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Understanding student information behavior in relation to electronic information services: lessons from longitudinal monitoring and evaluation, Part I e Part II. Christine Urquhart e Jennifer Roweley. Journal of the American society for information science and technology, 58(8), 1162-1174 e 1188-1197, 2007 Quest’articolo, in due parti, delinea un modello che identifica i fattori che influenzano il comportamento degli studenti in relazione alle risorse digitali a supporto dell’ apprendimento. La prima parte analizza la letteratura che fa da premessa allo sviluppo della metodologia di ricerca adottata per realizzare l’User Behavior Monitoring and Evaluation Framework del Joint Information Systems Commitee (JISC) così come la letteratura che ha contribuito al lavoro svolto dal Framework durante i suoi cinque anni di attività in UK. La ricognizione della letteratura sul tema sintetizza le due prospettive prevalenti nella ricerca in quest’ambito: a) studi su piccola scala sul comportamento degli studenti in merito alla ricerca d’informazioni b) studi che si focalizzano su analisi quantitative sull’utilizzo di un certo range di servizi digitali offerti dalle università (che spesso hanno implicazioni sulla formazione e le attività di supporto a questi servizi).
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Understanding student information behavior in relation to electronic information services: lessons from longitudinal monitoring and evaluation, Part I.

May 01, 2015

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Sesto Colonna
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Page 1: Understanding student information behavior in relation to electronic information services: lessons from longitudinal monitoring and evaluation, Part I.

Understanding student information behavior in relation to electronic information services: lessons from longitudinal monitoring and evaluation, Part I e Part II. Christine Urquhart e Jennifer Roweley. Journal of the American society for information science and technology, 58(8), 1162-1174 e 1188-1197, 2007

• Quest’articolo, in due parti, delinea un modello che identifica i fattori che influenzano il comportamento degli studenti in relazione alle risorse digitali a supporto dell’ apprendimento. La prima parte analizza la letteratura che fa da premessa allo sviluppo della metodologia di ricerca adottata per realizzare l’User Behavior Monitoring and Evaluation Framework del Joint Information Systems Commitee (JISC) così come la letteratura che ha contribuito al lavoro svolto dal Framework durante i suoi cinque anni di attività in UK.

• La ricognizione della letteratura sul tema sintetizza le due prospettive prevalenti nella ricerca in quest’ambito: a) studi su piccola scala sul comportamento degli studenti in merito alla ricerca d’informazioni b) studi che si focalizzano su analisi quantitative sull’utilizzo di un certo range di servizi digitali offerti dalle università (che spesso hanno implicazioni sulla formazione e le attività di supporto a questi servizi).

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Introduzione

• In Uk hanno costituito una Struttura (framework) per il monitoraggio e la valutazione del comportamento degli utenti che si è avvalsa di un progetto quinquennale(1999-2004) che ha definito la metodologia e curato la raccolta dei dati.

• Il Framework ha investigato e profilato l’utilizzo dei servizi informativi digitali nell’educazione superiore e universitaria in UK, identificando i fattori che agiscono come barriera o come elementi di facilitazione nell’utilizzo dell’EIS (electronic information services) nell’apprendimento, e ha monitorato i cambiamenti che sono avvenuti (nonché i fattori che li hanno influenzati) nell’utilizzo di questi servizi in un periodo di 5 anni.

• Una simile struttura è stata creata per assistere i managers e i decisori politici nella comprensione delle reali necessità di studenti e docenti che utilizzano gli EIS.

• L’articolo riflette sui successi e sulle sfide che ha incontrato il Framework nel raggiungimento delle sue finalità.

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Novità di questa ricerca e alcuni problemi incontrati

• La novità rappresentata da questo studio è che è stato fatto a livello nazionale, mentre analoghi studi si limitavano ad analizzare la situazione di una o piu’ biblioteche.

• L’ampiezza e la portata dello studio ha permesso d’andare piu’ in profondità rispetto alle relazioni esistenti tra l’information behavior degli studenti da una parte,e l’insegnamento e l’apprendimento dall’altra.

• Ci sono non poche lezioni da apprendere dall’analisi critica della metodologia del progetto. Ad esempio il progetto ha utilizzato un grandissimo numero d’interviste frontali con gli studenti ma non sempre è stato semplice trovare un equilibrio tra gli elementi qualitativi e quelli quantitativi.

• L’articolo illustra le implicazioni riscontrate grazie al monitoraggio ottenuto attraverso questo studio longitudinale, le previsioni delle tendenze future e le prospettive che ci attendono.

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Limiti degli studi precedenti

• Molti tra gli studi più generali non si focalizzavano abbastanza sui servizi relativi alle risorse elettroniche (EIS), più spesso limitandosi ad analizzare uno o due aspetti del comportamento degli utenti durante la ricerca in piccoli studi pilota, spesso condotti in una singola istituzione.

• Gli articoli su queste tematiche sono abbastanza frequenti ma è difficile collocarli su una base conoscitiva coerente. I ricercatori hanno considerati punti di partenza differenti e hanno studiato aspetti differenti dell’information behavior, analizzando gruppi differenziati di studenti.

• Tranne una o due notevoli eccezioni, c’è un uso limitato di modelli che potrebbero aiutare a strutturare dei collegamenti tra i diversi studi.

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Rassegna degli studi sul tema

Ci sono due principali approcci: a)la ricerca a livello di casi specifici e b) la ricerca su dei modelli (patterns) di uso delle risorse.

• Nel primo caso (a) ci sono studi che analizzano l’information behavior di studenti di specifiche università o di alcune discipline. Questa tipologia di studi riguarda il 19% della letteratura sull’information seeking e la maggior parte di questi studi riguarda i laureati o i dottorandi.

• Gli studi (a) che prendono in analisi gli studenti universitari sono generalmente di tipo qualitativo e su piccola scala, e spesso si basano su differenti modelli di ‘information behavior’ e si focalizzano sulla fase della ricerca d’informazioni o su altri fattori come il ruolo dello staff accademico o l’impatto disciplinare sulle modalità di ricerca.

• L’altro tipo di approccio (b) si concentra sugli aspetti gestionali (cioè legati alle decisioni da prendere) quindi si concentra su come gli studenti sfruttano alcuni specifici i servizi digitali come i periodici elettronici e sull’efficacia della formazione somministrata dalla biblioteca o sui programmi di supporto all’utilizzo di una particolare risorsa.

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Le ricerche sull’information behavior degli studenti

• Questo tipo di ricerche generalmente sono esplorative e interpretative e utilizzano metodologie di tipo qualitativo come le interviste e i focus group

• Molti dei risultati si basano su un piccolo campione (frequentemente meno di 30). Molte domande cercano di approfondire tematiche utilizzando il ‘Perche’ e il ‘Come’, ma in molti casi occorre un supplemento di ricerca per evitare la generalizzazione dei temi che ne risulta.

Gli studi su quest’argomento si possono così suddividere:• studi sulla ricerca d’informazioni, spesso influenzati da un

determinato tipo di ricerca• studi che analizzano le differenze disciplinari nella ricerca e nell’uso

d’informazioni• studi che guardano all’information behavior in un contesto molto

ampio che include l’apprendimento e l’insegnamento

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La ricerca d’informazioni

• Il modello di Kuhlthau (1991) è stato un importante punto di partenza per gli studi successivi. Il modello che prevede sei fasi nel processo (inizio, selezione dell’argomento, esplorazione pre-focalizzazione, formulazione del focus dell’argomento, raccolta dell’informazione e conclusione della ricerca, al quale si aggiunge la settima fase che è quella dell’iniziare a scrivere) è stato utilizzato in diversi studi sugli studenti degli ultimi anni.

• Diversi altri studi su piccola scala basati sulle interviste e sui focus group esaminano come gli studenti percepiscono l’information bahavior che adottano. Se le relazioni tra information bahavior e l’apprendimento non sono ben distinte alcuni di questi studi producono dei risultati che non dimostrano abbastanza chiaramente la relazione tra l’apprendimento e l’information behavior.

• In generale gli studenti dei primi anni sembrano optare per le modalità più facili e più comode di ricerca , utilizzando strategie semplici e i motori. Però altri studi indicano dei cambiamenti nelle tattiche di ricerca a mano a mano che avanzano con la conoscenza. Per esempio la predisposizione all’utilizzo del thesaurus, l’abilità nel trarre vantaggi dal suo utilizzo per espandere e variare i termini da utilizzare per la ricerca sembra andare di pari passo con un maggiore dominio della materia ed una maggiore esperienza negli studi.

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La ricerca d’informazioni

• Altri studi (Chang&Lee, 2001) evidenziano come la ricerca d’informazione da parte degli studenti non sia correlata solo all’apprendimento delle conoscenze proprie di una disciplina ma anche a come questa disciplina è strutturata e comunicata.

• Ad esempio Liu (2004) in un’indagine fatta somministrando un questionario a 128 studenti laureati ha trovato che la loro opinione circa la credibilità dell’informazione su web era influenzata soprattutto dalle evidenze della rispettabilità ‘accademica’ nella comunicazione evinta da fatti come precedenti pubblicazioni su riviste a stampa, presenza nelle bibliografie e post su siti che godono di una buona reputazione.

• Un altro aspetto considerato dagli studi è la possibile influenza delle abitudini di ricerca quotidiane già consolidate. Altri studi su piccola scala mostrano come risparmiare tempo sia considerata un altro vantaggio e beneficio attribuito alle risorse elettroniche, anche se Internet non sempre porta ad un risparmio di tempo.

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Utilizzo dei modelli di information literacy negli studi di information behavior

• Recentemente nell’indagine sul comportamento degli utenti sono stati utilizzati modelli derivati dall’information literacy. Eskola (2005) ad esempio utilizza il modello relazionale di Bruce, le sette facce dell’IL, per comparare la maniera di condurre le ricerche da parte di due gruppi di studenti di medicina e ne conclude che quelli che hanno un curriculum problem-based hanno migliori competenze informative di quelli che hanno un curriculum tradizionale.

• Catts (2005) ha validato un inventario di competenze informative basate sul modello di Bruce. Le iniziative relative all’Information literacy tendono a preoccuparsi solo con lo sviluppo di generiche competenze informative, benché le differenze individuali come la motivazione all’apprendimento o la personalità, il tipo di compiti propri di ciascuna modalità d’apprendimento, e le diverse modalità di pensiero e di pratiche nelle diverse discipline sono viste come fattori che influenzano il comportamento della ricerca d’informazioni.

• Esistono infatti delle differenze tra a) essere capaci di fare qualcosa (abilità collegate all’information literacy) e b) sentire in realtà la necessità o il bisogno di cercare delle informazioni e c) auto-efficacia o la padronanza personale. Le convinzioni degli studenti di autoefficacia nel gestire le informazioni riguardanti l’IL e il computer sono collegate, ma non cambiano molto l’ultimo anno del loro corso di studi.

• I quattro approcci (psicologico, socio-strutturale, culturale e fenomenologico) probabilmente influiscono sulla maniera di cercare informazioni e forse illuminano i fattori individuali che agiscono in un dato momento, ma queste prospettive da sole potrebbero non essere sufficienti a dar ragione dei cambiamenti e dell’evoluzione dei comportamenti di ricerca.

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L’impatto della disciplinaL’apprendimento, l’insegnamento e altri fattori di contesto• Utilizzando il modello di Biglan delle distinzioni tra le discipline (dura, soft, pura,

applicata, non vita, vita) Whitmire (2002) trova delle significative divergenze con un campione piuttosto vasto di studenti non ancora laureati (5175).

• Studi che cercano di assumere una prospettiva più ampia che includa il contesto nel quale agiscono gli studenti accolgono il quadro di riferimento teorizzato da Sonnenwald e Livonen nel 1999 (che applicavano il modello PMEST, personalità, materia, energia, spazio e tempo) come fattori da considerare nell’investigazione circa il modello d’information behavior.In lavori successivi, la considerazione del contesto nel quale avviene la ricerca d’informazioni viene considerata un elemento fondamentale da considerare nell’analisi dell’information behavior.

• In base a studi fatti comparando gruppi di studenti di medicina con curricula tradizionali e altri con curricola basati sul problem-solving, hanno mostrato che l’apprendimento basato sulla soluzione dei problemi produce degli studenti con migliori competenze informative. Un altro studio del 2005 di Heinstrom su 300 studenti identifica 3 tipi di comportamento: serfing veloce, ampia scansione e immersione profonda (intendendo con quest’ultima un approccio strategico e approfondito).

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Qualche conclusione…

• In conclusione questi studi evidenziano come i diversi approcci disciplinari rispetto all’insegnamento e all’apprendimento influenzino l’information behavior ma lo sviluppo di cambiamenti evolutivi di tali comportamenti sembra richiedere una motivazione estrinseca forte all’apprendimento stimolata, ad esempio, ad un compito da eseguire come un progetto di ricerca da sviluppare, ecc.

• Dei comportamenti più sofisticati e articolati sono osservabili solo tra gli studenti specializzandi o dottorandi, mentre per gli altri studenti il quadro è più complesso e - com’e’ stato osservato in alcuni di questi studi - si tratta a volte di un processo di disapprendimento delle precedenti abitudini che va di pari passo con l’apprendimento del modo di pensare proprio di una nuova disciplina.

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Modelli di comportamento e filosofie della ricerca

La visione filosofica di fondo che è sottesa a questi studi sull’information behavior è molto differenziata:

• Gli studi che adottano il modello di Kuhlthau sono essenzialmente di matrice costruttivista e il processo costituito da riflessione, azione e interpretazione è centrale

• Altri studi partono da un diverso approccio e considerano che il comportamento di ricerca viene ad essere influenzato da diversi fattori di contesto. Il realismo, in contrasto con il costruttivismo, enfatizza il fatto che ci sono delle realtà che stanno alla base della conoscenza e cercano di combinare tre metodologie: la possibilità di una spiegazione causale, la costruzione comunicativa della realtà sociale e la dimensione critica. Interpretare il comportamenti degli studenti in base a cosa funziona e al perché (il rapporto costi/benefici nel cercare informazioni) e in quali circostanze, potrebbe forse risultare utile per capire cosa può innescare un cambiamento adattativo nelle abitudini di ricerca.

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Ricerche sull’uso della biblioteca digitale

• L’altra categoria di studi in quest’ambito si focalizza sull’utilizzo delle risorse elettroniche da parte degli studenti o delle facoltà.

• Scopo principale di questi studi è quello di fornire elementi utili per i gestori e sviluppatori di tali risorse e per i decisori politici. Anche in questa categoria di studi le differenze disciplinari sono evidenti, ma gli studenti vengono classificati come utilizzatori non abituali di queste risorse nel senso che il più delle volte le usano una volta sola.

• Sono stati rilevati anche comportamenti differenti nell’utilizzo dei periodici elettronici a seconda delle discipline e anche alcune differenze di genere. In uno studio della sezione e-journal della Stanford Univ. si evidenzia come i periodici elettronici stiamo cambiando influenzandola la natura della comunicazione accademica(includendo studi di tipo etnografico ad esempio sull’utilizzo della letteratura in ambito biomedico).

• Se da una parte studi recenti come EPIC 2004 (un’indagine online sugli studenti laureandi e laureati in scienze politiche, affari internazionali e scienze ambientali) ha mostrato che questi sono fortemente dipendenti dalle risorse elettroniche, da un’altra parte sembra proprio che gli studenti preferiscano utilizzare un motore di ricerca piuttosto che ricorrere alle risorse specialistiche per ambito disciplinare che la biblioteca gli mette a disposizione. Nei questionari somministrati nelle indagini sulla qualità in biblioteca (LIBQUAL+TM http://www.libqual.org/index.cfm)vengono anche monitorati gli accessi e i livelli minimi di servizio relativi alle risorse elettroniche.

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Formazione in biblioteca e supporto.L’utilizzo delle risorse informative digitali

• Mentre la fornitura del servizio di referenze digitale e di programmi di formazione è considerata una buona cosa e parte integrante dei servizi di biblioteca, negli studi analizzati il format della formazione e del supporto alla ricerca ha ricevuto meno attenzione. Sulla formazione degli utenti si segnala per attivismo l’ambito biomedico.

• Senza sorprese la maggior parte delle ricerche relative all’uso delle risorse

elettroniche si focalizza sulla metrica, ossia su cosa può essere misurato e su cosa ciò significhi. Possiamo infatti misurare gli accessi e anche la provenienza (chi?) e la durata delle connessioni, e possiamo profilare alcune tipologie di utilizzo. Per quanto riguarda l’utilizzo che gli studenti fanno delle risorse messe a loro disposizione dalle biblioteche c’è una piccola ma stabile evidenza dell’efficacia delle strategie di promozione all’uso o dei programmi di formazione erogati.

• Il fattore più confuso tra la fornitura di risorse e il loro utilizzo da parte degli studenti è rappresentato dall’influenza dei docenti (e questo comprende le loro competenze, atteggiamenti e approccio all’apprendimento e all’insegnamento).

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Conclusioni circa la ricognizione nella letteratura professionale

Le ricerche si suddividono in due gruppi principali che rispondono a due distinti interrogativi:• Come gli studenti cercano le informazioni?• Come gli studenti utilizzano le risorse digitali?

Non è facile sintetizzare le ricerche al riguardo anche perché c’è un certo gap in entrambi gli approcci. Come sottolineano Hargittai e Hinnant (2006) i dati sulle modalità più tipiche che hanno gli utenti di accedere alle risorse e le loro esperienze possono disperdersi all’interno delle ricerche che si limitano ad analizzare l’uso delle risorse digitali.

L’influenza del gruppo dei pari o dei tutors possono non esser pienamente riconosciute sia dagli studenti che dagli stessi tutors e i collegamenti tra la ricerca d’informazioni e l’apprendimento non sono riconosciuti dal momento che non ci sono molti studi sul riutilizzo dell’informazione, ad eccezione di quegli studi che si sono soffermati sull’uso dell’informazione da parte degli studenti per dei progetti.

La ricerca in quest’ambito è più semplice e più produttiva quando ha per oggetto dei gruppi che devono ricercare abitualmente per il loro lavoro, come i dottorandi o i docenti stessi. Per gli studenti della triennale invece sembra un po’ più difficile sviluppare una cornice o un modello teorico che dia conto delle loro modalità di ricerca in quanto questi abitualmente svolgono simultaneamente diverse attività col web, dall’ascoltare musica, al chattare, a cercare cose nella rete.

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La struttura del FrameworkIl progetto è stato condotto secondo tre filoni d’indagine:• un’indagine generale sugli utenti finali di tutti i servizi d’informazione digitale• un’indagine generale sui servizi informativi digitali• un monitoraggio longitudinale e qualitativo dell’utilizzo dei servizi informativi digitali

I filoni a e b sono stati eseguiti dal team del progetto JUSTEIS, all’università di Aberystwyth mentre c. è stato curato dal team del progetto JUBELEE all’università di Northumbria.

5 cicli per 5 anni:• 1999/2000: Il Framework ha stabilito l’impianto generale delle ricerca e la metodologia di raccolta dei dati, con

particolare riferimento alla creazione del questionario e dell’intervista.• 2000/2001: La metodologia è stata validata utilizzandola con gruppi differenti. Inoltre la metodologia è stata

ridefinita sulla base dei risultati del primo ciclo. E’ stata definito un ulteriore set di dati.• 2001/2002: Elaborazione di un prototipo di Piano d’Azione per i managers dell’educazione superiore. Un progetto

a tutto tondo è stato condotto includendo sia l’indagine che la ricerca-azione• 2002/2003: E’ stata intrapreso un monitoraggio dei comportamenti di ricerca e si è proceduto a popolare un

ulteriore set di dati. Si è intrapresa l’analisi dei dati dei cicli precedenti per investigare sulle tendenze dell’information behavior e le barriere all’e-learning. Sono stati raccolti ulteriori dati sia attraverso l’indagine che con la ricerca-azione. E’ stata fatta una disseminazione di tali dati. Il toolkit del Piano d’azione web è stato sviluppato, testato, e ri-definito

• 2003/2004: La metodologia del Framework è stata consolidata e intrapresa un’ulteriore popolazione dei dati ed è stato sviluppato un archivio per gli utilizzatori del Framework. E’ stata condotta un’analisi longitudinale dei dati raccolti in questi 5 anni. Il Framework è stato esteso a nuove comunità (Adult and community learning, Modern apprenticeship e High Education). Hanno sviluppato un dialogo attivo con specifici gruppi di audience e politici, per promuovere la metodologia del Framework e disseminarne i risultati.

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Filone A: un’indagine generale sugli utenti finali di tutti i servizi d’informazione digitali

L’obiettivo di questo filone del progetto era quello di intraprendere un’indagine periodica sull’utilizzo e la comprensione dei servizi informativi digitali, investigandone sia gli aspetti quantitativi che qualitativi e cercando di colmare la distanza tra le percezioni e la realtà del comportamento degli utenti. Il campione esaminato è stato scelto in modo da riuscire a prendere in considerazione una vasta gamma di tipologie di istituzioni e includendo i vari ambiti disciplinari.

I metodi di raccolta dei dati sono stati:• Intervista/questionario su incidente critico, con utilizzo di tecniche dei fattori critici e fattori di successo per

valutare l’uso dei servizi digitali, l’atteggiamento nei confronti di questi, la consapevolezza al riguardo e le strategie di ricerca adottate da studenti e da docenti

• Interviste a bibliotecari manager seniors per valutare il loro punto di vista e le loro prospettive sull’acquisto delle risorse elettroniche e sul supporto necessario a tal fine

• progetti di ricerca-azione su piccola scala in colleges post-scuola dell’obbligo• I questionari e le interviste sugli incidenti critici avevano alcuni temi in comune. E’ stato chiesto agli intervistati di

ripensare ad una situazione occorsa nell’ultima settimana nella quale hanno avuto bisogno di cercare delle informazioni. 14 successive domande sondavano l’evento in termini di scopo della necessità informativa, di come la ricerca era stata condotta (incluso l’assistenza richiesta, l’urgenza e il tempo adoperato), le risorse utilizzate, le guide che hanno indirizzato verso le risorse utilizzate, i risultati della ricerca in termini di soddisfazione, problemi, e successo e competenze informative acquisite. L’intervista programmata includeva simili domande, ma le interviste faccia a faccia con gli studenti hanno aiutato a spiegare le strategie di ricerca utilizzate, l’atteggiamento nei riguardi delle risorse elettroniche, cosi’ come a confermare o meno la consapevolezza dell’esistenza di determinati servizi. Le riflessioni sulla tecnica degli incidenti critici suggeriscono che per utilizzare questa metodologia occorre impiegare molto tempo e capacità da parte dell’intervistatore per descrivere esattamente il punto di vista dello studente e il suo modo di ragionare. I dati ricavati sia dalle interviste telefoniche che da quelle faccia a faccia sono stati inseriti in un pacchetto di sw qualitativo QSR N4 e dopo N6 http://www.qsrinternational.com/per la codifica e la successiva analisi.

• I dati quantitativi estratti manualmente dalle interviste sono stati invece elaborati con SPSS

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Filone B: un’indagine generale sui servizi informativi digitali

Gli obbiettivi del filone B erano:

• comprendere l’interazione degli utenti con le risorse informative elettroniche nel contesto• misurare i cambiamenti longitudinalmente utilizzando dei criteri che rispecchiassero il punto di vista degli

utenti• sviluppare dei criteri di successo circa l’utilizzo delle risorse informative elettroniche che potessero

costituire la base per gli strumenti del Piano d’azione dei Managers dell’Istruzione superiore

sono stati analizzati ad ogni ciclo 6 ambiti delle istituzioni educative, tenendo in considerazione le dimensioni dell’istituzione, se era monocampus o multi campus, e la distribuzione sul territorio nazionale. In ciascun ciclo sono state incluse una istituzione di ambito scientifico, una di ambito artistico e una di ambito sociale.

I metodi di ricerca son stati:

• indagine attraverso questionario (staff e studenti) sia cartaceo che elettronico• interviste con i docenti e con i bibliotecari in forma di studio di caso• feedback informale raccolto da studenti e dal personale• progetti su piccola scala di ricerca-azione in alcune istituzioni di formazione post-scuola dell’obbligo• rivisitazione degli studi di caso per monitorare i cambiamenti e testare il Piano d’Azione per i managers delle

istituzioni di istruzione superiore• studi di caso sull’impatto• sviluppo e test del prototipo della scatola degli attrezzi via web del Piano d’Azione per i managers delle

istituzioni di istruzione superiore• studio sulla tavola rotonda con l’audience JISC (i team di entrambi i progetti coinvolti)

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Project management: le criticità

Rispetto all’impostazione/disegno generale dello studio le principali criticità sono state:

• la gestione dell’integrazione del lavoro condotto seguendo tre diversi filoni

la struttura del Framework non era negoziabile quindi era necessario operare un’integrazione a vari livelli:

• nel disegno generale della ricerca e nella identificabilità degli obiettivi dei differenti progetti

• nella standardizzazione terminologica e classificatoria relativa agli EIS (risorse informative elettroniche) e alle tipologie di utilizzo dell’informazione in maniera appropriata

• comunicazione relativa ai campi di lavoro e ai siti utilizzati, ai questionari e agli schemi delle interviste

• evoluzione degli approcci analitici e della cornice concettuale sia rispetto alle parti comuni che a quelle distinte dei vari filoni della ricerca

• coerenza nella disseminazione

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Misurazioni:

un aspetto chiave del disegno generale della ricerca è rappresentato dalla selezione di indicatori appropriati per misurare l’utilizzo. Questo aspetto coinvolge vari fattori tra i quali:

• Quali categorie devono essere utilizzate per l’analisi? Ad esempio

cosa ci fornisce elementi informativi sugli scopi per i quali gli utenti utilizzano le risorse informative digitali?

• Quali categorie di utenti devono essere scelti per analizzare e riferirne il comportamento?

• Quali termini devono essere utilizzati per relazionare sul comportamento degli utenti? Un problema perenne è rappresentato dal fatto che gli utenti sono estremamente naive rispetto alla descrizione formale delle tipologie di risorse elettroniche

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Interpretazione dei dati

• l’analisi quantitativa dei dati genera asserzioni del tipo: “46,9% degli studenti menziona la tesina come motivazione dell’utilizzo delle risorse informative digitali”. Cosa significa? Perché questa cifra è più alta rispetto alle altre motivazioni indicate? Quale percentuale si ritiene accettabile? Abbiamo la possibilità di confrontare i dati in modo da stabilire se ci sono dei collegamenti possibili tra le attività, le motivazioni e specifiche tipologie di risorse informative digitali? Questo tipo di interrogativi enfatizza la necessità di accompagnare alle domande da fare anche queste altre domande: “Cosa”? “Perché”? e “Come”? La scrematura dei dati dev’essere accompagnata da alcune puntualizzazioni che vanno in profondità su aspetti specifici.

A livello di project management il gruppo di lavoro si è dovuto confrontare con un certo numero di sfide contestuali:

• La definizione del progetto in filoni distinti, uno con una focalizzazione di tipo qualitativo (perché?) e un altro focalizzato sul quantitativo (cosa?) presenta la problematicità di riuscire a stabilire una chiara distinzione tra i dati dei quali si necessita per rispondere al ‘cosa’ e quelli dei quali abbiamo bisogno per rispondere al ‘perché’.

• Ci sono state difficoltà legate alla tempistica: l’organizzazione del lavoro per cicli e la necessità di un report su base annuale mal si coniugava con l’esigenza d’integrare e assimilare i risultati in un set coerente prima dell’inizio del ciclo successivo. Inoltre sono state utilizzate persone a contratto annuale creando in alcuni casi un avvicendamento di personale che distraeva il management dal focus sui contenuti per occuparsi piuttosto delle questioni organizzative e gestionali.

• In parte a causa del fatto che il JISC stava riorganizzandosi a sua volta, sono mancati meccanismi e risorse per avere un livello sufficiente di conoscenza e integrazione con le attività d’indirizzo politico attuate dal JISC.

• C’è stato anche un accavallamento di altre iniziative nell’ambito dell’istruzione superiore sia a livello governativo che istituzionale durante l’arco temporale nel qual si è svolta l’indagine (alcune per valutare l’impatto dell’adozione di piattaforme di e-learning, ecc.), allargando così continuamente il range delle possibili finalità dell’analisi da parte del Framework.

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Approccio multi metodologico

• Combinare assieme metodi quantitativi e qualitativi è essenziale. I questionari permettono di identificare le tendenze, ma i dati qualitativi ricavati dalle interviste faccia a faccia con gli studenti rivelano dei problemi che correvano il rischio d’essere sorvolati nell’interpretazione della terminologia. Inoltre molto spesso l’analisi qualitativa dei dati suggerisce nuove tendenze nell’utilizzo dell’informazione che non avrebbero potuto emergere dai dati quantitativi.

• Ogni studio di tipo longitudinale dev’essere in grado di sviluppare una metodologia che tenga conto dei cambiamenti sviluppatisi nelle abitudini di ricerca, nonché degli sviluppi avvenuti nel settore educativo anche a livello governativo. Ad esempio Google era appena un barlume nel primo ciclo, mentre il resto lo sappiamo, è già storia. La promozione governativa dell’e-learning introdotta a metà del progetto ha implicato una maggior attenzione alle strategie d’apprendimento e di’insegnamento messe in campo dalle università. Sfortunatamente l’innovazione richiede tempo per diffondersi e non influenza immediatamente i comportamenti di docenti e studenti. Ad esempio I risultati del primo ciclo sono stati deludenti per il JISC rispetto all’utilizzo che gli studenti facevano dei gateway finanziati dallo stesso JISC.

• Ottenere delle evidenze sufficientemente significative circa i comportamenti in fatto di ricerca d’informazioni in una comunità così vasta come quella degli studenti universitari o gli utilizzatori di informazione medica, richiede una massiccia raccolta di dati.

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Il modello dell’information behavior

• Esiste una sinergia tra l’intenzione dell’uso e la soddisfazione nell’uso (più soddisfazione porta ad un maggiore utilizzo). La rete dei benefici derivanti dall’uso anche influenza la soddisfazione (maggiore è la rete dei vantaggi, più elevati i livelli di soddisfazione più aumenterà la propensione all’uso).

• Mix di macrofattori e microfattoriMacrofattori che influenzano l’information behavior:• Organizzazione delle risorse informative• Infrastruttura tecnologica informativa e per

l’apprendimento• Disponibilità e ostacoli all’accesso• Leadership organizzativa e culturale

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Microfattori che influenzano l’information behavior

• Competenze informative

• Abitudini di ricerca dei docenti

• Supporto e formazione

• Disciplina e curriculo

• Strategie di ricerca

• Tipo d’approccio pedagogico

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Tav.1 differenze disciplinari nel livello uso e-journals tra gli studenti, 1999-2004

Scienze pure e applicate

Matemat. e Ingegneria

Scienze sociali pure e applicate

Discipline umanistiche e Arte

Medicina e clinica

totali

Uso degli e-journal 90 48 37 25 93 293

Non uso degli e-journal

277 197 350 199 178 121

totale 367 245 387 224 271 1944

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Microfattori: le strategie di ricerca degli studenti

• Il Framework ha confermato altri risultati connessi con le preferenze degli studenti per metodi semplici e comodi e per i motori di ricerca

• È stato rilevata rilevata la crescita del dominio di Google nei 5 anni dello studio

• È stata rilevato che le tecniche di ricerca degli studenti migliorano nella misura in cui migliora anche il loro dominio della conoscenza. In particolare si assiste ad un incremento dell’utilizzo di risorse specialistiche, come i db bibliografici, e delle nozioni relative alla qualità delle fonti, ma che quest’incremento non è uniforme in tutte le discipline

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Ruolo del comportamento dei docentiRuolo del supporto e della formazione offerta dalle biblioteche

• Il Framework ha riscontrato che il ruolo svolto dai docenti nell’influenzare l’information behavior degli studenti è fondamentale

• Altro fattore emerso è che la formazione svolta congiuntamente da bibliotecari è docenti ha un maggior impatto sull’utilizzo delle risorse elettroniche rispetto alla formazione erogata o dai soli docenti o dai soli bibliotecari

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Conclusioni e raccomandazioni

Il modello d’information behavior istituzionale definisce un insieme di fattori che possono essere utilizzati da nuove ricerca a due differenti livelli

• Il modello può essere usato per identificare e definire lo scopo di studi successivi con riferimento ai fattori identificati (le differenze disciplinari, la pedagogia, ecc. e collocando il progetto rispetto agli altri studi analoghi)

• I fattori identificati dal modello possono essere utilizzati come un set di variabili da considerare nelle future ricerche sull’information bahavior

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Conclusioni e raccomandazioni

• Ad esempio ricerche future possono indagare sulle relazioni tra le discipline, tra i livelli degli studenti (triennali, specialistica, dottorandi) e l’information behavior, o l’impatto tra diversi livelli di convenienza in relazione all’accessibilità delle risorse digitali

• Inoltre definendo questi fattori di contesto e d’intermediazione, il modello offre anche lo spunto per studiarne l’interazione (non sono quella tra macro e microfattori, ma anche quella all’interno dei microfattori, e dei macrofattori)