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AA.VV. - Alter Ego.Identità e alterità nella società mediale contemporanea.appendice

Jun 02, 2018

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piolino6
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    Appendice

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    Appendice asistematica di intenzione multimediale

    Siamo in una fase di lancio e insieme di sperimentazione di questoprogetto di editoria digitale che tanto sta impegnando, anche in ter-mini di speranze e di aspettative il la.mu.s.a. Ci sentiamo anche unpo pionieri, cerchiamo sul web tutte le informazioni sui cambiamen-ti nel mondo delleditoria digitale determinati dalla rapidissima evo-luzione tecnologica. Nuovi formati, nuovi standard, nuovi deviceperleggere i libri elettronici. Tutto cambia con grande rapidit e il mer-cato segue diverse strade in maniera incerta e confusa. Da una parteil formato pi diffuso, lasso-piglia-tutto-PDF (brevetto Adobe, mareso disponibile gratuitamente in lettura da decenni, grazie allAcro-bat Reader), sembrerebbe cercare la semplicit di utilizzo e la moltepli-ce compatibilit di tutti i possibili lettori (computer, touchpad, telefo-

    nini a grande schermo, lettori e-ink). Dallaltra le-book prova aespandere le possibilit espressive, integrando contenuti video o foto-grae ad alta risoluzione, clip audio o mappe interattive. Il formatoePub3 uno standard in corsa per laccaparramento di una fetta si-gnicativa del mercato.

    Lesperienza mi porta a ragionare e ricordare almeno altri due mo-menti di discontinuit nella linea evolutiva della tecnologia applicataalla comunicazione del sapere e allinformazione. Due salti di quali-t che dalla tecnologia hanno investito anche le possibilit espressivee, a cascata, il linguaggio. Il primo stato il conitto tra i formati diregistrazione home video. La Sony inventa lottimo Betamax, che dpoi vita al professionale Betacam SP, rimasto in auge nelle televisioninazionali no a pochi anni fa. La Philips brevetta il sistema Video2000, anchesso di buona qualit, anche se meno performante delsistema a marchio Sony, ma anche decisamente pi economico del

    formato giapponese. Inne la JVC spinge per il proprio formato, cheprende il nome di Video Home System, che successivamente tutti abbia-mo conosciuto e utilizzato come Vhs. Il Vhs si dimostra, n dal pri-mo momento, il sistema peggiore, il pi scadente in termini di risolu-zione audio/video e anche il pi fragile dal punto di vista della mec-canica. Non particolarmente afdabile, ma in assoluto risulta esse-

    re il pi economico. La JVC decide infatti di non difendere il suo bre-vetto, permettendo a tutte le ditte (Sony e Philips comprese) di co-struire i videoregistratori con questo standard. In breve il Vhs si affer-ma sul mercato, portando allestinzione sia il Betamax che il Video2000. Il mercato sceglie cos il suo standard e, da quel momento inpoi, costruttori e fruitori hanno dovuto adattarsi, imparare a conosce-re e accettarne limiti e capacit. Nellarco di pochi anni degli altriformati si perde perno la memoria, perch quando il mercato impo-

    ne uno standard, tutto il resto chiacchiera.Il secondo momento di discontinuit nel mondo della produzioneaudiovisiva determinato dallinvenzione della Firewire. Prima il vi-deo era analogico, si registrava un segnale continuo su nastro magne-tico, con la Firewire nasce il digitale. E, anche in questo caso, il mon-do tecnologico determina un cambiamento del linguaggio audiovisi-vo. Una piccola presa di connessione genera lestinzione di tutte lecostosissime schede di acquisizione analogico/digitale che avevano

    permesso no a quel momento di realizzare il video digital editing, no-nostante le riprese originarie venissero ancora prevalentemente gira-te con sistemi analogici. Di colpo, tutti i calcoli esoterici sulla com-pressione della qualit audio/video in fase della digitalizzazione vi-deo (cattura, acquisizione) vengono solennemente a cadere. Anchein questa occasione si impone un formato, il DV, che nella sua versio-ne amatoriale MiniDv satura nel giro di pochi mesi il mercato, per

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    un decennio buono, per esser soltanto di recente soppiantato dalleschede di memoria solida come le Compact Flash o le SD.

    Nel primo esempio, la guerra tra i formati ha determinato la preva-lenza del peggiore, ma anche del pi compatibile. Nel secondo esem-pio, linvenzione di un semplice strumento tecnologico (una porta diconnessione) riuscito a generare una trasformazione epocale nellatesta degli autori dei comunicati audiovisivi. In entrambi i casi la tec-nologia ha trasformato profondamente i contenuti e la mentalit stes-sa degli autori dei contenuti. Cambia interamente un sistema di rap-presentazione, cambia il modo di narrare con le immagini e pernoil modo di immaginare la narrazione. Cambiano le formule e cam-bia la mentalit degli autori e dei fruitori. In una parola, si trasformail linguaggio. Si trasforma un mondo di riferimento, un sistema menta-le di rappresentazione della realt. Non solo una mera questione di

    mercato. linformazione che fa la muta e lascia negli angoli del ret-tilario squamosi stracci di pelle morta.

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    LAltro che in Noi

    Su segnalazione della Questura di Ragusa, tutti i giornalisti dei tele-giornali locali e regionali accorrono abitualmente al porto di Pozzal-lo. Ogni volta, la motovedetta della Capitaneria di Porto viene an-nunciata da un breve dispaccio del suo ufcio stampa, che informadel salvataggio dellennesima carretta del mare, proveniente dalMaghreb prevalentemente dalla Libia di Muhammar Ghedda,prima della sua violenta rimozione dal potere ; ogni volta, i giornali-

    sti partecipano a questo rituale triste dei soccorsi ai giovani africanidisidratati e spossati da un viaggio terricante. Ecco linvasione deidisperati, i sopravvissuti a un viaggio pieno di peripezie e pericoli,che li conduce clandestini sulle coste della Sicilia. La rappre-sentazione ssata in una formula immutabile e immarcescibile. Sen-za se e senza ma, gli stranieri sono disperati ed extracomunitari, so-no clandestini e irregolari. Non arrivano in Italia Richiedenti Asilo.Non conseguono mai lo statusdi Rifugiati, per i servizi dei telegiorna-

    li locali, regionali e perno nazionali, la semplicazione del raccontovuol dire comprensibilit. Certo, il pubblico ha ci che si aspetta, sen-za dubbi, n incertezze. La voce fuori campo dello speaker ripete lastessa litania consolidata da ore e ore di televisione semplice. Lo stes-so mantra, per le stesse certezze culturali. Oppure no, si pu scartaredalle riprese da plotone desecuzione di tutti i cameraman messi in

    la, pronti a registrare la stessa inquadratura. Fuori dal quadro con-sono e riconoscibile e soprattutto tranquillizzante nella sua ridon-dante ripetitivit ci pu essere una ripresa differente. Una camerapoggiata per terra, allaltezza degli stranieri seduti sulla banchina delporto, sotto il sole cocente di Sicilia. Uninquadratura lunga, caricadi rispetto, senza voce fuori campo, una testimonianza attenta ai det-tagli, allumanit dei soccorritori e a quella dei soccorsi. Una registra-zione che non vuole informare, mettere in forma di notizia un even-to, ma che vuole invece raccontarlo, narrarlo, restituirlo in forma dibreve storia per immagini.

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    Pozzallo, 2007

    http://www.youtube.com/v/U-6YX1JziwQ
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    Il back-stage di un documentario che gioca a costruire la ction. Inun gioco di specchi, il dietro le quinte di un progetto che denisceuna messa in scena diventa una riessione sulla responsabilit che

    implica raccontare una storia. C il racconto, con le sue regole, mac anche lesperienza reale, la registrazione di porzioni, frammentidi vita vissuta. C la selezione (falsicazione) dello spazio e del tem-po (coordinate prime della verit), ma c anche lillusione di chi or-ganizza la narrazione secondo modelli e formule, citazioni e rimandiad archetipi immutabili e perfetti. Cos gli immigrati compiono stra-zianti odissee, che dellomerico capolavoro conservano soltanto lodo-re dellacqua salata e il nome Mediterraneo. La mediazione dei tele-

    giornali televisivi ripropone luoghi comuni e stereotipi, colorandolidi assurdo. Eppure si sta in mare aperto, tra rollio e beccheggio diuna barca cullata da onde lunghe. Allora il freddo, come il mal dimare, sono reali. E non si scherza pi, perch il gioco fa male a gio-carlo no in fondo. A trasformarlo in esperienza diretta. Il gioco pudiventare un rigurgito di vita.

    10 punti per denire lidentit

    Straticazione e riconsiderazione di parole e idee e sentimenti, rac-colti in un arco temporale di 10 anni, come appunti per un progettodi documentario audiovisivo, tra Wim Wenders, Stefano Savona,Mansour Gueye, Umberto Eco e Sofocle

    O sventurato, possa tu non sapere mai chi sei!.

    Sofocle,Edipo re

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    Back-stage di goor

    Chiama il mio nome

    http://www.youtube.com/v/aaF8qtLbcGIhttp://www.youtube.com/v/Q4gFztmmQVc
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    Mi rendo conto che non cerco di imporre una conclusione: mettoin scena un gioco di contraddizioni (Umberto Eco, Interpretazione esovrainterpretazione, Bompiani, Milano 1995, p. 168).

    Vivi la vita che puoi: sei quello che sei / Lidentit di una persona,di una cosa, di un posto / Identit, la parola stessa mi d i brividi /Sa di calma, comodit, soddisfazione / Cos lidentit? Sapere dovesei di casa? / Sapere il tuo valore? Sapere chi sei? / Come si ricono-sce lidentit? / Ci creiamo unimmagine di noi stessi / Cerchiamo

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    Identit come opposizione allaltro

    Identit come nazione, il limite, il limine, il rifiuto del confine

    come regola

    Globalizzazione contro globalizzazione, la polarizzazione delleidentit contrapposte

    Scelta del gruppo di appartenenza e rappresentazione di s

    http://www.youtube.com/v/ISnbXve018Uhttp://www.youtube.com/v/R8eMSGN6lHUhttp://www.youtube.com/v/EJzxAorc10whttp://www.youtube.com/v/ncKOFdNETk0
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    di somigliare allimmagine / questo che chiamiamo identit? /Larmonia tra limmagine che ci siamo creati e noi stessi? / E chi poi noi stessi?.

    Wim Wenders,Appunti di viaggio su moda e citt, 1989

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    (R)esistere come chi?

    Extracomunitario una parola che classifica, definisce, riduce

    http://www.youtube.com/v/8SDYo2_sLckhttp://www.youtube.com/v/pV_Gwb_DkRo
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    Perdona e dimentica. Crimine, pentimento, condanna,

    espiazione

    Due strade. Quella dritta, ripida e faticosa. Oppure quella torta, lascorciatoia che ha in s gi la condanna morale di chi stato scont-

    to ed captivo. Il detenuto privo di s, ormai catturato nella rete diuno Stato che fa ordine con il silenzio e loblio.

    La banalit del Male. Il racconto di s in terza persona formulache priva di responsabilit gli atti. Essi sono. In tutta la loro incom-prensibile ineluttabilit, sono. Cos, la voce di chi ha delinquito fredda e piana nel descrivere il crimine. E quasi lo svuota di senso,ne riduce la portata distruttiva. tutto un grande fraintendimento, il

    reato. Questo trasgredire le regole che non sono chiare. I fatti nonsono chiari. Le azioni non sono denite e comprensibili. il regnodellinintelligibile.

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    EP su cattura

    GP su cattura

    http://www.youtube.com/v/wjOaiT_lDgUhttp://www.youtube.com/v/JkY_d5nKbcs
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    Confrontarsi con la sentenza un atto necessario e assoluto. Il reospera ancora nel processo. La sentenza ne determina lidentit. Lasentenza passata in giudicato resta inappellabile. Il condannato dete-nuto, tenuto da altri, privato della sua stessa persona, non solo dellalibert.

    Isolamento diurno come pena sulla pena. Pena accessoria, recita ilcodice. La cella non basta a contenere. Ci vuole pure il vincolo delsilenzio e della solitudine. Per mesi, per anni.

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    CG su cattura Pena sulla pena

    http://www.youtube.com/v/FNnFwp3uLpAhttp://www.youtube.com/v/7BlKy65htbk
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    tutto protetto e rarefatto dentro la scatola di ferro e cemento. C tut-to, ma come lontano, sfumato, disperso, un miraggio sfocato, lillu-sione di un sogno confuso. La regola del silenzio. La consegna delsilenzio. Rumori in lontananza. Sempre gli stessi. Voci lontane, chia-mano, salutano, indicano, assegnano. Voci lontane, ovattate. Rumorisordi. Battitura ferri. Serrature scattano molle a chiudere, aprire,

    chiudere. C la famiglia Grifn in televisione; Neffa o Cocciante oLigabue alla radio. E un uomo, controluce, in piedi, davanti alla finestra.

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    iPhone, YouTube. Immaginari, modelli linguistici e

    costruzione didentit fra i giovanissimi al tempo

    del web 2.0

    Dare un nome e un volto al nemico. Contrapporsi alla presunta ba-nalit dellAltro come se fosse una scelta religiosa. E nel rigore delriuto di una massicazione, si obbedisce ad altre formule e modelli.Quelli giusti, per, vincenti. I bimbiminkia sono invece dei poveri loo-sers, hanno gusti di merda e non avranno mai voce come opinion leader,perch sono pecorelle obbedienti. Non creano le mode, le subiscono.

    La sorellanza dichiarata e urlata perno, in una dichiarazione damo-re che passa per la lingua distorta e semplicata degli sms. Qui ci so-no didascalie in abbondanza a suffragare, con parole che narranouna storia di amicizia, un rapporto fatto di esperienze condivise. Cre-scere insieme signica fare gruppo, condividere aspirazioni e paure,

    sogni e desideri.

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    Chi sono i bimbiminkia_

    io e te soru pa vitaa

    http://www.youtube.com/v/VE82K5ICjuMhttp://www.youtube.com/v/oG5oaykSVxk
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    Noi siamo carcerati, noi siamo abbandonati e pensierosi Dentroquesto Malaspina questa la traduzione letterale dal dialetto dellacanzone che apre questa clip. I giovani che appaiono nelle fotograein slideshownon sono certo tutti dei criminali. Ma un gioco che ob-bedisce alle regole della rappresentazione, quello di indossare una

    maschera, come il passamontagna o la sigaretta allangolo della boc-ca con lo sguardo malandrino di un pasoliniano ragazzo di borgata.Ma altri sono i modelli di riferimento di questi giovani, soprattuttotelevisivi e tra tuttiIl capo dei capi sicuramente il pi forte. Lascesacriminale e maosa di Tot Riina ha illuminato di bieca e malsanasperanza le vite di periferia di questi carusi di quattiere. A chi sivuole assomigliare? E soprattutto perch?

    La galleria dei personaggi famosi su YouTube indubbiamente ric-ca. Domylyon, nick name di un giovane di quartiere, pronto a de-nirsi zavuddu. Ma cosa signica questo gioco autoironico, che ri-manda a conitti generazionali con i genitori e a ribellioni di altritempi (il taglio dei capelli, come simbolo di appartenenza, rimonta

    almeno al 1968 e ai capelloni trasgressivi)? Qui tutto sottotraccia,tutto in scala ridotta. Essere zavuddu non pi qualcosa di cui ver-gognarsi, ma invece lega a un gruppo di appartenenza preciso. Ci siriferisce a un gruppo specico, si fa parte di una comunit precisa.

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    catania il doppio taglio di domylyon

    http://www.youtube.com/v/DWQYkfKRAcghttp://www.youtube.com/v/z4FJncQmWhw
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    Ed ecco appunto la sdaglocalal dirimpettaio. Ti faccio vedere comesi balla la musica elettronica. Ti sdo in video, attraverso il web (glo-bal), anche se sei un vicino di casa, che parla il mio stesso dialetto (lo-cal). In questoglocalconfuso eppure ipnotico si gioca la partita dellapopolarit. In una rete di connessioni continue, come sottolineato

    dal continuo suono di avviso di incoming messagesu MSN. I Social Net-work sono, in questo caso, una piattaforma che poco ha del virtuale.Si propongono invece come il naturale prolungamento della piazzet-ta sotto casa, dove appunto ci si sda in mosse di ballo sempre nuoveed esaltanti.

    Il web il luogo di nascita di loso e improvvisati maestri di vita.Basta essere pi sfacciato degli altri per ricevere un numero esagera-to di contatti e divenire un personaggio dellInternet. Prima della pa-rola intesa come discorso, prima dei blog e dei siti, ci sono i video-messaggi di commento. un delirio di difcile comprensione per chi

    non partecipa a questo realityfai-da-te.

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    sfida_a_domylyon_arispunni_test_e_mink_i_a zio baddottola insulta carota(discussione x delle ragazze)

    http://www.youtube.com/v/DsUXkEhx58Qhttp://www.youtube.com/v/cjji4qfpsQ8
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    E chi personaggio della Rete si conquista anche una fama regiona-

    le. Tanto che a sdare, ancora una volta in video il catanese zio Bad-dottola, sono addirittura dei ballerini palermitani, che colgono loc-casione anche per ribadire la solita rivalit tra le due principali cittdi Sicilia. Palermo comanda, sostiene uno dei ragazzi, naturale cal-co dallespressione inglese someone rules. Eppure c tanta globa-lizzazione anche visiva, in questa clip, che gioca con limmaginariodiMeri per sempree Ragazzi fuori, ma anche con la peggiore messa inscena di Bollywood, con le coreograe esposte a favore di camera.O, meglio, di telefonino. E qui sta il dato tecnico pi interessante,

    perch c una vera e propria rega dietro questa clip. Un piano se-quenza rigorosissimo, con decine di appuntamenti perfettamente ri-spettati da questi attori improvvisati. I fari delle auto illuminano lapista da ballo per lesibizione e tutti fanno del loro meglio per un bal-letto corale da prima serata di Rai 1. C tanta ironia, ma c ancheconsapevolezza di appartenere a un mondo senza grandi possibilitdi riscatto sociale.

    Qui siamo alla parodia del boss, a partire dalla voce roca e da un ca-novaccio recitato che riproduce gli stereotipi delluomo donore chesi contrappone alla violenza dello Stato. Il poliziotto primo nemi-co, come si legge sui muri di Catania o di Palermo, con una radicaliz-zazione del conitto leggibile in ligrana proprio attraverso queste

    scene di gioco di ruolo. La scelta dei personaggi protagonisti e dellesituazioni in cui si muovono non lascia presagire un futuro roseo perquesti ragazzi.

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    zio baddottola e compani sfida parte 3 ragazzi di palermo zu mingo ira funesta

    http://www.youtube.com/v/kExVywIy7Nkhttp://www.youtube.com/v/u-AmhCnmXqw
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    Ancora una parodia, ma stavolta pi rafnata. La scelta di seleziona-re ed estrarre alcune scene del lm pi famoso per una intera genera-zione di adolescenti, per ricontestualizzarle con un nuovo doppiag-gio in dialetto siciliano e con una storia diversa e divertente, fa inten-dere il grado di padronanza del linguaggio audiovisivo da parte di

    questi giovani videoamatori. Eppure c una disillusione nei confron-ti delle storie sentimentali, che a tratti disarma. La rilettura certopi divertente di molte proposte commerciali statunitensi (come laserie Scary Movie), pi radicale e culturalmente pi ricca, proprio per-ch radicata in una cultura territoriale ben precisa, la Catania deiquartieri.

    Denisco la mia identit attraverso elementi simbolici che riconduco-no a un insieme, a una famiglia di riferimento. Sono come sembro.Sono membro di un gruppo che mi accoglie e che mi de-termina, chetraccia i miei conni e le mie qualit caratterizzanti. Labito, la petti-natura, la voce e i modi di dire e di atteggiarsi sono la divisa che uniforma.

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    Sono una Truzza - SusyDoppiaggio Siciliano Twilight parte I

    http://www.youtube.com/v/p2Y_Qhzz5vQhttp://www.youtube.com/v/ASrGK0mFfz8
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    Gemma del Sud diventata un mito del web, perch tutto il mondodella Rete la prende in giro e lei non se ne accorge. una pessimacantante e non certo una bellezza, ma crede di essere una star e inumeri delle visualizzazioni delle sue clip la lanciano di diritto nellatop tendei casi italiani della Rete da studiare. Qui il gioco specula-

    re. Perch a commentare il fenomeno mediatico un ragazzo dellastessa generazione. E perch usa il dialetto come lingua diretta e nel-lo stesso sarcastica, piena di sfumature e colori. Certo c il conittotra Palermo e Catania, c il desiderio di contrastare lantipatia natu-rale di Gemma del Sud. Ma lironia strisciante di questa clip mettein discussione la veridicit stessa dellattacco al personaggio scomo-do. tutto uno scherzo? il contesto che fa senso. E sul web, la nar-razione avviene tra scambi di accuse e insulti, tra sde accettate e re-

    spinte, offese lanciate e restituite. Il caso umano si confonde con ilfreak. E non c umana piet in questo continuo dileggio mediatico,tutti contro tutti, ferocemente.

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    Video_Contro_GemmaDelSud

    http://www.youtube.com/v/VmpDpSHL-JA
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    Un caso estremo di razzismo istituzionale. Il permesso

    a punti e la dilatazione per via amministrativa della

    precariet dello straniero

    Il sonoro delBraveheart, diretto da Mel Gibson, si giustappone mecca-nicamente a una messa in scena visiva a met tra la giostra medieva-

    le e la promozione superomistica delleroe padano per eccellenza,Alberto da Giussano. Rispetto della nostra terra, delle nostre tradi-zioni, della nostra Storia lo slogan che sembrerebbe strutturare,come spina dorsale, questa narrazione conformista e sbruffona.Onest, Coraggio, Famiglia, Sicurezza, Libert. seria tale propo-sta di rappresentazione audiovisiva? O da intendere come sempliceazzardo linguistico? Corrisponde a una vera proposta di lettura della

    realt? Al di l della sciatteria della confezione, al di l del pressapo-chismo nella ricerca delle radici storiche, la parola Sicurezza, chescivola via, gettata l insieme alle altre parole testimoni di un conser-vatorismo becero di unultradestra nazionalistica, risulta vieppi in-quietante perch fa riferimento allunica coerente battaglia che la Le-ga ha condotto n dalla sua fondazione. Ognuno padrone a casa

    sua, ripeteranno i leghisti come un mantra, i meridionali ritornino alSud, gli immigrati ognuno nel proprio Paese e la terra patria sar di-fesa con la spada e il sangue. E tutto questo, nero su bianco, a letteregotiche.

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    Viva_Bossi_spot_elezioni_politiche_2008