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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
Cultural Anthropology 121 - 146
Violenza e simulacro. Imprese minerarie transnazionali a
Wirikuta:
scenario di una tragedia nazionale1
Arturo Gutiérrez del Ángel2
Abstract. Questo articolo analizza la stretta relazione che
esiste tra il popolo messicano degli Huichol, e una zona desertica
che si trova nello stato di San Luis Potosí. Ogni anno, gli Huichol
realizzano un pellegrinaggio al deserto alla ricerca del cactus
peyote. Questo pellegrinaggio e le modalità in cui è svolto, sono
il perno in torno a cui ruotano l’organizzazione e la riproduzione
sociale degli Huichol. Negli ultimi anni, questo popolo si è visto
impegnato in una intensa lotta per difendere il deserto e la
propria libertà di culto, poiché il governo messicano ha concesso
delle licenze di sfruttamento minerario a compagnie transnazionali
canadesi. Una volta presentata l’importanza del deserto e del
pellegrinaggio per gli Huichol, si discuteranno i problemi causati
dalle licenze alle compagnie minerarie in termini di diritti
indigeni, legislazione nazionale e internazionale e conservazione
ambientale.
A causa della sua posizione geografica, lo stato messicano di
San Luis Potosí è luogo di transito per tutti i tipi di traffici.
Le ricchezze del suo sottosuolo sono state storicamente contese fin
dai tempi della colonia. Attualmente, varie imprese transnazionali,
principalmente canadesi, lottano per sfruttare uno dei luoghi più
emblematici del Messico: Real de Catorce, situato proprio nello
stato di San Luis Potosí. Questo luogo è stato battezzato come
Wirikuta dagli indigeni Huichol, o Wixaritari3 (sing. Wixarika).
Oggi questo popolo non abita questo stato né questi territori, ma
da secoli i suoi membri realizzano annualmente un pellegrinaggio
verso Wirikuta in cerca del cactus sacro che chiamano hikuli
(peyote, Lophophora Wiliamsii), che considerano come l’elemento che
ha permesso la loro esistenza.L’obiettivo di questo articolo è
quello di presentare al lettore il problema che affronta il popolo
Wixarika in relazione a Wirikuta, che è uno dei suoi luoghi più
sacri. Alcuni anni fa i Wixaritari hanno presentato una denuncia
contro l’impresa mineraria canadese First Majestic Silver Corp. e
la sua filiale messicana Real Bonanza, che pretendevano sfruttare
questo luogo. L’area in cui si trova Wirikuta è uno dei semi
deserti messicani con una delle biodiversità più importanti per la
regione. Sebbene i Wixaritari siano nativi delle montagne dello
stato di Jalisco, e non di San Luis Potosí, considerano Wirikuta
come il luogo della loro origine culturale. Per questo hanno
dichiarato di essere disposti a dare la propria vita in difesa di
Wirikuta. A cosa si deve che i Wixaritari abbiano un attaccamento
così forte e profondo a questo territorio? Perché sono disposti a
lasciare raccolti, case e famiglie per lanciarsi in una crociata
contro le compagnie minerarie? Scoprire che cosa significa per
questo popolo il luogo sacro di Wirikuta è uno degli obiettivi
principali di
1 Traduzione dallo spagnolo di Maria Benciolini2 El Colegio de
San Luis, San Luis Potosí, Messico. Email: [email protected] I
nomi propri in lingua wixarica saranno presentati con la maiuscola,
gli aggettivi e altri nomi di cose si
presenteranno con minuscola. Nella trascrizione della lingua
huichol, la “x” corrisponde a una consonante alveolare sorda, e la
“+” a una vocale centrale chiusa.
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questo articolo. Per rispondere alla domanda formulata è
necessario studiare un concetto indigeno chiamato kiekari che si
articola con una visione del mondo molto particolare e che sarà
spiegato successivamente. La nozione di kiekari vincola il sistema
politico con quello cosmogonico, architettonico, e con le nozioni
del corpo e della persona, in altre parole, si tratta di un
“ecosistema cosmologico e territoriale.”Oltre a mostrare la lotta
dei Wixaritari contro le compagnie minerarie, in questo articolo
saranno messe in risalto anche le ragioni per le quali questo luogo
è considerato un ecosistema unico al mondo. Grazie alle proprietà
biotiche di Wirikuta, questo territorio è stato considerato come
uno dei parchi naturali con la maggior biodiversità del mondo, per
questo motivo, lo stato di San Luis Potosí ha deciso di assegnargli
la categoria di Riserva Naturale e Culturale (Periodico Oficial, 9
giugno 2001).Si può formulare la domanda di che cosa sia Wirikuta,
e le risposte dipendono da chi e da dove lo si guarda. C’è il punto
di vista degli abitanti di Real de Catorce, che lo vedono come casa
propria, la loro tradizione, il luogo che li ha visti nascere e in
cui sono sepolti i loro morti. È anche il luogo in cui si conserva
la memoria della tradizione mineraria classica, oggi perduta. È la
tomba dei gruppi indigeni Guachichiles, sterminati nel XVIIo secolo
durante la ricerca dell’argento. È il rifugio di molti credenti
nelle forze della natura, negli extra terrestri o in strane
apparizioni magiche. E poi ovviamente c’è il punto di vista dei
Wixaritari, che in Wirikuta vedono la propria casa, il cielo,
l’universo. Questo luogo è il fondamento stesso del loro divenire
materiale e immateriale. A Wirikuta le essenze delle divinità
wixaritari si incontrano con la biodiversità. Wirikuta è anche
riconosciuto come Luogo Sacro Naturale e Itinerario
Storico-culturale del popolo Huichol. Nel “Periódico Oficial del
Gobierno de San Luis potosí”, il 27 ottobre 2000 (con una
modificazione successiva del 9 giugno 2001) è stato dichiarato come
Area Naturale Protetta con la categoria di luogo sacro huichol.
Come si vedrà, questo non ha impedito che diversi governi abbiano
concesso licenze minerarie su questo territorio.L’itinerario di
pellegrinaggio storico dei Wixaritari si può tracciare dal nord
dello stato di San Luis Potosí, nell’altipiano Potosino Zacatecano,
tra i municipi di Catorce, Villa de la Paz, Matehuala, Villa de
Guadalupe, Charcas e Villa de Ramos. Questa porzione di territorio
è conosciuta dai Wixaritari come Wirikuta, ha una superficie di
140211.85 ettari e l’itinerario è lungo 138.78 Km. (Mappa 1).L’area
della riserva comprende tutto l’itinerario del pellegrinaggio
wixarika e il suo poligono, che attraversa i municipi di Charcas,
Salinas de Hidalgo e Ramos. La porzione nord della riserva è
gestita dalla CONABIO4 (riserva numero 80) e fa parte della rete di
aree importanti per la conservazione degli uccelli in Messico.In
questa zona esistono due principali progetti di sfruttamento
minerario: da una parte le imprese First Majestic Corp. con la
filiale Real Bonanza e dall’altra il progetto Universo. Le due
compagnie hanno intenzione di estrarre minerali che si trovano sul
territorio dell’itinerario di pellegrinaggio degli Huichol.
L’obiettivo della prima compagnia è la montagna chiamata Cerro
Quemado, che i Wixaritari chiamano Reu’utar+ (Montagna dell’alba) e
dove collocano la nascita della loro divinità solare. Il progetto
Universo è interessata a tutto l’itinerario del pellegrinaggio, da
Salinas, nello stato di Zacatecas fino al Cerro Quemado.(Foto 1. Il
Cerro Quemado).First Majestic e Real Bonanza assicurano che non
svolgeranno estrazioni a cielo aperto, mentre Universo, per il tipo
di terreno in cui pretende operare, dovrà per forza procedere in
questo modo. In ogni caso, è stato dimostrato che tutte e due le
tecniche di estrazione causano gravi problemi ambientali e
sociali.Lo Stato messicano, permettendo questi procedimenti e
offrendo licenze a compagnie transnazionali, violenta gravemente i
diritti dei Wixaritari e di altri popoli in condizioni simili,
poiché esistono delle irregolarità che vanno contro i diritti dei
popoli alla libertà di culto, protetta dalla costituzione messicana
dal 1994, e che violano il diritto alla consulta libera e informata
dei popoli indigeni. Conoscere che cosa significa lo sfruttamento
di questo territorio per i messicani e particolarmente per i
Wixaritari implica affrontare il problema da due punti di vista:
uno interno, a cui sarà dedicata maggiore attenzione, cioè il punto
di vista su Wirikuta proprio dei Wixaritari, e l’altro esterno, che
ha a che fare con l’umanità in generale: l’ecosistema di questo
luogo, che è unico e irripetibile.
4 Comisión Nacional para el Conocimiento y Uso de la
Biodiversidad http://www.conabio.gob.mx/ (Commissione nazionale per
la conoscenza e l’uso della biodiversità)
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L’ “ecovisione” politica dei WixaritariI Wixaritari hanno un
sistema politico-sociale che può essere definito come una
democrazia “empirico-pragmatica” poiché i loro principi generali
sono astrazioni di un potere popolare, verità evidenti in cui tutto
appare logico e coordinato. Il termine democrazia, se lo
consideriamo come un potere basato su quello che chiede il popolo,
si addice a questa organizzazione. Nel caso dei Wixaritari le
decisioni passano attraverso un’assemblea in cui tutti hanno
diritto di parola. Per lo meno idealmente, il potere ricade sui
membri del gruppo e qualsiasi altra fonte esterna è filtrata dalle
decisioni della comunità nel suo insieme, su cui ricade sempre
l’ultima parola in merito a ogni scelta che coinvolga il popolo
Huichol.In questo senso, i Wixaritari hanno un modo particolare di
concepire il mondo, l’universo e le loro relazioni sociali. Come
vedremo, al di là delle speculazioni su un modello sociale, questo
gruppo tende a concretizzare le proprie relazioni negli spazi
vissuti dove camminano, coltivano, vivono e abitano le loro
divinità e dove costituiscono le loro relazioni di alleanza e
parentela. Il problema è che le relazioni non sono qualcosa di
tangibile o materiale, sono, in ogni caso, l’astrazione di questi
spazi in una cosmologia che articola le persone in un gruppo
indigeno.Il modo di procedere dei Wixaritari può apparire curioso
per società estranee al tipo di politica che questi realizzano;
partendo dai fatti concreti e andando verso l’astrazione, il
sistema non è guidato dal modello del diritto positivo. È per
questo motivo che per i Wixaritari i luoghi sacri sono così
importanti, poiché non si tratta solamente, come hanno detto molti,
di credenze, fantasie o fanatismi religiosi.Per gli Huichol una
“credenza” non è tale, è un fatto empirico, un’azione pragmatica:
si conoscono le cose per il loro orientamento nello spazio, per la
consistenza, le forme, i contenuti, in altre parole, quello che
Lévi-Strauss (1962 [1988]) ha classificato come “scienza del
concreto”. La conoscenza è costruita attraverso la percezione del
contesto. Esiste un termine specifico per nominare quanto riassunto
fino a qui: nana’iyari, che discuterò in seguito. L’importante di
questo pragmatismo è che risponde, più che a un modello del reale,
a un modello con il reale, a qualcosa che opera nel mondo empirico.
Per questo l’universo huichol non è unico né assoluto, non è
definitivo: riguarda i processi di conoscenza che derivano
dall’esperienza.
L’ambiente dei WixaritariIl principale problema vissuto
attualmente dai Wixaritari è quello delle compagnie minerarie che
minacciano Wirikuta. Viene però da chiedersi, se il popolo Huichol
non è del luogo, perché è così interessato a difenderlo?
Essenzialmente per una ragione: perché gli ecosistemi in cui queste
persone vivono e transitano sono parte della loro vita sociale, si
tratta di elementi che non possono essere oggetti di sfruttamento
economico, ma sono, come vedremo, parte della loro umanità e della
loro costruzione in quanto persone (Gutiérrez del Ángel 2013, 5).I
Wixaritari abitano nella Sierra del Nayar, conosciuta anche come
Gran Nayar. Questo enclave appartiene alla macro regione
dell’occidente messicano e comprende porzioni degli stati di
Nayarit, Jalisco, Durango e Zacatecas. La sub-regione abitata dal
popolo Huichol si trova tra il nordovest dello stato di Jalisco e
il nordest dello stato di Nayarit; comprende i municipi di
Mezquitic, Bolaños e La Yesca. L’area si suddivide tra i Wixaritari
che vivono nella parte occidentale della sierra, e quelli che
vivono nella parte orientale, prendendo come punto di riferimento
il fiume Chapalagana. I primi vivono nelle comunità di San Andrés
Cohamiata (Tateikie) e Guadalupe Ocotán (Xatstsarie); i secondi si
trovano nelle comunità di Santa Catarina Cuexcomatitán (Taupurie),
San Sebastián Teponashuastlán (Waut+a) e Tuxpan de Bolaños
(Tutsipa). Nello stato di Durango, sulle rive del fiume Huazamota,
si trovano le comunità wixaritari di Potrero, Brasiles, Potrero
Guamuchil, Bancos de Calítique e Fortines, vincolate ai centri
cerimoniali tukite di San Andrés Cohamiata e specificamente a
quelli di San José e di Cohamiata. In Nayarit si trovano le
comunità di El Saucito, Guadalupe Ocotán, Tierra Blanca e Zoquipan,
vincolate ai centri cerimoniali di San Miguel Huextita, in
Jalisco.Si stima che esistano 466385 Wixaritari, che occupano
un’area di circa 4107,5 kilometri quadrati, quest’area è delimitata
a Ovest dal fiume Jesús María e a Est dal canyon del fiume Bolaños.
La lingua huichol
5 Informazione proveniente dal censimento 2010 dell’INEGI
secondo cui i parlanti della lingua huichol sono cosí distribuiti:
Jalisco: 18,409; Nayarit; 25,151; Durango 2038; Zacatecas 1003
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appartiene alla famiglia linguistica yuto-nahua e, insieme al
cora, al ramo linguistico meridionale sonorense. Tutte le famiglie
wixaritari hanno l’obbligo di partecipare al pellegrinaggio a
Wirikuta, organizzando brigate di pellegrini chiamate
xukuri+kate6.
Gli itinerari dei pellegriniSe per gli antichi romani “tutte le
strade portano a Roma”, per i Wixaritari tutte le strade portano a
Wirikuta. Quest’analogia è utile per far capire che non esiste un
solo itinerario per arrivare a Wirikuta, ma esistono molti cammini
che i xukuri’+kate utilizzano per arrivare a un punto: Reu’unax+ o
Cerro Quemado. A differenza del modello cartesiano, la visione
degli Huichol sul pellegrinaggio non misura l’itinerario in termini
quantitativi; per loro si tratta di qualcosa di vivo che non può
essere misurato né possiede un’estensione determinata. Nonostante
questo, al fine di difendere i loro luoghi sacri, a partire dagli
anni ’80 è stato necessario offrire allo sguardo dei tewari7 misure
che delimitassero queste estensioni territoriali. Se per
comprendere questo sono necessarie delle misure, si può affermare
che Wirikuta è riconosciuto dallo stato di San Luis Potosí, dal
2000, con un’estensione di 1400 kilometri quadrati. L’entrata a
Wirikuta si trova a Salinas de Hidalgo e l’arrivo è il Cerro
Quemado, a Real de Catorce. Questo itinerario è stato anche
riconosciuto dall’UNESCO come il tragitto di pellegrinaggio più
esteso del mondo, e unico nel suo genere per ragioni storiche,
geografiche, ecologiche e culturali.Il pellegrinaggio fatto dal
popolo huichol copre il totale della superficie citata passando per
i municipi di Charcas e Villa de Ramos. Nella mappa si può
osservare la quantità di luoghi sacri sul percorso del
pellegrinaggio. In ciascun punto i xukuri’+kate lasciano offerte e
venerano un kaka+yarite (antenati divinizzati) (Mappa 2. I luoghi
sacri a Wirikuta e su altri itinerari di pellegrinaggio).Per
arrivare a Wirikuta si devono attraversare diverse porte chiamate
kitenie. Queste si trovano a oriente della città di Zacatecas, a
Monte Escobedo, alla periferia dell’entrata a Wirikuta e nel Cerro
Quemado. Ogni porta ha un significato particolare e influisce
fortemente sulla coscienza dei pellegrini, perché si tratta delle
anticamere per riunirsi con i loro antenati a Wirikuta e sul Cerro
Quemado. Chi attraversa queste porte è destinato a convertirsi in
un Huichol maturo, una persona che ha resistito la difficile
camminata e le penurie implicate nel viaggio dalla sierra di
Jalisco a Wirikuta.
I xukuri’+kate o “portatori delle ciotole”Coloro che
attraversano le porte citate sopra sono i xukuri+kate o “portatori
delle ciotole”, queste persone si preparano all’incontro con
Wirikuta fin dall’infanzia. Quando sono bambini i Wixaritari
passano per riti di passaggio chiamati tatei neixa in cui un
mara’akame (sciamano) li prepara con il canto per il giorno in cui
dovranno raggiungere Wirikuta a piedi (Anguiano & Furst 1987).
Attraverso il canto e l’azione rituale, i bambini acquistano la
personalità di aquilotti che lo sciamano accompagna a volare
attraverso ciascuno dei luoghi per cui transiteranno quando saranno
adulti. Così, quando un adolescente realizza il pellegrinaggio per
la prima volta, sa già a che cosa va in contro e quali sono i
luoghi e i pericoli che dovrà affrontare.Come già detto, i
xukuri’+kate hanno il compito di partire in pellegrinaggio verso i
luoghi sacri ogni anno. Ogni gruppo di xukuri’+kate deve rispettare
la disciplina del digiuno, deve sopportare le temperature estreme
del deserto e le lunghe camminate, deve osservare l’astinenza
sessuale, non può assumere alcolici e spesso si sottomette a veglie
notturne e bagni rituali in sorgenti di acqua molto fredda.
Quest’insieme di astensioni e di sforzi è considerato dalle
comunità huichol come un auto sacrificio, secondo il principio per
cui per guadagnarsi la vita bisogna donarne una parte. I Wixaritari
considerano che la ricompensa per questo sforzo titanico siano le
piogge e la salute che ricevono dai kaka+yarite che abitano a
Wirikuta (Gutiérrez del Ángel 2002).Va menzionato che le file dei
pellegrini sono organizzazioni che ricordano brigate di camminanti
o cacciatori; eserciti con un’organizzazione precisa. Non si decide
arbitrariamente di partire in pellegrinaggio, le brigate
appartengono a un determinato centro cerimoniale tukite, da cui
dipende un
6 Si tratta delle persone che hanno l’incarico di Pellegrini, e
ogni anno devono andare a Wirikuta, la loro organizzazione è molto
complessa (cfr. infra)
7 Con questo termine i Wixaritari indicano tutti quelli che non
sono “figli del mais”: i non indigeni e le persone che vengono da
fuori.
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insieme di adoratori minori chiamati xirikite8. In tutta la
sierra si trovano circa 20 centri cerimoniali e una grande quantità
di adoratori. A partire dai resti archeologici e dalla mitologia
huichol è possibile affermare che il sistema dei xuku’+rikate e i
centri cerimoniali tukite e xirikite sono il tipo di struttura che
Braudel (1974) ha definito come di lunga durata, che hanno la
caratteristica di perdurare in una cultura indipendentemente dal
passare del tempo e dalle penetrazioni ideologiche.Il termine che
dà il nome ai pellegrini è quello di xukuri, una ciotola che
ciascuno deve portare con se durante il viaggio a Wirikuta e nel
trascorso di tutto il ciclo cerimoniale. Questa ciotola è la figura
plastica degli antenati: è memoria che si accumula di generazione
in generazione in questo artefatto rituale. Attraverso questa
ciotola i Wixaritari mantengono la memoria genealogica degli
antenati, motivo per cui le ciotole sono considerate come agenti
con desideri, carattere e capacità di espressione. Questi antenati,
che hanno la loro residenza nel luogo del Padre Sole, a Wirikuta,
sono quelli che hanno determinato che i Wixaritari siano parte di
un tutto, di un mondo, di un universo e una società, così, il fatto
di andare a Wirikuta e re incontrarsi, anno dopo anno, con i propri
antenati e le proprie radici nel Cerro Quemado, ricorda alle
persone cosa significhi essere Wixaritari e il posto che hanno
nell’universo.Per comprendere meglio questi gruppi e le ragioni del
pellegrinaggio, è importante fare una breve descrizione delle
caratteristiche dei xukuri’+kate, visto che queste mostrano anche,
come si vedrà, la profondità storica del pellegrinaggio. I
pellegrini si caratterizzano perché portano con sé: a) una ciotola
(xukuri) identificata con la divinità che rappresentano; b) un
piccolo recipiente contenente tabacco (yakue, cuore del fuoco); c)
uno specchio circolare chiamato nierika mediante il quale
comunicano con la divinità rappresentata dalla ciotola; b) una
borsa tessuta in cui portano le offerte e gli articoli personali
necessari per il pellegrinaggio; e) delle corna di cervo; f) un
muwieri o bastone sciamanico g) un fascio di bastoni di comando; h)
un cappello adornato di piume (Foto 2. Pellegrini). Il numero di
membri di ciascuna brigata dipende dal tukite e la comunità a cui
appartengono. Nelle comunità orientali i gruppi oscillano tra le 20
e le 26 persone, mentre in quelle occidentali si può arrivare a
gruppi di più di 35 membri. L’incarico di “portatore della ciotola”
si eredita da nonni a nipoti e deve essere mantenuto per cinque
anni al termine dei quali una persona può unirsi ad un altro gruppo
di pellegrini nel caso in cui abbia ricevuto in eredità un altro
incarico da un altro nonno. Com’è stato dimostrato da Manzanares
(2009) l’organizzazione culturale dei Wixaritari dipende senza
dubbio da questo sofisticato sistema di eredità e doveri implicati
nel pellegrinaggio a Wirikuta.I parenti dei pellegrini che non
partecipano al pellegrinaggio sanno dove si trovano i propri
familiari grazie a un sistema di notazione fatto con nodi che è
stato descritto da Medina (Medina 2012, 321). Queste annotazioni
coincidono precisamente con i luoghi sacri visitati dai
Wixaritari.
Storia del pellegrinaggio e antichità dei centri cerimonialiLe
prime notizie dei pellegrini wixaritari risalgono al rapporto
redatto nel 1792 dal capitano Félix Callejas a proposito di
un’escursione alla frontiera di Colotán. Sebbene Callejas non abbia
assistito al pellegrinaggio, afferma che gli Huichol si riunivano
con i Tarahumara (un popolo indigeno residente nelle montagne
dell’attuale stato messicano di Chihuahua) in un luogo chiamato
Chalchihuites, dove danzavano e facevano la guerra9. Alcune mappe
della stessa epoca posizionano Chalchihuites nell’attuale
Zacatecas, cioè nel luogo in cui i Wixaritari riconoscono la prima
porta a Wirikuta. Alcuni anni dopo, il capitano della marina
britannica Basil Hall, sbarcò nel porto di San Blas (attuale stato
di Nayarit) nel 1822 e la mattina del 22 aprile camminava nel
mercato della città di Tepic, nell’entroterra, quando vide un
gruppo di nativi. Gli indumenti descritti dal capitano sono gli
stessi che utilizzano oggi i pellegrini (Lyon 1992 [1824], 30).
Posteriormente Francis Lyon, ispettore per le miniere Real del
Monte e Bolaños, descrive un gruppo di Wixaritari che vendono sale
nel mercato di Bolaños. Questo sale proveniva
8 I centri cerimoniali di forma circolare sono stati studiati da
veri archeologi, tra questi è importante citare il lavoro di
Beatriz Braniff (1985) che assicura che questo tipo di strutture
sono particolarmente antiche.
9 Un lavoro di tre anni mi ha permesso realizzare la paleografía
di questo documento, che si trova conservato nell’Archivio delle
Indie di Siviglia (Guadalajara 393) e sarà pubblicato a breve.
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precisamente dalle spiagge del Pacifico, da quello che oggi è
chiamato dagli Huichol Haramara, il luogo sacro dove comincia il
pellegrinaggio a Wirikuta (Ibid: 81-82).Alla fine del XIXo secolo e
all’inizio del XXo alcuni pionieri dell’antropologia hanno fatto
importanti descrizioni del pellegrinaggio, dei pellegrini e delle
parafernalia che gli erano proprie. Tra questi si trovano Carl
Lumholtz (1900, 187-188; 1986 [1902], 127-129), Leon Diguet (1992
[1899], 125-126) e Konrad Theodor Preuss (1998 [1908], 276-277).Nel
1967, Fernando Benítez (1994 [1968]) decide di addentrarsi nella
terra dei Wixaritari accompagnato da Mariano Benzi (1972) questi
sono stati i primi a documentare estesamente il pellegrinaggio a
Wirikuta, mostrandolo in tutta la sua complessità. Poco tempo dopo
la partecipazione di Benítez e Benzi al pellegrinaggio, due
nordamericani, Peter Furst e Barbara Meyerhoff, cominciano a
studiare la cultura dei Wixaritari. Invitati dal loro informatore
Ramón Medina Silva, assistono a un pellegrinaggio a Wirikuta. Da
questa esperienza derivarono un saggio e una tesi di dottorato, il
primo è pubblicato da Furst in collaborazione con Meyerhoff e
Solomon Nahamad, intitolandolo “El peyote y los huicholes” (Furst
1972); da parte sua, Barbara Meyerhoff elabora la tesi “Peyote
Hunt, The Sacred Journey of the Huichol Indians” (Meyerhoff 1974),
pubblicata con un prologo di Victor Turner.Nelle descrizioni
illustrate fin qui è emerso il ruolo dei centri cerimoniali tukite
nel contesto del pellegrinaggio (Foto 3. Tukipa di Ocote de los
Llanos, San Sebastián, Jalisco).Per comprendere l’antichità del
pellegrinaggio dobbiamo rimetterci anche all’antichità di questi
centri, poiché l’immagine di Wirikuta che hanno i Wixaritari è la
stessa che regge questi centri: Wirikuta è anch’esso un tempio, più
precisamente il tempio che ha dato origine a tutti gli altri.Il
fatto che Wirikuta e i centri cerimoniali siano concepiti a partire
dallo stesso schema ci aiuta a comprendere la profondità storica di
questa concezione. Vari archeologi hanno studiato il modello
architettonico circolare di questi edifici. Emergono
particolarmente i lavori di Beatriz Braniff (1995, 1985, 1974) e
Philip Weigand (2000, 1996, 1992). Questi autori hanno dimostrato
che questo modello appartiene a una tradizione antica come quella
dei templi circolari del tipo di Teuchitlán.Da parte sua,
Marie-Areti Hers (2001, 1977) assicura che la tradizione dei
Wixaritari affonda le proprie origini nella cultura Chalchihuites,
tradizione cui appartenevano anche gli antichi Mexica (Aztechi),
che già facevano uso del peyote.
Wirikuta come spazio vissutoUno degli aspetti più interessanti
dei rituali dei Wixaritari sono le descrizioni delle epopee degli
antenati che si presentano nei canti denominati kawitu. Nel kawitu
del pellegrinaggio si descrive ampiamente la ricchezza della flora
e fauna di Wirikuta. I canti sono un corollario interessante dei
saperi che questo gruppo conserva intorno a Wirikuta. I Wixaritari
conoscono da sempre ciò che è stato scoperto e studiato nel 1956 da
Rzedowski, che ha distinto sette tipi di vegetazione con varianti
specifiche esclusive del luogo: boscaglia desertica alluvionale,
boscaglia rosettofilica, boscaglia extra desertica, boscaglia sotto
montagnosa, macchia mediterranea, prateria e querceto. Ciascuno di
questi elementi è stato integrato nei canti dei Wixaritari ed è
utilizzato per elaborare diversi tipi di offerte. In alcune
occasioni ho osservato che con gli arbusti e l’erba del deserto i
Wixaritari formano il corpo di alcune divinità chiamate Niwetzika.
Inoltre, una delle radici di questi cespugli, chiamata uxa è quella
che i portatori delle ciotole impiegano per dipingere i propri
volti quando arrivano a Wirikuta e trovano i primi hikuli (peyote).
Una volta consumato il cactus, gli Huichol dipingono il loro volto
con motivi che alludono alle figure proprie della loro cosmogonia
come si può osservare nella fotografia. Queste immagini in se
stesse rivelano tutto un campo di significati e relazioni tra la
cosmogonia Wixaritari e Wirikuta (Foto 4. Xukuri’+kate con il volto
dipinto).Nello stesso modo, la relazione dei xukuri’+kate con le
acque delle sorgenti di Wirikuta è di grande importanza; si tratta
di acqua sacra con cui si lavano il viso e preparano alimenti
rituali. L’acqua è, dicono, la materializzazione del potere solare,
del sangue solare che scorre attraverso le vene di Wirikuta. Per i
Wixaritari, i metalli che giacciono nel sottosuolo del Cerro
Quemado sono il sangue di Tawewiekame, Nostro Padre il Sole; sangue
che si genera attraverso i metalli e si manifesta all’esterno come
acqua. Così, sangue e acqua formano un binomio cosmogonico che alla
fine si trasforma nella pioggia tanto necessaria
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alle culture agricole. Per questo gli Huichol portano questo
sangue ai propri centri cerimoniali (tukite), perché è il sangue di
Wirikuta che nel centro cerimoniale si trasformerà in
pioggia.Queste sono alcune delle ragioni per cui i Wixaritari
considerano che Wirikuta è la “Mecca” a cui devono arrivare; uno
spazio vissuto che si costruisce e che li costruisce attraverso i
molti pellegrinaggi. Che relazione esiste per gli Huichol tra i
modelli cosmogonici e lo spazio vissuto? Nella visione dei
Wixaritari la risposta appare intrinseca al loro modo di stare nel
mondo, perché è in virtù degli spazi vissuti, camminati,
attraversati che si conforma un modello cosmogonico nella forma di
una mappa che li orienta per conoscere la direzione dei loro
saperi. Nel “Pensiero Selvaggio” Levi Strauss (1962 [1988], 54) ha
mostrato come la mente, in qualsiasi epoca e cultura, opera
vincolando, mediante azioni logiche (o metaforiche se si
preferisce) spazi vissuti10 e sociali classificati sotto
prescrizioni cosmogoniche vincolate a concetti linguistici. Come
segnala Edmund Leach (1976 [1993], 31-34), si tratta di concetti
che possono essere trasmessi attraverso linguaggi verbali o non
verbali. Questo è vero anche per i Wixaritari, perché la relazione
dei loro spazi vissuti e la loro cosmogonia si fonda su alcuni
concetti chiave, tra cui si trova quello di kiekari, termine che
vincola il sistema politico, cosmogonico e architettonico (Liffman
2005, 3-5). Alcuni antropologi l’hanno tradotto come “ecosistema
cosmologico” o “territorio”. Ora, la struttura sociale wixarika
comprende varie istanze di riproduzione sociale che vincolano con
forza la nozione di territorio vissuto con Wirikuta, affine ad
altri livelli che vanno dal micro al macro: a) i kite (sing. kie),
caseggiato dove vivono le famiglie nucleari vincolate a un’istanza
più grande; b) i xirikite (sing. xiriki) adoratori familiari che
riuniscono un determinato numero di caseggiati legati da una
genealogia dimostrabile; sono anche i luoghi in cui si celebrano i
rituali agricoli e si consolidano alleanze tra i membri dei
xirikite attraverso lo scambio. Questi adoratori sono ascritti a
un’istanza maggiore y c) centri cerimoniali tukite (sing. tukipa).
Esistono due tipi di centri cerimoniali architettonicamente
identici: quelli comunitari e quelli di capoluogo. Il primo
raggruppa, attraverso il sistema di incarichi dei xukuri’+kate un
numero determinato di adoratori xirikite; mentre il secondo è
l’istanza maggiore dove confluiscono i rappresentati o
kawiterutziri (consiglio di anziani) di ciascun tukite di comunità.
Esiste anche d) la capitale municipale, dove si risolvono le
questioni amministrative e si trovano il centro civile o “Casa
Fuerte” e la chiesa.Ora, etimologicamente kiekari significa
caseggiato: kie è l’unità domestica di base dei kite (caseggiati),
unità minima di riproduzione che si estende alle istanze del
xirikite e poi ai tukite della comunità e del capoluogo. La
riproduzione sociale risponde al livello di gerarchia descritto,
che a sua volta si estende al capoluogo e alla sua organizzazione
architettonica retta per le cinque direzioni dell’universo
(Gutiérrez del Ángel 2002b, 90). Queste cinque direzioni
comprendono tanto l’organizzazione comunitaria (vedere mappa 3)
come la macro regione del pellegrinaggio: Hauxamanaka, Xapawiyeme,
Wirikuta, Haramara, Tea’akata. Questo territorio vissuto copre
circa 90000 kilometri quadrati, ubicati nell’occidente e centro
nord del Messico e nel suo insieme è chiamato ki’iyari che
significa “territorio con un cuore”, in altre parole il territorio
vissuto, camminato, attraversato (Gutiérrez del Ángel 2010). È il
territorio che i Wixaritari devono percorrere nei loro
pellegrinaggi per mantenersi vivi e continuare a essere ciò che
sono. A partire dal modello descritto, si può comprendere
l’importanza vitale che ha Wirikuta per il popolo Wixarika (Mappa
3. Il kiekari come spazio vissuto dei wixaritari).
Il posto di Wirikuta tra i luoghi sacriNel suo libro “La jícara
huichola: un microcosmos mesoamericano”, Olivia Kindl (2003)
considera che l’organizzazione cosmogonica dei Wixaritari può
essere rappresentata nelle loro forme plastiche, principalmente
nelle ciotole cerimoniali che portano i xukuri+kate e che
presentano in modo sintetico la concezione dell’universo huichol
(Ibid, 148). In questo senso, l’esegesi di questo popolo considera
che il
10 Per spazio vissuto, intendo tutti quegli spazi in cui un
gruppo riproduce la propria cultura attraverso la relazione tra le
proprietà dello spazio stesso: flora, fauna, idrografia, topografia
e nicchie ecologiche e l’organizzazione della cultura. Questi
territori sono studiati, riconosciuti e appropriati mediante
l’organizzazione delle loro caratteristiche in unità linguistiche
che si proiettano nella cosmovisione. Il linguaggio ha così la
capacità di creare unità che vanno dalle macro rappresentazioni
degli spazi vissuti a micro rappresentazioni vincolate a loro volta
in uno schema logico destinato a produrre un modello cosmogonico
operativo.
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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
mondo sia un terrapieno circolare che galleggia su una grande
massa di acqua che ha la forma di una ciotola, associata spesso
all’utero primordiale di Takutsi Nakawe11. Il Nostro Padre-Sole
(Tawewiekame) proviene da queste profondità marine per nascere a
est ed elevare il suo percorso fino alla volta celeste, e da qui al
ponente per tuffarsi di nuovo nelle acque sotterranee quando scende
la notte. Il percorso che fa il Padre Sole dalla nascita fino alla
sua morte è la geografia dell’universo. Gli Huichol considerano che
questo percorso conforma l’universo come due ciotole contrapposte
che formano una sfera e separate nella parte centrale (Kindl 2003,
83; Gutiérrez del Ángel 2002, 61) (Grafico 1. L’ universo
cosmogonico dei wixaritari).Presento qui la spiegazione che ho
ricevuto da una donna huichol a proposito del pellegrinaggio a
Wirikuta: “Il mondo è rotondo, ha la forma di un hikuli (peyote).
Quando è stato creato il mondo è rimasto circondato dall’acqua, c’è
acqua dappertutto e siamo rimasti come una canoa galleggiando.
Allora quando è uscito il sole, è uscito da Reu’unar, qua, a
Wirikuta (si riferisce al Cerro Quemado, a Real de Catorce). Era
piccolo ed è nato il giorno e ha camminato per tutto il cielo e già
grande si è fermato qui sopra (segnala un punto in alto sulla sua
testa), poi si è stancato perché ha fatto il mondo e si è
allontanato verso di là (segnala il nord), allora va verso il
basso, a Haramara, dove andiamo (sulla costa di San Blas, Nayarit).
Lì si è trasformato in un serpente e deve lottare molto per la sua
vita, ma poi esce di nuovo da questa parte (segnala l’est), e si
ferma in tutti i posti in cui gli antichi hanno lasciato dei pini
perché il Sole non cadesse; e così diventa giorno e poi di nuovo
notte e poi di nuovo giorno e notte. E noi stiamo qui sulla terra”.
(Gutiérrez del Ángel 2002, 46).I cinque punti dell’universo, come
lo dimostra la mappa 2, sono i luoghi che si visitano in
pellegrinaggio. Come si può osservare dalla narrazione, Wirikuta è
parte di un tutto più complesso. Per dare un’idea più chiara di
questo ingranaggio, farò una breve presentazione dei diversi luoghi
di pellegrinaggio. Pur essendo molti i nomi huichol che designano
le zone in cui il Padre Sole ha iniziato il suo percorso, l’esegesi
indigena identifica la parte bassa del mondo con una pietra bianca
a Haramara, ubicata nell’Oceano Pacifico, al largo della costa di
San Blas, nello stato Nayarit, questa pietra si associa con
l’occidente, il luogo in cui sono cominciate le gesta universali,
con il mondo inferiore e il nadir. Dalla parte opposta Reu’unar+
(Cerro Quemado) è la grotta sacra di Wirikuta, associato con il
cielo e considerato come il mondo superiore, collegato all’est,
luogo in cui il Padre Sole emerge dopo una lotta con gli esseri del
mondo inferiore.Per capire più chiaramente quest’idea, è utile fare
un grafico della visione dell’universo dei Wixaritari. Si deve
tracciare una linea su un piano verticale del percorso che fa il
sole quotidianamente da oriente a ponente. Ogni estremo ha un nome
e un’ubicazione determinata nello spazio e gli estremi si oppongono
tra di loro: ponente/basso vs oriente/sopra. L’esegesi indica
inoltre categorie di tempo, poiché si dice che quotidianamente il
sole nasce a est (puhekari); arriva allo zenit (puxukiari) dove
matura per poi arrivare, invecchiato, a occidente, lasciando il
passo alla notte (pukarite). La morte del sole significa il ritorno
alla notte, configurando così un ciclo notte-giorno che implica le
nozioni di spazio e tempo, visto che così come un rituale è la
micro organizzazione del ciclo cerimoniale, un giorno è la micro
rappresentazione di un anno agricolo e della creazione nel suo
insieme. Quello che dona movimento a questo tempo è precisamente il
camminare dei xukuri’+kate, cioè il pellegrinaggio stesso. Questa
concezione include inoltre il piano orizzontale, che comprende i
vertici sud vs nord con valori assegnati a ciascuno, ma per
comprendere questo piano bisogna conoscere il mito che lo
spiega12:“C’era un bambino che era sporco, con moccio e brufoli
sulla faccia. Siccome non piaceva ai Tsauxirikita [sciamani
principali del pellegrinaggio] perché non indossava vestiti, questi
dissero che l’avrebbero messo nel fuoco, e quando lo buttarono sua
madre si arrabbiò molto. Poi il bambino se ne andò verso il basso,
verso una montagna che si chiama Picachos (Reu’utar)13, corse e
corse, perché dove cadde era pieno di serpenti che, siccome era
sporco, se lo sarebbero mangiato. Arrivò
11 Insieme al fuoco (Tatewari), Takutsi Nakawe è la dea più
antica, ragione per cui è chiamata “la nostra bisnonna” o “la
nostra nonna”, il suo nome, in esteso, può essere tradotto come
“Nostra nonna crescita” o “che sta crescendo”.
12 Per approfondire questo tema, cfr. Gutiérrez del Ángel
2010.13 Questa montagna si trova nello stato di Nayarit. Anche qui
i pellegrini lasciano le loro offerte, la montagna è
associata con la pianta denominata kieri (appartenente alla
famiglia della Datura) che è considerata come il “nemico” del
hikuli (il peyote, che è invece un cactus).
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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
correndo a Xapawilleme e quando Paritsika vide questo, gli
lanciò le sue frecce e tutti e due andarono verso l’alto. Cinque
giorni dopo apparvero a Pritek+a (Grotta di Reu’unar+). Poi saltò
verso l’alto, e li era guarito dai brufoli e dal moccio ed è
diventato Tawewiekame (Nostro padre il sole), poi si allontana in
quella direzione, per la montagna Hauxamanaka, dicono che vive lì
con il Maxakuaxi”. (Diario di campo 2001).Il bambino della
narrazione è lo stesso Padre-Sole nell’antesala della sua
esistenza, poiché per adottare questa condizione deve superare il
suo stato di malattia e sporcizia, cosa che implica vincere i
serpenti dell’oscurità. Deve lottare, correre dalla montagna
Picachos (Reu’utar associato con l’occidente/in basso) verso
Xapawilleme (sud/in basso, sono le lagune di Chapala, Jalisco), e
cinque giorni più tardi, dopo essere stato salvato dalla freccia di
Paritsika, ascendere alla Montagna dell’Alba (Reu’unar, est/alto) a
Wirikuta; posteriormente deve dirigersi a Hauxamanaca (nord, il
Cerro Gordo nello stato di Durango), dove riposa al lato di
Maxacuaxi (“Nostro Bisnonno coda di cervo”). Quello che il mito
segnala non è un precorso arbitrario ma sequenziale: il sole in
quanto tale nasce in occidente, nel mondo sotterraneo inferiore
chiamato Tatiapa, e si sviluppa in un percorso antiorario che parte
da sud per andare verso oriente e poi a nord.Gli Huichol affermano
che il movimento e il divenire del sole portano alla nascita degli
esseri umani e questo è possibile perché il cuore (‘iyari) dei
Wixaritari (che sarebbe l’equivalente dell’anima) esiste grazie
l’ingestione del hikuli (peyote). Così, il peyote e la vita si
associano per creare la cultura degli Huichol, con Wirikuta come
luogo delle gesta solari e di conseguenza della cultura in
questione. Nonostante questo, non è possibile accedere al peyote
senza realizzare l’insieme di pellegrinaggi verso tutte le
direzioni dell’universo, perché tutti i punti sono vincolati tra
loro attraverso l’idea di kiekari, così come si osserva nella mappa
3.Come si è già detto, questo macro territorio parte da una micro
idea, quella di kiekari, che opera come elemento divisorio per
conformare parti vincolate tra loro con valori ben determinati,
senza i quali la riproduzione sociale del gruppo sarebbe
impossibile.Ora, la solidarietà di questo sistema si mantiene
attraverso un concetto scoperto dagli antropologi, quello di nana
(“pianta rampicante” o “guida”) che unisce i diversi centri
cerimoniali o fuochi che operano dalle unità di base, il cuore, il
caseggiato, con le altre istanze, i xirikite che a loro volta si
connettono con il vasto insieme dei tukite, uniti al territorio
della geografia sacra. L’insieme delle associazioni e valori rimane
plasmato come unità di base nel pensiero dei Wixaritari ed è un
axis mundi che si trova nelle culture mesoamericane più antiche
come quella di Chalchihuites o la Azteca.
Norme consuetudinarieL’unità minima di riproduzione, il kiekari,
mantiene e retro alimenta un sistema complesso di scambi che esiste
tra le differenti istanze che si appoggiano a questo schema: gli
adoratori xixikite e i centri cerimoniali tukite, associati al
pellegrinaggio in modo complesso. Il sistema opera attraverso norme
consuetudinarie legate alla riproduzione del kiekari e alla
reciprocità tra le distinte istanze. Il motore è dunque la
reciprocità e i diversi livelli di scambi, principalmente quelli di
peyote, gestiti dai xukuri’+kate. Il sistema è complesso, e la sua
riproduzione dipende dagli scambi di peyote tra un centro
cerimoniale e l’altro. Questo si deve al fatto che non tutti i
membri dei centri cerimoniali e degli adoratori xirikite
partecipano tutti gli anni al pellegrinaggio: la partecipazione è
ad anni alterni. Lo scambio di peyote non implica solamente questo
oggetto: usando il termine wixarika, quello che si scambia è un
cuore (iyari), quello del sole. E per trovare questo cuore i
pellegrini devono rispettare norme importanti che implicano la
nozione di sacrificio e auto sacrificio: grandi camminate, digiuni
e astinenza sessuale.Insieme al peyote si scambia anche il
sacrificio. Così, portare a buon fine il pellegrinaggio implica
un’organizzazione con delle norme interne che, se disobbedite,
porterebbero a un castigo da parte del gruppo e a una punizione
divina. Il mantenimento dell’universo così come lo conosciamo e
dell’umanità in generale dipende dal fatto che questi pellegrini
ricreino quello che i loro antenati hanno ottenuto mediante l’auto
sacrificio: la creazione dell’universo e dell’umanità, sigillata
dal cuore solare, cioè il peyote. Questa è la responsabilità che
pesa sulle spalle dei xukuri’+kayte. Per sanare il mondo,
l’umanità, i parenti è necessario concludere con successo il
pellegrinaggio e tornare con il peyote, che riattiverà le relazioni
che rimangono sospese quando i gruppi di xukuri+kate partono per il
deserto.
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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
Lo sforzo è tremendo, perché i membri del gruppo devono lasciare
famiglie, terre, animali, coltivazioni, tutto, e senza ricevere
nessun tipo di pagamento, perché è loro dovere come Wixaritari
prendere parte a questo compito. Appartenere a un caseggiato, a un
xiriki, a un tukipa implica l’obbligo di assumere l’incarico di
“portatore della ciotola”. Chi non lo fa corre il rischio di
ammalarsi gravemente o che i suoi parenti, le sue terre e i suoi
animali si ammalino, ma può anche perdere la terra che gli
corrisponde per diritto ereditario. Così, il fatto di ereditare
certe terre implica l’obbligo di curarle, che porta ad accettare
l’incarico di fare il pellegrinaggio, attraverso cui si sana
l’universo e si ricrea il mondo sociale.Questa eredità è di ordine
divino perché la terra è degli antenati, e questi sono la ciotola
che si porta al pellegrinaggio. L’incarico si assegna per ordine
dei kawiterutziri (consiglio degli anziani) che sono i leader dei
centri cerimoniali identificati come “Fratelli Maggiori”. Le
divinità rivelano in sogno a queste persone chi deve assumere
l’incarico, che sarà rinnovato cinque anni dopo. Se per ragioni di
forza maggiore non si può assumere l’incarico, il debito si passa
ai discendenti che avranno l’obbligo di pagarlo in futuro. Questa
norma consuetudinaria è quello che permette che la cultura Huichol
si mantenga con tanta coesione interna e che gli ha permesso di
sopravvivere tanti secoli. È questa l’importanza di Wirikuta. Lì
vivono i loro antenati, è il panteon che li anima, li vivifica e
organizza. Da cui deriva che tutta la terra, e particolarmente
Wirikuta, appartenga agli antenati e sia sacra. Da qui deriva che
il meccanismo della reciprocità tra diversi livelli sociali ingrani
e prosegua.
Wirikuta come luogo sacro“Un gruppo di esseri, che vivevano
nell’oscurità, ha voluto conoscere la luce. Questi erano i
kaka+yarite (antenati), fenomeni della natura come lucertole,
uccelli, pipistrelli. Mangiavano carne cruda e non conoscevano il
fuoco, si mangiavano i loro fratelli lucertole. Kauyumari, l’eroe
culturale di questo popolo, parlò loro e disse “Voi non potete
stare al freddo, mangiando carne fredda e cruda. Dovete saper
cucinare, dovete conoscere il fuoco […]. Dopo aver conosciuto il
fuoco, a Tea’akata (nella sierra huichol in territorio della
comunità di Santa Catarina), Kauyumari disse loro che andassero a
trovarlo a Paritek+a, a Wirikuta (Cerro Quemado), che lì avrebbero
conosciuto la luce. Così i primi antenati hanno cominciato a uscire
dal mare per andare a incontrare il bambino che avrebbe portato la
luce. I primi antenati dissero che da Reuùnar+ uscì una luce
fortissima, così forte che molti kaka+yarite furono bruciati e
trasformati in pietre. Era il Sole che stava nascendo, ma era
piccolo, verde, e non controllava il proprio calore. Allora gli
urlarono che andasse in su di un gradino in modo da non bruciare
così tanto. Il sole fece il gradino ma continuava a bruciare molto.
Gridarono che andasse ancora più in su, che li stava bruciando, e
così fece il sole. In totale fece cinque scalini finché maturò, e
allora poté essere Tawewiekame, Nostro Padre il Sole. Quando giunse
al suo posto, allora Kauyumari disse agli antenati che dovevano
fare tre cose: realizzare sacrifici per il sole, dargli una sedia
perché si sedesse e fare i pellegrinaggi a Wirikuta. In cambio lui
avrebbe mandato Paritsika, il cervo dell’alba, perché gli umani
avessero carne di cervo e potessero cucinarla e mangiarla come
esseri umani.Allora videro lì un cervo che correva nel deserto. In
ogni impronta che lasciava crescevano grandi peyote. Così, i primi
kaka+yarite poterono vedere il cervo che si lasciava cacciare
perché loro trovassero la vita. Quando gli antenati cacciarono il
cervo poterono mangiare la sua carne cotta, che era il peyote che
adesso cresce nel deserto” (Diario di campo, 1998).Questo mito
racconta le gesta degli Huichol. I luoghi menzionati sono territori
sacri per questo popolo, sono kiekari, perché lì è avvenuta
l’epopea dei loro kaka+yarite (antenati) e inoltre, questi antenati
si attivano ogni anno quando ricevono la visita dei
xukuri’+kate.Così, dal nostro punto di vista quello che vediamo
come la grotta di Paritek+a, Reu’unar+ (Cerro Quemado) per loro è
l’utero primordiale da cui è nato Tawewiekame (il Padre Sole).
L’interno della grotta, che conduce alle sue profondità, è il corpo
della prima donna, l’antenata per eccellenza, Takutzi Nakawe
(Nostra Madre Crescita). Le acque che scorrono in quella zona sono
sacre perché provengono dall’interno della grotta, sono l’alimento
del cuore e materia uguale al sangue del Padre Sole. Per questo
l’interno della montagna è sacro, perché è il luogo d’origine, i
suoi minerali sono quello che permette che le piogge arrivino ogni
anno alla sierra e che il Padre Sole esca ogni giorno.La cosmogonia
dei Wixaritari contempla un universo ciclico che deve essere
costantemente alimentato mediante le azioni del camminare e
l’autosacrificio. Per questo quando i Wixaritari visitano i luoghi
sacri, le loro gesta si riattivano e gli antenati tornano ad
esistere come esseri divini, come esseri viventi.Quando visitano
queste terre sacre, gli antenati divinizzati intavolano un dialogo
ininterrotto con i portatori delle ciotole, e la loro presenza è
portata davanti agli altri Huichol attraverso la loro carne: il
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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
cervo-peyote, che è oggetto di scambi continui. L’ingestione
collettiva di questi elementi, include gli Huichol del presente
nella narrazione e li fa diventare parte di essa: loro stessi sono
la creazione che permette la continuità. Per questo quando vanno al
pellegrinaggio portano agli antenati offerte dalle montagne, per
lasciarli nelle sorgenti di Wirikuta, nelle pietre, i cactus, le
incisioni rupestri etc. in altre parole, sono doni per i primi
esseri che sono stati bruciati dal Padre Sole. Voglio mettere in
chiaro un punto. Per questo popolo tra l’essere e il rappresentare
esiste una distanza molto grande. Le montagne, le pietre, i
minerali, le grotte, la flora e la fauna per i Wixaritari non
rappresentano gli antenati. Questi elementi sono gli antenati, le
loro divinità creatrici. E tra rappresentare ed essere c’è un
abisso. Per questo ciascuna parte di queste terre sacre è
dipendente dalle altre. L’universo di questo popolo si costruisce
attraverso il pellegrinaggio a tutti i luoghi sacri, senza il quale
sarebbero destinati a sparire come gruppo.Perché appoggiare gli
Huichol nella loro lotta contro lo sfruttamento minerario? Perché
per i Wixaritari così come per molti altri popoli mesoamericani, le
montagne, la flora e la fauna sono parte della loro costituzione
come culture, parte della loro società e del modo di vivere lo
spazio. La fede di un cattolico si trova nell’interazione di varie
chiese coordinate por un centro, il Vaticano. Per i cattolici,
l’eucarestia è il sacramento del corpo e del sangue di Gesù Cristo
sotto la forma del pane e del vino. Per mezzo della consacrazione,
il sacerdote converte realmente in corpo e sangue di Cristo il pane
e il vino offerti sull’altare. Per i Wixaritari la carne del dio è
il peyote che cresce nel deserto, e l’altare è Reu’unar+. Sarebbe
impossibile pensare che per quanto oro si trovi nelle terre in cui
si trovano le chiese cattoliche, queste venissero distrutte. Il
capitale culturale che il Vaticano rappresenta per i cristiani, è
l’equivalente di Wirikuta per gli Huichol. Come ho chiarito,
Wirikuta per i Wixaritari non è solamente un pezzo di terra, è la
terra sacra e il Cerro Quemado è il tempio che dà la possibilità
della loro esistenza. La lotta contro lo sfruttamento minerario in
ogni caso non è esclusiva del popolo Wixarika, perché già da alcuni
anni e a causa dei cambiamenti climatici accelerati nei paesaggi
ecologici, in questo caso in quelli di Wirikuta, esiste una
preoccupazione crescente per questa nicchia ecologica che, come
abbiamo visto, è unica nel suo genere.Una volta osservata
l’importanza di Wirikuta per i Wixaritari, mostrerò ora
l’importanza dell’ecosistema di questo luogo e le minacce che
rappresentano le miniere per questo ambiente.
L’ecosistema di Wirikuta come parte di un tutto: il diritto
della natura.Oltre ai diritti che può avere un certo popolo su un
determinato territorio, soggetto o no a concessioni, è importante
sapere che il deserto di Real de Catorce è un ecosistema con un a
biodiversità particolarmente amplia. Di fatto, è questa la ragione
per cui oggi è una riserva protetta. Il Governo Federale considera
che per permettere i progetti minerari di First Majestic Silver,
debba esserci una dichiarazione di impatto ambientale emessa dalla
SEMARNAT14.Questa è una delle ragioni per le quali le imprese
minerarie spendono milioni di dollari per convincere il pubblico
del proprio rispetto per l’ambiente e delle proprie preoccupazioni
di non distruggerlo. Il termine che hanno forgiato è quello di
“miniere responsabili”, creato da agenzie pubblicitarie impiegate
per dare un’immagine dell’attività mineraria e su grande scala
responsabile in termini fiscali, ambientali, sociali; un’immagine
distinta, dicono, dalle miniere “di una volta”, e da quelle più
piccole, in quanto alle conseguenze sociali e ambientali. Parte del
pacchetto pubblicitario cerca di vendere l’idea che i problemi
delle attività minerarie son strettamente tecnici, e che possono
essere risolti con tecnologia avanzata. Va detto chiaramente che,
sebbene questo sia il discorso ufficiale, non esiste compagnia
mineraria, ne esisterà, che lavori senza costi per l’ambiente che
sfrutta, per il semplice fatto che i procedimenti di estrazione
impiegano sempre sostanze chimiche altamente inquinanti; inoltre,
sono necessari milioni di litri d’acqua, e va ricordato che Real de
Catorce è una zona desertica, dove l’acqua scarseggia enormemente,
e sarebbe sottratta alle terre coltivabili e all’ecosistema a cui
appartiene. Disgraziatamente, su questi temi i governi
14 Secretaría de Medio ambiente y Recursos Naturales, si tratta
dell’equivalente di un ministero dell’ambiente (N.d.T.).
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A. G. del Angel – Violenza e simulacro
hanno lavorato attivamente insieme alle imprese adottando il
loro discorso per giustificare le attività di sfruttamento.Oltre al
fatto che Wirikuta è considerato luogo sacro dal popolo Huichol,
vale la pena mostrare la sua ricchezza in termini ecologici, e
quello che andrebbe perduto con lo sfruttamento smisurato da parte
delle compagnie minerarie transnazionali. Perché è stato deciso di
proteggere Wirikuta? Questa nicchia ecologica appartiene alla
regione conosciuta come deserto di Chihuahua. È una delle tre aree
semidesertiche biologicamente più ricche del pianeta, è protetta
dall’UNESCO e ospita specie endemiche esclusive. Questo è dovuto a
una doppia relazione biogeografica che osserveremo in seguito. Il
regime macro climatico della zona è tropicale, e nei mesi da giugno
a settembre si hanno le piogge stagionali. Il clima tropicale e la
posizione geografica in termini di latitudine e di altitudine fanno
sì che Wirikuta sia la zona del deserto di Chihuahua che mantiene
la maggior quantità di specie endemiche di flora e fauna. Wirikuta
e l’itinerario storico dei Wixaritari comprendono solamente lo
0,28% di tutta la superficie del deserto di Chihuahua, nonostante,
questo, ospitano la metà della flora, l’85% degli uccelli e il 60%
dei mammiferi della regione, sebbene tristemente la flora e la
fauna siano fortemente minacciate e le popolazioni stiano
diminuendo rapidamente a causa del saccheggio di piante e animali
selvatici da parte di collezionisti, turisti irresponsabili,
allevatori, agricoltori intensivi di pomodori e imprese minerarie
transnazionali.Camminando per l’itinerario percorso dai Wixaritari,
si osservano le cordigliere tra cui si trova il Cerro Quemado. La
nicchia ecologica di Wirikuta contiene anche le cime più alte di
tutto il deserto di Chihuahua, da quelle cime, al volgere lo
sguardo a nord est, si può osservare la Sierra Madre Orientale, e
rendersi conto immediatamente del contrasto ambientale, visto che
il paesaggio che offre è estremamente arido. La differenza di
altitudine tra le cime (3180 metri sul livello del mare) e
l’altipiano (1700 metri sul livello del mare) crea una biosfera che
alberga specie di grande importanza ecologica e biogeografica,
creando vere comunità biotiche. Queste comunità sono arricchite dal
sottosuolo igneo: si trovano quarzi, rioliti, basalto di ferro e
pirosseno, ci sono anche sedimenti e materiale detritico come
lutite, arenarie, pietre calcaree, e conglomerati di queste come le
rose del deserto.La simbiosi tra il deserto e le montagne permette
l’esistenza di una flora che va dalle sementi coltivabili
(soprattutto mais), praterie, alberi di mezquite (appartenenti alla
specie delle leguminose), cespugli, ocotillo (Fouquieria
Splendens), chaparral (un tipo di macchia di vegetazione americana
caratterizzata da arbusti), e boschi con distinte specie di cedri,
querce, cipressi, pini e noci. In nessuna parte della repubblica
messicana le specie endemiche superano il 20% delle specie della
zona, mentre Wirikuta comprende 800 specie endemiche, circa l’80%
del totale della zona. È inoltre possibile che proprio nella zona
del Cerro Quemado, dove l’altipiano e le montagne si incontrano,
esistano specie non ancora identificate.Gli abitanti di Wirikuta
chiamano il suolo e il suo particolare sistema acquifero “el
salado”. Nella zona si trovano xerosuoli, litosuoli, e regosuoli ed
esiste una idrografia molto particolare: si tratta di bacini
endoreici che dipendono gli uni dagli altri e non hanno altre fonti
di alimentazione, per cui fiumi e torrenti sono molto pochi e di
carattere stagionale e l’acqua è molto scarsa. Fermiamoci un
momento su questo punto. Più che in altre zone della repubblica,
l’accumulo di acqua è vitale per gli abitanti del luogo, ed è
sempre più problematico. Per l’irrigazione si usa acqua proveniente
dalla sierra e da piccole sorgenti scoperte all’epoca delle antiche
miniere, ma questa tecnica da sempre meno frutti a causa della
deforestazione delle montagne di Catorce e Coronado (il legno è
stato utilizzato soprattutto dalle miniere in epoca coloniale e
post rivoluzionaria). Esiste anche la possibilità di perforare
pozzi in profondità ma conforme avanzano le perforazioni,
diminuiscono le riserve di acqua. Questo tipo di estrazione si sta
dimostrando essere un problema sempre più grande, posto che non si
tratta di procurare acqua destinata al consumo umano, ma
all’industria del pomodoro, le miniere e l’allevamento di capre15.
Che cosa succederà
15 È stato dimostrato che nonostante Wirikuta sia un’area
naturale protetta, le attività ad alto impatto ambientale
continuino ad aumentare, in particolare l’industria del pomodoro e
l’allevamento. Queste attività irregolari hanno causato gravi danni
ecologici per lo smottamento dei terreni e l’uso indiscriminato
dell’acqua. I Wixaritari hanno segnalato questo problema già da
alcuni anni, ma il governo federale li ha ignorati. Non sono mai
stati richiesti studi di impatto ambientale per queste attività
produttive.
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quando anche le grandi imprese minerarie entreranno in
competizione con gli umani per il consumo di acqua?Con il
trascorrere degli anni si è reso necessario estrarre acqua sempre
più in profondità, fino ad arrivare a pozzi profondi anche 600m. Va
ricordato che in alcune regioni del deserto si è dimostrato che
l’acqua estratta da pozzi a più di 200 metri di profondità è
contaminata con quantità eccessive di solfati, fluoro, e sali, e
che l’incidenza di cancro tra i consumatori di queste acque è
maggiore che nel resto del paese.Una delle maggiori ricchezze
dell’ecosistema fin qui descritto è costituita dalla flora e dalla
fauna. Nel territorio sono state riconosciute 453 specie florali
riunite in 292 generi e 80 famiglie, alcune di queste specie sono a
rischio di estinzione, tra queste vanno menzionati il peyote
(Lophohora Williamsii), il cuscino della suocera (Echinocactus
Grusonii), gli organi (Pachycereus Marginatus o Lemaireocereus
Marginatus), altre specie di cactus e la radice uxa con cui gli
Huichol si dipingono il volto durante i pellegrinaggi.Da questo
ecosistema dipende anche una grande quantità di fauna endemica.
Nella zona di Wirikuta si trova il 50% della fauna di tutto il
deserto chihuahuense. Camminando per il deserto, non è raro
osservare diverse specie di serpenti (Pituophis Deppei, Zamenis
Flagellum, Chionactis Occipitalis) e di lucertole (Masticophis
Flagellum, Holbrookia Maculata) che oggi sono a rischio di
estinzione a causa della distruzione del loro habitat.Nella zona si
trovano anche popolazioni di orsi, puma, cervi e antilopi
americane, oggi sull’orlo dell’estinzione, altre specie minacciate
sono la marmotta e altri roditori (Cynomys mexicanus, Netoma
Albígula, Notiosorex Crawford, Dipodomys Nelsoni), e una specie di
pipistrello (Choeronycteris Mexicana). Oltre ai rettili e i
mammiferi, il deserto ospita anche 153 specie di uccelli, tra cui
l’aquila reale (Aquila Chrysaetos) che si trova molto vicina
all’estinzione16, la pernice (Colinus Virginianus), il falco di
Cooper (Accipiter Cooperi), il falcone o aquilotto di Harris
(Parabuteo Uncinictus) e alcune sue sottospecie e il gufo
(Pseudoscops Grammicus). Alcune di queste specie possono essere
comprate per l’irrisoria cifra di 200 pesos messicani (circa 15
euro) nel tristemente noto “corridoio della vergogna”17. Tra gli
anfibi si trovano diversi tipi di batraci e la salamandra tigre
(Ambystoma Tigrinum).La ricchezza di Wirikuta non è solo ecologica,
si trovano anche resti fossili del tardo giurassico, e resti
archeologici di insediamenti umani, pitture e graffiti
rupestri.
Wirikuta, un luogo protetto per il mondoEsiste una certa
inquietudine internazionale intorno a Wirikuta, che si è vista
riflessa soprattutto nel comitato per il patrimonio mondiale
dell’UNESCO, che ha spinto, mediante i propri modelli di riserva
della biosfera, verso la protezione di questo santuario. È stata
promossa la protezione dei luoghi sacri a livello mondiale, così
come la conservazione della biodiversità e la riabilitazione di
ambienti degradati (Torres Jíménez & Serra Rivera 2003).Così,
Wirikuta è stata riconosciuta dall’UNESCO come una biosfera unica e
in pericolo, un santuario di pellegrinaggio e un itinerario storico
che i governi hanno l’obbligo di proteggere. Per le pressioni degli
Huichol, si è stabilito un insieme di decreti governativi ed è
stata varata una delle prime leggi in materia di diritti alle terre
sacre e protezione della biosfera che definisce Wirikuta come
“luogo di patrimonio storico, culturale e zona soggetta alla
conservazione ecologica del gruppo etnico wixarika”La spinta da
parte dei Wixaritari gli è valsa un certo riconoscimento a livello
internazionale, tanto che nel 2000 il popolo Huichol ha ricevuto
dal WWF un premio chiamato “Regalo sagrado para la tierra”, a
motivo degli sforzi di protezione e conservazione ambientale
portati avanti da questo popolo.Questi avanzamenti in materia
ecologica hanno fatto si che il 9 giugno 2001 si modificasse la
Legge Ambientale di San Luis Potosí incorporando una nuova
categoria di area naturale protetta: quella di Luogo
16 Recentemente sono stati censiti nella zona quattro nidi di
aquila reale. Apparentemente, la popolazione di questi uccelli è in
lentissimo aumento, ma l’attività mineraria, attraverso la
distruzione del suo habitat, finirebbe per annullare ogni
possibilità di recupero della popolazione di aquile.
17 Il “corridoio della vergogna”, così chiamato dai biologi, è
il tratto di strada che unisce l’autostrada di San Luis Potosí alla
città di Matehuala e attraversa una parte del deserto. Su questo
tratto, persone spinte dalla povertà estrema, mettono in vendita,
per cifre irrisorie, animali selvatici, vivi o morti. Mi è capitato
personalmente di osservare gufi, coyote, serpenti, e cactus
rari.
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Sacro Naturale, cui appartiene ora la riserva di Wirikuta,
modificando il decreto di ottobre del 2000 nel quale si
classificava esclusivamente come Riserva Statale.Tutto questo è
successo grazie alla volontà degli Huichol, che hanno promosso con
le loro azioni e spirito combattivo la protezione di Wirikuta.
Il grido di chi non ha voce: il diritto alla consultaSono sempre
di più i conflitti tra gruppi indigeni e Stato poiché quest’ultimo
nega sistematicamente a questi popoli il diritto alla consulta sui
mega progetti che colpiscono i loro interessi. Il caso forse più
rappresentativo è proprio quello dei Wixaritari e il problema di
Wirikuta, ma ci sono anche i Cucapá in Baja California, che
reclamano il loro diritto a continuare a pescare dove l’hanno fatto
da sempre: nella regione dell’Alto Godo del Río Colorado che è
stata inclusa nell’area nucleare della riserva della biosfera. Da
parte loro, i Rarámuri (o Tarahumara) nello stato di Chihuahua
richiamano il diritto di essere consultati su un mega progetto
turistico nella Barranca del Cobre, i poteri federali e statali non
li hanno mai consultati sul progetto, vanno poi menzionati i Cora
(Náayeri) che attualmente stanno lottando contro la costruzione di
una diga che distruggerebbe parte del loro ambiente e inonderebbe
alcuni luoghi sacri.Indipendentemente dalla bontà o meno dei
progetti che si vogliono sviluppare in varie regioni, la
Convenzione 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro su
popoli indigeni e tribali stabilisce che la consulta è un diritto
di tutti i popoli. Tale convenzione, stabilita nella Conferenza
Generale della OIL, è stata adottata dal Messico il 27 giugno del
1989 e ratificata dal Senato della Repubblica l’11 giugno del 1990
(Diario Oficial de la Federación, 3 agosto 1990). Il 25 settembre
del 1990 il Presidente della Repubblica ha emesso un decreto
promulgatorio dello strumento di ratificazione di tale accordo
(Diario Oficial de la Federación, 24 gennaio 1991).In questo senso,
i diritti del popolo Wixarika, come di molte altre culture, sono
stati vulnerati dal momento che non sono stati consultati sulle
concessioni su Wirikuta cedute alle imprese minerarie
transnazionali. Tanto la costituzione dello Stato di San Luis
Potosí, come le leggi federali stabiliscono il diritto alla
consulta. Il secondo articolo della Costituzione Messicana recita
che la Nazione Messicana è unica e indivisibile, che ha una
composizione pluri culturale sostentata originalmente dai popoli
indigeni che sono coloro che discendono dalle popolazioni che
abitavano nel territorio attuale del paese all’inizio della
colonizzazione e che conservano le proprie istituzioni sociali,
economiche, culturali e politiche, o una parte di esse. Nell’inciso
IX si indica quanto segue: “Consultare i popoli indigeni
nell’elaborazione del Piano Nazionale di Sviluppo, così come nei
piani statali e municipali, e se fosse il caso, incorporare le
raccomandazioni e proposte che vengano presentate”. È stato forse
chiesto ai Wixaritari cosa pensassero delle concessioni minerarie
assegnate nei territori che, di fatto e per diritto, gli
appartengono? No.D’altra parte, nella Convenzione Internazionale
sui popoli indigeni e tribali del 1989 e ratificata nel 1990, lo
Stato messicano si è impegnato a rispettare i diritti e l’unità
territoriale dei popoli che conformano l’unità del Messico così
come il loro diritto ad essere consultati. Si osserva dunque che la
consulta è un diritto umano riconosciuto a livello statale,
federale e internazionale.
Conclusioni. L’attività mineraria attuale: il problema di
Wirikuta e quello mondialePerché negli ultimi anni si concedono
indiscriminatamente terre messicane e di altri paesi impoveriti a
imprese minerarie soprattutto canadesi? Perché gli stati in America
Latina, Asia o Africa hanno risposte tanto deboli di fronte a
queste imprese? Il denaro e la corruzione sono il lubrificante che
permette il movimento di questo meccanismo? Una parte delle
risposte a queste domande si trova nell’eccellente studio
intitolato “Negro Canadá. Saqueo, corrupción y criminalidad en
África” del collettivo Risorse dell’Africa e elaborato da Alain
Deneault in collaborazione con Delohine Abadie e William Sacher
(2008). In questo studio si realizza una radiografia del potere di
corruzione delle imprese minerarie e della loro associazione con lo
stato canadese che, affermano gli autori, machiavellicamente copre
le loro operazioni. Gli autori si chiedono: perché se il Canada non
ha mai dimostrato rettitudine nei confronti dell’Africa, pur
essendo membro dell’OCSE e avendo firmato trattati internazionali
sui diritti umani delle minoranze, vuole rivendicare il proprio
diritto, o dovere, di vigilare e intervenire in tutte le imprese
canadesi, o registrate in
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Canada, che si interessano all’Africa? Gli autori concludono con
una triste ipotesi che, tra l’altro gli è quasi costata il
carcere18: “È evidente che il Canada reclama tutti i suoi poteri
sulle imprese private presenti nel paese non per sanzionarle come
dovrebbe essere, ma per offrire la propria protezione politica,
giuridica e diplomatica. Una cosa che somiglia a una perversione
giuridica delle regole del diritto e delle norme internazionali che
afferma riconoscere” (Ibid, 9).In questo senso, gli autori
dimostrano che Toronto si impone al mondo come il centro
finanziario di queste imprese, concludendo che il governo federale
canadese offre alle imprese minerarie protezione giuridica ed
economica perché non si sentano minacciate da nessun tipo di atti
di pressione.Questo fenomeno è relativamente recente in Messico, in
cui l’attività mineraria era parzialmente abbandonata. Cos’è
accaduto allora nel mondo perché quest’attività riprendesse le sue
operazioni con tanta forza? Dopo la seconda guerra mondiale molte
miniere nello stato di San Luis Potosí e nel mondo hanno chiuso,
perché in Europa si trovavano ovunque resti di metalli prodotto
della distruzione causata dalla guerra; da un altro lato, i governi
in tutto il mondo preferivano usare buoni che garantissero la loro
forza economica e le loro ricchezze senza preoccuparsi troppo delle
estrazioni minerarie oltre a quelle indispensabili. Alla fine degli
anni novanta è entrata in scena una nuova forza che ha cambiato le
relazioni economiche e di potere nel mondo: l’industria crescente
della Repubblica Popolare Cinese. Per l’attività industriale di
questo paese metalli come lo zinco, l’oro, l’argento, lo stagno, il
bronzo, il nichel e il ferro sono diventati indispensabili; in
questo modo per i paesi che un tempo hanno vissuto delle miniere si
è presentata l’opportunità di affacciarsi su un ricco mercato come
quello cinese. In Messico, negli anni ’90, il governo del
presidente Ernesto Zedillo ha aperto le porte alle imprese
minerarie, offrendo concessioni senza misurare le conseguenze
sociali ed economiche che si sarebbero avverate nel futuro.Il nuovo
mercato ha avuto un forte impatto nell’economia globale, come
dimostra il rapporto di The Gaya Foundation (2012), che ha reso
pubblico che tra il 2005 e il 2010 il settore minerario cinese è
aumentato del 25%. Nello stesso documento si annuncia che circa 212
comunità in sedici paesi dell’America Latina si sono confrontate
con 173 progetti minerari. Le lotte delle comunità si concentrano
su un fatto: le comunità colpite dai progetti minerari esigono di
essere consultate prima di avviare qualsiasi tipo di estrazione, e
cercano di fermare le attività a cielo aperto, a causa dei danni
causati all’ambiente e alle attività agricole tradizionali
(Rebbosio 2012).Fermare il flusso di capitali è una questione
complicata, poiché mentre le comunità reclamano la chiusura dei
progetti, altri pianificano la divisione delle rendite. In Messico
l’incremento dell’attività mineraria ha avuto ripercussioni sociali
in molte comunità. Il conflitto più rappresentativo è quello della
miniera San Xavier, a venti kilometri dall’omonima capitale dello
stato di San Luis Potosí. Come osserva Jaime Avilés (2011), questo
è un caso esemplare della corruzione generata dalle imprese per
ottenere l’impunità. Da luglio del 2005 a marzo del 2010 la storica
montagna di San Pedro è stata ridotta in polvere dall’impresa
canadese Ner Gold Inc., attraverso la sua filiale Minera San
Xavier. Il fatto paradossale è che l’impresa non abbia mai avuto i
permessi legali per sfruttare il giacimento di oro e argento,
inoltre, i lavori di sfruttamento si trovano a soli 8 kilometri dal
centro della città, circondato da quartieri residenziali. È stato a
partire da queste illegalità e dell’impunità che un folto gruppo di
attivisti e ambientalisti ha fondato il Frente Amplio Opositor
(FAO). Questa organizzazione ha dimostrato che le attività
minerarie e le sostanze impiegate avrebbero sottoposto a gravi
rischi la salute di più di un milione e mezzo di persone e
l’ambiente circostante.
18 Questo libro è una referenza molto importante sull’attività
delle imprese minerarie nel mondo e specialmente in Africa.
Realizza un analisi critico del ruolo delle imprese canadesi.
L’impresa Barrick Gold a querelato gli autori accusandoli di
diffamazione e chiedendo un risarcimento di 6 milioni di dollari.
Nella traduzione in spagnolo, fatta da un gruppo di intellettuali,
si legge: “nel contesto di un gioco perverso di asimmetrie, gli
autori per tre lunghi anni hanno avuto a Montreal lunghe riunioni
di mediazione con gli avvocati della Barrick Gold, alla fine delle
quali hanno dovuto cedere di fronte alla alle pressioni corporative
e alla dubbiosa neutralità della giustizia canadese, che ha tenuto
conto in modo molto parziale delle ragioni degli autori, tra cui
quelle che hanno presentato per “abuso di giudizio”. Alla fine, gli
autori sono arrivati ad un accordo extra giudiziario, che ha
fermato la circolazione del libro e costretto la casa editrice a
pagare alla Barrick Gold una cifra significativa (Denault et Al.
2008).
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Dal simulacro dello stato e delle miniere al loro
smascheramentoLa vigilia del Wirikuta Fest19 (celebrato il 29
maggio del 2012), in un atto pubblico annunciato in tutte le
emittenti televisive, quattro ministri, il direttore della Comisión
para el Desarrollo de los pueblos indigenas (Commissione per lo
sviluppo dei popoli indigeni), il procuratore agrario e quello
dell’ambiente, il rappresentante della compagnia First Majestic
Silver, annunciavano al presidente dell’Unione Wixarika dei centri
cerimoniali degli stati di Jalisco, Durango e Nayarit; al
presidente dei beni comunali di San Andrés Cohamiata (comunità
Huichol) del municipio di Mezquitic, nello stato Jalisco, che
l’impresa First Majestic Silver, in un atto di “bontà, e
sensibilità nei confronti del popolo Wixarica”, gli donava 35
concessioni che erano state assegnate all’impresa dal ministero
dell’economia. Secondo quanto annunciato, in quelle “superfici
assegnate” sarebbero stati sospesi i lavori di estrazione di
minerali. Di fatto però i 761 ettari delle terre donate erano già
protetti da una misura cautelare contro l’impresa Real
Bonanza.L’offerta delle compagnie minerarie e dello stato è stata
rifiutata dal Consiglio regionale Wixarika per la difesa di
Wirikuta (Consejo regional wixarika por la defensa de Wirikuta) e
dal Fronte in difesa di Wirikuta Tamatsima Wahaa (Frente en defensa
de wirikuta tamatsima wahaa). Questi organismi consideravano che la
dichiarazione e l’offerta non cambiassero sostanzialmente la
situazione di Wirikuta, dato che l’area che pretendeva proteggere
nei fatti era già protetta dal 1994. Argomentarono in oltre che la
proposta e il modo in cui era stata diffusa attraverso i mezzi di
comunicazione in realtà era un tentativo di tranquillizzare
l’opinione pubblica sui conflitti minerari nella regione.Quattro
mesi dopo, le vere ragioni di questo montaggio si sono rivelate con
tutta la loro forza. In effetti, nell’espediente 56/2012 composto
da 72 pagine, la Commissione Nazionale per i Diritti Umani (CNDH)
ha esposto un’energica raccomandazione a tredici autorità dei tre
livelli di governo20. Il documento sottolinea che le autorità hanno
il dovere di salvaguardare i diritti umani collettivi del popolo
Wixarika dallo sfruttamento minerario nella regione di Wirikuta,
considerata come itinerario sacro e patrimonio del mondo.
L’organismo ha assicurato che le autorità hanno omesso di
verificare che si compissero le norme in materia mineraria,
ambientale, sulle acque nazionali attraverso atti di ispezione,
vigilanza, verifica e controllo; in oltre non hanno implementato la
prevenzione e mitigazione del danno ambientale a beneficio degli
abitanti dell’area di Wirikuta e dei Wixaritari (El Universal, 7
ottobre 2012).La febbrile attività mineraria dei secoli XVIII e XIX
ha trasformato radicalmente il paesaggio nel nord del Messico e
specialmente a Wirikuta, causando lo sterminio delle tribù nomadi
del nord del Messico come i Guachihiles. L’attività del XX secolo
ha causato la deforestazione di gran parte della sierra di Catorce
e Coronado. In questo secolo caotico, iper liberale, violento; in
questo secolo in cui la capacità tecnologia mineraria ha superato
ampiamente la capacità di estrazione di minerali che la terra può
sopportare, bisogna chiedersi: cosa ci aspetta?Il problema, come si
vede, non si ascrive esclusivamente a una cultura, a un problema
tra un popolo indigeno e lo Stato. Il problema è nostro, di tutti
gli esseri umani, perché Wirikuta è una nicchia ecologica unica nel
suo genere in cui vivono specie che, una volta estinte, saranno
perse per sempre.Ora, l’aumento di scala dell’estrazione mineraria
negli ultimi 10 anni è sorprendente e spaventosa. Sappiamo che le
imprese minerarie non si auto regolano affatto. Sono gli stati che
dovrebbero avere questo ruolo (The Gaia Foundation, 2012) (Foto 4.
Miniere a cielo aperto).Il futuro di Wirikuta dipende in grande
misura da decisioni esterne ai Wixaritari, da attori sociali
coinvolti in questa problematica, alcuni dei quali sono a favore
delle imprese minerarie e altri contro. Nonostante questo, l’unica
cosa che per nessun motivo si può permettere è che le imprese
minerarie si installino a Real de Catorce. Questa decisione
sicuramente deve sorgere dal consenso degli attori coinvolti,
consenso che di fatto e per diritto, deve emanare da una consulta
aperta, trasparente e pubblica. Il diritto alla consulta dei
popoli, plasmato come abbiamo visto nella Convenzione 169 dell’OIL,
possiede un livello costituzionale ed è una norma inviolabile dello
Stato. Non si può decidere negli alti livelli del potere federale
quello che
19 Il “Wirikuta Fest” è stato un concerto realizzato a città del
Messico con la partecipazione di una gran quantità di artisti
messicani e latinoamericani. Questo evento, il cui obiettivo era
sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema di Wirikuta, ha
avuto un grande successo e ha visto la partecipazione di migliaia
di persone (N.d.T.).
20 In Messico i tre livelli di governo sono: federale, che
comprende tutta la repubblica messicana; statale, che fa capo ai
singoli stati membri della repubblica; e municipale (N.d.T.).
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conviene ai popoli, specie ai popoli indigeni. In questo modo,
le autorità federali mostrano un’attitudine paternalista e
condiscendente, oltre che incostituzionale. Il popolo Wixarika deve
essere l’architetto del proprio futuro e ha il diritto di
conservare la propria tradizione, che dipende sostanzialmente, e
non misticamente, da Wirikuta. Per loro, l’origine e il destino è
Wirikuta…nient’altro.
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