Green Economy e idee imprenditoriali
Jul 14, 2015
Schema della lezione• Green Economy, Sharing Economy, Circular
Economy
• Le etichettature ecologiche dei prodotti• Il green procurement• Le politiche SCP (Sustainable Consumption and
Production)• Casi concreti in Italia, con accenni ai casi europei
Green Economy
Con il termine Green Economy (economia verde) si indica una economia il cui impatto ambientale sia sostenibile in termini ambientali-Energie fossili affiancate ad energie rinnovabili-Ciclo di rifiuti con le 3 R (Riduzione Riuso Riciclo
-Efficienza energetica.
Sharing Economy
L'economia della condivisione è un sistema socio-economico costruito intorno alla condivisione delle attività umane e fisiche. -E’ organizzato-Si basa spesso su strumenti di ICT-Informazione condivisa tra i soggetti aumenta valore delle merci utilizzate per business, individui e comunità
-Redistribuisce l’allocazione del reddito intorno a nodi della rete organizzati secondo nuovi schemi
Circular Economy
Tutto parte appunto dal concetto di “circolarità”, opposto alla “linearità” del modello economico attuale. Mentre il secondo, per semplificare, valorizza le risorse sulla linea unidirezionale di estrazione - produzione - consumo - smaltimento, il modello circolare cerca di usarle nel modo più efficiente possibile, facendole girare il più a lungo possibile nel ciclo economico tramite riuso e riciclo.
La filosofia della sostenibilità collettiva e individuale
Per le politiche e le economie europee che hanno per obiettivo lo sviluppo sostenibile è necessario coinvolgere i grandi portatori di interesse per poter orientare la cultura della produzione e dei consumi- pubblica amministrazione- imprese- nuclei familiari/consumatori individuali
Nelle politiche europee
1."Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti",2. Sesto Programma d'Azione in campo ambientale. COM
(2001) 274 “Il diritto comunitario degli appalti pubblici e le possibilità di integrare le considerazioni ambientali negli appalti” - l’atto di “indirizzo” di riferimento della Commissione in materia di GPP
3. l’adozione della direttiva 2004/18/CE del 31 Marzo 2004, relativa al “coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di forniture, di servizi e di lavori” -introduzione della variabile ambientale e semplificazione della normativa
Le componenti dello sviluppo sostenibile: il triangolo economia ambiente e società
Society
Economy Environment
Come si definisce l’integrazione sostenibile?
• Garantire qualità della vita senza diminuire lo stock di risorse disponibili
Ruolo centrale delle attività antropiche
Coinvolgimento attori economici (consumatori, produttori) e sociali (associazioni, organizzaz., cooperative)
Aumentare le sinergie tra politiche pubbliche e settori privati PPP
Qualità della vita
Attività antropiche
Risorse naturali
Legami tra aspetti sociali economici e ambientali della sostenibilità (Carta di Aalborg, 1994)
Società
Benessere umano, salute, cultura, vita sociale, governo democratico
Economia
Produzione, commercio, consumi, rifiuti, servizi, lavoro, risorse finanziarie)
Sistemi naturali/Ambiente
Risorse naturali: acqua, aria, suolo, specie e habitat, materie prime
Obiettivi della sostenibilità di sistema in base ai flussi di materiali
Estrazione Materiali interna
Imports
Materiali Accumulazione
Input Economia Output
Emissioni atmosferiche, smaltimento rifiuti
Exports
L’Antroposfera in base ai flussi di materiali
Sostanze abiotiche
Risorse primarie
Sostanzebiotiche
suolo
acqua
aria
AntroposferaIndustria Mineraria
AgricolturaForeste
Offerta acqua potabile
Energia
Produzione
Consumi finali
Gestione Rifiuti
Gestione Acque Reflue
Deposito rifiuti
Emissioni
in natura
Acqua
Rielaborazione su schema di Stefan Bringezu Wuppertal Institute
Qualche anno fa…• 1972 – Il Club di Roma commissiona al MIT uno studio sul
futuro della Terra. Viene pubblicato Limits to Growth. Si diventa consapevoli dell’impatto umano sull’ambiente
• 1987 – Rapporto Our Common Future della Commissione Indipendente per l’Ambiente e lo Sviluppo. Il concetto di responsabilità intra e intergenerazionale
• 1992 – Conferenza di Rio de Janeiro. La responsabilizzazione dei comportamenti locali/individuali sull’evoluzione dell’ambiente.
• 1992-2000 – In questo decennio i protocolli e gli accordi internazionali per definire obiettivi e modalità di riduzione dell’impatto delle attività umane sull’ambiente.
Verso un’economia sostenibile
• Il fattore ambiente entra pienamente nel calcolo dei fattori di produzione nei modelli economici a livello micro (aziendale)
• L’ambiente entra nel calcolo delle esternalità positive/negative delle produzioni e dei consumi. A livello micro e a livello macro (aziendale, sistemi territoriali)
Integrazione delle valorizzazioni monetarie e materiali
Gli obiettivi finali di un inserimento di contabilità dei flussi di materiali sul lato della produzione sono:
• la capacità di controllare l’efficienza e l’efficacia del ciclo produttivo, in base ai consumi di energia e di materiali impiegati ed espulsi già in questa fase.
• la capacità conseguente di individuare i punti critici per poter intervenire a ridurre gli sprechi di risorse, sia con la riduzione dei materiali impiegati, sia con interventi di formazione sull’organizzazione
• l’introduzione di un sistema di contabilità fisica che affianca e integra il sistema contabile tradizionale.
Dal Fattore 4 al Fattore 10
• 1995 – Rapporto al Club di Roma “Tacking Nature into Account” – Inserire la contabil i tà ecologica nella contabil i tà economica dei Paesi
• 1998 – Rapporto al Club di Roma “Fattore4” – Ridurre l ’ impatto ambientale molt iplicando per quattro l ’eff icienza della produzione.
• 2001 – Nasce Factor10 Institute fondato da Schmidt-Bleek – Si studiano materie prime, processi produtt ivi innovativi in modo da uti l izzare meno risorse naturali ( input) e r idurre gli impatti f inali sull ’ambiente (output e scart i)
Quale l’obiettivo finale?
• A l ivello economico –1) ridurre i costi della materia prima indispensabile alla vita umana: l’energia 2) ridurre acquisti materiali
• A l ivello ambientale – ridurre gli impatti sui prelievi di risorse naturali e sull’uso dei serbatoi finali
• A l ivello sociale – mantenere il livello di benessere assicurandone la possibilità alle future generazioni
Come si traduce in azione?
Sostenibilità
Ecologia Industriale
Livello impresa• Progetti a favore
dell’ambiente
• Prevenzione inquinamento
• Ecoefficienza
• Contabilità verde
Tra Imprese• Simbiosi
industriale
• Cicli di vita di prodotti
• Iniziative di settore
Livello Regionale/Globale
• Budget
• Studi sui flussi di materiale e di energia
Che cosa accade se si inserisce un nuovo fattore di produzione?
L’introduzione dell’idrogeno implica- Valutazione economica dei processi di
produzione: costi monetari di materiali, reperibilità, metodologie, competenze professionali
- Valutazione economica dei processi di consumo: metamorfosi dei materiali utilizzati
- Valutazione sociale: accessibilità del vettore energetico ad es.; sicurezza nell’utilizzo
Alcuni concetti base
• Total Material Requirement (TMR) = DMI (Direct Material Intensity)+HF (Hidden Flows)
• Zaino ecologico• MIPS – Material Intensity per Service• MFA – Material Flow Accounting• SFA – Substances Flow Accounting• LCA – Life Cycle Analysis
Calcolo dei flussi di materialiMetodologie applicate:• MFA – Material Flow AccountingIn un sistema (area omogenea, area amministrativa) si
definiscono i flussi in entrata e in uscita, in modo che siano aggregati. L’analisi è condotta su un anno X o su una serie temporale
• SFA – Substances Flow AccountingIn un sistema si individua il flusso di una sostanza
dall’entrata all’uscita dal sistema. Si definisce un arco temporale ampio per analizzare anche eventuale uscite “traslate” nel tempo.
Flow Cost Accounting: Impresa
Impresa
fornitore
Entrata magazzino
Produzione
Magazzino intermedio
Magazzino Uscita
Trattamento Ambientale
Cliente
Smaltitore
122
112105
121
1911
46055
SI18
Marcus Strobel Institute for managemente and Environment Augsburg
EI 16
SI0
SI0
SI15
SI51EI
0
EI 20
EI 43
EI 0
5
WomanLAB S.r.l. Learning Meeting06 maggio 2014
Il sistema di etichettatura ecologica dei prodotti
Environmental Labelling
Sistema Ecolabelling in Unione Europea
L'Ecolabel è il marchio europeo di certificazione ambientale per prodotti e servizi.Introdotto in EU con l'adozione del Regolamento europeo n. 880/92, e aggiornato con il nuovo Regolamento n. 1980 del 17 luglio 2000.E' strumento ad adesione volontaria rilasciato a prodotti e servizi che rispettano criteri ecologici e prestazionali stabiliti a livello europeo.
Vantaggi per produttore/importatore
• Al produttore e al distributore l' Ecolabel europeo:• consente di richiedere per i propri prodotti un marchio valido in tutti i
Paesi europei; • accresce la visibilità sul mercato nazionale ed europeo; • dà una pubblicità aggiuntiva attraverso le campagne di promozione
dell'UE e degli Stati membri, i siti web dedicati, etc. • Ulteriori benefici, infine, possono derivare dal crescente sviluppo del
mercato verde, e dalle iniziative che sono allo studio dell'UE e degli Stati membri per aumentarne la diffusione (IPP, Libro Verde, Green Public Procurement, etc.).
(fonte comitato Ecolabel)
Vantaggi per consumatore
Al consumatore l'Ecolabel europeo garantisce che il prodotto:• ha un minor impatto ambientale rispetto agli altri prodotti
presenti sul mercato; • è stato sottoposto a severissimi test per assicurarne le
qualità ambientali e prestazionali; • Scegliendo prodotti/servizi Ecolabel, quindi, il
consumatore contribuisce a migliorare l'ambiente, riceve un'informazione trasparente e credibile, acquista prodotti che non hanno componenti dannosi alla salute, e verificati da un Organismo indipendente.(fonte: comitato Ecolabel)
Tipologia di prodotti e serviziAttualmente l'Ecolabel può essere assegnato attualmente a 18
gruppi di prodotti, che corrispondono a 6 grandi settori produttivi e a un’attività di servizi.
• Prodotti di pulizia• Apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici • Carta • Giardinaggio, articoli fai da te • Calzature e prodotti tessili• Lubrificanti per auto• Servizi• Servizi di ricettività turistica• Campeggi ·
Ecolabel per i servizi di ricettività turistica • L’Ecolabel per il turismo è nato il 14 aprile del
2003 quando la commissione europea ha esteso l’applicabilità del marchio comunitario di qualità ecologica ai servizio di ricettività turistica (Decisione 2003/2878/CE).
• Il marchio è fondato sul rispetto scrupoloso di una serie di criteri che consentono alle strutture che lo ricevono di distinguersi, a livello europeo, per l’impegno al miglioramento della qualità ambientale e forniscono agli utenti garanzie sicure circa l’efficienza delle misure di protezione adottate.
Criteri ecologici (1)
I criteri ecologici per l’assegnazione dell’Ecolabel europeo sono il risultato di studi scientifici e di ampie consultazioni in seno al Comitato dell'Unione europea per il marchio di qualità ecologica (CUEME), che è composto dagli Organismi Competenti nazionali degli Stati membri, da rappresentanti delle ONG ambientaliste, da associazioni dei consumatori e dell’industria, da sindacati nonché da rappresentanti delle PMI e del mondo del commercio.
Criteri ecologici (2)
Una volta che il CUEME ha proposto i criteri per un gruppo di prodotti, essi devono essere approvati dagli Stati membri e dalla Commissione europea prima di poter essere utilizzati per l’assegnazione dell’Ecolabel ai prodotti
Come funzione il processo di assegnazione?
Il sistema di etichettatura del prodotto in base al regolamento ecolabel vigente in Italia
La domanda, insieme con il fascicolo tecnico, tutti i documenti necessari per la valutazione tecnica di conformità ai criteri, la ricevuta del versamento delle spese di istruttoria, il certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, deve essere presentata al Comitato Ecolabel-Ecoaudit, Sezione Ecolabel, che provvede ad inoltrarla ad ISPRA (ex APAT) per l'esecuzione dell'istruttoria tecnico-amministrativa.
ISPRA ha 60 giorni di tempo per verificare la conformità del prodotto/servizio ai criteri Ecolabel di riferimento e per comunicare il risultato al Comitato.
Se l'istruttoria ha esito positivo il Comitato, entro 30 giorni, concede l'etichetta, informa la Commissione Europea, e sottoscrive con il richiedente un contratto relativo alle condizioni di uso del marchio stesso.
Nella legislazione italiana
• In Italia primo segnale CIPE della delibera n. 57 del 2 agosto 2002 "Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”. Si legge: "almeno il 30% dei beni acquistati debba rispondere anche a requisiti ecologici; il 30-40% del parco dei beni durevoli debba essere a ridotto consumo energetico, tenendo conto della sostituzione e facendo ricorso al meccanismo della rottamazione".
Sustainable Consumption and production in Italia e in Europa
La comunicazione sul piano d’azione SCP e SIP (COM (2008) 397)
Comunicazione su GPP (COM (2008) 400)
Estensione dei regolamenti EMAS e Ecolabel
In corso nuove proposte per etichettatura energetica dei prodotti e connessione con gli altri strumenti
Nella legislazione italiana (2)
Con il decreto 8 maggio 2003 n. 203, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio individua "regole e definizioni affinché le regioni adottino disposizioni, destinate agli enti pubblici e alle società a prevalente capitale pubblico, anche di gestione dei servizi, che garantiscano che manufatti e beni realizzati con materiale riciclato coprano almeno il 30% del fabbisogno annuale".
Nella legislazione italiana (3)
. Il Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione, previsto all'art. 1 comma 1126 della Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Finanziaria 2007), riporta precise indicazioni per l'attuazione del GPP, con particolare riferimento al ruolo delle Regioni, anche con il supporto delle Agenzie Ambientali e il coinvolgimento delle Centrali di Committenza regionali.
Perché? Quale è il fine?
Considerare i criteri di efficienza (energetica) e valutare i costi / risparmi lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti può comportare notevoli risparmi in termini economici e il comportamento della PA è fondamentale per orientare l'opinione pubblica verso modelli di consumo più sostenibili
I criteri per il Green (Public) Procurement
• Criterio di qualità
• Criterio di prezzo
• Criterio ambientale
Nota bene: non si altera il principio di concorrenza ma viene inserito una modalità che orienta il mkt verso prodotti con performance ambientali sempre superiori
Pubblica Amministrazione
Gli acquisti compiuti dalla P.A. rappresentano il 17% del PIL in termini di:
- servizi utilizzati da utenti esterni (servizio mensa scolastica, servizio trasporti, distribuzione automatica bevande e snack)
- Servizi e prodotti utilizzati da utenti interni(toner, stampanti, prodotti informatici, carta, attrezzature varie)