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Visionil punto di vista degli industriali reggiani60DICEMBRE
2016
Che cos’è la Disruptive Innovation
26Intervista a Mauro Ferrari
42Il grande futuro della nanomedicina
46Che cosa èIndustry 4.0
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costruire una nuova realtà
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2003
le nanotecnologie per vincere il cancrotestimonianza di Mauro
Ferrari
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n° 60DICEMBRE 2016Rivista trimestrale di Unindustria Reggio
Emilia
Direttore ResponsabileAlessandro Parma
RedazioneVia Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia
Progetto graficoHammer Communication srl
EditoreS.I.F.I.R. SpaVia Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia
Stampa Tecnograf srlStampato e diffuso in 6.000 copie
PubblicitàPubblì - Concessionaria Editoriale srlC.so Vittorio
Emanuele 113 • ModenaTel. 059 212194
Unindustria Reggio Emilia
Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia
tel. 0522 409711• Fax 0522 409793
www.unindustriareggioemilia.it
Gli articoli presentati possono non rispecchiare le
posizioni
di Unindustria Reggio Emilia
che comunque li ritiene un contributo
sul piano dell’informazione e dell’opinione.
05 L’OPINIONE
05 IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ
06 IMPRESE REGGIANE
22 IMPRESA
22 LA SOLITUDINE DELL’IMPRENDITORE ITALIANO
26 IMPRESE - INNOVAZIONE
26 CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATION
30 CHI GUARDERÀ MAI LE FOTO SU UNO SCHERMO?
34 TIR A GUIDA AUTONOMA
36 COME SARÀ IL MONDO TRA 50 ANNI
40 LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
42 ARTICOLO DI COPERTINA
Una nuova generazione di terapie con un impatto
decisivo in oncologia
45 LA PROMESSA AI FIGLI DEL PROFESSOR FERRARI E IL MALE
ITALIANO DA CURARE
46 ARTICOLO DI COPERTINA - APPROFONDIMENTI
46 IL GRANDE FUTURO DELLA NANOMEDICINA
49 CHE COSA SONO LE NANOTECNOLOGIE
50 INDUSTRY 4.0
51 COSA DICE IL PIANO INDUSTRIA 4.0 PRESENTATO DAL GOVERNO
54 INDUSTRY 4.0 • UN PROGETTO RILEVANTE PER IL PAESE
59 CHE COS’È INDUSTRY 4.0
64 ECCO LA MAPPA DELL'INNOVAZIONE ITALIANA CHE NUTRIRÀ
L'INDUSTRY 4.0
70 VOLONTARIATO
74 UNINDUSTRIA NOTIZIE
Visionil punto di vista degli industriali reggiani
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l’opinioneMauro SeveriPresidente Unindustria Reggio Emilia
IMPEGNARSI PER COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ - MAURO FERRARI A
REGGIO EMILIANel settembre scorso si è tenuto il primo appuntamento
di “Costruire una nuova realtà”, l’ini-ziativa culturale
pluriennale organizzata dall’Associazione degli industriali
reggiani. Protago-nista dell’incontro l’ing. Mauro Ferrari. Un
talento nell’oncologia che ha costruito una straor-dinaria carriera
scientifica, manageriale e imprenditoriale negli Stati Uniti.
L’incontro, organizzato presso la sede di Credem, è stata una
grande esperienza culturale, scien-tifica, etica e umana.
Affrontare un tema come il “cancro”, così intimamente legato
all’espe-rienza della sofferenza, del dolore e della perdita, è una
questione che ha toccato le corde piùsensibili di ciascuno.
Affrontarlo dal punto di vista scientifico, vale a dire,
dell’incredibile e fru-strante tecnicità che caratterizza la lotta
tra la scienza e le sorprendentemente intelligenti eaggressive
cellule tumorali, è stata un’esperienza inedita per la maggior
parte dei presenti.Mauro Ferrari – al quale abbiamo dedicato la
copertina di questo numero di Vision – ha rega-lato ai reggiani una
grande ed emozionante lezione magistrale dedicata alla vita. La
vita di cia-scuno. La vita che tutti noi conosciamo. La vita fatta
di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, disfide e di rese.
Un’esperienza che, come la ricerca stessa, non è fatta di una sola
prova né diuna sola verità, ma da una complessa interazione di
elementi e esperienze che di volta in vol-ta devono trovare
faticosamente un equilibrio. Credo di poter affermare che siamo
usciti tut-ti arricchiti da questo incontro. Per primi quelli ai
quali il cancro ha attraversato o sta attraver-sando la vita. Poi i
molti giovani impegnati nello studio della medicina, così come per
i nume-rosi medici intervenuti. Allo stesso modo sono rimasti
colpiti gli imprenditori e le autorità per-ché nella ricerca e
nelle sue dinamiche c’è una lezione che aiuta a comprendere come
adat-tarsi a un mondo che cambia nelle fabbriche, nei territori e
nelle comunità. Infine, la questio-ne che forse rappresenta la vera
chiave di volta che ha retto l’intensa narrazione proposta daMauro
Ferrari: quella fede in assenza della quale non possono realizzarsi
né l’immediata e com-passionevole azione di cura e conforto, né la
battaglia infinita contro un’idra in grado di sfian-care persino
Ercole perché capace di ricreare, ogni mattina, la propria teste
decapitata il gior-no precedente. Tutto ciò si chiama speranza. Un
piccolo, ma “grande” successo per l’inizia-tiva “Costruire una
nuova realtà” che ho pensato e voluto come “palestra culturale” il
cui fineè esortare i reggiani di mettersi in gioco per costruire un
futuro migliore.
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Si invitano le Aziende Associate della provincia di
Reggio Emilia a segnalare notizie
e avvenimenti sulle loro attività all’Ufficio
Comunicazione di Unindustria Reggio Emilia,
tel. 0522 409760-409723, e-mail:
[email protected].
La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di Vision.
Q&OCONSULTING In un mercato sempre più caratterizzato da
alti livelli divariabilità della domanda, le aziende moderne
esprimo-no la necessità di disporre di uno strumento che agevolila
gestione della capacità produttiva e che risolva duediverse
necessità: soddisfare le richieste del cliente, au-mentando il
livello di servizio ed evitando la perdita diflussi di ricavo, ed
ottimizzare la capacità produttiva, mi-nimizzando lo spreco di
risorse e l’incidenza sui costi.
Riconoscendo l’importanza di questo tema, Q&Ocon-sulting
propone ai suoi clienti un nuovo strumento tec-nologico. Simula è
un web-tool di supporto alla pianifi-cazione della produzione che
permette di avere un’indi-cazione di massima di quanto si dovrà
produrre e diquante e quali risorse produttive saranno necessarie
nelbreve medio-periodo. Offre un ambiente di simulazionein cui il
pianificatore ha la possibilità di valutare l’impattodella domanda
entrante sul piano di produzione già pre-sente e valutarne la
fattibilità in termini di capacità pro-duttiva. Inoltre serve al
responsabile di produzione perorganizzare il carico di lavoro delle
risorse disponibili(uomini e macchine) nel breve termine, per poter
rispet-tare le date di consegna definite in sede
contrattuale.L’interfaccia user-friendly ed un’accurata gestione a
vi-sta permettono all’utilizzatore di verificare
l’avanzamentodell’ordine ed il grado di saturazione delle risorse
pro-duttive. Infine, è uno strumento di approfondimento
eapprendimento interno, utile alla comunicazione tra i varireparti
ed al monitoraggio delle dinamiche del sistema.
DALTER ALIMENTARIPer Dalter Alimentari si preannuncia un dolce
Natale:merito della collaborazione con il pastry chef Attilio
Ser-vi, titolare dell’omonima pasticceria a Pomezia, Roma.Da alcuni
anni nel gotha della pasticceria italiana, tantoda aver avuto
l’onore di servire due diversi Papi e da es-sere il “riferimento
dolce” per la Santa Sede, Attilio Ser-vi è protagonista assiduo nei
più importanti eventi disettore, dal SIGEP di Rimini allo Sweety of
Milano. Per
IMPRESEREGGIANE
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il Natale in arrivo Attilio Servi, oltre al classico panetto-ne,
propone una linea gourmet di focacce, tra cui spic-ca la Focaccia
del Contadino: una variante salata delclassico dolce natalizio, i
cui ingredienti principe sono lepere e il Parmigiano Reggiano DOP.
Per quanto riguar-
da il Re dei Formaggi, la scelta di Attilio Servi è cadutasul
Parmigiano Reggiano stagionato 24 mesi targatoCasello 417, quindi
prodotto dal Caseificio Colline diSelvapiana e Canossa. Una grande
soddisfazione perDalter Alimentari, che ha acquisito questa realtà
già nel2005, avviando poi un processo di modernizzazionedella
struttura, oggi un unicum nel panorama dei caseifi-ci di montagna
della provincia reggiana.
BLULINK“Quality for Results” è lo slogan coniato
dall'EuropeanOrganization for Quality in occasione della
“SettimanaEuropea della Qualità”, campagna lanciata nel 1995 atutti
gli Stati membri con la richiesta di tenere nel corso
del mese di novembre iniziative per diffondere la Culturadella
Qualità.Durante questa settimana si colloca la Giornata Mon-
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diale della Qualità, istituita il secondo giovedì del mesedi
novembre e, in questa giornata, Blulink organizza dasette anni il
Quality for Italy - Italy for Quality.“L'evoluzione delle
Organizzazioni e dei Processi - aitempi di Quality 4.0 - per il
Risultato” è stato il titolo del-l'incontro, diversi i temi
affrontati: l'evoluzione delleaziende, degli scenari e dei
processi, il ruolo dell'eticanella qualità sempre più forte oltre
che le sfide che la di-gitalizzazione ci offre e il Cliente 4.0.Tra
i relatori: Alessandro Brun, professore di Quality Ma-nagement al
corso di Laurea in Ingegneria Gestionale alPolitecnico di Milano;
Stefano Setti, Direttore TecnicoBlulink; Oliviero Casale delegato
AICQ per Industria4.0 ed Ezio Boiani, consulente senior del Gruppo
Gal-gano. A breve sui canali Blulink verranno pubblicati i vi-deo
riassuntivi.
ERREVI SYSTEMErrevi System, società reggiana operante in ambito
ICTdal 1997, si appresta a chiudere il 2016 confermando iltrend di
crescita degli ultimi anni. L’azienda ha investitonello sviluppo di
nuovi territori con focus particolare sul-
la Lombardia, rinnovando la propria sede commercialedi Milano e
consolidando la propria presenza grazie al-l’acquisizione di
importanti nuovi clienti. Tra questi an-che il Comune di Cremona,
per il quale Errevi Systemha implementato un innovativo progetto di
infrastrutturaiper-convergente che ha portato ad una estrema
sempli-ficazione del sistema informatico comunale.
Importanticollaborazioni vedono Errevi System impegnata anchein
territorio reggiano: l’azienda ha infatti supportato Co-mer
Industries nel progetto di innovazione della sua in-frastruttura
informatica dedicata al CAD, che ha per-messo all’azienda di
Reggiolo di semplificare e migliora-re il modo di lavorare del suo
ufficio di progettazione.
Anche la divisione Business Solutions presenta impor-tanti
novità: essa ha infatti arricchito il proprio portafoglioprodotti,
presentando al mercato italiano una soluzioneinnovativa di Field
Service Management focalizzata sulmiglioramento delle performance
dei tecnici sul campo.A breve Errevi System festeggerà inoltre
un’importantericorrenza: il 2017 in arrivo segnerà i primi 20 anni
di at-tività dell’azienda e inizierà con l’inaugurazione di
unanuova sede, scelta volta a supportare il progetto di cre-scita
aziendale.
FERRARI SERGIO METALMECCANICA Lv8 Elevate ha preso parte per la
prima volta ad Inter-mot, fiera internazionale per il mondo delle
due ruoteche si è tenuta lo scorso ottobre. Lv8, per l’occasione,ha
proposto diversi prodotti tra cui sollevatore per Trike(cavalletto
mono braccio sinistro e arredo tecnico da of-ficina auto e moto)
riscuotendo successo tra il pubblicotedesco. In concomitanza con
l’esposizione biennale diColonia, si è svolta a Milano, la 74
edizione di EicmaEsposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo.
Lv8Elevate e LV8 Qube, marchi di Ferrari Sergio Metalmec-
canica, sono stati i protagonisti e ideatori della
“OfficinaCucina made in Italy”, una reinterpretazione dello
spazioofficina, rivisitando l’arredo tecnico modulare per offici-na
in «cucina italiana». È cosi andato in scena “the ma-ster chef of
your workshop space” nello spazio reinven-tato all’insegna delle
eccellenze della food valley e dellamotor valley. Coprotagonisti
del progetto sono stati ilConsorzio del Prosciutto di Parma, Smeg,
Azienda Agri-cola Bertinelli, Cantine Ariola e Laminam. Il marchio
LV8Elevate, ideato nel 2002, è oggi brand leader nella
pro-gettazione, costruzione e fornitura di cavalletti moto,
sol-levatori moto, attrezzature e arredo tecnico modulareper
moto/auto officine con la linea LV8 Qube.
CORGHICorghi ha realizzato un video decisamente atipico per
ilsettore che racconta per immagini la storia della nascitadi una
attrezzatura, uno dei modelli di punta dell’azienda
emiliana, l’Artiglio Master Jolly, e lo fa seguendo un per-corso
narrativo che è anche produttivo. Solitamente sivedono questo tipo
di attrezzature in funzione, ma que-sto film invece si concentra
non tanto sulla macchina insé, che è protagonista inconsapevole, ma
accompagnachi lo guarda in un viaggio attraverso le varie fasi
pro-duttive, con un ritmo incalzante e sicuramente coinvol-gente.
Si nota così l’impegno necessario per la produ-zione di uno
smontagomme tra i più venduti al mondo, esi scopre quanto lavoro ci
sia dal taglio della prima la-miera fino alla preparazione alla
spedizione. Quello cheemerge è l’orgoglio per una produzione
completamenterealizzata negli stabilimenti nel distretto di
Correggio, ein poco meno di tre minuti si possono realmente
con-statare come tutte le lavorazioni, dal taglio alla piega,dalla
saldatura alla verniciatura, fino al montaggio estoccaggio sono
espressione di una filiera virtuosa frut-to di esperienza
decennale.
UNIMAC-GHERRINel corso del 2016 Unimac-Gherri - azienda di
Montec-chio attiva nella produzione di impianti di confeziona-mento
per le industrie alimentari - ha messo rinnovato lapropria immagine
a partire dal logo e dal sito internet, fi-no all’apertura di nuovi
spazi per gli uffici commercialeed amministrativo.Già nel 2013 era
stata ampliata l’area produttiva, rad-doppiando lo spazio
dell’officina.Quest’anno l’opera si è completata con la
costruzionedi nuovi uffici, moderni e funzionali, accanto alla
sedeesistente. Sono state realizzate ampie vetrate per dareluce e
respiro, rendendo così l’ambiente più piacevole
per dipendenti e clienti, ma anche per simboleggiare lospirito
di apertura dell’azienda alle novità, al futuro e alletante
soluzioni innovative. Alle pareti sono stati appesipannelli con le
fotografie delle macchine prodotte abbi-nate a capitali del mondo
per sottolineare l’internaziona-lità dell’azienda e il fatto che le
macchine vengono ven-dute in tutto il mondo. La facciata è stata
ridipinta concolori più eleganti e sobri per un’immagine più
curata. Inuovi uffici sono stati inaugurati alla presenza dei
dipen-denti con le rispettive famiglie, dei fornitori e delle
auto-rità locali. In concomitanza con la fiera Cibustec di Par-ma
inoltre l’impresa ha aperto le porte ad agenti, colla-
boratori commerciali e clienti, allestendo una zona espo-sitiva
all’interno del comparto produttivo, dove è statopossibile
visionate i modelli più importanti e una linea diconfezionamento
salse in funzione.
SERIGRAFIA 76Serigrafia 76, l’azienda montecchiese riferimento
inter-nazionale per la produzione di grafiche adesive e
loghitridimensionali per veicoli e macchinari industriali,
hapartecipato ad Eima 2016 con alcune importanti novità.
“Questa edizione di Eima è stata per noi molto impor-tante –
afferma Elisa Mammi, responsabile commerciale
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e
e marketing – perché coincide con il quarantennale del-la nostra
azienda e perché ci siamo presentati in una fa-se di forte
ampliamento dei prodotti e servizi. Abbiamoavviato già da qualche
tempo alcuni progetti in collabo-razione con nostri partner, che ci
hanno scelto e indivi-duato non più soltanto per la fornitura di
grafiche adesi-ve e loghi tridimensionali, ma anche per una gamma
diservizi e forniture che non sono di nostra diretta produ-zione,
per i quali ci viene comunque chiesto un ruolo diinterlocutore di
fiducia. Offriamo prodotti per l’etichetta-tura durevole e la
marcatura industriale. La proposta diserigrafia prevede un servizio
completo: software, stam-panti, adesivi e cartucce, oltre che
formazione e assi-stenza per l’installazione e la manutenzione.
Sempre piùclienti ci chiedono di diventare unico referente ancheper
forniture di carattere commerciale che pure non pro-duciamo
direttamente, quali manuali d’uso e di manu-tenzione, prodotti
adesivi non strettamente legati alladecorazione o alla sicurezza ma
che interessano altriambiti come l’etichettatura permanente in
sostituzionedelle targhe rivettate in alluminio, soluzioni per
l’etichet-tatura legata alla logistica interna, antieffrazione e
anti-manomissione per parti di ricambio e componenti”.
SABARTSi è conclusa con successo la partecipazione di Sabarta
Eima, dove l’azienda emiliana ha portato le ultime no-vità nei
settori forestale, giardinaggio e agricolo, a mar-chio Oregon,
ForestalGarden e AgriRicambi (Sabart).“Nell’edizione da record di
Eima, che ha collezionato285 mila presenze, esprimiamo anche noi
grande soddi-
sfazione per la forte affluenza dei visitatori, privati e
pro-fessionisti del verde, che sono accorsi fin dal primogiorno nel
nostro stand, dimostrando grande interesse ecuriosità nei confronti
delle nostre novità” – spiega l’Am-
ministratore Delegato di Sabart Luigi Bartoli. Tra i pro-dotti
più apprezzati di Oregon, che Sabart distribuiscein esclusiva per
l’Italia, il sistema di taglio SpeedCut, latestina per
decespugliatore Gator SpeedLoad e la gam-ma di macchine da
giardinaggio a batteria. Anche il nuo-vo catalogo AgriRicambi ha
catturato l’interesse dei visi-tatori, grazie al significativo
ampliamento della gamma diricambi e accessori per macchine agricole
e al rinnova-mento della veste grafica. Delle novità a marchio
Fore-stalGarden, hanno ricevuto un riscontro
particolarmentepositivo le testine con inserto antiusura e
l’ampliamentodell’offerta di ricambi tecnici per motoseghe e
decespu-gliatori.
EMAKUn successo la partecipazione di Emak ad Eima, dovel’azienda
emiliana ha presentato le ultime novità dei
brand Efco, Oleo-Mac, Nibbi e Bertolini. Tra le novitàproposte,
sono state particolarmente apprezzate le nuo-ve motoseghe da
potatura MTT 2500 e MTT 3600 di Ef-co; GST 250 e GST 360 di
Oleo-Mac. Si distinguonoper il design unico ed esclusivo Made in
Italy firmatoGiugiaro, azienda leader a livello mondiale nel
settore deldisegno industriale, che abbina perfettamente la
qualitàe la funzionalità del prodotto all'estetica e
all’ergonomiadi un design innovativo. Ottimo riscontro anche per il
rin-novo della gamma Bertolini e Nibbi, con l’introduzionedei
motocoltivatori ad uso intensivo dotati di nuovo co-mando frizione
con sistema EHS che garantisce facilitàdi impiego, riduzione degli
sforzi e massima semplifica-zione per l’utilizzatore. Presso lo
stand ha suscitato parti-colare interesse anche l’Engine Management
System fortwo-stroke engine, controllo elettronico per l'iniezione
dicarburante in un motore due tempi che sfrutta la corren-te di
ionizzazione come segnale di retroazione: innovazio-ne che è stata
insignita del titolo “Segnalazione 2016” al“Concorso novità
tecniche”. Premio attribuito anche alSensore ottico di presenza
olio catena per motosega,che rileva il livello di lubrificante
indipendentemente dallaposizione in cui si trova la motosega
stessa.
BREVINIDal 2012 Brevini partecipa ogni anno al progetto PmyDay –
Industriamoci, promosso dalla Piccola Industria diConfindustria, in
collaborazione con Unindustria ReggioEmilia e rivolto alle scuole
medie inferiori.Brevini nei giorni scorsi ha aperto le porte
dell’head-quarter di via Luciano Brevini a 100 studenti,
apparte-nenti a due classi della Fermi e a due classi della
Fonta-nesi, che hanno avuto la possibilità di scoprire l’aziendae
quali figure professionali una multinazionale ricerchi.La
presentazione in aula è stata condotta dall’ing. Clau-dio Lucchi,
maestro del Lavoro, che ha collaborato conBrevini per oltre 20
anni. A seguire i ragazzi, guidati dal-lo staff aziendale, hanno
visitato anche il plant produtti-
vo delle lavorazioni meccaniche. L’iniziativa a livello
na-zionale ha coinvolto 40mila partecipanti che hanno visi-tato
oltre 950 imprese aderenti all’iniziativa, mentreReggio Emilia i
numeri parlano di oltre 1.300 studentipresenti in oltre 30 aziende
su tutto il territorio provin-ciale. Con questo appuntamento che
negli anni è forte-mente cresciuto, studenti e insegnanti, ma anche
gior-nalisti e amministratori locali, hanno l’opportunità di
en-trare nelle imprese del loro territorio e conoscere l’atti-vità
e l’impegno degli imprenditori e delle persone chevi lavorano.
BOMBARDI RETTIFICHE Bombardi Rettifiche ha preso parte anche
quest’annoall’iniziativa “Pmi Day - Industriamoci”. Gli alunni e
gli in-segnanti della scuola media Pertini 2 di Reggio Emiliahanno
visitato la sede di Cadelbosco Sopra e hannoavuto l’opportunità di
toccare con mano la produzioneindustriale, dall’ingresso del
materiale alle lavorazioni, fi-no ai controlli in progress. Alla
fine della visita guidata ai
giovani ospiti è poi stata offerta una merenda. ClaudioBombardi,
direttore generale e responsabile vendite, hacosì illustrato le
finalità di questo progetto: “La formazio-ne degli allievi è un
tema a noi molto caro: l’obiettivo èquello di impostare un legame
duraturo tra scuola e im-prese, aprendo le porte dell’azienda a
questo e altrieventi dedicati ai giovani. Iniziative importanti per
farscoprire ai ragazzi come nasce un prodotto e quale ruo-lo
fondamentale l’industria svolge per l’economia, maanche per la
società. Un segnale chiaro del fatto chesono le persone la vera
risorsa per continuare a compe-tere nel mondo. In tale ottica,
infatti, negli scorsi mesiBombardi Rettifiche ha aderito ad altre
due iniziative. Asettembre è stata data continuità al percorso di
Alter-nanza Scuola Lavoro (A.S.L.) iniziato il marzo scorso: un
allievo in uscita dalle classi terze di Meccatronica è sta-to
ospitato per un tirocinio di tipo lavorativo di 160 ore.A ottobre,
invece, l’impresa ha collaborato con la Fon-dazione ENAIP Don
Magnani, un ente di formazioneprofessionale, per la formazione di
un allievo attraversoun periodo di stage all’interno dell’azienda
per una dura-ta di 180 ore”.
MOSSNei giorni scorsi due classi della scuola media Einsteindi
Reggio hanno vistato l’azienda Moss.L’iniziativa si inserisce nella
settima edizione del PmiDay - Industriamoci.“Moss anche quest’anno
ha aderito all’iniziativa con en-tusiasmo – spiega la titolare
Daniela Fantozzi, che ha ac-colto personalmente i ragazzi – e
abbiamo fatto confron-tare le classi con diverse figure attive
all’interno della no-stra realtà industriale: dal direttore tecnico
Marco Minar-di, ai responsabili che gestiscono la qualità e
sicurezzaClaudia Fabbi e Andrea Pelli. Gli studenti inoltre
hanno
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12 avuto modo di visionare tutti i reparti produttivi,
compresil’ufficio della progettazione tecnica ed elettronica e il
re-parto di montaggio e collaudo, dove hanno visto lo sta-dio
iniziale di assemblamento di una macchina offset per
tappini in plastica e il funzionamento di una macchinaper
capsule in alluminio. Le scolaresche hanno mostratointeresse
sottoponendo domande e curiosità riguardo iprocessi aziendali,
informandosi anche sui percorsi sco-lastici intrapresi dal
personale con cui hanno avuto mododi relazionarsi. Moss è rimasta
pienamente soddisfattadell’esperienza affrontata quest’anno e spera
di avercontribuito con la propria partecipazione ad informare
eformare i giovani ad intraprendere il giusto percorso sco-lastico
per il loro futuro ingresso nel mondo del lavoro”.
IMMERGAS“Vi presentiamo la fabbrica, come è veramente e
comeforse non riuscite a immaginarla”. Con questo obiettivoImmergas
ha aderito per il quinto anno consecutivo al
PMI Day – Industriamoci. Quest’anno sono stati oltre40.000 gli
studenti che hanno partecipato alle visite or-ganizzate nelle oltre
950 imprese che hanno aderito al-
l'iniziativa. In Immergas sono state accolte due classiterze
della Scuola Media di Gualtieri (Re). «Far cono-scere ai giovani,
nel contesto della settimana europeadedicata alle PMI, come si vive
nelle fabbriche nell’eradi Industrie 4.0, nella fabbrica digitale –
spiega MirkoOrlandini, Direttore Risorse Umane Immergas – era
ilnostro obiettivo e abbiamo raccolto grande interesse ecuriosità
sia tra gli studenti che tra gli insegnanti». An-che Industriamoci
è un'occasione per raccontare la sto-ria delle aziende, l'orgoglio,
i valori e la cultura che sonoalla base del lavoro quotidiano delle
persone che nefanno parte. Le visite guidate consentono a Immergas
dicontribuire a diffondere la conoscenza della realtà pro-duttiva e
l'impegno quotidiano a favore della crescitadel paese. I ragazzi
dell’Istituto Comprensivo di Gualtierihanno fatto visita al museo
aziendale, alle linee produtti-ve e alla Domus Technica, il Centro
di Formazione Avan-zata Immergas, con tante occasioni per domande e
ri-sposte su tematiche come il risparmio energetico e laqualità
dell'abitare, che assumeranno rilevanza sempremaggiore, anche alla
luce delle nuove politiche dell'U-nione Europea in materia di
sostenibilità.
COMATROLIl progetto nasce in Comatrol nel 2015 con l’obiettivo
diindividuare la percezione dei dipendenti circa il livello
dicomunicazione promossa in azienda. Attraverso una se-rie di
interviste condotte da Federmeccanica all’internodello stabilimento
di Reggio Emilia, Comatrol è stataidentificata come azienda
“Champion” nelle relazioni in-terne. “Questo riconoscimento –
afferma Emiliano Ca-gliari, Plant Director dello stabilimento di
Reggio Emilia
– conferma che le comunicazioni regolari ed aperte coni nostri
dipendenti relativamente alle performance azien-dali, ai risultati
finanziari ed alla strategia, le buone rela-
zioni con i Sindacati, il coinvolgimento delle personesulle
attività di miglioramento continuo e l’organizzazio-ne di eventi
che promuovano la socialità, sono la giustadirezione per il
successo dell’organizzazione”.“Un sincero grazie – aggiunge
Cagliari, confermandol’intenzione di proseguire seguendo questa
direzione -va al team HR e a tutto il management per
l’attenzioneprestata alla comunicazione interna durante lo
svolgi-mento del proprio lavoro; il grazie più grande va però al-le
persone dello stabilimento di Reggio Emilia per la fi-ducia
mostrata. Questo elemento è stato essenziale perraggiungere
l’importante traguardo”.
OMIGSi è concluso nel mese di settembre il trasloco di tutti
gliambienti produttivi di OMIG nella nuova sede di via Raf-faello
33, nella zona industriale di Mancasale (Reggio Emi-
lia). Un passaggio storico per l’azienda produttiva reggia-na,
specializzata nella produzione di ingranaggi da quasi40 anni: un
rinnovamento completo sia per l’ampiezza de-gli ambienti che
l’efficienza dei processi implementati –sottolinea il titolare
Ivano Cocchi.“Quella in cui oggi ci troviamo non è una nuova OMIGma
un’altra OMIG” – sottolinea Ivano Cocchi, titolare diOMIG. A
margine del trasloco e a conclusione del rin-novamento messo in
atto dall’azienda, OMIG ha provve-duto a modernizzare anche la sua
immagine: infatti, pro-prio in occasione di EIMA 2016, ha
inaugurato il nuovosito internet, all’interno del quale potete
trovare la cro-naca del trasloco raccontata proprio dai
protagonisti.
CIS & METCis & Met negli ultimi anni ha ulteriormente
incrementa-to la presenza dei suoi prodotti su scala
internazionale.
I clienti scelgono questa software-house con plurienna-le
esperienza in continuo sviluppo nel settore IT, logisti-ca e
spedizioni, per le loro sedi estere e per le loro delo-calizzazioni
produttive.Fra le principali, recenti installazioni logistiche
dell’appli-cativo CM-Logistica.net, in aggiunta alle esistenti
inSpagna, Svizzera, Singapore, ci sono Lisbona, Hanno-ver e
Francoforte. Per il mercato delle spedizioni nazio-
nali ed internazionali e delle pratiche doganali, Cis &Met è
stata scelta da un Top Player svizzero che haadottato la soluzione
CM-Spedizioni.Net, specifica perla gestione e il controllo completo
del loro business nelmondo. Grazie all’esperienza pluriennale e
alle conse-guenti competenze, Cis & Met ha creato per gli
opera-tori logistici e spedizionieri una soluzione
completa,CM-Suite.Net, ottenendo notevoli successi con
unaparticolare attenzione e costanza nell'affiancamento alcliente.
Fin dal momento del “go-live”, infatti, i clienti so-no in grado di
gestire tutte le criticità del loro settore.Cis & Met, grazie
alla sinergia instaurata con i propriclienti, è riuscita a
sviluppare soluzioni all’avanguardia equalificare sempre di più il
proprio personale.
CIMA CABLAGGICima Cablaggi è nata nel 2008 con l’acquisizione
ditecnologie, competenze e struttura produttiva di una
precedente azienda che dal 1979 era attiva nella produ-zione di
cablaggi e quadri elettrici.Con l’intento di proiettarsi sempre più
verso l’automa-
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zione Cima Cablaggi si è dotata di una gamma profes-sionale di
macchine automatiche per il taglio, la lavora-zione ed il
confezionamento dei cavi, specializzandosinei settori: motociclo,
automotive, autocarri, ferrotram-viario, gpl e metano,
idropulitrici, elettronica civile e in-dustriale, illuminotecnica,
quadristica elettromeccanica.Oggi Cima Cablaggi è una concreta
realtà produttivache opera con attrezzature all’avanguardia su una
su-perficie coperta di 650 metri quadri. Nella propria sededi
Rubiera in provincia di Reggio Emilia.
NETIDEA WEBRANKINGUna giuria composta da esperti internazionali,
tra cuiAvinash Kaushik, Digital Marketing Evangelist di Googlee
Adam Singer, Analyst Advocate di Google, ha premia-to Webranking
per il migliore case SEO dell’anno svoltosul sito Marazzi durante
la cerimonia degli SMXLAwards al MiCo di Milano, nell’ambito del
convegno in-
ternazionale dedicato alla comunicazione e al marketingdigitale.
Un premio che nasce dalla collaborazione tral’agenzia di Search
Marketing Webranking e Marazzi, trai leader mondiali nel settore
delle piastrelle in ceramicae gres porcellanato, che dal 2015
lavorano insieme permigliorare il posizionamento organico del brand
a livellointernazionale sul web. La strategia messa in atto ha
te-nuto conto dell’esigenza di Marazzi di rivolgersi in
mododistinto al target B2B e B2C, migliorando la qualità del-la
navigazione degli utenti e strutturando una comunica-zione
declinata e specifica sui due segmenti.
ITINEREIn occasione della quarta giornata di Europa
LeagueSassuolo - SK Rapid Vienna, svoltasi a Reggio Emilia,Itinere
ha gestito 720 persone (squadra ed entourage e
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supporters austriaci) che hanno soggiornato in Emiliatra le due
giornate. Dopo l’arrivo all’aeroporto di Parmala delegazione a
seguito della squadra ha raggiunto lanostra città, così come la
stampa, mentre i vip hannoscelto di soggiornare a Parma e i
supporters a Bologna.
Gli ospiti hanno avuto occasione di conoscere la cucinalocale,
ed Itinere ha organizzato per loro visite guidate aReggio e Parma
per fare scoprire queste perle emilianeanche in
Austria.L’ospitalità è stata apprezzata dalla squadra ospite cheha
ringraziato Itinere per la professionalità e l’accuratez-za con cui
ha organizzato l’incoming.Itinere ha gestito un altro grande evento
sportivo che hacostituito un’occasione di promozione (turistica e
nonsolo) per l’intera città di Reggio Emilia e per tutto il
terri-torio emiliano.
CANOSSA EVENTSModena Cento Ore è l’unico evento italiano del
2016ad aver ricevuto la nomination come Rally of the Year
agli International Historic Motoring Awards, gli
“oscar”riservati ai migliori eventi di motorismo storico nel
mon-
do. Per il secondo anno consecutivo infatti la Cento Oreè
entrata nella short list degli eventi più belli al mondo.La serata
delle premiazioni si è svolta a Londra. La Mo-dena Cento Ore 2017
si svolgerà dal 6 all’11 giugno.Le pre-iscrizioni stanno
confermando il grande entusia-smo per l’evento, che sta per
registrare il tutto esauritogià nella fase di early booking
dell’evento, con domandedi partecipazione giunte da tutto il mondo.
Il team dellaScuderia Tricolore e di Canossa Events sta
preparandoun programma ancora una volta unico, che vedrà
gliequipaggi sfidarsi per quattro giorni sulle più belle stra-de di
Emilia-Romagna e Toscana, da Rimini a Firenze,da Forte dei Marmi a
Modena.
CAVAZZONISpirax Sarco, Kaeser Compressori e Bono Energia perla
prima volta insieme per un progetto rivolto alle azien-de, in
particolare a quelle che prevedono cicli produttivi,
che intende creare consapevolezza e conoscenza intor-no al tema
del risparmio energetico. Per scoprire tuttosul recupero energetico
e trovare in poco tempo la solu-zione giusta per la propria azienda
basta visitare il sitowww.recuperoenergia.org.L’energia
rappresenta, oggi più che mai, un importantevalore strategico nei
processi industriali. Un’opportunitàche bisogna rendere accessibile
e veloce per ogniazienda che voglia implementare il proprio
potenziale.Entrando nel sito è possibile trovare case history da
cuitrarre ispirazione, news di settore, ma anche schedetecniche di
prodotto sempre aggiornate. Il portale èinoltre in grado di
elaborare e proporre, attraverso unveloce questionario, soluzioni
ad hoc mettendo in con-tatto attivamente le realtà industriali con
i principali part-ner del settore. È possibile scoprire il proprio
potenzialenell’area interattiva disponibile in homepage che
per-mette di calcolare, inserendo alcuni semplici dati riguar-danti
attività e potenziale risparmio annuo.Per l’evento conclusivo del
Tour 2016 i partner di Recu-pero Energia hanno fatto tappa nella
sede di Cavazzonia Reggio Emilia.
BELTRAMI REAL ESTATENel corso del periodo estivo sono avvenute
due nuoveaperture negli immobili di proprietà di Beltrami
RealEstate che sono stati ristrutturati e riqualificati per ri-
spondere al meglio alle esigenze della clientela.La
personalizzazione delle strutture, la location ottimale,la
disponibilità ad attività tailor made hanno decretato ilsuccesso di
queste ulteriori iniziative testimoniate dalforte afflusso di
clientela fin dai primi giorni di apertura.A Reggio Emilia, in via
Rodano (fronte OBI), in partico-lare è stato inaugurato un nuovo
locale denominatoTrallallero che è uno spazio per bambini e
genitori chevogliono godersi una cena in tutto relax, oppure
desi-derano organizzare un compleanno o un party in com-pagnia.A
Soave (VR) in viale del Commercio 26 è stato inveceinaugurato il
Sushi Kikko restaurant, un concept di cuci-na etnica giapponese con
elementi fusion asiatici ade-guando ai gusti italiani il menù
tipico del Sol Levante, in-serendo ricette saporite adatte anche ai
bambini.
ISI PLASTIsi Plast - azienda italiana leader nella produzione
dicontenitori in plastica per il settore industriale, alimenta-re
ed eco-sanitario - ha intrapreso un importante percor-so volto
all’innovazione tecnologica che ha portato all’in-troduzione delle
navette a guida automatica senza ope-ratore AGV (Automatic Guided
Vehicles). L’introduzionedi questi veicoli automatizzati
all’interno del ciclo pro-duttivo dell’azienda ha consentito di
ottimizzare e rende-re più efficienti i flussi di movimentazione
dei pallet al-l’interno del reparto produttivo e dei magazzini.
Tuttoquesto si traduce anche in un netto miglioramento
delleattività di controllo sulla qualità del prodotto finale ed
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una maggiore sicurezza volta alla salvaguardia della sa-lute
degli operatori. L’implementazione tecnologica intra-presa da Isi
Plast è il segno tangibile della volontàaziendale di essere leader
del proprio settore.
PRIMA INDUSTRIESA luglio 2016 Prima Industries ha ottenuto la
certifica-zione, r iconosciuta a l ivel lo internazionale,
ISO14001:2015, superando brillantemente l'audit dell'entedi
certificazione TÜV Thüringen.L’acquisizione di tale certificazione,
che è facoltativa, èla dimostrazione dell’impegno di Prima
Industries a ga-
rantire la qualità dei processi ed a gestire con
maggioreefficienza e continuità le problematiche legate
all'impat-to ambientale. Inoltre ed in tale ottica, per ridurre il
con-sumo di energia, Prima Industries ha sostituito l'impian-to di
illuminazione al neon con luci led più brillanti, effi-cienti e
senza sostanze pericolose, che sono studiateper durare fino a
80.000 ore (circa 10 anni di luci acce-se 24 ore al giorno), oltre
che per garantire un forte ab-battimento dei consumi con relativo
miglioramento in
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termini di impatto ambientale. Infine con l’obiettivo di es-sere
produttori ecologicamente responsabili, l’aziendaha attuato
importanti investimenti per sostituire le prece-denti presse ad
iniezione con le nuove Engel Victory, ot-tenendo un abbattimento di
circa il 30% sul consumo dienergia elettrica. La vision di Prima
Industries è tuttaorientata al modello di Smart Factory e l'aver
superatocon successo la certificazione, convalida gli sforzi di
tut-to lo staff.
ARGO TRACTORSArgo Tractors, realtà industriale produttrice dei
trattoriLandini, McCormick e Valpadana, che ha il proprio
headQuarter a Fabbrico, ha accolto presso la propria sedeStefano
Bonaccini, presidente della Regione Emilia Ro-magna e della
Conferenza delle Regioni, assieme ai Sin-daci dell’Unione dei
Comuni della Pianura e della BassaReggiana.Ad accompagnare la
delegazione istituzionale è stato il
Presidente di Argo Tractors, il Cav. Valerio Morra, assie-me al
figlio Alberto e ad alcuni stretti collaboratori.Azienda
strettamente legata ad una produzione Made inItaly concentrata
nell’area reggiana, Argo Tractors contaoggi complessivamente 1.650
dipendenti, con una ca-pacità produttiva di 22.000 trattori
all’anno.La delegazione ha proseguito la mattinata visitando
lostabilimento di Fabbrico: dalla sala lavorazioni meccani-che alla
linea di assemblaggio trattori e alla linea trasmis-sioni,
quest’ultima caratterizzata da un cantiere di amplia-mento al fine
di adeguarla alle logiche Kaizen, già imple-mentate in azienda, per
poi arrivare al nuovissimo R&DCenter di Argo Tractors che, con
l’occasione, ha ricevutoun’inaugurazione di rilievo. La visita si è
infine conclusacon la presentazione di alcuni modelli di trattori
rappre-sentativi dell’ampia offerta prodotto Argo Tractors.
TECNOVEStefano Bonaccini, Presidente della Regione
Emilia-Ro-magna, ha fatto tappa nella provincia reggiana in
unpercorso di vicinanza e conoscenza delle realtà istituzio-nali e
imprenditoriali del territorio.Dopo un incontro con le istituzioni
e gli imprenditoripresso il Comune di Novellara, ha visitato
l’azienda me-talmeccanica Tecnove, che è stata selezionata come
esempio virtuoso di connubio tra storia pluridecennale
eapproccio all’innovazione e al cambiamento.Nel corso della visita
nelle unità produttive, il PresidenteBonaccini ha dimostrato
interesse per la tecnologia utiliz-zata, l’organizzazione del
lavoro, oltre ad aver notato edapprezzato gli interventi
strutturali di consolidamento effet-tuati per la messa in sicurezza
dopo il terremoto del 2012.Sono stati molti e costruttivi gli
spunti di riflessione natida questo momento di scambio e di
confronto su tema-tiche e problematiche condivise da molti
imprenditori sucui lavorare in maniera congiunta.Hanno partecipato
alla visita anche Andrea Rossi, sotto-segretario alla Presidenza
della Regione, i sindaci ElenaCarletti di Novellara con l’assessore
Marco Battini, Fa-brizio Allegretti di Rolo, Maurizio Terzi di
Fabbrico, LucioMalavasi di Rio Saliceto e Cinzia Ghisi, Assistente
allaDirezione di Tecnove.
ACO PASSAVANT“La Nuvola” di Massimiliano Fuksas, firmata dal
noto ar-chitetto romano, è un gioiello di architettura e
ingegne-ria che coniuga l’anima storica e barocca della capitalecon
l’approccio razionalista del quartiere, attraverso so-luzioni
innovative, un approccio eco-compatibile e mate-riali
tecnologicamente avanzati. Il nuovo Centro Congressi di Roma è
un’opera di gran-
de impatto architettonico per la cui realizzazione sonostati
scelti e applicati materiali e soluzioni innovative tracui i
sistemi di drenaggio di ACO, sia per la loro effica-cia e
tecnologia, sia per il loro design minimale ed es-senziale, per una
perfetta armonia visiva ed estetica conil contesto architettonico
circostante. Il contributo diACO per la realizzazione del nuovo
Centro Congressi diRoma non si è limitato solo alla fornitura delle
linee didrenaggio: gli ingegneri dell’azienda hanno affiancato
iprogettisti nell’individuazione dei diversi punti dove col-locare
i canali di scarico e inoltre, prima dell’installazio-ne, ogni
tratto della rete di drenaggio è stato sottopostoa simulazioni e
verifiche idrauliche attraverso il softwarespecifico HYDRO in grado
di simulare condizioni di mo-to non uniforme in condotte. I
responsabili tecnici e
commerciali hanno inoltre effettuato numerosi sopralluo-ghi in
cantiere per aiutare i progettisti a superare tutte ledifficoltà di
una realizzazione così complessa e affian-carli sia in fase di
progettazione sia in fase operativa.
MAP MANAGING CONTROLSi è tenuto presso l’Università degli Studi
di Modena eReggio Emilia il convegno di presentazione di
Data-Smart: innovativo prodotto pensato per imprenditori,consulenti
e per tutte le figure legate alle analisi azien-dali. Nato da un
mix di ricerca scientifica e di esperienzapratica è uno strumento
innovativo di gestione, capacedi supportare ogni giorno le
decisioni di manager e im-prenditori. DataSmart è una piattaforma
tecnologica chetrasforma il controllo di gestione “tradizionale”,
in unostrumento innovativo di guida quotidiana alle
decisionid’azienda, capace di dialogare con tutti i processi
azien-dali, trasformare grandi volumi di dati in poche e
decisi-
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ve informazioni di performance, sfruttando la rapidità ela
semplicità d’uso, tipica delle nuove tecnologie. DataSmart è una
realtà nata nel 2012, fondata da Ales-
sandro Garlassi e Luca Fornaciari. Nel 2014, il progettoprende
forma quando, al team, si unisce anche DaniloMaini. Nel 2015
DataSmart vince il bando regionale perl’Emilia-Romagna
sull’innovazione tecnologica delle Star-tUp Innovative, e oggi
vanta oltre 50 applicazioni in usopresso piccole, medie e grandi
aziende, di tutta Italia.
APOGEOApogeo srl ha contribuito alla realizzazione della
nuovaimmagine turistica della città veneta.Il comune di Treviso ha
da poco concluso un interventodi restyling completo della propria
comunicazione, par-tendo dall’individuazione di aree di interesse
turisticoculturale e di percorsi tematici.Sono stati realizzati un
portale web dedicato, una bro-chure con informazioni dettagliate
sul comune, unamappa a strappo per agevolarne la distribuzione. Il
coin-volgimento di Apogeo ha riguardato la creazione e
in-stallazione di un corposo numero di manufatti di segna-letica
turistica coordinata.Il materiale della struttura dei manufatti
realizzati è ilCort-en, perfetto per i contesti storici in quanto
innovati-vo, resistente ma dall’effetto particolarmente
materico,
risulta elegante e moderno, senza però apparire fuoriluogo in
aree di specifico interesse artistico e culturale.La grafica
applicata ai pannelli è chiara e pulita, permet-
tendo di individuare immediatamente in quale zona delcomune ci
si trova anche grazie alla differenziazione cro-matica delle
icone.
TETRA PAKL’iniziativa ambientale che fa risparmiare chi ricicla
è arri-vata a Rubiera che, con il 71,6% dei rifiuti raccolti in
mo-do differenziato nel 2015 e un sistema premiante pressol’isola
ecologica inaugurato pochi mesi fa, è uno dei co-muni reggiani tra
i più virtuosi nella nostra Regione.“Riciclare Conviene” è un
progetto itinerante ideato daConad e Tetra Pak nel 2011 con lo
scopo di sensibiliz-zare i cittadini alla corretta raccolta
differenziata, perchéseparare i rifiuti conviene non solo
all’ambiente, ma an-che alla comunità grazie al risparmio economico
cheproduce.Giunta alla 13° edizione, l’iniziativa andrà quindi a
pre-miare con sconti sulla spesa la raccolta differenziata
deicartoni Tetra Pak per latte, succhi, vino e altri alimenti.Fino
a domenica 8 gennaio 2017 sarà in funzione al Co-nad Superstore di
Rubiera la postazione interattiva de-
dicata alla raccolta dei cartoni Tetra Pak: ad ogni
confe-rimento, la macchina emetterà gli eco-scontrini che dan-no
diritto ai buoni sconto sulla spesa nel punto vendita.Questa
iniziativa non sostituisce la modalità di raccoltadei contenitori
Tetra Pak insieme a carta e cartone nei
cassonetti blu. Le confezioni Tetra Pak conse-gnate nella
postazione del Conad Superstore diRubiera andranno ad aggiungersi
alla raccoltadifferenziata cittadina.
MATRIX MEDIAIl progetto è ambizioso, la vision è comune: crea-re
un unico polo digitale che possa affiancarsialle aziende e fornire
un servizio altamente pro-fessionale.Parte da questo presupposto
l’operazione che haportato all’unione operativa di tre aziende:
MatrixMedia, storica agenzia di comunicazione, SevenIt, azienda
specializzata nell’informatica e Cyber-land, realtà concentrata
nella cyber security enelle nuove frontiere dell’Iot (Internet of
thinghs).Il passo definitivo è avvenuto nella scelta della
sede operativa: gli ultimi due piani del palazzoche fino a pochi
anni fa ospitava la sede provin-ciale di Confcommercio in Giglioli
Valle, nelquartiere del Tondo.Le tre aziende hanno unito e messo a
disposizio-ne l’una dell’altra le rispettive
professionalità,mettendo in campo un servizio di consulenza
ri-volto alle imprese.A dimostrare l’inizio di un nuovo e ambizioso
per-corso ci sono i numeri: 30 professionisti al lavo-ro e circa
200 clienti attivi con un fatturato con-solidato che quest’anno
supererà i 2milioni dieuro, il 20% in più rispetto allo scorso
anno.
CIR FOODDopo aver presentato in primavera il piano indu-striale
quinquennale con cui punta a sviluppare
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250 milioni di euro di fatturato nei prossimi 5 anni
rag-giungendo gli 800 milioni di euro, l’impresa di ristorazio-ne
CIR food ha rafforzato la divisione della ristorazionecommerciale
con la nomina a Direttore di Emilio Fiorani.37 anni, sposato con
due figli, laureato in ingegneriameccanica al Politecnico di Milano
e formatosi quindi
presso SDA Bocconi e LIUC-Università Cattaneo, Fio-rani ha
maturato diversi anni di esperienza nel settoreFood&Beverage.
Dopo aver diretto l’area Logistica eGlobal Services di Airest SpA,
negli ultimi quattro anniha ricoperto il ruolo di Vice President
Operation Italydella divisione F&B di Largardere Travel
Retail.Fiorani lavorerà al piano di sviluppo di questo settore,che
oggi rappresenta il 12% del fatturato dell’impresa,con l’obiettivo
di aprire ogni anno 15 locali di ristorazio-ne, raddoppiando i
ricavi nel 2020. Grazie anche al suc-cesso raggiunto a Expo 2015,
CIR food è pronta ora alanciare i propri format di ristorazione
commerciale inshopping center, aeroporti, stazioni, gallerie
all’interno diospedali, centri urbani di grandi dimensioni e
distretti in-dustriali.
INSIDE TRAININGSi è tenuto presso il Centro Internazionale Loris
Mala-guzzi il Creativity Day 2016, un evento organizzato daInside
Training, società reggiana specializzata nellaformazione
nell'ambito del design, della tecnologia edell'innovazione. È stato
utilizzato un nuovo formatpensato per consentire ai partecipanti di
approfondirele tematiche preferite lavorando fianco a fianco con
glispeaker.Questo il panel dei relatori: Gianluca Diegoli,
consulen-te e pubblicista, ha parlato delle peculiarità del
mercatoe-commerce per il mobile; Francesco Fullone di Ideato
ha spiegato come gestire un budget tra integration, de-ploy e
delivery; Ray Oranges, illustratore di fama inter-
nazionale, ha raccontato come sviluppa un’idea a partiredal
processo creativo.Il pomeriggio ha visto un workshop di
approfondimento.
COMER INDUSTRIESComer Industries ha vinto l’edizione 2016 del
PremioNazionale Imprese per l’Innovazione Andrea
Pinifarina,classificandosi tra le prime nove imprese che hanno
ri-cevuto il “Premio dei Premi”, organizzato dalla Presiden-za del
Consiglio dei Ministri nell’ambito della GiornataNazionale
dell’innovazione.Fabio e Fabrizio Storchi, Presidente e
AmministratoreDelegato di Comer Industries, hanno partecipato lo
scor-
so 20 settembre 2016, su invito personale del Presiden-te della
Repubblica Italiana Sergio Mattarella, alla ceri-monia di
premiazione al Palazzo del Quirinale in Roma.Il premio ha assegnato
il riconoscimento alle migliori im-prese in grado di mantenere e
accrescere il proprio van-taggio competitivo attraverso
l’innovazione.Comer Industries è stata scelta “per aver saputo
porta-re nel mondo come leader di settore l’immagine di ec-cellenza
italiana, conseguendo numerosi premi a livellointernazionale”.
ISALIsal, azienda di Correggio, appartenete al gruppo
indu-striale tedesco Kärcher, ha presentato la nuova
SM70/Eelettrica, l’evoluzione del modello ISAL SM70 manuale.La
piccola SM70E è una macchina leggera e manovra-bile, adatta ad
ambienti interni ed esterni e per la pulizia
di vialetti, piccoli parcheggi e stazioni di servizio.Le sue
caratteristiche (spazzola elettrica, filtro aspirazio-ne di facile
pulizia, regolazione in altezza dell’impugnatu-ra e dell’angolatura
delle spazzole) rendono questa mac-china pratica all’uso sia
professionale che industriale maadatta anche all’uso privato. Isal
non ferma la sua corsaverso l’innovazione e completa con questo
prodotto lagià vasta gamma di spazzatrici della sua pipeline.
WARRANT GROUPDall’esperienza di Warrant Group, nasce “Smart
2020”,la nuova applicazione che l’Associazione Bancaria Italia-na
riserva alle banche aderenti al Progetto speciale“Banche 2020” per
navigare ed essere sempre informa-
ti sulle opportunità di incentivazione per le imprese,
resepossibili dalle politiche europee, nazionali e regionalicon
particolare riferimento all’area ricerca, sviluppo e in-novazione
tecnologica. “Vi è un tale proliferare di norme e bandi che la
primaimpressione è quella di trovarsi di fronte a una
giunglainestricabile. – sottolinea Fiorenzo Bellelli, presidente
diWarrant Group – Per usufruire di tutte queste opportu-nità, il
primo passo è conoscerne l’esistenza e que-st’app costituisce un
valido supporto informativo chel’ABI mette a disposizione delle
banche e delle impreseclienti per orientarsi agilmente nell’ampio
ventaglio diagevolazioni e realizzare investimenti eventualmente
inconnessione con i prodotti di finanziamento offerti daglistessi
istituti di credito”.Il Progetto “Banche 2020” ha l’obiettivo di
promuovereun migliore e più efficace utilizzo degli interventi di
soste-gno alle imprese realizzati con i Fondi strutturali
dell’Unio-ne europea, nella consapevolezza che tali fondi
costitui-scono una leva finanziaria strategica per lo sviluppo
delPaese e la loro ottimale allocazione rappresenta un’op-portunità
da cogliere al massimo del suo potenziale.
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Impre
sa LA SOLITUDINEdell’imprenditore italiano
“La sparizione dell'élite industriale del dopoguerra ha
la-sciato un vuoto che non è stato ancora colmato. L'Italiaha molte
imprese di qualità in grado di competere otti-mamente nel mondo,
che mancano, però, della consa-pevolezza di una comune cultura e
della sua condivisio-ne, prima ancora che di strategie
collaborative”. Conquesto giudizio scritto quasi in chiusura del
volume cheha curato, (“Alla ricerca di una nuova borghesia
produt-tiva”, editore Guerini e Associati), il sociologo Mauro
Magatti offre al lettore una chiave interpretativa“forte” del
mancato ricambio dell'establi-
shment italiano, che dagli ormai lonta-ni tempi di Gianni
Agnelli ed EnricoCuccia è sempre alla ricerca di unnuovo centro di
gravità permanen-te. Le multinazionali tascabili sonostate e
rappresentano tuttora uno
straordinario modello di business,hanno salvato il Paese con
l'export ne-
gli anni della Grande Crisi ma non hannoprodotto – sottolinea
Magatti – una densità culturale disistema. Il volume giunge alle
conclusioni in manieracorretta perché parte da un'ampia indagine su
un cam-pione di 1.500 imprese realizzata in collaborazione
conUnioncamere e ci regala in definitiva almeno due “pro-dotti” di
grande interesse. Il primo è una mappatura del-l'universo delle
imprese italiane classificate attraverso laloro cultura, la
relazione con il mercato e l'apertura a iflussi dell'economia
globale. Il secondo è una riflessionepiù di carattere teorico sulle
trasformazioni delle éliteitaliane che arriva alle conclusioni
anticipate sopra. Cominciamo dalla mappa che suddivide le imprese
incinque gironi a partire da quella che viene definita“avanguardia”
ovvero le aziende che registrano risultati
Il libro di Mauro Magattidi Dario Di Vico
superiori alla media in tutti gli indici. È un raggruppa-mento
tutto sommato nutrito perché vale il 22% delcampione ed è composto
da imprenditori aperti ai mer-cati internazionali, all'interazione
con territorio locale ealla collaborazione con altre imprese/enti.
Il primato, nel-la classificazione di Magatti, lo conquista perché
guardapiù alla produzione di benessere economico e sociale,tende a
una cultura produttiva basata su qualità, bellez-za e sostenibilità
e fa prevalere questi obiettivi alla meramassimizzazione del
profitto. In questo comparto ab-bondano le aziende meccaniche, sono
sotto-rappresen-tate invece quelle alimentari, la taglia è per lo
più mediae territorialmente sono dislocate al Nord. Il
secondogruppo di imprese vale il 17% del totale e presenta i
ri-sultati peggiori dal punto di vista finanziario. “Opera suuna
strategia difensiva, shortermista e cieca rispetto al-l'apporto che
il contesto può dare” scrivono i ricercatori.Sono dunque imprese
chiuse che spesso finiscono permuoversi sul mercato in omaggio alla
sola competizionesul prezzo. Trai due estremi, le avanguardie e il
drappel-lo di coda, troviamo altri tre gruppi intermedi che
risulta-no aperti ma solo selettivamente. Un segmento è più
in-ternazionalizzato e di fatto export dependent, il secondomolto
territorializzato ma con performance tutto somma-to mediocri e,
infine, il terzo aperto al solo contesto rela-zionale, in una
logica da clan de-gli industriali. Al di là però del-la
classificazione adottata edella esatta diagnosi delledifferenze il
lavoro di Magat-ti farà discutere per le consi-derazioni finali
scritte conLaura Gherardi. La domandache arriva è sicuramen-
1.500imprese
analizzate in collaborazionecon Unioncamere
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Mauro MagattiLA NUOVA BORGHESIAPRODUTTIVA. UN MODELLO PER
ILCAPITALISMO ITALIANOEdizioni Guerini e Associati
Una nuova borghesia produttivain Italia esiste ma non è
consa-pevole del proprio ruolo. Que-sto il messaggio fondamenta-le
dell'indagine condotta daMauro Magarti su oltre due-
mila imprese e raccontata in questo li-bro. Esiste una via
italiana al capitalismo del XXI secolo,
un'idea originale dell'impresa e del fare impresa, centrata
sullaqualità tanto del prodotto quanto del processo, radicata
nelcontesto territoriale locale e al contempo aperta alle reti
globalie alle sue sfide. Chiave per comprendere questa via italiana
alcapitalismo è la multidimensionalità del valore che essa gene-ra,
non più solo economico, ma anche sociale e culturale. Buo-na parte
delle sorti del paese dipenderanno dalla capacità diquesto nuovo
ceto, una vera avanguardia silenziosa, di ricono-scersi e di
diventare modello, generativo e sostenibile, per tut-to il sistema
produttivo nazionale.
te stimolante: perché le avanguardie di cui abbiamo par-lato e
con tutte le valenze di cui sopra, non si sono tra-sformate in una
rinnovata borghesia che sapesse racco-gliere il testimone lasciato
sul terreno dai vecchi poteriforti? Si può aggiungere: perché un
elevato grado dicontaminazione internazionale non si trasforma
quasimai in un patrimonio da reinvestire in patria in termini
si-stemici? La risposta implicita del sociologo milanesesta nella
descrizione di una sorta di “solitudine dell'im-prenditore
innovativo”, riluttante all'idea di poter crearevalore nella
relazione con gli altri soggetti presenti sulterritorio e più in
generale con il mondo istituzio-nale. Una solitudine che Magatti
misura nellamancanza di reti e di aggregazioni, nella de-bole
formazione, nella lotta senza speranzecontro la burocrazia. “Ma
questa carenza - av-verte - è un problema cruciale, perché
diventadifficile immaginare come il sistema imprendito-riale
italiano possa compiere significativi passi inavanti in uno
scenario globale dove la competi-zione non è solo tra singole
imprese ma tra in-teri settori, intere economie, interi territori e
vi-sioni del mondo”. Se si continuerà a viaggiarein solitaria
andremo incontro a una pura e sem-plice selezione naturale e -
anche se gli autori non lodicono esplicitamente - diverse di quelle
multinazio-nali tascabili inevitabilmente passeranno di mano
aglistranieri. Leggendo le considerazioni di Magatti mi èvenuto di
tentare un intreccio – inevitabilmente anarchi-co – tra l'approccio
rigoroso contenuto nel volume e al-cune biografie di imprenditori
innovativi che calcano lascena. Mi sono chiesto se la riluttanza a
ragionare in ter-mini sistemici e la lontananza
dall'associazionismo deiMarchionne, dei Del Vecchio o di new entry
comeOscar Farinetti di Eataly o Federico Marchetti di Yoox, –solo
per limitarsi ad alcuni casi –, siano così negativi.Se invece la
loro azione di rottura verticale non abbia al-
la fine prodotto maggiori rica-dute positive di una certo-
sina – ma necessaria-mente orizzontale –
azione di legatura.Mi sono anche tro-
vato a tentare di in-casellare un percor-so come quello diun
manager come
Andrea Guerra chedalle multinazionali ita-
il libro
liane di successo transita per un incarico governativo atermine
e poi se ne ritorna nel privato per lanciare unasfida globale e
onestamente non ci sono riuscito. Lasensazione che ne ho ricavato
però è che di fronte alleprofonde discontinuità di questa fase (il
post-crisi, il di-gitale e per l'Italia il recupero del ritardo
manifattura-di-stribuzione) non avremo a breve un'élite di
rimpiazzo.Procederemo per un lungo tratto ancora a
strattoni.http://dariodivico.tumblr.com/archive
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CHE COS’È LA DISRUPTIVE INNOVATIONQUALI LE OPPORTUNITÀ EQUALI LE
MINACCE
di Silvia Zamboni, SDA Bocconi, Professor di Produzione e
Tecnologia
C’è ancora molta confusione quandosi parla di “disruptive
innovation”, let-teralmente innovazioni “distruttive”
o“devastanti”, vale a dire innovazioniche cambiano radicalmente le
moda-lità cui i consumatori sono abituati apensare o usare prodotti
e servizi e lemodalità in cui si delineano nuovi modidi concorrere,
che rendono i confini tra isettori industriali cui siamo abituati
sem-pre più sfumati.Si pensi alle cosiddette tecnologie
disrupti-ve, avanzamenti tecnologici di tale portata chestanno già
cambiando le nostre abitudini e continueran-no a farlo. Già nel
2013 un report della McKinsey leaveva identificate attraverso 4
parametri fondamentali:tassi di cambiamento molto rapidi (sia in
termini di mi-gliori performance nel tempo, sia in termini di
riduzionedei costi associati per ottenerle o implementarle in
nuo-vi soluzioni), ambiti di applicazionepotenzialmente molto ampi,
nuovepossibilità di creazione di valore per imercati esistenti o
nuovi mercati e,non ultimo, la loro capacità di cambia-re le regole
del gioco, sia lato consu-matori, sia lato aziende. Basti
pensareper esempio alla pervasività della tec-nologia mobile e
rivoluzione digitaleassociata a prodotti e servizi. Dalpunto di
vista economico, questo si ètradotto nell’identificazione di
nuoveprofessionalità del digital marketing (omobile marketing) e di
gestione dellamole di informazioni che è possibile ottenere a
supportodei processi di innovazione o di supply chain e le
poten-zialità derivanti dalla creazione di canali di vendita
nuovi(multicanalità). Tuttavia, la tecnologia, seppur
disruptive,non è – ancora – innovazione, ma ne è un
ingredienteimportante. A questa possono associarsi prodotti
radi-calmente nuovi (new-to-the-world) o nuovi business mo-del,
prima impensabili.Ma analizziamo dunque cos’è disruptive
innovazione ecome possono reagire le aziende, sia innovatrici,
siaquelle che l’innovazione la subiscono.
L’innovazione disruptive intesa come nuo-vo prodotto è
difficilmente guidata dalmercato, perché talmente innovative
che,banalmente, il mercato non ci avrebbe po-tuto pensare.
Rientrano in questa catego-
ria le nuove categorie di prodotti, comela tv piatta (LCD), il
personal compu-ter, l’auto, la stampante per uso priva-
to o domestico, i prodotti “liquidi” co-me la musica, i libri, i
film, digitali e i re-
lativi lettori (lettori MP3, siti di servizi au-dio e video in
streaming, librerie digitali e
supporti ebook), i tablet, ora i convertibili(pc e tablet
insieme), la fotografia digitale, la
domotica e così via. Si caratterizzano per la creazione dinuovi
mercati in cui sono presenti tanti piccoli innovato-ri, finché non
si delinea un’innovazione “vincente” chediventerà lo standard di
riferimento (chiamato anche do-minant design). L’incertezza sia
tecnologica sia sul valo-
re potenziale dell’innovazione è moltoelevato, tanto che spesso
si osserval’offerta da parte deli innovatori di pro-dotti
over-performanti rispetto alle esi-genze del mercato medio
(sindromedell’over-engineering), lasciando cosìspazio alle aziende
che decidono dientrare in un momento successivo lapossibilità di
offrire soluzioni sufficien-temente “buone” (good enough) perla
maggior parte del mercato servito,ma ad un prezzo e ad un rischio
infe-riore (perché il rischio è già stato par-zialmente affrontato
dagli innovatori
che hanno creato pionieristicamente il nuovo mercato).Nel caso
invece di nuovi modelli di business, l’intenzio-ne originaria
dell’innovatore è quella, il più delle volte, diallargare il
mercato andando a colpire diversi segmenti(senza necessariamente
dover reinventare prodotti oservizi, ma andandoli ad adattare in
una nuova modalitàdi erogazione). Per far questo gli innovatori,
spesso, nonbasano la propria soluzione innovativa su ingenti
investi-menti in R&S, ma riutilizzano informazioni,
conoscenze,tecnologie, reti e infrastrutture, prodotti e servizi
esisten-ti in una nuova ricombinazione per ottenere nuovo valo-
“nuovi modi diconcorrere che rendonosempre più sfumati i confini
tra i settoriindustriali cui siamoabituati”
”STEVE JOBS 1955 - 2011
-
SDA BOCCONI SCHOOL OF MANAGEMENT SDA Bocconi School of
Management è la Scuola di Direzio-ne Aziendale dell'Università
Bocconi di Milano. Si occupa didiffondere e accrescere la cultura
manageriale e di promuo-vere quel rigore scientifico che condivide
da sempre con l'U-niversità Bocconi. Nata nel 1971, è leader in
Italia e ricono-sciuta in ambito internazionale. È stata il primo
Istituto di for-mazione manageriale italiano a ottenere nel ‘98
l'accredita-mento EQUIS (European Quality Improvement
System),confermato nel 2003 e nel 2009. La Struttura di SDA
Boc-coni School of Management, seguendo il modello delle
or-ganizzazioni di successo, incoraggia l'apertura mentale e
lacrescita individuale. Il corpo docente è caratterizzato da
unforte spirito imprenditoriale che si esprime nella creazione
dinuovi programmi, nel rinnovamento di quelli già esistenti enella
realizzazione di progetti di ricerca. SDA BocconiSchool of
Management si distingue per una metodologia di-dattica innovativa
finalizzata non solo alla crescita professio-nale, ma anche allo
sviluppo personale e individuale. LaScuola propone infatti percorsi
formativi realizzati con il rigo-re dei contenuti e del metodo
didattico, ma anche con inno-vazione, creatività ed immaginazione.
L'offerta formativa exe-
cutive di SDA Bocconi School of Management si rivolge atarget
differenti: grandi imprese industriali e di servizi, picco-le e
medie imprese, intermediari finanziari, assicurazioni, isti-tuzioni
governative nazionali e locali, amministrazioni pubbli-che,
associazioni di categoria, istituzioni no profit, liberi
pro-fessionisti e imprenditori. I programmi di formazione di
SDABocconi School of Management offrono una risposta con-creta alle
organizzazioni promuovendo competenze manage-riali,
imprenditoriali, innovazione gestionale e valorizzazionedelle
persone.
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re, sostituendo ai classici pro-cessi di ricerca e sviluppo
quella
che viene definita “innovazionecombinatoria”. In questo modo il
costo
di sviluppo dell’innovazione risulta più contenuto rispet-to al
passato (nel caso ovviamente di innovazione com-binatoria) e quindi
gli innovatori possono permettersi disperimentare più spesso,
sbagliando e imparando piùvelocemente (fail fast fail early),
avendo feedback prati-camente immediati dal mercato (ealry
adpoters) che usaquesti “esperimenti” generando direttamente
pubblicitào suggerimenti tramite le nuove piattaforme di
comuni-cazione messe a disposizione a costo nullo (siti di
mi-croblogging, siti di recensioni, social network,….)La minaccia?
Il successo, quando arriva, arriva in manie-ra dirompente ed è
necessario saper dotare la propriastruttura di un ecosistema tale
da poter sopportare que-sto successo inatteso e dai volumi molto
accelerati neltempo. Nunes e Downes suggeriscono infatti un
nuovomodello di andamento delle vendite a pinna di squalo,
insostituzione a quello di distribuzione a campana di Ro-gers del
1962 (ben noto nelle strategie di marketing perle introduzione
delle innovazioni nel mercato).Nel nuovo modello l’idea che ha
successo ha un suc-cesso dirompente, che cambia velocemente le
regolecompetitive e che lascia poco spazio al “secon-do arrivato”.
Esempi come la crescita ina-spettata e rapida di twitter (500+
milioni diutenti in meno di 5 anni, di cui 288 milioniutenti attivi
almeno una volta la mese),che ha creato alla società non pochi
pro-blemi per poter reggere il traffico generatodai tweet
giornalieri scambiati, facebook(1.35 miliardi di utenti attivi,
http://www.stati-sta.com/statistics/264810/number-of-monthly-ac-tive-facebook-users-worldwide/),
la crescita di servizicome airbnb (che copre affitti per brevi
periodi in34000 città e 190 paesi, con 2 milioni di utenti
attivimensilmente), o per citare casi di prodotti fisici, il casodi
Dollar Shave Clubs, un servizio di vendita di lametteda barba per
abbonamento lanciato nel 2012, che haregistrato 12.000 ordini nelle
prime 48 ore a seguito diun messaggio pubblicitario diffuso
viralmente su youtu-be, con più di 18 milioni di
visualizzazioni).Ma cosa significa tutto questo per le imprese?Per
l’innovatore essere capace di sperimentare tanto, acosti contenuti
e, se l’esperimento ha successo, sapercavalcare l’onda con una
struttura aziendale flessibile(outsourcing e scalabilità della
produzione in tempi rapi-
di) in modo da soddisfare la domanda crescente in tem-pi
rapidissimi. Con altrettanta rapidità, saper poi disin-vestire gli
asset per prepararsi alla prossima innovazio-
ne “distruttiva” creata dall’innovatore stesso o daqualche altro
player.
Per le aziende incumbent, cioè quelle giàconsolidate e presenti
nel settore tradizio-nale che più spesso subiscono la disrupti-ve
innovation, essere in grado di intercet-tare i segnali di fermento
delle diverse
sperimentazioni in atto che potrebberocambiare le regole del
gioco e saper reagi-
re di conseguenza (creando esse stesse l’in-novazione prima
degli altri o entrando rapidamente
rispondendo all’attacco degli innovatori). In questo se-condo
caso, rispetto agli innovatori “indisciplinati” per-ché meno
strutturati e meno vincolati da strategie di bu-siness consolidate
e ben definite, le aziende “tradiziona-li” (incumbent) potrebbero
essere ostacolate da freni in-terni al cambiamento, come una
cultura rigidamente av-versa all’errore, una selezione dei progetti
legata allastrategia formulata in un contesto competitivo
“tradizio-nalmente pensato” e alla rigidità nella riconversione
de-gli asset aziendali (fisici e di competenze) verso nuovimodelli
di business, potenzialmente in contrasto conquanto ha dimostrato di
funzionare fino al cambiamento“disruptive”. Si pensi per esempio al
caso che purtrop-po ha fatto storia di Eastman Kodak e alla propria
len-
Silvia Zamboni Silvia Zamboni si è laureata nel 2001 in Economia
Azien-dale presso l’Università Bocconi di Milano. Ha conseguitoil
Ph.D. in Logistics and Supply Chain Management pres-so l’Università
di Bergamo, in collaborazione con MIT –Massachusetts Institute of
Technology – Zaragoza Logi-stic Centre (MIT-ZLC). È Professore a
contratto pressoSDA Bocconi per i corsi "Global operations and
supplychain management" e "Research and development mana-gement"
(Laurea specialistica).
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Clayton M. ChristensenIL DILEMMA DELL’INNOVATORE. COME LE NUOVE
TECNOLOGIEPOSSONO ESTROMETTEREDAL MERCATO LE GRANDIAZIENDE.Franco
Angeli
Come dimostra in questo ormaiclassico libro Clayton M.
Chri-stensen, professore alla Har-vard Business School,
mentrespesso le grandi multinaziona-
li falliscono quando si trovano di fronte a cam-biamenti di
mercato e di tecnologia, le piccole e medie impre-
se che sanno ascoltare i consumatori, che anticipano con le
lo-ro antenne competitive nuovi bisogni emergenti e che
puntanoaggressivamente su innovazioni tecnologiche
"dirompenti",hanno grandi possibilità di successo. Attraverso
un'analisi deimodelli d'innovazione di una serie di settori
(dall'industria deicomputer a quella farmaceutica, da quella
automobilistica aquella siderurgica), Christensen dimostra come le
innovazionidirompenti tendano a non essere inizialmente ben accolte
dallamaggioranza dei clienti, inducendo le imprese che dominano
ilmercato a non investire in esse. Il risultato di tale scelta è
chequeste aziende finiscono con il precludersi la possibilità
dicrearsi nuovi mercati e di acquisire nuovi clienti per i
prodottidel futuro. Trascurando le opportunità offerte dai rapidi e
conti-nui cambiamenti che caratterizzano la nostra epoca,
spiananocosì la strada ad aziende più agili e intraprendenti,
consenten-do loro di cavalcare le nuove grandi ondate di crescita
del set-tore. Dalle lezioni dei successi e dei fallimenti delle
impreseleader, Christensen ricava una serie di criteri e regole per
trarreprofitto dal fenomeno delle innovazioni dirompenti. Questi
prin-cipi, basati su casi concreti, sono utili per determinare
quandoè giusto non dare ascolto ai clienti, quando investire nello
svi-luppo di prodotti con performance più basse, che
promettonomargini minori, e quando coltivare piccoli mercati anche
a spe-se di altri apparentemente più grandi, affrontando con
succes-so il "dilemma dell'innovatore".
il libro
34.000le città
appartenenti a 190 paesicoperti dal servizio
di airbnb
tezza nel riconvertire il proprio business a quello
dellafotografia digitale, ritardo strategico che le è
costatol’amministrazione controllata nel 2012 e la (s)venditadei
propri brevetti negli ultimi anni.© Copyright – SDA Bocconi Ideas
of Management onOperations & Technology
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tartup
“Chi vorrà mai guardare le sue fotosullo schermo di una tv?” è
la rispo-
sta che Steven Sasson, giovane inge-gnere di Kodak, ha ricevuto
dai suoi superio-
ri nel 1973. Steven ha inventato con 10 anni d’anticipoil primo
prototipo di fotocamera digitale e la multinazio-nale leader della
fotografia ha chiuso in un cassetto ilprototipo del suo ingegnere.
Il resto è storia con la Ko-dak in crisi proprio per l’avanzare
delle nuove tecnologie
Da 19 miliardi di fatturato a 6,7 miliardi di debito in 20 anni:
ecco come l’azienda di George Eastman non ha visto il futuro e si è
sgretolata
ASCESA E DECLINO DI UN COLOSSO CHIAMATO KODAK
di Giancarlo Donadio - StartupItalia!
chi guarderà mai le foto su uno schermo?
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che spazzano via il mondo analogico. E pensare cheaveva in casa
la soluzione ai suoi mali.I numeri sono impietosi. E in alcuni casi
danno anche
nostalgia. Come accadecon la Kodak e la sua sto-ria partita ben
128 anni faproprio da una straordina-ria intuizione. Quella di
George Eastmanche nel 1888 inventa il modo per sostituire alle
lastrefotografiche rigide, pellicole sensibili alla luce.
«Vogliorendere la macchina fotografica conveniente come unamatita»
spiegava. E apre la strada a una parabola di
successo che vede l’azienda che ha registrato a mar-chio “Kodak”
rivoluzionare il mercato della fotografia,diventandone il leader
indiscusso. E pensare cheEastman di mestiere è assicuratore e la
fotografia èsolo una passione che nasce in lui durante un viag-gio
a Santo Domingo.
Negli anni la multinazionale sviluppa un modello dibusiness
perfetto nel quale fa soldi in ogni step del
processo fotografico: c’è ilcompleanno del
tuo bambi-no e hai
bisogno diuna macchina
Kodak per immortalare il momento. Devi sviluppa-re le foto? Vai
in un centro che le stampa su una cartasempre con il marchio
dell’azienda. Nel 1990 la Kodakfattura 19 miliardi l’anno e ha
145.000 dipendenti. Anno2012: la multinazionale soccombe al
procedere rapido
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128 anni fa, il 4 settembre del 1888, George Eastman re-gistrò
all’ufficio brevetti degli Stati Uniti il marchio “Kodak”per la sua
società, che da qualche anno aveva cominciatoa produrre macchine
fotografie con un’innovazione straor-dinaria: le lastre
fotografiche rigide che venivano utilizzatenei primi decenni della
fotografia erano sostituite da unapellicola sensibile alla luce. La
macchina diventava quindipiù leggera ed economica, e il
procedimento necessario aottenere una foto era molto più rapido.
Eastman riassume-va il suo impegno nella frase “rendere la macchina
foto-grafica conveniente come una matita”.
delle tecnologie digitali e chiede l’amministrazione
con-trollata. Un finanziamento di 950 milioni di dollari da
Citi-group porta un po’ di respiro, a fronte, tuttavia, di un
in-debitamento di 6,75 miliardi di dollari. L’azienda accusaperdite
dal 2005 e il 3 settembre del 2013 fine della sto-ria. Si chiude un
capitolo, emerge una nuova società chemantiene il marchio storico.
Durante le procedure di falli-mento vende più di 1000 brevetti, la
rete dei 105.000chioschi per sviluppare le foto. Viene chiuso il
settoreche si occupava proprio delle macchine fotografiche.
In-somma una carneficina. Guardando oggi quello che resta
dell’azienda di Roche-ster, la città dello Stato di New York dove è
nata, vieneun po’ di nostalgia: 2 miliardi di fatturato e 8.000
dipen-denti per un gruppo che sotto la guida di Jeffrey J. Clarksi
è specializzata nella vendita di sensori touch screen,fotocamere
digitali, videocamere. Con dei buoni risultatinel 2015 come riporta
Yahoo! Finance. Ma lontani anniluce dai fasti di quello che era
stata un tempo l’aziendaleader della fotografia.È chiaro con i se e
con i ma non si fa la storia. Eppuretorna alla mente quel ragazzo
di 24 anni, Steven Sas-son che arriva in Kodak e in un esperimento
trasformagli impulsi elettronici in numeri, il processo della
digita-lizzazione. Costruisce un macchina che in 50 millisecon-di
cattura un’immagine, in 23 secondi la registra dentrouna
musicassetta e mostra immagini in bianco e nero.Ancor prima dei
competitor (la Sony Mavica, andrà sulmercato solo nel 1981), aveva
in mano il primo prototi-po di macchina digitale e avrebbe fatto la
storia dellasua azienda, l’avrebbe rivoluzionata e con lei tutto
ilmondo della fotografia: «Era solo una questione di tem-po, eppure
la Kodak non ha abbracciatomai la mia idea. La miamacchina
digi-
tale non ha mai visto la luce» spiega al New York Timesche
racconta la sua storia.Pensando a questo ragazzo e all’incapacità
dell’aziendadi capire la sua innovazione “perché abbiamo
semprefatto così, perché è da decenni che facciamo i soldi inquesto
modo”, viene in mente una sola parola “suicidio”.Ed è un termine,
ironia della sorte, che ricorre nella sto-ria secolare della Kodak.
Il suo fondatore George East-man si è tolto la vita all’età di 77
anni. Sul bigliettino chelascia c’è scritto: «Il mio lavoro è
fatto. Perché aspetta-re?». La morte di un’idea, di un sogno, di
una vita so-praggiunge proprio quando pensiamo che tutto sia
giàfatto laddove il futuro è ancora tutto da scrivere. E
dafotografare.
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Sei costruttori partecipano al Truck Platooning Challenge per
testare le carovane di Tir
La Stampa Motori
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Partecipano al Challenge 6 co-struttori. Tre tir Scania sono
par-titi il 29 marzo da Södertälje (Sve-zia) verso l’Olanda,
passando per la Danimarca, Germa-nia e Belgio. Lo stesso percorso
affrontato da tre ca-mion prototipo di Volvo. Nei giorni successivi
è incomin-ciata la spedizione di MAN, da Monaco a Rotterdam,
che terminerà domani. Nella città olandese arri-verà anche la
carovana Mercedes, che utilizza ilnetwork “V2V”
(vehicle-to-vehicle) per la condivi-sione dei parametri di guida
fra i truck marciantiin fila tra loro, e quella di due Iveco
Stralis. Oltre ai convogli, i costruttori stanno studiandoanche
come applicare la guida autonoma in au-tostrada al trasporto merci.
La Mercedes in parti-colare è già in una fase avanzata di sviluppo
delsuo “pilota automatico”: la filosofia è la stessaadottata per
gli aeroplani, dove il pilota si occu-
pa di decollo e atterraggio e lascia che sia ilcomputer a
mantenere l’aereo in crociera. Allostesso modo i truck tedeschi
lasceranno al gui-datore solo il compito di effettuare manovre
dipartenza e arrivo, mentre saranno i dispositivi diguida autonoma
a far marciare il tir in autostrada(sorpassi esclusi). Un prototipo
di Actros a guida autonoma, deno-minato “Future Truck 2025”, ha
recentementepercorso una trentina di chilometri dimostrativisulla
A14 tedesca, nei pressi della città di Mag-deburgo: il tutto è
possibile grazie alla sinergiafra Gps, sensori, telecamere e
sistemi di comuni-cazione veicolo-veicolo e
veicolo-infrastruttura.Mercedes vuole portare la tecnologia su
stradanel 2025, abbattendo drasticamente gli incidentiper colpi di
sonno e malori. È l’alba di un nuovomondo per il trasporto su
gomma.
F ra qualche anno un solo autista potrà “guidare”sino a 3 o più
camion contemporaneamente. Ilmiracolo lo farà la guida autonoma, la
stessa chepresto arriverà anche sulle nostre auto. I tir che
“vannoda soli” sono già in fase di collaudo avanzato. In primalinea
ci sono l’industria tedesca, con i “truck” di Merce-des e MAN (che
è sotto il controllo di Volkswagen), equella svedese, con Volvo e
Scania (sempre di pro-prietà VW), oltre all’italiana Iveco. La
tecnologia della guida autonoma applicata aiTir è andata in scena
nella primavera scorsagrazie allo “European Truck Platooning
Chal-lenge”, un test stradale con meta Rotter-dam, dedicato ai tir
in carovana connessitra loro mediante il trasferimento dati intempo
reale. Nello specifico 2 o più tirdotati di guida semi-autonoma
se-guono un truck “apripista”, con-dotto da un autista. La
distanzafra i camion in questione è ri-dotta al minimo (10-15
me-tri) di modo che gli ultimipossano sfruttare lascia aerodinamica
dichi precede per ab-battere i consumi dicarburante fino al10%.
All’apripistaresta invece il com-pito di impostare di-rezione e
velocità.
Tiraguidaautonomal’autista diventa “uno e trino” e può guidare
fino a tre camion
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Il mondo fra 50 anni. Viaggi nello spazio, auto che si gui-dano
da sole, conversazioni simultanee in decine di lin-gue. C’è chi
dice che ricorderemo il nostro presente co-me preistoria. Chi pensa
che vivremo nella realtà virtuale.Il sito Product Hunt, sul suo
profilo all’interno della piat-taforma Medium, ha chiesto ad
imprenditori, autori,esperti di nuove tecnologie come si immaginano
il nostromondo fra 5, 10, 20, 50 anni. Ecco cos’hanno risposto.
ECCO LE NOVE RISPOSTE ALLA DOMANDA COME CAMBIERÀIL MONDO NEI
PROSSIMI 5-10 ANNI?
Peter Shankman, fondatore di HARO e autoreCambierà il modo in
cui venderemo e acquisteremo iprodotti. «Dall’Internet of Things a
Uber, dall’automatiz-zazione alla mancanza di un vero e proprio
“possesso”delle cose». Chi avrebbe immaginato nel 2002 che
oggiavremmo potuto ordinare la cena dal cellulare, mentreaspettiamo
che un’auto ci venga a prendere e seguiamotutto il suo percorso
sulla mappa tramite gps? Questo,per Shankman, è solo l’inizio».
James Altucher, imprenditore, podcaster, autore Altucher pensa
che la «stampa 3D sarà combinata conla biologia da laboratorio.
Immagina che qualcuno perda
COME SARÀ IL MONDO TRA 50 ANNI SECONDO 9 PERSONE CHE IL FUTURO
LO STANNO FACENDO DAVVEROHyperloop, self driving car, ma anche
lavoro per tutti comunque. Il futuro secondo 9 big della Silicon
Valley tra 5 e 50 anni da oggi
un arto e, grazie al DNA, sia possibile stampare unaprotesi
perfetta con la stampante 3D». E poi i sensorisaranno uniti alla
robotica – quindi un mondo di autoautomatiche, consegne con i
droni, ecc.
Alec Cross, ex senior advisor di Hillary Clinton e autore «Fra
dieci anni i sordomuti saranno in grado di parlare etutti quelli
che stanno leggendo questo articolo sarannoin grado di conversare
in dozzine di lingue straniere»perché, grazie ai computer, sarà
stato eliminato il con-cetto della barriera linguistica.
Miglioreranno le macchi-ne e i software e ci saranno più dati –
soprattutto i feed-back degli utenti che segnaleranno le traduzioni
sbaglia-te e contribuiranno a rendere il sistema sempre più
ac-curato. Sia nelle traduzioni scritte che orali.
Mariam Naficy, Ceo di Minted.com e membro delboard di
YelpCambierà il marketing perché i consumatori sarannosempre più
esigenti. Cercheranno prodotti sempre per-sonalizzati e vorranno
sapere di più sulla storia di ciòche stanno acquistando. Le belle
immagini saranno an-cora più importanti di quanto lo sono oggi e
gli storytel-lers saranno sempre più richiesti dalle e aziende e,
for-se, si trasformeranno in venditori loro stessi.
Product Hunt - StartupItalia!
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Chamath Palihapitiya, Ceo diSocial Capital
«Penso che le macchine senzaguidatore siano più vicine a
diventare
realtà di quanto crediamo». Secondo Palihapitiya le fa-miglie di
vittime di omicidi stradali faranno delle azionilegali per portare
il guidatore automatico nelle automo-bili il prima possibile. E, a
suo avviso in 5 anni nelle au-tostrade circoleranno solo auto senza
guidatore. Tesla eGoogle, dice, sono i marchi con la più alta
possibilità disuccesso. «Penso anche che i vecchi modelli di
autonon sopravviveranno».
Kevin Rose, Ceo di Hodinkee e co-founder di Digg «Nei prossimi
10 anni la scienza dimostreràche l’uso eccessivo della tecnologia è
nega-tivo per la mente e salute. Penso che sarem-mo costretti a
trovare un equilibrio sostenibiletra l’uso della tecnologia e le
esperienze dellavita vera». Oggi i cellulari sono la prima cosache
usiamo la mattina quando ci svegliamo el’ultima la sera prima di
andare a dormire, osser-va Rose. «È come se ne fossimo
dipendenti,come se dagli smartphone arrivasse una sortadi
nutrimento». Un nutrimento che, però, com-porta la diminuzione del
contatto fisico con glialtri e ci distrae dall’ambiente che ci
circonda.
QUALI INDUSTRIE ESPLODERANNO NEI PROSSIMI10-20 ANNI?
Sam Rosen, Ceo e fondatore di MakerSpace«Realtà virtuale, auto
che si guidano da sole, Hyperloop».
Andrew Torba, Ceo di AutomateAds.comLa realtà virtuale, secondo
Andrew Torba, diventerà unbusiness enorme. Cambierà la
comunicazione, l’educa-zione, la sanità, i videogiochi e lo
storytelling come li co-nosciamo ora. E i big del settore media –
da Facebook aGoogle a Samsung – si contenderanno grandi fette
dimercato. Crescerà anche l’intersezione tra imprenditoriasociale e
tecnologia, per risolvere importanti problemiglobali. Infine, dice
Torba, viaggeremo nello spazio.
COSA SUCCEDERÀ ALL’ECONOMIA E ALLA FORZA LAVO-RO FRA 50
ANNI?
Tim O’Reilly, fondatore e Ceo di O’Reilly Media«Vedo diversi
scenari e in tutti le persone lavorano». Nel
primo l’umanità decide di usare la tecnologia – e quindilavorare
– per risolvere i problemi, dal cambiamento cli-matico
all’inversione demografica. Nel secondo scena-rio non affrontiamo i
problemi e tutti continuano a lavo-rare e lottano per restare vivi.
Nel terzo scenario abbia-mo già risolto i problemi, le
macchinefanno il “lavoro sporco” e gli es-seri umani hanno più
tempoper intrattenersi e aiutarsi a vi-cenda. Lavorano tutti, ma di
meno.E hanno più tempo per dedicarsi al-l’arte e alla vita
sociale.
Harvard Business EssentialsCREATIVITÀ E INNOVAZIONEEditore
Etas
L'innovazione è un catalizzatoreindiscusso della crescita
azien-dale, tuttavia molti manager nonsi preoccupano di creare un
cli-ma che la incoraggi e la premi.Questo volume analizza il ruo-lo
dei manager nel suscitarela creatività organizzativa eapprofondisce
ciò che ma-
nager e leader devono fare per stimolare leinnovazioni di
successo. Tra gli argomenti: generare nuove
idee e riconoscere le opportunità, proporre le innovazioni
almercato, rimuovere i blocchi mentali alla creatività,
promuovereil brainstorming e il dibattito creativo all'interno dei
gruppi di la-voro, creare una cultura favorevole all'innovazione.
Le nuovetecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT)
mo-dellano le relazioni tra attori e la competitività delle imprese
edei territori. Il modo in cui i distretti industriali rispondono
aquesta sfida/opportunità è questione aperta che coinvolge
lestrategie delle singole imprese e le dinamiche di rete degli
at-tori collettivi, pubblici e privati.Il libro analizza questi
problemi in una doppia prospettiva: at-tenta da un lato agli
aggreg