VII Convegno dell’ Associazione Nazionale Disegno di Macchine
ADM
VII Convegno dell’ Associazione Nazionale Disegno di Macchine
ADM
Svoltosi a Trento nei giorni 2,3,4 Ottobre 1991
ATTI del Convegno
I Volume
A meno di due anni dello svolgimento del VI Convegno ( Palermo
,13,14,15 Dicembre 1989), ebbe luogo in Trento il VII Convegno .
Anche questo Convegno, come i precedenti ,ebbe una sua particolare
caratteristica. I due momenti dell’evoluzione della materia
(Disegno Tecnico)
1 .Stabilizzazione delle posizioni raggiunte;2 Evoluzione del
disegno tecnico a partire dalle posizioni già raggiunte e
consolidate.
Chi scrive su quest’argomento sembra spinto a soffermarsi su
Cartesio e sul metodo.
Per il momento sorvoliamo su questi aspetti decisamente
filosofici, e proseguiamo secondo le regole già applicate nei
precedenti Convegni:
1.Presentazione dei comitati;
2.Presentazione delle sessioni di lavoro;
3. Commenti
1. Atti del Convegno
Gli Atti del VII Convegno furono presentati in due volumi. Nella
prima pagina del I Volume è riconosciuto quanto segue :Il presente
Volume è stato stampato dal Centro Stampa dell’Università degli
Studi di Trento con il Contributo del C.N.R. nel settembre
1991.
A partire dalla pag. V segue l’Indice , che riportiamo
integralmente
7° Convegno A.D.M. V
INDICE
RICONOSCIMENTI
Enti Patrocinatori XIII
Enti Sostenitori XIII
Comitato Scientifico XIV
Comitato Organizzatore XIV
Segreteria del Convegno XV
INTRODUZIONE
Presentazione del Presidente dell’A.D.M. 3
Prefazione del Presidente del Comitato Scientifico 3
Le note presentate furono 46, suddivise in sei sessioni,
contrassegnate con le lettere
Maiuscole dell’alfabeto italiano:
A. ELABORAZIONE DI IMMAGINI E METODI GRAFICI
B. PROGETTAZIONE
C. DISEGNO AUTOMATICO E METODI DI INTEGRAZIONE
D. TOLLERANZE E NORMATIVE
E. TEORIA E STORIA DEL DISEGNO
F. DIDATTICA
Riportiamo qui di seguito i titoli delle memorie presentate
nelle varie sessioni
SESSIONE A
1. A.Donnarumma, E. del Giudice - “Classificazione dei Pattern
di visione
Con la Teoria dei Fuzzy-Sets 11
2 G.Podda - “Algoritmo di contorno per inseguimento 23
3. G.Graziano,M.Orlando,G.Podda – “individuazione di una
figura
generica mediante algoritmo polare “ 33
4 .M.Cantamessa,M.Orlando,G.Podda “Riconoscimento di figure
piane con invarianza per traslazione,rotazione e scala
mediante
reti neurali” 47
5 M.Cantamessa, M.Orlando- “Elaborazione dell’immagine,
acquisi-
zione , preelaborazione e segmentazione di scene riprese
mediante
telecamera 61
6 A.Bracciali,M.Carfagni,M.Poggi – “Elaborazione digitale di
imma-
gini Rx di saldature 75
7 F.Bertolino , F.Ginesu - “Analisi numerica e restituzione 3D
di
Sistemi di frange interferometriche” 89
8 V.Nigrelli,G.Petrucci – “Il rilievo e la rappresentazione
di
superfici con la Tecnica Moiré ombra” 103
9 S.Kravanja, B.S.Bedenik,Z.Kravania – “Mathematical
programming
as efficient method of designing of mechanical structures”
117
10 B.S. Bedenik, S.Kravanja – “Modelling and presentation in
finite
element analysis of structures 129
Sessione B
11 M.L. Liuchi,S.Rizzuti – “generazione automatica di elementi
di
contorno : una procedura per la suddivisione in macroelementi
di
un dominio pluriconnesso 139
12 G.Concheri,A.Tosetti – “Trasferimento automatico delle
infor-
mazioni geometriche tra disegno automatico e codici di
analisi:
un’applicazione CAD- BEmMin 2D” 153
13 R.Muscia – “la progettazione razionale del software per
l’analisi
elastodinamica dei sistemi articolati con metodologia Sadt”
167
14 C.Braccesi, F. Di Marino- “Progettazione parametrica di
rulli
profilatori per formatura metallica a freddo” 183
15 R.Groppetti, A.Ciceri,M.citterio-“contributo alla
progettazione
Per la funzione e per la produzione i tubazioni ad alta
pressione
Per unità operatrici Hajm (Hydro Abrasive Jet Machining) 197
16 E.Chirone,L.Compagno,S.Licciardello –“Elaborazione di
parametri
costruttivi nella saldatura tra tubi di grande diametro
p.217
17 A.Malfi,A.Giacomoni - “Procedure CAD di tipo parametrico
nell’ot-
timizzazione di valvole idrauliche” 231
18 V.G. Parodi, E.Bertorello- “Criteri di progettazione di una
serie di
Elementi di sospensione antivibranti ed antiurto ad azione
differenziata243
19 D.Battelino,L.Marchi,G.Wolf - “Progettazione assistita di
elementi di
Sostegno per terreni sciolti fino a tre metri di altezza”
255
20 S.Chiesa,E.Chirone,P.Maggiore –“Valutazioni di accessibilità
mediante simulazione su PC: un’applicazione con uso di Autocad ed
Autolisp 269
SESSIONE C
21 C.Alliata bronner,G.Paoloni,C.Zaottini –“Parametrizzazione di
disegni 285
ln ambiente C.a.d.d.
22 A.Pasta - “ Disegno automatico di elementi a simmetria
assiale 297
23 A.Pasta,G.Rinaldi,G.Virzi Mariotti . “Applicazioni in lisp
nella 311
Progettazione meccanica
24 G.Ascenzi,S.Berti- “Disegno sutomatico di cilindri idraulici”
325
25 V.Milanese,A.Tosetti – “ Una proposta di quotatura automatica
337
26 F.Pampagnin,M.Burlando –“Le tecniche grafiche nei sistemi
esperti” 345
27 C.Martini,G.Navarro,G.Zamboni – “Metodologie innovative
Per la generazione automatica di pezzi prismatici in sistemi
CAD –CAM a due assi“361
28 S.Tornincasa,A. Zompì – “Programmazione orientata agli
375
oggetti:un nuovo approccio di modellazione CAD”
29 F.Bonucci, C.Culla,L.Piccinini – “Conseguenze dell’adozione
389
di un sistema CAD.CAM su PC in un’azienda produttrice di
stampi”
30 C.Bandera,F.Paravano- “Evoluzione del Disegno in ambito
CIM:.405
un’esperienza industriale”
SESSIONE D
31 E.Santoro: Confronto tra metodi deterministici e
probabilistici 421
nella sintesi delle tolleranze di minimo costo”
32 G.Monno-“Analisi statistica delle tolleranze geometriche”
435
33 M.Pappalardo,A.Pellegrino- “Problema delle tolleranze
nell’in- 451
terpolazione di superfici complesse con sequenze di tagli
elementari”
34 C.Alliata Bronner,C.Martinelli, C.Zaottini – “ Verifica
dimensionale 459
di elementi meccanicirealizzati con macchine a controllo
numerico”
35 A.Carrino,A.Fulgieri-“Gli standard internazionali ed il
disegno 473
tecnico aeronautico”
SESSIONE E
36 .Beghini,P.Conti- “Il metodo di interpolazione delle splines
distorte”495
37 G.Cristelli,F.Perugini,G.Wolf-“Realizzazione di viste
prospettiche 509
mediante un algoritmo basato sulle proprietà omologichr tra
le proiezioni e le viste”
38 G.Podda-“Inversione di una prospettiva parallela : una
dimostrazione 519
costruttiva del teorema di Polke”.
39 E.Bibi “Studio su un conveniente tipo di assonometria”
533
40 V.G.Parodi-“La rappresentazione di macchine/meccanismi nel
547
XV – XVI seciolo: il contributo leonardesco”
SESSIONE F
41 G.Colombo,U.Cugini,C.Rizzi-“Esperienze didattiche nell’ambito
563
della progettazione meccanica assistita da calcolatore”
42 C.Bandera,A.Strozzi- “Integrazione di metodologie Computer
579
Aided: Esperienze didattiche”
43 V.G.Parodi –“Modello didattico di un corso di disegno tecnico
591
ad indirizzo progettuale,per ingegneri meccanici”
44 A.Bracciali,M.Carfagni,A.Giani, M.Poggi - “la didattica nel
CAD: 605
un corso introduttivo con audiovisivi al programma Autocad”
45 A.Barrile,C.culla,L.Piccinini – La didattica del disegno
dalla 617
secondaria superiore alla Facoltà d’Ingegneria”
46 S.Licciardello,C.Frazzetta – Programmazione di una
Metodologia 631
didattica per l’insegnamento del disegno tecnico”
RICONOSCIMENTI
ENTI PATROCINATORI
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di trento
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Università degli Studi di Trento
Camera di Commercio,Industria,Artigianato ed Agricoltura di
Trento
Associazione Artigiani della Provincia di Trento
Dipartimento di Meccanica Strutturale e Progettazione
Automatica
ENTI SOSTENITORI
CAVIT SCarl TRENTO
DIPS Srl GORLE (BG)ENGIN SOFT Srl TRENTO
COMITATO SCIENTIFICO
Presidente
Antonio Donnarumma – Università di Salerno
Segretario
Giorgio Wolf – Università di Trento
Membri
Alfredo Aiachini – Università di Genova
Gian Francesco Biggioggero – Politecnico di Milano
Francesco di Benedetto – Università di Palermo
Fulvio di Marino – Università di Trieste
Franco Persiani- Università di Parma
Achille Tosetti – Università di Padova
COMITATO ORGANIZZATORE
Presidente
Giorgio Wolf- Università di trento
Membri
Camillo Bandiera – Università di Udine
Darinka Bettolino – Università di Trento
Federico di Varmo- Università di Trento
Antonio Guggia – Università di Padova
Lucia Marchi – Istituto trentino di Cultura
Flavio Perugini- Istituto Trentino di cultura
SEGRETERIA DEL CONVEGNO
Luisa VEZZONI – Dipartimento di Meccanica Strutturale e
Progettazione Automatica
Massimo SCANDELLA . Dipartimento di Meccanica Strutturale e
Progettazione Automatica
INTRODUZIONE al CONVEGNO
Presentazione del Presidente dell’ADM
Presentare gli Atti del 7° Convegno Nazionale dell’ADM,per chi
scrive non è cosa semplice , in quanto l’emozione tradisce il
sentimento; si tratta infatti di mettere in risalto il significato
di un ulteriore traguardo raggiunto nella vita dell’Associazione
che ,seppure per vie non sempre pianeggianti , ancora oggi si
presenta come forza che unisce i cultori del “Disegno di
Macchine”
Il presente volume , settimo del genere dalla nascita del gruppo
culturale , costituisce una volta di più un momento significativo
che sempre viene atteso dagli addetti ai lavori dell’area
disciplinare , dai Soci in grande parte legati da una solida
amicizia, dagli Autori che hanno profuso le loro migliori doti
intellettuali per vivificare dal di dentro l’Associazione di cui
diventano così componenti insostituibili.
Come nel clima delle precedenti sei manifestazioni nazionali
(Naxos,Saint-Vincent,Sorrento,Padova,Udine,Palermo) che il
sottoscritto ha avuto l’onore ed il piacere di assaporare ,si era
ogni volta rinnovata una comunanza di intenti che non dava adito a
dubbi sulla bontà dei proponimenti e degli obiettivi da perseguire,
così oggi nella cornice di Trento , dal volume degli Atti emerge
che le aspettative non sono sndate deluse ,anzi, quasi quasi un
inaspettato arricchimento sembra essere denunciato dall’interesse
suscitato dai temi scientifici proposti per la manifestazione.
Un composito lavoro di studio e di ricerca, condotto con
passione e con costanza ha portato ,anche per merito di un non
trascurabile numero di Autori, alla celebrazione di questo 7°
Convegno, che ,per ferma ed assoluta convinzione di chi scrive,
costituisce un punto di forte e sicura ripresa morale per i
Ricercatori del settore,in quanto ,attraverso il presente volume,
vedono dischiudersi nuovi orizzonti ai quali rivolgere l’attenzione
del prossimo futuro.
A questo punto, per l’impegnativo lavoro svolto, non può certo
mancare un sentito ringraziamento al Comitato Scientifico ed al suo
Presidente prof.Antonio Donnarumma; un ringraziamento altrettanto
vivo è dovuto al Comitato Organizzatore ed al suo Presidente,
Prof.Giorgio Wolf, senza la cui opera di tessitore fermo e paziente
non si sarebbe potuto celebrare la presente manifestazione.
Achille Tosetti
Prefazione del Presidente del Comitato Scientifico
E’ sempre difficile definire i campi d’interesse di una
disciplina ( le cosiddette pertinenze) , di grande importanza non
tanto dal punto di vista culturale , quanto da quello burocratico e
soprattutto, concorsuale.
Dal punto di vista strettamente scientifico , una definizione
rigorosa della pertinenza, quand’anche fosse possibile, sarebbe
perniciosa on quanto ostacolo a quella osmosi del sapere con le
altre materie , dalle quali ogni disciplina trae , e in altra forma
restituisce, la linfa per il proprio sviluppo.
Ne segue la impossibilità di descrivere la pertinenza, intesa
come “insieme di argomenti caratterizzanti una disciplina con un
ideale diagramma di Venn: occorrerebbe invece sostituire alla linea
chiusa che tale diagramma definisce, una striscia di larghezza
indefinita , tipica degli insiemi sfocati. Ogni tentativo di uscire
da questa logica è destinato a fallire , a meno di non voler
ridurre la disciplina stessa ad un insieme striminzito e asfittico
di argomenti”
D’altra parte ,la pertinenza è un fatto dinamico: essa si
conquista con l’impegno costante , e soprattutto fecondo, dei
cultori della materia.
Le discipline nuove come uil Disegno di Macchine e le altre che
da questo sono gemmate, risentono in modo particolare di questo
fenomeno, e ad esaltarlo è l’afflusso di Docenti di ogni livello,
provenienti da aree diverse seppur contigue, che portano il
contributo della loro preparazione originaria.
Una volta accettate queste premesse, resta però indiscutibile il
fatto che un gruppo disciplinare ha autonomia scientifica se esiste
un’area di ricerca coltivata personalmente dai suoi studiosi. E’
altrettanto indiscutibile che , in mancanza di autonomia , un
gruppo disciplinare non ha ragione di esistere.
I lavori presentati in questo Convegno dimostrano, ad
abundantiam, che questa autonomia esiste.
Esiste anzitutto un piccolo gruppo di lavori relativi a
tradizionali argomenti di rappresentazione ( assonometria) : temi
antichi,ma sempre suscettibili di studio ad alto livello e per i
quali è auspicabile un maggior interesse da parte dei nostri
studiosi, né mancano argomenti di geometria computazionale
abbastanza spinti (splines distorte).
Lo studio della statistica applicataalle tolleranze acquista
oggi un nuovo impulso, soprattutto in vista delle applicazioni in
robotica e nella definizione delle superfici con macchine a C.N. la
problematica connessa è di alto livello : non si tratta più del
tradizionale accoppiamento albero – foro,ma spesso di catene di
tolleranze legate da relazioni non lineari.
Uno strumento nuovo viene oggi in aiuto dell’ingegnere: le reti
neuronali , particolarmente adatte ai problemi di riconoscimento e,
forse di progettazione. I cultori della nostra disciplina prendono
coscienza delle enormi potenzialità dello strumento, nuovo per
quanto riguarda la macchina, ma le cui basi teoriche furono poste
alcuni decenni or sono da eminenti studiosi di Fisica e di
Cibernetica.
E qui è opportuno fare alcune considerazioni: è il Fisico che
studia le leggi,l’ingegnere applica le regole che da tali leggi
provengono utilizzando anche i mezzi che i matematici e i logici
mettono a sua disposizione. Ma fin a che punto l’ingegnere deve
soltanto e semplicemente applicare?
Dobbiamo ricordare che la “ricerca di base “ è compito
insostituibile del ricercatore universitario. Lo studioso ingegnere
deve perciò andare incontro al fisico fin quando gli è possibile e
comprendere a fondo il mezzo logico –matematico per scoprire la
filosofia e la metodologia più idonea ai suoi fini pratici
Il compito non è facile; tra l’altro accade non di rado che per
una buona comprensione di un lavoro siano necessari premesse e
richiami che per gli specialisti di altri settori sono invece
scontati. E’ un fenomeno comune a tutte le discipline
che ne interfacciano molte altre , senza ricordare che questi
richiami talvolta molto estesi ,hanno solo fini esplicativi , ma
nessuna pretesa di originalità.
Il maggior numero di lavori presentati al Convegno di Trento
riguarda ovviamente le applicazioni al CAD e al CAD – CAM.
Notiamo qui un buon innalzamento di livello , una notevole
originalità nelle modalità d’impiego dei programmi e una
finalizzazione spinta dei lavori verso obiettivi coerenti con i
temi del Convegno. Pochi sono i contributi che si pongono, per così
dire, in un’area interdisciplinare.
Bisogna a questo punto spendere una parola sulla progettazione ,
che sembra oggi contesa tra il nostro ed altri gruppi. La
conflittualità , a nostro avviso,non esiste:infatti il nostro
gruppo cura soprattutto l’aspetto metodologico della progettazione
e tende quindi alla “sintesi” dei vari fattori che concorrono alla
definizione della forma del prodotto, mentre compito dei gruppi
affini dovrebbe essere la trattazione “analitica” di tali fattori(
resistenza, affidabilità,processi di lavorazione, etc.)
Sono presenti ancora ,in questo volume, numerose e pregevoli
note sulla didattica e, per la soddisfazione dello spirito,sulla
storia del Disegno.
In conclusione, questo volume degli Atti del VII Convegno ADM
porta un contributo decisivo alla definizione dell’area di ricerca
del Disegno di Macchine.
I Docenti provenienti da altre aree culturali contribuiscono
brillantemente , com’è doveroso,allo sviluppo di quella che è ora
la loro disciplina istituzionale. Questo risultato positivo è
dovuto in parte all’impegno del Comitato Scientifico che
specialmente nell’esame preliminare dei lavori ha qualche volta
tagliato e spesso orientato gli Autori sulle finalità del
Convegno.
Un grazie particolare a Giorgio Wolf e ai suoi Collaboratori del
Comitato organizzatore , che con il loro impegno ,anche nel campo
scientifico, hanno reso possibile questa manifestazione.
Trento, 1 ottobre 1991 Antonio Donnarumma
Commento alle memorie presentate
Sessione A.
ELABORAZIONI DI IMMAGINI E METODI GRAFICI
Come i Convegni precedenti,anche il Congresso di Trento ebbe il
suo aspetto particolare La memoria n.1 di Ettore del Giudice e
Antonio Donnarumma presentava qualche aspetto che mostrava
immediatamente la familiarità se pure non stringata , degli Autori
con Aristotele e la sua Logica . Alcune definizioni , che nel
linguaggio comune appaiono ovvie assumono nel contesto
dell’articolo un significato particolare; il volume ispiratore
della memoria aveva il titolo :”Il sapere come rete di modelli; la
conoscenza oggi”..Il contenuto era costituito da articoli di
eminenti studiosi,quali Ruggiero Romano, Giulio Giorello (Teoria e
modelli della Scienza), Salvatore Veca (teoria e modelli
nell’ambito del politico); Fulvio Papi (Qualità e quantità nella
Logica di Hegel e i loro effetti di ricaduta); Gilles g.Granger
(Modelli qualitativi e modelli quantitativi nella conoscenza
scientifica.Vanno ancora ricordati .nella sessione “centrato /
acentrato) i lavori di Yves Boulingard (difetti ,fluttuazionie
morfogenesi in biologia ) e Gian Paolo Caprettini (modelli centrati
e modelli acentrati nel mondo dei simboli e dei segni: dall’agorà a
Sherlock Holmes) , e infine la sessione “l’uomo e il labirinto “
,con articoli di Renato Betti e Marc Augé)
Sembra di riconoscere l’influenza del celebre matematico René
Thom, Autore del Volume “Stabilità strutturale e Morfogenesi ,
Saggio di una teoria generale dei modelli”
Renè Thom è anche Autore della celebre “Teoria delle
catastrofi”,in cui per catastrofe non s’intende alcunché di comune
con cataclismi o terremoti , ma piuttosto con variazioni di
struttura, forma o altro.
Anche se i commenti alle memorie presentate ai Convegni
escludono fatui riferimenti personali, forse non è del tutto
superfluo accennare al caso che volle che nella stessa giornata,
(25/03/1993) diventassero soci ordinari dell’Accademia Pontaniana
(Napoli) l’illustre matematico René Thom e il Coautore della
presente memoria Antonio Donnarumma) . La citazione non viene qui
fatta solo per orgoglio, anche se legittimo, ma per mostrare che
ormai è gran tempo che gli Studiosi del disegno non sono
insensibili a contributi provenienti da discipline che un tempo
sembravano lontanissime.
Possiamo ora riportare alcune righe della memoria in esame :
“Hanno la stessa forma configurazioni alle quali l’operatore
riconosce una proprietà comune ( il costituire solidi convessi,
l’essere tipizzata da tre elementi , il raffigurare caricature di
una stessa persona, etc.).
Un significativo contributo alla definizione del concetto di
forma è dato dal matematico Gilles G.Granger, che individua tre
passi nel processo di “concettualizzazione” della forma :1.
Invenzione di una procedura canonica di descrizione , che si può
ottenere riducendo la forma ad una rete binaria : un punto od una
maglia della rete appartengono o no alla forma che si intende
descrivere.
2. La forma viene concettualizzata come “invariante di un
sistema di trasformazioni;
3. La forma è concettualizzata mediante le sue singolarità .Le
singolarità hanno in questo caso un carattere più generale che in
analisi matematica e sembrano avvicinarsi , nel significato alle
catastrofi di Thom.
Ci sarebbe purtroppo molto da dire a proposito del concetto di
forma; nella memoria in esame è riportato il confronto tra le
lettere A. H e anche tra C e G Si vede che ciascuna delle due
coppie presenta elementi in comune. Ad esempio A e H sono
costituite ciascuna da tre segmenti:di cui uno di essi è
orizzontale;inoltre, per la H si hanno due segmenti verticali; per
la A abbiamo invece due segmenti obliqui che s’incontrano in un
vertice.
Le due lettere, se ben disegnate , non presentano ambiguità; ma
se i due segmenti della H non sono più verticali , ma presentano
una certa inclinazione fino a tendere ad un certo punto comune,
mentre i lati della A tendono a disporsi in parallelo, nasce la
possibilità di equivoco, e quindi la possibilità di confondere la A
con la H e viceversa. Per evitare ambiguità bisogna fornire
informazioni che tali ambiguità eliminano, a prescindere dal
significato della parola in cui le due lettere sono contenute, in
quando nel ragionamento che stiamo seguendo, la sola forma delle
due lettere dovrebbe bastare ad eliminare ogni equivoco.
Quando i lati obliqui non s’incontrano entro l’altezza h della
lettera, si ha la “catastrofe “ alla Thom e la lettera stessa da A
comincia a rassomigliare alla H. e nel Lettore comincia a nascere
il dubbio: è A o H ?
Lo spazio tiranno non ci consente di andare oltre questi pochi
cenni, che sono tuttavia sufficienti a descrivere l’importanza che
i concetti di forma e di struttura hanno in tutto il contesto
scientifico.
In sintesi:si hanno tre momenti della Scienza: scienza
dell’universale, scienza del misurabile e scienza dello
strutturabile; quest’ultimo non nega i precedenti, ma li
relativizza dando un nuovo senso al misurabile e
all’universale.
Senza insistere sull’argomento, faremo notare che la Disciplina
del Disegno acquista una caratteristica in cui la Logica e la
Filosofia assumono un ruolo di grande importanza.
La nota n.2 di G. Podda del Politecnico di Torino presenta
aspetti più concreti,di carattere applicativo , ma di notevole
rilevanza scientifica.
In effetti, il problema della ricerca del contorno di una
immagine a due livelli , digitalizzata su un display può essere
visto
a) come la ricerca di una lista di coordinate display non
indicanti posizioni successive dei pixels , oppure
b) come la costruzione di un’analoga lista in cui , partendo da
un pixel di contorno iniziale, gli altri pixels di susseguono
seguendo il contorno in un verso assegnato.
L’’esempio riportato nella memoria chiarisce a sufficienza
l’algoritmo adoperato per raggiungere il fine indicato già nel
titolo e nel breve sommario, cioè la individuazione del contorno
della immagine in esame, procedendo da un punto (del contorno) al
successivo mediante esame dei pixels 8-connessi.
La nota n.3 di G.Graziano, M.Orlando , G. Podda del Politecnico
di Torino , presenta, dal punto di vista dell’obiettivo da
raggiungere, notevole analogia con la nota precedente; la
metodologia adoperata mostra invece una notevole differenza ,
basandosi nel secondo caso sulla similitudine con modelli
prefissati.
La problematica messa in rilievo nell’articolo risulta, come già
visto in altre note della sessione, di notevole interesse.
La nota n.4, di M.Cantamessa ,M.Orlando, G.Podda del Politecnico
di Torino. presenta anch’essa analogie con e note precedenti, tali
da giustificare l’inserimento nella stessa sessione.
Anche in questo caso le analogie riguardano soprattutto lo scopo
del lavoro, mentre i mezzi impiegati sono diversi: nel lavoro in
esame si fa infatti ricorso alle reti neurali, di impiego ancora
abbastanza poco comune,almeno all’epoca, soprattutto in campi
diversi dalla Cibernetica .
Un discorso analogo si potrebbe fare per la memoria n.5, di
M.Cantamessa e M.Orlando. Resta certamente utile la bibliografia
riportata, anche se ovviamente, oggi può apparire almeno in parte
superata;lo scopo principale del lavoro è posto nella
“realizzazione di un buon compromesso fra la velocità di
elaborazione ed economia d’impiego, requisiti fondamentali per un
sistema di visione industriale”
Anche questo lavoro sembra coerente con l’obiettivo
prefissato.
Abbastanza complesso appare il lavoro n.6 di A.Bracciali,
M.Carfagni,M.Poggi, che ,come si evince già dal titolo , abbastanza
centrato rispetto al contenuto,riguarda le problematiche relative
alla costruzione degli algoritmi necessari alla gestione di un
sistema basato sull’analisi digitale dell’immagine radiografica.
Tale sistema deve fornire al responsabile di controllo un rapporto
sulla presenza di eventuali difetti nel cordone , sulle loro
dimensioni, locazioni, orientazioni ,e soprattutto sulla tipologia
dei difetti stessi”.
Basta questo “incipit” del lavoro , per esplicitare il carattere
“creativo” del lavoro, prevalente rispetto al carattere puramente
“applicativo” .I paragrafi in cui il lavoro è suddiviso riguardano
la elaborazione dell’immagine attraverso diverse fasi che
consentano, senza incertezze, il rilievo del cordone della
saldatura rispetto allo sfondo dell’immagine.
Le fasi della elaborazione dell’immagine, che portano ad una
“trasformazione” dell’immagine stessa,constano di operazioni
abbastanza delicate, ben descritte dagli Autori.
Questi suddividono la “caratterizzazione” dei difetti nelle
seguenti fasi:1. Estrazione del contorno;
2. Localizzazione dei difetti,
3. Determinazione dell’area del difetto;
4. Determinazione del “fattore di forma” del difetto , cioè di
un parametro legato alla geometria del difetto, che può contribuire
alla definizione della tipologia dello stesso difetto.
La selezione di opportuni parametri geometrici del cordone di
saldatura consente pertanto la classificazione dei difetti e,
infine la valutazione della qualità del giunto .
La successiva nota n.7 , di Filippo Bertolino e Francesco Ginesu
riguarda l’analisi, soprattutto numerica ,e la restituzione
tridimensionale di frange interferometriche.
La gestione per via numerica dei rilievi interferometrici
eseguiti , consente l’utilizzazione semplice e nello stesso tempo
precisa , dei risultati ottenuti . Il vantaggio ai fini
dell’analisi strutturale del sistema in esame, appare ed è,
notevole.
La nota n.8 è presentata da V.Nigrelli e G.Petrucci e si basa
sulla tecnica “Moiré ombra”. Tale tecnica si basa su algoritmi
matematici piuttosto spinti, quali la trasformata di Fourier e la
trasformata di Hilbert. Anche se l’aspetto matematico non viene
approfondito al di là di certi limiti imposti soprattutto da
ragioni di spazio, la preparazione matematica di base sembra, a
nostro avviso, irrinunciabile.
La nota n.9 ha quali Autori i docenti Stojan Kravanja, Branko S.
Bedenik, Zdravko Kravanja della University of
Marlboro,Slovenia.
Il titolo del lavoro, già riportato nell’indice delle memorie
presentate , risponde adeguatamente al suo contenuto . Per comodità
tale titolo viene riportato anche qui di seguito. Esso è
“Mathematical programming as efficient method of designing of
mechanical Structures”. Le promesse dell’articolo, in gran parte
mantenute, sono esplicitate nel sommario e in parte riportate qui
di seguito:
” This paper presents a mathematical programming method of
designing, which is found as efficient and advangeous at designing
,manufacture and erection of civil and mechanical structures…..
A mathematical programming is the method at high optimization
process level. We used and developed some algoritms and strategies
to enable the simultaneous analysis and optimization ,in particular
of wheel mounted gate structure for hydro power plant dams and
spillways.
We obtained results is 30 % reduction of investment costs on an
average ,when compared with design obtained by classical
methods.
Con la nota n.10 ha termine la sessione relativa alla
elaborazione delle immagini e metodi grafici.
L’ultimo lavoro ha come autori due degli Autori della memoria
precedente, e precisamente B.S.Bedenik e Z.Kravanya.
Anche se la tipologia della memoria presenta ovvie analogie con
la precedente, l’ultima appare molto sintetica e densa di
contenuto, specialmente se si tiene conto del cenno al metodo degli
elementi finiti, stringato, ma ben calibrato.
Ha qui termine la prima sessione del VII Convegno; un confronto
anche fuggevole tra i contenuti del Convegno ora in esame, anche se
limitato alla prima sessione, e gli eventi trattati nelle prime
manifestazioni , mostra in modo lampante la qualità e la misura
dell’evoluzione del Disegno.
Si può ora parlare di Cibernetica, Costruzione di Macchine,
Matematica di buon livello, senza che la pertinenza venga messa in
discussione. L’assioma della pertinenza, introdotto nei primi
resoconti, regna ormai sovrano.
Sessione B: PROGETTAZIONE
Nel paragrafo precedente abbiamo posto l’accento
sull’elaborazione delle immagini e sui metodi grafici della
rappresentazione ; tali argomenti costituiscono il nerbo, o almeno
la parte preminente , di un’intera ,complessa disciplina quale
l’analisi delle immagini, che a sue volte comprende varie altre
discipline. o parti di esse.
La sessione B ha anch’essa il titolo di una sola parola , dal
significato molto ampio,che comprende diversi tipi di
progettazione; potremmo parlare di progettazione industriale o
civile, e per esse di progettazione meccanica o aeronautica o
navale , e altro ancora; e per la progettazione civile potremmo
intendere quella edile , stradale o altro. Potremmo ,ovviamente,
uscire anche del tutto dal campo ingegneristico; comunque la
sessione sembra dedicata particolarmente alla trattazione di
elementi delle macchine.
La memoria n.11, prima della sessione B, ha quali Autori M.L.
Luchi e S.Rizzuti dell’Università della Calabria. Lo scopo del
lavoro è descritto nell’abstract .Si tratta di “suddividere un
dominio piano pluriconnesso ,definito da un contorno esterno
poligonale ,in un certo numero di sottodomini triangolari o
quadrilateri, a loro volta trasformabili in domini di forma
semplice e regolare .La procedura porta alla creazione di
un’interfaccia tra un modellatore geometrico e un codice relativo
agli elementi di contorno ,al fine della realizzazione di
un’analisi tridimensionale del “dominio,anch’esso tridimensionale
preso in esame”. Uno degli obiettivi principali della procedura
proposta consiste nella riduzione, al limite nella eliminazione
,dell’intervento umano.
Gli approcci proposti nella memoria sono numerosi, all’incirca
una decina; la bibliografia citata è ricca e di alto livello. Il
lavoro mostra una solida base teorica e appare di notevole utilità
pratica.
Un giudizio analogo può darsi alla nota n.12 ( seconda della
sessione),di G.Concheri e A.Tosetti dell’Università di Padova .
Anche se molto sintetica rispetto a quanto promesso nell’abstract,
la trattazione matematica della memoria rivela la buona padronanza
dell’argomento da parte degli Autori.
Roberto Muscia dell’Università di Trieste presenta una memoria
(n.13) che mostra a prima vista la sua complessità e richiama
l’attenzione del Lettore. E’ proprio la complessità della
trattazione, unita ad una sintesi stringata di quanto sarà
successivamente esposto,a spingerci a riportarne l’abstract nel
modo elaborato dall’Autore. Muscia scrive:
”Nel presente lavoro vengono presentati i risultati raggiunti
con l’uso della metodologia SADT (Structural Analysis of Sistems)
applicata allo studio funzionale di un software per eseguire
l’analisi elastodinamica di sistemi articolari piani.Dopo una
riassuntiva descrizione del metodo di analisi elastodinamica
considerato,della tecnica SADT e di come è stata applicata, viene
illustrata ,con un certo dettaglio, un’ipotetica sessione di
lavoro, al terminale, col software in progetto. Particolare rilievo
è posto sulle modalità con cui si deve operare per descrivere la
geometria e le leggi cinematiche del moto del meccanismo richiesta
dal metodo di analisi elastodinamica adottato”
La trattazione risulta chiara nei limiti consentiti dal binomio
complessità-sintesi.
Anche la bibliografia, sia pur ristretta, non rinuncia
all’essenziale.
Il lavoro porta il titolo .”La progettazione razionale del
software per l’analisi elastodinamica dei sistemi articolati con la
metodologia SADT”.
Non viene riportata l’enunciazione originale generatrice della
sigla.
Pur essendo molto utile per la comprensione del metodo, la
descrizione step by step non consente una sintesi esaustiva,
essendo irrinunciabile l’illustrazione di ogni passo, il che
obbligherebbe in pratica ad una copia conforme dell’articolo.
Questo nulla toglie all’interesse dell’articolo stesso.
Il lavoro n.14 di G.Braccesi e F. Di Marino porta il titolo
“Progettazione parametrica di rulli profilatori per formatura
metallica a freddo”.
La trattazione non richiede, almeno a parere degli Autori, una
specifica trattazione matematica: Esauriente e ricca è invece la
parte descrittiva ed iconografica, il che accresce l’interesse per
la trattazione e quella che potremmo forse chiamare “curiosità
stimolante” per quanto è descritto con “enunciati” (richiamando
termini aristotelici) e con illustrazioni.
La memoria n.15 di R.Groppetti, A .Ciceri, M.Citterio il cui
titolo è “Contributo alla progettazione per la funzione e per la
produzione di tubazioni ad alta pressione per unità operatrici HAJM
(Hydro Abrasive Jet Machining) appare quale un armonico compendio
di una parte descrittiva ed analitica.
Gli Autori non si lasciano vincere dal piacere di rendere la
parte matematica troppo complessa,vezzo piuttosto frequente in
molti autori, forse in omaggio al motto latino “Omne ignotum pro
magnifico”(Tutto ciò che è sconosciuto appare meraviglioso). In
realtà un eccesso di matematica renderebbe un lavoro,in sé
apprezzabile e di elevato interesse , poco digeribile con danno dei
lettori e della comunità studiosa.
La memoria n.16 di E.Chirone,L.Compagno e
S.Licciardello,intitolata “Elaborazione di parametri costruttivi
nelle saldature fra tubi di grande diametroӏ, nella struttura
abbastanza omogenea rispetto alla nota precedente e meritevole per
il suo carattere innovativo, meritevole di notevole interesse.
abbastanza omogenea rispetto alla nota precedente e meritevole per
il suo carattere innovativo, meritevole di notevole interesse.
Un giudizio analogo al precedente spetta, s nostro avviso , al
contributo n. 17 di A.Malfi e A.Giacomoni :“Procedure CAD di tipo
parametrico nell’ottimizzazione di valvole idrauliche”.
Va rilevato anche che le valvole non sono in genere trattate con
ampiezza di vedute e profondità di calcolo.
Si giunge così al lavoro n.18 di V.G. Parodi e E.Bertorello
:”Criteri di progettazione
di una serie di elementi di sospensione antivibranti ed antiurto
ad azione differenziata”, che presenta una notevole chiarezza
d’impostazione, senza indugiare su schemi di calcolo non
strettamente necessari.
la memoria n.19 di D.Bettelino,L.Marchi,G.Wolf , con il titolo
“Progettazione assistita ei elementi di sostegno per terreni
sciolti fino a tre metri di altezza” è incentrata soprattutto su un
problema fondamentale per lo sviluppo della “Tecnica” , alla quale
è inevitabilmente collegata la Scienza , che non è necessariamente
Matematica ,ma quasi sempre è Logica nel senso più rigoroso del
termine.
Analogo discorso richiede la nota n.20, ultima della sessione
Progettazione.
Gli Autori sono S.Chiesa,E.Chirone,P.Maggiore ; il titolo è
:Valutazioni di accessibilità mediante simulazion esu
PC:un’applicazione con uso di AUTOCAD e AUTOLISP”.
Il programma di esperimenti dà ancora una volta ragione a chi
vede , anche nella sperimentazione ,un metodo che richiama i
criteri logici usati spesso in ambito rigorosamente scientifico. Ci
sentiamo di chiudere la trattazione di queste prime due sessioni
con un’invocazione: Metodo ! Cartesio!
La nota n.23
L’invocazione al metodo e a Cartesio, in chiusura della
trattazione della prima parte del VII Convegno mi è stato ispirata
dalla “Poetessa Giovanna “(pseudonimo di una giovane collega)
In realtà. trattandosi in questa parte di applicazioni al
concreto, la innovazione ha carattere spiccatamente procedurale, il
che lascia poco spazio alla fantasia e molto al metodo..
Nel seguito ,con le tolleranze, la storia del disegno e la
didattica e la stessa progettazione,si va nell’astratto. Le scelte
e quindi le decisioni non sono prefissate. La fantasia ha ampio
spazio per manifestarsi. Il metodo conserva la sua importanza, ma
la procedura non è prefissata una volta per tutte.
Sessione C DISEGNO AUTOMATICO E METODI DI INTEGRAZIONE
La sessione C presenta nelle sue relazioni una struttura
intermedia rispetto a quelle che caratterizzano le due sessioni
precedentemente trattate.
Si tratta ,come precedentemente esposto, di articoli che
conservano una accentuata veste applicativa, ma inserita in un
contesto teorico alquanto accentuato .
Le relazioni dal numero 21 a al 46 sono inserite nel secondo
volume degli Atti del Convegno.
La nota n.21 di C.Alliata Bronner, G.Paoloni ,C.Zaottini del
dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell’Università “La
Sapienza “ di Roma, porta il titolo :
“Parametrizzazione di disegni in ambienti C.a.d.d”. La relazione
tratta in effetti di elementi meccanici che per la loro funzione e
ancor più, a nostro avviso, per la loro configurazione, presentano
caratteristiche geometriche facilmente parametrizzabili.Ad esempio,
per il disegno di una vite, potrebbe essere necessario dare
diametro esterno, altezza del filetto, lunghezza del gambo. etc.
C’è nel contesto, un qualcosa di simile, o almeno rassomigliante ad
una tebella di norme.
La trattazione è piuttosto sintetica Ci sembra perciò opportuno
riportare testualmente quanto appare fondamentale per la
comprensione dell’articolo : “vanno individuati gli elementi base
costituenti l’elemento definito semplice e quindi si procede col
descrivere analiticamente tali elementi. Utilizzando procedure
LOTUS si determinano i parametri analitici atti a definire
l’elemento semplice ”
Su questa base viene definito numericamente nelle sue dimensioni
l’elemento in esame
I valori analitici ricavati con le espressioni introdotte nel
LOTUS vengono poi riversati nel sistema CADD.
Sarebbe stato forse opportuno spendere qualche parola
chiarificatrice sul sistema LOTUS e sul sistema CADD.
Queste sigle, non esplicitate, conosciute forse al tempo della
loro nascita, diventano nel seguito espressioni misteriose.Va
comunque posto in evidenza l’utilità pratica di
quanto esposto nell’articolo..La nota n.22 di Antonino Pasta
,del dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell’Università di
Palermo reca il titolo “Disegno automatico di elementi a simmetria
assiale”
Già il titolo sembra chiarire i motivi dell’inserimento
dell’articolo appena di seguito a quello che lo precede:
La simmetria assiale reca il vantaggio della semplicità
esecutiva sia nel disegno base , sia in quello ,o in quelli,
derivanti da opportune modifiche .Il programma AUTOCAD si rivela
particolarmente adatto allo scopo.
Il lavoro presentato è particolarmente ricco dal punto di vista
iconografico, caratteristica vantaggiosa per la chiarezza
dell’esposizione.
La nota n.23 ha ancora tra gli Autori Antonino Pasta: i Coautori
sono Gianbattista Rinaldi e Gabriele Virzi Mariotti,tutti dello
stesso istituto dell’Università di Palermo. Il titolo è ”
Applicazione in LISP nella progettazione meccanica”. Il sommario
ricorda i risultati conseguiti con AUTOCAD nel Disegno di alcuni
organi meccanici, e promette di ridurre i tempi di esecuzione di
elaborati grafici, mediante la realizzazione di routines in
linguaggio LISP per la generazione di elementi ricorrenti nel
disegno.
La promessa contenuta nel sommario viene pertanto
rispettata.
Il processo , con l’impiego armonico dell’AUTOCAD e del LISP,
viene illustrato sinteticamente,ma in forma sufficientemente
chiara.
La nota n.24 di G.Ascenzi e S.Berti dell’Università di Ancona ,
intitolata “Disegno automatico di cilindri idraulici” è anch’essa
in linea con il taglio della sessione.
Esiste nella struttura del lavoro, una contiguità accentuata tra
progettazione e produzione. Tale allineamento è preannunciato nel
sommario in cui viene chiarito tale allineamento , con base di
partenza l’insieme dei risultati di esperienze e ricerche fatte in
precedenza per arrivare ,sulla base dei dati di progetto alla
definizione del disegno del complessivo secondo le esigenze
produttive.
Da quanto esposto si evince che gli Autori hanno tenuto conto
della tendenza delle aziende ,comprese , e forse in special modo,
le aziende di piccole dimensioni , alla progettazione di cilindri
idraulici per quanto possibile automatica
L’esposizione è chiara ma sintetica , con rinuncia ai dettagli
che appesantiscono il lavoro senza alcun utile contributo;ricca la
parte iconografica.Non altrettanto si può dire della
bibliografia.
Di particolare interesse ci pare la memoria n.25 di V.Milanese
(Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Udine
) e A.Tosetti (Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Padova) che
espongono “Una proposta di quotatura automatica” .L’obiettivo
esposto chiaramente , è la creazione di un processo basato su un
metodo di razionalizzazione della quotatura che favorisca la
corretta interpretazione del disegno e sia,nel contempo, con la
coerente successione delle operazioni di generazione dei pezzi
eseguiti su macchine a controllo numerico.
Adeguata è la bibliografia anche se non particolarmente ricca.
Lo stile del lavoro , piuttosto breve,lascia trasparire la notevole
formazione culturale e scientifica degli Autori
“Le tecniche grafiche dei sistemi esperti”è il titolo del lavoro
n.26 di F.Pampagnin dell’Università di Genova e di
M.Burlando,Ingegnere presso la ELSAG di Genova.la memoria si
presenta immediatamente nella sua complessità, dovuta ale
correlazioni tra i numerosi elementi (meglio, forse, chiamarli
“entità”per il loro essere insieme astratto e concreto. E qui cade
acconcio una brevissima considerazione sulla distinzione tra
astratto e concreto:Anche se appare banale, potremo chiamare
concreto un’entità che chiamiamo interfaccia?
Consideriamo per il momento trascurabile la questione e
limitiamoci ad elencare quelle che abbiamo chiamato entità , nel
modo prescelto dagli Autori:
1 Una “Knowledge base”, cioè l’insieme dei “fatti”,delle
“regole”,degli “oggetti”con i loro “attributi” e “procedure” che
intervengono nel sistema e costituiscono la caratteristica della
conoscenza e la base dell’applicazione di questa conoscenza;
2. Un “motore inferenziale” in grado di gestire e valutare le
regole componendole logicamente al fine di indirizzare la soluzione
del problema;
3. Una “interfaccia utente “ per la comunicazione e la
evidenziazione.
Gli Autori aggiungono chiarimenti sulla fiunzione delle entità
sopra citate,che ,a seconda dei casi, possono essere
a) linguaggi di programmazione propriamente detti affermando che
queste entità sono correlate tra loro da idonei strumenti
informatici ;
b) Shell ( o gusci), che possono essere immaginati quali residui
di apparecchiature già usate e quindi “svuotate “ dai loro
precedenti contenuti, in modo da facilitare il nuovo, idoneo
riempimento;
c) Knowledge engineering languages, cioè particolari programmi
orientati alla conoscenza di nuovi programmi per sistemi
esperti.
Gli Autori completano il loro lavoro soffermandosi su
interessanti particolari, qualim ad esempio, l’interfaccia grafica,
particolari linguaggi su cui si è già fatto cenno , e parecchio
altro.
La complessità del lavoro funziona a nostro avviso, da stimolo
per l’acquisizione di conoscenze allora nuove. Stringata appare la
bibliografia.
Il lavoro n.27 “Metodologie innovative per la generazione
automatica di pezzi prismatici in sistemi CAD/CAM a due assi” è
opera di C.Martini, G.Navarro, G.Zamboni , tutti del Dipartimento
d’Ingegneria meccanica dell’Università di Padova.
La nota è particolarmente ricca ed accuratamente selezionata dal
punto di vista iconografico; analoghi requisiti presenta la
bibliografia.La nota illustra particolari moduli destinati al
potenziamento di Sistemi CAD/CAM
in guisa che venga facilitata sia la parte strettamente
progettuale , sia l’integrazione tra progettazione e
produzione.
S.Tornincasa e A.Zompì del Politecnico di Torino trattana la
“Programmazione orientata agli oggetti :un nuovo approccio per la
modellazione CAD” ( nota n.28).Lo studio di Tornincasa e Zompì
affronta il tema che ha già interessato con diverso successo altri
studiosi:”La creazione di una base di dati orientata alla
produzione “ in grado di integrarsi pienamente in programmi di
Pianificazione della Produzione
Ha richiamato la nostra attenzione quanto è ancora riportato nel
prosieguo del sommario, e precisamente ;”In particolare si fa uso
delle metodologie semantiche per la descrizione dei componenti ,
con un approccio orientato agli oggetti e con l’uso di tecniche di
clusteringche, basandosi sulla similarità di attributi tecnologici
e morfologici,permettono di ottenere un modello di formazione di
famiglie componenti”
Il sommario sopra riportato, che richiama il concetto di
similarità nel senso di “quasi uguale” attira l’attenzione del
Lettore, in quanto pone problemi di logica pura ,in particolare
della Logica aristotelica ,esposta nel “De Interpretatione”,che già
attratto studi relativi al controllo di qualità.Sappiamo, con un
esempio un po’ fuori argomento, che la negazione dell’enunciato
Socrate è un filosofo
può essere espressa mediante una delle due proposizioni
a) Socrate non è un filosofo
b) Socrate è un non filosofo.
Le due proposizioni, pur esprimendo un giudizio negativo sulla
statura filosofica di Socrate, non sono intercambiabili non
essendo
E’ evidente che due entità vengono accettate se una delle due è
quasi uguale all’entità già accettata.
E’ così che lavori interessanti diventano incentivi per
ulteriori lavori sullo stesso argomento, che portano al
perfezionamento di teorie e di tecniche.
La nota n.29 di F.Bonucci,(M.P.T. S.r.l. –Calcinaia (Pisa) e
C.Culla,L.Piccinini del Dipartimento di Costruzione dell’Università
di Pisa ha il titolo “Conseguenze dell’adozione di un sistema
CAD/CAM su PC in un’azienda produttrice di stampi”,. Essa appare
esauriente e abbastanza complessa in quanto viene descritta una
metodologia per la progettazione e realizzazione di stampi in
materie plastiche.
La complessità della trattazione è dovuta in gran parte, a
nostro avviso, alla scarsa dimestichezza degli allievi ingegneri
hanno con le problematiche , anche economiche inerenti alle materie
plastiche . Queste difficoltà vengono brillantemente superate ( o
aggirate) dagli Autori, anche a mezzo di un ben appropriato corredo
iconografico.
La sessione a termine con la relazione n.30 sull’”Evoluzione del
Disegno in ambito CIM:Un’esperienza industriale” di Camillo
Bandiera sdell’Università di Udine e Franco Paravano dell’Ansaldo
Industria S.p.A. di Monfalcone (GO).
La memoria è un bell’esempio di simbiosi tra università e
Industria, tra Teoria e Pratica.
Non meno armonico è il corredo iconografico che “adorna”
ciascuna parte della relazione che viene chiusa da un’abbondante e
ben selezionata bibliografia.
Sessione D : TOLLERANZE E NORMATIVA
Avevamo preannunciato una “dolce” svolta dal concreto verso
l’astratto del carattere delle memorie presentate al Convegno, man
mano che si procede con le pagine del volume degli Atti numerate
ordine naturalmente crescente
In effetti le sessioni A e B hanno un carattere decisamente
applicativo, la sessione C sembra conciliare la pratica con la
teoria . le rimanenti sessioni D,E,F, hanno un carattere
prevalentemente teorico, anche se il fine ultimo dei lavori
presentati è di tipo ingegneristico,conseguentemente pratico.
La sessione D ha inizio con la memoria n.31 di Esamuele Santoro
dell’Università di Salerno, che già nel titolo si presenta come un
lavoro di ampia base teorica.
Il lavoro è infatti così intitolato :”Confronto tra metodi
deterministici e probabilistici nella sintesi delle tolleranze di
minimo costo”.
Il lavoro confronta dunque due concetti per natura astratti:
“Determinismo e Probabilità”.Questa Dicotomia ne genera altre del
tipo” Certezza,incertezza”; “.
“Oggettivismo, soggettivismo “ e altri ancora. Il disegno
parametrico”, che tende a ridurre le variabili indipendenti e il
dominio della variabili stesse. D’altra parte la riduzione del
numero delle grandezze indipendenti e di quelle variabili porta ad
una riduzione non solo della difficoltà del disegno ma anche ad
aumentarne la fedeltà e l’affidabilità , ben considerato sia dal
punto di vista della funzione che della resistenza,Alla
parametrizzazione si associa una ben comprensibile riduzione della
complessità della progettazione e della esecuzione. “L’analisi
statistica delle tolleranze geometriche” di Giuseppe Monno
dell’Univeristà di Bari tratta ,molto bene, un problema complesso
quale l’interdipemdenza tra le variabili di progetto e quelle di
prodotto.(nota n.32)
La esatta, o quasi esatta definizione dei due tipi di tolleranze
,e il rispetto quasi assoluto di quanto indicato dalla teoria
correttamente applicata, ,assicurano il buon funzionamento del
sistema.
Non va dimenticato il fatto che, maggiore è la complessità delle
condizioni richieste per il buon funzionamento delle “entità”
progetto e di prodotto, maggior è la probabilità dell’errore e
pertanto, del cattivo funzionamento del sistema progettato e
prodotto.
Da quanto esposto appare chiara la ineludibile accuratezza
richiesta dai dettagli l’accuratezza della descrizione.La
bibliografia è introdotta nella giusta misura.
La “delicatezza” richiesta dalla nota ora citata è del pari
imposta dalla nota n.33 si M.Pappalardo e A.Pellegrino
dell’Università di Salerno , che reca il tuitolo piuttosto
lungo:”Problema delle tolleranze nell’interpolazione di superfici
complesse con sequenze di taglio elementari”. Nell’articolo ora
introdotto si affaccia la teoria del disegno di curve non
definibili immediatamente in forma analitica.
Si tratta, in parole semplici, di curve “splines” o B-Splines” ,
introdotte nel campo tecnico e matematico in tempi relativamente
recenti. La relativa teoria ha generato un capitolo non
trascurabile della matematica, ha consentito la rinuncia a
strumenti quali i curvilinee con conseguente possibilità di
raggiungere livelli di precisione molto elevati
Appare allora chiaro il vantaggio offerto dalle applicazioni
della teoria ora citata nella realizzazione di traiettorie di
utensile molto precise con conseguente facilitazione nella
produzione di superfici complesse con limiti di tolleranza molto
ristrette.
La esposizione della memoria si fa notare per la chiarezza; la
relativa bibliografia manche se non ricca, è del tutto
adeguata.
Alla stessa famiglia della nota ora indicata appartiene il
lavoro di C.Alliata Bronner,C.Martinelli e C.Zaottini
dell’Università di Roma “La Sapienza,Dipartimento di Aeronautica ;
Il lavoro è presentato con il titolo”Verifica dimensionale di
elementi meccanici realizzati con macchine a controllo
numerico”.
Viene nel presente lavoro affrontato un problema trattato
all’epoca piuttosto di rado: quello rappresentato dalla
inadeguatezza degli strumenti di misura, che attirò l’attenzione
sulla teoria della verificazione :un pezzo potrebbe essere esatto
nelle sue misure ( e nella sua forma) ed essere scartato in
quanto,per errore sono stati scoperti degli errori ,in realtà
inesistenti. Tra gli studiosi che sotto diversi“ aspetti, compreso
quello probabilistico, possiamo citare Popper, Wittgenstein , De
Finetti,giganti come Kant. Quasi per civetteria potremmo citare il
“de Interpretatione (Aristotele).
Tra gli Autori moderni citiamo il più volte nominato D.L.
Blockley, e il suo volume:
“The nature of structural design and Safety”.
Chiude la sessione l’articolo n.35 di A.Carrino dell’Università
di Napoli e A.Fulgieri della “Fox Bit,CAD.CAM, controllo di
Processi e C.N., Arti grafiche”
Gli Autori trattano degli “Standard internazionali ed il disegno
tecnico aeronautico”.
Il titolo ci fa rilevare che il Disegno tecnico usualmente
trattato, a parte quello civile, è soprattutto un disegno
meccanico.
Scarso rilievo , dal punto di vista “quantitativo” è il disegno
aeronautico e quello navale.Il fatto è dovuto , a mio avviso , alla
difficoltà e alla specificità dei due tipi di disegno, che
richiedeva apposite attrezzature quali i listelli e appositi pesi
con altrettanto a posite unghie destinate a tener fermo il
listello, una volta realizzata la sagoma voluta.
La difficoltà del disegno richiedeva una notevole pratica
manuale .
L’avvento del Computer e del disegno automatico ha naturalmente
sconvolto la metodologia del disegno e ha posto tra gli obiettivi
da raggiungere in breve tempo , la conoscenza di molti aspetti
della teoria aerodinamica e dei particolari dell’oggetto “
velivolo, coerenti nella forma e nella struttura ,con la teoria, o
meglio, con le teorie che interessano l’attività del velivolo la
sua produzione e la normativa.
E’ di grande evidenza la inderogabilità dello studio di curve e
superfici non convenzionali. Oltre a questo c’è dell’altro e molto.
Malgrado la brevità dell’articolo, le indicazioni offerte da
Carrino e Fulgeri sono numerose e tutte interessanti.
La sessione D ora trattata presenta , come già detto, un aspetto
particolare , più vicino apparentemente alla teoria che al
concreto.
Basta però una lettura attenta per convincersi che il problema
delle tolleranze , presenta aspetti di diverso genere, compreso il
non trascurabile aspetto filosofico e etico. La teoria e la pratica
appaiono già a prima vista ,un “unicum “ inscindibile.
Sessione E : TEORIA E STORIA DEL DISEGNO
Sappiamo che la Scienza è la sua Storia; quest’assioma vale
ancor più per la Tecnica. Per una disciplina quale il Disegno che
non può esistere se manca una delle sue componenti
fondamentali,teoria o pratica, la Storia può dirsi sinonimo
dell’evoluzione della Teoria verso la pratica, cioè della teoria
astratta verso la sua applicazione.
Il primo lavoro della sessione E (nota n.36) appartiene al Prof.
M. Beghini dell’Università di Pisa ,Dipartimento di Costruzioni
Meccaniche e Nucleari, e al Prof. Paolo Conti dell’Università di
Palermo, Dipartimento di Meccanica ed Aeronautica. Il lavoro porta
il titolo:”Il metodo di interpolazione delle “Splines
distorte”.
Una certa curiosità suscita l’aggettivo “distorta “ apposta al
sostantivo plurale “Splines”. Non è spiegato sufficientemente il
motivo di questa denominazione, visto che le splines sono linee
“generalmente” curve, che nel linguaggio comune possono intendersi
come “storte”.
Cerchiamo la spiegazione nello stesso sommario dell’articolo:”La
spline considerata ( cioè distorta ) è costituita da un insieme di
archi , appartenenti a due famiglie ( archi con flessi e archi
senza flessi) distorti in modo da ottenere una forma complessiva
continua con la derivata prima e regolare”
Una volta chiarito il significato dell’oggetto in esame ,vengono
illustrati i criteri utilizzati , gli algoritmi sviluppati ed
alcune applicazioni.
L’armoniosa variazione della concavità delle curve trattate si
giova di tecniche basate su rappresentazioni parametriche di grado
m (spesso m = 3), abbondantemente studiate e tali da fornire
risultati sufficienti, nelle loro armoniose variazioni, risultati
più che accettabili per esigenze diverse .Anche in questo caso il
problema è un problema di metodo; anche in questo caso il richiamo
a Cartesio è spontaneo.Le applicazioni, ben corredate da
illustrazioni, sono sufficienti.
G.Cristelli (Tre E Rovereto),F.Perugini (Istituto Trentino di
Cultura) , G.Wolf (Università di Trento) trattano (nota n.37) la
“Realizzazione di viste prospettiche mediante un algoritmo basato
sulle proprietà omologiche tra le proiezioni e le viste” riporta
felicemente il Disegno alla sua nobile materia di origine: la
geometria proiettiva.
Se l’origine è una materia storica, lo strumento per raggiungere
l’obiettivo previsto (rappresentazioni prospettiche ) è di origine
recente.( grafica computerizzata, già in fase avanzata rispetto
alle origini), Il risultato è soddisfacente e promettente riguardo
agli sviluppi futuri”L’inversione di una prospettiva parallela: una
dimostrazione costruttiva del teorema di Pohlke”(Nota n.38),
impegna G.Podda del Politecnico di Torino, già scientificamente
orientato verso problemi di geometria proiettiva,nello studio di
“un metodo di calcolo per l’inversione di una prospettiva parallela
mediante confronto nel sistema occhio delle trasformazioni schermo
– occhio , e oggetti-occhio.
Il lavoro ,interessante ma breve, poggia su una notevole base
analitica, anche se non eccelsa, che dimostra ancora una volta la
impressionante razionalità della struttura della geometria
proiettiva, che viene posta alla base delle trattazioni di tipo
logico anche di alto livello.,
La sessione continua con il contributo di Eden Bibi
dell’Università di Perugia (nota n.39) intitolato “Studio su un
conveniente tipo di assonometria”.
Lo studio di Eden Bibi ci riporta ,sotto qualche
aspetto,all’antico: ila rappresentazione, così come è vista da Eden
Bibi sembra tener più conto dell’estetica e della natura, che delle
considerazioni tecniche vere e proprie.
Le considerazioni ora espresse non tolgono interesse a quanto
scritto da Eden Bibi, spesso trascurato negli studi
tecnico-scientifici, ma forse messi nel dovuto rilievo quando entra
nel gioco la considerazione estetica, la visione esatta, forse più
vicina a quel che il disegnatore “sente”, di quanto egli
“veda”.
Non manca la parte puramente geometrica, anche se limitata
all’assonometria o alla prospettiva, in ogni caso con finalità
specifiche..
Esauriente la bibliografia.
La sessione ha termine con la nota \40 di V.G. Parodi
dell’Istituto di Meccanica Applicata alle macchine dell’Università
di Genova. il titolo “la Rappresentazione di macchine/meccanismi
nel XV – XVI secolo :Il contributo Leonardesco”.
L’articolo di Parodi appare, ed è , dotto e interessante , come
lo è qualunque oggetto o pensiero che tratti della gigantesca e
poliedrica figura di Leonardo. Resta importante per il nostro
argomento l’uso magistrale e innovatore che Leonardo fece del
Disegno
Sessione F: DIDATTICA
Parafrasando il nobile detto di Cicerone, possiamo dire che
“ogni Scienza è la sua Storia “.
In effetti, quale paragrafo della fisica o della Filosofia
oseremmo cancellare, senza temere che la Disciplina toccata venga
cancellata ,o stravolta ?
Certo, come tutte le cose umane , è necessario che l?argomento
trattato sia “ben “trattato, senza alterare più del minimo,
l’argomento trattato.
Si parla in questa memoria di splines distorte: Chi oserebbe
iniziare la Storia del Disegno dalle splines, cancellando ogni
argomento precedente?
Consideriamo veniale il peccato commesso di responsabili del
testo partendo dalle “splines” che non esisterebbero senza il
computer.
Eppure la “Storia del Disegno” incomincia da molto lontano
Eppure l’argomento, pur non essendo antico, veniva trattato, con
strumenti antichi già in tempi molto remoti. Potremmo accennare ai
flessibili per il disegno navale.o automobilistico o aeronautico,
che venivano usati quando gli aerei già trasvolavano gli oceani,
Nuvolari già batteva i suoi records, il Rex già conquistava il
nastro azzurro.
Pertanto la pratica anticipava la Teoria…..
La sessione F presenta nei contenuti e nella forma un aspetto
particolare. Più che la cosa in sé , nella sessione F si insegna ad
insegnare.
La nota n.41 ha per Autori G.Colombo dell’IMU CNR –Gruppo CAD di
Milano; U.Cugini, dell’Istituzione O.DATI di Sesto S.Giovanni,
C.Rizzi dell’Università di Parma. Il titolo, piuttosto scontato,
considerati i noti interessi
degli Autori recita “Esperienze didattiche nell’ambito della
Progettazione meccanica assistita da Calcolatore”
Il sommario illustra con efficace sintesi l’essenza della figura
dell’Ingegnere .
Viene riportato testualmente quanto segue:”Nella progettazione
meccanica si va sempre più diffondendo l’uso di strumenti
automaticiper la definizione, l’analisi,l’ottimizzazione e la
valutazione del prodotto.La figura tradizionale dell’Ingegnere
Meccanico si va parimenti arricchendo di nuove competenze e nuovi
modi di operare si vanno delineando. Le esperienze didattiche
forniscono lo spunto per un’analisi dell’iter formativo degli
Allievi Ingegneri Meccanici in rapporto alle nuove competenze
richieste”
Se il riassunto è già esaustivo, si può immaginare l’efficacia
della descrizione sufficientemente ampia anche se ancora
sintetica.
Nel lavoro trovano spazio la descrizione della situazione
tecnico-industriale dell’Italia del tempo; l’illustrazione dei
caratteri fondamentali della Progettazione meccanica e relativa
strumentazione; la rappresentazione dell’evoluzione del profilo
professionale dell’Ingegnere meccanico, e , per stare in linea con
il tema della sessione, l’esposizione delle principali esperienze
in ambito CAD. Ricca è la bibliografia, come si conviene ad un
lavoro di notevole interesse.
Del pari interessante è la nota n.42 di Camillo Bandiera e
Antonio Strozzi dell’istituto di fisica Tecnica e di tecnologie
Industriali dell’Università di Udine. Il lavoro porta il seguente
titolo:Integrazione di metodologie Computer Aided :Esperienze
didattiche”.
E’ notevole, in questa nota l’aspetto quasi simbiotico del
Disegno e della Progettazione.
Gli Autori mettono in rilievo i vantaggi dell’approccio
integrato Disegno Meccanico – Progetto di Macchine.
Anche nei precedenti convegni ci sono stati esempi di approccio
integrato simili a quelli descritti nella nota qui esaminata.
E’ da rilevare ,però, che il grado di integrazione tra Disegno e
progetto non era forse molto elevato così come accade nella sede
qui presentata; si trattava piuttosto del Disegno visto come
strumento indispensabile del Progetto. In ogni caso l’approccio
integrato tornava a vantaggio sia dell’una che dell’altra
disciplina . D’altra parte bisogna tener presente che il Disegno
conserva la propria autonomia scientifica. e richiede un notevole
approfondimento delle materie “con cui” è fatto il Disegno, quali
la Geometria e ora il CAD. Da ciò deriva anche l’impegno
scientifico di Docenti e Discenti. Rilevante sotto i due è anche
l’approccio al FEM.
Bibliografia sufficiente anche se non ricca.
La prima sensazione che desta il titolo della nota n.43 è la
curiosità.
Infatti nella memoria si parla di “Modello didattico di un corso
di Disegno tecnico , ad indirizzo progettuale per ingegneri
meccanici”. L’Autore è il più volte citato Prof.V.G. Parodi
dell’università di Genova. In linea con la nota precedente viene
anche qui rilevato il taglio “progettuale “ del lavoro.
L’Autore si sofferma altresì sulle “complesse relazioni
esistenti tra geometrie, rappresentazione normata, dimensionamenti,
condizionamenti geometrici , limitazioni dimensionali e
geometriche,soluzioni funzionali normate”
Questo semplice esempio esposto dall’Autore richiama
l’attenzione del Lettore sulle caratteristiche ( o sui parametri)
che richiamano concetti base quali la norma 8 e quindi
l’intercambiabilità dei pezzi, la riduzione delle dimensioni e del
numero di forme diverse dei pezzi destinati a determinate funzioni
sotto determinate sollecitazioni, l’economia, tolleranze , rugosità
e così via.
Un numero adeguato di ben appropriate esercitazioni, può portare
fgli allievi ad una preparazione adeguata agli scopi
prefissati.
Una struttura alquanto diversa dalle precedenti ha la nota n. 44
di Andrea Bracciali, Monica Carfagni,Alessandro Giani e Marco Poggi
dell’Università di Firenze recante il titolo:La Didattica nel
CAD:Un corso introduttivo con Audiovisivi al Programma AUTOCAD”
Il lavoro prevede un utilizzo in campo didattico tipo
particolare, con impiego appropriato della lingua inglese. Il
metodo si rivela, secondo gli Autori, più semplice dei metodi
tradizionali ai fini dell’acquisizione della padronanza
dell’impiego dei mezzi informatici.
La sessione si conclude con due relazioni di tipo particolare:La
nota n.45 di A.Barrile,dell’Istituto tecnico Statale Leonardo da
Vinci di Pisa, C.Culla, L.Piccinini, dell’Università di Pisa.Il
titolo è:”La didattica nel disegno dalla secondaria superiore alla
Facoltà d’Ingegneria”;
La nota n.46, ultima della sessione e dell’intero Convegno ha
quali Autori S.Licciardello e Carmelo Frazzetta , entrambi
dell’Università di Catania ha il titolo “Programmazione di una
metodologia didattica per l’insegnamento del Disegno tecnico”
Entrambe le note non potrebbero, a rigore, chiamarsi note
scientifiche.
Tuttavia riteniamo che a conclusione di un Convegno tenuto in
tempi in cui l’evoluzione della materia interessata ha raggiunto
ragguardevoli livelli, un esame attento della situazione presente
può dare utili indicazioni per proseguire con rendimento sempre
maggiore sulla strada della inarrestabile evoluzione.
Considerazioni Conclusive
Abbiamo ripetuto più volte che ogni Convegno fa storia a sé.
Tanto avviene perché ogni evento raggiunge una quota più elevata, o
almeno diversa, .rispetto ai precedenti .
Abbiamo sostenuto che il percorso del Disegno ha, come tutti i
prercorsi, una origine. Abbiamo individuato l’origine, che come lo
0 per i numeri o l’insieme vuoto per gl’insiemi di fatto non
esistono. Ma possiamo avvicinarci all’idea dello 0 o dell’insieme
vuoto utilizzando numeri reali sempre più piccoli o,
rispettivamente, insiemi di dimensioni, espresse dai diagrammi di
Venn che contengono punti distinti, anch’essi piccolissimi. Quello
a cui abbiamo ora fatto cenno è solo un modo , empirico, per
avvicinarci all’idea dello 0 o dell’insieme vuoto, senza alcuna
pretesa nemmeno di sfiorare alcunché di teorico o di filosofico. Ci
è forse soltanto lecito immaginare il disegno di livello 0 come un
qualcosa che sia “Disegno” e nello stesso tempo un “non Disegno” (
e qui ci ispira il de Interpretatione di Aristotele).
E’ disegno, in questo nostro povero tentativo di seguire la
lezione di Aristotele, tutto ciò che lascia una traccia sul foglio
ma non richiede altra preparazione se non una certa dimestichezza
con la manualità.
Eppure, dobbiamo già possedere il concetto almeno di retta o di
curva, di parallela o di perpendicolare e poco altro.
Ma sovrabbondante, ai fini del solo tracciamento,è la conoscenza
delle equazioni o di specifici aspetti della geometria.
In definitiva il livello 0 non esiste; assumiamo come tale il
livello del disegno per cui bastano le minime conoscenze a cui
abbiamo ora fatto cenno,oltre alla pura manualità.
E’ questo il livello da cui noi studenti, specialmente se
provenienti dal classico, siamo partiti.
Nei limiti a noi consentiti , presumiamo di aver chiarito i
livelli cua cui siamo man mano pervenuti: livelli di Geometria
descrittiva,Proiettiva, analitica e ogni livello sempre più
complesso; e poi calcolo delle probabilità, statistica, CAD ,
Progettazione, economia, visto che bisogna costruire con la minima
spesa, fisica, filosofia (vedi ad esempio Blockley, Suh,
Pahl.Beitz9etc.
Tutti questi aspetti, anche se in forma superficiale, sono stati
toccati.
Il cammino da percorrere è ancora lungo e difficile; ci
sforzeremo di percorrerlo.