Università Commerciale Luigi Bocconi Facoltà di Economia Corso di laurea specialistica OSI-LS Organizzazione e sistemi informativi L’EVOLUZIONE DEI NETWORK DI ALLEANZE TRA IMPRESE E GLI EFFETTI SULLE PERFORMANCE. UNA RICERCA NEL SETTORE DEI MEZZI DI TRASPORTO. Relatore: Giuseppe Soda Controrelatore: Gianluca Carnabuci Tesi di laurea specialistica di: Dario Comi Matricola: 1105188 Anno accademico: 2006/2007
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The evolution of the companies’ alliance network and its effects on performance. A field study on the automotive industry.
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Università Commerciale Luigi Bocconi Facoltà di Economia Corso di laurea specialistica OSI-LS Organizzazione e sistemi informativi
L’EVOLUZIONE DEI NETWORK DI ALLEANZE TRA IMPRESE E GLI EFFETTI SULLE
PERFORMANCE. UNA RICERCA NEL SETTORE DEI MEZZI DI TRASPORTO.
Relatore: Giuseppe Soda Controrelatore: Gianluca Carnabuci Tesi di laurea specialistica di: Dario Comi Matricola: 1105188 Anno accademico: 2006/2007
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Un particolare ringraziamento a:
Al Professore Giuseppe Soda, per l’interesse manifestato verso i temi trattati,
per l’aiuto assicuratomi per la stesura della tesi e per la disponibilità mostrata in
ogni momento. Un particolare ringraziamento inoltre per avermi avvicinato a ciò
che poi è diventato il mio principale interesse di studio: l’organizzazione
aziendale.
Alla Dottoressa Alessandra Carlone, per l’aiuto fornitomi nell’affrontare le analisi
più complesse.
Alla mia famiglia, che mi ha permesso di arrivare a questo traguardo con
insostituibile disponibilità e affetto.
Ai componenti del gruppo Osmosi, Luigi, Matteo, Francesca e Marco, per i due
anni di intensa collaborazione ed amicizia.
A tutte le persone che in questi anni di studio mi hanno sostenuto, aiutato ed
• Trasferimento di risorse (transazioni economiche, prestiti..)
• Associazione o affiliazione (partecipazione ad uno stesso evento sociale
o appartenenza al medesimo gruppo sociale)
• Spostamenti di luogo o status (mobilità fisica o sociale)
• Relazioni formali (autorità)
• Relazioni informali (discussioni, invio di messaggi..)
• Relazioni biologiche (discendenza, parentela..)
Al livello più basso un legame costituisce un collegamento tra due attori. Il
legame è una proprietà della coppia e non va inteso come una caratteristica del
singolo soggetto. Quando l’analisi si concentra sullo studio e sulla
comprensione di quali relazioni intercorrano o meno tra coppie di soggetti si
parla di approccio diadico.
Un passo importante è stato lo spostamento verso lo studio delle triadi, e quindi
di gruppi composti da tre attori; non va infatti ricercata solo la presenza o
l’assenza di un collegamento diretto ma va considerata anche la possibilità che
la relazione tra due soggetti “passi” attraverso un terzo attore, in una sorta di
transitività o di bilanciamento. Si pensi all’esempio per cui vi sia affinità o
antipatia tra l’attore i e l’attore j ; questa relazione si rifletterà sulla loro
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considerazione di un terzo attore k, di segno comune nel primo caso e di segno
opposto nel secondo.
Se si incrementa il numero di soggetti che si è disposti ad analizzare e si
adottano degli specifici criteri di selezione, otteniamo dei sottogruppi di attori.
Tuttavia la network analysis non limita il proprio interesse a diadi, triadi o
sottogruppi ma si spinge fino allo studio di più ampi sistemi. Un sistema
consiste nell’insieme dei legami tra membri di un gruppo, più o meno definito
che sia mentre un gruppo indica un insieme di attori che, per motivi teorici,
empirici o concettuali, vengono considerati e trattati come un insieme finito di
individui sui quali si svolge l’analisi reticolare. Proprio il rendere un gruppo
un’entità dai confini chiari e definiti è una questione della massima rilevanza.
Una network analysis può, per definizione, analizzare più gruppi ma un unico e
solo actor set, definito come l’insieme complessivo degli attori presi in
considerazione.
Infine, dopo aver osservato i diversi livelli di analisi adottabili, è bene chiarire
cosa si intende con i termini relazioni e Social Network. Le prime si riferiscono
non agli specifici collegamenti tra soggetti, che sono precedentemente stati
definiti come legami relazionali, ma all’insieme dei legami di un determinato tipo
misurati su coppie di attori all’interno di un determinato actor set; una relazione
può quindi essere l’insieme dei legami di amicizia rilevati tra gli individui di una
collettività o l’insieme delle relazioni diplomatiche tra diverse nazioni del mondo.
Avendo definito e resi chiari i concetti di attore, gruppo e relazione, si può
definire un Social Network come un insieme definito di attori (actor set) e di
relazioni che intercorrono tra di essi.
1.3 Variabili d’analisi
Dopo aver ripercorso la storia della Network Analysis, averne analizzato le
implicazioni ed elencato i principali concetti, si vuole ora descrivere nello
specifico quelle che sono le variabili da considerare nello studio delle reti.
Di seguito vengono descritte tre tipologie di proprietà di un network o di un
sistema di relazioni, in particolare:
• Il contenuto delle relazioni
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• La natura delle relazioni
• Le caratteristiche strutturali della rete
Le prime due descrivono principalmente la relazione in sé, mentre l’analisi delle
caratteristiche strutturali aiuta a comprendere l’articolazione complessiva di un
network, differenziando le posizioni occupate dagli attori al suo interno,
identificando i gruppi di soggetti maggiormente coesi o di soggetti simili. Su
quest’ultimo livello di analisi si basa lo studio delle reti attraverso il paradigma
strutturale.
Un quarto elemento, nello specifico l’oggetto delle relazioni e quindi le finalità
che si perseguono tramite le medesime, verrà analizzato nel capitolo
riguardante le alleanze ed i network; non si è voluto inserirlo in questa sezione
poiché non inerente allo studio relazionale di una rete ma più ad un’analisi di
livello strategico sui possibili motivi che spingono le aziende a stringere
un’alleanza.
1.3.1 Contenuto delle relazioni
Come abbiamo precedentemente visto, la natura specifica dei legami tra due
soggetti può essere molto diversa. Senza riportare nuovamente i possibili
contenuti ma rianalizzandoli, si può operare una classificazione distinguendo le
relazioni che implicano uno scambio, di beni, servizi, affetto e norme, da quelle
che hanno come contenuto l’associazione di risorse come consorzi e joint
program. Scambio e associazione si differenziano per il fatto che il primo
consiste in un trasferimento, l’altra, pur non escludendo necessariamente lo
scambio informativo, affettivo o normativo, non presenta il trasferimento come
contenuto principale.
1.3.2 Natura delle relazioni
La natura delle relazioni indica le caratteristiche proprie dei singoli legami,
identificate e descritte secondo un approccio diadico.
Intensità. Quando tra due più attori esistono due o più legami possiamo
ritenere che la relazione tra essi sia più intensa che non nel caso in cui se ne
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osservi uno solo. Il concetto può anche riferirsi all’ammontare totale delle
risorse investite nella relazione ed in particolare alla presenza di investimenti
specifici (Williamson 1975) oppure, in un’ottica di processo, ai flussi di risorse
ed informazioni che si realizzano tra gli attori.
Forza. Granovetter (1973) ha definito la forza di una relazione come la
combinazione del grado di intensità emotiva, del livello di intimità, dei servizi
reciproci e del tempo ad essa dedicato dalle parti. Ha inoltre dimostrato come
alcuni fenomeni siano spiegabili alla luce del fatto che le connessioni deboli
sono, a volte, più importanti dei legami forti, perché costituiscono legami tra
attori altrimenti non collegabili e sono meno impegnativi da mantenere. Diverse
sono comunque le teorie per misurare la forza di un legame; si è ipotizzato che
quelli con una maggior forza fossero i collegamenti attivi da maggior tempo,
poiché l’esperienza rappresenta un fattore determinante per stabilire il livello di
fiducia di una relazione e quindi la sua forza; forza che contraddistingue anche i
legami formatisi per la presenza di una relazione di tipo primario (parentale,
amicale o affettiva) e quelli costituiti tra attori con una certa similarità di valori,
categoria, status, ecc.
Longevità e frequenza. La longevità di una transazione, e quindi del legame
che la sottende, riguarda l’ampiezza dell’orizzonte temporale in cui si può
trovare un punto di equilibrio tra contributi e incentivi. In presenza di elevata
longevità le parti sono forzate a rimanere in contatto e ciò potrebbe consolidare
la relazione. Squilibri nel breve termine possono essere considerati sopportabili
nell’ottica di un riequilibrio nel medio/lungo periodo.
Reciprocità. La reciprocità, nella network analysis, viene considerata come il
grado con cui una relazione è comunemente percepita e concordata da tutte le
controparti coinvolte. La reciprocità si basa sulla convergenza degli interessi e
delle azioni delle parti verso determinati obiettivi o valori.
Aspettative. Il livello di chiarezza delle aspettative coincide con la misura in cui,
in ogni coppia di attori, l’uno ha aspettative determinate circa il comportamento
dell’altro. Nel caso di relazioni complesse e caratterizzate da un elevato numero
di attori, il problema della chiarezza delle aspettative si manifesta sotto forma
non solo di trasparenza della singola relazione ma come conoscenza delle
regole che governano la cooperazione nel settore.
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Formalizzazione. Considerata a volte come variabile strutturale, è espressione
della misura in cui le relazioni tra gli attori sono esplicitamente formulate e può
essere misurata attraverso indicatori quali il ricorso a regole e procedure per
garantire lo svolgimento degli scambi.
Molteplicità. La molteplicità si riferisce alla differenziazione dei legami nei quali
è coinvolto un attore; secondo Aldrich e Whetten (1981) una maggior
molteplicità porta ad una maggiore stabilità delle relazioni e anche, attraverso
un aumento delle ragioni di scambio, all’incremento del potenziale di
apprendimento e di sviluppo dell’esperienza.
1.3.3 Proprietà strutturali di una rete
Le proprietà strutturali di una rete possono essere scomposte in:
• Proprietà strutturali e geometriche
• Proprietà riferite ai ruoli e alle posizioni
Le prime si riferiscono innanzitutto allo studio della posizione, della centralità e
del prestigio degli attori all’interno della rete; le tecniche utilizzate si definiscono
relazionali e puntano, partendo dai legami diretti, a identificare i cluster di
relazioni maggiormente connessi attraverso la teoria dei grafi.
Le proprietà legate ai ruoli e alle posizioni si rifanno al concetto principale di
equivalenza strutturale e si analizzano tramite tecniche definite positional.
Queste ultime si focalizzano sulle relazioni con terzi attori e identificano
all’interno dei network gli attori che presentano modelli relazionali identici o
strutturalmente equivalenti.
Proprietà strutturali e geometriche Dimensione. Il numero di attori che compongono una rete e
conseguentemente il numero di nodi presenti nel grafo determina in genere la
dimensione della stessa. Il problema, come si accennava in precedenza,
consiste nel determinarne i confini. Esistono in proposito due approcci; il primo,
definito realista, consiste nell’inclusione all’interno della rete degli attori che
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dichiarano di appartenere alla struttura relazionale mentre il secondo, chiamato
nominalista, si adotta quando la scelta dei confini risponde a finalità analitiche e
a obiettivi di ricerca.
Connettività. Il concetto di connettività (embeddedness) riassume variabili
come il grado di accentramento, la molteplicità e la diffusione dei legami o la
presenza di attori più o meno isolati all’interno di una rete di relazioni. Un modo
per misurare la connettività di una rete consiste nel definirne la densità
relazionale, ottenibile facendo il rapporto tra le relazioni esistenti in un dato
momento e le relazioni potenziali sempre allo stesso tempo; il risultato,
compreso tra 0 e 1, sarà prossimo allo 0 nel caso di reti debolmente connesse
o prossimo all’1 nel caso di reti fortemente connesse. Qualora si consideri
anche l’intensità dei collegamenti, si passa al concetto di densità ponderata
(valued density).
Non vi è tuttavia solo la densità come espressione della connettività; un'altra
importante variabile è la distanza geodetica, ovvero la distanza minima tra
ciascuna coppia di attori. Definita la lunghezza di un percorso come il numero di
attori che occorre attraversare per raggiungerne un altro, la distanza geodetica
indica la lunghezza del percorso più breve in grado di collegarli. La media delle
distanze tra gli attori all’interno della rete fornisce indicazioni sulla connettività,
nel senso che quest’ultima sarà tanto maggiore quanto più breve è la distanza.
Centralità e potere. Il primo spunto nell’analisi di un network è spesso quello
di identificare gli attori principali cioè quelli con maggior potere, rilevanza e
capacità di controllo. Questi sono quelli maggiormente coinvolti in legami con
altri soggetti. Il fattore critico non è tanto se l’importanza derivi da legami in
entrata (ricezione) o in uscita (trasmissione), ma il coinvolgimento in sé e la
visibilità che ne deriva. In una rete non-direzionale, un primo metodo è quindi
quello di calcolare il numero di legami che ciascun soggetto detiene; questa
misura, dipendendo dalla numerosità degli attori presenti, è confrontabile tra
gruppi di dimensione diversa solo se normalizzata, ricavando la degree
centrality, pari al numero di relazioni incidenti sull’attore diviso per il numero
massimo possibile di relazioni (quest’ultimo pari al numero degli attori meno
uno). In questo caso la centralità è espressione dell’attività del singolo e del suo
conseguente coinvolgimento.
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Il numero di relazioni che convergono su un attore non è necessariamente una
spiegazione diretta del potere di cui esso dispone e vi sono altre possibili
dimensioni di indagine; ad esempio, è rilevante anche avere una distanza
media da tutti gli altri soggetti relativamente bassa e per quantificare questo
concetto si ricorre ad una misura di centralità definita closeness centrality. La
misura si concentra su quanto un attore sia mediamente vicino a tutti gli altri
presenti nella rete; l’idea di fondo è che un attore è centrale se può interagire
velocemente con chiunque altro, caratteristica particolarmente rilevante in
network dove è prominente l’aspetto informativo e comunicativo.
Anche il ricoprire un ruolo di mediazione tra parti distinte ed altrimenti separate
di una rete (brokerage, Burt 1992) aumenta il potere ed il prestigio di un attore.
Il ruolo di broker è tanto più importante quanto maggiore è la distanza fisica,
psicologica, di linguaggio, culturale o la sfiducia tra gli attori. Una misura di
centralità che si basa sul concetto di mediatore è la betweenness centrality: le
interazioni tra due attori non adiacenti possono dipendere da altri attori presenti
nella rete sociale analizzata e questi ultimi potrebbero avere un qualche tipo di
controllo sulle stesse interazioni. Si può quindi dire che quanto più un attore
costituisce un percorso obbligato per passare da un soggetto ad un altro, tanto
più egli è centrale perché può svolgere il ruolo di broker. Prestigio e potere. Un elemento collegato alla centralità è il prestigio. Considerando la direzionalità dei legami, e quindi la possibilità di distinguere tra
collegamenti in entrata e in uscita, possiamo definire prestigioso (o popolare)
quell’attore che ha numerosi legami, la maggior parte dei quali in entrata
(considerando relazioni positive e non negative come “è inaffidabile”).
Sottogruppi. I sottogruppi, o cluster, sono una tra le maggiori unità di analisi e
consistono in insiemi di attori caratterizzati dalla reciprocità e frequenza dei
legami, la vicinanza e la raggiungibilità degli attori. Un sottogruppo è perciò
composto da attori adiacenti o raggiungibili con brevi percorsi e fortemente
connessi tra di loro, con molti legami interni e pochi esterni, con altri attori o
sottogruppi. La coesione interna ai cluster fa si che essi rispondano
uniformemente agli stimoli esterni ed agiscano in modo coordinato.
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Proprietà riferite ai ruoli e alle posizioni. Equivalenza strutturale. Molti dei metodi utilizzati per la descrizione delle
proprietà strutturali di un network si rifanno ai concetti di ruolo e posizione
sociale e si traducono, nella network analysis, in procedure per analizzare le
similarità strutturali e lo schema delle relazioni. Questi metodi, che vengono
chiamati posizionali, condividono l’obiettivo di rappresentare in forme
semplificate gli schemi rilevati dall’analisi di complessi dati relazionali per
rivelare sottogruppi di attori che sono inseriti similmente nella struttura sociale e
per descrivere le associazioni tra le diverse relazioni.
I concetti di base sono quelli di ruolo e posizione; il primo indica lo schema di
relazioni che lega un individuo agli altri individui mentre la posizione si riferisce
a come lo stesso è inserito nel network, considerando i legami che ha con gli
altri attori. Due attori in posizioni equivalenti saranno perciò simili per attività
sociale, legami o interazioni.
L’analisi in prospettiva strutturale consente, partendo dall’osservazione delle
relazioni all’interno di un network, di:
• Raggruppare gli attori in posizioni basate sulla similarità delle relazioni
che implicano
• Descrivere le associazioni tra le relazioni in base a come queste ultime si
combinano per connettere attori e posizioni (ad esempio zia è la
combinazione della relazione madre e sorella)
Il processo ideale combina l’identificazione delle classi di equivalenza,
attraverso la definizione delle posizioni, e la descrizione del sistema di relazioni
tra le posizioni, con la definizione dei ruoli. Procedendo nell’ordine esposto si ha
come risultato la definizione delle posizioni e dei ruoli individuali, mentre
invertendo il processo si ottengono le posizioni e i ruoli globali. In conclusione
due attori si definiscono equivalenti se hanno legami identici da e verso tutti gli
altri attori.
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Capitolo 2
Alleanze e Reti tra Imprese
2.1 Reti: approcci e tipologie
In ambito economico, i sistemi di alleanze tra imprese sono sempre più rilevanti
per la loro capacità di regolare complesse interdipendenze transazionali e di
collaborazione. La capacità di governare interscambi con l’ambiente esterno è
per una società un fattore primario di sopravvivenza; in una prospettiva del
sistema aperto le relazioni sono vitali e si presentano a seguito di
interdipendenze. Dalle relazioni con l’esterno si generano le risorse che, una
volta reimmesse nell’organizzazione, sono in grado di assicurarne la continuità
(Soda 1998).
Con il termine alleanza indichiamo “ogni accordo cooperativo e di
coordinamento, iniziato volontariamente dalle parti, che comporta lo scambio, la
condivisione o lo sviluppo congiunto di risorse e che può prevedere il
conferimento, da parte dei partner, di capitali, tecnologie o attività specifiche”
(Dyer, Singh 1998).
A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta si è sviluppato un crescente
impegno verso lo studio delle relazioni interorganizzative che sono state terreno
fertile per analisi di diversa natura, basate su differenti approcci disciplinari.
Alcuni esempi sono gli studi di tipo economico, storico ed evolutivo,
organizzativo, negoziale, istituzionale e sociologico (Grandori, Soda 1995).
Il fiorire di innumerevoli filoni di ricerca ha portato il termine network ad essere
ormai ampiamente utilizzato e di conseguenza a perdere la sua iniziale
precisione nel definire un determinato fenomeno.
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Se con network si intende in ogni scienza un insieme di nodi collegati da
relazioni, in questo lavoro l’interesse è focalizzato sulle reti come modi di
organizzare l’attività economica attraverso il coordinamento e la cooperazione
interorganizzativa. In questo senso si trovano al cuore delle teorie organizzative
poiché sono modalità di coordinamento tra unità organizzative specializzate
laddove trovare il giusto bilanciamento tra differenziazione e integrazione è
considerato un problema centrale nel processo di strutturazione di un’impresa
(Grandori, Soda 1995).
Internamente a questo tema alcuni autori, tra cui Thorelli (1989), sostengono
che la rete di imprese sia una forma intermedia ed ibrida rispetto al mercato e
alla gerarchia mentre un'altra teoria (Powell 1990, Ring e Van de Ven 1992), in
contrasto con la prima, vede nel network un terzo ed alternativo tipo di assetto
interorganizzativo.
Un ulteriore approccio (Grandori, Soda 1995) propone una definizione non
eccessivamente polarizzata di network, visto come una modalità di regolamento
delle interdipendenze differente dall’aggregazione di unità organizzative
all’interno di un’unica società e dalla gestione attraverso strumenti di mercato
(prezzo, mosse strategiche, collusione, ecc.) e basata su uno schema
cooperativo con elementi comunicativi specifici per ogni partner.
Gli attributi della rete non devono poi essere necessariamente intermedi rispetto
a quelli delle stesse imprese e del mercato o essere per forza unici, potendo
comunque manifestarsi anche negli altri due casi ad intensità diverse. Le
imprese possono così utilizzare meccanismi di mercato al loro interno, le reti
possono essere fortemente gerarchiche così come i mercati potrebbero essere
rigidamente regolati da norme e regolamenti.
Tanto il continuum di forme ibride o intermedie quanto la categoria generale di
“impresa rete” comprendono in realtà una varietà di assetti istituzionali,
contrattuali e organizzativi assai diversi e spesso alternativi tra di loro. Il lavoro
di ricerca originariamente elaborato da Grandori (1989) e Soda (1995) fornisce
un modello generale di classificazione delle diverse forme di rete basato sulla
loro differenziazione in base ai meccanismi di coordinamento adottati e alle
variabili proprie delle relazioni (introdotte al capitolo precedente) ed in
particolare intensità, forza dei legami, livelli di formalizzazione, centralità,
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dimensione e tipo di interdipendenza. Si distinguono così le reti burocratiche,
proprietarie e sociali.
2.1.1 Reti burocratiche
Le forme burocratiche di rete rappresentano modalità di coordinamento tra
imprese generalmente formalizzate in contratti di scambio o di associazione.
L’elemento impersonale rappresentato dal contratto o dalla norma è quello che
consente il coordinamento tra le parti. I contratti non si riferiscono
esclusivamente agli obblighi economico-patrimoniali, ma anche ai
comportamenti, ai diritti di informazione, di decisione e controllo. Il grado di
formalizzazione può variare e non è mai completo.
Le principali forme di reti burocratiche si distinguono in simmetriche e
asimmetriche; tra le prime rientrano consorzi ed associazioni di categoria
mentre le seconde includono reti dove un attore concede ad un altro lavori e
fasi del ciclo produttivo, diritti, poteri, marchi e licenze (ad esempio franchising e
licensing).
2.1.2 Reti proprietarie
Le reti proprietarie sono quelle forme di relazione in cui le imprese partecipanti
godono congiuntamente di diritti di proprietà e, assieme o in alternativa, di diritti
di partecipazione ai risultati dell’attività svolta. Le partecipazioni incrociate e la
detenzione di diritti proprietari non sono strumenti di coordinamento di per sé,
potendo avere come unici scopi i ritorni finanziari.
Quelle proprietarie sono reti interorganizzative diffuse in settori complessi o
nella gestione di attività innovative che affrontano il problema della difficoltà di
misurazione dei contributi e degli incentivi, assegnando a ciascuna parte quote
di risultato e riducendo così i costi di controllo.
Le joint ventures sono ad esempio forme di coordinamento tra imprese
fondamentalmente simmetriche, basate sulla creazione di una nuova impresa
attraverso il conferimento dei capitali e l’unione delle risorse a disposizione dei
partner, tangibili ed immateriali.
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Una forma proprietaria asimmetrica è invece il capital venture, rete che, per
essere così definita, deve andar oltre il mero aspetto finanziario includendo
anche un legame organizzativo tra investitore e partner.
Il confine tra forme burocratiche e proprietarie non è nettamente definibile;
esistono infatti modalità di coordinamento non proprietario che presentano diritti
agli utili così come reti proprietarie che hanno un elevato grado di
formalizzazione burocratica/contrattuale.
2.1.3 Reti sociali
I meccanismi di coordinamento riconducibili allo scambio sociale svolgono in
genere una duplice funzione. Se da un lato rappresentano un elemento
sovrapponibile ad uno scambio di beni, servizi o informazioni, con un ruolo di
supporto, dall’altro rappresentano una vera e propria tipologia di network. Un
esempio di rete che passa attraverso gli individui connettendo anche le
organizzazioni è rappresentata dagli intrecci di consiglieri di amministrazione o
interlocking directorate. L’elemento che permette a questi scambi di rafforzare e
stabilizzare le alleanze tra imprese risiede nelle persone e nelle sfere emotive
individuali. Come detto precedentemente, la possibilità di creare valore, di
ridurre i costi e di aumentare la soddisfazione attraverso i meccanismi della
reciprocità e fiducia e delle norme sociali ha portato a definire il patrimonio di
relazioni sociali di un attore come capitale sociale (Burt 2005).
2.2 Antecedenti e motivi di formazione
Dopo aver brevemente analizzato il concetto di rete tra imprese ed aver definito
le principali tipologie si vuole ora indagare quali possono essere i motivi per cui
due o più attori economici decidono di stringere un’alleanza. Soda (1998)
identifica sette differenti possibilità. Le imprese possono ad esempio costituire,
con altre organizzazioni, relazioni basate sulla cooperazione ed il
coordinamento al fine di controllare l’incertezza ambientale
Il principio fondamentale è che i soggetti operano all’interno di ambienti incerti e
tale incertezza è riconducibile a diversi fattori: la scarsità di risorse, la non
predicibilità delle variazioni ambientali, la specializzazione funzionale degli attori
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economici ed il controllo delle risorse critiche da parte di altre organizzazioni.
L’esigenza di ridurre tale incertezza spinge le società a creare ambienti esterni
negoziati, stabili e maggiormente prevedibili attraverso la creazione di legami
cooperativi.
Tale tendenza si può anche spiegare attraverso la teoria dello scambio, per la
quale il fine è quello di acquisire risorse non disponibili all’interno o per
controllare, attraverso l’esercizio del potere o dell’influenza, l’utilizzo di capacità
produttive detenute da altre organizzazioni. Quanto maggiore è il potere di cui
dispone un’organizzazione, tanto maggiore sarà l’influenza che eserciterà per
determinare la forma dei canali e la natura del rapporto di scambio.
La teoria della prossimità (Homophily theory) vede non tanto nel tentativo di
creare situazioni stabili di scambio, quanto nella vicinanza e nella somiglianza
delle finalità, dei valori e delle caratteristiche organizzative delle imprese la
ragione per cui queste costituiscono relazioni.
Un altro motivo è quello ottenere benefici mutui, per accrescere la forza di tutto
il network e per esercitare la cooperazione ed il coordinamento; in presenza di
scambi che non possono trovare un punto di equilibrio immediato, la
cooperazione è un processo di interazione più efficiente della competizione. In
quest’ottica la reciprocità rappresenta una determinante delle reti di alleanze
poiché le parti si impegnano per lunghi periodi garantendosi una maggior
probabilità di sopravvivenza.
Tornando a valutazioni più strettamente economiche, il motivo che spiega la
formazione dei nuovi legami è, secondo la teoria dei costi di transazione, quello
di ridurre i costi che si sostengono per governare le transazioni e i costi di
produzione, ai quali i primi si aggiungono.
Con resource pooling si indica invece la ricerca di un accesso stabile a risorse o
conoscenze complementari per fini competitivi, per lo sviluppo di competenze
interne o per distribuire i rischi di attività innovative. Questa ipotesi include
diversi aspetti già analizzati in altre prospettive ma ne sottolinea l’aspetto
strategico: le società ricorrono alle alleanze per la loro esigenza di costruire il
vantaggio competitivo sulle risorse immateriali, sull’innovazione e sulle
economie di velocità (first mover).
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L’ultimo motivo è di carattere istituzionale e legato a processi di conformazione
alle prescrizioni e ai regolamenti internazionali e di legittimazione ed
acquisizione di una data immagine e prestigio.
Grandori e Soda (1995) associano invece a ciascun approccio per lo studio
delle reti aziendali le relative variabili che spingono gli attori all’azione e quindi
ad entrare in un network.
Cominciando da quelli di carattere economico, le principali variabili utilizzate per
valutare un possibile ingresso in un sistema di alleanze sono diverse categorie
di costi collegate agli assetti produttivi e tecnologici: economie di scala, di
raggio d’azione, di specializzazione e d’esperienza. I costi collegati alla
tecnologia e ai relativi problemi di apprendimento ad essa collegati sono stati
analizzati e indicati come una spinta verso il fenomeno delle alleanze dal filone
storico-evolutivo, che si rifaceva al pensiero di Chandler e all’idea di “Visible
Hand”.
Le società tuttavia non costituiscono delle alleanze sulla base dei soli costi di
produzione ma valutando anche la riduzione dei costi di gestione dell’impresa,
come indica l’economia organizzativa. Un’elevata specificità delle risorse,
l’incertezza e la frequenza delle transazioni e la difficile misurabilità delle
performance diventano, in determinate condizioni, indicatori della formazione di
un network come conseguenza del fallimento del mercato e della gerarchia. La
stessa considerazione può essere fatta nel caso di un alto grado di
differenziazione tra le unità, di un’intensa interdipendenza tra le stesse e
dell’elevata complessità delle attività svolte.
La teoria della dipendenza dalle risorse porta invece argomentazioni molto
simili a quelle citate dalle teorie organizzative, rifacendosi quantitativamente
all’intensità delle relazioni e qualitativamente al tipo di interdipendenza,
resource pooling (orizzontale) o resource transferring (verticale).
Una maggior propensione alla formazione di un network deriva anche
dall’institutional embeddedness, dalla social embeddedness e dalla cultural
embeddedness. Intendendo con questi termini il grado con cui un attore è
inserito in un sistema istituzionale, sociale e culturale, l’approccio neo-
istituzionale ritiene che quanto maggiore è lo sviluppo e la pervasività delle
istituzioni sociali (sistema bancario, mercato del lavoro, sistema politico, ecc.) e
la possibilità di legittimare il proprio operato con l’appartenenza ad un certo
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gruppo di imprese, tanto maggiore è la probabilità che si formino strutture
interorganizzative di collaborazione. Similmente, per le altre due variabili, la
sociologia organizzativa sostiene che le relazioni economiche abbiano luogo in
una rete di relazioni preesistenti e di norme e valori sociali, le quali ne
influenzano lo sviluppo e possono essere utilizzate per prevedere il formarsi o
meno di nuovi legami.
Per spiegare questo fenomeno, la psicologia sociale ha focalizzato la propria
attenzione sulle dinamiche interne alla rete e sulla particolare struttura del
network in un determinato periodo di tempo, identificandoli come predittori del
futuro sviluppo del sistema; come dice Gulati (1995) “ [il network] rende i
Hp2: Maggiore la centralità dell’impresa, maggiore sarà la sua performance
innovativa
• La densità delle reti degli attori (ego-network): la densità necessità di
una distinzione; se è vero che una rete più densa possa generare
numerosi vantaggi, è altresì vero che possa portare con sé degli aspetti
negativi, fungendo da limite alle azioni dell’impresa o riducendo la varietà
delle informazioni (Uzzi 2000).
Hp3: Maggiore la densità della rete dell’impresa, maggiore sarà la sua
performance innovativa.
Hp4: Maggiore la densità della rete dell’impresa, minore sarà la sua
performance innovativa
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Capitolo 3
Il Settore Automobilistico
3.1 Il settore automobilistico
Il settore automobilistico comprende tutte le società la cui produzione riguarda:
automobili, sport utility vehicles (SUV), furgoni, pickup, veicoli pesanti, autobus,
pullman, rimorchi e camper. Include, oltre alle società manifatturiere, quelle
legate all’assemblaggio degli autoveicoli e alla produzione di componenti come
motori, sedili, freni e sistemi elettrici.
arda:
automobili, sport utility vehicles (SUV), furgoni, pickup, veicoli pesanti, autobus,
pullman, rimorchi e camper. Include, oltre alle società manifatturiere, quelle
legate all’assemblaggio degli autoveicoli e alla produzione di componenti come
motori, sedili, freni e sistemi elettrici.
E’ un settore fortemente concentrato, dominato da un piccolo numero di società
maggiori. A livello globale, tra i principali attori si possono riportare le “Tre
Grandi” americane, GM, Ford e DaimlerChrysler con il 55.8% di quota di
mercato complessiva, Toyota con il 12% seguita da Nissan Honda e Hyundai.
E’ un settore fortemente concentrato, dominato da un piccolo numero di società
maggiori. A livello globale, tra i principali attori si possono riportare le “Tre
Grandi” americane, GM, Ford e DaimlerChrysler con il 55.8% di quota di
mercato complessiva, Toyota con il 12% seguita da Nissan Honda e Hyundai.
OEM Occidentali:
OEM Asiatiche:
• Quota di mercato mondiale ridottasi dal 93% (1965) al 52% (2007)
• Quota di mercato globale dal 4% (1965) al 48% (2007)
• CAGR 1965-2003: 2% • CAGR 1965-2003: 10% • Crescita Relativa 1965-2003: -1% • Crescita Rel. 1965-2003: 8% • Presenza ancora debole nei mercati
orientali/asiatici • Presenza significativa nel
mercato statunitense (33% market share) e in quello europeo (14% market share)
34
Un veicolo è solitamente composto da più di 20.000 parti che, nel loro
complesso, non possono essere prodotte da un’unica società, per cui è comune
il ricorso all’outsourcing o all’acquisto di componenti (come pneumatici e
batterie). Si può quindi definire quello di automobili, veicoli commerciali e bus
un settore integrato, anche perché fa affidamento su numerose altre attività per
la produzione dell’ampia varietà di materiali di cui necessita.
Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania sono i principali produttori e mercati di
sbocco ma solo la regione pacifica registra stabili ed elevati tassi di crescita.
Se si vuole tracciare lo sviluppo del settore in termini geografici, si può dire che
il Nord America e l’Europa sono stati alla base dell’innovazione e
dell’eccellenza ingegneristica a livello mondiale. Il Giappone successivamente
ha accresciuto le proprie competenze attraverso un sistematico trasferimento
della conoscenza e un continuo sviluppo tecnico-produttivo. La Corea del Sud
si è affidata alla cooperazione ed alle alleanze similmente alla Cina, dove il
settore è fiorito grazie a numerose joint venture con OEM internazionali
(Original Equipment Manufacturer). Ultimo attore con grandi possibilità di
crescita è invece l’India.
Produzione veicoli
China
India
Japan
South Korea
USA
Europa occidentale
0
2
4
6
8
10
12
14
16
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Mili
oni
Argentina
Brazil
Canada
China
India
Japan
Mexico
Russia
South Korea
Thailand
USA
Europaoccidentale
Elaborazione dati OICA, International Organisation of Motor Vehicle Manufacturers Europa occidentale: Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Spagna
35
Globalmente la domanda è cresciuta, nel 2006, del 2,5% rispetto all’anno
precedente. Le immatricolazioni di nuovi veicoli sono state circa 62,6 milioni di
cui il 29% nella sola Europa, dove sono aumentate del 1,4%. I mercati
emergenti sono rimasti su un trend di forte crescita con Cina (+23,4%), India
(+21,4%), Russia (+30%) e i paesi appartenenti al Mercosur (+12,8% :
Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) mentre Stati Uniti e
Giappone hanno subito una contrazione rispettivamente del -2,3% e -1,9%. La
produzione globale ammonta a più di 68 milioni tra automobili, veicoli
commerciali leggeri, veicoli commerciali pesanti e bus, con un incremento del
4% rispetto al 2005.
Il 2007 ha confermato questo trend, con i tre tradizionali mercati (USA,
Giappone ed Europa Occidentale) incapaci di generare incrementi significativi;
mentre il mercato statunitense continua a contrarsi ad un ritmo simile agli anni
precedenti, il Giappone e la Germania stanno registrando, in termini di vendite,
forti tassi negativi.
Al contrario, i mercati dei paesi emergenti come Asia ed America Latina
continuano a mantenere elevati tassi di crescita. Nel 2007 le auto vendute in
Cina sono aumentate del 25%, portando il paese ad essere il secondo
maggiore mercato. I mercati di Brasile ed Argentina crescono a tassi simili così
come l’India.
Le principali sfide a lungo termine, che il settore si trova ad affrontare
oggigiorno, sono legate ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle
emissioni, alle condizioni finanziarie delle case madri, ad una necessaria
riforma strutturale di alcuni mercati e ad un quadro normativo talvolta gravoso
che impone requisiti che aumentano considerevolmente il costo e di riflesso il
prezzo dei veicoli, rendendoli meno convenienti per i consumatori (ACEA,
European Automobile Manufacturers Association 2007).
La globalizzazione è un altro fattore di interesse rilevante; inizialmente le
nazioni in via di sviluppo erano principalmente fonti di lavoro a basso costo per
la produzione di veicoli, ma la crescita dei mercati interni, avvenuta anche
grazie agli investimenti esteri, ha permesso ai produttori locali di svilupparsi e di
superare l’iniziale focus sul mercato domestico in favore di processi di
espansione internazionale. (U.S. Department of Commerce).
36
Le successive analisi di settore, suddivise per area geografica, fanno
riferimento ai tre principali segmenti automobilistici. Di seguito vengono
brevemente indicati quali veicoli comprende ciascuno di essi.
Il mercato delle automobili include tutte le auto per passeggeri ed il valore di
mercato è calcolato considerando i prezzi di vendita retail (RSP) mentre i
volumi si riferiscono alle unità complessivamente vendute. Le conversioni delle
valute sono state effettuate con riferimento al tasso di scambio medio del 2006.
Invece, per calcolare i ricavi di vendita dei mercati dei veicoli commerciali, si è
utilizzato il prezzo di vendita dei produttori, privi di tasse e imposte. Tra i veicoli
commerciali leggeri (LCV) rientrano anche gli autobus e i pullman (LBC) con
peso fino a 3,5 tonnellate. I veicoli commerciali medi comprendono i mezzi con
peso tra le 3,5 e le 16 tonnellate, mentre quelli pesanti superano le 16
tonnellate.
Mercato Autoveicoli (CAGR 2003-2007)
New Cars Light Trucks M&H Trucks
Value Volume Value Volume Value Volume
Global 4,6% 4,6% 2,5% 3,0% 7,4% 7,8%
Giappone 0,3% -2,0% -2,5% -3,0% 1,2% -1,9%
Cina 29,2% 32,1% 18,3% 15,5% 23,2% 22,6%
Corea del Sud 4,6% -0,3% -8,8% -10,0% 4,5% 7,6%
India 16,6% 11,8% 28,2% 23,6% 23,4% 19,5%
Asia Pacific 8,0% 9,8% 5,7% 6,5% 20,7% 20,8%
USA 3,6% 1,2% -1,1% -1,6% -0,9% -1,4%
Canada 1,9% 0,1% 2,8% 3,0% 2,0% 2,0%
Brasile 15,7% 12,1% 20,6% 19,3% 13,1% 12,3%
Argentina n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a.
Europa 2,3% 2,2% 7,0% 7,0% 5,2% 6,0%
Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
Europe: Belgium, the Czech Republic, Denmark, France, Germany, Hungary, Italy, Netherlands, Norway, Poland, Russia, Spain, Sweden and the UK. Asia-Pacific: Australia, China, Japan, India, Singapore, South Korea and Taiwan
37
3. 2 Asia
3.2.1 Giappone
Il settore “automotive” è uno dei principali rami industriali dell’economia
giapponese. Nel 2006 le esportazioni e le importazioni complessive sono
aumentate come valore rispettivamente del 14,6% e del 18,3% dall’anno
precedente. Nello stesso periodo le importazioni ed esportazioni del solo
settore automobilistico hanno avuto incrementi del 19,7% e del 7,9%.
Il settore auto è il fulcro di un ampio insieme di attività industriali, dalla
produzione dei materiali ai servizi collegati. In Giappone il settore occupa circa
4,95 milioni di persone, il 7,8% dei lavoratori opera direttamente o
indirettamente.
Nel 2006 la produzione è aumentata per il quinto anno consecutivo, con un
incremento del 6,3% rispetto al 2005 fino ad un totale di 11,5 milioni di unità.
Spezzando la categoria generale, le auto hanno registrato un aumento del
17,3%, le minicar del 9,2% ed i bus del 16,1%. Si segna invece il calo nella
produzione di small car e truck che rispettivamente scendono del 3,3% e del
4%. (JAMA, Japan Automobile Manufacturers Association, 2007).
Produzione (migliaia)
8,359 8,118 8,618 8,478 8,720 9,017 9,757
1,781 1,660 1,639 1,808 1,791 1,7831,728
0
2,000
4,000
6,000
8,000
10,000
12,000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
Negli ultimi cinque anni il mercato giapponese è cresciuto del 1.6% per quanto
riguarda i volumi di produzione (CAGR: tasso di crescita annuo composto 2001-
2006) ma nelle stime per il 2011 si prevede una stagnazione con un CAGR pari
38
a 0,1%. Per quanto riguarda invece le vendite, nel 2006 si è registrata una
riduzione delle immatricolazioni complessive pari all’1,9% (JAMA).
Scomponendo il settore nelle tre categorie, il mercato delle automobili si è
ridotto ad un tasso del 2% annuo raggiungendo quota 4,3 milioni di veicoli
venduti e le previsioni per il 2012 lasciano invariata questa tendenza.
39
Le performance in termini di valore vedono un miglioramento dello 0,3% che
diventa 0,5% per il quinquennio successivo (2007-2012) portando il mercato
Mercato Autoveicoli giapponese: valore ($)
114.2 115.5 118.2 119.3 115.7
20.4 20.4 18.420.8 20.1
6.8 10.8 10.9 7.27.9
0.0
20.0
40.0
60.0
80.0
100.0
120.0
140.0
160.0
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Mercato Autoveicoli giapponese: volumi
4,700 4,800 4,700 4,600 4,300
898 894 900 882794
111 182103
117190
0
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
6,000
7,000
2003 2004 2005 2006 2007
Mig
liaia
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
dagli attuali 115,7 miliardi di dollari a 118,7 miliardi. Miglioramento ben poco
significativo se confrontato con quelli di Cina ed India, rispettivamente pari al
16,9% e 5,9% che porteranno i mercati dei due paesi a raggiungere, sempre
per il 2012, quota 109,6 miliardi di dollari e 41,9 miliardi.
Con l’eccezione di un miglioramento nel 2005, anche il mercato dei veicoli
commerciali leggeri è in declino dal 2003, discesa culminata nella contrazione
dell’8% nel 2007 (da $20,1 a $ 18,4 miliardi) e ben descritta da un tasso di
crescita composto dal 2003 al 2007 pari a -2,5% e, se si guardano i volumi di
vendita, pari a -3%.
Anche il mercato dei mezzi pesanti segue il generale trend negativo;
analizzando il periodo 2003-2007, si riporta una crescita dell’1,2% nel valore
delle vendite ed un calo dell’1,9% nei volumi. Questo perché alla forte crescita
del 2004 (57,2% e 64,6%) è stata seguita da un rapido declino nel 2006 (-
27.4% e -38.4%) che si è protratto per tutto il 2007 (-9.1% e -12.6%).
40
3.2.2 Cina
La produzione e le vendite sono cresciute, in Cina, dai quasi due milioni di unità
all’anno del 2000 fino ad oltre sette milioni di veicoli nel 2006.
Mercato Autoveicoli cinese: valore ($)
29.5 37.957.2 70.4 82.110.1
12.817.2
18.419.8
49.257.2
69.588.0
113.3
0
50
100
150
200
250
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Mercato Autoveicoli cinese: volumi
2.1 2.54.0
5.26.3
0.8270.989
1.283
1.375
1.469
1.51.7
2.1
2.6
3.3
0
2
4
6
8
10
12
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
oni
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
La Cina ha superato paesi produttori come Corea e Francia, Germania e
Giappone, diventando il secondo mercato automobilistico dopo gli Stati Uniti.
41
Gran parte della produzione era costituita da veicoli pesanti, ma dal 2000 la
crescita è stata guidata dalle vendite di automobili, che ora costituiscono la
metà della produzione.
I marchi nazionali cinesi si sono inoltre ripresi dall’iniziale declino, arrivando al
26,3% del mercato. Gli incrementi annui della produzione, che hanno reso
possibile il
raggiungimento di tali traguardi, sono stati pari al 22% nel 2005 e al 25,9% nel
2006 (OICA).
Analizzando separatamente i mercati di auto, veicoli commerciali leggeri e
veicoli pesanti, questi hanno rispettivamente realizzato ricavi pari a 82,1, 19,7 e
113,3 miliardi di dollari, con tassi di crescita pari a 29,2%, 18,3% e 23,2%
(CAGR 2003-2007).
Il rapido sviluppo ha riguardato anche i volumi di vendita dei veicoli appartenenti
alle tre categorie, che sono cresciuti ad un tasso del 32,1% per le automobili,
del 15,5% per i veicoli leggeri e del 22,6% per i veicoli pesanti (CAGR 2003-
2007) per un totale di 11 milioni di veicoli venduti nello scorso anno.
Produzione (migliaia)
605 704 1,1022,019 2,480 3,078
5,233
1,464 1,6312,185
2,4252,754
2,630
1,956
0
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
6,000
7,000
8,000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
Un aspetto peculiare del mercato cinese è il marcato protezionismo del
governo; nonostante l’ingresso della Cina nel 2001 nel World Trade
Organization (WTO) voglia incoraggiare la competizione eliminando le
discriminazioni verso gli attori stranieri, ogni diversità di trattamento per i
prodotti destinati al mercato estero o a quello interno ed evitando che il controllo
42
dei prezzi favorisca le società cinesi, il governo continua a proteggere la
produzione domestica.
Normativa Pre-WTO Post-WTO
Tariffe di importazione veicoli 70-80% 25% by 2006
Tariffe di importazione componenti 15-50% 10% by 2006
Quote di importazione Annuale Incrementata del 15% all’anno, eliminata gradualmente dal 2006
Contenuto locale della produzione
40% della produzione il primo anno, 60% e 80% nel secondo e terzo.
Non necessario
Autofinanziamento Divieto per le istituzioni straniere non bancarie di fornire finanziamenti
Finanziamenti concessi in determinate città prima di un’estensione nazionale
Dal 21 maggio 2004 è in vigore la nuova regolamentazione per il settore
automobilistico, emanata dalla Commissione per lo Sviluppo e le Riforme in
sostituzione a quella del 1994.
Le nuove direttive mirano alla formazione di grandi società che possano
competere sul mercato internazionale, al rafforzamento del settore
automobilistico cinese e alla definizione di linee guida per gli investimenti
stranieri.
Se da un lato vengono eliminati aspetti non compatibili con l’appartenenza al
WTO dall’altro si mantengono limitazioni sulle partecipazioni estere nelle joint
venture e tariffe sulle importazioni di componenti.
43
Normativa Contenuto
Trasferimento tecnologico
Incentivi statali, per il 2010 il 50% delle vendite deve appartenere a società indipendenti che utilizzano tecnologie proprie
Partecipazioni estere Limite del 50%
Retail I rivenditori di marchi nazionali non possono vendere marchi esteri
Politiche di importazione
Import limitato ad alcuni porti e con l’utilizzo di determinate vie di trasporto
Sources: Just-auto.com, Global Insight 2006
44
3.2.3 India
Il settore automobilistico indiano si è sviluppato principalmente negli ultimi anni.
Questa crescita improvvisa è il risultato di due principali processi: il graduale
miglioramento delle condizioni di vita del ceto medio e l’aumento dei redditi.
Il processo di liberalizzazione avviato dal governo, che comprende
alleggerimenti delle regolamentazioni degli scambi commerciali e delle
partecipazioni estere, riduzioni delle tariffe sulle importazioni ed una revisione
delle politiche bancarie, ha giocato un ruolo altrettanto importante nella crescita
del settore.
La domanda in continuo aumento ha portato numerose compagnie
internazionali, principalmente giapponesi, statunitensi ed europee, ad entrare
sul mercato indiano lavorando in collaborazione con le società locali come
Maruti e Tata, i due principali attori che detengono, da soli, più del 60% del
mercato.
La produzione al 2006 è salita a due milioni di unità con un incremento del
24,2% sull’anno precedente (OICA) mentre le immatricolazioni hanno toccato
quota 1,7 milioni (+21,4%).
Produzione (migliaia)
518 655 704 9081,178 1,264 1,473283 160 191
254
333 363
547
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
Analizzando sempre il periodo 2003-2007, le vendite di automobili, veicoli
leggeri e veicoli pesanti hanno registrato un significativo sviluppo; con una
crescita del 16,6%, 28,2% e 23,4% hanno raggiunto ricavi rispettivamente pari
45
a 19,2, 2,8 e 9,7 miliardi di dollari (CAGR 2003-2007). I volumi di vendita sono
aumentati a tassi simili fino a superare quota 1,8 milioni di veicoli venduti nel
2007.
46
Mercato Autoveicoli indiano: valore ($)
10.4 11.5 13.116.0
19.21.0 1.31.7
2.3
2.8
4.25.4
5.7
7.8
9.7
0
5
10
15
20
25
30
35
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Mercato Autoveicoli indiano: volumi
800 900 1,000 1,1001,300
99121
144192
232
161199
207276
330
0
200
400
600
800
1,000
1,200
1,400
1,600
1,800
2,000
2003 2004 2005 2006 2007
Mig
liaia
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
3.2.4 Corea del Sud
L’industria automobilistica coreana è una delle principali nel contesto
competitivo mondiale, con esportazioni verso i maggiori mercati esteri.
Hyundai è il maggiore produttore nazionale con 648.000 unità vendute nel 2006
(427,000 Hyundai e 221,000 Kia) ed una quota di mercato pari al 70%.
Nonostante quest’ultimo dato, la produzione è volta principalmente
all’esportazione, che ne costituisce il 69%.
Dal 2006 la Corea del Sud è impegnata con gli Stati Uniti nelle negoziazioni sui
Free Trade Agreements (FTA); il 30 giugno 2007 è stato firmato l’accordo.
Quasi il 95% degli scambi commerciali bilaterali saranno privi di dazi entro i
primi tre anni dall’entrata in vigore dell’accordo e la totalità entro i primi 10 anni.
Con specifico riguardo al mercato dell’auto, il KORUS FTA è il primo importante
passo verso l’eliminazione delle barriere che rendono gravoso ai produttori
statunitensi l’ingresso nel mercato coreano. Come tutti gli accordi FTA, il
KORUS FTA mira a dare agli investitori esteri gli stessi diritti e lo stesso
trattamento riservato a quelli coreani attraverso una regolamentazione stabile e
trasparente. (US Trade Representative).
Nel 2006 la produzione di veicoli ha raggiunto i 3,7 milioni con un incremento
del 3,8% rispetto al 2005 (OICA). Le immatricolazioni, che sono diminuite del
2% annuo tra il 2001 e il 2006, hanno registrato un aumento del 2,9% nel 2007,
mentre la produzione è aumentata del 7% (CAGR 2001-2006).
Produzione (migliaia)
2,602 2,471 2,651 2,768 3,123 3,357 3,489
513 475496 410
347342 351
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
3,500
4,000
4,500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
47
Il segmento delle automobili, riprendendosi dalla riduzione di volumi e ricavi di
vendita avvenuta nel 2004, ha segnato buoni tassi di crescita negli anni
successivi, fino a raggiungere un aumento del 4,6% nei ricavi del periodo 2003-
2007. I volumi invece hanno stentato a risollevarsi, segnando, per lo stesso
periodo, un CAGR pari a -0,3%.
Il 2004 ha avuto conseguenze peggiori sul segmento dei veicoli leggeri, che ha
subito una riduzione sia dei ricavi (-8,8%) che dei volumi (-10%).
Il mercato coreano dei veicoli pesanti si pone in controtendenza coi precedenti:
nel 2004 ha raggiunto un picco di crescita (+14% per i ricavi e +25,9% per i
volumi rispetto al 2003), mantenendo tassi positivi, anche se di molto inferiori,
negli anni successivi. Dal 2003 le unità vendute sono quindi aumentate del
7,6% ed il relativo valore del 4,5%.
Mercato Autoveicoli coreano: valore ($)
19.1 17.319.5 20.2
22.9
3.92.9
2.8 2.8
2.71.5
1.71.7 1.7
1.8
0
5
10
15
20
25
30
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Mercato Autoveicoli coreano: volumi
1,000900 900 900
1,000
267.6
191.4 182.2 184.8175.8
34.7
43.6 45.4 45.746.4
0
200
400
600
800
1,000
1,200
1,400
2003 2004 2005 2006 2007
Mig
liaia
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
48
3.3 Americhe
3.3.1 Stati Uniti
Il paese è il maggior mercato automobilistico, rappresentando il 30% delle
vendite mondiali per un valore di 470 miliardi di dollari di vendite nel 2005
(OAAI, Office of Aerospace and Automotive Industries, U.S. Department of
Commerce).
Vendite (milioni di unità)
8,8 8,4 8,2 7,6 7,5 7,7 7,8
8,5 8,7 8,7 9 9,3 9,2 8,7
0,5 0,4 0,3 0,4 0,50,50,3
02468
101214161820
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Cars Light Trucks Med/Heavy Trucks
Elaborazione dati OICA
I principali produttori operanti negli Stati Uniti sono DaimlerChrysler, GM, Ford,
Toyota, Honda e Nissan. Delle Tre Grandi, General Motors ha visto ridursi la
propria quota di mercato dal 36% del 1990 al 26% attuale, Ford dal 24% al
17%. (OAAI).
Analizzando i dati del U.S. Labor Department’s Bureau of Labor and Statistics
(BLS), si può notare come questo abbia avuto ripercussioni sui livelli
occupazionali. Questi dal 1991 al 2005 sono cresciuti dell’8% ma diminuiti del
16% dal 2000 per un totale di 1.098.000 occupati ed una perdita di 243.000
posti di lavoro. Gli stessi dati mostrano come la situazione sia stata tuttavia
migliore rispetto all’insieme dei settori manifatturieri, che nei medesimi intervalli
di tempo sono scesi del 21% e del 18%. (BLS). Nel 2005 sono stati prodotti, negli Stati Uniti, 12 milioni di veicoli che nel 2006
sono diminuiti del 6% per un totale di 11 milioni (OICA). Anche le
49
immatricolazioni sono scese, del 2,3%. I veicoli registrati in uso sono
complessivamente 133,8 milioni con una densità pari al 45%.
Produzione (milioni)
5,5 4,8 5,0 4,5 4,2 4,3 4,4
6,86,3 7,0 7,3 7,3 7,2 6,4
0,258 0,2510,256
0,3910,358 0,424
0,462
0
2
4
6
8
10
12
14
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Mili
oni
Cars Light Trucks Med/Heavy Trucks
Elaborazione dati OICA
Nel complesso il settore vede un mercato stagnante, privo di costanti e durature
tendenze di crescita ma anzi in contrazione nell’ultimo periodo (BEA, Bureau of
Economic Analysis).
Il mercato delle auto ha generato ricavi per 228,2 miliardi di dollari nel 2007,
con un CAGR pari a 3,6% dal 2003 mentre i volumi di vendita hanno registrato
un tasso di crescita composto dell’1,2%.
I segmenti commerciali hanno entrambi trend opposti rispetto al primo; i veicoli
commerciali leggeri vedono ridursi ricavi e volumi rispettivamente dell’1,1% e
dell’1,6%, percentuali molto vicine a quelle del mercato dei veicoli pesanti (-
0,9% e -1,4%).
50
3.3.2 Canada
Il Canada è l’ottavo produttore mondiale di veicoli dopo Stati Uniti, Giappone,
Germania, Cina, Francia, Corea del Sud e Spagna. Nel mercato americano è
quindi il secondo produttore e il terzo mercato dopo USA e Brasile.
51
Mercato Autoveicoli canadese: valore ($)
22.60 21.10 22.20 23.20 24.30
9.58 9.00 9.70 9.99 10.71
10.9010.50
11.30 11.4011.80
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
Mercato Autoveicoli canadese: volumi
880.2 820.1 845.2 863.2 882.2
461.8433.2 462.4 481.8 520.4
311.1298.8 322.6 328.4 336.6
0
200
400
600
800
1,000
1,200
1,400
1,600
1,800
2,000
2003 2004 2005 2006 2007
Mig
liaia
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
I principali produttori operanti nel paese sono DaimlerChrysler, GM, Ford,
Toyota e Honda. Nel 2006 sono stati prodotti 2,5 milioni di veicoli (OICA) con
una crescita quasi nulla (0,1%) considerando il CAGR nel quinquennio 2001-
2006. Nel paese sono attualmente in uso 13,9 milioni di autovetture, con una
densità pari al 43%.
Il settore nel suo complesso e nel periodo 2003-2007, cresce lentamente ma in
modo costante; i ricavi e i volumi di vendita sono aumentati sia per le automobili
(1,9% e 0,1%) che per i veicoli commerciali leggeri (2,8% e 3,0%) e per i veicoli
pesanti (2,0% e 2,0%).
Produzione (migliaia)
1,551 1,275 1,369 1,340 1,336 1,356 1,390
1,4111,258 1,260 1,213 1,376 1,332 1,183
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
3,500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
52
3.3.3 Brasile
Il settore automobilistico occupa, in Brasile, circa 100.000 persone con una
produzione che nel 2006 ha raggiunto i 2,6 milioni di unità, in aumento del 3,3%
rispetto al 2005.
Mercato Autoveicoli brasiliano: volumi
19.6 23.6 25.430.0
35.12.19
2.97 3.323.65
4.64
3.103.50
3.904.00
5.00
05
101520253035404550
2003 2004 2005 2006 2007
Mili
ardi
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Mercato Autoveicoli brasiliano: volumi
1,100.01,300.0 1,400.0
1,600.01,800.0
173.2227.7
249.8275.5
351.3
85.7
75.5
95.796.0
120.1
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
2003 2004 2005 2006 2007
Mig
liaia
New Cars Light Commercial Vehicles Medium & Heavy Trucks
Elaborazione dati da: Datamonitor Industry Market Research: December 15, 2007
Il 30% dei prodotti finiti viene esportato e il 95% dei veicoli venduti sul mercato
interno è prodotto in Brasile; le principali società che vi operano sono Fiat, GM
e Volkswagen.
53
Complessivamente negli ultimi cinque anni il mercato brasiliano è cresciuto per
volumi di produzione dell’8.4% (CAGR 2001-2006). Nel 2006 le
immatricolazioni sono cresciute del 12,4% rispetto al precedente anno,
passando da 1,7 milioni a quasi 1,9.
Attualmente vi circolano 18,1 milioni di veicoli corrispondenti ad una densità del
10%. (ANFAVEA - Associação Nacional dos Fabricantes de Veículos
Automotores).
Il settore automobilistico brasiliano è in forte crescita anche per le vendite; dal
2003 al 2007 sono cresciute sia per ricavi (15,7% auto, 20,6% veicoli
commerciali leggeri e 13,1% veicoli pesanti) che per volumi (rispettivamente
12,1%, 19,3% e 12,3%).
Produzione (migliaia)
1,352 1,502 1,520 1,5051,863 2,009 2,092
330316 271 323
454519 519
0
500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Mig
liaia
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
54
3.3.4 Argentina
Con riguardo al mercato americano l’argentina è il quarto principale mercato di
produzione e vendita. I principali produttori sono Volkswagen, GM e Fiat.
Produzione (migliaia)
239170
111 109171 183
263
101
66
48 60
89137
169
050
100150200250300350400450500
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Mig
liaia
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA
Nel 2005 sono stati prodotti 319.000 veicoli e le vendite hanno interessato
372.000 unità. Nel 2006 la produzione è salita del 35,1% (432.000) rispetto
all’anno precedente e negli ultimi cinque anni il mercato è cresciuto del 22,8%
per vendite e del 9,5% per volumi di produzione (CAGR 2001-2006). La forte
ripresa dopo la crisi del 2002 è confermata anche dai dati del 2007: nei primi
undici mesi dell’anno la produzione è salita del 25,9% rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente mentre le vendite del 14,35% (ADEFA,
Asociacion de Fabricas de Automotores).
In Argentina sono attualmente in uso 5.7 milioni di veicoli per una densità pari al
15%.
Vendite (migliaia)
55
338,861,4
121,5
106,2
4,8
16,3
0
200
400
600
2001 2006
Cars Light trucks Heavy trucks
3.4 Europa
Il 27% della produzione globale di veicoli ha luogo in Europa, il che la rende il
principale produttore di veicoli.
Dopo una crescita del 6% nel primo trimestre del 2006 ed un calo nel secondo
quarto (-2%) rispetto al 2005, la produzione di veicoli è rimasta stagnante nei
periodi successivi. Nel complesso sono stati prodotti 18,6 milioni di unità, l’1%
in più rispetto al 2005.
Elaborazione dati OICA
Produzione Globale Europa %
Automobili 50 milioni 16.170.882 33%
Veicoli Comm. Leggeri 15,6 milioni 1.791.217 11%
Veicoli Comm. Pesanti 3,2 milioni 577.834 19%
Bus 479.000 41.021 9%
Per quanto riguarda le immatricolazioni di veicoli nuovi, il settore automobilistico
europeo ha chiuso il 2006 con una lieve tendenza al rialzo (+1,4% rispetto al
2005). Fattori positivi, tra cui una miglior performance economica dell’Unione
Europea, hanno contrastato elementi problematici come alti tassi di interesse,
un generale inasprimento fiscale, il rafforzamento dell’Euro che influisce sulle
esportazioni, il rallentamento della crescita economica mondiale e
l’innalzamento del prezzo del petrolio. Sviluppi politici ed economici in specifici
mercati hanno avuto impatto sull’incremento delle immatricolazioni del 2006;
per la prima volta dopo il loro ingresso nell’UE, i nuovi stati membri appartenenti
all’area baltica hanno condiviso questo trend positivo, con la Polonia che ha
invertito l’andamento negativo. Anche Bulgaria e Romania hanno segnato una
crescita nell’anno precedente al loro ingresso nell’Unione.
Per quanto riguarda le automobili, Italia (+3,9%) e Germania (+4,5%) hanno
chiuso il 2006 in rialzo mentre UK (-3,9%), Francia (–3.3%) e Spagna (–2%)
hanno visto ridursi i propri mercati. Con l’esclusione di Portogallo (–5.7%),
Finlandia (–1.5%) e Grecia (–0.8%), I rimanenti 15 paesi dell’UE hanno
migliorato i propri risultati rispetto a quelli dell’anno precedente.
56
Il 2007 ha tuttavia visto l’indebolirsi dei mercati dell’Europa occidentale che, nel
secondo trimestre, hanno presentato una flessione dell’1,4% rispetto al
secondo trimestre 2006. Tale andamento è conseguenza anche della
significativa riduzione della domanda in Germania (-8,4%), ancora condizionata
dall’anticipazione degli acquisti negli ultimi mesi del 2006, in vista dell’aumento
dell’IVA a partire da inizio 2007, nonché dei cali in Francia (-3,7%) e in Spagna
(-2,4%). Tra i principali paesi sono risultate in crescita l’Italia (+8,7%), dove il
mercato è sostenuto anche dagli incentivi alla rottamazione, e la Gran Bretagna
(+1,1%).
Produzione veicoli
13,439 13,449 13,303 12,883 12,53513,442 13,458
1,875 1,944 2,017 2,0911,7381,9772,018
0
2,000
4,000
6,000
8,000
10,000
12,000
14,000
16,000
18,000
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
x100
0
Auto Veicoli Commerciali
Elaborazione dati OICA per Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Spagna
Il mercato dell’Europa occidentale di veicoli industriali con peso maggiore di 2,8
tonnellate è complessivamente aumentato del 6,4% nei confronti del secondo
trimestre del 2006 trainato dalla crescita (+14,4%) del segmento dei veicoli
leggeri, mentre i mercati dei veicoli medi e pesanti hanno rilevato, sempre nello
stesso periodo, flessioni rispettivamente del 14,4% e del 10,3%. (Il 2006 era
stato tuttavia caratterizzato da un’anticipazione degli acquisti di veicoli di questi
segmenti per precedere l’introduzione del tachigrafo digitale e l’uscita di
produzione dei motori Euro 3). La domanda è aumentata in tutti i principali
paesi europei, ad eccezione del mercato britannico che ha registrato un calo del
3,9%.
Incrementi significativi si sono manifestati in Spagna (+13,7%), Francia (+7%),
Italia (+7,9%) e in Germania (+4,6%). La domanda di bus nei cinque principali
57
mercati dell’Europa Occidentale si è ridotta del 2,3% rispetto al secondo
trimestre del 2006. (Dati ACEA).
58
Capitolo 4
Ricerca ed Analisi
4.1 Introduzione
Come è risultato evidente dall’analisi della letteratura, non si può indicare una
proprietà specifica dei network che racchiuda completamente in sé la
spiegazione dei migliori risultati dell’impresa.
Dopo aver descritto cosa è la Network Analysis, quali sono i suoi principi di
base ed aver riassunto la situazione attuale del settore automobilistico, il
prossimo obiettivo è quello di cercare l’evidenza di un nesso di causalità tra le
caratteristiche della rete dello stesso settore in cui operano i principali attori ed i
loro risultati in ambito di innovazione.
Per la costruzione della rete si è scelta come tipologia di relazione la Joint
Venture (JV), specifico tipo di alleanza strategica, caratterizzata dall’impegno
comune di due o più attori per il raggiungimento di un obiettivo comune. La
scelta è ricaduta su questo tipo di alleanza anche per motivi di carattere
negativo: le partecipazioni incrociate, comuni e ricorrenti, spesso non derivano
da un impegno attivo e da una finalità strategica definita ma solo da interessi
finanziari, mentre gli accordi intesi in senso lato sarebbero stati difficilmente
identificabili nella loro completezza sull’intero settore mondiale.
L’attenzione si è poi focalizzata sui produttori di veicoli per passeggeri, veicoli
commerciali leggeri, medi e pesanti, di autobus e pullman così come sui
produttori di componenti. Di seguito vengono spiegati nello specifico i criteri di
ricerca e di analisi dei dati.
59
4.2 Raccolta dati
Per poter svolgere le analisi erano necessari due diverse fasi di raccolta dati:
quella per la costruzione dei network di imprese e quella per ottenere le
informazioni sull’attività aziendale. Per la prima si sono cercate tutte le Joint
Venture effettivamente costituite da Gennaio 2001 a Dicembre 2006 e in cui
l’attività svolta da almeno uno dei partner appartenesse ad almeno uno dei
seguenti gruppi di attività manifatturiere, identificati dal corrispondente SIC code
statunitense:
• Sic 3537: industrial trucks, tractors, trailers and stackers
• Sic 3559: special industry machinery not elsewhere classified
• Sic 3711: motor vehicles and passenger car bodies
• Sic 3713: truck and bus bodies
• Sic 3714: motor vehicles parts and accessories
• Sic 3715: truck trailers
Si è svolta una ricerca così ampia per non perdere alcun legame che le società
potevano aver formato, per qualsiasi tipo di necessità e si è proceduto alla loro
ricerca tramite il database Zephyr. Con questo è stato possibile ricavare per
ogni accordo la data, il nome dell’impresa nascente, i partner e le motivazioni
che li hanno spinti ad intraprendere un’azione congiunta.
Le iniziali 445 Joint Venture sono state successivamente ridotte a 359
eliminando le osservazioni non pertinenti, come ad esempio quelle il cui fine era
la produzione di distributori del caffè o di distribuzione di cibi e mantenendo
unicamente quelle relative al settore “Automotive”.
Il passo conclusivo è stato quello di associare a ciascun legame la finalità
perseguita dalle società e che sono risultate essere alla fine:
• Assembling: questa categoria raggruppa tutte le joint venture il cui scopo
è l’assemblaggio di veicoli con parti fornite da uno o tutti i partners
• Commercial: alleanze commerciali il cui principale fine è il potenziamento
dei canali distributivi o dell’attività di marketing
60
• Production: in questo caso la nuova società è un’unità produttiva
costituita nella maggior parte dei casi per avvicinare la produzione ai
mercati di sbocco
• R&D: in un settore segnato da una sempre crescente e necessaria
attenzione all’inquinamento e alla diminuzione dei costi di produzione, i
partner ricorrono a JV di ricerca e sviluppo per creare ad esempio motori
più efficienti, nuovi materiali o soluzioni produttive innovative.
• Services: la categoria in questione comprende tutte le Joint Venture la
cui finalità è quella di fornire servizi (anche di carattere finanziario) alle
società partner.
• Source: nella categoria “fonte” sono state inclusi tutti gli accordi che
hanno come principale motivazione l’accaparramento di risorse, nello
specifico materiali, competenze, capacità produttive esclusive e
logistiche.
2001 2002 2003 20042005
2006
Assembling
R&DCommercial
ServicesProduction
0
10
20
30
40
50
60
Finalità Joint Venture
Assembling R&D Commercial Services Production
In conclusione, il database nel suo insieme comprende 359 Joint Venture per
un totale di 592 partner e 1136 legami.
61
Un intervento particolare ha riguardato la costruzione dei network negli anni
considerati: prendendo come spunto la durata media delle Joint Venture
indicata dalla bibliografia (Lyles 1987; Gomes-Casseres 1987; Lei, Slocum) e
pari a 3 anni, i network di ciascun periodo sono costituiti dai legami in essere
nell’anno considerato e nei due precedenti. Si sono così formati quattro trienni
dove, ad esempio, il 2003 comprende le Joint Venture formate nel 2001, 2002 e
2003, mentre il 2004 comprende quelle create nel 2003, 2003 e 2004; lo stesso
vale per i due periodi successivi.
2001 2002 2003 2004 2005 2006
UKSpain
RussiaKorea
FranceThailand
IndiaGermany
JapanUSA
OthersChina
Totale
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Joint Venture e Nazioni Obiettivo
62
Completato il disegno della rete, sono stati raccolti i dati relativi ai risultati delle
imprese appartenenti ad un campione di 232 società andando così a reperire
ed analizzare le performance innovative delle sole società di produzione di
veicoli e componenti; dopo aver constatato che il settore automotive è un
settore molto concentrato e caratterizzato da problematiche di tipo tecnologico
(progettazione, produzione, riduzione dei consumi e dell’inquinamento, etc) si è
scelto come specifico risultato di un’impresa il grado di innovazione che la
stessa riesce a generare ogni singolo anno ed in particolare come sua misura il
numero di brevetti proposti per la registrazione. Questi ultimi sono stati raccolti
tramite il Worldwide esp@cenet database, sviluppato dall’European Patent
Office (EPO) e contenente brevetti pubblicati in 63 diverse nazioni.
Rete di alleanze 2001-02-03
Elaborazione dati UCINET 6 tramite Netdraw
63
Rete di alleanze 2002-03-04
Elaborazione dati UCINET 6 tramite Netdraw
Rete di alleanze 2003-04-05
Elaborazione dati UCINET 6 tramite Netdraw
64
4.3 Variabili
Variabile dipendente. Come detto a conclusione del precedente paragrafo, questa variabile è
rappresentata dal numero di brevetti ufficialmente presentati ogni anno dalle
società per ottenerne la registrazione. Nonostante non possa rappresentare la
misura perfetta del prodotto intellettuale di un’impresa, il numero di brevetti ne
rappresenta una riconosciuta approssimazione (Powell, Koput, Smith-Doerr
1996; Hagedoorn 2002, Ahuja 2000). Non si è comunque riportato il numero di
brevetti registrati in un determinato anno, ma i brevetti presentati nello stesso
anno e successivamente registrati (tra i due momenti possono intercorrere
anche diversi mesi). Questo è stato possibile perché i brevetti riportano la data
di presentazione che è stata utilizzata per la loro ricerca. Si è così garantita
anche l’omogeneità dei risultati, eliminando le possibili differenze nella durata
dei processi di registrazione.
Variabili indipendenti. Centrality. Misurata tramite il Freeman’s Centrality Degree (1979), rappresenta
in un grafico simmetrico il numero di vertici adiacenti ad un determinato vertice.
Nel caso di dati non simmetrici si distingue tra in-degree ed out-degree, ma il
database analizzato rientra nel primo caso.
Density. Il numero di legami diviso per il numero di coppie, dove quest’ultimo è
il numero totale di coppie di attori presenti nell’ ego-network e rappresentante
ad esempio il numero di potenziali legami.
Effective Size. Secondo la misura di Burt (1992) corrisponde al “numero di nodi
cui il nodo focale è connesso (alters) meno la media degli alters presenti nella
ego-network, senza contare i collegamenti con il nodo focale”.
Variabili di controllo. Country. Le tre variabili di controllo di tipo country riportano l’area geografica di
appartenenza delle società. Sono nell’ordine Asia Pacific, Europe e North
America.
65
Sic. Variabile di controllo che riporta il settore di appartenenza delle imprese
analizzate e rispettivamente produzione di veicoli completi (3711) e produzione
di componenti (3714).
4.4 Analisi e risultati
4.4.1 Analisi descrittiva
Alcune prime considerazioni possono essere formulate relativamente al numero
di alleanze create e al numero di brevetti presentati. Quest’ultimo, come mostra
il grafico sottostante, rimane pressoché stabile nei primi tre anni mentre subisce
un forte calo nel 2006.
Numero brevetti e alleanze in essere
0
20
40
60
80
2003 2004 2005 2006
Mig
liaia
050100150200250
Brevetti (migliaia) Alleanze in essere
Le percentuali di crescita sono rispettivamente pari a -0,6%, -0,9% e -46,7%. Le
alleanze esistenti nei quattro diversi trienni mostrano la stessa riduzione finale
anche se di entità minore (-10.2%) e comunque successiva ad un iniziale
periodo di crescita (31.69%, 15.51%). Se si considerano invece solo le nuove
alleanze formatesi nello specifico anno, gli andamenti dei dati sono quelli
rappresentati dalle due rette nel grafico seguente.
66
Numero brevetti e nuove alleanze
-10
10
30
50
70
90
2003 2004 2005 2006
Mig
liaia
0
20
40
60
80
100
Brevetti (migliaia) Nuove alle
Se dal 2003 al 2004 gli incrementi hanno segno diverso, nei due periodi
successivi sono accomunati da una graduale riduzione che nel 2006 ha valori
percentuali molto prossimi (-46,7% per i brevetti e -39,4% per le alleanze).
Proseguendo in questa prima analisi di carattere descrittivo, si può notare come
anche il numero di clique segua il trend delle alleanze formate nei quattro
diversi anni. Definita una clique come un insieme di attori con densità pari a
uno, il grafico seguente mostra il numero di sottogruppi costituiti da tre, quattro
o cinque e più attori.
Clique
35
4650
43
11 11 9 94 4 2 1
0
10
20
30
40
50
60
2003 2004 2005 2006
3-clique 4-clique 5-clique
Considerazioni più interessanti possono derivare dall’analisi dei dati relativi alla
dimensione media (Size) e alle dimensioni medie effettive (Effsize) delle reti di
ciascun attore.
67
Ego-Density degree / Ego-Effective size
0.00
0.20
0.40
0.60
0.80
1.00
1.20
1.40
1.60
2003 2004 2005 2006
degree effective size
I due dati calcolati mediante UCINET 6 e posti a confronto evidenziano la
presenza di legami ridondanti, motivo per cui la retta delle dimensioni effettive è
generalmente inferiore; come si può tuttavia notare dal precedente grafico e
come evidenzia il successivo, la distanza tra le rette diminuisce e ciò indica un
incremento dell’efficienza delle reti personali degli attori, poiché ciò sta a
significare l’eliminazione di legami ridondanti.
Efficiency
0.80
0.82
0.84
0.86
0.88
0.90
0.92
0.94
2003 2004 2005 2006
efficiency
Lo stesso risultato è evidenziato dai quattro successivi grafici di dispersione, sui
cui assi sono posti il grado di centralità e la dimensione effettiva della rete di
ciascun attore. Si può notare come dal 2003 al 2006 ad uguali livelli della prima
si associno valori più alti della seconda. Un attore che mantiene lo stesso livello
68
di centralità aumentando la propria rete effettiva ha eliminato dei legami
ridondanti andando invece a trarre vantaggio dalle structural holes.
Ego-Centrality Degree ed Ego-Efficient Size 2003-2006
Di seguito vengono proposte, con le relative statistiche principali, le variabili che
poi saranno utilizzate per le analisi multivariate.
2004; Gulati R., 1998; Gulati R., Gargiulo M., 1999; Gulati R., Nohria N., Zaheer
A., 2000; Uzzi B, 1997, 2000) ed identificando al suo interno le principali teorie.
Lo schema teorico preesistente proponeva, per ciascuna caratteristica delle reti
relazionali, un differente tipo di contributo positivo; per cui la densità della rete
porta ad un numero maggiore di informazioni grazie ad una rete ricca di
collegamenti indiretti, la centralità porta alla raccolta di risorse ed informazioni
grazie al prestigio e alla posizione privilegiata dell’attore, mentre le structural
holes portano ad una maggior varietà informativa grazie ai collegamenti tra
gruppi distinti.
Il lavoro mostra, in conclusione, come le structural holes siano la caratteristica
del network che meglio spiega l’output innovativo delle imprese presenti nelle
loro reti e come le stesse società siano in grado di “scavalcarle” con dei legami.
Queste conclusioni si inseriscono nel filone di studi che pone alla base del
vantaggio competitivo l’azione mediatrice svolta da quegli attori che collegano
gruppi di organizzazioni altrimenti separati gli uni dagli altri (McEvily, Zaheer
1999, Zaheer, Bell 2005). Di conseguenza, una rete più rada, nonostante non
generi un meccanismo di controllo e di governo, dà al soggetto-mediatore la
possibilità di ottenere performance innovative più elevate consentendole di
reperire in modo efficiente le informazioni.
E’ di conseguenza rilevante anche il risultato il quale mostra come, nel settore
analizzato, la densità dei legami allacciati da un attore abbia al contrario degli
effetti negativi sulla sua forza innovativa. Questa caratteristica strutturale del
network tende a ridurre i risultati osservati dell’impresa, seppur con un impatto
moderato.
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Allegati Allegato 1. Elenco delle imprese componenti il network Aapico Hitech PCL ABB Ltd Acasia Food Co., Ltd. ACE Automotive Group Agrosumadija Zirovnica doo Aguirre Newman SA Air Liquide SA Airbus Industrie SAS Aisin AW Co Aisin Seiki Co., Ltd Ajinomoto Co., Inc. Akmolinsk Kamaz auto centre Al Araba Alcopa SA Alenia Aeronautica SpA Alfa Laval AB Alfa SA de CV Alteams Oy American Zettler Inc. AMTE SAS Araco Corporation Arcelor SA Areva SA ARRK Formation Ltd ARV Transservice ArvinMeritor Light Vehicle Systems Asaka Engine Repair Plant Ashok Leyland Ltd Asian Honda Motor Co., Ltd Astana-Finance OJSC Atla Srl Autobacs Seven Co., Ltd Autocam Corporation Autocomponent Engineering SRL Autoflex Russia Avio SpA Avis Europe plc AvtoVAZ OAO Azin Khodro Bahrain Ship Repairing and Engineering Company Ban Suzuki Ltd Bank of China International Banque PSA Finance Baoding Tianwei Group Co., Ltd Barclays Asset and Sales Finance Basell BV Bayerische Motoren Werke AG BBS Kraftfahrzeugtechnik AG Behr GmbH & Co. KG
Beijing Automotive Industry Holding Co., Ltd Beijing Fidia Machinery Co., Ltd Beijing Heavy Duty Truck Plant Beiren Printing Machinery Holdings Ltd BelAZ Bergé y Compañía SA Binzuhou Moveever Manufacturing Bio-Clean Fuels Inc. BNP Paribas Lease Group BorgWarner Turbo Systems Bosal International NV Bosch GmbH Bouillet BP - Sinopec Zhejiang Oil Co., Ltd Bridgestone Corporation Bright Futures Group plc Brilliance China Automotive Holdings Ltd British American Tobacco plc Bursel Canam Manac Group Inc. Carolina Precision Plastics LLC Casio Computer Co., Ltd Caterpillar Inc. CDGM Glass Co., Ltd Chang'an Automobile (Group) Corporation Changchun FAW Sihuan Automotive Co., Ltd Changjiang Bus Co., Ltd Changshu Zhongming Automobile Element Co., Ltd Changzhou Guangyang Bearing Co., Ltd Chelyabinskii Kuznechno-Pressovyi Zavod OAO Cheung Woh Technologies Ltd China Aviation Industry Corporation II China Energy Conservation Investment Corporation China Engine Corporation China Metal International Holdings Inc. China Motor Corporation Ltd China Natural Gas Corporation China South Industries Group Corporation China South Industry Group member 1 China South Industry Group member 2 China South Industry Group member 3 China South Industry Group member 4 China Southern Airlines Co., Ltd Chinontec Industries Inc. Chongqing Changan Automobile Co., Ltd
Chung Kwang Rubber Goods Manufacturing Co., Ltd Chuo Kagaku Co., Ltd Chuo Spring Co., Ltd CIA Insurance Services Ltd CIE Automotive SA Cobra Automotive Technologies SpA Comex Nucleaire SA Companhia Siderúrgica de Tubarão Compañía de Distribución Integral Logista SA Continental AG Cooper-Standard Automotive Inc. Corporación Gestamp SL Corporacion Nacional del Cobre de Chile CPR Gomu Industrial Co., Ltd Craft-Co Enterprises Inc. Cromodora Wheels SpA Cummins Engine C. Inc. Cummins Inc. Cummins India Ltd Cummins Westport Inc. Daewoo Dai Nippon Printing Co., Ltd Daihatsu Motor Co., Ltd DaimlerChrysler AG Daisin Co., Ltd Daiso Industries Co., Ltd Dalian Chuangxin Parts Manufacturing Dana Corporation Danfoss A/S Dayen Environmental Ltd Deere & Company Delphi Corporation Denel (Pty) Ltd Denso Corporation Dentsu Inc. Desc Automotriz Deutsche Postbank AG DHL Worldwide Express Inc. Dilip Chhabria Design Pvt Ltd Dipol Chemical International Inc. Dofasco Inc. Dongfeng Automobile Co., Ltd Dongfeng Electronic Technology Co., Ltd Dongfeng Motor Co., Ltd DongFeng Motor Group Co., Ltd Dongfeng Motor Industry Import & Export Co., Ltd Dongfeng Peugeot Citroen Automobiles Ltd Dongwon Metal Industry Co., Ltd Dubrovsky open-cast coal mine DURA Automotive Systems Inc. Duro Felguera SA Eagle-Picher Industries Inc. Eaton (China) Investments Co., Ltd Egyptian Automotive Company Elite (BVI) Financial Co., Ltd Elkar NPP OOO ElringKlinger AG
Empresa Brasileira de Aeronautica SA Enabling Partnership, The Enboma Investments Ltd Ener1 Inc. Energy Initiative Japan ETF Group E-Ton Solar Tech. Co., Ltd European Aeronautics Defence and Space company (EADS) European Bank for Reconstruction and Development FAUN Novatec GmbH Faurecia SA FAW Corporation FAW Car Co., Ltd FAW Huaiyin Special Purpose Vehicle Factory Fawer Automotive Components Company Ltd Fawer Automotive Parts Co., Ltd Fiat Auto SpA Ficosa International SA Fidia SpA Filtarn Filterwerk Mann & Hummel GmbH First Automobile Group Ltd First Engineering Ltd Fischer Tech Ltd Fisker Coachbuild LLC Ford Motor Company Fractus SA Franklin Mutual Advisers LLC Fuji Heavy Industries Ltd Fuji Technical Inc. Fujian Automobile Industry Group Co., Ltd Fujian Motor Industry Group Fujitsu Ltd Furukawa Automotive Parts Inc. Furukawa Electric Co., Ltd Futaba Industrial Co. Gamesa Corporación Tecnológica SA GBR GE China General Motors Corporation Genius Georg Fischer AG GETRAG Hermann Hagenmeyer GmbH GKN plc GM Subsidiary Great Wall Motors Co., Ltd Green Star Products Inc. Greenbrier Companies Inc., The Grupo Antolín Irausa SA Grupo Empresarial Alcor SL Grupo Industrial Monclova SA Grupo Industrial Saltillo SA de CV GS Yuasa International Ltd GSE Partners AB GSK Corporation Guangzhou Automobile Industry Group
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Guizhou Guihang Automotive Components Co., Ltd Haima Co Hako-Werke GmbH Haldex AB Hanoi Foodstuff Co., Ltd. Hanoi General Import and Export Company Hanshin Electric Co., Ltd. Harbin Electric Inc. Harbin Hafei Motor Co., Ltd Harley Davidson Inc. Hella KGaA Hueck & Co Hella-Behr Fahrzeugsysteme GmbH Henan Costar Group Co., Ltd Henan Zhongyuan Internal Combustion Accessories Plant Co., Ltd. Henan Zhongyuan Special Steel Group Co., Ltd Henlys Group plc Hiking Group Co., Ltd Hino Motors Ltd Hitachi Cable Ltd Hitachi Ltd Hitachi Zosen Corporation HLI European Holdings Honda Motor Co., Ltd Honeywell International Inc. Hongoing Changan Kuayue Automobile Co Horie Metal Co., Ltd Horizon Batteries Inc. Horton Inc. House Foods Corporation Hsin Chong International Investment Ltd Hydro Alunova Hyundai Motor Co., Ltd IBD Holding GmbH Ichikoh Industries Ltd iD TechVentures Inc. IGE+XAO SA IMPCO Technologies Inc. Imperial Holdings Ltd Inci Holding AS Industrias Gesta SA de CV ING. G. Dekorsy GmbH Ingest Segim Srl Inoac Corporation International Truck and Engine Corporation Investors 1 Investors 2 Investors 3 Investors 4 Investors 5 Iran Khodro Industrial Group Ishikawajima-Harima Heavy Industries Co., Ltd Isker Ispat Karmet Isuzu Motors Ltd ITOCHU Corporation Iveco SpA
Iveco-Magirus AG IVU Traffic Technologies AG Jackspeed Corporation Ltd Jatco Ltd Jiangjin Turbocharger Plant Ltd. Jiangling Motors Corporation Group Jiangnan Mould & Plastic Technology Co., Ltd Jiangsu Linhai Power Machinery Group Corporation Jiangsu Linhai Yamaha Motor Co., Ltd Jianshe Group Co., Ltd Johnson Controls Inc. Joloda (International) Ltd Junsei Chemical Co., Ltd Jyco Sealing Technologies Inc. K Wah International Holdings Ltd KamAZ OAO Kanoo Group, The Kanto Kasei Co., Ltd Kanzaki Kokyunkoki Manufacturing Company Kawasaki Precision Machinery Ltd Kayaba Industry Co., Ltd Kazakhstan Engineering Kazakhstantraktor Kazanskii Mediko-Instrumentalnyi Zavod OAO KCI Konecranes Oyj Kenwood Corporation Key Safety Systems Inc. Kimura Unity Co., Ltd Kinugawa Rubber Industrial Co., Ltd Kleemann A/S Knorr-Bremse Far East Ltd Koc Holding AS Korea Flange Co., Ltd Kostanai engine repair works KS Bearings Inc. Kyosan Denki Co., Ltd Labinal SA LDV Ltd Lear Corporation Liangshan Dongyue Trailer Manufacturing Co., Ltd Liaoning SG Automotive Group Co., Ltd Lingyun Industrial Corporation Ltd Liuzhou Wuling Motor Co., Ltd Loading Automation Inc. Magneti Marelli SpA Mahindra & Mahindra Ltd Manitou BF SA Mann + Hummel Holding GmbH Mantrac Uganda Ltd Marco Polo Marmillon Marubeni Corporation Marusan Corporation Maruti Suzuki India Ltd Matsushita Battery Industrial Co., Ltd
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Matsushita Communication Industrial Co. Matsushita Electric Industrial Co., Ltd Mayflower Corporation plc Mazda Motor Corporation Mcneill Engineering Ltd Meidi-Ya Co., Ltd Meyra Wilhelm Meyer GmbH & Co. KG Miba-Bearings US LLC Michelin SA Milacron Inc. Minda Group Minsk Motor Plant Minskii Avtomobilnyi Zavod Mitsubishi Aluminum Co., Ltd Mitsubishi Corporation Mitsubishi Electric Corporation Mitsubishi Heavy Industries (Hong Kong) Ltd. Mitsubishi Heavy Industries Ltd Mitsubishi International Corporation Mitsubishi Materials Corporation Mitsui & Co., Ltd Mitsui Bussan Automotive Inc. Miyazu Seisakusho Co., Ltd MobiApps Holdings Pte Ltd Mobility CarSharing Switzerland Mobius Corporate Venture Capital Monaco Coach Corporation Moskovskii Shinnyi Zavod OAO Motherson Sumi Systems Ltd Motor Plant OJSC Mr Kenneth Yen MTU Motoren- und Turbinen-Union Friedrichshafen GmbH Mutsumi Special Alloy Industry Co., Ltd Nanjing Turbine Wheel Co. Nanning Zhuangning Assets Management Co., Ltd. NEC Corporation Neumayer Holding GmbH New Chip Xeng NHK Spring Co., Ltd Ningbo Tongmuo New Materials Group Co., Ltd Nippon Express Co., Ltd Nippon Yusen KK Nissan Diesel Motor Co., Ltd Nissan Motor Co., Ltd Nisshinbo Industries, Inc. Nissho Iwai Corporation N-K Manufacturing Tecnhologies Inc. NKK Corporation Noble International Ltd Noginskii Zavod Toplivnoi Apparatury NRG Resources Inc. NTN Corporation NTT Data Corporation Nuvera Fuel Cells Inc. OLHO tronic GmbH Omron Corporation
ORIS Fahrzeugteile Hans Riehle GmbH O-Ta Precision Industry Co., Ltd Pacifica Group Ltd Patria Industries Oyj Perga Permintex Holdings Sdn Bhd Perusahaan Otomobil Nasional Bhd Pioneer Corporation Pirelli & C SpA Plastic Trim LLC Plastik OAO Porsche AG President Chain Store Corporation Press Kogyo Co., Ltd Prevent Global Druzba za Upravljanje, Investicije in Razvoj dd Prota SA Provincial Government of Hainan PSA Peugeot Citroën Puls Action Pure Energy Corporation Pyeong Hwa Automotive Co Ltd Pyongsan Corporation Quantum Fuel Systems Technologies Worldwide Inc. Raba Jarmuipari Holding Rt Rautenbach AG Raytheon Company Renault SA Resonator Vállalkozási és Kereskedelmi Kft Riken Technos Corporation Roman SA Roots Industries Ltd Rostselmash OAO Rothenberger AG Russkiye Avtobusy Saab AB SAC General Products Industry Co., Ltd Sado Saft SA Saginomiya SAIC - Shanghai Automotive Industry Corporation SAIC Chery Automobile Co., Ltd Saipa Corporation Saiyang Sealing Products Co. Salzburger Aluminium AG Samancor Chrome Samlip Industrial Co., Ltd Samotlor-NN Sanko Co., Ltd Santana Motor SA Sanyo Special Steel Co., Ltd Sanyo Techica Co., Ltd SAR Auto Products Ltd SAT Auto Technologies Ltd Sate-Lite Manufacturing Company Schweizerische Bundesbahnen Semipalatinsk Bus Plant Severstal-Group
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Shaanxi Fast Gear Co., Ltd Shandong Shifeng Group Co., Ltd Shanghai Automotive Industry Sales Corporation Shanghai Baosteel Group Corporation Shanghai Baosteel International Economic & Trading Corporation Ltd Shanghai Diesel Engine Co., Ltd Shanghai GM Shanghai Industrial Holdings Ltd Shanghai Shenhua Holdings Co., Ltd Shanghai SIIC Transportation Electronic Co., Ltd Shanghai Tractor and Engine Co., Ltd Shanghai Tyre & Rubber Co., Ltd Shanghai Volkswagen Automotive Co., Ltd Shanghai-based fine chemical company Shenyang Aerospace Xinguang Group Shenyang city Shenyang JinBei Automotive Co., Ltd Shenyang Machine Tool Co., Ltd Shin Chong Machinery Works Co., Ltd Shinchang Electrics Co., Ltd Showa Denko KK Showa Seiko Co., Ltd Shri Vasanthe Senanayeke Siam Industrial Credit PCL Siam International Corporation Co., Ltd Siemens AG Siemens VDO Automotive AG (old) Simona AG Singamas Container Holdings Ltd Singapore Technologies Kinetics Ltd Sino Stride Technology (Holdings) Ltd Sinosteel Corporation Skoda AS SNC Former PCL SNPE Matériaux Energétiques (SME) SNPE SA Societe Mecachrome SA Socma Sociedad Macri Sogeclair SA Sojitz Corporation Sony Corporation Southeast Fujian Motor Corporation, The Stanley Electric Co., Ltd State Bank of India, The SteelCorr Stokota NV Stoneridge Inc. STV USA Sumitomo Corporation Sumitomo Electric Industries Ltd Sumitomo Heavy Industries Ltd Sumitomo Metal Industries Ltd Sunright Ltd Suzuki Motor Corporation Syntax-Brillian Corporation Systaic AG Tag Srl
Taiwan Kai Yih Industrial Co., Ltd Takamul Investments Takanichi Co., Ltd Tashkent Tractor Plant Tata AutoComp Systems Ltd Tatarstan government Tatra AS Tatsuta Electric Wire & Cable Co., Ltd Technoplast Mcd Kft Tecstar Inc. Teikoku Piston Ring Co., Ltd Tenneco Inc. Terex Corporation Textron Inc. TG North America Corporation Thales SA ThyssenKrupp AG Tianjin Binhai Energy and Development Co., Ltd Tianjin TEDA Energy-Management and Investment Consulting Co., Ltd Tianjin Tongmuo Ouyi Industry and Trade Co Ltd TietoEnator Oyj Timken Company, The Tokai Rika Co., Ltd Tokyu Land Corporation Tonichi Kyosan Cable Ltd T-Online International AG Toppan Printing Co., Ltd Torch Investment Co., Ltd Tower Automotive Inc. Toyo Seat Co Ltd Toyota Automatic Loom Works Ltd. Toyota Boshoku Corporation Toyota Gosei Co., Ltd Toyota Industries Corporation Toyota Machine Works Ltd Toyota Motor Corporation Toyota Tsusho Corporation TPV Trzenje In Proizvodnja Opreme Vozil DD Tracoma Holdings Bhd TRAM Inc. Treves SA Trimble Navigation Ltd TRW Automotive Inc. TS Tech Co., Ltd. TSATEK Tsubasa System Co., Ltd Turbocor Inc. TYC Brother Industrial Co., Ltd U-Chang Precision Co., Ltd Uglemet-Trading Unicafe Inc UniCredito Italiano SpA Union China Holdings Co., Ltd Unior Kovaska Industrija dd Unipres Corporation United Technologies Corporation
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Unknown 1 Unknown 2 Unknown 3 Unnamed Chinese company Unnamed company Uralvagonzavod PO FGUP US Marine and Industrial Pump Repair Usinor SA Valeo SA Vectra Investments Private Ltd Vestech Japan Corporation Visteon Corporation Vladimirskii Traktornyi Zavod Volkswagen AG Volvo AB Wako Industrial Co., Ltd Wärtsilä Propulsion Webasto AG Weifu High Technology Co., Ltd WL Ross & Company LLC Wuhan Zhongren Auto Parts Co. Xiamen Hongfa Electroacoustic Co., Ltd Xi'an National Economic & Technological Development Zone Xuan Hoa Company Yamaha Motor Co., Ltd
Yangfeng Visteon Automotive Trim Systems Yanmar Co., Ltd Yarnapund Industry Yazaki Corporation Yellow Hat Ltd Yoosung Enterprise Co., Ltd. Youngor Group Co., Ltd Yu'an Group Yuejin Yulon Motor Co., Ltd Yunison ZAO Yutaka Giken Co., Ltd Yuzhmash Zamil International Investment Company Zaparizykiy Avtomobilebudivniy Zavod ZAO Zavolzhskii Motornyi Zavod OAO ZF Friedrichshafen AG ZF Sachs AG Zhejiang Gabriel Holdings Group Limited Zhejiang University Logistics and Investment Holdings Co., Ltd Zhejiang Zhanwang Industry Group Co., Ltd Zhenjiang CME Co., Ltd Zibo Heng Xing Ji Dian She Bei Co., Ltd
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