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L’appuntamento del venerdì » Corriere del Ticino laRegioneTicino Tessiner Zeitung CHF 3.– con Teleradio dal 28 marzo al 3 aprile 13 numero 26 | III | 10 R EPORTAGE La Passione di Mendrisio AGORÀ Asili nido | LUOGHI Bernina Express | TENDENZE Auto e design
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Ticino7

Mar 22, 2016

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Numero 13 - Settimanale della Svizzera italiana
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REPORTAGE La Passione di MendrisioAGORÀ Asili nido | LUOGHI Bernina Express | TENDENZE Auto e design

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Leasing al 2,9% su tutte le A3, A5 e S5 Cabriolet fino al 30.4.2010.

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Il lato più bello dell’estate:Audi Cabrio a un tassod’interesse imbattibile.

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Agorà Asili nido. La punta di un iceberg? DI V. GERIG; A CURA DELLA REDAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . 4

Arti Musica. “Come sarà?”. Gli ottant’anni di Ornette DI GIANCARLO LOCATELLI . . . . . . . . . . . . . 6

Luoghi Bernina Express. Il “trenino rosso” DI ALESSANDRO TABACCHI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

Vitae Pablo Percelsi DI GAIA GRIMANI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Reportage La Passione di Mendrisio DI FABIO MARTINI; FOTO DI ALFREDO VALLI . . . . . . . . . . . . . 35

Tendenze Auto e design. Non decollare forse... volare! DI GIANCARLO FORNASIER . . . . . . . 40

Astri / Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

La democrazia nel paese delle banche

Lo “sconcerto” è un esercizio che inmolti si ri-trovano, loromalgrado, a praticare quasi quo-tidianamente: giornali, televisione e mediaelettronici in questo certo non si risparmiano,tante sono le notizie e gli esempi capaci didimostrare quanto sorprendente e ricca difantasia sia questa nostra realtà. La notizia deirecentissimi bonus distribuiti senza grossi pate-mi d’animo dalla maggiore banca del paese adalcuni dirigenti – e questo nonostante bilancidell’istituto non completamente risanati, cosìpare di capire... – ha alzato la solita levata discudi e l’indignazione della maggior parte deinostri rappresentanti a Berna. Naturalmentequalcuno riesce sempre a “rompere le righe”,giustificando le decisioni di società private,che in quanto tali sono libere di fare ciò chemeglio credono del loro denaro... o meglio,di quello dei loro azionisti – e in alcuni casi,visto l’aiuto statale ricevuto nonmolti mesi orsono – anche di tutti i cittadini-contribuenti.Il tempo, si sa, tutto lenisce e a distanza dipochi giorni siamo certi che nessuno più siricorderà delle “laute ricompense” per compitiche (e chi lo potrà mai negare) evidentementesono stati svolti nel migliore dei modi.Nella sua edizione del 5 marzo scorso, il setti-manale “Internazionale”, autorevole pubblica-zione italiana che traduce e propone “il megliodei giornali di tutto il mondo”, proponeva ai suoilettori un articolo dal titolo quanto mai esau-stivo: “Soldi e potere in Svizzera”. La lungainchiesta a firma dei giornali Mathias Nincke Daniel Binswanger era apparsa alcune setti-mane prima su “Das Magazin”, (“Die heimli-

che Macht des Geldes”, 6 febbraio), l’ottimoinserto del sabato di alcuni quotidiani svizzerotedeschi. Il tema dell’articolo? Inequivocabilesin dalle prime righe: “Molti parlamentarisvizzeri sono sul libro paga di aziende e gruppid’interesse. Ogni legame è dichiarato pubblica-mente ma nessuno sa quanto incassano i politici ecome sono influenzate le loro scelte”. Vi lasciamola (speriamo) curiosità di leggere e scoprire ilben oliato meccanismo tutto elvetico (connomi e cognomi di alcuni diretti interessati)che ha permesso e permette a gruppi privatidi influenzare pesantemente le scelte di unpaese che “sembra una democrazia normale”– parole dei due giornalisti –, ma crediamosia corretto proporvi almeno la conclusionedell’illuminante scritto: “I politici svizzeri nonsono né migliori né peggiori degli altri. E sicura-mente molti si impegnano al massimo. Eppure lafiducia nei loro confronti continua a diminuire.I politici perdono autorevolezza. E il sospetto chesiano corrotti sta mettendo a rischio la credibilitàdel sistema”. Tutto chiaro? Se qualcuno tra voinecessitasse di ulteriore “sconcerto”, consiglia-mo caldamente il lungometraggio Capitalism:A Love Story (2009) di Michael Moore. Giustoper farsi un’idea dei legami criminali frasistema bancario, grandi compagnie e classepolitica, legami che sono all’origine dell’attua-le crisi economica. Ma se questo non sembracompromettere le fortune del lobbismo, certoindica la fine della fragile e contrastata liasontra democrazia e capitalismo. E tra i due, nonc’è dubbio, scegliamo la prima.

Cordialmente, la Redazione

numero 1326 marzo 2010

Tiratura controllata89’345 copie(72’303 dal 4.9.2009)

Chiusura redazionaleGiovedì 18 marzo

EditoreTeleradio 7 SA, Muzzano

Direttore editorialePeter Keller

Redattore responsabileFabio Martini

CoredattoreGiancarlo Fornasier

Photo editorReza Khatir

Amministrazionevia Industria6933 Muzzanotel. 091 960 33 83fax 091 960 31 55

Direzione, redazione,composizione e stampa

Società Editrice CdT SAvia IndustriaCH - 6933 Muzzanotel. 091 960 31 31fax 091 968 27 [email protected]

Stampa(carta patinata)Salvioni arti grafiche SABellinzonaTBS, La Buona Stampa SAPregassona

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In copertinaIl Cristo e il Ragazzo porta-tazza.Mendrisio, Giovedì SantoFotografia di Alfredo Valli

Impressum

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Agorà

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Affidareunbambinoaunasilonidoèper il genitoreuna decisione importante e per gli operatori dellestrutture coinvolte una grande responsabilità. Ec-co che cosa è cambiato negli ultimi anni in Ticino equali passi si possono ancora fare per migliorare.Anche se il problema, forse, va cercato altrove…

I l 12 aprile si apre il processo sul tragico casodell’asilo nido “Baby Paradise” di Besso. Sono

passati cinque anni da quando è stata avviata l’in-chiesta sui presunti maltrattamenti nei confrontidei bimbi ospiti della struttura privata. Accusemolto pesanti per l’allora direttrice e il persona-le impiegato nella struttura, tra i quali stager informazione: violazione del dovere di assistenza,abbandono, coazione, lesioni semplici, vie di fattoe truffa. Ma si dovrà aspettare che si aprano le auledel tribunale per capire davvero l’entità delle accusee la responsabilità della principale imputata, che hasempre respinto buona parte degli addebiti.

Tra famiglia e attività lavorativaOggi, conciliare lavoro e famiglia è diventata unanecessità per molti genitori, e questo anche quandoi figli sono molto piccoli. Una decisione importan-te, quindi, da parte della famiglia e una responsa-bilità enorme per chi ospita e accudisce i bambiniper alcune ore al giorno. Nell’arco degli ultimi seianni il numero di asili nido è raddoppiato: oggi inTicino sono attive 45 strutture, con una maggioreconcentrazione nella zona di Lugano. Il sussidiocantonale copre il 40% della spesa per il personaleeducativo, il materiale didattico e la formazione, equesto sicuramente ha permesso l’aumento dellestrutture. Diversi sono gli enti coinvolti; l’ATAN,Associazione ticinese asili nido (www.atan.ch), cre-ata nel 2002, salvaguarda l’operato e gli interessidei nidi dell’infanzia in possesso di un’autoriz-zazione rilasciata dal Dipartimento della sanità edella socialità (DSS). La direttrice, Jacqueline RibiFavero, ci spiega e rassicura sui requisiti che devonoavere personale e struttura e ci conferma l’impegnodell’Associazione ad aumentare quella che ritienegià una buona offerta: “Forse c’è solo qualche zonameno coperta, penso alle Valli; ma stiamo lavorandoanche su questo fronte. Per il resto la situazione è buo-na”, assicura la direttrice.Per approfondire la questione e orientarci meglionella situazione attuale degli asili nido, abbiamorivolto alcuni quesiti a Marco Galli, responsabiledell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le fa-miglie e i giovani (UFAG; www.ti.ch/UFAG).

Signor Galli, l’UFAG verifica ogni due anni tuttii parametri imposti dalla legge. Ma, nell’arco diquesto tempo, vengono svolti anche controlli?“Sì, per legge l’ispezione è fissata ogni due anni. Maci giungono anche segnalazioni da parte di genitori o

dipendenti che riguardano questioni organizzative orelative all’alimentazione, per esempio. Allora noi ese-guiamo un monitoraggio, anche a sorpresa o ripetuto.Tra le iniziative, oltre all’apprezzata consulenza dellanostra operatrice, c’è anche quella di una consulentepedagogica che si reca all’asilo nido per effettuare unavalutazione socio-pedagogica e intraprendere quindi igiusti correttivi o miglioramenti”.

Come si comporta il Cantone per quanto riguar-da la formazione del personale all’interno degliasili nido?“Tutti i direttori hanno i diplomi richiesti, così cometutti i nidi ticinesi raggiungono pienamente i para-metri di legge di un educatore formato ogni tre unità.Negli ultimi due anni c’è stato poi un aumento dellaproposta formativa. Sono stati allestiti due corsi allaSUPSI, uno per responsabili nido e uno per educatoridi riferimento. Poi ci sono dei corsi base organizzati daCEMEA (Centri di esercitazione ai metodi dell’edu-cazione attiva, www.cemea.ch/programma, ndr.) peril personale non formato e dal 2009 anche un progettoformativo pensato appositamente per il nido. Tuttoquesto rappresenta uno sforzo condiviso per migliorarel’accoglienza dei bambini. Dallo scorso anno è attivoanche un corso realizzato dal Delegato cantonale allevittime di reato e all’ASPI, l’Associazione svizzera perla protezione dell’infanzia, per riconoscere i bambiniche vivono situazioni di disagio, che potrebbero aversubito abusi, maltrattamenti o negligenze e capire comecomportarsi”.

A proposito dell’argomento abusi, ad aprile siaprirà il processo relativo al caso dell’asilo “BabyParadise”. Che idea si è fatto a riguardo?“Dato che all’epoca non ero ancora in servizio, possoparlarle della situazione attuale: oggi, in Ticino, ci sono2.500 bambini che frequentano settimanalmente ilnido, una volta o cinque giorni la settimana. Accudirei bambini è una grande responsabilità e i casi proble-matici riscontrati sono rarissimi e, per fortuna finora,non gravi; mi sento di dire sicuramente minori di quelliche avvengono presso il domicilio in famiglia. Il numerodel personale è adeguato a seguire il numero di bambiniospitati. Oggi è decisamente aumentata e migliorata laformazione continua e le iniziative registrano ogni voltail tutto esaurito. Significa che l’adesione dei nido è moltoalta e che c’è una grande disponibilità a migliorare. Pernoi, inoltre, è importante anche l’occhio del genitore:esortiamo sempre a segnalare dubbi o inadempienzeall’asilo nido stesso o al nostro Ufficio”.

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Oggi affidare un bimbo al nido, atempo pieno, per cinque giorni, costa800–1.200 franchi. Sarà possibile in fu-turo diminuire il prezzo delle rette?“Le rette in Ticino sono più basse rispettoal resto della Svizzera, così come del restogli stipendi. La questione delle rette è dicompetenza dei singoli nidi e in fase diapprofondimento, per una possibile omo-geneizzazione anche all’interno della stessaATAN. È anche in corso una petizioneal Gran Consiglio per valutare eventualiaumenti dei sussidi cantonali. Attualmen-te, il contributo cantonale è infatti già ilmassimo di quello che ci consente la legge.Di conseguenza, le rette possono essere di-minuite solo con un maggiore impegno diCantone e Comuni. Il pallino al momentoè quindi in mano ai politici...”.

Un’offerta “viziosa”?Sin qui la posizione istituzionale. Ma laquestione asili nido rimane senza ombradi dubbio un problema aperto. Il proli-ferare di formazioni e semiformazioniche dovrebbero garantire una qualitàdell’accompagnamento per questi bim-bi rappresenta certamente un passoavanti rispetto a quanto è avvenuto inprecedenza. E il già citato caso dell’asilonido di Besso prova come la presenza dipersone con una formazione genericae non mirata possa portare a maltrat-tamenti e incuria. Un corso CEMEAo alcuni mesi di formazione presso laSUPSI offrono le necessarie garanzie?Al di là del fattore “personale”, colpisceil problema dei costi per la famiglia. Persettimana lavorativa, come detto, questivariano per singolo bambino, dagli 800ai 1.200 franchi, valori che si traduconoin una cifra oscillante tra 3.200 e i 4.800franchi al mese… anzi, per soli 20 giornilavorativi. Valori assolutamente non ir-rilevanti e che per molti rappresentanoquasi un salario mensile. Oneri finan-ziari che il Cantone lenisce attraverso

la Legge sugli assegni familiari (LAF),la stessa che mira a evitare “che i costidiretti dei figli siano causa di povertà” peri genitori. Un discorso a parte andrebbeaperto rispetto alla retribuzione offertaal personale che opera in queste struttu-re, in particolare in quelle private, dove“i salari medi per il personale non formatoè inferiore ai 2.500 franchi mensili lordi” (siveda “Salari allarmanti negli asili nidoprivati” di Rezia Boggia, 2008; consulta-bile all’indirizzo www.vpod-ticino.ch).In senso più generale fa riflettere il nu-mero delle strutture e la loro crescita.Nel classico esempio dell’uovo e dellagallina, è necessario riflettere sul nume-ro di queste strutture (e la loro necessità),luoghi dove sono presenti bimbi conetà anche inferiori ai 24 mesi di vitache trascorrono momenti essenziali delloro sviluppo lontani dall’affetto del nu-cleo genitoriale. Testimonianze raccoltetra il personale che opera in strutturedell’area di Lugano, sollevano alcunidubbi sulla reale necessità di alcunemadri di lasciare i loro figli in strutturediurne e, non di rado, per tempi piùestesi rispetto a quanto normalmenteofferto. La motivazione? Poco chiara,ma spesso legata al bisogno “di avere deltempo”, ma anche perché si “annoiano astare in casa” con i propri figli. Tanto chequalcuno si lancia, nell’imbarazzo gene-rale, in affermazioni del tipo: “Ma non viannoiate (voi educatori, ndr.) a stare tuttoil giorno con i bambini? Come fate a tro-vare sempre qualcosa da fargli fare…?”. Inquesto senso, forse, è una vera fortunaesistano almeno gli asili nido…

Educare: il “solito” valore socialeLa crisi dell’impianto familiare è senzaombra di dubbio uno dei grandi enigmiche ci ha lasciato il XX secolo. Oggi piùche mai il problema dell’educazione deifigli e la capacità di formare degli adulticompleti sono temi che non possono

essere risolti attraverso il gioco delloscarica barile fra famiglia-Stato-struttureprivate. L’assunzione di responsabilitànell’educazione degli adulti di domanisembra, purtroppo, sempre più unaquestione “di Stato” piuttosto che unaresponsabilità soggettiva e strettamen-te genitoriale. L’aumento costante didivorzi e separazioni, la profonda crisidel nucleo familiare come punto di ri-ferimento per il bambino e il ragazzo, ilprocesso di “adolescenzalizzazione” deigenitori (eterni trentenni tinti e liftati),la mancata responsabilizzazione di ge-nitori che non hanno il benché minimocontrollo dei figli (con questi ultimi chesi ritrovano a volte a gestire genitori allaricerca di loro stessi), rappresenta unafiliera che certamente non conducelontano. Siamo forse tutti vittime di unsistema che ha posto la realizzazionepersonale oltre la crescita sociale e col-lettiva? Che cosa significa oggi mettereal mondo dei figli? Quale valore affet-tivo rappresentano per noi stessi? A checosa sappiamo rinunciare in funzionedi una loro crescita completa? E, soprat-tutto, è davvero così economico per loStato finanziare strutture come gli asilinido che assolvono a un’educazione deisentimenti che genitori troppo “impe-gnati” sembrano non essere in grado digarantire…?Ricordava il filosofo e psicanalista Um-berto Galimberti in un’intervista delmaggio 2009: “La cultura passa attraversoi canali emotivi. La scuola si deve impe-gnare a curare l’emotività degli studenti, afargli conoscere i sentimenti, il paradigma,il modo con cui si evolvono, (…) ma se nonsi accede alla dimensione emotiva non sipuò arrivare neanche a quella intellettuale”.Sarebbe bene che di queste “dimensio-ni” se ne occupassero i genitori, conun’educazione appropriata e attraversola partecipazione a corsi specifici. Madedicati a loro, non ai figli.

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Arti

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guendo i principi dell’Armolodia ogni musi-cista concorre a quella che Coleman chiama“improvvisazione compositiva”, un processonel quale l’armonia diventa melodia chediventa a sua volta armonia, dove vengonosuperati, interscambiandoli di continuo, iruoli che tradizionalmente siamo abituatiad assegnare a ogni strumento.Al contrario di molti altri musicisti la pro-duzione discografica di Ornette Coleman siè fatta col passare degli anni più sporadica,l’ultimo (capo)lavoro Sound Grammar è statopubblicato nel 2006, ma registrato dal vivoin Germania nel 2005, e il precedente risaleaddirittura al 1996.Da quel momento sono passati ormai cin-que anni durante i quali lo si è potutoriascoltare dal vivo, riconfermando ognivolta il suo valore, con il nuovo quartettocomposto dai due contrabbassisti TonyFalanga e Greg Cohen e dal figlio DenardoColeman alla batteria.Come è stato scritto, Ornette Coleman si

pone come un eternoallegro studente, pro-motore di una rivo-luzione continua, nelpiccolo o nel grande,sempre alla ricerca diquel particolare in gra-do di rendere di nuovoviva la musica, le per-

sone che la suonano e quelle che hanno lafortuna di ascoltarla. Augurandogli buoncompleanno – ha compiuto ottant’anni loscorso 9 marzo –, non possiamo non chie-derci quando avremo il piacere di ascoltareuna nuova pubblicazione e delle sorpreseche, come sempre, saprà offrirci.

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Quando stiamo per rinno-vare la casa in cui viviamo,cambiare lavoro o più sempli-cemente aspettiamo l’uscitadell’ultimo numero di unaserie a fumetti, capita spessodi soffermarsi e chiedersi:“come sarà?”. Questo parti-colare stato d’animo, fatto disperanze e curiosità, aspetta-tive e desiderio di sorprese, ètipico di ogni appassionatoche si accinge all’ascolto delnuovo cd di uno dei musicistipreferiti; ed è l’equilibrio franovità e sonorità riconosci-bili, fra “vecchio” e “nuo-vo” che gratifica o sconcertal’ascoltatore.Alcuni musicisti rielaboranogli stessi materiali con inven-tiva ed entusiasmo per tuttala loro carriera, trovando lanovità nei particolari, nellepiccole sfumature. Altri han-no bisogno di grandi cam-biamenti per sentire che lamusica che fanno si mantie-ne viva e per non cadere nellaroutine. È comunque la capa-cità di rinnovarsi, nel piccoloo nel grande, che tiene attivoil rapporto fra un musicista eil suo pubblico più esigente.Ornette Coleman rappresen-ta in questo senso un casoesemplare. Proviamo a riper-correre velocemente la suacarriera.

Coleman è stato uno dei pa-dri fondatori del free jazz,suo è l’omonimo disco FreeJazz appunto, che ha datoil nome a quel movimento,ma è stato anche promoto-re dell’incontro con sonori-tà orchestrali di tradizioneclassica, ricordiamo Skies ofAmerica e il più recente TheNaked Lunch; ha esploratoun polistrumentismo a tuttotondo, oltre al sax contral-to, in qualche occasione iltenore, suona infatti anchetromba e violino; ha utiliz-zato sonorità elettriche, rocksenza mai perdere la propriacifra stilistica e ha inglobatonei suoi gruppi strumentistiprovenienti da altre culture,come, per fare qualche esem-pio, le percussioni africane, le

tabla indiane o le launeddassarde. È infine promotore diuna concezione musicale cheè anche una visione del mon-do, l’Armolodia, un’idea diorganizzazione dei suoni cosìcome una filosofia di vita. Se-

DischiOrnette ColemanBeauty is a Rare ThingRhino Atlantic, 1993Oltre a un prezioso volu-me di settanta pagine, sonoraccolte in sei cd tutte leregistrazioni di Coleman perla Atlantic Records degli an-ni 1959–1961, comprese ledue take di Free Jazz.

Ornette ColemanSound GrammarSound Grammar,2006Ultima uscita discografica diOrnette Coleman, registra-to dal vivo in Germania aLudwigshafen il 14 Ottobre2005. Il titolo dell’album èanche il nome della nuovaetichetta discografica di Or-nette Coleman.

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All’età di ottant’anni Ornette Coleman non haancora smesso di solleticare la curiosità dichi lo ama. E per chi ha seguito la sua evo-luzione artistica, l’uscita di un nuovo lavoroe ogni suo concerto sono eventi in grado ditrasmettere emozioni indimenticabili

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Henry ThreadgillMakin’ a MoveColumbia, 1995

Classe 1944, originario diChicago, Henry Threadgillrappresenta una delle vocipiù interessanti nel panora-ma della musica americanacontemporanea. Avrei potutoparlare di jazz ma il termi-ne apparirebbe riduttivo allostesso Threadgill visto che,come lui stesso dichiara: “Iocompongo e suono musica…jazz, musica orchestrale di tradi-zione europea, musica religiosaamericana, nera e bianca, mu-sica da banda, insomma tuttii generi di musica funzionale.Musica”. Afroamericano, natoin una famiglia di musicisti,ha subìto fin da bambino ilfascino delle diverse tradizio-ni musicali che le variegatecomunità presenti nellawindycity avevano portato con sé:polacchi, messicani, ebrei, sla-vi ma anche la musica count-

ry-western oltre ovviamenteal gospel, al blues e al jazz. Ac-costatosi al sassofono durantegli studi superiori, entra incontatto con RoscoeMitchell,Steve McCall, Donald Myrick(che diverrà poi il sassofonistadegli Earth, Wind and Fire),Threadgill ha inoltre mododi appassionarsi alla musicadi Sun Ra oltre a solidarizzarecon il gruppo di musicisti concui formerà la mitica AACM(Association for the Advance-ment of Creative Musicians),fra cui Anthony Braxton, Jo-seph Jarman, Muhal RichardAbrams, Malachi Favors e ilgià citato Roscoe Mitchell.Diplomatosi in flauto, studiacomposizione classica con lamitica Nadia Boulanger, verae propria creatrice di talen-ti del Novecento musicale.Nel 1970 dà vita al trio Air,

insieme al batterista SteveMcCall e al contrabbassistaFred Hopkins, un gruppo chesegnerà un’epoca per inventi-va e capacità di integrazione.Con il trasferimento a NewYork, avvenuto intorno al-la metà degli anni Settanta,Threadgill entra in contat-to con Bill Laswell e, con laproduzione di quest’ultimo,fonda una serie di particolariensemble. Fra questi emergeil Very Very Circus compostooltre che dal suo sassofonoalto, da due tube, un cornofrancese, due chitarre elettri-che e una batteria. Ne derivaun impasto timbrico partico-lare, da piccola orchestra, dicui Makin’ a Move offre unasquisita testimonianza. Sono-rità acustiche ed elettriche sifondono con sapienza in unclima teso e drammatico in

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siasmanti creazioni tecnologiche del Nove-cento. Quest’anno il trenino rosso festeggiail suo centenario: è infatti dall’estate del 1910che questo eroico drappello di vagoni fa sue giù a fianco del Pizzo Palù costeggiandopaesaggi memorabili, e nemmeno i rigoridell’inverno e le nevicate spettacolari chealbergano lassù l’hanno mai fermato.Culmine della tradizione ingegneristica fer-roviaria ottocentesca, il trenino rosso delBernina vide la luce negli anni del progressoinarrestabile, dominati dal positivismo e dalsenso di euforia, della “belle epoque”. Era-no gli anni della danza sull’orlo dell’abissodella prima guerra mondiale, ma oggi questacostruzione non ci riporta alla mente oscuriricordi, piuttosto ci lascia allibiti per la suaincantevole riuscita. Il trenino rosso apparestraordinariamente ben inserito nel paesag-gio, cosa notevole per una costruzione cheprecede di un buon mezzo secolo la nascitadi una coscienza ecologica nell’architetturae nell’ingegneria. Forse anche per questo nel2008 la linea ferroviaria è stata inserita nelPatrimonio Mondiale dell’UNESCO.La traversata col trenino rosso è particolar-mente emozionante se effettuata alla finedell’inverno o all’inizio della primavera,quando si può percepire la grandiosa diffe-renza fra un fondovalle già verde dei germogli»

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Anche se ufficialmente ilsuo nome è Bernina Express,per tutti è semplicemente il“trenino rosso”. La linea fer-roviaria che collega Tirano inValtellina a St. Moritz in En-

gadina (proseguendo poi perCoira), salendo fino al passodel Bernina e lambendo da vi-cino il più imponente gruppomontuoso delle Alpi Centrali,è una delle più strane ed entu-

Nel cuore delle Alpi Retiche è possibiledialogare coi ghiacciai e con le vette delGruppo del Bernina, restando comoda-mente seduti all’interno di una carrozzapanoramica

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FordFiesta ora con ESP. Le scattanti cittadine Ford adesso con leasing a

Il Bernina Express (foto di D. Silvestri tratta dal sito www.panoramio.com)

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novizi e le cime e i ghiacciai ancora avvoltinel bianco. Alla stazione dell’Alpe Grum pos-siamo godere lo spettacolo rabbrividente delGhiacciaio del Palù, con imponenti cascatedi ghiaccio che incombono a valle e incuto-no all’osservatore un senso di desolata ma

esaltante wilderness (è il latomeno frequentato di tutto ilmassiccio del Bernina). Finoa primavera inoltrata al Passodel Bernina – dove il trenoraggiunge i 2.253 metri s.l.m.,il punto più alto toccato inEuropa da una ferrovia senzacremagliera – il bianco domi-na sovrano, e, se le nevicatesono state abbondanti, saràmolto difficile riconoscere leforme del Lago Bianco e delLago Nero sprofondati sotto laneve e gelati. Da qui, se si stascendendo verso l’Engadina,– facendo finta di non vederel’orrore turistico della funiviadella Diavolezza e delle infi-nite macchine parcheggiateal suo ingresso –, man manosi aprirà alla nostra vista ilVallone del Morteratsch, colsuo ghiacciaio rinserrato frala corona delle cime più altedel gruppo del Bernina. Chiinvece proviene da St. Moritzpuò godersi lo spettacolo pocodopo aver lasciato Pontresi-na. Una visione grandiosa che

LibriLuca MerisioEngadina. Le più belleescursioniLyasis Edizioni, 2005St. Moritz, luogo di partenzae arrivo del trenino rosso, èil cuore dell’Engadina, vallericca di meraviglie naturali:un volume per chi desideraesplorarla con l’ausilio di unavalida guida, arricchita daottime foto.

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mozza il fiato. Tanto che i costruttori dellaferrovia progettarono una fermata proprioall’imbocco della valle. Non c’erano, e non cisono, paesi da servire, solamente la curiositàdel viaggiatore che vuole scendere e proce-dere in un paesaggio da sogno. In un’ora dipasseggiata, su sentieri e stradine sempre bentracciate, si raggiunge la fronte del ghiacciaio(nel 1910 bastavano dieci minuti) e si puòtoccare con mano il ghiaccio che nei secoli siè fatto vetro lucente. Uno spettacolo che i no-stri nipoti forse non potranno più vedere neiprossimi decenni, a causa dello spaventoso re-gresso dei ghiacciai a seguito del riscaldamentoglobale. Andiamoci subito, allora, godendo diun raro connubio fra l’ingegnosità umana e lasfrontata bellezza della Natura.

Il ghiacciaio del Morteratsch (da www.wandersite.ch)

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Vitae

10

Pablo

Per

celsi

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Sono nato nel 1979 aSorengo da genitori

espatriati dalla profonda pia-na del Po. Ho sempre avutouna passione per i viaggi, sti-molata dalla lettura di gran-di romanzi. Mi sono anchesempre piaciute moltissimole carte geografiche e credo cisia stato un periodo, da bam-bino, in cui desideravo fareil pirata. Entrare a far partedella Croce Rossa, dopo lafacoltà di Scienze politiche aLosanna, è stato uno sbocconaturale della passione per iviaggi. Terminata l’universi-tà, ho compiuto uno stage disette mesi alla Croce Rossa aGinevra, lavorando agli archi-vi che, a dispetto del nome,sono un reparto vivace, riccodi documentazioni relative atutte le vecchie missioni; inparticolare ho avuto accessoa quelle della guerra dei seigiorni, della guerra del Kip-pur e del Sudafrica, e ho potu-to leggere la corrispondenzaautografa di Kissinger, ArielSharon, Golda Meir e tutti ipersonaggi che hanno fattola storia di quegli anni.Ho cominciato a partecipa-re alle missioni operativenel 2006. La prima è stata inCosta d’Avorio, paese divisoin due tra i ribelli, che con-trollavano il nord e le forzegovernative al sud. Il nostrolavoro laggiù consisteva invisite ai prigionieri, affinchéfossero loro garantite le con-dizioni materiali di sopravvi-venza e potessero avere con-tatti con il mondo esterno, inparticolare con la loro fami-glia; sembra poco, ma non loè. Inoltre mi occupavo anchedel comportamento delle for-ze armate rispetto alla popola-zione civile.La seconda missione è statanella Striscia di Gaza, dovesono rimasto per quasi 14mesi, lavorando esclusiva-mente nelle prigioni pale-stinesi. La Striscia di Gazaè completamente in manoall’autonomia palestinese evi sono arrivato nel febbra-io 2007 con una situazioneche vedeva Fatah controllaretutta la striscia e i cui prigio-

nieri politici erano legati aHamas. Durante i primi mesidella missione è scoppiata laguerra civile, durata quattrosettimane e alla fine Hamasha preso il controllo della Stri-scia. Allora il rapporto di forzeall’interno delle prigioni si ècompletamente capovolto: iprecedenti prigionieri politi-ci sono diventati i carcerierie i carcerieri sono diventatii prigionieri politici. Poi c’èl’altro conflitto, quello isra-elo-palestinese e spesso sonostato di supporto ai colleghiper documentare le incursio-ni israeliane da un lato e gliscontri interni tra palestinesidall’altro. Gaza è un contestogeografico minuscolo, fisica-mente tutto è vicino a tutto equindi i rischi a cui si è espo-sti sono particolarmente ele-vati. Pur essendo stata la piùpericolosa, dal punto di vistaumano è la missione che miha appassionato di più.Dopo mi sono spostato, sem-pre in un contesto arabofo-no, ma in Darfur che è unluogo completamente diver-so, dall’estensione enorme:io da solo, con alcuni colle-ghi, coprivo un territorio cheè quattro volte la Svizzera.

Il mandato prevedeva viaggidi settimane nel deserto invisita a comunità sperdute, aincontrare i capi tribali, con icolleghi sudanesi che tradu-cevano nelle lingue del posto.Prima che io arrivassi, ci sipotevamuovere nel paese conestrema facilità senza nessunproblema di sicurezza. Colpeggiorare del conflitto, però,i gruppi ribelli hanno comin-ciato ad attaccare i convogliumanitari per procurarsi autoemezzi di comunicazione checonsentissero loro di domi-nare il territorio. Sono statofortunato, perché non homaiavuto un incidente, ma adaltri è andata diversamente.Il mio capo di allora è statorapito quasi alla fine della suamissione ed è da quattro mesinelle mani dei ribelli, un altrocollega è stato rapito in Ciad,è rimasto prigioniero tre mesied è stato liberato solo pocotempo fa. Il problema di que-

sta terra è che non c’è legge, i territori sonoenormi e difficili da controllare. Da ultimosono stato in Sri Lanka, dove ho vissuto unmomento storico per il paese: la fine di unaguerra, a maggio 2009, che perdurava datrent’anni fra il governo cingalese e le tigritamil. Noi, come Croce Rossa, eravamo sul-la linea del fronte: soccorrevamo i feriti, litrasportavamo lontano dalle zone a rischioe contattavamo entrambe le parti per farsì che un minimo di diritto fosse garantitosoprattutto alle popolazioni civili che eranobloccate dai due gruppi belligeranti. Qui inparticolare ci siamo dovuti adattare a unasituazione di cambiamento rapido e repen-tino in un paese che stava vivendo una con-dizione totalmente nuova alla ricerca di unequilibrio tra la maggioranza cingalese, laminoranza tamil e quella musulmana.Una delle sfide più interessanti per me è pro-prio questa: cambiandomissione ogni anno,riuscire ad adattarmi a contesti e culturediversi. Adesso, per esempio, sono in parten-za per l’Afghanistan: lì sarò capo del nostroufficio a Mazar-I-Sharif, a nord, storicamen-te luogo di opposizione ai talebani. Già nonvedo l’ora di iniziare. Amo questa professioneche mi ha dato la possibilità di viaggiare, dimuovermi, di accedere a contesti che a moltisono interdetti. Ho lavorato con colleghi di25 nazionalità diverse con modi di pensare,di agire, di vivere completamente differentidai miei. Imparare ad adattarsi non è facile,ma nel mondo futuro bisognerà affrontare erisolvere proprio questo: vivere in pace congli altri senza perdere la propria identità.

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Da “pirata” a delegato internazionale del-la Croce Rossa. La passione per i viaggidiventa un’occasione per porsi al serviziodelle popolazioni afflitte dalle guerre eda situazioni politiche difficili

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La Passione di Mendrisiotesto di Fabio Martini; fotografie di Alfredo Valli

Da quasi trecento anni la settimana che culmina nella Domenica di Pasqua viene

celebrata a Mendrisio con due importanti funzioni: la rappresentazione popolare

della Via Crucis, il Giovedì Santo, e la processione solenne del Venerdì.

Una tradizione che attesta non solo il legame profondo del popolo ticinese

con la confessione cattolica ma che, nei suoi aspetti meno noti, racconta la storia

di queste genti e del loro territorio

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Aosservarla oggi – modernoagglomerato urbano no-to ai più per i suoi centricommerciali e per la ca-sa da gioco degna, nelle

anacronistiche forme di antico tempio,di una Las Vegas di provincia –, la cittàdi Mendrisio non pare invogliare allavisita. Ma è sufficiente uscire dall’auto-strada, che la cinge con un’ampia cur-va, e addentrarsi nel vecchio borgo perscoprire dimensioni inaspettate. Con lesue antiche case ben tenute, i suoi vicolie le sue chiese – San Giovanni, SantaMaria delle Grazie, Santi Cosma e Da-miano, San Francesco –, Mendrisio hasaputo conservare una propria integritàe una sua bellezza, malgrado la diffusio-ne urbanistica circostante, in molti casicaotica e discutibile. Ed è proprio questoborgo, oggi celato alla vista del frettolosoviaggiatore, a fare da suggestivo scenarioalle due funzioni che ogni anno, nellegiornate del Giovedì e del Venerdì Santo,trasformano l’operosa cittadina ticinesein un grande teatro a cielo aperto oltreche in luogo di devozione e preghiera.Procediamo con ordine, anche perchéi due eventi, come ben suggeriscono glistorici, hanno storie, caratteri e significatispecifici e distinti.

Il Giovedì SantoLa rappresentazione del Giovedì Santo– detta anche la funziún di Giudée, incui il termine giudée allude sia al giornodella settimana sia ai giudei, consideratitradizionalmente come i responsabilidel supplizio di Cristo – nasce, probabil-mente, nel corso della seconda metà delSeicento come attesta un documento del1697. L’organizzazione era affidata allaConfraternita del Santissimo Sacramen-to, associazione laica istituita nel 1585presso la parrocchiale dei Santi Cosma eDamiano. Concepita come processionea carattere penitenziale in preparazionedella Pasqua, con il tempo la funzione delGiovedì andò mutando in vera e propriarappresentazione scenica della Via Crucis,concepita però al di fuori di ogni rigoredottrinale. Il tutto aveva inizio con la cac-cia a Gesù compiuta nelle vie del borgodalla cosiddetta Turba giudaica. Una voltacatturato e caricato del peso della croce, ilCristo, vestito di rosso e coronato di spi-

ne, veniva trascinato per le vie attorniatodal gruppo dei finti giudei, inneggianti alsupplizio. Seguivano i due ladroni e incoda al corteo, i sacerdoti, quindi Pilatoed Erode, quest’ultimo attorniato dai suoipaggi. A partire dal 1793 iniziano però a

giungere le prime critiche per i costuminon consoni, l’atteggiamento irriverentedella turba, la presenza di persone nonautorizzate, lo scarso contegno della folla,critiche che proseguiranno per tutto ilcorso dell’Ottocento fino al secco comu-

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nicato del 1895 – “Il Municipio proibiscealla Turba giudaica del Giovedì Santo discorrere per il paese prima della processioneserale” – e alla definitiva riorganizzazionedel 1898, data fissata come primo cente-nario delle due processioni.

La rappresentazione attuale, che segueun tragitto invariato – dalla chiesa diSanta Maria a quella di San Giovanni,fino al convento dei frati cappuccini eritorno –, nonostante l’evidente codifi-cazione, ha saputo conservare il carattere

popolare e un’indubbia capacità di sug-gestione sugli spettatori che nella seradel Giovedì Santo si accalcano numerosilungo le strade del borgo. Ma la funziúndi Giudée è anche un momento centralenella vita dell’intero paese che si ritrova

In apertura di reportage: la lettura della Bibbia alla luce delle torce, sullo sfondo di uno dei trasparenti. Un’immagine suggestiva in cui presente e passato,rappresentazione teatrale e figurativa si fondono a produrre un’unica, inaspettata realtà

In queste pagine: il Cristo fa il suo ingresso sotto il peso della crux immissa e fustigato da un soldato con un ramo fiorito. Alle sue spalle la Turba giudaicalo sbeffeggia, inneggiando al supplizio. È forse il momento più toccante e drammatico della rappresentazione del Giovedì Santo

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a partecipare in prima persona – chi come perso-naggio di rilievo, chi come semplice comparsa,chi come addetto alla vestizione dei personaggi– all’evento che ha segnato in modo indelebilela storia culturale e religiosa dell’Occidente. Unasorta di catarsi, di corteo chiassoso e popolaresco,in attesa della processione del giorno seguente,contrassegnata invece da una rigorosa e precisa“partitura” dottrinale.

Il Venerdì SantoLa processione del Venerdì fu ideata probabilmen-te alla metà del Seicento dall’ordine dei Servi diMaria (o Serviti), congregazione religiosa fondataa Firenze il 15 agosto del 1233 e dedicata al cultodella Vergine Addolorata. Giunti in Ticino dallaSpagna fin dal 1451, i Serviti assunsero una par-ticolare rilevanza nel corso della Controriforma.

La loro particolare devozione alla Madonna – lacui figura non ha rilevanza nella teologia prote-stante – li rendeva idonei a fare da avamposto delcattolicesimo in un’area, come quella elvetica,culturalmente e socialmente tentata dalle sugge-stioni del protestantesimo e del calvinismo. Vadetto però che la comunità servita di Mendrisio,che aveva la sua sede presso l’Ospizio dei poveridi San Giovanni, proprio nel corso del Seicento,fu al centro di scandali e intrighi, culminatinell’assassinio, da parte di un gruppo di con-fratelli, del priore Alfonso della Torre durantela Settimana Santa del 1641. Non è dunque daescludere che la solenne processione del Venerdìsia stata voluta proprio come segno di espiazionee di rilancio dell’impegno religioso ed educativodella congregazione.La processione attuale non si discosta probabil-

In alto:i lampioni, o fanali

come venivano chiamatiin passato, sono prontiper essere presi in con-segna dai bambini e dairagazzi che, con gli abitida chierichetti, sfilerannoper le vie di Mendrisio nel

corso della processione

In basso:la tecnica di costruzionedei lampioni era analogaa quella dei trasparenti:

le immagini, con i simbolidella croce e scene dellaPassione, venivano infattirealizzate su tela cerata.

Le forme sono assai varie:rombi, esagoni, cilindri,

globi, croci ecc.

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mente di molto da quanto avveniva in passatoe adesso come allora è caratterizzata da quattroprincipali elementi: la statua del Cristo morto,datata al 1670; l’effige della Vergine Addolorata,una “Madonna vestita” risalente alla prima metàdel Settecento e costituita da una sorta di mani-chino addobbato con abiti ricchi e sontuosamentericamati; i lampioni luminosi portatili, introdottidai Serviti e importati dalle processioni spagnole,e, infine, i cosiddetti “trasparenti”, veri e propriquadri notturni illuminati dall’interno, collocatilungo il percorso e raffiguranti le scene salientidella Via Crucis.Il risultato è stupefacente e suggestivo. Come haben scritto Giorgio Lazzeri in un suo saggio dedi-cato alle processioni di Mendrisio e ai trasparenti(G. Lazzeri et al., Le processioni storiche di Mendrisio,Armando Dado editore, 1998, p. 107), “Questa

singolare e unica coreografia notturna aveva lo scopodi illuminare il percorso delle processioni, ma soprat-tutto di creare un clima di riflessione, di meditazionee di preghiera”. Il passaggio delle Confraternitecon gli strumenti della Passione – fra cui la manoguantata di ferro per ricordare gli schiaffi dati aGesù dai soldati –, i misteri del Rosario, rappre-sentati da lampioni luminosi, la statua del Cristomorto seguita dagli Angioletti e dalle Fanciullebiancovestite, e infine l’effige della Vergine, conle sette spade conficcate nel cuore a memoriadelle sette pene che ella affrontò nel corso dellavita, rappresentano i momenti salienti di questaprocessione che certo, per le sue singolari caratte-ristiche, e l’atmosfera quasi visionaria, testimoniadi una devozione profonda e sentita oltre che diun rapporto privilegiato delle nostre popolazionicon la propria tradizione storica e culturale.

In alto:la processione sfila frale vie dell’antico borgo.Oltre ai lampioni,i partecipanti sorreggonocartelli storici con brevitesti tratti dalle SacreScritture

In basso:il momento culminanteè rappresentato dalpassaggio della VergineAddolorata, la cui effigeviene utilizzata fin dal1741. Diversamente daquanto si è portati apensare, non si trattadi una statua ma di unastruttura in legno, dotatadi testa e mani e rivestitada uno sfarzoso manto.Le luci provenienti dalbasso e l’ondeggiamentodovuto al trasportoa spalla, contribuisconoad accentuare l’espressionedi dolore sul volto

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Quanto l’industria automobilistica ami “scavare” nelproprio passato stilistico è cosa nota. Non passa infattianno che i repartimarketing e i centri stile dei più cono-

sciuti e storici marchi presentino ai saloni di mezzo mondorivisitazioni in chiave ipertecnologica di modelli entrati nellastoria dell’auto, vuoi per l’innovazione che quelle soluzioniportavano al mercato, vuoi per la riconoscibilità che ancoraoggi quelle automobili indiscutibilmente hanno. Per qualcheragione gli anni Cinquanta e Sessanta sembrano andare perla maggiore, in particolare in questi ultimi mesi. Si veda, peresempio, le recenti 911 Sport Classic e Boxster Spyder in casaPorsche; senza considerare il decennale sforzo alla Ford perfar ribattere i cuore degli appassionati alla riproposizione delladicitura “Shelby” sulle nuove Mustang e le classiche cromiebianco-blu. La nuovissima Mercedes SLS AMG è, per alcuniversi, l’interpretazione in chiave tedesca di questa tendenza.È sufficiente osservarla: anche i meno attenti avranno notatola particolare apertura delle porte ad “ali di gabbiano”, un pre-ciso richiamo alla storica 300SL (acronimo di Sport e Leicht),vittoriosa due posti nata per le competizioni e prodotta tra il1954 e il ’63. Ma nel caso della SLS AMG il richiamo storico-stilistico pare proprio non bastare. Innanzitutto perché quellaprodotta non è una “semplice” e lussuosa Mercedes. La SLS èprima di tutto un progetto esclusivo AMG, il reparto sportivodella casa della “stella a tre punte” che accoglie al suo internotecnici e ingegneri che provengono dalle competizioni (dateun’occhiata alle ultime “Black Series”, come la CLK63 AMGo la strepitosa SL65 AMG per capire di cosa stiamo parlando).

La sigla AMG è dunque sinonimo di prestazioni, oltre che diricerca; due aspetti che in quest’auto certo nonmancano. Chitra voi l’ha potuta ammirare al recente Salone di Ginevra sene sarà accorto, anche se il meglio la SLS (come spesso av-viene per le sportive di razza) lo nasconde sotto il cofano e ipassaruota. Poche “dritte”, ma che parlano da sole: il motoreè l’affidabile 8 cilindri a “V” in lega di alluminio da 6.208cmc – lo stesso che equipaggia le C63 AMG del Campionatoturismo “Superstars”, in pista a Monza il 28 marzo –, qui acarter secco, una soluzione tecnica tipicamente “corsaiola” chepermette di eliminare la coppa dell’olio, i problemi di lubri-ficazione in condizioni di gara estreme, un posizionamentopiù basso del motore con conseguente abbassamento del ba-ricentro della vettura; la doppia frizione permette cambiatedei rapporti nell’ordine dei 100 millesimi di secondo e senzaavere nessuna perdita di spinta. Per una ottimale distribu-zione dei pesi – fondamentale nelle competizioni – lo stessocambio è posizionato al posteriore e l’albero motore è in fibradi carbonio per un peso di 4 kg e poco più… Potremo andareavanti di questo passo, e riempire pagine raccontandovi diquanto “preziosi” siano gli interni, efficace lo schema dellesospensioni, ricercata l’aerodinamica sopra e sotto la scocca,potente l’impianto frenante con i suoi dischi anteriori da 390mm (su richiesta anche carboceramici)…Ma non vi vogliamoannoiare: anzi, se a partire da sabato siete “dalle parti” di Lu-gano sud-Grancia, date un’occhiata alle vetrine dell’agenziaMercedes che si affaccia sulla strada. Potreste vedere appolla-iato un “gabbiano”… che vola, certo, ma non decolla.

NON DECOLLARE FORSE... VOLARE!| Tendenze p. 40 | di Giancarlo Fornasier |

MERCEDES SLS AMG 2010

Motore: V8 di 6.208 cmc; 571 Cv a 6.800 giri/min. Coppia: 650 Nm a 4.750 giri/min.; 0–100 Km/h in 3,8 sec. Peso: 1620 Kg.Rapporto peso/potenza: 352 Cv/tonnellata. Cambio: a doppia frizione a 7 marce con “paddle” al volante. Telaio: in alluminio;

motore in posizione anteriore-centrale; trazione posteriore; differenziale a scorrimento limitato; ABS ed ESP.

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Che cosa fa di una rivistadedicata alle auto una buonapubblicazione e, soprattutto,un’ottima lettura?Dipende. Il mercato dell’editoriamotoristica offre una scelta vastissima,compreso quello in lingua italiana.Dallo storico “Autosprint” (vota-to alle competizioni), a riviste piùpatinate come “Autocar Premium”,“EVO”, “Automobilismo”, ad altrepiù settoriali come “AutoTecnica” o“Elaborare” (periodici dedicati alleelaborazioni motoristiche), le testatesi sprecano. Gli enormi interessi dipubblico e di conseguenza economiciche le automobili muovono eviden-temente giustificano un mercatosorprendentemente vitale. Ma sono ivicini tedeschi – incontrastati maestrisino a pochi anni fa nella produzionedi motori potenti e affidabili… primache arrivassero i signori giapponesi diSubaru, Mitsubishi, Honda e Nissan– e gli “artigiani” inglesi a regalarcil’eccellenza. E una qualità quasi spre-cata: sfogliate il mensile anglosassone“Octane” (disponibile anche nellenostre edicole) e date un’occhiata alla

sua delicata impaginazione e alla curacon la quale i testi sono scritti ed edi-tati. Oppure, chiedete una copia deltedesco “RAMP”: nato nella primave-ra del 2008, questo trimestrale abbinatesti letterari alla passione per le auto,e una ricerca grafica e fotografica sor-prendente. Una “esclusività” capaceperò di narrare per immagini soggettiche di aristocratico hanno ben poco:dal racconto di un viaggio sulle Alpia bordo di una Mercedes Classe G, aun fine settimana di gare di accelera-zione per prototipi amatoriali su unlago salato statunitense, o ancora lescorribande di un manipolo di ragazziberlinesi affiliati a un club per appas-sionati di auto inglesi anni ’70, seguitiin una notte tra musica e autostrade.Se siete tra coloro che credono che leriviste dedicate alla produzione auto-mobilistica e alla velocità siano sologiornaletti per ragazzotti sprovvistidi “cultura” – e dove trovare autocoperte da improbabili alettoni eminigonne di fibra, oltre a un sacco diannunci di vendita/ricerca di pezzi diricambio usati... – allora, forse, dovre-te ricredervi. O almeno provateci.

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Lasoluzion

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umero15 Orizzontali 1. Iride • 10. Ven-

de il primo alimento • 11. Italiae Romania • 12. Riga centrale• 13. Drammatica • 15. Lavisitò Marco Polo • 16. Pitto-re francese • 17. Dittongo inbeone • 18. Strade cittadine• 20. Fu il quarto re di Troia •21. Il nome di Morricone • 23.Oppure detto a Zurigo • 24.Circolano in Giappone • 25. Ilamenti del cane • 27. Cons. innuovo • 28. Agenzia telegraficarussa • 29. I confini del Ticino• 30. Scarso • 32. La notaTurner • 34. Prescelti, votati •37. Il nome dell’indimenticatoRascel • 38. Fra due fattori • 40.Associazione Nazionale • 41.Lo sport della Rigamonti • 43.Concorso Internazionale • 45.Brillano in cielo • 46. Adesso •48. Vasi per olio • 49. È simileal frac • 51. Il fiume di Bottego• 52. Rallegrarsi.

Verticali 1. Noto romanzo diEd Mc Bain • 2. Raziocinante• 3. Commissario Tecnico • 4.Seguono i settimi • 5. Ritrovopubblico • 6. Il Telamonio di Sa-lamina • 7. Linguaggio di pro-grammazione • 8. Il vero nome

della Pravo • 9. È annesso allaparrocchia • 14. Archi in cielo• 19. Ginnastica indiana (Y=I)• 22. Nessuna Notizia • 23. Visosta la carovana • 26. Bruciarsi• 28. Son simili ai calamari • 31.Pasto serale • 33. Li coccola ilnonno • 35. Le iniz. di Tasso• 36. Il regno di Priamo • 39.Pari in sentire • 42. Porticciola •44. Mira al centro! • 47. Lo celal’esca • 48. Borgo centrale • 50.In mezzo al mare.

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L A T I N L O V E R

O M E R O S O C I

L E M A A P I C E

A N E T O E E

N E R I E D I L E

D E S P A L L A

E S A P L E E

S P E D I Z I O N E

E R D O Z T E

V E I N E Z I E

O G I V E A R R

L E V E O Z O N O

A V A N A I N E S

N O N I N O I A

T L R A N C A

E I N E T E I N A

ariete

La vostra vita affettiva attraversaun momento positivo. Sul pianoprofessionale si potranno presentarebuone opportunità da cogliere alvolo. Importanti notizie per i natinella terza decade.

bilancia

Mercurio e Venere in opposizionepossono favorire lo sviluppo di in-comprensioni in famiglia e con ilpartner. Cercate di rilassarvi prati-cando attività fisica e meditazione,evitando di cedere allo stress.

vergine

Momento decisivo per i nati nellaterza decade, condizionati da Urano.Date sfogo alla vostra natura e nonreprimete la rabbia, ma attenti aglieccessivi stress. Amore favorevole peri nati nella prima decade.

pesci

Dal 1° aprile in poi Venere inizierà abrillare nel cielo dei nati nella primadecade. Grazie a questo transito ealla congiunzione con Mercurio,possibili progetti avviati insieme alpartner.

toro

Aprile inizia sotto i migliori auspici.Sul piano dei sentimenti, cercate dicontrollare la vostra gelosia. I natinella terza decade, da tempo con-dizionati da Nettuno, dovranno faremaggior chiarezza in se stessi.

scorpione

Momento felice sotto il profilo pro-fessionale per i nati in novembre,stimolati da Giove e Urano. Favoritele scelte più originali. Date spazioalle vostre reali capacità senza farvicondizionare troppo dagli altri.

gemelli

Problemi professionali risolvibili sefarete conto sul vostro intuito. Mo-mento favorevole per i più creativi.Vita sentimentale in ascesa per i natinella terza decade: atmosfere roman-tiche ed empatia con il partner.

sagittario

Colpi di fulmine e incremento dellerelazioni sociali per i nati nella terzadecade (Venere e Mercurio transita-no nella quinta casa solare). Forza evigore fisico e momenti favorevolinell’ambiente di lavoro.

cancro

Saturno e Plutone non devono inti-morire: affrontateli con decisione. Ilpartner può esservi d’aiuto in questafase. Buone realizzazioni professionaliper i nati nella seconda decade enovità per i nati a fine segno.

capricorno

Scaramucce in famiglia e con ilpartner. Non preoccupatevi troppoperché si tratta solamente di capricciprimaverili. Presto, grazie ai nuovitransiti in arrivo, potrete risolvere bo-nariamente qualunque questione.

leone

Grazie a Venere e a Mercurio il mesedi aprile inizia in modo favorevole.Incremento delle situazioni mondanee degli incontri sentimentali. I natinella prima decade devono sforzarsidi incanalare al meglio le energie.

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Novità affettive per i nati in febbraio.Fino al 1° aprile, Venere seguita daMercurio brillerà nel vostro cuore.Incontri sentimentali caratterizzatida passionalità. Calo energetico peri nati nella prima decade.

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Ticino7 | italienisch | Format 210x295 mm (+3mm Beschnitt) | DU: 02.03.2010

Emozioni stellari. Il debutto della nuova Classe E Cabrio.Una delle tante attrazioni delle nostre Star Weeks.Passate tra il 15 marzo e il 17 aprile alle Star Weeks del vostro partner Mercedes-Benz: vi aspetta un firmamento di sorprese. Potete

vincere una Classe E Cabrio e approfittare di imbattibili condizioni speciali come il leasing al 2,9 %* o l’IVA del 7,6 %* in omaggio

all’acquisto di una coupé, roadster o cabriolet. Ma non solo: vi attendono anche tanti altri modelli e accattivanti offerte. Non mancate

all’appuntamento! Il vostro partner Mercedes-Benz vi aspetta. www.starweeks.ch

Concorso: in palio una Classe E Cabrio.

*Offerta valida per tutti i modelli nuovi delle serie CL 203, R 171, C/A 207, C 219, R 230 e C 216 acquistati (stipulazione del contratto) tra il 15.3 e il 17.4.2010 e immatricolati entro il 31.7.2010 presso tutti i partner Mercedes-Benz che aderisconoall’iniziativa. Leasing: durata 36 o 48 mesi, percorrenza a scelta, 1a maxirata leasing min. 10% del prezzo di acquisto, tasso d’interesse annuo effettivo 2,94%, casco totale obbligatoria non inclusa. Mercedes-Benz Financial Services Schweiz AG non concedefinanziamenti che possano causare un eccessivo indebitamento del cliente. Esempio di leasing: Mercedes-Benz E 200 CGI BE Cabrio (A 207), 135 kW/184 CV, 1’796 cm3, 2 porte, prezzo di acquisto Fr. 70’400.–, durata 48 mesi, percorrenza 10’000 km/anno,1a rata leasing 20% del prezzo di acquisto, 2a rata e successive Fr. 590.–/mese. IVA: 7,6% di sconto sul prezzo di acquisto (IVA incl.). Le offerte «IVA in omaggio» e «leasing al 2,9%» non possono essere combinate tra loro o cumulate con altre promozioni.

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