DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL ... · operative dell’AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), dipartimento. dipartimento;

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DIPARTIMENTO

DMI

RELAZIONE COL TERRITORIO

AREA PEDIATRICA

INDICATORI DI QUALITArsquo E RISK MANAGEMENT

POSSIBILI UTILIZZI

AREA NEONATALE

DOLORE NEONATALE - AGGIORNAMENTI

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Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)

Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)

3

Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

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Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

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Iter legislativo

bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

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Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

(obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

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bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

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Iter legislativo

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Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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Iter legislativo

bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

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Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

(modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

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Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

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Modelli di Dipartimento

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bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

il DMI

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il DMI

bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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il DMI

Il tutto collegato

col territorio

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Le TRE fasi del cambiamento

Integrazioneistituzionale

AutonomiaeSpecializ-zazione

Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

DMI

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il DMI

La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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il DMI

Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

obiettivi dellassistenza

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2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Modello organizzativo proposto

Soggetti

Ambito territoriale

Coordinatore di ambito

Distretto Sanitario

Direttore di Distretto

Dipartimento Materno Infantile

Direttore del DMI

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Strumenti della programmazione

Piano sociale di ZonaPDZ

Programma delle attivitagravedistrettuali

PAD

Obiettivi specifici nel

Piano di Zona

Funzioni specifiche

bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

Funzioni specifiche

bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

Funzioni specifiche

bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

(documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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Necessitagrave di un cambiamento di rotta

bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

1 Interventi dedicati al neonato

2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

La promozione di percorsi assistenziali

I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

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assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

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DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

Il Comitato di dipartimento

bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

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34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

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Qualche idea

1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

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Nuovi approcci pediatrici

(Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

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bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

Media intensitagrave o media complessitagrave

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Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

bull Anemia

bull Sindromi emorragiche

bull Disidratazione

bull Sindromi dolorose

bull Perdite di coscienza transitorie

bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

bull Trauma cranico

bull Asma acuto

bull Laringite acuta

bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

bull Febbri di natura sospetta

bull Dolori addominali

bull Gastroenteriti

bull Convulsioni

bull Intossicazioni

bull Reazioni allergiche medio‐gravi

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Pazienti NON appropriati per OB

bull Febbre in pazienti neutropenici

bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

bull Epiglottite

bull Meningite

bull Disturbi elettrolitici severi

bull Neonati

bull Insufficienza respiratoria

bull Shock

bull Ostruzione delle vie aeree

bull Cardiopatie o aritmie instabili

bull Coma

bull Intossicazioni gravi

bull Sepsi conclamata eo con shock settico

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LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

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La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

1 Quale mission

2 Quali risultati

(A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

Il Consultorio familiare

Tutela del benessere in etagrave evolutiva

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

LE AREE COINVOLTE SONO

AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

La Rete della Pediatria territoriale

il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

PLS MMG

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

RIFERIMENTI NORMATIVI

Le attivitagrave consultoriali

L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

ad un secondo livello

collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Il Consultorio familiare

le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

dellrsquoapprendimento)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

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DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

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57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

pediatrica ndashmaggio 2005 -

Situazione di partenza

Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

bull Situazione di partenza

bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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ALCUNI INTERVENTI

bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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ALCUNI INTERVENTI

bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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ALCUNI INTERVENTI

bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

(Ministero della Salute)

CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

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Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

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Centri nascita STEN TIN

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Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

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La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

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EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

70

Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

71

Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

72

Percheacute STEN

73

OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

74

La legislazione italiana e lo STEN

bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

75

La legislazione italiana e lo STEN

Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

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Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

Puglia Toscana

Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

Ampia copertura

Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

Realtagrave a

Realtagrave b

Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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bull ORGANIZZAZIONE

-COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

-IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

-UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

3- Ospedale senza dolore

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Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

(Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

nel caso in cui vengano separate dai neonati

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I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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OSPEDALE SENZA DOLORE

Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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  • Origini del dipartimento
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Iter legislativo
  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
  • Modelli di Dipartimento
  • il DMI
  • il DMI
  • Le TRE fasi del cambiamento
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

    2

    Qualsiasi cambiamento in un mondo professionaleParte dalla capacitagrave dei professionisti di acquisire La consapevolezza che egrave un dovere etico riempireDi contenuti locuzioni quali centralitagrave dellrsquoassistenzaEfficacia ed appropriatezza ( A Santullo 2004)

    Lrsquoorganizzazione dipartimentale egrave il modelloordinario di gestione operativa delle attivitagravea cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalitagravedi assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute)

    3

    Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

    bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 3

    4

    Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

    fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

    Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

    bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

    bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

    5

    Iter legislativo

    bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

    bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

    bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

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    Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

    bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

    bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

    (obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

    7

    bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

    bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

    Iter legislativo

    8

    Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

    Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

    9

    Iter legislativo

    bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

    10

    Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

    (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

    10

    Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

    11

    Modelli di Dipartimento

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

    12

    bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

    coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

    Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

    Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

    Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

    il DMI

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

    13

    il DMI

    bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

    bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

    bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

    bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

    14

    il DMI

    Il tutto collegato

    col territorio

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

    15

    Le TRE fasi del cambiamento

    Integrazioneistituzionale

    AutonomiaeSpecializ-zazione

    Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

    DMI

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

    16

    il DMI

    La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

    17

    il DMI

    Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

    Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

    1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

    19

    PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

    ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

    20

    Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

    1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

    infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

    con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

    alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

    espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

    relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

    deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

    obiettivi dellassistenza

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

    21

    2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

    Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

    22

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Modello organizzativo proposto

    Soggetti

    Ambito territoriale

    Coordinatore di ambito

    Distretto Sanitario

    Direttore di Distretto

    Dipartimento Materno Infantile

    Direttore del DMI

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Strumenti della programmazione

    Piano sociale di ZonaPDZ

    Programma delle attivitagravedistrettuali

    PAD

    Obiettivi specifici nel

    Piano di Zona

    Funzioni specifiche

    bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

    Funzioni specifiche

    bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

    Funzioni specifiche

    bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

    25

    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

    bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

    bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

    (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

    26

    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

    bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

    1 Interventi dedicati al neonato

    2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

    3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

    27

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

    FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

    assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

    28

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    La promozione di percorsi assistenziali

    I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

    bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

    e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

    lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

    29

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

    bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

    bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

    bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

    30

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

    Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

    Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

    Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

    31

    assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

    organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

    31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

    32

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Il Comitato di dipartimento

    bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

    dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

    miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

    33

    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

    Il Comitato di dipartimento

    bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

    bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

    bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

    34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

    35

    Qualche idea

    1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

    Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

    36

    Nuovi approcci pediatrici

    (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

    36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

    37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

    38

    bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

    bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

    Media intensitagrave o media complessitagrave

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

    39

    Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

    bull Anemia

    bull Sindromi emorragiche

    bull Disidratazione

    bull Sindromi dolorose

    bull Perdite di coscienza transitorie

    bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

    bull Trauma cranico

    bull Asma acuto

    bull Laringite acuta

    bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

    bull Febbri di natura sospetta

    bull Dolori addominali

    bull Gastroenteriti

    bull Convulsioni

    bull Intossicazioni

    bull Reazioni allergiche medio‐gravi

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

    40

    Pazienti NON appropriati per OB

    bull Febbre in pazienti neutropenici

    bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

    bull Epiglottite

    bull Meningite

    bull Disturbi elettrolitici severi

    bull Neonati

    bull Insufficienza respiratoria

    bull Shock

    bull Ostruzione delle vie aeree

    bull Cardiopatie o aritmie instabili

    bull Coma

    bull Intossicazioni gravi

    bull Sepsi conclamata eo con shock settico

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

    41

    LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

    bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

    bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

    bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

    bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

    42

    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

    1 Quale mission

    2 Quali risultati

    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

    43

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    La Rete della Pediatria territoriale

    Il Consultorio familiare

    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

    44

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

    LE AREE COINVOLTE SONO

    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    La Rete della Pediatria territoriale

    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

    PLS MMG

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

    46

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

    47

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    RIFERIMENTI NORMATIVI

    Le attivitagrave consultoriali

    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

    48

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

    49

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

    50

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

    51

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    ad un secondo livello

    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

    52

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

    53

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Il Consultorio familiare

    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

    54

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

    dellrsquoapprendimento)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

    55

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

    56

    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

    58

    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

    59

    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

    pediatrica ndashmaggio 2005 -

    Situazione di partenza

    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

    60

    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

    bull Situazione di partenza

    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

    61

    ALCUNI INTERVENTI

    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

    62

    ALCUNI INTERVENTI

    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

    63

    ALCUNI INTERVENTI

    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

    64

    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

    (Ministero della Salute)

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

    65

    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

    66

    Centri nascita STEN TIN

    67

    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

    68

    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

    69

    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

    70

    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

    71

    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

    72

    Percheacute STEN

    73

    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

    74

    La legislazione italiana e lo STEN

    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

    75

    La legislazione italiana e lo STEN

    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

    76

    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

    77

    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

    Puglia Toscana

    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

    Ampia copertura

    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

    Realtagrave a

    Realtagrave b

    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

    78

    bull ORGANIZZAZIONE

    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

    79

    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

    3- Ospedale senza dolore

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

    80

    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

    81

    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

    82

    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

    nel caso in cui vengano separate dai neonati

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

    83

    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

    84

    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

    85

    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

    86

    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

    87

    OSPEDALE SENZA DOLORE

    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

    • Origini del dipartimento
    • Iter legislativo
    • Iter legislativo
    • Iter legislativo
    • Iter legislativo
    • Iter legislativo
    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
    • Modelli di Dipartimento
    • il DMI
    • il DMI
    • Le TRE fasi del cambiamento
    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

      3

      Origini del dipartimentobull Il dipartimento egrave un assetto organizzativo progettato in risposta allrsquoinadeguatezza dellrsquoorganizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO

      bull Concetti fondanti1Multidisciplinarietagrave2 Integrazione3 Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 3

      4

      Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

      fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

      Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

      bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

      bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

      5

      Iter legislativo

      bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

      bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

      bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

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      Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

      bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

      bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

      (obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

      7

      bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

      bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

      Iter legislativo

      8

      Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

      Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

      9

      Iter legislativo

      bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

      10

      Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

      (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

      10

      Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

      11

      Modelli di Dipartimento

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

      12

      bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

      coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

      Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

      Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

      Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

      il DMI

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

      13

      il DMI

      bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

      bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

      bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

      bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

      14

      il DMI

      Il tutto collegato

      col territorio

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

      15

      Le TRE fasi del cambiamento

      Integrazioneistituzionale

      AutonomiaeSpecializ-zazione

      Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

      DMI

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

      16

      il DMI

      La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

      17

      il DMI

      Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

      Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

      1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

      19

      PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

      ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

      20

      Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

      1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

      infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

      con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

      alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

      espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

      relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

      deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

      obiettivi dellassistenza

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

      21

      2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

      Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

      22

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

      23

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Modello organizzativo proposto

      Soggetti

      Ambito territoriale

      Coordinatore di ambito

      Distretto Sanitario

      Direttore di Distretto

      Dipartimento Materno Infantile

      Direttore del DMI

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

      24

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Strumenti della programmazione

      Piano sociale di ZonaPDZ

      Programma delle attivitagravedistrettuali

      PAD

      Obiettivi specifici nel

      Piano di Zona

      Funzioni specifiche

      bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

      Funzioni specifiche

      bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

      Funzioni specifiche

      bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

      25

      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

      bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

      bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

      (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

      26

      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

      bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

      1 Interventi dedicati al neonato

      2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

      3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

      27

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

      FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

      assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

      28

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      La promozione di percorsi assistenziali

      I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

      bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

      e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

      lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

      29

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

      bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

      bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

      bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

      30

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

      Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

      Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

      Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

      31

      assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

      organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

      31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

      32

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Il Comitato di dipartimento

      bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

      dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

      miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

      33

      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

      Il Comitato di dipartimento

      bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

      bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

      bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

      34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

      35

      Qualche idea

      1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

      Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

      36

      Nuovi approcci pediatrici

      (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

      36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

      37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

      38

      bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

      bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

      Media intensitagrave o media complessitagrave

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

      39

      Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

      bull Anemia

      bull Sindromi emorragiche

      bull Disidratazione

      bull Sindromi dolorose

      bull Perdite di coscienza transitorie

      bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

      bull Trauma cranico

      bull Asma acuto

      bull Laringite acuta

      bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

      bull Febbri di natura sospetta

      bull Dolori addominali

      bull Gastroenteriti

      bull Convulsioni

      bull Intossicazioni

      bull Reazioni allergiche medio‐gravi

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

      40

      Pazienti NON appropriati per OB

      bull Febbre in pazienti neutropenici

      bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

      bull Epiglottite

      bull Meningite

      bull Disturbi elettrolitici severi

      bull Neonati

      bull Insufficienza respiratoria

      bull Shock

      bull Ostruzione delle vie aeree

      bull Cardiopatie o aritmie instabili

      bull Coma

      bull Intossicazioni gravi

      bull Sepsi conclamata eo con shock settico

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

      41

      LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

      bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

      bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

      bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

      bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

      42

      La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

      1 Quale mission

      2 Quali risultati

      (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

      43

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      La Rete della Pediatria territoriale

      Il Consultorio familiare

      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

      44

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

      LE AREE COINVOLTE SONO

      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      La Rete della Pediatria territoriale

      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

      PLS MMG

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

      46

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

      47

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      RIFERIMENTI NORMATIVI

      Le attivitagrave consultoriali

      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

      48

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

      49

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

      50

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

      51

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      ad un secondo livello

      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

      52

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

      53

      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Il Consultorio familiare

      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

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      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

      dellrsquoapprendimento)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

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      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

      pediatrica ndashmaggio 2005 -

      Situazione di partenza

      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

      60

      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

      bull Situazione di partenza

      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

      61

      ALCUNI INTERVENTI

      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

      62

      ALCUNI INTERVENTI

      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

      63

      ALCUNI INTERVENTI

      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

      64

      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

      (Ministero della Salute)

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

      65

      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

      66

      Centri nascita STEN TIN

      67

      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

      68

      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

      69

      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

      70

      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

      71

      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

      72

      Percheacute STEN

      73

      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

      74

      La legislazione italiana e lo STEN

      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

      75

      La legislazione italiana e lo STEN

      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

      76

      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

      77

      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

      Puglia Toscana

      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

      Ampia copertura

      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

      Realtagrave a

      Realtagrave b

      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

      78

      bull ORGANIZZAZIONE

      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

      79

      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

      3- Ospedale senza dolore

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

      80

      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

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      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

      82

      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

      nel caso in cui vengano separate dai neonati

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

      83

      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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      OSPEDALE SENZA DOLORE

      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

      • Origini del dipartimento
      • Iter legislativo
      • Iter legislativo
      • Iter legislativo
      • Iter legislativo
      • Iter legislativo
      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
      • Modelli di Dipartimento
      • il DMI
      • il DMI
      • Le TRE fasi del cambiamento
      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

        4

        Iter legislativobull DPR 12869 (art10rdquoordinamento interno dei Servizi Ospedalierirdquo) di

        fronte alla staticitagrave delle strutture sanitarie emerge lrsquoesigenza diIntegrazione dei compitiFlessibilitagrave e dinamicitagrave dellrsquoorganizzazioneIntegrazione di competenze tra professionistiReciproca collaborazione

        Possibilitagrave quindi da parte del Consiglio di amministrazione dellrsquoente di organizzare strutture di tipo dipartimentale

        bull Negli aa lsquo70 il dipartimento viene definito comeldquoegravequipe polispecialistica e polidisciplinarerdquo

        bull Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento( 1‐ dip che accorpano attivitagrave affini o complementari2‐ dip che accorpano attivitagrave polispecialistiche3‐ dip che accorpano att pol senza esigenza di specifici servizi)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4

        5

        Iter legislativo

        bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

        bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

        bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

        6

        Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

        bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

        bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

        (obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

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        bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

        bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

        Iter legislativo

        8

        Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

        Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

        9

        Iter legislativo

        bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

        10

        Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

        (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

        10

        Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

        11

        Modelli di Dipartimento

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

        12

        bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

        coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

        Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

        Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

        Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

        il DMI

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

        13

        il DMI

        bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

        bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

        bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

        bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

        14

        il DMI

        Il tutto collegato

        col territorio

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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        Le TRE fasi del cambiamento

        Integrazioneistituzionale

        AutonomiaeSpecializ-zazione

        Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

        DMI

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

        16

        il DMI

        La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

        17

        il DMI

        Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

        Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

        1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

        19

        PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

        ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

        20

        Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

        1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

        infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

        con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

        alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

        espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

        relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

        deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

        obiettivi dellassistenza

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

        21

        2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

        Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

        22

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

        23

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Modello organizzativo proposto

        Soggetti

        Ambito territoriale

        Coordinatore di ambito

        Distretto Sanitario

        Direttore di Distretto

        Dipartimento Materno Infantile

        Direttore del DMI

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

        24

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Strumenti della programmazione

        Piano sociale di ZonaPDZ

        Programma delle attivitagravedistrettuali

        PAD

        Obiettivi specifici nel

        Piano di Zona

        Funzioni specifiche

        bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

        Funzioni specifiche

        bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

        Funzioni specifiche

        bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

        25

        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

        bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

        bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

        (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

        26

        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

        bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

        1 Interventi dedicati al neonato

        2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

        3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

        27

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

        FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

        assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

        28

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        La promozione di percorsi assistenziali

        I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

        bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

        e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

        lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

        29

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

        bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

        bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

        bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

        30

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

        Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

        Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

        Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

        31

        assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

        organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

        31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

        32

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Il Comitato di dipartimento

        bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

        dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

        miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

        33

        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

        Il Comitato di dipartimento

        bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

        bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

        bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

        34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

        35

        Qualche idea

        1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

        Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

        36

        Nuovi approcci pediatrici

        (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

        36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

        37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

        38

        bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

        bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

        Media intensitagrave o media complessitagrave

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

        39

        Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

        bull Anemia

        bull Sindromi emorragiche

        bull Disidratazione

        bull Sindromi dolorose

        bull Perdite di coscienza transitorie

        bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

        bull Trauma cranico

        bull Asma acuto

        bull Laringite acuta

        bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

        bull Febbri di natura sospetta

        bull Dolori addominali

        bull Gastroenteriti

        bull Convulsioni

        bull Intossicazioni

        bull Reazioni allergiche medio‐gravi

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

        40

        Pazienti NON appropriati per OB

        bull Febbre in pazienti neutropenici

        bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

        bull Epiglottite

        bull Meningite

        bull Disturbi elettrolitici severi

        bull Neonati

        bull Insufficienza respiratoria

        bull Shock

        bull Ostruzione delle vie aeree

        bull Cardiopatie o aritmie instabili

        bull Coma

        bull Intossicazioni gravi

        bull Sepsi conclamata eo con shock settico

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

        41

        LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

        bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

        bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

        bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

        bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

        42

        La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

        1 Quale mission

        2 Quali risultati

        (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

        43

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        La Rete della Pediatria territoriale

        Il Consultorio familiare

        Tutela del benessere in etagrave evolutiva

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

        44

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

        LE AREE COINVOLTE SONO

        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        La Rete della Pediatria territoriale

        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

        PLS MMG

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

        46

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

        47

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        RIFERIMENTI NORMATIVI

        Le attivitagrave consultoriali

        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

        48

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

        49

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

        50

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

        51

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        ad un secondo livello

        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

        52

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

        53

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Il Consultorio familiare

        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

        54

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

        dellrsquoapprendimento)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

        55

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

        56

        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

        pediatrica ndashmaggio 2005 -

        Situazione di partenza

        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

        60

        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

        bull Situazione di partenza

        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

        61

        ALCUNI INTERVENTI

        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

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        ALCUNI INTERVENTI

        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

        63

        ALCUNI INTERVENTI

        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

        64

        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

        (Ministero della Salute)

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

        65

        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

        66

        Centri nascita STEN TIN

        67

        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

        68

        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

        69

        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

        70

        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

        71

        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

        72

        Percheacute STEN

        73

        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

        74

        La legislazione italiana e lo STEN

        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

        75

        La legislazione italiana e lo STEN

        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

        76

        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

        77

        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

        Puglia Toscana

        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

        Ampia copertura

        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

        Realtagrave a

        Realtagrave b

        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

        78

        bull ORGANIZZAZIONE

        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

        79

        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

        3- Ospedale senza dolore

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

        80

        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

        81

        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

        82

        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

        nel caso in cui vengano separate dai neonati

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

        83

        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

        84

        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

        85

        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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        OSPEDALE SENZA DOLORE

        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

        • Origini del dipartimento
        • Iter legislativo
        • Iter legislativo
        • Iter legislativo
        • Iter legislativo
        • Iter legislativo
        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
        • Modelli di Dipartimento
        • il DMI
        • il DMI
        • Le TRE fasi del cambiamento
        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

          5

          Iter legislativo

          bull L 14875 conferma il DPR 12869 lrsquoistituzione dei dip egrave di competenza della Regione

          bull Il DM 8976 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per lrsquoattuazione di qstestrutture

          bull L83378 istituzione del SSN alla legislazione regionale viene affidata lrsquoarticolazione interna dei dip ( fine integrare tra loro le divisioni le sezioni i servizi affini e complementari coordinamento e collegamento tra servizi intraed extra ospedalieri)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 5

          6

          Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

          bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

          bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

          (obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

          7

          bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

          bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

          Iter legislativo

          8

          Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

          Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

          9

          Iter legislativo

          bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

          10

          Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

          (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

          10

          Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

          11

          Modelli di Dipartimento

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

          12

          bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

          coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

          Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

          Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

          Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

          il DMI

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

          13

          il DMI

          bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

          bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

          bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

          bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

          14

          il DMI

          Il tutto collegato

          col territorio

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

          15

          Le TRE fasi del cambiamento

          Integrazioneistituzionale

          AutonomiaeSpecializ-zazione

          Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

          DMI

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

          16

          il DMI

          La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

          17

          il DMI

          Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

          Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

          1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

          19

          PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

          ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

          20

          Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

          1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

          infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

          con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

          alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

          espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

          relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

          deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

          obiettivi dellassistenza

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

          21

          2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

          Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

          22

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

          23

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Modello organizzativo proposto

          Soggetti

          Ambito territoriale

          Coordinatore di ambito

          Distretto Sanitario

          Direttore di Distretto

          Dipartimento Materno Infantile

          Direttore del DMI

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

          24

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Strumenti della programmazione

          Piano sociale di ZonaPDZ

          Programma delle attivitagravedistrettuali

          PAD

          Obiettivi specifici nel

          Piano di Zona

          Funzioni specifiche

          bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

          Funzioni specifiche

          bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

          Funzioni specifiche

          bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

          25

          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

          bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

          bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

          (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

          26

          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

          bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

          1 Interventi dedicati al neonato

          2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

          3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

          27

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

          FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

          assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

          28

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          La promozione di percorsi assistenziali

          I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

          bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

          e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

          lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

          29

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

          bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

          bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

          bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

          30

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

          Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

          Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

          Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

          31

          assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

          organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

          31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

          32

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Il Comitato di dipartimento

          bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

          dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

          miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

          33

          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

          Il Comitato di dipartimento

          bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

          bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

          bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

          34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

          35

          Qualche idea

          1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

          Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

          36

          Nuovi approcci pediatrici

          (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

          36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

          37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

          38

          bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

          bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

          Media intensitagrave o media complessitagrave

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

          39

          Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

          bull Anemia

          bull Sindromi emorragiche

          bull Disidratazione

          bull Sindromi dolorose

          bull Perdite di coscienza transitorie

          bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

          bull Trauma cranico

          bull Asma acuto

          bull Laringite acuta

          bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

          bull Febbri di natura sospetta

          bull Dolori addominali

          bull Gastroenteriti

          bull Convulsioni

          bull Intossicazioni

          bull Reazioni allergiche medio‐gravi

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

          40

          Pazienti NON appropriati per OB

          bull Febbre in pazienti neutropenici

          bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

          bull Epiglottite

          bull Meningite

          bull Disturbi elettrolitici severi

          bull Neonati

          bull Insufficienza respiratoria

          bull Shock

          bull Ostruzione delle vie aeree

          bull Cardiopatie o aritmie instabili

          bull Coma

          bull Intossicazioni gravi

          bull Sepsi conclamata eo con shock settico

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

          41

          LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

          bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

          bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

          bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

          bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

          42

          La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

          1 Quale mission

          2 Quali risultati

          (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

          43

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          La Rete della Pediatria territoriale

          Il Consultorio familiare

          Tutela del benessere in etagrave evolutiva

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

          44

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

          LE AREE COINVOLTE SONO

          AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

          AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

          hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          La Rete della Pediatria territoriale

          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

          PLS MMG

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

          46

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

          47

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          RIFERIMENTI NORMATIVI

          Le attivitagrave consultoriali

          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

          48

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

          49

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

          50

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

          51

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          ad un secondo livello

          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

          52

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

          53

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Il Consultorio familiare

          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

          54

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

          dellrsquoapprendimento)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

          55

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

          56

          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

          58

          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

          59

          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

          pediatrica ndashmaggio 2005 -

          Situazione di partenza

          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

          60

          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

          bull Situazione di partenza

          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

          61

          ALCUNI INTERVENTI

          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

          62

          ALCUNI INTERVENTI

          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

          63

          ALCUNI INTERVENTI

          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

          64

          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

          (Ministero della Salute)

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

          65

          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

          66

          Centri nascita STEN TIN

          67

          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

          68

          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

          69

          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

          70

          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

          71

          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

          72

          Percheacute STEN

          73

          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

          74

          La legislazione italiana e lo STEN

          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

          75

          La legislazione italiana e lo STEN

          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

          76

          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

          77

          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

          Puglia Toscana

          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

          Ampia copertura

          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

          Realtagrave a

          Realtagrave b

          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

          78

          bull ORGANIZZAZIONE

          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

          79

          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

          3- Ospedale senza dolore

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

          80

          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

          81

          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

          82

          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

          nel caso in cui vengano separate dai neonati

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

          83

          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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          OSPEDALE SENZA DOLORE

          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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          • Origini del dipartimento
          • Iter legislativo
          • Iter legislativo
          • Iter legislativo
          • Iter legislativo
          • Iter legislativo
          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
          • Modelli di Dipartimento
          • il DMI
          • il DMI
          • Le TRE fasi del cambiamento
          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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            Iter legislativoIter legislativobull L 59585 (programmazione sanitaria) e L 41292 (legge finanziaria) si organizzano le UO per ldquoaree funzionali omogenee)

            bull Il termine ldquofunzionalerdquo vuole indicare lrsquoaggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo

            bull Il termine ldquostrutturalerdquo invece vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali

            (obiettivo mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e lrsquoassetto dipartimentale connotato dalla trasversalitagrave e dallrsquointegrazione disciplinare e professionale)

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 6

            7

            bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

            bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

            Iter legislativo

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            Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

            Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

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            Iter legislativo

            bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

            10

            Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

            (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

            10

            Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

            11

            Modelli di Dipartimento

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

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            bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

            coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

            Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

            Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

            Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

            il DMI

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

            13

            il DMI

            bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

            bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

            bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

            bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

            14

            il DMI

            Il tutto collegato

            col territorio

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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            Le TRE fasi del cambiamento

            Integrazioneistituzionale

            AutonomiaeSpecializ-zazione

            Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

            DMI

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

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            il DMI

            La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

            17

            il DMI

            Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

            Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

            1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

            19

            PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

            ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

            20

            Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

            1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

            infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

            con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

            alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

            espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

            relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

            deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

            obiettivi dellassistenza

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

            21

            2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

            Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

            22

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

            23

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Modello organizzativo proposto

            Soggetti

            Ambito territoriale

            Coordinatore di ambito

            Distretto Sanitario

            Direttore di Distretto

            Dipartimento Materno Infantile

            Direttore del DMI

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Strumenti della programmazione

            Piano sociale di ZonaPDZ

            Programma delle attivitagravedistrettuali

            PAD

            Obiettivi specifici nel

            Piano di Zona

            Funzioni specifiche

            bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

            Funzioni specifiche

            bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

            Funzioni specifiche

            bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

            25

            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

            bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

            bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

            (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

            bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

            1 Interventi dedicati al neonato

            2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

            3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

            FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

            assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

            28

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            La promozione di percorsi assistenziali

            I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

            bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

            e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

            lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

            bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

            bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

            bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

            Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

            Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

            Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

            31

            assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

            organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

            31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

            32

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Il Comitato di dipartimento

            bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

            dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

            miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

            33

            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

            Il Comitato di dipartimento

            bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

            bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

            bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

            34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

            35

            Qualche idea

            1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

            Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

            36

            Nuovi approcci pediatrici

            (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

            36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

            37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

            38

            bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

            bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

            Media intensitagrave o media complessitagrave

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

            39

            Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

            bull Anemia

            bull Sindromi emorragiche

            bull Disidratazione

            bull Sindromi dolorose

            bull Perdite di coscienza transitorie

            bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

            bull Trauma cranico

            bull Asma acuto

            bull Laringite acuta

            bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

            bull Febbri di natura sospetta

            bull Dolori addominali

            bull Gastroenteriti

            bull Convulsioni

            bull Intossicazioni

            bull Reazioni allergiche medio‐gravi

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

            40

            Pazienti NON appropriati per OB

            bull Febbre in pazienti neutropenici

            bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

            bull Epiglottite

            bull Meningite

            bull Disturbi elettrolitici severi

            bull Neonati

            bull Insufficienza respiratoria

            bull Shock

            bull Ostruzione delle vie aeree

            bull Cardiopatie o aritmie instabili

            bull Coma

            bull Intossicazioni gravi

            bull Sepsi conclamata eo con shock settico

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

            41

            LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

            bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

            bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

            bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

            bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

            42

            La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

            1 Quale mission

            2 Quali risultati

            (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

            43

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            La Rete della Pediatria territoriale

            Il Consultorio familiare

            Tutela del benessere in etagrave evolutiva

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

            44

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

            LE AREE COINVOLTE SONO

            AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

            AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

            hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            La Rete della Pediatria territoriale

            il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

            partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

            PLS MMG

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

            46

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

            47

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            RIFERIMENTI NORMATIVI

            Le attivitagrave consultoriali

            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

            48

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

            49

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

            50

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

            51

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            ad un secondo livello

            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

            52

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

            53

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Il Consultorio familiare

            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

            54

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

            dellrsquoapprendimento)

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

            55

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

            56

            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

            58

            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

            pediatrica ndashmaggio 2005 -

            Situazione di partenza

            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

            60

            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

            bull Situazione di partenza

            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

            61

            ALCUNI INTERVENTI

            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

            62

            ALCUNI INTERVENTI

            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

            63

            ALCUNI INTERVENTI

            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

            64

            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

            (Ministero della Salute)

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

            65

            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

            66

            Centri nascita STEN TIN

            67

            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

            68

            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

            69

            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

            70

            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

            71

            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

            72

            Percheacute STEN

            73

            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

            74

            La legislazione italiana e lo STEN

            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

            75

            La legislazione italiana e lo STEN

            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

            76

            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

            77

            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

            Puglia Toscana

            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

            Ampia copertura

            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

            Realtagrave a

            Realtagrave b

            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

            78

            bull ORGANIZZAZIONE

            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

            79

            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

            3- Ospedale senza dolore

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

            80

            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

            81

            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

            82

            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

            nel caso in cui vengano separate dai neonati

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

            83

            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

            84

            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

            85

            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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            OSPEDALE SENZA DOLORE

            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

            • Origini del dipartimento
            • Iter legislativo
            • Iter legislativo
            • Iter legislativo
            • Iter legislativo
            • Iter legislativo
            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
            • Modelli di Dipartimento
            • il DMI
            • il DMI
            • Le TRE fasi del cambiamento
            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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              bull DL 50292 ndash ldquoRiordino della disciplina in materia sanitaria ldquo‐ i Dipartimenti diventano obbligatori (ldquocultura della partecipazionerdquo) e nel 1996 si propongono le linee guida per lrsquoapplicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere (ASSR Agenzia per i servizi Sanitari Regionali)

              bull Il Dipartimento viene definito come ldquocostituito da UO omogenee affini e complementari che perseguono comuni finalitagrave e sono tra loro interdipendenti pur mantenendo la propria autonomia e responsabilitagrave professionale Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale volta a dare risposte unitarie tempestive razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale didattico di ricerca etico medico legale ed economicordquo

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 7

              Iter legislativo

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              Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

              Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 8

              9

              Iter legislativo

              bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

              10

              Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

              (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

              10

              Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

              11

              Modelli di Dipartimento

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

              12

              bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

              coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

              Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

              Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

              Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

              il DMI

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

              13

              il DMI

              bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

              bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

              bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

              bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

              14

              il DMI

              Il tutto collegato

              col territorio

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

              15

              Le TRE fasi del cambiamento

              Integrazioneistituzionale

              AutonomiaeSpecializ-zazione

              Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

              DMI

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

              16

              il DMI

              La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

              17

              il DMI

              Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

              Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

              1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

              19

              PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

              ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

              20

              Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

              1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

              infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

              con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

              alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

              espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

              relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

              deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

              obiettivi dellassistenza

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

              21

              2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

              Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

              22

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

              23

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Modello organizzativo proposto

              Soggetti

              Ambito territoriale

              Coordinatore di ambito

              Distretto Sanitario

              Direttore di Distretto

              Dipartimento Materno Infantile

              Direttore del DMI

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

              24

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Strumenti della programmazione

              Piano sociale di ZonaPDZ

              Programma delle attivitagravedistrettuali

              PAD

              Obiettivi specifici nel

              Piano di Zona

              Funzioni specifiche

              bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

              Funzioni specifiche

              bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

              Funzioni specifiche

              bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

              25

              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

              bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

              bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

              (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

              26

              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

              bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

              1 Interventi dedicati al neonato

              2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

              3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

              27

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

              FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

              assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

              28

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              La promozione di percorsi assistenziali

              I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

              bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

              e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

              lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

              29

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

              bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

              bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

              bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

              30

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

              Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

              Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

              Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

              31

              assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

              organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

              31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

              32

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Il Comitato di dipartimento

              bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

              dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

              miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

              33

              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

              Il Comitato di dipartimento

              bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

              bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

              bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

              34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

              35

              Qualche idea

              1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

              Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

              36

              Nuovi approcci pediatrici

              (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

              36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

              37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

              38

              bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

              bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

              Media intensitagrave o media complessitagrave

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

              39

              Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

              bull Anemia

              bull Sindromi emorragiche

              bull Disidratazione

              bull Sindromi dolorose

              bull Perdite di coscienza transitorie

              bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

              bull Trauma cranico

              bull Asma acuto

              bull Laringite acuta

              bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

              bull Febbri di natura sospetta

              bull Dolori addominali

              bull Gastroenteriti

              bull Convulsioni

              bull Intossicazioni

              bull Reazioni allergiche medio‐gravi

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

              40

              Pazienti NON appropriati per OB

              bull Febbre in pazienti neutropenici

              bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

              bull Epiglottite

              bull Meningite

              bull Disturbi elettrolitici severi

              bull Neonati

              bull Insufficienza respiratoria

              bull Shock

              bull Ostruzione delle vie aeree

              bull Cardiopatie o aritmie instabili

              bull Coma

              bull Intossicazioni gravi

              bull Sepsi conclamata eo con shock settico

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

              41

              LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

              bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

              bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

              bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

              bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

              42

              La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

              1 Quale mission

              2 Quali risultati

              (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

              43

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              La Rete della Pediatria territoriale

              Il Consultorio familiare

              Tutela del benessere in etagrave evolutiva

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

              44

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

              LE AREE COINVOLTE SONO

              AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

              AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

              hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              La Rete della Pediatria territoriale

              il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

              partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

              PLS MMG

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

              46

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

              La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

              LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

              47

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              RIFERIMENTI NORMATIVI

              Le attivitagrave consultoriali

              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

              48

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

              49

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

              50

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

              51

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              ad un secondo livello

              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

              52

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

              53

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Il Consultorio familiare

              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

              54

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

              dellrsquoapprendimento)

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

              55

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

              56

              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

              58

              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

              59

              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

              pediatrica ndashmaggio 2005 -

              Situazione di partenza

              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

              60

              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

              bull Situazione di partenza

              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

              61

              ALCUNI INTERVENTI

              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

              62

              ALCUNI INTERVENTI

              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

              63

              ALCUNI INTERVENTI

              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

              64

              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

              (Ministero della Salute)

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

              65

              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

              66

              Centri nascita STEN TIN

              67

              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

              68

              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

              69

              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

              70

              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

              71

              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

              72

              Percheacute STEN

              73

              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

              74

              La legislazione italiana e lo STEN

              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

              75

              La legislazione italiana e lo STEN

              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

              76

              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

              77

              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

              Puglia Toscana

              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

              Ampia copertura

              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

              Realtagrave a

              Realtagrave b

              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

              78

              bull ORGANIZZAZIONE

              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

              79

              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

              3- Ospedale senza dolore

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

              80

              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

              81

              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

              82

              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

              nel caso in cui vengano separate dai neonati

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

              83

              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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              OSPEDALE SENZA DOLORE

              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

              • Origini del dipartimento
              • Iter legislativo
              • Iter legislativo
              • Iter legislativo
              • Iter legislativo
              • Iter legislativo
              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
              • Modelli di Dipartimento
              • il DMI
              • il DMI
              • Le TRE fasi del cambiamento
              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                Iter legislativobull FINALITArsquo DEL DIPARTIMENTO

                Gestione in comune del personale non medicoUtilizzo in comune di spazi attrezzature tecnologiaMiglioramento dellrsquoefficienza ed integrazione attivitagrave per miglior servizio a minor costoCoordinamento e sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca e di studio delle strutture del DipMiglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza erogata allrsquointerno delle strutture del DipSperimentazione e adozione di modalitagrave organizzative che a paritagrave di risultati sulla salute dellrsquoutente permettano un soggiorno piugrave breve dellrsquoutente in ospedaleIl miglioramento della qualitagrave dellrsquoassistenza erogata

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                9

                Iter legislativo

                bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

                10

                Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

                (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

                10

                Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

                11

                Modelli di Dipartimento

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                12

                bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

                coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

                Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

                Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

                Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

                il DMI

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

                13

                il DMI

                bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

                14

                il DMI

                Il tutto collegato

                col territorio

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                15

                Le TRE fasi del cambiamento

                Integrazioneistituzionale

                AutonomiaeSpecializ-zazione

                Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                DMI

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                16

                il DMI

                La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                17

                il DMI

                Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                19

                PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                20

                Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                obiettivi dellassistenza

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                21

                2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                22

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                23

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Modello organizzativo proposto

                Soggetti

                Ambito territoriale

                Coordinatore di ambito

                Distretto Sanitario

                Direttore di Distretto

                Dipartimento Materno Infantile

                Direttore del DMI

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                24

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Strumenti della programmazione

                Piano sociale di ZonaPDZ

                Programma delle attivitagravedistrettuali

                PAD

                Obiettivi specifici nel

                Piano di Zona

                Funzioni specifiche

                bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                Funzioni specifiche

                bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                Funzioni specifiche

                bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                25

                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                1 Interventi dedicati al neonato

                2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                27

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                28

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                La promozione di percorsi assistenziali

                I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                29

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                30

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                31

                assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                32

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Il Comitato di dipartimento

                bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                33

                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                Il Comitato di dipartimento

                bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                35

                Qualche idea

                1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                36

                Nuovi approcci pediatrici

                (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                38

                bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                Media intensitagrave o media complessitagrave

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                39

                Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                bull Anemia

                bull Sindromi emorragiche

                bull Disidratazione

                bull Sindromi dolorose

                bull Perdite di coscienza transitorie

                bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                bull Trauma cranico

                bull Asma acuto

                bull Laringite acuta

                bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                bull Febbri di natura sospetta

                bull Dolori addominali

                bull Gastroenteriti

                bull Convulsioni

                bull Intossicazioni

                bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                40

                Pazienti NON appropriati per OB

                bull Febbre in pazienti neutropenici

                bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                bull Epiglottite

                bull Meningite

                bull Disturbi elettrolitici severi

                bull Neonati

                bull Insufficienza respiratoria

                bull Shock

                bull Ostruzione delle vie aeree

                bull Cardiopatie o aritmie instabili

                bull Coma

                bull Intossicazioni gravi

                bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                41

                LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                42

                La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                1 Quale mission

                2 Quali risultati

                (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                43

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                La Rete della Pediatria territoriale

                Il Consultorio familiare

                Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                44

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                LE AREE COINVOLTE SONO

                AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                La Rete della Pediatria territoriale

                il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                PLS MMG

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                46

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                47

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                RIFERIMENTI NORMATIVI

                Le attivitagrave consultoriali

                L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                48

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                49

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                50

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                51

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                ad un secondo livello

                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                52

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                53

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Il Consultorio familiare

                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                54

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                dellrsquoapprendimento)

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                55

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                56

                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                58

                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                59

                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                Situazione di partenza

                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                60

                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                bull Situazione di partenza

                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                61

                ALCUNI INTERVENTI

                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                62

                ALCUNI INTERVENTI

                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                63

                ALCUNI INTERVENTI

                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                64

                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                (Ministero della Salute)

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                65

                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                66

                Centri nascita STEN TIN

                67

                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                68

                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                69

                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                70

                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                71

                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                72

                Percheacute STEN

                73

                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                74

                La legislazione italiana e lo STEN

                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                75

                La legislazione italiana e lo STEN

                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                76

                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                77

                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                Puglia Toscana

                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                Ampia copertura

                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                Realtagrave a

                Realtagrave b

                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                78

                bull ORGANIZZAZIONE

                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                79

                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                3- Ospedale senza dolore

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                80

                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                81

                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                nel caso in cui vengano separate dai neonati

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                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                OSPEDALE SENZA DOLORE

                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                • Origini del dipartimento
                • Iter legislativo
                • Iter legislativo
                • Iter legislativo
                • Iter legislativo
                • Iter legislativo
                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                • Modelli di Dipartimento
                • il DMI
                • il DMI
                • Le TRE fasi del cambiamento
                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                  Iter legislativo

                  bull DL 22999 alle Regioni e alle Aziende spetta lrsquoapplicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 9

                  10

                  Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

                  (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

                  10

                  Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

                  11

                  Modelli di Dipartimento

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

                  12

                  bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

                  coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

                  Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

                  Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

                  Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

                  il DMI

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

                  13

                  il DMI

                  bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                  bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                  bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                  bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

                  14

                  il DMI

                  Il tutto collegato

                  col territorio

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

                  15

                  Le TRE fasi del cambiamento

                  Integrazioneistituzionale

                  AutonomiaeSpecializ-zazione

                  Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                  DMI

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

                  16

                  il DMI

                  La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                  17

                  il DMI

                  Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                  Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                  1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                  19

                  PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                  ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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                  Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                  1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                  infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                  con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                  alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                  espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                  relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                  deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                  obiettivi dellassistenza

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                  21

                  2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                  Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                  22

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                  23

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Modello organizzativo proposto

                  Soggetti

                  Ambito territoriale

                  Coordinatore di ambito

                  Distretto Sanitario

                  Direttore di Distretto

                  Dipartimento Materno Infantile

                  Direttore del DMI

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                  24

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Strumenti della programmazione

                  Piano sociale di ZonaPDZ

                  Programma delle attivitagravedistrettuali

                  PAD

                  Obiettivi specifici nel

                  Piano di Zona

                  Funzioni specifiche

                  bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                  Funzioni specifiche

                  bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                  Funzioni specifiche

                  bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                  25

                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                  bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                  bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                  (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                  bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                  1 Interventi dedicati al neonato

                  2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                  3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                  FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                  assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                  28

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  La promozione di percorsi assistenziali

                  I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                  bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                  e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                  lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                  29

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                  bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                  bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                  bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                  30

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                  Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                  Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                  Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                  31

                  assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                  organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                  31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                  32

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Il Comitato di dipartimento

                  bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                  dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                  miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                  33

                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                  Il Comitato di dipartimento

                  bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                  bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                  bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                  34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                  35

                  Qualche idea

                  1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                  Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                  36

                  Nuovi approcci pediatrici

                  (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                  36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                  37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                  38

                  bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                  bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                  Media intensitagrave o media complessitagrave

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                  39

                  Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                  bull Anemia

                  bull Sindromi emorragiche

                  bull Disidratazione

                  bull Sindromi dolorose

                  bull Perdite di coscienza transitorie

                  bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                  bull Trauma cranico

                  bull Asma acuto

                  bull Laringite acuta

                  bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                  bull Febbri di natura sospetta

                  bull Dolori addominali

                  bull Gastroenteriti

                  bull Convulsioni

                  bull Intossicazioni

                  bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                  40

                  Pazienti NON appropriati per OB

                  bull Febbre in pazienti neutropenici

                  bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                  bull Epiglottite

                  bull Meningite

                  bull Disturbi elettrolitici severi

                  bull Neonati

                  bull Insufficienza respiratoria

                  bull Shock

                  bull Ostruzione delle vie aeree

                  bull Cardiopatie o aritmie instabili

                  bull Coma

                  bull Intossicazioni gravi

                  bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                  41

                  LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                  bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                  bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                  bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                  bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                  42

                  La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                  1 Quale mission

                  2 Quali risultati

                  (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                  43

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  La Rete della Pediatria territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                  44

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                  LE AREE COINVOLTE SONO

                  AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                  AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                  hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  La Rete della Pediatria territoriale

                  il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                  partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                  PLS MMG

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                  46

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                  La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                  LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                  47

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  RIFERIMENTI NORMATIVI

                  Le attivitagrave consultoriali

                  L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                  48

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                  49

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                  50

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                  51

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  ad un secondo livello

                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                  52

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                  53

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Il Consultorio familiare

                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                  54

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                  dellrsquoapprendimento)

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                  55

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                  56

                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                  58

                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                  59

                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                  Situazione di partenza

                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                  60

                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                  bull Situazione di partenza

                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                  61

                  ALCUNI INTERVENTI

                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                  62

                  ALCUNI INTERVENTI

                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                  63

                  ALCUNI INTERVENTI

                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                  64

                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                  (Ministero della Salute)

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                  65

                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                  66

                  Centri nascita STEN TIN

                  67

                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                  68

                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                  69

                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                  70

                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                  71

                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                  72

                  Percheacute STEN

                  73

                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                  74

                  La legislazione italiana e lo STEN

                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                  75

                  La legislazione italiana e lo STEN

                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                  76

                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                  77

                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                  Puglia Toscana

                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                  Ampia copertura

                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                  Realtagrave a

                  Realtagrave b

                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                  78

                  bull ORGANIZZAZIONE

                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                  79

                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                  3- Ospedale senza dolore

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                  80

                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                  81

                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                  82

                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                  83

                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                  84

                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                  85

                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                  87

                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                  • Origini del dipartimento
                  • Iter legislativo
                  • Iter legislativo
                  • Iter legislativo
                  • Iter legislativo
                  • Iter legislativo
                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                  • Modelli di Dipartimento
                  • il DMI
                  • il DMI
                  • Le TRE fasi del cambiamento
                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                    10

                    Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici

                    (modello ordinario di gestione di tutte le attivitagrave delle aziende sanitarie)

                    10

                    Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale

                    11

                    Modelli di Dipartimento

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 11

                    12

                    bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

                    coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

                    Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

                    Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

                    Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

                    il DMI

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

                    13

                    il DMI

                    bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                    bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                    bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                    bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

                    14

                    il DMI

                    Il tutto collegato

                    col territorio

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

                    15

                    Le TRE fasi del cambiamento

                    Integrazioneistituzionale

                    AutonomiaeSpecializ-zazione

                    Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                    DMI

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

                    16

                    il DMI

                    La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                    17

                    il DMI

                    Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                    Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                    1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                    19

                    PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                    ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                    20

                    Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                    1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                    infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                    con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                    alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                    espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                    relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                    deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                    obiettivi dellassistenza

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                    21

                    2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                    Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                    22

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                    23

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Modello organizzativo proposto

                    Soggetti

                    Ambito territoriale

                    Coordinatore di ambito

                    Distretto Sanitario

                    Direttore di Distretto

                    Dipartimento Materno Infantile

                    Direttore del DMI

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                    24

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Strumenti della programmazione

                    Piano sociale di ZonaPDZ

                    Programma delle attivitagravedistrettuali

                    PAD

                    Obiettivi specifici nel

                    Piano di Zona

                    Funzioni specifiche

                    bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                    Funzioni specifiche

                    bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                    Funzioni specifiche

                    bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                    25

                    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                    bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                    bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                    (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                    26

                    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                    bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                    1 Interventi dedicati al neonato

                    2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                    3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                    27

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                    FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                    assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                    28

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    La promozione di percorsi assistenziali

                    I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                    bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                    e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                    lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                    29

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                    bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                    bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                    bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                    30

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                    Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                    Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                    Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                    31

                    assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                    organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                    31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                    32

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Il Comitato di dipartimento

                    bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                    dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                    miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                    33

                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                    Il Comitato di dipartimento

                    bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                    bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                    bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                    34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                    35

                    Qualche idea

                    1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                    Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                    36

                    Nuovi approcci pediatrici

                    (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                    36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                    37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                    38

                    bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                    bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                    Media intensitagrave o media complessitagrave

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                    39

                    Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                    bull Anemia

                    bull Sindromi emorragiche

                    bull Disidratazione

                    bull Sindromi dolorose

                    bull Perdite di coscienza transitorie

                    bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                    bull Trauma cranico

                    bull Asma acuto

                    bull Laringite acuta

                    bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                    bull Febbri di natura sospetta

                    bull Dolori addominali

                    bull Gastroenteriti

                    bull Convulsioni

                    bull Intossicazioni

                    bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                    40

                    Pazienti NON appropriati per OB

                    bull Febbre in pazienti neutropenici

                    bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                    bull Epiglottite

                    bull Meningite

                    bull Disturbi elettrolitici severi

                    bull Neonati

                    bull Insufficienza respiratoria

                    bull Shock

                    bull Ostruzione delle vie aeree

                    bull Cardiopatie o aritmie instabili

                    bull Coma

                    bull Intossicazioni gravi

                    bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                    41

                    LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                    bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                    bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                    bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                    bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                    42

                    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                    1 Quale mission

                    2 Quali risultati

                    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                    43

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    La Rete della Pediatria territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                    44

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                    LE AREE COINVOLTE SONO

                    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    La Rete della Pediatria territoriale

                    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                    PLS MMG

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                    46

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                    47

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    RIFERIMENTI NORMATIVI

                    Le attivitagrave consultoriali

                    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                    48

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                    49

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                    50

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                    51

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    ad un secondo livello

                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                    52

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                    53

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Il Consultorio familiare

                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                    54

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                    dellrsquoapprendimento)

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                    55

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                    56

                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                    58

                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                    59

                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                    Situazione di partenza

                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                    60

                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                    bull Situazione di partenza

                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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                    ALCUNI INTERVENTI

                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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                    ALCUNI INTERVENTI

                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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                    ALCUNI INTERVENTI

                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                    (Ministero della Salute)

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                    65

                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                    66

                    Centri nascita STEN TIN

                    67

                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                    68

                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                    69

                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                    70

                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                    71

                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                    72

                    Percheacute STEN

                    73

                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                    74

                    La legislazione italiana e lo STEN

                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                    75

                    La legislazione italiana e lo STEN

                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                    76

                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                    Puglia Toscana

                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                    Ampia copertura

                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                    Realtagrave a

                    Realtagrave b

                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

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                    bull ORGANIZZAZIONE

                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                    3- Ospedale senza dolore

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                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

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                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

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                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

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                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                    • Origini del dipartimento
                    • Iter legislativo
                    • Iter legislativo
                    • Iter legislativo
                    • Iter legislativo
                    • Iter legislativo
                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                    • Modelli di Dipartimento
                    • il DMI
                    • il DMI
                    • Le TRE fasi del cambiamento
                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                      Modelli di Dipartimento

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                      bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

                      coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

                      Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

                      Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

                      Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

                      il DMI

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                      il DMI

                      bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                      bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                      bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                      bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

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                      il DMI

                      Il tutto collegato

                      col territorio

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                      Le TRE fasi del cambiamento

                      Integrazioneistituzionale

                      AutonomiaeSpecializ-zazione

                      Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                      DMI

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                      il DMI

                      La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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                      il DMI

                      Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                      Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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                      1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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                      PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                      ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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                      Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                      1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                      infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                      con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                      alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                      espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                      relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                      deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                      obiettivi dellassistenza

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                      21

                      2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                      Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                      22

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                      23

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Modello organizzativo proposto

                      Soggetti

                      Ambito territoriale

                      Coordinatore di ambito

                      Distretto Sanitario

                      Direttore di Distretto

                      Dipartimento Materno Infantile

                      Direttore del DMI

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Strumenti della programmazione

                      Piano sociale di ZonaPDZ

                      Programma delle attivitagravedistrettuali

                      PAD

                      Obiettivi specifici nel

                      Piano di Zona

                      Funzioni specifiche

                      bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                      Funzioni specifiche

                      bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                      Funzioni specifiche

                      bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                      25

                      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                      bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                      bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                      (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                      26

                      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                      bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                      1 Interventi dedicati al neonato

                      2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                      3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                      27

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                      FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                      assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                      28

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      La promozione di percorsi assistenziali

                      I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                      bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                      e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                      lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                      29

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                      bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                      bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                      bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                      30

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                      Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                      Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                      Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                      31

                      assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                      organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                      31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                      32

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Il Comitato di dipartimento

                      bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                      dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                      miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                      33

                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                      Il Comitato di dipartimento

                      bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                      bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                      bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                      34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                      35

                      Qualche idea

                      1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                      Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                      36

                      Nuovi approcci pediatrici

                      (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                      36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                      37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                      38

                      bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                      bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                      Media intensitagrave o media complessitagrave

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                      39

                      Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                      bull Anemia

                      bull Sindromi emorragiche

                      bull Disidratazione

                      bull Sindromi dolorose

                      bull Perdite di coscienza transitorie

                      bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                      bull Trauma cranico

                      bull Asma acuto

                      bull Laringite acuta

                      bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                      bull Febbri di natura sospetta

                      bull Dolori addominali

                      bull Gastroenteriti

                      bull Convulsioni

                      bull Intossicazioni

                      bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                      40

                      Pazienti NON appropriati per OB

                      bull Febbre in pazienti neutropenici

                      bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                      bull Epiglottite

                      bull Meningite

                      bull Disturbi elettrolitici severi

                      bull Neonati

                      bull Insufficienza respiratoria

                      bull Shock

                      bull Ostruzione delle vie aeree

                      bull Cardiopatie o aritmie instabili

                      bull Coma

                      bull Intossicazioni gravi

                      bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                      41

                      LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                      bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                      bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                      bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                      bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                      42

                      La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                      1 Quale mission

                      2 Quali risultati

                      (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                      43

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      La Rete della Pediatria territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                      44

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                      LE AREE COINVOLTE SONO

                      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      La Rete della Pediatria territoriale

                      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                      PLS MMG

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                      46

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                      47

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      RIFERIMENTI NORMATIVI

                      Le attivitagrave consultoriali

                      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                      48

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                      49

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                      50

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                      51

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      ad un secondo livello

                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                      52

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                      53

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Il Consultorio familiare

                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                      54

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                      dellrsquoapprendimento)

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                      55

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                      56

                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

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                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                      Situazione di partenza

                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                      bull Situazione di partenza

                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                      61

                      ALCUNI INTERVENTI

                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                      62

                      ALCUNI INTERVENTI

                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                      63

                      ALCUNI INTERVENTI

                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                      64

                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                      (Ministero della Salute)

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                      65

                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                      66

                      Centri nascita STEN TIN

                      67

                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                      68

                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                      69

                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                      70

                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                      71

                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                      72

                      Percheacute STEN

                      73

                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                      74

                      La legislazione italiana e lo STEN

                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                      75

                      La legislazione italiana e lo STEN

                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                      76

                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                      77

                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                      Puglia Toscana

                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                      Ampia copertura

                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                      Realtagrave a

                      Realtagrave b

                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                      78

                      bull ORGANIZZAZIONE

                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                      79

                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                      3- Ospedale senza dolore

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                      80

                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                      81

                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                      82

                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                      83

                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                      84

                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                      • Origini del dipartimento
                      • Iter legislativo
                      • Iter legislativo
                      • Iter legislativo
                      • Iter legislativo
                      • Iter legislativo
                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                      • Modelli di Dipartimento
                      • il DMI
                      • il DMI
                      • Le TRE fasi del cambiamento
                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                        bull Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Apposito organismo per lrsquointegrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il

                        coordinamento delle attivitagrave nellrsquoarea per lrsquoassistenza pediatrica Cosigravecome definito nel PSN 1994‐96 par 5A ldquoLa tutela materno infantilerdquo

                        Il Dipartimento Materno Infantile egrave un dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari

                        Al Dipartimento Materno Infantile egrave preposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento direttore che egrave coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile

                        Il Direttore del Dipartimento individua altresigrave allinizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile un altro Dirigente che dovragrave assicurare la continuitagrave della direzione del Dipartimento durante le sue assenze

                        il DMI

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 12

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                        il DMI

                        bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                        bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                        bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                        bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

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                        il DMI

                        Il tutto collegato

                        col territorio

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

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                        Le TRE fasi del cambiamento

                        Integrazioneistituzionale

                        AutonomiaeSpecializ-zazione

                        Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                        DMI

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

                        16

                        il DMI

                        La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                        17

                        il DMI

                        Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                        Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                        1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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                        PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                        ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

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                        Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                        1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                        infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                        con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                        alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                        espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                        relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                        deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                        obiettivi dellassistenza

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                        21

                        2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                        Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                        22

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                        23

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Modello organizzativo proposto

                        Soggetti

                        Ambito territoriale

                        Coordinatore di ambito

                        Distretto Sanitario

                        Direttore di Distretto

                        Dipartimento Materno Infantile

                        Direttore del DMI

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Strumenti della programmazione

                        Piano sociale di ZonaPDZ

                        Programma delle attivitagravedistrettuali

                        PAD

                        Obiettivi specifici nel

                        Piano di Zona

                        Funzioni specifiche

                        bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                        Funzioni specifiche

                        bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                        Funzioni specifiche

                        bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                        25

                        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                        bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                        bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                        (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                        26

                        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                        bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                        1 Interventi dedicati al neonato

                        2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                        3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                        27

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                        FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                        assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                        28

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        La promozione di percorsi assistenziali

                        I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                        bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                        e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                        lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                        29

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                        bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                        bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                        bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                        30

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                        Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                        Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                        Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                        31

                        assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                        organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                        31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                        32

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Il Comitato di dipartimento

                        bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                        dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                        miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                        33

                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                        Il Comitato di dipartimento

                        bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                        bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                        bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                        34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                        35

                        Qualche idea

                        1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                        Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                        36

                        Nuovi approcci pediatrici

                        (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                        36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                        37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                        38

                        bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                        bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                        Media intensitagrave o media complessitagrave

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                        39

                        Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                        bull Anemia

                        bull Sindromi emorragiche

                        bull Disidratazione

                        bull Sindromi dolorose

                        bull Perdite di coscienza transitorie

                        bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                        bull Trauma cranico

                        bull Asma acuto

                        bull Laringite acuta

                        bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                        bull Febbri di natura sospetta

                        bull Dolori addominali

                        bull Gastroenteriti

                        bull Convulsioni

                        bull Intossicazioni

                        bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                        40

                        Pazienti NON appropriati per OB

                        bull Febbre in pazienti neutropenici

                        bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                        bull Epiglottite

                        bull Meningite

                        bull Disturbi elettrolitici severi

                        bull Neonati

                        bull Insufficienza respiratoria

                        bull Shock

                        bull Ostruzione delle vie aeree

                        bull Cardiopatie o aritmie instabili

                        bull Coma

                        bull Intossicazioni gravi

                        bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                        41

                        LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                        bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                        bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                        bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                        bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                        42

                        La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                        1 Quale mission

                        2 Quali risultati

                        (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                        43

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        La Rete della Pediatria territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                        44

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                        LE AREE COINVOLTE SONO

                        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        La Rete della Pediatria territoriale

                        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                        PLS MMG

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                        46

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                        47

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        RIFERIMENTI NORMATIVI

                        Le attivitagrave consultoriali

                        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                        48

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                        49

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                        50

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                        51

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        ad un secondo livello

                        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                        52

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                        53

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Il Consultorio familiare

                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                        54

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                        dellrsquoapprendimento)

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                        55

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                        56

                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                        58

                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                        59

                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                        Situazione di partenza

                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                        60

                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                        bull Situazione di partenza

                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                        61

                        ALCUNI INTERVENTI

                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                        62

                        ALCUNI INTERVENTI

                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                        63

                        ALCUNI INTERVENTI

                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                        64

                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                        (Ministero della Salute)

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                        65

                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                        66

                        Centri nascita STEN TIN

                        67

                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                        68

                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                        69

                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                        70

                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                        71

                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                        72

                        Percheacute STEN

                        73

                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                        74

                        La legislazione italiana e lo STEN

                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                        75

                        La legislazione italiana e lo STEN

                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                        76

                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                        77

                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                        Puglia Toscana

                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                        Ampia copertura

                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                        Realtagrave a

                        Realtagrave b

                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                        78

                        bull ORGANIZZAZIONE

                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                        79

                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                        3- Ospedale senza dolore

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                        80

                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                        81

                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                        82

                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                        83

                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                        84

                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                        85

                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                        86

                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                        87

                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                        • Origini del dipartimento
                        • Iter legislativo
                        • Iter legislativo
                        • Iter legislativo
                        • Iter legislativo
                        • Iter legislativo
                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                        • Modelli di Dipartimento
                        • il DMI
                        • il DMI
                        • Le TRE fasi del cambiamento
                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                          13

                          il DMI

                          bull Tra le competenze piugrave significative del Direttore del Dipartimento vanno citate

                          bull la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con lorganizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane tecnologiche e dei materiali di consumo per i quali prevede appositi criteri

                          bull la predisposizione della proposta di piano di attivitagraveannuale del Dipartimento corredandolo allutilizzo delle risorse disponibili

                          bull la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 13

                          14

                          il DMI

                          Il tutto collegato

                          col territorio

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 14

                          15

                          Le TRE fasi del cambiamento

                          Integrazioneistituzionale

                          AutonomiaeSpecializ-zazione

                          Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                          DMI

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

                          16

                          il DMI

                          La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                          17

                          il DMI

                          Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                          Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                          1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                          19

                          PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                          ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                          20

                          Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                          1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                          infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                          con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                          alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                          espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                          relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                          deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                          obiettivi dellassistenza

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                          21

                          2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                          Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                          22

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                          23

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Modello organizzativo proposto

                          Soggetti

                          Ambito territoriale

                          Coordinatore di ambito

                          Distretto Sanitario

                          Direttore di Distretto

                          Dipartimento Materno Infantile

                          Direttore del DMI

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                          24

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Strumenti della programmazione

                          Piano sociale di ZonaPDZ

                          Programma delle attivitagravedistrettuali

                          PAD

                          Obiettivi specifici nel

                          Piano di Zona

                          Funzioni specifiche

                          bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                          Funzioni specifiche

                          bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                          Funzioni specifiche

                          bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                          25

                          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                          bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                          bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                          (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                          26

                          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                          bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                          1 Interventi dedicati al neonato

                          2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                          3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                          27

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                          FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                          assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                          28

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          La promozione di percorsi assistenziali

                          I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                          bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                          e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                          lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                          29

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                          bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                          bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                          bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                          30

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                          Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                          Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                          Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                          31

                          assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                          organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                          31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                          32

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Il Comitato di dipartimento

                          bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                          dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                          miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                          33

                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                          Il Comitato di dipartimento

                          bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                          bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                          bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                          34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                          35

                          Qualche idea

                          1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                          Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                          36

                          Nuovi approcci pediatrici

                          (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                          36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                          37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                          38

                          bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                          bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                          Media intensitagrave o media complessitagrave

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                          39

                          Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                          bull Anemia

                          bull Sindromi emorragiche

                          bull Disidratazione

                          bull Sindromi dolorose

                          bull Perdite di coscienza transitorie

                          bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                          bull Trauma cranico

                          bull Asma acuto

                          bull Laringite acuta

                          bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                          bull Febbri di natura sospetta

                          bull Dolori addominali

                          bull Gastroenteriti

                          bull Convulsioni

                          bull Intossicazioni

                          bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                          40

                          Pazienti NON appropriati per OB

                          bull Febbre in pazienti neutropenici

                          bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                          bull Epiglottite

                          bull Meningite

                          bull Disturbi elettrolitici severi

                          bull Neonati

                          bull Insufficienza respiratoria

                          bull Shock

                          bull Ostruzione delle vie aeree

                          bull Cardiopatie o aritmie instabili

                          bull Coma

                          bull Intossicazioni gravi

                          bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                          41

                          LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                          bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                          bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                          bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                          bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                          42

                          La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                          1 Quale mission

                          2 Quali risultati

                          (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                          43

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          La Rete della Pediatria territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                          44

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                          LE AREE COINVOLTE SONO

                          AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                          AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                          hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          La Rete della Pediatria territoriale

                          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                          PLS MMG

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                          46

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                          47

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          RIFERIMENTI NORMATIVI

                          Le attivitagrave consultoriali

                          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                          48

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                          49

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                          50

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                          51

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          ad un secondo livello

                          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                          52

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                          53

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Il Consultorio familiare

                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                          54

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                          dellrsquoapprendimento)

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

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                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                          56

                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

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                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                          59

                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                          Situazione di partenza

                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                          60

                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                          bull Situazione di partenza

                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                          61

                          ALCUNI INTERVENTI

                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                          62

                          ALCUNI INTERVENTI

                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                          63

                          ALCUNI INTERVENTI

                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                          64

                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                          (Ministero della Salute)

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                          65

                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                          66

                          Centri nascita STEN TIN

                          67

                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                          68

                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                          69

                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                          70

                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                          71

                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                          72

                          Percheacute STEN

                          73

                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                          74

                          La legislazione italiana e lo STEN

                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                          75

                          La legislazione italiana e lo STEN

                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                          76

                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                          77

                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                          Puglia Toscana

                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                          Ampia copertura

                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                          Realtagrave a

                          Realtagrave b

                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                          78

                          bull ORGANIZZAZIONE

                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                          79

                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                          3- Ospedale senza dolore

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                          80

                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                          81

                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                          82

                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                          83

                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                          • Origini del dipartimento
                          • Iter legislativo
                          • Iter legislativo
                          • Iter legislativo
                          • Iter legislativo
                          • Iter legislativo
                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                          • Modelli di Dipartimento
                          • il DMI
                          • il DMI
                          • Le TRE fasi del cambiamento
                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                            14

                            il DMI

                            Il tutto collegato

                            col territorio

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                            Le TRE fasi del cambiamento

                            Integrazioneistituzionale

                            AutonomiaeSpecializ-zazione

                            Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                            DMI

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                            il DMI

                            La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

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                            il DMI

                            Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                            Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

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                            1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

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                            PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                            ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

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                            Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                            1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                            infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                            con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                            alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                            espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                            relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                            deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                            obiettivi dellassistenza

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                            21

                            2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                            Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                            22

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

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                            23

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Modello organizzativo proposto

                            Soggetti

                            Ambito territoriale

                            Coordinatore di ambito

                            Distretto Sanitario

                            Direttore di Distretto

                            Dipartimento Materno Infantile

                            Direttore del DMI

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Strumenti della programmazione

                            Piano sociale di ZonaPDZ

                            Programma delle attivitagravedistrettuali

                            PAD

                            Obiettivi specifici nel

                            Piano di Zona

                            Funzioni specifiche

                            bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                            Funzioni specifiche

                            bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                            Funzioni specifiche

                            bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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                            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                            bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                            bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                            (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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                            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                            bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                            1 Interventi dedicati al neonato

                            2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                            3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                            FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                            assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

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                            28

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            La promozione di percorsi assistenziali

                            I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                            bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                            e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                            lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                            29

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                            bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                            bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                            bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                            30

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                            Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                            Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                            Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                            31

                            assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                            organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                            31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                            32

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Il Comitato di dipartimento

                            bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                            dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                            miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                            33

                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                            Il Comitato di dipartimento

                            bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                            bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                            bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                            34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                            35

                            Qualche idea

                            1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                            Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                            36

                            Nuovi approcci pediatrici

                            (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                            36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                            37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                            38

                            bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                            bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                            Media intensitagrave o media complessitagrave

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                            39

                            Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                            bull Anemia

                            bull Sindromi emorragiche

                            bull Disidratazione

                            bull Sindromi dolorose

                            bull Perdite di coscienza transitorie

                            bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                            bull Trauma cranico

                            bull Asma acuto

                            bull Laringite acuta

                            bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                            bull Febbri di natura sospetta

                            bull Dolori addominali

                            bull Gastroenteriti

                            bull Convulsioni

                            bull Intossicazioni

                            bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                            40

                            Pazienti NON appropriati per OB

                            bull Febbre in pazienti neutropenici

                            bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                            bull Epiglottite

                            bull Meningite

                            bull Disturbi elettrolitici severi

                            bull Neonati

                            bull Insufficienza respiratoria

                            bull Shock

                            bull Ostruzione delle vie aeree

                            bull Cardiopatie o aritmie instabili

                            bull Coma

                            bull Intossicazioni gravi

                            bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                            41

                            LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                            bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                            bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                            bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                            bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                            42

                            La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                            1 Quale mission

                            2 Quali risultati

                            (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                            43

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            La Rete della Pediatria territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                            44

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                            LE AREE COINVOLTE SONO

                            AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                            AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                            hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            La Rete della Pediatria territoriale

                            il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                            partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                            PLS MMG

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                            46

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                            47

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            RIFERIMENTI NORMATIVI

                            Le attivitagrave consultoriali

                            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                            48

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                            49

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                            50

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                            51

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            ad un secondo livello

                            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                            52

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                            53

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Il Consultorio familiare

                            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                            54

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                            dellrsquoapprendimento)

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                            55

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                            56

                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                            58

                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                            59

                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                            Situazione di partenza

                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                            60

                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                            bull Situazione di partenza

                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                            61

                            ALCUNI INTERVENTI

                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                            62

                            ALCUNI INTERVENTI

                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                            63

                            ALCUNI INTERVENTI

                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                            64

                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                            (Ministero della Salute)

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                            65

                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                            66

                            Centri nascita STEN TIN

                            67

                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                            68

                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                            69

                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                            70

                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                            71

                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                            72

                            Percheacute STEN

                            73

                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                            74

                            La legislazione italiana e lo STEN

                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                            75

                            La legislazione italiana e lo STEN

                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                            76

                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                            77

                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                            Puglia Toscana

                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                            Ampia copertura

                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                            Realtagrave a

                            Realtagrave b

                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                            78

                            bull ORGANIZZAZIONE

                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                            79

                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                            3- Ospedale senza dolore

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                            80

                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                            81

                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                            82

                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                            83

                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                            84

                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                            85

                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                            86

                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                            87

                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                            • Origini del dipartimento
                            • Iter legislativo
                            • Iter legislativo
                            • Iter legislativo
                            • Iter legislativo
                            • Iter legislativo
                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                            • Modelli di Dipartimento
                            • il DMI
                            • il DMI
                            • Le TRE fasi del cambiamento
                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                              15

                              Le TRE fasi del cambiamento

                              Integrazioneistituzionale

                              AutonomiaeSpecializ-zazione

                              Riconnes-sione emessa in rete dirisorseHT

                              DMI

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 15

                              16

                              il DMI

                              La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                              17

                              il DMI

                              Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                              Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                              1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                              19

                              PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                              ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                              20

                              Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                              1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                              infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                              con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                              alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                              espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                              relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                              deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                              obiettivi dellassistenza

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                              21

                              2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                              Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                              22

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                              23

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Modello organizzativo proposto

                              Soggetti

                              Ambito territoriale

                              Coordinatore di ambito

                              Distretto Sanitario

                              Direttore di Distretto

                              Dipartimento Materno Infantile

                              Direttore del DMI

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                              24

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Strumenti della programmazione

                              Piano sociale di ZonaPDZ

                              Programma delle attivitagravedistrettuali

                              PAD

                              Obiettivi specifici nel

                              Piano di Zona

                              Funzioni specifiche

                              bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                              Funzioni specifiche

                              bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                              Funzioni specifiche

                              bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                              25

                              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                              bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                              bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                              (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                              26

                              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                              bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                              1 Interventi dedicati al neonato

                              2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                              3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                              27

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                              FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                              assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                              28

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              La promozione di percorsi assistenziali

                              I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                              bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                              e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                              lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                              29

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                              bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                              bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                              bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                              30

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                              Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                              Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                              Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                              31

                              assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                              organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                              31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                              32

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Il Comitato di dipartimento

                              bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                              dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                              miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                              33

                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                              Il Comitato di dipartimento

                              bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                              bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                              bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                              34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                              35

                              Qualche idea

                              1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                              Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                              36

                              Nuovi approcci pediatrici

                              (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                              36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                              37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                              38

                              bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                              bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                              Media intensitagrave o media complessitagrave

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                              39

                              Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                              bull Anemia

                              bull Sindromi emorragiche

                              bull Disidratazione

                              bull Sindromi dolorose

                              bull Perdite di coscienza transitorie

                              bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                              bull Trauma cranico

                              bull Asma acuto

                              bull Laringite acuta

                              bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                              bull Febbri di natura sospetta

                              bull Dolori addominali

                              bull Gastroenteriti

                              bull Convulsioni

                              bull Intossicazioni

                              bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                              40

                              Pazienti NON appropriati per OB

                              bull Febbre in pazienti neutropenici

                              bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                              bull Epiglottite

                              bull Meningite

                              bull Disturbi elettrolitici severi

                              bull Neonati

                              bull Insufficienza respiratoria

                              bull Shock

                              bull Ostruzione delle vie aeree

                              bull Cardiopatie o aritmie instabili

                              bull Coma

                              bull Intossicazioni gravi

                              bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                              41

                              LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                              bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                              bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                              bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                              bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                              42

                              La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                              1 Quale mission

                              2 Quali risultati

                              (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                              43

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              La Rete della Pediatria territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                              44

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                              LE AREE COINVOLTE SONO

                              AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                              AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                              hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              La Rete della Pediatria territoriale

                              il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                              partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                              PLS MMG

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                              46

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                              La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                              LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                              47

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              RIFERIMENTI NORMATIVI

                              Le attivitagrave consultoriali

                              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                              48

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                              49

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                              50

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                              51

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              ad un secondo livello

                              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                              52

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                              53

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Il Consultorio familiare

                              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                              54

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                              dellrsquoapprendimento)

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                              55

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                              56

                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                              58

                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                              59

                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                              Situazione di partenza

                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                              60

                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                              bull Situazione di partenza

                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                              61

                              ALCUNI INTERVENTI

                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                              62

                              ALCUNI INTERVENTI

                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                              63

                              ALCUNI INTERVENTI

                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                              64

                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                              (Ministero della Salute)

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                              65

                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                              66

                              Centri nascita STEN TIN

                              67

                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                              68

                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                              69

                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                              70

                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                              71

                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                              72

                              Percheacute STEN

                              73

                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                              74

                              La legislazione italiana e lo STEN

                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                              75

                              La legislazione italiana e lo STEN

                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                              76

                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                              77

                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                              Puglia Toscana

                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                              Ampia copertura

                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                              Realtagrave a

                              Realtagrave b

                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                              78

                              bull ORGANIZZAZIONE

                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

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                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                              3- Ospedale senza dolore

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                              80

                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                              81

                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                              82

                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                              83

                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                              85

                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                              87

                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                              • Origini del dipartimento
                              • Iter legislativo
                              • Iter legislativo
                              • Iter legislativo
                              • Iter legislativo
                              • Iter legislativo
                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                              • Modelli di Dipartimento
                              • il DMI
                              • il DMI
                              • Le TRE fasi del cambiamento
                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                16

                                il DMI

                                La qualitagrave della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con lrsquointegrazione delle UUOO in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialitagrave ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UUOO della stessa specialitagrave di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 16

                                17

                                il DMI

                                Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                                Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                                1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                19

                                PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                                ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                                20

                                Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                                1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                                infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                                con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                                alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                                espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                                relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                                deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                                obiettivi dellassistenza

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                                21

                                2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                                22

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                23

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Modello organizzativo proposto

                                Soggetti

                                Ambito territoriale

                                Coordinatore di ambito

                                Distretto Sanitario

                                Direttore di Distretto

                                Dipartimento Materno Infantile

                                Direttore del DMI

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                24

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Strumenti della programmazione

                                Piano sociale di ZonaPDZ

                                Programma delle attivitagravedistrettuali

                                PAD

                                Obiettivi specifici nel

                                Piano di Zona

                                Funzioni specifiche

                                bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                Funzioni specifiche

                                bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                Funzioni specifiche

                                bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                25

                                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                26

                                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                1 Interventi dedicati al neonato

                                2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                27

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                28

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                La promozione di percorsi assistenziali

                                I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                29

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                30

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                31

                                assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                32

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Il Comitato di dipartimento

                                bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                33

                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                Il Comitato di dipartimento

                                bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                35

                                Qualche idea

                                1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                36

                                Nuovi approcci pediatrici

                                (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                38

                                bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                Media intensitagrave o media complessitagrave

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                39

                                Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                bull Anemia

                                bull Sindromi emorragiche

                                bull Disidratazione

                                bull Sindromi dolorose

                                bull Perdite di coscienza transitorie

                                bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                bull Trauma cranico

                                bull Asma acuto

                                bull Laringite acuta

                                bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                bull Febbri di natura sospetta

                                bull Dolori addominali

                                bull Gastroenteriti

                                bull Convulsioni

                                bull Intossicazioni

                                bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                40

                                Pazienti NON appropriati per OB

                                bull Febbre in pazienti neutropenici

                                bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                bull Epiglottite

                                bull Meningite

                                bull Disturbi elettrolitici severi

                                bull Neonati

                                bull Insufficienza respiratoria

                                bull Shock

                                bull Ostruzione delle vie aeree

                                bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                bull Coma

                                bull Intossicazioni gravi

                                bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                41

                                LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                42

                                La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                1 Quale mission

                                2 Quali risultati

                                (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                43

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                La Rete della Pediatria territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                44

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                LE AREE COINVOLTE SONO

                                AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                La Rete della Pediatria territoriale

                                il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                PLS MMG

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                46

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                47

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                RIFERIMENTI NORMATIVI

                                Le attivitagrave consultoriali

                                L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                48

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                49

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                50

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                51

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                ad un secondo livello

                                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                52

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                53

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Il Consultorio familiare

                                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                54

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                dellrsquoapprendimento)

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                55

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                56

                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                58

                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                59

                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                Situazione di partenza

                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                60

                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                bull Situazione di partenza

                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                61

                                ALCUNI INTERVENTI

                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                62

                                ALCUNI INTERVENTI

                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                63

                                ALCUNI INTERVENTI

                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                64

                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                (Ministero della Salute)

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                65

                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                66

                                Centri nascita STEN TIN

                                67

                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                68

                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                69

                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                70

                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                71

                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                72

                                Percheacute STEN

                                73

                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                74

                                La legislazione italiana e lo STEN

                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                75

                                La legislazione italiana e lo STEN

                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                76

                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                77

                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                Puglia Toscana

                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                Ampia copertura

                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                Realtagrave a

                                Realtagrave b

                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                78

                                bull ORGANIZZAZIONE

                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                79

                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                3- Ospedale senza dolore

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                80

                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                81

                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                82

                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

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                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

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                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                • Origini del dipartimento
                                • Iter legislativo
                                • Iter legislativo
                                • Iter legislativo
                                • Iter legislativo
                                • Iter legislativo
                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                • Modelli di Dipartimento
                                • il DMI
                                • il DMI
                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                  17

                                  il DMI

                                  Il dipartimento materno‐infantile DEVE garantire unitarietagrave efficienza e coerenza negli interventi vista lrsquoafferenza nellrsquoarea materno‐infantile di molteplici discipline tra loro omogenee affini e complementari

                                  Dipartimento materno‐infantile egrave transmurale cioegrave con attinenza mista territorioospedale (tecnico‐funzionale)la cui finalitagrave egrave quella di realizzare il coordinamento e lrsquointegrazione fra le molteplici attivitagrave ospedaliere e quelle distrettuali

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 17

                                  1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                  19

                                  PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                                  ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                                  20

                                  Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                                  1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                                  infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                                  con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                                  alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                                  espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                                  relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                                  deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                                  obiettivi dellassistenza

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                                  21

                                  2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                  Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                                  22

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                  23

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Modello organizzativo proposto

                                  Soggetti

                                  Ambito territoriale

                                  Coordinatore di ambito

                                  Distretto Sanitario

                                  Direttore di Distretto

                                  Dipartimento Materno Infantile

                                  Direttore del DMI

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                  24

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Strumenti della programmazione

                                  Piano sociale di ZonaPDZ

                                  Programma delle attivitagravedistrettuali

                                  PAD

                                  Obiettivi specifici nel

                                  Piano di Zona

                                  Funzioni specifiche

                                  bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                  Funzioni specifiche

                                  bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                  Funzioni specifiche

                                  bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                  25

                                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                  bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                  bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                  (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                  26

                                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                  bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                  1 Interventi dedicati al neonato

                                  2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                  3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                  27

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                  FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                  assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                  28

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  La promozione di percorsi assistenziali

                                  I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                  bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                  e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                  lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                  29

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                  bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                  bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                  bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                  30

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                  Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                  Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                  Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                  31

                                  assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                  organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                  31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                  32

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Il Comitato di dipartimento

                                  bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                  dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                  miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                  33

                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                  Il Comitato di dipartimento

                                  bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                  bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                  bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                  34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                  35

                                  Qualche idea

                                  1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                  Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                  36

                                  Nuovi approcci pediatrici

                                  (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                  36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                  37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                  38

                                  bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                  bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                  Media intensitagrave o media complessitagrave

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                  39

                                  Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                  bull Anemia

                                  bull Sindromi emorragiche

                                  bull Disidratazione

                                  bull Sindromi dolorose

                                  bull Perdite di coscienza transitorie

                                  bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                  bull Trauma cranico

                                  bull Asma acuto

                                  bull Laringite acuta

                                  bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                  bull Febbri di natura sospetta

                                  bull Dolori addominali

                                  bull Gastroenteriti

                                  bull Convulsioni

                                  bull Intossicazioni

                                  bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                  40

                                  Pazienti NON appropriati per OB

                                  bull Febbre in pazienti neutropenici

                                  bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                  bull Epiglottite

                                  bull Meningite

                                  bull Disturbi elettrolitici severi

                                  bull Neonati

                                  bull Insufficienza respiratoria

                                  bull Shock

                                  bull Ostruzione delle vie aeree

                                  bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                  bull Coma

                                  bull Intossicazioni gravi

                                  bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                  41

                                  LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                  bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                  bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                  bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                  bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                  42

                                  La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                  1 Quale mission

                                  2 Quali risultati

                                  (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                  43

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                  44

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                  LE AREE COINVOLTE SONO

                                  AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                  AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                  hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                  il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                  partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                  PLS MMG

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                  46

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                  La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                  LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                  47

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  RIFERIMENTI NORMATIVI

                                  Le attivitagrave consultoriali

                                  L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                  48

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                  49

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                  50

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                  51

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  ad un secondo livello

                                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                  52

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                  53

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Il Consultorio familiare

                                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                  54

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                  dellrsquoapprendimento)

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                  55

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                  56

                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                  58

                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                  59

                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                  Situazione di partenza

                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                  60

                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                  bull Situazione di partenza

                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                  61

                                  ALCUNI INTERVENTI

                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                  62

                                  ALCUNI INTERVENTI

                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                  63

                                  ALCUNI INTERVENTI

                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                  64

                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                  (Ministero della Salute)

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                  65

                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                  66

                                  Centri nascita STEN TIN

                                  67

                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                  68

                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                  69

                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                  70

                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                  71

                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                  72

                                  Percheacute STEN

                                  73

                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                  74

                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                  75

                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                  76

                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                  77

                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                  Puglia Toscana

                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                  Ampia copertura

                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                  Realtagrave a

                                  Realtagrave b

                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                  78

                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                  79

                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                  3- Ospedale senza dolore

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                  80

                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                  81

                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                  82

                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                  83

                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                  84

                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                                  • Origini del dipartimento
                                  • Iter legislativo
                                  • Iter legislativo
                                  • Iter legislativo
                                  • Iter legislativo
                                  • Iter legislativo
                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                  • Modelli di Dipartimento
                                  • il DMI
                                  • il DMI
                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                    1818CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                    19

                                    PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                                    ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                                    20

                                    Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                                    1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                                    infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                                    con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                                    alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                                    espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                                    relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                                    deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                                    obiettivi dellassistenza

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                                    2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                    Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                    23

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Modello organizzativo proposto

                                    Soggetti

                                    Ambito territoriale

                                    Coordinatore di ambito

                                    Distretto Sanitario

                                    Direttore di Distretto

                                    Dipartimento Materno Infantile

                                    Direttore del DMI

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                    24

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Strumenti della programmazione

                                    Piano sociale di ZonaPDZ

                                    Programma delle attivitagravedistrettuali

                                    PAD

                                    Obiettivi specifici nel

                                    Piano di Zona

                                    Funzioni specifiche

                                    bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                    Funzioni specifiche

                                    bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                    Funzioni specifiche

                                    bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

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                                    25

                                    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                    bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                    bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                    (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                    26

                                    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                    bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                    1 Interventi dedicati al neonato

                                    2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                    3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                    27

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                    FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                    assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                    28

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    La promozione di percorsi assistenziali

                                    I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                    bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                    e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                    lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                    29

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                    bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                    bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                    bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                    30

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                    Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                    Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                    Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                    31

                                    assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                    organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                    31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                    32

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Il Comitato di dipartimento

                                    bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                    dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                    miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                    33

                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                    Il Comitato di dipartimento

                                    bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                    bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                    bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                    34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                    35

                                    Qualche idea

                                    1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                    Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                    36

                                    Nuovi approcci pediatrici

                                    (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                    36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                    37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                    38

                                    bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                    bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                    Media intensitagrave o media complessitagrave

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                    39

                                    Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                    bull Anemia

                                    bull Sindromi emorragiche

                                    bull Disidratazione

                                    bull Sindromi dolorose

                                    bull Perdite di coscienza transitorie

                                    bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                    bull Trauma cranico

                                    bull Asma acuto

                                    bull Laringite acuta

                                    bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                    bull Febbri di natura sospetta

                                    bull Dolori addominali

                                    bull Gastroenteriti

                                    bull Convulsioni

                                    bull Intossicazioni

                                    bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                    40

                                    Pazienti NON appropriati per OB

                                    bull Febbre in pazienti neutropenici

                                    bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                    bull Epiglottite

                                    bull Meningite

                                    bull Disturbi elettrolitici severi

                                    bull Neonati

                                    bull Insufficienza respiratoria

                                    bull Shock

                                    bull Ostruzione delle vie aeree

                                    bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                    bull Coma

                                    bull Intossicazioni gravi

                                    bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                    41

                                    LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                    bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                    bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                    bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                    bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                    42

                                    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                    1 Quale mission

                                    2 Quali risultati

                                    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                    43

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                    44

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                    LE AREE COINVOLTE SONO

                                    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                    PLS MMG

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                    46

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                    47

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    RIFERIMENTI NORMATIVI

                                    Le attivitagrave consultoriali

                                    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                    48

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                    49

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                    50

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                    51

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    ad un secondo livello

                                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                    52

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                    53

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Il Consultorio familiare

                                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                    54

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                    dellrsquoapprendimento)

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                    55

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                    56

                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                    58

                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

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                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                    Situazione di partenza

                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

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                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                    bull Situazione di partenza

                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

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                                    ALCUNI INTERVENTI

                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

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                                    ALCUNI INTERVENTI

                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

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                                    ALCUNI INTERVENTI

                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

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                                    64

                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                    (Ministero della Salute)

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                    65

                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                    66

                                    Centri nascita STEN TIN

                                    67

                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                    68

                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                    69

                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                    70

                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                    71

                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                    72

                                    Percheacute STEN

                                    73

                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                    74

                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                    75

                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                    76

                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                    77

                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                    Puglia Toscana

                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                    Ampia copertura

                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                    Realtagrave a

                                    Realtagrave b

                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                    78

                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                    79

                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                    3- Ospedale senza dolore

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                    80

                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                    81

                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                    82

                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                    83

                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                    • Origini del dipartimento
                                    • Iter legislativo
                                    • Iter legislativo
                                    • Iter legislativo
                                    • Iter legislativo
                                    • Iter legislativo
                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                    • Modelli di Dipartimento
                                    • il DMI
                                    • il DMI
                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                      19

                                      PSN 20032005 PSN 20032005 -- I 10 progetti per la strategia I 10 progetti per la strategia del cambiamentodel cambiamento(4 Potenziare i fattori di sviluppo o ldquocapitalirdquo della sanitagrave ldquohellip investire sulle persone hellip valorizzare le professionalitagrave helliprdquo)

                                      ldquohellip altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarieper le quali si impone la nascita di un nuova ldquocultura della professionerdquocosigrave che il ruolo dellrsquoinfermiere sia ricondotto nella percezione sia della classe medica sia dellrsquoutenza allrsquoautentico fondamento epistemologico del nursingrdquo

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 19

                                      20

                                      Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                                      1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                                      infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                                      con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                                      alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                                      espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                                      relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                                      deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                                      obiettivi dellassistenza

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

                                      21

                                      2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                      Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                                      22

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                      23

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Modello organizzativo proposto

                                      Soggetti

                                      Ambito territoriale

                                      Coordinatore di ambito

                                      Distretto Sanitario

                                      Direttore di Distretto

                                      Dipartimento Materno Infantile

                                      Direttore del DMI

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Strumenti della programmazione

                                      Piano sociale di ZonaPDZ

                                      Programma delle attivitagravedistrettuali

                                      PAD

                                      Obiettivi specifici nel

                                      Piano di Zona

                                      Funzioni specifiche

                                      bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                      Funzioni specifiche

                                      bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                      Funzioni specifiche

                                      bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                      25

                                      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                      bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                      bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                      (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                      26

                                      Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                      bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                      1 Interventi dedicati al neonato

                                      2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                      3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                      27

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                      FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                      assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                      28

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      La promozione di percorsi assistenziali

                                      I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                      bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                      e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                      lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                      29

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                      bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                      bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                      bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                      30

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                      Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                      Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                      Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                      31

                                      assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                      organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                      31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                      32

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Il Comitato di dipartimento

                                      bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                      dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                      miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                      33

                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                      Il Comitato di dipartimento

                                      bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                      bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                      bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                      34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                      35

                                      Qualche idea

                                      1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                      Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                      36

                                      Nuovi approcci pediatrici

                                      (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                      36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                      37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                      38

                                      bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                      bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                      Media intensitagrave o media complessitagrave

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                      39

                                      Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                      bull Anemia

                                      bull Sindromi emorragiche

                                      bull Disidratazione

                                      bull Sindromi dolorose

                                      bull Perdite di coscienza transitorie

                                      bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                      bull Trauma cranico

                                      bull Asma acuto

                                      bull Laringite acuta

                                      bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                      bull Febbri di natura sospetta

                                      bull Dolori addominali

                                      bull Gastroenteriti

                                      bull Convulsioni

                                      bull Intossicazioni

                                      bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                      40

                                      Pazienti NON appropriati per OB

                                      bull Febbre in pazienti neutropenici

                                      bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                      bull Epiglottite

                                      bull Meningite

                                      bull Disturbi elettrolitici severi

                                      bull Neonati

                                      bull Insufficienza respiratoria

                                      bull Shock

                                      bull Ostruzione delle vie aeree

                                      bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                      bull Coma

                                      bull Intossicazioni gravi

                                      bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                      41

                                      LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                      bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                      bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                      bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                      bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                      42

                                      La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                      1 Quale mission

                                      2 Quali risultati

                                      (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                      43

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                      44

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                      LE AREE COINVOLTE SONO

                                      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                      PLS MMG

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                      46

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                      47

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      RIFERIMENTI NORMATIVI

                                      Le attivitagrave consultoriali

                                      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                      48

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                      49

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                      50

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                      51

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      ad un secondo livello

                                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                      52

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                      53

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Il Consultorio familiare

                                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                      54

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                      dellrsquoapprendimento)

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                      55

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                      56

                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                      58

                                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                      59

                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                      Situazione di partenza

                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                      bull Situazione di partenza

                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

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                                      ALCUNI INTERVENTI

                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                      62

                                      ALCUNI INTERVENTI

                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                      63

                                      ALCUNI INTERVENTI

                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                      64

                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                      (Ministero della Salute)

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                      65

                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                      66

                                      Centri nascita STEN TIN

                                      67

                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                      68

                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                      69

                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                      70

                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                      71

                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                      72

                                      Percheacute STEN

                                      73

                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                      74

                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                      75

                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                      76

                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                      77

                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                      Puglia Toscana

                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                      Ampia copertura

                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                      Realtagrave a

                                      Realtagrave b

                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                      78

                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                      79

                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                      3- Ospedale senza dolore

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                      80

                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                      81

                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                      82

                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                      83

                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                                      • Origini del dipartimento
                                      • Iter legislativo
                                      • Iter legislativo
                                      • Iter legislativo
                                      • Iter legislativo
                                      • Iter legislativo
                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                      • Modelli di Dipartimento
                                      • il DMI
                                      • il DMI
                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                                        Legge 10 agosto 2000 n 251 ndash Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche tecniche della riabilitazione della prevenzione noncheacute della professione ostetrica

                                        1 Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea delle scienze

                                        infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono

                                        con autonomia professionale attivitagrave dirette alla prevenzione

                                        alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva

                                        espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei

                                        relativi profili professionali noncheacute dagli specifici codici

                                        deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per

                                        obiettivi dellassistenza

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 20

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                                        2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                        Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Modello organizzativo proposto

                                        Soggetti

                                        Ambito territoriale

                                        Coordinatore di ambito

                                        Distretto Sanitario

                                        Direttore di Distretto

                                        Dipartimento Materno Infantile

                                        Direttore del DMI

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Strumenti della programmazione

                                        Piano sociale di ZonaPDZ

                                        Programma delle attivitagravedistrettuali

                                        PAD

                                        Obiettivi specifici nel

                                        Piano di Zona

                                        Funzioni specifiche

                                        bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                        Funzioni specifiche

                                        bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                        Funzioni specifiche

                                        bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

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                                        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                        bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                        bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                        (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                        26

                                        Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                        bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                        1 Interventi dedicati al neonato

                                        2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                        3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                        FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                        assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        La promozione di percorsi assistenziali

                                        I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                        bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                        e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                        lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                        29

                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                        bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                        bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                        bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

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                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                        Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                        Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                        Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                        31

                                        assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                        organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                        31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                        32

                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Il Comitato di dipartimento

                                        bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                        dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                        miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                        33

                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                        Il Comitato di dipartimento

                                        bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                        bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                        bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                        34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                        35

                                        Qualche idea

                                        1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                        Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                        36

                                        Nuovi approcci pediatrici

                                        (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                        36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                        37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                        38

                                        bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                        bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                        Media intensitagrave o media complessitagrave

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                        39

                                        Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                        bull Anemia

                                        bull Sindromi emorragiche

                                        bull Disidratazione

                                        bull Sindromi dolorose

                                        bull Perdite di coscienza transitorie

                                        bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                        bull Trauma cranico

                                        bull Asma acuto

                                        bull Laringite acuta

                                        bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                        bull Febbri di natura sospetta

                                        bull Dolori addominali

                                        bull Gastroenteriti

                                        bull Convulsioni

                                        bull Intossicazioni

                                        bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                        40

                                        Pazienti NON appropriati per OB

                                        bull Febbre in pazienti neutropenici

                                        bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                        bull Epiglottite

                                        bull Meningite

                                        bull Disturbi elettrolitici severi

                                        bull Neonati

                                        bull Insufficienza respiratoria

                                        bull Shock

                                        bull Ostruzione delle vie aeree

                                        bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                        bull Coma

                                        bull Intossicazioni gravi

                                        bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                        41

                                        LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                        bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                        bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                        bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                        bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                        42

                                        La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                        1 Quale mission

                                        2 Quali risultati

                                        (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                        43

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                        44

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                        LE AREE COINVOLTE SONO

                                        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                        PLS MMG

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                        46

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                        47

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        RIFERIMENTI NORMATIVI

                                        Le attivitagrave consultoriali

                                        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                        48

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                        49

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                        50

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                        51

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        ad un secondo livello

                                        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                        52

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                        53

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Il Consultorio familiare

                                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                        54

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                        dellrsquoapprendimento)

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                        55

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                        56

                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                        58

                                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                        59

                                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                        Situazione di partenza

                                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

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                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                        bull Situazione di partenza

                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                        61

                                        ALCUNI INTERVENTI

                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                        62

                                        ALCUNI INTERVENTI

                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                        63

                                        ALCUNI INTERVENTI

                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                        64

                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                        (Ministero della Salute)

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                        65

                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                        66

                                        Centri nascita STEN TIN

                                        67

                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                        68

                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                        69

                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                        70

                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                        71

                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                        72

                                        Percheacute STEN

                                        73

                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                        74

                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                        75

                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                        76

                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                        77

                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                        Puglia Toscana

                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                        Ampia copertura

                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                        Realtagrave a

                                        Realtagrave b

                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                        78

                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                        79

                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                        3- Ospedale senza dolore

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                        80

                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                        81

                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                        82

                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

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                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

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                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                        • Origini del dipartimento
                                        • Iter legislativo
                                        • Iter legislativo
                                        • Iter legislativo
                                        • Iter legislativo
                                        • Iter legislativo
                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                        • Modelli di Dipartimento
                                        • il DMI
                                        • il DMI
                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                          21

                                          2 Lo Stato e le Regioni promuovono nellesercizio delle proprie funzioni legislative di indirizzo di programmazione edamministrative la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico‐ostetricheal fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute al processo di aziendalizzazione nel SSN allintegrazione dellorganizzazione del lavoro della sanitagrave in Italia con quelle degli altri Stati dellUnione Europea

                                          Legge 10 agosto 2000 n 251CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 21

                                          22

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                          23

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Modello organizzativo proposto

                                          Soggetti

                                          Ambito territoriale

                                          Coordinatore di ambito

                                          Distretto Sanitario

                                          Direttore di Distretto

                                          Dipartimento Materno Infantile

                                          Direttore del DMI

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                          24

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Strumenti della programmazione

                                          Piano sociale di ZonaPDZ

                                          Programma delle attivitagravedistrettuali

                                          PAD

                                          Obiettivi specifici nel

                                          Piano di Zona

                                          Funzioni specifiche

                                          bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                          Funzioni specifiche

                                          bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                          Funzioni specifiche

                                          bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                          25

                                          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                          bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                          bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                          (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                          26

                                          Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                          bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                          1 Interventi dedicati al neonato

                                          2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                          3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                          27

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                          FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                          assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                          28

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          La promozione di percorsi assistenziali

                                          I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                          bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                          e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                          lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                          29

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                          bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                          bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                          bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                          30

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                          Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                          Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                          Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                          31

                                          assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                          organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                          31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                          32

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Il Comitato di dipartimento

                                          bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                          dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                          miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                          33

                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                          Il Comitato di dipartimento

                                          bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                          bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                          bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                          34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                          35

                                          Qualche idea

                                          1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                          Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                          36

                                          Nuovi approcci pediatrici

                                          (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                          36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                          37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                          38

                                          bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                          bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                          Media intensitagrave o media complessitagrave

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                          39

                                          Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                          bull Anemia

                                          bull Sindromi emorragiche

                                          bull Disidratazione

                                          bull Sindromi dolorose

                                          bull Perdite di coscienza transitorie

                                          bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                          bull Trauma cranico

                                          bull Asma acuto

                                          bull Laringite acuta

                                          bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                          bull Febbri di natura sospetta

                                          bull Dolori addominali

                                          bull Gastroenteriti

                                          bull Convulsioni

                                          bull Intossicazioni

                                          bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                          40

                                          Pazienti NON appropriati per OB

                                          bull Febbre in pazienti neutropenici

                                          bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                          bull Epiglottite

                                          bull Meningite

                                          bull Disturbi elettrolitici severi

                                          bull Neonati

                                          bull Insufficienza respiratoria

                                          bull Shock

                                          bull Ostruzione delle vie aeree

                                          bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                          bull Coma

                                          bull Intossicazioni gravi

                                          bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                          41

                                          LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                          bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                          bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                          bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                          bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                          42

                                          La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                          1 Quale mission

                                          2 Quali risultati

                                          (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                          43

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                          44

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                          LE AREE COINVOLTE SONO

                                          AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                          AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                          hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                          PLS MMG

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                          46

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                          47

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          RIFERIMENTI NORMATIVI

                                          Le attivitagrave consultoriali

                                          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                          48

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                          49

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                          50

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                          51

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          ad un secondo livello

                                          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                          52

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                          53

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Il Consultorio familiare

                                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                          54

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                          dellrsquoapprendimento)

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                          55

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                          56

                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                          58

                                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                          59

                                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                          Situazione di partenza

                                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                          60

                                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                          bull Situazione di partenza

                                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                          61

                                          ALCUNI INTERVENTI

                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                          62

                                          ALCUNI INTERVENTI

                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                          63

                                          ALCUNI INTERVENTI

                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                          64

                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                          (Ministero della Salute)

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                          65

                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                          66

                                          Centri nascita STEN TIN

                                          67

                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                          68

                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                          69

                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                          70

                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                          71

                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                          72

                                          Percheacute STEN

                                          73

                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                          74

                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                          75

                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                          76

                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                          77

                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                          Puglia Toscana

                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                          Ampia copertura

                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                          Realtagrave a

                                          Realtagrave b

                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                          78

                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                          79

                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                          3- Ospedale senza dolore

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                          80

                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                          81

                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                          82

                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                          83

                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                          84

                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                          85

                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                          86

                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                          87

                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                          • Origini del dipartimento
                                          • Iter legislativo
                                          • Iter legislativo
                                          • Iter legislativo
                                          • Iter legislativo
                                          • Iter legislativo
                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                          • Modelli di Dipartimento
                                          • il DMI
                                          • il DMI
                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                            22

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            bullI soggettibullGli strumenti della programmazione bullI compiti bullLa strutturabullIl livello decisionalebullIl comitato di dipartimento bullLa rete della pediatria territoriale

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 22

                                            23

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Modello organizzativo proposto

                                            Soggetti

                                            Ambito territoriale

                                            Coordinatore di ambito

                                            Distretto Sanitario

                                            Direttore di Distretto

                                            Dipartimento Materno Infantile

                                            Direttore del DMI

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                            24

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Strumenti della programmazione

                                            Piano sociale di ZonaPDZ

                                            Programma delle attivitagravedistrettuali

                                            PAD

                                            Obiettivi specifici nel

                                            Piano di Zona

                                            Funzioni specifiche

                                            bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                            Funzioni specifiche

                                            bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                            Funzioni specifiche

                                            bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                            25

                                            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                            bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                            bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                            (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                            26

                                            Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                            bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                            1 Interventi dedicati al neonato

                                            2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                            3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                            27

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                            FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                            assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                            28

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            La promozione di percorsi assistenziali

                                            I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                            bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                            e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                            lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                            29

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                            bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                            bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                            bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                            30

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                            Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                            Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                            Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                            31

                                            assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                            organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                            31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                            32

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Il Comitato di dipartimento

                                            bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                            dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                            miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                            33

                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                            Il Comitato di dipartimento

                                            bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                            bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                            bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                            34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                            35

                                            Qualche idea

                                            1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                            Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                            36

                                            Nuovi approcci pediatrici

                                            (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                            36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                            37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                            38

                                            bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                            bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                            Media intensitagrave o media complessitagrave

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                            39

                                            Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                            bull Anemia

                                            bull Sindromi emorragiche

                                            bull Disidratazione

                                            bull Sindromi dolorose

                                            bull Perdite di coscienza transitorie

                                            bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                            bull Trauma cranico

                                            bull Asma acuto

                                            bull Laringite acuta

                                            bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                            bull Febbri di natura sospetta

                                            bull Dolori addominali

                                            bull Gastroenteriti

                                            bull Convulsioni

                                            bull Intossicazioni

                                            bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                            40

                                            Pazienti NON appropriati per OB

                                            bull Febbre in pazienti neutropenici

                                            bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                            bull Epiglottite

                                            bull Meningite

                                            bull Disturbi elettrolitici severi

                                            bull Neonati

                                            bull Insufficienza respiratoria

                                            bull Shock

                                            bull Ostruzione delle vie aeree

                                            bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                            bull Coma

                                            bull Intossicazioni gravi

                                            bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                            41

                                            LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                            bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                            bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                            bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                            bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                            42

                                            La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                            1 Quale mission

                                            2 Quali risultati

                                            (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                            43

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                            44

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                            LE AREE COINVOLTE SONO

                                            AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                            AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                            hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                            il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                            partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                            PLS MMG

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                            46

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                            47

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            RIFERIMENTI NORMATIVI

                                            Le attivitagrave consultoriali

                                            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                            48

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                            49

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                            50

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                            51

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            ad un secondo livello

                                            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                            52

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                            53

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Il Consultorio familiare

                                            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                            54

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                            dellrsquoapprendimento)

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                            55

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                            56

                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                            58

                                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                            59

                                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                            Situazione di partenza

                                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                            60

                                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                            bull Situazione di partenza

                                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                            61

                                            ALCUNI INTERVENTI

                                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                            62

                                            ALCUNI INTERVENTI

                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                            63

                                            ALCUNI INTERVENTI

                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                            64

                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                            (Ministero della Salute)

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                            65

                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                            66

                                            Centri nascita STEN TIN

                                            67

                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                            68

                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                            69

                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                            70

                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                            71

                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                            72

                                            Percheacute STEN

                                            73

                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                            74

                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                            75

                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                            76

                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

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                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                            Puglia Toscana

                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                            Ampia copertura

                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                            Realtagrave a

                                            Realtagrave b

                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                            78

                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                            79

                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                            3- Ospedale senza dolore

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                            80

                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                            81

                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                            82

                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                            83

                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                            84

                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                            87

                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                            • Origini del dipartimento
                                            • Iter legislativo
                                            • Iter legislativo
                                            • Iter legislativo
                                            • Iter legislativo
                                            • Iter legislativo
                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                            • Modelli di Dipartimento
                                            • il DMI
                                            • il DMI
                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                              23

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Modello organizzativo proposto

                                              Soggetti

                                              Ambito territoriale

                                              Coordinatore di ambito

                                              Distretto Sanitario

                                              Direttore di Distretto

                                              Dipartimento Materno Infantile

                                              Direttore del DMI

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 23

                                              24

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Strumenti della programmazione

                                              Piano sociale di ZonaPDZ

                                              Programma delle attivitagravedistrettuali

                                              PAD

                                              Obiettivi specifici nel

                                              Piano di Zona

                                              Funzioni specifiche

                                              bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                              Funzioni specifiche

                                              bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                              Funzioni specifiche

                                              bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                              25

                                              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                              bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                              bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                              (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                              26

                                              Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                              bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                              1 Interventi dedicati al neonato

                                              2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                              3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                              27

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                              FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                              assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                              28

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              La promozione di percorsi assistenziali

                                              I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                              bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                              e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                              lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                              29

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                              bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                              bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                              bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                              30

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                              Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                              Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                              Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                              31

                                              assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                              organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                              31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                              32

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Il Comitato di dipartimento

                                              bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                              dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                              miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                              33

                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                              Il Comitato di dipartimento

                                              bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                              bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                              bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                              34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                              35

                                              Qualche idea

                                              1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                              Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                              36

                                              Nuovi approcci pediatrici

                                              (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                              36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                              37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                              38

                                              bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                              bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                              Media intensitagrave o media complessitagrave

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                              39

                                              Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                              bull Anemia

                                              bull Sindromi emorragiche

                                              bull Disidratazione

                                              bull Sindromi dolorose

                                              bull Perdite di coscienza transitorie

                                              bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                              bull Trauma cranico

                                              bull Asma acuto

                                              bull Laringite acuta

                                              bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                              bull Febbri di natura sospetta

                                              bull Dolori addominali

                                              bull Gastroenteriti

                                              bull Convulsioni

                                              bull Intossicazioni

                                              bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                              40

                                              Pazienti NON appropriati per OB

                                              bull Febbre in pazienti neutropenici

                                              bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                              bull Epiglottite

                                              bull Meningite

                                              bull Disturbi elettrolitici severi

                                              bull Neonati

                                              bull Insufficienza respiratoria

                                              bull Shock

                                              bull Ostruzione delle vie aeree

                                              bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                              bull Coma

                                              bull Intossicazioni gravi

                                              bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                              41

                                              LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                              bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                              bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                              bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                              bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                              42

                                              La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                              1 Quale mission

                                              2 Quali risultati

                                              (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                              43

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                              44

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                              LE AREE COINVOLTE SONO

                                              AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                              AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                              hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                              il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                              partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                              PLS MMG

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                              46

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                              La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                              LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                              47

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              RIFERIMENTI NORMATIVI

                                              Le attivitagrave consultoriali

                                              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                              48

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                              49

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                              50

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                              51

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              ad un secondo livello

                                              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                              52

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                              53

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Il Consultorio familiare

                                              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                              54

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                              dellrsquoapprendimento)

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                              55

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                              56

                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                              58

                                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                              59

                                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                              Situazione di partenza

                                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                              60

                                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                              bull Situazione di partenza

                                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                              61

                                              ALCUNI INTERVENTI

                                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                              62

                                              ALCUNI INTERVENTI

                                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                              63

                                              ALCUNI INTERVENTI

                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                              64

                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                              (Ministero della Salute)

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                              65

                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                              66

                                              Centri nascita STEN TIN

                                              67

                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                              68

                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                              69

                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                              70

                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                              71

                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                              72

                                              Percheacute STEN

                                              73

                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                              74

                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                              75

                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                              76

                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                              77

                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                              Puglia Toscana

                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                              Ampia copertura

                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                              Realtagrave a

                                              Realtagrave b

                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                              78

                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                              79

                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                              3- Ospedale senza dolore

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                              80

                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                              81

                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                              82

                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                              83

                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                              84

                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                              85

                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                              86

                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                              87

                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                              • Origini del dipartimento
                                              • Iter legislativo
                                              • Iter legislativo
                                              • Iter legislativo
                                              • Iter legislativo
                                              • Iter legislativo
                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                              • Modelli di Dipartimento
                                              • il DMI
                                              • il DMI
                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                24

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                Strumenti della programmazione

                                                Piano sociale di ZonaPDZ

                                                Programma delle attivitagravedistrettuali

                                                PAD

                                                Obiettivi specifici nel

                                                Piano di Zona

                                                Funzioni specifiche

                                                bulldefinire le strategie di risposta ai bisogni sociali e socio-sanitari

                                                Funzioni specifiche

                                                bullfare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e socio-sanitaria bullraccordare DMI e Ambito territoriale

                                                Funzioni specifiche

                                                bullsviluppare le attivitagrave cliniche la ricerca lo studio e la verifica della qualitagravedelle proprie prestazioni

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 24

                                                25

                                                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                                bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                                (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

                                                26

                                                Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                                1 Interventi dedicati al neonato

                                                2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                                3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                                27

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                                FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                                assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                                28

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                La promozione di percorsi assistenziali

                                                I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                                bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                                e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                                lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                                29

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                30

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                31

                                                assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                32

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                Il Comitato di dipartimento

                                                bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                33

                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                Il Comitato di dipartimento

                                                bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                35

                                                Qualche idea

                                                1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                36

                                                Nuovi approcci pediatrici

                                                (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                38

                                                bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                39

                                                Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                bull Anemia

                                                bull Sindromi emorragiche

                                                bull Disidratazione

                                                bull Sindromi dolorose

                                                bull Perdite di coscienza transitorie

                                                bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                bull Trauma cranico

                                                bull Asma acuto

                                                bull Laringite acuta

                                                bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                bull Febbri di natura sospetta

                                                bull Dolori addominali

                                                bull Gastroenteriti

                                                bull Convulsioni

                                                bull Intossicazioni

                                                bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                40

                                                Pazienti NON appropriati per OB

                                                bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                bull Epiglottite

                                                bull Meningite

                                                bull Disturbi elettrolitici severi

                                                bull Neonati

                                                bull Insufficienza respiratoria

                                                bull Shock

                                                bull Ostruzione delle vie aeree

                                                bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                bull Coma

                                                bull Intossicazioni gravi

                                                bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                41

                                                LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                42

                                                La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                1 Quale mission

                                                2 Quali risultati

                                                (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                43

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                44

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                LE AREE COINVOLTE SONO

                                                AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                PLS MMG

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                46

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                47

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                Le attivitagrave consultoriali

                                                L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                48

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                49

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                50

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                51

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                ad un secondo livello

                                                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                52

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                53

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Il Consultorio familiare

                                                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                54

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                dellrsquoapprendimento)

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                55

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                56

                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                58

                                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                59

                                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                Situazione di partenza

                                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                60

                                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                bull Situazione di partenza

                                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                61

                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                62

                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                63

                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                64

                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                (Ministero della Salute)

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                65

                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                66

                                                Centri nascita STEN TIN

                                                67

                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                68

                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                69

                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                70

                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                71

                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                72

                                                Percheacute STEN

                                                73

                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                74

                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                75

                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                76

                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                77

                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                Puglia Toscana

                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                Ampia copertura

                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                Realtagrave a

                                                Realtagrave b

                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                78

                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                79

                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                3- Ospedale senza dolore

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                80

                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                81

                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                82

                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                83

                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                84

                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

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                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

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                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

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                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

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                                                • Origini del dipartimento
                                                • Iter legislativo
                                                • Iter legislativo
                                                • Iter legislativo
                                                • Iter legislativo
                                                • Iter legislativo
                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                • Modelli di Dipartimento
                                                • il DMI
                                                • il DMI
                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

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                                                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                  bull ldquoegrave necessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento riservando allospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare il bisogno di salute dei bambini di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunitagrave di accesso ai servizi attraverso la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalitagrave che assicurino tempestivamente al bambino e alla sua famiglia in forme coordinate integrate e programmate lrsquoaccesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri

                                                  bull In questo documento si ipotizza un ldquoProgramma di attivitagrave territorialirdquo(area pediatrica distrettuale definita Unitagrave di Cure Pediatriche Territorialindash UCPT ‐ ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attivitagrave nel campo dellrsquoassistenza pediatrica

                                                  (documento della ldquoFederazione Italiana Medici Pediatrirdquo del marzo 2007 inviato allrsquoallora Ministro della Salute On Livia Turco )

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                                                  Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                  bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                                  1 Interventi dedicati al neonato

                                                  2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                                  3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

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                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                                  FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                                  assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                                  28

                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  La promozione di percorsi assistenziali

                                                  I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                                  bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                                  e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                                  lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

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                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                  bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                  bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                  bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                  30

                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                  Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                  Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                  Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                  31

                                                  assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                  organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                  31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                  32

                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  Il Comitato di dipartimento

                                                  bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                  dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                  miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                  33

                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                  Il Comitato di dipartimento

                                                  bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                  bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                  bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                  34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                  35

                                                  Qualche idea

                                                  1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                  Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                  36

                                                  Nuovi approcci pediatrici

                                                  (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                  36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                  37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                  38

                                                  bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                  bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                  Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                  39

                                                  Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                  bull Anemia

                                                  bull Sindromi emorragiche

                                                  bull Disidratazione

                                                  bull Sindromi dolorose

                                                  bull Perdite di coscienza transitorie

                                                  bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                  bull Trauma cranico

                                                  bull Asma acuto

                                                  bull Laringite acuta

                                                  bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                  bull Febbri di natura sospetta

                                                  bull Dolori addominali

                                                  bull Gastroenteriti

                                                  bull Convulsioni

                                                  bull Intossicazioni

                                                  bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                  40

                                                  Pazienti NON appropriati per OB

                                                  bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                  bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                  bull Epiglottite

                                                  bull Meningite

                                                  bull Disturbi elettrolitici severi

                                                  bull Neonati

                                                  bull Insufficienza respiratoria

                                                  bull Shock

                                                  bull Ostruzione delle vie aeree

                                                  bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                  bull Coma

                                                  bull Intossicazioni gravi

                                                  bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                  41

                                                  LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                  bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                  bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                  bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                  bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                  42

                                                  La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                  1 Quale mission

                                                  2 Quali risultati

                                                  (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                  43

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                  44

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                  LE AREE COINVOLTE SONO

                                                  AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                  AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                  hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                  il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                  partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                  PLS MMG

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                  46

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                  La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                  LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                  47

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                  Le attivitagrave consultoriali

                                                  L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                  48

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                  49

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                  50

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                  51

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  ad un secondo livello

                                                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                  52

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                  53

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Il Consultorio familiare

                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                  54

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                  dellrsquoapprendimento)

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                  55

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                  56

                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                  58

                                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                  59

                                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                  Situazione di partenza

                                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                  60

                                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                  bull Situazione di partenza

                                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                  61

                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                  62

                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                  63

                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                  64

                                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                  (Ministero della Salute)

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                  65

                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                  66

                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                  67

                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                  68

                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                  69

                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                  70

                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                  71

                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                  72

                                                  Percheacute STEN

                                                  73

                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                  74

                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                  75

                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                  76

                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                  77

                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                  Puglia Toscana

                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                  Ampia copertura

                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                  Realtagrave a

                                                  Realtagrave b

                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                  78

                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                  79

                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                  80

                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                  81

                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                  82

                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                  83

                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                  84

                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                  85

                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                  86

                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                  87

                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                  • Origini del dipartimento
                                                  • Iter legislativo
                                                  • Iter legislativo
                                                  • Iter legislativo
                                                  • Iter legislativo
                                                  • Iter legislativo
                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                  • il DMI
                                                  • il DMI
                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                    26

                                                    Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                    bull In questo documento si ipotizza la costituzione di Unitagrave di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri infermieri pediatrici consulenti specialistici possibilitagrave di raccordo con la continuitagrave assistenziale per garantire

                                                    1 Interventi dedicati al neonato

                                                    2 Interventi dedicati al bambino con patologia cronica

                                                    3 Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute

                                                    27

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                                    FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                                    assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                                    28

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    La promozione di percorsi assistenziali

                                                    I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                                    bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                                    e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                                    lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                                    29

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                    bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                    bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                    bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                    30

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                    Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                    Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                    Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                    31

                                                    assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                    organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                    31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                    32

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    Il Comitato di dipartimento

                                                    bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                    dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                    miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                    33

                                                    DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                    Il Comitato di dipartimento

                                                    bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                    bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                    bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                    34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                    35

                                                    Qualche idea

                                                    1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                    Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                    36

                                                    Nuovi approcci pediatrici

                                                    (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                    36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                    37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                    38

                                                    bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                    bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                    Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                    39

                                                    Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                    bull Anemia

                                                    bull Sindromi emorragiche

                                                    bull Disidratazione

                                                    bull Sindromi dolorose

                                                    bull Perdite di coscienza transitorie

                                                    bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                    bull Trauma cranico

                                                    bull Asma acuto

                                                    bull Laringite acuta

                                                    bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                    bull Febbri di natura sospetta

                                                    bull Dolori addominali

                                                    bull Gastroenteriti

                                                    bull Convulsioni

                                                    bull Intossicazioni

                                                    bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                    40

                                                    Pazienti NON appropriati per OB

                                                    bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                    bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                    bull Epiglottite

                                                    bull Meningite

                                                    bull Disturbi elettrolitici severi

                                                    bull Neonati

                                                    bull Insufficienza respiratoria

                                                    bull Shock

                                                    bull Ostruzione delle vie aeree

                                                    bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                    bull Coma

                                                    bull Intossicazioni gravi

                                                    bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                    41

                                                    LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                    bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                    bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                    bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                    bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                    42

                                                    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                    1 Quale mission

                                                    2 Quali risultati

                                                    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                    43

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                    44

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                    LE AREE COINVOLTE SONO

                                                    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                    PLS MMG

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                    46

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                    47

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                    Le attivitagrave consultoriali

                                                    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                    48

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                    49

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                    50

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                    51

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    ad un secondo livello

                                                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                    52

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                    53

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Il Consultorio familiare

                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                    54

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                    dellrsquoapprendimento)

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                    55

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                    56

                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                    58

                                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                    59

                                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                    Situazione di partenza

                                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                    60

                                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                    bull Situazione di partenza

                                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                    61

                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                    62

                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                    63

                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                    64

                                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                    (Ministero della Salute)

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                    65

                                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                    66

                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                    67

                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                    68

                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                    69

                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                    70

                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                    71

                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                    72

                                                    Percheacute STEN

                                                    73

                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                    74

                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                    75

                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                    76

                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                    77

                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                    Puglia Toscana

                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                    Ampia copertura

                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                    Realtagrave a

                                                    Realtagrave b

                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                    78

                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                    79

                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                    80

                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                    81

                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                    82

                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                    83

                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                    84

                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                    85

                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                    86

                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                    87

                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                    • Origini del dipartimento
                                                    • Iter legislativo
                                                    • Iter legislativo
                                                    • Iter legislativo
                                                    • Iter legislativo
                                                    • Iter legislativo
                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                    • il DMI
                                                    • il DMI
                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                      27

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      Competenzeindividuazione ed il coordinamento delle prestazioni

                                                      FavorirebullLa de-ospedalizzazione delle attivitagrave ostetriche e pediatrichebullLa riduzione dei ricoveri impropribullLa dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale

                                                      assicurare lrsquointegrazione delle attivitagraveo La promozione di percorsi assistenziali comuni tra lrsquoarea della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvoltio La promozione di percorsi assistenziali tra le unitagrave operative dellrsquoAFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unitagrave operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)MMG

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 27

                                                      28

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      La promozione di percorsi assistenziali

                                                      I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                                      bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                                      e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                                      lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                                      29

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                      bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                      bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                      bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                      30

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                      Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                      Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                      Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                      31

                                                      assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                      organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                      31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                      32

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      Il Comitato di dipartimento

                                                      bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                      dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                      miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                      33

                                                      DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                      Il Comitato di dipartimento

                                                      bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                      bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                      bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                      34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                      35

                                                      Qualche idea

                                                      1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                      Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                      36

                                                      Nuovi approcci pediatrici

                                                      (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                      36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                      37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                      38

                                                      bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                      bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                      Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                      39

                                                      Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                      bull Anemia

                                                      bull Sindromi emorragiche

                                                      bull Disidratazione

                                                      bull Sindromi dolorose

                                                      bull Perdite di coscienza transitorie

                                                      bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                      bull Trauma cranico

                                                      bull Asma acuto

                                                      bull Laringite acuta

                                                      bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                      bull Febbri di natura sospetta

                                                      bull Dolori addominali

                                                      bull Gastroenteriti

                                                      bull Convulsioni

                                                      bull Intossicazioni

                                                      bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                      40

                                                      Pazienti NON appropriati per OB

                                                      bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                      bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                      bull Epiglottite

                                                      bull Meningite

                                                      bull Disturbi elettrolitici severi

                                                      bull Neonati

                                                      bull Insufficienza respiratoria

                                                      bull Shock

                                                      bull Ostruzione delle vie aeree

                                                      bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                      bull Coma

                                                      bull Intossicazioni gravi

                                                      bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                      41

                                                      LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                      bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                      bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                      bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                      bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                      42

                                                      La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                      1 Quale mission

                                                      2 Quali risultati

                                                      (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                      43

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                      44

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                      LE AREE COINVOLTE SONO

                                                      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                      PLS MMG

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                      46

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                      47

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                      Le attivitagrave consultoriali

                                                      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                      48

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                      49

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                      50

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                      51

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      ad un secondo livello

                                                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                      52

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                      53

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Il Consultorio familiare

                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                      54

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                      dellrsquoapprendimento)

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                      55

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                      56

                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                      58

                                                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                      59

                                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                      Situazione di partenza

                                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                      60

                                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                      bull Situazione di partenza

                                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                      61

                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                      62

                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                      63

                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                      64

                                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                      (Ministero della Salute)

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                      65

                                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                      66

                                                      Centri nascita STEN TIN

                                                      67

                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                      68

                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                      69

                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                      70

                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                      71

                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                      72

                                                      Percheacute STEN

                                                      73

                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                      74

                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                      75

                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                      76

                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                      77

                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                      Puglia Toscana

                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                      Ampia copertura

                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                      Realtagrave a

                                                      Realtagrave b

                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                      78

                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                      79

                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                      80

                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                      81

                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                      82

                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                      83

                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                      84

                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                      85

                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                      86

                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                      87

                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                      • Origini del dipartimento
                                                      • Iter legislativo
                                                      • Iter legislativo
                                                      • Iter legislativo
                                                      • Iter legislativo
                                                      • Iter legislativo
                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                      • il DMI
                                                      • il DMI
                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                        28

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        La promozione di percorsi assistenziali

                                                        I compiti bull La continuitagrave dellrsquoassistenza alla gravidanza al parto e al puerperio

                                                        bull La tutela della gravidanza a rischiobull Lrsquointerruzione volontaria della gravidanza (IVG)bull La prevenzione oncologicabull La tutela della salute della donna in menopausabull La realizzazione di ldquopercorsi-interventordquo per adolescenti

                                                        e giovani bull La costruzione di protocolli operativi per assicurare

                                                        lrsquounitarietagrave e lrsquointegrazione socio-sanitaria

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 28

                                                        29

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                        bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                        bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                        bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                        30

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                        Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                        Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                        Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                        31

                                                        assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                        organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                        31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                        32

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        Il Comitato di dipartimento

                                                        bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                        dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                        miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                        33

                                                        DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                        Il Comitato di dipartimento

                                                        bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                        bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                        bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                        34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                        35

                                                        Qualche idea

                                                        1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                        Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                        36

                                                        Nuovi approcci pediatrici

                                                        (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                        36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                        37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                        38

                                                        bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                        bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                        Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                        39

                                                        Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                        bull Anemia

                                                        bull Sindromi emorragiche

                                                        bull Disidratazione

                                                        bull Sindromi dolorose

                                                        bull Perdite di coscienza transitorie

                                                        bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                        bull Trauma cranico

                                                        bull Asma acuto

                                                        bull Laringite acuta

                                                        bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                        bull Febbri di natura sospetta

                                                        bull Dolori addominali

                                                        bull Gastroenteriti

                                                        bull Convulsioni

                                                        bull Intossicazioni

                                                        bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                        40

                                                        Pazienti NON appropriati per OB

                                                        bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                        bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                        bull Epiglottite

                                                        bull Meningite

                                                        bull Disturbi elettrolitici severi

                                                        bull Neonati

                                                        bull Insufficienza respiratoria

                                                        bull Shock

                                                        bull Ostruzione delle vie aeree

                                                        bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                        bull Coma

                                                        bull Intossicazioni gravi

                                                        bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                        41

                                                        LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                        bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                        bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                        bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                        bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                        42

                                                        La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                        1 Quale mission

                                                        2 Quali risultati

                                                        (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                        43

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                        44

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                        LE AREE COINVOLTE SONO

                                                        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                                        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                        PLS MMG

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                        46

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                        47

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                        Le attivitagrave consultoriali

                                                        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                        48

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                        49

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                        50

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                        51

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        ad un secondo livello

                                                        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                        52

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                        53

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Il Consultorio familiare

                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                        54

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                        dellrsquoapprendimento)

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                        55

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                        56

                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                        58

                                                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                        59

                                                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                        Situazione di partenza

                                                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                        60

                                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                        bull Situazione di partenza

                                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                        61

                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                        62

                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                        63

                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                        64

                                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                        (Ministero della Salute)

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                        65

                                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                        66

                                                        Centri nascita STEN TIN

                                                        67

                                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                        68

                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                        69

                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                        70

                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                        71

                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                        72

                                                        Percheacute STEN

                                                        73

                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                        74

                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                        75

                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                        76

                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                        77

                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                        Puglia Toscana

                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                        Ampia copertura

                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                        Realtagrave a

                                                        Realtagrave b

                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                        78

                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                        79

                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                        80

                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                        81

                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                        82

                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                        83

                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

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                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

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                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

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                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                        87

                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                        • Origini del dipartimento
                                                        • Iter legislativo
                                                        • Iter legislativo
                                                        • Iter legislativo
                                                        • Iter legislativo
                                                        • Iter legislativo
                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                        • il DMI
                                                        • il DMI
                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                          29

                                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                          I compiti Promuovere la formazione e lrsquoinformazione

                                                          bull Promuovere lrsquoinformazione e lrsquoeducazione sanitaria

                                                          bull Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario

                                                          bull Monitorare e verificare la qualitagravedellrsquoassistenza erogata tramite apposito sistema informativo

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 29

                                                          30

                                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                          Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                          Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                          Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                          livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                          Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                          31

                                                          assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                          organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                          31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                          32

                                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                          Il Comitato di dipartimento

                                                          bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                          dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                          miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                          33

                                                          DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                          Il Comitato di dipartimento

                                                          bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                          bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                          bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                          34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                          35

                                                          Qualche idea

                                                          1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                          Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                          36

                                                          Nuovi approcci pediatrici

                                                          (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                          36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                          37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                          38

                                                          bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                          bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                          Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                          39

                                                          Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                          bull Anemia

                                                          bull Sindromi emorragiche

                                                          bull Disidratazione

                                                          bull Sindromi dolorose

                                                          bull Perdite di coscienza transitorie

                                                          bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                          bull Trauma cranico

                                                          bull Asma acuto

                                                          bull Laringite acuta

                                                          bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                          bull Febbri di natura sospetta

                                                          bull Dolori addominali

                                                          bull Gastroenteriti

                                                          bull Convulsioni

                                                          bull Intossicazioni

                                                          bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                          40

                                                          Pazienti NON appropriati per OB

                                                          bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                          bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                          bull Epiglottite

                                                          bull Meningite

                                                          bull Disturbi elettrolitici severi

                                                          bull Neonati

                                                          bull Insufficienza respiratoria

                                                          bull Shock

                                                          bull Ostruzione delle vie aeree

                                                          bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                          bull Coma

                                                          bull Intossicazioni gravi

                                                          bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                          41

                                                          LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                          bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                          bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                          bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                          bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                          42

                                                          La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                          1 Quale mission

                                                          2 Quali risultati

                                                          (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                          43

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                          44

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                          LE AREE COINVOLTE SONO

                                                          AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                          AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                          hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                                          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                          PLS MMG

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                          46

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                          47

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                          Le attivitagrave consultoriali

                                                          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                          48

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                          49

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                          50

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                          51

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          ad un secondo livello

                                                          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                          52

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                          53

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Il Consultorio familiare

                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                          54

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                          dellrsquoapprendimento)

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                          55

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                          56

                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                          58

                                                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                          59

                                                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                          Situazione di partenza

                                                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                          60

                                                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                          bull Situazione di partenza

                                                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                          61

                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                          62

                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                          63

                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                          64

                                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                          (Ministero della Salute)

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                          65

                                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                          66

                                                          Centri nascita STEN TIN

                                                          67

                                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                          68

                                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                          69

                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                          70

                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                          71

                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                          72

                                                          Percheacute STEN

                                                          73

                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                          74

                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                          75

                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                          76

                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                          77

                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                          Puglia Toscana

                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                          Ampia copertura

                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                          Realtagrave a

                                                          Realtagrave b

                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                          78

                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                          79

                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                          80

                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                          81

                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                          82

                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                          83

                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                          84

                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                          85

                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                          86

                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                          87

                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                          • Origini del dipartimento
                                                          • Iter legislativo
                                                          • Iter legislativo
                                                          • Iter legislativo
                                                          • Iter legislativo
                                                          • Iter legislativo
                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                          • il DMI
                                                          • il DMI
                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                            30

                                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                            Struttura Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantilile UO - Servizi afferenti alla

                                                            Macroarea ospedaliera ( composta dalle unitagraveoperative dellrsquoAFO materno infantile Ginecologia-Ostetricia Pediatria Neuropsichiatria Infantile)

                                                            Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie PLS MMG)

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 30

                                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                            livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                            Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                            31

                                                            assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                            organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                            31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                            32

                                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                            Il Comitato di dipartimento

                                                            bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                            dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                            miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                            33

                                                            DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                            Il Comitato di dipartimento

                                                            bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                            bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                            bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                            34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                            35

                                                            Qualche idea

                                                            1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                            Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                            36

                                                            Nuovi approcci pediatrici

                                                            (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                            36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                            37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                            38

                                                            bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                            bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                            Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                            39

                                                            Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                            bull Anemia

                                                            bull Sindromi emorragiche

                                                            bull Disidratazione

                                                            bull Sindromi dolorose

                                                            bull Perdite di coscienza transitorie

                                                            bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                            bull Trauma cranico

                                                            bull Asma acuto

                                                            bull Laringite acuta

                                                            bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                            bull Febbri di natura sospetta

                                                            bull Dolori addominali

                                                            bull Gastroenteriti

                                                            bull Convulsioni

                                                            bull Intossicazioni

                                                            bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                            40

                                                            Pazienti NON appropriati per OB

                                                            bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                            bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                            bull Epiglottite

                                                            bull Meningite

                                                            bull Disturbi elettrolitici severi

                                                            bull Neonati

                                                            bull Insufficienza respiratoria

                                                            bull Shock

                                                            bull Ostruzione delle vie aeree

                                                            bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                            bull Coma

                                                            bull Intossicazioni gravi

                                                            bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                            41

                                                            LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                            bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                            bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                            bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                            bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                            42

                                                            La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                            1 Quale mission

                                                            2 Quali risultati

                                                            (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                            43

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                            44

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                            LE AREE COINVOLTE SONO

                                                            AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                            AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                            hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                                            il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                            partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                            PLS MMG

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                            46

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                            47

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                            Le attivitagrave consultoriali

                                                            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                            48

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                            49

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                            50

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                            51

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            ad un secondo livello

                                                            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                            52

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                            53

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Il Consultorio familiare

                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                            54

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                            dellrsquoapprendimento)

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                            55

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                            56

                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                            58

                                                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                            59

                                                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                            Situazione di partenza

                                                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                            60

                                                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                            bull Situazione di partenza

                                                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                            61

                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                            62

                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                            63

                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                            64

                                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                            (Ministero della Salute)

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                            65

                                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                            66

                                                            Centri nascita STEN TIN

                                                            67

                                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                            68

                                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                            69

                                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                            70

                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                            71

                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                            72

                                                            Percheacute STEN

                                                            73

                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                            74

                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                            75

                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                            76

                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                            77

                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                            Puglia Toscana

                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                            Ampia copertura

                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                            Realtagrave a

                                                            Realtagrave b

                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                            78

                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                            79

                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                            80

                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                            81

                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                            82

                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                            83

                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                            84

                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                            85

                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                            86

                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                            87

                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                            • Origini del dipartimento
                                                            • Iter legislativo
                                                            • Iter legislativo
                                                            • Iter legislativo
                                                            • Iter legislativo
                                                            • Iter legislativo
                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                            • il DMI
                                                            • il DMI
                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                              livelli decisionaliLa direzione del dipartimento egrave assicurata da

                                                              Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento

                                                              31

                                                              assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimentoverificare la conformitagrave dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generalirappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esternigestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimentoconvocare e presiedere il comitato di dipartimento

                                                              organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da-Tutti i direttori delle UO-I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali-Il direttore assistenziale dipartimentale-Tutti i coordinatori o loro rappresentanze-Il referente della formazione e della qualitagrave dipartimentale

                                                              31CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                              32

                                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                              Il Comitato di dipartimento

                                                              bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                              dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                              miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                              33

                                                              DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                              Il Comitato di dipartimento

                                                              bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                              bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                              bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                              34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                              35

                                                              Qualche idea

                                                              1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                              Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                              36

                                                              Nuovi approcci pediatrici

                                                              (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                              36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                              37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                              38

                                                              bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                              bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                              Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                              39

                                                              Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                              bull Anemia

                                                              bull Sindromi emorragiche

                                                              bull Disidratazione

                                                              bull Sindromi dolorose

                                                              bull Perdite di coscienza transitorie

                                                              bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                              bull Trauma cranico

                                                              bull Asma acuto

                                                              bull Laringite acuta

                                                              bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                              bull Febbri di natura sospetta

                                                              bull Dolori addominali

                                                              bull Gastroenteriti

                                                              bull Convulsioni

                                                              bull Intossicazioni

                                                              bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                              40

                                                              Pazienti NON appropriati per OB

                                                              bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                              bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                              bull Epiglottite

                                                              bull Meningite

                                                              bull Disturbi elettrolitici severi

                                                              bull Neonati

                                                              bull Insufficienza respiratoria

                                                              bull Shock

                                                              bull Ostruzione delle vie aeree

                                                              bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                              bull Coma

                                                              bull Intossicazioni gravi

                                                              bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                              41

                                                              LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                              bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                              bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                              bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                              bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                              42

                                                              La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                              1 Quale mission

                                                              2 Quali risultati

                                                              (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                              43

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                              44

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                              LE AREE COINVOLTE SONO

                                                              AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                              AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                              hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                                              il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                              partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                              PLS MMG

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                              46

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                              La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                              LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                              47

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                              Le attivitagrave consultoriali

                                                              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                              48

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                              49

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                              50

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                              51

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              ad un secondo livello

                                                              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                              52

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                              53

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Il Consultorio familiare

                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                              54

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                              dellrsquoapprendimento)

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                              55

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                              56

                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                              58

                                                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                              59

                                                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                              Situazione di partenza

                                                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                              60

                                                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                              bull Situazione di partenza

                                                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                              61

                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                              62

                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                              63

                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                              64

                                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                              (Ministero della Salute)

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                              65

                                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                              66

                                                              Centri nascita STEN TIN

                                                              67

                                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                              68

                                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                              69

                                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                              70

                                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                              71

                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                              72

                                                              Percheacute STEN

                                                              73

                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                              74

                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                              75

                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                              76

                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                              77

                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                              Puglia Toscana

                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                              Ampia copertura

                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                              Realtagrave a

                                                              Realtagrave b

                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                              78

                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                              79

                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                              80

                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                              81

                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                              82

                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                              83

                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                              84

                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                              85

                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                              86

                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                              87

                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                              • Origini del dipartimento
                                                              • Iter legislativo
                                                              • Iter legislativo
                                                              • Iter legislativo
                                                              • Iter legislativo
                                                              • Iter legislativo
                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                              • il DMI
                                                              • il DMI
                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                32

                                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                                Il Comitato di dipartimento

                                                                bull Approva il budgetbull Elabora ed approva il piano annuale delle attivitagrave e degli interventi del

                                                                dipartimentobull Assicura la gestione in comune del personalebull Assicura lrsquo utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzaturebull Favorisce la sperimentazione e lrsquo adozione di modalitagrave organizzative volte al

                                                                miglioramento dellrsquoefficienza e dellrsquoefficacia e allrsquointegrazione delle attivitagrave delle strutture del dipartimento

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 32

                                                                33

                                                                DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                                Il Comitato di dipartimento

                                                                bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                                bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                                bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                                34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                                35

                                                                Qualche idea

                                                                1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                                Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                                36

                                                                Nuovi approcci pediatrici

                                                                (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                                36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                38

                                                                bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                39

                                                                Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                bull Anemia

                                                                bull Sindromi emorragiche

                                                                bull Disidratazione

                                                                bull Sindromi dolorose

                                                                bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                bull Trauma cranico

                                                                bull Asma acuto

                                                                bull Laringite acuta

                                                                bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                bull Febbri di natura sospetta

                                                                bull Dolori addominali

                                                                bull Gastroenteriti

                                                                bull Convulsioni

                                                                bull Intossicazioni

                                                                bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                40

                                                                Pazienti NON appropriati per OB

                                                                bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                bull Epiglottite

                                                                bull Meningite

                                                                bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                bull Neonati

                                                                bull Insufficienza respiratoria

                                                                bull Shock

                                                                bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                bull Coma

                                                                bull Intossicazioni gravi

                                                                bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                41

                                                                LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                42

                                                                La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                1 Quale mission

                                                                2 Quali risultati

                                                                (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                43

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                44

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                                il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                PLS MMG

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                46

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                47

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                Le attivitagrave consultoriali

                                                                L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                48

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                49

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                50

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                51

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                ad un secondo livello

                                                                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                52

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                53

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Il Consultorio familiare

                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                54

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                dellrsquoapprendimento)

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                55

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                56

                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                58

                                                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                59

                                                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                Situazione di partenza

                                                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                60

                                                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                bull Situazione di partenza

                                                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                61

                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                62

                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                63

                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                64

                                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                (Ministero della Salute)

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                65

                                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                66

                                                                Centri nascita STEN TIN

                                                                67

                                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                68

                                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                69

                                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                70

                                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                71

                                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                72

                                                                Percheacute STEN

                                                                73

                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                74

                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                75

                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                76

                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                77

                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                Puglia Toscana

                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                Ampia copertura

                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                Realtagrave a

                                                                Realtagrave b

                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                78

                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                79

                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                80

                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                81

                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                82

                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                83

                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                84

                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                85

                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                86

                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                87

                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                • Origini del dipartimento
                                                                • Iter legislativo
                                                                • Iter legislativo
                                                                • Iter legislativo
                                                                • Iter legislativo
                                                                • Iter legislativo
                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                • il DMI
                                                                • il DMI
                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                  33

                                                                  DIPARTIMENTO MATERNO ndash INFANTILE

                                                                  Il Comitato di dipartimento

                                                                  bull Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attivitagrave cliniche di ricerca di studio e di verifica della qualitagrave delle prestazioni

                                                                  bull Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dellrsquoassistenza

                                                                  bull Elabora piani di aggiornamento e formazione del personalebull Favorisce lrsquo istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentalibull Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 33

                                                                  34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                                  35

                                                                  Qualche idea

                                                                  1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                                  Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                                  36

                                                                  Nuovi approcci pediatrici

                                                                  (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                                  36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                  37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                  38

                                                                  bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                  bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                  Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                  39

                                                                  Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                  bull Anemia

                                                                  bull Sindromi emorragiche

                                                                  bull Disidratazione

                                                                  bull Sindromi dolorose

                                                                  bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                  bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                  bull Trauma cranico

                                                                  bull Asma acuto

                                                                  bull Laringite acuta

                                                                  bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                  bull Febbri di natura sospetta

                                                                  bull Dolori addominali

                                                                  bull Gastroenteriti

                                                                  bull Convulsioni

                                                                  bull Intossicazioni

                                                                  bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                  40

                                                                  Pazienti NON appropriati per OB

                                                                  bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                  bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                  bull Epiglottite

                                                                  bull Meningite

                                                                  bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                  bull Neonati

                                                                  bull Insufficienza respiratoria

                                                                  bull Shock

                                                                  bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                  bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                  bull Coma

                                                                  bull Intossicazioni gravi

                                                                  bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                  41

                                                                  LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                  bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                  bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                  bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                  bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                  42

                                                                  La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                  1 Quale mission

                                                                  2 Quali risultati

                                                                  (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                  43

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                  44

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                  LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                  AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                  AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                  hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                                  il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                  partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                  PLS MMG

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                  46

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                  La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                  LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                  47

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                  Le attivitagrave consultoriali

                                                                  L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                  48

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                  49

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                  50

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                  51

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  ad un secondo livello

                                                                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                  52

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                  53

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                  54

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                  dellrsquoapprendimento)

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                  55

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                  56

                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                  58

                                                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                  59

                                                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                  Situazione di partenza

                                                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                  60

                                                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                  bull Situazione di partenza

                                                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                  61

                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                  62

                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                  63

                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                  64

                                                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                  (Ministero della Salute)

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                  65

                                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                  66

                                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                                  67

                                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                  68

                                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                  69

                                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                  70

                                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                  71

                                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                  72

                                                                  Percheacute STEN

                                                                  73

                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                  74

                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                  75

                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                  76

                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                  77

                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                  Puglia Toscana

                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                  Ampia copertura

                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                  Realtagrave a

                                                                  Realtagrave b

                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                  78

                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                  79

                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                  80

                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                  81

                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                  82

                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                  83

                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                  84

                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                  85

                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                  86

                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                  87

                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                  • Iter legislativo
                                                                  • Iter legislativo
                                                                  • Iter legislativo
                                                                  • Iter legislativo
                                                                  • Iter legislativo
                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                  • il DMI
                                                                  • il DMI
                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                    34CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 34

                                                                    35

                                                                    Qualche idea

                                                                    1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                                    Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                                    36

                                                                    Nuovi approcci pediatrici

                                                                    (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                                    36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                    37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                    38

                                                                    bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                    bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                    Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                    39

                                                                    Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                    bull Anemia

                                                                    bull Sindromi emorragiche

                                                                    bull Disidratazione

                                                                    bull Sindromi dolorose

                                                                    bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                    bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                    bull Trauma cranico

                                                                    bull Asma acuto

                                                                    bull Laringite acuta

                                                                    bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                    bull Febbri di natura sospetta

                                                                    bull Dolori addominali

                                                                    bull Gastroenteriti

                                                                    bull Convulsioni

                                                                    bull Intossicazioni

                                                                    bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                    40

                                                                    Pazienti NON appropriati per OB

                                                                    bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                    bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                    bull Epiglottite

                                                                    bull Meningite

                                                                    bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                    bull Neonati

                                                                    bull Insufficienza respiratoria

                                                                    bull Shock

                                                                    bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                    bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                    bull Coma

                                                                    bull Intossicazioni gravi

                                                                    bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                    41

                                                                    LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                    bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                    bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                    bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                    bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                    42

                                                                    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                    1 Quale mission

                                                                    2 Quali risultati

                                                                    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                    43

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                    44

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                    LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                                    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                    PLS MMG

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                    46

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                    47

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                    Le attivitagrave consultoriali

                                                                    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                    48

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                    49

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                    50

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                    51

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    ad un secondo livello

                                                                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                    52

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                    53

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                    54

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                    dellrsquoapprendimento)

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                    55

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                    56

                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                    58

                                                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                    59

                                                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                    Situazione di partenza

                                                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                    60

                                                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                    bull Situazione di partenza

                                                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                    61

                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                    62

                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                    63

                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                    64

                                                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                    (Ministero della Salute)

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                    65

                                                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                    66

                                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                                    67

                                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                    68

                                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                    69

                                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                    70

                                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                    71

                                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                    72

                                                                    Percheacute STEN

                                                                    73

                                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                    74

                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                    75

                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                    76

                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                    77

                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                    Puglia Toscana

                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                    Ampia copertura

                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                    Realtagrave a

                                                                    Realtagrave b

                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                    78

                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                    79

                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                    80

                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                    81

                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                    82

                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                    83

                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                    84

                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                    85

                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                    86

                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                    87

                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                    • Iter legislativo
                                                                    • Iter legislativo
                                                                    • Iter legislativo
                                                                    • Iter legislativo
                                                                    • Iter legislativo
                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                    • il DMI
                                                                    • il DMI
                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                      35

                                                                      Qualche idea

                                                                      1 Garantire la centralitagrave della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali

                                                                      Attivazione dellrsquoosservazione breve intensiva pediatricaCostituzione di percorsi assistenziali collegati territorioospedale (v GEA)

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 35

                                                                      36

                                                                      Nuovi approcci pediatrici

                                                                      (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                                      36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                      37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                      38

                                                                      bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                      bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                      Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                      39

                                                                      Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                      bull Anemia

                                                                      bull Sindromi emorragiche

                                                                      bull Disidratazione

                                                                      bull Sindromi dolorose

                                                                      bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                      bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                      bull Trauma cranico

                                                                      bull Asma acuto

                                                                      bull Laringite acuta

                                                                      bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                      bull Febbri di natura sospetta

                                                                      bull Dolori addominali

                                                                      bull Gastroenteriti

                                                                      bull Convulsioni

                                                                      bull Intossicazioni

                                                                      bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                      40

                                                                      Pazienti NON appropriati per OB

                                                                      bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                      bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                      bull Epiglottite

                                                                      bull Meningite

                                                                      bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                      bull Neonati

                                                                      bull Insufficienza respiratoria

                                                                      bull Shock

                                                                      bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                      bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                      bull Coma

                                                                      bull Intossicazioni gravi

                                                                      bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                      41

                                                                      LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                      bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                      bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                      bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                      bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                      42

                                                                      La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                      1 Quale mission

                                                                      2 Quali risultati

                                                                      (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                      43

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                      44

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                      LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                                      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                      PLS MMG

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                      46

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                      47

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                      Le attivitagrave consultoriali

                                                                      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                      48

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                      49

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                      50

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                      51

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      ad un secondo livello

                                                                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                      52

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                      53

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                      54

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                      dellrsquoapprendimento)

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                      55

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                      56

                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                      58

                                                                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                      59

                                                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                      Situazione di partenza

                                                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                      60

                                                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                      bull Situazione di partenza

                                                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                      61

                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                      62

                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                      63

                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                      64

                                                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                      (Ministero della Salute)

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                      65

                                                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                      66

                                                                      Centri nascita STEN TIN

                                                                      67

                                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                      68

                                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                      69

                                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                      70

                                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                      71

                                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                      72

                                                                      Percheacute STEN

                                                                      73

                                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                      74

                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                      75

                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                      76

                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                      77

                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                      Puglia Toscana

                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                      Ampia copertura

                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                      Realtagrave a

                                                                      Realtagrave b

                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                      78

                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                      79

                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                      80

                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                      81

                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                      82

                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                      83

                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                      84

                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                      85

                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                      86

                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                      87

                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                      • Iter legislativo
                                                                      • Iter legislativo
                                                                      • Iter legislativo
                                                                      • Iter legislativo
                                                                      • Iter legislativo
                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                      • il DMI
                                                                      • il DMI
                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                        36

                                                                        Nuovi approcci pediatrici

                                                                        (Carta del Bambino in H maggio 1988 EACHEuropean Association for Children in Hospital)

                                                                        36CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                        37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                        38

                                                                        bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                        bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                        Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                        39

                                                                        Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                        bull Anemia

                                                                        bull Sindromi emorragiche

                                                                        bull Disidratazione

                                                                        bull Sindromi dolorose

                                                                        bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                        bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                        bull Trauma cranico

                                                                        bull Asma acuto

                                                                        bull Laringite acuta

                                                                        bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                        bull Febbri di natura sospetta

                                                                        bull Dolori addominali

                                                                        bull Gastroenteriti

                                                                        bull Convulsioni

                                                                        bull Intossicazioni

                                                                        bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                        40

                                                                        Pazienti NON appropriati per OB

                                                                        bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                        bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                        bull Epiglottite

                                                                        bull Meningite

                                                                        bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                        bull Neonati

                                                                        bull Insufficienza respiratoria

                                                                        bull Shock

                                                                        bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                        bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                        bull Coma

                                                                        bull Intossicazioni gravi

                                                                        bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                        41

                                                                        LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                        bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                        bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                        bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                        bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                        42

                                                                        La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                        1 Quale mission

                                                                        2 Quali risultati

                                                                        (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                        43

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                        44

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                        LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                                                        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                        PLS MMG

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                        46

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                        47

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                        Le attivitagrave consultoriali

                                                                        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                        48

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                        49

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                        50

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                        51

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        ad un secondo livello

                                                                        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                        52

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                        53

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                        54

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                        dellrsquoapprendimento)

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                        55

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                        56

                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                        58

                                                                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                        59

                                                                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                        Situazione di partenza

                                                                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                        60

                                                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                        bull Situazione di partenza

                                                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                        61

                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                        62

                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                        63

                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                        64

                                                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                        (Ministero della Salute)

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                        65

                                                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                        66

                                                                        Centri nascita STEN TIN

                                                                        67

                                                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                        68

                                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                        69

                                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                        70

                                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                        71

                                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                        72

                                                                        Percheacute STEN

                                                                        73

                                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                        74

                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                        75

                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                        76

                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                        77

                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                        Puglia Toscana

                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                        Ampia copertura

                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                        Realtagrave a

                                                                        Realtagrave b

                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                        78

                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                        79

                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                        80

                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                        81

                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                        82

                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                        83

                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                        84

                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                        85

                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                        86

                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                        87

                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                        • Iter legislativo
                                                                        • Iter legislativo
                                                                        • Iter legislativo
                                                                        • Iter legislativo
                                                                        • Iter legislativo
                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                        • il DMI
                                                                        • il DMI
                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                          37CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 37

                                                                          38

                                                                          bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                          bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                          Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                          39

                                                                          Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                          bull Anemia

                                                                          bull Sindromi emorragiche

                                                                          bull Disidratazione

                                                                          bull Sindromi dolorose

                                                                          bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                          bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                          bull Trauma cranico

                                                                          bull Asma acuto

                                                                          bull Laringite acuta

                                                                          bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                          bull Febbri di natura sospetta

                                                                          bull Dolori addominali

                                                                          bull Gastroenteriti

                                                                          bull Convulsioni

                                                                          bull Intossicazioni

                                                                          bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                          40

                                                                          Pazienti NON appropriati per OB

                                                                          bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                          bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                          bull Epiglottite

                                                                          bull Meningite

                                                                          bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                          bull Neonati

                                                                          bull Insufficienza respiratoria

                                                                          bull Shock

                                                                          bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                          bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                          bull Coma

                                                                          bull Intossicazioni gravi

                                                                          bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                          41

                                                                          LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                          bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                          bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                          bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                          bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                          42

                                                                          La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                          1 Quale mission

                                                                          2 Quali risultati

                                                                          (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                          43

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                          44

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                          LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                          AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                          AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                          hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                                                          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                          PLS MMG

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                          46

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                          47

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                          Le attivitagrave consultoriali

                                                                          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                          48

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                          49

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                          50

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                          51

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          ad un secondo livello

                                                                          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                          52

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                          53

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                          54

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                          dellrsquoapprendimento)

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                          55

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                          56

                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                          58

                                                                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                          59

                                                                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                          Situazione di partenza

                                                                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                          60

                                                                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                          bull Situazione di partenza

                                                                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                          61

                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                          62

                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                          63

                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                          64

                                                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                          (Ministero della Salute)

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                          65

                                                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                          66

                                                                          Centri nascita STEN TIN

                                                                          67

                                                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                          68

                                                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                          69

                                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                          70

                                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                          71

                                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                          72

                                                                          Percheacute STEN

                                                                          73

                                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                          74

                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                          75

                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                          76

                                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                          77

                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                          Puglia Toscana

                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                          Ampia copertura

                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                          Realtagrave a

                                                                          Realtagrave b

                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                          78

                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                          79

                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                          80

                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                          81

                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                          82

                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                          83

                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                          84

                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                          85

                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                          86

                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                          87

                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                          • Iter legislativo
                                                                          • Iter legislativo
                                                                          • Iter legislativo
                                                                          • Iter legislativo
                                                                          • Iter legislativo
                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                          • il DMI
                                                                          • il DMI
                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                            38

                                                                            bull Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilitagrave

                                                                            bull Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse

                                                                            Media intensitagrave o media complessitagrave

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 38

                                                                            39

                                                                            Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                            bull Anemia

                                                                            bull Sindromi emorragiche

                                                                            bull Disidratazione

                                                                            bull Sindromi dolorose

                                                                            bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                            bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                            bull Trauma cranico

                                                                            bull Asma acuto

                                                                            bull Laringite acuta

                                                                            bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                            bull Febbri di natura sospetta

                                                                            bull Dolori addominali

                                                                            bull Gastroenteriti

                                                                            bull Convulsioni

                                                                            bull Intossicazioni

                                                                            bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                            40

                                                                            Pazienti NON appropriati per OB

                                                                            bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                            bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                            bull Epiglottite

                                                                            bull Meningite

                                                                            bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                            bull Neonati

                                                                            bull Insufficienza respiratoria

                                                                            bull Shock

                                                                            bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                            bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                            bull Coma

                                                                            bull Intossicazioni gravi

                                                                            bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                            41

                                                                            LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                            bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                            bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                            bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                            bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                            42

                                                                            La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                            1 Quale mission

                                                                            2 Quali risultati

                                                                            (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                            43

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                            44

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                            LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                            AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                            AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                            hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            La Rete della Pediatria territoriale

                                                                            il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                            partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                            PLS MMG

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                            46

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                            47

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                            Le attivitagrave consultoriali

                                                                            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                            48

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                            49

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                            50

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                            51

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            ad un secondo livello

                                                                            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                            52

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                            53

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                            54

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                            dellrsquoapprendimento)

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                            55

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                            56

                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                            58

                                                                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                            59

                                                                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                            Situazione di partenza

                                                                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                            60

                                                                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                            bull Situazione di partenza

                                                                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                            61

                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                            62

                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                            63

                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                            64

                                                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                            (Ministero della Salute)

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                            65

                                                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                            66

                                                                            Centri nascita STEN TIN

                                                                            67

                                                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                            68

                                                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                            69

                                                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                            70

                                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                            71

                                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                            72

                                                                            Percheacute STEN

                                                                            73

                                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                            74

                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                            75

                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                            76

                                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                            77

                                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                            Puglia Toscana

                                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                            Ampia copertura

                                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                            Realtagrave a

                                                                            Realtagrave b

                                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                            78

                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                            79

                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                            80

                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                            81

                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                            82

                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                            83

                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                            84

                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                            85

                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                            86

                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                            87

                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                            • Iter legislativo
                                                                            • Iter legislativo
                                                                            • Iter legislativo
                                                                            • Iter legislativo
                                                                            • Iter legislativo
                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                            • il DMI
                                                                            • il DMI
                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                              39

                                                                              Pazienti appropriati per OBbull Linfadeniti acute

                                                                              bull Anemia

                                                                              bull Sindromi emorragiche

                                                                              bull Disidratazione

                                                                              bull Sindromi dolorose

                                                                              bull Perdite di coscienza transitorie

                                                                              bull Disturbi dellrsquoequilibrio alterazioni dello stato di coscienza

                                                                              bull Trauma cranico

                                                                              bull Asma acuto

                                                                              bull Laringite acuta

                                                                              bull Broncopolmoniti Pleuro‐polmoniti

                                                                              bull Febbri di natura sospetta

                                                                              bull Dolori addominali

                                                                              bull Gastroenteriti

                                                                              bull Convulsioni

                                                                              bull Intossicazioni

                                                                              bull Reazioni allergiche medio‐gravi

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 39

                                                                              40

                                                                              Pazienti NON appropriati per OB

                                                                              bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                              bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                              bull Epiglottite

                                                                              bull Meningite

                                                                              bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                              bull Neonati

                                                                              bull Insufficienza respiratoria

                                                                              bull Shock

                                                                              bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                              bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                              bull Coma

                                                                              bull Intossicazioni gravi

                                                                              bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                              41

                                                                              LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                              bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                              bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                              bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                              bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                              42

                                                                              La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                              1 Quale mission

                                                                              2 Quali risultati

                                                                              (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                              43

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                              44

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                              LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                              AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                              AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                              hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              La Rete della Pediatria territoriale

                                                                              il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                              partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                              PLS MMG

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                              46

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                              La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                              LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                              47

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                              Le attivitagrave consultoriali

                                                                              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                              48

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                              49

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                              50

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                              51

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              ad un secondo livello

                                                                              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                              52

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                              53

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                              54

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                              dellrsquoapprendimento)

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                              55

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                              56

                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                              58

                                                                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                              59

                                                                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                              Situazione di partenza

                                                                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                              60

                                                                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                              bull Situazione di partenza

                                                                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                              61

                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                              62

                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                              63

                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                              64

                                                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                              (Ministero della Salute)

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                              65

                                                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                              66

                                                                              Centri nascita STEN TIN

                                                                              67

                                                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                              68

                                                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                              69

                                                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                              70

                                                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                              71

                                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                              72

                                                                              Percheacute STEN

                                                                              73

                                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                              74

                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                              75

                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                              76

                                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                              77

                                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                              Puglia Toscana

                                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                              Ampia copertura

                                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                              Realtagrave a

                                                                              Realtagrave b

                                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                              78

                                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                              79

                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                              80

                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                              81

                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                              82

                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                              83

                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                              84

                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                              85

                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                              86

                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                              87

                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                              • Iter legislativo
                                                                              • Iter legislativo
                                                                              • Iter legislativo
                                                                              • Iter legislativo
                                                                              • Iter legislativo
                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                              • il DMI
                                                                              • il DMI
                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                40

                                                                                Pazienti NON appropriati per OB

                                                                                bull Febbre in pazienti neutropenici

                                                                                bull Pazienti in trattamento di tipo onco‐ematologico o sottoposti a TMO

                                                                                bull Epiglottite

                                                                                bull Meningite

                                                                                bull Disturbi elettrolitici severi

                                                                                bull Neonati

                                                                                bull Insufficienza respiratoria

                                                                                bull Shock

                                                                                bull Ostruzione delle vie aeree

                                                                                bull Cardiopatie o aritmie instabili

                                                                                bull Coma

                                                                                bull Intossicazioni gravi

                                                                                bull Sepsi conclamata eo con shock settico

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 40

                                                                                41

                                                                                LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                                bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                                bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                                bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                                bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                                42

                                                                                La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                                1 Quale mission

                                                                                2 Quali risultati

                                                                                (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                                43

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                                44

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                                LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                                AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                                AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                                hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                PLS MMG

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                46

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                47

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                Le attivitagrave consultoriali

                                                                                L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                48

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                49

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                50

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                51

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                ad un secondo livello

                                                                                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                52

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                53

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                54

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                dellrsquoapprendimento)

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                55

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                56

                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                58

                                                                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                59

                                                                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                Situazione di partenza

                                                                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                60

                                                                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                bull Situazione di partenza

                                                                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                61

                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                62

                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                63

                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                64

                                                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                (Ministero della Salute)

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                65

                                                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                66

                                                                                Centri nascita STEN TIN

                                                                                67

                                                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                68

                                                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                69

                                                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                70

                                                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                71

                                                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                72

                                                                                Percheacute STEN

                                                                                73

                                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                74

                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                75

                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                76

                                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                77

                                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                Puglia Toscana

                                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                Ampia copertura

                                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                Realtagrave a

                                                                                Realtagrave b

                                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                78

                                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                79

                                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                80

                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                81

                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                82

                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                83

                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                84

                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                85

                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                86

                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                87

                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                • Iter legislativo
                                                                                • Iter legislativo
                                                                                • Iter legislativo
                                                                                • Iter legislativo
                                                                                • Iter legislativo
                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                • il DMI
                                                                                • il DMI
                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                  41

                                                                                  LrsquoOB NON dovrebbe essere utilizzata perhellip

                                                                                  bull ldquoAppoggiordquo di ricoveri programmati o come attivitagrave programmata

                                                                                  bull Sostituzione di attivitagrave eseguibili in regime ambulatoriale o di DH

                                                                                  bull Isolamento di malattie infettivebull Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza gt24 h

                                                                                  bull Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio eo stabilizzazione pazienti critici

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 41

                                                                                  42

                                                                                  La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                                  1 Quale mission

                                                                                  2 Quali risultati

                                                                                  (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                                  43

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                                  44

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                                  LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                                  AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                                  AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                                  hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                  il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                  partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                  PLS MMG

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                  46

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                  La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                  LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                  47

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                  Le attivitagrave consultoriali

                                                                                  L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                  48

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                  49

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                  50

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                  51

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  ad un secondo livello

                                                                                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                  52

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                  53

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                  54

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                  dellrsquoapprendimento)

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                  55

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                  56

                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                  58

                                                                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                  59

                                                                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                  Situazione di partenza

                                                                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                  60

                                                                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                  bull Situazione di partenza

                                                                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                  61

                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                  62

                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                  63

                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                  64

                                                                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                  (Ministero della Salute)

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                  65

                                                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                  66

                                                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                                                  67

                                                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                  68

                                                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                  69

                                                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                  70

                                                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                  71

                                                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                  72

                                                                                  Percheacute STEN

                                                                                  73

                                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                  74

                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                  75

                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                  76

                                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                  77

                                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                  Puglia Toscana

                                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                  Ampia copertura

                                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                  Realtagrave a

                                                                                  Realtagrave b

                                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                  78

                                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                  79

                                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                  80

                                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                  81

                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                  82

                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                  83

                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                  84

                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                  85

                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                  86

                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                  87

                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                  • il DMI
                                                                                  • il DMI
                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                    42

                                                                                    La ldquomissionrdquo del coordinatore di Dipartimento(definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale )

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 42

                                                                                    1 Quale mission

                                                                                    2 Quali risultati

                                                                                    (A Santullo lrsquoInfermiere e le innovazioni in sanitagrave McGraw‐Hill)

                                                                                    43

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                                    44

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                                    LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                                    AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                                    AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                                    hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                    il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                    partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                    PLS MMG

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                    46

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                    La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                    LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                    47

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                    Le attivitagrave consultoriali

                                                                                    L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                    48

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                    49

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                    50

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                    51

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    ad un secondo livello

                                                                                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                    52

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                    53

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                    54

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                    dellrsquoapprendimento)

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                    55

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                    56

                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                    58

                                                                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                    59

                                                                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                    Situazione di partenza

                                                                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                    60

                                                                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                    bull Situazione di partenza

                                                                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                    61

                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                    62

                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                    63

                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                    64

                                                                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                    (Ministero della Salute)

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                    65

                                                                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                    66

                                                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                                                    67

                                                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                    68

                                                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                    69

                                                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                    70

                                                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                    71

                                                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                    72

                                                                                    Percheacute STEN

                                                                                    73

                                                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                    74

                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                    75

                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                    76

                                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                    77

                                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                    Puglia Toscana

                                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                    Ampia copertura

                                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                    Realtagrave a

                                                                                    Realtagrave b

                                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                    78

                                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                    79

                                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                    80

                                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                    81

                                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                    82

                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                    83

                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                    84

                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                    85

                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                    86

                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                    87

                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                    • il DMI
                                                                                    • il DMI
                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                      43

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      Tutela del benessere in etagrave evolutiva

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 43

                                                                                      44

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                                      LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                                      AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                                      AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                                      hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                      il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                      partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                      PLS MMG

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                      46

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                      La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                      LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                      47

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                      Le attivitagrave consultoriali

                                                                                      L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                      48

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                      49

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                      50

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                      Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                      primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                      bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                      bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                      50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                      51

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      ad un secondo livello

                                                                                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                      52

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                      53

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                      54

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                      dellrsquoapprendimento)

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                      55

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                      56

                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                      58

                                                                                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                      59

                                                                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                      Situazione di partenza

                                                                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                      60

                                                                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                      bull Situazione di partenza

                                                                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                      61

                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                      62

                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                      63

                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                      64

                                                                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                      (Ministero della Salute)

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                      65

                                                                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                      66

                                                                                      Centri nascita STEN TIN

                                                                                      67

                                                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                      68

                                                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                      69

                                                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                      70

                                                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                      71

                                                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                      72

                                                                                      Percheacute STEN

                                                                                      73

                                                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                      74

                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                      75

                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                      76

                                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                      77

                                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                      Puglia Toscana

                                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                      Ampia copertura

                                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                      Realtagrave a

                                                                                      Realtagrave b

                                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                      78

                                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                      79

                                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                      80

                                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                      81

                                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                      82

                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                      83

                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                      84

                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                      85

                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                      86

                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                      87

                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                      • il DMI
                                                                                      • il DMI
                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                        44

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        INTERVENTI sociali socio-sanitari e sanitari

                                                                                        LE AREE COINVOLTE SONO

                                                                                        AREA SOCIALE Coordinatore drsquoambito PDZ

                                                                                        AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT

                                                                                        hanno la responsabilitagrave diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 44

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                        il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                        partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                        PLS MMG

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                        46

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                        La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                        LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                        47

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                        Le attivitagrave consultoriali

                                                                                        L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                        48

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                        49

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                        50

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                        Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                        primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                        bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                        bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                        50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                        51

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        ad un secondo livello

                                                                                        collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                        52

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                        53

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                        54

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                        dellrsquoapprendimento)

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                        55

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                        56

                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                        58

                                                                                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                        59

                                                                                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                        Situazione di partenza

                                                                                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                        60

                                                                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                        bull Situazione di partenza

                                                                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                        61

                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                        62

                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                        63

                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                        64

                                                                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                        (Ministero della Salute)

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                        65

                                                                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                        66

                                                                                        Centri nascita STEN TIN

                                                                                        67

                                                                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                        68

                                                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                        69

                                                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                        70

                                                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                        71

                                                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                        72

                                                                                        Percheacute STEN

                                                                                        73

                                                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                        74

                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                        75

                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                        76

                                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                        77

                                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                        Puglia Toscana

                                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                        Ampia copertura

                                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                        Realtagrave a

                                                                                        Realtagrave b

                                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                        78

                                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                        79

                                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                        80

                                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                        81

                                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                        82

                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                        83

                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                        84

                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                        85

                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                        86

                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                        87

                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                        • il DMI
                                                                                        • il DMI
                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          La Rete della Pediatria territoriale

                                                                                          il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di LiberaScelta hanno una funzione centrale allrsquointerno del Sistema Sanitario in qualitagrave di interpreti del bisognodi salute di ogni singolo cittadino

                                                                                          partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attivitagrave del piano di salute

                                                                                          PLS MMG

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 4545

                                                                                          46

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                          La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                          LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                          47

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                          Le attivitagrave consultoriali

                                                                                          L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                          48

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                          49

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                          50

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                          Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                          primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                          bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                          bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                          50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                          51

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          ad un secondo livello

                                                                                          collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                          52

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                          lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                          53

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                          54

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                          dellrsquoapprendimento)

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                          55

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                          56

                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                          58

                                                                                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                          59

                                                                                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                          Situazione di partenza

                                                                                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                          60

                                                                                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                          bull Situazione di partenza

                                                                                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                          61

                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                          62

                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                          63

                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                          64

                                                                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                          (Ministero della Salute)

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                          65

                                                                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                          66

                                                                                          Centri nascita STEN TIN

                                                                                          67

                                                                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                          68

                                                                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                          69

                                                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                          70

                                                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                          71

                                                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                          72

                                                                                          Percheacute STEN

                                                                                          73

                                                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                          74

                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                          75

                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                          76

                                                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                          77

                                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                          Puglia Toscana

                                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                          Ampia copertura

                                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                          Realtagrave a

                                                                                          Realtagrave b

                                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                          78

                                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                          79

                                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                          80

                                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                          81

                                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                          82

                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                          83

                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                          84

                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                          85

                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                          86

                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                          87

                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                          • il DMI
                                                                                          • il DMI
                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                            46

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            PLS MMGLa Rete della Pediatria territoriale

                                                                                            La salute nelle prime fasi di vita infanzia e adolescenzaLimpegno sanitario in ambito materno - infantile si egrave notevolmente ampliato passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dellinsieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi delletagrave evolutive Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si egrave reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e dallaltra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile attualmente a disposizione in vari settori

                                                                                            LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE 2006-200846CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                            47

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                            Le attivitagrave consultoriali

                                                                                            L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                            48

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                            49

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                            50

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                            Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                            primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                            bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                            bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                            50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                            51

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            ad un secondo livello

                                                                                            collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                            52

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                            lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                            53

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Il Consultorio familiare

                                                                                            le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                            54

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                            dellrsquoapprendimento)

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                            55

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                            56

                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                            58

                                                                                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                            59

                                                                                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                            Situazione di partenza

                                                                                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                            60

                                                                                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                            bull Situazione di partenza

                                                                                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                            61

                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                            62

                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                            63

                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                            64

                                                                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                            (Ministero della Salute)

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                            65

                                                                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                            66

                                                                                            Centri nascita STEN TIN

                                                                                            67

                                                                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                            68

                                                                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                            69

                                                                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                            70

                                                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                            71

                                                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                            72

                                                                                            Percheacute STEN

                                                                                            73

                                                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                            74

                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                            75

                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                            76

                                                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                            77

                                                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                            Puglia Toscana

                                                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                            Ampia copertura

                                                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                            Realtagrave a

                                                                                            Realtagrave b

                                                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                            78

                                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                            79

                                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                            80

                                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                            81

                                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                            82

                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                            83

                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                            84

                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                            85

                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                            86

                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                            87

                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                            • il DMI
                                                                                            • il DMI
                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                              47

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              RIFERIMENTI NORMATIVI

                                                                                              Le attivitagrave consultoriali

                                                                                              L 4051975LR 1177L 1941978L 18483LR261996DRn20298PSN 19982000L 1492001LEA2001PSN 20032005

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 47

                                                                                              48

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                              49

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                              50

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                              Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                              primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                              bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                              bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                              50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                              51

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              ad un secondo livello

                                                                                              collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                              52

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                              lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                              53

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Il Consultorio familiare

                                                                                              le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                              54

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                              LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                              si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                              dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                              etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                              scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                              trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                              affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                              dellrsquoapprendimento)

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                              55

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                              56

                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                              58

                                                                                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                              59

                                                                                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                              Situazione di partenza

                                                                                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                              60

                                                                                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                              bull Situazione di partenza

                                                                                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                              61

                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                              62

                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                              63

                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                              64

                                                                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                              (Ministero della Salute)

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                              65

                                                                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                              66

                                                                                              Centri nascita STEN TIN

                                                                                              67

                                                                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                              68

                                                                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                              69

                                                                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                              70

                                                                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                              71

                                                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                              72

                                                                                              Percheacute STEN

                                                                                              73

                                                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                              74

                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                              75

                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                              76

                                                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                              77

                                                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                              Puglia Toscana

                                                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                              Ampia copertura

                                                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                              Realtagrave a

                                                                                              Realtagrave b

                                                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                              78

                                                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                              79

                                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                              80

                                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                              81

                                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                              82

                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                              83

                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                              84

                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                              85

                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                              86

                                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                              87

                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                              • il DMI
                                                                                              • il DMI
                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                48

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                                Allinizio dellattivitagrave consultoriale fu posta lesigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietagrave scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari dove il sapere delle varie professionalitagrave avesse pari dignitagrave

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 48

                                                                                                49

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                                Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                                50

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                                Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                                primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                                bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                                bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                                50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                                51

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                                ad un secondo livello

                                                                                                collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                                52

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                                lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                                53

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Il Consultorio familiare

                                                                                                le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                54

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                dellrsquoapprendimento)

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                55

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                56

                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                58

                                                                                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                59

                                                                                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                Situazione di partenza

                                                                                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                60

                                                                                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                bull Situazione di partenza

                                                                                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                61

                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                62

                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                63

                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                64

                                                                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                (Ministero della Salute)

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                65

                                                                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                66

                                                                                                Centri nascita STEN TIN

                                                                                                67

                                                                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                68

                                                                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                69

                                                                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                70

                                                                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                71

                                                                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                72

                                                                                                Percheacute STEN

                                                                                                73

                                                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                74

                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                75

                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                76

                                                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                77

                                                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                Puglia Toscana

                                                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                Ampia copertura

                                                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                Realtagrave a

                                                                                                Realtagrave b

                                                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                78

                                                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                79

                                                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                80

                                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                81

                                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                82

                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                83

                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                84

                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                85

                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                86

                                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                87

                                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                                • il DMI
                                                                                                • il DMI
                                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                  49

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                                  Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di eacutequipe fondamentale per garantire globalitagrave e unitarietagrave degli interventi e si collega funzionalmente allrsquoorganizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 49

                                                                                                  50

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                                  Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                                  primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                                  bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                                  bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                                  50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                                  51

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                                  ad un secondo livello

                                                                                                  collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                                  52

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                                  lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                                  53

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Il Consultorio familiare

                                                                                                  le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                  54

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                  LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                  si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                  dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                  etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                  scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                  trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                  affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                  dellrsquoapprendimento)

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                  55

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                  collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                  progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                  ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                  56

                                                                                                  DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                  Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                  Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                  58

                                                                                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                  59

                                                                                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                  Situazione di partenza

                                                                                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                  60

                                                                                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                  bull Situazione di partenza

                                                                                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                  61

                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                  62

                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                  63

                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                  64

                                                                                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                  (Ministero della Salute)

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                  65

                                                                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                  66

                                                                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                                                                  67

                                                                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                  68

                                                                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                  69

                                                                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                  70

                                                                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                  71

                                                                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                  72

                                                                                                  Percheacute STEN

                                                                                                  73

                                                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                  74

                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                  75

                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                  76

                                                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                  77

                                                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                  Puglia Toscana

                                                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                  Ampia copertura

                                                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                  Realtagrave a

                                                                                                  Realtagrave b

                                                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                  78

                                                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                  79

                                                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                  80

                                                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                  81

                                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                  82

                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                  83

                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                  84

                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                  85

                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                  86

                                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                  87

                                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                                  • il DMI
                                                                                                  • il DMI
                                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                    50

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territorialeIl Consultorio familiare

                                                                                                    Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione

                                                                                                    primo livello il consultorio familiare effettuabull interventi di carattere preventivo

                                                                                                    bull assistenza di base alla gravidanza bull al puerperiobull allrsquoallattamentobull consulenza ostetricabull problemi di sterilitagrave

                                                                                                    bull interventi di natura psico-socialebull spazio adolescenti bull giovanibull consulenza alla coppiabull consulenza alla famigliabull terapia sessuale

                                                                                                    50CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion

                                                                                                    51

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                                    ad un secondo livello

                                                                                                    collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                                    52

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                                    lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                                    53

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Il Consultorio familiare

                                                                                                    le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                    54

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                    LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                    si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                    dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                    etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                    scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                    trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                    affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                    dellrsquoapprendimento)

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                    55

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                    collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                    progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                    ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                    56

                                                                                                    DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                    Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                    Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                    57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                    58

                                                                                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                    59

                                                                                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                    Situazione di partenza

                                                                                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                    60

                                                                                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                    bull Situazione di partenza

                                                                                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                    61

                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                    62

                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                    63

                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                    64

                                                                                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                    (Ministero della Salute)

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                    65

                                                                                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                    66

                                                                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                                                                    67

                                                                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                    68

                                                                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                    69

                                                                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                    70

                                                                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                    71

                                                                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                    72

                                                                                                    Percheacute STEN

                                                                                                    73

                                                                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                    74

                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                    75

                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                    76

                                                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                    77

                                                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                    Puglia Toscana

                                                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                    Ampia copertura

                                                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                    Realtagrave a

                                                                                                    Realtagrave b

                                                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                    78

                                                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                    79

                                                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                    80

                                                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                    81

                                                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                    82

                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                    83

                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                    84

                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                    85

                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                    86

                                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                    87

                                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                                    • il DMI
                                                                                                    • il DMI
                                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                      51

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                                      ad un secondo livello

                                                                                                      collabora ai programmi di educazione sanitaria assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attivitagrave diagnostica terapeutica e di consulenza

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 51

                                                                                                      52

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                                      lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                                      53

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Il Consultorio familiare

                                                                                                      le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                      54

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                      LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                      si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                      dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                      etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                      scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                      trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                      affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                      dellrsquoapprendimento)

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                      55

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                      collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                      progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                      ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                      56

                                                                                                      DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                      Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                      Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                      57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                      58

                                                                                                      UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                      Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                      In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                      59

                                                                                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                      Situazione di partenza

                                                                                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                      60

                                                                                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                      bull Situazione di partenza

                                                                                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                      61

                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                      62

                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                      63

                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                      64

                                                                                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                      (Ministero della Salute)

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                      65

                                                                                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                      66

                                                                                                      Centri nascita STEN TIN

                                                                                                      67

                                                                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                      68

                                                                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                      69

                                                                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                      70

                                                                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                      71

                                                                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                      72

                                                                                                      Percheacute STEN

                                                                                                      73

                                                                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                      74

                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                      75

                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                      76

                                                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                      77

                                                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                      Puglia Toscana

                                                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                      Ampia copertura

                                                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                      Realtagrave a

                                                                                                      Realtagrave b

                                                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                      78

                                                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                      79

                                                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                      80

                                                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                      81

                                                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                      82

                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                      83

                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                      84

                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                      85

                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                      86

                                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                      87

                                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                                      • il DMI
                                                                                                      • il DMI
                                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                        52

                                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull tutela della salute femminilebull tutela della procreazionebull tutela dellrsquoinfanzia e dellrsquoetagrave evolutivabull sessualitagravebull relazioni di coppia e di famigliabull competenze genitoriali nei confronti dei figlibull competenze di cure ed educazione dei minoribull spazi innovativi per la pre-adolescenza lrsquoadolescenza i giovani per

                                                                                                        lrsquoeducazione alla affettivitagrave e alla sessualitagrave la prevenzione del disagio psico-sociale anche familiare

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 52

                                                                                                        53

                                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                        Il Consultorio familiare

                                                                                                        le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                        54

                                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                        LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                        si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                        dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                        etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                        scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                        trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                        affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                        dellrsquoapprendimento)

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                        55

                                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                        collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                        progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                        ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                        56

                                                                                                        DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                        Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                        Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                        57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                        58

                                                                                                        UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                        Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                        In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                        59

                                                                                                        Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                        pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                        Situazione di partenza

                                                                                                        Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                        Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                        Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                        60

                                                                                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                        bull Situazione di partenza

                                                                                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                        61

                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                        62

                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                        63

                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                        64

                                                                                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                        (Ministero della Salute)

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                        65

                                                                                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                        66

                                                                                                        Centri nascita STEN TIN

                                                                                                        67

                                                                                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                        68

                                                                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                        69

                                                                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                        70

                                                                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                        71

                                                                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                        72

                                                                                                        Percheacute STEN

                                                                                                        73

                                                                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                        74

                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                        75

                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                        76

                                                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                        77

                                                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                        Puglia Toscana

                                                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                        Ampia copertura

                                                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                        Realtagrave a

                                                                                                        Realtagrave b

                                                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                        78

                                                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                        79

                                                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                        80

                                                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                        81

                                                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                        82

                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                        83

                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                        84

                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                        85

                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                        86

                                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                        87

                                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                                        • il DMI
                                                                                                        • il DMI
                                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                          53

                                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                          Il Consultorio familiare

                                                                                                          le attivitagrave consultoriali sonobull Relazioni di coppia di famiglia e competenze genitorialibull Controllo della fertilitagrave e procreazione responsabilebull Prevenzione dellrsquoIVGbull Il percorso nascitabull Assistenza in gravidanzabull Assistenza alla puerpera ed al neonato

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 53

                                                                                                          54

                                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                          LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                          si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                          dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                          etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                          scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                          trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                          affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                          dellrsquoapprendimento)

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                          55

                                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                          collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                          progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                          ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                          56

                                                                                                          DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                          Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                          Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                          57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                          58

                                                                                                          UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                          Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                          In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                          59

                                                                                                          Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                          pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                          Situazione di partenza

                                                                                                          Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                          Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                          Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                          60

                                                                                                          Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                          bull Situazione di partenza

                                                                                                          bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                          bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                          bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                          61

                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                          62

                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                          63

                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                          64

                                                                                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                          (Ministero della Salute)

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                          65

                                                                                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                          66

                                                                                                          Centri nascita STEN TIN

                                                                                                          67

                                                                                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                          68

                                                                                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                          69

                                                                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                          70

                                                                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                          71

                                                                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                          72

                                                                                                          Percheacute STEN

                                                                                                          73

                                                                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                          74

                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                          75

                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                          76

                                                                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                          77

                                                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                          Puglia Toscana

                                                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                          Ampia copertura

                                                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                          Realtagrave a

                                                                                                          Realtagrave b

                                                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                          78

                                                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                          79

                                                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                          80

                                                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                          81

                                                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                          82

                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                          83

                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                          84

                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                          85

                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                          86

                                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                          87

                                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                                          • il DMI
                                                                                                          • il DMI
                                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                            54

                                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                            LrsquoUnitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE) componente costitutiva della funzione territoriale del DMI

                                                                                                            si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico

                                                                                                            dellrsquoinfanzia e dellrsquoadolescenza e a situazioni di disabilitagrave in

                                                                                                            etagrave evolutiva(si occupano di prevenzione diagnosi riabilitazione ed integrazione

                                                                                                            scolastica e sociale dei soggetti in etagrave evolutiva ndash 016 aa ndash che si

                                                                                                            trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psico-

                                                                                                            affettivo un disturbo psicopatologico un ritardo del linguaggio o

                                                                                                            dellrsquoapprendimento)

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 54

                                                                                                            55

                                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                            collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                            progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                            ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                            56

                                                                                                            DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                            Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                            Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                            57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                            58

                                                                                                            UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                            Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                            In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                            59

                                                                                                            Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                            pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                            Situazione di partenza

                                                                                                            Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                            Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                            Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                            60

                                                                                                            Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                            bull Situazione di partenza

                                                                                                            bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                            bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                            bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                            61

                                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                            bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                            bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                            diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                            bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                            bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                            con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                            62

                                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                            63

                                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                            64

                                                                                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                            (Ministero della Salute)

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                            65

                                                                                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                            66

                                                                                                            Centri nascita STEN TIN

                                                                                                            67

                                                                                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                            68

                                                                                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                            69

                                                                                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                            70

                                                                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                            71

                                                                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                            72

                                                                                                            Percheacute STEN

                                                                                                            73

                                                                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                            74

                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                            75

                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                            76

                                                                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                            77

                                                                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                            Puglia Toscana

                                                                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                            Ampia copertura

                                                                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                            Realtagrave a

                                                                                                            Realtagrave b

                                                                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                            78

                                                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                            79

                                                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                            80

                                                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                            81

                                                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                            82

                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                            83

                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                            84

                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                            85

                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                            86

                                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                            87

                                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                                            • il DMI
                                                                                                            • il DMI
                                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                              55

                                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                              collaborazione allrsquointegrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado secondo quanto stabilito dalla Legge 10492 dal DPR 24-2-94 e dalla DGR n 3410 del 121295

                                                                                                              progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLSMMG le UO ospedaliere di Pediatria quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati quali le UMEA i Dipartimenti di Psichiatria assicurando anche lrsquointegrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali

                                                                                                              ‐unitagrave multidisciplinari delletagrave evolutiva (UMEE) e delletagrave adulta (UMEA)‐

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 55

                                                                                                              56

                                                                                                              DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                              Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                              Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                              57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                              58

                                                                                                              UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                              Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                              In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                              59

                                                                                                              Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                              pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                              Situazione di partenza

                                                                                                              Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                              Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                              Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                              60

                                                                                                              Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                              bull Situazione di partenza

                                                                                                              bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                              bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                              bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                              61

                                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                              bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                              bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                              diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                              bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                              bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                              con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                              62

                                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                              bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                              bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                              bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                              63

                                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                              64

                                                                                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                              (Ministero della Salute)

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                              65

                                                                                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                              66

                                                                                                              Centri nascita STEN TIN

                                                                                                              67

                                                                                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                              68

                                                                                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                              69

                                                                                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                              70

                                                                                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                              71

                                                                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                              72

                                                                                                              Percheacute STEN

                                                                                                              73

                                                                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                              74

                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                              75

                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                              76

                                                                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                              77

                                                                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                              Puglia Toscana

                                                                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                              Ampia copertura

                                                                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                              Realtagrave a

                                                                                                              Realtagrave b

                                                                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                              78

                                                                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                              79

                                                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                              80

                                                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                              81

                                                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                              82

                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                              83

                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                              84

                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                              85

                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                              86

                                                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                              87

                                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                                              • il DMI
                                                                                                              • il DMI
                                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                56

                                                                                                                DMI Lrsquoorganizzazione dellrsquoofferta territoriale

                                                                                                                Lrsquo Unitagrave Multidisciplinare per lrsquoetagrave evolutiva (UMEE)

                                                                                                                Il principale obiettivo egrave quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e lrsquoinvio per presa in carico di soggetti in etagrave evolutiva con possibili esiti di disabilitagrave allrsquoUMEE

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 56

                                                                                                                57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                                58

                                                                                                                UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                                Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                                In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                                59

                                                                                                                Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                                pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                                Situazione di partenza

                                                                                                                Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                                Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                                Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                                60

                                                                                                                Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                                bull Situazione di partenza

                                                                                                                bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                                bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                                bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                                61

                                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                62

                                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                63

                                                                                                                ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                64

                                                                                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                (Ministero della Salute)

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                65

                                                                                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                66

                                                                                                                Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                67

                                                                                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                68

                                                                                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                69

                                                                                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                70

                                                                                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                71

                                                                                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                72

                                                                                                                Percheacute STEN

                                                                                                                73

                                                                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                74

                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                75

                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                76

                                                                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                77

                                                                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                Puglia Toscana

                                                                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                Ampia copertura

                                                                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                Realtagrave a

                                                                                                                Realtagrave b

                                                                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                78

                                                                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                79

                                                                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                80

                                                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                81

                                                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                82

                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                83

                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                84

                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                85

                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                86

                                                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                87

                                                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                  57CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 57

                                                                                                                  58

                                                                                                                  UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                                  Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                                  In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                                  59

                                                                                                                  Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                                  pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                                  Situazione di partenza

                                                                                                                  Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                                  Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                                  Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                                  60

                                                                                                                  Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                                  bull Situazione di partenza

                                                                                                                  bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                                  bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                                  bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                                  61

                                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                  bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                  diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                  bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                  bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                  con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                  62

                                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                  bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                  bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                  bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                  63

                                                                                                                  ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                  bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                  bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                  bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                  64

                                                                                                                  Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                  Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                  assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                  (Ministero della Salute)

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                  65

                                                                                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                  66

                                                                                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                  67

                                                                                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                  68

                                                                                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                  69

                                                                                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                  70

                                                                                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                  71

                                                                                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                  72

                                                                                                                  Percheacute STEN

                                                                                                                  73

                                                                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                  74

                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                  75

                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                  76

                                                                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                  77

                                                                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                  Puglia Toscana

                                                                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                  Ampia copertura

                                                                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                  Realtagrave a

                                                                                                                  Realtagrave b

                                                                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                  78

                                                                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                  79

                                                                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                  80

                                                                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                  81

                                                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                  82

                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                  83

                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                  84

                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                  85

                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                  86

                                                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                  87

                                                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                    58

                                                                                                                    UnitUnitagraveagrave operative pediatricheoperative pediatriche

                                                                                                                    Nellrsquoambito dellrsquoassistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la Carta europea dei bambini degenti in ospedale doc A2-2586 la Risoluzione del Parlamento europeo (GU delle Comunitagrave europee del 1351986 NC 14837)

                                                                                                                    In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui lrsquoassistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 58

                                                                                                                    59

                                                                                                                    Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                                    pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                                    Situazione di partenza

                                                                                                                    Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                                    Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                                    Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                                    60

                                                                                                                    Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                                    bull Situazione di partenza

                                                                                                                    bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                                    bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                                    bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                                    61

                                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                    bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                    diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                    bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                    bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                    con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                    62

                                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                    bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                    bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                    bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                    63

                                                                                                                    ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                    bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                    bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                    bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                    64

                                                                                                                    Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                    Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                    assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                    (Ministero della Salute)

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                    65

                                                                                                                    Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                    solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                    66

                                                                                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                    67

                                                                                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                    68

                                                                                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                    69

                                                                                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                    70

                                                                                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                    71

                                                                                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                    72

                                                                                                                    Percheacute STEN

                                                                                                                    73

                                                                                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                    74

                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                    75

                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                    76

                                                                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                    77

                                                                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                    Puglia Toscana

                                                                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                    Ampia copertura

                                                                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                    Realtagrave a

                                                                                                                    Realtagrave b

                                                                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                    78

                                                                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                    79

                                                                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                    80

                                                                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                    81

                                                                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                    82

                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                    83

                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                    84

                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                    85

                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                    86

                                                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                    87

                                                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                      59

                                                                                                                      Ministero della Salute commissione consultiva Piano per il miglioramento del sistema di emergenzaurgenza

                                                                                                                      pediatrica ndashmaggio 2005 -

                                                                                                                      Situazione di partenza

                                                                                                                      Lrsquoaccesso al PS pediatrico egrave spontaneo in circa il 90 dei casi senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuitagrave assistenziale dellrsquoarea territoriale

                                                                                                                      Lrsquoanalisi degli accessi al PS mette in evidenza che in circa il 90 dei casi si tratta di codici bianchi o verdi ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero

                                                                                                                      Queste situazioni unitamente alla carenza di PS pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale‐territorio concorrono allrsquoelevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che pur con sensibili differenze alivello regionale egrave allrsquoincirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 59

                                                                                                                      60

                                                                                                                      Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                                      bull Situazione di partenza

                                                                                                                      bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                                      bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                                      bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                                      61

                                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                      bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                      diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                      bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                      bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                      con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                      62

                                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                      bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                      bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                      bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                      63

                                                                                                                      ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                      bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                      bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                      bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                      64

                                                                                                                      Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                      Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                      assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                      (Ministero della Salute)

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                      65

                                                                                                                      Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                      solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                      66

                                                                                                                      Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                      67

                                                                                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                      68

                                                                                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                      69

                                                                                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                      70

                                                                                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                      71

                                                                                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                      72

                                                                                                                      Percheacute STEN

                                                                                                                      73

                                                                                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                      74

                                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                      75

                                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                      76

                                                                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                      77

                                                                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                      Puglia Toscana

                                                                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                      Ampia copertura

                                                                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                      Realtagrave a

                                                                                                                      Realtagrave b

                                                                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                      78

                                                                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                      79

                                                                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                      80

                                                                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                      81

                                                                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                      82

                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                      83

                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                      84

                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                      85

                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                      86

                                                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                      87

                                                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                        60

                                                                                                                        Lrsquo emergenza‐urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno‐infantile

                                                                                                                        bull Situazione di partenza

                                                                                                                        bull Per quanto si riferisce allrsquoarea dellrsquoemergenza ancora nel 2002 solo il 40 circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre egrave predisposta unrsquoarea con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito allrsquoemergenza‐urgenza pediatrica

                                                                                                                        bull Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per lrsquoemergenza‐urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dellrsquoadolescente per mancanza di professionalitagrave pediatriche eo di ambienti apparecchiature attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di etagrave

                                                                                                                        bull Non egrave adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 60

                                                                                                                        61

                                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                        bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                        diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                        bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                        bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                        con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                        62

                                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                        bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                        bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                        bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                        63

                                                                                                                        ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                        bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                        bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                        bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                        64

                                                                                                                        Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                        Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                        assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                        (Ministero della Salute)

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                        65

                                                                                                                        Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                        solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                        66

                                                                                                                        Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                        67

                                                                                                                        Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                        68

                                                                                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                        69

                                                                                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                        70

                                                                                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                        71

                                                                                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                        72

                                                                                                                        Percheacute STEN

                                                                                                                        73

                                                                                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                        74

                                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                        75

                                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                        76

                                                                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                        77

                                                                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                        Puglia Toscana

                                                                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                        Ampia copertura

                                                                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                        Realtagrave a

                                                                                                                        Realtagrave b

                                                                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                        78

                                                                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                        79

                                                                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                        80

                                                                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                        81

                                                                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                        82

                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                        83

                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                        84

                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                        85

                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                        86

                                                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                        87

                                                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                          61

                                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                          bull la Pediatria di gruppo deve garantire la continuitagrave assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 77 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale 2003‐2005

                                                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo a bambini con problemi acuti o cronicibull Delegare a nuove figure professionali come lrsquoInfermierea Pediatricoa

                                                                                                                          diplomato nello specifico Corso di Laurea breve molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta come quelle di puericultura di educazione alla salute e alimentare di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio‐sanitario

                                                                                                                          bull Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea test rapidi sviluppo di alcune specialitagrave pediatriche ecc)

                                                                                                                          bull Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dellrsquoadolescenzabull Migliorare la qualitagrave dellrsquoassistenzabull Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva

                                                                                                                          con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 61

                                                                                                                          62

                                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                          bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                          bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                          bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                          63

                                                                                                                          ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                          bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                          bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                          bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                          64

                                                                                                                          Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                          Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                          assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                          (Ministero della Salute)

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                          65

                                                                                                                          Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                          solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                          66

                                                                                                                          Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                          67

                                                                                                                          Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                          68

                                                                                                                          La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                          69

                                                                                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                          70

                                                                                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                          71

                                                                                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                          72

                                                                                                                          Percheacute STEN

                                                                                                                          73

                                                                                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                          74

                                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                          75

                                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                          76

                                                                                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                          77

                                                                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                          Puglia Toscana

                                                                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                          Ampia copertura

                                                                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                          Realtagrave a

                                                                                                                          Realtagrave b

                                                                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                          78

                                                                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                          79

                                                                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                          80

                                                                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                          81

                                                                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                          82

                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                          83

                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                          84

                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                          85

                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                          86

                                                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                          87

                                                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                            62

                                                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                            bull Dedicare piugrave tempo allrsquoaggiornamento alla valutazione alla formazione

                                                                                                                            bull Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta allrsquointerno della Medicina Generale di gruppo privilegiando lrsquoassistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le etagrave successive e attivitagraveformative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunitagrave

                                                                                                                            bull Dove non egrave possibile organizzare un servizio di continuitagraveassistenziale pediatrica o negli orari non coperti da questrsquoultima il servizio di continuitagrave assistenziale territoriale integra lrsquoassistenza pediatrica di base purcheacute i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica certificata da corsi di formazione accreditati dalle Societagrave scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UUOO pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 62

                                                                                                                            63

                                                                                                                            ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                            bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                            bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                            bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                            64

                                                                                                                            Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                            Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                            assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                            (Ministero della Salute)

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                            65

                                                                                                                            Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                            solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                            66

                                                                                                                            Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                            67

                                                                                                                            Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                            68

                                                                                                                            La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                            69

                                                                                                                            EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                            Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                            70

                                                                                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                            71

                                                                                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                            72

                                                                                                                            Percheacute STEN

                                                                                                                            73

                                                                                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                            74

                                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                            75

                                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                            76

                                                                                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                            77

                                                                                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                            Puglia Toscana

                                                                                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                            Ampia copertura

                                                                                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                            Realtagrave a

                                                                                                                            Realtagrave b

                                                                                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                            78

                                                                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                            79

                                                                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                            80

                                                                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                            81

                                                                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                            82

                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                            83

                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                            84

                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                            85

                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                            86

                                                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                            87

                                                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                              63

                                                                                                                              ALCUNI INTERVENTI

                                                                                                                              bull La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti puograve essere lrsquooccasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica osservazione temporanea day hospital lagrave dove necessario

                                                                                                                              bull Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                              bull Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti allrsquointervento di tipo pediatrico

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 63

                                                                                                                              64

                                                                                                                              Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                              Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                              assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                              (Ministero della Salute)

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                              65

                                                                                                                              Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                              solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                              66

                                                                                                                              Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                              67

                                                                                                                              Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                              68

                                                                                                                              La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                              69

                                                                                                                              EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                              Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                              70

                                                                                                                              Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                              bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                              bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                              71

                                                                                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                              72

                                                                                                                              Percheacute STEN

                                                                                                                              73

                                                                                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                              74

                                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                              75

                                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                              76

                                                                                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                              77

                                                                                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                              Puglia Toscana

                                                                                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                              Ampia copertura

                                                                                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                              Realtagrave a

                                                                                                                              Realtagrave b

                                                                                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                              78

                                                                                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                              79

                                                                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                              80

                                                                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                              81

                                                                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                              82

                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                              83

                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                              84

                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                              85

                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                              86

                                                                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                              87

                                                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                64

                                                                                                                                Linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza ed urgenza pediatrica (Ministero della

                                                                                                                                Salute 90505)bull Gli ospedali sedi di DEA di secondo livello sono in grado di

                                                                                                                                assicurare oltre alle prestazioni fornite dai DEA di primo livello le funzioni di alta specialitagrave legate allrsquoemergenza tra cui cardiochirurgia neurochirurgia la terapia intensiva neonatale la chirurgia vascolare la chirurgia toracica La responsabilitagrave del DEA egrave attribuita a un dirigente di secondo livello con documentata esperienza nel settore responsabile anche di una delle unitagrave operative del DEA Nel 2003 i DEA di primo livello presenti in Italia sono 224 mentre i DEA di secondo livello sono 128

                                                                                                                                (Ministero della Salute)

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 64

                                                                                                                                65

                                                                                                                                Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                                solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                                66

                                                                                                                                Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                                67

                                                                                                                                Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                                68

                                                                                                                                La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                                69

                                                                                                                                EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                70

                                                                                                                                Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                71

                                                                                                                                Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                72

                                                                                                                                Percheacute STEN

                                                                                                                                73

                                                                                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                74

                                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                75

                                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                76

                                                                                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                77

                                                                                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                Puglia Toscana

                                                                                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                Ampia copertura

                                                                                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                Realtagrave a

                                                                                                                                Realtagrave b

                                                                                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                78

                                                                                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                79

                                                                                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                80

                                                                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                81

                                                                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                82

                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                83

                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                84

                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                85

                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                86

                                                                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                87

                                                                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                  65

                                                                                                                                  Il trasporto neonatale consiste nel trasferimento protetto di un neonato

                                                                                                                                  solitamente critico da un centro nascita di 1deg- 2deg ad uno di 3deg livello

                                                                                                                                  66

                                                                                                                                  Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                                  67

                                                                                                                                  Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                                  68

                                                                                                                                  La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                                  69

                                                                                                                                  EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                  Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                  70

                                                                                                                                  Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                  bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                  bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                  71

                                                                                                                                  Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                  72

                                                                                                                                  Percheacute STEN

                                                                                                                                  73

                                                                                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                  74

                                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                  75

                                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                  76

                                                                                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                  77

                                                                                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                  Puglia Toscana

                                                                                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                  Ampia copertura

                                                                                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                  Realtagrave a

                                                                                                                                  Realtagrave b

                                                                                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                  78

                                                                                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                  79

                                                                                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                  80

                                                                                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                  81

                                                                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                  82

                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                  83

                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                  84

                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                  85

                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                  86

                                                                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                  87

                                                                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                    66

                                                                                                                                    Centri nascita STEN TIN

                                                                                                                                    67

                                                                                                                                    Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                                    68

                                                                                                                                    La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                                    69

                                                                                                                                    EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                    Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                    70

                                                                                                                                    Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                    bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                    bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                    71

                                                                                                                                    Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                    72

                                                                                                                                    Percheacute STEN

                                                                                                                                    73

                                                                                                                                    OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                    durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                    distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                    74

                                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                    75

                                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                    76

                                                                                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                    77

                                                                                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                    Puglia Toscana

                                                                                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                    Ampia copertura

                                                                                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                    Realtagrave a

                                                                                                                                    Realtagrave b

                                                                                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                    78

                                                                                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                    79

                                                                                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                    80

                                                                                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                    81

                                                                                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                    82

                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                    83

                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                    84

                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                    85

                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                    86

                                                                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                    87

                                                                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                      67

                                                                                                                                      Se prevista la nascita di un neonato patologico programmare un trasporto inutero presso un centro di terzo livello percheacute hellip

                                                                                                                                      68

                                                                                                                                      La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                                      69

                                                                                                                                      EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                      Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                      70

                                                                                                                                      Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                      bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                      bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                      71

                                                                                                                                      Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                      72

                                                                                                                                      Percheacute STEN

                                                                                                                                      73

                                                                                                                                      OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                      durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                      distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                      74

                                                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                      bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                      bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                      bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                      bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                      75

                                                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                      76

                                                                                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                      77

                                                                                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                      Puglia Toscana

                                                                                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                      Ampia copertura

                                                                                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                      Realtagrave a

                                                                                                                                      Realtagrave b

                                                                                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                      78

                                                                                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                      79

                                                                                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                      80

                                                                                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                      81

                                                                                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                      82

                                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                      83

                                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                      84

                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                      85

                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                      86

                                                                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                      87

                                                                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                        68

                                                                                                                                        La miglior incubatrice da trasporto egravelrsquoutero materno

                                                                                                                                        69

                                                                                                                                        EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                        Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                        70

                                                                                                                                        Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                        bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                        bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                        71

                                                                                                                                        Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                        72

                                                                                                                                        Percheacute STEN

                                                                                                                                        73

                                                                                                                                        OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                        durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                        distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                        74

                                                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                        bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                        bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                        bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                        bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                        75

                                                                                                                                        La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                        Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                        76

                                                                                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                        77

                                                                                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                        Puglia Toscana

                                                                                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                        Ampia copertura

                                                                                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                        Realtagrave a

                                                                                                                                        Realtagrave b

                                                                                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                        78

                                                                                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                        79

                                                                                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                        80

                                                                                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                        81

                                                                                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                        82

                                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                        83

                                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                        84

                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                        85

                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                        86

                                                                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                        87

                                                                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                          69

                                                                                                                                          EVITARE UN TRASFERIMENTO RISCHIOSO(condizioni materne non stabilizzate)

                                                                                                                                          Travaglio attivo con rischio di parto imminenteMetrorragia in attoPreeclampsia grave con segni di imminente attacco eclamptico

                                                                                                                                          70

                                                                                                                                          Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                          bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                          bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                          71

                                                                                                                                          Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                          72

                                                                                                                                          Percheacute STEN

                                                                                                                                          73

                                                                                                                                          OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                          durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                          distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                          74

                                                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                          bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                          bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                          bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                          bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                          75

                                                                                                                                          La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                          Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                          76

                                                                                                                                          Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                          miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                          77

                                                                                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                          Puglia Toscana

                                                                                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                          Ampia copertura

                                                                                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                          Realtagrave a

                                                                                                                                          Realtagrave b

                                                                                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                          78

                                                                                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                          79

                                                                                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                          80

                                                                                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                          81

                                                                                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                          82

                                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                          83

                                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                          84

                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                          85

                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                          86

                                                                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                          87

                                                                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                            70

                                                                                                                                            Ersquo sempre possibile prevedere la nascita di un neonato a rischio

                                                                                                                                            bull il 30 di patologie ostetriche non sono prevedibili

                                                                                                                                            bull lrsquo1-2 dei neonati necessita di cure intensive o subintensive non prevedibili

                                                                                                                                            71

                                                                                                                                            Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                            72

                                                                                                                                            Percheacute STEN

                                                                                                                                            73

                                                                                                                                            OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                            durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                            distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                            74

                                                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                            bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                            bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                            bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                            bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                            75

                                                                                                                                            La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                            Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                            76

                                                                                                                                            Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                            miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                            77

                                                                                                                                            Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                            Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                            Puglia Toscana

                                                                                                                                            Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                            Ampia copertura

                                                                                                                                            Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                            Realtagrave a

                                                                                                                                            Realtagrave b

                                                                                                                                            Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                            78

                                                                                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                            79

                                                                                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                            80

                                                                                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                            81

                                                                                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                            82

                                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                            83

                                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                            84

                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                            85

                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                            86

                                                                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                            87

                                                                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                              71

                                                                                                                                              Anche in condizioni ottimali in cui il trasferimento in utero sia efficiente il trasporto neonatale si rende necessario ogni 1-2 nati su 100 parti in centri sprovvisti di Tin

                                                                                                                                              72

                                                                                                                                              Percheacute STEN

                                                                                                                                              73

                                                                                                                                              OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                              durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                              distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                              74

                                                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                              bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                              bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                              bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                              bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                              75

                                                                                                                                              La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                              Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                              76

                                                                                                                                              Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                              miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                              77

                                                                                                                                              Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                              Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                              Puglia Toscana

                                                                                                                                              Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                              Ampia copertura

                                                                                                                                              Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                              Realtagrave a

                                                                                                                                              Realtagrave b

                                                                                                                                              Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                              78

                                                                                                                                              bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                              -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                              -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                              -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                              79

                                                                                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                              80

                                                                                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                              81

                                                                                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                              82

                                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                              83

                                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                              84

                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                              85

                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                              86

                                                                                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                              87

                                                                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                72

                                                                                                                                                Percheacute STEN

                                                                                                                                                73

                                                                                                                                                OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                                durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                                distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                                74

                                                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                                bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                                bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                                bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                                75

                                                                                                                                                La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                                76

                                                                                                                                                Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                                miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                                77

                                                                                                                                                Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                Puglia Toscana

                                                                                                                                                Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                Ampia copertura

                                                                                                                                                Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                Realtagrave a

                                                                                                                                                Realtagrave b

                                                                                                                                                Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                78

                                                                                                                                                bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                79

                                                                                                                                                1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                80

                                                                                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                81

                                                                                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                82

                                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                83

                                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                84

                                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                85

                                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                86

                                                                                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                87

                                                                                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                  73

                                                                                                                                                  OBIETTIVIAssicurare lrsquoassistenza migliore al neonato

                                                                                                                                                  durante il trasporto Ridurre il rischio di mortalitagrave e di esiti a

                                                                                                                                                  distanza perbull utilizzo di attrezzature inadeguate bull inesperienza degli operatoribull Tempi per lrsquoattivazione troppo lunghi

                                                                                                                                                  74

                                                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                  bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                                  bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                                  bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                                  bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                                  75

                                                                                                                                                  La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                  Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                                  76

                                                                                                                                                  Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                                  miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                                  77

                                                                                                                                                  Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                  Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                  Puglia Toscana

                                                                                                                                                  Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                  Ampia copertura

                                                                                                                                                  Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                  Realtagrave a

                                                                                                                                                  Realtagrave b

                                                                                                                                                  Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                  78

                                                                                                                                                  bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                  -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                  -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                  -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                  79

                                                                                                                                                  1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                  3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                  80

                                                                                                                                                  Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                  81

                                                                                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                  82

                                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                  83

                                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                  84

                                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                  85

                                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                  86

                                                                                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                  87

                                                                                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                    74

                                                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                    bull Nel 1990 il CIPE assegnava a Lombardia Toscana Friuli VG Lazio Campania Puglia e Sicilia un finanziamento nellrsquoambito del programma ldquoTUTELA MATERNO-INFANTILErdquo che comprendeva un intervento iniziale per lrsquoattivazione dello STEN

                                                                                                                                                    bull Il piano sanitario nazionale 1994-96 indicava lo STEN fra i punti principali per la razionalizzazione dellrsquoassistenza al neonato

                                                                                                                                                    bull Il DPR 140197 n 37 relativo ai requisiti strutturali ribadisce la garanzia dellrsquoassistenza al neonato anche attraverso il trasporto protetto

                                                                                                                                                    bull Il Progetto Obiettivo Materno-Infantile per il triennio 1998-2000 dagrave precise indicazioni con un intero capitolo sul percorso nascita e sullo STEN

                                                                                                                                                    75

                                                                                                                                                    La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                    Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                                    76

                                                                                                                                                    Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                                    miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                                    77

                                                                                                                                                    Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                    Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                    Puglia Toscana

                                                                                                                                                    Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                    Ampia copertura

                                                                                                                                                    Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                    Realtagrave a

                                                                                                                                                    Realtagrave b

                                                                                                                                                    Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                    78

                                                                                                                                                    bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                    -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                    -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                    -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                    79

                                                                                                                                                    1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                    3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                    80

                                                                                                                                                    Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                    81

                                                                                                                                                    LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                    (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                    82

                                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                    83

                                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                    84

                                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                    85

                                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                    86

                                                                                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                    87

                                                                                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                      75

                                                                                                                                                      La legislazione italiana e lo STEN

                                                                                                                                                      Il piano sanitario nazionale 2003-2005 preso atto delle differenze tra regioni del Nord e Sud in termini di sopravvivenza perinatale pone tra gli obiettivi strategici quello di attivare programmi specifici per la protezione della maternitagrave e per migliorare lrsquoassistenza ostetrica e neonatale e di attivare in ogni regione lo STEN

                                                                                                                                                      76

                                                                                                                                                      Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                                      miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                                      77

                                                                                                                                                      Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                      Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                      Puglia Toscana

                                                                                                                                                      Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                      Ampia copertura

                                                                                                                                                      Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                      Realtagrave a

                                                                                                                                                      Realtagrave b

                                                                                                                                                      Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                      78

                                                                                                                                                      bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                      -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                      -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                      -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                      79

                                                                                                                                                      1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                      3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                      80

                                                                                                                                                      Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                      81

                                                                                                                                                      LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                      (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                      82

                                                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                      1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                      2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                      3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                      4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                      nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                      83

                                                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                      84

                                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                      85

                                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                      86

                                                                                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                      87

                                                                                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                        76

                                                                                                                                                        Piano Sanitario Nazionale (2006-2008)

                                                                                                                                                        miglioramento dellrsquoassistenza ostetrica e pediatriconeonatologica nel periodo perinatale anche nel quadro di una umanizzazione dellrsquoevento nascita che deve prevedere il parto indolore lrsquoallattamento materno precoce ed il rooming-intenendo conto anche degli altri standard definiti dallrsquoOMS e dallrsquoUNICEF per gli ldquoOspedali amici dei bambinirdquo colmando le diseguaglianze esistenti fra le Regioni italiane al fine di ridurre la mortalitagraveneonatale in primo luogo nelle Regioni dove egrave piugraveelevata ottimizzando il numero dei reparti pediatrici e dei punti nascita e assicurando la concentrazione delle gravidanze a rischio e il servizio di trasporto in emergenza del neonato e delle gestanti a rischio

                                                                                                                                                        77

                                                                                                                                                        Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                        Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                        Puglia Toscana

                                                                                                                                                        Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                        Ampia copertura

                                                                                                                                                        Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                        Realtagrave a

                                                                                                                                                        Realtagrave b

                                                                                                                                                        Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                        78

                                                                                                                                                        bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                        -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                        -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                        -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                        79

                                                                                                                                                        1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                        3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                        80

                                                                                                                                                        Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                        81

                                                                                                                                                        LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                        (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                        82

                                                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                        1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                        2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                        3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                        4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                        nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                        83

                                                                                                                                                        I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                        6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                        7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                        8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                        9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                        10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                        84

                                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                        85

                                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                        86

                                                                                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                        87

                                                                                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                          77

                                                                                                                                                          Italia STEN (2008)Copertura totale Lazio Liguria Campania Lombardia MarcheUmbria

                                                                                                                                                          Friuli VG Trentino AA Veneto Valle drsquoAosta

                                                                                                                                                          Puglia Toscana

                                                                                                                                                          Copertura assente Abruzzo Basilicata Calabria Emilia-Romagna Molise Sardegna Sicilia

                                                                                                                                                          Ampia copertura

                                                                                                                                                          Copertura media Piemonte Cuneo AlessandriaPiemonte Cuneo Alessandria

                                                                                                                                                          Realtagrave a

                                                                                                                                                          Realtagrave b

                                                                                                                                                          Novara TorinoNovara TorinoCopertura totale

                                                                                                                                                          78

                                                                                                                                                          bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                          -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                          -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                          -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                          79

                                                                                                                                                          1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                          3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                          80

                                                                                                                                                          Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                          81

                                                                                                                                                          LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                          (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                          82

                                                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                          1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                          2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                          3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                          4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                          nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                          83

                                                                                                                                                          I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                          6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                          7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                          8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                          9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                          10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                          84

                                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                          Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                          85

                                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                          86

                                                                                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                          87

                                                                                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                            78

                                                                                                                                                            bull ORGANIZZAZIONE

                                                                                                                                                            -COLLABORAZIONE CON I CENTRI PERIFERICI

                                                                                                                                                            -IMPIEGO DI PERSONALE ADDESTRATO

                                                                                                                                                            -UTILIZZO DI ATTREZZATURE DEDICATE

                                                                                                                                                            79

                                                                                                                                                            1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                            3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                            80

                                                                                                                                                            Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                            81

                                                                                                                                                            LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                            (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                            82

                                                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                            1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                            2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                            3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                            4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                            nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                            83

                                                                                                                                                            I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                            6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                            7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                            8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                            9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                            10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                            84

                                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                            Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                            85

                                                                                                                                                            2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                            Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                            86

                                                                                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                            87

                                                                                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                              79

                                                                                                                                                              1-Gli Ospedali amici dei bambini in ItaliaCome si diventa Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                              3- Ospedale senza dolore

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 79

                                                                                                                                                              80

                                                                                                                                                              Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                              81

                                                                                                                                                              LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                              (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                              82

                                                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                              1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                              2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                              3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                              4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                              nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                              83

                                                                                                                                                              I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                              6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                              7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                              8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                              9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                              10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                              84

                                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                              Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                              85

                                                                                                                                                              2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                              Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                              86

                                                                                                                                                              NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                              progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                              Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                              87

                                                                                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                80

                                                                                                                                                                Un ospedale egrave dichiarato amico dei bambini quando si impegna a non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno biberon o tettarelle e a intraprendere i 10 PASSI in favore dellallattamento al seno

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 80

                                                                                                                                                                81

                                                                                                                                                                LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                                (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                                82

                                                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                                2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                                3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                                4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                                nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                                83

                                                                                                                                                                I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                                7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                                8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                                9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                                10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                                84

                                                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                                85

                                                                                                                                                                2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                86

                                                                                                                                                                NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                87

                                                                                                                                                                OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                                • Iter legislativo
                                                                                                                                                                • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                                                • il DMI
                                                                                                                                                                • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                  81

                                                                                                                                                                  LUNICEF e lOMS hanno redatto un decalogo di misure che ogni struttura sanitaria deve rispettare per poter essere riconosciuta Ospedale amico dei bambini

                                                                                                                                                                  (Dichiarazione degli Innocenti sulla protezione la promozione e il sostegno allallattamento al seno elaborata e adottata dai partecipanti al meeting internazionale Breastfeeding in the 1990s A Global Initiative (Allattamento negli anni Novanta uniniziativa globale) sponsorizzata dallAgenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dallAutoritagrave Svedese per lo Sviluppo Internazionale (SIDA) e tenutasi presso lo Spedale degli Innocenti a Firenze dal 30 luglio al 1deg agosto 1990 )

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 81

                                                                                                                                                                  82

                                                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                  1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                                  2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                                  3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                                  4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                                  nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                                  83

                                                                                                                                                                  I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                  6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                                  7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                                  8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                                  9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                                  10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                                  84

                                                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                  Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                                  85

                                                                                                                                                                  2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                  Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                  86

                                                                                                                                                                  NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                  progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                  Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                  87

                                                                                                                                                                  OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                  Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                  Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                  Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                  CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                  • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                                  • Iter legislativo
                                                                                                                                                                  • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                  • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                                                  • il DMI
                                                                                                                                                                  • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                  • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                    82

                                                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                    1 Definire un protocollo scritto per lallattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario

                                                                                                                                                                    2 Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo

                                                                                                                                                                    3 Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dellallattamento al seno

                                                                                                                                                                    4 Aiutare le madri percheacute comincino ad allattare al seno giagrave mezzora dopo il parto5 Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche

                                                                                                                                                                    nel caso in cui vengano separate dai neonati

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 82

                                                                                                                                                                    83

                                                                                                                                                                    I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                    6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                                    7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                                    8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                                    9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                                    10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                                    84

                                                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                    Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                                    85

                                                                                                                                                                    2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                    Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                    86

                                                                                                                                                                    NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                    progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                    Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                    87

                                                                                                                                                                    OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                    Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                    Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                    Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                    CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                    • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                                    • Iter legislativo
                                                                                                                                                                    • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                    • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                                                    • il DMI
                                                                                                                                                                    • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                    • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                      83

                                                                                                                                                                      I Dieci passi per il successo dellallattamento al seno sono i seguenti

                                                                                                                                                                      6 Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno tranne che su precisa prescrizione medica

                                                                                                                                                                      7 Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre ( rooming-in ) in modo che trascorrano insieme 2424 durante la permanenza in ospedale

                                                                                                                                                                      8 Incoraggiare lallattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento

                                                                                                                                                                      9 Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dellallattamento

                                                                                                                                                                      10 Favorire la creazione di gruppi di sostegno alla pratica dellallattamento al seno in modo che le madri vi si possano rivolgere dopo essere state dimesse dallospedale o dalla clinica

                                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 83

                                                                                                                                                                      84

                                                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                      Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                                      85

                                                                                                                                                                      2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                      Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                      86

                                                                                                                                                                      NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                      progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                      Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                      87

                                                                                                                                                                      OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                      Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                      Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                      Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                      CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                      • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                                      • Iter legislativo
                                                                                                                                                                      • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                      • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                                                      • il DMI
                                                                                                                                                                      • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                      • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                        84

                                                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                        Pescara 30 nov 2008Obiettivi Semplificare il rapporto tra cittadiniistituzioni sanitarie e servizi Questo egrave lo scopo del progetto Sanitagrave Amica presentato dal direttore generale dellrsquoAsl di Chieti alla stampaIl nuovo modello di gestione si fa carico dellrsquoassistito ponendolo al centro di ogni percorso nella sanitagrave e accompagnandolo passo dopo passo Tra le novitagrave piugrave rilevanti il sistema di Sanitagrave Amica prevede che il medico di medicina generale invii direttamente lrsquoassistito ad uno specialista attraverso un definito percorso di urgenza eliminando i passaggi burocratici e le inutili fasi di accettazione amministrativa Tutto avverragrave con lrsquoausilio della telematica Il referto della prestazione diagnostica saragrave direttamente consultabile dal medico di fiducia senza necessitagrave che sia ritirato dagli sportelli del servizio diagnostico Saragrave lo stesso medico di fiducia a contattare lrsquoassistito per comunicare lrsquoesito positivo di un esame per fissare una nuova visita o per prescrivere ulteriori verifiche e accertamenti

                                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 84

                                                                                                                                                                        85

                                                                                                                                                                        2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                        Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                        86

                                                                                                                                                                        NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                        progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                        Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                        87

                                                                                                                                                                        OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                        Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                        Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                        Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                        CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                        • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                                        • Iter legislativo
                                                                                                                                                                        • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                        • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                                                        • il DMI
                                                                                                                                                                        • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                        • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                          85

                                                                                                                                                                          2-ASL di Chieti parte il progetto ldquosanitagrave amicardquo

                                                                                                                                                                          Cosigrave saranno rese superflue fasi successive che costringono il cittadino a viaggi continui tra ospedali e sportelli ldquoIl modello avviato dallrsquoAsl di Chieti egrave un modello importante per creare un rapporto nuovo e migliore tra cittadini e sanitagrave un modello da estendere anche alle altre aziende sanitarie abruzzesi inoltre egrave un modello che favorisce le condizioni di collaborazione proficua tra medici ospedalieri e medici di base e condizioni di appropriatezza delle prestazioni diagnostiche ed ospedaliererdquo Una volta a regime il sistema consentiragrave ai cittadini assistiti di guadagnare in efficienza risparmiare tempo e ridurre i costi per gli spostamenti attenuando o evitando del tutto complicazioni che riguardano le strutture sanitarie ldquoCon questo nuovo sistema si attiva un percorso assistenziale virtuoso e si garantiscono risposte migliori al bisogno di sanitagrave dei cittadinirdquo

                                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 85

                                                                                                                                                                          86

                                                                                                                                                                          NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                          progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                          Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                          87

                                                                                                                                                                          OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                          Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                          Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                          Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                          CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                          • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                                          • Iter legislativo
                                                                                                                                                                          • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                          • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                                                          • il DMI
                                                                                                                                                                          • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                          • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                            86

                                                                                                                                                                            NORMATIVA SULLrsquoOSPEDALE SENZA DOLORE GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie Generale ‐ n 149 del 29‐06‐2001

                                                                                                                                                                            progetti indirizzati al miglioramento del processo assistenzialespecificamente rivolto al controllo del dolore di qualsiasi origine

                                                                                                                                                                            Ciascuna regione nellambito della propria autonomia adotteragrave gli atti necessari allapplicazione delle linee guida in coerenza con la propria programmazione prevedendo il sistematico inserimento della loro attuazione nelle procedure di valutazione dei risultati delle Aziende Sanitarie

                                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 86

                                                                                                                                                                            87

                                                                                                                                                                            OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                            Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                            Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                            Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                            CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                            • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                                            • Iter legislativo
                                                                                                                                                                            • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                            • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                                                            • il DMI
                                                                                                                                                                            • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                            • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                              87

                                                                                                                                                                              OSPEDALE SENZA DOLORE

                                                                                                                                                                              Allo scopo di arginare la prevalenza del dolore negli ospedali documentata da numerosi studi e ricerche il Ministero della Sanitagrave ha istituito una Commissione di studio con decreto del 20 settembre 2000 che haelaborato il documento tecnico di base per la stesura delle linee guide

                                                                                                                                                                              Lidea iniziale si ispira ad analoghi progetti internazionali e istituzionalizzati in alcuni paesi europei (wwwsans‐douleurch)

                                                                                                                                                                              Finalitagrave del progetto che la rilevazione del dolore divenga costante al pari di altri segni vitali quali la frequenza cardiaca la temperatura corporea la pressione arteriosa fondamentali nella valutazione clinica della persona

                                                                                                                                                                              CdL Specialistica ‐ Dottssa Paola Sabbion 87

                                                                                                                                                                              • Origini del dipartimento
                                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                                              • Iter legislativo
                                                                                                                                                                              • Il Dipartimento egrave una aggregazione di Strutture Complesse e Semplici(modello ordinario di gestione di tu
                                                                                                                                                                              • Modelli di Dipartimento
                                                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                                                              • il DMI
                                                                                                                                                                              • Le TRE fasi del cambiamento
                                                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta
                                                                                                                                                                              • Necessitagrave di un cambiamento di rotta

                                                                                                                                                                                top related