Verso la Pasqua con Teresio Olivelli Eremo San Salvatore - Erba n. 10 VEGLIATE e PREGATE Verso la Pasqua con Teresio Olivelli Eremo San Salvatore - Erba n. 10 VEGLIATE e PREGATE 52 ciclostilato in proprio Speciale estate Quest’anno vorremmo proporre delle vacanze estive e un percorso di formazione aperto a tutti. Tre mete un unico tema: il dialogo interreligioso! Vogliamo arrivare preparati, per cui ci saranno de- gli incontri sul tema aperti anche ai non parteci- panti alle vacanze, trovi le info sul sito. Qui sotto le proposte: MONTENEGRO-ALBANIA, 28 Luglio – 14 Agosto TERRA SANTA, 1-10 Agosto MAROCCO, 1-10 Agosto (SOLD-OUT!) stay tuned: www.azionecattolicamilano.it 52 ciclostilato in proprio Speciale estate Quest’anno vorremmo proporre delle vacanze estive e un percorso di formazione aperto a tutti. Tre mete un unico tema: il dialogo interreligioso! Vogliamo arrivare preparati, per cui ci saranno de- gli incontri sul tema aperti anche ai non parteci- panti alle vacanze, trovi le info sul sito. Qui sotto le proposte: MONTENEGRO-ALBANIA, 28 Luglio – 14 Agosto TERRA SANTA, 1-10 Agosto MAROCCO, 1-10 Agosto (SOLD-OUT!) stay tuned: www.azionecattolicamilano.it
26
Embed
VEGLIATE e PREGATE - azionecattolicamilano.itazionecattolicamilano.it/wp-content/uploads/2018/02/...definitivo.pdf · VEGLIATE e PREGATE Verso la Pasqua con Teresio Olivelli Eremo
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Verso la Pasquacon Teresio Olivelli
Eremo San Salvatore - Erba
n. 10
VEGLIA
TE e
PREGA
TE
Verso la Pasquacon Teresio Olivelli
Eremo San Salvatore - Erba
n. 10
VEGLIA
TE e
PREGA
TE
52
ciclostilato in proprio
Speciale estate
Quest’anno vorremmo proporre delle vacanze
estive e un percorso di formazione aperto a tutti.
Tre mete un unico tema: il dialogo interreligioso!
Vogliamo arrivare preparati, per cui ci saranno de-
gli incontri sul tema aperti anche ai non parteci-
panti alle vacanze, trovi le info sul sito.
Qui sotto le proposte:
MONTENEGRO-ALBANIA, 28 Luglio – 14 Agosto
TERRA SANTA, 1-10 Agosto
MAROCCO, 1-10 Agosto (SOLD-OUT!)
stay tuned:
www.azionecattolicamilano.it
52
ciclostilato in proprio
Speciale estate
Quest’anno vorremmo proporre delle vacanze
estive e un percorso di formazione aperto a tutti.
Tre mete un unico tema: il dialogo interreligioso!
Vogliamo arrivare preparati, per cui ci saranno de-
gli incontri sul tema aperti anche ai non parteci-
panti alle vacanze, trovi le info sul sito.
Qui sotto le proposte:
MONTENEGRO-ALBANIA, 28 Luglio – 14 Agosto
TERRA SANTA, 1-10 Agosto
MAROCCO, 1-10 Agosto (SOLD-OUT!)
stay tuned:
www.azionecattolicamilano.it
51
PROSSIMI APPUNTAMENTI
FUCI: Milano, 18 aprile
La FUCI si presenta Mercoledì 18 aprile - 17,30 in
Città studi, via Villani 2, Milano
Pellegrinaggio giovani: Bergamo, 28-30 aprile
In questo anno che ci avvicina al Sinodo dei Gio-
vani, ci metteremo in cammino per incontrare
dei testimoni forti di AC con i giovani provenienti
delle diocesi di tutta la Lombardia. Camminere-
mo con entusiasmo lungo i sentieri delle Orobie
bergamasche, condividendo lo slancio dei primi
chilometri, ma anche la fatica a fine giornata…
sempre ON THE ROAD!
Festa Unitaria: Mesero, 3 Giugno
Momento in cui tutta l’AC dai più piccoli ai più
grandi, si ritrova a Mesero (luogo in cui è vissuta
S.Gianna Beretta Molla). Occasione per vivere l’u-
nitarietà dell’associazione, per far festa insieme,
per riconoscersi dentro una storia più grande e
ampia… da 150 anni!
51
PROSSIMI APPUNTAMENTI
FUCI: Milano, 18 aprile
La FUCI si presenta Mercoledì 18 aprile - 17,30 in
Città studi, via Villani 2, Milano
Pellegrinaggio giovani: Bergamo, 28-30 aprile
In questo anno che ci avvicina al Sinodo dei Gio-
vani, ci metteremo in cammino per incontrare
dei testimoni forti di AC con i giovani provenienti
delle diocesi di tutta la Lombardia. Camminere-
mo con entusiasmo lungo i sentieri delle Orobie
bergamasche, condividendo lo slancio dei primi
chilometri, ma anche la fatica a fine giornata…
sempre ON THE ROAD!
Festa Unitaria: Mesero, 3 Giugno
Momento in cui tutta l’AC dai più piccoli ai più
grandi, si ritrova a Mesero (luogo in cui è vissuta
S.Gianna Beretta Molla). Occasione per vivere l’u-
nitarietà dell’associazione, per far festa insieme,
per riconoscersi dentro una storia più grande e
ampia… da 150 anni!
3
INTRODUZIONE
Questa sera abbiamo lasciato le nostre città, sia-
mo venuti qui insieme, nella notte del mercoledì san-
to per prepararci al triduo pasquale. Abbiamo tante
suggestioni nel cuore, tanti desideri, tante preoccu-
pazioni. Non possiamo non chiederci il perché della
nostra presenza qui.
Siamo qui perché amiamo il Signore Gesù e desi-
deriamo dare un senso alla nostra vita, anzi desideria-
mo trovare un senso in Lui il senso della nostra vita,
Lui che è via alla verità e alla vita. Siamo qui perché
vogliamo seguirlo sempre, anche nella sua passione
e morte per giungere con lui alla resurrezione. Siamo
qui perché vogliamo contemplare il suo volto, il volto
del Figlio di Dio che si è donato a noi e nell’Eucarestia
ha trovato il modo per rimanere sempre con noi.
In questa sera, così vicina alla notte del Signore,
ci lasciamo introdurre al mistero del triduo Pasquale
dalla figura di TERESIO OLIVELLI, testimone martire
del vero coraggio della fede. Scorgeremo qualche
tratto della sua vita, lasciandoci poi accompagnare
per l’intera nostra preghiera pellegrinante, dalla sua
testimonianza che fa eco alla nostra coscienza cri-
stiana, risvegliandola dal sopore della mondanità, per
risorgere con Cristo e in Cristo nostra Speranza.
3
INTRODUZIONE
Questa sera abbiamo lasciato le nostre città, sia-
mo venuti qui insieme, nella notte del mercoledì san-
to per prepararci al triduo pasquale. Abbiamo tante
suggestioni nel cuore, tanti desideri, tante preoccu-
pazioni. Non possiamo non chiederci il perché della
nostra presenza qui.
Siamo qui perché amiamo il Signore Gesù e desi-
deriamo dare un senso alla nostra vita, anzi desideria-
mo trovare un senso in Lui il senso della nostra vita,
Lui che è via alla verità e alla vita. Siamo qui perché
vogliamo seguirlo sempre, anche nella sua passione
e morte per giungere con lui alla resurrezione. Siamo
qui perché vogliamo contemplare il suo volto, il volto
del Figlio di Dio che si è donato a noi e nell’Eucarestia
ha trovato il modo per rimanere sempre con noi.
In questa sera, così vicina alla notte del Signore,
ci lasciamo introdurre al mistero del triduo Pasquale
dalla figura di TERESIO OLIVELLI, testimone martire
del vero coraggio della fede. Scorgeremo qualche
tratto della sua vita, lasciandoci poi accompagnare
per l’intera nostra preghiera pellegrinante, dalla sua
testimonianza che fa eco alla nostra coscienza cri-
stiana, risvegliandola dal sopore della mondanità, per
risorgere con Cristo e in Cristo nostra Speranza.
50
Per conoscere meglio TERESIO OLIVELLI:
– Luisa Bove, Teresio Olivelli: il coraggio e la fede, In
dialogo (2018)
– Giovanni Di Peio, Teresio Olivelli: tra storia e santità,
Effatà (2006)
– Nazareno Fabbretti, Teresio Olivelli: ribelle per amo-
re, Elledici (2014)
50
Per conoscere meglio TERESIO OLIVELLI:
– Luisa Bove, Teresio Olivelli: il coraggio e la fede, In
dialogo (2018)
– Giovanni Di Peio, Teresio Olivelli: tra storia e santità,
Effatà (2006)
– Nazareno Fabbretti, Teresio Olivelli: ribelle per amo-
re, Elledici (2014)
4
CANTO: Come fuoco vivo
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI
UN’IMMENSA FELICITÀ
CHE MAI PIÙ NESSUNO CI TOGLIERÀ
PERCHÉ TU SEI RITORNATO.
CHI POTRÀ TACERE, DA ORA IN POI,
CHE SEI TU IN CAMMINO CON NOI,
CHE LA MORTE È VINTA PER SEMPRE,
CHE CI HAI RIDONATO LA VITA?
Spezzi il pane davanti a noi
mentre il sole è al tramonto:
ora gli occhi ti vedono,
sei tu! Resta con noi.
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI...
E per sempre ti mostrerai
in quel gesto d’amore:
mani che ancora spezzano
pane d’eternità.
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI...
LA VITA
Teresio Olivelli nasce a Bellagio (Co) il 7 genna-
io 1916 in una famiglia profondamente cristiana,
lasciandosi guidare spiritualmente da don Rocco
Invernizzi, suo zio materno. Vive prima a Zeme
poi a Mortara, diocesi di Vigevano (Pv). Frequen-
4
CANTO: Come fuoco vivo
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI
UN’IMMENSA FELICITÀ
CHE MAI PIÙ NESSUNO CI TOGLIERÀ
PERCHÉ TU SEI RITORNATO.
CHI POTRÀ TACERE, DA ORA IN POI,
CHE SEI TU IN CAMMINO CON NOI,
CHE LA MORTE È VINTA PER SEMPRE,
CHE CI HAI RIDONATO LA VITA?
Spezzi il pane davanti a noi
mentre il sole è al tramonto:
ora gli occhi ti vedono,
sei tu! Resta con noi.
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI...
E per sempre ti mostrerai
in quel gesto d’amore:
mani che ancora spezzano
pane d’eternità.
COME FUOCO VIVO SI ACCENDE IN NOI...
LA VITA
Teresio Olivelli nasce a Bellagio (Co) il 7 genna-
io 1916 in una famiglia profondamente cristiana,
lasciandosi guidare spiritualmente da don Rocco
Invernizzi, suo zio materno. Vive prima a Zeme
poi a Mortara, diocesi di Vigevano (Pv). Frequen-
49
Nel soffrire mio Signore
ho incontrato te Dio Amore.
Rit. Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia per vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.
Voglio ringraziarti Signore
per la vita che mi hai ridonato
So che sei nell’amore degli amici
che ora ho incontrato
Nel soffrire mio Signore
ho incontrato te Dio Amore.
Nel perdono nel gioire,
ho capito che sei Luce per me.
Rit. Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia di vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.
...e con le lacrime agli occhi e le mani alzate
verso Te Gesù
Con la speranza nel cuore e la tua luce in me
paura non ho più...
49
Nel soffrire mio Signore
ho incontrato te Dio Amore.
Rit. Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia per vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.
Voglio ringraziarti Signore
per la vita che mi hai ridonato
So che sei nell’amore degli amici
che ora ho incontrato
Nel soffrire mio Signore
ho incontrato te Dio Amore.
Nel perdono nel gioire,
ho capito che sei Luce per me.
Rit. Signore sono qui per dirti ancora sì, Luce
Fammi scoppiare di gioia di vivere, Luce.
Fammi strumento per portare attorno a me, Luce.
E chi è vicino a me sappia che tutto in te è Luce.
...e con le lacrime agli occhi e le mani alzate
verso Te Gesù
Con la speranza nel cuore e la tua luce in me
paura non ho più...
5
ta la parrocchia di San Lorenzo, impegnandosi
nel locale circolo Giovanile Cattolico: formazio-
ne cristiana e impegno ascetico, azione pastora-
le e caritativa verso i più bisognosi. Nel 1934 si
iscrive a giurisprudenza a Pavia come alunno del
collegio Gigliesi, di cui diverrà poi giovane retto-
re. Partecipa attivamente al Guf (Gruppi Univer-
sitari fascisti), la fuci (Federazione Universitari
Cattolici Italiani) e alla San Vincenzo, dedicando-
si ai poveri e agli ammalati. Nel 1938 si laurea in
Giurisprudenza, collabora poi alla cattedra di di-
ritto amministrativo dell’Università di Torino. Tra
il 1939 e il 1941 lo vive inserito criticamente nel
fascismo cercando, in buona fede, di realizzare
una cristianizzazione del fascismo, che solo in
seguito capi che non essere possibile. Dal 1941
entra nella carriera militare e pur potendolo evi-
tare, chiede di partire come volontario in Russia:
non va alla guerra per la guerra ma allo scopo di
condividere con abnegazione evangelica del suo
Paese, delle classi sociali più basse che senza
averlo deciso sono costrette alla folle spedizione
italiana. Ci va come sottotenente della divisione
Tridentina, gruppo Bergamo: fa pregare, inco-
raggia, conforta i più deboli e impauriti. Porta
Cristo in quelle trincee di morte e disperazione.
Nella tragica ritirata soccorre molti feriti tra cui
molti soldati. Dopo l’armistizio dell’8 settembre
non si consegna ai tedeschi sia per fedeltà al Re,
5
ta la parrocchia di San Lorenzo, impegnandosi
nel locale circolo Giovanile Cattolico: formazio-
ne cristiana e impegno ascetico, azione pastora-
le e caritativa verso i più bisognosi. Nel 1934 si
iscrive a giurisprudenza a Pavia come alunno del
collegio Gigliesi, di cui diverrà poi giovane retto-
re. Partecipa attivamente al Guf (Gruppi Univer-
sitari fascisti), la fuci (Federazione Universitari
Cattolici Italiani) e alla San Vincenzo, dedicando-
si ai poveri e agli ammalati. Nel 1938 si laurea in
Giurisprudenza, collabora poi alla cattedra di di-
ritto amministrativo dell’Università di Torino. Tra
il 1939 e il 1941 lo vive inserito criticamente nel
fascismo cercando, in buona fede, di realizzare
una cristianizzazione del fascismo, che solo in
seguito capi che non essere possibile. Dal 1941
entra nella carriera militare e pur potendolo evi-
tare, chiede di partire come volontario in Russia:
non va alla guerra per la guerra ma allo scopo di
condividere con abnegazione evangelica del suo
Paese, delle classi sociali più basse che senza
averlo deciso sono costrette alla folle spedizione
italiana. Ci va come sottotenente della divisione
Tridentina, gruppo Bergamo: fa pregare, inco-
raggia, conforta i più deboli e impauriti. Porta
Cristo in quelle trincee di morte e disperazione.
Nella tragica ritirata soccorre molti feriti tra cui
molti soldati. Dopo l’armistizio dell’8 settembre
non si consegna ai tedeschi sia per fedeltà al Re,
48
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa’ che il nostro sangue
si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri Morti
a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: “Io sono la resurrezione e la vita’’
rendi nel dolore all’Italia
una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti:
veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città,
dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.
(Preghiera del Ribelle di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi)
BENEDIZIONE
CANTO FINALE: Luce
C’è il segreto della libertà,
quella vera, batte dentro di te
È come risvegliarsi un mattino con il sole,
dopo un lungo inverno
48
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa’ che il nostro sangue
si unisca al Tuo innocente
e a quello dei nostri Morti
a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: “Io sono la resurrezione e la vita’’
rendi nel dolore all’Italia
una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti:
veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città,
dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.
(Preghiera del Ribelle di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi)
BENEDIZIONE
CANTO FINALE: Luce
C’è il segreto della libertà,
quella vera, batte dentro di te
È come risvegliarsi un mattino con il sole,
dopo un lungo inverno
6
sia per fedeltà al Vangelo. Pertanto è arrestato e
deportato in Austria. Successivamente fugge a
Brescia dove s’inserisce nella Resistenza Catto-
lica per annunciare l’amore cristiano contro gli
odi delle ritorsioni. Svolge un ruolo formativo di
diffusione dei valori morali. Fonda il giornale “Il
Ribelle” e compone la preghiera “Signore facci
liberi”. Il 27 aprile 1945 è arrestato a Milano per
motivi politici ma soprattutto religiosi in quan-
to esponente della fuci e diffusore dei principi
dell’umanesimo cristiano opposto alla nazifica-
zione delle coscienze. Dal carcere di San Vitto-
re è trasferito al campo di Fossoli, poi a Gries
-Bolzano e infine nel novembre 1944 nel lager di
Flossenburg. Qui si distinse per la continua atti-
vità caritativa tanto da rifiutare l’inserimento tra
i lavoratori pur di occuparsi di quanti hanno biso-
gno di cure e sostegno, finendo nl campo di Her-
sbruck. L’atteggiamento caritatevole e religioso
infastidì i Kapò e le SS che si accaniscono su di
lui. Il 31 dicembre 1944 si protende verso un
nuovo gesto d’amore nei confronti di un giovane
prigioniero che veniva pestato. Il Kapò sferra un
calcio al ventre di Teresio che già pieno di piaghe
e ferite è ricoverato agonizzante nell’infermeria
dove si spegne il 17 gennaio 1945. I suoi compa-
gni vedono nella sua morte quella di un martire
per fede e carità.
6
sia per fedeltà al Vangelo. Pertanto è arrestato e
deportato in Austria. Successivamente fugge a
Brescia dove s’inserisce nella Resistenza Catto-
lica per annunciare l’amore cristiano contro gli
odi delle ritorsioni. Svolge un ruolo formativo di
diffusione dei valori morali. Fonda il giornale “Il
Ribelle” e compone la preghiera “Signore facci
liberi”. Il 27 aprile 1945 è arrestato a Milano per
motivi politici ma soprattutto religiosi in quan-
to esponente della fuci e diffusore dei principi
dell’umanesimo cristiano opposto alla nazifica-
zione delle coscienze. Dal carcere di San Vitto-
re è trasferito al campo di Fossoli, poi a Gries
-Bolzano e infine nel novembre 1944 nel lager di
Flossenburg. Qui si distinse per la continua atti-
vità caritativa tanto da rifiutare l’inserimento tra
i lavoratori pur di occuparsi di quanti hanno biso-
gno di cure e sostegno, finendo nl campo di Her-
sbruck. L’atteggiamento caritatevole e religioso
infastidì i Kapò e le SS che si accaniscono su di
lui. Il 31 dicembre 1944 si protende verso un
nuovo gesto d’amore nei confronti di un giovane
prigioniero che veniva pestato. Il Kapò sferra un
calcio al ventre di Teresio che già pieno di piaghe
e ferite è ricoverato agonizzante nell’infermeria
dove si spegne il 17 gennaio 1945. I suoi compa-
gni vedono nella sua morte quella di un martire
per fede e carità.
4647
CONCLUSIONE
Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce
segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito
contro le perfidie e gli interessi dominanti,
la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te
fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà,
facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito,
tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze,
vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito,
perseguitato, crocifisso,
nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno,
conforto nell’amarezza.
Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario,
facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
47
CONCLUSIONE
Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce
segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito
contro le perfidie e gli interessi dominanti,
la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te
fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà,
facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito,
tendi la nostra volontà,
moltiplica le nostre forze,
vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito,
perseguitato, crocifisso,
nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno,
conforto nell’amarezza.
Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario,
facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
7
RICORDO DEL BATTESIMO:
Il cammino della vita cristiana ha origine e rinnova
quotidianamente la sua partenza nel segno sacra-
mentale del battesimo: dall’acqua e dallo Spirito
noi rinasciamo a vita nuova.
(Aspersione dei presenti durante il canto, poi ci si incammina)
CANTO: Invochiamo la tua presenza
Invochiamo la tua presenza vieni Signor.
Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.
Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.
Rit.: Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,
scendi su di noi.
Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,
invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.
Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te. Rit.
7
RICORDO DEL BATTESIMO:
Il cammino della vita cristiana ha origine e rinnova
quotidianamente la sua partenza nel segno sacra-
mentale del battesimo: dall’acqua e dallo Spirito
noi rinasciamo a vita nuova.
(Aspersione dei presenti durante il canto, poi ci si incammina)
CANTO: Invochiamo la tua presenza
Invochiamo la tua presenza vieni Signor.
Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.
Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.
Rit.: Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,
scendi su di noi.
Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,
invochiamo la tua presenza scendi su di noi.
Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.
Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te. Rit.
46
46
8
8
45
4. È il momento di lasciar risuonare un testo che
in questo cammino ti ha accompagnato, mi ha
raggiunto nel profondo del cuore… confidalo al
Signore Gesù.
5. Sono pronto finalmente per concentrarmi su di
lui…forse posso esprimergli il mio amore per lui,
posso dirgli che gli voglio bene, posso svelargli
cosa mi piace e mi attira a lui (magari partendo
da una pagina del Vangelo, da una immagine che
il Vangelo ci consegna su Gesù).
6. Ora è il tempo della contemplazione … quando
due si vogliono bene si sta in silenzio…basta la
presenza dell’altro e il nostro cuore è consolato
profondamente. Un cuor solo e un’anima sola.
45
4. È il momento di lasciar risuonare un testo che
in questo cammino ti ha accompagnato, mi ha
raggiunto nel profondo del cuore… confidalo al
Signore Gesù.
5. Sono pronto finalmente per concentrarmi su di
lui…forse posso esprimergli il mio amore per lui,
posso dirgli che gli voglio bene, posso svelargli
cosa mi piace e mi attira a lui (magari partendo
da una pagina del Vangelo, da una immagine che
il Vangelo ci consegna su Gesù).
6. Ora è il tempo della contemplazione … quando
due si vogliono bene si sta in silenzio…basta la
presenza dell’altro e il nostro cuore è consolato
profondamente. Un cuor solo e un’anima sola.
9
PRIMA TAPPA
TESTIMONE DI SPERANZA
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde sapore,
con cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che a
essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete
la luce del mondo; non può restare nascosta una città
che sta sopra un monte, né si accende una lampada
per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e
così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così ri-
splenda la vostra luce davanti agli uomini, perché ve-
dano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre
vostro che è nei cieli.
Olivelli scrive in una sua lettera:
«Guardo con fiducia l’avvenire… cantiere dello
Spirito. Come sul caos primitivo, ancor soffia il
divino. Colgano i cristiani l’anima del tempo e la
sua verità e fermamente la promulghino. Il mon-
do nuovo sarà più cristiano.
9
PRIMA TAPPA
TESTIMONE DI SPERANZA
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde sapore,
con cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che a
essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete
la luce del mondo; non può restare nascosta una città
che sta sopra un monte, né si accende una lampada
per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e
così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così ri-
splenda la vostra luce davanti agli uomini, perché ve-
dano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre
vostro che è nei cieli.
Olivelli scrive in una sua lettera:
«Guardo con fiducia l’avvenire… cantiere dello
Spirito. Come sul caos primitivo, ancor soffia il
divino. Colgano i cristiani l’anima del tempo e la
sua verità e fermamente la promulghino. Il mon-
do nuovo sarà più cristiano.
44
Mi metto alla presenza di Gesù. Sono qui solo per Lui,
sono qui per fargli compagnia. Sono qui per adorarlo (al
modo di chi mette la mano alla bocca in segno di stupore!).
1. Provo a esprimere dinnanzi a Gesù ciò che ho nel
cuore. Sono tante le cose che risuonano questa
sera dentro di me…ripercorro quanto ho meditato
in questi giorni: (motivi di gioia e di ringraziamento,
momenti di paura e disperazione, momenti di solitu-
dine e di frastorno, momenti allegria e simpatia).
2. Provo a raccogliere la mia storia. Quante persone,
quanti incontri, quante situazioni in cui il Signore
ha cercato di dirmi che mi vuole bene: È il tempo
del cuore…porta qui dinanzi al Signore Gesù le per-
sone care, coloro che ti hanno aiutato a conoscere
Gesù e coloro che ancora lo stanno facendo , colo-
ro che fai fatica ad amare, coloro che sono causa di
dispiaceri nella tua vita…sii un “fratello universale”
,che prega e ama anche il nemico .Porta qui anche
qualche situazione del mondo che ti sta profonda-
mente a cuore e prega per la pace nel mondo.
3. Raccolgo anche tutti i miei desideri: Porta qui ciò
che di profondo c’è nel tuo cuore, ciò che desideri
vivere veramente nella vita, ciò che senti interior-
mente. Chiedi al Signore di aiutarti a conoscere ciò
che lui desidera per te (“Signore, tu che cosa desi-
deri per me, quali sono i tuoi desideri su di me?”) e
lascia che risuoni nel tuo cuore il tuo nome: come
Maria e i discepoli anche tu sei chiamato per nome!
44
Mi metto alla presenza di Gesù. Sono qui solo per Lui,
sono qui per fargli compagnia. Sono qui per adorarlo (al
modo di chi mette la mano alla bocca in segno di stupore!).
1. Provo a esprimere dinnanzi a Gesù ciò che ho nel
cuore. Sono tante le cose che risuonano questa
sera dentro di me…ripercorro quanto ho meditato
in questi giorni: (motivi di gioia e di ringraziamento,
momenti di paura e disperazione, momenti di solitu-
dine e di frastorno, momenti allegria e simpatia).
2. Provo a raccogliere la mia storia. Quante persone,
quanti incontri, quante situazioni in cui il Signore
ha cercato di dirmi che mi vuole bene: È il tempo
del cuore…porta qui dinanzi al Signore Gesù le per-
sone care, coloro che ti hanno aiutato a conoscere
Gesù e coloro che ancora lo stanno facendo , colo-
ro che fai fatica ad amare, coloro che sono causa di
dispiaceri nella tua vita…sii un “fratello universale”
,che prega e ama anche il nemico .Porta qui anche
qualche situazione del mondo che ti sta profonda-
mente a cuore e prega per la pace nel mondo.
3. Raccolgo anche tutti i miei desideri: Porta qui ciò
che di profondo c’è nel tuo cuore, ciò che desideri
vivere veramente nella vita, ciò che senti interior-
mente. Chiedi al Signore di aiutarti a conoscere ciò
che lui desidera per te (“Signore, tu che cosa desi-
deri per me, quali sono i tuoi desideri su di me?”) e
lascia che risuoni nel tuo cuore il tuo nome: come
Maria e i discepoli anche tu sei chiamato per nome!
45
4. È il momento di lasciar risuonare un testo che
in questo cammino ti ha accompagnato, mi ha
raggiunto nel profondo del cuore… confidalo al
Signore Gesù.
5. Sono pronto finalmente per concentrarmi su di
lui…forse posso esprimergli il mio amore per lui,
posso dirgli che gli voglio bene, posso svelargli
cosa mi piace e mi attira a lui (magari partendo
da una pagina del Vangelo, da una immagine che
il Vangelo ci consegna su Gesù).
6. Ora è il tempo della contemplazione … quando
due si vogliono bene si sta in silenzio…basta la
presenza dell’altro e il nostro cuore è consolato
profondamente. Un cuor solo e un’anima sola.
10
Tempo, il nostro, di agonia e di avvento; ne sap-
piano i cristiani cogliere l’anima di verità e, secon-
dando il soffio novatore dello Spirito, promulghi-
no con carità audace.
Non oscuriamo sotto il pesante moggio degli in-
teressi conservatori, la luce dei fermenti evangeli-
ci. Il nostro tempo di là attende un arricchimento
di umanità e un approfondimento di cristianità».
«L’epoca nostra è epoca di guerra di religione.
Spira un’atmosfera di crociata; riecheggia nell’a-
nima fedele il grido fascinatore di Pietro l’eremita:
Dio lo vuole. Che risponderemo? Sequar te. È tem-
po di troncare gli indugi: in questa ora cruciale
bando alle chiacchiere e ai sofismi che tutto giu-
stificano, anche la viltà, l’abbiezione. In piedi! O la
fede è vissuta come conquista, ed essa opera con
dedizione e si sostituisce alla nostra meschinità
riluttante. O la fede è massima per chi in essa s’a-
dagia, rifiutandosi di farla ragione di vita, e allora
è anemia, acquiescenza di elastica, amorfa, inver-
tebrata coscienza. [...]
Ogni uomo deve essere al suo posto, assumere le
sue responsabilità; senza rese a discrezione. Nella
cattolica Spagna si combatte per i valori indistrut-
tibili dello spirito, per salvare il Divino in noi, per
impedire all’eresia che devasti [...]. Se per la dife-
sa del Cattolicesimo e dei suoi valori, quelli che di
cattolico portano e vantano il nome si limitano a
leggiucchiare il giornale per trarne benevoli com-
10
Tempo, il nostro, di agonia e di avvento; ne sap-
piano i cristiani cogliere l’anima di verità e, secon-
dando il soffio novatore dello Spirito, promulghi-
no con carità audace.
Non oscuriamo sotto il pesante moggio degli in-
teressi conservatori, la luce dei fermenti evangeli-
ci. Il nostro tempo di là attende un arricchimento
di umanità e un approfondimento di cristianità».
«L’epoca nostra è epoca di guerra di religione.
Spira un’atmosfera di crociata; riecheggia nell’a-
nima fedele il grido fascinatore di Pietro l’eremita:
Dio lo vuole. Che risponderemo? Sequar te. È tem-
po di troncare gli indugi: in questa ora cruciale
bando alle chiacchiere e ai sofismi che tutto giu-
stificano, anche la viltà, l’abbiezione. In piedi! O la
fede è vissuta come conquista, ed essa opera con
dedizione e si sostituisce alla nostra meschinità
riluttante. O la fede è massima per chi in essa s’a-
dagia, rifiutandosi di farla ragione di vita, e allora
è anemia, acquiescenza di elastica, amorfa, inver-
tebrata coscienza. [...]
Ogni uomo deve essere al suo posto, assumere le
sue responsabilità; senza rese a discrezione. Nella
cattolica Spagna si combatte per i valori indistrut-
tibili dello spirito, per salvare il Divino in noi, per
impedire all’eresia che devasti [...]. Se per la dife-
sa del Cattolicesimo e dei suoi valori, quelli che di
cattolico portano e vantano il nome si limitano a
leggiucchiare il giornale per trarne benevoli com-
43
ADORAZIONE EUCARISTICA
(Durante il canto si effettua l’esposizione Eucaristica; è
il Signore Gesù nostro unica Speranza che viene a visitarci
nella nostra notte.)
CANTO: Pane del cielo
PANE DEL CIELO
SEI TU, GESÙ,
VIA D’AMORE:
TU CI FAI COME TE.
No, non è rimasta fredda la terra:
tu sei rimasto con noi
per nutrirci di te, pane di vita;
ed infiammare col tuo amore
tutta l’umanità.
Sì, il cielo è qui su questa terra:
tu sei rimasto con noi,
ma ci porti con te nella tua casa
dove vivremo insieme a te
tutta l’eternità.
No, la morte non può farci paura:
tu sei rimasto con noi.
E chi vive di te vive per sempre.
Sei Dio con noi, sei Dio per noi,
Dio in mezzo a noi.
43
ADORAZIONE EUCARISTICA
(Durante il canto si effettua l’esposizione Eucaristica; è
il Signore Gesù nostro unica Speranza che viene a visitarci
nella nostra notte.)
CANTO: Pane del cielo
PANE DEL CIELO
SEI TU, GESÙ,
VIA D’AMORE:
TU CI FAI COME TE.
No, non è rimasta fredda la terra:
tu sei rimasto con noi
per nutrirci di te, pane di vita;
ed infiammare col tuo amore
tutta l’umanità.
Sì, il cielo è qui su questa terra:
tu sei rimasto con noi,
ma ci porti con te nella tua casa
dove vivremo insieme a te
tutta l’eternità.
No, la morte non può farci paura:
tu sei rimasto con noi.
E chi vive di te vive per sempre.
Sei Dio con noi, sei Dio per noi,
Dio in mezzo a noi.
11
menti nazionali, da chi si attende l’opera? Biso-
gna respingere l’imborghesimento religioso, l’av-
venire non appartiene ai molli. Bisogna cessare di
essere bizantini nei pensieri, per essere Uomini:
Uomini cattolici. Uomini, cioè fibre salde, solide,
assetate. Cattolici, cioè ispirati dall’alto, da Dio,
che è guida e forza della vita».
Salmo 8 (canto)
SE GUARDO IL CIELO, LA LUNA E LE STELLE,
OPERE CHE TU CON LE DITA HAI MODELLATO
CHE COSA È PERCHÉ TE NE CURI
CHE COSA È PERCHÉ TE NE RICORDI
L’UOMO, L’UOMO, L’UOMO...
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
su tutte le cose che tu avevi creato:
gli uccelli del cielo,
i pesci del mare,
le greggi e gli armenti,
gli animali della campagna.
SE GUARDO IL CIELO...
11
menti nazionali, da chi si attende l’opera? Biso-
gna respingere l’imborghesimento religioso, l’av-
venire non appartiene ai molli. Bisogna cessare di
essere bizantini nei pensieri, per essere Uomini:
Uomini cattolici. Uomini, cioè fibre salde, solide,
assetate. Cattolici, cioè ispirati dall’alto, da Dio,
che è guida e forza della vita».
Salmo 8 (canto)
SE GUARDO IL CIELO, LA LUNA E LE STELLE,
OPERE CHE TU CON LE DITA HAI MODELLATO
CHE COSA È PERCHÉ TE NE CURI
CHE COSA È PERCHÉ TE NE RICORDI
L’UOMO, L’UOMO, L’UOMO...
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
su tutte le cose che tu avevi creato:
gli uccelli del cielo,
i pesci del mare,
le greggi e gli armenti,
gli animali della campagna.
SE GUARDO IL CIELO...
42
to. 17
Questi saranno i segni che accompagneran-
no quelli che credono: nel mio nome scacceranno
demòni, parleranno lingue nuove, 18
prenderanno
in mano serpenti e, se berranno qualche veleno,
non recherà loro danno; imporranno le mani ai
malati e questi guariranno».
19
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu
elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
20
Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore agiva insieme con loro e con-
fermava la Parola con i segni che la accompagna-
vano.
42
to. 17
Questi saranno i segni che accompagneran-
no quelli che credono: nel mio nome scacceranno
demòni, parleranno lingue nuove, 18
prenderanno
in mano serpenti e, se berranno qualche veleno,
non recherà loro danno; imporranno le mani ai
malati e questi guariranno».
19
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu
elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
20
Allora essi partirono e predicarono dappertutto,
mentre il Signore agiva insieme con loro e con-
fermava la Parola con i segni che la accompagna-
vano.
12
INTERCESSIONI
– Ti ringraziamo per il dono di Teresio Olivelli:
esempio di generosità e bontà per ogni giovane.
Donaci di raccogliere la sua esemplarità e di rico-
noscerlo come testimone credibile del vangelo:
preghiamo.
– Per tutti i giovani ed in particolare per coloro che
vivono la Chiesa attraverso le realtà associative:
sappiano essere responsabili, autentici e compe-
tenti dentro la quotidianità dello studio e del lavo-
ro: preghiamo
– Per tutte le comunità cristiane: siano segno di
speranza per tutti gli uomini e le donne di questo
tempo, luci nella notte capaci di indicare la luce
che viene dal Signore Gesù: preghiamo.
CANTIAMO INSIEME: Eccomi qui
ECCOMI QUI DI NUOVO A TE SIGNORE,
ECCOMI QUI: ACCETTA LA MIA VITA;
NON DIRE NO A CHI SI AFFIDA A TE,
MI ACCOGLIERAI PER SEMPRE NEL TUO AMORE.
Quando hai scelto di vivere quaggiù
quando hai voluto che fossimo figli tuoi
ti sei donato ad una come noi
e hai camminato sulle strade dell’uomo.
12
INTERCESSIONI
– Ti ringraziamo per il dono di Teresio Olivelli:
esempio di generosità e bontà per ogni giovane.
Donaci di raccogliere la sua esemplarità e di rico-
noscerlo come testimone credibile del vangelo:
preghiamo.
– Per tutti i giovani ed in particolare per coloro che
vivono la Chiesa attraverso le realtà associative:
sappiano essere responsabili, autentici e compe-
tenti dentro la quotidianità dello studio e del lavo-
ro: preghiamo
– Per tutte le comunità cristiane: siano segno di
speranza per tutti gli uomini e le donne di questo
tempo, luci nella notte capaci di indicare la luce
che viene dal Signore Gesù: preghiamo.
CANTIAMO INSIEME: Eccomi qui
ECCOMI QUI DI NUOVO A TE SIGNORE,
ECCOMI QUI: ACCETTA LA MIA VITA;
NON DIRE NO A CHI SI AFFIDA A TE,
MI ACCOGLIERAI PER SEMPRE NEL TUO AMORE.
Quando hai scelto di vivere quaggiù
quando hai voluto che fossimo figli tuoi
ti sei donato ad una come noi
e hai camminato sulle strade dell’uomo.
40
madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,
41
le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo
servivano, e molte altre che erano salite con lui a
Gerusalemme.
42
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve,
cioè la vigilia del sabato, 43
Giuseppe d’Arimatea,
membro autorevole del sinedrio, che aspettava
anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pi-
lato e chiese il corpo di Gesù. 44
Pilato si meravigliò
che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli
domandò se era morto da tempo. 45
Informato dal
centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46
Egli
allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla cro-
ce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un se-
polcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una
pietra all’entrata del sepolcro. 47
Maria di Màgdala
e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove
veniva posto.
Capitolo 16
1
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre
di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici
per andare a ungerlo. 2
Di buon mattino, il primo
giorno della settimana, vennero al sepolcro al le-
vare del sole. 3
Dicevano tra loro: «Chi ci farà ro-
tolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?».
4
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra
era già stata fatta rotolare, benché fosse molto
41
grande. 5
Entrate nel sepolcro, videro un giovane,
seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed
ebbero paura. 6
Ma egli disse loro: «Non abbiate
paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È
risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano
posto. 7
Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pie-
tro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come
vi ha detto”». 8
Esse uscirono e fuggirono via dal
sepolcro, perché erano piene di spavento e di
stupore. E non dissero niente a nessuno, perché
erano impaurite.
9
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il saba-
to, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dal-
la quale aveva scacciato sette demòni. 10
Questa
andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui
ed erano in lutto e in pianto. 11
Ma essi, udito che
era vivo e che era stato visto da lei, non credet-
tero.
12
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due
di loro, mentre erano in cammino verso la campa-
gna. 13
Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli
altri; ma non credettero neppure a loro.
14
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre era-
no a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità
e durezza di cuore, perché non avevano creduto
a quelli che lo avevano visto risorto. 15
E disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo
a ogni creatura. 16
Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvato, ma chi non crederà sarà condanna-
41
grande. 5
Entrate nel sepolcro, videro un giovane,
seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed
ebbero paura. 6
Ma egli disse loro: «Non abbiate
paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È
risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano
posto. 7
Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pie-
tro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come
vi ha detto”». 8
Esse uscirono e fuggirono via dal
sepolcro, perché erano piene di spavento e di
stupore. E non dissero niente a nessuno, perché
erano impaurite.
9
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il saba-
to, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dal-
la quale aveva scacciato sette demòni. 10
Questa
andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui
ed erano in lutto e in pianto. 11
Ma essi, udito che
era vivo e che era stato visto da lei, non credet-
tero.
12
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due
di loro, mentre erano in cammino verso la campa-
gna. 13
Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli
altri; ma non credettero neppure a loro.
14
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre era-
no a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità
e durezza di cuore, perché non avevano creduto
a quelli che lo avevano visto risorto. 15
E disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo
a ogni creatura. 16
Chi crederà e sarà battezzato
sarà salvato, ma chi non crederà sarà condanna-
13
Prima che il Padre ti richiamasse a sé
prima del buio che il tuo grido spezzerà
tu hai promesso di non lasciarci più
di accompagnarci sulle strade del mondo.
Ora ti prego conducimi con te
nella fatica di servir la verità
sarò vicino a chi ti invocherà
e mi guiderai sulle strade dell’uomo.
13
Prima che il Padre ti richiamasse a sé
prima del buio che il tuo grido spezzerà
tu hai promesso di non lasciarci più
di accompagnarci sulle strade del mondo.
Ora ti prego conducimi con te
nella fatica di servir la verità
sarò vicino a chi ti invocherà
e mi guiderai sulle strade dell’uomo.
40
madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,
41
le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo
servivano, e molte altre che erano salite con lui a
Gerusalemme.
42
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve,
cioè la vigilia del sabato, 43
Giuseppe d’Arimatea,
membro autorevole del sinedrio, che aspettava
anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pi-
lato e chiese il corpo di Gesù. 44
Pilato si meravigliò
che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli
domandò se era morto da tempo. 45
Informato dal
centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46
Egli
allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla cro-
ce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un se-
polcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una
pietra all’entrata del sepolcro. 47
Maria di Màgdala
e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove
veniva posto.
Capitolo 16
1
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre
di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici
per andare a ungerlo. 2
Di buon mattino, il primo
giorno della settimana, vennero al sepolcro al le-
vare del sole. 3
Dicevano tra loro: «Chi ci farà ro-
tolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?».
4
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra
era già stata fatta rotolare, benché fosse molto
40
madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome,
41
le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo
servivano, e molte altre che erano salite con lui a
Gerusalemme.
42
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve,
cioè la vigilia del sabato, 43
Giuseppe d’Arimatea,
membro autorevole del sinedrio, che aspettava
anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pi-
lato e chiese il corpo di Gesù. 44
Pilato si meravigliò
che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli
domandò se era morto da tempo. 45
Informato dal
centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46
Egli
allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla cro-
ce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un se-
polcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una
pietra all’entrata del sepolcro. 47
Maria di Màgdala
e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove
veniva posto.
Capitolo 16
1
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre
di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici
per andare a ungerlo. 2
Di buon mattino, il primo
giorno della settimana, vennero al sepolcro al le-
vare del sole. 3
Dicevano tra loro: «Chi ci farà ro-
tolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?».
4
Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra
era già stata fatta rotolare, benché fosse molto
14
14
39
scritta con il motivo della sua condanna diceva:
«Il re dei Giudei». 27
Con lui crocifissero anche due
ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [28
]
29
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuo-
tendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi
il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30
salva te
stesso scendendo dalla croce!». 31
Così anche i
capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si faceva-
no beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non
può salvare se stesso! 32
Il Cristo, il re d’Israele,
scenda ora dalla croce, perché vediamo e credia-
mo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con
lui lo insultavano.
33
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la
terra fino alle tre del pomeriggio. 34
Alle tre, Gesù
gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che
significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbando-
nato?». 35
Udendo questo, alcuni dei presenti dice-
vano: «Ecco, chiama Elia!». 36
Uno corse a inzup-
pare di aceto una spugna, la fissò su una canna e
gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se
viene Elia a farlo scendere». 37
Ma Gesù, dando un
forte grido, spirò.
38
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a
fondo. 39
Il centurione, che si trovava di fronte a
lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse:
«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
40
Vi erano anche alcune donne, che osservavano
da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria
39
scritta con il motivo della sua condanna diceva:
«Il re dei Giudei». 27
Con lui crocifissero anche due
ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. [28
]
29
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuo-
tendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi
il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30
salva te
stesso scendendo dalla croce!». 31
Così anche i
capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si faceva-
no beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non
può salvare se stesso! 32
Il Cristo, il re d’Israele,
scenda ora dalla croce, perché vediamo e credia-
mo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con
lui lo insultavano.
33
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la
terra fino alle tre del pomeriggio. 34
Alle tre, Gesù
gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che
significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbando-
nato?». 35
Udendo questo, alcuni dei presenti dice-
vano: «Ecco, chiama Elia!». 36
Uno corse a inzup-
pare di aceto una spugna, la fissò su una canna e
gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se
viene Elia a farlo scendere». 37
Ma Gesù, dando un
forte grido, spirò.
38
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a
fondo. 39
Il centurione, che si trovava di fronte a
lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse:
«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
40
Vi erano anche alcune donne, che osservavano
da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria
15
SECONDA TAPPA
TESTIMONE NELLA QUOTIDIANITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
(Ef 13-16)
In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete
diventati vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è
la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola
abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’i-
nimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito
la Legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se
stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e
per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per
mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia.
Dagli scritti di Teresio:
«Là dove puoi vivere, puoi vivere bene. Così possa
là dove è posto e donato il mio giorno, essere uti-
le ai fratelli: possa sentire la voce del Signore se
non nella magnificenza del creato, nella miseria
che atterra e nella carità che redime».
15
SECONDA TAPPA
TESTIMONE NELLA QUOTIDIANITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
(Ef 13-16)
In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete
diventati vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è
la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola
abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’i-
nimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito
la Legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se
stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e
per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per
mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia.
Dagli scritti di Teresio:
«Là dove puoi vivere, puoi vivere bene. Così possa
là dove è posto e donato il mio giorno, essere uti-
le ai fratelli: possa sentire la voce del Signore se
non nella magnificenza del creato, nella miseria
che atterra e nella carità che redime».
38
ba. 12
Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete
dunque che io faccia di quello che voi chiamate
il re dei Giudei?». 13
Ed essi di nuovo gridarono:
«Crocifiggilo!». 14
Pilato diceva loro: «Che male ha
fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggi-
lo!». 15
Pilato, volendo dare soddisfazione alla fol-
la, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver
fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.
16
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile,
cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa.
17
Lo vestirono di porpora, intrecciarono una coro-
na di spine e gliela misero attorno al capo. 18
Poi
presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19
E gli
percuotevano il capo con una canna, gli sputava-
no addosso e, piegando le ginocchia, si prostrava-
no davanti a lui. 20
Dopo essersi fatti beffe di lui, lo
spogliarono della porpora e gli fecero indossare
le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifig-
gerlo.
21
Costrinsero a portare la sua croce un tale che
passava, un certo Simone di Cirene, che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.
22
Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che si-
gnifica «Luogo del cranio», 23
e gli davano vino me-
scolato con mirra, ma egli non ne prese. 24
Poi lo
crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte
su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. 25
Erano
le nove del mattino quando lo crocifissero. 26
La
38
ba. 12
Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete
dunque che io faccia di quello che voi chiamate
il re dei Giudei?». 13
Ed essi di nuovo gridarono:
«Crocifiggilo!». 14
Pilato diceva loro: «Che male ha
fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggi-
lo!». 15
Pilato, volendo dare soddisfazione alla fol-
la, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver
fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse
crocifisso.
16
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile,
cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa.
17
Lo vestirono di porpora, intrecciarono una coro-
na di spine e gliela misero attorno al capo. 18
Poi
presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19
E gli
percuotevano il capo con una canna, gli sputava-
no addosso e, piegando le ginocchia, si prostrava-
no davanti a lui. 20
Dopo essersi fatti beffe di lui, lo
spogliarono della porpora e gli fecero indossare
le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifig-
gerlo.
21
Costrinsero a portare la sua croce un tale che
passava, un certo Simone di Cirene, che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.
22
Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che si-
gnifica «Luogo del cranio», 23
e gli davano vino me-
scolato con mirra, ma egli non ne prese. 24
Poi lo
crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte
su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. 25
Erano
le nove del mattino quando lo crocifissero. 26
La
16
«Ci si trovava di frequente in casa parrocchiale –
ricorda l’amico Silvio Grugnetti –, la casa di monsi-
gnor Dughera, aperta a tutti i giovani e agli uomini,
vero cenacolo di ritrovo ricreativo e fucina di forma-
zione religiosa e sociale. Quando capitava Teresio,
specialmente al sabato, bastava un piccolo o gran-
de avvenimento di cronaca o di politica a dar adito
a discussioni che si protraevano a lungo, mentre gli
succedeva di mettere in difficoltà i più dotti interlo-
cutori. Noi restavamo avvinti da tanto fascino ora-
torio. Era un ragazzo brillante sia come fisico che
come parola e pure aveva una fede profonda.»
Teresio frequenta la sezione pavese della Fuci (Cir-
colo universitario “S. Severino Boezio”) insieme ad
altri amici del Ghislieri partecipando alle adunanze e
ai gruppi del Vangelo. Sono gli anni in cui l’organizza-
zione è guidata dall’assistente nazionale monsignor
Giovanni Battista Montini, intransigente e cauto al
tempo stesso nei confronti del fascismo. Più che
combattere con il regime, crede più opportuno
cristianizzarne la cultura dall’interno. Sarà il futuro
Paolo VI a definire Olivelli, durante un discorso tenu-
to il 2 settembre 1963, tra i «migliori che diedero alla
Fuci un volto vivo, moderno e cristiano».
Pur vivendo una forte appartenenza associativa,
Teresio rifiuta incarichi di responsabilità, mentre
accoglie di buon grado le numerose richieste che gli
vengono da tante parrocchie per portare la sua testi-
monianza ai soci di Azione Cattolica di ogni età.»
16
«Ci si trovava di frequente in casa parrocchiale –
ricorda l’amico Silvio Grugnetti –, la casa di monsi-
gnor Dughera, aperta a tutti i giovani e agli uomini,
vero cenacolo di ritrovo ricreativo e fucina di forma-
zione religiosa e sociale. Quando capitava Teresio,
specialmente al sabato, bastava un piccolo o gran-
de avvenimento di cronaca o di politica a dar adito
a discussioni che si protraevano a lungo, mentre gli
succedeva di mettere in difficoltà i più dotti interlo-
cutori. Noi restavamo avvinti da tanto fascino ora-
torio. Era un ragazzo brillante sia come fisico che
come parola e pure aveva una fede profonda.»
Teresio frequenta la sezione pavese della Fuci (Cir-
colo universitario “S. Severino Boezio”) insieme ad
altri amici del Ghislieri partecipando alle adunanze e
ai gruppi del Vangelo. Sono gli anni in cui l’organizza-
zione è guidata dall’assistente nazionale monsignor
Giovanni Battista Montini, intransigente e cauto al
tempo stesso nei confronti del fascismo. Più che
combattere con il regime, crede più opportuno
cristianizzarne la cultura dall’interno. Sarà il futuro
Paolo VI a definire Olivelli, durante un discorso tenu-
to il 2 settembre 1963, tra i «migliori che diedero alla
Fuci un volto vivo, moderno e cristiano».
Pur vivendo una forte appartenenza associativa,
Teresio rifiuta incarichi di responsabilità, mentre
accoglie di buon grado le numerose richieste che gli
vengono da tante parrocchie per portare la sua testi-
monianza ai soci di Azione Cattolica di ogni età.»
36
stimonianza era concorde. 60
Il sommo sacerdote,
alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù
dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimo-
niano costoro contro di te?». 61
Ma egli taceva e
non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdo-
te lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio
del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
63
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le ve-
sti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di te-
stimoni? 64
Avete udito la bestemmia; che ve ne
pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65
Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli
il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E
i servi lo schiaffeggiavano.
66
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle
giovani serve del sommo sacerdote 67
e, vedendo
Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e
gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
68
Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco
che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un
gallo cantò. 69
E la serva, vedendolo, ricominciò a
dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70
Ma egli
di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano
di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro;
infatti sei Galileo». 71
Ma egli cominciò a impreca-
37
re e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui
parlate». 72
E subito, per la seconda volta, un gallo
cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli
aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti,
tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
Capitolo 15
1
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli
anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver te-
nuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portaro-
no via e lo consegnarono a Pilato. 2
Pilato gli do-
mandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose:
«Tu lo dici». 3
I capi dei sacerdoti lo accusavano di
molte cose. 4
Pilato lo interrogò di nuovo dicendo:
«Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accu-
sano!». 5
Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che
Pilato rimase stupito.
6
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà
per loro un carcerato, a loro richiesta. 7
Un tale,
chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme
ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un
omicidio. 8
La folla, che si era radunata, cominciò a
chiedere ciò che egli era solito concedere. 9
Pilato
rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per
voi il re dei Giudei?». 10
Sapeva infatti che i capi dei
sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.
11
Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché,
piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barab-
37
re e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui
parlate». 72
E subito, per la seconda volta, un gallo
cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli
aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti,
tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
Capitolo 15
1
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli
anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver te-
nuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portaro-
no via e lo consegnarono a Pilato. 2
Pilato gli do-
mandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose:
«Tu lo dici». 3
I capi dei sacerdoti lo accusavano di
molte cose. 4
Pilato lo interrogò di nuovo dicendo:
«Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accu-
sano!». 5
Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che
Pilato rimase stupito.
6
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà
per loro un carcerato, a loro richiesta. 7
Un tale,
chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme
ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un
omicidio. 8
La folla, che si era radunata, cominciò a
chiedere ciò che egli era solito concedere. 9
Pilato
rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per
voi il re dei Giudei?». 10
Sapeva infatti che i capi dei
sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.
11
Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché,
piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barab-
17
Preghiera
Cristo non ha mani
ha soltanto le nostre mani
per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha piedi
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini
sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé
agli uomini d’oggi.
Cristo non ha mezzi
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé.
Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora.
Siamo l’ultimo messaggio di Dio
scritto in opere e parole. Amen
CANTO: Vivere la vita
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino
è quello che Dio vuole da te.
17
Preghiera
Cristo non ha mani
ha soltanto le nostre mani
per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha piedi
ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini
sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra
ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé
agli uomini d’oggi.
Cristo non ha mezzi
ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé.
Noi siamo l’unica Bibbia
che i popoli leggono ancora.
Siamo l’ultimo messaggio di Dio
scritto in opere e parole. Amen
CANTO: Vivere la vita
Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e inabissarti nell’amore è il tuo destino
è quello che Dio vuole da te.
36
stimonianza era concorde. 60
Il sommo sacerdote,
alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù
dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimo-
niano costoro contro di te?». 61
Ma egli taceva e
non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdo-
te lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio
del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
63
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le ve-
sti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di te-
stimoni? 64
Avete udito la bestemmia; che ve ne
pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65
Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli
il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E
i servi lo schiaffeggiavano.
66
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle
giovani serve del sommo sacerdote 67
e, vedendo
Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e
gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
68
Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco
che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un
gallo cantò. 69
E la serva, vedendolo, ricominciò a
dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70
Ma egli
di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano
di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro;
infatti sei Galileo». 71
Ma egli cominciò a impreca-
36
stimonianza era concorde. 60
Il sommo sacerdote,
alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù
dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimo-
niano costoro contro di te?». 61
Ma egli taceva e
non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdo-
te lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio
del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
63
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le ve-
sti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di te-
stimoni? 64
Avete udito la bestemmia; che ve ne
pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65
Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli
il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E
i servi lo schiaffeggiavano.
66
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle
giovani serve del sommo sacerdote 67
e, vedendo
Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e
gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
68
Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco
che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un
gallo cantò. 69
E la serva, vedendolo, ricominciò a
dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70
Ma egli
di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano
di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro;
infatti sei Galileo». 71
Ma egli cominciò a impreca-
18
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso
è quello che Dio vuole da te.
Vivere perché ritorni al mondo l’unità,
perché Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
18
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita è l’avventura più stupenda dell’amore,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita e generare ogni momento il paradiso
è quello che Dio vuole da te.
Vivere perché ritorni al mondo l’unità,
perché Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
35
scorta». 45
Appena giunto, gli si avvicinò e disse:
«Rabbì» e lo baciò. 46
Quelli gli misero le mani ad-
dosso e lo arrestarono. 47
Uno dei presenti estras-
se la spada, percosse il servo del sommo sacerdo-
te e gli staccò l’orecchio. 48
Allora Gesù disse loro:
«Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi
con spade e bastoni. 49
Ogni giorno ero in mezzo
a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arre-
stato. Si compiano dunque le Scritture!».
50
Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51
Lo
seguiva però un ragazzo, che aveva addosso sol-
tanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52
Ma egli, la-
sciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
53
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là
si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani
e gli scribi. 54
Pietro lo aveva seguito da lontano,
fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacer-
dote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi
al fuoco.
55
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercava-
no una testimonianza contro Gesù per metterlo
a morte, ma non la trovavano. 56
Molti infatti te-
stimoniavano il falso contro di lui e le loro testi-
monianze non erano concordi. 57
Alcuni si alzaro-
no a testimoniare il falso contro di lui, dicendo:
58
«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distrug-
gerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e
in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da
mani d’uomo”». 59
Ma nemmeno così la loro te-
35
scorta». 45
Appena giunto, gli si avvicinò e disse:
«Rabbì» e lo baciò. 46
Quelli gli misero le mani ad-
dosso e lo arrestarono. 47
Uno dei presenti estras-
se la spada, percosse il servo del sommo sacerdo-
te e gli staccò l’orecchio. 48
Allora Gesù disse loro:
«Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi
con spade e bastoni. 49
Ogni giorno ero in mezzo
a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arre-
stato. Si compiano dunque le Scritture!».
50
Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51
Lo
seguiva però un ragazzo, che aveva addosso sol-
tanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52
Ma egli, la-
sciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.
53
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là
si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani
e gli scribi. 54
Pietro lo aveva seguito da lontano,
fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacer-
dote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi
al fuoco.
55
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercava-
no una testimonianza contro Gesù per metterlo
a morte, ma non la trovavano. 56
Molti infatti te-
stimoniavano il falso contro di lui e le loro testi-
monianze non erano concordi. 57
Alcuni si alzaro-
no a testimoniare il falso contro di lui, dicendo:
58
«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distrug-
gerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e
in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da
mani d’uomo”». 59
Ma nemmeno così la loro te-
19
TERZA TAPPA
TESTIMONE DI CARITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla Prima lettera di san Paolo apostolo
ai Corinzi (1Cor 13, 1-13)
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli an-
geli, ma non avessi amore, sono come un bronzo
che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il
dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tut-
ta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così
da trasportare le montagne, ma non avessi amore,
non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie
sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma
non avessi amore, niente mi giova. L’amore è pazien-
te, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si
vanta, non si gonfia non manca di rispetto, non cer-
ca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del
male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si com-
piace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine. Le profezie scompariran-
no; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
19
TERZA TAPPA
TESTIMONE DI CARITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla Prima lettera di san Paolo apostolo
ai Corinzi (1Cor 13, 1-13)
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli an-
geli, ma non avessi amore, sono come un bronzo
che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il
dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tut-
ta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così
da trasportare le montagne, ma non avessi amore,
non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie
sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma
non avessi amore, niente mi giova. L’amore è pazien-
te, è benevolo; l’amore non invidia; l’amore non si
vanta, non si gonfia non manca di rispetto, non cer-
ca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del
male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si com-
piace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
L’amore non avrà mai fine. Le profezie scompariran-
no; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
34
32
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed
egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre
io prego». 33
Prese con sé Pietro, Giacomo e Gio-
vanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34
Dis-
se loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Re-
state qui e vegliate». 35
Poi, andato un po’ innanzi,
cadde a terra e pregava che, se fosse possibile,
passasse via da lui quell’ora. 36
E diceva: «Abbà!
Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me
questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò
che vuoi tu». 37
Poi venne, li trovò addormentati e
disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito
a vegliare una sola ora? 38
Vegliate e pregate per
non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma
la carne è debole». 39
Si allontanò di nuovo e pregò
dicendo le stesse parole. 40
Poi venne di nuovo e li
trovò addormentati, perché i loro occhi si erano
fatti pesanti, e non sapevano che cosa risponder-
gli. 41
Venne per la terza volta e disse loro: «Dormi-
te pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il
Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei
peccatori. 42
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi
tradisce è vicino».
43
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giu-
da, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e
bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scri-
bi e dagli anziani. 44
Il traditore aveva dato loro un
segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò,
è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona
34
32
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed
egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre
io prego». 33
Prese con sé Pietro, Giacomo e Gio-
vanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34
Dis-
se loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Re-
state qui e vegliate». 35
Poi, andato un po’ innanzi,
cadde a terra e pregava che, se fosse possibile,
passasse via da lui quell’ora. 36
E diceva: «Abbà!
Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me
questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò
che vuoi tu». 37
Poi venne, li trovò addormentati e
disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito
a vegliare una sola ora? 38
Vegliate e pregate per
non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma
la carne è debole». 39
Si allontanò di nuovo e pregò
dicendo le stesse parole. 40
Poi venne di nuovo e li
trovò addormentati, perché i loro occhi si erano
fatti pesanti, e non sapevano che cosa risponder-
gli. 41
Venne per la terza volta e disse loro: «Dormi-
te pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il
Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei
peccatori. 42
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi
tradisce è vicino».
43
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giu-
da, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e
bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scri-
bi e dagli anziani. 44
Il traditore aveva dato loro un
segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò,
è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona
20
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la
nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è im-
perfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo
da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto
uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confu-
sa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco
in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfetta-
mente, come anch’io sono conosciuto. Queste dun-
que le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e
l’amore; ma di tutte più grande è l amore!
Dagli scritti di Teresio:
«Quando poi Cristo è l’ideale, quando sentiamo
in noi il Cristo vivificato che ci sospinge, credo che
il dovere si attui nell’amore totalitario a lui e deb-
ba essere consumato fino all’ultima stilla…
Bisogna respingere l’imborghesimento religioso:
l’avvenire non appartiene ai molli. Bisogna cessare
di essere bizantini nei pensieri, per essere uomini.
Uomini cattolici. Uomini, cioè fibre salde, solide,
assetate. Cattolici, cioè ispirati dall’alto, da Dio
che è guida e forza della vita».
«Arrivammo a Flossenbürg alle quattro del matti-
no stanchi, denutriti, sanguinanti, eravamo larve
20
La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la
nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è im-
perfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo
da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto
uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confu-
sa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco
in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfetta-
mente, come anch’io sono conosciuto. Queste dun-
que le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e
l’amore; ma di tutte più grande è l amore!
Dagli scritti di Teresio:
«Quando poi Cristo è l’ideale, quando sentiamo
in noi il Cristo vivificato che ci sospinge, credo che
il dovere si attui nell’amore totalitario a lui e deb-
ba essere consumato fino all’ultima stilla…
Bisogna respingere l’imborghesimento religioso:
l’avvenire non appartiene ai molli. Bisogna cessare
di essere bizantini nei pensieri, per essere uomini.
Uomini cattolici. Uomini, cioè fibre salde, solide,
assetate. Cattolici, cioè ispirati dall’alto, da Dio
che è guida e forza della vita».
«Arrivammo a Flossenbürg alle quattro del matti-
no stanchi, denutriti, sanguinanti, eravamo larve
33
«In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia
con me, mi tradirà». 19
Cominciarono a rattristarsi
e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20
Egli
disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con
me la mano nel piatto. 21
Il Figlio dell’uomo se ne
va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo,
dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio
per quell’uomo se non fosse mai nato!».
22
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo». 23
Poi prese un
calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tut-
ti. 24
E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alle-
anza, che è versato per molti. 25
In verità io vi dico
che non berrò mai più del frutto della vite fino al
giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
26
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il mon-
te degli Ulivi. 27
Gesù disse loro: «Tutti rimarrete
scandalizzati, perché sta scritto:
Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
28
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Gali-
lea». 29
Pietro gli disse: «Anche se tutti si scanda-
lizzeranno, io no!». 30
Gesù gli disse: «In verità io
ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che
due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai».
31
Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche
se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo
stesso dicevano pure tutti gli altri.
33
«In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia
con me, mi tradirà». 19
Cominciarono a rattristarsi
e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20
Egli
disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con
me la mano nel piatto. 21
Il Figlio dell’uomo se ne
va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo,
dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio
per quell’uomo se non fosse mai nato!».
22
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:
«Prendete, questo è il mio corpo». 23
Poi prese un
calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tut-
ti. 24
E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alle-
anza, che è versato per molti. 25
In verità io vi dico
che non berrò mai più del frutto della vite fino al
giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
26
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il mon-
te degli Ulivi. 27
Gesù disse loro: «Tutti rimarrete
scandalizzati, perché sta scritto:
Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
28
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Gali-
lea». 29
Pietro gli disse: «Anche se tutti si scanda-
lizzeranno, io no!». 30
Gesù gli disse: «In verità io
ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che
due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai».
31
Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche
se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo
stesso dicevano pure tutti gli altri.
21
di uomini». Arrivati al campo vengono fatti spo-
gliare e devono consegnare tutto ciò che possie-
dono, compresi gli effetti personali: in cambio vie-
ne loro data una ricevuta con indicato quanto
hanno depositato (che non vedranno mai più!).
Dopo una doccia bollentissima e la depilazione, i
prigionieri ricevono abiti civili, ma troppo leggeri
visto che Flossenbürg supera i 600 metri di altez-
za. Le baracche sono già piene di uomini e tro-
vare posto non è facile. Teresio è assegnato alla
numero 23, in fondo al campo, non lontana dal
forno crematorio. Il capo baracca raduna i nuo-
vi arrivati e tiene il tradizionale discorso intimida-
torio in tedesco, con minacce di morte a ogni pic-
cola infrazione. Nessuno capisce nulla e in quel
momento Olivelli si offre a fare da interprete: sale
su una pedana e riassume le parole del carceriere.
Di solito questi aguzzini responsabili delle barac-
che sono ergastolani o detenuti pericolosi che, in
cambio di quel servizio, se svolto secondo le diret-
tive delle SS, ottengono la libertà.
Teresio si prodiga per tutti, senza distinzione
e senza mai risparmiarsi; in particolare pensa ai
malati, andando di nascosto ad assisterli. Scabbia
e dissenteria sono all’ordine del giorno e lui, con
pazienza e delicatezza, ripulisce quei corpi marto-
riati e puzzolenti, come nessun altro avrebbe fat-
to. Naturalmente è proibito aiutare i compagni,
ma Olivelli affronta ogni rischio e pericolo.
21
di uomini». Arrivati al campo vengono fatti spo-
gliare e devono consegnare tutto ciò che possie-
dono, compresi gli effetti personali: in cambio vie-
ne loro data una ricevuta con indicato quanto
hanno depositato (che non vedranno mai più!).
Dopo una doccia bollentissima e la depilazione, i
prigionieri ricevono abiti civili, ma troppo leggeri
visto che Flossenbürg supera i 600 metri di altez-
za. Le baracche sono già piene di uomini e tro-
vare posto non è facile. Teresio è assegnato alla
numero 23, in fondo al campo, non lontana dal
forno crematorio. Il capo baracca raduna i nuo-
vi arrivati e tiene il tradizionale discorso intimida-
torio in tedesco, con minacce di morte a ogni pic-
cola infrazione. Nessuno capisce nulla e in quel
momento Olivelli si offre a fare da interprete: sale
su una pedana e riassume le parole del carceriere.
Di solito questi aguzzini responsabili delle barac-
che sono ergastolani o detenuti pericolosi che, in
cambio di quel servizio, se svolto secondo le diret-
tive delle SS, ottengono la libertà.
Teresio si prodiga per tutti, senza distinzione
e senza mai risparmiarsi; in particolare pensa ai
malati, andando di nascosto ad assisterli. Scabbia
e dissenteria sono all’ordine del giorno e lui, con
pazienza e delicatezza, ripulisce quei corpi marto-
riati e puzzolenti, come nessun altro avrebbe fat-
to. Naturalmente è proibito aiutare i compagni,
ma Olivelli affronta ogni rischio e pericolo.
32
6
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la
infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso
di me. 7
I poveri infatti li avete sempre con voi e
potete far loro del bene quando volete, ma non
sempre avete me. 8
Ella ha fatto ciò che era in suo
potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la se-
poltura. 9
In verità io vi dico: dovunque sarà procla-
mato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di
lei si dirà anche quello che ha fatto».
10
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò
dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù.
11
Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di
dargli del denaro. Ed egli cercava come conse-
gnarlo al momento opportuno.
12
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava
la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi
che andiamo a preparare, perché tu possa man-
giare la Pasqua?». 13
Allora mandò due dei suoi
discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà
incontro un uomo con una brocca d’acqua; segui-
telo. 14
Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il
Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15
Egli vi
mostrerà al piano superiore una grande sala, ar-
redata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
16
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono
come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
17
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18
Ora,
mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse:
32
6
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la
infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso
di me. 7
I poveri infatti li avete sempre con voi e
potete far loro del bene quando volete, ma non
sempre avete me. 8
Ella ha fatto ciò che era in suo
potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la se-
poltura. 9
In verità io vi dico: dovunque sarà procla-
mato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di
lei si dirà anche quello che ha fatto».
10
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò
dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù.
11
Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di
dargli del denaro. Ed egli cercava come conse-
gnarlo al momento opportuno.
12
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava
la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi
che andiamo a preparare, perché tu possa man-
giare la Pasqua?». 13
Allora mandò due dei suoi
discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà
incontro un uomo con una brocca d’acqua; segui-
telo. 14
Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il
Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15
Egli vi
mostrerà al piano superiore una grande sala, ar-
redata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
16
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono
come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
17
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18
Ora,
mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse:
22
Preghiera semplice
Signore, fa di me uno strumento della tua pace
così che dove c’è odio, io possa portare amore;
che dove c’è ingiustizia io possa portare
lo spirito del perdono;
che dove c’è discordia io possa portare armonia;
che dove c’è errore, io possa portare verità;
che dove c’è dubbio io possa portare fede;
che dove c’è disperazione io possa portare speranza;
che dove ci sono ombre io possa portare luce;
che dove c’è tristezza io possa portare gioia.
Signore fa che io possa piuttosto cercare
di confortare invece di essere confortato;
di capire invece di essere capito;
di amare invece di essere amato;
perché è col dimenticare se stessi che si trova;
è col perdonare che si è perdonati;
è col morire che ci si sveglia alla vita eterna. Amen.
CANTO: Popoli tutti
Mio Dio, Signore, nulla è pari a te
Ora e per sempre, voglio lodare
il tuo grande amor per noi.
Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai,
con tutto il cuore e le mie forze,
sempre io ti adorerò.
22
Preghiera semplice
Signore, fa di me uno strumento della tua pace
così che dove c’è odio, io possa portare amore;
che dove c’è ingiustizia io possa portare
lo spirito del perdono;
che dove c’è discordia io possa portare armonia;
che dove c’è errore, io possa portare verità;
che dove c’è dubbio io possa portare fede;
che dove c’è disperazione io possa portare speranza;
che dove ci sono ombre io possa portare luce;
che dove c’è tristezza io possa portare gioia.
Signore fa che io possa piuttosto cercare
di confortare invece di essere confortato;
di capire invece di essere capito;
di amare invece di essere amato;
perché è col dimenticare se stessi che si trova;
è col perdonare che si è perdonati;
è col morire che ci si sveglia alla vita eterna. Amen.
CANTO: Popoli tutti
Mio Dio, Signore, nulla è pari a te
Ora e per sempre, voglio lodare
il tuo grande amor per noi.
Mia roccia Tu sei, pace e conforto mi dai,
con tutto il cuore e le mie forze,
sempre io ti adorerò.
31
LETTURA DELLA PASSIONE
SECONDO MARCO
Questo è il tempo giusto, il tempo in cui fermarsi nel
silenzio e lasciar parlare la Parola al nostro cuore movi-
mentato. La lettura personale silenziosa della passione
del Signore è l’invito a ad affidarsi al suo amore totale,
che diviene dono inestimabile per la nostra vita. A tratti
chiudiamo gli occhi e lasciamo che la voce stessa del Si-
gnore ci sussurri la sua vita sofferta e offerta.
(Si lascia un tempo di silenzio con sottofondo musicale)
Capitolo 14
1
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi,
e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo
di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2
Di-
cevano infatti: «Non durante la festa, perché non
vi sia una rivolta del popolo».
3
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il
lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna
che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo
di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso
di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4
Ci
furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Per-
ché questo spreco di profumo? 5
Si poteva vender-
lo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed
erano infuriati contro di lei.
31
LETTURA DELLA PASSIONE
SECONDO MARCO
Questo è il tempo giusto, il tempo in cui fermarsi nel
silenzio e lasciar parlare la Parola al nostro cuore movi-
mentato. La lettura personale silenziosa della passione
del Signore è l’invito a ad affidarsi al suo amore totale,
che diviene dono inestimabile per la nostra vita. A tratti
chiudiamo gli occhi e lasciamo che la voce stessa del Si-
gnore ci sussurri la sua vita sofferta e offerta.
(Si lascia un tempo di silenzio con sottofondo musicale)
Capitolo 14
1
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi,
e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo
di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2
Di-
cevano infatti: «Non durante la festa, perché non
vi sia una rivolta del popolo».
3
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il
lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna
che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo
di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso
di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4
Ci
furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Per-
ché questo spreco di profumo? 5
Si poteva vender-
lo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed
erano infuriati contro di lei.
23
POPOLI TUTTI ACCLAMATE AL SIGNORE,
GLORIA E POTENZA CANTIAMO AL RE,
MARI E MONTI SI PROSTRINO A TE,
AL TUO NOME, O SIGNORE
Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con Te resterò,
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te.
23
POPOLI TUTTI ACCLAMATE AL SIGNORE,
GLORIA E POTENZA CANTIAMO AL RE,
MARI E MONTI SI PROSTRINO A TE,
AL TUO NOME, O SIGNORE
Canto di gioia per quello che fai,
per sempre Signore con Te resterò,
non c’è promessa non c’è fedeltà che in Te.
30
30
24
24
29
Non devi temere i terrori della notte
ne’ freccia che vola di giorno
mille cadranno al tuo fianco,
ma nulla ti colpirà.
Perché ai suoi angeli ha dato un comando,
di preservarti in tutte le tue vie,
ti porteranno sulle loro mani
contro la pietra non inciamperai.
E ti rialzerò, ti solleverò
su ali d’aquila ti reggerò
sulla brezza dell’alba ti farò brillar
come il sole, così nelle mie mani vivrai.
29
Non devi temere i terrori della notte
ne’ freccia che vola di giorno
mille cadranno al tuo fianco,
ma nulla ti colpirà.
Perché ai suoi angeli ha dato un comando,
di preservarti in tutte le tue vie,
ti porteranno sulle loro mani
contro la pietra non inciamperai.
E ti rialzerò, ti solleverò
su ali d’aquila ti reggerò
sulla brezza dell’alba ti farò brillar
come il sole, così nelle mie mani vivrai.
25
QUARTA TAPPA
TESTIMONE DI UMANITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
(Rm 8, 35-39)
Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione,
l’angoscia, la fame, la nudità, i pericoli, la spada? Se-
condo quanto sta scritto: per causa tua siamo mes-
si a morte tutto il giorno, fummo reputati come
pecore da macello. Ma in queste cose noi stravincia-
mo in grazia di Colui che ci amò. Sono infatti persuaso
che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente
né futuro, né altezze né profondità, né qualunque al-
tra cosa creata potrà separarci dall’amore che Dio ha
per noi in Gesù Cristo nostro Signore.
Da una lettera allo zio:
«Questo brusco contatto con le dure realtà della
vita, il cambiamento di ambiente col necessario pri-
mitivo isolamento, la lontananza da te, non ancora
25
QUARTA TAPPA
TESTIMONE DI UMANITÀ
Magnificat, magnificat
magnificat anima mea, dominum (2 v.)
Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
(Rm 8, 35-39)
Chi ci separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione,
l’angoscia, la fame, la nudità, i pericoli, la spada? Se-
condo quanto sta scritto: per causa tua siamo mes-
si a morte tutto il giorno, fummo reputati come
pecore da macello. Ma in queste cose noi stravincia-
mo in grazia di Colui che ci amò. Sono infatti persuaso
che né morte né vita, né angeli né potestà, né presente
né futuro, né altezze né profondità, né qualunque al-
tra cosa creata potrà separarci dall’amore che Dio ha
per noi in Gesù Cristo nostro Signore.
Da una lettera allo zio:
«Questo brusco contatto con le dure realtà della
vita, il cambiamento di ambiente col necessario pri-
mitivo isolamento, la lontananza da te, non ancora
28
i nostri sforzi possano essere utili per la vita del
mondo. Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, accompagnaci nelle scelte decisive
che la nostra età giovanile ci richiede, Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, infondi il tuo Spirito, liberaci da ogni
chiusura ed egoismo e rendici persone aperte, ca-
paci di amare, di condividere quello che siamo e
che abbiamo, con gli altri Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, molti soffrono ancora oggi persecu-
zioni a causa del tuo nome: concedi loro determi-
nazione e amore e a noi sostegno attraverso la
preghiera e la testimonianza, Kyrie Eleison
CANTO: Su ali d’aquila
Tu che abiti al riparo del Signore
e che dimori alla sua ombra,
di’ al Signore: “Mio rifugio,
mia roccia su cui confido.”
Rit. E ti rialzerà, ti solleverà
su ali d’aquila ti reggerà
sulla brezza dell’alba ti farà brillar
come il sole, così nelle sue mani vivrai.
Dal laccio del cacciatore ti libererà,
e dalla carestia che distrugge
poi ti coprirà con le sue ali
e rifugio troverai.
28
i nostri sforzi possano essere utili per la vita del
mondo. Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, accompagnaci nelle scelte decisive
che la nostra età giovanile ci richiede, Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, infondi il tuo Spirito, liberaci da ogni
chiusura ed egoismo e rendici persone aperte, ca-
paci di amare, di condividere quello che siamo e
che abbiamo, con gli altri Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, molti soffrono ancora oggi persecu-
zioni a causa del tuo nome: concedi loro determi-
nazione e amore e a noi sostegno attraverso la
preghiera e la testimonianza, Kyrie Eleison
CANTO: Su ali d’aquila
Tu che abiti al riparo del Signore
e che dimori alla sua ombra,
di’ al Signore: “Mio rifugio,
mia roccia su cui confido.”
Rit. E ti rialzerà, ti solleverà
su ali d’aquila ti reggerà
sulla brezza dell’alba ti farà brillar
come il sole, così nelle sue mani vivrai.
Dal laccio del cacciatore ti libererà,
e dalla carestia che distrugge
poi ti coprirà con le sue ali
e rifugio troverai.
29
Non devi temere i terrori della notte
ne’ freccia che vola di giorno
mille cadranno al tuo fianco,
ma nulla ti colpirà.
Perché ai suoi angeli ha dato un comando,
di preservarti in tutte le tue vie,
ti porteranno sulle loro mani
contro la pietra non inciamperai.
E ti rialzerò, ti solleverò
su ali d’aquila ti reggerò
sulla brezza dell’alba ti farò brillar
come il sole, così nelle mie mani vivrai.
26
temperata completamente dagli affetti familiari, la
delusione accarezzata forse in parte da illusioni gio-
vanili, subentrata brutalmente, mi balenarono un
cupo desolante pessimismo dal quale mi divincolò
il lume della fede. E mi elevò a una più alta compren-
sione di questo fenomeno misterioso e sublime,
tragedia ed epopea, che è la vita. Militia est vita ho-
minis super terram! La vita è prova, combattimento,
milizia dei forti. Non un letto di rose, non una corsa ai
piaceri ma dovere. In questo periodo di orientazione
spirituale, che è la giovinezza, si passa rapidamente
da un estremo all’altro: a quest’età facile è l’entusia-
smo, facile il rilassamento, facile lo sconforto. Una
sensibilità morbosa ci pervade in tutto e per tutto:
un pensiero, fatto più di intuizioni oscure, indefinite,
che di ragionamenti: romanticismo. Questo general-
mente è lo stato d’animo di chi, giovane, considera
la vacuità, la vanità del mondo; l’ostilità irriducibile
degli eventi. Manca l’equilibrio, frutto dell’esperien-
za; manca la calma superiore, riflessiva, che domini
il sentimento istintivo».
Salmo 23
1C: Il Signore è il mio pastore:
nulla mi mancherà.
In pascoli verdeggianti mi fa riposare,
verso acque tranquille mi conduce.
26
temperata completamente dagli affetti familiari, la
delusione accarezzata forse in parte da illusioni gio-
vanili, subentrata brutalmente, mi balenarono un
cupo desolante pessimismo dal quale mi divincolò
il lume della fede. E mi elevò a una più alta compren-
sione di questo fenomeno misterioso e sublime,
tragedia ed epopea, che è la vita. Militia est vita ho-
minis super terram! La vita è prova, combattimento,
milizia dei forti. Non un letto di rose, non una corsa ai
piaceri ma dovere. In questo periodo di orientazione
spirituale, che è la giovinezza, si passa rapidamente
da un estremo all’altro: a quest’età facile è l’entusia-
smo, facile il rilassamento, facile lo sconforto. Una
sensibilità morbosa ci pervade in tutto e per tutto:
un pensiero, fatto più di intuizioni oscure, indefinite,
che di ragionamenti: romanticismo. Questo general-
mente è lo stato d’animo di chi, giovane, considera
la vacuità, la vanità del mondo; l’ostilità irriducibile
degli eventi. Manca l’equilibrio, frutto dell’esperien-
za; manca la calma superiore, riflessiva, che domini
il sentimento istintivo».
Salmo 23
1C: Il Signore è il mio pastore:
nulla mi mancherà.
In pascoli verdeggianti mi fa riposare,
verso acque tranquille mi conduce.
27
Egli rinfranca la mia anima,
mi guida in sentieri di giustizia
in grazia del suo nome.
2C: Anche se camminassi in una valle
dall’ombra di morte,
non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga,
sono essi la mia difesa.
Per me tu prepari una mensa
di fronte ai miei avversari;
hai unto con olio il mio capo,
il mio calice è traboccante.
T: Certo, bontà e fedeltà
mi accompagneranno
per tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghi anni.
ACCLAMAZIONI
– Figlio di Dio, fa’ che le parole e le azioni di Teresio
possano esserci di ispirazione per essere testimo-
ni di umanità, Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, fa’ che nella nostra piccola e umile
vita quotidiana possiamo trarre insegnamento da
quello che leggiamo e studiamo, facendo sì che
27
Egli rinfranca la mia anima,
mi guida in sentieri di giustizia
in grazia del suo nome.
2C: Anche se camminassi in una valle
dall’ombra di morte,
non temerei alcun male,
perché tu sei con me;
il tuo bastone e la tua verga,
sono essi la mia difesa.
Per me tu prepari una mensa
di fronte ai miei avversari;
hai unto con olio il mio capo,
il mio calice è traboccante.
T: Certo, bontà e fedeltà
mi accompagneranno
per tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghi anni.
ACCLAMAZIONI
– Figlio di Dio, fa’ che le parole e le azioni di Teresio
possano esserci di ispirazione per essere testimo-
ni di umanità, Kyrie eleison.
– Figlio di Dio, fa’ che nella nostra piccola e umile