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Povertà alimentare, che fare? L’Italia che cambia povertà società pag. 5 pag.4 D iverse lingue/orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira,/ voci alte e fioche, e suon di man con elle/ facevano un tumulto, il qual s’aggira/ sempre in quell’aura sanza tempo tinta,/ come la rena quando turbo spira. Non è la cronaca dei fatti italiani delle ultime settimane, quella che nei titoli di giornali vie- ne definita la “rivolta dei forconi”; questi versi sono presi dall’inizio del libro “L’inferno” di Dante, e ben descrivono la percezione che tan- ti cittadini attenti oggi hanno nostro paese. Un tumulto di voci e polveroni, di mani (violenza fisica e verbale), e un’aria intorpidita “come la sabbia quando spira il vento”. Il vento del malcontento, la polvere degli scandali, delle commistioni soldi-potere e dell’inconsistenza delle strategie economiche. Ma questa miscela potrebbe diventare esplosiva (involutiva e re- gressiva dal punto di vista politico, economico e sociale), se oltre il tumulto e i polveroni non si potesse scorgere un filo rosso che indica la strada della democrazia, della legalità, della giustizia. E questo filo rosso c’è, e lo sosten- gono milioni di cittadini che ogni giorno fan- no il loro dovere, che rispettano le regole e le istituzioni e lo Stato (“lo Stato siamo noi”, no- nostante che ci possano essere servitori dello Stato corrotti) e mettono a disposizione le loro intelligenze per assecondare il cambiamento; milioni di cittadini che attraverso il volonta- riato cercano di soccorrere chi fa fatica, che salvaguardano i beni comuni, che presidiano la cultura della solidarietà, della legalità e della responsabilità. I polveroni si placheranno quando il vento calerà; gli agitatori professionisti, che hanno incassato un futile consenso, se ne andranno in vacanza, magari in Jaguar o con la barca a vela; i “senza speranza” dopo il tumulto rimarranno ancora nudi, e troveranno sulla loro strada solo quei “cittadini non violen- ti”, veri, che credono nella giustizia e nella verità 365 giorni l’anno, che non intendono abdicare alla vera funzione della politica: salvare e implementare i Beni Comuni. A tutti i salentini, a tutti gli italiani, ma soprat- tutto ai volontari, auguri di un “vero” Natale e di un nuovo anno più giusto. PER 300.000 PUGLIESI NON SARÀ NATALE le parole che contano “Fortemente spero in una giustizia mondiale, e allora vi auguro di diventare tutti più poveri, perché non ci potrà essere giustizia mondiale se non saremo tutti più sobri, più parsimoniosi, più poveri, più giusti, in tutti i nostri pensieri, in tutti i nostri rapporti e progetti”. Don Andrea Gallo P er molti pugliesi potrebbe non essere un Nata- le felice con la povertà arrivata a livelli record. Su circa 300.000 indigenti presenti in Puglia sono 30.000 circa i bambini con meno di 5 anni. Di que- sti 130.000 sostenuti dal Banco delle Opere di Cari- tà Puglia (Alessano, Squinzano, Bitonto e Foggia), 120.000 dal Banco Alimentare (Taranto e Foggia), 40.000 dalle Caritas Diocesane e 10.000 dalla Cro- ce Rossa. Questo il grido d’allarme lanciato da don Lucio Ciardo, Presidente del Banco delle Opere di Carità Puglia Onlus, ente caritativo che dal 1993 si occupa di recuperare e distribuire derrate alimentari agli indigenti, attraverso gli enti convenzionati che mensilmente ritirano le derrate alimentare e non dai nostri magazzini. L’allarme nasce, non solo per il continuo aumento degli assistiti, che dal 2010 al 2013 sono cresciuti del 50% circa sull’intero territorio nazionale, e su quello pugliese maggiore rispetto al Nazionale, ma sopratutto dall’incertezza del futuro. Al 31 dicembre 2013, infatti, terminerà il programma di fornitura di aiuti alimentari della Comunità Europea tramite Agea, (Agenzia per l’e erogazioni in Agricoltura) che significa una riduzione drastica e insostenibile (circa il 90%) degli alimenti disponibili che il Banco distri- buisce agli indigenti: cioè 100 milioni di euro non ci saranno più, e forse il governo ne metterà solo 5! Da anni ormai, il Banco delle Opere di carità Puglia, sta sensibilizzando le aziende agro-alimentari del ter- ritorio con le quali si è attivata una rete solidale. Altra fonte di approvvigionamento che negli anni si è con- solidata e perfezionata, la raccolta alimentare GRAFI (Giornata contro la Fame in Italia, primo sabato di marzo): “Chiaramente solo con queste preziose do- nazioni – dice don Lucio - non si riuscirà a garantire un servizio di assistenza adeguato e sistematico come svolto fino ad oggi, basti pensare che per il 2013 si sono effettuati in tutta la Puglia, attraverso i nostri magazzini di Alessano, Squinzano, Bitonto e Foggia e grazie al prezioso lavoro dei quasi 700 enti cari- tativi (caritas parrocchiali, confraternite, case fami- glia, mense, associazioni di volontariato, ecc.) più di 5.000.000 di interventi di aiuto alimentare alle fami- glie. Da qui il rischio di ritrovarci a breve a gestire un pericoloso allarme sociale”. L.R. Dicembre 2013 - Anno VIII - n.69 di Luigi RUSSO Editoriale IL FILO ROSSO DELLA RESPONSABILITÀ
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Mar 30, 2016

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce
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Povertàalimentare,che fare?

L’Italiache cambia

povertàsocietà

pag. 5pag.4

Diverse lingue/orribili favelle, parole di dolore, accenti d’ira,/ voci alte e fioche,

e suon di man con elle/ facevano un tumulto, il qual s’aggira/ sempre in quell’aura sanza tempo tinta,/ come la rena quando turbo spira. Non è la cronaca dei fatti italiani delle ultime settimane, quella che nei titoli di giornali vie-ne definita la “rivolta dei forconi”; questi versi sono presi dall’inizio del libro “L’inferno” di Dante, e ben descrivono la percezione che tan-ti cittadini attenti oggi hanno nostro paese. Un tumulto di voci e polveroni, di mani (violenza fisica e verbale), e un’aria intorpidita “come la sabbia quando spira il vento”. Il vento del malcontento, la polvere degli scandali, delle commistioni soldi-potere e dell’inconsistenza delle strategie economiche. Ma questa miscela potrebbe diventare esplosiva (involutiva e re-gressiva dal punto di vista politico, economico e sociale), se oltre il tumulto e i polveroni non si potesse scorgere un filo rosso che indica la strada della democrazia, della legalità, della giustizia. E questo filo rosso c’è, e lo sosten-gono milioni di cittadini che ogni giorno fan-no il loro dovere, che rispettano le regole e le istituzioni e lo Stato (“lo Stato siamo noi”, no-nostante che ci possano essere servitori dello Stato corrotti) e mettono a disposizione le loro intelligenze per assecondare il cambiamento; milioni di cittadini che attraverso il volonta-riato cercano di soccorrere chi fa fatica, che salvaguardano i beni comuni, che presidiano la cultura della solidarietà, della legalità e della responsabilità.I polveroni si placheranno quando il vento calerà; gli agitatori professionisti, che hanno incassato un futile consenso, se ne andranno in vacanza, magari in Jaguar o con la barca a vela; i “senza speranza” dopo il tumulto rimarranno ancora nudi, e troveranno sulla loro strada solo quei “cittadini non violen-ti”, veri, che credono nella giustizia e nella verità 365 giorni l’anno, che non intendono abdicare alla vera funzione della politica: salvare e implementare i Beni Comuni. A tutti i salentini, a tutti gli italiani, ma soprat-tutto ai volontari, auguri di un “vero” Natale e di un nuovo anno più giusto.

PER 300.000 PUGLIESI NON SARÀ NATALE

le parole che contano

“Fortemente spero in una giustizia mondiale, e allora vi auguro di diventare tutti più poveri, perché non ci potrà

essere giustizia mondiale se non saremo tutti più sobri, più parsimoniosi, più poveri, più giusti, in tutti i nostri

pensieri, in tutti i nostri rapporti e progetti”. Don Andrea Gallo

Per molti pugliesi potrebbe non essere un Nata-le felice con la povertà arrivata a livelli record.

Su circa 300.000 indigenti presenti in Puglia sono 30.000 circa i bambini con meno di 5 anni. Di que-sti 130.000 sostenuti dal Banco delle Opere di Cari-tà Puglia (Alessano, Squinzano, Bitonto e Foggia), 120.000 dal Banco Alimentare (Taranto e Foggia), 40.000 dalle Caritas Diocesane e 10.000 dalla Cro-ce Rossa. Questo il grido d’allarme lanciato da don Lucio Ciardo, Presidente del Banco delle Opere di Carità Puglia Onlus, ente caritativo che dal 1993 si occupa di recuperare e distribuire derrate alimentari agli indigenti, attraverso gli enti convenzionati che mensilmente ritirano le derrate alimentare e non dai nostri magazzini.L’allarme nasce, non solo per il continuo aumento degli assistiti, che dal 2010 al 2013 sono cresciuti del 50% circa sull’intero territorio nazionale, e su quello pugliese maggiore rispetto al Nazionale, ma sopratutto dall’incertezza del futuro. Al 31 dicembre 2013, infatti, terminerà il programma di fornitura di aiuti alimentari della Comunità Europea tramite Agea, (Agenzia per l’e erogazioni in Agricoltura) che significa una riduzione drastica e insostenibile (circa il 90%) degli alimenti disponibili che il Banco distri-buisce agli indigenti: cioè 100 milioni di euro non ci saranno più, e forse il governo ne metterà solo 5!Da anni ormai, il Banco delle Opere di carità Puglia, sta sensibilizzando le aziende agro-alimentari del ter-ritorio con le quali si è attivata una rete solidale. Altra fonte di approvvigionamento che negli anni si è con-solidata e perfezionata, la raccolta alimentare GRAFI (Giornata contro la Fame in Italia, primo sabato di marzo): “Chiaramente solo con queste preziose do-nazioni – dice don Lucio - non si riuscirà a garantire un servizio di assistenza adeguato e sistematico come svolto fino ad oggi, basti pensare che per il 2013 si sono effettuati in tutta la Puglia, attraverso i nostri

magazzini di Alessano, Squinzano, Bitonto e Foggia e grazie al prezioso lavoro dei quasi 700 enti cari-tativi (caritas parrocchiali, confraternite, case fami-glia, mense, associazioni di volontariato, ecc.) più di 5.000.000 di interventi di aiuto alimentare alle fami-glie. Da qui il rischio di ritrovarci a breve a gestire un pericoloso allarme sociale”.

L.R.

Dicembre 2013 - Anno VIII - n.69

di Luigi RUSSOEditorialeIL FILO ROSSO

DELLA RESPONSABILITÀ

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2CSVS INFORMA

La Corte di Cassazione definisce tassabili i proventi delle attività delle associazioni

Si allargano le maglie dei finanziamenti per la ricerca innovativa a molte categorie non profit

Pubblicata dall’Agenzia delle Entrate la circolare per i contributi erogati da amministrazioni

EROGAZIONI PUBBLICHE AL NO PROFIT, ECCO I CRITERI DI GESTIONE

NIENTE AGEVOLAZIONI PER GLI ENTI NO PROFIT CHE SVOLGONO ATTIVITÀ COMMERCIALI

HORIZON 2020, LE NOVITÀ PER IL NO PROFIT

Le associazioni non profit che svolgono regolare attività com-

merciale non sono esenti dalla tassa-zione sui proventi di tali attività. La precisazione arriva dalla sentenza del 6 novembre 2013 n. 24898 emessa dalla sezione tributaria della Corte di Cassazione. Gli enti di tipo associati-vo, infatti, non godono dello status di “extrafiscalità” che li esenta da ogni prelievo fiscale, potendo anche le or-ganizzazioni non profit a svolgere, di fatto, attività a carattere commerciale con proventi, dunque, tassabili. La vicenda riguarda l’avviso di accerta-mento con il quale l’ente impositore aveva ricostruito il reddito in via in-duttiva, determinando maggiori Irpeg, Irap, Iva e accessori, essendo stato

riconosciuto a una associazione po-lisportiva lo svolgimento di attività commerciale in difetto delle prescritte scritture contabili e non quello di atti-vità associativa senza fini di lucro per la gestione di impianti sportivi, in par-ticolare palestre, con servizi annessi, compreso quello di bar. Il ricorso pre-sentato dall’associazione, motivato in base alla regola generale della quali-ficazione dell’ente come commerciale o non, è stato rigettato proprio in virtù dell’attività commerciale dell’asso-ciazione.Nessuna norma fiscale impone, in via generale, l’obbligo di previa convoca-zione del contribuente in sede ammini-strativa prima dell’accertamento, non subendo pregiudizio il suo diritto di

difesa che può essere esercitato, senza limitazioni, sia nella fase successiva all’accertamento – in sede di defini-zione con adesione e di attivazione dei poteri di autotutela della Pubblica am-ministrazione – sia nella sede conten-ziosa, il giudice di legittimità argomen-ta che, in tema di imposta sul reddito delle persone giuridiche, gli enti di tipo associativo non godono di una generale esenzione da ogni prelievo fiscale, po-tendo anche le associazioni senza fini di lucro svolgere, di fatto, attività a ca-rattere commerciale. Lo stesso articolo 111 costituisce, d’altro canto, deroga alla disciplina generale, fissata dagli articoli 86 e 87 del Tuir, secondo cui l’Irpeg si applica a tutti i redditi, in denaro o in natu-

ra, posseduti da soggetti diversi dalle persone fisiche (Cassazione, sentenza 16032/2005). Di conseguenza, l’onere di provare i presupposti di fatto che giustificano l’esenzione è a carico del soggetto che la invoca, secondo gli ordinari criteri stabiliti dall’articolo 2697 del codice civile (Cassazione, sentenza 3360/2013). Questo significa che gli enti di tipo associativo possono godere del previsto trattamento agevo-lato a condizione non solo dell’inseri-mento nei loro atti costitutivi e negli statuti di tutte le clausole dettagliata-mente indicate nell’articolo 5 del Dlgs 460/1997, ma anche dell’accertamen-to che la loro attività si svolga, in con-creto, nel pieno rispetto delle prescri-zioni contenute nelle clausole stesse.

Nel grande calderone di Horizon 2020, il più grande programma di ricerca mai promosso

dall’Europa, ci sono anche una serie di novità per il non profit. È stato, infatti, allargato il ventaglio de-gli enti ammissibili ai finanziamenti aggiungendo anche organizzazioni giuridiche di qualsiasi tipo, purché riconosciute nello stato membro di apparte-nenza. Secondo questa nuova definizione potranno accedere ai finanziamenti europei in materia di ri-cerca e sviluppo anche associazioni di promozione sociale, culturale o associazioni di categoria. Per i progetti di ricerca presentati dagli enti di ricerca non ci sarà co-finanziamento e Horizon 2020 andrà a finanziare il 100% del progetto. Gli enti no profit

potranno presentare progetti in ambito di ricerca di frontiera o in quelle che sono state definite le 7 sfide sociali, ovvero: salute, sicurezza alimentare, energia pulita, trasporti integrati e ecologici, azio-ne climatica, inclusione e sicurezza sociale.Horizon 2010 è il Programma pluriennale 2014-2020 per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione approvato dal Parlamento europeo con un budget di 70,2 miliardi di euro, uno dei pochi capitoli di spesa del prossimo bilancio settennale Ue con se-gno positivo. Il programma va a sostenere soggetti pubblici o privati che fanno ricerca in modo inno-vativo. Grande attenzione all’interno del program-ma anche per l’innovazione delle piccole e medie

imprese per le quali sono previste delle linee di accesso specifiche, semplificate e agevolate, per guidarle nelle loro attività di ricerca e sviluppo partendo dalla progettazione fino alla commercia-lizzazione dei risultati.Spazio anche per la lotta alla vivisezione: Horizon 2020, infatti, esclude la ricerca che utilizza i clas-sici test da laboratorio sugli animali. Raggiunto un milione di firme, la proposta di legge popolare eu-ropea “Stop vivisection” chiede un definitivo supe-ramento della sperimentazione animale che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologi-ca l’utilizzo di dati specifici per la specie umana in luogo dei dati ottenuti su animali.

Per evitare pericolosi fraintendimenti sul trattamento agli effetti dell’Iva dei contributi erogati da amministrazioni pubbliche agli enti non profit,

l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare 34/E affinché questi sia-no classificati con sicurezza come contributi pubblici o corrispettivi.La natura corrispettiva delle erogazioni pubbliche si sostanzia con la pre-senza di una componente contrattualistica laddove sussiste un’erogazio-ne-corrispettivo a fronte di una prestazione di servizi; ciò darebbe luogo all’imponibilità IVA.I criteri sussidiari per valutare la natura delle erogazioni sono:a) L’acquisizione da parte dell’ente erogante dei risultati dell’attività fi-nanziata (o corrispettività tra elargizione di denaro ed attività finanziata);b) Previsione di clausola risolutiva espressa o di risarcimento del danno da inadempimento;c) Criterio residuale - anche quando non vi fossero clausole risolutive o di penalità per inadempimento ciò non comporta necessariamente che si sia in presenza di un’erogazione non corrispettiva, atteso che l’attività finanziata può comunque concretizzare un’obbligazione il cui inadempimento darebbe luogo ad una responsabilità contrattuale. L’amministrazione finanziaria si era già espressa nel merito in più docu-

menti di prassi, con i quali ha chiarito che, in linea generale: «un contributo assume rilevanza ai fini IVA se erogato a fronte di un’obbligazione di dare, fare, non fare o permettere, ossia quando si è in presenza di un rapporto obbligatorio a prestazioni corrispettive. In altri termini, il contributo assu-me natura onerosa e configura un’operazione rilevante agli effetti dell’IVA quando tra le parti intercorre un rapporto giuridico sinallagmatico, nel qua-le il contributo ricevuto dal beneficiario costituisce il compenso per il ser-vizio effettuato o per il bene ceduto». La circolare specifica anche il criterio di tipo normativo nella quale si spe-cifica che la qualificazione della natura dell’erogazione deve essere stabi-lita innanzitutto in base a norme di legge, siano esse specifiche o generali, nonché a norme di rango comunitario. In questo senso «può affermarsi che l’amministrazione non opera all’interno di un rapporto contrattuale quando le erogazioni sono effettuate in esecuzione di norme che prevedono l’ero-gazione di benefici al verificarsi di presupposti predefiniti, come ad esem-pio nel caso degli aiuti di Stato automatici, ovvero in favore di particolari categorie di soggetti (ad esempio contributi a valere sulle imposte dirette in favore delle confessioni religiose firmatarie di accordi con lo Stato o di associazioni, destinatarie del 5 o dell’8 per mille dell’IRPEF)».

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3CSV INFORMA

SERVIZIO CIVILE, UN VADEMECUM PER L’APERTURA AI CITTADINI STRANIERI

Una serie di utili indicazioni agli enti per orientarsi al meglio rispetto all’apertura del bando ai giovani stranieri

Nella provincia di Lecce sarannosostenuti 6 progetti

Lo ribadisce il Servizio Bilancio della Camera, nell’esame tecnicodella Legge di Stabilità 2014

Il Servizio Civile Nazionale si apre ai giovani citta-dini stranieri che hanno potuto presentare doman-

da entro il16 dicembre 2013. Una novità nell’aria già dall’anno scorso ma che è stata accolta in corso d’opera dall’Unsc a seguito dell’ordinanza del Tribu-nale di Milano che ne richiedeva l’inclusione. Una modifica a bando aperto rispetto alla quale gli enti hanno dovuto riorganizzarsi alla meglio. Proprio per venire incontro alle loro necessità, sono state pubbli-cate sul sito dell’Unsc una serie di raccomandazioni agli enti di servizio civile per orientarsi all’interno delle novità introdotte con la riapertura per i cittadi-ni stranieri del bando 2013. In attesa che la Corte di Cassazione si esprima sul tema, il bando, innanzitutto è stato aperto ai giovani extraeuropei con permesso di soggiorno di lungo periodo e i rifugiati. Chi ha già inviato la domanda per la scadenza precedente e ha ricevuto il diniego, dovrà ripresentarla. Sono stati ri-aperti, inoltre, anche tutti bandi delle regioni al fine di evitare un servizio civile a macchia di leopardo, laddove i tribunali aditi si fossero pronunciati in modo differente sulla questione come già e successo per Milano e Brescia. I tempi per le partenze, inoltre, non subiranno eccessivi ritardi in quanto la macchina è già in moto e la data dei primi invii richiesti rima-ne quella indicata, ovvero il 7 gennaio 2014. Ecco le principali indicazioni emanate dalla Presidenza del consiglio dei ministri:Ente che non riceverà domande da parte di citta-dini stranieriSe l’ente in questione ha già inviato le graduatorie, anche mediante l’inserimento sul sistema Helios, a partire dal 17 dicembre 2013 deve comunicare al Dipartimento di non aver ricevuto domande da parte

dei cittadini stranieri, confermare con PEC le graduatorie già inviate ed in-dicare una nuova data per l’avvio dei progetti.Se l’ente in questione, invece, ha ef-fettuato le selezioni ma non ha ancora inviato le graduatorie, le può inviare a partire dal 17 dicembre 2013 ed ef-fettuare tutte le operazioni sul sistema informatico Helios. Nella lettera di trasmissione con PEC delle graduato-rie deve precisare di non aver ricevuto candidature da parte dei cittadini im-migrati.Ente che riceverà domande da parte di cittadini stranieriSe l’ente in questione ha già comuni-cato le graduatorie, deve chiedere al Dipartimento tramite PEC di annullare le graduatorie in precedenza inviate ed inserite sul sistema Helios riferite ai progetti, ovvero alle sedi per i quali/le quali sono state presentate domande da parte dei cittadi-ni stranieri; ammettere a selezione i nuovi candidati, facendo salvi gli esiti delle selezioni già effettuate e provvedere al loro inserimento nella graduatoria in precedenza redatta in base al punteggio conseguito; reinserire sul sistema HELIOS le graduatorie rifor-mulate a seguito della partecipazione dei cittadini immigrati; inviare le graduatorie con PEC al Dipar-timento secondo le modalità previste dall’art. 6 dei bandi pubblicati il 4 ottobre 2013. Se l’ente non ha ancora completato le selezioni o non ha ancora inviato le graduatorie, né le ha inseri-te nel sistema, deve ammettere a selezione i cittadini

stranieri, facendo salvi gli esiti delle selezioni già ef-fettuate e provvedere al loro inserimento nella gra-duatoria in base al punteggio conseguito; inserire sul sistema HELIOS le graduatorie formulate a seguito della partecipazione dei cittadini immigrati; inviare le graduatorie con PEC al Dipartimento secondo le modalità previste dall’art. 6 dei bandi pubblicati il 4 ottobre 2013.Se l’ente, infine, non ha ancora effettuato le selezio-ni deve attendere la data di scadenza fissata per la presentazione delle domande da parte dei cittadini stranieri (16 dicembre 2013) prima di iniziare la pro-cedura selettiva; procedere alla selezione di cittadini italiani e stranieri redigendo la relativa graduatoria; inserire sul sistema HELIOS la graduatoria ed inviare la stessa con PEC al Dipartimento secondo le modali-tà previste all’art 6 del bando del 4/10/2013.

ECCO I PROGETTI FINANZIATI CON

PUGLIACAPITALESOCIALE5 PER MILLE, RISPUNTA IL LIMITE

Sono 28 i progetti finanziati dal programma “Puglia Capitale Sociale”, iniziativa della Re-

gione Puglia, Assessorato al Welfare, realizzata in collaborazione con i Centri di servizio per il volon-tariato di Puglia, finalizzata alla promozione del capitale sociale delle comunità locali nell’ambito dei sistemi territoriali di welfare. Con l’Atto Di-rigenziale numero 1100 del 27/11/2013, sono stati finanziati 5 progetti in provincia di Foggia, 2 nel-la Bat, 7 nella provincia di Taranto, 6 in quella di Lecce, 2 in quella di Brindisi e 6 in quella di Bari. L’Assessorato regionale al Welfare ha comunicato che nuovi fondi permetteranno di ripescare molti degli esclusi per mancanza di risorse.Per la Provincia di Lecce, le associazioni che rice-veranno il finanziamento per la realizzazione dei loro progetti sono l’associazione “Giustamente” Puglia di Lecce, Comunità Speranza di Lecce, Il Girasole di Cavallino, A.V.O.C.A.D., Associazioni Volontari Cattolici Assistenza ai Disabili di Nardò, “Il pane e le rose” di Corsano e Rur Regalami una Rosa onlus di Gallipoli. Il finanziamento previsto è di circa 20mila euro a progetto.

Continua la lunga odissea del 5 per mille dell’IRPEF stabilito dalla Legge di Stabilità

per il 2014. In discussione alla Camera, la Legge stabilisce un tetto di 400 milioni di euro, un limi-te su cui le organizzazioni non profit si battono da tempo che ora si trovano nuovamente riunite in un nuovo appello rivolto ai Parlamentari per la sua eliminazione. Si aggiunge una nuova motiva-zione alla causa, sollevata da Carlo Mazzini che ricorda come il tetto non possa considerarsi un limite di spesa bensì una previsione di spesa (art 1, c 131 del ddl). La precisazione viene proprio dal Servizio Bilancio della Camera, nell’esame tecnico della Legge di Stabilità 2014.«Sotto il profilo metodologico – si legge – tut-tavia, si ricorda che il meccanismo di attribu-zione della quota Irpef del 5 per mille si basa sulle opzioni dei contribuenti. Pertanto i relativi oneri possono risultare variabili di anno in anno in ragione delle scelte effettuate e, di conse-guenza, non appaiono circoscrivibili - in linea di principio - entro limiti di spesa. Ciò conside-rato, l’eventuale mancata rispondenza dell’one-re rispetto al fabbisogno finanziario derivante dalle opzioni espresse potrebbe determinare la

necessità di integrare successivamente lo stan-ziamento con norma di rango legislativo». Il 5 per mille, quindi, per potersi dire “cinque per mille dell’IRPEF” deve consentire alle organiz-zazioni di ricevere il “5 per mille” attribuito dai contribuenti.«Dato che il numero dei contribuenti – spiega Mazzini – e il reddito (quindi le imposte) variano di anno in anno, non è possibile limitare la spesa, ma prevederla; e nel caso in cui la previsione si rivelasse sbagliata (per difetto) sarà necessario con successiva legge stanziare altre risorse».Le associazioni che hanno presentato l’appello chiedono inoltre, una proposta normativa condi-visa che ne fissi i criteri base in maniera defini-tiva, stabilizzando questo procedimento e sottra-endolo alla contingenza economico-finanziaria. «Continueremo a fare battaglia – spiega Edoardo Patriarca, ex portavoce del Forum permanente del Terzo Settore nazionale – sperando che il Go-verno e la Commissione Bilancio ci dia ascolto e capisca che incrementare il 5 per mille non è una “marchetta” al Terzo settore ma un servizio e un sostegno a chi in questo momento di crisi sta facendo tanto per la povera gente».

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4SOCIETÀ

Un Paese smarrito, fiaccato, che sopravvive, galleg-gia, tira a campare. Sembra essere questo ormai il

modus vivendi degli italiani. A guardare i dati del Censis è molto difficile trovare un “fermento”, qualcosa da cui ripartire per rifondare l’Italia (e gli italiani). Il ritratto del 47° rapporto sulla situazione del Paese è impietoso: trop-pa accidia, furbizia generalizzata, disabitudine al lavoro ed evasione fiscale” ci hanno resi “sciapi e infelici”. E’ un’Italia, quella che si accinge a venir fuori dalla lunga crisi, dove si ampliano le “diseguaglianze sociali” dove resta il “problema dei problemi”: la disoccupazione alle stelle. Il 2013 si chiude con 6 milioni di precari, ai quali si aggiungono 4,3 milioni che non trovano un’occupa-zione, 1,6 milioni dei quali ha smesso di cercarlo.Il calo dei consumi va ben oltre la paura di non farcela ad arrivare alla fine del mese. Nel 2013 su un campione di 1.200 famiglie, il 69% ha visto peggiorare la sua ca-pacità di spesa, tornata ai livelli di 10 anni fa. Uno dei motivi per cui gli italiani non spendono più è la continua incertezza sulla pressione fiscale, passata in un anno dal 42,5 al 44,0%. Per pressione fiscale siamo tra i primi posti nell’Eurozona, come rivela Bankitalia. Resta an-che il macigno del debito pubblico, al 127% sul prodot-to interno lordo, e per il quale l’Italia è dietro solo alla Grecia. Quasi il 50% degli italiani ha mutato le proprie abitudini alimentari per risparmiare, il 76% dà la caccia alle promozioni nei supermercati e aumenta il numero di persone che va al mercato, il 53% ha ridotto sposta-menti con auto e scooter, il 68% ha tagliato cinema e altri svaghi, il 45% ha ridotto o rinunciato negli ultimi 12 mesi al ristorante. Nonostante questi sforzi, una fa-miglia su quattro fatica a pagare tasse e bollette, più del 70% delle famiglie si sentirebbe in difficoltà se dovesse affrontare spese impreviste di una certa portata, come quelle mediche. Il Sud è rimasto sempre più indietro. Il Pil pro-capite nel Mezzogiorno è di 17.957 euro, il 57% di quello del Centro-Nord, e inferiore ai livelli di Grecia e Spagna. Il Censis parla del Meridione come di “un problema irrisolto”. Il Pil del Mezzogiorno ha subito una contrazione di 41 miliardi, il 36% dei 113 persi dall’Italia a causa della crisi. Questo si traduce in un maggiore rischio povertà al Sud: 39 famiglie su 100 a fronte di una media nazionale del 24,6%.

Politica e classi dirigenti hanno abdicato a (s)favore del volontariato? - Questa situazione dipende anche dalla politica, è questo che pensano la maggior parte degli italiani, ecco perché il 56% se ne tiene alla larga. Al contrario, si sviluppano nuove energie difensive con-

tro la chiusura di ospedali, tribunali, uffici postali. Nel giudizio sulla classe dirigente il Censis è spietato: essa ha approfittato della crisi per autolegittimarsi, lancian-do continui allarmi per evitare l’esplosione dei conflitti ed emanando decreti salvifici, sulla scorta della paura dell’instabilità. Negli ultimi 12 mesi sono stati emanati 660 provvedimenti di attuazione delle varie leggi e solo 1/3 di essi sono realmente adottati. Secondo il sociologo Franco Chiarello, intervenuto in diretta a “Fatti e opinio-ni”, il programma di Luigi Russo su Mondoradio: “Non è solo colpa dei politici ma della temperie culturale la cui responsabilità va attribuita anche agli educatori”. E aggiunge: “Il clamoroso deficit educativo ha disar-ticolato questa società, ecco perché è divenuta sciapa, invidiosa, individualistica, senza spirito solidaristico”. E tutti quelli che, grazie proprio a quello spirito solida-ristico hanno fatto crescere il mondo del volontariato? Secondo il sociologo le associazioni devono arricchire i servizi del welfare pubblico, non sostituirlo: “Il non pro-fit non deve essere la pezza di rattoppo delle clamorose mancanze del settore pubblico. La politica ha abdicato dalla sua funzione universalistica di rispondere ai biso-gni della collettività”. Ma il Censis non salva neanche la società civile, che “ha consumato il suo orgoglio in illusorie ambizioni di una superiorità morale utilizzata come strumento politico”. Non è d’accordo con questa affermazione Gian Maria Fara, presidente Eurispes, che vede, proprio in quella società civile e soprattutto in quelli che l’Eurispes chia-mò gli “amplificatori di speranza” (chiesa, magistratura, forze dell’ordine e Terzo Settore) le uniche realtà in cui gli italiani ripongono estrema fiducia, gli unici capaci di

impedire che la crisi diventi ingovernabile. Anche sulla criminalizzazione della politica Fara vede pericoli: “Se passa l’idea che si possa fare a meno della politica, può passare anche quella che si possa fare a meno della de-mocrazia e del suo portato di diritti di cittadinanza. Si diventa, così, schiavi della finanza, del mercato senza barriere e responsabilità. La politica – continua Fara sempre nel programma “Fatti e opinioni” - è diventata il capro espiatorio dell’incapacità più generale, della clas-se dirigente italiana, (imprenditori, accademici, mondo dell’informazione, dell’economia, delle professioni) di valorizzare un Paese ricco di potenzialità inespresse. In questa sorta di “Tempesta perfetta” in cui si intrecciano crisi istituzionale, economica e sociale si può, a torto, pensare che non ci possa essere futuro. Ma perché leg-giamo soprattutto il peggio e non consideriamo l’Italia che ce la fa, l’Italia di imprese che esportano, di turismo in crescita, di eccellenze che hanno sempre più appeal internazionale?”. È a proposito di asset migliori che Edo Patriarca, deputato Pd, già portavoce del Forum Terzo settore nazionale, nel programma su Mondoradio, criti-cando decisamente il Censis che oscura l’alto valore del-la società civile, cita il lavoro dei volontari, un “popolo silenzioso che però non sa comunicare il proprio valore, e purtroppo non sa occupare gli spazi pubblici”. Peraltro i dati economici sul volume di servizi offerti dal Terzo Settore in Italia è vicino ai 70 miliardi di euro, quasi il 5% del PIL, allora non si capisce questo oscuramento da parte dell’istituto di De Rita. Se a questo valore dovessi-mo anche aggiungere il volume simbolico dei servizi of-ferti dal volontariato sfioreremmo i 100 miliardi di euro. Da che cosa ripartire? - L’Italia descritta dal Censis sembra sull’orlo del baratro. Allora da dove ripartire per rifondare l’Italia? Secondo l’istituto di ricerca qualche “energia positiva” nel Paese c’è: i giovani che studia-no o lavorano all’estero che “possono contribuire al formarsi di una Italia attiva nella grande platea della globalizzazione”; gli immigrati, le cui imprese sono aumentate del 16,5% a fronte di un calo di imprendito-ri italiani del 4,4%, le donne, sempre più imprenditrici nell’agroalimentare, nel turismo e nel terziario, (sono 5000 le imprese femminili in più solo quest’anno); la cultura, grande risorsa sotto sfruttata che può farci recu-perare 1 punto di Pil.. E poi due grandi ambiti consen-tirebbero l’apertura di nuovi spazi imprenditoriali e di nuove occasioni occupazionali: una radicale revisione del welfare e l’economia digitale.

Pina Melcarne

L’ITALIA CHE CAMBIA

Il presidente del Censis Giuseppe De Rita

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Nonostante la crisi economica abbia provocato l’aumento in Italia in soli due anni del 33,4% del

numero di persone assistite dagli enti caritatevoli, la risposta delle istituzioni sembra essere ancora flebile. Dopo la bocciatura al Senato di 18 emendamenti in cui si richiedeva di rimpolpare le scarse risorse destinate al Fondo per gli aiuti alimentari della legge di stabilità che prevede solo 5milioni di euro, il Comitato Insieme per gli aiuti alimentari composto da otto organizzazioni che si occupano di assistenza alimentare ai poveri ha richiesto a gran voce un sostegno sostanzioso. D’altra parte sono già pronti sul tavolo le risorse del Fondo di sviluppo e coesione che stanzieranno non pochi milioni di euro, destinandoli alle forme di contrasto alle povertà.Tuttavia in questo clima di incertezza, si è svolta la 17esima edizione la Giornata della Colletta Alimenta-re, organizzata anche quest’anno dal Banco Alimen-tare per sabato 30 novembre, un importante momento che coinvolge e sensibilizza la società civile al proble-ma della povertà attraverso l’invito a un gesto concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per chi ha bisogno. Durante questa giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazio-nale, ciascuno ha donato parte della propria spesa per

rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà. Nella provincia di Lecce sono 37 i supermercati che hanno aderito all’iniziativa a fronte di dati allarmanti sul territorio provinciale: 30mila poveri su 96mila per-sone e aumenta in tutta la provincia il numero di per-sone che hanno bisogno del sostegno del Banco delle opere della Carità che in un anno ha assistito 60mila persone. Una situazione che, con la stagione inverna-le, si acuisce: dal Pronto soccorso dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce hanno già lanciato l’allarme sulla situa-zione dei senzatetto. «Il banco delle opere sta cercando di costruire delle reti – commenta don Lucio Ciardo, presidente del Banco delle Opere di Carità ai micro-foni di “Ma chi ce lo fa fare”, contenitore radiofonico curato dal CSV Salento su Mondoradio TuttiFrutti– at-traverso le varie organizzazioni produttive e corporati-ve come la Coldiretti per capire come si possa pensare a un aiuto per gli indigenti».E proprio per fare rete e avanzare proposte concrete per contrastare l’emergenza povertà, è nata la “Rete della solidarietà”, coordinata proprio dal Centro Ser-vizi Volontariato Salento. «Non basta l’intervento del-le istituzioni – spiega nella stessa trasmissione Luigi Russo, presidente del CSVS – per combattere l’emer-

genza povertà, che è un problema sistemico ma è ne-cessario l’intervento di tutti i soggetti che lavorano in un territorio, dalle associazioni alle realtà della Chiesa, si attivino per trovare delle soluzioni e delle linee di intervento come soluzioni sistemiche. C’è bisogno di risposte immediate, come già fa il banco delle Opere di carità, le Caritas e le associazioni di volontariato che si occupano di questo problema, ma che ci sia anche un cambio di percezione della povertà perché deve essere una questione che riguarda tutti, non soltanto gli ad-detti ai lavori».L’Emporio solidale, un progetto della Communità Em-manuel, è una di quelle soluzioni concrete nata dalla collaborazione tra enti profit e non profit. Un super-market solidale che nel 2012 ha distribuito 114 ton-nellate di pane, pasta, biscotti, latte e altri alimenti di prima necessità per un valore di circa 431mila euro. «Abbiamo costruito un database – spiega a mondora-dio.net Daniele Ferrocino, presidente della Commu-nità Emmanuel – per permettere a tutti i soggetti che interagiscono con l’Emporio di verificare la tipologia di aiuto che forniscono ai richiedenti». Uno strumento di comunicazione tra enti e istituzioni utilissimo per evitare sprechi e inefficienze.

Si chiama “Il circolo dei buoni”, l’iniziativa di solidarietà promos-

sa da Casper e Codacons, e a cui ade-riscono Campagna Amica, Coldiretti e Caritas Italiana, per sostenere con-cretamente chi ha bisogno attraverso il dono dei “pacchi buoni”, alimenti freschi di prima necessità raccolti at-traverso le donazioni congiunte degli acquirenti e dei produttori-venditori presenti nei mercati di Campagna Amica. In provincia di Lecce i mer-cati di Campagna Amica sono ventisei distribuiti da nord a sud del territorio provinciale.Il meccanismo è semplice ed è quel-lo che in altre parti d’Italia si chiama “spesa sospesa”: Caritas distribuisce alle famiglie che segue dei buoni da 10 o da 20 euro, con i quali si potran-

no ritirare i pacchi di alimenti freschi nei mercati sparsi in tutta Italia del circuito Campagna Amica di Coldi-retti, dove i piccoli produttori agricoli vendono i propri ortaggi e verdure. I consumatori che comprano in questi mercati potranno scegliere di desti-nare una parte della loro spesa per i “pacchi buoni”, così come i venditori di donare una parte della loro merce. Si tratta di un’iniziativa sperimentale, ma gli organizzatori non escludono di renderla stabile nel tempo, come ha sottolineato il presidente di Codacons Carlo Rienzi: “Diamo dei buoni alle famiglie bisognose individuate dalla Caritas per far passar loro un Natale un po’ più allegro. Noi non abbiamo fatto sit in o manifestazioni, sappia-mo che a Natale quello che ci vuole

è l’agroalimentare. Questa strada è riuscita e magari riuscirà a diventare stabile”.Giuseppe Dardes, , ha evidenziato quanto sia necessaria e benvenuta questa iniziativa, fornendo “i dati sul perché la apprezziamo particolarmen-te: “Noi offriamo aiuti alimentari sot-to forme diverse – spiega Giuseppe Dardes responsabile dell’Ufficio soli-darietà sociale di Caritas - in Italia ci sono 111 mense promosse e/o gestite direttamente da Caritas, che nel 2009 hanno fornito un milione e 500 mila pasti, con una media di 4110 pasti al giorno. Eroghiamo vari servizi ma negli ultimi anni è aumentata moltis-simo la distribuzione di beni alimen-tari: nel 2006 era il 24,3% dei servizi totali, nel 2012 è stata il 44,7%, con

un aumento di oltre il 100%. I dati sul primo semestre 2013 parlano chiaro: nei centri d’ascolto Caritas le quattro tipologie di aiuto che riguardano il cibo (alimenti e prodotti per neonati, pacchi viveri, buoni pasto e mense) hanno riguardato 273.916 interventi, il 58,91%, con un incremento di oltre 14 punti percentuali sul 2012. Quelli alimentari sono bisogni che oggi toc-cano persone che fino a qualche anno fa non riuscivamo neanche lontana-mente a immaginare in fila per i no-stri servizi. Rispetto a una richiesta di collaborazione per il ‘Circolo dei buo-ni’ – ha concluso - ci siamo sentiti di dire sì, soprattutto perché il progetto tocca l’area degli alimenti freschi, non sempre facili da garantire per chi è in indigenza”.

Si terrà l’8 gennaio 2014 alle ore 17.30 presso la sede CSVS di Via Gentile a Lecce, il seminario

formativo di presentazione del nuovo Bando Volonta-riato promosso dalla Fondazione con il SudPubblicato sul sito www.fondazioneconilsud.it, il ban-do è rivolto alle organizzazioni e reti di volontariato del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) e sostiene interventi per rafforzare le principali attività di volontariato, amplificarne l’impat-to sociale sul territorio, favorendo la sperimentazione di nuove modalità di lavoro e cooperazione. Premiata anche in questa edizione la capacità di creare rete tra le organizzazioni di volontariato, al fine di accrescere l’impatto sociale sulla comunità delle Reti nazionali con attività finalizzate al coordinamento, rafforzamen-to e sviluppo nel territorio di riferimento e, dall’altro,

migliorare e ampliare l’offerta dei servizi ai cittadini, rafforzando il ruolo e l’impatto dell’azione svolta dalle Reti locali di volontariato nel Mezzogiorno. Verranno sostenuti i programmi delle organizzazioni che dimo-strino capacità innovativa a livello organizzativo e me-todologico, efficacia delle azioni svolte in rete o in col-laborazione con altri interlocutori sociali e istituzionali, potenzialità di sviluppo e di crescita, accreditamento sul territorio. La Fondazione, per attenuare l’esposizio-ne finanziaria dei soggetti responsabili del programma, ha raggiunto un’intesa con Banca Prossima e Banca Popolare Etica per facilitare il finanziamento delle attività progettuali, con particolare riferimento alla II tranche del contributo. Ai soggetti selezionati saranno comunicate le caratteristiche delle intese sopraindicate e i contatti dei due Istituti di credito, fermo restando

che saranno gli stessi Istituti di credito a valutare la fi-nanziabilità dei soggetti richiedenti.Il bando mette a disposizione 10milioni di euro per sostenere programmi che prevedano una durata com-presa tra i 18 e i 24 mesi con contributi tra gli 80mila e i 120mila euro per le Reti nazionali (fino a un massimo di 2,5 milioni di euro), e tra i 40mila e i 60mila euro per le Reti locali (fino a un massimo di 7,5milioni di euro).La presentazione delle proposte sarà esclusivamente on-line. La scadenza è diversificata: per le Reti locali di Calabria e Puglia il 27 febbraio 2014; di Campania e Sardegna il 6 marzo 2014; di Basilicata e Sicilia il 13 marzo 2014; per tutte le Reti nazionali il 20 marzo 2014.Info e iscrizioni al seminario: 0832/392640

Maria Grazia Taliani

POVERTA’ ALIMENTARE, CHE FARE?

SPESA SOSPESA O CIRCOLO DEI BUONI, PARTE LA GARA DI SOLIDARIETA’

BANDO VOLONTARIATO 2013

5ATTUALITÀ

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Non si ferma la battaglia delle as-sociazioni ambientaliste che si

oppongono al progetto di messa in si-curezza del Ciolo nel Comune di Ga-gliano del Capo che prevede l’utilizzo di reti a maglie per evitare crolli di massi nella spiaggetta sottostante. En-trambi i progetti sono a cura del Comu-ne di Gagliano del Capo per un totale di 1milione di euro.Il presidente del comitato “Salento Ver-ticale” Ippazio Antonio Morciano, ha diffuso le specifiche del progetto, con le opere previste e i relativi investimen-ti previsti. I dati sono stati ricavati dal computo-metrico di progetto:- piccoli disgaggi per una superficie complessiva di mq 7095. Costo com-plessivo di 10.713,45 euro;- sovrapprezzo per volume di roccia disgaggiato superiore ad 1Mc per ogni 40 mq di superficie. Costo complessivo 21.852,60 euro;- perforazione con perforatrice por-tatile diametro 42 mm, per un totale di 1817 fori della lunghezza variabi-le da 2 ml a 3 ml. Per una lunghez-

za complessiva di perforazione pari a 4259,99 ml (4,26 kilometri). Costo dell’operazione: 237.579,69 euro;- messa in opera di Tirafondi me-tallici del diametro di 16-20, per circa 4.700 ml (4,7 kilometri) nei fori precedentemente descritti , ri-empiti di boiacca di cemento additi-

vata con prodotti antiritiro. Costo di questa operazione: 81.955,34 euro;- messa in opera di circa 480 piastre in acciaio zincato delle dimensioni di 15x15 cm (senza prevedere il rivesti-mento in pietra, una pratica diffusa sulle zone paesaggistiche) e ml. 2530 di funi di acciaio del diametro di 12-16 mm.

Costo complessivo: 27.517,05 euro;- rivestimento con pannelli rete in fune del diametro di 8 mm (a maglia 30x30 cm), per circa 4.752 mq e rivestimento in rete metallica a maglia cm 8x10 per circa 209 mq. Costo complessivo di 172.284,09 euro;- trasporto a spalla e/o con l’uso di calderine (fino a 50 metri) di materiale proveniente da scavi, tagli e demoli-zioni per 657 mc (l’equivalente di 219 camion della portata di 75 q.li cad.). Il contenuto di 1 mc equivale a circa 45 calderine (per un totale di 29.565 trasporti di calderine). Costo comples-sivo di 32.850,00 euro.Il resto della somma, per un totale di 415.247,78 euro, sarà utilizzato per il taglio di cespugli, smaltimento materia-le di demolizione, allestimento cantiere con elicotteri, oneri di sicurezza, spese tecniche, indennità espropri, IVA, ecc... Secondo l’analisi dell’associazione “Salento verticale”, degli interventi previsti solo il primo e in parte il se-condo sarebbero necessari per la mes-sa in sicurezza del Ciolo.

6ASSOCIAZIONI

Tutti i dettagli del progetto di messa in sicurezza per un investimento di 1milione di euro

La richiesta arriva da Luigi Russo, presidente del CSVS sull’allarme rifiuti nel Salento Il Comitato “Liberi dai veleni e dai rifiu-

ti tossici” chiede ai sindaci di creare Gruppi di Lavoro misti sulla questione

rifiuti tossici Come per i depuratori nel 2009, a seguito

dell’inchiesta realizzata dal CSV Salento, anche sul tema dei rifiuti tossici la Procura di Lecce investirà considerevoli risorse a partire dal 2014. È questa la principale novità dell’incontro che si è tenuto mercoledì 27 novembre a Lecce tra il Prefetto – che per l’occasione ha invitato a partecipare tutti gli enti interessati alla vicenda tra cui Regione Puglia, ASL, Arpa, CNR, Provin-cia di Lecce e i tutti i Comuni – e le associazioni riunite nel Comitato “Liberi dai veleni”. Al fianco del Comitato, anche il Forum provinciale del Ter-zo Settore, organismo che rappresenta il mondo del Terzo Settore della provincia di Lecce. Du-rante l’incontro, le istituzioni si sono impegnate a gestire l’allarme sui tumori e, soprattutto, quel-lo sulla presenza di rifiuti tossici pericolosi. Si contano, infatti, circa 220 discariche disseminate nelle campagne salentine, molte delle quali non esistono neanche sulle carte dei Comuni. È stata attivata, infatti, un’intensa attività investigativa. La Procura, inoltre, ha annunciato l’utilizzo di strumenti innovativi per la rilevazione dei rifiuti tossici pericolosi in tutta l’area di Lecce, Taranto e Brindisi. Si tratta di una strumentazione capace di rilevare campi magnetici, e quindi la presenza di metalli pesanti e di rifiuti, un metodo di rile-vazione che dovrebbe riscontrare una maggiore efficacia rispetto alle metodologie basate sulla rilevazione della temperatura superficiale, sog-getta a cambiamenti dettati da numerosi variabili climatiche e non solo. In base a questa analisi da parte delle Forze dell’Ordine, si capirà se e dove intervenire con un eventuale carotaggio dei ter-

ritori. L’impegno da parte delle istituzioni sulla questione rifiuti tossici ha rassicurato le associa-zioni. Rimane alto, però, l’allarme sulla situa-zione sanitaria. «È necessario considerare al più presto – spiega Luigi Russo, presidente del CSV Salento – l’aumento dell’incidenza dei tumori. Se i dati sono vicini alla media nazionale, infatti, non è in linea con il resto d’Italia il trend che continua ad aumentare, nonostante in altre zone sia in calo. I tumori, inoltre, non sono solo quelli al pomo-ne, ma c’è una forte incidenza di altre patologie che attaccano, per esempio, la vescica e il colon. Chiediamo, inoltre – continua Russo – che si faccia attenzione anche alle aree interessate dal fenome-no: oltre a quella del Nord Salento, tra Cutrofiano e Casarano, è a rischio anche quella del Sud Sud Salento, in paesi come Ugento, Andrano e Santa Maria di Leuca». Il Comitato “Liberi dai veleni” è composto da numerose associazioni, tra cui LILT - Sez. Prov. di Lecce, Legambiente di Casarano, Co-mitato civico “Io conto” di Ugento, Cittadinanzat-tiva - Tribunale per i Diritti del Malato - Regione Puglia, Libera contro le mafie - Presidio di Casara-no, Italia Nostra - Sud Salento, Forum Terzo Set-tore della provincia di Lecce, CSV Salento, “SOS Costa Salento” di Alessano, “Gaia” di Corsano, Movimento “Valori e Rinnovamento” di Lecce, Comitato per l’ambiente e la salute di Taurisano, CSTSA Comitato Supersanese di Tutela della Sa-lute e dell’Ambiente, Forum Amici del Territorio di Cutrofiano, Forum Ambiente e Salute, Ambiente e/è Vita Onlus di Lecce, “Punto e a capo” di Ver-nole, “Idee Insieme” di Casarano, “Attivamente” di Ugento e tantissimi liberi cittadini.

Unire le forze per tutelare la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente. È questa la proposta

avanzata dalle associazioni aderenti al Comitato pro-vinciale “Liberi dai veleni e dai rifiuti tossici” con una missiva indirizzata ai sindaci di Casarano, Melissano, Ugento, Ruffano, Supersano, Collepasso, Cutrofiano, Gallipoli, Acquarica del Capo, Presicce, Castrignano del Capo, Nardò, Nociglia, Alessano, Tricase, Lecce, Taviano, Andrano, Galatina e Taurisano. Le associazioni del territorio, cani da guardia del Bene Comune, si mettono a disposizione delle isti-tuzioni per affrontare la spinosa questione dei rifiuti tossici interrati nel Salento. Dopo l’incontro con le istituzioni dello scorso 27 novembre, la Procura di Lecce, aperta un’inchiesta, ha dato massima dispo-nibilità di uomini e mezzi sofisticati per esaminare il territorio, al fine di verificare l’eventuale presenza di materiali tossici e pericolosi nei siti segnalati dalle Amministrazioni locali.«Il Comitato – si legge nella missiva – ritenendo che per tale attività possa essere utile una sinergia tra Istituzioni e cittadini, intende proporre una modalità operativa che preveda la costituzione in ogni Comune di un Gruppo di Lavoro composto da rappresentanti dell’Amministrazione, delle Associazioni ambien-taliste, delle Forze dell’ordine e della ASL (Ufficio d’igiene pubblica)».L’obiettivo è mettere a disposizione delle autorità predisposte, le proprie competenze e conoscenze del territorio e individuare in maniera circostanziata, at-traverso indizi e memorie storiche, i siti che potrebbe-ro contenere rifiuti pericolosi.

RETI AL CIOLO, ECCO LE SPECIFICHE DEL PROGETTO

SI FACCIA LUCE SULLA SITUAZIONE SANITARIA! RIFIUTI E VELENI: ASSOCIAZIONI E SINDACI INSIEME PER LA SALUTE

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Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di LecceDicembre 2013 - Anno VIII - n.69

Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Direttore Responsabile: Luigi RussoRedazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Lara Esposito,

Maria Grazia Taliani, Pina Melcarne.Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis

Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce

Tel. 0832.392640 - Fax 0832.391232 - Direttore: 335.6458557

www.csvsalento.it [email protected] Stampa: BLEVE PUBBLICITÀ - Tel e Fax 0833.532372

Secondo i dati Istat in Italia impegna 340mila volontari, 11mila realtà non profit e dà lavoro a 158mila addetti

Firmato un protocollo tra Regione Puglia, Asl e “Tria corda onlus” per la realizzazione di un progetto in fondazione di comunità

7VOLONTARIATO IN SANITÀ

VOLONTARIATO E SANITÀ, UN SETTORE IN CRESCITA

PRESTO A LECCE UN NUOVO POLO PEDIATRICO

In controtendenza rispetto a tutti gli altri settori, il non profit in sanità è cresciuto negli ultimi die-

ci anni. Lo rivelano i dati dell’ultimo censimento dell’Istat diffusi durante gli Stati generali del volon-tariato in sanità organizzato lo scorso 5 dicembre a Milano da Vita con il seminario “La relazione saluta-re”. È un ambito in forte espansione che conta oggi in Italia 31mila istituzioni non profit attive e rappresen-tano il 10,1% delle Istituzioni non profit attive in Ita-lia, 12mila (il 3,6%) nel settore della sanità e 19mila (6,5%) in quello dell’assistenza sociale. Impegnati in questo settore, 770mila volontari (il 16% di tutti i volontari in Italia) di cui 338mila in ambito stret-tamente sanitario (7,1%) e 432mila (9,1%) in quello socio assistenziale. Un mondo segnato da una forte tendenza alla stabi-lizzazione, quello del volontariato in sanità, che vede impiegati 437mila lavoratori retribuiti (il 45,2% del totale) di cui 173mila (17,9%) in sanità e 264mila (27,3%) in servizi socio assistenziali. In 10 anni, ri-spetto all’ultimo censimento, l’ incremento del nume-ro di istituzioni è stato sostanziale. Il numero delle istituzioni è aumentato del 13,4% in ambito sanitario e del 33,8% in quello dell’assistenza sociale. Anche i volontari sono cresciuti: del 5,9% in sanità, del 16,8% nell’assistenza sociale rispetto a un totale del 47,7%. Sempre secondo i dati Istat, per numero di attività, a

farla da padrone è il settore dei servizi di assistenza sociale con 19.567 istituzioni e 432.563 volontari im-pegnati. Seguono gli altri servizi sanitari (non pretta-mente legati all’ospedalizzazione) con 7.772 attività e 270.663 volontari, i servizi ospedalieri generali e riabilitativi con 1.803 enti e 50.419 volontari, i servizi per lungodegenti con 815 istituzioni e 10.985 volon-tari e i servizi ospedalieri e non ospedalieri con 579 istituzioni e 5.632 volontari. Un sistema variegato e complesso, rappresentato al 16% dalle strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili (con il 15,3 di volontari), al 14,5% per l’assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili (con il 17,1%

di volontari), per il 10,5% costituito da servizi di asilo nido e assistenza diurna per minori disabili (in cui è impegnato il 6,3% del volontariato in sanità attivo) e chiudono le altra attività di assistenza sociale non residenziale che occupano il 59% dell’intero compar-to, impiegando il 61,2% dei volontari. A influenzare l’intero comparto variabili differenti, tra cui l’allun-gamento dell’aspettativa di vista che ha portato, dal 1999 a oggi, a un’evidente crescita delle istituzioni che lavorano nei servizi per lungodegenti (+144%) e dei volontari impiegati nei servizi psichiatrici ospeda-lieri e non ospedalieri (+180%). Tra la mole di dati diffusi, spiccano quelli relativi ai lavoratori retribuiti che in 10 anni sono aumen-tati del 34,1% in sanità e del 61,5% in ambito socio assistenziale, rispetto a un aumento generale del 52,1%. È proprio questo uno dei dati più significa-tivi: in un momento di crisi di sistema, l’incontro tra mondo del non profit e mondo della sanità di-venta, se debitamente supportato, un’opportunità, un canale utile non solo a supportare il sistema sanitario, ma anche creare lavoro. Una prospet-tiva che, per quanto sia già realtà al Nord, nella sanità meridionale è ancora in forma embrionale: le istituzioni non profit non sono così organizzate e anche il numero dei volontari e il loro ruolo è piuttosto marginale.

Il sogno di un polo pediatrico a Lecce diventerà presto realtà grazie al pro-

tocollo d’Intesa firmato dalla Regione Puglia (assessorato al Welfare e alle Politiche della Salute), la ASL e l’asso-ciazione di volontariato “Tria Corda on-lus”, che da tempo si è fatta portatrice di questa istanza. Il protocollo è finalizzato alla progettazione tecnico-economico-finanziaria e alla realizzazione del polo pediatrico negli spazi che si libereranno al Fazzi dopo il trasferimento dell’area delle emergenze nella nuova torre in costruzione. L’obiettivo è di raziona-lizzare le risorse esistenti riducendo a 5 le pediatrie sparse nella provincia di Lecce e concentrando qui 46 degli at-tuali 86 posti letto disponibili, cui se ne aggiungono 4 per la Terapia intensiva, 4 per l’Osservazione breve intensiva, 20 per la Chirurgia pediatrica e 10 in On-cologia pediatrica. Un esempio di sussi-diarietà che troverà la sua forma entro il prossimo anno in una fondazione di par-tecipazione, nella quale confluiranno le istituzioni – dal Comune, alla Regione, alla Provincia – le associazioni del mon-do del volontariato che operano in que-sto settore e enti di ricerca come l’Uni-versità del Salento e il CNR. «Spesso – spiega Antonio Aguglia, presidente di “Tria Corda onlus” – le associazioni sono frammentate anche se operano ne-gli stessi ambiti. Questo crea dispersio-

ne delle energie e tanta confusione. Noi vogliamo creare rete per concentrare gli sforzi e acquisire un sempre maggiore potere contrattuale anche nei confronti della politica». La call è rivolta anche al mondo del profit, al fine di creare una sinergia il più efficace possibile. Han-no già aderito, inoltre, le associazioni “Agop – Per un sorriso in più”, “L’Ab-braccio”, l’Associazione salentina diabetici, “Un sorriso per Francesco”, “Sara” e il CSV Salento. «L’idea – con-tinua Aguglia – è quella di realizzare a Lecce un ospedale europeo sul modello del Meyer di Firenze o del Children’s Hospital di Miami, dotato di soluzioni compatibili con il risparmio energeti-co. Ci saranno grandi vetrate, con tanta luce naturale per illuminare architetture a misura di bambino pensate per esse-re non solo funzionali ma anche solari, come dovrebbero essere tutti i bambini che dovrà accogliere». In previsione, spazi per lo studio, postazioni internet per collegarsi con la classe e non perde-re i contatti con la consueta normalità, ludoteche, aree con giochi, musica e libri per i bimbi, ed una foresteria per ospitare i genitori. Ci saranno spazi per lo studio, postazio-ni internet per collegarsi con la classe e non perdere i contatti con la consueta normalità, ludoteche, aree con giochi, musica e libri per i bimbi, ed una fore-

steria per ospitare i genitori. Il centro sarà dotato di attrezzature medico sa-nitarie d’avanguardia, sale operatorie, laboratori, ambulatori, day hospital, un centro per la riabilitazione e il fol-low-up. Il progetto ha come obiettivo generale quello di realizzare ed offri-re ai bambini ed alle loro famiglie un complessivo miglioramento dei servi-zi. Se l’affetto e il calore umano curano quanto una medicina, il bambino deve trovare nell’ospedale un ambiente a propria misura, dove poter continuare a giocare, ed a studiare con l’aiuto de-gli insegnanti, avendo vicino i propri cari. Deve ricevere ogni cura possibile senza che la sua vita, con il suo mondo

di affetti e di esperienze rimanga fuori dall’ospedale. L’obiettivo è di realizzare un centro di II livello che garantirà ai bambini ed agli adolescenti, cure complesse e ricoveri in ambienti dedicati, attraver-so prestazioni d’eccellenza di alta ed altissima specializzazione, con équipe adeguatamente qualificate e dotato di idonei supporti tecnologici. Tale centro, oltre che essere integrato funzionalmente con il sistema delle cure territoriali e con gli altri reparti pedia-trici presenti nel bacino di riferimento (secondo un modello “hub and spoke”), sarà collegato in rete alle altre strutture dello stesso livello presenti in Regione.

A cura di Lara Esposito

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NATALE CON I TUOI...?

SPAZIO AI BIMBI

A NATALE REGALO SOLIDARIETÀ

DI TUTTO UN PO’

Si sa. il Natale è festa dei bambini, per i bambini.. la magia dell’attesa, la scoperta delle sorprese, rende queste feste particolarmente care a loro. Per

questo il calendario degli eventi rivolti ai più piccoli si arricchisce anche del contributo delle associazioni di volontariato. Il 20 dicembre, a Racale i bambini potranno incantarsi con le fiabe raccontate dal Laboratorio delle Meraviglie in collaborazione con “Librolandia”. L’even-to fa parte del calendario di iniziative organizzate dall’associazione Ape fino al 29 dicembre, e realizzate presso la loro sede in piazza Beltrano 33.

Spostiamoci ora a Palmariggi, dove il 23 dicembre dalle ore 15.00 l’asso-ciazione Lavori in corso, in collaborazione con Il Girotondo, Azzurro Park e Schola Cantorum, animeranno il centro storico. I bimbi potranno visitare la casa di babbo natale, incontrare trampolieri, spettacoli di magia.. e gustare un’ottima merenda a base di .. dolci!A Parabita invece, presso la sede dell’associazione CB Cover.. la sera della viglia di Natale è atteso Babbo Natale, mentre la sera del 5 gennaio .. arriverà la Befana!

Natale è speciale perchè ci scopria-mo tutti più generosi, dedichiamo

del tempo a cercare piccoli doni, pen-sieri per i nostri cari, non ha importanza il valore economico del dono, quel che conta è il pensiero che c’è dietro a cia-scun presente. Anche le associazioni, attraverso i loro eventi cercano doni e donatori.Donare... ma cosa? L’associazione Avis di Lecce, organizza una giornata di do-nazione del sangue il 21 dicembre dal-le ore 8.30 alle ore 11.30, in piazza S. Oronzo. Chi vuole può recarsi in piazza, lì troverà l’autoemoteca dell’associazio-

ne. Ai donatori verrà dato in dono un pa-nettone offerto dall’associazione AdmoUn’altra giornata dedicata alla donazio-ne sarà organizzata dall’Avis di Levera-no. il 29 dicembre dalle ore 8.30 alle ore 11.30, presso gli studi medici associati di Via Goito. Possono donare le persone fra i 18 e i 65 anni di età, di peso corpo-reo non inferiore ai 50 kg. A Galatina invece il 19 dicembre alle 20.30 l’associazione A.L.I.Ce per la lotta all’ictus cerebrale organizza uno spettacolo di musica e di varietà dal ti-tolo “Alice nel paese delle meraviglie”, presso il Cine Teatro Tartaro di Galatina.

I fondi raccolti saranno destinati a svi-luppare le attività di prevenzione portate avanti dall’associazione. Per info sulla serata: 329/6041950Torniamo a Lecce per altri eventi fina-lizzati alla raccolta fondi. Grazie all’associazione Un sorriso per Francesco, il 20 dicembre alle ore 20.00, presso la Chiesa S. Maria delle Grazie, potrete assistere al Concerto di Natale della corale “G.P. Da Palestina”. Il con-tributo spontaneo che vorrete offrire sarà devoluto alla Casa della Carità di Lecce.Il 27 dicembre l’associazione Le Randa-ge organizzerà una tombolata a sostegno

della costruzione di un gattile in città.Potrete partecipare prenotandovi a [email protected] . Si giocherà dalle ore 19 alle manifatture Knos, è previsto un aperitivo curato dal bar delle manifatture. Un’altra raccolta fondi è organizzata dall’associazione Apmar. Potrete acqui-stare un bellissimo calendario artistico. Il vostro contributo sarà finalizzato alla donazione di un ecografo portatile desti-nato all’attivià reumatologica pediatri-ca. Per l’acquisto del calendario potete scrivere a [email protected] o telefo-nare allo 0832/520165.

Sono tante le iniziative rivolte a grandi e piccini, feste, tombole, presepi..

Il nostro percorso inizia il 22 dicembre nelle acque di Porto Badisco dove l’associazione di Protezione civile di Palmariggi organizza La Natività subac-quea. Alle 16 una breve processione subacquea farà “nascere” il bambin Gesù che sarà poi posto sul gia-ciglio nella grotta di Enea dove è allestito il presepe, visibile per tutto il periodo natalizio.Un altro presepe è stato allestito dall’associazione C.B Cover di Parabita, presso la loro sede in Via

Fratelli De Jatta, 12. Il presepe, dedicato alle vittime delle catastrofi naturali con ambientazioni in tema, potrà essere visitato fino al 6 gennaio.Torniamo a Racale dove l’associazione Ape orga-nizzerà una serie di eventi presso la sede di Piazza Beltrano 33: il 19 dicembre è previsto il torneo di burraco allietato da un aperitivo, il 22 dicembre ci sarà il torneo di pig pong, infine il 29 dicembre vi aspetta la tradizionale tombolata di Natale ricca di premi e golosità.Arriviamo infine a Surbo dove l’associazione cultu-

rale Comitato Sant’Oronzo organizzerà una serie di eventi, si parte il 26 dicembre alle ore 19.00 con il concerto dei ragazzi della schola cantorum di Maria SS. Assunta di Monteroni, si proseguirà il 28 dicem-bre con il torneo di stuppa alle ore 15.30 e con il “pur-ciddhruzzu day” alle ore 19.00. Il 5 gennaio infine sa-ranno premiati i presepi consegnati al comitato entro il 24 dicembre e realizzati con materiali di recupero.Trovate tute le info sul sito del comitato: www.comi-tatosantoronzosurbo.it

Maria Grazia Taliani

Siamo immersi nell’atmosfera natalizia. Come ogni anno la magia si rinnova.Anche il volontariato sembra avere una marcia in più. Sono tantissime le iniziative che le associazioni organizzano per animare il territo-

rio, per promuovere le loro attività raccogliendo, in alcuni casi, un po’ di fondi utili a “mantenersi in vita”. In questa pagina, dedicata al Natale e agli auguri per voi, vi proponiamo le iniziative che sono arrivate con e mail, inviti, o postate sulla nostra pagina Facebook, fino al momento della redazione del nostro mensile.

ASSOCIAZIONI PER IL NATALE