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LA RISCOPERTA DELLO SPIRITO ANNO XXXII - N. 1-2 GENNAIO - GIUGNO 2012 SPEDIZIONE IN A.P. ART. 2 COMMA 20/C LEGGE 662/96 - FILIALE DI MILANO SOMMARIO • La riscoperta dello Spirito (Jim Cymbala) pag. 1 • Testimonianze pag. 3 • Dalle nostre Comunità pag. 4 • Dalle nostre Comunità pag. 5 • Un altro viaggio umanitario in Croazia pag. 6 • L’effetto delle parole (Ivan Speziale) pag. 8 • Conferenza PEF a Budapest pag. 9 • Evangelizzazione a Milano pag. 10 • Impariamo a conoscere le Chiese Elim pag. 11 • Conferenze e Seminari pag. 12 Jim Cymbala, pastore del Brooklyn Tabernacle. (Continua a pag. 2) Jim Cymbala CULTI ONLINE www.livestream.com/chiesabethel Santi sconvolgimenti Non mi aspettavo che lo Spirito San- to si unisse a me per pranzo, eppure è esattamente ciò che accadde. Mia moglie Carol era fuori città, così andai in un piccolo bar che mi piace a Long Island. Trovai un tavolo tranquillo contro il muro, ordinai la mia solita insalata e mentre gustavo il mio salutare pranzo iniziai a leggere. Sono abbonato al New York Times sul mio Kindle, e avevo già letto diverse storie quando un titolo attirò la mia attenzione: ‘L’odio avviluppa i cristiani in Pakistan’. A quel punto ero già alle prese con la mia insalata, ma posai la forchetta e lessi l’articolo: “I muri neri e grumosi della camera da letto della famiglia Hameed parla- no di un crimine inenarrabile. Sette membri della famiglia sono morti qui sabato, sei di loro bruciati vivi da una folla che ha fatto irruzione nella loro casa uccidendo il nonno con un colpo di arma da fuoco, solo perché cristiani. La famiglia si era riunita in camera da letto, parlando a bassa voce con le schiene premute contro la porta mentre la folla li derideva. “Dicevano: ‘Se uscite vi ammazziamo’”, ha detto Ikhlaq Hameed, 22 anni, che è fuggi- to. Fra gli uccisi c’erano due bambini, Musa, 6 anni, ed Umaya, 13”. L’articolo descriveva la violenza di una folla di ventimila musulmani che era durata otto ore a Gojra, Pakistan, un’area in cui i cristiani rappresentano meno del cinque per cento della po- polazione. Oltre ai membri assassinati della famiglia Hameed, venti cristiani erano stati feriti e la folla aveva brucia- to e vandalizzato un centinaio di case di cristiani, in alcuni casi spazzando via anche i membri della famiglia. Perché? Il giorno precedente, i cristiani pre- senti ad un matrimonio in un villaggio vicino erano stati accusati di aver bruciato un Corano. I pubblici ufficiali che investigarono la cosa avevano di- chiarato che le accuse erano false, ma i leader religiosi locali si erano serviti della notizia per aizzare i musulmani contro la minoranza cristiana. Gli Hameed, una famiglia cristiana, non erano coinvolti in niente di tutto questo. Stavano solo facendo colazione a casa loro quando la folla si era riunita lì vicino. Quando il nonno aveva aperto la porta per vedere a cosa fosse dovuto il frastuono, la folla di musulmani si era riversata all’interno. Gli Hameed avevano tentato di rifugiarsi in una stanza sul retro mentre la folla entrava e distruggeva la casa prima di appiccarvi il fuoco. Lo Spirito si muove in me Non riuscivo a credere a quello che leggevo. Il maltrattamento dei cristiani passa spesso inosservato dai mezzi di comunicazione nazionale, ma questa storia era nel New York Times. Cercai in altri giornali informazioni aggiunti- ve e appresi che a quanto sembrava la polizia pachistana se ne era stata in disparte mentre il massacro era in corso. La cosa che più mi toccò fu il commento di uno dei sopravvissuti. Disse che non avrebbe fatto rappre- saglia perché la Bibbia gli aveva inse- gnato a pregare affinché i suoi nemici vedessero la luce. Cominciai a pregare per i cristiani in Pakistan, ma mentre pregavo cominciai a piangere e dovetti voltare la faccia Mi preoccupavo che altri nel bar ve- dessero le mie lacrime e si domandas- sero cosa c’era che non andava. Che tragedia! Non riuscivo ad immaginare la sofferenza che quelle persone stava- no sopportando solo per la loro fede in Gesù. Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non cono- scevo personalmente ma con i quali un giorno avrei trascorso l’eternità. Come il signor Hameed, sono un “Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni”. “E come il giorno della Pentecoste fu giunto... tutti furono ripieni dello Spirito Santo”. (Atti 1:8; 2:1-4). VOCE PENTECOSTALE Periodico trimestrale di edificazione 1
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verrà su voi, e mi sarete testimoni”. tutti furono ripieni ... · Gesù. Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non cono-scevo personalmente ma con i

May 27, 2020

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LA RISCOPERTA DELLO SPIRITO

ANNO XXXII - N. 1-2 GENNAIO - GIUGNO 2012Spedizione in A.p. Art. 2 CommA 20/C

Legge 662/96 - FiLiALe di miLAno

SOMMARIO

• La riscoperta dello Spirito (Jim Cymbala) pag. 1• Testimonianze pag. 3• Dalle nostre Comunità pag. 4• Dalle nostre Comunità pag. 5• Un altro viaggio umanitario in Croazia pag. 6 • L’effetto delle parole (Ivan Speziale) pag. 8 • Conferenza PEF a Budapest pag. 9• Evangelizzazione a Milano pag. 10 • Impariamo a conoscere le Chiese Elim pag. 11• Conferenze e Seminari pag. 12

Jim Cymbala, pastore del Brooklyn Tabernacle.

(Continua a pag. 2)

Jim Cymbala

CULTI ONLINEwww.livestream.com/chiesabethel

Santi sconvolgimenti

Non mi aspettavo che lo Spirito San-to si unisse a me per pranzo, eppure è esattamente ciò che accadde.

Mia moglie Carol era fuori città, così andai in un piccolo bar che mi piace a Long Island. Trovai un tavolo tranquillo contro il muro, ordinai la mia solita insalata e mentre gustavo il mio salutare pranzo iniziai a leggere. Sono abbonato al New York Times sul mio Kindle, e avevo già letto diverse storie quando un titolo attirò la mia attenzione: ‘L’odio avviluppa i cristiani in Pakistan’. A quel punto ero già alle prese con la mia insalata, ma posai la forchetta e lessi l’articolo:

“I muri neri e grumosi della camera da letto della famiglia Hameed parla-no di un crimine inenarrabile. Sette membri della famiglia sono morti qui sabato, sei di loro bruciati vivi da una folla che ha fatto irruzione nella loro casa uccidendo il nonno con un colpo di arma da fuoco, solo perché cristiani. La famiglia si era riunita in camera da letto, parlando a bassa voce con le schiene premute contro la porta

mentre la folla li derideva. “Dicevano: ‘Se uscite vi ammazziamo’”, ha detto Ikhlaq Hameed, 22 anni, che è fuggi-to. Fra gli uccisi c’erano due bambini, Musa, 6 anni, ed Umaya, 13”.

L’articolo descriveva la violenza di una folla di ventimila musulmani che era durata otto ore a Gojra, Pakistan, un’area in cui i cristiani rappresentano meno del cinque per cento della po-polazione. Oltre ai membri assassinati della famiglia Hameed, venti cristiani erano stati feriti e la folla aveva brucia-to e vandalizzato un centinaio di case di cristiani, in alcuni casi spazzando via anche i membri della famiglia.

Perché?Il giorno precedente, i cristiani pre-

senti ad un matrimonio in un villaggio vicino erano stati accusati di aver bruciato un Corano. I pubblici ufficiali che investigarono la cosa avevano di-chiarato che le accuse erano false, ma i leader religiosi locali si erano serviti della notizia per aizzare i musulmani contro la minoranza cristiana.

Gli Hameed, una famiglia cristiana, non erano coinvolti in niente di tutto

questo. Stavano solo facendo colazione a casa loro quando la folla si era riunita lì vicino. Quando il nonno aveva aperto la porta per vedere a cosa fosse dovuto il frastuono, la folla di musulmani si era riversata all’interno. Gli Hameed avevano tentato di rifugiarsi in una stanza sul retro mentre la folla entrava e distruggeva la casa prima di appiccarvi il fuoco.

Lo Spirito si muove in me

Non riuscivo a credere a quello che leggevo. Il maltrattamento dei cristiani passa spesso inosservato dai mezzi di comunicazione nazionale, ma questa storia era nel New York Times. Cercai in altri giornali informazioni aggiunti-ve e appresi che a quanto sembrava la polizia pachistana se ne era stata in disparte mentre il massacro era in corso. La cosa che più mi toccò fu il commento di uno dei sopravvissuti. Disse che non avrebbe fatto rappre-saglia perché la Bibbia gli aveva inse-gnato a pregare affinché i suoi nemici vedessero la luce. Cominciai a pregare per i cristiani in Pakistan, ma mentre pregavo cominciai a piangere e dovetti voltare la faccia

Mi preoccupavo che altri nel bar ve-dessero le mie lacrime e si domandas-sero cosa c’era che non andava. Che tragedia! Non riuscivo ad immaginare la sofferenza che quelle persone stava-no sopportando solo per la loro fede in Gesù. Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non cono-scevo personalmente ma con i quali un giorno avrei trascorso l’eternità.

Come il signor Hameed, sono un

“Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santoverrà su voi, e mi sarete testimoni”.

“E come il giorno della Pentecoste fu giunto...tutti furono ripieni dello Spirito Santo”.

(Atti 1:8; 2:1-4).

VOCE PENTECOSTALEPeriodico trimestrale di edificazione

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cristiano e un nonno ma le somiglianze finiscono qui. Non ho mai aperto la porta ad una folla inferocita tentando di proteggere la mia famiglia dai van-dali. Non ho mai guardato la mia fami-glia morire mentre tentava di sfuggire al fuoco della nostra casa in fiamme. Non ho mai sofferto violenza fisica a causa della mia devozione a Cristo.

Sentii un forte legame con loro, con quei fratelli e sorelle che non conoscevo personalmente ma con i quali un giorno avrei

trascorso l’eternità.Potevo solo tentare di immaginare il

modo in cui quelle circostanze avreb-bero messo alla prova la loro fede. O la mia fede.

Qui in America, noi credenti vedia-mo la nostra fede messa alla prova da cose sciocche, come il traffico bloccato o un’auto che non parte. La verità è che siamo tutti viziati, me compreso. Io ho avuto così tanto e loro così poco; la nostra vita e le nostre esperienze sono lontane anni luce. Eppure in quel momento sentivo il grande peso di aiutarli. Ma come? Non conoscevo nessuno in Pakistan. Ero solo un sem-plice uomo che pranzava da solo in un bar di Long Island.

Lo Spirito Santo aveva toccato il mio cuore in un modo insolito, e non riuscivo a smettere di pregare per loro.

Signore, sii con il tuo popolo.Aiutali a trovare cibo, lavoro, un tetto

sulla testa e un letto in cui possano riposarsi. Confortali nel loro dolore. Proteggili. Custodisci la loro mente – non permettere che perdano la fede per via della violenza commessa contro di loro.

Pregai finché non seppi più per cosa pregare. Quando ebbi finito sentii di aver fatto tutto ciò che potevo fare, ep-pure la loro tragedia rimaneva nel mio cuore come un peso.

Per tutta quella giornata di lunedì e la maggior parte del giorno seguente mi occupai dei miei affari, ma la mia mente tornava spesso a quelle persone e, ogni volta che lo faceva, intercedevo per loro pregando. Un uomo vendeva grano con un carretto, ma la folla glielo aveva bruciato insieme ad una cassapanca per la dote di sua figlia. Dove mai avrebbe trovato lavoro, ora che gli attrezzi della sua attività non c’erano più? Le famiglie si ritrovavano

(Continua a pag. 7)Jim Cymbala

(Segue dalla prima pagina)

improvvisamente senza casa e per la strada, in cerca di un posto in cui vivere. I membri della loro chiesa non potevano nemmeno soccorrerli perché anche un centinaio di altre case erano state date alle fiamme e saccheggiate. Solo Dio poteva aiu-tarli a superare simili dolori e perdite.

Lo Spirito unisce due mondi

Ogni martedì sera il Brooklyn Tabernacle tiene un incontro di pre-ghiera. Quella sera seguente, mentre stavo seduto in prima fila a cantare e pregare con la mia famiglia di chiesa, non riuscivo a togliermi dalla mente quei credenti pakistani. Nel mio spi-rito c’era qualcosa di scombussolato. Sentivo che dovevo fare qualcosa di più; solo non sapevo che cosa.

Ad un certo punto dell’incontro mi alzai. “Il mio cuore ha un peso per una cosa”, dissi alla chiesa. “Non riesco e scacciarlo, e voglio condi-viderlo con voi. Poi pregheremo. Non so cos’altro fare”. Tirai fuori il mio Kindle e mi preparai a leggere. “Siamo molto lontani dal Pakistan, e la maggior parte di noi probabil-mente non ci andrà mai, ma sentite questo…”.

Mentre leggevo l’articolo, potevo avvertire il dolore della congrega-zione al pensiero di una madre e di suo figlio bruciati vivi per la loro fede. Come avevo fatto io, si addo-

lorarono per quei cristiani che avevano perduto membri della famiglia, case e lavoro.

“Preghiamo subito”, dissi dopo aver terminato l’articolo. “Dio ha detto che nel giorno dell’afflizione dobbiamo gridare a Lui ed Egli ci risponderà. Al-ziamoci e mettiamoci in gruppi di tre o quattro per tutta la sala. La Bibbia dice anche che il Signore è ‘il Dio di ogni consolazione’. Chiediamo al nostro Pa-dre di ministrare a quei preziosi credenti dall’altra parte del mondo”.

Immediatamente la sala si riempì di voci ferventi, il sacro suono di uomini e donne che gridavano al nome del Signore.

Sono persuaso del fatto che gli incontri di preghiera del martedì sera al Brooklyn Tabernacle siano il motore spirituale che fa funzionare la chiesa. Io e mia moglie cominciammo da lì più di trentacinque anni fa con una manciata di persone la domenica e meno di una manciata al martedì sera. Ma ora, dopo anni, erano presenti almeno millecinquecento perso-ne. Alcune di esse erano arrivate con due ore di anticipo per partire con un certo vantaggio davanti al trono della grazia.

Presi per mano alcuni uomini in prima fila e unimmo la nostra voce alla loro. Ma quando la preghiera ad alta voce stava terminando ed io stavo già pensando di passare alle offerte, la mia mente si trovò

Il pastore Jim Cymbala, seduto al centro, con alcuni pastori invitati a Roma il 30 novembre 2011, ai quali aveva espresso il suo desiderio di voler tenere una Conferenza interdenominazionale con lo scopo di incoraggiare nel loro ministero i pastori italiani. Tale invito è stato accolto dalla F.C.P. (Federazione Chiese Pentecostali),che ha accettato di tenere presso il Grand Hotel Selene di Pomezia (Roma) tale Conferenza nei giorni 29, 30 novembre e 1° dicembre 2012. Per maggiori informazioni, visitare il sito della FCP: www.fcpitalia.org.

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TESTIMONIANZE

Beatrice Baldi

Salve a tutti!Mi chiamo Beatrice, lavoro presso l’ospe-

dale di Livorno come tecnico sanitario di Radiologia Medica e voglio dichiarare quanto è stato fondamentale il mio incontro con Dio.

Circa un anno fa la mia vita aveva preso una strada poco piacevole ed io non riuscivo ad uscirne; la mia vita non aveva più valore, non riuscivo più a mangiare, non riuscivo più a ridere, non riuscivo neppure a desiderare di combattere e non pensavo certamente a provare a farmi dare una mano da Dio.

Devo dire che ogni grande crisi porta ad un grande cambiamento.

Infatti, Dio si è servito di una persona af-finché potessi accettarLo nella mia vita e ho sempre detto che era stata una combinazione incontrare lei in quel preciso momento; invece ora dico che è stata una benedizione.

La persona in questione si chiama Valeria Piccolo ed è la moglie del pastore Dante Bernarducci della Chiesa Evangelica Elim di Livorno. Grazie al suo amore infinito verso il Signore, Valeria ha avuto il coraggio (e secon-do me è proprio il termine adatto, in quanto in quel momento della mia vita non poteva avvicinarsi nessuno a me) di affrontarmi e di presentarmi il suo Dio.

Non è stato facile per Valeria, in quanto ha trovato davanti a sé una persona dura di ca-rattere, orgogliosa e per certi aspetti testarda, e che rifiutava l’ascolto e certamente non voleva sentir parlare di Dio.

Il Signore ha continuato a incoraggiare Valeria e lei una mattina prima dell’inizio del lavoro, dato che lavoriamo nello stesso repar-to, mi disse se poteva pregare per me perché il dolore che trasmettevo era talmente forte da farlo percepire a qualunque persona mi stesse vicino. A tale richiesta le dissi che ormai c’erano anche altre persone che pregavano per me e poteva farlo anche lei, sicuramente male non avrebbe fatto.

È stata quella preghiera così intensa, così personale, così unica che smosse qualcosa dentro me stessa.

Quello, secondo me, è stato l’inizio del processo di cambiamento della mia vita, che da quel momento è andato in crescendo sempre più.

Il percorso era cominciato! Il Signore sapeva benissimo che una delle mie difficoltà maggiori è parlare in pubblico, ma ha voluto premere anche su questo tasto, in quanto Valeria mi chiese se potevo aiutarla a presentare la cura radioterapica come guarigione umana, dal momento che io lavoravo da molti anni nel reparto di radioterapia, e lei l’avrebbe messa a confronto con la guarigione divina. Accettai di darle un aiuto e le dissi che sarei andata io personalmente a spiegare questo argomento

nella sua chiesa. Anche in questo ambito il Signore aveva vinto!

Da quel momento incominciai ad andare la domenica al culto e agli incontri di preghiera durante la settimana. I momenti di sconforto un po’ si erano placati, ma non scomparsi.

Fui invitata ad andare a un campeggio in montagna con il gruppo della chiesa, ed anche in quell’occasione feci un po’ di resistenza, ma alla fine ci andai. Anche il soggiorno in questo ritiro in montagna fu un’esperienza di arricchi-mento spirituale molto importante. Devo dire che quando mi trovai immersa in quella nuova situazione, mi sembrò che gli altri venissero da un altro pianeta, che fossero dei marziani, ma in verità oggi dico che la marziana ero io!

I mesi continuavano a passare, ma il mio equilibrio non si era ancora stabilito, c’era qualcosa che mi impediva di stare bene.

La cosa più straordinaria è stata che il Signore era lì da sempre ad aspettarmi; da molto tempo nella mia vita io non Lo volevo accettare, ma Lui ha continuato a cercarmi e a cercare il mio cuore.

Pian piano ho capito che l’arresa a Dio doveva essere totale e non con alcune riserve. Credetemi, tra tutte le arrese che ho dovuto fare in questi lunghi mesi di turbolenze, questa è stata l’arresa più fantastica della mia vita!

Oggi come oggi, tutte le persone che incon-tro e che mi hanno conosciuta come ero mi dicono che sono cambiata, che sono un’altra e che nel mio viso ho una luce nuova.

Posso veramente dire che ora ho accettato Gesù Cristo nel mio cuore come personale Salvatore e Signore e vorrei tanto che tutte le persone, che non hanno fatto questa espe-rienza, potessero farla.

Questa esperienza va vissuta, credetemi!!!Sia lode a Dio!

Beatrice Baldi

Tante volte ti chiedi se c’è qualcuno aldilà del cielo.Quando tutto va storto, quando i problemi si raddoppiano, quando la vita diventa amara e piena di delusioni, quando sei stanca di com-battere e ti arrendi a ciò che ti circonda, ti rendi conto che solo una Persona può aiutarti. Possono darti mille consigli, ma niente risolverà o allevierà i tuoi problemi, finché non senti che Qualcuno ti tende la mano.Finché non senti le Sue parole che ti rassicurano: “Sono qui, ti voglio aiutare, appoggiati a Me se hai bisogno di piangere, Io risolverò i tuoi problemi”.

Così, per la seconda volta dopo aver lasciato per tre anni la chiesa, ho preso la rincorsa verso quelle meravigliose braccia aperte, che non aspettavano altro che me! Per la prima volta mi sono sentita amata profondamente da Dio e importante per Lui.

I miei problemi e il mio peso li ho portati

decidendo di dare la mia vita al Signore. È vero che ho avuto momenti di paura: il terrore di perdere un mondo che mi ero costruita in 16 anni di vita e a cui mi ero affezionata. Devo essere sincera, la mia paura mi assalì finché non mi sono completamente immersa nelle acque bat-tesimali. Subito dopo, però, per la prima volta, mi sono sentita completamente rilassata, libera e coraggiosa allo stesso tempo. Mi sono sentita sicura e forte nei confronti di coloro che mi scoraggiavano giorno e notte. Il viaggio duro e faticoso comincia proprio adesso, ma sono sicura che il Signore mi aiuterà e illuminerà la mia via. Aldilà dei cieli che sovrastano le nostre teste, so che c’è il Signore che mi guida e mi aiuta durante la mia vita ter-rena, anche se a volte non è molto facile. Ma se il Signore, il mio Dio è con me, chi sarà contro me? Assolutamente nessuno!

Victoria Suarez

Victoria Suarez

a Lui e ora mi sento leggera. La mia vita è cambiata, i miei occhi

spirituali si sono aperti e le Sue benedi-zioni sono abbondate! Sono circondata da persone che mi amano e io amo loro. Dio ha cambiato profondamente la mia vita, e sto combattendo per stare con Lui.

Il 18 marzo scorso ho fatto il battesimo

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DALLE NOSTRE COMUNITÀBATTESIMI A MILANO

Il 18 marzo 2012 è stato celebrato un servizio battesimale nella Chiesa Bethel durante il quale 7 persone hanno confes-sato la loro fede nel Signore Gesù Cristo come loro Salvatore e Signore. Questi sono i loro nomi:

Erminia Tsogo col marito Felix Focou Tamofo, Eugenia Emilia Simao col marito Helder Paulo Iombo, Ludovica Tessitore, Rosa Cuya Tineo e Victoria Suarez.

La nostra preghiera è che il Signore continui a benedire e a proteggere questi cari fratelli e sorelle custodendoli nel Suo amore!

NOZZE HELDER - EUGENIA

Il 24 marzo 2012 è stato celebrato il matri-monio di Eugenia Emilia Azevedo Simao e di Paulo Helder Iombo.

Questa giovane coppia è originaria dell’An-gola ed è venuta a Milano per ragioni di studio. Hanno cominciato a frequentare la nostra Chiesa su indicazione di un pastore del loro paese, ma non erano ancora né sposati e né battezzati. Hanno frequentato con assiduità e serietà i nostri culti per meno di un anno ed hanno sentito il bisogno di regolazzare la loro posizione sia spirituale che legale.

Per quanto riguardava il battesimo, c’era però un problema! La nostra chiesa non battez-za persone che non siano regolarmente sposate e la data dei battesimi era stata fissata per il 18 marzo, mentre l’autorizzazione del Comune per il loro matrimonio veniva rilasciata una settimana dopo! Abbiamo quindi deciso di fare un’eccezione e per fede abbiamo accettato di battezzarle.

Ora questa coppia ha fatto ritorno in Angola alla fine di giugno ed Helder ha scritto:

“Mia moglie, mia figlia Keyla ed io siamo tornati sani e salvi in Angola. Siamo arrivati lunedì e stiamo preparando il nostro appar-tamento per sistemarci lì. È stato un anno straordinario per me in Italia. Ci ero andato con lo scopo di conseguire il mio Master’s Degree, ma son finito con l’essere battezzato e anche sposato.. Di nuovo desidero ringraziarti per averci battezzati e sposati. Siamo ancora molto giovani e vorrei chiedervi di continuare a pregare per noi in modo che possiamo con-tinuare a seguire il nostro Signore e crescere spiritualmente in Lui. Grazie e Dio ti benedica. Helder Iombo”.

NOZZE CARINA - DANILO

Il 29 marzo 2012 è stato celebrato il ma-trimonio di Carina Carla Vignola Lazo e Danilo Perazza.

La cerimonia è avvenuta nella Chiesa Evangelica Sion di Biella, curata dal pastore Giuseppe Cangemi. Il pastore Piccolo ha offi-ciato il rito civile, mentre il pastore Cangemi si è occupato dello svolgimento del culto.

Preghiamo che Dio benedica la loro unione!G. P.

Helder ed Eugenia coi testimoni e la sorella Piccolo.

Un momento della cerimonia nuziale di Carina e Danilo.

Il past. Piccolo prega per Helder ed Eugenia Danilo e Carina sorridono felici.

I sette candidati al battesimo posano per la foto ricordo (Foto a cura di Cristian Lincetti).

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BATTESIMI A COMO

Durante il culto del 25 marzo 2012, in una chiesa festante ed esultante, fratelli e sorelle provenienti da 3 con-tinenti (europeo, latino americano e africano) hanno dato pubblica testi-monianza della loro fede scendendo nelle acque battesimali e dichiarando la loro fede nel Salvatore Gesù Cristo.

Come oramai da molti anni a questa parte, i battesimi sono un momento di gioia e di aggregazione, dato che i fratelli che fanno questo passo provengono da diversi popoli e nazioni. A fare questo fondamentale passo per la loro vita sono stati Petro-nilla Porteglia Bajlon, Juliet Aifuwa, Giulia Misesti, Francesca Bettinelli, Sara Monaco, Faith Osemwen-khae, Favour Okpota, Marco Lamanna e

BATTESIMI A LIVORNO

1° gennaio 2012. Che inizio migliore poteva avere la nostra comunità se non un giorno di battesimi! 25 per la precisione. Altre 25 anime preziose per Dio, attirate dal Suo amore, per-sone che hanno deciso di metterLo al primo posto nella loro vita. Per noi a Livorno è stato un gran giorno di festa!

E’ bellissimo vedere come Dio sta guidando il nostro pastore Dante Bernarducci nel far crescere la nostra chiesa, dove ci sentiamo veramente una grande famiglia. I frutti che racco-gliamo insieme, sono le persone che alla ricerca di pace, amore, stabilità, gioia e guarigione scoprono che l’uni-ca risposta ai loro problemi e ai loro desideri è Gesù Cristo!

Stiamo pregando per nuove stra-tegie per poter raggiungere la città di Livorno; vogliamo far sentire la voce del popolo di Dio e amare la nostra città. Dio ci ha detto: “Dite a questa città che io la amo!” E noi non vo-gliamo tacere. Livorno dovrà sapere che è preziosa e che le statistiche, così allarmanti sui divorzi in questa città, con Dio possono essere capovolte! Serviamo un Dio potente che opera tramite i Suoi figli con prodigi e mira-

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

David John.La chiesa intera ha partecipato

festosa ed ha accolto i nuovi membri nella famiglia spirituale unita in Cristo Gesù. Sperando nel nostro Creatore che sempre più persone possano fare la scelta di accogliere Cristo nei propri

La cerimonia battesimale nella Chiesa di Como.

cuori, abbracciamo con affetto i nuovi appartenenti alla famiglia del Signore.

La gloria sia sempre al nostro Padre celeste!

Guido Moretti(Anziano Chiesa di Como)

coli. Egli cerca soltanto dei servi fedeli e disponibili, e a Livorno li ha trovati!

Certo significa impegno, costanza, disciplina, studio, digiuno, preghiera, lavoro, ma se siamo spinti dall’amore di Dio è soprattutto una grande gioia e un grande onore. E giornate come la domenica del 1° gennaio sono giornate gloriose che mostrano che Dio conquista i cuori e riempie la vita delle persone con amore e benedizio-ni. Facciamo in modo che Dio possa usare le nostre vite come canali per raggiungere le persone intorno a noi amandole.

I 25 credenti battezzati nella Chiesa Elim di Livorno il 1° gennaio 2012.

E udite, udite, non si era mai regi-strato un numero così alto di Livornesi doc a una cerimonia battesimale: era-no ben 16 su 24.

Dio ama Livorno!

Paolo De Trane

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“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.

Giovanni 3:16

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98° VIAGGIO

“Signore benedici questo viaggio e proteggici, come hai sempre fatto in questi vent’anni. Grazie della possibi-lità che ci dai di portare aiuti ai fratelli in difficoltà della Croazia, la nostra ricompensa è vedere la felicità nei loro volti. Nel nome di Gesù”.

Si parte, questa volta ad accom-pagnare Raffaele Coppola ci sono Pasquale Finelli e Mimmo Omma. Prima tappa Zagabria: qui in una chiesa locale scarichiamo i primi pacchi di generi alimentari e vestiti. Il giorno dopo ripartiamo per Vukovar per scaricare altri aiuti umanitari al pastore Felice.

Ultima tappa, in un paese vicino, dal pastore Thomas, che orgoglioso ci mostra la chiesa appena completata.

“Non pensavamo”, ci spiega Tho-mas, “di riuscire a completare questa meraviglia. Come sapete, il terreno ci è stato donato da un fratello e grazie agli aiuti in denaro, da parte della vostra chiesa e di altre chiese, siamo riusciti a completare l’opera. Abbia-mo subito pensato che utilizzare la chiesa solo per le riunioni religiose era molto restrittivo: perché non creare un asilo diurno gratuito, dove le famiglie in difficoltà potevano lasciare i loro figli mentre loro si recavano al lavoro?

Detto. Pregato. Fatto.Adesso abbiamo questo centro

diurno che ospita già parecchi bam-bini dall’anno di vita in su. Quando il Signore ci provvede il cibo ne-cessario, non chiediamo nulla alle famiglie, altrimenti chiediamo un piccolo contributo solo per il cibo da acquistare. Mia moglie ed altri volon-tari si prendono cura di loro. Vedete, abbiamo fatto anche la zona riposo, dove mettiamo dei materassini per far dormire i bambini. Fratelli cari, se nella vostra chiesa c’è qualcuno che ha dei materassini da campeggio in gommapiuma o dei sacchi a pelo che non utilizza, a noi sarebbero molto utili. Grazie al cibo e agli abiti per i bambini, che oggi ci avete portato, siamo molto felici, perché ancora una

UN ALTRO VIAGGIO UMANITARIO IN CROAZIA

volta Dio ha provveduto e quindi non chiederemo nulla ai genitori. Tante persone si sono avvicinate a noi per chiedere aiuto, poi hanno cominciato a frequentare le nostre riunioni di preghiera e ora hanno accettato il Signore e si sono battezzate. Grazie fratello Coppola, in Croazia c’è anco-ra tanta gente che è nel bisogno. Ora il Signore ha messo nel nostro cuore un nuovo sogno, quello di costruire, nel seminterrato della chiesa, una palestra di riabilitazione per i bambini diver-

samente abili. Un’organizzazione stra-niera ci ha contattato per sostenerci con un contributo, ma abbiamo fede in Dio che Egli toccherà il cuore di altri suoi figli per realizzare questo sogno. Noi da parte nostra continueremo a utilizzare le nostre braccia e le nostre mani per fare da soli la maggior parte dei lavori in muratura, per spendere il meno possibile, al resto penserà il nostro Padre Celeste.

Grazie ancora fratelli per essere ve-nuti ed averci portato il necessario, che Dio vi benedica, volevamo farvi vedere l’opera completata affinché potessimo rallegrarci tutti insieme”.

Si riparte per tornare a casa dalle nostre famiglie, ma il nostro cuore rimane aggrappato al sogno di Tho-mas.

Che gioia immensa nei nostri cuori vedere come Dio tocca, trasforma, crea dal nulla. Come Egli crea l’unità del suo popolo, abbattendo confini, lingue e nazioni. Unendo tutti i Suoi figli in Lui nel vincolo dell’amore.

Carla Locatelli Omma

(per conto di Raffaele Coppola, Pasquale Finelli e Mimmo Omma).

Raffaele Coppola (il primo da destra) con Mimmo Omma (alla sua destra) e Pasquale Finelli (il primo da sinistra) e altri due fratelli croati.

Raffaele Coppola, Carmine Ferrante e Mim-mo Omma durante un precedente viaggio umanitario in Croazia.

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(Segue da pag. 2)

ancora alla ricerca di qualcos’altro che avremmo potuto fare. Signore, abbia-mo pregato nel modo migliore possibile per noi. C’è qualcos’altro che dovrei fare? È il momento dell’offerta; sarebbe fantastico se potessimo inviare loro del denaro. Forse possiamo dedicare una parte delle offerte di stasera per aiutare quei credenti? Ma Dio, a chi li mandia-mo? Non conosco nessuno in Pakistan. Non conosco nemmeno nessuno che conosce un cristiano laggiù. Lo dico alle persone? E se poi non riesco a far arrivare i fondi dove sono necessari? O Dio, dammi una direzione. Guidami nelle cose che dovrei fare.

Finii di pregare e tornai sul pulpito. “Accomodatevi”, dissi.

Mentre aspettavo che si sedessero, Craig, uno dei responsabili della no-stra chiesa, si precipitò lungo la corsia centrale agitando le braccia per attirare la mia attenzione. Spensi il microfono per riuscire a sentire quello che doveva dirmi.

“Pastore, c’è una donna seduta in fondo – viene dal Pakistan”.

Una donna del Pakistan nella nostra chiesa in centro a Brooklyn al martedì sera?

“Falla venire qui”, dissi a Craig.Craig la portò avanti e, di fronte a

tutti, con il microfono ancora spento, parlai un po’ con lei.

“Eri mai stata qui prima?”, le do-mandai.

“No, è la prima volta”.“E vieni dal Pakistan?”“Sì, mio marito è un pastore laggiù.

Mio marito e mio cognato sono stati fra i primi cristiani di fuori ad essersi recati a Gojra per portare aiuto”.

“Cosa?”“Sì, sono là in questo momento”.Immaginate, in quel preciso mo-

mento suo marito si trovava nella città per cui stavamo pregando! Stava lavorando con altri rappresentanti per portare aiuto alle famiglie che avevano perso i loro cari e la casa. Quella era la prima volta che visitava il Brooklyn Tabernacle, proprio la stessa sera in cui avevo spontaneamente chiesto alla chiesa di pregare per i cristiani di Gojra, in Pakistan.

Condivisi quello che aveva detto con i membri della chiesa. Ci fu un udibile sussulto, poi la sala si riempì di un senso di meraviglia e stupore

sovrannaturali, mentre le persone cominciavano a ringraziare sponta-neamente Dio per questa donna, suo marito e il loro ministero.

Io ero scioccato.La chiesa era scioccata.La donna era scioccata.Avevamo gridato a Dio affinché

provvedesse un qualche mezzo per confortare ed aiutare i coinvolti in questa catastrofe, e nel giro di pochi minuti avevamo scoperto che Dio ci aveva preceduti.

Avevamo gridato a Dio... E nel giro di pochi minuti

avevamo scoperto che Dio ci aveva preceduti.

Facemmo una colletta per i cristiani perseguitati in Pakistan, raccoglien-do migliaia di dollari per i credenti pachistani. Diedi istruzioni a Steve, il nostro responsabile delle finanze, di controllare i dettagli della storia di quella donna e contattare suo marito. Tutto corrispondeva, e il marito sem-brava essere davvero un uomo di Dio. Più tardi quella settimana, un altro membro della nostra chiesa venne a sapere quanto era accaduto all’in-contro di preghiera. Si fece avanti e firmò un assegno da diecimila dollari, che si aggiunse a quanto avevamo già raccolto. Inviammo il denaro a Gojra il più rapidamente possibile.

Non perdere la benedizione

Questo genere di storia ti sembra strano?

Sei mai stato coinvolto in un simile piano divino?

Forse tutto questo ti sembra difficile da credere. Forse pensi addirittura che sia il genere di storia che i pastori raccontano, ricamando sui dettagli per fare più effetto. O peggio ancora, magari pensi che me la sia inventata.

Ma è successo.E non dovrebbe sorprenderci.Non era altro che lo Spirito Santo

che guidava una persona, e una chie-sa che ha pregato e inviato aiuto a credenti sofferenti dall’altra parte del mondo. Nessuno ha dovuto pensarci o organizzare la cosa – né, tantomeno, se ne è attribuito il merito.

Seduto in quel bar a leggere dei cri-stiani in Pakistan avevo sentito da parte di Dio un peso per loro, anche se non li conoscevo. In quel momento non avevo idea di quello che sarebbe successo nei

giorni seguenti; ero solo toccato dalla loro sofferenza e frustrato perché non potevo aiutarli.

Ora capisco perché il mio cuore era stato tanto toccato dalla loro situa-zione. Se avessi ignorato il profondo senso di compassione per i pachistani che lo Spirito Santo aveva suscitato in me, se avessi ignorato la spinta dello Spirito a pregare, il contatto che Dio aveva programmato per quel martedì sera fra la nostra congregazione e i credenti pachistani non si sarebbe mai verificato.

Che perdita sarebbe stata, se le persone di Gojra non avessero mai ricevuto il nostro aiuto finanziario. Ma che perdita ancora più grande sarebbe stata per me, e per il nostro incontro di preghiera, se non avessimo sperimen-tato l’opera dello Spirito Santo in un modo così profondo e radicale. Dio si era fatto avanti, compiendo qualcosa che era “infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo” (Efesini 3:20). Egli è quel genere di Dio spet-tacolare che risponde alle preghiere, e avremmo potuto perdercelo.

Era stato emozionante far parte di qualcosa di così meravigliosamente orchestrato e sincronizzato da parte dello Spirito Santo. Ma quel genere di sconvolgimenti dello Spirito Santo non dovrebbero apparirci scioccanti se leggiamo con attenzione il nostro Nuovo Testamento. Esempi dell’opera dello Spirito Santo compaiono spesso nei racconti della chiesa primitiva. Sfortunatamente, molti di noi oggi si sono abituati a fare a meno della potente presenza dello Spirito Santo nella nostra vita e nelle nostre chiese.

Considera queste domande schiette:

• Quanti cristiani soffrono di una vita spirituale arida e meccanica?

• Quanti servono un Gesù che conoscono dalla Bibbia, ma che non è una realtà viva della loro esperienza?

• E ci domandiamo mai perché gli interventi dello Spirito Santo sono così rari nelle nostre con-gregazioni?

• Potrebbe essere che stiamo per-dendo alcune meravigliose be-

Jim Cymbala

(Continua a pag. 8)

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(Pubblichiamo un capitolo tratto dal libro “Basta una frase” di Ivan Speziale, pubblicato da Publielim).

Iniziamo ad analizzare il soggetto di que-sto trattato: il tutto parte con la parola che viene pronunciata e creduta. Basta una frase per cambiare la nostra condizione e quella degli altri; i nostri rapporti con le altre persone dipendono molto dal nostro parlare e dal loro parlare.

Dio attirò la mia attenzione su un passo che andiamo a leggere insieme:

“Appena Davide ebbe finito di parlare con Saul, Gionatan si sentì nell’animo legato a Davide, e Gionatan l’amò come l’anima sua. Da quel giorno Saul lo tenne presso di sé e non permise più che egli ritornasse a casa di suo padre. Gionatan fece alleanza con Davide, perché lo amava come l’anima propria. Perciò Gionatan si tolse di dosso il mantello e lo diede a Davide; e così fece delle sue vesti, fino alla sua spada, al suo arco e alla sua cintura. Davide andava e riusciva bene dovunque

L’EFFETTO DELLE PAROLE

Ivan Speziale

(Continua a pag. 9)

nedizioni programmate per la nostra vita e per le nostre chiese perché non abbiamo una cono-scenza adeguata della persona e dell’opera di Dio, lo Spirito Santo?

Lo Spirito Santo è l’agente di Dio sulla terra,

eppure è il membro della Trinità

meno compreso.

Lo Spirito Santo è l’agente di Dio sulla terra. Eppure, è il membro della Trinità meno compreso, meno predi-cato e meno discusso. E questo è triste perché senza di Lui la nostra vita spi-rituale diventerà sempre una battaglia arida e meccanica. Ecco perché sono felice che tu stia cominciando questo studio sullo Spirito Santo. Non mi vie-ne in mente nient’altro che potrebbe cambiare la tua vita di preghiera, il tuo studio della Parola di Dio e la tua esperienza di adorazione durante la lode in chiesa se non invitare lo Spirito ad unirsi a te in un modo nuovo.

Nelle pagine che seguono imparerai

di più su chi è lo Spirito Santo, cosa accade quando si muove e come puoi arrenderti alla Sua guida. Lungo la strada incontrerai alcune persone radicalmente trasformate, le cui storie sono così potenti che ho voluto le ascoltassi dalle persone direttamente coinvolte – con le loro parole e nei loro capitoli. Esiste soltanto una cosa più potente di vedere lo Spirito muoversi nella vita di qualcuno, ed è vederLo operare nella tua.

Se desideri potenza, sicurezza, gioia, pace e più amore nella tua vita, chiedi allo Spirito di venire a fare qualcosa di nuovo in te. Forse ti sorprenderai quando lo Spirito Santo verrà a pran-zo con te, come ha fatto con me quel giorno in quel bar di Long Island. Ma ti prometto che quando lo farà, la tua vita spirituale smetterà di essere arida e meccanica. Invece, verrà riempita di stupore per la potenza dello Spirito e di meraviglia per la bontà di Dio.

Jim CymbalaTraduzione di Emanuela Crespi

(Dal primo capitolo di “La risco-perta dello Spirito: Attingere alla potenza dello Spirito Santo”, Publie-lim, Milano. Per gentile concessione).

(Segue da pag. 7)

Saul lo mandava. Saul lo mise a capo della gente di guerra ed egli era gradito a tutto il popolo, anche ai servitori di Saul. All’arrivo dell’esercito, quando Davide ritornava dopo aver ucciso il Filisteo, le donne uscirono da tutte le città d’Israele incontro al re Saul, cantando e danzando al suono dei timpani e dei triangoli e al-zando grida di gioia; le donne, danzando, si rispondevano a vicenda e dicevano: «Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila». Saul ne fu molto irritato; quelle parole gli dispiacquero e disse: «Ne danno diecimila a Davide e a me non ne danno che mille! Non gli manca altro che il regno!» E Saul, da quel giorno in poi, guardò Davide di mal occhio” (1 Samuele 18:1-9).

In questo breve brano sono contenuti molti principi biblici che a primo acchito possono passare inosservati. Innanzitutto, voglio portare la vostra attenzione sul pri-mo versetto: appena Davide ebbe finito di parlare con Saul e Gionatan… Ebbene, le parole di Davide indussero Gionatan ad

amare Davide come l’anima sua. Inoltre, da non sottovalutare il fatto che da quel giorno Saul prese Davide in casa sua. Questo vuol dire che le parole di Davide influenzarono in maniera positiva anche Saul che, a quel punto del racconto bi-blico, si trovava già in una condizione di peccato e di ribellione nei confronti del Signore. Davide non fece manifestazioni di potenza né tantomeno cercò di impres-sionare il re o le persone che erano con lui: semplicemente parlò e questo produsse un effetto amorevole sulle persone. Le sue parole scaturivano dal deposito che Davide aveva all’interno del suo cuo-re. Questo è un esempio di parola che porta frutto. Vedremo, proseguendo con l’analisi del nostro trattato, che le parole che pronunciamo dipendono dal nostro cibo quotidiano. Più nutriamo la carne più parliamo secondo i suoi desideri; più nutriamo lo Spirito, più il nostro parlare sarà simile a quello del nostro Signore.

Andando avanti nell’analisi del testo, partendo dal versetto cinque, notiamo che anche qui si pronunciarono delle parole. Furono le donne a danzare e a cantare con cori. Naturalmente, avrebbe dovuto esserci gioia in tutto Israele per le vittorie conseguite contro i Filistei, ma per Saul non fu così: le parole delle donne produssero in lui odio e gelosie. La colpa fu delle donne che erano poco sensibili? Non considerarono la grandezza di Saul e non furono riconoscenti a lui? Erano poco sensibili nei confronti del re? Nulla di tutto questo. Le parole pronunciate erano parole di gioia, ma il cuore di Saul era sporco perché sapeva bene di non trovarsi in ordine nei confronti del Signore; ciò che subito venne alla luce fu la natura carnale del re. Il peso che diede a queste parole produsse in lui dei sentimenti malvagi, contrari allo Spirito, e questo fu molto grave per la sua vita e per tutto Israele.

Le conseguenze le possiamo notare, sempre nello stesso capitolo, al versetto 10: “Il giorno dopo, un cattivo spirito, permesso da Dio, si impossessò di Saul che era come fuori di sé in mezzo alla casa, mentre Davide suonava l’arpa, come faceva tutti i giorni. Saul aveva in mano la sua lancia…” Innanzitutto, voglio fare una precisazione per i fratelli che sono “nuovi” nella fede. Dio non colpisce nes-suno con cattivi spiriti perché in Lui non c’è malvagità, ma se usciamo dalla Sua protezione e ci ribelliamo, entriamo nella sfera di influenza del maligno.

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(Segue da pag. 8)

La Parola di Dio dice che il mondo gia-ce sotto il potere del maligno, ma se noi facciamo le opere degne del nome che portiamo (cristianesimo vuol dire essere seguaci ed imitatori di Cristo), il suo potere non può nulla contro di noi. Viceversa se noi ci ribelliamo a Dio, rinnegandolo e contando solo sulle nostre forze, ci allonta-niamo dall’Eterno, permettendo al diavolo di tormentarci.

Come ho citato in precedenza, Saul aveva già peccato contro il Signore, e non solo una volta: il suo atteggiamento era di ribellione pura. Il primo errore di Saul fu quello di sostituirsi a Samuele nell’offerta dell’olocausto, ruolo che spettava al som-mo sacerdote e a lui solo (capitolo 13). Il secondo errore fu quello di non ubbidire pienamente a Dio nel compimento del piano divino nella battaglia (capitolo 15). Nonostante questo, io ritengo che il vero errore di Saul fu quello di non essersi pentito veramente con tutto il cuore per i suoi peccati. Ne deduco questo dal fatto che Davide commise peccati forse “più gravi” (omicidio, adulterio, ecc.), ma il suo cuore era talmente ripieno del desiderio di soddisfare il Signore che il pentimento che espresse a Natan e a Dio fu reale e comple-to. (Il Salmo 55 ci dà un’idea dello spirito

che animava Davide). Questo gli permise di continuare a governare su Israele anche se dovette pagare le conseguenze di un comportamento sbagliato e peccaminoso nei confronti di Dio e del popolo.

Comprendiamo ora perché Dio permise a Satana di rovinare la vita di Saul? Scu-sate la divagazione, ma ritengo che prima di tutto sia efficace e produttivo dare le giuste spiegazioni a tutti in modo che la Parola non si possa interpretare a proprio piacimento. Nulla vi è da aggiungere e nulla vi è da togliere a quello che è scritto (Apocalisse 22:18-19).

Dio mi ha fatto notare molte volte l’effetto che una parola può avere sulla mia vita ma soprattutto sulla vita degli altri. Quan-do non si conosce qualcuno lo si osserva attentamente per farsi un’idea, ma questa sarà confermata o cambiata dalle parole che si sentiranno pronunciare e dai fatti che accompagneranno le parole stesse.

Una frase secondo la Parola di Dio gene-ra una buona azione; una frase negativa, invece, genera cattivi sentimenti.

Quando un genitore cerca di correggere un bambino spesso ottiene un effetto simi-le a quello di Saul: il bambino si offende, tiene il muso e soprattutto si arrabbia. Se il bambino è istruito sin da piccolo dalla Parola di Dio si avranno meno difficoltà a fargli comprendere gli atteggiamenti

CONFERENZA PEF A BUDAPEST

sbagliati, perché sarà istruito su ciò che è giusto e su ciò che è sconveniente. Sono importanti le parole che vengono pro-nunciate dai genitori perché il ragazzo si nutrirà di loro, fino a quando non riceverà le istruzioni direttamente dal Padre. Fino a quel momento noi saremo responsabili del suo presente e del suo futuro, doven-dolo ammaestrare nella Parola, affinché quando sarà grande non si dipartirà da essa. Comprendete perché sono impor-tanti le parole che vengono pronunciate ed utilizzate? Siamo portatori di vita o di morte? Per quanto riguarda me e la mia casa noi serviremo il Signore. Io ho scelto di portare la vita di Cristo: prego affinché il Signore ponga una sentinella nella mia bocca e mi dia ancora più sapienza per dire e fare solo ciò che è giusto ed ammi-revole davanti a Lui.

Voglio considerare due aspetti: il primo è la frase che viene pronunciata, mentre il secondo è il peso, il valore che si dà alla frase detta: sono importanti entrambi i lati sopra citati.

Ivan Speziale

(Dal primo capitolo del libro “BASTA UNA FRASE - A volte basta una parola), Publielim 2012, pagg. 120, Euro 10,00. Per gentile concessione).

La delegazione italiana alla Conferenza PEF tenutasi a Budapest, Ungheria, dall’8 al 10

marzo 2012.

La Conferenza PEF si è tenuta dall’8 al 10 marzo 2012 a Budapest, Unghe-ria, con la partecipazione di circa 110 delegati provenienti da 29 nazioni eu-ropee, comprese la Russia e l’Armenia.

Il tema della Conferenza è stato “L’influenza”. Nel suo messaggio di apertura, il Presidente Ingolf Ellsel ha parlato di diversi esempi bliblici che mostrano come Dio abbia preparato uomini e donne a esercitare una devota influenza nel mondo. Altri oratori hanno trattato altri aspetti dell’influenza: Riki Turunem, missionario in Austria, ha parlato dell’influenza tramite le missio-ni; Sari Essayah, membro del Parlamen-to finlandese, ha trattato dell’influenza tramite la presenza politica; Wolfgang Grefe dalla Germania, ha parlato dell’influenza tramite l’azione sociale; e Davide Wessler dalla Germania, dell’in-fluenza dei mezzi di comunicazione.

A ogni presentazione è seguita una tavola rotonda che dava la possibilità a ogni partecipante di interagire su ogni argomento trattato.

L’assemblea ha accettato come mem-

bro della PEF l’“Unione russa dei cristiani di fede evangelica”, una fe-derazione pentecostale che raggruppa circa 300 mila credenti.

La Conferenza si è conclusa con un servizio di adorazione e di Santa Cena, lasciando in tutti noi il desiderio di in-fluenzare l’Europa per Gesù.

La delegazione italiana era composta dai pastori Giuseppe Piccolo con la moglie Antonietta, dal pastore Charles Owusu Affram con la moglie Emma, e dal pastore Dante Bernarducci.

G. P.

Dopo la presentazione di ogni tema, i partecipanti alla Conferenza si riunivano per

la discussione di gruppo.

Antonietta e Giuseppe Piccolo sulponte del Danubio a Budapest.

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EVANGELIZZAZIONE A MILANOVISITA DEL TEAM DI JESUS REVOLUTION

Dal 1 al 7 marzo abbiamo avuto l’op-portunità di ospitare un team di Jesus Revolution, composto da sette ragazzi provenienti da diverse nazioni europee: il leader Remi Davidsen, e Beate Refsnes dalla Norvegia, Ghinwa El Tayar dal Li-bano, Petra Kominova e Kristyna Svobo-dovà dalla Repubblica Ceca, Balazs Nagy dall’Ungheria, Michelangelo Dell‘Acqua dalla Svizzera e Manuel Rotundo da Catanzaro.

Il loro programma, con un’impronta prettamente evangelistica, si è rivolto principalmente ai giovanissimi, che han-no partecipato alle attività d’insegnamen-to e alla preparazione del materiale per l’evangelizzazione creativa.

Nei diversi incontri di strada organizzati in collaborazione con la chiesa, giovani e adolescenti sono stati ispirati, sfidati e incoraggiati a dare la loro testimonianza e a predicare il Vangelo. Molti sono stati coloro che, incuriositi, si sono fermati ad ascoltare.

I ragazzi del team hanno potuto inco-raggiare anche la chiesa, con una serata di lode e adorazione, durante la quale Remi ha portato un messaggio molto coinvol-gente e alternativo su come noi credenti dovremmo influenzare la nostra società portando una “rivoluzione di Gesù”.

È stato forte l’impatto che questi ragazzi hanno avuto sulla vita di coloro che han-no speso del tempo con loro, perchè han-no mostrato di vivere ciò che predicano.

Adesso però sta a noi continuare a fare la differenza, e conquistare Milano per Gesù!

Monica di Giovanni

MARCIA PER GESÙ

Sabato 12 maggio 2012 si è tenuta a Milano la Marcia per Gesù.

Più di tremila persone hanno marciato nel centro di Milano, partendo da Piazza S. Babila e percorrendo Corso Vittorio Ema-nuele, Piazza del Duomo, Piazza Cordusio, Via Dante, Piazza Cairoli e avendo come meta l’Arco della Pace. Durante la marcia ci si è fermati di fianco al Duomo, dove si sono alternati diversi pastori annunciando per alcuni minuti l’Evangelo.

Lungo il percorso sono stati distribuiti migliaia di trattati, mentre i partecipanti alla marcia si univano nel canto di cori evangelistici sventolando cartelli con scritte che invitavano ad accettare Gesù Cristo come Salvatore.

Alla fine del percorso è stata tenuta una riunione evangelistica con la predicazione della Parola di Dio, che è stata affidata al pastore Mario Marchiò.

G. P.

Remi interpretato da Valerio Piccolo.

Il pastore Piccolo predica di fronte al Duomo di Milano (Foto di A. De Gaetani).

Domenico Mammone interpreta una delle ra-gazze davanti alla Stazione di Porta Genova.

Il gruppo dei sette ragazzi di Jesus Revolution, presentati da Remi Davidsen.

Davide Esposito testimonia della sua conversione.

Noemi Tramontano racconta come ha incontrato Gesù.

Il corteo della marcia mentre attraversa Piazza Duomo.

Diversi striscioni invitano la gente ad accettare Gesù come Salvatore.

Ma tu ci credi?

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IMPARIAMO A CONOSCERE LE “CHIESE ELIM”

Il pastore Alessandro Fulvi è anche il coordi-natore del Distretto Centro Italia.

CHIESA “EFFATÀ” DI CAGLI (PU)

Tutto è iniziato negli anni ’70, quando l’Evangelo arrivò nelle Marche grazie alla predicazione del past. Luciano Mazzon, che cura la Chiesa Gospel di Desio (MI).

Il pastore Mazzon, avendo la moglie di queste zone, si recava spesso in vacanza in questa regione e, come buon evangelista, non lasciava occasione per seminare la Buona Novella dell’Evangelo a tutti e in particolar modo ai suoi parenti acquisiti. Grazie a questo suo zelo per l’evangelizzazione e per la visione che Dio gli aveva dato (visione in cui stava arando la terra delle Marche e dell’Umbria), Dio iniziò a salvare, e così si formò una piccola Chiesa a Cagli, nelle Marche, e poco dopo a Città di Castello, in Umbria. L’opera è cresciuta e si è consolidata negli anni, fino a dare vita ad altre opere.

La Chiesa Effatà nasce nella primavera dell’anno 2007 da una decina di anime, la famiglia Fulvi, parenti acquisiti di Mazzon: credenti che hanno vissuto in prima persona l’inizio dell’Evangelo nelle Marche e che hanno contribuito allo sviluppo della prima Chiesa.

A causa di alcuni problemi interni alla famiglia stessa, si iniziò a cercare la soluzione attraverso la preghiera e l’aiuto di Dio; ini-ziarono così delle serate speciali di preghiera per ottenere una risposta da parte di Dio. Fin dall’inizio Dio manifestò la Sua approvazione a questa iniziativa attraverso le Sue benedi-zioni, aggiungendo altri credenti al gruppo e mandando Suoi servi a incoraggiare e ad aiutare nell’intercessione, fin quando, dopo poco tempo, arrivò la liberazione e la solu-zione del problema.

Tutto sembrava finito bene, ma così non fu: altri problemi sorsero e quelle riunioni che sembravano essere terminate invece conti-nuarono. Dio stava alzando un popolo con zelo vivo per un risveglio e per la Sua opera e usava queste circostanze avverse per inse-gnarci la costanza e la determinazione nella preghiera e nell’intercessione; ogni difficoltà che si presentava non veniva più vista come un ostacolo, ma come una nuova sfida da vincere per Cristo.

Dio confermò la strada che avremmo do-vuto seguire attraverso diversi segnali; ogni successivo passo era ben rivelato e benedetto, la Sua mano confermava con segni e miracoli che Dio era con noi.

Tutto ciò portò questo piccolo gruppo di credenti a prendere coscienza della chiamata ricevuta e ad andare avanti con fede; non mancarono le opposizioni, ma nel giro di pochi mesi il numero dei credenti aumentò ed iniziarono le pratiche per ufficializzare la nascita della chiesa, che in data 7 novembre 2007 venne registrata all’Agenzia delle Entrate come “Chiesa Cristiana Evangelica Effa-tà”. Le riunioni iniziarono a prendere forma di veri e propri culti celebrati inizialmente nella casa del pastore Alessandro Fulvi.

Anche il nome, “Effatà”, ha un suo preciso significato spirituale in questo contesto; infatti, nella ricerca di un nome appropriato, lo Spi-rito Santo rivelò al past. Fulvi questo termine aramaico, che significa “Apriti”, come nome appropriato per l’opera stessa che questa Chiesa avrebbe dovuto portare avanti. Infatti, Dio stava facendo cadere tutti quei preconcetti di formalismo religioso che nel tempo si erano calcificati nelle menti e nei cuori dei credenti

e che avevano creato un impedimento alla visione e alla libertà che lo Spirito Santo vuole avere per operare attraverso la Sua Chiesa nel mondo. Oltre a questo significato, ovviamente, rimane il messaggio che Dio rivolge a tutte le genti, di aprirsi all’Evangelo.

Una visione aperta e lungimirante su tutti i fronti ha permesso a questa Chiesa di arri-vare ai cuori più disperati e bisognosi, i quali senza essere giudicati nell’apparenza, hanno trovato una porta aperta e credenti disposti ad accoglierli nonostante le loro condizioni spirituali, morali e sociali: un po’ come quegli zoppi e storpi emarginati e abbandonati a loro stessi che hanno ricevuto l’inaspettato invito per il grande convito di cui ci parla il Vangelo di Luca al cap. 14. Un servo di Dio ha defi-nito questa opera come il “Pronto soccorso dell’Ospedale di Dio”, dove nessuno viene rimandato indietro se prima non viene fatto tutto il possibile per curarlo.

In questo tempo la Chiesa è cresciuta, non soltanto numericamente, ma soprattutto in maturità spirituale e questo grazie a tutte quelle battaglie che ha attraversato, le quali hanno forgiato la fede e l’armatura di ogni fratello e sorella, dando vita ad una leadership unita e determinata. Oggi più di ieri ogni problema e ogni situazione è vissuta come una sfida per conquistare anime a Cristo, e questo ci porta a vedere grandi risposte e miracoli nella quotidianità.

Il 6 dicembre 2010 è stato inaugurato il nuovo locale di culto più ampio ed accogliente, che si trova in Cagli in Via Alessandro Volta, 2. Anche questo può essere definito un dono di

Dio per come ci è stato provveduto.Ogni anno, abbiamo la gioia di celebrare

servizi battesimali in acqua, che testimoniano della benedizione di Dio che ci accompagna. Anche quest’anno stiamo facendo i preparati-vi per i nuovi neofiti, tra i quali ci sarà anche un ragazzo detenuto in carcere, che ha accet-tato l’evangelo grazie all’opera di assistenza spirituale che il past. Fulvi svolge all’interno della struttura penitenziaria di Fossombrone (PU). Infatti, da circa due anni, ogni lunedì il past. Fulvi si reca nel carcere per predicare l’evangelo a quanti ne fanno richiesta, e i risultati sono veramente appaganti. Ad oggi ci sono state oltre venti richieste di adesione e circa quindici ragazzi partecipano attivamente alle riunioni. Tra questi ci sono delle genuine conversioni e anche qui abbiamo visto la mano di Dio strappare vite da spiriti suicidi e dalla depressione, e i cuori riacquistano fede e speranza per il futuro.

Oggi la Chiesa ha raggiunto oltre settanta credenti tra membri comunicanti, simpa-tizzanti e bambini. Stiamo partecipando attivamente a diverse iniziative regionali in collaborazione con altre Chiese consorelle e stiamo lavorando per aprire una nuova missione “Effatà” in Umbria.

Questa è la storia della Chiesa Effatà nei suoi cinque anni di vita raccontati in sintesi. Per chi volesse conoscerci meglio, può visitare il sito della nostra Chiesa al seguente indirizzo: www.chiesaevangelicaeffata.org.

Dio vi benedica!

Alessandro Fulvi

Chiesa di Cagli PU - Via A. Volta, 2Culti: Dom. ore 10.30 - Merc. Ven. ore 21

Tel. 0721 79 71 61

La Chiesa di Cagli mentre loda il Signore.

Alcuni dei membri battezzati nella Chiesa di Cagli.

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CONFERENZE E SEMINARI

In conformità al D Lgs. 196/2003 sulla tutela dei dati personali, la Redazione di Voce Pentecostale garantisce l’assoluta riservatezza dei dati di cui è in possesso. Inoltre, assicura i lettori che i loro dati personali sono custoditi in un archivio elettronico presso la sede del gior-nale e verranno utilizzati soltanto per inviare la corrispondenza relativa a Voce Pentecostale. In ogni momento, sarà possibile essere rimossi dall’elenco dei destinatari scrivendo a: Voce Pentecostale Via Biella, 17 - 20143 Milano.

Voce PentecostaleTrimestrale di edificazione dell’Assemblea Cri-stiana Evangelica Via Biella, 17 - 20143 MilanoTel. 02 - 810 366 - Fax 02 - 810 233E-mail: [email protected]: www.bethel-milano.org

Associato all’Eppa (European Pentecostal Press Association).

Distribuzione gratuita ai membri di chiesa e sim-patizzanti. Offerte e contributi volontari possono essere inviati sul c.c.p. n. 16366205 intestato a Voce Pentecostale - Milano.

Direttore responsabile: Dr. Giuseppe Piccolo

Stampa: INGRAF-Industria Grafica S.r.l.- MilanoAut. Trib. di Milano n. 136 del 4/4/1981

Dal 30 aprile al 3 maggio 2012 si è tenuto presso il Centro Congressi Grand Hotel Excelsior di Chianciano Terme il 21° Convegno delle “Chiese Elim in Italia”.

Il tema è stato “Tempi di ristoro”, e possiamo davvero ringraziare il Signore per i preziosi momenti trascorsi nella Sua presenza.

La lode e l’adorazione è stata con-dotta efficacemente dal Gruppo “Sor-gente di Vita” di Sesto S. Giovanni, preparando l’atmosfera per l’ascolto dell’ispirata Parola di Dio, che è stata annunziata con potenza dai predicatori inglesi Geoff Feasey e Stuart Blount delle Elim Churches.

Tutte le sessioni della Conferenza sono state registrate e sono disponibili sul sito www.elimitalia.it. Tanto chi vi ha partecipato quanto chi è stato as-sente potrà essere arricchito ed edificato dall’ascolto di tali messaggi.

Dal 1° al 3 novembre 2012 si terrà a Bussolengo (Verona) un Seminario riservato a pastori e collaboratori delle Chiese Elim.

Il tema sarà “Pastori secondo il cuore di Dio” e l’oratore sarà Peter J. Read, insegnante del Regents Theological College, l’Università Biblica delle Elim Churches.

La lode e l’adorazione sarà condotta dal Gruppo David’s Army della Chiesa Elim di Milanere di Almese (Torino), curata dal pastore Carmine Buccino.

Il Seminario avrà luogo presso l’ac-cogliente Hotel Centro Turistico Garde-sano di Bussolengo, che dista solo 10 km. dall’aeroporto di Verona.

Anche chi abita nel Centro e nel Sud potrà avere la possibilità di usufruire di voli a basso costo se si prenota per tem-po. È previsto il servizio navetta dall’ae-roporto di Verona all’Hotel e viceversa.

Sono stati già inviati via e-mail i volantini a tutti i pastori. Chi fosse in-teressato, potrà scaricarli direttamente dal sito www.elimitalia.it.

Vorrei raccomandare vivamente a tut-ti i pastori e soci del nostro Movimento di non mancare a questo importante appuntamento, che ci permetterà di rinsaldare i legami di comunione fra-terna tra noi e nello stesso tempo ci aiuterà a preparare i nostri cuori per essere “pastori secondo il Suo cuore”.

Giuseppe Piccolo

Alcuni momenti delle riunioni del Convegno di Chianciano.

Il pastore Peter J. Read, oratore del Seminario.

I pastori Feasey e Blount durante la lode.

“Vi darò dei pastori secondo il mio cuore, che vi pasceranno con conoscenza e intelligenza”.

Geremia 3:15