Istituto Comprensivo “Don Milani”di Rovato Anno Scolastico 2011/2012 Commissione Integrazione GLH di istituto VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DISABILI Dalle buone azioni alle buone prassi Siamo costantemente di fronte al malinteso delle buone prassi e costantemente è necessario ribadire che le buone prassi non sono le buone azioni singole. Sono un’organizzazione complessa per tutti e tale da poter garantire una percorribilità nel tempo. Sono un indicatore di qualità... (Andrea Canevaro)
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VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DISABILI BUONE... · GLH di istituto VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI ... scuola, si ribadisce l’importanza della “ partecipazione
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Istituto Comprensivo “Don Milani”di Rovato
Anno Scolastico 2011/2012
Commissione Integrazione
GLH di istituto
VADEMECUM PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI
DISABILI
Dalle buone azioni alle buone prassi
Siamo costantemente di fronte al malinteso delle buone prassi e costantemente è necessario ribadire che le
buone prassi non sono le buone azioni singole. Sono un’organizzazione complessa per tutti e tale da poter garantire
una percorribilità nel tempo. Sono un indicatore di qualità... (Andrea Canevaro)
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INDICE
Vademecum delle buone prassi: integrarsi per integrare ed includere…………….……pag.4
Questioni terminologiche: integrazione o inclusione?....................................................pag.5
Spazi strutturati e ausili……………………………………………………………………..pag.31
La valutazione..............................................................................................................pag.32
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VADEMECUM DELLE BUONE PRASSI:
INTEGRARSI PER INTEGRARE ED INCLUDERE
Il quadro organizzativo del sistema scolastico, che si fonda sull’autonomia della scuola a
livello territoriale, richiede la necessità di definire modelli di relazione tra scuola, territorio,
enti locali, ASL/AO, famiglie e associazioni.
Il presente Vademecum nasce dall’esigenza di rendere visibile, condivisibile e
comunicabile il quadro di relazioni istituzionali in cui si coniugano le competenze di ogni
soggetto, al fine di configurare un sistema integrato.
Il documento, quindi, si pone come strumento per conoscere risorse umane, materiali,
organizzative, procedurali, strumentali, relative alla nostra realtà scolastica e territoriale,
che insieme contribuiscono a tessere e realizzare l’integrazione degli alunni con disabilità.
L’ottica perseguita è quella della globalità, riguardo ai diversi ambiti connessi con la
progettualità dell’integrazione, considerando tutti gli attori, ciascuno importante.
Nelle “Linee guida per l’integrazione” (04-08-’09) si attribuisce un ruolo inclusivo alla
scuola, si ribadisce l’importanza della “partecipazione di tutte le componenti scolastiche al
processo di integrazione, il cui obiettivo fondamentale è lo sviluppo delle competenze
dell’alunno negli apprendimenti, nella comunicazione e nella relazione, nonché nella
socializzazione, obiettivi raggiungibili attraverso la collaborazione e il coordinamento di
tutte le componenti in questione nonché dalla presenza di una pianificazione puntuale e
logica degli interventi educativi, formativi, riabilitativi come previsto dal P.E.I.”.
Il Vademecum non pretende di essere esaustivo ma di essere punto di partenza e uno
strumento di dialogo tra soggetti, valore aggiunto nell’inclusione scolastica degli alunni
disabili.
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QUESTIONI TERMINOLOGICHE:
INTEGRAZIONE O INCLUSIONE?
INTEGRAZIONE INCLUSIONE
� Si riferisce all’ambito educativo in
senso stretto;
� guarda al singolo alunno;
� interviene prima sul soggetto, poi sul
contesto;
� incrementa una risposta speciale.
� Si riferisce alla globalità della sfera
educativa, sociale e politica;
� guarda a tutti gli alunni;
� interviene prima sul contesto, poi sul
soggetto;
� trasforma la risposta speciale in
normalità.
La nostra scelta guarda verso l’inclusione :
� processo che risponde alla variabilità degli stili di apprendimento;
� processo che riduce l’esclusione dall’educazione;
� processo per favorire la partecipazione sociale;
� promuove le risorse e le potenzialità di ciascuno;
� implica dei cambiamenti nel contesto: nei contenuti, nelle strutture, nelle
metodologie;
� garantisce i diritti alla formazione, alle pari opportunità e alla partecipazione
sociale;
� nella scuola si sviluppa con l’accettazione della diversità e la promozione
delle risorse dell’insegnamento;
� la finalità ultima è una formazione di buona qualità per i soggetti in fase di
apprendimento a prescindere dalle loro caratteristiche.
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PANORAMA NORMATIVO NAZIONALE • 1975, Relazione della Commissione Falcucci.
Si parla dei problemi scolastici degli alunni handicappati, del ruolo della scuola e degli
insegnanti.
• 1977, Legge n. 517.
Abolizione classi differenziali (non delle scuole speciali); non più di 20 alunni per classe
con h; attività integrative
• 1977, DM. Sancisce la nascita dell'insegnante di sostegno.
• 1982, Legge n. 270.
Ruolo dell’insegnante di sostegno.
• 1992, Legge 104.
Legge quadro, azione globale per la piena integrazione delle persone handicappate;
unifica e completa tutta la normativa precedente.
Quattro ambiti:
� principi generali e definizioni (accertamento dell’handicap, diritti, prevenzione, cura
e riabilitazione, …);
� diritto all’educazione e all’istruzione, e all'integrazione scolastica;
� integrazione lavorativa;
� altri provvedimenti per facilitare l’integrazione sociale (barriere architettoniche,
mobilità e trasporti, diritto di voto …).
L’integrazione scolastica (articoli dal 12 al 16):
� diritto all’educazione e all’istruzione dall’asilo nido all’università alla formazione
professionale nella scuola comune
� obiettivo: sviluppo delle potenzialità della persona handicappata sul piano affettivo-
relazionale (comunicazione, socializzazione) e sul piano cognitivo (apprendimenti
disciplinari).
• 1994, DPR del 24 febbraio.
Definisce i compiti delle unità sanitarie locali in relazione all’applicazione della Legge 104;
descrive accuratamente DF, PDF e PEI e ruoli e compiti di tutte le istituzioni coinvolte.
• 2009, LINEE-GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON
DISABILITA’ ministro Gelmini.
“Direttive” per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica.
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RIFERIMENTI NORMATIVI INTERNAZIONALI
• 1989, Convenzione dei diritti dei bambini.
• 1993, Regole standard per le Pari Opportunità delle persone con disabilità.
• 2001, ICF.
Nel 2001, l’Assemblea Mondiale della Sanità dell’OMS ha approvato la nuova
Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute.
Il modello introdotto dall’ICF, bio-psico-sociale, prende dunque in considerazione i
molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto,
pervenendo così ad una definizione di “disabilità” come ad “una condizione di salute in un
ambiente sfavorevole”.
Nel modello citato assume valore prioritario il contesto, i cui molteplici elementi possono
essere qualificati come “barriera”, qualora ostacolino l’attività e la partecipazione della
persona, o “facilitatori”, nel caso in cui, invece, favoriscano tali attività e partecipazione.
L’ICF sta introducendosi nelle pratiche di diagnosi condotte dalle AA.SS.LL., che sulla
base di esso elaborano la Diagnosi Funzionale.
E’ dunque opportuno che il personale scolastico coinvolto nel processo di integrazione sia
a conoscenza del modello in questione e che si diffonda sempre più un approccio culturale
all’integrazione.
L'ICF, infatti, avvia un'importante innovazione concettuale e culturale perché ridefinisce e
precisa la valenza neutrale e imparziale del concetto di disabilità, liberandolo da una
connotazione che lo associava direttamente alla limitazione fisica, sensoriale o intellettiva.
Si apre, pertanto, una prospettiva in cui la salute e la disabilità sono due aspetti dello
stesso fenomeno, e l'ICF sembra fornire i principi di riferimento e le indicazioni per favorire
l'integrazione tra la prospettiva pedagogica e quella sanitaria.
La classificazione può essere, infatti, uno strumento per rafforzare e migliorare il lavoro
sociale in rete, il confronto all'interno delle equipe multidisciplinari, la collaborazione con le
famiglie e con le comunità locali, l'integrazione scolastica, la partecipazione e l'inclusione
sociale delle persone con disabilità.
• 2006, Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (approvata dall’Assemblea
generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre).
art.7, garanzie per le bambine e i bambini con disabilità (libertà, sicurezza, istruzione
adeguata);
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art. 24, 2b: le persone con disabilità devono poter accedere ad una educazione primaria e
secondaria inclusiva, di qualità e gratuita, nelle stesse condizioni delle altre persone e
nella comunità in cui vivono.
LA NORMATIVA “LOCALE”
� Accordo di programma
E’ uno strumento per coordinare le azioni dei diversi soggetti istituzionali che si occupano
dell’integrazione dei disabili (Enti locali, ASL e AO, scuola).
E’ previsto dalla Legge 104/92, art. 13 e normato dal D.I. del 9/7/1992; può avere un
ambito regionale, provinciale, comunale.
Non è una semplice intesa, ma un contratto di diritto pubblico: gli accordi presi vanno
realizzati.
Attraverso l'Accordo di programma tutti gli operatori sono chiamati a condividere in modo
responsabile percorsi che cercano di rispondere alla complessità dei “bisogni educativi
speciali”.
Non è presente in tutte le realtà, ci possono essere forme più blande di accordo, quali i
protocolli d’intesa.
� Accordo di programma di Brescia
E’ stato firmato nel marzo 2012 da UST, Provincia, Comune di Brescia e Conferenza dei
Sindaci dei Comuni, ASL e AO di Brescia e della Valle Camonica; è in vigore fino al 2016.
Art. 5, compiti della scuola:
specializzazione ed aggiornamento del personale docente e non docente (art.14 104/92);
utilizzo dei collaboratori scolastici anche per le funzioni assistenziali di base (Nota prot.
3390 del 30/11/2001);
maggiore/migliore uso delle risorse umane disponibili (attraverso l'elaborazione di un
progetto di plesso o di istituto).
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� Il Piano dell’Offerta Formativa (POF)
E’ uno strumento previsto dal DPR 275/99, Regolamento dell’Autonomia; indica le scelte
(organizzative, curricolari ed extracurricolari …) che la scuola attua per raccordare le
indicazioni ministeriali con le caratteristiche del territorio di riferimento.
Nell’Accordo di programma di Brescia si prevede che nei POF delle Istituzioni scolastiche
autonome “venga riservata una specifica attenzione all’integrazione scolastica,
predisponendo i progetti necessari, individuando le risorse strumentali e professionali, le
modalità organizzative, di verifica e valutazione” (Art.5).
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LE FIGURE DELL'INTEGRAZIONE
ATTORI IN PRIMO PIANO DENTRO LA SCUOLA
� Il gruppo docenti (curricolari e di sostegno);
� L’assistente educatore per l’integrazione;
� L’ausiliario socio-assistenziale (ASA);
� Il collaboratore scolastico;
� Gli alunni.
Docenti curricolar i: COMPETENZE
• mediare, con l’aiuto dell'insegnante di sostegno, i contenuti disciplinari rispetto alle
esigenze del singolo alunno disabile;
• progettare esperienze educative per l’intera sezione/classe che integrino il più
possibile l’alunno disabile, superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente, della
delega del problema dell’integrazione al solo insegnante di sostegno.
Docenti di sostegno : COMPETENZE
• assumere la contitolarità delle sezione e delle classi in cui operano;
• individuare gli specifici bisogni dei soggetti in difficoltà e supportare il team docente
nella programmazione delle attività;
• coordinamento della rete delle attività per l’effettivo raggiungimento
dell’integrazione e dell’inclusione;
• supportare la sezione/classe nell’assunzione di strategie pedagogiche-
metodologiche-didattiche per percorsi individualizzati;
• condurre interventi specifici facendo leva sulle risorse-bisogni dell’alunno;
• facilita i rapporti tra operatori dentro e fuori la scuola;
• coordinare il lavoro di rete tra operatori scolastici, extrascolastici, famiglie,
monitorando le attività formative.
Insieme :
• progettano l’utilizzo di tutte le risorse disponibili con flessibilità e attenzione ai
bisogni dei singoli e del gruppo;
• garantiscono un ambiente di apprendimento collaborativo e produttivo, non
competitivo.
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L’assistente educatore per l’integrazione
La figura è prevista da varie norme (DPR 616/77, DPR 347/83, Legge 104/92), è fornita
gratuitamente dagli Enti locali, Comuni e Province, dietro richiesta delle scuole sulla base
della certificazione degli operatori sanitari.
I suoi compiti vengono definiti dall’Ente locale e sono comunque finalizzati alla
realizzazione del PEI.
In accordo con i docenti e con le altre figure educative coinvolte, lavora soprattutto per
l’acquisizione dell’autonomia personale e per la socializzazione.
Partecipa alla predisposizione del PEI e alle verifiche, contribuendo all’individuazione dei
bisogni e delle potenzialità dell’alunno, collaborando all’individuazione degli obiettivi, delle
strategie d’intervento e all’attuazione degli stessi.
È opportuno che sia coinvolto nella progettazione e valorizzato nelle sue competenze e
specificità.
Collabora in aula o nei laboratori con i docenti, nelle attività e nelle situazioni che
richiedano un supporto pratico funzionale, ma anche socio-relazionale e/o di facilitazione
della comunicazione, operando in collaborazione con i docenti, anche sul piano didattico.
All’interno dell’istituzione scolastica collabora con gli insegnanti e il personale della scuola
per l’effettiva partecipazione attiva dell’alunno con disabilità a tutte le attività scolastiche,
ricreative e formative come definite nel PEI dell’alunno.
Attraverso la gestione della relazione quotidiana con l’alunno, l’assistente educatore per
l'integrazione promuove l’apprendimento di abilità necessarie alla conquista
dell’autonomia nelle varie dimensioni (fisica, relazionale, affettiva, cognitiva).
L’ASA
L’ausiliario socio assistenziale è una figura professionale prevista all’interno della scuola
prevalentemente nei casi di disabilità fisica grave con ridottissime potenzialità nella sfera
delle autonomie personali. Inoltre, subentra alla figura dell’insegnante di sostegno e
dell’educatore nelle situazioni in cui si reputa opportuno far prevalere l’aspetto
assistenziale.
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Il collaboratore scolastico
Collabora alla costruzione di un ambiente educativo accogliente e stimolante per la
maturazione delle autonomie personali e della comunicazione.
E’ opportuno che sia coinvolto nella progettazione generale per il ruolo prezioso che può
svolgere in vari contesti scolastici.
Il suo profilo professionale secondo il CCLN del 2003 (Profilo Area A) prevede anche le
funzioni assistenziali di base per gli alunni disabili.
Per svolgerle partecipa a momenti formativi e riceve un compenso accessorio; in questo
caso a maggior ragione è bene che sia coinvolto nel GLHO.
Gli alunni
Occorre prestare attenzione al ruolo strategico dei compagni di classe, che sono la vera
risorsa di integrazione rispetto alle scuole speciali; l’attivazione di questa risorsa non va
lasciata al caso, ma va programmata prevedendo attività che abbiano come finalità
esplicita la crescita della coesione e dell’appartenenza di gruppo e segmenti di
partecipazione alla progettazione dei propri percorsi formativi.
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ATTORI IN PRIMO PIANO FUORI DALLA SCUOLA
• I genitori;
• gli operatori sanitari e sociali;
• altre figure (operatori sanitari privati, educatori domiciliari, volontari…).
I GENITORI
Il loro ruolo è, ovviamente, primario nello sviluppo del progetto di vita del figlio.
Devono essere interpellati ad esprimere il loro accordo sia per la segnalazione e sia per la
certificazione.
Devono essere obbligatoriamente coinvolti nella elaborazione del PEI: “Il PDF e il PEI
sono redatti/condivisi congiuntamente dall’unità multidisciplinare ASL/AO, dai docenti
curricolari e di sostegno della scuola, dagli educatori, con la collaborazione dei genitori
dell’alunno” (DPR 24 febbraio 1994, Atto di indirizzo applicativo della Legge 104/92).
GLI OPERATORI SANITARI E SOCIALI
1. Competenze dell’ASL/AO:
� provvedere alla valutazione diagnostica e clinica a seguito di segnalazione
scolastica, e rilascio della documentazione necessaria alla presentazione della
richiesta di accertamento
� garantire il funzionamento dei Collegi per l’individuazione degli alunni con disabilità
gestiti dall’ASL ed il regolare rilascio del Verbale di Accertamento necessario alla
integrazione scolastica
� stendere la Diagnosi Funzionale, descrivendo le modalità di funzionamento del
soggetto nelle varie aree ed indicando le potenzialità di sviluppo.
2. Competenze della scuola:
� sulla base di quanto indicato dall’ASL/AO e di quanto osservato nella scuola,
definire l’intervento educativo e didattico.
Gli specialisti della NPI dell’Azienda Ospedaliera “Mellino Mellini” di Chiari, competente
per il nostro territorio, (NPI dott.Tagliasacchi, NPI dott.ssa Cacciago, psicologo dott.
Zanini) sono disponibili ad un incontro l’anno per la condivisione del PEI.
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Un secondo incontro può essere richiesto, se necessario, in relazione a problemi
particolari o può essere richiesto un incontro con i terapisti in seguito a valutazioni in corso
d’anno.
Per gli alunni che passano da un grado scolastico all’altro vi è la disponibilità ad incontrare
gli insegnanti ed i referenti del grado scolastico successivo per un passaggio
d’informazioni.
L’ASL attraverso l’Unità Operativa Disabilità (responsabile la dott.ssa Elvira Paderno) è
presente sul territorio attraverso le Equipe Operative Handicap, composte da psicologo ed
assistente sociale.
La disponibilità in relazione ai casi in carico, relativamente agli incontri scolastici, è di
garantire i due incontri previsti dall’accordo di programma, ed eventuali incontri ulteriori in
caso di necessità.
ATTORI CHE COSTRUISCONO LO SFONDO DENTRO LA SCUOLA
• Il GLH d’Istituto
• il Gruppo Tecnico
• il Dirigente scolastico
• altre figure o organismi (commissioni, dipartimenti, figura strumentale)
• il Consiglio di Interclasse, il Collegio dei Docenti e il Consiglio d’Istituto
• CTRH territoriale di Chiari.
IL GLH D’ISTITUTO
Il Gruppo di Lavoro Handicap, GLH, è previsto obbligatoriamente dalla Legge 104/92, art.
15, comma 2.
È composto dal Dirigente Scolastico, dalla funzione strumentale, dalla psicopedagogista,
dai rappresentanti della commissione integrazione (insegnanti di sostegno e di classe),
educatrici uno per grado scolastico, da un componente del personale ATA, da una
rappresentanza dei genitori di alunni disabili, dagli specialisti del territorio ASL/A.O., dalla
rappresentante degli Enti Locali nella persona dell'Assistente Sociale.
Si riunisce due o più volte l’anno.
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Compiti:
• possibilità di confronto e scambio d'informazioni tra le diverse professionalità
(lavoro in rete) coinvolte nel progetto d'integrazione degli alunni disabili: specialisti,
operatori scolastici, ente locale, famiglia
• formulazione di intese e collaborazioni con enti istituzionali
• promozione e valutazione del Progetto d'Integrazione d'Istituto
• costituzione di documentazione di buone prassi d’Istituto
• proposte di formazione
• collaborazioni alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano
educativo (Legge 104/92).
IL GRUPPO TECNICO
E' composto da insegnanti curricolari, di sostegno, educatore, famiglia, specialisti,
assistente sociale.
Interviene sul singolo “caso”.
E’ previsto un incontro per la condivisione del PEI (Accordi preliminari); è possibile
richiederne altri se vi è necessità, per problematiche emerse in corso d’anno o per gli
alunni che passano da un grado scolastico all'altro.
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
E’ una figura centrale per i processi d’integrazione, anche se non è citata nelle norme.
Il suo primo compito è creare le condizioni perché quanto previsto dalle leggi sia
effettivamente realizzato e vigilare sulla attuazione di quanto programmato.
E’ importante abbia un ruolo di promozione nei confronti di tutte le componenti, scolastiche
e non, per la costruzione di un clima accogliente e integrante.
Il Dirigente incontra ad inizio anno tutti gli insegnanti di sostegno ed educatori dell’Istituto
per assegnare funzioni e compiti, e consegnare la documentazione relativa ai “casi” da
seguire. La Diagnosi Funzionale può essere visionata in quella sede o in altro momento su
espressa richiesta al Dirigente Scolastico.
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Il Collegio dei Docenti può deliberare la creazione di altre figure o organismi per la
realizzazione di una buona inclusione:
TEAM DISCIPLINARE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO - ED UCATORI -
INSEGNANTI CURRICOLARI
E’ formato dai docenti di sostegno, dagli insegnanti curricolari e dagli educatori dell’istituto.
si riunisce tre volte l’anno in coincidenza con gli incontri di sezione per la scuola
dell'infanzia, modulo per la scuola primaria, consigli di classe per la scuola secondaria di
primo grado.
Si pone l'obiettivo di condividere principi, modalità e strumenti per la stesura dei documenti
previsti (PEI, PDF, FASCICOLO PERSONALE), e curare il passaggio di consegne fra
docenti ed educatori.
Il primo incontro è previsto entro OTTOBRE/NOVEMBRE per:
• conoscenza del gruppo di lavoro
• individuazione dell'insegnante di riferimento che si occupi di tenere i contatti e la
relazione tra i vari membri (solitamente l'insegnante di sostegno)
• analisi della situazione attuale dell'alunno
• conoscenza e notazione delle attività settimanali dell'alunno e degli orari della
scuola e delle attività extrascolastiche, degli incontri terapeutici e/o riabilitativi
• bozza del piano di lavoro annuale.
Il secondo incontro è previsto entro GENNAIO/FEBBRAIO per:
• verifica e valutazione della situazione attuale;
• eventuale aggiornamento del progetto.
Il terzo incontro è previsto entro MAGGIO per:
• verifica finale;
• eventuale programmazione periodo estivo.
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FUNZIONE STRUMENTALE PER L’INTEGRAZIONE
La Funzione Strumentale per la disabilità si occupa in modo specifico della scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, con compiti ben definiti presentati con
un progetto particolareggiato, stilato ad inizio anno scolastico ed elaborato sulla base delle
necessità rilevate in Commissione Integrazione.
La referente ha un compito di coordinamento e raccordo tra le varie componenti che si
occupano dell’integrazione all’interno della scuola.
La Funzione Strumentale al POF incontra tutti gli insegnanti di sostegno alla fine del primo
quadrimestre (indicativamente nel mese di gennaio) per fare il punto sull’andamento del
progetto d’integrazione di Istituto, sia dal punto di vista burocratico sia dal punto di vista
didattico e organizzativo.
COMMISSIONE INTEGRAZIONE
La Commissione Integrazione d’Istituto si riunisce quattro/cinque volte l’anno ed è
composta da insegnanti di sostegno, insegnanti curricolari, educatori (uno per grado
scolastico).
La Commissione è luogo deputato a:
� scambio di opinioni;
� passaggio di informazioni;
� scelta e condivisione di procedure d’integrazione;
� metodi d’intervento comune tra i docenti dei diversi gradi scolastici;
� progettazione di continuità didattico-educativa tra i diversi ordini di scuola.
La richiesta per la presenza degli assistenti educatori agli incontri di Commissione va
inoltrata al Comune, ufficio Servizi Sociali.
CTRH di CHIARI
Ha il compito di consulenza, organizzazione di formazione, bibliografia e sitografia,
rapporti interistituzionali sul territorio.
L’Istituto Comprensivo di Rovato:
� fa riferimento al CTRH per la formazione degli insegnanti di sostegno e curricolari
su tematiche che riguardano la disabilità.
� Partecipa al bando per ottenere risorse finanziarie con la presentazione di progetti
che favoriscono l’integrazione.
� Usufruisce del servizio di prestito di libri e materiale informatico messo a
disposizione.
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DOCUMENTI E STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE
Gli strumenti previsti per legge per l’integrazione scolastica sono:
il VERBALE rilasciato , su richiesta degli esercenti la potestà genitoriale
dell’alunno, dal Collegio per l’Accertamento dell’Handicap ai fini dell’integrazione
scolastica (DPCM 185 del 23 febbraio 2006) e che presuppone una fase preliminare di
accertamento diagnostico clinico da parte dei servizi pubblici o privati accreditati
entro il 30 novembre
Le singole istituzioni scolastiche, dopo aver
acquisito il consenso scritto degli esercenti la
potestà genitoriale, inviano richiesta di
valutazione all’ ASL o Azienda Ospedaliera
allegando una specifica relazione di
presentazione dell’alunno in difficoltà
La certificazione medica attestante la situazione di handicap dovrà essere rinnovata
secondo la data di scadenza o nel passaggio da un ordine di scuola all’altro.
LA DIAGNOSI FUNZIONALE (DF)
• è lo strumento che definisce le principali caratteristiche del funzionamento della
persona, in relazione ai diversi contesti di vita
• è il primo elemento su cui si costituisce il progetto di vita individuale che si declinerà
negli interventi di potenziamento delle capacità e funzioni in ambito scolastico ed
extrascolastico con la realizzazione del PDF e del PEI
• è redatta dagli operatori sanitari ASL, A.O oppure da centri privati accreditati
• è la descrizione dell’alunno secondo i suoi limiti e le sue potenzialità, è funzionale al
suo recupero
• si articola in sette aree (cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica, sensoriale,
motorio-prassica, neuropsicologica, dell’autonomia personale e sociale)
• indica i bisogni specifici dell’alunno: docente di sostegno, assistente educatore,
ausili.
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entro il 30 aprile e comunque successivamente al
rilascio del verbale del Collegio per
l’Accertamento dell’Handicap
L’ ASL o Azienda Ospedaliera, provvede a redarre la diagnosi funzionale rilasciandola alla famiglia. La diagnosi funzionale viene aggiornata ad ogni passaggio di grado scolastico, o in relazione a cambiamenti del quadro clinico e del funzionamento dell’alunno.
IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF)
Il Profilo Dinamico Funzionale è compilato dal Gruppo Tecnico (operatori scolastici,
operatori sanitari, famiglia e se serve Comune) sulla base della Diagnosi Funzionale e
delle osservazioni.
È lo strumento di raccordo tra le conoscenze sanitarie, educativo didattiche e familiari per
individuare modalità su cui articolare il PEI.
È, quindi, una guida per la progettazione dell’intervento (bisogni, risorse, obiettivi) a breve,
medio e lungo termine.
Si articola in 9 parametri o assi: 1. cognitivo
2. affettivo-relazionale
3. comunicazionale
4. linguistico
5. sensoriale
6. motorio-prassico
7. neuropiscologico
8. dell’autonomia
9. dell’apprendimento
Si aggiorna alla fine della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e durante il
corso della scuola secondaria di secondo grado.
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IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (PEI)
PROGETTO DI VITA
• è il documento in cui vi è la descrizione degli interventi integrati ed equilibrati tra di
loro, programmati per il raggiungimento degli obiettivi nelle aree della autonomia,
della relazione, degli apprendimenti cognitivi
• è previsto obbligatoriamente per ogni alunno disabile certificato secondo la legge
104/92 • tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione
individualizzati in funzione di un percorso scolastico a lungo termine favorendo lo
sviluppo delle attitudini che caratterizzano la sua personalità, e le forme di
integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche.
• Il Progetto Educativo Individualizzato va elaborato dall’insegnante di sostegno, in
collaborazione e condivisione con gli insegnanti curricolari, gli specialisti
(Neuropsichiatra, Psicologo, Terapisti della Riabilitazione), gli assistenti educatori,
la famiglia, l'assistente Sociale.
• Il PEI va depositato in segreteria entro la fine di Novembre avendo cura che gli
Accordi preliminari siano firmati. Inoltre, una copia va inserita nel fascicolo
personale dell’alunno; una copia va consegnata alla famiglia, una agli specialisti e
una ai servizi sociali.
• Il PEI in originale dev’essere firmato da tutti i componenti del Gruppo Tecnico.
INCONTRI PREVISTI PER ELABORAZIONE/ CONDIVISIONE PE I
PERIODO SCOPO SOGGETTI COINVOLTI
un incontro ottobre/novembre stesura bozza
insegnante di sostegno insegnanti curricolari assistente educatore
un incontro ottobre/novembre completamento bozza
insegnante di sostegno insegnanti curricolari
famiglia
un incontro novembre/dicembre
incontro d’èquipe per accordi preliminari ed
eventuale condivisione PEI
insegnante di sostegno insegnanti curricolari assistente educatore
famiglia neuropsichiatra/psicologo terapisti della riabilitazione
assistente sociale
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DEFINIZIONE DEGLI ORARI DI SERVIZIO
Nella definizione dell’orario di servizio l’insegnante di sostegno e l’assistente educatore
devono tener presente alcuni aspetti che riguardano la presenza dell'alunno a scuola, le
indicazioni dei servizi sociali, della NPI, ed i progetti che si svolgeranno in corso d’anno.
Entrambe le figure hanno in carico più “casi”, risulta quindi indispensabile riuscire ad
incastrare gli orari in modo da essere presenti il più possibile durante l’orario scolastico
frequentato dall'alunno.
Anche se, nel caso fosse possibile, sarebbe auspicabile che le due figure potessero avere
un’ora a settimana di compresenza al fine di migliorare la continuità metodologica.
L’orario va elaborato durante il primo periodo scolastico, al di fuori dell’orario di servizio, e
condiviso dagli insegnanti curricolari.
L’orario di sostegno definitivo consegnato al Dirigente, può essere variato in corso d’anno,
solo in seguito alla variazione di presenza dell'alunno, o in casi eccezionali per esigenze di
gestione del servizio.
In caso di disaccordo nella rimodulazione dell’orario si farà riferimento al Dirigente
Scolastico e al referente dei Servizi Sociali.
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RIASSUMENDO…
COMPITI RISPETTO ALL'INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON
DISABILITA'
COSA QUANDO CHI ORGANIZZARE TEMPI E SPAZI
INIZIO ANNO DOCENTI /DIRIGENTI
PDF (PROFILO DINAMICO FUNZIONALE)
INGRESSO IN OGNI ORDINE DI
SCUOLA AGGIORNATO A
CONCLUSIONE: • DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA; • DELLA SCUOLA PRIMARIA; • DELLA SCUOLA MEDIA ;
DOCENTI CURRICOLARI , INSEGNANTI SPECIALIZZATI, ASSISTENTI EDUCATORI DELLE SCUOLE, CON LA COLLABORAZIONE DEI FAMILIARI DELL’ALUNNO, CON LA CONSULENZA DEGLI OPERATORI DELL’ ASL O AZIENDA OSPEDALIERA.
PEI (PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO) ENTRO 30 NOVEMBRE
EQUIPÈ DOCENTI , ASSISTENTE
EDUCATORI, CON LA CONSULENZA
DEGLI OPERATORI SOCIO SANITARI, E
DELLA FAMIGLIA
FASCICOLO PERSONALE ALL’INGRESSO A SCUOLA, AGGIORNATO AD OGNI VARIAZIONE