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Centro di documentazione e ricerca sulla storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche dell’Università degli Studi di Macerata Fonti e Documenti 1 Maria Clotilde Cella, Giovanna Claudia Mantani Marta Loli Palazzini, Luisantonia Zuccon Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853) a cura di Roberto Sani e Anna Ascenzi Macerata 2007
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Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

Apr 27, 2023

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Page 1: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

Centro di documentazione e ricerca sulla storia dell’educazionee delle istituzioni scolastiche dell’Università degli Studi di Macerata

Fonti e Documenti

1

Maria Clotilde Cella, Giovanna Claudia MantaniMarta Loli Palazzini, Luisantonia Zuccon

Vita religiosa, carità ed educazionenell’Italia dell’Ottocento.

Rosalie Thouret e la fondazionedella Provincia modenese

delle Suore della Carità (1834-1853)

a cura diRoberto Sani e Anna Ascenzi

Macerata 2007

Page 2: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

Il presente lavoro, frutto di una ricerca pluriennaleche ha visto coinvolti specialisti di storia dell’edu-cazione e delle istituzioni scolastiche e studiose del-l’istituto delle Suore della Carità, si propone di farluce – attraverso l’utilizzo di nuove fonti e la pub-blicazione di un’ampia documentazione ineditaconservata presso gli archivi delle Suore della Ca-rità e presso taluni archivi pubblici e privati italiani,francesi e svizzeri – su un capitolo ancora poconoto della storia dell’istituto: quello, per inten-derci, relativo alla complessa stagione apertasidopo la morte di Jeanne-Antide Thouret e, più inparticolare, alla fondazione, sotto il governo di M.Génevieve Boucon, seconda superiora generaledelle Suore della Carità, della Provincia modenesedell’istituto ad opera di suor Rosalie Thouret (1795-1853), nipote, segretaria e prima biografa di Je-anne-Antide, e poi, dopo la morte di quest’ultima,principale artefice dell’espansione dell’istituto nel-l’Italia centrale e dell’assunzione, da parte delleSuore della Carità, del servizio di assistenza ai ma-lati negli ospedali e della direzione di orfanotrofi,asili infantili, conservatori femminili, scuole ed edu-candati nelle principali città del Ducato di Modenae dello Stato Pontificio. Il volume, che s’inserisce nelquadro delle più generali ricerche sulla presenzadella Chiesa e sul ruolo esercitato dalle nuove con-gregazioni religiose maschili e femminili in campoassistenziale ed educativo nel corso del secolo XIX,documenta l’importante ruolo esercitato dalleSuore della Carità nell’ambito delle iniziative dimodernizzazione e di potenziamento delle strut-ture ospedaliere e delle istituzioni assistenziali ededucative per l’infanzia e la gioventù attive nel-l’Italia centrale, fornendo un significativo spaccatodei mutamenti della vita religiosa e delle trasfor-mazioni sociali e culturali in atto nella penisolanegli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento.

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Centro di documentazione e ricerca sulla storia dell’educazionee delle istituzioni scolastiche dell’Università degli Studi di Macerata

Fonti e Documenti

1

Maria Clotilde Cella, Giovanna Claudia MantaniMarta Loli Palazzini, Luisantonia Zuccon

Vita religiosa, carità ed educazionenell’Italia dell’Ottocento.

Rosalie Thouret e la fondazionedella Provincia modenese

delle Suore della Carità (1834-1853)

a cura diRoberto Sani e Anna Ascenzi

Macerata 2007

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Fotolito:Politec - Macerata

Stampa:Biemmegraf - Macerata

© 2007 Alfabetica Edizioni srl - MacerataTutti i diritti riservati.Ogni riproduzione anche parziale è vietata.

Codice ISBN 978-88-902509-2-7

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Indice del volume

Indice generale 05

Premessa 07

Ringraziamenti 11

Elenco dei fondi archivistici e delle abbreviazioni 13

Suor Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenesedelle Suore della Carità (1834-1853) 15

Lettere (1813-1853) 57

Appendici documentarie 359

Appendice n. 1: Documenti delle origini della Fondazione modenese 361

Appendice n. 2: Carteggio trasversale 371

Parte prima: il Ducato Estense 371

Parte seconda: lo Stato Pontificio 394

Appendice n. 3: Convenzioni e atti amministrativi 487

Appendice n. 4: Decreti, rescritti e autorizzazioni ecclesiastiche 569

Appendice n. 5: Documenti particolari 597

Indice dei nomi 607

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Le origini e i primi sviluppi dell’istituto religioso delle Suore della Carità,fondato nel 1799 a Besançon da Jeanne-Antide Thouret (1765-1826), così comela significativa opera da esso svolta, tanto in Francia quanto in Italia, nel settoredell’assistenza ospedaliera e dell’istruzione ed educazione femminile, sono statioggetto, in questi ultimi anni, di importanti e documentate indagini di caratte-re storico1.

Il presente lavoro, frutto di una ricerca pluriennale che ha visto coinvol-ti specialisti di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche e studiose del-l’istituto delle Suore della Carità, si propone di far luce – attraverso l’utilizzo dinuove fonti e la pubblicazione di un’ampia documentazione inedita conservatapresso gli archivi delle Suore della Carità e presso taluni archivi pubblici e priva-ti italiani, francesi e svizzeri – su un capitolo ancora poco noto della storia del-l’istituto: quello, per intenderci, relativo alla complessa stagione apertasi dopola morte di Jeanne-Antide Thouret e, più in particolare, alla fondazione, sotto ilgoverno di M. Génevieve Boucon, seconda superiora generale delle Suore dellaCarità, della Provincia modenese dell’istituto ad opera di suor Rosalie Thouret(1795-1853), nipote, segretaria e prima biografa di Jeanne-Antide, e poi, dopola morte di quest’ultima, principale artefice dell’espansione dell’istitutonell’Italia centrale e dell’assunzione, da parte delle Suore della Carità, del servi-zio di assistenza ai malati negli ospedali e della direzione di orfanotrofi, asili

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1 Cfr. in particolare: Jeanne-Antide Thouret, fondatrice des Soeurs de la Charité 1765-1826. Lettreset Documents, Imprimerie Jacques et Demontrond, Besançon 1982; A. DUFFET, Les prémières com-pagnes de Jeanne-Antide, I.M.E., Baumes-les-Dames 1994; TH. REY-MERMET, Jeanne-AntideThouret. Nous avons entendu la voix des pauvres, Nouvelle Cité, Montrouge 1998; L. MEZZADRI,Giovanna Antida Thouret. Il coraggio della carità, San Paolo, Cinisello Balsamo 1998; P. AROSIO., R.SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Franciarivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione,Vita e Pensiero, Milano 2001.

Premessa

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8 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

infantili, conservatori femminili, scuole ed educandati nelle principali città delDucato di Modena e dello Stato Pontificio.

Il volume, che s’inserisce nel quadro delle più generali ricerche sulla pre-senza della Chiesa e sul ruolo esercitato dalle nuove congregazioni religiosemaschili e femminili in campo assistenziale ed educativo nel corso del secoloXIX2, documenta il significativo ruolo esercitato dalle Suore della Carità nell’am-bito delle iniziative di modernizzazione e di potenziamento delle strutture ospe-daliere e delle istituzioni assistenziali ed educative per l’infanzia e la gioventùattive nell’Italia centrale, fornendo un significativo spaccato dei mutamenti dellavita religiosa e delle trasformazioni sociali e culturali in atto nella penisola neglianni Trenta e Quaranta dell’Ottocento.

In particolare, attraverso la fitta corrispondenza tra suor Rosalie Thourete le autorità civili ed ecclesiastiche del Ducato estense e dello Stato Pontificio, gliintensi rapporti epistolari intrattenuti dalla stessa con gli amministratori degliospedali e delle istituzioni assistenziali ed educative in cui operavano le suore, ilricco carteggio intercorso con la superiora generale M. Génevieve Boucon e con

2 A titolo puramente indicativo, ricordiamo : J. ALVAREZ GÓMEZ, Congregaciones femininas enEspaña en el siglo XIX, in “Vida religiosa”, 1970, 29, pp. 72-78; P. ZIND, Les religieuses enseignan-tes, XVIe-XXe siècle, Presse Universitaires, Angers 1981; P. WYNANT, Histoire locale et communau-tés religieuses enseignant, XIXe-XXe siècle. Orientations de recherche, in “Cahiers d’histoire”, 1981,pp. 247-270; F. MAYEUR, Histoire générale de l’enseignement et de l’éducation en France, III: De laRévolution à l’école républicaine, Nouvelle Librairie de France, Paris 1981; CL. LANGLOIS, Le catho-licisme au féminin. Les congrégations française à Supérieure générale au XIXe siècle, Editions duCerf, Paris 1984; G. ARNOLD, Le corps et l’âme. La vie des religieuses au XIXe siècle, Seuil, Paris 1984;G. ROCCA, Le nuove fondazioni religiose femminili in Italia dal 1800 al 1860, in Problemi di storiadella Chiesa dalla Restaurazione all’Unità d’Italia, Edizioni Dehoniane, Napoli 1985; S. TRAMONTIN,Le nuove congregazioni religiose femminili dell’Ottocento nel Veneto, in A.I. BASSANI (a cura di),Il vescovo Giovanni Antonio Farina e il suo Istituto nell’Ottocento veneto, Edizioni di Storia eLetteratura, Roma 1988; Y. TURIN, Femmes et religieuses au XIXe siècle. Le féminine ‘en religion’,Nouvelle Cité, Paris 1989; G. BOTTI-L. GUIDI-L. VALENZI (a cura di), Povertà e beneficenza traRivoluzione e Restaurazione, Morano Editore, Napoli 1990; G. ROCCA, Istituti religiosi in Italia traOtto e Novecento, in M. ROSA (a cura di), Clero e società nell’Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1992; ID., Donne religiose. Contributo ad una storia della condizione femminile in Italia neisecoli XIX-XX, Edizioni Paoline, Roma 1993; ID., Aspetti istituzionali e linee operative nell’attivitàdei nuovi Istituti religiosi, in L. PAZZAGLIA (a cura di), Chiesa e prospettive educative in Italia traRestaurazione e Unificazione, La Scuola, Brescia 1994; F. DE GIORGI, Le congregazioni religiosedell’Ottocento nei processi di modernizzazione delle strutture statali, in L. PAZZAGLIA (a cura di),Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, La Scuola, Brescia 1994;ID., Le congregazioni religiose dell’Ottocento e il problema dell’educazione nel processo di moder-nizzazione in Italia, in “Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche”, 1994, 1, pp.169-206; R. SANI (a cura di), Chiesa, educazione e società nella Lombardia del primo Ottocento. GliIstituti religiosi tra impegno educativo e nuove forme di apostolato (1815-1860), CentroAmbrosiano, Milano 1996; ID., Carità ed educazione: l’opera delle nuove fondazioni religiose inLombardia, in M. BONA CASTELLOTTI-E. BRESSAN-C. FORNASIERI-P. VISMARA (a cura di), Cultura,Religione e trasformazione sociale. Milano e la Lombardia dalle riforme all’unità, F. Angeli, Milano2001; ID., Spiritualità e ideali di vita religiosa in Francia e in Italia tra Rivoluzione e Restaurazione,in “Annali della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Macerata”, I(2005), pp. 27-41.

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diverse altre religiose dell’Istituto, emergono aspetti e dimensioni della realtàassistenziale ed educativa dell’Ottocento pre-unitario in larga misura inediti, maa nostro avviso fondamentali ai fini di un’effettiva comprensione delle dinami-che e dei processi che hanno caratterizzato l’evoluzione della società italiana nelsecolo XIX.

Una decina di anni fa, tracciando le conclusioni di un importante conve-gno di studi storici dedicato alla figura del vescovo Giovanni Antonio Farina,fondatore nell’Ottocento dell’Istituto religioso femminile delle Suore Maestre diSanta Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, lo storico gesuita Giacomo Martina sottoli-neava come “l’azione sociale e caritativa della Chiesa nel mondo moderno”fosse “ancora poco conosciuta”, e come, in particolare, ancora largamentecarente risultasse l’attenzione tributata dagli storici alle iniziative e all’operatodel clero e delle congregazioni religiose maschili e femminili dell’Ottocento sulversante dell’assistenza ospedaliera, della cura dell’infanzia povera e abbando-nata, dell’istruzione e dell’educazione della gioventù dei ceti popolari: “Ancorauna volta – scriveva padre Martina –, la Chiesa è assente: non una parola sull’in-sostituibile opera della suora ospedaliera, sulle nuove congregazioni italiane ono che si dedicano all’assistenza negli ospedali (figlie della carità, suore dellacarità, suore di Maria Bambina, e tante altre), all’assistenza a domicilio aglianziani, a quella dei poveri […]. Resta ignorata tutta l’azione della Chiesa, ora diprevenzione per salvare le ragazze pericolanti, ora di redenzione per rieducare,risollevare, dare fiducia, reinserire gradualmente nella società […]. Come è vistaad esempio la storia della scuola in Italia, soprattutto della scuola primaria,popolare? […] L’apporto di numerose forze cattoliche, che si sono prodigate coneroismo in questo settore, è ignorato”3.

E’ appena il caso di notare che, soprattutto negli ultimi anni, le gravilacune storiografiche riscontrate dallo studioso gesuita sono state almeno inparte colmate, come testimoniano i numerosi e talora pregevoli contributi dicarattere storico sul ruolo della Chiesa e del cattolicesimo in campo sociale, assi-stenziale ed educativo, recentemente dati alle stampe in Italia e all’estero. E’ purvero, tuttavia, che molto resta ancora da fare e che, per quanto attiene alla real-tà italiana dell’Ottocento, non disponiamo ancora di un organico censimentodelle fonti archivistiche e a stampa disponibili e di studi e ricerche settoriali e acarattere locale indispensabili per cogliere le reali caratteristiche e dimensioni ei complessi sviluppi che hanno contrassegnato l’assistenza ospedaliera e la curaed educazione dell’infanzia e della gioventù povere e abbandonate nella peni-sola nel corso del secolo XIX.

PREMESSA 9

3 G. MARTINA, Conclusione del convegno, in A.I. BASSANI (a cura di), Il vescovo Giovanni AntonioFarina e il suo Istituto nell’Ottocento veneto, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1988, pp. 598-603.

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10 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Sotto questo profilo, le pagine che seguono intendono non solamenteoffrire un contributo ad un filone di ricerca particolarmente significativo, maanche fornire ulteriori stimoli e motivi per un organico approfondimento di unaspetto per molti versi centrale della più complessiva storia sociale e culturaledell’Italia contemporanea.

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Ringraziamenti

Giunti al termine di questo lavoro, ci sembra doveroso ricordare che essonon sarebbe stato possibile senza la preziosa collaborazione di persone e istitu-zioni. Desideriamo porgere un sincero ringraziamento ai responsabili e al perso-nale delle biblioteche e dei numerosi archivi pubblici e privati, italiani e stranie-ri, presso i quali si sono indirizzate le nostre ricerche. In particolare, ci piace quiricordare i funzionari della Biblioteca Estense di Modena, la dott.ssa LauraStrozzi dell’Archivio Storico Comunale di Modena, la dott.ssa Maria Canova delMuseo Civico di Modena, mons. Guido Agosti dell’Archivio Storico Diocesano diReggio Emilia, il dott. Mario Fanti e il dott. Matteo Rossini dell’Archivio GeneraleArcivescovile di Bologna, la dott.ssa Anna Maria Scardovi ed il dott. MaurizioAvanzolini della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, don EnricoPeverada dell’Archivio Storico Diocesano di Ferrara, il dott. Claudio Rivadell’Archivio della Curia Vescovile di Cesena, il dott. Antonio Brancati dellaBiblioteca Oliveriana di Pesaro, i funzionari degli Archivi di Stato di Ravenna,Faenza, Modena, Napoli, Pesaro, Torino e Urbino; il direttore e i funzionari degliArchives Nazionale de France (Paris), la segretaria della Parrocchia di S. Croce diCarouge (Suisse) e il direttore dell’Archivio di Stato di Ginevra (Suisse).

La nostra particolare gratitudine, infine, va alle Suore della Carità che nelcorso di questi anni ci sono state vicine e hanno sostenuto in molteplici modi lenostre ricerche: suor Maria Luisa Colombo, superiora generale delle Suore dellaCarità di S. Giovanna Antida Thouret, suor Nunzia De Gori, consigliera genera-le, suor Maria Albina Franchini, già superiora provinciale di Ferrara, suor MariaChiara Rogatti, suor M. Hélène Magnien, suor Francis Grech, suor Anna MariaSalvucci, suor Maria Assunta Rondinini e tutte le suore responsabili degli archi-vi della Congregazione.

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12 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Modena. Albergo Arti. Prima residenza modenese delle Suore della Carità (Museo Civico diModena).

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Elenco dei fondi archivistici e delle abbreviazioni

ACAM Archivio della Curia Arcivescovile di ModenaACCe Archivio della Curia Vescovile di CesenaACF Archivio della Curia Arcivescovile di FerraraACI Archivio della Curia Vescovile di Imola (Carteggio Mastai)ACM Autografoteca Campori (Biblioteca Estense di Modena)ACoB Archivio Storico del Comune di BolognaACoM Archivio Storico del Comune di ModenaACoR Archivio Storico del Comune di Ravenna (Fondo ECA)ACP Archivio della Curia Vescovile di PesaroACR Archivio della Curia Arcivescovile di RavennaACU Archivio della Curia Vescovile di Urbino (Carteggio Angeloni)ACVFa Archivio della Curia Vescovile di FaenzaACVRE Archivio della Curia Vescovile di Reggio EmiliaAGAB Archivio Generale Arcivescovile di Bologna (Fondo

Congregazione Consultiva)AGSdC Archivio Generale delle Suore della Carità di RomaAPSdCF Archivio Provinciale delle Suore della Carità di FerraraAPSdCB Archivio Provinciale delle Suore della Carità di BesançonAPSdCLR Archivio Provinciale delle Suore della Carità di La RocheAPSdCN Archivio Provinciale delle Suore della Carità di NapoliASB Archivio di Stato di BolognaASCe Archivio di Stato di Cesena (Fondo OIR)ASF Archivio di Stato di FerraraASFa Archivio di Stato di Faenza (Fondo ECA)ASGe Archivio di Stato di Ginevra (Fichier des étrangers)ASM Archivio di Stato di ModenaASP Archivio di Stato di PesaroASR Archivio di Stato di Ravenna (Fondo Legazione)ASRE Archivio di Stato di Reggio EmiliaAST Archivio di Stato di Torino

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14 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

ASU Archivio di Stato di UrbinoAVBe Archivio Vescovile di BesançonBAF Biblioteca Ariostea di Ferrara (Fondi manoscritti)BCoAB Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna

(Fondi manoscritti)BCR Biblioteca Classense di Ravenna (Fondi manoscritti)BEM Biblioteca Estense di Modena (Fondi manoscritti)BGDB Biblioteca Giuseppe Rossetti di Bologna (Fondi manoscritti)BOP Biblioteca Oliveriana di Pesaro (Fondi manoscritti)BRB Biblioteca dell’Istituto di Storia del Risorgimento di Bologna

(Fondi manoscritti)DBI Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia

Italiana, Roma, 1960-1998, 50 voll.EC Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1949-1954, 12 voll.HIERARCHIA R. RITZLER, P. SEFRIN, Hierarchia Cattolica Medii et Recentioris

Aevi, VI (1730- 1799), VII (1800-1846), VIII ( 1846-1903), Typiset sumptibus Domus editorialis “Il Messaggero diSant’Antonio”, Patavii, 1958-1968-1974.

MORONI G. MORONI, Dizionario di Erudizione Storico-Ecclesiastica,Tip. Emiliana, Venezia, 1840-1861, 103 voll.

AMDSP “Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per leAntiche Provincie Modenesi” Modena.

MRAM “Memorie della Reale Accademia di Scienze Lettere ed Artidi Modena” Modena (serie I-III, 1833-1922); poi “Atti eMemorie” (serie IV-VII, 1926-1984).

MRML “Memorie di Religione, Morale e Letteratura”, Modena(serie I-IV, 1822-1854).

SPRETI V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1931,10 voll.

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Suor Rosalie Thouret e la fondazione

della Provincia modenese

delle Suore della Carità (1834-1853)

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Suor Rosalie Thouret (1795-1853), ritratto a olio su tela di anonimo (Casa provinciale delle Suoredella Carità, Ferrara).

16 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

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Premessa

Suor Rosalie Thouret, nipote, segretaria e confidente di Jeanne-AntideThouret1, una delle sue “prime compagne”2, ed inoltre segretaria di MèreGénevieve Boucon, seconda Superiora Generale dell’Istituto delle Suore dellaCarità, rappresenta senza dubbio una figura di primaria importanza nella sto-ria della congregazione religiosa femminile fondata a Besançon in Francia, nel1799, da Jeanne-Antide Thouret.

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1 Jeanne-Antide Thouret nacque a Sancey le Long, un piccolo centro della Franca Contea, nel 1765.A 22 anni fu accolta tra le Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli a Parigi, ma a causa degli even-ti rivoluzionari fu costretta a ritornare al suo paese e a vivere la sua vocazione religiosa in modoclandestino. Quattro anni dopo, fu sollecitata da due sacerdoti, profughi come lei in territorio sviz-zero, a rientrare in patria per fondarvi un istituto religioso femminile dedito all’istruzione della gio-ventù e all’assistenza ai malati poveri. Poté farlo solo nel 1799, allorché a Besançon diede vita allacongregazione delle Suore della Carità e ne promosse il radicamento e i primi sviluppi in Francia.Nel 1810, su sollecitazione dell’amministrazione murattiana, giunse in Italia, a Napoli, dove operòcon le sue suore nell’ospedale di S. Maria degli Incurabili, diede vita all’assistenza a domicilio per ipoveri e istituì scuole abecedarie gratuite e un pensionato per le giovani. Nel 1819 ottenne da papaPio VII l’approvazione delle Costituzioni del suo Istituto, che divenne, almeno in Italia, una delleprime congregazioni religiose femminili di vita attiva di diritto pontificio. Proprio il riconoscimen-to pontificio dell’Istituto e l’approvazione delle Costituzioni da parte della Santa Sede portò ad unadolorosa separazione fra il ramo francese dell’Istituto, che aveva il suo centro presso la casa madredi Besançon, e quello italiano, che aveva a Napoli, dove risiedeva Jeanne-Antide Thouret, il suo cen-tro di irradiazione. La frattura tra i due rami dell’Istituto si sarebbe ricomposta solo molti decennipiù tardi. Al momento della sua morte, il 24 agosto 1826, le Figlie della Carità sotto la protezionedi S. Vincenzo de’ Paoli, contavano numerose fondazioni in Italia, in Francia e in Svizzera, e ben trenoviziati: a Napoli, a La Roche (Alta Savoia) e a Vercelli; un quarto noviziato fu aperto a Modena,nel 1834, da suor Rosalie Thouret, nipote della fondatrice. Su di lei: P. AROSIO, R. SANI, Sulle ormedi Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria allaNapoli della Restaurazione,Vita e Pensiero, Milano 2001.2 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, I.M.E., Baumes-les-Dames 1994,pp.329-347.

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18 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Cresciuta ed educata dalla zia, fu a sua volta fondatrice della nuovaProvincia religiosa di Modena, contribuendo così, in maniera determinante,all’espansione dell’Istituto in varie località dell’Italia Centro-Settentrionale.Questo è l’aspetto più conosciuto di suor Rosalie ed è quello che viene messo inluce dall’ampia e articolata raccolta di documenti presentata in questo volume.

Il ruolo di prima Superiora Provinciale dell’Emilia-Romagna fu quelloche le consentì di continuare e di dare ulteriore impulso all’opera di rinnova-mento della Chiesa post-rivoluzionaria e alla crescita umana e cristiana dellasocietà del suo tempo intrapresa dalla zia attraverso la promozione, in Franciae in Italia, di innumerevoli iniziative di carattere assistenziale ed educativorivolte, in modo particolare, alle fasce più povere e neglette della popolazionee alle nuove generazioni3. Per questo suo impegno, suor Rosalie Thouret puòessere senz’altro annoverata nell’ampia schiera di donne che, a partire dagliinizi dell’Ottocento, fecero proprio l’ideale di una vita religiosa interamentededita alle opere di carità e di apostolato cristiano, divenendo protagoniste diun vero e proprio rinnovamento delle tradizionali forme della vita consacratafemminile, anche al fine di meglio corrispondere agli accresciuti bisogni di assi-stenza e di educazione prodotti dai processi di modernizzazione e dalle trasfor-mazioni economiche e sociali dell’epoca rivoluzionaria e napoleonica e allenuove sfide poste alla Chiesa e al cattolicesimo dall’incipiente secolarizzazionedella mentalità e dei costumi4.

Alla base della presente ricerca debbono essere collocate due diversesollecitazioni offerte dalla recente storiografia sugli istituti religiosi e sulle ini-ziative assistenziali ed educative della Chiesa nel secolo XIX. La prima attienealla questione dei mutamenti che, all’indomani della stagione rivoluzionaria,hanno contrassegnato la vita religiosa in Francia e in Italia e reso possibile lafioritura di una gran messe di istituti regolari di vita attiva, i quali elessero comeambiti privilegiati – e talora esclusivi – del loro apostolato caritativo quelli com-presi nella vasta gamma dell’assistenza agli infermi e alla gioventù povera enegletta, del recupero dei minori ‘pericolanti’ e maggiormente a rischio dal

3 Cfr. R. SANI, Spiritualità e ideali di vita religiosa in Francia e in Italia tra Rivoluzione eRestaurazione, in “Annali della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi diMacerata”, I (2005), pp. 27-41.4 Cfr. CL. LANGLOIS, Le catholicisme au féminin. Les congrégations françaises à supérieure généraleau XIXe siècle, Les Editions du Cerf, Paris 1984; G. ARNOLD, Le corps et l’âme. La vie des religieusesau XIXe siècle, Seuil, Paris 1984; G. ROCCA, Le nuove fondazioni religiose femminili in Italia dal 1800al 1860, in Problemi di storia della Chiesa dalla Restaurazione all’Unità d’Italia, Dehoniane, Napoli1985, pp. 105-163; Y. TURIN, Femmes et religieuses au XIXe siècle. Le féminine ‘en religion’,Nouvelle Cité, Paris 1989; G. ROCCA, Istituti religiosi in Italia tra Otto e Novecento, in M. ROSA ( acura di), Clero e società nell’Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 1992; R. SANI (a cura di),Chiesa, educazione e società nella Lombardia del primo Ottocento. Gli Istituti religiosi tra impegnoeducativo e nuove forme di apostolato (1815-1860), Centro Ambrosiano, Milano 1996.

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punto di vista morale, della cura degli orfani e dell’infanzia abbandonata, del-l’istruzione ed educazione civile e religiosa dei fanciulli e ragazzi d’ambo i sessi,della catechesi e dell’animazione cristiana nelle parrocchie5; nonché l’affermar-si di una nuova prassi canonica in ordine al riconoscimento e all’approvazione,da parte della Santa Sede, di fondazioni femminili improntate a un nuovomodello: la cosiddetta congregazione religiosa, istituto centralizzato di votisemplici, con superiora generale, dedito prevalentemente alle opere sociali6.

La seconda sollecitazione storiografica è venuta dalle recenti e impor-tanti ricerche avviate in questi ultimi anni dagli storici dell’educazione inFrancia e in Italia sul ruolo esercitato dai nuovi istituti religiosi sorti nella primametà dell’Ottocento nel rinnovamento dei modelli educativi e scolastici e delleistituzioni e pratiche assistenziali ereditati dall’ancien régime e, più in genera-le, nei processi di modernizzazione dell’assistenza sanitaria e dei sistemi forma-tivi nazionali che hanno interessato l’Europa del secolo XIX7.

Sembra di poter dire che, se è vero che la Chiesa post rivoluzionaria,attraverso le numerose congregazioni religiose femminili, riuscì a garantirsi, pertutto l’Ottocento, una presenza capillare in diversi e importanti ambiti, qualil’insegnamento, la sanità, l’assistenza, il ricupero sociale degli orfani e della gio-ventù a rischio, la formazione professionale ecc., è altrettanto vero che riuscì aconseguire tale fondamentale risultato anche grazie all’impegno e alle tante esignificative opere realizzate da religiose della statura di suor Rosalie Thouret,le quali seppero ripensare il loro ruolo e la loro missione spirituale in sintoniacon le nuove e più complesse sfide della società post rivoluzionaria8.

Gli anni della formazione a Sancey e a Besançon

Marie-Josèph Thouret nacque a Sancey le Long, nella Franca Contea, il21 marzo 1795, anno III della Rivoluzione, in un’epoca di rapida e profondatransizione, nella quale il passaggio dall’ancienne régime alla nuova società

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5 Cfr. P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide Thouret e le Suore dellaCarità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 109-157 e passim.6 Per la Francia, si veda CL. LANGLOIS, Le catholicisme au féminin. Les congrégations françaises àsupérieure générale au XIXe siècle, pp. 73-92 e passim. Per il caso italiano, si veda G. ROCCA, Lenuove fondazioni religiose femminili in Italia dal 1800 al 1860. pp. 107-120.7 A titolo puramente esemplificativo, con riferimento tanto alle pratiche e alle istituzioni assisten-ziali, quanto ai sistemi e agli ordinamenti scolastici e formativi, si vedano: G. BOTTI, L. GUIDI, L.VALENZI (a cura di), Povertà e beneficenza tra Rivoluzione e Restaurazione, Morano, Napoli 1990;F. MAYEUR, Histoire générale de l’enseignement et de l’éducation en France. III: De la Révolution àl’école républicaine, Nouvelle Librairie de France, Paris 1981; L. PAZZAGLIA (a cura di), Chiesa e pro-spettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, La Scuola, Brescia 1994.8 Cfr. R. SANI, Spiritualità e ideali di vita religiosa in Francia e in Italia tra Rivoluzione eRestaurazione, pp. 27-29.

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20 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

borghese si andava ormai compiendo anche laddove persistevano consuetudinie forme di vita ancora legate alla tradizione. La Rivoluzione del 1789, esauritaormai la sua fase più accesa e cruenta, aveva lasciato la Francia in piena crisisociale ed economica e, sotto questo profilo, aveva posto le basi per la vera epropria svolta che, all’indomani del fallimento della politica del Direttorio,avrebbe portato alla presa del potere da parte di Napoleone.

E’ in questa fase che Jeanne-Antide Thouret, rientrata poco tempoprima a Sancey da Parigi, dopo la nuova ondata di soppressioni e di persecuzio-ni nei riguardi delle congregazioni religiose, non si sente più sicura e decide diabbandonare la Francia e di portarsi in Svizzera per unirsi alla comunità deiSolitari del Ritiro Cristiano del padre Antoine-Sylvestre Receveur9.

Suo fratello maggiore Joachim Thouret, repubblicano della prima ora egiacobino convinto, era rimasto fedele alle sue convinzioni anche dopo la cadu-ta di Robespierre e l’estromissione dal potere delle frange rivoluzionarie piùestremiste, come testimonia il fatto che, ancora il 6 aprile 1796, egli risultavaessere il responsabile di una dettagliata denuncia riguardo all’arrivo a Sancey dialcuni religiosi non giurati10.

Allo scoppio della Rivoluzione Joachim era entrato nella milizia nazio-nale, che si era costituita anche nel suo paese. Il 19 gennaio 1792 fu elettoprimo sergente. A partire da questa data egli si segnala per i suoi atti di civismoe viene incaricato di parecchie missioni di fiducia. Il 30 settembre 1793 ricevel’ordine, quale comandante del primo battaglione del Cantone di Sancey, diarrestare il sindaco e il procuratore del comune di Rahon, sospettati di esserenemici della Rivoluzione. Il 10 ottobre 1793, già membro del Comitato diSorveglianza, egli diviene anche membro della Società degli Amici dellaRepubblica11. A Sancey, c’è però chi dubita della sua fede rivoluzionaria e,soprattutto, è scettico riguardo alla sua intransigenza giacobina. In effetti,Joachim lascia che Marie-Joseph venga battezzata, anche se non accetta chemadrina della figlia sia una delle sorelle, Jeanne-Antide o Jeanne-Barbe, trop-po compromesse con il partito antirivoluzionario.

Della moglie, Marguerite Ligier, non si sa quasi nulla. Ella appartenevaad una delle famiglie più antiche e più rispettate di Sancey; quando sposaJoachim, intorno al 1785, ha già perso entrambi i genitori. Anche lei muorepiuttosto giovane, nel 1803. Dal matrimonio di Joachim Thouret e Margherite

9 Cfr. F. BONNARD, Le Vénérable Père Antoine-Sylvestre Receveur, Fondateur de la RetraiteChrétienne (1750-1804), E. Vitte, Lyon-Paris 1936. sull’esperienza di J.-A. Thouret presso i Solitari delpadre Recevuer, si veda ora P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-AntideThouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 49-59.10 Cfr. A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p.331.11 Cfr. F. TROCHU, Sainte Jeanne-Antide Thouret, fondatrice des Sœurs de la Charité (1765-1826),Librairie Catholique Emmanuel Vitte, Lyon 1933, p. 91.

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Ligier nacquero sei figli, ma soltanto Marie-Joseph raggiungerà la maturità,essendo tutti gli altri deceduti in età infantile. Della sua educazione si occupe-rà la zia, Jeanne-Antide, che la prenderà con sé nel momento in cui si stabiliscea Besançon.

Anche se non si conosce la data esatta dell’arrivo della bimba in città, sipuò tuttavia affermare con una certa sicurezza che esso sia avvenuto intorno al1803, a seguito della morte della madre, e ciò vale anche a spiegare perché suorRosalie nutrirà sempre per la zia “un culte filial et une admiration passionée:elle lui devait tout et ne découvrait l’existence qu’à travers son regard”12.

Marie-Joseph fece parte di quel primo nucleo di fanciulle che frequen-tarono la piccola scuola abecedaria aperta da Jeanne-Antide Thouret aBesançon, in rue des Martelots, per rispondere ai bisogni di istruzione e di edu-cazione della gioventù delle classi popolari del capoluogo. A proposito di que-sta scuola, Jeanne-Antide scriveva nel febbraio 1805 al prefetto delDipartimento del Doubs, J. Debry: “Nous dirigeons aussi cinq classes gratuitesde filles pauvres, qui sont prés de cinq cents. Nous leur apprenons au lire, écrire,l’arithmétique, le catéchisme, la prière et l’éducation chrétienne et civile, ainsiqu’à tous les ouvrages manuels propres à des filles”13.

Nella scuola diretta dalla zia, Marie-Joseph riceve la prima istruzione e,in particolare, una compiuta formazione cristiana; nel contempo, matura la suavocazione religiosa, che di lì a pochi anni la vedrà novizia (1° dicembre 1807), ein seguito suora nel nuovo Istituto religioso femminile fondato da Jeanne-Antide Thouret. Al termine del primo ciclo d’istruzione, della durata di tre anni,Maria-Joseph segue il corso speciale di perfezionamento destinato alle futurereligiose dell’Istituto: “Formation sommaire, sans doute: il n’est pas question delatin, de littérature, de philosophie, pour des soeurs destinées à enseigner lesrudiments aux enfants du peuple. Cependant, pour l’époque, Marie-Joseph estistruite, plus que beaucoup de filles de sa condition”14. Accanto alle nozioni teo-riche, nell’ambito del corso speciale le vengono impartite lezioni pratiche dicucina, di cucito e ricamo; vive con le suore e perciò stesso si forma ad una vitadi lavoro, semplice ed austera insieme. Jeanne-Antide si preoccupa non solodella sua istruzione civile e professionale, ma anche della sua formazione spiri-tuale: la prepara a ricevere la prima comunione e la cresima, le insegna a porrein Dio la sua fiducia, a istruire i fanciulli e a servire i poveri e i malati15. Ella rice-

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12 Cfr. A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 332.13 Jeanne-Antide Thouret al prefetto Debry, Besançon 14 o 15 febbraio 1805, in Sainte Jeanne-Antide Thouret, Fondatrice des Sœurs de la Charité. 1765-1826: Lettres et Documents, ImprimerieJacques et Demontrond, Besançon 1982, p. 116 (nel seguito questa raccolta sarà citata con la siglaLD).14 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 332.15 Ibidem, p. 333.

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ve la stessa preparazione che Jeanne-Antide Thouret riserva alle tante giovaniche chiedono di unirsi a lei per condividere l’esperienza comunitaria al serviziodi Dio e dei poveri: “J’ai reçu deux aspirantes ensuite une troisième; je leurappris la manière d’enseigner les écoliers, en leur faisant observer comment jefaisais”16.

Questi anni sono senza dubbio fondamentali per la sua formazione eper le sue scelte future. Dalla prima comunità di compagne di Jeanne-AntideThouret, la giovane apprende il giusto atteggiamento con cui affrontare larealtà quotidiana, nonché lo spirito e le modalità con cui operare nelle diversesituazioni. In controtendenza con gli schemi e le convenzioni della vita religio-sa tradizionale, la zia aveva voluto per le suore una casa che permettesse aipoveri l’accesso ai locali del noviziato: “Il devient nécessaire que notre Noviciatsoit placé à la porte des pauvres, afin que nous puissions exercer nos novices,soit à les soigner et à les istruire”17.

Oltre alla scuola abecedaria, dove erano accolte fanciulle e ragazze diogni classe sociale, funzionavano in rue des Martelots una farmacia e una cuci-na per i poveri. Jeanne-Antide stessa preparava i medicamenti e insegnava allesue suore a prepararli. “Quand j’étais à Besançon en faisant seul mon école j’al-lais passer la nuit chez une pieuse dame qu’avait une pharmacie. Je profitais decette occasion pour prendre une plus grande connaissance des drogues, de lamanière de les préparer et de faire les distillations”18.

In continuità con l’insegnamento di Vincenzo de’ Paoli e con la praticadelle sue Figlie della Carità. i poveri e i malati erano sia ricevuti nei locali dellacomunità religiosa, sia visitati presso le loro abitazioni. “Allait visiter chaquejour ces malades, pansait leurs plaies; elle se faisait accompagner par les fillesqu’elle s’était associées, leur recommandant, avant de sortir, de la regarder pan-ser les plaies des malades pour apprendre. Elle leur apprit à saigner, soit aupied, soit au bras […]. Elle leur apprit à connaître les diverses plantes et leurspropriétés; les diverses drogues médicinales, et a les préparer pour l’usage desmalades”19.

Quando più tardi suor Rosalie metterà per iscritto i suoi ricordi, narre-rà non solamente ciò che la zia le ha raccontato, ma anche ciò che lei stessa havissuto e sperimentato direttamente. Come il tirocinio per il servizio assistenzia-le ed educativo è modellato da Jeanne-Antide sulla scia di quello di Vincenzode’ Paoli e delle sue Figlie della Carità, così è per la formazione interiore e perla vita spirituale, caratterizzate dal costante sforzo di realizzare una sintesi frafede e opere, fra la dimensione contemplativa e quella attiva del servizio ai

16 J.-A. THOURET Mémoire, in LD, p. 478.17 Jeanne-Antide Thouret al prefetto Debry, Besançon 16 febbraio 1809, in LD, p. 154.18 J.-A. THOURET, Mémoire, pp. 479-480.

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poveri. “En même temps que je formais mes filles à la vie active – scrivevaJeanne-Antide –, je les formais à la vie contemplative pour soutenir et sanctifierl’active”20. E i mezzi di cui la comunità si serve per raggiungere un tale obiettivosono quelli classici dell’esperienza religiosa del tempo: “La prière vocale e men-tale, les examens, les lectures, le chapelet, les oraisons jaculatoires, le silence; unjour de retraite chaque mois, la confession chaque semaine et la communion; laSainte Messe tous les jours”21.

Il trasferimento a Napoli al seguito di Jeanne-Antide Thouret

Con il 1810, l’Istituto di Jeanne-Antide Thouret vede aprirsi un nuovocapitolo della sua storia: le Suore della Carità di Besançon sono chiamate amisurarsi con i bisogni e i problemi assistenziali ed educativi della società napo-letana22. Marie-Joseph, che nel frattempo aveva preso i voti temporanei e avevaassunto il nome di suor Rosalie, è inclusa nella lista delle sei suore che partonoper Napoli per realizzare la nuova fondazione. Ha appena quindici anni ed ilcuore colmo dell’entusiasmo che sempre sostiene le esperienze autenticamen-te missionarie. Prima di partire va a dire addio a suo padre, che nel frattemposi è risposato e che non rivedrà più23.

A Napoli continua la sua formazione. Le suore erano state richieste perprestare la loro assistenza negli ospedali e nelle carceri napoletani. La chiamatadelle Suore della Carità di Besançon nel Regno di Napoli si iscrive, infatti, “nelquadro dell’opera di riorganizzazione e di razionalizzazione dell’intervento sta-tale nell’importante settore della beneficenza, avviata da Giuseppe Bonapartetra il 1806 e il 1808 e proseguito, poi, con maggiore vigore e intensità daGiocchino Murat durante tutto il periodo del suo governo”24. Suor Rosalie,“come le sue compagne, prende servizio, fin dal gennaio 1811, all’ospedale degliIncurabili: erano venute per questo, e otto suore non sono di troppo, visto ilnumero dei malati. Quando si apre la scuola gratuita per i bambini del quartie-re diviene educatrice, essendo capace di insegnare l’italiano e il francese”25.

SUOR ROSALIE THOURET E LA FONDAZIONE DELLA PROVINCIA MODENESE DELLE SUORE DELLA CARITÀ 23

19 R. THOURET, Manuscrit, in LD, p. 556.20 J.-A. THOURET Mémoire, pp. 480-481.21 Ibidem, p. 480.22 Sulle vicende che portarono alla fondazione della casa di Napoli e al trasferimento di Jeanne-Antide Thouret in Italia, si veda P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-AntideThouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp.159-238.23 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 334.24 P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Caritàdalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, p.166.25 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 336.

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Nel 1813, all’età di diciotto anni, fa la sua professione religiosa. Nelladomanda che per lettera rivolge, secondo la Regola dell’Istituto, all’arcivescovodi Besançon, Superiore generale della congregazione delle Suore della Carità,la giovane si definisce “copiste de ma chère tante”. In effetti, fin dall’aprile del1811, accanto alle altre attività, svolgeva anche quelle di segretaria e interpre-te di Jeanne-Antide Thouret26. In seguito il ruolo di segretaria personale dellazia la assorbirà sempre di più, tanto da costringerla a rinunciare ad ogni altraattività. Fin dall’inizio dell’esperienza napoletana, comunque, ella sembraoccupare in seno alla piccola comunità di religiose “une place plus importanteque ne le supposerait son âge: Jeanne-Antide la nome, seule de ses compagneset transmette son salut quand elle écrit à Besançon. La signature de sœurRosalie figure en deuxième position, quand les Sœurs de Besançon écrivent auRoi de Naples pour protester contre le décret Zurlo”27.

Gli anni che suor Rosalie trascorre nella capitale del Regno di Napoli, trail 1810 e il 1826, come infermiera, insegnante e segretaria di Jeanne-AntideThouret, sono assai preziosi. In questo periodo, ella vive in prima personal’esperienza del trapianto dell’ Istituto delle Suore della Carità in Italia, con ledifficoltà e gli inevitabili problemi che tale processo comporta; è parte attiva sianella fondamentale vicenda del consolidamento dell’Istituto, attraverso il rico-noscimento pontificio e l’approvazione da parte delle autorità romane dellesue Costituzioni, sia nelle successive contrapposizioni e fratture che portaronoalla separazione tra la comunità napoletana e la casa madre di Besançon e allasuccessiva divisione dell’Istituto in due distinti rami28.

In questi anni suor Rosalie è colpita da una serie di gravi lutti familiari:nel 1813 era morto l’unico fratello che le era rimasto, Claude-Joseph, caduto inbattaglia in una delle campagne militari dell’esercito napoleonico; di lì a qual-che mese, nel maggio 1814, scompariva la giovane cugina Marie-Claude-Séraphine Thouret, in religione suor Colomba, che come lei aveva seguito la ziaa Napoli e fatto parte del piccolo gruppo di suore impegnate nelle opere assi-stenziali ed educative del capoluogo partenopeo; infine, il 21 settembre 1819,moriva suo padre Joachim Thouret, dopo aver chiesto perdono “de toutes sesextravagances et des tous excès de la Révolution”29.

26 Jeanne-Antide Thouret al ministro dell’Interno, Napoli 25 febbraio 1811, in LD, p. 188.27A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne Antide, pp. 336-337.28 Sulle vicende relative al riconoscimento canonico delle Suore della Carità e all’approvazione delleCostituzioni da parte della Santa Sede e, successivamente, alla separazione del ramo bisontinodall’Istituto di Jeanne-Antide Thouret, si veda P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli.Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli dellaRestaurazione, pp. 249-282.29 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 339.

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Al periodo napoletano risale, quasi certamente, la redazione, da partedi suor Rosalie, del cosiddetto Manuscrit, una sorta di ampio e articolato pro-filo biografico di Jeanne-Antide Thouret, che giunge fino al 1810 ed è basatoessenzialmente su ricordi e testimonianze della Fondatrice o su fatti diretta-mente vissuti dall’autrice. Composto sicuramente dopo il 1818, ilManuscrit “estinspiré par une intention apologétique bien visible: montrer que Jeanne-Antide, si combattue et éprouvée au moment où écrit sœur Rosalie, à toujoursagi selon sa conscience et la volonté de Dieu, dans la fidélité héroïque à l’Eglise,et que Dieu l’à toujours assistée de façon visible”30.

Nel 1818 suor Rosalie è a Roma con Jeanne-Antide Thouret. Le duedonne vi si tratterranno per circa due anni, al fine di curare più da vicino tuttele pratiche necessarie per ottenere dalla Santa Sede il riconoscimento canonicodell’Istituto e l’approvazione delle sue Costituzioni. Nel 1821 parte per laFrancia per accompagnare la zia in un viaggio particolarmente delicato e impe-gnativo: si tratta, per Jeanne-Antide Thouret, di tentare di riannodare i fili delrapporto con le autorità ecclesiastiche – in particolare con il nuovo vescovo diBesançon, mons. Cortois de Pressigny e con mons. Charles de Chaffoy, direttorespirituale dell’Istituto – e con la comunità religiosa della casa madre diBesançon, nonché di fare accettare le modificazioni alle Costituzioni delleSuore della Carità introdotte dalla Santa Sede e di scongiurare, dunque, laminaccia di una separazione delle case religiose francesi dall’Istituto31.

Passando per Modena, le due viaggiatrici chiedono udienza ai sovranidel Regno di Sardegna ospiti della Corte estense. Nel corso di tale udienza,Madre Thouret riesce ad ottenere dal re di Sardegna il permesso di aprire unacasa di noviziato in Savoia32. La tappa modenese rappresenta una breve paren-tesi positiva nell’ambito di un viaggio destinato a concludersi con un vero e pro-prio fallimento su tutta la linea: a Besançon, infatti, Jeanne-Antide Thouretincontrerà solamente opposizioni e rifiuti, e dovrà sopportare l’angoscia deltotale fallimento della sua missione33.

Per suor Rosalie la dolorosa esperienza si accompagna alle crescentipreoccupazioni per il repentino peggioramento dello stato di salute della zia,di cui constata a poco a poco il declino inesorabile, specie dopo il loro ritor-

SUOR ROSALIE THOURET E LA FONDAZIONE DELLA PROVINCIA MODENESE DELLE SUORE DELLA CARITÀ 25

30 Ibidem, p. 340.31 Sulla complessa questione della divisione dell’Istituto, derivante dalle modifiche apportate dallaSanta Sede alle Costituzioni, e sulla nuova fisionomia canonica assunta dall’Istituto in Italia, si vedal’ampia e documentata ricostruzione offerta in P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli.Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli dellaRestaurazione, pp. 239 ss.32 Cfr. A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 333.33 Cfr. P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide Thouret e le Suore dellaCarità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 267-283.

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no in Italia. Jeanne-Antide Thouret, infatti, si spegnerà a Napoli il 24 agosto182634.

Alla morte della zia, suor Rosalie ha 30 anni, ed è ormai una donna conuna solida formazione umana e religiosa e una notevole esperienza; non a caso,in forza di tutto ciò, ella sarà chiamata a collaborare attivamente con la nuovaSuperiora Generale delle Suore della Carità, suor Génevieve Boucon, sceltadalle religiose della comunità di Napoli per succedere alla Fondatrice35.L’esperienza acquisita, la competenza che ormai possiede, la fiducia concessaledalla nuova Superiora Generale le permettono di svolgere ancora “son travailde secrétaire et, pratiquement, d’assistante, coopère à la croissance de laCongrégation et au développement des oeuvres. Existence bien remplie, à l’abrides grandes responsabilités, monotone, peut-être, pour une personnalité dés-ormais affirmée. Jusqu’au jour où Dieu l’appelle à devenir elle aussi, fonda-trice”36.

Dal Regno di Napoli al Ducato di Modena: Rosalie Thouret e l’espansionedelle Suore della Carità nell’Italia centrale

Nell’aprile del 1834, suor Rosalie lascia Napoli insieme ad altre quattroSuore della Carità, chiamate a Modena dal duca Francesco IV per prestare assi-stenza alle donne “inferme e croniche” del locale Ospedale. Suor Rosalie erastata scelta in virtù della sua maturità ed esperienza per accompagnare e soste-nere le religiose più giovani nelle difficoltà degli inizi. Da Modena ella sarebbepoi dovuta ripartire e, prima di fare ritorno a Napoli, avrebbe dovuto compie-re, in luogo di Madre Boucon, la visita alle case religiose del Piemonte. Le cose,in realtà, andranno molto diversamente.

La chiamata a Modena delle Suore della Carità, com’è noto, s’inscrive-va in una precisa strategia politica dell’amministrazione estense. Francesco IV,dopo il fallimento dei moti liberali del 1831, che avevano fortemente indeboli-to il prestigio del governo e alienato molti dei consensi di cui godeva il sovra-no, si propose di recuperare il favore dell’opinione pubblica e di rafforzare ilegami con gli ambienti ecclesiastici modenesi, puntando altresì a potenziare leistituzioni assistenziali ed educative dello Stato37. Le Suore della Carità, da lui

34 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 347.35 Cfr. Rosalie Thouret al can. Pietro Adinolfi, Napoli 30 agosto 1826, in AGSdC.36A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 348.37 Cfr. A. BERSELLI,Movimenti politici e sociali a Modena dal 1796 al 1859, in Aspetti e problemi delRisorgimento a Modena, Mucchi Editore, Modena 1963, pp. 87-88; G. BOCCOLARI, Francesco IVd’Austria d’Este al governo del Ducato Estense (1814-1846), in Francesco IV e Francesco V Duchi diModena. Atti del convegno (Modena, 3 ottobre 1992), Panini Editore, Modena 1993, pp. 21-30.

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fortemente volute a Modena, saranno, inconsapevolmente, un valido strumen-to di tale strategia. Del resto, la stessa suor Rosalie scriverà nel dicembre 1838a Madre Génevieve Boucon: “On dirait qu’il n y a rien de mieux à leur faire voirque notre couvent et l’hôpital”, mettendo in luce come la venuta delle Suoredella Carità a Modena rappresentasse, per il sovrano estense, motivo di vanto edi autentica soddisfazione38.

La richiesta delle religiose per l’Ospedale di Modena, da parte del ducaFrancesco IV, era giunta a Napoli attraverso la mediazione del vescovo diVercelli. Questi, sapendo che Carlo Alberto non era disposto a rinunciare alleSuore della Carità che operavano nei domini sabaudi, al fine di trarre d’imba-razzo la Superiora provinciale di Vercelli, alla quale il duca si era rivolto in primaistanza, aveva indirizzato la richiesta direttamente a Napoli, presso la Superioragenerale dell’Istituto, Madre Génevieve Boucon. Le trattative erano state con-dotte tra la fine del 1833 e i primi mesi del 1834, mentre a Modena si facevanoi preparativi e si predisponeva una sede adeguata ad accogliere la piccolacomunità di religiose presso i locali dell’Albergo Arti39.

Le suore, partite da Napoli via mare il 20 aprile, erano giunte a Livornodue giorni più tardi e da qui avevano proseguito il viaggio, giungendo aModena il 27 dello stesso mese. L’accoglienza della città era stata calorosa el’impressione che ne avevano ricevuto le Suore ampiamente positiva: per loroerano stati predisposti e adeguatamente arredati i locali migliori dell’edificio,nei quali potevano godere di una piena libertà quando cessavano di svolgerele attività di assistenza ospedaliera.

I primi mesi del soggiorno nella capitale estense furono utilizzati dallapiccola comunità di religiose per la sistemazione dei locali e per la conoscenzadi luoghi e persone; da subito suor Rosalie diede prova delle sue capacità di farfronte ai molteplici problemi organizzativi e di sapere stabilire efficaci relazio-ni con la corte estense e con l’amministrazione dell’Ospedale e delle opere assi-stenziali cittadine. Si trattava per lei di mettere a frutto l’esperienza maturata,nei decenni passati, in Francia e in Italia, al seguito di Jeanne-Antide Thouret40.

Ben presto, comunque, il lavoro avrebbe assorbito la maggior parte deltempo e delle energie della piccola comunità. In primo luogo c’era, natural-mente, l’assistenza alle ammalate: “Nous faisons ce que nous pouvons auprès

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38 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 10 dicembre 1838, in AGSdC.39 L’Albergo Arti era un imponente edificio, già sede dell’Ospizio ducale, che nel 1767 Francesco III,non potendo più mantenere a carico dell’erario i 1300 poveri ivi accolti, aveva chiuso alla mendici-tà “per aprirlo interamente alle arti ed alle industrie, a condizione che gli imprenditori si obbligas-sero ad assumere e a stipendiare una parte del numeroso stuolo di poveri, per sgravare le OperePie del loro mantenimento” (E. GATTI, L’Ospedale di Modena e la sua Parrocchia. Notizie Storiche,Grafica Fresching, Parma 1928, pp. 84-85).40 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 1 maggio 1834, in AGSdC.

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des malades qui sont entreposes dans des chambres jusqu’à ce que les sallessoient prêtes […]. Heureusement que je connais un peu l’art d’architecte et queles autres connaissances de nos sœurs m’aident à leur donner des projets et desidées qu’ils effectuent avec plaisir”. Il lavoro si rivelò fin da principio assai gra-voso: “Nous ne nous serions jamais attendues à trouver pareille chose”41. Alloscopo di assistere in modo più funzionale ed efficace le ricoverate, e affinché lereligiose potessero accorrere al loro capezzale nei momenti di emergenza, que-ste furono trasportate al secondo piano dell’edificio, nei pressi dell’apparta-mento riservato alle suore, secondo una prassi consolidata nelle operedell’Istituto, suggerita a suo tempo dalla stessa Fondatrice42.

L’operato delle religiose era destinato, comunque, a rinnovare profon-damente le forme e modalità del servizio ospedaliero. Constatata la totalemancanza di specifiche disposizioni in ordine all’assistenza, che tutelassero siale ricoverate sia coloro che dovevano prendersene cura, suor Rosalie decise dipredisporre un apposito regolamento, che compilò sulla falsariga delle indica-zioni offerte in materia dalle Costituzioni dell’Istituto43. Nell’attribuzione dellediverse mansioni, suor Rosalie tenne conto delle esigenze del servizio e dellevariegate e complesse necessità delle degenti, ma, al tempo stesso, fu attenta anon sovraccaricare le suore. A questo riguardo, allorché Francesco IV manifestòla volontà di affidare alle Suore della Carità anche l’assistenza nel reparto degliuomini, suor Rosalie si convinse della necessità di accrescere il numero delle reli-giose impegnate nell’assistenza ospedaliera44. Fu allora lo stesso Francesco IV arichiedere alla Superiora Generale Madre Génevieve Boucon altre suore daimpiegare in tale servizio, e a stabilire la data del loro trasferimento aModena45.

Il 7 ottobre 1834 anche le inferme ricoverate nell’Ospedale Civile furo-no unite alle degenti affidate alle cure delle Suore della Carità. Il giorno prima,

41 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 maggio 1834, in AGSdC.42 Nell’operato di suor Rosalie a Modena si riscontra una perfetta sintonia con quanto prescriveva-no le Costituzioni dell’Istituto relativamente all’ufficio della Sorella Servente (Superiora): “Au pre-mier cri des malades pauvres, la même Sœur volera à leur secours, ou elle y enverra de ses com-pagnes qui lui rendront compte” (capo II, art. 6 : Des Ospices de Charité, in Régles et ConstitutionsGénérales de la Congrégation des Filles de la Charité sous la Protection de S. Vincent de Paul, ChezVincent Poggioli Imprimeur de la Chambre Apostolique, Rome 1820, p. 202).43 “Comme l’ordre conduit à Dieu, et contribue infiniment au soutien des maison, ainsi qu’à l’édifi-cation du prochain, la Supérieure générale le fera régner, avec toute l’exactitude possible, dans leshôpitaux confiés à sa sollicitude, non seulement parmi les Sœurs qu’elle y aura établies; mais encoredans les salles des malades, et dans tout ce qui se trouvera appartenir à sa juridiction; distribuantles offices avec prudence, et réglant tout ce qui sera susceptible d’être réglé” (Premessa al capo I:Des hôpitaux, in Régles et Constitutions Générales de la Congrégation des Filles de la Charité sousla Protection de S. Vincent de Paul, pp. 188-190).44 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 maggio 1834, in AGSdC.45 Francesco IV a M. Génevieve Boucon, Modena 3 luglio 1834, in AGSdC.

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accogliendo una specifica richiesta di suor Rosalie, quella di avere “la directionet la police intérieure des Salles […] pour pouvoir exercer leurs fonction avecplus de succès, et faire le bien qu’elles se proposent avec l’aide de Dieu”46, ilduca aveva firmato un decreto con il quale attribuiva alle Suore della Carità ladirezione delle Sale dell’Ospedale delle donne47. Contemporaneamente, venneaffidata alle stesse religiose la Casa di Dio, e furono trasferite nell’Ospedaledelle donne anche le ricoverate che fino ad allora erano state ospitate in quel-la struttura. Di tali mutamenti si ritrova notizia in un particolareggiato articolodi cronaca modenese, nel quale è anche riprodotto l’elenco delle religioseimpegnate nell’assistenza ospedaliera48. “Est-ce en cette fin d’été 1834 – hascritto A. Duffet – que, devant l’ampleur plus grande que prévue de l’entreprisede Modène, et en face de réelles difficultés Mère Geneviève décide de se priverdes services de sœur Rosalie à Naples, et de la laisser à Modène pour un tempsindéterminé”49.

In conformità con quanto prescrivevano le Costituzioni delle Suoredella Carità, anche a Modena l’assistenza e le cure prestate alle ammalate nonriguardavano solamente il corpo, ma si estendevano anche allo spirito50 . Nellacappella del ricovero, a questo riguardo, le ammalate assistevano alla Messaquotidiana, praticavano le più diffuse devozioni ed erano istruite dalle suorenel catechismo.

Non mancarono tuttavia le difficoltà. Se da una parte, infatti, l’operatodi suor Rosalie suscitò l’apprezzamento della corte estense, e in particolare diFrancesco IV, che non risparmiò mezzi e risorse per assecondare i suoi progetti,dall’altra c’era anche chi non vedeva di buon occhio l’attivismo e le iniziativepromosse dalle Suore della Carità51. In una lettera inviata a Madre GénevieveBoucon nel luglio 1834, suor Rosalie così riassumeva la situazione di disagiogenerata dalle resistenze e opposizioni: “Nous avons profité de la fête hier,pour faire toutes sortes d’attentions à notre plus grand ennemi et nous conti-nuerons de la sorte pour voir si nous pourrons le gagner. S.A. le croit notre ami,tant il sait se dissimuler dans toutes les rencontres et ce qu’il y a de pire c’estque tout ce qui nous regarde doit passer sous ses yeux”52.

E’ molto probabile che le difficoltà e gli ostacoli provenissero da qual-che alto funzionario dell’amministrazione estense, così come è ben noto che

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46 Rosalie Thouret a Francesco IV, Modena 1 ottobre 1834, in APSdCF.47 Francesco IV a Rosalie Thouret, Modena 6 ottobre 1834, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos.855.48 F. SOSSAJ, Cronologia di Modena dal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, in BEM, ms. a Q.4.18.49 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 355.50 Cfr. la Premessa ai Devoirs des Filles de la Charitè envers les pauvres in Régles et ConstitutionsGénérales de la Congrégation des Filles de la Charité sous la Protection de S. Vincent de Paul, p. 188.51 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 6 maggio 1834, in AGSdC.52 Rosalie Thouret a M.Génevieve Boucon, Modena 2 luglio 1834, in AGSdC.

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negli ambienti della curia diocesana si nutrivano forti diffidenze nei riguardidelle Suore della Carità, non solamente in virtù del fatto che erano state chia-mate a Modena da Francesco IV all’insaputa dell’ordinario locale, mons.Adeodato Caleffi, ma anche per la particolare fama di religiose innovatrici, alungo sostenute e protette dalle amministrazioni napoleoniche in Francia e nelRegno di Napoli, che le accompagnava53.

La nomina da parte del governo estense dell’influente cav. CesareGalvani, stretto collaboratore del duca Francesco IV ed esponente di primopiano dei circoli cattolici legittimisti e reazionari modenesi54, a sindaco, ossiaamministratore delle Suore della Carità contribuì, indubbiamente, a smorzare icontrasti e le difficoltà che erano insorte, tanto con l’apparato amministrativostatale, quanto con gli ambienti curiali ed ecclesiastici. La stima e la considera-zione di cui godeva il Galvani, infatti, si rivelarono decisive per il buon inseri-mento delle religiose napoletane all’interno della realtà modenese55.

Fin dai primi mesi della loro presenza e attività a Modena, le Suoredella Carità dovettero fare i conti con la fatica derivante dai ritmi sostenuti dellavoro e con i malanni causati dal rigido e umido clima padano. Già il 22 mag-gio 1834, infatti, suor Rosalie scriveva a Madre Boucon che le suore “ont toutesété un peu malades”, e che lei stessa era “accablée de chaleur, de visites, debruit et de confusion dans la tête”. Non era ancora trascorso un anno dal loroarrivo nella capitale estense che, guardando allo stato di salute delle sue com-pagne, suor Rosalie poteva annotare: “Il semble le Bon Dieu veut quelque vic-time”56. Le prime religiose ad ammalarsi furono suor Amalia e suor Eufrasia; dilì a poco suor Colomba si aggravò a tal punto da far temere per la sua vita. Acausa di tutto ciò suor Rosalie fu costretta a rinviare per mesi il viaggio previstoper visitare, su incarico della Superiora Generale, le case religiose del Piemonte.Soltanto il 12 giugno 1835 ella pote’ lasciare Modena per recarsi nel Regno diSardegna. Il viaggio si protrasse per diversi mesi, anche perché, trovandosi nonmolto distante dalla Franca Contea, ella non resistette al desiderio di andare a

53 Cfr. G. ORLANDI, I religiosi nella diocesi di Modena tra 700 e 800, in Severino Fabriani nel bicen-tenario della nascita: il suo tempo e l’educazione dei sordomuti, Accademia Nazionale di ScienzeLettere e Arti, Modena 1994, pp. 19-174. Ma si veda anche: G. RUSSO, Politica ecclesiastica diFrancesco IV, in I primi anni della Restaurazione nel ducato di Modena, Modena 1981, pp. 78-79.54 Sulla figura di Cesare Galvani, fondatore e direttore del foglio legittimista e cattolico reazionariomodenese “La Voce della Verità” (1831-1836), e sugli ambienti ecclesiastici modenesi a lui collega-ti, si vedano in particolare: G. MANNI, La polemica cattolica nel Ducato di Modena (1815-1861),Mucchi, Modena 1968; S. DA CAMPAGNOLA, Cattolici intransigenti a Modena agli inizi dellaRestaurazione, Aedes Muratoriana, Modena 1984; R. SANI, P.P. SALADINI, Severino Fabriani. Unecclesiastico ed educatore nella Modena della Restaurazione, Città Nuova, Roma 2001, pp. 316-317e passim.55 Cfr. C. GALVANI, Memorie storiche intorno alla vita dell’Arciduca Francesco IV d’Austria d’Este,Cappelli Editore, Modena 1846, pp. 77-78.56 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 2 luglio 1834, in AGSdC.

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salutare i suoi parenti. Al ritorno ripassò in Savoia e, portando con sé tre giova-ni suore, rientrò a Modena nel dicembre 1835. Nel frattempo, a poco più di unanno dall’arrivo delle religiose nella capitale ducale, il 20 agosto, era morta suorColomba Mercier, una delle più giovani componenti della piccola comunità.

Occorre ricordare che, in questa fase, l’impegno e lo spirito di abnega-zione delle Suore della Carità di Modena si manifestarono ampiamente nonsolo dentro le mura dell’Albergo Arti, ma anche all’esterno, specie in occasionedelle varie calamità, prima fra tutte quella dell’epidemia di colera, che allametà degli anni Trenta si abbatterono su larga parte degli Stati della penisola,provocando diverse migliaia di vittime57. Nel 1836, in particolare, l’epidemia dicolera si diffuse nella capitale ed in tutto il territorio del Ducato. In questadrammatica circostanza le Suore della Carità compirono veri e propri prodiginell’opera di soccorso ai contagiati, trasformando l’Albergo Arti, compresa laparte destinata ai loro alloggi, in una sorta di lazzaretto. Suor Rosalie e le suecompagne diedero prova di notevole competenza, coordinando gli interventiassistenziali e fungendo da punto di raccordo tra le diverse iniziative sanitarieintraprese per debellare l’epidemia e per fornire cure e conforto ai numerosis-simi ricoverati nelle strutture ospedaliere cittadine58.

Superata la grave emergenza legata all’epidemia del colera, FrancescoIV, riprendendo un progetto concepito fin dal 1834, manifestò l’intenzione diaffidare alle Suore della Carità anche l’assistenza ospedaliera degli uomini. Persoddisfare una simile richiesta, formulata fra l’altro in termini perentori dalsovrano estense, divenne inevitabile poter disporre di un numero più elevato direligiose, al fine di organizzare adeguatamente il nuovo servizio senza depau-perare quelli già da tempo avviati. Suor Rosalie inoltrò, come al solito, le suerichieste di ulteriore personale a Napoli; approfittando, tuttavia, dei frequentiviaggi in Piemonte e in Savoia per svolgere l’incarico di visitatrice ufficiale dellecase religiose del Regno di Sardegna, conferitole dalla Superiora Generale,puntò anche a reclutare in queste aree delle suore disposte a trasferirsi aModena59.

Proprio la carenza di religiose da assegnare ai servizi assistenziali e, perconverso, le accresciute sollecitazioni del governo ducale per una sempre piùampia e articolata presenza delle Suore della Carità nella realtà ospedalieramodenese erano destinate a fare emergere in primo piano l’esigenza di aprire

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57 Sulla diffusione nella penisola, nel corso degli anni Trenta, dell’epidemia del colera e sull’operaassistenziale fornita in tale frangente dalle nuove congregazioni religiose, si veda R. SANI, Indirizzispirituali e proposte educative dei nuovi Istituti religiosi dell’Ottocento in area lombarda, in ID. (acura di), Chiesa, educazione e società nella Lombardia del primo Ottocento. Gli Istituti religiosi traimpegno educativo e nuove forme di apostolato, pp. 78-80.58 Cfr. F. SOSSAJ, Cronologia di Modena dal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, pp.. 303-304.59A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 358.

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un Noviziato dell’Istituto nella capitale estense. Suor Rosalie aveva già in prece-denza accolto alcune giovani orientate a condividere la vita religiosa dellaSuore della Carità, ma per la loro formazione iniziale era stata costretta ad indi-rizzarle altrove. Nel settembre 1837, ad esempio, ella informava la SuperioraGenerale che suor Cecilia, rientrando in Piemonte, “emmènera avec elle unejeune aspirante pour laquelle je lui avait écrit; et pour laquelle notre Archiducpaye la pension. Je ne comptais plus lui envoyer depuis que nous allons ouvrirnous-même le noviciat”.

Non sappiamo con certezza quando si decise di dare corso a tale inizia-tiva e il periodo in cui furono avviati i lavori per realizzare il Noviziato. In unalettera inviata a Madre Boucon il 25 settembre 1837, tuttavia, suor Rosalie davanotizia dello stato di avanzamento dell’opera, sottolineando come ella si tro-vasse a dover fronteggiare “toutes sortes d’ouvriers à occuper et à surveiller”.Il Duca avrebbe voluto, infatti, che l’inaugurazione ufficiale del Noviziato sipotesse celebrare per la festa di Ognissanti, ma ciò appariva alla superiora dellacomunità modenese assai improbabile.

Merita di essere sottolineato che le domande di ammissione da parte diragazze desiderose di farsi Suore della Carità non mancavano, eppure, nono-stante il notevole bisogno, l’atteggiamento adottato da suor Rosalie fu estre-mamente selettivo, come testimonia la non accettazione di molte delle giovaniaspiranti: “Il vaut mieux avoir peu et qu’elles soient bonnes”, ella sottolineava,illustrando il criterio posto alla base del suo operato60.

Il 24 novembre 1837, giunti ormai al termine i lavori di ristrutturazio-ne dell’edificio che avrebbe dovuto accogliere il Noviziato, suor Rosalie presen-tava istanza al vescovo di Modena per ottenere il decreto di autorizzazione allasua apertura, fissata per l’8 dicembre dello stesso anno61.

Le prime giovani aspiranti accolte nel Noviziato modenese delle Suoredella Carità furono: “Luigia, figlia di Gaetano Vallastri e di Francesca Scaglioni,in religione suor Concetta; Maria, figlia di Giovanni Mari e di Cristina Meletti,in religione suor Giuseppina; Carlotta, figlia di Gian Battista Rosi e di AnnaBaldini, in religione suor Maria Ignazia”62. Le tre ragazze, scriveva suor Rosaliealla Superiora Generale, “promettent un heureux avenir, mais […] le toutdépend d’un bon noviciat”. Ed invero, ella dedicò particolari cure e attenzionialla formazione del piccolo gruppo di novizie accolte nella comunità modene-se, occupandosi personalmente della loro preparazione sia dal punto di vistareligioso e spirituale, sia sotto il profilo delle competenze professionali. Ben

60 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 25 settembre 1837, in AGSdC.61 Rosalie Thouret a mons. Luigi Barbieri, Modena 24 novembre 1837, in APSdCF. Si veda anche lanota pubblicata ne “La Voce della Verità”, 12 dicembre 1837, pp. 281-282.62 Cfr. Registro Generale delle Suore della Carità della Provincia, in APSdCF.

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presto, tuttavia, a causa dei frequenti viaggi e delle lunghe assenze dovuti aisuoi incarichi istituzionali, suor Rosalie fu costretta a ricorrere alla collaborazio-ne di suor Colomba Cornet, la quale, pur dotata delle qualità necessarie perricoprire tale ufficio, di lì a poco si rivelò poco adatta a tale incarico in virtù deicrescenti problemi causati dalla sua salute cagionevole. Fu per questo motivoche suor Rosalie, in assenza, come ella scriveva, di “sœurs qui réunissent les qua-lités d’une bonne maîtresse de novices”, si rivolse alla Superiora Generale aNapoli per ottenere il trasferimento a Modena di sua cugina suor FebronieThouret. Ella era sicura di poter contare sulla disponibilità di Madre Boucon alriguardo: “Ne doutant pas de l’intérêt [che ella aveva per la buona] réussite denotre noviciat d’où dépend le bonheur des maisons, la gloire de Dieu, le biendu prochain et l’honneur de l’Institut”63. In realtà, tale situazione era destinataa trascinarsi oltre ogni aspettativa.

Suor Colomba Cornet moriva il 5 aprile 1838 e suor Rosalie tornava allacarica con la sua richiesta, incontrando tuttavia una sostanziale indisponibilitàda parte della Superiora Generale: “Je ne vous cacherai pas, ma chère Mère -ella scriveva a M. Génevieve Boucon il 30 maggio 1838 – que j’ai été mortifiéeet affligée du refus que vous m’avez fait de Sr Fébronie, car je vous la deman-dais pas pour ma propre satisfaction, mais pour le besoin réel que je vous expo-sais”64. E qualche mese più tardi, non avendo ricevuto alcuna risposta, manife-stava nuovamente la sua amarezza per la scarsa sensibilità incontrata: “Vousn’avez pas voulu ma chère Mère, céder ò mes instances pour Sœur Fébronie.Vous avait fait la sourd oreille […]. Que votre volonté soit faite en attendantque vous cédiez à la mienne”65.

Nel frattempo, pur non ritenendola del tutto adeguata a svolgere ildelicato compito di maestra delle novizie, suor Rosalie aveva cominciato adavvalersi della collaborazione di suor Caroline Chambrot. Ben presto, tuttavia,fra le due religiose insorsero forti contrasti, destinati a produrre una insanabi-le frattura: “Nous sommes une trentaine actuellement – scriveva suor Rosalie aMadre Boucon nel luglio 1838 –. Nous sommes ici avec du monde tout neuf quiest plein de bonne volonté, mais sans expérience ce qui donne beaucoup àfaire. J’aurais besoin d’avoir une bonne maîtresse de novices, car je ne trouvepas dans Suor Caroline, toutes les qualités nécessaires, outre qu’elle a changédepuis quelques temps à mon égard, d’une manière extraordinaire”66.

Nella stessa lettera suor Caroline Chambrot era accusata di voler for-mare le novizie a suo modo, senza tenere in debito conto il parere di suor

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63 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 31 gennaio 1838, in AGSdC.64 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 30 maggio 1838, in AGSdC.65 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 9 luglio 1838, in AGSdC.66 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 18 luglio 1841, in AGSdC.

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Rosalie. Probabilmente, le accresciute necessità dell’assistenza ospedaliera e,come si dirà fra poco, le richieste di apertura di nuovi servizi da parte deivescovi avevano spinto suor Rosalie ad utilizzare le giovani accolte nel novi-ziato ancora prima che si concludesse il ciclo della loro formazione; una scel-ta, quest’ultima, dettata indubbiamente dalle impellenti esigenze di persona-le e, in particolare, dalla volontà di sovvenire ai crescenti e variegati bisognidei poveri, che tuttavia era destinata a scontrarsi con la diversa sensibilità disuor Caroline, la quale avrebbe voluto che, nel programma di formazionedelle novizie, fosse riservato più tempo alle pratiche di pietà e all’eserciziodella vita comunitaria67.

Nonostante le inevitabili incomprensioni sorte riguardo ai tempi e allemodalità di preparazione delle giovani accolte nella comunità, il Noviziatoconobbe un notevole sviluppo. Nel 1841 le novizie erano 8, l’anno seguente ilnumero delle giovani che vi erano accolte saliva a 13, fino ad arrivare ad oltre20 unità successivamente. Il bisogno di suore era grande, come grande era lanecessità che esse fossero bene addestrate in vista del servizio ospedaliero chele attendeva. Ciò spiega la scelta di suor Rosalie di procurare che esse potesse-ro svolgere un tirocinio professionale, fin dagli anni del noviziato, accanto allesuore più anziane ed esperte già impegnate nei servizi. Anche a Modena, comea Vercelli e nelle altre località dove le suore operavano negli ospedali e negliistituti assistenziali, fu lei a sollecitare le autorità preposte ad autorizzare l’in-serimento, in qualità di tirocinanti, delle giovani novizie dell’Istituto: “Mi siapermesso supplicare Le SS. LL. Ill.me – si legge ad esempio in una lettera invia-ta nel gennaio 1847 agli amministratori dell’Ospedale S. Andrea di Vercelli –d’un favore, che solo posso dalla loro liberalità attendere. Il numero grandedelle case a noi commesse ed in conseguenza il bisogno continuo di suore attea disimpegnare i propri uffici mi fanno ardita di pregarle a voler permettere,che un certo numero di suore novizie si rechino giornalmente a cotesto Spedaleonde far pratica sotto le altre ivi addette, ed a vicenda le une le altre succeden-do, vengano continuamente ammaestrate senza detrimento alcuno del nume-ro delle suore già addette. Le novizie non si fermeranno, che alcune ore delgiorno restituendosi al monastero per la refezione del mezzodì ed al tramonta-re del giorno”68.

Un tirocinio pratico, quello predisposto per le novizie, saggiamenteconcepito, e tale da non alterare né l’andamento della vita ospedaliera, né iritmi della preparazione spirituale e della vita comunitaria.

L’apertura del Noviziato di Modena sanciva, di fatto, l’autonomia del-

67 Cfr. A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, p. 362.68 Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Ospedale S. Andrea di Vercelli, Vercelli 16 gennaio 1847,in AST.

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l’opera diretta da suor Rosalie rispetto a Napoli, anche se l’atto formale conil quale si riconosceva alla stessa religiosa il titolo di Provinciale giunse solonel 1841.

Lo sviluppo delle opere assistenziali e del servizio ospedaliero nei territoridell’Emilia Romagna e delle Marche

L’opera delle Suore della Carità di Modena era destinata ad espandersinotevolmente, e in tempi brevi, non solo all’interno del Ducato estense, maanche nei territori del vicino Stato Pontificio. A tale espansione, naturalmente,contribuirono le crescenti richieste d’intervento avanzate dal duca Francesco IVe quelle, altrettanto pressanti e numerose, formulate dai vescovi delle diocesimarchigiane, emiliane e romagnole.

Deve essere sottolineato in primo luogo che, sul finire del 1840, percontenere le spese e per dare un assetto più razionale all’organizzazione dellestrutture ospedaliere e assistenziali della capitale, il governo estense avevadeciso di affidare la direzione e l’amministrazione dell’Ospedale e RicoveroDonne alle Suore della Carità e quelle dell’Ospedale e Ricovero Uomini aiFatebenefratelli69. Di lì a pochi giorni, il 1° gennaio 1841, dunque, le suoreassunsero oltre alla direzione, anche la gestione dei servizi offerti dall’Ospedalee dal Ricovero Donne, ossia “l’intero disimpegno degli Ospitali delle donne [...],tutta la cura e il servigio diurno e notturno delle inferme, comprendendoviben anche gli estremi ufficj ai loro corpi fatti cadavere e la preparazione deicibi, la cura delle cantine, dispense, guardaroba, e quanto altro insomma èd’uopo in si vasti stabilimenti, tutto è affidato a queste Religiose, molte dellequali abbandonano insieme colla patria le abitudini di una vita signorile edagiata per darsi giubilando a quei più bassi ufficj, i quali sarebbero spesso rifiu-tati da mani prezzolate e servili”70.

La riorganizzazione delle strutture ospedaliere e dei servizi assistenzia-li sopra richiamata rappresentava, in realtà, solo l’inizio di un processo ben piùampio e articolato, destinato negli anni seguenti a coinvolgere in misura cre-scente la comunità religiosa di suor Rosalie. In forza del decreto emanato dalduca Francesco V il 13 gennaio 1851, infatti, le Suore della Carità avrebberoassunto anche la direzione e l’amministrazione dell’Ospedale e Ricovero Uominidi Modena, divenendo di fatto le principali responsabili dell’assistenza ospeda-liera a Modena71.

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69 E. GATTI L’Ospedale di Modena e la sua Parrocchia. Notizie Storiche, p.132.70 Memorie storiche intorno alla vita di Francesco IV, pp. 211-223.71 Ibidem, p. 218.

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Merita di essere segnalato come, sulla scorta degli eccellenti risultaticonseguiti nella capitale, Francesco IV avesse progettato fin dal 1838 di inserirele Suore della Carità anche nell’Ospedale di Reggio Emilia, e di affidare loro ladirezione dell’Orfanotrofio esistente in quella città. Un simile progetto si sareb-be concretizzato tuttavia solamente alcuni anni più tardi, anche per le difficol-tà legate alla carenza di religiose da utilizzare nel nuovo servizio.

Ad ampliare i confini dell’opera delle Suore della Carità contribuì inve-ce, in quello stesso periodo, la richiesta di una presenza in diocesi delle religio-se formulata dall’arcivescovo di Ravenna, il card. Chiarissimo Falconieri, il quale,nell’agosto 1838, inviava a Modena due sacerdoti con il compito di prendereaccordi con la superiora delle Suore della Carità al fine di poter disporre di alcu-ne suore cui affidare la direzione dell’assistenza nell’Ospedale cittadino di S.Maria delle Croci. La richiesta avanzata dal card. Falconieri era destinata a tro-vare una rapida accoglienza anche per interessamento del nuovo vescovo diModena, mons. Luigi Reggianini. Di lì a poco, infatti, due Suore della Caritàlasciarono Modena alla volta di Ravenna per impiantarvi il nuovo servizio72.

Nel dare conto a Madre Génevieve Boucon delle scelte operate e delnuovo quadro di impegni che si andava delineando, suor Rosalie Thouret così siesprimeva: ”Je vis ici la volonté de Dieu toute claire car nous ne nous y atten-dions nullement; nous nous y sommes refusées de toutes nos forces, ne pouvantdisposer de celles que nous avons promises à l’Archiduc [...] mais notre Evêqueusant de son autorité nous a dit ‘Allez! le Bon Dieu pourvoira pour Reggio’. Eneffet depuis que je suis ici une quantité de jeunes filles se sont présentées et jecrois pouvoir en emmener trois lorsque je partirai. Il y a ici une ferveur et uneémulation pour la piété et pour la charité que je n’ai vue dans aucune ville”73.

L’apertura del nuovo servizio presso l’Ospedale di Reggio Emilia fupossibile, come si è accennato, solo al principio del 1842. Chiamate inizialmentead occuparsi dell’assistenza agli infermi, tre anni più tardi, il 28 maggio 1845, leSuore della Carità si videro affidare, sul modello di quanto era già statosperimentato a Modena, anche la direzione e la gestione di tutti i servizi dellasezione femminile del nosocomio reggiano, il quale, fra l’altro, pochi mesiprima era stato intitolato al protettore delle Suore della Carità, San Vincenzode’ Paoli.

Dopo Ravenna (1838) e Reggio Emilia (1842), sarà la volta di Ferrara,dove nel 1844 le Suore della Carità saranno chiamate ad operare nell’Ar-cispedale di Sant’Anna; poi di Pesaro dove, dal 1847, si faranno carico dell’as-

72 Card. Chiarissimo Falconieri a mons. Luigi Reggianini, Ravenna 26 agosto 1838, in ACM, Arm. 1,1/5. Ma si veda anche la lettera di Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ravenna 14 settembre1838, in AGSdC.73 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ravenna 14 settembre 1838, in AGSdC.

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sistenza sia nell’Ospedale civile di S. Salvatore, sia nel Manicomio provinciale diS. Benedetto (1847); quindi di Faenza, dove dal maggio 1852 opereranno pressolo Spedale degl’Infermi; e, infine, di Bologna, dove dal 1856 si occuperannodell’assistenza ospedaliera al Sant’Orsola.

Ovunque le religiose furono chiamate per migliorare l’attività assisten-ziale e favorire la riorganizzazione economica e disciplinare delle varie istitu-zioni ospedaliere – non solo nel Ducato di Modena, dunque, ma anche nellecittà dello Stato Pontificio – vennero loro affidate la direzione e la gestioneoperativa delle Sale, con il compito di esercitare la sorveglianza sull’assistenzaai malati, di coordinare il lavoro degli infermieri, di registrare i risultati dellevisite mediche e di assicurare la distribuzione dei medicinali ai ricoverati.All’esercizio di tali compiti, le Suore della Carità affiancavano quello specifica-mente rivolto alla formazione religiosa e alla cura spirituale dei degenti, secon-do le indicazioni offerte dalle Costituzioni dell’Istituto: “Toutes les Soeurs d’unesalle assisteront, autant que faire se pourra, aux pansemens des malades, quiseront dans cette salle, et à la visite des médecins et chirurgiens, autant que ladécence le permettra. Elles apporteront l’attention la plus sérieuse à tout ce quileur sera recommandé pour l’administration des remédes. Elles étudieront lesbons ou mauvais effets que ces remédes auront produits, et en rendrontcompte aux hommes de l’art, c’est-à-dire, aux médecins et chirurgiens précités[…]. Elles entretiendront le propreté près malades, leur fournissant la lingenécessaire, selon le besoin, et dans les salles, y donnant de l’air convenable-ment, les balayant au moins une fois chaque jour, et soignant tous les meubleset effets qui y servent […]. Elles auront soin d’avertir de bonne heure les aumo-niers, pour l’administration des Sacremens aux malades. Elles prépareront cequi sera nécessaire à cet effet; et assisteront, autant que possible aux priéres etaux cérémonies qui ont lieu dans cette occasion. Elles ensèveliront les morts, etassisteront à leur enterrement, si les circonstances le permettent; excepté, pource dernier objet, le cas ou le défunt aurait manifesté, avant son trépas, des sen-timens impies ou hérétiques, et s’il était mort professant une autre religion, quela catholique, apostolique et romaine”74.

In genere non si riscontrano differenze sostanziali circa le responsabilitàe i compiti affidati alle Suore della Carità nei diversi ospedali in cui questefurono chiamate ad operare. Ciò che invece, almeno in alcuni casi, è dato diregistrare, è la vera e propria enfasi posta in alcune convenzioni relative adospedali e ad altre strutture sanitarie sull’esercizio di determinati ufficipiuttosto che su altri. E’ il caso, ad esempio, della Convenzione sottoscrittadall’Istituto con l’amministrazione dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia di

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74 Seconda Parte, capo I: Dispositions générales, in Régles et Constitutions Générales de laCongrégation des Filles de la Charité sous la Protection de S. Vincent de Paul, artt. 1, 5 e 7.

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Roma, nella quale s’insiste particolarmente sui compiti di assistenza religiosa espirituale ai ricoverati che le suore sono chiamate ad assolvere: “Avranno leSuore pensiero – si afferma al riguardo nel testo della Convenzione – diavvertire a tempo i Cappellani per l’amministrazione dei Sacramenti ai malati,ed assisteranno il più che sia possibile alle preghiere ed alle cerimonie che hanluogo in questa occasione. La mattina ad ora conveniente faranno fare lepreghiere agli ammalati del loro quartiere, e più tardi, permettendolo lecircostanze, faranno loro una lezione spirituale, ovvero istruiranno i piùignoranti nella Dottrina Cristiana. Dopo il mezzo giorno, ossia dopo il silenzio,se le circostanze lo permetteranno, torneranno a fare ai loro malati una letturaspirituale, ovvero istruiranno come sopra si è detto, i più ignoranti nellaDottrina Cristiana, e la sera prima di sortire dall’Ospedale, reciteranno coimalati il santo Rosario, e diranno con loro, come la mattina gli atti del Cristiano.Assisteranno le Suore al Benedicite delle refezioni dell’ammalato, seguito dairingraziamenti, sia nella mattina che nella sera, come pure assisteranno condevozione dal loro banco alla Santa Messa, quando però solo si celebreràall’altare della corsia loro affidata”75.

Merita di essere sottolineato che l’impostazione assunta in questoperiodo dall’operato delle Suore della Carità all’interno delle struttureospedaliere sarebbe rimasta pressoché invariata fino al secondo dopoguerra.Occorre altresì aggiungere che la cura dei malati da parte delle religiose diJeanne-Antide Thouret, a Modena come nelle altre città dell’Italia Centrale,non si sarebbe limitata al pur fondamentale servizio di assistenza prestatoall’interno degli ospedali, ma si sarebbe articolata in varie altre forme, come adesempio la visita a domicilio agli anziani non autosufficienti e ai malati cronici,sovente abbandonati a se stessi. A Ravenna, ad esempio, per far fronte allecrescenti esigenze emerse su tale versante, le Suore della Carità diedero vita nel1844 ad “una compagnia di quaranta sorelle [laiche], le quali gratuitamente,giorno e notte, si prestano a porgere servigio, e soccorso ai bisogni spirituali etemporali delle povere inferme croniche” e di altre che non potevano esserericoverate nel locale ospedale76.

Un’eco certamente parziale, ma non irrilevante del fondamentale ruoloesercitato dalle Suore della Carità nel rinnovamento dell’assistenza ospedalieranel Ducato di Modena e nei vicini territori dello Stato Pontificio si ritrova nellacorrispondenza dei presuli delle rispettive diocesi. “Ho l’onore di assicurarLa –scriveva ad esempio il vescovo di Modena, mons. Luigi Reggianini,all’arcivescovo di Bologna – che esse Sorelle [le Suore della Carità] hanno

75 Progetto per la fondazione delle Suore della Carità nell’Ospedale Uomini in Santo Spirito (1849),in AGSdC, b. Ospedale Santo Spirito, artt. 12-14.76 Compagnia delle Sorelle della Carità, in “Diario Sacro della Città e Diocesi di Ravenna”, 1844, p. 68.

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pienamente corrisposto alla fiducia in loro collocata, che universale è lagratitudine dei poveri, come piena è la Sovrana soddisfazione; e che finalmenteper parte mia io ne benedico il Signore Iddio pel gran frutto spirituale chederiva dalle caritatevoli loro sollecitudini”77.

Sulla stessa linea si poneva anche l’arcivescovo di Ferrara, card. IgnazioCadolini, il quale, in una lettera inviata nel 1844 al card. Carlo Oppizzoni,esprimeva anch’egli un lusinghiero giudizio sull’operato delle religiose di suorRosalie Thouret: “Soddisfatissimo poi – egli scriveva – sono del servigio che lemedesime prestano con tanto zelo e vantaggio spirituale, e corporale delleinferme da esse assistite. Riguardo finalmente al servizio, che dalle nominatereligiose si presta sotto il rapporto economico, posso assicurare l’Em.za VostraR.ma, che dal momento in cui è stata ad Esse consegnata la Guardarobadell’Ospedale, si è ottenuto un ragguardevole risparmio di biancheria per cui siè stabilito di affidare loro anche la direzione della Cucina”78.

Le istituzioni per l’istruzione e l’educazione della gioventù

L’istruzione ed educazione della gioventù povera e abbandonata fu.accanto al servizio agli ammalati negli ospedali, l’altro grande ambito d’inter-vento delle Suore della Carità di Rosalie Thouret a Modena e nell’ItaliaCentrale.

La scelta di impegnarsi in questo settore nasceva, innanzi tutto, dallaconvinzione che istruire le fanciulle e le ragazze delle classi popolari significavasottrarle all’ignoranza e consentire loro di trovare un’occupazione stabile e dimigliorare la propria condizione, ma scaturiva anche dall’accresciuta consape-volezza che educare le donne significava porre le indispensabili premesse “perinfluire sulla società, per incidere sui costumi morali e religiosi delle futurefamiglie e sull’educazione cristiana dei figli”79; un convincimento, quest’ultimo,che aveva ispirato fin dalle origini l’operato dell’Istituto: “C’est un devoir bienprécieux et bien cher à nos cœurs – scriveva Jeanne-Antide Thouret nel genna-io 1813 –, celui de tirer de l’ignorance et du vice, où d’ordinaire croupit une jeu-nesse pauvre et abandonnée. Les filles pauvres seront l’objet touchant de notrezèle le plus ardent, de notre charité la plus exacte et la plus tendre”80.

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77 Mons. Luigi Reggianini al card. Carlo Oppizzoni, Modena 24 ottobre 1845, in AGAB, Congre-gazione Consultiva, Pos. 855.78 Card. Ignazio Cadolini al card. Carlo Oppizzoni, Ferrara 22 ottobre 1845, in AGAB, CongregazioneConsultiva, Pos. 855.79 P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne Antide Thouret e le Suore della Caritàdalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, p. 99.80 Jeanne-Antide Thouret al ministro dell’Interno del Regno di Napoli, 31 gennaio 1813, in LD, p. 225.

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Anche sul versante scolastico ed educativo, l’operato di suor RosalieThouret si pose in stretta continuità con l’esperienza maturata, in Francia e inItalia, dalla Fondatrice e dalla prima comunità delle Suore della Carità81 e,soprattutto, con le indicazioni offerte al riguardo dalle Costituzionidell’Istituto: “Non essendo le Suore della Carità semplici particolari da nonavere regolamenti ben fondati per le scuole […], – ella scriveva al riguardo – lanostra Santa Regola è sempre stata trovata ragionevolissima in tutti i luoghiove siamo stabilite, e mai alle medesime è stata fatta la menoma opposizione,per cui si ritiene non dover adottare […] altro Regolamento oltre al sinora pra-ticato”82.

Così a Modena, a Reggio Emilia, a Ravenna, a Bologna, a Ferrara, aCesena e a Roma, ossia in tutte le località dove le Suore della Carità furono chia-mate a dirigere scuole e altri istituti d’istruzione e di educazione femminile, gliorientamenti fondamentali e le strategie operative del loro impegno e dellaloro azione debbono essere ricercati nelle Costituzioni dell’Istituto e nellepeculiari esigenze formative e culturali emergenti dai contesti locali, oltre chenelle consuetudini ed esperienze accumulate dalla congregazione religiosa, inFrancia e in Italia, nel corso della sua pur breve storia. Suor Rosalie Thouret e lealtre religiose insegnanti facenti parte della comunità modenese, infatti, non sipreoccuparono di enucleare nuovi indirizzi e proposte di carattere pedagogicoe didattico, tantomeno di ripensare i modi e le forme della loro presenza e delloro operato su questo versante; esse si posero nella scia di un’esperienza e diun itinerario formativo già tracciati e riconosciuti validi e pienamente rispon-denti alle diverse aspettative ed esigenze della gioventù femminile del lorotempo83. Merita anche di essere sottolineato che, pur privilegiando semprel’istruzione e l’educazione delle fanciulle povere ed abbandonate nelle scuoleelementari gratuite, negli orfanotrofi e nei conservatori femminili, suor Rosalies’impegnò sempre ad istituire, accanto alle scuole per le povere, anche quelleper le giovani di famiglie benestanti, sulla scia di quanto praticato fin dalle sueorigini dall’Istituto delle Suore della Carità84.

A Modena le suore erano state chiamate, come già a Napoli nel 1810,in qualità di religiose ospedaliere, per assistere e curare gli infermi nelle strut-

81 Cfr. P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne Antide Thouret e le Suore dellaCarità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 73-80 e 205-215.82 Si vedano infra le Osservazioni delle Suore della Carità alle proposte formulate dalle Direttricidelle Scuole della Provvidenza di Bologna (20 febbraio 1847), riprodotte infra al n. 3.15. Più in gene-rale, cfr. Régles et Constitutions Générales de la Congrégation des Filles de la Charité sous laProtection de S. Vincent de Paul, pp. 213-218.83 Cfr. le lettere di Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Bologna 31 maggio 1844 e Ferrara 14luglio 1844, in AGSdC84 Cfr. P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne Antide Thouret e le Suore dellaCarità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 209-210.

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ture sanitarie cittadine e, in questo settore, avevano dato ampia prova dellaloro preparazione e capacità, creando le condizioni per un effettivo migliora-mento del sistema assistenziale e dell’organizzazione ospedaliera nella capita-le estense. Esse, tuttavia, non avevano mai dimenticato di appartenere ad “unesociété de filles” dedite tanto “au service spiritual et temporel des malades pau-vres”, quanto “à l’instruction des filles”, in particolare di quelle più povere eindigenti85. Per questo motivo, fin dal loro arrivo nella città ducale, si eranoimpegnate anche nel recupero sociale di tante giovani orfane e abbandonate86

e poi, nel 1840, avevano istituto una Scuola di carità per l’educazione e l’istru-zione delle ragazze del popolo e una Scuola elementare a pagamento per fan-ciulle provenienti da famiglie del ceto borghese e aristocratico.

Entrambe le scuole erano state collocate presso i locali dell’AlbergoArti, con l’entrata in via S. Agostino. Dato il notevole numero delle alunneinterne ed esterne che vi erano accolte, Suor Rosalie aveva destinato all’inse-gnamento e alla gestione delle scuole cinque suore della comunità. La maggiorparte delle alunne povere erano sussidiate dall’Opera Pia, altre venivano accol-te gratuitamente, grazie ai proventi ricavati dalla Scuola elementare a paga-mento destinata alle fanciulle e ragazze benestanti87. Di lì a poco, nel 1842,negli stessi locali dell’Albergo Arti fu aperto anche un Educandato per signori-ne diretto da tre religiose88.

Nel giro di pochi anni, le scuole divennero così prospere e fiorenti darendere i locali dell’Albergo Arti assolutamente insufficienti a contenere tuttele alunne89. Per questo motivo suor Rosalie avanzò la richiesta agli amministra-tori del nosocomio modenese di assegnare alle scuole gli spazi che ospitavanole botteghe poste sulla facciata esterna dell’Ospedale, facendo presenti i van-taggi pratici che ne sarebbero derivati alla stessa amministrazione dell’Ente. Laristrutturazione dei locali sarebbe stata fatta in parte a spese della comunitàreligiosa e in parte a spese dell’erario.

Un’altra realtà per la quale l’opera educativa delle Suore della Carità diRosalie Thouret fu richiesta e diede frutti significativi furono le cosiddetteScuole della Provvidenza di Bologna, un’istituzione sorta fin dal 1830 per inizia-tiva del can. Sebastiano Cappelli con lo scopo di sottrarre le fanciulle povereall’ignoranza e ai pericoli della strada e di consentire loro, attraverso l’istruzio-ne abecedaria, l’educazione morale e religiosa e l’addestramento ai lavori fem-

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85 Cfr. Jeanne-Antide Thouret a papa Pio VII, Napoli 15 settembre 1818, in LD, p. 280.86 Si vedano i puntuali riferimenti a tali iniziative educative contenuti in P. MANTANI, L’opera edu-cativa delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret in Bologna dal 1844 al 1915, p. 50.87 Ibidem, pp. 51-52.88 Si vedano al riguardo le notizie contenute in Origini della Provincia di Modena. Elenco degliStabilimenti, Modena 1856, in APSdCF.89 Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 25 agosto 1849, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62.

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minili, di migliorare la propria esistenza e di integrarsi positivamente con lasocietà90.

Dopo una prima fase, durante la quale le Scuole della Provvidenzaerano state affidate a maestre secolari, la cui carente preparazione culturale edidattica, unita alla mancanza di un metodo d’insegnamento efficace, ne avevareso discontinuo e incerto il funzionamento e scarsa la frequenza da parte dellefanciulle del popolo, la marchesa Ippolita Grassi Marsigli, presidente della PiaUnione che presiedeva al funzionamento delle Scuole, decise di affidare l’inse-gnamento e la conduzione delle stesse alle Suore della Carità di Modena. In unalettera del 9 febbraio 1844, ella chiedeva a suor Rosalie Thouret la disponibili-tà di due religiose per tale impegno e la invitava a recarsi a Bologna per stabi-lire le condizioni dell’assunzione del servizio da parte della comunità religiosa.Alla fine di maggio, Rosalie Thouret e le due suore destinate all’insegnamentonelle Scuole della Provvidenza giungevano a Bologna: “Le jour de l’Ascensionde Notre Seigneur – scriveva suor Rosalie –, nous nous sommes rendues danscette ville pour y ouvrir les écoles gratuites dont je vous avais déjà parlé. Le localque l’on nous a donné est dans un des plus beaux palais de la ville, et propre-ment dans l’endroit où les évêques tinrent, il y a plus de 300 ans, le Concile deTrente. On a ouvert expressément la grande porte par où entraient ces pères del’Eglise, qui avait été fermée depuis lors avec une grande barre de fer, pour unreligieux souvenir de ce célèbre concile. Voilà donc qu’on a rouvert pour nossœurs cette porte et en l’ouvrant, elle est tombée de vétusté, il a fallu en faireune nouvelle ce qui a retardé l’ouverture des écoles; cependant un petit nom-bre vient par la porte principale du palais et lundi 3 juin, la porte des pères seraouverte et 115 petites filles pauvres entreront pour la première fois dans notreécole. Tout chacun est surpris de cette combinaison et fait d’heureux pronosticspour l’avenir. J’ai tâché de faire un choix de sœurs vertueuses qui fassent hon-neur à notre Institut”91.

L’inserimento delle Suore della Carità nelle Scuole della Provvidenza diBologna ebbe un esito positivo, anche se non mancarono resistenze e incom-prensioni, soprattutto da parte della Pia Unione che presiedeva al funziona-mento dell’istituzione. Dal carteggio intercorso tra le religiose modenesi e i ver-tici della Pia Unione, emerge infatti una sostanziale differenza di vedute circail modo di organizzare l’opera educativa e di gestire l’attività scolastica. Inbreve, i contrasti divennero tali, per cui si giunse ad una vera e propria frattu-

90 Cfr. R. FANTINI, Le Scuole della Provvidenza in Bologna, in “L’Archiginnasio”, 1951-52, pp. 189-205; ID., L’istruzione popolare a Bologna fino al 1860, Zanichelli, Bologna, 1971, pp. 25-29; e oraanche C. GHIZZONI, Educazione e scuola nella Bologna preunitaria, in L. PAZZAGLIA (a cura di),Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, La Scuola, Brescia 1994,pp. 771-807.91 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Bologna 31 maggio 1844, in AGSdC.

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ra, con la decisione di suor Rosalie di ritirare le suore dalle Scuole92. Di frontealla situazione venutasi a creare, l’atteggiamento assunto dall’arcivescovo diBologna Carlo Oppizzoni e dal Legato pontificio mons. Gaetano Bedini,entrambi persuasi che occorresse operare una radicale svolta nel funzionamen-to delle Scuole della Provvidenza, puntando proprio sulle Suore della Carità,il cui zelo e la cui competenza rappresentavano un’indubbia garanzia, maaltresì preoccupati di evitare una rottura con la Pia Unione, fu inizialmentequello di cercare una soluzione di compromesso tuttavia, il fallimento di ognitentativo di mediazione portò all’adozione di una soluzione destinata amutare radicalmente il governo e l’organizzazione delle Scuole dellaProvvidenza. Costrette le Dame della Pia Unione a rassegnare le dimissioni, leautorità ecclesiastiche bolognesi modificarono gli ordinamenti dell’istituzio-ne scolastica, ponendo alla guida della stessa le Suore della Carità sotto ladiretta dipendenza dell’arcivescovo. In una lettera inviata al card. Oppizzoniil 27 aprile 1850, suor Rosalie manifestava il proprio assenso alla soluzioneprospettata dal porporato: “Nel nuovo impianto – ella scriveva – di una scuo-la che l’Eminenza Vostra ha intenzione di proseguire per 50 o 60 fanciullepovere della città di Bologna, sotto l’immediata dipendenza dell’Ecc.zaVostra, le Suore della Carità si presteranno di buon grado in numero di tre perfare la suddetta scuola, non potendo in meno, dividendosi l’istruzione e lacura della casa” 93.

A Ravenna il coinvolgimento delle Suore della Carità nelle opere assi-stenziali ed educative cittadine e, in particolare, nell’educazione e istruzionedelle fanciulle orfane risaliva al 1841. Una richiesta in tal senso, avanzata dueanni prima dal card. Chiarissimo Falconieri, aveva incontrato la piena adesionedi suor Rosalie Thouret, la quale, tuttavia, come si evince da una lettera inviataall’arcivescovo il 7 ottobre 1839, si era mostrata alquanto perplessa circa la pos-sibilità di reperire in tempi brevi il personale necessario a farsi carico di talenuovo servizio: “Quant aux Orphelines – scriveva la religiosa – je m’occupe defaire le chois de sujets capables de remplir les emplois qui leurs seront confiés,mais comme nous avons parmi ces sujets quelques novices qui ont besoin dequelques mois pour se former il faudra attendre jusqu’au printemps prochainpour réaliser les intentions de Votre Eminence”94.

Dopo una lunga fase di silenzio, i contatti con il card. Falconieri per larealizzazione del progetto erano ripresi al principio del 1841. Solo nella prima-

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92 Cfr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 12 aprile 1850, in AGAB, CongregazioneConsultiva, Pos. 667; Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 15 aprile 1850, in APSdCF.93 Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 27 aprile 1850, in AGAB, CongregazioneConsultiva, Pos. 667.94 Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 9 settembre 1839, in APSdCF.

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vera seguente, tuttavia, l’iniziativa era entrata nella sua fase operativa, anchein virtù della possibilità, da parte di suor Rosalie, di poter contare su alcunenuove religiose da destinare a Ravenna. ll 27 giugno 1841, il card. Falconierimanifestava alla religiosa il proprio compiacimento per il buon esito dell’impre-sa: “Comincio col ringraziarla della premura vivissima che si è presa per effet-tuare la fondazione della Pia Casa delle Orfanelle fino ad intraprendere a bellaposta un viaggio in Piemonte per ritirarne delle Sorelle: il Signore spero che lane darà una giusta ricompensa spianando le difficoltà che potrebbero incon-trarsi. Benché avessi avuto il desiderio che questa fondazione avesse principio ildì festivo al Glorioso S. Vincenzo, pure riflettendo che la di Lei presenza è onni-namente necessaria, così attenderò la di Lei venuta; e ciò che non avrà potutoaver luogo il dì della festa, potrà compiersi la Domenica tra l’Ottava e il dìdell’Ottava”95. Le Suore della Carità iniziarono ad operare nella Pia Casa delleOrfanelle di Verona nel settembre 1841. Qualche mese più tardi, suor Rosaliepoteva scrivere alla Superiora Generale Génevieve Boucon: “J’eu conduit uneaugmentation à Ravenne pour les écoles dont on est très content, tant lanoblesse que le peuple”96.

Sempre a Ravenna, le Suore della Carità assunsero, nel 1851, la direzio-ne e gestione dell’Asilo infantile Tombesi Dall’Ova. Occorre ricordare che, findal 1848, il card. Falconieri aveva ottenuto che una Suora della Carità si pren-desse cura di un gruppo di 50 bambini poveri, di età compresa fra i 4 e i 10 an-ni, raccolti nell’asilo e mantenuti dalla pubblica beneficenza. Nel 1851, suorRosalie aveva assegnato una seconda religiosa educatrice all’istituto per l’infan-zia: “La ristrettezza in cui mi trovo di soggetti – ella scriveva all’arcivescovo diRavenna – non mi permetterebbe di distaccarne neppure uno, ma non possorifiutarmi alla dimanda dell’Em.za Vostra a cui sono tanto obbligata, ed aven-do riguardo ai principi religiosi di questi teneri pargoletti che si accolgono negliasili, cerco il modo di trovare una Suora da mandarle al più presto”97. Con l’ar-rivo della seconda suora destinata all’Asilo infantile, si procedette anche a ride-finire la fisionomia dell’istituzione. In quell’anno, inoltre, la Cassa di Risparmiodi Ravenna assicurò un contributo fisso per le spese di funzionamentodell’Opera Tombesi Dall’Ova, che, di fatto, divenne il primo Asilo infantile sortoin Romagna98.

A Cesena le suore arrivarono nel 1846 su richiesta del locale vescovo,mons. Innocenzo Castracane. Le trattative per la creazione in città di una scuo-

95 Il card. Chiarissimo Falconieri a Rosalie Thouret, Ravenna 27 giugno 1841, in APSdCF.96 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 5 giugno 1842, in AGSdC.97 Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 21 luglio 1851, in APSdCF.98 M. TAGLIAFERRI, Lineamenti della Chiesa istituzionale ravennate: il vescovo dei decenni risorgi-mentali, in L. LOTTI (a cura di), Storia di Ravenna, Marsilio Editore, Ravenna 1996, V, pp.147-149.

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la abecedaria destinata alle fanciulle povere e di un’altra per le giovani di fami-glia benestante, da affidare entrambe alle Suore della Carità, erano state avvia-te fin dall’anno precedente. Il 28 giugno 1845, il vescovo, dopo un lungo collo-quio con il card. Falconieri, nel corso del quale quest’ultimo aveva manifestatola propria soddisfazione per l’operato delle religiose modenesi nella diocesiravennate, scriveva a suor Rosalie chiedendole l’invio a Cesena di alcune suoreda poter destinare all’insegnamento99. Nei mesi seguenti, tre religiose si stabili-rono nella città romagnola, avviando l’attività educativa. Nella scuola per lefanciulle povere erano impartiti gli insegnamenti del leggere, dello scrivere edel far di conto, cui si aggiungevano il catechismo e i lavori donneschi; in quel-la destinata alle giovani di famiglia benestante, il programma d’insegnamentoprevedeva “un’estesa istruzione religiosa, letteraria, civile e manuale”:“Incominciando dalla lettura, la istruzione letteraria si estende alla calligrafia,grammatica ed ortografia italiana, aritmetica, geografia, storia sacra e profana,rudimenti di mitologia, lingua francese, ed esercizi di declamazione tanto inquest’ultimo idioma che nell’italico”100. Sul modello delle Scuole dellaProvvidenza di Bologna, nelle due istituzioni cesenati le lezioni avevano inizioalle 9 del mattino e terminavano nel pomeriggio, un’ora prima dell’Ave Maria;erano previste due ore di intervallo per il pranzo e per la ricreazione. Le scuoleerano aperte tutto l’anno, con l’eccezione del primo giovedì di ogni mese,durante il quale le maestre erano impegnate negli esercizi spirituali previstidalle Costituzioni delle Suore della Carità, di alcune festività e di due breviperiodi di sospensione dell’attività didattica nei mesi di marzo e di ottobre101.

Merita di essere sottolineato che, accanto alle vere e proprie scuolefemminili, le Suore della Carità di Modena furono chiamate, in questi stessianni, a gestire e dirigere anche altri tipi di istituzioni assistenziali ed educativeper l’infanzia e la gioventù.

Tra il 1843 e il ’44, ad esempio, cedendo alle insistenti richieste del card.Ignazio Cadolini, che era appena stato eletto arcivescovo di Ferrara (“Io levorrei affidare – scriveva il card. Cadolini a suor Rosalie Thouret – la direzionedi un Antico Conservatorio di giovani Zitelle da educarsi, ora se ne contano circa40, e può abbisognarsi di 4 o 5 Religiose, che formerebbero una primaComunità, o Casa Centrale. Mio intento sarebbe poscia di dare al di Lei Istitutola egual direzione di altri 3 o 4 Conservatori di questa Città”102), la superioradelle suore della Carità di Modena aveva accolto la proposta di assumere la

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99 Mons. Innocenzo Castracane a suor Rosalie Thouret, Cesena 28 giugno 1845, in APSdCF.100 Cfr. “L’Osservatore Romano”, 20 gennaio 1852, p. 3.101 Si veda al riguardo il Regolamento per le Scuole della Provvidenza, Bologna 1° marzo 1847, inAPSdCF.102 Il card. Ignazio Cadolini a suor Rosalie Thouret, Ferrara 7 giugno 1843, in APSdCF.

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direzione, oltre che dell’Arcispedale di S. Anna, anche dei quattro maggioriconservatori femminili ferraresi: S. Maria della Consolazione, S. Apollinare, S.Giustina e S. Giovanni Battista103.

Si trattava, come è stato giustamente notato, di un’indubbia novità,almeno per la diocesi ferrarese: fino a quel momento, infatti, “la vita internadei conservatori era [stata] governata, con la tutela delle autorità civili ereligiose, dalla più anziana delle zitelle recluse, e mai da suore”104.

Con l’arrivo a Ferrara delle prime quattro Suore della Carità, avvenutoil 15 settembre 1843, si procedette alla riorganizzazione dei primi due conser-vatori femminili, quello di S. Maria della Consolazione e quello di S. Apollinare.Il primo, eretto nel 1832 per accogliere giovani inferme e donne di “vita dissi-pata”, era stato da poco trasferito in una sede più capiente; sotto la direzionedelle religiose modenesi, esso mutò profondamente organizzazione interna efinalità, ottenendo fra l’altro il riconoscimento canonico e prendendo il nomedi Stabilimento delle penitenti di S. Maria della Consolazione105. Il conservato-rio di S. Apollinare accoglieva invece “zitelle abbandonate”, per le quali lesuore misero a punto un vero e proprio programma di recupero, puntando afornire loro un’adeguata istruzione civile e religiosa e una formazione profes-sionale che le mettesse in grado di reintegrarsi pienamente, e in tempi brevi,nella vita sociale106.

I lusinghieri risultati conseguiti dalle suore spinsero l’arcivescovo Cado-lini, “consolatissimo di queste buone Figlie”, a sollecitare l’invio a Ferrara dialtre religiose modenesi per il completamento del progetto di riorganizzazionedei conservatori cittadini107. Acconsentendo a tale ulteriore richiesta, tra il feb-braio 1844 e i primi mesi dell’anno seguente suor Rosalie inviò a Ferrara altrequattro suore, le quali assunsero la direzione del conservatorio di S. Giustina,che accoglieva giovani nubili di famiglia poverissima, e di quello di SanGiovanni Battista, destinato alle fanciulle orfane o abbandonate.

Proprio nel 1844, intanto, si era giunti alla costituzione di un nuovoinsediamento delle Suore della Carità a Roma, presso il conservatorio di S.Spirito in Sassia. L’apertura di una casa dell’Istituto nella capitale dello StatoPontificio, a lungo vagheggiata in passato, fin dal suo arrivo a Napoli, daJeanne-Antide Thouret108, era stata resa possibile dalla richiesta avanzata a suor

103 Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 13 giugno 1843 in APSdCF.104 A. PIZZITOLA, Infanzia e povertà. Custodia, educazione e lavoro nella Ferrara preunitaria,Manzuoli Editore, Firenze 1989, p. 204.105 A. VISSER, Le Suore della Carità a Ferrara. Tra cronaca e storia, Cartografia Artigiana, Ferrara1993, pp. 49-50.106 Ibidem, pp. 45-46.107 Il card. Ignazio Cadolini a suor Rosalie Thouret, Ferrara 29 novembre 1843, in APSdCF.108 Cfr. Jeanne-Antide Thouret a mons. Domenico Narni, in LD, p. 426.

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Rosalie da alcuni alti prelati romani, preoccupati delle difficili condizioni in cuiversava uno dei conservatori femminili più grandi e di maggiore tradizionedella capitale109, il quale, nonostante una serie di tentativi compiuti dopo laRestaurazione del 1815 di riorganizzarne l’attività e di garantirne il buon fun-zionamento, era entrato ormai in una fase di vera e propria decadenza110. “Jeviens vous donner – scriveva suor Rosalie Thouret alla Superiora generaleGénevieve Boucon, nel luglio 1844 – une nouvelle qui certainement vousréjouira et qui doit être à l’avantage de notre Institut. Des Cardinaux nous ontdemandées à Rome pour la direction morale et économique du grandConservatoire des filles du Saint Esprit près de Saint Pierre, qui sont au nombred’environ 400. Le Saint Père a déjà donné son approbation. La personne char-gée de cette commission m’a fait les plus vives instances pour accepter sansdélai afin que d’autres Instituts qui désirent s’établir à Rome, ne viennent nousenlever la place, d’autant plus q’on s’est dirigé à nous de préférence. J’ai doncaccepté en demandant un peu de délai pour préparer les sujets dont noussommes à l’étroit, soit pour les maisons que nous venons de former, et soit pourcelles que l’on nous demande”111.

L’istituto che le Suore della Carità erano state chiamate a dirigere, col-locato presso l’Archiospedale di S. Spirito in Sassia, accoglieva all’epoca più diquattrocento giovani abbandonate, sottoposte a rigidi controlli e ad una forza-ta inattività, destinate per la maggior parte a restare recluse per tutta la vita eperciò ribelli e pronte a ricorrere ad ogni espediente pur di sottrarsi in qualchemodo alla loro triste sorte. Nel 1844, dopo l’ennesima rivolta delle recluse regi-stratasi tra le mura del conservatorio, papa Gregorio XVI, su proposta dellacommissione cardinalizia incaricata della riorganizzazione dell’istituto, avevastabilito di attribuire alle Suore della Carità della Thouret la direzione e lagestione del medesimo112. Suor Rosalie aveva prontamente aderito a talerichiesta, conscia della delicatezza e dell’importanza di un tale incarico, pur nonnascondendo le difficoltà di reperire in tempi brevi religiose idonee da inviarea Roma: “J’espère que Dieu qui nos appelle d’une manière inattendue nousdonnera aussi les moyens et les grâces toutes spéciales pour réussir à sa plusgrande gloire et a la réformation de ce conservatoire qui a toujours été exposéaux tempêtes et aux orages depuis plusieurs siècles”113.

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109 Cfr. Conservatorii di Roma, in MORONI, XVII (1842), pp. 10-12.110 Cfr. R. SANI, Istruzione e istituzioni educative nella Roma pontificia (1815-1870), in L. PAZZAGLIA(a cura di), Chiesa e prospettive educative in Italia tra Restaurazione e Unificazione, La Scuola,Brescia 1994, pp. 707-771.111 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 luglio 1844, in AGSdC.112 Cfr. Degli Istituti di carità per la sussistenza e l’educazione dei poveri e dei prigionieri. Libri Tredel cardinale Carlo-Luigi Morichini Vescovo di Jesi. Edizione novissima, Stabilimento TipograficoCamerale, Roma 1870, pp. 541-550.113 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 15 agosto 1844, in AGSdC.

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Giunta a Roma il 21 settembre 1844, e stabilitasi nella capitale insiemealle suore che avrebbero dovuto assumere il servizio presso il conservatorio diS. Spirito in Sassia114, suor Rosalie pote’ constatare personalmente che le giova-ni ricoverate nell’istituto capitolino, così ostili e ribelli nei confronti delle passa-te direzioni, avevano accolto di buon grado i mutamenti introdotti dalle reli-giose nell’organizzazione e nella gestione del conservatorio. Le giovani, comeella scriveva a Mère Génevieve Boucon nel novembre 1844, “toutes aiment nossœurs” e “se portent bien grâces à Dieu, qui journellement ranime leur couragepour travailler à la réformation de la grande famille qui leur est confiée, etdont une lueur d’espoir commence à paraître, remarquant dans leurs élèvesplus de docilité, plus de calme et d’union entre elles”115. E in una lettera succes-siva, inviata alla stessa Superiora generale il 6 dicembre, ribadiva la sua pienasoddisfazione per l’andamento delle cose al conservatorio di S. Spirito in Sassia:“J’ai déjà reçu plusieurs fois les nouvelle de nos chères Sœurs romaines et grâ-ces a Dieu, elles sont satisfaisantes. Elles ont de la besogne et des difficultés,mais elles recueillent déjà quelques fruit de leurs travaux. Les cardinaux se mon-trent contents de ce qu’elles ont obtenu jusqu’à présent de leurs filles, et enleur faisant ma dernière visite, ils m’assurèrent de leur protection et de leurappui pour nos sœurs, et montrèrent quelques désirs d’en avoir d’autres pourles enfants trouvés, petits qui sont dans le même local et pour d’autres vueslointaines. J’espère que moyennant la correspondance de nos sœurs qui sontbonnes et vos prières, Dieu bénira cette maison et la rendra florissante à lagloire et à l’honneur de notre Institut”116.

Nei mesi seguenti, le Suore della Carità di Modena furono richiesteanche dal vescovo di Cesena, mons. Innocenzo Castracane, per assumere la dire-zione del locale orfanotrofio femminile, il quale ospitava circa 30 bambine edera stato affidato, fino a quel momento, ad istitutrici laiche che non avevanodato buona prova di sé117. Nel luglio 1845, suor Rosalie rispondeva affermativa-mente a questa richiesta118, ma in realtà, la carenza di religiose disponibili pertale opera impedirà, fino all’anno seguente, la concreta realizzazione del pro-getto. Solo nell’autunno del 1846, infatti, le Suore della Carità si sarebbero sta-bilite a Cesena e, oltre ad istituirvi, come si è già ricordato, due scuole elemen-tari femminili, una per le fanciulle povere e l’altra per le giovani di famigliabenestante, si sarebbero fatte carico anche dell’attività di assistenza ed educa-zione presso l’orfanotrofio femminile cittadino.

114 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 22 settembre 1844, in AGSdC.115 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 4 novembre 1844, in AGSdC.116 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 6 dicembre 1844, in AGSdC.117 Mons. Innocenzo Castracane a suor Rosalie Thouret, Cesena 8 agosto1845, in APSdCF.118 Suor Rosalie Thouret a mons. Innocenzo Castracane, Modena 14 luglio1845, in ASCe, Fondo OIR,Miscellanea.

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Nel dicembre 1847, infine, le religiose di Rosalie Thouret furono chia-mate a dirigere il conservatorio delle Orfane di Pesaro, che ospitava all’epocacirca 20 fanciulle. La loro chiamata nella città marchigiana era stata stabilita dalcollegio dei deputati dell’Opera, presieduto dal conte Giuseppe Mamiani, nellaseduta del 27 maggio dell’anno precedente119. Caratterizzato da una lunga fasedi cattiva gestione amministrativa e, soprattutto, dall’assenza di un organicoprogetto di recupero e di formazione delle fanciulle ivi ricoverate, il conserva-torio pesarese versava in una condizione di profonda crisi. Di qui la decisionedel collegio dei deputati di affidarne la direzione alle Suore della Carità, lequali procedettero, negli anni seguenti, ad una radicale e organica riorganizza-zione dei servizi assistenziali ed educativi erogati dall’Opera, potenziando laformazione morale e religiosa e, soprattutto, dando largo spazio all’istruzionecivile e professionale delle ricoverate, sul modello di quanto avevano già realiz-zato in altre analoghe istituzioni per la gioventù abbandonata.

Una stagione difficile: le Suore della Carità nell’Italia centrale tra motiinsurrezionali e repressione (1848-1849)

Il 1846 doveva segnare una vera e propria svolta nella vita di suorRosalie Thouret. Il 24 ottobre 1845 era morto lo zio, Sebastian Thouret, chel’aveva nominata sua erede e questo la obbligò a recarsi in Francia per espleta-re le formalità relative all’assegnazione dell’eredità. Diretta in Franca Contea,ella “arrive à Genève le 10 mars 1846 en provenant de Modène. Elle est accom-pagnée par sœurs Clarisse Berreur, âgée alors de 23 ans, et par sœurs PhilipineBerreur, âgée de 21 ans”120. Giunta a Besançon, si recò alla Casa Madredell’Istituto, dove fu accolta “avec tous les honeurs dus au post qu’elleoccupe”121. E’ la stessa Superiora della comunità bisontina a darne notizia:“L’année dernière, nous avons eu l’ avantage de posséder ici, pendant quelquetemps, notre chère et bien-aimée sœur Rosalie Thouret: toutes nos sœurs qui laconnaissaient déjà, l’ont revue avec un plaisir indicible; et celles qui ne l’avaientjamais vue ont été enchantés de faire connaissance avec elle”122.

Ma, ben più importante di questo viaggio è quello che suor Rosaliecompì, nell’autunno dello stesso anno, a Vercelli, presso la Casa provincialedelle Suore della Carità del Piemonte. La Provincia religiosa piemontese, voluta

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119 Rosalie Thouret a Giuseppe Mamiani, Torino 15 dicembre 1846, in ASP. Fondo S. Benedetto,Miscellanea 1846.120 ASGe, Fichier des étrangers, 1846.121 A. DUFFET, Les prémières compagnes de Jeanne-Antide, pp. 366-367.122 A. Pellier a M. Génevieve Boucon, Besançon 3 maggio 1847, ibidem, p. 367

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dalla stessa Jeanne-Antide Thouret, era ormai diventata una realtà fiorente conun suo noviziato e ben 54 comunità. La superiora provinciale, suor CécileGuinard, era morta poche settimane prima, nel settembre 1846. Data la com-plessità della situazione, non era facile sostituirla, e così la Superiora generaleGénevieve Boucon aveva pensato a suor Rosalie come all’unico soggetto ingrado di ricoprire degnamente tale ufficio.

Il nuovo incarico fu comunicato qualche tempo dopo dalla stessaSuperiora generale a suor Rosalie, in occasione di un breve soggiorno a Napolidi quest’ultima: “Essendosi quindi giusto in quel tempo portata in Roma percondurvi altre Suore, la nominata Suor Rosalie venne a visitarci in questa Casadi Napoli; e si fu allora che accettò in presenza del nostro Consiglio, abbenchénon senza qualche difficoltà, la novella carica di Provinciale del Piemonte. E difatti partitasi da qui dopo esser passata per Roma, credo per domandare labenedizione al Santo Padre, si portò in Piemonte ove fu accolta con piacere, eplauso generale di tutti quei stabilimenti a cui noi già l’avevamo annunciatacon una circolare, perché era vera nostra intenzione di lasciarvela stabilita.Avendo però poco dopo ricevute varie lettere sia da Sua Altezza Realel’Arciduca di Modena, sia da vari Eminentissimi Vescovi, e sia dall’E.mo SignorCavaliere Galvani il quale mi riferiva e il dispiacere dell’Arciduca e il pericoloche vi era per la dotazione delle Suore, non assicurata con Decreto reale, noisubito desistemmo dalla presa determinazione, e loro assicurai che l’assenzadi Suor Rosalie non sarebbe stata che per due al più tre mesi, ch’ella sarebbeben tosto ritornata in Modena ove avrebbe fermata la sua residenza comeprima; meno però che avrebbe solo ritenuto l’incarico di fare due volte l’an-no un giro nel Piemonte ritenendo ancora la nomina di Provinciale Generale;e ciò pure perché essendo stata allora riconosciuta per tale da tutti quei sta-bilimenti avrebbe fatto un non buono effetto il sentirlo dimesso dopo sì brevespazio”123.

Rientrata a Modena verso la fine di gennaio del 1847, dopo aver sog-giornato alcune settimane a Vercelli per sistemare gli affari della Provincia pie-montese, suor Rosalie dedicò larga parte del suo tempo alla riorganizzazione dialcune opere assistenziali ed educative già in essere, come le Scuole dellaProvvidenza di Bologna, per le quali si procedette al rinnovo della convenzionee alla ridefinizione di statuti e regolamenti, e all’avvio di altre, la cui effettivarealizzazione era rimasta in sospeso, come nel caso del servizio assistenzialepresso l’ospedale degli Infermi di Pesaro e in quello della direzione del conser-vatorio delle Orfane della stessa città marchigiana.

123 M. Génevieve Boucon a mons. Pietro Stella, Napoli 15 aprile 1847, in AGSdC.

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Alla vigilia del 1848, ella non aveva ancora sentore dei rivolgimentipolitici e insurrezionali che stavano per abbattersi sulla penisola124, né delleripercussioni che tali rivolgimenti avrebbero avuto sulla vita e sull’attivitàdell’Istituto. Verso la metà di marzo dello stesso anno, tuttavia, suor Rosalie,valutata l’estrema gravità della situazione venutasi a creare, scriveva preoccu-pata alla Superiora generale Génevieve Boucon: “La plupart de nos maisons,surtout dans les Etats du Pape sont chancelantes et d’un moment à l’autre, nossœurs peuvent subir le même sort que celles de Senigallia, que les pauvresJésuites et les Frères des Ecoles Chrétiennes […]. Que ferons-nous avec 160sœurs qui nous tomberons dessus et si dans notre Duché il en arrive comme ail-leurs, car aucun royaume, aucune ville du monde n’est tranquille? Je n’ai pasvoulu vous mettre en souci jusqu’à présent, mais je vous avoue que depuisquelque temps, je ne vis pas sans inquiétude pour ce qui peut nous arriver […].N’ayant d’autres ressources que l’entretien des sœurs qui servent nos hôpitaux,et si cela vient à manquer par la chute du Gouvernement, nous voilà bien arran-gées. Tous les jours on apprend des nouvelles plus fâcheuses et parfois plustristes, les bouleversements arrivent à l’imprévu et comme la foudre. Nous prionle Ciel de nous préserver des fléaux suspendus sur nous”125.

I timori di Suor Rosalie non erano infondati, come testimonia il fattoche, il 21 marzo 1848, le suore operanti presso l’ospedale degli Infermi di Pesarofurono costrette a sospendere a tempo indeterminato, per motivi precauziona-li, tale servizio126. Si profilavano temps orageux, come li definiva suor Rosalie, enon sembrava che le difficoltà si sarebbero appianate a breve. “Pour le moment– ella scriveva a Mére Génevieve Boucon – nous sommes tranquilles suffisam-ment quoique tout ce qui nous entoure soit dans l’agitation. Mon Dieu! Quandfiniront ces évènements qui chaque jour nous étonnent et nous frappent destupeur? Nous avons appris la fuite du Pape et ensuite on assure que le Roi deNaples lui a donné l’hospitalité dans son palais de Portici”.

Suor Rosalie, tra l’altro, era particolarmente preoccupata per la situa-zione in cui operavano le religiose impegnate a Roma presso il conservatorio diS. Spirito in Sassia: “Je n’ai pas de nouvelles de nos sœurs de Rome depuis lesaffaires qui sont arrivées. Je veux me flatter que tous ces bouleversements neles aient pas frappés, cependant j’en suis en peine”127.

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124 Si vedano al riguardo: G. CANDELORO, Storia dell’Italia moderna. 1. La rivoluzione nazionale(1846-1849), Feltrinelli, Milano 1979, pp. 5-89 e passim; A. SCIROCCO, L’Italia del Risorgimento 1800-1871, Il Mulino, Bologna 1990, pp. 263-312.125 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 marzo 1848, in AGSdC.126 Cfr. Risoluzione del Collegio dell’Ospedale di San Salvatore di Pesaro, seduta 22 marzo 1848, inASP, IRAB, San Salvatore, 1848, b. 75, f. 3.127 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 3 dicembre 1848, in AGSdC.

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Il 23 febbraio 1849, all’indomani della proclamazione della RepubblicaRomana, le Suore della Carità, al pari dei religiosi di S. Camillo de Lellis, che daqualche tempo erano stati chiamati a prestare la loro assistenza nell’Archiospe-dale di S. Spirito, furono cacciate dal conservatorio femminile. Private dei mezzidi sussistenza, le religiose di Roma furono costrette ad abbandonare la capitale ea stabilirsi presso le loro consorelle a Tivoli. “Sette mesi oramai sono scorsi – scri-veva la superiora della casa di Roma, suor Saveria Calderoni nel settembre 1849–, ch’elleno hanno vissuto con i denari prestati dai benefattori, menando in Tivoliuna vita sedentaria; hanno, con meno incomodo potuto castigare il loro palatoformando una dozzina di Scudi Cinquanta il mese fra tutte, tutto compreso il tra-sporto degli oggetti di loro proprietà da luogo in luogo, e i vari viaggi delle per-sone, hanno portato la spesa in tutto non minore dei Scudi Cinquantacinque”128.

Anche a Bologna le suore furono costrette a vivere come recluse nel-l’ospedale di Sant’Orsola, separate dalla loro superiora, suor FelicissimaTagliazzucchi, alla quale era stato vietato di allontanarsi dal domicilio assegna-to e di intrattenere rapporti con le consorelle. Non meno incerta era la condi-zione delle religiose a Ferrara: “Nos sœurs qui sont à l’hôpital de Ferrare ont étébien effrayées car le feu a pris au bûcher avec une force terrible, ce qui a occa-sionné une grande perte de combustible et autres. On a dû transporter lesmalades dans un autre établissement pour les sauver des flammes. Les sœursont travaillé en vraies filles de St. Vincent et n’ont souffert que de la fatigueexcessive. On croit que ce feu a été mis a dessein pour brûler les Allemandsmalades, mais on n’a pas encore découvert les auteurs de ce vil attentat; ç’a étéle 6 novembre que cet accident est arrivé”129.

L’ultima fase

Gli sconvolgimenti politici del 1848-1849 causarono, indubbiamente,oltre ad un notevole rallentamento, quando non una vera e propria paralisi deiservizi e delle attività svolte dall’Istituto, anche una drastica flessione del nume-ro di giovani che chiedevano di potere intraprendere la vita religiosa nell’Isti-tuto. Pur non nascondendo le sue preoccupazioni per la situazione venutasi acreare, suor Rosalie Thouret seppe tuttavia reagire con grande forza d’animoalle difficoltà, non mancando di trarre da esse insegnamenti e stimoli per unulteriore potenziamento della vita spirituale in seno alla congregazione reli-giosa: “Nous avons toujours peu de sujets car les temps ne sont pas propice aux

128 Suor Saveria Calderoni all’Amministrazione dell’Ospedale di Santo Spirito, Tivoli 19 settembre1849, AGSdC,. Carteggio Ospedale di S. Spirito in Sassia (Roma).129 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 3 dicembre 1848, in AGSdC.

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vocations religieuses; mais je préfère en avoir moins et qu’elles soient vraies etsolides car c’est la plus grande peine quand les sujets ne correspondent pas aubienfait de la vocation par une conduite irréprochable, surtout dans l’époqueoù nous nous trouvons. Nous avons cependant beaucoup de demandes desœurs auxquelles je ne puis pourvoir. Celles de Rome vont leur train en atten-dant de l’aide que je ne puis leur donner à présent”130.

Con il rientro a Modena del duca Francesco V, la situazione politica nelDucato estense sembrò avviarsi, dopo i rivolgimenti dei mesi precedenti, versola normalità. Il precedente Governo provvisorio, capeggiato da GiuseppeMalmusi e da Giovanni Minghelli, si era mostrato, fra l’altro, sostanzialmenterispettoso nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche e delle comunità religio-se, attribuendo addirittura ai Cappuccini il titolo di “fratelli del Popolo” e defi-nendo a più riprese le Suore della Carità “tanto benemerite del Paese, uno deigrandi beneficii fatti dal Cristianesimo all’Umanità”131. Ma c’è dell’altro: in virtùdell’efficace opera di mediazione e di dialogo con il Governo provvisorio con-dotta dal vescovo di Modena, mons. Luigi Ferrari, e da quello di Reggio Emilia,mons. Filippo Cattani, le Suore della Carità avevano potuto continuare a svol-gere serenamente il loro servizio negli ospedali e nelle altre istituzioni assisten-ziali ed educative dei domini estensi132.

Suor Rosalie aveva vissuto momenti tutt’altro che sereni, viceversa, perle suore che operavano in Romagna, dove all’acceso anticlericalismo espressodal Governo Provvisorio capeggiato da Giuseppe Farini era poi subentrata unacerta diffidenza, nei riguardi delle congregazioni religiose, da parte dell’eserci-to austriaco di occupazione133. Nei primi mesi del 1850, tuttavia, anche nelle dio-cesi di Bologna, Imola, Ravenna e Cesena era tornata la calma e le diversecomunità delle Suore della Carità avevano potuto riprendere i loro normaliritmi di lavoro.

La corrispondenza interna relativa a questa nuova fase documenta lavitalità e l’intenso impegno manifestati dalle religiose della Provincia modene-se nei diversi settori: si provvide al miglioramento dei servizi prestati negli ospe-dali di Modena, all’incremento del numero delle suore impegnate presso le isti-tuzioni assistenziali ed educative di Cesena134 e, infine, si gettarono le basi perla riorganizzazione delle Scuole della Provvidenza a Bologna135.

SUOR ROSALIE THOURET E LA FONDAZIONE DELLA PROVINCIA MODENESE DELLE SUORE DELLA CARITÀ 53

130 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 febbraio 1850, in AGSdC.131 Governo Provvisorio, Decreto 1° aprile 1848, in ASM, fondo ECA, b. 2337, f. 15.132 Cfr. U. MARCELLI, Le vicende politiche dalla Restaurazione alle annessioni, in A. BERSELLI (a curadi), Storia dell’Emilia Romagna, Bononia University Press, Bologna 1977, III, pp. 80-100.133 Ibidem, pp. 102-120.134 Mons. Enrico Orfei a suor Rosalie Thouret, Cesena 21 gennaio 1850, in ACCe, Carteggio deiVescovi, Pia unione delle Derelitte, 1850.135 Cfr. le lettere di Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 27 novembre 1850, in AGSdC; eal card. Chiarissimo Falconieri, Modena 21 luglio 1851, in AGSdC.

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54 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nella primavera del 1852, infine, dopo una lunga trattativa avviataalcuni mesi prima con l’ordinario locale, mons. Giovanni Benedetto Folicaldi136,suor Rosalie poteva annunciare l’apertura di un nuovo servizio presso loSpedale degli Infermi di Faenza: “Dans les premiers de mai – ella sottolineava –,nous avons établi nos Sœurs à l’hôpital de Faenza où elles ont été reçues joyeu-sement par l’Evêque et toutes les autorités ecclésiastiques, civiles et militaires.On a fait une cérémonie à l’église où l’Evêque avait à ses côtés les sœurs, etaprès un discours on a chanté le Te Deum et on les a mises en possession de lamaison. Je n’ai pu les accompagner étant indisposée et j’en ai été bien aise afinde ne pas me trouver dans ces compliments qui mettent dans l’embarras. J’y aienvoyé Sœur Emérencie dont on est fort content. Elles sont six et sans doute onen voudra d’autres, ayant l’administration interne, la cuisine, la garde-robe, lasurveillance dans les salles. Jusq’à présent je ne reçois que des congratulationset réellement, je ne pouvais donner un sujet plus brave que Soeur Emérenciedont les éprouves passées lui ont augmenté l’expérience”137.

Fu questa l’ultima importante iniziativa intrapresa e portata a termineda suor Rosalie Thouret. Il 22 maggio 1852, sentendo venire meno le energieche l’avevano sostenuta nelle diverse tappe della sua intensa e febbrile esisten-za, ella aveva scritto alla Superiora generale M. Génevieve Boucon una letteracommovente, nella quale per la prima volta poneva l’accento non solamentesull’attività della Provincia di Modena e sulle molteplici opere e iniziative che lediverse comunità di suore svolgevano, ma anche sulle sue personali condizionidi salute e, in particolare, sul peso degli anni che cominciava a farsi sen-tire: “Hélas! Nous devenons toutes vieilles – ella scriveva – et je sens bien pourmon compte que les années me pèsent et que les travaux et les peines usent lesfacultés physiques et morales”138.

Nei mesi seguenti le condizioni di salute di suor Rosalie Thouret eranodestinate a peggiorare progressivamente. Il 17 dicembre 1853 ella si spegnevaa Modena per le complicazioni insorte a seguito di una polmonite139.

Sulle orme della Fondatrice delle Suore della Carità, Jeanne-AntideThouret, con la quale tanti anni prima da Besançon era giunta in Italia, aNapoli, e aveva vissuto l’esperienza delle origini e del successivo consolidamen-to e sviluppo dell’Istituto, suor Rosalie aveva dedicato l’intera esistenza al ser-vizio dei poveri e degli ultimi. Al pari della zia, ella aveva incarnato un nuovomodello di vita religiosa femminile, capace di testimoniare, in una società come

136 Cfr. Mons. Giovanni Benedetto Folicaldi a suor Rosalie Thouret, Faenza 15 ottobre 1851, inAPSdCF.137 Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 1852, in AGSdC.138 Ibidem.139 Cfr. M. Génevieve Boucon a suor Melania Mantelli, Napoli 29 Dicembre 1853, in AGSdC.

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quella del secolo XIX, segnata da rapidi e profondi mutamenti e dall’insorgeredi nuove forme di povertà e di emarginazione, il senso profondo di una fedecristiana vissuta all’insegna della carità operosa e dell’attenzione ai poveri e aisofferenti, nella convinzione – espressa secoli prima da Vincenzo de’ Paoli eriproposta poi con forza, all’inizio dell’Ottocento, da Jeanne-Antide Thouret –che “servire i poveri vuol dire servire Cristo stesso”140.

SUOR ROSALIE THOURET E LA FONDAZIONE DELLA PROVINCIA MODENESE DELLE SUORE DELLA CARITÀ 55

140 Cfr. R. SANI, Spiritualità e ideali di vita religiosa in Francia e in Italia tra Rivoluzione eRestaurazione, pp. 27-41.

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Lettere (1813-1853)

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1) Sr. Rosalie Thouret a mgr. Claude Lecoz, Napoli 21 febbraio 18132) Sr. Rosalie Thouret a sr. Brigitte Cayen, Napoli 26 agosto 18263) Sr. Rosalie Thouret al can. Pietro Adinolfi, Napoli 30 agosto 18264) Mons. Domenico Narni Mancinelli a sr. Rosalie Thouret, Cosenza 4 settem-

bre 18265) Sr. Rosalie Thouret a sr. Catherine Barrois, Napoli 15 settembre 18266) Sr. Rosalie Thouret a sr. Elisabeth Bouvard, Napoli 18 settembre 18267) Sr. Catherine Barrois a sr. Rosalie Thouret, Besançon 4 novembre 18268) Sr. Rosalie Thouret al can. Pietro Adinolfi, Napoli 6 dicembre 18269) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 1 maggio 183410) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 6 maggio 183411) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 maggio 183412) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 183413) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 31 maggio 183414) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 2 luglio 183415) Sr. Rosalie Thouret a Francesco IV d’Austria Este, Modena 1 ottobre 183416) Francesco IV d’Austria Este a sr. Rosalie Thouret, Modena 6 ottobre 183417) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 dicembre 183418) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 16 dicembre 183419) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 25 dicembre 183420) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 aprile 183521) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena, 28 aprile 183522) Sr. Rosalie Thouret a Filippo Caula, Modena 8 maggio 183523) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 giugno183524) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Savigliano 3 luglio 183525) Sr. Rosalie Thouret a mons. Adeodato Caleffi, Modena 8 ottobre 183626) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 5 febbraio 1837

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27) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 9 aprile 183728) Francesco IV d’Austria Este a sr. Rosalie Thouret, Modena 23 giugno 183729) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 25 settembre 183730) Sr. Rosalie Thouret a mons. Luigi Barbieri, Modena 24 novembre 183731) Mons. Luigi Barbieri a sr. Rosalie Thouret, Modena 4 dicembre 183732) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 31 gennaio 183833) Sr. Rosalie Thouret a Girolamo Riccini, Modena 5 Aprile 183834) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 aprile 183835) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 30 maggio 183836) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 9 luglio 183837) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ravenna 14 settembre 183838) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 ottobre 183839) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 10 dicembre 183840) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 9 settembre 183941) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 26 ottobre 183942) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 dicembre 183943) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 28 dicembre 184044) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 5 gennaio 184145) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 11 gennaio 184146) Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio, Modena 17 gennaio 184147) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 29 gennaio 184148) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 febbraio 184149) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 23 febbraio 184150) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 8 marzo 184151) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 27 giugno 184152) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 9 luglio 184153) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 18 luglio 184154) Sr. Rosalie Thouret al card. Giovanni Maria Mastai Ferretti, Ravenna 18 ago-

sto 184155) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 17 febbraio 184256) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 5 giugno 184257) Marchese Luigi de Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 20 giugno 184258) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 30 dicembre 184259) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 30 dicembre 184260) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 30 dicembre 184261) Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio, Modena 6 gennaio 184362) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 19 gennaio 184363) Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio, Modena 22 marzo 184364) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 7 giugno 184365) Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 8 giugno 184366) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 13 giugno 1843

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67) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 16 giugno 184368) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 26 giugno 184369) Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 26 giugno 184370) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 2 luglio 184371) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 9 luglio 184372) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 11 luglio 184373) Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 6 agosto 184374) Sr. Rosalie Thouret al Governatore di Siena, Modena 3 settembre 184375) Governatore di Siena a sr. Rosalie Thouret, Siena 9 ottobre 194376) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena, 19 ottobre 184377) Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 ottobre 184378) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 29 novembre 184379) Cherubino Bennati a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 1 dicembre 184380) Cherubino Bennati a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 26 gennaio 184481) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 30 gennaio 184482) Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret, Bologna 9 febbraio

184483) Sr. Rosalie Thouret alla marchesa Ippolita Grassi Marsigli, Modena 12 feb-

braio 184484) Conte Claudio Bentivoglio a sr. Rosalie Thouret, Modena 13 febbraio 184485) Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret, Bologna 27 febbraio

184486) Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret, Bologna 18 aprile

184487) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Bologna 31 maggio 184488) Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret, Bologna 9 giugno

184489) Sr. Rosalie Thouret alla marchesa Ippolita Grassi Marsigli, Modena 10 giug-

no 184490) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 16 giugno 184491) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ferrara 14 luglio 184492) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 15 agosto 184493) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 22 agosto 184494) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 22 settembre 184495) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 23 settembre 184496) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 8 ottobre 184497) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 25 ottobre 184498) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 4 novembre 184499) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 6 dicembre 1844100) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 23 dicembre 1844101) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 1 gennaio 1845

LETTERE (1813-1853) 61

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62 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

102) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 5 gennaio 1845103) Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 5 gennaio 1845104) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 6 gennaio 1845105) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 14 gennaio 1845106) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 15 gennaio 1845107) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 18 gennaio 1845108) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 21 gennaio 1845109) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 24 gennaio 1845110) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 25 gennaio 1845111) Luigi Marabini a sr. Rosalie Thouret, Modena 5 febbraio 1845112) Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 19 Febbraio 1845113) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 2 marzo 1845114) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 4 marzo 1845115) Luigi Marabini a sr. Rosalie Thouret, Modena 17 marzo 1845116) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 3 giugno 1845117) Mons. Innocenzo Castracane a sr. Rosalie Thouret, Cesena 28 giugno 1845118) Don Fortunato Pelami a sr. Rosalie Thouret, Casemurate 4 luglio 1845119) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 6 luglio 1845120) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 10 luglio 1845121) Sr. Rosalie Thouret a mons. Innocenzo Castracane, Modena 14 luglio 1845122) Mons. Innocenzo Castracane a sr. Rosalie Thouret, Cesena 8 agosto 1845123) Don Fortunato Pelami a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 14 agosto 1845124) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Casemurate 30 agosto

1845125) Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 10 settembre 1845126) Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 4 ottobre 1845127) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 6 ottobre 1845128) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 10 novembre 1845129) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 27 novembre

1845130) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 29 aprile 1846131) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Argenta 4 maggio 1846132) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 7 maggio 1846133) Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 21 maggio 1846134) Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 24 maggio 1846135) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 16 giugno 1846136) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 20 luglio 1846137) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 8 agosto 1846138) Giuseppe Mamiani a sr. Rosalie Thouret, Pesaro 6 ottobre 1846139) Sr. Rosalie Thouret a Giuseppe Mamiani, Vercelli 21 novembre 1846140) Sr. Rosalie Thouret a sr. Celeste Mattioli, Torino 2 dicembre 1846

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141) Sr. Rosalie Thouret a Giuseppe Mamiani, Torino 15 dicembre 1846142) Sr. Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Ospedale S. Andrea, Vercelli 16

gennaio 1847143) Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 27 gennaio 1847144) Card. Gabriele Ferretti a sr. Rosalie Thouret, Pesaro 6 febbraio 1847145) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 20 febbraio 1847146) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 3 marzo 1847147) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 5 marzo 1847148) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 16 marzo 1847149) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 19 marzo 1847150) Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi de Buoi, Modena 23 luglio 1847151) Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 12 settembre 1847152) Rosa Minghetti a sr. Rosalie Thouret, Bologna 21 gennaio 1848153) Sr. Rosalie Thouret a mons. Alessandro Angeloni, Modena 8 febbraio 1848154) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 marzo 1848155) Alessandro Gallucci e Nicola Grazia a sr. Rosalie Thouret, Pesaro 22

marzo1848156) Mons. Luigi Ferrari a sr. Rosalie Thouret, Modena 17 luglio 1848157) Mons. Luigi Ferrari a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 luglio 1848158) Don GaetanoMaria Silvestri a sr. Rosalie Thouret, Modena 30 novembre 1848159) Don Gaetano Maria Silvestri a sr. Rosalie Thouret, Modena 1 dicembre 1848160) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 3 dicembre 1848161) Sr. Rosalie Thouret al Presidente delle Opere Pie di Modena, Modena 1 feb-

braio 1849162) Supplica di sr. Rosalie Thouret a Papa Pio IX, Modena 24 giugno 1849163) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 25 agosto 1849164) Sr. Rosalie Thouret al Presidente degli Spedali Civili e Cronici di Modena,

Modena 30 settembre 1849165) Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 2 ottobre 1849166) Conte Filippo Folicaldi a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 17 ottobre 1849167) Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 16 dicembre 1849168) Supplica di sr. Rosalie Thouret a Papa Pio IX, Modena 22 dicembre 1849169) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 20 gennaio 1850170) Mons. Enrico Orfei a sr. Rosalie Thouret, Cesena 21 gennaio 1850171) Sr. Rosalie Thouret a Rosa Minghetti, Modena 24 gennaio 1850172) Rosa Minghetti a sr. Rosalie Thouret, Bologna 28 gennaio 1850173) Sr. Rosalie Thouret a mons. Enrico Orfei, Modena 18 febbraio 1850174) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 febbraio 1850175) Le Signore del Comitato a sr. Rosalie Thouret, Bologna 19 marzo 1850176) Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 28 marzo 1850177) Mons. Gaetano Bedini a sr. Rosalie Thouret, Bologna 1 aprile 1850

LETTERE (1813-1853) 63

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64 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

178) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 5 aprile 1850179) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 10 aprile 1850180) Sr. Rosalie Thouret a Rosa Minghetti, Modena 12 aprile 1850181) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 12 aprile 1850182) Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 15 aprile 1850183) Mons. Luigi Scabbia a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 17 aprile 1850184) Le Signore del Comitato a sr. Rosalie Thouret, Bologna 23 aprile 1850185) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 27aprile 1850186) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 5 maggio 1850187) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 22 maggio 1850188) Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 31 maggio 1850189) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 6 giugno 1850190) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 10 luglio 1850191) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Opizzoni, Modena 24 luglio 1850192) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 11 settembre 1850193) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 27 novembre 1850194) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 7 dicembre 1850195) Mons. Luigi Ferrari a sr. Rosalie Thouret, Modena 26 dicembre 1850196) Mons. Enrico Orfei a sr. Rosalie Thouret, Cesena 30 dicembre 1850197) Mons. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 31 dicembre 1850198) [Mittente non identificato] a sr. Rosalie Thouret, Roma 31 dicembre 1850199) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 8 gennaio 1851200) Card. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 11 febbraio 1851201) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Bennicelli, Modena 12 Febbraio 1851202) Sr. Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Istituto S. Carlo, Modena 18

febbraio 1851203) Giuseppe Fabrini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 2 marzo 1851204) Sr. Rosalie Thouret a Francesco V d’Austria Este, Modena 23 marzo 1851205) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 13 aprile 1851206) Mons. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 26 aprile 1851207) Contratto di affitto sottoscritto da Antonio Tori e da sr. Rosalie Thouret,

Modena 6 maggio 1851208) Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Forlì 14 luglio 1851209) Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 21 luglio 1851210) Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 21 luglio 1851211) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 26 luglio 1851212) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 30 luglio 1851213) Don Ferdinando Scotti e Pirro Della Massa a sr. Rosalie Thouret, Cesena 27

agosto 1851214) Sr. Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Orfanotrofio di Cesena,

Modena 7 settembre 1851

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215) Mons. Gaetano Bedini a sr. Rosalie Thouret, Bologna 11 settembre 1851216) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 12 settembre 1851217) Mons. Giovanni Benedetto Folicaldi a sr. Rosalie Thouret, Faenza 15 ottobre

1851218) Sr. Rosalie Thouret a mons. Giovanni Benedetto Folicaldi, Modena 21 otto-

bre 1851219) Sr. Rosalie Thouret a mons. Giovanni Benedetto Folicaldi, Faenza 9 dicem-

bre 1851220) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 5 gennaio 1852221) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 9 gennaio 1852222) Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 14 gennaio 1852223) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 16 gennaio 1852224) Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 29 gennaio 1852225) Don Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 11 febbraio 1852226) Don Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 23 febbraio 1852227) Sr. Rosalie Thouret a don Carlo Babini, Modena 27 febbraio 1852228) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 marzo 1852229) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 marzo 1852230) Card. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 11 marzo 1852231) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 13 marzo 1852232) Sr. Rosalie Thouret al card. Luigi Vannicelli Casoni, Modena 15 marzo 1852233) Don Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 29 marzo 1852234) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 1 aprile 1852235) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 aprile 1852236) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 4 aprile 1852237) Don Giuseppe Ricci e don Domenico Valenti a sr. Rosalie Thouret, Lugo 16

aprile 1852238) Sr. Rosalie Thouret agli Amministratori di Lugo, Modena 21 aprile 1852239) Don Achille Marsigli a sr. Rosalie Thouret, Bologna 29 aprile 1852240) Don Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 1 maggio 1852241) Mons. Giovanni Benedetto Folicaldi a sr. Rosalie Thouret, Faenza 1 maggio

1852242) Gli Amministratori dell’Ospedale di Lugo a sr. Rosalie Thouret, Lugo 3 mag-

gio 1852243) Sr. Rosalie Thouret al marchese Achille Marsigli, Modena 6 maggio 1852244) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 1852245) Sr. Rosalie Thouret agli Amministratori dell’Ospedale di Faenza, Modena 25

maggio 1852246) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 13 giugno 1852247) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 21 giugno 1852248) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 21 giugno 1852

LETTERE (1813-1853) 65

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66 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

249) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 6 agosto 1852250) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 agosto 1852251) Antonio Ricci e Giovanni Cappucci a sr. Rosalie Thouret, Lugo 4 settembre

1852252) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 12 settembre 1852253) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 22 ottobre 1852254) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 5 dicembre 1852255) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 26 dicembre 1852256) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 dicembre 1852257) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 22 gennaio 1853258) Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 9 febbraio 1853259) Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 18 febbraio 1853260) Antonio Ricci a sr. Rosalie Thouret, Lugo 1 aprile 1853261) Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 26 maggio 1853262) La Deputazione dell’Ospedale di Faenza a sr. Rosalie Thouret, Faenza 31

maggio 1853263) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 20 giugno 1853264) Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 settembre 1853265) Antonio Ricci e Bernardo Valenti a sr. Rosalie Thouret, Lugo 26 novembre

1853

/1/Sr. Rosalie Thouret a mgr. Claude Lecoz1, Napoli 21 febbraio 1813

Naples, 21 febbraio1813

Moi, Sœur Marie-Joseph Rosalie Thouret copiste des lettres de ma chèretante, je viens en esprit, en confiance, aux pieds de Monseigneur l’Archevêqueet mon très honoré Supérieur Général, pour le prier de m’accorder la permis-sion de me consacrer au Seigneur par la profession des vœux en usage dansnotre Communauté.

J’approche l’âge de 20 ans2 et voilà quatorze ans que je suis à l’école dela vie de l’esprit et des vertus religieuses.

J’espère que Dieu me fera la grâce précieuse de vivre et de mourir dansce saint état.

Si la volonté de Dieu ne m’eût pas emmenée à Naples, j’aurais l’hon-neur de faire ma profession entre vos mains.

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Je vous prie de m’accorder la faveur de vos prières, de vos avis salutaireset de votre Bénédiction, et suis avec le plus profond respect, Monseigneur ettrès révérend Père.

Votre très humble et très soumise fille,Sœur Marie-Joseph Rosalie Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AVBe

1 Si tratta di mons. Claude Lecoz, arcivescovo di Besançon (Quimper 1740 – Villevieux 1815),figura di primo piano della Chiesa costituzionale, nel 1802 era stato scelto da Napoleone, insie-me ad altri 12 vescovi giurati, per costituire l’episcopato concordatario e, in tale veste, era statodestinato a reggere la diocesi di Besançon. Su di lui: H. CALHIAT, La Mère Thouret, fondatrice desSœurs de la Charité, Rome 1892, pp 147-148; P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli.Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli dellaRestaurazione, passim.2 Le date che suor Rosalie qui fornisce non sono esatte. Infatti, il certificato di nascita, “rédigée parSimon Biguenette, officier public de la Commune di Long-Sancey”, afferma che è nata “le premierGerminal troisième année de la République une et indivisible”, ovvero il 21 marzo 1795. Nel 1813,dunque, ha 18 anni e si trova in Comunità da poco più di quattro, secondo quanto riporta l’elencodelle Suore del 1808 (cfr. A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, p. 337).

/2/Sr. Rosalie Thouret a sr. Brigitte Cayen1, Napoli 26 agosto 1826

Dieu Seul!

Ma très chère Sœur BrigitteC’est avec le cœur navré de la plus vive douleur que je viens vous faire

part du coup fatal que nous venons de recevoir. Pourvait-il être plus cruel etplus sensible que de nous avoir enlevé la plus tendre et la meilleure des Mères.Oui mes chères Sœurs, elle n’est plus. Une maladie de 7 jours nous l’a ravie sansque les secours de l’art aient pu nous la conserver. Son mal faisait des progrèssi rapides surtout les deux derniers jours que chaque quart d’heure on vojait deschangements suprenants.

Elle a reçu ses Sacrements, mais Dieu a voulu en nous privant de laconsolation de ses dernières paroles lui adoucir la peine qu’elle aurait éprouvéesi elle eut eu la connaissance et qu’elle eut été témoin de la désolation ou ellelaissait ses pauvres enfants. Ah! ma chère Sœur, je connais votre bon Cœur com-bien il va souffrir, mais vous avez déjà supporté des chagrins semblables, recou-rez donc à la religion, elle seule peut nous tempérer cette douleur amère.Figurez-vous comme nous l’éprouvons toutes, et moi en particulier.

Sœur Geneviève2 vous salue bien, elle vous écrira par de suite, pauvreSœur, elle a un gros fardeau sur les épaules, mais aucune ne peut le porter

LETTERE (1813-1853) 67

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68 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

mieux qu’elle, elle achèvera ainsi de se sanctifier, recommandez-la à Dieu jevous prie. Vous connaissez son attachement pour notre chère Mère, combienelle souffre.

Je n’ai pas voulu tarder d’avoir à vous donner cette triste nouvelle afinque vous donnez des suffrages à cette Mère chérie de tous ses enfants. Je finisen vous assurant de l’attachement sincère et du dévouement constant avec lequel

Je suis Votre affectionnéemes salutations respectueuses

Sœur Rosalie ThouretN° d’ordre 9de notre Mèredu 26 août 1826.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Sœur Brigitte Cayen (Lyon, 24 Marzo 1780 - Alessandria, 22 luglio 1840) era la Superioradell’Ospedale di S. Andrea di Vercelli, aperto nel 1825 dalle suore di Thonon. Ella vi era arrivata daNapoli, inviata da Jeanne-Antide Thouret, il 3 dicembre 1825, in compagnia di suor AntoniettaCollier. Cfr. A.DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, Baume les-Dames 1994. pp. 371-396.2 Sœur Généviève Boucon (Echenoz-la Meline, Alta Saona, 2 novembre 1780 - Napoli, 5 luglio 1856)ricevette dalla sua famiglia di agiati viticultori una solida educazione ai valori cristiani. Il 26 dicem-bre 1802, dopo una prima esperienza di vita religiosa, compiuta insieme ad alcune ex suore ospeda-liere, entrò nella nuova congregazione religiosa femminile che Jeanne-Antide Thouret stava orga-nizzando a Besançon per volere delle autorità ecclesiastiche di quella diocesi. Insegnò nella scuola divia dei Martelots fino al 1811, quando Jeanne-Antide Thouret la chiamò a Napoli a prestare servizionell’Ospedale degli Incurabili. Fu maestra delle novizie fin dal 1814. Eletta Superiora Generale dopola morte della Fondatrice (24 Agosto 1826), fu ininterrottamente, per quasi trent’anni, riconfermatain tale carica. Su di lei: A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, pp. 171-198; F. GRE-NIER, Biografia di suor Genoveffa Boucon, Modena 1927.

/3/Sr. Rosalie Thouret al can. Pietro Adinolfi1, Napoli 30 agosto 1826

Très respectable Monsieur Adinolfi

Je me crois indispensablement obligée de vous prévenir de la sensibleperte que nous venons de faire dans la personne de notre Révérende MèreSupérieure G.le et fondatrice Madame Jeanne Antide Thouret décédée dansnotre maison de Naples le 24 août 1826 âgée de 61 ans après une maladie de 7jours à laquelle les secours de l’art n’ont pu résister. Elle est passée de cette val-lée de larmes avec la plus grande paix et tranquillité d’esprit assistée des StsSacrements de l’Eglise à une vie bienheureuse que ses travaux, son zèle, ses ver-

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tus, sa résignation dans les persécutions injustes qu’on lui a faites lui ont méri-tée. Nous ne pouvons après avoir payé le juste tribut à la douleur et à l’amourqu’elle avait su nous inspirer que nous soumettre et adorer avec humilité lesdécrets impénétrables du Seigneur.

Dans cette circonstance imprévue nous recourons à vous pour être éclai-rées de vos lumières, secourues par vos conseils.

Vous connaissez mieux que personne, tout ce qui regarde l’intérêt denotre Institut, tout ce qu’a souffert notre chère Défunte pour le soutenir et leconserver dans toute son intégrité. Nous vous soumettons aussi que dans cettemaison de Naples qui est assez considérable en sujets et où existe le Noviciat,chacun a reconnu pour Supérieure provisoire une de nos anciennes Sœurs laplus capable par son âge, par son expérience et par ses vertus, de remplir cettecharge.

Son Eminence le Cardinal Archevêque2 de Naples qui a été sensible ànotre perte a approuvé aussi le choix que nous avons fait d’une Supérieure dansla personne de notre très chère Sœur Geneviève Boucon. Vous sentez que l’onne pouvait laisser une Communauté sans chef pour y maintenir la subordina-tion et le bon ordre. Ce sont ces seuls motifs qui nous ont pressées d’accélérerce choix.

Nous n’avons pas encore fait part de cette triste nouvelle à Besançon età aucune de nos maisons de France; celles de Piémont et de Savoie nous leuravons participée, parce qu’elles ont toujours été soumises à notre fondatriceDéfunte, nous attendons vos avis à cet égard et sur toute autre chose que vousvoudrez nous honorer de vos sages et prudents conseils.

J’ai peut-être rempli une tâche qui ne m’appartenait pas, mais je n’aifait qu’obéir à celle que j’ai reconnue pour Supérieure et qui m’a imposé defaire ces démarches comme étant plus instruite des affaires, l’ayant accompa-gnée dans tous ses voyages et ayant partagé ses peines et ses afflictions plusqu’aucune autre puisqu’elle me touchait de si près par le lien du sang.

Je vous demande pardon d’avoir abusé de votre indulgence, et dansl’attente d’une réponse de votre part, je vous prie de recevoir l’assurance duplus profond respect, et du dévouement le plus parfait avec lequel j’ai l’hon-neur d’être

votre très humble.[Sœur Rosalie Thouret]

Lettera di 2 facciateMinuta, in AGSdC

5 Al can. Pietro Adinolfi si era già rivolta Jeanne-Antide Thouret in occasione dell’approvazionedelle Regole dell’Istituto, e questi le aveva risposto invitandola ad andare a Frascati, dove risiede-va, per farle vedere le osservazioni fatte al testo approvato che “lui tiene presso di sé”. Questo fasupporre che fosse addetto a qualche ufficio presso la Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari.

LETTERE (1813-1853) 69

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Cfr. Jeanne-Antide Thouret a mons. Pietro Adinolfi, Napoli 12 gennaio 1824, in Saint Jeanne-AntideThouret, Fondatrice des Soeurs de la Charité, 1756-1826. Lettres et Documents, pp. 400-401.6 Il card. Luigi Ruffo di Scilla fu arcivescovo di Napoli dal 1802 al 1832. Nel 1806 preferì l’esilio piut-tosto che prestare giuramento di fedeltà al nuovo sovrano, Giuseppe Bonaparte, che non aveva l’in-vestitura del Papa. Ritornò a Napoli nel 1815, dopo la caduta di Gioacchino Murat e la restaurazio-ne dei Borboni. Su di lui: HIERARCHIA, VII, ad indicem.

/4/Mons. Domenico Narni Mancinelli1 a sr. Rosalie Thouret,

Cosenza 4 settembre 1826

Province de Cosenza le 4 Sept.bre 1826pendant le cours de la sainte visite pastorale

M. Fille en J. C. Sr. Rosalie

Je ne puis prendre délai, ni perdre un moment pour vous envoyer maréponse afin d’étaler le chagrin, que je viens du prouver de la triste nouvelle.La Sœur Antide Thouret votre tante, mais plus que Mère en Dieu, la forte viergede l’Evangile, l’Héroïne de la religion, la Fondatrice de votre Institut, oui, Ellen’est plus dans ce Monde, elle vous a quittées, elle n’existe à la Terre; Elle existeau Ciel: oui il faut l’espérer, sa lettre dernière en date d’Août p.p. semble trèsclairement m’annoncer son trépas, son voyage, son triomphe.

Moi, que je l’ai assistée, dans les replis du cœur, à la direction de sonesprit, que dirai je? On peut bien s’imaginer, que pourrais-je dire à son élogejusqu’au moment que la volonté de Dieu me chargea depuis 9 ans de la berge-rie de ce bien presque innombrable peuple de l’Evangile.

Moi donc en me taisant je dis tout ce qu’il est nécessaire. L’an 1818 futpour moi le devoir de notre séparation mais ne fut point la séparation de nosesprits car elle, la trépassée, m’écrivait, et moi je l’encourageais d’autant, queje pouvais de si loin.

Quoi de méditations peut on faire à son sujet pour l’imitation desChrétiens, et des Religieuses ? L’honneur plus éclatant de fille dans le plus exactentretien des lis des vierges était son but dans les actions de toute sa vie. Lesconnaissances de Religion, des Evangiles, des dogmes peut on dire, plus obte-nues par prodiges d’inspiration céleste que par les études de théologie dont Ellen’avait jamais reçu ni mêmes les principes. Comme donc on trouvait en SœurAntide Thouret tant de sagesse et tant de sciences dans les livres, qu’Elle a com-posés, dans les circulaires qu’Elle faisait imprimer, dans les avis qu’Elle donnait,dans les ménages des affaires aux cours des Rois? Qu’en parle bien à raison laFrance, la Suisse, l’Italie, le Royaume de Naples; qu’en parle, je dis, qu’en pleure

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plutôt la perte! Oui! Vous avez perdu la Fondatrice, la Mère, qui ne pouvait plusrester avec vous; mais le Bon Dieu vous a bien voulu récompenser de sa perte (sitelle peut appeler, lors que on a acquis la protection céleste, comme nous espé-rons). Voilà, je dis, la Sœur Généviève Boucon, qui a représenté la SupérieureDéfunte plusieurs fois Elle a été aussi dirigée dans les replis de son âme par moi:Je l’ai aussi bien éprouvé. Elle a bien bu de l’esprit de la Fondatrice, des fontainesdu Sàveur Jésus Christ: elle est digne.

Elle peut le bien; elle le veut: vous l’avez cherché Elle vous dirigera bien,et moi même, si l’on a besoin, je l’aiderai, quoi que de si loin; pour le bien detoute la respectable communauté par lettre.

Lorsque je serai de retour des mes voyages de la sainte visite pastorale,j’écrirai à la même Supérieur Généviève. Saluez de ma part ainsi, que toutes nosbonn Sœurs: que le Bon Dieu soit béni, que ce monde misérable ne soit pournous ! Que le seul but de toute action soit le salut éternel ! Voici mes souhaits:voici mes avis: voici ma réponse à la lettre que je viens de recevoir, au nom detoute la communauté, de vous même, que je bénis en. J.C. tel que je suis detoutes entre vous.

Le Père en J. C. Dev.L’Archevêque

D. Narni de Cosenza

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Mons. Domenico Narni Mancinelli (Nola, 1772 - Caserta, 1848), ordinato sacerdote nel 1795, si lau-reò in Teologia nel 1804 a Napoli, dove svolse, tra l’altro, il ruolo di confessore della nuova comu-nità religiosa giunta dalla Francia. Animato da profonda amicizia e stima nei riguardi di Jeanne-Antide Thouret, fu per lei un prezioso consigliere e un insostituibile sostegno. Nominato arcivesco-vo di Cosenza, fu consacrato a Roma il 22 aprile 1818. Nel 1832 fu poi trasferito alla sede vescoviledi Caserta. Il ricco carteggio fra Jeanne-Antide Thouret e mons. Narni Mancinelli è andato in partedisperso; le lettere conservate sono state pubblicate in Saint Jeanne-Antide Thouret, Fondatrice desSoeurs de la Charité, 1756-1826. Lettres et Documents, Imprimerie Jacques et Demontrond,Besançon 1982, pp. 428-429, 468-470 e 631-663. Su di lui: HIERARCHIA,VII, ad vocem.

/5/

Sr. Rosalie Thouret a sr. Catherine Barrois1, Napoli 15 settembre 1826

Mes très chères Sœurs,

C‘est avec le cœur pénétré de la plus vive douleur que je viens vous fairepart de la perte irréparable que nous venons de faire le 24 août dernier dans lapersonne de Notre révérende Mère, Madame Jeanne Antide Thouret, notre fon-

LETTERE (1813-1853) 71

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72 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

datrice, décédée dans notre maison de Naples à la suite d’unemaladie violente quin’a duré que sept jours et à laquelle tous les secours de l’art n’ont pu résister.

Elle a été assistée des Sts Sacrements de l’Eglise et a fait une mort la plusédifiante, par ses sentiments religieux, sa résignation, sa patience et toutes lesvertus chrétiennes que l’on admirait en elle, enfin, ses derniers moments ontété un doux sommeil qui l’a réunie à son Créateur.

Nous avons la consolation de l’avoir près de nous dans notre Eglise etdans une chapelle de la Vierge de l’Immaculée Conception à laquelle elle étaittrès dévote. Il est inutile de vous peindre l’affliction où ce coup fatal nous ajetée, tout cœur sensible et bien né ne peut éviter de la ressentir bien vivement,mais après avoir payé les droits de la nature, nous élevons nos yeux vers le Cielet nous adorons avec soumission et humilité les Décrets impénétrables duSeigneur. Ce qui adoucit en quelque manière la douleur extrême que nouséprouvons c’est que nous sommes assurées qu’elle nous protège dans le Ciel, etquelle veillera de plus près sur un Institut qui lui était si cher, et pour lequel elles’est sacrifiée.

Je n’ai pas besoin de vous prier, Mes très chères Sœurs, de participercette affligeante nouvelle a toutes vos maisons afin que chacune s’empresse derendre a cette aimable Mère les devoirs2 que la Règle et la reconnaissance leurdicteront. Il me reste a vous dire, mes très chères Sœurs, que j’ai rempli enversvous une commission bien douloureuse qui m’a été donnée par Notre chèreSœur Geneviève Boucon, laquelle nous avons choisie ici de commun accordpour notre Supérieure actuelle et qui a été autorisée malgré toutes les opposi-tions qu’elle a pu faire à accepter cette charge par S. Eminence Le CardinalArchevêque de Naples. Elle desirerait savoir quels sont vos sentiments à l’égardde l’union qui n’a jamais cessé d’exister de notre part envers vous.

C’est dans cette attente qu’elle me charge de vous offrir ses sentimentsde respect, d’estime et d’affection aux quels je m’unis aussi, vous priant de mecroire avec sincérité.

Votre très humble et affectionnée Sœur en J.C.Sr. Rosalie Thouret , fille de la Charité

Naples le 15 septembre 1826

Lettera di 2 facciateMinuta, in AGSdC

1 La lettera è rivolta a tutte le suore di Besançon ed è indirizzata alla Superiora che ha preso il postodi Jeanne-Antide Thouret: suor Catherine Barrois (Charentenay, Haute-Saône, 1 novembre 1767 -St. Ferjeux, 1 settembre 1845). Cfr. A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, pp. 148-166.

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2 “La Supérieure-générale fera célébrer le plutôt possibile, la quantita de Messes qu’elle jugera àpropos, pour le repos de l’âme de chaque défunte, et tous les jours pendant un mois, elle fera, pourla même fin, une aumône de la valeur d’environ cinq centimes. Tutes les sœurs communieront unefois; réciteront trois chapelets; et tous les jours, pendant aussi un mois, elles diront cinq Pater etcinq Ave, à la même intention” (Régles et Constitutions Générales de la Congrégation des Filles dela Charité sous la protection ee St. Vincent de Paul, p. 182, n. 18).

/6/Sr. Rosalie Thouret a sr. Elisabeth Bouvard1, Napoli 18 settembre 1826

Ma très chère Sœur Elisabeth

Faut-il que je vous apprenne une nouvelle qui vous jettera comme nousdans la plus grande affliction. Ah! je ne puis retarder plus longtemps. Vous allezdonc partager notre douleur, oui, je n’en doute par eh bien, ma chère Sœur,Dieu dans ses Décrets impénétrables nous a enlevé la meilleure des mères, celleque faisait notre consolation et sur qui après Dieu nous fondions toutes nosespérances, il nous a enlevée sans que nous nous y attendions même au boutd’une maladie de 7 jours à la quelle tous les secours de l’art n’ont pu résister,c’a été une maladie traître qui n’à été connue que lorsqu’ il n’était plus tempsd’y remédier et il a fallu malgré tous nos efforts faire le sacrifice de tout ce quenous avions de plus cher; ni larmes, ni prières n’ont pu retarder ce momentfatal.

Elle est morte avec une paix et une tranquillité d’esprit inexprimables,elle n’a éprouvé aucune frayeur; elle s’est vraiment endormie dans le Seigneurauquel elle a rendu sa belle âme. Elle a été assistée des Sts. Sacrements del’Eglise au milieu de tous ses enfants qu’elle a laissées ensuite dans la plusgrande désolation, mais ce qui peut les consoler, c’est l’assurance qu’ils ontqu’elle les protégera et qu’elle veillera sur eux plus particulièrement encore ....de la gloire que ses travaux et ses vertus lui ont méritée.

Ce fut le jour 24 août 1826 à dix heures du soir que Dieu nous enlevanotre aimable fondatrice, âgée de 61 ans. Nous avons la consolation del’avoir près de nous dans notre Eglise, dans une Chapelle de l’ImmaculéeConception à laquelle elle était très dévote. Nous avons participé il y aquelques jours cette triste nouvelle à nos Sœurs de Besançon, d’après leconseils de Rome.

Nous attendons leur réponse. Ma chère Sœur Geneviève Boucon, quenous avons choisie ici de commun accord pour notre Supérieure actuelle mecharge de vous présenter ses respects et amitiés, ainsi qu’a votre Sœur etNièce2 qui demeurent avec nous, j’en fais de même, en vous embrasant avec

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le plus respectueux attachement et me recommandant à vos bonnes prières.Croyez moi, votre dévouée et affectionnée Sœur en J.C.

Sr. Rosalie Thouret fille dela Charité sous la protection de S.V. de Paul

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Sœur Elisabeth Bouvard (Clervall 1772 - Villecerf 1863) fu tra le primissime compagne di Jeanne-Antide Thouret, ed ebbe una vita religiosa molto intensa. Fu compagna della Fondatrice aBellevaux, sua supplente e poi, dal 1806, responsabile di questa Casa in mezzo a mille difficoltàamministrative. Nel 1821, perduta ogni speranza di vedere riuniti i due rami dell’Istituto, lasciòBesançon e partì per l’Alta Savoia che era sotto la giurisdizione di Napoli. In questa regione visseper quarant’anni a Villecerf, casa dove l’aveva collocata la stessa Jeanne-Antide Thouret. Su di lei:A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, pp. 37-89.2 Sono la sorella Francesca, entrata in comunità nel 1804 prendendo il nome di Suor Agnese, e unadelle due nipoti Huot che, pure, avevano seguito il suo esempio.

/7/Sr. Catherine Barrois a sr. Rosalie Thouret, Besançon 4 novembre 1826

Ma très Révérende Sœur,Nous venons vous remercier de ce que vous avez bien voulu nous infor-

mer de la mort édifiante de votre vénérable tante ; nous n’avons point été insen-sibles à cette marque d’attachement de votre part ; nous avons été heureuses dece que vous avez rendu justice au tendre intérêt que nous n’avons cessé de por-ter à toutes celles que nous avons connues dans nos établissements.

Votre digne tante a vécu avec un zèle ardent pour la gloire de Dieu ; ellea du mourir avec un grand désir de jouir de sa sainte présence.

Nous avons fait pour elle un service et les prières que prescrit notresainte règle pour les membres de notre Communauté, ainsi que trente messesque nous faisons aussi dire pour chacune de nos Sœurs. Nous espérons que lebon Dieu voudra bien exaucer les vœux de ses humbles servantes en sa faveur.

La bénédiction que le Seigneur daigne répandre sur notre Com-munauté ; l’accroissement qu’elle prend sous les jours ; le choix particulier queDieu semble faire de nous pour sa gloire, l‘édification des fidèles, le soulage-ment des pauvres, nous fait désirer bien vivement une réunion franche et sincèredes maisons hors de France1 avec la maison mère de Besançon sous l’obéissancedes Supérieurs ecclésiastiques du Diocèse et de Sr. Catherine Barrois SupérieureGénérale, nommée selon nos Constitutions.

En attendant qu’il plaise au Seigneur de tourner les esprits et les cœursde ce côté là, nous demeurerons unies par les liens de la charité avec toutes lesCommunautés qui suivent avec ferveur leurs règles et leurs Constitutions.

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C’est dans ces dispositions que je suisMa très révérende Sœur,

Votre très humble et très obéissante servanteS. Catherine Barrois

P.S. Nous prions révérende Mère Geneviève d’agréer nos respectueux senti-ments d’affection et d’attachement.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCB

1 Besançon si considerava ancora la Casa Madre e perciò era disponibile alla riunione, purché fossefatta dalle suore di Napoli con quelle di Besançon. A questo proposito, scriveva Madre GenevièveBoucon, l’anno seguente: “Je vous dirai que la mort de notre chère Mère ne les a pas fait changerde sentiments, et nous, nous ne pourrons pas changer les nôtres… Cette rèunion ne se fera pasancore de sitot à moins que notre bon Dieu, qui est tout-puissant, ne fasse un miracle en leurfaveur” (M. Génevieve Boucon a sr. Elisabeth Bouvard, Napoli 2 agosto 1827, in AGSdC).

/8/Sr. Rosalie Thouret al can. Pietro Adinolfi, Napoli 6 dicembre 1826

Très révérende et respectable monsieur AdinolfiNous avons participé à la première maison de Besançon la nouvelle de

la mort de Notre Révérende Mère Madame Thouret en les invitant à la partici-per à toutes leurs maisons pour remplir envers cette aimable Mère les devoirsque la Règle et la reconnaissance prescrivent. Nous avons en même temps mani-festé que nous n’avions jamais cessé d’être unies à elles et qu’elles nous fassentconnaître quels étaient leurs sentiments à l’égard de cette union. Vous observe-rez vous-même Monsieur.

Par la lettre qu’elles nous ont répondue, et que nous joignons ici, leurcontinuel entêtement pour ne vouloir reconnaître aucune autre autorité ecclé-siastique que celle de leur Diocèse, et que pour nous réunir à elles nousdevrions adopter les mêmes sentiments, les mêmes idées, et par conséquentaller contre les dispositions du St Siège. Nous avons cru qu’il était nécessaire defaire un exposé, une relation de tout ceci à la S. Congrégation des Evêques etRéguliers pour la tranquillité de notre conscience, et pour nous conduired’après ses avis. Vous aurez l’extrême bonté de lire le mémoire ci-joint, de lepeser dans votre Sagesse; nous avons tâché d’y mettre tout ce qui nous a paruintéressant et convenable.

Si vous ne le trouvez pas dressé dans les formes qu’il doit être présenté,vous aurez la complaisance de le dire à Monsieur le Chanoine Gallinari1 qui aurala bonté de le faire d’après les conseils et les règles que vous lui donnerez.

Nous sommes très touchées de l’intérêt que vous prenez à l’accroisse-ment de notre Congrégation, et des avis que vous nous donnez à ce sujet; mais

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dans la circonstance actuelle nous n’avons pas cru devoir nous offrir nouvelle-ment, soit parce que d’après la réponse de Mgr Sala2 nous aurions eu l’airimportunes, puisqu’il dit qu’il ne manquera pas de profiter de nos offres, si tou-tefois l’occasion s’en présente, mais que pour le moment tout était fixé, et aussiparce que nous n’aurions guère pu nous absenter à raison de nos occupationset des sujets que nous n’aurions pu disposer.

Après toutes ces réflexions, nous avons mieux aimé attendre que lavolonté de Dieu se manifeste par elle-même. Nous faisons ici tout le bien dontnous sommes capables, surtout pour l’éducation de la jeunesse, Dieu paraît êtreglorifié, et le public satisfait.

Enfin, veuillez agréer notre continuelle et perpétuelle gratitude pourtoutes vos bontés pour nous et recevoir les vœux bien sincères que nous adres-sons au Ciel et que nous redoublerons dans ces prochaines fêtes pour que leSeigneur conserve un membre si utile à l’Eglise et chéri par toutes les personnesqui ont le bonheur de vous connaître. C’est dans ces sentiments que noussommes pénétrées de respect et de vénération pour vous,

MonsieurVotre très humble et ob.[Sœur Rosalie Thouret]

Lettera di 2 facciateMinuta, in AGSdC

1 Il can. Gian Battista Gallinari, addetto alla Dataria Apostolica, era amico di mons. Narni Mancinelli,che gli scriveva il 20 luglio 1818 raccomandandogli Jeanne-Antide, decisa ad andare a Roma perchiedere l’approvazione delle Regole dell’Istituto. E’ lui che il 25 agosto 1818 scrive a Jeanne-Antideconsigliandola d rimandare a novembre la sua andata a Roma, prevista inizialmente per settembre,“perché a settembre gli uffici di curia sono tutti in vacanza ed anch’io addetto alla dataria aposto-lica lo sono” (Saint Jeanne-Antide Thouret, Fondatrice des Soeurs de la Charité, 1756-1826. Lettreset Documents, p. 511).2 Mons. Giuseppe Antonio Sala presiedeva il Consiglio degli Ospizi di Roma. A lui aveva già scrittoJeanne-Antide Thouret manifestandogli il desiderio di una fondazione a Roma, al servizio dei pove-ri e degli infermi (Jeanne-Antide Thouret a mgr. Sala, Napoli 8 aprile 1826, in Saint Jeanne-AntideThouret, Fondatrice des Soeurs de la Charité, 1756-1826. Lettres et Documents, p. 456).

/9/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 1 maggio 1834

Dieu seul!Modène, I Mai 1834

Ma très chère et bonne Mère,Je profit de quelques moments pour vous soumettre les choses les plus

essentielles qui nous regardent et qui regardent l’établissement; en premier

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lieu nous nous portons toutes bien quoique nous sommes toutes étourdies duvoyage1 et de tant de choses qu’il faut faire et débrouiller et de tant de mondeà qui il faut répondre et avoir à faire.

Nous avons trouvé un local bien monté pour nos Sœurs et où elles sonten parfaite liberté n’étant vues et entendues de personne quand la porte d’en-trée est fermée, c’est comme la moitié de notre corridor d’en haut mais il y a debelles grandes chambres des deux cotés qui se communiquent l’une et l’autre.

Il y a une cuisine en petit aussi bien montée que celle de Regina Coeli,un réfectoire, à côté une chambre à recevoir et un petit magasin. Il y a une vuesuperbe sur la campagne. On a choisi le meilleur local pour les sœurs. Jusqu’àprésent nous sommes nourries aux frais de S.A.R.2.

On nous apporte notre dîner, souper et déjeuner à l’heure que nous ledemandons. On n’a encore rien fixé pour la nourriture et les provisions desSœurs. On nous a demandé comment nous voulions faire mais après avoir vu lacuisine de la maison où l’on fait presque une seule nourriture il m’a semblé quenos Sœurs seraient mieux nourries et plus à leur liberté, en s’en chargeant ellesmêmes, d’autant plus que Sœur Hélène3 s’entend assez bien à l’économie duménage.

On nous a donné une femme de la maison même, pour nous servir quiparaît bonne et intelligente et qui pourra bien cuisiner en y donnant un coupd’œil et en l’instruisant. Je crois qu’on va nous faire faire une épreuve pour lanourriture pendant un mois et on calculera la dépense. On attend la décisionde S.A.R. qui descend dans tous les petits détails.

Le lendemain de notre arrivée nous visitâmes S.E. le Ministre MarquisMolza4 qui nous avait visitée la veille. C’est un homme qui réunit toutes les qua-lités et les vertus avec une simplicité extraordinaire; c’est un vrai père pournous.

Nous lui demandâmes d’aller rendre nos hommages à S.A. le Duc s’il lejugeait à propos: il nous dit qu’il allait au palais et qu’il nous rendrait laréponse; il nous fit déjeuner avec lui et sa Dame qui est très aimable. De là nousallâmes visiter Monsieur l’Evêque5 qui nous reçut assez bien.

Nous lui fîmes nos soumissions et le priâmes de prendre nos Sœurs soussa protection et de les regarder comme ses filles puisqu’il était leur Supérieur etque nous aurions l’honneur de lui remettre une Règle.

Nous le priâmes de bien vouloir leur choisir un bon Confesseur, ilrépondit à cela que nous pouvions prendre celui que nous voulions. A vous ledire franchement j’ai trouvé que c’était un homme un peu insouciant et ou il apeu de ressources. C’est ce qui me peine pour nos Sœurs qui n’auront pasgrande assistance et surveillance de sa part.

Nous y retournerons demain pour lui présenter la Règle et pour lui pro-poser un Confesseur, nous étant informées des meilleurs. Après avoir fait

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quelques autres visites aux Administrateurs, le Ministre nous envoya plusieursexprès soit dans la ville soit chez nous pour nous prévenir que S.A.R. viendraitnous voir entre midi et une heure.

Nous nous dépêchâmes de retourner chez nous pour attendre S.A. quivint précisément à l’heure indiquée accompagnée de tous les Ministres duPrince Maximilien6 son frère et de l’Administration.

Il nous parla avec une bonté et une affabilité sans pareille, s’ informade notre voyage, de tous nos besoins et nous exprimant son contentement denous voir enfin arrivées.

II parcourut l’établissement avec nous, nous disant qu’il n’avait rien faitfaire, afin que nous arrangions toutes choses à notre goût, que nous n’avionsqu’à parler et ordonner et que tout serait fait; il me fit bien des questions surnotre Institut dont il est enchanté;il dit qu’il faudrait augmenter le nombre desSœurs et combien il en faudrait.

Je lui répondis que selon la besogne que je prévoyais il en faudrait unehuitaine; il lui semblait que ce n’était pas assez.

Enfin il nous quitta en nous disant que le lendemain il partait pourReggio où il resterait une vingtaine de jours mais qu’il laisserait les dispositionsnécessaires pour exécuter tout ce que nous dirions7.

En attendant, nos Sœurs se montèrent la tête en écoutant d’un côté etd’un autre toutes les disettes où «chiacchiere», des uns et des autres parcequ’on leur avait fait entendre que quelques Administrateurs leur étaientcontraires, qui pleurait d’un côté, qui voulait s’en aller de l!autre.

Enfin après les avoir un peu encouragées calmées de mon coté, le bonDieu nous envoya un bon Monsieur qui a été chargé par S.A de nous, pour tout,et qui est notre refuge dans toutes les occasions et qui nous accompagne par-tout.

Je lui fit part des alarmes de nos Sœurs pour tout ce qu’on leur avait ditet il les tranquillisa du mieux possible; le lendemain il vint du grand matin nousdire que S.A. avait laissé les dispositions avant son départ pour qu’il continue ànous assister.

C’est un bon vieux de 70 ans; et qu’outre cela il avait chargé le cheva-lier Galvani8 son chancelier Garde d’honneur de sa confiance intime, de venirs’entendre avec nous, d’aplanir toutes les difficultés et de faire exécuter le planque nous lui donnerions.

Il nous le conduisit et je vous assure que nous avons trouvé un angerevêtu de chair et qui nous a inspiré toute la confiance; il nous a dit de ne riencraindre, de lui tout dire et que c’était son affaire de nous seconder dans toutce que nous voudrions faire pour le bien de l’Établissement.

Nous visitâmes ensemble toutes les salles, nous choisîmes celles qui nousconvenaient, nous proposâmes les réparations à faire et il alla trouver les

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Administrateurs, les disposa à tout ce que nous désirions.Hier toute l’Administration se rendit à l’Hôpital et avec la paix la plus

parfaite, on prit toutes les mesures pour abattre des murs, pour agrandir lesfenêtres. Ce matin tous les ouvriers sont venus.

Aujourd’hui on va transporter les hommes en bas et les femmes en hautprès de notre local.

On nous amènera encore les femmes malades de la ville qui sont unecinquantaine. Mais que vous dirai-je pour la saleté et pour la confusion où noussommes? On ne sait par quel bout s’y prendre; patience et courage nous lesattendons par vos bonnes prières.

Notre ange tutélaire M. Galvani est parti ce matin pour aller près deS.A.R. lui rendre compte de tout ce que l’on a décidé et pour obtenir quelquesautres locaux de la maison; nous l’attendons demain.

Le Ministre est venu aussi hier matin pour voir si nous étions remises ilnous a beaucoup encouragées. En vérité tout le monde a un grand respect pournous. La maison est très grande et très belle, la façade extérieure surtout, quidonne sur une grande place et par derrière elle a la vue sur la campagne.

Il y a trois grandes salles : la première est habitée par des Militaires quenous ne voyons ni n’entendons point; la seconde au premier étage ou sont nosfemmes estropiées, les trois quarts marchent ou se traînent comme elles peu-vent, l’autre. quart sont couchées soit par vieillesse soit par maladie chronique;le second étage vis a vis de nous est occupé par les hommes estropiés et pau-vres comme les femmes c’est pourquoi nous avons demandé qu’on descende leshommes et qu’on fasse monter les femmes pour les avoir sous nos yeux.

On vient de nous appeler pour bagager une quarantaine de femmesmalades, pour arranger les salles qu’elles doivent occuper. Tout le monde s’oc-cupe de porter quelque chose, nous avons donné l’exemple. LesAdministrateurs ramassent les pots, les guenilles; les prêtres, les Capucinsaccompagnent dans leur lit celles qui ne peuvent se lever.

Je me suis échappée un moment pour ne pas manquer la poste qui vapartir. Il y a apparence que je resterai ici tout le mois de mai; S.A.R. le désire etnos sœurs ne veulent pas que je parte que tout ne soit bien éclairé.

Donnez-nous donc de vos nouvelles ainsi que de tout le monde quinous intéresse. Voici 12 jours que nous vous avons quittée il nous semble 12 siè-cles. Je ne puis même me rappeler les figures de nos Sœurs tant il me semblelong, le temps qui s’est écoulé.

J’ai présenté vos hommages à S.A.R. à l’Evêque et au Ministre. Mrl’agent de Modène nous combla d’honnêtetés, nous procura un bon voiturier;fit le marché avec lui pour nous conduire jusqu’à Modène pour 266 ducats deLivourne. Après avoir calculé toutes nos dépenses du vapeur et de la route ilnous reste quelque ducats des 200 des Sœurs.

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Une jeune Novice de 50 ans est venue se présenter aujourd’hui pourêtre reçue; elle m’a fait les plus grandes instances et pour m’en débarrasser jelui ai dit que je vous en écrirais: elle est grande, grosse comme Sœur Clotilde. Ilfaut que je finisse, je n’ai plus de place ni de temps. Je vous embrasse en N.S.

Votre très humble et ob.te filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 6 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Le suore, partite da Napoli il 20 aprile su un battello a vapore, erano sbarcate a Livorno il 22 egiunsero a Modena il 27. Il loro arrivo rappresentava senza dubbio un fatto notevole, tanto che uncronista ducale così lo presentava: “Verso le quattro pomeridiane sono arrivate in Modena le Suoredi Carità, provenienti da Napoli, in una carrozza condotta dal solo vetturino. Sono esse: sr.Giuseppina Ferrara, di famiglia napoletana, nata ed educata in Francia, Sr. Elena Gruz, Savoiarda,Sr. Cecilia Pellegrino e Sr. Amalia Amaranto, l’una e l’altra del Regno di Napoli. Le accompagna unaquinta Suora anziana, nominata Sr. Rosalia Thouret, francese, nativa di Besanzone, la quale dirige-rà le sue Compagne nei primi giorni che assumeranno qui il loro uffizio e proseguirà poi il suo viag-gio in Piemonte per visitare colà quelle Pie Case di Carità” (F. SOSSAJ, Cronologia di Modena dal 13luglio 1814 al 13 luglio 1894, manoscritto a Q.4.18, in BEM, p.149).2 Francesco IV d’Austria-Este (Milano, 6 ottobre 1779 - Modena, 21 gennaio 1846), figlio diFerdinando d’Austria e di Maria Beatrice d’Este, divenne duca di Modena e Reggio dopo la cadutadi Napoleone (15 luglio 1814). Su di lui:Memorie storiche intorno la vita dell’Arciduca Francesco IVd’Austria D’Este Duca di Modena, Reggio, Mirandola, Massa e Carrara ecc. ecc. ecc. compilate daCesare Galvani sacerdote modenese, Tip. Cappelli, Modena 1846-1854, 4 voll.; N. BIANCHI, I Ducatiestensi dall’anno 1815 all’anno 1850, Torino 1852; A. PANIZZI, Documenti riguardanti il governodegli Austro-Estensi (1814-1859 ), Zanichelli, Modena 1859-1860, 2 voll.; G. SFORZA, La rivoluzionedel 1831 nel Ducato di Modena. Studi e documenti, Roma-Milano 1909; A. BERSELLI, Movimentipolitici e sociali a Modena dal 1796 al 1859, in Aspetti e problemi del Risorgimento a Modena,Mucchi, Modena 1963; L. MARINI, Lo Stato Estense, in AA.VV., I Ducati padani, Trento e Trieste,UTET, Torino 1979, pp. 178-186; G. RUSSO, Politica ecclesiastica di Francesco IV, in AA.VV., I primianni della Restaurazione nel Ducato di Modena, Modena 1981; G. BOCCOLARI, Francesco IVd’Austria d’Este al governo del Ducato Estense (1814-1846), in AA.VV., Francesco IV e Francesco VDuchi di Modena, Atti del Convegno (Modena, 3 ottobre 1992), Franco Cosimo Panini, Modena1993, pp. 21-30.3 Si tratta di suor Elena Gruz (Evian-Savoia 1808 - Napoli 20 luglio 1884). A questa sua compagnadella prima ora modenese suor Rosalie affiderà nel 1838 il compito di sorella servente nell’OspedaleS. Maria delle Croci di Ravenna. Non molto istruita, ma assai esperta nella conduzione dei servizi,la Gruz riorganizzò il servizio delle sale di degenza, della cucina e del guardaroba con generale sod-disfazione, tanto da venire confermata nella carica di sorella servente per ben quarant’anni conse-cutivi. Quando, nel settembre 1871, le suore furono cacciate dal S. Maria delle Croci, essa continuòaltrove, in orfanotrofi, ricoveri o ospedali la sua missione di Suora della Carità. Su di lei: F. SOSSAJ,Cronologia di Modena dal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, p. 149; SUORE DELLA CARITA’,Necrologie delle Sorelle defunte nell’anno 1884, Roma 1885, pp. 48-49.4 Il marchese Filippo Molza (Modena, 1777 - ivi, 1834), discendente da una delle più antiche e nobi-li famiglie modenesi, dopo aver compiuto gli studi secondari nel collegio degli Scolopi di Correggiosi laureò in Giurisprudenza all’Università di Modena. Nel 1814 fu chiamato da Francesco IV a farparte della ducale Reggenza e poi, dopo la costituzione del Governo, fu nominato ministro delleFinanze, incarico che mantenne fino alla morte. Su di lui si veda T. BAYARD DE VOLO, Vita diFrancesco V Duca di Modena (1819-1875), Tipografia dell’Immacolata Concezione, Modena 1878, IV,pp. 108-112.5 Adeodato Caleffi (Carpi 1760 - Modena 1837), di nobile famiglia, entrò molto giovane nellaCongregazione dei Monaci Cassinesi, ma a causa delle soppressioni napoleoniche dovette fare ritor-no a Carpi, dove nel 1807 divenne canonico della Cattedrale. Divenuto abate del monastero roma-no di S. Paolo fuori le Mura, nel 1823 fu trasferito con lo stesso incarico al monastero di S. Pietro in

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Modena. Vi restò fino al 2 ottobre 1826, quando su proposta del duca Francesco IV fu elettoVescovo di Carpi. Nel 1830 fu promosso alla sede vescovile di Modena, che resse fino alla morte,avvenuta il 5 agosto 1837. Su di lui T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, V, pp.66-67; HIERARCHIA, VII, pp. 135 e 288; A. BARBIERI, G. SILINGARDI, Il Settecento e l’Ottocento, inStoria dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Volume 2: dal Secolo XVIII all’anno 1870, Paltrinieri,Modena 1977, pp. 104-123; G. PISTONI, Il seminario Metropolitano di Modena, Tipografia dell’Im-macolata Concezione, Modena 1953, pp. 98-102.6 Massimiliano Giuseppe d’Asburgo-Este (1781-1836) era l’ultimo dei fratelli di Francesco IV. Su dilui: T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, p. 88 e passim.7 Si legge nella Cronologia del Sossaj, alla data 28 Aprile 1834: “Verso le 2 pomeridiane le LL. AA.RR. il Sovrano e l’Arciduca Massimiliano hanno onorato di una visita le Suore di Carità per osserva-re il loro appartamento, presenti il Governatore, l’Intendente delle Opere Pie ed il Presidente agliSpedali. Sonosi trattenuti a percorrere anche le sale dei Cronici tutto osservando il Locale onde com-binare possibilmente secondo il desiderio della Direttrice Suor Rosalia Thouret ciò che possa contri-buire alla miglior cura ed al migliore servigio delle povere ammalate e croniche da consegnarsi aimisericordiosi uffici di queste zelantissime Religiose nella carità delle quali a vantaggio dell’umani-tà tanto si confida il paterno pietosissimo Cuore di Francesco IV” (F. SOSSAJ, Cronologia di Modenadal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, p. 154).8 Cesare Galvani (Modena 1801 - Praga 1863), compiuti gli studi giuridici ed ottenuta la laureanell’Università di Modena (1820), dal 1822 entrò a far parte della Guardia Nobile d’Onore di S.A.R.,il duca Francesco IV. Nello stesso anno fu nominato membro dell’Accademia di Scienze, Lettere edArti. Nel luglio 1831 fondò il giornale “La Voce della Verità”, che divenne sotto la sua direzione(1831-1836) uno dei principali organi di stampa del movimento legittimista e reazionario non solodel Ducato di Modena, ma dell’intera penisola. Divenuto sacerdote nel 1837, declinò l’invito delpontefice Gregorio XVI ad entrare nella Segreteria pontificia dei Brevi, preferendo rimanere nellasua Città. Nominato segretario del nuovo vescovo di Modena, mons. Luigi Reggianini, nel 1848divenne canonico della Cattedrale. Nello stesso anno fu incaricato di dirigere le Scuole ginnasiali enormali del Ducato, incarico che conservò fino al 1850. Nel corso di tale decennio svolse diverse mis-sioni diplomatiche per conto del governo ducale e ricoprì fino al 1859 l’incarico di delegato per laprovincia di Reggio e di commissario di quella di Massa e Carrara. Nominato istitutore dell’infanteMaria Beatrice di Borbone-Este, dopo l’unificazione nazionale seguì gli Estensi in esilio a Praga,dove morì a 62 anni. Appassionato sostenitore del governo ducale, scrisse tra l’altro l’opera di taglioapologeticoMemorie storiche intorno alla vita dell’Arciduca Francesco IV d’Austria-Este, A.Cappelli,Modena 1846. Su di lui: T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, pp. 305-310; P.B.CASOLI, La Chiesa negli Stati Estensi e il Vescovo di Modena Luigi Reggianini, in “La ScuolaCattolica”, XI (1901), 22, pp. 388-409; G. CAVAZZUTI, Monaldo Leopardi e i redattori della “Vocedella Verità”, R. Accademia di Scienze Lettere ed Arti, Modena 1937; G. VERUCCI, Per una storia delcattolicesimo intransigente in Italia dal 1815 al 1848, in ID., I cattolici e il liberalismo. Dalle“Amicizie cristiane” al modernismo, Padova 1968, pp. 5-67; G. MANNI, La polemica cattolica nelDucato di Modena (1815-1861), pp. 198-203.

/10/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 6 maggio 1834

Dieu Seul!Modène, 6 mai 1834

Ma très chère et bonne Mère,

Si j ‘avais su rester si longtemps ici, je vous aurais priée de m’adresservotre première lettre a Modène, car je suis bien en souci de vous et de toute lacommunauté.

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J’espère dans quelques jours, recevoir la réponse a la première que jevous ai écrite de Modène.

La santé de toutes est bonne, chacune mange bien et dort bien. J’ai seu-lement un peu de rhume qui me tourmente, mais il fait très chaud; j ‘espère qu’il se mûrira vite et que je m’en débarrasserai. Ne vous mettez pas en souci.

La dernière fois que je vous écrivis, je vous fis part de ce que nous avionsproposé à l’Administration pour l’agrandissement des salles et pour leur salu-brité: tous parurent contents et satisfaits.

Notre ange gardien, le Chevalier Galvani, se rendit près de S.A.R. àReggio, pour lui soumettre tout ce que nous avions proposé. S.A. fut trèscontente de touts ces dispositions et dit que l‘on fasse tout ce que nous dirions,que l’on ne regarda à rien et surtout qu’on satisfat non seulement à tout ce quiétait nécessaire, mais qu’on prévint nos désirs pour les seconder et une infinitéd’autres choses qui seraient trop longues à rapporter. Enfin S.A.R. nous regardecomme des anges descendus du ciel, et attend de nous des miracles. Elle setrompe bien!

Le Prince Maximilien son frère qui a connu en France et à Vercelli lesSœurs de la Charité a pour elles la plus grande vénération; il a prié pendant uneheure et demie Mr Galvani, d’avoir soin de nous, et qu’on ne nous laisse man-quer de quoi que ce soit; il a même indiqué comment on devait faire les rideauxde nos lits, tels qu’il les avait vus aux sœurs de la charité.

Nous sommes humiliées de tant de bonne opinion qu’on a de nous. Priezbien le Bon Dieu que nous ne déméritions pas. Tous les administrateurs noustémoignent beaucoup de bonté et sont fort honnêtes envers nous. Nous avonscependant des ennemis parmi eux,et c’est bien pourquoi S.A.R. nous a donnéson fidèle Galvani pour nous soutenir et nous défendre dans toutes les occasions.

C’est un homme inexprimable pour sa vertu, sa religion, ses talents et safidélité: il a laissé son service auprès de S.A., la chancellerie, une charge militaire,les correspondances, et cela pour nous servir dans tous les moments du jour.

Les ouvriers ont commencé à travailler; nous avons un autre Monsieurqui dirige l’ouvrage et qui est aussi bon que Mr Galvani.

Nous sommes encore nourries au traiteur. On est à nous chercher unebonne femme qui s’entende à faire la cuisine et à acheter pour faire l’épreuvede nos dépenses. Il n’y a aucun règlement de fait, soit pour les malades, soit pourcelles. qui marchent, soit pour les attributions de nos sœurs.

Mr Galvani m’a priée de les faire, afin qu‘on les présente à S.A.R. et afinque nous n’ayons point d’ ennuis avec l’Administration. Je vais m’en occuper enconsultant la Règle; mais outre cela il y a une quantité d’abus à réformer.

C’est pourquoi vous devez bien prier pour nous, afin que le BonDieu nous éclaire et qu’il donne du courage à nos sœurs qui s’abattent faci-lement.

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Nous avons souffert une petite épreuve, de la part de Mgr l’Evêque. Jevous disais que nous devions y retourner pour lui présenter la Règle et pour leprier de nous choisir un confesseur. Ayant vu son indifférence, je priai MrGalvani de nous faire une note des meilleurs ecclésiastiques, pour que Mgrdaigne nous en designer un. En effet après lui avoir présenté la Règle, je lui pré-sentais la note des confesseurs, le priant de nous en donner un ordinaire et unextraordinaire; il fit quelques difficultés mais cependant, il en désigna un. Nousnous retirâmes et Mr Galvani alla prévenir le confesseur. Le confesseur acceptaet se rendit chez l’Evêque. Le lendemain, le confesseur dit a Mr Galvani que Mgrlui avait retiré la permission de nous confesser. Pauvre Mr Galvani apprit cettenouvelle chez lui, il courut chez Mgr pour savoir qu’est ce qu’il avait contrenous. Il lui dit pourquoi on ne l’avait pas prévenu officiellement de notre venueà Modène, et voilà ce qui l’avait choqué et c’était nous qui en mangions lasausse. Mr Galvani le calma, lui fit les excuses de ceux qui n’avaient pas remplileur devoir à son égard; enfin il nous envoya des excuses de, ne nous avoir pasbien accueillies, et que dorénavant il nous regarderait comme ses filles.

Hier, il vint nous rendre visite en nous rapportant la Règle qu’ il avaitlue et dont il était très édifié. Nous le priâmes de la garder pour son usage. Ilvisita notre appartement ainsi que les salles et voilà que nous avons fait la paixet nous sommes bons amis.

Toutes nos sœurs vous baisent la main et vous présentent leurs respectsavec moi ainsi qu’au père et au Dr. Antonis, de ma part et de celle de sœurJoséphine. Mes saluts et amitiés aux chères sœurs Barbe1, Sophie2, Victoire3 et àtoutes en général.

Je vous embrasse en N.S. et vous prie de me croire avec l’attachementle plus sincère,

Votre dévouée et obéissante fille,Sœur Rosalie Thouret

J’attends de vos nouvelles avec la plus vive impatience. Je vous prie deremettre les ci-incluses

pli à Madame

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Marianne Battaillard, in religione suor Barbara, figlia di Andrea Battaillard e di Elene Laehoux,nativa d’Ulyt, Dipartimento del Doubs. Cfr. Registro delle Suore di Carità, 1810, n. 3, in APSdCN.2 Claude Garcin, in religione suor Sofia, figlia di Claude Josèph Garcin e di Jaenne Drapier, nativa diBourg-on-Brèsse, Dipartimento dell’Ain. Cfr. Registro delle Suore di Carità, 1810, n. 8. in APSdCN.3 Francesca Mantelli, in religione suor Vittoria, figlia di Luigi Mantelli e di Lucia Silvano, nativa diTorino. Cfr. Registro delle Suore di Carità, 1810, n. 23, in APSdCN.

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/11/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 mai 1834

Dieu Seul!Modène, 12 mai 1834

Ma très chère et respectable Mère,Hier après-midi, nous avons eu la consolation de recevoir votre lettre

que nous attendions avec la plus vive impatience. Oh! Combien ces troissemaines nous ont paru longues! J’ai bien régalé l’homme de la poste pour leplaisir qu’il nous a causé, et pour l’engager à être exact à nous apporter vos let-tres. Nous n’avons pu lire cette première qu’à plusieurs reprises, car nous avionsbesoin de nous donner tour à tour de l’assurance pour nous ranimer et nousremettre du saisissement et de la joie nous causait. Nous avons passé le reste del’après-midi à pleurer et à rire. La nouvelle s’est répandue de suite que nousavions reçu des lettres et chacun est venu nous en faire ses congratulations.

Nous n’avons pu en dormir cette nuit. J’ai présenté vos hommages et vosremerciements à toutes les personnes qui nous portent intérêt et qui nous protè-gent. Je crois que vous feriez bien d’ écrire une lettre a S.A.R. l’Archiduc Duc deModène, pour lui témoigner votre gratitude pour l’intérêt qu’il daigne prendrede nous, lui faisant connaître que nous n’avons pas manqué de vous instruire deses bontés à notre égard, ainsi que de la protection spéciale dont il nous honore.

Je vous prie aussi d’en faire une a Monsieur le Chevalier Galvani, notreprotecteur notre ange gardien et notre défenseur, qui nous a été donné parS.A.R. pour nous servir, nous aider près de toutes les autorités et administra-tions et pour correspondre directement avec S.A.R.

C’est un homme qui n’a pas son semblable sur la terre par les vertus, lamorale, les qualités du cœur et de l’esprit. Il vient nous voir deux fois par jour,4 ou 5 fois s’il le faut, se montrant toujours obligé et prêt a satisfaire aux moin-dres désirs que nous lui manifestons.

Il court, il vole de tous les côtés, et arrange et surmonte tous les obsta-cles, car il n’en manquet pas. Il évite, il détourne tout ce qui peut nous chagri-ner ou nous déconcerter, et lorsqu’il a aplani les difficultés, il nous fait connaî-tre prudemment les écueils, afin que nous les évitions. Enfin, c’est pour nousl’ange Raphaël. Hier après avoir reçu votre lettre, il vint nous communiquer unelettre que S.A.R. lui avait écrit de sa propre main, en lui recommandant toujoursde faire tout ce que nous dirions et de solliciter l’ouvrage des salles lui disantqu’il envoyait deux mille francs de sa bourse pour payer le plus nécessaire, afinque l’Administration ne mette point de délai, sous prétexte d’argent.

Il faisait aussi de son côté le calcul pour faire un cirage sur le pavé denos salles, afin que nous soyons plus contentes de la propreté, chose à laquelle

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nous n’aurions jamais pensé ; enfin, il entrait dans des détails les plus minutieuxet nous priait d’avoir courage et que nous verrions l’effet de ses bonnes inten-tions pour le bien des pauvres et pour seconder nos vues pieuses et charitables.

Je ne finirais point si je voulais tout dire.En attendant, nous faisons ce que nous pouvons auprès des malades qui

sont entreposés dans des chambres jusqu’à ce que les salles soient prêtes, etlorsqu’une sera terminée, il faudra bagager nos autres femmes qui marchent,pour arranger l’endroit où elles se trouvent maintenant.

Imaginez-vous quelle confusion: Nous ne nous serions jamais attenduesà trouver pareille chose.

Mais les pauvres gens, ils ne savaient comment s’y prendre.Heureusement que je connais un peu l‘art d’architecte et que les autres connais-sances de nos sœurs m’aident a leur donner des plans et des idées qu’ils effec-tuent avec plaisir.

S.A. est toujours dans l’intention d’augmenter le nombre des sœursjusqu’à 12 et peut-être plus. Elle aurait bien voulu qu’on en ait pu former ici,mais j’ai toujours dit que cela ne se pouvait pas.

C’est aussi l’intention de S.A. que par la suite nous nous chargions deshommes malades. Etant sur les lieux, je n’y vois aucun inconvénient, car noussommes presque toujours au milieu d’eux et je les trouve, on ne peut pas plushonnêtes et modestes; on n’a paint du tout ici les préjugés de Naples.

Les mœurs y sont simples et pures. Je crois que nous avons plus demalice que tout Modène et on nous croit des anges. S.A. reviendra à Modènepour le 20 de ce mois, et alors nous irons plus vite en besogne; il verra par lui-même tous les besoins.

Nous sommes toujours nourries aux frais de l’Archiduc. Aucune desconditions ne sont arrêtées et nous avons encore bien des petites dépenses quenous devons faire nous-mêmes.

Patience jusqu’à ce que tout s’arrange, et afin que nos sœurs ne s’épou-vantent pas, je satisfais à tout. J’ai tracé depuis la Règle, les attributions de nossœurs, selon le genre de l’établissement. J’ai tâché de ne pas trop les surchar-ger, vu leur petit nombre et cependant de faire voir l’utilité qu’elles seraient àl’établissement en y exerçant la surveillance, et en y faisant régner le bon ordreet la propreté, et en consacrant tous leurs moments à l’instruction et à la conso-lation des pauvres malades.

Mr. Galvani en a été très content. J’écris par pièce, et il y aurait tant dechoses a dire que je ne sais lesquelles choisir pour les plus essentielles.

S.A. a ordonné qu’on nous mène voir tous les établissements publicsainsi que les couvents. Mr. Galvani avec un autre Monsieur nous y accompagneet deux Dames respectables viennent avec nous pour nous faire honneur.

Voici trois jours que nous marchons par une chaleur épouvantable. Je

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suis tuée quand je rentre; et le pavé de Modène est tout de petits cailloux quientrent dans les pieds et qui font souffrir ceux qui n’ y ont pas fait l’usage.Aujourd’hui, il y a grande jalousie dans les établissements, chacun prétendaitêtre visité le premier. Enfin on nous a reçus partout comme des gens de grandeimportance. Des Religieuses du Corpus Domini nous ont fait cadeau de l’ou-vrage entier de Croiset1. Justement nous ne l’avions pas; cela nous a fait bienplaisir. Notre costume plaît à tout le monde. II faut cependant que je cesse pourrépondre aux questions de votre lettre.

Toutes les pensions que je n’ai pas marquées, vous pouvez être sûrequ’on ne les a pas payées. et qu’on vous les doit. Madame De Martino a presquetoujours été en retard, parce qu’elle payait un mois quand deux étaient écou-lés, de manière qu’à présent elle se trouve avec bien des mois arriérés.

Je ne me rappelle pas si je vous ai dit que j’avais payé la provision demédicaments pour cette année, mais l’argent des notes des petites n’a pas suf-fit. J’ai ajouté 20 Ducats du nôtre, mais Sœur Raffaele doit encore recevoirquelques notes qui n’étaient pas payées et que je lui ai dit de vous remettre.

Je pense que vous n’oublierez pas d’envoyer chercher “les polizze derame” des six petites envoyant le certificat de leur existence dans le Monastère,au secrétaire de la bienfaisance, Dr. Carmine Tommassuolo. J’ai reçu avant hierune lettre de sœur Eléonore qui me demandait quand est-ce qu’elle aurait leplaisir de me voir à Alexandrie et combien de lits elle devait nous préparer2.

Elle me disait cependant qu’elle allait mieux, quoique lentement. Je luiai répondu que je ne prévoyais pas encore le temps de mon départ, à raison desoccupations et des affaires que j’avais à régler ici. Je ne sais que vous dire parrapport à elle et il m’est impossible, comme vous le voyez d’abandonner avantque tout ne soit arrangé ici. D’ailleurs, je n’ai personne à conduire à Alexandriepour la remplacer.

Sœur Cécile3 peut mieux faire cela que moi, parce qu’elle connaît lessujets qu’elle a à sa disposition. Je viens de recevoir une lettre de Sœur Cécilequi veut savoir mon arrivée chez elle; en lui répondant, je lui dirai de votre partqu’elle voit l’état de Sœur Eléonore et que si la chose est pressante, qu’elle laremplace pour la faire partir avec sa sœur, car si elle est si malade, on ne peutla laisser aller seule.

Mais en attendant, je vous prie d’écrire aussi à Sœur Cécile, afin qu’elleprenne les mesures nécessaires pour ce départ et pour les remplacementsqu’elle devra faire. Je n’ai pas le temps d’écrire davantage pour cette fois, maisje vous prie de dire aux chères sœurs Fébronie, Céleste et Raphaël, que leur let-tre a été pour moi une potion calmante.

Toutes nos sœurs vous remercient des bons avis que vous leur avez don-nés. Elles se sentent plus courageuses et espèrent de vos bonnes prières lesbénédictions spéciales du ciel sur elles et sur leurs travaux. Nos respects de

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toutes, au Père ainsi que nos saluts général à toutes nos chères sœurs que nousembrassons en J.C.

Et vous ma chère Mère, acceptez de ma part, l’assurance de mon res-pect, de mon dévouement et de mon attachement sincère,

Votre humble et obéissante filleSœur Rosalie Thouret

Je salue tous nos enfants, les malades et Mr. le Docteur.

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 G. CROISET, Esercizi di pietà sopra tutte le Domeniche e Feste Mobili dell’Anno, opera in 17 tomi,Donigoni, Venezia 1763.2 Questo viaggio per visitare le Case del Piemonte e della Savoia era stato previsto ancor prima dellapartenza di Suor Rosalie per Modena, dove doveva accompagnare le prime quattro Suore per faci-litarne l’inserimento; di lì avrebbe dovuto proseguire verso il Regno di Sardegna. Ella compì questavisita soltanto nel giugno del 1835. In Piemonte e poi a Saint-Paul (Savoia), così vicina alla FrancaContea, sentì forte il richiamo del paese natale e vi si recò in autunno. Al ritorno si fermò di nuovoin Savoia e a Vercelli; rientrò a Modena al termine dell’estate in compagnia di altre due suore ori-ginarie della Savoia. Tracce di questo viaggio si conservano in alcune lettere a Madre GénevieveBoucon e in una di Suor Victoire (11 giugno, 3 luglio, 16 novembre 1846 e 15 aprile 1847, in AGSdC).3 Cècile Guinard (1 gennaio 1790 - 3 settembre 1846). Entrata nel Noviziato di Besançon il 6 settem-bre 1804, nel 1810 seguì Jeanne-Antide Thouret a Napoli. Il suo primo servizio nella capitale delRegno di Napoli fu all’ospedale degli Incurabili, poi, quando si aprirono le scuole gratuite, ella cheaveva già fatto in Francia l’esperienza di insegnante, vi fu trasferita. Da Napoli si allontanò unaprima volta per diventare la responsabile della scuola di Tagliacozzo, sulle montagne abruzzesi.Richiamata a Napoli qualche tempo dopo, lasciò definitivamente la città nel maggio 1826, inviatadalla Fondatrice a Vercelli per il servizio nell’Ospizio di Carità per le ragazze povere. Nel 1828 funominata da M. Boucon Provinciale di Vercelli, diventando così la prima Superiora Provinciale delleSuore della Carità nell’Italia del Nord. Su di lei: A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, pp. 198-216.

/12/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 1834

Dieu Seul!Modène, 22 mai 1834

Ma très chère et bonne Mère,

J’ai reçu hier votre lettre qui nous a fait à toutes un bien infini.Monsieur Galvani qui est venu peu de temps après la réception a par-

tagé notre joie. Je lui ai même lu l’article qui faisait mention de lui et il mecharge de vous présenter ses respects et de vous dire qu’il n’ a jamais reçu une

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commission plus agréable de son souverain, que celle qu’il a eue de nous serviret de nous être utile, mais que vous dirai je de sa bonté sans borne et de sa pré-voyance envers nous!

Voici 4 jours de suite qu’il s’en vient avec des provisions de ménage detoutes les façons, soit en vin, chocolat, jambon, saucisson, service de table, sou-pière, assiettes, bouteilles de cristal, chandelier, allumettes, plumes, tasses deporcelaine, cafetière, huilier, enfin il n’y a chose à laquelle il ne pense et nepourvoie.

A peine ouvrons nous la bouche de quelque chose qu’au bout dequelques heures nous les avons. Nous étions déjà montées en vaisselle, mais ill’a trouvée trop ordinaire et S.A. lui a envoyé de l’argent en secret de l’adminis-tration pour nous pourvoir de tout ce qui lui semblerait nous faire plaisir.

Jamais dans le monde on ne trouvera un souverain semblable à celui-cipour la piété et pour la bienfaisance: excepté les riches, il entretient presquetous les pauvres soit dans les établissements, et soit dehors.

On attend S.A. qui revient de Reggio aujourd’hui; peut-être aurons-nous bientôt sa visite chez nous, ou bien une audience au parloir.

Nous sommes toujours au milieu des ouvriers et ce n’est pas pour à pré-sent que ce la finira. Nous devons transporter nos enfants tantôt d’un côté, tan-tôt d’un autre pendant qu’on décroche et qu’on arrange leurs salles.

Nous avons demandé et choisi de la toile pour refaire toute la garde-robe qui était usée et il en fallu plus de 7000 aunes.

Son Excellence le Gouverneur général1 est venu hier nous visiter et voiroù en était l’ouvrage; il a paru très satisfait et nous a montré beaucoup de bien-veillance. Il nous a parlé de notre nourriture et comment nous voulions faire.

Je lui ai dit que nous ne pouvions la faire nous-mêmes, ne connaissantpas les prix des comestibles, mais que nous avions trouvé une cuisinière et quenous ferions l’épreuve quand il voudrait. En effet, hier soir, nous reçûmes 230francs pour commencer nos dépenses et ce matin nous avons mis en train notrecuisine; moi, je l’ai ordonnée et chacun l’a mangée avec bon appétit.

Nous ferons bonne chère afin de nous trouver au large dans la suite etj’espère que Sœur Sophie y donnera son approbation.

Nous avons un saint pour confesseur; il est tout dévoué pour le bien denos âmes, et c’est ce qu’il y a de meilleur dans le clergé.

Je le trouve seulement un peu trop long, car le moins qu’il met parchaque c’est un demi-heure et Sœur Amélie qui est une bizoque y reste desheures et demie, et lorsqu’il faudra qu’elles soient à leur besogne, les emploisen souffriront.

Sœur Amélie est une bonne et brave fille, mais elle est d’une singula-rité extraordinaire; elle pleure ou elle chante toute la journée et il n’y a pasmoyen de la réformer: c’est une vieille fille. Patience!

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Nous avons un autre chanoine pénitencier2 pour extraordinaire, parcequ’il n’a pu se charger de nous comme ordinaire, étant trop occupé; il confesseseulement Sœur Hélène qui ne peut se confesser en italien, l’ordinaire ne com-prend pas le français.

Le pénitencier est un espèce de St. Vincent de Paul pour toutes lebonnes oeuvres qu’il fait et en même temps un homme de haute science.

Je leur ai communiqué la Règle. Nous n’avons pas revu Mgr l’Evêque,mais je sais qu’il est tout en notre faveur. Je compte que vous aurez la bonté defaire les lettres que je vous ai demandées dans ma dernière.

Toutes nos sœurs sont pleines de reconnaissance pour les bons avis etles encouragements que vous leur donnez dans votre chère lettre.

Elles vous en remercient de tout leur cœur et vous baisent la main; ellesont toutes été un peu malades.

Sœur Joséphine et moi avons été les plus fortes, ou plutôt nous noussommes précautionnées contre quelques légères indispositions et nous nousgarderons bien de dire que nous sommes malades parce qu’on nous a préve-nues que S.A. viendrait nous ordonner des médicaments; Elle s’entend très bienà la médecine.

Veuillez présenter nos respects aux Pères Jean et Antoine ainsi qu’àMonsieur le Docteur.

J’embrasse les chères Sœurs Barbe, Sophie, Généreuse3 et toutes, lesremerciant de leur bon souvenir, particulièrement toutes celles qui m’ont écritet auxquelles je répondrai quand j’aurai un peu de temps libre; en attendantvoilà une grande épître aux trois Diaconesses, Sr Cécile, Raphaël et Fébronieque j’ai composée a plusieurs reprises.

Vous y apprendrez plusieurs choses que je ne répète pas ici. SœurSéraphine et le gros paquet prendront patience, car je ne me fie plus d’écrire,tant je suis accablée de chaleur, de visites, de bruit et de confusion dans la tête.

L’air de Modène m’a renouvelé mon mal de dents; s’il continue et quej’ai un peu de temps, je suis décidée de me la faire arracher. Je vous écrirai sansdoute bientôt, après la visite de S.A.R.

Je verrai si elle me reparle des sœurs.Je suis bien aise que votre santé se soutienne; il n’y a pas de doute que

l’exercice ne fasse grand bien au corps. Il y a ici grande dévotion à StePhilomène.

Je crois qu’on va lui ériger une chapelle.Adieu ma chère Mère, croyez-moi toujours dans les sentiments sincères

que je vous ai exprimés et avec lesquels je me répète en vous embrassant res-pectueusement.

Votre dévouée et obéissante filleSœur Rosalie Thouret

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J’ai écrit a Sœur Cécile au sujet de Sœur Eléonore, afin qu’elle voie com-ment faire.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il conte Girolamo Riccini fu dapprima incaricato d’affari, poi consigliere di Stato ed intendente deiBeni camerali ed ecclesiastici. Dal dicembre 1831 subentrò al Coccapani Imperiali in qualità diMinistro di Buon Governo per volontà di Francesco IV e del potente principe di Canosa, al quale ilRiccini era legato da saldi vincoli di amicizia e da comunanza di ideali politici e culturali. Personalitàtra le più vivaci e attive del gruppo dirigente modenese raccolto intorno a Francesco IV, il Riccini futra i promotori della “Voce della Verità”. Impegnato fin dall’estate del 1828 nelle trattative concor-datarie con la Santa Sede, egli fu tra i principali artefici del Concordato sancito nel 1841 tra il ducadi Modena Francesco IV e papa Gregorio XVI, con il quale si chiudeva la fase giurisdizionalista neidomini estensi. Su di lui si vedano: P.B. CASOLI, La Chiesa negli Stati Estensi ed il Vescovo di ModenaLuigi Reggianini, pp. 388-409; P. FORNI, Note intorno ai Concordati estensi, in AMDSP, VIII, 1956,pp.148-154; G. MANNI, La polemica cattolica nel Ducato di Modena (1815-1861), pp. 196-204 e pas-sim; A. NAMIAS, Storia di Modena e dei paesi circostanti, A Namias e C., Modena 1894 (Rist. anast.:Forni, Bologna 1987), pp. 772-780.2 Si tratta, presumibilmente di mons. Lodovico Camuri.3 Giovanna Francesca Caillet (Malan 1787 – Napoli 1862), in religione Suor Generosa, figlia di GiovanClaudio Caillet e di Claudia Francesca Bourset, era entrata nell’Istituto il 19 marzo 1809. Cfr.Registro Generale delle Suore delle Carità, in APSdCN.

/13/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 31 maggio 1834

Dieu Seul!Modène, 31 mai 1834

Ma très chère et bonne Mère,

J’ai reçu hier à 4 heures votre chère lettre pour récompense desgrands travaux que nous avions faits le matin, car S.A. l’Archiduc impatient àvenir nous voir, nous fit dire à 9 heures qu’il serait chez nous à 11 heures.

Toute la semaine, Mr. Galvani et nous, avons été sur le dos des ouvrierspour les faire travailler sans relâche afin qu’on eût pu faire voir une salle finieà S.A. Imaginez-vous que de neuf heures jusq’uà onze nous appropriâmes laSalle qui était encore pleine de débris, nous montâmes 50 lits depuis les tré-teaux, les planches, les paillasses, les matelas, draps et couvertures, jusqu’auxciels de lits.

Mr. Galvani, nous cinq, nos administrateurs, qui sont premièrs nobles1,nos deux médecins, chacun portait, traînait depuis le bas jusqu’au secondétage, tréteaux, planches, paillasses, etc … et faisait les lits de manière qu’àonze heures tout fut prêt, mais nous étions tous écorchés et noirs comme

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la cheminée: à peine eûmes nous le temps de nous laver, et de nous brosser unpeu que la grande cloche de la maison nous annonça l’arrivée de S.A.R.2; nousdégringolâmes les escaliers pour aller la recevoir; elle s’aperçut bien que nousavions bien travaillé, car nous étions rouges comme des dindes en colère.

Elle nous demanda comment nous nous portions, si nous étionscontentes, etc… et nous commençâmes notre tour par toute la maison, en luifaisant voir le plus sale, le premier, et enfin nous la conduisîmes dans la salle oùnous avions tant travaillé.

Je ne puis vous dépeindre son contentement et sa gaieté en voyantcette belle salle où nous avons fait faire de grandes fenêtres qui donnent surles plus charmantes campagnes de Modène.

Elle se promenait dans cette salle avec une complaisance extraordi-naire, nous disant qu’elle était bien fâchée que nous n’assistions pas leshommes, parce qu’elle serait venue se faire soigner par nous. Elle ordonna uncirage marbré gris sur le pavé de la salle pour une plus grande propreté, mal-gré ce que cela reviendrait.

Elle ordonna qu’on abattit une muraille pour agrandir nos salles. Il n‘yeut pas jusqu’au moindres ustensiles dont elle ne prévoie le besoin.

Elle nous demandait si nous avions des pots de chambre et des chaisespercées a suffisance, et de lui faire la note de tout. Enfin, nous visitâmes avecelle, des locaux et des magasins de toile, et en regardant ces toiles, elle nousdemandait si nous en voulions.

Nous lui répondions que la maison devait nous en fournir un tel nom-bre et elle disait tout de suite: “Oh! c ‘est trop peu; je vous ferai faire 300 che-mises, 300 serviettes et essuie-mains, etc”.

Elle vit que les habits de nos pauvres vieilles étaient trop laids; elle nousdemanda de suite de quelle couleur, de quelles étoffes nous les voulions et com-bien d’aunes par habit.

Il est impossible de vous décrire sa bonne volonté et sa générosité. Ellechercha aussi dans la maison un endroit pour y faire un lavoir, chose extrême-ment nécessaire et un autre pour faire une cuisine séparée de celle deshommes, pour nos femmes et nos malades.

En nous promenant avec elle, pour chercher des locaux, elle nous disaitlorsque quelque chose nous plaisait: “En mangeant, l’appétit vient; eh bien jeveux satisfaire le vôtre”.

Enfin, elle nous quitta en nous promettant qu’elle ferait faire tout cequ’on avait décidé, et qu’elle nous conduirait l’Archiduchesse3, sitôt que les tra-vaux seraient terminés.

J’aurai dû commencer mon histoire avec un fil plus droit, mais j’ai tantde choses dans la tête que je voudrais les jeter toutes à la fois sur le papier pourm’en débarrasser. Le 22 du courant, S.A.R. revint de Reggio comme je crois vous

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l’avoir annoncé. Le lendemain elle voulait venir nous voir, mais on la pria desuspendre quelques jours afin qu’elle vit l’ouvrage plus avancé; alors elle ditqu’on nous conduise au palais.

Nous nous y rendîmes le 24 à onze heures, accompagnées de Mr leChevalier Galvani, notre ange gardien.

On nous introduisit près de S.A. qui nous reçut comme un père. Je luiprésentai une Règle qu’elle agréa beaucoup. Je lui offris vos hommages, etc...

Elle nous communiqua divers projets qu’elle avait faits concernant l’éta-blissement et entre autres de vouloir donner aux Sœurs de la Charité l’adminis-tration, mais qu’ il fallait garder le secret jusqu’à ce qu’elle ait pris les mesuresnécessaires.

Après une bonne demi-heure de conférence, elle nous dit qu’elle vou-lait nous faire présenter à S.A.R. l’Archiduchesse.

On nous conduisit dans ses appartements; elle nous reçut en compagniedes deux princesses, ses filles, avec la plus grande affabilité. Elle nous parla desa sœur, la Reine de Naples4.

Nous lui dîmes que si elle n’eût pas été à Caserta, avant notre départ,nous aurions eu l’honneur de lui demander ses commissions pour S.A.

Elle nous remercia très gracieusement. Nous nous retirâmes très satis-faites de nos visites ce jour-là. Chacun venait voir ce que nous dirions de notreaudience, mais sans avoir l’air d’être secrètes, nous ne disions que ce qui pouvaitêtre dit.

S.A. hier, sans dire qu’elle voulait augmenter le nombre des sœursréserva un local qui est depuis celui que nous occupons, pour quand elles aug-menteront.

Elle dit toujours que nous sommes trop peu, mais elle ne m’a pas char-gée de vous faire aucune demande. Je dis seulement un jour à Mr Galvani quesi S.A. en voulait d’autres, que peut-être vous feriez le sacrifice d’en envoyerquelques-unes, mais que je connaissais combien vous étiez à l’étroit.

Il compte plutôt que je leur en ramènerai en revenant de faire mon tour.Je ne me suis pas compromise, car je ne sais pas ce que je trouverai. Il m’a paruque les Napolitaines ne leur plaisaient pas trop, vu les échantillons.

Mr Galvani m’apporta hier votre lettre dont il était enchanté. Je la lusavec grande satisfaction et je vous remercie de nous aider à payer nos dettes dereconnaissance. Je pense que S.A. aura reçu la sienne après nous avoir quittéeshier.

Elle sera arrivée fort à propos. Je vous remercie de celle que vous voulezadresser a Mgr. Nous n’avons pas eu ni le temps ni le besoin de le revoir. Il a étéaussi dehors de Modène. S.E. le Ministre Molza est toujours bien porté pournous, et tout disposé à nous être utile dans toutes les occasions malgré que notreétablissement ne dépende pas de son Ministère des Affaires étrangères.

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Il accompagne toujours S.A. le premier Chambellan et premier Ministre:il vint hier avec S.A. et de temps en temps il vient nous voir avec sa Dame. C’estl’homme le plus pacifique du monde.

Jeudi, fête-Dieu, nous vîmes la procession dans notre église de StAugustin, qui une est des plus grandes. La Cour s’y reposa quelques moments,pendant qu’on donnait la bénédiction du Saint Sacrement.

On nous dispensa, cette année d’aller à la procession avec nos vieillesafin de nous la faire voir. J’ai trouvé qu’elle était plus belle et mieux réglée quecelles de Naples. On nous a fait aussi une attrape.

Mr. Galvani ne pouvant nous accompagner ce jour-là, étant de serviceprès de S.A., chargea une autre personne d’avoir soin de nous et de nous fairebien voir la procession.

Après l’avoir une passer dans notre église, on nous conduisit, sans quenous le sachions, dans la cour du palais de l’Archiduc, où toutes les troupesdevaient défiler sous les fenêtres de S.A.

Tout Modène était réuni là. Nous nous trouvâmes au milieu de tout cemonde qui était plus curieux de nous regarder que les troupes qui étaient surles armes.

Nous étions mortes de honte et de confusion. J’aurais voulu trouverun trou pour m’y fourrer quand Mr. Galvani vint a nous, revêtu de ses grandsuniformes brodés d’or. Je lui dis: “Mais voyez ce que l’on nous a fait! Noussommes ici comme des criminels qu’on va juger; par charité faites nous sortird’ici”.

Pendant que je lui disais ces mots, S.A. qui nous avait aperçuesenvoya une de ses gardes pour nous prendre pour nous faire monter aupalais; imaginez-vous qu’on nous plaça dans une galerie, vis-à-vis des fenê-tres où la Cour était placée et qui nous regardait continuellement: autreconfusion plus grande.

Enfin nous arrivâmes chez nous plus mortes que vives. Nous ne pou-vions pas dîner et par surcroît, nous eûmes encore des visites, entre autres celledu chanoine grand pénitencier à qui nous racontâmes notre aventure et notrepeur d’avoir scandalisé le monde et la Cour.

Il se moqua bien de nous, en nous contrariant, et le lendemain chacunriait de notre attrape, jusqu’au Marquis Molza. Mr. Galvani raconta aussi à S.A.notre frayeur qui en fit une grande risate: elle nous rassura en disant qu’elleavait eu beaucoup de plaisir de nous voir passer la revue de ses troupes et quenous n’ayons pas si mauvaise opinion des Modenais qui ne se scandalisaient pasde ces sortes de choses, etc.

Je suis à la fin de ma lettre sans avoir tout dit. Nous nous portons toutesbien et nous vous remercions de vos bonnes prières en vous en demandant lacontinuation.

LETTERE (1813-1853) 93

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Toutes nos sœurs vous baisent la main avec moi qui vous embrasse avecles chères sœurs Barbe, Sophie, Généreuse, Thérèse et toutes et dans les senti-ments de la plus sincère affection, je me répète

votre dévouée et très humble filleSœur Rosalie Thouret

Je suis bien contente que vous ragrandissiez l’habitation du padre, que jesalue respectueusement avec D. Antoine et Mr. le Docteur et Madame Annette.

Je viens de recevoir une lettre de Sœur Eléonore qui me dit que SœurCécile est allée la trouver, d’après la lettre que je lui écrivis, mais elle me ditqu’elle va mieux et qu’elle attendra que j’aille à Alexandrie pour décider cequ’elle devra faire.

Si je savais que l’air d’ici lui fût bon, je pourrais la faire venir. En luirépondant je lui proposerai. Sr. Joséphine me donne bien quelques ennuis. Ah!quelle créature, elle ne craint rien.

Lettera di 4 facciateOriginale autografo in AGSdC

1 Fra gli amministratori va menzionato l’Intendente Generale delle Opere Pie, marchese LuigiTeodoro De’ Buoi (Bologna, 18 marzo 1800 - Modena, 20 maggio 1878). Su di lui: T. BAYARD DEVOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena (1819-1875), pp. 409-413 e passim.2 L’episodio è riportato anche dal Sossaj che, alla data 31 maggio 1834, scrive: “Questa mattina ilSovrano si è recato nell’Albergo Arti ad osservare il quartiere delle Suore della Carità e le Sale cheora si stanno preparando per gli Spedali delle Ammalate e delle Croniche” (F. SOSSAI, Cronologiadi Modena dal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, p. 210).3 Si tratta di Maria Beatrice Vittoria (Torino 1792 - Villa del Cattajo 1840), figlia di Vittorio EmanueleI di Savoia e della sorella di Francesco IV, Maria Teresa. Su di lei: T. BAYARD DE VOLO, Vita diFrancesco V Duca di Modena (1819-1875), p. 116 e passim; C. GALVANI, Memorie storiche intornoalla vita dell’Arciduca Francesco IV, Cappelli, Modena 1846-54, IV, passim; L. BOSELLINI, Francesco IVe Francesco V di Modena, Torino 1861, pp. 84-87.4 La regina di Napoli era Maria Cristina di Savoia (Cagliari, 1812 – Napoli, 1836), figlia minore diVittorio Emanuele I di Savoia e di Maria Teresa d’Asburgo–Este, che aveva sposato nel 1832Ferdinando di Borbone. Su di lei: A. AMANTE, Maria Cristina di Savoia, Torino 1933; A. BRESCIANI,La Ven. Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie, Edizioni E. Rosa, Roma 1936.

/14/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 2 luglio 1834

Dieu Seul! Modène 2 juillet 1834Ma très chère et respectable Mère,

Je compte comme l’autre fois ne pas fermer ma lettre avant que d’enrecevoir une des vôtres. En attendant je vais vous raconter nos succès dans lacuisine.

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Vous savez déjà que LL.AA. l’Archiduc et l’Archiduchesse nous avaientdonné chacun six louis, pour régaler nos vieux et nos vieilles. Nous avons si bienfait nos comptes qu’au lieu d’un dîner, nous en avons fait deux: le premier a eulieu dimanche 22 juin et le second, hier mardi le premier juillet.

On avait placé les tables dans une de nos grandes cours qu’on avaitdécorée avec les bustes de l’Archiduc, de l’Archiduchesse et tous les emblèmesqui leur appartiennent, des draperies, des guirlandes. Tout cela était magnifi-que.

Nos Messieurs n’ont rien épargné pour les décorations dont ils se sontchargés. Toute notre vieille famille reluisait là au milieu et rajeunissait en man-geant les mets que nous leur avions préparés avec toute la recherche dont noussommes capables.

Au premier dîner, nous avions fait des macaronis à la napolitaine, dubouilli, de l’excellent rôti de veau, de la salade et des fruits, du bon vin et dubon pain, car tous les jours ils n’ont qu’un seul plat, une mesure de vin et dupain noir.

Les malades nous les avons servis en poulet et en “fedelmi”.Au second dîner nous avons fait une soupe de fines pâtes avec du

bouillon exquis, le bouilli, des “bragioles embouties“ de la salade, un gâteaud’amarene et les fruits, le vin et le pain comme l’autre fois.

Dites a Sœur Généreuse que nous aurions tant voulu la consulter pources dîners, mais qu’elle nous envoie son approbation, car nous y avons mis cha-cune tout notre esprit. Nous avons été acheter nous-mêmes toutes nos provi-sions pour 260 personnes.

S.A. l’Archiduc ne put se rendre au premier dîner parce qu’ il donnaitaudience, mais la veille du second, il vint nous surprendre à 7 heures du soir,lorsque nous étions à couper notre viande et à préparer nos «bragioles» pourle lendemain.

Il se réjouit beaucoup de nous voir dans cette besogne, mais il craignaiten même temps que nous ne nous fatiguions trop. En même temps, SœurHélène revenait du four avec toute la patisserie que nous avions fait le matin,et il daigna manger un petit gâteau qu’il trouva excellent. Il nous fit beaucoupde compliments sur notre habileté et sur notre charité, et partit fort satisfait.

Le lendemain il se rendit au dîner que nous avions fixé pour les six heuresdu soir a cause de la chaleur, et il eut la bonté de rester jusqu’à la fin du dînerpour nous voir servir et pour faire plaisir à nos vieux et à tout Modène, à qui onavait donné la permission d’entrer et de se promener autour des tables. Enfingrâce a Dieu, tout s’est bien passé et nous allons nous reposer de nos fatigues.

A propos, l’Archiduc me demanda avant hier si j’avais reçu de vos nou-velles et qu’est-ce que vous me disiez au sujet des sœurs qu’ il vous avait deman-dées. Je lui répondis que vous lui choisissiez trois bons sujets tels qu’il les désirait.

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Il eut l’air bien content et me renouvela de ne pas partir avant leur arri-vée. Je pense bien que vous répondrez à sa lettre et aux deux de Mr. Galvani,car ce dernier est toujours en souci pour l’affaire que vous connaissez. Il est tou-jours aussi bon et aussi zélé pour l’instant.

Nous n’avons encore rien de fixé pour la nourriture et pour toutes lesautres dépenses de nos sœurs. On nous donne de l’argent provisoirement pournos dépenses journalières que j’ai soin de bien enregistrer puisqu’elles doiventservir de base pour fixer le traitement de nos sœurs.

Toute la Cour est partie pour la Campagne du Cattajo à l’exception del’Archiduc qui reste encore quelques temps: cela nous est bien favorable, maisje crains quelque bourrasque quand il sera parti. Nous avons vu Mgr l’Evêque lejour de St Jean Baptiste, dans un couvent de religieuses où l’on nous avait invi-tées, pour assister à la profession d’une religieuse.

Nous lui annonçâmes que trois autres sœurs avaient été demandées parS.A. à l’aide des 4 qui sont déjà ici, afin qu’il ne se fâche pas quand elles arrive-raient. Il nous reçut assez bien et nous promit de venir nous voir a son retourde la campagne. Il ne nous dit point que vous lui aviez écrit.

Hier au milieu de tous nos travaux, nous eûmes la visite de Mgrl’Archevêque de Verceil1 qui passa par Modène se rendant à Rome. Il nous ditqu’il avait bien envie d’aller jusqu’à Naples pour faire votre connaissance.

Je l’engageai beaucoup à l’effectuer et je lui donnai même une petitelettre pour vous que j’écrivis à la hâte. C’est vraiment un saint et digne prélatqui est tout dévoué à notre Institut. Que celui de Modène n’est-il de même!

Il ne s’arrêta que 3 heures à Modène; il fut tout étourdi en entrant cheznous en voyant toute cette fête préparée. Tous nos Messieurs lui firent beau-coup d’accueils et en particulier Mr. Galvani qui était ravi de voir que Mgr étaitcomme lui très porté pour les Sœurs de la Charité.

Nous avons profité de la fête hier, pour faire toutes sortes d’attentionsà notre plus grand ennemi et nous continuerons de la sorte pour voir si nouspourrons le gagner. S.A. le croit notre ami, tant il sait se dissimuler dans toutesles rencontres et ce qu’il y a de pire c’est que tout ce qui nous regarde doit pas-ser sous ses yeux. Que le Bon Dieu lui change le cœur.

La poste est arrivée mais elle ne m’a point apporté de lettre de vous. Jevais donc envoyer la mienne dans l’espoir d’en recevoir après-demain. Je vousprie lorsque vous enverrez les sœurs de m’envoyer quelqu’autre Règle, parceque je n’en apportai que 5 ou 6 et j’en ai à peine 2.

Si vous pouviez aussi par la même occasion envoyer quelque ouvrage aMr. Galvani et à Mr. Careno de Livourne qui eut tant de bontés pour nous et quisans doute fera de même pour celles qui viendront, cela ferait bien plaisir à l’unet à l’autre de recevoir quelque souvenir de votre part. Pour moi j’ai donné lepeu que j’avais.

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Je vous prie aussi de nous envoyer des reliques de Ste Philomène pourquelqu’un qui à grande dévotion. Sœur Hélène me dit que Sœur Vincent peutse les procurer facilement.

Pardon si je vous charge de commissions, mais c’est à cause de l’occa-sion et de votre grand cœur que je connais.

Toutes nos sœurs vous présentent avec moi leurs profonds respects etvous baisent la main. Nous nous portons toutes assez bien.

La chaleur est aussi forte qu’à Naples, mais nous ne pouvons prendre unbain; patience! Je me suis enfin décidée à me faire arracher une dent qui ne melaissait point de repos, et je me trouve en paradis à présent.

Je vous prie de faire part de mes saluts et amitiés aux chères sœursBarbe, Généreuse, Marie Vincent, Fébronie, Céleste, etc. et d’agréer la sincéritédes sentiments avec lesquels je suis

Votre très humble et affectionnée fille en J.C.Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Alessandro Vincenzo Ludovico D’Angennes (Torino 9 giugno 1791 - Vercelli 7 maggio 1869), arci-vescovo di Vercelli dal 1831, era il terzogenito del marchese Carlo Luigi e di Eleonora Chabod de St.Marce. Laureato in teologia era stato consacrato sacerdote il 17 marzo 1804. Introdusse le Suoredella Carità per l’assistenza dei malati in ospedale e a domicilio e per l’istruzione gratuita delleragazze povere nel convento di S. Maria di Castello nel 1831. Cfr. G. SOFRI, D’Angennes AlessandroVincenzo Ludovico, in DBI, III.

/15/Sr. Rosalie Thouret a Francesco IV d’Austria Este, Modena 1 ottobre 1834

Altesse Royale

Les Sœurs de la Charité pénétrées de la plus vive reconnaissance enversVotre Altesse Royale1 pour les bienfaits sans nombre qu’elle ne cesse de répan-dre sur elles, ainsi que pour l’honorable confiance qu’elle leur accorde, et dési-rant correspondre de tout leur pouvoir aux vues bienfaisantes et pieuses deVotre Altesse, qui les a destinées à donner leurs soins aux pauvres malades quivont être réunis dans les nouvelles Salles disposées à cette fin2 par la généreusemunificence de Votre Altesse, prennent la respectueuse liberté de lui exposerque, pour pouvoir exercer leurs fonctions avec plus de succès, et faire le bienqu’elles se proposent avec l’aide de Dieu, il faudrait que la direction et la police

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intérieure des Salles des malades fussent entièrement à leur disposition, a finqu’elles puissent réparer et obvier à beaucoup d’abus qui pourraient s’intro-duire tant du coté des malades que de celui des employés .

Elles espèrent que la clémence de Votre Altesse leur accordera cetteautorisation qu’elles ne réclament à d’autres fins qu’à celle de remplir avec plusd’exactitude et de succès les emplois charitables qui leur sont confiés.

Daigne Votre Altesse recevoir l’expression vive et sincère des sentimentsde respect, de gratitude, de fidélité et de dévouement sans bornes avec lesquelsj’ai l’honneur de me dire au nom de toutes mes compagnes3

de Votre Altesse Royale

La très humble, très obéissant, et très dévouée ServanteSœur Rosalie Thouret, de l’Institut des

filles de la Charité sous la protection de St. Vincent de Paul

Modène 1° Octobre 1834

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

1 Sugli ottimi rapporti intercorsi tra Francesco IV e le Suore della Carità, si veda infra, in appendice,la lettera che questi scriveva alla Superiora generale dell’Istituto, Madre Généviève Boucon, il 3luglio 1834.2 Il trasferimento nel nuovo ambiente avvenne il 6 ottobre, come riferisce il cronista de “La Vocedella Verità. Gazzetta dell’Italia Centrale”, 6 ottobre 1834, n. 459: “Oggi si eseguisce il trasportodella Malate dal Vecchio Spedale alle Nuove Sale appositamente ridotte nel fabbricato così dettoAlbergo Arti, dalla Sovrana Munificenza consegnate alle Figlie della Carità” (p. 350).3 Le compagne di suor Rosalia Thouret erano sette. Fin da settembre, infatti, erano arrivate suorEufrasia Chambol, suor Colomba Mercier e suor Carolina Brunett. Cfr. Registro Generale delle Suoredella Carità, in APSdCF.

/16/Francesco IV d’Austria Este a sr. Rosalie Thouret, Modena 6 ottobre 1834

A Suor Rosalia Thouretdell’Istituto delle Figlie della Carità

Vista la domanda avanzata da Suor Rosalia Thouret dell’Istituto delleFiglie della Carità che la direzione e la polizia interna delle Sale dei malati affi-dati alle cure di Lei, ed alle sue compagne, vengano interamente messe a lorodisposizione, troviamo opportuno di qui significare alla medesima Suor RosaliaThouret che riconosciamo Noi pure essenziale al buon ordine delloStabilimento, che inesivamente alle massime fondamentali, particolarmente

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riguardo alla parte economica, tutta l’esecuzione, la disciplina, e la poliziainterna di esso stabilimento vengano sostenute dalle Suore senza interventod’alcun altra persona, salvo soltanto il diritto d’ispezione al Presidente per lesue osservazioni qualora vi fossero delle lamentanze o trovasse egli non osser-vate le preaccennate massime fondamentali.

Francesco

Modena 6 Ottobre 1834La presente copia concorda col suo originaleModena 7 Ottobre 1834Dr. Parisi V. Seg.io di Gab.to

Per altra copia conformefirmato Segr: Pellicciari Seg.rio

—————————————

Modena li 22 Ottobre 1845.La presente copia è conforme all’altra spedita dall’Eccelso Provinciale Governo allaCongregazione delle Opere Pie, ed esistente presso di essa sotto il n° 4704 del 1834Il Presidente degli ospitali e Case di RicoveroConte Claudio Bentivoglio1

Lettera di una facciataCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva, P. 855, anno 1845

1 Il conte Claudio Bentivoglio era discendente diretto della potente famiglia che tenne la signoriasu Bologna dal 1443 al 1512. Trasferitosi a Modena nel 1808, sposò la contessa MargheritaBoschetti. Guardia Nobile, Ciambellano e Consigliere di Stato di Francesco IV, fu pure, per diversianni, Presidente degli Ospedali e Case di Riposo. In tale veste, il 22 ottobre 1845, trasmise all’arci-vescovo di Bologna, card. Carlo Oppizzoni, che ne aveva fatto richiesta a mons. Luigi Reggianini, lasu riportata copia del chirografo ducale. Morto Francesco IV collaborò fedelmente anche con il suc-cessore Francesco V, fino alla proclamazione del Regno d’Italia, allorché scelse di ritirarsi a vita pri-vata. Su di lui: G. BENATTI, Famiglie nobili e patrizie nelle terre del Ducato di Modena, EdizioniArtioli, Modena 1983, p. 9; SPRETI, II, p. 38.

/17/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 dicembre 1834

Dieu Seul!Modène 11 décembre 1834

Ma très chère Mère,Je ne cesse de vous annoncer de mauvaises nouvelles. Le Bon Dieu vient

encore de nous éprouver par la maladie. A peine Sœur Amélie était-elle hors denos soins que Sœur Euphrasie a repris sa place. Elle commença par un érésipèle

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à la figure accompagné de fièvre et deux jours après une pneumonie la saisitnon avec la même violence que Sœur Amélie, mais elle augmenta à un pointqui nous a fait craindre pour ses jours, surtout depuis le 5ème our et le 7ème;elle était si mal qu’on lui ordonna le viatique. Elle nous demanda la mêmefaveur que Sœur Amélie, c’est-à-dire de faire les saints vœux. Nous fîmesdemander la permission à Mgr qui les lui accorda comme à l’autre pour troismois. Elle les fit avec beaucoup de ferveur et d’édification hier après-midi.

On lui a fait jusqu’à 3 et 4 saignées par jour pour apaiser la douleur etdiminuer la grande oppression de la poitrine pour laquelle on craint beaucoup,si le Bon Dieu nous fait la grâce de la tirer de l’état aigu de la maladie actuelle.

Nous commençons le 9ème jour de la maladie et malgré qu’on viennelui ouvrir plusieurs fois de la veine, la douleur ne cède pas. On lui a appliquesangsues, vésicatoires, sinapismes…

Il semble que le Bon Dieu veut quelque victime. Si celle-ci en échappe,nous craignons toutes pour la 3ème. Que la Ste Volonté de Dieu soit faite. Ah!priez-le s’il vous plaît qu’il nous donne force et courage, car dans de certainsmoments nous pleurons comme des enfants.

Soyez tranquille pour quant à l’assistance qui est la même que celle quel’on a eue pour Sœur Amélie. Chacun se prête avec le plus grand dévouementdans ces circonstances. L’Archiduc et l’Archiduchesse prennent toute la part pos-sible à nos afflictions et Mr. le Chevalier Galvani, nous confond par ses atten-tions et je vous assure qu’un jour il demandera l’aumône pour s’être dépouilléde tout ce qu’il possède et surtout s’il se fait prêtre.

Sœur Amélie est à la campagne, comme je vous le dis dans ma dernièrelettre. Elle se remet passablement; on la comble de petits soins et d’attentions.Nous n’avons pas encore pu trouver un moment pour aller la voir, à cause desoccupations que nous donnent la malade et notre hôpital.

Nos confesseurs se donnent beaucoup de peine pour nous et nous don-nent des preuves de leur intérêt sincère pour notre bien spirituel et temporel,avec un désintéressement tout à fait apostolique. Je crois que Dimanche nousirons à l’audience de S.A. pour la remercier de ses bontés pour nos sœurs ainsique pour le traitement qu’il nous a accordé qui consiste en un franc et demi partête, chaque jour et outre cela le froment, le vin, le bois et le charbon néces-saire pour toute l’année, calculés à tant par tête.

On dit que nous serons assez bien, car on vit bon marché dans ce pays.Le vestiaire est payé à part, comme il fut fixé par les conditions, c’est-à-dire 140par an pour chacune des sœurs et c’est S.A., comme je vous l’ai déjà dit qui secharge de toutes ces dépenses.

Il n’y a rien d’extraordinaire dans notre établissement qui en formedeux, c’est-à- dire l’hôpital civil et l’hospice des “recouvrées” qui commence as’arranger peu a peu1.

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Nos sœurs vous disent mille choses respectueuses et vous baisent lamain, en particulier la pauvre malade. Je m’unis à elles en vous renouvelant l’as-surance de mon respect et de mon dévouement.

Ma Révérende MèreVotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Scriveva al riguardo don Cesare Galvani a Papa Gregorio XVI: “Beatissimo Padre, l’ArciducaFrancesco IV, Duca di Modena, mio augusto Padrone, mosso sempre da quello zelo di religione e dipubblico bene che regola ogni sua azione, ha chiamato a Modena le Suore della Carità sotto la pro-tezione di S. Vincenzo De’ Paoli, le quali vi sono giunte dalla Casa Madre di Napoli e le ha destina-te a dirigere ed assistere i due Ospitali Riuniti delle donne inferme, e delle Croniche, in numero dicirca 200. A tal fine, oltre ad aver preparata la Casa per quelle ottime ed edificanti Sorelle, ha volu-to sostenere e sostiene le spese tutte dell’adattamento ed ampliamento dei locali e quelle di tuttii miglioramenti arrecati, i quali formeranno di quell’Ospitale uno dei meglio costrutti e regolati.Tra le cose aggiunte evvi pure una bella e spaziosa Cappella, capace di circa 150 persone, la qualeserve non solo alle Suore della Carità per i loro esercizi di pietà, ma in cui si raccolgono alla Messadei giorni feriali ed al Catechismo, alle pratiche di religione ed alla Benedizione vespertina dei gior-ni festivi, le croniche e le convalescenti, e dalla quale i Padri cappuccini assistenti per lo spiritualepossano prontamente trasportare il SS° Viatico alle moribonde. Le Suore della carità desiderose delmaggior bene spirituale di se stesse e delle povere alle loro cure affidate supplicherebbero affinchéla benignità della Santità Vostra si degnasse non solo estendere alle inferme ed alle persone tuttein qualunque modo addette al loro Ospitale le Indulgenze concesse al loro Ordine, e l’IndulgenzaPlenaria nei giorni di San Geminiano e di San Francesco, ma che nella Clemenza Sua volesse accor-dare loro di fondare in quella Cappella la Devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria concedendoLoro il privilegio di aggregarvi chi ne credessero meritevole per farli fruire delle tante Indulgenzeannesse a questa dolcissima devozione; e accordasse all’Altare della Cappella stessa la Messa quo-tidiana privilegiata per i defunti. Quindi il sottoscritto figlio umilissimo e devotissimo della santitàVostra prostrandosi ai sacri piedi del Vicario di Gesù Cristo, supplica nella qualità sua di Sindacodelle Suore della carità, affinché la Santità Vostra, si degni concedere le grazie implorate, ed impar-tire la Santa Paterna Benedizione, pegno della Benedizione Celeste, alle Sorelle, alla nuova loroCasa, alle povere da esse assistite, ed anche all’umilissimo supplicante della Santità Vostra umilissi-mo devotissimo fedelissimo servitore e figlio obbedientissimo Cesare Galvani Sindaco delle Suoredella Carità” (Don Cesare Galvani a Papa Gregorio XVI, Modena 19 novembre 1834, in AGSdC).

/18/Suor Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 16 dicembre 1834

Dieu Seul!Modène, 16 décembre 1834

Ma très chère Mère,

J’ai attendu 5 ou 6 jours avant que de vous écrire, espérant quequelques rayons d’espérance viendraient dissiper les craintes que nous inspiraitla maladie sérieuse de notre chère Sœur Euphrasie.

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Nous sommes enfin arrivées au I4ème jour qui décide du danger etquoique le 13ème ait été encore bien orageux, nous espérons que la maladieau lieu d’augmenter déclinera dorénavant. L’oppression de la poitrine et lepoint de côté ne l’ont pas encore abandonnée, mais ils ont diminué.

Les médecins sont plus contents et commencent à espérer. Grâces àDieu qui nous éprouve et qui nous console, mais je trouve que dans une petitecommunauté telle que la nôtre, on ressent bien plus vivement ces sortesd’épreuve que dans une nombreuse communauté où l’on ne s’aperçoit pas tantdu vide et de la fatigue.

Nous voilà donc un peu rassurées et nous vous prions de l’être aussipuisque vous aurez bien pris part à nos afflictions, car je connais la bonté et lasensibilité de votre cœur envers tout le monde et à plus forte raison, envers vosfilles malades et affligées.

Passons à un autre sujet plus consolant. Nous avons donc eu avant hierl’honneur d’être admises à l’audience de S.A.R. l’Archiduc que nous remer-ciâmes des nombreux bienfaits dont il se plaît a nous combler, tant pour nossœurs malades que pour le traitement qu’il nous a accordé définitivement etdont il a voulu se charger lui-même.

Il nous répéta plusieurs fois que si nous n’étions pas contentes et que sice qu’il nous avait fixé ne suffisait pas, que nous n’avions qu’à le lui dire, qu’ilétait toujours prêt à y pourvoir.

Il approuva plusieurs choses que nous lui proposâmes par rapport ànotre hôpital1, et il voulut être informé minutieusement de la maladie de notresœur et des remèdes qu’on lui administrait. Il nous donna aussi ses avis à l’égarddu traitement, car il prétend s’entendre à la médecine; il gronda beaucoupaprès les médecins qui saignent trop les malades.

Nous eûmes aussi l’honneur de voir S.A. l’Archiduchesse qui prend beau-coup d’intérêt à la maladie de notre sœur et qui nous a envoyé de nouveau lesreliques de Ste Philomène qu’elle envoya pour Sœur Amélie. Nous sommesconfuses des bontés que Leurs Altesses nous témoignent et l’on ne pourraitjamais assez faire leur éloge car elles sont des modèles de toutes les vertus.

Ma lettre vous arrivera près des fêtes de Noël et dès à présent nousnous unissons à toutes nos chères sœurs pour vous les souhaiter dans l’abon-dance de la paix, de la tranquillité et des consolations spirituelles et temporellesque vous pouvez désirer. Nous nous réunirons bien d’esprit aux pieds du DivinJésus, et nous l’intéresserons les unes pour les autres.

Nous aurons aussi la consolation d’avoir la messe de minuit dans notrechapelle en ayant obtenu la permission de Monseigneur et l’on attend celle deRome pour y communier.

J’oubliais de vous dire que j’avais remercié Monseigneur en votre nomde toutes les bontés qu’il nous a témoignées. Je l’ai fait aussi de votre part à

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l’Archiduc, lui disant que je vous avais bien informée des soins et de l’intérêtqu’il prenait pour nous et que vous en étiez pénétrée de reconnaissance. Ilaccueillit beaucoup cette attention.

Sœur Amélie continue à demeurer à la campagne où elle reprend sesforces peu a peu moyennant les soins qu’on lui prodigue. Nous avons été la voirà la hâte. Elle vous présente ses respects et se trouve fort bien.

On veut la garder jusqu’après Noël ou jusqu’au jour de l’an. Je ne vousdis rien pour notre incomparable Chevalier, il m’a dit qu’il voulait vous écrirepour les fêtes.

J’ai reçu de Madame la Comtesse Boschetti2 l’argent en question pourfaire un cadeau a Ste Philomène. Ce sont 25 pièces de 20 francs en or qui fontjuste 500Fr que vous réduirez à la valeur de l’argent de Naples.

Elle doit me remettre une lettre pour Rev. Francesco de Lucia où elle luiexpliquera ses intentions. Quand je l’aurai, je vous la remettrai. En attendant, ellevous fait mille excuses et mille remerciements pour le service que vous lui rendez.

Si vous le jugez à propos, veuillez dire mille choses affectueuses a nosanciennes sœurs, pour moi et en particulier à ma chère sœur Fébronie qui doitêtre bien affligée de mon silence envers elle.

Agréez l’hommage du respect, de la soumission et de l’attachementavec lesquels nos sœurs et moi avons l’honneur d’être, ma Très révérende Mère,

Votre très humble et obéissantefille Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si veda infra, in appendice, il verbale dell’incontro svoltosi a Modena il 24 novembre 1834 tra SuorRosalie Thouret, il conte Claudio Bentivoglio, don Cesare Galvani e suor Elena Gruz.2 Quasi certamente si tratta della contessa Teresa Boschetti, dama di Corte e madrina di Battesimodi Francesco V. cfr. T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, passim.

/19/Sr Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 25 dicembre 1834

Dieu Seul!Modène 25 décembre 1834

Ma Très chère et Révérende Mère,

J’ai reçu la vôtre du 16 courant bien exactement. Si vous m’avez faitl’honneur de m’en écrire d’autres elles ne me sont point parvenues. Je com-

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mence par vous remercier des bons souhaits que vous daignez nous faire àtoutes et dont nous sommes très reconnaissantes.

Nous espérons en ressentir les heureux effets chacune, en particulier, etselon nos besoins. De notre côté nous n’avons pas manqué de remplir nos devoirsenvers vous, près de ce Divin Sauveur, en le suppliant de répandre sur vous et surtoute notre communauté le choix de ses grâces et de ses bénédictions.

Nous renouvellerons nos vœux, au prochain jour de l’an et le jour devotre fête, afin que votre cœur soit pleinement satisfait et que vous jouissiez aumilieu de vos filles de la paix et du contentement le plus parfait.

Nous avons eu le bonheur de faire les fonctions de la nuit de Noël dansnotre petite chapelle où les plus jeunes de nos vieilles ont assisté1.

Un de nos confesseurs est venu célébrer. Nous étions seulement cinq àla messe de minuit: Sœur Euphrasie garde encore le lit et Sœur Amélie estencore à la campagne.

Sœur Colombe a la toux et Sœur Caroline est un peu malade. Nous nousépouvantons sitôt qu’elles se sentent quelque chose, car dans ce pays les mala-dies sont plus sérieuses qu’à Naples et on les traite différemment.

Á ce moment pourtant, nous sommes plus rassurées parce que SœurEuphasie fait une heureuse convalescence et les autres jusqu’à présent n’éprou-vent que des malaises.

Nous avons fait hier notre visite à Monseigneur l’Evêque pour les fêtesde Noël; il nous a accueillies on ne peut pas mieux et nous a promis de nous ren-dre sa visite pour voir aussi nos sœurs malades.

Nous irons à l’approche du jour de l’an faire nos autres visites de céré-monie aux Ministres, Gouverneurs etc. selon l’usage du pays, nous laissant gui-der par notre vertueux et édifiant Chevalier qui a été bien aise que vousapprouviez sa vocation au sacerdoce.

Mais pour moi, je ne puis encore l’approuver car je connais trop le bienimmense qu’il fait dans les divers emplois qu’il occupe, au lieu qu’étant prêtre,il y renoncera pour ne s’occuper que du spirituel.

Il me semble que lorsque l’on peut faire l’un et l’autre, il est bien pré-férable de choisir le plus au moins.

S.A. nous a envoyé pour cadeau de Noël, une superbe chasuble quenous avons étrennée la nuit de Noël. Quelle bonté sans bornes il noustémoigne, cet incomparable Prince! Monsieur Galvani ne le voit pas une foisqu’il ne demande de nos nouvelles et si nous sommes contentes.

Après être arrivée jusqu’ici, je reçois la vôtre du 18 courant avec les bil-lets qui y sont inclus. Je tâcherai de faire deux lignes à Sœur Fébronie avant quede fermer la présente et vous aurez la bonté de remercier Mr le Docteur de sonattention en attendant que je le fasse une autre fois.

Je vous remercie de nouveau des témoignages d’affection maternelle

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que vous me donnez ainsi que de l’intérêt que vous prenez à ma santé, quigrâce à Dieu se soutient, malgré les occupations et les soucis que nous ont don-nés nos sœurs malades.

Il paraît que vous n’avez pas reçu encore mes lettres du 11 et du 16 cou-rant où je vous annonçais la dangereuse maladie de notre Sœur Euphrasie. Jeveux espérer que le Bon Dieu ne nous enverra plus ces épreuves et que je n’au-rai plus le déplaisir de vous donner des nouvelles fâcheuses.

Voilà des petits billets où nos sœurs vous expriment chacune leurs sen-timents filiaux à l’exception de la pauvre Sœur Euphrasie qui n’est pas encoredans le cas de le faire, mais elle unit ses vœux et ses sentiments avec toutes lesautres, vous priant d’agréer, cette fois, son silence, quoique son cœur vous parleautant que toute autre. Je remercie nos chères sœurs de leur bon souvenir, etles salue bien affectueusement.

Recevez, ma très chère Mère, l’assurance de mon respect, de ma soumis-sion et de mon attachement sincère; et vous embrassant en Notre Seigneur, jeme répète

Votre très humble et très affectionnéefille, Sœur Rosalie Thouret

P.S. J’oubliais de vous dire que notre bon Chevalier Galvani a fait élever dansnotre appartement un pied d’or sur lequel il a fait mettre le buste de notrepieux Archiduc, avec cette inscription: “Au Père des pauvres, Les Sœurs de laCharité reconnaissantes à ses bienfaits”.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 A proposito della cappella, si veda infra, in appendice, il Rescritto del vescovo di Modena mons.Adeodato Caleffi, datato Modena 17 novembre 1834.

/20/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 12 aprile 1835

Dieu Seul!Modène, 12 avril 1835

Ma Très chère Mère

C’est de mon lit que je vous écris pour vous annoncer premièrement maconvalescence et puis la maladie subite qui m’est arrivée.

D’abord tranquillisez-vous; je suis dej rétablie et je ne garde le lit que parprécaution pour quelque autre jour. Jais sans m’y attendre, j’allais au galop frapper

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aux portes de la mort, ayant été assaillie, il y a six jours de cette méchante fièvretierce qui est venue avec des caractères foudroyants, déployer toute sa malignité.

J’en ai eu seulement deux accès; et si le troisième n’eût été coupé, lesmédecins disaient que je n’aurais pas résisté au troisième. On m’a donné dansun jour et une nuit 40 grains de sulfate de quinine outre 4 onces de china enpoudre par lavement.

Les médecins modénais qui sont braves pour guérir les fièvres intermit-tentes dirent que la mienne était une “perniciosa comalosa”. Parlez-en avecnotre Docteur qui saura bien vous en faire l’explication, et dites- lui que je pen-sais bien à lui, malgré que je ne pouvais être soignée avec plus de promptitude,d’attention et d’intérêt.

Que vous dirai-je de l’empressement, de l’affliction et du souci de notreChevalier toujours plus inappréciable! Je vous ai déjà tant parlé de ses bontésque je ne sais plus avec quelles couleurs vous les dépeindre; au lieu de les bar-bouiller, il vaut mieux que je me taise.

Nos Présidents se sont montrés aussi avec un intérêt qui mérite toutenotre reconnaissance. Notre bon père l’Archiduc, ayant été averti de ma mala-die, envoya une personne de sa Cour s’enquérir de mon état et témoigna ànotre Chevalier par des expressions tendres et paternelles combien il était sen-sible aux maladies qui nous affligeaient et voulant savoir absolument de quoinous avions besoin.

Mr. Galvani lui dit qu’il nous donna un de ses casins qui se trouve dansla campagne, tout près de notre maison pour y faire aller les sœurs maladespendant le mois de mai, afin qu’elles changent d’air.

Il dit tout de suite que oui, qu’après Pâques il consignerait les clefs. A-t-onjamais vu un Prince d’une bonté pareille? Oh non! on ne le trouvera jamais.

Si nous avons tant de bonheur de ce côté-la, le bon Dieu nous envoiedes croix du côté de nos sœurs par les maladies qui se renouvellent tantôt àl’une, tantôt à l’autre.

Vous apprendrez par une lettre que je vous ai écrite et qui vous seraremise après Pâques par un Monsieur de Modène qui se rend à Naples, la nou-velle rechute de notre pauvre sœur Colombe1.

Hélas! je crois comme tous les médecins qu’elle est réellement attaquéede la poitrine; la fièvre ne la quitte plus; elle crache, elle a des diarrhées presquecontinuelles. Si elle continue de la sorte, elle n’ira pas loin.

L’Archiduc lui a proposé un médicament auquel il a grande confiance.Elle s’est décidée à le prendre et elle commencera demain matin.

Vous allez rire en apprenant ce que c’est. Et bien, c’est une tranche delard que l’on fait fondre doucement dans une casserole de terre et l’on enprend tous les matins, à jeun, une grande cuillère à bouche. Je vous rendraicompte des bons effets qu’il aura produits.

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Je ne croyais pas vous écrire si longuement; c’est une preuve que je mesens bien. Je vous prie de bien recevoir ce monsieur de Modène qui est un amide Mr Galvani, et de lui faire voir notre maison, les écoles, l’hôpital et tout cequi peut intéresser, parce qu’on lui fera beaucoup de demandes à son retour.

Vous pouvez lui consigner toutes les lettres que vous voudrez. Je nepuis plus dire quand je partirai d’ici. La maladie de Sœur Colombe me retiendrapeut-être encore. Il semble que chaque fois que je me dispose à partir, des obs-tacles viennent renverser mes projets.

Heureusement que cette fièvre m’a prise ici, car que serais-je devenue sielle m’eût attaquée en route et que je n’eusse pas eu des secours aussi prompts.

J’en remercie le bon Dieu et vous voudrez bien le remercier pour moide m’avoir préservée cette fois du coup dont j’étais menacée.

J’espère que notre bonne sœur Généreuse continue à se remettre etj’en attends de consolantes nouvelles. Je la salue bien amicalement ainsi quetoutes nos anciennes sœurs et ma petite Fébronie que j’ai failli ne plus revoir.

Toutes nos sœurs vous renouvellent avec moi les sentiments du plus ten-dre respect avec les souhaits d’une heureuse Pâques dans la paix et la joie duSeigneur.

Ma chère Mère, votre dévouée et affectionnée fille,Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

42 Suor Colomba Mercier morì il 20 agosto 1835, all’età di 23 anni, appena un anno dopo il suo arri-vo a Modena e mentre suor Rosalie si trovava in viaggio nel Regno di Sardegna. Cfr. RegistroGenerale delle Suore della Carità, in APSdCF.

/21/Sr Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena, 28 aprile 1835

Dieu seul !Ma très chère Mère,

J’ai reçu la vôtre du 13 avril où j’apprends avec bien du plaisir que votresanté ainsi que celle de sœur Généreuse sont dans un état satisfaisant; lamienne va passablement. J’ai encore quelques accès de fièvre tierce depuis lespremières que je vous annonçai, mais bien plus légers, et je continue encore lesulfate de quinine pour empêcher quelques récidives.

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Cette maladie inattendue, ainsi que la continuation de celle de sœurColombe m’ont fait remettre l’époque de mon départ. Je verrai pourtant dansle courant de mai, à quoi me décider.

Nous venons d’avoir, à 11 heures la visite de l’Archiduc qui part demainpour Reggio, où il séjournera tout le mois de mai, et sachant que je devais par-tir moi-même, il est venu tout exprès me faire sa visite de congé.

Il m’a fait promettre de m’arrêter ici à mon retour, afin de bien conso-lider ce qui est commencé, ayant encore des vues d’agrandissement du local,sitôt qu’il pourra transférer les hommes dans un autre lieu pour réunir ici desateliers pour y faire travailler des pauvres femmes sous la direction de nossœurs.

Il ne pense continuellement qu’à faire du bien à ses sujets. Il m’estimpossible de vous exprimer ses bontés à notre égard et avec quelle affectionpaternelle il nous traite et nous distingue.

Aujourd’hui il me répétait toujours de lui dire si nous avions besoin dequelque chose qu’il ne peut pas prévoir, et si je me gênais de le lui dire que jele dise à Mr. Galvani.

Enfin, il a fait une longue visite à sœur Colombe, s’informant minutieu-sement de sa maladie et des remèdes qu’elle prenait, lui prescrivant aussi lessiens et après être passé de notre appartement à la chapelle où il pria avec beau-coup de dévotion, il me dit en sortant qu’il avait bien prié le bon Dieu pour laguérison de sœur Colombe et qu’il espérait que le Seigneur nous la conserverait.

Je ne finirais pas si je voulais tout vous raconter.Ce soir nous entrons en exercice pour cinq jours, n’ayant pu les faire en

carême, parce que notre Chanoine pénitencier a dû prêcher tous les jours ducarême à la cathédrale et il nous a remis après Pâques, étant plus débarrassé deses grandes occupations.

Nous en avons fait quelques jours en notre particulier avant l’annoncia-tion. Quel homme que ce bon Chanoine1. Il réunit en lui les vertus et le zèled’un Saint Vincent de Paul et d’un Saint François de Sales. Monseigneur l’Evêquecontinue à nous honorer de sa bienveillance et de sa particulière protection. Ilvient de faire le plus beau rapport possible à Rome au sujet de notre chapelle2

et pour nous débarrasser tout à fait des prétentions des pères Capucins3.J’ai remis la lettre de D. Francesco à Madame le Comtesse Boschetti qui

me charge de vous faire un million de remerciements. Elle n’a pas besoin d’au-tre reçu que la lettre qu’elle a reçue, mais elle m’a dit que D. Francesco luienvoyait par votre moyen deux tomes du livre de Sainte Philomène ainsi qu’unerelique des cheveux de la Sainte.

Elle vous prie de bien vouloir les lui faire parvenir par le moyen dubateau à vapeur jusqu’à Livourne, les adressant à Monsieur Antoine Careno,agent modénais à Livourne, qui pensera de les lui faire tenir à Modène.

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Pardonnez-moi tout cet embarras que je vous donne, mais je n’ai pu lerefuser à cette Dame. Racheline peut bien vous servir dans cette affaire ou Mr.Marc Audra.

Toutes mes sœurs vous présentent leurs respects. Pardonnez mon grif-fonnage; j’ai voulu profiter de la poste d’aujourd’hui pour ne pas vous laisseren souci.

Agréez les assurances de mon respectueux attachement et mille chosesamicales pour moi à toutes nos chères sœurs et autres personnes.

Votre très humble et affectionnée fille,Sœur Rosalie Thouret

Modène, 28 avril 1835Mr. Galvani vous présente ses hommages.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Mons. Lodovico Camuri fu, dal 1827 al 1845, Presidente del Seminario Metropolitano di Modena.Mons. Adeodato Caleffi affidò a questo pio e dotto canonico della cattedrale, che era già il confes-sore delle monache Carmelitane e delle Visitandine, anche il compito di sostenere spiritualmente leSuore della Carità fin dal loro arrivo (1834). Su di lui: G. PISTONI, Il Seminario Metropolitano diModena, ad indicem; S. DA CAMPAGNOLA, Cattolici intransigenti a Modena agli inizi della Re-staurazione, ad indicem.2 Questo è il testo cui fa riferimento suor Rosalie Thouret: “Eminentissimi e Reverend.mi Signori,con particolare esultanza e gratitudine insieme di questa Città nello scorso Anno 1834 le Sorelledella Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de’ Paoli provenienti dalla Casa Madre di Napoli perbenefica disposizione di S.A.R. l’Arciduca Francesco IV Nostro piissimo Sovrano, mosso sempre dazelo di Religione e di pubblico bene, vennero destinate a dirigere ed assistere li due Ospitali riuni-ti delle Donne Inferme e delle Croniche di questa stessa Capitale. In tale favorevole opportunitàvenne pure costrutta per Sovrana Munificenza una regolare e spaziosa Cappella, che venne da mesolennemente benedetta li 19 Novembre dell’anzidetto anno 1834, onde servisse agli esercizi dipietà per le Sorelle Direttrici, ma ben anche a conforto delle Croniche e Convalescenti, dichiaran-do, come dichiarai, che l’uso della Cappella stessa appartiene esclusivamente alle prefate Suore peradempiervi col mezzo del loro Direttore Spirituale le opere di pietà proprie dell’Ordine a cui appar-tengono. Ciò premesso all’oggetto di via meglio esaurire li comandi di codesta S.a Congregazionecui è piaciuto rimettermi con Venerat.mo Dispaccio 30 Marzo p.s. la Supplica delle Sorelle anzidet-te che implorano la grazia di poter conservare nella surriferita Cappella il SS.mo Sacramento, hogiudicato opportuno l’interpellare li Signori Presidenti dell’Ospitale Civile e dei Cronici. Dietro quin-di le imparziali informazioni dei medesimi, mi veggo abilitato a riferire alle EE. LL. Rev.me, che laCappella di cui si tratta trovasi sempre in uno stato decentissimo, e tale da potervi conservare collenecessarie cautele e discipline il SS.mo Sacramento. E qualora sieno consolate le Oratrici oltre l’am-bita opportunità di eseguire gli atti di quotidiana Adorazione, primo risulterà il vantaggio dellepersone tutte degenti nell’Ospitale dei Cronici, come ne deriverà eguale comodo e profitto perl’amministrazione del SS.mo Viatico alle inferme ricoverate nell’Ospitale. Nel mentre quindi io nonposso che riconoscere nella domanda di queste ottime Sorelle della Carità un effetto del loro zeloindefesso, di cui offrono alla Città luminose e costanti prove, mi unisco al desiderio esternatomi dailodati Sig.ri Presidenti di vedere esaudite le supplicanti, affidando la gelosa custodia del SS.moSacramento al solo Confessore e Direttore Spirituale delle medesime. Sottomesso però alle sempresagge risoluzioni dell’EE. LL. Rev.me ritorno la supplica delle anzidette Sorelle, e mi rassegno

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dell’EE. LL. Rev.me Umil.mo Dev.mo Servo D. Adeodato Vescovo” (mons. Adeodato Caleffi alPrefetto e ai cardinali della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari, Modena 24 aprile 1835, inAPSdCF).3 I Padri Cappuccini, chiamati a Modena da Francesco IV con chirografo dell’11 gennaio 1833, essen-do preposti alla direzione spirituale degli Ospedali, avanzavano a quanto pare qualche pretesa ditroppo sulla gestione della suddetta cappella. Si veda E. GATTI, L’Ospedale di Modena e la suaParrocchia. Notizie storiche, Parma 1928, pp. 85-155.

/22/Sr. Rosalie Thouret a Filippo Caula, Modena 8 maggio 1835

Illustrissimo Signor Presidente

In seguito della partenza della Sig.ra Giustina Gottardi Capo infermie-ra, abbiamo soggiunto in sua vece una Giovine per nome Maria Mescoli, maperò come semplice infermiera e con l’istessa paga delle altre sei addette al ser-vizio dell’ospedale Civile. Ora le facciamo conoscere che il dippiù della paga chespettava alla capo infermiera dovrebbe passarsi egualmente in sollievo dellealtre, specialmente quando sono ammalate, e che debbono a proprie spesemantenere delle sostitute. Spero che Ella troverà giusto il mio esposto, e chel’appoggerà con quella carità che tanto la distingue, e protestandole la miarispettuosa considerazione sono

di Vostra Sig.ia Ill.ma e Rev.ma

Umillissima ed Ubbidient.ma ServaSuor Rosalia Thouret dell’Istituto della Carità

Modena, 8 Maggio 1835

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM , Fondo ECA, b. 2282, f. 113

/23/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 giugno1835

Dieu seul !Ma très chère et bonne Mère,

J’ai reçu la vôtre du 30 mai et celle que vous remîtes à ces Messieurs deModène qui nous ont raconté toutes les politesses que vous leur avez prodi-guées dans les visites qu’ils vous ont faites. Ils sont restés enchantés de notre

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Monastère ainsi que de la bonne éducation qu’ils ont remarquée dans nosdemoiselles; ils ont été étonnés que dans Naples on n’apprécie point notreInstitut et qu’il ne jouit d’aucune protection, si ce n’est de la Reine Mère1.

Ceci je l’ai su d’une personne qui les a interrogés par rapport à nous etje vous avoue que cela m’a fait de la peine, quoique je n’ignore pas l’opinionet le caractère des Napolitains. Je laisse de côté ce petit récit désagréable pourpasser à un autre plus satisfaisant.

J’ai remis moi même à L’Archiduc la lettre que vous aviez consignée àces Messieurs pour S.A.R. qui me fit appeler, avant hier, en audience particulièrepour me communiquer avant mon départ, plusieurs plans qu’il veut mettre enexécution pour améliorer l’administration et faciliter le service des pauvresmalades ainsi que la réunion, dans notre établissement, d’une maison de travailpour les pauvres de la ville.

Mais avant cela il faut qu’il transporte les vieux hommes de notre mai-son dans un hôpital militaire qui se trouve vis-à-vis de chez nous, et que les mili-taires passent dans un bâtiment nouveau.

Nous avons parlé pendant une heure et demie de toutes les affaires, etlui avec une humilité incomparable me demandait mon sentiment sur tout cequ’il proposait.

Je reviens à votre lettre qui lui a fait un plaisir infini, et qu’il lut devantnous avec beaucoup de complaisance. Je devais aussi le remercier pour un trèsjoli cadeau qu’il m’avait acheté à la foire de Reggio et qu’il m’ envoya par notreChevalier Galvani me disant que c’était un souvenir de voyage qui m’obligeaità revenir au plus tôt.

Je vois vous expliquer ce que c’est; c’est un meuble qu’on appelle«Chatouille» ou coffret de voyage, qui contient tout le nécessaire pour écrire,pour coudre et pour la toilette. Vous auriez ri si vous aviez vu sa prévoyanceà y mettre du fil, des soies, de la tresse, des cordons, des peignes, des brosses,etc.

Il m’a fait mille excuses pour ne m’avoir pas envoyé une chose plusbelle, mais qu’il n’avait rien trouvé de plus convenable pour moi. Il avait aussimis dans un secret de cette chatouille, 300 fr. en or pour les frais de monvoyage, disant qu’il avait mis peu parce qu’il voulait que je restasse peu à fairemon tour.

Enfin il me chargea de ramener deux sœurs avec moi, parce qu’il voyaitbien que nous étions en trop petit nombre, et il me dit de vous en prévenir. Jecrois qu’il vous en écrira. Au reste, vous aurez la bonté de me répondre sur cedernier objet ce que vous jugez à propos que je fasse.

Notre sœur Colombe est au casine de l’Archiduc avec sœur Euphrasie,depuis une douzaine de jours. Elle s’y plaît mais elle n’y recouvre pas la santé.Il semble que de jour en jour elle dépérit. Si le bon Dieu ne fait un miracle, c’est

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fini d’elle. Il n’y a que notre bon Archiduc qui espère encore et qui voudrait seflatter de sa guérison, mais elle n’a plus de force.

Je l’ai engagée à écrire un petit billet à ses sœurs, car ce sera peut-êtrele dernier. Nous allons autant que possible la voir tous les jours, c’est à vingtminutes loin de chez nous.

Nos confesseurs, notre bon chevalier vont aussi la visiter exactement etje crois que l’Archiduc même ira la voir à présent qu’il est de retour: c’est vrai-ment qu’un père et plus un père envers nous. L’Archiduchesse aussi nous portele plus grand intérêt.

Je pars donc décidément demain, 12 du courant, avec la jeune noviceen question que je vous aurais conduite à mon retour, si elle eût voulu m’atten-dre, mais je me rappelle que lorsque je vous en parlai, vous me dîtes que vousn’en aviez pas besoin, et que ce n’était qu’autant qu’elle aurait pu me servir decompagnie au retour, que je pouvais l’emmener avec moi.

Je vous rappelle en badinant votre réponse comme j’ai reçu en badi-nant votre petit reproche. J’espère être à Verceil le 14 ou le 15 du courant. Jem’arrêterai sans doute plus à Verceil que partout ailleurs.

Je ne compte aller que jusqu’en Savoie et être de retour ici en septem-bre selon la promesse que j’ai donnée à l’Archiduc. J’ai eu quelques autres accèsde fièvre, mais légère, et je continue plus exactement à prendre la quinine pourempêcher le retour. J’attends de vos nouvelles à Verceil.

Je laisse ici nos sœurs passablement bien de santé, à l’exception de lapauvre sœur Colombe, mais bien surchargées d’ouvrages.

Sœur Hélène vous donnera de temps en temps les nouvelles de cettemaison, mais elle ne sera pas capable d’écrire elle-même, elle se servira de l’aidede sœur Caroline, la seule qui puisse un peu la seconder, et sur laquelle onpuisse se fier.

Recevez, ma très chère Mère les respects filiaux de toutes nos chèressœurs et l’assurance de ma vive gratitude et de mon attachement en vouspriant de passer mes saluts à toutes nos anciennes sœurs et à ma petiteFébronie.

Votre très humble et obéissante fille,Sœur Rosalie Thouret

PS. Mr. le Chevalier Galvani vous offre ses respects et l’Archiduc me chargea devous remercier. Les Pères Capucins nous laissent tranquilles à présent.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Maria Isabella era moglie di Ferdinando I di Borbone e madre di Ferdinando II.

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/24/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Savigliano 3 luglio 1835

Savigliano 3 Luglio 18351

Ma très chère Mère

Quoique je sois loin de Verceil, je viens cependant profiter de l’occasion etde l’obligeance d’un brave ecclésiastique de Verceil, Recteur de l’hospice des pauvresqui se rend à Naples, pour vous donner de mes nouvelles. Il vous en donnera ausside vive voix ayant eu l’honneur de le voir plusieurs fois pendantmon séjour à Verceil.

J’emploie mon temps à visiter les établissements de nos sœurs qui sont auxalentours de Turin, qui ne se trouvent pas sur ma route.

J’ai été avant hier à Lanzo2, petit hôpital dépendant de celui des cheva-liers; il y a deux Sœurs n’ayant en tout qu’une douzaine de malades. Cela va assezbien, quoique partout il y ait à entendre quelque chose de désagréable. Il est biendifficile de pouvoir contenter tout le monde et d’assortir tous les goûts. Ici à l’hô-pital de Savigliano les Sœurs sont écrasées sous le poids de la fatigue et je ne saispas comme elles y tiennent: elles réclament des Sœurs pour les aider; et SœurCécile est bien embarrassée pour fournir les sujets à tant de maisons; elle n’a quedes novices qu’il faut former.

Je les compatis les uns et les autres. Il y a ici en tête une Sœur Anthelmequi me semble bonne, qui figure et qui travaille au de là de ses forces. Elles ont 80malades tant hommes que femmes et des payants. Elles n’ont que deux infirmierset deux infirmières, de manière que tout le service des malades est sur leur dos: lacousine, la dispense, la comptabilité, la lingerie, et elles ne sont que pour six sœurspour remplir cette besogne; on n’a pas mesuré la fatigue avec le nombre de sœursquand on a fait les conventions et une fois faites les administrateurs ne veulentrevenir sur leurs pas.

Cependant on en demande une 7ème et ce n’est pas de grave, je vais pres-ser Sœur Cécile de la leur envoie; elles me font compassion. J’ai examinéaujourd’hui leur travail qui est immense et bien méritoire. Quand à faire tous leslits et tous de qu’il y a de plus dégoûtant autour des malades elles font vraimentles Sœurs de la Charité.

Je viens de Turin ou je retourne demain je m’était préparée il y venirdepuis Verceil pour me trouver à la visite que devait faire S.M. Le Roi3 à l’hôpitaldes Chevaliers; ayant attendu 4 jours de suite, Sœur Victorine voulait que j’allasseà Lanzo, et justement après mon départ le Roi arriva à l’imprévue. J’en fus faichéecar il aurait été bon que je le visse pour lui recommencer le Noviciat de Verceil queSœur Cécile m’avait tant priée de ne pas oublier. On lui a dit que je l’avais attendujusqu’alors; il répondit qu’il regrettait beaucoup de ne m’avoir pas vue. En atten-dant Sr. Victorine ne pensa qu’à l’intéresser de son hôpital dont il parut content etlui fit des promesses d’améliorations. Ayant sur le chapitre de Sr. Victorine, je vous

LETTERE (1813-1853) 113

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114 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dirai en passant, que c’est une Sœur qui a des moyens et des qualités qui pourraitêtre très utiles se elle les emploient avec modération et prudence, mais je n’aijamais vu une personne si bizarre dans les manières et dans son zèle et qui critiquetout le monde, de manière que, peu de personnes peuvent la supporter.

Je plains de tout mon cœur les pauvres Sœurs, qui vivent avec elle, ce sontde vraies martyrs si elles sauvent offrir à Dieu et en tirer leur profit. Elle ne laisseapprocher aucune Sœur de moi: il faut qu’elles se dérobent à sa vue pour pouvoirme dire un mot en tremblant. Toutes sont découragées et épouvantées car elle lesmême à la baquette et ce qu’il y a de pire, c’est qu’elle les maltraite devant quique soit.

J’ai tâché dans me conversations avec elle de l’encourager a traiter plusdoucement ses Sœurs et qu’elle en aurait meilleurs résultats; mais c’est une têtequi ne veut rien entendre et qui est capable de faire de grands bouleversements,car elle médite toujours des choses nouvelles. Je ne serais pas étonnée qu’elle s’envient dans une autres communauté si elle pouvait commander: ce serait in bon-heur pour nous et un malheur pour la maison ou elle irait.

Le bon Dieu ferait bien de la prendre, car il n’y a que lui qui peut la sup-porter. Pour moi qu’il ai vue, au dire de nos Sœurs, dans toute sa bonté et sa pro-vocations je la trouve insupportable et trois insupportable. Que le bon Dieu labénisse et donne a nos Sœurs la patience et la vertu pour souffrir toutes ses bizar-reries. Croyez qu’elle m’a parlé de venir à Naples et de venir à Modène. Je lui ai ditqu’elle ne pense pas, parce qu’elle est trop vielle pour allez si loin.

Enfin excusez-moi, je n’ai pas entendumanquer à la charité en vous disanttout cela, mais j’aurais cru y manquer, en vous le disant pas, à cause de tant deSœurs qui souffrent assez par sa faute.

Cependant, il n’y a aucun remède que celui de la patience. Que voulezvous faire d’une vielle tête habituée a toutes les folies et qu’on devrait la mettretoute seule dans une maison. Oh, quel malheur qu’elle soit venue se planter ici.

Il est temps que je me taise. Voilà une lettre de cette Sœur. C’est pour sacousine Sœur Modeste. C’est un autre sujet qu’on ne sait qu’en faire, sois pour lasanté et soit pour le conduite.

Recevez, ma très chère Mère l’assurance de mon respect et de mon atta-chement sincère

Votre très humble et dévoué filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 L’Ospedale di Savigliano (Cuneo) fu affidato fin dal 1835 alle cure di Suore della Carità. Cfr. Elencodelle Case religiose delle Suore della Carità, Stamperia del Fibreno, Napoli 1856.2 L’Ospedale e la scuola di Lanzo erano affidati, fin dal 1834, alle cure delle Suore della Carità. Cfr.ibidem.3 In questo viaggio suor Rosalie Thouret non riuscì ad incontrare il re Carlo Alberto.

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/25/Sr. Rosalie Thouret a mons. Adeodato Caleffi, Modena 8 ottobre 1836

Modena, 8 Ottobre 1836

Eccellenza Reverendissima,

con la maggiore amarezza del mio cuore debbo avanzare questaumilissima mia all’Ecc. V. Reverendissima per discolpare me e le mie Sorelledalle accuse che falsamente ci sono state date presso il nostro EcclesiasticoCapo e Superiore.

Sono ormai due anni, Ecc. Reverendissima, che noi custodivamo nelnostro segreto i continui dispiaceri che ci venivano arrecati, e che col silenzioe la prudenza cercavamo di dissimulare, onde non si potesse mai dire che noivi avevamo dato alcuna causa; e tanto è ciò vero che lo stesso P. Guardianoha convenuto col nostro Sindaco Galvani, che per parte nostra non si erafatta ciarla veruna per la città.

Ma ora, Eccellenza, che questo nostro silenzio stesso ci torna indanno, come ho potuto con sommo dolore rilevare dalla lettera che l’Ecc. V.Reverendissima ha diretta al Signor Conte Presidente Bentivoglio, lagnando-si degli inconvenienti, che per opera nostra diconsi accadere nell’Ospitale; iomi trovo costretta dal dovere di difendere le mie Sorelle, e la buona fama delnostro Ordine ad assicurare l’Ecc. V. Reverendissima per il mio onore diReligiosa, che le imputazioni dateci sono tutte calunniose.

E in primo luogo, la nostra Cappella viene aperta allo spuntare delgiorno, e si chiude un’ora dopo l’Avemaria (eccettuato il tempo del pranzo);talché non solo ne è liberissimo l’uso per i RR. Padri Cappuccini, ma per qua-lunque persona o dell’Istituto, o esterna che voglia profittare. Qualunquecaso poi accada di notte, o in tempo del nostro pranzo, che necessiti l’usodella Cappella stessa, noi siamo avvisate dall’infermiera di guardia, talchésiamo sempre arrivate in Cappella prima noi che i PP. Cappuccini1.

Questa Cappella, come ben sa, V.E. Reverendissima, è stata fatta fab-bricare dalla munificenza di S.A.R. ad uso delle Sorelle della Carità, giacchéprima i PP. Cappuccini si servivano della Chiesa dell’Ospitale, cioè S.Agostino, e siamo noi stesse che ne abbiamo desiderato e concesso l’uso alleRicoverate, come provasi dal Pontificio Rescritto approvato da V.E.Reverendissima, che la dichiarava Chiesa del nostro Ordine, di nostra assolu-ta proprietà sotto la cura e sorveglianza dei nostri Direttori Spirituali protempore, e che nominatamente esclude i PP. Cappuccini dall’avervi ingeren-za. Noi però, lungi dal volerci servire dei diritti accordatici da questoRescritto, non lo abbiamo nemmeno comunicato fin qui ad essi per non mor-

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116 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

tificarli e ne abbiamo sempre anzi concesso loro l’uso del pari che a noimedesime.

Non meno falsa è l’altra accusa di impedire nelle nostre Ricoverategli atti di rispetto e di reverenza dovuti al sacro carattere dei PP. Cappuccini.Tutto l’Ospitale e tutto il Ricovero possono invece attestare quante volte èstata da noi inculcata la venerazione verso questi Ministri del Signore. E seabbiamo dovuto a nostro malgrado esigere prudenza maggiore verso unsolo Individuo, io so che V.E. Reverendissima è stata da altra parte informa-ta dei motivi che a ciò ci hanno spinte, e spero che abbia collaudata la nostracondotta.

Eccellenza Reverendissima io non mi attendo di più, come il farei seElla me lo comandasse, onde limitarmi in questa rispettosa lettera alla soladifesa. Io la supplico ad informarsi dai nostri Direttori, dai Signori Presidentidell’Opera Pia, e vedrà se le mie parole siano strettamente conformi allaverità.

Dopo la grazia di Dio, e l’amore della pace, il mio maggior desideriosta nella grazia del mio legittimo Superiore, e spero che Egli si degnerà giu-stificarmi, e accordarmi la pienezza di quella Benedizione che per me e perle mie compagne invoco con tutto l’animo, baciando con ogni reverenza lasacra mano di V.E. Reverendissima

[Suor RosalieThouret]

Lettera di 4 facciateMinuta, in APSdCF

1 Sulla questione si vedano infra, in appendice, la supplica rivolta a papa Gregorio XVI ed il Rescrittopontificio al quale Suor Rosalie fa riferimento.

/26/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 5 febbraio 1837

Dieu seul!

Ma très chère Mère,

Une inflammation qui m’est survenue aux yeux et qui m’a obligée àgarder le lit pendant, plusieurs jours, m’a empêchée de répondre à votre der-nière lettre qui d’ailleurs m’a causé la plus douce consolation, en voyant que lesraisons que j’avais pris la respectueuse liberté de vous exposer avaient été

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accueillies selon mes désirs et selon les intentions pures qui me les avaient dic-tées.

Je continuerai comme vous me le dites à prier le Seigneur, afin qu’ildispose et qu’il achemine cette affaire à sa plus grande gloire, ainsi qu’à l’af-fermissement et au bonheur futur de notre saint Institut1.

Je viens de recevoir celle où vous m’annoncez le décès de notre chèresœur Alphonsine. J’attendais chaque jour cette fâcheuse nouvelle qui m’a étéfort sensible, car on ne pouvait s’attendre qu’elle suivrait de si près sœur Juliequi a tant traîné. Que la volonté de Dieu soit faite! En voilà trois qui ont étéenlevées dans peu de mois; cela a dû bien vous affliger.

Nous nous portons ici passablement, à l’exception de notre sœurEuphrasie qui est toujours dans le même état. On espère quelque chose de labonne saison, mais rien de sa maladie qui est incurable.

On vient de faire à nos femmes chroniques un cours d’exercices quileur a fait du bien. Nous en avons aussi profité, mais nous ferons les nôtrespour la rénovation des Saints Vœux, que nos sœurs et moi vous prions de nouspermettre.

Nos Capucins sont encore ici; ils sont un peu plus politiques à notreégard, depuis qu’ils ont appris leur renvoi qui est différé jusqu’à ce quel’Archiduc ait trouvé des chapelains convenables pour les remplacer.

Nous avons reçu chez nous, le mois passé, la Supérieure générale desDames du Sacré Cœur2, avec cinq compagnes se rendant à Rome. Nous leuravons donné l’hospitalité et les avons traitées du mieux possible pendant 4jours qu’elles se sont arrêtées à Modène, n’ayant pu nous refuser aux person-nages qui nous avaient priées de les accueillir. Elles repasseront de nouveau,car elles visitent tous leurs établissements d’Italie.

Voici le carême qui va commencer, mais il est très doux; on mangeragras tous les jours excepté les vigiles et les 4 temps. Toutes nos sœurs vousoffrent leurs respects filiaux et vous remercient de votre souvenir maternel.

Je vous prie de me rappeler à celui de toutes nos chères sœurs et enparticulier aux anciennes, et vous, ma chère Mère, agréez l’assurance de monrespect et de mon dévouement sincère.

Votre très humble et obéissante fille,Sœur Rosalie Thouret.

Lettera di 2 facciateOriginale olografo, in AGSdC

1 Si tratta indubbiamente dell’apertura del Noviziato nella stessa Modena.2 Madeleine-Sophie Barat.

LETTERE (1813-1853) 117

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118 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/27/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 9 aprile 1837

Dieu seul!

Modène, 9 avril 1837

Ma très chère Mère,

Quoique j’ai attendu l’expiration des fêtes de Pâques pour répondre àla très honorée vôtre de mars dernier, nous n’en avons pas moins adressé desvœux fervents à notre divin Sauveur afin qu’il vous conserve et qu’il vousaccorde les grâces spéciales qui vous sont nécessaires dans la charge importanteque vous occupez.

Nous avons fait notre retraite dans la semaine de Pâques pour nous pré-parer à la rénovation des Saints Vœux qui ont eu lieu le 3 du courant. Notre res-pectable confesseur s’est donné la peine de nous prêcher deux fois par jour mal-gré ses grandes et continuelles occupations.

On ne pourrait trouver un homme plus zélé, plus désintéressé et enmême temps plus doux et plus complaisant. Quand Mr. Galvani1 pourra exercerle Saint ministère, ce sera un nouveau trésor pour la maison de Modène. Oh!Combien je souhaite de pareils hommes à toutes nos maisons.

Depuis que la saison s’est radoucie, sœur Euphrasie est moins mal. Onlui a ouvert un cautère au bras pour diminuer la masse de ses humeurs. On latirera en avant avec les soins et la patience, car la maladie change les caractères.

Toutes nos autres sœurs vont passablement. J’ai passé les trois dernièressemaines du carême au lit pour une tumeur qui m’est venue dans un bras et quim’a causé la fièvre jusqu’à la suppuration. Je me trouve actuellement parfaite-ment rétablie.

J’ai attendu jusqu’à ce jour de vous parler de l’état et des sentiments oùse trouve depuis plusieurs mois notre sœur Cécile, espérant toujours qu’elleprofiterait des conseils et des avis charitables qu’on lui a donnés, mais je voisavec bien de la peine qu’il y a peu à compter sur elle.

Elle chancelle dans sa vocation et dit franchement qu’elle ne veut points’engager par les vœux, parce qu’elle n’est point disposée à obéir, ni à se fairela moindre violence.

Elle perd, dit-elle, sa jeunesse parmi des vieilles chroniques. Voilà unegrande générosité et voilà où vont aboutir presque toutes les Napolitaines quimanquent de courage et de constance et qui ne sont bonnes qu’à être gardéessous les ailes et mignottées.

Celle-ci n’a jamais été bien fervente, mais elle s’est relâchée d’une

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manière pitoyable. Elle est légère et imprudente avec le monde, pleine d’or-gueil et de prétention, et ne veut souffrir la moindre contrainte.

J’ai mis avec elle en emploi, une des dernières sœurs que j’amenai quiest un modèle de vertus et surtout en douceur et en humilité, afin que sonexemple l’engageât à l’imiter.

Mais hélas, les exemples font peu quand la volonté ne veut pas se sou-mettre! Je l’ai engagée à vous écrire, pour vous faire part de ses dispositionstouchant sa vocation d’autant plus qu’ayant fini la 4ème année, elle doit seconsulter avec ses supérieurs pour entendre la voix de Dieu par leur organe. Jelui ai dit qu’elle en écrive à D. Domenico de Paulis, son confesseur, dans lequelelle dit avoir grande confiance, afin qu’il la conseille.

De mon côté, je ne saurais que faire de plus pour elle, ayant employétous les moyens que la douceur et la charité peuvent suggérer. Si le bon Dieune fait un miracle en sa faveur, pour la toucher et la changer, je n’espère pasqu’elle persévère parce qu’elle ne veut rien y mettre du sien.

Je vous ai parlé clairement pour remplir mon devoir et afin que vouspreniez les mesures que vous croirez convenables.

Voilà ce que j’avais de plus essentiel à vous communiquer. Nos établis-sements marchent régulièrement ainsi que tout le reste de la petite commu-nauté; la grippe vient de se manifester depuis quelques jours dans la ville: onl’accueille bien plus volontiers que le cholera. Je vous prie de présenter messaluts affectueux à toutes nos chères sœurs et principalement aux anciennes età ma bonne Fébronie.

Nos sœurs se joignent à moi pour vous offrir leurs sentiments de res-pect et d’affection sincères et avec lesquels je vous prie de me croire.

Votre très humble et dévouée fille en J.C.Sœur Rosalie Thouret.

PS. Les reliques de Sainte Philomène promises à la Comtesse Boschetti ne sontjamais parvenues. Elle les réclame encore.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il Galvani stava per ricevere l’ordinazione sacerdotale. Ad ulteriore conferma di come egli si siasempre prodigato in favore delle Suore della Carità, merita di essere richiamata la lettera da luiinviata all’Intendente Generale delle Opere Pie nel luglio 1835: “Illustrissimo Signore, essendosidegnato S.A.R. il Clementissimo nostro Sovrano di commettere a Suor Rosalia Thouret AssistenteGenerale della Congregazione delle Sorelle di Carità la ricerca di altri due individui che debbanoseco giungere al di Lei ritorno in Modena, onde proporzionare il numero delle Sorelle alla faticache debbono sostenere, ed avendo la lodata Suor Rosalia fatto sapere al sottoscritto con sua lette-ra da Vercelli di aver adempiuti i Sovrani Comandi, talché nel venturo mese condurrà seco le richie-ste Sorelle, io ho l’onore di prevenirne V.S. Ill.ma, pregandola a volere prontamente favorire gli

LETTERE (1813-1853) 119

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120 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

ordini opportuni onde l’Economo dell’Ospitale provveda i letti, le biancherie, e mobiglie per le dueche si attendono nella stessa regola e proporzione con cui furono provvedute le altre giunte innan-zi. Nel caso in cui V.S. Ill.ma credesse dover consultare in proposito S.E. il Governatore, sarei a pre-gare la conosciuta di Lei cortesia a volersene interessare con gentile sollecitudine, affinché nondovessero accadere ritardi, e non avvenisse l’arrivo delle Sorelle innanzi che fossero acquistati i letti,le mobiglie, e la biancheria. Colgo questo incontro per rinnovare a V.S. Ill.ma le assicurazioni dellaprofonda mia stima. Di V.S. Ill.ma Umilmo Obbmo Devmo Servitore Il Sindaco delle Sorelle di CaritàCesare Galvani” (Cesare Galvani all’Intendente Generale delle opere Pie, Modena 6 luglio 1835, inASM, Fondo ECA, b. 2282, f. 113).

/28/Francesco IV d’Austria Este a sr. Rosalie Thouret, Modena 23 giugno 1837

AssegnoPer Tre Mila Franchi1 da pagarsi dalla nostra Cassa di Finanza in rate a

misura del bisogno alla Suora Rosalia Superiora delle Suore di Carità in Modenaper supplire con questi alle spese d’adattamento di fabbrica, e pel mobiliare(meno le tele, e coperte di lana, che riceveranno dal Governo) necessario pererigere un Noviziato del loro Istituto.

Il Ministro delle FinanzeMarchese Filippo Molza

Francesco IV

Modena, 23 Giugno 1837

Documento di 5 facciateOriginale, in ASM, Ministero delle Finanze, Anno 1838, b. 520, f. 40

1 Spese pel Noviziato delle sorelle della Carità in Modena 1837Conto dell’applicazione fatta delle £: 3.000 accordate da S.A.R.l’Augusto Nostro Sovrano per ridurre un locale e mobiliarload uso di Noviziato per le Sorelle della Carità

Libbre 450 Lana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 65 £fattura di nove matterazzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 50Biancheria: 190 fodera da matterazzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 50Biancheria: ¾ Cotonina per tende e Coperte di tutt’i letti . a G. 60Biancheria: 12 altra Cotonina per una tenda nel coro . . . . a G. 65Libbre 10 Cottone bianco per frangia alle tende . . . . . . . . a £. 1:85Libbre 10 Cottone greggio per la Stessa . . . . . . . . . . . . . . . a £. 1:56Libbra 1 Cottone torto per la Stessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. . . .Tinta blù di 10 libbre cottone per l’istessa . . . . . . . . . . . . . .4 Pezze Cordella di Lino per le tende . . . . . . . . . . . . . . . . . .Tinta Verde di paglierini e tende . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

5050

5080506064040070

292:4:95:402:7:18:15:2:6:8:12:

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LETTERE (1813-1853) 121

Foglie di frumentone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .300 Annelle di ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 1:50500 Annelle id: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 1:25300 Annelle id: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 1:35600 Annelle d’ottone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 85

Ferro per le tende di letti, finestre e CucinaLibbre 250 ferro tondo e quadrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 13Libbre 288 detto più fino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 16

Libbre 157 ferro quadrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 15Libbre 248 detto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 22Libbre 112 ½ detto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 26Libbre 6 . 8 Lamina di ferro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 30Libbre 90 . 6 ferro tondo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 17Libbre 307 detto di diverse qualità e prezzo . . . . . . . . . . . .Nota del Fabbro per fattura di tutt’i letti, tende, Serratureed altre fatture £. 358:74 pagato in £ . . . . . . . . . . . . . .Nota di tre Caldaje di rame – Stagnate, con coperchi eCopertura in rame delle fornaci £. 284:12 pagato in . . . . .Nota del Pittore per tutt’i telari di finestre, porte grandie piccole, ed altre piccole fatture £. 117:10 pagato in . . . .Altra Nota del suddetto per aver colorito 18 letti,Sei comode, ed un armadio, prezzo convenuto . . . . . . . . .Nota del Bianchino, prezzo convenuto . . . . . . . . . . . . . . . .Per Dipinti e Restauri nella Cappella e nel Coro . . . . . . . . .2 Fontane con Bacili di peltro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £ 1:30 la libbra3 Lumiere di latta con riverbero . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £ 14: l’una192 Lastre di finestra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 2466 Dette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 40Al Vetrajo per fattura e piombi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Per Iscrizioni sulle porte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Acquasantiera di Marmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Terraglia per la tavola ed altro uso . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Vetri e cristalli per tavola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12 Posate con coltelli, 2 Cucchiaj grandi e trinciante . . . . .2 Candelieri d’ottone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Mortajo di ferro fuso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Brocca di Latta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 Cestoni per la legna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .N° 2350 Pietre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 26:805 Pietre da fuoco d’once 87 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 15B.ª 3 ½ Macigni per la fornace della Cucina . . . . . . . . . . . a £. 1:53109 Mine Calce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 70108 Mine Gesso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 3614 Barocci Sabbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 7050 Barocci rottami trasportati fuori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a G. 20Giornate di Muratori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

60 Sedie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 1:758 Lettiere di noce . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 26:00

0050250510

50086008555625006897

00

00

00

900000300008000200

607050000050005098053630888000210000

13:4:6:4:5:

32:46:

23:54:29:2:15:67:

300:

275:

105:

63:135:24:60:42:46:26:12:3:

4:60:40:31:5:4:2:5:62:13:5:76:38:9:10:455:105:208:

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122 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/29/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 25 settembre 1837

Dieu Seul!Modène, 25 septembre 1837

Ma très chère Mère,

J’aurais répondu plus tôt à vos deux lettres d’août et de septembre simille empêchements ne fussent venus m’en empêcher.

D’abord je vous remercie, ainsi que toutes nos sœurs, des bons souhaitsque vous m’avez adressés pour Ste Rosalie1, ainsi que de l’intérêt que vous pre-nez à notre position qui d’un moment à l’autre pourrait devenir critique.

Nous voilà de nouveau entre deux feux, du côté de Rome et du côté

10 Lettiere di pielle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 14:006 Comode . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . a £. 4:001 Guardarobba grande con ascie, e divisorie . . . . . . . . . . . .1 Cassone per la farina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6 Cassette di legno con girelle per appendere le tende esterne a £. 2:304 Tavole di B:a 6 lunghezza per 2 . 8 con quattro cassetti1 Tavolo ovale da aprirsi e chiudersi . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Armadio con ruota di noce pel refettorio . . . . . . . . . . . .7 Porte di tracantoni con ascie e divisorie . . . . . . . . . . . . . .1 Serra camino grande snodato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2 Sgabelli a due gradini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .1 Gelosia dietro l’Altare con asse di noce . . . . . . . . . . . . . .3 Scale per la Cappella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Giornate di falegname per accomodi di telari da vetri,porte ed altri piccoli lavori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Legno, chiodi, ecc. occorsi per detti lavori . . . . . . . . . . . . .

Ritenuto sui lavori del falegname . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Dato al medesimo N° 8 Letti vecchi a £. 7:00 l’uno . . . . . . .Baghette di ferro e vetri vecchi venduti per . . . . . . . . . . . . . .

£.

Totale della Spesa £. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

00006568806040703270204060

3058

______83

______

130064

______77

______

06

140:24:93:73:13:158:20:47:91:15:9:18:17:

68:32:

______4.225:______

55:56:50:

______161:

______

4.064:

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de Parme où la maladie s’est renouvelée ainsi qu’à Padoue près de la cam-pagne de notre cour, qui a dû revenir promptement, se soumettant aux qua-rantaines2.

Notre Archiduc fait tirer des cordons de tous les côtés que se mani-feste le choléra. J’espère que nous l’éviterons, moyennant toutes ces précau-tions et moyennant vos prières et celles des bonnes âmes.

Notre sœur Cécile du Piémont est arrivée ici la semaine passée,conduisant avec elle les deux sœurs pour Senigallia3 et deux que je lui avaisdemandées depuis longtemps. Elle s’est arrêtée ici 6 jours, puis elle a continuésa route pour Senigallia.

Elle voulait absolument me conduire avec elle, mais je n’ai pu laseconder à cause des occupations que j’ai présentement.

Je l’attends vers la fin du courant, car elle craint que le choléra nevienne lui barrer les chemins, ce qui ne l’accommoderait guère. Je lui ai pro-curé tous les honneurs que j’ai pu en la présentant à notre cour qui l’à trèsbien accueillie ainsi que toutes les sœurs qu’elle conduisait.

Elle emmènera avec elle une jeune aspirante pour laquelle je lui avaisécrit; et pour laquelle notre Archiduc paye la pension. Je ne comptais plus lalui envoyer depuis que nous allons ouvrir nous-même le noviciat, mais il fautque je la lui cède pour la contenter.

Le travaux de notre noviciat avancent. J’ai toutes sortes d’ouvriers àoccuper et à surveiller. Notre Archiduc vient me faire des surprises.

Il désire que pour la Toussaint on ouvre le noviciat. Cela me paraît dif-ficile et je n’aimerais pas admettre quelqu’un avant que nous ne soyons toutà fait arrangées. Beaucoup se sont présentées, mais jusqu’à présent, je n’en aichoisi que trois.

Il vaut mieux avoir peu et qu’elles soient bonnes. Je compte que SœurVictorie de St. Paul4 m’enverra quelqu’autres sœurs cette année pour pouvoir réa-liser les desseins de notre bon Prince qui a toujours l’idée de nous établir à Reggio.

Le bon Dieu continue à nous visiter par les maladies. Sœur Euphrasieest de nouveau au lit avec une «punture».

J’ai envoyé sœur Caroline et sœur Colombe5 à la campagne pour lesétablir; la première est malade du foie et de quelques excès de fatigue, laseconde me fait beaucoup craindre pour sa poitrine à cause d’une toux quelui a laissée la grippe.

Ce serait un grand dommage si nous la perdions. Je la recommande àvos bonnes prières. Mr. Pessolano vient de m’écrire qu’il vous avait demandéque je fusse la marraine de confirmation de sa fille Carmela et que vous luiaviez accordé, en conséquence qu’il fallait que je lui envoyasse au plus tôt maprocuration pour me faire représenter; j’ai pensé d’en charger Sœur Fébronie,et dans ces jours je m’en occuperai et je la lui remettrai.

LETTERE (1813-1853) 123

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124 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nous avons perdu notre Evêque; on ne connaît pas encore son rem-plaçant. Monsieur Galvani, qui se recommande à vos prières, va partir dans 3jours pour se rendre près de l’Evêque de Reggio, pour y faire ses exercices etprendre les Saints Ordres, de sorte que dans le courant d’octobre il prendra lamesse.

Toutes mes chères sœurs me chargent de vous offrir leurs respectsfiliaux. J’ai dit à notre Sœur Cécile de faire ses réflexions si elle veut partiravec Sœur Cécile du Piémont pour se réunir à Sœur Eléonore quand elle ferason voyage pour Naples, étant probable qu’elle ne passera pas par ici, maisqu’elle fera plutôt la route de Gênes. Je ne sais à quoi elle se décidera; ilparaît qu’elle penche pour rester.

Je lui ai bien fait comprendre qu’il fallait qu’elle fût une vraie Sœurde la Charité ou qu’elle profitât de cette occasion pour retourner à Naples, sielle était là chancelante.

Je salue et fais mes félicitations à Mr. le Chevalier Sulpes pour sonnouveau titre qu’il a bien mérité par ses fatigues.

Agréez l’assurance de mon attachement respectueux et sincère aveclequel je me répète, en vous priant de renouveler à toutes nos chères sœursmes amitiés,

Votre très humble et dévouée filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di tre facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il Martirologio Romano fa memoria di santa Rosalia, vergine e martire il 4 Settembre, ma essaviene pure ricordata il 15 luglio, giorno in cui, al tempo di Urbano VIII, si riteneva che il suo corpo,ritrovato miracolosamente nell’anno del giubileo, avesse liberato la Sicilia dalla peste.2 “Modena è in preda al terrore e alla costernazione: il colera è quasi alle porte: occorre preparar-si ad ogni eventualità […] Le Suore della Carità, non ostante il gravoso impegno pel servizio dellesale delle croniche e delle malate dell’ospedale, han chiesto anche le sale delle colerose; ove nellaloro opera pietosa sarebbero state coadiuvate da un eletto numero di volontarie civili, nubili oconiugate, pronte a prodigarsi in un’opera di così ammirevole carità” (F. SOSSAJ, Cronologia diModena dal 13 luglio 1814 al 13 luglio 1894, ms. a Q.4.18, in BEM).3 Questa Casa fu aperta nel 1837 dalla Provincia religiosa del Piemonte. In seguito passerà sotto lagiurisdizione della Provincia religiosa dell’Emilia, alla quale tuttora appartiene.4 Sœur Victoire Bartholemot (24 aprile 1791 - 13 dicembre 1864) può essere considerata la fonda-trice delle Suore della Carità in Savoia. Di lei scrive A. Duffet: “Sœur Victoire est certainement,parmi toutes les filles de Jeanne-Antide, une de celles qui ressemblent le plus à sa Mère: mêmefoi, même amour des pauvres, même force et courage dans l’action et les épreuves”. Entrata nelNoviziato di Besançon nell’estate del 1807, si trasferì in seguito a Gray per istruire i bambini pove-ri e visitare gli ammalati a domicilio. Dopo avere ricoperto altri incarichi, il 29 ottobre 1821 fuinviata da Jeanne-Antide Thouret a Thonon per la fondazione di Sant-Paul che, di lì a poco,divenne in Noviziato della Provincia religiosa della Savoia, di cui sœur Victoire divenne la prima

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Superiora Provinciale. Su di lei: A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, 1994, pp.273-313.5 Si tratta di suor Colomba Cornet, una delle due religiose che suor Rosalie Thouret aveva condot-to con sé al ritorno del già ricordato viaggio del 1835.

/30/Sr. Rosalie Thouret a mons. Luigi Barbieri1, Modena 24 novembre 1837

Modena, addì 24 novembre 1837

Illustrissimo e Reverendissimo Monsignore

la Sovrana Munificenza di Francesco IV ha voluto provvedere a quantoera necessario affinché le Sorelle della Carità sotto la protezione di S. Vincenzode’ Paoli, venute in Modena da quasi quattro anni, potessero farvi fondazionepermanente coll’aprirvi un Noviziato2 del loro Ordine nei modi prescritti dalleloro Costituzioni, sanzionate da Bolla di S.S. Pio VII di gloriosa e santa memoria.

Condotti ora a termine i necessari lavori, la sottoscritta Superiora dellenominate Sorelle ha l’onore di supplicare V.S. Ill.ma e Rev.ma a volersi degnaredi visitare il preparato locale, ed autorizzare con suo Decreto l’apertura delNoviziato medesimo, la quale apertura, ove piaccia a V.S. Ill.ma e Rev ma diapprovarla, si conterebbe fare nel giorno 8 del prossimo Dicembre, giorno con-sacrato a Maria SS. Immacolatamente Concepita, per porre così la novella fon-dazione sotto il potentissimo patrocinio di Maria.

In questa circostanza l’umile oratrice rinnova a V.S. Ill.ma e Rev.ma i sen-timenti della più alta venerazione e filiale obbedienza, e le bacia rispettosa-mente la sacra mano.

Umilissima devotissima ubbidientissimaFiglia e Serva di V.S. Ill.ma e Rev.ma

[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdC

1 Mons. Luigi Barbieri era professore di diritto nel Seminario Metropolitano di Modena. In veste diVicario capitolare della Diocesi (1837-1838) ebbe una parte di rilievo nelle controversie politiche ereligiose che caratterizzarono il Ducato di Modena nel periodo della Restaurazione. Su di lui: S. DACAMPAGNOLA, Cattolici intransigenti a Modena agli inizi della Restaurazione, ad indicem.2 L’apertura fu voluta dal duca Francesco IV, che all’iniziale somma di 3.000 Franchi aggiunge un sus-sidio annuo di £. 10.000, obbligando le Suore a mantenersi in numero di 32 tra professe e novizieper il servizio diurno e notturno dei due Ospedali. Cfr. F. SOSSAI, Cronologia di Modena dal 13 luglio1814 al 13 luglio 1894, pp. 575-577.

LETTERE (1813-1853) 125

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126 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/31/Mons. Luigi Barbieri a sr. Rosalie Thouret, Modena 4 dicembre 1837

Luigi Dott. BarbieriCanonico della Chiesa Cattedrale di Modena

Vicario Capitolaredella Città, e Diocesi Modenese

Dagli atti di questa Cancelleria Vescovile, e precisamente dal Fascetto diRegistro Gen.le N. 4246 apparisce, che fino dall’Anno 1834 per benefica dispo-sizione di S.A.R. Francesco IV nostro religiosissimo Sovrano, venne affidata alleSorelle della Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de Paoli la direzione, edassistenza dei due Ospitali riuniti delle donne inferme, e delle Croniche in que-sta Capitale. Il felice risultato di tale Istituto, da cui proviene notorio vantaggioall’anzidetta Classe di Persone assistite con indefesso edificante zelo, meritò chela sovrana Munificenza provvedesse a tutto quanto è necessario all’oggetto,che le anzidette Sorelle della Carità, proceder potessero a formare una perma-nente fondazione di un Noviziato del loro Ordine nei termini, e modi prescrittidall’Istituto ossia Regole e Costituzioni generali approvate con Decreto della S.Congregazione dei Vescovi, e Regolari sotto lì 23 Luglio 1819, confermatoposcia, e sanzionato con Breve 14 dicembre anno suddetto del Santo Padre PioVII di gloriosa, e tenera ricordanza.

Nel mentre quindi l’odierna benemerita Superiora della pia Casa SuorRosalia Thouret con suo rapporto del 24 novembre p.s. che si conserva nelRegistro generale di questa Cancelleria vescovile al n. 15 del Fascetto N. 4246,ci partecipa essere condotti a termine li necessari lavori, e c’interessò a recarvi-si alla visita dell’apposito Locale, onde autorizzare con analogo Decreto l’aper-tura del Noviziato medesimo, e contestare la Canonica erezione del ricordatoutilissimo Istituto.

Disposti Noi a secondare siffatta commendevole istanza, nell’infra-scritto giorno accompagnati dall’Ill.mo Sr. Canonico D. Lodovico Dott. CamuriPenitenziere in questa Cattedrale e Direttore Spirituale delle ricordateSorelle ci siamo trasferiti sul nuovo Locale destinato ad uso dell’anzidettoNoviziato. Precorse avendo tutte le parti del medesimo vi abbiamo ricono-sciuto ogni decenza oltre la salubrità del Locale fornito di tutto il necessariomobilare per tratto dell’usata generosità del Religiosissimo Nostro SovranoFrancesco IV.

Ciò premesso dichiariamo, in quanto possa occorrere, canonicamenteeretta in questa Capitale la Congregazione delle Sorelle di Carità sotto laProtezione di S. Vincenzo de Paoli, ed a norma delle Costituzioni Generali pub-blicate colle Stampe in Roma fino dall’anno 1820.

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Successivamente approviamo di buon grado, che si proceda all’apertu-ra del Noviziato nel prossimo giorno 8 corr., onde ammettervi le Figlie aspiran-ti e porre nel tempo stesso la novella fondazione sotto il potentissimo patroci-nio di Maria Santissima Immacolatamente Concetta.

Registrato da ultimo che sia questo nostro Chirografo nella CancelleriaVescovile si rilascerà alla lodata Superiora Suor Rosalia Thouret all’oggetto, chevenga conservato a perpetua memoria con gli altri documenti relativi al religio-so e pio Istituto sul quale ben confidiamo, che il Dio delle Misericordie conti-nuerà a diffondere le più elette benedizioni a conforto delle zelanti Sorelle, eda vantaggio delle povere persone alle caritatevoli Loro cure affidate.

Can.co Dr. D. Luigi Barbieri Vicario Capitolare

Dato in Modena dalla Cancelleria Vescovile questo giorno 4 Dicembre 1837.

Reg.to nel Vol. III pag. 91, 16 DicembreGiov. Dott. Verzoni Cancelliere Capitolare.

Documento di 3 facciateOriginale autografo, in APSdC

/32/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 31 gennaio 1838

Dieu Seul!

Ma très chère Mère

Je venais de vous écrire lorsque je reçus votre dernière du 8 décembre,motif pour lequel j’ai attendu jusqu’à ce jour à y répondre. D’abord nos sœursauxquelles vous avez écrit ont reçu avec joie et reconnaissance la permissionque vous leur avez accordée de se consacrer à Jésus-Christ par les Sts Vœux denotre Congrégation.

Nos sœurs professes s’unissent à moi pour vous demander la permis-sion de renouveler les mêmes vœux au 25 de mars prochain.

Le nouvel Evêque de Modène1 vient d’être nommé. C’est un SaintHomme, le confesseur de notre Archiduc. Il partit immédiatement pour Romeavec Mr Galvani qui l’accompagne en qualité de secrétaire; on espère qu’ilsseront de retour pour la première quinzaine de mars.

LETTERE (1813-1853) 127

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128 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Il est possible que Mr. Galvani fasse une course jusqu’à Naples s’il peutdisposer d’une douzaine de jours. Il m’a promis d’aller vous voir.

Ce sera une connaissance qui vous fera plaisir et qui vous intéresseradoublement, connaissant l’intérêt particulier qu’il a pour nous et pour tout cequi se rattache à notre Institut. Je vous remets un article que l’on inséra dansla Gazette2 pour faire connaître l’ouverture de notre noviciat et pour aviserles sujets qui se sentiraient appelés à cette vocation.

En effet on nous a écrit de la Toscane pour avoir information des qua-lités et des conditions que l’on exigeait pour la réception des sujets. Le GrandDuc de Toscane3 nous a fait demander quels étaient les emplois dont nousnous chargions. Il paraît qu’il aurait quelque chose en vue.

A Senigallia on demande d’autres sœurs et sœur Cécile m’écrit qu’ellese décharge sur moi de ce soin, étant plus à notre portée d’y pourvoir.

Mais ce n’est pas de si tôt que nous pourrons le faire, car les novicessont à peine écloses et elles doivent se former.

Les trois que nous avons promettent un heureux avenir, mais je croisque le tout dépend d’un bon noviciat et c’est ce que nous nous efforçons defaire. Si elles continuent dans leurs bons desseins, vous voudrez bien permet-tre qu’on les décore du petit habit du noviciat le jour de la St Joseph, expirantleurs trois mois de postulage au 8 mars prochain. J’ai confié le soin de les diri-ger lorsque je ne le puis par moi-même à notre bonne sœur Colombe, maishélas, sa maladie contrarie sa bonne volonté et les moyens qu’elle aurait debien former à la vie religieuse ces nouvelles plantes que nous cultivons. Dureste, nous sommes bien pauvres en sœurs qui réunissent les qualités d’unebonne maîtresse de novices.

Le bon Dieu voudra bien y suppléer de quelque manière. Si j’osais, jevous prierais de m’envoyer Sœur Fébronie qui nous serait très utile, tandisque vous en avez tant d’autres qui pourraient la remplacer.

J’ose presque compter sur cette générosité de votre part, ne doutantpas de l’intérêt que vous prenez à la réussite de notre noviciat d’où dépendle bonheur des maisons, la gloire de Dieu, le bien du prochain et l’honneur del’Institut.

Je vois que désormais je serai obligée de voyager pour établir des mai-sons et pour les soutenir; l’intérieur et surtout les novices en souffriront etnous ne ferons qu’ébaucher l’ouvrage qui manquera de perfection et de soli-dité, et par conséquent de fondement.

Vous voyez donc de quelle importance est l’affaire que je vous sou-mets, et que ce n’est qu’après en avoir bien considéré la nécessité que je mesuis décidée à vous faire cette proposition.

Notre bon Archiduc me dit toujours de faire venir quelques bonssujets, mais il ne sait pas que dans la religion comme dans le monde, on

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cherche toujours à se défaire de ce que l’on a de pire.J’ai eu avec lui un longentretien avant hier où il n’a fait que me renouveler ses intentions bienfai-santes pour nous et l’espoir qu’il fonde sur notre Institut à l’avenir pour réa-liser ses vues charitables.

Il compte à la fin d’avril nous établir à Reggio et justement cela pen-dant que la famille royale séjourne dans cette ville afin que nous y soyons plusagrées; pourrait-on pousser la bonté plus loin?

Je ne le crois pas dans aucun personnage semblable. Je lui ai remis lescomptes des dépenses faites pour le noviciat et comme j’avais dépassé de plusde 1000 Fr. la somme qu’il m’avait fait passer, il a dit qu’il y suppléerait bienvolontiers.

Notre Sœur Colombe vous prie de bien vouloir faire rechercher dansles régiments suisses, à Naples, un de ses frères qui s’y est engagé depuis lemois d’octobre dernier par enfantillage et qui lui cause bien du chagrin, delui remettre sa lettre et de lui faire avoir la réponse.

Toutes nos sœurs s’unissent à moi pour vous offrir leur respect et leurattachement filial et vous priant de me rappeler au souvenir de toutes noschères sœurs, je suis ma très chère Mère

votre très humble et dévouée filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Luigi Reggianini ( Modena, 5 luglio 1775- ivi, 9 gennaio 1848), di umili origini, avviato alla carrie-ra ecclesiastica si segnalò fin dagli anni del Seminario per la vivacità d’ingegno ed il fervore nellepratiche di pietà. Divenuto sacerdote diocesano, nel 1797 istituì una congregazione di ecclesiasticidediti alla catechesi nelle parrocchie. Cappellano della chiesa di S. Bartolomeo e delle carceri, non-ché confessore delle monache Agostiniane e Salesiane di Modena, nel 1814, ripristinato il DucatoEstense, fu nominato confessore di Francesco IV e della consorte Maria Beatrice. Dal 1805 al 1821,mentre ricopriva il ruolo di direttore spirituale nel Seminario Metropolitano, diede vita alla congre-gazione religiosa femminile delle Figlie di Gesù per l’educazione delle fanciulle e ragazze povere eabbandonate (1818). Assunta nel 1834 la carica di rettore del Seminario Metropolitano, il 12 feb-braio 1838 fu eletto vescovo di Modena e consacrato a Roma per mano del card. Odescalchi. Fu luiil primo e più fedele esecutore del Concordato che Francesco IV concluse con la Santa Sede (1841).Il suo episcopato viene annoverato fra quelli più fecondi dal punto di vista pastorale nella storiadella Chiesa modenese. Su di lui: P.B. CASOLI, La Chiesa negli Stati Estensi e il Vescovo di ModenaLuigi Reggianini, pp. 388-409; G. PISTONI, Il Seminario Metropolitano di Modena, p. 76 e passim; G.MANNI, La polemica cattolica nel Ducato di Modena (1815-1861), pp. 78-19; HIERARCHIA,VII, p.273;G. MARTINELLI, Il vescovo Luigi Reggianini: la sua vita nella Modena ducale della prima metàdell’Ottocento, in AMDSP, XI (1979), pp. 239-248; R. SANI, P.P. SALADINI, Severino Fabriani. Un eccle-siastico ed educatore nella Modena della Restaurazione, pp. 38-42 e passim.2 Si veda “La Voce della Verità. Gazzetta dell’Italia Centrale”, n. 995, 12 Dicembre 1837, pp. 281-282.3 Si tratta di Leopoldo II d’Asburgo Lorena.

LETTERE (1813-1853) 129

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130 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/33/Sr. Rosalie Thouret a Girolamo Riccini, Modena 5 aprile 1838

Modena 5 Aprile 1838

Eccellenza

Suor Rosalia Thouret Superiora delle Sorelle della Carità, nell’annunzia-re alla E.V. col massimo cordoglio la morte avvenuta oggi alle ore 3 e ½ pome-ridiane della Sorella Colomba Cornet1, rispettosamente supplica la bontà dellastessa E.V. a volerle accordare la grazia che il Cadavere di detta Sorella vengatumulato in un deposito da farsi nel locale di ragione dell’Intendenza generaledelle Opere Pie annesso alla Chiesa parrocchiale di S. Maria Pomposa2 presso illuogo dove fu collocato quello di altra Sorella morta il 19 Agosto 18353.

Spera la ricorrente di essere dall’E.V. benignamente esaudita, ed hal’onore di protestarsi col dovuto ossequio

di Vostra EccellenzaUmillissima, Devot.ma Obb.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 5 Aprile 1838

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2298, f. 169

1 Suor Colomba Cornet (Vouvjnelle, Suisse 1814 - Modena 1838) era una delle due religiose che SuorRosalie Thouret recò con sé dalla Savoia nel suo primo viaggio compiuto nell’estate del 1835 e allaquale affidò, nonostante la giovane età, la cura del nascente Noviziato.2 La chiesa, posta a ridosso del grande caseggiato dell’Albergo Arti, nel 1801 fu incorporata, insie-me con quella di San Michele Arcangelo, nell’antica Chiesa degli Eremitani Agostiniani.3 Si tratta della già ricordata Suor Colomba Mercier.

/34/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 aprile 1838

Dieu Seul!Modène 14 avril 1838

Ma très chère Mère

La semaine passée qui était celle de la Passion, le bon Dieu a voulu nousfaire part de sa croix et nous livrer à la plus grande douleur en nous enlevantnotre vertueuse et bonne Sœur Colombe.

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Quoique nous étions préparées à lui en faire le sacrifice, nous ne nousattendions pas de la perdre si tôt, mais il aura voulu abréger ses souffrances etexaucer nos prières de la manière qui lui était le plus agréable.

Ce fut le jour 5 du courant, et à 3 heures 1/4 après-midi qu’elle renditsa belle âme à son créateur, ayant le matin reçu le St. Viatique, prononcé lesSaints Vœux avec une ferveur extraordinaire et ensuite reçu l’extrême onctionet la Bénédiction papale, par notre confesseur, le Chanoine Camuri grand péni-tencier, qui l’assista.

Jusqu’au dernier moment, conservant sa connaissance et n’ayant pourainsi dire point d’agonie, car ce fut une palpitation de cœur qui l’étouffa et quis’était augmentée depuis quelques jours. On lui fit de belles funérailles.

Tout notre hospice y assista avec des cierges, nos sœurs, les chanoines,prêtres, capucins, etc. et nous l’avons déposée avec permission de l’Archiduc prèsde l’autre Sœur Colombe, de sorte que nous avons deux colombes en Paradis.

Je suis décidée à ne plus remettre ce nom qui nous les enlève toutes1.Cette dernière était une vraie colombe de douceur et d’innocence; c’était unmiroir de vertus, un modèle parfait de religieuse qui ne tendait qu’à plaire àDieu et à accomplir sa volonté dans les devoirs et les emplois qui lui étaientconfiés.

Jamais, il ne lui échappa une plainte durant toute sa maladie, toujourscontente de tout, personne ne donna moins de peine à servir et à soigner sur-tout dans une semblable maladie.

Elle espérait et demandait au Seigneur sa guérison pour travailler à laformation des novices que nous lui avions confiées et qu’elle regardait commeun précieux dépôt qu’elle voulait orner de vertus.

Mais les desseins de Dieu sont impénétrables. Il s’est contenté de lavolonté, du zèle et du dévouement qu’elle a montrés sans qu’elle eût le tempsde recueillir les fruits du travail qu’elle venait d’entreprendre, mais aussi j’es-père qu’elle nous obtiendra de Dieu une remplaçante qui puisse dignement cul-tiver cette vigne nouvelle.

Je ne doute pas qu’il ne vous inspire et vous pousse à nous accorderSœur Fébronie qui pourrait remplir cette tâche qui ne serait pas au-dessus deses forces.

Je ne vous exposerai pas davantage nos besoins, vous les connaissezassez pour y pourvoir au plus tôt. J’attends donc avec confiance l’effet de mademande et celui des prières que nous avons adressées au Seigneur pour cettefin. Mr Galvani arriva de Rome deux jours après le décès de notre chère SœurColombe; il nous a obtenu du Pape un corps saint, c’est justement celui de SteColombe, Vierge et Martyre, qui nous arrivera le mois prochain, et nous ledéposerons dans notre chapelle sous le maître autel après avoir fêté son arri-vée.

LETTERE (1813-1853) 131

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132 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nous voici à la veille des fêtes de Pâques. Je vous les souhaite telles quevous les désirez, c’est-à-dire avec toutes les bénédictions que nous a méritéesnotre Divin Rédempteur, dans sa mort et sa passion.

Toutes nos sœurs se joignent à moi et vous prient d’agréer leurs vœuxet les hommages de leurs cœurs filiaux. Veuillez en me rappelant au souvenirde nos chères sœurs, leur présenter mes amitiés sincères et recevez l’assurancede mon respectueux attachement.

Ma très chère Mère,votre très humble et dévouée fille en J. C.

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Rosalie aveva già perduto anche un’altra suor Colomba, che era stata sepolta nella chiesa diRegina Cœli a Napoli. Si trattava di sua cugina, figlia di Claude-Antoine, fratello minore di Jeanne-Antide Thouret. Al momento della morte aveva 14 anni, avendo vestito l’abito religioso a 10.Sorella minore della suddetta suor Colomba è suor Febronie Thouret, frequentemente ricordatanelle sue lettera a Madre Génevieve Boucon.

/35/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 30 maggio 1838

Dieu Seul!Modène, 30 mai 1838

Ma très chère Mère,

Je viens répondre à vos deux lettres du 10 et 22 courant par lesquellesj’apprends avec bien de la joie l’établissement de deux nouvelles maisons1, cequi prouve la bénédiction du Seigneur sur tout notre Institut qui s’étend detous les côtés; puisse le Seigneur remplir de son Esprit tous les sujets appelés ànotre sainte et glorieuse vocation, afin qu’ils en remplissent dignement et avecédification, tous les devoirs.

Nous allons donc avoir des voisines dans celles qui viendront à Imola: 35milles de distance ne sont rien. Quelles seront donc les sœurs destinées pourcette ville et quel est le but pour lequel on les appelle ainsi que celles qui sontdéjà à Tivoli?

Pardonnez ma curiosité, mais je crois qu’elle est permise.Je ne vous cacherai pas ma chère Mère que j’ai été mortifiée et affligée

du refus que vous m’avez fait de Sr Fébronie, car je ne vous la demandais paspour ma propre satisfaction, mais pour le besoin réel que je vous exposais.

Je ne vous en parlerai plus, si le prochain départ des sœurs qui viennent

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à Imola ne m’offrait la circonstance d’un voyage qui pourrait lui être si utile à lasanté et qui pris à temps, empêcherait les funestes suites dont elle est menacée.

Je crois, que d’après l’intérêt sincère et maternel que vous avez à laconserver, vous feriez le sacrifice de la voir éloigner pendant quelques mois, carje ne voudrais pas la retenir contre votre volonté.

Détrompez-vous sur l’air de Modène qui n’est point pernicieux pour lapoitrine, car si nous en avons perdu deux on ne peut pas l’attribuer à l’air, caril est tout à fait tempéré; nous en avons l’expérience dans notre hôpital civil oùil y en a très peu et à présent aucune, et où l’on ne prend la moindre précau-tion pour éviter le contact avec les autres maladies, parce qu’il n’y a pas cettecrainte que l’on a à Naples.

Enfin, j’espère que vous ne laisserez pas échapper cette favorable occa-sion que le bon Dieu vous présente et que par ce moyen on parviendra à conso-lider sa santé et à la conserver.

Quant à Sœur Cécile que vous rappelez à Naples, je n’ai pas cru devoirle lui annoncer encore, connaissant son peu de prudence et qu’elle aurait pumettre en alarme un centaine de femmes au milieu desquelles elle se trouvedepuis notre arrivée.

J’attendrai donc le moment du départ pour la prévenir. J’espère qu’ellen’y mettra pas opposition. Elle est tranquille pour le moment.

Je ne lui aurais pas proposé d’aller près de Sr. Cécile2 car il eut étéimpossible de la faire décider, lui ayant déjà proposé l’année dernière.

Elle ne veut ni changer de maison, ni s’assujettir à la règle: ce sont lesmotifs qui l’ont empêchée de faire les vœux.

Je vous remercie bien de l’offre que vous me faites de nous donnerquelqu’un pour nous aider, mais nous avons été si exercées par toutes lesNapolitaines que je ne me hasarde de vous en demander aucune, d’ailleurs cellesque je pourrais vous demander, vous ne pourriez sans doute pas me les accorder.

Seulement je vous prie de ne point nous envoyer Sr Victorine3, car ceserait notre plus grand malheur, comme je crains bien qu’elle ne soit le vôtred’ici à peu de temps.

Pardonnez ces deux mots que je vous dis en passant, avec la plus grandeconfiance et pour votre règle.

J’ai été appelée dans le cours de ce mois à Reggio, près de S.A.R.l’Archiduc qui se trouve là avec toute la famille royale. J’ai visité avec lui la mai-son qu’il veut nous confier.4

Nous aurions pu sur le moment en prendre la direction, mais lui ayantfait observer que ne pouvant nous charger de tout à présent, faute de sujets,nous éprouverions des contrariétés de la part des maîtresses qui s’y trouventactuellement.

Alors il nous a donné quelques mois pour nous préparer. Je compte sur

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134 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

les jeunes personnes que nous avons avec quelques autres sœurs. Il en faudra six.Il me fit aussi voir une maison qu’il doit arranger pour y transporter

l’hôpital des femmes de cette ville, qu’il veut aussi nous confier.Sœur Euphrasie est retombée de nouveau et nous avons cru la perdre,

mais il paraît qu’elle a surmonté encore cette fois. Nous la considérons commenotre sœur Barbe de Naples, à Modène.

Je vous renouvelle mes congratulations pour les bonnes nouvelles quevous m’avez données et je prie le bon Dieu de continuer ses bénédictions survous et sur vos entreprises.

Agréez le témoignage du respectueux attachement avec lequel je suis,

Votre très humble et dévouée fille en J.C.Sœur Rosalie Thouret

PS. Vous voudrez bien me prévenir du départ de nos sœurs afin que je puisseme régler pour Sœur Cécile. Mille choses à toutes nos sœurs pour moi et toutesles nôtres vous offrent leurs hommages.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta delle fondazioni di Imola e di Tivoli. La prima avvenne per iniziativa di mons. GiovanniMaria Mastai Ferretti e segnò l’inizio di una lunga amicizia tra il futuro Pio IX e le Suore della Carità.La fondazione fu realizzata dalla Casa Generalizia di Napoli, alla quale mons. Mastai aveva richie-sto le suore, anche lui tramite il vescovo di Vercelli. Con il loro aiuto, in poco tempo il vescovo diImola diede vita a ben quattro nuove istituzioni caritativo-assistenziali ed educative: un conserva-torio femminile, una scuola gratuita per le ragazze povere, un’altra a pagamento, un collegio-con-vitto. A Tivoli le suore, inviate anch’esse da Napoli, furono chiamate a dirigere un conservatoriofemminile e una scuola gratuita. Cfr. A. FERRI, Una contemplativa in azione, Madre Lucia Noiret,Edizioni Campomarzo, Bologna 2003, pp. 49-69,2 Si tratta di suor Cecile Guinard, superiora Provinciale di Vercelli.3 Si riferisce alla suora di cui ha ampiamente parlato nella lettera da Savigliano del 3 luglio 1835.4 Si tratta dell’antico Orfanotrofio di Santo Spiridione, dipendente dall’Opera Pia Ducale di ReggioEmilia. Per volontà di Francesco IV tale istituto stava subendo l’ennesima ristrutturazione. Cfr. G.GALEOTTI, Storia dell’Opera pia Orfanotrofi di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1962, p. 43.

/36/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 9 luglio 1838

Dieu SeulModène 9 juillet 1838

Ma très chère Mère

J’ai reçu votre chère lettre du 23 juin qui m’annonçait la mort de notrebonne petite Sœur Séraphine qui m’a bien affligée et j’ai de nouveau la dou-

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leur de vous annoncer la perte que nous venons de faire avant-hier, 7 du cou-rant à 8 heures du matin de notre chère sœur Euphrasie Burnet, native de SaintPaul en Savoie, âgée de 27 ans et 7 de vocation.

Sa maladie comme vous savez durait depuis 3 ans et demi et était com-pliquée par la masse des humeurs qui surabondai en elle et qui tantôt se jetaitdans une partie, tantôt dans une autre. Enfin, elle a fini par une enflure géné-rale qui l’a étouffée. Vous pouvez vous imaginer combien elle a souffert et com-bien nous avons été occupées, jour et nuit à la soigner, surtout les deux derniersmois qu’elle ne pouvait s’aider en rien.

Nous avons eu la consolation de la voir mourir avec la même résigna-tion, la paix et la tranquillité de notre sœur Colombe qui l’a précédée de 3 moisdans la bienheureuse éternité où nous espérons qu’elles nous protègent toutesdeux.

Cette dernière a eu la même assistance spirituelle que l’autre et encoreplus par les soins assidus de notre zélé et respectable Monsieur Galvani qui joi-gnait les siens à ceux de notre bon Chanoine Camuri. Enfin les funérailles et lasépulture se sont faites dans les mêmes formes et au même lieu dans la chapellede notre paroisse.

Quelques jours avant la mort de cette chère sœur, elle me chargea devous demander pardon des peines qu’elle vous avait faites et de vous dire quevous la déchargiez d’un livre de neuvaine qu’elle avait pris sans permission aumoment de son départ.

Nous allons recevoir une autre postulante Modénaise qui s’appelleCharlotte Rosi, âgée de 23 ans. Elle paraît avoir les qualités nécessaires, l’ayantéprouvée depuis 6 mois. L’Archiduc a eu la bonté de payer encore 600 Fr. pourla pension de celle-ci comme il l’a fait pour les autres.

Je viens d’apprendre par Sœur Eléonore1 son arrivée à Imola. Elle me ditqu’elle désire me voir, mais qu’elle ne peut se rendre ici.

Je tâcherai de faire une course prés d’elle. C’est vraiment une bénédic-tion toute spéciale du bon Dieu sur notre Institut en le faisant dilater si rapide-ment autour de vous, de nous, et partout, car quiconque écrit annonce des éta-blissements nouveaux.

Que le Seigneur remplisse de son Esprit tous les sujets dont il se sert etqu’il ne permette jamais que nous nous détournions de ses voies.

Vous n’avez pas voulu ma chère Mère, céder à mes instances pourSœur Fébronie2. Vous avez fait la sourde oreille. Je ne voulais cependantpas vous l’enlever, mais je m’aperçois que vous avez une sainte méfiance demoi.

Que votre volonté soit faite en attendant que vous cédiez à la mienne.Toute notre petite communauté vous renouvelle avec moi l’assurance du res-pect et de l’amour filial

LETTERE (1813-1853) 135

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136 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Votre humble et affectionnée filleSœur Rosalie Thouret

PS. Veuillez participer mes saluts affectueux à toutes nos chères sœurs.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Eleonora Troiano (Napoli 1807 - Barra di Napoli 1882) fu la prima superiora delConservatorio di San Giuseppe di Imola. Con le altre due compagne, suor Antonietta Rinzone esuor Emanuela Maricondi, vi giunse il 18 giugno 1838, portando al card. Mastai Ferretti una let-tera commendatizia dell’arcivescovo di Napoli card. Filippo Giudice Caracciolo. Da questa comu-nità locale di Suore della Carità avrà origine nel 1873, ad opera della Fondatrice Suor LuciaNoiret, la congregazione religiosa delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù sotto la protezione diSan Giuseppe (cfr. A. FERRI, Una contemplativa in azione. Madre Lucia Noiret, EdizioniCampomarzo, Bologna 2003, pp. 64-69).2 Suor Fébronie Thouret (Sancey le Long, 6 dicembre 1811 – Carouge, Svizzera, 18 dicembre 1886),figlia di Claude, fratello minore di Jeanne-Antide, si unì alla Fondatrice ed alla cugina, suorRosalie, nel loro viaggio di ritorno dalla Francia (1823). Sulla scia della sorella maggiore, suorColombe Seraphine, morta a Napoli nel maggio 1814, anche Françoise-Josèphine-Leucade volleessere Suora della Carità. Il 16 luglio 1826 ricevette dalla zia, insieme con l’abito religioso, ilnuovo nome di suor Fébronie. Preparata culturalmente e sicura nell’uso della lingua italiana,insegnò nell’Educandato napoletano di Regina Cœli ed aiutò in segreteria fino alla sua elezionea Superiora Provinciale di Modena. Ritenuta da Mère Génevieve Boucon la più idonea a sostitui-re la defunta suor Rosalie, non smentì le attese: durante il suo governo (aprile 1854 - agosto1857) la Provincia registrò ben otto nuove fondazioni. Destituita da Suor Caroline Chambrot, chealla morte di Mère Boucon era stata nominata, per diretto intervento della Santa Sede, VicariaGenerale, disattese all’ordine di fermarsi a Pesaro come suora semplice e, dopo avere compiutouna breve sosta a Modena, passò in diverse case del Piemonte, della Francia e della Svizzera. ACarouge, dove si era stabilita come maestra nella scuola parrocchiale, fu raggiunta dal decreto diespulsione dall’Istituto (ottobre 1860). A lei si deve la prima pubblicazione di una biografia diJeanne-Antide Thouret. Su di lei: A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, pp.396-422.

/37/Suor Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ravenna 14 settembre

1838

Dieu Seul!Ravenne, 14 septembre 1838

Ma très chère Mère

Vous serez étonnée que je vous écris de Ravenne où je suis venue sansm’y attendre avec deux de nos sœurs de Modène et voici comment.

Son Eminence le Cardinal-Archevêque de Ravenne1 envoya les derniersjours d’août deux respectables Ecclésiastiques de sa maison à Monseigneur

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notre Evêque de Modène2 pour le solliciter afin que nous cédions deux de nossœurs pour l’hôpital3 de cette ville.

Notre Evêque les accompagna chez nous et tous trois nous firent tantd’instance qu’aucune raison ne valut pour nous dispenser ou pour retarder ledépart. A peine eûmes nous 4 à 5 jours pour nous préparer.

Mgr voulut qu’on donnât l’habit à une de nos premières novices pourl’envoyer avec Sœur Hélène4 et nous sommes parties avec ces Messieurs le 3 sep-tembre à 4 heures du matin, allant coucher à Imola et le lendemain à une heureaprès-midi nous arrivâmes à Ravenne où nous étions attendues avec impa-tience.

Son Eminence nous avait fait préparer un logement chez des bravesDames religieuses qui n’ont pas de clôture et où nous sommes encore jusqu’àce que l’appartement de nos sœurs soit préparé à l’hôpital où nous nous ren-dons tous les jours pour se mettre au fait et pour faire avancer l’ouvrage. SonEminence est d’une bonté sans pareille avec un zèle extraordinaire pour le biendu prochain. Sitôt qu’il vint nous voir, il alla à l’église où tout le monde le sui-vit pour remercier Dieu du bienfait qu’il avait obtenu.

Je vis ici la volonté de Dieu toute claire car nous ne nous y attendionsnullement; nous nous y sommes refusées de toutes nos forces, ne pouvant dis-poser de celles que nous avons promises à l’Archiduc, mais notre Evêque usantde son autorité nous a dit “Allez! le Bon Dieu pourvoira pour Reggio”.

En effet depuis que je suis ici une quantité de jeunes filles se sont pré-sentées et je crois pouvoir en emmener trois lorsque je partirai. Il y a ici une fer-veur et une émulation pour la piété et pour la charité que je n’ai vue dansaucune ville.

Plus de 400 jeunes filles sont réunies en congrégation, quoiqueséculières et s’adonnent à l’instruction et à la surveillance de la jeunesseainsi qu’au service des malades sans aucune rétribution, et parmi ces jeunesfilles S. Eminence veut choisir celles qui doivent servir à l’hôpital, sous ladirection de nos sœurs; il leur donnera un habit noir avec un règlementjournalier.

Elles seront nourries et entretenues à l’hôpital, près de l’appartementde nos sœurs qu’elles seconderont dans tous les services et sous leurs ordres. Ons’occupe d’en faire le choix pour leur faire faire une retraite avant de se mettreen service.

Nous avons fait les conventions pour nos sœurs qui seront entretenuesde nourriture et de tout le reste en santé et en maladie par l’hôpital et ellesauront 40 écus romains par tête à l’année pour leur vestiaire et petitesdépenses particulières.

On n’a rien refusé de ce que nous avons demandé. L’Administration aété de commun accord pour souscrire les conditions que S.E. a voulu que nous

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138 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

fissions nous-mêmes. J’espère que Dieu bénira cette nouvelle maison qui est sonœuvre.

Nous la recommandons à vos ferventes prières: Je repartirai à la fin dumois désirant voir nos sœurs tout à fait en train. Sœur Hélène est capable pourtout ce qui regarde les emplois de salles, de cuisine, de lingerie, mais ellemanque d’instruction.

La novice en a passablement et avec le temps elle fera une parfaite reli-gieuse.

J’ai donc revu Sœur Eléonore qui était un peu malade mais plus rési-gnée à la volonté de Dieu. Il lui était dur de n’avoir pas toutes ses commoditéset besoins.

On voudrait cependant bien la garder on en est très content. Je vousremercie de tout mon cœur des bons souhaits de fête que vous et toute la com-munauté avez la bonté de me faire aux pieds du Seigneur; de mon côté je nevous oublie pas ainsi que toute notre petite communauté qui prie chaque jourpour tous vos besoins.

Recevez l’assurance du respect et de l’attachement avec lequel noussommes toutes trois et moi en particulier.

Ma très chère Mère

votre très humble et dévouée filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta del card. Chiarissimo Falconieri.2 “Monsign. mio Veneratissimo, due Sacerdoti di questa Diocesi, l’uno rettore di questo ven.Ospedale, il secondo Bibliotecario della Comune D. Giovanni Fabbri e D. Paolo Pavirani si presenta-no a Lei, Monsignor mio, a fine di pregarla in mio nome di proseguire le note trattative con laSuperiora delle Sorelle della Carità. Lascio ai medesimi di affermarle a viva voce i miei più sinceriringraziamenti per l’interessamento che si è compiaciuto di prendere in Opera, che spero sia perriescire di molta Gloria di Dio, cui prego di abbondantemente ricompensarla. Sarebbe in fine com-pito affatto il mio desiderio se le Sorelle della Carità potessero sollecitamente recarsi in Ravenna,ed affidandomi perciò alla valevole di Lei mediazione con sensi di perfettissima stima mi raccoman-do alle di Lei orazioni e le bacio di vero cuore le mani. Di Lei Mons. mio Veneratissimo, Servitorevero C. Card. Falconieri Arciv.” (card. Chiarissimo Falconieri a mons. Luigi Reggianini, Ravenna 26agosto 1838, in ACM, Arm. 1, Mons. Reggianini I/5).3 L’Ospedale accoglieva uomini, donne, militari e cronici di ambo i sessi. Le due Suore furono inca-ricate dapprima unicamente della direzione della sala donne, poiché del resto, compresi tutti i ser-vizi materiali, dovevano occuparsi le giovani della Misericordia, destinate in futuro a trasformarsiin una sorta di congregazione religiosa. Poco alla volta, tuttavia, furono affidate alle Suore tutte lesale.4 Suor Elena Gruz aveva appena trent’anni e questo era il terzo grande distacco che compiva, aven-do lasciato prima la Francia, poi Napoli ed ora Modena. Rimase in questo Ospedale fino al 30 set-tembre 1871. Cfr. Registro Generale delle Suore della Carità, in APSdCF.

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/38/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 11 ottobre 1838

Dieu Seul!Modène, 11 octobre 1838

Ma très chère Mère

Me voici de retour de Ravenne où je suis restée plus d’un mois pour yétablir nos sœurs et les y voir arrangées.

Il y a eu beaucoup à faire, ayant dû partir à la hâte et sans que rien fûtpréparé, mais le Cardinal Archevêque avec l’Administration ont pourvu inces-samment au plus nécessaire et nos sœurs sont dans l’exercice de leur fonctionau grand contentement de toute la ville.

J’ai reconduit avec moi deux aspirantes de Ravenne qui j’espère nousdédommageront pour celles que nous avons cédées1.

Cependant je me vois obligée de faire un voyage en Savoie pour entirer quelques sujets afin que notre bon Archiduc n’ait pas à se plaindre, à sonretour de la campagne, si nous n’étions pas en nombre pour de faire la maisonde Reggio qu’il a eu la patience d’attendre plus d’une année, pour nous don-ner le temps de nous préparer et de former les novices.

Une des trois premières ne se remet pas et j’ai été obligée malgré moide la remettre à ses parents, crainte qu’elle ne vint à mourir chez nous: en voilàdonc une de moins. Toutes, grâce à Dieu jouissent d’une bonne santé pour lemoment.

J’ai revu les sœurs d’Imola à mon retour. Je les ai trouvées gaies et enmeilleure santé. Elles paraissent contentes et leur maison s’est déjà bien chan-gée en avantage.

Mgr l’Evêque que je visitai attend que vous lui envoyiez des sœurs auprintemps, mais il désire des sœurs expérimentées parce qu’il faudrait debonnes têtes pour régir l’hôpital et les filles trouvées qui sont grandes et indis-ciplinées.

Il me témoigne le désir de retenir sœur Eléonore s’il était possible. Je luidis que je vous en écrirais.

A présent j’ai une autre demande à vous faire. C’est Mgr notre Evêquequi m’a demandé de lui procurer deux serre-papier, c’est-à-dire de ces petitsmorceaux de marbre que l’on met sur les tables pour tenir les papiers dessousafin qu’ils ne s’envolent et il voudrait dessus, la Vierge Miraculeuse, en couleur,belle, jeune, comme il m’en fit voir une.

Je lui dis que nous ne les savions pas dessiner sur le marbre, mais quenos sœurs de Naples en travaillaient; il me supplia de lui en faire faire au plus

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140 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

tôt et je lui promis que je vous en aurais écrit. Je vous prie donc de me fairecette grâce et sitôt qu’ils seront prêts de les remettre à un bateau à vapeur pourles consigner à Mr. Careno agent modenais à Livourne qui nous les ferait tenir.Pardon de ma hardiesse, mais vous sentez que je n’ai pu m’y refuser.

J’embrasse Sœur Fébronie avec toutes nos chères sœurs que je salue etje vous prie de me croire avec le plus respectueux attachement ainsi que toutesnos sœurs de Modène qui vous baisent la main,

Votre très humble et dévouée fille en J.C.Sœur Rosalie Thouret

PS. Monsieur Galvani qui est toujours le même vous offre ses respects.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 “Monsignor mio Ven.mo, torna Sr. Rosalia al suo Stabilimento in Modena dopo essersi adoperatacon molto zelo e felicemente all’impianto delle due Figlie in questo Ospedale, e non voglio lascia-re questa occasione per ringraziarla di nuovo del caritatevole dono che mi ha fatto. Ho poi pari-menti intesi che S.A.R. non abbia approvato la partenza delle due Suore per Ravenna e ciò mi tienealquanto in pena: pure siccome Mons. D’Angennes ebbe la bontà di assicurarmi che avrebbe inviatoaltri due soggetti per lo Stabilimento che dovrà aprirsi in Reggio, ed inoltre Suor Rosalia porta lorodue Novizie Ravennati, così spero che lo zelo di Sua Altezza sarà soddisfatto senza che Ravennaperda l’acquisto fatto. Mi raccomando poi a Lei Mons. mio, perché si compia questa mia speranza,come Le raccomando me stesso e la mia Diocesi affinché ci tenga presenti nelle Sue orazioni, e lebacio umilmente le mani. Di Lei Mons. mio Ven.mo Servitore vero. Card. Falconieri” (card.Chiarissimo Falconieri a mons. Luigi Reggianini, Ravenna 4 ottobre 1838, in ACM, Arm. 1, Mons.Reggianini I/5).

/39/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 10 dicembre 1838

Dieu Seul!Modène, 10 décembre 1838

Ma très chère Mère

Il y a déjà quelques jours que je suis de retour du voyage que j’ai dûfaire fort à la hâte pour le motif dont je vous donnais connaissance avant mondépart.

Cette course a eu le succès que je me promettais car Sr Victoire de SaintPaul1 a fait tous ses efforts pour me donner trois sujets, et trois autres que l’onm’a procurés en France, viennent de remonter notre maison qui pourra faireface à ses besoins et en céder à la fondation de Reggio qui va avoir lieu à la

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nouvelle année, selon les arrangements que je viens de prendre avec notreArchiduc qui est toujours plus intéressé pour nous.

Nous voilà 18 en communauté, nombre extraordinaire pour nous.J’ai lieu de croire que toutes correspondront à leur sainte vocation,

montrant d’heureuses dispositions que nous tâchons de cultiver autant quepossible.

Une des premières novices qui a fini son année de noviciat désireardemment d’être revêtue du Saint Habit et peut-être serons-nous obligéesd’en habiller quelqu’autre pour la maison de Reggio, à moins qu’on ne les ymette en capette2. Vous aurez la bonté de dire votre avis là-dessus.

Nos sœurs de Ravenne vont très bien et sont parfaitement contentes deleur maison; comme S.E. le Cardinal et toute l’Administration sont à leur tourtrès satisfaits d’elles.

Ils ont craint jusqu’à présent qu’on les leur enlève pour la maison deReggio, mais à présent les voilà rassurés, tant du côté de notre Archiduc que dunôtre, vu le recrutement que nous venons de faire. J’attends avec bien de l’em-pressement de vos chères nouvelles que je n’ai pas reçues depuis plusieurs mois.J’en attribue la faute à mes voyages inattendus, mais j’espère en être dédom-magée dorénavant, quoique je serai à Reggio qui n’est qu’une promenade,comme de Naples à Capoue.

J’ose vous rappeler ces serre-papier en marbre avec l’effigie de la ViergeImmaculée pour Mgr Notre Evêque que je lui promis de lui faire venir deNaples.

Je suis bien fâchée de vous causer cette incommodité, mais je n’ai pume refuser à sa demande. Veuillez m’en dire quelque chose dans votre pre-mière lettre, car il m’en a parlé à mon retour.

Tout continue à bien aller dans cette maison et grâce à Dieu, toutesjouissent présentement de la santé que nous regardons comme une grandefaveur, à l’exception de cette jeune novice dont la santé est très chancelante etque nous n’avons pas voulu reprendre, crainte qu’elle ne vienne à mourir, ce quine ferait pas bon effet; mais du reste nous lui prêtons toute l’assistance possi-ble en tout genre parce que sa famille n’est pas aisée.

Pendant mon absence S.A.R. est venue faire une visite à nos sœurs avecun de ses frères qui n’était jamais venu et d’autres princes étrangers.

Il a une complaisance infinie à nous amener les personnages de safamille et autres princes qui s’arrêtent à la Cour; on dirait qu’il n’a rien de mieuxà leur faire voir que notre couvent et l’hôpital, et surtout depuis que le noviciatest établi. En effet c’est son ouvrage: que le bon Dieu nous le conserve!3

Veuillez me rappeler au souvenir de toutes nos bonnes sœurs et dire àSœur Fébronie qu’elle me donne des nouvelles n’ayant pas le temps de lui écrirecette fois, et à Sœur Céleste que j’ai vu son oncle Bouvier qui s’est fait vieux,

LETTERE (1813-1853) 141

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mais cependant qu’il est encore vigoureux pour son âge, continuant toujoursdans ses mêmes habitudes.

Je la salue ainsi que Jeanne Antoine. Agréez les respects et les senti-ments filiaux de toute notre communauté et l’attachement sincère de

votre très humble et très dévouée filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta di Suor Victoire Bartholemot, Superiora Provinciale della Savoia.2 E’ l’abito delle novizie che si caratterizza per la cuffietta dal bordo bianco arricciato ed inamida-to, sopramontata da un copricapo nero che scende fin sotto le spalle.3 In merito al sostegno economico dato da Francesco IV alle aspiranti al noviziato, si veda infra, inappendice, la lettera delle sorelle Luigia e Maria Mattioli a Francesco IV, Reggio 19 dicembre 1838.Questi i dati essenziali delle due sorelle: Luigia Mattioli (Reggio Emilia, 19 ottobre 1812 – Modena,7 gennaio 1901), in religione suor Celeste. Decorata tre volte per avere assistito i colerosi (1856), iferiti delle battaglie del 1866 e per i servizi resi ai malati durante l’intera sua vita tanto da esserechiamata “Mamma Celeste”. Cfr. SUORE DELLA CARITA’, Necrologie Sorelle defunte, anno 1901,pp.14-18; E. GATTI, L’Ospedale di Modena e la sua Parrocchia-Notizie storiche, pp.157-160. MariaMattioli ( Reggio Emilia 1819 – Napoli, 15 febbraio 1901), in religione Suor Generosa. Nonostantela sua istintiva ripugnanza chiese di dedicarsi al servizio dei malati. Si occupò anche degli anziani edell’istruzione delle orfane. Cfr. ivi, p. 26.

/40/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri,

Modena 9 settembre 1839

ÉminenceJe prends la respectueuse liberté de vous écrire par le retour de notre

chère Sœur Hélène que tout le monde a revue ici avec grande satisfaction pourvous communiquer les réflexions que j’ai faites au sujet des bonnes filles del’Hôpital de Ravenne, surtout depuis la commission que Mr. Galvani et SœurHélène m’ont fait de votre part.

J’ai toujours été convaincue qu’il valait mieux ne faire qu’un seulInstitut pour le service de l’Hôpital soit pour le bon ordre, l’accord, l’union et laaffection réciproque, non moins que pour assurer et affermir pour l’avenir unInstitut stable sur lequel on pût compter pour avoir toujours le nombre desujets necessaires convenables.

Il est donc à propos d’agréger à notre Congrégation celles des filles dela Miséricorde qui par les bonnes qualités qu’on leur a reconnues et la santédont elles jouissent font espérer qu’elles dédommageront de ce qui leurmanque d’autre part.

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Mais afin que les choses se fassent, autant que possible, sans s’écarterdes règles de l’Institut nous avons pensé qu’on pourrait choisir deux ou trois deces bonnes filles dont on est plus assuré de la vocation pour les envoyer àModène y finir leur noviciat, et nous renverrions à Ravenne le même nombrede Sœurs pour les remplacer et ainsi de suite. Si l’administration était gênéepour faire ces changements, je m’en chargerais en partie, bien entendu quecelles qui ont quelques moyens de payer la pension du Noviciat doivent le faire.Il faudrait ensuite fixer pour chaque Sœur de l’Hôpital outre leur entretien denourriture comme il existe à présent une somme annuele de 24 écus par têtepour leur vestiaire personnel.

Voilà pour l’hôpital ce que crois je devoir soumettre à Votre Eminencepersuadée qu’elle n’y trouvera rien de contraire à ses vues que je désire secon-der de tout mon pouvoir1.

Quant aux Orphelines je m’occupe de faire le choix de sujets capablesde remplir les emplois qui leur seront confiés, mais comme nous avons parmi cessujets quelques novices qui ont besoin de quelques mois pour se former il fau-dra attendre jusqu’au printemps prochain pour réaliser les intentions de VotreEminence. Je conclus ma lettre en priant V.E. de pardonner ma hardiesse danstout ce que je lui ai ex posé et de croire que je ne désire rien tant que de cor-respondre aux bontés paternelles qu’elle daigne nous témoigner ainsi qu’à l’in-térêt et à la bienveillance dont elle nous honore et c’est dans ces sentimentsque je lui renouvelle l’hommage de la gratitude, du respect et du dévouementle plus parfait avec lequel prosternée à ses pieds je lui baise humblement lamain et lui demande la sainte bénédiction et me dis

de Votre Em.La très humb.

[Sœur Rosalie Thouret]

Modene, 9 settembre 1839

Lettera di 3 facciateMinuta, in APSdCF

1 L’intesa tra i due è presto raggiunta, a tutto vantaggio dell’Ospedale e con reciproca soddisfazio-ne. Infatti al card. arcivescovo di Bologna, che prima di chiamare le Suore della Carità all’OspedaleSant’Orsola gli aveva chiesto informazioni sul loro servizio, il card. Falconieri così pote’ rispondere:“E.mo mio Padrone, compiego a V.E. la Convenzione che fu stabilita dagli Amministratori di que-sto Civico Ospedale con le Sorelle della Carità, la di cui Casa centrale è in Modena. Sono circa seianni che le Medesime servono questo Pio Stabilimento, posso assicurarla che sono pienamente sod-disfatto della Superiora e delle altre Religiose che hanno in questo tempo prestato la loro assisten-za, sì per riguardo alla economia, come pure per la loro pietà diligenza esattezza ed obbedienza.Non ho potuto prima d’ora corrispondere al desiderio di V.E. essendomi trovato impedito, e chie-dendo ben scusa le bacio umilissimamente le mani. Di V.E. Umilissimo Dev.mo Servitore vero C. Card.Falconieri Arciv.” (card. Chiarissimo Falconieri al card. Carlo Oppizzoni, Ravenna 29 ottobre 1845, inAGAB, Congregazione Consultiva, 1845, Pos. 855).

LETTERE (1813-1853) 143

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144 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/41/Card. Chiarissimo Falconieri1 a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 26 ottobre 1839

Molto Rev.da Madre

E’ tardo in verità il riscontro al foglio che mi diresse per mezzo di SuorElena ma la necessità di riflettere all’affare di cui trattava, esigeva del tempo,che non trovava essendo in questi giorni assorbito dagli affari di Stato, dai pre-parativi degli Esercizi Spirituali al Clero, e dalle ordinarie occupazioni quindispero che questa giustificazione possa dileguare alla di lei mente qualunquepensiero vi passasse indotto a ragionare di una così lunga tardanza.

I riflessi che Ella presenta nel progetto di riunione delle Figlie dellaMisericordia alla Congregazione rispettabile a nome di cui Ella presiede in que-sta Provincia, meritano tutta la ponderazione ed io sono di sentimento che leCorporazioni religiose non debbano senza motivi fortissimi uscire dai limiti loroprescritti dalle proprie Costituzioni: ne dipende perciò la aggregazione legitti-ma ché addotti assai volentieri il di Lei parere di rimettere alla ventura prima-vera la conclusione del progetto stesso.

Conosco però che sarà in quell’epoca necessario che Ella si prenda l’in-comodo di recarsi qua personalmente onde esaminare vari dubbi che mi si pre-sentano oggi alla mente sull’ammissione di alcune, e di esclusione di altre delleFiglie della Misericordia, non che circa il luogo del Noviziato.

Ella sia certa che non ho in vista che il bene della sua Congregazione, eche con Lei sola conferirò questi miei dubbi, e voglio assicurare che le risoluzio-ni che si prenderanno serviranno alla Gloria di Dio. Ella ben comprende che perlettera è ben difficile spiegarsi onde torno a ripetere che si tratterà meglio invoce.

La prego dei miei complimenti al signor Camuri e al Cav. Galvani, e mitenga presente nelle sue orazioni e desiderandole una particolare benedizionedal Signore con distinta considerazione mi confermo

Di Vostra ReverenzaAff.mo nel Signore

Card. Falconieri ArcivescovoRavenna 26 Ottobre 1839

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Chiarissimo Falconieri Mellini (Roma, 17 settembre 1794 - Ravenna, 22 agosto 1859), secondoge-nito ed ultimo rampollo di una illustre famiglia fiorentina d’origini, ma dal Seicento appartenenteal patriziato romano, rimasto presto orfano di padre, fu affidato dalla madre, Marianna Lante,

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duchessa di Santa Croce, agli Scolopi del Collegio Tolomei di Siena. Gli eventi della Rivoluzione loportarono in Francia, dove fu ammesso, a 18 anni, alla corte imperiale come paggio di Napoleone.Rientrato a Roma, riprese gli studi laureandosi alla Sapienza in utroque iure; frequentò i preti dellaCasa della Missione a Montecitorio ed i seguaci di Gaspare del Bufalo, formandosi una ricca espe-rienza di apostolato in ospedali, carceri ed ospizi, e stringendo nel contempo amicizia con vari pre-lati, fra cui G. M. Mastai Ferretti. L’ordinazione sacerdotale, il 19 settembre 1818, segnò l’avvio diuna rapida carriera nella Curia romana: ab-legato in Francia (1822), canonico della Basilica vatica-na (1823), uditore della Sacra Rota (1824), il 15 agosto 1826, papa Leone XII lo consacrò arcivesco-vo di Ravenna e il 21 ottobre prese possesso della Diocesi. Creato cardinale il 12 febbraio 1838, con-tinuò ad esercitare il suo ministero episcopale all’insegna di una viva ansia pastorale e apostolica.Durante la Repubblica Romana, invece di seguire Pio IX a Gaeta, riparò per tre mesi a Venezia, inun convento di frati e, tornato a Ravenna, in pieno accordo con gli austriaci, riprese la sua azionepastorale, tutta rivolta a riparare i guasti provocati dagli eventi rivoluzionari. Dall’ottobre 1849 al1852 fu anche amministratore apostolico della diocesi di Forlì. Su di lui: G. MONSAGRATI, ad vocem,in DBI, 1994, pp. 390-393; D. FARABULINI, Vita del Cardinale Chiarissimo Falconieri, Torino 1903; A.SERAFINI, Pio Nono. Giovanni Mastai Ferretti dalla giovinezza alla morte nei suoi scritti e discorsiediti ed inediti, vol. I: Le vie della Divina Provvidenza (1792-1846), Città del Vaticano 1958, pp. 1238-1239 e passim; L. LOTTI, Le Legazioni, in Bibliografia dell’età del Risorgimento, vol. II, Firenze 1972,pp. 284-285; R. COLAPIETRA, La Chiesa tra Lamennais e Metternich, Morcelliana, Brescia 1963, pas-sim; HIERARCHIA, VII, p. 318.

/42/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 dicembre 1839

Dieu Seul!

Ma très chère Mère

Le retour des grandes fêtes me rappelle le doux devoir de vous exposerles sentiments de mon cœur qui est aussi l’interprète de toute notre petite com-munauté qui se joint à moi pour vous offrir les vœux filiaux de la tendresse, durespect et de la gratitude qui implorent de Jésus-Naissant, mille bénédictionssur votre chère et respectable personne.

Croyez que nous le faisons d’une manière toute particulière dans cesjours où nous avons le bonheur de faire notre retraite annuelle, époque qui m’aparu plus favorable pour nos occupations.

Le jour de Noël, nous donnerons le St Habit à trois novices1 qui ontaccompli leur année et dont nous sommes très contentes. Messieurs leChanoine Camuri et l’abbé Galvani nous prêchent à tour pendant la retraite.

J’ai vu hier S.A.R. qui a l’intention d’augmenter nos emplois à mesureque nous augmentons en nombre, et c’est de renvoyer plusieurs employés dontnous prendrons la place, comme à la cuisine, à la garde-robe, et une assistanceplus détaillée dans les salles des malades, ce à quoi j’ai dit que nous nous prê-terions bien volontiers.

Sa bonté paternelle est toujours la même à notre égard.

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146 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Vous aurez su les dangers que nous avons courus par les inondationsgénérales, qui ont eu lieu dans la Lombardie et dans une grande partie de nospetits Etats et qui durent encore, par la rupture des fleuves et les pluies qui ontduré pendant deux mois. Nous avons été aumoment d’avoir l’eau dans cette ville.

La consternation était générale, mais par une grâce particulière leseaux baissèrent tout à coup, et on ne sait comment, de sorte que nous avonsété délivrés. Notre prince s’est montré comme toujours, par ses libéralités, lepère commun de ses sujets en donnant asile et nourriture à tous ces pauvresinondés qui ont perdu maison et avoir.

Il en nourrit 5000 tous les jours. Le temps est toujours pluvieux, mais ily a quelques jours d’intervalle.

Nous nous portons toutes bien à présent. Une de nos sœurs de Ravennea été dangereusement malade, mais grâce à Dieu, elle est remise.

J’attends de vos bonnes nouvelles au plus tôt, et comme l’année est surson déclin et que votre fête approche, je vous prie de recevoir par cette mêmelettre les bons et heureux souhaits que je forme plus que jamais pour l’accom-plissement de tous vos vœux et la réussite de vos Saintes entreprises.

Veuillez me rappeler au souvenir de toutes nos chères sœurs que jesalue bien affectueusement, et en particulier ma bonne Fébronie.

Agréez les témoignages de mon respectueux attachement ainsi que lessentiments d’estime et de gratitude avec lesquels je suis

Ma très chère Mèrevotre très humble et obéissance fille en J.C.

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale olografo, in AGSdC

1 Si tratta di Luigia Vallastri, figlia di Gaetano e di Francesca Scaglioni, in religione suor Concetta;Maria Mari, figlia di Giovanni e di Cristina Meletti, in religione suor Giuseppina; Carlotta Rosi, figliadi Gian Battista e di Anna Baldoni, in religione suor Maria Ignazia. Cfr. Registro della Comunità1838-1839, in APSdCF.

/43/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 28 dicembre 1840

Dieu Seul!Modène, 28 décembre 1840

Ma très chère Mère

Pardonnez si je suis un peu en retard pour vous offrir mes souhaits debonne année auxquels je joindrai ceux de la fête de votre Saintt patronne1, maisles occupations seules, en sont la cause.

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Veuillez donc accueillir les vœux filiaux que nous adressons en votrefaveur, à notre aimable et Divin Rédempteur, afin qu’il répande dans votrecœur toutes les douceurs et consolations célestes pour juste compensation despeines, inséparables de la charge que vous occupez; puissiez-vous ressentir leseffets de nos faibles prières par une augmentation de force, de courage, degénérosité et de santé parfaite, pour résister aux travaux et aux fatigues decorps et d’esprit qui doivent souvent vous accabler.

J’en juge en petite partie par moi-même, et je vous compatis, ma chèreMère, en imaginant tous vos soucis. Que le bon Dieu vous aide et vous conserveselon nos désirs.

Il y a bien longtemps que je suis privée de vos chères nouvelles; mais jeme flatte qu’elles soient bonnes, et qu’ainsi elles nous dédommagent de la pri-vation. J’ai eu à la suite de cet érésipèle une longue inflammation aux yeuxdont je suis libre à présent, Dieu merci!

Les Frères de St Jean de Dieu2 sont arrivés et ont déjà pris le service del’hôpital et des chroniques hommes, comme nous l’avons pour les femmes.

Mais jusqu’à présent, nos services étaient limités, tant à cause du nombrede sœurs que pour un système nouveau d’administration qu’il fallait adopter.

Le moment est arrivé où l’on va nous charger du service entier et del’économie de la maison. Cela va nous donner de la besogne et occupera toutnotre monde, mais j’espère que malgré quelques ennemis, nous triompheronsdes difficultés qu’ils nous opposent, et que nous serons à même de faire plus debien aux pauvres.

J’ai fait une course à Ravenne où j’ai conduit trois autres sœurs et d’oùj’ai ramené deux postulantes et une de Modène que nous avons reçue.

Nous sommes au nombre de 19. Nous avons donné l’habit à quatrenovices3 pour les fêtes de Noël pour pouvoir s’en servir aux nouveaux emploiset j’espère qu’elles feront bien.

Nous n’avons, grâce à Dieu, aucune malade ni ici, ni dans les autres mai-sons; le bon Dieu voit que nous avons trop à faire; il nous épargne de ce côté là.

Je vous prie de me rappeler au souvenir de toutes nos chères sœursanciennes en leur faisant agréer mes souhaits de bonne année, ainsi qu’à toutela communauté. Je salue et embrasse particulièrement ma bonne petiteFébronie dont j’attends les nouvelles. Je finis en vous offrant les hommages lesplus affectueux de toute notre petite communauté et en vous priant de mecroire dans les sentiments d’estime, de respect et d’affection sincères, avec les-quels je suis

Ma très chère MèreVotre très humble et obéissante fille en J.C.

Sœur Rosalie Thouret

LETTERE (1813-1853) 147

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Lettera di 3 facciateoriginale autografo, in AGSdC

1 La festa di Santa Genoveffa ricorre il 3 gennaio.2 I religiosi di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) nel 1840 furono invitati a Modena per assumerela direzione e l’amministrazione dell’Ospedale e Ricovero degli Uomini. Nel primo trimestre essimigliorarono grandemente l’attività dell’azienda con un risparmio mai praticato, secondo quantoscrive il Governatore al primo Presidente in data 4 giugno 1841. I Fatebenefratelli, però, non otte-nendo tutto ciò che avevano richiesto, lasciarono l’Ospedale e Ricovero alla fine del 1843. Cfr. E.GATTI, L’Ospedale di Modena e la sua Parrocchia. Notizie storiche, pp. 161-163.3 Solo di due si conosce il nome: suor Maddalena Batta Rosi, al secolo Luigia, nativa di Modena, chefece la vestizione il 19 luglio 1840; e suor Agostina Turchini, al secolo Marianna, nativa di Ravenna,che fece la vestizione il 19 dicembre 1840. Cfr. Registro della Comunità 1840, in APSdCF.

/44/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 5 gennaio 1841

N° 17 Prot.lo Gen.le5 Gennaio 1841

Alla Molto Rev.da Madre,Suor Rosalia Thouret

Superiora delle Sorelle della Carità in Modena

Appena mi fu rilasciato dalla M.a V. Molto Rev.da sotto li 19 scadutoDic.e il foglio continente li Capitoli proposti onde assumere proposte di code-ste di Lei Sorelle, dove la direzione, anche l’intero servigio, ed amministrazionedelle Sale delle inferme e croniche cogli annessi locali dal primo dell’incomin-ciato anno, mi feci un dovere di rassegnarlo in originale a S.E. Cons. di Stato,Governatore di questa Città, e Provincia, onde si compiacesse rendermi note lesuperiori sue risoluzioni in proposito1.

La prelodata E.S. con venerato dispaccio N. 42 mi fa conoscere le deter-minazioni da servire di norma per fissarvi il proprio piano adottabile pel dettoanno rapporto al servizio degli Ospitali Donne da compiersi dalla sullodateSorelle, e perciò mi reco ad aderirvi.

L’accompagna copia conforme alla M.V. Molto Rev.da, interessando ladi Lei gentilezza a favorirmi gli schiarimenti necessarii, sulla scorta del contenu-to nel dispaccio medesimo per così abilitarmi ad esaurire il superiore incarico.

In attesa di che mi procuro il vantaggio di confermarle li sentimentidella particolare mia stima, ed eguale considerazione.

De Buoi

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

1 Si veda il testo infra, in appendice.

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/45/Sr. Rosalie Thouret al Marchese Luigi De Buoi, Modena 11 gennaio 1841

All’Ill.mo Signore Marchese de BuoiPrimo Presidente della Congregazione delle Opere Pie di Modena

Ill.mo SignoreLa S.V. Ill.ma vorrà compatire se oggi solo rispondo alla di lei lettera 5 cor-

rente con la quale mi accompagnava in copia le deduzioni fatte da questo EccelsoGoverno ai capitoli che erano stati combinati fra V.S. Ill.ma, e me. La cagione delritardo è derivata dall’essermi io messa ai piedi del Sovrano e presentato a S.E. ilSignor Governatore per esporre loro umilmente le riflessioni che mi impedivanodi potere assumere il servigio secondo il tenore di quelle deduzioni, le quali,(quando fossero state interpretate a rigore) ci avrebbero tolta la onesta libertà difare il bene.

La clemenza di S.A.R. e la saggezza del Ministro intesero la ragione e sidegnarono consolarci promettendoci che, anche nell’anno attuale di prova, cisarebbe attribuita quella autorità di direzione ed amministrazione interna senzala quale non potremmo rispondere del buon esito, e ci sarebbe accordato un piùlargo permesso di farci coadiuvare in quei servizi a cui non potessero giungere lenostre forze e ci fossero vietati dalle nostre S. Regole e dal decoro del S. Abito.

Ora dunque tranquille su questo, vengo a pregare la S.V. Ill.ma affinchési compiaccia intendere dall’encomiata E.S. il Signor Governatore in qualemodo siasi seco spiegata la Mente Sovrana a nostro riguardo, per stabilire lenostre attribuzioni in corrispondenza dei nuovi obblighi.

Ho l’onore di rassegnarmi col più profondo ossequio.

Di Vostra S.ia Ill.ma

Umil.ma ed obbedient.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/46/Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio, Modena 17 gennaio 1841

Ill.mo Signore

Per secondare prontamente l’invito fattomi verbalmente dalla S.V. Ill.ma di volere cioè presentare quei nuovi capitoli che, dietro gli ulteriori schiari-

LETTERE (1813-1853) 149

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150 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

menti, sembrano potersi combinare, mi affretto di riformare quelli avanzatida me il giorno 18 Dicembre 1840 a seconda di quanto la clemenza di S.A.R.ha degnato udire da me e che mi è stato confermato ancora da S.E. il SignorMinistro Governatore. Eccoli dunque quali oso ripromettermi siano per esse-re benignamente approvati.

Oltre la Direzione delle sale delle inferme, e croniche che era giàaccordata alle Sorelle della Carità col Sovrano chirografo 6 Ottobre 1834,esse assumeranno ancora l’intero servigio ed amministrazione di esse sale,della cucina, guardaroba, cantina e magazzini, salvo i servigi loro proibitidalla regola vale a dire l’assistenza all’atto del parto, alla cura delle malattievergognose e quelli che fossero al di sopra delle loro forze. Quanto allePazze, siccome i loro locali non si prestano assolutamente a custodirle, cosìesse non se ne possono incaricare.

Saranno, quindi col 1° Gennaio 1841, licenziati tutti gli attuali impie-gati, inservienti ed infermieri salvo quelle eccezioni che d’unanime concertofossero ritenute necessarie, e tutti i locali di cui si è parlato e che fossero perriconoscersi necessari saranno, dietro regolare consegna, affidati alle Sorelle.

Per quest’anno di prova si domandano due facchini, un volante, unportore e un portinaio, vale a dire il volante per andare alla farmacia in cercadi tutti i medicamenti, alla beccheria e alle botteghe per tutte le provviste, idue facchini per il servigio della cucina, legnara, tromba acqua, trasportarepesi, accudire alla cantina, riempire pagliericci, ed oltre ciò aiutare il porto-re per andare a prendere i malati alle loro case. Questo portore stesso daràpoi il cambio al portinaio, onde abbia qualche tempo libero. Per i servigi poiproibiti dalla regola, o dal decoro si introdurranno al Ricovero quattroDonne abili a cui sarà attribuita un’equa ricognizione mensile. I facchini, por-tore, portinaio, e queste quattro donne saranno assolutamente dipendentidalle Sorelle, e da esse scelti e licenziati.

Pei Cappellani la Congregazione dell’Opera Pia e l’Eccelso Governo sicombineranno con Monsignor Vescovo. I Sig.ri Medici e Chirurghi, Primari sicompiaceranno di adattarsi al metodo ed orario stabile che sarà fissato dicomune accordo fra essi e le Sorelle. Gli Astanti saranno scelti dallaCongregazione o dall’Eccelso Governo d’accordo con le Sorelle; ma se questedietro giusti motivi pregassero il Governo o la Congregazione a licenziarnequalcuno si compiaceranno di acconsentire.

Le sorelle saranno in libertà di amministrare gli Ospitali ed altri uffi-zi senza bisogno di fare occorrenze o domanda per ogni spesa come fin qui.Presenteranno però regolarmente i loro conti, inventari in ciascun anno, enell’epoca che verrà stabilita dall’Ill.mo Signor Presidente.

Le Sorelle domandano che nel calcolare il mensile, assegnamentoche verrà loro dato in questo anno di prova per il mantenimento degli ospi-

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tali, si abbia riguardo anche a quanto occorre per rimettere le biancherie chesi consumano, gli utensili che si rompono, e gli altri casi straordinari che pos-sono accadere. Finito poi quest’anno di prova allora si stabilirà di comuneconcerto l’assegnamento annuale: ben inteso che se per qualsiasi favorevolecircostanza si aumentassero in avvenire le rendite degli Ospitali, si dovràaumentare in proporzione anche l’assegno.

Le Sorelle potranno fare nell’interno dei locali da esse amministratiquelle riduzioni o miglioramenti che giudicassero utili o convenienti.

E’ indispensabile sotto ogni rapporto che la Clinica Medica Chirurgicasia nel venturo anno trasportata fuori, protestandosi apertamente dalleSorelle che non potrebbero più tollerarla in alcun luogo che avesse comuni-cazione coi loro Locali.

D’ora innanzi l’accettazione e il rinvio delle inferme e delle cronichesi farà di comune accordo fra l’Ill.mo Signor Presidente e la Superiora.

La Sagrestia di S. Agostino continuerà a fornire agli Altari dellaCappella e delle Sale il vino da Messa, le Ostie e particole, e così a sommini-strare di mano in mano quegli arredi sacri ed oggetti che occorressero per lefunzioni straordinarie.

Le Sorelle accettano con infinita riconoscenza l’assegno delle It. £10.000 di che la Sovrana Munificenza, nel Rescritto al loro memoriale citatodalla lettera governativa, si è voluta caricare per il mantenimento della loroCasa, e per quello del loro Noviziato; e promettono in corresponsione diavere sempre il numero necessario di Suore per il servigio degli Ospitali e diprocurare che il Noviziato sia fornito di tanti soggetti da mantenere non solola casa di Modena, ma eziandio quella di Reggio. Che se per circostanza(certo indipendente dalla volontà loro) dovesse alcuna volta mancare qual-che Suora al numero necessario per gli Ospitali di Modena promettono ditrovare a loro spese e sul proprio assegno il modo di supplirvi, ben inteso chese si trattasse di un affollamento straordinario di malati o per epidemia o percontagio o per qualsiasi altra causa fuori dell’ordinario, le Sorelle allora nonsaranno obbligate a supplirvi a proprie spese, ma potranno prendere perso-ne estere ad aiutarle, e pagare sui fondi dell’ospitale.

Le Sorelle poi domandano che (come S.A.R. loro ne diede benignapromessa, confermata in seguito anche da S.E. il signor Governatore) sia loroconcesso quanto avevano chiesto, cioè che l’Opera Pia pensi per esse aMedico e medicine, manutenzione di mobili e biancheria da tavola, letto ecucina.

Eccole, Ill.mo Signor Presidente, i capitoli riformati a tenore di quan-to ebbi l’onore di combinare a voce tanto con S.A.R. il nostro Sovrano, quan-to con S.E. il Signor Conte Governatore. Prego ora caldamente la cortesia diS.V. Ill.ma a volerne procurare con la maggior possibile sollecitudine la

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Superiore approvazione, nella quale speranza ho l’onore di rassegnarmi

Di V.a S.ia Ill.maUmil.ma ed ubbident.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di 4 facciateCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva,1845, Pos. 855

/47/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 29 gennaio 1841

N° 236 Prot. Gen.le29 Gennaio 1841

Sariami fatto un dovere di sottoporre a S.E. il Sig. Consigliere di Stato,Governatore di questa Città e Provincia li nuovi Capitoli riformati dallaS.a. V.a. Ill.ma ed a me diretti li 17 andante in ordine all’intiero servizio, edamministrazione delle sale di codeste inferme, e croniche; da assumersi dalle diLei Sorelle.

Eccomi ora a parteciparle, che la prelodata E.S. si è limitata a modifica-re variamente il quadro dei Capitoli stessi negli infrascritti precisi termini.

= Per i Cappellani nominerà la Superiorità Civile, e si concerterà conMons. Vescovo. Per i Medici va bene e per gli astanti si avrà il dovuto riguardoalle preghiere, di cui.=

Nell’approvare così gli altri Capitoli mi ha incaricato l’E.S. a concertarmicolla M.V. affine di addottare quelle modificazioni, e le ulteriori misure, che siriscontreranno convenienti, e più conformi per ristabilire definitivamente lemassime fondamentali giusta il prescritto dai Governativi dispacci N. 3917 del25 Nov. 1840, e N. 42 del corrente anno, che sono già a di Lei cognizione

Mi ha d’uopo perciò invitare la M.V. a compiacersi di destinare quelgiorno, che più siasi di Lei comodo per recarsi a questa mia Presidenza al suin-dicato oggetto, combinandosi eziandio coll’Ill.mo Sig. Presidente ConteBentivoglio, che frattanto viene da me informato del progetto dell’analoga ses-sione.

Persuaso di vedermi corrisposto dalla di Lei gentilezza mi rinnovo il van-taggio di consegnarle la mia speciale stima, e considerazione.

De Buoi

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

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/48/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 febbraio 1841

N. 446 Prot.o Gen.le22 Febbraio 1841

Mi fu di compiacenza il risultato della Sessione tenuta li 16. andante collaM.V. e coll’intervento dell’Ill.mo Signor Presidente Conte Bentivoglio, mentre erapiù facile il combinare le modificazioni, che si riconobbero più convenienti, edatte ad istabilire definitivamente le massime fondamentali riguardo all’intieroservizio, ed amministrazione delle Sale delle inferme e croniche da assumersi dacodeste di Lei Sorelle, oltre la direzione delle Sale medesime. Richiedendo però laregolarità dei rispettivi Registri, che le suaccennate modificazioni fissate di comu-ne accordo, sieno ridotte in iscritto, io mi faccio ad eseguirlo conservando l’ordi-ne dei Capitoli inoltratimi dalla M.V. sotto li 17. Gennaio p.p.1. Riconosciutosi troppo equo l’escludere dai servigi da prestarsi dalle Sorelle

della Carità quelli proibiti dalla loro regola, e dettagliati in questo Capitolo,resta ciò provveduto colle quattro Donne introdotte nel Ricovero ad ognu-na delle quali pel servigio, da prestarsi alle malattie vergognose, verrà cor-risposto uno scudo di Milano a capite.Venendo presentata al Pio Luogo qualche Donna demente sarà collocata inuna sala appartata, e commessa provvisoriamente alla custodia dell’Ex-capoinfermiere Mobioli onde trasportarla il più presto allo Stabilimento gen.ledella Casa dei Pazzi in S. Lazzaro presso Reggio, ove sarà mantenuta a cari-co della Comunità, cui appartiene, e ciò fino a tanto che sarà in ordine unapposito Locale, ed in modo che le Sorelle possano averne cura.

2. Quanto alla dimmissione degli Impiegati, inservienti, ed infermiere fu giàdisposto mediante Lettera d’uff.o 9 Dicem. p.p. N. 2694. Solo si osserva chel’attuale Economo Sig. Franco Vieti sarà conservato finchè, accresciuto ilnumero delle Sorelle, siavi Soggetto abile a disimpegnarne le analogheincombenze. Frattanto l’Economo stesso continuerà ad essere stipendiatoda quest’Azienda, unendolo alle spese dell’Ospitale.

3. Si conviene nel numero e nel rispettivo servigio degli Individui descritti inquesto Capitolo: e, rapporto alla ricognizione delle quattro Donne ammes-se nel Ricovero per supplire ai servigi inibiti dalla Regola e dal decoro, restaprovveduto col Capitolo primo.

4. In conformità di quanto giustificato nella lettera d’uff. N. 236 del 29 Genn.scorso, la Superiorità Civile dietro li opportuni concerti con S.E.R. Mons.nostro Vescovo, nominerà li Cappellani. Intorno agli astanti giudicandosiopportuno il dimetterne qualcuno, si avrà il dovuto riguardo alle preghiereavanzate in proposito dalle Sorelle della Carità.

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5. Per l’esibizione dei costi regolari e degli Inventarii rimane stabilita la fine diogni anno.

6. Trattandosi di un anno di prova non può darsi luogo per ora ad uno stabilemensile assegnamento, mentre a termini delle Superiori disposizioni le anzi-dette Sorelle potranno conseguire delle somme a render conto com’è statofissato con questi RR. Fate Bene Fratelli, ai di cui metodi dovrà essere ugua-gliato, per quanto è possibile, lo Stabilimento da Essa regolato, giusto lospirito del Governativo dispaccio 25 Novem.1840. in Prot.lo Gen.le N. 2694.Alla fine dell’anno conoscendosi l’importare delle spese per ogni testa egiorno, nel fissarne l’assegno si avrà riguardo a quanto può occorrere pelconsumo biancheria, ed altri oggetti. Qualora poi si aumentasse il numerodelle inferme al di là di quello attualmente stabilito, sarà aumentato in pro-porzione l’assegno anzidetto.

7. Quanto alla riduzione dei Locali si avverte che potrà eseguirsi dalle Sorellesemprechè la relativa spesa vada a corrispondere all’incirca a quella soste-nuta fin qui dall’azienda per le annue ordinarie spese occorse nei passatianni ai Locali medesimi. All’effetto poi di fare qualche notabile straordina-rio cambiamento dovranno le Sorelle anzidette presentarne opportuno pro-getto.

8. In ordine alla Clinica Medico Chirurgica si nota, che sia fatto li 10. Dicembre1840 al N. 2805 di Prot.lo Gen.le prefatto conoscere a S.E. il Sig. Cons.e diStato Ministro di pubblica Economia ed Ispezione, che in seguito degli avve-nuti cambiamenti in questi Ospitali, la Pia Azienda trovasi inabilitata adattenersi ai regolamenti, e convenzioni provvisorie riguardanti la sala dellaClinica predetta

9. Rapporto all’accettazione, ed al rinvio delle inferme e croniche si osserveràla debita intelligenza tra la M. Superiora delle Sorelle della Carità, e questaPia Azienda come si usa coi Fate Bene Fratelli, per li motivi accennati supe-riori messi nel capitolo stesso.

10. La Sagristia della Collegiata di S. Maria Pomposa continuerà a somministra-re alle predette Sorelle l’occorrente per la celebrazione della S. Messa negliAltari della Cappella, o della Sala, cioè Vino, Ostie e particole, come pure liArredi Sacri nell’incontro di funzioni straordinarie.

11. Ritenute le promesse spiegate in questo Capitolo dalle predette Sorelle circail numero degli individui necessari all’esatto, e provato servigio degliOspitali nel modo ivi espresso, si dichiara, che avvenendo il caso di affluen-za d’inferme per malattie straordinarie, dove il numero prefisso, le ulterio-ri spese richieste dai casi contemplati di epidemia ecc. saranno a caricodell’Azienda. Così pure la medesima sosterrà la spesa del medico, e medici-ne nel caso d’infermità di qualche Sorella, giusta la dimanda espressa inquesto Capitolo.

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Richiamate per tal modo e dettagliate le modificazioni verbalmenteconvenute, attenderò dalla M. V. un cenno di riscontro per abilitarmi a rasse-gnare l’operato a S.E. il S. Cons. di Stato, Governatore di questa Città eProvincia, onde nell’approvarlo dipenda insieme ad ordinare la spedizione delmandato delle rate mensili sull’assegno delle annue it. £.10.000, a cui si riferi-sce l’assegnato dispaccio, che accompagnai in copia alla M. V. con lettera d’uf-ficio N. 17 del 5 Gennaio p.posto.

Frattanto mi do il vantaggio di confermarle li sentimenti della distintamia stima e considerazione.

De Buoi

Lettera di 7 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/49/Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 23 febbraio 1841

Ill.mo Signor Presidente

Ho l’onore di riscontrare prontamente il foglio in data 22 correntedirettomi dalla V.S. Ill.ma col quale Ella si è compiaciuta redigere per iscrittoquanto fu da noi verbalmente combinato nella sessione del giorno correnteriguardo alle modificazioni riconosciute necessarie per lo stabile servigio e dire-zione delle sale di quest’ospedale delle donne.

Accetto pienamente quanto è notato in esso foglio, solo che intendoche nel caso in cui venisse presso di noi preparato un locale opportuno per leDementi, queste debbono restare affidate alla nostra custodia per solo tempodi esperimento, onde poi inviarle al più presto allo Stabilimento generale di S.Lazzaro1.

Prego poi V.S. Ill.ma ad aggiungere al capitolo 11° la manutenzione delmobilare, e biancheria da tavola, letto e cucina, come fu tra noi combinato eche non trovasi nello scritto.

Spero inoltre che la cortesia di V.S. Ill.ma vorrà darsi premura di tra-smettere prontamente tutto l’incarto a S.E. il Signor Governatore giacché noinon potremmo più a lungo far senza dei nostri assegni mensili.

Colgo poi eziandio questo incontro per prevenirla che fra non moltoattendo un rinforzo di Sorelle per portarne il numero a proporzione del servi-zio, talché converrà che V.S. Ill.ma abbia la bontà di sollecitare l’acquisto del

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mobilare necessario per esse giusta l’acclusa nota, non avendone noi in più del-l’attuale nostra situazione2.

Gradisca la S.V. Ill. ma i sentimenti di ossequiosa stima coi quali hol’onore di protestarmi

Di Vostra Sig.ia Ill. maUmil.ma ed ubbidient.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 23 febbraio 1841

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

1 E’ il manicomio situato a Villa Ospizio nei pressi di Reggio Emilia.2 Scriveva don Cesare Galvani: “Ill.mo Sig. Presidente, aspettandosi fra non molto parecchie Sorelledella Carità in aumento di quelle che qui si trovano, onde proporzionare il numero alle cresciuteoccupazioni, devesi (come verbalmente fu combinato) trasformare in Dormitorio l’attualeRefettorio delle Sorelle stesse coll’annessa Dispensa, e sostituire perciò altro Refettorio, Dispensa, eMagazzino a loro uso. Niun altro locale prestasi più agevolmente (come esse stesse ebbero l’onoredi mostrare a S.A.R., a S.E. il Governatore, e a V.S. Ill.ma) quanto il Magazzino di paglia, e l’altroattiguo che trovasi sotto il loro appartamento, praticando in quest’ultimo una scala per metterlo incomunicazione coi nuovi fondi. Egli è perciò che il sottoscritto Sindaco delle Sorelle della Caritàprega V.S. Ill.ma a volersi combinare colla Superiore Autorità, e disporre perché colla maggiore pos-sibile sollecitudine si riduca il Magazzino di paglia a Refettorio con opportuno Armadio, e nelMagazzino attiguo si pratichi un lavello, uno sgombro, una Lavanderia, e una dispensa per la fari-na, e generi delle Sorelle, con un armadio o Cantonale, e le rispettive Asse coi loro Modiglioni. Nellastessa circostanza si ricorda che abbisogna un Forno, da costruirsi o nella Cucina, o dove meglio sicrederà. Interessando di cominciare al più presto questi lavori, confido nella completa benignità ecortesia di V.S. Ill.ma, alla quale ho l’onore di rassegnarmi di V.S. Ill.ma Umilissimo Dev.mo Obb.moServitore D. Cesare Galvani Sin. d. Sorelle d. Carità“ (Don Cesare Galvani al Presidente delle OperePie di Modena, Modena 3 aprile 1841, in ASM, Fondo ECA, B2311, F181).

/50/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 8 marzo 1841

N. 476 Prot.lo Gen.le8 Marzo 1841

In riscontro al pregiato foglio della M.a V. Molto Rev.da direttami li 23Febb.o p.passato non esito a dichiararle che qualora venga improntato unopportuno locale per la custodia della Demenza, la permanenza di questa infe-lice nel medesimo sarà ristretta appunto al periodo di tempo necessario pertentare il primo stadio di cura delle singole inferme, onde poscia inviarle alloStabilimento gen.le di S. Lazzaro presso Reggio, giusta la pratica osservata inaddietro da questa Pia Azienda.

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Richiamati poi li Capitoli, che la M. V.a mi diresse li 17 Genn. scorso, edin margine dei quali piacque a S.E.V. Cons. di Stato Governatore di questa Cittàe Provincia di controporre di proprio pugno le rispettive approvazioni, o varia-zioni, ho potuto osservare che pienamente sanzionò il Capitolo medesimo, ilquale abbraccia la manutenzione del mobilare, e biancheria da tavola, letto ecucina: non può quindi l’azienda stessa esimersi dall’assumersi un tal carico,motivo per cui sarà Ella compiacente di riguardare questa mia dichiarazione,come non appendice al Capitolo medesimo redatto nel precedente mio fogliodel 22 Febbraio scorso sotto il N. 446 di Prot.lo Gen.le.

Frattanto io prevengo la M.V. Molto Rev.da, che la prelodata E.S. conossequiato dispaccio 4 corrente in questo Prot. al N. 547 mi accompagna il man-dato N.45. per la somma di it. £ 2.500 a favore del S. Sindaco di codeste di LeiSorelle sulla cassa di Governo a titolo di assegno accordato da S.A.R. pel primotrimestre di quest’anno. Tale mandato verrà da me rilasciato alla M.V. dopocchèverrà legalmente stipulato il Capitolato per la direzione ed amministrazionedell’Ospitale Donne.

In ordine poi alla provvista del mobilare, di cui tratta l’ultima parte del-l’accennata sua, mi compiaccio di prevenirla, che S.A.R. ha ordinato che ilGoverno ne assuma la relativa spesa, come ne vengo assicurato con dispaccioGovernativo diretto a questa Pia Azienda in data del 2 corrente in ProtocolloGen.le al N. 558.

Mi rinnovo il vantaggio di confermarle la distinta mia stima, e conside-razione.

De Buoi

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/51/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 27 giugno 1841

Molto Rev.da Madre

Comincio col ringraziarla della premura vivissima che si è presa per effet-tuare la fondazione della Pia Casa delle Orfanelle1 fino ad intraprendere a bellaposta un viaggio in Piemonte per ritirarne delle Sorelle: il Signore spero che la nedarà una giusta ricompensa pianando le difficoltà che potrebbero incontrarsi.

LETTERE (1813-1853) 157

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158 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Benché avessi avuto il desiderio che questa fondazione avesse principioil dì festivo al Glorioso S. Vincenzo, pure riflettendo che la di Lei presenza èonninamente necessaria, così attenderò la di Lei venuta: e ciò che non avràpotuto aver luogo il dì della festa, potrà compiersi la Domenica tra l’Ottava e ildì dell’Ottava.

Il dott. Malagola e Dott. Fabbri le parleranno delle Sorelle del nostroOspedale: la prego di ascoltarli se abbiano tre inferme […]: l’Orfanotrofio peraltro potrebbe essere luogo più atto per alcune di esse, di quello sia l’ospeda-le: solo consiste il tutto nel provvedere questo.

Mi raccomandi al Signore, saluti le Ravennati le quali tengo obbligate dipregare per Ravenna e desiderandole copiose Benedizioni da Dio mi confermo

di Lei

Aff.mo nel SignoreC. Card. Falconieri Arcivescovo

Ravenna 27 Giugno 1841

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il Conservatorio delle orfane si trovava in un locale di proprietà della Congregazione di Carità, invia degli Orfani. L’Opera era amministrata dal segretario del vescovo don F. Pelami, che amavamolto la casa e desiderava ingrandirla. Col tempo, infatti, furono aperti un Educandato e delleScuole esterne per “le fanciulle civili” e per “le povere”. Lo scopo era quello di togliere le ragazzedai pericoli della strada e di assicurare loro un’istruzione adeguata. Sotto la guida delle Suore,infatti, esse impararono a leggere, a scrivere, e a far di conto, come anche il Catechismo e i lavorifemminili. “Le educande fanno da se stesse i letti, puliscono le Scuole, dormitori, refettorio” (inAGSdC).

/52/Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 9 luglio 1841

Modena, 9 luglio 1841Ill.mo Sig. Marchese,

rimetto a V.S. Ill.ma la nota delle spese fatte nel corso di questo 1°semestre onde Ella vegga l’impiego del denaro ed il sommo bisogno in cui citroviamo e perché Ella si degni ordinare il rimborso a corso abusivo delle It. lire1.070,62 avanzate per le spese degli Ospitali donne.

La prego inoltre a farci pagare in acconto per le suddette spese a veni-re lire 3000 come pure il secondo trimestre scaduto riguardante il nostro man-tenimento in lire 2.500.

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Lascio il farle premura perché conosce abbastanza le nostre strettezzee mi ripeto col più profondo ossequio

Di Vostra Sig.ia Ill.maUmil.ma e devot.maSuor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/53/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 18 luglio 1841

Dieu Seul!Modène, 18 juillet 1841

Ma très chère Mère

J’ai reçu la nouvelle de votre confirmation1 à la charge que vous occu-piez si dignement, avec la plus grande consolation de mon cœur.

Je prie le Seigneur de vous augmenter les forces et le courage qui voussont nécessaires pour bien régir la grande famille qui vous est confiée. Oh! com-bien il serait nécessaire que vous la visitiez pour l’animer par votre présence etpar vos sages conseils, et pour donner la consolation de vous connaître à tantde filles qui désirent si ardenment de vous voir.

Laissez-vous donc toucher à ces vœux filiaux avant que les infirmités del’âge vous en ôtent le pouvoir.

Je vous remercie de la procuration2 que vous m’avez envoyée pour trai-ter les affaires entre nous et l’administration, chose qui a été retardée et qu’onfera plus tard, parce que je dois partir pour accompagner des sœurs a Ravenneoù nous devons prendre la direction d’une maison d’orphelines et établir desécoles pour la ville et pour la noblesse, ce qui m’obligera de m’y arrêterquelques semaines.

Demain, jour de St Vincent notre Père, nous allons revêtir du St. Habitdeux novices et donner la capette à deux postulantes.

Nous sommes une trentaine actuellement, en ayant reçu 6 de Savoie et3 du Piémont où j’ai fait une course pour ramener quelqu’un dont j’avais besoinpour faire la nouvelle maison de Ravenne. Nous sommes ici avec du monde toutneuf qui est plein de bonne volonté, mais sans expérience ce qui donne beau-coup à faire.

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160 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

J’aurais besoin d’avoir une bonne maîtresse de novices, car je ne trouvepas dans Sœur Caroline,3 toutes les qualités nécessaires, outre qu’elle a changédepuis quelques temps à mon égard, d’une manière extraordinaire, quoique jene vous en ai jamais parlé, espérant qu’elle se serait remise.

Mais puisque je vois qu’au lieu de changer, elle devient pire je me croisobligée de vous le dire. D’abord elle a pris un air et un ton de fierté, aussi bienenvers moi qu’envers tout le monde et un esprit de domination, que je ne puisrien lui observer qu’elle n’use de paroles les plus mortifiantes, et attachée à sonsentiment avec la plus grande opiniâtreté.

Elle veut former et diriger les novices absolument à son idée et sansaucune dépendance, tant elle est présomptueuse d’elle-même.

Je ne sais lui a voir rien fait qui ait pu la déranger de ses premier senti-ment si ce n’est de lui avoir donné trop de confiance dont elle a abusé.

Il lui semble que je dois dépendre d’elle en tout et vous sentez quequelques fois, cela amène des explications un peu dures de part et d’autre.

Enfin c’est un exercice presque continuel de patience, mais ce qui mepeine, c’est que la communauté puisse s’en mal édifier.

Pardonnez-moi si je suis entrée dans ce détail humiliant pour moi, maisà qui puis-je le confier, si ce n’est à vous, ma chère Mère, quoique je ne vous endemande aucune satisfaction que celle de me recommander à Dieu et de m’ai-der de vos bons conseils. Agréez les sentiments de respect et d’attachementavec lesquels je me répète

votre très humble et très obéissante fille en J.C.Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Génevieve Boucon era stata rieletta per la terza volta Madre Generale.2 La procura legale fatta in favore di suor Rosalie è datata 25 giugno 1841.3 Suor Carolina Chambrot (Serraval, Savoia, 25 marzo 1814 – Montemarciano, Ancona, 5 luglio 1889)vestì nel 1833 l’abito religioso a Napoli e, nel 1838, fu nominata maestra del Noviziato di Modena.Nel 1844 ricevette da suor Rosalie l’incarico di Sorella Servente nel nuovo Ospedale San Vincenzode’ Paoli di Reggio Emilia, dove, apprezzata da tutti per la sua “maschia virtù”, rimase fino aldicembre 1856. In tale data fu, infatti, chiamata direttamente da Pio IX alla guida dell’Istituto,prima come Vicaria e poi, dal 1860, come Superiora Generale, carica da cui venne dimessa nel 1880.Il 18 maggio dello stesso anno lasciò Roma per la residenza da lei stessa indicata, l’Istituto SanVincenzo de’ Paoli di Bologna, uno dei più prestigiosi educandati femminili della città, aperto nel1874. Poiché in questa sede, all’inizio del 1881, doveva trasferirsi la Casa Provinciale (lei stessa l’ave-va eretta nel 1870 a Reggio Emilia, affidandola alla sorella minore, suor Maria Chambrot), il card.Lucido Maria Parocchi, arcivescovo di Bologna, ottenne dalla nuova Superiora Generale, MariaTeresa Vignet, che suor Carolina fosse inviata altrove. Trascorsi alcuni anni a Casteggio (Pavia), nel1885 si ritirò nella casa di riposo di Montemarciano. Al suo energico governo l’Istituto deve indub-biamente il proprio consolidamento: negli anni in cui, per le vicende storiche legate al processorisorgimentale e unitario, i rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa erano particolarmente difficili,

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le Suore della Carità trasferirono a Roma la loro Casa Generalizia (1862), riorganizzarono leProvince Religiose, diedero vita a iniziative e opere dipendenti dal governo. Su di lei: P. MANTANI,L’opera educativa delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret in Bologna dal 1844 al1915, pp.150-191.

/54/Sr. Rosalie Thouret al card. Giovanni Maria Mastai Ferretti1,

Ravenna 18 agosto 1841

Ravenne, 18 aôut 1841Eminence

Je viens remplir mon devoir en prévenant Votre Eminence que j’ai reçude Notre Supérieure G.le résidant à Naples l’ordre de visiter nos deux maisonsd’Imola3, ainsi que celles de Sinigaglia.2 C’est une commission que je n’accepted’un côté qu’à regret craignant de n’avoir pas la capacité de la bien remplir, etde l’autre sentant le désir de leur être utile, je voudrais de tout cœur pouvoircontribuer à leur bien particulier et à celui de l’Institut en général qui m’inté-resse infiniment.

Avant que de rien entreprendre j’ose prier Votre Eminence de m’aiderde ses conseils que je suivrai toujours avec vénération comme chef et Supérieurimmédiat des Sœurs qui ont l’honneur de travailler dans son Diocèse.

Je compte me rendre à Imola dans la semaine prochaine et avoir l’avan-tage de présenter à Votre Eminence personnellement mes hommages respec-tueux que je la prie d’agréer d’avance lui demandant sa bénédiction et lui bai-sant humblement la main

de Votre Eminence

La très humble et très obéissante servanteSœur Rosalie Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografa, in ACI, Carteggio Mastai, Riservato 1866/1868, n. 13

1 Durante il suo episcopato imolese (1832-1846), il futuro Pio IX chiese ed ottenne, tramite i buoniuffici di mons. A. D’Angennes, arcivescovo di Vercelli, il servizio delle Suore della Carità nel PioConservatorio di San Giuseppe e nell’Ospedale di Santa Maria della Scaletta. Sull’opera pastorale diG.M. Mastai Ferretti nella Diocesi di Imola cfr. O. SPADONI,Memorie e documenti. Giovanni Mastaivescovo d’Imola (da un carteggio inedito), in “Bollettino Ufficiale del I° Congresso storico delRisorgimento Italiano”, 1906, 6, pp. 274-280; G. MAIOLI, Giovanni Vicini e il vescovo G.M. MastaiFerretti. Documenti, in “Bollettino del Museo del Risorgimento”, I (1956), pp.171-176; L. MASETTIZANNINI, Pio IX e la sua giovinezza, in “Bollettino del Museo del Risorgimento”, II (1957), pp. 91-148; R. FANTINI, Lettere di mons. Mastai vescovo di Imola al card. Oppizzoni arcivescovo di Bologna,

LETTERE (1813-1853) 161

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162 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

in “L’Archiginnasio”, LVII (1962), pp. 274-298; M.G. RUGGIERO PASTURA, Le lettere inedite di mons.Giovanni Maria Mastai Ferretti daI 1827 al 1837 in un acquisto dell’Archivio di Stato di Roma, in“Pio IX. Studi e ricerche sulla vita della Chiesa dal Settecento ad oggi”, maggio-agosto 1977, pp.231-234. A. FERRI, Pio IX prima del soglio. Fonti e materiali sull’episcopato imolese di GiovanniMaria Mastai Ferretti nell’Archivio Diocesano di Imola (1832-1846), Diocesi di Imola, Imola 2000.2 Al card. Oppizzoni, arcivescovo di Bologna, che in vista della loro chiamata all’Ospedale disant’Orsola gli aveva chiesto informazioni precise sulle Suore della Carità presenti a Imola, il card.Mastai Ferretti rispondeva così: “E.mo e R.mo Sig. Os.smo, le Suore della Carità che sono in Imolanon appartengono punto alla Casa centrale che l’Eminenza Vostra si compiace accennarmi colla sualettera 17. corrente N° 855 essere stabilita in Modena. A detta Casa appartengono bensì quelle chel’Em.za V. ha già ricevute in Bologna per la Direzione di alcune Scuole. Le Religiose d’Imola sonodella stessa Congregazione, ma mi furono inviate da Napoli dalla Madre Superiora Generale cherisiede in quella Capitale. Sono molto contento della Loro condotta sotto tutti i rapporti, e per quel-le che sono all’Ospedale ricevono oltre il vitto, un annuo assegno di Scudi 22. per ciascuna per prov-vedere al Loro vestiario. Si prestano con impegno e con zelo nella sorveglianza alle Sale delleInfermerie, e nella direzione del Conservatorio delle Esposte sotto la dipendenza dellaCongregazione Amministratrice alla quale Io presiedo. Tanto posso riferire all’Em.za V., cui bacioumilissimamente le Mani, nell’atto che mi do l’onore di confermarmi di Vostra Eminenza UmilissimoDev.mo Servitore vero G.M. Card. Mastai Ferretti” (card. Giovanni M. Mastai Ferretti al card. CarloOppizzoni, Imola 23 Ottobre 1845, in AGAB , 1845, Pos. 855).3 Dal 1837 due Suore della Carità prestavano servizio come maestre e direttrici nell’Orfanotrofio diSenigallia; le aveva inviate da Vercelli M. Génevieve Boucon, dietro richiesta del card. F. Testaferrata(cfr. la lettera del card. Testaferrata a M. Génevieve Boucon, Senigallia 24 gennaio 1837, in AGSdC).

/55/Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 17 febbraio 1842

Illustrissimo Signor Primo Presidente

Riscontro il suo pregiat.mo foglio del 15 corrente riguardo al PortinaioCasoli che riteniamo volontieri a quest’impiego perché l’ha sempre adempitocon lodevole esattezza.

Non abbiamo difficoltà di pagargli il suo mensile sulle Spese degliOspitali come si pratica per gli altri Inservienti.

Adempierò su di ciò gli ordini che mi darà V.S.Ill.ma ed intanto ho ilbene di ripetermi col più profondo ossequio

Di Vostra Sig.ria Ill.ma

Umillissima ed ubbidientissima ServaSuor Rosalia Thouret

Prot.lo Gen.le N°324——————————————

24. detto

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Si commette alla Ragionateria di riferire l’epoca precisa e la durata di ser-vizio prestato all’Azienda dall’entro indicato Portinaio Antonio Casoli, aggiun-gendo la quantità dei decimi al medesimo spettanti sul soldo percepito, od anorma del servigio come sopra. Ritornerà poi l’esibito con opportuno ritardo.

De BuoiD. Verzoni pel Seg.io

Vedi il n 254 di Prot.° Gen.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2317, f. 40

/56/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 5 giugno 1842

Dieu Seul!Modène, 5 juin 1842

Ma très chère Mère

Je viens vous annoncer la perte que nous venons de faire d’une jeunenovice le 28 du mois de mai dernier. Elle s’appelait Charlotte Bellettini, âgée de23 ans et de 6 mois de vocation, native de Fanano dans le Duché.

Cette jeune personne se présenta avec une mine de santé et de forcetelle que nous espérions et pour le physique et pour le moral qu’elle se fût ren-due très utile à la communauté. Mais au bout de 3 mois, ayant reçu la capette,elle tomba malade, d’une maladie de complication dont on ne connaissait pasles vrais symptômes.

D’abord elle devenait hydropique, elle avait une vermination et uneaffection au foie. Elle fut soignée avec tous les soins possibles tant par les pro-fesseurs que par nous.

Il semblait que tous ses maux étaient surmontés, mais la faiblesseextrême où elle était réduite nous l’enleva peu à peu, telle qu’une chandellequi s’éteint faute d’aliment.

Elle fit les saints Vœux pour 3 mois, dans le fort de sa maladie, avec uneferveur extraordinaire, et elle demanda au bon Dieu de l’exaucer dans lademande qu’elle lui avait faite, avant que d’entrer en communauté, et c’étaitde mourir en religion. Je lui disais toujours de demander la Volonté de Dieu,mais craignant qu’on la renvoyat elle disait “c’est mieux que je meure”.

LETTERE (1813-1853) 163

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164 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

En effet le Bon Dieu a écouté plus ses prières que les nôtres. Au bout detrois mois de maladie, elle a rendu son âme à Dieu avec une paix et une tran-quillité enviable, promettant de prier Dieu pour tous les besoins de notreInstitut afin de reconnaître dans l’autre vie les bienfaits qu’elle en avait reçus.J’ai lieu de croire qu’elle le fait déjà car c’était une belle âme.

Elle était un sujet d’édification à la communauté avant et pendant samaladie où elle a montré la plus parfaite résignation et une patience héroïque.

Je quitte ce sujet pour m’entretenir de votre santé que l’on m’assurequi est bonne, ce qui me réjouit beaucoup. Nos dernières sœurs arrivées à Imolaet que j’ai eu le plaisir de voir il y a peu m’ont donné les nouvelles détaillées devous et de tout le monde.

Je n’ai point vu ni reçu cette lettre que vous m’annonciez par le fils dumaître Ruggi il ne sera pas arrivé jusqu’ici. J’ai chargé sœur Eléonore de vousdire de vive voix tout ce que je n’avais pas le temps de vous écrire lorsqu’elleétait pour partir d’Imola au grand regret de ses orphelines et de tout le mondeen ayant été témoin.

Nous avons augmenté en nombre, ayant reçu 8 sujets de Savoie quenous préparons pour notre hôpital de Reggio qui s’ouvrira cet automne. Noussommes 39: 14 capettes et 25 sœurs à l’habit.

J’en ai conduit une d’augmentation à Ravenne pour les écoles dont onest très content, tant la noblesse que le peuple. Nous avons ici de grandes fêtespour l’arrivée de l’Epouse1 du Prince héréditaire.

Les premières visites ont été chez nous, tant à Modène qu’à Reggio. LaCour nous a visitées deux jours de suite. Elle est restée très satisfaite des établis-sements. Notre hôpital devient magnifique pour les réparations qu’on y fait etqui sont vraiment royales.

La jeune épouse nous a témoigné beaucoup de bienveillance et d’inté-rêt et nous a promis toute sa protection. Elle est d’une affabilité extraordinaireet d’une bonté qui lui attire l’affection de tout le monde. Nous allons être dédonmagés de la perte de notre pieuse Duchesse2.

Me voilà encore privée pour quelques temps du plaisir de vous voir, carcette année présente beaucoup d’occupations qui ne me laisseraient le tempsde m’absenter que quelques mois, ayant tant de travaux, de charges et de res-ponsabilité.

Je vous prie de me rappeler au souvenir de toutes nos anciennes sœurs,en particulier ma bonne Fébronie et autres personnes de ma connaissance,comme je vous prie de recevoir les hommages de respect filial de toute notrecommunauté d’ici et de nos autres maisons qui grâce à Dieu vont bien. J’ai lasatisfaction de voir qu’elles travaillent toutes avec zèle et qu’elles répandent labonne édification dans le public qui les respecte et les aime, reconnaissant lesbons services et la charité avec laquelle elles exercent leurs devoirs.

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Je suis à bout. Je vous prie de me croire avec tous les sentiments que jevoudrais vous exprimer,

ma très chère Mèrevotre très humble et obéissante fille en J.C.

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Adlegonda Augusta Carlotta di Wittelsbach, duchessa di Modena (Wurzburg, 19 marzo 1823 -Munchen, 28 ottobre 1914), sestogenita di Luigi I re di Baviera e di Teresa Carlotta di Sassonia-Hildburghausen, era andata in sposa il 30 marzo 1842 all’arciduca Francesco Ferdinando Geminianod’Austria-Este, erede del ducato di Modena. Il 21 gennaio 1846, dopo la morte di Francesco IV, salìal trono con il marito Francesco V. Abbandonata definitivamente Modena nel 1859, trascorse ilresto della sua vita a Vienna e a Prien, in Alta Baviera, insieme all’ex duca Francesco V, al qualesopravvisse per quasi un quarantennio. Su di lei: S. CAMPANI, Compendio della Storia di Modena,Modena 1875, pp. 317 e 323 ss.; T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena (1819-1875), Genealogisches Handbuch des in Bayern immatrikulierten Adels, Schellemberg beiBerchtesgaden, 1950, I, p. 27; F. VIOLI, Adelgonda (A. Augusta Carlotta), in DBI, 1960, pp. 260-261;P. FORNI, Note intorno alla genealogia ed alla figura dell’arciduchessa Adelgonda, ultima Duchessadi Modena, in AMDSP, serie X, IX (1976), pp. 75-79.2 Maria Beatrice Vittoria di Savoia, ammalata già da tempo, morì il 15 settembre del 1842. Cfr. T.BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, p. 27.

/57/Marchese Luigi de Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 20 giugno 1842

N. 1011 Prot. lo Gen.leModena 20 Giugno 1842

Con foglio d’oggi N.53 = 19 questo Sig. Giusdicente Criminale mi signi-fica che occorre al di Lui Uffizio di assumere in esame, per servire ad un proces-so di sperimento, certa Maria Manzini Modenese, ora degente per infermità incodesto Civico Spedale. Mi interessa quindi a disporre all’oggetto che l’accen-nata Manzini possa essere sottoposta all’esame in qualità di Testimone la mat-tina del prossimo Mercoledì 22 andante, soggiungendo che a tal’effetto ilCancelliere Sig. Dott. Gio.Batta Bonaccini si recherà alle ore undici antemeridia-ne del medesimo giorno a codesto Pio Stabilimento.

La prego a dare le necessarie disposizioni onde abbia luogo il chiestoesame, e sicuro di ogni di Lei gentile corrispondenza godo di protestarle ladistinta mia stima, e considerazione.

De Buoi

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

LETTERE (1813-1853) 165

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166 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/58/Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi De Buoi, Modena 30 dicembre 1842

Ill.mo Signor Primo Presidente

Innanzi di rispondere come è mio dovere alla lettera che V.S. Ill.ma si ècompiaciuta scrivermi in data 27 corrente N° 2137. comunicandomi ilRegolamento trasmessole dall’Eccelso Governo per l’Amministrazione degliOspitali, prego la bontà della S.V. Ill.ma a volermi comunicare se l’anno 1843 siaconsiderato esperimentale, o se i Capitoli di quel Regolamento1 si intendanodefinitivi.

Colgo quest’incontro per rinnovarle i sentimenti dell’ossequiosa miastima

di V.S. Ill.maUmillissima ed ubbid.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

1 Questo regolamento rendeva possibile la realizzazione del nuovo progetto o piano, in forza delquale venivano assegnati alle Suore della Carità l’Ospedale e il Ricovero delle donne. Esso stabilivail numero di 50 malate permanenti e di 60 ricoverate, concedendo alle Suore £. 35.000 annue più10.000 per il loro mantenimento. Si veda il testo infra, in appendice.

/59/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 30 dicembre 1842

N. 2168 Prot.lo Gen.le30 Dicembre 1842

A pronto riscontro del pregiato foglio dellaM.V.Molto Rev.da direttami og-gi stesso mi occorre soggiungerle, che nel motu proprio di S.E. Ill.ma il Governatoreunito in copia al dispaccio N. 3691 che mi ordinava di trasmetterle il prospetto dipiano pel regolamento degli Spedali, ciò che venne da me eseguito li 27 andantesotto il N. 2137, in tale motu proprio, io dissi trovasi inserito quanto segue =

Ammessi :Da ultimo rispetto agli Spedali che dal 1843 in avanti saranno dall’Ill.mo

Sig. Primo Presidente della Cong.ne delle Opere Pie definitivamente e con ogniminuta regola e formalità consegnati quanto all’Ospedale e Ricovero Uominialla Religiosa Corpor.e dei Fate Bene Fratelli, e quanto allo Spedale e RicoveroDonne alle Sorelle della Carità avviserà di altrettanto sì l’uno che l’altra

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Corporazione affinchè si pongano in posizione di ricevere consegna di tuttocolle analoghe regolari Perizie in consenso loro per l’applicazione giusta delmerito di Capitali vivi che rimarranno ad elli ceduti come somme fruttif.e il 5 %a sconto dell’annua corrisposta.

In ordine poi all’accennato regolamento, prosegue l’E.S. a dichiararequanto in appresso.

Questo Regolamento avviserà che deve servire intanto di esperimentoper vedere se ed in qual parte dovesse di concerto subire riforme ed avere unasuperiore sanzione sia per parte dei primi Superiori delle CorporazioniReligiose, sia per parte anche della Santa Sede in caso e occorrendo.

Ciò premesso dovendo io eseguire a prima parte del premesso estrattovengo a pregare la M.V. Molto Rev.da ad indicarmi colla possibile sollecitudinela persona perita, che le piacerà di eleggere per la stima dei Capitali vivi dacodesti a norma delle Superiori disposizioni affinché proceda di concerto collostimatore, che verrà eletto per parte di quest’Azienda, onde l’operazione dafarsi si riferisca a tutto il giorno di domani.

Quanto all’inchiesta fattami dalla M.tà V. Molto Rev.da, se l’anno 1843,sia considerato esperimentale o pei Capitoli del ripetuto Regolamento s’inten-dano definitivi, posso significarle, che avendo io rassegnato in originaleall’Eccelso Provinciale Governo il riscontro del Molto Rev.do Padre Priore di que-sti Fate Bene Fratelli alla mia d’ufficio, che le accompagnava l’analogo regola-mento per gli Spedali Uomini, e nel quale riscontro si contenevano varieobbiezzioni, la prelodata E.S. con dispaccio di ieri N. 3753. mi ha riscritto, chefrattanto si continua ancora in via di esperimento, fino anche concretare defi-nitivamente la cosa, si possa poi concludere e stabilire quanto farà d’uopo.

Col desiderio di avere corrisposto alle di Lei viste, mi do il vantaggio dirattificarle la speciale mia stima e distinta considerazione.

De BuoiLettera di 3 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

/60/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 30 dicembre 1842

Prot. Gen.le N° 216830 Dicembre 1842—————————

Nel riscontrare la presente s’informi la Molto Rev.da Madre e Priora diqueste sorelle della Carità trascrivendo nella lettera l’estratto del motu proprio

LETTERE (1813-1853) 167

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168 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Governativo, di cui in Protocollo Gen.le al N° 2137: nella parte che riguarda lapreposta consegna degli Spedali colla prima dei capitali vivi, nonchè la dichia-razione che il regolamento già trascritto deve servire intanto di esperimento.

Si preghi ad indicare il previsto da Essa detto, onde di concerto coll’al-tro da nominarsi da questa azienda si eseguisca la stima di cui sopra.

S’informi poi la stessa M. Priora del contenuto nel DispaccioGovernativo 29 detto in Protocollo Gen.le al N° 2165. in risposta alle rimostran-ze fatte dal molto Rev.do P. Priore dei Ben Fratelli in ordine alle prescrizioniGovernative e al di lui rifiuto di prestarsi ad eseguirla: il tutto per opportunanorma.

De Buoi

D. Verzoni uff. di Seg.riaVedi il n° 2175. di Protocollo Gen.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

/61/Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio,

Modena 6 gennaio 1843

Illustrissimo Signor Presidente

Ho l’onore di presentarle il resoconto delle spese fatte nell’anno 1842per gli Ospitali Donne, e le Tabelle del movimento delle Tele e di tutti gli ogget-ti componenti la Guardarobba fatte con tutta la possibile esattezza.

Osserverà V.S. Ill. ma che siamo in credito con l’Opera Pia di £ 3.155,32.per le sopradette spese, e che si compiacerà farci rimborsare.

Gradisca intanto i sensi di profondo ossequio con cui mi ripeto

Di V.S. Ill.maUmill.ma ed ubbidient.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

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/62/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 19 gennaio 1843

N. 127 Prot.lo Gen.le19 Gennaio 1843

Le private istruzioni fornitemi or ora da questo eccelso ProvincialeGoverno, nel mentre mi hanno dato occasione di richiamare la rimostranzainoltrata per parte della M.a V. Rev.da a questa Pia Azienda li 30, e 31 Dic.dello scorso anno 1842, mi hanno insieme abilitato a significarle quanto inappresso.

Prima di tutto ciò debbo ripetere a di Lei quiete, che il Piano per lasistemazione, ed amministrazione degli Stabilimenti in servizio dello Spedalee Casa di Ricovero Donne, già trasmesso alla M.V. Molto Rev.da con Letterad’uff. N.2157. del 27 Dic. passato si tiene decisamente in via di esperimentoe perciò non mai definitivo, né obbligatorio fintantoché appunto l’esperi-mento da farsi non dia a conoscere che nessun ostacolo si frappone alla sta-bile sua attivazione.

Esprimo inanzi in questo proposito alla M.V. il desiderio, che vengainformata questa Pia Azienda di qualunque cosa dietro l’attivazione del ripetu-to Piano in tal modo osar ponesse in atto pratico alle discipline di codestaReligiosa Famiglia, o non potesse sostenersi sugli estremi prestabiliti, e ciò perregola ulteriore dell’azienda stessa, e per le analoghe autorizzazioni da provo-carsi dal Superiore Governo all’oggetto di provvedersi radicalmente e fissarepoi massima per l’avvenire.

Rapporto allo stabilito l’ammontare dei Capitali vivi e di consumo,ciò che occorre sapere, onde precisare esattamente in quest’anno sperimen-tale la spesa di codesti Spedali, e Casa di Ricovero, prevengo la M.V. MoltoRev.da, che io procederò di concerto, e privato accordo coll’ Ill.mo e N.U. Sig.Conte Claudio Bentivoglio Presidente ai predetti Spedali, ed alla Casa di Dioper tutto che concerne l’interesse del Pio Luogo, come pure coll’Ill.mo Sig.Sindaco Cav. D. Cesare Galvani in concerto della M.V. e di codeste RR. Sorelleper l’interesse della Loro Corporazione, e per prendere pure in quel modoche ad Essa piacerà, e come potrà fissarsi in una sessione che a tale oggettodesidero combinata e nella quale si dilucidi ogni ulteriore dubbio imponga esi determini sulla regola da mantenersi in seguito per parte di questa PiaAzienda.

Per ultimo a dilucidazione dell’articolo 26. del surriferito Piano, cheindica essere esclusa la Casa di Dio dal contratto degli Spedali, nel mentre espri-mo alla M.V. M.o Rev.da la più sentita gratitudine per le assidue cure, e perl’edificante indefessa assistenza, che codeste Rev.de Sorelle si pregiano di pre-

LETTERE (1813-1853) 169

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170 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

stare a pro della Casa stessa, e di codesti Pii Istituti mi faccio ad istantementepregarla a continuare rispetto a detta Casa nel modo stesso fin qui praticato,giacché in tale partita esclusa, come dissi, dal Piano degli Spedali, la Pia Aziendanon saprebbe meglio appoggiarsi, che alla carità Loro, ed al conosciuto Lorointeressamento per tutto quanto si riferisce al benessere degli Istituti ad essaprovvidamente affidati.

Mi pregio intanto di protestare alla Lodata M.V. Molto Rev.da la piùdistinta stima.

Luigi de Buoi

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

/63/Sr. Rosalie Thouret al conte Claudio Bentivoglio,

Modena 22 marzo 1843

Illustrissimo Signor Presidente

Riscontro la lettera in data 4 corrente diretta a V.a Sig.ia Ill.ma da que-sta Pia Azienda e partecipatami perché riguarda la paga dei Becchini che furo-no dimenticati nei calcoli fatti sull’assegno mensile che dobbiamo ritirare dallaPia Azienda per far fronte alle Spese di questi Ospitali Donne.

Non ho difficoltà che si trattenghino queste paghe, unite a quelle deiSignori Medici nella quota mensile, tanto più che essendo nell’anno esperimen-tale si potrà avere una regola più esatta dell’ammontare delle Spese a nostrocarico.

Le rinnovo con questo incontro i sensi del mio profondo rispetto e miconfermo

di Vostra Sig.ia Ill.maUmill.ma e devot.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

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/64/Cardinale Ignazio Cadolini1 a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 7 giugno 1843

Molto Reverenda Madre

Fra le Religiose Istituzioni di cui assai mi interessa di arricchire questaCittà, occupa più particolarmente il mio pensiero quella del benemerito di LeiOrdine.

Per soddisfare a questo pressante mio desiderio, oltre l’assistenza diDio, mi occorre l’efficace cooperazione ancora dei suoi veri Servi.

Consapevoli della volonterosità che Ella Rev. Madre, mette alla coope-razione della diffusione in Italia del benemerente di Lei Istituto, io me le indi-rizzo con piena confidenza di essere coadiuvato nel mio assunto.

Per fondare la nuova Casa Religiosa2 in questa Città, che sorgerebbe oracon una famiglia di circa trenta Sorelle, occorrerebbe ch’Ella avesse la bontà diconcedermi una brava Maestra, e tre Suore almeno che venissero ad ammae-strare, e presiedere alla nuova Comunità, e che la di Lei scelta cadesse appuntoper ben favorire i miei disegni, sopra le più abili e sperimentate a tal bisogna.

Niente deve tornar difficile, e dispiacevole ove trattisi del servizio diDio, e perciò prescindendo da tutto quanto la di Lei gentilezza fosse disposta aconcedere a riguardo mio, egli è in Nome di Quello, che le avanzo queste miepremurose istanze, con piena confidenza che Ella vorrà secondarle con volon-terosa adesione.

Per tal guisa Ella inscriverà un titolo distinto al mio grato animo che saròsempre premuroso di manifestarLe in ogni occorrenza di suo spiritual gradimen-to, e con ciò la prego di gradire i sensi della particolar stima con cui mi dico

Suo Servo in G.C.+ I. Card. Arcivescovo

Ferrara 7 Giugno 1843

PS. Io Le vorrei affidare la direzione di un Antico Conservat. di giovani Zitelleda educarsi; ora se ne contano circa 40, e può abbisognarci di 4 o 5 Religiose,che formerebbero una prima Comunità, o Casa Centrale. Mio intento sarebbeposcia di dare al di Lei Istituto la egual direzione di altri 3 o 4 Conservatori diquesta Città.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Ignazio Giovanni Cadolini (Cremona, 4 novembre 1794 - Ferrara, 11 aprile 1850), compì gli studisecondari nella sua città natale e frequento la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna,dove, alla caduta della Repubblica Cisalpina, divenne segretario di mons. Giacomo Giustiniani, rap-

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172 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

presentante pro-tempore del ripristinato Governo Pontificio. Al seguito del Giustiniani, si trasferìpoi a Roma, dove nel gennaio 1817 conseguì la laurea in utroque jure alla Sapienza. NominatoUditore presso la nunziatura apostolica di Spagna, fu ordinato sacerdote a Madrid il 30 maggio1818. Incaricato d’ Affari della Santa Sede in Spagna durante la forzata assenza del Nunzio (1821-1825), il 29 ottobre 1826 fu consacrato arcivescovo e assegnato alla diocesi di Cervia, dove giunsenel 1827. Chiamato successivamente a reggere la diocesi di Foligno (1831) e quella di Spoleto(1832), il 12 febbraio 1838 fu nominato segretario della Sacra Congregazione di Propaganda Fide;nel concistoro del 30 giugno 1843, Gregorio XVI lo creò cardinale e gli affidò la sede arcivescoviledi Ferrara. Su di lui: L. MELUZZI, Gli Arcivescovi di Ferrara, Bologna 1970, pp. 93-96; HIERARCHIA,VII,p. 194; L. CHIAPPINI, W. ANGELINI, A. BARUFFALDI, La Chiesa di Ferrara nella storia della città e delsuo territorio. Secc. XV-XX, Corbo Editore, Ferrara 1997.2 Si tratta del Conservatorio di S. Maria della Consolazione. A Ferrara, fin dal 1833, alcune giovaniinferme o che conducevano “vita dissipata” furono raccolte nella casa della signora GiudittaBarbantini ed assistite dalle Sorelle di Carità. Si trattava di una semplice istituzione locale, del tuttoindipendente dalla congregazione delle Figlie della Carità fondata da Vincenzo de’ Paoli; non avevariconoscimento canonico ed era soltanto autorizzata dal card. Della Genga a chiamarsi “Asilo delleConvertite e convertende di Santa Maria Egiziaca”. Quando però mons. Cadolini divenne arcivesco-vo di Ferrara, tale realtà, assecondando anche le richieste di molti parroci, fu riorganizzata e trasfe-rita nel vasto edificio del Pio Luogo degli Esposti. Con la venuta a Ferrara delle Suore della Carità,il 15 settembre 1843, prese corpo una nuova istituzione, erede di quella promossa dalla Barbantini:il Conservatorio di Santa Maria della Consolazione. Cfr. A. VISSER, le Suore della Carità a Ferrara.Tra cronaca e storia, Cartografia Artigiana, Ferrara 1993, pp. 49-61.

/65/Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 8 giugno 1843

Illustrissimo Signor Assessore

Occorre far visitare e ripulire un pozzo di cui l’acqua è sporca e puzzo-lente. Se ne fa rispettosa dimanda.

Suor Rosalia Thouret

Al Capo Mastro Lazzarini verifichi e proceda in caso a quanto. Marabini

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

/66/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 13 giugno 1843

Eminenza Rev.ma

La lettera che l’E.V.R. si è degnata dirigermi pel desiderio tanto ono-revole pel nostro Istituto di averne una Casa in codesta di Lei città, mi ha col-mata di riconoscenza e di confusione, vedendo come Iddio benedetto conti-

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nua ad avere viste di misericordia sopra di noi sue povere Figlie.E certamente io non mancherò, E.R.ma, di prestarmi in tutto dove potrò

ai di Lei comandi, tanto per avere l’onore di servire la di Lei persona quanto perconcorrere in quel qualunque modo che si possa dalle Sorelle della Carità albene delle anime e dei corpi del prossimo, e specialmente dei prossimi poveri,pei quali siamo più particolarmente destinate.

Mi permetta però l’E.V.R.ma. di sottoporLe una mia riflessione. Dai ter-mini della venerata di Lei lettera si potrebbe arguire che fossimo chiamate costìper dare lo spirito del nostro Istituto ad una Corporazione già esistente, e laquale si dovesse poi unire alla nostra, e formarne una sola.

Forse io avrò male inteso; ma se così fosse la cosa, essa non sarebbe pos-sibile. La organizzazione del nostro Istituto è che noi siamo divise per Province,ed ogni Provincia ha la Casa centrale con Noviziato.

Per la Romagna la Casa centrale è finora Modena, e di qui partono leFondatrici; ma partono nel numero necessario a ben servire le filiali: se nelleCittà che ci domandano, sonovi giovani che abbiano vocazione, queste debbo-no venire al Noviziato a ricevervi la compita loro educazione: anzi per l’ordina-rio non siamo accostumate di tener mai una Sorella nella sua patria.

Supplico dunque l’E.V.R.ma a degnarsi di volermi chiarire in questopunto, essendo io desiderosissima di poterla obbedire in quanto si combini conle nostre Sante Regole e Costituzioni.

Inchinandomi intanto con tutta l’umiltà al bacio della S.a Porpora hol’alto onore di rassegnarmi

Di Vostra Em.za Rev.ma

Umil.ma e dev.ma Serva[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di 3 facciateMinuta, in APSdCF

/67/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 16 giugno 1843

Molto Reverenda Madre

E’ mio scopo appunto, come a miglior intendimento le soggiungevocon l’antecedente mia, di ottenere dalla di Lei compiacenza un sufficientenumero di soggetti della di lei Religiosa Famiglia Centrale per stabilirne qui una

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174 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

filiale, avendo già sotto mano un buon numero di Zitelle inspirate alla loroSanta vocazione, le quali sarebbero buon fondamento alla pia Istituzione di cuisono premuroso di dotare questa Città, che darebbero buoni frutti sotto lazelante direzione delle Maestre e Sorelle ch’Ella fosse per meglio sciegliere aquest’uopo.

Sembrandomi che così precisata la mia domanda, nulla siavi in opposi-zione alle Regole ed Istituzioni, alle quali ella accenna, non resterà se non cheElla si compiaccia di farmi conoscere di quanti soggetti ella potrà favorirmi,ond’io possa prender le convenienti disposizioni in proposito.

E intanto rendendole ben molte grazie della volonterosità con cui Ellaesprime la sua adesione alla mia richiesta, con sensi di particolar stima mi confermo

Aff. ServoI. Card. Arcivescovo

Ferrara 16 Giugno 1843

Io non voglio fare alcun innesto. Chiamo le Sorelle della Carità onde quiabbiano, non una, ma forse più, e più Case, e loro intendo affidare alcuniConservatori di zitelle, non perché sieno innestate alle Religiose, ma unicamen-te confidate alle loro cure e direzione alla quale pure affiderei, come spero,altri Istituti di Benef.za.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/68/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 26 giugno 1843

Eminenza Reverend. ma

Avendo la di lei pregiat.ma del 16 corrente sciolto il dubbio che aveacirca l’unione delle nostre Sorelle con altre Religiose, ciò che non avrebbe maipotuto combinarsi, ho il piacere di poter corrispondere alle di Lei pie brametrattandosi della cura e direzione di Giovanette che l’E.za Vostra vuol affidareal nostro Istituto.

Desidererei sapere se queste zitelle sono di distinte famiglie e se sirichiederebbe una educazione fina onde regolarmi per la scelta dei Soggetti.

In quanto al numero crederei che pel primo momento 4 Suore fosserosufficienti riserbandosi all’atto pratico di aumentarle qualora vi fosse il bisogno.

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L’epoca di stabilirle non potrebbe per parte nostra aver luogo che versola prossima primavera perché dobbiamo attivare l’Ospedale nuovo di Reggioverso il finire di quest’anno, e un buon numero di Soggetti verranno levati daquesta Casa per cui un poco di tempo vi vuole per prepararne degli altri.

L’E.za Vostra avrà saggiamente pensato alle spese d’impianto, di man-tenimento che ci vorranno, perciò non mi estendo sopra queste cose essenziali.

Farò dal canto mio quanto potrò per servire come merita l’E.za Vostrache ci onora della Sua Confidenza, e passando umilmente al bacio della S.Porpora mi rinnovo

Di Vostra Eminenza ReverendissimaUmil.ma ed obbed.ma Serva

Sr. R. T.

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

/69/Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 26 giugno 1843

Illustrissimo Signor Assessore

Occorre una stanza contigua alla Dispensa degli Ospitali Donne perriporvi e conservarvi i diversi oggetti che vi provedono, e che soffrono per man-canza di questo urgente comodo, per cui si prega a voler dare le opportunedisposizioni perché abbia effetto la presente rispettosa dimanda.

Suor Rosalia Thouret

Prot.lo Gen.le n° 134827 Giugno 1843ad 28 d.

Riconosciuta giusta la presente domanda si accorda che intanto siaceduto quell’antro espresso fine quel locale attiguo all’attuale dispensa, cheora serve di legnaia, e che per l’addietro era ad uso di dispensa, restando inca-ricato il Capo Mastro Lazzaroni di far chiudere l’uscio che mette nel porticatodel cortile d’ingresso.MarabiniD. Verzoni funz. Segr.rio

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

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176 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/70/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 2 luglio 1843

Molto Rev.da Madre

In risposta alle ulteriori interpellazioni ch’Ella m’indirizzò con la recen-te di lei lettera 26 Giugno, le dirò che non richiedesi che una usuale e comuneeducazione per le Zitelle che destino di affidare al di Lei Istituto, che bramereid’altronde di veder qui piantato ben prima della lontana Primavera da lei desi-gnata, e per cui come è ben naturale, sono già da me predisposti gli occorren-ti mezzi per l’impianto, ed il mantenimento.

E giacché ella tanto officiosamente si esprime sollecita di compiacermi,la prego di far opera di accelerare il soddisfacimento di questo mio premurosodesiderio, tenendomi in serbo il conveniente numero di adattati Soggetti nelledestinazioni che ella è per fare per l’attivazione dell’Ospitale di Reggio1.

L’assicuro ch’ella mi obbligherà grandemente corrispondendo al miodesiderio, e nutrendo tutta la confidenza nelle di lei buone disposizioni, consentimenti di vera stima mi vi confermo

Ferrara 2 Luglio 1843Obblig.mo Servo

+ Ignazio Card. Arcivescovo

PS - I bisogni di qualche mio Conservat. sarebbero urgenti onde se io potessiavere sin da ora alcune Monache per destinarne due, o tre almeno per ognunodei due Conservatori la cui direzione loro affiderei, sarei davvero ben lieto efortunato. Non saprei comportare il ritardo ch’Ella mi accenna.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Di fatto, al servizio e alla amministrazione dell’Ospedale delle Inferme San Vincenzo de’ Paoli diReggio Emilia presiedevano otto Suore della Carità fin dagli inizi del 1844 (cfr. Elenco delle Casereligiose delle Suore della Carità, Stamperia del Fibreno, Napoli 1856, ad vocem).

/71/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 9 luglio 1843

Eminenza Reverendissima

Mi rincresce di non poterla servire con tutta la sollecitudine ch’Ella desi-dera perché dovrei tralasciare delle cose essenziali delle nostre incombenze

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come la può informare benissimo il Reverendo signor Segretario Vescovile D.Galvani nostro Sindaco che conosce le nostre occupazioni1.

Ma l’assicuro che quanto più potrò affrettare la disposizione dei sog-getti da dargli, però per un solo Conservatorio, non mancherò di prevenirlaappena vedrò la possibilità di condurle qualche suora.

Rinnovo intanto con l’omaggio del mio rispetto il bacio della S. porpo-ra e sono

Di Vostra Em. za

Umilissima ed ubbidientissima Serva[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

1 “Illust.mo Signore, le rendo distintissime grazie dei ragguagli ch’Ella mi favorisce a nome dellaMadre Thouret sulla composizione, e sugli impegni attuali di codesta famiglia edificantissima delleSorelle della Carità, di cui tanto desidero di vederne qui trapiantato un ramo. Bisognerà pur rasse-gnarsi alla dilazione che mi si accenna, ed intanto se la rispettabil Madre Provinciale mette ad ese-cuzione il suo progetto di far qui una escursione, l’avrò assaissimo a caro onde conferire con Lei, eben intendersi direttamente su tutti i provvedimenti che occorrano. Intanto la prego di dirmielegrato alla di lei adesione alle mie brame, ed Ella pure riceva coi miei ringraziamenti pei favoritimiragguagli, l’espressione della particolarissima stima con cui me la riaffermo obblig. aff. Servo edAm. I. Card. Arcivescovo” (card. Ignazio Cadolini a don Cesare Galvani, Ferrara 6 agosto 1843, inAPSdCF).

/72/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 11 luglio 1843

Molto Reverenda Madre

L’urgentissimo bisogno di venire coadiuvato dalla nobile indefessa curadi tre almeno delle sue buone consorelle mi porge sommo eccitamento a ripre-garla che compiacciasi di spedirmele il più tosto possibile; e si che io mi repute-rei assai fortunato di vederle quivi tra pochi giorni.

Nella dolce lusinga d’essere favorito, con distinta stima mi pregio di fir-marmi

Di Lei Rev.ma Madre cui soggiungo urgente il bisogno di avere almeno3, o 4 suore.

+ I. Card. Arcivescovo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

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178 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/73/Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena,

Modena 6 agosto 1843

Illustrissimo Signor Assessore

Dacchè V.a S.a Ill.ma ebbe assicurato il Signor Presidente di questiOspitali, Conte Bentivoglio, ch’ella avrebbe proveduta una Messa quotidianaper la nuova sala di chirurgia, abbiamo scelto un Sacerdote che potesse rego-larmente portarsi a celebrare la sudetta Messa, ed è il Signor D. Pietro Pucci. Hol’onore di passargliene aviso per le convenienti disposizioni, e di rinnovarmi colpiù profondo ossequio

di V.a S.ia Ill.maUmil.ma ed ubbid.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, ASM, Fondo ECA, b. 2317, f. 30

/74/Sr. Rosalie Thouret al Governatore di Siena1,

Modena 3 settembre 1843

Modena, 3 settembre 1843Eccellenza

Mi pregio di rispondere colla massima sollecitudine all’onorevoleDispaccio della Eccellenza Vostra, assicurandola che la mia Comunità accetteràdi buon grado il caritatevole servigio propostole, nel quale le si offre un nuovomezzo di prestarsi per la gloria di Dio, e per il bene del prossimo.

Nel tempo però, e nelle condizioni conviene che io proponga alcuneosservazioni all’E.V. Il partire che io fò fra pochi giorni per Ferrara onde accom-pagnarvi le Sorelle destinate ad una nuova fondazione, e la domanda fattamida S.A.R. l’Augusto nostro Sovrano e Benefattore del numero di Suore necessa-rio per assumere l’Ospitale di Reggio (numero che non può essere minore di 12)fa sì che io non potrei promettere le quattro costì richiestemi, se non al princi-pio della prossima Primavera.

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Se però S.A.R. il Duca non pensasse a porci a Reggio se non nell’annoventuro, sulla qual cosa mi farò carico di intendere i suoi ordini, allora potreianche prima dell’epoca indicata accettare la Casa di S. Gimignano.

In secondo luogo prego l’E.V. a riflettere che la proposta somma di 1600lire (tanto più se fossero fiorentine) è assolutamente insufficiente al vitto evestiario delle 4 Sorelle.

Se il numero di esse fosse considerevole, come a cagion d’ esempio inModena, in Ravenna, e in moltissime case di Piemonte, allora la modicità del-l’assegno di ogni individuo viene compensata dal vantaggio che si ha per ilnumero; ma l’E.V. ben sa che un terzo almeno delle spese che si esigono in unaComunità Religiosa sono fisse ugualmente, tanto se essa si compone di quattro,che di venti membri, e quindi nel nostro caso sarebbe impossibile a mantenerele sorelle a meno di 500 franchi a testa ossia simili a £ 2.000 annue, oltre il lume,legna, mobilio, biancheria, medico e medicine.

Io spero che dietro la fatta riflessione, l’E.V. vedrà di per se stessa discre-tissima la mia domanda. Accetto il proposto compenso di viaggio, ed io stessa,a Dio piacendo, accompagnerò, quando sia il momento, le Sorelle a S.Gimignano. Finalmente siccome la nostra S. Regola ci dà per Superiore in ogniluogo il Vescovo Diocesano, così sono a pregare la bontà della E.V. a volersi inte-ressare per farci avere nel caso l’approvazione in iscritto di MonsignorArcivescovo.

A queste condizioni io sarò ben fortunata di poter secondare i santidesideri dell’E.V., ed oso promettere coll’aiuto di Dio e di Maria SS., che leSorelle che io condurrò costì sacrificheranno tutte se stesse al bene spiritua-le e temporale di quelle povere creature che saranno chiamate ad assistere edirigere.

Spero che l’E.V. si degnerà onorarmi di un cenno di riscontro, e creder-mi intanto quale ho l’alto onore di rassegnarmi

Di Vostra Ecc.za Rev.ma

Suor Rosalia ThouretSuperiora Prov. le delle Suore della Carità

Lettera di 3 facciateMinuta, in APSdCF

1 Il 30 agosto il Governatore di Siena aveva scritto a suor Rosalie Thouret chiedendo quattro Suoreper le carceri di S. Geminiano (cfr. Registro protocollo corrispondenza Suore della Carità di Ferrara,in APSdCF). La proposta aveva suscitato l’interesse di suor Rosalie, la quale, nella sua risposta, pre-cisava le condizioni per soddisfare tale richiesta. Tuttavia, come risulta dalla successiva lettera del 9ottobre, le due parti non trovarono un accordo e, dunque, la richiesta non ebbe alcun seguito.

LETTERE (1813-1853) 179

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180 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/75/Il Governatore di Siena a sr. Rosalie Thouret, Siena 9 ottobre 1943

GOVERNO DI SIENAN. del Registro 2282

Reverenda Madre Superiora

Il Superiore Governo avendo stabilita l’annua somma di lire quattrocen-to per il vitto ed il vestiario per ciascuna delle quattro Suore destinate per il ser-vizio del carcere di S. Geminiano, ed Ella non potendo accettare tale somma,così è con mio dispiacere che vedo non possibile combinare con V. Reverenza lavenuta di codeste Suore, e perciò restano troncate le trattative in proposito.

Ho l’onore intanto protestarmi con distinta stima ed ossequio

Di V. ReverendissimaLì 2 ottobre 1843

Dev.mo ServoL. [illegg.]

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/76/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena, 19 ottobre 1843

EminenceC’est avec un vrai déplaisir que je me vois dans l’impossibilité de don-

ner les deux Sœurs pour le Conservatoire de Sainte Justine parce qu’ayant parleavec S.A.R. l ‘Archiduc pour connaître l’époque précise ou il veut mettre en acti-vité le nouvelle hôpital de Reggio, il m’a dit que ce serait pour la fin de l’annéede sorte que je dois préparer un bon nombre de Sœurs ne pouvant me refuserà un prince qui est notre Bienfaiteur. Je dois cependant dire que lui ayantexposé que j’avais une demande de votre Eminence il me dit qu’il ne voudraitpas empêcher notre Etablissement à Ferrara où il a entendu avec plaisir quenous étions déjà installées.

Je prie V.E. d’être persuadée que si-tôt que je serai dans le cas de don-ner les deux Sœurs je m’empresserai de réaliser les pieuses intentions de VotreEminence.

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C’est dans les sentiments de la plus profonde vénération que je me dis trèsrespectueusement de V. Eminence

la très humble et très obéissanteSuor Rosalie Thouret

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/77/Marchese Luigi De Buoi a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 ottobre 1843

N° 236 Prot. Gen.le

Sonomi fatto un dovere di sottoporre a S.E. il Sig. Consigliere diStato, Governatore di questa Città e Provincia li nuovi Capitoli riformati dallaM.a V ed a me diretti li 17 andante in ordine all’intiero servizio ed ammini-strazione delle sale di codeste inferme e croniche (oltre la loro direzione) daassumersi dalle di Lei Sorelle.

Eccomi ora a parteciparle, che la prelodata E.S. si è limitata a modifi-care unicamente il quarto dei Capitoli stessi negli infrascritti precisi termini.

= Per i Cappellani nominerà la Superiorità Civile, e si concerterà conMons. Vescovo. Per i Medici va bene e per gli astanti si avrà il dovuto riguar-do alle preghiere, di cui sopra.=

Nell’approvare così gli altri Capitoli mi ha incaricato l’E.S. a concer-tarmi colla M.V. affine di adottare quelle modificazioni e le ulteriori misureche si riconosceranno convenienti, e più conformi per istabilire definitiva-mente le massime fondamentali giusta il prescritto dai Governativi dispacciN° 3917 del 25 Nov. 1840 e N. 42 del corrente anno, che sono già a di Leicognizione

Mi è d’uopo perciò invitare la M.V. a compiacersi di destinare quelgiorno, che più sarà di Lei comodo per recarsi a questa mia Residenza al suin-dicato oggetto, combinandosi eziandio coll’Ill.mo Sig. Presidente ConteBentivoglio, che frattanto viene da me informato del progetto dell’analogasessione.

Persuaso di vedermi corrisposto dalla di Lei gentilezza mi rinnovo ilvantaggio di consegnarle la mia speciale stima, e considerazione.

De Buoi

Modena, 22 Ottobre 1843Nota. Avendo Mons. Vescovo avuto cognizione dalle Rev.de Sorelle della Carità

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182 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

della modificazione qui indicata, per non perdere i suoi diritti, nominò pronta-mente con Lettera d’Uffizio i due Cappellani, locchè fu poi approvato da S. A.Reale il Sovrano.

Lettera di 2 facciateCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva, 1843, Pos. 855

/78/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 29 novembre 1843

Mia Ve.ma Madre Provinciale

Io scrivo dalla Consolazione consolatissimo di queste sue buone Figlie.Spero vedere Lei qui prestissimo colle altre, che aspetto e a cui brame-

rei moltissimo ch’Ella ne aggiungesse una terza per la Consolazione ove crescela Famiglia, e ove desidererei, che una per essere ben rispettata avesse il nomedi Superiora.

Spero altresì che Suor Alfonsina potesse fare qui i suoi voti. Ella venga,ne la supplico il più tosto che sa a coronare gli ardenti desideri del

Suo Obbl.mo Servo nel SignoreI. Card. Arcivescovo

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/79/Cherubino Bennati1 a suor Rosalie Thouret, Ferrara 1 dicembre 1843

Molto Rev.da Madre provinciale

L’Eminentissimo Signor Cardinale Arcivescovo, in aggiunta al Venera-tissimo di Lui foglio della Casa della Consolazione alla S.V.M.R. diretto, micomanda in questo momento di scriverle pregandola a volere quanto più pre-sto le sarà possibile mantenergli la promessa di qui condurre altre R.R. Suoreper la direzione di quei Luoghi Pii, che ne vanno tuttora privi, e segnatamentepel Conservatorio di Santa Giustina2 di oltre cinquanta alunne.

Il prelodato E.mo mi ordina significarle, che non abbastanza lietamen-te passerebbe le Feste del SS.mo Natale se non vedesse pria soddisfatti i suoivoti, provvedendo cioè alcune di lui Case di Beneficenza un ulterior numero dibenemerite Suore, il cui zelo e carità tendono al bene del prossimo, e così nel

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caso in cui Ella potesse disporne una terza pel Reclusario della Consolazione acoadiuvamento delle due che vi sono, desidera l’encomiato Eminentissimo mioSignore, che la R. Suor Alfonsina non abbia a cessare dall’attuale suo incarico diSuperiora e Direttrice, e di conseguenza la R. Suor Marcellina da quello di mae-stra, onde la novella, che in Loro unione potesse venir destinata, non debba senon che prestarsi in aiuto alle Medesime, od affidarle altre incombenze, che laS.V.M.R. giudicasse opportune, in una Casa ch’essendo di primo impianto nonmancano, ed ove tutto dì aumenta la famiglia.

Io non parlo del poco che si è sin qui fatto a beneficio del Reclusorio dellepovere Penitenti, ma mi lusingo, ch’Ella al suo ritorno cotanto bramato, impar-zialmente manifesterà l’opinione sua sulle cose e compatirà le cure di chi oltre alcontribuire con pensieri ad un’opera delle più sante, intese obbedire alla volontàdel suo Superiore.

Io la prego di molti e distinti ossequi alle RR. Suor Saveria, e Maestra delleNovizie, che ho avuto l’onore di conoscere, e qui sempre disposto al pregio di vene-ratissimi di Lei comandi pieno di rispetto e considerazione passo a protestarmi

di Lei Molto Reverenda Madre SuperioraUmilissimo Devotissimo ed Obbl.mo Servo

Cherubino Bennati

Ferrara, 1° Dicembre 1843

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Cherubino Bennati, segretario-ragioniere del Luogo Pio delle Penitenti, del Conservatorio di S.Maria della Consolazione e di altre Opere Pie poste sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo, trattavain sua vece le varie questioni amministrative. (cfr. “Indicatore Ecclesiastico Ferrarese”, 1843-1845).2 Il Conservatorio di Santa Giustina era sorto per accogliere le “zitelle” della Città. Vi erano ammes-se donne in condizione di assoluta povertà, figlie di genitori non inquisiti e cittadine ferraresi.Quando, il 7 febbraio 1844, vi giunsero le Suore della Carità, le ospiti erano una cinquantina, inparte anziane. Portavano abiti di colore turchino e 26 di loro, la cui età variava dai 15 ai 59 anni, sioccupavano dell’infermeria, della cucina, del refettorio e della cantina. Cfr. A. VISSER, Le Suore dellaCarità a Ferrara. Tra cronaca e storia, p. 75.

/80/Cherubino Bennati a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 26 gennaio 1844

Molto Rev.da Madre Superiora

Dall’Em.mo e Rev.mo Sig. Cardinale Arcivescovo ricevo ordine in questomomento di scriverLe e pregarLa a volere sollecitare la di Lei venuta in Ferraracon quel numero di Rev.de Suore, che le sarà possibile condurre, onde provve-

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dere ai bisogni de’ vari Pii Stabilimenti1 e segnatamente a quelli del Conserva-torio di Santa Giustina.

Il lodato Eminentissimo sperava di vedersi corrisposto prima, o pocodopo le Feste dello scorso santissimo Natale, ma saputo il di Lei viaggio2 perRoma e Napoli e indi il di Lei ritorno in Modena si lusingava, che al più tardi allametà circa del cadente mese, Ella fosse per qui essere a prestar mano, e coope-rare alle sante Sue intenzioni.

Scorso anche questo ulterior tempo, senza che le brame del mioEminentissimo Signore siano appagate, io vengo con calore, e con insistenza,perdonabile pel religioso scopo a cui tendono le nuove premure che le avanzo,a rimembrarle le già fatte promesse, e dimostrarLe in qual conto si tenga il diLei arrivo in Ferrara.

Ella voglia compiacersi di riscontrare in proposito il prelodato Em.moPrincipe a giusta di Lei soddisfazione e norma, nell’atto di attestarLe i sensi delmio ossequio e venerazione.

Di V.S. Molto Rev.daUmil.mo, Devotissimo, ed Obbli.mo Servo

Cherubino Bennati

Ferrara, 26 Gennaio 1844

Per carità venga, e venga presto; S. Giustina, e la Consolazione non vanno cosìbene. Specialmente S. Giustina e la Consolazione abbisognano di aiuto. Io ledarei anche lo Spedale, e tutta Ferrara… ma venga, vengano.

Il suo Affezionato ServoI. Card. Arcivescovo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il card. Cadolini si riferiva anche al Pio Luogo Degli Esposti, per il quale, tuttavia, non riuscirà adottenere le suore, le quali vi arriveranno solo molto più tardi.2 Di questo viaggio non si ha nessuna notizia.

/81/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 30 gennaio 1844

Reverenda Madre Superiora

Stringono così dappresso i bisogni di organizzare taluni dei miei LuoghiPii che quantunque io poco fa le abbia avanzate premure per la di Lei sollecita

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venuta in Ferrara pur nonostante astretto, come sono, da nuove circostanze miè d’uopo ripeterle l’invito e rammentarle le già fattemi promesse che bramereivedere effettuate non più tardi del giorno 3 prossimo febbraio.

Io mi contento intanto di avere quattro delle figlie di cotesto SantoIstituto per provvedere di Direzione il Conservatorio di Santa Giustina, e perqualche ulteriore necessario aiuto ai Stabilimenti della Consolazione , ed anchese fosse possibile di S. Apollinare1.

Mi riservo poi alla Pasqua di Resurrezione, o nella ventura Primavera diavere a mia disposizione altre sei od otto Suore per la sistemazione delle rima-nenti Case, e segnatamente per l’assistenza a questo Arcispedale2.

Ella sia qui presto a cooperare zelantemente a tante opere di Cristianautilità, a coronare le quali di felice successo, ad Ella non manca ora, ed inappresso il modo di chiamare da Francia o da Napoli quel numero di Consorelle,che possono essere di vantaggio alle continue ricerche che si fanno da più parti,ed alle mie domande in voce ed in iscritto più volte manifestatele.

In tanta aspettativa e fiducia ho il vantaggio di ripetermi pieno di con-siderazione.

di Lei Rev.da Madre SuperioraAff.mo Servitore

+ I. Card. Arcivescovo

Ferrara 30 Gennaio 1844

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il Conservatorio femminile di Sant’Apollinare, la cui fondazione risale al periodo estense, conl’occupazione francese fu accorpato all’unico grande Conservatorio di San Guglielmo, che con-tava più di duecento fanciulle orfane e abbandonate. Restaurato il governo pontificio, le “zitel-le” di Sant’Apollinare tornarono nell’originario edificio di via Borgo di Sotto; la gestione inter-na fu affidata a “donne secolari”, che erano affiancate da un ecclesiastico in rappresentanzadell’arcivescovo. Con la venuta a Ferrara del card. Cadolini fu avviata la riorganizzazione gene-rale di tutti i Luoghi Pii posti sotto la sua giurisdizione. Le guerre, le inondazioni, le epidemieportarono ad un aumento così consistente del numero dei poveri, dei malati, delle prostitute edegli orfani da rendere indispensabile un’opera di assistenza materiale e spirituale, finalizzataal recupero e al reinserimento nella società dei ricoverati. Per lo svolgimento di tale servizio, lascelta cadde sulle Suore della Carità. Cfr. A. VISSER Le Suore della Carità a Ferrara. Tra cronacae storia, pp. 63-66.2 L’Arcispedale di Sant’Anna, era stato fondato nel 1444 dal vescovo Giovanni Tavelli da Tossignano,il quale aveva concentrato in un unico grande complesso i vari ospedaletti che nel corso dei secoliprecedenti erano sorti, sia in città che nei borghi, ad opera di molteplici confraternite religiose.L’attività svolta direttamente o indirettamente dalla Chiesa ferrarese per sovvenire alle necessitàdei poveri trovava qui il suo principale centro. Il governo estense aveva dedicato a questa istituzio-ne un’attenzione particolare, controllandone la gestione mediante la nomina dei Direttori o Rettori(in genere esponenti della corte ducale) e dotandola di generose sovvenzioni. Lo stesso avvennesotto il governo pontificio. L’Arcispedale restò il campo privilegiato della beneficenza pubblica e

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privata sino alla prima metà dell’Ottocento. Cfr. L. CHIAPPINI, W. ANGELINI, A. BARUFFALDI, LaChiesa di Ferrara nella storia della città e del suo territorio. Secc. XV-XX, p. 74.

/82/Marchesa Ippolita Grassi Marsigli1 a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 9 febbraio 1844

Molto Rev.da Madre

Finalmente con l’aiuto della Divina Provvidenza ed a grande edificazio-ne delle mie consorelle e mia si sono appianate le difficoltà che sembravanoopporsi alla venuta delle Sorelle della Carità per la Direzione delle Scuole2 dellepovere fanciulle mendicanti.

L’Em.mo Arcivescovo3 ancora con una sua lettera ha mostrato pienissi-ma soddisfazione che le suddette Sorelle vengano ancora qui stabilite. Ora dun-que conviene, Molto Rev.da Madre che veniamo a stabilire le condizioni chereciprocamente convenghino per la fondazione di queste scuole; i nostri mezzinon ci permettono se non che d’aprire una sola scuola per ora; dunque noi chie-deremmo due Sorelle della Carità, alle quali si assegnerebbe (secondo già quel-lo che in certo modo fu tra noi convenuto quando ebbi il bene di vederLa qui)un appartamento fornito di biancheria, letti, mobili, vanni e tutto l’occorrente,più quattrocento franchi per ciascuna sorella annualmente pagati.

Siccome sarebbe troppo necessario che le Sorelle avessero una serventea loro addetta sarebbe per noi indifferente che le stesse Suore la conducesserocon loro, e in tal caso si aumenterebbe oltre gli ottocento franchi il manteni-mento della servente, ovvero si troverebbe qui una donna destinata a tale uffi-cio con la quale si contratterebbe.

Siccome è necessario combinare con qualche sollecitudine dovendosinel caso aprire nel maggio venturo questa scuola, sarebbe utilissimo che EllaM.R.Madre potesse fare una scappata a Bologna per vedere l’appartamentoche si avrebbe in vista. E’ questo situato in uno dei più bei Palazzi della città cheverrebbe ad essere affatto separato dal rimanente della casa, la porta d’ingres-so che si farebbe per loro sarebbe precisamente in faccia ad una delle nostreChiese parrocchiali4.

Spero che non farebbe difficoltà il trovarsi questo appartamento apiano terreno perché già come le ho detto trovandosi in un palazzo grandiosoanche il pian terreno è magnifico, arioso, asciuttissimo (essendovi sotto dellespaziose cantine). Le finestre di questo appartamento danno sopra un grazioso

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giardinetto al quale non hanno accesso che i padroni di casa. Se ella credesse,Rev.ma Madre che queste condizioni potessero convenirle, la pregherei dirispondermi al più presto, altrimenti dirmi quali difficoltà Ella ci trovi.

Scontato che per l’ospedale5 ancora vadano a combinarsi le piccole dif-ferenze che vi erano e così se Ella potesse venire qui, potrebbe definitivamen-te conchiudere l’uno e l’altro affare.

Ho dovuto servirmi della mano altrui per scriverLe questa mia essendoda quindici giorni in letto per forte raffreddore. Colgo sempre con vero piace-re l’occasione di ripetermi piena di stima

di Lei Molto Rev.da MadreDev.ma umil.ma ServaIppolita Grassi Marsigli

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Ippolita Grassi Marsigli (Bologna 1800 – ivi 1872), figlia del conte Camillo Grassi e della contessaMarianna Segni, sposò nel 1819 il marchese Luca Marsigli Rossi Lombardi, dal quale ebbe due figli,Prospero ed Achille. Educata ai valori religiosi ed animata da un vivo sentimento di carità cristiana,si distinse fra le dame dell’aristocrazia bolognese per il suo costante impegno a favore dei bisogno-si. Fu più volte Priora dell’Opera Pia de’ Mendicanti e Uniti (ospedale Sant’Orsola) e Presidente delleScuole della Provvidenza. Cfr. SPRETI, IV, pp. 413-415; P. MANTANI, L’opera educativa delle Suoredella Carità di S. Giovanna Antida Thouret in Bologna dal 1844 al 1915, pp. 61-79.2 Le Scuole della Provvidenza erano sorte a Bologna fin dal 1831 per iniziativa del can. SebastianoCappelli, con lo scopo di sottrarre ai pericoli delle strade le fanciulle povere, dando loro una suffi-ciente istruzione e un buon addestramento ai lavori femminili. Nel 1838, dislocate nelle cinque par-rocchie più popolari della città, erano tenute da maestre secolari, che dipendevano da una PiaUnione di otto dame, assistite da due consiglieri, uno ecclesiastico e l’altro laico. Per Statuto ne erapresidente l’arcivescovo di Bologna card. Carlo Oppizzoni, il quale annualmente delegava una delledame a rappresentarlo in campo amministrativo. I fondi necessari per il modesto stipendio dellemaestre, per la dozzena delle alunne e per l’acquisto di tutto il materiale occorrente, vestiario com-preso, erano recuperati mediante i contributi fissi elargiti dallo stesso arcivescovo, dalla Legazionepontificia, dalla Commissione governativa per il teatro e dall’Ufficio della pubblica beneficenza.Anche i parroci, sollecitati dalla lettera pastorale per la Quaresima, versavano annualmente unaparte del ricavato delle questue. Nonostante tutto ciò, il bilancio delle Scuole della Provvidenza nonsarebbe stato mai in attivo senza il contributo personale delle dame della Pia Unione. Inoltre, leinsegnanti secolari si trovavano spesso in difficoltà, sia per i loro impegni familiari sia per la loroscarsa perizia nell’insegnamento. Era necessario, dunque, affidare l’Opera a persone che fossero ingrado di assicurarne la stabilità ed il funzionamento secondo lo scopo per cui erano state fondate.Così, all’inizio del 1844, preso atto degli scarsi risultati ottenuti fino a quel momento, si decide diaffidare le Scuole della Provvidenza alle Suore della Carità. Cfr. R. FANTINI, L’istruzione popolare aBologna fino al 1860, pp. 47-54; C. GHIZZONI, Educazione e scuola nella Bologna preunitaria, pp.771-807.3 Carlo Oppizzoni ( Milano, 15 aprile 1769 - Bologna, 13 aprile 1855), di nobile famiglia, laureato inTeologia e Diritto Canonico all’Università di Pavia, fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1793 e nomi-nato arciprete del Duomo di Milano nel 1799. Già membro della Consulta legislativa dellaRepubblica Cisalpina, assai stimato dallo stesso Primo Console, nel 1803 fu eletto arcivescovo diBologna e creato cardinale da Pio VII l’anno successivo. Essendosi rifiutato di partecipare al matri-monio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, fu trattenuto prigioniero in Francia dal 1809 al1814. Grande estimatore della politica di Pio VII e del card. Ercole Consalvi, ne seguì fedelmente le

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direttive per il riassetto della diocesi dal punto di vista istituzionale, disciplinare e pastorale.Nominato nel 1831 Legato a latere per le quattro Legazioni, svolse un’azione politica sagace ed illu-minata, così come nei burrascosi avvenimenti del 1848-49 cercò di evitare ogni eccesso repressivo,adottando un atteggiamento di grande mitezza nei riguardi delle correnti liberali. Su di lui: L.MELUZZI, I Vescovi e gli Arcivescovi di Bologna, Bologna 1972, pp. 497-504; G. BATTELLI, Fra etàmoderna e contemporanea ( secoli XIX e XX), in Storia della Chiesa di Bologna, Bologna 1997, 2voll., I, pp. 285-301; N. BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna, a cura di A. BERSELLI, Zanichelli, Bologna1962, 4 voll., I; P.G. BARONI, Relazioni fra il Cardinale Oppizzoni e il Cardinale Consalvi dal 1802 al1823, Università degli Studi di Bologna, Tesi di laurea, a.a. 1950-51; U. BESEGHI, I tredici Cardinalineri, Firenze 1944, passim; I. CASSOLI, Il Cardinale Carlo Oppizzoni Arcivescovo di Bologna nelprimo centenario della morte, Bologna 1955; HIERARCHIA, VII, p. 114.4 Si tratta della Chiesa di San Procolo.5 Le trattative concernenti la chiamata delle Suore della Carità al Sant’Orsola erano state avviate il23 gennaio 1843; in questa data già si parlava del “Regolamento dell’Ospedale ed attribuzioni delleSuore”. Un fitto carteggio si registra nel corso dell’anno 1843 e del successivo 1844, come risultadalle carte conservate presso l’Archivio delle Suore della Carità in Modena.

/83/Sr. Rosalie Thouret alla marchesa Ippolita Grassi Marsigli,

Modena, 12 febbraio 1844

Rispettabilissima Signora Marchesa,

mi è stata graditissima la di lei lettera del 9 corrente ove vedo le pre-mure ch’ella si dà per il bene di quelle povere fanciulle onde ricevano un’istru-zione cristiana. Mi presterò ben volentieri a quest’opera caritatevole, ma mipermetterà di farle riflettere che vedo impossibile che si possa mantenere unasuora con 400 franchi dovendo comprendervi fuoco, lume, bucato e manteni-mento di vestiario, medico, medicine. Ella vede che a calcoli, i più ristretti, nonci si può stare e specialmente in una città ove si spende più che in un paese pic-colo, e d’altronde il risparmio che si potrebbe fare in un numero maggiore disuore non si può ottenere in un numero di due o tre, per cui credo che non sipossa far fronte a tutte queste spese comprendendovi ancora la Servente senon con la somma di 600 franchi a testa.

In quanto al locale mi pare alla di lei descrizione che sia al caso.Io conto fra breve di condurre altre Suore a Ferrara e nel ritorno che

farò avrò il bene di rivederla e di combinare tutto ciò che si potrà.Desidero vivamente secondare i suoi pii disegni, però non potrei vede-

re le nostre sorelle mancare del necessario, a doverle mantenere lontano dellaCasa Provinciale.

Se ella ha bisogno di scrivermi potrà egualmente dirigere le sue letterea Modena ove si saprà il luogo dove mi trovo, perché facilmente da Ferrara pas-serò a Ravenna.

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Mi dispiace moltissimo ch’ella sia incomodata, ma spero di trovarla per-fettamente rimessa per cui la prego di avere cura della sua preziosa salute, erinnovandole il mio profondo rispetto comune al di lei rispettabile sposo miriaffermo

di lei veneratissima Signora MarchesaUmil.ma e devot.ma Serva[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

/84/Conte Claudio Bentivoglio a sr. Rosalie Thouret,

Modena 13 febbraio 1844

Alla Molto Rev.da M. Prioradelle Sorelle della CaritàModena.

Nella circostanza della prossima partenza dei RR. Fate Bene Fratelli daquesta Capitale, S.E. il Sig. Conte e Marchese Governatore della stessa Capitalee Provincia con ossequiato dispaccio N° 99 del 9 corrente Gennajo si è compia-ciuto parteciparmi la determinazione sua di nuovamente eleggermi aPresidente dell’Ospitale e Ricovero Uomini fin qui diretto, ed amministrato daiprelodati Religiosi.

Intento io a soddisfare l’onorevole incarico ed a corrispondere alla con-fidenza in me riposta pel buon servigio della Causa Pia, servendo insieme allaprudente economia richiesta dalla circostanza di quest’Amministrazione, nonesito a proporre ed offrire alla Maternità V. Molto Rev.da, dietro li opportuniconcerti da me presi coll’Ill.mo Sig. Assessore di Governo incaricatodell’Amministrazione di queste Opere Pie, un nuovo mezzo di esercitare quellacarità, di cui da molto tempo hanno dato luminose edificanti prove sul di Leiesempio codeste Rev.de Sorelle.

Mio desiderio pertanto sarebbe, che La prelodata M.à V. Molto Rev.dasi prestasse a ricevere in consegna la Guardaroba, Cantina, Dispensa e Legnarali di cui oggetti sono per rinunziarsi dai suindicati Religiosi.

Nella lusinga, che venga accolta con favore tale mia proposizione,prego La di Lei gentilezza a disporre tutto quanto riconoscerà opportuno inordine alla consegna dei surriferiti oggetti ed alla successiva loro somministra-

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190 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

zione per servigio regolare dei suindicati Stabilimenti, al qual fine si procederàalla debita stima per norma dei Registri d’Uffizio.

Confidato sempre nello zelo caritatevole della M. V. Molto Rev.da, mipregio di assicurarla dei sentimenti dell’anticipata mia riconoscenza, e della sin-cera mia stima.

[Claudio Bentivoglio]

Lettera di 2 facciateMinuta, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

/85/Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 27 febbraio 1844

Molto Rev.da Madre

Il non poter ancora scrivere di proprio pugno per essere sempre obbli-gata al letto, e la speranza in cui era di giorno in giorno di vederla arrivare sic-come mi prometteva nella di lei Lettera del 12 corrente fecero sì che ritardassifin qui a riscontrarla ma ora vedendo che il tempo passa mi conviene farlenuove premure onde si venga ad una decisione definitiva.

In quanto all’assegnamento dei franchi 1200 annui per le due Sorelle ela servente, ben inteso che noi poi non dobbiamo assolutamente sottostare aqualunque altra ulteriore spesa oltre quella dell’abitazione fornita del necessa-rio le mie consorelle hanno in ciò convenuto; ma sarebbe necessario che EllaMolto Rev.da Madre potesse con qualche sollecitudine portarsi a Bologna perfissare l’appartamento nel quale anche potrebbe esservi un qualche cambia-mento da quanto le scrissi l’altra volta ed anche per combinare le mille altrecose di dettaglio che con la viva voce meglio si determinano.

Spero dunque che in breve avrò il bene di vederla ed intanto mi dichia-ro piena di stima

Obbl. ma ServaIppolita Grassi Marsigli

Bologna, 27 Febbraio 1844

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

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/86/Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 18 aprile 1844

Reverenda Madre

Ricevei con piena mia soddisfazione la di Lei lettera in data del 12 cor-rente ed abbiamo sentito con molto piacere che le Sorelle che avremo il benedi avere qui si presteranno a condurre alla S. Messa le fanciulle così pure allaconfessione, cose che molto interessano le mie consorelle e me stessa, siano pursicure che alle 11 e mezzo le Sorelle rimarranno libere onde avere qualchemomento di libertà. Avrei molto gradito che nella sua Ella mi avesse indicatol’epoca precisa del loro arrivo costà onde tutto possa essere in ordine, e laprego anzi a farmelo sapere al più presto.

La mia salute grazie a Dio va sempre migliorando e già comincio a farequalche trottata.

Mi raccomandi al Signore e mi creda sempre con la stima più profonda,

Dev.ma Obbl.ma servaIppolita Grassi Marsigli

Bologna lì 18 Aprile 1844

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/87/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Bologna 31 maggio 1844

Dieu Seul!Bologne, 31 mai 1844

Ma très chère et Révérende Mère

Le jour de l’Ascension de Notre Seigneur, nous nous sommes renduesdans cette ville pour y ouvrir les écoles gratuites dont je vous avais déjà parlé.

Le local que l’on nous a donné est dans un des plus beaux palais de laville, et proprement dans l’endroit où les évêques tinrent, il y a plus de 300 ans,le Concile de Trente1.

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On a ouvert expressément la grande porte par où entraient ces pèresde l’Eglise, qui avait été fermée depuis lors avec une grande barre de fer, pourun religieux souvenir de ce célèbre concile2.

Voilà donc qu’on a rouvert pour nos sœurs cette porte et en l’ouvrant,elle est tombée de vétusté, il a fallu en faire une nouvelle ce qui a retardé l’ou-verture des écoles; cependant un petit nombre vient par la porte principale dupalais et lundi 3 juin, la porte des pères sera ouverte et 115 petites filles pau-vres entreront pour la première fois dans notre école.

Tout chacun est surpris de cette combinaison et fait d’heureux pronos-tics pour l’avenir. J’ai tâché de faire un choix de sœurs vertueuses qui fassenthonneur à notre Institut.

Jusqu’à présent, on est édifié de leur maintien modeste, d’autant plusqu’elles sont obligées de sortir tous les jours pour aller à la messe. Cette ville estun second Naples pour la nombreuse population, mais il y a de la civilisation.

S.E. le Cardinal-Archevêque qui avec des Dames de la première noblessenous a demandées, est très porté pour nous et m’a déjà manifesté d’autresvues, pour nous établir dans d’autres maisons.

Le Seigneur daigne nous ouvrir de tous côtés des routes pour nous pro-pager, mais j’espère qu’il nous procurera aussi des sujets pour faire face à tantde besoins.

Les Cardinaux de Ferrare3 ne me laissent pas tranquille tant que je n’aipas fourni leur hôpital et leurs conservatoires de sœurs ; ils en veulent 30 dansle cours de cette année.

Le Cardinal-Archevêque a dit qu’il viendrait à Modène le mois prochainpour voir les sœurs que nous avons afin d’en enlever et pour parler au Duc quià son tour n’entend pas d’être au dépourvu. Je suis vraiment prise par la gorgeavec tous ces personnages illustres.

J’ai appris avec plaisir que vous avez fait des recrues du Piémont et dela Savoie. Je souhaite que vous puissiez de votre côté contenter et satisfaire auxdemandes qui vous sont faites.

Peu à peu si nous continuons à nous propager sur la route de Rome,nous irons plus facilement vous voir en faisant des étapes dans nos maisons: ilétait très nécessaire que nous eussions une maison à Bologne pour y descendretoutes les fois que nous devions nous rendre à Ferrare et à Ravenne. Le bonDieu daigne nous accorder à toutes la santé, il voit nos besoins.

Sœur Xavier que j’ai conduite ici momentanément pour donner uneaide ici, me charge de vous renouveler ses sentiments d’amour filial ainsi queles autres jeunes sœurs qui n’ont pas le bonheur de vous connaître.

Veuillez faire mes compliments affectueux à nos chères SœursGénéreuse, Sophie, Barbe, Céleste, Raphaël et autres et présenter mes respectsau bon père Jean. Je vous laisse dans l’espoir que votre santé soit toujours

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bonne pour ma consolation et celle de vos enfants, et dans les sentiments derespect et d’affection, j’ai l’honneur d’être

Ma très chère et révérende Mère,votre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie ThouretLettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta del Palazzo Bevilacqua Sannuti nell’attuale via D’Azeglio.2 La sessione bolognese del Concilio di Trento si tenne dal marzo al settembre 1547. Vedi H. JEDIN,Storia del Concilio di Trento, trad. ital., Morcelliana, Brescia, 1973, 3 voll., III.3 Si trattava dell’arcivescovo di Ferrara card. Ignazio Cadolini e del Legato pontificiocard.Giuseppe Ugolini.

/88/Marchesa Ippolita Grassi Marsigli a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 9 giugno 1844

Bologna, 9 Giugno 1844

Molto Reverenda Madre

Permetta Reverenda Madre che venga ad informarmi delle notiziedella di Lei salute e a darle quelle delle nostre care Suorine. Esse domaniavranno scuola completa, alla quale assistono con uno zelo e premura infa-ticabile; la loro salute non ne soffre, ed il loro buon umore non si smen-tisce.

Questa mattina siamo andate insieme a piedi alla Esposizione del SS.Sacramento nella Chiesa di S. Domenico distante dalla casa nostra presso pocoquanto lo è S. Paolo ed ho avuto la compiacenza di osservare con i miei propriocchi quanto elleno sieno rispettate e venerate.

Sin qui non posso essere che contentissima; ma siccome nelle cose diquaggiù deve sempre esservi qualche stilla d’amarezza, ieri ebbi dalle suore unanotizia che non poco mi conturbò e questa si fu che la Scuola rimarrebbe chiu-sa di tutti i giovedì non solo ma ben anche tutto intero il mese di Ottobre. Oh!ma come mai? ciò non può essere assolutamente.

Quello poi che effettivamente mi sorprende e mi affligge si fu il pensa-re che in tante lettere che ci siamo scritte prima di stabilire la venuta delle Suoree nelle quali tanto esplicitamente le chiedevo i loro Regolamenti non mai Ellami abbia fatto parola di una condizione tanto importante e che forse mi avreb-be obbligata a prendere altre determinazioni.

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Anzi nella di lei preg.ma del 12 Aprile p.p. di risposta ad una mia nellaquale di nuovo avevo domandato il loro Regolamento Ella si esprimeva in que-sti termini “Quant au règlement des heures on le tien selon les saisons …nosSœurs se prêterons bien volontiers pour les conduire à la S. Messe les jours defête à une heure fixe… tout cela s’arrangera déconcerte avec vous et avecMedames vos consens” senza dire nemmeno una parola di tali vacanze.

Ella forse dirà che il primo giorno del loro arrivo mi fece leggere il tantodesiderato Regolamento, ma bisogna che le confessi che lo trascorsi con l’oc-chio e non afferrai tali clausole; ma poi quand’anche l’avessi riflettuto allorasarebbe stato troppo tardi giacché tutto era disposto preparato e combinato.

Rifletta Madre Provinciale di quanto danno sarebbe a queste povereragazze (le quali se pur si potesse bisognerebbe allontanare del tutto dalle lorofamiglie) il ritornarvi per un intero mese abbandonate all’ozio, ed ai cattiviesempi! Questa risoluzione riuscirebbe ancora contraria all’interesse delle stes-se Monache che troverebbero al loro ritorno guastate le ragazze e dovrebberopoi faticare di più a rimetterle sul buon sentiero.

Anche un’intera giornata di riposo ogni settimana deve certamenteesser loro nociva, ma siccome conosco d’altronde che anche le stesse Monachehanno bisogno di qualche momento di tranquillità così troverei giusto che peril Giovedì si praticasse come le Feste e cioè che le scolare vadano alle case loroalle 11 e mezzo per non tornare che il venerdì mattina. Spero che EllaReverenda Madre riflettendoci un poco troverà ragionevoli le mie proposizionie che avrà la bontà di scrivere prima di Giovedì alle di Lei Sorelle giacché essenon possono abituarsi.

S’Ella poi crede assolutamente che un mese di riposo sia necessario perqueste giovani Suore Ella abbia la compiacenza di mandare altre due in queltempo che vengano a sollevare queste dalla fatica.

Io dal canto mio ho cercato di compiacerle in quanto mi hanno chiestotengo dunque per fermo che Ella non vorrà negarsi alle mie richieste, che sonosicura verranno anche appoggiate da Sua Eminenza il Sig. CardinaleArcivescovo.

Spero che fra non molto avremo il bene di rivederLa qui, e frattantopiena di stima mi dichiaro

di Lei Molto Reverenda MadreDev.ma Obbl.ma ServaIppolita Grassi Marsigli

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in APSdCF

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/89/Sr. Rosalie Thouret alla marchesa Ippolita Grassi Marsigli,

Modena 10 giugno 1844

Modène, 10 juin 1844Madame

En vous remerciant des bonnes nouvelles que vous me donnez de noschères sœurs, je viens m’expliquer avec vous, Madame, au sujet des vacances queje ne croyais jamais que vous eussiez trouvé extraordinaires, puisque partout oùnous avons des écoles, nous avons aussi les vacances, et nos Règles nous y autori-sent, car nos sœurs ne pourraient résister à une fatigue et contention continuelle.

D’ailleurs, une journée de la semaine est bien peu, tant pour se reposerque pour vaquer aux besoins particuliers de leurs affaires et de leur personne.

Elles ont aussi un jour de retraite chaque mois qui doit être pris sur unjeudi. Quant aux vacances d’octobre, elles peuvent se partager comme nous le fai-sons à Ravenne, en deux époques c’est-à-dire au mois de mai et d’octobre parceque dans ce temps, les sœurs employées aux écoles font leur retraite annuelle.

Vous voyez, Madame, que ce temps n’est pas tout employé au repos ducorps, mais en partie à un travail d’esprit qui sert à renouveler et à fortifier lesforces physiques pour se remettre de nouveau à l’emploi de l’enseignement.

Il faut aussi réfléchir que une centaine d’enfants confiés aux soins de deuxseules sœurs est un nombre bien fort. Je ne crois pas qu’elles puissent y suffire long-temps, c’est pourquoi je suis doublement obligée de veiller à la conservation de leursanté et de ne point les surcharger au-delà des obligations prescrites par nos Règles.

Je suis bien fâchée, Madame, de vous dire qu’il m’est tout à fait impossi-ble de m’obliger à donner d’autres sœurs pour remplacer celles qui se repose-raient pendant les vacances, n’ayant jamais mis cet usage nulle part.

Nous verrons dans l’époque des vacances si nous pourrons les abréger oufaire quelque alternative, selon les besoins de nos sœurs, et les circonstances quipourront en décider. Voilà ce que je peux dire et faire ayant à cœur, en mêmetemps, l’intérêt des pauvres enfants et celui de nos sœurs que je dois ménagerafin qu’elles servent plus longtemps au bien du public.

J’espère que vos craintes se dissiperont d’après ce que je viens de vous expo-ser et que vous ne cesserez de nous honorer de votre bienveillance pendant qu’àmon tour je suis et serai pleine de la plus respectueuse gratitude et considération,

Madame,votre très humble

[Sœur Rosalie Thouret]

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

LETTERE (1813-1853) 195

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196 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/90/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 16 giugno 1844

Rev.ma Madre

Sono troppo persuaso della esistenza di giusti motivi che la obbliganodi ritardare fino ai primi di Luglio la missione a questa volta delle intese dueMonache per questo Arcispedale, ed attribuisco alla molta di Lei delicatezzaunicamente l’assicurazione che le piace porgermene con cortese foglio del 12corrente.

Voglia dunque anche per questa parte rimanere tranquilla, e nella leti-zia di sapere così prossimo il momento, in cui lo stabilimento suddetto potràincominciare a godere della Direzione delle benemerite Sorelle della Carità, hoil bene di ripetermi colla più distinta stima e considerazione

di V. M. Rev.daObbl.mo Servitore+ I. Card. Cadolini

Ferrara, 16 Giugno 1844

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/91/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Ferrara 14 luglio 1844

Dieu Seul!Ferrare, 14 juillet 1844

Ma très chère et Révérende Mère,

Je vous écris de Ferrare où je suis venue accompagner nos sœurs pourl’hôpital. Voici la 4ème maison en moins de 10 mois, et on nous en offre plu-sieurs autres1.

J’ai la consolation de voir que nos sœurs font le bien et qu’elles sont aiméeset estimées tant par les Supérieurs que par les personnes qui leur sont confiées.

Je viens vous donner une nouvelle qui certainement vous réjouira et quidoit être à l’avantage de notre Institut.

Des Cardinaux nous ont demandées à Rome pour la direction morale etéconomique du grand Conservatoire des filles du Saint Esprit près de SaintPierre2, qui sont au nombre d’environ 400.

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Le Saint Père a déjà donné son approbation. La personne chargée decette commission m’a fait les plus vives instances pour accepter sans délai afinque d’autres Instituts qui désirent s’établir à Rome, ne viennent nous enlever laplace, d’autant plus qu’on s’est dirigé à nous de préférence.

J’ai donc accepté en demandant un peu de délai pour préparer lessujets dont nous sommes à l’étroit, soit pour les maisons que nous venons deformer, et soit pour celles que l’on nous demande.

Si vous voulez, ma chère Mère, vous charger de pourvoir à cettedemande qui ne sera pas moins de 5 ou 6 sœurs, j’en serai bien contente.Autrement je ferai mon possible pour y satisfaire, et cela me procurera l’avan-tage de vous revoir plus vite que je ne l’espérais.

Les conditions sont on ne peut meilleures puisque nos sœurs ne dépen-dront absolument que du Grand Commandeur de l’hôpital du Saint Esprit,auquel le conservatoire est attaché.

On m’a envoyé le règlement de ces filles qui avait été fait par le PapeLéon XII et qu’on voudrait mettre en activité ayant été négligé jusqu’a présent.

J’espère que cette maison n’aura pas le sort de la première3, étant surun autre pied et beaucoup plus conséquente. Je suis tombée d’étonnementlorsqu’on m’a donné cette nouvelle et je n’ai pu y reconnaître autre chosequ’une disposition du Ciel qui nous protège, mais qui veut une grande corres-pondance de notre part.

Répondez-moi, ma chère Mère, au plus tôt, me faisant connaître vosintentions que je remplirai avec plaisir.

Je n’ai pas manqué de recommander cette affaire à notre bon PèreSaint Vincent dont nous sommes dans la neuvaine. Je retourne à Modène dansune huitaine de jours.

Je vous écris à la hâte, ayant peu de temps à moi et je vous prie de vou-loir saluer affectueusement toutes nos chères sœurs, en particulier nos bonnessœurs Généreuse, Sophie, Fébronie, Céleste, Raphaël et Barbe et de me renou-veler au souvenir du bon père Jean auquel je présente mes respects. Nos sœursde Ferrare, sachant que je vous écris, me chargent, de leurs respects filiaux.Recevez l’assurance de tous mes sentiments et croyez que je suis,

ma très chère Mère,votre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Le Suore erano già presenti nei Conservatori di Santa Maria della Consolazione, di Santa Giustina,di Sant’Apollinare e, per l’appunto, all’Arcispedale Sant’Anna; in seguito si fecero carico dell’assi-

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198 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

stenza anche nel Pio Luogo degli Esposti, nel Conservatorio di Santa Barbara, nel ManicomioProvinciale, nel Conservatorio della Provvidenza, nonché nell’Educandato di Santa Maria dellaNatività detta della Rosa. Nel 1873, la Superiora Generale, Suor Carolina Chambrot, acquistò ilPalazzo Rondinelli di Piazza Ariostea e vi aprì un Educandato con l’annessa Scuola San Vincenzo.2 All’interno delle varie istituzioni dell’antico Ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma, ilConservatorio aveva sempre presentato difficoltà di funzionamento: i trovatelli accolti nella ruota,se maschi, venivano in genere dati subito in adozione, se femmine restavano con le nutrici finoall’età di dieci anni, per essere poi collocate nel Conservatorio. Solo il matrimonio permetteva allepovere zitelle di Santo Spirito di sottrarsi al severo regime claustrale. Grazie alla dote che il PioLuogo assicurava, molte si accasavano. Nonostante ciò, il numero di coloro che erano costrette arestare per tutta la vita zitelle fu sempre notevolissimo. Nella storia plurisecolare del Conservatorionon si contano i casi di indisciplina, disordini, fughe e perfino delitti; l’autorità pontificia dovettespesso ricorrere a drastiche decisioni. Nel 1844 si verificò l’ennesima crisi e Gregorio XVI, con il Brevedel 26 febbraio, sottopose l’amministrazione del Santo Spirito in Sassia a una commissione cardina-lizia composta dai porporati Vincenzo Macchi, Castruccio Castracane e Gabriele Ferretti, i quali sirivolsero a suor Rosalie Thouret. Cfr. A. CANEZZA, Le suore di carità nei cento anni di vita romana,Tipografia Agostiniana, Roma 1944.3 Alludeva all’ultimo tentativo fatto da Jeanne-Antide Thouret di aprire una casa a Roma. In data 8aprile 1826 la fondatrice aveva scritto a monsignor Sala: “Mon désire serait de pouvoir nous utili-ser dans les États de Sa Sainteté… au service des malheureux et des pauvres malades dans les hôpi-taux”. La risposta del prelato, tuttavia, era stata negativa, in quanto a Roma esisteva già una unio-ne di Suore ospedaliere.

/92/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon,

Modena 15 agosto 1844

Dieu Seul!Modène, 15 août 1844

Ma très chère et Révérende Mère,

Il y a peu de jours que j’ai reçu la réponse de Rome pour ce quiconcerne les conditions, que l’on accepte telles que nous les voulons, et l’onnous presse de hâter notre départ pour accourir aux besoins de cette grandemaison qui est en proie aux plus grands désordres1.

Il y a eu, comme on s’y attendait, beaucoup de rivaux pour exclure lesSœurs de la Charité en faisant valoir des faits et en disant que les Françaises nepouvaient s’accommoder au caractère romain.

Mais le Pape, malgré tout ce qu’on a tâché de faire valoir contre nous,a décidé en notre faveur, cependant on m’a prévenue en particulier de choisirde préférence des Italiennes et surtout de l’Etat du Pape et qu’elles soientmûres d’âge.

Je tâcherai de réunir ces conditions quoique je me trouve bien res-treinte pour le moment. Je connais l’importance de cette nouvelle entreprise et

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qu’il faut donner à Rome l’exemple de toutes les vertus pour confondre ledémon et nos ennemis.

J’espère que Dieu qui nous y appelle d’une manière inattendue nousdonnera aussi les moyens et les grâces toutes spéciales pour réussir à sa plusgrande gloire et à la réformation de ce conservatoire qui a toujours été exposéaux tempêtes et aux orages depuis plusieurs siècles.

J’ai déjà écrit que nous partirions après la Nativité de la Vierge, c’est-à-dire vers le 12 ou 15 du mois de septembre prochain.

Qui aurait dit que nous dussions si tôt nous rapprocher?2 Les desseins deDieu sont impénétrables aux hommes.

J’inclus ici une lettre de notre bonne Sœur Xavier, qui m’accompagneraà Naples, et qui étant arrivée au terme des 5 ans de vocation vous demande lesSaints Vœux.

Je ne puis que lui rendre le meilleur témoignage; depuis son entréejusqu’à ce jour, elle n’a donné que de la bonne édification à la communauté etelle s’est employée avec le plus grand zèle au service des pauvres.

Comme je compte la mettre du nombre de celles qui iront à Rome, jevous prie de lui permettre de faire les Saints Vœux pour la Nativité afin que lamariant au bon Dieu, elle acquière plus de force pour la nouvelle entreprise.

Nous en avons d’autres qui désirent et qui sont au terme, mais commele temps est court et qu’elles sont dans d’autres maisons, nous attendrons unmoment moins précipité.

Toute la Cour est à la campagne. Notre bon Archiduc a été malade, maisil va mieux; que le bon Dieu nous le conserve longtemps. Nos nouvelles maisonsde Ferrare et de Bologne se font honneur; à Dieu la gloire. Tous les Cardinauxde ces villes m’en témoignent leur satisfaction en faisant de nouvellesdemandes. Nos autres maisons continuent de même. Si le bon Dieu nousenvoyait des sujets, nous pourrions faire davantage. J’en ai amené 2 de Ferrareet j’en attends d’autre côté.

Mes respects au bon père Jean et mes salutations amicales à nos chèressœurs Généreuse, Sophie, Céleste, Raphaël et toutes en général. Veuillez agréerles respect filiaux de tous vos enfants de ces pays et me croire, avec l’affectionla plus respectueuse,

ma très chère Mère,votre très humble et très obéissante fille

Sœur Rosalie ThouretLettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si riferisce al già citato Conservatorio di Santo Spirito in Sassia (cfr. supra la lettera del 14 luglio 1844).2 E’ indubbio che per la nuova fondazione servissero suore formate in entrambi i noviziati, per cuiSuor Rosalie dovette trattare di persona con Mere Généviève Boucon la scelta dei soggetti.

LETTERE (1813-1853) 199

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200 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/93/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 22 agosto 1844

Molto Rev.da Madre Provinciale

Ritorno soddisfattissimo da una visita fatta nella mattina a questoSpedale, e non ho che ad applaudire in ogni parte alle opere che vi prestanocon indefesso zelo, carità, ed intelligenza le tre Sorelle. Ma queste non basta-no, mia Reverenda Madre Provinciale, ed assolutamente, come ne è convenutoanche l’E.mo Legato1, mi occorrono invece di una, come già ne l’avevo pregata,due altre Sorelle indispensabili particolarmente pel servizio della Cucina e dellaGuardaroba.

Ella mi faccia la carità di favorire questa mia premurosa preghiera, equanto più presto sarà, tanto maggiormente Ella aggiungerà pregio al favoreche reclama dalla sempre operosa di Lei volonterosità a condiscendermi.

Nel ripromettermi questo nuovo contrassegno dell’obbligante di Leideferenza, con sentimenti particolarissimi di stima, ho il bene di raffermarmi

Mille perdons et mille remerciements

Vostro Dev.mo Servitore+ I. Card. Arcivescovo

Aspetto poi subito una terza Suora per la Consolazione ove così non si va avanti.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta del card. Giuseppe Ugolini.

/94/Sr. Rosalie Thouret a M. Genevieve Boucon, Roma 22 settembre 1844

Dieu Seul!Rome, 22 septembre 1844

Ma très chère et Révérende Mère

Je profite des premiers moments de notre arrivée dans cette capitalepour vous donner nos nouvelles qui grâce à Dieu, sont excellentes. Nous arri-

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vâmes hier à quatre heures et demie de l’après-midi et très fatiguées d’unvoyage de 11 jours, ayant pris deux voitures particulières, étant 7 sœurs et leChanoine pénitencier de Modène qui nous accompagne. Nous avons été bienaccueillies par S.E. le Commandeur du Saint Esprit, et par les Cardinaux char-gés par le Pape de la réforme de ce grand conservatoire où nous entreronsdemain, avec les susdits cardinaux qui nous mettrons en possession de cettemaison1. On nous a dit de nous armer de patience et de courage, et degagner le cœur de ces filles qui quelques fois ont résisté au Pape. Elles sontau nombre de 471 pour le moment, mais elles dépassent toujours. On attendd’y avoir mis un peu d’ordre pour en admettre d’autres. Je vous prie de conti-nuer à Dieu vos ferventes prières pour l’heureuse réussite de cette entrepriseafin que Dieu Seul soit glorifié et que notre Institut triomphe de ses enne-mis.

Je me réjouis des bons succès que vous acquérez dans vos nouveauxétablissements2 qui s’accroissent et de la bénédiction que le Ciel y répand. Il estvraiment consolant de voir partout la propagation de nos maisons. De moncôté, je ne laisse pas de craindre pour mon incorrespondance et je confie dansla bonne volonté et la droiture des autres qui n’empêcheront pas le cours desbénédictions célestes. J’espère me procurer le doux plaisir de vous revoir, étantsi rapprochée, mais je ne puis encore dire l’époque n’ayant encore rien vu de lagrande besogne qu’on va nous donner.

Je tâcherai cependant de vous prévenir lorsque je pourrai m’échapper.Recevez en attendant les sentiments filiaux et respectueux de nos chères sœursqui s’unissent à moi et croyez à l’attachement sincère avec lequel je suis,

ma très chère Mère,votre très humble et obéissante fille en J.C.

Sœur Rosalia Thouret

PS. Veuillez offrir mes devoirs respectueux au bon Père Jean et mes salutationsamicales à nos chères sœurs Généreuse, Sophie, Barbe, Céleste, Raphaël et à mabonne Fébronie. Mon adresse est au Conservatoire du St. Esprit à Rome.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Sono i tre cardinali della Commissione incaricata di condurre la Visita apostolica al Santo Spirito inSassia: Vincenzo Macchi, Castruccio Castracane e Gabriele Ferretti.2 Nel 1844 risultavano aperti a Napoli tre nuovi stabilimenti: il Reale Albergo dei Poveri, in cui ledonne recluse erano assistite dalle Suore della Carità; il Conservatorio per le fanciulle sotto il tito-lo di San Francesco di Sales, dipendente dal suddetto Reale Albergo dei Poveri; l’Ospedale dettodella Vita, anch’esso dipendente dal Reale Albergo dei Poveri. Cfr. Registro Generale delle Suoredella Carità, in APSdCN. Ma si veda ora: P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli.Jeanne-Antide Thouret e le Suore della Carità dalla Francia rivoluzionaria alla Napoli dellaRestaurazione, pp. 230-238.

LETTERE (1813-1853) 201

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/95/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 23 settembre 1844

Molto Rev.da Madre

Nel porgerle i miei più vivi ringraziamenti per l’impegno, con cui mipromette nella preg.ma sua delli 10 corrente adoperarsi a mio riguardo ondesiano consolati i miei voti, e mi vengano concedute le altre due Suore, di cui,come erale già noto, ho tanto bisogno, mi trovo nella necessità di ricordarle chenon già due, ma bensì tre ora me ne vogliono1; e perciò la prego a far di tuttoperché non mi si nieghi questo nuovo segnalatissimo favore, di cui le sarò sem-pre gratissimo.

E nella fiducia di essere graziato, raccomandandomi alle sue orazioni miprotesto di cuore

di Lei M.to Rev.da Madre

Il m’en faut une pour la Consolation, deux pour l’hôpital. Je compte sur votreparole, Madame, et je suis à jamais.

Votre dev.mo Serviteur+ I. Card. Archevêque

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il cardinale si riferisce ad una giovane suora gravemente malata e che perciò andava sostituita. Siveda infra le lettere dell’8 ottobre 1844 e del 4 novembre 1844

/96/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 8 ottobre 1844

Molto Rev.da Madre

Ho sommo piacere che V. M. in un colle proprie Consorelle sia stata par-tecipe di consueti tratti di assai benigna clemenza di S. S., a cui siccome Ella midice essere tornato graditissimo lo stabilimento in questa città di suo SantoIstituto, così provo maggiore gioia in possederlo si dappresso.

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Alle generose zelanti sollecitudini delle benemerite Figlie della Caritàrisponderanno anche costì i più gloriosi successi.

Già l’angelica Suor Agata1 ha professato i suoi voti ne’ modi ordinari disua situazione: è invero ammirabile la religiosa di lei rassegnazione ai DiviniVoleri.

Si degni raccomandarmi a Dio, e mi raffermo con distinta stima

di V. M. R.Votre Dévoue et obb. serviteur

I. Card. Archevêque

Ferrara, 8 Ottobre 1844

Je me recommande de nouveau pour les très sœurs le plutôt possible deux pourl’hôpital, et une pour la Consolation

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Suor Agata Vaccari, nativa di Ferrara, morì a soli 25 anni il 28 ottobre nel 1844. Si veda infra la let-tera di suor Rosalie Thouret a M. Généviève Boucon, Roma 4 novembre 1844.

/97/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 25 ottobre 1844

Dieu Seul!Rome, 25 octobre 1844

Ma très chère et Révérende Mère

Je viens par la première poste vous donner nouvelles de mon voyage.J’ai eu cette fois la compagnie de deux excellents religieux avec lesquels j’aiprié jour et nuit. Nous avons mangé ensemble les provisions de SœurGénéreuse1 et ils ont été fort contents de moi. Ils m’ont exempté la visite dumilitaire au fusil.

J’arrivai hier à 3 heures après-midi avec une forte pluie. Je trouvaitoutes nos chères sœurs bien portantes. Elles vous remercient toutes du beaucadeau des robes qui leur ont fait grand plaisir, venant de votre part. Nos filles

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sont quelques fois des anges et d’autres fois des diables. Elles se sont révoltéesavant hier contre Monseigneur le Commandeur; il faut s’attendre chaque jourà quelques nouveaux orages. Cependant, toutes aiment nos sœurs, et cela nousfait espérer que le temps les arrangera. J’espère que vos prières nous aiderontà obtenir de Dieu le bon succés dans cette oeuvre qu’il nous a confiée et qu’elleretournera toute à sa plus grande gloire.

Je vous remets une lettre que Sœur Antoinette m’a envoyée depuisModène où elle a laissé une robe pour vous que je ferai venir par occasion.Voilà encore deux lettres de nos sœurs qui vous demandent les Saints Vœux,joint aux deux autres que je vous laissai. Si vous pouvez m’envoyer la réponsede permission pendant que je suis à Rome, vous me ferez plaisir. Je prévoism’y arrêter encore une quinzaine de jours. Tous nos cardinaux sont encore àla campagne et ne seront de retour qu’après la Toussaint. Nos filles ont déjàfait une vignata au sortie, au nombre de 300 et plus. Nos sœurs les ont accom-pagnées et en ont été fort contentes; quand elles veulent, elles savent êtrebonnes.

Vous êtes dans les Saints Exercices; rappelez-vous de nous toutes eten particulier de moi qui en ai besoin de toutes les manières. J’ai trouvé icides nouvelles de nos maisons de Modène, Reggio, Ravenne et Ferrare quigrâce à Dieu vont toutes bien. J’ai aussi trouvé à mon arrivée à Rome, nossœurs de Tivoli2 qui étaient venues faire une course avec Mr. le ChanoineCarlandi.

Aujourd’hui, elles sont reparties, bien contentes d’avoir eu vos nou-velles par moi. Elles vous présentent toutes leurs respects ainsi que nos bonnessœurs qui s’unissent à moi pour vous renouveler l’expression de leurs senti-ments affectueux.

Veuillez être mon interprète avec nos chères sœurs Sophie, Généreuse,Fèbronie, Céleste et toutes dont j’ai reçu mille accueils et croyez que je suis etserai toujours

Ma très chère MèreVotre toute dévouée et obéissante Fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Da Roma, dove aveva accompagnato le Suore destinate al Conservatorio di S. Spirito in Sassia, SuorRosalie aveva raggiunto Napoli. Dopo dieci anni di lontananza aveva rivisto Madre GénevieveBoucon, Suor Febronie e tutte le sue prime compagne, fra cui, appunto, suor Genereuse Caillet, aquanto pare incaricata della dispensa di Regina Coeli. Cfr. A. DUFFET, Les premieres compagnes deJeanne-Antide, passim.2 Dal 1838 sei suore della Carità dirigevano il Conservatorio e la Scuola gratuita di Tivoli. Cfr.Registro Generale delle Suore della Carità, in AGSdC.

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/98/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 4 novembre 1844

Dieu Seul!Rome, 4 novembre 1844

Ma très chère et Révérende Mère

Quoique je m’attendais depuis quelques temps à la perte d’une de nosbien-aimées Sœurs, c’est toujours avec douleur que je reçois ces nouvelles etque je viens vous les communiquer. Notre chère Sœur Agathe Vaccari1 âgée de25 ans et de 4 de vocation, native de Ferrare est décédée le 28 octobre dernierd’une maladie de consomption qui nous l’a enlevée dans le court espace de 5mois. Je l’avais conduite dans son air natal pour éviter les conséquences de lamaladie qui la menaçait, mais le Seigneur la voulait pour lui, il a fallu en fairele sacrifice. Sa vie a été des plus exemplaire dans la communauté, soit par sarégularité, sa douceur, sa complaisance envers tout le monde et sa charitéenvers les pauvres, qu’elle servait de tout son cœur. Sa candeur, sa délicatessede conscience étaient admirables. Durant sa maladie elle a édifié, non seule-ment nos sœurs qui la servaient, par sa grande patience et résignation à souf-frir sans la moindre plainte les douleurs aiguës de son mal, mais encore lesecclésiastiques qui la visitaient et surtout le digne Cardinal-Archevêque qui sou-vent allait la voir et admirait la paix et la sérénité de cette belle âme, jusqu’audernier moment. Nos sœurs m’écrivent que lorsqu’elle était déjà en agonie, elleleur a dit de me saluer, de me remercier et que lorsqu’elle serait en paradis elleaurait recommandé à son Divin Epoux les besoins de toute notre communauté.

Voilà donc une nouvelle protectrice que nous avons au Ciel, et en voilàtrois dans le cours d’une année. Le Cardinal Archevêque a voulu lui-même satis-faire aux frais des funérailles et autres dépenses, dont je voulais me chargerparce que cette sœur était hors du nombre de l’Etablissement, disant que encompensation nous lui donnions d’autres Sœurs dont il avait besoin.

Il a fait assister jour et nuit, pendant une 10ne de jours, notre chèresœur, par le vicaire général et plusieurs pères Jésuites.

Après la relation de la mort, je viens à celle des vivants: toutes noschères sœurs se portent bien grâces à Dieu, qui journellement ranime leur cou-rage pour travailler à la réformation de la grande famille qu’il leur a confiée,et dont une lueur d’espoir commence à paraître, remarquant dans leurs élèvesplus de docilité, plus de calme et d’union entre elles. Nos Cardinaux sont encoreà la campagne, mais un d’entre eux qui vint à Rome pour quelques jours, nousvisita et nous promit de nous aider de tout son pouvoir et dit qu’il viendrait lui-même faire quelques jours d’exercice à nos filles.

LETTERE (1813-1853) 205

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206 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Je prévois devoir m’arrêter encore une quinzaine de jours, mais avantmon départ, je vous écrirai, comme j’espère à mon tour recevoir vos chères nou-velles qui sont précieuses à toutes et à moi en particulier.

Je vous prie d’offrir mes respects au révérend père et mes amitiés à noschères sœurs Sophie, Généreuse, Barbe, Céleste, Raphaël et à toutes, les remer-ciant de leur affectueuse attention pendant mon séjour à Naples, et vous, machère Mère. je ne puis que vous exprimer faiblement ma reconnaissance et l’at-tachement respectueux et sincère avec lequel je suis

Ma Révérende Mèrevotre très humble et obéissante fille en J.C.

Sœur Rosalie Thouret

PS. Après avoir écrit la présente, je reçois la vôtre du 2 du courant dont je vousremercie ainsi que des bonnes nouvelles que vous m’y donnez.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Su questa giovane ferrarese, entrata nel noviziato di Modena, vedi supra la lettera del card.Ignazio Cadolini a Suor Rosalie Thouret, Ferrara 8 ottobre 1844.

/99/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 6 dicembre 1844

Dieu Seul!Modène, 6 décembre 1844

Ma Très chère et Révérende Mère

Voici 10 jours que je suis de retour dans notre chère maison de Modèneet où grâces à Dieu, j’ai trouvé nos sœurs bien portantes et ce qui est consolant,dans une paix et une union parfaite.

L’avant-veille de mon arrivée, 8 sœurs de Savoie me précédèrent, 5autres qui étaient venues pendant mon absence, 2 que j’ai conduit de Rome fontune augmentation de 15: Nous en avons bien besoin pour toutes les demandesque l’on nous fait. Le jour de l’Immaculée Conception nous donnerons le SaintHabit1 à 6 capettes et la capette à 12 aspirantes. Tout cela m’a donné de l’occu-pation jointe aux autres besognes que j’ai trouvées à mon arrivée.

Mon voyage a été heureux; il ne pouvait en être autrement. J’avais avecmoi le corps d’une sainte martyre pour nos sœurs de La Roche2. Je pense quevous aurez reçu par la diligence un paquet contenant une robe grise et 2 livres

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que je vous avais annoncé avant mon départ de Rome. J’ai déjà reçu plusieurs foisles nouvelles de nos chères Sœurs romaines et grâces à Dieu, elles sont satisfai-santes. Elles ont de la besogne et des difficultés, mais elles recueillent déjàquelques fruits de leurs travaux. Les cardinaux se montrent contents de cequ’elles ont obtenu jusqu’à présent de leurs filles, et en leur faisant ma dernièrevisite, ils m’assurèrent de leur protection et de leur appui pour nos sœurs, et mon-trèrent quelques désirs d’en avoir d’autres pour les enfants trouvés, petits quisont dans le même local et pour d’autres vues lointaines. J’espère que moyennantla correspondance de nos sœurs qui sont bonnes et vos prières, Dieu bénira cettemaison et la rendra florissante à la gloire et à l’honneur de notre Saint Institut.

J’ai reçu votre dernière lettre et je me réjouis des bonnes nouvelles quevous m’y donnez touchant les progrès de nos maisons, mais je sens aussi com-bien de soucis et de sollicitude elles vous occasionnent. Que le bon Dieu vousdonne le courage et les forces ainsi que les lumières pour guider la grandefamille qui vous est confiée. Je sens vos besoins et je ne laisse pas de les repré-senter à Notre Seigneur. Je vous prie d’être mon interprète près du Révérendpère Jean, de nos chères sœurs Sophie, Généreuse, Céleste, Fébronie et toutesen général, leur conservant sincèrement un souvenir d’amitié et de gratitudepour toutes les bontés qu’elles m’ont témoignées. A vous ma chère Mère, je nepuis que réitérer les sentiments du plus tendre attachement, joint au respect età la vénération que je vous porte et avec lesquels je suis

Ma Révérende Mèrevotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

128 Con la vestizione dell’abito religioso la novizia (Cappetta) riceve all’altare anche un nuovo nome;ormai è una Suora della Carità, pronta a lasciare la casa di formazione per l’impiego in una delleopere dell’Istituto.129 Erano le reliquie della martire Florentina, ritrovate nel 1819 durante gli scavi nel cimitero diCalepodio presso Roma. Suor. Rosalie, con l’autorizzazione della Curia romana e di quella modene-se, le fece pervenire alla Casa Provinciale di La Roche (Savoia), dove sono tuttora venerate.

/100/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 23 dicembre 1844

Molto Rev.da Madre

Non già che sia adontato con V.M.R. ma solo sono dolentissimo nelvedere quivi tanti bisogni da riparare, cui sebbene l’Egregie di Lei Consorelle

LETTERE (1813-1853) 207

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208 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

adoperino le migliori plausibili cure, pur non bastano all’uopo nella ristrettez-za in che rinvengonsi, di numero, e perché a taluna di loro se non lo zelo che èindefesso, vien manca la forza di sanità.

Ora conoscendo io che alle anzidette urgenze potrebbe V. M. appienprovvedere col maggior decoro del proprio sì benemerito Istituto, ove più este-so fosse lo stuolo delle lodate sue Figlie, così sono persuaso che mi seconderà aimiei desideri, il più tosto per questo Spedale inviandomi tre almeno di operosecorreligiose, le quali attendo da qualche tempo con somma ansietà, e per cuiora raddoppio di nuovo le mie istanze.

Intanto nella lusinga di sollecitissimo esaudimento le anticipo sincereazioni di grazie, le quali le rendo altresì pei voti di felicità, che di vero cuore lericambio invocandole da Gesù mille affettuose Benedizioni.

Mi raccomando alle calde di Lei preci, e mi riaffermo con distinta stima

di Vostra M. M.to Rev.daSuo affez.mo e dev.mo

obbl.mo Servo nel Signore+ I. Card. Arcivescovo

Ferrara, 23 Dicembre 1844

PS. Ella mi avea promesso anche da Roma le due Sorelle per l’ospedale e unaper la Consolazione, e essa di tre me ne dà una? O povero me! Davvero, che Ellami fa passare cattive Feste… A Lei il raddolcire tanto amaro, che mi fa inghiot-tire. Ora Bologna, ora Roma, ora Reggio mai Ferrara sebbene la prossima e piùtenera…

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/101/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 1 gennaio 1845

Que Dieu soit louéM.R.

Á vous éprouver, que je n’ai point de méfiance à votre sujet, je me suisempressé de vous envoyer Sœur Alphonsine1 avec les autres que vous m’avezdemandées, avant l’adresse de votre lettre dernière croyez–moi il n’y a pas de

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quoi je dois vous faire le tort de m’en douter quant aux meilleure dispositionsobligeantes, que vous me signifiez pour me favoriser; je vous assure que je vousen ai bien de remerciement.

Cependant de la façon la plus touchante je vous prie de vous rappelertoujours le très grand besoin, qu’il se fait ici, de vos Sœurs: c’est par là que jevous prie même de me donner, ainsi que le change, que vous m’avez promispour Sr Justine, une Sœur pour la Consolation, et deux autres au moins pourl’Hôpital; ce qui me fera vivement espérer que j’en aurai un nombre plus avan-tageux au plutôt que vous le pourrez.

Plût à Dieu que mes vœux s’accomplissent dans fort peu de jours; jeserai très-heureux!

Daignez vous souvenir de moi pendant que vous et votre Communautévous suppliez notre Père, très aimable, qui veuille bien être mon aide auMinistère qu’il me faut exercer. Je suis à vous avec plaisir

Votre très dévoué affect.ment+ I. Card. Arch.

Ferrare, 1. 1. 1845

PS. Le Secrétaire a voulu écrire en Français; mais il a besoin de toute votre indul-gence. Je vous en prie envoyez moi le plutôt possible les Sœurs.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta di suor Alfonsina Capaci (Ravenna 23 aprile 1815 - Fusignano, Ravenna, 13 marzo 1884),che era entrata a 23 anni nel noviziato di Modena. Da subito si era distinta per lo spirito di racco-glimento e di preghiera, disimpegnando con esattezza e zelo i vari impieghi a lei affidatidall’Istituto e sostenendo per parecchi anni il grave e delicato ufficio di Sorella Servente (Superiora).Cfr. Registro della Comunità, in APSdCF.

/102/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 5 gennaio 1845

Molto Rev.da Madre

Sono riconoscente ai voti che nelle passate feste natalizie ha avuto labontà di presentare a Dio per me, e può essere certa che grato a questo senti-mento di carità, come a tutto il bene che operano nel loro zelo le Sorelle dellaCarità in questa Diocesi, non ho mancato di pregare per Lei e per tutte le sue

LETTERE (1813-1853) 209

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210 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

figlie i doni celesti che valgono non solo a compensarla per tante buone opere,ma perché si aumenti sempre più il loro zelo e la loro carità.

Se Dio poi mi esaudisce, come spero, non solamente si faranno più sante,ma si moltiplicherà altresì il loro numero, onde soddisfare al desiderio di altrepopolazioni.

Speravo di rivederla al suo passaggio per Modena, ma sento con piacereche si proporrà di rivedere in seguito queste sue Figlie.

I due stabilimenti prosperano1 e Dio li benedice. Ella se ne potrà assicura-re allorché si recherà qui. Saluti tutte le nostre Ravennati: mi raccomandi sem-pre al Signore e mi creda

di Lei Molto Rev.da MadreAff.mo nel Signore

C. Cardinal Falconieri Arcivescovo

Ravenna, 5 Gennaio 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Si trattava dell’Ospedale e dell’Orfanotrofio femminile, ai quali era annessa, dal 1842, una Scuoladi Carità.

/103/Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 5 gennaio 1845

Ill.mo Signor Assessore

Mi fo’ un dovere di riscontrare, quantunque un po’ tardi per le miemolte occupazioni, la lettera di V.S. Ill. ma in data del 3 scorso Dicembre N°2167.

Io non ho nulla da eccepire sugli estremi del calcolo in quanto all’incas-sato ed allo speso, solo mi permetterò due osservazioni.

La prima si è che io riterrei non si dovessero da noi rifondere all’OperaPia le It.e £ 3.639,77. per Capitale di vino, legna, e fasci, stante chè questiCapitali trovansi sempre esistenti nei rispettivi Magazzini, come lo esigge unasimile amministrazione; se mai insorgesse il dubbio della loro esistenza alleopportune stagioni, è sempre in libertà de’ Superiori il verificarlo, e forse vi tro-veranno aumento, e non diminuzione.

Siccome poi a termine del Capitolato che fu sottoscritto il 25 Gennaio1843, dal N.U. Consultore Roncaglia per l’Eccelso Governo, dal Presidente Conte

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Bentivoglio per l’Opera Pia, da me e dal Sindaco Don Galvani per la miaComunità Religiosa e successivo Dispaccio Governativo 3 febbraio 1843 viendomandato dalle Sorelle della Carità la somma di It.e £.1.000 annue per lamanutenzione del loro mobilare, e biancherie, e per le spese di medici e medi-cine, ogni qualvolta queste £. 1.000 restino comprese nell’annuo assegno delle£. 35.500, e siccome il fatto ha provato che vi son rimaste realmente, così iochiedo che ci siano dedotte dal debito di amministrazione le nominate £. 1.000per l’anno 1843 come le chiederò per l’ultimo scorso 1844, o ci siano in altramaniera pagate.

Eccole, Ill.mo Signore, le mie sole osservazioni, mentre ho l’onore di ras-segnarmi colla più ossequiosa stima

di V.S. Ill.maUmil.ma ed Ubbid.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

/104/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara, 6 gennaio 1845

Que Dieu soit louéM. R.

Il me faut vous remercier des soins et des obligeants sentiments, quevous avez daigné m’exposer dans votre lettre, qui m’a été remise par SœurAlphonsine; en attendant si je vous en sais bon gré, je me flatte aussi qu’autantqu’il se peut, vous vous empresserez de remplir tout-à fait mes désirs, que jevous ai notifies; car il me tient fort à cœur le très grand besoin dont je vois cetteville être au beaucoup plus dominée, de la charité bien pieuse de vos Sœurs .

Priez toujours Dieu pour moi, qui de même, qu’il vous souhaite unesanté assez florissante, se plait distinctement à se résigner.

Ferrare 6 Janvier 1845

Mon Secrétaire veut toujours écrire en Français, mais… Le besoin est grand, etpressant à l’hôpital de deux Sœurs au moins parce que il faut leur confier la linge-rie, la cuisine, enfin tout… et il en faudra sans doute huit pour l’administration dumême Hôpital. Veuillez, ma Mère, tâcher le plutôt que vous pouvez de m’en four-

LETTERE (1813-1853) 211

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212 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

nir soit pour l’Hôpital, soit pour les autres Maisons. Je ne cesserai jamais de vousimportuner; en attendant et avec la plus sincère affection que j’ai l’honneur d’être

Votre très dévoué Ser.I. Card. Archevêque

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/105/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 14 gennaio 1845

Eminence

Je viens vous prier de permettre à Sœur Colombe qui est aux Orphelinesde se rendre àModène pour se préparer à faire la profession avec plusieurs autresqui aspirent à cette grâce, assurant V.E. qu’elle retournera après l’avoir fait.

Je dois encore prier V.E. de vouloir se prêter à mes besoins qui sont trèsurgents, et ce serait de faire le change d’une sœur des Orphelines déjà forméecontre une plus jeune sans que les emplois s’en ressentent beaucoup. J’auraisbesoin de Sœur Thérèse ou de Sr. Généreuse. Je laisse au choix de V.E. de retenirl’une ou l’autre désirant la contenter comme elle le mérite. Si je prends Sr.Thérèse, Sr. Concette peut la remplacer ayant une longue expérience de la mai-son et lui donnant une aide pour l’Ecole; si au contraire je prends Sr. Généreuse,il y aura simplement à la remplacer dans l’emploi qu’elle occupe. Je préviens V.E.que je n’ai encore parlé à personne de ce projet et que j’attendrai de le faireaprès avoir reçu une réponse de V.E. Je suis fâchée de devoir déranger les emplois,mais ce n’est que pour satisfaire à un besoin des plus urgents qui me force à sup-plier V.E. de m’aider dans cette circonstance, ayant toujours fait mon possible afinque les sujets répondent à la juste attente de V.E. et à la protection dont elle leshonore, persuadée d’obtenir ce que avec toute confiance je viens de lui exposer,et la remerciant de la flatteuse lettre que j’ai reçue dernièrement de V.E., j’ail’honneur d’être avec les sentiments de reconnaissance, de respect et de vénéra-tion les plus sincères et les plus dévoués

de V.E.La très humble et très obéissante

[Sr Rosalie]

Modène, 14 janvier 1845

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

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/106/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 15 gennaio 1845

R.a Madre Provinciale

Scrivo dall’Ospedale dove sono venuto dopo aver parlato a lungo conl’Em. Legato1.

Per molti gravissimi motivi anche per il bene delle Sue, e mie Figlie,e per ovviare a dispiaceri, e imbarazzi per esse, è assolutamente necessario,che subito prendano in custodia la Guardaroba. Or dunque si degni Ella man-dare subito gli ordini opportuni, o piuttosto venga, ma per carità, ne la prie-go, ne la supplico quanto più so, mi porti, o mandi una quarta indispensabi-lissima per lo Spedale; creda che è il caso dell’estremo vero bisogno, e ch’el-la mi obbligherà con ciò in guisa che non saprò dal canto mio nulla mainegarLe.

Resto di cuore, e nell’impazienza della più sollecita condiscendenza

Suo legittimo Servo nel Signore+ I. Card. Arcivescovo

Ferrara, dallo Spedale, 15 Gennaio 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta del card. Giuseppe Ugolini, Legato Pontificio.

/107/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 18 gennaio 1845

Molto Rev.da Madre

Avevo già inteso Domenica scorsa, che fui alla Festa del Cuor di Maria,dalla stessa Suor Colomba la speranza di essere chiamata a Modena per emet-tere i suoi Voti, ed anzi, in confidenza le dico che mi richiese uno straordinarioin questa circostanza siccome si combinò che avrei procurato di far venire il P.Bracard, il quale avrebbe potuto fare un Ritiro alle Suore come al solito, così laprego di farmi conoscere quando abbia stabilito di chiamarla onde possa sod-disfare un sì giusto suo desiderio.

LETTERE (1813-1853) 213

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214 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Vengo ora all’articolo riservato, di cui neppure io ho fatto parola conalcuno. Le confesso che se da un lato mi fa pena la sua ristrettezza, dall’altrovedo che togliere una Suora dalla Casa delle Orfanelle, quell’impianto che pro-cede sì bene ne va a soffrire. Di fatti: le Signorine hanno due Suore e sono sopra30 di numero. La Superiora v’impiega qualche ora, ma è troppo divisa dallaDirezione della Casa.

Le Povere sono più di 50 ed hanno due Suore anch’esse, se le privassi-mo di una, quella Scuola, che a mio parere procede ancor meglio di quella delleSignorine, si pentirà assai. Le orfanelle finalmente restano con due ed il loronumero deve montare a 30.

Veda dunque bene Lei Madre che per soddisfare la sua ristrettezza nonvenga a formare due mezze case insufficientemente fornite .

I P.P. Gesuiti dopo la loro ripristinazione aprirono molti collegi e poi condisgusto di popoli e con deterioramento della riputazione furono costretti achiuderne tre in una volta. Se si trattasse di un qualche mese si pazienterebbepoiché la Suora che parte verrebbe rimpiazzata d’altro soggetto, ed il difettosarebbe temporaneo. In questa supposizione non resterebbe che la scelta tra ledue che propone.

In allora la prego di porsi alla presenza di Dio e di cercare unicamentela di Lui maggior Gloria posposto ogni umano riguardo e adoperando la pru-denza necessaria in questi casi, prudenza di Dio e non dal mondo che lo Sp. S.chiama stoltezza.

Ella conosce le sue Figlie, conosce come procedono le cose: Ella deveprocurare il vero bene delle Case, sì che non tutte loro sono atte a governare,che talvolta conviene tollerare qualche difetto in chi governa perché ha piùsenno, ma tal altra vuole il sacrificio del senno a particolari circostanze, in fineElla come collocata da Dio alla Direzione delle Case affidatele ha diritto ai lumiparticolari che Dio stesso mai nega ai Superiori che con umiltà e piena confiden-za ad Esso ricorrono; quindi nel caso supposto (poiché altrimenti potrebbe nuo-cere a questo Pio Luogo senza contentarne altro) Ella si regoli con quella retti-tudine che la distingue e che Le ha cattivato l’amore di tutte le Suore, e libera-mente decida come il Signore le ispira.

Mi raccomando alle sue orazioni e mi creda

di Lei M. R. MadreAff.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Ravenna, 18 Gennaio 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

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/108/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri,

Modena 21 gennaio 1845

21 Janvier 1845Éminence

Bien que V.E. ait la bonté de me laisser libre pour me décider à l’égarddes sœurs que je lui ai proposée d’après les réflexions qu’elle me fait faire, jen’ose me décider dans la crainte d’entraver le bon acheminement de cette mai-son J’eusse été plus à mon aise si V.E. eût prononcé un oui, ou un non décisif, etdans cette incertitude je laisse plutôt de côté l’idée que je lui avais communi-quée. Cependant j’aurais une sœur mûre d’âge, instruite, qui pourrait en peu detemps prendre la pratique et remplacer Sr. Thérèse avec plus d’avantage, ayantplus d’expérience, mais n’ayant pas une santé très robuste pour des grandesfatigues; ou bien je prierais V.E. de permettre que je en mette une de surplus auxécoles pour qu’elle y prenne la pratique afin que lorsque je serais forcée de pren-dre une Sœur, celle-ci puisse la remplacer sans que l’emploi en souffre. Laremarque que V.E. a la bonté de me faire faire au sujet de l’acceptation des mai-sons est très juste mais je puis l’assurer que je me refuse le plus que je peux, etque ce n’est qu’autant que je suis forcée par des circonstances impérieuses aux-quelles je ne puis m’opposer que je me rends aux instances que l’on me fait, carje sens très bien qu’il faut être capable de remplir la charge que l’on accepte.

Pour Sœur Colombe je désirais qu’elle fût ici pour les premiers jours dumois de février, et s’il lui était égal d’avoir ici l’extraordinaire ce serait peut-êtremoins incommode pour V.E., au reste je laisse à sa bonté paternelle d’en juger etde l’envoyer en compagnie d’une autre afin qu’elle ne fasse pas le voyage seule.

[Sr. Rosalie]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/109/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 24 gennaio 1845

Que Dieu soit louéMère très R.

Il est bien charmant pour moi que de lire toujours dans vos lettres obli-geantes les bonnes dispositions, que vous voudrez incessamment sentir au sujet

LETTERE (1813-1853) 215

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216 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

de mes désirs; je vous en remercie, et je vous prie de nouveau de vous acquit-ter de votre parole le plus tôt que vous pourrez.

C’est mon très grand vœu que vos prières que vous adressez à Dieu carelle sont trop nécessaires pour celui qui a l’avantage de se répéter.

Votre très affect.ment dévouéI. Card. Cadolini

Ferrare, 24 Janvier 1645

PS. Veuillez je vous en prie, tacher de satisfaire le plus tôt possible aux pressantsbesoins qui me forcent à ne cesser de demander, et de vouloir au plus tôt uneautre Sœur, en attendent les autres.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/110/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 25 gennaio 1845

Ravenna, 25 Gennaio 1845

Molto Rev.da Madre

Il Padre Broccard è venuto e Suor Colomba partirà presto, giovedì perModena unitamente a Suor Teresa1 che mi dice essere da Lei chiamata adaccompagnarla; così il primo di febbraio, secondo il suo desiderio, Ella avrà que-ste due sue Figlie presso di Lei, e Suor Colomba a cui il nome è molto ben appro-priato, farà i suoi voti.

Poiché Ella mi dice avere una Suora matura di età ben istruita e capacein poco tempo di rimpiazzare Suor Teresa sembrami che il Signore dia a Lei unaispirazione atta alle circostanze. L’essere di poca salute non mi sembra per ilmomento di gran difetto.

Non credo che vi sia gran fatica a sostenere a molta prudenza ad ado-perare: ad ogni evento se la salute non reggesse vi porrebbe Ella rimedio secon-do espediente che suggerisce di mandare cioè per qualche tempo una suora dipiù, fino a tanto che la nuova Suora possa rimpiazzare la inferma. Si raccoman-di al Padre dei lumi, e decida liberamente.

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Suor Colomba è una vera Colomba e la rivedrò molto volentieri, e conLei quando potrò parlare di nuovo? Ella ha molto di spirito: intendiamocela franoi due soli che soli credo siamo imparziali non può agire sopra di noi alcunadi vista di passione cerchiamo la Gloria di Dio ed il ben essere della suaReligione e non rendiamo conto ad alcuno dei nostri sentimenti. Anche la pre-sente non è conosciuta d’alcuno e raccomandandomi alle sue orazioni mi con-fermo

di Lei Molto Rev.da MadreAff.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Suor Teresa Biset (Chambery 1820 - Nizza 1880), nativa della Valle d’Aosta, nel 1838 fu accolta frale Suore della Carità nel noviziato di Modena, dove fin dagli inizi diede prova di possedere un’au-tentica vocazione per la vita religiosa. Suor Rosalie la ritenne già sufficientemente colta e prepara-ta, quando nel 1842 le affidò la direzione dell’orfanotrofio di Ravenna; la inviò poi a Cesena (1846)e a Pesaro (1847) perché riorganizzasse in forma adeguata, in entrambe le città, gli orfanotrofitenuti dall’Istituto. In seguito fu destinata ad insegnare nelle Scuole della Provvidenza di Bolognae, più tardi, alla direzione di altre istituzioni educative in Italia e in Francia. Su di lei: SUORE DELLACARITA’, Necrologie delle Sorelle defunte nell’anno 1880, Roma 1881, p. 29; P. MANTANI, La presen-za delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret nell’orfanotrofio e nell’ospedale diCesena, in S. ARIETI, G. CAMAETI, C. RIVA (a cura di), Sanità e società a Cesena 1297-1997. Atti delConvegno di studi storici (Cesena 6-8 dicembre 1997), Edizioni Il Ponte Vecchio, Cesena 1999, pp.269-270.

/111/Luigi Marabini a sr. Rosalie Thouret, Modena 5 febbraio 1845

N° 216 Prot.° Gen.le5 Febbraio 1845

Alla Molto Rev.da M. Prioradelle Sorelle della Carità in Modena

Io mi reco ad avere ed a compiacenza insieme il compiegare alla M. V.Molto Rev.da copia conforme dell’ossequiato dispaccio Governativo N° 203direttomi li 24 Gennaio p. p. in testimonianza degli elogi meritati presso laSuperiore Autorità per la regolare, ed utile amministrazione sostenuta da code-ste Rev.de Sorelle degli Stabilimenti Loro affidati.

LETTERE (1813-1853) 217

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218 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

A scopo poi, ed in analogia all’anzidetto dispaccio devo notare che pelcredito della Pia Azienda in £ 3.639,77 per Capitali di Vino, Legna, e Fasci passoad ordinare alla Ragioneria di addebitarne lo Stabilimento, da rimborsarsi poinegli anni avvenire come parsi meglio riconosciuto.

Sul buono poi delle italiane £ 1.943,99 verranno calcolate simili £ 1.000in causa della manutenzione del mobilare, e biancheria e per la spesa di medi-cine.

Ritenuto da ultimo, che ital.ne £ 399,95 servono ad appareggiare ilresoconto dell’anno 1843. le residuali italiane £ 543,99 saranno a minorazionela spesa dell’anno medesimo .

Compiuto per tal modo a quanto mi incombeva godo di rinnovare allaLodata M. V. Molto Rev.da, li sentimenti della distinta mia stima e particolareconsiderazione

Marabini

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b.2332, f. 191

/112/Sr. Rosalie Thouret all’Assessore di Modena, Modena 19 febbraio 1845

Illustrissimo Signor Assessore

Rimetto a V.S. Ill. ma le Tabelle di spese e di giro di Guardarobbe cheformano il resoconto dell’amministrazione dell’anno 1844.

Vedrà dalle Somme ricevute e dall’avanzo dell’anno 1843. che le nostrespese sono inferiori in 3.457,08 benché vi siano incluse la Casa di Dio e le Spesedella Lavanderia, per cui mi fo animo a dimandare sopra quelli avanzi la solitasomma di £ 1.000 in compenso di spese, per la nostra religiosa Comunità, dibiancheria, Medicinali, come l’Eccelso Governo si è degnato accordarlo per l’an-no 1843. Con la lusinga di aver soddisfatto al nostro dovere passo col più distin-to ossequio a ripetermi

di Vostra Sig.ia Ill.maUmillissima ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

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Prot.lo Gen.le N. 386.21 Febbraio 1845——————————D. 22. d.

Si passi il tutto alla Ragioneria per le opportune verifiche e per quantoè di suo Istituto, abilitandola intanto a calcolare a vantaggio delle RR. Sorelle lechieste It. £ 1.000, del che ne verrà poi al suo tempo implorata l’approvazioneGovernativa giusta: riferirà quindi il risultato delle seguite operazioni.

MarabiniD. Verzoni ff. di Segr.riaProt.o Rag.a N. 499addì 26 Febbraio 1845

A Sua Signoria Ill.maIl Signor Assessore dell’Opera Piadi Modena

(Allegata la Tabella delle Spese)

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

/113/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini, Modena 2 marzo 1845

Éminence

Il est de mon devoir de prévenir V.E. que Notre chère Sœur VictoireBezzi qui est à l’hôpital de Ferrare est arrivée au terme prescrit par nos S.Règles pour faire la profession des SS. Vœux en usage dans Notre Con-grégation. Elle en a témoigné le désir depuis longtemps et sa conduite estirréprochable. Je prie donc V.E. de lui vouloir accorder cette faveur pour lafête de l’Annonciation jour dans lequel les Sœurs professes font la rénovationde leurs vœux.

Elle aura besoin d’un huitaine de jours pour se préparer par la retraiteà cette grande action: une Sœur des autres maisons pourrait la suppléer dansson emploi pendant les 8 jours qu’elle employera à la retraite.

LETTERE (1813-1853) 219

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220 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Je n’ai pas oublié les promesses que j’ai faites à V.E. et que je réaliseraisitôt qu’il me sera possible; il y entre aussi l’excellent marquis Fiaschi1 pour sesorphelines qu’il faudra contenter car il mérite toute considération.

Pleine de respect, de gratitude, et des sentiments les plus dévoués, j’ail’honneur d’être

de votre EminenceLa très humble et très obéissante servante

[Sr. Rosalia Thouret]

Modène, 2 marzo 1845

Lettera di una facciataMinuta, APSdCF

1 Il marchese Alessandro Fiaschi, terziario francescano, era membro della Confraternita delSantissimo Rosario, la quale aveva la sua sede nella Chiesa di San Domenico e nell’attiguo conven-to, che egli stesso aveva provveduto a restaurare. Grande estimatore del card. Cadolini, lo coadiu-vò attivamente nel settore della beneficenza, ricoprendo vari incarichi amministrativi; fu presiden-te del Conservatorio di Santa Maria della Consolazione, amministratore di quello di San GiovanniBattista, sindaco della Chiesa di Sant’Elisabetta delle Terziarie dell’Ordine Francescano. Nel 1845figurava anche tra i membri del consiglio di amministrazione dell’Università di Ferrara.

/114/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 4 marzo 1845

Molto Rev.da Madre

Relativamente alla Professione dei Santi Voti di questa sua ottimaConsorella pel giorno nel foglio da V.M. indicatomi, di tutto grado vi presto ilmio consentimento, e già ne ho parlato al mio Vicario, onde procedasi all’inten-to colla maggior regolarità.

Quantunque io lodi il suo buon desiderio di secondare le plausibiliintenzioni dal nostro Egregio Sig. Marchese Fiaschi a pro delle Orfanelle, per lequali essendone padre e pastore sento altresì il più vivo interessamento, purnondimeno emmi d’uopo significarle, che anzi tratto assai proficuo tornerebbeil provvedere agli urgenti bisogni, che ha questo Arcispedale, delle zelanti sol-lecitudini delle benemerite di Lei Correligiose, mentre avendo io anche testèconosciuto le pressanti inchieste, che col massimo calore ne fa l’E.mo Sig.Cardinale Legato, che ne anela giustamente la loro più numerosa famiglia,andrei invero dolente, se non avesse di presente, e senza il minor possibile indu-gio a fruire l’encomiato porporato una obbligantissima preferenza, cui potreb-

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be Ella in breve far succedere gentile adesione alle brame dell’anzidetto Sig.Marchese1.

In frattanto voglio sperare che V.M.R. efficacemente accoglierà lemie premure, destinando per la soprintendenza particolarmente dell’Am-ministrazione di esso Pio Luogo quante sue Religiose crederà all’uoponecessarie.

Raccomandandomi alle fervorose di Lei orazioni, mi raffermo condistinta stima

di V. M. M.to Rev.daAff.mo Obbl.mo

Servitore vero in GesùI . Card. Arcivescovo

Ferrara, 4 Marzo 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Tanto dal punto di vista pastorale quanto sotto il profilo politico, sembrava opportuno dare la pre-cedenza al servizio dell’Arcispedale di Sant’Anna, campo d’azione ben più vasto del Conservatorio-reclusorio di San Giovanni Battista, del quale era amministratore lo zelante marchese Fiaschi. Solonel 1847 tre Suore della Carità figureranno, in qualità di “moderne direttrici”, tra il personale delConservatorio-reclusorio di San Giovanni Battista. Cfr. A. VISSER, Le Suore della Carità a Ferrara. Tracronaca e storia, p. 81.

/115/Luigi Marabini a sr. Rosalie Thouret, Modena 17 marzo 1845

N° 511 Prot. Generale17 Marzo 1845

Alla Molto Rev.da M. Prioradelle Sorelle della Carità

in Modena

All’importante oggetto di farvi e meglio conoscere a questo eccelsoProvinciale Governo Le favorevoli risultanze del reso conto preparato dalla M.V. Molto Rev.da sotto li 19. Febbraio p. passato per L’Amministrazionedell’Ospitale, Ricovero Donne relativamente all’anno 1844 p.p., con rispettivomio foglio del 7. andante Marzo N. 410. accompagnai in copia al prelodatoGoverno il rapporto di questa Ragioneria, che pienamente verificava il surrife-rito reso conto.

LETTERE (1813-1853) 221

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222 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Mentre S.E. il S. Cons. di Stato, Cauda, e M.se Governatore con osse-quiato dispaccio N. 755 del 13 corrente dichiara di convenire pienamente -in-quanto mi feci un dovere di rimostrare in prospetto, invitandomi a regolarmipel resto in consonanza delle idee spiegate nel precedente dispaccio N. 203 del24 scorso Gennaio del quale inoltrai copia uniforme alla M.V. Molto Rev.da conlettera N.216 del 5. Febbraio successivo, mi autorizza a fare, anche in nome delGoverno stesso, il ben dovuto encomio a codeste Reverende Sorelle pel com-mendevole modo, col quale regolare e l’interna condotta dei Pii Istituti provvi-damente affidati alle vigili religiose Loro cure, e l’economica amministrazionedi esse pel migliore vantaggio della Pia Azienda adempio colla più ingenua sod-disfazione il gradito Superiore incarico e mi rinnovo il piacere di attestare allaM. V. Molto Rev.da. L’invariabile mia stima e distinta considerazione.

Marabini

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

/116/Card. Ignazio Cadolini a Suor Rosalie Thouret, Ferrara 3 giugno 1845

Molto Rev.da Madre

Sono notissimi a V.R. i bisogni, che qui si hanno di Suore della Caritàoltre quella che occorre all’Arcispedale ed altra per le orfanelle di S. GiovanniBattista1; non posso assolutamente far senza di due Religiose almeno perl’Istituto delle Esposte2. V.R. me le ha promesse, ed io le attendo il più presto,onde provvedere a quest’ultimo stabilimento che assai mi preme.

Si degni adunque di secondare queste mie vivissime istanze, che io pureadoprerò ogni studio per avviare al Noviziato altre giovani aiutandole con tuttii sacrifici perché seco portino la conveniente dote.

Affine poi di viemmeglio nutrire e crescere in queste buone religiose lospirito del loro Istituto, in conformità di un discorso che meco tenne ultimamen-te l’E.mo Falconieri in occasione d’essersi qua recato, a senso eziandio delleRegole dell’Istituto stesso, sarebbe ottima cosa, che ciascheduna Suora facesseinvariabilmente ogni mese un giorno di Ritiro Spirituale, e per farlo con como-do si recasse alla Consolazione, ove destinerei un qualche soggetto che l’as-sistesse.

Intanto si disponessero così le cose che mentre l’una attendesse a talePio Esercizio, fosse da altra rimpiazzata, onde non rimanesse senza la necessa-

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ria assistenza lo stabilimento di sua dimora. In simil guisa amerei pure che sipraticasse per gli Esercizi Spirituali in ogni anno.

Un’altra cosa ancora mi piacerebbe, ed è ch’Ella si compiacesse di desti-nare una di queste religiose la quale soprintendesse alle altre pel miglior anda-mento delle loro funzioni o attribuzioni, ben inteso colla dovuta pienissimadipendenza da Lei.

Anche sopra questa parte gradirò ch’Ella si degni ove non abbia cosa incontrario di soddisfare ai miei desideri, ed in attenzione di grato riscontro, enella fiducia di essere prontamente favorito passo a raffermarmi colla piùrispettosa stima

di V.ra RiverenzaAff.mo Servo nel Signore

I. Card. ArcivescovoFerrara, 3 Giugno 1845

Mi raccomando mia buona Madre sospiro quanto più so elette sue Figlie per-ché immenso è il bisogno. Ella conti sulla mia Gratitudine.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta di un’istituzione sorta nel 1831, per impulso del sacerdote don Gioacchino Pedrelli, conlo scopo di raccogliere fanciulle orfane o abbandonate dai genitori ed “esposte a pericoli di pro-fittazione”, al fine di educarle e istruirle nei lavori domestici. Dopo la morte del Pedrelli l’opera fusostenuta dalla carità privata. Cfr. A. VISSER Le Suore della Carità a Ferrara. Tra cronaca e storia,p. 79.2 Lo stabilimento degli Esposti, detti anche “Bastardini”, istituito nel 1271, accoglieva oltre chebambini abbandonati anche donne “illeggittimamente incinte”, le quali, dopo il parto, restavanopresso l’Istituto ad allattare i figli. Lungo il corso dei secoli furono innumerevoli i mutamenti subi-ti dal vasto Comprensorio del Pio Luogo degli Esposti, al quale apparteneva anche il già menzio-nato Conservatorio di Santa Maria della Consolazione. Nonostante le reiterate richieste del card.Cadolini per ottenere le Suore della Carità in tutti gli Istituti, di fatto l’Ospizio delle femmineesposte, situato in via Ripagrande, resterà governato fino al 1862 dalla Superiora SecolareGiovanna Leandri “zitella esposta”. Cfr A. VISSER Le Suore della Carità a Ferrara. Tra cronaca estoria, pp. 85-90.

/117/Mons. Innocenzo Castracane1 a sr. Rosalie Thouret, Cesena 28 giugno 1845

Molto Rev.da Madre

Desideroso di migliorare le condizioni di questo mio Orfanotrofio e direndere le povere giovani, che vi sono ricoverate più utili a se medesime ed allaSocietà, locché solo si può sperare di conseguire con una più regolare discipli-

LETTERE (1813-1853) 223

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224 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

na, mi rivolgo a Lei per interpellarla se potesse favorirmi due delle di Lei Suore,alle quali vorrei affidare l’Orfanotrofio2 stesso nel caso mi riuscisse mandare adeffetto questo mio divisamento.

So per le relazioni, che tengo coll’E.mo Arcivescovo di Ravenna quanto sitrovi Egli contento di averle allocate nel suo Orfanotrofio, ed Ospitale infermi, esarei certo io stesso di procurare un bene alla mia Diocesi e di procacciarmi lebenedizioni di tante famiglie, se mi sarà dato di presto conseguire quanto bramo.

Ho anzi manifestato a quell’Eminentissimo un tale mio desiderio e vi hafatto plauso, promettendomi di più di quanto sarà da Lui di darmi tutta lamano per più facilmente e sollecitamente riuscirvi.

Premesso tutto ciò io pregherei la di Lei bontà a volervi significare alpiù presto, se possa Ella convenire nella mia domanda per quale tempo ed aquali condizioni, onde avutane la risposta, io possa accuratamente esaminare,se l’Amministrazione del Luogo Pio sia al caso di sostenere le spese relative.

In attesa pertanto di gradito riscontro passo con distintissima stima adichiararmi

Di LeiDevotissimo Affezionatissimo nel Signore

Innocenzo Castracane VescovoCesena 28. giugno 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Innocenzo Castracane Degli Antelminelli (Urbino, 28 dicembre 1780 - Cesena, 8 giugno 1848), dinobile famiglia, seguì le orme del fratello, il card. Castruccio, e divenne ben presto arcidiacono edottore di un Collegio dell’Università della città natale. Il 20 gennaio 1834 fu eletto vescovo diCervia; in seguito, il 6 febbraio 1834, fu trasferito alla sede episcopale di Cesena, che resse per circaun decennio. Su di lui: HIERARCHIA, VII, p. 124; P. BURCHI, Cronotassi dei Vescovi di Cesena, inBibliotecha Ecclesiarum Italiae, Roma 1965, I, parte prima, pp. 249-250; G. MARONI, La rivoluzionenazionale, in M. MENGOZZI (a cura di), Storia della Chiesa di Cesena, Cesena 1998, I/2, pp. 79-145.2 Si tratta del Conservatorio delle Orfane di San Luigi Gonzaga, detto anche delle “Zitelle perico-lanti”, amministrato dalla pubblica beneficenza e posto sotto la giurisdizione dell’ordinario dioce-sano. Dal tempo della dominazione francese era ubicato in un’ala di Palazzo Chiaramonti pervolontà dello stesso proprietario, il futuro Pio VII. Cfr. Atti del convegno di studi storici nel settimocentenario delle istituzioni ospedaliere (Cesena 6-8 dicembre 1997), Edizioni Il Ponte Vecchio,Cesena 1999, pp. 269-279.

/118/Don Fortunato Pelami1 a sr. Rosalie Thouret, Casemurate 4 luglio 1845

Reverendissima Suor Rosalia,

Scrivo dalla campagna ove mi trovo col mio Em.mo e non ho cartamigliore di questa.

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L’acclusa mi fu data da Monsignor Magrini2 Vicario Generale di Cesenae riguarda la dimanda di due suore per un Conservatorio, di cui le deve averscritto Suor Teresa.

Monsignor Magrini mi affermò già da qualche tempo questo pensierosuo e del suo Vescovo, ed io gli risposi che doveva intendersela direttamentecon Lei, né resi inteso che il solo Em.mo di questo affare.

Venuto però egli a Ravenna se ne è trattato di proposito con l’Em.mostesso e ne informò Suor Teresa, dalla quale amò sentire con quale sistema sonodirette le nostre Orfanelle.

Si concluse quindi che dovendomi io recare a Cesena per altro affare,partissi con Monsignor Magrini ed avessi osservato il locale per conoscere se ein quale modo possa cavarsi l’abitazione per le suore.

Così feci e recatomi al Conservatorio senza che quelle Maestre ed alun-ne ne conoscessero lo scopo osservai, esaminai, m’informai e tornato a casadelineai in pianta tutta la casa, marcando tutti gli ambienti del primo, secondoe terzo piano: e su questa si è studiato il modo di cavar una decorosa abitazio-ne con discreta spesa.

La casa è piccola ma proporzionata al numero delle alunne che sonotrenta, e bisognosa di alcune riparazioni e modificazioni, ma di pianta regola-re per cui può ridursi ad una bella forma.

Per ora si è pensato stabilire il posto per un dormitorio, Refettorio,stanza di lavoro e ricreazione e sala da ricevere, lo che si farebbe con non moltodispendio: pel resto si migliorerebbe in seguito un poco per anno; giacché lefinanze del Conservatorio sono limitate.

Se Ella viene a Ravenna osserverà il mio progetto sulla pianta informeda me delineato; e ci farà quelle correzioni che giudicherà opportune: potràanche se lo gradisce, parlare con Monsignor Magrini.

Il Regolamento antico di quel Conservatorio autorizzava le alunne arestare finché credevano, ma per Legge dell’attuale Monsignor Vescovo è loropermesso rimanerci fino all’età di 25 anni; salvo alle antiche il diritto di restaresempre se loro piace.

Delle antiche rimangono poche, e credo io che attivato unRegolamento al quale siano tutte obbligate adattarsi, alcune di quelle abitua-te a godere esenzioni e privilegi sceglieranno meglio partire dal Luogo Pio.

Le alunne lavorano al Telajo e con l’ago: sono obbligate a filare tre libreal mese pel Luogo pio e pel resto è tutto guadagno proprio, ciò mi sembravapoco pel Luogo pio e troppo per le alunne.

La casa degli orfani in numero di soli otto è attigua al Conservatorio ele alunne preparano lo stesso vitto per essi che somministrano per mezzo d’unaruota posta nella cucina; pensano anche alla biancheria e vestiario dei medesi-mi. Essi assistono alla s. Messa ed alle sacre funzioni nella chiesa stessa del

LETTERE (1813-1853) 225

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226 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Conservatorio e le alunne rimangono ad di dentro di un coretto apposito.L’Eminentissimo rimettendo la cosa alla venuta di Lei in Ravenna ha

assicurato Monsignor Magrini che per parte sua darà tutta la mano per coope-rare ad un’opera sì pia, anche col permettere, se occorresse, che qualche suoradi qui rechisi a Cesena nell’occasione dell’impianto.

Le ho voluto fare dettagliata esposizione dei fatti perché conosca dame stesso come e perché mi sia occupato di questo affare. Mi sono regolatobene? Crederei di sì, ma sarà da tutti approvata? Forse non si approverà che adaltri, all’infuori dell’Em.mo e di Suor Teresa, non ho fatto di ciò parola: ma conquesti soli fui autorizzato a trattare con Monsignor Magrini.

Del resto tutto io mi rimetto nelle mani del mio Dio. Se in seguito saràgradita l’opera mia in questo affare, la presterò volentieri, con un animo, che aniuno cede nella vera e leale devozione all’Istituto; altrimenti sarò pago diavere cooperato come meglio ho saputo, alle prime trattative di questa operadiretta alla gloria di Dio ed al vantaggio spirituale di povere orfanelle.

Ella mi voglia continuare la carità delle sue fervorose orazioni e gradi-sca la nuova assicurazione della distinta e sincera stima con cui mi riprotesto

di LeiUm. mo Dev.mo Obbl.mo Servitore

Fortunato Pelami

Dalla Villa di Casemurate, 4 Luglio 1845

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Colto e attivissimo sacerdote ravennate, nativo di Casemurate, frazione rurale ai confini con la dio-cesi di Cesena, don Fortunato Pelami svolgeva per incarico del card. Chiarissimo Falconieri il compi-to di sovrintendente alle istituzioni di carità della diocesi. In tale veste si interessò anche della rior-ganizzazione dell’Orfanotrofio di Cesena voluta dal vescovo Innocenzo Castracane degliAntelminelli. Su di lui: M. TAGLIAFERRI, Lineamenti della Chiesa istituzionale Ravennate: il vescovodei decenni risorgimentali, in L. LOTTI (a cura di), Storia di Ravenna, Marsilio, Venezia 1996, passim.2 Originario di Verucchio, mons. Antonio Magrini ricoprì la carica di Vicario generale della diocesidi Cesena dal 1845 al settembre 1848. Cfr. M. MENGOZZI, Storia della Chiesa di Cesena, pp. 106-109.

/119/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 6 luglio 1845

Eminence

Je vous demande pardon d’avoir tant tardé de répondre à votre trèshonorée lettre du mois passé comptant sur votre indulgence ayant en partieréalisé les demandes de V.E. en augmentant et remplaçant le nombre des Sœurs

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dans les diverses maisons. Quand je serai à même de donner de nouvelles Sœurspour la maison des enfants trouvés je m’empresserai d’en prévenir V.E.

J’ai beaucoup agréé la proposition de V.E. pour le bien spirituel de noschères Sœurs en leur destinant une maison et un sujet pour les assister dans leurretraite de chaque mois et dans la retraite annuelle; mais je vois la chose un peudifficile pour le moment dans le petit nombre où elles sont actuellement, danschaque maison, elle ne pourraient s’absenter et être remplacées par d’autressans que les maisons soient délaissées et puissent en souffrir; par la suite celapourra se faire très avantageusement.

Pour l’autre proposition que me fait V.E. d’en destiner une pour la direc-tion générale des autres maisons, je me trouve un peu embarrassée sur ce point,car pour le bien remplir il faut une capacité plus qu’ordinaire, et je craindrais quecette nomination ne fut pas trop agréée par celles qui devraient s’y soumettre.

C’est pourquoi je prie V.E. de suspendre cette affaire jusqu’à ce que jepuisse lui en parler de vive voix. Du reste, j’ai toujours recommandé surtout auxplus jeunes et moins expérimentées de consulter celles qui m’ont paru plus pru-dentes lorsqu’elles ont quelque chose à décider hors de leurs emplois ordinaires.Je sens très vivement l’intérêt véritable que V.E. daigne nous porter et je tâcheraitoujours d’y correspondre de monmieux et pour cela je réclame un peu de temps,pour former des sujets qui puissent faire le bien pour lequel nous existons.

J’ai l’honneur d’être avec les sentiments de la plus respectueuse véné-ration

de V.E.La très humble et très obéissante servante

[Sœur Rosalie Thouret]

Modène, 6 juillet 1845

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

/120/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 10 luglio 1845

Molto Rev.da Madre

Sono sinceramente grato a Vostra Reverenza delle Suore che ulti-mamente mi ha inviate per questi Pii Stabilimenti1; ma non bastano ancora. Egliè necessario che il più presto ne mandi per l’Istituto delle Esposte, di poi alcu-

LETTERE (1813-1853) 227

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228 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

ne ne occorrono per lo Spedale, affinché possa affidarsi alle Suore l’interomaneggio dell’ Amministrazione di quest’infermi. Comprendo dal riveritissimodi Lei Foglio del 6 corr. l’attuale penuria, in cui trovasi V.R., ma io conto sullapromessa che appena ne avrà formate, vorrà compiacermi.

Quanto alla destinazione di una Suora, a cui qui facciano capo le altre,e rispetto altresì agli Esercizi Spirituali, che io le accennai nella mia precedente,mi lusingo che potrà concertarsi qualche cosa alla di Lei venuta; la quale sentonon sarà molto lontana. Rimettendomi nel rimanente alle savie di Lei disposi-zioni sopra tutto che riguarda queste ottime e benemerite di Lei Religiose, mipregio di rinnovarLe i più vivi miei sensi di riconoscenza e speciale considerazio-ne, con cui mi ripeto

di Vostra RiverenzaAff. mo Obbl. mo Servo nel Signore

+I. Card. Arcivescovo

Ferrara, 10 Luglio 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Sono i già ricordati Conservatori di Santa Maria della Consolazione, di Santa Giustina e diSant’Apollinare.

/121/Sr. Rosalie Thouret a mons. Innocenzo Castracane,

Modena 14 luglio 1845

Eccellenza Rev.ma,

la di lei pregiatissima lettera non mi è giunta che da soli due giorni, percui mi scuserà del ritardo nella risposta.

Io ben volentieri le darò le due suore ch’ella mi domanda per ilConservatorio delle Orfanelle, ma non potrebbe essere che nell’anno venturo.Intanto le faccio conoscere l’occorrente per le suddette.

Debbono avere nel Conservatorio l’alloggio cioè stanze per dormire,per ricevere e per mangiare mobiliate dell’occorrente con la biancheria daletto, da tavola, mano e cucina. Per il mantenimento si può fissare in duemaniere: in denaro, o in natura.

Se in denaro 120 scudi a testa; se in natura, si deve dare in denaro, per

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le spese del loro vestiario personale, 24 scudi a testa. Ecco in succinto ciò che siesige nell’impianto delle case.

Colgo quest’incontro per assicurare l’Eccellenza Vostra del mio profon-do ossequio e col desiderio di servirla corrispondendo alle di lei mire benefichea pro di queste orfanelle mi dichiaro

di Vostra Eccellenza Rev. maumilissima ed obbedientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 14 luglio 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASCe, Fondo O.I.R., Miscellanea

/122/Mons. Innocenzo Castracane a sr. Rosalie Thouret, Cesena 8 agosto 1845

M. Rev.da Madre Prov.le Col.ma

Dopo aver qui predisposto le cose spedii ieri il mio Vicario Generale aRavenna in unione al Sacerdote Amministratore dell’Orfanotrofio per abboc-carsi tanto con le di Lei Religiose colà esistenti, quanto con l’EminentissimoArcivescovo: con le prime, onde sentire ciò, che sia indispensabile provvedereprima dell’arrivo qui delle due, che ella è per favorirmi, col secondo onde farlopregare in mio nome a contentarsi di accordarmi per tempo delle prossimevacanze Sr. Teresa ed un’altra qualunque in di Lei compagnia, affinché sotto ladirezione delle medesime si possano meglio adattare i comodi, che si richieggo-no per il loro stabilimento.

Io ho sentito con la massima compiacenza di poter contare, siccome eraben persuaso, sul favore dell’Eminentissimo; tocca ora a Lei di permettere a Sr.Teresa e di comandarle di venire a passare i giorni di vacanza qui.

Ma ciò ancora non basterebbe; è d’uopo inoltre che Ella mi accordi ledue Religiose pel tempo in cui Sr. Teresa dovrà ritornare a Ravenna.

Troppo mi dorrebbe di non poterle avere se non nell’anno nuovo anzisarebbe di un assoluto danno e potrebbe essere causa di disordini, ed eccone laragione.

L’attuale Maestra dell’Orfanotrofio si è decisa a rimettere la sua rinun-cia e nella sua semplicità non ha saputo occultarla alle giovani: da ciò ne nasce,che non può esercitare più sulle medesime alcuna vantaggiosa influenza, ed

LETTERE (1813-1853) 229

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230 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

ecco come si rende sempre più necessario un sollecito provvedimento.Io non dubito punto che Ella non voglia trarmi da ogni imbarazzo, e

perciò invoco un pronto, e favorevole incontro.Voglio sperare, che se Ella, né le di Lei religiose si troveranno malcon-

tente in Cesena, ove anzi parmi si possa per loro aprire un vasto campo per fardel bene.

Raccomandandomi intanto alle di Lei orazioni, passo con sensi di grati-tudine, e di stima a ripetermi

di LeiDev.mo e Aff.mo nel Signore+ Innocenzo Vescovo di Cesena

Cesena, 8 Agosto 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/123/Don Fortunato Pelami a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 14 agosto 1845

Reverendissima Suor Rosalia,

da Suor Teresa ha Ella appreso che Monsignor Vicario Generale diCesena coll’Amministratore di quel Conservatorio si è recato in Ravenna adoggetto di trattare l’affare delle Suore, del quale era per lo passato ignarol’Amministratore stesso che chiamasi Don Martani parroco di Santa Cristina.Egli condusse, detto Amministratore, al nostro Conservatorio ove lo accompa-gnai io stesso, questi osservò ed esaminò tutto e rimase oltremodo soddisfattodelle Suore che prima non conoscea affatto.

Espresse sentimenti di soddisfazione anche all’E.mo Arcivescovo, etanto Egli che Monsignor Vicario erano dispiaciuti che Ella non possa dare leSuore che nell’anno venturo. Tuttavia nutrivano speranza che Ella possa accon-tentarli prima, ed in questa lusinga, si formò un progetto nel quale convenneanche Sua Eminenza semprechè ci concorra la condiscendenza di Lei: nella quicompregiata lettera è espresso ed in succinto è che nella seconda metà di otto-bre in cui cadono le vacanze della scuola possono andare di qui a Cesena SuorTeresa con una o due suore; far il loro ingresso ed introdurre il nuovo metododi vita nel Conservatorio, e trattenersi ivi fino ai primi di novembre.

Al momento però della loro partenza da Cesena converrebbe che fos-sero proprio le due Suore che Ella destinerà per restarvi. Monsignor Magrini ha

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rimandato per l’impianto Suor Teresa come quella che ha già pratica diConservatorio, e nella ipotesi che Ella non possa essere in Ravenna giacché tro-vandovisi Ella, farebbe cosa più gradita ed al lodato Monsignor Magrini ed aMonsignor Vescovo di Cesena.

Intanto vengo dal medesimo stimolato ad aggiungerle ancor io pre-ghiere perché le due Suore promesse per l’anno venturo le dia in quest’anno eprecisamente o sul finire di ottobre o sul cominciare di novembre.

Volentieri assumo l’incarico di raccomandarle un affare che è direttoalla gloria di Dio, al decoro dell’Istituto, ed al vantaggio spirituale di quelle fan-ciulle.

Oltre tante altre ragioni che consigliano sollecitudine vi è quella dell’at-tuale situazione di Monsignor Vescovo, che come Ella saprà, per due volte èstato colpito da apoplessia che lo ha reso imperfetto nel corpo, lasciando libe-ra la mente.

Può vivere lungamente in questo stato, ma può avere una terza visitafunesta: nel caso di morte non sappiamo se il Vicario Capitolare nella vacanzao il successore nel Vescovado la pensi come Egli per le Suore. Vegga adunque dianticipare la destinazione di due Suore che volea fare nell’anno venturo, e pro-fittiamo del fervore che nel Parroco Amministratore si è suscitato per la visitafatta al nostro Conservatorio.

Vogliono altresì che io la preghi a volersi contentare pel momento diquel tanto che è necessario per l’ingresso delle Suore, riservando a fare le altremodificazioni e migliorie sotto gli occhi delle Suore stesse, che stando ivi, pos-sono suggerire ciò che è più opportuno.

Termino la lunga ciarlata col raccomandarmi nuovamente alle sue ora-zioni, e ripetendole i sensi di stima distinta me Le riprotesto

U.mo Dev.mo ServitoreFortunato Pelami

Ravenna, 14 Agosto 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/124/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Casemurate 30 agosto 1845

Molto Re.da Madre

Partendo questa notte l’Espresso da Ravenna non ho tempo di dilun-garmi e riscontro con poche righe il di Lei foglio di ieri.

LETTERE (1813-1853) 231

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232 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Sento ch’Ella sia stata soddisfatta della visita fatta alle due Case emeglio di Lei certamente niuno è al caso di conoscerne il vero stato.

Sia dunque benedetto in ogni modo il Signore.Mi rincresce che la buona Suor Beatrice voglia lasciare Ravenna, ma Ella

mi dice che ha trovato buone le cagioni di sua inchiesta, e ciò basta.Le auguro buon viaggio per Roma, e mi saluti Suor Saveria1.La prego dei miei complimenti a Mons. Vescovo di Modena, al Sig. Can.

Camuri, al Sig. Galvani e pregandola di tenermi presente nelle sue orazioniresto con distinta considerazione

di Lei molto Rev.da MadreAffez.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Casemurate, 30 Agosto 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Sr. Saveria Calderoni, una delle sei suore arrivate al S. Spirito in Sassia il 20 settembre 1844, eranativa di Ravenna. Sarà lei ad insistere negli anni Cinquanta, presso la Madre Génevieve Boucon,per il passaggio delle tre case di Roma sotto la giurisdizione di Napoli, a motivo della minore distan-za e, in seguito, per farle elevare al ruolo di Provincia. Cfr. Registro Generale delle Suore di Carità,in AGSdC.

/125/Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret,

Cesena 10 settembre 1845

Molto Reverenda Madre Pro.le Col.ma

Con mio dispiacere ho dovuto vedermi delusa la speranza che nutrivadi rivederLa in questa Città nell’occasione, che l’altro ieri trovavasi in Ravennaper potere meglio a voce discorrere di questo Orfanotrofio, e perché Ella stes-sa avesse potuto vedere il locale innanzi di farvi alcun lavoro necessario per lavenuta delle Suore.

Questo mio dispiacere però venne in parte ieri diminuito nell’intende-re dal Signor Segretario1 dell’E.mo Arcivescovo di Ravenna, che trovavasi in que-sta Città, e che a voce mi dette la risposta alla lettera scrittale da Monsignoremio Vescovo sotto il giorno 8 del p.p. Mese N. 400: che entro il presente Mese,

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dovendosi Ella recare a Roma si sarebbe a tale oggetto soffermata anche inquesta Città.

Ieri stesso io mi recai di bel nuovo col Presidente Segretario in questoOrfanotrofio, dove, dopo di aver meglio esaminato il locale, ideassimo diversilavori da farsi: ma non ho peranco creduto d’ordinarne l’esecuzione, mentre,non essendo, come penso, lontano la di Lei venuta, desidero di comunicareprima a Lei stessa i nostri disegni, come avrà veduto il locale per quindi inten-dere anche il di Lei sentimento in tale proposito.

Ma siccome non sono peranco potuto venire in cognizione del giornopreciso della sua venuta, quindi, onde non dovesse trovarmi assente dalla resi-denza la pregherei a darmene per norma preventivo avviso.

Mi obbligherebbe poi doppiamente, se, avendo occasione di scrivere aRavenna se facesse rendere altresì avvertito anche il Segretario, il quale, poten-do, mi avrebbe promesso di trovarsi Egli pure in questa Città.

Sr. Rosalia, senza che io le stia a ripetere la lettera scrittale daMonsignor Vescovo mi limiterò a soltanto ripregarla quanto so, e posso perchévoglia far di tutto per appagare le nostre brame al più presto, che sia possibile.

Il bisogno di presto provvedere alla disciplina di questo Orfanotrofio vaogni giorno, come dicea il Segretario, via maggiormente crescendo.

S’investa adunque per carità come non dubito, delle nostre circostanze,e veda con sollecitudine di soddisfare le nostre brame coll’ordinare, per avvan-taggiar tempo, a Sr. Teresa, e ad un’altra Suora di Ravenna di portarsi al comin-ciare di loro vacanze in questa Città, e col disporre Ella intanto in modo, che,dovendo dopo tornare a Ravenna, sia rimpiazzato il loro posto da altre dueSuore.

Io spero che nel di Lei zelo, e gentilezza non resteremo certo defrauda-ti delle nostre concepite speranze. Venga dunque Ella intanto, venga presto, eben disposta a sollecitamente favorirci.

M’abbia per iscusato, la prego, della libertà, e dell’incomodo, che lereco, e con sensi di perfettissima stima mi creda

di LeiDev.mo Obbl.mo Servitore vero

Magrini Vicario Generale

Cesena, 10 Settembre 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta di mons. Fortunato Pelami.

LETTERE (1813-1853) 233

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234 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/126/Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 4 ottobre 1845

Molto Rev.da M. Pro.le Col.ma

Le due Monachine Suor Teresa e Suor Concetta sono già in Cesena sinoda giovedì a sera. Le mandai a prendere per un mio prete, ed ebbero un otti-mo viaggio. Ora esse si occupano di conoscere tanto il formale del-l’Orfanotrofio, quanto il suo materiale, cui quanto prima si porrà mano per ese-guirsi quei restauri che da esse si crederanno necessari.

Cominciano le medesime ad accorgersi della necessità di un sollecito estabile provvedimento, cui io da tanto tempo anelo.

Quindi nuove raccomandazioni a nome anche del mio ottimoMonsignor Vescovo che la riverisce, le faccio perché al più presto voglia desti-narci le suorine che avranno da fermarsi qui.

Intanto io mi sto di buon animo perché sono in possesso di queste due,né crederò mai che Ella voglia far partire queste prima di averne destinate altre;e volesse pure il Cielo che essa si sentisse ispirata a lasciarci queste, o almenouna di esse, che ne sarei contentissimo.

In attesa di consolante riscontro, passo con verace stima a rassegnarmi

di LeiDev.mo Obbl.mo Servitore

+ A. Magrini Vicario Generale

Cesena, 4 ottobre 1845

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/127/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 6 ottobre 1845

Molto Rev.da Madre

Nella Congregazione Generale tenutasi li 27 prossimo passato Giugno,sapendosi che le Suore della Carità per lo scarso loro numero non potevanoassumersi tutti gli Uffici dell’Amministrazione interna di questo Arcispedale1

(siccome bramasi succeda il più presto ch’Elleno possono qui stabilirsi in nume-ro sufficiente), fu necessario onde evitare molte inconvenienze a discapito del-l’economia lo determinare che o l’Economo del Pio Istituto, o meglio le Suoredella Carità registrassero in apposita vacchetta le diete, che venivano successi-vamente ordinate agli ammalati nelle visite dei Medici.

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Questa disposizione dovea mandarsi ad effetto col cominciare del cor-rente Mese, e l’Economo suddetto era stato avvertito a soddisfare intanto a talecarico. Ma che? L’Economo ora trovasi incapace a sostenere quest’uffizio attesala debolezza delle sue facoltà mentali e forze fisiche, siccome dovea ben preve-dersi riguardando alla sua avanzata età da chi aveva l’incarico di eseguire gliordini dati nella suindicata Congregazione.

Si è quindi ricorso a queste ottime e benemerite di Lei Religiose, ondeaccettar volessero provvisoriamente l’accennato carico, finché Vostra Riverenzaavesse qua mandato un’altra Religiosa, di cui ora hassi vera urgenza.

Non avendo io per altro voluto pressare la ragionevole delicatezza diSuor Gabriella, la quale si ricusava di assumere cotal incombenza, che esige l’as-sistere alle visite dei Medici, ed alla distribuzione dei cibi anche nelle sale degliuomini, senza prima renderne intesa Vostra Riverenza, le ho permesso di senti-re da Lei, se Essa possa interinalmente attendere a quest’ufficio dietetico, oppu-re se V. R. abbia in pronto una suora da mandare qui tostamente.

E poiché la cosa è assai pressante, onde non resti sospeso il rimembra-to decreto con iscapito delle convenienze dei due Cardinali, e con danno del-l’economia del Luogo Pio, mi sono deciso di rappresentare io pure a Lei lanecessità di un subito provvedimento di una nuova Religiosa, che qui occorre,mentre ancoraché ella acconsenta che Suor Gabriella intanto assuma le suddet-te funzioni, non potrebbe a lungo sostenerle senza che non abbiano a soffrir-ne e il suo impiego in guardaroba e gli altri tutti.

La prego adunque a spedirmi la Religiosa, che è assolutamente indi-spensabile all’Arcispedale, e per carità non manchi di mandarla proprio subito:e intanto di dare gli ordini opportuni a Sr. Gabriella, la quale ha già ben com-preso il metodo semplicissimo onde coll’uopo di Tabelle stampate , si registra-no facilmente le diete degl’infermi.

E in attenzione ch’Ella si compiaccia di provvedere anche in quest’ur-genza coi sensi della più affettuosa riconoscenza e distinta stima mi raffermo

di V.ra RiverenzaLegittimo Servo

+ I. Cardinal Arcivescovo

Ferrara, 6 Ottobre 1845

J’attends avec impatience cette sœur. J’envoie, ici prendre, si vous, Madame,retardez.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Scriveva nell’ottobre 1845 il Cadolini all’arcivescovo di Bologna Carlo Oppizzoni: “Emo, eRev.mo Signor Mio Oss.mo, non appena ricevuto il venerato Dispaccio di Vostra EminenzaRev.ma dei 17 corrente Mese Cong.ne Consul.a N° 855, che subito mi sono dato ogni premura,

LETTERE (1813-1853) 235

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236 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

onde eseguire i di Lei comandi. Troverà pertanto qui acclusa l’Em.za V.ra Rev.ma la copia delleconvenzioni stabilite dalle Figlie della Carità coll’Amministrazione di questo Arcispedale.Soddisfattissimo poi sono del servigio che le medesime prestano con tanto zelo a vantaggio spi-rituale, e corporale delle inferme da esse assistite. Riguardo finalmente al servizio, che dallenominate Religiose si presta sotto il rapporto economico, posso assicurare l’Em.za Vostra R.ma, che dal momento in cui è stata ad Esse consegnata la Guardaroba dell’Ospedale, si è ottenu-to un ragguardevole risparmio di biancheria per cui si è stabilito di affidare loro anche la dire-zione della Cucina. Esauriti così i comandi di Vostra Eminenza Rev.ma , non altro mi resta chedi rinnovarle i sentimenti del mio profondo rispetto nell’atto stesso, che baciandole umilissima-mente le mani, ho l’onore di rassegnarmi di Vostra Eminenza Reverendissima UmilissimoDevotissimo Servitore vero I. Card. Arciv. di Ferrara, Ferrara 22 Ottobre 1845” (card. IgnazioCadolini al card. Carlo Oppizzoni, Ferrara 22 ottobre 1845, in AGAB, Congregazione consulti-va, Pos. 855, Anno 1845).

/128/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini,

Modena 10 novembre 1845

Eminence

Je m’empresse de répondre à votre très honorée lettre du 6 courant parlaquelle V.E. me sollicite d’envoyer une nouvelle Sœur à l’ hôpital de Ferrarepour l’objet indiqué. J’ai l’honneur d’assurer V.E. que j’ai déjà pourvu à cebesoin provisoirement en chargeant Sr. Gabrielle d’assister aux visites des méde-cins pour tenir compte des diverses diètes qui sont ordonnées. Elle m’a ditqu’elle pouvait remplir cette charge jusqu’à ce que je puisse disposer d’uneSœur pour ce nouvel emploi.

Je prie donc V.E. de patienter, l’assurant que sitôt que je le pourrai jem’empresserai d’envoyer la Sœur demandée.

Je renouvelle toujours, avec un nouveau plaisir, à V.E. les sentiments dema parfaite reconnaissance, de mon respect et de mon entier dévouement etsuis

de Votre EminenceLa très humble et très obéiss. servante

[Sœur Rosalie Thouret]

Modène, 10 novembre 1845

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

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/129/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena

27 novembre 1845

Modène, 27 9bre 1845Eminence de Ravenne

Devant partir demain pour la France où des affaires urgentes m’appel-lent à raison de la mort de mon oncle unique parent qui me restait1, je viens àla hâte prévenir V.E. que j’ai disposé les deux sœurs pour Césene qui partirontdans la semaine prochaine et vous prier de vouloir permettre à Sr. Thérèse des’y rendre afin de mettre ces nouvelles Sœurs au courrant des affaires duConservatoire puisque je ne puis m’y rendre moi-même.

Me trouvant très à l’étroit pour des Sœurs qui soient déjà formées à l’usagedes maisons, j’avais pensé de prier Votre E.ce de vouloir céder au moins pourquelque temps Sr. Généreuse, mais Sr. Thérèse me fit remarquer qu’elle était néces-saire à l’école, peut-être qu’on pourrait plus aisément se passer de Sr. Christine, laremplaçant par une Jeune Sœur bien capable de faire l’école des pauvres.

Je laisse à V.E.ce de décider comme elle croira pour le mieux car je nevoudrais nullement la contrarier dans ses idées.

Je sais aussi l’intérêt qu’ elle a démontré pour la bonne réussite duConservatoire de Césène, ce qui me fait espérer qu’elle voudra bien arrangeravec Sr. Thérèse ce qui sera pour le mieux, laissant entièrement cette affaireentre ses mains.

Je suis avec le plus profond respect

de Votre EminenceLa très humble et très obéissante Servante

[Sœur Rosalie Thouret]Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

1 Padre Sebastiano Thouret, fratello minore di Jeanne-Antide, nato dal secondo matrimonio delpadre, morì il 24 ottobre 1845 a Besançon. Nel suo testamento nominava Suor Rosalie sua erede,lasciandole un po’ di denaro e la casa di Saint–Ferjeux.

/130/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri, Modena 29 aprile 1846

Modène, 29 avril 1846Eminence

Les 15 Jours de vacances que l’on donne au mois de mai aux écoles quisont aux orphelines apportent aux Sœurs un peu de liberté dont elles ne peu-

LETTERE (1813-1853) 237

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238 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

vent profiter dans un autre temps.Je désirerais, si Votre Eminence n’y trouve pas de difficulté que Sr.

Germaine et Sr. Christine profitassent de ces moments pour venir à Modènepour y faire la retraite et se préparer à faire la profession des Sts Vœux ayantdepuis long- temps manifesté le désir de se consacrer a Dieu.

Ces vacances ne pourraient être mieux employées servant à un but aussisaint que consolant pour ces bonnes Sœurs qui aspirent à se lier de plus en plusà Dieu et aux devoirs de leur sainte vocation.

Mes occupations actuelles m’empêchent de me rendre à Ravennepour me procurer l’avantage de revoir V.E. dont je suis privée depuis long-temps; je saisirai les premièrs moments pour satisfaire à mon devoir et à undésir. Dans cette attente Je suis pleine de respect, de reconnaissance et dedévouement

de Votre EminenceLa très humble et très obéissante

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/131/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Argenta 4 maggio 1846

Molto Rev.da Madre

Prima di partire per Argenta1 Sr. Teresa, che prevedeva di essere da Leichiamata a Modena unitamente alle altre Suore che ve l’hanno accompagnatami fece prevenire di questo suo viaggio e le risposi che obbedisse sempre agliordini della Sua Superiora.

Con la posta poi di ieri mi giunse la sua del 29 Aprile con la medesimadomanda, ma ho avuto la soddisfazione che la mia assenza non ha portatoostacolo alla esecuzione dei suoi desideri.

Il tempo ch’Ella ha prescelto per ammettere ai Voti le due Suore èopportunissimo, ed io prego di cuore il Signore ad accettare e benedire il loroSacrificio.

Ella mi tenga presente con tutta la sua Comunità nelle loro orazioni:

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riverisca le Suore e particolarmente Suor Teresa, e mi creda, rispettosamente

di Lei M. Rev.da MadreAff.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Argenta, 4 maggio 1846

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Con tutta probabilità il card. Falconieri era impegnato nella visita pastorale in questa località delferrarese, che, come Portomaggiore, appartiene alla diocesi di Ravenna.

/132/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 7 maggio 1846

Molto Rev.da Madre

Sono astretto a pregare di nuovo Vostra Reverenza a voler finalmenteprovvedere questi Pii Istituti e delle Esposte e dell’Arcispedale colle Suore da sìlungo tempo promesse.

Ho inteso bensì da Vostra Reverenza che al Suo ritorno di Francia1 vi hatrovate alcune inferme e che però non poteva subito mandarne a Ferrara. Mapermetta che io le ricordi e il convenuto nello scorso anno, e l’urgenza di que-sti Stabilimenti.

Laonde se io non temo d’essere importuno a ridomandare le Suore,tanto è il bisogno che qui se n’ha, Ella si penetrerà di leggeri che in sì grandenecessità è d’uopo pure trovar modo di provvedervi, né è impossibile, ove som-ministri il Noviziato sempre novelle Religiose, e si possa altresì in casi di tantaurgenza levarne da quegli Stabilimenti, che più ne abbondano.

In quest’Arcispedale non bastano le Suore, che attualmente vi sono, asoddisfare alle attribuzioni loro ordinarie; di poi una ne abbisogna per l’esecu-zione del Piano dietetico, sospeso da più mesi nella speranza di avere laReligiosa ripetutamente chiesta e promessa.

Con l’espediente provvisorio addottato nell’Autunno p.p. non si puòoltre continuare se non a pregiudizio evidente dell’Economia, e delle conve-nienze degli E.mi che presiedono all’Amministrazione. Io sono il più esposto ditutti, e d’altra parte mi è dovere il proteggere e difendere le Suore contro quel-li che non le vorrebbero.

LETTERE (1813-1853) 239

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240 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ma come fare, ove non giungano a poter disimpegnare per mancanzadel numero necessario al loro ministero? Altro non aggiungo per non tediar V.R.; e, nella certezza ch’Ella non lascerà per fermo sprovvisto almenoquest’Arcispedale, Le rinnovo i sensi della particolare mia stima raffermandomidi cuore

di Vostra ReverenzaLegittimo Servo

I. Card. Arcivescovo

PS. Madame, je suis vraiment affligée de ce qu’il m’arrive. Je ne mérite pasd’être traitée ainsi. Veuillez, je vous en prie, ne plus retarder l’accomplissementde vos promesses. Alors seulement nous feront la paix

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Suor Rosalie era partita per la Francia il 30 novembre 1845 per regolare le formalità relativeall’eredità di Padre Thouret. Ella si recò anche alla Casa Madre di Besançon, dove fu ricevuta contutti gli onori. Cfr. A. DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, p. 349.

/133/Sr. Rosalie Thouret al card. Ignazio Cadolini,

Modena 21 maggio 1846

Eminenza Rev.ma

Ho tardato di rispondere alla di Lei veneratissima del 7 corrente essen-do stata assente di Modena per vari giorni.

Sono veramente afflitta di cagionare rammarico all’Em.za Vostra pernon potere dare le Suore per l’Arcispedale a motivo delle malattie che tutt’oraregnano nella nostra casa di modo che vi è appena il numero necessario a riem-pire gl’impieghi che ci sono affidati. Nelle altre case non vi è che il numero fis-sato e non si può levare nessuna, prego ancora V.E. a pazientare sentendoquanto Ella ha ragione di chiedere questi soggetti ma contro il potere non vi èche la pazienza che possa tollerare questi bisogni che da molte parti si fannosentire. Bisogna pure dare ai soggetti il tempo di formarsi per poter disimpe-gnare con onore gl’impieghi che se le affidano. Sarebbe il mio massimo piace-re di dare subito che sono richiesta se avessi modo di provedere. Voglia crede-

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re V.E. che subito che potrò servirla me ne farò un pregio ed un dovere. Sonointanto col più profondo rispetto

di V.E.Umil.ma obb.ma

[Sœur Rosalie Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/134/Card. Ignazio Cadolini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 24 maggio 1846

M.to R.da Madre

Vane adunque sono le mie speranze di aver Suore per ora onde provve-dere a questi Pii Istituti che tanto ne abbisognano? Possibile che dall’epoca, incui ne domandai non se ne siano allevate e formate in tal numero da rimpiaz-zare le ammalate, e da disporne almeno due o tre per Ferrara?

Ma e quando potrà V. R. soddisfare a queste mie urgenze? Mi consoliper carità col determinare il mese in cui mi manderà le Suore, e faccia che siaben prossimo e certo. Ricordi le antiche promesse, le necessità di qui, gli impe-gni in cui mi trovo io, e le stesse Suore di Ferrara, e son sicuro che non tarderàa provvedere opportunamente.

E in attenzione di essere favorito in cosa di tale importanza le rinnovoi sensi della sincera mia stima con cui mi raffermo

di Vostra Reverenzail Suo affezionatissimo nel Signore

+ I. Card. Arcivescovo

Ferrara, 24 Maggio 1846

Ps. Ella sa quale e quanto sia il mio bisogno! Ella sa quali, e quante promessemi fece. I bisogni crebbero, le promesse fallirono, ed io rimango addoloratissi-mo. Per carità sia meco una volta di parola e racconsoli.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

LETTERE (1813-1853) 241

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242 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/135/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 16 giugno 1846

Dieu Seul!Modène, 16 juin 1846

Ma très chère et Révérende Mère,

Je reviens de Ferrare où j’ai accompagné de nouvelles sœurs pour aug-menter le nombre dans les maisons déjà faites. J’ai eu la satisfaction de recueil-lir les témoignages de contentement de leurs Eminences les Cardinaux-Archevêques et Légat qui nous pressent de préparer d’autres sujets pour ouvrirde nouvelles maisons. Dieu soit béni!

J’ai trouvé à mon retour votre lettre du 4 courant qui m’annonce votreréélection à la grande charge du Gouvernement de notre Congrégation. Je nepuis que vous témoigner ma joie et remercier le Seigneur d’avoir écouté les fai-bles prières que je lui ai adressées à cette fin, le suppliant encore de vous don-ner toute la force, le courage et les lumières nécessaires pour diriger le nom-breux troupeau parsemé de tous côtés.

J’ai reçu les circulaires que vous nous avez envoyées et je les ai distri-buées à chacune de nos maisons; j’espère qu’elles en feront leur profit.

En cas que notre chère sœur Xavier ne vous ait pas prévenue de la mortde notre bonne Sœur Matilde Fantoni1, âgée de 23 ans et de 8 de vocation,native de S.t Felice dans le Duché de Modène je m’empresse de vous avertirque le 8 du courant elle a rendu sa belle âme à Dieu dans les sentiments lesplus édifiants ne soupirant qu’après le dou moment de se réunir à Jésus sondivin époux promettant de lui recommander les besoins de notre Institut et enparticulier, ceux de nos pauvres sœurs de Rome qui ne laissent pas d’avoir desépreuves2.

J’espère que cette colombe innocente leur obtiendra de nouvellesgrâces pour se sanctifier comme elle l’a fait elle-même quand elle avait la santéet durant sa maladie qui a été pour tout le monde un sujet d’édification le plusadmirable. Vous aurez ressenti comme nous la perte de notre Saint Père le Papequi était si porté pour notre communauté3. Voilà toujours de nouveaux sacri-fices que Dieu exige de nous.

On nous a demandé des sœurs pour une nouvelle maison à Rome4, etc’est pour des pénitentes, et comme la chose était très pressante, on a demandéque deux Sœurs du St. Esprit aillent en attendant prendre la direction de cettemaison, ne pouvant attendre l’envoi de nouvelles sœurs. Il faut espérer que cenouvel établissement dédommagera nos pauvres sœurs de tant d’ennuisqu’elles éprouvent et de la jalousie de ces Chanoines qui les voient avec peinedans leurs emplois.

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Toutes nos sœurs se joignent à moi pour vous offrir leurs sentiments derespect et d’affection: Je vous prie d’être avec nos chères Sœurs mon interprèteen particulier avec Sœur Fébronie.

Ma très chère Mèrevotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateoriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Matilde Fantoni era una delle sei suore arrivate a Roma il 20 settembre 1844. Cfr. RegistroGenerale delle Suore della Carità, in APSdCF.2 “L’azione riformatrice della nuova Congregazione non poteva riuscire gradita a chi traeva profit-to da abusi inveterati, ed ecco insorgere una larvata ostilità di cui è traccia nel carteggio delleSuore, sempre ispirato da sentimenti elevatissimi, ma ove affiora altresì un certo disagio neiriguardi del contorno di S. Spirito” (A. CANEZZA, Le Suore di Carità nei cento anni di vita romana,pp. 12-13).3 Fa riferimento alla morte di papa Gregorio XVI, avvenuta il 1° giugno 1846.4 Si tratta del Rifugio delle Pentite, situato in piazza Santa Maria in Trastevere. Nel 1846 suor Rosalievi accompagnò due suore, rispondendo alle richieste del Vicariato di Roma, che da due anni speri-mentava l’azione positiva svolta dalla congregazione religiosa fondata da Jeanne-Antide Thouretnel Conservatorio di S. Spirito in Sassia. Anche in questo secondo stabilimento la presenza delleSuore della Carità favorì il recupero morale e sociale di tante giovani donne. Cfr. A. CANEZZA LeSuore di Carità nei cento anni di vita romana, pp. 12-13.

/136/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 20 luglio 1846

Dieu Seul!Modène, 20 juillet 1846

Ma très chère et Révérende Mère,

Je pars après-demain pour accompagner à Rome trois sœurs pour lanouvelle maison dont je vous ai parlé dans ma dernière. Nos sœurs du St. Espritsont allées en attendant pour ouvrir cette maison, les administrateurs ne pou-vant attendre l’arrivée des nouvelles sœurs.

J’ai la consolation d’apprendre que cette maison prend bien. Dieu soitbéni! J’espère recevoir vos nouvelles à Rome, en étant privée depuis quelquestemps.

Ici nos occupations augmentent car on a réuni chez nous une autremaison de pauvres1. La communauté qui est environ de cinquante, se portebien, à l’exception d’une qui menace d’une maladie de langueur.

LETTERE (1813-1853) 243

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244 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Hier jour de notre glorieux Père St. Vincent, dont nous avons célébrésolennellement la fête, nous avons donné la capette à deux postulantes et reçuune prétendante. Ma santé est passable, mais les chaleurs sont accablantes, etil faudra se résigner à les supporter encore davantage dans ce voyage qui vadurer de 9 à 10 jours.

Veuillez me rappeler au souvenir de toutes nos sœurs anciennes et me croireavec un respectueux attachement

Ma très chère MèreVotre très humble et obéissante fille en J. C.

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Rosalie allude certamente al trasferimento degli Uomini già assistiti dai Fatebenefratelli, datoche tali religiosi avevano operato in Modena dal 1840 al 1845 nell’antica Casa degli Esposti, situa-ta in via Cerchia, appositamente ristrutturata per loro a spese del Governo. Cfr. E. GATTI, L’Ospedaledi Modena e la sua Parrocchia. Notizie storiche, pp. 161-163.

/137/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 8 agosto 1846

Dieu Seul!Rome, 8 août 1846

Ma très Révérende Mère

J’ai reçu votre chère lettre du premier août qui m’a bien fait plaisir. Jesuis bien reconnaissante de l’aimable invitation que vous me faites, d’aller mereposer quelques jours auprès de vous; quoique la distance ne soit pas si petiteil est difficile à un cœur affectueux de résister à une telle invitation. Je verraiquand je pourrai m’y rendre et je vous en préviendrai.

J’espère bientôt avoir une audience du Pape qui déjà nous a donné despreuves d’intérêt et de protection; il sera, sans doute, pour l’Institut un fermeappui1.

Je ne manquerai pas de faire vos commissions lorsque je serai admise àlui baiser le pied. Notre voyage a été très fatiguant pour la chaleur et pour lalongueur: neuf jours et demi, mais grâce au Ciel, nous n’avons éprouvé aucunaccident.

Nos sœurs de Rome se portent toutes bien, malgré les vicissitudesqu’elles éprouvent. La nouvelle maison va bien, les élèves sont dociles et respec-

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tueuses; les Sœurs en sont contentes. J’en ai mis trois pour les diriger et pouravoir soin de l’économie de la maison.

Les Administrateurs sont tout à fait portés pour nos sœurs . La maisonest belle et pourvue de toutes les commodités avec jardin et fontaine.

Toutes nos sœurs se joignent à moi pour vous présenter l’hommage duplus tendre et respectueux attachement. Veuillez saluer bien cordialement nosanciennes sœurs ainsi que Fébronie à laquelle je me réserve de répondre de vivevoix. Mes respects au Révérend père Jean.

Ma très chère Mère,Votre très humble et obéissante fille

Soeur Rosalie Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il card. Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola, era stato eletto papa il 18 giugno e avevaassunto il nome di Pio IX.

/138/Giuseppe Mamiani1 a sr. Rosalie Thouret, Pesaro 6 ottobre 1846

Pesaro, 6 Ottobre 1846

Molto Reverenda Madre

Il cortesissimo foglio di V.R. in data 27 scorso mese, ha colmato di con-fusione, per le tante gentilezze usate il collegio delle Orfane2 che ha volutofarne interprete la mia persona. Dirò grande è stato il dispiacere di vedermideluso nell’aspettativa delle due Suore richieste; ed è per questo che io sonoautorizzato a supplicarla di bel nuovo onde voglia compiacere le istanze delCollegio, e provvedere ad un tempo alle nostre necessità: se questo farà ilSignore Iddio la rimunerà di tanto, e il Santissimo benedirà dal cielo l’opera disua carità.

A facilitare i mezzi io sarei ardito di proporre che per ora c’inviasse quiuna sola Sorella e ciò per due motivi 1° perchè le Alunne non sono più di 15;secondo perché essendovi un Collegio di Signore addette potrebbe sempre laSuora far capo di esse, ed avere un aiuto ed un appoggio anche giornaliero. Inquesto caso mi farei ardito di richiedere Suor Virginia addetta al V. Ospitale di

LETTERE (1813-1853) 245

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246 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Senigallia3, che già conobbi di persona colà, e che sembrami del tutto idonea alservigio provvisorio che ora si chiede.

Avverta però che con questo noi non ci dipartiamo dall’obbligo di rice-vere due Suore quando V.R. il vorrà e che firmeremo la scrittura fino da oggicon questo espresso patto.

Insomma a lei raccomandiamo con tutto il calore, e con quella estesafiducia che merita il celebrato piissimo suo Istituto; pel quale la Città di Pesaropresenta ancora delle vedute ulteriori quali sarebbero l’Ospitale, le Scuole ecc.

Intanto ho l’onore di professarmi con tutto l’ossequio, e baciandolereverentemente la mano mi ripeto

di Lei umilissimo e devotissimo servitore veroG. Mamiani Rett. Dep.o

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

1 Giuseppe Mamiani della Rovere (Sant’Angelo in Lizzola 1789 – Pesaro 1847), primogenito delconte Giovanni Francesco, ricevette in famiglia, al pari dei fratelli Terenzio e Filippo, una solida for-mazione morale e culturale. Prefetto di polizia in varie città dello Stato Pontificio, coltivò gli studimatematici e scientifici; si occupò delle filande a vapore, delle Casse di Risparmio, dei Fori annona-ri, nonché di diverse istituzioni di beneficenza. Su di lui: SPRETI, IV, p. 284.2 Si tratta del Pio Conservatorio delle Orfane di San Salvatore, il quale, al pari dell’omonimo ospe-dale, dipendeva dal Municipio di Pesaro. Alle Suore era affidata la direzione delle orfane e l’ammi-nistrazione interna. Cfr. L.M. BIANCHINI, M. GUNELLI, Pesaro e il suo Ospedale. Notizie storiche,Edizioni della Provincia di Pesaro Urbino, Pesaro, 1995, p. 12.3 A Senigallia le Suore della Carità, provenienti da Vercelli, fin dal 23 settembre 1837 prestavanoservizio all’Ospedale con annesso Conservatorio. Convinti di avere a che fare con le stesse religiose,gli amministratori di Pesaro non solo intendono stabilire uguali condizioni per la loro opera, mavorrebbero scegliere anche le persone.

/139/Sr. Rosalie Thouret a Giuseppe Mamiani, Vercelli 21 novembre 1846

Vercelli, 21 Novembre 1846

Illustrissimo Signore

Non ho ricevuto che quest’oggi la pregiata lettera del 10 corrente diret-tami da V.S. Ill.ma per cui m’affretto a risponderle immediatamente.

Mi dispiace che per incarichi della Nostra Congregazione mi trovi lonta-na dalla nostra Casa di Noviziato esistente in Modena, ove avrei potuto conmaggior sollecitudine servire V.S. Ill.ma col mandarle i soggetti che Ella deside-ra per la direzione dell’Orfanotrofio.

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Ma dovendo ritornare in Modena nel prossimo venturo gennaio, faròtutto il possibile per scegliere due Suore adatte alla di Lei richiesta.

Se potessi mandargliele da qui il farei volentieri, ma sono tante ledomande che oltrepassano il numero dei soggetti disponibili, per cui mi vedonell’impossibilità di poterla obbedire più presto.

Non conosco le condizioni fatte in Senigallia dalle nostre Sorelle.Desidererei conoscerle anticipatamente onde stabilire bene le cose prima dellaesecuzione per comune soddisfazione d’ambo le parti.

Converrà ancora ottenere l’aggradimento di S.E. Mons. Vescovo dellaDiocesi, il quale deve essere riconosciuto come Superiore Spirituale del nostroIstituto nelle Diocesi in cui andiamo a stabilirci.

Si compiacerà pure informarmi di ciò che si richiede per l’istruzionedelle orfane, acciò possa proporzionare all’uopo i soggetti. Se V.S. Ill.ma mivorrà onorare dei suoi caratteri, potrà sino alla fine di Dicembre dirigermi le let-tere a Vercelli in Piemonte, ed in seguito in Modena.

Mi scuserà se non potrò esattamente risponderle, dovendo quasi sem-pre essere in giro alla visita delle numerosissime case del Piemonte. Ho rilevatodalla soprascritta lettera di V.S. che la suddetta non è giunta costì se non dopoaver fatto il giro di Roma, motivo del ritardo ad essere ricevuta.

Ho l’onore di dichiararmi per la prima volta con la più alta stima e pariconsiderazione

di V.S. Ill.maUmilissima ed Ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

/140/Sr. Rosalie Thouret a sr. Celeste Mattioli, Torino 2 dicembre 1846

Dio solo!Torino, 2 Dicembre 18461

Carissima Suor Celeste

Due righe per l’occasione di Suor Febronia. In mezzo alle mie grandissi-me occupazioni non mi dimentico di voi.

LETTERE (1813-1853) 247

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248 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Vi vedo in mezzo al nostro caro ospedale servendo sempre con tuttocuore i membri di nostro Signore. Coraggio, mia buona Celeste, non lasciate dipregare e di fare pregare per me che sono ai labirinti, a ci rivedremo presto.

Salutate tutte le Suore dell’ospedale, il Signor Professore Gaddi2 e tuttigli altri.

Addio, cara Suor Celeste, tutta a voi nel Signore.

Vostra aff. maSuor Rosalia Thouret

Abbiate cura della vostra salute, siate allegra, e confidate nell’onnipotenteIddio.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Sr. Rosalie si trovava a Torino perché il 3 settembre 1845 era morta suor Cécile Guinard, Provincialedi Vercelli. Madre Boucon riteneva che sr. Rosalie fosse l’unica persona in grado di sostituirla. Ellaobbedì. Fu l’intevento del Duca Francesco IV presso il Papa a farla ritornare a Modena. Si veda: A.DUFFET, Les premieres compagnes de Jeanne-Antide, p. 349.2 Paolo Gaddi (Modena 1806 - Saliceta di Modena 1871), laureatosi in medicina nella sua città nata-le e perfezionatosi per qualche tempo a Roma, nel 1837 rientrò a Modena e fu nominato disserto-re (incisore) nell’Istituto Anatomico. Dal 1842 ricoprì la cattedra di Anatomia. Compì importantiricerche in campo medico e scientifico, coltivando nel contempo lo studio della letteratura, dell’ar-te e dell’archeologia. Fin dal 1847 fu chiamato a far parte dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Artidi Modena. Su di lui: G. SILINGARDI, A. BARBIERI, Enciclopedia Modenese, Editrice STEM-Mucchi,Modena, 1973, pp. 100-101; A. PUGLIA, Sui lavori accademici del cav. Prof. Paolo Gaddi, Modena1871; C.G. MOR, Storia dell’Università di Modena, Modena, 1963, 2 voll., II.

/141/Sr. Rosalie Thouret a Giuseppe Mamiani, Torino 15 dicembre 1846

Torino, 15 Dicembre 1846

Ill.mo Signor Conte,

mi è pervenuto il di lei plico in questa capitale ove mi ritrovo momen-taneamente; per secondare la premura che V.S. Ill.ma mi fa per concludere pre-sto la venuta delle nostre suore in cotesto loro Orfanotrofio, scrivo in Ravennaad una delle nostre sorelle Direttrice delle orfane di quella città di recarsi aPesaro per combinare con V.S. Ill.ma tutto ciò che converrà tanto riguardo allenostre sorelle che al regime della casa che si vuol affidare al nostro Istituto.

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Suor Teresa Biset, è molto al caso d’intendersela con lei avendo tutte lecognizioni per tali cose, oltre le istruzioni che io le comunico.

Scrivo ancora a Modena perché si tenghino in pronto le due suore, subi-to che ogni cosa sarà disciolta e definitivamente stabilita, ad un cenno di SuorTeresa partiranno per Pesaro.

Non ho creduto di far venire costà Suor Virginia sapendo quanto èoccupata nel suo impiego, e d’altronde ho preso il partito più spicciativo vistol’urgenza in cui si ritrovano di aver persone che assumano la guida della casa.

Non le rimando le condizioni per non fare ulteriori spese persuasa chene avranno altra copia. Desidero che tutto si possa accomodare a comune sod-disfazione ed in questa lusinga io rinnovo alla S.V. Ill.ma i sensi della più rispet-tosa stima ed alta considerazione pregandola ad estendere questi stessi senti-menti alla nobile ed Illustrissima Congregazione deputata.

Di V.a S.a Ill.maumilissima e devotissima Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.a Prov.le

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

/142/Sr. Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Ospedale S. Andrea,

Vercelli 16 gennaio 1847

Vercelli il 16 Gennajo 1847Illustrissimi Signori1

Il bisogno, ch’io m’ebbi d’una Suora al fatto della incombente direzio-ne d’una Casa per mettere in Capo in uno degli Stabilimenti affidati a questenostre Suore, mi ha fatto gettare, settimane sono, lo sguardo sulla Nostra Sr.Giuseppina Mattini da più anni addetta a Cotesto Vostro Spedale, e senza chela strettezza del tempo mi permettesse di farne parte alle SS. LL. Ill.me, previoil Consenso dell’Ill.mo Sig. Cav.re D. Alessandro Mela Direttore Mensile, io prov-vedeva all’uopo.

Il perché, fidata nella Bontà esimia delle SS. LL. Ill.me, da cui mi ripro-metto benevolo compatimento mi reco in oggi ad esse sottometterne l’accadu-to ed insieme la surrogazione nella persona della Nostra Suor Maurizia Goretta

LETTERE (1813-1853) 249

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250 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nipote dell’Ill.mo Rev.mo Mons. Odone vescovo di Susa, le ottime qualità dellaquale mi fanno certa incontra l’aggradimento, e corrispondere alle benefichemire dell’Illustre Amministrazione.

E qui mi sia permesso supplicare Le SS. LL. Ill.me d’un favore, che soloposso dalla loro liberalità attendere. Il numero grande delle Case a Noi com-messe ed in conseguenza il bisogno continuo di Suore atte a disimpegnare ipropri uffici mi fanno ardita di pregarle a voler permettere, che un certo nume-ro di Suore Novizie si rechino giornalmente a Cotesto Spedale onde far praticasotto le altre ivi addette, ed a vicenda le Une le Altre succedendo, vengano con-tinuamente ammaestrate senza detrimento alcuno del Numero delle Suore giàaddette.

Le Novizie non si fermeranno, che alcune ore del Giorno restituendosial Monastero2 per la refezione del Mezzodì ed al tramontare del giorno.

Nella dolce lusinga di vedere esaudita l’umile mia dimanda, io senti-menti di grata riconoscenza ne anticipo alle SS. LL. Ill.me i più sinceri miei rin-graziamenti ed a gloria mi ascrivo il dichiararmi con profondissimo Rispetto epari Considerazione

delle SS. LL. Ill.meUmil.ma ed Obb.ma Serva

La Prov.le delle Suore di CaritàSuor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AST

1 L’ospedale Sant’Andrea di Vercelli era sorto nel 1224 ad opera del card. Guala Bicchieri. Le tratta-tive per avere la presenza delle Suore della Carità erano iniziate nel 1824 ed erano state condottedirettamente con le Suore dell’Ospedale di Thonon (Savoia). Il ministro degli Affari Interni delRegno di Sardegna autorizzò la chiamata delle Suore della Carità il 1° gennaio 1825. Le prime 5suore arrivarono da Thonon il 28 luglio 1825. Nello stesso anno Jeanne-Antide Thouret mandavaaltre due suore da Napoli. Cfr. T. REY MERMET Giovanna Antida Thouret, pp. 471-473; e soprattut-to P. AROSIO, R. SANI, Sulle orme di Vincenzo de’ Paoli. Jeanne-Antide e le Suore della Carità dallaFrancia rivoluzionaria alla Napoli della Restaurazione, pp. 284-286.2 Si tratta del Monastero di Santa Margherita, sede della Casa Provinciale e del Noviziato.

/143/Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 27 gennaio 1847

Molto Rev.da Madre Prov.le Col.ma

Io di cuore mi rallegro con Lei, che so felicemente tornata dopo una silunga assenza in Modena: ma mi perdonerà se non perdo un momento ad inco-

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modarla. Forse avrà già sentito che durante anche la di Lei lontananza io nonho cessato di insistere per avere una terza Suorina atta ad insegnare scuola allemolte Signore di questa città, che mi pregano a non ritardare loro questo van-taggio. A Suor Teresa parimenti, che ieri fu qui di passaggio con Suor Concettami raccomandai con tutte le forze perché appresso di Lei s’impegnasse, ondevoglia quanto prima mandarmela.

Ma sono tante le preghiere che da ogni parte mi vengono fatte, che adonta della taccia che giustamente mi guadagnerò d’importuno, mio malgradotrovami astretto a rinnovare a Lei a mezzo di questa mia le più calde premureonde mi voglia contentare. Si ricordi che qui l’opera è incominciata , ma nonfinita, e che anzi è assai meno il fatto di quello che rimane a farsi. Io spero cheella medesima convinta della necessità ed utilità della cosa vorrà finalmenteaderire alla mia istanza, ed assicurarmi tosto della sollecita venuta della terzaSuora.

E presentandoLe i complimenti di Mons. mio Vescovo, passo al bene dirinnovarmi coi sensi della più perfetta stima.

di LeiDev.mo Obb.mo Servitore vero

+ Ant. Magrini Vic. Gen.le

Cesena 27 gennaio 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/144/Card. Gabriele Ferretti1 a sr. Rosalie Thouret, Pesaro 6 febbraio 1847

Mia degnissima nel Signore

L’Em.mo Falconieri mi cede Sr. Teresa purché Ella acconsenta. La fonda-zione per quest’Ospedale è assai interessante perché comincerà con tre Suore,ma finirà con otto. Con la fondazione dell’ospedale De’ Dementi2 di due Suoresarebbero tre le fondazioni di Pesaro.

Con questa si propone nel prossimo avvenire l’Ospedale dei Cronici3,per la quale si attende la morte, (Dio l’allontani), di un vecchio Signor nonage-nario. Veda Ella ben che con quattro fondazioni occorreva una suora di mente,ed esperienza capace di tutte sorvegliarle.

LETTERE (1813-1853) 251

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252 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Mi dia dunque Sr. Teresa4 per la prima fondazione che è quella del-l’ospedale di Pesaro e quando Suor Teresa verrà si combinerà quella dell’ospe-dale degli Orfani e degli Esposti. Non mi ritardi il favore di mandarmi la suoraper l’ospedale di Pesaro.

Gli stessi patti, condizione della fondazione già qui fatta nelConservatorio delle Orfane.

Attendo risposta con premura e rispetto nella solita cordialità.

Aff.mo nel SignoreGabriele Cardinale Ferretti

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Gabriele Ferretti (Ancona, 31 gennaio 1795 - Roma, 13 settembre 1860), di nobile famiglia legata daparentela femminile ai Mastai Ferretti di Senigallia, studiò dapprima presso il Collegio Tolomei degliScolopi a Siena, poi nel Seminario della sua città natale, infine a Roma, dove il 1° giugno 1817 fu ordi-nato sacerdote. Il 27 maggio 1827 fu consacrato vescovo di Rieti. Nei decenni seguenti ricoprì caricheed uffici di primissimo piano: nunzio apostolico a Napoli dal 1833 al 1837, fu arcivescovo diMontefiascone e poi di Fermo (1837-1842). Creato cardinale da Gregorio XVI nel 1839, fu a capo dellaLegazione di Pesaro-Urbino dal 1842 al 1847. Successivamente, fu chiamato a reggere la Segreteria diStato pontificia (luglio 1847 -gennaio 1848), e, dopo le dimissioni da tale incaricò, fu inviato a regge-re la Legazione di Ravenna, che abbandonò pochi mesi dopo per raggiungere Pio IX che si era rifu-giato a Gaeta. Restaurato il Governo Pontificio, fu penitenziere maggiore (1852) e vescovo suburbica-rio di Porto e S. Rufina (1853). Su di lui: G. MONSAGRATI, Ferretti Gabriele, in DBI, 1994, pp. 72-77; M.NATALUCCI, Un Segretario di Stato di Pio IX: il card. G. F. di Ancona, in “Pio IX”, I (1972), pp. 413-432;L.C. FARINI, Lo Stato romano dall’anno 1815 al 1850, Firenze, 1853, I, pp. 174-335; N. RONCALLI,Cronaca di Roma 1844-1870, a cura di M. L. Trebiliani, Roma, 1972. vol. I (1844-1848); R. QUAZZA, PioIX e Massimo D’Azeglio nelle vicende romane del 1847,Modena, 1954, passim.2 Al manicomio di San Benedetto le suore arrivarono l’11 aprile 1847. Il loro compito era quello dioccuparsi della direzione e di sorvegliare il personale affinché attendesse con zelo all’assistenzadelle ricoverate.3 All’Ospedale Cronici le Suore arrivarono nell’aprile del 1847, ma, a seguito dei disordini politici del1848-49, non poterono adempiere, se non molto più tardi al loro servizio. Il card. Ferretti, tuttavia,poteva giustamente fare riferimento a quattro fondazioni e cioè al Pio Conservatorio delle Orfanedel San Salvatore, all’Ospedale omonimo, all’Ospedale dei Dementi e all’Ospedale dei Cronici. Cfr.Elenco delle case religiose delle Suore della Carità e degli stabilimenti ove esse prestano la loro assi-stenza in diversi Stati, Stamperia del Fibreno, Napoli, 1856.4 Si tratta di suor Teresa Biset.

/145/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 20 febbraio 1847

Eminenza Reverendissima

Essendo da poco tornata da lungo viaggio e trovandomi tuttora attor-niata da occupazioni rilevanti, mio malgrado non m’è possibile il potermi assen-

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tare da Modena nemmeno per pochi giorni per cui dispiacente di non trasferir-mi costì, onde trattare a voce l’affare di queste Scuole, per non porre ritardoagli ordini di Vostra Eminenza, ho creduto fare in iscritto le mie osservazionisulle condizioni che mi vengon fatte.

Queste osservazioni io le sottometto a Vostra Eminenza, sicura di trova-re nella medesima un Padre sollecito e premuroso, le bontà del quale sono statedal nostro Istituto in mille guise sperimentate.

D’altronde ho procurato attenermi il più possibile nel modo in cui nellemolte scuole ove siamo stabilite, sogliamo insegnare, cioè secondo lo spiritodelle nostre Sante Regole, delle quali Vostra Eminenza, ce ne inculcherebbe perla prima l’osservanza perfetta.

Qualora, l’Eminenza Vostra, trovasse qualche opposizione a questemie osservazioni, mi recherò troppo onorata s’Ella si degnerà significarmi isuoi voleri i quali potendo, mi accingerò con ogni impegno alla più sollecita epiù fedele esecuzione.

Frattanto nei sentimenti della più profonda e sincera venerazione, ecol bacio rispettoso della Sacra Porpora, ho l’onore di protestarmi

di Vostra EminenzaUmilissima e Devotissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 20 Febbraio 1847

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/146/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 3 marzo 1847

Molto Rev.da Superiora

Il foglio che compiegasi contiene nella prima colonna le propostepreliminari relative a queste Scuole della Provvidenza, nella seconda le di Leiosservazioni, nella terza finalmente le definitive risoluzioni prese nella radu-nanza ieri presso Noi tenuta dalle Nobili Signore Direttrici di dette Scuole conl’intervento di Sr. Felicissima Tagliazucchi1 e Sr. Beatrice Martelli. Siccome inmassima le cose ieri stabilite ed approvate formeranno il Regolamento per

LETTERE (1813-1853) 253

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254 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dette Scuole così ci affrettiamo a farlene partecipazione per avere sollecito edefinitivo riscontro in proposito, stringendo il tempo per l’apertura delle dueScuole nei nuovi locali assegnati.

Rilevando dal contesto delle prese risoluzioni una quasi perfetta coin-cidenza colle osservazioni da Lei fatte, così pare potersi fin d’ora ritenere nullaesservi in contrario, e neppure luogo ad ulteriori osservazioni. Ad ogni modoperò attendesi il suaccennato riscontro colla possibile sollecitudine onde avereuna novena nel dare le conseguenti relative disposizioni. Le compartiamo lapastorale nostra benedizione

Di Lei M. Rev.daC. Card. Oppizzoni

Bologna, lì 3 Marzo 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Suor Felicissima Tagliazucchi (Modena 1822 - Palermo 1892) fu, fin dal 1844, Sorella Servente delleScuole della Provvidenza di Bologna. Nel 1856 divenne responsabile anche della Comunità Religiosache prestava servizio all’Ospedale Sant’Orsola. Il 10 ottobre 1862 fu nominata Sorella Serventedell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia e, nello stesso tempo, Superiora Provinciale di Roma.Nonostante le frequenti divergenze di pareri con Madre Chambrot, mantenne il suo ruolo diConsigliera generale fino al 1869, quando fu sollevata anche dall’incarico di Superioradell’Ospedale Santo Spirito in Sassia. Inviata prima Nizza e poi a Moret, rimase in Francia fino al1880, allorché Madre Teresa Vignet, nuova Superiora Generale, la richiamò a Roma e la inviò poi,in qualità di Sorella Servente, all’Ospedale di Reggio Calabria. Su di lei: SUORE DELLA CARITA’,Necrologie dell’anno 1892, Roma, 1893; R. FANTINI, L’Istruzione popolare a Bologna fino al 1860,pp. 47-55; P. MANTANI, L’opera educativa delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret inBologna dal 1844 al 1915, pp 59-104.

/147/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 5 marzo 1847

Modena, 3 Marzo 1847

Eminenza Reverendissima

Ho letto le ultime osservazioni fatte al progetto per le Scuole dellaProvvidenza e non iscorgendovi cose da non potersi eseguire (salvo se all’attopratico le Suore saranno sufficienti all’istruzione che si richiede ci riserbiamo difarlo conoscere) noi accettiamo le condizioni proposte: solo prego l’EminenzaV. a voler concedere che una volta al mese le Suore possano avere un giovedìintero di vacanza per attendere al loro Ritiro mensile.

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Sarebbe bene che anche nelle condizioni fosse incluso il mantenimentodelle suore pagato ogni trimestre, e fissato annualmente il quantitativo pelmantenimento delle suppellettili e mobilare di casa.

Ringraziando infinitamente l’Eminenza Vostra del particolare interessedimostratoci in questa circostanza, Le rinnovo i sensi della più viva gratitudine,e baciandole rispettosamente il sacro anello mi pregio ripetermi

di vostra Eminenza ReverendissimaUmillss.a ed ubbidientiss.a Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione consultiva, Pos. 667

/148/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 16 marzo 1847

Molto Reverenda Superiora

D’appresso le osservazioni portate dal di lei foglio di riscontro in data 5corrente, le SS re Direttrici di queste Scuole della Provvidenza hanno redatto unRegolamento che trovo conforme alle massime già prestabilite.

Tale regolamento che si desidera munito delle firme delle parti interes-sate nel suo originale compiego, onde si compiaccia apporvi il di Lei nome comeha fatto la S.ra Minghetti1 rappresentante l’intera Direzione.

Porto lusinga che tutto sia per procedere con reciproca armonia e sod-disfazione a sempre maggior vantaggio di questa pia istituzione.

Attendo sollecita la trasmissione del Regolamento firmato, e frattantole auguro dal Cielo ogni vero bene.

Di Lei Molto R.daC. Card. Oppizzoni

Bologna, 16 Marzo 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Rosa Minghetti (Settefonti di Ozzano Emilia ? – Bologna, 21 aprile 1868), proveniente da una fami-glia della ricca borghesia del contado, dopo la morte del marito Giuseppe (1828) soggiornò a lungonella casa paterna per meglio provvedere all’educazione dei figli. Donna di modesta cultura, ma disingolarissimo ingegno e di profonda fede, partecipò attivamente alle iniziative caritativo assisten-ziali promosse dalla Chiesa e dalle organizzazioni cattoliche bolognesi. Su di lei: G. MAIOLI, MarcoMinghetti, Zanichelli, Bologna, 1926, passim; A. NORSA, La giovinezza e le prime esperienze politi-che di Marco Minghetti (1818-1860), in “Rassegna Storica del Risorgimento”, 1938, IV, pp. 439-487;V, pp. 587-628.

LETTERE (1813-1853) 255

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256 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/149/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 19 marzo 1847

Modena, 19 Marzo 1847

Eminenza Reverendissima

Restituisco nuovamente all’Em.za V.a il Regolamento per le Scuole dellaProvvidenza al quale ho apposta la mia firma. Spero che tutto sia per eseguirsia comune soddisfazione; almeno per parte nostra ci adopereremo con tuttozelo e vera carità per l’istruzione delle povere fanciulle che si affidano allenostre cure.

Ringrazio l’Em.za V.a delle parti premurose ch’Ella si è presa pel nostrovantaggio, e si assicuri che il nostro desiderio è di renderla appieno contenta edi mostrarglielo coi fatti, e con la più religiosa sommessione, ubbidienza edossequiosa gratitudine.

Le bacio rispettosamente il sacro anello chiedendole la pastoraleBenedizione mi protesto

dell’Eminenza Vostra ReverendissimaUmilissima ubbidientissima devotissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/150/Sr. Rosalie Thouret al marchese Luigi de Buoi, Modena 23 luglio 1847

Modena, 23 Luglio 1847A Sua Eccellenza il Sig. Marchese De BuoiCiamberlano, Consigliere di Stato di S. A. R.e Governatore della Città e Provincia di Modena

Eccellenza

Alcuni mesi fa io fui richiesta di disporre alcune Suore per la direzionedell’Ospitale degli uomini e Casa di Dio; e con tutto il cuore io promisi che io ele mie Sorelle ci saremmo in tutto prestate ai piissimi desideri dell’AugustoNostro Sovrano, e al fine del nostro Santo Istituto.

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In quella circostanza di comune accordo con S.E. il S.r Conte BentivoglioNostro degnissimo e premurosissimo Presidente si concertarono alcuni Capitolipreliminari fra i quali eravi che il numero delle Suore fosse di sei, e che l’asse-gno loro fosse di annue ital. £. 2.500, lume, fuoco, biancheria e medicinali.

Quantunque io riconoscessi che l’assegno sarebbe stato insufficiente alcompleto mantenimento, al vestiario ed alle altre piccole spese di una Casa disei individui, pure fatto riflesso che in questo solo caso mi era possibile cavarpartito dalla somma prossimità alla Casa Madre per ottenere qualche econo-mia, e desiderando di cooperare per quanto da me si potesse alle Viste Sovranee al bene dell’umanità, convenni nella indicata assegnazione.

Ma quando, or sono pochi giorni, mi sono stati trasmessi i detti Capitolirivestiti della Somma Sanzione con Chirografo 10 giugno 1847, ho veduto chela somma veniva diminuita di un quinto, riducendola ad ital. £ 2.000. colle qualimi è impossibile spesare e vestire le sei Sorelle per quanto pure voglia aiutarmicon tutte le possibili economie:

Mi imagino che si sarà presa una proporzionale ragguagliandosi all’as-segno d’ital. £ 10.000. fissato dalla gloriosa memoria di S.A.R. Francesco IV perle Suore destinate alla direzione e servizio degli Ospitali Donne, ma è a riflet-tersi che in un numero grande d’individui trovasi sempre un vantaggio sullaspesa totale; e in secondo luogo deve considerarsi che la Casa Madre ritira ledozzine o Doti che sono pagate dalle postulanti nel tempo del loro Noviziato epuò supplire con queste alla differenza delle sue spese.

Nella circostanza dolorosissima al mio animo di non poter assolutamen-te accettare le proposte £ 2.000, io ricorro alla benignità dell’E.V. affinché sidegni esporre le mie umilissime deduzioni a S.A.R.1 facendole nel tempo stessoconoscere con quale mio estremo rammarico sia impossibilitata questa volta adubbidire a un suo desiderio senza alcuna osservazione, e supplicandola a rimet-tere la somma alle £ 2.500, che appena basteranno all’uopo, giovandosi, comedissi, della quasi contiguità della Casa Madre.

Nella speranza che l’E.V. si degni favorirmi, e nella fiducia che S.A.R.sarà tanto Clemente da togliermi da questa pena, ho l’alto onore di rassegnar-mi col più profondo rispetto

di Vostra EccellenzaUm.ma ed Ubb.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Lettera di due facciateCopia, in ASM, Fondo ECA, b. 2336, f. 12

1 Francesco Ferdinando Geminiano d’Austria-Este (Modena, 1 giugno 1819 - Vienna, 20 novembre1875), primogenito del duca di Modena Francesco IV e di Maria Beatrice di Savoia, alla morte delpadre (21 gennaio 1846) gli successe alla guida del ducato estense con il titolo di Francesco V.

LETTERE (1813-1853) 257

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258 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Costretto una prima volta ad abbandonare Modena e i suoi domini dopo lo scoppio dei moti rivo-luzionari del 1848, vi fece ritorno all’indomani dell’armistizio di Salasco. Ripristinato il governoducale, attuò alcune riforme amministrative e si fece promotore di talune significative innovazioniin campo sociale e culturale e sul versante dell’economia. Il rafforzamento dello stato di polizia el’approvazione di una serie di provvedimenti politici di carattere reazionario, tuttavia, contribuiro-no a screditarlo di fronte all’opinione pubblica ed a minare irreversibilmente le basi del consensopolitico al suo governo. L’11 giugno 1959, fu costretto ad abbandonare nuovamente il ducato diModena e a ritirarsi con le sue truppe a Bassano. Dopo l’instaurazione a Modena del governo prov-visorio, l’Assemblea nazionale presieduta dal Malmusi proclamò la decadenza degli Estensi e l’an-nessione dell’ex ducato al regno di Vittorio Emanuele II. Francesco V, falliti gli iniziali tentativi dirientrare in possesso dei suoi territori e convintosi dell’inutilità degli sforzi in tal senso, sciolse ilcorpo delle milizie rimastegli fedeli ed abbandonò l’Italia per stabilirsi con la consorte Adelgondadi Baviera e i suoi più stretti collaboratori a Vienna. Su di lui: Memorie storiche intorno la vitadell’Arciduca Francesco IV d’Austria d’Este Duca di Modena, Reggio, Mirandola, Massa e Carrara,ecc… Compilate da Cesare Galvani sacerdote modenese, IV, passim; T. BAYARD DE VOLO, Vita diFrancesco V Duca di Modena (1819-1875), passim; L. AMORTH, Francesco V d’Austria-Este, inAMDSP, serie X, XI (1976), pp. 25-38; Francesco IV e Francesco V Duchi di Modena. Atti del conve-gno di studi (Modena, 3 ottobre 1992), Panini Editore, Modena, 1993.

/151/Mons. Antonio Magrini a sr. Rosalie Thouret, Cesena 12 settembre 1847

Molto Rev.da M.re Prov.le Col.ma

Ci avviciniamo a grandi passi ad Ottobre ed io mi affretto ad inviarLela presente per ricordarLe che in detto mese attendiamo la terza Suorina chedovrà occuparsi della educazione delle Signorine di questa Città.

Ella è testimone del desiderio che hanno tutte le principali Famiglie diavere una Suora della Carità ad istruttrice delle Bambine. Io non doveva chefarle risovvenire le di Lei promesse e lo faccio con questa mia una novella rac-comandazione perché non ci sia differito un tanto bene; potrebbe offenderlaquasi si temesse fosse Ella per non attenervisi. Gradirei che Ella di persona ce laconcedesse, ma se mai nonpotesse sarà compiacente di significarmi per qualmezzo e in qual luogo dovremo mandarla a prendere. Suor Paolina e SuorAntonietta stanno benissimo.

E presentandoLe i complimenti di Mons. Vescovo, passo a dirmi

di LeiDev.mo Obb.mo Servitore+ A. Magrini Vic. Gen.le

Cesena, 12 Settembre 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

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/152/Rosa Minghetti1 a sr. Rosalie Thouret, Bologna 21 gennaio 1848

Pregiatissima Suor Rosalia

Non prima d’ora ho risposto al pregiato suo foglio del 31 scorso, perchénon è stato possibile di tenere una adunanza con le signore direttrici prima diieri, ed era necessario che rendessi estensibile alle suddette Signore l’accenna-ta sua del 31.

Godo che Ella pure trovi lodevole il metodo ultimamente da noi adot-tato per conservare possibilmente una certa proprietà alle fanciulle per inse-gnare in pari tempo alle medesime come da se stesse abbiano da rappezzare iloro vestiti e tenersi pulite, cosa tanto necessaria nella classe povera.

Vedo che su questo articolo siamo perfettamente d’accordo.Duolmi di non poter dire altrettanto per la quinta sorella che Ella desi-

dererebbe lasciare qui a Bologna in aiuto delle altre quattro anche a mezzapensione, ed eccone le ragioni.

Ora noi abbiamo esteso il numero delle Ragazze, che da 100 che eranoprima, ora se ne sono accettate 140, e per ciò istituito una Seconda Scuola.Tutto questo impianto regge senza alcun fondo, e con le sole carità diBenefattori, per cui non si possono far calcoli positivi, né tampoco prenderedegli impegni, ai quali non potessimo far fronte per mancanza assoluta dimezzi.

E’ da qualche tempo che in Bologna si aumentano Stabilimenti di pub-blica beneficenza e al solo movente di estensione, come per esempio le Saled’Asilo.

Da queste nuove istituzioni ne è venuto un rimarchevole danno allenostre Scuole, e ne abbiamo avuto una recente e non dubbia prova nell’ultimaraccolta fatta al Natale, che appena si può contare la metà di quello che si rac-coglieva gli anni scorsi, e ci troviamo imbarazzate per l’anno 1848.

Calcolate tutte queste cose Ella, spero, troverà giusto che per partenostra non si debbano prendere impegni perché sarebbero superiori alle nostreforze.

Rapporto poi all’assegno annuo per la manutenzione dei mobili ecc.,questo bisogno è regolato a fin d’anno, e per ciò a maggio due Signore saran-no incaricate di ottenerne il consumo di biancheria, di tovaglia e, per il rima-nente non può occorrere manutenzione per molti anni avvenire, essendo leScuole impiantate di nuovo. Dietro al rilievo che sarà fatto si prenderà unanorma.

Le altre signore direttrici sono perfettamente di questo avviso, e lo pro-vano con la loro firma.

LETTERE (1813-1853) 259

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260 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Mi è grata ogni occasione che mi procura il bene di professarLe la mia distin-ta stima, e di offrirle la mia servitù.

Ho il vantaggio di dirmiSua Serva devotissima

Rosa Minghetti f.f. di PresidenteLaura De Bianchi

Vittoria Berti Pichat VittoriaLuigia Ansani Isolani

Sofia Monti CastiglioniAnna De Bianchi Marsigli

Ersilia Rossi Cont.sa Marsili

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Le dame componenti il Consiglio di Direzione erano riuscite fino a quel momento a mantenereil pareggio del bilancio anche grazie al sostegno ricevuto in forza della loro posizione sociale. Nel1846, ad esempio, figuravano fra le rendite oltre 400 scudi provenienti da offerte di benefattori,fra cui quelli dell’Imperatrice delle Russie di passaggio a Bologna. Era largamente e da più partiavvertita, tuttavia, la necessità di dare un diverso assetto organizzativo e finanziario all’istituzio-ne. Per questo il cardinale Oppizzoni, d’intesa con suor Rosalie Thouret, ristrutturerà completa-mente le Scuole della Provvidenza, liberandole da ogni ingerenza secolare. Cfr. R. FANTINI,L’Istruzione popolare a Bologna fino al 1860, pp. 126 ss.; Conto delle rendite e spese dell’anno1846 per le scuole della Provvidenza in Bologna, in BCoAB, Manoscritti, Fondo Malvezzi, Cart. 315,n° 4.

/153/Sr. Rosalie Thouret a mons. Alessandro Angeloni1,

Modena 8 febbraio 1848

Modena, 8 Febbraio 1848

Eccellenza Reverendissima

Mi scuserà S.E.V. se ho tardato alcuni giorni a rispondere alla di lei pre-giat.ma lettera del 2 corrente essendo stata incomodata di salute.

Per le condizioni che V.E. mi dimanda pel collocamento delle nostreSorelle alla direzione della Casa delle Orfane2 sono le seguenti.

Le Suore debbono avere 1° le loro stanze in libertà per dormire, man-giare e ricevere le persone con cui hanno da trattare. 2° essere provvedute dellanecessaria mobiglia di casa, con letti assortiti di biancheria, come pure di quel-la di mano e tavola. 3° Lume, fuoco e Bucato. 4° Nutrimento secondo il bisogno.5° Medico e medicine in caso di malattia. 6° Scudi due a testa al mese per man-tenimento di vestiario personale.

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Ecco Eccellenza quali sono le nostre richieste le quali si limitano al puronecessario.

In quanto all’epoca di dare questi soggetti io non potrei farlo che negliultimi mesi dell’anno non avendo ora Soggetti disponibili per aver dovuto prov-vedere altrove

Scriverò ben volentieri alle nostre Sorelle di Pesaro di portarsi da V.E.subito che il tempo e le loro occupazioni glielo permetteranno acciò sentano leidee dell’E.V. e vedano sopra luogo la situazione del Locale.

Ringraziando l’E.za Vostra della confidenza ch’Ella ci dimostra e deside-rando poterla meritare eseguendo le di lei saggie viste ho l’onore di protestar-mi col più profondo ossequio

dell’Eccellenza Vostra ReverendissimaUmiliss.ma ed ubbidientiss.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

PS. Ho dimenticato le spese di viaggio per l’istallazione e pel cambiamento diqualche Suora qualora vi sia bisogno. Più le spese di funerali accadendo lamorte di qualcuna.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ACU, Carteggio Angeloni, 1848

1 Alessandro Angeloni (Urbania, 20 novembre 1810 - Urbino, 5 agosto 1881), di famiglia patrizia,entrò all’età di 12 anni nel seminario diocesano di Urbania e fu ordinato sacerdote il 27 maggio1833. Laureatosi in Utroque Iure a Urbino (1834) e in Teologia a Roma (1838), fu prima VicarioGenerale dell’Arcivescovo di Urbino, Mons. Giovanni Tanara, e poi, a seguito del trasferimento diquest’ultimo al Patriarcato di Antiochia, Vicario Capitolare (1845). Era tanta la stima di cui godevain diocesi che Gregorio XVI, accogliendo le unanimi richieste del Clero e dei fedeli, nonostante l’an-cor giovane età, lo promosse alla sede arcivescovile di Urbino. Resse per ben 35 anni l’arcidiocesiurbinate. Su di lui: L. BRAMANTE, I Vescovi e Arcivescovi di Urbino, Notizie storiche, S.T.E.U., Urbino,1953, II, pp. 299-309.2 In realtà, le trattative non giunsero in porto e le suore non si occuparono di quest’opera.

/154/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 14 marzo 1848

Dieu Seul!Modène, 14 mars 1848

Ma très chère et Révérende Mère

Quoique vous nous priviez de vos nouvelles, je ne pense pas pour celaque vous ne pensiez à nous et à la position critique où nous nous trouvons.

LETTERE (1813-1853) 261

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262 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

La plupart de nos maisons, surtout dans les Etats du Pape sont chance-lantes et d’un moment à l’autre, nos sœurs peuvent subir le même sort quecelles de Senigallia, que les pauvres Jésuites et les Frères des Ecoles chrétiennes1.

Que ferons-nous avec 160 sœurs qui nous tomberont dessus et si dansnotre Duché il en arrive comme ailleurs, car aucun royaume, aucune ville dumonde n’est tranquille? Je n’ai pas voulu vous mettre en souci jusqu’à présent,mais je vous avoue que depuis quelque temps, je ne vis pas sans inquiétudepour ce qui peut nous arriver.

N’ayant d’autres ressources que l’entretien des sœurs qui servent noshôpitaux, et si cela vient à manquer par la chute du Gouvernement, nous voilàbien arrangées. Tous les jours on apprend des nouvelles plus fâcheuses et plustristes, les bouleversements arrivent à l’imprévu et comme la foudre.

Nous prions tous le Ciel de nous préserver des fléaux suspendus surnous. Demain nous exposerons dans notre chapelle le très Saint Sacrement poury faire l’adoration tour à tour, car les besoins sont si grands que l’on ne doit etque l’on ne peut que s’adresser à Dieu.

Nous sommes encore sans Evêque2, et avec un Vicaire général3 qui étaitdu parti opposé à l’Evêque défunt et pour ce motif je ne fais pas faire les SaintsVœux à quelques-unes qui sont en âge et pour qui je vous avais demandé lapermission, parce qu’il voudrait peut-être venir nous tracasser comme il a faitdans quelques couvents et je pense qu’il vaut mieux attendre le nouvel Evêque4;nous renouvellerons nos vœux comme à l’ordinaire, si vous voulez bien nous lepermettre à toutes les professes. Grâce à Dieu après avoir eu beaucoup desœurs attaquées du grippe, elles sont toutes sur pied et passablement remises.

Donnez-nous s’il vous plaît vos nouvelles et dites-moi ce qu’il faudrafaire si la révolution nous bouleverse. Priez pour vos enfants et recevez leurssentiments d’affection et de respect, en particulier de celle qui se dit

Ma très chère Mèrevotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

P.S. Mes saluts s’il vous plaît à nos chères Soeurs et à ma bonne Fébronie et luidire que nos chanteuses désireraient une messe de Ruggi. Cependant qu’elle serappelle que nous en avons déjà une à deux voix tuono maggiore tempo tri-pola. On désirerait encore un Tantum ergo joli et tout cela quand il y auraquelque occasion. Pardonnez ma hardiesse.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 I timori di suor Rosalie Thouret erano alquanto fondati: i rivolgimenti politici del 1848 metteran-no a dura prova il servizio delle Suore della Carità un po’ ovunque, ma in particolar modo aBologna, a Pesaro e a Modena.

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2 Il vescovo di Modena mons. Luigi Reggianini, morto il 9 gennaio 1848, era in ottimi rapporti conla corte estense e nutriva grande stima e benevolenza verso le Suore della Carità. Si veda al riguar-do la sua lettera all’arcivescovo di Bologna dell’ottobre 1845: “Eminenza Reverendissima, In osse-quio al desiderio manifestatomi dall’Em.za V.ra Rev.ma con venerata lettera 17. corr. (N°. 855.Congregazione Consultiva) mi sono procurato dalla Congregazione delle Opere pie la copia auten-tica dei varj documenti che riguardano l’amministrazione di questi nostri Ospitali delle Donne affi-dati alle Sorelle della Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de’ Paoli. Nel trasmetterli all’Em.zaV. Rev.ma ho l’onore di assicurarLa che esse Sorelle hanno pienamente corrisposto alla fiducia inloro collocata, che universale è la gratitudine dei poveri, come piena è la Sovrana soddisfazione; eche finalmente per parte mia io ne benedico il Signore Iddio pel gran frutto spirituale che derivadalle caritatevoli loro sollecitudini. Sono persuaso che l’Em.za V. Rev.ma , avrà uguali consolazionise riesce a procurare questo vantaggio a Bologna.Giacché poi V. Em.za si degna concedermi dipoterle fare quelle riflessioni che l’esperienza mi suggerisce in proposito, oserei pregarla a far sìche, quando le Sorelle siano chiamate alla direzione di qualche Ospitale, ciò sia in tal numero dapoterne assumere tutti gli interni uffici più necessarii; giacché se la disciplina e il regime internodebbano in parte essere affidati ad esse, in parte lasciati a sorveglianti secolari, oltreché il loro zelosarà sempre inceppato, non mancheranno mai pretesti a farle sfigurare. Questo accadde presso noidal 1834 al 1841 appunto per questa mistura; ma appena nel 1841. fu affidata ogni cura e fiduciaalle benemerite Sorelle, tutti dovettero accorgersi dei sommi miglioramenti, e dello spirito dellagloria di Dio che le anima. Ho l’onore d’inchinarmi col più profondo ossequio al bacio della SacraPorpora.Di Vostra Eminenza Reverendissima U.mo Dev.mo Obb.mo Servo + Luigi Vescovo” (mons.Luigi Reggianini al card. Carlo Oppizzoni, Modena 24 ottobre 1845, in AGAB, CongregazioneConsultiva , Pos. 855 anno 1845).3 E’ mons. Luigi Ferrari, che avendo fama di prete liberale non godeva ovviamente fiducia negliambienti in cui operava suor Rosalie Thouret. Cfr. R. SANI, P.P. SALADINI, Severino Fabriani. Unecclesiastico ed educatore nella Modena della Restaurazione, pp. 179-181.4 Nuovo vescovo di Modena sarà lo stesso vicario capitolare, mons. Luigi Ferrari.

/155/Alessandro Gallucci e Nicola Grazia a sr. Rosalie Thouret,

Pesaro 23 marzo 1848

Reverendissima Superiora

La Superiore disposizione espressasi nel venerato Legatizio Dispaccio 20andante N. 2532 ha precariamente allontanate da questo Pio Stabilimento lequattro Suore della Carità che vi dimoravano. Predisposta per loro interesse dalnostro Collega Signor Conte Adolfo Spada nel giorno di ieri la loro partenza,noi non ne fummo informati che poche ore innanzi, portandoci la parola delsuindicato dispaccio, che disporremmo. Si è questa la cagione perché non sonostate esse Suore accompagnate alla Maternità vostra da un nostro foglio, dellaqual cosa eravamo pur in dovere.

Nell’affrettarci ora pertanto di compierlo nel modo che ci è dato, tro-viamo opportuno di accluderle copia di un nostro Rapporto che abbiamo cre-duto di dover umiliare all’Em.mo nostro Legato, unitamente alla copia della

LETTERE (1813-1853) 263

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264 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

risposta ricevutane, che è il sopraccitato Dispaccio, onde venga Ella informatapienamente di che si tratta.

Apprenderà poi del pari quanto noi siamo lungi dal riconoscere nelleSuore medesime ogni ombra di demerito, che abbia provocato simile tempera-mento, che anzi a lode del vero dobbiamo dichiarare la piena nostra soddisfa-zione per la loro irreprensibile condotta, e per la loro religiosa e perfetta osser-vanza all’umanissimo Istituto che professano.

Pieni intanto di rispettoso ossequio abbiamo l’onore di confermarci

Di Vostra Maternità ReverendissimaUmil.mi Dev.mi Servitori

Alessandro GallucciNicola Grazia

Pesaro, 23 Marzo 1848

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/156/Mons. Luigi Ferrari1 a sr. Rosalie Thouret, Modena 17 luglio 1848

Il Vicario Capitolaredella Diocesi di Modena

Modena 17 Luglio 1848

Alla Rev.da Madre Superiora delle Suore della Carità

Sono grato alle espressioni contenute nel foglio ultimamente spedito-mi e bramo circostanze opportune da poter farne conoscere la molta stima delsanto Loro Instituto, e l’impegno che ho di favorirlo a gloria di Dio e a vantag-gio delle Anime.

A tenore della richiesta fattami acconsento alla professione e alla vesti-zione di quelle giovani di cui Ella mi scrive2.

Il Signore si degni assistere Lei e le sue consorelle, e colla divina sua

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benedizione faccia sì che le caritatevoli e laboriose loro fatiche producano frut-ti di vita eterna.

Can. Luigi Ferrari V. C.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Luigi Ferrari (Modena, 1° novembre 1792 – ivi, 19 aprile 1851), figlio di Giovanni Battista, pubbli-co notaio cittadino, fu alunno, tra il 1809 e il 1817, del Seminario Metropolitano. Divenuto sacer-dote e conseguita, nel 1814, la laurea in Teologia fu inviato a Roma per perfezionare i suoi studipresso l’Università Gregoriana. Rientrato a Modena, fu dapprima sostituto (1820-21) e poi titolare(1822-1848 ) della cattedra di Teologia Morale all’Università, svolgendo nel contempo altri impor-tanti incarichi, quali quello di Censore Ecclesiastico e di Direttore del Nobile Collegio di San Carlo.Annoverato dal 1826 tra i canonici della Cattedrale, alla morte di mons. Reggianini (9 gennaio1848) fu nominato vicario capitolare della diocesi. Il suo nome figurava ultimo nella terna che ilDuca Francesco V, come suo diritto, aveva inviato alla Santa Sede per la nomina del successore, mail Governo Provvisorio chiese ed ottiene da Pio IX che la scelta cadesse su di lui. Eletto vescovo diModena fin dal 5 luglio, la sua consacrazione avvenne dopo il ripristino del Governo Estense conparticolare solennità in cattedrale (17 settembre 1848). Nella storia della diocesi il suo episcopatoviene ricordato soprattutto per avere attivato la congregazione annuale dei vicari foranei e per lavisita pastorale compiuta, sia pure tra enormi fatiche, in tutte le 80 parrocchie della zona monta-na. Su di lui: T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, p. 170; G. PISTONI, Il semi-nario Metropolitano di Modena, pp.115-117; S. DA CAMPAGNOLA, Cattolici intransigenti aModena, pp. 38-40; G. MANNI, La polemica cattolica nel Ducato di Modena (1815-1861), p. 231 epassim; C.G. MOR, P. DI PIETRO, Storia dell’Università di Modena, I, pp. 245-246; HIERARCHIA, VIII,p. 397; R. SANI, PP. SALADINI, Severino Fabriani. Un ecclesiastico ed educatore nella Modena dellaRestaurazione, p.179 e passim.2 Mons. Ferrari era stato nominato vescovo di Modena il 5 luglio 1848, perciò, avutane notizia, suorRosalie Thouret gli chiede prontamente di poter procedere alla professione delle Suore ed allavestizione delle Novizie, in perfetta coerenza con quanto aveva scritto in precedenza.

/157/Mons. Luigi Ferrari a sr. Rosalie Thouret, Modena 22 luglio 1848

Modena, 22 Luglio 1848

Rev.ma Madre Superiora

Ieri mi fu presentato il bel dono1 cortesemente inviatomi dalla di Leigentilezza, egregio lavoro delle Figlie di S. Vincenzo de’ Paoli. Io certamentenon ho meriti pei quali convenirmi possa tale distinzione; e perciò dovrà que-sta da me considerarsi come un pegno non dubbio di quella religiosa venera-zione che nella loro pietà esse nutrono verso la dignità Episcopale2.

LETTERE (1813-1853) 265

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266 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nell’accettare con vivo sentimento di riconoscenza il dono accennatocon la presente, che serve di riscontro al preg.mo foglio del giorno 21; rendo aV. M. e alle virtuose di Lei consorelle i più sinceri ringraziamenti, e loro augurodal divin nostro Redentore le più elette benedizioni

Can. Luigi Ferrari Vic. Cap.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Con tutta probabilità si trattava di un paramento sacro, simile al “bel Rocchetto tutto guernitocon fiocchi d’oro” che le suore della Carità avevano offerto in analoga circostanza al predecessore,mons. Luigi Reggianini. Cfr. “La voce della verità”, 29 aprile 1838, p. 510.2 Il nuovo vescovo di Modena coglieva giustamente nel segno nell’evidenziare le caratteristiche spe-cifiche del carisma delle Suore della Carità istituite da Jeanne-Antide Thouret.

/158/Don Gaetano Maria Silvestri1 a sr. Rosalie Thouret,

Modena 30 novembre 1848

Molto Rev. da mia Madre Superiora

Solo perché venga eliminata qualunque ambiguità sul rapporto dell’of-ferta fattami Stamane dalla R. V. mi credo in dovere di aprirle con la naturale econsueta mia schiettezza l’animo mio e dirle semplicemente come la penso intale proposito.

Ritengo per principio fermo, che chi serve all’altare deve vivere del-l’altare: che è degno l’operaio di conseguire la sua mercede: che il confessoredi Monache o di più stabilimenti deve essere compreso sotto queste due cate-gorie: che deve essere effetto della delicatezza di V.R. l’esibirmi come a con-fessore provvisorio di alcune di codeste Suore una ricognizione la quale ten-desse a compensare quella qualsivoglia fatica materiale che in tale ufficiodebbo sostenere: che per riguardo a ciò che ha di relazione tra me e l’Istituto,quantunque a questo io sia debitore assai di tante premure, di tanti trattid’amorevolezza, di tante preghiere prodigatemi fin da quando era ancorasemplice Chierico, pure io potrei, non senza però mano tremante, conoscen-domene immeritevole per molti titoli, adattarmi a ricevere tale compenso: maun ostacolo insormontabile assolutamente me lo impedisce. Io nell’attualeimpiego di Cancelliere ho l’Onorario mensile di 100 lire italiane a corso ban-cario.

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Fatti tutti li miei calcoli per soccorrere ai bisogni ed alla decenza di mee di mia famiglia, trovo in questo stipendio non solo bastante provvedimentoma perfino un principio di superfluità; come potrei io senza far torto manife-statissimo alla bontà del mio Dio, che mi pose e conserva in un impiego ritenu-to sempre da me superiore alle mie forze ricevere uno stipendio per un’operadi sua gloria e tendente alla salute delle anime anzi per la prima opera di similgenere che Egli si degna nei suoi occulti giudizi presentarmi?

Io che da tanto tempo desiderava di qualche modo soddisfare al finepel quale mi sono fatto Ecclesiastico e che per tanti motivi demeritato perfin,mi sono ciò che mi abbisognerebbe pel vitto e pel vestito? Ah, mia buonaMadre, lungi da noi lungi ancor l’idea del proposto compenso. Non posso asso-lutamente riceverlo e qualunque cosa tendere potesse al compenso medesimomi vedo in coscienza obbligato a rifiutarlo come fin dal momento non credopotrà riuscire di torto alla di Lei cordialità se ne faccio un totale rifiuto.

Cessi quindi qualunque difficoltà sopra questo soggetto, e riserbando-mi di prevalermi della di Lei carità e buon cuore quando al Signore piacque dimettermi in qualche necessità temporale.

Termino la presente col raccomandarmi fervidamente alle di lei pre-ghiere lasciandola nei dolcissimi Cuori di Gesù e di Maria, mi prendo il vantag-gio di confermarmi con tutto l’affetto e venerazione

Della R.V. Dev.mo ed Aff.mo ServoD. Gaetano Maria Silvestri

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Don Gaetano Maria Silvestri ricopri, dal 1842 al 1854, l’incarico di cerimoniere nel SeminarioMetropolitano di Modena. Cfr. G. PISTONI, Il Seminario Metropolitano di Modena, ad indicem.

/159/Don Gaetano Maria Silvestri a sr. Rosalie Thouret,

Modena 1 dicembre 1848

Molto Reverenda mia buona Madre

Non mi è permesso come V.R. mi suggerisce, di misurare le mie consi-derazioni con le considerazioni della R.V. il confronto lo devo desumere dallavolontà di Dio e dalla gratitudine che sono obbligato ad avere verso Dio stes-

LETTERE (1813-1853) 267

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268 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

so. Questa misura già l’avea presa fin da ieri e non precipitosamente ma dopomaturissimi riflessi fatti in più volte in antecedenza, e adesso non posso checonfermarla e adattarmi ad essa intieramente. Se la mia pochezza è credutaatta a servire d’istrumento per la gloria di Dio, io non la ritiro, ma troppogrande sarebbe la mia insolenza se avessi l’ardire di ricevere un compensomentre per un tratto di tanta confidenza del mio Dio dovrei io non cessarecon tutte le mie forze di procurare di darlo. Ah, lungi il ripeto, sì lungi perfi-no l’idea.

Quanti buoni Sacerdoti dalla mattina fino alla sera non stanno neiConfessionali esposti per aiutare anime e condurle al Signore sacrificandoancora ai loro interessi senza aspettare altro compenso se non quello delCielo, ed io dovrei prendere un compenso per una tenue fatica di un’ora emezzo o poco più, fatica alleggerita da tanti titoli di consolazione spiritualee da tante cure temporali, fattore che liberamente mi lascia accudire ad unimpiego, il quale mi dà un compenso superiore a tutti i miei bisogni? Oh,buona Madre, ella ben vede a quale scoglio le di Lei riflessioni mi andrebbe-ro a condurre, a qual punto d’ingratitudine e d’infedeltà mi andrei io adapprossimare: oh, non sia così. Queste siano le ultime parole che vengonodette fra noi su questo rapporto e sia imposto con queste un perpetuo silen-zio, ulteriori riflessioni disturberebbero il mio spirito, e sono persuaso che ladi lei bontà non vorrà permettermi tale disturbo.

Un riflesso mi balena prima di chiudere la presente. Ella vuol darmi uncompenso? Ebbene, me lo dia, ma sia a seconda di quello che vuole il mio Dio.Egli dice: “Orate pro invicem ut salvemini”, mi compensi e mi faccia compen-sare mediante il pregare e il far pregare per me, e se vuole ecco il genere dipreghiera che potrà adottare. Sia il far recitare ed il recitare privatamente perme un’Ave Maria in tutti li giorni secondo la mia intenzione, e se qualcuna hafra il mese un quarto di libertà la preghi per me a recitare cinque poste diRosario.

Saremo così in armonia? Ne sono certo. E riposato in questa certezzala lascio ai santissimi cuori di Gesù e di Maria e mi confermo con tutto l’osse-quio e considerazione

Della Rev.za VostraDev.mo ed obbl.mo ServoD. Gaetano Maria Silvestri

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

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/160/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 3 dicembre 1848

Dieu Seul!Modène, 3 dicembre 1848

Ma très chère Mère

J’ai appris par votre lettre que votre santé était altérée, ce qui nous aaffligées toutes. Nous nous sommes empressées d’adresser des prières à Dieuafin qu’il vous rétablisse en parfaite santé, ce que je désire de tout mon cœur.Nous avons fait notre retraite de 10 jours à la fin de laquelle nous avons habillé7 novices qui avaient 16 et 18 mois de vocation, retard occasionné à raison destemps orageux que nous avons passés; pour le moment nous sommes tranquillessuffisamment quoique tout ce qui nous entoure soit dans l’agitation1. Mon Dieu!Quand finiront ces évènements qui chaque jour nous étonnent et nous frappentde stupeur? Nous avons appris la fuite du Pape et ensuite on assure que le Roide Naples lui a donné l’hospitalité dans son palais de Portici.

Les Napolitains seront bien contents de posséder le Vicaire de Jésus-Christ! Voilà que vous aurez l’honneur de faire sa connaissance et de lui bai-ser le pied; il n’y a pas de malheur qui n’apporte du bonheur à quelqu’un.

Je n’ai pas de nouvelles de nos sœurs de Rome depuis les affaires qui sontarrivées. Je veux me flatter que tous ces bouleversements ne les aient pas frap-pées, cependant j’en suis en peine. Nos sœurs malades vont tout doucement.Dieu leur donne moyen de mériter, surtout celles qui n’ont pas d’espoir de gué-rir. Nos sœurs qui sont à l’hôpital de Ferrare ont été bien effrayées car le feu a prisau bûcher avec une force terrible, ce qui a occasionné une grande perte de com-bustible et autres. On a dû transporter les malades dans un autre établissementpour les sauver des flammes. Les sœurs ont travaillé en vraies filles de St. Vincentet n’ont souffert que de la fatigue excessive. On croit que ce feu a été mis à des-sein pour brûler les Allemands malades, mais on n’a pas encore découvert lesauteurs de ce vil attentat; ç’a été le 6 novembre que cet accident est arrivé.

Toute la Communauté se joint à moi pour vous offrir ses tendres res-pects filiaux. Veillez témoigner mes amitiés à nos cheres sœurs anciennes etme croire avec le plus religieux attachement

Ma très chère Mèrevotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie ThouretLettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il ritorno di Francesco V d’Asburgo-Este a Modena era avvenuto con l’appoggio delle truppeaustriache, le quali avevano incontrato nei territori del Ducato una minore resistenza rispetto a

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270 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

quella registrata nelle città dello Stato Pontificio. Cfr. A. BERSELLI, Storia dell’Emilia Romagna,Imola 1980, 3 voll., III, passim.

/161/Sr. Rosalie Thouret al Presidente delle Opere Pie di Modena,

Modena 1 febbraio 1849

Modena, 1° Febbraio 1849A S.S. Ill.maIl Sig. Presidente delle Opere Piee degli Ospitali di Modena

Illustrissimo Signor Presidente

Presento alla S.V. Ill.ma il Reso-Conto delle Spese fatte nell’anno 1848per questi Ospitali Civili e Cronici Donne incluse anche la Casa di Dio.

V.S. Ill.ma potrà osservare dalle unite Tabelle che ci siamo limitate alleSpese di pura necessità le quali ammontano a £. 44955,01. tariffali. Ricevemmoall’Opera Pia nel corso del 1848. £ 45221.53 e con fondo di Cassa del 1847 di£.39,86. ci rimane di fondo pel 1849 .£ 306,38.

Lusingandomi che V.S. Ill.ma resti soddisfatta della nostra gestione mirinnovo col più profondo ossequio

di V.S. Ill.maumiliss.a ed ubbidientiss.a ServaSuor Rosalia Thouret Sup.ra

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

/162/Supplica di sr. Rosalie Thouret a Papa Pio IX, Modena 24 giugno 1849

Beatissimo Padre

Suor Rosalia Thouret, Superiora Provinciale delle Figlie della Carità, affi-ne di secondare i vivi desideri suoi e delle suore da lei dipendenti si fa a suppli-care la clemenza della B.V. perché si degni concedere in perpetuo, tanto per lacasa del suo Istituto esistente in Modena quanto per le altre case dipendentidalla sua giurisdizione, il Privilegio, col quale le Figlie della Carità e le

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Educande, le ammalate e convalescenti, le persone di servizio abitanti con loronelle dette case, come pure qualche persona benefattrice e benevoladell’Istituto con loro non abitanti possano accostarsi alla Santa Comunionenella Messa del Natale che alla mezzanotte si celebra nelle Case medesime.

Il farsi in tali Case per consuetudine introdotta una funzione tutta spe-ciale e solenne: l’essere stato ad tempus concesso il detto Privilegio parzialmen-te ad alcune delle accennate Case, il riflesso che tal Privilegio riesce di moltaconsolazione spirituale ad anime che sacrificate totalmente alla gloria di Dioper amore del loro prossimo non bramano altri compensi che quelli tendenti adaumentare la loro devozione, mentre sono motivi che inducono la supplicantead umiliare la presente prece, danno ad essa ancora fondata speranza di unbenigno esaudimento.

Animata da questa fiducia, la medesima ardisce di avanzare in antece-denza le più affettuose e devote azioni di grazie, ed assicurando la B.V. che essae tutta la sua Comunità Religiosa non ha cessato e non cesserà di porgere caldee continue preci all’Altissimo ed alla Gloriosissima Immacolata Vergine Mariaper la conservazione della B.V. e perché V.S. trionfalmente e presto ridonatavenga all’Apostolica Sua Sede.

Si prostra umilmente al bacio del sacro piede ed implora sopra di sé edi tutte le sue figlie l’Apostolica benedizione

La SupplicanteSuor Rosalia Thouret Superiora Provinciale

Dalla Casa dell’Istituto delle Figlie della CaritàProvincia di Modena 24 Giugno 1849

Alla Santità di Nostro SignorePapa Pio IX

Ex Audientia SsmiCajetcae die 14 Augusti 1849

SSmus benigne remisit preces arbitrio, et prudentiae Ordinarii cumfacultatibus necessariis et opportunis ad effectum indulgendi, ut Sorores,Puellae, Convictrices, Inservientes tantum Istituti, de quo in precibus, nocteNativitatis D. N. J. C. sacra, SSumEucharistiae Sacramentum libere, ac licite sume-re possint. Ad Triennium Contrariis non obstantibus.

Gabriele Cardinale Ferretti

Suor Rosalia Thouret Superiora Provinciale delle Figlie della Carità chie-

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272 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dente il Privilegio per la Comunione nella Messa di Mezzanotte del giorno diNatale, in favore delle persone entro notate.

Il Card. Carlo Oppizzoni

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/163/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 25 agosto 1849

All’Illustrissimo Signor Presidentedelle Opere Pie di Modena

Ill.mo Signor Presidente

Le continue domande di molte famiglie distinte Modenesi per l’accetta-zione di loro figliuoli alle scuole dirette dalle Suore della Carità1, hanno fatto siche il numero delle Signorine occorrenti all’insegnamento sia cresciuto al segnodi occupare interamente le sole due ristrettissime stanze che le Sorelle possonoassegnare alle scuole.

Intanto molti altri Genitori fanno continuo impegno perché vi sianoammesse le loro figlie e la Superiora ha il rammarico di non potersi prestare perl’assoluta mancanza di locale.

In questa contingenza le Sorelle della Carità espongono alla S.V.I. che lasola maniera di appagare le tante istanze, sarebbe quella di ridurre ad uso distanze e scuole le Botteghe che trovansi sulla esterna facciata dell’Ospitale.

Forse la spesa in muratura ed infissi sarebbe compensata dalla venditadella gran parte di dette Botteghe; ed allora si avrebbe il vantaggio di un loca-le disgiunto dalle Sale degli Ospitali capace di molto maggior numero di fan-ciulle e comodo nel tempo stesso alle Sorelle Istitutrici.

Suor Rosalia Thouret Sup.a

Modena, 25 Agosto 1849

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

1 Fin dal 1840 era stata avvertita anche a Modena la necessità di aprire una Scuola di Carità pertogliere le fanciulle povere dai pericoli della strada e per offrire loro la possibilità di occuparsi e di

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istruirsi. Ben presto, alla Scuola gratuita per fanciulle povere se ne era affiancata una seconda rivol-ta principalmente a “Donzelle Civili”. Cfr. Protocollo generale anni 1840-1849, in APSdCF. Si vedaanche E. GATTI, L’Ospedale di Modena e la sua Parrocchia. Notizie storiche, p. 156.

/164/Sr. Rosalie Thouret al Presidente degli Spedali Civili

e Cronici di Modena,Modena 30 settembre 1849

Modena, 30 settembre 1849Ill.mo Signore

Mi affretto a dare risposta alla di Lei preggiatissima del 28 correnteriguardo alla richiesta dell’occorrevole per le sei Suore che dovrebbero assume-re la sorveglianza ed assistenza allo spedale degli uomini ed altre incombenzedi economia.

Come altra volta ebbi l’onore di sottomettere all’Ill.ma Presidenza, edall’Eccelso Governo, non possiamo esiggere meno di £ 35. mensili pel nutrimen-to e vestiario personale di ciascuna Suora, le quali ammontano annualmente a£. 2.520.

Se l’Opera Pia, o l’Ospedale non somministrano alle Suore lume, fuoco,bucato, medicinali e mantenimento di biancheria da letto, tavola, mano e cuci-na, si domandano in danaro £. 700 annue, per sostenere queste spese indispen-sabili: ben inteso che le Suore saranno provvedute anticipatamente nella loroabitazione di tutta la mobiglia e biancheria necessaria. Però avendo osservatala rimanenza di biancheria ed altri oggetti che servivano a Fate bene Fratelli,fatto un conto approssimativo di ciò che mancherebbe ne risulta una somma di£ 1.300 specialmente mancando affatto i letti.

Colgo quest’incontro per rinnovare alla S.V. Ill.ma i sensi di ossequiosastima e considerazione coi quali pregio di essere

di Lei Ill.mo SignoreU.ma e Dev.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Sup.ra delle Suore della Carità

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2354, f. 42

LETTERE (1813-1853) 273

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274 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/165/Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 2 ottobre 1849

N° 2404 Prot. Gen.le2 ottobre 1849

Alla Molto Reverenda Madre Superiora delle Sorelle della Carità

Desiderosissimo di secondare la domanda avanzatami dalla MaternitàVostra Molto Reverenda con foglio esibito in questi atti il 5 settembre p.p. pur-ché diretta all’ottimo fine di estendere quella educazione che da codeste R.sorelle istitutrici ora solo ad un ristretto numero di giovinette, non esitai conmio rapporto n° 2297 del 6 settembre p.p. rassegnai a questo eccelso Ministerodell’Interno tale domanda, provocandone le seguenti determinazioni in propo-sito.

Con appropriato dispaccio n° 8922 sezione 2° delli 20 del mese S.E. ilSignor Consigliere di Stato Ministro dell’Interno mi significa di non approvarela chiesta citazione delle Botteghe al caso di scuola, e mi interessa invece di rin-venire in questo fabbricato e in posizione presso che egualmente comoda altrilocali che servir possano al suesposto scopo.

E poiché la lodata Maternità Vostra possa con fondamento di ragionepersuadersi dei giusti motivi pei quali l’inclito Ministero, e quindi questa PiaAzienda non propone secondarla fatta domanda, le innoltro copia conforme alcitato Ministeriale dispaccio; in ordine alla seconda parte del quale mi trovo indovere soggiungerle quanto è il desiderio del prelodato Ministero e di questaAmministrazione; di potere altrimenti corrispondere alli bisogni e brame dellacommendata Maternità Vostra; altrettanta è la dispiacenza di detta Ammi-nistrazione per non potersi nemmeno su questo prestarsi; mentre nel pur vastofabbricato d’annessivi locali non ha di che menomamente e liberamente dispor-re uno spazio qualsiasi, del quale pur neccesiterebbe non solo per comodo econvenienza della propria dipendenza quanto può fornire un semplice recapi-to alli Presidente di recente nomina e dava più comoda e vantaggiosa distribu-zione ai propri dipendenti Uffizi.

Ben mi lusingo che la lodata Maternità vostra avendo cognizione diquesto fabbricato saprà fare ragione alla impossibilità di prestarmi ai superioriinviti ed alla di lei brama frattanto mi pregio protestarla i sensi della mia distin-ta stima e considerazione

Tori

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

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/166/Conte Filippo Folicaldi1 a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 17 ottobre 1849

Molto Reverenda Madre

Debitore a V.M. di un riscontro, duolmi che siale stato sin qui ritardato,e mi lusingo che ne sarà indulgente di scusa per le molte facende che da ognilato ne stringono.

La casa delle Orfanelle è uno Stabilimento fondato nudamente dallacarità Cittadina. Qualche lasciato di pie persone gli ha costituita una rendita, macosì parca da non essere sufficiente al mantenimento delle fanciulle, comunqueora assai diminuite di numero in confronto del passato.

Le vicende dei tempi, la erezione qui di una Casa di Ricovero, la soppres-sione delle Tombole, e sopratutto la malattia di un insigne benefattore che l’op-prime da qualche anno hanno riseccato le fonti che facevano prosperare un taleistituto.

Non è però delle circostanze di esso Stabilimento, la cui amministrazio-ne deve lottare può dirsi bene spesso colla mancanza di mezzi, l’avere una scor-ta costante di buone provviste per tutti i bisogni della vita, nè si può assicurareun pingue mensile assegno per la spendizione minuta giornaliera, ed in un taledeterminato giorno, e questa condizione di cose cruccia il cuore dell’ottimaSuperiora Suor Luigia, che di zelo ardente, e tutto sollecita pel miglior esseredelle sue Ricoverate, mal le comporta.

Non pertanto se V.M. si recherà qui, siccome ne dà lusinga, troverà lefanciulle abbastanza nutrite, potendo assicurarla che non mai è fin qui loro man-cato il bisognevole, ed è ciò un tratto meraviglioso della Provvidenza Divina.

Sarebbe al colmo il mio dispiacere se ne vedessi l’istituto privo della dire-zione delle tanto benemerite Suore della Carità, ma pensando che appunto nelledifficoltà la carità si rianima e prende maggior vigore, così spero che non saran-no giammai per abbandonarlo; ed in questa dolce lusinga così riscontrato il pre-giato di Lei foglio del 18 settembre p.p. con distintissima stima ho il bene di pro-testarmi

di V. M.Dev.mo Obbl. Servo

Filippo Conte Folicaldi Deleg.to.

Ferrara, 17 Ottobre 1849

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Filippo dei conti Folicaldi (Bagnacavallo, 1799 – Roma, 1859), di famiglia gentilizia originaria diBagnacavallo, fu eletto a soli ventiquattro anni, con speciale dispensa, Gonfaloniere della città

LETTERE (1813-1853) 275

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276 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

natale. Anche grazie ai buoni uffizi del fratello minore, Giovanni Benedetto, vescovo di Faenza,ricoprì diversi incarichi amministrativi nella turbolenta terra di Romagna, segnalandosi per la deci-sa difesa dei diritti della Santa Sede durante i moti del 1831. Dal 1848 al 1856 fu Commissario pon-tificio per la Legazione di Ferrara, spettatore consenziente della persecuzione austriaca contro ipatrioti locali ed intransigente esecutore delle disposizioni governative, specie in fatto di censurasulla stampa e sugli spettacoli teatrali. Nel 1855 Pio IX gli conferì la Croce dell’Ordine Piano e, l’an-no successivo, lo chiamò a Roma, promuovendolo Consigliere Ordinario di Stato.. Su di lui: SPRETI,III, pp. 210-211; G.A. FACCHINI, Storia di Ferrara, Ferrara 1959, p. 195.

/167/Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini1,

Modena 16 dicembre 1849

Promemoria

Le Sorelle della Carità di Modena furono dimandate coll’approvazionedell’Em.mo Arcivescovo in Bologna dall’anno 1844 per fare le Scuole dellaProvvidenza in Bologna da un’unione di distinte e pie Signore la cui presidenteera la Signora Marchesa Marsili, le quali Signore provvedono ai bisogni delleScuole e al mantenimento di tre Suore, a cui danno L. 600 annue, addetteall’istruzione delle fanciulle povere a cui insegnano a leggere, far conti e scri-vere a quelle che sono capaci: si istruiscono nella Dottrina Cristiana e nei dove-ri della civiltà, nei lavori donneschi di ago e ferri.

Volendo le sopraddette Signore aumentare il numero delle fanciullealla Scuola in due quartieri della città cioè alla Mascarella ed agli Angeli sidovette accrescere una quarta suora la quale fu mantenuta dall’Em.mo Legatodi Bologna non potendo le Signore caricarsi di questa nuova spesa; con tuttociò le Suore non poterono sostenere la fatica di portarsi tutti i giorni dallaMascarella agli Angeli essendo lunghissima la distanza sia per il calore estivo eper il cattivo tempo d’inverno per cui la superiora Prov. le di Modena dovette asue spese tenerne una quinta per alleviare la fatica alle quattro e supplire nellamalattia di alcune di esse.

Dopo la prova di circa sei anni le suore hanno veduto di non potersostenere la fatica di due scuole così lontane l’una dall’altra per questi viag-gi giornalieri e per l’infelicità dei locali i quali non si prestano a fare dettescuole essendo troppo piccoli e malsani, motivi per cui la Superiora si è deci-sa di ritirare le Suore a maggio venturo se non si vede un fondamento perl’esistenza di queste scuole, per il mantenimento delle suore addette e senon si provvede a un locale opportuno nel quale si possa fare una sola scuo-

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la ad un maggior numero di fanciulle dividendole per classi affinché riporti-no maggior profitto nella istruzione

[Suor Rosalia Thouret]Modena, 16 Dicembre 1849

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

1 Gaetano Bedini (Senigallia, 15 maggio 1806 - Viterbo, 6 settembre 1864), di umili natali, frequen-tò il Seminario ecclesiastico locale e nel 1828 fu ordinato sacerdote. Chiamato ancor giovanissimoa far parte del Capitolo della Cattedrale, passò poi a Roma, dove nel 1837 si laureò in Utroque iure.Nominato l’anno successivo uditore presso la nunziatura di Vienna, vi rimase fino al 1845, quandofu destinato, in qualità di internunzio apostolico ed inviato straordinario, a Rio de Janeiro. Nei dueanni trascorsi in Brasile si prodigò in favore degli immigrati, specie tedeschi ed italiani; promosseiniziative volte a contrastare la propaganda protestante; ebbe pure contatti con GiuseppeGaribaldi, che si diceva pronto ad impiegare per la causa nazionale la Legione Italiana diMontevideo, sotto le insegne di Pio IX. Richiamato a Roma, il 10 marzo 1848 assunse l’ufficio disostituto alla Segreteria di Stato e, caduta la Repubblica Romana, fu, dal 1849 al 1852, commissariopontificio nelle Quattro Legazioni. Eletto arcivescovo titolare di Tebe e nunzio apostolico pressol’Imperatore del Brasile, negli anni 1853-54 svolse importanti missioni diplomatiche presso ilGoverno Federale degli USA e visitò le principali Diocesi nordamericane. Nel 1856 fu nominatoSegretario della Congregazione di Propaganda Fide. Vescovo di Viterbo e Toscanella dal 18 marzo1861, nel concistoro dello stesso anno fu creato da Pio IX cardinale con il titolo di S. Maria sopraMinerva. Su di lui: HIERARCHIA, VIII, p. 593; S. FURLANI, Bedini Gaetano, in DBI, pp. 520-521; EC, II,pp. 1138-1139; G. NATALI, Bologna e le Legazioni durante la Repubblica Romana del 1849, in Il1859-60 a Bologna, Bologna 1961, pp. 51-59.

/168/Supplica di sr. Rosalie Thouret a Papa Pio IX,

Modena 22 dicembre 1849

Beatissimo Padre

La Superiora provinciale delle Suore della Carità abitante in Modena,umilia la presente alla Santità Vostra onde ottenere dalla medesima il privilegiogià per l’addietro goduto ed apprezzato, cioè di poter fare celebrare in perpe-tuo la S. Messa nella notte del S. Natale nella Cappella dell’Istituto, e di appres-sarsi in tale notte con tutte le Suore alla Mensa Eucaristica.

Tal grazie chiede ancora la medesima per le giovani educande, le pove-re ricoverate, inservienti della casa ed altre dimoranti sotto lo stesso tetto. Lachiede altresì per tutti gli stabilimenti delle diverse città, che diretti dalle suore,si trovano sotto la sua Provincia.

Nella piena fiducia di un benigno esaudimento, la stessa Superiora pro-

LETTERE (1813-1853) 277

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278 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

strata innanzi la Beatitudine Vostra bacia umilmente il sacro piede, ed imploraper sé e per tutte le Suore la Papale Benedizione.

Modena, 22 Dicembre 1849

Ssmus D. N. Pius PP. IX in Audentia habita ab intrascripto Assessore S.Congregationis Episcoporum et Regolarium sub die 5 a Decembris 1849 benigneannuit, ac propterea mandavit committi Episcopis respectivarum domorum dequibus agitur ut pro eorum arbitrio et coscientia petitum indultum concederepossint et valeant ad decennium dumtaxat duraturum; ita tamen, ut mulieribustantum suffragetur, et non aliis personis sexus masculini licet inservientibus; etMissa celebretur, ac Communio fiat januis Ecclesiae clausis, si Ecclesiae janua inpublica via consistat. Contrariis quibus cumque minime obstantibus. DatumNeapolis in Suburbano Portici.

Card. Antonelli

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/169/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 20 gennaio 1850

Illustr.mo Signor Presidente

Avendo inteso che fra breve si farà un’incanto per scegliere fra iMaciellaj che sono patentati quello che potrà dare la carne a miglior prezzo,ed avendo io pensato che legandosi a un contratto non si avrebbe poi ragio-ne nel caso che non si fosse ben servito di produrre alcuna lagnanza senzaesporsi a qualche disturbo, pregherei la S.V. Ill.ma ad avere la compiacenzadi sospendere per ora codesto incanto per potere meglio maturare questoaffare; Molto più perché il Maccellajo Vincenzi sarebbe disposto a fare deisacrifici per continuare la somministrazione della Carne a questi piiStabilimenti.

Oltre a ciò essendoci servite sempre del suddetto, e non avendo motivoalcuno di esserne scontente mi pare che meriti qualche riguardo.

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Lusingandomi di essere dalla S.V. Ill.ma favorita mi confesso col più pro-fondo rispetto

di V.S. Ill.maUmilliss.a ed ubbidientiss.a Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.adelle Suore di Carità

Modena, 20 Gennaio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2354, f. 42

/170/Mons. Enrico Orfei1 a sr. Rosalie Thouret, Cesena 21 gennaio 1850

Cesena, 21 Gennaio 1850

Veneratissima Madre Provinciale

Nella circostanza in cui V.R. si recò in questa Città, quando ebbi il benedi ossequiarla personalmente, mi feci sollecito di richiederla di una terza Suoraper questo Orfanotrofio e dimostratasi Ella ben disposta a favorirmi, fin d’allo-ra mi ritengo verso Lei obbligatissimo.

Ora però che da parte del Deputato sulla disciplina, e degliAmministratori di quel Pio Stabilimento mi si fanno allo stesso oggetto le istan-ze le più pressanti, non Le dispiaccia se con questa mia Le ripeto quella richie-sta, e Le rinnovo la preghiera istessa, per ottenere dalla sua bontà una Suoraatta ad insegnare di leggere e scrivere, i principi della lingua italiana e gli ele-menti di geografia a tutte quelle Figlie nobili e cittadine, che frequentanodette scuole, o che vorrebbero frequentarle.

Conoscendo Ella pure che alle altre due Suore qui stanziate, per quan-to zelanti siano, abili, e diligenti non è dato disimpegnare tutto questo senzadiscapito delle altre importanti cose, cui attendono, mi lusingo che V.R. vorrà alpiù presto favorirmi, ed accrescere in questo modo il vantaggio, il decoro, e lameritata stima di questo Pio Stabilimento.

LETTERE (1813-1853) 279

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280 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Le anticipo perciò i più vivi ringraziamenti; e augurandole dal cielo ognibene pregandola a raccomandarmi a Dio e Maria passo a dichiararmi con verastima e riconoscenza

E. Orfei Vescovo

Lettera di una facciataMinuta, in ACCe, Carteggio dei Vescovi, Pia Unione delle Derelitte, 1850

1 Enrico Orfei (Orvieto, 23 0ttobre 1800 - Ravenna, 22 dicembre 1870), laureatosi in Utroque iurepresso l’Università di Perugia, fu canonico nella sua città natale, poi commissario della Santa Casadi Loreto, indi commendatario di Santo Spirito in Sassia. Preconizzato vescovo di Cesena nelConcistoro dell’11 settembre 1848, ricevette l’ordinazione episcopale il 17 dello stesso mese, aRoma, per mano del card. Vincenzo Macchi. Date le particolari vicende storiche di quell’anno, arri-vò in diocesi segretamente e soltanto la vigilia di Natale pote’ celebrare in Duomo la Santa Messacon una certa solennità. A partire dalla visita canonica in cattedrale nel settembre 1849, riorganiz-zò, istituì o soppresse con criteri del tutto innovativi chiese, parrocchie, luoghi pii e conventi, siamaschili che femminili, attirandosi le critiche di molti. Il 29 maggio 1857 si recò a Pesaro incontro aPapa Pio IX; il 2 giugno lo ricevette a Cesena e lo seguì poi a Bologna, Ravenna e nelle altre locali-tà delle Romagne. Il 13 febbraio 1858 gli giunse da Roma la notizia della elevazione alla porporacardinalizia, il che avvenne nel concistoro del 15 marzo. Il 23 marzo 1860 fu trasferito a Ravenna,diocesi vacante per la morte del card. Chiarissimo Falconieri, della quale tuttavia pote’ prenderepossesso soltanto il 29 maggio 1867. Cfr. P. BURCHI, Cronotassi dei vescovi di Cesena, Roma, 1965,pp. 250-251; HIERARCHIA, VIII, p. 168; L. TONINI, Della Storia civile e sacra riminese, Rimini, 1850, 6voll., II, p. 19; G. MARONI, La rivoluzione nazionale, in M. MENGOZZI (a cura di), Storia della Chiesadi Cesena, pp. 130-145.

/171/Sr. Rosalie Thouret a Rosa Minghetti, Modena 24 gennaio 1850

Ill.ma Signora Minghetti

Dopo scorso alquanto tempo dall’ultimo abboccamento che ebbi l’ono-re di tenere con V.S. Ill .ma dalla quale ancora non ho avuto il bene di conosce-re alcune disposizioni, tanto sul cangiamento della ristretta abitazione in cuituttora si ritrovano le nostre sorelle addette alle Scuole della Provvidenza, comeancora alla impossibilità di potere le medesime adempire alle loro attribuzioni,a cagione della separazione di dette scuole, di cui la lontananza riesce gravosatanto nel rigido inverno, quanto nell’ardente estate; io mi prendo la libertà diprevenirla, Ill. ma Signora, secondo i convenuti che non venendo ad alcunadeterminazione sui notificati soggetti, prima del prossimo Maggio la mia inten-zione è di richiamare le Suore in Modena, non soffrendo che le medesimeabbiano a deperire in salute per soverchia fatica e ristrettezze ed insalubrità dilocale.

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Perdoni Ill.ma Signora se tanto oso notificarle, riservandomi a Maggiola fissazione del tempo da proseguire onde le Scuole non abbiano a rimaneresenza la ben necessaria istitutrice.

Si accerti pure V.S. Ill.ma che questi sono i soli motivi di tale risoluzio-ne nel mentre che nei sensi più doverosi di stima e di rispetto mi pregio ripe-termi

della S.V. Ill.maU.ma e Dev.ma Serva

[Suor Rosalia Thouret]

Modena, 24 Gennaio 1850

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/172/Rosa Minghetti a sr. Rosalie Thouret, Bologna 28 gennaio 1850

Reverendissima

Debbo riscontrare una sua cortese lettera del 24 gennaio p.s. e comin-cio dal chiederle scusa dell’indugio il quale però non da altro provenne se nondal desiderio di raccogliere tutte le informazioni opportune, ed esaminare tuttii modi possibili di compiacere alla sua dimanda, la quale ha certamente moltiaspetti giusti e plausibili. Imperocché riconoscendo tutto il vantaggio che deri-va alle Scuole della Provvidenza dallo zelo, dalla capacità, dalla sollecitudinedelle Sorelle della Carità, era mio vivo interesse, e delle altre Signore che diri-gono quello Stabilimento di poter trovare un nuovo locale più acconcio, esecondo quelle disposizioni che nella predetta lettera Ella mi accennava.

Ma sventuratamente le nostre cure ed i nostri voti andarono falliti e perora ci vediamo nella impossibilità di trovare un nuovo locale che né il Governoci fornisce gratuitamente, né potremmo certo colle risorse dello Stabilimentoprocurare; risorse che purtroppo da alcuni anni, stante le gravi vicende pubbli-che, hanno notabilmente diminuito.

Qualora adunque Ella perseveri nel proposito affermato nella accenna-ta lettera di richiamare le suore in Modena, noi non possiamo sebbene connostro dispiacere, contraddire alla sua decisa volontà, e però ci attendiamo di

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282 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

conferire più diffusamente con Lei per la fissazione del tempo come Ella savia-mente opina onde le Scuole non restassero senza altre maestre.

Tali cose mi correva obbligo di significarle e colgo poi questa occasioneper esprimerle tanto da parte mia che delle SS.re mie compagne i sentimentidella nostra devota stima e considerazione.

Sua dev.ma, obbligatissima ServaRosa Minghetti f.f. di Presidentenelle Scuole della Provvidenza

Lettera di 2 facciateCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/173/Sr. Rosalie Thouret a mons. Enrico Orfei, Modena 18 febbraio 1850

Eccellenza Reverendissima

Ho ritardato di rispondere alla di Lei pregiatissima del 21 scorso per lamia assenza da Modena e tuttora per indisposizione di salute.

Desidererei potere con sollecitudine dare la terza suora che Vostra E.zami chiede per la Scuola delle Signorine1, ma trovandomi in grande ristrettezzadi soggetti bisognerà pazientare un altro poco e l’assicuro che non tralascerò difare quanto da me dipende per secondare i desideri dell’Ecc.za Vostra cono-scendo bene la necessità in cui si trovano le due Suore dell’Orfanotrofio.

S’accerti pure l’Ecc.za Vostra di tutta la mia premura per servirla senten-do vivamente la riconoscenza che io le debbo pel costante interessamentodimostratoci nelle varie circostanze. Le rinnovo intanto i sensi del mio profon-do rispetto e mi pregio confermarmi

di Vostra Ecc.za Rev.maUmilissima ed obbedientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 18 febbraio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACCe, Carteggio dei Vescovi, Pia Unione delle Derelitte, 1850

1 Anche a Cesena era in funzione una scuola per “donzelle civili” aperta, fin dal 1847, negli stessilocali dell’Orfanotrofio.

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/174/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 febbraio 1850

Dieu Seul!Modène, 22 février 1850

Ma très chère et respectable Mère

Je reçus votre chère lettre du 14 décembre après que ma dernière futpartie. Je vous remercie beaucoup des nouvelles satisfaisantes que vous m’ydonnez et que je partage bien sincèrement, car les peines comme les consola-tions doivent nous être communes.

Voilà quelques temps que je suis indisposée par un rhume qui m’adonné la fièvre ayant dû me rendre à Bologne pour un examen public desécoles de la Providence confiées à nos sœurs et qui grâce à Dieu est réussi à lasatisfaction du Cardinal-Archevêque, du Légat du Pape1 et de tous les curés dela ville et des Dames qui contribuent à l’entretien des écoles. Cependant ladirection et l’ingérence de ces Dames est une chose bien pénible pour nossœurs.

Le Légat qui l’a compris et qui s’est montré très propice envers nous,cherche à obtenir du Pape des fonds stables pour l’entretien de nos sœurs etpour les écoles, afin de nous délivrer des mains de cette noblesse qui entraveplus qu’elle n’aide, car il est trop difficile d’aller au génie de leur philanthropiecomme vous pouvez vous l’imaginer, mais pour réussir dans cette affaire, il fautemployer une grande prudence.

Nous verrons si Dieu voudra faire réussir le projet ou bien nous retire-rons nos sœurs ayant pris l’excuse du local qui est trop étroit et malsain pour nepas dire directement le véritable motif qui offenserait notre noblesse.

Nous avons toujours peu de sujets car les temps ne sont pas propicesaux vocations religieuses ; mais je préfère en avoir moins et qu’elles soientvraies et solides car c’est la plus grande peine quand les sujets ne correspondentpas au bienfait de la vocation par une conduite irréprochable, surtout dansl’époque où nous nous trouvons.

Nous avons cependant beaucoup de demandes de sœurs auxquelles jene puis pourvoir. Celles de Rome vont leur train en attendant de l’aide que jene puis leur donner à présent. Nous avons toujours quelques sœurs malades quitirent en longueur avec les soins qu’on leur prodigue. Grâce à Dieu, le choléran’est pas parvenu jusqu’à nous, mais on craint qu’il se renouvelle au printemps,comme la guerre que les têtes échauffées attendent et désirent avec ardeur...quelle folie chez les hommes.

J’inclus ici la note des sœurs qui désirent faire les Saints Vœux et qui ont

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284 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

déjà dépassé les cinq ans. Je crois qu’on peut compter sur elles et dans cetespoir, j’implore la grâce qu’elles demandent, comme aussi les professes deman-dent de renouveler les Saints Vœux que vous voudrez bien accorder à toutes.

Je vous préviens que probablement notre Duc enverra en ambassadeprès du Pape le comte Galvani, personne de haut mérite; et si en cas il va àNaples plutôt qu’à Rome, je le recommande à vos bons accueils, car nous luidevons de la reconnaissance. Il paraît que vous conserverez encore à Naples PieIX pour quelques temps, malgré qu’on annonce depuis longtemps son retour àRome; mais je ne crois pas qu’il puisse se fier à nos compatriotes. Il fait mieuxde se tenir à l’ombre de votre bon roi qui s’est montré si généreux pour sonauguste prisonnier.

Veuillez me rappeler au souvenir de toutes nos chères sœurs, et en par-ticulier aux anciennes que je salue amicalement. Recevez les respectueux hom-mages de toute notre communauté et surtout ceux de

votre très humble et obéissante filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta di monsignor Gaetano Bedini.

/175/Le Signore del Comitato a sr. Rosalie Thouret, Bologna 19 marzo 1850

Reverendissima Madre

Se alla cortese sua lettera del 20 gennaio p.s. diretta alla Signora RosaMinghetti e da essa a noi tosto partecipata non abbiamo finora dato riscontro,l’indugio (del quale Ella ci avrà pur iscusate) non da altro provenire se non daldesiderio di raccogliere tutte le informazioni opportune, ed esaminare tutti imodi possibili di compiacere alla sua dimanda, la quale certamente ha moltiaspetti giusti e plausibili.

Imperocché riconoscendo tutto il vantaggio che deriva alle Scuole dellaProvvidenza dallo zelo, dalla capacità, dalla sollecitudine delle Sorelle dellaCarità, era nostro vivo interesse, come direttrici di quello Stabilimento di potertrovare un nuovo locale più acconcio, e secondo quelle disposizioni che nellapredetta lettera Ella ne accennava.

Ma sventuratamente le nostre cure ed i nostri voti andarono falliti, epur ora ci vediamo nella impossibilità di trovare un nuovo locale che nè il

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Governo ci fornisce gratuitamente, nè potremmo certo colle risorse delloStabilimento procurare; risorse che purtroppo da alcuni anni, stante le gravivicende pubbliche, hanno notabilmente diminuito.

Qualora adunque Ella perseveri nel proposito esternato nella accenna-ta lettera di richiamare le Suore in Modena, noi non possiamo sebbene connostro dispiacere, contraddire alla Sua decisa volontà, e però ci attendiamo diconferire più diffusamente con Lei per la fissazione del tempo come Ella savia-mente opina onde le Scuole non restassero senza altre maestre.

Tali cose ci correva obbligo di significarle, e cogliamo poi questa occa-sione per esprimerle i sentimenti della nostra devota stima e considerazione.

Sue Devotis.me ed Obblig.me ServeRosa Sarti Vedova Minghetti

Laura De BianchiLuigia Rusconi IsolaniSofia Monti CastiglioniVittoria Berti Pichat

Anna De Bianchi MarsigliErsilia Rossi Marsili

Bologna, 19 Marzo 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/176/Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 28 marzo 1850

Monseigneur

Je prends la liberté de vous envoyer la copie de la réponse que m’a faiteMme Minghetti à la lettre que je lui envoyai le 24 janvier au sujet des écoles dela Providence afin de me régler d’après vos sages conseils pour une résolutiondécisive ou temporaire d’autant plus que Mme Minghetti a pressé sœurFelicissima de lui porter ma réponse à son retour à Bologne.

Son Eminence le Cardinal-Archevêque m’a fait dire de suspendreencore la dernière résolution sans expliquer les intentions qu’il peut avoir.

J’attends donc, Monseigneur, de vos lumières et de l’immense bontéque vous nous témoignez, l’avis le plus sûr et le plus prudent auquel nous

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286 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

devons nous attacher pour ne pas manquer aux vues de Dieu sur nous et aubien des pauvres enfants qui nous sont confiés.

J’ai été tellement confuse de la lettre de remerciement de VotreExcellence que je ne suis capable d’y répondre; seulement je puis vous assurerque si nos prières ont quelque accès auprès de Dieu les effets s’en feront sentirsur votre respectable personne pour laquelle notre reconnaissance est sansbornes, comme le respect, la vénération et l’estime sont gravés dans nos cœurs.

La très humble, très obéissante et dévouée servante[Sœur Rosalie Thouret]

Modène, 28 mars 1850

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/177/Mons. Gaetano Bedini a sr. Rosalie Thouret, Bologna 1 aprile 1850

Molto Reverenda Madre

Mi sembra che la lettera di queste Signore, che di ritorno Le compiego,sia una esplicita accettazione della di Lei diffidazione, e quindi non resterebbeche secondarle.

Tutt’al più potrebbe supporsi che non disgradissero una qualche proro-ga, se malgrado dell’averla Ella fissata nel Maggio la cessazione dell’esercizioper parte delle Suore, elleno tuttavia le Signore le chiedono ancora una piùdeterminata epoca di partenza.

Sta dunque nel di Lei arbitrio il fissarla. ed a mio credere sarebbe con-venientissimo che obbligasse in qualche modo l’Em.o Arcivescovo a darle per talproposito un consiglio.

E’ bene che gli ritorni sott’occhio questa deploranda partenza, e chi sach’egli stesso non la inviti a ritardo, essendo fra noi due, pendenti alcuni pro-getti per acquisto di locale.

Io confesso però, che anche riuscendo non potrà sentirsene il benefizio,che da qui a molti mesi: tuttavia o l’Em.mo si mostra indifferente alla loro par-tenza (lo che non credo)e coll’annunziargliela imminente si adempia ad unulteriore tratto di officiosità o fors’anche di dovere, e consumato è più facileridestarne nella Città stessa il desiderio, che ben potrebbe non essere steriled’affetto; o si mostri ben altro che indifferente, e allora è impossibile che non

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s’impegni egli stesso all’adempimento delle condizioni da Lei ora saviamenteaccampate, e dalle quali sarebbe sempre utile di non desistere.

Non saprei dire di più almeno per ora e per iscritto per questo delicatis-simo argomento.

Al ritorno di Suor Felicissima forse potrò dare qualche altra spiegazio-ne, mentre vado a procurarmene gli elementi in una seconda risposta, che faròper provocare dal sullodato Em.mo, il quale per verità mi sembra non poco pre-occupato per non lasciar partire le figlie di S. Vincenzo.

Voglia S. Petronio gareggiare anch’esso dal canto suo nell’assistere aquest’impresa il suo lontanissimo e diuturnissimo Erede!

E’ ben giusto ricorrere alla gara dei Santi in Cielo dopo l’inatteso fiascodelle Signore in terra...ah le mot est échappé! prenez egarde et lisez le tout pui-sque moi même Je l’ai écrit sens le prononcer

Ella perdonerà lo scherzo, ma mi accorderà quella discrezione che pureè opportuna.

In tutta serietà però Le rinnovo ogni senso di ammirazione e di stima, enella speranza di poter fra poco ritornare nell’argomento passo al bene di ripe-termi

di Lei Molto Rev.da MadreDev.mo Ob.mo Servitore

G. Bedini

Bologna, 1 Aprile 1850

D.S. M’avvedo che la lettera delle Signore è in copia, e quindi stimo superfluoil rimandargliela.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/178/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 5 aprile 1850

Al Cardinale Arcivescovo di Bologna

Eminenza Reverendissima

Ricevei dalla Signora Minghetti una lettera del 19 Marzo ultimo sotto-scritto dalle altre Signore in risposta alla mia del 24 Gen.o scorso riguardo alle

LETTERE (1813-1853) 287

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288 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

nostre condizioni per continuare o no le Scuole della Provvidenza sin a maggioventuro, lasciando però il tempo necessario perchè dette scuole non restasseroprive di maestre.

Le Signore nella predetta lettera mi fanno conoscere che non è lor riu-scito trovare un locale adatto per le Scuole, e che vedranno con rincrescimentopartire le Suore se io son ferma nel proposito esternatole: d’altronde non sapreidecidermi a lasciar le Suore sotto la fatica di due Scuole lontanissime l’una dal-l’altra e che, con l’esperienza fatta, non possono sostenere senza pregiudiziodella loro salute tanto nel Verno che nell’Estate.

Però mi duole l’abbandonare il bene incominciato e perciò, a V.a Em.zacome Superiore e Padre premurosissimo delle nostre Sorelle, dopo averle espo-sto le nostre difficoltà chiedo un consiglio a cui attenerci prima di dare l’ultimarisposta alle Signore.

In questa aspettativa piena del più profondo ossequio e della più vivariconoscenza le bacio la S.a porpora e mi confermo

dell’Eminenza Vostra Rev.maUmilissima ed ubbidientissima ServaSuor Rosalia Thouret Sup.ra prov.le

delle Suore della Carità

Modena, 5 Aprile 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/179/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 10 aprile 1850

Molto Rev.da Superiora

La plausibilità dei motivi che Ella venne esponendo sino nei primi delloscorso Gennaio alle Signore Direttrici di queste Scuole della Provvidenza per ilrichiamo delle suore della Carità qui adette alle su enunciate Scuole induceva aprocurare un provvedimento per rinvenire specialmente locali meglio adattitanto per l’abitazione che per le Scuole.

Ora atteso il risultato del carteggio tenuto colla Signora Minghetti

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comunicatomi col di lei foglio 5 corr.e ed in seguito delle investigazioni pratica-te nell’animo delle SS.re Direttrici delle suddette Scuole, e più per la momenta-nea mancanza di locali di cui io stesso con qualche lusinga, ma finora invano,ho praticato ricerca, converrà con vero mio rincrescimento vedere adempito ilprimo di lei pensiero di ritirare cioè le Suore sperando momenti più opportuniper novello richiamo a nuovo intrapprendimento di quelle cure, che realmentehanno praticato verso le povere fanciulle di questa Città.

Attenderò un cenno di riscontro intorno alla definitiva deliberazioneche verrà adottata di concerto colla Sig.a Direttrice Minghetti e frattanto leauguro dal Cielo di cuore ogni prosperità.

Di Lei M. R.Aff.mo

C. Card. Oppizzoni

Bologna, 10 aprile 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/180/Sr. Rosalie Thouret a Rosa Minghetti, Modena 12 aprile 1850

Illustrissima Signora

Dalla risposta del 19 marzo p.p. che V.S. Ill.ma mi dava in unione allealtre Sig.re Direttrici delle Scuole della Provvidenza riguardo alle osservazioniche io le faceva sulla ristrettezza del locale della Mascarella e la lontananza del-l’altra Scuola degli Angeli, vedo che loro Signorie non hanno potuto ritrovarelocali più adatti e perciò si decidono a lasciare partire le Suore secondo la miaproposta in caso non si fossero potute conciliare le nostre esposte ragioni sot-toposte alla prova per sei anni.

Ora non resta che la fissazione del tempo della partenza per dare luogoalle Signorie loro Ill.me di provvedersi di altre maestre per le quali mi sembrache un mese o due al più siano sufficienti per ritrovarle se non furono già pre-viste dall’epoca in cui esternai le mie proposizioni a V.S. Ill.ma.

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290 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Attenderò dunque un definitivo riscontro pel richiamo delle nostreSorelle. Intanto con la più ossequiosa stima e considerazione mi confermo

Della Sig.ia V.a Ill. maUmilissima ed obbedientiss.maServa

Suor Rosalia Thouret Sup.adelle Suore della Carità

Modena, 12 Aprile 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/181/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 12 aprile 1850

Eminenza Reverendissima

Rispondo senza ritardo alla di lei onoratissima del 10 corrente in rispo-sta alla mia del 5 dello stesso riguardo alle Scuole della Provvidenza onde pren-dere consiglio dall’Em.za V.a per regolarmi nella risposta che doveva dare allaSignora Minghetti Presidente di dette scuole.

Ho seguito esattamente i di lei ordini verso la Signora Minghetti scri-vendole oggi stesso, e fissando per parte mia un mese o due al più per dareluogo alla sostituzione di altre maestre prima di richiamare le nostre Sorelle.Aspetterò intanto la definitiva risposta della Signora Minghetti riguardoall’epoca della partenza.

Ringrazio infinitamente l’Em.za Vostra delle premure e pratiche fatteper rinvenire locali più adatti alle scuole fin ora fatte dalle nostre Sorelle, manon avendo potuto riuscirvi per ora, lascio nelle mani della Divina Provvidenzail pensiero di quest’opera buona ed utile alla gioventù e mi confermo col piùprofondo rispetto congiunto alla più sincera riconoscenza e col bacio del SacroAnello sono

dell’Em.za V.a Rev.maUmilissima ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia ThouretSup. radelle Suore della Carità

Modena, 12 aprile 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/182/Sr. Rosalie Thouret a mons. Gaetano Bedini, Modena 15 aprile 1850

Monseigneur

Après la réception de votre très honorée et gracieuse lettre du premiercourant, je me hâtai d’écrire à l’archevêque dans le sens que vous eûtes la bontéde m’indiquer; il me répondit le 10 qu’il ne lui était pas réussi de trouver aucunlocal, ni de combiner avec les Dames Directrices des écoles de la Providence, etqu’il voyait avec peine que je devais en venir à la proposition faite de retirer lessœurs, et que je fixasse le temps avec Mme Minghetti, ce que je viens d’effec-tuer, offrant de mon côté un mois, ou deux au plus de délai, pour qu’elle sepourvoie d’autres maîtresses. J’attends le résultat de ma proposition qui sera, jen’en doute pas fort agréée de ces Dames.

Sœur Flicissima m’a instruite de la sollicitude et de l’intérêt que VotreExcellence daigne prendre pour nous dans cette circonstance qui va décider denotre sort pour Bologne. Quant à nous, nous sommes parfaitement résignées àla volonté de Dieu, ayant remis cette affaire entre les mains de la Providencedivine, qui la place entre celles de notre plus zélé protecteur; que pourrions-nous désirer de plus?

Je ne saurais en quels termes exprimer ma gratitude pour les bontés deV.E. qui ne sauraient se montrer plus gracieuses et bienfaisantes envers nous.L’hommage de mes sentiments les plus respectueux et reconnaissants en serontl’interprète fidèle auprès de V.E. dont j’ai l’honneur d’être

la très humble, très obéissante et dévouée servante[Sœur Rosalie Thouret]

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

/183/Don Luigi Scabbia a sr. Rosalie Thouret, Ravenna 17 aprile 1850

Ravenna li 17 Aprile 1850

Molto Rev.da Madre Provinciale

Prima di partire da Ravenna per accompagnare il mio Em.mo SignorCardinale Arcivescovo nella Sacra Visita sento bisogno di scriverle una riga, che

LETTERE (1813-1853) 291

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292 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

non ha altro scopo che di consolarla delle buone nuove di queste carissime suee mie figlie. Si lo sappia: io sono di loro pienamente contento.

Hanno fatto i Santi Esercizi spirituali con molta loro soddisfazione efrutto, faticano volentieri, mi ascoltano e secondano con esemplare docilità, edio trovo nella loro corrispondenza un largo compenso al poco che mi ingegnodi fare per la loro quiete per il loro bene.

Sia benedetto Dio che largheggia sempre delle sue grazie verso quelliche a lui si dedicano di cuore.

Suor Concetta è eccellente per cuore ma diffida troppo di se stessa;quindi trovo necessario che ci uniamo insieme per sostenerla e a farle coraggio.Questa buonissima figlia ha una testa che si scompone facilmente.

La sua viva fantasia la fa travedere ma assai più sul conto proprio chesul conto delle sue sorelle per le quali ha un amore vero ed imparziale. Se si riu-scisse di farla più disinvolta più libera nel suo operare le avremmo reso unimportante servizio.

Io mi vi adopro incessantemente, Ella pure mi secondi scrivendole inquesto stesso senso.

Faccia grazia di consegnare la qui acclusa a Suor Teresa. Mi raccomandial Signore e mi creda quale con piena stima me le professo

di Lei Molto Rev.da MadreDev.mo Servitore veroDon Luigi Scabbia

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/184/Le Signore del Comitato a sr. Rosalie Thouret, Bologna 23 aprile 1850

Reverendissima Madre

La pregiatissima sua lettera del 12 aprile diretta alla signora RosaMinghetti ci è stata dalla medesima regolarmente comunicata. Ed abbiamovisto con molto piacere come Ella ci ripete l’offerta espressa già nella sua primaproposta, di lasciare cioè in Bologna le Suore qualche tempo oltre il 15 Maggiocompimento del quadrimestre, per dar luogo a noi di trovare altre Maestre chele suppliscano nelle Scuole della Provvidenza.

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Pertanto le proponiamo di differire la partenza delle Suore di due mesioltre il predetto termine, tempo che non sarà certo soverchio alla ricerca di chesi tratta, la quale non si pensò neppure conveniente d’intraprendere, finchéogni cosa non fosse con Lei fissata.

E significandole di nuovo il rammarico che proviamo nel perdere perso-ne tanto abili e zelanti a condurre il Pio Stabilimento, le protestiamo la nostradistinta stima ed osservanza.

Umil.me, Dev.me ServeRosa Minghetti f.f.di Presidente

Luigia Ansani IsolaniLaura De Bianchi

Anna de Bianchi MarsigliSofia Monti CastiglioniVittoria Berti PichatErsilia Rossi Marsili

Bologna, 23 aprile 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/185/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 27 aprile 1850

Eminenza Reverendissima

Sentendo che l’Em.za V. ha l’intenzione di proseguire una Scuola solaper 50 o 60 fanciulle povere della Città di Bologna sotto la di lei immediatadipendenza, le Suore della Carità di buon grado si presteranno per questonuovo impianto in numero di tre, non potendo in meno, dividendosi l’istruzio-ne delle fanciulle con le cure di casa.

L’istruzione a cui si obbligano le Suore verso le ragazze sarà: la DottrinaCristiana, i doveri religiosi e civili, il leggere, lo scrivere, fare i conti nelle quat-tro operazioni dell’aritmetica; il cucire in bianco ed in abiti, il rappezzare ed ilavori di maglia.

Pel mantenimento delle Suore cioè: vitto, vestito, bucato, lume, fuoco,medico e medicinali ed una servente non si può meno di annui Scudi 111.60. perciascuna Suora, e per tre S.di 334.80.

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Se dovessero aumentarsi le Suore crescendo il numero delle ragazzepotrebbesi diminuire l’assegno delle suore calcolando le spese in comune dilume e fuoco che si fanno tanto per tre che per sei.

Circa il mantenimento delle mobiglie di casa, delle biancherie da letto,da tavola e da cucina sembra di non poter calcolare meno di Scudi 30 annui.

Le minestre alle ragazze per 4 mesi dell’anno a Baiocchj uno, a testa pern. 60. – S.di 72.00.

Due vestiari all’anno alle suddette con le scarpe non si può a meno diS.di 3 all’anno per una e per 60 S.di 180.00.

Si potrà fare l’esperienza per un anno tanto per le minestre che pelvestiario.

Si fa osservare che tutta la mobiglia e biancheria di Casa è di ragionedelle Signore Direttrici, per cui si dovrà restituire, o farne la stima per l’acqui-sto, o rifarla nuova..

Se vi sono tasse sulla Casa da pagare sarà un’altra spesa da calcolarsi.Mi sembra il non aver ommesso nulla di ciò che si è praticato finora

colle Sig.re Direttrici; lascio alla Emin.za V.a la saggia e caritatevole decisione diquest’opera piissima e veramente paterna, mentre che piena di ammirazione edi riconoscenza al cuore benefico dell’Em.za V.a mi protesto col più profondorispetto e col bacio della S. Mano sono

dell.Emin.za Vostra Rev.maUmill.ma ed Ubbid.ma ServaSr. Rosalia Thouret Sup.adelle Suore della Carità

* * *

Condizioni fra Sua Em.za Rev.ma l’Arcivescovo di Bolognae le Suore della Carità per le Scuole della Provvidenza

Le Suore riconoscono direttamente l’autorità di Sua Em.za come loroSuperiore immediato, e per tutto quello che riguarda le Scuole.

Si obbligano dette Suore a dare l’istruzione religiosa alle ragazze, ed aistruirle nei lavori di maglia, di cucire: nel leggere, scrivere e nelle quattro ope-razioni dell’aritmetica.

Il numero delle Suore sarà proporzionato alla quantità delle ragazzeche saranno accettate nella Scuola di comune accordo con S. Em.za e laCommissione nominata da Lei fissando un numero di 30 alunne per Suora, esempre una Suora sopra numeraria per la Direzione G.le della Scuola e per gliaffari di casa.

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Il mantenimento delle Suore come si è praticato finora cioè S.di 111.60all’anno a testa. Oltre a ciò il mantenimento delle biancherie da letto, tavola,cucina e della mobiglia all’anno S.di ...

Le Suore debbono essere perfettamente libere nell’esercizio e nellaDirezione delle Scuole, come pure nell’amministrazione interna della casa.

Renderanno conto ogni anno e più spesso se occorre a S.E.R. oppurealla Commissione di tutte le spese che avranno fatte per le ragazze e per laScuola.

La Commissione s’incaricherà di tutto ciò che riguarda l’amministrazio-ne esterna.

La detta Commissione verserà alle Suore in rate stabilite anticipatamen-te il denaro per far fronte alle spese della Scuola.

Si potrà fare un anno di esperimento per vedere a qual somma ammon-ta il vestiario e la cibaria delle alunne.

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/186/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 5 maggio 1850

Ill.mo Signor Presidente

Poiché la S.V. Ill.ma ha avuto la bontà di recarsi di persona a visitareque’ bassi fondi che sono stati da me fatti ridurre a mie spese per uso delleScuole Esterne e poiché si è compiaciuta collaudare i lavori, rimane ora che acompimento voglia ottenere dalla Commissione d’Ornato che la Porta dellaBottega respiciente sulla via, e che dovrà servire d’ingresso alle nominateScuole, venga ridotta ad uso di Porta Civile, a guisa di quanto si praticò per lavicina abitazione locata al Professor Sereni.

Nel pregare la S.V. Ill.ma di prendersi questo disturbo mi permettoancora di farle osservare che non si richiedono meno di circa 2000 franchi perridurre a perfetto compimento un lavoro che trasforma con gran vantaggio delPio Luogo, alcuni luoghi che innanzi non servivano che a depositi di oggettimeschini, in un ampio e comodo appartamento terreno. Spero quindi che nonsia ardita la mia domanda, se dopo tanto dispendio confido che la S.V. Ill.mavorrà condonare l’affitto di quel locale che resta ancora a ridursi, e dove appun-to deve praticarsi l’ingresso.

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296 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Colgo quest’incontro per rassegnare alla S.V. Ill.ma i sentimenti della profondamia stima.

Di V.S. Ill.maU.ma ed Obb.ma Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.ra

Modena, 5 Maggio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

/187/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 22 maggio 1850

Modena 22 Maggio 1850Illustriss.mo Signor Presidente

Più volte vi è stato motivo ad osservare che le Sepolture delle Sorelledella Carità praticate nella Cappella di S. Catterina in S. Agostino offrono l’in-conveniente di doversi costruire ogni volta con non poca spesa, e colla proba-bilità che fra pochi anni non vi sarà più luogo per nuove tombe.

Dietro questa considerazione la Sottoscritta prega V.S. Ill.ma a volersiinterressare di far osservare lo stato della Camera Mortuaria sotterranea scava-ta sotto la Tribuna che è fra la Chiesa e la Cappella di S.a Catterina, onde desti-narla in avvenire a Sepoltura delle Sorelle della Carità con sommo risparmionella spesa, a guadagno di spazio.

Prega eziandio V.S. Ill.ma a volere occuparsene con sollecitudine, giac-ché lo stato di salute di una delle Sorelle fa temere non possa esser lontana lasua morte.

La Sottoscritta coglie quest’incontro per rassegnarsi di nuovo col piùdevoto ossequio

di V.S. Ill.maUmill.ma ed ubbidient.ma ServaSuor Rosalia Thouret Sup.radelle Sorelle della Carità

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

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/188/Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 31 maggio 1850

Alla Molto Rev.da M. Superioradelle Rev.de Sorelle della Caritàin Modena

La rimostranza inoltratami il 22 del cadente Maggio dalla M.a V. MoltoRev.da mi offrì motivo di richiamare le Governative Disposizioni comunicate aquesta Pia Azienda, dietro la spiegata mente Sovrana in ordine alla tumulazio-ne dei Cadaveri di codeste Rev.de Sorelle nella Cappella aderente all’AltarMaggiore di questa Ducale Chiesa di S.M. Pomposa.

Visto pertanto, che nel relativo Dispaccio N. 2367. Sez. II del 13 Luglio1835, dichiarava l’eccelso Governo di non voler permettere una Tomba, comechiedevasi, per tutte le Sorelle, onde non accordar Loro alcun diritto, avvenen-dosi, che la concessione di un Deposito fosse per un caso singolare soltanto, enon per una norma generale (Vedi il N. 2639 di Prot.lo Gen.le dell’anno 1835 f.n.113) mi determinai ad incaricare questo Uff. di Economo S.D. Mons. Luigi,perchè si recasse ad una visita sopra Luogo, ed assunte le debite informazioni,e fatte le opportune verifiche. procedesse all’uopo.

[Antonio Tori]

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

/189/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 6 giugno 1850

Molto Rev.da Madre

Scrivo due righe per accusare la ricevuta della sua del 4 e per assicurar-la che scrivo subito al Card. Ferretti e al Signor Conte Marmiroli mio amicissimoche s’interessi all’importante oggetto.

Da un lato vedo qualche difficoltà conoscendo lo stile di Roma di noncreare Vescovi in [illegg.] senza qualche necessità, dall’altro l’impegno di S.A. ilDuca sembra valevole a superare quella difficoltà.

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298 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Preghiamo il Divino Spirito e confidiamo. Intanto mi creda

di Lei M.R.M.Aff.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arc.

Ravenna, 6 Giugno 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, APSdCF

/190/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 10 luglio 1850

Eminenza Reverendissima

Scorgo sempreppiù, e dai fatti, la benevolenza, l’interesse e l’amorepaterno che l’Em.za Vostra degnasi addimostrare alle nostre Sorelle di Bologna:l’ultimo Rescritto fatto dall’Em.za V.a e comunicatomi da Suor Felicissima n’èuna prova patente.

Conosco da questo nuovo tratto la bontà e grandezza del cuoredell’Em.za Vostra, il quale si compiace nelle opere buone il cui compenso ritro-verà in Cielo.

Intanto la nostra riconoscenza vivamente si fa sentire unita al desideriodi corrispondere pienamente alle viste benefiche dell’Em.za V.a a pro dellapovera gioventù.

Siano i nostri voti all’Altissimo degni interpreti della nostra gratitudineattirando su sì degno e venerando Pastore la coppia delle più preziose benedi-zioni e col bacio del Sacro Anello mi ripeto

Di V.a Em.za Rev.maUmill.ma ed ubbidient.ma Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.adelle Suore della Carità

Modena, 10 Luglio 1850.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/191/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Opizzoni, Modena 24 luglio 1850

Eminenza Reverendissima

Prevengo l’Em.za Vostra che ho trattenuto qualche giorno di più SuorFelicissima tanto per la festa di S. Vincenzo quanto per la povera Suor Onorina,la quale si trova negli ultimi momenti del suo vivere ed aveva piacere di averlaal suo letto di morte. Però io penso di non prolungare oltre a Sabato la perma-nenza qui di Suor Felicissima che meco si unisce per offrirle i sensi del più gratorispetto e col bacio del Sacro anello mi ripeto

dell’Em.za V.a Rev.maUmilissima ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia ThouretSuperiora delle Suore della Carità

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/192/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 11 settembre 1850

All’Ill.mo Signor Presidentedegli Ospitali Civili e Cronici

Le Sorelle della Carità rappresentano a V.S. Ill.ma che nel secondo cor-tile degli Ospitali Donne vi è un condotto di rame che serve all’espurgo delleacque del Ricovero e dell’ospitale il quale è tutto rotto per cui l’acqua penetranel muro e lo marcisce, pregano V.S. Ill.ma a volerlo far visitare per rimediare aquell’inconveniente.

Suor Rosalia Thouret Sup.radelle Sorelle della Carità

Modena, 11 7bre 1850.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

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300 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/193/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 27 novembre 1850

Dieu Seul!Ma très chère et Révérende Mère

J’ai attendu jusqu’a ce jour de vous écrire pour vous rendre comptedéfinitivement de l’affaire du noviciat et des nouvelles conditions pour lessœurs qui sont employées et qui s’accroitront au St. Esprit por y prendre de nou-veaux emplois selon le désir du Pape et de Mgr Morichini1, President de laCommission administrative du St. Esprit.

En premier lieu j’ai eu le 17 courant, une nouvelle audience du Pape oùje lui ai baisé le pied de votre part et demandé la Bénédiction qu’il vous envoietrès gracieusement. Il a reparlé de sa visite à Regina Coeli et je lui ai dit que l’en-thousiasme causé par sa présence était toujours aussi vif toutes les fois qu’on serappelait le bonheur de l’avoir possédé. Veuillez dire à la bonne servante deDon Deconcillis que je l’ai rappelée au souvenir du Pape qui la bénit.

Je n’ai pas manqué de représenter à Sa sainteté les difficultés quenous avions d’accepter la Canonica du St. Esprit pour y faire le noviciat2 à rai-son de l’insalubrité de l’air. Mais il répondit qu’il fallait éprouver puisqu’il n’yavait pas d’autres maisons disponibles et qu’il fallait considérer l’honneur del’Institut et le bien qu’il devait procurer au prochain et que pour ce motif ildonnait sa pleine autorisation et sa Bénédiction; que je m’entendisse avecMgr Morichini pour déterminer cette affaire, ce que j’ai fait de mon mieuxpar des conditions réciproques dont voici la teneur:

“Le nombres des sœurs sera fixé à 30, y compris les novices qui serontpayées comme les Sœurs à raison de 100 écus par an, plus médecine, chirur-gien et médicaments, blanchissage, bois et charbon, huile pour lumière,mobilier nécessaire à chacune et 4 écus par tête par an pour l’entretien dumobilier. Les voyages pour l’augmentation des sœurs et en cas de mort et 7 écuspour les funérailles”.

J’ai demandé que les nouvelles conditions aient leur principe au pre-mier janvier 1851, prenant 6 mois de délai pour l’augmentation des sœurs etpour la formation du noviciat. Si les 30 sœurs ne suffisent pas pour lesemplois, il y a la faculté de les augmenter selon le besoin et aux mêmes condi-tions. Son Excellence Mgr. Morichini a présenté hier au Pape les conditionsdont il est resté content et il dit qu’il en ferait un rescrit d’approbation etensuite après quelque temps d’expérience, un Bref de confirmation. Il meparaît n’avoir rien négligé dans cette affaire pour l’avantage de l’Institut etcomme ayant été chargée par vous de traiter les conditions, comme nousl’avons mis dans le contrat, je désirerais que par une lettre vous me fissiez

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connaître que vous êtes content et que vous approuvez les conditions faitesentre Monseigneur Morichini et nous afin que je puisse en donner un témoi-gnage authentique. Je m’arrêterai encore ici quelques jours, mais comme lasaison s’avance je voudrais être de retour à Modène avant Noël où une fouled’affaires me rappellent.

J’espère donc recevoir votre lettre avec sollicitude et vous priantd’agréer les respects filiaux de nos sœurs des trois maisons et de SœurFelicissima3, je me dis avec le plus respectueux attachement,

Ma très chère Mère

votre très humble et obéissante filleSœur Rosalie Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Carlo Luigi Morichini (Roma, 21 novembre 1805 – ivi, 14 maggio1879), laureatosi in diritto cano-nico e civile alla Sapienza di Roma, fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1828 e, per la competen-za acquisita negli studi economici e sociali, ampiamente documentata con l’opera SugliStabilimenti di Pubblica Beneficenza in Roma, fu chiamato a dirigere alcune istituzione benefi-che della capitale, quali l’Ospizio Apostolico di S. Michele a Ripa e la Cassa di Risparmio. Elettoarcivescovo titolare di Nisibi e inviato in qualità di nunzio in Baviera (1845), fu Pro Tesoriere(1847) e, successivamente, ministro delle Finanze e vice Presidente del Consiglio di Stato nel 1848.Nel maggio di quell’anno fu inviato a Vienna, ma il precipitare degli eventi troncò sul nascere letrattative di pace da lui condotte. Al ritorno di Pio IX da Gaeta assunse la direzione dell’Ospedaledi S. Spirito in Sassia e la presidenza degli Ospedali Riuniti di Roma, portandovi un soffio di vitanuova. Elevato da Pio IX alla dignità cardinalizia (1852) fu nominato vescovo di Jesi (1852), dio-cesi che governò con grande capacità e zelo. Il 24 novembre 1871 fu chiamato a reggere l’arci-diocesi di Bologna, incarico che lasciò il 12 marzo 1877, allorché Pio IX lo chiamò a lavorare pres-so la curia romana e lo nominò vescovo della diocesi suburbicaria di Albano. Del grande interes-se da lui posto alle questioni della carità, dell’assistenza sociale e del pauperismo, resta validatestimonianza la sua opera Degli Istituti di pubblica carità e di istruzione primaria. Saggio stori-co e statistico (Roma, 1835; 2a ed. 1842; 3a ed. ampiamente aggiornata 1870). Su di lui: E. MAR-CUCCI, Un Cardinale umanista Vescovo di Jesi, Castel Caprano, 1925; F. GENTILI, Il Consiglio diStato Romano del 1848 e il suo Vice Presidente C.L.M., in “Rassegna Storica del Risorgimento”, VI(1919), pp. 476-481; R. SANI, Istruzione e istituzioni educative nella Roma pontificia (1815-1870),pp. 707-771 (con ulteriore bibliografia).2 La necessità di creare un Noviziato a Roma era sostenuta da mons. Morichini, il quale poneva l’ac-cento sulla sostanziale inadeguatezza del numero delle suore. Il progetto rendeva perplessa suorRosalie che nutriva scarsa fiducia circa la possibilità di trovare vocazioni religiose fra le giovaniromane. Il Morichini si rivolse perciò a Madre Génevieve Boucon, la quale acconsentì a realizzare ilprogetto anche in ragione del fatto che esso incontrava i desideri di Pio IX. Il Noviziato romanovenne aperto nei locali annessi all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia il 2 gennaio 1852. Cfr. R. PERU-GINI, Cenni Storici sulla Provincia religiosa di Roma delle Suore della Carità di Santa GiovannaAntida Thouret, Roma, 1989 pp. 14-15; A. CANEZZA, Le Suore di Carità nei cento anni di vita roma-na, pp. 18-19.3 Suor Felicissima Tagliazucchi, superiora delle Scuole della Provvidenza di Bologna, che accompa-gnava suor Rosalie Thouret in questo viaggio, così informava il card, Carlo Oppizzoni: “EminenzaReverendissima, appena giunta in Roma volevo ragguagliare V.E. del nostro viaggio come promisiavanti di partire, ma venendomi detto che presto saressimo andati dal S. Padre credei meglio diaspettare dopo l’udienza. Il nostro viaggio la Dio mercè fu felice: passando per Rimini visitassimo laB.V. che nello scorso maggio aperse gli occhi, il prodigio seguita ancora ma meno sovente, non

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302 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

mancai di pregare per l’E.V. come pure il feci alla B.V. di Loreto; noi arrivammo in Roma il giorno23 tutte in ottima salute. Domenica 29 cor. ebbi la consolazione di baciare a S.S. il piede e l’anelloe di stringergli la mano come soglio fare al mio buon Papa rosso; mi sorprese veramente l’amore-volezza e l’affabilità colla quale ci ricevette e trattenne; Egli stette sempre in piedi per quasi trequarti che durò la nostra udienza, trattò con la Madre Provinciale per l’impianto d’un Noviziato chevorrebber qui in S. Spirito e pare che la cosa quanto prima debba aver luogo.Io poi accusai tutto ilmale che ci fa V.E. ed Egli con un benigno sorriso rispose che conosceva quanto il Card. Oppizzoniamava le Suore della Carità ma non per questo aggiunsi qualche altre mormorazioni che V.E. pen-serà poi ad assolvermi. La Madre Prov.le che altre volte aveva veduto il S.to Padre disse di averlotrovato molto bene, e non invecchiato, cosa ammirabile dopo tante lacrimevoli vicende! Qui le cosesono tranquille, e come potrebbe essere altrimenti colla presenza di ottomila Francesi? Queste trup-pe sono molto disciplinate, e i Romani buoni, sono contenti e più grati al Signore dei Bolognesi. Perora non potrei dire quando saremo di ritorno. Fidata nella sperimentata Paterna bontà dell’Em.zaVostra per gli affari delle nostre Scuole non dubito che seguiteranno a definirsi bene e questa fidu-cia mi lascia godere tranquillamente il soggiorno di Roma. La Madre Provinciale e tutte le Sorelledi qui m’impongono di presentare all’Em.za Vostra Rev.ma i loro omaggi. Umilmente prostrata aisuoi piedi la prego della Pastorale benedizione e baciandole con venerazione la Sacra Porpora hol’onore di dichiararmi dell’Em.za Vostra R.ma U.ma, Dev.ma, Obbl.ma Figlia Suor Felicissima” (suorFelicissima Tagliazucchi al card. Carlo Oppizzoni, Roma 1 ottobre 1850, in AGAB, CongregazioneConsultiva, Pos. 667).

/194/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Roma 7 dicembre 1850

Dieu Seul!Ma très chère et Révérende Mère

J’ai reçu votre lettre du 4 courant avec le certificat d’approbation pourles conditions faites entre nous et Monseigneur Morichini, Président de la com-mission administrative du Saint Esprit. Je l’ai remis à Mgr Morichini qui a étésatisfait de l’avoir pour procéder à l’acte final du contrat qui a été approuvé parSa Sainteté. Ne pouvant m’arrêter de plus à Rome tant pour la saison que pourles affaires qui me rappellent à Modène, je pars dans les premiers jours de lasemaine prochaine, avec un voiturier qui nous conduira dans neuf jours àBologne et ensuite à Modène. Veuillez nous recommander à Dieu afin qu’ilnous préserve d’accidents et des voleurs.

Je saisis cette occasion pour vous souhaiter toutes les bénédictionscélestes à l’approche des solennités de Noël et du Nouvel an, ainsi que de SteGeneviève votre patronne. Croyez que je n’ai pas manqué chaque jour de vousrecommander à Notre Seigneur et aux tombeaux des Saints Apôtres Pierre etPaul. Je désire recevoir de bonnes nouvelles de votre santé à Modène.

Ici nos chères sœurs des trois maisons1 se portent bien et vous offrentles plus heureux souhaits pour les fêtes avec l’assurance de leurs sentiments res-pectueux et filiaux ainsi que Sœur Félicissima.

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Recevez l’expression sincère de mon attachement et de mon respect etveuillez faire part de mes saluts amicaux à nos chères sœurs anciennes que j’em-brasse cordialement, et croyez-moi

Ma très chère Mèrevotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Rome, 7 décembre 1850DS. Je vous remets une lettre de Soeur Cecile

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si riferisce alle due distinte realtà collocate in Santo Spirito in Sassia, ovvero al Conservatorio dellezitelle e all’Ospedale delle donne pazze, nonché al Rifugio delle Pentite di Piazza Santa Maria inTrastevere.

/195/Mons. Luigi Ferrari a sr. Rosalie Thouret, Modena 26 dicembre 1850

Modena, 26 Dicembre 1850

Molto Reverenda Madre Superiora

Ricevetti ieri l’altro il pregiatissimo suo foglio del 23 corrente, dal qualepotei venire in cognizione del suo ritorno dalla Capitale del Mondo Cattolico.Ritengo che il di Lei viaggio sia stato felicissimo e perciò me ne rallegro seco Leiassaissimo. Sono grato oltremodo alle gentili e veramente filiali espressioni conle quali in unione alle zelantissime sue Consorelle ha voluto accompagnare isuoi auguri di felicità nella ricorrenza delle Sante Feste in cui siamo.

Mi sento vivamente penetrato da tali amorevoli dimostrazioni e nerendo a Lei ed a tutta la sua Comunità i ben dovuti ringraziamenti.

Esaudisca il benignissimo Iddio i voti che esse hanno formato per me equelli insieme che io faccio per loro, espanda sopra tutte a larga mano i suoifavori e le sue grazie onde possano con alacrità e costanza compiere a benefi-zio dell’umanità languente quegli uffizi di cristiana carità ai quali si sono con sìnobile e generoso sacrifizio votate, come io a tutte imparto la mia Pastoralebenedizione

Luigi Vescovo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

LETTERE (1813-1853) 303

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304 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/196/Mons. Enrico Orfei a sr. Rosalie Thouret, Cesena 30 dicembre 1850

Reverendissima Madre Provinciale

La bontà che ha Ella voluto usar meco colla rispettabile sua lettera delli28 cad. offerendomi gli auguri di ogni felicità per la prossima ricorrenza delnuovo anno mi dà la maggior conferma della gentilezza dell’animo suo versodi me, e di quella straordinaria cortesia che aggiunge tanto pregio alle molte erare sue virtù.

Sono adunque in dovere di riferirle rispettose grazie, a cui aggiungo lepiù fervide preghiere all’Altissimo perché si degni spandere su di Lei la pienez-za delle celesti benedizioni, e sull’Istituto di cui meritamente presiede e che sirende sempre più benemerito della Religione e Società.

Mi raccomando alle sue sante orazioni, ed offrendomi al piacere deisuoi comandi passo a protestarmi con ogni maniera di stima e rispetto

di Lei Veneratis.a M.e Prov.eDev.mo, Obbl.mo Servitore+ Enrico Vescovo di Cesena

Cesena, 30 Dicembre 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/197/Mons. Luigi Vannicelli Casoni1 a sr. Rosalie Thouret,

Ferrara 31 dicembre 1850

Molto Reverenda Suora

L’espressioni gentili con le quali si è compiaciuta di accompagnare le piùgradite felicitazioni nella ricorrenza delle Sante Feste Natalizie esigono da metutta la corrispondenza, e non potrei in altro modo palesarle, se non che assi-curandola che non cesso di pregare il Signore, perché voglia benedirla unita-

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mente a tutte le Religiose Sue Consorelle così benemerite della religione, edella umanità, l’opera delle quali è tanto utile anche a questa Città.

Gradisca l’attestato della mia più distinta stima, con cui benedicendolanel Signore mi ripeto

di LeiAffezio.mo per servirla

L. Card. Vannicelli Arcivescovo

Ferrara, 31 Dicembre 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Luigi Vannicelli Casoni (Amelia, Terni, 16 aprile 1801 - Roma 21 aprile 1877), compiuti gli studi aRoma presso i Preti della Missione e ricevuta l’ordinazione sacerdotale (18 dicembre 1824), compìuna lunga e proficua carriera ecclesiastica: fu ponente della Sacra Congregazione del Buon Governo(1829), poi consultore della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari (1834), quindi vice commis-sario delle quattro Legazioni, con residenza a Bologna, e successivamente Governatore di Roma eDirettore generale di Polizia (1838). Creato cardinale da papa Gregorio XVI, resse la Legazione diForlì (1842) e poi quella di Bologna (1844-45). Caduta la Repubblica Romana fu uno dei tre Cardinalidella Commissione governativa che amministrò lo Stato fino al ritorno a Roma di Pio IX (luglio 1849– aprile 1850). Nominato dallo stesso pontefice arcivescovo di Ferrara il 26 maggio 1850, prese pos-sesso della diocesi l’11 luglio. In perfetta sintonia con le linee pastorali del predecessore, card.Ignazio Cadolini, dedicò ogni cura alla formazione religiosa del clero e dei fedeli. L’8 dicembre 1870fu nominato Pro-Datario di Sua Santità. L’8 novembre 1876 lasciava definitivamente Ferrara perRoma, dove gli affari della Dataria Apostolica richiedevano ormai una sua presenza stabile. Su dilui: L. MELUZZI Gli Arcivescovi di Ferrara, Bologna 1970, pp. 99-109; HIERARCHIA, VII, p. 32; L.BORELLI, Il Cardinale Luigi Vannicelli Casoni Arcivescovo di Ferrara. Memorie storiche, Ferrara, 1881.

/198/[Mittente non identificato] a sr. Rosalie Thouret,

Roma 31 dicembre 1850

Madame Rosalie ThouretModène

Madame

La vôtre du 25 de ce mois m’a donné une nouvelle preuve de votreestime pour moi et de l’affection que vous avez pour cette grande institutiondes hôpitaux qui sert vraiment beaucoup à la cause de la Religion et de l’huma-nité.

LETTERE (1813-1853) 305

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306 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Dieu veille inspirer à moi et à mes collègues tels sentiments qui peuventconduire ces établissements à remplir entièrement le but établi par ses avantset charitables instituteurs; dans cela la coopération de votre Institut sera néces-saire et vous fournira un nouveau moyen du faire de bien à l’humanité souf-frante.

En attention de nouvelles informations sur les biens du S. Esprit àModène je profite de cette occasion pour vous faire mes augures de félicitationdans l’occasion du nouvel An et pour vous assurer de ma profonde estime avecla quelle j’ai le plaisir de me sussigner

[Firma illeggibile]

Rome, 31 Décembre 1850

Lettera di una facciataOriginale, in APSdCF

/199/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret,

Ravenna 8 gennaio 1851

Ravenna, 8 gennaio 1851

Molto Rev.da Madre

Gli auguri ch’Ella m’invia eccitano in me la più sincera riconoscenza,poiché accompagnati dalle fervide preghiere d’una degna Figlia di S. Vincenzosaranno esaudite dal Dio della Carità.

Spero anch’io di essere ascoltato nelle mie povere orazioni dirette nonsolo a pregarLe ogni bene nel suo particolare, ma altresì nella sua rappresentan-za ossia che possa vedere crescere il numero delle sue Figlie onde provvedere atutti i Prelati che desiderano profittare della opera zelante delle medesime.

Non lasci di aver memoria di me e mi creda con perfetta stima

di Lei M.R.M.Aff.mo nel Signore

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

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/200/Card. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret,

Ferrara 11 febbraio 1851

Molto Rev.da Madre

Sarà senza meno a notizia della M.V.M. Rev.da come da molto tempo aquesta parte l’ottima Sr. Matilde Baracchini, una delle sette Suore della Caritàaddette a questo nostro Arcispedale, si trovi affetta da malattia ben grave, e tale,da cui a giudizio dei medici, umanamente parlando, non potrebbe risorgere.

Questa stessa disgustosa notizia mi viene oggi confermata dallaPresidenza dello Stabilimento medesimo e mi fa in pari tempo le più calde pre-mure affinché senza indugio la interessi onde si compiacerà destinare per que-sto Arcispedale altra Suora trovandosi oltremodo bisognoso, il Pio Luogo del-l’opera delle medesime nel riflesso eziandio di non aggravare di troppo le altreSuore già bastantemente impegnate per loro stesse.

Ben volentieri io corrispondo a tali premure, e sono certo di tutta la cor-rispondenza della M.V.M. Rev.da, talché senza più dilungarmi con distintissimastima, e considerazione mi dichiaro

della M.V.M. Rev.daAffez. nel Signore

L. Card. Vannicelli Casoni Arcivescovo

Ferrara, 11 Febbraio 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/201/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Bennicelli1, Modena 12 febbraio 1851

Dio Solo!Modena, 12 febbraio 1851

Ill.mo e Rev.mo Padre,

sento vivamente la gratitudine verso V.S.R. per la premura con cui siadopera per il bene spirituale delle nostre Sorelle e per il loro avanzamentonelle virtù religiose senza le quali non potrebbero riuscire nello scopo difficile

LETTERE (1813-1853) 307

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308 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

del nostro S. Istituto che ci chiama in mezzo al mondo per l’esercizio dellenostre opere.

Vedo che Ella saggiamente le dirige nello spirito che deve condurleall’acquisto delle virtù che formano la base fondamentale dell’edificio religiosoil quale non si sosterrebbe a lungo se non vi fosse una pratica continua di nega-zione di se stesse, di umiltà, di mortificazione, di retta intenzione e di vera cari-tà. Il massimo mio desiderio è di vedere fra tutte quell’ammirabile carità laquale forma l’unione e l’armonia reciproca, l’ajuto fraterno, senza di cui non sipuò godere la pace ed ottenere le benedizioni del Signore.

Vi vuole dello sforzo e della generosità per adattarsi ai diversi caratterie temperamenti; ma tutto si ottiene facendosi violenza, non ascoltando l’amorproprio ed il mormorio delle passioni che fanno trovare ragione dov’è il torto.L’esperienza lunga mi ha fatto conoscere molte cose che altri ignorano, ed hoveduto che i veri umili si emendano facilmente e che i superbi non lo fanno cheper ingannare gli altri e per arrivare ai loro fini.

Io voglio sperare che non abbiamo simili soggetti, ma con troppa pre-sunzione di se stesso possiamo diventare nella religione come gli angeli ribellinel Cielo.

Mi perdoni questa digressione che sotto la penna mi si è presentata eche a tutt’altro avrei taciuto, ma essendo Lei Direttore di comunità, non ho nes-sun scrupolo.

Ella saprà che Suor Giulia desidera da molto tempo di fare i SS. Voti, eche abbiamo destinata l’epoca della sua professione per la SS.ma Annunziata:io la raccomando alla di lei carità ed assistenza per prepararsi a quest’atto dellamaggior importanza. So che in Lei ha tutta la confidenza, ed è un potentemezzo di felice preparazione e di miglior successo.

Io mi lusingo che la di lei salute siasi rimessa; e se mai ha ancora idea diviaggiare si diriga da queste parti, come ce lo promise, che sarà per noi un veropiacere.

Intanto la ringrazio con tutto il cuore di quanto ella fa per il nostroIstituto, e sia sicura della mia riconoscenza e dei sensi di rispettosa stima con iquali mi confermo.

di V.S. Ill.ma e Rev.maumilissima e devotissima Serva

Suor Rosalia ThouretLettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Antonio Bennicelli, religioso dell’Ordine di San Camillo, addetto alla cura degli infermiall’Ospedale della Maddalena di Roma, era anche il confessore delle Suore della Carità. Cfr. RegistroCorrispondenza, in AGSdC.

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/202/Sr. Rosalie Thouret all’Amministrazione dell’Istituto S. Carlo,

Modena 18 febbraio 1851

Modena, 18 Febbraio 1851

Attestato di stabilità nella vocazione di una giovane suora1, il quale ledà il diritto di una sovvenzione.

Attesto, io sottoscritta, che la Signorina Antonia Brunetti di Forlì,ammessa al Noviziato delle Sorelle della Carità fin dal mese di Dicembre 1849,ha dato sempre prova di stabilità nella intrapresa vocazione, e ne vestì l’Abitonel mese di Gennaio 1851 per cui la medesima ha diritto di conseguire la sov-venzione dei 25 scudi dell’Amministrazione dell’Istituto S. Carlo, che la benefi-cò di questa somma; e con questo Certificato autorizzo il Reverendo Signor DonFortunato Pelami, Segretario Arcivescovile di Ravenna, di ritirare dalla dettaAmministrazione i 25 scudi, a favore della Antonia Brunetti.

In fedeSuor Rosalia Thouret

Superiora Provinciale delle Suore della Carità

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

1 Sulla novizia Antonia Brunetti si vedano le notizie contenute nel Registro Generale dellaComunità, in APSdCF.

/203/Mons. Giuseppe Fabrini a sr. Rosalie Thouret, Ferrara 2 marzo 1851

Ferrara, 2 Marzo 1851

Molto Rev.da Madre Superiora Provinciale

E’ vero che è piaciuto all’Ill.mo Signor Cardinale Arcivescovo affidarmiprovisoriamente la casa del Conservatorio di S. Giustina, come altresì è vero chemi sono qualche poco prestato per le tre Giovani che desiderano vestire l’Abitodi cotesto Istituto di Carità.

LETTERE (1813-1853) 309

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310 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Con vera compiacenza però debbo osservarle per quanto a me asseri-sce, che le ridette Giovani abbiano la vocazione, ed anche un buon spirito, espero che, venendo accettate, siano per fare coll’aiuto del Signore una buonariuscita. In quanto alla neofita sebbene abbia un ottimo spirito, ed in pochissi-mo tempo abbia approfittato assai nel cammino della virtù, tuttavia essendonon molto che è passata alla Religione Cattolica, non sarà male il pretendereanche meglio, onde vieppiù assicurarsi della sua vocazione, benchè io nonabbia alcun che in contrario.

Ho parlato coll’Ill.mo Sig. Cardinale per sentire se come debba regolar-mi intorno alla Carlotta, ed ho avuto in risposta che si faccia quello si è fattocolle altre, cioè la solita Dote di scudi 5, e la Dozzena per 18 mesi di scudi treMensili.

Nulla faccio intorno alle sue Consorelle sebbene a tratto ne abbia ildesiderio di coadiuvarle e di assisterle come è mio dovere sotto ogni rapporto.

Godo di quest’incontro per protestarle i sensi della verace sincera miastima, e di ringraziarla della molta bontà per me che niente merito, nell’attoche con distinzione mi dichiaro

di LeiDev.mo Obbl.o Servo

Giuseppe Fabrini Vic. Gen.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/204/Sr. Rosalie Thouret a Francesco V d’Austria Este,

Modena 23 marzo 1851

Altezza Reale

Essendo venuta in cognizione per le nomine fatte ieri di un Direttoredella sala uomini a Capo degli infermieri nella persona del D. Govi, e di unimpiegato incaricato dei conti e tabella di essa sala nella persona del Malagoli,che la nostra Comunità religiosa non sarà più chiamata a compiere quei servi-gi, mi fo un dovere di prevenire l’A.V.R. che sospenderò la chiamata dall’esterodi altre Sorelle, per non ricorrere in inutili dispendi.

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So che si risponderà forse dal Ministero essere questi impieghi in viaprovvisoria; ma se questo anche fosse, tutta la città rovescerebbe sopra di noil’odiosità di rimandarli dal posto in cui entreranno il 1° aprile.

Ho l’alto onore di rassegnare all’A.V.R. l’umile omaggio della miaumile sudditanza e di essere

di Vostra Altezza RealeUmil.ma ed ubbidient.ma Serva e Suddita

Suor Rosalie Thouret

Modena, 23 Marzo 1851

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/205/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 13 aprile 1851

Modena, 13 Aprile 1851Ill.mo Signor Presidente

Mi affretto a riscontrare il gentilissimo foglio di V.S. Ill.ma in data di iericol quale si compiace richiedermi se sia necessario conservare il posto diIspettore agli Ospitali degli Uomini, anche quando le nostre Sorelle sarannopreposte a quelle Sale; e senza la minima esitazione ho l’onore di risponderealla S.V. essere quell’impiego di assoluta necessità, giacché le Religiose doven-do interessarsi di tutta l’intera direzione e servizio degli Ospitali, non potrebbe-ro occuparsi di tutto il carteggio coi Comuni, delle trattative per dozzine, dellaaccettazione dei malati, insomma di tutti i rapporti col di fuori, che sono mol-teplici di loro natura, ed esigono spesso di recarsi personalmente dalle Autoritàpolitiche ed amministrative.

Se mai fosse nato il dubbio che la carica di Ispettore a noi non fosse gra-dita, perché alcun tempo fa’ noi facemmo rispettosa protesta contro la nominadi un Direttore delle Sale e Sorvegliante degli Infermieri, preghiamo la S.V.Ill.ma a voler riflettere che ciò era naturale, in quest’ultimo caso, trattandosi diuffici spettanti assolutamente a chi è chiamato alla Direzione (come si haattualmente la pia fiducia di chiamar noi); mentre invece le incombenzedell’Ispettore non solo sono differenti dalle nostre, ma tali che non potrebberoassumersi da noi.

LETTERE (1813-1853) 311

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312 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ringrazio dunque con tutto il cuore la S.V. Ill. ma della cortesia con cuisi è compiaciuta richiedermi in proposito, e la prego ad inoltrare i miei ringra-ziamenti anche all’Eccelso Ministro, aggiungendo una mia speranza che, cioè,la gentilezza loro voglia abbondare al segno di degnarsi innanzi la sceltadell’Ispettore di comunicarci privatamente la persona in vista; giacché se gliuffici sono distinti, le relazioni quotidiane sono però continue fra esso e lenostre Sorelle.

Ho l’onore di rassegnarmi, Ill.mo Signor Presidente, con tutto l’ossequioe la riconoscenza

di V.S. Ill.maUmil.ma ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di due facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2366, f. 17

/206/Mons. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret,

Ferrara 26 aprile 1851

Ferrara, 26 aprile 1851R.ma Madre

Ho sperimentato altra volta gli effetti della singolare di Lei deferenza amio riguardo, il perché non dubito di nuovamente interessare la M.V. Rev.ma afavore di questo Nobile Collegio di S. Orsola1 sopra quanto sono per dirle.

Fiorisce sotto ogni rapporto l’educazione nel suddetto Collegio, dovetrovansi Alunne giovanette del Nobile e più elevato ceto di Ferrara, e dellaProvincia, e solo nel momento mancasi di una Maestra di Lingua Francese, perla quale però già si è in trattative da molto tempo intraprese, e si spera di aver-la da un mese all’altro.

D’altronde io non saprei ridirle quanto viva sia la brama non meno deiGenitori delle Fanciulle, che delle stesse Monache, di poter rimediare a questovuoto, e dagli uni, e dalle altre ricevo le più calde preghiere per pur provvede-re in qualche guisa nel momento a tal ramo di civile coltura.

E poiché codesto non mai abbastanza lodato Istituto si occupa eziandiodell’educandato di giovanette alle quali si insegna con ammirabile facilità, e coi

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più belli risultati il Francese, io sono perciò ad interessare vivamente la di Leibontà, onde voglia compiacersi di appagare gli espressi desideri col destinare inquesta città altra delle sue degne Suore capace di insegnare il Francese all’uni-co scopo di dar lezione nel collegio delle RR.M. M. di S. Orsola una volta al gior-no, ovvero onde meno riesca laborioso l’incarico 4 o 5 volte la settimana.

In quanto al trattamento da darsi, in caso, alla Suora il Collegio è pron-to a secondare quel progetto che nella moltissima di Lei saggezza, e prudenzacrederà di stabilire.

Potrebbe quindi la Suora convivere, e dimorare giorno e notte tra leMonache, ovvero trattenersi nella sola giornata, per poscia la sera andare a dor-mire in taluno dei Conservatori, o Stabilimento presieduto dalle sue Consorelledella Carità, o finalmente se queste idee non piacessero si potrebbe mettere adisposizione il trattamento completo in contanti.

Insomma io spero che la M.V. Re.ma vorrà favorirmi in ogni modo anchein questa circostanza, fino a tanto che non sia qui giunta la Maestra che siattende direttamente da Francia. Ed anticipandole i dovuti ringraziamenti, condistintissima stima, e considerazione mi ripeto

della M.V. Rev.maAffez. nel Signore

L. Card. Vannicelli Casoni

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta di un educandato delle Suore Orsoline, che erano state chiamate a Ferrara dalla Reggenzafin dal 13 giugno 1800.

/207/Contratto d’affitto sottoscritto da Antonio Tori e da sr. Rosalie Thouret,

Modena 6 maggio 1851

Il qui sottoscritto Ill.mo ed Economo di V.S. Antonio Tori qualePresidente della Congregazione delle Opere Pie Locale inerendo alle risultanzedegli affitti della Pia Azienda e segnatamente al Dispaccio di N.E.A.. Consiglieredi Stato Ministro dell’Interno in data 13 Giugno 1850, N° 5006 = in Prot.o Gen.lesotto del N° 1414 del successivo giorno 14 = ha dato, e ceduto e rilasciato, lacede e rilascia con effetto retroattivo al 1° Maggio dello scorso Anno 1850: salva

LETTERE (1813-1853) 313

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314 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

la proprietà all’Azienda, e quindi a titolo d’Affitto e per la pensione annua dicui abbasso.

Alle RR. Sorelle della Carità per le quali accetta stipula e conduce adetto titolo d’affitto decorribile dal ind.to giorno 1° Maggio 1850 = la R.daSuperiora Suor Rosalia Thouret.

Quella bottega che era condotta in affitto dal Falegname il Sig.Giovanni Rossi posta nella Contrada S. Agostino annessa all’attuale abitazionedel Ill. Sig. Professore Gioacchino Sereni di ragione della predetta Pia Aziendain oggi convertita a proprio uso con porta esterna, quale bottega si obbliga lapredetta Superiora di tenere, condurre, godere e restituire, all’arbitrio di Uomodabbene migliorandola, anzichè deteriorandola, e di pagare annualmente allaCassa della proprietaria Pia Azienda la pensione d’affitto di Italiane Lire settan-taquattro, e Cent. oltre 7a quattro = £. 74.84. che è quella pensione chel’Azienda Pia ricavava dal cessato Affittuario il Sig.Rossi appunto di Italiane £.74.84 pagabile in due uguali rate semestrali anticipatamente il 18 Maggio e 1°Novembre di ciascun Anno giusta e così proseguire fino con valute al corso diTariffa, e non altrimenti e come resi puntuale adempimento di quanto sopraIll.mo Sig. Presidente obbliga i Beni, e le rendite della Pia Azienda, e la R.Superiora se stessa, e la Corporazione in ogni caso e passano a firmarsi

Suor Rosalia ThouretAntonio D. Tori Presidente

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2370, f. 102

/208/Card. Chiarissimo Falconieri a sr. Rosalie Thouret, Forlì 14 luglio 1851

Molto Rev.da Madre

E’ giunto il momento in cui si rende estremamente necessario l’inviodell’altra Suora già chiesta per l’Asilo Infantile1.

Da Suor Concetta ho appreso che la Commissione ha aperto la secondasala, e che a questa presiede provvisoriamente la Sig.ra Veneziani venuta daToscana per l’impianto colla Sig. ra Ricci. Ad evitare pertanto che i Signori dellaCommissione profittino della mancanza di un’altra Suora per introdurreMaestre secolari come indarno hanno tentato fin qui, debbo fare a Lei le piùcalde premure onde colla massima sollecitudine faccia venir a Ravenna la suorache crederà destinar a questo officio. Sr. Emmanuele si disimpegna benissimo la

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sua parte, anche per parte della lingua benché non sia la sua natia: abbisognaper altro di conforto, ed a quest’oggetto può esserle utilissima una compagnaitaliana.

Qui si è combattuto assai e si combatte fortemente per sostenere ildecoro dell’Istituto della Carità nell’Asilo, mentre sono fermo nella massima chealle RR. Suore esclusivamente sia affidata la istruzione: la vittoria è sicura, maavrà il suo compimento col giungere dell’altra Religiosa.

Ma dunque dee ajutarmi in questa impresa, perché l’Asilo sia qualedev’essere Scuola di vera Carità Cristiana a profitto spirituale della Gioventùpovera, ed a gloria grande del Signore.

Attendo un sollecito e favorevole riscontro e nel frattanto raccoman-dandomi alle orazioni di Lei e delle sue Religiose, passo a ripetermi con pienastima

di Lei M.to Rev.da Madre

a cui raccomando assai l’affare e ottenga da Dio che non tutto vada in fumo,ovvero si rassegni alla vera e positiva necessità

Aff.mo nel SignoreC. Card. Falconieri Arcivescovo

Forlì, 14 Luglio 1851

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Si tratta dell’Asilo Tombesi dall’Ova di Ravenna. Quanto al luogo di provenienza della letteraoccorre ricordare che in tale data il card. Falconieri era anche l’amministratore apostolico della dio-cesi di Forlì.

/209/Sr. Rosalie Thouret al card. Chiarissimo Falconieri,

Modena 21 luglio 1851

Modena, 21 Luglio1851Eminenza Reverendissima

La ristrettezza in cui mi trovo di soggetti non mi permetterebbe didistaccarne neppure uno, ma non posso rifiutarmi alla dimanda dell’Em.zaVostra a cui sono tanto obbligata, ed avendo riguardo ai principi religiosi diquesti teneri pargoletti che si accolgono negli asili, cerco il modo di trovare unaSuora da mandarle al più presto.

LETTERE (1813-1853) 315

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316 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Debbo ancora mandare all’ospitale di Ravenna un cambio di Suore sanecontro delle ammalate, e ciò è per me un aggravio, ma il mio dovere è di aiu-tarle tutte dove posso, e spero che il Signore benedirà i miei sforzi.

Rinnovo all’Em.za Vostra Rev.ma i sensi di profondo rispetto e di since-ra venerazione con cui le bacio il S. anello e mi protesto

dell’Em.za Vostra Rev.maUmilissima e obbedientissima

[Suor Rosalia Thouret]Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/210/Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 21 luglio 1851

Alla M.to Rev.da Madre Superiora

Mediante copia della disposizione n. 593 del 23 giugno P.S. feci cono-scere alla Mat. V. Molto Rev.da l’operato e i sentimenti di questa Pia Azienda inordine all’inchiesta avanzata da codesto rispettabile Sig. Sindaco, di poter cioètumulare d’ora innanzi li cadaveri di codeste Lei Sorelle nella Camera mortua-ria edificata, luogo di ampio presbiterio dell’Altar Maggiore della Ducal Chiesadi S. Maria Pomposa1, anziché nei sepolcri fin qui costrutti nella vicina Cappelladi S. Catterina (vedi il sovracitato N. 593 di Prot. g.le del 1851 fasc. n. 72).

Mi giunge in oggi l’ossequiato Dispaccio n. 227 Sez. 2 in data del 16 cor-rente Luglio di questo Ill.mo Sig. Delegato dello eccelso Ministero dell’Interno,che mi notifica il grazioso beneplacito concesso il 9 detto mese dal RegnanteAugusto nostro Sovrano, dietro ricorso della prelodata M.ta V. M. Rev.da.

Io mi reco a dover il compiegargliene copia conforme ad opportunanorma, e perché all’evenienza dei casi ivi contemplati si osservino le relativediscipline.

Attenderò dalla M.ta V. un cenno di riscontro a corredo degli Atti d’uf-ficio, e per abilitarmi a sottoporre all’Illustrissima Delegazione l’usato mio con-tegno, come mi veggo ingiunto, e frattanto mi è di pregio l’attestarle i sensi divera stima e di eguale ossequio.

A. Tori

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2370, f. 72

190 Merita notare che era un vero privilegio quello ottenuto dalle Suore della Carità, in quanto aModena funzionava già come cimitero cittadino la Certosa di San Cataldo. Nel ricordato sepolcre-to di Santa Maria Pomposa, all’inteno della Chiesa di sant’Agostino, dal dicembre 1853 riposanoanche le spoglie di suor Rosalie Thouret.

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/211/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli1, Modena 26 luglio 1851

Ill.mo Signor Presidente

La risposta del Sig. Canonico Galvani è che per lunedì il Sig. Previdi nonsarà più all’Ospitale ed ella ci verrà liberamente. Si goda della campagna e micreda piena di riconoscenza e di rispetto

Di lei Signor ConteUmilliss. e Devotiss. ServaSuor Rosalia Thouret

Modena, 26 Luglio 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

1 Sul conte Carlo Guidelli, Guardia Nobile del duca Francesco V e titolare della Cattedra diGiurisprudenza all’Università degli Studi di Modena, si veda B. SILINGARDI, A. BARBIERI,Enciclopedia Modenese, II, pp. 20-24.

/212/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 30 luglio 1851

Illustrissimo Signor Presidente,

Con il di lei pregiatissimo foglio del 21 corrente ho ricevuto la commu-nicazione del Decreto Sovrano in data 9. Luglio col quale viene concessa lasepoltura alle nostre Sorelle nella Cappella della B. V. in S. Agostino.

Ringrazio la S.V. Ill. ma di avermi informata di questa graziosa conces-sione del Nostro Augusto Sovrano; ed accadendo la morte di alcune delle nostreSorelle non mancheremo di adempire alle discipline Sanitarie.

Sono con distinta considerazione ed ossequiosa riconoscenza

della S.V. Ill.maUmill.ma ed ubbidient.ma ServaSuor Rosalia Thouret Sup.ra

delle Suore di CaritàModena, 30 Luglio 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2370, f. 72

LETTERE (1813-1853) 317

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318 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/213/Don Ferdinando Scotti e Pirro Della Massa a sr. Rosalie Thouret,

Cesena 27 agosto 1851

Molto Rev.da Madre

La continuazione dello stato cagionevole di salute di Suor Marianna,come meglio potrà apprendere dall’unito attestato medico, la necessità diattendere all’istruzione di queste alunne, e della nascente scuola, tre sole essen-do le Suore in questa Casa, nonché i bisogni di questo Pio Luogo c’inducono avivamente interpellarla, perché voglia compiacersi di traslocare la predettaSuora con tutta la possibile sollecitudine in altro luogo più confacente anchealla sua salute, e sostituirne in pari tempo un’altra quanto capace massime perla lingua italiana, altrettanto robusta, e di buona salute per facilmente disim-pegnare le sue incombenze.

Nella sicurezza di essere senza più gentilmente corrisposti anche sulriflesso di prevenire e d’impedire per quanto si può le ammirazioni che potreb-bero rinnovarsi su questo nuovo impianto, anticipandolene sincere azioni digrazia e pregandola ad averci per scusati dell’incomodo che le rechiamo, pas-siamo con sensi di distintissima stima a protestarci

di Lei M. Rev.da MadreDev.mi Servitori

Don Ferdinando ScottiPirro Della Massa1

Cesena, 27 Agosto 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il conte Pirro Della Massa, originario di Cesena, fu nel 1816 Gonfaloniere della città; nel 1841 il suonome compare fra i consiglieri della Cassa di Risparmio di Cesena e fra i membri della localeCongregazione di Carità.

/214/Sr. Rosalie Thouret a don Ferdinando Scotti e a Pirro Della Massa,

Modena 7 settembre 1851

Ill.mi Signori

Se ho tardato fin’ora a rispondere alla di loro pregiat.ma lettera del 27passato Agosto è stato per esaminare come avrei potuto fare per soddisfare alla

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di loro dimanda circa al cambiamento di Sr. Mariannina riguardo alla sua cagio-nevole salute.

Non mi è riuscito di poter disporre di alcune Suore atte per la Scuolaessendo tutte occupate in impieghi da non poterle rimuovere per ora, di modoche bisognerà che pazientino, e dal canto mio non trascurerò questo affare chemi preme egualmente.

Se mai la salute di Sr. Mariannina dovesse dappiù alterarsi nell’aria diCesena potrebbesi trasferire a Ravenna.

Gradiscano i sensi di ossequiosa stima e considerazione coi quali misoscrivo

di Loro Sig.i Ill.miUmil.ma e Devot.ma Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.a Prov.ledelle Suore della Carità

Modena, 7 Settembre 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACCe, Miscellanea, Orfanotrofio Pericolanti

/215/Mons. Gaetano Bedini a sr. Rosalie Thouret, Bologna 11 settembre 1851

Suora Reverenda

Monsignor Vescovo di Faenza, di concerto con quel MagistratoComunale invia a Modena alla S.V. Reverenda il Parroco Don Carlo Babini, lato-re della presente, per ottenere che almeno due delle benemerite Suore di S.Vincenzo de’ Paoli fossero colà mandate pel servigio dell’Ospitale degli Infermi,cui intendono altrove con tanta esemplare carità.

Richiesto dal prelodato Mons. Vescovo d’avvalorare con i miei offici lasua domanda, non ho dubitato di farlo colla presente mia rispettosa, ben cono-scendo quanto bene si operi dalle pie Sorelle nei luoghi ove sono stabilite, equale vantaggio fosse a ripromettersi in tutto il Commissariato dove più si dif-fondessero nelle Province in quello comprese1. Vede dunque la S.V. Rev.da cheal desiderio di Mons. Vescovo si congiunge anche un interesse mio proprio, eperciò ove Ella possa annuire alle preghiere dell’Inviato farà cosa sommamentegrata a quella città, a Mons. Vescovo e a me pure.

LETTERE (1813-1853) 319

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320 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Si compiaccia, la S.V. di accordare alla mia mediazione tutto il favorepossibile onde far paga la brama dell’Esimio Prelato che me ne ha richiesto; econ distintissima stima godo di dichiararmi

della S.V. ReverendaDev.mo Obbl.mo Servitore

G. BediniBologna, 11 settembre 1851

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Mons. Gaetano Bedini era, dal 1849, commissario pontificio straordinario nelle quattro Legazionidella Romagna, per cui anche Faenza era posta sotto la sua giurisdizione. Cfr. BOTTRIGARI, Cronacadi Bologna, I., p. 411.

/216/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 12 settembre 1851

Modena, 12 Settembre 1851

Illustrissimo Signor Presidente

Espongo alla S.V. Ill.ma il bisogno che abbiamo di un’altra Messa essendovinell’Ospitale Donne e Ricovero tre Altari ad uso delle medesime; e siccome nonabbiamo che due Cappellani manca la Messa nella Sala Chirurgica, ed a moltostento si trova un Sacerdote per dirla nei giorni di festa; per cui prego la S.riaV.a Ill.ma a volersi interressare presso al Signor Presidente delle Opere Pie acciòsi degni destinare una Messa giornaliera di £ 1,15 onde le povere ammalatepossano godere di questa spirituale consolazione.Colla lusinga di ottenere per mezzo della S.V. Ill.ma cotal favore mi ripeto conla più ossequiosa stima e considerazione

di V.S. Ill.maumil.ma ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.adelle Suore di Carità

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2364, f. 2

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/217/Mons. Giovanni Benedetto Folicaldi1 a sr. Rosalie Thouret,

Faenza 15 ottobre 1851

Rev.da Madre Prov.le Colen.ma

La prego di scusa se vengo colla presente a tediarLa. Come intesodall’Egregio Signor Cav. de Silva è di necessità assoluta di provvedere a questoSpedale degli Infermi coll’ottenere almeno due Sue Religiose per ora, e con lamaggior sollecitudine.

Io credo che Ella così animata da zelo e da carità vorrà condiscenderealle vive mie preghiere, potendola accertare del gran bene, che si otterrà, e diprovenirLa da Dio benedetto rimunerazione.

Vivo nella certezza di vedermi assecondato nelle mie brame, che sonpur quelle di tanti infelici, i quali dallo zelo e dalla carità delle Sue Religioserisentiranno i più benefici effetti per la loro venuta.

E senza più con ogni rispetto me la rassegno caldamente di nuovopregandoLa di

Lei Rev.da MadreObbl.mo Servo

Giovanni Benedetto FolicaldiVescovo di Faenza

Faenza, 15 ottobre 1851

Lettera di una paginaOriginale autografo, in APSdCF

1 Giovanni Benedetto dei conti Folicaldi (Bagnacavallo, 17 marzo 1801 - Faenza, 28 maggio 1867),compì gli studi ecclesiastici a Roma, presso l’Accademia dei Nobili, e fu ordinato sacerdote il 7 mag-gio 1824. Entrato nella carriera diplomatica, fu addetto personale del Legato pontificio di Bolognae, in seguito, vice Legato a Benevento, Forlì, Fermo, Jesi, Pesaro, Macerata. Nominato nella prima-vera del 1832 vescovo di Faenza, fece il suo ingresso in diocesi il 15 agosto dello stesso anno. Su diLui: G. FOSCHINI,Mons. Giovanni Benedetto dei conti Folicaldi ed i suoi tempi, Tipografia Faentina,Faenza, 1987; HIERARCHIA, VII, p. 192; F. LANZONI, Cronotassi dei Vescovi di Faenza, Tip. Novelli eCastellani, Faenza, 1918; BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna, p. 152.

/218/Sr. Rosalie Thouret a mons. Giovanni Benedetto Folicaldi,

Modena 21 ottobre 1851

Eccellenza Rev.ma

Desidero vivamente di secondare il desiderio dell’E.V.R. per accorrere alsollievo dei poveri infermi dell’Ospitale di Faenza come ne fui già stimolata da

LETTERE (1813-1853) 321

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322 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

varie persone e dal Rev.do Don Carlo Babini al quale promisi che andando aRavenna avrei visitato cotesto Ospitale per prenderne conoscenza; ma fin’oranon ho potuto assentarmi per andare da quelle parti. Spero però fra breve rea-lizzare questo viaggio e così mi procurerò il vantaggio di ossequiare l’E.V.R.

Prevengo inoltre V.E.R. che non potrei così presto dare le Suore essen-done scarsa a motivo delle continue dimande che ricevo per aumento di sog-getti nelle case già stabilite e dove conviene dare rinforzo prima di accettarnedelle nuove.

Prego l’E.V.R. ad avere un poco di pazienza nell’atto che le offrol’omaggio del mio profondo rispetto e della mia venerazione e col bacio del S.Anello mi confermo

Dell’Eccellenza Vostra Rev.maUm.ma ed ubbidientissima Serva

[Suor Rosalia Thouret]

Modena, 21 ottobre 1851

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/219/Sr. Rosalie Thouret a mons. Giovanni Benedetto Folicaldi,

Faenza 9 dicembre 1851

Il progetto che l’E.za V.a mi ha richiesto è quello che qui ai piedi le espongo.

Art. 1° L’amministrazione interna dell’Ospedale deve essere in manodelle Suore cioè di provvedere tutto l’occorrente pei bisogni dell’ospedale,della cucina, della Gardarobba e coll’obbligo di rendere conto alla Deputazionedelle spese incontrate in tempi determinati dalla suddetta Deputazione.

2° Le Suore assumono la Direzione dell’ospedale riguardante la sorve-glianza delle Sale degli ammalati, degl’inservienti, della cucina, del Manicomio,la dispensa, la Gardarobba.

3° Le Suore non amano di avere altra dipendenza che con laDeputazione.

Dal qui esposto potrà rilevare la Deputazione l’inutilità del Ministro edel Direttore, non che dal cuoco e dal sottocuoco amando per seguire il nostro

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stile che siano sostituiti da una brava ed onesta cuciniera e da qualche uomo diservizio premuroso ed onesto.

Suor Rosalia Thouret Superiora Provincialedelle Suore della Carità

1. Le Suore saranno mantenute di cibaria consistente in minestra, e duepiatti con frutta e formaggio pel pranzo; la cena zuppa, un piatto caldo, l’insa-lata e frutta. La mattina caffè con latte.

2. In caso di malattia tutto quello che occorre, come pure medici emedicinali.

3. Bucato, fuoco, lume, stirature di biancheria.4. Per mantenimento di vestiario personale scudi due a testa al mese

anticipatamente.5. In caso di morte spese di funerale che potrà montare a scudi sette.6. Spese di viaggio per l’impianto e per tutti quei cambiamenti potesse-

ro richiedersi dall’Amministrazione.

Suor Rosalia Thouret Superiora

Faenza, 9 Dicembre 1851

Lettera di 2 facciateMinuta, in APSdCF

/220/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 5 gennaio 1852

M. R. Madre Superiora

Al nuovo locale già ristaurato ed appositamente ridotto per le Suoredella Carità direttrici delle Scuole della Provvidenza, e nel quale già da alquan-ti giorni ha avuto luogo la traslocazione e delle Suore e delle Scuole, mi portaiieri in visita. e celebrata la S. Messa in quell’Oratorio, mi compiacque osservarel’ordinamento e disposizione delli locali adatti a tale pio Stabilimento.

Nell’atto di dar parte di ciò alla M.R.M.S. prendo occasione di rimetter-le copia degli articoli che il Consiglio d’Amministrazione1 mi ha fatto conoscerecome predisposti colla M.R. intorno alli quali troverei sotto ogni rapporto con-veniente ed opportuno la seguente modificazione all’Art.° 6 e cioè che l’asse-

LETTERE (1813-1853) 323

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324 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

gno di S.di 100 annui a ciascuna Suora venisse stabilito all’atto dell’aumentodelle Suore oltre le tre anzichè come si dice oltre le quattro.

Porto fiducia che Ella sia per annuire di buon grado a questa sola modi-ficazione, e nel desiderio di analogo sollecito affermativo riscontro, di cuore leauguro dal Cielo ogni vero bene.

C. Carl. Oppizzoni Ep.

Bologna, 5 gennaio 1852

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 859

195 Il Consiglio di Amministrazione risultava composto dal march. don Achille Marsigli, da donGiovanni Parazza, parroco di San Bartolomeo, e dall’avv. Cipriano Ghedini.

/221/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 9 gennaio 1852

Modena, 9 Gennaio 1852Eminenza Reverendissima

Sono stata ragguagliata da Suor Felicissima dell’onorevole funzionecon cui l’Em.za V.a si è degnata fare l’apertura delle nuove scuole nel bel loca-le della Morte1.

Riconosco che quest’utile miglioramento è tutta opera delle paternecure dell’E.V.R. la quale si acquista da Dio un immortale compenso, e noi pene-trate di tanti benefici ne serberemo indelebile riconoscenza dirigendo alSignore voti e preghiere per la conservazione e felicità di un tanto generoso epio protettore.

Accolga l’Em.za V.a Reverendissima l’omaggio della mia più viva gratitu-dine insieme ai sensi di venerazione e di rispetto con cui ho l’onore di dichiararmi

dell’E.V.R.Umil.ma ed ubbidient.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Si tratta dei locali situati sotto i portici del Pavaglione, nell’edificio detto di Santa Maria dellaMorte, di proprietà dell’Ospedale Maggiore; essi erano stati ottenuti ed adattati ad uso scola-stico e ad abitazione delle suore. Cfr. R. FANTINI L’Istruzione popolare a Bologna fino al 1860,p. 52.

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/222/Sr. Rosalie Thouret al card. Carlo Oppizzoni, Modena 14 gennaio 1852

Modena, 14 Gennaio 1852

Eminenza Reverendissima

Ho l’onore di rispondere alla di lei veneratis.a del 5 corrente con laquale l’Em.za V.a R.da mi annunzia con compiacenza la visita da Lei fatta allenuove scuole dirette dalle nostre Sorelle, e di aver ivi fatta l’apertura delledette scuole con la celebrazione della S.a Messa, locché mostra sempre più l’in-terressamento e la benevolenza dell’Eminenza V.R. verso il nostro Istituto e leScuole della Provvidenza, perciò gliene rinnovo i miei più vivi ringraziamenti.

Ho ricevuto egualmente la copia delle condizioni che stabiliscono gliobblighi ed il mantenimento delle nostre Sorelle addette alle Scuole, e circal’articolo 6 V.E.R. mi chiede che all’aumento oltre la terza Suora invece dellaquarta, come si era da prima stabilito, siano pareggiate tutte a scudi centoannui dopo l’aumento.

Accondiscendo anche a questa proposta di V.E. abbenché dall’esperien-za fatta del caro vivere a Bologna più che in altri luoghi, pure non vogliomostrarmi restia nell’accettare questa modificazione alle condizioni le qualidesidero siano sottoscritte ed abbiano esecuzione al più presto possibile.

Intanto si degni l’Em.za V.R. gradire il sincero omaggio del mio profon-do rispetto eguale alla mia riconoscenza e venerazione

Dell’Em.za V.a Rev.maUmill.ma ed ubbidient.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/223/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 16 gennaio 1852

M.R. Madre,

Conseguentemente al di lei foglio 14 corrente compiego in doppio ori-ginale la convenzione stabilita di comune accordo circa gl’obblighi e manteni-mento delle Suore in questa Città per le Scuole della Provvidenza.

LETTERE (1813-1853) 325

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326 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Alli sud. Esemplari resta solo che Ella aggiunga la firma in quelle giàappostovi dalle SSre componenti il Consiglio d’Amministrazione da me vidima-to, e così si compiaccia rimettermene ma singolo a comodo de’ mediatori, e per-ché di conformità vi si possa dare esecuzione. Colgo l’incomodo per augurarledal Cielo le maggiori prosperità.

C. Carl Oppizzoni Ep.

Li 16 del 1852

Con vera soddisfazione ho accolto l’annuenza per la restituzione d’as-segno entro indicata = Si rimette all’Illmo Consiglio d’Am. Delle Scuole pernorma, e perché di conformità faccia redigere le convenzioni di cui in duplo cheattendo col ritorno del presente per farvi apporre la firma dalla Superiora. Siattende.

C. Carl Oppizzoni Ep.

Li 27 Gennajo 1852

Si ritorna il presente foglio assieme alle convenzioni di cui sottoscrittadall’Illmo Consiglio come segue in duplo originale per l’effetto su espresso.A.Cipriano GhediniAmm.re Inc.

Documento di una facciataOriginale, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/224/Card. Carlo Oppizzoni a sr. Rosalie Thouret, Bologna 29 gennaio 1852

M.R. Madre

Conseguentemente al di lei foglio 14 corr.te compiego in doppio origi-nale le convenzioni stabilite di comune accordo circa gli obblighi e manteni-mento delle Suore in questa Città per le Scuole della Provvidenza.

Alli suddetti esemplari resta solo ch’Ella aggiunga la firma a quella giàappostavi dalli SS.ri Componenti il Consiglio di Amministrazione da me vidima-

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ta, e così si compiaccia rimetterne un singolo a corredo de’ miei atti e perché diconformità vi si possa dare esecuzione.

Colgo l’incontro per augurarle dal Cielo le maggiori prosperità.

Della M. V.aAff.mo

C. Card. Oppizzoni

Bologna, 29 Gennaio 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/225/Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 11 febbraio 1852

Molto Reverenda Madre

Qui compiegati le ritorno i Capitoli formulati da questa Deputazionedello Spedale degl’Infermi e da questo Monsignor Vescovo e Magistrato sanzio-nati.

Li legga, e non rinvenendovi veruna difficoltà piacciasi di firmarli erimettermeli al più presto volendo Monsignor Vescovo spedirli a Roma per laSanzione Sovrana.

Monsignor Vescovo non mi scrisse a Modena, perché la mia letteraandò prima a Ferrara. come potesse accadere un tale errore io non lo so.

Abbiasi la santa benedizione di questo mio ottimo Monsignor Vescovo,gli ossequi miei, e dei miei Colleghi Deputati, e mi creda con distinta stima

di Vostra ReverenzaDev.mo Servo

Carlo Parroco Babini

Faenza, lì 11 febbraio 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

LETTERE (1813-1853) 327

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328 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/226/Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 23 febbraio 1852

Molto Reverenda Madre

Tanto la Deputazione che Monsignor Vescovo approvano quanto ragio-nevolmente Ella dimanda colla Riv.ta sua delli 14 corr.te. Aggiungo anche aicapitoli che le rimetto il primo nuovo articolo, vi metta la sua firma e tutto meli ritorni.

Accolga gli ossequi della Deputazione, nonché di Mr. Vescovo, e micreda con stima di V. M.

dev.mo ServoCarlo Parr.o Babini

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/227/Sr. Rosalie Thouret a Carlo Babini, Modena 27 febbraio 1852

Modena, 27 febbraio 1852

Ill.mo e Rev.mo Signore

Le rimetto le condizioni con l’aggiunta dell’articolo approvatodall’Amministrazione, e pregandola dei miei distinti ossequi a S.E.R. MonsignorVescovo ed alla Deputazione.

Sono con tutto il rispetto e la considerazione

di V.S. Ill.mo Rev.moUmil.ma e Dev.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASFa, Fondo ECA, f. 687

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/228/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 marzo 1852

Modena, 2 marzo 1852Ill.mo Signor Presidente,

le mando il Borrò delle osservazioni alle carte, rimessomi, perché lelegga e veda se va bene prima di metterlo in pulito. Ho piacere che mi dica ilsuo sentimento. Non ho detto altro che il vero, però se vi trova qualche cosa chenon le piace, me lo dica liberamente.

Sono con tutto il rispetto e la considerazione di Lei

Ill.mo Signor PresidenteUmil.ma e Dev.ma Serva

Sr. Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/229/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 marzo 1852

Modena, 2 Marzo 1852

Illustrissimo Signor Presidente

Ho esaminato le carte che V.S. Ill.ma mi ha rimesse riguardante le modi-ficazioni alle diete ed alla somministrazione del caffè a tutte le ammalate inve-ce della zuppa per la colazione. Io non sono per oppormi a questo miglioramen-to degli infermi, ma debbo far conoscere che i mezzi di economia proposti dalCapo Ragionato della Computisteria non possono aver effetto; e s’Egli avesseprima prese le informazioni presso alle Suore, le quali sono sempre presentinelle Sale e distribuiscono loro stesse gli alimenti avrebbe veduto che questirisparmi non si possono fare N.26 caffè sopra dei quali si fa il computo di dedu-zione di spesa non hanno mai sorpassato il N° 18.; e da qualche tempo a pocoa poco sono giunti a questo numero, essendo pel passato soli 3, 4. e 5. al più.

LETTERE (1813-1853) 329

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330 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Il pane che si deduce dalle zuppe che si dice di dare in più alle infermeche hanno il caffè non sussiste, ma bensì si da loro la quantità di pane cheandrebbe per la zuppa onde mangiarla nel caffè, giacché non ricevono il paneo Benzone della farmacia, ad eccezione di tre della chirurgia. Non sussiste chela zuppa venga sciupata, ma anzi le convalescenti o croniche ne mangerebberopiuttosto due che una.

Bisogna anche avertire che le Ricoverate ammalate o croniche le qualisono a Diete di Ammalate sono in gran numero, e pretenderebbero il Caffècome quelle del Civile, e se non l’avessero questo cagionerebbe molte mormo-razioni.

Non sussiste che l’ovo della cena si dia lessato nell’acqua a mezzo gior-no, ma si da alla cena della sera, e si procura a qualcuna che lo desidera fattoin altro modo di contentarla; e non è vero che le infermiere accettino la mini-ma cosa dalle ammalate per qualsiasi titolo, le Suore lo saprebbero e l’impedi-rebbero.

La proposta di vendere il poco di carne pei Brodetti che si aggiunge perfare il brodo in comune, non si è mai praticato dalle Suore, e non ce dubbio chelo facciano, ma serve bensì pel calo della carne cotta e delle ossa onde poter riu-scire a far meglio le porzioni.

Bisogna anche avertire che tutte le ammalate che vengono all’Ospitalevi sono perloppiù ammesse dopo le visite del mattino e non sono nelleVacchette di cibaria per quel giorno; bisogna pure darle da mangiare, e se nonsi avesse qualche risparmio bisognerebbe trovarlo in altro modo.

La variazione delle cene proposte come economiche, saranno di certoaumentate dovendo aggiungervi il condimento tanto per gli erbaggi che peidiversi modi di friggere le ova, o di metterli in frittate, o al tegame; il prosciut-to sarà sempre più caro che un ovo. Il prezzo del caffè o schietto, o col latte cal-colato dal Capo Ragionato a cent.5. ed ancor meno a cent.3.322. l’uno, compre-so tutto, fuoco, uttensili ecc.è impossibile di cavarlo con tutta l’economia che sipropone, per cui dovendo addottare la somministrazione del caffè alle infermedirei che si facesse un contratto con un Caffettiere, non potendo noi accettareun prezzo così scarso, aggiungendo un lavoro dippiù alla cucina, ed esponen-doci al malcontento degli ammalati a cui non si potrebbe dare un caffè conve-niente.

Calcolando approssimativamente il prezzo del caffè, mi pare che nonsi possa a meno di cent. 8. o 9. Bisogna anche riflettere che i prezzi del caffè ezucchero possono crescere e non si potrebbe stare nei limiti.

In quanto al regolamento del portinaio è già in esecuzione, e lo è statosempre per le cure delle Suore, avvertendo il detto portinaio di tutto ciò chepuò apportare degli abusi per impedirli.

Solo la visita di ciò che s’introduce non si è potuto mettere in vigore, sia

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per la multiplicità della gente, e sia perché alle ricoverate sane si può permet-tere che i parenti le portino qualche cosa che non converrebbe alle ammalate.

Del resto, nelle sale delle inferme non manca la sorveglianza delleSuore per impedire le cose nocive.

Ecco, Ill.mo Signor Presidente, le riflessioni ed osservazioni che non hopotuto fare a meno di esporle dopo la lettura fatta di tutte le Carte trasmesse-mi dalla S.V. Ill.ma, la quale ne farà quell’uso che nella di lei saviezza crederàopportuno.

Aggradisca i sensi della mia rispettuosa considerazione.

Di Lei Ill.mo Signor PresidenteUmill.ma e devot.ma ServaSuor Rosalia Thouret Sup.a

delle Suore di Carità

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2370, f. 72

/230/Card. Luigi Vannicelli Casoni a sr. Rosalie Thouret,

Ferrara 11 marzo 1852

Ferrara, 11 Marzo 1852

Reverendissima Madre

Mi sono note le trattative che si fecero dal Card. Cadolini mioAntecessore di beata memoria: ad oggetto di affidare la Direzione di questoConservatorio delle Povere Esposte alle degne Suore della Carità, come si fecea vantaggio degli altri Conservatori di questa Città con generale compiacenza.

In quell’epoca la misura in discorso era prudenziale ora si riconosce indi-spensabile. Il numero delle Esposte presentemente è di circa sessanta individui,e tutte desiderano essere dirette dalle encomiate Suore.

Un tale desiderio è comune eziandio nei Sig.ri Amministratori del PioLuogo degli Esposti, sebbene non abbiano alcuna ingerenza nell’andamentodel Conservatorio. Sarei adunque ad interessare la molto di lei compiacenza a

LETTERE (1813-1853) 331

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332 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

volermi significare se potessero essere destinate all’uopo tre delle edificanti dilei Figlie in Gesù Cristo, ed in tal caso a norma degli altri Stabilimenti potrebbe-ro similmente essere trattate.

Semmai le si presentassero ostacoli io la esorto quanto so, e posso avolerli tutti superare, avvegnachè può essere ben certa che il Signore prepara acodesto cotanto benemerito Istituto una importante messe a coltivare, ed assi-stere.

In attesa di analogo riscontro, che mi auguro favorevole, passo a con-fermarle la mia distintissima stima, e comprensione.

Della M.V. Rev.maAffez.mo nel Signore

L. Card. Vannicelli Arciv.o

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

/231/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli,

Modena 13 marzo 1852

Modena, 13 marzo 1852

Ill.mo Signor Conte,

sono stata avvertita che alle due avremo la visita Reale per cui mi affret-to a prevenirla mentre le rinnovo i sensi della più rispettosa considerazione.

Di Lei Ill.mo Signor Presidente

Umil.ma e Dev.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidellii

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/232/Sr. Rosalie Thouret al card. Luigi Vannicelli Casoni,

Modena 15 marzo 1852

Modena, 15 marzo 1852

Eminenza Rev. ma,

rispondo con sollecitudine alla di lei veneratissima dell’11 corrente. E’vero che l’E.mo Cadolini di felice memoria cominciava ad esternare il suo desi-derio di vedere le nostre sorelle alla Direzione del Conservatorio delle esposte,ma questo affare restò indefinito; d’altronde non avevo allora soggetti dadisporre, e adesso ho degli impegni da eseguire e molte sorelle ammalate gra-vemente che mi mettono nell’impossibilità di promettere nuovi impegni. Peròho tutta la buona volontà di assecondare il desiderio dell’Em.za V.a la qualemerita tutti i riguardi e tutta la premura per servirla ove ella ci comanda per ilbene del prossimo.

Sarà mia cura di cercare tutti i mezzi di compiacerla quanto più prestomi sarà possibile.

Accolga intanto l’Em.za V. a i miei buoni desideri ed i sensi di vera gra-titudine per l’interessamento che ha per il nostro Istituto ed il profondo rispet-to con cui mi dichiaro

dell’Em.za V. a Rev.maumilissima ed obbedientissima serva

[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/233/Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 29 marzo 1852

Alla Molto Reverenda MadreSuor Rosalia Thouret

Assicurato stamane questo Monsignor Vescovo ch’entro la ventura set-timana l’abitazione per le Suore sarà all’ordine mi ha pregato a volerla tosto

LETTERE (1813-1853) 333

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334 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

comunicare a V. Rev.da e nello stesso tempo di dimandarle la settimana e s’èpossibile il giorno, in cui troverassi a portata di mandarci le Suore, ed in chenumero.

L’avverto per norma di quella Superiora che manderà che MonsignorVescovo nel consegnare le chiavi alle Suore dirigerà ad esse un discorso.

Abbiasi da Monsignor Vescovo tanti ossequi, nonché dai miei ColleghiDeputati, e benedicendola, mi creda con distinta stima

di Lei Reverendissima MadreDev.mo Servo

Carlo Parroco Babini

Faenza, lì 29 Marzo 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/234/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli,

Modena 1 aprile 1852

Modena, 1 aprile 1852

Al Nobil Uomo il Sig. Conte Guidellipreme assai

Ill.mo Signor Conte,

la prevengo che D. David ha un gran bisogno di parlarle ed in gran segreto.Spero che il salasso l’avrà liberato intieramente dei suoi mali. Buona notte.

Sua Dev.ma ComareSuor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

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/235/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 2 aprile 1852

Monsieur le Comte

Sœur Thérèse est dans la plus grande désolation parce que sa montreest malade, elle ne marche plus, elle craint qu’il lui soit survenu un coup d’apo-pléxie, et comme vous êtes le souverain mèdecin des montres elle vous prie etvous supplie de vouloir rendre la santé à son amie qui est gravement malade,elle vous fera une Communion et tout ce que vous voudrez si vous la lui rendezsaine.

Bon appetit et au plaisir de vous revoir.

M. le CompteVotre très dévouée Servante

Sœur Rosalie Thouret

Modena, 2. 4. 1852 après midi

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/236/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 4 aprile 1852

Monsieur le Comte

J’ai été prèvenue aujourd’hui que demain à 10 heures Leurs AltessesRoyales la Duchesse, la Comtesse de Chambord et la princesse Marie Béatriceviendront nous faire visite, donc je vous prie de venir sans gene et avec toutesvos bonnes grâces.

Les Sœurs ici présentes et les plus illeòible vous prient de venir en avantet de ne pas vous cacher, ni vous faire tirer par le bras. Ne dites rien à Tori parcequ’elles ne viennent pas pour l’hôpital mais pour les Sœurs.

Bon repos et à vous revoir demain

Votre toute dévouée serv.Sœur Rosalie Thouret

Modène, 4 avril 1852 - 7 heures du soir

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

LETTERE (1813-1853) 335

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336 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/237/Don Giuseppe Ricci e don Domenico Valenti a sr. Rosalie Thouret,

Lugo 16 aprile 1852

Molto Reverenda Madre

La Congregazione Amministrativa di questo Ospedale degli Infermi1 nellasua seduta delli 3 corrente Aprile accolse ad unanime suffragio la nostra propo-sta di affidare la Direzione interna di detto Ospitale a due M.R. Monache dellaCarità, ritenute sufficienti in vista dello scarso numero dei Malati, non ascenden-te ragguagliatamene a 42 giornalieri, e del congruo servizio stabilito nell’interno.

Una tale determinazione poi venne dall’Eminentissimo Diocesano san-zionata con vera sua soddisfazione, come appare da venerato dispaccio dalli 15andante Aprile n. 173.

Prima pertanto di por mano ai ristauri occorrenti all’abitazione, e d’ini-ziare le provviste necessarie all’uopo, Noi veniamo a chiedere la di Lei annuen-za, disposti a darLe tutti quei schiarimenti, che Ella potesse desiderare; quantevolte però non si determinasse di recarsi in Lugo, il che sarebbe di sommonostro gradimento.

Nella fiducia che queste nostre pratiche, che seco Lei iniziamo, nonvadino vuote d’effetto, colla più distinta stima ci onoriamo protestarci

di V.S. Molto ReverendaDev.mi e Obbli.mi Servitori

Ricci PrioreDon Domenico Valenti

Lugo, lì 16 Aprile 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Nonostante le lunghe trattative iniziate dall’amministrazione con suor Rosalie Thouret, le Suoredella Carità arriveranno all’Ospedale di Lugo soltanto nel 1854. Cfr. Registro Generale delle Suoredella Carità, in APSdCF.

/238/Sr. Rosalie Thouret agli Amministratori di Lugo, Modena 21 aprile 1852

Modena, 21 Aprile 1852Illustrissimi Signori

Ho l’onore di riscontrare la di loro pregiatissima lettera del 16 correntecolla quale mi chiedono delle nostre Sorelle per la Direzione del loro Ospitale.

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Ben volentieri seconderei questo loro desiderio se non avessi moltedomande per altri luoghi, e se i soggetti fossero sufficienti a tutte le richieste,ma a fronte di tanti bisogni mi trovo nella scarsezza e perciò converrà che LL.S.S. abbiano la pazienza di aspettare finché nuovi soggetti siansi formati.

Intanto quando mi riescirà di andare a vedere il locale a cui mi invita laloro gentilezza lo farò con piacere onde prendere maggior conoscenza sopraluogo di tutto ciò che riguarda il detto ospitale.

Gradiscano i sensi di rispettosa considerazione con cui mi scrivo

di Loro Sig.rie Ill.meUmilissima e Devotissima Serva

[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/239/Don Achille Marsigli1 a sr. Rosalie Thouret,

Bologna 29 aprile 1852

Molto Reverenda Madre

Conforme agli ordini avuti in proposito dall’Eminentissimo Arcivescovovengo con questa mia a notificarle essere cresciuto il numero delle fanciulle fre-quentanti le nostre Scuole della Provvidenza fino presso a centocinquanta. Ellaveda nella sua saviezza se sia conveniente per la loro istruzione assegnare aqueste scuole una quarta delle ottime Suore della Carità. Nel caso di taleaumento comincierà nella prossima rata l’assegno a ciascuna Suora di Scudicento annui conforme il convenuto.

Abbiamo qui Suor Matilde che non si porta bene, e malgrado la casa siaariosa va avendo degli incomodi, cosa che mi dispiace molto. Speriamo nelSignore che voglia ristabilirsi pienamente.

Cosa dice R.M.della partenza del buon Monsignor Bedini?2 Le Suore e lescuole non troveranno un secondo.

L’Eminentissimo Arcivescovo seguita sempre a favorirci, ed anche ulti-mamente pel suo compleanno ha dato alle fanciulle una colazione.

Suor Felicissima qui fa disperare i Confessori con la sua ritenutezza nel-l’ammettere le giovani postulanti al Noviziato dell’Istituto.

LETTERE (1813-1853) 337

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338 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Accetti gli ossequi di colleghi di Amministrazione, di mia madre, miabbia presente avanti al Signore.

Il suo Umil.mo Devot.mo ServitoreA.Marsigli

Bologna, 29 Aprile 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Don Achille Marsigli fu dal 1851 al 1855 a capo del Consiglio di Amministrazione delle Scuoledella Provvidenza di Bologna. Su di lui: R. FANTINI L’Istruzione popolare a Bologna fino al 1860,p. 52.2 Il 19 marzo 1852 mons. Bedini fu nominato arcivescovo titolare di Tebe e inviato, in qualità di nun-zio apostolico, in Brasile.

/240/Carlo Babini a sr. Rosalie Thouret, Faenza 1 maggio 1852

Reverenda Madre

E’ oltre una settimana che questo Monsignor Vescovo mi sprona avolerLe scrivere due righe dimandandoLe il motivo per cui ci ritarda le promes-seci Suore. Volea aspettare Mons. Delegato1 per sentire da Lui a voce qualchecosa in proposito, ma ritardando anch’egli di troppo mi sono oggi risoluto discriverLe la presente pregandola caldamente a volersi piacere di dirmi a postacorriere il giorno in cui metterà in carrozza per qui le Suore.

Ed in tale aspettazione cogl’ossequi di Monsignor Vescovo, e di tutta laDeputazione mi ripeto con distinta stima

di V. ReverenzaDev.mo Servo

Carlo Parroco Babini

Faenza, 1° maggio 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Gaspare Grassellini (Palermo 1796 - Frascati 1875), già Governatore di Roma dal 1847, nell’aprile1852 fu inviato a Bologna per sostituire mons. Bedini nella carica di Commissario straordinario perle quattro Legazioni. Cfr. BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna, pp. 260-261.

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/241/Mons. Giovanni Benedetto Folicaldi a sr. Rosalie Thouret,

Faenza 1 maggio 1852

Rev.da Madre

Qui tutti stiamo in aspettativa di sapere il dì preciso della venuta aFaenza delle Sorelle della Carità. Tutto è disposto.

Veda, come la prego vivamente, di sollecitare a me, e ad altri il piaceredi accoglierLe.

Mi è grato di ripetermi con distinta stima

di Lei Rev.da MadreObb.mo

Giovanni Benedetto FolicardiVescovo di Faenza

Faenza, 1 maggio 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/242/Gli Amministratori dell’Ospedale di Lugo a sr. Rosalie Thouret,

Lugo 3 maggio 1852

Lugo, 3 maggio 1852

Molto Reverenda Signora

Di sommo gradimento a tutta l’Amministrazione di questo pio Luogo èstata la pregiatissima Sua delli 21 dello scaduto Aprile, colla quale non difficul-ta che le Reverende di Lei Sorelle assumino la Direzione di questo Spedale.

Nel porgerne pertanto a Vostra Signoria Molto Reverenda i nostri dovu-ti ringraziamenti, La preveniamo, che quando Le riescirà comodo di visitare ilLocale, potrà far recapito presso il Signor Priore dell’Amministrazione AntonioDr. Ricci che in tale circostanza si pregia di fargliene offerta.

LETTERE (1813-1853) 339

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340 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Intanto ci onoriamo di contestarLe la nostra considerazione. Di LeiMolto Reverenda Signora

Umil.mi e Dev.mi ServitoriA. Ricci Priore

D. Domenico Valenti DeputatoSig. Cappucci Deputato

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/243/Sr. Rosalie Thouret al marchese Achille Marsigli, Modena 6 maggio 1852

Modena, 6 maggio 1852

Ill.mo Rev.mo Signor Marchese

Mi scuserà se non ho risposto immediatamente alla di lei veneratissimadel 29 scorso aprile per varie occupazioni che non mi hanno lasciato il tempo.

Convengo della necessità della quarta suora per la scuola essendoaumentato di una cinquantina il numero delle ragazze, e perciò non si può farea meno di un’altra maestra che io provvederò, intanto è già sopra luogo SuorCaterina che lasciai giusto appunto perché Suor Clotilde era malaticcia e vi erabisogno di un aiuto.

Speravo di venire presto a Bologna, ma l’imminente arrivo del nuovoVescovo1 mi trattiene. Prego dei miei distinti ossequi alla Sig.ra Marchesa di LeiMadre e ai rispettabili Signori dell’Amministrazione.

Aggradisca V.S.I.R. i sensi di rispetto e di stima distinta con cui mi confermo

di Lei Ill.mo e Rev.mo Signor MarcheseUmilissima

[Suor Rosalia Thouret]

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

1 Si tratta di mons. Emilio Cugini, di cui si vedano infra le brevi notizie biografiche alla n. 2 della let-tera di Suor Rosalie Thouret a Mère Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 1852.

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/244/Sr. Rosalie Thouret a M. Génevieve Boucon, Modena 22 maggio 1852

Dieu Seul!Modène, 22 mai 1852

Ma très chère Mère

Je viens répondre à votre chère lettre où vous nous annoncez la mortprématurée de cette bonne sœur que Dieu vous a enlevée. Je suis bien fâchéed’apprendre que chère Sœur Sophie soit malade assez gravement et que celavous donne justement du souci, mais j’ai l’espoir que Dieu vous la conservera etnous prions pour cette fin; hélas! nous devenons toutes vieilles et je sens bienpour mon compte que les années me pèsent et que les travaux et les peinesusent les facultés physiques et morales. La varieté de la saison a causé beaucoupde maladies et de morts subites.

Le printemps ne s’est pas encore établi et nous avons eu de la neige surles montagnes qui en sont encore blanches. Nous avons deux ou trois sœursmalades qui tireront plus ou moins loin si Dieu ne les fait guérir totalement.

Dans les premiers de mai, nous avons établi nos Sœurs à l’hôpital deFaenza1 où elles ont été reçues pampeusement par l’Evêque et toutes les auto-rités ecclésiastiques, civiles et militaires. On a fait une cérémonie à l’église oùl’Evêque avait à ses côtés les sœurs, et après un discours on a chanté le Te Deumet on les a mises en possession de la maison.

Je n’ai pu les accompagner étant indisposée et j’en ai été bien aise afinde ne pas me trouver dans ces compliments qui mettent dans l’embarras. J’y aienvoyé Sœur Emérencie dont on est fort content. Elles sont six et sans doute onen voudra d’autres, ayant l’administration interne, la cuisine, la garde-robe, lasurveillance dans les salles. Jusqu’à présent je ne reçois que des congratulationset réellement, je ne pouvais donner un sujet plus brave que Soeur Emérenciedont les épreuves passées lui ont augmenté l’expérience.

Je continue à être accablée de demandes de tous côtés, mais jerepousse le choléra tant que je n’ai pas de sujets formés. Nous avons donnél’habit à neuf au premier mai pour faire face aux besoins; autres neuf le pren-dront vers la St. Vincent, ayant fini leur année de noviciat. Notre nouvel Evêque2

est arrivé de Rome le 17 courant.Nous l’avons visité, il nous a reçues avec toute la bienveillance possi-

ble et nous ne doutons point de sa protection, dont il nous honorait déjà,étant confesseur des Sœurs de Reggio. Nous voilà dédommagées de celui quiest mort3 et qui cependant avant de mourir, commençait à nous montrer del’affection.

LETTERE (1813-1853) 341

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342 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Recevez les respectueux hommages de toute la communauté qui sejoint à moi et veuillez faire mes amitiés à chères sœurs Sophie, Généreuse,Céleste, Fébronie et autres de ma connaissance, et me croire avec le plus sincèreattachement

Ma très chère MèreVotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Il 10 maggio 1852, a seguito delle reiterate richieste del vescovo e dei locali amministratori, seisuore della Carità giunsero all’ospedale per uomini, donne, militari e dementi di Faenza.2 Francesco Emilio Cugini (Reggio Emilia, 21 ottobre 1805 - Modena, 21 gennaio 1872), secondo-genito di Giuseppe, già Governatore di Reggio Emilia, compì i primi studi presso il collegio deiGesuiti della città natale e si laureò in Teologia all’Università di Modena (1827). Ricevuta nel 1828l’ordinazione sacerdotale, insegnò nel Seminario diocesano fino al 1834, quando fu nominatoarciprete della cattedrale. Il Duca Francesco V, resasi vacante nel 1852 la sede vescovile di Modenaper la morte di mons. Ferrari, lo propose al papa come successore di quest’ultimo. Eletto vescovodi Modena ed Abate di Nonantola il 18 marzo 1852, fu consacrato a Roma il 28 dello stesso mesee fece poco dopo il suo ingresso in diocesi. Su di lui: P. BORTOLOTTI, Cenni biografici intorno amons. Francesco E. Cugini, arcivescovo di Modena ed abate di Nonantola, Modena, 1873; T.BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, p.366; L. MELUZZI, Gli arcivescovi diModena, Bologna, 1969, pp. 21-24; G. PISTONI, Il Seminario Metropolitano di Modena, pp. 118-123.3 Si tratta di mons. Luigi Ferrari.

/245/Suor Rosalie Thouret agli Amministratori dell’Ospedale di Faenza,

Modena 25 maggio 1852

Agli atti unito al n. 537 del 1852Modena, 25 Maggio 1852

Illustrissimi Signori

Sono tenutissima alle Loro Sig.ie Ill.me per la lettera lusinghiera che sisono degnati dirigermi manifestandomi la loro soddisfazione per l’invio dellenostre Sorelle all’Ospitale di Faenza e dalle quali si ripromettono il maggiorbene a favore dei poveri, ed io lo spero dall’aiuto di Dio, ed essendo coadiuva-te dall’assistenza di Loro Signorie Ill.me colle quali si pregeranno di andare diperfetta intelligenza per ottenere lo scopo di migliorare tutto ciò che ne saràsuscettibile.

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Io li ringrazio della benevolenza e protezione con cui circondano lenostre carissime Sorelle, e dal canto mio concorrerò in tutto ciò che potràgiovarLe.

Accolgano i sensi di rispettosa riconoscenza e di distinta considerazionecon i quali mi dichiaro

di Loro Signorie Ill.meUmilissima e devotissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASFa, Fondo ECA, f. 687

/246/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli,

Modena 13 giugno 1852

Ill.mo Signor Presidente,

sono circa sei mesi che la Clelia Reggianini venne ammessa all’Ospedaleper malattia, dalla quale è ora rimessa. La suddetta dice di non aver salute perandare nuovamente a servire, ma d’altronde non ha più male da restareall’Ospedale e perciò ne prevengo la Vostra Signoria Ill.ma perché Ella possaprendere quelle misure che crederà più opportune..

Intanto voglia Ella gradire i sensi di rispettosa stima e considerazionecon cui mi rinnovo

di V.S. Ill.maUmil.ma ed Obb.ma Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

LETTERE (1813-1853) 343

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344 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/247/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 21 giugno 1852

Monsieur le Compte

J’aurais besoin de vous voir à bonne heure ce matin pour vous parlerd’une affaire pressante. J’espère que vous aurez la bonté de venir sitôt quevous pourrez.

Agréez mes respectueuse salutationsMonsieur le Comte

Votre très humble et dévouée serv.Sœur Rosalie Thouret

Jeudi matin 21. 6. 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/248/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 21 giugno 1852

Signor Conte

desidero sapere le notizie della buona Signora Contessa per la qualeabbiamo raddoppiato le preghiere ieri e questa mattina. Pel Signor Peppinospero che S. Luigi le farà passare un felicissimo esame. Intanto, Signor Conte, sifaccia coraggio, sia ben sereno come al suo solito, o almeno rassegnato per quelpoco tempo che deve trascorrere nelle angustie paterne e mi creda piena dirispettosa stima ed interessamento.

Di Lei, Signor ConteUmil.ma e Dev.ma ServaSuor Rosalia Thouret

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

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/249/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena, 6 agosto 1852

Monsieur le Comte

J’ai fait demander à la Maison Bentivoglio quand on attendait leComte, on a répondu qu’il arriverait lundi et que sans doute il irait de suite àCollegara. Il faudrait que vous puissiez le voir à son arrivée qui sera à ce qu’oncroit, lundi soir. Espérons que Dieu nous aidera à sortir de cette bourrasque quenos ennemis ont provoquée. Demain c’est la fête de Saint Gaétan père de laprovidence recommandons nous à sa protection.

Recevez l’assurance de mes sentiments les plus dévoués.

Monsieur le ComteVotre très humble servante

Sr. Rosalie Thouret

Modena, 6 agosto 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/250/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 agosto 1852

Monsieur le Comte

J’ai oublié de vous dire de nous faire le plaisir de nous envoyer la cou-ronne ou guirlande de Mariage de Madame votre belle fille; nos Sœurs fleu-ristes désirent la voir pour se règler pour un ouvrage. Pardonnez mon importu-nité et recevez l’assurance de mes sentiments très distingués.

Monsieur le ComteVotre très dévouée Servante

S.r Rosalie Thouret

Samedi 27 août 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

LETTERE (1813-1853) 345

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346 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/251/Antonio Ricci e Giovanni Cappucci a sr. Rosalie Thouret,

Lugo 4 settembre 1852

Molto Reverenda Madre

La ringraziamo vivamente della memoria che ha conservato sulla istan-za che Le facemmo per conseguire due Suore della Carità alla direzione inter-na di questo nostro Spedale.

A norma adunque della pregiatissima sua delli 31 spirato Agosto Noiqui l’attendiamo entro il corrente mese alla visita dello Stabilimento, e per com-binarsi su di quanto può occorrere per l’oggetto suddetto.

Nel ripeterLe pertanto la somma soddisfazione nostra per un taleimpianto, coi sentimenti della più distinta stima ci protestiamo

di V.S. Molto ReverendaL’Amministrazione

Dev.mi Obbl.mi ServitoriA. Ricci Priore

Giovanni CappucciLugo, 4 Settembre 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/252/Sr. RosalieThouret al conte Carlo Guidelli, Modena 12 settembre 1852

Monsieur le Comte

Nous avons été averties ce soir par le comte Bentivoglio que la Duchesseviendra demain nous faire une visite à une heure; elle verra aussi les écoles.

Je vous en préviens pour votre règle et afin que vous prépariez votrehabit noir.

Bonsoir et bonne nuit, à demain

Votre dévouée servanteSr Rosalie Thouret

7 heures ½

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

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/253/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 22 ottobre 1852

Monsieur le Comte et cher CompèreJe suis arrivée hier soir à Bologne où je m’arrêterai quelque jours et

dans la semaine prochaine je partirai pour Ferrare où je ne pourrai m’arrêtermoins de 15 jours.

Votre petite lettre m’a été très agréable, je ne doutais point de votrebon souvenir comme vous êtes assuré du mien et surtout dans mes mauvaisesprières. Continuez, s’il vous plait, à me recommander à Dieu surtout pour êtrepréservée des voleurs qui sont en abondance dans ces pays.

Sœur Thérèse me charge de vous offrir ses respects ainsi que toutes nosSœurs qui vous connaissent et qui ne vous connaissent pas; seulement le nomde compère fait que tout le monde vous aime.

Mes respectueuse amitiés à Madame la Comtesse, à Monsieur votre filsPeppino, à toute la famille ainsi qu’à la famille Pederzini.

Un baiser pour moi à la chère Angeline.Je sais que Sœur Cécile vous contrarie, mais je la mettrai en pénitence

à mon retour.Au plaisir de vous revoir vers la moitié de Novembre et ne cessez de me

craire pleine de dévouement respectueuxMonsieur le Comte

Votre très humble ServanteSœur Rosalie Thouret

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/254/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 5 dicembre 1852

Monsieur le Comte

Mille et mille remerciments de la belle boîte que vous m’avez envoyée.Je vous dirai un Ave Maria, faites bon voyage et ayez la bonté de voir Sr.Felicissima parce qu’elle aura des svanziche à vous remettre pour moi, mais Jevous prie de ne pas en apporter avec des trous autrement vous aurez la peinede les renvoyer.

LETTERE (1813-1853) 347

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348 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Madame Ponziani ne veut plus de la soie, elle vous remercie.Bon voyage avec votre cher Marchetti et au plaisir de vous revoir.

Votre dévouée Ser.Sr. Rosalie Thouret

5 dicembre 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/255/Suor Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 26 dicembre 1852

Monsieur le Comte

Si vous pouviez venir un moment après dîner pour arranger quelque chose avecSœur Céleste vous me feriez plaisir, pardon de la peine.Je vous souhaite bon appetit et heureuse digestion.

Mr. le ComteVotre toute dévouéeSr Rosalie Thouret

Samedi 26.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/256/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 dicembre 1852

.Monsieur le Comte

J’ai été prévenue que ce matin vers les 9 heures ¼ la Duchesse etl’Archiduc Maximilien viendront nous voir veuillez donc vous trouver pour cettevisite.

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Je suis avec respectVotre très humble serv.teSœur Rosalie Thouret

Lundì 27 Décembre 1852

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACAM, Segreteria Personale del Vescovo Giuseppe Maria Guidelli

/257/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 22 gennaio 1853

Illustrissimo Signor Presidente

Rimetto a V.S. Ill.ma le tabelle di Reso-Conto dell’anno 1852 per gliOspitali civili e Cronici donne, compresa la Casa di Dio e la Clinica Donne. Laspesa totale di £ 51.900,86. sembra aumentata rispetto agli anni passati ma l’in-carimento di varii generi, e forse delle teste dippiù, avranno cagionato que-st’aumento di cifre; però si è procurato di fare tutta l’economia possibilenell’Amministrazione del Denaro che l’Opera Pia ha passato nelle nostre mani,di modo che spero che V.S. Ill.ma resterà soddisfatta del nostro Reso-Contoappoggiato alle Ricevute dei diversi generi acquistati.

Rinnovo alla S.V. Ill.ma i sensi del mio distinto ossequio.

Di V.S. Ill.maumilissima e ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret

Modena, 24 Gennaio 1853

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2380, f. 45

LETTERE (1813-1853) 349

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350 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/258/Antonio Tori a sr. Rosalie Thouret, Modena 9 febbraio 1853

N° 337 Prot. Gen.le9 Febbraio 1853

Alla Molto Rev.da Madre Suor Rosalia ThouretProvinciale delle RR. Sorelle della Carità in Modena

Trasmetto alla Maternità V. Molto Rev.da copia del Delegativo Dispaccio,col quale mi viene partecipato che ha S.A.R. l’Augusto nostro Sovrano decretato,che alle Rev.de Sorelle della Carità sieno affidate le Case di Dio e di RicoveroUomini, come l’Ospitale Civile, e nel quale mi viene ingiunto di dare le opportu-ne disposizioni perchè il Sovrano Decreto abbia pronto adempimento.

Per tale effetto ho invitato le Ill.me Presidenze alle dette Case di Dio, edi Ricovero a prendere seco Lei i necessarii concerti, e nel renderla di ciò avver-tita ascrivo a pregio alternare alla Maternità V. Molto Rev.da sensi di spezialestima e rispetto.

A. ToriN.° 337 = Pr.lo Gen.le9 Febbraio 1853

All’Ill.mo Sig. Presidente alliCivici Spedali ed alle Case diRicovero e di DemenzaModena

L’Ill.mo Sig. Delegato Provinciale del R. Ministero dell’Interno conrispettato dispaccio N.572 - Sez.2. del 3 Febb. cor.te mi partecipa che S.A.R.-L’Augusto Sovrano con decreto N.217 - del 18. Gen.o. scorso ha approvato chequeste Case di Dio e di Ricovero Uomini sieno affidate alle Suore della Caritàcome lo Spedale Civile.

Trasmetto quindi a V.S.Ill.ma copia di tale dispaccio interessandola acurare per tuttocché la riguarda l’esatto sollecito adempimento della Sovranadeterminazione, e prendere in proposito gli opportuni concerti coll’Ill.moPresidente all’Uffizio degli Esposti e Casa di Dio, e colle prelodate R.de Suore.

Ne dubitando punto che V.S. Ill.ma non sia per adoperarsi anche in que-sto emergente colla usata di Lei attività e prontezza, ascrivo a pregio il confer-marle distinta stima e considerazione.

A. Tori

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2378, f. 19

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/259/Sr. Rosalie Thouret ad Antonio Tori, Modena 18 febbraio 1853

Modena, 18 Febbraio 1853

Illustrissimo Signor Presidente

Espongo rispettosamente a V.S. Ill.ma che fin all’anno 1846. le Suoredella Carità ricevevano dall’Opera Pia Itl. Lire mille per le spese di medici, medi-cinali e manutenzione di Mobilare.

Nel 1848 percepirono a titolo medicinali sole £ 400. e queste erano pel1847. Da quell’epoca non hanno ritirate altre somme dall’Opera Pia, e siccomela salute delle Suore si logora nella continua assistenza degli ammalati ed altriimpieghi relativi, mi faccio coraggio a reclamare gli arretrati, la continuazionedelle Lire mille per poter far fronte a queste spese necessarie ed indispensabili.

Prego V.S. Ill.ma a voler essere intermedia onde rimettere in correntequesta partita messa in dimenticanza, e forse anche per una mia delicatezza anon reclamarla.

Persuasa della di lei bontà a favorirci sono coi sensi di distinta conside-razione

di Lei Ill.mo Signor Presidenteumilliss.a ed ubbidientiss.a Serva

Suor Rosalia Thouret

Lettera di 2 facciateCopia, in ASM, Fondo ECA, b. 2380, f. 45

/260/Antonio Ricci a sr. Rosalie Thouret, Lugo 1 aprile 1853

Molto Reverenda Madre

Il desiderio nostro, e dell’intera Città di vedere sollecitamente installa-te in questo Spedale Maggiore degli Infermi le benefiche Suore della Carità cistimola ad ufficiare di nuovo la Maternità vostra all’oggetto di conseguire unadefinitiva determinazione sull’epoca dell’installamento suddetto, che vogliamolusingarci avverrà fra breve1.

LETTERE (1813-1853) 351

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352 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

I ristauri murari fatti al quartiere delle Suore, malgrado l’avversa stagio-ne, si vanno asciugando, come pure trovansi ormai in pronto le mobilie occor-renti, così che fra non molto ci trovaressimo al caso di accoglierLe e di appaga-re così il desiderio comune dei nostri Concittadini.

In attesa di gentile riscontro passiamo a protestarci con piena stima, edossequio

di vostra MaternitàPer l’Amministrazione

Dev.mo Obbli.mo ServitoreA Ricci Priore

Lugo, 1 aprile 1853

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Ad esaudire tali richieste sarà Suor Febronia Thouret, nuova Superiora provinciale, che invieràquattro suore all’Ospedale per uomini, donne e militari (1854) e due all’Orfanotrofio (1855). Cfr.Registro Generale delle Suore della Carità, in APSdCF.

/261/Sr. Rosalie Thouret a M. Généviève Boucon, Modena 26 maggio 1853

Dieu Seul!Modène, 26 mai 1853

Ma très chère et Révérende Mère

Il y a déjà quelques temps que je me proposais de vous écrire, mais j’ai étéun peu malade soit pour la saison qui est extrêmement variable, et soit pour unegrande perte que nous avons faite dans le plus digne ecclésiastique de Modène, legrand pénitencier, Chanoine Camuri, qui dès notre arrivée à Modène était notreconfesseur, notre père et notre ami fidèle et désintéressé, se prêtant a tout avecun zèle infatigable et une douceur de St. François de Sales. Toute la ville, grandset petits, pleure cette perte irréparable, car dix autres ne pourraient remplir toutesses charges malgré leur bonne volonté. Dieu a voulu ce sacrifice de nous, pourrécompenser son fidèle serviteur qui était comble de mérites et de vertus.

Nous ne doutons pas qu’il soit un nouveau protecteur et un avocat pournous auprès du Trône de Dieu et c’est l’unique pensée qui nous console de saperte.

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Je vous remercie des détails que vous m’avez donnés sur votre SainteReine Christine1. A présent nous en avons du côté de la Cour qui nous a donnédes livrets imprimés qui contiennent les miracles opérés par son intercession.

Nos princesses se sont jointes à nous pour faire une neuvaine pour unede nos sœurs qui les intéresse beaucoup étant la sœur du père Facchini, Jésuitemort en odeur de sainteté l’année dernière; mais sa maladie est désespérée ouplutôt sa guérison et ce serait un miracle si on l’obtenait.

Je crains fort que nous la perdions dans peu de temps ainsi qu’une autrequi décline chaque jour d’une maladie de consomption. Je vous remercie aussides bons accueils que vous fîtes au Chanoine Fabbri de Ravenne, lequel a été fortcontent de toutes les attentions qu’il a reçues de nos sœurs pendant son séjourà Naples.

Nous avons toujours beaucoup de demandes que j’ajourne autant quepossible afin de former les sujets auxquels le temps n’est jamais suffisant. Nousavons pour le moment une dix-huitaine de capettes et postulantes, mais plu-sieurs d’entr’elles ont fini l’année de noviciat et je pense dans le courant de juinou de juillet d’en habiller au moins six ou huit.

Dieu merci, elles contentent par leurs bonnes dispositions et leur doci-lité. Mgr. notre évêque est on ne peut mieux disposé pour la communauté qu’ilaime et qu’il protège. Le dernier jour de mai, il viendra dire la messe à l’hôpitaldes hommes à qui il fera lui-même la communion générale, et ensuite il viendraconfirmer nos Demoiselles de l’école qui sont chez nous. Nos princes sont égale-ment bons pour nous et nous visitent fréquemment.

Dans ce mois de Mai que la Cour passe à Reggio, les princes et les prin-cesses sont venus trois fois visiter l’hôpital et la maison des orphelines. Leurbonté et leur piété sont admirables. J’espère que votre santé continue à êtrebonne. La Communauté prie journellement, dans ce mois dédié à Marie, afinqu’elle vous couvre de sa protection.

Recevez les hommages filiaux avec lesquels je suis, au nom de toutesvos filles, avec le plus sincère attachement,

Ma très Rèverende MèreVotre très humble et obéissante fille

Sœur Rosalie Thouret

PS. Mes amitiés à nos chères sœurs anciennes.

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Si tratta di materiale divulgativo sulla venerabile Maria Cristina di Savoia (1812-1836), regina diNapoli e madre di Francesco II di Borbone. Per ovvi motivi, non ultimi quelli di parentela, anche lacorte Estense era interessata a far avanzare il suo processo di beatificazione, da poco introdotto.Cfr. T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, passim.

LETTERE (1813-1853) 353

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354 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/262/La Deputazione dell’Ospedale di Faenza a sr. Rosalie Thouret,

Faenza 31 maggio 1853

Molto Rev.da MadreLa sicura notizia che anche la Direzione dell’Ospedale di Forlì sia per

essere data alle M.to Rev.de Sorelle della Carità, e diverse voci sparse, sembratenon ispregevoli, che or possa essere destinata la M. R. Suor Emerency1, attualeDirettrice di questo nostro, ha destata nell’animo della Deputazione qualchedubbiezza, e timore non abbiano cotali voci a verificarsi.

Epperò noi sottoscritti animati dal desiderio di ogni prosperità a questoPio Luogo, e consapevoli dell’ottimo andamento introdotto, e fin qui mantenu-to in gran parte per la peculiare abilità, ed attività somma della ragguardevoleDirettrice, come pure della saggia economia necessaria in questa Ammini-strazione per conciliare la tenuta delle rendite col miglior governo de’ malati,venimmo nel divisamento di significare alla M.V.M.R. la dispiacenza, che grandis-sima deriverebbe non solo a noi, ma a tutta intera la Città, quando si vedesse pri-vata così presto della utilissima opera della R. Suor Emerency, della quale oggi quitutti conoscono a chiare prove la saggezza, e la capacità somma nel reggimento.

E sebbene amiamo di ritenere, che ciò, che si vocifera manchi affatto difondamento, nondimeno abbiamo creduto di tenerne conto per prendere occa-sione di rinnovare alla M.V. le sincere dichiarazioni della nostra gratitudine, e delgrande soddisfacimento, che tutto giorno proviamo per la veramente benefica,e cristiana opera, che in questo Spedale prestano le sue RR. Sorelle, e sopratut-te la stimatissima Madre Superiora Suor Emerency; e nello stesso tempo per sup-plicare la M.V. a volere degnarsi di continuare verso questo Istituto la sua specia-le protezione e benevolenza, mentre dal canto nostro può essere certa che Lecorrisponderemo sempre quanto è in noi, pienamente.

Aggradisca, intanto, che pieni di riconoscenza e di stima col maggioreossequio ci riconfermiamo

Dev.mi Obbl.mi ServitoriAntonmaria Canonico LiveraniFrancesco D.Giuseppe Casalini

Carlo Parr. BabiniTommaso RinaldiniGiuseppe Rossi

Faenza, 31 Maggio 1853

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASFa, Fondo ECA, Cart. 688

1 Suor Emerencie Simon (Marnaz, Alta Savoia, 1812 - Modena, 22 ottobre 1870), all’età di quindici

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anni venne inviata dalla Superiora di La Roche al Noviziato di Modena dove, sotto la guida di SuorRosalie Thouret, maturò la sua vocazione di Suora della Carità. Fu la prima Superiora dell’Ospedaledi Faenza, aperto nel maggio 1852. Cfr. Registro delle Suore decedute in Italia, in APSdCLR.

/263/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 20 giugno 1853

Coll. N. 230 del 1853Modena, 20 Giugno 1853

Illustrissimo Signor Presidente

Da qualche tempo V.S.Ill.ma mi dimandò il Conto delle nostre Speseparticolari riguardo ai Medici, Medicinali e mantenimento di mobiglia per lanostra Comunità onde poter riscuotere i Mille franchi annui che l’Opera Pia cipagava per quei titoli gli anni scorsi cioè, sino all’anno 1847. che ricevemmo soli400. franchi = Ho rilevato dalle nostre spese per gli anni qui appresso.( in sintesi )

1848 per Medici e Medicinali “ 499.11Mobiglia biancheria da letto e tavola “ 570.00

£ 1069.111849 Medici e Medicinali “ 821.66

Mobiglia come sopra “ 538.66£ 1083.32

1850 Medici e Medicinali “ 821.60Mobiglia id. “ 460.00

£ 1281.601851 Medici e Medicinali “ 813.15

Mobiglia id. “ 485.60£ 1298.75

1852 Medici e Medicinali “ 1089.32Mobilia e id. “ 436.00

£ 1525.32

Malgrado che le nostre spese oltrepassino i mille franchi non pretendia-mo dippiù, ma solo che le £ 1000. ci vengano pagate al fine di ogni anno comesi praticò nel passato, e che sia cosa stabile. Confido nella bontà e nella giusti-zia di V.S. Ill.ma e col più devoto ossequio mi confermo

LETTERE (1813-1853) 355

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356 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

di Vostra Sig.ria Ill.maumilissima ed ubbidientissima Serva

Suor Rosalia Thouret Sup.radelle Suore della Carità

Modena, 28 Giugno 1853

Lettera di 2 facciateCopia, in ASM, Fondo ECA, b. 2380, f. 45

/264/Sr. Rosalie Thouret al conte Carlo Guidelli, Modena 27 settembre 1853

Coll. N. 2942 del 1853Modena, 27 Settembre 1853

Illustrissimo Signor Presidente

Mi affretto a rispondere alla di lei pregiat.ma del 24. corrente con cuimi partecipa un nuovo Dispaccio Delegatizio pervenuto pel Canale dell’Ill.moSignor Assessore Ministeriale Presidente delle Opere Pie riguardo alle £ 1000.accordate annualmente alle Suore di Carità per titolo Medici, Medicine emantenimento di Mobiglio.

Siccome mi si domanda il mio parere su di ciò, non posso che accerta-re il vero bisogno in cui siamo di avere detta somma, la quale è piucchè giu-sta, venendo esaurita quasi tutti gli anni pei soli Medici e Medicine per malat-tie delle Suore che giornalmente si affaticano nei servigi dell’Ospitale,Ricovero ed altre incombenze relative; di Cucina, economia, Guardaroba ecc.Vista l’esperienza del passato non si può diminuire la somma quale non giun-ge a sodisfare le spese per le quali si domandò.

In quanto agli arretrati ci contentiamo di riceverli mensilmente per ilcorso di 18 o 20 Mesi per non aggravare l’Opera Pia se dovesse pagarli tuttiin una volta.

Sono nella fiducia che l’Illo.mo Signor Assessore Presidente si com-piaccerà mettere in corrente il rimborso degli anni passati quali ammontanodall’anno 1847. al 1852. alla somma di £ 5000. e d’orinnanzi alla fine di ognianno le 1000.

Persuasa della di lei bontà prego V.S. Ill. ma a voler sollecitare pressol’Ill. mo Signor Assessore questo rimborso che nelle attuali circostanze moltoci necessita.

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Passo intanto a ripetermi col più profondo ossequio e distinta consi-derazione

di V.S. Ill. maumill.ma e devot.ma Serva

Suor Rosalia ThouretSup.ra delle Suore di Carità

Lettera di una facciataCopia, in ASM, Fondo ECA, b. 2380, f. 45

/265/Antonio Ricci e Bernardo Valenti a sr. Rosalie Thouret,

Lugo 26 novembre 1853

Molto Reverenda Madre

Questo Rev.mo Sig. Preposto al ritornare da Modena ci disse in nomedella M.V., che al finire del corrente anno le tre Sorelle della Carità promesseintraprenderebbero il reggime interno di questo nostro Ospitale.

Una tale notizia arrecò somma consolazione tanto a noi, quanto ai nostriConcittadini, tutti ansiosi di presto possederle, avendo in Esse ferma fiducia dimiglior avvenire ai poveri ammalati.

Ringraziamo cordialmente la M.V. della premura e carità usata a questonostro Ospitale. In pari tempo la preghiamo a volerci indicare l’epoca precisa del-l’arrivo Loro, unendoci ancora a le di Lei disposizioni sul modo da tenersi pel viag-gio, onde tutto proceda con quell’ordine e regolarità troppo da noi desiderato.1

In aspettazione di che, ci è gratissimo esternare alla R.V. i sensi di nostrastima e venerazione, colla quale inalterabilmente ci protestiamo

della M.V.Umilissimi e Devotissimi Servitori

Ricci PrioreD. Can.co Valenti Dep.o

Lugo, 26 Novembre 1853

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 In seguito alla morte di suor Rosalie, avvenuta a Modena il 17 dicembre 1853, l’arrivo a Lugo delleSuore della Carità fu differito all’anno successivo. Cfr. Registro Generale delle Suore della Carità, inAPSdCF.

LETTERE (1813-1853) 357

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Appendici documentarie

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Documenti delle origini della Fondazione modenese

Al fine di meglio documentare le origini della fondazione modenesedell’Istituto delle Suore della Carità, si riportano alcune lettere precedenti l’ar-rivo a Modena delle religiose di Jeanne-Antide Thouret ed altre che si riferisco-no alla fase immediatamente successiva al loro arrivo e all’avvio della loro atti-vità in ambito assistenziale ed educativo. Si ritiene che quanto scriveva l’arcive-scovo di Vercelli, mons. Alexandre D’Angennes, a Mère Génevieve Boucon, il 26agosto 1833, possa fornire elementi preziosi sul piano storico: data e contenu-to evocano, senza dubbio, problematiche e fatti già ampiamente dibattuti,quali l’ascesa al trono sabaudo di Carlo Alberto (1830), le ripercussioni dellacosiddetta “congiura estense” (1831) sulla politica di Francesco IV. Le tre lette-re del marchese Luigi Molza, quella di don Cesare Galvani e quella, stesa di pro-prio pugno, dello stesso duca Francesco IV confermano il carattere particolareassunto nel Ducato estense dall’alleanza fra “Trono ed Altare”. I diversi docu-menti qui riprodotti consentono di lumeggiare ulteriormente le caratteristichee modalità concretamente assunte dall’opera assistenziale ed educativa delleSuore della Carità nel peculiare contesto modenese.

/1.1/Mons. Alexandre D’Angennes a Mère Génevieve Boucon,

Vercelli 26 agosto 1833

Très digne et vénérable Supérieure Gen.le

C’est bien grand plaisir pour moi chaque fois qu’il se présenter uneoccasion favorable de vu écrire. Je ne puis vous rendre toute la vénération que

361

Appendice n. 1

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362 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

je vous professe et l’estime que j’ai pour votre ordre qui certainement peutfaire de grand bien à l’Eglise. La digne Sœur Cécile, Supérieure de St. Margaritem’a de suite communiqué la proposition que l’on lui fesait d’accepter un éta-blissement a Modène. Il m’a aussi communiqué votre réponse: la suite de monconseil s’est portée à Tourin à fin de demander l’agrément et l’approbation duRoi puisque il s’agissait d’envoyer des Sœurs hors de ses états. Nous croyons quele Roi aurait consenti; mais il a fait sentir que comme il avait intention de faireouvrir au Piémont des autres établissements des sœurs de la Charité, et sachantqu’il a y eu avait pas une grand nombre; ainsi il ne pouvait pas accorder qu’ilsortissent à présent de ses états pour aller à Modène. La Sœur Cécile a été unpeu mortifiée, et il craint que cela vous fasse de la paine. C’est pour cela quemoi même j’ai bien volu vous écrire en attandent vos intentions, et vos ordres,et je pense bien vous assurer que la bon sœur Cécile s’est donné toutes lespeines possibles pour vous obéir; mais il ne tiens pas d’elle. Il me charge de vousoffrir ses humbles respects. Je puis bien vous assurer la grande estime, et véné-ration que je professe à vous et à votre chère Congrégation que la sœur Cécilefait bien dans sa maison de Noviciat; elle a des bonnes qualités de calme, depatience, de zèle pour la Religion, et je ne sais pas sans elle si les choses auraientpour aller comme il vent. Dans l’affaire de la Sœur Reine ce n’est pas tant elleque les autres qu’il désiraient qu’elle retournasse à Naples. Je vous assure queje aussi moi bien consultée toutes les Sœurs. En retournant à l’établissement deModène, Madame, je pense que vous pourrez l’accepter de Naples. Il ne s’agitque de 5 Sœurs pour un Conservatoir de femmes seules. Il est aisé de pourvoirpour un établissement si simple et moi je porte opinion que vous pouvez bienle faire: en attendent nous tacherons de vous donner à l’occasion favorabletouts les secours en cas de besoin. Mais notre bon Roi qu’il est si porté pour lesSœurs et pour votre digne Congrégation il ne doit pas le dégoûter. Si vous vousrésolvez dans votre sagesse d’accepter de Naples l’établissement de Modèneécrivez moi de suite, car l’affaire se trait à Tourin pour le moyen de dames decette ville. Alors on vous mandera les projets, les conditions de l’acceptation, ets’il fait besoin la bonne Sœur Cécile retournera à Tourin pour vous servir desuite. Seulement que vous aviez une bonne Supérieure pour mettre à la tête jecrois que vous fait bien de l’accepter. Pardonnez mon indiscrétion, et je vousrecommande bien la digne sœur Cécile qui va organizand le Monastère de S.Marguerite qui manque de tout … oh si nous aurions le bonheur de voire icinotre chère Générale en visite… Votre bonne fille Sœur Eléonore fait à mer-veille pour deux maisons à Alexandrie ma première Diocèse. Toutes vos sueursse distinguent bien en sagesse. Ici les deux sœurs Clarisses et font aussi a mer-veille. Le noviciat comincet a prospérer a Novare. La sœur Pauline qui fait enSupérieure se fait estimer, et aimer beaucoup. Le cardinal evêque vient dedemander deux autres Sœurs a cet Hôpital. Nous avons eu à l’Hôpital des sœurs

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bien malades. Maintenant les choses vont bien. La bonne sœur Constance je l’aienvoyé prés des excellents chrétiens dans un bon aire. Toutes les sœurs vousdisent mille choses. Daignez toujours de me voir comme un votre bon serviteur,et vous assurance de l’estime la plus parfait avec la quel je serai a jamais

en J.C. Votre serviteurAlexandre d’Angennes Archevêques

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

/1.2/Il marchese Luigi Molza a Mère Génevieve Boucon,

Modena 14 gennaio 1834

Modène, 14 janvier 1834Madame

Je me suis compressé de mettre sous les yeux de Son Altesse RoyaleMonseigneur l’Archiduc, Duc de Modène mon Auguste Maître votre lettre du 4de ce mois, et le résumé y joint des conditions.

S.A.R. a vu avec plaisir votre disposition d’après les ouvertures, dont elleavait chargé Madame la Comtesse de Seyssel d’envoyer ici quatre Sœurs de laCharité.

Son intention serait de confier au soins charitables des Sœurs le servicedes femmes malades qui sont accueillies dans l’Hôpital de celle Ville dont lenombre ordinairement ne dépasse celui de 40. et d’y ajouter possiblement, enles reunissant dans le même local celui des pauvres femmes accueillies dans laCasa di Ricovero, qui ne sont pas toutes ni malades, ni croniques, et ne doutepas, que les quatre Sœurs qui seront envoyées ici voudront bien ajouter a leurnombre des filles pieuses tant qu’il en faudra pour le service, dont il y en a déjàquelqu‘unes, les quelles en ont témoigné le désir.

S.A.R. trouve de même équitables les condition les quelles serviront debase a l’arrangement a prendre de gré a gré notamment sur ce qui regarde lanourriture des Sœurs, soit en nature, soit en argent.

En vous faisant connaître, Madame, ces résolutions, je vous ajouteraique le départ après Paques est tout a fait conforme aux vues de Son AltesseRoyale puisque il y a ainsi le temps matériel indispensable pour les réparations,et l’ameublement du local, et qui le voyage par le Vapeur jusqu’à Livourne sem-ble effectivement à préférer.

APPENDICE N. 1 363

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364 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Si vous croirez, Madame, de me faire connaître quelque chose de plusdétaillé suivant vos règles soit sur les attributions des Sœurs, soit sur leur entre-tien, je me ferai un devoir de la faire connaître à Son Altesse Royale.

Agréez, Madame, les assurances de l’estime distinguée avec la quellej’ai l’honneur d’être

MadameVotre très humble, et très obéissant Serviteur

L. Marquis Molza

Modène ce 14 Janvier 1834

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

/1.3/Il marchese Luigi Molza a Mère Génevieve Boucon,

Modena 17 marzo 1834

Modène, 17 Mars 1834

Madame

En réponse à votre lettre du 15 février je dois vous assurer, Madame,qu’ajant la mis sous les yeux de S.A.R. Monseg.r l’Archiduc Duc de Modène MonAuguste Maître, S.A.R. trouve ben raisonnable, que, à l’égard des filles pieusesqui voudront s’associer a vos charitables travaux vous ne vous éloigniez nulle-ment des règles de votre Institut.

Pour ce qui concerne les autres articles de votre Lettre il n’y a aucuneremarque à faire la dessus: seulement je vous préviens que le logement desSœurs vient d’être désigné dans le local même des pauvres femmes, et qu’ontravaille à son ameublement, et qu’on attendra l’arrivée des Sœurs pour exécu-ter le transport dans ce même local des femmes malades, à l’objet que l’arran-gement des infirmeries soit fait de la manière qui sera trouvée la plus convena-ble par les Sœurs elles-même.

Comme Pâques approche, et que votre projet est de faire partir les qua-tre Sœurs qui se rendront ici, une huitaine après Pâques, vous trouverez cijointe une lettre de change de 200. Ducats, montant de l’évaluation de frais devoyage faite par votre lettre du 4 Janvier.- J’attends de votre complaisance l’an-

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nonce du reçu de la dite Lettre de change, et souhaitant à vos Sœurs le plusheureux voyage, j’ai l’honneur d’être

Votre Très humble et trèsObéissant ServiteurL. Marquis Molza

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGSdC

/1.4/Il cav. Cesare Galvani a Mère Génevieve Boucon, Modena 1 giugno

1834

Modène ce 1. Juin 1834Très Revérende Mère

Ma lettre peut-être sa resentira de la confusion dont j’ai eté comblé parles expressions que votre admirable charité a voulu emploier envers moi, maisque je peut bien de n’avoir meritées, et de ne les pouvoir meriter jamais. Je n‘aifait qu’obeir (et très- imparfaitement encore) aux ordres que j’ai reçu de monexcellent et religieux Souverain, et je n’y ai mis de ma part qu’une intentionrecte, et un amour respecteuse, qui date en moi depuis bien d’années, pourvotre Institut. Mais je me connais, ma très Revérende Mère, et je vois bien quela bonne volonté ne suffit pas lorsq’elle est seule: je comprend tout ce que jepouvrais faire de mieux pour correspondre aux desirs de mon Prince, et aumerite de vos Filles, et je me confie seulement dans la charité de ces derniéresqu’elles voudront me pardonner si je ne suis pas capable d’accomplir mesdevoirs de la maniére que je dovais. Vous nous avez envoyées des Anges quiapporteront sur notre ville les benedictions du Ciel, et je vous assure que parmiles milliers de bonnes œuvres dont nous sommes redevables à notre Archiduc,il n’y en aura peut-être aucune qui puisse se comparer à l’établissement desSœurs de la Charité. Oh si vous saviez, ma très-Revérende Mère, de combien detemps je brulais du desir de connaître une Maison de ces saintes Religieuses, quides l’epoque de S. Vincent de Paul jusqu’à nous edifiént le monde de leurs ver-tus, et de leur devouement! Que je me tiens heureux de pourvoir cosacrer mesfaibles services dans ma patrie même à celles que j’ai toujours venerées dans mapensée! Certe l’Archiduc ne pourait pas me donner plus agréable commission.Dieu veuille que je puisse les satisfaire, et qu’elles ne doivent être jamais sécon-tentes de moi! Que vous dire de vos Filles? si ce n’est que Sr. Rosalie nous paraît

APPENDICE N. 1 365

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366 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

la Régle vivante et l’accomplissement de toutes les vertus de votre Institut; queJosephine fait admirer une perspicacité des talents, et un caractere comme il enfaut veritablement à une Supérieure des Sœurs de la Charité; que la devoue-ment de Sr. Héléne ne connaît pas d’autre bonnes que Dieu; que Sr. Amelie edi-fie par la ferveur de sa pieté, et Sr. Cécile semble avoir pris à tâche d’imiter lesqualitées de Sr. Josephine.

A present je vous devrai mille remercimens pour toutes les expressionsqui me regardent dans votre précieuse lettre (que je conserverai presquecomme une relique); mais absolument je fais de ne les pouvoir pas accepter enconscience, percequ’il j’en faut trop pour que je les puisse meriter. Il y en a uneseule qui m’est très chére, et c’est la ou vous avez la bonté de me dire que vousprieréz le bon Dieu pour moi. Vos priéres me seront un gâge de la protectiondu Ciel pour moi, et pour mes chérs parents, et je n’ai pas de termes pour vousen temoîgner ma reconneîssance.

Puisque vous êtes si charitable permettez que je continue à vous impor-tuner avec deux priers: l’une est de nous laisser Sr.Rosalie du mains jusqu’à ceque tout soit bien arrangé tant pour le materiel, que pour le moral del’Etablissement; l’autre c’est de nous envoyer le plus grand nombre des Sœursque vous pourrez, il n’y a jamais assez d’Anges Gardiens dans une Ville, et vosFilles les feront pour nous.

Je vous supplie de me pardonner la longueur de cette lettre, et decroire que, bien que je sois le dernier en merite de vos admirateurs, je lesdépasse tous dans l’intention de vous servir, et dans le desir que vous comman-diéz a celui qui je honore de se dire

de Vous Ins. Reverènde Mèretrès-devoué, et très obeissant Serviteur

César GalvaniLettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGSdC

/1.5/Francesco IV d’Austria-Este a Mère Génevieve Boucon,

Modena 3 luglio 1834

Modène ce 3 Juillet 1834Très Revérende Mère

Votre humilité est si grande, qu’elle vous fait considerer comme bien-faits ce que n’est qu’une necessitè de moyen pour qui veut arriver à un bout. Jem’etais proposé d’amelioren la condition des pauvres femmes malades, et je ne

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pouvais choisir mieux pour accomplir mon dessin qu’en appellant les Sœurs dela Charité, dont ou connait par tout le devouément sans bornes, et le sacrificeentier d’elles-mêmes au profit des malheureux; je devais donc pouvoir à ce quiêtait nécessaire à leur établissement, et en le faisant je n’ai fait autre chose quesatisfaire un besoin de mon cœur, et me procurer par là un moyen nouveaud’attirer sur mes Etats les benedictions du Ciel. Vous ne me dévez donc pas desrémerciments, ou du moins je vous en devrai beaucoups en échange pour lapromptitude et le zèle que vous avez bien voulu mettre à feconder mes désirs.

Quisque je vous rétrouve si bien disposée pour cette nouvelle Maisonde votre Ordre, je profiterai de vos offres afin de vous prier d’envoyer içiquelques autres de vos Filles. La bésogne est grande, parce qu’elles ont à gar-der et soigner un Etablissement où se trouvent réunies presqu’à 180 Femmes, àmoitié impuissantes par l’âge, à moitié pour les maladies. Vous voyez donc quequatre Sœurs ne pourraient pas suffire; et j’espére que vous voudréz en ajou-ter trois autres, dont je vous prie que deux soient Professes, ou du moins avan-cées dans leur Noviciàt et accoutumées au service des Hopitaux. De la part nousauronts à Modène une Superièure et six Sœurs qui pourront satisfaire auxbesoins du moment. Comme il faudra tout le mois de Juillet, et partie peut-êtredu suivant, avant que le local soit arrangé parfaitement, ainsi vous pouvéz dis-poser les choses de maniere que les trois Sœurs nouvelles nous arrivent içi dansla prémiére quinzaine du mois d’Août, et alors seulement partirait Sr. Rosalie,qui à présent nous est nécessaire pour bien fonder cet Institut nouveau.

Soyez sûre, ma très-Révérende Mère, que j’assisterai en tout vos Filles,et que, en cherchant le bien des malheureux je n’oublierais jamais de chercherle bien de celles qui se dévouent à soulager leurs maux. Ayez la complaisancede vous rappeller dans vos priéres de moi, de ma très-chère Famille, et de messujets, et assurez vous que je serai toujours

de vous Ins. Révérende MèreReconnaissant

FrançoisLettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGSdC

/1.6/Il marchese Luigi Molza a Mère Génevieve Boucon,

Modena 17 luglio 1834

Madame

D’après les Ordres de Son Altesse Royale Monseigneur l’Archiduc Ducde Modène Mon Auguste Maître, je m’empresse de vous remettre ci-jointe;

APPENDICE N. 1 367

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368 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Madame une lettre de change pour le montant de Cent vingt 120. Ducats a ser-vir pour les trais de voyage des trois Sœurs de la Charité, les quelles d’après lesconcerts pris auront a rejoindre ici les autres qui les précéderont.

Je vous prie, Madame a vouloir bien m’accuser réception de la dite let-tre de change, ainsi que, a me faire connaître les noms des trois Sœurs, etl’époque de leur départ, afin que je puisse en prévenir Mr. Careno a Livourne al’objet, qu’il puisse leur rendre les mêmes services, qu’il rendit avec tout l’em-pressement aux premières.

Agréez, Madame, les assurances de l’estime distinguée avec la quellej’ai l’honneur d’être

MadameVotre Serviteur

L. Molza

Modène ce 17. Juillet 1834

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGSdC

/1.7/Verbale dell’incontro di suor RosalieThouret con il conte Claudio

Bentivoglio, il marchese Luigi De Buoi, il can. Filippo Caula,il cav. Cesare Galvani e suor Elena Gruz,

Modena 24 Novembre 1834

Modena 24 Novembre 1834

Sonosi radunati nell’Appartamento d’Abitazione delle Sorelle dellaCarità gli Ill.mi Signori Marchese de Buoi Intendente Generale delle Opere Pie,Canonico Filippo Caula Presidente dell’Ospitale, e Conte Claudio BentivoglioPresidente della Casa di Ricovero, insieme a Suor Rosalia Thouret Superioradella Casa di Modena, Sr. Elena Gruz Professa, e Cesare Galvani Sindaco delleSorelle della Carità, all’oggetto di trattare dei seguenti oggetti.1. Considerata la necessità di una Guardarobiera per la cui mancanza sono già

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nel breve spazio di due mesi accaduti nelle biancherie destinate alleInferme i danni di cui si parlerà in appresso; e considerato che le due ricor-renti a tale Impiego non offrono o qualità, o cauzioni che le raccomandi-no, così vedesi indispensabile d’implorare dalla Superiorità, ch’ella vogliaprontamente addivenire alla nomina di un idoneo soggetto.

2. Essendosi col continuo non interrotto uso della stessa biancheria comincia-te a consumare le lenzuola (sebbene nuove) fatte per l’Ospitale; tanto piùche per la mancanza della Guardarobbiera non avvi chi possa usare le curenecessarie ad impedire che le sozzure dei malati rodano le tele, e che iLavandai non le sciupino, è necessario supplicare la Superiorità per ottene-re il permesso di fare sollecitamente il necessario numero di Lenzuola eFoderette, riportando una volta per sempre l’autorizzazione di rifare infine d’ogni anno quanto in quel capo di tempo si sia consumato, per aversempre l’eguale indispensabile numero d’oggetti. Siccome trovasi nellostesso caso della Guardarobba dell’Ospitale Inferme anche quella delRicovero; così si propone di chiedere il permesso per 1000 Lenzuola e 300Foderette da farsi di mano in mano che la Casa di Lavoro somministri le teleopportune.

3. E’ necessario di invitare sollecitamente i RR. PP. Cappuccini ad incaricarsi divenire a celebrare tutti i giorni la S.a Messa per le Ricoverate nella Cappelladelle Suore della Carità, non che ad intraprendervi l’istruzione religiosa perle ricoverate stesse in tutte le Feste e Domeniche, a tenore del SovranoChirografo dell’ 11 Gennaio 1833

4. Dicendosi nel Chirografo Sovrano che stabilisce le attribuzioni delle Sorelledi Carità che tutta la pulizia e direzione interna dell’Ospitale dipende daesse, conviene pregare la Superiorità affinché conceda che d’ora innanzil’accettazione e licenziamento delle Infermiere possa senza altri giri d’uffi-zio e dell’Intendente farsi dalla Superiora insieme al Presidente delloSpedale d’accordo perché altrimenti le Sorelle di Carità non sarebbero con-siderate dalle loro dipendenti, non avendo sopra esse alcun mezzo coerci-tivo.

5. Si propone l’abolire la carica di Capo Infermiere, lasciando alle Sorelle diCarità l’assunto di distribuire fra le varie Infermiere tutte d’egual grado lediverse incombenze, e confermando quel poco risparmio che deriverà daciò per i casi di sostituzione.

6. Non essendovi un locale per stendere le biancherie sporche, e i materassi epagliaricci infetti, ed essendo certi che tutti questi oggetti si consumeran-no in brevissimo tempo, se continuasi a tenerli ammucchiati uno sull’altrocome al presente, si propone di disporre a quell’uso tanta parte a tettoquanto è necessario di quella Sala, o Granaio, che confina col piccolo stan-zino ove adesso tengonsi ammassati.

APPENDICE N. 1 369

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370 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

7. L’Ill. mo Signor Intendente trasmetterà al Governo quella parte di questoProcesso Verbale, la cui esecuzione supera le di lui attribuzioni.

De BuoiCaula

BentivoglioSuor Rosalia ThouretSuor Hélène GruzCesare Galvani

Documento di 4 facciateOriginale, in ASM, Fondo ECA, b. 2282, f. 113.

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Carteggio trasversale

Sono qui raccolti documenti, reperiti in diversi archivi, che pur non rife-rendosi direttamente a suor Rosalie Thouret, si collegano, a vario titolo, al suoruolo di Superiora Provinciale. Secondo un criterio che potremmo definire dinatura geo-politica, tali documenti, trascritti in ordine cronologico, sono statiripartiti tra Ducato Estense e Stato Pontificio e raggruppati per località. Il loropregio è, anzitutto, quello di offrire uno spaccato, sia pure modesto, macomunque concreto, dei rapporti intrattenuti dalla comunità modenese delleSuore della Carità con le autorità amministrative locali e con gli organismi pre-posti al governo degli enti assistenziali e sanitari; delle motivazioni che spinge-vano tali organismi a richiedere il servizio delle religiose istituite da Jeanne-Antide Thouret, o il modo di rapportarsi delle medesime con gli ecclesiastici, gliamministratori, gli utenti, cioè con la realtà umana dell’ambiente in cui opera-rono. Particolarmente significativo su questo versante, anche in virtù dell’ab-bondante documentazione disponibile, può essere ritenuto l’ampio carteggiorelativo alle Scuole della Provvidenza di Bologna, che consente di cogliereappieno le molteplici problematiche e i complessi sviluppi che contrassegnaro-no, nel corso del sec. XIX, tale significativa istituzione.

2.1Il Ducato Estense

/2.1.1/Promemoria 1834

Ogni Amministrazione pubblica per essere bene amministrata convienesia condotta con quelle massime che giustifichino il giro interno della medesi-

Appendice n. 2

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372 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

ma; per esempio per: il mantenimento degli Ammalati nell’Ospitale, deiRicoverati, Casa di Dio, e Pazzi occorre che la Computisteria all’appoggio delrapporto giornale delli Ricoverati, che fanno presenza negli Stabilimenti, edelle Vacchette Mediche, nelle quali sono notate le dietetiche ordinazioni,eseguisca col dovuto dettaglio, e conteggio li debiti ordini ai diversi Cottimistidi Pane, Carne, e per gli altri generi, e robe in servigio degli Stabilimenti allaDispensa, Cantina, Legnara, Guardaroba da tenerne conto ogni giorno dallaRagioneria in un Registro in forma di Tabella, ove siano notati tutti li generi,e tutti li diversi Consumatori, onde al fine d’ogni Mese potere con sicurezza,e controlleria apporre il visto per la sussistenza alli Conti dei diversiSomministratori pel corrispondente pagamento, e per lo scarico al consegna-tario di Dispensa, Cantina, Legnara, Magazzeno Fabbriche, Mobili, Carbone,Paglia, e Guardaroba. Il suddetto Consegnatario, o Consegnatori esaurito cheabbia le restanze a lui affidate ne dovrà far domanda alla Superiorità perl’opportuna provvista da farsi dietro approvazione dall’Economo, dandonepoi debito al Consegnatario che sarà obbligato a tenere un Tallone a stampain doppio da rilasciarsi la Bolla figlia, a chi gli consegnerà il genere, dimodo-chè questa gli servirà di carico, e li Boni di Computisteria, ad altri ordini diScarico, che la med.a procederà mensilmente all’accreditamento dopo la pre-sentazione degli stessi recapiti; e così l’Amm.ne conoscerà l’utile delle provvi-ste all’ingrosso.

Per la Guardaroba poi sarebbe necessario, anche che un solo fosse ilConsegnatario, venissero divise in due, o tenendo separati gli articoli, odapponendovi un Bollo per gli Ospitali O, e per il Ricovero R, acciò necessaria-mente conoscere il consumo degli Articoli, che servono all’Ospitale, e quellidel Ricovero, come si è sempre praticato, e si pratica in qualunque parte percostituire così il vero costo d’ogni individuo sano, e d’ogni ammalato, e nondoversi servire in causa del suddetto ammalgamento di una massima fondatadall’esperienza in via di adeguato che cioè un ammalato costi 3/5 più di unsano.

Per la Guardaroba occorrerebbe un regolamento a parte essendo que-sta un Ufficina vasta per se stessa attesa la qualità, quantità, e diversità dirobe, che vi si introducono, e sortono continuamente, richiede la maggiorprevidenza, onde andare al riparo di quei sconcerti che non potrebbero nonessere che fatali per gli Amministratori, e molto più pel Maneggiante.Unavolta non sembrava conveniente che il Guardarobiere avesse in consegna leTelerie nuove, così fu creato un Depositario per le Tele, e per tutti gli scarti diGuardaroba, che il med:° distingueva quelli pel rappezzamento, fila, pezze,ed il resto da rendersi, ma sempre con piena intelligenza dell’Amm.ne, che nericonosceva sopra luogo la necessità, addebitandosi de’ medesimi non atti conTalloni, e scaricandosi con ricevute della Cucitrice pei rappezzamenti, e con

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altre della Guardiana della Casa di Dio, o della Capo Infermiera per le pezze,e fila da medicatura.

Quando occorreranno biancherie nuove il Guardarobiere ne dovrà fardomanda all’Amm.ne spiegando la quantità che deve servire per cadaunStabilimento, che la med.ma provvederà al bisogno, o con appalti annuali dellediverse qualità, od altrimenti come.

Si omettono tante altre osservazioni che sarebbero molto utili per que-sta triturnata Ufficina, perché troppo lungo sarebbe il dettaglio, riservandosicaso che … Solo si limiterà a dire che ogni Mese il Guardarobiere dovrà esibireli talloni Padre alla Computisteria, che dovrà consultarli colli Talloni figli, ondeassicurarsi della fedeltà del maneggiante in addebitarsi del contenuto neimedesimi, come in quelli di conversioni di Capi, in altri Capi dovranno esserenotati dettagliatamente Capi per Capi onde dalla Ragioneria eseguirsi li giri discrittura da un Monte all’altro. Egualmente dicasi per li recapiti di Credito, oScarico, che dovrà presentarli ogni Mese firmati sempre, ed approvatidall’Amm.me, o Presidente.

Il sin qui detto mostra abbastanza quanta libertà abbiano li maneg-gianti senza avere li loro regolamenti, e come siano del tutto abbandonati allasola di loro fede, potendo chiamarsi Amm.ni Fiduciarie.

Invece le RR. SS. Della Carità ogni giorno ritirano le Vacchette delleordinazioni per tutti gli ammalati, ed il rapporto per li Sani, fissano le quan-tità, le qualità dei generi, ordinano, acquistano all’ingrosso, ed al minuto,senza che l’amm.ne sia garantita dall’esecuzione delle medesime di Piano,sostengono tutte le Spese interne, acquisti di Articoli, conversioni dei medi-cinali, quelle di Fabbriche, ed altro senza l’intervento della Superiorità. Lemedesime hanno una fabbricazione di paste coi Capitali vivi, e mortidell’Amm.ne, ed a spese del Luogo Pio, e vengono pagate alle medesimecome si pratica nei Negozi pubblici al minuto; lo stesso succede con tutti glialtri articoli di vitto. Hanno sotto la loro Direzione due Botteghe, una daFabbro, e l’altra da falegname per lavori anche all’Estero, e l’utile che rica-vano dopo alcuni Anni lo dimostrano esaurito in lavori di Fabbriche, odaltro.

Stanno in loro consegna la massima parte degli oggetti di MagazzenoFabbriche, Guardarobe, Cantina, Legnara, e si possono chiamare emancipate,Presentano per gli Uomini un reso Conto mensile senza documenti giustifi-canti il medico, e per le Donne, un altro annuale indicante in totale le quali-tà, e quantità degli articol, perché preparasse tutti gli acquistati, e consunticon alcuni documenti, o liste saldate, come pure tante altre spese, senza chesiano documentate, e senza approvazione di eseguirle, e che siano state ese-guite.

In oggi per togliere li sud.i, ed altri inconvenienti si reputerebbe neces-

APPENDICE N. 2 373

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sario, che qualora non fosse trovato opportuno il rimettere le cose come pre-scriveva il Piano, si procedesse ad un appalto generale.

Sopra ogni testa, e giorno tanto degli Ammalati regolato sulle diverseDiete, e per li Ricoverati a norma del Piano, meno li Medici, Medicinali,Impiegati ed Infermieri, consegnando all’Appaltatore a stima tutto ciò che èrelatvo ai detti Stabilimenti, che così cesserebbe l’Amm.ne alle med.e senza chesi desse luogo di supposta cattiva Amm.ne, che anzi non sarà, ma solo è man-canza di quella dovuta controlleria necessaria in una buona e regolata Amm.ne,e così facendo si semplificherebbero li giri d’Uffizio, e si assicurerebbe di unaspesa mensile. Le medesime Sorelle della Carità potrebbero essere incaricatedella Sorveglianza per la qualità, e quantità delle somministrazionidell’Appaltatore, onde l’Amm.ne, e li degenti non venghino defraudati.

Se poi si volesse rimediare in parte al suesposto, sembra che leVacchette, anche dopo la Spedizione, se pure si credesse fosse continuata dalleprelodate Suore, si trasmettessero giornalmente, col rapporto alla Ragioneriaperché preparasse tutti gli articoli d’ordinazione, e li notasse giornalmente inuna Tabella, onde a fine d’ogni Mese avere un riscontro esatto di tutto ciò cheè stato consunto ogni giorno da confrontarsi con li Conti mensili degliAppaltatori, che dovrebbero presentarli divisi, uno pel Ricovero Uomini, eDonne, e l’altro per gli Ospitali, come pure per le forniture fatte dalle Suoredietro presentazione del loro Conto.

Che tutti li Salariati mensili, cioè Infermieri, Serventi, Barbiere, Cuoco,Facchini ed altri, dovessero essere scelti ed approvati, e pagati dall’Amm.ne,egualmente tutte le ordinazioni, e provviste tanto di Guardaroba, come diDispensa fossero fatte dall’Amministrazione, ed in allora abbisognerebbe adde-bitarne le medesime, facendone però prima una nota delle restanze in loro con-segna, a riserva del Vino, e Combustibili, che per questi ultimi si addebitano aCarne e si servissero a peso; come pure qualunque occorrenza di lavori, dovreb-be essere approvata, dopo d’essere riconosciuta necessaria dall’Amm.ne, edinfine tutte le liste dovrebbero essere pagate dall’Amm.ne, meno quelle dibucato, che potrebbero pagarsi dalle Suore, da rimborsarsi alle med.e, ognimese dietro la loro presentazione, unitamente ad altre piccole spese, comepure, che con recapiti venissero comprovati li monti di Tela, Canepa, Corame,Vacchetta, Bazzana , e le diverse conversioni ottenute.

Sembra anche che si dovesse sospendere la fabbricazione delle paste, econcludere invece un contratto d’appalto; come pure sopprimere le sunnomi-nate due Botteghe.

Documento di 6 facciateMinuta, in ASM, Fondo ECA, 1834

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/2.1.2/Il cav. Cesare Galvani a Francesco IV d’Austria-Este,

Modena 13 Gennaio 1835

Altezza Reale

Le Sorelle della Carità chiamate in questi fortunati Dominj dalla muni-ficenza di V.A.R. sonosi fino ad ora provvisoriamente mantenute con sommefornite loro di tempo in tempo dal Governo, e questo era convenientissimo fin-ché non avevano ancora assunto l’esercizio delle loro incombenze.

Ora però che la generosa pietà di V.A.R. ha condotto a tal termine ilavori necessarj, che anche le malate dell’Ospitale Civile possono essere traspor-tate quando che piaccia nei nuovi locali, le Sorelle della Carità supplicherebbe-ro umilmente affinché venisse loro stabilita una somma annua, a fronte dellaquale esse penserebbero a provvedere interamente a se stesse per quantoriguarda cibo, bevanda, fuoco, lumi, carbone, manutenzione delle necessariemobiglie ed attrezzi, bucato delle biancherie da tavola e da letto, e quantoaltro riguarda il mantenimento a seconda delle Regole del loro Istituto; eccet-tuate soltanto le convenute £. 140 per testa ad anno a titolo di vestiario eimbianchimento personale.

A tal fine hanno esse assunte informazioni sui prezzi ordinarj dei gene-ri nella Città, ed hanno distesa la Tabella che umiliano qui unita, distinta in qua-lità, peso, e prezzo per giorno, mese, ed anno.

In quanto alla qualità esse sonosi attenute alle Regole loro che prescri-vono cibi sani e sostanziosi; in quanto al peso e misura domanderebbero lo stes-so peso e misura che l’Intendenza somministra alle infermiere dell’Ospitale:finalmente in quanto al prezzo sonosi regolate coi prezzi dell’anno corrente.

Se mai l’A.V.R. trovasse eccedente la domanda, le supplicanti la prega-no a prendere in considerazione che i PP. Capuccini, i quali per circa un annosono stati mantenuti nell’Ospitale, e che non hanno, com’esse le spese per bian-cheria, per mantenimento di quartiere, di mobili etc., sono costati all’Inten-denza in ragione di £ 172.6 per testa a giorno, richiedendosi per chi debbe fati-car molto, e vegliare sovente un nutrimento più sostanzioso, ed alcuni maggio-ri comodi, che non siano necessarj in Istituto di vita riposata.

Forse sarà osservato che la domanda oltrepassa quanto risulta speso finqui giornalmente, giusto i denari ricevuti dal Governo; ma è da riflettersi checon questi non si è acquistato fuorché il puro necessario pel vitto, essendochéle Sorelle hanno seco portato entrambe le volte molta provvigione da Napoli,ed altre ne sono state fatte spesso particolarmente o dal Governo, o dal loroSindaco, e, quel che è più, ogni volta che il bisogno d’una Sorella, o un onestoconforto hanno chiesto un cibo più costoso, ciò non ha mai figurato sulle liste,

APPENDICE N. 2 375

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376 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

avendovi supplito Suor Rosalia coi denari consegnatile dalla Superiora diNapoli.

Che se anche venisse a verificarsi in fin d’anno qualche risparmio a favo-re delle Oratrici pel vantaggio che può risultare dalla spesa fatta complessiva-mente per più persone; l’A.V.R. può assicurarsi che nell’uso del qualunque siasiprofitto avrebbe sempre gran parte la sofferente umanità.

Nella speranza di non essere trovate troppo ardite le supplicanti si ono-rano di deporre ai piedi di V.A.R. il loro omaggio e la loro riconoscenza.

Di V. A. R.In nome delle Sorelle della Carità

L’umilissimo devotissimo obbligatissimo servitore e suddito fedelissimoCesare Galvani

Sindaco delle Suore

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo Segreteria di Gabinetto, b. 311, f. 7, 1835

/2.1.3/Il cav. Cesare Galvani al Presidente dell’Ospitale dei Cronici,

Modena 26 Aprile 1835

Illustrissimo S.re Presidente

Le Sorelle della Carità mi incaricano di rassegnare in via di rispettoso Rapportoalla S.V. Ill.ma le seguenti osservazioni per assicurare il servizio delle povereinferme Croniche, quando per malattia passano alle Sale dell’Ospitale Civile.1. Stante la separata Amministrazione dell’Ospitale Civile e dell’Ospitale delle

Croniche, quest’ultimo ha fin qui scelte le sue infermiere fra le meno debo-li delle Ricoverate: ma una lunga esperienza ha provato non trovarsi fra leCroniche Ricoverate alcuna che sia capace di rendere al faticoso servigiodiurno e notturno che seco porta il genere di vita cui dovrebbesi destina-re, e perciò le povere inferme croniche sono le peggio servite, quantunqueper l’età, le piaghe, gli acciacchi siano sovente le più bisognose; e ai loropatimenti si aggiunge pur quello di vedere quanto più siano ajutate dalleloro infermiere le malate dell’Ospitale Civile, che pur sono nella stessa Sala.Sarebbe quindi necessario che la S.V. Ill.ma si compiacesse di prendere fuoridello Stabilimento 3 donne robuste e di età atta a reggere alle fatiche, eallora le Sorelle della Carità unendole alle 7 infermiere dell’Ospitale Civile,obbligherebbero tutte e 10 a prestare indistintamente il medesimo servigio

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alle malate tutte accolte nelle Sale, fossero esse ricoverate o civili senzadistinzione alcuna.

2. Per lo stesso oggetto converrebbe che la S.V. Ill.ma desse le opportunedisposizioni onde le biancherie somministrate dal Guardarobbe delleRicoverate ad uso delle Croniche Inferme, fossero messe in comune conquelle dell’Ospitale, locchè certamente risulterebbe in vantaggio delleprime.

3. Lo stesso dovrebbe farsi per le pezze di medicatura, fascie, filacci, cerotti,unguenti, e quanto altro è necessario, specialmente nelle Operazioni diChirurgia che sarebbe da porsi in comune.

4. Affinché il trattamento fosse perfettamente uniforme, almeno quantoall’esterno, sarebbe indispensabile di provvedere per le Inferme Cronichequelle stesse bottiglie, caraffe, e bicchieri di vetro di cui servonsi le malatedell’Ospitale Civile degenti nelle stesse Sale, in cambio degli attuali vasi diterra.

5. Finalmente converrebbe porre in comune eziandio la legna per l’unicoCamino della Sala, e l’Olio pei lumi che servono ai bisogni tanto delleInferme Civili, che delle Croniche.

Il sottoscritto approfitta della circostanza presentatagli dal dover suo per rasse-gnare alla S.V. Ill.ma i sentimenti della profonda sua stima

Di Vostra Signoria Ill.maDevotissimo Umilissimo Obbligatissimo Servitore

Cesare Galvani

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2282, f.. 113

/2.1.4/Mons. Adeodato Caleffi all’Intendente delle Opere Pie di Modena,

Modena 15 Giugno 1836

Ill.mo Signor Intendente

Quando nell’anno 1834 io venni pregato del permesso di costruire unAltare in codesto dormitorio delle Inferme, volentieri io lo permisi, e l’approvai,intendendo sempre che si trattasse di un Altare fisso e stabile, e non mai di unAltare mobile, e trasportabile da un luogo ad altro, ossia di un Altare portati-le, il che è di competenza della sola Santa Sede.

APPENDICE N. 2 377

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378 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Quando la Sig.ia Vostra Ill.ma l’altra sera mi venne a chiedere la licenzadi fare la commut.a funzione, io stanco morto dalle fatiche delle visite pastora-li neppure bene intesi la domanda e, credendo si trattasse di cosa di mia giuri-sdizione, io gliela concessi: ma dopo, meglio intesa la cosa, conosco che ciò nonè di mia competenza, ma della Santa Sede.

E nell’anno scorso e nel presente pertanto se le Sig.ie loro hanno tra-slocato l’Altare, hanno sbagliato e commesso un errore, però in buona fede,che io non oso imputarlo a colpa notabile. Però non faccia né ciò più mai, senzail Privilegio di Roma, che non sarà facile di conseguire.

Quindi Ella faccia fermare l’Altare e renderlo immobile, se si voglionodire le S. Messe; e lo facciano ribadire di mia autorità, che io vi delegherò ilConfessore delle Monache, giacché ora resta sospeso. Mi spiace darle tale rispo-sta, ma io non posso tradire la mia coscienza, né arrogarmi un’autorità che nonho. Sono con la più distinta stima, e considerazione

di V.stra Sig.ria Ill.aDev.mo ed Obbl.mo ServoDon Adeodato Vescovo

Dal Vescovado lì 15 Giugno 1836

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2282, f. 113

/2.1.5/Le sorelle Luigia e Maria Mattioli a Francesco IV d’Austria-Este,

Reggio Emilia 19 Dicembre 1838

A Sua Altezza RealeFrancesco IVArciduca d’Austria,Principe Reale d’Ungheria e BoemiaDuca di Modena Reggio MirandolaMassa Carraraetc. etc. etc.

Reggio, 19 dicembre 1838Altezza Reale

Le Sorelle Luigia e Maria Mattioli di Reggio serve umilissime e fedelissi-me suddite di V.A.R. ardiscono presentarsi al loro Sovrano e Padre esponendoche la misericordia del Signore sembra alfine aver coronato le loro lunghe pre-

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ghiere col farle accettare nelle Sorelle della Carità dove ardentemente deside-rano dedicarsi al servizio dei poveri. Ma quantunque la Superiora Sr. Rosaliaabbia loro condonate I. £.250 a testa in vista delle raccomandazioni dei PP.Gesuiti, e quantunque abbiano pronto qualche denaro, e il corredo, pure man-cano alle umili supplicanti £. 500 a testa per potere essere ammesse.L’inesauribile carità di V.A.R. loro dà coraggio a mettersi ai di Lei piedi, speran-done quel soccorso che le sarà riservato dal Signore, e prommettendo che, seavranno mai la fortuna di professare in quel Santo Istituto, le loro opere di cari-tà, e le loro preghiere saranno in gran parte ad ottenere le celesti ricompensesull’Augusto Benefattore.

Le Sorelle Mattioli di Reggioche aspirano ad entrare nel Noviziato

delle Sorelle della Carità

Lettera di una facciataMinuta, in APSdCF

/2.1.6/Don Cesare Galvani al Presidente delle Opere Pie di Modena,

Modena 2 luglio 1841

Modena 2 Luglio 1841

Ill.mo Sig. Primo Presidente

Essendomi recato da Sua Eccellenza il Sig. Ministro Governatore perdelucidare quei tre equivoci i quali erano corsi nella minuta del Rogito da cele-brarsi fra questa Ill.ma Congregazione delle Opere Pie, e le Sorelle della Carità,la lodata E. S. mi ordinò di mettere per iscritto le mie sommesse osservazioni, epresentarle a V.S. Ill.ma dalla quale le avrebbe poi ritirate per esaminarle, e farloro ragione ove le riconoscesse giuste ed eque. Sono dunque esse:1. Nel Rogito si dice che quando sarà pronto un Locale per le Dementi le sorel-

le ne assumeranno la custodia. Invece di questa parola conviene sostituiredirezione, non potendo le Sorelle assumersi di custodire, legare le demen-ti stesse, pei quali uffici la Congregazione dovrà mantenere gli opportuniGuardiani.

2. Con evidente equivoco nel Rogito si stabilisce che i due Facchini, il Portore,il Volante, il Portinaio, e le 4 Ricoverate da servire le veneree, le partorien-ti, e assistere nei grossi servizi siano tutti pagati dalle Sorelle pel loro asse-gno. Dissi che lo sbaglio è evidente perché in primo luogo quelle personesono d’indispensabile servizio del luogo Pio e non delle Sorelle; in secondo

APPENDICE N. 2 379

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380 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

luogo perché se dovesse essere altrimenti, non resterebbe di che vivere,nemmeno ristrittivamente alla Religiosa Comunità. Conviene dunque espri-mere che i nominati Inservienti sono pagati dall’Azienda.

3. Nel Rogito si impone che la Comunità Religiosa debba sempre essere com-posta di 32 Individui, cioè 22 Sorelle, compresa la Maestra di Noviziato,l’Economa e la Guardarobbiera, di otto Novizie, e di 2 Domestiche. Ma leSorelle non possono assumere quest’obbligo, non dipendendo da esse levocazioni, ma da Dio: quindi invece di stabilire loro un numero determina-to si offrono (a garanzia del buon servizio degli Ospitali) ad essere semprein quantità sufficiente, e in caso contrario, verificabile dall’Ill.mo Sig.Presidente, a pagare del proprio le necessarie persone che vi supplissero.

Eccole, Ill.mo Sig. Presidente, le sole tre osservazioni che le sottopongonella mia qualità di Sindaco delle Sorelle della Carità, perché favorisca inoltrar-le a Sua Ecc.za il Sig. Ministro Governatore. La prevengo nel tempo stesso che,se interessa la sollecita pubblicazione del Rogito, converrebbe fissarla innanzi il19 corrente, nella qual’epoca la Superiora Provinciale deve trovarsi a Ravennae trattenervisi lungo tempo per la fondazione di nuove case.

In questa circostanza la prego altresì ad informare il Notaro che, nonessendo più ora necessario l’intervento del Giudice d’Autorità pei contrattidelle Religiose, le quali sonovi sufficientemente autorizzate dall’approvazioneVescovile, converrà cancellare quanto riguarda il detto Giudice.

Colgo questo incontro per rinnovare a V.S. Ill.ma i sentimenti del miopiù distinto ossequio

di V.S. Ill.maObb.mo Dev.mo Umil.mo servitore

il Sindaco delle Sorelle della Carità Don Cesare Galvani

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/2.1.7/Suor Carolina Chambrot al Presidente delle Opere Pie Modena,

Modena 11 novembre 1841

Modena, 11 novembre 1841

Ill.mo Signor Presidente

Mi permetta V.S.Ill.ma che io le possa presentare per iscritto quelleragioni che mi obbligano a dissentire dalla proposizione che Ella ha avuto la

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bontà di comunicarmi, e colla quale il Ministero di Pubblica Economia edIstruzione chiede in primo luogo il diritto di scegliere le inferme pel suo nuovoOspitale di Clinica, anche fra quelle che sono a noi affidate; e chiede in secon-do luogo una dozzina giornaliera d’Ite £ 1.25 a testa in compenso di quelle chea Lui fossero rinunziate. Se io potessi per un sol momento trovar giusto il corri-spondere una qualsiasi dozzina, avrei molti rilievi a fare sulla somma richiesta,ma sono costretta ad esporle candidamente, che (a meno d’un preciso ordineSuperiore) noi non potremo giammai consentire a pagare compenso qualunquesi voglia.

Noi ci teniamo carissime le nostre inferme, e la misericordia di Dio fa siche non ci pesa per nulla la fatica di servire 52 letti di Fisica e Chirurgia. Comedunque potressimo mai permettere che si depauperasse il Pio Luogo (di cuidobbiamo curare anche gl’interessi economici) per sollevar noi da un qualcheservigio di più?

E prego eziandio la bontà di V.S. Ill.ma a riflettere, che siccome si èpotuto dall’Anno scorso fino al presente prestarsi a trattare il pieno numerodelle inferme, senza che la Dio mercé, vi siano state lagnanze contro di noi, nécontro i S.ri Medici e Chirurghi delle nostre sale, così noi confidiamo che sarà inavvenire; e avremmo vero rimorso di coscienza a caricare di un forte dispendioil nostro Ospitale, per rinunziare alcune inferme; alle quali d’altra parte cisaremmo già affezionate di modo che l’atto stesso del cedere ci sarebbe dolo-roso.

Che se la Clinica ha bisogno di Esse pel troppo giusto e lodevole moti-vo della Istruzione della Scolaresca, se la scelga pure, ma non pretenda già chesia per questo pagata da chi non se ne vorrebbe privar mai.

Restringendomi dunque a concludere, io ho l’onore di ragguagliarlaIll.mo Signor Presidente, che in quanto alla chiesta dozzina, noi non vi ci pre-steremo mai per le addotte ragioni (a meno di un preciso ordine Superiore).

In quanto poi alla libera scelta delle inferme noi proporressimo ilseguente metodo, per tutto il tempo che dura la Clinica, cioè che i S.ri Medicide’ Poveri riconoscendo qualche malattia opportuna per l’Ospitale di Clinica,interroghino l’inferma se consente di esservi ammessa, ne qual caso abbiamol’obbligo di prevenire l’Ufficio della Clinica stessa, che deciderà poi per l’accet-tazione come crederà conveniente, anche colla vista d’evitare un doppio tra-sporto.

Che se finalmente si credesse necessario assolutamente di concedere laelezione fra le inferme da noi assistite, in allora, a termini del F.7° del nostroCapitolato insistiamo perché questa facoltà sia accordata (previa intelligenzacon noi, V.S.Ill.ma e coi S.ri Medico e Chirurgo Primario del nostro Ospitale) alsolo Professore o suo Sostituto, ma che la Scolaresca non possa accompagnarlinelle nostre Sale, stantochè allora sarebbero turbati quei metodi di disciplina

APPENDICE N. 2 381

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che vi abbiamo introdotti e senza dei quali sarebbe impossibile la buona riusci-ta dei nostri servigi.

Chiedendo perdono della lunghezza di questo rapporto ho l’onore dirassegnarmi col più profondo ossequio

di V.S. Ill.maU.ma e Dev.ma Serva

per Suor Rosalia Thouret assenteSuor Carolina Chambrot

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

/2.1.8/Il conte Claudio Bentivoglio all’assessore di Governo per le Opere Pie

di Modena,Modena 9 giugno 1845

CONGREGAZIONE DELLE OPERE PIEIL PRESIDENTE

Agli Ospitali e Ricovero degli Uomini e delle Donneall’Uffizio per gli Esposti e Casa di Dio

All’Illustrissimo Sig. Assessore di Governo Incaricato dell’AmministrazioneDelle Opere Pie di Modena

Modena, li 9 Giugno 1845

Per secondare il desiderio, che in seguito a venerata Sovrana disposizio-ne il Sig. Presidente del Civico Spedale di Reggio mi esternava il 31 Maggio p.p.,interessai già verbalmente la gentilezza di V.S. Ill.ma, perché si compiacessecomunicare al Cancelliere Generale di quelle Opere Pie, Sig. Dott. GaetanoMarmiroli quivi appositamente spedito, i recapiti relativi alle R.R. Sorelle dellaCarità per la direzione ed interna economia di questi Ospitali e Ricovero Donne,dovendosi seguire anche in Reggio le stesse massime di attribuzioni e dipen-denze che furono fissate per esse in questa Capitale.

Dopo che il prefato Sig. Marmiroli ha potuto esaminare, mercè le cor-tesi disposizioni di V.S. Ill.ma, gli opportuni documenti, mi ha egli avanzatodimanda che gli sia approntata copia di alcuni da esso specificati, da spedirgli-si a Reggio, obbligandosi di corrispondere per ciò quanto di ragione.

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Accompagno pertanto a V.S. Ill.ma la dimanda presentatami dal ripetu-to Sig. Cancelliere Generale, pregandola di volersi nuovamente prendere il gen-til pensiero di secondarla nel miglior modo possibile, nel che credo tornerà con-veniente il riplicare nella copia dei chiesti capitolati tutti quei punti che furonosoggetti a controversia e che non ebbero effetto.

Nella lusinga di essere dalla S.V. Ill.ma favorito, mi pregio ripeterle isensi della invariabile mia stima e considerazione.

BentivoglioDocumento di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

/2.1.9/Don Gaetano Marmiroli al conte Claudio Bentivoglio,

Reggio Emilia 10 giugno 1845

Illustrissimo Sig. Conte Presidente

Il sottoscritto Cancelliere Generale delle Opere Pie di Reggio, servopreg.mo della S.V. Ill.ma, in adempimento della commissione affidatagli dal Sig.Conte Presidente del Civico Spedale Infermi di detta Città, rispettosamenteprega la prefata S.V. Ill.ma a volersi degnare di ordinare che gli venga appron-tata e spedita a Reggio nel termine più possibilmente sollecito la copia sempli-ce d’uffizio degli infranotati recapiti di spettanza dell’Amministrazione degna-mente da Lei presieduta: cioè La minuta del Rogito unita al n. 1439 del 1841.corredata della copia degli atti ivi citati quali allegati.

La lettera del Sindaco delle Suore della Carità in data 2 Luglio 1841 regi-strata in codesto Prot.o sotto il detto n. 1439.

Il Dispaccio Governativo 19 Luglio 1841 n. 2162 - 2233 in codesti attisotto il n. 1572.

L’altro Dispaccio Governativo 23 Dicembre 1842 n. 3691 in codestoProt.o sotto il n. 2137 nonché l’unito Decreto Governativo ristrettivamente peròsolo al paragrafo relativo agli Spedali; e finalmente l’intero Prospetto di Pianoivi anch’esso unito sotto l’Allegato C.

Tanto offrendosi a puntualmente corrispondere per tali copie il compe-tente compenso come di giustizia

L’umile supplicanteD. Gaetano Marmiroli

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2332, f. 191

APPENDICE N. 2 383

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/2.1.10/Il marchese Giovanni Battista Scapinelli1 a mons. Filippo Cattani,

Modena 14 novembre 1845

Illustrissimo, e Rev.mo Monsignore

Riscontro al pregiato foglio della S.V. R. e le trascrivo quanto stabilì S. A. R.L’Augusto Nostro Sovrano per l’Attivamento dell’Ospitale Donne sotto la dire-zione per l’interno delle Suore della Carità con Chirografo 24 Maggio 1844———————————————————————

Al Governatore della Città, e Provincia di Reggio.Conte Francesco Scapinelli2

In seguito agli ordinamenti da Noi già dati nell’affidare alle Suore dellaCarità l’Ospedale delle Donne in Reggio separandolo da quello degli Uoministabiliamo.

Che dall’Amministrazione dell’Ospedale Uomini si passi alle Suore 87Centesimi a Tariffa al giorno per ogni ammalata, che per ora si limitano a 32gratuite, e più alcune Dozzinanti da mettersi in qualche Sala, o Camera dadestinarsi dalle Suore, e che pagheranno 1 franco per giorno da percepirsi, o dalGoverno se estere, o dal Buon Governo se prigioniere ammalate, che non sianodel Comune di Reggio. Il Presidente dell’Ospedale riscuoterà queste dozzinepassandole alle Suore di Carità.

Il numero delle Suore si limita intanto a Otto, le quali percipiranno 2.800franchi annui, che fino al 1847 inclusive verranno pagati dalla finanza, e poidalla Amministrazione dell’Ospedale in trimestri anticipatamente, e sarà in loroarbitrio di fissare, se credono, che e per l’Ospedale, e per le Orfane sia una solaSuperiora, purché nel resto si tengano ben separati i Conti delle Aziende rispet-tive. Fissando per l’avvenire, quando fosse aumentato il numero di ammalate, eil bisogno di Suore, il numero di esse a 12. al più, nel qual caso la loro dotazio-ne sarebbe in ragione di quella che fu fissata a Modena per non meno di 30. in10 mensili franchi, e quindi per Reggio di 4.000 franchi annui per 12 Suore.

Rispetto alla Farmacia dell’Ospedale Donne resta fissato, che il persona-le cioè lo Speziale, fachino, e qualunque altro occorresse, come la provvista deimedicamenti, o la direzione della Spezieria resti a carico del Presidente degliOspedali, il quale farà somministrare i medicamenti all’Ospedale Donne ugual-mente che all’Ospedale degli Uomini, e detratte tutte le spese, se vi sarà del-l’utile in fin d’anno, verrà questo diviso ugualmente fra li due Ospedali.

Il Cappellano, i Medici, Chirurghi, Astante, flebotomo, il Portinaio, egente di servigio, interno, saranno a carico delle Suore coll’assegno prefisso cheverrà corrisposto dall’Amministrazione, dell’Ospedale in annui 10.161 franchi, e61 centesimi ammontare per le 32 ammalate a Centesimi 87.

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Le Suore di Carità faranno le loro provviste occorrenti, e terranno i Contidell’Ospedale, che rimetteranno a fin d’anno al Presidente dell’Ospedale, che lipasserà al Governo insieme, ma separatamente con quelli dell’Ospedali Uomini.

Avranno pure le Suore di Carità l’Ospedale, e le loro Camere d’abitazio-ne montate di mobili, letti, biancheria la Cappella ecc.. Più un terzo dellaBiancheria usata dell’azienda dell’Ospedale, ed i Capi di rame con alcuni mobi-li appartenenti alle Donne, già loro consegnati, o da consegnarsi al momentodel trasporto, il Vino stato tradotto nella loro Cantina, 20 doghe di legna, 2.000fascine, 500 Pesi di Paglia, e se occorrerà qualche Botte, o Tino, o Tinazzo, manon mai più del terzo di quello che ha l’Ospedale Uomini.

Il Soldo dei Medici è piuttosto limitato, anche questo ho creduto bene di tra-scriverlo per sua norma, stà a carico come accennai alle Suore.

Medico Primario Puglia annue Ital.ne £. 360Chirurgo Maggiore Levi “ “ £. 200Idem Sostituto Camparini “ “ £. 100Medico Astante Gardini “ “ £. 300 più l’alloggio

nello Stabilimento,mento, lume, fuocoe Biancheria.

Flebotomo Setti “ “ £. 100———————————————————————

Ciò è quanto ho creduto bene di esporgli per sua norma, e se alla S.V.abbisognasse ulteriori schiarimenti, con suo cenno mi sarà cosa grata il poterlaservire; nel mentre approfitto di questo incontro per confermare alla S.V. R. iveraci sensi della distinta mia stima, e considerazione.

Della S.V. Rev.maDevot.mo Obbl.mo Servitore

G. Battista ScapinelliDi Casa li 14 9bre 1845

Lettera di 3 facciate contenente la trascrizione del Chirografo Sovrano del 14 maggio 1844Copia, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

1 Giovanni Battista Scapinelli era uno degli esponenti del laicato cattolico più vicini al vescovoCattani. Presidente dell’Ospedale di Reggio, fu anche membro del Governo Provvisorio del 1848.2 Francesco Scapinelli (Reggio Emilia 1800 - Treviso 1848), Guardia Nobile di Francesco IV, tenneanche l’incarico di Podestà del Comune di Brescello. Quando il Duca riordinò l’amministrazione pro-vinciale di Massa Carrara, fu nominato Consultore e ricevette il grado onorifico di Ciamberlano.Divenne Governatore di Reggio Emilia alla morte del conte Salinguerra Torello, nel 1840. Per le suequalità di prudente amministratore, fu confermato nell’incarico anche da Francesco V. Su di lui: T.BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, I, pp. 255-256; IV, pp. 140-143.

APPENDICE N. 2 385

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386 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.1.11/Il conte Luigi Giacobazzi1 al can. Ludovico Camuri,

Massa 22 Marzo 1847

Carissimo Amico

Fra i diversi Istituti che dipendono da questo Governo uno che princi-palmente interessa pel vantaggio della comunità si è il pubblico Spedale.Sebbene ora di sicuro, comunque, l’Amministrazione di esso sia diretta da per-sone stimabili ad ogni rapporto, l’interno ordine e andamento di questo PioLuogo presenta molti inconvenienti che vorrei togliere portandovi un ben rego-lato sistema di giornaliera direzione e servigio per gl’infermi.

Prima che mi occupi seriamente di tale importante oggetto, vorrei sape-re se fosse facil cosa l’ottenere qui il benemerito Istituto delle Sorelle dellaCarità che in ogni luogo e particolarmente costì ha recato immensi vantaggiagli Spedali. Voi che avete una Direzione e ingerenza nell’anzidettoStabilimento ditemi in tutta confidenza se ciò potesse combinarsi, e quali passiin caso potrei fare, mentre dal riscontro che mi favorirete dipenderà di conse-guenza l’adottare per parte mia quelle disposizioni che saranno più confacentiper l’ideata sistemazione, la quale in quanto al modo di eseguirla gradirebbeassai dal potersi o no ottenere qui il bramato Istituto.

Per una misura vostra ritenete che il numero degl’Infermi […] adegua-to per giorno. Lo Spedale è fornito di una farmacia del proprio, situato a pochipassi dalla Città posta a mano destra con ampia Chiesa, ed è assai ben disposto,era una volta Convento.

Amo che la cosa per ora resti fra me, voi e la Superiora a cui probabil-mente ne terrete parola e che vi prego di riverire per quella mia interessando-la ad essermi, se può, favorevole nello spiegato mio desiderio.

Quanto più adesso potrete favorirmi analoga disdetta, tanto più ve nesarò grato. A lei con vera stima e infinita amicizia mi professo

Aff.mo ed Obbl.mo AmicoGiacobazzi

Massa lì 22 Marzo 1847

P.S. Mio figlio Claudio ha eseguito con voi una mia Commissione?

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Il conte Luigi Giacobazzi, già Governatore provvisorio di Modena, in sostituzione del Riccini, diven-ne, con Chirografo sovrano del 14 settembre 1847, Governatore di Massa, Carrara e della Lunigiana,in sostituzione del conte Nicolò Bayard De Volo, messo a riposo per ragioni di età. Cfr. T. BAYARDDE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, I, p. 179.

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/2.1.12/Manifesto del Governo Provvisorio, Modena 1848

Dal Palazzo ComunaleConsiderando che la sollecitudine dei Governanti deve soprattutto

rivolgersi all’alleviamento del Popolo,che i sentimenti filantropici, e Civili trovano misura, e sanzione durevo-

le nella pratica dei sentimenti religiosi,Che non può comprendere le miserie del Popolo chi visse lungi da Lui,

chi non vide dappresso quel tremendo mistero santificato dal Cristianesimo -l’Umana sofferenza -,

Che i RR.PP. Cappuccini sono fratelli del Popolo e lo comprendono, per-ché nati fra il Popolo, vivono della carità di lui, e lo visitano nel carcere, e lo con-fortano colle evangeliche consolazioni fino sul patibolo.

DECRETA

Art. 1. L’Ospedale di Modena colle attuali dipendenze resta affidato alle cureDei RR. PP. Cappuccini

2. Provvederanno immediatamente perché sia allargata la categoria di coloroche sono ammissibili,

3. Sono autorizzati ad accogliere tutti coloro che anche d’altro Comune si tro-vassero qui in Modena colti alla sprovvista da grave malore, salve le ragio-ni dell’Amministrazione delle Opere Pie verso li rispettivi Comuni. - lamalattia non ha bisogno di patente -,

4. L’Operajo nell’uscire dall’Ospedale riceverà una moneta che rappresenti 5giorni almeno del suo lavoro.

5. Sarà provveduto alla sorte di quegli individui che rimarranno sprovvisti perl’esecuzione del presente decreto.

La Presidenza delle Opere Pie è incaricata dell’esecuzione delle presenti dispo-sizioni,

Modena, 31 Marzo 1848

IL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIODelegato Provvisorio alle cose esterne

GIUSEPPE MALMUSI1

Il Segretario GIOVANNI MINGHELLI

Manifesto a stampa, Tipografia Eredi Soliani, Modena, 1848Copia in ASM, Fondo ECA, b. 2337, f. 15

1 Sulle scelte operate in questa fase da Giuseppe Malmusi e da Giovanni Minghelli, rispettivamentePresidente e Segretario del Governo Provvisorio formatosi a Modena dopo il 21 marzo 1848, cfr. T.BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, I, p. 246.

APPENDICE N. 2 387

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388 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.1.13/Manifesto del Governo Provvisorio, Modena 1848

DAL PALAZZO COMUNALEIL GOVERNO PROVVISORIO

DECRETA

1. Le disposizioni degli Articoli 2. 3. 4, del Decreto di jeri si estendonoanche all’Ospedale delle Donne, e sue dipendenze diretto dalle Suore dellaCarità tanto benemerite del Paese, e l’istituzione delle quali fu uno dei grandibeneficii fatti dal Cristianesimo all’Umanità.

2. L’esecuzione del presente Decreto è affidata alla Presidenza delleOpere Pie.

Modena 1. Aprile 1848

IL PRESIDENTE DEL GOVERNO PROVVISORIOGIUSEPPE MALMUSI

Il SegretarioGio. Minghelli

Manifesto a stampa, Tip. Vincenzi, Modena, 1848Copia in ASM, Fondo ECA, b. 2337, f. 15

/2.1.14/Antonio Tori alla Ragioneria, Modena 25 agosto 1849

Prot. Gen.le n. 220425 Agosto 1849

Frattanto alla Ragioneria perché informi del reddito annuale delleBotteghe com‘anche domandato dalla M. Rev.da Superiora delle Suore dellaCarità, del loro numero, e delle rispettive scadenze d’affitto, col ritorno.

A. Tori

Prot. Gen.le n. 22975 Settembre 1849

S’inoltri copia conforme del proposito esibito dalle Molto RR. Sorelledella Carità all’Inclito Ministero dell’Interno soggiungendogli che in caso di

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secondare la domanda delle medesime si abbia particolare riflesso alla spesa diriduzione che occorrebbe nelle richieste Botteghe, all’affitto della medesimache apparisca dal rapporto del Signor Capo Ragionato assai mite, e per cui siavrà in qualsivoglia ipotesi a provvedere altrimenti dal fin qui praticato; e final-mente perché v’abbia riflesso a che servir potrebbero o con quale profitto detteBotteghe, una volta che fossero ridotte all’uso cui si vorrebbero destinate, o chequeste per cause qualsiasi avesse a mancare.

Si concluderà coll’invocare le risoluzioni della precitata Autorità.

A. Tori

Prot. Ragioneria n. 454Modena il 5 7mbre 1849

Le Botteghe di ragione di questa Pia Azienda poste nella Contrada S.Agostino sotto il Fabbricato Albergo Arti sono sei condotte in affitto dai quisottonotati.

La prima e la sesta incominciando dalla Chiesa sono affittate a FeliceGoldoni Indoratore per l’annua pensione d’ it.ne . . . . . . . . . . . . . . . . £ 61.40La seconda e terza a Gibertoni Silvestro Falegname . . . . . . . . . . . . . . . £ 69.08La 4.ta Botti Angelo Indoratore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . £ 34.54La 5.ta a Rossi Falegname e Magazziniere . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . £ 75.—

in tutto . . . . £ 240.02Tutti li predetti affitti sono scaduti dal Mag.o 1839. come dalle relative scrittu-re del 1833. a riserva di quello del Rossi che è scaduto col Mag.o 1848.Sebbene prorogato a un triennio incominciato col 1845.

[firma illeggibile]

Documento di una facciataOriginale, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

/2.1.15/Il conte Luigi Giacobazzi al can. Ludovico Camuri,

Massa 10 novembre 1849

Preg. Sig. Canonico

Sempre fermo nel pensiero di avere qui le Suore della Carità io vogliodarle intanto un’idea di questo Spedale che verrebbe loro affidato.

APPENDICE N. 2 389

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390 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Lo Spedale di Massa non è in Città, ma in una eminenza che domina lavia che conduce a Pietra Santa e dalla quale si vede il grandioso spettacolo delmare e di un ampio anfiteatro di colli tutti amenissimi. Di fianco la Chiesa dellaMadonna del Monte che serve allo Stabilimento, la casa del Cappellano e quan-t’altro può occorrere. Le sale degli ammalati sono spaziose, belle e ventilate inmodo sorprendente di modo che non si potrebbero desiderare più salubri.Queste sale non hanno ora che due o tre cronici perché qui in quest’anno niunosi trova infermo ed è quindi un caso ben raro che si senta suonare la campanadei morti.

Le Monache avrebbero le loro stanze al piano superiore nella esposizio-ne di mezzogiorno che ivi è veramente magica.

L’amministrazione dello Stabilimento è affidata a due ottimi Signoriche ho scelto io né posso esserne maggiormente contento.

Vi sono due Medici e un Chirurgo pieni di premura e di amore per gliinfermi. Uno Speziale capace ed una Farmacia ben provveduta. Ciò che v’era dimale erano gli infermieri negligenti e insubordinati, ma ho profittato dellaprima occasione che mi hanno data, e li ho cacciati via su due piedi e così nonc’è più da pensare.

Le Monache avrebbero la cura degli infermi tanto maschi che femminee direi che potessero occorrerne cinque o sei; e così la rendita dello Stabilimentopotrebbe sopperire bene perché esso ha dei risparmi tutti gli anni anche vista-ti. Ritenga dunque che alle Monache non si darebbe altro pensiero che questo,o poco più perché l’amministrazione che ora va bene potrebbe continuare così.

Intanto Ella cominci a pensare alla cosa poiché veramente io desideroche quel che si deve fare si faccia presto. Procuri di esplorare quali potrebberoessere le condizioni così a un dippresso, e poi abbia la bontà di scrivermeloonde io possa cominciare a predisporre le cose.

Del resto io sto bene perché mi accorgo che i Massesi non mi vedonomalvolentieri; sono bastantemente libero per fare del bene, e poi S.A.R. è moltocontenta di me perché si è degnato di scrivermelo. Io spero che partendo, quan-do che sia, da questi luoghi per vicinarmi alla mia famiglia che è lo scopo deimiei voti, potrò qui lasciare una buona ricordanza di me, e compiacermi dell’in-tima presunzione di avere operato tutto quel bene che per me si poteva. Se hosacrificato venendo a Massa il mio interesse, e le mie più care affezioni possaalmeno ottenerne questi frutti.

Io son certo che Ella approverà questi miei sentimenti; poiché infinesono quelli che mi ha saputo instillare in guisa da renderli quasi connaturali almio cuore.

E’ gran tempo che non ho nuove di Lei né direttamente né dalla miafamigli e questa cosa mi dispiace assai. Veda dunque di non farmi desiderarelungo tempo un riscontro perché non so dirle di quanta consolazione mi sia nel

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mio esilio di avere lettere dalle Persone che veramente amo e stimo.E queste consolazioni fanno bene essendo poche cotali persone, e que-

ste anche sì occupate che non trovano tempo da scrivermi due righe.Mi conservi la sua preziosa amicizia e mi creda quale con perfettissima

stima mi raffermoDi lei Preg. V. Canonico

Dev.mo Obbl.mo servitore ed amico

Massa, 10 novembre 1849

Lettera di 4 facciateoriginale autografo, in APSdCF

/2.1.16/Condizioni per le Sorelle della Carità per l’Ospitale di Massa1,

Modena 23 dicembre 1849

1° Casa mobiliata dell’occorrevole con biancheria da letto, tavola, mano ecucina, e mantenimento di questi oggetti.

2° Lume, fuoco, bucato, medico e medicinali in caso di malattia.3° Nutrimento delle sorelle dalla casa oppure lire 360 annue a ciascuna.4° Per il vestiario personale di ciascuna lire 120 annue.5° Spese di viaggio per l’installazione delle suore e per il cambio in caso di

bisogno.

Modena, 23 dicembre 1849

Documento di una facciataMinuta, in APSdCF

1 All’Ospedale per uomini, donne e militari quattro suore inizieranno il loro servizio di direzione eassistenza a partire dal 1854.

/2.1.17/Antonio Tori al Ministro dell’Interno, Modena 31 maggio 1850

A S.E. il S.r Cons. di Stato,Ministro dell’Interno in Modena

Dopo le saggie osservazioni contenute nell’ossequiato MinisterialeDispaccio N. 8922. Sez.e 2 del 20 settembre 1849 p. scorso; osservazioni che

APPENDICE N. 2 391

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392 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dimostravano la niuna utilità, e convenienza del progetto avanzato dallaSpettabile M. Superiora di queste RR. Sorelle della Carità, di ridurre, cioè, ad usodi Scuole esterne per l’educazione di giovinette le sei Botteghe sottostanti alloSpedale delle Donne sopra nella Contrada S. Agostino, e di già affittate; ineren-do all’affidatomi incarico di rinvenire in questo Fabbricato altro Locale oppor-tuno, che servir potesse allo scopo, ed alla premurosa vista della Lodata M.eSuperiora, dopo ciò, io dicevo, è riuscito.di poter disporre di una di detteBotteghe condotte in affitto, cessato appunto col 30 agosto p. passato, daGiovanni Rossi per l’annua pensione d’italiane £. 75 settantacinque /a/.

Concordata la cosa relativa alla cessione dell’accennata Bottega; la ripe-tuta M. Superiora mi dimostra con foglio del 5 spirante Maggio la riflessibilespesa, a cui si assoggetta lo Istituto da lei diretto per la riduzione dei locali aduso delle avvertite Scuole esterne, si fa a chiedere l’esonerazione dal pagamen-to di affitto della Bottega in discorso.

Nell’umiliare pertanto alla E.V. copia conforme del menzionato foglioattendesi le relative Superiori risoluzioni, che mi serviranno di appoggio allaScrittura da redigersi per la corrispondente cessione dei Locali di proprietà delLuogo Pio, e mi onoro di rassegnarle i sensi d’innovabile rispetto.

A. Tori

Modena, 31 Maggio 1850

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2356, f. 62

/2.1.18/Angelo Monti ad Antonio Tori, Modena 7 Maggio 1851

Modena, 7 Maggio 1851

Illustrissimo Signore

Rassegno l’unico esemplare della scrittura di cessione in via di affittoalle RR. Sorelle della Carità della bottega già condotta in affitto dal Sig.Giovanni Rossi annessa al Fabbricato della Chiesa di S. Maria Pomposa inContrada delle Grazie convertita in oggi a solo comodo della Corporazionedelle Sorelle, per l’annua pensione di Ital. £ 74,84 = che V.S.Ill.ma sarà compia-

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cente di rimetterla alla Ragionateria per l’opportuno impianto e quindi passar-la in Archivio per la custodia.Sono con tutto il rispetto

della S.V.Ill.maUm.mo, Dev.mo ed Obbed.mo Servo

Monti Arch.sta

Prot.lo Gen.le 12107 Maggio 1851___________________

Adì 8

Si passi l’unito unico esemplare di Scrittura d’affitto della Bottega già locata alSig. Giovanni Rossi, e ceduta pel suavvertito titolo alle Molto RR. Suore dellaCarità fino dal Maggio 1850, alla Ragioneria per li relativi annotamenti in queiRegistri contabili, e perchè quivi la ritorni ond’affare ne’ modi di pratica conse-gnata all’Archivio per la debita custodia; Nel quale incontro sarà innoltrata percopia conforme ed in carta semplice la Scrittura suindicata alla MoltoReverenda Suor Rosalia Thouret Superiora delle ricordate Molto ReverendeSuore.

A. Tori

D.Verzoni Segr.rio

Adì Fu spedita copia della sopracitatascrittura in carta semplice alla prelodataMolto Rev.da M.e Superiora di questeR.R. Sorelle della Carità.

Rag.a Prot.N.18429 Maggio 1851——————————————————————Fatta annotazione nel Giornale di Sortita al n.25Il Capo Ragionato [firma illeggibile]

Passata in Archivio la Scrittura di cui

Monti

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2370, f. 102

APPENDICE N. 2 393

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394 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

2.2Lo Stato Pontificio

Ravenna

/2.2.1/Il card. Chiarissimo Falconieri a mons. Luigi Reggianini,

Ravenna 26 agosto 1838

Ill.mo e Rev.mo Signore

Grato alla premura che la S.V. Ill.ma e Rev.ma si è presa a mio riguardodietro il mio desiderio esternatoLe dal Sign. Cav. Silva di aver in questa mia Cittàle Sorelle della Carità, le ne rendo distinti giorni di grazie: e vorrei pure cheoccasione propizia mi si presentasse per confermarLe coi fatti quella ricono-scenza che ora Le esprimo colle parole.

Prima però di contrarre alcun impegno stimo opportuno inviare costàun Sacerdote incaricato a trattare l’affare di persona colla S.V. e colla Superioradi codesta Casa, onde concludendo in quel modo che meglio si conviene ai biso-gni della mia Diocesi.

La venuta in Modena del Sacerdote incaricato seguirà probabilmenteentro il venturo Mese di Settembre.

Intanto la prego a valersi di me in ogni cosa in che possa esserle utile,onde corrispondere a quella bontà che mi mostra la S.V. cui bacio di vero cuorele Mani.

Di V.S. Ill.ma e Rev.maServitore vero

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Ravenna, 26 agosto 1838

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACM, Arm. 1, Mons. Reggianini1/5

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/2.2.2/Il card. Chiarissimo Falconieri a mons. Luigi Reggianini,

Ravenna 6 settembre 1838

Mons. mio Ven.mo

Le mie obbligazioni sono infinite per la somma premura che Ella si èpreso di favorirmi nel mio desiderio di avere due Figlie della Carità, e molto piùdi averne procurate due sulle quali concorrono le qualità distinte che adorna-no Sr. Elena e la compagna, Le ne rendo perciò i più sinceri ringraziamenti, e lamia riconoscenza vorrebbe rendersi palese prestandosi in tutto ciò che a Lei pia-cesse commettermi.

Con questo medesimo corso di posta scrivo a Mons. Arcivescovo diVercelli, e porto fiducia che in seguito di questo passo Ella non resterà certa-mente compromesso con S.A. Reale.

I due sacerdoti, con i quali Ella è stato così benefico e amorevole prote-stano che non dimenticheranno mai la bontà con la quale gli accolse e Le bacia-no le mani e con sincera stima e profonda la bacio anch’io umilmente

di Lei Mons. VeneratissimoServitore vero

C. Card. Falconieri Arcivescovo

Ravenna, 6 settembre 1838

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ACM, Arm. 1, Mons. Reggianini1/5

/2.2.3/Ignazio Guiccioli al Pro-Legato Pontificio, 27 novembre 1846

GOVERNO PONTIFICIO LA MAGISTRATURA DI RAVENNA

N. 2093

A Sua Eccellenza R.maMons. Pro–Legato Straordinario

Eccellenza R.ma

Occupatasi la Magistratura Comunale dell’importante gravissimo

APPENDICE N. 2 395

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396 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

oggetto, sul quale è chiamata a portare il suo esame e riferirne le proprieosservazioni alla E.V. R.ma dal Circolare Dispaccio di Segreteria di Stato 24Agosto p.p. N° 2064 Sez. 2. accompagnatoci dal riverito Dispaccio di cotestaLegazione in data 31. d… N° 5127, ci facciamo carico di subordinare alla E.V.R.ma tutte quelle rispettose osservazioni e proposte che rispetto a questaComunità ci sembrano conducenti al fine, cui mira la provvida e sempre bene-fica mente dell’immortale nostro amatissimo Sovrano, di reprimere cioè nontanto, quanto di prevenire i delitti, onde sono funestate alcune regioni delloStato accennando colla sullodata Circolare di Segreteria di Stato a due rime-dii principalissimi.

L’uno di un pronto effetto, che è torre dall’ozio una parte della gio-ventù artiera e di campagna; l’altro di un effetto più lento ma più sicuro, cheè lo estendere la educazione civile e religiosa de’ figli del povero.

Cominciando quindi dagli oziosi troviamo che alcuni lo sono per man-canza di lavoro; altri, che sono i più, per mancanza di volontà. Diremo deiprimi.

Nella Campagna Ravegnana vi è, considerata la sua vastità, tale unapenuria di coltivatori, che niun può mancare di lavoro ove il voglia.

E nella Città nostra i mezzi di sussistenza non essendo sproporzionatialla popolazione, raramente o non mai l’artista operoso può mancare di lavo-ro: ma ove ne mancasse, sopperrebbero in parte, per l’aumentata culturadelle Risaje, li crescenti stabilimenti ed opificii proprii di essa; i lavori pubbli-ci intrapresi, gli attivati lavori al Porto; alcune industrie speciali alla Cittànostra, l’accatar legna nel Bosco, il far stuoje e grisole, la caccia e la pesca, ect.e se Dio voglia un dì, le strade ferrate.

Per lo che i veri oziosi si reputa appartengano, pressocchè per interocosì nella Città come nella Campagna a quelli che sono per mancanza divolontà al lavoro, come è detto di sovra.

Venendo a questi, sono a distinguersi in due categorie: L’una, diquelli che per stolta infingardaggine abborre il lavoro e langue torpida esonnacchiosa nella indigenza: Costoro dannosi a se, non nuocono ad altri, eperò non meriterebbero di tenerne parola, se non fosse che il loro crescen-te numero infastidisca colla questua indiscreta ed importuna la classe agia-ta, civile, ed operosa, toglie alla campagna, ai mestieri, all’industria le brac-cia, di che si ha tanto bisogno, e sottrae al vero povero per impotenza fisi-ca l’alimento e il soccorso, che gli verrebbe prestato dalla carità del prossi-mo.

Un mezzo molto potente se non a togliere questo inconvenientealmeno a diminuirlo in modo sensibilissimo pare a noi potesse esser quellodi attivare a mezzo degli Uffici di Polizia, speciali discipline e regole per gliAccattoni e Mendicanti di qualunque sesso ed età, per le quali ai soli privi

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di ogni altra risorsa venisse permesso di questuare.L’altra è di quei ribaldi che, nemici del lavoro vogliono procurarsi

mezzi per sussistenza, e per disfogare i vizii colla delinquenza e colla rapina.Di questi secondi, pochi ne ha la Città nostra; molti la Campagna, tutto che inessa come è detto, non manchi a gran pezza il lavoro.

Rimedi contro questa pessima razza, sarebbero1. Istituire nelle Ville fra principali Censiti alcun Deputato o Sindaco di cam-

pagna che chiamare si voglia, il quale dal prossimo Governo dipendesse,ed a cui in uno alla qualifica fossero concesse onorificenze e vantaggi,siccome medico gratuito, esenzione di Focatico, preminenza di postoecc… Esso di concerto col Parroco, rappresenterebbe l’autorità politicanella Villa veglierebbe sulle Case di giuoco cresciute a dismisura, suisegreti convegni de’ ribaldi; e nulla, con un po’ di operosità, gli sarebbecelato di ciò che nella Villa avvenisse, o si meditasse. Le Polizie delle Cittàprossime non bastano ai bisogni delle Ville, come quelle che sono igna-re delle persone, della località, delle cose. Ed una Brigata di Militi lancia-ti da essa alla ventura di quando in quando, sovra alcuna Villa, non è dialcuna vera e pratica utilità. A questi Sindaci o Deputati politici sarebbemestieri concedere facoltà, ove non giungessero in tempo gli Avvisi allaForza pubblica dei prossimi luoghi, di valersi di una mano d’onesti cam-pagnuoli armati, e già predisposti, che sotto la loro responsabilità accor-resse al bisogno.

2. Porre difficoltà massima, e molta disciplina addimandare per la erezionedi case di pigionanti nella Campagna, libera ove a tutti, sendo che sonoesse il semenzajo vero ed inesausto de’ dilinguenti.

3. Rendere più sollecita e più piana la procedura penale, oggi universalmen-te riconosciuta non rispondente al bisogno.

4. Nelli prigioni, orida scuola di delitti, dividere li colpevoli di lievi colpe, daigrandi e sfrontati delinquenti, partendo in varie classi i detenuti.

5. Torre ai delinquenti, esciti che sono dal luogo di pena, per quanto si può,ogni macchia d’infamia: ed in ispecie quella peste de’ precetti, che fu chesieno ributtati, ovunque si presentino ad offerire l’opera loro; per lo chediviene in essi necessità il delinquere.

6. Aumentare la operosità della Polizia, le quali mercè l’amore dei sudditi alSovrano, non hanno mestieri ora di perdere gran parte del loro tempo,come innanzi, a sventare congiure, e a discoprire rei di Stato. Più sarannoattive ed operose le Polizie nel prevenire i delitti comuni, o nello scoprir-li, più saranno accette all’universale; poiché è universale bisogno la tran-quillità, e la sicurezza.

7. Passando ora alla parte importantissima del miglioramento morale deiSudditi collo estendere la retta educazione del Popolo sì altamente racco-

APPENDICE N. 2 397

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398 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

mandata dal nostro adorato Padre e Sovrano si reputerebbe per noi dimolta opportunità ed efficacia

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1. Attivare uno Stabilimento di ricovero per la infanzia di concertocoll’Autorità Vescovile, in cui fossero custoditi ed educati i fanciulli e fan-ciulle del povero in separate classi durante il dì, ritornandoli alle proprieCase la sera; e nello Stabilimento fossero tenuti in fino all’età de’ setteanni. E giova ricordare che per la erezione di un somigliante Pio luogo,avvi una somma depositata dalla carità cittadina presso la Cassa diRisparmio. Questa somma non risponderebbe certo al bisogno; ma sareb-be utile incominciamento alla erezione. Mediante poi soscrizioni volonta-rie, che a cura de’ primi cittadini, ripartiti per contrada, dovrebbero esserraccolte, e col soccorso annuo offerto dalla Cassa di Risparmio, sovradet-ta, potrebbe aversi quanto necessario fosse al compimento di esso, ed amantenerlo in appresso. Al che si aggiungerebbero eziandio a profittodel luogo Lotterie, Accademie, Recita in Teatro, e quanto a questo fine lasolerte cura de’ Direttori trovasse proficuo.

2. Esciti di questo Asilo, sono nella Città nostra le Scuole Comunali gratuiteaffidate zelantissimi Fratelli della Dottrina cristiana; e sonovi le Suoredella Carità che gratuitamente dirigono la civile e religiosa educazione dimolte giovanette povere, e di riuniti Orfanotrofi. Dando un maggior svi-luppo così alle Scuole de’ sullodati PP., come allo Stabilimento delle ridet-te Suore, e disposte le cose per modo che pochissime ore del giorno rima-nessero i fanciulli nelle proprie Case, potrebbero corrispondere in granparte al bisogno. E sopperirebbero poi alla deficenza, e la Casa degliOrfani, ed il Seminario succursale.

3. Fatti adulti, quella parte che proseguir volesse negli studii avrebbe inpatria gratuita scuola nel Collegio: Quella che volesse apparare belle arti;la pubblica Accademia: Per quelli poi che volessero darsi ai mestieri, chesarebbe la gran massa de’ figli del povero, converrebbe erigere una Casad’Artieri, in cui da probi capi di professioni fossero addestrati i giovani ne’mestieri proseguita sempre la loro religiosa e civile educazione. E potreb-bero ordinarsi le cose per modo che giovasse al mantenimento del luogoquello che si ritraesse dalla vendita de’ lavori esciti di esso.

4. Ciò che si è fin qui detto rispetto all’educazione dei figli del popolo si rife-risca in ispecial modo alla Città. Diremo ora brevemente della Campagna.Quanto alla Campagna, considerato che due ragioni principalissime almiglioramento dei costumi sono la Cassa di Risparmio, che abituanoall’economia raccogliendo il frutto de’ piccoli avanzi, e gli Asili che servo-

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no alla istruzione religiosa e civile; e non potendosi istituire le ridetteCasse nella Campagna col modo che nella Città, né stabilirsi ricoveri perl’infanzia, poiché fin da fanciulli i figli del Coltivatore sono utili nellaCampagna, converrebbe dar opera di recare ad esse quella parte princi-pale di utilità, che dai ridetti Stabilimenti può procedere: Affidare la edu-cazione religiosa ai Parrochi, e la istruzione a precettori di scuole elemen-tari. Animare li Sindaci di Campagna, ed incaricarli a promovere e raccor-re le piccole economie de’ Coloni, versandole nelle prossime Casse diRisparmio, facendo per tal modo gustare ai Campagnuoli i frutti dell’eco-nomia e li pregi del lavoro.

4. Facendo mente però che a li mezzi Comunali o quelli della privata caritàpotrebbero ancora non bastare ad erigere ed ampliare colla necessariavastità li divisati Stabilimenti, in tal caso tornerebbe d’utilità somma man-dare una parte di giovinetti poveri in Roma nel grandioso Stabilimento,di cui fa cenno la Circolare sovraricordata.

Le Magistrature poi, onde poter meglio vegliare alle cure, che sonoproprie del loro ministero, avrebbero assoluta necessità di possedere unoStato civile completo, diviso in tutte le classi che costituiscono la Popolazionedella Comunità, che si potrebbe facilmente compilare dall’Ufficio di Polizia,quando non lo avesse già fatto, da correggersi e modificarsi in quei periodicitermini, che piacesse alla Superiorità di determinare.

Nel rassegnare alla E.V. R.ma questo coscienzioso risultato della nostradisamina, e de’ modi che noi ravviseremmo acconci a raggiungere il desiatoscopo troviamo altresì indispensabile di aggiungere, che la sola Comunità nonpotrebbe sostenere colle poche sue forze economiche le spese, che occorre-rebbero se si volessero mettere in attività le provvidenze, che abbiamo disovra accennato, per cui sarebbe mestieri che il pubblico Erario oltre il man-tenere gratuitamente nello Stabilimento in Roma quella parte di gioventùche volesse addestrarsi al servizio militare, accorresse anche in qualche partea sollevare la Comunità nelle anzidette ingenti spese, che s’andrebbero adincontrare.

Con profondissima stima abbiamo l’onore di riprotestarci

Dell’E.V. R.maU.mo D.mo Obb.mo Servitore

Ignazio Guiccioli

Ravenna, 27 Novembre 1846

Lettera di 15 facciateOriginale autografo, in ASR, Fondo Legazione, b. 633, rubr. VII

APPENDICE N. 2 399

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400 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Bologna

/2.2.4/Pietro Pietramellara al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 7 ottobre 1845

Prot. n. 176Bologna li 7 Ottobre 1845

Eminenza Reverendissima

Avendo noi condotto a termine, la trattativa con le Suore della Carità,per assistere alle infermerie delle Donne nel nostro Spedale, secondo i pattiespressi nell’unito Allegato, e ciò con piena approvazione di ambe le parti; cifacciamo a chiedere all’Eminenza Vostra Rev.ma la facoltà di accogliere leMonache predette, di che certamente verrà migliore servizio alle inferme sicome è mostrato dall’esperienza.

In questa occasione abbiamo l’onore di baciare a Vostra EminenzaRev.ma la Sacra Porpora.

Per la CommissioneUmil.mo Dev.mo Aff.mo

P. Pietramellara

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 851

/2.2.5/

Il card. Carlo Oppizzoni agli arcivescovi e vescovi delle Diocesilimitrofe1, Bologna 18 ottobre 1845

Si come nell’Ospedale di S. Orsola ho intenzione di chiamare le figliedella Carità sotto la protezione di San Vincenzo de’ Paoli, la casa Centrale diqueste è stabilita in Modena. Prima di approvare tale determinazione, mi sentoin dovere di ben maturarla. Egli è perciò che mi permetto di rivolgermi a voiperché si compiaccia di rimettermi copia delle convenzioni concluse dalle sud-dette suore con il vostro Spedale, ove sono state stabilite per quanto mi fa sup-porre. Sarò obbligatissimo alla E.V. se avrà la bontà di corrispondere a questamia domanda assicurando la V.E. obbligata del loro servizio nel rapporto ancheeconomico

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Mi viene notificato, che dalle Figlie della Carità sotto la protezione diSan Vincenzo dè Paoli sia diretto ed amministrato l’Ospedale di codesta Città;si amerebbe di affidare ad esse l’assistenza degli Ospedali di Bologna quindi mirivolgo a V.S. Ill.ma perché si compiaccia di rimettermi una copia delle conven-zioni reciprocamente approvate. Sarò oltremodo obbligato a V.S. Ill.ma,degnandosi notificarmi, se l’Ospedale sia ben diretto anche per la parte econo-mica, aggiungendo quelle riflessioni, che nella di lei saggezza saprà suggerirmiper il miglior governo degli Ospedali. Con sentimenti di vera stima bacio a V.S.Ill.ma umilmente la mano.

Carlo Card. Oppizzoni

Bologna, 18 8bre 1845

Lettera di una facciataMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 851

1 La lettera era indirizzata al card. Chiarissimo Falconieri, arcivescovo di Ravenna, al card. IgnazioCadolini, arcivescovo di Ferrara, al card. Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola, a mons.Luigi Reggianini, vescovo di Modena, e a mons. Filippo Cattani, vescovo di Reggio Emilia.

/2.2.6/Il can. Filippo Cavalieri al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 25 e 31 ottobre 1845

[Bologna] 25 ottobre 1845

Il desiderio e le diligenze e le sollecitudini praticate dalla Ill.ma Comm.Amministratrice l’Ospedale di S. Orsola per ottenere in servigio delle Inferme leSorelle della Carità sono senza dubbio lodevolissime: parmi però di consideraree bilanciare se la spesa necessaria al mantenimento delle suddette in scudi 366annui, di cui va a gravarsi l’Ospedale, sia:1. da potersi sostenere senza allontanarsi dalle pie testamentarie disposizio-

ni; chè se queste fossero tassative e niun arbitrio lasciassero alla lodataCommiss. Ill.ma non vedrei come potesse approvarsi il proposto progettodell’Ordinario.

2. Qualora poi queste facoltà fossero per le testamentarie disposizioni edonazioni date alla Ill.ma Commiss. parmi da esaminare se questo proget-to sia indotto da necessità o da sola utilità.

APPENDICE N. 2 401

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402 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

3. Se invece si tratti di utilità come sembra, parmi da vedere se questa utilitàsia tanta e così evidente da compensare i sacrifici e le spese che si vanno asostenere; massimamente poi se dovesse per questo riceversi nell’Ospedaleminor numero di infermi. E qui ragionando di utilità è chiaro che dovreb-be preferirsi quell’Istituto le cui Sorelle sono le più lodate per ogni aspetto;giacché ho per inteso che non tutte al medesimo appartengono.

Parranno queste osservazioni troppo minute, ma forse non sembreran-no irragionevoli a chi consideri l’importanza della cosa tendendo inoltre a per-petuità.

Vs. Emin. Rev.ma nella sua sagacità e accorgimento giudicherà in pro-posito, cui pienamente sottometto queste considerazioni.

Cavalieri

[Bologna] 31 ottobre

Vedute le relazioni dei pregiatissimi qui unite e le lodi con cui trattanole Sorelle della Carità per le cure sia spirituali che temporali e per l’economiache procurano a sollievo delle inferme e a vantaggio dei Pii Stabilimenti in cuisono annesse, sembra che fondatamente se ne possa pensare ogni bene.

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

/2.2.7/Mons. Filippo Cattani1 al card. Carlo Oppizzoni,

Reggio Emilia 17 novembre 1845

Eminenza Reverendissima

Adempio finalmente al dovere di riscontrare al Venerato Dispacciodell’Eminenza Vostra Reverendissima in data 17. del prossimo scaduto Ottobredi N°. 855. Congregazione Consultiva in ordine alle convenzioni che hannoriguardo le Figlie della Carità Direttrici di questo Spedale Inferme ora datomidal Sig. Presidente dello Spedale stesso che con tutto rispetto rassegnoall’Em.za V.ra Rev.ma unitamente alle regole a stampa pregando l’Encomiata

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E.ma V.ra a volere degnarsi a Lei piacimento rimettermi poscia queste ultimeper non averne altra copia, e per trovare tutta la difficoltà a procurarmi la con-simile.

Bramoso frattanto di ricevere Venerati comandi dall’Ema V.ra Rev.macol baciarle la Sacra Porpora ho l’onore di segnarmi con profondissimoOssequio

dell’Eminenza Vostra ReverendissimaDev.mo, Umil.mo, Osseq.mo Servitore

Filippo Vescovo

Reggio, 17 Novembre 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

1 Filippo Cattani (Modena, 31 luglio 1767 - Reggio Emilia, 7 gennaio 1849) compì i primi studi nellacittà natale, dove fu ordinato sacerdote e conseguì la laurea in Teologia. Insegnante di Ermeneuticae Lingua ebraica in Seminario fino al 1804, si stabilì in seguito a Carpi, dove divenne canonico dellaCattedrale. Nominato vescovo di Carpi il 19 aprile 1822, fu trasferito il 3 luglio 1826 alla sede epi-scopale di Reggio Emilia. Su di lui: T. BAYARD DE VOLO, Vita di Francesco V Duca di Modena, IV, p.148; S. SPREAFICO, La chiesa di Reggio Emilia tra antichi e nuovi regimi, Cappelli, Bologna 1979, V,p. 299 e passim; C. LINDNER, Memorie di sette secoli della Chiesa di Reggio Emilia, Reggio Emilia1992, pp. 137-140.

/2.2.8/Mons. Luigi Prampolini1 al card. Carlo Oppizzoni,

Reggio 18 Novembre 1845

Eminenza Rev.ma

A supplemento del foglio del Prelato Mio Venerat.mo all’Em.za V.Rev.ma diretto sotto il giorno 17 corrente relativo alle Figlie della Carità diret-trici di questo Spedale delle Inferme ho l’onore di fare rispettosamente cono-scere d’ordine del Prelato stesso alla Encomiata Em.za V. Rev.ma lo zelo indefes-so, di cui sono animate le Sorelle suddette nel servizio che prestano alle amma-late alla Cura loro commesse vegliandole di continuo, servendole di tutto puntosì per ciò, che ha riguardo al corpo, ed allo spirito, per cui per amore della veri-tà Loro giustamente si rendono i meritati elogii da tutte le Classi di persone diquesta nostra Città. Tanto a disimpegno di mio dovere, e col baciare all’Em.za

APPENDICE N. 2 403

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404 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Vostra Rev.ma la Sacra Porpora passo al vantaggio di segnarmi colla più profon-da Venerazione

Dell’Em.za V. Rev.maU.mo ossequio. Dev.mo Servitore

Luigi Can.co Penitenziere Prampolini Vic. Gen.

Reggio, 18 Novembre 1845

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

1 Mons. Luigi Trampolini, già professore di Teologia morale nel Seminario diocesano e canonicodella Cattedrale, fu dal 1840 al 1849 vicario generale del vescovo di Reggio Emilia mons. FilippoCattani. Per i suoi atteggiamenti antiliberali fu considerato il principale esponente del clero reg-giano conservatore. Cfr. S. SPREAFICO, La chiesa di Reggio Emilia tra antichi e nuovi regimi, I, adindicem.

/2.2.9/Il card. Carlo Oppizzoni al card. Luigi Amat1,

Bologna 11 novembre 1846

Scuole della Provvidenza

Le Signore Direttrice delle Scuole della Provvidenza affidate alle Suoredella Carità hanno fatto rassegnare umilissima supplica a Sua Santità per averea vantaggio delle suddette Scuole due piccole case di proprietà comunaleanche allo scopo di potere collocare una scuola per le povere fanciulle. Mi sonoadoperato di raccomandare l’istanza all’Em. Seg.rio di Stato da me pregato adumiliare la rispettosa domanda a Nostro Signore. Ora mi permetto di supplica-re l’Em. V.ra a raccomandare questa preghiera, diretta ad ottenere un vantag-gio per l’educazione di queste povere ragazzette. Confidando che l’Em. V.racontinuerà a proteggere questa utilissima erezione, mi confermo

C. Carlo

Bologna, 11 novembre 1846

Lettera di una facciataMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Luigi Amat (Cagliari 1796 - Roma 1860), creato Cardinale nel 1837, fu inviato come legato ponti-ficio dapprima a Ravenna, poi a Bologna. Nel luglio 1848 fu nominato commissario straordinarionelle Quattro Legazioni. Ai primi di novembre del ’48 lasciò definitivamente Bologna. Cfr. E. BOT-TRIGARI, Cronaca di Bologna, I, p. 72 e passim.

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/2.2.10/Memoria per la contessa Ersilia Marsili e la signora Rosa Minghetti,

Bologna 28 novembre 1846

28 9bre 1846

Mi si faccia copia in colonnaCong.e Cons.a

Ho comunicato la copia alla Minghetti

Si unisca alle Scuole della Provvidenza

Documento di una facciataMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 405

In seguito del colloquio tenutoieri mattina crederei che da esse si scri-vesse alla M.sa Ippolita Marsigli:1. che per Maggio il M.se Carlo

Bevilaqua vuole l’appartamento inlibertà

2. Che si penserebbe di trasportare leSuore nella casa della Mascarella edi aprire una seconda Scuola nellacasa degli Angioli

3. Che ottenere vi vorrebbe una quar-ta suora

4. che perciò trattandosi di un nuovoimpianto sarebbe necessario che laSuora Provinciale di Modena si por-tasse a Bologna sollecitamente perfissare una massima anche perl’Economia non conoscendosi leconvenzioni combinate colla sud-detta Superiora

5. Interessa di presto occuparsene pernon mancare a questa Scuola chetanto interessano anche le Signoreche si sono gentilmente occupate

6. Per istruzione aggiungo che da’Vescovi fino da due anni sono piùinformato dietro mia richiesta, cheil contributo attuale alle Suoredella Carità è minore in genere diquello che hanno altrove ove furo-no chiamate. Ora poi sono quattro.

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406 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.11/Conto delle Rendite e Spese dell’anno 1846 per le Scuole

della Provvidenza in Bologna

Spese RenditeAssegno a N° 3 Sorelle Offerte raccolte dalle signoredella carità 334.80 a Natale 264.12Spese di vestiario Generi offerti da

= Abiti lavatura 64.49 diversi benefattori 24.9= Scarpe 113.50 Dall’E.mo Card. Legato 60

177.99 Dal medesimo pelmantenimento di una Suora 108.80

Spese di minestra 61.82 168.80Spese di Manutenzione Dall’Amministrazionedi Mobili 65 dell’Ospedale della vita 150Spese diverse per la Da una riffa di oggettiScuola (spille e refe) 37 regalati in quest’anno 238.02Elemosina di Messe e Da un libretto di riffa delloregaliaal Guardiano scorso anno 2.60della Chiesa di S.Paolo 1.70Per importo di due Dall’Imperatrice delle Russiepezze di mussola 8 per lemosina 10

585.335 Dalla predica di San Petronio 8.13Ricavati da una recita al Teatrodel Corso 40.08Da altra recita fatta in autunno 60

Avanzo sulle renditedel 1846 427.27.5 100.08Totale Scudi 1012.61 Ricavato da diversi lavori venduti 19

Frutti dalla Cassa di Risparmioa tutto il 1846 26.82Totale Scudi 1012.61

Attività a tutto il 31 Dicembre 1846

Avanzo dell’anno 1843 scudi392.15.3 Per un Capitale di cambiofruttifero al 5% come daRogito Longhi delli …. 950

“ 1844 392.73 nella Cassa di risparmiocompreso li frutti a tutto il 1846 173.59

“ 1845 443.97.2 1123.59

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“ 1846 427.27.5 Contanti presso la depositaria Pichat 191.01presso la Sig.ra Contessa Isolani 23.76

Totale Scudi 1656.13 Presso la Sig.ra Contessa De Bianchi 19Presso la Sig.ra Minghetti 34.63Presso le Signore (raccolte di Natale) 264.14

532.54

Totale scudi 1656.13

Documento di due facciateOriginale, in BcoAB, Fondo Malvezzi, cart. 315, f. 4

/2.2.12/Cardinale Carlo Oppizzoni alla Contessa Ersilia Marsili,

Bologna s. d.

Ill.ma Signora

La benefica Sovrana disposizione di concedere due case di questa cittàal Pio Istituto delle Scuole della Provvidenza affidato alle Suore della Caritàsotto la direzione delle quali la S.V. Ill.ma tiene la Vicepresidenza ha avutoil suo effetto mediante il verbale di cessione che riceverà unitamente ai rela-tivi allegati dal Seg.io della mia Cong.ne Con.va che ho incaricato a tale con-segna della quale la S.V. Ill.ma si compiaccia segnare atto di ricevo. QuestaIll.ma direzione vorrà di buon grado assicurare l’Amministrazione di questidue stabili che alla medesima affido solo desiderando alla fine di ciascunoanno conoscere le rendite e relativa erogazione. Nel vivo desiderio di potermaggiormente cooperare a vantaggio di tale benefico Istituto con particola-re stima mi confermo

C. Carlo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 407

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408 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.13/Rosa Minghetti al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 11 febbraio 1847

Eminenza Reverendissima

Le Direttrici delle Scuole della Provvidenza sono in procinto di apriredue Scuole: una nella Via della Mascarella, l’altra nella Via degli Angeli.

Per mandare in effetto questo progetto si presenta un fortissimo osta-colo per quella nella Via degli Angeli.

Il Signor Canonico Cappelli ha fin ora mandato le Ragazze del Suo Ritiroalla nostra Scuola ed hanno fruito dei benefici che si comportano a tutte lealtre.

La casa nella Via degli Angeli è la più piccola e non è capace di conte-nere che solo 50 fanciulle circa.

Se il Canonico Cappelli continuasse a mandare le sue, che sono 30, nonrimarebbe spazio che per venti Scolare, numero troppo piccolo rispetto allemolte contrade piene di poveri che sono in quella parte della Città.

Inoltre la spesa che farebbe la Congregazione per l’impianto, e mante-nimento di detta Scuola, che sarebbe fortissima, andrebbe per la maggior partea vantaggio del Ritiro del suddetto Canonico, e non delle Scuole dellaProvvidenza.

Perciò ci rivolgiamo all’Eminenza Vostra Reverendissima supplicandolaa volerci col suo serio consiglio suggerirci come in questo caso possiamo meglioregolarci.

Piene di ossequio ci inchiniamo al bacio della Sacra Porpora.

Dell’ Eminenza Vostra Rev.maUmilissime, Devotissime Serve

Rosa Minghetti f.f. di vice PresidenteErsilia Rossi Marsili

Barbara Malvezzi PioAnna Berti Pichat

Laura Bentivoglio De BianchiAnna De Bianchi MarsiliLuigia Rusconi IsolaniContessa Marescalchi

Bologna, 11 Febbraio 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/2.2.14/Rosa Minghetti al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 13 marzo 1847

Eminenza Reverendissima

Nell’adunanza che si tenne li 13 corrente dalla Congregazione delleScuole della Provvidenza presentai alle Colleghe le ultime riflessioni della Rev:Madre Rosalia Thouret provinciale delle Suore della Carità relative al contrattodi cui siamo in trattativa, ed ho l’onore di partecipare all’Eminenza Vostraquanto se ne concluse.

La Congregazione ha accordato alle Suore il Giovedì d’intera vacanzache dimandarono ogni mese per stare in ritiro secondo che la regola loro pre-scrive, ma non crede bene di lasciar passare la riserva di vedere in pratica se dueSuore per scuola sono sufficienti all’insegnamento, perché con ciò si esporreb-be a doverne aumentare il numero entro l’anno.

Intorno a che la Congregazione stessa fa umilmente riflettere all’Em.zaVostra, che avendo stabilito che due Suore soltanto presiedano a maestre in cia-scuna delle due Scuole, perché non ha mezzi per stipendiarne di più, non devesu di ciò annuire ad alcuna condizione nel contratto che non sia assoluta e defi-nitiva e senza riserva alcuna.

Ciascuna delle mie Colleghe è persuasa che le due Suore possano basta-re alle ottanta scolare circa quando si frammischino le più provette alle princi-pianti, come si è detto, e si limitino opportunamente gli insegnamenti chemeno importano allo scopo che si è prefisso di loro educazione.

Ma se anco in atto pratico le Suore vedessero che ciò non si verifica, ol’impegno riescisse loro troppo gravoso, per quest’anno si regoleranno comepossono meglio, e rimaranno sciolte dal contratto, compito il medesimo, facen-done formale dimanda al venturo Natale.

La Sottoscritta ha l’onore di inchinarsi al bacio della Sacra Porpora e diprotestarsi

Dell’Eminenza Vostra ReverendissimaUmilissima, Devotissima Serva

Rosa Minghetti f.f. di Presidente

Bologna, 13 Marzo 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 409

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410 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.15/Rosa Minghetti al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 20 giugno 1847

Eminenza Reverendissima

La mia poca salute, e l’incertezza del tempo m’impediscono di venire adossequiare Vostra Eminenza prima di andare a Porretta, come avevo divisato, enello stesso tempo darLe conto di tutto ciò che si è fatto per rendere l’abitazio-ne delle Suore della Carità in istato di sicurezza e di proprietà.

Se le Suore vogliono essere discrete, oggi la Loro Casa è resa salubre,decente e comoda e sono fornite del necessario abbondantemente.

Raporto a quella Servitù di cui è aggravata la Casa nella Mascarella, hopregato il Sig. dottor Matteo Pedrini ad osservare Legalmente come sia stataimposta questa tal Servitù, e se vi è possibilità di toglierla (del che ne dubito),e di farne un raporto all’Eminenza Vostra.

Intanto ho ordinato che si chiuda la scala con un’antiporta nuova, e cosìle Suore sono sicurissime in Casa Loro.

Appena tornerò dai Bagni, mi farò un dovere di dare più minuto contoa Vostra Eminenza di tutto quello che si è fatto intorno allo stabilire con un po’più di regolarità codeste Scuole.

E prostrandomi al bacio della Sacra porpora passo a rassegnarmi conaltissima stima, e venerazione

dell’Eminenza VostraDevotiss. Obbligatiss. ServaRosa Sarti ved. Minghetti

[Bologna] li 20 Giugno 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.16/Rosa Minghetti a Suor Febronia Scagliotti1, Bologna 1 agosto 1847

A Suor Febronia vice Provinciale

Essendo tornata dai bagni ho saputo che per la malattia di due Suore laScuola degli Angeli è stata chiusa, o per meglio dire le Suore non hanno potu-

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to portarsi colà, e solo per qualche ora del giorno la pietà di varie Signore hasupplito alla suindicata mancanza.

Mi corre obbligo di avvertirla che è massima fissata da tutte le Signorecomponenti la Congregazione che le Scuole non abbiano per causa alcuna darimaner chiuse. Ma sicome negli articoli stabiliti nella nostra convenzione del 19marzo 1847 si omise di prendere in considerazione il caso di malattia di qualcheSuora, si potrà ora concertare di comune accordo un mezzo onde non si ripetaquesta inconvenienza.

Per parte nostra adunque si direbbe che qualora una delle Suore infer-masse, e fosse reputata cosa lieve, Suor Felicissima, o chi dirige la scuola nefacesse avvertita quella delle Signore che in quest’epoca farà le veci dellaPresidente, la quale, o manderà a prendere in carrozza una delle Suore, o tro-verà altra donna di reciproca confidenza per accompagnarla ed aiutarla nellelezioni.

Nel caso poi che la malattia fosse di qualche entità, noi siamo dispostea pagare il viaggio di andata e ritorno di una Sorella che supplisse la Suoraammalata, fissando a questa pure la diaria nella misura delle altre. Che se poila malattia si prolungasse oltre un mese saressimo costrette a levare la diariaall’ultima venuta.

Io spero che Ella non troverà questa nostra proposizione fuori del giu-sto, e che vorrà approvarla come articolo supplementario alla nostraConvenzione.

Debbo però avvertirla che non sono senza speranza che un Benefattorepossa darmi tal sussidio da mantenere una quinta suora, ma prima voglio aver-ne un più solido fondamento per parlarne di proposito.

In attensione di certo suo riscontro passo a protestarmi con distintastima

Sua Serva ed amicaRosa Minghetti

Bologna lì 1 agosto 1847

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

1 Suor Febronia Scagliotti era nata a Torino il 19 settembre 1820. Entrata tra le Suore della Carità il3 maggio 1835, fece la professione religiosa il 7 giugno 1840. Nel 1874 passò alla Provincia religio-sa di Roma. Morì a Montemarciano (Ancona) nel 1879. Cfr. Registro Generale delle Suore dellaCarità, in AGSdC.

APPENDICE N. 2 411

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412 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.17/Suor Febronia Scagliotti a Rosa Minghetti, Modena 14 agosto 1847

Modena, 14 Agosto 1847

Illustrissima Signora

Sono dispiacente assai d’aver ritardato a rispondere alla pregiatissimasua, attese varie combinazioni.

Ho partecipato la suddetta alla mia Rev.ma Superiora la quale m’impo-ne palesare a V.S. Ill.ma ch’essa non ricusa accettare le convenzioni fattele, circala malattia delle nostre Sorelle, ma che dovendo per necessità recarsi una suorasola agli Angioli, preferisce e prega venga questa accompagnata in legno per-ché non è stile dell’Istituto andare sole e sopratutto in Bologna.

A tutto aderisce la mia Superiora sperando però verranno effettuate lemire di V.S. Ill.ma sulla quinta Suora, e così verranno evitate inconvenienti chein quattro sole potrebbero facilmente ripetersi.

La medesima presenta a V.S. Ill.ma i più distinti e rispettosi doveri, men-tre unendomi alla stessa nei sentimenti della più profonda stima e considera-zione mi professo

di V.S. Ill.maUmil.ma Serva

Suor Febronia Scagliotti

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.18/Rosa Minghetti a suor Febronia Scagliotti, Bologna 20 agosto 1847

Pregiatissima Suor Febronia

Riscontro la pregiatissima sua 14 corrente. Ho piacere che la Superioraaccetti i patti quali io Le accennai nella mia lettera 1° Agosto cor.. In quanto alladomanda che siano accompagnate in carrozza le Suore alla Scuola degli Angeliogni qualvolta per malattia di una Consorella dovesse andarvi sola; io possoassicurarla che questo sarà fatto il più delle volte, non potendo però pigliarne

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un obbligo assoluto nel caso possibile che si dovesse troppo frequentemente elungamente ripetere.

Debbo con mio dispiacere avvertirla che le speranze concepite per laquinta Sorella si sono affatto distrutte allorquando il Benefattore intese a qualsomma montava il mantenimento annuo di una Suora, ritirò la sua proposizio-ne, e si limitò ad una semplice offerta allo Stabilimento.

Mancato questo soccorso fa d’uopo dimettere affatto il pensiero dellaquinta Suora.

Spero che gli articoli da noi firmati ed accettati dalla Superiora non sof-friranno alterazione alcuna mettendogli in pratica, e che l’articolo supplemen-tario avrà le medesime garanzie degli altri.

Colgo con piacere l’occasione di ripeterle i sentimenti della mia sincerastima e amicizia. Ho il vantaggio di protestarmi

Sua Serva ed AmicaRosa Minghetti

Bologna, 20 Agosto 1847

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/2.2.19/Suor Felicissima Tagliazucchi al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 12 maggio 1849

Dio SoloEminenza Reverendissima

Non oso sortire di casa1 temendo di recare dispiacere a V.E. e Le comu-nicherò in iscritto quanto è accaduto.

Questa mattina le Suore mie compagne che sono per gentilezza di V.E.alloggiate a S. Orsola, mi hanno scritto che il Guardiano di detto Luogo, permotivo della disaffezione avuta con loro i primi giorni è stato licenziato. Percarità Eminenza in qualunque avvenimento contrario mi sono trovata ho sem-pre avuto conforto e sollievo ricorrendo al Paterno suo cuore, e spero che anchein questa circostanza vorrà consolarmi facendo in modo che quel povero Uomosia di nuovo trattenuto nel suo Uffizio. La conoscenza sperimentata mai sempredel magnanissimo Suo Cuore mi fa sperare di essere esaudita di quanto in que-

APPENDICE N. 2 413

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414 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

sta mia ardentemente imploro, e per ciò gliene rendo i più vivi ringraziamenti.Prostata a piedi Suoi pregandola della Pastorale benedizione e baciandolerispettosamente la sacra Porpora mi dico piena della più viva riconoscenza

della Eminenza VostraU.ma Obb.ma Obl.ma Serva

Suor FelicissimaDi Casa 12 Maggio 1849

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 309

1 La data coincide con quella della sollevazione di Bologna contro gli Austriaci e con la successivacapitolazione della città. Probabilmente in quei giorni di pericolo le suore insegnanti delle Scuoledella Provvidenza si prestavano a curare i feriti dell’ospedale di Sant’Orsola.

/2.2.20/Le Suore della Carità di Bologna al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 14 maggio 1849

Dio SoloEminenza Reverendissima

Noi umili e riconoscenti Suore della Carità ci facciamo dovere di ester-nare all’Eminenza vostra Reverendissima i sensi di gratitudine dalla quale siamocomprese per le grandissime prove d’amore e di bontà, che ci vengono conti-nuamente usate. E nell’atto che ringraziamo l’Em.za vostra Rev.ma dei fatticifavori la supplichiamo a voler coronare i suddetti col volere degnare di accor-darci la grazia di aver qui con noi la nostra Superiora Suor Felicissima lasciando-la venir almeno per un giorno onde con la sua presenza dissipare la pena cheproviamo per essere da lei divise. Nella speranza d’essere dall’Em.za vostraRev.ma esaudite dell’umile richiesta, passiamo al bacio della sacra porporaimplorando copiosa abbondante benedizione.

Dell’Em.za v.tra R.maDiv.me ob.me umil.me Figlie

Le Suore della Carità

Da S. Orsola li 14 maggio 1849

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 209

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/2.2.21/

Suor Felicissima Tagliazucchi al card. Carlo Oppizzoni,Bologna 15 maggio 1849

Dio Solo

Eminenza Reverendissima

Ieri alle 5 ½ ricevei la Lettera che qui unisco, credei di fare la volontà diDio, venire da queste povere esule.

Stamattina mi sarei portata a fare il mio dovere con V.E.R. se le preghie-re delle Suore, non mi avessero trattenuta, in ogni modo dimani mattina spero disoddisfare a questo mio obbligo, se le circostanze presenti non m’impediscono.

In tanto colla più distinta venerazione le bacio la Sacra Porpora, e Laprego di compartirci la Pastorale Sua Benedizione.

U.ma Obb.ma Obbl.ma ServaSuor Felicissima

Da S. Orsola 15 maggio 1849

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 209

/2.2.22/Il card. Carlo Oppizzoni a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 23 gennaio 1850

Bologna, 23 Gennaio 1850

Ill.mo e Rev.mo Signore

Dal qui unito rendiconto delle Scuole della Provvidenza potrà compren-dere quanto grande sarebbe il danno qualora dovessero chiudersi.

Ora le elargizioni colle quali esse erano mantenute sono diminuite ingran parte e minacciano di diminuire anche di più, per la qual cosa si sarebbecostretto a chiuderle quando non venissero soccorse.

APPENDICE N. 2 415

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416 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

In tale stato di cose mi volgo alla S.V.Ill.ma perché voglia raccomandar-le alla Santità di nostro Signore Papa Pio IX ed impartirle un annuo assegno persopperire almeno alla spesa più necessaria per mantenerle e per provvederle diun locale opportuno e decente.

Io so quanto la S.V.Ill.ma sia ben disposta a favorirle onde null’altroaggiungo essendo ben certo che Ella farà molto di più, che le mie parole nonsaprebbero domandarle.

Pieno di stima e considerazione passo a confermarmi

della S.V. Ill.ma Rev.maC. Oppizzoni

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.23/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 10 marzo 1850

Eminenza Rev.ma

Quando l’Eminenza Vostra Rev.ma con suo venerato foglio del 23 Genn.p. p. Trasmettendomi un Rendiconto delle Scuole della Provvidenza si degnavad’invitarmi a volerle raccomandare alla Santità di N. S. ed impetrare dalla suamunificenza un annuo assegno ed un Locale conveniente per le alunne, mi sareivolentieri accinto a secondare tostamente l’invito se alcune considerazioni nonmi si fossero affacciate che giudicai non doversi trascurare, e che mi tennero finqui dal por mano a un tale officio.

Primieramente parevami che fosse da aspettare migliore opportunitàad umiliare al S. Padre una tale preghiera, estimando non del tutto dicevole ilfarlo in un tempo in cui Egli era lontano dalla sua Sede, e dove abbisognava eglistesso delle offerte dei fedeli, che la pietà dei Pastori va raccogliendo ancoranegli esteri Stati, e che per mio mezzo gli giungono se non in iscarsa, certo innon molto abbondevol misura.

Quanto poi all’impetrare un Locale che raccolga le Suore Direttrici ele giovinette alunne vedeva necessario di cercarne prima uno che avesse potu-to giudicarsi adattato e conveniente, e proponendolo al S. Padre implorarneallora dal medesimo la concessione. Ma in ciò sebbene mi sia adoperato nel-

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l’intervallo di tempo che è corso dalla lettera dell’Em.za Vostra Rev.ma fino adora, non mi è venuto fatto di rinvenirlo, occupandone forse i più acconci, o imeglio disponibili le truppe indigene ed estere qui stanziate. Nondimeno, amalgrado di questi riflessi, vedendo infaustamente prolungarsi il tanto bra-mato ritorno dell’Augusto Pontefice in Roma, e d’altra parte facendosi viep-più stringente il bisogno di provvedere alla continuazione d’esse Scuole sottola pia ed altissima direzione delle Suore della Carità, non mi parrebbe daindugiare più oltre a porgere la suindicata preghiera alla Santità di N. S. Senon che niun ricorso troverei poter riuscire più accetto né di tanta efficacia,quanto quello che venisse fatto direttamente alla prefata Santità Sua dallastessa Eminenza Vostra Rev.ma, che per ministero del suo Episcopato esercitasopra tali Istituti di Carità un patronato e una giurisdizione tutta propria especiale. Io non potrei che cooperare per quanto è in me, ed aggiungere allerappresentanze dell’Em.za V. Rev.ma il debole ajuto delle mie parole, al chesenza dubbio non mi ricuso; ma a poterlo fare in modo utile e convenienteall’importanza del soggetto, troverei indispensabile, trattandosi di istituzioneesclusivamente proficua a questa città, di far conoscere in pari tempo allaSantità di N. S. quali e quanti ajuti possa elargire l’Episcopato al mantenimen-to della medesima, quali e quanti ne possa contribuire il Municipio allo stes-so caritatevole scopo, onde il Sovrano vedendo i sacrifici dell’uno e dell’altro,e calcolando per quanto si può sulle oblazioni dei privati potesse megliodeterminarsi a seguire gl’impulsi del suo cuore paterno. Alla voce autorevo-le dell’Em.za V. Rev.ma non sarà sorda la rappresentanza Comunale, come nolsarà la pietà dei Privati, ove a quella pure volesse direttamente volger le sueparole; imperocché conoscendosi da ognuno quanto grande vantaggio dacosì salutevole istituzione può derivare, non si può disconoscere d’altra partequanto sarebbe deplorevole e indecoroso se per mancata cooperazione di chivi avea immediato e vitale interesse venga quella a cessare.

Attenderò che l’Em.za V. Rev.ma si degni di darmi gli elementi suaccen-nati, e di farmi sapere quando dovrò dar corso ai miei offici in aggiunta di quel-li dell’Em.za Vostra, mentre inchinato al bacio della sacra porpora con profon-da venerazione mi protesto

Dev.mo Umo Osseq. ServitoreGaetano Bedini

Bologna, 10 Marzo 1850

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 417

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418 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.24/

Il card. Carlo Oppizzoni a mons. Gaetano Bedini,Bologna 20 marzo 1850

Ill.mo e Re.mo Signore

Premesse sincere azioni di grazie per le vivissime premure addimo-strate dalla S.V. Ill.ma e R.ma relativamente alle Scuole della provvidenza,e Suore della Carità che ne hanno la direzione, e memore di quanto siaccennò nel colloquio ultimamente tenuto in proposito specialmente perrinvenire adatto locale, sarei a proporre per uso dell’Archivio di cui è neces-saria la traslocazione il vasto ambiente già infermeria, ora ad uso diMagazzino di Serraglie nel Piano Superiore del locale detto della Mortepresso la Piazza Maggiore che porta la lunghezza di piedi n°120, e la lar-ghezza di piedi n° 22.

Appartenendo questo locale all’Ospedale Maggiore, qualora risul-tasse opportuno dietro visita che prego la S.V. Ill.ma a far eseguire, potrà inallora tenere a concerto col Sig. M.se Francesco Guidetti in rappresentanzadella Com. Am. Di detto luogo Pio per le analoghe disposizioni disposto iocome tuttora di detto Pio stabilimento per prestarmi con tutta la possibilecooperazione. Desideroso di un cenno di riscontro sull’esito delle accennatepredisposizioni, con piena stima e considerazione mi confermo

C. Carlo

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.25/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 8 aprile 1850

Eminenza Rev.ma

Appresso il venerato foglio dell’Em.za Vostra Rev.ma in data 20 Marzop.p. N° 37 Congr.e Consultiva, ho preso cognizione del locale in esso additato-

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mi, e proposto dall’Eminenza Vostra come acconcio a ricevere l’Archivio deiResidui nel caso della consaputa traslocazione.

Riflettendo io però maturamente alla cosa, e ritenuto che il locale indiscorso non è proprietà Governativa, ma di Luogo Pio, non so dissimulare ame stesso come il domandare al Ministero il traslocamento dell’Archivio sud-detto da un luogo del Governo in uno di altra proprietà per lasciare il primoad uso di Scuole dirette dalle Suore della Carità, sarebbe non solo malagevo-le a conseguirsi pel stipendio considerevolissimo ed inseparabile da una ope-razione che si presenta non meno grave che fastidiosa, ma forse strano anco-ra perché il Governo verrebbe ad imporsi un fitto che presentemente nonsostiene. Che se il fitto si corrispondesse da chi ha in cura ed amore un Istitutocosì provvido ed ovunque ricercato, tanto varrebbe lo spenderlo per un loca-le che per un altro.

Mi parrebbe quindi miglior consiglio il destinare alle Suore della Caritàe loro Scuole il locale dall’Em.za Vostra accennatomi, aspettando di chiederepoi al Governo altro luogo quando fosse in grado di somministrarlo, od aumen-to di cooperazione nella elargizione di qualche sussidio; e tanto più io trovereiopportuno di mandare ad esecuzione al più presto possibile questo mio divisa-mento, in quanto che nella ristrettezza di locali, in cui è la Città, occasionata dalmovimento delle truppe, sapendosi dell’esistenza di esso, non sarebbe lontanoda probabilità che il Comando Militare ne facesse suo pro, se più a lungo con-tinua a rimanersene quasi vuoto.

E qui mi cadrebbe in acconcio di manifestare all’Em.za Vostra un miosommesso parere.

Le Suore in sostanza vengono ringraziate dalle Signore perché nonhanno né sanno come sopportare la relativa spesa, e migliorarne la condizioneper l’abitazione competente. Si ridurranno dunque le Signore alla continuazio-ne delle Scuole della Provvidenza in misura più discreta economizzando suMaestre e Direttrici che, com’esse dicono, costino meno.

E bene sta, o bene stia. Per evitare però l’indecorosissimo caso che leSuore non sostenute dalle Signore partano del tutto da questa Città tanto riccadi Istituzioni e d’animi generosi, potrebbesi erigere e dare alle Suore in discor-so una terza Scuola, che potendo essere più ristretta nel numero delle alunne,offrirà il vantaggio di esigere ancora minor locale e minor numero di Suore. Aquesto intento io crederei che si dovessero precipuamente rivolgere le curedell’Em.za Vostra, e giudico che la capacità e la posizione del locale designato-mi da V. Em.za si presterebbero a ciò ben comodamente.

Io finché avrò la fortuna di rimanermi in questa nobilissima Città con-tribuirò volentieri al mantenimento di un’altra Suora, prontissimo a cogliereogni felice opportunità per impegnare il Governo e Sua Santità a benigne con-cessioni, quando potrò all’uno e all’altra far conoscere, come dissi, in quanta

APPENDICE N. 2 419

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420 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

misura vi concorra il Municipio e l’Episcopato, su di che l’Eminenza Vostra milascia ancora desiderare il riscontro.

Se questi miei riflessi troveranno ascolto presso l’Em.za V. Rev.ma avròla consolazione di non essermi male opposto con umiliarli alla di Lei pondera-zione, ed inchinato al bacio della Sacra porpora con profondo ossequio mi pro-testo

dell’Eminenza Vostra Rev.maDev.mo U.mo Osseq.mo Servitore

Gaetano Bedini

Bologna, 8 Aprile 1850

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.26/Il card. Carlo Oppizzoni a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 4 maggio 1850

Ill.mo e R.mo Signore

Ringraziate le Suore della carità dalle Signore Direttrici delle Scuoledella provvidenza, e sciolte queste da relativi incombenti di maestre nel venien-te giugno come ne avvisa da Modena la Superiora Suor Rosalia Thouret, premeora più che mai a seconda delle sagge riflessioni della S.V. Ill.ma, e R.ma da mepure altamente sentita, di non lasciare cioè indecorosamente partire da questaCittà dette Suore, che certamente con vantaggio non hanno mancato di prati-care le più assidue cure d’istruzione verso le povere fanciulle alle medesime affi-date, e conseguentemente alle intelligenze precorse colla prelodata S.V. Ill.maprocurare opportuni mezzi onde mantenere una Scuola sotto la direzione dellemedesime Suore affidata esclusivamente alla ordinaria vescovile sorveglianza.

A tale intendimento, come base di successive deliberazioni, ho fattotracciare dalla Superiora Suor Rosalia Thouret un preventivo che comprende ilmantenimento almeno di tre Suore, e l’occorrente per 60 fanciulle da affidarsialle medesime. Il risultato che la S.V. Ill.ma, e R.ma potrà rilevare nell’unitofoglio porta la cifra di annui Scudi 6.00 circa.

A cumulare tale somma indispensabile al certo per effettuare il conce-pito progetto (premesso che per parte di quest’Episcopio dispongo fin d’ora per

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tale oggetto annui Scudi 260), è intendimento di rivolgermi a Roma per otte-nere qualche sussidio annuo sullo spoglio de’ benefizi vacanti in questa dioce-si, sulli residui demaniali tutt’ora sussistenti, ed anche sul lotto, ma prima diavanzare analoghe istanze, memore della generosa disposizione esternata inproposito dalla S.V. col pregiato foglio 8 aprile scorso, trovo opportuno cono-scere la cifra della somma che l’animo di Lei pietoso, e benefico intende annual-mente offerire a sì lodevole scopo.

Dopo ciò sarà mia cura sottoporle le diverse memorie da dirigersi a S.Santità onde possano queste venire avvalorate dalli valevolissimi uffizi dellaprelodata S.V. affine di ottenerne di più sicuro, e sollecito intento.

nell’accertarle frattanto che io non dimentico le veramente sincere, egenerose di Lei dimostrazioni a vantaggio della classe indigente di questa Città,ed in attesa di desiderato riscontro con pienezza di stima, e considerazionepasso a confermarmi

C. Carlo

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.27/Il card. Carlo Oppizzoni al marchese Nicolò De Scarani1,

Bologna 4 maggio 1850

Sig. M.se Nicolò Descarani Pres.della Commissione Municipale37/1846

Ill.mo Signore

Con mio foglio N. 56/b pregai V.S. Illma e codesta Eccelsa Magistraturaad interessarsi per sussidiare le Scuole della provvidenza, e particolarmente peiLocali. Ora alcune circostanze fanno cambiare l’attuale sistema delle suddetteScuole, ed a suo tempo le farò conoscere il nuovo piano delle medesime. Quindila prego a sospendere per ora qualunque risoluzione che si credette adottareper soccorrere le Scuole suddette.

Prego V.S. Ill.ma a ritenere riservata presso di se questa mia comunica-

APPENDICE N. 2 421

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422 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

zione all’oggetto speciale di poter riuscire con prudente riservatezza a concepi-re il piano che ora si sta esaminando.

Con vera stima mi dichiarodella S.V. I.

C. Cardinale Oppizzoni

Bologna, 4 Maggio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Nicolò De Scarani (Bologna 1786 - ivi 1857), marchese, benemerito cittadino ed operoso ammini-stratore. Fu vicesegretario della Società Agraria Bolognese fin dal 1807, socio onorariodell’Accademia delle Belle Arti, Consultore di Legazione e membro del Consiglio Provinciale,Consigliere e Conservatore del Municipio e più volte Senatore. Ebbe molta parte nella restaurazio-ne dell’antico Archiginnasio e fu tra i principali sostenitori delle istituzioni assistenziali ed educati-ve locali. Su di lui: E. BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna, II, p. 353 e passim.

/2.2.28/Il card. Carlo Oppizzoni al nuovo Consiglio di Amministrazione delle

Scuole della Provvidenza, Bologna 6 maggio 1850

Bologna, 6 Maggio 1850

Dietro rappresentanza fattami dalle Suore della carità che provvisoria-mente in questa città presiedono alle Scuole della Provvidenza, ed ora passanoalla Scuola che si istituisce a S. Carlo di non potere continuare a tenere apertacasa per mancanza di caritatevoli oblazioni. E’ fatto riflesso essere di grandeutile alla classe miserabile l’avere persona che si prenda premura dell’istruzio-ne morale, civile, e religiosa di povere abbandonate fanciulle.

Fatto riflesso che a questo lodevole fine servono le enunciate Suoredella carità e che all’Autorità ecclesiastica, che ne ha l’esecutiva protezione esorveglianza, incombe di rinvenire quei mezzi che possono necessitare perchéuna tale istituzione abbia vita.

Fatto riflesso che usando della facoltà impartita dal Pontefice ClementeXIV può l’ordinario disporre degli avanzi del Patrimonio ex Gesuitico a sussidiodi luoghi Pii di questa Diocesi, ed anzi l’avanzo qualunque può destinarsi infavore dell’opera dei mendicanti alla cui Classe appunto servono le Scuole dellaprovvidenza.

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Tutto ciò ben ponderato abbiamo provvisoriamente e fino a nuovonostro ordine, e dai nostri Successori in questo Arcivescovato assegnato sulla ren-dita del patrimonio ex Gesuitico Am.to da questa nostra Azienda Arcivescovilealle Scuole della provvidenza dirette dalle rev.de Madri della carità l’annuasomma di scudi duecento da soddisfarsi trimestralmente in ragione di scudi cin-quanta per ogni trimestre, e ne retrodatiamo l’effetto al 1° Gen.o corrente anno.Il pagamento si farà dietro mandato delle nostre mani, e del tenore seguente:

Carlo etc.

Per erogarli come al nostro ordine portato dagl’atti di Cong.neConsultiva Prot.N.37/del 1846 e conservato sotto soggetto in detta Posizione,l’agente Sig. Carlo Fornasini metterà a nostra disposizione, e de’ successorinostri sino a revoca del medesimo annui scudi duecento (S.200) a carico delPatrimonio ex gesuitico pagabili nelle nostre mani alla fine di ciascuno trime-stre in ragione di S.59 scudi cinquanta.

tale assegno dichiariamo retroattivo al primo del corrente anno per cuisi attende già il pagamento dello scorso trimestre. farà annodamento regolarenei registri dell’Azienda dal presente ordine, e da trimestrali pagamenti chefarà dietro mia dichiarazione.

Dall’E.Questo dì 6 Maggio 1850

La presente disposizione approvata colla postilla si conserverà nellaposizione di cui sopra, sotto sigillo a cura del Segretario della Cong.ne Cons.va,il quale di suo carattere incarichiamo ad estradare l’ordine al Fornesini nei ter-mini di cui sopra.

C. Carlo Oppizzoni

Lettera di due facciateOriginale autografo con note in calce, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.29/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 19 maggio 1850

Eminenza Rev.ma

Sento tutto l’impegno delle zelanti premure di V.E. Rev.ma coltivantil’idea di non lasciare interrotte le Scuole della Provvidenza per almeno un

APPENDICE N. 2 423

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424 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

determinato numero di povere fanciulle sotto la direzione delle benemeriteSuore della Carità. I vantaggiosi effetti di tale provvida Istituzione fanno pervero desiderare, che le commendevoli viste di V.E. Rev.ma, intese a procacciarealtri sussidj per sostenerla, sortano l’esito più felice.

Dal canto mio non lascerò intentato ogni ufficio per contribuire al nobi-le scopo, ed intanto sulle tracce del di Lei luminoso esempio ho disposto che ilfondo di Esso, fin qui somministrato dalla Legazione pel concorso al manteni-mento di dette Scuole sia portato alla cifra di S. 200, nel desiderio che pur con-tinui a decoro della Città ed a profitto di quegli Esseri innocenti il beneficoIstituto sotto quella direzione, mancando la quale, o rendendosi più florido ilconcorso della carità privata, per cui possa il pio istituto scemare nei bisogni,anche la corrisposta che ora si aumenta dovrà proporzionatamente scemare.

Per quanto concerne il disavanzo ho pensato di rivolgermi alle dueAziende Provinciale e Municipale colla minuta di lettera che unisco, a cui mifarò sollecito di dare corso, qualora l’E.V. Rev.ma non abbia cosa in contrario.Ho lusinga per siffatto modo di provvedere al restante fabbisogno delPreventivo, e ad assicurare almeno per ora la continuazione delle Scuole. Mi siacortese l’E.V. d’un cenno di riscontro su questo mio divisamento.

Intanto ho l’onore d’inchinarmi con ossequio profondo al bacio dellaSacra Porpora.

Dell’ E.V. R.maD.mo U.mo Osseq.mo Servitore

Gaetano Bedini

Bologna, 19 Maggio 1850

Lettera di due facciateOriginale autografo, AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.30/Mons. Gaetano Bedini alla Commissione Municipale di Bologna,

Bologna 31 Maggio 1850

Prot. N. 4572 29 Luglio 1850Il Commissario Pontificio Straordinario per le LegazioniN. 2237 Sez. Ris.

Ill.mi Signori

Ringraziate le Suore della Carità dalle Signore Direttrici delle Scuoledella Provvidenza, e sciolte queste dai relativi incombenti di Maestre nel

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veniente Giugno, come ne avvisa l’Em.mo Sig. Cardinale Arcivescovo con riveri-to Dispaccio N° 36/1846, sta per essere sprovveduta la città di sì beneficaInstituzione e le povere fanciulle abbandonate come prima a tutte le sinistreavventure della miseria e della corruzione.

Ho dovuto dividere colla lodata Autorità Ecclesiastica la intima dispia-cenza per tale incontro, e non taccio avere esternato vivo desiderio perchésieno rimosse le cause di siffatta perdita, che avvenuta una volta, non restereb-bero che a deplorarne le conseguenze. Queste cause consistono esclusivamen-te in una parziale mancanza di fondi per sostenere le scuole, e per provvedereal mantenimento necessario di quelle benemerite Educatrici.

Vedere il danno morale soprastante a quello che più del civile trovasiesposto agli aggiranti della seduzione e del mal costume, e non animarsi di zeloper non impedirlo, non poteva non essere alle Autorità che hanno principalemissione all’uopo.

Quindi fu, che l’Em.mo Sig. Cardinale Arcivescovo in mezzo ai suoi tanticaritatevoli impegni corrisponde benigno ad allontanare l’evento: e fattosi adindicare il preventivo della spesa per la istruzione a tante povere fanciulle, edalla sussistenza di tre suore, lo ebbe nella cifra risultante dal foglio che le uni-sco. Poi a dare esempio di quella insigne Pietà che lo distingue dispose perparte dell’Episcopio un fondo annuo di scudi 200; non senza spiegare l’intendi-mento di rivolgersi eziandio alla Dominante, onde conseguire altri annuali sus-sidi: e finalmente di compiere l’encomiato pensiero e di non esitare a quellautile cooperazione che per me era possibile in via straordinaria aumentando suifondi di Legazione l’assegno fin qui prestato, nella cifra di Scudi 110 nellasomma di Sc. 200.

La narrativa di queste pratiche, lo scopo cui mirano, il beneficio che pro-muovono, in cui si comprende altresì un’idea di decoro per questa Città, che infatto di pubblica Beneficenza ha tanti titoli alla universale ammirazione, nonmi lasciano dubbi su quei spontanei tratti di concorso, che l’interessamentodelle SS. LL. Ill.me per pubblico bene mi ripromettono a pareggio del restantesuo bisogno. E mentre eguale ufficio vado a dirigere all’Azienda Provincialeonde agevolare sempre più alle SS. LL. Ill.me la sua offerta, è sperabile che ilcontributo da fissarsi nel momento, possa venire diminuito a mano a mano chel’altrui benignità, all’uopo invocata, si piaccia unirsi ai comuni sforzi.

Io non aggiungo di più ad insinuare nell’animo delle SS. LL. favorevolidisposizioni ben conoscendo per prova l’animo loro inclinatissimo a questamaniera di pubblici soccorsi in pro della presente generazione, colpita dall’indi-genza, e quindi nel costante pericolo di male riuscita, anche perché gli è que-sto uno de’ validi spedienti a far decrescere in progresso il gravoso carico deltitolo Beneficenza, educate che sieno le classi assorbenti all’amor del lavoro, ene’ santi precetti della nostra SS.ma Religione.

APPENDICE N. 2 425

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426 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Quanto sollecito altrettanto gradito mi verrà il cortese riscontro. ancheper essere imminente la chiusura delle indicate Scuole, e intanto le confermo lamia più distinta stima.

Il Commissario Pontificio StraordinarioG. Bedini

Bologna, 31 Maggio 1850

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGAB, Fondo Legazione

/2.2.31/Il card. Carlo Opizzoni al card. Giacomo Antonelli1,

Bologna 5 giugno 1850

E.mo e R.mo Sig. Mio Oss.mo

Fatto partecipe che le Suore della Carità nella qualifica di Maestre delleScuole della Provvidenza per educazione di povere fanciulle in questa Cittàerano per lasciare un tale Esercizio e ritornare a Modena per l’impossibilità diproseguire a seconda delle predisposizioni seguite colle SS.re Direttrici di detteScuole causata in parte dalla mancanza di mezzi per sostenere un tale peso, esentita vivamente la dispiacenza di un tale incontro per un canto di poco deco-ro alla Città, e per l’altro di danno alla classe delle fanciulle indigenti che rimar-rebbero abbandonate all’ozio, ed all’aggiramento della seduzione, formai pen-siero di rimovere le cause di siffatta perdita, che avvenuta una volta, non reste-rebbero che a deplorarne le conseguenze, giacché l’esperienza ha addimostra-to li vantaggiosi effetti di sì provvida istituzione sotto maestre zelantissimecome le Suore della Carità.

Presi quindi gli opportuni concerti colla Superiora di dette Suore resi-dente in Modena, e formato un preventivo necessario al completo manteni-mento di trè almeno di quelle benemerite educatrici per condurre una Scuoladi circa sessanta (60) fanciulle, colla somministrazione alle medesime di unaminestra giornaliera nei mesi d’inverno, e di due vestiarii annui per ciaschedu-na oltre la calzatura, ne è risultata la cifra in annui Scudi settecento (Sc. 700)circa.

Per parte di questo Episcopio ho predisposto l’assegno di annui Sc. 200e rivolte quindi le mie premure all’Esimio Commissario delle Legazioni

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Monsignor Bedini, che animato da sentimenti di religiosa pietà, conscio delreale bisogno, ed efficacia di siffatto Istituto, meco dividendo la dispiacenza peltemuto abbandono di dette Suore, e le premure onde provvedere li mezzi pertrattenerle ha disposto in via d’aumento la somma di elargizione Legatizia diSc. 200 colla promessa inoltre di interessare per tale oggetto anche la Provinciae la Comune.

Se non che resta ancora non poco a sopperire al puro bisognevole rico-nosciuto nella ristretta cifra su enunciata, ed ogni mia speranza è riposta nellamagnanimità del S. Padre quale appunto invoco mediante la valevolissima diLei mediazione. Li sentimenti di cui conosco animata l’E.V. moveranno anchel’animo di S. S. per se stesso inclinatissimo a queste maniere di pubblici soccor-si a pro della crescente generazione colpita dall’indigenza, e quindi nel costan-te pericolo di male riuscita, ed anche come valido spediente a far decrescere inprogresso il gravoso carico del titolo beneficenza, educate che sieno la classiassorbenti, all’amor del lavoro, e nei santi precetti della SS.ma nostra Religione.

Si stimi adunque l’E.V. esporre al S. P. queste umili mie preghiere diret-te a favorire la classe indigente affidata al mio ministero pastorale, non occul-tando che altre Scuole sotto maestre private colla cooperazione delle SS.reDirettrici continueranno a giovare all’educazione di altre povere fanciulle, enella fiducia che avvalorate dalla valevolissima di Lei cooperazione sieno perottenere un felice risultato, con profondo ossequio le bacio la mano

[Carlo Card. Oppizzoni]

Lettera di 2 facciateMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Il card. Giacomo Antonelli ricopriva la carica di presidente del Consiglio e ministro degli Esteri nelnuovo governo istituito da Pio IX dopo la promulgazione dello Statuto costituzionale nello StatoPontificio (marzo 1848). Giova qui ricordare che del suddetto governo facevano parte anche mons.Carlo Luigi Morichini, tesoriere della Rev.da Camera Apostolica, in qualità di ministro delle Finanze,ed il bolognese Marco Minghetti, ministro dei Lavori Pubblici.

/2.2.32/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 7 giugno 1850

N. 2237 Sez. Ris.Eminenza Reverendissima

A discarico di quanto m’incombeva, dietro il ricevimento dell’ossequia-to Dispaccio della E.V. R.ma 29 Maggio scorso N. 37, ho spedito le lettere che

APPENDICE N. 2 427

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428 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ella assentiva in via di progetto, alle Commissioni Amministrative Provinciale eComunale.

Sono compreso inoltre della più sentita e riverente gratitudine peravere l’E.V. R.ma avuta la bontà di accludere nel sopracitato di Lei foglio, laminuta di un indirizzo, che penserebbe inoltrare all’E.mo Segretario di Stato,allo scopo di sostenere ed ingrandire gli Stabilimenti infantili di questa città,che raccolgono nel loro seno le figlie abbandonate del povero.

E poiché mi permette alcuna osservazione accennerò, che il richiamoalla cooperazione di vari fondi devoluti alla gerarchia ecclesiastica, non potreb-be forse riuscire gradito alla Santità di N.S., ed io sarei del sottomesso avviso chela istanza si dovesse limitare ai soli residui demaniali, dai quali le stesse Scuoledella Provvidenza ebbero già graziosa elargizione.

Io non intendo perciò di porre ostacolo a quanto saggiamente potesseavere in proposito V.E. R.ma la quale nella perspicacia che La distingue non puònon iscorgere quanto più convenga all’utilità del fine: ma così esprimendomiho creduto di corrispondere alle rispettabili ricerche di che mi onorava, comeho l’alto pregio d’inchinarmi con profond’ossequio al bacio della SacraPorpora.

Dell’E.V. Rev.maDev.mo U.mo Osseq. Servitore

Gaetano Bedini

Bologna, 7 Giugno 1850

Lettera di due facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.33/Le Direttrici delle Scuole della Provvidenza al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 13 giugno 1850

Eminenza Reverendissima

Poiché le Suore della Carità per la impossibilità di trovare locale acco-modato ai desiderii loro si risolsero di lasciare le Scuole della Provvidenza fissan-do perciò l’epoca del 15 Luglio, è nostro debito di sottoporre all’E.V.R. il dise-gno che noi abbiamo formato circa la continuazione dell’andamento delleScuole medesime.

1° Ognuna delle Scuole, cioè quella degli Angeli, e quella dellaMascarella avrebbe una Maestra pagata a Scudi 12 mensili, la quale Maestra si

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sceglierebbe fra le più istruite, morali, ed acconcia all’educare di coloro chechiedono un tale ufficio.

2° Ognuna delle due Maestre sceglierebbe una o più alunne che l’aju-tassero gratificandole del proprio, e a nessun carico della direzione.

3° Perché l’educazione religiosa e morale delle fanciulle sia più compi-ta, e più perfetta, e l’ordine dello Stabilimento più regolare, noi abbiamo pre-gato due Suore di S. Dorotea, le quali hanno protestato che dietro consenti-mento dell’E.V.R. da cui unicamente dipendono, sono disposte d’assumere l’in-carico di assistere ed invigilare le Scuole predette. A loro saranno subordinatele Maestre di cui dicemmo innanzi. I nomi delle predette due Suore sono iseguenti: Suor Luigia Nucci, e Suor Maria Baroni. I nomi di coloro che chiede-rebbero di divenire Maestre saranno rassegnati a V.E. in una Nota a parte.

Questi provvedimenti ove sembrino all’E.V. utili e convenienti, e sianodall’alta Sua autorità convalidati verranno per noi messi in effetto prima del 15Luglio, epoca in cui le Suore della Carità hanno deciso di partire.

Nell’adempiere a quest’obbligo abbiamo l’onore d’inchinarci al baciodella Sacra Porpora.

Devotissime Obbligatissime ServeRosa Minghetti

Ersilia Rossi MarsiliAnna De Bianchi Marsili

Laura Bentivoglio De BianchiSofia Monti CastiglioniVittoria Berti PichatLuigia A. Isolani

Bologna, 13 Giugno 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.34/Le Direttrici delle Scuole della Provvidenza al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 13 giugno 1850

Eminenza Reverendissima

Non appena le Signore, che avevano il patronato e l’Amministrazionedelle scuole della Provvidenza, ebbero rinunciato all’E.V. questa Ammi-nistrazione medesima, e partecipato alle Suore di S. Dorotea, già deputatedall’E.V. Rev.ma a sorvegliare e dirigere le Scuole suddette, che d’ora innanzi

APPENDICE N. 2 429

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430 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

queste Scuole sarebbero tornate alle RR. Suore della Carità, vero suscitarsi millevoci e disturbi a metter disaccordo fra le Dorotee e le Maestre, anzi pure fraqueste e le fanciulle scolare.

Le maestre tenersi come ingannate temendo vedersi prese di mano leScuole; per ben regolare le quali la Miller aveasi tolto a fianco quali ajutatri-ce la figlia, rinunciando perciò ad un mensile stipendio che essa si guadagna-va; e la Randelli dimesso affatto il mestiero di Sartrice con cui buscavasi ilpane.

Di questo supposto inganno a farne autrici le Dorotee erano incorag-giate voci che spargevansi, quasi che queste sapessero essere precaria, e quasidi ripiego la loro Direzione, e quindi precario per le maestre l’impegno d’inse-gnare; ed in quest’idea confermavansi vedendo che le Dorotee non sapevano achi volgersi pei bisogni emergenti; vedendo in pratica come tolto l’anticipodella mesata; incerto l’ordine dei lavori, anzi mancare il necessario pei provve-dimenti più urgenti e indispensabili. Le fanciulle poi all’udire le voci che circo-lavano, al vedere quest’abbandono delle signore non più prestavano quellasommessione e quell’obbedienza dei due primi mesi.

Fu allora che le Dorotee umiliarono una supplica all’E.V.R. per metterfreno a un tanto disordine.

La supplica fu senza effetto. Più tardi si fecero a voce istanze al Sig.Avvocato Certani, ma queste benché ripetute nulla fruttarono, se non che ulti-mamente si ebbe qualche parola sull’assegno mensile alle maestre. Ma oltre ilbisogno delle maestre, necessita qualche denaro per gli Operai inservienti, cot-tone e lana ecc. pei lavori delle bambine.

Quanto alacremente le Dorotee addossavansi il peso di queste Scuoleallorché la E.V.R. si degnava presceglierle in un decreto relativo alle scuolemedesime, e nominarle stabilmente; altrettanto sono dispiacenti oggi che veg-gonsi da tutti abbandonate, e s’addolorano perché ad onta delle loro fatiche laScuola perde quanto avea avvantaggiato in addietro, e di ciò saranno incolpa-te le sole Dorotee, ma cercheranno una consolazione nel riflesso che esse tro-vansi a tal posto per ubbidienza all’E.V.R..

Posto il su espresso altro non resta alle Dorotee che supplicare quantomai possono l‘E.V. Rev.ma a provvedere radicalmente a queste scuole, affidan-dole a chi di dovere, e così non abbiano che il dolore di vederle, benché senzaloro colpa, se non deteriorare almeno non render quel frutto di cui potrebbe-ro essere capaci.

Attendendo rispettosamente un autorevole cenno dell’E.V.R. per ritirar-si all’istante s’inchinano al bacio della Sacra Porpora. Questi provvedimenti ovesembrino all’Em.za V. utili e convenienti, e siano dall’alta Sua Autorità convali-dati, verranno da noi messi ad effetto prima del 16 Luglio epoca in cui le Suoredella Carità hanno deciso di partire.

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Nell’adempiere a quest’obbligo abbiamo l’onore di inchinarci al baciodella Sacra Porpora.

Devotissime Obbligatissime ServeRosa Minghetti

Ersilia Rossi MarsiliAnna De Bianchi Marsili

Laura Bentivoglio De BianchiSofia Monti CastiglioniVittoria Berti PichatLuigia A. Isolani

Bologna, 13 Giugno 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.35/Suor Rosa Donini a Rosa Minghetti, Bologna 15 giugno 1850

Viva il Cuore di Gesù e di Maria

Ill.ma Signora

E’ nostro dovere comunicarle come noi abbiamo già trovato le dueMaestre per la Scuola in Via Angeli, la Carlotta Mattioli in Vandelli e la MariaPizzoli vedova Miller le quali per le avute informazioni stimiamo quali si richie-dano a tale opera. Prima però di presentare loro all’Eminentissimo per la neces-saria approvazione crediamo di sottoporre alla considerazione della S.V. Ill.mache in caso esse Maestre venissero approvate per assumere tale impegno, deb-bono lasciare in quanto alla Vandelli il mestiere di sartrice, e gli avventori ondericava un pane, e quanto alla Miller terrebbe in ajuto la propria figlia che ora ècollocata presso una Maestra dalla quale riceve un due Scudi mensili, e quindiquando non fossero assicurate della durevolezza dell’impiego, fosse cosa indeci-sa, se senza loro colpa si mutassero le cose, non ne vogliono sapere. Dietro rispo-sta della S.V. Ill.ma proporremo i nomi per approvazione. Ho l’onore di dirmi

Devot.ma ServaSuor Rosa Donini Superiora

Dall’Istituto di S. DoroteaBologna, 15 Giugno 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 431

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432 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.36/Il card. Carlo Oppizzoni alla Commissione Municipale di Bologna,

Bologna 27 giugno 1850

Arcivescovado Di BolognaUfficiProt. N. 4573/1850 Tit. V - Riservato

Ill.mi Signori

Sviluppate appieno dall’esimio Preside di questa Provincia le ragioni percontinuare la benefica istituzione di una Scuola per povere fanciulle affidataalle Suore della Carità, sotto l’immediata dipendenza dell’AutoritàEcclesiastica, nella memoria che mi accennò indirizzata a quest’onorevoleCommissione, non resta a me che per obbligo di Ministero, e per quell’intimosentimento di giovare alla classe indigente di questa città, con togliere abban-donate fanciulle dalla corruzione, istillando alle medesime principî di cristianae civile educazione, che aggiungere li più vivi uffizi di interessamento e pre-ghiera, onde avvalorare gli animi delle SS.LL. Ill.me ad ottenere favorevolidisposizioni di sussidio a vantaggio di sì provvida e benefica istituzione.

Possano queste mie premure giovare a sì lodevole intendimento, e neldesiderio di un felice e sollecito risultato, con piena stima e considerazionepasso a confermarmi

delle SS.LL. Ill.meServitore

C. Carlo Oppizzoni

Bologna, 27 Giugno 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.37/Il card. Carlo Oppizzoni a Rosa Minghetti, Bologna 28 giugno 1850

Vista la supplica pervenuta a Noi dalleNobili Direttrici delle Scuole della Provvidenza collaquale atteso il volontario ritiro dalla istruzione

Con.ne Cons.vaLi 2 giugno 1850fatta copia della supplica

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Civile, e Religiosa di dette Scuole fatto dalle Rev.deSuore della carità sottopongono un piano di regola-mento all’educazione delle fanciulle che sarannoraccolte in dette Scuole affidandole a maestreLaiche sotto la direzione religiosa delle Doroteestanziate provvisoriamente in questa mia Diocesi.

Fatto riflesso che attese peculiari sopragiun-te circostanze le Rev.de Suore della carità son dispo-ste a prestarsi fin tutto il giorno 15 8bre correnteanno alla direzione delle Scuole della provvidenzaper la Scuola apposta in via Mascarella, abbando-nando affatto sul giungere del giorno 15 Luglioventuro l’altra Scuola apposta in via degli Angiolicolla retribuzione pel detto ulteriore trimestre del-l’assegno di S.12 mensili che essendo la propostafatta si retribuisce ad una maestra.

Fatto riflesso che potendo pur verificarsiche trascorso detti mesi tre si credesse convenientela dimora di dette Rev.de Suore della carità in que-sta città di tal che non potessero lasciar libera lacasa nella Mascarella, perché imponibile contingen-za essendosi fatta conoscere alle SupplicantiSignore colla loro Am.ne delle Scuole della provvi-denza, queste cortesemente hanno annuito dilasciare l’uso di tal casa alle suindicate Rev.de Suorefino agli 8 Maggio 1850 dietro dell’equitativo com-penso che sarà per essere da Noi prestabilito, fermoperché col giorno 15 8bre corrente anno sia cessatanelle Suore della carità l’istruzione delle scuoledella provvidenza sorvegliata da dette NobiliSignore. Ferma in Noi la tutela e sorveglianza delleScuole della Provvidenza e salvo pure di conoscerequindi vorrebbero le maestre che si proporrebberoall’istruzione, e all’educazione civile delle fanciulleammesse alle Scuole della Provvidenza approviamoil proposto piano, sospeso pure in quanto all’istru-zione nella Scuola apposta nella Mascarella fino al15 ottobre corrente anno per quale periodo ditempo continuava detta Scuola ad essere direttadalle Suore della Carità col mensile assegno a caricodell’Am.ne delle Scuole della Provvidenza di scudi

APPENDICE N. 2 433

e del presente rescrittoMinelli, indi spedita, anzirilasciata nelle mani dellasignora Minghetti.

Il presente rescritto èstato in copia speditoalle Suore della Carità colseguente

il presente rescritto sirimette alle M.R. Suoredella carità degenti inBologna per norma.

Dall’E. Questo dì 4 Luglio1850

C. Carlo

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434 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dodici, e fermo pure che dette Suore possono rima-nere in queste case fino agli 8 maggio 1850 cessatoperò in loro la istruzione, e direzione di questaScuola per la quale avrà luogo il proposto, e da Noiapprovato Piano, e ciò dietro un equitativo com-penso che per detto periodo di tempo verrà contri-buito in quella misura che sarà da Noi di concertocolla sullodata Signore determinato.Tanto etc.Dall’E. questo dì 28 giugno 1850

Lettera di due facciateMinuta con note a margine, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.38/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 30 giugno 1850

PER LE LEGAZIONIN. 2375 Sez. Ris.ta

Em.za R.ma

Ho l’onore di ritornare il Dispaccio dell’Emo Pro Seg.rio di Stato, che haavuto la bontà di compiegare nel riverito Foglio Prot. 37/1846, e certamentenella molta sua avvedutezza non poteva meglio rivolgersi che alla SacraCongregazione de’ Vescovi e Regolari, per ottenere que’ sussidi che abbisogna-no per realizzare i comuni voti in pro delle scuole di povere fanciulle sotto laDirezione delle Suore della Carità.

Quantunque li rispettabili uffizi di V.E. non abbiano d’uopo di essereconfortati dai miei, pure intendo di servire ai suoi desideri rivolgendo le miepreghiere alla prefata Sacra Congregazione.

Ho l’onore d’inchinarmi con ossequio profondo al bacio della Sacra Porpora.

Di V.ra Em.za Rev.maDev.mo U.mo Oss.mo Servitore

Gaetano Bedini

Bologna. li 30 Giugno 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/2.2.39/Le Suore Dorotee1 al card. Carlo Oppizzoni, Bologna luglio 1850

All’Eminenza Rev.ma del sig. CardinaleCarlo Oppizzoni - Arcivescovo di Bologna

Eminenza Reverendissima

Poiché le Suore della Carità per la impossibilità di trovare locale acco-modato ai desideri loro si risolsero di trasferire le Scuole della Provvidenza fis-sando perciò l’epoca del 15 Luglio, è nostro debito di sottoporre all’Em.zaVostra Rev.ma il disegno che noi abbiamo formato circa la continuazione del-l’andamento delle Scuole medesime.

1. Ognuna delle scuole cioè quella degli Angeli, e quella dellaMascarella avrebbe una Maestra pagata a Scudi dodici mensili, S.12, la qualeMaestra si sceglierebbe fra le più istruite, morali ed acconcie all’educare di colo-ro che chiedono un tale ufficio.

2. Ognuna delle sue maestre sceglierebbe una o più alunne che l’aiutas-sero gratificandole del proprio e a nessun carico della Direzione.

3. Perché l’educazione religiosa e morale delle fanciulle sia più compi-ta e più perfetta, e l’ordine dello Stabilimento più regolare, noi abbiamo pre-gato due Suore di S. Dorotea, le quali hanno protestato che dietro il consenti-mento dell’E.V. Rev.ma da cui unicamente dipendono, sono disposte d’assume-re l’incarico di assistere ed invigilare le Scuole suddette. A loro saranno subor-dinate le Maestre di cui dicemmo innanzi.

I nomi delle predette due Suore sono i seguenti: Suor Luigia Nucci eSuor Maria Baroni.

I nomi di quelle che chiederebbero di divenire Maestre saranno rasse-gnate a V.E. in una Nota delle Scuole sullocate; e animate da questa benevolafiducia osano sottoporre alla saggezza dell’Em.za Vostra un loro pensiero. EsseDorotee e in forza dei voti emessi, dietro Venerata Approvazione dell’Em.za V.,ed eziandio per fatto dell’Eredità Monteventi cui adirono per altro VeneratoRescritto di V. Em.za in data 6 Luglio p.p. conosconsi obbligate a prestarsi perla istruzione religiosa e civile delle povere fanciulle, istruzione che esse persanto dovere, e per gratitudine vogliono sottomessa all’Em.za V. giusta leRegole del loro Istituto. Al quale effetto colla presente implorano da V. Em.zala relativa approvazione e benedizione. Ma la povertà in cui si trovano, vissutefinora colla affaticata opera delle loro mani per cui quasi nulla intanto potero-no fare a rendersi cognite al Pubblico, le costringerebbe a cominciar un’operamonca ed imperfetta. Supplicano esse perciò l’Em.za V.che nella pienezza delSuo potere, e nella saggezza del suo consiglio si degni far parte alle Dorotee

APPENDICE N. 2 435

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436 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

del peculio avanzato dalle Signore Ex Amministratrici delle Scuole predette,tanto più che la nuova scuola delle Dorotee accogliendo anch’essa le più pove-re ed abbandonate fanciulle, può tenersi succursale alla maggiore dellaProvvidenza, e possa essa nell’estremo della città nel B.o S. Marino, potrebbeaccoglier quelle fanciulle che sono troppo lontane dallo Stabilimento delle R.R.S.S. della Carità, anche entro quella sola cerchia che la Em.za Vostra volesse sta-bilire.

Sperando benigno esaudimento si prostrano umiliate al bacio dellaSacra Porpora

Suor Rosa DonniniSuor Luigia NucciSuor Maria Baroni

Bologna, luglio 1850

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Non si tratta delle Suore Dorotee fondate da Paola Frassinetti, ma di alcune Terziarie Domenicaneche fin dal 1839 vivevano devotamente insieme, attendendo all’istruzione delle fanciulle poverenelle parrocchie cittadine. Per sei mesi, in seguito allo sdoppiamento subìto dalle Scuole dellaProvvidenza, esse prestarono il loro servizio nella sede di via degli Angeli. Nel 1852, quando si costi-tuì a Bologna l’Istituto di Santa Dorotea, le tre suore sopra menzionate furono le prime a farneparte. Cfr. R. FANTINI, L’istruzione popolare a Bologna fino al 1860, p. 51.

/2.2.40/Il card. Carlo Oppizzoni al marchese Nicolò De Scarani,

Bologna 5 luglio 1850

Al Presidente della CommissioneMunicipale

Ill.mo Signore

Ad avvalorare le mie preghiere uniformemente a quelle di MonsignorBedini in favore delle Suore della Carità, che andranno ad aprire la direzione diuna Scuola esclusivamente da quelle dipendenti dalle altre Direttrici delleScuole della Provvidenza nei modi già accennati nella memoria rassegnata acodesta Ill.ma Commissione Municipale, compiego un foglio contenente le deli-berazioni ultimamente stabilite, e che portano il conseguente bisogno di otte-nere l’implorato sussidio Municipale.

Confidando quindi nell’ottimo di lei cuore per condurre a buon effettouna istituzione tanto giovevole alla classe miserabile di questa Città col coadiu-

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vare all’ottenimento delle implorate elargizioni passo a confermarmi con pienastima e considerazione

della S.V. Ill.maServitore

C. Card. OppizzoniBologna, 5 Luglio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.41/Il marchese Francesco Guidotti Magnani1 a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 12 luglio 1850

A Sua Ecc.za Rev.maMonsignor Commissario Pontificio Straordinario

per le Legazioni

La provvida istituzione delle Scuole della Provvidenza fin qui direttasotto la dipendenza dell’E.mo Sig. Cardinale Arcivescovo dalle esimie Signoreche tanto si resero benemerite per la saggezza e dilezione con cui attesero a sif-fatta beneficenza, giovandosi per l’istruzione dell’accurato e diligente ministe-ro delle RR. Suore della Carità, che col più lodevole zelo adempirono sempreall’ufficio loro; questa provvida istituzione, dicemmo, viene ora a mancare del-l’opera utilissima di quelle savie Educatrici, che hanno saputo ovunque meritar-si la pubblica stima e fare onore alle illustri prelodate Direttrici della beneficaistituzione.

La cagione ne è, per quanto dalle praticate indagini si è potuto cono-scere, la mancanza di un locale accomodato per le suddette Suore e per l’istru-zione; a riparare alla quale e mantenere le scuole nel piede e sistema di prima,non è certo impossibile cosa, massime riunendo ai fondi procurati dall’operosaed indefessa carità delle prefate Signore: i sopravvenienti ora disposti dall’insi-gne pietà dell’E.mo Arcivescovo e dalla provvidenza della Legazione, e quelliche potran dare la Provincia ed il Comune. Ed altre di non essere malagevole,gran acconcio sarebbe il seguire la praticata via, per esperimento provata utilis-sima, astenendosi dal dar luogo a più istituzioni di uno stesso genere, le qualinuocciono anziché giovare alla beneficenza stessa, sia per la divisione e scom-partimento de’ mezzi, che per le maggiori spese occorrenti, e sia per la diversi-tà delle regole e metodi d’istruzione.

APPENDICE N. 2 437

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438 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Quando dunque, come ne piace supporre, opportunamente fosse stabi-lito di non partirsi dal sistema di prima, e vale a dire che tutto dipendesse dalsullodato E.mo Arcivescovo; che una sola direzione presiedesse alle ripetuteScuole, e questa da continuarsi ad esercitare dalle encomiate benemeriteSignore; e che l’istruzione venisse esclusivamente affidata alle non mai abba-stanza lodate Suore della Carità; in apposito locale, non difficile a rinvenirsi; inquesto caso che fosse tutto ciò posto in atto, avuto in vista di contribuire adun’opera sì importante e bene intesa, non solo di buon grado ci presteremo oraad una qualche sovvenzione; come per avventura farà il Comune, ma provoche-remo eziandio dal Consiglio Provinciale non senza lusinga di benigno esaudi-mento, le più benefiche disposizioni.

Evaso con ciò il venerato Dispaccio N. 2237 – Sez. Riservata, ci ripetiamol’onore di rassegnarci senza più col solito profondo ossequio

dell’E.V.R.Per la Commissione

Francesco Guidotti Magnani

Bologna, 12 luglio 1850

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Francesco Guidotti Magnani (Bologna 1789 - ivi 1856), marchese, fu più volte senatore. Era fratel-lo del gen. Alessandro Guidotti, caduto in combattimento a Treviso nel 1848. Cfr. E. BOTTRIGARI,Cronaca di Bologna, I, p. 4.

/2.2.42/La Commissione Municipale di Bologna al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 12 luglio 1850

Prot. N. 1829 sez. V

A Sua Eminenza Rev.maIl S. Cardinale Arcivescovo

Eminenza Reverendissima

Può esser certa l’E.V. Rev.ma d’ogni più favorevole disposizione nostrariguardo all’importantissimo oggetto della continuazione delle Scuole della

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Provvidenza, ma non Le dobbiamo tacere il desiderio di vedere a maggiore uti-lità riunite esse Scuole in una sola istituzione come prima, e dirette, sotto dipen-denza dell’E.V., dalle stesse benemerite Signore, col ministero esclusivo perl’istruzione delle sì commendate Suore della Carità, che con tanto zelo hannoadempito sempre all’ufficio loro.

Ciò stesso motivatamente abbiamo già esposto a S.E. Rev.ma Mons.Commissario Straordinario in replica alle rispettabilissime sue premure; edaffrettandoci a darne parte all’E.V. Rev.ma ad evasione del venerato foglioN:37/1846 Congregazione Consultiva, con profondo ossequio ci inchiniamo albacio della Sacra Porpora.

Dell’E.V. Rev.maPer la CommissioneF. Guidotti Magnani

G. MinelliM. Descarani

Bologna, 12 luglio 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.43/Il marchese Nicolò De Scarani a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 25 luglio 1850

Eccellenza Rev.ma

Quando io fui presente a questa Commissione Municipale le premureinterposte da V.E. Rev.ma per le R.R. Suore della Carità, alfine che soccorseanche dal Comune nelle spese del loro mantenimento potessero rimaner quivialla educazione ed all’ammaestramento di povere Fanciulle, non fu che conlieto animo che la Commissione accolse i venerati, ed autorevoli di Lei offici,perché penetrata della somma utilità che al nostro paese ridonda per sì benefi-ca e santa istituzione, non aveva che a dolorare sentendo come quelleReligiose, per mancanza degli opportuni mezzi avessero a intralasciare un sìfruttuoso esercizio.

E tutto che fosse noto che quelle pie Signore onde mosse il primitivopensiero di quelle Scuole, arrivassero a proseguire con private maestre la istru-

APPENDICE N. 2 439

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440 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

zione di esse fanciulle, non pareva però alla Commissione potersene promette-re tutto quel frutto che si vedeva nascere dal pratico esercizio delle Scuole sottodirezione delle anzidette Suore e che non poteva mancare per la bontà, ed uni-formità dei metodi. e per quella ispirata carità, onde quelle Religiose vi si spen-dono interamente.

Per siffatte considerazioni pertanto, e per l’altra ancora che la cagioneonde le Suore trovano necessità di ritirarsi non era se non la mancanza di con-venevoli luoghi, sicché contro ancora le regole del loro istituto era mestierigirovagassero dalla casa alle Scuole, questa Commissione in vista di si pocodifetto, che facilmente poteva essere tolto, massime allora che ai Sussididell’E.V. Rev.ma si aggiungessero quelli dell’Emo Arcivescovo, della Provincia edel Municipio, non pose alcun dubbio la Commissione per l’invocato soccorso,vedendo anche che con tali contributi, non solo poteva provvedersi largamen-te alle annuali pensioni di affitto per rinvenire un competente e durevoleluogo, ma allargare inoltre, anziché metter limite di numero di fanciulle, quel-l’istituto, raccogliendovi quanto mai si trovassero al bisogno, e fossero per pro-fittare di quel beneficio.

Al quale bene parve alla Commissione necessaria anziché disgiungere leforze, tenerle raccolte, ed unite, e doversi avere una sola volontà, come unosolo è lo scopo, e tenervisi un solo mezzo, quando il principio teorico e la pra-tica lo hanno fatto conoscere e sperimentare non solo tra buoni il migliore, matra i migliori l’ottimo.

In tali pensieri pertanto, che in tutto collimano colle benevoli istruzio-ni dell’E.V. Rev.ma, e col generoso ed invitto animo dell’Emo CardinaleArcivescovo, e mentre avrebbesi già in pronto un opportuno, addatto e cen-trico luogo per abitazione alle Suore e per la riunione delle Scuole, questaCommissione si dichiara tutta pronta di venire proporzionalmente ai suoimezzi e in conciliazione al bisogno in soccorso della caritativa opera, equipa-rando ancora gli assegni che ne saran dati e dall’E.V. Rev.ma, e dall’ EmoArcivescovo, solo che la direzione delle Scuole sia esclusivamente confidataalle anzidette Suore, non moltiplicando e forme e metodi di insegnamento,ma fondendo in una istituzione unica il prodotto e il frutto delle pubbliche eprivate oblazioni.

Nel che, e nel componimento di adatte regole, né all’E.V.R. , né all’EmoArcivescovo non mancherà modo perché tutte cose si possano condurre a con-cordia, né manchi onore di preminenza alle pie, e generose dame, verso le qualiil paese sente tanto debito di gratitudine, quant’è il beneficio cui il nobile loroanimo e i religiosi principii, e l’universo bene sociale diedero, prima origine, efavore, ed incremento.

Nel rassegnare pertanto a V.E.R. queste deliberazioni, e questi pensieridella Commissione, si attenderà poi conoscere quali saranno per essere intorno

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a ciò le conclusioni finali, di coerenza poi alle quali si verrà a iscrizione delli rela-tivi assegni alla tabella passiva.

Pieno intanto di riverenza e di ossequio, mi pregio di rassegnarmi

della E.V. Rev.maPer la Commissione Municipale

Il PresidenteUm.mo Dev.mo Servitore

Nicolò De Scarani

Bologna, 25 luglio 1850

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.44/Il marchese Nicolò De Scarani al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 25 Luglio 1850

Eminenza Reverendissima

Sino d’allora che la E.V.R. interessava questo Municipio a vedere comepotessero provvedersi di più opportuno e adatto luogo le Reverende Suoredella Carità, la cui santa opera è spesa all’educazione e ammaestramento gra-tuito di povere fanciulle, questa Commissione Municipale mentre sentiva den-tro l’animo la convenienza e la importanza di venire a soccorso di sì beneficoistituto, vedevasi però in così poche forze da non poter bastare per sè sola alrelativo peso, massimamente che, sperimentato il copioso frutto di quelle isti-tuzioni, avrebbe trovato necessità che si ampliasse conformemente al bisogno.

Ma ora che per li venerati dispacci della E.V.R. e per le officiali note diMonsignor Commissario e Pro Legato ha potuto conoscere che la stessa E.V.R.con atto di singolare e religiosa pietà si è disposta a generoso aiuto, e che laProvincia pure verrà a concorso pel mantenimento di siffatta istituzione havisto come queste forze congiunte, avvalorando i mezzi che più se ne hanno perle private oblazioni, non solo potrà ottenersi fine cui quali per via di esperimen-to intesero le piissime fondatrici, ma potrà anzi conseguirsi un assai più estesoe notevole frutto, ampliando la istituzione di guisa che il provvedimentorisponda al reale bisogno.

APPENDICE N. 2 441

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442 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

E poiché si è dato ora opportunità di poter avere conveniente e centri-co luogo per abitazione delle Suore, e per l’esercizio delle Scuole con che vienesuperata anzi in tutto tolta la difficoltà, onde procedesse la rinunzia ed il ritirodi quelle religiose; assai volentieri questa Commissione aggiungendo i proprisforzi alla potenza degli altri, verrà a concorso per sì proficuo divisamento, e giàse ne è dato riscontro alla Ec.za R.ma di Monsignor Commissario, facendogliperò presente come il Municipio a ciò si disponga, le quante volte, per quelmodo che sarà avvisato più proprio; e che serbi giusta preminenza a quelleegregie Signore cui è a professarsi la maggiore riconoscenza e gratitudine,come iniziatrici e favoritrici di sifatto beneficio, siano condotte le Scuole nelladipendenza bensì dell’autorità di V.E.R. ma sotto direzione delle anzidetteReverende Suore. cui ne sia esclusivamente raccomandato l’esercizio.

La E.V.R. la quale non di semplici desiderii e di offici, ma con larghi egenerosi soccorsi ha spiegato nobilissima protezione e favore ad uno istitutoche bene accolto ovunque, onora eziandio questa nostra Città, vorrà non hodubbio, con ogni possibile studio così riannodare le opinioni ed i mezzi, chebattendo la migliore via si consegua fine della comune volontà; e senza più, epieno anzi della maggior fiducia, prostrato al bacio della Sacra Porpora hol’onore di rassegnarmi colla massima riverenza ed ossequio

della Em.za Vostra Rev.maPer la Commissione Municipale

Il PresidenteDev.mo Aff.mo Servitore

Nicolò De Scarani

Bologna, 25 Luglio 1850

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.45/

Resoconto di suor Felicissima Tagliazucchi, Bologna 25 e 29 luglio 1850

Congregazione Cons.aProt. 37 /1846Lì 25 Luglio 1850

Dal Santo Padre come dal Carteggio di Vescovi e Regolari, Card. Antonelli eMonsignor Bedini (in isvanzighe) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .& 300 —

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Aggio per il cambio in Boni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 39 —Da persona anonima passati dall’Em.mo in Boni come da distintaCavallina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 71,50Dal Generale Austriaco Gravert come da lettera in posizione in Boni . .“ 20 —

________430,50

Lì 25 Luglio 1850

Depositati nel Monte di Pietà . . . . . . . . . . . . . . . . & 400 —-come all’Apora seguente.Stato dato credito alle Suore della Carità degentiin Bologna di scudi quattrocento in n.2 Boni da& 51.80. del Tesoro, N. 2 da & 50 di Legazione,N. 5 detti da & 30, N. 2 detti da & 20. N. 1 d. da&. 5 e N. 7 d. da Baj. 20, che si ricevono senzaresponsabilità del Sacro Monte e suoi Ministri, perpagarli con ordine dell’Ordinario (Diconsi & 400)Bollo 8,5 Luigi Gardini Depos.o

Pietro Ridolfi Comp.

Lì 25 Luglio d.

Ho ritirata l’originale Apora sud.a e li residuali Scudi trenta e Bajocchi cinquan-ta (in carta) &. 30,50.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .& 430,50

Congregazione Consultiva Prot.37 /1846

Lì 29 Luglio 1850

Dall’Em.mo Rev.mo Signor Cardinale Arcivescovo Carlo Oppizzoni misono stati passati (in Boni) Scudi trenta e Bajocchi cinquanta, disse provenientiquanto a Scudi Venti, da S.E. il Signor Generale Gravert ricavato di multe, e liresiduali come agli atti di Congreg.ne Consultiva. Protocollo fu accennato, ero-gabili da me sottoscritta come alle disposizioni risultanti da detta Posizione.Dico Baj 30,50

Suor Felicissima Suora della Carità

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 443

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444 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.46/La Commissione Municipale di Bologna al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 29 luglio 1850

Prot. N° 4574.Il Di 29 Luglio 1850

Segr. della Commissione M. del 12 Luglio 1850

Si ritenga agli atti per notizia, e se ne avrà ragione nei riguardi tantoall’Em.mo Arcivescovo, quanto a Monsignor Commissario, nei quali sarannoesposti i divisamenti e i pensieri del Municipio per una fusione in un soloIstituto giovandone moltissimo la uniformità dei metodi, e veggendosi, tra imezzi che possono aversi, sopra gli altri preferibile quello delle Suore di Carità.

Su questa ipotesi e sotto questa condizione il Municipio concorreràassai di buon grado con proporzionali contribuenze alla spesa di quell’Istituto.

Per la Commissione[firma illeggibile]

Documento di una facciataOriginale, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.47/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 3 agosto 1850

Eminenza Rev.ma

Mi è di dolce consolazione il poter comunicare all’Eminenza VostraRev.ma i riscontri che tanto la Provincia quanto il Comune hanno dato sulla coo-perazione che io avea da essi invocata al mantenimento delle Suore dellaCarità.

Convinte entrambe quelle due Rappresentanze che l’istruzione dellefanciulle, raccolte nelle Scuole della Provvidenza, non potrebbe esser condottacon migliore successo da altri che dalle Suore, considerato a quanto biasimosarebbe andata soggetta la Città se esse chiamate una volta, si fossero licenzia-te pel solo motivo della mancanza di mezzi al loro mantenimento, come leDame direttrici asserivano; e valutate le altre ragioni che io mi studiai di far loropresenti, com’è già noto all’Em.za Vostra Rev.ma, hanno deliberato di concor-rere con opportuni sussidii, e con somministrazione da’accomodati locali affin-

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ché le Suore rimangano e continuino nel pietoso loro ufficio.Ma il Comune e la Provincia avendo riguardo che alle Dame è dovuta la

istituzione in questa Città di così utili Scuole, e che le Monache educatrici furo-no da esse chiamate per la prima volta in questo paese dove non erano stateper l’innanzi, è parso loro che non dovessero erigersi nuove Scuole per confi-darle esclusivamente alle Suore della Carità, ma che dovessero ampliarsi, e fon-dersi, per così dire, le già esistenti, conservando alle lodevoli Istitutrici l’ammi-nistrazione e il governo delle medesime.

Questo concetto è stato espresso dalle sullodate Rappresentanze nellerisposte date alle mie sollecitazioni, come l’Em.za Vostra rileverà dalle copie cheho l’onore di trasmetterle.

Una tale condizione però non deve intendersi in modo che dove non siriuscisse nell’accennata fusione, dovesse tenersi come non concessa la decreta-ta sovvenzione; giacché mi consta essere loro volontà che si usi bensì alle Damequesto riguardo di riconoscente convenienza, ma che non si perda il vantaggiodella presenza delle Suore quando anche non fosse conciliabile l’accomuna-mento delle Scuole, colla primitiva amministrazione.

Ora spetta alla somma saggezza dell’Em.za V. Rev.ma il portare il desi-derato accordo in guisa che per una parte sia fatto omaggio alla convenienzadelle Dame, le quali se non ebbero il merito di sapersi conservare il preziosoaiuto delle Suore, sussiste che ebbero quello di averle chiamate, e per l’altra sialibera l’azione delle Suore medesime nell’esercizio del loro ministero, chel’esperienza ha provato non potersi conciliare con quel grado di dipendenza,che le così dette Dame benefattrici esercitarono fino ad ora sulle Religiose.

Che se questo tentativo dovesse pure tornare inutile, rimarrebbe sem-pre l’altro progetto di aprire nuove scuole per le Monache nei locali già desti-nati, e coi mezzi congiunti, che l’Em.za Vostra Rev.ma, la Legazione, e le dueindicate Rappresentanze hanno generosamente promesso di elargire.

Io aspetto con la massima ansietà di conoscere quale esito possanoavere gli autorevoli offici dell’Em.za Vostra colle egregie Signore preaccennate,e molto mi sarebbe caro che l’uno o l’altro degli ideati concerti si ponesse sol-lecitamente in atto.

In questa lusinga m’inchino al bacio della Sacra porpora e con profon-da venerazione mi protesto

Dev.mo Umil.mo Osseq.mo ServitoreGaetano Bedini

Bologna, 3 Agosto 1850

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 445

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446 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.48/Il card. Carlo Oppizzoni a Rosa Minghetti, Bologna 14 agosto 1850

Illustrissima Signora

Dolente di vedere allontanarsi da questa mia Diocesi le RR. Suore dellaCarità, che propagate in tutti gli Stati, anche eterodossi, vennero dapprimachiamate come Istitutrici, allorché dalle indefesse cure e religioso zelo di variebenemerite illustri Signore di questa Città vennero aperte le Scuole dellaProvvidenza, di tanto giovamento alla civile e religiosa educazione della classepovera, conobbi che tale allontanamento era occasionato dalla tenuità de’mezzi che la pietà Cristiana offeriva per alimentare questa pia istituzione, edalla mancanza di adatto locale al ricevimento delle educande. Quindi per nontogliere a questa mia diletta Città un tanto e sì proficuo beneficio, non trala-sciai cura per ottenere dal Governo, dalla Provincia, e dal Comune quei Sussidiche potevano abbisognare per far prosperare la preesistente Istituzione.

E come non ne poteva dubitare, vidi con gioja da quelle eccelse emagnanime Rappresentanze pienamente assecondati i miei voti; solo non man-carono di insinuarmi (il che era pure mia mente e desiderio) che rimanessel’educazione affidata alle sullodate RR. Suore, dirette sotto la mia dipendenzada quelle illustri e benemerite Dame fra le quali le Signore che, come ho detto,per prime diedero vita all’Istituzione, che poscia riuscirono con tante cure, epensieri a propagare, e rendere utile.

Nel partecipare quindi che faccio alla S.V. Ill.ma con preghiera che Ellacomunichi alle altre Dame che attualmente dirigono la pia Istituzione gli assi-curati sussidi pel retto andamento delle Scuole della Provvidenza, sebbene siapersuaso che non saranno per rifiutarsi a continuare nella direzione delleScuole stesse, fermo l’insegnamento nelle sole RR. Suore della Carità chemomentaneamente, per gli ostacoli ora tolti, era venuto meno, pure non trala-scio d’invitare la S.V. a volere prestarsi ad un tanto caritatevole e vantaggiosouffizio, sotto quelle discipline che si crederanno all’uopo indispensabili, concen-trando in questa la primitiva Istituzione.

Che se pel momento venne ad altre per l’educazione affidata, ciò avven-ne provvisoriamente, e sul timore che andassero a mancare le prime Educatrici:timore che essendo svanito, cessa il titolo pel quale si era fatto luogo alla sosti-tuzione. D’altronde conoscerà la S.V. e le nobili di Lei compagne che sarebbedisdicevole, e dannoso dividere la Istituzione, poiché oltrecchè raddoppiandosila spesa, ciò sarebbe a danno della classe povera; ne verrebbe diversità di meto-do nell’istruzione, ecc. Sarebbe tolta quell’uniformità tanto desiderabile.

Colgo da ultimo quest’incontro felice per confermare a V.S. e alle bene-merite Signore compagne la mia riconoscenza, sicuro che avendo dato Ella

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cominciamento a questa sì utile Erezione vorremmo proseguirla e perfezionar-la, mentre con distinta stima mi confermo

di V.S. IllustrissimaC. Card. Oppizzoni Arcivescovo

Bologna, 14 Agosto 1850

Lettera di 3 facciateMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.49/Rosa Minghetti, Luigia Isolani e Sofia Monti Castiglioni

al card. Carlo Oppizzoni, Bologna 29 Agosto 1850

Eminenza Reverendissima

Per rispondere al venerato dispaccio che Vostra Eminenza inviava il dì23 corrente a ciascuna di noi in particolare, avremmo molto vivamente deside-rato di poter riunire tutte le compagne nostre direttici delle Scuole dellaProvvidenza, parendoci che sopra un soggetto di tanta importanza l’opinioneindividuale non potesse avere né peso né efficacia se prima non era in comunediscussa e deliberata.

Ma poiché il far ciò di presente riesce impossibile per l’assenza di molteSignore che trovansi o in campagna, o in esteri stati, e d’altra parte l’E.V. nonci permette di attendere il loro ritorno ma esige un immediato riscontro, noidue sottoscritte ci accingiamo collettivamente di ubbidire al comando dell’E.V.esponendole con riverente franchezza il parere richiestoci in proposito, sicureche in tutte quanto riguarda i fatti passati e il giudizio sul medesimi il pareredelle altre compagne non può diversificare da quello che noi umilmente espo-niamo.

L’Eminenza Vostra conosce appieno l’origine del Pio Istituto e come leRR. Suore della Carità vi fossero chiamate ad istruire lungo tempo dopo la pri-mitiva costituzione.

Appresso alquanti anni di esperienza più volte ci è avvenuto di manife-stare all’E.V. le ragioni per le quali, senza detrarre minimamente agli eminentipregi di quelle religiose, esse non ci sembravano però del tutto acconcie al finedi allevare ed educare le fanciulle dell’infima classe dei poveri.

APPENDICE N. 2 447

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448 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Però quando le Suore medesime posero a condizione indispensabiledell’opera loro di avere un locale più ampio e più accomodato, non consideran-do altresì all’esiguità dei mezzi coi quali si’ reggeva il Pio Istituto pensammo diprovvedere altrimenti all’andamento delle Scuole medesime.

E dopo maturo esame proponemmo un piano che fu dall’E.V.R. sanzio-nato, e messo subito in esecuzione per la Scuola della via degli Angioli.

E lo sarebbe stato parimenti nella Scuola della Mascarella se le Suoredella Carità dopo aver mostrato dapprima una premura di partire che ci diedenon piccole angustie, non avessero poi mutato consiglio, e domandato essemedesime di rimanervi fino al 15 Ottobre prossimo.

Ora noi dobbiamo per amore della verità significare all’E.V. come laScuola degli Angeli doppoiché è condotta secondo il nuovo piano e sotto ladirezione delle Suore di S. Dorotea, ha dato manifesti indizi di progresso sia chesi riguardi la frequenza delle fanciulle alla Chiesa, sia che si riguardi l’insegna-mento, la pulitezza del corpo, e soprattutto la sorveglianza alle medesime nelleore che dalla scuola ritornano in seno delle famiglie.

Poste le quali cose noi cominciamo dal ringraziare l’E.V.R. per il genero-so pensiero di aver chiamato a concorrere la Legazione, la Provincia ed ilComune a questo Pio Istituto che finora principalmente si reggeva per la caritàdei privati.

E la nostra Gratitudine è pari verso quelle Eccelse Rappresentanze cheassecondarono con tanta sollecitudine i voti di V.E.

Ma sul punto di distruggere il nuovo Ordinamento, e di ripristinare lecose com’erano sotto la esclusiva istruzione delle Suore della Carità ci permet-terà l’E.V.R. dopo quanto abbiamo avuto l’onore di significarle che noi esponia-mo un parere contrario.

Che se era nel voti dell’E.V. e delle prelodate Eccelse Rappresentanze diconservare alla nostra Città il beneficio della presenza delle RR. Suore dellaCarità, a noi subordinatamente è d’avviso che potevano assegnar loro in parti-colare i nuovi emolumenti, lasciando che il Pio Istituto della Scuola dellaProvvidenza continuasse a reggersi con quel mezzi coi quali ha potuto conser-varsi sino ad ora.

E dall’esistenza di due Istituti destinati alla educazione femminile neavrebbe la classe infima ritratto maggior vantaggio, e la cristiana emulazionedi entrambi avrebbe cooperato a perfezionarli.

Ma poiché l’E.V.R. nel suo venerato dispaccio pone assolutamentefermo l’insegnamento nelle sole RR. Suore della Carità e concentrata in questanuova la primitiva Istituzione sotto quelle discipline che si crederanno all’uopoindispensabili, a noi non rimane che di deporre al piedi dell’E.V.R. la dimissionedall’ufficio che abbiamo finora adempiuto.

Accolga l’E.V. con benigno animo i sentimenti di devozione ed ossequio

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coi quali ci prostriamo al bacio della Sacra Porpora.

Dell’Eminenza Vostra ReverendissimaUmilissime, Devotissime ed Obb.me Serve

Rosa MinghettiLuigia Isolani

Bologna, 29 Agosto 1850

Benché a me sottoscritta ed una delle direttrici delle Scuole dellaProvvidenza non sia stata inviata la suddetta venerata circolare del 22 correntepure essendomi stato partecipato dalla Sig.ra Rosa Minghetti l’antecedentedispaccio del 14 corr.te Prot N. 39, mi conformo al tutto all’avviso e determina-zione su espressa dalle Sig.e Cont.sa Isolani e Rosa Minghetti

Sofia Monti Castiglioni

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.50/

Il card. Carlo Oppizzoni a mons. Gaetano Bedini,Bologna 17 settembre 1850

Mons. Bedini Illmo, e Rmo Signore

17 7bre 1850 Come accolsi con vera soddisfazione il pregiatofoglio della S.V. Ill.ma in data 3 Agosto prossimoscorso portante le ottime disposizioni tanto dellaProvincia, che dei Comune a favore delle Scuoledella Provvidenza, così mi diedi immediatamentepremura affine di concertare colle Dame Direttricidi dette Scuole l’accordo accennato perché alle soleSuore della Carità proseguisse ad essere affidatol’andamento delle Scuole medesime. Diressi in fattialla Sig. Rosa Minghetti preliminarmente la letterache in copia conforme unisco, indi consimile alle sin-

APPENDICE N. 2 449

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450 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

gole SS.re componenti la direzione, ma da tutte neebbi un riscontro di dimissione che venne da meaccettato; attendo dalle prelodata Sig. Minghettiun accenno promessomi per la consegna di quantoappartiene a questa benefica istituzione.Portate le cose a questo punto, conoscerà la S.V.Ill.ma, e R.ma l’opportunità di stabilire il locale. epredisporre l’atto di convenzione colle Suore perl’impianto delle Scuole, sì di che attendo dallasomma di Lei perspicacia la traccia che conosceràopportuna per tale atto che deve formar basedegl’obblighi delle Suore, e dell’assegno al loromantenimento.Quanto al locale dirò come nelle circostanze chegiorni sono trovavasi di passaggio la Provincialedella Suore della Carità si portò questa condotta dalSig. Cav. Ghedini e coll’intelligenza del S. MarcheseGuidotti come membro della Commissione Amm. loOspedale Maggiore a visitare nel locale così dettodella Morte presso il portico del Pavaglione perti-nente all’Azienda di detto Ospedale, l’abitazioneproposta, quale fu rinvenuta adatta non solo. ma dipiena soddisfazione anche per la salubrità, e posi-zione in cui trovasi, solo rilevato il bisogno di qual-che restauro di non molta entità: che anzi se la S.V.Ill.ma, e R.ma amasse far visitare da persone di suaconsiderazione il locale non avrà che a darne cennoal Sig. M.se Guidotti per le opportune disposizionid’ordine.Ripeto alla S.V. Ill.ma sincere azioni di grazie per lepremure addimostrate a favore di questa Pia istitu-zione, e pregandola di nuovo per avere la tracciadell’atto da stabilirsi colle Suore pieno di stima. econsiderazione mi confermo.

C. Carlo

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/2.2.51/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 5 ottobre 1850

Eminenza Rev.ma

Giacché l’Eminenza Vostra Rev.ma ha voluto degnarsi con ossequiatofoglio del 17 scorso Settembre N, 37 Congregazione Consultiva, d’invitarmi astabilire le traccie che dovrebbero regolare la convenzione colle RR. Suore dellaCarità per la direzione delle Scuole della Provvidenza, ora ad esse totalmenteaffidate, mi permetterò di fare soltanto alcuna osservazione, lasciando poiall’Em.za Vostra Rev.ma il dettare le norme dello stipulato analogo, non doven-do io né troppo arrogarmi in così delicato argomento, né potendosi dubitareche tali norme dall’Em.za Vostra fissate non siano per essere conformi. Sempreallo scopo d’esse Scuole, e all’intendimento di quelle Rappresentanze che sisono generosamente offerte, e che concorrono a sostenerle.

Io separo nel reggimento di dette Scuole quanto concerne alla discipli-na interna e al modo della istruzione, da ciò che riguarda l’amministrazioneeconomica delle medesime: rispetto al primo caso è soverchio ch’io prenda afare alcuna considerazione, essendo cosa che regolata dall’Eminenza VostraRev.ma colla usata Sua Sapienza, e colle norme eziandio delle altre Scuole, nonpuò non incontrare l’approvazione e l’assentimento d’ognuno; quanto poi alsecondo troverei conveniente che l’amministrazione fosse affidata ad unConsiglio di tre o più persone secondo l’avviso dell’Em.za Vostra Rev.ma e chele Rappresentanze le quali contribuiscono al mantenimento delle Scuole o nonfossero totalmente estranee alle sue deliberazioni, o potessero in qualunquealtra guisa non essere inesaudite ove occorresse loro di offrire qualche utilesuggerimento.

Io avrò caro se l’Em.za Vostra Rev.ma troverà plausibile questo mio divi-samento, e se concretata ogni cosa vorrà rendermene consapevole, bramandoio soprattutto di vedere sollecitamente pigliare nuova vita così profittevoleIstituto, pel quale mi sono con ogni interessamento adoperato. Intanto io, pre-vedendo il caso di qualche possibile modificazione acciò non venisse a mancareil concorso fissato da questa Legazione pel sostegno delle memorate Scuole, hogià inoltrato particolare officio alla Santità di N.S. procurando che la contribu-zione degli scudi duecento (Sc. 200) sia meglio garantita da beneplacitoMinisteriale, e duratura almeno fino a che altre provvidenze, o circostanze piùprospere non rendessero tale concorso assolutamente non necessario.

Godo poi in sentire che il Locale a me già noto, e che verrebbe assegna-to a dette Scuole siasi trovato acconcio eziandio dalla Superiora delle Suore, eche all’infuori di qualche ristauro, di null’altro siasi giudicato abbisognare.

APPENDICE N. 2 451

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452 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

L’Em.za Vostra Rev.ma pertanto disponga anche per questo, e dove la mia inter-venzione fosse necessaria non avrà che a darmene un cenno.

Inchinato al bacio della sacra porpora con profonda venerazione miprotesto

dell’Eminenza Vostra Rev.maDev.mo Umil.mo Osseq. Servitore

Gaetano Bedini

Bologna, 5 Ottobre 1850

Lettera di 3 facciateOriginale autografo, AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.52/Il card. Carlo Oppizzoni a suor Felicissima Tagliazucchi,

Bologna 7 ottobre 1850

Suor Felicissima della CaritàOspedale di S. SpiritoRoma

Bologna, 7 Ottobre 1850

M. R. M.

Riscontro il di Lei foglio del primo corrente, e mi compiaccio sentirla inRoma colla M. Provinciale al lodevolissimo intendimento di impiantare un novi-ziato. lo non tralascio l’intrapreso a vantaggio di queste Scuole dellaProvvidenza, e l’opportunità di trovarsi alla Capitale potrà giovare al problemaemergente che accenno.

Fra le offerte per dette Scuole sotto l’esclusiva direzione delle Suoredella Carità Mons. Bedini nel Maggio scorso con foglio n. 2204 partecipavacome nel desiderio che dette Scuole continuassero in detta Città, a profitto de’poveri, erasi portata la Amministrazione Legatizia in via di contributo per sìnobile scopo ad annui Sc. 20 ora con dispaccio l’altro jeri segnato si esprime(pensasi come alli in detto dispaccio). In tale stato di cose converrà interessareil S. Padre o L’Em. Antonelli affine di ottenere una sanzione alla proposta, ed èa tale intendimento che potranno giovare le premure di Lei e della Amm.Provinciale nella favorevole occasione di trovarsi appunto alla capitale. Spero

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che anche in questo i miei voti saranno esauditi a coronare un’opera tanto van-taggiosa a questa mia diletta Diocesi.

Aggradirò un riscontro, ed intanto le comporto unicamente alla conse-gna la mia pastorale benedizione nell’atto di augurarle dal Cielo ogni verobene.

[C. Carlo Oppizzoni]

Lettera di una facciataMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.53/Il card. Carlo Oppizzoni a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 26 ottobre 1850

Mons. Bedini26 ottobre 1850

Ill.mo, e R.mo Signore

A proseguimento di quella reciproca corrisponden-za che finora ebbe luogo per procurare sempremaggiori vantaggi alla benefica istituzione dellescuole della Provvidenza partecipo alla S.V. Ill.ma eR.ma di essere divenuto alla nomina di un Consigliodi Amministrazione per la sorveglianza, e regola-mento di tutto ciò che concerne l’andamento didette scuole composto dagli Ill.mi S.ri marchese DonAchille Marsigli, Cav. Cipriano Ghedini e D. GiovanniParazza parroco di S. Bartolomeo, e di già ne seguìl’istallazione come dall’unita copia di verbale che inristrettissimi concetti venne l’altro jeri redatto inmia presenza, e da cui risulta l’accenno generico diquanto si fece alli Ill.mi Sig. Amministratori.Permetterà la S. I11.ma e Rma che rilevando comefino dal 15 luglio scorso per parte delle Ss.re chedirigono le Scuole della Provvidenza cessavano lisoliti argomenti alle Suore della carità, richiami ora

APPENDICE N. 2 453

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454 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

la di lei attenzione per ottenere un accordo almenoper quella cifra di quell’annua somministrazioneche per tale oggetto veniva da lei destinata. Nonmancherò in seguito di tenere a giorno la S.V. Ill.ma,e R.ma del risultato della operazione di detto consi-glio, e frattanto con piena stima e considerazionemi confermo.

C Carlo

Lettera di una facciataOriginale autografo, AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.54/Le Suore Dorotee al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 11 novembre 1850

Eminenza Reverendissima

Fino dalli 21 del passato ottobre anno corrente noi sapemmo come leMaestre della Scuola in Via Angioli furono chiamate dalla E.V.R., e loro parteci-pate diverse cose che a noi non spettano. Fu anche detto loro non so che riguar-do a noi che esse mal ricordano, e non sanno ripetere,

Abbiamo anche appreso che una commissione composta dagl’Ill.mi.Sig.ri Avv.to Cavalier Ghedini, Marchese Don Achille Marsigli, e dal Parroco diS. Bartolomeo, oggi sorveglia la Scuola suddetta, anzi il sullodato Sig. Cavaliereci assicurò che si sarebbe a noi partecipato come le scuole d’oggi dipendereb-bero definitivamente dalle RR. Suore della Carità, e quindi a noi l’avviso di riti-rarci: ma fino a tutt’oggi nulla di questo si è fatto.

E.R. ella sa i nostri sentimenti espressi replicate volte in diverse istanzeche abbiamo avanzate riguardo la nostra rinuncia delle Scuole dellaProvvidenza, e quindi anche questa volta osiamo rivolgerci alla E.V.R. pregan-dola a ben della scuola medesima, la quale senza l’intervento autorevole di sta-bili Direttrici va alla ruina, onde si degni deputare chi accetti la consegna di ciòche abbiamo ricevuto nel passato Giugno dalle R.R. suore della Carità rilascian-done analoga ricevuta, ed ottenutane regolare quietanza ci venga detto, ritira-tevi, e noi obbedienti lascieremo volenterose quel peso che obbedienti assu-memmo.

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Preghiamo istantemente la E.V. a questo fine per puro bene della scuo-la che noi senza tale quietanza non possiamo lasciare com’ella nella Sua saviez-za ben conosce, ed inchinate al bacio della Sacra Porpora ci protestiamo

Dev.me ed Ob.me FiglieLe Suore di Santa Dorotea

Lettera di una facciataOriginale autografo, AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.55/Il card. Carlo Oppizzoni alle Suore Dorotee, Bologna s. d.

Congregaz.ne ConsultivaProt. N. 32/1846

Alle S. Dorotee di Bologna

Signore

Grato alle cure prestate fin ora dalle SS. LL. alle Scuole della Prov-videnza dichiaro cessato questo incarico, che sin dalla metà dello scorsoSettembre per rinunzia delle Ill.me Sig.re Direttrici di dette Scuole e per la pros-sima nomina di un Consiglio d’Amministrazione, viene ripristinato alle Suoredella Carità.

Nel dare alle SS. LL. questo avviso, prego di prestarsi soltanto a quelqualunque atto di consegna di cui potessero venir richieste anche da uno deimembri di detto Consiglio d’Amministrazione, delli pochi mobili od altri che sitrovano in dette Scuole e ciò per sola regolarità e riconoscimento di quantoappartiene a detto Pio Istituto.

Nell’atto di ripeterle sincere grazie, Compartiamo Loro di cuore lapastorale nostra benedizione

Aff.mo di cuoreC. Card. Oppizzoni Arc.

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

APPENDICE N. 2 455

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456 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/2.2.56/Rosa Minghetti al Consiglio di Amministrazione delleScuole della Provvidenza, Bologna 25 Novembre 1850

All’Illustrissimo Consiglio di Amministrazionedelle Scuole della Provvidenza in Bologna

Illustrissimi Signori

Nell’atto di fare alle SS. LL. le consegne di tutto quanto riguarda leScuole della Provvidenza, sono incaricata da tutte le Signore che già furonodirettrici. Sento io medesima il bisogno di esprimere la nostra gratitudine versole Suore di S. Dorotea, le quali con zelo veramente mirabile hanno preso curadi queste Scuole per quattro mesi continui rinunziando a tutte le altre occupa-zioni, e ad ogni vantaggio che da queste avrebbero certamente ritratto.

Mi è d’uopo dichiarare ancora che la nostra intenzione resta di offerirealle predette Suore di S. Dorotea Scudi cinquanta, non come premio condegnoalle loro perdite che hanno dovuto soffrire, ma siccome dopo l’accettata nostradimissione non credemmo di poter venire ad alcun benché minimo atto, così cirimane solo ad esprimere questo voto, e questo desiderio alle SS. LL. ed a S.E.R. il Cardinale Arcivescovo, persuase che vorranno prenderlo nella debita consi-derazione.

Ho l’onore di protestarmi

dev.ma obbligatis. ServaRosa Minghetti

Bologna, 25 Novembre 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.57/Mons. Gaetano Bedini al card. Carlo Oppizzoni,

Bologna 28 novembre 1850

Legazione Di BolognaSez. 1a - Prot. N. 1025

Segreteria GeneraleEminenza Rev.ma

Nel vivissimo desiderio di vedere prosperare le scuole della Provvidenza,sotto la Direzione delle benemerite Suore della Carità, mi è parso molto utile

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ancora l’impegnare all’uopo la carità dei privati il cui concorso non può nonessere propizio al divisato scopo.

Un primo tentativo presso il dovizioso Sig. Duca De Ferrari è stato coro-nato di buon successo, avendo quel distinto personaggio corrisposto alle pre-ghiere indirettegli col porre a mia disposizione la somma di Scudi 600.

Per possesso quindi di tale somma, non esito un istante di rassegnarlaalle mani di V.E. nell’identica valuta, che mi è stata contata in carte moneta,acciocché secondo le intelligenze abbia Ella la degnazione di ordinarne l’inve-stimento a pro delle suddette Scuole.

Possano i miei uffici che dirigo allo stesso fine ad altri ricchi ottenereeguali felici risultamenti, e in questa dolce speranza ho l’onore d’inchinarmicon profondo ossequio al bacio della S. Porpora.

Di V.E. R.maDev.mo U.mo Osseq.mo Servitore

Gaetano Bedini

Bologna Li 28 Novembre 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.58/Giovanni Mazzacurati a mons. Gaetano Bedini,

Bologna 30 novembre 1850

Eccellenza Rev.ma

Le pie e calde premure dell’E.V. Rev.ma non potevano non toccare ilcuore del Duca De Ferrari, e vivamente hanno commosso l’animo mio. La san-tità del principio, onde venne ordinato l’Istituto delle Suore della Carità, è sìmanifesta, e a tale riuscirebbe il danno di questa nostra città se venisse a cessa-re, che di buonissimo grado mi sono disposto a secondare le sollecitudinidell’E.V., concorrendo al mantenimento dell’Istituto medesimo coll’assegnomensile, che intendo fare di Scudi Dieci Romani pel lasso intanto di due anni daincominciare nel gennaio p. venturo.

Mi è grato aver per fermo che una retta amministrazione, renderà suf-ficienti i mezzi di sostentamento che per tale Istituto, si procacciano, dell’E.V.Rev.ma, e così si animeranno sempre più i benefattori, onde far durare quelsommo bene di educazione morale e religiosa di cui abbisogna l’infima classe.

APPENDICE N. 2 457

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458 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Nel ritornarle la minuta dell’E.V. al prefato Signor duca e la risposta di questo,la prego di gradire i sentimenti di ossequio coi quali mi protesto

Dell’E.V.R.U.mo e Dev.mo Servitore

Gio. Mazzacurati

Bologna li 30 novembre 1850

Lettera di una facciataOriginale autografo, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.59/Il card. Carlo Oppizzoni al card. Antonio Francesco Orioli1,

Bologna 16 settembre 1851

Congregazione ConsultivaConfidenziale

E.mo, e R.mo Sig. Mio Oss.mo

Il locale destinato alle Scuole della Provvidenza con abitazione per leSuore della Carità che ne hanno la direzione è ormai condotto a suo terminecon restauri adatti a tale pia istituzione, e porto speranze di vedere quantoprima ivi traslocate dette Scuole dalle piccole, ed anguste Casette ove ora tro-vasi ristrette.

Se non che le spese fin ora occorse, e le altre numerevoli per condurredetti lavori al suo termine a motivi delli muri, e legnami trovasi in pessimo statocosa non rilevabile prima di mettere mano al lavoro risultano raddoppiate dallacifra degli 2600 in origine destinata, per cui trovandosi in angustiosa circostan-za per potersi far fronte, ne potendosi sopperire colle offerte di più benefatto-ri ho fatto pensiero di rivolgermi all’E.V. pregandola di volersi degnare di rap-presentare questa mia fervida preghiera al Santo Padre nella fiducia che nellamagnanimità del suo cuore possa ottenersi una elargizione per questo istitutotanto benefico alla classe più bisognosa di questa città.

Avvalorata questa rispettosa mia domanda dalli valorosissimi uffizi dimediazione dell’Em. V. non potrà che risultare un favorevole effetto, e in aspet-

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tativa di un pregiato riscontro, con profondo ossequio bacio all’E.V. umilmentele mani.

[C. Carlo Oppizzoni Ep.]

Bologna, 16 settembre 1851

Lettera di 2 facciateMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

1 Antonio Francesco Orioli (Viterbo 1790 - Roma 1858), francescano, nel 1838 fu creato cardinale edal 1849 fece parte del Consiglio privato di Pio IX.

/2.2.60/Il card. Carlo Oppizzoni al card. Ambrosolini, Bologna s. d.

[ma ottobre-novembre 1851]

Congregazione ConsultivaProt. N. 37

Fino dall’anno 1830 da me furono erette queste quattro Scuole peristruzione gratuita alle povere ragazze denominandole Scuole della Prov-videnza: l’istruzione fu affidata a Maestre private corrispondendo loro un asse-gno mensile. Alla pietà di alcune Signore fu demandata la direzione di questeScuole, e queste si sono prestate, e si prestano tuttora ad accogliere gratuitelargizioni per l’assegno alle Maestre, somministrar quindi qualche vestiario allepiù povere e diligenti fra le fanciulle, ma a dire il vero non si ottenne quel pro-fitto che si desiderava, e che difficilmente si poteva ottenere da queste Maestre,le quali avevano tutte una qualche famiglia a loro carico.

Dopo molte e ponderate considerazioni si è creduto di chiamare leSuore della Carità, alle quali affidare questa importante educazione di fanciul-le povere, ed abbandonate.

Di fatto nell’anno 1844 si stabilirono le dette Suore ed intrapresero ladirezione di dette Scuole ed in verità con molto profitto, e miglioramento del-l’educazione femminile. Ma come accade di consueto alcune elargizioni sonocascate ed il bisogno aumenta per amministrare questa educazione. Per fondodi questa Scuola non havvi di fisso che un legato di Scudi il resto si ricava dallesuddette elargizioni che vanno diminuendo.

Queste Signore Direttrici sono animate da vero Cristiano Spirito, perchécol loro particolare peculio vestono le più povere nei mesi invernali danno

APPENDICE N. 2 459

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460 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

anche una minestra alle intervenienti alla Scuola, perché non sia interrotta sedovessero portarsi alle loro Case a nutrirsi. Confidando esser nell’animo cle-mentissimo di Sua Santità si fanno coraggio a supplicarla onde siano ceduteloro due casette di proprietà della Rev.da Camera e per avere un sussidio fisso,e per erigere in una di queste un Locale che servisse per una Seconda Scuola ocomodo maggiore dalle povere pensioni. Per buona sorte una di queste è situa-ta in un quartiere ove abbondano molte famiglie povere e che più delle altreabbisognano di educazione.

Alle umilissime preghiere di queste Signore unisco anche le mie. A beneloro nell’unita supplica si rileverà la domanda rispettosissima, e nel favore dellacausa di Sua Santità, la prego ad avvalorarla col valevole di lei patrocinio.

Vivo nella fiducia di ottenere favore dalla pietà somma di nostroSignore il quale per quanto mi si fa credere, elargisce grazie in consimili circo-stanze. Nel caso favorevole di indulgenza prescriverà l’Em. Sua quali disciplinee condizioni che crederà più espedienti, e regolasi perché sia conservato il dirit-to di dominio alla Rev.da Commissione.

C. Oppizzoni

Lettera di due facciateMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

/2.2.61/Il card. Carlo Oppizzoni al cav. Cipriano Ghedini,

Bologna 11 dicembre 1851

Congregazione Consultiva

Trovasi in Bologna la M. Provinciale delle Suore della Carità alloggiata inquesto stabilimento. Sarà cosa opportuna che V.S. s’approfitti di questa circostan-za per mettersi in comunicazione con essa per istabilire quelle convenzioni chepossono essere necessarie al buon andamento dello stabilimento medesimo.

PaternamenteC. Carlo Oppizzoni Ep.

Bologna 11 Xbre 1851

Lettera di una facciataMinuta, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 667

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/2.2.62/Mons. Gaetano Bedini alle Suore della Carità direttrici delle

Scuole della Provvidenza, Bologna 16 Febbraio 1852

Il CommissarioPontificio StraordinarioPer le LegazioniN° 13782 - Sez. Carità

Bologna 16 febbraio 1852

Molto Reverende Madri

Se non avesse prevalso la necessità di far tenere principalmente pressodi Voi R.R. Madri, il documento portante la disposizione che mi è stata possibi-le di fare in favore del Pio Istituto che con fervido zelo, e con notevole fruttodelle povere fanciulle Voi dirigete, non avrei certamente dato corso a questaufficiale comunicazione, ben contento che ne avesse avuto sentore in via piut-tosto confidenziale e privata. E’ poca cosa quella che v’offro in sollievo dei moltibisogni delle scuole, ma la Provvidenza, sotto i cui auspici queste si sono inau-gurate, suole anche per via di minimi atti infondere virtù d’ingrandimento alleopere sue

I fogli che unisco1 vi diranno i mezzi ritratti, l’entità dell’offerta e le con-dizioni di che ho creduto informarla e vi diranno pure i termini; con cui l’ho par-tecipata all’Em.o Ordinario; e come resti ne’ casi avvenibili sotto la salutare dilui tutela.

Dopo ciò non mi resta che associarmi alle vostre preci, perché il PioSodalizio prosperi e s’amplifichi nelle benedizioni del Signore, mentre ho ilbene di proferirmi con stima

Il Commiss.o Pontif.o Straord.oG. Bedini

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Il Bedini aveva ottenuto 600 scudi dal duca De Ferrari, ed era riuscito a saldare il conto di 600 scudiper i lavori di ristrutturazione e di allestimento della cappella. Cfr. R. FANTINI, L’istruzione popola-re a Bologna fino al 1860, pp. 52-54.

APPENDICE N. 2 461

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462 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Roma

/2.2.63/Dichiarazione di Luigi Garlandi, Tivoli 31 gennaio 1849

Nel Nome di Dio Amen

Attesto io Pro Priore ed Amministratore di questo VenerabileConservatorio di S. Getulio M, diretto dalle Figlie dell’Istituto di Carità comeessendo qui venuta sin dalli 23 febbraio del corrente anno, pro fuga e violente-mente espulsa dal Conservatorio di Santo Spirito in Sassia la M.to Rev.da Madresuor Saveria Calderoni, e quindi nel giorno 5 del susseguente Marzo essendosiriunite le otto di Lei Religiose con Suore, quantunque attendessero a vita par-ticolare e solitaria, pure non solo non vi ho notato in ciascuna il menomo difet-to da poter oscurare il contegno, e la rigida regolare osservanza, ma sono statoinoltre, e lo sono tuttora edificato dalli luminosi esempi di singolare religiosamorigeratezza, di verginal verecondia, di raccoglimento, e di pietà, principal-mente della indicata Suor Saveria Sorella Servente.

Questa testimonianza conosco di fatto esser conforme, allo spirito disingoli individui conviventi nel pio Stabilimento, e degli esteri ancora, che ebbe-ro occasione di avvicinarle.

In fede Tivoli dal Conservatorio di S. Getulio M.

Luigi Garlandi Priore

Tivoli lì 31 gennaio 1849

Documento di una facciataOriginale autografo, in AGSdC

/2.2.64/Suor Saveria Calderoni all’Amministrazione dell’Ospedale

S. Spirito in Sassia, Tivoli 19 settembre 1849

Ecc.za Rev.maEcc.mi Signori

Chiamate le Suore della Carità per ordine del Sommo PonteficeGregorio XVI, nel Settembre dell’Anno 1844 alla Direzione e sorveglianza delConservatorio delle Zitelle projette in Santo Spirito di Roma, ben si avvidero fin

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dai primi momenti, che per essere un luogo, in cui da tempo immemorabile nonvi regnava che il disordine, le loro cure, le fatiche loro, il loro zelo, sarebbe benper molte rimasto infruttuoso.

Ciò non ostante, animate com’erano di dovere, dallo spirito del loroSanto Istituto, niente trascurarono, perché le Zitelle alle loro cure affidate, siallontanassero pure una volta dalla via di perdizione, a cui conduce il disordi-ne; e assoggettandosi di buona voglia a quella disciplina che veniva loro grada-tamente prescritta dalle Suore direttrici, acquistassero quella educazione civilee cristiana, che poteva renderle felici in questo Mondo, e beate per tutta l’eter-nità.

Ma il vizio in moltissime di loro aveva troppo profondamente gittate lesue radici! Invecchiate nelle loro perverse abitudini, ricusarono col fatto sogge-zione non solo ed obbedienza, a chi loro presiedeva e stabiliva un ordine a lorovantaggio; ma si fecero Maestre d’insubordinazione, e promotrici di partiti.

Benché in piccolissimo numero, in confronto di più centinaia, non siavvilirono per questo le Dieci Suore della Carità; ma incoraggiate dalla giustiziae rettitudine del loro operato, tennero forte e in modo (con perdita ancoradella loro salute, e della vita di due di loro) che poterono in pochissimi annitogliere da quel luogo moltissimi inconvenienti, e ricondurre a Dio moltissimetraviate.

L’avvenire si presentava forse più bello agli occhi delle indegnissimeFiglie di S. Vincenzo de Paoli.

Quando nel Novembre 1848, rianimatesi le Anziane più malvagie per laelezione di Monsignor Cioja, loro antico Protettore, a Commendatore di quelpio Stabilimento, cominciarono talmente a insolentire, e a commuovere inmodo il loro partito, che se le Suore non ne rimasero vittime, fu specialissimamisericordia del Signore.

Dopo tanto patire il giorno 23 Febbraio anno corrente, accadde final-mente quello che fin dal Novembre antecedente si era preveduto, cioè la espul-sione delle Suore dal Conservatorio. Monsignor Cioja con suo biglietto direttoalla sottoscritta, a nome dell’abolito Governo, e specialmente del Comitato disalute pubblica, le ordinò di allontanarsi colle Sue Suore da quel Conservatoriocolla maggior possibile sollecitudine.

Fu forza obbedire; e non si accennano le circostanze per non ricordarecose dispiacentissime.

Dovendo ora per disposizione del Regnante Sommo Pontefice Pio PapaIX, ritornare alla direzione di quel Conservatorio1, si permette la sottoscrittaSuperiora d’unione alle sue Suore, alcune operazioni e preghiere a Sua Ecc.zaRev.ma Monsignor Visitatore, e agli Ecc.mi suoi Convisitatori; come si permettela manifestazione di alcune sue idee, dirette al miglioramento delle Zitelle pro-jette.

APPENDICE N. 2 463

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464 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Niun giovamento risente la Società dal ritenere più centinaia di Zitellerinchiuse in un Conservatorio, da cui non possono sortire, che nel caso rarissimodi Matrimonio o di affiliazione; ed in cui, prima per mancanza di mezzi, poi percattiva volontà, mai hanno appreso quella educazione che si conviene a perso-ne della loro condizione. Invecchiate ora nelle loro abitudini, si vede quasiimpossibile ottener da loro quel che si vorrebbe per renderle vere donne diCasa, per cui la società poco può sperare da loro.

Per lo Stabilimento sono depositi gravosissimi, perché, non potendo diuna virgola correggere i cattivissimi loro usi in fatto di lavori, a meno che nonsi volesse far nascere colà dentro una generale rivoluzione; l’Amministrazionenon risente che assai poco quei vantaggi che potrebbe e dovrebbe risentire, sele Zitelle del Conservatorio fossero suscettibili di altra educazione.

Se però, per le accennate ragioni, non ostante le indefesse cure dellemonache, l’educazione civile in loro non può fare grandi progressi può farliperò l’educazione morale, se dalla Ecc.ma Commissione se ne toglieranno,come si spera, gl’impedimenti.

Dovrebbero per primo estrarsi dal Conservatorio, e stabilirsi in altraClausura a spese del pio luogo, tutte quelle fra le Zitelle, che sempre sono statefomentatrici di partiti e discordie scandalosissime. Fino a tanto che questa pesteperniciosissima resterà nel luogo pio, le Suore della Carità non potranno opera-re il vero bene, come pure vorrebbero; e dopo aver sofferto i più terribili dispia-ceri, ci perderanno finalmente, coll’onore la vita. Queste possono restringersialle seguenti:

Maestra Rosa della Scuola di S. Pietro … d’anni . . . . . .40M.ra Marianna di S. Bartolomeo . . . . . . . . . . . . . . . .58M.ra Maria Angela di S. Filippo . . . . . . . . . . . . . . . .50M.ra Giuliana di S. Bartolomeo . . . . . . . . . . . . . . . . .60M.ra Barbera di S. Simone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .57M.ra Lorenza di S. Giovanni della Canuta . . . . . . . .45M.ra Maria di S. Simone - - . . . . . . . . . . . . . . . .65

Teresa di S. Pietro - - . . . . . . . . . . . . . . . .32Mariuccia di S. Pietro della Priora . . . . . . . . . .25Fortunata di S. Filippo - - . . . . . . . . . . . . . . .34Giacinta di S. Bartolomeo . . . . . . . . . . . . . . .32Checca di S. Giacomo - - . . . . . . . . . . . . . . .36Margarita di S. Taddeo - - . . . . . . . . . . . . . . .23

M.ra Catterinuccia di S. Taddeo . . . . . . . . . . . . . . . .62Teta di Catterinuccia di S. Taddeo . . . . . . . . . .34Margarita di S. Giacomo della Lunga . . . . . . .40

M.ra Checca di S. Bartolomeo . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

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M.ra Francesca di S. Giovanni . . . . . . . . . . . . . . . . . .60M.ra Marta di S. Filippo - - . . . . . . . . . . . . . . . . . .58M.ra Barbera di S. Filippo - - . . . . . . . . . . . . . . . . .61

Tutte queste dovrebbero cavarsi dal Conservatorio, e dal recinto delloStabilimento, prima che le Monache vi tornassero: e siccome ciascuna dellenominate ha del suo partito varie Zitelle (però col tempo riducibili); perché perl’espulsione delle loro Maestre, non nascessero sussurri e pettegolezzi a caricodelle Monache per intimorire le male intenzionate, dovrebbe la Commissionedecretare “che qualunque delle Zitelle, azzardasse una volta sola mancare dirispetto alla Superiora e alle Altre Suore Direttrici, o dietro le spalle gravemen-te ne mormorasse, o fomentasse nel Conservatorio partiti e discordie tutte con-tro le Monache, sarà immediatamente e per sempre cavata dal medesimo e tra-dotta in un reclusorio di punizione, per sempre”. Un tal decreto dovrebbe, conformalità, esser letto nell’Oratorio grande del Conservatorio, dopo la espulsio-ne delle incorreggibili.

Questa è la prima principalissima grazia, che, dovendo le suore dellaCarità ritornare in santo Spirito domandano a S.E.R. mons. Visitatore, e ai suoieccellentissimi Convisitatori, per poter con impegno e con frutto, operare lasalute di quelle anime.

Conobbero gli Eminentissimi Cardinali della Sagra Visita, che là unica-mente miravano le premure della Sottoscritta e delle sue Suore; e perciò quan-do la istituirono Superiora di quel Conservatorio, le conferirono tutte e singolele facoltà necessarie, ed opportune, alla perfetta e libera direzione del medesi-mo: e così, per la medesima ragione, la sottoscritta azzarda sperare che dall’at-tuale Ecc.ma Commissione, vengano a Lei e nel medesimo modo confermatetutte e singole le indicate facoltà, dipendentemente però sempre da Sua Ecc.zaRev.ma Monsignor Visitatore.

In secondo luogo si supplica di cambiare, e subito, il ConfessoreOrdinario delle Zitelle, Sig. Don Pietro Stefanucci, uomo [illegg.], che coltiva ledissensioni piuttosto che combatterle; e, con scandalo delle buone, se non aper-tamente, tacitamente applaudisce le calunniatrici e nemiche delle Maestre, man-tenendo così perpetuamente il disordine. Se non si cambiasse un tal Confessore,a niente gioverebbe il discacciare dal Conservatorio le sopra nominate.

Inoltre, il Portinaio o Fattore Pio Frigeri, con tutta intera la suaFamiglia, merita per mille addebiti di essere discacciato sull’istante dalloStabilimento con precetto formale di non accostarsi mai più in Conservatorio. Ilnuovo Portinaio o Fattore, sembra necessario debba essere di piena fiduciadella Superiora, avendo essa la responsabilità del Conservatorio presso laCommissione.

Questi sono li ostacoli principalissimi alla educazione religiosa delle

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466 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Zitelle dimoranti attualmente in quel Conservatorio. Appena toltili dovrebberivolgersi tutta la cura dei Superiori Maggiori alla civile e cristiana educazionedi quelle piccole projette che ancora non si trovano in quel Stabilimento: e inconseguenza dovrebbe decretarsi, che nessuna di queste piccole, per qualun-que siasi pretesto, potesse essere mai più ammessa fra quelle, quali, di mano inmano, non essendo rimpiazzate, col cessare di vivere, cesserebbero di essere diaggravio al luogo pio: in pari tempo però dovrebbe stabilirsi un locale provvi-sorio (dicosi provvisorio per le ragioni che si addurranno in seguito), in cuivenendo, potersi collocare le accennate Zitelle di pochi anni

Allora sì che le Suore della Carità potrebbero ripromettersi di dare aRoma, alla Società delle buone Madri di famiglia, delle buone donne di servi-zio, delle giovani costumate e pie! E perché dalla Commissione più facilmentepossa mandarsi ad effetto un simile divisamento, a gloria di Dio, od a vantag-gio del prossimo; la sottoscritta si permette proporre quanto appresso.

Incontro al Conservatorio, alla destra della via di S. Spirito camminandoverso la Lungara, esiste un fabbricato di proprietà del pio luogo. Ha questo varipiani. L’ultimo, in tutta la sua estensione, potrebbe ridursi un eccellenteBaliatico. Da una terrazza attigua all’abitazione delle Monache, che precisa-mente sovrasta l’Arco detto di S. Spirito, (terrazza a loro concessa per l’ora diricreazione), potrebbe con facilità costruirsi un passo di comunicazione coll’ul-timo piano dell’indicato fabbricato; perché, avendo le Monache la direzioneanche del Baliatico, potessero dalla loro abitazione sorvegliarlo. Dal detto fab-bricato poi, con altro passo da traversare la via Cecchini, potrebbe aversi l’ac-cesso ad una specie di Giardino di proprietà del medesimo pio luogo vicino aVilla Cecchini, quale giardino potrebbe servire per luogo di ricreazione e di pas-seggio per le balie allattanti, e per bucataro e stenditoio delle Biancherie delBaliatico. Ridotto adunque l’indicato Locale, a comodo ed arioso Baliatico;quello attuale (con una interna comunicazione col Conservatorio grande, percomodo delle Monache) potrebbe riattarsi convenientemente, per servire direclusorio alle projette di pochi anni.

Frattanto però, conoscendo che la riduzione degli accennati Localiimporta tempo non breve, per le piccole projette potrebbero provvisoriamentedestinarsi quelle camere, nel Cortile di S. Tecla, abitate attualmente dalConfessore del Conservatorio, (che invece, potrebbe avere abitazione coiCappellani dell’Ospedale); e le altre camere attigue, abitate fin dal Settembre1844, da quattro Zitelle Anziane, cavate dal Conservatorio per ordine dellaSacra Visita (quali Zitelle, come si è detto di sopra, dovrebbero sistemarsi inaltre Clausure lontane dallo Stabilimento)aprendo, per comodo delle Direttrici,nell’interno di dette camere, una porta di comunicazione col Conservatoriogrande.

L’età dell’ammissione delle piccole Zitelle non dovrebbe esser maggio-

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re dei dieci anni; e non dovrebbero trattenersi nel Reclusorio che fino all’età dianni trenta.

Giunte a questa età, già istruite dalle Suore, in tutto quello che è neces-sario sapersi da una donna di faccende, o da una donna di Camera, (secondo ilgenio e la capacità di ciascuna), ed istruite specialmente nel santo Timor di Dio,dovrebbero sortire dal Conservatorio (se pur non ne sortissero prima a richiestadegli onesti cittadini) o per maritarsi, o per andare al servizio di persone one-ste, sempre coll’intesa dei Superiori maggiori; per poter guadagnare il pane, egovernarsi d’allora in poi da loro stesse.

Queste Zitelle, vivendo nel Reclusorio in perfetta vita comune, dovreb-bero essere in tutto e per tutto mantenute dallo Stabilimento, ma tutti e singo-li i lavori delle medesime dovrebbero andare a vantaggio dello Stabilimento.

Ciò accennato, ben volentieri la sottoscritta ne compilerà alla circostan-za i regolamenti,a seconda delle cognizioni da Essa acquistate nella dimora cheha fatto in altre epoche, in altri Stabilimenti d’Italia, del medesimo genere; edopo corretti ed approvati dai Superiori maggiori, li manderebbe ad esecuzio-ne al nuovo Conservatorio.

Nella certezza adunque che Sua Ecc.za Rev.mo Monsignor Visitatore, esuoi Ecc.mi Con visitatori, saranno per concedere alle Suore della Carità quantoin questi fogli umilmente domandano, passa la sottoscritta Superiora, ad altreoperazioni.

Chiamate in S. Spirito, come si è detto di sopra, dal Sovrano Pontefice;ed espulse ingiustamente da un Governo di usurpazione, come pure si è accen-nato per evitare la persecuzione degli empi, dovettero le Suore della Caritàspontaneamente esiliarsi da Roma, anche per vivere con la maggior possibileeconomia, perché assolutamente prive di mezzi di sussistenza. Sette Mesi oramaisono scorsi. Ch’elleno hanno vissuto coi denari prestatigli da benefattori menan-do in Tivoli una vita sedentaria, hanno, con meno incomodo potuto castigare illoro palato, formando una dozzina di Scudi Cinquanta il mese fra tutte (e leSuore allontanatesi da Roma sono in numero di Nove), tutto compreso il traspor-to degli oggetti di loro proprietà da luogo in luogo, e i vari viaggi delle perso-ne, hanno portato la spesa in tutto non minore dei Scudi Cinquanta cinque.

La sottoscritta Superiora, confortata in proposito dalla viva voce delRegnante Sommo Pontefice, domanda per giustizia alla Ecc.ma Commissione, ditutta la indicata spesa il rimborso, per potere al più presto possibile pagare isuoi debiti.

Inoltre, quando nel 1844 le Suore della Carità presero possesso delConservatorio di S. Spirito, i Superiori di allora, nel stabilire il Mensile assegna-mento di Scudi Dieci per cadauna Suora (pagato per il passato posticipatamen-te, ma che in avvenire si desidera anticipato), non contemplarono la spesa delbucato e dell’assistenza alle Monache, perché vollero, che l’uno e l’altra si faces-

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se dalle Zitelle del medesimo Conservatorio. Fu stabilito di fatti, ed eseguito.Ma l’esperienza ha provato, essere una tale determinazione cagione di

disordine. Dovendo perciò le Suore della Carità ritornare in S. Spirito, doman-dano, invece della concordata assistenza, il mantenimento di una donna di ser-vizio, ed un compenso mensile per il loro bucato, che daranno a fare fuori delloStabilimento.

Il compenso pel bucato non dovrà esser minore (in Dieci persone, quan-te a seconda della istituzione e successive convenzioni devono esser leMonache) di Scudi sette al Mese: e la spesa per la Donna di servizio, potrà limi-tarsi a soli mensili Scudi tre.

Si sappia ancora dalla Ecc.ma Commissione, che nel Conservatorio di S.Spirito, la Superiora del medesimo ha sempre incassato l’introito dei piccolilavori che si fanno per la pia Casa dalle Zitelle projette; come pure ha sempreincassato alcuni fissi legati pii, supplendo con tali introiti a varie spese fra l’an-no, a cui non ha mai pensato l’amministrazione del pio Stabilimento.

Ora, essendosi dalla sottoscritta conosciuto, essere stata una tal pratica,per Essa e per le sue Suore, cagione d’indescrivibili dispiaceri; tornando in S.Spirito, vuole assolutamente essere esonerata da un tal peso: e così, incassandol’Amministrazione del pio Luogo, l’introiti accennati; supplirà ancora a tutte lespese, che di consuetudine devono farsi nel decorso dell’anno, per le Zitelle diquel Conservatorio.

Finalmente, avendo le Suore della Carità ottenuto dall’Ill.mo e Rev.moMonsignor Orfei Commendatore, vari locali per loro abitazione, con tutti quel-li accessori necessari, non solo alla vita Religiosa, ma alla continua e facile sor-veglianza del Conservatorio, Baliatico, e Chiesa di S. Tecla; domandanoall’ecc.ma Commissione, che al loro ritorno gli sia il tutto restituito, come daloro fu lasciato il 23 Febbraio anno corrente, quando si allontanarono dalloStabilimento.

Questo è quanto implorano le Suore della Carità dalla magnanimità diSua Ecc.za Rev.ma Monsignor Visitatore, e suoi Ecc.mi Convisitatori, mentre laSuperiora per tutte umilmente si dichiara

U.ma Dev.ma Obb.ma Serva nel SignoreSuor Saveria Calderonidelle Suore della Carità

Tivoli, 19 Settembre 1849

Lettera di 6 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Ritornata a Roma la calma, nella seduta del 22 settembre 1849 la Commissione deputata a com-piere la Visita apostolica decise per il ritorno delle Suore nel Luogo Pio e il Morichini stesso si recòa Tivoli per invitarle formalmente. Egli limitò l’ufficio delle Suore ai soli servizi di economia e ne dif-

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ferì per il momento il ripristino nelle opere di assistenza e di educazione nel Conservatorio, per noncreare ulteriori frizioni e malumori fra le donne ricoverate. La precauzione si rivelò, tuttavia, inuti-le: la sera del 30 settembre, appena rientrate le Suore, da parte delle ricoverate si ebbe una gene-rale rivolta, che terminò solo dopo tre giorni per intervento del Presidio Militare. In quella circo-stanza, il Morichini evitò qualsiasi rappresaglia e permise alle zitelle più anziane di continuare agodere di una particolare autonomia, mentre sottopose le più giovani alla disciplina delle Suore.Cfr. A. CANEZZA, Le Suore di carità nei cento anni di vita romana, p.15.

/2.2.65/Mons. Carlo Luigi Morichini a papa Pio IX, Roma 30 settembre 1851

Padre Santo

Carlo Luigi Morichini Arcivescovo di Nisibi Presidente della Commis-sione degli Spedali prega ossequiosamente la Santità Vostra a degnarsi dispor-re che le Case delle Suore di Carità, che or sono in Roma, e quelle che potesse-ro aprirsi sieno annesse e dipendenti dalla Provincia di Napoli, essendo cheModena dalla cui Provinciale ora dipendono è troppo distante da Roma. LaMadre Generale dell’ordine interpellata ha risposto di fare tutto ciò che piace-rà alla Santità Vostra

Mons. Presidente degli Spedali

Roma, 30 settembre 1851

Lettera di una facciataCopia, in AGSdC

Pesaro

/2.2.66/Il conte Giuseppe Mamiani al card. Gabriele Ferretti, 28 maggio 1846

PIO CONSERVATORIO DELLE ORFANEIN PESARO

Il Rettore ReggenteN. 117

Eminenza Reverendissima

Passata a miglior vita nel giorno 17. Marzo p.p. Teresa Pagnini Priora diquesto Pio Conservatorio delle Orfane, il Sig. Conte Gerdiano Perticari Rettore

APPENDICE N. 2 469

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Reggente supplì provvisoriamente alla mancanza col mezzo della neofitaVirginia Barignani Maestra del Pio Luogo. Zitella di anni n° 29, e convocò sottoil giorno 25 Aprile ora perduto il Collegio per incaricare i Signori Rettori, e leSignore Rettrici a fare le più speciali ricerche tanto in Pesaro che nelle vicineProvince di abile Soggetto per il rimpiazzo.

In oggi si è riunito il Collegio nel quale si è dato sfogo all’incarico rac-comandato, ma essendo tornate senza effetto le ricerche praticate, è venuto inmassima di rivolgersi alle Suore Italiane della Carità dell’Istituto di San Vincenzode’ Paoli che sono state già introdotte anche in Fermo, Senigallia, ed altre Cittàdello Stato con molto profitto e generale contentamento.

Io mi affretto di umiliare all’Eminenza Vostra Reverendissima il verbalerelativo con tutte le notizie raccolte affinché nel suo sapiente intendimento sidegni di accogliere la nostra proposizione, e di avvalorarla ancora del validissi-mo di Lei patrocinio e della Superiore approvazione, in attesa della quale miglorio d’inchinarmi al bacio della Sacra Porpora e di raffermarmi col più profon-do ossequio e venerazione

di Vostra Eminenza ReverendissimaG. Mamiani Vice Rettore Reggente

Pesaro, 28 Maggio 1846

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

/2.2.67/Mère Génevieve Boucon al conte Giuseppe Mamiani,

Napoli 22 Settembre 1846

Dio Solo

Em.mo Signor Rettore

Accluso in una della nostra cara Sr. Emilia Angelino1, ho ricevuto il suopregiatissimo foglio trattante la domanda di due nostre Suore che Ella deside-rerebbe, e che secondo mi dice la nominata Suora, mi ha altre volte richiesto;su di che mi permetto farle mille scuse, ed assicurarla che questa è la primavolta che io vengo onorata de’ suoi scritti, e che ricevo la proposta delle sueSuore per l’orfanotrofio : forse le altre lettere per difetto di direzione sarannorecapitate altrove.

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Dovendo però in questo momento corrispondere all’obbligatissima sualodata, e di tutti i rispettabili Signori e Signore Deputati, loro esternerò il miosommo rammarico, per trovarmi adesso nella impossibilità di cooperarmi ai loropii disegni, e virtuose brame; dapoichè il gran numero de’ Stabilimenti fatt’inquest’anno nel Regno di Napoli ne hanno esaurite di soggetti: tanto vivo, cheho dovuto sorbire il gran dispiacere di negarmi anche all’Em.mo CardinaleCagiano per le tre Suore che bramano a Senigallia ad oggetto di aprire laScuola; e la nostra Suor Emilia mi può far fede.

Perciò le riattesto e umilio Signor Rettore il mio sincero dispiacere, e lemie scuse, non che a tutta la rispettabile Deputazione per non potere in talriscontro servirli; e ringraziandoli della loro gentilezza, e bontà, li prego riceve-re gli ossequiosi miei rispetti con che ho l’onore di essere

Ecc.mo Signor Rettore DeputatoL’Umiliss.a ed Osseq.ma Serva

Suor Genoveffa Boucon SuperioraGen.le delle Sorelle della Carità

Napoli, 22 Settembre 1846

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

1 Si tratta di una Suora della Carità che operava nel Conservatorio di Senigallia.

/2.2.68/Mère Génevieve Boucon al conte Giuseppe Mamiani,

Napoli 21 Ottobre 1846

Dio Solo

Ecc.mo Signor Rettore

Onorata d’altra sua obbligantissima in data del 6 corrente mi son vedu-ta stretta da due contrarie forze: egualmente possenti, l’una cioè che mi spro-nava irresistibilmente a corrispondere al suo cortesissimo impegno, l’altra cheme ne allontanava per la vera impossibilità di somministrare le due Suore chesi desiderano dalle Signorie loro: sicché ho ritardato qualche giorno il presente

APPENDICE N. 2 471

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472 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

riscontro, per riflettere se potevamo trovar qualche mezzo onde contentare leloro brame anche a costo di sacrifizio; ma per disporre di soggetti di questaComunità, rimasta esaurita per così dire pei tanti stabilimenti cui fornisce, èstato impossibile.

Io però a darle prova Signor Conte rispettabilissimo, del volere e del-l’impegno che veramente sento di servirLa, ne scriverò di nuovo alla nostra caraSuora provinciale Sr. Rosalia Thouret a cui già n’avea parlato e le farò tutte lepossibili premure affinché si cooperi Essa a provvedere le Signorie loro di dueSorelle per la scuola delle alunne indicatemi : la impegnerò a farlo quantoprima le sarà possibile, ed a premurarsi di corrispondere per me nel migliormodo che può alle giuste mire di cotanti rispettabili, e degni personaggi.

Mi perdoni Signor Conte se io stessa non ho potuto servirla, ma credapure che io ne sorbisco il massimo dispiacere. Spero però che saran soddisfattipienamente avendo qualche altro momento di pazienza.

Termino esternando primieramente a Lei Signor Conte i più alti sensi digratitudine e di rispetto, e quindi a tutti i rispettabili Signori che con Lei si coope-rano a propagare in codesta Città il nostro Santo Istituto; e pregando il Signoredi versare su di loro le sue grazie e benedizioni più elette, la prego accogliere l’os-sequioso omaggio de’ miei sentimenti con che ho l’onore di essere

di LeiL’umiliss.ma ed osseq,ma Serva

Suor Genoveffa Boucon SuperioraDelle Sorelle della Carità

Napoli, 21 Ottobre 1846

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1846

/2.2.69/Disposizione amministrativa, Pesaro 12 aprile 1847

Giunte in questo Ospizio di S. Benedetto nel giorno di ieri le due Suoredella Carità chiamatevi dalla superiore disposizione dell’E. Legato Presidente, diche si fa menzione nel di Lui dispaccio protocollato al n. 154 e cioè

Suor Adelaide VaccaiSuor Medea Macy

Convenutosi il loro assegno mensile in Scudi 2

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N. 228Il dì 12 aprile 1847Si ponghino le nominate Suore a ruolo fra gli Impiegati della Casa

Il direttore Meli

Documento di una facciataOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, b. 63, esercizio 1847, XVII

/2.2.70/Estratto del verbale di riunione del Collegio del VenerabileOspedale di S. Salvatore di Pesaro, Pesaro 17 Aprile 1847

Verbale di riunioneAl Nome di Dio: AmenPesaro 17 Aprile 1847

In seguito della diramazione dei consueti biglietti d’invito a normadell’Articolo 15. Sezione Ia del Regolamento, si è adunato questa mattina nelPio Stabilimento il Collegio del Venerabile Ospedale di S. Salvatore, e vi sonointervenuti gli Ill.mi Signori:Rettori ReggentiSpada Conte AdolfoGrazia NicolaRettoriBelluzzi Conte LodovicoPetrucci Marchese PietroMamiani Conte GiuseppeGiorgi PaoloGallucci Mons.re AlessandroZanacchi Francesco

N. 1 - I Signori Reggenti aprirono la Seduta col dire:“In seguito della Collegiale risoluzione degli 8 Gennaio scorso con la

quale vi degnaste autorizzarci ad entrare in trattative con le Suore dellaCarità onde affidar loro la Direzione del nostro Ospedale, noi ci facemmodovere di tenerne proposito con l’Em.mo Preside il quale non solo approvòin genere la fattiva risoluzione, ma si offrì ancora di cooperare con tutti imezzi possibili alla effettuazione di questo progetto. Animati da tale discor-

APPENDICE N. 2 473

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so, col giorno 1° Febbraio passato ci rivolgemmo formalmente alla SuperioraProvinciale delle Suore della Carità stesse col foglio, di cui ora sentirete iltenore”.

Si lesse la minuta della lettera scritta dalla Reggenza protocollata alN. 38. Quindi ripresero la parola i Signori Reggenti. “Il nostro foglio fu riscon-trato dalla Superiora Provinciale in data del 7 dello stesso mese nel modoseguente”.

Si comunicò il riscontro del protocollato al N. 64.Dippoi proseguirono i signori Reggenti. “Vedendo da questo riscontro

che il nostro Em.mo Signor Cardinale Legato erasi direttamente interessatonella esecuzione del progetto stesso, tornammo a Lui, ed Egli ci fece conoscereche in seguito delle premure fatte, e degl’impegni frapposti da rispettabilissimiPersonaggi, sperava che le Suore avrebbero potuto portarsi in Pesaro prima diquel tempo, che la Superiora Provinciale sembrava indicare nel suo foglio.Aggiunse ancora esser assai miglior cosa che le trattative si aprissero a voce,piuttosto che in iscritto, e si riserbò tutto il carico di sollecitare la venuta delleSuore medesime, inculcandoci frattanto di preparare un provvisorio alloggioonde riceverle.

Grati a tale prova non dubbia di quello zelo e distinta carità che tantoonorano il cuore del nostro Em.mo Preside, gliene rendemmo per parte di tuttiNoi i più sinceri ringraziamenti: e ci affrettammo di secondare la sua filantropiacon allestire alla meglio qualche Camera adattata a quel ricevimento. Ora dun-que che le medesime sono qui giunte, abbiamo subito tenuto con esse variCongressi, ai quali vi ha aperta la strada la Somma bontà del lodato Em.moFerretti con interessarsi vivamente non solo a consigliarci sul modo di trattare,ma anche col prendere le più energiche misure onde sollevare il nostro PioLuogo dal peso dei malati Cronici di cui ridondano le Infermerie, a ciò perchéreso minore il numero dei malati, possa lo Spedale più facilmente sostenere inuovi impegni. Da tali Congressi abbiamo ricavato una minuta di progetto, cheora vi presentiamo, dal quale a nostro credere, risulteranno immensi vantaggialla nostra amministrazione, senza che questa abbia d’altronde a soffrire unpeso insopportabile”.

Eccone il tenore.1. - Le Suore della Carità dovranno assumere la direzione tanto del disciplinareche della interna Amministrazione delle Infermerie e del Conservatorio delleEsposte.2. - Per conseguenza dovranno dirigere l’andamento delle infermerie sorve-gliandole per la nettezza, per l’assistenza dei malati, per la distribuzione deicibi, e dei medicamenti, per la esatta esecuzione di tutti gli obblighi inerentiagli infermieri ed alle infermiere per la regolarità delle visite dei medici, e tut-t’altro che può riferire al bene ed al vantaggio degli infermi.

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3. - Dovranno altresì prendere in consegna tutti gli oggetti esistenti nelleInfermerie, tutta la biancheria per uso delle medesime; come dovrà da lorodipendere la consegna, ed il ritiro.4. - Dovranno inoltre dirigere la educazione delle Esposte ritenute nelConservatorio e per conseguenza istruirle in tutto ciò che sarà necessario a talescopo sia per lavori de’ telari sia per apprendere a leggere e scrivere, e perconti, per la Dottrina Cristiana e qualunque altro ramo di educazione religiosamorale ed istruttiva adattata alla loro condizione.5. - Dovranno quindi regolare l’orario delle Zitelle, sorvegliare le visite che que-ste ricevono al parlatorio ed in genere la osservanza del Regolamento stabilitogià per tale oggetto.6. - Dovranno ancora dirigere la Cucina tanto per gl’infermi quanto per le zitel-le del Conservatorio.7. - Se pertanto nella esecuzione di tali obblighi, che le Reverende Suore si assu-mono, trovassero necessaria qualche modificazione nell’attuale Regolamentone faranno parte alla Reggenza onde questa possa senza dilazione portarla acognizione del Nobile Collegio del quale dovrà restar sempre integra l’autoritàa norma del Regolamento.8. - Ed a maggior chiarimento di quanto sopra s’intenderà che le loro attribu-zioni oltre quello che riguarda le infermerie debbano comprendere tutte quel-le spettanti in oggi al Sig.r Priore, ed alla Sig.ra Priora ed a tutte le Maestreimpiegate del Conservatorio.9. - In correspettivo di tali incarichi il Venerabile Ospedale si obbligherà a man-tenere egual numero di Suore che di comune concerto sarà reputato conve-niente per tutte le suddette attribuzioni.10. - Tale mantenimento resta fissato in alloggio completo nell’Ospedale stes-so con la necessaria biancheria da tavola e da letto in vitto consistente in cola-zione, pranzo con menestra, lesso, pietanza e frutta; e cena con insalata e pie-tanza.11. - Oltre a ciò dovrà l’Ospedale provvedere la imbiancatura tanto delle bian-cherie suddette che della loro biancheria personale.12. - Dovrà inoltre l’Ospedale pagare in denaro contante a ciascheduna Suorala somma di Sc. 2 mensili posticipati a titolo di vestiario nella quale sommini-strazione si intendono comprese tutte le altre spese che potessero.13. - Dovrà ancora l’Ospedale passare le spese dei viaggi che faranno o avran-no fatto le Suore stesse per partirne quando la loro partenza seguisse a richie-sta del Nobile Collegio.14. - Dovrà finalmente l’Ospedale obbligarsi a mantenere nello stesso modofinché restano nello Stabilimento ovvero passare l’annua pensione di Sc. 25romani tornando alla Casa principale a quella o a quelle Suore che dopo 20 annicontinui di servizio si rendesse inabile a prestare più oltre l’opera sua.

APPENDICE N. 2 475

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476 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

15. - Come pure dovrà obbligarsi a sostenere la spesa di un conveniente fune-rale nel caso di morte di qualcuna delle Suore stesse.16. - Sarà in facoltà della Superiora Provinciale il cambiare i soggetti a suo pia-cimento.17. - Dovrà l’Ospedale provvedere all’alloggio e mantenimento della Superiorastessa nell’occasione delle sue visite annuali.

“Ora che avete ascoltata la lettura del progetto v’invitiamo ad analiz-zarlo, e stabilire nella Vostra Saviezza con quali modificazioni possa essereaccettabile. Noi non crediamo necessario di dovervi ora ripetere tutti gli abusie disguidi che succedono tutto giorno nel nostro Stabilimento, ad ovviare iquali poi crediamo unico mezzo quello disopra propostovi”.

Terminato il rapporto della Reggenza i Signori Adunati ritrovando giu-sto in genere quanto si era esposto, richiesero che fosse nuovamente letta lasuddetta minuta di progetto onde analizzarlo articolo per articolo. Fattasi lanuova lettura dei primi sei articoli nulla ebbero a ridire sui medesimi.

In quanto all’Articolo 7. il Signor Rettore M.se Petrucci a render semprepiù sicura l’autorità del Nobile Collegio propose d’aggiungere la parola inviola-bile nelle espressioni che dichiaravano e confermavano la medesima.

L’articolo Ottavo passò senza alcuna osservazione.All’Articolo Nono che riguarda il numero delle Suore, il Rettore Signor

Paolo Giorgi opinò che queste non fossero più di quattro. I Signori Reggentiperò fecero conoscere che anche il minimo termine non poteva essere inferio-re al numero di cinque e ciò per ora finché le Suore stesse non avessero assun-ta la direzione anche della Spezieria e del Conservatorio delle Zitelle.Rifletterono essere indispensabile avere una Superiora Direttrice, avere unaSuora addetta esclusivamente alla Cucina, altra esclusivamente ai Telari; altraessere esclusivamente alla guardaroba; e due per lo meno alle Infermerie. Checiò nonostante si poteva per ora fare in modo che ciascuna di quelle Suore aiu-tasse le altre nelle loro incombenze, e per conseguente si poteva limitare oggiil numero a sole cinque: restando in facoltà del Nobile Collegio di essere inter-pellato per l’opportuna approvazione allorché si credesse necessario l’aumentodi altre Suore

I Signori Rettori Conte Mamiani e Marchese Petrucci convenendo neiriflessi della Reggenza opinarono anch’essi non potersi stabilire per ora unnumero minore di cinque: al che consentirono e il Signor Rettore Gallucci, etutti gli altri intervenuti.

All’Articolo 10. riguardante l’alloggio delle Suore il signor RettoreGiorgi domandò in qual modo s’intendesse quest’alloggio, e se avesse dovutocondiscendere a qualunque richiesta delle Suore. A tal domanda il ReggenteConte Spada, conoscendo l’alloggio ad Esse fissato in Ravenna e Bologna, quan-to il Signor Conte Mariani, che le aveva già istallate nel Conservatorio delle

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Orfanelle in Pesaro, dichiararono avere le loro pretese abbastanza limitate. Ciònon ostante a togliere qualunque eccessiva interpretazione di quell’Articolopropose il Signor Conte Mamiani che si aggiungessero le parole a beneplacitodella Reggenza.

Furono senza osservazione alcuna approvati gli Articoli 12.,13.,14., e15.; e solo all’Articolo 14. si volle dai Signori Rettori dettagliatamente conosce-re quale fosse lo spirito delle pensioni ivi accennate. E furono pienamente sod-disfatti nel sentire che queste s’intendono nel senso letterale dell’Articolo stes-so, cioè personalmente per quelle Suore che durassero 20 anni continui nelnostro Ospedale, e si rendessero dopo ciò inabili al servizio.

All’Articolo 16. portante la facoltà nella Superiora Provinciale di cam-biare i soggetti a suo piacimento si decretò unanimemente di aggiungere chefosse in facoltà del Collegio di chiederne ugualmente la remozione.

Dopo di ciò si passò a parlare della spesa che avrebbe incontrata loSpedale pel mantenimento delle Suore stesse. Ed il Signor Rettore ConteMamiani fece conoscere che le due Suore già istallate al Conservatorio delleOrfanelle portavano una spesa non maggiore di Scudi 118 oltre la spesa delprimo impianto.

Da tale dichiarazione conobbero i Signori Congregati che il peso erasopportabile per il nostro Pio Luogo in vista anche della economia che si ripro-mettevano dalla Direzione delle medesime. Non di meno nell’approvare ilCapitolato, e la istallazione delle Suore invitarono la Reggenza a volere in altraSeduta presentare un ragguaglio fra le spese da incontrarsi per quel manteni-mento, ed i risparmi che si potessero ottenere in altri titoli. Al che avendo ade-rito pienamente la Reggenza stessa si passò alla formazione del seguente par-tito. Chi crede approvare il Capitolato già lettosi col quale le Suore della Caritàdovranno essere istallate nel Pio Stabilimento di S. Salvatore per gli offici Loroattribuiti nel Capitolato stesso, autorizzando la Reggenza all’esecuzione dellacosa dopo conseguita la Superiore approvazione, dia.

Passò a pieni voti.

N. 2 . Ripresero la parola i Signori Reggenti:“Fin dal 24 Gennaio 1846 nella Seduta Collegiale tenuta in quel giorno

Voi riconosceste la necessità di eseguire delle indispensabili riforme nel mate-riale del nostro Stabilimento sia perché gl’infermi fossero assistiti e forniti ditutto il necessario, sia perché fossero attivati nel Conservatorio lavori di qual-che lucro, sia finalmente per ottenere sulle spese ordinarie una economia chel’aumento continuo dei malati e degli Esposti, e le nostre ristrette finanze impe-riosamente reclamano. A tale oggetto furono in varie eseguite delle ispezioninell’intero Locale, ed in varie Sedute Collegiali si annotarono sommariamentee stragiudizialmente i diversi oggetti principali a’ quali si sarebbe dovuto prov-

APPENDICE N. 2 477

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478 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

vedere. E’ da rammentarsi ancora che nella suaccennata Seduta del 24 Gennaio1846 si pensò il fondo occorribile per tali spese […]

Documento di 3 facciateOriginale, in ASP, Reggenza Conservatorio e Venerabile Ospedale di San Salvatore, Verbali delle riu-nioni, anno 1847

/2.2.71/Nicola Grazia e Alessandro Gallucci al Cardinale Adriano Fieschi1,

Pesaro 19 marzo 1848

Eminentissimo Principe

Ci è pur forza rendere consapevole l’Eminenza Vostra Reverendissima diciò che ci si è ora fatto confidenzialmente sentire intorno al pubblico desiderioche sieno allontanate2 dal nostro Pio Stabilimento le Suore della Carità, che nel-l’anno scorso per Collegiale risoluzione del 17 Aprile debitamente sanzionatada codesta Legazione Apostolica col venerato Rescritto N. 3753 del 20 dellostesso mese, vennero chiamate ed introdotte alla direzione ed alla cura dellefaccende domestiche di questo Ospitale degli Infermi, e del Conservatorio delleRejette.

E questo particolare avvertimento sembrandoci avere tutta la certezzadi una opinione che forse potrebbe risolversi in una spiacevole dimostrazionepopolare, così non possiamo non affrettarci a porgerle il presente Rapporto,perché nella sua alta penetrazione, prudenza, e saggezza voglia degnarsiabbassare in oggetto quelle Superiori sue disposizioni ed istruzioni, che valga-no a prevenire e ad allontanare ogni pericolo della manifestazione suindicata.

E perché l’Eminenza Vostra in caso di pronto bisogno abbia sott’occhiogli obblighi e le responsioni stipulate con le Suore predette, ci facciamo debitoumiliarle qui inserta la copia degli analoghi articoli, pe’ quali furono allora quichiamate cinque Religiose nelle persone diSuor Teresa Biset Direttrice: ora assenteSuor Colomba FortunatiSuor Leonilde LazzariSuor Geminiana PelacanniSuor……………………..

Nel dichiarare all’Eminenza Vostra Rev.ma per debito di giustizia e diverità che esse hanno sempre corrisposto, siccome tuttora corrispondono conirreprensibile religiosità alle incombenze a Loro affidate a seconda del loroIstituto, attenderemo con la possibile sollecitudine i venerati cenni di Vostra

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Eminenza, cui abbiamo la gloria di confermarci con profondissimo ossequio,baciandole devotamente il lembo della Sua Porpora

di Vostra Eminenza ReverendissimaUmilissimi Dev.mi Obbl.mi Servitori

Nicola Grazia RettoreAlessandro Gallucci Reggente

Pesaro, 19 Marzo 1848

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASP, Fondo San Benedetto, Miscellanea, 1848

1 Il card. Adriano Fieschi era il Legato Pontificio di Pesaro-Urbino. Cfr. HIERARCHIA, VII, ad indicem.2 A Pesaro, come in tante altre città dello Stato Pontificio, gli eventi rivoluzionari del 1848 misero adura prova l’operato delle Suore della Carità. Le quattro suore dell’Ospedale di S. Salvatore, allo scop-piare improvviso di una sollevazione popolare, furono immediatamente allontanate dall’amministra-zione del Luogo Pio, che temeva gravi conseguenze per l’Ospedale. Giunte a Modena, in attesa dicapire come si sarebbe evoluta la situazione a Pesaro, le suore furono destinate ad altri uffici.

/2.2.72/Estratto di Risoluzione presa dal Collegio del Venerabile Ospedale

di S. Salvatore di Pesaro, Pesaro 22 marzo 1848

Estratto di Risoluzione presa dal Nobile Collegio dello Spedale di S. Salvatoredi Pesaro

nella sua seduta del 22 Marzo 1848

Ammesso

I Sig. Reggenti aprirono la Seduta col dire “Dalla Comunicazione cheora porgiamo alle SS. VV. Ill.me di un rapporto da noi umiliato a questo E.moPreside della Provincia, apprenderanno l’oggetto di che siamo a parlare”.

Si legge la minuta del rapporto protocollato al N. 179.“Mentre attendevamo una qualche deliberazione Superiore in argo-

mento, e mentre ci facevamo debito chiamarvi al Collegio, onde conoscere leistruzioni vostre, ed i vostri consigli, fummo informati nella sera del 20Corrente da nostro ottimo Collega Sig. Conte Adolfo Spada, essersi già da Luipredisposta la partenza delle Suore dall’Ospizio nella notte stessa, ossiapoche ore dopo la partecipazione che ce ne dava. Ed il lodato Sig. ConteSpada dichiarandoci recare in oggetto la parola e la volontà Superiore, assi-curandoci inoltre che nel domani sarebbesi ricevuto il Dispaccio officiale,

APPENDICE N. 2 479

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furono date sull’istante le analoghe opportune disposizioni per ricevere laconsegna degli effetti, e per somministrare i mezzi di viaggio. Infatti nel gior-no di ieri dopo seguita la partenza delle nostre Suore ricevemmo il Dispaccioche vi leggiamo.

Si legge il foglio Legatizio protocollato al N. 184.“Nel parteciparvi ora simile cosa, ci riserbiamo di significarvi in

appresso tutto che dovrà essere stabilito con la Superiora dell’Ordine per ciòche riguarda compenso di viaggio ed altro, che fosse riferibile alle obbligazio-ni del Pio Luogo verso le lodate Suore già chiamate ed ammesse nel nostroOspizio. Ci riserviamo inoltre ascoltare le Vostre determinazioni sul provvedi-mento, che si stimasse di prendere per la direzione interna del Conservatorio,e segnatamente per l’articolo lavori su di che all’istante non sapremmo checosa proporvi quando non fossero per tornare fra breve le Suore della Caritàa riprendere le loro incombenze nel nostro Ospizio. Circa poi le Infermerieabbiamo disposto per ora di affidare interinalmente alla Sig.ra Angela Bailettiattuale prima infermiera del Pio Luogo tutto che tratta e si riferisce alGuardarobba delle Sale dei Malati tanto maschi quanto femmine. Lo zelo,l’onestà, e la filantropia di questa Inserviente sono abbastanza note per ren-dervi certi, che da tale nostra precaria disposizione non sia per tornare tuttol’economico vantaggio al nostro Ospizio congiuntamente all’esatto e diligen-te servigio agli Infermi. Il Sig. Gaetano Bozzolini poi riassumerebbe per ora leincombenze di Priore, meno la parte del Guardarobba dissopra indicata. Eccoquanto in oggetto sarebbesi da noi proposto nella emergenza del caso, esubordinatamente a quelle migliori determinazioni che la vostra saggezzacreda di suggerirci”.

Terminata la relazione di cui sopra, il Sig. Reggente Gallucci continuòad informare il Collegio di tutto ciò, che aveva creduto di operare anche ante-cedentemente al rapporto emesso iscritto dalla Reggenza all’Em.o Legato, ecioè che aveva egli cercato di prendere dei concerti con lo stesso Sig. ConteSpada, siccome quegli, che con tanto zelo erasi interessato per l’ammissione diqueste Suore nell’Ospizio, e che quindi erasi portato in compagnia del suo Sig.Collega Reggente Nicola Grazia dal suddetto Em.o per verbalmente informarlodi quanto accadeva in proposito onde ricevere quelle istruzioni, e intenderequei venerati Consigli, che la sua prudenza e saggezza avessero potuto offeri-re sul fatto; e che in seguito di simile verbale comunicazione avendo desidera-to il lodato Superiore di ricevere rapporto in iscritto, fosse obbligata la stessaReggenza di ammetterlo nel susseguente giorno 19 corrente nei termini, chegià furono esposti.

Tutti i Sig Adunati non ebbero che ad approvare la prudenziale condot-ta della Reggenza, ed in particolare il Sig. Marchese Petrucci dichiarò, che lamisura addottata era stata opportunissima in vista delle attuali circostanze. Il

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Sig. Reggente Gallucci osservò che il Dispaccio Legatizio dava una tropparesponsabilità alla Reggenza per l’allontanamento delle Suore dall’Ospedale,dicendosi in esso Dispaccio, che ove non ravvisino i Reggenti altro miglior tem-peramento per le medesime, essere prudente, ed opportuno consiglio lo “allon-tanarle”, ma che non conosciuta questa ingiunzione che dopo già seguita lapartenza delle Religiose, non credeva, che si potesse addebitare alla Reggenza,l’affrettato dipartire delle medesime. Il Rettore Sig. Giorgi rispose essere anchea sua particolar cognizione il desiderio di molti per l’allontanamento di questeSuore dalla Città, e che quindi se non fosse accaduto sul momento avrebbesidovuto fra brevissimo tempo dimetterle e forse con qualche dispiacenza, cheoggi si è pur potuto ovviare. E però opinava che il temperamento preso erasotto ogni aspetto prudenziale, e commendevole.

Tutti i Sig. Rettori si esternarono e furono della medesima opinione.D’appresso a ciò la Reggenza presentò al Collegio la minuta di lettera

che proponeva di scrivere alla Superiora dell’Ordine per informarla dell’emer-gente concepita nei seguenti termini:

“La Superiore disposizione espressaci nel venerato Legatizio Dispaccio20 andante N. 2532 ha precariamente allontanate da questo Pio Stabilimentole quattro Suore della Carità che vi dimoravano. Predisposta per loro interes-se dal nostro Collega Sig. Conte Adolfo Spada nel giorno di jeri la loro par-tenza, noi non ne fummo informati che poche ore innanzi, portandoci laparola del suindicato Dispaccio, che dippoi ricevemmo. Si è questa la cagioneperché non sono state Esse Suore accompagnate alla Maternità Vostra da unnostro foglio, della quale cosa eravamo pur in dovere. Nell’affrettarci ora per-tanto di compierlo nel modo, che ci è dato, troviamo opportuno di accluder-le copia d’un nostro rapporto, che abbiamo creduto di dovere umiliareall’E.mo nostro Legato, unitamente alla copia della risposta ricevutane, che èil sopracitato Dispaccio, onde venga Ella informata pienamente di che si trat-ta. Apprenderà poi del pari quanto noi siamo lungi dal riconoscere nelleSuore medesime ogni ombra di demerito, che abbia provocato simile tempe-ramento, che anzi a lode del vero dobbiamo dichiarare la piena nostra soddi-sfazione per la loro irreprensibile condotta, e per la loro religiosa, e perfettaosservanza dell’umanissimo Istituto che professano. Pieni di ossequioso rispet-to abbiamo l’onore di confermarci…”.

I Sig.ri Adunati approvarono pienamente i termini della minuta, e soloil Sig. Marchese Petrucci fece aggiungere la espressione per loro interesse versoil principio della lettera: ed il Sig. Conte Spada sopraggiunto al Collegio, e let-tosi anche da Lui la minuta predetta, desiderò aggiungere a maggior chiarezzanel corpo della lettera le parole che è il sopracitato Dispaccio.

Sopra del quale oggetto non avendo i Sig.ri Adunati altro da esporre,ed osservare, si passò a trattare degli altri affari del Collegio.

APPENDICE N. 2 481

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482 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ammesso

Per copia conforme d’OfficioVincenzo Bontà Seg.rio

Documento di 6 facciateOriginale, in ASP, IRAB, San Salvatore, 1848, b. 75, f. 3

/2.2.73/Nicola Grazia e Alessandro Gallucci al card. Gabriele Ferretti,

Pesaro 23 marzo 1848

I Rettori reggenti al card. Legato

Riferendosi al Dispaccio N. 2533 si rimette copia di atto Collegiale sulle segui-te partenze delle Suore della Carità.

Dalla copia di verbale di Seduta del Collegio tenutosi nel giorno di jeriapprenderà l’Eminenza Vostra Reverendissima il seguìto allontanamento delleSuore della Carità da questo nostro Ospizio pel lasso di quattro mesi di assen-za1 dichiarato nel Legatizio suo Dispaccio del 20 corrente N. 2533.

Rileverà pure che simile prudenziale misura essendo stata riconosciutaopportunissima dai Sig. Rettori del Collegio, l’abbiano Essi unanimemente com-mendata.

Nel farci debito di umiliare il suindicato atto Collegiale per opportunacognizione e norma di Vostra Eminenza Rev.ma, passiamo all’onore di confer-marci con profondissimo ossequio, baciandole la S. Porpora

Di Vostra Eminenza ReverendissimaDevotissimi Obbligatissimi Ossequiosissimi Servitori

Nicola GraziaAlessandro Gallucci

Pesaro, 23 Marzo 1848

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASP, IRAB, San Salvatore, 1848, b. 75, f. 3

1 Di fatto le Suore rientreranno all’Orfanotrofio, ma non all’Ospedale di San Salvatore; continue-ranno, inoltre, il loro servizio nel Manicomio di San Benedetto, che non avevano mai abbandona-to.

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/2.2.74/I Rettori Reggenti dell’Ospedale di Pesaro al Pro-Legato,

Pesaro 4 agosto 1848

N. 6651I Rettori Reggenti

Eccellenza

In seguito del Legatizio Dispaccio del 20 Marzo trascorso N. 2533 diPesaro essendo stato accordato alle Suore della Carità, già introdotte nel nostroOspizio il permesso di assenza di quattro mesi, questo permesso cessò col gior-no 27 del corrente mese di Luglio.

Non essendo però tuttora tolti di mezzo i motivi, che consigliaronoquell’allontanamento, la Reggenza si fece debito d’interpellare in proposito ilNobile Collegio nella sua ultima tornata del 28 corrente.

Dalla copia del relativo Verbale, che rassegniamo all’E.V. conoscerà lamozione da noi fatta, la discussione avvenuta, ed il partito preso in oggetto peruna proroga a tempo indeterminato del primitivo permesso di assenza.

Questo partito però avendo per due volte conseguito parità di suffragi,spetta ora all’autorità di V.E. il volerlo ammettere o rigettare giusto quanto sidispone dall’Art. N. 22 Sezione 1a del Regolamento del Pio Luogo.

Noi però secondo il remissivo nostro parere già esternato al Collegio,saremmo a supplicarla di ammetterle a tempo indeterminato.

Pesaro, 4 agosto

Sentita la Congregazione Governativa si convienenel partito di concedere un permesso illimitatoalle Suore di Carità.Pel Pro – LegatoIl Cons.e di LegazioneG. Machiavelli

N°. 6651 P. di PesaroSig. RR. RR. dell’Ospedale di S. SalvatorePesaro

Sentita questa Congregazione Governativa sulle riflessioni che consi-gliarono codesto nobile collegio nella seduta de’ 28 scaduto Luglio alla discus-sione di concedere o no un indeterminato permesso di assenza da codesto Piostabilimento alle Suore di Carità, ed essendone risultata una parità di voti, que-

APPENDICE N. 2 483

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sta Legazione in forza di quanto si dispone dall’art. 22 sez. 1. del Regolamentodi codesto Pio Luogo determina doversi accordare una proroga a tempo inde-terminato del primitivo permesso di assenza alle suddette Suore.

Tanto sia loro di norma in riscontro al foglio del 30. scorso Luglio N°.511. e con la solita sincera stima passo a ripetermi

G. Meli

Lettera di due facciateOriginale autografo con postille e annotazioni manoscritte, in ASP, IRAB, San Salvatore, 1848, b. 75, f. 3

Faenza

/2.2.75/Mons. Gaspare Grassellini1 al card. Giacomo Antonelli,

Bologna 12 maggio 1852

N. 2290Li 12 Maggio 1852

E.mo Segretario di Stato

Appena assunsi il regime di questa provincia uno dei miei primi pensie-ri fu quello di volgere l’attenzione sull’andamento dei pii Stabilimenti, la di cuiamministrazione fosse esclusivamente, od in gran parte a carico delle Comuni,e ciò nel duplice scopo di provvedere all’economia, ed invigilare che corrispon-dessero al pio fine cui furono istituiti.

Uno dei più interessanti certamente è l’Ospedale di Faenza per una invi-luppata Amministrazione che conviene promiscuamente a Mons. Vescovo, e alComune di Faenza, sia pur contribuendo ad essa molte Comunità di questa,non che della Ferrarese provincia, le quali hanno diritto di usufruirne per i pro-pri Cittadini. Sebbene poco, o nulla potessi io fare direttamente nella parte eco-nomica molto dissestata, perché pende su questo particolare una vertenza tral’Ospedale stesso, e le Comunità contribuenti innanzi una Congregazione diE.mi Porporati appositamente destinata, nulla meno non ho tralasciato, né tra-lascerò nella revisione de’ Preventivi, e Consuntivi che sono soggetti alla sanzio-ne di questa Con.ne Gov.a di dare le necessarie disposizioni, ed innestare prin-cipi per ottenere la possibile regolare economia.

Ove però ho più insistito con quel Deg.mo Mons. Vescovo è stato suimiglioramenti da portarsi nel servizio interno dello Spedale, e maggiore atten-zione all’assistenza degli Infermi. Suggerir il mezzo più adatto, come consta dalrisultato de’ fatti negli altri Ospedali ove è stata stabilita, l’installazione delle

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Suore di San Vincenzo de’ Paoli dette della Carità.Il lodato Mons. convenne nella mia idea, e ne riconobbe subito i molti

vantaggi che si sarebbero ottenuti anche nella parte dell’economia.Si adoprò senza ritardo per averle, coadiuvato anche da mie pratiche,

ed ora ho il piacere di annunziare a V.E. R. che col giorno di ieri le Suore stessericevettero il formale possesso della assistenza nello Spedale di Faenza dallostesso Mons. Vescovo colla presenza di tutto il clero e Collegio di Parrochi,Autorità Governativa e Magistratura Comunale.

Alla Sacra funzione intervennero pure non solo tutto il ceto nobile dellacittà, ma pur anche molte altre persone di ambedue li sessi de’ Cittadini, il di cuispontaneo intervento addimostra chiaramente quanto sia stata accetta all’inte-ra popolazione una tale disposizione.

Ho creduto mio dovere renderne consapevole l’E.V. R.ma, anche perchévoglia degnarsi tenerne informata la Santità di Nostro Signore.

InchinatoGaspare Grassellini

Lettera di 2 facciateCopia, in ASR , Fondo Legazione, b. 636

1 Gaspare Grassellini (Palermo, 1796 - Frascati, Roma, 1875), già alto funzionario della curia roma-na e capo di varie delegazioni pontificie, fu Governatore di Roma nel 1847. Nell’aprile del 1852 fuinviato a Bologna come Commissario straordinario per le quattro Legazioni. Fu creato cardinale daPio IX nel 1856. Sul suo operato a Bologna. Si veda E. BOTTRIGARI, Cronaca di Bologna, II. pp.260-262 e passim.

APPENDICE N. 2 485

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APPENDICE N. 3 487

Convenzioni e atti amministrativi

In questa appendice sono raccolti documenti che possono essere defini-ti “ufficiali”. Si tratta, in primo luogo, del Verbale di riunione (Modena, 22 mag-gio 1835) che, essendo regolarmente protocollato e sottoscritto con la firma diben sette rappresentanti delle parti interessate, assurge ad atto amministrati-vo, vincolante per la conduzione del servizio nell’ospedale “cronici” dellaCapitale Estense. Seguono, in ordine cronologico, altri documenti; in particola-re, la Convenzione stabilita dalla Deputazione dello Spedale di Ravenna SantaMaria delle Croci e le Suore della Carità (1840), che rimarrà in vigore, con pochiritocchi, almeno fino al 1845; in tale data, infatti, il card. Chiarissimo Falconierine inviava copia all’arcivescovo di Bologna, card. Carlo Oppizzoni, alla ricerca dimodelli ai quali ispirarsi per un analogo accordo destinato a sancire il coinvol-gimento delle medesime Suore nella direzione e amministrazione dell’Ospedalebolognese di Sant’Orsola. Di particolare importanza si rivela la Procura Legalefatta dalla Superiora Generale delle Suore della Carità, Suor Généviève Boucon,in favore di Suor Rosalie Thouret (Napoli 1841), in quanto con tale atto si dele-gava alla Superiora Provinciale di Modena “ogni potere […] di agire liberamen-te e passare un contratto legale e formale fra l’Amministrazione di Modena edil suo Istituto per assicurare a perpetuità le Convenzioni fatte”. In forza di taledelega, suor Rosalie poté così stipulare autonomamente, sia pure in conformi-tà “alle regole dell’Istituto medesimo”, contratti, convenzioni o capitolati conIstituti e Opere Pie. Giova sottolineare che tutti i documenti qui riprodotti pos-sono servire a meglio comprendere le caratteristiche e la qualità del servizioospedaliero o di natura assistenziale ed educativa reso dalle Suore della Caritàin un periodo storico particolarmente complesso e ricco di fermenti innovativiin campo religioso, culturale e sociale, oltre che politico.

487

Appendice n. 3

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488 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.1/Verbale di riunione, Modena 22 Maggio 1835

In seguito del dispaccio Governativo in protocollo Intendenza genera-le di questa Opera Pia al N. 4704 del 1834 - essendoci nella residenzadell’Ill.mo Sig. Presidente gen.le la molto Reverenda Suora della CaritàRosalia Thouret, ed Elena Gruz, ed Ill.mo Sig. Cavaliere Capitano, CesareGalvani Sindaco dell’opera anzidetta, eppiù Ill.mo V. Presidente Mons. DeBuoi, Ill.mo Intendente gen.e Presidente Conte Claudio Bentivoglio, CanonicoDott. Don Filippo Caula e Canonico Ferdinando Bassoli è stato combinatoquanto segue.

La Guardarobbiera farà ricevuta all’Intendenza generale di tutti lieffetti che sono nella sala ad uso delle donne tanto ammalate quanto ricove-rate a fronte di Inventario con stima, aciò in ordine ai capi spettanti alla guar-darobba.

L’Economo farà lo stesso relativamente al mobilare, ed agli effetti chenon appartengono a guardarobba.

La Reverenda Suora, ed il loro Sindaco ammetteranno ricevuta allaguardarobbiera e così praticheranno verso l’Economo, onde così l’uno, e l’al-tro abbiano con essa ricevuta il rispettivo Scarico. Tali ricevute saranno vidi-mate dai due Ill.mi Presidenti dell’Ospitale degli Infermi e dell’Ospitale deiCronici a giustificazione di loro approvazione.

Alla stessa Reverenda Suora sarà dato in consegna della biancheriaper riparar in quel numero che sarà creduto opportuno e come si è praticatoe si pratica presso la Capo Infermiera, o li Capi Infermieri, del pari a fronte diricevuta vidimata come sopra.

La guardarobbiera resterà abilitata senza bisogno di ordini speciali odi giri di ricevuta di fare i cambj della biancheria, prendendo dalla suora quel-la destinata e dando in concambio altrettanto oppure getta, e così facendoper i matterassi, e cappezzali, coperte e cose simili.

Quando poi occorresse robba in aumento a quella già avuta, in talcaso la Reverenda Suora, ed il loro Sindaco faranno la domanda necessaria aiSigg.ri Presidenti, perché possano disporre per le analoghe amministrazioniche si faranno a fronte di ricevuta, ed alla guardarobbiera, od all’Economooppure al Magazziniere, osservando che la robba verrà fornita dall’uno odagli altri.

Nel caso che verrà a mancare qualche cosa dopo la consegna che saràstata fatta come sopra alla Rev.da Suora, l’unico debito della medesima o delloro Sindaco sarà quello di farne un rapporto all’Intendenza, ed è investigareper favorire ad Essa le opportune notizie, onde scoprire dove possono essereandati li effetti venuti meno.

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Tutti si sono firmati:De Buoi

Suor Rosalia ThouretSuor Héléne GruzCesare Galvani

CaulaC. BassoliBentivoglio

Modena, 22 maggio 1835

Documento di una facciataOriginale autografo, ASM, Fondo ECA, b. 2282, f. 113

/3.2/Regolamento per le Suore di Carità nell’Ospedale

di Santa Maria delle Croci, Ravenna 1840

Art. 1. Il servizio delle Suore di Carità sotto il titolo di S. Vincenzo De’Paoli s’aggira interamente sull’interno dello Spedale, sui ricoverati Cronici, sulleSale dei Dementi, e sull’annesso Ospizio degli Esposti.2. Il loro numero è corrispondente ai bisogni dell’Ospedale, e viene determi-

nato dalla Amministrazione. Esse dipendono da questa o da chi possa rap-presentarla per quanto riguarda il servizio del Luogo Pio, e le incombenzeloro affidate.Stanno alloggio ed alimenti dell’Ospedale, come pure lume, fuoco, mobili,e biancheria da letto e da tavola, e Scudi 2 mensili.

3. Una delle medesime Suore fa da Superiora. L’Amministrazione corrispondecon Essa, ed è dalla medesima informata di tutti i bisogni del servizio.

4. Al principio d’ogni anno la Superiora ripartisce fra le altre Suore il serviziodelle infermerie, della Cucina, del Guardaroba, dei ritiri degli Esposti, e diquelle altre incombenze alle quali ciascheduna deve specialmente attende-re dopo aver presi i necessari concerti colla Amministrazione, o Deputatoche la rappresenta.

5. Nessuna delle Suore può assentarsi dalla Città senza prevenire il Deputato.In assenza della Superiora ne fa le veci la Suora specialmente da Essa dele-gata.

6. E’ proibito alle Suore dare alloggio, e più ancora di dare alimento a Suore

APPENDICE N. 3 489

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490 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

estranee al Luogo Pio, senza uno speciale permesso del Deputato alloSpedale.

7. Le Suore incaricate al servizio delle infermerie somministrano alle infermei medicamenti e le bevande secondo le prescrizioni dei Professori curanti, oli fanno amministrare sotto la loro sorveglianza e responsabilità.

8. Distribuiscono il vitto così agli Uomini come alle Donne secondo le prescri-zioni notate nelle tabelle dietetiche valendosi dell’opera delle infermiere edegli infermieri, ai quali poi particolarmente spetta l’obbligo di portaredalla cucina nelle infermerie.

9. Applicano mignatte, senapismi, fanno fomentazioni, medicature di vesi-canti et secondo gli ordini dei protomedici curanti. E’ affidato alle Suore esotto la sua sorveglianza e responsabilità la nettezza dei letti e delle Sale,alle quali provvedono valendosi dell’opera delli infermieri ed infermiere.Aggravandosi una qualche inferma, la Suora ordina che venga tosto chia-mato il medico di Guardia.

10. Sorvegliano a che i vasi dei medicinali, e delle bevande consegnati dallaSpezieria non vadano perduti: ritirano dagli infermi, e dalle infermerie leSanguisughe dopo che avrà avuto luogo l’ordinata operazione, le espurgo-no, ed espurgate le pongono a disposizione dello Speziale, dal quale neritirano ricevuta.

11. Le Suore suddette sono sempre presenti nelle rispettive infermerie neltempo delle visite dei Medici e Chirurgi curanti, e riferiscono ai medesimiquali variazioni siano accadute alle inferme.

12. Esse impediscono che alcun estraneo s’introduca, fuori dalle ore stabilite, eprestino qualsiasi sorte d’alimenti agli infermi, ed a disturbare la tranquil-lità nelle infermerie, e sorvegliano acciò le persone di servizio adempinoesattamente al loro dovere.

13. Occorrendo il bisogno d’infermieri od infermiere supplenti, la Superioraprevio il consenso del Deputato vi provvede, scegliendoli fra quelli inscrittinelle apposite note secondo il numero progressivo.

14. Le Suore ritirano presso di loro e li ricevono da Flebotomi gli effetti ed ildenaro appartenente agl’infermi ricoverati notando in apposito libro amadre e figlia, ed anche firmato, se credono, dai medesimi Flebotomi. LaMadre resta presso le Suore, la figlia presso il letto dell’ammalato.

15. Oltre al servire le Sale delle malate due Suore per turno si prestano a servi-re gli uomini infermi dello Stabilimento nelle cose però che possono loroessere convenienti, e cioè rifanno il letto a chi vi abbisogni e ciò coll’ajutodegli infermieri i quali si presteranno ad ogni richiesta per que’ servizi chesi richieggano alle nettezze e proprietà.

16. Quando i malati per forti malattie siano impotenti a cibarsi, le Suore si pre-steranno alla somministrazione dei cibi.

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17. Una Suora è destinata al servizio delle Dementi le quali sorveglia ed assistesecondo le prescrizioni del Medico Direttore del Manicomio. In questo ser-vizio essa sarà coadiuvata da quel numero di infermiere che sarà reputatonecessario secondo le circostanze.

18. Alle Suore cui spetta l’assistenza alle infermerie delle Donne saranno aiuta-te da N: infermiere, ed il servizio sarà per modo regolato che una Suorasia sempre presente.

19. Alla cucina per tutti i ricoverati vi sarà sempre una Suora incaricata: Essaadempirà a suoi incombenti coll’ajuto di due bastarde, e con esse farà l’in-tero servizio. Un facchino addetto vi farà i sevizi di maggiore fatica, sottogli ordini della medesima.

20. La Suora addetta alla Cucina unitamente ad altre Suore ha la consegnadella dispensa, e fa le distribuzioni di ciò che ha in consegna dietro ordinedella superiora.

21. Queste due Suore addette alla cucina osservato quanto occorre pel mante-nimento della famiglia pel giorno successivo, ordinano ai diversi sommini-stratori, siano appaltatori o magazzinieri la quantità occorrente di Carne,Pane, Vino et..

22. Effettuata e giudicata accettabile l’indicata somministrazione, la Superioradistacca una bolletta di ricevuta da un libro bollettario a madre e figlia, epei diversi commestibili ai diversi somministratori per valersene poi verso lasezione Amministratrice onde stabilire i titoli de’ loro crediti.

23. Hanno però cura che il consumo dei generi di vittuaria non sorpassino ungiorno coll’altro il quantitativo risultante dalle singole diete, che sononotate nei rispettivi registri.

24. Le suore che sono incaricate del Guardaroba tengono un libro di carico escarico nel quale sono intestate tante partite quante sono le qualità dioggetti a loro affidati. Pel carico devono indicarne la provenienza, nelloscarico specificarne la destinazione.

25. Ad ogni trimestre ne fanno conoscere alla Amministrazione i risultatimediante apposito stato.

26. Esse tengono nota di tutti gli oggetti fuori d’uso, come pure delle bianche-rie da far filacce compresse e simili per uso delle infermerie.

27. Fanno agl’infermieri ed infermiere la consegna delle biancherie e deglioggetti inservienti alle infermerie, ed hanno cura che siano di mano inmano loro retrocessi in nessuna parte variati.

28. Stanno la direzione delle lavanderie dello Spedale e tengono esatto contodelle spese inerenti.

29. Le Suore hanno la cura del Guardaroba, ne tengono esatto inventario, nedirigono i lavori, rattoppare le biancherie, fanno fascie per le Chirurgie, eper questi lavori verranno aiutate dalle bastarde quando siano chiamate.

APPENDICE N. 3 491

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492 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

30. Al ritiro delle figlie esposte dette bastarde è addetta specialmente unaSuora Maestra la quale avrà la direzione come al relativo regolamento. Essaavrà in mira sia nella istruzione morale e religiosa, che nell’insegnare i lavo-ri femminili, di dirigerle allo scopo di farne delle buone serventi, e dellebuone madri di famiglia.

31. La compilazione degl’inventari sarà fatta col concorso della SuoraSuperiora.

32. La Superiora sarà obbligata descrivere in apposito registro giornalmente laquantità dei generi consunti separatamente pel vitto degli ammalati, delleesposte, delle Suore medesime, e di coloro che hanno vitto nelloStabilimento, e mensilmente lo rassegna alla Amministrazione.

33. Alla Suora Superiora è affidata la esazione dei proventi, ai panni funebri,e delle quali darà conto ad ogni fine di mese, come pure sarà incaricatadelle esazioni dei Dozzinanti nell’Ospedale medesimo.

Documento di 6 facciateCopia, in APSdCF, Cart. Ravenna, f. 1

/3.3/Convenzione tra le Suore della Carità e l’Ospedale di Santa Maria

delle Croci di Ravenna, Ravenna 22 febbraio 1840

Ravenna, 22 Febbraio 1840

Per l’impianto delle Sorelle della Carità nell’Ospedale di Ravenna sirichiede quanto segue:1. Presentemente si trasporteranno da Ravenna a Modena tre delle Sorelle

della Misericordia per fare il Noviziato, vestirle in Modena, e sono SuorZenobia, Suor Marianna, e Suor Luigia.

2. Giunte a Modena la Superiora domanderà tre Suore pel serviziodell’Ospedale in luogo delle tre che partiranno per Modena. Esse farannola guardia alle corsie delle Malate, e tutto ciò che sarà necessario pel buonservigio dell’Ospedale.

3. Si dovranno tenere due Servienti a tutta disposizione delle Suore della Carità.4. Si attenderà un’occasione favorevole per le altre che rimangono

nell’Ospedale onde trasportarle a Modena pel noviziato, e queste sonoSuor Angiolina, ed in quanto a Suor Maria pare che non sia per la Religionedelle Sorelle della Carità, tuttavia non si metterà fuori di speranza dipen-dendo ciò dalla sua salute, e da un lungo esperimento.

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5. L’assegno che darà l’Ospedale alle Suore della Carità sarà senza distinzionedi Sc. 24 annuali per ciascheduna.

6. Pel primo quadrimestre cioè a tutto Aprile p.o v.o in quanto a Suor Elena,ed a Suor Giuseppina rimarranno al solito onorario, e le altre avrannol’onorario superiormente indicato. Passato il suddetto quadrimestre saran-no tutte cinque paralizzate.

7. L’Ospedale penserà alle spese del Viaggio da Ravenna a Modena, e daModena a Ravenna per l’impianto soltanto.

8. In quanto all’avvenire penseranno le Sorelle della Carità ne’ viaggi coman-dati dalla Religione, eccettuato il caso che la partenza di qualche Sorellavenghi ordinata dall’Eminentissimo Arcivescovo, in allora sarà a caricodell’Ospedale il viaggio.

9. In quanto al vestiario e biancheria personale penseranno loro. In quantoalla biancheria da letto, da mano, e da Tavola penserà l’Ospedale come alpresente.

10. L’Ospedale penserà alla Tavola mantenimento personale, Medicinali,Bucato come al presente.

11. Per le Sorelle della Misericordia che saranno ricevute a Modena, laSuperiora si contenta di quello che potranno dare i Parenti delle Sorelle,senza che pretenda la dote dall’Ospedale.

Si approva quanto sopraPer la Deputazione dell’Ospedale

Giovanni ValljDon Giov. Fabbri Rettore

Si approva per l’Istituto delle Suore della CaritàSuor Rosalia Thouret

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF, Cart. Ravenna, f. 1

/3.4/Convenzione tra le Suore della Carità e la Deputazione dello Spedale

di Ravenna, Ravenna 22 Febbraio 1840

Governo Pontificio

Convenzione stabilita dalla Deputazione dello Spedale di Ravenna,e le Sorelle della Carità pel loro assegno, e servizio.

APPENDICE N. 3 493

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494 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

1. L’Amministrazione dello Spedale pagherà di quadrimestre in quadrimestreposticipato l’onorario alle suddette Sorelle in ragione scudi due mensili perciascheduna.

2. Il Luogo Pio si obbliga del loro mantenimento personale cioè collazione,pranzo, cena. Il pranzo sarà composto della minestra, due piatti e la frutta,e gli avanzi serviranno per la cena.

3. Avranno pure la biancheria da letto, da tavola, e da mano, nonché i medi-cinali.

4. Le spese di viaggio da Ravenna a Modena, e da Modena a Ravenna per l’im-pianto soltanto, staranno a carico dell’Amministrazione. Gli altri viaggi sta-ranno a carico Loro, eccettuato il caso che la partenza di qualche Sorellavenghi ordinata dall’Em.° Arcivescovo.

5. Si dovranno tenere due serventi a tutta disposizione delle Sorelle dellaCarità, e queste a carico dell’Amministrazione.

6. Dovranno del proprio pensare al vestiario, biancheria personale, e la spesadella posta per il ricevimento delle Lettere.

7. Le Sorelle della Carità faranno la guardia alla Corsia delle malate tanto digiorno che di notte e tutto ciò che sarà necessario pel buon servizio delloSpedale.

Per copia conforme al suo originale.

Dalla residenza della Deputazione dello Spedale di Ravenna 24 ottobre 1845

Documento di 2 facciateCopia, AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

/3.5/Procura Legale fatta dalla Superiora Generale delle Suore della CaritàMère Généviève Boucon in favore di Suor Rosalie Thouret, Napoli 1841

REGNO DELLE DUE SICILIEFERDINANDO SECONDO PER LA GRAZIA DI DIO RE DEL REGNO DELLE DUE

SICILIE E DI GERUSALEMMEDUCA DI PARMA, PIACENZA, CASTRO

GRAN PRINCIPE EREDITARIO DI TOSCANA

L’ anno milleottocentoquarantuno, il giorno 23 giugno

Innanzi a noi Gaetano Montefusco Notaro residente in questa Provinciae Comune di Napoli, figlio del Notaro Nicola con lo studio nel cavone

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Sant’Efrem nuovo n° dugentoquarantuno, quinta stanza al primo piano, ed agliinfrascritti testimoni a noi ben noti, si è personalmente presentata suorGenoveffa Boucon, figlia del fu Don Giovan Francesco, nativa di Vesous inFrancia, Superiora generale delle Sorelle della Carità, domiciliata in Napolinell’Istituto delle medesime sito in Vico San Gaudioso numero due e cognita anoi Notaro, e testimoni.

La medesima col presente atto autorizza, e dà ogni potere alla SuoraRosalia Thouret Superiora Provinciale di Modena, di agire liberamente, e passa-re un contratto legale, e formale fra l’Amministrazione di Modena, ed il SuoIstituto per assicurare a perpetuità le convenzioni fatte tra la dettaAmministrazione e le Suore della Carità, tenendo fatto come da lei a nomedell’Istituto ciò che la detta Suor Rosalia Thouret farà in tutto ciò che sarà con-forme alle regole dell’Istituto medesimo; promettendo di averlo per rato efermo.

Fatto, e pubblicato nel suddetto di questa Provincia, e Comune diNapoli, e propriamente nella Stanza di udienza del detto Istituto sito comesopra, avendone data lettura con voce chiara, e intelligibile ad essa SignoraBoucon in presenza dei Signori Don Antonio Pasotti, figlio del Signor Don Luigi,domiciliato in Strada Ionia numero novantuno, e Don Gaetano Pennino figliodel fu Don Antonio, domiciliato in Strada Stella numero ottantasei, ambi diNapoli, ed Ufficiali del Banco Due Sicilie Cassa di Corte, testimoni idonei che diunita ad essa Signora Boucon e noi Notaro vengono a fatto scriversi, rilascian-dosi il presente atto in brevetto alla stesura, ed in fede.

Suor Genoveffa Boucon Superiora Generale delle Sorelle della CaritàAntonio PasottiGaetano Pennino

Noi Notaro in NapoliGaetano Montefusco di Nicola

N° 2978registrato nell’ufficio il 25 giugno 1841N° 3192Noi presidente della Camera Notarile di Napoli certifichiamo che la dietroscrit-ta segnatura è di D. Gaetano Montefusco il quale è notaio esercente, residentein Napoli come dai Registri__________Il dì 25 Giugno 1841

Documento di 4 facciateOriginale autografo, IN APSdCF

APPENDICE N. 3 495

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496 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.6/

Il marchese Luigi de Buoi al presidente delle Opere Pie di Modena,Modena 2 gennaio 1841

Il Consigliere di Stato Governatore della Città e della Provincia di ModenaAll’Ill.mo S.r Primo Presidente della Congregazione delle Opere PieModena

A sfogo di quanto la Sig.ria V. Ill.ma mi ha significato con apposito rap-porto in data 19 p.p. dicembre n. 2873 responsivo all’antecedente dispaccio diquesto Dicastero in data 25 Novembre n. 3917, e coerentemente anche alleSovrane disposizioni emesse dietro analogo Promemoria presentato a S.A.R.dalle Suore della Carità vertente sul servizio che le Suore stesse potranno pre-stare per gli Ospitali Donne e pel corrispettivo che potrà essere loro corrispostopel mantenimento necessario per esse e per le Novizie e Inservienti, debbo orafar conoscere alla S.V. Ill.ma le seguenti determinazioni che le serviranno dinorma per fissare il piano preciso da adottarsi pel corrente anno che deve esse-re di prova pel servizio degli Ospitali Donne da compiersi dalle ripetute Suore,e per l’analoga Stipulazione che la S.V. Ill.ma farà colle medesime come ilGoverno ha fatto coi Fate Bene Fratelli.

1. Si ammettono tutti i capitoli portati dall’allegato unito all’accennato rap-porto della Pia Azienda segnato n. 2873 colle sole variazioni che al n. 2invece di dire salvo quelle eccezioni che le Sorelle conoscessero necessarie,si dica salve quelle eccezioni che d’unanime concerto fossero ritenutenecessarie, al n. 3 si aggiungerà che li Cappellani debbano essere un ordi-nario, ed uno straordinario da proporsi dal Primo Presidente della PiaAzienda e da approvarsi dal Governo e da Monsignor Vescovo, e rispettoagli Astanti si avrà il debito riguardo ove qualcuno mancasse al propriodovere verso le Suore, ma ogni cambiamento rispetto a questo, comerispetto ai Medici e agli altri subalterni all’Opera Pia e al Governo, dovràprocedere dietro proposta del Primo Presidente, e approvazione delGoverno. Finalmente rispetto al n. 5 sarà bene che si conosca in prevenzio-ne l’approssimativo annuo fin qui speso per l’Ospitale Donne escluse lepaghe degli Stipendiati per basare un mensile assegnamento sul qualestare per ora in via d’esperimento.

2. Dovrà indicarsi con precisione quali siano i servizi a cui le Suore non posso-no pel loro istituto adattarsi, e quali quelle che siano superiori alle loroforze per disporre in modo da provvedersi.

3. Si ritiene che il numero delle Suore debba essere d’ora in avanti di 19 più

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una Maestra di Novizie, una Economa, e una Guardarobbiera più ottoNovizie e due serventi in tutto Individui n. 32.

4. Se qualche altra inserviente occorra, potrà supplirsi con le Donne delRicovero. Ma dovrà limitarsi il numero a quattro al più, e con poco ognundispendio, e serviranno ove le suore non possono accudire, e queste saran-no rette dalle Suore stesse e potranno cambiarle a loro piacere.

5. Si accorderanno solo due Facchini da destinarsi dal Presidente della PiaCongregazione.

6. Nessun altro Impiegato vi sarà in servizio delle Suore né per conti né perl’economia, né per la Cucina né per la Guardaroba né per altro qualsiasioggetto.

7. Il servizio delle Suore sarà per quest’anno di prova estensibile per tuttol’Ospitale Donne, e Casa di Ricovero.

8. Il Governo passerà alle Suore pel mantenimento loro, e delle loro inservien-ti compreso il vestiario come si è avvertito estendibile fino al n. 32 compre-se le Novizie a It. £. 10.000 ripartibili in rate mensili.

Ciò posto, la S.V. Ill.ma, di concerto la R. Superiora delle Suore disporràper l’analoga stipulazione come si è detto, fatta la quale e accompagnatanecopia al Governo questi spedirà subito il mandato per la prima rata delle It. £.10.000 avvertendo ritenersi pure dal Governo che contemporaneamente leSuore si porranno in situazione di avere un numero prescritto di Individui pelbuono ed esatto servigio degli Ospitali e per le relative occorrenze.

Mi confermo con distinta stima

Prot. Gen.le n. 174.01.1841s. detto

Si accompagna in copia la presente alla Molto reverenda MadreSuperiora di queste Sorelle della Carità, interessandola a fornire gli schiarimen-ti necessari, onde abilitare il sottoscritto ad esaurire l’incarico affidatogli in que-sto stesso Governativo dispaccio

De Buoi

Lettera di 4 facciateOriginale autografo con annotazioni manoscritte, in ASM, Fondo ECA, b. 2311, f. 181

APPENDICE N. 3 497

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498 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.7/Prospetto del Piano per la sistemazione degli Stabilimenti delle

Sorelle della Carità in servizio negli Spedalie Casa di Ricovero Donne, Modena 20 dicembre 1842

1. Resta fissato il numero delle ammalate a teste N. 50 e delle Ricoverate ateste N. 60 per giorno, fatto però il calcolo sul cumulativo numero cheannualmente entrerà nello Stabilimento: si accorda alle Sorelle della Caritàla somma di annue Italiane £. 35500, tutto compreso.

2. Sarà per massima proibito il ricevere nello Stabilimento ammalata oRicoverata alcuna a dozzina, quando questa non venga coll’organo dellaCongregazione delle Opere Pie, la quale pure ritirerà ogni dozzina e segui-terà le prestazioni secondo gli estremi del fatto contratto e non altrimenti.

3. Qualora dal conto annuale avvertito superiormente risulti ecceduto ilnumero delle ammalate ricoverate ammesse dal Luogo Pio nelloStabilimento, da quanto si è accennato avrà diritto lo Spedale di esserecompensato dal Luogo Pio nella seguente misura. Rispetto alle ammalatein regola di £. 1.25 per testa e giorno; rispetto alle ricoverate, fino al N. di80 complessivamente cioè fino a 20 teste in più del pattuito, in regola dicent. 34. per testa e giorno, e per tutte quelle in più da tal numero in rego-la di cent. 60 per testa e giorno.

4. Viceversa, veduto il conto annuale delle teste che per giorno avranno fattapresenza nello Stabilimento, se invece del caso che superino le 60 teste perle Ricoverate e le 50 per le ammalate, si trovi un numero minore, lo Spedalerifonderà alla Cassa delle Opere Pie in regola dell’ordinaria prestazionequanto le viene sul risparmio che deve verificarsi dal di più calcolato in ori-gine al di meno che sarà stato speso pel minore concorso avuto del pattui-to.

5. La prestazione della suddetta somma allo Spedale donne in £ 35500 avràincominciamento col 1843 in cui gli Spedali Uomini e Donne vengono deci-samente staccati dall’ Azienda delle Opere Pie e consegnati alleCorporazioni Religiose.

6. Tale prestazione si farà, intanto mediante una mensile corrisposta in viaanticipata d’Italiane £………, finché abbia potuto combinarsi per l’assegna-zione di tanti Beni agli Spedali, di natura Enfiteutici, rendano una sommaliquida ed invariabile eguale alla prestabilita. Si ritiene poi per massima chetutti i beni mobili ed immobili, capitali di credito, che gli Spedali abbianoricevuto in origine accumulati in progresso senza eccezione alcuna, ancheper lasciti tutti debbano in qualsiasi modo aversi per uniti al Patrimoniodegli Spedali, né mai alle Corporazioni Religiose ripetersi alcun diritto suimedesimi.

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7. Perciò ove non possano aversi tanti beni enfiteutici che a canone invariabi-le rendano la detta somma, o se per giuste ragioni detta somma di renditadiminuisca, sarà sempre in obbligo del Pio Luogo di rifondere con un sup-plemento di assegnazione ciò che verificasi in meno, o in caso di minoratocanone per rinnovazione di Livelli o simili, o di diminuirne i pesi.

8. Il governo come autorità rappresentante il Principe, e la Congregazionedelle Opere Pie come Proprietaria diretta degli Stabilimenti avranno sem-pre diritto di una rappresentanza e sorveglianza sui medesimi.

9. Gli Spedali, in esecuzione di apposito Sovrano Decreto, anche staccati chesiano ed assegnati a Corporazioni Religiose avranno diritto di esazione pri-vilegiata per le vendite che ai medesimi verranno assegnate.

10. L’assegnazione di beni, che si farà agli Spedali, s’intenderà sempre fattacome in usufrutto perpetuo e non già con traslazione assoluta di dominioe di proprietà.

11. Gli impiegati tutti inerenti al servizio degli Spedali, comprensivamente aiMedici Astanti, rimarranno al servizio delle Sorelle della Carità e ne riceve-ranno dalle stesse stabilmente il soldo, ritenuto però che lasceranno losconto del 2%, che sarà versato nella Cassa delle Opere Pie, e saranno sem-pre considerati in ruolo d’Impiegati delle Opere Pie pei corrispondenti dirit-ti perciò dandosi il caso di licenziarne qualcuno, tutto dovrà procedere col-l’organo della Pia Azienda e colla approvazione del Governo.

12. Fra gli ammalati si riceveranno e cureranno tanto nell’Ospitale Uomini cheDonne anche i Pazzi.

13. Non potranno mai essere rifiutate all’Ospitale, qualunque siano, le amma-late miserabili della Città e quattro ville suburbane, e quelle che non sianoin tal caso saranno introdotte soltanto coll’organo delle Opere Pie.

14. Tutti gli oggetti di Capitali vivi e tutti quelli di consumo annuale, che alprincipio del 1843 si troveranno in essere presso gli Spedali saranno cedutia giusta stima per i prezzi correnti alla Corporazione Religiosa in conto con-tante e come Capitale producente frutto e quindi ne sarà calcolato il frut-tato annuo del 5 % a diminuzione della prestazione pattuita.

15. Così dicasi di tutto quello che sotto tale categoria costituisce il Capitaledella Farmacia, che intieramente viene rinunziata ai Fate Beni Fratelli.

16. E per rispetto a tale Farmacia sarà dessa conservata in esercizio anche perservizio pubblico, ma senza obbligo a qualsiasi Stabilimento di prevalersidella medesima a preferenza di altre.

17. Sarà a cura dell’Opera Pia e per ciascuno degli Spedali formata una CameraMortuaria e il locale adatto pei pazzi.

18. Così ciascuno Ospedale sarà provvisto del competente numero de’ così dettiCocchietti, pei quali sarà ogni Stabilimento obbligato a prestarsi in serviziodella Città e quattro ville suburbane a qualsiasi chiamata.

APPENDICE N. 3 499

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500 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

19. I girovaghi non ammalati non avranno mai diritto di essere ammessi alloSpedale, né alla Casa di Ricovero.

20. Alla Casa di Ricovero non saranno mai ammessi gli ammalati di malattiaacuta.

21. Per gli ammalati di malattie veneree, non si riceveranno agli Spedali cheallorché la malattia sia in grado acuto e obblighi a letto; così dicasi peirognosi, tignosi ed erniosi.

22. I locali degli Spedali saranno regolarmente consegnati con tutti gli annessie connessi e cogli occorrenti servizi, il tutto a fronte di dettagliata relazio-ne ed inventario per rispetto ai mobili.

23. I medicinali ai poveri, ammalati e non esistenti allo Spedale, saranno som-ministrati dall’Opera Pia, la quale poi sarà in libertà di servirsi dellaFarmacia dello Spedale e di qualunque altra a lei piacesse.

24. La vaccinazione sarà fatta negli Spedali a cura di Medici e Chirurghidello stesso Luogo Pio, ma senza obbligo o sopracarico alcuno per que-sto alla Corporazione, a cui è affidata l’amministrazione degli Spedalimedesimi.

25. Le Messe da celebrarsi negli Spedali saranno fornite dal Luogo Pio che hamolti oneri per lasciti corrispettivi.

26. La Casa di Dio è esclusa dal presente contratto per gli Spedali.27. In circostanza di carestia e simili straordinarietà, che importassero un asso-

luto sopracarico agli Spedali, l’Autorità Superiore accorrerà con provvedi-menti straordinari a sollievo de’ medesimi.

28. Le Sorelle della Carità ritireranno dal Governo le consuete Italiane £. 10/mpel loro particolare mantenimento e pel Noviziato ed altri obblighi ineren-ti, come di concerto con S.A.R.

29. Ogni anno presenteranno il resoconto di loro amministrazione per decide-re anche sugli avanzi che in caso fossero disponibili, se si verificassero, e perapplicarli come meglio in caso.

VistoRiccini

Modena li 20 Dicembre 1842

Per copia conformeG. Saltini Seg.rio di Gov.o

Documento di 4 facciateCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

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/3.8/

Piano per la sistemazione degli Stabilimenti delle Sorelle della Caritàin servizio negli Spedali e Casa di Ricovero Donne, Modena 25

Gennaio 1843

Coerentemente a quanto questa Pia Azienda ha fatto conoscere alleR.R. Sorelle della Carità con sua lettera in atti N. 127 delli 19 corrente rispettoa tutto che riguarda il nuovo piano per la tenuta dell’Ospitale e RicoveroDonne, radunatasi in questa Residenza della Congregazione la R.R. MadrePriora Provinciale Suor Rosalia Thouret, il Sindaco delle Sorelle stesse Sig.reCavaliere Don Cesare Galvani, non che il N.U. Sig.r Conte Claudio BentivoglioPresidente agli Ospitali Donne e Casa di Dio, e il Consultore di Governo Dott.Carlo Roncaglia1 interinalmente delegato all’Amministrazione di queste mede-sime Opere Pie hanno di mano in mano trattato degli oggetti rimasti finora insospeso o dubbiosi nella concreta applicazione del piano stesso, e di comuneaccordo si è concertato e stabilito quanto segue1. La somma annuale delle Italiane £. 35.500, di cui all’articolo primo del pre-

citato piano verrà soddisfatto dalla Congreg.e di Carità in tante rate men-sili in via anticipata d’It.ne £. 3.000 per mese ne’ primi undici mesi ed’Ital.ne £. 2.500 nell’ultimo mese dell’Anno la Congregazione quindi daràd’ora innanzi le opportune disposizioni in conformità.

2. La lodata RR. Madre Priora ha fatto conoscere che in coerenza a lettera giàricevuta fino dal giorno 8 Marzo 1841 segnata N. 476 dall’Illmo Sig.r PrimoPresidente della Congregazione delle Opere Pie, a questa dovrebbe stare,oltre l’obbligo dell’assegnamento di £. 35.500 di cui sopra, l’obbligo anco-ra della somministrazione de’ medicinali, e manutenzione del Mobilare,Biancheria ecc., e che per tutto questo è per essa indifferente o che l’OperaPia di mano in mano si presti al soddisfacimento delle relative liste, o cheannualmente somministri alla Casa delle RR. Sorelle la somma d’Italiane £.1.000 senza obbligo di resoconti. A questo articolo il Consult.re Roncagliain nome della Pia Azienda ha risposto di non avere istruzioni né assegna-mento alcuno in più delle £. 35.500 da erogarsi a favore dell’Ospitale eRicovero Donne e delle Sorelle della Carità, e che perciò ne andrà ad inol-trare analogo rapporto al Superiore Governo per sentirne la relativa istru-zione in proposito o averne ulteriore autorizzazione su e come.

3. Rispetto agli articoli 3 e 4 del ripetuto Piano si è qui confermato ed accet-tato che si ritiene previsto colla lettera che da questa Pia Azienda fu spedi-ta alle RR. Sorelle in data 19 corrente N. 127 a cui...

4. Siccome l’ammontare complessivo della spesa che sarà d’ora innanzi carica-to per titolo Impiegati sull’assegno di £. 35.500 a sollievo dell’Opera Pia ed

APPENDICE N. 3 501

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502 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

in servigio delle Sorelle della Carità, come dall’Articolo 11 del ripetutoPiano, porta la cumulativa spesa di £. 2.046,48 annue, così la RR. MadrePriora nell’ammettere tale onere ha dichiarato ad accettazione di questaCongregazione di Carità che ritenuta tale somma normale di sopra perquesto oggetto da farsene la compensazione in rate mensili a diminuzio-ne delle pattuite rate come sopra, e che ove per qualsiasi titolo vi succe-da una diminuzione, questa andrà necessariamente a pro dell’interessedel Luogo Pio, come viceversa non intenderebbe mai di sottostare adoneri maggiori se per qualsiasi titolo o ragione tale somma dovesseaumentare.

5. Per quanto riguarda l’accettazione e la cura delle pazze all’Ospitale inModena la RR. Madre Priora ha pure dichiarato che nel corrente annoquesto non può essere soggetto dell’intavolato esperimento, e che perciòdovrà riportarsi all’epoca in cui sia stabilito il locale conveniente, quindiper ora la Congregazione conferma che sarà sollecita di predisporre l’accennato Locale, almeno perché vi possa proseguire secondo il sistemapraticato in addietro di tenere le pazze di Modena in via soltanto speri-mentale.

6. Prodotta dalla RR. Madre Priora la Tabella indicante la quantità diCapitali vivi e di consumo esistenti nello Stabilimento degli Spedali Donneal 1 Gennajo 1843 e previsti coi fondi forniti dalla Pia Azienda, per cui atenore dell’Articolo 14 del Piano deve essere calcolato il corrispondentecapitale da reintegrarsene il Pio Luogo, ed accettati gli estremi di dettaTabella, come da Allegato A che qui si unisce, si è quindi pattuito cheinvece di contemplare un Capitale fruttifero il 5%, possa dalle RR. Suoredella Carità entro l’anno 1843 compensarsi il Pio Luogo della stessa com-plessiva somma in £. 3.967,35 nella moneta indicata dalla suddettaTabella escluso qualunque fruttato sull’avvertita somma, e tale compen-sazione sarà effettivamente eseguita in tre rate negli ultimi tre mesi delcorrente anno.

7. Rispetto all’Articolo 21 a miglior norma delle Sorelle della Carità si è stabi-lito che il Medico Primario degli Spedali o il Presidente dovranno stabilirequando l’individuo debba realmente trattenersi nello Spedale per intra-prenderne una cura regolare anche trattandosi di casi in cui l’Individuo nonsia obbligato al letto.

8. I locali tutti degli Spedali a dichiarazione del portato dell’Articolo 22 furo-no già consegnati alle RR. Sorelle della Carità fin dall’Anno 1841 coi relati-vi inventari: quindi resterà solo in caso da eseguirsi la consegna di altri loca-li ampliati e migliorati per Sovrana beneficenza, del che si occuperà la PiaAzienda dopo che il N.U. Signor Conte Claudio Bentivoglio Presidente avràriferito che tutto sia pronto e in situazione tale da eseguirne tale consegna.

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9. Da ultimo la RR. Madre Priora ha osservato rispetto all’Articolo 29 del Pianolusingarsi essa di potere sugli avanzi, che in caso si verificassero, proporrel’impiego degli avanzi stessi o a miglioramento dello Stabilimento o perprovvedere in qualunque siasi modo ad utili lavori che tornerebbero già avantaggio del Pio Luogo; e qui il Consultore Roncaglia a nome e per l’inte-resse dell’Azienda ha risposto che dal Luogo Pio saranno a suo tempo benvolentieri accolte simili proposizioni per inoltrarle pure all’AutoritàSuperiore per quelle determinazioni che vorrà poi emettere in proposito.

Dopo tutto questo le RR. Sorelle della Carità e per esse la R. MadreSuperiora non avendo avuto altra cosa da aggiungere o da osservare nell’appli-cazione del riportato piano, e nella fiducia quindi che a tutto quanto la PiaAzienda ha assunto di riferire al Superiore Governo sarà dato presto con solle-citudine a sua quiete, ha firmato il presente verbale in unione al Sindaco Sig.Cavaliere Don Cesare Galvani e al Presidente N.U. Sig. Conte ClaudioBentivoglio e il Consultore Roncaglia incaricato e delegato interinalmenteall’Amministrazione della Pia Congregazione nel confermare che si farà un pre-gio di avvertire con prontezza le RR. Sorelle tosto che avrà ottenuto la superio-re approvazione di tutto e le spiegazioni ulteriori agli articoli all’AutoritàGovernativa riservati ha quindi pure apposta la sua firma.

Consultore D.re Carlo RoncagliaSuor Rosalia Thouret

Claudio Bentivoglio Presid,eDon Cesare Galvani Sindaco

La presente copia concorda col suo originale esistente nell’Archivio diquesta Congregazione delle Opere Pie, e segnato col N° 185 Prot. Gen. Del1843

Il Presidente agli Ospitali e Case di RicoveroC.te Claudio Bentivoglio

Documento di 4 facciateOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2316, f. 30

1 Carlo Roncaglia, guardia nobile d’onore del duca Francesco IV e consultore del ministero di BuonGoverno, fu uno dei più stretti e fedeli collaboratori del ministro Girolamo Riccini. Redattore delperiodico intransigente e ultramontano “La Voce della Verità” di Modena, dal 1847 diresse l’Ufficiodi statistica del ministero dell’Interno. Su di lui: G. MANNI, La polemica cattolica nel Ducato diModena, pp. 198-200.

APPENDICE N. 3 503

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504 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.9/Regolamento per le tre Sorelle Della Carità che si ricevono

nell’Ospedale di S. Orsola1, Bologna s.d.

1. Dipenderanno le Sorelle della Carità dalla Commissione Amministrativadell’Ospedale di S. Orsola, la quale dirama le sue ordinazioni mediante liSS.ri Direttori interni dell’Ospedale: le suddette, ed ai quali potranno adogni circostanza di bisogno, le medesime direttamente avere relazione.

2. Avranno la consegna di tutti li Letti, Biancheria, ed altro in serviggio, e peròfaranno i cambiamenti necessari della Biancheria, ricorrendo al Guardianoo Guardiana dello Stabilimento, per ritirare dal Guardaroba l’occorrente,passando la succida nel luogo destinato da consegnarsi al Lavandajo, e siosserveranno pertanto i metodi in pratica tanto nel ricevimento dellamedesima, che per li riscontri da farsi dal Guardiano ogni Mese ecc…

3. La mattina alle Ore fissate nella Tabella dovranno assistere perché venghieseguita prontamente, dalle Infermiere, la pulizia delle Sale e dei Lettidelle Inferme, assistendo pure alle medicature Chirurgiche, ed alle visite deiMedici, della Mattina, e nel dopo pranzo a quelle dei Medici Assistenti.Noteranno le rispettive Diete delle Inferme, i Dementi, ed alla distribuzio-ne del Cibo, Brodi, Medicinali, attenderanno perché tutte abbiano il loroavere con puntualità. Riceveranno dal Farmacista la consegna di queiMedicinali, i quali per loro natura devono essere gelosamente custoditi edapplicati.

4. Se qualche Inferma si ricusasse di prendere il Cibo, o Medicinali, si avverti-ranno li SS.ri Medici per loro norma affinché o li sospendono, o li cambia-no come meglio crederanno.

5. Siccome si è detto nell’Articolo 3.: che le Sorelle della Carità, riceverannodirettamente le ordinazioni dalli SS.ri Medici, Astanti, e Chirurgi nel tempodelle Visite, e Medicature ne viene per conseguenza che le Infermieredovranno dipendere totalmente dalle medesime per quello che riguardal’esecuzione fedele del serviggio alle Inferme, e Dementi, cosicché per qua-lunque mancanza o trascuratezza al serviggio, dovranno ammonirle edanche toglierle la giornata di libertà, e se non bastasse, ne faranno imme-diato rapporto ad uno dei SS.ri Direttori per quelle provvidenze che crede-ranno più opportune.

6. Per le giornate di libertà che vengono accordate alle Infermiere, dovrannodipendere dalle predette Sorelle della Carità, le quali terranno nota acciòper turno possano avere questo riposo nei debiti modi prescritti dai vigen-ti regolamenti. Nel caso che venisse chiesta un’Infermiera per servireun’Inferma fuori dello Spedale, potranno sceglierla a loro genio, ordinan-do al Guardiano che presenti delle sostitute capaci al servigio, e con intel-

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ligenza di uno dei SS.ri Direttori interni, nonché del Medico delle Sale, per-ché riconosca la salute e la necessaria robustezza.

7. Andranno di perfetta intelligenza colli SS.ri Cappellani per tutto quello cheriguarda lo spirituale, affinché non manchi mai quest’assistenza, unico con-forto della nostra Religione, come pure colli SS.ri Medici, Assistenti,Guardiano, e Guardiana rispettivamente alle loro incombenze. Acciò iltutto venghi eseguito conforme viene prescritto dai Regolamenti in corso.

8. In quanto alla sorveglianza notturna le suddette Sorelle della Carità faran-no tutto ciò che permetterà la loro salute, e specialmente quando potran-no scorgere dei bisogni piucchè ordinarj, o qualche abuso o trascuratezzaper parte delle Infermiere.

————————————Trattamento convenuto con tre Suore della Carità, dalla Commissione

dell’Opera Pia dei Mendicanti ed Uniti, per l’assistenza alle infermerie delleDonne nello Spedale di S. Orsola.

Annue Italiane £. 600 per ciascheduna onde provvedasi del Vitto,Vestiario, Biancheria ecc.. sono annue Italiane £ 1.800, corrispondenti a RomaniSoldi 335,03.

Per li CombustibiliCarra due Fassi, e Carra due Legna a scudi 4 circaposte in luogo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .soldi 16.00Olio per Lumi 180 annue a 6,50 circa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11,70Carbone Staja 20 annue, a Soldi 12 circa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .2,40Cenerino Staja 15 come sopra a Soldi 6 circa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .0,90

31,00Annua Spesa . . . . . .366,03

Ulteriori condizioni1. Il loro Quartiere sarà corredato dei Mobili, Letti, Biancherie da Tavola, da

Letto ecc.. e di tutte le suppellettili necessarie per tale provvista occorreràuna Spesa di circa Soldi 240.

2. La rifusione della Spesa del Viaggio dalla Casa Centrale di Modenaall’Ospedale di S. Orsola.

3. Che nel caso di malattia di una di Esse, non siano obbligate di soprachia-mare gratis una quarta se occorrerà.

Documento di 4 facciateOriginale, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 851

1 Come si è detto, le Suore della Carità iniziarono il loro servizio presso l’Ospedale di Sant’Orsolasolo nel 1856.

APPENDICE N. 3 505

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506 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.10/Trattamento che si presta alle RR. Figlie della Carità esistenti

nell’Arcispedale di Sant’Anna di Ferrara, Ferrara 21 ottobre 1845

1. Abitazione comoda, e decente nello Stabilimento con Cucina.2. Letti forniti, Mobiliare, Biancheria, ed Utensili diversi pel servizio domesti-

co e relativa manutenzione a richiesta delle RR. Suore.3. Vitto giornaliero preparato apposta a piacere delle RR. Suore compreso

Caffè, ed altro che possa occorrere alle medesime.4. Donna di servizio a spesa dello Stabilimento.5. Medicinali, e Medici all’occorrenza.6. Assegno mensile di Scudi 2 Romani a ciascuna Suora pel vestito.7. Legna da fuoco, Olio per Lumi ed altro in tutto il corso dell’Anno.8. Spesa di viaggio di andata, e ritorno in caso di venuta o cambio di qualche

Suora.

Il Presidente di SettimanaMali

Dalla Residenza del Pio luogoFerrara, 21 Ottobre 1845

Documento di una facciataCopia, in AGAB, Congregazione Consultiva, Pos. 855

/3.11/Regolamento per le giovani Penitenti del Luogo Pio

della Consolazione di Ferrara, Ferrara 1846

1. L’alzata, che s’indicherà per mezzo della Campana, sarà nell’Estate alle ore5, e nell’Inverno alle ore 6 e non più tardi.

2. Per Vestirsi, Pettinarsi, rifare i Letti, e mettere in ordine il Dormitorio, siconcede un’ora di tempo dall’alzata.

3. Le preghiere, la meditazione, e l’ascolto della S. Messa in comune ver-ranno di seguito, e col suono della Campana se ne farà la chiamata per-ché nessuna manchi, e cioè nell’Estate alle ore 6 e nell’Inverno alleore 7.

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4. La Colazione in Refettorio, e la pulizia della Casa in generale, ognunaapplicando a quella parte, che loro verrà destinata dalla Superiora, succe-deranno alla sortita dal Coretto per circa un’ora e mezzo di tempo.

5. Alla scuola del mattino, che si aprirà col segno della Campana, nell’Estatealle ore 7 e mezzo, e nell’Inverno alle ore 8 e mezzo circa, interverrannotutte le giovani, che non avranno particolari destinazioni o di Cucina, o diBuccataja, od altro, e durante i lavori sempre in Iscuola, si leggerà qualcheLibro morale, o si pregherà secondo si crederà meglio dalla Reverenda SuorMaestra, che assisterà alla Scuola dal principio come sopra sino al termine,che sarà sempre alle ore 11, prescrivendo per altro, che ad ogni ora, ches’indicherà con Campanello, si faccia una salutazione alla Beata Vergine. LaReverenda Suora Incaricata alla Porteria sorveglierà quelle che si troveran-no alla Cucina, e nella Sala dei Telaj.

6. Doposcuola s’impiegherà mezz’ora in preparare il Refettorio, e dalle ore 11e mezzo tutte le giovani rientreranno in Coretto per l’esame di Coscienza,per le recite del De Profundis, della Salve Regina e dell’Angelus Domini.

7. Il Pranzo sarà in ogni stagione al mezzodì, si manterrà il silenzio, e si ascol-terà la lettura della Vita di qualche Santo. Dalla R. Madre Direttrice o daaltra Suora si farà la benedizione, ed il ringraziamento della Tavola a cui sitroveranno presenti le giovani in piedi, ed al loro posto. Dopo pranzo sifarà pulizia del Refettorio e della Cucina.

8. La ricreazione durerà sino alle ore 2 pomeridiane, passeggiando neiChiostri con qualche buon Libro o lavoro facile, essendo permesso in que-sto tempo il canto di lodi spirituali, ed espressamente proibita ogni sorta diCanzone profana.

9. Dopo ricreazione si passerà in Coretto per mezz’ora all’Adorazione di GesùSacramentato.

10. La Scuola del dopo pranzo che sarà avvertita con il suono della Campana siaprirà sempre alle ore 2 e mezza, e durerà nell’Inverno sino alle ore 4 emezzo e nell’Estate sino alle ore 5 e mezzo, durante la quale potrà farsi let-tura spirituale, ma costantemente si dovrà, lavorando, recitare il SantoRosario.

11. Dopo Scuola si passerà in Coretto a meditare per mezz’ora, indi alquantodi ricreazione e preparazione del Refettorio per la sera.

12. La Cena sarà nell’Inverno alle ore 5 e mezzo, e all’Estate alle ore 6 e mezzoalla quale si manterrà il contegno che si pratica nel Pranzo.

13. Le preghiere della sera in Coretto si faranno dalle ore 7 e mezzo alle ore 8.14. Nell’Inverno, e precisamente da Ottobre a Marzo, si faranno alla sera due

ore di Scuola, e cioè dalle 8 alle ore 10, indi si passerà in letto. Nel rimanen-te dell’anno non vi sarà obbligo di Scuola alla sera, e si passerà in letto alleore 9.

APPENDICE N. 3 507

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508 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

15. All’andare in Letto si userà silenzio, recitando in privato il Miserere, o l’at-to di contrizione, e le Litanie della Beata Vergine.

DISPOSIZIONI GENERALI

16. Si avrà tutto il rispetto per le RR Suore Direttrici, e non si farà niente senzail loro permesso, volendo osservata la obbedienza e la sommessione in ognicosa.

17. Le giovani manterranno fra loro la pace e la carità, e non si permetterannomai discorsi poco decenti o di Mondo, e non formeranno fra loro nessu-n’amicizia particolare.

18. Almeno ad ogni 15 giorni si accosteranno indistintamente ai SantiSacramenti della Confessione, e della Comunione, oltre alle solennità ericorrenze principali della Madonna, e de’ Santi tutelari, non che all’occa-sione dei Santi Spirituali Esercizi, e di avere il Confessore straordinario.

19. Ne’ giorni festivi quelle medesime ore, che ne’ dì feriali s’impiegano allaScuola, saranno occupate nella istruzione ed esercizio della DottrinaCristiana, ed in letture Sante, od utili alla buona morale e civiltà.

20. Le mancanze saranno castigate secondo la loro gravità a giudizio della R.Madre Direttrice, qualora alle prime disubbidienze non abbiano giovato leammonizioni e per ogni caso recidivo si ricorrerà all’Autorità Superiore.

21. Il Vestiario sarà umile, modestissimo, e della qualità che abbia la maggioredurata. Restano proibite le vanità, le mode, l’arricciarsi dei cappelli, l’indos-sare fiori e nastri, ed ogni altro adornamento di lusso; e così anche l’anda-re senza calze, e senza scarpe per non pregiudicare la salute, volendo soloosservata la decenza, e la pulizia della persona.

22. I Lavori, che dall’esterno giungeranno alla Casa si consegneranno daiCommittenti o alla R. Suor Direttrice, od alla R. Suor Maestra, le quali nefaranno le destinazioni secondo le capacità, ed intelligenza. Ultimati i lavo-ri saranno ritirati o messi in deposito per la consegna ai proprietarii, ed ilricavato sarà per metà della Casa da passarsi per l’Amministrazione e l’altrametà da ritenersi dalla R. Madre Direttrice in favore delle giovani alle qualiappartiene il guadagno, annottandone l’importo a loro credito sopra unapposito Registro, e servendosene ai bisogni particolari delle stesse giova-ni, presso cui non potrà mai rimanere danaro.

23. Sortendo dalla Casa, ed avendo in avanzo qualche somma questa verrà rila-sciata alla giovane a cui spetta.

24. Una volta il mese sarà permesso ai soli Parenti il visitare le giovani e si pro-curerà che le visite siano brevi, i discorsi lodevoli allontanando dalla memo-ria qualunque antecedente che possa funestare, od angustiare le giovani,procurando la R. Suora, che dovrà sempre stare presente, di usare di tuttala vigilanza e circospezione, onde non accada inconveniente.

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Nel rimanente della educazione, e pel miglior andamento della Casa leRR. Suore Direttrici saranno in facoltà di adottare quelle misure di prudenza, ecautela, che più facilmente conducono allo scopo di perfezionare la SantaIstituzione delle giovani Penitenti sotto la special protezione di MariaSantissima Addolorata, di S. Vincenzo de’ Paoli e di Santa M. Maddalena.

Documento di 2 facciateOriginale, in ACF, Fondo Monialium, b. Penitenti della Consolazione

/3.12/Capitolato per l’inserimento delle Suore della Carità nel PioConservatorio delle Orfane di Pesaro, Pesaro 27 Maggio 1846

Nell’adunanza del Nobile Collegio delli 27 Maggio 1846 prossimo pas-sato venne stabilita la chiamata delle reverende Suore della Carità a Direttricidi questo Pio Conservatorio delle Orfane, e nominata una Deputazione di dueSignori Rettori, e di due Signore Rettrici perché in unione della Reggenza sioccupasse ad effettuarla colle condizioni medesime stabilite tra il Conservatoriodi Senigallia e le suore suddette fino dal 23 Settembre 1837.

Approvata, ed encomiata tale Deliberazione da Sua Em.za Rev.ma ilSignor Cardinale Legato della Provincia con Suo Dispaccio delli 3 Giugno 1846N. 2556, la Deputazione in adempimento dell’incarico avuto ne intraprese latrattativa, e condotta questa a termine, si è fatta un dovere presentarne il risul-tato alla Nobile Reggenza, ed intero Collegio nell’adunanza delli 31 spiratoDicembre, nella quale furono adottati tutti gli Articoli proposti, con alcune pic-cole modificazioni che furono in seduta permanente trascritte a suo luogo.

Avendo la Rev.ma Madre Provinciale di detto Istituto delle Suore dellaCarità Suor Rosalia Thouret con sua lettera delli 15 Dicembre prossimo passatodiretta al Sig. Rettore deputato Conte Giuseppe Mamiani Della Rovere, autoriz-zato e deputato le Rev.de Suor Teresa Biset, e Suor Concetta Valdastri a visitarequesto Stabilimento, prenderne la consegna, e fissare le relative convenzioni,furono stabiliti i seguenti Capitoli:1. Le Rev.de Suore avranno nel Conservatorio una conveniente abitazione

separata provveduta di sufficiente mobilia, di letti assortiti, le necessariebiancherie anche di tavola, la legna da fuoco, il bucato, lume, ed altro rela-tivo e consimile, il nutrimento secondo quanto viene prescritto dalle loroCostituzioni, cioè minestra, lesso, e un piatto, caffè la mattina, e refezionela sera. Avranno l’onorario annuale di 24 scudi ventiquattro per ciascunapagabile quadrimestralmente, od a loro piacere.

APPENDICE N. 3 509

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510 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

2. Il numero di due Sorelle per quindici od al più venticinque Alunne sembra,non essere né di troppo aggravio, né di troppo molestia alle funzioni chesaranno affidate ad esse Suore anche per gli esercizi prescritti dalle loroCostituzioni.

3. Si suppone che le prelodate Suore saranno di una età congrua a prestareil loro servizio almeno per anni venti circa; dopo il qual tempo si obbliga ilLuogo Pio di ritenerle con ogni riguardo, ben mantenute, senza far loromancare cosa alcuna a tutto suo carico in luogo della Pensione per infermi-tà o vecchiezza. Che se poi Taluna bramasse di ritornare nella Casa princi-pale coll’annua pensione di Franchi centocinquanta in luogo del manteni-mento come è detto, l’accordare ciò dipenderebbe dall’Autorità dell’E.moLegato pro-tempore, non potendo il Collegio adesso per allora assumersiun tal obbligo. Le Sorelle poi assalite di malattia, o d’indisposizione passeg-gera saranno curate, e trattate di tutto a spesa dello Stabilimento senza lamenoma detrazione della citata provvigione, qualunque sia il tempo dadurare l’incomodo, e convalescenza.

4. Sul pagamento delle pensioni in mani della Superiora, od altra Personadeputata per le rese inabili, niente si può stabilire, dipendendo com’è dettodalla facoltà dell’E.mo Legato pro-tempore.

5. I pacchi, e porti di lettere delle Sorelle saranno a carico dello Stabilimento,qualora riguardino affari od interessi del medesimo; se poi riguardano ilparticolare di Esse Sorelle, sarà la spesa a loro carico.

6. Le spese di funerali delle Sorelle trapassate nello Stabilimento, le spesenecessarie per metterlo in attività, e sostenerlo, cioè le spese di viaggio perla visita anticipata de’ Luoghi per condurre le Sorelle che vi dovranno stan-ziare, e quelle che rimpiazzeranno, ed accresceranno il loro numero, saran-no a carico dello Stabilimento giusta quanto prescrivesi, e egli pure i cam-biamenti delle Sorelle che a cagione di loro salute, od altri motivi in cui ilcambiamento diverrebbe necessario.

7. Il cambiamento de’ Soggetti resta assolutamente ad arbitrio dellaSuperiora. Nondimeno il Nobile Collegio potrà altresì domandare il cambia-mento di qualche Sorella, qualora Essa non convenisse loro che sempre siavrà riguardo alle loro dimande.

8. Le Sorelle non saranno tenute a certe fatiche penose, come andare a pren-dere acqua, colare e lavare il bucato, fare il pane, coltivare il Giardino,vegliare continuamente la notte in qualunque tempo siasi, né fare cosecontrarie al loro stato.

9. Le Sorelle non saranno nemmeno tenute di coabitare con Persone estra-nee. Se Elleno hanno bisogno di figlie domestiche, queste abiteranno aparte. E si aggiunge, che non solo le Sorelle non saranno tenute a fatichebasse, e triviali, ma saranno servite di tutto, e qual si conviene al rispetta-

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bile loro carattere, non dovendo consistere le attribuzioni di Esse, che nelretto andamento del Conservatorio interno, si pel regime giornaliero, si perle istruzioni della Religione, si per la morale del buon costume ed educazio-ne, e si finalmente alla sorveglianza, e direzione dei lavori, e amministra-zione del danaro occorrente alle spese giornaliere per l’interno delConservatorio.

10. La pulizia interna della Casa non dipenderà che dalla Superiora locale anorma delle loro Costituzioni, e queste vi saranno osservate in tutti i loropunti, senza mostrarne fastidio, o impedirle; e ciò riguardo al Disciplinare.

11. La Superiora Generale o Provinciale sarà libera di visitare le Sorelle quandolo giudicherà opportuno, e passare qualche giorno nello Stabilimento pervedere se tutto è nell’ordine. Ella resterà nella Casa durante il soggiorno aspese del medesimo. Le altre Suore di passaggio otterranno solo ospitalitàdi alloggio.

12. Nel prendersi il possesso la Superiora farà di concerto col Collegio unInventario firmato da ambe le Parti contenente lo stato dettagliato deimobili, di letti, biancherie, ed altro.

13. Per ultimo il Regolamento da emanarsi dai Rettori del Pio Luogo sarannoposti in esecuzione dopo che saranno stati veduti, ed approvati dal Collegioassieme alla Superiora locale col consenso dell’E.mo Legato pro-tempore, eniun cangiamento vi si potrà fare legittimamente senza le legali solennità.

14. Accettati, ed approvati pertanto tali Capitoli dalle Rev.de Suore a ciò depu-tate, e dalla Nobile Reggenza, e Deputazione, questi intendono immettereal possesso delle loro funzioni uniformemente ai Capitoli stessi le Rev.deSuore a quest’ufficio destinate dalla Rev.ma Madre Provinciale, cioè leRev.de Suore rappresentate per ora dalle stesse Rev.de Suor Teresa Biset, eSuor Concetta Valdastri; e gli uni e gli altri vicendevolmente si obbliganoall’esatto, e fedele adempimento delle condizioni tutte, e patti nei presen-ti Capitoli stabiliti.

15. In fede di che viene il presente firmato dalle Rev.de Suore, e dalla NobileReggenza e Deputazione, e contrassegnato col Timbro d’Officio questo dì.

Gordiano C.te Perticari Rett.re Regg.teMargherita Santacroce Montanari Rett.ce Regg.te

Elena Coppoli Medi Rett.re Dep.taCecilia Camporeali Spada Rett.re Dep.ta

Suor Teresa Biset autorizzata dalla Superiora Provinciale Suor Rosalia ThouretG. Mamiani Rett.re Deputato

Pompeo Mancini Rett.re Deputato

Documento di 4 facciateOriginale, ASP, IRAB, Orfanotrofio, b. 5

APPENDICE N. 3 511

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512 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.13/Piano Economico e Disciplinare pel nuovo Spedale delle Inferme

in Reggio

DOMINJ ESTENSI

Reggio lì, 3 Luglio 1846Alla Reale Segreteria di Gabinetto di S.A.R.Modena

Il Segretariodel Governo della Città e Provincia di Reggio

Inoltro a cotesta Real Segreteria una copia autentica del PianoEconomico-Disciplinare pel nuovo Ospedale delle Inferme in Reggio istituitodalla Sovrana Magnificenza allo scopo precipuo, che costì anche da cotesti RealiRegistri non solo dalla Sovrana approvazione a loro appostovi modificazione,ma sebbene dal Chirografo attergato nell’originale il 4 Maggio u.s. la R.A.S.afferma a carico della Sua Cassa di Finanza il mantenimento della Suora in piùdi 8 fino alle dodici quando vi sia effettivo bisogno.

Adempito così agli ordini ricevuti da S.E.S. Conte Governatore di quat-tro Città e Provincia, il Sottoscritto ha l’onore di riconfermare la protesta distima e considerazione la più distinta.

Dev.mo Oss.mo Suo[firma illeggibile]

PIANO ECONOMICO E DISCIPLINARE PEL NUOVO OSPEDALEDELLE INFERME IN REGGIO

§ 1. Le Reverende Suore della Caritàretroattivamente al giorno 28 Maggio1845, assumono la direzione ed econo-mia interna del nuovo Ospedale Infermiin Reggio dipendentemente dall’Ill.maAmministrazione degli Spedali Infermi,e dell’Eccelso Governo di questa Città eProvincia.

§ 2. Il detto Spedale viene eretto nel

§ 1. Le Reverende suore della Caritàretroattivamente al giorno 28 Mag-gio 1845, assumono la direzione edeconomia interna del nuovo Ospe-dale Infermi in Reggio; rimanendocon ciò alla loro cura affidato tuttoquanto tende alla continua sorve-glianza delle Inferme, alla polizia, emondezza necessaria nelle persone,letti, ed Infermiere, all’esatto adem-

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Fabbricato ragioni diretto dell’AlbergoOrfano-mendicanti ed utili degliSpedali Infermi strada------------------------------------------------ n.… In Reggio edassume la denominazione e invocazio-ne di S. Vincenzo de’ Paoli.

§ 3. In questo Fabbricato, oltre i localinecessari alla cura e sostentamentodelle Inferme, hanno il convenientealloggio gratuito le RR. Suore Ospi-taliere, il Cappellano, il Medico astante,ed il Capo-Speziale, ed havvi pure unaFarmacia contemporaneamente aper-ta al servigio del nuovo Spedale, edanche del Pubblico, della Ditta Far-macia dello Spedale di S. Vincenzo daesercitarsi sotto l’immediata direzionedell’Amministrazione degli OspedaliInfermi.

§ 4. Il Fabbricato suddetto meno laparte destinata ad uso di farmaciaviene regolarmente consegnato allepregiate Suore con tutti gli annessi, econnessi, infissi e mobili che vi si trova-no a fronte di dettagliata relazione einventario dei mobili e infissi per ogniconseguente effetto di ragione.

§ 5. Il livello di tal Fabbricato compren-de pure l’adiacente orto e soprastanteCasa n. ….. Via …………. il cui uso peròè riservato a totale ed assoluto vantag-gio dell’azienda degli Spedali Infermi,salvo solamente allo Spedale di S.Vincenzo l’uso della Camera mortuariacostrutta nell’angolo sud-ovest dell’or-to suddetto, e il necessario passaggiodallo Stabilimento alla detta Cameramortuaria.

APPENDICE N. 3 513

pimento delle mediche, e chirurgi-che prescrizioni per cure e vitto ed atutt’altro che dalla loro intelligenza,e veramente caritatevole Istituzionepossa venir suggerito alla miglioresistenza delle Inferme, ed all’anda-mento e direzione interna del-l’Ospedale dipendentemente peròdall’Ill.ma Amministrazione e dal-l’Eccelso Governo di questa Città, eProvincia.

ApprovatoFrancesco

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§ 6. Il pagamento del Canone comples-sivo di Livello sta a carico della R.D.Finanza Estense fino a tutto il 1847 . dal1° Gennaro poi del 1848 in avanti a cari-co totale dell’Amministrazione degliSpedali Infermi.

§. 7. Le RR. Sorelle della Carità succedo-no all’Amministrazione degli Ospedalisuddetti nell’assumersi in concorso colPresidente tutte le cure pel regolareandamento dell’interno dello Spedaledi S. Vincenzo e sostenere coi mezziidonei ad Esse forniti dalla stessaAmministrazione tutte le spese diretta-mente od indirettamente a ciò necessa-rie compresi gli stipendi di cui inappresso, e compresa pure la determi-nata somministrazione di lume, fuoco,e biancheria agli infradicendi impiega-ti che ne hanno il diritto, --------------

§ . 8. Per far fronte a tali spese le RR.Suore della Carità oltre il terzo deimobili, biancheria, attrezzi, istrumentiChirurgici ed oltre la somministrazionedei medicinali occorrevoli per le infer-me fatta loro dalla Farmacia dell’Ospedale Inferme, ricevono dallaAmministrazione degli ospedali quellasomma che fu fissata dal SovranoChirografo del 24 Maggio 1845 inItaliane £ 10161 e cent. 61 la quale saràpagata dall’Amministrazione in rate tri-mestrali anticipate come più oltre al §

§. 7. Le RR. Sorelle della Carità succe-dono all’Amministrazione degliOspedali suddetti nell’assumersi inconcorso col Presidente tutte le curecure pel regolare andamento dell’in-terno dello Spedale di S. Vincenzo esostenere Esse esclusivamente coimezzi forniti dalla stessa Am-ministrazione di cui nel successivo § .8. le spese tutte direttamente odindirettamente a ciò necessario,compresi gli stipendi di cui inappresso, e compresa pure la deter-minata somministrazione di lume,fuoco, e biancheria agli infradicendiimpiegati che ne hanno il diritto,non che i risarcimenti al Fabbricato,i quali complessivamente nel corsodell’anno non oltrepasseranno leItal. £. 200. duecento.

§ . 8. Per far fronte alle spesesopraindicate le RR. Suore dellaCarità oltre il terzo dei mobili, bian-cheria, attrezzi, istrumenti Chirurgicidi ragione dell’Amministrazionedegli Ospitali già loro consegnato,ed oltre la somministrazione deimedicinali occorrevoli per le infermefatta loro dalla Farmacia di S.Vincenzo, ricevono dalla suddettaAmministrazione quella somma chefu fissata dal Sovrano Chirografodelli 24 Maggio 1845 in Italiane £

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9. e di cui verrà presentato alle Suoreesatto resoconto in fine d’anno comenel §. 12. Che se l’esperienza d’uno opiù anni mostrerà l’insufficienza di que-sto assegno s’invocherà l’opportunoprovvedimento dalla Sovrana Muni-ficenza.

§. 9. Dal giorno dell’apertura del nuovoOspedale a tutto Giugno ultimo scorsole prefate Suore hanno ricevuto dallaSovrana Munificenza, e sulla Cassa diFinanza l’assegno complessivo diItaliane £. 1000. Mille per mantenimen-to delle Inferme, ed altre spese d’eco-nomia interna, e l’Amministrazionedegli Spedali ha pagato del proprio gli

APPENDICE N. 3 515

10161 centesimi 61 pel mantenimen-to di 32 ammalate giornaliere dellaclasse detta delle gratuite, la qualsomma sarà pagata in rate trime-strali anticipate come più oltre al §.9. e di cui verrà presentato alleSuore esatto resoconto in fine d’an-no come nel § . 12. – che se in certitempi dell’anno il numero delleammalate della classe sopraindicatanon giungesse al prescritto per cia-scun giorno, non potrà perciòl’Amministrazione diminuirne l’asse-gno, ma sarà bensì in diritto di esige-re che ne sia mantenuto un numeromaggiore in altre stagioni dell’annostesso, in cui maggiore ne sia l’af-fluenza, senza che perciò dallaAmministrazione medesima abbiasia portare aumento alla trimestraleassegnazione, dandosi però in cia-scun anno complessivamente nellimite come sopra stabilito di trenta-due ammalate per ciascun giorno.Che se poi l’esperienza d’uno o piùanni mostrerà l’insufficienza di que-sto assegno s’invocherà l’opportunoprovvedimento dalla Sovrana Muni-ficenza.

ApprovatoFrancesco

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516 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

emolumenti, e stipendi dei Medici,Chirurghi, ed altri infradicendi impiega-ti; dal principio poi del successivo luglioin avanti l’Amministrazione stessa corri-sponde tutto del proprio alle RR. Suoredella Carità l’assegno di cui nell’antece-dente §. 8, in tante rate trimestrali anti-cipate da liquidarsi poi in fin d’anno,fatta la dedita ragione di quanto verràstabilito in appresso al §. 40.

§. 10. All’atto dell’apertura del-l’Ospedale di S. Vincenzo le RR. Suo-re della Carità hanno ricevuto dal-l’Amministrazione in via di anticipa-zione, e sui fondi dell’Opera Pia tan-ti generi, o Capitali vivi di consumoper un valore di Italiane £. Comeda nota redatta in detta occasione.Tale complessiva somma pertantoapparire dovrà in altrettanti Generie Capitali vivi di consumo comesopra, nei resoconti da presentarsialla fine d’ogni anno finché giusta ilportato dal §. 8. l’esperienza abbiafatto conoscere se l’assegno ivi stabi-lito possa non tanto soddisfare aicarichi di detta interna Ammini-strazione; ma bensì lasciare luogoalla retroazione di tale anticipazio-ne, il risultato di tale esperienzadarà luogo in avvenire alle massimeda adottarsi in proposito le quali peresteso saranno riportate ed unite alpresente regolamento.

§. 11. Si dividerà in parti uguali fral’Azienda degli Ospedali Infermi, ele RR. Suore della Carità a vantaggioperò delle inferme gratuite, e nonaltrimenti, l’utile od avanzo che

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§. 12. Devono le prefate Suore teneresatto conto dell’incassato e dellospeso, e così di ciascun ramo particolaredell’azienda interna dell’Ospedale affi-dato alle loro cure, uniformandosi perquanto sia possibile all’impianto, etenuta dei registri contabili dell’Am-ministrazione dello Spedale di S. Mariae specialmente a quelle dell’Economodel detto Pio Luogo; ed alla fined’ogni anno siffatti conti d’aziendadocumentati delle singole pezze giu-stificative devonsi dalle prefate Suoresottoporre alla disamina dell’Ammi-nistrazione suddetta la quale provoca-tane, ed ottenutane la revisione dellapropria computisteria le trasmette conanalogo foglio di osservazioni all’Ec-celso Provinciale Governo per laSuperiore sua sanzione, e per quellemisure che nella sua saggezza crederàegli opportuno di prescrivere circal’erogazione degli avanzi che si fosse-ro potuti verificare nel decorso del-l’anno. -----------

APPENDICE N. 3 517

annualmente si verificherà o sarà daverificarsi nell’esercizio della Far-macia di S. Vincenzo prelevata chesiasi la somministrazione dei medici-nali alle Inferme indistintamente didetto Ospedale come al §. 8., ed alleRR. Suore della Carità, rimborsatoche sia l’importare del primo forni-mento di Capitali vivi, e morti, escontate che siano le spese tutte diprovviste, e di stipendi agli impiega-ti ed inservienti della medesima; nonche prelevata una congrua per l’af-fitto del Locale che si conviene oraItal.ne £. annue.

ApprovatoFrancesco

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§. 13. Affinché l’Amministrazione degliOspitali aver possa in atti i dati positiviper la disamina dei suddetti conti ogniqual volta accada alle RR. Sorelle dellaCarità di conchiudere contratti d’appal-to, o cottimo con qualche negoziante, opossidente per la somministrazione dipane, vino, carne o di altri generi per loSpedale di S. Vincenzo le trasmetteran-no una semplice copia fedele della scrit-tura, o rogito stipulato, e ciò a scanso dispesa. Per la stesura poi degli atti legalirelativi all’azienda del detto Ospitale siserviranno esse dell’Opera del Can-celliere Generale delle Opere Pie.

§. 14. Oltre all’abitazione e alla sommi-nistrazione gratuita dei medicinali dicui ai §. §. 3. ed 11., ed oltre l’assegnodi cui in appresso al §. 15. l’Ammi-nistrazione degli Ospitali concede alleRR. Sorelle della Carità a fronte di rego-lare inventario, l’uso e godimento ditutte le mobilie, biancheria da mano eda tavola, arredi sacri e quant’altro ènecessario ai bisogni della loro vita civi-le, e religiosa, lasciandone però ad essela cura, ed il carico delle spese per lamanutenzione in avvenire con l’asse-gnamento di cui al §. 8.

§. 15. Il numero ordinario e minimodelle Suore incaricate alla Direzione edEconomia interna del nuovo Ospedale èfissato ad 8, lo straordinario e massimonon sorpasserà le 12. Il complessivo per-sonale assegno per 8 Suore è stabilito in

§. 14. Oltre l’abitazione e la sommi-nistrazione dei medicinali gratuita dicui ai §. §. 3. ed 11., ed oltre l’asse-gno di cui in appresso al §. 15. l’Am-ministrazione degli Ospitali concedealle RR. Sorelle della Carità a frontedi regolare inventario, l’uso e godi-mento di tutte le mobilie, biancheriada mano e da tavola, arredi sacri equant’altro è necessario ai bisognidella loro vita civile, e religiosa,lasciandone però ad esse la cura, edil carico delle spese per la manuten-zione, e rinnovazione in avvenirecon l’assegnamento di cui al §. 8. -----------------------------------

ApprovatoFrancesco

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annue Italiane £. 2800. pagabili di tri-mestre in trimestre anticipate; quelloaccordato per 12. è d’annue Italiane £.4000. Quest’ultimo da diminuirsi pro-porzionatamente nella ragione di 4000a 12; quante volte il numero delleSuore sia minore di 12 e maggiore d’8.

§. 16. Il pagamento dell’assegno annuodi cui all’antecedente §. 15. sta a caricodella R.D. Finanza sino a tutto il 1847.Dal principio poi del 1848. in avanti acarico totale dell’Amministrazione de-gli Ospedali Infermi di questa Città.

§. 17. Gli aumenti, o le diminuzionidelle Suore entro però i limiti di 8. e 12.sono lasciati in facoltà della Superiora,e solo ne renderà informata l’Am-ministrazione affinché questa ponga incorso a favore loro l’aumento propor-zionale d’assegno di cui al §. 15.

§. 18. Sarà libero e facoltativo alle RR.Suore di Carità di avere una solaSuperiora del loro Istituto per laDirezione tanto dell’Ospedale di S.Vincenzo, quanto dell’Albergo delleOrfane; salvo però sempre ed imprete-ribilmente l’obbligo di tener separati,ed affatto distinti i conti delle rispettivedue Aziende.

§. 19. Non portranno esse in alcuntempo aprire scuola di Noviziato nétener istruzione di fanciulle essere dellocale dello Spedale di S. Vincenzosenza l’ispeciale consenso della Pre-sidenza; e in caso anche di tale consen-so se la scuola, o l’Istruzione suddettarichiedessero un aumento nel loro

APPENDICE N. 3 519

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numero non potranno mai pretendere,né conseguire dall’Amministrazioneaumento d’assegno alcuno oltre il con-venuto mentre questo s’intenderà edovrà sempre essere esclusivamentedestinato al mantenimento e dotazioneannua della religiosa Famiglia dedicataunicamente all’assistenza delle infer-me.

§. 20. A scanso d’ogni dubbiezza cheper l’avvenire potesse insorgere sull’en-tità, e misura dei diritti reciprocamentecompetenti alle RR. Sorelle della Carità,ed alla Amministrazione degli Spedalidi questa Città, si dichiara e ritiensi permassima incontrovertibile che tutti ibeni ed immobili, Capitali di eredità, ecensi, e tutt’altro che trovasi e che inprogresso di tempo verrà in possesso, oquasi possesso degli Spedali stessi peracquisti o per lasciti di qualunque gene-re, e specie sia che i lasciti stessi venga-no fatti in termini generici eall’Amministrazione dei detti Ospitalisia che in termini speciali allo Spedaledi S. Vincenzo, ed anche specialissimi incontemplazione della religiosa Corpo-razione che ne ha la Direzione edEconomia interna, tutti gli anzidettibeni presenti e futuri niuno affatto ec-cettuato spetteranno sempre, e verran-no aggregati allo Spedale, o Spedali cuisaranno stati ceduti, o lasciati e sarannoamministrati da Chi presiederà all’Isti-tuto cessionario il legatario dipenden-temente però dall’Eccelso GovernoProvinciale.

§. 21. Anzi e siccome nel supposto casodi donazione, o lasciti fatti in contem-

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plazione delle RR. Sorelle della Caritàdegenti nello Spedale di S. Vincenzopotrebbe nascere dubbio se la personamorale del contemplato avesse a rite-nersi l’Istituto Religioso delle Sorelledella Carità, oppure lo Spedale di S.Vincenzo suddetto; così vuolsi dichiara-re ulteriormente che qualunque lascito,o donazione sia per atto fra vivi che diultima volontà venisse fatto in qualun-que tempo, o da qualunque persona oautorità all’Ospedale di S. Vincenzopredetto sebbene in contemplazionedelle RR Sorelle della Carità che lo diri-gono, od anche direttamente ad essestesse in quanto però sono alla direzio-ne del ridetto Ospitale, apparterrà essoall’Ospitale medesimo col carico di sod-disfare quegli oneri che vi fossero ine-renti; come all’incontro apparterrannoesclusivamente alle RR. sorelle dellaCarità quei lasciti o donazioni qualun-que che appariranno fatte a contem-plazione ed a vantaggio dell’Istitutoreligioso di cui fanno parte.Verificandosi il caso sopraesposto nellaprima parte di questo paragrafo che illascito cioè debba appartenere alloSpedale, la dotazione di cui al prece-dente §. 15. verrà diminuita in propor-zione della rendita detraibile dal lasci-to stesso nel caso opposto poi tanto laproprietà del lascito, che la sua renditaspetteranno esclusivamente all’IstitutoReligioso.

§. 22. Nei casi eccezionali di carestia,pestilenza od altre simili gravissimiinfortuni di Cielo e di terra che impor-tassero, o fossero per importare unassoluto sopracarico de’ predetti ospe-

APPENDICE N. 3 521

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dali, si avrà ricorso all’autorità superio-re pregandola ad accorrere con provve-dimenti straordinari al sollievo deimedesimi.

§. 23. Il numero delle ammalate dacurarsi e da mantenersi gratuitamenteè per titolo di beneficenza nel nuovoSpedale viene provvisoriamente, e finoa nuova disposizione limitato a 32.trentadue.

§. 24. Possono inoltre ammettersi alcu-ne ammalate, dozzinanti, semprechéperò la loro ammissione non portigiammai l’esclusione o restrizione neltrattamento d’alcuna delle gratuite, névenga occupato in tutto né in parte illocale destinato a queste ultime.

§. 25. L’accettazione delle inferme mise-rabili o gratuite si regola secondo lemassime prescritte dal vigente pianogenerale dell’Ospitale Civico degliInfermi di questa città, salva però lalimitazione portata dal §. 23; e spetta dipieno diritto alla Presidenza dell’Ospe-dale stesso, che ne dà partecipazionealle RR. Sorelle della Carità. trasmetten-do loro i biglietti d’Ammissione: quel-la poi dei dozzinanti può succedere dicomune accordo tra le Suore, e laPresidenza, ed anche essere d’immedia-ta ed esclusiva facoltà delle Suore stes-se le quali però ne danno pronto avvisoper lettera alla Presidenza.

§. 26. La dozzena delle ammalate nonmiserabili, che spontaneamente do-mandano l’ammissione nell’Ospedaledi S. Vincenzo, e così quella delle este-

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re, o delle prigioniere inferme che dalGoverno o dal buon Governo vengonospedite all’Ospedale stesso resta fissa-to in £. 1. Ital. al giorno per cadauna.Il Presidente dell’Amministrazione,ossia l’Amministrazione stessa degliospedali ha l’incarico e la responsabili-tà della riscossione di tali dozzene rap-porto però solo a quelle dozzinantiche furono ammesse dietro suo ordineod assenso, e queste dozzene vengonopagate alla Cassa dell’Amministra-zione la quale ne fa il versamento alleRR. Suore della Carità ad ogni loroinchiesta. Per quelle dozzinanti poiche sono accettate direttamente, esenza la predetta condizione dalleSuore medesime, il Presidente non haaltro incarico né altra responsabilità,se non di ordinare l’incasso dei paga-menti che per tale titolo gli vengonofatti e di rilasciare alle Suore a frontedi regolare loro quietanza le relativesomme incassate.

§. 27. Il trattamento giornaliero delleInferme dozzinanti viene apprestatodalle prefate Suore d’intelligenza coiMedici indipendentemente dall’Ammi-nistrazione degli Spedali quello poidelle ammalate gratuite viene stabil-mente determinato come in appresso:cioè:

§. 28. Il trattamento delle Inferme gra-tuite diviso in cinque diete: la prima e laseconda si somministrano nello stadiodel maggiore accesso del morbo, laterza quando la malattia decresce, laquarta quando l’ammalata s’accostaalla guarigione; e la quinta durante lo

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stato di convalescenza, e il tutto anorma della prescrizione del Medico.

§. 29. Per la quantità e qualità dei cibiprescritti secondo le diverse diete atte-nersi dovrà all’unita tabella.

§. 30. La Carne tanto per la confezionedel brodo, quanto per l’alimento delleammalate, e delle convalescenti deveessere costantemente di manzo di buo-na qualità, e solamente dietro avvisodel Medico si potrà sostituire egualequantità di vitello.

§. 31. Le minestre comuni sono compo-ste di riso, pappe, diverse, e zuppa se-condo le diverse diete.

§. 32. I ministrini a norma delle ordina-zioni mediche, possono essere o disemolina, o di pan raso, nel primo casola quantità fissata è di oncie 4 (quat-tro); e nel secondo di oncie 8 (otto) atutto il giorno.

§. 33. Coll’assegnazione del pane nellediverse diete si deve provvedere allezuppe per la mattina e la sera.

§. 34. Alla prima e seconda dieta siaggiunge la somministrazione del caffèogni qual volta venga questo ordinatoo permesso dal Medico.

§. 35. La quantità della Carne e delleminestre compresa nella dieta come al§. 29. s’intende ivi notata e devesi misu-rare a generi crudi quali si acquistano aipubblici negozi rispettivamente allabeccheria.

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§. 36. La Carne assegnata alla sera perle Inferme della quarta e quinta dieta siprende da quella che rimane alla matti-na pel brodo delle tre prime diete nonpotendosi mai per alcun titolo omette-re, né diminuire l’acquisto di tantaquantità di carne, quanta ne abbisognaper somministrare a ciascuna inferma laprescritta misura di brodo conveniente-mente sostanzioso.

§. 37. Le RR. Suore della Carità assumo-no tutta la responsabilità della custodiae restituzione degli effetti di particolarragione delle Inferme ammesse nel-l’Ospedale S. Vincenzo.

§. 38. Oltre le RR. Sorelle della Caritàche pel filantropico e religioso loroIstituto prestano la loro assistenza asollievo delle Inferme sono addetti alservizio del nuovo Ospedale di S.Vincenzo gli infrascritti impiegati: unCappel- lano e Confessore con l’annuoassegno di Italiane £. 360 (trecentoses-santa) oltre l’abitazione, il lume, efuoco, e la biancheria da mano e daletto, ed oltre l’elemosina della Messagiornaliera di cui in appresso al §. 44.Un Medico primario con l’emolumentodi italiane £. 360. Un Chirurgo prima-rio con l’emolumento di italiane £.200. Un Medico astante con l’onorariodi italiane £. 300 oltre l’alloggio, lume,fuoco, e biancheria da mano e daletto, ed oltre una gratificazione daassegnarglisi annualmente dall’Ammi-nistrazione degli Ospitali per la pre-sentazione della Tabella giornaliera dicui al §. 71. Un Capo-speziale conl’emolumento di italiane £. 960. oltre

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l’alloggio. Un Chirurgo sostituto con lapaga di italiane £ 100. Un flebotomocon lo stipendio di italiane £. 140.Finalmente un Portinaio od altre per-sone di servizio interno a norma deibisogni dello stabilimento.

§. 39. La nomina dei suddetti impiega-ti spetta all’Amministrazione del-l’Ospedale, che per primo, cioè pelCappellano e Confessore deve previa-mente interpellare l’Ill.mo Rev.moMons. Vescovo di Reggio e Principe, eper gli altri riportare l’approvazioneGovernativa: la nomina del Portinaioed altri inservienti è di libera ed asso-luta spettanza delle RR. Suore dellaCarità: coll’obbligo però di dare parte-cipazione di ciascuna nomina e rispet-tivo stipendio alla Presidenza di dettaAmministrazione per gli effetti di cuial §. 12 Che se qualcuno degli impiega-ti nominati dall’Amministrazione des-se motivo di lagnanza nel disimpegnodelle proprie incombenze, si dovràdalle RR. Suore inoltrarne immediatorapporto alla Presidenza dalla qualesarà preso in considerazione per l’op-portuno provvedimento.

§. 40. Gli stipendi dei suddetti impiega-ti ed inservienti tutti tranne quelli delCapo-Speziale ed altre persone addetteal servizio della Farmacia pei quali re-sta provveduto col §. 11. e tranne lagratificazione al Medico astante per laquale venne disposto col §. 38 stanno acarico delle RR. Suore della Carità, evengono da loro sborsati dai singoliassegnatari meno quelli degli impiegatinominati dall’Amministrazione, che

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vengono pagati dalla Cassa degliSpedali Infermi in nome delle prefateSuore, ed in conto delle quote d’antici-pazione di cui al §. 9.

§. 41. Li suddetti Cappellani, Medici,Chirurghi, Capo-speziale, e Flebotomosono, e devono sempre intendersi veriimpiegati dipendenti dall’Ill.ma Am-ministrazione degli Spedali Inferminell’esercizio delle loro funzioni, ecome tali godono di tutti li diritti e pri-vilegi degli impiegati delle Opere Piedi questa Città, compreso quello dellagiubilazione e carico del R. Ministerodi Pubblica Economia, nei casi e termi-ni prescritti dai Sovrani Decreti 27Maggio e 23 Giugno ultimi scorsi afronte dello sconto che viene d’annoin anno dall’Amministrazione degliOspedali versato nella Cassa del pre-detto Ministero.

§. 42. Le incombenze poi di tali impie-gati vengono rispettivamente determi-nati come in appresso cioè:

Incombenze del CappellanoConfessore.

§. 43. E’ affidata al Cappellano Con-fessore la direzione spirituale dell’Infer-meria del S. Vincenzo, essendo eglitenuto a prestarsi con assiduità e zeloalli uffizi tutti del Sacro suo Ministero apro delle Inferme ivi degenti; salva peròsempre ai Parrochi e Confessori estraneila facoltà di venire liberamente chiama-ti a ricevere le confessioni delle loropenitenti, e parrocchiane.

§. 44. Celebrerà ogni mattina la S.

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Messa all’Altare dell’Infermeria primadell’ora delle visite mediche, e Chi-rurgiche, e perciò oltre quanto percepi-rà egli dalle RR. Suore della Caritàdipendentemente dal §. 38. del presen-te Piano gli verrà dall’Amministrazionedegli Spedali corrisposta la giornalieraelemosina di centesimi 76 di LiraItaliana sui fondi legati per Messe dabenemeriti testatori a pro degli Ospe-dali stessi.

§. 45. Suonata l’Ave Maria vespertinareciterà ai piedi dell’Altare dell’Infer-meria un terzo del Rosario della BeataVergine colla pratica delle altre consue-te preci ed un De Profundis in suffragiodelle anime delle trapassate nell’Ospe-dale. Nei nove giorni precedenti la festadel SS.mo Natale e dell’ImmacolataConcezione di Maria Vergine, vi ag-giungerà le orazioni solite a dirsi nellerispettive due Novene.

§. 46. Benedirà con la debita formalità icibi prima della loro somministrazionealle Inferme sì pel pranzo come per lacena.

§. 47. In ciascheduna Domenica dell’an-no tranne solamente le feste più solen-ni insegnerà alle degenti la DottrinaCristiana.

§. 48: riscontrando disordini nell’Infer-meria dovrà tosto farne rapporto alla R.M. Superiora delle Suore Ospitaliereperché vi ponga riparo.

§. 49. Accompagnerà con cotta e stola icadaveri che si levano dall’infermeria

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per trasportarli alla Camera Mortuariarecitando le consuete orazioni.

§. 50. Terrà il Registro delle Defuntenotandovi il cognome e Nome, la pater-nità, e maternità, l’età, lo stato, la pro-fessione, e condizione, il luogo di nasci-ta e di domicilio, la Parrocchia di ognu-na di loro, la qualità della malattia,l’anno, il mese, il giorno, l’ora dellaseguita morte, e se o no munita deiSS.mi Sacramenti. In base di tal Registroemetterà egli gratuitamente le fedìmortuarie ogni qual volta ne saràrichiesto. Alla fine poi d’ogni mese pre-senterà la nota delle defunte nel corsodi esso al Medico Astante perché la tra-smetta alla Presidenza dell’Ospedaleper tuttoché possa interessarla.

§. 51. A lui spetta la cura dell’Oratorioove si conserva il SS.mo Sacramento, edell’Altare dell’Infermeria; e così purela custodia dei paramenti, vasi, ed arre-di sacri destinati ad uso dei medesimi.

§. 52. Il Medico Primario ha l’obbligo divisitare indispensabilmente tutte leInferme degenti nell’Ospedale di S.Vincenzo ogni mattina alle ore 8; edogni sera un’ora prima dell’Ave Maria.

§. 53. Sarà tenuto d’assistere i chirurghiquando questi non siano Dottori fisici amedicare le Inferme contemporanea-mente affette da malattie onde agevo-lare così la guarigione delle loro piagheo ferite.

§. 54. In ogni malattia complicata epericolosa chiamerà a consulto il

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Medico Primario dell’Ospitale di S.Maria; al quale consulto potrà pureintervenire il Medico Astante dell’indi-cato Ospedale a propria erudizione.

§. 55. Nel caso che si scoprisse nell’In-fermeria qualche malattia facile a co-municarsi ne farà tosto rapporto alPresidente dell’Amministrazione perimpedire la propagazione del morbosotto pena di sospensione dell’impie-go.

§.56. Spetta a lui ordinare quelle ana-tomiche ispezioni sopra i cadaveri checrederà opportune ed alle quali assiste-rà necessariamente il Medico Astante, eil Flebotomo.

§. 57. Invigila perché le Infermiereadempiano con esattezza i loro doveri,e scoprendo in esse qualche mancanzane fa tosto rapporto alla R. M. Supe-riora delle suore Spedaliere, altrimentiEgli ne diventa responsabile.

§. 58. Visita i medicamenti preparatidopo le fatte ordinazioni, e se li riscon-tra di cattiva qualità ne fa rapporto alPresidente per le convenienti provvi-denze.

§. 59. Ottenutasi la guarigione di unadegente, e terminatane la convalescen-za che non deve di regola ordinariaprotrarsi più di tre giorni, oppure sco-pertosi essere alcuna affetta di malecronico dovrà egli licenziarla dal-l’Ospedale avvertendone la R. M. Su-periora, ed il Medico astante onde ne

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facciano seguire la partenza.

Incombenze dei Chirurghi§. 60. I Chirurghi dell’Ospedale oltre leordinarie incombenze dell’arte loro,hanno il carico di tutte le cure prepara-torie che potessero occorrere in tempodi notte per cadute, fratture,ferite esimili casi urgenti.

§. 61. Le ordinarie visite chirurgiche suc-cederanno immediatamente a quelledel Medico, col quale conferirannoall’occorrenza per la cura dei mali cheappartenessero eziandio alla clinicamedica, quando essi non fossero ancheDottori fisici.

§. 62. Resta espressamente vietato aiChirurghi di mandare il Flebotomo, afar le visite giornaliere in loro vece, emancando in ciò verranno tosto sospesidal Presidente che ne farà rapporto alSuperiore Governo per le ulteriorisue determinazioni.

§. 63. Hanno rispettivamente gli stessiobblighi ingiunti al Medico Primario coi§§ 56. 57. 58. 59. per le sezioni anatomi-che, sorveglianza delle Infermiere, visi-ta dei medicamenti, e licenziamentidelle degenti nei modi e termini suespressi.

Incombenze del Medico Astante§. 64. Il Medico Astante ha l’obbligodella residenza quanto diurna quantonotturna nell’Ospedale salvo il congruotempo del pranzo, cena e passeggio.

§. 65. Nota in apposito Registro e con-

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serva in sito tutti gli ordini di ammissio-ne delle Inferme che gli vengono passa-ti dalla R. M. Superiora delle Suore spe-daliere coll’annotazione da lei fatta delgiorno e dell’ora d’ingresso d’ognunadelle medesime.

§. 66. Assiste alle visite giornaliere ilMedico Primario, e gli fa circostanziatoe fedele rapporto dello stato delleInferme, e di quanto ha osservato nel-l’intervallo di tempo d’una visita all’al-tra.

§. 67. Scrive nei quinternetti di visita ilnumero del letto, il nome, Cognome, epatria dell’inferma, il numero dei giornidopo l’attacco del male, e dopo l’entra-ta nell’Ospedale, l’età, gli alimenti dellamattina e della sera, i rimedi ed ordina-zioni indicandone la quantità non giàcon segni chimici, ma con parole, efinalmente le osservazioni. Poscia tra-smette alla R.M. superiora delle suoreSpedaliere un trasunto degli alimentiprescritti dal Medico e da esso Astantesottoposto.

§. 68. Invigilerà affinché i medicinalisiano della debita qualità e quantità evengano somministrati nelle ore pre-scritte dal Medico; assisterà poi in per-sona alla loro distribuzione.

§. 69. In caso d’urgenza tra una visita el’altra, e di impedimento del MedicoPrimario provvede esso con i metodicurativi già dal detto Medico incoati enel modo che crede più opportuno.

§. 70. appena entrata nell’Ospedale

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un’ammalata ne scrive egli in unaCartella apposita da appendersi al lettodella medesima, il Nome, Cognome,paternità, maternità, età, Stato, profes-sione, il luogo onde proviene, e l’anno,mese, giorno ed ora d’ingresso, edaltrettanto eseguisce in caso d’uscita edi morte indicando la malattia cui èstata soggetta. Le Cartelle d’uscita o dimorte sono da lui passate alla R.M.Superiora munite della sua firma.

§. 71. E’ tenuto a presentare ogni gior-no all’amministrazione degli SpedaliInfermi la Tabella dello stato nominati-vo e giornaliero delle Inferme; laTabella dello stato nominativo e gior-naliero delle Inferme degenti nello sta-bilimento di S. Vincenzo contrapponen-do a ciascun nome l’indicazione dellaqualità delle diete somministrate, laqual tabella firmata da lui dovrà esserevidimata dalla Reverenda MadreSuperiora delle Suore Spedaliere.

§. 72. Avverte il Cappellano e confesso-re dello Stato delle Inferme pei sussididi religione.

§. 73. Ogni sera prima di coricarsi repli-ca la visita alle ammalate, e trovandonealcuna aggravata sorveglia per più effi-cace ed attento soccorso e perché le siaprestata la dovuta speciale assistenzamedica.

§. 74. Fa’ quelle sezioni di Cadaveri, chedal Medico e dal chirurgo primario siritengono necessario purché ciò nonaccada nella stagione estiva nella qualetali sezioni non si permettono se non

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che quando un caso straordinario lerichieggasi.

§. 75. E’ tenuto a riferire al Presidentedegli Ospedali se esistono nello Sta-bilimento di S. Vincenzo ammalate cro-niche, o malattie di facile comunicazio-ne, e ciò per le opportune provvidenze.

§. 76. In caso di disordini nell’Infer-meria deve farne rapporto alla R. M.Superiora delle Suore Ospitaliere pelpronto riparo.

Incombenze del Flebotomo§. 77. Il Flebotomo dello Spedale SuoreS. Vincenzo è sotto gli ordini immediatidei Medici Primario ed Astante, e deiChirurghi, e deve immancabilmentesotto pena di dimissione intervenireogni giorno all’Ospitale prima delle visi-te mediche e chirurgiche, assistervi, eterminate che siano, eseguire esatta-mente tutti gli ordini ricevuti.

§. 78. Sarà pure obbligato a scrivere neiquinternetti di visita le ordinazioni edaltro come al §. 67. sotto la direzionedei Chirurghi. Sarà obbligato ad assiste-re anche nel dopo pranzo alla visita delMedico Astante ed eseguirne le ordina-zioni avvertendo che siano terminateprima dell’Ave Maria della sera doven-do egli a tal ora uscire dallo Sta-bilimento.

§. 79. Dovrà però portarsi all’Ospedaleanche in qualunque altra occasione edora in cui sarà ricercato tanto di giornocome di notte tempo per bisogni straor-dinari d’arrivo di ammalate e ferite, ed

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altro. Se gli occorrerà d’assentarsi daReggio pei propri interessi, o se glisopravverrà qualche malattia ne rende-rà tosto inteso il Medico astante che nefarà rapporto al Presidente per leopportune provvidenze.

§. 80. E’ obbligato ad intervenire e pre-starsi a tutte le sezioni di Cadaveri chesi faranno nell’Ospedale delle donne.

Incombenze del Capo-Speziale§. 81. Le relazioni di interesse, respon-sabilità e cauzione del Capo-spezialecui è affidata la nuova Farmaciadell’Ospedale S. Vincenzo verso l’Ill.maAmministrazione degli Spedali vengo-no regolate da particolari Convenzionie stipulate con formale istrumento.

§. 82. I Capitali vivi, e morti dellaFarmacia gli vengono consegnati conregolare inventario cui interviene ilPresidente dell’amministrazione, laR.M. Superiora delle Suore Ospedaliere,il Medico Primario, l’Astante ed ilCancelliere Generale delle Opere Pieche ne fa Rogito previa la stima deiCapitali stessi coll’opera di uno o piùFarmacisti da scegliersi dall’Ammi-nistrazione per una parte e dalle RR.suore per l’altra.

§. 83. L’inventario suddetto, e le annua-li provviste che saranno aggiunte almedesimo come articoli di nuovoingresso serviranno ad addebitare ilCapo-Farmacista del valore dei generi ocapitali esistenti.

§. 84. I quinternetti di visita ove sono

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scritte le ordinazioni mediche e chirur-giche servono di scarico al Capo-Farmacista per la concorrenza dei gene-ri consunti oltre le piccole dispersioni dicui però deve esso tenere esatto conto.

§. 85. Le preparazioni dei medicamentinon potranno essere fatte che dalCapo-Farmacista, oppure anche dal-l’Aggiunto quando gliene viene desti-nato uno sotto però la di lui sorveglian-za. Sopra il vaso, o carta che contiene ilmedicamento dovrà immancabilmentescrivere il numero del letto dell’Infermacorrispondente a quello che troverànotato al quinternetto di cui è scritta laricetta.

§. 86. I generi somministrati per la for-nitura delle Cassette chirurgiche del-l’Infermeria, saranno notate in apposi-to Registro che dovrà essere firmato daiChirurghi a piedi d’ogni somministra-zione, e questo Registro pure servirà discarico al Capo-Farmacista.

§. 87. Il Farmacista o suo aggiunto caporimette con ordine al Medico-astantecol mezzo dell’Infermiere ed altre per-sone di servizio interno dell’Ospedale imedicamenti preparati nella Farmaciapella loro distribuzione alle ammalate,indi ne ritira i vasi per ricollocarli al loroposto.

§. 88. Distende i Cerotti nella Farmaciasopra le pezze che gli vengono a talescopo man mano consegnati.

§. 89. Le sostanze velenose debbono dalCapo-Farmacista tenersi separate e

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custodite sotto chiave in appositi ripo-stigli: ed ogniqualvolta queste faccianoparte di qualche ordinazione medicasarà tenuto egli stesso a recare in perso-na al Medico astante per l’adempimen-to di quanto ad esso gli viene prescrittocol §. 68.

§. 90. Alla fin d’ogni anno si farà ilBilancio della Farmacia a cui interverràil Presidente la R.M. superiora delle pre-fate Suore, il Medico primario e l’Astan-te ed il Computista.

§. 91. Resta espressamente proibitonella esecuzione delle ricette di sostitu-zione un articolo all’altro senza specia-le licenza in iscritto del Medico Primariocontrofirmata dall’Astante.

§. 92. Il Capo-Farmacista è responsabiledi tutti gli inconvenienti avvenibili perinesattezza o sbagli delle composizionio preparazioni di medicinali.

§. 93. Il presente piano è obbligatoriotanto per le RR. Suore di Carità quan-to per la Ill.ma Amministrazione del-l’Ospedale Inferme nelle parti cherispettivamente le riguardano, pertutto quel tempo indeterminato cherimarrà affidata alle prime la Dire-zione e l’Economia interna dell’Ospe-dale di S. Vincenzo.

§. 94. Ogni qual volta occorrerà di farqualche variazione, modificazione, odaggiunta al presente Piano disciplinareed economico, l’Amministrazione degliOspedali si concerterà colle RR. Suoredella Carità per quelle risoluzioni che

APPENDICE N. 3 537

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saranno ravvisate opportune, affinchéottenuta la debita Superiore Sanzionegli articoli così modificati od aggiuntidiventino obbligatori siccome il restan-te del presente Piano.

§. 95. Questo medesimo Piano munitodella Superiore approvazione verràridotto a formale Istromento alla cui sti-pulazione interverranno la Presidenzadell’Amministrazione degli Ospitalipremunita di apposita abilitazione; e leRR. Suore della Carità regolarmenterappresentate ed assistite per la solen-nità, ed autorizzazione di tali atti anorma del praticatosi in simile circo-stanza a Modena.

§. 96. Le spese tutte di tale Istrumentodel quale verranno estradate tre auten-tiche copie oltre quella dell’Archivio,una cioè all’Ill.ma Amministrazionedegli Ospitali un’altra, alle RR. sorelledella Carità, ed una terza al SuperioreGoverno Provinciale, e così pure quellaqualunque altra relativa alla consegnache fosse necessaria a sostenersi staran-no a carico dell’Amministrazione degliOspitali suddetti.

§. 97. Quando o per rinunzia spontaneadelle prefate Suore, o per Decreto dellaSuperiore Autorità competente o perqualunque altra legittima causa venis-se a cessare nelle Suore stesse laDirezione ed economia interna del-l’Ospedale di S. Vincenzo dovranno esserilasciare, e riconsegnare all’Ammini-strazione degli Spedali o suoi successorituttoché a tale epoca vi si troverà dispettanza degli Ospitali stessi per con-

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segna od acquisti fin allora fatti, e cosìpure tutto che sarà stato ad esse RR.Suore consegnato per ammobiliamentoe corredo della loro abitazione nelloStabilimento, o il corrispondente valorea giusta stima di periti, nulla affattoeccettuato.

Concorda col suo originale esistentein questi atti al n. 1703

[illegg.]Seg.rio di Governo

Documento di 37 facciateCopia, in ASM, Fondo Segreteria di Gabinetto, b. 314, f. 2

/3.14/Osservazioni delle Direttrici delle Scuole della Provvidenza di Bologna

in vista della stesura del nuovo Regolamento delle Scuole,Bologna [primi di febbraio]1847

1. Essendosi visitate ambedue le case state donate dal Governo allaCongregazione delle Scuole della Provvidenza, e veduto che con pochi cam-biamenti e restauri possono servire ad uso di scuola, così dopo li 8 del ven-turo Maggio si stabilirà in ciascuna di esse una scuola, e le scolare aumen-tate fino al numero di 150, verranno trasferite parte nell’una e parte nel-l’altra.

2. Non potendosi la Congregazione addossarsi gravi spese, due Monache solepresiederanno a ciascuna scuola lasciando a loro scelta se vogliono abitarenello stesso locale ove fanno scuola, oppure tutte unitamente in un solo diessi. Avvertendo che la Congregazione stessa non può fare alcun aumentosull’assegno che percepiscono presentemente.

3. Essendo una delle case più ampia dell’altra si terrà in quella un maggiornumero di scolare, e perché le due Monache possano bastare al loro uffi-cio si farà in modo che siavi un maggior numero di scolare provette chenon solo richiederanno minor sorveglianza, ma potranno anche coadiuva-re attendendo alle più piccole.

APPENDICE N. 3 539

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4. Sinché le quattro Monache convivano assieme in una sola delle case o sepa-ratamente in ambedue avranno le mobilie e suppellettili necessarie agli usidomestici e queste saranno loro rinnovate e restaurate a norma del biso-gno oppure sarà invece loro fissato un annuo assegno per questo oggetto.

5. Le Monache daranno lezione tutti i giorni lavorativi dell’anno ad eccezio-ne del Giovedì grasso, ultimo giorno di Carnevale, Vigilia di Natale, e gior-no di S. Giovanni cioè il 27 Dicembre .Nel Giovedì d’ogni settimana vi saràlezione la mattina solamente nel tempo in cui si danno due lezioni, e si faràmezza lezione quando non ne è che una sola.

6. Si daranno due lezioni al giorno dal 15 Marzo o dal 30 detto fino a tutto il15 o 30 Novembre, ed una sola da questo giorno fino a tutto il 15 o 30Marzo.

7. Le lezioni incominceranno la mattina alle ore otto dal principio di Aprile atutto settembre, ed alle ore nove dal principio di ottobre fino a tuttoMarzo.

8. Quando vi sono due lezioni il giorno, la prima durerà fino ad un’ora pome-ridiana, e la seconda incomincerà alle ore tre pomeridiane e terminerà adun’ora prima dell’Ave Maria.

9. Quando vi è una lezione sola il giorno incomincerà alle ore nove antimeri-diane, e durerà fino ad un’ora prima dell’Ave Maria.

10. Le Monache insegneranno alle scolare di far calze, di cucire, di accomoda-re biancherie ed abiti, come pure la dottrina cristiana, di leggere e di scri-vere, l’abbaco, e le prime quattro operazioni dell’aritmetica.

11. Questi diversi insegnamenti si distribuiranno durante la lezione a secondadi un ordinamento apposito che verrà fatto.

Documento di 2 facciateOriginale, in APSdCF

/3.15/Osservazioni delle Suore della Carità alle proposte formulate dalleDirettrici delle Scuole della Provvidenza di Bologna, Bologna 20 feb-

braio 1847

20 Febbraio 1847Risposta agli articoli

1. Non si oppone alla divisione delle due Scuole qualora lo permettano le cir-costanze locali.

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2. Dovendosi aumentare una Suora per tale divisione è impossibile che lamedesima si possa mantenere e vestire senza l’aumento di ciò che è statoassegnato mensilmente ad ogni soggetto.

3. Le allieve provette lungi dall’esigere meno attenzione l’accrescono, attesoil numero più grande delle istruzioni cui l’età e la capacità delle medesimerichiede.

4. Si accetta su questo punto l’annuo assegno purché sia sufficiente allamanutenzione di dette suppellettili.

5. Non si ricusa alle allieve l’intervenire alla Scuola in tutti i giorni lavoratividell’anno a meno degli eccettuati in questo istesso articolo. Solo si fa osser-vare che le Costituzioni delle Sorelle della Carità concedono alle medesimealmeno 15 giorni di vacanza nel mese di Ottobre, oltre al giovedì intero diogni settimana. Ora le suddette non avendo in Bologna alcuni di questivantaggi si potrebbero loro accordare secondo il praticato negli scorsi treanni, vale a dire dalla Vigilia del Santo Natale sino all’anno nuovo, e lametà d’ogni Giovedì.

6. Si fa osservare che nell’inverno restando le allieve nelle Scuole tutto il gior-no le Suore non avrebbero libero nemmeno il tempo del pranzo ciò chenon è secondo le Costituzioni dell’Istituto.

7. L’apertura delle Scuole nell’inverno potrebbe rimettersi più presto.8. Nei mesi che le allieve si porteranno alle scuole due volte al giorno sareb-

be troppo trattenere le medesime sino ad un’ora pomeridiana e alla serasino ad un’ora prima dell’Ave Maria, atteso che le Suore sarebbero troppoaffaticate e verrebbero distolte dall’osservanza delle Sante Regole.

9. Essendo le giornate corte assai non si oppone a tenere le allieve in scuolasino ad un’ora prima dell’Ave Maria.

10. Non si ricusa insegnare alle allieve ciò che viene specificato in questo arti-colo

11. Non essendo le Suore della Carità semplici particolari da non aver regola-menti ben fondati per le Scuole come per tutto, così non sarebbe uopoaltro che il fin qui praticato. Essendo poi da tutti trovate le Costituzioninostre ragionevolissime, ovunque stanno stabilite, nessuno mai si permisela minima opposizione su di esse. D’altronde l’esperienza avuta in Bolognanei tre anni che le nostre sorelle vi sono può abbastanza far vedere qual siail profitto ricavatosi da quelle allieve che nel corso di detto tempo hannofrequentata la scuola, senza stabilirvi altre regole oltre le praticate.

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APPENDICE N. 3 541

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542 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/3.16/Regolamento delle Scuole della Provvidenza di Bologna,

Bologna 1° Marzo 1847

1. Le Signore componenti la Congregazione si sono risolute ad aprire duescuole perché trovano più utile che ve ne siano due in diversi punti dellacittà che una sola centrale. Facendosi la osservazione che vi possano esseredelle circostanze locali, che non lo permettano, si desidererebbe saperequali siano; e se mai una di queste fosse la lontananza di una scuola all’al-tra; si fa osservare che le due case che la Congregazione possiede sono indue punti opposti della città, e perciò lontani e che questi anzi è ciò chetrova meglio essendo i poveri all’estremo della città, nè su questo si puòfare cambiamento alcuno.

2. La Congregazione nel progetto disse che non poteva fare alcun aumentoall’assegno che fin qui hanno avuto le Suore e siccome questo è pattuitopersonalmente a ciascuna di esse, così voleva dire che questo assegno per-sonale non si sarebbe aumentato, ed era ben lungi dal pretendere chedovesse venire una Suora di più senza percepire nulla.

3. Concesso anche che le Suore diano un maggior numero di lezioni alle piùprovette, nulla meno non si potrà negare che queste non siano capaci, trat-tandosi specialmente di lavori, di coadiuvare le maestre sorvegliando edando qualche suggerimento alle più piccole; anzi questa specie di mutuoinsegnamento giova alle più avanzate per affermarle meglio in ciò chehanno appreso ed anche perché prendano un miglior contegno.

4. Quando si preferisca l’annuo assegnamento per la manutenzione delle sup-pellettili di casa, questo si stabilirà in giusta misura.

5. Le vacanze che si domandano a Natale, trattandosi di pochi giorni di più sipossono concedere.

6. Nella stagione d’Inverno le allieve nei tre decorsi anni sono rimaste allascuola per tutta la giornata, e le Suore hanno pranzato nelle due ore diricreazione che loro si accordano. Come si è usato fin qui si potrà prosegui-re in avvenire.

7. Attualmente le lezioni in Inverno cominciano alle ore 9,30 e le Scolare nesono invitate alle ore 9,00. In questa mezz’ora di tempo necessaria perchétutte le scolare si raccolgano nella scuola separata può assistervi la custodedella medesima, fino a che giungano le Suore per cui la piccola dilazione ditempo che si domanda può concedersi.

8. Si concede che in Estate le lezioni terminino al mezzogiorno, la mattina, maquanto al dopo pranzo si vuole assolutamente che continuino fino all’oraproposta, vale a dire fino a un’ora prima dell’Ave Maria; e ciò per tenere

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più occupate e custodite le ragazze le quali quando sono fuori di scuola èda temersi che non siano dai parenti convenientemente sorvegliate. […]1

11. Questo ordinamento che s’intende di fare, riguarda solamente il maggiore minor tempo da darsi durante le lezioni o diversi insegnamenti secondoche torna meglio che le allieve vengano esercitate e istruite più in una cosache nell’altra. Nel fare questo ordinamento non si mancherà alla conve-nienza di andare di concerto con le Suore, e non si ha certo intenzione dicontravvenire o mutare le loro Sante Regole. Giova pure fare osservare chein passato non si dava lezione né di scrivere, né di operazioni di aritmeticacome si desidera che si faccia in avvenire.

Antonio avvocato Certari Segretario

1 Marzo 1847

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1 I paragrafi nn. 9 e 10 mancano nel documento.

/3.17/Contratto fra la Congregazione delle Scuole della Provvidenza e le

Suore della Carità, Bologna 13 Marzo 1847

La Congregazione delle Scuole della Provvidenza avendo stabilito diaprire in questa città due scuole per le fanciulle povere dopo lì 8 del venturoMaggio, una nella Via Mascarella al n. 1587 l’altra nella via degli Angioli alnumero 287 così le Suore della Carità accettano di prestarsi nelle medesimeall’ufficio di Maestre colle seguenti condizioni di comune accordo.1. Due Suore sole presiederanno ad ogni scuola, ed il loro assegno mensile per

ciascuna sarà di franchi 50 pari a Romani Scudi. 20, il quale verrà loro paga-to ogni trimestre, come fin qui hanno percepito.

2. Le quattro Suore abiteranno nella casa in Via Mascarella n. 1587 dovesaranno loro assegnati i sufficienti ambienti decentemente puliti, e fornitidelle mobilie e suppellettili necessarie agli usi domestici, delle quali si faràapposito inventario.

3. Pel mantenimento e conservazione di dette mobilie e suppellettili verrà

APPENDICE N. 3 543

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544 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dato alle Suore un annuo assegno, il quale si stabilirà di comune accordoquando le stesse entreranno nella nuova casa.

4. Nella casa in via degli Angioli la Congregazione terrà a sue spese una custo-de per guardia della medesima, per pulire la scuola e per ricevere le scola-re, e sorvegliarle finché le suore arrivano dall’altra Casa a dar lezione.

5. Nella scuola della via Mascarella si accoglieranno n. 80 scolare circa, e nel-l’altra n. 50.

6. Le suore daranno lezione tutti i giorni lavorativi dell’anno ad eccezione delGiovedì grasso, dell’ultimo giorno di Carnevale, della Vigilia del Natale sinoal secondo giorno dell’anno e del primo giovedì di ogni mese. Negli altrigiovedì poi vi sarà lezione la mattina solamente nel tempo in cui si dannodue lezioni, e si farà mezza lezione, quando non ve n’è che una sola.

7. Si daranno due lezioni al giorno dal 15 Marzo o dal 30 detto fino a tutto il15 Novembre, ed una sola da questo giorno fino a tutto il 15 o 30 Marzo.

8. Le lezioni incominceranno la mattina alle ore 8 dal principio di aprile atutto settembre, ed alle ore 9 e mezza dal principio di Ottobre a tuttoMarzo.

9. Quando vi sono due lezioni al giorno la prima durerà fino a mezzogiorno,e la seconda comincerà alle 3 pomeridiane e terminerà ad un’ora primadell’Ave Maria.

10. Quando vi è una lezione sola al giorno incomincerà alle ore 9 antimeridia-ne, e durerà sino ad un’ora prima dell’Ave Maria.

11. Le suore insegneranno alle scolare far la calza, cucire, accomodare bianche-ria ed abiti, come pure la dottrina cristiana, leggere, scrivere, l’abbaco e lequattro operazioni dell’aritmetica.

12. Questi diversi insegnamenti si distribuiranno durante la lezione a secondadi un ordinamento apposito che verrà fatto di concerto con le Suore.

13. Questa convenzione si vuole che sia obbligatoria per un anno, cioè fino atutto lì 8 Maggio 1848 per ambedue le parti, e se per qualsiasi ragione l’unadi esse si vorrà ritirare ne darà avviso formale all’altra al Natale.

Rosa Sarti Ved. Minghettiavente funzione di Presidente

Suor Rosalia Thouret Sup.ra Prov.ledelle Sorelle della Carità

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/3.18/Convenzione tra le Suore della Carità e il Collegio dell’Ospedale di

San Salvatore di Pesaro,Pesaro 18 marzo 1847

Nel Nome Santo di DioVenerabile Ospedale di S. Salvatore di Pesaro

Li 18 Marzo 1847

Il Nobile Collegio dell’Ospedale di San Salvatore di Pesaro ad oggettodi migliorare l’interno andamento economico, e disciplinare di questoStabilimento con risoluzione Collegiale degli 8 Gennaio 1847 autenticata daisecreti suffragi, e sancita dall’Autorità Superiore, volle chiamare alla Direzionedel medesimo le Reverende Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli.

Presi pertanto dalla Reggenza gli opportuni concerti con la ReverendaSuor Rosalia Thouret Superiora Provinciale di Quest’Istituto, fu redatto unCapitolato contenente tanto gli obblighi, che le Reverende Suore si assumonoverso il Pio Stabilimento, quanto gli obblighi che questo in corrispettivo devecorrispondere alle medesime.

Analizzato, ed approvato tale Capitolato dal Nobile Collegio nella suc-cessiva seduta delli 17 Aprile e riportata la Superiore approvazione conLegatizio Rescritto delli 20 suddetto mese N° 3753 si vuole tanto dalla Reggenzadel Pio Luogo, quanto dalla suddetta Reverenda Superiora Provinciale procede-re alla legale stipulazione del Capitolato stesso.

Quindi è che la Molto Reverenda Suor Rosalia Thouret SuperioraProvinciale del Pio Istituto delle Suore della Carità di San Vincenzo De’ Paoliresidente in Modena e qui di transito per lo stesso Pio Istituto, e li Signori ConteAdolfo Spada, e Nicola Grazia attuali Rettori Reggenti del Venerabile Ospedaledi S. Salvatore di Pesaro per il loro Stabilimento approvano di comune consen-so, e convengono nei seguenti reciproci capitoli:1. Le suore della Carità dovranno assumere la direzione tanto del disciplinare

che dell’interna Amministrazione delle Infermerie, e del Conservatoriodelle Esposte.

2. Per conseguenza dovranno dirigere l’andamento delle Infermerie sorve-gliandole per la nettezza, per l’assistenza dei malati, per la distribuzione ditutti gli obblighi inerenti agli Infermieri ed alle Infermiere, per la regolari-tà delle visite dei Medici, e tutt’altro che può riferire al bene, ed al vantag-gio degli Infermi.

3. Dovranno altresì prendere in consegna tutti gli oggetti esistenti nelleInfermerie, tutta la Biancheria per uso delle medesime, come dovrà da loro

APPENDICE N. 3 545

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546 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dipendere la consegna ed il ritiro.4. Dovranno inoltre dirigere la Educazione delle Esposte ritenute nel

Conservatorio, e per conseguenza istruirle in tutto ciò che sarà necessario atale scopo sia per i lavori de’ Telari, sia per apprendere a leggere e scrive-re, e far conti, per la Dottrina Cristiana, e qualunque altro ramo di educa-zione religiosa, morale, ed istruttiva, adattata alla loro condizione.

5. Dovranno quindi regolare l’orario delle Zitelle, sorvegliare le visite che que-ste ricevono al parlatorio, ed in genere la osservanza del Regolamento sta-bilito già per tale oggetto.

6. Dovranno ancora dirigere la Cucina tanto per gl’infermi, quanto per leZitelle del Conservatorio.

7. Se pertanto nella esecuzione di tali obblighi, che le Reverende Suore siassumono, trovassero necessaria qualche modificazione nell’attualeRegolamento, ne faranno parte alla Reggenza onde questa possa senzadilazione portarla a cognizione del Nobile Collegio, del quale dovrà resta-re sempre integra ed inviolabile l’autorità a norma del Regolamento.

8. Ed a maggiore schiarimento di quanto sopra s’intenderà che le loro attri-buzioni, oltre quelle che riguarda le Infermerie debbono comprenderetutte quelle spettanti in oggi al Signor Priore ed alla signora Priora, ed atutte le Maestre, ed altre impiegate del Conservatorio.

9. In corrispettivo di tali incarichi il Venerabile Ospedale si obbligherà a man-tenere quel numero di Suore che di comune concerto sarà reputato conve-niente per tutte le suddette attribuzioni, e che ora viene fissato nel nume-ro non maggiore di cinque, riserbandosi il Nobile Collegio la piena facoltàdi essere interpellato per l’opportuna approvazione quando si credessenecessario aggiungerne altre.

10. Tale mantenimento resta fissato in alloggio completo a beneplacito dellaReggenza nell’Ospedale stesso alla necessaria biancheria da tavola, e daletto, in vitto consistente in colazione, pranzo con minestra, lesso, pietan-za, e frutta; e cena con insalata e pietanza; ed in medicinali ed assistenzacompleta in caso di malattia.

11. Oltre a ciò dovrà lo Spedale provvedere la imbiancatura delle biancheriesuddette, che della loro biancheria personale.

12. Dovrà inoltre lo Spedale pagare in denaro contante a ciascheduna Suora lasomma di Scudi 2 mensili posticipati a titolo di vestiario nella quale sommi-nistrazione s’intendono comprese tutte le altre spese che potessero leSuore stesse incontrar per loro uso personale.

13. Dovrà ancora lo Spedale sostenere le spese dei viaggi che faranno o avran-no fatto le Suore per recarsi allo Stabilimento, come pure quelli che faces-sero le suore stesse per partirne, quando la loro partenza seguisse a richie-sta del Nobile Collegio.

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14. Dovrà finalmente l’Ospedale obbligarsi a mantenere nello stesso modo fin-ché restasse nello Stabilimento, ovvero passare l’annua pensione di 25Scudi romani tornando alla Casa principale, a quella o quelle Suore chedopo 20 anni continui di servizio si rendesse inabile a prestare più oltrel’opera sua.

15. Come pure dovrà obbligarsi a sostenere la spesa di un conveniente funera-le nel caso di morte di qualunque delle Suore stesse.Sarà in facoltà dellaSuperiora Provinciale di cambiare i soggetti a suo piacimento, come sarà infacoltà del Nobile Collegio il richiederne alla Superiora stessa la rimozione.

16. Dovrà l’Ospedale provvedere all’alloggio, e mantenimento della Superiorastessa nella occasione delle sue visite annuali.

I quali Articoli si obbligano e promettono ambedue le Signore Partinelle rispettive sostanze di attendere, ed inviolabilmente osservare.

In fede di che si sottoscrivono alla presenza degli infrascritti Testimoni:

Suor Rosalia Thouret Sup.ra ProvincialeAdolfo Spada Rettore ReggenteNicola Grazia Rettore ReggenteTommaso Bonadief TestimonioTerenzio Sereni Testimonio

Per copia conforme Attilio Vincenzo Bontà Seg.rio

Documento di 9 facciateOriginale, in ASP, IRAB, b. 75, f. 3

/3.19/Estratto dallo Statuto del Manicomio Provinciale di San Benedetto in

Pesaro, Pesaro s. d.

CAPITOLO SESTO

Delle Suore della Carità

151. Quantunque le Regole del benemerito, e Santo Ordine delle Suore dellaCarità provvedano amplissimamente al desiderabile buon regimedegl’Istituti, ai quali sono esse preposte, pure gioverà di tracciare in que-

APPENDICE N. 3 547

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548 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

sto regolamento anche i di loro incarichi, ponendoli in relazione di quan-to sommariamente si accennò nel capitolato della loro ammissionenell’Ospizio.

152. Tre Suore attendono, sotto la immediata dipendenza del Direttore, algenerale governo della casa rispetto le donne, mentre in quanto agliuomini non si occuperanno che delle biancherie, dei vestiari, e della vigi-lanza sul buon servizio di cucina, e della dispensa.

153. L’una di esse che ha la qualifica, e il nome di Superiora, determina alle altredue che le sono perciò addette, le principali incombenze, di sorveglianza,cioè sull’esatto adempimento dei prescritti offici delle Custodi, e della ese-cuzione di quei lavori donneschi che potessero ottenersi nell’Ospizio.

154. Nella parte sanitaria, che comprende specialmente la cura morale, edanche in ciò che ad essa si riferisce nel disciplinare, dovranno le Suoreriportarsi intieramente alle prescrizioni del Medico- Direttore e secondo leurgenti circostanze anche a quelle del Medico-assistente.

155. Quindi ciascuna delle visite mediche e chirurgiche è seguita od ordinatadal Direttore alle alienate (art. 91), sarà sempre accompagnata da unadelle Suore medesime la quale istruendosi dei rimedi da apprestarsi, assi-sta di poi alla regolare loro propinazione, di conserva pure dell’assistente,se di ciò fosse bisogno.

156. Relativamente all’art. 158. e seguenti la guardaroba è affidata alla supe-riora che ad oggetto di provvederla dei tessuti occorribili allo stabilimen-to, prende concerto coll’Economo, ove specialmente riescano insufficientile lavorazioni che vi si eseguiscono.

157. La Superiora avrà quindi cura di tenere con ogni diligenza notate in appo-sito giornale non solo le qualità, e la quantità di simili lavorazioni, maeziandio le materie prime adoperate, o i relativi generi impiegativi, ondedi tutto ed alla circostanza dar conto e poterne ad un tempo fare gliopportuni confronti.

158. Tanto degli oggetti confezionati che vanno a passarsi al guardaroba, quan-to dei deperimenti delle robe avvenuti dall’uso, la Superiora darà esattanota all’Officio, perché posti in aumento i primi si portino ad esito gli altrinell’inventario generale (art.73).

159. Ne importa dunque che la Superiora tenga annotazione precisa del movi-mento degli oggetti che entrano e sortano dal Guardarobe, onde ad ogniverificazione che l’Economo (art. 114) stimarsi di praticarvi si trovino esat-tamente corrispondere e le qualità ed il numero degli effetti esistentiall’inventario generale suddetto.

160. E siccome la superiora è pure incaricata della somministrazione, e del cam-biamento ordinario, e straordinario delle biancherie (art. 299. e seguenti),delle coperte, dei vestiari e, tanto per suo quartier delle donne, quanto

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ancora pel dipartimento degli uomini, così potrà essa esigere dichiarazio-ne di ricevuta delle rispettive consegne da chi fosse incaricato a riceverle.

161. E’ inoltre di particolare incombenza della Superiora medesima la diligentecustodia della Chiesa e de’ suoi arredi; facendovi eseguire quelle orazioni,e funzioni sacre sì private che pubbliche che saranno prefisse dalle religio-se pratiche dello Stabilimento ( art. 308 e seg.). Quando occorra, la supe-riora si concerterà all’uopo col Cappellano, servendosi dell’opera del por-tinaio pel basso servizio della Chiesa medesima.

162. Ogni raccomandazione delle Suore per la osservanza delle preaccennateincombenze, sarebbe superflua. Il loro religioso istituto, e le loro esimievirtù ne prestano quella sicura guarentigia che altra non potrebbe deside-rarsi maggiore.

Per estratto conforme ad uso interno di ufficioLuigi Cini Seg.rio

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/3.20/Capitolato proposto alle Suore della Carità per l’assunzione del

servizio nell’Ospizio San Benedetto di Pesaro, Pesaro 23 aprile 1847

1. Il Santo Ordine di queste ammirande Suore imponendo loro tanti doveri dicarità, renderebbe superfluo, e dirassi anche sconveniente ogni dichiarazio-ne di particolari obblighi ed attributi. Nondimeno avendo desiderato, edesteso suor Teresa Bijet Superiora in Pesaro alcune prescrizioni si riportanoqui per compiacerla.

2. Tre Suore della Carità assumeranno nello stabilimento di S. Benedetto ladirezione, e custodia del Guardarobbe, la sorveglianza sulla dispensa e sullacucina; la soprintendenza sugli impiegati per la nettezza dei locali, deglialienati e di tutto quanto l’Ospizio, pel trattamento di questi e per l’assi-stenza caritatevole che i primi debbano ai secondi.

3. Dovranno inoltre assumere la direzione dei lavori di qualunque genere chepotessero essere eseguiti da quelle tra le alienate che saranno reputateatte ai medesimi; e di più dovranno prestarsi alla istruzione morale, religio-sa di tutte quelle alienate che parimenti ne saranno capaci.

4. In corrispettivo di tali incarichi lo stabilimento di S. Benedetto si obbliga amantenere le tre Suore suddette.

5. Tale mantenimento resta fissato in alloggio completo nell’Ospizio stessocon la necessaria biancheria da tavola e da letto; in vitto consistente in cola-

APPENDICE N. 3 549

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550 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

zione, pranzo con minestra, lesso pietanza e frutta; e cena con insalata epietanza.

6. Oltre a ciò l’Ospizio dovrà provvedere la imbiancatura tanto delle bianche-rie suddette , che della loro biancheria personale.

7. Dovrà inoltre lo stabilimento medesimo pagare in denaro contante a cia-scuna Suora la somma di scudi due mensili posticipati a titolo di vestiario,nella quale somministrazione s’intendono comprese tutte le altre spese chepotessero le Suore stesse incontrare pel loro uso personale.

8. Dovrà lo Stabilimento sostenere ancora le spese di viaggio che faranno odavranno fatto le Suore per recarsi in esso; come pure di quelli che facesse-ro per partirne; quando la loro partenza seguisse a richiestadell’Eminentissimo Presidente.

9. Dovrà finalmente l’Ospizio obbligarsi a mantenere nello stesso modo finchévi restassero, ovvero passare l’annua pensione di scudi venticinque Romanitornando alla casa principale, a quella o quelle Suore che dopo venti annicontinui di servizio si rendessero inabili a prestare più oltre l’opera loro.

10. Come pure dovrà obbligarsi a sostenere la spesa d’un conveniente funera-le nel caso di morte. di qualcuna delle Suore predette.

11. Sarà in facoltà della Superiora Provinciale di cambiare i soggetti a suo pia-cimento, giusta la Regola dell’Ordine; come sarà pure in facoltà dell’Em.moPresidente di chiedere alla Superiora stessa la remozione; nel primo caso lespese di viaggio saranno a carico dell’Ordine, e nel secondo delloStabilimento.

Stabilimento di S. Benedetto di Pesaro questo di 23 Aprile 1847.

Si approva il presente capitolato con la modificazione all’art. 8 espressa nel con-temporaneo legalizio dispaccio di cui (*)

Il LegatoFirma Gabriele Card. Ferretti

Si accettaFirma suor Rosalia Thouret Superiora Prov.le

(*) La spesa del viaggio rimarrà a carico dell’Ordine ove il richiamo delle Suore partisse dallaSuperiora del medesimo Ordine.

Visto per copia conforme a uso amministrativoIl Deputato ProvincialeF.Carnevali

Documento di 3 facciateCopia, in APSdCF

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/3.21/Progetto per lo stabilimento delle Suore della Carità nell’Ospedale

degli Uomini di Santo Spirito in Sassia1, Roma 1849

Volendosi stabilire le Suore della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli in S.Spirito in Sassia per cura e a vantaggio dei poveri ammalati, dovrebbero stabi-lirsi sulle seguenti basi, sulle quali dovrebbe pure regolarsi e stabilirsi tutto l’or-dine dello Spedale.1. Le Suore cominceranno le loro guardie in corsia al levarsi del sole e le ter-

mineranno al tramontare del medesimo.2. L’assistenza delle Suore nella corsia si dividerà in due guardie, di tempo

uguale: una si chiamerà guardia di prima, l’altra di seconda.3. In ogni guardia vi saranno sempre quattro Suore in Corsia, cioè due al quar-

tiere di sopra, e due al quartiere di sotto. Così che le suore da stabilirsi diguardia in ogni corsia che si vuole loro affidare, saranno non meno di otto.

4. Ogni corsia avrà, oltre le otto già dette, una Suora capo, che sorveglieràtanto la guardia di prima, che di seconda, e da cui dipenderanno immedia-tamente le otto suore indicate. Questa Suora Capo dipenderà dallaSuperiora. In caso di malattia di una delle otto Suore, supplirà la SuoraCapo.

5. Alle due estremità della corsia, aderente al muro divisorio, dovrà esservi unbanco con tavolino circondato di setino d’aprirsi e chiudersi, nel qualbanco possano sedersi le Suore di guardia; e, senza lasciare il loro quartie-re, rimediare alla decenza religiosa in tempo della stira, ed impedire indetto tempo con la loro presenza tanti sconcerti. Il detto banco e tavolinodovrà essere molto più alto dei letti, perché le Suore anche sedute, possa-no facilmente sorvegliare il loro quartiere.

6. Volendosi affidare la custodia, assistenza, e responsabilità degli ammalatialle Suore della Carità, queste nella loro corsia dovranno avere un potere,quindi, mentre il Priore e detto Priore in tutte le corsie dell’Ospedale, oltrel’alta Direzione, hanno anche la Direzione minuta delle medesime; nellecorsie che verranno affidate alle Suore, i suddetti due Superiori (e in conse-guenza chiunque altri sia Medico o Chirurgo credesse avere autorità) nonriterranno che la prima cioè la sola alta Direzione, dovendosi per il detta-glio cioè per la cura ed assistenza dei poveri ammalati, lasciare del tuttolibere le Suore della Carità; alle quali dovrebbonsi conferire all’oggetto gliistessi poteri del Priore, sottomettendo, in conseguenza totalmente ai loroordini, e (in caso di mancanza) alle loro punizioni, tutti e singoli gl’inser-vienti alla corsia dov’esse sono stabilite ; e in modo, ch’esse non debbanorispondere delle loro operazioni che al solo Supremo Moderatore del pioStabilimento; e che i Superiori a Lui subalterni non possano disfare o far

APPENDICE N. 3 551

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552 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

contro, a ciò ch’esse nella loro prudenza e carità senza danno dell’econo-mia, avranno creduto disporre a vantaggio dei poveri ammalati. Nelle orenotturne in cui le Suore non potranno essere in corsia, i Superioridell’Ospedale dovranno far conservare il medesimo ordine e sistema prati-cato di giorno dalle Suore a prò degli ammalati, senza innovare sostanzial-mente alcuna cosa.

7. I Medici assistenti Sostituti, Caporali ed altri di detta opera, dovranno senzareplica prestarsi a vantaggio degli ammalati ad ogni chiamata delle Suore.

8. Il Priore o sotto Priore, nell’ipotesi di qualche da loro creduto sconcerto oinconveniente negli ammalati o nelle persone addette alla corsia affidatealle Suore, non avranno che il diritto di farne reclamo alla Superiora dellemedesime, degente nello stesso pio Stabilimento, e con essa combinare ilmodo per riparare.

Nel caso urgente, i due nominati Superiori se la sentiranno con la SuoraCapo.

Stabilitesi le Suore della Carità nell’Ospedale di uomini in S. Spirito inSassia di Roma, a forma e a termine del su espresso progetto,

1.Sarà cura di dette Suore (N. B. tanto il presente articolo, quanto tutti gli altriappresso, s’intendono eseguibili in ciò solo che è compatibile colla MonacaleVirginal decenza) distribuire nella corsia che loro resta assegnata, alle oredovute li sciroppi, medicine, cordiali, pillole, cassia, orzate, zuccheri, bevande,cibi, ed altro che da Medici sarà ordinato, come pure le bibite comuni, che sidanno più volte al giorno in giro a tutta la corsia per sollievo degli infermi.Avvertenza. Volendosi mandare ad esecuzione, quanto nell’articolo seguente sidescrive il Moderatore Supremo del Pio Stabilimento dovrà prescrivere aiMedici, che nell’interrogare gli ammalati si ricordino di essere alla presenza diVergini Religiose, le di cui orecchie non devono essere offese da alcuna cosa chepossa opporsi alla virtù della modestia.Le Suore poi dovrebbero nel caso, seguire i Medici primari, o assistenti, solo perconoscere lo stato dell’ammalato, i rimedi ad esso prescritti, e il modo e iltempo da somministraglisi; e dovrebbero rimanersi sempre al di fuori dai vicolidei letti.

2.Tutte e quattro le Suore addette alla cura di un quartiere, anderanno mattinae sera due per parte, in visita coi Medici ai quali, quando occorrerà, daranno ledovute notizie degli accidenti e sintomi, che avranno osservati fra giorno negliammalati, specialmente gravi e pericolanti che meriteranno particolare rifles-sione; e ciò s’intende specialmente quando da Medici in visita ne saranno richie-ste.

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3.In dette visite avranno le Suore in ciascuna parte un libro, in cui noteranno, cia-scheduna nel Suo, tutti gli ordini, che saranno dati dai Medici, si rispetto aimedicamenti, sanguigne, e cibo, che a qualunque altra cosa concernentegl’Infermi. Quel libro poi, finita la visita lo conferiranno assieme per dare ese-cuzione a quanto in esso avranno notato.

4.Invigileranno, che si facciano dagli Unzionarii, e Chirurghi rispettivamente, o dachi altro spetta, le unzioni, medicature sanguigne, e cibo, e tutto alle ore pre-scritte da Medici, e nelle forme da esse notate in tempo delle visite.

5.All’ora di pranzo e di cena si troveranno nel quartiere tutte e quattro le Suoreaddettevi, come in tempo delle visite e, due per parte assisteranno alla distribu-zione della Carità, facendo che il tutto vada e si compia coll’ordine dovuto. N.B.Nei soli due tempi, di visita e di Carità, saranno tutte e quattro le Suore nel quar-tiere, in tutti gli altri tempi vi saranno nel quartiere le due sole Suore di guardia.

6.Faranno le Suore ogni giorno il rollo di tutte le bocche, della Corsia loro affida-ta, e, messo che sarà in polito dalla Suora Capo si passerà alla dispensa o a chialtro di ragione.

7.Avranno le Suore in ogni quartiere un libro in cui noteranno gl’infermi, che allagiornata verranno nell’Ospedale, cioè il loro nome, cognome, padre, patria, egiorno dell’ingresso, quelli che partiranno, o moriranno, e la malattia cheavranno avuto, con specificare se la partenza o morte sarà seguita alla mattina,oppure alla sera, e ciò con ogni maggiore diligenza, avvertendo per quei chepartissero, di fare che sieno loro restituite le robe, e danari che portaronoquando vennero.

8.Tutto quello che concerne il buon servizio, e l’assistenza agli infermi, sarà a cari-co delle Suore; e perciò dovranno essere in continuo noto a vantaggio deimedesimi, niente lasciando inosservato, e, invigilando sopra degli infermieri edaltri addetti alla corsia perché facciano ciascheduno il suo ufficio, ai quali per-ciò faranno presente la loro istruzione, che sarà affissa in ciascun braccio; ed atenore di quella far prestare all’Infermeria quel Servizio, che si deve, facendolistare con attenzione e con la debita modestia, di modo che alle così dette cre-denze non facciano combriccole o giuochi, non dicano bestemmie, o faccianoaltri rumori pregiudizievoli alla quiete, e buon servizio degli infermi, e disdice-voli al luogo pio, ove trovansi.

9.E perché in ciascun quartiere della corsia alle Suore affidata non si manchi della

APPENDICE N. 3 553

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554 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

dovuta assistenza, così nel caso, che alcuno degli Infermieri per qualunque siasimotivo mancasse alla sua guardia, servendosi delle loro facoltà, cioè di quellestesse del Priore, potranno le Suore sostituir subito altri a quel tal posto, affin-ché sia l’incombenza di quello prontamente eseguita.

10.Di più, le suore invigileranno perché li stessi Malati non trasgrediscano le ordi-nazioni e le prescrizioni dei Medici o procacciandosi o ricevendo da fuori deicibi contrari alla loro salute, ed in qualsiasi altro modo.

11.Faranno le Suore che sia mantenuta la pulizia, tanto nei Malati, facendo som-ministrare loro all’uopo la necessaria biancheria, quanto nella corsia facendo inessa entrare l’aria conveniente, facendola scopare almeno due volte al giorno,ed avendo cura di tutti gli effetti che si conservano in ciascun quartiere.Faranno inoltre che fra i Malati regni la più esatta decenza prendendo perciòtutte le precauzioni ch’esige la santa virtù di purità, servendosi sempre deisubalterni infermieri come in tutte le altre cose, che ad esse non permette e illoro stato e il loro sesso come già si è detto di sopra.

12.Avranno le Suore pensiero di avvertire a tempo i Cappellani per l’amministra-zione dei Sacramenti ai malati, ed assisteranno il più che sia possibile alle pre-ghiere ed alle cerimonie che han luogo in questa occasione.

13.La mattina ad ora conveniente faranno fare le preghiere agli ammalati del loroquartiere, e più tardi, permettendolo le circostanze, faranno loro una lezionespirituale, ovvero istruiranno i più ignoranti nella Dottrina Cristiana.

14.Dopo il mezzo giorno, ossia dopo il silenzio, se le circostanze lo permetteran-no, torneranno a fare ai loro malati una lettura spirituale, ovvero istruirannocome sopra si è detto, i più ignoranti nella Dottrina Cristiana, e la sera prima disortire dall’Ospedale, reciteranno coi malati il santo Rosario, e diranno con loro,come la mattina gli atti del Cristiano.

15. ed ultimoAssisteranno le Suore al Benedicite delle refezioni dell’ammalato, seguito dairingraziamenti, sia nella mattina che nella sera, come pure assisteranno condevozione dal loro banco alla Santa Messa, quando però solo si celebrerà all’al-tare della corsia loro affidata.

Documento di 6 facciateCopia, in AGSdC

1 Dopo la caduta della Repubblica Romana, le Suore della Carità rientrarono nel Conservatorio di S.Spirito in Sassia, dove ben presto videro allargarsi il campo della loro missione. Nel 1850, infatti, per

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diretto intervento di Pio IX, sollecitato al riguardo da mons. Morichini, esse furono chiamate adassumere l’assistenza infermieristica di alcune sale dello stesso grande ospedale. Interessante è ilfatto che le suore destinate a questa terza comunità operante nella Capitale, furono scelte dallaSuperiora Generale, residente a Napoli, di comune accordo con suor Rosalie Thouret: si stava giàprofilando il distacco da Modena delle comunità capitoline e la costituzione della Provincia religio-sa di Roma. cfr. A. CANEZZA, Le Suore di Carità nei cento anni di vita romana, pp.17-21 e passim.

/3.22/Convenzione con le Suore della Carità per il servizio all’Ospedale di

Santo Spirito in Sassia, Roma 26 novembre 1850

Nel Nome Di Dio

Con privata scrittura del giorno 26 novembre 1850 fra l’ora Em.moSignor Cardinale Carlo Luigi Morichini quale Visitatore Apostolico e Presidentedella S. Visita e Commissione dell’Ospedale di S. Spirito in Sassia da una parte,e la Rev.ma Madre Suor Rosalia Thouret Superiora Provinciale delle Suore dellaCarità della Provincia di Modena regolarmente autorizzata fu stipulato contrat-to per lo istallamento delle dette Suore nel suddetto Ven.le Arcispedale e PiaCasa di S. Spirito in Sassia.

Nuove riflessioni emersero dall’attuazione ed esperienza del serviziodelle medesime Suore, talmente che la enunciata scrittura abbisogna evidente-mente di dichiarazioni ed aggiunte, e siccome di ciò ambo le parti cioè tantol’Em.mo lodato Signor Cardinal Presidente, quanto la Rev.ma Madre SuorGenoveffa Boucon Superiora Generale delle Suore della Carità, residente inNapoli, e per Essa Suor Vittoria Mantelli, a ciò specialmente deputata, sonopersuase e convinte, così di comune consenso ed accordo sono divenute alleulteriori seguenti convenzioni ed illustrazioni.1. Le tre Case delle Suore della Carità esistenti in Roma (due al S. Spirito, altra

al Rifugio) dietro il benigno rescritto del Regnante Sommo Pontefice PioNono, Dicembre 1850, non dipendono più dalla Provincia di Modena, madalla Casa Generalizia di Napoli, finché alla Rev.ma lodata Madre Generalenon piaccia erigerla in Provincia separata da chiamarsi Provincia Romana1.

2. Esse dipendono, quanto alle Regole del proprio Istituto dalla Rev.ma MadreGenerale; in quanto allo spirito dall’Em.mo Cardinal Vicario come ordina-rio; per tutto ciò che concerne il loro servigio a S. Spirito dipendono dall’at-tuale Em.mo Card. Presidente e successore pro tempore.

3. Formano in S. Spirito due Case distinte e separatamente amministrate:l’una annessa al Conservatorio delle Zitelle; l’altra all’Ospedale delle Donne

APPENDICE N. 3 555

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pazze2. Ciascuna è diretta da una Suora servente. Da queste rispettivamen-te riceveranno le istruzioni opportune le Suore addette alle diverse incom-benze del pio stabilimento; e quelle dell’Em.mo Signor Cardinal Presidentee suoi successori. Alla Superiora del Conservatorio è devoluta interamenteed esclusivamente l’educazione Civile e Morale delle Zitelle, e più l’altadirezione e sorveglianza del baliatico sale dell’Ospedale e di tutte singolele officine del luogo pio, tranne quella del Manicomio la quale è devolutaalla Sorella Servente di quella Casa.

4. Alle N. 30 Suore contemplate nel contratto 26 Novembre 1850 si aggiungela Suora trentunesima perché sia addetta unicamente alla direzione delleNovizie secondo le Regole e costituzioni dell’Ordine, assegnandole la rettamedesima già assegnata alle altre Suore 26 Novembre 1850.

5. Essendosi colla presente stabilito che trentuno debba essere il numero delleSuore addette all’intero stabilimento comprese le Quattro Novizie e laSuora Maestra, si conviene che delle medesime sei unicamente debbanoessere addette all’assistenza del Manicomio, rimanendo alle altre affidatauna Corsia dell’Ospedale, il Conservatorio, il Baliatico, e le officine tutte delpio Stabilimento a forma del foglio che si richiamerà in questo nell’art. 8.

6. Qualora piacesse alla Commissione di stabilire un Magazzino di Droghe pelconsumo di tutti gli Ospedali di Roma, e di affidarne la direzione alle Suore,come ancora di affidargli la direzione della Materasseria, in tal casodovrebbe aumentarsi il numero delle Suore, per quel numero che verrà sta-bilito fra l’Em.mo Cardinal Presidente e la Superiora Generale dell’Ordine osua legittima rappresentante.

7. Trovandosi attualmente il Conservatorio diviso in due parti una delle qualisotto la direzione di alcune anziane Zitelle secondo l’antico sistema, cosìqualora la Superiorità ordinasse la riunione delle due parti formandoneuna sola famiglia sotto la direzione unica delle Suore, in tal caso il numerodelle medesime dovrà essere aumentato in conformità di quanto è statostabilito nell’articolo precedente.

8. Le incombenze delle 31 Suore sono le seguenti: Direzione di una parte delConservatorio delle Zitelle, detto Braccio Nuovo; Direzione del Baliatico;Assistenza ad una Corsia del Civile Ospedale; Direzione del GuardarobaMaggiore e Minore; idem della cucina dell’ospedale; idem della dispensamaggiore e minore; idem della Cantina; Direzione del Manicomio delleDonne, e delle Officine dello stesso Manicomio; Maestra del Noviziato. Ildettaglio poi di tutte e singole accennate incombenze viene stabilito in unfoglio separato da ambo le parti sotto questo stesso giorno firmato, ches’intenda dover formare parte integrale della presente Convenzione ecome se fosse qui riportato di parola in parola.

9. Essendosi nel citato Contratto obbligato lo Stabilimento pio di spesare di

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bucato le Suore, il sapone da somministrarsi dal pio Stabilimento all’ogget-to si stabilisce a libbre venticinque annue per ciascuna Suora

10. Riconosciutosi insufficiente la quantità di Carbone, Legna ed Olio stabilitanell’indicato contratto 26 Novembre 1850, la Commissione si obbliga disomministrare alle Suore tutte ed in ogni anno barbozza una e mezza diCarbone; cassa una e mezza di Legna; e boccali tredici e mezzo di Olio.

11. Finalmente in caso di morte delle Suore stesse, che Iddio tenga lontana, sidaranno scudi sette pel funerale e suffragi di ciascuna defunta.

12. Resterà a carico della Casa suddetta delle Suore della Carità di Modena incaso di morte, o partenza da Roma, o dallo Stabilimento suddetto di S.Spirito per qualunque siasi causa o motivo di ciascuna delle suddette trentaSuore, quante volte ne fosse fatta richiesta per parte della Sacra Visita eCommissione di surrogare, e fare venire qui in Roma delle altre alli stessi pattie condizioni sopra stabiliti, onde si mantenga sempre nell’Arcispedale, e PiaCasa di S. Spirito il numero suddetto completo di trenta convenuto.

13. La lodata Em.za Sua Rev.ma Monsig. Morichini nella sua qualifica e rappre-sentanza permette che nel numero delle trenta Suore, per le quali si devecorrispondere la retta suddetta di scudi cento di mano in mano, che esseverranno fornite all’Istituto siene comprese quattro Novizie a forma delleRegole dell’Ordine, e ciò in vista di qualche servizio, che esse presterannoall’Istituto stesso. Quest’obbligo si ridurrebbe a due sole Novizie in caso ditrasferimento del Noviziato fuori del luogo.

14. Se l’esperienza mostrasse insufficiente il numero di trenta Suore ai molti esvariati servigi ai quali esse sono destinate nell’Istituto di S. Spirito eManicomio le parti contraenti si riservano di accrescere il numero fino albisogno.

15. La presente Convenzione avrà il suo plenario effetto ed esecuzione il gior-no primo Gennaio del prossimo anno milleottocentocinquantuno.

In caso di mancanza, ed inadempimento parziale o totale di quanto è stato disopra convenuto, ed espresso, la encomiata Em.za sua Rev.ma Monsig.Morichini in detta qualifica e la nominata suor Rosalia Thouret nel dettonome, vogliono essere tenuti alla reciproca emenda dei danni e rifrazionidi spese giudiziali e stragiudiziali; obbligandosi perciò nella più ampiaforma delle leggi veglianti.

Fatto in Roma in doppio originale da ritenersi uno per parte questo dì26 Novembre 1850.

Documento di 4 facciateCopia, in AGSdC

1 Nel 1851 le Case di Roma passarono sotto la giurisdizione di Napoli a motivo della minore distanza.La richiesta avanzata al riguardo dal card. Morichini al Papa è del 30 settembre 1851. Era, questo, ilprimo passo verso la nascita della Provincia Romana, che fu istituita ufficialmente solo nel 1859.

APPENDICE N. 3 557

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2 Il Manicomio di Roma era sorto alla metà del secolo XVI. Il Morichini, fin dall’inizio della sua ammi-nistrazione dei Luoghi Pii della capitale, si adoperò per modernizzare l’istituzione e per migliorarela condizioni di vita dei ricoverati. Egli aveva in mente un grande progetto: di riorganizzare radi-calmente l’assistenza ai malati di mente e di trasferire il Manicomio sulle alture di Monte Mario, inun luogo più salubre e tranquillo. In attesa di realizzare tali mutamenti, affidò alle Suore dellaCarità il compito di vigilare sul trattamento adottato dal personale nei confronti dei ricoverati. Cfr.A. CANEZZA, Le Suore di Carità nei cento anni di vita romana, pp.16-17.

/3.23/Condizioni da stabilirsi da S.E. Rev.ma Monsignor Vescovo e dal

Magistrato di Faenza con le RR. Suore della Carità per la Direzione eServizio interno dello Spedale Infermi, Faenza s. d.

Monsignor Vescovo, ed il Magistrato di Faenza persuasi, che ilRegolamento Organico emanato dal Governo nel 1821. per questo Spedaledegli Infermi, e le discipline interne stabilite nel 1826; che sono il frutto di sag-gie e mature considerazioni, e dell’esperienza, possono soltanto assicurare ilbuon regime di questo Stabilimento, hanno concordemente divisato di richia-mare in pieno vigore sì l’uno che le altre modificate in alcuna parte per la venu-ta delle RR. Suore della Carità, colle quali si sono quindi convenute le seguenticondizioni.

1. Le Suore avranno nello Stabilimento una conveniente e comoda abitazio-ne del tutto separata, corredata di mobilie, e della biancheria necessaria siapel letto, che pel Refettorio, la quale verrà loro sempre mantenuta.Avranno lume, fuoco, e imbiancatura di tutto ciò che ad esse personalmen-te appartiene.

2. Avranno conveniente vitto consistente in caffè col latte alla mattina, alpranzo in minestra, due piatti, frutta e formaggio, ed alla cena in unazuppa con piatto caldo, insalata e frutta, e in ambedue i pasti il vino occor-rente di buona qualità.

3. In caso di malattia procurerà loro l’Amministrazione tutto ciò che puòoccorrere non esclusa l’assistenza del Medico, e del Chirurgo, e i necessarimedicamenti.

4. In caso di morte l’Amministrazione sosterrà le spese del funerale, che nonpotranno essere maggiori di Scudi Sette.

5. Le spese di viaggio per l’aumento, o pel cambiamento, ove sia dallaDeputazione richiesto, saranno a carico del Pio Luogo. Qualora il cambia-mento fosse voluto dalla loro Superiora non dovrà essere a carico dello

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Stabilimento. Quando poi qualcuna di Esse Suore volesse o dovesse allon-tanarsi dallo Stabilimento medesimo temporaneamente per altro titolosarà tenuta di rispettarne prima il permesso della Deputazione, e il viaggioresterà a tutte sue spese.

6. Le Suore che dopo dieci anni di servizio fossero divenute inabili sarannomantenute nel Pio Luogo, da cui avranno alimento, fuoco, imbiancatura egrossa biancheria, e cesserà loro l’assegno mensile. Per aver titolo a questomantenimento dovranno essere entrate nello Stabilimento nell’età nonsuperiore ai quarant’anni. Le inferme dovranno essere rimpiazzate da altrealle stesse condizioni delle prime.

7. Come potrà la Superiora Provinciale cambiare le Suore quando lo crederàopportuno, così la Deputazione potrà dimandare ed ottenere il cambio diquelle, che non ritenesse adatte al servizio in questo Stabilimento: senz’ob-bligo di dirne le ragioni.

8. Qualora piacesse al Comune, e a Monsignor Vescovo di licenziare le Suoredallo Spedale, avranno obbligo di prevenire la Superiora dell’Ordine seimesi prima, e tale diffidazione anticipata dovrà pure ammettersi da questa,quando volesse ritirare di qua le sue Consorelle. Nel primo caso le spese diviaggio saranno a carico dell’ Amministrazione del Luogo, nel secondodelle suore stesse.

OBBLIGHI DELLE SUORE

1. Secondo i principi di loro Istituzione e sotto la piena dipendenza dellaDeputazione, assumeranno le Suore della Carità la Direzione dell’interno diquesto Stabilimento, attenendosi interamente alle discipline relative inter-ne. Esse non saranno meno, né più di tre e quando si verificasse il bisognodi qualche altra, la Deputazione ne farà dimanda alla Provinciale.

2. Essendo lo spirito del loro Ordine religioso e caritativo, l’intento principaleessere deve che gli infermi siano prontamente soccorsi nello spirito e nelcorpo.

3. Vi sarà fra le Reverende Suore una Direttrice, la quale si curerà dellaDispensa, e del Guardaroba: le altre due saranno destinate alla vigilanza edal servizio de’ malati, e al mantenimento dell’ordine nelle Sale.

4. Avrà quindi la direttrice una dispensa di commestibili e di altri oggettinecessari al trattamento e servizio degli infermi e dozzinanti, e ad altro usonell’interno, in quella qualità, e quantità che potrà abbisognare per uno odue mesi, le quali cose le verranno dal Ministro consegnate dietro nota indoppio rispettivamente firmata per norma Comune.

5. Ogni sera la direttrice ritirerà il Diario ossia Prospetto di tutte le DieteGiornaliere de’ malati e dozzinanti dall’Astante, od Infermiere maggiore,

APPENDICE N. 3 559

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che ha obbligo di redigerlo, e di sottoscriverlo, al quale Diario essa pureapporrà la sua firma, come a conferma di esso, e lo farà tenere per mezzodel medesimo ogni sera al Ministro per le opportune provvisioni.

6. In rapporto a questo Diario dietetico, e alla Tabella relativa affissa in cuci-na, il Ministro rilascerà alla direttrice ogni mattina un bono indicante laqualità e quantità delle cose, che Ella deve somministrare dalla sua dispen-sa, il qual bono verrà da lei poscia passato alla Ragioneria per suo discari-co.

7. Qualora gli oggetti della Dispensa della Direttrice venissero a mancare, Ellane avviserà in iscritto il Ministro precisandone le qualità, perché collenorme usate la prima volta, come all’articolo quarto, gliene possa farnuova consegna.

8. Avranno le Reverende Suore pur anche in consegna il Guardaroba e tuttele mobilie delle Sale dei Malati, delle camere de’ dozzinanti, dei camerottidei pazzi e delle pazze, della stanza di lavoro delle pazzerelle, e convale-scenti non escluso il vasellame ed ogni altro oggetto spettante al serviziode’ malati e di uso interno. Si farà quindi nel più breve termine possibileesatto inventario di tutte le cose, che verranno loro affidate.Primieramente in esso si noterà la biancheria tanto esistente nei letti tutti,che in guardaroba, specificando la qualità, e quantità, e lo stato di essa, dicui si farà particolare consegna alla Direttrice Guardarobiera. Sarannoposcia notate nell’Inventario le mobilie delle Sale, delle Camere, deiCamerotti e quant’altro in esse si trova, come è stato superiormente indica-to, avvertendo che ciò sia fatto con speciale distinzione al luogo per luogo.Queste cose tutte verranno particolarmente consegnate alle Suore destina-te alle Sale, come quelle che devono averle del continuo sott’occhio. Siaggiungerà infine nell’inventario tutto ciò che serve all’uso proprio delleSuore, tanto rispetto alle loro stanze, letti, non che al Refettorio di perti-nenza dell’Istituto. Fatto in doppio tale inventario sarà firmato dalPresidente, dalla Direttrice, e dalle sue Consorelle, e tanto quegli che que-ste avranno per consegnati loro tutti gli oggetti in esso deferitti, e le Suoresaranno tenute per ciò, che a ciascuna rispettivamente riguarda, di darneconto in ogni circostanza. Tale inventario sarà rinnovato, o verificato dallaDeputazione al principio di ogni anno.

9. La Direttrice Guardarobbiera darà a ciascuna Suora delle Sale tale, e tantabiancheria che riterrà necessaria al mutamento dei letti, e all’uso ordinario,della quale farà particolare annotamento. Le suore addette alle Sale, cometerranno in serbo la biancheria pulita, così avranno obbligo di ritornare alguardaroba la sporca, notandone la qualità e quantità a loro discarico,dovendo esse di tutta quella loro consegnata rispondere alla Direttrice, edalla Deputazione.

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10. Quando la Direttrice conosca il bisogno di fare il Bucato, farà nota specifi-cata di tutta la biancheria che devesi imbiancare, e la passerà al Ministroperché provveda e somministri quanto è d’uopo, e chiami le lavandaje.Veglierà la Direttrice, perché nel Bucato tutto proceda in ordine e si usinoquelle provvidenze che si richiedono alla conservazione della Biancheria dicui è responsabile. Ultimato il Bucato e riscontrate le singole qualità equantità delle cose imbiancate, onde verificare se nulla manca per farnericerca, le riporrà in guardaroba. E se alcuna parte di esse fosse sdrucita edavesse bisogno di essere accomodata, la direttrice si darà cura, che il sia sol-lecitamente, e ingiungerà di farlo alle Consorelle veglianti alle Sale in unio-ne alle inservienti, facendosi in ciò coadiuvare come di consueto, dalledonne in convalescenza, che pur sempre vi sono, e quando non potesserotutte unite giungere a riattarla, la direttrice ne farà rapporto allaDeputazione perché provveda.

11. Qualora venisse a rompersi qualcuna delle cose tante descritte, che le Suorehanno in consegna, esse avranno debito di avvisarne tosto il Ministro, e laDeputazione per li opportuni provvedimenti.

12. La Direttrice noterà nell’apposito Registro generale la Biancheria che entre-rà in Guardaroba, e che Ella prenderà in consegna dietro ricevuta che nerilascerà al Ministro.

13. Qualunque capo di Biancheria in uso venisse a sdrucirsi a modo da nonessere più servibile all’uso primitivo, la Direttrice lo metterà a parte e nedarà poscia avviso alla Deputazione, perché se crede, ne ordini il rimpiaz-zo, e in accordo con lei ne determini il nuovo uso, a cui deve servire, del cheElla farà annotazione nella finca osservazioni dell’anzidetto RegistroGenerale.

14. Ogni bimestre presenterà la Direttrice alla Deputazione un Prospetto delleBiancherie che ella ha in consegna, il quale verrà da lei desunto dal RegistroGenerale del Guardaroba, e dal particolare in cui nota quella consegnataalle Consorelle, e ciò perché la Deputazione si possa fare esatta idea delconsumo che se ne fa.

15. Presenterà pure la Direttrice in accordo con le Consorelle alla Deputazionesul finire di ogni anno il Preventivo delle cose, che Esse crederanno neces-sarie a farsi nell’interno, sia rispetto alla Biancheria, che ad altri oggettidestinati al servizio de’ malati, acciò la Deputazione stessa possa prenderloin considerazione pel necessario a farsi.

16. Il trattamento degli infermi è subordinato alla vigilanza delle RR. Suore especialmente della Direttrice, la quale avrà obbligo di visitare la Cucina,acciocché le vivande siano fatte con polizia, cotte a dovere, e divise propor-zionalmente secondo le Diete. La dispensa del cibo, che avrà luogo nelleSale ad ore determinate e costanti a seconda delle stagioni precisate in

APPENDICE N. 3 561

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apposita Tabella affissa nella prima Sala, si farà dalla Suora rispettiva che viè destinata, seguendo scrupolosamente le prescrizioni de’ Professori.Terranno conto le RR. Suore delle Diete, che quantunque segnate nel gior-no, per sopraggiunte circostanze, non più si danno ai malati, dovendo tor-nare alla cucina quel tanto che corrisponde alle diete non consumate.

17. Veglieranno le RR. Suore unicamente agli addetti alle Sale che gli avanzide’ cibi e massime del pane non si disperdino, e non si cedino altrui, o se nefaccia mercato tra i malati, essendo ciò sorgente di gravi danni alla salutedi essi, ed all’economia del Luogo. Gli avanzi del pane, ed altro si passeran-no di nuovo alla cucina perché il Ministro ne possa disporre.

18. Sarà obbligo stretto delle medesime d’impedire che i pazzarelli stiano nelleSale de’ malati, perché questi fanno con essi facilmente traffico dannoso divivande, e molto meno che prestino loro alcun servizio, essendo sconve-niente, e pericoloso l’affidare a chi non ha senno la cura degli infermi,tanto più che tal cosa non vale che a favorire la negligenza di chi ha debi-to speciale di servirli.

19. Niun Infermo può accettarsi nello Spedale, se la fede del Medico che nedichiari la malattia e quella del Parroco che ne approvi la miserabilità, nonè firmata dal Presidente, eccettuati i casi d’urgenza, che non ammettanodilazioni, pei quali però dopo l’accettazione cercherassi, che siano regola-rizzate le fedi volute.

20. Rispetto ai dozzinanti devono questi, o chi per essi convenire il trattamen-to e la Dozzina col Ministro, il quale fissato che abbia sì l’uno che l’altra die-tro le norme prestabilite e a Lui date dalla Deputazione, ne otterrà l’appro-vazione del Presidente o Deputato di turno, che rilascerà il biglietto diammissione con l’indicazione del trattamento volutosi per norma dellaSuora di Sala, la quale lo collocherà ove meglio crederà il Professore cheavrà a curarlo in ragione della malattia, da cui è affetto.

21. Se qualche Infermo avrà danaro od effetti da consegnare, perché si tenga-no in serbo durante la sua malattia, la Suora di Sala ne avviserà la Direttrice,la quale riceverà il tutto notando in apposito Registro la qualità, e valore deldeposito, che Ella dovrà custodire per farne poi la dovuta restituzione a Luimedesimo, o a chi per Lui in caso di morte. I panni di cui sono vestiti gliInfermi allorché sono accettati nello Spedale si noteranno partitamente inapposito registro col nome dell’individuo cui spettano, e si custodiranno daLei per farne restituzione a chi di ragione qualora ne venga fatta dimanda.Quelli che non fossero richiesti potranno usarsi a vestire i pazzarelli, del cheverrà incaricato il Ministro che li riceverà secondo la primitiva indicazione.

22. Se un Infermo viene in pericolo di vita sarà cura delle Suore che sia tostomunito de’ SS. Sacramenti, non omettendo ad un tempo di procurargli ilsoccorso del rispettivo Professore.

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23. Invigileranno le Reverende Suore perché i Cappellani si prestino puntual-mente ad ogni richiesta ad udire la Confessione degli Infermi, e che ogniprima Domenica del mese si faccia loro la Comunione generale.

24. Seguita la morte di qualsiasi infermo la Reverenda Suora di Sala farà avvi-sati i parenti, i quali si concerteranno col Cappellano Maggiore, o più anzia-no, pel funerale. Se si vorrà che il Cadavere abbia cassa, il Cappellanomedesimo ne farà avvisato il Ministro, che s’incaricherà di procurarla collapossibile economia a scanso di lagnanze.

25. Tutti gli inservienti siano uomini, siano donne, non che gli Infermieri odAstanti, saranno sotto la immediata vigilanza delle Reverende Suore.Procureranno Esse pertanto, che tutti disimpegnino puntualmente ed esat-tamente le loro incombenze, che sono descritte in apposita rispettivaTabella, e servino con amorevolezza e carità gli Infermi, tenendosi scrupo-losamente alle ordinazioni de’ Professori.

26. La Direttrice destinerà il turno giornaliero degli inservienti, tanto per quel-li che devono prestarsi nell’interno quanto per quelli che devono recarsi aprendere i malati colla Barella dalle rispettive case e portarli allo Spedale.D’intelligenza della Deputazione destinerà pure fra i Serventi, quello chedeve aver cura particolare dei pazzi, e altrettanto farà fra le donne serven-ti per le pazze.

27. Procureranno le Reverende Suore di scendere notte tempo inattese nelleSale per verificare se gli Inservienti adempiono al dover loro. In caso dimancanza di alcun d’essi verrà dalla Suora di Sala ammonito, e quando siarecidivo, ne farà rapporto alla Deputazione, per quelle misure che crederàopportune.

28. All’alba di ciascun giorno in qualunque stagione dell’anno, premessi chesiano i servizi di umiltà cioè il ripulimento dei comodini, verranno leReverende Suore nelle Corsie per vegliare e coadiuvare gli Inservientidurante la nettezza del Luogo ed il cambiamento in essi della Biancheria,che verrà da loro somministrata. In ciò fare gli Inservienti saranno pure assi-stiti dagli Infermieri, che avranno cura di indicare loro a quali si può rifareil letto, a quali soltanto assettarlo in ragione della gravezza del male da cuisono affetti. E’ la polizia il primo elemento di buon regime di uno Spedale,sarà perciò obbligo delle Reverende Suore che in ogni tempo si mantengatanto ne’ letti, che nel Locale, e in quant’altro serve direttamente o indiret-tamente agli Infermi, e a tale effetto faranno Esse all’uopo profumi nelleSale e stanze dei medesimi, e ne regoleranno la ventilazione, perché vi siconservi la salubrità dell’aria.

29. Alle ore preferite, la Direttrice e le altre Suore ciascuna alla propria Sala,saranno presenti alla visita de’ Professori per essere informate delle prescri-zioni loro, tanto riguardando ai medicamenti, che al vitto da somministrar-

APPENDICE N. 3 563

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si, della puntuale e precisa esecuzione delle quali sono Esse responsabili siache debbansi da loro eseguire, sia che Esse debbano vegliare che altri leadempiano. Nel tempo della visita non si permetterà l’ingresso ad alcunonelle Sale che non v’abbia che fare.

30. Sarà cura delle RR. Suore far rapporto alla Deputazione se i Professori man-cano al loro dovere, così pure Esse faranno dello Speziale qualora manchinella pronta ed esatta spedizione de’ rimedi.

31. Invigileranno le RR. Suore, perché niuno s’introduca nelle Sale delle donneinferme senza titolo. I giovani praticanti Chirurgia e Medicina non potran-no avere in esse l’accesso, ove non siano coi Professori, o per particolareincombenza colle Infermiere, o colle Suore.

32. La Rev.da Suora addetta alla Sala degli uomini e la direttrice stessa visite-ranno sovente i pazzi nei lori Camerotti e non permetteranno, che sianotrattati con asprezza, e frenati con ceppi o catene, dovendo il Custode diessi usare soltanto que’ mezzi consueti di sicurezza, che non offendono lapersona, e non esacerbano lo spirito.

33. Non permetteranno le RR. Suore che siano visitati i pazzi se non che dailoro congiunti, e sempre in compagnia di un Infermiere od Inserviente, o diuna di Esse.

34. La direttrice ritirerà prima di sera le chiavi di tutte le porte o portoni ester-ni del Pio Luogo che nel giorno si aprono e curerà che la Porta maggiore sichiuda al cessare della Campana della pubblica ritirata, né si apra durantenotte senza sua intelligenza.

35. La direttrice avrà cura delle sanguisughe che sono in Vasca. Quando cono-sce che il numero di queste sia diminuito, ne farà rapporto allaDeputazione in iscritto perché ne faccia nuova provvista. Terrà Essa pertan-to due vacchette nell’una delle quali segnerà le sanguisughe che hanno ser-vito nell’interno del luogo dietro ordine dei Professori, indicando, in finchespeciali il giorno, e il numero del letto, in cui si sono usate, e in altra fincaquelle che dopo averle usate tornano in Vasca; e nell’altra Vaschetta poinoterà il numero delle sanguisughe vendute al rispettivo prezzo di contro,onde la Deputazione stessa possa conoscere se realmente giovi conservaresifatto traffico.

36. La direttrice sola è quella che dovrà comunicare sia in voce, sia in iscrittocon la Deputazione, e così la Deputazione in ogni incontro corrisponderàdirettamente con la Superiora e non con le altre Suore, spettando a Lei soladi regolare l’interno andamento.

37. Le Reverende Suore infine dipenderanno in tutto e per tutto unicamentedalla Deputazione, a cui in ogni circostanza si riferiranno; nulla potrannovariare nelle pratiche interne prescritte, e dovranno accordarsi mai semprecolla Deputazione medesima tanto per l’ordinario andamento, quanto per

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tutte le innovazioni che introdursi volessero nello Stabilimento. Tutti i sud-detti Articoli in queste condizioni espressi saranno muniti della firma de’Signori contraenti nella loro rispettiva qualifica, perché abbiano piena vali-dità.

Documento di 17 facciateMinuta, in ASFa, Fondo ECA, f. 685

/3.24/Condizioni stabilite fra S. Em.za Rev.ma l’Arcivescovo di Bologna

e le RR. Suore della Carità per le Scuole della Provvidenza,Bologna 27 Gennaio 1852

Bologna lì 27 Gennaio 1852

1. Le Suore riconosceranno direttamente l’Autorità di S.E. Rev. ma come loroSuperiore immediato e per tutto quello che riguarda le Scuole.

2. Avranno pure le suore un Consiglio d’Amm.ne nominato dall’Em.moArcivescovo il quale resterà incaricato per tutto ciò che riguarda l’ammini-strazione ed il buon andamento delle Scuole.

3. Si obbligano le Suore a dare educazione alle povere ragazze con istruirlenella Dottrina Cristiana, nei lavori donneschi di filare, di maglia, di cucire,nel leggere, scrivere e nelle prime quattro operazioni dell’Aritmetica.

4. Il numero delle Suore sarà proporzionato alla quantità delle ragazze, lequali saranno accettate nella Scuola di comune accordo con Sua E. R.ma edil Consiglio d’Amm.ne, fissando il numero di cinquanta alunne per ciasche-duna Suora, che sarà coadiuvata da una sottomaestra, ed inoltre vi saràun’altra Suora soprannumeraria per la Direzione generale della Scuola eper gli affari di casa.

5. L’assegno delle Suore per il loro mantenimento resta fissato come si è pra-ticato finora in S.di 111.60 all’anno per ciascheduna, oltre il mantenimentodelle biancherie da letto, tavola, cucina, e mobiglia e Cappella.

6. Crescendo però il numero delle Suore oltre le tre, l’assegnamento a ciasche-duna sarà di S.100.

7. Le Suore debbano essere perfettamente libere nell’esercizio, e nellaDirezione delle scuole, coadiuvate al bisogno dal Consiglio d’Amm.ne, spe-cialmente nella sorveglianza sulla condotta delle ragazze fuori dellaScuola. Come pure saranno libere nell’amministrazione interna della casa.

8. In tutti i giorni festivi condurranno le alunne a Messa. In tutti i giorni feria-

APPENDICE N. 3 565

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566 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

li faranno la Scuola eccettuati solamente i seguenti giorni; cioè il primo gio-vedì di ciascun Mese, che sarà di vacanza intera, gli altri giovedì che saran-no di mezza vacanza, il giorno della Festa del protettore S. Vincenzo de’Paoli, ed otto giorni ogni anno per gli Esercizi Spirituali dalla vigilia di S.Giuseppe al giorno dopo la SS.ma Annunziata.

9. Renderanno conto ogni semestre a Sua Ecc.za Rev.ma oppure al Consigliod’Amministrazione di tutte le spese che avranno fatto per le ragazze e perla Scuola.

10. Il Consiglio d’Amministrazione verserà alle suore in rate stabilite il denaroanticipatamente per far fronte alle spese della Scuola.

A. Marsigli Resp.le dell’Amministrazione delle Scuole della ProvvidenzaAndrea Cipriani Ghedini

Giovanni Parazza Parroco di S. BartolomeoC. Card. Oppizzoni

Sr. Rosalia Thouret Sup.ra Prov.le delle Suore della Carità

Documento di 2 facciateOriginale, in APSdCF

/3.25/Convenzione per l’affidamento alle Suore della Carità della direzione

dell’Ospedale di Faenza, Faenza 27 marzo 1852

Monsignor Vescovo ed il Magistrato di Faenza avendo risoluto di affi-dare alle Suore della Carità la direzione dell’ospedale degl’infermi, e delMonocomio hanno con esse stabilito le seguenti condizioni:

1. Le Suore debbono avere il loro locale separato, corredato della mobilia ebiancheria necessarie per le stanze e letti e per il refettorio e la cucina, lequali verranno mantenute.

2 Debbono essere mantenute di cibarie competenti ai loro bisogni ed allasalute. Per l’ordinario consiste al pranzo: minestra, due piatti, frutta e for-maggio; alla cena, zuppa con piatto caldo, insalata e frutta. La mattinacaffè col latte.

3. In caso di malattia tutto quello che occorre, come pure l’assistenza deimedici, chirurghi e medicinali.

4. Lume, fuoco, bucato, stiratura di biancheria.

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5. Per loro mantenimento di vestiario personale, due scudi a testa per meseanticipati.

6. In caso di morte spese di funerale che potranno ascendere a scudi settecirca.

7. Spese di viaggio per l’impianto, per l’aumento delle Suore, e tutti quei cam-biamenti che potessero richiedersi dalla deputazione.

OBBLIGHI DELLE SUORE

1. Le suore in tutto e per tutto si riporteranno alla Deputazione composta didue Sacerdoti per la parte di Monsignor Vescovo, e di tre secolari nomina-ti dal comunale Consiglio, ai quali è affidata la presidenza, e l’amministra-zione dell’ospedale degl’infermi, colla quale s’accorderanno per l’ordinarioandamento, quanto per tutte le innovazioni che introdurre si volessero.

2. All’entrata delle suore nell’ospedale sarà loro fatta consegna, medianteinventario, dei mobili, biancherie, ed ogni altro oggetto d’appartenenzadel Pio Luogo, dei quali saranno obbligate di rendere conto ad ogni circo-stanza.

3. Esse s’incaricheranno dell’Amministrazione interna dello Spedale, edannesso Manicomio col provvedere l’occorrente tanto per la cucina, che pelguardaroba ed ogni altra cosa necessaria, presiedendo e dirigendo, ondetutto proceda con ordine ed economia.

4. Per poter far fronte alle spese che occorrono, avranno in mano, denaro,magazzeno, cantina dello Spedale, e tutti gli altri proventi, essendo in loroarbitrio di vendere e riscuotere secondo crederanno opportuno.

5. Esse però dovranno mese per mese dar conto di tutte le spese, ed introitifatti alla computisteria, onde in ogni tempo si possa dalla Deputazioneconoscere l’andamento dell’Amministrazione.

6. Dalla computisteria sarà fornito alle suore un prontuario che le avvertiràdella scadenza dei crediti, come del tempo in cui scadono gli obblighi chesono a soddisfarsi.

7. Le suore assumeranno la direzione dell’annessa chiesa e sagrestia delloSpedale, e si accorderanno per il culto coi Cappellani e Deputato di chie-sa, tanto per il quotidiano che per le funzioni straordinarie.

8. Sarà principale cura delle suore di sorvegliare la biancheria allorché si dà inbucato per tutte quelle provvidenze che si richiedono alla conservazione.

9. Le suore manterranno l’ordine nelle sale dei malati, sorveglieranno gl’in-servienti, la cucina, le biancherie, ed ogni altra cosa che a questa parte siriguarda. Sarà loro cura di far rapporto alla Deputazione se i medici man-cano ai loro doveri, come pure se vi sia qualche inconveniente in rapportoai medicinali che vengono somministrati.

APPENDICE N. 3 567

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568 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

10. I malati per essere ammessi all’ospedale debbono avere la fede di un medi-co approvato, che attesti la loro malattia, e quella del parroco che approvila miserabilità. Dietro a questo la suora a ciò destinata d’accordo colDeputato di turno potrà mandare a prendere il malato, come lo potrà farenei casi d’urgenza che non ammettono dilazioni. In quanto ai dozzinantinon potranno ammettersi, se non dopo stabilita la dozzena col Deputatodi turno. Se piace dalla suora si potrà incaricare uno degli infermieri di por-tarsi alla casa del malato per conoscerne il vero stato, se veramente sia lamalattia che ha dichiarato.

11. Le Suore insieme alla Deputazione dovranno nel mese di settembre occu-parsi del preventivo delle spese che occorrono allo Spedale per accordarlicon i mezzi che vi sono per sostenerle.

12. La Deputazione poi avrà un deputato che la rappresenti, il quale terràun’immediata relazione colle Suore, e avrà la firma degli atti occorrenti,avendo però esso l’obbligo ogni otto giorni di radunare gli altri Colleghiper far loro conoscere tutto l’andamento dell’Amministrazione. QuestoDeputato sarà mutato ogni mese e sarà chiamato Deputato di turno.

13. E’ nelle facoltà della Deputazione di dimandare il cambio di quelle suoreche non fossero più in stato di servire.

14. Qualora gl’inservienti ed infermieri non adempissero al loro dovere, o com-mettessero notabili mancanze, dovranno le suore farne rapporto allaDeputazione, la quale conosciutane la ragionevolezza, d’accordo con esseli licenzierà.

15. Le suore le quali dopo dieci anni di servizio siano per infermità divenuteinabili saranno mantenute dal Luogo Pio, oppure il detto luogo pagheràuna dozzena alla Casa Provinciale per loro mantenimento; come pure saràin libertà alla Superiora Provinciale di cambiare i soggetti quando lo crede-rà opportuno.

Suor Rosalia Thouret Superiora Provincialedelle Suore della Carità

Unito al N. 445 del 1852 Achille Novelli Archivista

Documento di 4 facciateCopia, in ASFa, Fondo ECA, f. 687

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APPENDICE N. 4 569569

Decreti, rescritti e autorizzazioni ecclesiastiche

L’appendice contiene tutto ciò che riguarda i contatti epistolari tra suorRosalie Thouret e le autorità ecclesiastiche. Si tratta di decreti pontifici o vesco-vili, di autorizzazioni, di rescritti ecc. che è opportuno leggere alla luce dei prin-cipi ispiratori espressi nelle Régles et Constitutions, scritte da Jeanne-AntideThouret. Questa è infatti l’affermazione con cui la Fondatrice apre il DiscoursPréliminaire: “Associer à l’abservation exacte des commandemens de Dieu, etde l’Eglise, la pratique fidele des principaux conseils de l’Evangile; soulager lespauvres dans leurs besoins spirituels et temporels: voilà, mes très-chéres soeurs,les fins qu’on à eues en vue, en fondant notre congrégation” (Régles etConstitutions Générales de la Congrégation des Filles de la Charité sous laProtection de S. Vincent de Paul, Chez Vincent Poggioli, Rome, 1820, p. 6). LaFondatrice sa che solo nella Chiesa e con la Chiesa può vivere la sua missioneevangelizzatrice, per cui considera caratteristiche essenziali dell’intero Istitutola filiale dipendenza e la piena obbedienza al Papa: “Nous vous présentonsaussi cettes constitutions et ces régles reve tues de l’approbation du ChefVisibile de la Sainte Eglise Catholique, Notre Saint Pére le Pape, Pio VII d’aprésl’éxamen le plus scrupuleux qui en à été fait par des Personnages trés distinguésper leur sagesse, science et probité, à cette effet spèciallement déstinés par saSainteté” (ivi, p. 8). Di fondamentale importanza, per la vita di ogni singolacomunità, è il rapporto con le autorità ecclesiastiche locali e così, in particolare,il ruolo e le prerogative dell’ordinario diocesano sono chiaramente definiti epuntualmente richiamati in molteplici e specifici punti (cfr. ivi, pp. 294-296).Spetta al vescovo della diocesi dove ha sede la casa provinciale, concedere omeno l’autorizzazione alle novizie di vestire l’abito dell’Istituto e di emettere i

Appendice n. 4

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570 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

voti. Questo è il motivo per cui vengono qui riprodotte le numerose autorizza-zioni concesse dai vari vescovi di Modena a suor Rosalie Thouret. Al fine poi dimeglio documentare altri aspetti interessanti della vita delle comunità delleSuore della Carità, tra cui ad esempio il “changements des sujets dans les mai-sons particuliéres”, si rinvia alla relativa documentazione di seguito riprodotta.

/4.1/Rescritto del vescovo di Modena mons. Adeodato Caleffi,

Modena 15 novembre 1834

Adeodato CaleffiPer la Grazia di Dio e della S. Sede Apostolica

Vescovo di ModenaPrelato Domestico della Santità di N. Signore Papa Gregorio XVI

Assistente al Soglio Pontificioe dell’Augusta Abbazia di San Silvestro di Nonantola

Abbate e Perpetuo Commendatario.

Inclinati Noi a secondare la religiosa istanza fattaci dalle sorelle dellaCarità stabilite in questa Capitale e che prestano il loro servizio alle Donneinferme, e croniche degenti nei due Ospitali riuniti e come il Registro dellanostra Cancelleria Vescovile al N. 2 del fascetto N. 4246, facendo usodell’Autorità Nostra ordinaria concediamo il chiesto permesso di fare erigere ladevozione della S. Via Crucis nella regolare Cappella ufficiata ad uso delle anzi-dette Sorelle, e delle Convalescenti, attigua agli accennati Ospedali.

L’erezione solenne di detta via Crucis dovrà farsi dai Rev.di Padridell’Ordine di S. Francesco, ai quali spetta lo stesso religioso uffizio. Frattantodopochè il presente Chirografo sarà registrato presso la Nostra CancelleriaVescovile si rilascerà alle supplicanti sorelle, affinché riportato in calce di essol’opportuno Certificato dell’eseguita formale erezione possano conservarlo frali Registri, riguardanti l’utilissimo loro Stabilimento, ed a perpetua memoria,come copia in ogni caso.

Dato in Modena dal Nostro Palazzo, e Cancelleria Vescovile questo gior-no 10 novembre 1834.

Indizione Romana VIId. Adeodato vescovo

Modena 10 novembre 1834

Documento di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

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/4.2/Rescritto del vescovo di Modena mons. Adeodato Caleffi,

Modena 17 novembre 1834

Adeodato CaleffiPer la Grazia di Dio e della S. Sede Apostolica

Vescovo di ModenaPrelato Domestico della Santità di N. Signore Papa Gregorio XVI

Assistente al Solio Pontificioe dell’Augusta Abbazia di San Silvestro di Nonantola

Abbate e Perpetuo Commendatario.

Presa da noi nella debita considerazione la supplica direttaci a nomedelle Sorelle della Carità stabilite per sovrana munificenza in questa Capitale, ecome in Registro della nostra Cancelleria Vescovile al N. 4 del fascetto N. 4246.,usando dell’autorità nostra ordinaria, concediamo l’implorata facoltà di poterascoltare la S. Messa della Mezzanotte della Vigilia della solennità del SS.moNatale da celebrarsi nella Cappella del loro Stabilimento.

Tale licenza sarà durevole ad arbitrio nostro, dei nostri successori dichia-rando, come dichiariamo di essere discesi ad accordarla per uniformarci al pra-ticato nelle altre Case dell’Ordine delle Supplicanti.

Registrato poi che sia il presente Chirografo nello stesso nostro ufficiovi dirigerà alle Ricorrenti all’oggetto, che venga conservato a perpetua memo-ria cogli altri documenti relativi alla loro Istituzione, salve da ultimo le debitecautele nell’uso di tale privilegio da noi concesso a spirituale consolazione dellestesse supplicanti, come copia e non altrimenti in ogni caso

Data in Modena dal Palazzo, e Cancelleria Vescovile questo giorno 17Novembre 1834

Indizione Romana VII.C. Adeodato Vescovo

Documento di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.3/Decreto del vescovo di Modena mons. Adeodato Caleffi,

Modena 19 novembre 1834

Modena, questo giorno di mercoledì decimo nono, 19 del mese dinovembre dell’anno Milleottocento trentaquattro 1834, d’indizione RomanaVII (settima)

APPENDICE N. 4 571

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572 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Le Patrie nostre memorie, nonché li Registri di questa CancelleriaVescovile dimostrano che fra le utilissime Istituzioni richiamate nel primitivoLoro vigore od introdotte in questa Capitale dalla pietà e munificenzadell’Augusto Nostro Sovrano Francesco IV, Arciduca d’Austria, Principe Realed’Ungheria e di Boemia, deve annoverarsi quella .delle .Suore della Carità, sottola protezione di S. Vincenzo de’ Paoli, destinate ad assistere li due OspitaliRiuniti delle Donne inferme e delle Croniche, in questa stessa Capitale.

Nel mentre il Piissimo Principe ordinò l’adattamento degli appositi loca-li nel magnifico Fabbricato denominato un tempo Albergo Arti, ordinò chequesti fossero corredati di una spaziosa Cappella per gli esercizi di pietà delleanzidette Direttrici e come pure delle Croniche, e convalescenti ivi ricoverate.

Condotta a sua termine l’anzidetta Cappella, dietro rispettosa istanzaavanzata a S.E. Rev.ma Mons. nostro Vescovo, dal Sig. Cav. Cesare Dott. Galvani,qual Sindaco eletto dalla prelodata Altezza Reale per le suddette Suore dellaCarità, lo stesso Monsignore si è riservato di procedere all’atto della solenneBenedizione.

Stabilito a tale effetto il presente giorno la lodata Ecc.Sua Rev.ma Mons.Adeodato Caleffi dell’Ordine di S. Benedetto, Congregazione Cassinense,Patrizio di Modena e di Carpi, Prelato domestico della Santità di N.S. PapaGregorio XVI, assistente al Soglio Pontificio Abate e perpetuo Commendatariodell’Augusta Bazia di S.Silvestro di Nonantola, Nullius, accompagnato dai Rev.miCanonici Penitenziere Lodovico dott. Camuri, Confessore Straordinario delle pre-fate Suore della Carità e Can. Filippo dott. Caula1, Presidente agli Ospedali edinfermi, partendo dal palazzo Vescovile si è recato alle ore 3 circa pomeridianeall’anzidetto Stabilimento, ove giunto è stato ricevuto dal lodato Sig. SindacoCav. C. Galvani, dalla prima Sorella e Compagne tutte del surriferito Istituto.

Trasferitosi nell’Abitazione delle Suore, ed assistito dalli prelodatisignori Canonici, oltre li Sacerdoti, e Persone d’immediato suo servigio si è pon-tificalmente apparato e preceduto dal Rev.do Signor D. Giovanni Passeriniquale confessore eletto dalla prelodata E.S. Rev.ma per le ripetute Suore si ètostamente recato all’attiguo locale ad uso di Cappella predisposta con ognidecenza per cura del prefato Signor Presidente Canonico Caula. Tanto sull’in-gresso della medesima, quanto nell’interno ha eseguito il Prelato le Cerimonie,ed il rito prescritto dal Pontificale Romano per la benedizione dei Luoghi Sacri,dichiarando dedicata come ha dedicata la nuova Cappella all’Assunzione diMaria SS.ma.

Compiuto l’atto solenne, ha pur benedetto il quadro rappresentantel’Assunzione della Vergine come sopra, le suppellettili, ed arredi di cui è statariccamente provveduta la Cappella accordando, come si è degnato accordare,che ivi si celebri la S. Messa valevole in adempimento del precetto ecclesiasticoper le persone tutte addette al prefato Stabilimento e si esercitino le altre

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opere di pietà per lucrare delle Indulgenze e privilegi, di cui per concessioneapostolica viene decorata l’anzidetta Cappella.

Consapevole poi la lodata Ecc. Sua Rev.ma essere sovranamente volon-tà che la Cappella or ora benedetta serva ad uso privato delle Suore ha dichia-rato che ad esse soltanto ed a chi verrà destinato dallo stesso Mons. Vescovo odi Lui successori per la direzione spirituale di dette Suore, appartener deve edappartiene esclusivamente l’uso dell’anzidetta Cappella destinata ad esercitar-vi le funzioni sacre proprie del loro Istituto volendo, ed ordinando, che la suespressa dichiarazione venga inserita nell’atto presente all’oggetto di evitarequalunque equivoco, e prevenire qualsiasi difficoltà, che insorger potesse coltratto del tempo rapporto alla suddetta Cappella.

Ed affinché rimanga perpetua memoria di quanto sopra, Sua Ecc.Rev.ma ha ordinato a me, sottoscritto di rilasciare tanto alle ripetute Suoredella Carità, quanto al molto Illustre e molto reverendo S.r Rettore di sanMichele, prevosto di S.M. Pomposa in questa Città sotto la di cui Parrocchia tro-vasi eretto il surriferito Stabilimento, ed altresì alli rev.di P.P. Cappuccini desti-nati alla assistenza spirituale delli Infermi in questo Civico Spedale, di rilasciaresi disse, un esemplare di quest’Atto che sarà conservato presso la CancelleriaVescovile e precisamente sotto i numeri 6 del fascetto N. 4246 spettante alRegistro segnato lettera H.

Da ultimo, rese le dovute grazie al Signore Iddio, Sua Ecc. Rev.ma hacompartita la Pastorale Benedizione alle ripetute Suore loro confermando lapropria soddisfazione, e compiacenza per lo zelo caritatevole con cui si presta-no ad un uffizio di tanto vantaggio, e conforto alla classe più bisognosa, e colsuddetto accompagnamento si è restituito alla Residenza Vescovile.

Visto e approvatofirmato D. Adeodato Vescovo

Documento di 3 facciateOriginale, in APSdCF

1 Don Filippo Caula, canonico della Cattedrale, era uno dei presidenti dell’Opera Pia ed incaricatoinsieme ai Padri Cappuccini per l’assistenza spirituale agli infermi.

/4.4/Decreto del vescovo di Modena mons. Adeodato Caleffi,

Modena 31 dicembre 1834

In seguito di opportuna nostra testimoniante, rilasciata il 17 novembrep. scorso, come in Atti di questa Cancelleria al N. 5 del fascetto di Registro N.4246.

APPENDICE N. 4 573

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574 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

La Santità di N.S. Papa Gregorio XVI, felicemente regnante, con grazio-so rescritto del 15 corrente dicembre, che si conserva in originale al N. 7 delsopraccitato fascetto 4246 si è degnato di rimettere all’arbitrio Nostro le precirassegnate allo stesso S. Padre dalle Suore della Carità , già stabilite per sovranamunificenza in questa Capitale, all’oggetto di erigere la Congregazione dei SacriCuori di Gesù e di Maria nella Cappella annessa al loro Stabilimento e che venneda noi approvata e benedetta nelle prescritte forme solenni fin da 19 Nov. Pp.

Usando Noi pertanto delle speciali facoltà delegateci dalla SupremaSede, dichiariamo fin d’ora canonicamente eretta la Pia Congregazione deiSacri Cuori di Gesù e di Maria nell’anzidetta Cappella delle Suore della Carità inquesta città, come sopra.

Conferiamo quindi alla Superiora pro tempore delle medesime, la facol-tà di istituire un esatto registro di quegli individui che avendo esternato il lorodesiderio di aggregarsi alla suddetta Congregazione saranno giudicati merite-voli dietro consiglio dei Direttori delle anzidette Suore della Carità, come dettoe non altrimenti.

Abilitiamo pure le supplicanti a rilasciare ad ogni individuo come sopra,un recapito comprovante la regolare aggregazione alla surriferita Congrega-zione all’oggetto che fruir possa del tesoro delle Indulgenze concesse dai Som-mi Pontefici a simili Istituti eretti nel mondo cattolico, purché ciascun aggrega-to si uniformi alle Regole proprie dei medesimi, come sopra e non altrimenti.

Frattanto, si rilascerà alle predette Sorelle della Carità, onde si conservinel loro Archivio a fondamento del privilegio del fondamento apostolico riporta-to come sopra dalla Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, dichiaratada noi d’Autorità apostolica delegata, canonicamente eretta nella loro Cappella.

Dato in Modena dal nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo gior-no 31 Dicembre 1834 – Indizione Romana VII

Adeodato Vescovo

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in ACM, Memorie, serie III, f. XV.

/4.5/Mons. Adeodato Caleffi al Presidente del Ricoveroe Ospedale di Modena, Modena 13 Aprile 1835

Ill.mi Signori

Animate costantemente le Sorelle della Carità in questa Capitale da edi-ficante zelo non solo per l’amorevole servizio, e sollievo delle povere Croniche

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e Convalescenti da Esse dirette nell’attiguo Ospedale ma ben anche pel lorobene Spirituale, dopo avere esteso alle medesime l’uso della Cappella ivi giàeretta per Sovrana beneficenza, e da Noi solennemente benedetta fin sotto li19 novembre dello scorso Anno 1834 sono ricorse alla Suprema Sede imploran-do la grazia di poter conservare in perpetuo il Santissimo Sacramento nell’anzi-detta Cappella, destinata a particolare loro uso giusta lo stile dei Monasteridell’Ordine medesimo, e ciò all’importante oggetto di procurare alle ricoverateun maggior comodo, e frequenza agli esercizi di pietà, non che la necessariaspeditezza nell’Amministrazione del S.mo Viatico in caso di urgenza.

La Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari nel rimettermi l’accenna-ta Supplica m’incarica di riferire in proposito, sentite previamente gl’interessati.

Io mi rivolgo quindi alla saggezza delle SS. Ill.me, pregandole a spiegar-mi il libero sentimento in proposito, aggiungendo quei riflessi tutti che giudi-cheranno adattati al vantaggio dei Luoghi Pii provvidamente affidati alla cono-sciuta loro religiosità, e vigilanza.

Mi compiaccio frattanto di essere con sincera stima ed ossequio

delle SS. LL. Ill.meDev.mo Obbl.mo ServoAdeodato Vescovo

Modena, 13 Aprile 1835

Lettera di una facciataOriginale autografo, in ASM, Fondo ECA, b. 2282, f. 113

/4.6/Le Suore della Carità a Papa Gregorio XVI, Modena 12 dicembre 1835

Rev.mo Padre

Le Sorelle della Carità della Città di Modena umilmente rappresentanoalla Santità Vostra, che dalla pietà, e generosità di S.A.R. il Duca di Modena fufatta loro fabbricare un’ampia ed elegante Chiesuola affinché potesse servireper loro uso privato a simiglianza degli altri Monasteri del loro Ordine.

Quella Chiesuola però potrebbe chiamarsi piuttosto pubblica che priva-ta; poiché costruita dirimpetto al ripiano della scala principale del vastissimoloro stabilimento, può esservi ammesso il pubblico, senza che si abbia bisognodi passarvi per alcun luogo rinchiuso dello stabilimento.

APPENDICE N. 4 575

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576 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ed era questo appunto l’intendimento che si ebbe l’AugustoBenefattore nel fabbricarla, di farla cioè pubblica, affinché potesse servire pertutti li sussidi spirituali di N. 125 Donne Croniche, che sono dalle Oratrici diret-te, nonché dalle inferme, e convalescenti dello Spedale a loro affidato, ed affin-ché, resa capace la Chiesuola di conservare e ritenere l’augustissimo Sa-cramento, potessero quivi farsi molte devozioni, vi si amministrasse il S.toViatico pel bisogno delle Inferme, e servisse ancora di incitamento alla pietà, edalla spirituale consolazione delle Oratrici.

Che se le mire che si era proposto il munificentissimo Sovrano nel fare uncosì vistoso dispendio non si effettuassero, ne verrebbero dei danni assai rilevanti.

Primo difatti in occasione di bisogno del SS.mo Viatico converrebbe digiorno o di notte ricorrere alla Parrocchia di S. Agostino, e quindi ne avverreb-be il pericolo che le ammalate morissero senza questo necessarissimo soccorso;tanto più che fu ancora soppresso l’antico disgiunto Ospitale Civile delle Donne,quando fu affidato alla cura delle Oratrici l’attuale Stabilimento.

Secondo essendo le Oratrici in numero ristretto non potrebbero dilun-garsi dallo Stabilimento fino alla Parrocchia per adorarvi Gesù Sacramentato; equindi verrebbero a mancare ad un obbligo espressamente ingiunto dallaRegola, ovvero a trascurare l’assistenza delle Inferme.

Terzo le N. 125 Croniche verrebbero in massima parte a perdere tutti gliprofitti spirituali che potrebbero sperare; e accadrebbe come prima, che nonascoltavano neppure la Messa in tutti quanti li giorni festivi, non conoscevanouna Benedizione, una Solennità.

E dalle sopranarrate cose chiaramente apparisce la convenienza e la neces-sità che la loro Chiesuola venga contraddistinta con i speciali privilegi. E difatti laSantità V. con altri precedenti Rescritti si è degnata di arricchirla di tanteIndulgenze, dell’Altare Privilegiato quotidianamente dell’erezione della Con-gregazione dei SS. Cuori; e della Messa e Comunione nella Notte del S. Natale.

Ricorrono quindi le Oratrici nuovamente al Trono pontificio piene difiducia ed implorano dalla Santità V.ra che per corona di tanti privilegi vogliaeziandio degnarsi di accordare loro la grazia, che in detta chiesuola possa rite-nersi, e conservarsi in perpetuo con le solite cautele, coi riti, e con la convenien-te decenza il SS.mo Sacramento dell’Altare per poter accorrere nei casi di biso-gno alle Inferme col SS.mo Viatico; e farvi le altre funzioni dalla Chiesa permes-se; e dichiarare inoltre che le Oratrici per qualunque circostanza non abbianomai a perdere la proprietà di questa Cappella affidata come lo è al presente allacura del loro Confessore o Direttore Spirituale, e non già ai Cappellanidell’Ospedale che sono i Rev.di PP.dri Cappuccini.

Questa grazia fervorosamente implorano le Oratrici e sperano.

Ex Audientia SS.mi habita ab infra scripto D.no Segretario Sacrae

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Congregationis Episcoporum, et Regolarium sub die 30 Septembris 1835. Ssmusannuit arbitrio Episcopi Mutinen, attenta eius relatione, pro facultate perpetuoservandi in praefata Ecclesia, iuxta legis Ritualis Romanis, SanctissimumEucharistiae Sacramentum, ad hoc ut Sorores Charitatis Religionis, et pietatisactus exerceant, nec non earumdem Directores, vel Confissariis, SanctissimumEucharristiam ministrare possint non modo eisdem Sororibus sed etiam infir-mis Mulieribus, Croniciis, et Convalescentibus earundem Sororum curae com-missis. Praedicta autem Ecclesia sit proprietatis ipsarum Consororum, et admini-stratio Sacramentorum ad curam Directorum, vel Confissarium, ab Episcopodeputandum, pertinent. Cappellani autem contigui Hopitalis Virorum vacenteorum numeribus, et administrationi Sacramentorum ut antea. Romae.

S. A. Card. Sala Praefectus

Dominus Adeodatus CaleffiPatritius Mudinensis, et Carpensis Ordinis S. Benedicti Congragationis

Cassinensis Dei, et Apostolicae Sedis gratia S. Mutinensis Ecclesiae Episcopus.SS. D. N. Gregorii Papae XVI Prelatus Domesticus Pontificio Solio Assistens,

Augustaequae Abbatiae S. Silvestri de Nonantula nullius abbas, et perpetuusCommendatorius.

Utentes arbitrio nobis benigne a SS.mo D.N.D.P. Gregorio XVI in ejusaudentia sub die 30 proximis fluxi Mensis Septembris demandato et quumOratorium de quo in precibus sub die 19 Novembris transacti Anni 1834 a nobismetipsis solenniter approbatum fuevit, pro ut apertissime constat ex fascicoloN. 4246 in Actis huius Episcopalis Cancellariae asservato, licentiam SororibusCharitatis Sanctissimum Eucharistiae Sacramentum in eodem Oratorio, velEcclesia perpetuo servandi ab causas in retro exarato gratioso rescripto de scrip-tas, lubenti animo concedimus, et impertimur dummodo tamen a Directoribus,et Confessariis earundem Sororum fama nobis approbatis, sive imposterumapprobandis, Leges Ritualis Romani, accurate servantur, prosit, et non aliter

Salvis denique conditionibus, et clausulis specialiter in antedicto apos-tolico Rescripto appofintis, super quo ipsarum Sororum, nec non earumDirectorum pro tempore compientiam onoramus, omnis

In quorum fidem.Dat Mutinae ex Episcopali nostro Palatio et Cancelleria hac die 12

Mensis Decembris 1835 Indizione VIII

D. Adeodatus Episcopus et Delegatus Apostolicus

Lettera di 4 facciateOriginale autografo, in APSdCF

APPENDICE N. 4 577

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578 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/4.7/Supplica di alcune Unioni di Carità della Città di Modena a Papa

Gregorio XVI, Modena 16 agosto 1836

Rev.mo Padre

Gli Ecclesiastici secolari e regolari della Città di Modena unitamente alleSorelle della Carità e ad altre unioni di donne e di uomini, vedendosi minaccia-ti dal flagello del Cholera –morbus, hanno offerto l’opera loro per i bisogni cheoccorre potessero in assistere li infetti gratuitamente. Ad oggetto pertanto chealtri si possano aggregare loro a questo caritatevole uffizio, ed estendendosicon maggior ampiezza a vantaggio dei bisognosi, supplicano la Santità Vostraa degnarsi di compartir agli Aggregati e a quelli d’aggregarsi qualche specialeindulgenza da lucrarsi eziandio da coloro che concorrono al bene suddetto conle loro largizioni.

Ex Audientia SS.miSS.mus D.nus Nr. Gregorius PP XVI Omnibus utriusque Sexus fidelibus

adscriptis, et adscribendis piae Societati, de qua in precibus de Ordinarii Licentiain Mutinen Civitate erigen, sequentes Indulgentias fidelibus quoque Defunctisapplicabiles benigne concessit; Plenariam nempe die prima Corum Adscriptionisin eandem Societatem, si vere poenitentes confessi, SS.mum EucharistiaeSacramentum Sumpserint, nec non aliquam Ecclesiam, seu pubblicumOratorium visitaverint, ibique per aliquod temporis spatium iuxta MentemSanctitatis Suae oraverint, et similiter Plenariam in Mortis articulo acquirendam,dummodo rite ut supra dispositi fuerint, vel saltem SS.mum Jesu Nomen cordesi ore nequiverint, devote invocaverint; actandem tercentum dierumIndulgentiam pro quolibet charitatis opere, quod in auxilium laborantiummorbo prout in ipsis precibus, quem Deus pro sua infinita misericordia averteredignetur, corde saltem contrito, et devote praestiterint. Praesenti in casu tan-tum, et perdurantibus expositis circunstantiis valituro absque ulla Brevis expe-ditione

Datum Romae ex Secreteria S. Congregationis indulgentiarum die 16Augusti 1836

C. Card. Castracane Pref.

Documento di 2 facciateOriginale autografo, in APSdCF

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/4.8/Deliberazione del vescovo di Modena mons. Luigi Reggianini,

Modena 4 aprile 1841

A chiunque

si concedono quaranta giorni di indulgenza a chiunque reciti un’AveMaria innanzi la statuina di Maria SS.a Addolorata che si conserva presso leFiglie della Carità.

Dalla Segreteria vescovile di Modena 4 Aprile 1841

di speciale commissione di Sua Ecc. Rev.maIl Segretario Vescovile ed Abbaz.

Don Cesare GalvaniDocumento di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.9/Mons. Luigi Reggianini a suor Rosalie Thouret, Modena 5 settembre 1844

LUIGI REGGIANINIPATRIZIO MODENESE

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENAPRELATO DOMESTICO

DI NOSTRO SIGNORE GREGORIO PP. XVIASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

ABBATE E PERPETUO COMMENDATARIATODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS

ETC.

Concediamo licenza alle MM. RR. Sorelle della Carità di far erigere una ViaCrucis nelle Tribune delle Donne ricoverate nell’Ospitale delle Croniche affida-to alla loro direzione

+ Luigi VescovoD. Cesare Galvani Segr.io

Modena, 5 settembre 1844

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

APPENDICE N. 4 579

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580 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/4.10/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 11 novembre 1848

LUIGI FERRARIPER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA

VESCOVO DI MODENAABBATE PERPETUO COMMENDATARIO

DELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.PRELATO DOMESTICO DI N. S. PAPA PIO IX

ED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo licenza alla Molto Rev.da Madre Suor Rosalia ThouretSuperiora delle Suore della Carità di questa Città di Modena d’ammettere allaVestizione dell’Abito Religioso nel giorno 19 del mese corrente le onesteGiovani: Maria Giuseppina Berthet - Giuseppina Rosa Felicita Trenca -Maddalena Chambon - Maria Pinget - Maria Chevalley - e Maria Blanc, le qualiper dichiarazione della medesima Madre Superiora hanno oltrepassato il loroAnno di probazione, hanno richiesto l’ammissione alla detta Vestizione giustoil prescritto dalle Regole e hanno fondata speranza di poter riescire utiliall’Istituto cui vogliono dedicarsi.

Registrato il presente nella Nostra Cancell.a Ves.le Sarà trasmesso allasullodata Madre Superiora la quale dovrà conservarlo presso l’Archivio della suaCasa come copia ed in ogni caso.

In fede

Dato in Modena dal Nostro Palazzo e Cancell.a Ves.le questo giorno 11Novembre 1848Ind. Rom. VI.

Luigi VescovoD. Silvestri Canc.re

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.11/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 22 agosto 1849

LUIGI FERRARIPER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA

VESCOVO DI MODENAABBATE PERPETUO COMMENDATARIO

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DELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IX

ED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo licenza alla Molto Reverenda Madre Suor Rosalia Thouret,Superiora delle Sorelle della Carità di questa Città di Modena d’ammettere allaProfessione Religiosa nel giorno 8 Settembre p.v. la M.to Rev.da Suor ChiaraZatti che per più di sei anni ha vissuto sempre qual Novizia sotto la dipenden-za del Noviziato Religioso di Modena, ed alla Vestizione dell’Abito Religioso nelgiorno stesso del Mese venturo le oneste Giovani Novizie Isabella e LetiziaFacchini, le quali per dichiarazione della medesima Madre Superiora hannooltrepassato il loro anno di probazione, hanno richiesto l’Ammissione alla dettaVestizione giusto il prescritto dalla Regola ed hanno fondata speranza di poterriescire utili all’Istituto cui vogliono dedicarsi.

Registrato il presente nella Nostra Cancelleria Vescovile sarà trasmessoalla sullodata Madre Superiora la quale dovrà conservarlo presso l’Archiviodella Sua Casa come copia ed in ogni caso.

In fede

Dato in Modena dal Nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo gior-no 22 Agosto 1849Ind. Rom.a VII.

Luigi VescovoD. Silvestri Cancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.12/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 22 ottobre 1849

LUIGI FERRARIPER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICA

VESCOVO DI MODENAABBATE PERPETUO COMMENDATARIO

DELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IX

ED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo Licenza alla Molto Reverenda Madre Suor Rosalia ThouretSuperiora delle Figlie della Carità di questa Città di Modena d’ammettere alla

APPENDICE N. 4 581

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582 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Professione dei Sacri Voti nella sua Religione le M.M. R.R. Suor CatterinaToriola, Suor Emilia Zappol, Suor Leonilda Lazzari, Suor Rosa Boccaletti, SuorIppolita Fantoni, Suor Blandina Bossoli, e Suor Onorina Heritier, come pured’ammettere alla Vestizione dell’Abito la Novizza Giovanna Pellicani, nellaprossima Solennità degli Ognissanti.

Registrato il presente nella Nostra Cancelleria Vescovile sarà trasmessoalla Sullodata Madre Superiora, la quale dovrà conservarlo presso l’Archiviodella sua Casa, come e ed in ogni caso.

In fede

Dato in Modena dal Nostro Palazzo, e Cancelleria Vescovile questo gior-no 22 Ottobre 1849Ind.ne Rom.a VII

Luigi VescovoD. Silvestri Cancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.13/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 25 marzo 1850

LUIGI FERRARIPATRIZIO MODENESE

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N. S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo Licenza alla Molto Reverenda Madre Suor Rosalia ThouretSuperiora Provinciale delle Figlie della Carità di questa Città di Modena d’am-mettere nel giorno 25 del corrente Marzo alla Professione dei Sacri Voti nellasua Religione le Molto Rev.de Suor Geltrude Corsini, Suor Clotilde Valdastri,Suor Antonietta Cheneval, Suor Florentina Faucon, Suor Lodovica Barnoud,Suor Marta Contri, Suor Brigida Magnani, Suor Agata Chappat, Suor ZenobiaMudry.

Page 585: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

Registrato il presente nella nostra Cancelleria Vescovile sarà trasmessoalla Sullodata Madre Superiora la quale dovrà conservarlo presso l’Archiviodella sua Casa come copia ed in ogni caso.

In fede

Dato in Modena dal nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo gior-no 21 Marzo 1850. L’Indizione Romana VIII.

Luigi VescovoD. Silvestri Cancelliere Gen.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.14/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 5 luglio 1850

LUIGI FERRARIPATRIZIO MODENESE

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Vista la domanda fattaci dalla Molto Reverenda Madre Provinciale delleFiglie della Carità di questa Città conservata sotto il Registro Gle al N. 4246/28colla quale ci viene chiesta la Licenza perché ammesse siano al ricevimentodell’Abito Religioso le due Novizie Celestina Perdisa e Beatrice Atti, constando-ci trovarsi in esse tutti li requisiti necessari per tale ammissione.

Col presente nostro Chirografo concediamo la Licenza stessa e permet-tiamo che le Novizie medesime sieno vestite dell’Abito delle Figlie della Caritànella prossima ventura Festa di S. Vincenzo de’ Paoli loro Padre e Protettore.

Dato in Modena dal Nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo gior-no 5 luglio 1850

Ind. Rom. VIII.Luigi Vescovo

D. Silvestri Cancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, APSdCF

APPENDICE N. 4 583

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584 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/4.15/Mons. Luigi Ferrari a suor Rosalie Thouret, Modena 3 gennaio 1851

LUIGI FERRARIPATRIZIO MODENESE

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA di S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N. S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Accordiamo licenza alla Molto Rev.da Suor Rosalia Thouret MadreProvinciale delle Figlie della Carità d’ammettere alla Professione dei quattroVoti1 del suo Istituto Sr. Amadea Musi, che già ha percorso il tempo di prova pre-scritto dalle sue Costituzioni, e d’ammettere alla Vestizione dell’AbitoReligioso, avendo già oltrepassato il loro anno di Noviziato, le quattro giovaniMarianna Pelami, Annunziata Motta, Maria Tagliazucchi, ed Antonia Brunetti.

Tanto in fedeDalla Cancelleria Vescovile di Modena questo giorno 3 Gennaio 1851.Ind. Rom. IX

Luigi VescovoD. Silvestri Cancelliere Gen.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

1 Oltre ai tre voti consueti di povertà, castità e ubbidienza, le Suore della Carità, fin dalle origini, neemettono un quarto, quello di dedicarsi al “servizio spirituale e corporale dei poveri”.

/4.16/Mons. Gaetano Montagnani a suor Rosalie Thouret,

Modena 24 maggio 1851

G A E T A N O M O N T A G N A N IDOTTORE DI SACRA TEOLOGIA

CANONICO TEOLOGO DELLA CATTEDRALE DI MODENAE NELLA VACANZA DELLA SEDE EPISCOPALE

PER LA MORTE DELL’E. R. DI MONS. LUIGI FERRARIVESCOVO DI MODENA ED ABBATE DI NONANTOLA

VICARIO CAPITOLARE

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Concediamo licenza alla Molto Rev.da Suor Rosalia Thouret Provincialedelle Figlie della Carità d’ammettere alla vestizione dell’Abito del suo Istituto lesei Novizze Vittoria Guerri, Maria Mazzoni, Marianna Musi, Domenica Bat,Adelaide Savini, Domenica Bocca, e d’ammettere alla Professione dei voti lealtre sei Novizze Suor Leopoldina Perrier, Suor Cherubina Trosset, Suor OttaviaLaplace, Suor Erminia Gotheland, Suor Maria Nervi, e Suor Carmela Pellegrini eSuor Flavia Gavagnani; e deleghiamo tanto per l’assistenza quanto per l’accet-tazione dei Voti il loro Padre Spirituale Ill.mo e R.mo Can.co Lodovico Camuri.

Dato in Modena dalla Cancelleria Vescovile questo giorno Modena 24.Maggio 1851

Ind. Rom. IX

Can.co Gaetano MontagnaniD. Silvestri Cancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.17/Mons. Gaetano Montagnani a suor Rosalie Thouret,

Modena 12 ottobre 1851

G A E T A N O M O N T A G N A N IDOTTORE DI SACRA TEOLOGIA

CANONICO TEOLOGO DELLA CATTEDRALE DI MODENAE NELLA VACANZA DELLA SEDE EPISCOPALE

PER LA MORTE DELL’E. R. DI MONS. LUIGI FERRARIVESCOVO DI MODENA ED ABBATE DI NONANTOLA

VICARIO CAPITOLARE

Concediamo Licenza allaMolto Reverenda Suor Rosalia Thouret Provincialedelle Figlie della Carità d’ammettere alla Vestizione dell’Abito del suo Istituto ledue Novizie Chiara Ballestri e Clementina Atti, e deleghiamo per l’assistenza allaVestizione med.ma il loro Padre Spirituale Ill.mo e R.mo Can.co Lodovico Camuri.

Dato in Modena dalla Cancelleria Vescovile questo giorno 12 Ottobre 1851Ind. Romana IX.

Can.co Gaetano MontagnaniCarlo Cavani Canc.re Cap.re

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

APPENDICE N. 4 585

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586 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/4.18/Monsignor Gaetano Montagnani a Suor Rosalie Thouret,

Modena 15 marzo 1852

G A E T A N O M O N T A G N A N IDOTTORE DI SACRA TEOLOGIA

CANONICO TEOLOGO DELLA CATTEDRALE DI MODENAE NELLA VACANZA DELLA SEDE EPISCOPALE

PER LA MORTE DELL’E. R. DI MONS. LUIGI FERRARIVESCOVO DI MODENA ED ABBATE DI NONANTOLA

VICARIO CAPITOLARE

Concediamo licenza alla Molto Rev.da Madre Suor Rosalia ThouretSuperiora Provinciale delle Figlie della Carità di questa città di Modena d’am-mettere, nel 25 Corr.te Marzo, alla professione dei S. Voti nella sua religione leMM. RR. Suor Eufrosina Atti, Suor Candida Clevet, Suor Virginia Cartier, SuorEmanuella Dupraz, Suor Modesta Rubatelli, Suor Geminiana Pellicani, SuorMarianna Scagliotti.

Registrato il presente in questa Cancelleria Vescovile sarà trasmesso allasullodata Madre Superiora, la quale dovrà conservarlo presso l’Archivio dellasua Casa come copia e in ogni caso.

In fedeDato in Modena dal Palazzo e Cancelleria Vescovile questo giorno 15

Marzo 1852Ind. Rom. X

Can.co. Gaetano MontagnaniGiuseppe Cavani Notaio del collegio

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.19/Mons. Gaetano Montagnani a Suor Rosalie Thouret,

Modena 26 aprile 1852

GAETANO MONTAGNANIDOTTORE DI SACRA TEOLOGIA

CANONICO TEOLOGO DELLA CATTEDRALE DI MODENAE NELLA VACANZA DELLA SEDE EPISCOPALE

Page 589: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

PER LA MORTE DELL’E. R. DI MONS. LUIGI FERRARIVESCOVO DI MODENA ED ABBATE DI NONANTOLA

VICARIO CAPITOLARE

Concediamo licenza alla Molto Rev.da Suor Rosalia Thouret Provincialedelle Figlie della Carità d’ammettere alla Vestizione dell’Abito del suo Istitutole nove Novizie cioè: 1. Suor Catterina Ferrari 2. Sr. Chiarina Imperatori 3. Sr.Carolina Trampolini 4. Sr. Adalusia Vicari 5. Sr. Elisabetta Fantini 6. Sr. LuigiaFaugiere 7. Sr. Maria Cheneval 8. Sr. Giuseppina Molliez 9. Sr. Giulia Derovit, edeleghiamo per l’assistenza alla Vestizione Sud.a. il loro Padre Spirituale Ill.moe Re.mo S.r Can.co Penitenziere Dr. Lodovico Camuri.

Registrato il presente in questa Curia Arcivescovile sarà trasmesso allaMolto Rev.da Madre Sup.ra Provinciale la quale dovrà conservarlo pressol’Archivio di codesta Religiosa Casa come copia ed originale.

Dato in Modena dal Pal. e Cancelleria Vescovile questo giorno 26 Aprile1852.

Ind. Rom. X.

Can.co Gaetano MontagnaniD. Luigi Zanapi Vicecancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.20/Mons. Francesco Emilio Cugini a suor Rosalie Thouret,

Modena 12 luglio 1851

FRANCESCO EMILIO CUGINIPATRIZIO DI REGGIO

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo licenza alla Molto Reverenda Suor Rosalia ThouretProvinciale delle Figlie della Carità d’ammettere alla Vestizione dell’Abito delsuo Istituto le quattro Novizie 1. Lucietta Gasperini 2. Lucia Batajoli 3. CarolinaViearnet 4. Anna Maria Roden.

APPENDICE N. 4 587

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588 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Registrata la presente in questa Nostra Curia vescovile sarà trasmessaalla sullodata Madre Superiora Provinciale la quale dovrà conservarla pressol’Archivio di codesta Religiosa Casa, come copia ed in ogni caso.

In fedeData in Modena dal Nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo

giorno 12 luglio 1852Ind. Rom. X

Francesco Emilio Vescovo ed AbbateD. Silvestri Cancelliere V.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.21/Mons. Francesco Emilio Cugini a suor Rosalie Thouret,

Modena 6 dicembre 1852

FRANCESCO EMILIO CUGINIPATRIZIO DI REGGIO

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

DELL’AUGUSTA ABBAZIA DI SAN SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.PRELATO DOMESTICO DI N. S. PAPA PIO IX

ED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Vista la domanda fattaci dalla Molto Rev.da Suor Rosalia ThouretSuperiora Provinciale delle Figlie della Carità che si conserva nel Protocollo G.le alN. 4246 e verificata la sussistenza dell’esposto nella domanda istessa, permettia-mo che vengano ammesse alla Professione Religiosa le Novizie Suor MetildeBarachini, Suor Isabella Sereni, Suor Perpetua Lanzarini, Suor Crocefissa Sellegari,Suor Maria Chambrot, ed alla Vestizione del Santo Abito dell’Istituto la MariaMellin, la Marianna Pasini, la Prassede Tabellini, la Carolina Giuliari, come così.

Il presente, dopo che sarà stato registrato, verrà trasmesso allaSullodata Madre Superiora che lo conserverà in Archivio da valere in ogni caso.

Dato in Modena dal nostro Palazzo e Cancelleria questo giorno. 6.Dicembre 1852.

Indiz.e Rom.a X.

+ Francesco Emilio CuginiD. Gaet. Maria Silvestri Cancelliere Ge.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

Page 591: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)

/4.22/Dichiarazione dell’arcivescovo di Ferrara card. Luigi Vannicelli, Ferrara

13 marzo 1853

Arcivescovado di FerraraN°589 Seg.Ferrara 13 marzo 1853

Io sottoscritto Cardinale Arcivescovo di Ferrara per opportuna normadell’amministrazione del Pio Luogo Esposti, e di altri Pii Stabilimenti dichiaracome nel decorso Anno 1853 trovandosi in S. Visita ad Limina in Roma parlan-do alla Santità di Nostro Signore Papa Pio IX Felicemente Regnante di vari affa-ri riguardanti questa Archidiocesi non mancò eziandio di tener proposito dellabenemerita Corporazione Religiosa delle Suore della Carità, specialmente sepotessero le Novizie povere della med.a essere ammesse alla percezione dei varisussidi dotali, non esclusi quelli dell’Opera Pia Buosi1 donde emulare la dote spi-rituale, quando siano nate nella Città o Diocesi di Ferrara.

Il Santo Padre coll’Oracolo della sua viva voce si degnò rispondere affer-mativamente, derogando perciò a qualsivoglia condizione contenuta nelletestamentarie disposizioni, permettendo che le monacande in discorso potesse-ro percepire li sopra enunciati sussidi dotali quantunque non vivano inClausura, né le stesse rimangano costantemente in Ferrara ma a seconda delproprio Istituto vanno soggette a essere cambiate, e sostituite dalle altre nel-l’esercizio delli importanti loro uffici. Tale benigna deroga il S. Padre, concessonella pienezza del suo potere in vista dei grandi servigi che le lodate Suore pre-stano alla società, e specialmente alla Classe povera delle popolazioni.

L. Card. Vannicelli . arciv.

Ill.ma Presidenza del Pio Luogo Esposti in Ferrara

Documento di 2 facciateCopia, APSdCF

1 Grazie ad una disposizione testamentaria del fu Giorgio Buosi, datata 9 Aprile 1706, “otto Zitelleche amino monacarsi e sette disposte ad abbracciare lo stato matrimoniale” potevano annualmen-te concorrere per ottenere un sussidio dotale. Questi i requisiti richiesti: “1- Le Zitelle debbono esse-re nate, battezzate ed allevate in Ferrara da onesti genitori. 2- Debbono essere povere. 3- Debbonoavere frequentate le Scuole della Dottrina Cristiana. 4- Debbono avere compita l’età di anni 18. 5-Non dovranno avere servito in Casa di Cavalieri”. E’ evidente che nel 1853 qualche novizia delleSuore della Carità presentava i suddetti requisiti di cui suor Rosalie, con l’appoggio dell’arcivesco-vo, intendeva valersi. Cfr. Notificazione del Card. Vannicelli Arcivescovo, Ferrara 12 novembre 1850;in ACF, Atti di Curia, 1260).

APPENDICE N. 4 589

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590 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/4.23/Mons. Francesco Emilio Cugini a suor Rosalie Thouret,

Modena 2 aprile 1853

FRANCESCO EMILIO CUGINIPATRIZIO DI REGGIO

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo licenza alla molto R.da Madre Superiora Provinciale delleFiglie della Carità di questa Città di ammettere alla Professione Religiosa delSuo Santo Istituto le tre Novizie Suor Dossitea Berthet, Suor Leontina Trenca,Suor Ambrosina Chambon, che hanno già compito il quinquennio di loroNoviziato e deleghiamo il Nostro Vicario Generale Canonico GaetanoMontagnani a ricevere in vece nostra la professione medesima.

Registrato il presente nella Nostra Cancelleria sarà trasmesso alla sullo-data Madre Superiora, che lo conserverà nel suo Archivio da valere in aprile.

Dato in Modena dal Nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile questo gior-no 2 aprile 1853.

Ind. Romana XI

Francesco Emilio VescovoD. Silvestri Cancelliere V.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.24/Mons. Francesco Emilio Cugini a suor Rosalie Thouret,

Modena 15 luglio 1853

FRANCESCO EMILIO CUGINIPATRIZIO DI REGGIO E DI MODENA

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIO

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DELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IX

ED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Concediamo licenza alla Molto Reverenda Suor Rosalia ThouretProvinciale delle Figlie della Carità d’ammettere alla Vestizione dell’Abito delsuo Istituto le sei Novizie 1° Eleonora Imperatori 2° Francesca Venturini 3°Catterina Zanze 4° Anna Garet 5° Delfina Tipiéve 6° Delfina Rausis.

E deleghiamo per l’assistenza alla Vestizione suddetta l’Ill.mo Ecc.Mons. Vicario Generale Canonico Dr. D. Gaetano Montagnani.

Registrato il presente in questa Curia Vescovile sarà trasmesso alla sul-lodata Madre Provinciale la quale dovrà conservarlo presso l’Archivio di code-sta casa Religiosa come costì in ogni caso.

In fedeDato in Modena dal Palazzo e Cancelleria Vescovile questo giorno 15

luglio 1853Ind. Rom. XI

Francesco Emilio VescovoD. Silvestri Cancelliere V.le

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

/4.25/Decreto di Papa Pio IX, Roma 27 agosto 1853

(versione in lingua italiana)

PIO PAPA IXPer memoria del tempo avvenire

La cristiana carità tutto quanto abbracciando l’uman genere fa spezial-mente oggetto delle sue sollecitudini coloro, i quali dalle infermità non menoche dalla penuria delle cose bisognevoli fossero travagliati.

Quindi per accogliere questa misera gente edificati furono stabilimen-ti, dove essa dai mali che l’affliggono, può trovar ristoro e guarigione.

Tra siffatti monumenti della pietà cristiana distinguesi senza dubbio ilRomano Stabilimento di S. Spirito in Sassia, ne’ cui vasti edifici esiste un ospizio

APPENDICE N. 4 591

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592 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

per le donne da incerto genitore, un Brefotrofio per allevare i trovatelli, e daultimo un Manicomio per curare i dementi.

I Romani Pontefici nostri Predecessori, dalla cui beneficenza tanteopere di cristiana carità furono erette ed ampliate, posero mente a stabilire inS. Spirito i Canonici Regolari dell’Ordine di S. Agostino per prestar opera assi-dua agli ammalati, e per condurre altri uffizi.

Noi però non trovandoli sufficienti a compiere, gl’incarichi loro affida-ti, poiché ridotti erano a scarso numero, nel loro lungo surrogammo la religio-sa famiglia de’ Chierici Regolari Ministri degli Infermi. i quali nondimeno perbreve tempo rimasero al governo dell’Ospedale, perocché ragioni particolari,gl’indussero pochi anni dopo a rinunziare tutti gli ufizii.

Or tra le cure dell’Apostolico nostro Ministero essendo Noi sollecitidelle opere salutari della pietà cristiana, nell’anno 1849 ad intendimento diordinare e consolidare le cose appartenenti all’Ospedale e Pio Stabilimento diS. Spirito in Sassia istituimmo un’Apostolica Visitazione, che curò di richiamarecolà le Suore della Carità, già sotto Gregorio XVI nostro Predecessore nell’anno1844 preposte da’ Cardinali Apostolici Visitatori alla Casa delle Proiette, eposcia nell’ultimo sconvolgimento dello Stato cacciatene.

Furon poi alle stesse religiose Suore dapprima consegnate le cosi detteofficine, e novellamente affidata la cura del mentovato ospizio delle Proiette.

Avendo esse dato prove di esimia alacrità e diligenza nell’esecuzione ditutte le loro incombenze, per tal motivo la stessa Apostolica Visitazione pensòd’affidare loro eziandio il Brefotrofio e il Manicomio, nulla tornando tantoutile, quanto a tali opere di pietà deputar persone religiose, che dallo spirito dicarità siano guidate.

Ma fu mestieri aumentarne il numero per adempiere i novelli ufizii, eperché sarebbe riuscito molesto e dispendioso chiamar frequentemente daaltre città Suore del detto Istituto, per averne il numero necessario, fu perciòdeliberato di erigere una Casa di Noviziato nel circuito degli edifici di S. Spiritoin Sassia, acciocché la stessa religiosa famiglia vi avesse più stabile permanenza.

Fu quindi incominciata una convenzione tra il Presidente della SacraVisita, e la diletta figlia S.C. Rosalia Thouret del medesimo Istituto delle Suoredella Carità preposta al governo della provincia, nella qual convenzione si trat-tò e si decise intorno agli uffizii, il cui adempimento appartengasi alle Suore,del loro numero, dello stipendio da pagarsi loro ogni mese, e della suppelletti-le, che esser doveva alle medesime somministrata a spese dell’Ospedale, da ulti-mo della casa di noviziato da aprirsi, affinché in cotal guisa il religioso Istitutoivi cresca ed acquisti vigore.

Fu poi questa convenzione ratificata dalla diletta figlia in S.C.Genoveffa Boucon Superiora Generale dello stesso religioso Sodalizio.

Debbono pertanto le predette religiose Suore secondo gl’incarichi loro

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addossati aver cura di tutte e singole le officine, prestar solerte assistenza, sic-come descrivono le regole del loro Istituto. a tutti e singoli gl’infermi, che sianonell’Ospedale ricevuti, oltre a ciò prender cura sì del Brefotrofio, sì dell’Ospiziodelle Proiette, ed anche del Manicomio.

Or perché queste cose tutte maggior forza e vigore acquistinodall’Apostolica Autorità Noi fummo richiesti di volerle tutte convalidare con lanostra Apostolica Autorità.

Noi dunque volendo usare particolare beneficenza con tutte e singolele persone, alle quali la presente lettera favorisce, ed assolvendole, e assolutegiudicandole da ogni scommunica ed interdetto, e da altre ecclesiastiche censu-re, sentenze e pene in qualunque modo, o per qualunque causa pronunziate,se per avventura incorso ne abbiano alcune solo a cagione del fatto presente,approviamo con l’Autorità nostra Apostolica, e col tenore della presente lette-ra lo stabilimento delle religiose Suore della Carità tanto nell’Ospedale di S.Spirito in Sassia quanto nell’Ospizio delle Proiette, nel Brefotrofio, e nelManicomio, come pure tutti e singoli gli uffizii alle medesime addossati, e simil-mente con la detta Autorità nostra ratifichiamo e confermiamo la summento-vata convenzione, il cui tenore vogliamo che abbiasi qui per espresso.

Siccome poi per le leggi del medesimo Istituto le anzidette Suore dellaCarità debbono dipendere dagli Ordinarii de’ luoghi rispettivi, così per serbareinviolata cosiffatta legge vogliamo e comandiamo, che le mentovate Suore, lequali sono occupate e dimorano nell’Ospedale di S. Spirito, siano, e si tenganodel tutto soggette al Cardinale Nostro Vicario in Roma nelle cose spirituali inol-tre essendo la città di Napoli più prossima a Roma, che quella di Modena, pertal ragione la Casa delle Suore della Carità o che siano già stabilite in questaMetropoli, o che in avvenire vi si stabiliranno, dalla provincia di Modena lesepariamo, ed alla Provincia di Napoli le aggreghiamo, fino a tanto che non sistabilisca altrimenti dall’Autorità nostra e da quella dell‘Apostolica Sede.

E poiché a’ Canonici Regolari, i quali, come di sopra si è detto, cessaro-no di ogni cura dell’Ospedale, assegnammo uno stipendio mensile durante laloro vita, perciò trapassando essi, o essendo altrimenti provveduti, vogliamo ecomandiamo che la medesima somma venga impiegata nell’aumentare ilnumero delle religiose Suore almeno fino a 40, per modo però che a cadaunasuora si paghi l’annua somma fissata nella convenzione.

Del rimanente esortiamo nel Signore le predette religiose Suore checon solerzia ed alacrità compiano tutti e singoli gli uffizii, che loro furono affi-dati, e per niuna maniera di fatiche si lascino distornare dal praticare versogl’Infermi tutti i doveri della cristiana carità, né si prestino solamente nelle cosetendenti ad alleviare i mali del corpo, ma ancora con la menzione opportuna-mente introdotta delle cose eterne allettino gl’infermi medesimi a rimarginarele ferite dell’anima col soccorso de’ Sacramenti.

APPENDICE N. 4 593

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594 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ma non dubitiamo che le sopradette religiose a’ nostri desiderii deltutto corrisponderanno, mentre ce ne assicurano i luminosi esempi di carità. chehan dato in altri Ospedali dell’Italia, ce ne assicura la nobile brama, onde sonoaccese, di emulare l’Eroe celebratissimo per santità Vincenzo de’ Paoli, nella cuifede e patrocinio è posto il religioso loro Istituto.

Ordiniamo finalmente che la presente lettera abbia e sia per avere fer-mezza, validità ed efficacia, e che sortisca ed ottenga i suoi pieni ed interi effet-ti, suffraghi in ogni tempo alle persone, alle quali spetta, e così sopra le cosepremesse debba giudicarsi, e decidersi da tutti i Sindaci Ordinarii e dagli UditoriDelegati delle cause del Palazzo Apostolico, e sia nullo e vano ciò che contro lecose anzidette alcuno si attenterà di fare con qualsivoglia autorità scientemen-te o per ignoranza.

Non ostanti la regola Nostra e della Cancelleria Apostolica di nontogliere il dritto acquistato, anche il giuramento della legge di fondazione delsuaccennato Ospedale, la conferma Apostolica, o qualunque altra validità, i rei-terati Statuti, le Consuetudini, le altre Apostoliche Costituzioni ed Ordini, equalsivoglia altra cosa contraria.

Dato in Roma in S. Maria Maggiore col suggello dell’anello delPescatore il di 23. Agosto 1853 l’anno 8 del Nostro Pontificato.

Per il Signore Cardinale LambruschiniGio Bat. Castellani Cancelliere Sostituto

Documento di 8 facciateMinuta, AGSdC

/4.26/Mons. Francesco Emilio Cugini a suor Rosalie Thouret,

Modena 23 ottobre 1853

FRANCESCO EMILIO CUGINIPATRIZIO DI REGGIO E DI MODENA

PER LA GRAZIA DI DIO E DELLA S. SEDE APOSTOLICAVESCOVO DI MODENA

ABBATE PERPETUO COMMENDATARIODELL’AUGUSTA ABBAZIA DI S. SILVESTRO DI NONANTOLA NULLIUS ETC.

PRELATO DOMESTICO DI N.S. PAPA PIO IXED ASSISTENTE AL SOLIO PONTIFICIO

Vista la domanda fattaci dalla Molto Rev.da Madre SuperioraProvinciale delle figlie della Carità in questa Città che si conserva nel Reg.o G.le

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N. 4286/48: convinti dell’esposto nella dimanda istessa, permettiamo che venga-no ammesse alla Professione Religiosa le Novizie Felicita Iacquier - TeodoraBlanc - Michelina Pizzigati; ed alla Vestizione dell’abito dell’Istituto le ViglielmaPalmieri - Margherita Fassone - Dina Novi e - Carolina Uttingher.

A tale effetto deleghiamo il Nostro Mons. Vic. G.le Dottore D. GaetanoMontagnani a ricevere la Professione e ad assistere alla Vestizione sullodate inNostra vece.

Il presente, dopocché sarà stato registrato nella Nostra Curia verrà tra-smesso alla sullodata Madre Superiora che lo conserverà nel suo Archivio davalere in ogni caso.

In fedeDato in Modena dal Nostro Palazzo e Cancelleria Vescovile in questo

giorno 23 ottobre 1853Ind. Romana XI

Francesco Emilio VescovoD. Luigi Zanapi Vicecancelliere

Lettera di una facciataOriginale autografo, in APSdCF

APPENDICE N. 4 595

Page 598: Vita religiosa, carità ed educazione nell’Italia dell’Ottocento. Rosalie Thouret e la fondazione della Provincia modenese delle Suore della Carità (1834-1853)
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APPENDICE N. 5 597

Documenti particolari

Si collocano in questa breve sezione tre documenti ritenuti particolar-mente utili ad integrare e a completare le informazioni fin qui acquisite. Sonoanzitutto due lettere di Mère Génevieve Boucon, Superiora Generale, che purnon essendo indirizzate a suor Rosalie Thouret, offrono non pochi elementichiarificatori sugli eccellenti rapporti intercorsi tra le due religiose. Nella prima,datata 1847, rivolgendosi a mons. Stella, molto vicino a Pio IX, la SuperioraGenerale delle Suore della Carità presenta in forma inequivocabile il ruolo fon-damentale svolto da suor Rosalie Thouret per la diffusione ed il consolidamen-to in Italia del “non molto antico Istituto”. Il fatto, poi, che in una relazionetutto sommato ufficiale abbondino espressioni affettuose e di incondizionatastima nei riguardi della Superiora Provinciale di Modena, se da un lato faaumentare il rammarico per il mancato reperimento di ogni diretto riscontroepistolare, dall’altro autorizza ampiamente a supporre in quali termini MèreBoucon di volta in volta abbia potuto rivolgersi alla sua “carissima e sempreamata” suor Rosalie. Ulteriore conferma in merito si può scorgere nel secondodocumento qui riportato, ossia la lettera inviata dalla Mère Boucon allaSuperiora Provinciale di Vercelli del 29 dicembre 1853, nella quale “con il cuoreimmerso in una tristezza somma” le dà notizia della morte di suor RosalieThouret. Quanto all’ultimo testo di seguito pubblicato, ci si limita a dire cheesso riproduce l’intenso e documentato necrologio di suor Rosalie Thouret datoalle stampe, all’indomani della sua morte, da don Cesare Galvani.

Appendice n. 5

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598 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

/5.1/Mère Génevieve Boucon a mons. Luigi Stella, Napoli 15 aprile 1847

Dio solo!Napoli, 15 Aprile 1847

Ecc.mo Rev.mo Monsignore

Vengo adesso se mel permette, a darle un qualche riscontro sulle lette-re che con tanta ingenua bontà si è degnato accludermi, del qual tratto cordia-le io me le protesto estremamente grata e riconoscentissima, e prima di scen-dere al particolare contenuto di quelle mi occorre darle per mia semplice sod-disfazione, un cenno quanto più brevemente il potrò sull’origine che ebbero ladivisione delle Province nel nostro non molto antico Istituto; persuasa che labontà di V.E.R. tanto a me cognita saprà perdonarmi, se in questa volta venissiad abusarmi di essa per sottometterle una relazione che credo necessaria all’uo-po.

Nel 1823, la nostra Fondatrice Madama Suor Antida Thouret, ritornatadalla Francia, ove era stata a presentare alle sue prime Figlie di Besançon ilLibro delle Sante nostre Regole allora approvato da Pio VII e da quelle nonvoluto accettare per alcune riforme fatte da quel Santo Padre a riguardo diSuperiori, aveva già fondato in Savoia tre Stabilimenti ch’Essa stessa da quigovernava con la corrispondenza letteraria con una Suora colà lasciata comeSuperiora locale.

Passata quindi a miglior vita la detta Fondatrice nel 1826, ed il Signoreavendo sparse per le preghiere di lei le Sue benedizioni sulla nascenteComunità, il Governo Sardo moltiplicava le domande per istabilire le nostreSorelle in molte città della Savoia, a cui bisognava necessariamente aderire; sinche vedendo noi che, sia per la distanza dei luoghi sia per l’abbondanza delleOpere, ci diveniva impossibile soddisfare alle occorrenze di quel ramodell’Istituto, nominammo la nostra Suor Vittoria Bartholemot, che trovavasi giàlasciata dalla Fondatrice come Superiora locale, la nominammo Provincialedella Savoia e l’autorizzammo a fondare un Noviziato con licenza di quelGoverno affinché potesse provvedersi di soggetti bastevoli a proporzione delbisogno; ed è la medesima che vi è tuttora e sotto di cui quei Stabilimenti sisono aumentati a poco a poco al numero di posto al Provincialato del Piemonte.

Già dal tempo della nominata Fondatrice vi si erano fondati dueStabilimenti: dopo però la morte della medesima, nel 1829, quello stessoGoverno ci fe la richiesta di una colonia di Suore di questa Casa principale , perdilatarne i Stabilimenti in varie città ove noi le spedimmo in compagnia d’ unapiù anziana Suora chiamata Suor Cecilia Guinard, una di quelle venute di

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Francia in Napoli per la fondazione di questa Casa principale.Essendosi quindi il Signore degnato di benedire questa semenza nella

Provincia del Piemonte e che i Stabilimenti vi si aumentavano notabilmente vinominammo per Superiora Provinciale la stessa Suor Cecilia Guinard che vi stavaper superiora locale, autorizzandola egualmente che l’altra a fondare con licen-za del Governo un Noviziato per avere soggetti pronti e sufficienti a propaga-re l’opera di Dio e la medesima Suora è stata alla testa di quel Governo con sod-disfazione ed ammirazione generale fino all’anno scorso 1846 avendola ilSignore chiamata a sé nel mese di agosto dello stesso anno, per darle senzadubbio la corona eterna per le pene e molte fatiche sostenute per la di Lui glo-ria, nella fondazione e governo di 54 Stabilimenti.

In conseguenza di questa perdita dovendo noi seriamente pensare chimeglio poteva occupare la vacata piazza, dopo aver fatte preghiere al Signoree chiestogli aiuti e lumi decidemmo unanimemente col Consiglio, che per lamoltiplicità delle case del Piemonte, e per lo stato in cui si trovavano le cose,niun altro che la nostra carissima Suor Rosalia Thouret potesse molto bene sup-plire alla defunta in qualità di Provinciale.

Essendosi quindi giusto in quel tempo portata in Roma per condurvialtre Suore, la nominata Suor Rosalia, venne a visitarci in questa Casa di Napoli;e si fu allora che accettò in presenza del nostro Consiglio, abbenchè non senzaqualche difficoltà la novella carica di Provinciale del Piemonte. E di fatti parti-tasi da qui dopo esser passata per Roma, credo per domandare la benedizioneal Santo Padre, si portò in Piemonte ove fu accolta con piacere, e plauso gene-rale di tutti quei stabilimenti a cui noi già l’avevamo annunciata con una circo-lare, perché era vera nostra intenzione di lasciarvela stabilita.

Avendo però poco dopo ricevute varie lettere sia da S. Altezza realel’Arciduca di Modena, sia da vari Eminentissimi Vescovi, e sia dall’E.mo SignorCavalier Galvani il quale mi riferiva ed il dispiacere dell’ Arciduca ed il pericoloche vi era per la dotazione delle Suore, non assicurata con Decreto reale, noisubito desistemmo dalla presa determinazione, e loro assicurai che l’assenza diSuor Rosalia non sarebbe stata che per due al più tre mesi, e la sarebbe bentosto ritornata in Modena ove avrebbe fermata la sua residenza come prima;meno però che avrebbe solo ritenuto l’incarico di fare due volte l’anno un gironel Piemonte ritenendo ancora la nomina di Provinciale Generale; e ciò pureperché essendo stata allora riconosciuta per tale da tutti quei stabilimentiavrebbe fatto un non buono effetto il sentirlo dimesso dopo si breve spazio:intanto avevamo colà anche nominata una Superiora Locale principale nellaCasa del Noviziato ed un’ altra Superiora visitante generale di tutti i stabilimen-ti del Piemonte stesso; ingiungendo a queste due che avendo delle cose straor-dinarie e difficili a decidere avessero riferito o a noi o alla medesima SuorRosalia.

APPENDICE N. 5 599

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600 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Ecco Rev.mo Monsignore, come ho agito in questa circostanza né mipare esserci quell’ostinazione di cui mi caratterizzano quei Signori, mentre alleprime loro rappresentazioni, si è loro ceduto quanto più e meglio si poteva.

Ma mi permetta qui confessarle ingenuamente che tuttoché io sia per-suasa che questi Ecce.mi personaggi di cui si è compiaciuta accludermi le lette-re, abbiano le intenzione purissime e santissime di zelare la gloria di Dio e ilbene di questo Istituto, sembra però dalle loro operazioni che non abbiamoaffatto a cuore il bene generale del medesimo; ma bensì di quel solo picciolramo che loro appartiene. Dicono pure che debbo specchiarmi nella Regola deiGesuiti, ma io Rev.mo Monsignore, loro domando scusa perché non in quelledei Gesuiti, che per altro venero e rispetto, ma in quella del nostro Santo PadreVincenzo de’ Paoli che ho abbracciata, credo dovermi specchiare e farmi norma.Ché se ho da rimproverare me stessa l’è senza dubbio per non avere in mecopiate le virtù di questo santo Padre e non per non avere imitato i ReverendiGesuiti; la nostra Regola non prescrivendo affatto questa divisione delleProvince né a 12 né ad altro numero di case, ed essendosi i Stabilimenti aumen-tati poco a poco ho continuato sempre una stessa Provinciale a provvedere tutticon le Superiore locali.

Veniamo adesso alla piccola Provincia Modenese. Si fu nel 1833 cheFrancesco IV l’Arciduca defunto di Modena, ci diresse la domanda per avere unapiccola colonia di Suore da stabilirle nei suoi domini per l’assistenza degli infer-mi, cominciando ad istallarle nel suo grande Ospedale di Cronici. Lì dunque noile inviammo, accompagnate dalla Rev.da Cara Suor Rosalia che vi rimase comeSuperiora locale. Volendo in seguito quell’ottimo Principe aumentare iStabilimenti delle sue Suore, e non riuscendo a noi facile il fornirle da qui, fuautorizzata la detta Rev.da Suor Rosalia di fondare colà un altro Noviziato, e vifu da noi nominata Provinciale. I stabilimenti dunque fondati da quell’epoca,nel Modenese, sono quelli dello Stato Pontificio diretti dalla medesima Sr.Rosalia, sono 17. Dal che ben può V.E.R. ponderare e il Piemonte che ne conta55 sia in maggiore, o minore bisogno di Modena, ove benissimo avrebbe potu-to supplire una Suora di minor polso, non trattandosi che di un numero ristret-to in proporzione dell’altro.

Per quanto ai Stabilimenti che tengo sotto la nostra immediata direzio-ne essi sono 6 nello Stato pontificio, e 23 nella provincia e regno di Napoli, pelgoverno dei quali mi corrispondo di continuo con le rispettive Superiori locali.

Eccole Rev.mo Monsignore un picciol prospetto dell’Istituto. Io nel 1845rinnovai al defunto S.Padre Gregorio XVI° uno stato in dettaglio di tutti iStabilimenti dell’Istituto, ciascuno con l’oggetto ed epoca di sua fondazione colN° delle suore in essi istallate, e con questo una lettera in cui gli sommettevapure in dettaglio lo stato del medesimo Istituto, tanto riguardante l’interno chel’esterno di esso.

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Fin qui Rev.mo Monsignore ho cercato sempre per quanto le mie pove-re forze me l’han concesso, di adoprarmi al bene spirituale e temporale di que-sto stesso Istituto alla testa del quale, per volere SS. di Dio mi trovo da 28 anni;otto nel tempo della Fondatrice vivente; e 21 da che Essa passò all’eternità,dopo avermi lasciato per bocca del suo Confessore il comando di succederlenella carica che poi ho dovuto finora continuare per reiterate obbedienze e confirme della S. Sede. Ora, Rev.mo Monsignore, l’assicuro col cuore in questofoglio, che non ho altra ambizione che quella sola di essere sciolta da ogni lega-me per vedermi unicamente unita con Cristo.

Perciò le chiedo in grazia di presentare al Vicario di G. C. la mia volon-tà e la mia pesantissima carica, spogliandomi in questo momento dell’una e del-l’altra, onde, come le deposi a’ pie’ di Gregorio XVI , deporle a’ piedi Suoi men-tre in ispirito mi prostro a baciarli con intima venerazione da parte mia e ditutte queste sue Figlie.

Oh quanto mi stimerò fortunata se Egli si degnerà accettarle conl’omaggio ed il voto della mia ubbidienza!

Intanto protesto a lei Rev.mo Monsignore, che non vorrei né vogliomuovere un passo senza il pieno beneplacito di Esso, nostro S. Padre, e che dallabontà somma di V.E.R. spero conoscere; chiedendoglielo come singolare favoree specialissima grazia, quanto prima lo crederà opportuno; stando io qui prepa-rata alla prontissima esecuzione di qualunque oracolo voglia su di me e su ditutta questa Comunità pronunziare il Vicario di Cristo.

Pregandola di ricevere l’attestato di profondo rispetto, e di alta ricono-scenza con cui le bacio il sacro anello mi onoro di essere

Di V.E.R.

Lettera di 7 facciateMinuta, in AGSdC

/5.2/Mère Génevieve Boucon a suor Melania Mantelli1,

Napoli 29 dicembre 1853

Dio Solo!Napoli, 29 Dicembre 1853

Mia carissima Figlia in C.sto Melania

Ti ricambio centuplicati e centuplicati gli auguri felici che mi reca lavostra affezionatissima del 14 di questo cadente; ma nel momento che il mio

APPENDICE N. 5 601

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602 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

cuore vi pronunzia le felicitazioni del tempo attuale, egli è immerso in una tri-stezza somma, ed il dolore lo circonda per ogni dove!!...

Non so se fosse a voi giunta la triste notizia della nostra carissima e sem-pre amata Suor Rosalia Thouret di Modena: ah, son già cinque giorni, che noiqui abbiamo ricevuto questo colpo inaspettato! Una malattia di sette giorni,una pneumonite acuta, che ha resistito a tutta la forza, ed a tutti i mezzi del-l’arte, ce l’ha rapita la sera del 17 di questo mese, mentre si stava da per tuttosupplicando il Signore per la sua ricuperazione. Immaginate figlie mie carissi-me, immaginate meglio di quel che io potessi dipingervelo lo stato mio, e perla dolorosissima perdita, e per tutte le conseguenze che la seguono!. Perciò rac-comandatemi assai al Signore, onde mi regga sotto il peso di tante croci diver-se, e di tante amare tribolazioni.

Cominciate subito a suffragare la cara Defunta, la quale contava sola-mente anni 58 e mesi, di vita; di vocazione poi 45, farete pure le preghiere disuffragio per un’altra nostra Suora trapassata il 19 delle stesso mese inRavenna, si chiamava Suor Filomena Burty.

La annunzierete a tutti gli stabilimenti della nostra Provincia.Non vi dico nulla per Sua Ecc. Rev.ma perché gli ho scritto direttamen-

te con questa stessa posta.Per tutt’altro che mi dite nella vostra, resto intesa di ogni cosa, ed

approvo quanto fate col beneplacito di Sua Ecc. Rev.maSpero che la presente vi trovi bene tutte, per mio unico sollievo; io sto

mediamente, ed è miracolo della Divina Provvidenza.Addio, ricevete con Suor Clarice, e tutte le altre di codesta Casa, mille

abbracci e benedizioni che vi dà nel Signore

l’affezionatissima Vostra Madre in CristoSuor Genoveffa Boucon

D. S. Suor Vittoria ora sta bene, e vi saluta. Desidero che mi inviate l’elenco ditutti i vari stabilimenti perché dovremo presentarli al S. Padre. Ma per nontanto affaticarvi metterete semplicemente lo Stab.to col nome del luogo ove sitrova e il n. totale delle Suore che vi sono: ad esempio “In Vercelli vi è la casadi Noviziato, e vi sono n. 50 Suore”, quanto prima il potete.

Lettera di 2 facciateOriginale autografo, in AGSdC

1 Suor Melania Mantelli era la Superiora Provinciale di Vercelli.

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/5.3/ROSALIA THOURET

In questi giorni passati1 non eravi, può dirsi, persona alcuna nella nostracittà, la quale con vivo interessamento non chiedesse contezza di Suor RosaliaThouret, superiora provinciale delle Figlie della Carità sotto la protezione di S.Vincenzo di Paoli, inferma di acuta pneumonite che metteva in pericolo la di leivita. Ne chiedevano i poveri che per lunghi anni la conobbero per 1’ amica loro;ne chiedevano le agiate famiglie, molte delle quali le avean fidata l’educazio-ne delle loro figlie; ne chiedevano i primarj nelle magistrature e nelle caricheche ricordavano con quali concordi maniere avesse seco loro trattato pel benedegl’ infermi, de’ cronici, de’ dementi; ne chiedevano le molte religioseComunità colle quali avea sempre mantenute le più amorevoli relazioni disorella; ne chiedeva, collo zelantissimo Vescovo il Clero uso a trovare in lei unautilissima cooperatrice in ogni opera di salute, delle anime; ne chiedeva infine1’esemplarissima Famiglia Reale, che avendo in essa sperimentato sempre lamigliore esecutrice de’ suoi caritatevoli disegni, ne ricambiava le virtù e i talen-ti con incessanti prove di benignissimo affetto e di vera estimazione. Ed oggitutti compiangono come grave perdita la morte di lei, avvenuta la sera del 17corrente nel settimo giorno della malattia, e nel sessantesimo anno di vita, edaugurano a quella generosa donna (che fu veramente un raro complesso diqualità, le quali sarebbero rare anche se disgiunte) quelle eterne retribuzioniche sono le sole ambite dalle Figlie di S. Vincenzo. Così la virtù verace unisce inun solo sentimento una intera popolazione che si duole come di proprio dannoper la mancanza di una Religiosa straniera, che in quasi 20 anni di pietosi ufficjera divenuta per ciascuno una cara concittadina.

Quando la grand’anima di Francesco IV volle nel 1834 affidare1’Ospitale e la casa di Ricovero delle donne di Modena alle cure della religiosaCarità, si rivolse in Napoli alla reverenda Superiora generale Suor GenoveffaBoucon, la quale prevedendo le importanti conseguenze di questa nuova fon-dazione, non seppe a chi meglio affidarla che alla propria assistente SuorRosalia, nipote a quella Suor Giovanna-Antida Thouret fondatrice di loro reli-giosa famiglia in Francia (ove furono dette le Suore grigie), e prima a traspor-tare sì benefica pianta in Italia. Né Suor Rosalia avea solamente seguita la zianell’istituto e ne’ viaggi, ma giovine affatto seco dimorò in Roma per tutto queltempo, e fu di circa due anni, in cui la benedetta memoria di Pio VII fece daapposita Congregazione di Cardinali esaminare le regole della nuovaCongregazione, indi con pontificio Breve pubblicarle in Roma nelle due lingued’Italia e di Francia. È fama che allora la maggior parte dei necessarj lavori edelle corrispondenze fosse sostenuta da Suor Rosalia: certo è che il venerabilePio la distinse con somma clemenza, regalandola anche di prezioso sacro ricor-

APPENDICE N. 5 603

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604 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

do; clemenza continuatale in molte udienze e con molte prove da’ suoiSuccessori, e specialmente da Gregorio XVI, e dal felicemente regnante Pio IX,non che da gran numero di eminentissimi Cardinali, e di Vescovi, che seco avea-no frequente carteggio.

Non appena Francesco IV s’avvide di quel suo senno ch’egli chiamavavirile, conobbe quale ottima ministra sarebbe stata de’ suoi piani di estesa omigliorata carità. Perciò, non badando a dispendj, eresse una Casa di Noviziatoin Modena onde aver pronti e formati i soggetti per le nuove fondazioni dafarsi nello Stato, e a beneficio ancora degli esteri. Nel bel giorno dellaConcezione Immacolata di Maria SS. dell’ anno 1837, Suor Rosalia aperse ilNoviziato, e la misericordia di Dio coronò sì bene le di lei cure, che negli anniseguenti uscirono di qui a più che un centinajo le nuove sue Figlie per diffon-dersi nelle seguenti città, formando così una fiorentissima provincia, tuttadovuta alle materne cure della defunta, e alla splendida beneficenza dei nostriDuchi. Ne daremo qui il semplice elenco per ordine cronologico. Ravenna,Ospitale civile e cronico per nomini e donne e poi militari. Reggio,Conservatorio delle orfane mendicanti. Ravenna, Orfanotrofio e scuole, tantoper le fanciulle civili che per le povere. Modena, Scuola per le Signorine.Ferrara, Reclusorio delle Penitenti a S. Maria della Consolazione. Ivi, Conserva-torio delle Pericolanti a Sant’ Apollinare. Cesena, Orfanatrofio. Bologna, Scuoladella Provvidenza alle povere. Roma, Conservatorio delle Esposte al venerabileArciospitale di Santo Spirito in Sassia. Reggio, Ospitale civile e cronico delledonne. Ferrara, Conservatorio di Santa Giustina. Ivi, Arciospitale di S. Anna. Ivi,Orfanotrofio di S. Giovanni. Roma, Rifugio delle Penitenti. Pesaro,Orfanotrofio. lvi, Ospitale degli uomini e delle, donne, e Manicomio. Cesena,Scuola di fanciulle civili. Ravenna, Educandato di Signorine. Roma, Manicomio.Modena, Ospitale degli uomini. Ravenna, Asili dell’ infanzia. Faenza, Ospitalecivile e cronico per uomini, donne e militari. Modena, Casa di ricovero per gliuomini, e Casa di Dio.

Il numero degli Stabilimenti assunti in soli 16 anni dacché Suor Rosaliacreò il Noviziato, la varietà dei ministeri a cui le buone Suore vi si prestano, masoprattutto la egregia riuscita giustificata eziandio dalle molte ulteriori doman-de di nuove fondazioni compendiano a parer mio 1’ elogio più invidiabile di leiche le ebbe tutte a figliuole. Ed oh che esse ben 1’ebbero tutte in conto più chedi madre! Chi la vide viva in mezzo alla loro schiera; chi ha veduto dopo lamorte sua quelle desolate che orfane de’ suoi esempi non si consolano che dellasperanza di ricongiungersele in Cielo, donde esse sono certe che continui aguardarle e proteggerle; chi vide ciò, può solo giudicare dell’ intensità e dellareciprocanza di sì santi e teneri affetti. Quegli che scrive queste linee ne fu testi-monio da lunghi anni, e ne porterà eterna l’ edificante rimembranza; ed egli sache le Figlie della Carità si propongono di perpetuarne le buone opere fra noi,

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conservando la eredità de’ suoi insegnamenti affine di glorificar Dio in terraestendendone il regno, e di salire un giorno a farlo corona là ove essa le aspet-ta. Così proveranno esse eziandio la viva gratitudine che sentono verso questacittà, loro seconda patria, che si è accomunata al loro troppo giusto dolore;verso il Sovrano che loro continua la stessa protezione e le stesse elargizioni delPadre; e verso quella augusta Principessa che, non contenta di tante benigneattestazioni passate, ha voluto oggi stesso recarsi in mezzo a loro per consolar-le di sue pietoso parole, e di sue confortatrici promesse.

C.C.G.

Cesare Galvani

A stampa: in MRML, serie IV (1853-1854), f. 15.

1 L’ articolo fu pubblicato il 20 dicembre 1853.

APPENDICE N. 5 605

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INDICE DEI NOMI 607INDICE DEI NOMI 607

Adinolfi P., canonico, 26, 59, 68, 69, 70,75

Agnese, suora, 74Agosti G., vescovo, 11Agostino, santo, 41, 389Aldegonda Augusta Carlotta

Wittelsbach di Baviera, 165, 258Alfonsina, suora,182, 183, 208Alvarez Gomez J., 8Amante A., 94Amaranto Amalia, suora, 80Amat L., cardinale, 404Amelie, suora, 88, 99, 100, 102, 103,

104Amorth L., 258Angelini W., 172Angelino Emilia, suora, 470Angeloni A., vescovo, 63, 261, 260Angiolina, suora, 492Ansani Isolani L., 260, 293Anthelme, suora, 113Antonelli G., cardinale, 426, 427, 484Antonietta, suora, 204, 258Apollinare, santo, 46Arnold G., 8Arosio P., 23-24, 67, 250Ascenzi A., 3Avanzolini M.,11

Babini C., sacerdote, 65, 319, 322, 327-328, 333-334, 338

Bailetti A., 480

Baldini A., 32Baldoni A., 146Baldoni G.B., 146Ballestri C., 585Baracchini Matilde, suora, 307, 588Barat M.-S., 117Barbantini G., 172Barbara, suora, 83, 94Barbera di San Simone L., 464Barbieri A., 81Barbieri L., vescovo, 32, 60, 125-126Barignani V., 470Barnoud Lodovica, suora, 582Baroni Maria, suora, 429, 435-436Baroni P.G., 188Barrois Catherine, suora, 59, 71-72, 74-

75Bartholemot Victoire, suora, 87, 124,

140, 142, 598Baruffaldi A., 172Bassani A.I., 8Bassoli F., sacerdote, 488Bat D., 585Batajoli L., 587Batta Bonaccioni G., 165Battaillard A., 83Battaillard M., 83Battelli G., 188Bayard De Volo T., 80, 81, 94, 165, 258Beatrice, suora, 80-81, 232, 129, 257,

335Bedini G., vescovo, 43, 63-65, 276-277,

Indice dei nomi

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608 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

284-286, 291, 319-320, 415-416, 418,420, 423-424, 426-428, 434, 437,439, 444-445, 449, 451-453, 456-457,461

Bellettini C., 163Belluzzi L., 473Benfatti G., 99Benedetto G., vescovo, 276, 321Bennati C., 61, 182-184Bennicelli A., 64, 307-308Bentivoglio C., 60-61, 99, 103, 149, 152-

153, 168, 170, 178, 181, 189-190,382-383, 488, 503

Bentivoglio De Bianchi L., 408, 429, 431Berreur Clarisse, suora, 49Berreur Philippine, suora, 49Berselli A., 80, 188Berthet Dossitea, suora, 590Berthet M.G., 580Berti Pichat V., 408, 429, 431Bevilacqua C., 405Bezzi Victoire, suora, 219Bianchi N., 80Biguenette S., 67Biset Teresa, suora, 249, 252, 509, 511Blanc M., 580Blanc T., 595Bocca D., 585Boccaletti Rosa, suora, 582Boccolari G., 80Bona Castellotti M., 8Bonaparte Giuseppe, 23, 70Bonnard F., 20Boschetti T., 99, 103, 108, 119Bossoli Blandina, suora, 582Botti A., 389Botti G., 8Bottrigari N., 188, 404Boucon Géneviève, suora, 7-8, 17, 26-

27, 29-30, 32-33, 40, 42, 44, 47-48,50-54, 60-67, 75-76, 81, 84, 87, 90,94, 99, 101, 103, 105, 107, 110, 113,116, 118, 127, 130, 132, 134, 136,139-140, 145-146, 198-199, 203-206,242-244, 261, 270, 283, 300, 302,340-341, 361, 363-367, 470-471, 494,597, 603

Bourset F.C., 90Bouvard Elisabeth, suora, 59, 73-75

Bozzolini G., 480Brancati A.,11Bressan E., 8Brigitte, suora, 67Broccard L., sacerdote, 216Brunett Carolina, suora, 33, 98, 104,160Brunetti A., 309, 584Buosi G., 589Burchi P., 224Burnet Euphrasie, suora, 135Burty Filomena, suora, 602

Cadolini I., cardinale, 39, 45-46, 60-62,171-174, 176,177, 180, 182,184,193,196, 200, 202, 206-208, 211,213, 215-216, 219-220, 222, 227, 234,236, 239-241, 305, 401

Cagiano de Azevedo A.M., cardinale,471

Caillet C., 90Caillet G.F., 90Calderoni Saveria, suora, 52, 183, 232,

462, 468Calandi L., sacerdote, 204Caleffi A., vescovo, 30, 59, 80, 105, 109,

507, 572, 574Caletti A., vescovo, 110, 377, 571, 573Calhiat H., 67Campani S., 165Camuri L., sacerdore, 90,109, 131, 135,

352, 386, 389, 585, 587Can L., 404Canezza A., 198, 301Canova M.,11Capaci Alfonsina, suora, 209Cappelli S., sacerdote, 41, 187, 408Cappucci G., 66, 340, 346Caracciolo Giudice F.,136,Carlo Alberto di Savoia, 27, 114, 361Cartier Virginia, suora, 586Casalini G., 354Casoli A.,163Casoli P.B., 81, 90Cassoli I., 188Castellani G.B., 594Castelletti B.,8,Castiglioni Monti S., 260, 285, 293, 429,

431, 447, 449Castracane C., 198, 201

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Castracane degli Altelminelli I., vesco-vo, 44- 45, 48, 62, 223-224, 226, 228-229

Cataldo, santo, 316Cattani F., vescovo, 53, 384, 401-404Caula F., sacerdote, 59, 110, 368, 488,

572-573Cavalieri F., 401Cavani C., 585Cavazzuti G., 81Cayen Brigitte, suora, 59, 67-68Cecilia, suora, 86, 89-90, 113, 124, 133-

134, 303, 347, 362Celeste, suora, 141, 204, 247-248, 348Cella M.C., 3Chabod C.L., 97Chabod E., 97Chambon Ambrosina, suora, 590Chambon M., 580Chambrot Carolina, suora, 33, 136, 160,

198, 380, 382Chambrot Maria, suora, 160, 254, 588Chappat Agata, suora, 582Cheneval Antonietta, suora, 582Chevalley M., 580Chiappini L., 172Cioja L., vescovo, 463Clarice, suora, 602Clemente XIV, papa, 422Clevet Candida, suora, 586Clotilde, suora, 80, 340Colombo Maria Luisa, suora, 11Concetta, suora, 32, 234, 251, 292, 314Consalvi E., cardinale, 187Contri Marta, suora, 582Cornet Colomba, suora, 33, 104, 107,

125, 129-131, 212-213, 215-217Corsini Geltrude, suora, 582Cugini F.E., vescovo, 340, 342, 587-588,

590, 594

D’Angennes A.V.L., vescovo, 97, 361D’Angennes C.L., 97D’Azeglio M., 252De Bianchi L., 260De Bianchi Marsili A., 260, 408, 429,

431De Buoi L., 60-61, 63, 94, 148-149, 152-

153, 155-157, 162, 165-167, 181, 368,

370, 488-489, 496-497De Ferrari G., 457, 461De Giorgi F., 8De Gori N., 11Della Massa P., 64, 318De Martino A., 86Derovit Giulia, suora, 587Donini Rosa, suora, 431Dorotea, santa, 431, 456Drapier J., 83Duffet A., 23-24, 49, 67Dupraz Emanuelle, suora, 586

Elena, suora, 144, 493Eleonora, suora, 86, 90, 94, 124, 135,

138, 362Elisabeth, suora, 73Emilia, suora, 471

Fabbri G.,138, 353Fabriani S., 30, 129, 264, 266Fabrini G., 64, 309Facchini G.A., 276Facchini I., 276Facchini L., 581Falconieri C., cardinale, 36, 43-44, 53,

60, 62, 64, 138, 140, 142-143, 145,157-158, 209, 212-216,

226, 231, 237-239, 280, 297, 306, 314-315, 394-395, 401, 487

Fanti M.,11Fantini Elisabetta, suora, 587Fantini R., 187Fantoni Ippolita, suora, 582Fantoni Matilde, suora, 242-243Farina G.A., 8-9Farini G., 53Farini L.C., 252Fassone M., 595Faucon Fiorentina, suora, 582Faugiere Luigia, suora, 587Ferdinando di Borbone, 94, 494Ferrara Giuseppina, suora, 80Ferrari Catterina, suora, 587Ferrari L., vescovo, 53, 63-64, 264 , 266,

303, 342, 580-585Ferretti G., cardinale, 63,198, 201, 251-

252, 272, 469, 482Fiaschi A., 220

INDICE DEI NOMI 609

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610 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Fieschi A., cardinale, 478-479Folicaldi G.B., vescovo, 54, 65, 321-322,

339Folicaldi F., 63, 275Fornasieri C., 8Fornasini C., 423Forni P., 90, 165Fortunati Colomba, suora, 478Francesco IV d’Austria-Este, 36, 80, 90,

97, 165, 258Francesco V d’Austria-Este, 26, 80-81,

94, 103, 165, 258, 266, 342, 353,385-387, 403

Francesco Ferdinando d’Austria-Este,165

Franchini M. Albina, suora, 11Frassinetti P., 436

Gaddi P., 248Gallinari G.B., sacerdote, 75-76Gallucci A., 63, 264-265, 473, 477-478,

480-482Galvani C., sacerdote, 30, 50, 80-82, 84,

87, 92, 100-101, 103-105, 112, 119-120, 124, 135, 140, 156, 169, 177,211, 258, 317, 361, 365-366, 368, 370,375-377, 379, 488-489, 501, 503, 597,599, 605

Garcin C.J., 83Garet A., 591Garibaldi G., 277Garlandi L., 462Gasperini L., 587Gatti E., 110, 142Gavagnani Flavia, suora, 585Geminiano Ferdinando Francesco

d’Austria-Este,165, 257Generosa, suora, 142, 204Gentili F., 301Ghedini C., 324, 453-454, 460, 566Ghizzoni C., 187Giacobazzi L., 386, 389Giorgi P., 473, 476Giovanni F., 246, 495Giulia, suora, 308Giuliari C., 588Giuseppina, suora, 32, 493Giustiniani G., vescovo, 171-172Goldoni C., 389

Goretta Maurizia, suora, 249Gotheland Erminia, suora, 585Grassellini G., 338, 484-485Grassi C., 187Gravert L., 443Grazia N., 63, 264-265, 473, 478, 482Grech Francis, suora, 11Gregorio XVI, papa, 47, 81, 90,101, 116,

172, 198, 243, 252, 261, 305, 462,570-572, 574-575, 577-578, 600-601,604

Gruz Hélène, suora, 80, 103, 138, 368,488-489

Guala Bicchieri L., cardinale, 250Guiccioli I., 395, 399Guidelli C., 64-66, 317, 320, 329, 332,

334-335, 343-348, 355-356Guidelli G. M., vescovo, 317, 329, 334-

335, 343-346, 347-349Guidetti F., 418Guidi L., 8Guidotti A., 438, 450Guinard C., 50, 87, 134, 248, 598-599

Hélène, suora, 89, 97,112,137-138,142Heritier Onorina, suora, 582

Iacquier F., 595Imperatori Chiarina, suora, 587Imperatori E., 591Isolani C., 407

Josephine, suora, 89

Laehoux E., 83Lambruschini L., cardinale, 594Langlois Cl., 8Lante M.,144Lanzarini Perpetua, suora, 588Laplace Ottavia, suora, 585Lazzari Leonilda, suora, 478, 582Lazzarini F., 172, 175Leandri Giovanna, suora, 223Lecoz Cl., 59, 66-67Leone XIII, papa, 145, 197Leopardi M., 81Ligier M., 20Liverani A., sacerdote, 354Loli Palazzini M., 3

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Lombardi Rossi Marsigli L., 187Lotti L., 44, 226Luigi I di Baviera, 165

Macchi V., sacerdote, 198, 201, 280Maggiore M.,594,Magnani Brigida, suora, 582Magnani Guidotti F., 437-439Magnien M. Hélène, suora, 11Magrini A., vescovo, 62-63, 225-226,

230-232, 234, 250, 258Malmusi G., 53, 387-388Mamiani Della Rovere G., 49, 62-63,

245-246, 248, 469-471, 473, 509Manni G., 81, 90Mantani P., 187Mantelli F., 83Mantelli L., 83Mantelli Melania, suora, 54, 601-602Mantelli Vittoria, suora, 555Manzini M., 165Marabini L.,62, 217, 221Marcellina, suora,183Marcigli A., sacerdote, 337Marcucci E., 301Marescalchi G., 408Mari G., 32Mari M.,146Maria Beatrice Vittoria di Savoia, 94,

165Maria Cristina di Savoia, 94, 353Maria Ignazia, suora, 32, 66-67,Maria Luisa d’Austria, 187Maria Maddalena, santa, 509Maria Teresa d’Asburgo-Este, 94Mariani G., 476Marianna, suora, 318, 492Maricondi E.,136Marini L., 80Marmiroli G., 297, 382-383Maroni G., 224Marsigli A., sacerdote, 65, 324, 338,

340, 453-454Marsigli Bianchi De Anna F., 260, 285,

293Marsigli Grassi I., 42, 61, 186-188, 190-

191, 193-194, 405Marsili Rossi E., 276, 285, 293, 405, 407-

408, 429, 431

Martani F., sacerdote, 230Martelli B., 253Martina G., 9Massimiliano Giuseppe d’Asburgo, 81,

348Mastai Ferretti G.M., cardinale ( papa

Pio IX), 13, 60, 134, 136, 145, 161-162, 245, 252, 401

Matilde, suora, 337Mattini G., 249Mattioli C., 62, 247, 379, 431Mattioli L., 142Mattioli M., 142Mayeur F., 8Mazzacurati G., 457Mazzoni M., 585Meletti C., 32, 146Mellin M., 588Mellini Falconieri G., 144Meluzzi L., 172, 188Mengozzi M., 224, 226Mercier Colomba, suora, 31, 98,107,130Mescoli M.,110Minghelli G., 53,387Minghetti M., 255, 427Minghetti R., 63-64, 255, 259-260, 280-

282, 284-285, 287-289, 290-293, 405,408-413, 429, 431-432, 446-447, 449,456

Molliez Giuseppina, suora, 587Molza F., 80, 92-93, 120, 364-365Molza L., 361, 363-364, 367Monsagrati G., 252Montagnani G., vescovo, 584-587, 590-

591, 595Montefusco G., 494-495Monti A., 392Monti Castiglioni S., 429Morichini C.L., vescovo, 300-302, 427,

469, 555Motta A., 584Mudry Zenobia, suora, 582Murat G., 23, 70Musi A., 584Musi M., 585

Namias A., 90Napoleone Bonaparte, 20, 187Narni Mancinelli D., vescovo, 46, 59,

INDICE DEI NOMI 611

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612 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

70-71, 76Natalucci M., 252Nervi Maria, suora, 585Noiret Lucia, suora, 134, 136Novi D., 595Nucci Luigia, suora, 429

Oppizzoni C., cardinale, 39, 43, 63-65,99, 143, 187, 236, 252-256, 264, 273,283, 287-288, 290, 293, 298, 301-302,323-326, 400-404, 407, 409-410, 413-416, 418, 420-423, 426-429, 432, 434-436, 438, 441, 444, 446-447, 449,451-456, 458-460, 487, 443, 469

Orfei E.,53, 63-64,280, 279, 282, 304Orioli A.F., cardinale, 458-459

Palmieri V., 595Panini C. F., 80Panizzi A., 80Paolina, suora, 258Parocchi L.M., cardinale, 160Pasini M., 588Pasotti A., sacerdote, 495Passerini G., 572Pastura R., 162Pavirani P., 138Pazzaglia L., 8Pedrelli G., 223Pedrini M., 410Pelacanni Geminiana, suora, 478Pelami F., sacerdote, 62, 224, 226, 230-

231, 233, 309Pelami M., 584Pellegrini Carmela, suora, 585Pellegrino Cecilia, suora, 80Pellicani Geminiana, suora, 582, 586Pellicciari S., 99Pellier A., 49Pennino G., sacerdote, 495Perdisa Celestina, suora, 583Perrier Leopoldina, suora, 585Perugini R., 301Petrucci P., 473, 476, 480-481Peverada E., 11Pichat Berti A., 408,Pichat Berti V., 285, 293, 429, 431Pietramellara P., 400Pinget M., 580

Pio VII, papa, 187, 224Pio IX, papa, 63, 276, 301, 580Pistoni G., 81Pizzigati M., 595Pizzitola A., 46Pizzoli M., 431Poggioli V., 569Ponziani G., 348Prampolini L., 404Pucci P., 178

Rausis D., 591Receveur A.S., sacerdote, 20Reggiani L., 39Reggianini C., 343Reggianini L., vescovo, 36, 38-39, 81,

90, 99, 129, 138, 140, 264, 267, 394-395, 401, 579

Rey Mermet T., 250Ricci A., sacerdote, 66, 340, 346, 351,

357Ricci G., sacerdote, 65, 336Riccini G., 60, 90, 130, 500, 503Rinaldini T., 354Rìnzone A.,136Riva C., 11Rocca G., 8Roden A.M., 587Rogatti M.C., 11Roncaglia C., 210, 501, 503Roncalli N., 252Rosi C., 135, 146Rosi G.B., 32Rosi M., 148Rossetti G., 14Rossi G., 314, 354, 392-393Rossi Marsili E., 408, 431Rossini M., 11Rubatelli Modesta, suora, 586Ruffo L., 70Rusconi Isolani L., 285, 408, 429, 431,

447, 449Russo G., 80

Sala G.A., 76,Salvucci Anna Maria, suora, 11Sani R., 3, 8, 20, 23-24, 67, 250, 301Sarti R., 410Savini A., 585

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Scabbia L., sacerdote, 64, 291-292Scaglioni F., 32, 146Scagliotti Febronia, suora, 410-412Scagliotti Marianna, suora, 586Scapinelli F., 384-385Scapinelli G.B., 384-385Scarani N., 421-422, 436, 439, 441-442Scardovi A.M., 11Scotti F., sacerdote, 64, 318Scudi D., 456Segni M., 187Sellegari Crocefissa, suora, 588Seraphine, suora, 89, 134, 136Sereni G., 295, 314Sereni Isabella, suora, 588Sforza G., 80Silingardi G., 81Silvano L., 83Silvestri D., 580, 582, 590Silvestri G.M., sacerdote, 63, 267-269,

583-584, 588Simon Emerencie. suora, 354Soliani L., 387Sophie, suora, 88, 94, 204, 341Sossaj F., 80-81, 94Spada A., 473, 476, 479-481Spreafico S., 404Spreti S., 99, 187Staja C., 505Stefanucci P., sacerdoti, 465Stella L., 598Stella P., 50Stella S., 495

Tabellini P., 588Tagliaferri M., 44, 226Tagliazucchi Felicissima, suora, 52, 254,

301-302, 413, 415, 442, 452, 584Tanara G., 261Tavelli G., 185Teresa Carlotta di Sassonia, 165Teresa, suora, 94, 216, 225-226, 230-

231, 234, 239, 249, 251-252, 292,464

Thouret C.-J., 24Thouret Febronie, suora, 33, 123, 128,

132, 135-136, 140-141, 204, 247, 352Thouret J., 24Thouret Jeanne-Antide, 7, 11, 17, 19-27,

39-41, 46, 50, 54-55, 67, 70-74, 76,87, 124, 132, 136, 161, 187, 198, 201,212, 217, 243, 250, 254, 267, 301,335, 361, 371, 569, 598

Thouret Marie-Claude-Séraphine (suorColombe), 24

Thouret Rosalie, suora, 5, 15-19, 21, 23,25-26, 29, 31-33, 35, 37, 39-43, 45,47-51, 53, 55, 68-69,76, 80-81, 83, 87,89, 94, 97-98, 101, 103, 105, 107, 109-110, 112, 114-119, 120-122, 124-127,129-130, 132, 134, 136, 138-140, 142-143, 146-147, 148-149, 152, 156, 159-161, 165-166, 168-170, 172-173, 175,177-178, 189, 199, 201, 211, 217-218,224, 227, 229, 237, 240, 244, 247-250,253, 255-257, 259-261, 271, 277, 281-282, 290, 299, 308-309, 314, 316-317,322, 324-325, 328, 333-334,337, 340,343-344, 349, 351, 370, 382, 409, 420,488- 489, 493, 495, 501, 503, 509,555, 569-570, 580-582, 584-585, 599,600-604

Thouret S., 24, 49, 237Tipiéve D., 591Tombesi Dall’Ova, 44Torello S., 385Tori A., 41, 63-64, 66, 273-274, 278, 295-

296, 297, 299, 311, 313, 316-317,350-351, 388-389, 391-392

Toriola Caterina, suora, 582Tramontin S., 8Trampolini Carolina, suora, 587Trampolini L., 404Trenca F.R.G., 580Trenca Leontina, suora, 590Trochu F., 20Troiano Eleonora, suora,136Trosset Cherubina, suora, 585Turchini A., 148

Ugolini G., 193Uttingher C., 595

Vaccari Agata, suora, 203, 205Vaienti D., 336Valdastri Clotilde, suora, 582Valdastri Concetta, suora, 509, 511Valenti B., 66, 357

INDICE DEI NOMI 613

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614 VITA RELIGIOSA, CARITÀ ED EDUCAZIONE NELL’ITALIA DELL’OTTOCENTO

Valenti D., sacerdote, 65, 336, 340Valenzi L., 8Vallastri G., 32Vallastri L., 146Vallj G., 493Vannicelli Casoni L., cardinale, 64-65,

304-305, 307, 312-313, 331, 333,589

Venturini F., 591Verucci G., 81Verzoni D., 163Vicari Adalusia, suora, 587Vicini G., 161Victorine, suora, 113, 133Viearnet C., 587Vieti F., 153Vignet Teresa, suora, 160, 254Vili U., 124Vincent Depaul (Vincenzo de’ Paoli),

santo, 20, 108, 159, 246, 495, 250,509

Vincent Marie, suora, 97Vincenzi A., 278Vismara P., 8Visser A., 46, 172Vittorio Emanuele di Savoia, 94Volo Bayard N. de, 80-81, 94, 103, 165,

258, 266, 342-343, 353, 385-387, 403

Wynant P., 8

Zacchi Chiara, suora, 581Zanacchi F., 473Zanapi L., 587, 595Zanze Catterina, suora, 591Zappol Emilia, suora, 582Zatti Chiara, suora, 581Zenobia, suora, 492Zind P., 8Zuccon L., 3

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Anna Ascenzi (Macerata 1964) è professore straor-dinario di Pedagogia generale e sociale presso laFacoltà di Scienze della Formazione dell’Universitàdegli Studi di Macerata, dove dirige il Dipartimentodi scienze dell’educazione e della formazione. Hapubblicato diversi volumi e numerosi contributisulla storia della didattica disciplinare e dei libri ditesto e sulla letteratura giovanile tra Otto e Nove-cento. E’ membro del Comitato scientifico interna-zionale della rivista History of Education &Children’s Literature.

Maria Clotilde Cella (Filattiera, Massa Carrara1935), suora della Carità di S. Giovanna AntidaThouret, ha insegnato per molti anni nelle scuoleelementari e condotto ricerche sulla biografia di J.-A. Thouret e sulla storia dell’Istituto delle Suoredella Carità. Attualmente è responsabile dell’archi-vio della Provincia religiosa di Ferrara delle Suoredella Carità.

Marta Loli Palazzini (Bologna 1951), suora della Ca-rità di S. Giovanna Antida Thouret, si è laureata inPedagogia all’Università degli studi di Bologna. Hacondotto numerose ricerche sulla biografia dellaFondatrice e sulla storia dell’Istituto delle Suoredella Carità in Italia. Attualmente è dirigente sco-lastico nei licei bolognesi e si occupa, anche a livellonazionale, dei percorsi di formazione al carisma pe-dagogico ed educativo di J.-A. Thouret destinatiagli insegnanti delle scuole dell’Istituto.

Giovanna Claudia Mantani (Cesena 1939), suoradella Carità di S. Giovanna Antida Thouret, si è lau-reata in Lettere all’Università degli Studi di Bolo-gna. Insegnante di materie letterarie nelle scuolesecondarie bolognesi, ha svolto numerose e im-portanti ricerche sulla biografia di J.-A. Thouret esulla storia dell’Istituto delle Suore della Carità traOtto e Novecento.

Roberto Sani (Roma 1958) è professore ordinario diStoria dell’educazione nella Facoltà di Lettere e Fi-losofia dell’Università degli Studi di Macerata. Hapubblicato numerosi e importanti studi sulla storiadell’educazione e delle istituzioni scolastiche in etàmoderna e contemporanea e sulla politica scola-stica italiana tra Otto e Novecento. Ha fondato edirige il Centro di documentazione e ricerca sullastoria dell’educazione e delle istituzioni scolastichedell’Università degli Studi di Macerata, dal 2004 co-ordina il Dottorato di ricerca in “Storia dell’educa-zione e della letteratura per l’infanzia”, istituitopresso la medesima Università. E’ direttore della ri-vista scientifica internazionale History of Education& Children’s Literature.

Luisantonia Zuccon (Castelgomberto, Vicenza1943), suora della Carità di S. Giovanna AntidaThouret, si è laureata in Lettere presso l’Universitàdegli Studi di Roma La Sapienza. Ha insegnato permolti anni nelle scuole secondarie superiori e hasvolto numerose ricerche sulla storia dell’Istitutodelle Suore della Carità. Attualmente lavora pressol’Università di Elbasan in Albania.

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