DUOMO La prima attestazione della cattedrale risale al 748, anche se ben più antica doveva essere la chiesa vescovile, vista l’attestazione di un vescovo pisano a partire dal 313 d.C. Scavi archeologici recenti hanno permesso di individuare i resti di un grande edificio ecclesiastico precedente alla fabbrica romanica, ma datato al X secolo e quindi non coincidente con quello presente in documenti di epoca longobarda. La cattedrale romanica di Piazza dei Miracoli è stata fondata nel 1064, secondo la tradizione all’indomani della vittoria dei Pisani sulla città di Palermo. Il cantiere fu diretto fino al 1100 dell’architetto Buscheto, mentre per la fase finale, corrispondente al prolungamento della navata e all’erezione della facciata, il nuovo magister fu Rainaldo. Nel 1118 il Duomo fu consacrato da papa Gelasio II, quando molto probabilmente l’edificio non era stato ancora completato. La basilica ha una pianta a croce latina, con cinque navate con abside e transetto. Il paramento esterno, con marmi di provenienze diverse, si caratterizza per l’alto numero di reimpieghi, con elementi architettonici e iscrizioni di epoca romana. Sui lati della navata si notano due tipi di paramento che indicano la fase buschetiana e il completamento rainaldesco. La facciata è organizzata inferiormente in sei arcate cieche a tutto sesto su colonne con capitelli. Le due colonne centrali, entro le quali si apre il portale principale, sono lavorate a girali fitomorfi. Tarsie policrome arricchiscono le losanghe collocate al centro delle arcate e gli spazi superiori di congiunzione tra gli stessi archi. Superiormente la facciata si sviluppa su quattro ordini di loggette sostenute da colonne, molte sostituite nel ‘500 e nell’800. Il fregio superiore della prima galleria decorato in rilievo con scene di caccia è attribuibile alle botteghe di Guglielmo e Rainaldo. Le porte in bronzo della facciata furono realizzate da diversi artisti fiorentini nel XVII secolo, mentre la Porta di San Ranieri, posta sul retro di fronte al campanile, fu fusa intorno al 1180 da Bonanno Pisano, essendo l’unica scampata all'incendio del 1595. La basilica ha una pianta a croce latina, caratterizzata da cinque navate, con abside e transetto a tre navate. La navata centrale è composta da colonne monolitiche in granito con capitelli scolpiti di XI-XII secolo. Al di sopra vi sono i matronei, scanditi da trifore che corrono anche lungo il transetto. Sulla campata centrale si alza la cupola ellittica affrescata con la Vergine in gloria e santi di Orazio Riminaldi (1627-1628). Il soffitto dorato e intagliato a lacunari, che si estende nella navata centrale, nel transetto e nel presbiterio fu eseguito da Domenico e Bartolomeo Atticciati tra il 1596 e il 1602. Sulle pareti della navata centrale si aprono quattordici vetrate risalenti al XV secolo, raffiguranti le storie dell’Antico Testamento. In prossimità del pilastro del transetto è collocato il bel pulpito scolpito di Giovanni Pisano (1302-1310). La struttura è di forma ottagonale e composta da nove plutei istoriati raffiguranti episodi della vita di Cristo e della Vergine e il Giudizio Universale, sostenuti da mensole con Profeti e Sibille, da colonne con capitelli intagliati e da statue simboleggianti le Virtù della Chiesa. All’interno vi si può inoltre ammirare il grande mosaico absidale raffigurante Cristo benedicente con la Vergine e S. Giovanni Evangelista, opera di Francesco, Lapo e completato con il volto di San Giovanni da Cimabue nel 1302. Tra le opere medioevali figurano la duecentesca Madonna di sotto gli organi, attribuita al volterrano Berlinghiero Berlinghieri, la Madonna con Bambino del Maestro di San Torpè affrescata nell'arco trionfale, il pavimento cosmatesco in tarsie marmoree (metà del XII secolo). Numerosi e pregiati sono gli affreschi e gli arredi cinque- e seicenteschi dislocati sugli altari laterali e nel presbiterio.
storia dei più celebri monumenti della città di pisa
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DUOMO
La prima attestazione della cattedrale risale al 748, anche se ben più antica doveva essere la chiesa
vescovile, vista l’attestazione di un vescovo pisano a partire dal 313 d.C. Scavi archeologici recenti
hanno permesso di individuare i resti di un grande edificio ecclesiastico precedente alla fabbrica
romanica, ma datato al X secolo e quindi non coincidente con quello presente in documenti di
epoca longobarda.
La cattedrale romanica di Piazza dei Miracoli è stata fondata nel 1064, secondo la tradizione
all’indomani della vittoria dei Pisani sulla città di Palermo. Il cantiere fu diretto fino al 1100
dell’architetto Buscheto, mentre per la fase finale, corrispondente al prolungamento della navata
e all’erezione della facciata, il nuovo magister fu Rainaldo. Nel 1118 il Duomo fu consacrato da
papa Gelasio II, quando molto probabilmente l’edificio non era stato ancora completato.
La basilica ha una pianta a croce latina, con cinque navate con abside e transetto. Il paramento
esterno, con marmi di provenienze diverse, si caratterizza per l’alto numero di reimpieghi, con
elementi architettonici e iscrizioni di epoca romana. Sui lati della navata si notano due tipi di
paramento che indicano la fase buschetiana e il completamento rainaldesco. La facciata è
organizzata inferiormente in sei arcate cieche a tutto sesto su colonne con capitelli. Le due
colonne centrali, entro le quali si apre il portale principale, sono lavorate a girali fitomorfi. Tarsie
policrome arricchiscono le losanghe collocate al centro delle arcate e gli spazi superiori di
congiunzione tra gli stessi archi. Superiormente la facciata si sviluppa su quattro ordini di loggette
sostenute da colonne, molte sostituite nel ‘500 e nell’800. Il fregio superiore della prima galleria
decorato in rilievo con scene di caccia è attribuibile alle botteghe di Guglielmo e Rainaldo.
Le porte in bronzo della facciata furono realizzate da diversi artisti fiorentini nel XVII secolo,
mentre la Porta di San Ranieri, posta sul retro di fronte al campanile, fu fusa intorno al 1180 da
Bonanno Pisano, essendo l’unica scampata all'incendio del 1595.
La basilica ha una pianta a croce latina, caratterizzata da cinque navate, con abside e transetto a
tre navate.
La navata centrale è composta da colonne monolitiche in granito con capitelli scolpiti di XI-XII
secolo. Al di sopra vi sono i matronei, scanditi da trifore che corrono anche lungo il transetto. Sulla
campata centrale si alza la cupola ellittica affrescata con la Vergine in gloria e santi di Orazio
Riminaldi (1627-1628). Il soffitto dorato e intagliato a lacunari, che si estende nella navata
centrale, nel transetto e nel presbiterio fu eseguito da Domenico e Bartolomeo Atticciati tra il
1596 e il 1602. Sulle pareti della navata centrale si aprono quattordici vetrate risalenti al XV
secolo, raffiguranti le storie dell’Antico Testamento. In prossimità del pilastro del transetto è
collocato il bel pulpito scolpito di Giovanni Pisano (1302-1310). La struttura è di forma ottagonale
e composta da nove plutei istoriati raffiguranti episodi della vita di Cristo e della Vergine e il
Giudizio Universale, sostenuti da mensole con Profeti e Sibille, da colonne con capitelli intagliati e
da statue simboleggianti le Virtù della Chiesa. All’interno vi si può inoltre ammirare il grande
mosaico absidale raffigurante Cristo benedicente con la Vergine e S. Giovanni Evangelista, opera di
Francesco, Lapo e completato con il volto di San Giovanni da Cimabue nel 1302. Tra le opere
medioevali figurano la duecentesca Madonna di sotto gli organi, attribuita al volterrano
Berlinghiero Berlinghieri, la Madonna con Bambino del Maestro di San Torpè affrescata nell'arco
trionfale, il pavimento cosmatesco in tarsie marmoree (metà del XII secolo).
Numerosi e pregiati sono gli affreschi e gli arredi cinque- e seicenteschi dislocati sugli altari laterali
e nel presbiterio.
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Fu iniziata nel 1063 (1064 secondo il calendario pisano all'epoca vigente) dall'architetto Buscheto,
con la decima parte del bottino dell'impresa pisana in Sicilia nel porto di Palermo contro i
Musulmani (1063). Vi si fondono elementi stilistici diversi: classici,lombardo-emiliani, bizantini ed
in particolare islamici, a riprova della presenza internazionale dei mercanti pisani a quei tempi. In
quello stesso anno veniva iniziata anche la ricostruzione della basilica di San Marco a Venezia, per
cui può anche darsi che vi fosse stata all'epoca una rivalità tra le due Repubbliche marinare a
creare il luogo di culto più bello e sontuoso. La chiesa fu eretta in un'area esterna alla cinta
muraria altomedioevale, a simboleggiare proprio il potere di Pisa che non necessitava protezioni.
La zona scelta era già utilizzata in epoca longobarda come necropoli e, già nei primi anni dell'XI
secolo, fu eretta una chiesa mai terminata che doveva essere intitolata a Santa Maria. La nuova
grande chiesa di Buscheto, infatti, viene inizialmente chiamata Santa Maria Maggiore fino a
quando non viene definitivamente intitolata a Santa Maria Assunta. Nel 1092 la chiesa, da
semplice cattedrale, passa ad essere primaziale, essendo stato conferito il titolo
di primate all'arcivescovo Daiberto dapapa Urbano II, onorificenza oggi soltanto formale. La
cattedrale fu consacrata nel 1118 dal papa Gelasio II, appartenente al ramo pisano dei Gaetani
(o Caetani), conti di Terriccio e d'Oriseo, ma già nella prima metà del XII secolo fu ampliato sotto la
direzione dell'architetto Rainaldo cui spetta il progetto dell'attuale facciata, conclusa dalle
maestranze guidate dagli scultori Guglielmo e Biduino. L'aspetto attuale del complesso edificio è il
risultato di ripetute campagne di restauro succedutesi in diverse epoche. I primi radicali interventi
seguirono il disastroso incendio del 1595, a seguito del quale fu rifatto il tetto e furono eseguite le
tre porte bronzee della facciata, opera di scultori della bottega di fra Domenico Portigiani, tra
cui Gasparo Mola e Pietro Tacca; a partire dal Settecento iniziò il progressivo rivestimento delle
pareti interne con grandi dipinti su tela, i "quadroni" con Storie di beati e santi pisani, eseguiti dai
principali artisti dell'epoca grazie all'iniziativa di alcuni cittadini che si autofinanziarono creando
un'apposita attività commerciale.
Tra i vari interventi degni di nota va segnalato lo smantellamento del pergamo di Giovanni
Pisano che venne riassemblato solo nel 1926 in una diversa posizione e con diverse parti mancanti,
tra cui la scala, e lo smantellamento del monumento ad Arrigo VII realizzato da Lupo di
Francesco che si trovava di fronte alla porta di San Ranieri e successivamente sostituito da una
versione semplificata e simbolica. Gli interventi successivi si ebbero nel corso dell'Ottocento ed
interessarono sia le decorazioni interne sia quelle esterne, che in molti casi, specie per le sculture
della facciata furono sostituite da copie (gli originali sono al Museo dell'Opera del duomo).
L'edificio che in origine era a croce greca con all'incrocio dei bracci una grossa cupola, oggi è a
croce latina a cinque navate con abside e transetto a tre navate, all'interno suggerisce un effetto
spaziale simile a quello delle grandi moschee islamiche, grazie all'uso di archi a sesto rialzato,
all'alternanza di fasce in marmo bianco e nero e all'insolita cupola ellittica, di ispirazione moresca.
La presenza dei duematronei rialzati nelle navate, con le solide colonne monolitiche di granito, è
un chiaro segno di influenza bizantina. L'architetto Buscheto aveva accolto stimoli
dal Levanteislamico e dall'Armenia.[1]
La ricchissima decorazione comprende marmi multicolori, mosaici e numerosi oggetti di bronzo
provenienti dal bottino di guerra, fra cui ilGrifo utilizzato come est del tetto, preso
a Palermo nel 1061. Gli archi a profilo acuto fanno riferimento ad influenze musulmane e del
meridione d'Italia. Le arcate cieche con losanghe richiamano le analoghe strutture delle chiese
dell'Armenia. La facciata di marmo grigio e bianco, decorata con inserti di marmo colorato, fu
edificata da mastro Rainaldo. I tre portali sottostanno a quattro ordini di loggette divise da cornici
con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e trifore. Le porte della facciata