FONDAZIONE AGNELLI @FONDAGNELLI FONDAGNELLI FONDAZIONE GIOVANNI AGNELLI www.fga.it Viaggio nell’Italia che innova: capitale umano e impresa ANDREA GAVOSTO Bologna, 30 novembre 2015 Fondazione Giovanni Agnelli [email protected]viaggio nell’italia che innova: idee, persone, impresa e territori. | Emilia Romagna
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Viaggio nell'Italia che innova: capitale umano e impresa
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FONDAZIONE AGNELLI @FONDAGNELLI FONDAGNELLI
FONDAZIONEGIOVANNI AGNELLI www.fga.it
Viaggio nell’Italia che innova: capitale umano e impresa
viaggio nell’italia che innova: idee, persone, impresa e territori. | Emilia Romagna
0,4%
1,4%
9%
8,4%
8,5%
8,6%
-‐2% 0% 2% 4% 6% 8% 10%
azioni
Etoli di Stato
mezzogiorno
centro
nord est
nord ovest
invesEre in istruzione conviene agli individui…
Fonte: Banca d’Italia, QuesDoni di economia e finanza 53, 2009) e Borsa italiana 2015.
il rendimento dell’istruzione in Italia è oggi intorno al 9% annuo, neLamente superiore agli invesDmenD in Dtoli di Stato o in azioni
…e conviene allo sviluppo economico
secondo le sDme, 25 punD PISA in più comportano circa 5 decimi di Pil all’anno in più. L’OCSE sDma che il vantaggio cumulato fino al 2090 per l’Italia sarebbe di circa 5mila miliardi di euro, più del doppio del debito pubblico. L’invesDmento in conoscenza fa aumentare la produTvità ed è un presupposto per ricerca e innovazione
anni di scolarizzazione media popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni
negli ulDmi centocinquanta anni l’Italia ha ridoLo il divario con i paesi più avanzaD come anni di scolarità
la scolarità in Italia
Fonte: The Century of EducaEon, C. Morrison F. MurEn, 2009
538 526
524 518
511 509 509 508
505 504
499 498
496 496
490 490
488 488
483 477
475
giappone corea
finlandia polonia olanda svizzera belgio
germania francia
norvegia regno unito staE uniE
media OCSE danimarca
italia austria spagna
portogallo svezia grecia turchia
Fonte: Pisa 2012
Capacità di le`ura a 15 anni
le competenze degli studenE a quindici anni
il divario rimane però elevato come competenze: gli studenD italiani sono al 21° posto nella capacità di leLura a 15 anni fra i paesi OCSE
3,0
2,9
3,1
3,1
3,5
3,7
3,8
3,7
3,9
4,5
3,6
0,9
1,6
1,2
1,2
1,3
1,5
1,4
2,3
1,9
1,8
2,8
italia
giappone
germania
spagna
polonia
media OCSE
francia
corea
finlandia
regno unito
staE uniE
pre-‐primaria primaria e secondaria terziaria
la spesa per istruzione
valori 2012 espressi in percentuale di PIL, per grado di istruzione
l’Italia spende meno della media Ocse per scuola e università, a fronte di una minor popolazione scolasDca. Con la Buona scuola le risorse aumenteranno per la scuola (non per l’istruzione terziaria), ma saranno desDnate quasi esclusivamente a meLere in ruolo oltre 100 mila insegnanD, senza una verifica della loro qualità.
Fonte: EducaEon at a Glance 2015
la le`ura in quarta elementare
568
552
546
541
541
541
539
529
526
520
513
507
506
500 510 520 530 540 550 560 570
finlandia
inghilterra
olanda
italia
germania
portogallo
ungheria
austria
polonia
francia
spagna
norvegia
belgio
nella primaria, la scuola italiana è fra le prime in Europa, grazie a insegnanD specializzate, a un modello inclusivo e a una didaTca innovaDva
Fonte: PIRLS 2011
matemaEca in terza media
613
611
570
539
514
509
507
505
498
484
475
420 460 500 540 580 620
corea
singapore
giappone
russia
finlandia
staE uniE
inghilterra
australia
italia
svezia
norvegia
nella scuola media gli apprendimenD degli studenD italiani precipitano nel confronto internazionale. Con l’innalzamento dell’obbligo educaDvo a 16 anni, la scuola media non ha più una missione chiara
punteggi medi in matemaEca
Fonte: Elaborazioni su daE TIMSS 2011
i divari di indirizzo
punteggi TIMSS 2003 e 2007 e PISA 2009 per indirizzo della secondaria di II grado
Dopo la media, nei licei si assiste a una ripresa del livello di apprendimenD nelle graduatorie internazionali, mentre nell’istruzione professionale il ritardo si accentua
matemaDca 550
500
450
400 IV primaria III media II secondaria
superiore
503 525
495
435 480
scienze 550
500
450
400 IV primaria III media II secondaria
superiore
516 537
496
435
480
licei isDtuD tecnici isDtuD professionali
perché non è facile risolvere i problemi della scuola italiana?
Il corpo docente italiano è…
0 5 10 15 20 25
italia spagna svezia
finlandia polonia francia corea
norvegia media OECD
staE uniE olanda
giappone regno unito
fino a 25 anni
da 25 a 29 anni
Fonte: TALIS 2008 e 2013, riferiE ai docenE di secondarie di I grado
Sul banco degli imputaD anche:
* i meccanismi di formazione iniziale e di reclutamento * l’assenza di procedure di valutazione
…legato a didaTche poco innovaDve …anziano
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
austria
danimarca
corea
norvegia
polonia
media TALIS
irlanda
portogallo
spagna
italia
18
24
28
37
41
42
43
44
46
49
58
68
0 10 20 30 40 50 60 70 80
cina*
italia
germania
giappone
media OCSE
spagna
polonia
francia
staE uniE
regno unito
russia
corea
l’istruzione universitaria in Italia: un grande ritardo da colmare
quota di popolazione con un Etolo terziario fra le persone comprese fra 25 e 34 anni (2014)
Fonte: OECD, EducaEon at a Glance, 2015
l’Europa si è impegnata a raggiungere il 40% di persone comprese tra 30 e 34 anni laureate nel 2020. L’obieTvo nazionale dell’Italia è stato definito al 26-‐27%, che rimane di non facile realizzazione
* DaE riferiE al 2010
immatricolaE totali (triennali e ciclo unico): quota su 19enni residenE
49,2%
55,5%
57,3% 57,6%
56,5%
54,8%
52,0%
49,9%
49,5%
48,5%
46,7%
46,4%
46,4%
46,8%
45%
46%
47%
48%
49%
50%
51%
52%
53%
54%
55%
56%
57%
58%
59%
60%
2001-‐02
2002-‐03
2003-‐04
2004-‐05
2005-‐06
2006-‐07
2007-‐08
2008-‐09
2009-‐10
2010-‐11
2011-‐12
2012-‐13
2013-‐14
2014-‐15
Fonte: elaborazione su daE Istat e Miur (Anagrafe Nazionale StudenE)
dopo un forte aumento, successivo alla riforma del 3+2, le immatricolazioni universitarie sono calate in relazione alla popolazione diciannovenne (dunque al neLo della demografia)
tasso di abbandono universitario
45%
36%
32%
30%
28%
25%
24%
20%
0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50%
italia
staE uniE
francia
media OCSE
olanda
germania
finlandia
danimarca
indagini longitudinali (a 8-‐10 anni)
Fonte: elaborazione su daE OECD e (per l’Italia) Rapporto ANVUR 2013
oltre al calo delle immatricolazioni, il fenomeno dell’abbandono degli studi contribuisce a spiegare la bassa incidenza dei laureaD in Italia. ConDnua a essere elevata la quota di mancate iscrizioni al secondo anno: era del 19% prima della riforma del 3+2, oggi è scesa al 16%.
54
53,2
48
40
38
37,2
29,5
28,9
28,5
28
26,5
24,5
0 10 20 30 40 50
italia
germania
portogallo
danimarca
regno unito
spagna
svezia
belgio
olanda
norvegia
francia
grecia
Fonte: Flash Eurobarometer 304 – Employers’ percepEon of graduate employability
le imprese italiane assumono pochi laureaD (e magistrali), nonostante questo porD a un significaDvo aumento della produTvità (Schivardi e Torrini, 2011, FGA wp 38)
percentuale di imprese che ritengono che meno del 10% della loro forza lavoro sia laureata
95,8
95,4
91,5
90
89,5
88
87,8
87,2
84,7
84,4
82,8
81,4
79,3
75,4
74,6
60,1
51,9
69,3
51,4
59,9
53,1
48,6
58
50,2
54,4
65
39
38
42,6
43,7
0 20 40 60 80 100
medico
ingegneria
insegnamento
economico-‐staEsEco
chimico-‐farmaceuEco
agraria e veterinaria
archite`ura
scienEfico
linguisEco
poliEco-‐sociale
educazione fisica
psicologico
geo-‐biologico
giuridico
le`erario
Tasso occupazione a 5 anni
Tasso occupazione a 1 anno
Fonte: AlmaLaurea, 2015
per le prospeive dei laureaE contano le conoscenze disciplinari…
FonE: CT3, Excelsior-‐UnionCamere, AlmaLaurea I numeri indicano la posizione nella graduatoria di importanza relaDva. 1 = più importante.
LE 8 COMPETENZE TRASVERSALI ANALIZZATE
Capacità di comunicare efficacemente trasme'ere informazioni e idee in forma sia orale sia scri'a in modo chiaro e formalmente corre'o, esprimendole in termini adegua6 rispe'o agli interlocutori specialis6 o non specialis6 del se'ore.
Capacità di lavorare in gruppo coordinarsi con altre persone, anche di diverse culture e specializzazioni professionali, integrandone le competenze
Capacità di risolvere problemi applicare in una situazione reale quanto appreso, individuando gli ambi6 di conoscenze che meglio consentono di affrontarla.
Capacità di analizzare e sinteDzzare informazioni acquisire, organizzare e riformulare da6 e conoscenze provenien6 da diverse fon6.
Capacità di formulare giudizi in autonomia interpretare le informazioni con senso cri6co e prendere decisioni conseguen6
Capacità di organizzare e pianificare realizzare idee e proge< tenendo conto anche del tempo e delle altre risorse a disposizione.
Essere intraprendente saper sviluppare idee innova6ve, proge'arne e organizzarne la realizzazione, ges6re le necessarie risorse ed essere disposto a correre rischi per riuscirci.
Capacità di apprendere in maniera conDnuaDva sapere riconoscere le proprie lacune e iden6ficare strategie efficaci volte all’acquisizione di nuove conoscenze e competenze.
AZIENDE
1
2
3
4
5
6
7
*
DOCENTI
5
3
2
1
4
7
8
6
LAUREATI OCCUPATI A 1 ANNO
1
4
2
6
8
3
7
5
…ma anche le competenze trasversali Imprese, atenei e laureaE hanno diversi punE di vista sull’importanza delle competenze trasversali
I laureaD hanno un miglior metodo di apprendimento lungo la vita lavoraDva (imparare a imparare)
Perché alle aziende conviene invesEre in laureaE?
1
I laureaD sanno comunicare meglio, sia all’esterno sia con le altre parD del processo aziendale
2 I laureaD hanno maggiori competenze di sistema.
Riescono a collocare meglio i singoli task nella visione strategica di medio periodo: quanto è fondamentale per il
cliente, per l’internazionalizzazione, ecc.
3 I laureaD sono più autonomi nelle decisioni, in organizzazioni in cui il controllo deLagliato è impossibile
4
Partecipazione ad aività di formazione adulta (25-‐64 anni) (%)
25
35
36
42
47
50
51
53
56
59
66
66
66
8
3
8
6
11
12
7
7
7
9
8
8
6
0 10 20 30 40 50 60 70 80
italia
polonia
francia
giappone
spagna
corea
media OCSE
germania
regno unito
staE uniE
svezia
danimarca
finlandia
Partecipa Non parEcipa, ma sarebbe disposto a partecipare
L'invesDmento in istruzione non può limitarsi alla fase iniziale della vita. Occorre aggiornarsi e sviluppare nuove competenze lungo tuLo l'arco della vita. In Italia l'apprendimento permanente è ancora per pochi
Fonte: PIAAC, 2013
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