DVRA - ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di VIMODRONE - D.Lgs. 81/08 Tecnico valutatore: dott.sa Daniela Motta Revisione 03 Aggiornamento 01 stress lavoro correlato 18/02/11 ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Via Piave, 62 - 20090 Vimodrone MI tel. 02 27 40 12 07 – fax 02 25 012 42 – [email protected]Scuole dell’Infanzia: via Curiel; via Fiume; via Petrarca Scuole Primarie: via Battisti; via Fiume; via Piave Scuole Secondarie di primo grado: via Fiume; via Piave VALUTAZIONE DEI RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08) SOMMARIO STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08) ..........................................................................................1 PRINCIPALE RIFERIMENTI NORMATIVI .......................................................................................................... 1 DEFINIZIONE DI STRESS LAVORO-CORRELATO ........................................................................................... 1 FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LO STRESS NEL LAVORATORE (derivanti prevalentemente dall’ambiente lavorativo) ........................................................................................................................... 1 EFFETTI DELLO STRESS SUL LAVORATORE...................................................................................................... 4 COME AFFRONTARE LO STRESS LAVORO CORRELATO (E PIÙ IN GENERALE I RISCHI PSICOSOCIALI) NEL DVRA....................................................................................................................................................... 5 RISCHIO STRESS - LAVORO CORRELATO presso l’Istituto Comprensivo di Vimodrone. ........................ 6 SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL DOCUMENTO .................................................................... 6 IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DI VIMODRONE ............................................................................ 6 VALUTAZIONE DEL RISCHIO S-L-C ........................................................................................................... 6 Rischio di stress lavoro correlato (S.L.C.) riferito alla mansione ......................................................... 8 DOCENTE .....................................................................................................................................................8 PERSONALE AMMINISTRATIVO .................................................................................................................8 COLLABORATORE SCOLASTICO .............................................................................................................8 ALTRI PROVVEDIMENTI PREVENTIVI E PRASSI DI COMPORTAMENTO ADOTTATI ...................................... 9 VALUTAZIONE DEI FATTORI DI STRESS POTENZIALMENTE PRESENTI DA TENERE SOTTO CONTROLLO .... 10 Appendice: SEI STRESSATO? SCOPRILO CON UN GIOCO-TEST ............................................................. 11 Verifica di necessità di aggiornamento alla luce della circolare ministeriale del 18/11/2010 ...............0
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VALUTAZIONE DEI RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO€¦ · extraprofessionale. Il lavoro costituisce quindi un fattore di rischio concorrente. Perciò, lo stress lavoro-correlato non
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EFFETTI DELLO STRESS SUL LAVORATORE...................................................................................................... 4
COME AFFRONTARE LO STRESS LAVORO CORRELATO (E PIÙ IN GENERALE I RISCHI PSICOSOCIALI)
NEL DVRA ....................................................................................................................................................... 5
RISCHIO STRESS - LAVORO CORRELATO presso l’Istituto Comprensivo di Vimodrone. ........................ 6
SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL DOCUMENTO .................................................................... 6
IL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO DI VIMODRONE ............................................................................ 6
VALUTAZIONE DEL RISCHIO S-L-C ........................................................................................................... 6
Rischio di stress lavoro correlato (S.L.C.) riferito alla mansione ......................................................... 8
ALTRI PROVVEDIMENTI PREVENTIVI E PRASSI DI COMPORTAMENTO ADOTTATI ...................................... 9
VALUTAZIONE DEI FATTORI DI STRESS POTENZIALMENTE PRESENTI DA TENERE SOTTO CONTROLLO .... 10
Appendice: SEI STRESSATO? SCOPRILO CON UN GIOCO-TEST ............................................................. 11
Verifica di necessità di aggiornamento alla luce della circolare ministeriale del 18/11/2010 ...............0
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STRESS LAVORO CORRELATO (art. 28 D. Lgs. 81/08)
PRINCIPALE RIFERIMENTI NORMATIVI
Rischi psicosociali (DM 382/98)
Il nuovo Testo Unico sulla tutela della salute nei posti di lavoro (D. Lgs. 81/08 agli artt. 15; 17; 20;
28; 36; 37)
DEFINIZIONE DI STRESS LAVORO-CORRELATO
La Commissione Europea fornisce la seguente definizione: è lo “stress legato al lavoro: è uno
schema di reazione emotiva, cognitiva, comportamentale e psicologica agli aspetti conflittuali e
nocivi dei contenuti del lavoro, dell’organizzazione del lavoro, dell’ambiente di lavoro. Lo stress è
causato da una scarsa corrispondenza tra il nostro ruolo al lavoro e fuori dal lavoro e dal non avere
un ragionevole grado di controllo sul nostro lavoro e sulla nostra vita”.
Diversi livelli di condizionamento possono influire su l’insorgenza di questa usura psicofisica.
È necessario che siano considerate la dimensione individuale, l’ambientale e la professionale che,
in diversa misura, concorrono a determinare il livello di stress dell’individuo.
Queste variabili nello specifico si articolano in:
1. predisposizione familiare a determinate patologie (eredo-familiarità) e resistenza individuale allo
stress
2. variabili biologiche, quali sesso ed età
3. ambiente sociale di provenienza e vita di relazione
4. eventi di vita significativi (lutti, malattie, separazione, cambio di residenza, guerre…)
QUESTE 4 SONO LE VARIABILI RICONDUCIBILI ALLA DIMENSIONE INDIVIDUALE ed alcune di queste
sono difficilmente valutabili in ambiente lavorativo.
5. evoluzione del contesto sociale (es. famiglia da “normativa” è divenuta “affettiva”, stereotipi,
etc)
QUESTA È LA VARIABILE AMBIENTALE, anch’essa di difficile valutazione in ambiente lavorativo.
6. fattori professionali (rischi specifici del lavoro svolto ed organizzazione del lavoro)
QUESTA È LA VARIABILE PROFESSIONALE, la più valutabile, ovviamente, da DdL/RSPP/RLS.
Una seconda definizione di malattia correlata al lavoro e simile alla precedente, afferma quanto
segue: “malattia che ha un’origine multifattoriale, cioè può essere provocata o aggravatala da
un’azione combinata di più cause, individuali o ambientali, presenti in ambiente professionale o
extraprofessionale. Il lavoro costituisce quindi un fattore di rischio concorrente.
Perciò, lo stress lavoro-correlato non è solamente la tensione che deriva ed agisce sul lavoro svolto,
ma è la sommatoria dello stress da lavoro e dello stress che ciascun individuo possiede e porta con
sé sul lavoro.
FATTORI CHE POSSONO DETERMINARE LO STRESS NEL LAVORATORE (derivanti
prevalentemente dall’ambiente lavorativo)
QUESTI SONO I FATTORI PIÙ INDIVIDUABILI IN AMBIENTE LAVORATIVO.
Tutti i lavoratori sono potenzialmente a rischio ed ogni soggetto ha il proprio punto debole.
Attualmente le condizioni e le caratteristiche del lavoro cambiano a velocità vertiginosa,
contribuendo ad aggravare il rischio potenziale od effettivo, anche se in misura variabile.
Alcuni gruppi sono maggiormente a rischio rispetto ad altri. Fra i fattori che aumentano il rischio
figurano le condizioni di vita e di lavoro gravemente svantaggiate e la mancanza di sostegno
sociale. Altri fattori sono l'età (adolescenti e lavoratori anziani sono più vulnerabili), il sesso femminile
associato al sovraccarico lavorativo (per esempio le madri singole) e la condizione di disabile.
Spesso i soggetti maggiormente a rischio sono anche i più esposti a condizioni di vita e di lavoro
nocive. L'alto grado di vulnerabilità e l'elevata esposizione tendono dunque a coincidere.
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Oltre al DdL (DS) e all’RSPP, anche il RLS deve prestare molta attenzione ai fattori che determinano
lo stress e ai segnali che arrivano dai singoli individui.
È fondamentale individuare i lavoratori maggiormente a rischio e poter, quindi, presidiare e
prevenire eventuali sviluppi negativi delle condizioni psicologiche e fisiche delle persone esposte.
I fattori stressanti di rischio su cui si deve puntare l’osservazione, sono i seguenti…
1. La precarietà del posto di lavoro I lavoratori devono essere visti come risorsa e non come un capitolo di spesa; l’impossibilità di
progettare il futuro, la paura di perdere il lavoro e, di conseguenza, della fonte di guadagno
favorisce una caduta delle motivazioni ed un’ansia da vuoto occupazionale che a volte può
indurre a gesti sconsiderati.
Nella Scuola una gran parte dei lavoratori resta precaria per anni ed oggi, più che mai, con i
pesanti tagli al personale previsti, per molti si prospetta la possibilità di perdere definitivamente
anche il lavoro precario.
2. La flessibilità La flessibilità, i contratti interinali, il lavoro a basso costo, non permettono la stabilità lavorativa e di
conseguenza determinano la non affezione al lavoro, la deresponsabilizzazione, l’angoscia della
continua ricerca e della perenne instabilità. Il lavoro sempre più flessibile, porta tanti giovani (e non
solo) ad entrare nelle aziende tramite percorsi spesso tortuosi, fatti di tanti diversi impieghi e tante
modalità; anche in questo caso sono chiari i rischi per la salute derivanti dallo stress. La flessibilità,
deve essere un’opportunità per creare occasioni di lavoro e non precariato.
Nella Scuola, anche se non si parla di contratti interinali, sono diffusissimi i contratti a tempo
determinato (relativi ai precari ed, in particolare, ai supplenti) ed hanno sempre meno continuità,
rispetto al passato, perciò tale rischio è presente.
3. La non definizione delle responsabilità e delle competenze Non conoscere da parte del lavoratore il sistema della responsabilità in cui è inserito, non avere
chiarezza nella definizione dei ruoli all'interno dell'organizzazione, la non definizione dei rapporti
con i superiori e non avere punti di riferimento precisi in caso di difficoltà ovvero troppa
responsabilità in assenza di competenze adeguate può ingenerare difficoltà e apprensioni in chi
opera in questo contesto.
Questo aspetto è meno evidente in ambiente scolastico, ma teoricamente verificabile.
4. Il non rispetto dei ruoli e professionalità …Conflitti, mansioni improprie e inadeguate, responsabilità eccessiva; in questo caso lo stress può
derivare dalla conseguenza di dover essere onnipresenti, insostituibili, tutto fare o viceversa essere
scavalcato e sentirsi messo da parte. A causa di un'organizzazione inadeguata del lavoro può
sorgere incertezza su quali siano i compiti assegnati al lavoratore. In alcune situazioni lavorative,
inoltre, possono verificarsi richieste contraddittorie, per cui qualsiasi cosa faccia il lavoratore gli
viene rimproverato di violare alcune regole o di non soddisfare alcune richieste, ponendolo in un
conflitto irresolubile.
Anche se non è un aspetto preponderante è teoricamente possibile che si verifichi ciò anche in
ambiente scolastico. La nostra scuola, per ridurre tale rischio, si sforza di organizzare in modo chiaro
e definito il lavoro di tutti assegnando al personale ATA ruoli chiari e compiti precisi. Anche rispetto
alla prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro, esiste e si rinnova annualmente l’organigramma
della sicurezza, che viene reso noto ai lavoratori mediante affissioni di nomi e compiti. Una buona
organizzazione del lavoro minimizza tale rischio.
5. I fattori psicologici e sociali I lavori che comportano la necessità di venire a contatto con la sofferenza umana e, con malattie
ed infortuni (come per esempio i servizi di polizia, d’assistenza medica e d'emergenza) o nei quali il
personale è esposto a minacce d’aggressioni (personale di sorveglianza) o nei quali si lavora su
materiale umano (istituti d’educazione o istruzione di ogni ordine e grado) possono risultare molto
gravosi sul piano emotivo ed essere fonte di stress.
Nella scuola ci si riferisce soprattutto al lavoro su materiale umano, a volte anche con disagio
sociale.
6. La mancata informazione e formazione del lavoratore
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Non investire in formazione ed informazione, anche minime, ma adeguate su un lavoratore, perché
non ne vale la pena visto che rimane in azienda per poco tempo, può essere un sensibile fattore di
stress. Se, per esempio, una persona lavora un mese per ogni azienda, in sei aziende l’anno, quale
formazione riceverà? Secondo quali tempi e modi? Il lavoratore deve essere motivato e
partecipativo. La formazione deve essere permanente per agevolare l'adeguamento delle
competenze dei lavoratori alle esigenze aziendali promuovendo tanto la capacità d’inserimento
professionale, per tutta la vita, quanto la competitività dell'azienda, tenendo conto altresì della
necessità di prevenire lo stress connesso al lavoro e di promuovere la produttività.
Ci si sforza, nella nostra scuola, di fornire sia al personale a tempo determinato, che di passaggio,
continue ed adeguate occasioni di formazione.
7. L’autonomia decisionale e il controllo sulla propria attività lavorativa I lavoratori devono essere messi in grado di assumersi delle responsabilità e di poter, entro limiti
ragionevoli, decidere in che modo espletare un compito specifico. Negando loro queste possibilità
si può indurre uno stato di deresponsabilizzazione che può favorire l’insorgere di una condizione di
stress, soprattutto se, per portare a termine il lavoro assegnato, è necessario un notevole impegno.
È stato riscontrato che i lavoratori forniscono prestazioni ottimali e si sentono bene se è loro
consentito di incidere ed avere voce in capitolo sulle proprie condizioni di lavoro, sempre entro
determinati limiti. Se al lavoratore è consentito esercitare una tale influenza è più probabile che
egli affronti la situazione come una sfida positiva e non come un impegno gravoso.
8. I turni di lavoro, lavoro notturno e disorganizzazione Il sovraccarico lavorativo, i ritmi di lavoro e degli orari di lavoro dovuti a turni molto pesanti, turn-
over del personale, lavoro notturno, mancati riposi, richiamo dalle ferie, disorganizzazione
lavorativa, implicano un coinvolgimento ed una condivisione pesante dei lavoratori. L'impegno
richiesto dal lavoro o la quantità di lavoro assegnato possono essere troppo gravosi, rispetto alle
capacità, alla formazione e alle condizioni di partenza del singolo lavoratore o lavoratrice,
soprattutto se il datore di lavoro pretende prestazioni superlative costantemente, non soltanto
occasionalmente. Nel caso del lavoro a turni, poi, le variazioni periodiche dei ritmi biologici non
coincidono necessariamente con le esigenze ambientali. In questi casi l'organismo può essere
costretto a "premere sull'acceleratore" e la fase di "attivazione" può verificarsi in una parte della
giornata in cui il lavoratore dovrebbe dormire (per esempio, nelle ore diurne dopo un turno di
notte), mentre quella di "disattivazione" in un orario in cui al lavoratore è spesso richiesto di lavorare
ed essere vigile. La situazione può essere ulteriormente complicata dal fatto che il lavoratore vive in
un ambiente sociale, che non è organizzato in funzione delle esigenze dei lavoratori turnisti. Non
meno importante è il fatto che il lavoratore può essere costretto ad adeguarsi a variazioni regolari
o irregolari delle richieste poste dall'ambiente, come nel caso dei turni a rotazione. Ovviamente, la
capacità umana di fornire per un periodo prolungato prestazioni ai massimi livelli è limitata.
Questo aspetto non riguarda in genere la Scuola.
9. Fattori fisici (microclima, rumore, ecc.) Il lavoro deve caratterizzare l’identità del lavoratore ed essere uno strumento di coesione sociale, e
non solo produttivo. La presenza di rischi, come il rumore, o lo svolgimento dell’attività in condizioni
microclimatiche sfavorevoli richiedono un ulteriore affaticamento rispetto alle normali condizioni di
lavoro che può logorare un lavoratore soggetto a questi carichi.
Queste condizioni sfavorevoli non sono in genere presenti nella scuola. Il rumore, in particolare, può
essere un fastidio di fondo, ma non un rischio significativo, da solo, per la salute.
10. Il clima aziendale Il rapporto con l’azienda non può essere fondato solo su un rapporto “prestazione – denaro”, ma
deve essere qualcosa in più, un modo per realizzarsi, per esprimere al meglio il proprio talento; ad
esempio: la chiarezza nella definizione degli obiettivi e dei valori aziendali, la chiarezza delle
priorità, lavorare con una buona organizzazione, sono tutte condizione che possono aiutare a
lavorare più motivati.
11. Mobbing È un altro fattore di rischio che, se presente, induce stress nel lavoratore. Le sue cause sono
complesse e spesso si generano e si intrecciano con i precedenti fattori di stress. È un fattore molto
pericoloso che non sempre è facile riconoscere ed è molto pericoloso.
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Si può dire che anche nella scuola potrebbe verificarsi questo fenomeno, di difficile prevedibilità.
Sta al D.S. sorvegliare che non insorgano fenomeni di questo tipo ed intervenire se necessario.
12. I fattori riconducibili alle variabili della dimensione individuale ed ambientale In effetti questi fattori (le variabili da 1 a 6 dell’elenco iniziale della definizione) sono estranei
all’ambiente lavorativo; sicuramente influiscono sull’individuo, ma sono difficilmente valutabili in
ambiente lavorativo, anche per motivi di privacy. Solo in Medico Competente, messo sull’avviso di
un possibile rischio da stress lavoro-correlato, ne po’ avere sentore dopo un colloquio approfondito
e collaborativo da parte del lavoratore. Più probabilmente, possono essere messi in luce da
un’analisi psicologica approfondita da parte di un terapista professionista, coinvolto
successivamente, che può iniziare ad operare un’azione di recupero della situazione patologica.
EFFETTI DELLO STRESS SUL LAVORATORE
Lo stress è dovuto alla disarmonia fra sé stessi e il proprio lavoro, a conflitti fra il ruolo svolto al lavoro
e al di fuori di esso e da un grado insufficiente di controllo sulla propria attività lavorativa e sulla
propria vita.
Una minima quota di stress non è sempre necessariamente dannosa; quando ci si sente padroni
della situazione, lo stress diventa un fattore positivo, una sfida e non una minaccia. Quando invece
il fondamentale senso di controllo viene a mancare, lo stress può determinare uno stato di crisi, con
conseguenze negative per il lavoratore, per la sua salute e il suo lavoro. Se una tale condizione è
avvertita come parte integrante dell'esperienza quotidiana di lavoro, essa influirà sul ritmo al quale
hanno luogo i processi di "usura" dell'organismo. Quanto più si "preme l'acceleratore" tanto più
aumentano i "giri al minuto" ai quali funziona il motore del corpo, così che tale "motore" si logorerà
più rapidamente. In questo caso lo stress diventa un vero e proprio rischio per la salute di chi opera
in quelle condizioni.
Alcuni possibili effetti di questa condizione sono i seguenti:
Alterazioni dell’equilibrio socio emotivo
Comprendono reazioni d’ansia e depressione, senso di disperazione ed impotenza. Sono queste le
sensazioni, con gradi d’intensità variabili, che numerosi lavoratori avvertono quando sono
sottoposti a fattori di stress sul lavoro. Se l'esposizione al fattore di stress è intensa, frequente, di
lunga durata e/o il lavoratore esposto è vulnerabile a tali fattori, le sue reazioni emotive saranno
influenzate. Lo stato temporaneo d’ansia e/o di depressione può diventare più profondo o più
prolungato e superare i limiti della norma, sfociando nella patologia. Uno stato emotivo di questo
tipo può aumentare la propensione del lavoratore a considerare le proprie condizioni di lavoro
come nocive e le proprie reazioni al riguardo come indicative di una condizione patologica.
Alterazioni dell’equilibrio psico-fisiologico
Disturbi neuropsichici, cefalea, vertigini, disturbi gastrointestinali, senso di oppressione toracica,
tachicardia, manifestazioni dermatologiche, disturbi del sonno, senso di stanchezza, scarsa voglia
di ridere o sorridere e prendere decisioni, disturbi della sessualità. In condizioni di stress, molti
lavoratori hanno difficoltà a concentrarsi, a ricordare e memorizzare, ad apprendere cose nuove,
a essere creativi e a prendere decisioni. Anche in questo caso, superata una certa soglia, le
suddette reazioni possono dar luogo a uno stato disfunzionale sia direttamente che indirettamente,
tra l'interpretazione del proprio contesto lavorativo e delle proprie reazioni ad esso.
Disturbi del comportamento
L'esposizione a fattori di stress connessi al lavoro o di altro tipo può stimolare comportamenti che
mettono a repentaglio la salute. Per rilassarsi alcuni lavoratori ricorrono agli alcolici o cominciano a
fumare (oppure fumano di più: fumo da stress). Altri cercano conforto nel cibo (aumentando il
rischio di obesità e di conseguenti patologie cardiovascolari e diabete), nelle droghe o corrono
pericoli superflui sul lavoro o nel traffico. Un'altra valvola di sfogo può essere rappresentata
dall'aggressività, dalla violenza o da altri tipi di comportamento antisociale. Molte di queste
reazioni possono provocare incidenti, malattie e morte prematura.
Si è ormai definita da tempo anche una specifica sindrome, il BURNOUT, caratterizzata da
particolari stati d’animo (quali ansia, irritabilità, esaurimento fisico, panico, agitazione, senso di
colpa, negativismo, ridotta autostima, empatia e capacità d’ascolto etc.), somatizzazioni (quali