Tonino Sanna I VENT’ANNI DI “BOGHES NOAS” 1988 - 2008
Tonino Sanna
I VENT’ANNI DI “BOGHES NOAS”
1988 - 2008
Diario semiserio di una grande e bella avventura.
Dedicato a tutti quelli che hanno “vissuto” il Coro Boghes Noas.
“””Ossi, mancari ses bezzu pedrale,
ses motivu ‘e pinzellos e arazzosin fundu in s’abertura su canale
ponet ogni pintore in imbarazzos.
Una figura umana posta maleparet ch’happat abbertu anca e brazzos
hat sa posizione orizzontalepronta pro dogn’istranzu a sos abbrazzos.
Est da-i sa primm’ora rutta gaie pro coment’est posta linda e oro
coment’e una femina guasi,
sos bratzos sun s’Iscala e Litterai,in sa Cheja ‘e Bertulu hat su coroe-i sa conca li pasat in Pascasi”””
-Pedru Muresu-
Per una migliore comprensione della lettura appare opportuno specificare che
sino ad un certo punto della storia, chi scrive lo fa in terza persona (loro,
hanno, fecero, usarono, dissero ecc..) per poi passare ad un più semplice modo
diretto dovuto al fatto che dal quel momento il Coro Boghes Noas ebbe un
corista in più.
T.S.
L’inizio dell’avventura
Sembra ieri, invece sono passati già venti anni da quando un manipolo di
amanti del canto corale sardo decise che anche a Ossi fosse arrivato il
momento di far nascere un Coro polifonico sardo.
Come per la maggior parte dei cori sardi, anche per il nascente coro
ossese, la passione per la ricerca, mirata e finalizzata al recupero delle proprie
tradizioni, secondo i canoni tipici della tradizione canora sarda, è stata uno
stimolo per mettere insieme persone diverse fra loro, per età, cultura ed
estrazione sociale.
All’inizio timidamente poi, con l’andare del tempo, con sempre più
grande convinzione, ci si è accorti che cantare era proprio una cosa meda
bella e meda sana e in paritzos si sono avvicinati alle prove di canto.
Correva l’anno 1988, e
tutto, come già detto, nasce dalla passione di alcuni ragazzi affascinati
dalla tradizione canora sarda: Mario “Lupo” Lubinu, Antonio Linzas, Mario
Masia, Pedru Monte, Peppino Donaera, Giuseppe Cubeddu, Mario Monte i quali
iniziano a cantare per diletto, spesso nei bar, più spesso ancora mentre si
“spuntina”. Per imparare bene l’arte del canto, il nascente drappello decide di
frequentare il Coro di Usini. Ad Usini si andava molto volentieri, ma più per
assaggiarne il suo vermentino che per la reale voglia di imparare il canto.
Infatti, chie andada cun su toppu…..
Il gruppo adesso è davvero consistente: ai già citati coristi, si aggiungono
Vincenzo Mura, Nandino Lardu, Stefano Usai, Francesco Pinna, Bastianino
Muresu (che collaborava con il M° Piero Concu nel selezionare le voci), Marco
Derudas, Andrea Canu, Franco Sanna e tanti altri.
Il futuro coro non disponeva però, come è intuibile, di una propria sede e
le prove, se così vogliamo chiamarle, venivano fatte nei posti più disparati, ora
qua, ora là, ora in questa, ora in quell’altra cantina e molto spesso presso i bar
o i circoli degli amici. Fu Vincenzo Mura a mettere a disposizione del coro la
cantina della sua costruenda abitazione, nel nuovo quartiere di Littos Longos;
non era il massimo ma almeno si stava in santa pace. Poi si andò a finire nelle
scalinate di via Roma, nella casa dei Contini. La prima vera gloriosa sede del
futuro Coro Boghs Noas de Ossi, che però ancora non aveva un nome ma
aveva un maestro di prove: Piero Concu. Era lui che con piglio molto severo
selezionava e vivisezionava le persone ma primm‘e tottu sas boghes, le
voci delle persone.
L’impostazione corale è quella tipica “nuorese”, che è l’espressione più
alta del canto sardo. Diretto discendente del canto “A tenores”, è il canto
polivocale. Esso infatti nasce grazie a una particolare evoluzione che gli schemi
musicali dei Tenores hanno subito dopo l’introduzione in Sardegna del Canto
Gregoriano da parte della Chiesa.
I canti appartenenti alla liturgia cristiana, che inizialmente venivano
eseguiti con un’unica voce (secondo lo schema tipico del canto gregoriano), col
tempo iniziarono ad essere interpretati con più voci, dove i fedeli cantavano
utilizzando note appropriate alla loro estensione vocale.
Si può quindi affermare che il canto corale polivocale è il risultato della
fusione tra i canti a Tenores e i canti liturgici. Grazie a questa caratteristica e
alla immensa possibilità di repertorio, i cori polivocali di oggi possono essere
ascoltati sia nelle sagre e feste paesane che all’interno delle chiese, quando
vengono chiamati per dare un tocco di solennità a particolari cerimonie
religiose (Settimana Santa o Natalizie, Matrimoni, ricorrenze patronali).
Al contrario del gruppo a Tenores, il Coro Polivocale non ha regole fisse
per quanto concerne il numero dei coristi; quelli attualmente esistenti sono
generalmente composti da un numero che varia tra i 14 e i 32 elementi
maschili.
A prescindere dal numero di elementi che compongono il gruppo, i coristi
sono suddivisi nelle quattro sezioni che si fondono in un’unica armonia corale:
o Prima (tenori primi)
o Segunda (tenori secondi)
o Contra (baritoni)
o Basciu (Bassi).
Non si smette mai di cantare ma soprattutto di ascoltare. Ascoltare tutto
ciò che sa di musica sarda, per imparare e far maturare in fretta il seme
coltivato dal coro che pian pianino cresce e si fa grande.
Mario Masia, come si è detto, curava molto le pubbliche relazioni; teneva
i contatti con il Coro di Usini e con altri cori del circondario come ad esempio il
Coro di Florinas, ma lo faceva più per sollazzo che per vero senso del dovere.
Era l’anno 1988 e, per inquadrare bene il periodo storico, occorre
ricordare che il Parrocco di Ossi era Mons Antonino Sara, subentrato da pochi
mesi a Don Usai; il Sindaco di Ossi era invece Gavino Cassano che dovette
dividere la poltrona, anche se per un breve periodo, con Franco Orani, erano i
tempi in cui Ossi ebbe, caso unico e raro, due Sindaci in contemporanea. Altri
tempi.
Il Nome
Originariamente il nome del gruppo doveva essere “Coro Logudoro” e
proprio con questo nome il coro di Ossi inizia la sua avventura non priva di
ostacoli e difficoltà, soprattutto di carattere economico.
Il giornale locale L’Obiettivo nel n° 4 del 3 aprile 1993, a firma di Mario
Muresu, al riguardo scrive:
Malgrado tutte queste traversie, il Coro Logudoro era pronto per una
prima prova di debutto; i coristi erano pronti, il maestro era pronto ed anche il
manifesto era pronto, con l’indicazione del giorno, del luogo e dell’ora e con il
nome CORO LOGUDORO di OSSI scritto a caratteri cubitali.
Ad onor del vero anche Usini aveva un coro con il nome “Logudoro”,
questi coristi, all’inizio, non avevano trovato niente da ridire sul fatto che anche
a Ossi ci fosse un coro con il nome quasi simile. Ed invece, poche ore prima del
gran debutto ecco giungere la lettera di un avvocato incaricato dai coristi di
Usini di intimare al coro di Ossi di non usare il nome in oggetto.
Di quella giornata, a parte l’arrabbiatura, rimane l’amaro in bocca e un
manifesto ormai ingiallito dal tempo. Si prese atto che il nome Coro Logudoro
di Ossi non poteva più essere usato e così si decise per un nome che avesse al
suo interno anche una certa originalità: la scelta cadde su “Coro Boghes Noas
di Ossi”, (le voci nuove nel panorama del canto corale sardo).
L’anno di grazia 1994
Non è un anno qualsiasi. Il Coro di Ossi non naviga in acque tranquille, si
è riusciti a fare qualche serata, ma niente di importante, qualcosina si affaccia
all’orizzonte, ma non basta a dare la svolta necessaria che molti attendevano.
Alcuni coristi, forse stanchi e delusi, abbandonarono le prove e con esse anche
il coro; pensavano di essere arrivati al capolinea ancor prima di iniziare.
Ed invece ecco il miracolo sotto forma di giovani allievi coristi che
entrano a dare nuova linfa e una nuova salutare boccata d’ossigeno.
La voglia di stare in compagnia e il desiderio di crearsi un nuovo hobby
sono stati stimoli importanti per entrare in un mondo nuovo e completamente
sconosciuto del quale ci si innamora quasi subito.
Andrea Tedde, Pier Michele Deffenu, Gavino Milia, Piero Fancellu, Vito e
Tonio Secchi, Mauro Spanu, Mariolino Daga sono loro “i giovani” che daranno
slancio al Coro di Ossi e che pongono le basi per futuri nuovi innesti di giovani
ossesi.
Il giorno del debutto
Il Centro culturale di Via Sardegna è strapieno; l’emozione si taglia a
fette. Il Coro Boghes Noas debutta ufficialmente davanti alla sua gente. A fare
da padrini sono stati chiamati i ragazzi del Coro di Usini, storico gruppo amico
del coro di Ossi; sono presenti anche i compaesani del Gruppo Folk Città di
Ossi.
E’ il 14 gennaio 1995. A fare le presentazioni è Bastianino Muresu,
emozionato come non mai, ma malgrado il patos riesce a dire: “quella di oggi è
una giornata importante per tutta la comunità ossese”
A dirigere il coro nel suo debutto è il M° Salvatore Rizzu, subentrato a
Piero Concu che, per motivi di lavoro, ha dovuto momentaneamente
abbandonare i suoi ragazzi.
Il giornale locale L’Obiettivo nel numero 1 del 26 febbraio 1995, con due
articoli, così riporta la cronaca di quel giorno.
“CENTO DI QUESTI GIORNI”di Sebastiano Solinas
Il 14 gennaio al centro culturale di Ossi si è tenuto il battesimo e il lancio ufficiale nell’elit del bel canto sardo del Coro Boghes Noas Ossi. Dopo anni di preparazione, di speranze, di rinunce, delusioni e amarezze contornati da enormi sacrifici personali, ma sorretti da un unico desiderio che li accomuna: l’amore per il canto sardo. Ed anche con l’orgoglio di far vivere anche nel nostro centro il recupero di vecchie, nobilissime tradizioni canore da tempo dimenticate. Questo orgoglio, questa volontà, questa passione profusa tenacemente dai suoi più tenaci sostenitori come Vincenzo Mura, Mario Masia, Antonio Linzas, Tonio Serra e altri che anche Ossi può vantare il “suo coro”……Il pubblico che esplode in un boato infinito, dimostrando un calore umano e di affetto verso il Coro Boghes Noas permette loro di spiccare il volo e per tutta la serata volano alto…………..Un augurio e un auspicio e da parte mia una preghiera: doniamoci più spesso di queste serate.”
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“GRAN DEBUTTO DEL CORO BOGHES NOAS”di Tonino Sanna
C’era molta attesa in paese per il debutto del Coro Boghes Noas do Ossi e l’attesa non è andata delusa. Il clima al Centro Culturale era quello delle grandi occasioni: la sala strapiena, molti familiari visibilmente emozionati, molte le personalità politiche e culturali presenti, insomma tutto era pronto per il grande debutto……. Nella sua breve ed emozionata introduzione il Prof. Bastianino Muresu ha spiegato che “”il coro Boghes Noas è nato dall’esigenza di alcuni appassionati di musica corale sarda di far rivivere, rivalutare e far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, questo immenso patrimonio popolare della Sardegna”” L’emozione iniziale del gruppo è scomparsa già alle prime note riuscendo, in un crescendo di sensazioni bellissime, a sciorinare stupende
canzoni creando nel numeroso pubblico una forte emozione. Canzoni come “Tiu Micheli”, Istella Mia, Ave Maria” hanno definitivamente consacrato il coro di Ossi come autentici “cantori” del canto Sardo………… Veramente bravi, come bravo è il loro maestro Salvatore Rizzu, che ha avuto l’onore di dirigere il gruppo vocale al suo debutto, Di emozioni nella serata del 14 gennaio ce ne sono state molte e questa serata ha dimostrato che Ossi non è il paese senza capo ne coda come qualcuno vorrebbe che fosse, ma è un paese vivo, reattivo e consapevole che solo con l’impegno di tutti si riesce a colmare il vuoto di spazi culturali in cui da anni è sprofondato il nostro paese…….Per concludere è doveroso ricordare i componenti del Coro Boghes Noas: Vincenzo Mura, Tonio Serra, Nandino Lardu, Mario Masia, Bastianino Muresu, Marco Derudas, Tore Derudas, Antonio Linzas, Luigi Loriga, Francesco Pinna, Giovanni Ruiu, Andrea canu, Franco Sanna, Tonio Sechi, Vito Sechi, Giuseppe Sotgia, Mauro Spanu, Andrea Tedde, Stefano Usai.”
Lo Statuto del Coro
Pochi giorni dopo il gran debutto, il Coro diventa ufficialmente una
associazione denominata: “Associazione di Cultura e spettacolo Coro Boghes
Noas Ossi”.
E’ il 6 febbraio 1995, alle ore 20,30 presso la sede sociale sita in Ossi in
Traversa Via Roma, si sono riuniti i seguenti signori:
Mura Vincenzo, Muresu Sebastiano, Masia Mario, Serra Antonio Maria, Lardu
Ferdinando, Pinna Francesco e Derudas Marco.
Viene eletto il primo Presidente del Coro e a fregiarsi di questo onore è
Vincenzo Mura, il quale lo era già di fatto dal 1988, ma da adesso lo diventa in
maniera ufficiale, conformemente allo statuto. Egli sarà ininterrottamente
Presidente del Coro sino al 7 febbraio 2007 giorno in cui l’Assemblea dei soci
esprime, democraticamente, con votazione legale, un altro Presidente: Tonino
Sanna.
La 1^ rassegna in Piazza Santa Croce
Si svolse nella nuova Piazza di Santa Croce. Era il 6 settembre 1996. Vi
parteciparono come ospiti il Coro di Usini, Il Coro di Florinas ed il Coro Loiri di
Porto San Paolo. In una piazza gremita all’inverosimile il Coro di Ossi presentò
in anteprima la canzone “Sa rocca manna”, un testo poetico di Pedru Muresu e
musicata dal giovane maestro Salvatore Rizzu.
Sa Rocca manna nde l’hana ‘ettadaTantu primu o poi nde fut rutta.Milliones de annos est istrada
Post’a sos temporales in disputa.
In su pe’ bi fattein un’istrada,e passaian sa macchinas sutta.Sas minas de su Tuvu l’han filada :Sas macchinaz zigantes l’han distrutta.
Su mezus monumentu in puntu giustu,ispantu de turistas e pintores,Ossi l’haiat a forma ‘e brocca.
Fit ogni vintibbator de austuIscappadorzu ‘e caddos curridores,oe non b’andan caddos ne b’hat rocca.
Naturalmente, come è ovvio, finita la serata ci si ritrova a Su Padru, dal
compianto Tiu Ainzu Masia, a festeggiare fino all’alba. Non è che l’inizio di una
lunga carriera che porterà popolarità al coro di Ossi, l’inizio di una buona fama
che si divulgherà nel circondario, e non solo. Stiamo imparando in fretta a
cantare, e anche bene, ma soprattutto stiamo diventando davvero bravi ad
organizzare le cene ( record imbattuto ancora oggi) questa è una fama che con
il passare degli anni troverà sempre maggiore vigore.
Nel frattempo Ossi aveva votato un nuovo Sindaco, Giovanni Serra, il
quale nelle elezioni dell’anno precedente, quelle del 1995, era succeduto dopo
dieci anni di governo a Gavino Cassano
La 2^ rassegna
La 2^ rassegna si svolge in occasione delle festività di San Bartolomeo, il
Santo patrono di Ossi, nell’agosto del 1997. La novità principale di questa
rassegna è data dalla presenza del Coro di Ceriana, proveniente dalla Liguria,
ma anche dalla piacevole e amichevole presenza dei “padrini” del Coro di
Usini, del Coro “Lachesos” di Mores e del Coro “Matteo Peru” di Perfugas,
unitamente alla cordiale presenza del Gruppo Folk Città di Ossi.
Il 1° viaggio in ….nave…si va in Valtellina
Il primo viaggio oltre Tirreno, in Continente, è una delle pagine più belle
scritte dal Coro Boghes Noas. Si và a Talamona, in Valtellina, ospiti del locale
Coro Alpino, con i quali si creerà uno straordinario rapporto di amicizia.
C’è però una piccola premessa da fare.
Qualche mese prima del viaggio un nostro corista, Sandro Serra, ebbe un
brutto incidente sul lavoro. La benna (pala meccanica) da lui usata nello
svolgimento della sua attività lavorativa all’improvviso gli si rovesciò addosso,
travolgendolo. Una brutta cosa! Mesi di ospedale, di cure e di pazienza in
attesa di una definitiva guarigione. Ma Sandro Serra è un grande piccolo uomo
che, malgrado tutto, il giorno della partenza per la Valtellina era pronto con le
sue valigie e le sue …stampelle. Anche a costo delle stampelle, ma al 1°
viaggio non si può mancare.
A proposito delle stampelle, pare che le abbia dimenticate in Valtellina.
Ma torniamo alla partenza.
Il viaggio in nave è di quelli da incubo, il mare è molto agitato, ma è una
variabile che poco importa ai coristi, presi come sono dall’emozione di vivere
questa bella avventura. E’ un mare talmente agitato che la carrozzina di
Nandino si alza e si abbassa seguendo il ritmo costante dell’ondeggiare del
mare. Per molti passeggeri è un viaggio da incubo. Per la maggior parte di noi
il viaggio trascorre liscio come l’olio, ma non per Giuseppe Sotgia e Antonello
Peironi che soffrono il mal di mare e stanno male se vedono agitarsi l’acqua
dentro una bacinella, ma anche loro, alla fine, sopravvivono alle furie di
Nettuno. Siamo eccitati e ci sentiamo importanti.
E’ il 30 ottobre 1998 ed inizia l’avventura in “Continente”. Dopo
parecchie ore in nave ed una notte insonne, a causa delle enormi libaccioni, si
arriva a Genova e dopo i primi convenevoli si parte in pullman, direzione
Talamona in provincia di Sondrio. Bei posti, bella gente. Per la cena, che come
loro tradizione si svolge alle sette della sera, ci ospitano nelle loro case, ognuno
di noi è ospite di un singolo corista valtellinese. Dopo aver apprezzato le
specialità culinarie del posto si va all’Audiutorium di Talamona per il concerto.
In noi c’è molta tensione e molta emozione; c’è tanta gente e molti di questi,
lo verremo a sapere dopo, sono intenditori di buona musica. Bell’ambiente,
insomma!!
Il primo impatto è dunque positivo e in questa bellissima atmosfera
rimaniamo sorpresi da un particolare curioso che apprezziamo tantissimo: il
pubblico è un pubblico pagante, nel senso che ha pagato £. 10.000 per
acquistare il biglietto d’ingresso. Non ricordo chi, ma qualcuno ha esclamato:
“C… !, pagano per ascoltarci. Ma allora siamo bravi!!”
Il concerto è veramente bello e le canzoni eseguite sono quelle del
repertorio tradizionale sardo oltre alle canzoni proprie del Coro.
Ninna Nanna di Tonino PudduSa Crapula tradizionaleNinnare sa Vida di Luisa MasalaInnamorada di Antonio Strinna e Salvatore RizzuNon photo riposareSu Bolu de s’Astore di Tonino PudduMaria in terra tua di Antonio Strinna e Antonio CostaBoghe Lontana di Annalisa Muresu e Piero ConcuBellesa est di Annalisa Muresu e Piero ConcuIstella Mia di Antonio Strinna e Antonio CotaAve MariaNanneddu Meu di Peppino MereuSu Perdonu
Facciamo anche un altro concerto in un paese chiamato Cataeggio, di
quella giornata ricordiamo la sala parrocchiale: disadorna ma familiare e
accogliente, ma ricordiamo soprattutto il gran freddo che faceva, roba da Polo
Nord.
Il Coro Boghes Noas, diretto dal maestro Piero Concu, ottiene un
lusinghiero successo di pubblico in terra valtellinese. Sarà l’ultima direzione di
Piero Concu che col viaggio in Valtellina sceglierà di lasciare definitivamente il
suo impegno col nostro Coro.
Per dare ulteriore importanza al 1° viaggio in continente, il Coro si
avvalse della presenza dell’allora vice sindaco di Ossi Antonello Fadda, il quale,
intervenendo in veste di accompagnatore e rappresentante delle istituzioni,
diede un tocco di prestigio e di lustro al nostro Coro. Dulcis in fundo, vorrei
ricordare la presenza di due giovani ragazze, Sonia Mura e Maria Vittoria
Conzinu che, indossando il costume femminile del nostro paese, contribuirono
decisamente ad arricchire l’interesse del pubblico, infatti sono state sommerse
da migliaia di foto, immortalate a perenne memoria del pubblico lombardo.
La “Nuova Sardegna” in edicola il giorno 6 dicembre 1998 così scrive in
merito:
-OSSI-, IL CORO BOGHES NOAS HA SUCCESSO IN VALTELLINA”
Il Coro Boghes Noas è stato ospite a Talamona, in provincia di Sondrio, del Coro Valtellina, per una serie di concerti da tenere nella cittadina e nei centri del circondario. Il Coro Boghes Noas è stato in questa occasione “ambasciatore” del paese di Ossi in terra lombarda. ….Il momento culturalmente più importante è stato il concerto del 31 ottobre tenuto all’Auditorium di Talamona. …Il momento più emozionante è stata la partecipazione del Coro alla celebrazione della Santa Messa nella cattedrale di Talamona. Un attimo di straordinaria partecipazione religiosa con le voci di un coro sardo che echeggiavano in una splendida cattedrale gotica……””
Il 2° viaggio in Continente Circolo Su Nuraghe di Vercelli
Il 2° viaggio in terra continentale è pieno di grande fascino e di profonda
nostalgia. Si parte per Vercelli il 28.03.1999 e si va ad inaugurare il Circolo dei
Sardi “Su Nuraghe”.
Un viaggio fortemente voluto da Tonino Usai, fratello di Stefano, da molti
anni emigrato proprio a Vercelli, ma con il cuore sempre a Ossi. In questa
occasione il Coro Boghes Noas, unitamente al Gruppo Folk Città di Ossi ed
accompagnato dal vice sindaco Sebastiano Alba, tiene un concerto al Teatro
Reggio di Vercelli. Di tale spettacolo si occupa, persino, la cronaca culturale del
locale quotidiano “LA SESIA” che nel numero in edicola il 30 marzo 1999,
nella pagina culturale a firma del giornalista Giuseppe Barale, così scrive:
- DEDICATA A FABRIZIO DE ANDRE’ .-“Bella è la gente che canta e balla”Al Civico il Coro e il Gruppo di Ossi
ospiti del Circolo “Sa Rundine”
Un grande momento d’incontro per i sardi residenti a Vercelli ma sopratutto un’occasione per mostrare un pò di cultura sarda. Infatti all’esibizione del Coro Boghes Noas e del Gruppo Folk Città di Ossi, sabato sera al Teatro Civico, per iniziativa dell’Ass. Culturale Sa Rundine con il patrocinio del Comune di Vercelli, c’è stata la partecipazione non solo di emigranti della grande isola del Tirreno ma
tanti vercellesi….. A presentare il Coro e il Balletto della cittadina che dista dieci chilometri da Sassari è Tonino Sanna. Due ore filate di musica, passi di danza, momenti di riflessione , proverbi sardi (con provvidenziale traduzione) e tanti meritati applausi……..”Là dove vedete gente che canta e balla, non abbiate paura perchè la gente che canta e balla è gente buona” spiega Tonino Sanna prima di passare la parola al Coro con una dedica: “A Fabrizio De Andrè, una persona che dalla Sardegna non ha avuto quello che meritava”……….Il brano Sa Crapola che racconta il rimorso di un cacciatore dopo aver ucciso la sua preda, offre lo spunto da parte di Tonino Sanna per augurarsi che : “Non tocchi a noi provare rimorso per qualche bomba lanciata in questi giorni. Le guerre, come insegna la storia, si sa quando iniziano ma non se e quando finiranno”….. Il Coro si dispone in cerchio, per fare meglio amalgamare le voci, poi si apre a ricevere gli applausi e si richiude per intonare un nuovo motivo, ma prima spazio ad una nuova riflessione: “Ci siamo sentiti ambasciatori della cultura sarda, splendidamente accolti dalla cittadinanza di Vercelli e del Comune di Asigliano, speriamo di avervi fatto conoscere un pò di più di quella terra lontana molti chilometri che spesso viene ricordata per cose negative, dalla quale molto tempo fà partirono i nostri fratelli che oggi a Vercelli si sono costruiti una famiglia ma che non dimenticano le loro origini…..”
Di questa esperienza ricordiamo lo straordinario rapporto umano che si è
creato con gli emigrati sardi di Vercelli: zente bona e de bonu coro
Il 3° Viaggio – Alessandria-
Solo pochi giorni dopo essere rientrati dal viaggio a Vercelli, si rifanno le
valigie ed il 17 aprile 1999 si parte in Piemonte, ad Alessandria, ospiti della
Provincia di Alessandria e del Circolo Sardo “Sa Rundine”. Altra bella gente e
altri bagni di grande umanità che i nostri emigrati ci trasmettono.
Partiamo assieme alla ormai abituale compagnia di Bastiano Alba, nella
sua qualità di vice Sindaco di Ossi e di Vittorio Cau, consigliere provinciale di
Sassari nonché organizzatore di questo viaggio.
Due giorni vissuti intensamente, ancora una volta assieme al Gruppo Folk
Città di Ossi, con il quale si è creato un bel rapporto di amicizia ed affinità
culturale.
Della permanenza ad Alessandria, siamo certi, non scorderemo mai la
messa che cantammo nella Cattedrale Meravigliosa! alla fine della funzione
religiosa ci chiesero incessantemente di cantare “Nanneddu Meu” ed al Gruppo
Folk chiesero di eseguire un balletto. Straordinario!
“La Nuova Sardegna” del 6 maggio 1999 così commenta l’avvenimento:
“AMBASCIATORI DELLA CULTURA SARDA IN PIEMONTE IL CORO BOGHES NOAS E IL GRUPPO FOLK CITTA’ DI
OSSI”
“Ancora una volta il Coro Boghes Noas e il Gruppo Folk Città di Ossi sono stati apprezzati ambasciatori della cultura e della tradizione isolana. L’occasione è stata offerta dal gemellaggio tra le province di Alessandria e Sassari e dalla Settimana dell’arte, cultura e tradizioni sarde svoltesi nei giorni scorsi nel capoluogo piemontese. Ospiti del Circolo Sardo “Su Nuraghe” i due gruppi hanno avuto l’opportunità di esibirsi, accompagnati dalla fisarmonica di Giuseppe Cubeddu in un concerto tenutosi all’interno della Fiera di San Giorgio davanti ad un folto pubblico composto quasi interamente da emigrati sardi: due ore e mezza di balli e canti intervallati dal commento di Tonino Sanna, a testimoniare l’impegno che i due gruppi ossesi stanno producendo per dare continuità la lavoro di ricerca e divulgazione delle proprie tradizioni. Particolarmente emozionante … è stata la messa officiata nella cattedrale di Alessandria da don Nicola Carta, che ha voluto al suo fianco il Coro Boghes Noas e il Gruppo Folk, trasformando così la celebrazione della messa in uno dei momenti più forti. Oltre alle canzoni del Coro, il Balletto ha danzato uno splendido ‘ballu tundu’ che, quasi per magia è diventato un momento di vera professione di fede….”
Rientriamo dal Piemonte consci di essere stati, ancora una volta,
protagonisti di una bella storia.
La 3^ Rassegna con il Coro Valtellina
In occasione della 3^ rassegna, per la prima volta, il Coro Boghes Noas
ospita a Ossi un coro alpino: mari e monti che si incontrano nel segno della
passione per il buon canto. E’ il Coro Valtellina di Talamona che, ricambiando la
visita fatta da noi l’anno precedente, viene ospitato a Ossi. Una permanenza
densa di grandi spunti umani e sociali.
A rendere piacevole la serata vengono chiamati il Coro di Usini, il Coro
“Loria” di Muros ed il Gruppo Folk Città di Ossi.
Il Coro Valtellina rende magica la serata con una serie di canti alpini che
il pubblico di Ossi dimostra di apprezzare in maniera soddisfacente.
La permanenza del Coro Valtellinese in terra sarda durerà una settimana
nel corso della quale si visiterà anche Tissi e Porto Torres con relativi concerti
e con una meravigliosa giornata trascorsa nell’Isola dell’Asinara, da poco
dismessa da “Cajenna Sarda” e diventata paradiso naturale per la sua enorme
bellezza.
Il 1° CD
Il mese di gennaio è un mese che porta bene al Coro Boghes Noas. In
questo mese, infatti, avvenne il debutto ufficiale ed è proprio il 22 gennaio
2000 che viene presentato il 1° CD dal titolo “Boghes Noas de Ossi”.
La lavorazione e la preparazione del disco è tutta da raccontare. Rimasti
chiusi per tre serate consecutive nella chiesa di S.Vittoria e con mezzi di
assoluta fortuna abbiamo partorito il nostro CD che, forse, non sarà fra quelli
che faranno la storia del canto sardo, ma che per noi rimarrà una pietra
indelebile scolpita nella storia e nella vita del Coro Boghes Noas.
Un sostegno importante per la riuscita del progetto CD viene dalla Tilocca
Arredamenti di Ossi che, grazie alla sensibilità di Leonardo Tilocca, sposa il
nostro progetto condividendone le finalità culturali ed anche commerciali ed
infatti il nostro Cd trova il suo “sponsor” nella Tilocca Arredamenti, un marchio
di qualità che rende onore al paese di Ossi e lo fa conoscere nel mondo.
Riceviamo un importante sostegno anche da Alfredo Nieddu, storico
presentatore “in limba” di Radio del Golfo di Porto Torres, che spesso trasmette
i nostri brani nella sua ascoltata trasmissione e questo ci aiuta a farci
conoscere ancora di più.
A farci da “padrino” abbiamo chiamato il grande cantautore
Piero Marras
con il quale si inizierà un percorso fatto di belle cose, e a fare da cornice è un
Centro Culturale strapieno ed ormai deputato ad ospitare i grandi avvenimenti
culturali che si svolgono a Ossi.
Chi vive in maniera particolarmente felice questa giornata è Mario Biancu
il quale proprio in questo giorno fa il suo debutto con il costume del Coro
ricevendo una importante accoglienza da parte di tutti i componenti
dell’associazione e non è un caso che in poco tempo Mario diventerà un preciso
punto di riferimento per tutto il gruppo.
Per l’occasione, L’Obiettivo di Ossi nel n° 19/2000, omaggia il Coro
Boghes Noas della sua prima pagina:
Il CD contiene otto brani alcuni dei quali inediti quali “Maria in terra tua”,
scritta appositamente per noi da Antonio Strinna e musicata da Antonio Costa e
dedicata alla grande Maria Carta.
Ses partida sonniendeUn’ispera e unu nidu,
vida e coro arrischendepro cambiare su destinu
coraggiosa e innamoradahas cantadu che una mama,has cantadu che una mamacusta terra immentigada.
Cantas boltas ses torradaChe-i su ‘entu dae su mare,ma poi semper ses bolada
cun ammentos de canatare:
Piantu e risu de sa zenteAsa tentu in sa mente,asa tentu in sa mentedonzi logu sofferente
Maria, como in terra tuaDe tottu ses s’isposa;
pro semper ses sa rosa,rosa ruja chi no timede su nie.
Como fiore de sa morte,fiore tristu de dolore,s’est abeltu a sa sorte
de sa vida e de s’amore
Ad’azzesu un’istella :Tottu naran sa pius bellaTottu naran sa pius bellaSa cantone de un’istella
Donzi viaggiu de sa vidaSu destinu l’hat in manu,ma s’istoria tua suffrida
custa zente hat preservadu.
No ses foza de ammentuMa raighina e sentimentu,tue raighina e sentimentu
ses su sonniu meu cuntentu
Maria, como in terra tuaDe tottu ses s’isposa;
pro semper ses sa rosa,rosa ruja chi no timede su nie.
Vi è anche il brano “Serenada” del poeta tissese Bertulu Serra,
quest’ultima musicata dal nuovo maestro del Coro Danilo Pingiori.
E si podia che bentu in altu olare
Proprio con questo brano, nel settembre del 1999 il Coro Boghes Noas
ottiene il 1° premio per la miglior coralità al concorso per cori di Berchidda a
proposito del quale va citato un aneddoto: dopo la nostra esibizione sul palco di
Berchidda, convinti che mai e poi mai saremmo rientrati nella rosa dei probabili
vincitori, molti di noi avevano già smesso il costume sardo quando dal palco
sentimmo che eravamo stati premiati. È stato un susseguirsi di correre di qua e
di là per recuperare i nostri coristi da ogni angolo di Berchidda, soprattutto da
ogni “Bar” di Berchidda.
Una data da ricordare
Il 15 maggio del 2000 il Coro Boghes Noas varca le soglie del carcere di
Alghero e lo fa per cantare la Messa celebrata dall’Arcivescovo di Alghero
Mons. Vacca in occasione della Cresima imposta ai detenuti. E’ una emozione
fortissima cantare dentro un carcere. Il Coro si sente, per una mattina,
testimone e protagonista di una bella pagina piena di valori umani e buoni
sentimenti.
Siamo stati “padrini”, padrini per davvero, di otto detenuti che hanno
voluto iniziare il loro percorso di recupero nei confronti della società, che pur
avendoli condannati, li aspetta per riabbracciarli come uomini nuovi e liberi.
C’è una storia da raccontare a proposito di quella giornata. Durante la
Santa Messa al momento del canto “Babbu Soberanu” si è avvicinato a noi un
detenuto unendosi al nostro canto. Dopo poche strofe lo abbiamo visto
piangere ma continuare a cantare. Poi abbiamo saputo che era un detenuto
che scontava una lunga pena per omicidio. Abbiamo riflettuto molto su questo
episodio.
Nello stesso giorno a Ossi si svolsero le elezioni comunali e nulla cambiò
nel senso che venne riconfermato Sindaco Giovanni Serra ma Assessore alla
Cultura divenne Mario Muresu e questo sarà fondamentale per un’altra pagina
dei 20 anni del Coro Boghes Noas.
La 4^ Rassegna
La nostra 4^ rassegna, la prima degli anni 2000 si svolge il 23 settembre
e, per la prima volta, decidiamo di svolgerla al chiuso, all’interno dei locali del
Bocciodromo comunale.
Vi partecipano il Coro di Ittiri, il Coro ‘Ena Frisca’ di Putifigari, il Gruppo
Folk Santa Itthoria di Ossi e il Coro di Berchidda, diretto da Giovanni Puggioni,
uno dei più grandi interpreti del nostro folklore.
Piero Marras, cittadino “onorario” di Ossi
E’ una di quelle intuizioni che accadono una volta nella vita e che quando
ti vengono hai solo voglia di portarle avanti e di tramutarle, immediatamente,
da sogno in realtà.
Ripensando, una sera, alle tante cose indimenticabili che Piero Marras ha
fatto a Ossi, come ad esempio al concerto che tenne il 29 settembre 1979 nella
Piazza Santa Croce, uno dei primi ed uno dei più partecipati; al concerto in
Piazza San Bartolomeo in occasione delle manifestazioni di “Eco in Vicolo”
dedicato a Silvia Melis e a Giuseppe Sechi, vittime, in quel momento, di
sequestro di persona e dal quale solo Silvia Melis è potuta tornare alla vita di
tutti i giorni.
Ma ripensare, anche all’impegno quotidiano che Piero svolgeva per la
divulgazione della musica etnica sarda, al suo impegno nella difesa dei diritti
dei più deboli, insomma pensare a Piero Marras come esempio da seguire. Ecco
perchè che mi venne l’idea di onorare Piero Marras della cittadinanza onoraria
del paese di Ossi.
Certo, non potevo essere io, seppur con il coinvolgimento del Coro
Boghes Noas, a decidere in merito a tale encomio, ma era necessario il
coinvolgimento, in primis, delle associazioni culturali di Ossi e poi, fatto non
secondario, il coinvolgimento del Consiglio Comunale di Ossi. Ne parlai con
l’allora Assessore alla Cultura Mario Muresu il quale accolse in maniera
entusiastica questa proposta, sposandola immediatamente e coinvolgendo in
questo anche la giunta comunale guidata dal Sindaco Giovanni Serra.
Si trattava di parlarne con le altre associazioni ed il Coro Boghes Noas si
fece promotore di guidare la cordata pro Piero Marras. Non fu difficile mettere
d’accordo tutti ed il 20 luglio 2001, il giorno dei fatti del G8 di Genova e degli
scontri di Piazza Alimonda con la morte del povero Carlo Giuliani,
raccogliemmo tutte le firme sul documento da proporre al Consiglio Comunale
di Ossi per chiedere il conferimento della cittadinanza onoraria a Piero Marras.
Il giorno fatidico, il primo in cui il Consiglio Comunale di Ossi delibera in
merito al conferimento di una cittadinanza onoraria è quello del 26 agosto
2001, giorno storico !!
Ecco come con la deliberazione n. 81 del 26.08.2001 il Consiglio Comunale di Ossi conferisce tale onorificenza al cantautore sardo.
IL SINDACO DEL COMUNE DI OSSICONFERISCE
LA CITTADINANZA ONORARIA DELLA CITTA’ DI OSSIA
PIERO MARRASNato a Nuoro il 16.09.1949
Per l’appassionato impegno professionale, culturale, morale, sociale e civile chePone in capo al suo lavoro di divulgatore della cultura sarda in tutto il mondo;
per l’alto impegno profuso nella lotta contro i sequestri di persona, dando voce, attraverso i suoi concerti, alla protesta di un’intera isola;
per il suo straordinario lavoro di ricerca, valorizzazione e diffusione, in ogni angolo del mondo, dei valori culturali della nostra isola;
per l’attenzione che pone nella difesa dei popoli più deboli per il dirittoa vivere la propria libertà e la propria cultura;
per essere stato, nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali, uno dei più attenti e accesi sostenitori della valorizzazione del bilinguismo, impegnandosi
nell’approvazione di una Legge della Regione Autonoma della Sardegna sul riconoscimento della Lingua Sarda;
Per le emozioni che ha saputo trasmettere, in occasione della sua partecipazioneAl Concerto di Natale nella Sala Nervi – Città del Vaticano, davanti al Santo Pontefice
Giovanni Paolo II°, quando, cantando “Sa oghe ‘e Maria” ha fatto conoscere al mondo intero la dolcezza e la bellezza universale della Lingua Sarda cantata;
per il suo profondo legame che lo unisce al paese di Ossi fin dal lontano 1979,dando vita ad una serie innumerevole di concerti che hanno fatto crescere
nelle nuove generazioni del nostro paese, l’amore per la musica e nel contempo la gioia
di essere protagonisti del tempo che viviamo, stringendo, inoltre, vincoli di amicizia e stima reciproca con le associazioni culturali del paese, che lo hanno portato a
dedicare un suo concerto a Giuseppe Sechi, lo sfortunato ragazzo di Ossi, vittima innocente della barbarie umana.
Per il suo attaccamento alla Terra natia, a cui egli ha dedicato gran parte della sua vita d’artista, dando immenso valore e prestigio a tutta la Sardegna,
la Città di Ossi lo ringrazia ed è felice di annoverarlo fra i suoi figli prediletti.
Ossi, dalla residenza municipale, addì 26 agosto 2001.
Il SindacoDr. Giovanni Serra
La sera del 26 agosto organizziamo la nostra 5^ rassegna per rendere
onore e merito al nostro nuovo concittadino. Le gradinate del campo di calcetto
si trovano impreparate ad accogliere una immensa folla raccoltasi per
applaudire Piero Marras ed in questa occasione i Cori che ci onorano della loro
presenza sono: Il Coro Lachesos di Mores, il Coro di Florinas, ed il Coro Iddanoa
di Villanova Monteleone.
La Svizzera!!
Nel 2002 il coro vive una delle pagine più belle della sua storia
ventennale: andiamo a Bodio in Svizzera e più precisamente nel Canton Ticino.
Siamo ospiti del locale Circolo Sardo “Coghinas”. Il giorno è quello del 28 aprile:
Sa Die de sa Sardigna e ci piace festeggiarla assieme alla comunità degli
emigrati sardi.
E’ un concerto particolare e speciale quello che teniamo nella Chiesa di
Bodio, particolare perché è un concerto tutto nostro, speciale poiché ad un
certo punto della serata abbiamo la bella sorpresa di vedere arrivare i nostri
amici del Coro Valtellina che vengono a trovarci. Molto bello.
Della permanenza a Bodio “La Nuova Sardegna” nel suo numero in
edicola il 16 maggio 2002 così scrive:
-..Il Coro Boghes Noas in Svizzera-Calorosa accoglienza al Circolo ‘Coghinas’ di Bodio
Il Coro Boghes Noas ultimamente è stato ospite del circolo culturale Sardo Coghinas nella cittàSvizzera di Bodio, nel Canton Ticino. Accolto con calore dagli emigrati del circolo (che è presieduto dalla giovanissima Michela Carboni) e di altri provenienti da varie parti della Svizzera. “Boghes Noas” è stato protagonista apprezzato e applaudito.Il primo momento è stato quello religioso: nel corso della messa nella Chiesa di santo Stefano i canti tradizionali “in limba”, echeggiando tra le navate, hanno contribuito a creare un clima di intensa religiosità. Dopo la messa, sempre nella bella basilica della cittadina elvetica, si è tenuto il concerto: un’ora e mezza di canzoni, storie e aneddoti della tradizione folkloristica sarda, che ha coinvolto i numerosi emigrati presenti, sino a cantare insieme, coro e pubblico, canzoni come Ave Maria, Non photo reposare, Nanneddu Meu, Sa Crapula, La me brunedda e tante altre………La serata ha assunto poi i toni spontanei e informali in un incontro conviviale a base di piatti tipicamente sardi, innaffiati dal buon vino ossese che è stato promosso sul campo “ambasciatore nel mondo” dei vini sardi.
e soprattutto il Quotidiano Locale Ticinese così riportano nelle loro cronache;
……………
Ma è durante il viaggio di ritorno che siamo protagonisti di un
avvenimento molto importante. Arriviamo a Genova e siamo certi di imbarcarci
nella vecchia, seppur ancora confortevole nave “Clodia” della Tirrenia ed
invece scorgiamo la maestosità della nuovissima motonave “Janas”, che
proprio quel giorno compiva, per la prima volta, la rotta Genova_Porto Torres.
Era il suo debutto sulle rotte dei mari sardi.
Ci viene spontaneo fare i complimenti al primo membro dell’equipaggio
che incontriamo ed ironia del destino è uno molto importante: il Comandante
della Janas!. Viene a sapere che siamo un Coro sardo e ci propone di tenere un
concerto durante la traversata come simbolo di augurio per tutti i passeggeri.
Il salone delle feste è tutto per noi e ufficialmente diventiamo i “padrini” della
Janas.
Non siamo certamente in gran forma, due giorni di Svizzera si sentono,
ma riusciamo a dare il meglio di noi e riceviamo le lodi dei passeggeri e
soprattutto il ringraziamento caloroso del comandante e di tutto l’equipaggio
della Janas.
Ecco come la Nuova Sardegna del 16 maggio 2002 ne dà notizia:
“…………Un simpatico fuori programma si è registrato durante il viaggio di ritorno, quando il comandante e il commissario di bordo del “JANAS” il nuovissimo traghetto della Tirrenia, hanno invitato il gruppo a tenere un concerto nel grande salone della nave: attorno al gruppo si è così formato un pubblico estemporaneo e curioso, che ha apprezzato con frequenti applausi l’improvvisata dei coristi ossesi….”
Il giorno più triste
E’ stato, indubbiamente, il giorno più triste di questi nostri 20 anni. Era il
22 maggio 2002. E’ il giorno in cui il piccolo Manuel Bitti ci lascia tragicamente
e va a vivere la sua vita in Paradiso.
Manuel era un ragazzino pieno di vita, di speranze, di gioia di vivere la
sua fanciullezza. Era il cugino di Andrea e perciò non poteva non amare il Coro
Boghes Noas. Cantava le nostre canzoni, veniva ai nostri concerti. Poi la
disgrazia.
Il giorno del suo funerale gli abbiamo cantato la Messa. Non è stato facile,
ma ci siamo riusciti.
Il 14 di settembre del 2002 organizziamo la nostra 6^ rassegna e,
naturalmente, la dedichiamo a Manuel.
È stata una serata magica, resa unica ed indimenticabile dalla presenza
del Coro Eufonia di Gavoi, un coro tutto al femminile, diretto in maniera
impeccabile dal nostro amico Mauro Lisei.
Indescrivibili le emozioni vissute in quella serata alla quale hanno preso
parte i Gruppi Folk di Ossi, Santa Itthoria e Città di Ossi, il Coro di Bonorva ed il
Coro di Pozzomaggiore.
In quei giorni avevamo finito di musicare una bella poesia di Tiu Pedru
Muresu che scrisse il giorno in cui nacque uno dei suoi figli e che, ben
armonizzata da Danilo Pingiori, era diventata la nostra nuova canzone
“Fizigheddu”. Per noi rappresentava una canzone di gioia e di allegria da
dedicare ai bambini che venivano al mondo.
Decidemmo, tutti assieme, di dedicarla a Manuel e da allora, ovunque
andiamo, questa canzone ci accompagna sempre perché sappiamo che Manuel
ci tiene sempre compagnia.
“Fizigheddu, chant’isciru cando t’happ’ intesu enzende
cun mama tua penendenues de velenu in giruaffoddidas su respiru
parist” e morrer naschende
Benennidu, lizu de orotue gighes s’assimizu
chi tramandas babbu a fizuDa-i fundu de su coro.Tue ses mannu tesoroDe una dom’in disizu
Sa ninnia ‘e babbu ‘e mama,s’augurale cantone
pro te est sa beneiscionechi ti cantana cun brama.
non perdas una tramade-i cust’orassione.
Duru duru, fizigheddu,duru duru fittianu
in cussu prim’eranucrescas in cussu mantedducun su chintu che aneddu
bellu fiore galanu
In sas luzzigas puppiasti miro e no isco it’has,
pro ch’abbizzos non mi dasde ischire chie sias.
In te deponzo sas miasisperas de unu cras.
Ti ringrassio, Signore,chi mi has dadu custa frua
cun s’innozzenzia sua ch’ispirat paghe e amorepro su tempus benidoreLu reponzo in manu Tua.
Il Viaggio in Trentino
Siamo appena rientrati dal viaggio in Svizzera e mi viene a trovare a casa
Sebastiano Sechi, storico Presidente della Pro Loco di Ossi e Vice Presidente
Regionale dell’ UNPLI (Unione Nazionale Pro Loco Italiane), per chiedermi se, come
Coro, eravamo intenzionati ad accettare l’invito a rappresentare la Sardegna al
Festival Nazionale delle Pro Loco in programma nella Valle del Chiese in
Trentino dal 5 al 7 luglio 2002. Impossibile rinunciare ad una simile offerta e il 4
luglio2002 siamo di nuovo in nave e con nostra grande gioia ritroviamo la
JANAS.
Ci accompagna in questo viaggio Beniamino Calisai nella sua qualità di
Presidente della Pro Loco di Ossi, a testimonianza dell’ottimo rapporto
esistente fra le nostre due associazioni.
E’ un viaggio che segnerà per sempre la storia del Coro Boghes Noas e di
molti giovani coristi in particolare. Il Trentino è meraviglioso ed il posto dove ci
ospitano è ancora più bello. DAONE è il paese con il quale condividiamo i nostri
giorni di soggiorno alpino e la cosa sorprendente è che il santo patrono di
Daone è il nostro San Bartolomeo. Che coincidenza!!
Viviamo con emozione ma con grande professionalità il momento del
Festival Nazionale che si svolge a Storo in Provincia di Trento, dove
dimostriamo tutta la nostra bravura riscuotendo un successo di pubblico, ma
soprattutto di critica, per noi insperato.
Abbiamo la gioia di conoscere delle brave persone delle quali ammiriamo
la spontaneità di trasmettere la loro amicizia. Ci conosciamo da poche ore ed è
come se fosse una vita intera. Severino Papaleoni è il Sindaco di Daone,
persona di grande spessore culturale e umano che avrà l’onore di dirigerci
mentre cantiamo una improvvisata ‘Non Potho reposare’. Oggi possiamo
candidamente ammettere che noi abbiamo avuto il grande privilegio di essere
diretti da Severino Papaleoni.
Ripartiamo dal Trentino con un velo di tristezza, cosa rara per noi e ci
accorgiamo che è la prima volta che ci capita. Durante il viaggio di ritorno ci
voltiamo dai finestrini del pullman per ammirare il panorama della splendida
Valle del Chiese e, ne siamo certi, non è certamente un addio ma un
arrivederci a presto. E siamo facili profeti.
Nandino Lardu, un corista vero.
Parlare e scrivere di Nandino Lardu è molto semplice perché lui è una
persona semplice. Nandino è disabile dalla nascita e le sue gambe sono la sua
fedele carrozzina. Per noi lui è l’esempio da seguire per l’attaccamento verso il
Coro e per la grande serenità che riesce a darti quando dovremo essere noi a
darne a lui. Ecco perché Nandino è l’esempio da seguire.
E’ diventato, ovunque andiamo, il beniamino di tutti. E ovunque andiamo,
spesso troviamo difficoltà legate alle barriere architettoniche sempre purtroppo
esistenti nei locali pubblici, ed ecco che Nandino diventa il grimaldello che noi
usiamo per smuovere le coscienze di tutte quelle persone che dimenticano che
il disabile è una persona con diritti e doveri uguali a tutte le altre persone.
Ci sono, per fortuna, anche bei momenti di sana felicità e perché no,
anche di sana goliardia. A Nandino Lardu venne l’idea di fare recapitare al
Presidente la sua lettera di dimissioni dal Coro, una lettera, naturalmente,
fasulla ma così veritiera nelle cose scritte da sembrare assolutamente vera.
Magari a rileggerla con un pò di attenzione, con la scusa di scherzare, il buon
Nandino qualche verità se le lasciata scappare. OSSI, lì
28 aprile 2004
Sig. PresidenteAssociazione
Culturale“Coro Boghes Noas”
OssiVia Aldo Moro n° 1OSSI
Caro Presidente,
Sono Nandino Lardu,
e con la presente ti informo della mia decisione, irrevocabile, di dimettermi da corista del Coro Boghes Noas di Ossi.
Una decisione sofferta, triste ed anche drammatica in considerazione del fatto che il Coro è per me una seconda famiglia, dove ho avuto la fortuna di
trovare tanti amici sinceri, con i quali, in questi anni, ho vissuto straordinari momenti di esaltante vita vissuta.
Per me, che tra l’altro sono stato tra i soci fondatori del Coro, che ne ho condiviso tutto, gioie e dolori, momenti belli e meno belli, è un momento di grande sconforto abbandonare il gruppo del Coro Boghes Noas.
Però in maniera allucinante , soprattutto in questi ultimi mesi, ho dovuto sopportare numerose angherie e soprusi, di gente che non riesce a vedere oltre il proprio naso e la cui cecità mentale è di una puzza stridente ed inenarrabile.
Io non sopporto più le continue frecciate sulla mia condizione di disabile, anche se a molti appaiono battute di spirito.
La mia è una disabilità fisica: la vostra è disabilità mentale ed intellettuale. Non sopporto più le continue illazioni che si fanno sulla mia presunta omosessualità e mi dicono froscio: ognuno è libero di farsi chi crede. E poi io non sono affatto gay. Anzi trombo che è un piacere.
Ho provato spesso, ma inutilmente, a portare questo argomento all’attenzione di tutti i coristi, ma a parte qualcuno, tutti avevate i cazzi vostri da fare.
Con poche persone mi sono potuto sfogare (Tonino Sanna, Andrea Tedde e qualche altro) e proprio loro mi hanno dato la forza di andare avanti e di resistere nella mia quotidiana sopportazione.
Ma adesso non ce la faccio più. Sono stanco della vostra ignoranza, arroganza, presunzione, razzismo e becera coglioneria.
Per questo motivo ti rassegno le mie dimissioni chiedendoti un ultimo piacere: per il bene del Coro Boghes Noas, dimettiti anche tu.
Le tue dimissioni serviranno per riportare serenità all’interno del Coro, visto che in questi ultimi tempi di serenità ne abbiamo vista ben poca.
Prima ci si mette quel rompicoglioni di Tonino Sanna a cagarci il cazzo con le sue storie delle Contrade, poi quell’ubriacone di Mario Lubinu che viene sempre sbronzo alle prove, poi quell’ignorante di Mario Masia che non capisce neanche quello che dice lui, poi scopro che Francesco Pinna è iscritto alla Pro Loco e non sa, o fa finta di non sapere, che ce la stanno mettendo in culo, e quel Mario Biancu sempre pronto a sfottere gli altri senza che si guardi allo specchio quella enorme pancia piena di merda, per non parlare di quella linguaccia di Giommaria Martinez che sparla male anche della sua ombra. Insomma un bel gruppo di stronzi.
Ecco perché non ne ho più voglia e preferisco andarmene i giro da solo a sbattermi come meglio credo, senza dover rendere conto a nessuno di quello che dico e faccio.
Vi auguro buona fortuna e ci sentiamo presto.Volevo anche dirti che tutto questo è uno scherzo e che ti voglio e che vi
voglio sempre bene.È solo per scherzare perché in questi giorni sono di buon umore.
Ciao Nandino Lardu
Campania, oh dolce, amara Campania!
Viviamo l’attesa di partire in Campania con molta emozione. E’ per noi la
prima volta di un viaggio nel meridione d’Italia, dove certo non ci saranno
schiere di emigrati sardi e dove noi ci dovremo realmente confrontare con una
cultura che, intuiamo, un po diversa dalla nostra.
I preliminari del viaggio sono positivi; c’è stato uno scambio di
informazioni moto dettagliate con i responsabili del gruppo Folk di Casalduni in
provincia di Benevento. Anche loro ci aspettano con impazienza e pare che
abbiano preparato un programma pieno di grandi sorprese.
Partiamo speranzosi assieme agli amici del Gruppo Folk Santa Itthoria
accompagnati dall’immancabile vice sindaco Bastiano Alba.
Il viaggio è molto bello e Civitavecchia ci appare strana abituati come
eravamo al panorama di Genova. Ci aspettano al porto. Un bel pulman, gente
cordiale e sorridente, troppo sorridente.
Abbiamo vissuto quattro giorni colmi di grandi emozioni, non quelle
preventivate ma pur sempre bei momenti tali da non farci mai scordare il nome
di Casalduni.
In un libro di ricordi e citazioni appare strano trovare delle pagine che
non brillano di gioia e felicità ma, purtroppo, il viaggio a Casalduni è stato
particolarmente tribolato e colmo di grandi tristezze. Non è stato bello e questo
sentimento è condiviso da tutto coloro che hanno vissuto quell’esperienza. Ci
piace ricordare, soltanto, la grande umanità della padrona di un piccolo Bar di
Casalduni, che nei tre giorni di permanenza in Campania, ci ha pietosamente
adottati e noi abbiamo adottato lei e soprattutto la sua birra. Forse un
giorno, chissà, ritorneremo a Casalduni per avere una sorta di rimborso morale
delle pene vissute in quei tristi giorni del luglio del 2003.
La 7^ rassegna
Per dimenticarci dei dispiaceri subiti in Campania, ci buttiamo a capofitto
nell’organizzazione della nostra annuale rassegna e, confermando il
tradizionale appuntamento di metà settembre nell’accogliente Bocciodromo
Comunale, invitiamo a farci visita il Coro di Uri, Su Cuncordu Banaresu, diretto
dal grande Don Peppino Lintas, persona di grande spessore umano e di
squisita umanità, il Coro ‘Prendas’ di Ortueri, anch’esso diretto da Mauro Lisei,
il Coro “Voches e Ammentos di Garteddì” ed il Coro Polifonico Ischelios di Ossi.
Il Coro Ischelios rappresenta una bella novità nel panorama musicale
sardo. Sono tutti componenti della scuola civica di musica “Ischelios” di Ossi e
diretti dal nostro vecchio maestro Salvatore Rizzu, vogliono sperimentare il
primo progetto di coro polifonico (maschile e femminile) nel nostro territorio. La
maggior parte dei componenti è di Ossi ed altri provengono dai paesi vicini.
Noi siamo felici di ospitarli nella nostra rassegna. Peccato che questo
progetto finisca velocemente e che oggi del Coro Ischelios non se ne senta più
parlare.
Il Concerto di Budoni (Boghes de paghe)
Un giorno, ricevo la telefonata di Piero Marras, il quale mi chiede se
siamo disponibili a cantare con lui in un concerto a Budoni assieme a Maria
Giovanna Cherchi, i Tenores de Bitti, la compagnia di danza Tersicore e il
maestro di Launeddas Sergio Lecis.
Inutile dire che abbiamo risposto di si e quel 10 luglio 2003 divenne una
delle serate memorabili del nostro coro avendo avuto l’occasione di esibirci
assieme ai più grandi artisti del panorama musicale isolano.
Di quella serata ricordiamo la tensione e l’apprensione per l’evento,
dovute al fatto che quel giorno non ci dirigeva il maestro Pingiori, assente per
cause di forza maggiore.
Ci affidammo alle sapienti mani di Andrea Tedde che, in maniera
impareggiabile, portò a termine la sua missione. Bravo Andrea.
Trentino 2 ……il ritorno !!!
Viene vissuta con grande attesa la partenza per il secondo viaggio in
Trentino.
I rapporti con gli amici e le amiche del Trentino, con l’andare del tempo, si
sono sempre più rinsaldati e l’idea di tornare in quei posti che, nel 1992, sono
stati testimoni di una bella avventura, rende questo viaggio affascinante e
pieno di grandi aspettative.
Anche se questa avventura non nasce sotto i migliori auspici, poiché il
maestro Danilo Pingiori, pochi giorni prima della partenza, viene colpito da
malore, non grave per fortuna, ma tale da impedirgli di essere presente
all’appuntamento in Trentino.
Il nostro maestro di riserva, Andrea Tedde, è alle prese con gravi
problemi familiari che gli impediscono la certezza del viaggio e solo all’ultimo
istante, comunque, è presente all’appuntamento nel molo di Porto Torres.
A Dio volendo, si parte. Ovviamente c’è un pò di maestrale e Giuseppe
Sotgia si prende la sua prima Xamamina (***) non appena, sin dal dentro il
porto, intravede il primo movimento delle onde. (*** ndr. pastiglie contro il mal di mare)
Sappiamo che in Trentino ci stanno aspettando, ma quello che il Coro
vivrà dal 1 al 3 giugno 2006, va aldilà di ogni più bella aspettativa.
Il viaggio in nave, la nostra prima volta con la Grimaldi, è il tipico viaggio del nostro coro:
solita cena a base di ogni ben di Dio, solite giuste bevute e le classiche cantate sempre ben
apprezzate dai passeggeri della motonave.
C’è spazio anche per un tuffo in piscina.. fuori ordinanza.
Gli amici del Coro Cima Ucia ci aspettano a Genova ed il viaggio in pullman
verso Roncone non passa mai, stante la nostra voglia di essere già in Trentino.
Sulla strada che porta a Roncone non possiamo non vivere un momento
di sincera commozione quando, dopo aver costeggiato il meraviglioso Lago Idro
scorgiamo, lassù in cima, Daone, e da tutti noi parte spontaneo un grande
applauso.
Arriviamo a Roncone e ad aspettarci ci sono tutti gli amici del Coro Cima Ucia
assieme al grande Severino Papaleoni. Baci, abbracci e subito a pranzo. La
giornata si prospetta interessante.
Durante il pranzo abbiamo il piacere di fare la conoscenza con alcune
componenti del Coro Parrocchiale Femminile di Roncone.
Il fatto che sia parrocchiale è messo in secondo ordine dalla considerazione che
questo è un Coro Femminile, elemento di puntuale gradimento dalla maggior
parte dei nostri coristi.
Veniamo ricevuti dall’Amministrazione Comunale di Roncone con il Sindaco in
testa
E poi il Concerto.
Grande spettacolo. Noi siamo preceduti dai padroni di casa del Cima Ucia e
dalle ragazze del Coro Parrocchiale. Quando è il nostro turno sembriamo tutti
delle corde di violino. Per un attimo ci sfiora la paura di dover cantare senza la
direzione del nostro maestro, ma la fiducia in Andrea Tedde è totale e lui
risponde da par suo. Più di un’ora di spettacolo con le nostre canzoni che
diventano patrimonio personale della comunità di Roncone.
Il giorno dopo siamo a Rovereto e andiamo a visitare le Distillerie
Merzadro, dove si produce la Grappa più buona del mondo. E’ un posto
meraviglioso e Mario, Antonio e Giommaria rimangono estasiati da tale
visione.
Proviamo anche a cambiare pelle e riusciamo persino a cantare a
“tenore”.
Ciò che rimane del viaggio in Trentino è un susseguirsi di emozioni che
ognuno di noi coristi vive col proprio stato d’animo.
Torniamo in Sardegna molto stanchi ma molto felici.
La 9^ Rassegna
Non è una rassegna come tutte le altre. Per tanti motivi, il primo dei quali
è quello che ci vede orgogliosi di rivedere la nostra rassegna inserita all’interno
dei festeggiamenti del santo patrono, in collaborazione con il comitato delle
donne e con la Pro Loco di Ossi, che in questa occasione organizza la rinomata
Fiera della Lumaca.
Ma questa rassegna è per noi particolarmente cara in quanto abbiamo
deciso di dedicarla a Sebastiano Demontis, l’indimenticato “Cianu Monte”, già
amministratore e Sindaco di Ossi, scomparso nel 1996 e del quale ognuno di
noi conserva un proprio personale ricordo.
La rassegna viene veramente bene, un grande successo, potremmo
anche dire. Certo, col senno di poi, come tutte le cose del resto, avremmo
potuto fare di più e meglio. Di quel 25 agosto 2007 ricorderemo oltre al gran
caldo ed al gran pubblico anche il fatto che per l’ennesima volta abbiamo fatto
da padrini, non ufficiali ma pure sempre padrini, al gruppo folk dei bambini di
Osilo, denominati “A manu tenta”.
Mauro Lisei, “Il Maestro”, un amico
Abbiamo avuto la fortuna in questi lunghi 20 anni di conoscere tante
persone, alcune delle quali hanno lasciato un segno indelebile nella storia del
Coro di Ossi. Una di queste è certamente il Maestro Mauro Lisei, il direttore del
Coro Gusana di Gavoi, ma anche del Coro femminile Eufonia di Gavoi, ed anche
del Coro di Ortueri, e poi del Coro Santu Sabustiani di Teti, e finanche del Coro
di Orani e per ultimo del Coro di Olzai. Insomma, ovunque ci si giri nella
Barbagia di Nuoro il nome di Mauro Lisei è una sorta di lascia passare artistico
che gratifica e onorifica l’amico di Mauro.
Noi l’abbiamo conosciuto nel settembre del 1999 al concorso di
Berchidda dove noi partecipammo con il brano “Maria in terra tua” e poi l’anno
dopo, nel dicembre del 2000, a Ozieri, nel corso della serata del Premio Ozieri,
dove noi andammo a presentare, senza grande fortuna, la canzone “Innu a sa
limba sarda” di Tiu Pedru Muressu e Mauro Lisei era presente con il Coro
Gusana. Fù subito cordialità e Mauro apprezzò il nostro impegno nel cantare in
una situazione paradossale, dove cioè, già si sapeva in anticipo il nome del
vincitore e quindi la voglia di cantare andava a farsi benedire. Fù la prima e
ultima volta che partecipammo al concorso di Ozieri.
Ecco perché ci è sembrato naturale averlo ancora di più nostro amico e
legarlo ulteriormente alla grande famiglia del Coro Boghes Noas, con la scelta
di nominarlo “Socio Onorario” della nostra associazione, avvenuta ad Olzai il 24
giugno 2007
“......bella è sa zente chi cantada e ballada”
Caro Mauro,
ci è cosa gradita comunicarTi che l’Assemblea dei Soci dell’Associazione di Cultura e Spettacolo “Coro Boghes Noas de Ossi” ha deciso di conferirti il titolo di “Socio Onorario” della nostra associazione.
Il rapporto umano che unisce il nostro Coro con la Tua persona si è sempre di più cementato col trascorrere del tempo e noi siamo onorati di averti come amico.
Abbiamo avuto modo, in questi anni, di apprezzare le Tue doti artistiche che fanno di Te uno dei più completi e preparati Maestri di musica che la nostra ‘terra’ di Sardegna annovera nel panorama della cultura folkloristica isolana.
Ma, ci devi consentire, l’aspetto che noi del Coro Boghes Noas amiamo sottolineare è L’AMICIZIA che Tu hai voluto regalarci e che, più di tante e tante pergamene, amiamo esporre nella bacheca dell’anima di ognuno di noi.
A chent’annos Mauro Lisei, cun sempre più manna e bella amistade.Cun affettu sinzeru
Associazione di Cultura e SpettacoloCoro Boghes Noas de Ossi
Il PresidenteIl Presidente (Tonino Sanna)
OSSI/OLZAI 24 Giugno 2007
La canzone “Innu a sa limba sarda”, malgrado tutto, è diventata uno dei
cavalli di battaglia del nostro repertorio, da noi definita “il manifesto della
sardità”.
“Sardos cantade, cantade cantones de Logudoro
Cun sa conca e cun su coro su Sardu lu faeddade.
Dae su mesu che ogade
zertos limbazzos bastardosChi offenden sos nuraghes.Isparghide ‘e sos condaghes
sa limba antiga ‘e sos Sardos,pro curare sos testardos
sas iscolas aberidede sa Sarda limba vera,
de sa limba furistera puru tesoro faghide,a s’opera bos ponide.
Oh, omines de culturaCh’hazis sabios talentosDade so insinzamentosDe sa Sarda limba pura.Su pretore in sa pretura,
su zuighe in tribunale,su presidente in sa corteimpriman a manu forte
su Sardu in dogni verbale.In sardu dogni legale
Faeddet a sos clientesE in Sardu si difendatE i su Sardu s’intendat
In tottu sos continentes.
O babbos intelligentes,in s’allevare sos fizzosin Sardu los educadee in Sardu lis naiadeesempios e cussizos.
Cuddu c’abbasciat sos chizzosCh’hat in cara cua cua
Falta manna e testimoniaCa d’esser Sardu hat bigonza
Traighet sa limba sua.
Oh, mentalidade cruaD’unu fizu isnaturadu,
bastardu in su freddarech’hat birgonza ‘e impararesa limba chi l’hat ninnadu.
Siat puru perdonaduGustende in sa sardidade
Sa cosa pius licacrda:sardos cun coro intonade
sa limba de sa terra Sarda.
---Pedru Muresu---
La 10^ Rassegna, quella del “Ventennale”Dedicata a Salvatore Derudas
La 10^ rassegna, la tanto attesa festa del Ventennale per l’ennesimo
scherzo tragico del destino, si svolge il 22 agosto 2008, in Piazza Sardegna, in
un clima di mestizia.
Pochi giorni prima, esattamente il giorno di ferragosto in un incidente
stradale accaduto in Corsica, muore Salvatore Derudas, un giovane di 19 anni.
Salvatore era un ragazzo solare, allegro, spiritoso. Era andato in Corsica
per farsi la stagione estiva come cuoco, la sua grande passione unita a quella
per l’amore per I NOMADI.
Intorno a questa fine tragica, per la prima volta a Ossi, si è innescato in
noi ossesi un meccanismo di totale solidarietà nei confronti della famiglia di
Salvatore.
Tutto il paese, e soprattutto i giovani di Ossi, si sono stretti intorno a Nina
e Alberto, i genitori di Salvatore, per dare a loro quella umana e spontanea
solidarietà, tipica di noi adulti, ma spesso rara nei giovani.
Ed invece, loro, i giovani sono stati il fulcro di questa esperienza.
Noi come Coro abbiamo scelto di portare avanti la nostra 10^ rassegna
dedicandola a Salvatore e questa nostra scelta è stata condivisa dalla maggior
parte dell’opinione pubblica ed in particolare dagli amici di Salvatore i quali
hanno preparato un semplicissimo cartellone con attaccate delle sue fotografie
a testimonianza della sua breve ma felice esistenza.
Una cosa semplice ma di grande effetto emotivo.
E’ stata una serata importante per le mille emozioni vissute nel ricordo di
questo ragazzo ma anche nel ricordo di 20 anni di Boghes Noas.
Il clima mesto della serata ha lasciato pian pianino posto ad un clima
leggermente più disteso ed in un turbinio di emozioni abbiamo festeggiato i
nostri “primi 20 anni”.
Ci hanno fatto compagnia i nostri padrini del Coro di Usini, i nostri
figliocci del Coro di Codrongianos e de Su Coro de Piaghe, le nostre amiche del
Coro Eufonia di Gavoi dirette da Mauro Lisei ed infine il Gruppo Folk Città di
Ossi e il Gruppo Folk Ampuriesu di Valledoria.
Ancora una volta il nostro Coro ha dato il meglio di se, non solo sul palco
ma anche nella gestione ricreativa e culinaria. La cena è stata bella e
abbondante.
Questa serata sarà ricordata in particolare da Bruno Melis e Gianni
Belleddu che hanno avuto l’onore di essere battezzati come nuovi coristi.
Il Teatro “Garau” di Oristano
Il Teatro “Garau” di Oristano è uno dei più bei teatri della Sardegna. E’
già una emozione entrarci da spettatori, figuriamoci da protagonisti. Ebbene,
questa gioia noi l’abbiamo vissuta il 20 febbraio del 2007, quando, invitati dal
Coro “Maurizio Carta” di Oristano, abbiamo partecipato alla 2^ rassegna del
coro oristanese. Il teatro strapieno di gente appassionata, intenditrice del bel
canto e se quel giorno, per noi non hanno lesinato gli applausi, beh, qualche
cosa vorrà pur dire.
Ed è stato doppiamente felice l’impatto, con questo splendido teatro, per
Luca Leoni che per la prima volta indossava il costume del coro di Ossi e
ufficialmente veniva battezzato come nuovo corista dei Boghes Noas.
Il battesimo dei Nuovi Coristi
Il Coro Boghes Noas ha avuto la fortuna di essere sempre vissuto in
maniera positiva da tutti coloro che si sono avvicinati a questa corale.
Tantissime persone hanno voluto provare a “cantare”, tanti si sono arresi, molti
sono diventati coristi e si sono immersi in questa bella compagnia di
cantadores.
Per ognuno dei nuovi arriva sempre il momento della prima volta, la
prima volta su un palco, in chiesa o per strada e per tutti loro c’è il rito,
semplice ma sincero, del battesimo di immissione nel Coro Boghes Noas.
E’ una manifestazione, unica nel suo genere per i Cori Sardi, ideata dal
Coro Boghes Noas ed ora felicemente copiata da altre associazioni
folkoristiche.
Nel corso degli anni, da quando abbiamo voluto questo particolare
momento di vita sociale, abbiamo battezzato Paolo Sanna, Gian Quirico Masia,
Francesco Pittalis, Piero Piredda, Luca Salaris, Pietro Demontis, Emanuele Soro,
Antonio Serra, Pietro Pilo, Mario Solinas, Francesco Solinas, Massimiliano Pinna,
Antonio Milia, Riccardo Piras, Luca Leoni, Giovanni Masia, Salvatore Piredda,
Fabio Serra e soprattutti Pietro Demontis il piccolo, piccolo per differenziarlo
dal suo omonimo Pietro Demontis ma perché Pietro il piccolo ha solo 13 anni ed
è già un corista del Coro Boghes Noas e il 24 giugno 2007, a Olzai durante il
concerto ha vissuto il suo grande momento di vera emozione.
Vent’anni di …Parroci
Per il nostro modo di cantare, per le nostre tradizioni e per il nostro
repertorio musicale, basato si aspetti religiosi della melodia musicale sarda,
tantissime volte abbiamo avuto modo di esibirci in ambito parrocchiale. Da qui
nasce il nostro rapporto con la parte clericale e religiosa della nostra comunità.
Il Coro Boghes Noas ha curato, fin nei suoi minimi particolari, i rapporti
personali ed interpersonali con la comunità religiosa e pastorale della Chiesa di
Ossi.
In particolare abbiamo avuto la bontà di essere sempre in armonia con i
parroci di Ossi. Anche se, fondamentalmente, il nostro operato è stato facilitato
dalla umana semplicità dei due unici parroci che il nostro Coro ha conosciuto.
Vent’anni fa, quando iniziammo questo viaggio, nel lontano ormai mitico
1988, il Parroco di Ossi era Mons. Antonino Sara, Don Sara per tutti.
Sacerdote di grande personalità, uomo forte, dal grande carattere. Di lui
si può dire di tutto e di più. Certamente non è un personaggio che passa
inosservato.
Con noi del Coro, all’inizio, Don Sara ha trovato difficoltà a relazionare e
comunicare, vuoi per la nostra laicità comportamentale troppo evidente e vuoi
per il carattere fin troppo diffidente, del nostro amato Parroco, verso le novità e
gli aspetti, per lui, poco abbordabili della vita comunitaria del nostro paese.
Ma si sa, con l’andare del tempo ci si è sciolti un tantino di più, i rapporti
personali sono diventati persino amichevoli a tal punto che Mons Sara ci ha
fatto dono di una sua poesia dialettale diventata, grazie all’armonizzazione del
Maestro Salvatore Rizzu, una delle canzoni che compongono in nostro
repertorio di canti religiosi. La canzone è “Pane e Trigu” ed è quella che, nella
celebrazione della Messa, si canta al momento dell’offertorio.
Indimenticabili sono stati alcuni momenti di scontro verbale per alcuni
modi fare irruenti, seppur bonari, di Don Sara. Una sera di un Concerto di
Natale del 2004, forse stanco, forse nervoso, forse chissà cosa aveva, non ci
diede nemmeno il tempo di chiudere con i saluti finali che ci spense tutte le luci
della Chiesa. Forse era il suo modo, tutto particolare, di augurarci il Buon
Natale.
Ma, ad onor del vero, durante le celebrazioni delle sante Messe da noi
cantate, non dimenticava mai di citare il Coro Boghes Noas di Ossi come
esempio di attaccamento culturale alle nostre tradizioni e ci raccomandava
nelle preghiere elevate a Nostro Signore.
Questo era Don Sara parroco di Ossi sino al novembre del 2006. Il Coro
Boghes Noas lo ricorderà sempre come un grande padre e fratello e siamo
orgogliosi di annoverarlo tra i Soci Onorari della nostra associazione.
Poi Don Sara va via, o meglio, gira voce che, anche per la sua non più
giovane età, Mons. Sara debba lasciare la Parrocchia di San Bartolomeo di Ossi.
Si apre, a questo punto, il valzer dei nomi ed il toto-parroco diventa
l’argomento più diffuso e parlato del nostro paese.
La notizia del suo trasferimento si materializza in verità ed il nome del
nuovo parroco, come d’incanto girà di bocca in bocca, di strada in strada e di
famiglia in famiglia.
Un uomo che veniva dal freddo, nel senso che veniva da Osilo, paese di
bassa montagna, ma pur sempre più freddo, metereologicamente parlando,
rispetto a Ossi.
Il nuovo Parroco di Ossi è Don Salvatore Saba, per tutti Don Barore.
Se Don Sara era uomo di forti personalità, Don Barore ne ha da vendere.
L’arrivo a Ossi il 5 novembre 2006 è giorno da ricordare. Primo perché il
Coro Boghes Noas era presente, secondo per l’immensa folla che ha
accompagnato il nuovo Parroco. Due comunità che si stringono e onorano una
sola persona: Osilo e Ossi.
L’uomo che veniva dal freddo di Osilo e che si scioglie al tiepido sole
ossese capace, però di riscaldare anche un cuore di ghiaccio .
Ed è esattamente quello che Don Barore percepisce dall’affetto sincero e
spontaneo che gli ossesi gli regalano.
E’ poco tempo che frequentiamo Don Saba, ma tanto basta per averlo
come amico, di noi tutti e del Coro in particolare.
Forse non tarderemo a segnarlo nel registro dei Soci Onorari.
Vent’anni di …Sindaci
Se la vicinanza e l’amicizia con i parroci è fonte, per noi, di tranquillità nei
rapporti con altissime sfere del regno celeste, stessa cosa dobbiamo dire degli
ottimi rapporti che ci hanno legato e ci legano alle Amministrazioni Comunali
del Comune di Ossi con in testa, naturalmente i primi cittadini.
Il primo Sindaco che abbiamo conosciuto è stato Gavino Cassano, a suo
modo storico Sindaco di Ossi, non fosse altro per il fatto che, nel corso del suo
mandato Ossi ebbe la fortuna di avere due Sindaci in contemporanea.
Successe che, per lo sconvolgimento di scenari politici all’interno del
Consiglio Comunale di Ossi, si crearono due distinte maggioranze, ognuna delle
quali espresse il proprio primo cittadino, il già citato Cassano ed il nuovo
Sindaco Franco Orani. Per tutta una serie di combinazioni ed in attesa che gli
organi competenti si esprimessero in merito, entrambi, per tre mesi, furono
ufficialmente Sindaci di Ossi. Poi il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale)
diede ragione a Gavino Cassano, il quale portò regolarmente a termine il
proprio mandato amministrativo.
Tuttora viene ricordato come un avvenimento da Guinnes dei primati.
Sottolineiamo il fatto che nel corso del suo settennato (1988-1995), il
sindaco Cassano non ha mai partecipato a nessuna delle poche manifestazioni
da noi organizzate (pochine a dire la verità) rifacendosi, peraltro
abbondantemente, nel suo decennale mandato di Consigliere Regionale.
Dopo Cassano arriva il tempo politico amministrativo di Giovanni Serra,
(1995-2005), anni fecondi per il Coro Boghes Noas che vede crescere la sua
popolarità, ben condivisa ed onorata, dall’Amministrazione del Sindaco Serra.
Citiamo: il debutto del Coro, il viaggio in Valtellina con il vice Sindaco
Antonello Fadda, il viaggio a Vercelli e Alessandria con l’Ass. Bastiano Alba, il
lancio del 1° CD, la cittadinanza onoraria a Piero Marras, insomma tanti bei
avvenimenti tutti caratterizzati dall’ottimo legame con l’Amministrazione
Municipale.
Non è un caso, forse, che del coro fanno parte due persone che dividono
il loro tempo anche con l’impegno amministrativo: Francesco Pinna, oggi
Assessore e Piero Piredda attuale Presidente del Consiglio Comunale di Ossi.
Stiamo lavorando per avere qualche cantore in seno alla minoranza, in
maniera tale da essere imparzialmente bipartisan.
Il nostro motto è: “……. non siamo il Coro dell’Amministrazione Comunale
ma siamo il Coro del Comune di Ossi. “
Dopo Giovanni Serra, nel 2005 arriva il Sindaco del 2000, Pasquale
Lubinu e con questo Sindaco festeggiamo il nostro ventennale.
Viene chiamato “Sindaco del 2000” perché quando si candidò nel 1995,
era giovanissimo ma preparatissimo, ed il pronostico più concreto e azzeccato
per lui fu quello di indicarlo come Sindaco del terzo millennio. Mai pronostico fu
così giustamente indirizzato.
Il Sindaco Lubinu è certamente un Sindaco di forti personalità e grandi
capacità. Si può essere o non essere in accordo con le sue idee e posizioni ma
questo non toglie che egli sia in grado di accentrare su di se grandi e sentite
discussioni.
Noi del Coro dobbiamo ringraziarlo perché grazie alla sua, dovuta,
mediazione abbiamo ricostruito il rapporto con il comitato dei festeggiamenti
della festa di San Bartolomeo, arenatesi per futili motivi e che una volta
ristabiliti, assieme si è stati capaci di organizzare la festa del 2007, da molti
definita una delle più belle degli ultimi anni.
Chissà quanti altri Sindaci il Coro Boghes Noas conoscerà e la cosa che
auspichiamo è che con tutti loro ci possa essere un proficuo lavoro di
collaborazione, così come avvenuto con i loro predecessori.
Noi “Padrini”
Il 5 gennaio 2007 è un giorno particolarmente felice. Anche, ma non
soprattutto, per il compleanno di Mario Lubinu ed anche il mio, ma per il fatto
che in questo giorno riviviamo la gioia di essere per la seconda volta “Padrini”
di un altro coro che nasce e si affaccia nel panorama musicale sardo.
Dopo il Coro di Codrongianos, da noi battezzato nel 2003, è la volta del
Su Coro de Piaghe di Ploaghe, al quale ci legano rapporti di bella amicizia,
curati in maniera maniacale da Mario Masia che vive questa esperienza in
trance, essendo lui particolarmente legato al paese di Ploaghe.
La serata è bellissima e con noi ci sono anche il Coro di Mara, i Coro di
Muros ed il Coro di Florinas al quale va la nostra fraterna solidarietà perché
proprio nella mattinata successiva, quella del 6 gennaio, viene a mancare Nino
Sanna, un grande corista di Florinas, ma soprattutto un grande amico di noi
tutti.
Un anno dopo, il 4 gennaio 2008, gli amici ploaghesi ci richiamano per
fare loro da padrini per l’uscita del loro primo CD. E’ un avvenimento
particolarmente importante poiché a questa serata sono stati invitati, e sono
presenti, i nostri vecchi cari amici del Coro Valtellina. Una bella serata, piena di
grandi sensazioni ed emozioni.
La Nuova Sardegna del 10.01.2008, così riporta la cronaca della serata:
IL CANTO CORALE SARDO NELLA ZONA DEL COROSTesi di Laurea di Antonio Brundu
“Il canto corale in Sardegna si configura, soprattutto ultimamente, come
una parte cospicua e rilevante del patrimonio musicale isolano. Esso costituisce
la parte più moderna di tutto il settore canoro e musicale della Sardegna: le
prime formazioni corali maschili si registrano per la prima volta a Nuoro
intorno al 1950-60, legate fortemente ai nomi del Coro di Nuoro e del Coro
Barbagia.”
Sono le prime parole dell’introduzione alla tesi di laurea di Antonio
Brundu dal titolo: “Il Canto corale sardo nella zona del Coros.”
Antonio è un giovane usinese, componente del Coro di Usini e figlio
d’arte, in quanto figlio di Nanni Brundu, leader storico del coro usinese, e si è
laureato presso l’Università degli Studi di Sassari nella Facoltà di Lettere e
Filosofia, seguendo il corso di Laurea in Lettere.
Ha scelto di fare la propria tesi scrivendo del canto corale sardo,
analizzando in particolare la storia di quattro cori della Zona di Coros e più
precisamente: Coro di Usini, Coro di Ittiri, Coro di Uri e naturalmente Coro
Boghes Noas di Ossi.
“In questo lavoro –scrive Antonio Brundu- si è pensato di prendere in
esame i cori folcloristici di una zona ben precisa: il ‘Coros’. Essa si trova nel
nord ovest della Sardegna, a sud della città di Sassari”
“La denominazione più corretta di questa porzione di territorio –
prosegue Antonio Brundu- è quella di ‘sassarese’. I principali centri di Coros
sembrano essere infatti quei paesi che costituiscono l’immediato hinterland del
capoluogo turritano. La zona in questione appartiene, più ampiamente, a quella
parte di territorio denominata Logudoro.”
La tesi scritta da Antonio Brundu raccoglie, quindi, le storie di quattro
cori, diversi per storia, estrazione sociale e realtà culturali differenti.
“Il coro è generato dall’amore per il canto, dove cantare non è solo
cantare ma voglia di fare qualcosa di positivo che rimane nel paese e non solo”
Con queste parole Tonino Sanna, presidente in carica del Coro Boghes Noas di
Ossi definisce il suo gruppo e la sua genesi.”
E’ con queste parole che inizia il capitolo 1.3.1 dedicato al Coro Boghes
Noas di Ossi, parole semplici ma efficaci, con le quali Antonio Brundu riesce a
far breccia nei sentimenti di noi coristi ossesi.
Antonio Brundu scrive delle origini del coro, della sua articolazione in
gruppo, delle modalità delle prove, del repertorio musicale, del costume
indossato, della composizione burocratica, del rapporto con gli enti e istituzioni,
della discografia e delle pubblicazioni effettuate. Insomma un lavoro a tutto
tondo dove non mancano le narrazioni e aneddoti che bene illustrano la
ventennale nostra storia.
Per quanto riguarda l’effettuazione delle prove …il Coro di Ossi –
continua Antonio Brundu – effettua le prove due volte la settimana, il martedì
ed il giovedì, presso i locali del centro culturale del paese. Quest’ultimo giorno
è preferito al venerdì per un motivo particolare: ad Ossi il venerdì è un giorno
monopolizzato dai muratori: ‘Sa chenabura est de sos fraigamuros’ , è il
preludio al fine settimana (i muratori non lavorano di sabato) e molto spesso è
anche giornata di paga; per cui questi lavoratori sono soliti ritrovarsi nei bar
dopo la giornata lavorativa per bere un bicchierino in compagnia, raccontarsi
l’esito della giornata e dell’intera settimana, il procedere del lavoro. Per questo
il Coro di Ossi preferisce anticipare le prove al giorno prima in modo che anche
i coristi-muratori possano passare il venerdì sera in compagnia dei loro
colleghi. Ad Ossi è un giorno sacro”.
E’ un argomento, questo, che molti coristi, pur vivendolo
settimanalmente, non erano riusciti a focalizzarlo nella sua giusta dimensione.
Tra le altre cose descritte nella tesi di laurea và sicuramente citato il
capitolo dedicato al nostro costume dove …il coro di Ossi ha scelto di indossare
il tipico costume sardo formato dalle classiche ragas, munnedda, ghettas, in
sintonia con gli altri costumi della zona di Coros.” ..” Il costume conserva perciò
una valenza particolare per chi lo indossa e per chi lo ammira. Il coro tra l’altro
tiene bene in vista sul corpetto una coccarda rossa, in quanto l’associazione è
‘testimonial’, o ‘ testimonzos’ per la lotta contro l’AIDS. “E’ il modo di dire che
non solo canto ma anche impegno e coinvolgimento nel sociale”
Non manca, nel lavoro di Antonio, un intero capitolo dedicato alla musica
e ai brani del Coro Boghes Noas ed infatti egli scrive.. che diversi sono i brani
che connotano il gruppo e lo contraddistinguono: su tutti Sereneda, testo
scritto dal poeta tissese Bartolomeo Serra e musicato da Danilo Pingiori ma
anche ‘Ninnare sa vida’ di Luisa Masala e ‘Fizigheddu’ scritta da tiu Pedru
Muresu per il figlio che nasceva: è una sorta di preghiera – scrive Brundu – con
la quale il poeta affida a Dio il neonato sin dai primi istanti di vita. Per questo
motivo i ragazzi del coro sono soliti dedicare il brano a Manuel, un ragazzo
scomparso prematuramente “…. Come augurio perché anche quest’ultimo
possa godere della protezione della divinità”
Che dire di questa tesi: che è bella, ben scritta, bene argomentata. E poi
che altro dire, solo grazie ad Antonio Brundu per averci reso un pochino più
grandi assegnandoci un ruolo nel panorama musicale isolano, del quale
speriamo di essere sempre degni.
Essere finiti “dentro una tesi di laurea è il regalo più bello che il Coro
Boghes Noas poteva ricevere per il suo prime ventennale di vita.
Grazie al Dott. Antonio Brundu, il nostro amico Antonio.
Ai giorni nostri
Il Coro Boghes Noas è felice dei suoi primi vent’anni. E’ una gioia che
vuole condividere con tutti coloro cha hanno voluto bene al Coro di Ossi.
Ci apprestiamo a viverli godendo della felicità che ci deriva dall’avere
messo al mondo il nostro secondo CD, un lavoro che ripercorre questi anni
passati assieme.
Siamo felici della strada che abbiamo percorso, tutti assieme, superando
qualche volta, ostacoli che la vita di una associazione vive quotidianamente.
Noi li abbiamo superati e la gioia più grande ci deriva dal fatto che ogni giorno
che passa i Boghes Noas diventano sempre più numerosi con l’ingresso di
nuovi giovani coristi, che vanno ad arricchire la grande famiglia del coro.
Vorremmo abbracciare tutte le persone che con noi hanno condiviso
questi quattro lustri di grande spensieratezza e di mille emozioni.
Tutti i coristi, le nostre famiglie, i nostri amici, tutti quelli che col tempo
hanno imparato ad amarci, tutti quelli che col tempo si sono disinnamorati di
noi, insomma un grazie grande a tutti quanti.
Ma un grande pensiero va a chi non c’è più; alle mamme, ai padri, ai
fratelli e sorelle che ora ci guardano e ascoltano dal paradiso. Al grande piccolo
Manuel, nostro angioletto custode sempre attento a farci prendere le strada
giusta.
L’elenco di tutti i coristi del Coro Boghes Noas
Il Presidente onorario:
Efisio Planetta
I soci onorari:
Mons. Antonino SaraPiero MarrasMatteo SannaMauro LiseiPeppe BittiAndreana Piredda
I maestri nella storia:
1. Piero Concu2. Salvatore Rizzu3. Danilo Pingiori
I coristi nella storia:
1. Biancu Mario2. Belledddu Antonio3. Belleddu Gavino4. Belleddu Gianni5. Campesi Paolo6. Canu Andrea7. Canu Franco8. Cubeddu Giuseppe
9. Daga Mario10. Deffenu Pier Michele11. Demontis Pedrigheddu12. Demontis Pietro il piccolo13. Demontis Pietro il grande14. Derudas Marco15. Derudas Toricino16. Donaera Peppino17. Fadda “Zio Nino”18. Fancellu Andrea19. Fancellu Piero20. Lardu Nandino21. Leoni Luca22. Linzas Antonio23. Loriga Gigi24. Lubinu Mario25. Martinez Giommaria26. Masia Giovanni27. Masia Gian Quirico28. Masia Giuseppe29. Masia Mario30. Melis Bruno31. Milia Antonio32. Milia Gavino33. Mura Vincenzo34. Muresu Bastianino35. Peironi Antonello36. Pinna Francesco37. Pinna Massimiliano38. Pilo Antonio39. Pilo Pietro40. Piras Riccardo41. Piredda Piero42. Piredda Salvatore
43. Pittalis Francesco44. Porcu Bartolomeo45. Pulina Franco46. Pulina Igor47. Ruiu Gavinuccio48. Ruiu Giovanni49. Salaris Luca50. Sanna Mario51. Sanna Paolo52. Sanna Piero53. Sanna Tonino54. Scanu Franco55. Sechi Tonio56. Sechi Vito57. Serra Fabio58. Serra Sandro59. Serra Antonio60. Serra Tonio61. Solinas Francesco62. Solinas Mario63. Soro Emanuele64. Sotgia Giuseppe65. Spanu Mauro66. Tedde Andrea67. Usai Stefano