1 N E W S L E T T E R Bio - Aviation Insigh t Selezione trimestrale delle news sui biocarburanti avio più significative filtrate dal web, analizzate e commentate N.9 – Gen-Mar 2013 In questo numero Normativa: Le difficoltà del meccanismo ETS pag. 1 Tecnologia: Kerosene sintetico da gas naturale pag. 2 Economics: WBM: premiato biojetfuel V. Atlantic pag. 3 News: Neste Oil aderisce al progetto ITAKA pag. 4 Le difficoltà del meccanismo ETS e le ricadute sul settore aereo Lo scorso febbraio, il comitato del Parlamento Europeo ha votato un provvedimento per la riduzione temporanea dei certificati di commercializzazione della CO 2 . Se l’iter di approvazione sarà completato, 900 milioni di certificati saranno trattenuti e rimessi sul mercato successivamente, quando le condizioni saranno più favorevoli. Questo è il primo passo che la Comunità compie nel tentativo di far fronte alla crisi economica che ha portato a una riduzione dei consumi energetici e delle emissioni industriali, senza una contemporanea riduzione dei certificati di commercializzazione della CO 2 . A detta di molti, le iniziative appaiono tardive e probabilmente non sufficienti a compensare il forte abbassamento del prezzo della CO 2 (dai 30 $/t del 2008 ai 5-7 $/t attuali) e a proteggere il futuro del meccanismo ETS. Di conseguenza l’ETS, uno dei fiori all’occhiello sviluppati dalla Comunità Europea per mettere in atto le sue politiche ambientali, sta progressivamente indebolendosi. http://www.dw.de/eu-revives-its-emissions-trading-sch eme/a-16616567 E’ prevedibile che tutto questo possa ripercuotersi sul settore aereo che, dopo la decisione UE di fine 2012 relativa al congelamento dell’introduzione dell’ETS previsto per aprile di quest’anno, sta attualmente discutendo in sede ICAO la condotta da tenere su questo argomento. E’ da ritenere che tali discussioni risentiranno anche delle recenti iniziative che le compagnie aeree stanno mettendo in atto per la riduzione delle emissioni e delle ripercussioni della crisi economica sui trasporti. Per l’anno scorso, le stime sulle emissioni dei voli europei potenzialmente rientranti nel meccanismo ETS indicavano un totale di 64 milioni di tonnellate di CO 2 , ben 15 milioni di tonnellate in più rispetto ai 49 assegnati dall’Unione Europea al settore aereo. Seppure con un piano di rientro graduale (2-3 % su base annua) e in presenza dei bassi prezzi della CO 2 , l’impatto sarebbe stato sicuramente importante. Le pressioni delle principali compagnie aeree (British Airways, Emirates Airlines, EasyJet) sui costruttori aerei (Airbus SAS e Boeing) per lo sviluppo di aerei a maggior efficienza in grado di ridurre i consumi di kerosene, una delle maggiori voci di costo del trasporto aereo, cominciano però a dare i primi frutti. Le maggiori compagnie aeree stanno infatti mettendo in atto azioni di rinnovamento delle flotte che, secondo Bloomberg New Energy Finance, nel corso del 2013 porteranno a una riduzione delle emissioni di CO 2 del 3% rispetto al 2012, pari a due milioni di tonnellate. Bloomberg stima inoltre che un’ulteriore riduzione di un milione di tonnellate di CO 2 potrebbe derivare dall’alto costo del kerosene e dalle attuali difficoltà economiche. Ryanair ad esempio, ha infatti recentemente annunciato che fino a marzo non farà decollare ottanta aerei, proprio per questi motivi e per la bassa stagione. Alle riduzioni suddette vanno aggiunte quelle dovute a una più accurata pianificazione dei voli. I fattori di carico degli aerei (numero dei passeggeri per sedili disponibili) nel 2012 sono infatti passati all’88,9% rispetto all’87,5% del 2011 con una conseguente riduzione delle emissioni stimata nell’1,5%. Feb 13, 2013 Bloomberg
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WEC Italia newsletter bio aviation insight n.9, gen-mar 2013
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N E W S L E T T E R N°3 A I O 2012
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F E B B R N E W S L E T T E R
Bio-Aviation InsightSelezione trimestrale delle news sui biocarburanti avio più
significative filtrate dal web, analizzate e commentate
N.9 – Gen-Mar 2013
In questo numero
Normativa: Le difficoltà del meccanismo ETS pag. 1 Tecnologia: Kerosene sintetico da gas naturale pag. 2
Economics: WBM: premiato biojetfuel V. Atlantic pag. 3 News: Neste Oil aderisce al progetto ITAKA pag. 4
Le difficoltà del meccanismo ETS e le ricadute sul settore aereo Lo scorso febbraio, il comitato del Parlamento Europeo ha votato un provvedimento per la riduzione temporanea dei certificati di commercializzazione della CO2. Se
l’iter di approvazione sarà completato, 900 milioni di certificati saranno trattenuti e
rimessi sul mercato successivamente, quando le condizioni saranno più favorevoli.
Questo è il primo passo che la Comunità compie nel tentativo di far fronte alla crisi economica che ha portato a una riduzione dei consumi energetici e delle emissioni
industriali, senza una contemporanea riduzione dei certificati di commercializzazione della CO2. A detta di molti, le iniziative appaiono tardive e
probabilmente non sufficienti a compensare il forte abbassamento del prezzo della
CO2 (dai 30 $/t del 2008 ai 5-7 $/t attuali) e a proteggere il futuro del meccanismo ETS. Di conseguenza l’ETS, uno dei
fiori all’occhiello sviluppati dalla Comunità Europea per mettere in atto le sue politiche ambientali, sta progressivamente
E’ prevedibile che tutto questo possa ripercuotersi sul settore aereo che, dopo la decisione UE di fine 2012 relativa al congelamento dell’introduzione dell’ETS previsto per aprile di quest’anno, sta attualmente discutendo in sede ICAO la
condotta da tenere su questo argomento. E’ da ritenere che tali discussioni risentiranno anche delle recenti iniziative che le compagnie aeree stanno mettendo in atto per la riduzione delle emissioni e delle ripercussioni della crisi economica sui
trasporti. Per l’anno scorso, le stime sulle emissioni dei voli europei potenzialmente rientranti nel meccanismo ETS indicavano un totale di 64 milioni di tonnellate di CO2, ben 15 milioni di tonnellate in più rispetto ai 49 assegnati
dall’Unione Europea al settore aereo. Seppure con un piano di rientro graduale (2-3 % su base annua) e in presenza dei
bassi prezzi della CO2, l’impatto sarebbe stato sicuramente importante. Le pressioni delle principali compagnie aeree
(British Airways, Emirates Airlines, EasyJet) sui costruttori aerei (Airbus SAS e Boeing) per lo sviluppo di aerei a maggior
efficienza in grado di ridurre i consumi di kerosene, una delle maggiori voci di costo del trasporto aereo, cominciano però a dare i primi frutti. Le maggiori compagnie aeree stanno infatti mettendo in atto azioni di rinnovamento delle flotte che,
secondo Bloomberg New Energy Finance, nel corso del 2013 porteranno a una riduzione delle emissioni di CO2 del 3%
rispetto al 2012, pari a due milioni di tonnellate. Bloomberg stima inoltre che un’ulteriore riduzione di un milione di tonnellate di CO2 potrebbe derivare dall’alto costo del kerosene e dalle attuali difficoltà economiche. Ryanair ad esempio,
ha infatti recentemente annunciato che fino a marzo non farà decollare ottanta aerei, proprio per questi motivi e per la
bassa stagione. Alle riduzioni suddette vanno aggiunte quelle dovute a una più accurata pianificazione dei voli. I fattori di
carico degli aerei (numero dei passeggeri per sedili disponibili) nel 2012 sono infatti passati all’88,9% rispetto all’87,5% del 2011 con una conseguente riduzione delle emissioni stimata nell’1,5%. Feb 13, 2013 Bloomberg
N E W S L E T T E R N°9 G E N – M A R 2013 C L U B S E Q U O I A
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News – Neste Oil aderisce al progetto ITAKA Neste Oil aderisce al progetto ITAKA Il già nutrito numero di partners (quindici) del progetto comunitario ITAKA (Initiative Towards sustAinable Kerosene for Aviation) ha di recente visto l’ingesso di Neste Oil. Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare carburanti per aerei
sostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico attraverso il miglioramento delle tecnologie e delle infrastrutture esistenti. In particolare il progetto mira a produrre ampi quantitativi (4 mila t, a cura di Neste Oil) di “drop-
in fuel” mediante l’idrogenazione di esteri e acidi grassi provenienti principalmente da materie prime quali oli da cucina
esausti e olio vegetale da camelina. Quest’ultima è una pianta annuale a germinazione spontanea, nota come falso lino, con piccoli fiori gialli e produce piccoli semi (da 1 a 1,5 mm) con un contenuto di proteine del 25% e di olio del 40%. Essa
appare particolarmente adatta ad assicurare i grandi fabbisogni di oli necessari alla produzione massiva dei biofuel poiché non interferisce con le produzioni alimentari, può essere coltivata in terreni marginali (altitudini fino a mille metri),
sopporta condizioni climatiche difficili, è già stata sperimentata a lungo negli USA (Montana) ed è coltivata in tutta Europa (prevalentemente nel sud). Il progetto ITAKA è iniziato a novembre del 2012, terminerà a ottobre 2015, ha un costo
complessivo di oltre 17 milioni di euro di cui circa 10 finanziati dalla Comunità Europea. Tra i principali partner del
progetto, oltre Neste Oil, sono da segnalare Airbus, European Aeronautic Defence and Space (EADS) Francia, Manchester Metropolitan University, ADS UK, Skyenergy, Camelina Company Espana e il Consorzio per la ricerca e la dimostrazione
sulle energie rinnovabili di Firenze. Studi NASA sulle emissioni aeree
Lo scorso 5 marzo la NASA ha annunciato di aver iniziato una campagna di rilevamenti che prevede l’impiego del laboratorio mobile DC-8 per studiare l’effetto dei nuovi carburanti aerei sulle prestazioni dei motori, sulle emissioni e
sulle scie di condensazione che si formano ad alte quote. Le misure implicano voli ad alta quota (11 mila metri) del laboratorio mobile DC-8 seguito a distanze variabili (da 100 metri a 15 chilometri) da un Falcon HU-25, anch’esso dotato di
attrezzature di laboratorio. Le attività saranno effettuate prevalentemente nello spazio aereo sovrastante la base aerea di
Edwards in California. Durante le prove i quattro motori CFM56 del DC 8 saranno alimentati con kerosene tradizionale tipo JP-8 e di sue miscele al 50% con bio-jet fuel ottenuto dall’idrogenazione di oli di Camelina. Gli strumenti montati sul
Falcon consentiranno l’analisi dei fumi e dei gas, il monitoraggio dei pennacchi (plumes) e i loro cambiamenti di composizione man mano che procede il mescolamento con l’aria, in modo da poter investigare i loro meccanismi di
formazione. Gli esperimenti hanno avuto inizio lo scorso 28 febbraio e fanno seguito ad attività propedeutiche effettuate a terra. KLM spinge verso l’impiego dei biofuel
La compagnia olandese KLM è determinata ad offrire nel prossimo futuro voli transoceanici settimanali alimentati a
biofuel. Il programma fa parte di una cooperazione di KLM con Schiphol Group, Delta Air Lines e l’Autorità del porto di New York. Il carburante sarà prodotto da SkyNRG che non propone l’impiego di un solo jet fuel o di una sola tecnologia,
ma ritiene che le scelte vadano fatte in base alle condizioni locali esistenti nei singoli aeroporti, presso i quali vanno
centrate specifiche filiere produttive (BioPorti). SkyNRG è finora attiva in sei “BioPorti” e ha ottenuto di recente la certificazione ambientale delle sue catene produttive dalla Roundtable on Sustainable Biofuels
Il programma degli Emirati Arabi sui biofuel da alghe
Le ricerche sulla coltivazione di alghe per la produzione di biofuel per autotrazione e aviazione in corso presso il Laboratorio di Microbiologia Ambientale, Ingegneria Chimica e Ricerca sulle Alghe di Masdar, sono state presentate lo
scorso 7 marzo a un gruppo di esperti, a valle del convegno mondiale sulle alghe tenuto a Dubai dal 25 al 27 febbraio. I punti di forza del progetto sono stati indicati nelle caratteristiche delle alghe selezionate e nella loro capacità di
sopportare le alte temperature locali e alti intervalli di salinità. In queste condizioni si possono evitare contaminazioni delle coltivazioni da parte della maggior parte degli organismi esterni e si raggiungono condizioni di stabilità che
consentono raccolte continue di biomassa algale su tutto l’anno. Il laboratorio di Masdar è all’avanguardia e ha rapporti di
collaborazioni con istituti internazionali, tra i quali il MIT di Boston.