Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
RELAZIONE GENERALE E SPECIALISTICHE
OGGETTO:
LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELLE AULE 13 E 14 DELL’EDIFICIO EX-TUMINELLI DELLA CITTA’ UNIVERSITARIA
PROPRIETA’:
Università degli Studi di Roma La Sapienza
Roma, li Aprile 2018
Il R.U.P. Ing. Stefano Tatarelli
_________________________
Il Progettista
Ing. Giuseppe Giordano
_________________________
REVISIONE N. MOTIVAZIONE DATA
Ristrutturazione aule 13 e 14 dell’edificio Ex-Tuminelli della Città Universitaria pag. 2
Relazione generale e specialistiche
INDICE
1. INTRODUZIONE...................................................................................................................................... 3
2. OGGETTO DELL'APPALTO ................................................................................................................. 3
3. ELABORATI ALLEGATI AL PROGETTO ......................................................................................... 3
4. STATO DI FATTO.................................................................................................................................... 4
5. INTERVENTI DA ESEGUIRE................................................................................................................ 9
5.1. RIMOZIONI E DEMOLIZIONI ........................................................................................................... 10
5.2. PAVIMENTO .......................................................................................................................................... 10
5.3. RICOSTRUZIONE NICCHIE USCITE DI EMERGENZA............................................................... 10
5.4. IMPIANTO ELETTRICO E AUSILIARIO ......................................................................................... 10
5.5. IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE E RICAMBIO ARIA ............................................................ 12
5.6. CONTROSOFFITTO.............................................................................................................................. 13
5.7. SOSTITUZIONE INFISSI INTERNI ED ESTERNI........................................................................... 13
5.8. TINTEGGIATURA INTERNA.............................................................................................................. 16
Ristrutturazione aule 13 e 14 dell’edificio Ex-Tuminelli della Città Universitaria pag. 3
Relazione generale e specialistiche
1. INTRODUZIONE
La presente relazione tecnica descrive i lavori di ristrutturazione da realizzare
all’interno delle aule 13 e 14 ubicate nell’edificio Ex-Tuminelli nella Città Universitaria
e censito al N.C.U. al foglio 597 part. 8 di proprietà dell’Università degli Studi di
Roma “La Sapienza”.
2. OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha per oggetto l'esecuzione di tutte le opere e le somministrazioni di mano
d'opera e di provviste occorrente per l'esecuzione dei lavori inerenti le opere edili ed
impiantistiche per la ristrutturazione dell’interno delle aule 13 e 14 ubicate
nell’edificio Ex-Tuminelli nella Città Universitaria. L’aula n.13 ha una superficie utile di
calpestio pari a 100,14 mq, mentre l’aula n.14 ha una superficie utile di caplestio pari
a mq 86,94.
Le opere da realizzarsi non impattano sull’estetica del fabbricato, e pertanto non
occorre richiedere il parere alla tutela per i beni Architettonici e Paesaggistici.
3. ELABORATI ALLEGATI AL PROGETTO
Fanno parte integrante della presente relazione i seguenti elaborati progettuali:
• Capitolato d’appalto;
• Computo metrico estimativo (escluso dal contratto d’appalto);
• Elenco prezzi con relative Analisi;
• Quadro economico;
• Piano di manutenzione (escluso dal contratto d’appalto);
• Piano di sicurezza e coordinamento;
• Tav. AR01 – Opere Murarie – Ante-operam;
• Tav. AR02 – Opere Murarie – Post-operam;
• Tav. AR03 – Opere Murarie – Controsoffitto;
• Tav. AR04 – Opere Murarie – Abaco Infissi;
• Tav. AR05 – Opere Murarie – Arredi;
• Tav. IE01 – Impianti elettrici e ausiliari – Illuminazione generale e di
emergenza;
• Tav. IE02 – Impianti elettrici e ausiliari – Illuminazione generale e di
Ristrutturazione aule 13 e 14 dell’edificio Ex-Tuminelli della Città Universitaria pag. 4
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emergenza;
• Tav. IE03 – Impianti elettrici e ausiliari – Rilevazione incendio;
• Tav. IE04 – Impianti elettrici e ausiliari – Videoproiezione e diffusione sonora;
• Tav. IE05 – Impianti elettrici e ausiliari – Canalizzazioni principali;
• Tav. IE06 – Impianti elettrici e ausiliari - Schemi unifilari;
• Tav. IM01 – Impianti Meccanici – Impianto di ventilazione;
• Tav. IM02 – Impianti Meccanici – Impianto di distribuzione fluido
termovettore;
• Tav. IM03 – Impianti Meccanci – Impianto a pannelli radianti a soffitto;
• Tav. CR01 – Cronoprogramma.
4. STATO DI FATTO
Attualmente le due aule posseggono finiture simili con pavimento in gomma e
controsoffitto in doghe metalliche. E’ bene precisare che il rilievo delle aule è stato
effettuato in condizioni normali di attività didattiche, evitando l’interruzione delle
attività istituzionali, le misurazioni e le ispezioni al di sopra del controsoffitto sono
state eseguite a campione, rilevando, per quanto possibile, gli ingombri massimi
nonché la presenza di travi estradossate parallele al lato minore delle aule, pertanto
la ditta aggiudicataria, prima di procedere a qualsiasi lavorazione, dovrà verificare
quanto riportato del progetto esecutivo.
Gli infissi esterni sono di varia natura dalle porte metalliche a doppia anta con
maniglione antipanico alle finestre metalliche con doppio vetro alle finestre in legno
con anta scorrevole ma con vetro singolo. Le porte che danno al ballatoio esterno
sono state realizzate all’interno di una nicchia in modo che la loro apertura non
ostacoli il transito nel ballatoio. Le finestre sono tutte protette all’esterno da una
grata metallica.
Anche se l’attuale sistema dei banchi a postazione multipla oggi permette la
permanenza di un numero di studenti superiore alla soluzione progettuale proposta,
bisogna considerare che questa soluzione è in contrasto con le norme di sicurezza e
tale da non permettere un esodo nel rispetto dei recenti aggiornamenti normativi in
tema di sicurezza sui luoghi di lavoro e di prevenzione incendi. Infatti anche se le
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Relazione generale e specialistiche
uscite di sicurezza sono più che sufficienti, i percorsi di esodo risultano alquanto
caotici ed inefficienti.
Il sistema attuale di climatizzazione è composto solo di radiatori in ghisa e permette
solo il riscaldamento e non il raffrescamento.
Le aule sono dotate di video proiettore e schermo a scomparsa comandato
elettronicamente, ma la mancanza di cattedra elettrificata e non collegata al
videoproiettore non consente al docente di usufruire di una postazione didattica in
linea con le nuove tecnologie (connessione wifi proiettore). Anche il sistema di
filodiffusione è piuttosto datato ed è costituito da un paio di altoparlanti collegati ad
un amplificatore posto alla parete localizzata a fianco alla cattedra.
L’impianto elettrico parte da un centralino ed è costituito da canaline esterne che
alimenta alcune prese nelle pareti vicino la cattedra, il videoproiettore lo schermo e
l’illuminazione artificiale. L’illuminazione artificiale delle aule è costituita da plafoniere
per tubi fluorescenti al neon.
Esiste un sistema di rilevazione incendi con n.4 rilevatori di fumo per l’aula 13 e n.3
rilevatori di fumo per l’aula 14, entrambe collegati alla centralina di prevenzione
incendi.
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Figura 1
Figura 2
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Figura 3
Figura 4
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Figura 5
Figura 6
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5. INTERVENTI DA ESEGUIRE
L’intervento di ristrutturazione delle aule ha come obiettivo quello di rinnovare le
finiture e dotare le aule di un sistema tecnologico al passo con i tempi. Le aule
saranno dotate di un arredo più razionale, tecnologico e coerente con le norme sulla
sicurezza dei luoghi di lavoro e di prevenzione incendi. Nella fattispecie nell’aula 13
saranno disposte n.9 file di poltroncine da 8 posti oltre ad una fila da 7 posti, per un
totale di 79 postazioni dotate di presa F.M.. Mentre nell’aula 14 saranno disposte n.4
file di poltroncine da 10 posti oltre a n.3 file da 9 posti, per un totale di 67 postazioni,
ognuna dotata di presa F.M. per la connessione di un eventuale notebook.
Entrambe le aule saranno fornite di una cattedra dotata di vano tecnico dedicato al
contenimento delle attrezzature Audio Video dell'aula, asservito da prese su torretta
a pavimento.
Per consentire il passaggio delle canalizzazioni per il ricambio d’aria forzata è stato
necessario abbassare il controsoffitto a 3,00 metri. Questo ha determinato la
necessaria sostituzione di tutti gli infissi esterni.
Nel progetto è stato prevista l’installazione di un sistema di climatizzazione
all’avanguardia composto da pannelli radianti a soffitto per il riscaldamento ed il
raffrescamento degli ambienti ed un sistema di ventilazione meccanica per il ricambio
d’aria.
Gli interventi di ristrutturazione possono essere sintetizzate nei punti sotto riportati.
• Rimozioni e demolizioni;
• Pavimentazione;
• Ricostruzione nicchie uscite di emergenza;
• Impianto elettrico e ausiliario;
• Impianto di climatizzazione e ricambio aria;
• Controsoffitto;
• Sostituzione infissi interni ed esterni;
• Tinteggiatura interna.
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5.1. Rimozioni e demolizioni
Prima di procedere ai lavori sotto riportati, occorre rimuovere tutti gli impianti ivi
presenti (elettrico, climatizzatore, ecc.).
È prevista la demolizione della pavimentazione esistente e del sottofondo, sino a
raggiungere una quota sufficiente ad installare il nuovo pavimento.
Occorre demolire le nicchie in muratura delle uscite di sicurezza. Sarà demolito anche
l’attuale controsoffitto. Rimuovere anche tutte le porte e le finestre esterne.
5.2. Pavimento
Realizzazione di una pavimentazione in piastrelle di grés fine porcellanato di prima
scelta di dimensioni 60x60 cm poste in opera a colla su idoneo massetto
autolivellante. L’impresa appaltatrice avrà l’onere di sottoporre diversi campioni di
pavimentazione per l’approvazione della direzione dei lavori.
5.3. Ricostruzione nicchie uscite di emergenza
Per consentire la manovra delle porte di emergenza che danno verso il ballatoio
(possibile via di fuga), occorrerà ripristinare le nicchia all’interno del locale di
dimensione idonea alle nuove porte di emergenza. Si prevede pertanto anche la
realizzazione delle nuove spallette in muratura piena per tramezzature costituita da
blocchi monolitici in conglomerato cellulare autoclavato, densità 600 kg/mc, con
sistema ad incastro su 4 lati legati mediante idoneo collante a letto sottile, spessore
15 cm, trasmittanza 0,86 W/mqK, fonoassorbenza 41 dB, resistenza al fuoco classe
REI > 180, nonché il relativo intonaco.
Il soffitto della nicchia sarà costituito da cartongesso isolato e idoneo per posa
esterna.
5.4. Impianto elettrico e ausiliario
L’impianto elettrico dovrà essere eseguito a regola d’arte e secondo le indicazione del
progetto esecutivo e del D.L.
Nella fattispecie, è prevista l’installazione di un quadro elettrico per ogni aula con
interruttori di protezione, sezionamento con partenza da quadro di piano o di zona
già esistnte. Le caratteristiche dell’impianto sono le seguenti:
- tensione di consegna: 400-230V;
- tensione impianto di distribuzione: 400V 3F+N;
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- potenza massima stimata di prelievo: 28 kW;
La distribuzione della forza motrice avverrà principalmente per mezzo di prese civili
già installate negli arredi. Si provvederà quindi solamente a realizzare i punti di
allaccio per i banchi. Saranno predisposti inoltre gli allacci per il sistema di
condizionamento, il proiettore e il telone per la proiezione.
L’illuminazione generale è stata progettata nel rispetto della norma UNI EN 12464. In
particolare si dovranno rispettare i seguenti valori di illuminamento medio
mantenuto:
- piano di lettura dei banchi: 300 lux, UGRL≤19, Ra≥80;
- piano di scrittura della lavagna: 500 lux, UGRL≤19, Ra≥80.
Per l’illuminazione generale è prevista la fornitura e posa in opera di corpi illuminanti
da incasso nel controsoffitto con sorgente a LED. I corpi illuminanti avranno almeno
le seguenti caratteristiche tecniche:
- Potenza come indicata negli elaborati grafici
- UGRL≤19
- Temperatura di colore 4000 K
- Indice di resa cromatica Ra≥80
Specifici per ambienti con compiti visivi severi, e, in generale, per tutti quegli
ambienti che necessitano di un'illuminazione controllata con ottiche che devono
rispettare le norme vigenti in materia di abbagliamento luminoso.
• Il livello qualitativo del corpo illuminante sarà almeno pari a quello di una
plafoniera tipo “IGUZZINI LASER BLADE”
È prevista la realizzazione di un sistema di gestione della luce con bus DALI. I corpi
illuminanti saranno dotati di alimentatore di tipo DALI, sarà prevista l’installazione di
un pulsantiera con integrato controller DALI attraverso la quale si potrà richiamare
degli scenari preimpostati (ad esempio scenario proiezione) regolare l’intensità
luminosa a piacimento, comandare gruppi di lampade. Sarà posta in opera un
secondo punto di comando delle funzioni sopra citate per mezzo di una interfaccia
pulsanti e relativa pulsantiera.
Il sistema bus sarà in grado inoltre di:
− Regolare la luminosità dei corpi illuminanti in base all’apporto di luce esterna
− Spegnere le luci in assenza di persone
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L’impianto così costituito sarà quindi predisposto per essere integrato in un sistema
di gestione dell’edificio (BMS).
L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminamento
sufficiente a garantire l’esodo degli occupanti, conformemente alle indicazioni della
norma UNI EN 1838 o equivalente. L’illuminazione di emergenza dovrà garantire un
illuminamento delle vie di esodo pari a 5 lux, e di 0,5 lux su tutta l’area. Al fine di
identificare i colori di sicurezza, il valore minimo dell'indice di resa cromatica della
sorgente luminosa, deve essere Ra≥40. L'autonomia minima richiesta ai fini
dell'esodo è di 1 h.
L’impianto altresì prevede la realizzazione di una linea di trasmissione dati collegata
al centralino dell’Università con una infrastruttura di cat.6 e prese RJ45 UTP.
Sarà realizzato un impianto di rivelazione e segnalazione manuale di incendio così
come previsto dalla norma UNI 9795. La supervisione dei locali deve essere realizzata
a mezzo dei rivelatori di fumo come rappresentato nelle tavole progettuali e
riguarderà la sorveglianza delle aule e dello spazio al di sopra del conrtosoffitto.
Si rinvia alla relazione specialistica per maggiori dettagli.
In allegato la relazione specialistica dell’impianto elettrico.
5.5. Impianto di climatizzazione e ricambio aria
L’impianto di climatizzazione dovrà essere eseguito a regola d’arte e secondo le
indicazione del progetto esecutivo e del D.L.. In sintesi l’impianto sarà composto di:
a) sistema di pannelli radianti integrati nel controsoffitto e collegati all’esistente
centrale termo frigorifera;
b) recuperatore di calore al alto rendimento;
c) canalizzazioni di mandata e ripresa aria;
d) diffusori e delle griglie di ripresa aria;
e) apparati di termoregolazione e controllo delle apparecchiature.
L’impianto di climatizzazione dovrà garantire le seguenti condizioni
termoigrometriche:
Inverno Estate
Temperatura interna °C 20 26
UR interna % n.c. n.c.
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Il ricambio d’aria nel locale, sarà assicurato meccanicamente mediante recuperatore
a flusso incrociato ad alto rendimento.
In allegato la relazione specialistica dell’impianto di condizionamento.
5.6. Controsoffitto
Il controsoffitto è composto da una struttura costituita da una doppia orditura di
profilati in lamiera di acciaio zincato dello spessore di 6/10 mm ad interasse di 500
mm e 800 mm, fissata al soffitto con un sistema di pendinatura verticale ed inclinata,
tale che garantisca la tenuta anche durante un evento sismico. A tale struttura
saranno fissati attraverso viti autoperforanti i pannelli speciali con integrato il sistema
di climatizzazione a pannelli radianti a soffitto.
5.7. Sostituzione infissi interni ed esterni
Si prevede la completa sostituzione di tutti gli infissi interni ed esterni.
Nella fattispecie le nuove finestre saranno realizzate con infissi esterni "a due
guarnizioni" in PVC rigido-antiurtizzato e stabilizzato secondo le normative UNI EN
12608.
Il materiale utilizzato dovrà avere classe di reazione al fuoco 1, attribuita in
conformità alla UNI 9177. Gli infissi dovranno avere almeno le seguenti
caratteristiche:
- una trasmittanza termica del nodo telaio Uf=1,3 W/m2K
- permeabilità all'aria classe 2 (norma UNI EN 12207)
- tenuta all'acqua classe 7A (Norma UNI EN 12208),
- isolamento acustico Rw > 40dB.
- realizzati con profili multicamera rispondenti ai seguenti requisiti:
• Telaio fisso: ha una dimensione minima in profondità di 70 mm, multicamera,
l'altezza minima della battuta esterna è di 20,0 mm. Il rinforzo metallico,
opportunamente sagomato, dovrà necessariamente alloggiare nella propria
camera, non avere nessun contatto con aria e acqua e deve consentire un
corretto fissaggio delle viti per la ferramenta.
• Anta apribile: ha una dimensione minima in profondità di 70 mm ed è
opportunamente sagomata per consentire il perfetto funzionamento a "DUE
GUARNIZIONI", le pareti visibili interne ed esterne del profilato dovranno avere
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uno spessore minimo secondo la normativa UNI EN 12608 classe B realizzata con
mescola con resistenza all'irraggiamento solare da "Clima Severo" come previsto
dal W.M.O. (World Meteorological Organization) per l'Italia e come specificato
nella UNI EN 12608 e cioè maggiore o uguale a 5 GJ/m².
• Per permettere il regolare drenaggio delle acque, nella camera esterna vengono
eseguite aperture con dimensione di 25,0 mm x 5,0 mm posizionate ad una
distanza massima di 600 mm l'una dall'altra.
• I profilati in PVC dell'anta e del telaio saranno rinforzati con profili in acciaio
protetti con trattamento superficiale anticorrosivo di zincatura Z 200 - Z 275.
• Il serramentista dovrà fornire l'attestato di certificazione secondo la norma EN
10204-2.2.
• Il rinforzo in acciaio alloggia in una camera opportunamente separata dalla
camera di drenaggio per evitare il contatto del rinforzo con l'acqua. Le guarnizioni
(di battuta e di vetraggio) sono inserite in maniera continua nelle apposite
scanalature dei profili e saldate termicamente sugli angoli.
• I meccanismi di apertura e chiusura dei serramenti, protetti superficialmente con
trattamento anticorrosivo, vengono fissati sui rinforzi in acciaio oppure su almeno
due pareti in PVC del profilo. Il rinvio ad angolo inferiore e la forbice superiore
devono essere munite di perni portanti da inserire nel profilo telaio. Deve altresì
essere possibile effettuare registrazioni in tutte e tre le direzioni, verticale e
laterale su angoli e forbice, in profondità sul perno dell'angolo. La ferramenta
deve essere corredata sul lato maniglia di un dispositivo di sollevamento
automatico dell'anta. Nell'angolo inferiore e superiore lato maniglia devono essere
montati, oltre ai normali nottolini di chiusura cilindrici che esercitano la funzione
di pressione e chiusura, dispositivi di sicurezza costituti da perni a fungo che
impediscono il sollevamento dell'anta. Sono compresi: i fermavetri a scatto, il
controtelaio in lamiera zincata, i pezzi speciali, le cerniere, le maniglie, e la
seguente vetrata.
- realizzati con vetrata termo-isolante basso emissiva e/o selettiva rispondente ai
seguenti requisiti:
Vetrata termo-isolante basso emissiva e/o selettiva con doppia camera mm 4
/ 15 Argon 90% / |33.1, distanziatori plastici/metallici saldati con siliconi o
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polisolfuri; intercapedine riempita con aria o gas argon 90%, composta con
due semplici e stratificati, e deposito magnetronico basso emissivo (|) in
posizione utile per definire vetrate ad isolamento termico rinforzato con
possibilità di controllo solare. Fornita e posta in opera su infisso in qualsiasi
materiale (legno, ferro, PVC, alluminio, stratificato).
La vetrata dovrà possedere le seguenti caratteristiche tecniche:
• Trasmittanza termica vetrata (EN 673) [W/m²*K]: Ug = 1.1÷1.2;
• Fattore solare (EN 410) [%]: g = 58÷62;
• Trasmissione luminosa (EN 410) [%]: TL = 76÷80;
• Resistenza acustica (EN 12758) [dB]: Rw = 34÷35;
• Peso vetrata [kg/m²] = 25.
Le porte di emergenza dovranno essere del tipo tagliafuoco REI 120, con le
caratteristiche dettate dalla norma UNI CNVVF CCI 9723 «Resistenza al fuoco di
parte ed altri elementi di chiusura - Prove e criteri di classificazione», con o senza
battuta inferiore, costituita da:
- Anta in lamiera d'acciaio spess. 9/10 mm tamburata, con rinforzo interno
elettrosaldato, riempimento con pacco coibente costituito da pannello di lana
minerale trattato con solfato di calcio ad uso specifico antincendio, spessore circa
46 mm e densità 300 kg/m³, isolamento nella zona della serratura con elementi in
silicati ad alta densità;
- Telaio in robusto profilato di lamiera d'acciaio spess. 25/10 mm, realizzato con
sagome ove accogliere in sedi separate guarnizione in materiale termoespansivo
per tenuta a fumi caldi e fiamme e guarnizione in gomma siliconica per tenuta a
fumi freddi (quest'ultima fornita a richiesta);
- 2 cerniere di grandi dimensioni su ogni anta di cui una completa di molla
registrabile per regolazione autochiusura;
- Serratura di tipo specifico antincendio completa di cilindro tipo Patent e numero 2
chiavi;
- Maniglia tubolare ad U, con anima in acciaio e rivestimento in materiale isolante,
completa di placche di rivestimento;
- Per porta a due battenti guarnizione termoespansiva su battuta verticale e
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catenaccioli incassati (per porta senza maniglioni antipanico) su anta semifissa;
- Finitura con mano di fondo a polveri polimerizzate a forno colore concordato dalla
direzione lavori.
Le porte devono soddisfare anche i requisiti della norma EN 14351-1, rispettando le
seguenti caratteristiche:
- trasmittanza termica del nodo telaio Uf=2,0 W/m2K
- permeabilità all'aria classe 2 (norma UNI EN 12207)
- tenuta all'acqua classe 2A-4B (Norma UNI EN 12208),
- isolamento acustico Rw > 30 dB.
Tutte le porte devono essere provvisti di maniglione antipanico conforme alla norma
UNI EN 1125:2008 costituito da scatole di comando con rivestimento di copertura in
alluminio e barra orizzontale in acciaio inox. Per i maniglioni occorre prevedere
l’integrazione con la serratura specifica incassata senza aste in vista, bensì integrata
nel battente.
Per le porte interne oltre al maniglione nella parte interna delle porte, occorrerà
prevedere anche una maniglia in acciaio inox nella parte esterna della porta attiva.
5.8. Tinteggiatura interna
Tinteggiatura di pareti e soffitti con pittura lavabile di resina sintetica emulsionabile
(idropittura) in tinte non forti a tre mani a coprire, previa la preparazione delle
superfici con rasatura stuccatura e imprimitura. Il colore dovrà essere concordato con
la D.L. utilizzando delle campionature di colore in situ.
Il progettista
Ing. Giuseppe Giordano
LA SAPIENZA AULE 13-14
PROGETTO ESECUTIVO IMPIANTO ELETTRICO E AUSILIARIO
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SOMMARIO
1. PREMESSA ..................................................................................................................3
2. IMPIANTO ELETTRICO................................................................................................3
2.1. GENERALITÀ ................................................................................................................................... 3
2.2. ILLUMINAZIONE GENERALE.......................................................................................................... 3
2.3. ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA.................................................................................................. 3
2.4. CORPI ILLUMINANTI ....................................................................................................................... 4
2.5. GESTIONE DELLA LUCE ................................................................................................................ 4
2.6. IMPIANTO DI FORZA MOTRICE...................................................................................................... 5
2.7. FORNITURA...................................................................................................................................... 5
2.8. PUNTO DI ORIGINE DELL’IMPIANTO ELETTRICO SISTEMA TN-S .......................................... 6
1.1 PRESCRIZIONI SISTEMA TN ........................................................................................................ 11
2.8.1.1 MISURE DI PROTEZIONE...................................................................................................................................11
2.9. PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI .......................................................................... 12
2.10. CARATTERISTICHE GENERALI DEI QUADRI ELETTRICI ..................................................... 22
2.12. QUADRI SECONDARI DI DISTRIBUZIONE .............................................................................. 26
2.12.1.1 ARMADI E CONTENITORI PER QUADRI DI PIANO, DI ZONA O GENERALI PER BT .......................................26
2.12.1.2 QUADRI ELETTRICI BT.......................................................................................................................................27
2.12.2. QUADRO ELETTRICO QA13 ................................................................................................................. 28
2.12.2.1 DESCRIZIONE GENERALE.................................................................................................................................28
2.12.2.2 ALIMENTAZIONE DEL QUADRO ........................................................................................................................28
2.12.2.3 CARATTERISTICHE TECNICHE .........................................................................................................................30
2.12.2.4 PROTEZIONE DI BACKUP DEGLI INTERRUTTORI............................................................................................31
2.12.2.5 PROTEZIONE DA VALLE DELLE CONDUTTURE...............................................................................................31
2.12.2.6 CONDUTTURE IN DOPPIO ISOLAMENTO .........................................................................................................31
2.12.2.7 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I SOVRACCARICHI........................................................................31
2.12.2.8 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I CORTOCIRCUITI.........................................................................31
2.12.2.9 RAPPORTO TRA CORRENTE DI CARICO E CORRENTE NOMINALE ..............................................................32
2.12.2.10 PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI ..............................................................................................32
2.12.2.11 SISTEMA DI RIFASAMENTO..........................................................................................................................32
2.12.2.12 MODALITÀ DI INSTALLAZIONE .....................................................................................................................32
2.12.3. QUADRO ELETTRICO QA14 QA14....................................................................................................... 33
2.12.3.1 DESCRIZIONE GENERALE.................................................................................................................................33
2.12.3.2 ALIMENTAZIONE DEL QUADRO ........................................................................................................................33
2.12.3.3 CARATTERISTICHE TECNICHE .........................................................................................................................35
2.12.3.4 PROTEZIONE DI BACKUP DEGLI INTERRUTTORI............................................................................................36
2.12.3.5 PROTEZIONE DA VALLE DELLE CONDUTTURE...............................................................................................36
LA SAPIENZA AULE 13-14
PROGETTO ESECUTIVO IMPIANTO ELETTRICO E AUSILIARIO
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2.12.3.6 CONDUTTURE IN DOPPIO ISOLAMENTO .........................................................................................................36
2.12.3.7 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I SOVRACCARICHI........................................................................36
2.12.3.8 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I CORTOCIRCUITI.........................................................................36
2.12.3.9 RAPPORTO TRA CORRENTE DI CARICO E CORRENTE NOMINALE ..............................................................37
2.12.3.10 PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI ..............................................................................................37
2.12.3.11 SISTEMA DI RIFASAMENTO..........................................................................................................................37
2.12.3.12 MODALITÀ DI INSTALLAZIONE .....................................................................................................................37
2. APPENDICE: TIPOLOGIE DI POSA DEI CAVI...........................................................38
3. APPENDICE: CARATTERISTICHE TECNICHE DEI CAVI E DELLE CONDUTTURE 39
3. IMPIANTI SPECIALI....................................................................................................41
3.1. TRASMISSIONE DATI .................................................................................................................... 41
3.1.1. GENERALITÀ ......................................................................................................................................... 41
3.1.2. PUNTO DI CABLAGGIO......................................................................................................................... 41
3.1.3. CAVI........................................................................................................................................................ 41
3.1.4. CANALIZZAZIONI................................................................................................................................... 42
3.2. IMPIANTO RIVELAZIONE FUMO .................................................................................................. 43
3.2.1. GENERALITA’ ........................................................................................................................................ 43
3.2.2. NORME DI RIFERIMENTO .................................................................................................................... 43
3.2.3. NUMERO DI RIVELATORI ..................................................................................................................... 45
3.2.4. ALTEZZA DI INSTALLAZIONE............................................................................................................... 45
3.2.5. DISTANZE DI RISPETTO....................................................................................................................... 45
3.2.6. SOFFITTO CON ELEMENTI SPORGENTI ............................................................................................ 46
3.2.7. INSTALLAZIONE IN PICCOLI LOCALI, VANI TECNICI E SPAZI NASCOSTI ....................................... 46
3.2.8. LOCALI CON IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO E/O VENTILAZIONE ............................................. 47
3.2.9. PULSANTI DI ALLARME MANUALE...................................................................................................... 48
3.2.10. DISPOSITIVI DI ALLARME OTTICO-ACUSTICO .................................................................................. 49
3.2.11. CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE................................................................................. 49
3.2.12. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA...................................................................................................... 51
3.2.13. CENTRALE RIVELAZIONE FUMO......................................................................................................... 51
3.2.14. CAVI IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI ................................................................................................... 51
3.2.15. RIVELATORE OTTICO DI FUMO........................................................................................................... 52
3.2.16. PULSANTE MANUALE INDIRIZZATO A ROTTURA VETRO ................................................................ 52
3.2.17. PANNELLO OTTICO ACUSTICO........................................................................................................... 53
4. NORME TECNICHE....................................................................................................53
4.1. RIFERIMENTI LEGISLATIVI........................................................................................................... 54
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1. PREMESSA
La seguente relazione si riferisce ai lavori per la realizzazione dell'impianto elettrico di 2 aule dell’università di Roma La Sapienza In particolare il documento riguarda gli impianti elettrici e speciali.
2. IMPIANTO ELETTRICO
2.1. GENERALITÀ
TENSIONE DI CONSEGNA: 400-230V da quadro di piano o di zona già esistente;
TENSIONE IMPIANTO DISTRIBUZIONE : 400V 3F+N;
POTENZA MASSIMA STIMATA IN PRELIEVO : 28 kW;
NORMATIVA TECNICA APLLICABILE: CEI 64-8
2.2. ILLUMINAZIONE GENERALE
I livelli di illuminamento generale saranno conformi a quanto previsto dalla norma UNI EN 12464,
in particolare si dovranno avere i seguenti valori di illuminamento medio mantenuto ( ):
− Piano di lettura dei banchi 300 lx UGRL≤19 Ra≥80 − Piano di scrittura della lavagna 500 lx UGRL≤19 Ra≥80
L’illuminazione sarà regolabile
Per le verifiche illuminotecniche si vedano I calcoli allegati.
2.3. ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
L’illuminazione di emergenza dovrà essere conforme a quanto previsto dalla norma UNI EN 1838.
In particolare l’illuminazione dovrà ridurre la probabilità di insorgere del panico e consentire agli occupanti di raggiungere in sicurezza le vie di esodo, fornendo condizioni di visibilità idonee all'individuazione della direzione di uscita. L’illuminazione di emergenza dovrà garantire un illuminamento delle vie di esodo pari a 5 lux
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L’illuminazione di emergenza dovrà garantire un illuminamento di almeno 0.5 lx su tutta l’area e il rapporto tra il valore massimo e il valore minimo dell'illuminamento non deve essere maggiore di 40:1.
Al fine di identificare i colori di sicurezza, il valore minimo dell'indice di resa cromatica della sorgente luminosa, deve essere Ra≥40.
L'illuminazione di emergenza deve fornire il 50% dell'illuminamento richiesto entro 5s e l'illuminamento completo richiesto entro 60s.
L'autonomia minima richiesta ai fini dell'esodo è di 1 h.
Dovranno essere previsti i circuiti di interdizione all'accensione automatica delle lampade di emergenza per evitare che, all'apertura intenzionale degli interruttori delle linee di carica in tampone e degli interruttori posti a monte, si abbia la scarica delle batterie; l'interdizione o il consenso all'accensione dovrà essere ottenuto con apposito dispositivo di telecomando posto sui quadri di piano, che permette di realizzare l’inibizione in massima sicurezza in conformità alle norme CEI EN 60598-2-22.
L’impresa esecutrice dovrà provvedere a installare un tirante in metallo ancorato alla soletta in c.a. che sostenga la plafoniera di emergenza in modo che il controsoffitto non sia gravato in alcun modo del peso della plafoniera.
2.4. CORPI ILLUMINANTI
Per l’illuminazione generale è prevista la fornitura e posa in opera di corpi illuminanti da incasso nel controsoffitto con sorgente a LED. I corpi illuminanti avranno almeno le seguenti caratteristiche tecniche:
− Potenza come indicata negli elaborati grafici − UGRL≤19 − Temperatura di colore 4000 K − Indice di resa cromatica Ra≥80
Specifici per ambienti con compiti visivi severi, e, in generale, per tutti quegli ambienti che necessitano di un'illuminazione controllata con ottiche che devono rispettare le norme vigenti in materia di abbagliamento luminoso.
− Il livello qualitativo del corpo illuminante sarà almeno pari a quello di una plafoniera tipo “IGUZZINI LASER BLADE”
2.5. GESTIONE DELLA LUCE
È prevista la realizzazione di un sistema di gestione della luce con bus DALI. I corpi illuminanti saranno dotati di alimentatore di tipo DALI, sarà prevista l’installazione di un pulsantiera con
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integrato controller DALI attraverso la quale si potrà richiamare degli scenari preimpostati (ad esempio scenario proiezione) regolare l’intensità luminosa a piacimento, comandare gruppi di lampade. Sarà posta in opera un secondo punto di comando delle funzioni sopra citate per mezzo di una interfaccia pulsanti e relativa pulsantiera.
Il sistema bus sarà in grado inoltre di:
− Regolare la luminosità dei corpi illuminanti in base all’apporto di luce esterna
− Spegnere le luci in assenza di persone
L’impianto così costituito sarà quindi predisposto per essere integrato in un sistema di gestione dell’edificio (BMS)
2.6. IMPIANTO DI FORZA MOTRICE
La distribuzione della forza motrice avverrà principalmente per mezzo di prese civili già installate negli arredi. Si provvederà quindi solamente a realizzare i punti di allaccio per i banchi. Saranno predisposti inoltre gli allacci per il sistema di condizionamento, il proiettore e il telone per la proiezione.
2.7. FORNITURA
La fornitura rappresenta il punto di prelievo dell’energia elettrica per gli utenti passivi della rete di distribuzione.
Nel caso di utenti attivi, il punto di prelievo coincide con il punto di immissione verso la rete del distributore.
La realizzazione della parte di impianto in media tensione, del quadro generale di bassa tensione e dei vari dispositivi necessari in cabina sono esclusi dal presente appalto.
Riferimenti normativi
• CEI 0-16: Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica.
• CEI 0-21: Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica.
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2.8. PUNTO DI ORIGINE DELL’IMPIANTO ELETTRICO
SISTEMA TN-S
L’impianto avrà origine dal quadro in bassa tensione di piano o di zona.
SI riportano di seguito le ipotesi fatte in merito al punto di prelievo dell’energia con le quali sono stati eseguiti i calcoli di progetto e che dovranno essere confermati in fase di esecuzione dei lavori.
Caratteristiche generali
Denominazione QDP
Potenza contrattuale [kW] 0
Tensione di alimentazione [V] 400
Sistema di alimentazione TN-S
Frequenza [Hz] 50
Polarità Quadripolare
Riferimento normativo Sistema TN-S:
• Norma CEI 64-8 Art. 312.2.1
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Correnti di cortocircuito all’origine dell’impianto
I valori delle correnti di cortocircuito nel punto di origine assunte per l’impianto elettrico in progetto sono le seguenti:
Massima corrente di corto circuito trifase
[A] 10 000
Fattore di potenza della corrente di cortocircuito trifase
0,28
Massima corrente di corto circuito fase-neutro
[A] 10 000
Fattore di potenza della corrente di cortocircuito fase-neutro
0,28
Potenza impiegata dall’impianto
Dall’analisi dei carichi definiti nell’impianto in progetto risultano le seguenti potenze:
Potenza totale dei carichi installati nell’impianto
[kW] 28
Potenza contemporanea stimata erogata dall’impianto
[kW] 28
Fattore di contemporaneità risultante
[%] 0,9
Potenza massima di progetto
Potenza massima erogabile dall’impianto
[kW] 28
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Resistenza di terra
La resistenza di terra dell’impianto impiegata per la verifica della protezione contro i contatti indiretti è la seguente:
Resistenza dell’impianto di terra a cui è collegato l’impianto elettrico in progetto
[Ω] 10
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Massima caduta di tensione all’interno dell’impianto
I calcoli di progetto sono stati effettuati in modo da garantire in tutto l’impianto un valore massimo della caduta di tensione, calcolata a partire dal punto di origine dell’impianto in progetto, sino a ciascuno dei carichi alimentati.
Caduta di tensione massima ammessa nell’impianto
[%] 4
Riferimenti normativi Caduta di tensione negli impianti utilizzatori:
• Norma CEI 64-8 Si raccomanda che la caduta di tensione non superi, in qualsiasi punto dell’impianto utilizzatore e col relativo carico di progetto, il 4% della tensione nominale solo in mancanza di specifiche indicazioni da parte del committente.
Calcolo della caduta di tensione
Il calcolo della caduta di tensione in ogni punto dell’impianto è stato eseguito applicando la seguente formula:
)senXcos(RLIK∆V ll ϕϕ +×××=
Dove:
I = corrente di impiego IB (oppure la corrente di taratura In espressa in A)
Rl = resistenza (alla TR) della linea in Ω/km (valutata in funzione della reale corrente che percorre il conduttore)
Xl = reattanza della linea in Ω/km
K = 2 per linee monofasi - 1,73 per linee trifasi
L = lunghezza della linea in km
Temperatura a regime del conduttore
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Il conduttore attraversato da corrente dissipa energia che si traduce in un aumento della temperatura del cavo. La temperatura viene calcolata come di seguito indicato:
( )1nTnTT 2A
2ZR −−×=
Dove:
TR = è la temperatura a regime espressa in °C
TZ = è la temperatura massima di esercizio relativa alla portata espressa in °C
TA = è la temperatura ambiente espressa in °C
n = è il rapporto tra la corrente d’impiego IB e la portata IZ del cavo, ricavata dalla tabella delle portate adottata per l’esecuzione dei calcoli (UNEL 35024:70, IEC 364-5-523, UNEL 35024/1, UNEL 35026)
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1.1 PRESCRIZIONI SISTEMA TN
2.8.1.1 MISURE DI PROTEZIONE
Protezione contro i contatti indiretti
Interruzione automatica dell'alimentazione
La protezione contro i contatti indiretti potrà essere assicurata tramite interruzione automatica dell'alimentazione per mezzo di dispositivi di protezione contro le sovracorrenti o per mezzo di interruttori differenziali.
Le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti devono essere tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell’impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l’interruzione automatica dell’alimentazione avvenga entro i tempi specificati, soddisfacendo la seguente condizione:
Zs x Ia ≤ U
o
Dove:
Zs = impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente;
Ia = è la corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione, entro il tempo definito nella Tab. 41A in funzione della tensione nominale Uo per circuiti terminali fino a 32A, o entro un tempo convenzionale non superiore a 5 s per gli altri circuiti; se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale di intervento;
Uo = è la tensione nominale verso terra in volt in c.a. e in c.c.
Componenti di classe II
In alternativa all’interruzione automatica dell’alimentazione, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata adottando macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione o installazione: apparecchi di Classe II. In uno stesso impianto questo tipo di protezione può coesistere con la protezione mediante messa a terra. È vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II.
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Protezione contro i contatti diretti
La protezione contro i contatti diretti dovrà realizzata tramite isolamento delle parti attive tramite involucri con livello di protezione adeguato al luogo di installazione, e tali da non permettere il contatto con le parti attive se non previo smontaggio degli elementi di protezione con l'ausilio di attrezzi. La presenza degli interruttori differenziali all'origine delle linee costituirà una protezione aggiuntiva.
Protezione contro le sovracorrenti
La protezione delle linee contro le sovracorrenti dovrà essere assicurata da interruttori automatici (o da fusibili) installati sui quadri di distribuzione. È generalmente prevista la protezione dai sovraccarichi per tutte le linee di distribuzione o terminali. Eventuali eccezioni, dove permesse dalla norma, sono indicate nella documentazione allegata al progetto.
2.9. PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI
Il progetto delle misure di protezione contro le sovracorrenti è stato eseguito considerando le possibili condizioni di sovraccarico e cortocircuito.
Protezione contro i sovraccarichi
Riferimenti normativi:
• Norma CEI 64-8 Art. 433.2 - Coordinamento tra conduttori e dispositivi di protezione
La verifica della protezione contro i sovraccarichi è stata effettuata secondo i seguenti criteri:
Ib ≤ In ≤ Iz If ≤ 1,45 Iz
Dove:
Ib = Corrente di impiego del circuito
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In = Corrente nominale del dispositivo di protezione
Iz = Portata in regime permanente della conduttura in funzione del tipo di cavo e del tipo di posa del cavo
If = Corrente di funzionamento del dispositivo di protezione
Protezione contro i cortocircuiti
Riferimenti normativi:
• Norma CEI 64-8 Art. 434.3 - Caratteristiche dei dispositivi di protezione contro i cortocircuiti
La verifica della protezione contro i cortocircuiti nell’impianto in è stata effettuata secondo i seguenti criteri:
IccMax ≤ p.d.i. I²t ≤ K²S²
Dove:
IccMax= Corrente di corto circuito massima
p.d.i. = Potere di interruzione apparecchiatura di protezione
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I²t = Integrale di Joule dalla corrente di corto circuito presunta (valore letto sulle curve delle apparecchiature di protezione)
K = Coefficiente della conduttura utilizzata
115 per cavi isolati in PVC
135 per cavi isolati in gomma naturale e butilica
143 per cavi isolati in gomma etilenpropilenica e polietilene reticolato
S = Sezione della conduttura
Correnti di cortocircuito all’interno dell’impianto
Nei vari punti dell’impianto le correnti di cortocircuito sono calcolate considerando le impedenze delle condutture, in accordo a quanto prescritto dalla norma CEI 11-25 e dalla guida CEI 11-28.
Riferimenti normativi
• Norma CEI 11-25, Guida CEI 11-28
Corrente di cortocircuito trifase
Ik 3F = cc
n
ZkCU
∗∗
Dove:
Un = tensione concatenata
C = fattore di tensione
K = 3
Zcc = 2
fase2
fase XR ∑+∑
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Corrente di cortocircuito fase-fase
Ik FF = cc
n
ZkCU
∗∗
Dove:
Un = tensione concatenata
C = fattore di tensione
K = 2
Zcc = 2
fase2
fase XR ∑+∑
Corrente di cortocircuito fase-neutro
Dove:
Un = tensione concatenata
C = fattore di tensione
K = 3
Zcc = 2
neutrofase2
neutrofase )XX()RR( ∑+∑+∑+∑
Corrente di cortocircuito fase-protezione
Ik FP =
cc
n
ZkCU
∗∗
Dove:
Un = tensione concatenata
C = fattore di tensione
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K = 3
Zcc = 2
protez.fase2
protez.fase )XX()RR( ∑+∑+∑+∑
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Fattore di tensione e resistenza dei conduttori
Il fattore di tensione e la resistenza dei cavi assumono valori differenti a seconda del tipo di corrente di cortocircuito che si intende calcolare. In funzione di questi parametri si ottengono pertanto i valori massimo (Ik MAX) e minimo (Ik min), per ciascun tipo di corrente di guasto calcolata (trifase, fase-fase, fase-neutro).
I valori assegnati sono riportati nella tabella seguente:
dove la R20°C è la resistenza dei conduttori a 20°C e Θe è la temperatura scelta per stimare l’effetto termico della corrente di cortocircuito. Il valore di riferimento è 145°C (come indicato nell’esempio di calcolo della guida CEI 11-28)
Ik MAX Ik min
C
Fattore di tensione
1 0.95
R
Resistenza C20
R °
( )C20e RC20-
C1
0.0041R °
+= °° θ
(Guida CEI 11-28 Pag. 11 formula (7))
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Correnti di cortocircuito con il contributo dei motori
Il calcolo viene effettuato in funzione delle utenze identificate come Utenze motore e in funzione dei coefficienti di contemporaneità impostati.
Zmot =
∗
mot
2
kVAU
0.25
Rmot = Zmot * 0.6
Xmot = 2mot
2mot RZ −
Rt =
motfase R1
R1
1
+
Xt =
motfase X1
X1
1
+
Zt = 2t
2t XR +
Ik = tZ3
U
∗
Dove:
Zmot = è l’impedenza in funzione dei motori predefiniti
Rmot = è la resistenza in funzione dei motori predefiniti
Xmot = è la reattanza in funzione dei motori predefiniti
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Verifica del potere di chiusura in cortocircuito
(Norme CEI EN 60947-2)
IP ≤ ICM
Dove:
IP = è il valore di cresta della corrente di cortocircuito (massimo valore possibile della corrente presunta di cortocircuito)
ICM = è il valore del potere di chiusura nominale in cortocircuito
Valore di cresta Ip della corrente di cortocircuito
Il valore di cresta IP è dato dalla norma CEI 11-28 - Art. 9.1.2 da:
IIKCRP I2KI ××=
Dove:
IKII = è la corrente simmetrica iniziale di cortocircuito
KCR = è il coefficiente correttivo ricavabile dalla seguente formula:
KCR = 1,02+0,98 e -3*Rcc/Xcc
Il valore di IP può tuttavia essere limitato da apparecchiature installate a monte che abbiano una caratteristica di limitazione del picco (valore letto dall’archivio apparecchaiture).
Il valore di ICM è dato dalla norma CEI 11-28 - Art. 9.1.1 da:
ICM = ICU * n
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Dove:
ICU = è il valore del potere di interruzione estremo in cortocircuito
n = è un coefficiente da utilizzare in funzione della tabella normativa di seguito riportata
Estratto dalla Tabella 2 – Rapporto n tra potere di chiusura e potere di interruzione in cortocircuito e fattore di potenza relativo (interruttori per corrente alternata):
Potere di interruzione in cortocircuito
kA valore efficace
Fattore di
potenza
Valore minimo del fattore n
circuito cortoin neinterruzio di potere
itocortocircuin chiusura di potere n =
4,5 < I ≤ 6
6 < I ≤ 10
10 < I ≤ 20
20 < I ≤ 50
50 < I
0,7
0,5
0,3
0,25
0,2
1,5
1,7
2,0
2,1
2,2
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Verifica dei condotti sbarre
(Norme CEI EN 60439-1 e CEI EN 60439-2)
IP ≤ IPK
I²t ≤ ICW ²
Valore di cresta Ip della corrente di cortocircuito
Il valore di cresta IP è dato dalla norma CEI 11-28 - Art. 9.1.2 da:
IIKCRP I2KI ××=
Dove:
IKII = è la corrente simmetrica iniziale di cortocircuito
KCR = è il coefficiente correttivo ricavabile dalla seguente formula:
KCR = 1,02+0,98 e -3*Rcc/Xcc
Verifica della tenuta del condotto sbarre
I²t ≤ ICW²
Dove:
I²t = valore dell'energia specifica passante letto sulla curva I²t della protezione in corrispondenza delle correnti di corto circuito
ICW ² = corrente ammissibile di breve durata (1s) sopportata dal condotto sbarre
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2.10. CARATTERISTICHE GENERALI DEI QUADRI ELETTRICI
I quadri elettrici sono componenti dell’impianto elettrico che costituiscono i nodi della distribuzione elettrica, principale e secondaria, per garantire in sicurezza la gestione dell’impianto stesso, sia durante l’esercizio ordinario, sia nella manutenzione delle sue singole parti.
Nei quadri elettrici sono contenute e concentrate le apparecchiature elettriche di sezionamento, comando, protezione e controllo dei circuiti di un determinato locale, zona, reparto, piano, ecc.
In generale i quadri elettrici vengono realizzati sulla base di uno schema o elenco delle apparecchiature con indicate le caratteristiche elettriche dei singoli componenti con particolare riferimento alle caratteristiche nominali, alle sezioni delle linee di partenza e alla loro identificazione sui morsetti della morsettiera principale.
La costruzione di un quadro elettrico che consiste nell’assemblaggio delle strutture e nel montaggio e cablaggio delle apparecchiature elettriche all’interno di involucri o contenitori di protezione, deve essere sempre fatta seguendo le prescrizioni delle normative specifiche.
Grado di protezione dell'involucro
Il grado di protezione degli involucri dei quadri elettrici è da scegliersi in funzione delle condizioni ambientali alle quali il quadro è sottoposto. Detta classificazione è regolata dalla Norma CEI EN 60529 (CEI 70-1) che identifica nella prima cifra la protezione contro l’ingresso di corpi solidi estranei e nella seconda la protezione contro l'ingresso di liquidi.
Si ricorda che comunque il grado di protezione per le superfici superiori orizzontali accessibili non deve essere inferiore a IP4X o IPXXD.
Forme di segregazione
Nei quadri di rilevante potenza e in genere dove sono presenti sistemi di sbarre, in funzione delle particolari esigenze gestionali dell’impianto (es. manutenzione), la protezione contro i contatti con parti attive può essere realizzata con particolari forme di segregazione dei diversi componenti interni come descritto di seguito:
• Forma 1 = nessuna segregazione; per sostituire un componente bisogna togliere tensione all’intero quadro.
• Forma 2 = segregazione delle sbarre principali dalle unità funzionali. Nella forma 2a i terminali per i conduttori esterni non sono separati dalle sbarre, mentre nella forma 2b i terminali sono separati; per sostituire un componente bisogna togliere tensione all’intero quadro.
• Forma 3 = segregazione delle sbarre principali dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità funzionali l'una dall'altra, con l’eccezione dei loro terminali di uscita. Nella forma 3a i terminali per i conduttori esterni non sono separati dalle sbarre, mentre nella forma 3b i
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terminali sono separati. Con questa forma è possibile sostituire un’unità funzionale (se estraibile o rimovibile) senza togliere tensione al quadro.
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• Forma 4 = segregazione delle sbarre dalle unità funzionali e segregazione di tutte le unità funzionali l'una dall'altra, compresi i terminali di collegamento per i conduttori esterni che sono parte integrante dell'unità funzionale. Nella forma 4a i terminali sono compresi nella stessa cella dell'unità funzionale associata, mentre nella forma 4b i terminali non sono nella stessa cella dell'unità funzionale associata, ma in spazi protetti da involucro o celle separati. Oltre a quanto previsto per la forma 3, con questa forma è possibile sostituire una linea in partenza senza togliere tensione all’intero quadro
Allacciamento delle linee e dei circuiti di alimentazione
I cavi e le sbarre in entrata e uscita dal quadro possono attestarsi direttamente sui morsetti degli interruttori. E' comunque preferibile nei quadri elettrici con notevole sviluppo di circuiti, disporre all’interno del quadro stesso di apposite morsettiere per facilitarne l’allacciamento e l’individuazione.
Targhe
Ogni quadro elettrico deve essere munito di apposita targa, nella quale sia riportato almeno il nome o il marchio di fabbrica del costruttore, un identificatore (numero o tipo), che permetta di ottenere dal costruttore tutte le informazioni indispensabili, la data di costruzione e la norma di riferimento (es. CEI EN 61439-2).
Identificazioni
Ogni quadro elettrico deve essere munito di proprio schema elettrico nel quale sia possibile identificare i singoli circuiti, i dispositivi di protezione e comando, in funzione del tipo di quadro, le caratteristiche previste dalle relative Norme.
Ogni apparecchiatura di sezionamento, comando e protezione dei circuiti deve essere munita di targhetta indicatrice del circuito alimentato con la stessa dicitura di quella riportata sugli schemi elettrici.
Predisposizione per ampliamenti futuri
Per i quadri elettrici è bene prevedere la possibilità di ampliamenti futuri, predisponendo una riserva di spazio aggiuntivo pari a circa il 20% del totale installato.
Caratteristiche elettriche
Le caratteristiche degli apparecchi installati nei quadri elettrici dipendono dallo sviluppo progettuale degli impianti e devono essere determinate solo dopo aver definito il numero delle condutture
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(linee) e dei circuiti derivati, la potenza impegnata per ciascuno di essi e le particolari esigenze relative alla manutenzione degli impianti.
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2.11.
2.12. QUADRI SECONDARI DI DISTRIBUZIONE
Sono i quadri installati a valle del quadro generale, quando l’area del complesso in cui si sviluppa l’impianto elettrico è molto vasta e provvedono ad alimentare i quadri di zona, piano, reparto, centrali tecnologiche ecc.
2.12.1.1 ARMADI E CONTENITORI PER QUADRI DI PIANO, DI ZONA O GENERALI PER BT
Gli armadi e i contenitori devono permettere la realizzazione di quadri di piano o di zona o generali per piccola distribuzione aventi le seguenti caratteristiche.
Riferimenti normativi:
• CEI 23-49 - Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari - Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
• CEI EN 62208 - Involucri vuoti per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione - Prescrizioni generali.
• CEI EN 61439-1 (CEI 17-113) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Regole generali.
• CEI EN 61439-2 (CEI 17-114) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Quadri di potenza.
• CEI EN 61439-3 (CEI 17-116) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 3: Quadri di distribuzione destinati ad essere utilizzati da persone comuni (DBO).
• CEI 23-51 - Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare.
I quadri devono essere realizzati seguendo le indicazioni generali riportate nel paragrafo sottostante “Quadri elettrici BT”.
Il quadro deve corrispondere allo schema che deve essere allegato.
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2.12.1.2 QUADRI ELETTRICI BT
Riferimenti normativi:
• CEI EN 61439-1 (CEI 17-113) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Regole generali.
• CEI EN 61439-2 (CEI 17-114) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Quadri di potenza.
• CEI EN 61439-3 (CEI 17-116) - Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) - Parte 3: Quadri di distribuzione destinati ad essere utilizzati da persone comuni (DBO).
• CEI 23-49 - Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari - Parte 2: Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell’uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
• CEI EN 62208 - Involucri vuoti per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione - Prescrizioni generali.
• CEI 23-51 - Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare.
• CEI EN 60529 (CEI 70-1) - Gradi di protezione degli involucri (Codice IP).
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2.12.2. QUADRO ELETTRICO QA13
2.12.2.1 DESCRIZIONE GENERALE
È prevista la fornitura in opera del quadro individuato dalle seguenti caratteristiche, completo di apparecchiature come indicato negli schemi di riferimento:
Prefisso QA13
Denominazione QA13
Schema unifilare QA13
Numero di condutture in uscita dal quadro
17
2.12.2.2 ALIMENTAZIONE DEL QUADRO
Prefisso e descrizione del quadro a monte
QDP - QUADRO DI PIANO
Sigla e descrizione dell’interruttore da cui parte la linea di alimentazione
QDP C-1 - ALIMENTAZIONE QUA13
Sezione della linea di alimentazione
1(4x10)+(1PE10)
Lunghezza della linea di alimentazione
20 m
Caratteristiche della linea di alimentazione (*)
143/1M__2/30/0,8
(*) La descrizione è composta da quattro elementi:
1) Valore K (per determinazione K2S2), in funzione del tipo di isolamento
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2) Tipo di posa – Secondo Norma CEI 64-8
3) Temperatura dell’ambiente in cui è posata la conduttura
4) Coefficiente di riduzione della portata per condutture adiacenti
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2.12.2.3 CARATTERISTICHE TECNICHE
I parametri di riferimento per la progettazione e realizzazione del quadro sono i seguenti:
Sistema di distribuzione TN-S
Frequenza [Hz] 50
Tensione di esercizio [V] 400
Tensione di isolamento [V]
Corrente nominale [A] 24,5
Massima corrente di cortocircuito nel punto di installazione del quadro
[kA] 4,377
Corrente cortocircuito trifase sulle sbarre
[A] 4 355
Valore della corrente di picco trifase sulle sbarre
[kA] 3,209
Corrente cortocircuito fase-neutro sulle sbarre
[A] 2 512
Valore della corrente di picco fase-neutro sulle sbarre
[kA] 2,213
Materiale
Forma di segregazione Forma 1
Grado di protezione IP 00
Temperatura ambiente (luogo di installazione)
[°C] 30
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2.12.2.4 PROTEZIONE DI BACKUP DEGLI INTERRUTTORI
Numero di dispositivi che impiegano la protezione di backup
0
2.12.2.5 PROTEZIONE DA VALLE DELLE CONDUTTURE
Numero di condutture in uscita dal quadro che sono protette contro il sovraccarico da valle
0
2.12.2.6 CONDUTTURE IN DOPPIO ISOLAMENTO
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali è richiesto il doppio isolamento
0
2.12.2.7 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I SOVRACCARICHI
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali (a progetto) non è richiesta la protezione contro i sovraccarichi
0
2.12.2.8 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I CORTOCIRCUITI
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali (a progetto) non è richiesta la protezione contro i cortocircuiti
0
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2.12.2.9 RAPPORTO TRA CORRENTE DI CARICO E CORRENTE NOMINALE
La Norma CEI EN 61439 stabilisce che l’esecuzione di verifiche per i quadri impiegando metodi di calcolo, la corrente di carico di una linea IB non superi 80% della corrente nominale In del dispositivo di protezione.
Numero di dispositivi di protezione per i quali IB > 80% In
0
2.12.2.10 PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI
Nel quadro è presente almeno un dispositivo di protezione contro le sovratensioni
NO
2.12.2.11 SISTEMA DI RIFASAMENTO
Nel quadro è presente un apparato di rifasamento
NO
2.12.2.12 MODALITÀ DI INSTALLAZIONE
Tipo di installazione Quadro incassato a parete
Denominazione QA13
Posizione Far riferimento agli schemi
planimetrici
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2.12.3. QUADRO ELETTRICO QA14 QA14
2.12.3.1 DESCRIZIONE GENERALE
È prevista la fornitura in opera del quadro individuato dalle seguenti caratteristiche, completo di apparecchiature come indicato negli schemi di riferimento:
Prefisso QA14
Denominazione QA14
Schema unifilare QA14
Numero di condutture in uscita dal quadro
17
2.12.3.2 ALIMENTAZIONE DEL QUADRO
Prefisso e descrizione del quadro a monte
QDP - QUADRO DI PIANO
Sigla e descrizione dell’interruttore da cui parte la linea di alimentazione
QDP C-2 - ALIMENTAZIONE QA14
Sezione della linea di alimentazione
1(4x10)+(1PE10)
Lunghezza della linea di alimentazione
20 m
Caratteristiche della linea di alimentazione (*)
143/1M__2/30/0,8
(*) La descrizione è composta da quattro elementi:
1) Valore K (per determinazione K2S2), in funzione del tipo di isolamento
2) Tipo di posa – Secondo Norma CEI 64-8
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3) Temperatura dell’ambiente in cui è posata la conduttura
4) Coefficiente di riduzione della portata per condutture adiacenti
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2.12.3.3 CARATTERISTICHE TECNICHE
I parametri di riferimento per la progettazione e realizzazione del quadro sono i seguenti:
Sistema di distribuzione TN-S
Frequenza [Hz] 50
Tensione di esercizio [V] 400
Tensione di isolamento [V]
Corrente nominale [A] 25
Massima corrente di cortocircuito nel punto di installazione del quadro
[kA] 4,377
Corrente cortocircuito trifase sulle sbarre
[A] 4 355
Valore della corrente di picco trifase sulle sbarre
[kA] 3,209
Corrente cortocircuito fase-neutro sulle sbarre
[A] 2 512
Valore della corrente di picco fase-neutro sulle sbarre
[kA] 2,213
Materiale
Forma di segregazione Forma 1
Grado di protezione IP 00
Temperatura ambiente (luogo di installazione)
[°C] 30
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2.12.3.4 PROTEZIONE DI BACKUP DEGLI INTERRUTTORI
Numero di dispositivi che impiegano la protezione di backup
0
2.12.3.5 PROTEZIONE DA VALLE DELLE CONDUTTURE
Numero di condutture in uscita dal quadro che sono protette contro il sovraccarico da valle
0
2.12.3.6 CONDUTTURE IN DOPPIO ISOLAMENTO
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali è richiesto il doppio isolamento
0
2.12.3.7 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I SOVRACCARICHI
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali (a progetto) non è richiesta la protezione contro i sovraccarichi
0
2.12.3.8 CONDUTTURE NON PROTETTE CONTRO I CORTOCIRCUITI
Numero di condutture in uscita dal quadro per le quali (a progetto) non è richiesta la protezione contro i cortocircuiti
0
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2.12.3.9 RAPPORTO TRA CORRENTE DI CARICO E CORRENTE NOMINALE
La Norma CEI EN 61439 stabilisce che l’esecuzione di verifiche per i quadri impiegando metodi di calcolo, la corrente di carico di una linea IB non superi 80% della corrente nominale In del dispositivo di protezione.
Numero di dispositivi di protezione per i quali IB > 80% In
0
2.12.3.10 PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI
Nel quadro è presente almeno un dispositivo di protezione contro le sovratensioni
NO
2.12.3.11 SISTEMA DI RIFASAMENTO
Nel quadro è presente un apparato di rifasamento
NO
2.12.3.12 MODALITÀ DI INSTALLAZIONE
Tipo di installazione Quadro incassato a parete
Denominazione QA14
Posizione Far riferimento agli schemi
planimetrici
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2. APPENDICE: TIPOLOGIE DI POSA DEI CAVI
CEI 64-8/5
n. 2
Cavi multipolari in tubi protettivi circolari posati entro muri
termicamente isolanti
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3. APPENDICE: CARATTERISTICHE TECNICHE DEI CAVI E DELLE CONDUTTURE
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FG16(O)M16
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3. IMPIANTI SPECIALI
3.1. TRASMISSIONE DATI
3.1.1. GENERALITÀ
Per l’impianto di trasmissione dati è prevista la fornitura e posa in opera di una infrastruttura di cat.6 e prese RJ45 UTP.
I cavi dati in rame saranno del tipo cat.6 UTP. e verranno intestati sul pannello di permutazione presente nel rack di piano o di zona più vicino alle aule.
3.1.2. PUNTO DI CABLAGGIO
Il punto di cablaggio, punto di collegamento tra l’apparato attivo e la postazione utente, dovrà
essere equipaggiata con un modulo completo di n. 1 presa RJ45, o diversa indicazione riportata
sugli elaborati grafici, di Cat. 6 o superiore conforme alla normativa di riferimento, montato su
placca modulare tipo rettangolare fissata su scatola a parete. Ad ogni presa dovrà essere attestato
un distinto cavo a 4 coppie UTP di Cat. 6. Il frutto dovrà avere una struttura modulare. Le prese
RJ45 dovranno essere provviste di sistema di connessione delle coppie IDC (Insulation
Displacement Contact) con sequenza di attestazione dei conduttori tipo EIA T568B. La placca
porta frutto, dovrà avere uno spazio dedicato al posizionamento delle etichette identificative del
punto utente, univoca per l’intero edificio. Ogni singola presa dovrà avere una immediata
identificazione d’utilizzo, attraverso l’applicazione di icone colorate complete del relativo simbolo,
asportabili e sostituibili secondo la destinazione d’uso della presa stessa.
3.1.3. CAVI
I cavi dovranno essere posati in tubazioni e/o canalizzazioni di distribuzione a loro esclusivamente
dedicate, e dovranno essere installate all’interno del locale fino all’armadio di attestazione. Durante
la posa dei cavi si dovrà avere la massima cura di non superare sia la tensione di tiro sia il raggio
di curvatura minimo, prescritto dai costruttori e dallo standard di riferimento.
Caratteristiche minime dei cavi a coppie binate da 4cp UTP di categoria 6 da impiegare nella
struttura di cablaggio che dovrà essere implementata:
− cavo a coppie binate di Cat. 6 in filo solido di rame elettrolitico ricotto di ø AWG24
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− impedenza = 9,83/100 m max a 20°C
− frequenza max: 200 MHz
− isolamento in polietilene ad alta densità (HDPE)
− rivestimento in polivinicloruro (PVC)
I cavi a 4coppie UTP di Cat. 6 dovranno essere completamente attestati ai rispettivi pannelli di
permutazione di pertinenza. Le tratte dovranno essere senza giunzioni intermedie tra i punti di
attestazione (pezzatura unica).
3.1.4. CANALIZZAZIONI
Come regola generale, le canalizzazioni e/o tubazioni da implementare dovranno essere
dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, garantendo comunque un’ulteriore
disponibilità di spazio utile all’interno di circa il 50%. In particolare per quanto attiene il
contenimento dei cavi UTP di distribuzione orizzontale, all’interno dei locali dovrà essere impiegata
canalizzazione di dimensioni minime indicate sugli elaborati grafici.
Per quanto attiene le caratteristiche dei materiali da impiegare si conferma che dovranno essere
utilizzati prodotti di primarie case, e comunque rispondenti per tipologia «impiego alle Normative
CEI e IMQ: CRI 23-31 canalizzazioni in acciaio zincato a caldo - CRI 23-32 canalizzazioni in
materiale plastico -CEI 23-14, CR1 23-8 tubazioni in materiale plastico.
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3.2. IMPIANTO RIVELAZIONE FUMO
3.2.1. GENERALITA’
Questa specifica fornisce i requisiti essenziali per un sistema di rivelazione incendio da installarsi
nelle aule.
La supervisione dei locali deve essere realizzata a mezzo dei rivelatori di fumo come
rappresentato nelle tavole progettuali
3.2.2. NORME DI RIFERIMENTO
UNI EN 54-1 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- introduzione;
UNI EN 54-2 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- centrali di controllo e
segnalazione;
UNI EN 54-3 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- dispositivi sonori di
allarme incendio;
UNI EN 54-4 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- apparecchiatura di
alimentazione;
UNI EN 54-5 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio-rivelatori di calore e
rivelatori puntiformi;
UNI EN 54-7 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- rivelatori di fumo,
rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della
trasmissione della luce e della diffusione;
UNI EN 54-10 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- rivelatori di fiamma,
rivelatori puntiformi;
UNI EN 54-11 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- punti d’allarme
manuali;
UNI CEN/TS 54-14 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- parte 14: linee
guida per la pianificazione, la progettazione, l’installazione, la messa in servizio,
l’esercizio e manutenzione;
UNI CEN/TS 54-17 sistemi di rivelazione e di segnalazione d’incendio- parte 14: isolatori
di cortocircuito;
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3.2.3. NUMERO DI RIVELATORI
Il numero di rivelatori puntiformi da installare deve essere determinato in base al raggio di
copertura che ciascun rivelatore è in grado di sorvegliare. Il valore relativo è riportato nella “tabella
1” e per i rivelatori di fumo e nella tabella “B” per i rivelatori di calore.
Inoltre, all’interno dell’area sorvegliata da un rivelatore, la distanza orizzontale a soffitto tra un
rivelatore e un qualsiasi punto del soffitto non deve superare il limite (Dmax) indicato nella
tabella“C” per i rivelatori di fumo e nella tabella “D” per i rivelatori di calore
Tabella 1 Posizionamento rivelatori puntiformi di FUMO su soffitti piani o con inclinazione rispetto all’orizzontale a≤20° e senza elementi sporgenti
Altezza (h) dei Locali [m]
h≤6 6≤h≤8 8≤h≤12 12≤h≤16
Raggio di copertura [m]
Tecnologia di rivelazione Rivelatori Puntiformi di fumo (UNIEN 54-7)
6,5 6,5 6,5 6,5
AS=Applicazioni Speciali previste in ambienti particolari dove è ipotizzabile l’utilizzo dei rivelatori di fumo solo ed esclusivamente se l’efficacia del sistema viene dimostrata con metodi pratici, oppure mediante l’installazione di rivelatori a quote intermedie
3.2.4. ALTEZZA DI INSTALLAZIONE
I rivelatori puntiformi di fumo, o calore, vanno in genere posti nel punto più alto del locale. I rivelatori di calore devono essere fissati direttamente sul soffitto; i rivelatori di fumo invece vanno opportunamente distanziati dal soffitto stesso, si veda la “tabella 2”.
Tabella 2 Distanza dell’elemento sensibile al fumo dal soffitto (o dalla copertura) in funzione della sua inclinazione rispetto all’orizzontale
INCLINAZIONE DEL SOFFITTO a≤20° 20°≤a≤45° a≥45°
ALTEZZA DEL
LOCALE MINIMA MASSIMA MINIMA MASSIMA MINIMA MASSIMA
h≤6m 3cm 20cm 20cm 30cm 30cm 50cm 6m≤h≤8m 7cm 25cm 25cm 40cm 40cm 60cm
8m≤h≤10m 10cm 30cm 30cm 50cm 50cm 70cm 10m≤h≤12m 15cm 35cm 35cm 60cm 60cm 80cm
3.2.5. DISTANZE DI RISPETTO
I rivelatori devono essere installati lontano da sorgenti termiche (anche solo transitorie); I rivelatori di fumo non devono essere interessati da aerosoli, fumi e, nei locali con forti correnti di aria, da turbini di polvere. I rivelatori devono inoltre essere posti ad almeno 0,5 m dalle pareti, salvo nei corridoi, cunicoli, vani tecnici, ecc. di larghezza inferiore ad 1 m.
La stessa distanza (orizzontale o verticale) di 0,5 m deve essere rispettata nei confronti materiali in
deposito, macchinari, ecc.
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3.2.6. SOFFITTO CON ELEMENTI SPORGENTI
I rivelatori di fumo e/o calore vanno installati ad almeno 0,5 m dagli elementi sporgenti, (ad es.
travi), o sospesi a meno di 15 cm dal soffitto, ad es. condotti di ventilazione, canali portacavi, ecc..
Nei locali con soffitti (o copertura) a correnti o travi a vista, i rivelatori di fumo o di calore vanno
posti all’ interno dei riquadri delimitati da detti elementi, secondo quanto riportato nella “tabella 3”
facendo le seguenti eccezioni:
se l’elemento sporgente ha un altezza ≤ 5% rispetto all’altezza massima del locale, si
considera come soffitto piano
se l’altezza massima degli elementi sporgenti è maggiore del 30% dell’altezza massima
del locale il criterio di ripartizione dei rivelatori nei riquadri non si applica ed ogni singolo
riquadro viene considerato come locale a sé stante
se gli elementi sporgenti si intersecano (es. soffitto a nido d’ape), all’ora nei limiti del
raggio di copertura, stabilito con le regole precedentemente elencate, un
singolorivelatore puntiforme può coprire un gruppo di celle. Il volume interno (V) delle
celle coperto da un singolo rivelatore non deve superare V = b (H - h) dove: b = costante
dimensionale pari a 8m²; H= altezza del locale in metri; h= profondità (altezza) della
trave in metri.
D Distribuzione rivelatori di fumo nei riquadri
D>0.25 (H-h) Rivelatore in ogni riquadro
D<0.25 (H-h) Rivelatore ogni 2 riquadri
D<0.13 (H-h) Rivelatore ogni 3 riquadri
D = Distanza fra gli elementi sporgenti misurata da esterno a sterno [m]
H = Altezza del locale [m]
H = Altezza dell’elemento sporgente [m]
3.2.7. INSTALLAZIONE IN PICCOLI LOCALI, VANI TECNICI E SPAZI NASCOSTI
In generale, i rivelatori di fumo e/o calore devono essere installati in tutti i locali della struttura da
proteggere (almeno un rivelatore per locale), compresi i locali di dimensioni ridotte, i vani tecnici, i
condotti e gli spazi nascosti nei controsoffitti o sotto i pavimenti galleggianti.
È possibile omettere la sorveglianza dei seguenti locali e vani, purché non contengano sostanze
infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici (ad eccezione dei cavi strettamente
necessari per l’utilizzo del locale/vano):
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piccoli locali per servizi igienici a patto che essi non siano utilizzati per il deposito di
materiali combustibili o rifiuti;
condotti e cunicoli di sezione minore di 1m2, se compartimentati e protetti contro
l’incendio;
vani scala compartimentati;
vani corsa di ascensori e montacarichi, se facenti parte di un compartimento sorvegliato
dall’impianto di rivelazione incendi;
banchine di carico scoperte.
Negli spazi nascosti, compresi quelli nei controsoffitti o sotto i pavimenti galleggianti, i rivelatori
d’incendio possono essere omessi solo se non contengono sostanze infiammabili, rifiuti, materiali
combustibili e cavi elettrici (ad eccezione di quelli strettamente necessari) e se soddisfano tutti i
seguenti requisiti:
hanno altezza inferiore ad 80 cm
hanno superficie ≤100m2 e lunghezza massima < 25m sono rivestiti totalmente di
materiale incombustibile classe A1 e A1FL secondo la UNI EN 13501-1;
non contengono circuiti di sicurezza, ad eccezione di cavi resistenti al fuoco per almeno
30 minuti
Di fatto, le suddette condizioni sono difficilmente soddisfatte.
Qualora sia necessaria la presenza dei rivelatori automatici nei controsoffitti e sotto pavimenti
galleggianti, tali spazi nascosti devono essere assimilati a locali. Quando i rivelatori non sono
direttamente visibili (in quanto installati in controsoffitti, canali, cavedi, ecc.) si deve prevedere una
ripetizione della segnalazione luminosa in posizione visibile per individuare prontamente l’area in
allarme.
3.2.8. LOCALI CON IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO E/O VENTILAZIONE
I rivelatori di fumo e/o calore non devono essere investiti dai flussi di aria immessi da impianti di
condizionamento e/o ventilazione con velocità in prossimità del rivelatore maggiore di 1m/s. I
rivelatori di fumo devono essere posti il più lontano possibile dalle bocchette di emissione dell’aria
(a parete o a soffitto) e di ripresa dell’aria poste a soffitto. Se le bocchette di ripresa dell’aria sono
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poste nella parte alta della parete, vicino al soffitto, uno dei rivelatori di fumo deve essere posto in
corrispondenza di ciascuna bocchetta.
In ambienti particolari, quali centri di elaborazione dati, cabine elettriche e/o sale quadri, cucine,
ecc., l’impianto di condizionamento e ventilazione svolge altre funzioni (raffreddamento di
apparecchiature, evacuazione fumi, ecc.) rispetto ai normali impianti per il benessere delle persone
e ciò comporta circolazioni d’aria maggiori. In tali casi, il numero di rivelatori di fumo deve essere:
se il prodotto raggio di copertura rivelatore moltiplicato per il numero di ricambi d’aria/h e
≥ 40.
NOTA: Nel caso tale prodotto sia particolarmente elevato è necessario effettuare valutazioni
specifiche
Negli ambienti con elevata circolazione d’aria, gli spazi nascosti nei controsoffitti o sotto i pavimenti
devono sempre essere sorvegliati da rivelatori, indipendentemente dalle loro dimensioni, se
contengono cavi elettrici e/o di segnale o se presentano rischio d’incendio.
Nei suddetti ambienti con elevata circolazione d’aria il numero di rivelatori di fumo puntiformi in uno
spazio nascosto alto meno di 1m deve essere:
raddoppiato rispetto alle normali condizioni di installazione, se l’impianto di
condizionamento non interessa tale spazio (senza ripresa dell’aria);
triplicato in caso contrario
3.2.9. PULSANTI DI ALLARME MANUALE
Gli impianti automatici di rivelazione incendi devono essere completati da un sistema
di segnalazione manuale d’incendio
In ogni zona devono essere previsti almeno due pulsanti di allarme manuale, i quali
devono essere installati secondo i seguenti criteri:
ad un altezza di circa 1‐1,4m dal pavimento;
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Lungo le vie di esodo;
In posizione ben visibile e protetti dall’azionamento accidentale;
Con segnalazione ottica (led lampeggiante) che ne faciliti l’individuazione in caso di
azionamento;
Un guasto, e/o l’esclusione dei rivelatori automatici, non deve mettere fuori servizio il sistema di
segnalazione manuale. Parimenti, un guasto, e/o l’esclusione dei pulsanti di allarme manuale, non
deve mettere fuori servizio il sistema di rivelazione automatico.
3.2.10. DISPOSITIVI DI ALLARME OTTICO-ACUSTICO
Un impianto di rivelazione incendi deve disporre di dispostivi di allarme posti all’interno della
centrale di comando e controllo e percepibili nelle immediate vicinanze di quest’ultima.
Vanno installati anche dispositivi di allarme ausiliari all’esterno della centrale.
I dispositivi di allarme ausiliari consistono, in genere, in targhe con segnalazione acustico-
luminosa, costituite da pannelli luminosi con la scritta “Allarme incendio” e con sirena elettrica
incorporata.
Il segnale ottico-acustico deve essere chiaramente riconoscibile e distinguibile da altre
segnalazioni.
I dispositivi acustici devono essere disposti in modo che il segnale di pericolo sia udibile in ogni
parte del fabbricato.
Quando praticabile, per l’evacuazione sicura e rapida dei locali, è opportuno aggiungere all’allarme
acustico un sistema di diffusione sonora per informare il pubblico con messaggi, anche
preregistrati.
Le linee di segnale che collegano la centrale di comando e controllo ai segnalatori ottico-acustici
(targhe), esterni alla centrale, devono essere resistenti al fuoco per 30 minuti.
Se le targhe non sono autoalimentate, le linee di alimentazione elettrica (in genere coincidenti con
quelle di segnale) devono essere derivate da una sorgente di sicurezza (ad es. la medesima
batteria che alimenta la centrale di controllo e segnalazione e devono essere resistenti al fuoco.
3.2.11. CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE
LA SAPIENZA AULE 13-14
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La centrale di controllo e segnalazione riceve i segnali dai rivelatori e dai pulsanti manuali,
attraverso le linee di interconnessione, li visualizza ed elabora e, qualora li interpreti come allarme
incendio, attiva i segnalatori ottico-acustici. La centrale deve essere ubicata in un luogo
permanentemente e facilmente accessibile e, per quanto possibile, protetto da danneggiamenti,
manomissioni e dall’incendio. Tale luogo deve essere:
sorvegliato da rivelatori automatici, se non presidiato permanentemente;
situato, se possibile, vicino all’ ingresso principale della struttura/edificio;
dotato di illuminazione di sicurezza ad intervento immediato (entro 0,5 s).
La centrale deve distinguere se i segnali provengono dai pulsanti di allarme manuale oppure dai
rivelatori automatici.
La centrale deve disporre di un dispositivo di allarme interno che emetta un segnale ottico-
acustico, percepibile almeno nelle immediate vicinanze della centrale stessa, a seguito
dell’intervento di qualsiasi rivelatore automatico o pulsante di allarme manuale.
La presenza dell’alimentazione elettrica ordinaria deve essere evidenziata da una segnalazione
luminosa. Devono essere previste segnalazioni luminose e acustiche delle eventuali condizioni di
guasto e di fuori servizio dell’impianto di rivelazione incendi.
Se la centrale non è sotto costante controllo del personale addetto, gli allarmi di incendio e di
guasto e le segnalazioni di fuori servizio devono essere ripetuti in altro luogo presidiato. La
centrale di controllo, oltre ad attivare i segnalatori acustico-luminosi (targhe) posti nelle varie zone,
deve essere in grado, se richiesto, di:
chiudere le porte tagliafuoco normalmente aperte,
bloccare l’impianto di ventilazione,
chiudere le serrande tagliafuoco nei canali dell’ aria,
aprire gli evacuatori di fumo,
attivare l’impianto di estinzione incendio,
predisporre l’eventuale ascensore antincendio.
Tali linee devono essere resistenti al fuoco.
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3.2.12. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA
Il fornitore dovrà produrre una documentazione completa che illustri il tipo, le misure d'ingombro, la
capacità nominale, la struttura, il nome del costruttore, le fotografie e/o i depliants di tutte le
apparecchiature.
Per ogni centrale il fornitore dovrà includere il manuale:
di programmazione
operatore
di installazione.
Per i dispositivi periferici (Sensori, Moduli etc.) deve essere fornito il manuale:
il manuale di installazione che comprenda l'installazione meccanica;
lo schema di collegamento con la centrale;
il manuale con le norme da seguire per l'eventuale manutenzione;
Inoltre al termine dei lavori devono essere fornite le tavole riportanti la corretta indicazione dei loop
opportunamente numerati e i listati software.
3.2.13. CENTRALE RIVELAZIONE FUMO
L’impianto di rivelazione fumi dello stabile è già esistente. L’impianto delle aule dovrà integrarsi con la centrale già esistente così come con tuti gli altri componenti dell’impianto.
3.2.14. CAVI IMPIANTO RIVELAZIONE FUMI
Il cavo utilizzato sarà a 2 conduttori, twistato e schermato del tipo FTE40HM1.
La sezione minima del cavo è di 1 mm2.
I cavi devono essere installati a distanza appropriata da linee di altro tipo (230/400 Vac) che
potrebbero causare disturbi.
Lo schermo deve essere uniforme e continuo per tutta la lunghezza della linea. Il collegamento a
terra deve essere effettuato possibilmente fuori dall'armadio della centrale. I cavi di alimentazione
dei circuiti di segnalazione incendio a 24Vcc dovranno essere conformi alla Norma CEI20-45 tipo
FTG10OM1.
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3.2.15. RIVELATORE OTTICO DI FUMO
All’interno dei rivelatori di fumo ottici è presente un sistema foto-ottico di rivelazione, costituito da
un led emettitore di luce (infrarosso) e un fotodiodo ricevitore. In condizioni di normale
funzionamento, cioè in assenza di fumo, la luce emessa dal trasmettitore non arriva al ricevitore.
Quando il fumo entra nel rivelatore, diffonde e riflette la luce (effetto Tyndall) la quale raggiunge il
ricevitore, che attiva il segnale ai allarme. Tutti i circuiti devono essere protetti contro le
sovracorrenti e le interferenze elettromagnetiche. La risposta del rivelatore (attivazione) deve
essere chiaramente visibile dall'esterno grazie alla luce rossa lampeggiante emessa da due diodi
(led), che coprono un angolo di campo visivo di 360 gradi; questa luce diventa fissa in caso di
allarme. Deve essere possibile la connessione a un indicatore remoto. Il serracavo per i cavi dei
controsoffitti deve impedire che questi possano essere scollegati accidentalmente dai terminali
dopo l'installazione. I terminali per le sezioni trasversali del cavo fino a 2,5 mm2 sono accessibili
con estrema semplicità. I rivelatori avranno una struttura a labirinto contro gli insetti ed una
superficie repellente alla polvere.
Caratteristiche tecniche:
Tensione di funzionamento: 15-32V
Assorbimento a riposo: 200µA 24Vcc
Corrente di isolamento : 15mA 24V
Resistenza aggiunta sul loop 20 mΩ
Temperatura di esercizio: -10°C to +50°C%
Umidità relativa ammessa(senza condensa): dal 10 al 95%
Altezza: circa 50mm
Diametro: circa 100 mm
Peso: circa 100g
Sezione cavi ammessa: 2,5mmq
Materiale: PC/ABS
Certificato secondo le norme EN54-7/17
3.2.16. PULSANTE MANUALE INDIRIZZATO A ROTTURA VETRO
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Pulsante manuale indirizzato a rottura vetro, da interno con scatola incasso di montaggio. Chiave
di test. Installazione a vista e possibilità d'incasso. Provvisto di led rosso per la segnalazione locale
di allarme. Indirizzamento a mezzo di selettori rotativi e con doppio isolatore per protezione della
linea di comunicazione. Vetro di rottura dotato di pellicola di protezione. Di colore rosso.
Caratteristiche tecniche:
Tensione di funzionamento: 15÷30Vcc
Tensione d’esercizio: 24Vcc
Assorbimento a riposo: 350µA senza comunicazione
660µA con comunicazione
Assorbimento in allarme: 6mA(tipico)
Assorbimento LED rosso: 2mA (tipico)
Sezione cavi ammessa: 0,5 – 2,5mm2
Temperatura operativa: -10°÷ +55°C
Certificato a norma EN54.11
3.2.17. PANNELLO OTTICO ACUSTICO
Cassonetto luminoso interamente costruito con materiali non combustibili (ABS V0) o non
propagatori di fiamma. Schermi e diciture in PMMA (Polimetilmetacrilato) infiammabilità lenta. Le
diciture, su sfondo rosso, sono messe in risalto a cassonetto attivo. Il grado di protezione
meccanica non deve essere inferiore ad IP54. Conforme alle normative EN54‐3 e EN54‐23,
Dicitura: Allarme Incendio
4. NORME TECNICHE
− CEI 64-8 - “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”.
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CEI 64-12 – “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale
e terziario”.
CEI-UNEL 35024/1 “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per
tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria”
CEI-UNEL 35026 “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per
tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di
corrente in regime permanente per posa interrata”
CEI-UNEL 35023 “Cavi per energia isolati in gomma o con materiale termoplastico aventi
grado di isolamento non superiore a 4. Cadute di tensione”
CEI 11-25 “Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente alternata”
UNI EN 12464-1:2011”Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1:
Posti di lavoro in interni”
4.1. RIFERIMENTI LEGISLATIVI
− D.M. 37/08 - Regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11-quaterdieces, comma 13,
lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in
materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici
− D.Lgs. 81/08 e s.m.i. “TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO”
1
PROGETTO ESECUTIVO IMPIANTO MECCANICO
INDICE
1 PREMESSA 2
2 IMPIANTO ARIA PRIMARIA 3
3 IMPIANTO RADIANTE A SOFFITTO 5
4 CALCOLO PORTATA ARIA ESTERNA DI RINNOVO 7
5 DISTRIBUZIONE AERAULICA 8
6 CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE DI PROGETTO 10
7 CALCOLO DISPERSIONI 11
8 RIFERIMENTI NORMATIVI 12
2
1 PREMESSA
La presente relazione tecnica riguarda la realizzazione di un impianto di condizionamento e
di ricambio d’aria per le aule didattiche n.13 e n.14 site al piano terra dell’edificio “ex-
Tuminelli” all’interno della Città Universitaria dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Si tratta dell’aula 13 con superficie di circa 100 mq su cui si prevede di ospitare circa 80
persone, e l’aula 14 con superficie 87 mq su cui si prevede di ospitare circa 70 persone.
Considerando che i due locali sono caratterizzati quindi da un considerevole affollamento
sarà necessario garantire un adeguato ricambio d’aria come richiesto dalla normativa vigente
(norme UNI, ISPESL ecc.).
Oltre a tale funzione l’impianto dovrà garantire il mantenimento all’interno del locale delle
condizioni termiche idonee al confort degli occupanti.
Considerate le caratteristiche costruttive del locale, visti anche gli spazi a disposizione
all’intradosso del soffitto, si è scelto di realizzare un impianto misto, ad aria primaria e terminali
in ambiente (soffitto radiante).
Tale scelta consegue dall’esigenza di limitare quanto possibile l’ingombro delle
canalizzazioni aerauliche cui sarà demandato il convogliamento di una portata d’aria minima,
strettamente necessaria al rinnovo dell’aria ambiente.
La gestione dei carichi termici estivi ed invernali sarà invece demandata ad un impianto di
tipo Radiante a Soffitto.
Sarà realizzato uno stacco dalle linee esistenti di andata e ritorno dalla Centrale Termo
Frigorifera e da questo saranno realizzati due collettori di mandata e ritorno da cui si
realizzeranno 3 stacchi, due per i due circuiti delle aule ed un terzo per la linea delle batterie di
post trattamento delle due UTA.
Le batterie di post trattamento avranno un pannello di regolazione dove impostare la
temperatura di mandata dell’aria di rinnovo che sarà determinata dalla valvola 3 vie posta in
prossimità della batteria.
I due impianti radianti avranno ciascuno il proprio termostato ambiente per regolare la
valvola 3 vie miscelatrice e la pompa di circolazione poste nei rispettivi collettori.
Ogni stacco avrà il suo circolatore, in prossimità del nuovo collettore (linea b.post) o dentro
la cassetta ad incasso (linee radianti).
3
2 IMPIANTO ARIA PRIMARIA
L’impianto di aria primaria è costituito da due Unità di Trattamento Aria (da qui UTA, vedi
Figura 1) a “recupero di calore” cui sarà demandato il ricambio dell’aria ambiente, dalla relativa
canalizzazione di mandata e ripresa e dai diffusori.
In accordo con le normative sul risparmio energetico il recuperatore di calore a flussi
incrociati installato dentro l’UTA ha la funzione di “recuperare” durante la stagione invernale
gran parte del calore dall’aria in estrazione trasferendolo all’aria di rinnovo prelevata
dall’esterno; analogo effetto di riduzione dei consumi avverrà durante la stagione estiva.
Il dimensionamento delle apparecchiature e dei componenti per questa porzione di impianto
è stato effettuato sulla base della norma tecnica UNI 13779 che stabilisce gli affollamenti
massimi ed i ricambi orari necessari a ciascun locale in funzione della sua destinazione d’uso ,
alla qualità dell’aria richiesta.
La ventilazione meccanica dei locali, realizzata con una UTA a recupero di calore
posizionata a controsoffitto, consentirà l’immissione di aria esterna a temperatura “quasi neutra”
in seguito al recupero dell’energia dell’aria espulsa.
Prima dell’immissione in ambiente l’aria di rinnovo sarà inoltre trattata da una batteria di
post in grado di portare alla condizione di immissione voluta, cioè in condizioni neutre oppure in
grado di contribuire al condizionamento del locale.
Figura 1 – Unità di trattamento aria a recupero di calore
4
Le macchine in questione saranno due PRG 300, costruito dalla Sidan srl di Montecompatri
(Rm), caratterizzati da una portata d’aria Q = 3’000 mc/h e da una prevalenza utile H = 200 Pa.
5
3 IMPIANTO RADIANTE A SOFFITTO
L’impianto sarà suddiviso in due circuiti, C1 afferisce all’aula13 e C2 all’aula 14.
Ogni impianto avrà il suo collettore di distribuzione da cui partono i numerosi circuiti che in
cui è suddiviso; in ogni circuito sono collegati in parallelo diversi pannelli posti a controsoffitto
all’interno dei quali scorre acqua miscelata.
Ogni collettore ha la sua pompa di circolazione e la sua valvola miscelatrice.
Attraverso il cronotermostato posto nel locale è possibile gestire la valvola miscelatrice e la
relativa pompa di circolazione elettronica in modo da adeguare la potenza trasmessa con il carico
richiesto.
Segue il calcolo idraulico del sistema radiante a soffitto con indicazione dei parametri
caratteristici durante il funzionamento invernale ed estivo.
In inverno la temperatura di mandata sarà 40°C con differenziale di temperatura tra mandata
e ritorno di 5°C, cui corrisponde una potenza di 15,746 kW.
In estate la temperatura di mandata sarà 18,5°C con differenziale di temperatura tra mandata
e ritorno di 2,5°C, cui corrisponde una potenza di 7,873 kW. Questo per scongiurare il problema
della condensa.
La diversa potenza del sistema tra funzionamento invernale ed estivo sarà compensata dalla
temperatura di emissione dell’UTA che potrà contribuire se necessario al bilanciamento dei
carichi termici.
Sul canale di ripresa sarà installato un umidostato in grado di rilevare se l’umidità relativa
raggiunge un valore eccessivamente elevato, nel qual caso vengono chiuse le teste
elettrotermiche dei circuiti radianti e spenta la pompa corrispondente, in maniera di bloccare il
funzionamento sino al perdurare della situazione.
6
7
4 CALCOLO PORTATA ARIA ESTERNA DI RINNOVO
Di seguito sono riportati i calcoli che hanno portato a definire la portata di aria esterna di
rinnovo per il locale in esame.
Sono state fatte le seguenti ipotesi:
- l’aria esterna ha una qualità di livello ODA 1 (aria pura solo temporaneamente inquinata
con polveri);
- Per l’aria interna viene previsto un livello di qualità pari ad IDA2 (aria di qualità media).
CALCOLO VENTILAZIONE - DATI DI PROGETTO
DIMENSIONI
h (m) Area (mq)
Nr. Persone
Qualità aria
esterna
Qualità aria
estratta
Qualità aria
interna
Qop Portata
aria UNI 13779
(mc/h) IDA
Portata Aria
Rinnovo Richiesta
(m3/h)
Portata Aria
Rinnovo di
Progetto (m
3/h)
aula 13 3,00 100 80,00 ODA1 ETA1 IDA3 36,0 2 880 2900
aula 14 3,00 87 70,00 ODA1 ETA1 IDA3 36,0 2 520 2600
5 400 5 500
Dalle ipotesi fatte consegue che la portata di rinnovo per persona (mc/h*persona) è pari a 36
mc/h.
Ne consegue che il valore di portata di rinnovo deve essere non inferiore a 2880 mc/h per
l’aula 13 ed 2520 mc/h per l’aula 14.
Le macchine scelte sono caratterizzate da una portata di rinnovo pari a 2900 mc/h per l’aula
13 e 2600 mc/h per l’aula 14.
8
5 DISTRIBUZIONE AERAULICA
I rami principali e secondari della rete aeraulica di mandata e ripresa sono dimensionati
tenendo conto dei seguenti parametri:
• Ricambi aria previsti (secondo UNI 13779 e linee guide dell’ISPESL)
• Velocità massima dell’aria nella zona occupata 0,25 m/s a m 1,80 dal pavimento
• Velocità dell’aria nelle canalizzazioni
• Uscita unità di trattamento 6 m/s
• Canali principali 6 m/s
• Diramazioni 4 m/s
• Tratti terminali 2,5 m/s
• Filtrazione aria efficienza 80-90 % ponderale
BOCCHETTE DI RIPRESA
Le griglie di ripresa sono costituite con telaio ed alette in profilato di alluminio estruso,
anodizzato colore naturale, orizzontali alla base, profilate ed inclinate in posizione fissa. La
dimensione sarà scelta in base alla effettiva sezione di passaggio che dovrà permettere il transito
della portata di ripresa di progetto (vedi figura 5)
Figura 2 – bocchette di ripresa
9
DIFFUSORI LINEARI DI MANDATA
Saranno installati diffusori lineari di mandata a 3 feritoie, L=1000 mm, con portata max 250
mc/h cadauno al fine di limitare l’emissione di rumore.
Figura 3 – diffusore di mandata lineare
CANALIZZAZIONI
I canali d’aria saranno realizzati in lamiera zincata a sezione rettangolare o quadrata con
giunzioni a flangia o baionetta,
Le canalizzazioni saranno caratterizzate da una classe di tenuta “B” secondo la norma UNI
EN 12237:2004 (pressione statica limite positiva 1000 Pa, negativa 750 Pa) ed avranno le
seguenti caratteristiche:
lamiera zincata tipo Sendzimir Z100;
spessore 6/10-8/10-10/10;
aggraffatura longitudinale Pittsburgh (tasca e piega);
giunzioni a flangia da 20 mm;
Guarnizione di tenuta in neoprene sp.5 mm;
nella fornitura in opera saranno compresi i pezzi speciali (curve – derivazioni – ecc.), gli sfridi
e lo staffaggio.
10
6 CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE DI PROGETTO
La norma UNI 10339 “Impianti aeraulici a fini di benessere: generalità, classificazione e
requisiti – regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura” stabilisce le temperature e
l’umidità da garantire agli ambienti da condizionare e quelle esterne della località di riferimento
come riportato nella tabella 1 e nella tabella 2 sotto riportate:
T interna invernale 20° T esterna invernale 0°
Umidità relativa interna n.c. Umidità relativa esterna 90%
Tabella 1 - Temperature di progetto invernali interne ed esterne – riferimento Roma.
T interna estiva 26° T esterna estiva 34°
Umidità relativa interna n.c. Umidità relativa esterna 45%
Tabella 2 - Temperature di progetto estive interne ed esterne - riferimento Roma.
11
7 CALCOLO DISPERSIONI
Vengono riportate nel seguito le grandezze principali che sono state prese a base della
progettazione esecutiva.
Condizioni climatiche esterne e caratteristiche dell'involucro.
Per il dimensionamento esecutivo sono stati assunti i seguenti dati generali:
Località: Roma
Condizioni climatiche esterne (secondo UNI 10339, UNI 13779, etc…)
Il carico termico è calcolato in funzione delle esposizioni dei vari ambienti o zone e
dell'andamento temporale delle corrispondenti condizioni climatiche esterne (temperatura aria
esterna, radiazione solare) tenendo conto delle variabili interne ed esterne.
Questo calcolo è fatto sia per la determinazione del fabbisogno termico da fornire ai singoli
ambienti, sia per la determinazione del fabbisogno termico dell'intero intervento.
Orari di Funzionamento
Funzionamento continuo
Tempo di avviamento
Le condizioni termiche di progetto all'interno degli ambienti saranno raggiunte entro 2 ore in
assenza di persone.
Coefficienti di trasmissione termica
Per il calcolo dei coefficienti di scambio termico fra gli ambienti interni e l'esterno, si è fatto
riferimento alle norme vigenti (L. 10/91 e successive).
L'influenza della radiazione solare è stata considerata in funzione delle superfici vetrate le
quali saranno costituite da vetrocamera su serramenti nuovi.
Per la deduzione delle caratteristiche relative alle proprietà termiche delle pareti opache ed in
particolare per il fattore di assorbimento e per le capacità termiche delle strutture, si è fatto
riferimento alla normativa vigente, alla composizione di quanto in essere ed alla composizione
del progetto architettonico.
12
8 RIFERIMENTI NORMATIVI
• D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 192 e s.m.i. Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa
al rendimento energetico nell’edilizia
Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n.311 Disposizioni correttive ed integrative al
decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva
2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia
• Linee Guida ISPESL 01/06/2006 Microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi
di lavoro; requisiti e standard, indicazioni operative e progettuali
• D.P.R. 2-4-2009 n. 59 Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e
b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della
direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.
• D.M. Sviluppo Economico 22/01/2008 n. 37 riordino delle disposizioni in materia di
attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici
• D.P.R. 26 agosto 1993 n. 412 e s.m.i. Regolamento […] impianti termici degli
edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia […]
• UNI 10339:1995; Impianti aeraulici ai fini del benessere. Generalità, classificazione
e requisiti. Regola per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura
• UNI 13779:2005; Ventilazione degli edifici non residenziali – requisiti di
prestazione per i sistemi di ventilazione e di condizionamento
• UNI 10349:1994 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
• D.Lgs. 09/04/2008 n. 81, testo coordinato con il D.Lgs. 03/08/2009 n. 106, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro