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Immagini e racconti sul Parco Spina Verde classi terze a.sc. 2010-2011
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Uscita Storia

Aug 05, 2015

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Pia Corbani
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Page 1: Uscita Storia

Immagini e racconti sul

Parco Spina Verde

classi terze a.sc. 2010-2011

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Il parco regionale Spina Verde si estende sulla parte collinare che va dal colle del Baradello al sasso di Cavallasca.Il parco è stato istituito con la legge regionale numero 10 del 4 marzo 1993.L'origine del suo nome è legata alla forma delle colline che come una spina verde si insinuano tra la Como della convalle e le nuove zone poste a sud-ovest. Le tracce più evidenti del passato sono costituiti da resti di strutture abitative (le cosiddette “camere” in roccia e l'abitato di Pianvalle), da numerose incisioni rupestri,da una sorgente incanalata in epoca preistorica (la fonte della Mojenca ) e da altre presenze come le tracce lasciate dal passaggio di slitte o resti di strutture funerarie. Questi contesti sono databili tra il neolitico e la tarda età del ferro. La presenza più rappresentativa si riferisce alla Cultura di Golasecca,

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Ci abitavano gli uomini Golasecca, facevano case con l'argilla e i sassi;quando siamo andati alla Spina Verde abbiamo visto i resti di case antiche.Nel villaggio c'erano tante case vicine e si conoscevano quasi tutte le persone.

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La camera grande: è fatta di rocce, muschio e alberi.

Non ha i muri perché è antica, dentro abitavano le persone primitive.

Sotto tenevano gli animali per riscaldarsi e nel piano di sopra ci stavano le persone .

Sul terreno ci sono ancora i canaletti dove scorreva l’acqua.

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La parte conservata e’ relativa ad un piano inferiore adibito a vari (stalla, deposito…),sopra il quale vi era un secondo piano che serviva da abitazione. I due livelli erano separati da un tavolo in legno e argilla direttamente impostato sulla roccia. Il tetto a capanna,sorretto da travature lignee (del legno), era rivestito di paglia.

La camera grande ha la base rettangolare (m,8,71x 5,05)tre pareti, alte sino a 3 m, sono scavate nell’arenaria, mentre la quarta rivolta verso la valle, presenta un doppio argine di grosse pietre.

La parete mancante era probabilmente costruita con la tecnica del muro a secco o a graticcio (intrecci di fascine lignee,con tamponature in argilla o fango).

Nel piano di sopra c’era l’abitazione, la camera grande veniva usata per tenere gli animali e gli attrezzi agricoli

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Questa è una specie di vasca scavata nella roccia arenaria che è fatta di sabbia indurita. Intorno ci sono dei buchi non troppo grandi che servivano per inserirci dei pali di legno che sostenevano la copertura.

Probabilmente lì conservavano le merci.

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La zona presenta diversi affioramenti di arenaria, parte di un’unica roccia ricoperta da vegetazione, è divisa in due da un’ antica strada riconoscibile da profonde tracce dette TRACCE DI CARRO più probabilmente lasciate da slitte da carico, con poca distanza tra i due solchi paralleli. Ci sono segni anche in altre zone della Spina Verde riconducibili ad antichi collegamenti.

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Questa è l’incisione lasciata dai pattini della slitta che veniva trascinata da animali o tenuta da persone e serviva a trasportare le merci .

Portando avanti e indietro le merci si formò l’incisione.

Nella zona sono presenti incisioni dato lo scarso stato di conservazioni sono visibili con particolari condizioni di luce radente.

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Camera Carugo. La camera Carugo era una specie di magazzino dove veniva scambiata la merce . Aveva due piani ed era stretta e alta , e non ci batteva il sole così si conservava di più la merce.Era anche un punto di ristoro ed era situata in un punto di passaggio per i viaggiatori.

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Le incisioni rupesti presenti nella Spina Verde sono realizzate con la tecnica di sfregamento, sono distribuite sui tratti affioranti di arenaria.La maggior parte è costituita da coppelle, incisioni circolari di piccole dimensioni (3-4 cm di diametro e 1cm di profondità circa).Le coppelle si trovano secondo un ordine sparso riunite a formare composizioni geometriche.Più rare ma particolarmente significative sono le incisioni lineare.A carattere simbolico:ascia, disco solare, serpente spirale croce.Fino a pochi anni fa erano visibili due figure antropomorfe: corpo triangolare, detto”omino di Prestino”, probabilmente riconducibile ad una figura femminile, una phi, presso la “grande roccia di Pianvalle” detto omino cornuto.

QUESTE SONO LE COPPELLE: Servivano per metterci dentro sangue, oli e latte per le celebrazioni importanti. Possono essere vicine o staccate per formare dei simboli.

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I Golasecchiani erano un popolo abile a fare la fusione dei metalli, per forgiare le armi il metallo veniva riscaldato e raffreddato più volte. Il metallo veniva fuso nel forno in cui si doveva sviluppare una temperatura intorno ai 1000° . Il forno aveva una base di sassi e veniva ricoperto con argilla. La temperatura veniva alzata alimentando il fuoco con un attrezzo a soffietto. Nel forno venivano prodotti anche i vasi che, se si rompevano, venivano usati come piastrelle del pavimento

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Questo buco forse serviva per infilare un tronco chiamato Totem per richiamare le persone del villaggio.

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Una curiosità: il 21 dicembre, giorno del solstizio di inverno, verso l’ora del tramonto, i raggi del solepercorrono la piccola valle antistante l’ingresso della fonte e si incuneano all’interno della galleria.Un’ipotesi, non supportata scientificamente, vede nell’orientamento una precisa volontà degli antichiedificatori, forse legata al culto delle acque.

Qui abbiamo visto molti girini di salamandra