624 A. JOOS (edizione 2013) (R-VP3SA3) TEOLOGIE OGGI, PANORAMICA DELLE CORRENTI A DIALOGO. CHIAVE DI LETTURA DEI CONFRONTI E CONVERGENZE NEL XX-XXI SECOLO VOLUME I. TRA RISCOPERTA CRISTIANA E VERIFICA DELLA CREDIBILITÀ TEOLOGICA OGGI PARTE III - IL TERZO LIVELLO DIALOGALE: LA PIATTAFORMA ECCLESIOLOGICA, LA CHIESA DI FRONTE ALLA SOCIETÀ PART III – A THIRD DIALOGICAL LEVEL: CHURCH AND SOCIETY, THE ECCLESIOLOGICAL PLATEFORM CAPITOLO III LE APERTURE ULTERIORI D’INSIEMITÀ SOBORNOSTICA TRANS-ECCLESIALE NELLA SVOLTA TEOLOGICA DEL XX-XXI SECOLO FURTHER OUTCOME ON SOBORNOSTICAL TOGETHERNESS BEYOND THE TRANS-ECCLESIAL TURNING POINT OF THE XX-XXI CENTURY La tematica della conciliarizzazione d’insiemità ecclesiale e della conciliarità può sembrare uno dei tanti orientamenti poco noti nel corso del XX secolo, tra tante riflessioni teologiche. Forse essa non appare molto alla ribalta, perché gli stessi testi dell'autore non si possono avvicinare data la lingua nella quale sono redatti, e non si prestano sempre ad una assimilazione rapida. Nucleo della vita ecclesiale, senza voler essere la negazione di una specifica forma di espressione ecclesiale, il termine conciliarità in passato ha potuto essere identificato ad una certa scelta di visione antigerarchica e antiromana: la scelta conciliare distinta dalla scelta a favore del primato pontificale. È chiaro che qui il problema primario non riguarda queste precisazioni peculiari, ma tenta di situarsi al di là di passate polemiche con le loro conseguenze storiche ed ecclesiastiche. I CARDINI DELL’INTENTO SOBORNOSTICO DI CONCILIARIZZAZIONE NEL XX SECOLO Si possono trovare certe affermazioni nelle quali la sobornost’ rappresenta per gli ortodossi la dissoluzione della consistenza episcopale come il centralismo romano parimenti questa aggressione nell’ambito cattolico 1 . Conviene tornare al modo riassuntivo che l’ispiratore della corrente di riscoperta del mistero ecclesiale –S. Bulgakov- evocò come «sobornost’» 2 . Si tratta 1 A. H. Hart, Primacy & Conciliarity (Addison H. Hart on Orientale Lumen V), in «Touchestone», in «Internet» 2013, http://www.touchstonemag.com/archives/article.php?id=14-08-054-r: «Whereas the Orthodox have allowed for the undermining of their episcopal authority through the acceptance of the questionable notion of sobornost, as defined by Khomiakoff and Bulgakov, Rome has allowed for a “primacy run riot,” claiming an impossible all-powerful episcopal jurisdiction over the whole world. Neither situation is in accord with the ancient councils or the Tradition of the first thousand years of the Church». 2 С. Булгаков / S. Bulgakov, L’orthodoxie, Lausanne 1980, p. 77: «Par rapport à Ia conscience individuelle, la sobornost’ correspond à ce que l’on appelle aujourd’hui le subconscient et que l’on devrait appeler le sur-conscient. Il y a dans Ia vie psychique des complexes qui n’existent que pour l’unité multiple, bien qu’ils soient actualisés par la psychologie de l’individu. Ce sont des phénomènes de Ia psychologie collective dans ses différentes manifestations. Cependant, ils relèvent surtout de la vie psychique, celle du sentiment et de la volonté, bien qu’ils appartiennent aussi au domaine sur-individuel. Or la sobornost’ (catholicité) ecclésiale intéresse avant tout la vie spirituelle. Elle est une fusion de l’esprit personnel dans l’unité multiple, du moi dans le nous (“II a paru bon à l’Esprit Saint et à nous”, c’est-à-dire non pas à moi ni à lui, etc., séparément). Et l’Esprit de Dieu vit dans cette unité multiple de l’Eglise, le Corps du Christ. L’antipode de Ia sobornost’, en tant qu’unité spirituelle, est Ia masse, en tant qu’unité psychosomatique. Le pole opposé de l’unité multiple ecclésiale, où Ia personne, restant elle-même passe un accord avec de la contrainte, alors que la libre union dans l’amour est l’essence même de l’ecclésialité»; С.
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THEOLOGIES IN DIALOGUE, volume I, part III, CHURCH AND SOCIETY, section A, THE «SOBORNOST’» IN BULGAKOV’S REDISCOVERY OF THE CHURCH MYSTERY, CAPTER III – FURTHER OUTCOME ON
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A. JOOS (edizione 2013) (R-VP3SA3) TEOLOGIE OGGI, PANORAMICA DELLE CORRENTI A DIALOGO. CHIAVE DI LETTURA DEI CONFRONTI E
CONVERGENZE NEL XX-XXI SECOLO
VOLUME I. TRA RISCOPERTA CRISTIANA E VERIFICA DELLA CREDIBILITÀ TEOLOGICA OGGI
PARTE III - IL TERZO LIVELLO DIALOGALE: LA PIATTAFORMA ECCLESIOLOGICA, LA CHIESA DI
FRONTE ALLA SOCIETÀ
PART III – A THIRD DIALOGICAL LEVEL: CHURCH AND SOCIETY, THE ECCLESIOLOGICAL PLATEFORM
CAPITOLO III
LE APERTURE ULTERIORI D’INSIEMITÀ
SOBORNOSTICA TRANS-ECCLESIALE NELLA
SVOLTA TEOLOGICA DEL XX-XXI SECOLO
FURTHER OUTCOME ON SOBORNOSTICAL TOGETHERNESS BEYOND THE TRANS-ECCLESIAL
TURNING POINT OF THE XX-XXI CENTURY
La tematica della conciliarizzazione d’insiemità ecclesiale e della conciliarità può sembrare
uno dei tanti orientamenti poco noti nel corso del XX secolo, tra tante riflessioni teologiche. Forse
essa non appare molto alla ribalta, perché gli stessi testi dell'autore non si possono avvicinare data
la lingua nella quale sono redatti, e non si prestano sempre ad una assimilazione rapida. Nucleo
della vita ecclesiale, senza voler essere la negazione di una specifica forma di espressione
ecclesiale, il termine conciliarità in passato ha potuto essere identificato ad una certa scelta di
visione antigerarchica e antiromana: la scelta conciliare distinta dalla scelta a favore del primato
pontificale. È chiaro che qui il problema primario non riguarda queste precisazioni peculiari, ma
tenta di situarsi al di là di passate polemiche con le loro conseguenze storiche ed ecclesiastiche.
I CARDINI DELL’INTENTO SOBORNOSTICO DI CONCILIARIZZAZIONE NEL XX SECOLO
Si possono trovare certe affermazioni nelle quali la sobornost’ rappresenta per gli ortodossi
la dissoluzione della consistenza episcopale come il centralismo romano parimenti questa
aggressione nell’ambito cattolico 1. Conviene tornare al modo riassuntivo che l’ispiratore della
corrente di riscoperta del mistero ecclesiale –S. Bulgakov- evocò come «sobornost’» 2. Si tratta
1 A. H. Hart, Primacy & Conciliarity (Addison H. Hart on Orientale Lumen V), in «Touchestone», in «Internet» 2013,
http://www.touchstonemag.com/archives/article.php?id=14-08-054-r: «Whereas the Orthodox have allowed for the undermining of their
episcopal authority through the acceptance of the questionable notion of sobornost, as defined by Khomiakoff and Bulgakov, Rome has
allowed for a “primacy run riot,” claiming an impossible all-powerful episcopal jurisdiction over the whole world. Neither situation is in
accord with the ancient councils or the Tradition of the first thousand years of the Church».
2 С. Булгаков / S. Bulgakov, L’orthodoxie, Lausanne 1980, p. 77: «Par rapport à Ia conscience individuelle, la sobornost’ correspond à ce que
l’on appelle aujourd’hui le subconscient et que l’on devrait appeler le sur-conscient. Il y a dans Ia vie psychique des complexes qui
n’existent que pour l’unité multiple, bien qu’ils soient actualisés par la psychologie de l’individu. Ce sont des phénomènes de Ia psychologie
collective dans ses différentes manifestations. Cependant, ils relèvent surtout de la vie psychique, celle du sentiment et de la volonté, bien
qu’ils appartiennent aussi au domaine sur-individuel. Or la sobornost’ (catholicité) ecclésiale intéresse avant tout la vie spirituelle. Elle est
une fusion de l’esprit personnel dans l’unité multiple, du moi dans le nous (“II a paru bon à l’Esprit Saint et à nous”, c’est-à-dire non pas à
moi ni à lui, etc., séparément). Et l’Esprit de Dieu vit dans cette unité multiple de l’Eglise, le Corps du Christ. L’antipode de Ia sobornost’, en
tant qu’unité spirituelle, est Ia masse, en tant qu’unité psychosomatique. Le pole opposé de l’unité multiple ecclésiale, où Ia personne,
restant elle-même passe un accord avec de la contrainte, alors que la libre union dans l’amour est l’essence même de l’ecclésialité»; С.
diffuso individualismo nella mentalità cosiddetta ‘moderna’ da superare in una visuale di
‘insiemità’. La formulazione di conciliarità-insiemità ha trovato nella prospettiva ecumenica un
primo momento di valorizzazione, particolarmente come ricerca dell'unità nella diversità affinché il
mondo creda. L'eco sobornostico appare abbastanza continuo dall'intuito bulgakoviano alla
riflessione ecumenica più ampia. Esso corrisponde in modo congeniale al merito riconosciuto della
presa di coscienza ecumenica: considerare cioè la realtà ecclesiale prima di tutto come mistero e
non come organizzazione ecclesiastica, e dal mistero passare poi all'espressione sacramentale per
arrivare alla configurazione organica della vita ecclesiale, nella quale l'unità suppone una diversità
e la diversità l'unità vitale dell'organismo. L’insiemità, in tal senso, appare prioritariamente nel suo
taglio pneumatologico. Lo Spirito è un 'essere per' 1. Dal 'lasciar essere' Dio si fa -nello Spirito-
'essere tra' 2, 'Dio-relazione' o 'Dio-Noi' o 'Dio-con' 3, 'trasparente partecipazione' 4, presenza
della creazione nuova 5. Nello Spirito, la Chiesa è piuttosto 'una Persona in molte persone' che una
struttura istituzionale 6, non un 'noi-collettività' o una 'persona-collettivismo' ma una
personalizzazione nell'"Amore dell'Amore" 7. Lo Spirito tocca le persone aldilà delle loro
appartenenze formali, della loro stessa 'coscienza articolata', o del loro rifiuto logicamente
configurato 8, o precedendo il loro intento come potenzialità offerta nei suoi doni 9. Il
rinnovamento delle Chiese fa parte della sorgente profetica nella vita stessa della comunione
ecclesiale. La profezia implica complessivamente una dimensione di anticipazione che -dalla
denuncia- prepara l’avvenire. Come comune conversione e come movimento di rinnovamento
ecclesiale, il movimento ecumenico supera le «frontiere confessionali»: esso non è vincolato dalle-
e non vincola le strutture esistenti 10. Si è detto –in tal senso- che il movimento ecumenico doveva
diventare «prospettico»: cioè un movimento capace di guardare al dilà delle configurazioni
confessionali esistenti nell’ascolto degli interrogativi alle Chiese da parte dell’umanità in cammino
11. Non vi sarà percorso ecumenico senza riconoscimento della ‘via della libertà’ nel mutuo
impegno e nel reciproco riconoscimento delle Chiese. La sorgente teologica più sostanziale di
questa libertà ci rinvia proprio al mistero di Dio come fu compreso dai pensatori cristiani nella loro
ampia meditazione. Occorre riferire la libertà a Dio stesso tramite “l’immagine” e la
“rassomiglianza” tra l’essere umano e Dio stesso, dalle prospettive aperte nel pensiero di Filone
d’Alessandria 12. L'umanità è l'immagine di Dio 1. Essendo Dio l'inconoscibile, l'immagine di Dio
1 E. Brunner, Das Ewige als Zukunft und Gegenwart, Hamburg 1965, S. 61-62.
2 J. Macquarrie, Principles of Christian Theology, London 1966, p. 185; С. Булгаков / S. Bulgakov, Утешитель /Le Paraclet, Таллин 1936 /
Paris 1944, стр. 26 / p. 175.
3 H. Mühlen, Der Heilige Geist als Person, Münster 1963, S. 329, 162, 164, 209, 273; P. Tillich, Auf der Grenze, Hamburg 1965, S. 60..
4 G. Ebeling, Das Wesen des christlichen Glaubens, München 1959, S. 99; С. Булгаков / S. Bulgakov, Утешитель /Le Paraclet, Таллин 1936 /
Paris 1944, стр. 287 / p. 334.
5 WORLD ALLIANCE OF THE REFORMED CHURCHES - ROMAN CATHOLIC CHURCH INTERNATIONAL DIALOGUE, The Presence of Christ in
Church and World, in «Information Service», 1977 n° 35, p. 25, n° 45; D. Bonhoeffer, Gesammelte Schriften, B. III, München 1965, S. 307.
6 H. Mühlen, Der Heilige Geist als Person, Münster 1963, S. 60; idem, L'Esprit dans l'Eglise, vol. I, Paris 1969, p. 260.
7 С. Булгаков / S. Bulgakov, Утешитель /Le Paraclet, Таллинн 1936 / Paris 1944, стр. 23, 122 / pp. 74, 175.
8 С. Булгаков / S. Bulgakov, Утешитель /Le Paraclet, Таллин 1936 / Paris 1944, стр. 163, 185 / pp. 212, 235; P. Tillich, Systematic
Theology, vol. III, London 1968, p. 295.
9 GROUPE DES DOMBES, L'Esprit-Saint, l'Eglise et les sacrements, in «La documentation catholique», 1980 n° 1785, p. 432, n° 89.
10 N. Nissiotis, Formen und Problemen des ökumenischen Dialogs, in «Kerygma und Dogma», 1966, n. 3, S. 188-189.
11 Ch. Moeller, Il rinnovamento della dottrina sull'uomo, in AA. VV., Teologia del rinnovamento, Assisi 1969, p. 213: «Questa osservazione ha
la sua importanza, soprattutto terminando il nostro saggio. Noi siamo di fronte a un nuovo compito ecumenico, quello deIl'ecumenismo
“prospettico”. Il mondo bussa alla porta delle chiese, di tutte le Chiese. E mezzanotte come nella parabola di Luca. Il mondo bussa alla porta,
“is knocking at the door”, diceva Martin Luther King nella sua predica della Conferenza mondiale Eglise et société, nel luglio 1966, a Ginevra.
Il mondo pone una serie di domande. Queste domande sono a tutte le chiese cristiane. Tra di esse vi è quella dell'uomo. Le tensioni non
stanno ai confini delle divisioni confessionali; esse attraversano le confessioni stesse, all’interno».
12 T. Špidlík, Lo spirito nell'antropologia della Chiesa orientale, in AA. VV., Credo in Spiritum Sanctum, Città del Vaticano 1983, vol. I, p. 417:
«Il grande merito di Filone Ebreo e quello di aver messo la libertà dell’uomo in stretta dipendenza dalla libertà di Dio 1. Interessante è la nota
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sarà -in quanto umanità- ciò che non viene determinato ma è libero dalla conoscenza della 'realtà'
visibilmente imposta ai sensi 2. La libertà, come hanno recepito certi teologi occidentali meglio
ispirati quale K. Rahner (al seguito di K. Barth), è in sé riferimento alla trascendenza, a Dio stesso
nella Sua indicibile libertà: essa è rinvio pieno al ‘Mistero’ 3. Dallo Spirito deve essere
contestualizzata la prospettiva di riconciliazione ecumenica che diventasse possibile. Essa mira
alla ‘piena comunione’ nella condivisione dei ‘santi misteri’. Questo quarto criterio si articolerà nel
nostro capitolo IV (cfr infra). Un accenno previo può essere suggerito nell’anticipazione di questo
capitolo, tenendo conto della prospettiva ‘in avanti’ che il rinnovamento ecclesiale implica e di cui
trattiamo in questo capitolo. Per riproporre una giusta espressione di vita ecclesiale nel mondo che
cammina, bisogna ripartire dal concetto di Chiesa come ekklesia, e cioè l'assemblea del popolo
convocata da Dio per servirlo 4. La Chiesa è là dove è l'assemblea del popolo di Dio chiamato da
Lui per servirlo 5. Di fronte a questo concetto si situa quello dell'ecclesiologia universale, che fa
della Chiesa un organismo unico e strutturato, di cui fanno parte tutte le Chiese locali 6. Le due
ecclesiologie differiscono sul modo, di concepire il coordinamento dell'espressione ecclesiale,
coordinamento basato sull'autorità del potere ecclesiastico o sulla priorità di discernimento nella
grazia di Dio con pieno riferimento all'unica potestà accettabile, quella di Cristo sulla sua Chiesa 7.
di uno dei primi apologeti cristiani Atenagora, che vede nella libertà qualche cosa di «demoniaco», cioè al di fuori di questo mondo 2. Divino
o demoniaco nel vero senso? I Padri insistono sul fatto che «principio e radice del peccato è una facoltà tipicamente umana, il libero arbitrio»
3. Nella stessa facoltà umana come possiamo vedere contemporaneamente 1’immagine di Dio e a radice del peccato? Per rispondere a questa
domanda, Gregorio di Nissa approfittò del carattere dinamico dell’«immagine di Dio nell’uomo», che si verifica nei diversi gradi e che è
destinata a crescere «dall’immagine alla rassomiglianza» 4. La rassomiglianza perfetta è l’eleutheria, la libertà piena; la libertà di scelta, La
proairesis, ci è rimasta, dopo il peccato, per benevolenza divina, per renderci possibile il ritorno alla libertà piena dei figli di Dio. Il cittadino
libero (eleutheros) vive in una polis dalle relazioni libere con gli altri, in cui le case sono aperte, Si può entrare e si può parlare faccia a faccia.
Gregorio trasferisce questo concetto alle relazioni dell’uomo veramente libero con Dio. Egli possiede la parrhesia, libero accesso a. Dio,
gioisce della sua presenza, della visione del suo volto 5».
((1) Cfr H. A. Wolfson, Philo. Foundations of Religious Philosophy in Judaism, Christianitv, and Islam, Cambridge (Mass), 19482, vol. I, p. 424
ss. / (2) Legatio pro christianis 25, PG 6, 949 B. / (3) Basilio, Quod Deus non est auctor malorum 3, PG 31, 332 B. / (4) La spirirualité de
l‘Orient chrétien, p. 57 ss. / (5) J. Gaith, La conception de la liberté chez Grégoire de Nysse, Parigi 1953, p. 66.)
1 P. Evdokimov, La connaissance de Dieu selon la tradition orientale, Lyon 1967, pp. 32-35.
2 Cfr Gregorio di Nissa, Sul creatore dell'uomo (c. XVI), in Patrologia Graeca., V. 44, col. 184.
3 M. F. Fischer, Paraphrasing Rahner's thought from the viewpoint of the pastoral minister. Chapter Two: Man in the Presence of Absolute
Mystery, in «Internet» 2001, http://www.west.net/~fischer/Rahner200.htm: «E. The Term of Transcendence as the "Holy Mystery" (p. 65).
"Holy Mystery" is Rahner's "term" of transcendence. "Term" does not just mean "synonym for." It also means "way of access to." So "Holy
Mystery" describes transcendence, and is also the way to transcendence. Rahner says that it possesses absolute freedom. The Holy Mystery,
the Term of Transcendence, is our freedom. It makes us free to be present, in whatever way we choose, to other "subjects of transcendence,"
other free persons. In this most obscure of Rahnerian sections, we read that transcendence moves us toward Holy Mystery, and that this Holy
Mystery opens transcendence up to us. It is "holy" because it enables us to be complete. It allows us to be present to other persons in
freedom and love. When we put ourselves "at the disposal of" transcendence, we move beyond ourselves and are able to love.
Transcendence, Rahner concludes, does not depend on its "ground" or "term," that is, on Holy Mystery. Transcendence is not derived from or
reducible to it. Rather, Holy Mystery is what we encounter in transcendence». 4 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, Le Sacrement de l’Assemblée, in «Le Messager orthodoxe», 1964, nº 27-28, p. 34: «Nous ne savons pas non
plus ni où, ni quand, ni par qui, le mot grec ‘ekklesia’ avait été employé pour la première fois, mais certainement le choix de ce mot avait été
providentiel. Son sens direct devait répondre à ce qui existait déjà à l’époque où les chrétiens entendirent le mot ‘ekklesia’. L’Eglise est
l’assemblée du peuple, convoquée par Dieu lui-même, et les chrétiens, ce sont ceux que Dieu convoque pour le servir dans cette
assemblée».
5 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, Una Sancta, in «Irénikon», 1963 nº 4, p. 453: «C’était, au contraire, l’expression de la thèse fondamentale de
l’ecclésiologie eucharistique: l’Eglise est là où est l’assemblée eucharistique. On peut aussi formuler cette thèse d’une autre façon: là où est
l’eucharistie, là est l’Eglise de Dieu, et là, où est l’Eglise de Dieu, là est l’eucharistie. Il s’ensuit que l’assemblée eucharistique est le signe
distinctif empirique de l’Eglise. Ceux qui prennent part à l’assemblée eucharistique d’une Eglise locale, appartiennent à cette Eglise. Donc,
les limites empiriques de l’Eglise sont déterminées par les limites de l’assemblée eucharistique».
6 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, L’Eglise qui préside dans l’Amour, in AA. VV., La primauté de Pierre, Neuchâtel 1960, p. 11: «Selon
l’ecclésiologie universelle, l’Eglise est un organisme unique, dans lequel est inclus chaque unité ecclésiale, quelle qu’elle soit, et, tout
d’abord, celle à la tête de laquelle se trouve l’évêque».
7 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, L’Eglise qui préside dans l’Amour, in AA. VV., La primauté de Pierre, Neuchâtel 1960, p. 61-62: «Autrement
dit, l’ecclésiologie universelle et l’ecclésiologie eucharistique conçoivent différemment la question de la direction de l’Eglise: la première
conçoit cette direction du point de vue du droit, et la seconde du point de vue de la grâce. L’idée de la primauté inhérente à l’ecclésiologie
universelle est une idée seconde par rapport à l’ecclésiologie eucharistique; le concept de la primauté est, en effet, le même que celui de la
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Le due ecclesiologie concordano sul fatto di un'unica guida necessaria alla vita ecclesiale,
l'ecclesiologia eucaristica non individualizza però la guida ecclesiale nel potere di una sola persona
1. L'individualizzazione, in questa visione, è fonte di separazione ai diversi livelli di realtà 2.
Individualizzare vuol dire tirare fuori dall'insieme, mettendo l'individuo in qualche modo al di
sopra o al di fuori dell'insieme. La prospettiva dell'individualizzazione si rispecchia
sorprendentemente in modo inverso nella riflessione barthiana. La separazione radicale sarebbe
forse il risultato di una sistematica individualizzazione propria del pensiero universalista
dell'occidente?
DALLA CATTOLICITÀ DI UNIVERSALISMO ROMANO ALLA CATTOLICITÀ DI PIENEZZA
Conviene ricordare il doppio binomio: “conciliarità-cattolicità” o “conciliarità-sinodalità”
dove appare l’approccio degli anni 1970-1990 d’una parte e degli anni 1990-2013 dall’altra, nel
crescente affiatamento tra Chiesa romana e Consiglio ecumenico delle Chiese. La riscoperta della
Chiesa nel suo mistero, dall’orientamento di «insiemità-sobornost’» nella dialogica teologica della
‘svolta’ del XX secolo, offre a questo livello tutta la sua luce di prospettiva. Le prospettive
'conciliari' sorgono dal 1960 nel Consiglio delle Chiese (ratificate poi nel 1983) 3: dal contesto
stesso della visione trinitaria accolta dal Consiglio ecumenico 4, al di là della difficile presa di
coscienza sulla 'cattolicità' degli anni 1968 (Uppsala) 5. La conciliarità si presenta così come una
fase di maturazione sia all'interno del cammino prettamente ecumenico, sia nel processo di
riflessione o di confronto tra Chiesa e mondo. La conciliarità autentica è prima di tutto la presenza
priorité, mais il est compris sous l’angle du droit».
1 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, L’Eglise qui préside dans l’Amour, in AA. VV., La primauté de Pierre, Neuchâtel 1960, p. 61-62: «Malgré toute
la différence qui existe entre ces deux types d’ecclésiologies, elles, concordent en ce qu’elles admettent toutes deux l’idée de la direction
unique de l’Eglise. Dans le cadre de l’ecclésiologie universelle un pouvoir unique et personnel, basé sur le droit, se trouve être une nécessité.
On ne peut pas construire l’ecclésiologie universelle sans reconnaître l’idée de la primauté: on ne pourrait le faire que dans des buts
polémiques. Quant à savoir si la primauté doit appartenir à l’évêque de Rome ou non, c’est là une toute autre question».
2 Н. Афанасьев / N. Afanas’ev, Una Sancta, in «Irénikon», 1963 nº 4, p. 459: «Selon l’ecclésiologie universelle, l’évêque, en tant que principe
de l’unité de l’église locale, n’est pas inclus dans l’assemblée eucharistique, mais il est considéré par lui-même, parce que cette ecclésiologie
le détache de l’assemblée eucharistique. Cette différence, insignifiante à première vue, a eu des conséquences énormes, pour l’organisation
ecclésiale, et surtout pour la notion de l’unité de l’Eglise»; p. 440: «Actuellement l’ecclésiologie universelle est le système prédominant en
matière d’ecclésiologie. Selon ce système, l’Eglise qui existe dans la réalité empirique est considérée comme étant un organisme unique, qui
est le Corps mystique du Christ. Dans cette même réalité empirique cet organisme se présente, comme étant divisé en parties, les églises
locales, c’est-à-dire les communautés de fidèles ayant à leur tête un évêque. Ce qui veut dire que la somme des églises locales manifeste,
dans la vie empirique, l’Eglise une et unique».
3 D. Gill, Gathered for Life, Official Report, VIº Assembly WCC, Vancouver, Canada, 24 July - 10 August 1983, Geneva 1983, p. 388; WORLD
COUNCIL OF CHURCHES, The New Delhi Report, The third Assembly of the WCC 1961, London 1962, p. 11; G. Wainwright, Conciliarity and
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Ducrow, Conflict over the Ecumenical Movement, Confessing Christ Today in the Universal Church, Geneva 1981, pp. 328-329; S. Hubner,
“Konziliare Gemeinschaft” - Weg und Ziel? christlicher Einheit?, in AA. VV., Theologisches Handbuch, Hamburg 1980, S. 426 - 450; W.
Beinert, Konziliarität der Kirche. Ein Beitrag zur ökumenischen Epistemologie, in «Catholica», 1979 Nº 33, S. 81-108; J. D. Weisenbek,
Conciliar Fellowship and the unity of the Church, Geneva 1980, pp.159 – 161; FAITH AND ORDER, The importance of the Conciliar Process in
the Ancient Church for the Ecumenical Movement, Geneva 1968, p. 10 e p. 18; FAITH AND ORDER , Unity of the Church - Unity of Mankind,
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FAITH AND ORDER, What unity requires, in D. M. PATON, (ed.) The Official report of Fifth Assembly of the World Council of Churches, Nairobi,
23 November - 10 December, 1975, London 1975, p. 60; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church - Next Steps, in aa.
Vv., What Kind of Unity, Geneva 1974, p.122; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church: the Goal and the way, in Uniting
in Hope, Reports and Document for the meeting of Faith and Order Commission, Accra 1974, Geneva 1975, p. 117; H. Meyer, I modelli di
unità che attualmente troviamo nella chiesa, in «Oikumenikon», 1977 nº 12, pp. 860 - 862; P. Neuner, Breve manuale dell’ecumene, Brescia
1988, pp. 215 – 217; Y. Congar, Diversità e comunione, Assisi 1983, p. 219.
4 G. Zervos, Il contributo del patriarcato ecumenico per l'unità dei cristiani, Roma 1974, pp. 100-120.
5 E. Carson Blake, Uppsala e dopo, in H. E. Fey, Storia del movimento ecumenico, Milano 1979, vol. IV, pp. 850-851; R. Bertalot, Per
dialogare con la Riforma, Vicenza 1989, p. 105; P. W. Fuerth, The concept of Catholicity in the Documents of the World Council of Churches
1948-1968. A Historical Study with Systematic - Theological Reflections, in «Studia Anselmiana», 1973 n° 60, pp. 173-174.
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dello Spirito: la massima compartecipazione implica massima ispirazione e massima disponibilità
allo Spirito 1. Il movimento ecumenico mira alla pienezza di comunione riconciliata nella storia,
non solo al di là della storia. Il percorso storico della Chiesa nell’accogliere questa pienezza in
ogni tempo e luogo si riferisce alla sua cattolicità e si attua come processo di riavvicinamento per
mezzo del criterio ecumenico della libera conciliarità. Questo criterio ecumenico ha conosciuto
una maturazione e successive rielaborazioni 2. La conciliarità manifesta nella storia la natura della
Chiesa che è “koinonia”, sorgendo dalla comunione trinitaria stessa 3. Dalla Trinità la piena
comunione esistente fra le Chiese si vive in modo particolare nella comune celebrazione
eucaristica, facendo sì che Ia “comunità conciliare” sia essenzialmente una “comunità eucaristica”
4. Si traccia una convergenza tra eucaristia e Chiesa di un concreto luogo: la ‘Chiesa particolare’ è
compresa nel senso di "locale" 5, realizzazione della cattolicità della Chiesa 6. Si enuclea il centro
vivo della Chiesa locale come eucaristia 7. Cristo è indivisibilmente presente come Corpo mistico,
pertanto come eucaristia e dunque come Chiesa locale nella sua configurazione concreta e pratica
(da non staccare e dividere da ciò che si potrebbe evocare come profondità spirituale) 8. La
prospettiva ecumenica ri-inserisce la conciliarità nella sua diretta sorgente cristologica e
pneumatologica 9: dal mistero trinitario stesso 10. La cosiddetta "conciliarità", dinamica di libero
consenso in seno al movimento ecumenico, nasce dalla inventiva specifica della tradizione slava
orientale: la meditazione sulla "sobornost'": 'insiemità' (togetherness) o 'conciliarità' (con maggiore
insistenza sull'aspetto formale della formulazione) 11. Tra i vari spunti che ci forniscono le
tradizioni d'oriente, la teologia della 'sobornost'' (собоность) è forse quella che più incisivamente
1 COMMISSION DE FOI ET CONSTITUTION, Conférence de Louvain. Rapports des Comités, in «Istina» 1971, n° 3, p. 414: «Le fait central, dans
la conciliarité authentique, est la présence et l'œuvre de l'Esprit-Saint. Un concile est un concile authentique s'il est dirigé et inspiré par le
Saint-Esprit, même s'il n'est pas universel; inversement, un groupe universellement représentatif de chrétiens ne saurait être un vrai concile
s'il n'est pas guidé par le Saint-Esprit».
2 S. Hubner, “Konziliare Gemeinschaft” - Weg und Ziel christlicher Einheit?, in «Theologisches Handbuch», München 1980, S. 426-450; W.
Beinert, Konziliarität der Kirche zur ökumenischen Epistemologie, in «Catholica» 1979 n° 33, S. 81-108; J. D. Weisenbek, Conciliar Fellowship
and the unity of the Church, Geneva 1980, pp. 159-161; cfr etiam COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The importance of the Conciliar
Process in the Ancient Church for the Ecumenical Movement, Geneva 1968, pp. 10, 18.
3 COMMISSION OF FAITH AND ORDER, Unity of the Church - Unity of Mankind, Geneva 1974, p. 119; COMMISSION OF FAITH AND ORDER,
Conciliarity and the Future of the Ecumenical Movement, Geneva 1971, p. 226; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, What unity requires, in
D. M. Paton (ed.), The Official report of Fifth Assembly of the World Council of Churches, Nairobi, 23 November - 10 December 1975,
London 1975, p. 60.
4 Tutti i cinque documenti di F&O mettono in evidenza Ia centralità dell’eucaristia nella piena comunione da raggiungere, cfr COMMISSION OF
FAITH AND ORDER, The Importance of the Conciliar Process in the Ancient Church for the Ecumenical Movement, Geneva 1980, pp. 11, 18;
COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The importance of the Conciliar Process in the Ancient Church for the Ecumenical Movement, Geneva
1968, p. 227; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church - Next Steps, in idem, What Kind of Unity, Geneva 1974, p. 122;
COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church: the Goal and the way in Uniting in Hope, Reports and Document for the
meeting of Faith and Order Commission, Accra 1974, Geneva 1975, p. 117; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, What unity requires, in D.
M. Paton (ed.), The Official report of Fifth Assembly of the World Council of Churches, Nairobi, 23 November - 10 December 1975, London
1975, pp. 60-61.
5 GROUPE DES DOMBES, Le ministère épiscopal, in «La documentation catholique», 1977 n° 1711, p. 12 n° 9.
6 DIALOGUE: WORLD ALLIANCE OF THE REFORMED CHURCHES-ROMAN CATHOLIC CHURCH, The Presence of Christ in Church and World, in
«Information Service», 1977 n° 35, p. 27 n° 62.
7 E. Lanne, L'Eglise locale: sa catholicité et son apostolicité, in «Istina», 1969 n. 1, p. 55; CONGREGAZIONE DEI SACRAMENTI, Instructio Sacrae
Congregationis Rituum, "Eucharisticum Mysterium", n° 7 Mysterium eucharisticum centrum Ecclesiae localis, in «Acta Apostolicae Sedis»,
1967 n° 7, p. 545.
8 Н. Афанасьев / N. Afanas'ev, L'Eglise qui préside dans l 'Amour, in AA. VV., La Primauté de Pierre, Neuchâtel 1960, p. 27; Н. Афанасьев /
N. Afanas'ev, La doctrine de la primauté à la lumière de l'ecclésiologie, in «Istina», 1957 n° 4, p. 409.
9 N. Goodal, The Uppsala Report 1968. Official Report of the Fourth Assembly of the World Council of Churches. Uppsala july 4-20, Geneva
1968, pp. 11-19; P. W. Fuerth, The concept of Catholicity in the Documents of the World Council of Churches 1948-1968. A Historical Study
with Systematic - Theological Reflections, in “Studia Anselmiana”, 1973 n° 60, pp. 175-180.
10 Ch. Hegge, Tradizione e ricezione alla luce di una ecclesio-prassi trinitaria, in P. Coda P. - A. Tapken (ed.), La Trinità e il pensare. Figure
percorsi prospettive, Roma 1997, pp. 373-398.
11 Nel paragrafo sui 'progressi' ecumenici, l'enciclica di Giovanni Paolo II, Ut unum sint, Città del Vaticano 1995, n° 49, parla dei "progressi
della comunione" e lascia vistosamente da parte il linguaggio ormai ecumenicamente comune della 'conciliarità'.
638
si cala nelle situazioni e risponde a problemi di cuocente attualità della Chiesa del suo tempo.
L'impatto di diversità, in un quadro di coerenza della 'cattolicità' si è focalizzato grazie al
riferimento al Corpo mistico di Cristo 1. La coerenza del Corpo mistico ci ricorda la prospettiva di
"santità" della Chiesa, 'coerenza dell'invisibile nel visibile'... L'unicità di Cristo è centro
irrinunciabile per far sorgere questa coerenza di santità, ma nella vivificazione dello Spirito Santo.
La cattolicità ricorda piú particolarmente l'ispirazione di "una Persona in moltissime persone". La
cattolicità richiama pertanto direttamente l’intento ecclesiale al suo percorso storico e ne
costituisce così la sorgente di conciliarità. La pienezza orientata verso l’incorporazione a Cristo
dell’umanità, apre alla dimensione dell’attesa del Regno, perché la Chiesa vive nel mondo per il
suo Signore e quindi per quelli che non sono ancora suoi seguaci. la cattolicità deve anche essere
concepita in modo schiettamente cristologico, collegamento esplicito tra cattolicità e
ricapitolazione di ogni cosa in Cristo, nel suo Corpo Mistico 2, trascendendo il concetto "morale"
delle 'norme di Cristo' 3. La cattolicità della Chiesa "non è sua", non appartiene alla Chiesa come un
suo bene o una sua identità acquisita, ma è "da compiere" verso la attuazione conclusiva del
Regno di Dio dall'eucarestia, trascendendo la configurazione data di quella Chiesa talvolta
chiamata "cattolica" o "Chiesa cattolica-romana" 4. L’ecclesiologia –poi- in chiave pneumatologica,
secondo un mirato intervento del prof. N. Nissiotis rivela Ia profonda dimensione qualitativa della
cattolicità, centrando l’universalità non sulla enumerazione quantitativa ma sulla natura stessa
della Chiesa in relazione allo Spirito. Le note ecclesiali non significano, allora, delle attribuzioni
confessionali, istituzionali ed organizzative della totalità fenomenologica, ma lo Spirito nella sua
opera di creazione e conservazione 5. Nella comunione di cattolicità, essa si congiunge con
l’apostolicità ecclesiale 6. Parlando di cattolicità come totalità di vita ecclesiale, si arriva
inevitabilmente a parlare della multiformità, o diversità, o pluralità, come ricchezza di espressione,
di partecipazione e di risposta nella comunione ecclesiale. Si sente persino il bisogno di
sottolineare, a proposito dei stessi documenti pontifici della nostra Chiesa, che il riconoscimento
della diversità non è una 'captatio benevolentiae' 7. Considerando l'approfondimento teologico
attuale, si vede che il contesto di cattolicità permette uno sviluppo più positivo della problematica
di pluralità e di diversità nella Chiesa. In tal senso, alcuni pensatori cristiani ricordano l'orizzonte
cosmico che la cattolicità della Chiesa fa sorgere dal nucleo eucaristico' 8. L'itinerario di riflessione
che abbiamo seguito in questo paragrafo ci porta infine a menzionare il momento di maggiore
vulnerabilità della cattolicità: cioè la tendenza -sempre presente in noi- di isolarci o di escludere
altri a nome di una diversità o pluralità viste come un inizio di allontanamento e di esagerata
distanza. Anzi la cattolicità presuppone, nella sua stessa ricchezza di attuazione, la legittima
diversità e la multiforme pluralità di espressioni concrete di vita ecclesiale. La cattolicità della
1 Cfr gli interventi di C. T. Craig, G. Florovsky, J. A. F. Gregg, in P. W. Fuerth, The concept of Catholicity in the Documents of the World
Council of Churches 1948-1968. A Historical Study with Systematic - Theological Reflections, in «Studia Anselmiana», 1973 n° 60, pp.
23-24.
2 Y. de Moncheuil, Aspects de l'Eglise, Paris 1948, pp. 64- 65; JOINT WORKING GROUP (JOINT THEOLOGICAL COMMISSION) OF THE WORLD
COUNCIL OF CHURCHES AND THE ROMAN CATHOLIC CHURCH, Catholicity and Apostolicity, in «One in Christ», 1971 n° 3, p. 445; Y. Congar,
Chrétiens désunis, Paris 1947, p. 117.
3 J. D. Zizioulas, La communauté eucharistique et la catholicité de l'Eglise, in «Istina», 1971 n° 3, pp. 68, 79; JOINT WORKING GROUP (JOINT
THEOLOGICAL COMMISSION) OF THE WORLD COUNCIL OF CHURCHES AND THE ROMAN CATHOLIC CHURCH, Catholicity and Apostolicity, in
«One in Christ», 1971 n° 3, p. 456.
4 E. Schlink, Nach dem Konzil, München 1966, S. 112.
5 Cfr N. Nissiotis, L‘aspetto pneumatologico della cattolicità della Chiesa, in E. Lanne (a cura di), Le esigenze dell‘unità, Roma 1971, p. 50.
6 L. Jäger, Das Konzilsdekret über den Ökumenismus, Paderborn 1965, S. 117.
7 Cfr a proposito della enciclica di Giovanni Paolo II, Orientale lumen, Città del Vaticano 1995, in M. Violante, Dall'oriente nuova luce
sull'ecumenismo, in «O odigos - la guida», 1995 n° 2, p. 1.
8 J. D. Zizioulas, La communauté eucharistique et la catholicité de l'Eglise, in «Istina», 1971 n° 3, pp. 80-81.
639
Chiesa da -corrispondentemente- un valore positivo alle differenze tra persone, gruppi, comunità
e società, culture e popoli 1 che consiste, pertanto, nel porre il problema della relazione intima tra
unità e diversità, nel movimento dall'uno al diverso e dal diverso all'uno 2. La pienezza dell’intuito
su una dimensione del mistero o sull’altra può essere particolarmente recepita da una Chiesa e
non così intensamente dalle altre 3. Nella prospettiva di cattolicità si può considerare la pluralità in
sé, la quale è data nell'unità, come mistero al di là di tutte le sistemazioni ed articolazioni che ne
possiamo proporre (la santissima Trinità) 4. L'unione differenzia, e questo esplicarsi delle diversità
costituisce un trampolino verso l'unità: o cioè, l’unità è parte intrinseca della pluralità come la
diversità costituisce l’unità stessa dal di dentro di essa 5.
II consenso conciliare della Chiesa romana riguarda soprattutto i nuovi interrogativi e le
nuove esigenze che la storia inevitabilmente incontra, ma se si va primariamente incontro ai nuovi
problemi, non si dimentica né il passato né il presente 6. senza farne una applicazione di principi
astratti. Nella conciliarità ognuno viene reciprocamente responsabilizzato, sia le persone sia le
Chiese locali inserendo l'inatteso di Dio tra la povertà della Chiesa spesso limitata dalla debolezza
interna e dal dominio esterno: è "l'epiclesi universale", cioè l'ispirazione universale dello Spirito
Santo che la trasfigura in una conciliarità di totale apertura 7. La cattolicità (del ‘kat’holon) si
muove nell'apostolicità di sempre: continuità viva di identità cristiana ed evangelica e vuol dire
essere soltanto conciliante né pretendere una divina pienezza senza tener conto delle deviazioni
della storia, per cui si segue una via di progressiva gradualità nell'includere tutto e tutti verso una
pienezza di amore e di verità in un progetto particolarmente sensibile a ciò che in futuro verrà
realizzato nella concordia di tutti i cristiani 8. Si propone innanzitutto di creare organismi di libera
conciliarità ai vari livelli della vita dei cristiani 9; e partendo da questi organismi locali e regionali,
di prospettare la possibilità di un concilio che possa veramente radunare tutti i cristiani 10, dalla
assemblea di Uppsala, con momenti in cui si è maggiormente insistito sulla concretezza di questo
scopo, altri momenti dove l'eco ne è stata smorzata. Essendo essenzialmente "passaggio" che non
conserva niente per se stessa, la Chiesa-conciliarità è innanzitutto "conciliabilità" che coinvolge
tutte le persone e le loro opere. Essa è una qualità, una cattolicità interiore e mistica. Si presenta
come un paradosso, meglio come un'antinomia: essa riconcilia ciò che sembra irriconciliabile. La
via della Chiesa è "l'ecclesificazione ricapitolativa" dell'umanità 11, "saggezza universale" (cfr i studi
1 Y. de Moncheuil, Aspects de l'Eglise, Paris 1948, p. 67.
2 Y. Congar, Chrétiens désunis, Paris 1937, pp. 70, 80.
3 J. Willebrands, Address of H. E. Cardinal John Willebrands during the Doxology at the opening of the Patmos meeting, in «Information
Service», 1980 n° III-IV, p. 107.
4 L. J. Suenens, L'œcuménisme contesté, in «La documentation catholique», 1971 n° 1590, p. 678.
5 P. Teilhard de Chardin, L'avenir de l'homme, Paris 1959, pp. 73-76, 81, 98.
6 COMMISSIONE DI FEDE E COSTITUZIONE, Paper, 1972, n° 20, ciclost. Geneva 1972, p. 19; JOINT WORKING GROUP (JOINT THEOLOGICAL
COMMISSION) OF THE WORLD COUNCIL OF CHURCHES AND THE ROMAN CATHOLIC CHURCH, Catholicity and Apostolicity, in «One in Christ»,
1971 n° 3, p. 415; FOI ET CONSTITUTION, Louvain 1971, in «Istina», 1971 n° 3, pp. 413-414.
7 COMMISSION OF FAITH AND ORDER, Paper 1972, n°. 20, ciclost. Geneva 1972, p. 19; GRUPPO DI STUDIO VLL, Conciliarità come comunione
responsabile, in AA. VV., Il Regno di Dio che viene, Roma 1980, p. 244; AA. VV., Documento: La presidenza nell'Eucaristia, in AA. VV., Il
Regno di Dio che viene, Roma 1980, pp. 361-362.
8 JOINT WORKING GROUP (JOINT THEOLOGICAL COMMISSION) OF THE WORLD COUNCIL OF CHURCHES AND THE ROMAN CATHOLIC CHURCH,
Catholicity and Apostolicity, in «One in Christ», 1971 n° 3, pp. 474-475; COMMISSIONE DI FEDE E COSTITUZIONE, Paper, 1972, n° 20, ciclost.
Geneva 1972, pp. 14-15; R. Frieling, Konziliare Gemeinschaft, in R. Groscurth , Wandernde Horizonte, Frankfurt am Main 1974, S. 149-150;
GRUPPO DI STUDIO VII, Conciliarità come comunione responsabile, in AA. VV., Il Regno di Dio che viene, Roma 1980, p. 251.
9 COMMISSIONE DE FOI ET CONSTITUTION, Louvain 1971, in «Istina», 1971 n° 3, pp. 414-415.
10 COMMISSION DE FOI ET CONSTITUTION, Au-delà de l'intercommunion, Genève 1970, p. 25.
11 С. Булгаков / S. Bulgakov, One Holy, Catholic and Apostolic Church, in «The Christian East», 1931 n° Xll, p. 98; С. Булгаков / S. Bulgakov,
La Fiancée de l'Agneau, in «Le Messager orthodoxe», 1969 n° 46-47, p. 23; С. Булгаков / S. Bulgakov, Una Sancta, in «Путь», 1938-39 n° 58,
стр. 4-5. 132.
640
sulle implicazioni sapienziali di questa chiave ecclesiologica 1): legame spirituale e incontro tra Dio
e l'umanità responsabile irradiamento centrale della comunione sotto forma di "riconciliazione"
integrale nella ‘novità’ dell’essere umano 2. Non sembra accettabile isolare l’intento ecclesiale
come sola ‘autorità’, da Cristo ai ‘vescovi’, meno come ‘dono’ nella parità che come ‘servizio’
nell’«exousia», per raccogliere tutta l’umanità in questa istituzionalità centrata su se stessa 3.
DALLA VISUALE FORMALE SUI STATUTI STRUTTURALI ALLA VISUALE ORGANICA VIVA
Per superare l’«ipnosi» della Chiesa-organizzazione, si è passati all’evocazione della
Chiesa-organismo 4. L’organismo complessivo della Chiesa-Corpo-di-Cristo è la sua ‘cattolicità’
nei rapporti di comunione (non più l’universalismo ‘fino ai confini del mondo’). Tale comunione
segue le impostazioni chiaramente strutturali dei legami 5. La conciliarità –pertanto- si realizza
1 I testi in proposito si trovano nella pagina interna del sito documentativo: http://www.webalice.it/joos.a/SOPHIANIC_THEOLOGY_-
_TEOLOGIA_SOFIANICA.html
2 С. Булгаков / S. Bulgakov, Die Lehre von der Kirche in orthodoxer Sicht, in «Internationale kirchliche Zeitschrift», 1957 n° 3, S. 183; С.
Булгаков / S. Bulgakov, Social Teaching in Modern Russian Orthodox Thought, in «Diakonia», 1968 n° 2, p. 122; С. Булгаков / S. Bulgakov,
The Wisdom of God, London 1937, p. 113; С. Булгаков / S. Bulgakov, L'Orthodoxie, Paris 1932, pp. 61-63, 86, 153-154; С. Булгаков / S.
Bulgakov, Агнец Божий / Le Verbe incarné, in idem, О Богочеловечестве / La Théanthropie, Часть I / Tome I, Париж 1933 / Paris 1943, стр.
263-264, 275-276 / pp. 364-366, 379-380; С. Булгаков / S. Bulgakov, Dialog zwischen Gott und Mensch, Marburg an der Lahn 1961, S.
11; С. Булгаков / S. Bulgakov, La Fiancée de l'Agneau, in «Le Messager orthodoxe», 1969 n° 46-47, pp. 24, 26; С. Булгаков / S. Bulgakov,
One Holy, Catholic and Apostolic Church, in «The Christian East», 1931 n° Xll, p. 90; С. Булгаков / S. Bulgakov, Утешитель / Il Paraclito,
Таллинн 1936 / Bologna 1972, стр. 289-290 / pp. 309-310; С. Булгаков / S. Bulgakov, Kosmodizee, München 1925, S. 234.
3 JOINT INTERNATIONAL COMMISSION FOR THE THEOLOGICAL DIALOGUE BETWEEN THE ROMAN CATHOLIC CHURCH AND THE ORTHODOX
CHURCH, Ecclesiological and Canonical Consequences of the Sacramental Nature of The Church, Ecclesial Communion, Conciliarity and
Authority (Ravenna, 13 October 2007), in «Internet» 2010, http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/ch_
orthodox_docs/rc_pc_chrstuni_doc_20071013_documento-ravenna_en.html: «12. When we speak of authority, we are referring to exousia,
as it is described in the New Testament. The authority of the Church comes from its Lord and Head, Jesus Christ. Having received his
authority from God the Father, Christ after his Resurrection shared it, through the Holy Spirit, with the Apostles (cfr. Jn 20, 22). Through the
Apostles it was transmitted to the bishops, their successors, and through them to the whole Church. Jesus Christ our Lord exercised this
authority in various ways whereby, until its eschatological fulfilment (cfr. 1 Cor 15, 24-28), the Kingdom of God manifests itself to the world:
by teaching (cfr. Mt 5, 2; Lk 5, 3); by performing miracles (cfr. Mk 1, 30-34; Mt 14, 35-36); by driving out impure spirits (cfr. Mk 1, 27; Lk 4,
35-36); in the forgiveness of sins (cfr. Mk 2, 10; Lk 5, 24); and in leading his disciples in the ways of salvation (cfr. Mt 16, 24). In conformity
with the mandate received from Christ (cfr. Mt 28, 18-20), the exercise of the authority proper to the apostles and afterwards to the bishops
includes the proclamation and the teaching of the Gospel, sanctification through the sacraments, particularly the Eucharist, and the pastoral
direction of those who believe (cfr. Lk 10, 16). 13. Authority in the Church belongs to Jesus Christ himself, the one Head of the Church (cfr.
Eph. 1, 22; 5, 23). By his Holy Spirit, the Church as his Body shares in his authority (cfr. Jn 20, 22-23). Authority in the Church has as its goal
the gathering of the whole of humankind into Jesus Christ (cfr. Eph. 1,10; Jn 11, 52). The authority linked with the grace received in
ordination is not the private possession of those who receive it nor something delegated from the community; rather, it is a gift of the Holy
Spirit destined for the service (diakonia) of the community and never exercised outside of it. Its exercise includes the participation of the
whole community, the bishop being in the Church and the Church in the bishop (cfr. St Cyprian, Ep. 66, 8)».
4 JOINT INTERNATIONAL COMMISSION FOR THE THEOLOGICAL DIALOGUE BETWEEN THE ROMAN CATHOLIC CHURCH AND THE ORTHODOX
CHURCH, ECCLESIOLOGICAL AND CANONICAL CONSEQUENCES OF THE SACRAMENTAL NATURE OF THE CHURCH. ECCLESIAL COMMUNION,
CONCILIARITY AND AUTHORITY, Ravenna, 13 October 2007, in «Internet» 2013, http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/
chrstuni/ch_orthodox_docs/rc_pc_chrstuni_doc_20071013_documento-ravenna_en.html: «11. The Church exists in many and different
places, which manifests its catholicity. Being “catholic”, it is a living organism, the Body of Christ. Each local Church, when in communion
with the other local Churches, is a manifestation of the one and indivisible Church of God. To be “catholic” therefore means to be in
communion with the one Church of all times and of all places. That is why the breaking of eucharistic communion means the wounding of
one of the essential characteristics of the Church, its catholicity».
5 JOINT INTERNATIONAL COMMISSION FOR THE THEOLOGICAL DIALOGUE BETWEEN THE ROMAN CATHOLIC CHURCH AND THE ORTHODOX
CHURCH, ECCLESIOLOGICAL AND CANONICAL CONSEQUENCES OF THE SACRAMENTAL NATURE OF THE CHURCH. ECCLESIAL COMMUNION,
CONCILIARITY AND AUTHORITY, Ravenna, 13 October 2007, in «Internet» 2013, http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/
chrstuni/ch_orthodox_docs/rc_pc_chrstuni_doc_20071013_documento-ravenna_en.html: «10. This conciliar dimension of the Church’s life
belongs to its deep-seated nature. That is to say, it is founded in the will of Christ for his people (cfr. Mt 18, 15-20), even if its canonical
realizations are of necessity also determined by history and by the social, political and cultural context. Defined thus, the conciliar dimension
of the Church is to be found at the three levels of ecclesial communion, the local, the regional and the universal: at the local level of the
diocese entrusted to the bishop; at the regional level of a group of local Churches with their bishops who “recognize who is the first amongst
themselves” (Apostolic Canon 34); and at the universal level, where those who are first (protoi) in the various regions, together with all the
bishops, cooperate in that which concerns the totality of the Church. At this level also, the protoi must recognize who is the first amongst
sostanzialmente nei concili 1. L’intento della prospettiva ‘organica’ non sfugge però a varie
ristrettezze di comprensione, tra cui quella dell’esagerato conformismo fisiologico nella visuale di
organicità. D’altra parte, la visione ‘organica’ era anche l’appannaggio della riflessione sullo Stato
stesso 2. Il confronto degli argomenti sia in favore del ‘potere di diritto divino’ nel monarca civile e
la ‘democrazia civile’ che si voglia copiare nella visuale ecumenica rimane ‘spinoso’… La
conciliarità non è, comunque, una concezione dell’unità ma una ulteriore metodologia storica
verso l’unità organica, che dall’assemblea di Nuova Delhi era stata proposta come il percorso da
seguire nel coinvolgimento ecumenico delle Chiese 3. Sintetizzando l’uso del termine “conciliarità”
esso esprime la sua natura comunionale nel riconoscersi assemblea, espressa anche, ma non
necessariamente nei soli sinodi e nei concili, che in continuità con la fede apostolica e nella
comune celebrazione eucaristica, manifesta l’unità-diversità dell’unico corpo di Cristo. La piena
comunione suppone ed esprime la legittima diversità nelle tradizioni liturgiche, canoniche,
dottrinali 4 che si attua nell'inesauribilità del mistero ecclesiale grazie alla molteplicità delle forme
che esprimono la pienezza del Dono. Nell’unità la conciliarità presuppone la manifestazione di una
grande diversificazione 5. Nella sua diversità la “comunità conciliare” implica intimamente il
concetto di “unione organica” a tutti i livelli, e non un semplice accostamento di Chiese 6. Il criterio
ecumenico della libera conciliarità non va confuso con un ”modello conciliare” che esprime una
comprensione ipotetica della Chiesa nella sua unità e che si riferisce al sesto criterio ecumenico
(cfr il capitolo seguente). Non pochi autori hanno visto nell’insistenza posta sull’«unione organica»
delle Chiese un pericolo per Ia sopravvivenza delle diversità ecclesiali, temendo unità per fusione
7. C’è da distinguere la dinamica di conciliarità e l’impostazione della ‘unificazione’ sulla base di
un ‘modello di unità organica’ 8. Di fronte all’universalismo del mondo, l’intento ecumenico –nel
criterio di libera conciliarità- è chiamato a specificare la qualità cristiana dell’unità nella diversità,
themselves».
1 JOINT INTERNATIONAL COMMISSION FOR THE THEOLOGICAL DIALOGUE BETWEEN THE ROMAN CATHOLIC CHURCH AND THE ORTHODOX
CHURCH, ECCLESIOLOGICAL AND CANONICAL CONSEQUENCES OF THE SACRAMENTAL NATURE OF THE CHURCH. ECCLESIAL COMMUNION,
CONCILIARITY AND AUTHORITY, Ravenna, 13 October 2007, in «Internet» 2013, http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/
chrstuni/ch_orthodox_docs/rc_pc_chrstuni_doc_20071013_documento-ravenna_en.html: «9. Councils are the principal way in which
communion among bishops is exercised (cfr. Valamo Document, n. 52). For “attachment to the apostolic communion binds all the bishops
together linking the episkope of the local Churches to the College of the Apostles. They too form a college rooted by the Spirit in the ‘once
for all’ of the apostolic group, the unique witness to the faith. This means not only that they should be united among themselves in faith,
charity, mission, reconciliation, but that they have in common the same responsibility and the same service to the Church” (Munich
Document, III, 4)».
2 S. Tsvetkov, History Personified: Petr Stolypin. Part I — The Statesman, in «Pravoslavie-Ru», in «Internet» 2013,
http://www.pravoslavie.ru/english/44050.htm: «Since the end of the 19th century, the idea of sobornost in Russia became part not only of
purely theological and philosophical, but also public thought. The idea of state as a living organism whose co-subordinate structures are
equal but not self-sufficient was a new step towards the authentic understanding of freedom in political philosophy».
3 COMMISSION OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church - Next Steps, in idem, What Kind of Unity, Geneva 1974, p. 23; COMMISSION
OF FAITH AND ORDER, The Unity of the Church: the Goal and the way in Uniting in Hope, Reports and Document for the meating of Faith and
Order Commission, Accra 1974, Geneva 1975, pp. 114-115; COMMISSION OF FAITH AND ORDER, What unity requires, in D. M. Paton (ed.),
The Official report of Fifth Assembly of the World Council of Churches, Nairobi, 23 November - 10 december 1975, London 1975, p. 60.
4 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Decreto "Unitatis Redintegratio", Città del Vaticano 1965, n° 14-18.
5 COMMISSION OF FAITH AND ORDER, What unity requires, in D. M. Paton (ed.), The Official report of Fifth Assembly of the World Council of
Churches, Nairobi, 23 November - 10 December 1975, London 1975, pp.60-61.
6 S. Hubner, “Konziliare Gemeinschaft” - Weg und Ziel christlicher Einheit?, in «Theologisches Handbuch», München 1980, S. 433-434.
7 Cfr H. Meyer, I modelli di unità che attualmente troviamo nella chiesa, in «Oikumenikon», 1977 n° 12, pp. 860-862; anche P. Neuner, Breve
manuale dell‘ecumene, Brescia 1988, pp. 215-217. 8 COMMISSIONE DI FEDE E COSTITUZIONE, Concetti di unità e modelli di unificazione, in «Regno - doc», 1973 n° 9, p. 243: «Quando si tratta
di unificazione si pensa involontariamente al modello di unione organica In tal caso le chiese separate stabiliscono una comunità che
possiede una nuova identità. Elaborano una professione di fede comune, si accordano sui sacramenti e sul ministero, si danno una struttura
organica che permette di apparire come una sola chiesa. Le chiese, ciascuna con il suo nome particolare, costituiscono una nuova comunità
con un proprio nome. Il rispettivo passato non viene certo abolito, ma diventa un passato comune. Esse non presentano più le loro
particolari tradizioni ciascuna per conto suo, ma si impegnano a vivere una tradizione comune».