VIAGGI DI GRUPPO VIAGGI DI GRUPPO – I viaggi di Anelisa COLORI E SAPORI DI TOSCANA Sabato 28 e Domenica 29 Ottobre 2017 SABATO 28 OTTOBRE - 1° giorno - FAENZA - LORO CIUFFENNA - ABBAZIA DI VALLOMBROSA - VALDARNO Ritrovo dei Signori Partecipanti su richiesta alle ore 5.30 a Forlì (Punto Bus), alle ore 6.00 a Faenza (P.le Pancrazi), alle ore 6.10 a Castel Bolognese (Via Emilia davanti al Consorzio Agrario), alle ore 6.25 ad Imola (Via Selice Parcheggio Rirò) ed alle ore 6.45 a Bologna San Lazzaro (davanti al Ristorante il Casale), sistemazione in pullman, e partenza per il Valdarno. All’arrivo incontro con la guida e proseguimento per Loro Ciuffenna per la visita di questo borgo medievale annoverato tra i Cento più Belli d’Italia. Il paese è situato alle pendici del Pratomagno a 328 metri di altitudine. Il centro storico è d’origine medievale ma Loro Ciuffenna ha origini ben più antiche dal momento che nella zona sono stati trovati reperti etruschi e romani. Durante il primo periodo romano, il territorio lorese era attraversato dalla Cassia Vetus (il percorso è tutt’oggi molto simile a quello dell’attuale strada dei Sette Ponti) che collegava Fiesole ad Arezzo. Nel 123 d.C. tale strada fu sostituita dalla nuova Cassia Adrianea che passava più a valle emarginando Loro Ciuffenna. Loro Ciuffenna conserva il mulino ad acqua ancora funzionante più vecchio della Toscana. Molto scenografico è il vecchio borgo costruito su gole a strapiombo sul fiume e dove è possibile ammirare un suggestivo intreccio di viuzze e vicoli lastricati in pietra. Al termine della visita trasferimento in Ristorante per il pranzo. Nel pomeriggio proseguimento per Vallombrosa e visita guidata della splendida Abbazia Benedettina fondata nel 1000 da San Giovanni Gualberto. L’Abbazia è situata nella splendida Foresta, creata e curata nei secoli dai monaci fino ad essere dichiarata nel 1973 'Riserva Biogenetica Naturale'. Nel 1008 Giovanni Gualberto, nobile fiorentino da poco fatto monaco, lasciò con un compagno il monastero di San Miniato di Firenze, in cerca di un luogo più isolato in cui raccogliersi. Dopo un incontro con San Romualdo, fondatore dell'eremo di Camaldoli, Gualberto si recò in una località denominata "Acquabona" dove già si trovava un piccolo romitorio (oggi sostituito dal monastero di Vallombrosa) e dove furono così costruite celle di legno per i nuovi adepti di Gualberto. Nel 1015 i monaci elessero Gualberto a loro superiore e nacque la nuova congregazione dei monaci vallombrosani, fedeli alla regola di San Benedetto basata sul precetto "ora et labora". Nel 1036 iniziarono i lavori per la costruzione in muratura delle celle e dell'oratorio: intorno al 1450 vennero eseguiti importanti ampliamenti quali la costruzione della nuova sacrestia e dei locali del noviziato; alla fine del XV sec. il complesso assunse l'aspetto e le caratteristiche attuali. Nel 1529, dopo il saccheggio di Carlo V, venne elevata la torre di levante per difendere gli arredi e i libri più preziosi; nel XVII sec. fu costruito il muro che chiude il piazzale, e alla fine del XVIII sec. la grande vasca antistante l'Abbazia (usata per allevare trote e per la produzione del ghiaccio).Il monastero, soppresso durante 1'epoca napoleonica, fu riaperto nel 1817 dal Granduca Ferdinando. Nel 1866 il neonato Regno d'Italia sfrattò i monaci e il monastero passò all'Azienda Forestale. I benedettini vi tornarono solo nel 1949. La visita al monastero è molto interessante: l'imponente costruzione, dominata dalla torre e dall'alto campanile del 1200, possiede l'aspetto di un castello. Al di là del cancello è possibile ammirare la bellissima facciata secentesca di Gherardo Silvani. Secentesca è anche la facciata della chiesa, che conserva però l'impianto medievale, nonostante l'aspetto sia caratterizzato da interventi barocchi. Numerose le opere d'arte conservate nell'Abbazia: un bassorilievo robbiano nel vestibolo prospiciente il refettorio, le quindici tele di Ignazio Hugford nel refettorio, il coro ligneo della chiesa intagliato e intarsiato da Francesco da Poggibonsi. Intorno all'Abbazia, nella foresta, nei luoghi sacri più significativi legati agli episodi della vita di Gualberto, si trovano cappelle e tabernacoli databili tra il XVI e il XVII secolo. I percorsi che conducono a questi piccoli edifici religiosi offrono al visitatore molteplici occasioni di meditazione.