AntonelliG [modalità compatibilità]

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Giovanni AntonelliGiovanni AntonelliRete DCA Usl Umbria 1

Ambulatorio DCA Umbertide

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

Epidemiologia, alimentazione selettiva

e trattamento in età evolutiva

2° Congresso Nazionale Siridap

E POI HO VISTO I TUOI OCCHI

I disturbi del comportamento alimentare in età infantile ed adolescenziale

Alghero 3-4 Novembre 2017

CHAPTER

I

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

Il Tema del Contendere

L’ALIMENTAZIONE E’….

� La prima forma di contatto del neonato con

il mondo esterno

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

il mondo esterno

� Una delle sue prime forme di dipendenza

dall’adulto che si prende cura di lui

Mangiare è un gesto profondo quanto quello di amare: il

buon cibo tocca le corde sensibili dei sensi ma anche

dell’intelletto, promette solleticando nell’attesa, esalta

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

dell’intelletto, promette solleticando nell’attesa, esalta

l’immaginazione, rispolvera e riattiva i ricordi, soddisfa e

rassicura”

M. Laveroni

CHAPTER

II

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

Conosci il tuo Nemico

• In USA negli ultimi 20 anni il 61% delle ragazze e il 32% dei ragazzi hanno cercato di perdere peso quando non necessario (Eaton 2012)

Alcuni dati

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• In Italia il 17% dei ragazzi tra 11 e 14 anni e il 27% di quelli tra 15 e 18 anni ha intrapreso dieta dimagrante spesso autoprescritta (società italiana medicina adolescenza,2010)

• Il 60% dei bambini tra 5 e 8 anni desidera un corpo più magro (Lowes, 2013)

DISTURBI ALIMENTARI DELL’ INFANZIA

NEGLI ULTIMI ANNI STIAMO

ASSISTENDO AD UN

ABBASSAMENTO DELL’ ETÀ DI

INSORGENZA DEI DCA CHE STANNO

INIZIANDO A DIFFONDERSI IN

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

INIZIANDO A DIFFONDERSI IN

MANIERA CONSISTENTE ANCHE

NELLA POPOLAZIONE INFANTILE

CON UNA PREVALENZA PARI A

CIRCA L’1%.

(Casey at al., 2008)

Diffusione:In Italia:

Oltre 2.000.000 di persone presentano un DCA

Fascia di età 12-25 anni:

� 10% delle ragazze hanno difficoltà legate

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� 10% delle ragazze hanno difficoltà legate all’alimentazione

� In Italia si registrano circa 9.000 nuovi casi ogni anno

Abbassamento della soglia di età di insorgenza:

� 11-13 anni

� Insorgenza precoce intorno ai 7 anni

CARATTERISTICHE

-ASSENZA ALTERAZIONI PERCETTIVE DELLA PROPRIA IMMAGINE

CORPOREA,

-ASSENZA PREOCCUPAZIONE PER PESO E FORMA CORPOREE,

DCA INFANTILI

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-ASSENZA PREOCCUPAZIONE PER PESO E FORMA CORPOREE,

-SELETTIVITÀ ALIMENTARI,

-DIPENDENZA DA SUPPORTI NUTRIZIONALI ANCHE A VALENZA

FORTEMENTE REGRESSIVA (BIBERON, FRULLATI ETC),

-MARCATA INTERFERENZA CON VITA SOCIALE.

Disturbo da alimentazione selettiva (DAS)

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

CARATTERISTICHE DEL DISTURBO DA ALIMENTAZIONE SELETTIVA:

� 4/5 CATEGORIE ALIMENTARI, PREDILIGENDO CARBOIDRATI,

� RIFIUTO AD ASSAGGIARE NUOVI CIBI E TENDENZA A REAGIRE CON ANSIA EDISGUSTO,

� PESO ED ALTEZZA NELLA NORMA, POSSIBILI CARENZE NUTRIZIONALI,

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

� MAGGIORE RISCHIO DI SOTTOPESO E RITARDO DELLA CRESCITA, COSÌCOME DI SOVRAPPESO (BACHMEYER, 2009),

� INVALIDAZIONE SUL PIANO SOCIALE (ZUCKER ET AL., 2015),

� EFFETTI NEGATIVI SULLE RELAZIONI FAMILIARI E MAGGIORE RISCHIO DISTRESS NEL CAREGIVER (ZUCKER ET AL., 2015 ; MITCHELL ET AL., 2013),

� MAGGIORE RISCHIO DI SVILUPPO DCA IN ADOLESCENZA (BACHMEYER, 2OO9).

AMBIENTALI:

-PRESSIONE A MANGIARE (GREGORY ET AL., 2010; POWELL ET AL., 2011; HAYCRAFT ET

AL., 2012);

-STILI E PRATICHE LEGATE ALL’ ALIMENTAZIONE COME IL CONTROLLO

GENITORIALE (MORRISON ET AL., 2013);

-ASSENZA DI UN ALLATTAMENTO AL SENO O INTRODUZIONE DI UN

ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE PRIMA DEI SEI MESI

EZIOPATOGENESI DISTURBO DA ALIMENTAZIONE SELETTIVA

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE PRIMA DEI SEI MESI (SHIM, KIM, MATHAI

ET AL., 2011).

-IMITAZIONE DI COMPORTAMENTI ALIMENTARI DISFUNZIONALI PRESENTI IN

FAMIGLIA (TYLKA, 2004)

BIOLOGICI:

-IPERSENSIBILITÀ SENSORIALE (FAROW ET AL., 2012).

PSICOLOGICI:

ALTI LIVELLI DI EMOZIONALITÀ NEGATIVA NEL BAMBINO O NEL GENITORE

(HAFSTAD, 2013).

Momento del pasto vissuto con molta ansia

•Ansia condivisa ed alimentata anche dal contesto•Limitazione sociale (il momento del pasto diventa liturgia necessariamente casalinga)

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diventa liturgia necessariamente casalinga)•Rifiuto di consumare pasti in luoghi diversi da casa (scuola, ristorante, case di amici etc)•Spesso ciò si inserisce in routine di comportamento molto rigide•Spesso inibisce relazioni amicali (festicciole, gite etc.)

CHAPTER

III

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Non è tutt’oro quel che luccica

Un disordine alimentare in infanzia è piuttosto frequente

• Molte modalità alimentari dei bambini possono rivestire carattere di problema per una certa fase della vita e poi risultare modalità transitorie di alimentarsi relative a particolari periodi di sviluppo

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periodi di sviluppo• Talvolta destano preoccupazione nel contesto

familiare ma si risolvono spontaneamente• Appartengono a fasi evolutive specifiche legate

a momenti di svincolo (svezzamento, passaggi di autonomia, scuole infanzia, alimentazione autonoma etc.)

Sono “manie alimentari transitorie”

• Si autolimitano e risolvono nel tempo

• Spesso comportano limitazione quali-quantitativa dell’introduzione di cibo

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quantitativa dell’introduzione di cibo (limitazioni anche anomale selettive per colore consistenza etc)

• Non si accompagnano a problemi psico fisici

CHAPTER

IV

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Dalla Teoria alla Pratica

EDUCAZIONE TERAPEUTICA

Approccio collaborativo centrato sulla famiglia che miri afavorire il cambiamento dei comportamenti attraverso unprocesso di cura integrata e continuativa basatasull’empowerment:

•portare bambino e famiglia a prendere coscienza delproblema, senza colpevolizzazione

identificare le loro rappresentazioni mentali, credenze e

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•identificare le loro rappresentazioni mentali, credenze evalori

•motivare il bambino e la sua famiglia alla cura e amantenere la motivazione nel tempo

•aumentare le competenze della famiglia e attivarne lerisorse

•tener conto del contesto economico, sociale e culturaleR. Tanas (2014), Un approccio integrato al bambino e all’adolescente che pesa troppo, Area Pediatrica, 15 (1),

genn.-mar.

Nel mondo del bambino: educare attraverso il gioco

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002Erickson E. (2012), Il gioco nello sviluppo e nella terapia psicomotoria, ed. it. a cura di Ambrosini

e Pellegatta.

L’obiettivo è di dotare i genitori degli strumenti idonei acambiare non solo le relazioni con i propri figli, ma anche illoro comportamento in ambito domiciliare e familiare.

Progetto di ricerca

•Studio pilota della durata di 12 mesi•Arruolamento (4 mesi) di campione omogeneo di bambini (n. 20) e coppie genitoriali •Somministrazione pre e post trattamento di test

Delibera del DG n. 1033 del 03/08/2017

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•Somministrazione pre e post trattamento di test e questionari atti a rilevazione dati •Trattamento in gruppo “Mani in pasta”

•Scheda di rilevazione dati•Questionario Conoscitivo•CBCL (child behavior checklist)

Strumenti di Valutazione

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•CBCL (child behavior checklist)•AAI (adult attachment interview)•Disegno della Figura Umana•Disegno della Famiglia

STRUTTURAZIONE DEL PERCORSO

• I gruppi sono composti da bambini da 3a 10 anni.

• hanno durata di un’ora circa con

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• hanno durata di un’ora circa concadenza settimanale.

• sono condotti da psicologa, dietista,pedagogista e anche neuropsichiatrainfantile e medico nutrizionista.

I gruppi prevedono 10 incontri:

•2 incontri psico-educazionali e disostegno destinati ai genitori. Un

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sostegno destinati ai genitori. Unincontro iniziale ed uno a fine percorso.

•8 incontri ludico-ricreativi persupportare la relazione bambino-genitore.

Approccio multidimensionale

•Osservazione ed elaborazione di contenuti relativi alla relazione genitore/bambino•Facilitazione della relazione emotiva•Utilizzo del cibo quale mediatore della

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•Utilizzo del cibo quale mediatore della relazionalità positiva•Utilizzo del rinforzo del gruppo•Focalizzazione del terapeuta sulla singola coppia in gioco momento per momento

•Espressione e restituzione delle emozioni •Traduzione in chiave emotiva della relazione attraverso il cibo•Utilizzo del gioco in chiave terapeutica

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•Utilizzo del gioco in chiave terapeutica come mediatore nella diade/triade•modelling e contemporaneamente lavoro profondo sulla relazione

«Cibiamoci di colori»

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Nel primo incontro i bambini sono invitati a disegnare dei paesaggi utilizzando il cibo come elementi.

FOOD FACE: «FACCE DI PLASTICA»

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I bambini sono invitati a riprodurre delle facce utilizzando il cibo di plastica.

«CIBIAMOCI CON IL DIDÒ»

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

I bambini sono invitati a creare con il didò sia i cibi preferiti che i cibi «fobici».

«IL MONDO DI STUZZICA PALATO»

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I bambini sono invitati a sperimentare attraverso l’utilizzo dei 5 sensi nuovi alimenti

«LA PIRAMIDE DEL GUSTO»

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

I bambini inseriscono in una piramide disegnata cibi ritagliati dai giornali, mettendo alla base alimenti che usano comunemente e a salire quelli che generano

ansia

«MANI IN PASTA»

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I bambini sono invitati, insieme ai genitori, a impastare la pizza.

«BISCOTTIAMO»

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I bambini sono invitati a preparare e decorare i biscotti insieme ai genitori.

2,5

3

3,5

4

CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE DI RIFERIMENTO

Gruppo alimentare

Manipolazione

Rifiuto del Cibo

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0

0,5

1

1,5

2

2,5

2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

femmine

maschi

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Sapore

Colore

Odore

Consistenza

Rifiuto del Cibo

avverte il bisogno di

consuma pasti in autonomia

mangia solo frullati

utilizza ancora il biberon

Pattern alimentari

� 75% Alimentazione complementare prima dei 6 mesi.

� 30% Presenza passata o attuale

CARATTERISTICHE DEL CAMPIONE DI RIFERIMENTO

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0 5 10 15 20

preoccupazione pre e durante il pasto

senso di nausea/vomito

masticazione lenta

mangia solo se si distrae

trattiene il cibo

necessita di essere imboccato/a

interesse per la preparrazione del pasto

difficoltà nella deglutizione

avverte il bisogno di mangiare

Campione di riferimento

Pattern

Alim

enta

ri

Serie1

passata o attuale DCA nel genitore

�Alimenti consumati in media 8

� 80% riscontrata presenza di agitazione e rifiuto per i cibi nuovi

Esiti Attesi•Cambiamento dei comportamenti alimentari (introduzione di nuovi cibi e alimenti precedentemente fobici, manipolazione del cibo e sperimentazione di attività ludiche)•Riduzione dell’ansia legata alla alimentazione consumo

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•Riduzione dell’ansia legata alla alimentazione consumo preparazione collettiva dei pasti•Maggiore libertà nella relazione con il cibo•Miglioramento della relazione genitore/bambino•Miglioramento della socialità•Riduzione di elementi di ansia precedentemente presenti •Riduzione dei disturbi comportamentali

STAYTUNED…..

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

TUNED…..

GRAZIE PERL’ATTENZIONE

DIMISEM Perugia 2002DIMISEM Perugia 2002

L’ATTENZIONE

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