21.00 Jesus, dulcis memoria, dans vera cordis gaudia, Gesù, dolce memoria, che doni al cuore vera gioia, sed super mel et omnia, eius dulcis praesentia.
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21.00
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Jesus, dulcis memoria, dans vera cordis gaudia, Ges, dolce
memoria, che doni al cuore vera gioia, sed super mel et omnia, eius
dulcis praesentia. la tua presenza pi dolce del miele e di ogni
cosa.
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Nil canitur suavius, nil auditur jucundius, Nulla si pu cantare
di pi soave, nulla ascoltare di pi consolante, nil cogitatur
dulcius, quam Jesus Dei Filius, nulla immaginare di pi amabile, di
Ges Figlio di Dio.
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Jesu, spes paenitentibus, quam pius es petentibus Ges, speranza
dei penitenti, quanto sei magnanimo con chi ti invoca quam bonus te
quaerentibus! Sed quid invenientibus? e buono con chi ti cerca! Che
sarai con chi ti trova?
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Benedetto XVI ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 5
maggio 2010 in Piazza San Pietro al compito di santificare del
Ministero ordinato
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Sis, Jesu, nostrum gaudium, qui es futurus praemium, Sii, tu
Ges, il nostro gaudio, tu che un giorno sarai il nostro premio, sit
nostra in te gloria, per cuncta semper saecula. Amen. in te sia
riposta la nostra gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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In verit, in verit vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io
sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel
deserto e sono morti; questo il pane che discende dal cielo, perch
chi ne mangia non muoia.
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Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivr in eterno e il pane che io dar la mia carne per la
vita del mondo. Giovanni 6, 47-51
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Quel sacro Telo pu nutrire ed alimentare la fede e rinvigorire
la piet cristiana, perch spinge ad andare al Volto di Cristo, al
Corpo del Cristo crocifisso e risorto, a contemplare il Mistero
Pasquale, centro del Messaggio cristiano. Del Corpo di Cristo
risorto, vivo e operante nella storia (cfr Rm 12,5), noi, cari
fratelli e sorelle, siamo membra vive, ciascuno secondo la propria
funzione, con il compito cio che il Signore ha voluto
affidarci.
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Oggi, in questa catechesi, vorrei ritornare ai compiti
specifici dei sacerdoti, che, secondo la tradizione, sono
essenzialmente tre: insegnare, santificare e governare.
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Oggi vorrei soffermarmi brevemente con voi sul secondo compito
che ha il sacerdote, quello di santificare gli uomini, soprattutto
mediante i Sacramenti e il culto della Chiesa. Qui dobbiamo
innanzitutto chiederci: Che cosa vuol dire la parola Santo? La
risposta : Santo la qualit specifica dellessere di Dio, cio
assoluta verit, bont, amore, bellezza luce pura. Santificare una
persona significa quindi metterla in contatto con Dio, con questo
suo essere luce, verit, amore puro.
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ovvio che tale contatto trasforma la persona. Nellantichit cera
questa ferma convinzione: Nessuno pu vedere Dio senza morire
subito. Troppo grande la forza di verit e di luce! Se luomo tocca
questa corrente assoluta, non sopravvive. Daltra parte cera anche
la convinzione: Senza un minimo contatto con Dio luomo non pu
vivere. Verit, bont, amore sono condizioni fondamentali del suo
essere.
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Cos siamo di nuovo arrivati al compito del sacerdote di
santificare. Nessun uomo da s, a partire dalla sua propria forza pu
mettere laltro in contatto con Dio. Parte essenziale della grazia
del sacerdozio il dono, il compito di creare questo contatto.
Questo si realizza nellannuncio della parola di Dio, nella quale la
sua luce ci viene incontro. Si realizza in un modo particolarmente
denso nei Sacramenti. Limmersione nel Mistero pasquale di morte e
risurrezione di Cristo avviene nel Battesimo, rafforzata nella
Confermazione e nella Riconciliazione, alimentata dallEucaristia,
Sacramento che edifica la Chiesa come Popolo di Dio, Corpo di
Cristo, Tempio dello Spirito Santo.
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quindi Cristo stesso che rende santi, cio ci attira nella sfera
di Dio. Ma come atto della sua infinita misericordia chiama alcuni
a stare con Lui e diventare, mediante il Sacramento dellOrdine,
nonostante la povert umana, partecipi del suo stesso Sacerdozio,
ministri di questa santificazione, dispensatori dei suoi misteri,
ponti dellincontro con Lui, della sua mediazione tra Dio e gli
uomini e tra gli uomini e Dio.
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Ma possibile esercitare autenticamente il Ministero sacerdotale
superando la pastorale sacramentale? Che cosa significa
propriamente per i sacerdoti evangelizzare, in che cosa consiste il
cosiddetto primato dellannuncio? Come riportano i Vangeli, Ges
afferma che lannuncio del Regno di Dio lo scopo della sua missione;
questo annuncio, per, non solo un discorso, ma include, nel
medesimo tempo, il suo stesso agire; i segni, i miracoli che Ges
compie indicano che il Regno viene come realt presente e che
coincide alla fine con la sua stessa persona, con il dono di se,
come abbiamo sentito oggi nella lettura del Vangelo.
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E lo stesso vale per il ministro ordinato: egli, il sacerdote,
rappresenta Cristo, lInviato del Padre, ne continua la sua
missione, mediante la parola e il sacramento, in questa totalit di
corpo e anima, di segno e parola. SantAgostino, in una lettera al
Vescovo Onorato di Thiabe, riferendosi ai sacerdoti afferma:
Facciano dunque i servi di Cristo, i ministri della parola e del
sacramento di Lui, ci che egli comand o permise.
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necessario riflettere se, in taluni casi, laver sottovalutato
lesercizio fedele del munus sanctificandi, non abbia forse
rappresentato un indebolimento della stessa fede nellefficacia
salvifica dei Sacramenti e, in definitiva, nelloperare attuale di
Cristo e del suo Spirito, attraverso la Chiesa, nel mondo.
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Nellazione di Cristo mediante la Chiesa, in particolare nel
Sacramento dellEucaristia, che rende presente lofferta sacrificale
redentrice del Figlio di Dio, nel Sacramento della Riconciliazione,
in cui dalla morte del peccato si torna alla vita nuova, e in ogni
altro atto sacramentale di santificazione. importante, quindi,
promuovere una catechesi adeguata per aiutare i fedeli a
comprendere il valore dei Sacramenti, ma altrettanto necessario,
sullesempio del Santo Curato dArs, essere disponibili, generosi e
attenti nel donare ai fratelli i tesori di grazia che Dio ha posto
nelle nostre mani, e dei quali non siamo i padroni, ma custodi ed
amministratori.
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Soprattutto in questo nostro tempo, nel quale, da un lato,
sembra che la fede vada indebolendosi e, dallaltro, emergono un
profondo bisogno e una diffusa ricerca di spiritualit, necessario
che ogni sacerdote ricordi che nella sua missione lannuncio
missionario e il culto e i sacramenti non sono mai separati e
promuova una sana pastorale sacramentale, per formare il Popolo di
Dio e aiutarlo a vivere in pienezza la Liturgia, il culto della
Chiesa, i Sacramenti come doni gratuiti di Dio, atti liberi ed
efficaci della sua azione di salvezza.
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La verit secondo la quale nel Sacramento non siamo noi uomini a
fare qualcosa riguarda, e deve riguardare, anche la coscienza
sacerdotale: ciascun presbitero sa bene di essere strumento
necessario allagire salvifico di Dio, ma pur sempre strumento. Tale
coscienza deve rendere umili e generosi nellamministrazione dei
Sacramenti, nel rispetto delle norme canoniche, ma anche nella
profonda convinzione che la propria missione far s che tutti gli
uomini, uniti a Cristo, possano offrirsi a Dio come ostia viva e
santa a Lui gradita.
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Esemplare, circa il primato del munus sanctificandi e della
giusta interpretazione della pastorale sacramentale, ancora san
Giovanni Maria Vianney, il quale, un giorno, di fronte ad un uomo
che diceva di non aver fede e desiderava discutere con lui, il
parroco rispose: Oh! amico mio, vindirizzate assai male, io non so
ragionare... ma se avete bisogno di qualche consolazione, mettetevi
l... (il suo dito indicava linesorabile sgabello [del
confessionale]) e credetemi, che molti altri vi si sono messi prima
di voi, e non ebbero a pentirsene.
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Vorrei rinnovare linvito fatto recentemente a tornare al
confessionale, come luogo nel quale celebrare il Sacramento della
Riconciliazione, ma anche come luogo in cui abitare pi spesso,
perch il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto,
sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare la presenza della
Misericordia Divina, accanto alla Presenza reale
nellEucaristia.
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E vorrei anche invitare ogni sacerdote a celebrare e vivere con
intensit lEucaristia, che nel cuore del compito di santificare; Ges
che vuole stare con noi, vivere in noi, donarci se stesso,
mostrarci linfinita misericordia e tenerezza di Dio; lunico
Sacrificio di amore di Cristo che si rende presente, si realizza
tra di noi e giunge fino al trono della Grazia, alla presenza di
Dio, abbraccia lumanit e ci unisce a Lui.
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Se la grande tradizione ecclesiale ha giustamente svincolato
lefficacia sacramentale dalla concreta situazione esistenziale del
singolo sacerdote, e cos le legittime attese dei fedeli sono
adeguatamente salvaguardate, ci non toglie nulla alla necessaria,
anzi indispensabile tensione verso la perfezione morale, che deve
abitare ogni cuore autenticamente sacerdotale: c anche un esempio
di fede e di testimonianza di santit, che il Popolo di Dio si
attende giustamente dai suoi Pastori. Ed nella celebrazione dei
Santi Misteri che il sacerdote trova la radice della sua
santificazione.
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Cari amici, siate consapevoli del grande dono che i sacerdoti
sono per la Chiesa e per il mondo; attraverso il loro ministero, il
Signore continua a salvare gli uomini, a rendersi presente, a
santificare. Sappiate ringraziare Dio, e soprattutto siate vicini
ai vostri sacerdoti con la preghiera e con il sostegno,
specialmente nelle difficolt, affinch siano sempre pi Pastori
secondo il cuore di Dio. Grazie.