Velletri, 30 luglio 2014 13 Legalità L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus Siamo tutti musulmani Ha vinto la gente, hanno vinto cittadini, ha vinto (una buona volta) il buon senso. Hanno perso le banche, ha perso l’ABI ed ha perso anche la BCE. E tutto questo è sicuramente merito delle associazio- ni dei consumatori, con in testa l’ADUSBEF, e anche, un po’, modestamente, nostra e dei tantissi- mi colleghi che hanno fatto della difesa dei cittadini contro lo strapo- tere delle banche la loro missione. Al contrario di quanto diffuso dalla stampa nell’immediatezza della presentazione del decreto nell’aula di Palazzo Madama, sul disinteresse del governo alla elimi- nazione tout court dell’art. 31 del decreto legge sulla Competitività, che disfacendo nottetempo la tela faticosamente tessuta negli anni dai cittadini, dalle associazioni consu- matori, dagli avvocati impegnati in prima linea contro l’arroganza e l’insaziabile e distruttiva voracità delle banche (ne vogliamo parlare?) e culminata con una sventagliata a mitraglia di sentenze della Corte Suprema di Cassazione e della stes- sa Corte Costituzionale, che, consa- pevoli dell’odiosità dell’interesse composto (in Italia, per una sorta di masochismo linguistico, chiamato anatocismo), causa, va detto, del fal- limento o comunque dell’impoveri- mento di quasi tutte le nazioni anti- che e moderne, hanno dichiarato l’assoluta illegittimità dell’applica- zione degli interessi sugli interessi. Lotta durissima che ha portato a reiterare più e più volte la condan- na del metodo di calcolo degli inte- ressi composti, chiamato, vezzosa- mente, “alla francese”. Ma ogni volta, però, con la sicumera degli impuniti, le banche ritornavano ad applicare gli interessi sugli interessi, sicuri, comunque di farla franca il più delle volte e senza danni. Il primo gennaio di quest’anno, infine, è entrata in vigore la Legge, chiamata enfaticamente, di “stabi- lità”, sulla formazione del bilancio dello Stato, che al comma 629 modificava radicalmente e (ora pos- siamo dirlo) per sempre, la norma sull’anatocismo, disponendo chia- ramente, che “gli interessi periodi- camente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capi- talizzazione, sono calcolati esclusi- vamente sulla sorte capitale”. Nonostante il periodare contorto, tipico del nostro legislatore, e di una premessa, nello stesso articolo, alla lettera a), totalmente schizofre- nica, che ha rischiato di favorire una interpretazione, anche se forza- ta, favorevole alle banche, le inten- zioni del legislatore sono apparse immediatamente chiare: nei rap- porti bancari, infatti, gli interessi non potranno più produrre interes- si, né quelli attivi né quelli passivi, non potranno cioè formare la base di calcolo degli ulteriori interessi: Da oggi, anzi dal primo gennaio di quest’anno gli interessi ed il capita- le avranno vita parallela,ma non potranno più sovrapporsi. Il colpo da infarto hanno pen- sato a sferrarlo i potenti lobbisti delle banche, riuscendo attraverso la complicità di funzionari del Tesoro ad inserire, guarda caso, all’insaputa del Ministro, nel decre- to legge sulla “competitività” che in questi giorni è stato licenziato dal Senato, un articolo 31, che, sembra incredibile, riammetteva la pratica dell’interesse composto! Si è finalmente levato un coro unanime di proteste a tutti i livelli, politico, economico e sociale che dopo mille esitazioni (fino al giorno prima del passaggio in aula, nessu- no, in Commissione, aveva presen- tato emendamenti per la sua cancel- lazione dal decreto) ha ora, definiti- vamente, eliminato l’anatocismo dal nostro vocabolario. Ma non dai calcoli, pervicace- mente illegittimi delle banche, che hanno continuato, ancora dopo l’esplicito divieto, per legge, dell’anatocismo, a tartassare i clien- ti con interessi composti astronomi- ci. E’ vero il divieto parte dal primo gennaio del 2014, ma questo non significa aver dato un colpo di spu- gna alla possibilità di far valere il proprio diritto alla ripetizione di tutte le somme indebitamente sot- tratti ai cittadini dalle banche. La giurisprudenza già da anni accoglie le domande di restituzione degli interessi composti applicati dalle banche, oltre agli interessi usurai dei mutui (ma questo è un proble- ma che affronteremo in un altro momento), condannandole al risar- cimento di somme spesso enormi e impensabili. Andate a frugare nei vostri archivi, tirate fuori i contratti con le banche, se mai ve ne hanno dato uno, e trascinate la banca davanti al giudice: scoprirete di essere ricchi senza saperlo. Auguri! Ascenzio La Rocca [email protected] Vittoria! Il rigurgito dell’anatocismo ricacciato indietro, con l’eliminazione dal decreto “competitività” del famigerato articolo 31 Un valore aggiunto al nostro progetto! “Un sistema di controllo semplice ma funzionale”, con queste parole l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus ha conces- so il patrocinio a REMOVE BEFO- RE LANDING ®, un dispositivo di sicurezza a basso costo, unico nel suo genere, semplice e che elimina il rischio di dimenticare il bambino in auto. Un riconoscimento simbolico con il quale l’AIFVS ha accordato il proprio supporto al dispositivo, idea- to dalla neonata start-up romana. “UN VALORE AGGIUNTO AL NOSTRO PROGETTO” – “Ottenere il patrocinio di importanti realtà associative come quella dell'AIFVS per noi è una grandissima gratificazione, perché ci dimostra che stiamo veicolando correttamente anche all'esterno il senso ultimo del nostro impegno e della nostra mis- sion – commenta entusiasta il team di Remove - Questo patrocinio è un valore aggiunto al nostro progetto e un grande contributo che ci auguria- mo permetta di risolvere, con le solu- zioni più semplici, sicure ed econo- miche (quindi accessibili a tutti) che abbiamo potuto concepire, un pro- blema gravissimo come quello della dimenticanza dei bambini in auto. Almeno fin quando il vuoto normati- vo esistente e la conseguente assenza di appositi sistemi di sicurezza di serie sulle auto per questa specifica proble- matica non verranno colmati”. CHI E’, E COSA FA, L’AIFVS - L’Associazione si legge sul sito “ha l’obiettivo di fermare la strage strada- le e dare giustizia ai superstiti, perché nessuno meglio di chi sulla strada ha perso la salute, o dei familiari di chi ha perso la vita, può testimoniare quanto siano gravi il lutto e la perdi- ta per la famiglia e per la società, e che a questo primario diritto di testi- monianza corrisponde il dovere morale che la stessa sorte non tocchi ad altri innocenti”. Tra le varie importanti battaglie, l’AIFVS ha dato la spinta finale all’inserimento, nel dicembre 1999, delle norme sull’obbligo del casco per i ciclomoto- ri, e svolgendo forti pressioni ha sol- lecitato il Parlamento ad approvare in extremis, nel marzo 2001, la legge- delega n. 85 per la riforma del Codice della strada che ha portato, nell’estate del 2003, all’attuazione della patente a punti e per i minorenni al patenti- no per la guida del ciclomotore.