Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mern., Serie B. 108 (2001) pagg. 7-26. figg. 1, tabb. 7 V. De Dominicis (*), A. Gabellini (**), D. Viciani (***), D. Morrocchi (*), V. Gonnelli (****) CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO DI SIMONE (TOSCANA ORIENTALE) Riassunto - La vegetazione della Riserva Naturale Sasso di Simone è stata indagata per mezzo di 44 rilevamenti fitoso ciologici e dell’analisi dei dati in letteratura. Sono state descritte diverse tipologie vegetazionali: fitocenosi rupestri; vegetazione pioniera dei macereti e dei calanchi; popola menti igrofihi; praterie xerofile e mesofile; arbusteti; forma zioni forestali di diverso tipo, alcune delle quali riferibili all’alleanza Tilio-Acerion. In ultimo vengono fatte alcune considerazioni sulla dinamica della vegetazione. Parole chiave - Vegetazione, Fitosociologia, Riserva Natura le Sasso di Simone, Toscana orientale. Abstract - Contribution to the knowledge of the vegetation of the Natural Reserve Sasso di Simone (Eastern Tuscany). - A vegetation survey of the Natural Reserve <<Sasso di Simo ne>> was earned out by means of 44 phytosociolocical relevés and of literature data analyses. The survey led to the reco gnition of several vegetation types: rock-face communities, talus slope and badland colonizing vegetation; igrophilous coenoses; xeric and mesic grasslands; shrublands: different types of woods, some of which referred to the Tilio-Acerion. Finally some considerations about vegetation dynamics are expressed. Key words - Vegetation, Phytosociology, Sasso di Simone Natural Reserve, Eastern Tuscany. INTRODUZIONE Sasso Simone (1204 m. s.1.m.) ed ii vicino Sasso Simoncello (1221 m. s.1.m.), posti a! confine tra Tosca na e Marche in provincia di Arezzo (fig. 1), sono due grandi rilievi calcarei che dominano le formazioni argil lose su cui poggiano (Allegretti, 1992). Questo territo rio è poco conosciuto dal punto di vista botanico e zoo logico, ma anche le poche informazioni disponibili (Pisa & Ubaldi, 1971; Biondi et al., 1988) hanno mes so in evidenza le numerose emergenze floristiche e faunistiche presenti. Tale importanza naturalistica, insieme anche alla spettacolarità del paesaggio domi nato dai due <<Sassi>>, ha indotto nel 1995 la Regione Toscana ad istituire una Riserva Naturale di 1575 ha., gestita dalla Provincia di Arezzo, che ha affidato all’U niversità di Siena uno studio vegetazionale finalizzato alla pianificazione della Riserva. In questa sede yen gono presentati i risultati emersi da tali ricerche. A1A DI STUDIO La Riserva Naturale di Sasso di Simone ricade nel comune di Sestino, in Provincia di Arezzo, al confine con la Provincia di Pesaro e Urbino della Regione Mar che (fig. 1). Intorno all’anno 1000 (Allegretti, 1992) alcuni monaci benedettini costruirono un’abbazia su Sasso Simone (la piü alta d’Italia e forse d’Europa), che rimase attiva per tutto ii XIV secolo e fu soppressa nel 1462. I Medici di Firenze, nel 1560 circa, vi costruirono una piccola cit tadina fortificata per affermare ii loro potere su que st’area periferica e per tenere in soggezione il Ducato di Urbino. Questa città non ebbe vita lunga, poiché già ne! 1673 era abbandonata. Ancora oggi, su Sasso Simo ne si rinviene la pianta della fortezza in un’area ricolo nizzata dalla vegetazione. Attualmente l’area è interessata da un livello medio di antropizzazione, di tipo estensivo. L’uso del suolo del la riserva risente in modo accentuato, in particolare nelle porzioni piü elevate, della servitü militare cui è soggetta la zona. I <<Sassi>> presentano pareti verticali, particolarmente sviluppate sul lato meridionale, e sommità piatta; si ergono su un paesaggio dolce, con crinali arrotondati e ampie depressioni. Le incisioni sono notevoli solo in corrispondenza delle aree calanchive e pendenze accen tuate sono presenti solo sul versante occidentale del Torrente Seminico. L’area e interessata da tre litotipi (Servizio Geologico Italiano, 1968): 1. Calcareniti e calcari marnosi. Le calcareniti (For mazioni di S. Marino e del M. Fumaiolo) costitui scono i due Sassi (Simone e Simoncello), nonché le coperture detritiche ampiamente diffuse nelle aree sottostanti. I calcari marnosi del gruppo dell’Albe rese (Formazione di M. Morello) occupano una fascia stretta che da Petrella Massana arriva a Pog gio della Scura. ( Dipartimento di Biologia Ambientale, Università di Siena, via P.A. Mattioli 4, 1-53 100 Siena, Italy. (2 DREAM Italia S.C.r.l. - via dei Guazzi 13, Poppi, Arezzo, Italy. Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze, via La Pira 4, 1-50121 Firenze, Italy. (**** . . , . , . Istituto Professionale di Stato per I Agncoltura e I Ambiente A.M. Camaiti , Loc. Belvedere, 1-52036 Pieve S. Stefano, Arezzo, Italy brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk provided by Florence Research
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Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mern., Serie B. 108 (2001)pagg. 7-26. figg. 1, tabb. 7
V. De Dominicis (*), A. Gabellini (**), D. Viciani (***), D. Morrocchi (*), V. Gonnelli (****)
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALEDELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO DI SIMONE
(TOSCANA ORIENTALE)
Riassunto - La vegetazione della Riserva Naturale Sasso diSimone è stata indagata per mezzo di 44 rilevamenti fitosociologici e dell’analisi dei dati in letteratura. Sono statedescritte diverse tipologie vegetazionali: fitocenosi rupestri;vegetazione pioniera dei macereti e dei calanchi; popolamenti igrofihi; praterie xerofile e mesofile; arbusteti; formazioni forestali di diverso tipo, alcune delle quali riferibiliall’alleanza Tilio-Acerion. In ultimo vengono fatte alcuneconsiderazioni sulla dinamica della vegetazione.
Parole chiave - Vegetazione, Fitosociologia, Riserva Naturale Sasso di Simone, Toscana orientale.
Abstract - Contribution to the knowledge of the vegetation ofthe Natural Reserve Sasso di Simone (Eastern Tuscany). -
A vegetation survey of the Natural Reserve <<Sasso di Simone>> was earned out by means of 44 phytosociolocical relevésand of literature data analyses. The survey led to the recognition of several vegetation types: rock-face communities,talus slope and badland colonizing vegetation; igrophilouscoenoses; xeric and mesic grasslands; shrublands: differenttypes of woods, some of which referred to the Tilio-Acerion.Finally some considerations about vegetation dynamics areexpressed.
Key words - Vegetation, Phytosociology, Sasso di SimoneNatural Reserve, Eastern Tuscany.
INTRODUZIONE
Sasso Simone (1204 m. s.1.m.) ed ii vicino SassoSimoncello (1221 m. s.1.m.), posti a! confine tra Toscana e Marche in provincia di Arezzo (fig. 1), sono duegrandi rilievi calcarei che dominano le formazioni argillose su cui poggiano (Allegretti, 1992). Questo territorio è poco conosciuto dal punto di vista botanico e zoologico, ma anche le poche informazioni disponibili(Pisa & Ubaldi, 1971; Biondi et al., 1988) hanno messo in evidenza le numerose emergenze floristiche efaunistiche presenti. Tale importanza naturalistica,insieme anche alla spettacolarità del paesaggio dominato dai due <<Sassi>>, ha indotto nel 1995 la RegioneToscana ad istituire una Riserva Naturale di 1575 ha.,gestita dalla Provincia di Arezzo, che ha affidato all’U
niversità di Siena uno studio vegetazionale finalizzatoalla pianificazione della Riserva. In questa sede yengono presentati i risultati emersi da tali ricerche.
A1A DI STUDIO
La Riserva Naturale di Sasso di Simone ricade nelcomune di Sestino, in Provincia di Arezzo, al confinecon la Provincia di Pesaro e Urbino della Regione Marche (fig. 1).Intorno all’anno 1000 (Allegretti, 1992) alcuni monacibenedettini costruirono un’abbazia su Sasso Simone (lapiü alta d’Italia e forse d’Europa), che rimase attiva pertutto ii XIV secolo e fu soppressa nel 1462. I Medici diFirenze, nel 1560 circa, vi costruirono una piccola cittadina fortificata per affermare ii loro potere su quest’area periferica e per tenere in soggezione il Ducatodi Urbino. Questa città non ebbe vita lunga, poiché giàne! 1673 era abbandonata. Ancora oggi, su Sasso Simone si rinviene la pianta della fortezza in un’area ricolonizzata dalla vegetazione.Attualmente l’area è interessata da un livello medio diantropizzazione, di tipo estensivo. L’uso del suolo della riserva risente in modo accentuato, in particolarenelle porzioni piü elevate, della servitü militare cui èsoggetta la zona.I <<Sassi>> presentano pareti verticali, particolarmentesviluppate sul lato meridionale, e sommità piatta; siergono su un paesaggio dolce, con crinali arrotondati eampie depressioni. Le incisioni sono notevoli solo incorrispondenza delle aree calanchive e pendenze accentuate sono presenti solo sul versante occidentale delTorrente Seminico.L’area e interessata da tre litotipi (Servizio GeologicoItaliano, 1968):1. Calcareniti e calcari marnosi. Le calcareniti (For
mazioni di S. Marino e del M. Fumaiolo) costituiscono i due Sassi (Simone e Simoncello), nonché lecoperture detritiche ampiamente diffuse nelle areesottostanti. I calcari marnosi del gruppo dell’Alberese (Formazione di M. Morello) occupano unafascia stretta che da Petrella Massana arriva a Poggio della Scura.
( Dipartimento di Biologia Ambientale, Università di Siena, via P.A. Mattioli 4, 1-53 100 Siena, Italy.(2 DREAM Italia S.C.r.l. - via dei Guazzi 13, Poppi, Arezzo, Italy.
Dipartimento di Biologia Vegetale, Università di Firenze, via La Pira 4, 1-50121 Firenze, Italy.(**** . . , . , .Istituto Professionale di Stato per I Agncoltura e I Ambiente A.M. Camaiti , Loc. Belvedere, 1-52036 Pieve S. Stefano, Arezzo, Italy
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8 DE DOMINICIS V.. GABELLINI V., VICIANI D., MORROCCHI D., GONNELLI V.
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Fig. 1 - Territorio della Toscana (con indicazione delle provincie) elocalizzazione dell’area di studio.
2. Argille caotiche. Formano la dorsale su cui corre iiconfine regionale.
3. Forniazione marnoso-arenacea. Costituita da torbiditi marnoso-arenacee e calcaree, occupa l’areabasale della riserva a contatto delle argille caotiche.
Al1’interno della Riserva Naturale di Sasso Simone,cosI come nelle sue immediate vicinanze, non esistonostazioni meteorologiche. I dati disponibili (Bigi &Rustici, 1984) sono riferiti alla stazione di Carpegnasituata ad una quota piü bassa rispetto alla riserva (748s.1.m.). Ii clima della riserva dovrebbe, pertanto, essere caratterizzato da maggiore piovosità e da temperature invernali piü rigide. Per la stazione di Carpegna(Tab. 1) le precipitazioni sono ben distribuite lungo tutto l’arco dell’anno, con un picco in corrispondenza deimesi autunnali ed una flessione in quelli estivi, purrimanendo elevate, con una media per ii periodo giugno-agosto di mm 203. Seguendo la classificazione cli-
matica di Thornthwaite (Thornthwaite & Mather,1957), Bigi & Rustici (1984) riferiscono l’area al tipoclimatico umido (B3), suboceanico (b’4), primo mesotermico (B’ 1), con lieve deficienza idrica estiva (r).Secondo l’indice P 2T (Gaussen & Bagnouls, 1952)ii clima della zona non presenta mesi secchi.
MATERIALI E METODI
Per identificare le vane tipologie vegetazionali sonostati effettuati 44 rilievi fitosociologici in fitocenosiomogenee per caratteri fisionomici e caratteri geomorfologici dell’area di insidenza. Ii rilevamento dellavegetazione è stato condotto su tre strati (a: arboreo,b: arbustivo, c: erbaceo). Nelle tabelle le sigle relativea! substrato hanno ii seguente significato: c: calcare;arg: argilla; as: argilloscisti; m: marne; ma: formazione marnoso-arenacea. I dati quantitativi della componente floristica sono stati nilevati applicando Ia scala diBraun-Blanquet (1932) con l’aggiunta della classe r(rara) (Braun-Blanquet, 1951). I gruppi di rilievi floristicamente omogenei, sono stati inquadrati in unitàfitosociologiche note. La nomenclatura delle speciesegue principalmente Flora d’Italia di Pignatti (1982),anche se in qualche caso specifico Si fa riferimentoanche a Med-Checklist (Greuter et al., 1984-89), AtlasFlorae Europaeae (Jalas & Suominen, 1972-99), Flora Europaea (Tutin et al., 1964-80; 1993). Per ragionidi brevità, nel testo i nomi delle specie e dei syntaxasono stati citati senza autori. Per le specie ii nome completo è riportato nelle tabelle, mentre per i syntaxa eindicato nel prospetto sintassonomico ed in calce aquesto.
RISULTATI E DISCUSSIONE
Vegetazione rupestre
Vegetazione delle rupi caicaree
Queste cenosi discontinue, con bassissimo grado dicopertura, si localizzano sulle pareti rocciose verticalidel Sasso di Simone. Sono presenti Rhainnus alpinus eSorbus aria, le uniche specie arboree capaci di cobnizzare questi ambienti, indifferentemente dall’esposizione.Le pareti con esposizione meridionale sono popolate daalcune entità caratteristiche dei Sedo-Scieranthetea(Sedum album, S. dasyphylium, S. rupestre, Semperi.’ivum tectorum) e da altre specie schiettamente casmofitiche, quali Ceterach officinarum, Dianthus iongicaulis,
Tab. 1 - Dati termopluviometrici della stazione di Carpegna, posta a quota 748 m s.1.m. (anni 1955-1974).
G F M A M G L A S 0 N D anno
T. C 2.1 3.3 6.1 9.6 13.3 17.8 20.3 20.1 17.0 12.4 7.9 3.2 11.1
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO Dl SIMONE (TOSCANA ORIENTALE) 9
ecc. In corrispondenza delle cenge, dove si deposita un Date le enormi difficoltà di accesso, è stato possibilep0’ di terreno, compaiono specie dei pascoli quali Bra- effettuare solo due rilievi, che ci hanno permesso dimus erectus, Melica ciliata, Festuca mops, F arundi- descrivere tale vegetazione ma non di riferirla a synnacea. Un esempio è dato dal seguente rilevamento (n. taxa noti.8), eseguito a 1160 m di altitudine sulla parete in esposizione Est, con superficie di 30 mq e copertura totaledel 10%: • Vegetazione pioniera
specie delle rupi e delle rocce Vegetazione pioniera del inaceretib Rhamnus alpinus L. i Queste cenosi sono presenti sul materiale calcareo proc Ceterach officinarum DC. + veniente dal disfacimento delle rupi. Particolarmentec Dianthus longicaulis Ten. ÷ evidente e ii xfiume>> pietroso posto in corrispondenzac Erysimum pseudorhaeticurn Polat. +
della parete meridionale del Sasso di Simone e soggetto ad un lento scivolamento verso ii basso per effettoc Hieracium tomentosum (L.) L. + sia gravitazionale che della spinta esercitata dalle argil
caratt. Sedo-Scieranthetea le circostanti quando queste si imbevono di acquac Sedum album L. + meteorica.c Sedum dasyphyllum L. + Fisionomicamente questa tipologia appare discontinuac Sedum rupestre L. + ed eterogenea, costituita da sparsi cespugli di Daphne
oleoides, Rhamnus alpinus, Juniperus coinmunis e spoc Sempervivuin tectorum L. ÷radico Amelanchier ovalis che sbucano sia dalla roccia
specie dei pascoli nuda, cosparsa di specie rupicole (Dianthus Iongicauc Allium sphaerocephalon L. 1 us, Arabis alpina, A. turrita, Sedum album, S. dasyphylc Festuca arundinacea Schreber 1 lum) che da una bassa gariga formata da Thymus ionc Festuca mops De Not. 1 gicaulis, Astragalus inonspessulanum, Teucrium chac Thymus longicaulis Presi 1 rnaedrys, Carex humilis.
Localmente, dove è presente un inizio di suolo, cornc Campanula rotundifolia L. +paiono le specie di prateria piü xerotolleranti, qualic Hieracium pilosella L. + Bromus erectus, Brachypodium rupestre, Ononisc Melica ciliata L. + masquillierli, Festuca mops, Hieracium pilosella,c Galium lucidurn All.
+ Sesleria italica.c Sesleria italica (Pamp.) Ujhelyi + Anche questa vegetazione non è attualmente ascrivibi
le a nessun syntaxon noto, ed è costituita da gruppi diLe pareti con esposizione settentrionale, meno illumi- entità di diverso significato fitosociologico ed ecologinate ed alternate a formazioni forestali, sono piü pove- co: un contingente di specie litofile ed un altro, piüre di specie prettamente rupestri; vi si trovano alcune consistente, di specie dei pascoli, in massima parteSpecie di rocce e pascoli pietrosi, quali Arabis alpina, riferibili alle Festuco-Brometea. Un esempio è dato dale molte altre di rupi ombrose ed anche nemorali, den- seguente rilevamento (n. 18), eseguito a 1130 m di altivanti probabilmente dalle formazioni forestali laterah e tudine su un versante in esposizione Sud-Ovest, consoprastanti, quali Cystopterisfragilis, Mycelis muralis, inclinazione del 50-75%, superficie di 10 mq e coperCainpanula tracheIium, Saxifraga rotundfolia, Sedum tura totale del 40%:maximum. Un esempio è dato dal seguente rilevamento (n. 11), eseguito a 1180 m di altitudine sulla parete specie delle roccein esposizione Nord, con superficie di 30 mq e coper- c Rhamnus alpinus L. 2tura totale del 5%: c Dianthus longicaulis Ten. +
c Sedum album L. +specie delle rupi e delle roccec Arabis turrita L. ÷b Rhanmus alpinus L.
+ c Arabis alpina L. rc Arabis alpina L. 1 c Sedum dasyphyllum L. rc Sedum maximum (L.) Suter rCaratt. Bromion, Brometalia erectispecie nemoralie Festuco-Brometeab Sorbus aria (L.) Crantz +
c Astragalus monspessulanus L. 1c Campanula trachelium L. +c Teucrium chamaedrys L. Ic Cystopteris fragilis (L.) Bemh. + c Thymus longicaulis Presl 1c Geranium robertianum L. + c Brachypodium rupestre (Host) Roem. et Schult. +c Poa nemoralis L. + c Bromus erectus Hudson +c Saxifraga rotundifolia L. +c Carlina corymbosa L. +c Mycelis muralis (L.) Dumort. r c Acinos alpinus (L.) Moench +
specie dei pascoli c Festuca mops De Not. +c Campanula rotundifolia L. + c Genista tinctoria L. +
10 DE DOMINICIS V., GABELLINI V., VICIANI D., MORROCCHI D., GONNELLI V.
Hieracium pilosella L.Leucanthemum vulgare Lam. var. vulgareMinuartia verna (L.) HiernOnonis masquillierii Bertol.Sesleria italica (Pamp.) UjhelyiCarex humilis LeyserCarex flacca Schreber
c Galium lucidum All.c Linum catharticum L.c Linum viscosum L.
compagnec Daphne oleoides Schreberc Amelanchier ovalis Medicusc Juniperus communis L.c Polygala vulgaris L.c Tussilago farfara L.c Lotus corniculatus L.
Vegetazione pioniera dei calanchi
Queste cenosi sono presenti nelle aree declivi su substrato argilloso. Fisionomicamente si riconoscono piüaspetti, legati alle diverse interazioni di esposizione ependenza con l’azione erosiva delle acque meteoriche.Nel calanco si riconoscono quattro tipologie distinteche si localizzano nelle differenti situazioni morfopedologiche:1. i versanti pressoché nudi, spesso i piü ripidi ed espo
sti verso i quadranti caldi, dove le poche specie capaci di sopportare l’intensa azione erosiva delle acquesuperficiali sono Daucus carota, Plantago maritimae Rapistrum rugosum, in quanto dotate di un formidabile apparato radicale; un esempio è dato dalseguente rilevamento (n. 4), eseguito a 1040 m dialtitudine su un versante in esposizione Sud-Ovest,con inclinazione maggiore del 100%, superficie di20 mq e copertura totale del 5%:
Caratt. e diff. Podospermo canae-Plantaginetummaritimae
c Plantago maritima L.c Podospermum canum C. A. Meyer
Compagnec Daucus carota L.c Rapistrum rugosum (L.) All.
2. la testa del calanco dove la copertura vegetale, maggiore che nel caso precedente, è in massima partedovuta a Tussilago farfara e Equisetum telmateja,piante di ambienti ad elevato contenuto idrico, allequali si accompagnano le specie della tipologia precedente (soprattutto Daucus carota) ed altre diambiente prativo distintive di quella successiva; unesempio è dato dal seguente rilevamento (n. 6), eseguito a 1040 m di altitudine su un versante in esposizione Est, con inclinazione del 50-75%, superficiedi 20 mq e copertura totale del 40%:
+ Caratt. Dauco carotae-Tussilaginetum farfarae+ c Tussilago farfara L.+ c Daucus carota L.+ caratt. di ordine superiore
r
Dactylis glomerata L.Picris hieracioides L.
r CompagneEquisetum telmateja Ehrh.Brachypodium rupestre (Host)Centaurea bracteata Scop.Festuca arundinacea Schreber
2 c Plantago maritima L.c Ononis masquillierii Bertol.c Carex caryophyllea La Tourr.
+ c Lotus corniculatus L.+ c Lolium perenne L.r c Sonchus sp.
Caratt. e diff. Podospermo canae-Plantaginetummaritimae
1 c Plantago maritima L.+ c Ononis masquillierii Bertol.
c Podospermum canum C. A. Meyerc Astragalus monspessulanus L.
+Compagne
c Daucus carota L.c Tussilago farfara L.
+
+
+
+
+
C
C
C
C
C
C
C
÷+
cC
3
r C
r C
C
C
Roem. et Schult.
+
+
+
+
rr
3. i versanti con vegetazione cliscontinua, specialmente i meno acclivi, dove la ridotta erosività delle precipitazioni permette la vita, oltre alle entità della prima tipologia Daucus carota, Plantago maritima eRapistrum rugosum, anche a specie prative xerotolleranti quali Ononis masquillierii, Bromus erectus,Brachypodium rupestre, Carex caryophyllea, Centaurea bracteata;
4. le aree al piede del calanco, che presentano unavegetazione di transizione tra quella della testa delcalanco e quella dei versanti con vegetazione discontinua; un esempio è dato dal seguente rilevamento(n. 43), eseguito a 1050 m di altitudine su un versante in esposizione Nord-Est, con inclinazionemaggiore del 100%, superficie di 20 mq e copertura totale del 5%:
r
+
Dal punto di vista sintassonomico, il tipo di vegetazione della testa del calanco è riferibile all ‘associazioneDauco carotae- Tussilaginetum farfarae, descritta daBiondi, Brugiapaglia et al. (1989) per calanchi del litorale marchigiano. La vegetazione del versante e delpiede del calanco è riferibile ai van aspetti dell’associazione Podospermo canae-Plantaginetum maritimaedescritta da Biondi et al. (1988) proprio nel territorio
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO DI SIMONE (TOSCANA ORIENTALE) 11
in esame. A contatto con questa tipologia sono presentile praterie xerofile che costituiscono, per ii diminuire dell’azione erosiva delle precipitazioni, lo stadioevolutivo successivo; ii ru. 5 in Tab. 2 costituisce untermine di passaggio dal Podospermo canae-Plantaginetuin maritiinae all’ associazione tipica delle prateriexerofile.
Le praterie
Le praterie xerofile (Tab. 2)
In questa tipologia ricadono le praterie delle aree calanchive. Queste si formano dove l’erosione superficiale èminore che nelle aree a vegetazione pioniera con laquale sono a contatto. Rispetto a queste il grado dicopertura è superiore, ma ii terreno nudo mantieneancora un discreto valore percentuale.La specie dominante è Bromus erectus, a cui si accompagnano specie termofile e xerofile quali Ononisinasquillierii, Astragalus monspessulanum, Hippocrepis cornosa, Thyrnus longicaulis, Heliantheinum nuininularium, e specie piü mesofile quali Briza media,Lotus corniculatus, Daclylis glomerata. Dal punto divista fitosociologico, queste cenosi sono ascrivibiliall’ associazione Ononido masquillieri-Broinetum erecti, descritta da Biondi et al. (1988) in questo territorio,ed inserita all’interno dell’alleanza Bromion erecti(Biondi et al., 1995). La presenza di entità come Plantago inaritima e Podosperinum canum è una confermadel processo dinamico che lega queste praterie alle formazioni pioniere dei calanchi e ne definisce ulteriormente le caratteristiche ecologiche; come già accennato ii rilievo a destra in Tab. 2 è da considerarsi un termine di passaggio tra la vegetazione dei calanchi equella delle praterie.
Le praterie mesofile (Tab. 3)Costituiscono la quasi totalità delle formazioni prativepresenti nella riserva. Si ritrovano indifferentemente sucalcareniti, argille e flysch mamoso-arenaceo. Sono diorigine secondaria e attualmente vengono pascolate dabovini nei mesi estivi. E frequente la presenza di specie arbustive e localmente anche arboree. Sul pianosommitale del Sasso di Simone, ampi tratti di prateriasono in fase di invasione da parte di Sambucus ebulusper 1’ assenza di qualsiasi forma di utilizzazione.Queste praterie presentano una marcata caratterizzazione mesofila, per quanto conceme umidità e temperatura, C si sviluppano su terreni con fertilità medio-altae con una leggera acidificazione dello strato superficiale.La composizione di questi prati, sebbene sia sempreabbondante Bromus erectus, è caratterizzata da Cynosurus cristatus, Phleuin bertolonii, Lolium perenne,Dactylis glomerata, Trisetum flavescens, Trifoliumrepens, T ochroleucum, Lotus corniculatus, Medicagolupulina, Achillea collina; specie frequenti sono Brizamedia, Anthoxantuin odoratum, Trifolium campestre,Sanguisorba minor Acinos alpinus, Plantago media, P.lanceolata.
Questa tipologia vegetazionale è ascrivibile sintassonomicamente all’ associazione Achilleo collinaeCynosuretuni. CosI come già messo in evidenza permolti prati a Cynosurus appenninici (Biondi, Allegrezza et al., 1989; Francalancia et al., 1995), anchenell’Achilleo collinae-Cynosuretum di Sasso di Simone, acrivibile all’ordine Arrhenateretalia, è presenteun elevato contingente di specie della classe FestucoBrometea.
Rilevamento ii.
Superficie rilevata (mq)Altitudine (m)Esposizione
Strato Copertura totale (%)Inclinazione (%)Substrato geologico
Numero di specie
Caratt. e diff. Ononido masquillieriBrometum erecti
c Plantago maritima L.Ononis masquihierii Bertol.
Podospermum canum C. A. Meyer
Altre caratt. Bromion, Brometalia erectie Festuco-Brometea
c Bromus erectus HudsonAstragalus monspessulanus L.
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO DI S]MONE (TOSCANA ORIENTALE) 13
segue Tabella 3
***
10
+
+
+
r
+
+
segue
14 DE DOMINICIS V., GABELLINI V., VICIANI D., MORROCCHI D., GONNELLI V.
segue Tabella 3
Rilevamento n.
Danthonia alpina Vest
Delphinium fissum W. et K.
Galium corrudifolium Viii.
Juniperus communis L.
Leontodon sp.
Lilium buibiferum L. ssp. croceum (Chaix) Baker
*
28 2
+
+
**
1 25 22
+
+
***
10
+
+
Minuartia verna (L.) Hiern
Oenanthe pimpineiioides L.
Orobanche sp.
Petrorhagia prolifera (L.) P. W. Bali et Heywood
Polygala vulgaris L.
Stachys germanica L.
Steilaria graminea L.
Taraxacum officinaLe Weber
Tragopogon pratensis L.
Trifolium fragiferum L. +
+
+
r
r
+
+
I rilievi n. 28 e n. 2, a sinistra in tabella, possono essere considerati come gli aspetti piü xerofili di questepraterie, di transizione verso le praterie deli’ associazione Ononido masquillieri-Brometum erecti.II rilievo 10, a destra in tabella, e riferito invece allaprateria sonimitale del Sasso di Simone; l’abbondanzadi Galiurn verum e la presenza di specie come Malvamoschata e M. sylvestris sono indici dell’abbandonodel pascolo in questa porzione della riserva.
La vegetazione igrofila
Questa tipologia è presente, in modo puntiforme, inpiccole depressioni su substrato argilloso dove si yenfica la risorgenza di falde superficiali. Queste cenosisono caratterizzate daila dominanza di giunchi (Juncusarticulatus e J. inflexus). Nelle acque stagnanti è presente Epipactis palustris e ben rappresentata Agrostisgigantea, mentre nelle aree con scornimento deli’ acquasono state rinvenute Carex rostrata e Mentha pulegium; un esempio di questa seconda tipologia è datodal seguente rilevamento (n. 7), eseguito a 970 m dialtitudine su un versante in esposizione Ovest, coninclinazione trascurabile, superficie di 10 mq e copertura totale del 60%:
Caratt. Molinio-Holoschoenlon,Molinio-Arrhenateretea ed altre specie igrofile
c Juncus articulatus L.
c Juncus inflexus L.c Mentha pulegium L. 2
Lotus corniculatus L. 1Potentilla reptans L. 1Festuca arundinacea Schreber +
Carex rostrata Stokes +
Trifolium repens L. +
Locaimente, dove ii disturbo è minore, si nota la cobnizzazione di salici (Salix apennina e S. inyrsinifolia).Dal punto di vista fitosociologico le cenoSi a dominanza di giunchi rientrano nell’alleanza Molinio-Holoschoenion delia ciasse Molinio-Arrhenateretea., mentre i popolamenti a salici neli’ordine Salicetalia, anchese taluni autori (cfr. Pedrotti & Gafta, 1996) pongonoie cenosi a Salix apennina neli’alleanza Alno-Ulmiondell’ ordine Populetalia.
Cenosi arbustive
Arbusteti (Tab. 4)
Sono diffusi ovunque, in particolare nelle aree menoaccessibili. La loro conSiStenza è molto variabile inquanto spesso si assiste ad una colonizzazione di diversa intensità. Prevalentemente si niscontra un consorzioeterogeneo fonmato da specie erbacee, residue dei precedenti prati, arbusti ed essenze arboree. Le speciearbustive di maggiore importanza sono Juniperus cornmunis, Crataegus monogyna, Rosa canina, R.micrantha, Rubus ulmifolius, Spartiurn junceurn. Nelpiano inferiore è dominante Brachypodium rupestre,locaimente sostituito da Festuca brevipila. Dal puntodi vista fitosociobogico questi popolamenti rientranonell’ ordine Prunetalia spinosae.Nella parte occidentale delia niserva, oggetto ancoraoggi di coltivazione agricola, gli arbusteti yen e proprisono assenti; la loro valenza ecologica è vicariata daile siepi, che presentano una composizione abbastanza
C
C
C
C
C
C
32
simile.
• Soprassuoli forestall
I cerro-ostrieti submontani neutrofihi (Tab. 5)
Ranunculus sp. + Questi soprassuoli sono presenti in cornispondenza di
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO DI SIMONE (TOSCANA ORIENTALE) 15
pendenze molto accentuate su suoli poco sviluppati,ricchi di scheletro, provenienti dall’alterazione del flysch marnoso-arenaceo.Fisionomicamente si presentano come cedui matricinati, densi, di sviluppo contenuto.Ii piano superiore è caratterizzato dalla dominanza diOstrya carpinifolia alla quale si accompagnano Acerobtusatuin, Fraxinus ornus, Q. pubescens, Quercuscerris (che localmente puô divenire abbondante).Ii piano intermedio, con sviluppo e densità ridotti, ècostituito prevalentemente da Juniperus communis eCytisus sessilfolius. Nel piano erbaceo dominano quasi ovunque Brachypodium rupestre e, localmente,
2 4 Sesleria italica, specie caratteristiche di condizioni di1 4 elevato disturbo. Le altre entità presenti nel piano infe1 2 riore sono principalmente di ambiente relativamente+ 1 caldo, quali Viola alba ssp. dehnhardtii, Lonicera4 caprifolium, Hedera helix, Melittis melissophylluin;
• 2 minore è invece la consistenza di specie mesofile, qua-• + ii Rosa arvensis, Daphne laureola, Anemone trfolia.• •
+ Dal punto di vista fitosociologico possono essere rife-+
riti all’associazione Aceri obtusati-Quercetuni cerridis,÷ descritta per boschi delle Marche su substrato similare•
da Ubaldi & Speranza (1982), anche se non si sono•riscontrate le due caratteristiche di associazione, Orchis
• + purpurea e Pyracantha coccinea, ma solo alcune differenziali. L’inquadramento a livello di alleanza di que
2 2 + ste fitocenosi ed in generale di querceti e boschi a cadu÷ ÷ cifoglie eliofile è controverso per l’esistenza di diver
se correnti di pensiero (cfr. Ubaldi et al., 1987; Ubal+ +
di, 1988; Scoppola et al., 1995; Arrigoni, 1997; Pignat• ti, 1998, ecc.); noi abbiamo preferito riferire l’associa1 zione al syntaxon originariamente indicato dagli auto-• 1 ri (Laburno-Ostryon, oggi Laburno-Ostryenion inseri• 1 ta nell’alleanza Ostryo-Carpinion), anche se in un• • 1 recente lavoro viene inquadrata da Arrigoni (1998) nel+ •
. l’alleanza Crataego-Quercion.• • +
Le cerrete montane neutrofile (Tab. 6)• • + Questi soprassuoli sono presenti su suoli mediamente• • + profondi ricchi di argilla, provenienti dall’alterazione• • + delle argille caotiche, e sono posti su versanti poco
+ •• inclinati. Fisionomicamente Si presentano come cedui
• ÷ • matricinati densi e ben sviluppati nella proprietà priva• • + ta, mentre in quella pubblica come fustaie transitorie di+ • • ottimo sviluppo e portamento.÷ . • Ii piano superiore è dominato nettamente da Quercus+ •
• cerris; questa monospecificità è solo in parte naturale,• + poiché ha inciso in modo significativo ii trattamento
+ •
antropico. Ii piano intermedio è denso e sviluppato, for-• + • mato sia da ricacci di specie arboree quali Acer campe
+ stre, Acer obtusatum, Carpinus betulus, Ilex aqufolium•e localmente Populus tremula e Fraxinus excelsior, che
• da essenze arbustive quali Lonicera xylosteum, Crataegus monogyna, Prunus spinosa, Pyrus pyraster Rosa
• + canina, localmente anche Corylus avellana e Viburnum+ lantana. Ii piano inferiore è formato da specie mesofile
• •
+ quali Daphne laureola, Festuca heterophylla, Primula• •
+ vulgaris, Ajuga reptans, Euphorbia dulcis, Hepatica• +
abbondanti sono Melica uniflora e Anemone trifolia. Leuniche specie termofile presenti in modo significativosono Viola alba ssp. dehnhardtii, Lonicera caprfolium,Helleborus bocconei.Dal punto di vista sintassonomico, questi popolamentipossono essere inquadrati nell’associazione Centaureoniontanae-Carpinetum betuli, anche se fisionomicamente si tratta di cerrete. Questo syntaxon, istituito daUbaldi (1974) per la Provincia di Pesaro e piü volteridefinito (Ubaldi & Speranza, 1985; Ubaldi et al.,1987; Ubaldi, 1988) è stato collocato a livello superiore in raggruppamenti diversi (cfr. quanto già accennato per gli ostrieti). A nostro parere, per le sue peculiarita ecologiche, questa associazione andrebbe inseritanel Carpinion, alleanza delle Fagetalia sylvaticae. DelCarpinion sono presenti infatti numerose specie caratteristiche quali Festuca heterophylla, Ornithogalumpyrenaicuin, Carpinus betulus, Rosa arvensis, Campanub trachelium, Pulinonaria apennina, oltre ad altreentità delle Fagetalia.A destra in Tab. 6 sono presenti tre rilievi (n° 36, 37 e38) provenienti da soprassuoli giovani, periodicamente sottoposti a ceduazioni ravvicinate, che denotanouna estrema povertà di specie.
I boschi inisti niesofihi ,nontani (Tab. 7)
Queste cenosi, in relazione alle specie dominanti. possono suddividersi in tre tipologie che possiamo definire: 1) variante a frassino maggiore e aceri; 2) variantea cerro; 3) variante a faggio.
Variante a frassino maggioreQuesti soprassuoli, rappresentati dai rilievi a destra inTab. 7, sono localizzati sulle calcareniti che formano idue <<Sassi>> e si sviluppano sia sui fianchi meno declivi delle due emergenze calcaree che sui grossi massi
stabilizzati, accumulatisi al piede di queste. L’ambienteedafico è caratterizzato da blocchi coerenti di roccia esuolo profondo, ricco di basi e ottimamente drenante.Fisionomicamente si presentano come cedui irregolaririccamente matricinati.Ii piano dominante è caratterizzato da Fraxinus excelsior, Ia specie piü rappresentata, Acer obtusatum, A.pseudoplatanus, A. platanoides, A. canlpestre, Quercuscerris, Tibia plathyphyllos, Ostrya carpinifolia, Prunusavium, Sorbus aria.Ii piano intermedio è dominato da Corylus avellana, alquale si accompagnano Lonicera xybosteum, Crataegusinonogyna, Euonymus latifolius e specie di elevatosignificato ecologico e fitogeografico quali Ribes alpinum, R. inultUloruin e R. uva-crispa. II piano inferioreè formato quasi esclusivamente da specie mesofile,alcune di ambiente di margine come Galium aparine,Geranium robertianuin, Centaurea montana, Heracleum spondylium, altre di ambiente roccioso qualiDoronicum culunznae, Polystichum aculeatum, Saxifraga rotundifolia, Hepatica nobilis, ed altre ancoradecisamente nemorali quali Euphorbia dulcis, Epibobium montan um, Polygonatum multiflorum, Galiuniodoratum, Actaea spicata, Hordebymus europaeus,Lamiastrum galeobdobon, Asperula taurina, Mercuriaus perennis, Paris quadrifobia.
Variante a cerroSul detrito calcareo, misto alle argille caotiche del basamento, si sviluppa un soprassuolo caratterizzato da unamaggiore presenza di Quercus cerris e raramenteOstrya carpinifobia. Anche in questo caso ii terreno èprofondo e fertile, ma l’abbondante presenza di argillae la minore rocciosità diffusa determinano, rispetto allavariante a frassino maggiore, modifiche nel corteggiofloristico sia come presenze che come abbondanza.In effetti questi soprassuoli, rappresentati in tabella dai
2
+
18 DE DOMINICIS V., GABELUNT V., VICIANI D., MORROCCHI D., GONNELLI V.
duff. Centaureo montanae-Carpinetum betuli
b PrUnus spinosa L.Ligustrum vulgare L.
Malus sylvestris Miller
hex aquifolium L.Viburnum lantana L.
c Brachypodium rupestre (Host) R. et S.
Carex flacca Schreber
Viola alba Besser ssp. dehnhardtii (Ten.) W. Becker
rilievi a sinistra, occupano litologicamente una posizione intermedia tra la cenosi descritta precedentemente e le cerrete montane, e sono fisicamente a contattodelle une e delle altre. Costituiscono, nella composizione floristica, una fase di transizione tra i boschimisti mesofili e le cerrete montane, mantenendo perômaggiori affinità con i primi.Fisionomicamente si presentano come cedui invecchiati, solo parzialmente avviati all’alto fusto.Nel piano arboreo è frequente Carpinus betulus, e compare Taxus baccata, non si ritrova piü Acer platanoidese diminuisce Fraxinus excelsior. Nel piano intermediosono dominanti Crataegus monogyna, Lonicera xylosteum e Viburnum lantana e localmente sono ben rappresentati hex aqufolium e Euonymus latifolius. Ribesmultiflorum è l’unico ribes ancora presente e si contraenotevolmente anche Corylus avellana. E’ da segnalarela presenza invece di Cotoneaster nebrodensis. Nel
piano inferiore sono prevalenti le Specie mesofilenemorali, alle quali Si accompagnano, con consistenzaminore rispetto al tipo precedente, sia quelle di margine, che queue di ambiente roccioso.
Variante a faggio.Questa tipologia (ru. 14 in Tab. 7) ha un estensioneestremamente limitata ed è presente solo tra i due <<Sassi>> su detrito calcareo misto ad argille caotiche, in condizioni pedologiche identiche alle precedenti ma in esposizione settentrionale e morfologia poco accentuata.Fisionomicamente Si presenta come un ceduo matricinato invecchiato a densità colma.II piano superiore è formato dalla netta dominanza diFagus sylvatica, con Quercus cerris e Carpinus betithis. Nel piano intermedio è comune solo flex aquifo.hum. Ii piano inferiore è formato da Specie decisamente mesofile, di queste le piü abbondanti sono Geraniun
segue Tabella 6
I *
24 23 15 27 21
**
36 38 37
+ 1 +
+
+
r+ ÷
+
+ ÷
+
+
r
r r +
+ + . . +
+ +
+
+
+ +
• . + . +
r+ . .
+ . r
CONTRIBIJTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RISERVA NATURALE DEL SASSO Dl StMONE (TOSCANA ORIENTALE) 21
I * IIRilevamento n. 17 16 41 42 13 44 14 40 12 20 9
Superficie rilevata (mq) 300 300 400 300 300 400 200 300 200 300 100Altitudine(m) 1130 1150 1140 1130 1150 1080 1170 1130 1160 1150 1200Esposizione W W SW WNW NE SW NE NE N E
Strain Coperniratotale(%) 100 100 100 100 100 80 100 100 100 100 100Inclinazionc (%) 5-15 15-30 15-30 15-30 15-30 15-30 75-100 75-100 50-75 <5Substrato geologico arg arg c c-arg c c arg c c c cNumero di specie 47 53 62 52 56 56 29 57 52 39 37
Lunario-Acerenion pseudoptatani e Tilioplatyphylli-Acerion pseudoplatani
nodosum, Aegopodiuni podagaria, Rubus hirtus,Gaiiu,n odoratum, Asarum europaeum. Quest’ultimaspecie è indicatrice di un elevato contenuto in argilla.
A nostro parere tutti questi soprassuoli dovrebbero ayere ii seguente inquadramento sintassonomico:— l’ordine di appartenenza dovrebbe essere quello del
le Fagetalia sylvaticae; infatti le specie appartenenti a questo syntaxon sono largamente dominanti;
— l’alleanza e la sottoalleanza di appartenenza dovrebbero essere rispettivamente Tilio plathyphylli-Acenon pseudoplatani e Lunario-Acerenion pseudoplatani, per la presenza di Tilia plaryphyllos, Acer pseudoplatanus, A. platanoides, Ribes alpinus, R. uvacrispa, R. multiflorum, Geranium robertianuin,Actaea spicata, Centaurea montana, Polystichumacu leatum, Lunaria rediviva, Phyllitis scolopen -
drium, Cystopteris fragilis, specie indicate comecaratteristiche e differenziali dei due sintaxa, ed unaelevata presenza di Fraxinus excelsior, condizionecaratterizzante la fisionomia di questi soprassuoli;
importante anche la notevole partecipazione al popolamento di specie nitrofile di margine, che occupano di preferenza le tasche di accumulo di materialeorganico che si creano tra i massi;
— riguardo l’associazione di riferimento, ii problema èpiii complicato per la mancanza di studi specificiriguardanti la presenza del Tilio-Acerion e delle sueassociazioni nella nostra Penisola. Le cenosi in questione potrebbero essere inquadrate nel FraxinoAceretum pseudoplatani, riportato da Oberdorfer(1992) per 1’Europa centrale; ii confronto con unlavoro di sintesi sulla vegetazione degli acereti europei (Clot, 1990), purtroppo con pochi dati provenienti dall’Italia, farebbe propendere invece per l’associazione Phyllitido-Aceretuni pseudoplatani. L’inquadramento a livello di associazione necessita diuno studio mirato e di un set di dati pii ampio e riferito ad una parte consistente della Penisola, per altroin corso di realizzazione. Preferiamo pertanto riferire per ii momento queste fitocenosi soltanto all’alleanza Tilio-Acerion.
segue Tabella 7
Rilevamento n. 40 12 20 9
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA VEGETAZIONALE DELLA RJSERVA NATURALE DEL SASSO Dl SIMONE (TOSCANA ORIENTALE) 25
VEGETAZIONE NON RILEVATA
Formazioni di pino neroQuesti soprassuoli, ubicati nella porzione Nord-Ovestdella riserva, furono realizzati circa 35 anni fa piantumando pino nero, con l’intento di fermare l’erosionedelle argille caotiche tramite ii rivestimento di partedelle pendici denudate.
ColtiviSono ubicati nelle porzioni periferiche della riserva inprossimità degli abitati. Sono costituiti da seminativiasciutti per la produzione sia di cereali che di fieno.Presentano ancora un’interessante suddivisione consiepi, molto importante dal punto di vista naturalisticoper la conservazione della biodiversità.
LA DINAMICA DELLA VEGETAZIONE
In condizioni di assenza di disturbo antropico Ia vegetazione dell’area tende ad evolvere quasi ovunque verso forme forestali. Questa evoluzione è da esciudersinelle aree rupestri per ii fattore morfologico che impedisce Ia costituzione di uno spessore di suolo idoneo aduna copertura vegetale continua e nelle aree di risorgenza delle acque, in quanto si determina una condizione di asfissia radicale che non permette la colonizzazione delle specie forestali.Le vegetazioni pioniere dei macereti e delle aree calanchive hanno un carattere dinamico sia temporale chespaziale. L’ambiente fisico in cui vivono queste fitocenosi è determinato da fenomeni franosi: crollo e rotolamento nel primo caso, scivolamento e colamento nelsecondo.Con ii passare del tempo, questo ambiente divienelocalmente colonizzabile anche da parte di piante piüesigenti e Ia vegetazione che si sviluppa, sia sui macereti che sui calanchi, assume forme sempre piü evolute. Perô le forme pioniere non scompaiono in quanto ifenomeni franosi sono continui, sia per le caratteristiche statiche di argille e calcareniti, che per Ia particolare giacitura stratigrafica.
CoNsIDE1.zIoN1 FINALI
Come si e visto la vegetazione dei diversi substrati presenta, sovente, notevoli affinità:— i prati mesofihi appartengono tutti alla stessa tipolo
gia fitosociologica (Achilleo collinae-Cynosureturn)con modeste differenze di composizione;
— sui substrati marnoso-arenacei e sulle argille le cenosi forestali montane finali (Centaureo montanaeCarpineto betuli sigmetum) sono identiche.
I suoli evoluti, necessari ad ospitare questi consorzivegetali hanno, infatti, notevoli affinità in tutte le tipologie presenti ed ii clima stesso agisce in modo determinante.La cenosi forestale che riveste gli affioramenti calcarenitici risente, invece, in modo determinante sia dellaparticolare morfologia che delle caratteristiche macro-
strutturali (massi). II Tilio-Acerion ha, infatti, ovunquesiano presenti ambienti di forra, una valenza di paraclimax. E probabile, perô, che questa testa di serieabbia una valenza strettamente locale e che, altrove,possa rappresentare uno stadio intermedio verso cenosi piü evolute a dominanza di Fagus sylvatica.
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