UNIVERSITA’ DELLE LIBERETA’ AUSER Visita guidata del 19 maggio 2014 AL ROSETO DEL PARCO DI SAN GIOVANNI 1 Quando da qui si guarda l'età del passato veramente diventa possibile l' amore. Mai così belli i visi e veri i pensieri come quando stiamo per separarci, amici. Esercizio della ragione e sentimento sono due cose e vivacemente si legano come la rosa è forma di mente e stupore. (Franco Fortini) Con il naturalista Matteo GIRALDI Agricola Monte San Pantaleone Moderne, antiche, arbustive, rampicanti, floribunde. Declinate in un’infinita gamma di nuance di colori e profumi, indossano con grazia nomi di re e regine, principi e principesse poeti e scrittori, scultori e compositori. Nomi altisonanti, quali “Fairy Queen”, “Ghislaine de Féligonde”, “Madame Isaac Pereire”, “Gentle Hermione”. Nei mesi di maggio e giugno le rose raggiungono la massima fioritura e così ci siamo immersi in una moltitudine di profumi e colori. Ecco alcune tra le innumerevoli varietà che abbiamo potuto ammirare durante la visita al Roseto.
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AL ROSETO DEL PARCO DI SAN GIOVANNI
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Quando da qui si guarda l'età del passato
veramente diventa possibile l' amore.
Mai così belli i visi e veri i pensieri
come quando stiamo per separarci, amici.
Esercizio della ragione e sentimento
sono due cose e vivacemente si legano
come la rosa è forma di mente e stupore.
(Franco Fortini)
Con il naturalista
Matteo GIRALDI
Agricola Monte San Pantaleone
Moderne, antiche, arbustive, rampicanti,
floribunde.
Declinate in un’infinita gamma di nuance di
colori e profumi, indossano con grazia nomi di
re e regine, principi e principesse poeti e
scrittori, scultori e compositori. Nomi
altisonanti, quali “Fairy Queen”, “Ghislaine de Féligonde”, “Madame Isaac Pereire”, “Gentle Hermione”.
Nei mesi di maggio e giugno le rose raggiungono la massima fioritura e così ci siamo immersi in una
moltitudine di profumi e colori.
Ecco alcune tra le innumerevoli varietà che abbiamo potuto ammirare durante la visita al Roseto.
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Come schedarla la piccola rosa.
Rosso viva improvvisa e giovane e vicina?
Non eravamo venuti a cercarla.
Siamo venuti e c’era
Nessuno l'aspettava prima che fosse qui.
Quando ci fu la credettero appena.
Viene alla meta chi non e' partito...
Quasi sempre è cosi.
(Bertolt Brecht)
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L’evoluzione delle rose nel Comprensorio di San Giovanni
Come ospitare una collezione di rose se lo chiese già l’imperatrice Josèphine de Beauharnais, prima moglie di
Napoleone I, quando iniziò a raccogliere nel giardino della Malmaison,
nell'Île de France, più di 250 varietà.
L’imperatrice insoddisfatta delle rose che a quel tempo erano disponibili,
le quali erano piccole e fiorivano solo per pochi giorni all'anno, fece
piantare nei giardini della tenuta oltre duecento varietà provenienti
dalla Persia. Da queste venne in seguito isolata prima la Rosa tea e,
successivamente, la Ibrida perenne, dai fiori doppi e rifiorenti e dalla
quale discendono molte delle rose che attualmente sono in commercio.
Siamo agli inizi dell’Ottocento quando la fama del giardino si diffuse in
tutta Europa accendendo il grande interesse per la crescita e
l’ibridazione di rose che porterà alla nascita delle rose moderne. Tra la
fine del XIX e l’inizio del XX secolo furono creati molti roseti sia pubblici
che privati. La maniera classicheggiante e simmetrica viene riproposta
fino ad oggi, come metodo più congeniale di concepire un roseto elegante.
Il percorso sull’evoluzione delle rose del Parco di San Giovanni inizia nella parte bassa, la più
antica del parco, dietro alla Villa Bottacin, costruita nella prima metà dell’Ottocento.
Nicolò Bottacin era un collezionista vicentino, esperto botanico e responsabile a Trieste di numerosi incarichi
di prestigio. Fu amico dell’Arciduca Massimiliano d’Asburgo e nel Parco di San Giovanni costruì la “sua “
Miramar.
Nella parte bassa troviamo, vicino agli alberi più grandi del Parco, le rose antiche, cioè le rose nate e
create per convenzione prima del 1867. Le rose antiche hanno un fascino particolare, ed un profumo che vi
invito ad annusare profondamente.
Qui, davanti alla Villa Bottacin ci sono le rose della classe Alba e degli Ibridi Perenni, vicino al Padiglione ex-
Gregoretti le Centifoliae, Centifoliae Muscosae, Damascenae e Gallicae.
Nell’area sul lato ovest del Padiglione sono ospitate in 6 aiuole le Rose cinesi antiche, la classe Tea, due
aiuole di Ibridi Perpetui, la classe delle Rugose e una degli Ibridi di Canina e Eglanteria.
Le Rose Tea, discendenti da “genitori” cinesi, si affermarono in Europa nell’Ottocento, rose di grande
raffinatezza, dai fiori morbidi e delicati come la seta, caratterizzate da toni pastello che vanno dal rosato al
bianco ambrato, le foglie, leggere, profumano vagamente di thè.
Nel prato, ad est dell’ex-Gregoretti le bellissime Bourbonianae (provenienti dall’isola di Bourbon, oggi
Rèunion – isola vicino al Madagascar) e oltre il sentiero verso il Piazzale Canestrini sono a dimora diversi
esemplari della classe Ibridi Moschata, risalenti al periodo tra le due guerre.
Nel cortile attiguo al Padiglione, zona di ritrovo e sosta per i proprietari di cani, le rampicanti e le rose
Portland. Le rose antiche si possono ammirare ancora dopo la clinica psichiatrica, risalendo il lato ovest del
Parco e a fianco dei Padiglioni di Scienze della Terra. Nella parte “alta” del Comprensorio si incontreranno
invece le rose moderne.
Nella zona del Museo dell’Antartide ci sono le rose che appartengono al periodo floreale (Liberty o
Art Nouveau 1888-1920). La maggior parte di esse sono rare e ormai quasi introvabili sul mercato.
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Nella zona adiacente la chiesa si trova il grande Roseto dedicato al primo collezionista di rose
triestino, Giulio Perotti, modellato a terrazze a più livelli, mediante scarpate lunghe e larghe, ospita le rose
a cespuglio e gli Ibridi di Tea.
Vicino al muro di cinta, a nord, le rose più “vecchie”, a iniziare dalla famosa “La France”, primo Ibrido di
Tea, la prima rosa con il dono della rifiorenza continua.
La collezione di rose moderne cinesi e giapponesi, richiama alla storia di Trieste, al ruolo che la città
ebbe nell’apertura del Canale di Suez: poco dopo, infatti, vennero attivate le rotte per Bombay, Shanghai,
Nagasaki e altre città dell’Estremo Oriente.
L’area adiacente alla collezione del periodo Liberty ospita una collezione di rose moderne cinesi.
La zona tra lo Spazio Villas e le vecchie stalle, ospita la collezione di rose moderne giapponesi in un
ambiente vagamente Zen.
Nella zona in prossimità dell’uscita verso la via Valerio si possono ammirare le rose arbustive
moderne rifiorenti: Ibridi di Tea e Floribunda a grande sviluppo e Ibridi di Moschata.
Lungo il vialetto in pietra ornato da leggere, bellissime ed eleganti graminacee trovano posto oltre alle prime
Rose Inglesi (David Austin), le Rose Nostalgiche o Romantiche appartenenti alla classe degli Ibridi di Tea.
Notizie tratte dal libro “La Rosa che c’è” (è possibile prenotarlo: informazioni in segreteria)
Nove autori raccontano le rose: dalla botanica all’architettura, dalla filosofia alla cooperazione sociale. I loro
sguardi offrono l’inevitabilità della rosa e la sua straordinaria necessità. Il tutto scandito da splendide
fotografie e poesie del Novecento che parlano di rose, come segnavia per non perderci nella vastità della
bellezza.
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Con Matteo,
durante la visita al Roseto, tra infiniti colori e profumi.
Le rose sono famose per il loro profumo, più di 400 composti volatili sono stati identificati nel
profumo delle cultivar di rose diverse. La rosa di Damasco (R. damascena) è fin dall’antichità la più
importante per la produzione di acqua di rose, essenza di rose, e di altri olii essenziali nel settore del
profumo, che oggi viene coltivata soprattutto in Bulgaria.
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“…L’essenziale è invisibile agli occhi, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
E’ il tempo che ho perduto per la mia rosa…sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.”
(Il Piccolo Principe - Antoine de Saint-Exupéry)
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E se volete conoscere il nome di una specifica rosa
consultate il sito “Il Cercarose”.
Il Roseto di S. Giovanni si sta affermando come una delle principali collezioni di rose a livello internazionale
con migliaia di varietà diverse, rare ed interessanti.
Il Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, grazie al coinvolgimento in importanti progetti
internazionali, è un centro all’avanguardia nel campo dell’informatizzazione dei dati sulla biodiversità.
Gestisce importanti basi di dati sulla flora e fauna d’Italia, e con il progetto Dryades sta generando centinaia
di guide interattive all’identificazione di piante, funghi ed animali consultabili su diversi media, compresi i
telefonini di ultima generazione. Alcune delle applicazioni sono rivolte al grande pubblico: tra queste il
‘Cercapiante’, uno strumento che permette di accedere a più di 100.000 fotografie digitali di quasi 14.000
specie di piante scattate dal dott. Andrea Moro, che dal 2010 ha scattato centinaia di immagini di cultivar al
Roseto di S. Giovanni.
Alla fine del 2012 il numero delle rose fotografate era superiore a 2.000. Ciò ha suggerito di dare un
contributo alla valorizzazione del Roseto di S. Giovanni creando un’applicazione interamente dedicata alle
rose.
Nell’aprile del 2013, ill ‘Cercarose’ è stato reso liberamente consultabile in rete.
Esso permette di effettuare ricerche su circa 2000 cultivar di rose presenti a S. Giovanni, più
una cinquantina di specie selvatiche, visualizzando più di 10.000 fotografie digitali ed alcuni
dati fondamentali sulle rose quali: nome, ibridatore, colore, fragranza, ecc..
Il ‘Cercarose’ vuole permettere una specie di ‘visita virtuale’ al Roseto di San Giovanni, sperando che questa
invogli molte persone a visitarlo realmente, alla scoperta dell’ enorme patrimonio di bellezza che Uomo e
Natura hanno saputo creare nello sviluppo delle rose da giardino. (Tratto da “il nuovo CercaRose: 2000 rose
dal Roseto di San Giovanni”)
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come promesso, la ricetta dello sciroppo di rose:
300 gr di petali puliti di rose non trattate e profumate
1 kg zucchero 1 litro acqua
1 limone non trattato con buccia.
Preparazione:
Raccogliere i petali da asciutti e lavarli delicatamente in acqua fredda, metterli in infusione con un limone tagliato a fette e acqua bollente, lasciarli coperti per circa 24 ore.
...dopo di che... spremere i petali di rosa e filtrare il liquido ottenuto, aggiungere lo zucchero, e far sobbollire per almeno 20
minuti, poi imbottigliare oppure mettere in piccoli vasi e far sterilizzare.
Una volta aperto va conservato in frigorifero per un tempo limitato (15-20 giorni).
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…Benvenuta, donna mia, benvenuta!
hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme…
(Nazim Hikmet)
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Le coprirei il tempo
con rose, perché
non ricordasse
una rosa diversa,
d’imprevista magia,
sopra ogni ora solitaria d’oro
o d’ombra,
vuoto propizio alle memorie tragiche.
E come tra divine
e allegre
rampicanti scarlatte, rosa, bianche,
che non lasciassero spazio al passato,
le s’intrecciasse
con il corpo
l’anima.
(Juan Ramón Jiménez )
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Grazie a tutte per la compagnia e la piacevole mattinata,
alla cara Loreta STEFANI un ringraziamento particolare per le bellissime fotografie e…
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