,misonoritrovata…fradiloro,chiunquesiano…e,ancora,inunastanza,dovestavocoricatasudiuntavoloconilmio“amico”—ocomevoletechiamarlo—chemistava vicino… mentre tutt’attorno ce n’erano tanti altri, tutti moltosoddisfattidime…Volevanomostrarmiqualcosa…cosìguardandoversoilfondodellacamera,propriodirittodavantiame,nehovedutialtriduestagliarsi nel vano della porta… Tenevano per mano… una personcinapiccola, alta così, che sentivo era una femmina… anche senza sapereperché… non ricordo se mi hanno detto qualcosa… so solo che nonriuscivo a capire…non…non sapevo se intendevano farmela vedere o,viceversa, era a lei che volevano mostrare me. Aveva una gran paura,mentre l’unico mio desiderio era poterla abbracciare… Eracommovente…edio…iomisonosentitasconvolgere…».QuiKathiesiera fermata per un minuto abbondante, per riprendere coraggio e poter

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proseguire.«Mi dissero che avrei potuto rivederla ancora. Ecco perché desidero

ardentemente avere degli altri contatti… ammesso che tutto ciò non siasemplicemente un sogno. Questo è ciò che non desidero assolutamenteperdereodimenticarediquestastoria…loromihannodettochenonavreipotuto prendermi cura della piccola, perché non sarei stata in grado diallevarla,nutrirlaeconmesarebbemorta…senesarebberooccupatiloro,consentendomidivoltainvoltadirincontrarla.Allafine,quindi,selasonportatavia…Èstato…èstato…tristissimo,davverotantotriste.Noneraquesto il finale che avrei desiderato. E così ho reagito nuovamente,suscitando ancora la loro sorpresa, quando mi sono messa a piangere.Sembrava non capissero quel che mi succedeva… tutto quello chesentivo.

«Nonc’eramaistatonientedisimilenellamiavita…nonavevomaiprovatosentimenticosìlaceranti…d’altrapartecomeavreipotutoseerala prima volta chemi riguardavano?…Ma perché dover sopportare undolorecosìintenso?Adesso,adessosì…adessochesochecosasignificaessere mamma… ho i miei due bambini… e so che non c’è niente almondodiparagonabileall’emozionechesiprovaquandovedituofiglio.Io allora non ne avevo ancora, eppure provavo…quando…quandomel’han tirata via… ho pensato che avrei potuto morirne. Stavanotogliendomi una parte di me… Come facevo a saperlo… come potevosapere che cosa si provava… se non ero ancora madre… eppure…eppure… sentivo, sapevo lo stesso quello che una mamma avrebbeprovato. Era un dolore intenso, che comprendo e giustifico solo ora, aposteriori…orachehodeifigli…èstataunasensazioneunica…chenonavevo mai sperimentato… unica. Una cosa forte, violenta che mi haaccompagnatopertuttiquestianniincuimisonosentitaorbatadiunpo’dime…Qualcosadiveramentetremendo…chenonmisembrapossibile.Edinfattiunapartedimesirifiutadidareascoltoatuttoquesto,perchéèsenza dubbio la situazione più assurda e pazzesca che mi sia maicapitata… totalmente priva di senso… impossibile.» Dicendo questoKathie era stata sopraffatta dalla tristezza e dallo sconforto e per unmomentointerminabileerascesofranoiunsilenzioglaciale.

Allafineavevaancoravolutoesprimereilsuoprofondosensodirabbiae disgusto nei confronti dei suoi rapitoriUFO: «Quando dico che sonoinviperita, arrabbiata e… con loro per ciò che stanno facendo, penso

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anchesempreaimieifigli…aquandohannoincominciatoaperseguitareanche loro, poveri innocenti, i miei Robbie e Tommy. Mi sembra diimpazzire,dismarrireilsenno.Nonperquelchesuccedeameoperquelchemifanno…no…maperloro…imieipiccoli.»

NessunosachecosasiailfenomenoUFOoqualeobiettivopersegua,ma in mancanza di risposte logiche l’unica cosa che ci resta credo siaquella di affidarci al sentimento. Invece di deridere o ridicolizzare constupide, banali obiezioni, proviamo piuttosto ad offrire un po’ dicomprensione ed appoggio morale a quei poveretti che si sono trovatiprofondamente coinvolti, loro malgrado, in avventure ed esperienzesconvolgenti, traumatiche ed «aliene» nel vero senso della parola. Sonovittimeatuttiglieffetti,maanche,senzasaperlo,deipionieri.Perché,nelbeneonelmale,hannoguardatonelfuturo.

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APPENDICEA

«CronologiadegliaccadimentiUFOnellafamigliaDavis»

KATHIEDAVISKathie Davis è nata ad Indianapolis il 2 febbraio 1959. Assolta la

scuoladell’obbligo,sièsposatanel1978.Nellugliodel1979haavutoilprimo figlio, Robbie, e nel settembre del 1980 il secondo, Tommy.Hadivorziatonel1981. Inconseguenzadiciòedelledifficoltàeconomicheinsorte dalla separazione è tornata a vivere con i figli nella casa deigenitori. Nel 1984, dopo aver frequentato un corso di abilitazioneprofessionale, ha trovato un buon lavoro, ed ora è indipendente.Nell’autunnodel1986hanuovamentelasciatolacasapaternaedèandataavivereconiragazziinunappartamentinoinaffitto,facendofronteagliimpegnifinanziarigrazieallasuanuovaattività.

Il breve elenco che segue riporta, in modo molto sintetico, soltantoalcuni fra imolti incidentiUFOche riguardano lei e la sua famiglia—fatti sui quali già ci siamo soffermati, più omeno a lungo, nei capitoliprecedenti.

1.Probabilmente,inverno1966,Detroit,Michigan.KathieelasorellaLaura fanno visita ad alcuni amici di famiglia trasferitisi nei pressi diDetroit. Ad un certo momento della giornata Kathie esce per andare agiocareunpo’all’apertoe,dopounviolento flash luminosoedun forte

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rumore, si perde. Incomincia a vagare senzameta. Finalmente, dopo unpo’, le sembra di aver ritrovato la casa dei conoscenti. Sebbene facciafreddo— per una recente nevicata— la porta d’ingresso è spalancata.Entra e trova una strana famigliola. Un «bambino» l’accompagna nellasua «camera dei giochi», una stanza rotonda, tutta bianca, priva difinestre, dove viene invitata a sedersi per terra. «Adesso facciamo ungioco»lepreannunciail«bambino»,mentreconunostranomarchingegnoleprocuraunaferitanellaparteinferioredellagamba.Unistantedopoilsingolareamichettositrasformainunuomodibassastatura,dallagrossatestaedall’epidermidegrigiastra,cheincombesudilei,oradistesasudiun lettino. Dopo un black-out dellamemoria viene condotta fuori dalla«casa». Ancora in agitazione, smarrita, si imbatte nella sorella, che levieneincontrocomeinstatodisonnambulismo.SenzaunaparolaLauralaprende per mano, la fa voltare e si incamminano insieme versol’abitazione degli amici di famiglia. Ho sondato Kathie due volte apropositodiquestaavventura,cosachenonhopotutofareconLaurache—nonricordandopiùnullaalivelloconscio—harifiutatodisottoporsiatrattamento ipnotico (è probabile che Kathie avesse già vissutoun’esperienzaUFO qualche tempo prima all’età di 2 o 3 anni.Nel suorepertorio onirico c’è un sogno ricorrente in cui si vede con la madrerinchiusainunosgabuzzinoperiltimoresuscitatoinlorodallapresenzaminacciosadiqualcosanelcielo—vedasiilCapitolo1).

2.Luglio1975,parconazionalediRoughRiver,Kentucky.Kathie,16anni,compieunagitanelParcocon l’amicadiciassettenneNane la suafamiglia. Dopo aver osservato quattro luci che volteggiano nell’aria,incontraungiovanedall’aspettonormalmenteumano—che lesomigliamoltissimo — e due suoi misteriosi compagni. Questi sono più alti esmilzi,nonparlanomaiesicomportanoinmodostrano.Sonoricorsoduevolteall’ipnosiperlaricostruzionediquestoevento—vedasiilCapitolo6.

3.Dicembre 1977, Indianapolis, Indiana. Kathie, 18 anni, e due sueamiche, Dorothy e Roberta, sono in auto, di notte, nel mezzo dellacampagna.Aduntrattoscorgononelcielounavividalucechesembrainfase di atterraggio. Dorothy blocca subito l’automobile per investigare,mentre Roberta, terrorizzata, si accovaccia nel sedile posteriore. Kathievieneprelevataecondottanell’UFOdoveèsottopostaadun’operazioneginecologica—vedasiilCapitolo7.

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4.Marzo1978.MentresitrovaincasadellasorellaLaura,pocofuoriIndianapolis, Kathie viene rapita, portata a bordo di un UFO enuovamentecostrettaasubireuninterventochirurgicoall’utero—vedasi,ancora,ilCapitolo7.

5. Primavera o autunno 1979. Incinta di Robbie, Kathie vieneprelevatadalsuoalloggiodiIndianapolisetrasferitasudiunUFO.Qui,distesa su di un tavolaccio, è sottoposta ad una serie di esami ed ha lasensazioneche levenga inseritauna sondanella cavitànasale.Levienemostrataunapiccolascatolaneraconlapromessacheungiornoleverràrivelatoilfunzionamentoel’uso—vedasiilCapitolo3.

6. 1980. Kathie riceve, puntualmente ognimercoledì, unamisteriosaserie di telefonate da parte di una voce che si esprime in modoincomprensibile. Il fenomeno l’accompagna per tutti i 9 mesi dellagravidanza. Non ha vagliato in ipnosi questo particolare, che rimanetuttorasenzarisposta.

7. 30 giungo 1983. Un UFO atterra nel giardino della casa dellafamigliaDavis eKathie viene immobilizzata da una luce brillantissima.Levieneinseritaunasondainunorecchioeneigiornisuccessivimostrastrani effetti dovuti a radiazioni. È questo l’incidente che la spinge amettersiincontattoconme—vedasiilCapitolo2.

8.3ottobre1983.Kathiesubisceunaabductionsdoppiatainduefasi.Mentre sta dirigendosi verso uno spaccio alimentare l’auto si blocca edincontraunindividuo,dibassastaturaedall’epidermidegrigiastra,conilqualehaunabreveconversazione.PocodopovieneprelevataetrasferitasudiunUFO.Qui,dopounesamemedico,levienemostrataunabimba.Il resoconto di questo fatto è emerso durante due sedute ipnoticheeffettuate a distanza di tempo. Le prime reminiscenze dell’incidente siaffacciano subito dopo. Il ricordo della bimba, invece, qualche meseappressoe inmodo spontaneo, senza l’aiutodell’ipnosi, allaquale sonoricorso, per questa ricostruzione, solo nel gennaio del 1985. La primapartedelrapimentoèdescrittanelCapitolo3,lasecondanell’8.

9.26novembre1983.IncasaDaviscompareunuomo,dibassastaturaedallagrandetesta,che«bloccato»RobbieinserisceunasondanelnasodiTommy.Kathie,intanto,vienenuovamenterapita.Lastoriariguardantei due ragazzi compare nel Capitolo 4; la contemporanea vicenda dellamadreèvenutafuorisolomoltodopo,inunasedutaipnoticadelmaggio1986,eseneparlanelCapitolo9.

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10.Febbraio1986.KathievienesvegliatadisoprassaltodallegridadiRobbie, terrorizzatodauna luce rossa«simile adun ragno» che scivolalungo la parete. Qualcheminuto dopoKathie scorge passare davanti alvanodellaportaapertadellasuacameradalettoilsolitoominodallapellegrigia, probabilmente, appena uscito dalla stanza dei bambini, dove èrimastoTommyda solo.Nonhoapprofonditoquesto episodio in ipnosi—vedasiilCapitolo4.

11.Aprile1986.Kathieèvittimadiunennesimorapimentonelcorsodelquale levienepresentatounpiccolissimoneonato.Assisteallascenalabimbacheavevagiàvedutounavolta, laqualemostradi interessarsimolto al modo in cui lei tiene in braccio l’infante. Questo eventoincredibileènarratonelCapitolo9.

12.Settembre1986.Kathiementre sta tornando a casa in auto con abordoiduefiglioli,scorgeperbenduevolteinluoghiemomentidiversiunoggettodallaformaovalecheondeggiasullacimadiunfilaredialberi.In modo inspiegabile rientra con oltre un’ora di ritardo. Nella notteRobbiecorredalei,afflittodaunacopiosaepistassi—lasuaprima.Alladata di stesura di queste pagine non ho ancora avuto l’opportunità diapprofondire l’analisi di questo episodio. Dal poco che pare emergeredalla testimonianza di Kathie sono propenso ad immaginare un altrorapimento ancora, questa volta probabilmente focalizzato sul piccoloRobbie—ecomprendentel’innestodiunasondanasale.

Questoelencodi12accadimentièbenlungidall’esserecompleto.GlieventiUFOincuiKathieDavisèstatacoinvoltasono,infatti,certamentedipiù.Bastipensarechefrail1984edil1986inalmeno10occasionimihascrittootelefonatoriferendomifattidecisamentesospetti.Sovente,adesempio, mi ha espresso la sua netta impressione di essere incinta,un’ovvia situazione «impossibile»,ma che, alla luce dei fatti oggi noti,nonsembrapiùcosìsorprendente.

Ho intenzionalmente escluso da questa lista una serie di eventianormaliaccadutinellavitadiKathie.Alcuni liho tenutinascosti inuncassettocome«metrodiparagone»,ossiacomeutiliriferimentiamesolonoti per poter valutare con la giusta considerazione testimonianze eracconti di altri protagonisti. Così come ho decisamente eliminatoun’infinitàdiavvenimentistravagantiinmeritoaiqualinondisponevodiunatestimonianzacurataesufficiente—narrazioniche,inoltre,altrononavrebberofattocheintricareulteriormenteunquadrogiàdipersémolto

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ingarbugliato. (È però sottinteso che tutto il materiale che ho messoinsieme è disponibile per chiunque intenda indagare sul fenomeno inmodoserioequalificato).

LAURADAVISÈ la sorella maggiore di Kathie, nata nel 1947. Lavora con compiti

amministrativiinunadittaprivata,èsposataconJohnny.Ha4figlieviveinunacasettaisolataneidintornidiIndianapolis.

1. 1949-1950. Dalla sua testimonianza e da quella della madre sievidenzia la possibilità di un rapimento da parte di «due uomini», persfuggire ai quali si erano rifugiate in uno sgabuzzino. Anche sedell’incidentesiparlanelCapitolo1,nonreputopossa ritenersiun fattoassodato.

2. 1965. Una domenica pomeriggio di primo autunno, mentre statornandoacasainauto,Lauraavvertel’irresistibiledesideriodilasciarelastradaedinfilarsinelparcheggioretrostanteunachiesa.Neisuoiricordidicolpo si fa notte e quando alza gli occhi al cielo scorge un UFObrillantissimo sulla verticale della suamacchina. Poi rincasama con unritardodialmenodueore.Nelcorsodidueintenseregressioni ipnotiche—novembre1984e luglio1985— ricordadi essere stata«inghiottita»dall’UFO, forse macchina compresa. Ad un tratto, infatti, volgendo losguardo verso terra, distingue il parcheggio della chiesa dove la suamacchinanonc’èpiù.Abordodell’UFOnotaunlungotavolaccioescurefigurechelestannovicinomaaquestopuntolamemoriasièrifiutatadiandareoltre.PoichéLaurasièdecisamentedichiaratanonpiùdisponibilead esperimenti ipnotici non mi è stato possibile andare oltre nellaricostruzione.VedereilCapitolo1.

STEVIEÈilfigliodiLauranatonel1976.Versole3.00dinottedimarzodel

1985Steviesisvegliaall’improvvisoescorgeunasferaluminosa,grossacome due palle di basket, fluttuare dalla cucina al tinello, dove lui stadormendosudiundivano(dettoperinciso,quellostessodalqualeKathieerastataprelevatanel1978laseraincuieraandataafarelababy-sitteracasa della sorella). Seguendo gli spostamenti della luce Stevie la vedeperlustrare la camera da letto, quindi fare ritorno nel tinello e dirigersiversodi lui.Aquesto punto il bambino si spaventa e si accorgedi nonpotersi piùmuovere, dopo un attimo «cade addormentato». Si risveglia

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subito dopo e vede due piccoli individui dalla carnagione grigia, vestiticonunatutainunsolpezzo,cheloosservano.Èterrorizzato,manonpuòmuovereundito.Gliesseriagisconocomestesseroparlandogli,manonsentenulla.Hanno«strani,grandiocchineri, appuntiti agliangoli»,nonhannocapellinéorecchiee«laboccaèsoltantounalineasottile».Unodiloro lo chiama per nome: «Steve», gli dice, «continua pure a dormiretranquillo».Quandosisveglialalucec’èancoramaiduesonospariti.Lapalla luminosa esce da dove è entrata e la ricostruzione dell’episodio siconclude.Hotentatonelmaggiodel1985unasedutaipnoticadallaqualenon è però emerso nulla di nuovo. Stevie è un bambino normalissimo,affidabile e, ovviamente, fantasioso come tutti i bambini. Nel corsodell’esperimentoipnoticosivedevacheerachiaramentespaventato.Sonoconvintochebuonapartediciòchegliècapitatoquellaseraèancoradascoprire(nonsiparladiquestoepisodioinalcunapartedellibro).

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APPENDICEB

«Alcuneconsiderazionisull’usodell’ipnosi»

Il mio primo contatto con l’ipnosi avvenne nel 1977, quando fuiipnotizzato dal dottor Robert Naiman, uno psichiatra che opera a NewYork. È stato lui ad insegnarmi la tecnica dell’autoipnosi, che hosperimentatoinmodoestremamentebeneficopermoltianni.L’hovedutoall’operaconmolticontattistietestimoniUFOetralesueseduteequellea cui ho partecipato con altri ipnotizzatori posso dire di aver trascorsoqualche centinaio di ore in esperimenti ipnotici (fra i molti altriprofessionisti ricordo il dottor Dan Klein del Columbian PresbyterianHospitaldiNewYork,ladottoressaMargaretBrennamaneglipsicologiGerard Franklin e, in particolare, Aphrodite Clamar). Per dirla con leparoledeldottorErnstHilgarddelLaboratoriodiRicercasull’IpnosidellaStanford University: «Le qualità che occorrono per diventare un buonipnotizzatore sono pochissime. L’ipnosi è una tecnica, come lo è, adesempio, saper usare lo stetoscopio, e ciò che si riesce ad ottenere èinfinitamentegratificanterispettoalmodestissimoimpegnorichiesto». {1}

Ho messo a punto la mia tecnica ipnotica in lunghi anni di attenteosservazioni e studi e grazie all’autoipnosi insegnatami dal dottorNaiman. Utilissimi si sono poi rivelati i consigli del dottor Klein perrifinire le procedure di base. Sono convinto che una delle chiavi per

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riuscireconsuccessonellapraticaipnoticaconsistanelsintonizzarsiconillivellopsichicodelsoggetto.

Sono ormai decenni che si ricorre all’ipnosi in molteplici campidell’attività umana: psicologi, poliziotti, investigatori, fumatori incalliti,gente affetta da insonnia, obesi, dentisti, medici, ufologi e moltiricercatori riescono a far riemergere alla coscienza ricordi perduti epersino, applicando una tecnica paramedica, ad indurre stati diinsensibilità al dolore — in sostituzione dei tradizionali, non sempreutilizzabili,anestetici.Testimonianzeottenuteintranceipnoticasonostateaddirittura presentate ed esibite in tribunale ed è proprio nell’ambitogiuridico che si è a lungo dibattuto sulla validità di queste tecniche alivellolegale.

Adicembredel1984,al finedidareunaprima rispostaalquesito, ilConsiglio sulle Questioni Scientifiche dell’Associazione MedicaAmericana ha divulgato un corposo rapporto, nel quale ci si esprimefavorevolmente,adesempio,neicasidiricostruzioneditempomancante.Ciò malgrado e pur riconoscendo il valore dell’ipnosi in moltissimicampi, il Consiglio nella sua raccomandazione conclusiva ha decretatoche essa non può rappresentare un sentiero privo di trabocchetti chesempre conduce alla verità— come qualche propugnatore sostiene. Inmodospeciale l’AMAhaespressoseridubbisulla liceitàed ilvalorediproveottenuteintranceipnoticaesibitedavantiadunacortedigiustizia.Il perché, d’altra parte, è logico e più che mai comprensibile. Comesappiamo,un’osservazione—eilsuoconseguentericordo—puòessereerrata,epoichél’ipnosinonfacheriportareallacoscienzaciòcheèstatopercepito—maconuncorredodiannotazioniinfinitamentepiùarticolatodiquantoilsoggettopossaconsapevolmenterammentarepurcontuttolosforzopossibile—diventaaquestopuntodifficileriuscireadiscriminarefra ciò che risponde a quella che è stata la «vera» realtà dei fatti el’impressione, la sensazione, la percezione, magari non giusta, delsoggetto. Facciamo un esempio. Immaginiamo che la vittima di unarapina, in quel frenetico momento di paura e di agitazione, creda didistinguere un colore invece di un altro a proposito della magliadell’assalitore e che poi, a causa dello shock subito, releghi neldimenticatoio,comeattodidifesa, iparticolaridiquel fatto increscioso.Sesottopostaadipnosi,gliriaffiorerannoallamemoriatuttelesensazionia suo tempo immagazzinate, compresa ovviamente quella sbagliata

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relativa al colore della maglia. Da questo punto di vista l’ipnosi noncostituiscecertogaranziadiverità, inquantononcorreggelapercezioneritenutaveraedinvecefasulla,masemplicementeconsentediricostruireunfattoconunmaggiornumerodidettagli.Edèpiùcheevidentecheinuncontestocomeuntribunaleancheunparticolareapparentementepocoimportante come il colore di unamaglia può risultare determinante allarisoluzionediuncaso.Nellafattispecieèchiarochel’ipnosinonserveascoprire se un fatto è accaduto o no, visto che si tratta di una realtàinnegabile,quantoadefinireaspettisecondaridiestremaimportanza,edèproprioinmeritoallapossibilitàdell’accuratezzadeldettagliochel’AMAimponedimuoversiconlamassimacautela.

Al contrario, in casi di «buco temporale» o di amnesia la stessaAssociazione si pronuncia favorevolmente. A differenza del precedenteesempio, questi casi sono assai diversi. Infatti riuscire a stabilire se unrapimentoUFOdiunaodueorehaveramenteavuto luogooppurenoèbenaltracosadaldeterminareunprecisodettaglio,né la realtàdiun taltipodiaccadimentoèsubordinatadallaspecificitàdiunparticolare.Quisihaa che farecon il tentativodi ricostruireunperiododi tempoperduto(della durata di qualche ora) in cui sono compresemiriadi di dettagli esensazioni fisiche e psichiche, le quali invece di restare per sempre inombrapossonovenireallaluce.Laformadiamnesiachesiregistracosìsovente negli eventi di rapimento da parte degliUFOè qualcosa di piùdellaclassica«fuga».Epersituazionisimilil’AMAosserva:«Nelcasodi“fughe”(incuiilsoggettosmarrisceperuncertoperiodolasuaidentità)l’ipnosipuòrisultarestrumentodinotevoleentitàperaiutarel’individuoarecuperareilpassato.Utilizzatainquestiterminiecontalifinipuòessereraccomandataperlaricostruzionediricordimancanti». {2}Inaltreparolela posizione, per quel che ci riguarda, è questa: nei casi di abductionl’ipnosi può servire in quanto consente di stabilire, per grandi linee, sel’esperienzahaonoavuto luogo,vistocheèquesto ilpuntonodaledelproblemaenontantoquellodifargiurareespergiurareilsoggettochelasfumatura della colorazione grigiastra della pelle dell’entità era questainvecediquella,diun tipo invecediunaltro.Perquel chemi riguardacondividoappienoquestoatteggiamentodiestremaconcretezza.Nonpernullaèmiainveterataabitudineaccettarecomeplausibileladefinizionediunparticolare soloquando è ricorrente, vale a diremi è testimoniato inpiù e più occasioni da diversi testimoni. Non ho dubbi, viceversa,

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nell’utilitàdell’ipnosiastabilireinmodoinequivocabileseunfatto,nellasua globalità, è o non è accaduto. Prima di chiudere questa Appendicevoglioancorachiarireunpuntofondamentale.MoltisonoconvinticheilfenomenodeirapimentidapartedegliUFOtroviununicoavvaloramentoneiraccontiottenutidasoggettiinstatoditranceipnotica.Èun’ideafalsae sbagliata, nata nella gente in conseguenza del famosissimo caso deiconiugi Hill, il primo ad essere stato analizzato a fondo con questoprocedimento.Dapartemiapossodirediaverlavoratoinalmeno14casiconcontattisti«lucidi»,ossiachericordavanotuttalaloroavventurasenzabisognodientrareinunacondizionealteratadicoscienza—dueesempiclassici della letteratura ufologica sono i celebri casi Hickson-Parker diPascagoula, Mississippi, e di Travis Walton a Snowflake, Arizona.Dunquechiarificoeribadisco:anchesel’ipnosinellamaggiorpartedegliepisodidirapimentoèrisultataoltremodoutilepersbloccareiricordideiprotagonisti,nonsonorariicasiincuiseneèfattoameno,vistochelaricostruzione è avvenuta in modo spontaneo nella loro mente. L’ipnosinon è l’unico fondamento di sostegno a questo specifico e precisofenomenoufologico;piùesattamenteèunpreziosostrumentoaggiuntivoa disposizione di chi investiga, per chi cerca di svelare un misteroindubbiamenteinquietante.

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APPENDICEC

«Testimonianza sotto ipnosi della signora Joyce Lloyd in merito aglieventiaccadutiil30giugno1983»

BH:(predispone l’ambientee l’atmosfera inbaseaciòcheJoycehagiàdescritto:èilfinesettimanacheprecedeil4luglio,staiguardandolaTV… fa caldo, è una sera afosa… sei in salotto, stai riordinando…)«Allora, Joyce, riesci a vederti in salotto mentre metti un po’ a posto,vestitaconleggeriabitiestivi?».

JL:«Uhu…uhu…».BH:«Dimmi,dovestairiordinando,insaladapranzo?».JL:«Sì, sto liberandogli scaffalidella saladapranzoper togliereun

po’dipolvere».BH:«Ticivuolemoltoperfarlo?».JL: «Eh sì, abbiamo un mucchio di ninnoli ed oggetti, e sono tutti

impolverati.Orapuliscoiltavolo».BH:«Cheaccadementrelavori;laTVèaccesa?»JL:«Sì,maènelsalotto».BH:«Saidirmichecosatrasmettono?».JL: «Ad essere sincera no, perché butto un’occhiata distratta ogni

tanto…diciamochepiùchevedereascolto…mentrespolveroimobili…edeccosopraggiungereunrumore,quelforterumoreepoilaluce.Ilcane

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sispaventa…Michiedochecosadiavolopuòessere…fatremaretuttalacasa…e laTV… lo schermodiventa tutto rosso…è venuto amancarel’audio.Forsefuorilampeggia.Lelucisiaffievoliscono…luce…c’èunalucealla finestra…Pensoche forseèmegliochiamare iDavis» (pausa,sospira)«…hmm…».

BH:«Chesuccede,Joyce?».JL: «Non so che pensare. Non so… un rumore così forte da far

traballarelacasa.Nonhopaura…sono,piùchealtro,incuriosita…».BH:«Checosahaiprovatoquandotuttoquestoèaccaduto?».JL:«Solocaldo».BH:«Caldo?Staiandandoallafinestraperdareun’occhiatafuori?»(è,

questa,unadomandatendenziosa,perchédaquellocheJoyceavevadettoprima non era stata in grado di alzarsi ed avvicinarsi alla finestra.Nericeveconfermadalmodoincuirisponde).

JL:«Scorgolalucedaltavolodellasaladapranzoattraversolafinestraedodoilrumore.Èmoltoforte».

BH:«Dadovetisembraprovenga?».JL:«IndirezionedellacasadeiDavis.Hopaurapossaesseresuccesso

qualcosa,chequalcunoabbiaavutounincidente…quelfrastuono.Pensofarei bene a telefonare» (nota: le due case sono divise da un boschettodiscretamente fitto; ciò non impedisce, ovviamente, di potervi scorgereattraverso una forte fonte di luce. Le case, invece, non sonorispettivamentevisibili).

BH:«Eallora,perchénonchiami?».JL:«Nonso…qualcosa…qualcosameloimpedisce.Misentoilcorpo

tuttoaccalorato».BH:«Dovetitroviadesso?».JL:«Nellasaladapranzo…credo.Stofissandoiltelefono.Incomincio

apensarechesarebbemegliocheBernietornasseacasaallasvelta.Forsesi è solo trattato di un lampo… ora non ho più caldo. Il cane si èaccucciato…siaddormenta…Midomandochecosapuòesserestatoesequalcunaltrol’hasentito…».

BH:«Èstatocosìfortedaspostareomuoverequalcosa?».JL:«Lalampadasultavolo.Lacasa,poi,mièsembratotremasse».BH:«Unspeciediterremoto,insomma».JL:«Già,nonriescoadimmaginarealtro».BH:«PerchénontelefoniaiDaviseproviachiedere?».

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JL: «Non so… vorrei, ci penso,ma non capisco perché… sento chesarebbemegliochiamare,ma…noncapisco».

BH:«Haifattocasoall’ora?».JL:«Sì,hobuttatol’occhio…le22,45».BH:«Leundicimenounquarto,bene.Aqualeorologio?».JL:«Quellodellasaladapranzo,sulmuro…».BH:«DopoquantotempoèrientratoBernie?».JL:«Quasisubito…diciamo20-25minuti».BH:«Glihaidettoqualcosa?».JL: «Oh certo, gli ho raccontato tutto già mentre stava entrando in

casa».BH:«Checosaglihairaccontato?».JL:«Tutto,manonvuolecrederci.“Cheècapitato?”Midice:“Manon

èsuccessoniente;nonagitarti,saràstataun’autocheèandataasbatterecontrounpalodella luce”. Iogli dicodi no, chenonpuò essere, che ilcolpo ed il rumore sono stati troppo forti. Poimi convince:mimetto ilcuore in pace e non ci penso più…malgrado tutto non riesco ancora acapire perché non telefono… ho davvero timore che sia successoqualcosa…»

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DOVESEGNALAREUNAPRESUNTAESPERIENZAUFOLOGICA

SeritenetediaverosservatounUFOabbastanzadavicinoedinmodoinequivocabilepotetefarerapportoadunodeiseguentiCentridiricerca:

MUFON(MutualUFONetwork),103OldtowneRoad,Seguin,Texas78155-4099.CUFOS (Center forUFOStudies), 1955 John’sDrive,Glenview. Illinois 60025-1615.

Se invece pensate di essere stati gli involontari protagonisti diun’avventura simile a quelle descritte in questo libro potete scrivermi iparticolari:

BUDDHOPKINS, c/oRANDOMHOUSE, 201E.50thStreet,NewYork,N.Y.,10022.

Tempopermettendodarò il via adun’indagine.È sottintesocheognicomunicazionesaràmantenutaalivellostrettamentepersonaleeriservato.

*InItaliaunEnteinteressatoasegnalazioniufologichediqualsiasitipoèil:CentroItalianoStudiUfologici(C.I.S.U.)–CasellaPostale82–10100Torino(tel.011-3290279).

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STAMPATODALLANUOVATIMECS.R.L.–ALBAIRATEPERCONTODIARMENIAEDITORE

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NOTE

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Noteall’Introduzione

WalterLaqueur,TheTerribleSecret—NewYork:PenguinBooks,1982.

Ibid.,p.3.

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NotealCapitolo1

Èquantomaierratal’opinionecomunechevedeneicontattistigenteacacciadinotorietà spicciola; piuttosto è vero l’esatto contrario. Quasi tutti coloro chevengono citati in queste pagine hanno preteso l’anonimato. Ho dovuto cosìsostituiretuttiinomieavolteanchelelocalitàincuisisonoverificatiglieventidescritti. Anche «Davis» e «CopleyWoods» sono fittizi. I nomi d’invenzionecompaiono, quindi, fra virgolette; tutti gli altri — date e luoghi compresi —rispondonoinvecealvero.

BuddHopkins,MissingTime:ADocumentedStudyofUFOAbductions–NewYork:Marek,1981.

JohnFuller,TheInterruptedJourney–NewYork:DialPress,1966.Traduzioneitaliana:CasaEditriceArmenia,Viaggiointerrotto,Milano,1974.

La più completa ed autorevole disamina storica del fenomeno UFO, nei suoirisvolti postbellici e per quanto riguarda la situazione americana, è l’opera deldottor David Jacobs, The UFO Controversy in America-Bloomington: IndianaPress,1975;NewYork:NewAmericanLibrary,1976.

Jacobs,pp.30-31.

Un rapporto dettagliato del mio avvistamento compare in Missing Time allepagine25-26.

Nel 1976 scrissi un articolo, perThe Village Voice, su di un atterraggio UFOavvenutopresso ilParcodiNorthHudson,nelNewJersey.Questo«pezzo»—ripreso in un secondomomento dalla rivistaCosmopolitan e da parecchie altrepubblicazioni— suscitò una quantità di telefonate ed una pioggia di lettere digente che voleva raccontarmi ciò che le era capitato. Poi venni convocato inqualità di consulente per la realizzazione di un documentario sugli UFO ed,ancoraunavolta, fui sommersoda lettere e chiamate.Soventemi imbattevo in«buchitemporali»,invuotidimemoria,incuiilprotagonistanonricordavaquel

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che gli era successo. È stato su questa formidabile piattaforma di appoggiocostituita da una marea di rapporti, che ho dato il via alla mia ricerca suirapimentiufologici(sivedaMissingTimeaicapitoli2.e5.).

Hopkins,pp.51-58.

Propriodi recenteKathiemiha confermato chenon èmai riuscita a leggere ilmiolibrotuttodiunfiato,machelohafattoprendendoloapiccoledosi,qualchepaginaallavolta.

Ted Philips, «Physical Traces Landing Reports», MUFON 1985 SymposiumProceedings-Seguin:Texas,1985.

Vedere l’interventodiRichardRasmussen,«AnimalReaction toUFOs» inTheEncyclopediaofUFOsacuradiRonaldD.Story-NewYork:Doubleday,1980.

Vedere,adesempio,F.Lagarde,«TheAveyronEnquiry»,FlyingSaucerReview,vol.16,n°5,1970.

Ho constatato solo in un secondo momento che la ricostruzione di Kathie suquestopuntoèleggermenteerrata—sivedalanota18.

Ulterioriapprofondimentid’indaginesvolticonLauraelamadrehannoportatoastabilire che l’incidente aveva avuto luogo verso fine estate/inizio autunno del1965.

Èchiaro che campioni di terrenoprelevati ai fini di esamidi laboratorio aduemesi emezzodalverificarsidel fatto,potevanoessere stati alterati daparecchifattoriquali,adesempio,clima,fertilizzantichimicieviadicendo.

«LucilleForman»—dellecuiesperienzesiparlanelCapitolo10.—riferisceunevento analogo verificatosi nel 1973. Il resoconto di una telefonata piuttostointeressantecompare inTheAndreassonAffair diRaymondFowler-NewYork:BantamBook,1980allepagine195-199.

Dal1983,annoincuiKathiemanifestòquestosuocruccioall’amica,Tommyhacompiuto notevoli progressi nel parlare. È però stato necessario un severo,costanteallenamentoe,anchesenonsièancoracompresoqualesia ildisturbocheloaffligge,stacontinuamentemigliorando.

Kathie aveva detto che Laura si era sentita attratta verso il parcheggio, avevaposteggiatoeosservatounUFOsullosfondodelcieloancorachiaro.Inrealtàsierainfilatanelparcheggiofermandosi;masolodopo,quandosieragiàfattobuio,era comparso l’UFO in movimento sulla sua verticale. È però, questa, a mioavviso, una discrepanza di poco conto, mettendo a confronto le duetestimonianze.

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Èideacomune,maerrata,crederechesianomolti ifilmperlaTVincuivienenarrato un rapimento-UFO. In verità questo, relativo alla ricostruzione delceleberrimocasodeiconiugiHill,èunodeipochipernondirel’unico.SiintitolaTheUFOIncident,èstatogiratonel1975,hacomeprotagonistigliattoriJamesEarl Jones ed Estelle Parson. A volte viene replicato nel corso di programminotturni.

Hopkins,p.51-58.

Ibid.,p.70.

Questidocumenti,comprensividiTheFinalReportonthePsychologicalTestingofAbductees sonodisponibilipresso ilFund forUFOResearch,P.O.Box277,MountRainier,Md.20712.

Elizabeth Slater, «Conclusions on Nine Psychologicals», p. 14, in The FinalReport.

Presunti trapianti sonostati sospettatidaaltriufologici,comeRaymondFowler(The Andreasson Affair, p. 51 e 57-58). Ad oggi, comunque, non è statalocalizzatané,tantomeno,rimossaalcunasonda.

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NotealCapitolo2

Sonopochissimiglieventidirapimentoincuisiriscontranoancheconsiderevolitracce di atterraggio e alterazioni al suolo.Che io sappia, non esiste altro casocosì riccodaquestopuntodivista e, soprattutto, corroboratoda tanti testimonicomequestodiCopleyWoods.

Kathienellasuaprimalettera,ricordasoltantounatelefonataquellasera.Inrealtàerano state due: una sua alla madre, in cui Mary diceva di non aver bisognod’aiuto;edunaseconda,dapartedellamadre,soloqualcheminutodopo.Ancheinquestocasomiparedipoterdirecheladiscordanzaèirrilevante.

Avendo la stessa tagliaKathie eDeeAnne si scambiavano sovente i vestiti.Acausa della scarsa disponibilità di danaro, Kathie non vantava allora unguardarobagranché fornito e così si era fatta prestare dall’amicauna tenutadabagno.Tammy,dapartesua,nonerasicurachesisarebbe tuffata inpiscinaederaquindiuscitadicasavestita,portandosidietro l’occorrentepercambiarsi.Einfatti,unavoltadaiDavis,avevadecisoperilsìederaandatanelcasottodellapompaperprepararsi.

Bennie aveva avuto il figlio da un precedente matrimonio, stava andando ariprenderloacasadallamadre(laprimamoglie)doveilragazzoavevatrascorsoqualchegiorno.

Sebbenelastragrandemaggioranza,piùdel90%,deicasidirapimentonondurapiùdiunpaiod’ore,esistono,ovviamente,alcunedrammaticheeccezioni.TravisWaltonperesempio,sparìdallacircolazioneperunperiododicinquegiorni.SivedaAbducted!diCorale JimLorenzen—NewYork:Berkley,1977,pp.80-113.

Hopkins,pp.107-110.

Nel caso di avvistamento Cash-Landrum, accaduto nel dicembre del 1980 neipressidiHouston,nelTexas,sisonoregistratieffettifisiciindottimoltosimili,e

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digranlungapiùgravi,rispettoaquelliregistratinelcasoKathieDavis.Tuttietre i testimoni Betty Cash, Vicki Landrum e Colby Landrum soffrirono diimprovvisa, incipiente caduta di capelli, forti dermatiti da radiazione, violenticrampi allo stomaco, anoressia e di alcuni disturbi alla vista, sotto forma difotoftalmia:gonfioriagliocchicondolorielacrimazione.La considerazione degli effetti fisici, è il tema dell’articolo «The MedicalEvidence inUFOCases»di JohnSchuessler, comparso inMUFON1985UFOSymposiumProceedings—Seguin:Texas,1985.

PaulBrodeur,unespertodiemissionidimicroonde,mihaprecisatochel’effettotermico è soltanto uno dei numerosi indicatori della possibile presenza diradiazionedimicroonde.

L’oggettorassomigliavaancheadunaltro,osservatoinpienogiorno,dall’agentedi polizia Lonnie Zamora, nel caso di Socorro, nel Nuovo Messico. Questonotevoleincontroravvicinatodel1964èbendescrittonellibrodelprofessorJ.A.HynekTheUFOExperience—NewYork:Bailamme,1974,pp.165-167.

LadescrizionedellesensazioniedeglieffettiprovatidaKathieèanalogoaquelladiTravisWalton,ilqualeraccontòdiesserestatocolpitoinpienopettoda«unascaricaelettrica»cheglisierapropagatapertuttoilcorpo.VedereLorenzen,p.81.

Questo «sensore» viene a volte descritto come un grande occhio scrutatoreanziché una semplice luce; ad ogni modo compare molto sovente. VedereHopkins,p.171.

Sonoparecchiicontattisticheriferisconodiepistassinasalioprofondidolorialnaso, anche senza ricordare inmodo diretto l’introduzione di sonde o tubicininellecavitànasali.

È bene, ancora una volta, far notare che è estremamente raro nella letteraturaufologica imbattersi in effetti fisici indotti in altre persone presentiall’avvistamentochenonsianoilprotagonista.

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NotealCapitolo3

In linea di principio non considero pienamente affidabili le interviste noncondotteafacciaafacciaconlapersonachehavissutol’esperienza.Senzapoterosservare l’interlocutorenelcomportamento,nelmododi reagirealledomande,nell’atteggiarsidelcorposonoconvintochesiperdaunvalidissimoedutilissimometrodivalutazioneperdistinguereilverodall’apparentee,soprattutto,ciòcheviendettooconfermatopersoddisfarelacosiddetta«sindrome»del«farpiacereall’intervistatore». Non c’è niente, in definitiva, che possa sostituirsi aun’intervista,aduncontattoaquattr’occhiconiltestimone.

ANewYorkènatoungruppodilavorodisupporto,assistito,divoltainvolta,daespertipsichiatriepsicologi.Gliincontrimensilirisultanoestremamentepositivi,siadalpuntodivistasocialechecurativo,epoichéalcunicontattistisonoancheterapeuti,l’iniziativastadandodegliottimifrutti.

Sue, ad esempio, è una di quei contattisti e sono i più, che pur essendo inpsicoterapiadaanninonhamairivelatoalsuomedicoilsospettodiesserestatacoinvoltainunincontroravvicinatocongliUFO.«Nonvolevomisiscambiasseperpazza»,eralasuamelanconica,mapiùchecomprensibilegiustificazione.

Kathiemi confessò che aveva fatto l’amore col suo ragazzo una volta soltantoprima di scoprire di essere incinta. Era stata grandemente sorpresa da questagravidanza «al primo colpo», gravidanza che, comunque, in un secondomomento,rivelòpossedereunsensobendiversodaquellodaleiimmaginato.

Fowler,p.48.

Inquestoprimo,drammaticorapimentoilsoggetto,all’epocaeraunabambinadi5anni,erastatadestatadaglisparidiunfucile.Eralamadreche,dallafinestradella cucina, stava sparando contro un gruppo di «omini bianchi» che,raggruppati attorno alla loro fattoria si comportavano in modo minaccioso.Quandoglisparieranofiniti(erastata,tral’altro,l’unicavoltaincuiricordavala

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madreallepresecolfucile)sierasentitasollevareinariaetrasportarefuoridallastanza da due piccole entità. Ricordava la grande paura provata e di aver«sorvolato» lamadre «immobile assente»— chiaramente in stato di black-outpsico-fisico, ancora accoccolata vicino alla finestra, il fucile ben stretto fra lemani, le lunghe trecce nere che le scendevano sulle spalle.Lamattina dopo ladonnaavevasolounavagaeconfusaimpressionediaversparatoall’indirizzodiun gruppo di «bambini dalla faccia bianca, che sembrava stessero rubandoqualcosa nei campi», una reazione non certo consueta per una signoranormalmentetranquillaepacifica.

L’eccellente rapporto di Lew Willis sul caso «Elliott» meriterebbe di esserepubblicato. Ne è comparsa soltanto una sintesi sul numero di gennaio delMUFONUFOJournaldel1982.

Questo particolare è emerso durante la seduta ipnotica che la dottoressaAphroditeClamarhatenutoaNewYorkil6ottobre1979.L’osservazione di questo particolare era stato il preludio di un rapimento.L’uomosieratrovatocircondatodallecinquefigureche,prelevandolodall’auto,loavevanocondottoabordodiunUFOatterratopocolontano,dovegiàc’eranoaltri due esseri umani — una coppia di sposi. Il ricordo di quell’incredibileavventura era rimasto congelato per anni, ma gradualmente e senza ricorrereall’ipnosiaveva incominciatoariaffiorare. Ilprotagonistaavevacosì ricostruitotuttociòcheeraaccadutonelledueoredivuototemporalecheavevanoseparatol’incontro con gli invasoriUFO e ilmomento in cui si era ritrovato a guidarelungo una strada sconosciuta parecchio distante dal punto in cui era statocatturato.

GirovagandoneidintorniunaseraKathieavevariconosciutoilpostoche,lanottedell’incidenteUFO, aveva scambiato per il locale dove intendeva comprare dabere. È un insieme di edifici, con un grosso parcheggio, ricavato a lato di unvastocamporecintato,luogoidealeperunatterraggiotranquilloesenzapericolodiessereosservatidatroppiocchiindiscreti.L’hovisitatodipersonaemisonoconvintocheifattidescrittidevonoproprioessersisvoltiqui.

Questo genere di incontro nella stanza da letto— tutt’altro che infrequente—comporta,dinorma,lacomparsadiunafigura(odidueotre)aipiedioalatodelletto,sulqualeilmalcapitatosoggetto,terrorizzato,nonriescepiùamuoversi,inpreda ad una totale paralisi fisica. Questo ricordo consapevole della comparsadegliinvasoriUFOpuòsegnarel’inizioolafinediunrapimento,comeaccaddeaKathienel1978conl’esperienzadelsolaio.

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NotealCapitolo4

La spiegazione medica ufficiale di questa ferita è ricomparsa, pari pari,recentemente,nell’autunnodel1986,quandoTommyèstatooperatoditonsilleeadenoidi. A intervento concluso, il chirurgo aveva rassicuratoKathie sull’esitopositivo, informandola che però non tutto era filato come previsto. Tommy,infatti,avevaunanotevoleferitanelfondodellacavitànasale,chesieramessaasanguinarecopiosamentenonappenaerastatatoccatadaglistrumentichirurgici.L’emorragia non aveva dato segno di recedere e così era stato costretto acauterizzareilbuco,portandoabuonfineuninterventochesierarivelatobenpiùdifficile da realizzare che non l’operazione per cui Tommy «era entrato inospedale». ConKathie che chiedeva lumi sulla possibile causa di quella graveferita, anche quel medico era stato esplicito: «ovviamente» il bambino si eraficcato con forza qualcosa di appuntito forse, unamatita nel naso.Ancora unavoltaKathienonsieramostratad’accordoe,anzi,erarimastaalquantoscossaepreoccupatadavanti alla rispostadel chirurgo: «No, signora, non è cosa affattorara.Micapitaspessissimodidovercurareointerveniresubambinichesisonofattimale da soli, infilandosi qualcosa nel naso. Sono tanti,mi creda, i piccoliche, armeggiando con tubicini, penne e bastoncini, si feriscono gravemente inquestadelicatapartedelcorpo».

Nell’autunno del 1985 mentre visitavo, in qualità di invitato, l’Università diDenison,mi sono incontrato personalmente conMargaret.Le informazioni chequi riporto sono ricavate ingranparteda lettere e telefonate,maanchedaunasedutaipnoticaacuihoavutomododisottoporlainquell’occasione.

Hopkins,pp.226-28.

Fuller,pp.195-6.

Jim e Coral Lorenzen,Encounters with UFOOccupants, NewYork: Berkley,1979pp.61-87.

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NotealCapitolo5

Fowler,pp.118-19.

VedereJimeCoralLorenzen,Abducted!,pp.56-57.

Joyce mi raccontò che quand’era ragazza una notte il suo fratellino si eracatapultatonellasuacamerafarneticandodiesserestatoabordodiun’astronaved’argentoatterratanelboscopocolontano,doveavevagiocatoalungo.Leavevadetto di essere stato «prelevato» e nel suo racconto c’era un evidente «bucotemporale».

Lorenzen,pp.22-23.

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NotealCapitolo6

Lorenzen,pp.56-57.

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NotealCapitolo7

Nel corso delle tre lunghe sedute ipnotiche tenute con Al venne a gallaun’esperienza infantile completamente dimenticata nella quale si era trovato inunostrano«ospedale»,frequentatodaancorpiùstranopersonalemedico.Quigliavevanoinseritonellenaricideilunghiaghiflessibiliegliavevanopraticatounapiccolaincisioneinunpolpaccio.Inutilesottolinearecheognidettagliodiquestoraccontosuggerisceunaesperienzadiabduction.

Solitamente è abbastanzadifficileper i contattisti di sessomaschile ricordare edescriverealtriparticolaridellororapimentoconcernentiquestoaspetto.Essendoun vero e proprio sequestro di persona— in cui la volontà del soggetto vienebellamentesoverchiata—sigeneranell’inconsciounasortadiresistenzapassivachenonvuolericordareunacondizioneincuilapropriaimmaginedimascolinitàvienmeno.

Per la storia dei «foo-fighters» si veda l’analoga voce inThe Encyclopedia ofUFOs diRonaldStory alle pp. 135-36.L’operapiù esauriente èReport on theUFOWaveof1947diTedBloecher.QuestotestoèdisponibilepressoilCenterforUFOStudies,1955John’sDrive,Glenview,Illinois60025-1615.

Induediquestistravaganticasi il soggettodescrive lapropriapartnercomeunpossibile essere ibrido,metà umano emetà alieno. Le sensazioni e gli stimolisessuali sono indicati comenormali.Negli altri due casi, invece, ladescrizionedell’essere sconosciuto corrisponde alla tipica struttura fisica ridottadall’epidermide grigiastra. A proposito di quest’ultimo racconto, c’è da notarecheinessiemergelasensazionedelprotagonistaacuiparediaccorgersichelavaginadellacompagnaspaziale«abbiaqualcosachenonva».Lepalpazionitattiliparlano di sostanza e materia apparentemente artificiale, di qualcosa di moltodiversodallacarneumana.

StevenKilburnhaacutamenteosservatochelesensazionisembravanototalmentelocalizzate. In altre parole, né la totalità del corpo, né, tanto meno, la mente

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risultavano sessualmente eccitate. Lo stimolo era apparso all’improvviso econfinatoesclusivamenteall’apparatogenitale.

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NotealCapitolo9

DallamiaintervistaconLisahoincontratoaltreduedonnerapite,icuicasieranoinpartegiàstatistudiati,chehannodescrittoilsognodel«bambinoperduto».Èmia segreta speranza poter un giorno sviscerare questi racconti con l’aiutodell’ipnosi.

Unopsichiatraha riferito chegli è capitato, nondi rado, di sentirsi annunciaredallapazientediessereincintaquandoilrapportoditerapiastavavolgendoallaconclusione. Un altro psicologo freudiano convinto, sostiene che questo sognodel bambino sottratto allamadre è una tipica reazione femminile e rappresental’invidiadelpenedapartedelladonna!

Sotto ipnosi Susan disse che si vedeva nuda e come paralizzata vicino a untavolo, su cui era disteso il suo ragazzo. Ne poteva solo scorgere le gambe equando l’aveva sentitogemerenon leera statopossibilemuoverenemmenounditoper soccorrerlo.Ricordochequella seduta fumoltodettagliataealtamentedrammatica,siaperSusancheperme.

Unaltroaspetto,vastoeimportante,chehotrascuratodeliberatamente,èquelloriguardante i segni e i simboli che i vari testimoni dicono di aver distintoall’interno degli UFO. Ne ho fatto un campionario, avvalendomi delledichiarazionidi6rapiti,che,dopononpocheesitazioni,hopreferitononinserireinquestolavoro,preservandolocomeriscontroedeventualmente,considerevoleprovaperaltrefuturetestimonianze.

DavidJacobs inTheUFOControversy inAmerica tratteggiaquestaevoluzioneconsommaattenzione.

Esiste un interessantissimo parallelo fra i protagonisti di rapimenti UFO e isopravvissutiadaltri«incredibili»traumaticieventi.IldottorRobertJ.Liftonnelsuo libro Death in Life (New York: Touchstone, 1967) — uno studioappassionantesucolorochesisonosalvatinell’olocaustodiHiroshima,ponein

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risalto molti aspetti psicologici che mi pare di riconoscere, tali e quali, neicontattistiche,loromalgrado,hannoavutopiùvolteachefarecongliUFO.

Queste sensazioni di movimenti interni furono descritte nel corso della primasedutaipnoticaincuisieraprovatoaricostruireilrapimentodel1953avvenutoin Austria. Ci sono così buone ragioni per credere che anche lei sia statasottopostaapiùdiuninterventodiprelievoovulare.

Uno dei neonati più piccoli che mai sia riuscito a sopravvivere è stato TrentPetrie,venutoallalucedoposolo22settimanedigestazione.Allanascitapesava650grammielatestolina,unpo’piùgrossadiunamela,stavatuttanellapalmadellamano dell’infermiera.Ma anche senza ricorrere a questo esempio, non èimpossibilecheilneonatodiunanuovarazzaibridaumano-alienapossarisultarecosìpiccolo,inpesoedimensioni,emalgradociòsopravvivere,sesitieneconto,inoltre, che l’individuo maturo ed adulto non sarebbe più alto di 120/130centimetri.

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NotealCapitolo10

Sono molti i casi in cui sono stati segnalati UFO in prossimità di centralielettriche,percuiquestocollegamentodifattipuònonessereaccidentale.

Questa, insieme ad altre annotazioni, è tratta dalla registrazione fedele dellatestimonianzadiLucillerelativaadun’esperienzaaccadutaleinagosto.

Nel corso di una seduta ipnotica che tenni alcuni anni or sono, il soggettorivivendounrapimentodicuierastatoprotagonistaall’etàdi7anni,dissediaveresternatoaisequestratoriildesiderio,unavoltarilasciato,diraccontareognicosaa genitori, amici e insegnanti. Al che gli occupanti degli UFO gli avevanopazientemente spiegato che sarebbe stato meglio evitarlo, perché nessuno gliavrebbecredutoeche, in tutti imodi,nonneavrebbeavuta lapossibilità,vistochenonavrebbeconsapevolmente rammentatopiùnulla.Questa spiegazione, agiustificarel’insorgenteamnesia,èmoltofrequente.

Questo colloquio ha avuto luogo prima che Kathie facesse il sogno dell’altrobambino.NonessendoancoraalcorrentediAndrew,Elizabethedeglialtrilasuatestimonianza si focalizza, qui, solo sulla piccola che ricordava le era statapresentatalaprimavoltanel1983.

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Noteall’AppendiceB

PsychologyToday,gennaio1969,p.24.

JournaloftheAmericanMedicalAssociation,5aprile1985,vol.253,n°13,pp.1918-23.

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