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LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA E L'ORGANICISMO POSITIVISTICO IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE: la sociologia nasce dalla rottura epistemologica che avviene con il positivismo, che abbandona la riflessione sull'essenza delle cose (la Repubblica di Platone) per rendere visibili le relazioni di causa-effetto nell'accadere tra gli uomini. Questo atteggiamento ci induce a datare la nascita della sociologia con Auguste Comte in quanto è il primo a rapportarsi in modo positivistico. IL POSITIVISMO : corrente di pensiero che si sviluppa in Europa nella prima metà dell'Ottocento. Nasce in opposizione al modo di rapportarsi alla realtà rispetto alle filosofie precedenti. Si rifiuta di occuparsi dei fenomeni non identificabili (l'aspetto ANTIMETAFISICO DEL POSITIVISMO). Ma soprattutto cerca di trasferire il metodo delle scienze naturali alle scienze sociali, permettendo di creare una SCIENZA SOCIALE POS. In questo modo noi eliminiamo il giudizio sulle azioni umane e tentiamo di stabilire delle relazioni di causa-effetto: se tali relazioni, si ripetono in determinate situazioni e danno luogo a regolari fenomeni, possiamo parlare di leggi anche nel mondo umano. Il progresso scientifico diventerà progresso sociale, portando al superamento della politica e delle dottrine politiche: il positivismo, infatti, crea un'abbondanza delle risorse eliminando i problemi politici e sociali provocati dalla precedente scarsità delle risorse. In questo modo la sociologia si pone come superamento del socialismo. L'ORGANICISMO: è il 3° aspetto del positivismo. Cioè il fatto che la società viene vista a somiglianza di un organismo biologico. Sarà proprio questo fattore a portare al FUNZIONALSMO: ogni parte di un organismo è funzionale al suo mantenimento, inoltre, nell'ambito di un organismo biologico ci spieghiamo i singoli ruoli in base alla loro funzione ai fini della sopravvivenza e dell'adattamento dell'ambiente. È per questo motivo che possiamo spiegare la società con il funzionamento di un organismo biologico: non ci chiederemo cos'è la scuola ma che funzione svolge. In questo modo avremo una condizione naturale della società di collaborazione tra i suoi organi, ovvero una situazione di armonia sociale. Se vi sono conflitti, questi sono PATOLOGIE SOC. (conflitto tra datori e lavoratori in Comte). Quindi la POLITICA è necessaria per regolamentare questi conflitti, finché la consapevolezza dell'esistenza delle leggi dell'armonia sociale e dell'agire conformemente ad esse non pervaderanno le menti. LA SOCIOLOGIA COME RIFORMA INTELLETTUALE: in ambito positivistico il problema del mutamento sociale si pone in termini di riforma intellettuale. Si dovranno convincere gli individui e le parti sociali che bisogna agire in conformità alle leggi che sono state scoperte. In questo modo si cercherà di diffondere il sapere scientifico, per eliminare la superstizione, l'ignoranza, la religione e la metafisica. POSITIVISMO COME IDEALISMO:
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Teorie sociologiche classiche 2

Jan 21, 2023

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Page 1: Teorie sociologiche classiche 2

LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA E L'ORGANICISMO POSITIVISTICO

IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE:la sociologia nasce dalla rottura epistemologica che avviene con il positivismo,che abbandona la riflessione sull'essenza delle cose (la Repubblica di Platone) perrendere visibili le relazioni di causa-effetto nell'accadere tra gli uomini. Questoatteggiamento ci induce a datare la nascita della sociologia con Auguste Comtein quanto è il primo a rapportarsi in modo positivistico.

IL POSITIVISMO:corrente di pensiero che si sviluppa in Europa nella prima metà dell'Ottocento.Nasce in opposizione al modo di rapportarsi alla realtà rispetto alle filosofieprecedenti. Si rifiuta di occuparsi dei fenomeni non identificabili (l'aspettoANTIMETAFISICO DEL POSITIVISMO). Ma soprattutto cerca di trasferire il metododelle scienze naturali alle scienze sociali, permettendo di creare una SCIENZASOCIALE POS. In questo modo noi eliminiamo il giudizio sulle azioni umane etentiamo di stabilire delle relazioni di causa-effetto: se tali relazioni, si ripetono indeterminate situazioni e danno luogo a regolari fenomeni, possiamo parlare dileggi anche nel mondo umano. Il progresso scientifico diventerà progressosociale, portando al superamento della politica e delle dottrine politiche: ilpositivismo, infatti, crea un'abbondanza delle risorse eliminando i problemi politicie sociali provocati dalla precedente scarsità delle risorse. In questo modo lasociologia si pone come superamento del socialismo.

L'ORGANICISMO:è il 3° aspetto del positivismo. Cioè il fatto che la società viene vista a somiglianza

di un organismo biologico. Sarà proprio questo fattore a portare alFUNZIONALSMO: ogni parte di un organismo è funzionale al suo mantenimento,inoltre, nell'ambito di un organismo biologico ci spieghiamo i singoli ruoli in basealla loro funzione ai fini della sopravvivenza e dell'adattamento dell'ambiente. Èper questo motivo che possiamo spiegare la società con il funzionamento di unorganismo biologico: non ci chiederemo cos'è la scuola ma che funzione svolge.In questo modo avremo una condizione naturale della società di collaborazionetra i suoi organi, ovvero una situazione di armonia sociale. Se vi sono conflitti,questi sono PATOLOGIE SOC. (conflitto tra datori e lavoratori in Comte). Quindi laPOLITICA è necessaria per regolamentare questi conflitti, finché la consapevolezzadell'esistenza delle leggi dell'armonia sociale e dell'agire conformemente ad essenon pervaderanno le menti.

LA SOCIOLOGIA COME RIFORMA INTELLETTUALE:in ambito positivistico il problema del mutamento sociale si pone in termini diriforma intellettuale. Si dovranno convincere gli individui e le parti sociali chebisogna agire in conformità alle leggi che sono state scoperte. In questo modo sicercherà di diffondere il sapere scientifico, per eliminare la superstizione,l'ignoranza, la religione e la metafisica.

POSITIVISMO COME IDEALISMO:

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da Platone a Hegel si è sempre pensato che il pensiero fosse la negazione dellarealtà. Secondo la filosofia negativa noi vediamo la realtà in modo imperfettorispetto all'idea, anch'essa imperfetta. C'è bisogno di un movimento dialettico checi permetta di andare all'essenza dei fenomeni, al di là come essi appaiono, dicome la realtà si presenta. Se noi chiamiamo TESI la realtà come essa si presenta eANTITESI il pensiero che la nega; la SINTESI è una nuova società che la qualesomiglia di più all'idea di società perfetta perché è stata criticata in base a questaidea. Ma non raggiunge la perfezione, ciò significa che la sintesi si presenta comeuna nuova tesi e così via. Questa continua critica dell'esistenza ci conduce ad uncontinuo mutamento sociale, il cui scopo è l'identità di realtà e razionalità.

LA SPIGAZIONE ORGANICISTA DEL FUNZIONAMENTO DELLA SOCIETà:per organicismo(olismo) si intende il ridurre il senso e il funzionamento di unorganismo superiore ad uno inferiore o viceversa; è un metodo che sicontrappone al metodo analitico che è il metodo sperimentale usato dallescienze naturali fino all'800. da quanto detto finora ne deriva che la totalità èmaggiore della somma delle parti e solo in funzione della totalità possono esserespiegate: un sistema è un organismo superiore composto da vari organismi viventi iquali svolgono funzioni diverse tra loro, complementari e funzionali. Il primo adutilizzare questo concetto fu Spencer, che però risultò un po' troppo estremista; luiillustrò in maniera chiara il rapporto tra l'organismo biologico individuale el'organismo sociale, sottolineandone una sostanziale affinità. Questo modo diintendere la società è stato espresso anche da Claude-Henri de Saint Simon, ilquale affermò che l'unione degli uomini costituisce un vero e proprio essere, in cui isuoi organi assolvono più o meno regolarmente le loro funzioni. Il paragone èbasato sulla DIFFERENZIAZIONE SOCIALE dello struttural-funzionalismo di Parson,cioè gli organismi crescono come crescono le società, differenziandosi, vale a direaumentano le strutture perché aumentano le funzioni che la società devesvolgere per poter continuare a vivere. Allo stesso modo non è possibilecomprendere una funzione sociale senza metterla in relazione con ilfunzionamento dell'intera società. Ad esempio, non è possibile spiegare lareligione da un punto di vista sociologico sulla base dell'esistenza o meno di Dio,ma sulla base della sua funzione sociale. Come ultima cosa Spencer dice che sianell'organismo sociale sia nell'organismo vivente le funzioni arrivano al massimo,sino alla perfezione e da quel momento in poi inizia la decadenza della società ela decadenza del corpo umano.

COMTEIL METODO: Fondatore del positivismo. Una caratteristica fondamentale del suometodo è l'introduzione dell'uso delle ipotesi storiche nell'osservazione purchépresentino il carattere di semplici anticipazioni di ciò che l'esperienza e ilragionamento avrebbero potuto svelare. Ma ciò che è più importante è L'ANALISIDEI FENOMENI SOCIALI: egli propone la coordinazione dei fatti osservati allo scopodi ricavare delle leggi, che sono nella realtà fisica e sociale e che è compito dellasociologia diffondere come vera conoscenza, con un programma di riformaintellettuale, preparando così il terreno al mutamento sociale e politico. Egli,inoltre, modifica il concetto di libertà, la quale non può consistere che in unasottomissione razionale alle leggi fondamentali per una naturale armonia. Per

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scoprire tali leggi utilizza mezzi concreti naturali: l'OSSERVAZIONE in primis, laSPERIMENTAZIONE ed, infine, la COMPARAZIONE. Ancora prima dell'osservazioneviene un'intuizione teorica, che ci indichi l'oggetto da osservare. Il secondo passoè la sperimentazione che però non è possibile nel mondo umano (presa dellaBastiglia). Così Comte partirà dall'analisi delle disfunzioni, dei conflitti, per capire ilnormale funzionamento della società. Il terzo passo è la comparazione tra lesocietà umane e animali, tra l'organismo biologico e sociale e infine tra societàstoricamente determinate, vale a dire che presentino gradi diversi nell’evoluzione.

TEORIA DELL'EVOLUZIONE. GLI OPUSCOLI DI FILOSOFIA SOCIALE(1820-1826):negli Opuscoli vi è una contraddizione. Se la condizione naturale della societàdovrebbe essere l'armonia sociale, così come la condizione naturale di unorganismo è la salute, la società del suo tempo è invece caratterizzatadall'industria, e quindi da conflitti di ogni genere, ma soprattutto politici e sociali.La lotta tra datori di lavoro e lavoratori non permette all'industria di decollarefacendo beneficiare la produzione delle grandi scoperte scientifiche. Leconclusioni a cui giunge Comte sono le seguenti: la società nella quale egli vive èdi passaggio in mezzo a due epoche della storia Occidentale.Comte chiama la società che si sta esaurendo SOCIETA' TEOLOGICO-MILITARE equella che sta per giungere SOCIETA' SCIENTIFICO-INDUSTRIALE. La differenzasostanziale sta in un diverso assetto strutturale e dei valori. Nella prima società ogniverità deriva dalla religione, depositaria dell'orientamento nella vita. Queste veritàorientanti sono affidate ad una casta di "preti", detentrice del potere spirituale. Inquesta società, l'ordine sociale è di tipo militare, in quanto si basa sull'esistenza diuna classe di "guerrieri". La condizione ordinaria è il conflitto per appropriarsi dellerisorse scarse, esse sono scarse perché non si conosce ancora l'applicazione deirisultati della scienza alla produzione. Questa lotta degli uomini tra loro è l'attivitàbase della società teologico-militare.Al contrario la società che sta per affermarsi, cioè quella industriale, ècaratterizzata dall'avere il suo ordine morale e il suo potere spirituale affidato allascienza, fonte di ogni certezza e verità. I depositari sono quindi gli scienziati(oservants). L'ordine sociale è basato su quello industriale. La classe a cui è affidato ilmantenimento di questa struttura è la classe degli industriali, che applicano irisultati delle scoperte scientifiche sulla produzione. La condizione ordinaria non è ilconflitto ma la cooperazione funzionale tra le varie componenti della societàanaloga a quella che c'è tra i vari organi di un organismo biologico. Essa è basatasulla separazione delle funzione ma non degli interessi. I conflitti che si verificanosono patologie sociali risolvibili dalla consapevolezza della funzionalità reciproca(xMarx sono irrisolvibili se non con una società oltre a quella industriale).Se nella prima società la lotta degli uomini non era tra di loro ma contro la natura,mentre nella società successiva grazie ai mezzi della scienza applicati allaproduzione industriale ed agricola la quantità delle risorse sarà tale da scongiurarei conflitti. Per questo motivo Comte pensa che la soluzione ai conflitti del suotempo sia possibile grazie ad una RIFORMA INTELLETTULE.Già in questo periodo Comte è convinto che il positivismo sia il superamentoscientifico del socialismo. Lo è perché l'esistenza stessa dei conflitti è dovuta allascarsità delle risorse e solo l'applicazione delle scoperte scientifiche allaproduzione è in grado di garantire l'abbondanza delle risorse. La conclusione non

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sarà diversa da quella di Marx: vi sarà l'estinzione dello Stato come forma politicadel dominio di classe solo in una società futura dove saranno sparite le classi e ilconflitto di classe.

MUTAMENTO SOCIALE. IL CORSO DI FILOSOFIA POSITIVA(1830-1842). LA DINAMICA:Comte pensa che l'ordine sia la condizione indispensabile per il progresso,possibile solo con il buon funzionamento delle istituzioni. Il problema era dunquecome rendere veloce questa evoluzione.Nel CORSO DI FILOSOFIA POSITIVA Comte espone la legge dei tre stadi, in cuivengono rappresentati gli stadi dello sviluppo umano, cioè i tre momenti idealtipicidel modo in cui gli uomini si rappresentano e interpretano il mondo.

1. stadio teologico o fittizio: l'uomo riconosce la verità nella religione, inun'entità trascendentale.

2. stadio metafisico o astratto: i fenomeni naturali vengono spiegati in manieraastratta. Questa spiegazione è di tipo individualistico. Il punto più alto diquesto stadio è il pensiero illuminista.

3. stadio scientifico o positivo: l'uomo si chiede quali sono le cause ultime, perrispondere a questo quesito si limita a constatare attraverso unatteggiamento critico le relazioni di causa-effetto.

I primi due stadi sono già stati riscontrati storicamente, mentre il terzo è soloun'ipotesi. La legge dei tre stadi riguarda ogni branca della nostra conoscenza.Secondo l'autore la legge dei tre stadi è già osservabile perché realizzata in moltediscipline. In quelle più semplici, come la matematica, l'astronomia d'orizzonte, lageometria piana si realizza quasi immediatamente, mentre le discipline piùcomplesse lo stadio positivo si realizza relativamente tardi. Una di queste è lasociologia, in quanto è la disciplina più ampia e complessa di tutto perchécontempla lo studio dell'umanità e del suo divenire. Individuando le scienzeSINTETICHE (si analizzano fenomeni isolati per formulare le relative leggi.mate-fisica)e quelle ANALITICHE(non è più possibile spiegare i singoli fenomeni, ma si deveprendere in considerazione un intero fenomeno. Biologia-sociologia-morale)Comte è riuscito a notare una GERARCHIA DELLE SCIENZE. Si può immediatamentenotare che in questa classificazione manca la psicologia. Secondo Comte, infatti,non ha senso partire dagli individui per studiare la società, ma dall'unità minima dibase: la famiglia.

SISTEMA DI POLITICA POSITIVA. LA STATISTICA:se la dinamica sociale soddisfaceva la volontà di progresso, la statica fonda lavolontà di ordine. Essa è riscontrabile nella natura umana in tutte le epoche ed èriconoscibile da quello che Comte chiama QUADRO CEREBRALE, secondo cuil'uomo è un essere dalla doppia natura: SENTIMENTALE(collocata nella parteposteriore nel cervello)e INTELLIGENTE(collocata nella parte anteriore del cervello).La caratteristica principale della natura dell'uomo è l'agire. Questo è determinatodalla parte sentimentale, che spinge l'altruismo e l'egoismo. La famiglia e lareligione promuovono l'aspetto collaborativo in base a tre sentimenti: eguaglianzaattraverso l'amore fraterno, venerazione dei figli verso i genitori e quelli disubordinazione della donna verso l'uomo. Bisogna considerare questaaffermazione di subordinazione come una divisione funzionale, cioè in sensoparadossalmente egualitario. Un'altra funzione della famiglia è la trasmissione del

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modello latente, vale a dire del grado di civiltà raggiunto nel corso dei secoli. Lasocietà è composta da famiglie, ma come un organismo biologico che è tenutounito dalla pelle, per analogia il linguaggio e la religione sono preposte a questafunzione. Il linguaggio come strumento, la religione come contenuti. Infatti èattraverso il linguaggio che si trasmette la cultura, la religione invece sta alla basedell'ordine sociale e lo rende possibile anche perché legittima l'autorità politicacon le sue leggi e i suoi divieti, conferendo all'anima uno stato di "armonianormale".In realtà Comte pensa di sostituire le credenze religiose in crisi con una nuovareligione che sostituisca la vecchia con la consapevolezza diffusa della proprianecessità. Così Comte fonda la religione dell'Umanità che ha come fondamentali:l'Amore per principio, L'Ordine per base e il Progresso per fine.Così come in un organismo biologico evoluto vi è un'estrema specializzazionedegli organi, allo stesso modo in una società evoluta, industrialmente evoluta, vi èuna divisione dei compiti spontanea e armonica che favorisce l'ordine e ilprogresso. Lo stesso meccanismo della specializzazione porta però a soffocare lospirito d'insieme richiamando l'interesse privato. Insomma, Comte scopre ilproblema dell'alienazione ma lo considera una patologia sociale, quindisuperabile.

MARXIL METODO. LA TEORIA DELLA CONOSCENZA. LA CONCEZIONE MATERIALISTICADELLA STORIA:

MATERIALISMO = economia, rapporti di produz → produz spiritualeSTORICO = i rapporti umani sn diversi nelle fasi della storia (l'uomo capital, mediev)

Marx studia la società attraverso il MATERIALISMO STORICO (derivato da Hegel):negare come la società si presenta per fare emergere la sua vera essenza.Il materialismo storico si contrappone al positivismo perché il positivismo siaccontentava di stabilire relazioni tra gli oggetti traendone delle leggi. Marx peròrovescia anche il punto di vista dal quale Hegel parte per criticare la realtàoggettuale: il mondo delle cose. Marx afferma nell'"Ideologia tedesca", che laproduzione spirituale è il risultato dell'azione degli uomini che però entrano inrapporti indipendenti dalla loro volontà. Bisogna guardare i rapporti di produzione,cioè all'economia e non alle idee, per capire come stanno le cose nella società.(economia→ idee)Ora rimane solo da spiegare l'aggettivo "storico": secondo Marx, infatti, bisognaconsiderare l'uomo storicamente determinato. L'uomo capitalistico sarà diversoda quello medievale e quest'ultimo sarà a sua volta diverso da quello antico…Il problema della conoscenza viene risolto da Marx in una coppia di categorie: lastruttura, costituisce la base della società, il suo funzionamento economico(irapporti di produzione). Su questa base si eleva una sovrastruttura e cioè il mondodelle idee attraverso cui una società si presenta, essa ha una funzione ideologica,che serve a giustificare l'essenza della struttura e a perpetuarla il più possibile.L'idea di Marx è che la struttura condizioni la sovrastruttura e viceversa. Engels poispecificò che nel lungo periodo la struttura economica della società influenza le

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idee, ma nel breve e nel medio periodo la sovrastruttura può influenzare lastruttura economica della società.Connesso a questa problematica è il concetto di falsa coscienza. Normalmente èl'essere sociale che causa la coscienza sociale degli individui, ma se la coscienzadi un individuo contrasta con il suo essere sociale allora si può parlare di FALSACOSCIENZA. Infatti, la borghesia possedendo i mezzi di produzione materiale,possiede anche quelli di produzione intellettuale. Mezzi che impiega per deviarela classe oppressa dai suoi interessi.

STRATIFICAZIONE SOCIALE. LA TEORIA DELLE CLASSI: la novità che introduce Marxsta nel reinterpretare la storia in termini di lotta di classe.È possibile raggruppare un certo numero di opere sulla base del modo in cui se neparla.Nel "Libro terzo" del "Capitale" lui divide la società moderna fondata sul modo diproduzione capitalistico in tre grandi classi: gli operai salariati, i capitalisti e iproprietari fondiari. In questo caso l'obiettivo di Marx è quello di determinare inmodo oggettivo l'appartenenza di classe alla differente forma di reddito: lavoro-salario, capitale-profitto, terra-rendita fondiaria. Tutto ciò determinerà almeno duegrandi classi sociali che raggrupperanno la società man mano che la renditafondiaria tenderà a scomparire con l'avanzamento del processo diindustrializzazione.Un'analisi più complessa verrà fatta in una serie di opere propriamentesociologiche: "Lotte di classe in Francia, del 18 brumaio di Luigi Bonaparte" e"Guerra civile in Francia". Marx vuole analizzare in dettaglio la stratificazioneesistente in un paese preciso(la Francia) in due momenti storici precisi, e ancor piùanalizzare il comportamento specifico di ogni strato sociale in rapporto ad unasituazione conflittuale quale ad esempio il tentativo di colpo di Stato di LuigiBonaparte. Così egli notò che una moltitudine di classi raggruppate a secondadei loro interessi immediati, si schierarono o con la borghesia o col proletariato.Nel "18 brumaio" vi è un ulteriore concetto, cioè che una classe è qualcosa di piùche un raggruppamento di persone con un interesse comune. Infatti, per poterparlare di classe sociale è necessaria quella che Marx chiama COSCIENZA DICLASSE, ciò implica che i propri interessi siano antagonistici perché inconciliabilicon quelli dell'altra classe, che la risoluzione di questo conflitto non è possibileall'interno di questa società ma solo tramite un rovesciamento radicale dellasocietà che scalzi la classe antagonista del potere e che porti alla soppressionedella proprietà privata e cioè alla soppressione della base dell'esistenza dellasocietà divisa in classi. La consapevolezza di tutto questo fa di una CLASSE IN Séuna CLASSE PER Sé, una classe autocosciente.Questo processo è descritto all'interno del "Manifesto del partito comunista", chesvolge due funzioni: quella essoterica e quella esoterica. La prima è una funzionedi propaganda politica e allo steso tempo uno strumento di formazione dellacoscienza di classe. Il secondo aspetto riguarda la struttura, con i tre capitolicentrali dedicati a borghesia, proletariato, comunismo. Come dire: tesi, antitesi,superamento. Le classi sono descritte nel loro divenire e nel loro sboccoinevitabile: la polarizzazione e lo scontro inevitabile tra borghesia e proletariato.Infatti, l'intera società si va scindendo sempre più in due grandi campi nemici, indue grandi classi direttamente contrapposte l'una all'altra. Lotta che ogni volta è

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finita con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comunerovina delle classi in lotta. Il proletariato è costretto a lottare per difendere ilproprio salario, ciò chiarisce che il conflitto è risolvibile solo al di fuori del modo diproduzione stesso. A sua volta, però, la borghesia, alla ricerca di profitto ècostretta ad espandere il modo di produrre e dunque il suo nemico.Marx offre anche una teoria dell'azione secondo cui gli uomini fanno la storia, manon come vorrebbero(sono gli attori che fanno la parte non l'hanno scritta loro).

LA TEORIA DEL MUTAMENTO SOCIALE:nella "Prefazione" a "Per la critica dell'economia politica" egli esprime la TEORIADEL MUTAMENTO SOCIALE a partire da una contraddizione fondamentale nellasocietà capitalistica: quella tra sviluppo costante delle forze produttive(quantità diricchezza che appartiene ad una determinata classe sociale. Andamento lineare)e rapporti di produzione(modo di organizzarsi della classe che detiene i mezzi diproduzione, per mantenersi in questa posizione) che tendono a rimanere costantiessendo i rapporti che consentono alla classe dominante di rimanere tale.In primo luogo gli uomini entrano in rapporti indipendenti dalla loro volontà,determinati invece dal grado di sviluppo delle forze produttive, le qualideterminano i rapporti di produzione che, a loro volta, determinano lasovrastruttura giuridica e politica che, a sua volta, ancora determina e influenza ilmondo delle idee.Il passaggio da un tipo di società ad un altro è determinato che lo sviluppo delleforze produttive si arresta. Tutto ciò è determinato dal fatto che i rapporti giuridico-politici non evolvono adeguandosi allo sviluppo delle forze produttive. Questadiscrepanza viene riempita da una rivoluzione sociale. Ma il meccanismo tende aripetersi.Nella "Prefazione" Marx presenta un altro concetto legato al modo di pensare diHegel: l'umanità si pone dei problemi che può risolvere , e solo quando lecondizioni della loro soluzione esistono già è possibile il passaggio ad un altro tipodi società. Il capitalismo verrà quindi superato solo quando avrà espresso tutte lesue potenzialità e dunque non è possibile in questa teoria del mutamento socialecompiere salti.

LA TEORIA DELL'ALIENZAZIONE:allontanamento da sé. Si trova per la prima volta in Hegel, il quale asserisce che larealtà oggettuale è un prodotto del soggetto che la conosce mentre la trasforma,dunque mentre la crea. Allontana da sé la propria soggettività trasformandolanella realtà che gli sta di fronte. Così mentre conosce il mondo esterno, il soggettosi aliena nella realtà che trasforma. Ma per Marx("Lezioni di filosofia della storia") lecose non stanno così: l'alienazione non inerisce l'esistere dell'uomo stesso, è solonel modo di produzione capitalistico che accade. L'alienazione è un fattostoricamente determinato, ciò significa che il problema sarà superato con ilsuperamento del modo di produzione capitalistico.Nei "Manoscritti economici-filosofici del 1844" egli aggiunge che tutto ciòpresuppone che il lavoro sia un'attività libera, in realtà non è così in quanto ilproletario è costretto a vendere la propria forza-lavoro per poter vivere. Inoltre, ilprodotto del suo lavoro non gli appartiene. In questo modo l'operaio diventatanto più povero quanto è la ricchezza che produce. Quindi, la valorizzazione del

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mondo umano cresce in rapporto diretto con la valorizzazione del mondo dellecose. Marx critica questo modo di produzione in quanto costringe l'uomo avendersi come una merce tra le altre merci.

TEORIA DELO STATO:in sintesi l'idea di stato di Marx è che sia l'apparato di dominio che serve allaborghesia per mantenere il potere. Si possono distinguere tre periodi in cui le ideedi Marx sono differenti.Fino al 1843: critica la discrepanza tra la pretesa di realizzare la volontà dellamaggioranza attraverso il principio della rappresentanza e il comportamentopratico non democratico.1844-1871(Manifesto): scopre lo Stato rappresentativo democratico quale formastorica giuridico-politica specifica del modo di produzione capitalistico. La suaessenza va sotto il nome di teoria del rispecchiamento. Perpetuando così alpotere la classe che possiede i mezzi di produzione.1871(Guerra civile in Francia): interpreta la Comune di Parigi come una formastorica di dittatura del proletariato(soppressione dell'esercito permanente,istruzione resa accessibile a tutti, repressione dei poteri spirituali). Seguendo leinnovazioni indicò i contenuti dello Stato futuro.

DURKHEIMIL METODO:Il primo problema che sorge a Dukheim è la definizione dell'oggetto dellasociologia e lo si può trovare ne "Le regole del metodo sociologico". L'oggetto èindividuato nei FATTI SOCIALI diversi da quelli economici e fisici. Essi hanno dunquecaratteristiche cause specificamente sociali, non biologiche, psicologiche,economiche. I fatti sociali sono modi di agire, di pensare e si sentire esterniall'individuo, e dotati di un potere di coercizione. L'esistenza dei fatti sociali èoggettiva e reale anche se non posso vederla, d'altro canto ne sento gli effetti sudi me. Durkeim afferma inoltre che sono come cose, quindi come cose essidevono essere trattati. Hanno un'esistenza autonoma che preesiste agli individui.Hanno regole proprie. Sono SUI GENERIS. Essi diventano concreti nel costume, neicomportanti , nelle tradizioni, nelle leggi, nei sentimenti e nei desideri…e anche sehanno un potere coercitivo gli individui non sentono questa costrizione in taleforma, ma al contrario sotto forma di amore. È invece quando l'individuo cerca dinegare che i fatti sociali si affermano con nettezza e questi vuol dire che essiesistono dentro di noi, che sono stati interiorizzati. Quindi, essi sono fuori di noi, nelsenso della loro autonomia da noi, ma sono anche dentro di noi nel senso dellaloro efficacia sui nostri comportamenti.Inoltre, un fatto sociale è spiegabile solo con un fatto sociale della stessa natura,tra i fatti sociali precedenti, colto nelle sue forme elementari. Spiegare i fatti socialiperò non vuol dire a cosa sia utile o meno, in quanto vi sono fatti sociali chehanno esaurito la loro funzione e tuttavia restano operanti per forza di abitudine.Dunque bisogna porsi delle domande circa le cause della nascita e perché esso èciò che è e non un altro.

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Durkheim propone anche una distinzione dei fatti sociali tra normali e patologici. Iprimi corrispondono alla morale comune, alla media dei comportamenti, mentreè patologico quando compromette l'ordine sociale, la sua coesione. Questiconcetti sono comunque relativi, in quanto un fatto può essere consideratonormale in una determinato tempo in una determinata società, ma diventarepatologico in un'altro periodo storico, in un'altra società. Tutto questo perché ilmutamento dei valori implica un mutamento sociale. Il patologico è anche unconcetto indispensabile per l'ordine sociale , in quanto la sua presenza lo rafforza.

TEORIA DEL MUTAMENTO SOCIALE: (sol. mec e org)l'argomento trattato nel sua tesi di dottorato "La divisione del lavoro sociale" è ilrapporto tra individuo e società. Durkheim arriva alla conclusione che l'individuo ècondizionato dalla società che gli preesiste e gli sopravvive e che ha su di luipotere coercitivo.Di notevole importanza è anche il concetto di ordine sociale,cioè pensa che ilCONFLITTO sia il motore della storia. Egli vuole un ordine non basato sullarepressione dei conflitti sociali, ma sulla loro risoluzione. Per questo non condividel'idea positivistica comtiana del ruolo della famiglia e della religione. La loro crisinon è ripristinabile. La soluzione dei conflitti è lo sviluppo della scienza.Per lui l'unico fattore che può compromettere l'ordine sociale è l'INDIVIDUALIMO eil LIBERISMO, mentre bisognerebbe aspirare ad una solidarietà sociale. Egli deveperciò spiegare la natura di questo fatto sociale, per farlo elabora una TEORIA DELMUTAMENTO: Durkheim ipotizza due tipi di solidarietà sociale, tipici di due forme disocietà diverse.SOCIETA' SEMPLICE (solidarietà meccanica) priva di divisione di lavoro, tenutainsieme da una religione semplice. In questo caso si parla di. In questa societàl'integrazione sociale è al massimo sia perché gli uomini sono intercambiabili nelleloro funzioni, sia perché la religione è un continuo scambio di interazionisimboliche che rafforzano il gruppo.SOCIETA' COMPLESSA (solidarietà organica) vi è una forte divisione del lavorodove domina una religione astratta e secolarizzata. La specializzazione del lavoroporta ad una differenziazione spinta degli individui, abbandonando la possibilità diidentificarsi col gruppo, compromettendo l'integrazione che però è assicuratadalla dipendenza tra i singoli individui.

Durkheim ha un indicatore per misurare l'assenza di solidarietà, (suicidio)soprattutto in un periodo che vede la crisi di due istituzioni chiave , luoghi diprodursi della società: la famiglia e la religione. Il suicidio, l'oggetto di indagine permisurare il male della società moderna poco integrata: l'anomia che caratterizzale società progredite malate di individualismo e di edonismo. La solidarietàorganica pura non esiste. Tipi di suicidio:

S. anomico = troppo sentimento di appartenenza alla comunità, collettività.S. altruistico = sacrificio di se e identificazione col gruppo (l'onore del capitano).S. egoistico = riv vs il rifiuto, la gente pensa solo a se stessa (suicidio d'amore).

All'interno della società ci sono i SEGMENTI, cioè gruppi che conservano in tipo disolidarietà organica. Al loro interno vengono utilizzati dei simboli e dei rituali che

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hanno lo scopo di rafforzare l'immagine del gruppo. Il diritto che si pratica è di tiporepressivo.Il diritto è alla base della coscienza collettiva, in quanto essa si sostanzia inprescrizioni e proibizioni, cioè norme di comportamento, che si cristallizzano nellacoscienza collettiva a scapito di quella individuale. Quindi secondo Durkheim lasolidarietà meccanica si manifesta attraverso il diritto repressivo che soddisfa lacoscienza collettiva offesa dalla trasgressione punendo il colpevole. La naturadella solidarietà organica è invece restituiva, poiché deve riparare un diritto lesoche vede offeso il singolo individuo.Per passare da una società semplice ad una complessa è necessaria unaDIVISIONE DEL LAVORO, che non solo è inevitabile ma anche funzionalmentemorale. Essa accresce sia la forza produttiva sia l'abilità del lavoratore intellettualee materiale della società, è la fonte della società. Essa ha anche un'altra funzionela coscienza dell'interdipendenza. Dunque la divisione del lavoro ha un caratteremorale.Le cause della divisione del lavoro è la maggiore DENSITA' MORALEaccompagnato da un accrescimento materiale della società e una conseguentespecializzazione degli individui. (+ gente = + specializzazione = - coscienzacollettiva).A questo punto Durkheim si accorge che nel rapporto individuo-società i conflittisono all'ordine del giorno. Nel terzo ed ultimo libro della "Divisione del lavorosociale" Durkheim parte dalla constatazione che non sempre la divisione dellavoro genera solidarietà, ma presenta forme patologiche.Sono la DIVISIONE ANOMICA e la DIVISIONE COERCITIVA del lavoro. La prima, cheda Marx sarebbe stata chiamata alienazione, avviene quando i legami diintelligenza nel processo scientifico e industriale si allentano isolando icomponenti, ponendoli l'uno contro l'altro in uno stato di conflittualità e noncomunicazione. Weber l'avrebbe chiamata "gabbia d'acciaio". Ma è piuttosto lamaniera in cui il lavoro è distribuito che crea fonti di insoddisfazione e di conflittosociale. Due cause che portano alla alienazione nella società industriale:

1 Industrializzazione troppo rapida2 distribuzione egoistica del potere (senza equa distribuzione)

Vi è quindi una mancata giustizia che si potrebbe risolvere con una pianificazioneche corregga i danni della divisione del lavoro, che dia a tutti le stesse possibilità. Ilprimo rimedio è quello di costruire una morale. Ma nella prefazione della secondaedizione della "Divisione del lavoro" Durkheim introduce un nuovo elemento: leCORPORAZIONI, ossia gruppi professionali che sviluppano una forma di solidarietàspontanea al loro interno pur in condizioni di lavoro estremamente parcellizzate.

INDIVIDUO E SOCIETà. IL SUICIDIO:i due temi che legano "La divisione del lavoro sociale" e il "Suicidio" sono il rapportoindividuo-società e l'anomia. Per misurare il grado di integrazione dell'individuonella società utilizza il suicidio, da lui considerato come un fatto normale, inquanto è un evento comune a tutte le società e si verifica nel lungo periodo conun tasso costante. Se ci fosse un aumento improvviso della corrente suicidogena,allora diventerebbe un fatto patologico. Allo stesso tempo, il fatto che il tasso di

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suidìcidi aumenti o diminuisca in rapporto al verificarsi di eventi sociali, dimostrache da questi ultimi esso è condizionato. La società è ancora più presente nellacoscienza di un individuo quando vi è un'assenza di norme: l'ANOMIA.Il SUICIDIO è qualsiasi caso di morte derivata direttamente o indirettamentedall'azione pos o neg compita dalla vittima stessa e che quest'ultima sapeva cheavrebbe portato a quel risultato. Con questa definizione Durkheim allarga il sensodegli atti considerati suicidi. È il caso in cui la coscienza collettiva sovrasta lacoscienza individuale, in questo modo si dimostra che la società è presente comeuna forza nell'individuo fino a sconfiggere l'istinto di sopravvivenza. La correntesuicidogena aumenta anche quando prevale l'individualismo o quando la forza dicoesione morale viene meno, alterando di conseguenza il rapporto tra la vitapersonale e sociale. Durkeheim ammette che vi sia una predisposizionepsicologica al suicidio: è vero che gli individui neuropatici hanno maggioriprobabilità di suicidarsi rispetto agli individui normali. Durkheim afferma che ilsuicidio può anche avvenire per imitazione (Tarde), ma questo fenomeno èspiegabile con la perdita dell'identità e con una conseguente assunzione di quellacollettiva.Nel "Libro secondo. Cause sociali e tipi sociali" il sociologo determina tre tipi disuicidio.SUICIDIO EGOISTICO: il suicidio è inversamente proporzionale al grado diintegrazione sia nella comunità che nella famiglia, dato che le persone sole sonopiù soggette al suicidio di quelle che hanno famiglia.SUICIDIO ANOMICO: nella società industriale le norme sociali si sono indebolitelasciando l'individuo in una situazione anomica, senza punti di riferimento, senzacalore della comunità. (no leggi = suicidio)SUICIDIO ALTRUISTICO: nella società tradizionale l'individuo viveva perfettamenteintegrato, da non potere vivere fuori dalle regole e dai valori, che per affermareera disposto anche a morire. (capitano che affonda con la nave)

GEORGE SIMMELè il primo tra i classici che rompe la sostanziale continuità tra natura e società che erastato il presupposto della sociologia positivistica e organicista. Secondo lui, infatti, lasocietà è un complesso di relazioni che gli individui creano nel loro continuo interagire.Questo complesso di relazioni si stabilizza in FORME, che da una parte, rendonopossibile l'analisi delle relazioni e, dall'altra, sono continuamente messe in discussionedalle nuove complesse interazioni. Il processo in base a cui le relazioni, le interrelazionisiconsolidano in sempre nuove forme è detto SOCIALIZZAZIONE(VERGESELSCHAFTUNG). La costellazione di questi tre concetti(forme, interazioni esocializzazione) costituisce il campo di indagine della sociologia. C'è però unproblema che rende più complesso il processo della conoscenza: il soggetto è eglistesso immerso nelle relazioni, quindi, è allo stesso tempo soggetto del conoscere eoggetto della conoscenza. Inoltre, anche la prospettiva da cui egli guarda la societàè oggetto della conoscenza.Simmel parte dal pensiero di Kant, secondo cui, noi produciamo l'oggettoconoscendolo. Infatti, la società non esiste di per se stessa, come avviene nellasociologia durkheimiana. Esistono, invece, degli individui concreti e messi in relazionetra loro. Dunque, dipende dal punto di vista dal quale noi ci poniamo se vediamoquesti individui raggruppati in forme. Insomma, tutto dipende dalle nostre astrazioni.

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Ma è proprio grazie a queste che sappiamo che gli individui agiscono in relazioni diRECIPROCITà: relazioni complesse, che influenzano continuamente da una serieinfinita di cause in districabili che sono anche effetti, e di effetti che interagiscono sullecause. La realtà oggettiva appare, quindi, come una realtà non solo interpretata,bensì anche mutevole nel tempo a seconda delle prospettive da cui la si esamina. Viè una sorta di crisi delle certezze epistemologiche, ma anche dello strumento di analisidi una società.Tornando all'oggetto della sociologia per Simmel, sappiamo che non deve occuparsinè della società come se questa esistesse autonomamente né degli individui singoli,bensì delle relazioni che gli individui hanno tra loro e che le varie parti della societàhanno tra loro. Infatti, Simmel vuole proprio evidenziare che la società non è una merasomma di individui, ma molto di più.Il compito della sociologia è, alla fine, accettare le forme cui le interazioni tra gliindividui e tra le parti della società hanno dato luogo. Ma una volta accertate,classificate, individuate le forme, ci si accorge che queste mutano nel tempo poichéla vita che esse racchiudono esplode all'interno e si modifica. In sostanza: la vita siesprime in forme, cioè in relazioni, simboli, istituzioni, ma in queste essa si irrigidisce, sicoagula. Appena definite, le forme già non le contengono più, non riescono adesaurirla; e allora la vita è costretta, per esprimersi, a lottare contro le vecchie forme,creandone di nuove le quali a loro volta si irrigidiscono, e così via.Simmel, nel famoso excursus "Come'è possibile la società", enuncia TRE A PRIORISOCIOLOGICI, che sono al tempo stesso premesse che ci permettono di prenderecoscienza dei processi reali che avvengono tra gli individui.

1. L'interazione tra l'ego e l'alter si struttura in termini di aspettative che siriferiscono ai ruoli. In sostanza, io non riesco a valutare una persona di per se stessa,distinta da quello che fa.

2. è un correttivo del primo: l'individuo non si esaurisce nel ruolo che svolge, maqualcosa di più.

3. ogni individuo, per le sue peculiarità, appare destinato a un determinatoposto del suo ambiente sociale.

INDIVIDUO E SOCIETà. CERCHIE SOCIALIIn Simmel, a differenza di Weber, non c'è una teoria dell'azione, ma una dell'individuoe del suo rapporto con gli altri e con la società. Infatti, egli non si occupa dell'individuobiologico, ma di quello immerso in rapporti che si cosificano in forme autonomeanche dai contenuti psichici. In "Filosofia del denaro", Simmel dimostra la teoriasoggettiva del valore, dove il momento sociale di scambio si autonomizza inmotivazioni individuali in base alle quali noi attribuiamo un valore soggettivo aglioggetti. VALORE che però si presenta cristallizzato in una forma propria, oggettiva,non spiegabile attraverso motivazioni psicologiche individuali. Tuttavia, questacondizione presenta aspetti positivi: permette il distacco emotivo, l'anonimato,aumenta il grado di autonomia degli individui, l'assenza di emozioni che però, nellavita della metropoli, possono portare all'indifferenza e al cinismo. Il DENARO è unacondizione dell'individualismo, condizione per Simmel ambivalente.In Simmel la coscienza, collettiva o individuale, è fatta di appartenenze a quelle cheegli chiama CERCHIE SOCIALI. A differenza di Durkheim, il quale asserisce chel'individuo sia completamente condizionato dalla società mediante la coscienzacollettiva che si impone su quella individuale. Come abbiamo già detto, in Simmel, la

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società non è altro che le infinite relazioni cosificate in forme, l'individuo è al centrodelle relazioni sociali e il suo essere è fatto di appartenenze, o cerchie, tanto piùnumerose quanto più numerose sono le relazioni sociali, quanto più differenziata è lasocietà. L'individuo è contemporaneamente più cose. L'appartenenza alle cerchie èpresentata in un primo momento come limitante l'individuo e la sua libertà; e tuttaviaè proprio il muoversi e scegliere tra le cerchie cui appartenente che indica il grado dilibertà che gli individui riescono a conquistarsi rispetto alle forme. Infatti, man manoche la complessità della società moderna e l'appartenenza alle cerchie aumenta, lalibertà individuale e il grado di civiltà cresce. È la libertà generata dalla societàmoderna, determinata dall'omogeneità che lascia il posto all'eterogeneità attraversola differenziazione.Le cose, però, non stanno esattamente così. Nel saggio sociologico"Forme e giochi disocietà. Problemi fondamentali della sociologia" si stente il dissidio tra l'individuo e lacollettività in cui vive. Simmel sa che ogni collettività, per poter sopravvivere, tende adimporre una serie di compiti che devono essere esplicati. Dunque, gli individui nonsono liberi ma vincolati dallo sviluppo della divisione del lavoro. Simmel non ritiene ciòuna disfunzione ma un dissidio ineliminabile. È proprio questo il conflitto dell'epocamoderna generato da una condizione insanabile: da una parte la società, chenecessita più complementarietà dovuta alla divisione del lavoro; dall'altra, unindividuo caratterizzato dalla diversità, unicità, responsabilità e realizzazione di sé.Tutto ciò porta Simmel ad indicare il risultato della cultura della modernitànell'INDIVIDUALISMO QUALITATIVO, vale a dire un ideale che si risolve nella maggiorparte dei casi in tentativi superficiali ed esteriori. Questo è il caso della MODA, dove sidimostra la contraddittorietà di due spinte contrapposte, la distinzione e l'imitazione.Da una parte i pochi individui innovatori e dall'altra tutti coloro che aspiranoall'innovazione ma, non avendone la personalità, tendono all'imitazionedell'innovazione. L'essenza della moda consiste nell'appartenere sempre e soltanto auna parte del gruppo mentre tutto il gruppo è già avviato verso essa. Ciò significa chenon appena tutti, senza eccezioni, fanno ciò che originariamente facevano alcuninon la si definisce più moda. Essa simbolizza, quindi, il destino dell'individuo nellamodernità:spinto dall'autonomia, caratteristica che, una volta realizzata per tutti, nonpotrebbe più essere tale.

STRATIFICAZIONE SOCIALEL'INEGUAGLIANZA è essenza fisiologica della società. Essa è determinata dallapluralità di funzioni presenti nella società. Ricerca dell'eguaglianza significa per Simmelricerca, nella stratificazione sociale, della posizione più consona alle nostre attitudini.L'azione sociale, che tende a stabilire forme di relazione non autoritarie, cerca difavorire l'affinità elettiva tra funzioni da svolgere e vocazione. Insomma, lasubordinazione politica ed economica non esaurisce la personalità degli individui, lacui ricchezza spirituale permette loro di estrinsecare la libertà nei rapporti personali edi relazione.Molte volte sono state effettuate affinità tra Simmel e lo struttural-funzionalismo,precisamente come anticipazione del concetto di ruolo. In realtà, il ruolo, sebbene siausato molto spesso per motivare la stratificazione sociale, esso non è un concettotecnico, bensì una forma della realtà.Nella "Differenziazione sociale" si era già reso conto che analizzare i rapporti e iraggruppamenti da un punto di vista di una teoria della stratificazione era vano, ma

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ciò non significa che non si sia accorto che i rapporti tra gli uomini e tra i gruppi sonorapporti di potere. Infatti, nel terzo capitolo della sua "Sociologia" egli analizza lacomplessa fenomenologia dei rapporti di sovraordinazione e subordinazione con unaricchezza di particolari molto realistici se non addirittura radicali. Nella teoria di Simmelnon si troverà mai una teoria della stratificazione, ma una della fenomenologia delleforme di dipendenza che viene raggruppata in forme di subordinazione rispetto ad unsingolo, ad una pluralità ed ad un principio impersonale. È la condizione dell'uomomoderno che non obbedisce a singoli o a gruppi, bensì a leggi, e questa obbedienzarappresenta la situazione più dignitosa. Ad ogni modo la "Sociologia" contiene analisidelle figure che Simmel prende a simbolo di condizione moderna.

IL MUTAMENTO SOCIALENella prima opera sociologica si può ricavare una teoria del mutamento di tipoevoluzionistico: dal semplice al complesso, dall'omogeneo all'eterogeneo…il terminedifferenziazione viene spiegato nei "Problemi della filosofia della storia" e ne "Le leggistoriche". Il progresso consiste nel fatto che le attività presenti nella società vengonosempre più ripartite tra gli individui. Il concetto di differenziazione sociale può essere,quindi, ricondotto all'affinamento della vita affettiva, alla diversificazione degliinteressi, all'eliminazione delle forme di socializzazione violenta e all'istituzionalizzazionedi associazioni dalla sempre maggiore funzionalità oggettiva.Da una lettura più approfondita ci si accorge che non si tratta di una filosofia dellastoria come troviamo in Comte, Marx o Spencer. Infatti, Simmel critica le filosofiegenerali della storia precedenti, come la dialettica tra forze produttive e rapporti diproduzione di Marx, la legge dei tre stadi di Comte e la filosofia della storia di Hegel,perché a suo avviso queste teleologie pongono come causa ciò che invece effettodelle relazioni fra gli individui. Per Simmel, invece, i mutamenti nell'economia, nellascienza… sono il risultato di relazioni. Sono gli uomini con i loro desideri e le lorointerazioni a determinare il corso imprevedibile della storia. Il testo in cui è contenutoquesto rovesciamento è la "Filosofia del denaro": il valore economico degli oggetti ècaratterizzato universalmente dal denaro che diventa forma che spiega; mentre ciòche spiega il valore sono le valutazioni e le motivazioni psicologiche degli uomini. Inquesto testo è possibile anche trovare le variazioni storiche nelle forme dello scambioe le conseguenze che esse hanno sui rapporti sociali.Con tutto ciò Simmel si rende conto di quanto la ricerca delle leggi dello sviluppostorico sia importante in termini psicologici per la rassicurazione dell'uomo moderno edelle sue poche certezze. Un'immagine riassuntiva della sua visione del divenire che gliappare, nietzscheanamente, come eterno ritorno: una ruota immensa il cui raggio hauna lunghezza infinita. È dunque un eterno ritorno che non riuscirà mai a tornare nellostesso punto,

LA METROPOLILa metropoli è il luogo in cui la ragione ingloba in sé la sfera del sociale e dove sirealizza pienamente il processo di razionalizzazione dei rapporti sociali. La metropolideve essere concepita come un'entità sociologica che si analizza per comprenderela condizione del soggetto nel mondo moderno e le forme in cui si svolge l'interazionetra i soggetti.Nella metropoli la differenziazione sociale giunge al culmine creando anche,paradossalmente, le premesse per l'indifferenza assoluta tra gli esseri umani.

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La grande quantità di stimoli spinge a stabilire distanze tra gli individui sotto forma dimodi socialmente riservati: è una sorta di difesa dell'autonomia e dell'individualità delsingolo contro le forze sociali soverchianti. Il soggetto è, quindi, spinto, ad unINDIVIDUALISMO

ESTREMO. La maggior parte delle interazioni metropolitane sono impersonali e sisvolgono in un clima di indifferenza reciproca, sicchè gli individui sono portati spessoad assumere atteggiamenti di distinzione per attirare l'attenzione, dal momento che labrevità degli incontri spinge a determinare un'immagine di sé in tempi brevi. Lametropoli è, infatti, un meccanismo ad orologeria scandito da tempi ben precisi ecoordinati in modo perfetto. Questo è il risultato, paradossale, della divisione dellavoro che doveva spingere all'arricchimento della personalità e all'ampliamentodella libertà.Der Fremde, lo straniero è la figura emblematica che viene paragonato all'abitantedella metropoli moderna. È la condizione di estraneità che accomuna queste duepersone, la loro condizione di non "appartenenza" che reca in sé quel distacco chetende verso l'oggettività e dunque verso la maggiore libertà. Questa condizione èpericolosa poiché anche nei rapporti più stretti si presenta facilmente un tratto diestraneità e ciò perché nella metropoli, così come nella condizione di straniero, allarelazione viene meno un senso di unicità.In quest'analisi c'è un elemento autobiografico molto forte. Simmel è, infatti, stato unoutsider nella cultura del suo tempo ed è proprio grazie a questa sua condizione divicinanza e lontananza che riesce a cogliere la tragedia della modernità dellametropoli: l'indifferenza.

MAX WEBERintroduce il tragico nella sociologia, vale a dire che della CULTURA, noi possiamo

conoscere solo una sezione finita dell'infinità del divenire del mondo, alla quale èattribuito un senso e significato dal punto di vista dell'uomo. Inoltre, egli assume comepunto di partenza l'inconoscibilità oggettiva della realtà sociale a partire da uninteresse conoscitivo soggettivo.Quindi, la storia non ha uno sviluppo necessario verso un fine: siamo noi che diamo unsenso alla storia e per ricostruire una sezione finita della cultura dobbiamo riferirci alsenso che gli uomini hanno dato alle loro azioni.

METODO.Weber è al centro di un mondo di idee assai diverso da quello che abbiamoconosciuto nell'ambito della sociologia positiva. Egli parte da un riferimento filosofico,come quello di Kant e Nietzsche, e adotta la strumentazione metodologica di Diltheye Rieckert.Nietsche distrugge tutti i concetti metafisici universali e anche la nozione stessa diverità. Anche Weber sa che non vi sono verità che siano verità diverse da ognuno,cioè VALORI, che non esistono nel mondo fisico né il quello metafisico ma sono ilrisultato di scelte e decisioni umane. Quindi, la realtà è priva di senso e siamo noi, lanostra volontà, o meglio la volontà di razionalizzazione, ad attribuirne uno.

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L'infinità priva di senso e inconoscibile per se stessa dev'essere ordinata per essereconosciuta. E le forme nietscheane della VOLONTà DI POTENZA, la volontà di dareforme ad una realtà informe, come la volontà di rendere le cose simili, cioè ordinarlein modelli ideali, sono raccolte da Weber che ne fa uno strumento scientifico perriuscire a cogliere una frammento del mondo.L'origine di ciò si trova nell'opera di Nietsche la "Nascita della tragedia". Questo librocontiene categorie idealtipiche(Dionisiaco e Apollineo) attraverso le quali la realtàcomplessa viene semplificata e ordinata in relazione ai valori del ricercatore. È in basea questa rivolta antipositivistica che possiamo cercare le categorie antesignane deitipi di Weber.Queste tipologie ideali sono strumenti della volontà ordinatrice che decide in base alpoliteismo dei valori alla sua mancanza di senso.Weber è d'accordo con Nietsche nell'asserire che con la morte di Dio e ilconseguente azzeramento di ogni gerarchia di valori ha portato un politeismo che sitraduce in un'impossibilità di verità scientifica.Per Dilthey, Windelband e Rickert il metodo delle scienze dell'uomo deve essere lacomprensione delle azioni degli uomini usando categorie, come scopo, significato evalore. Il metodo delle scienze della natura studia le relazioni causali attraversol'esperimento e la comparazione edificando un sistema di leggi. Dunque il mondodella scienza naturale e quello della scienza umana sono divisi dalla spiegazione edalla comprensione dei fenomeni.Weber accetta il fatto che le scienze storico-sociali debbano usare un metodoadeguato al loro oggetto, ma a patto che questa intuizione del senso delle azioniumane sia un'ipotesi interpretativa che bisognerà dimostrare empiricamente.Osserviamo allora che un numero indefinito di azioni che gli uomini compiono sono epossono essere classificate come scambio idelatipico, ognuno però diverso nellemotivazioni e nelle intenzioni dell'altro. Il tipo ideale è quindi uno strumento per poterricostruire una sezione finita della cultura. Esso è dunque una costruzione concettualeche non esiste nella realtà, ma che ha una funzione maieutica indispensabile perricostruire il senso della realtà.Sorge quindi il problema dell'oggettività della ricerca. Per evidenziare questoproblema, Weber analizza una coppia di categorie: la RELAZIONE AI VALORI e iGIUDIZI DI VALORE. Per comprendere i valori degli attori sociali, il ricercatore deveporsi in relazione a quei valori, ma è possibile che questo sforzo lo porti ad esprimeregiudizi di valore. Il momento iniziale della ricerca è la selezione degli OGGETTI DIRICERCA e di DOCUMENTI ed è concepito in relazione ai valori del ricercatore. Inseguito, Weber passa alla definizione di una serie di tipologie ideali che serviranno pertutte le ricerche successive. La prima tipologia riguarda gli stessi tipi ideali delleINDIVIDUALITà STORICHE, vale a dire che si presentano nella storia una sola volta. Laseconda riguardano realtà storiche che si trovano più volte ma non sempre evengono chiamati tipi ideali INTERMEDI. Il terzo tipo si definisce UNIVERSALE, poichériguarda gli uomini di tutti i tempi. In altre parole è una tipologia che costruisce unateoria dell'azione. Infatti, Weber pensa che la realtà sia un'infinità priva di senso e chequindi sono gli uomini a dare un senso alle loro azioni. Essi agiscono in base a quattromotivazioni in rapporto ad un fine. Due sono razionali, cioè L'AZIONE RAZIONALERISPETTO ALLO SCOPO E RISPETTO AL VALORE. Le altre due hanno un contenuto nonrazionale: l'AZIONE TRADIZIONALE E L'AZIONE EMOTIVA. Le prime tre tipologie entranonel raggio d'azione della sociologia, l'ultima no, in quanto non è intenzionata.

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Nell'azione razionale rispetto al fine, l'attore sociale ha chiaro il fine da raggiungere epredispone i mezzi che sono più adatti al suo conseguimento.L'azione razionale in rapporto ad un valore è quella di chi agisce per affermare unvalore, qualcosa in cui si crede.Gli altri due tipi di azione sono compiuti passivamente. In quanto, l'azione tradizionaleè quella compiuta dall'attore che agisce in un determinato modo perché così hasempre fatto.Infine, l'azione emotiva è dettata da uno stato d'animo, dall'umore del soggetto. È piùuna reazione che un'azione.Lo scienziato sociale è anch'egli un attore sociale, e mentre intraprende una ricerca èmosso da valori soggettivi, che possono essere di tre tipologie ideali: economico,politico e culturale. Ma allora come può essere garantita l'oggettivitàconoscitiva?attraverso due momenti: dalla trasparenza del procedimento e da unaverifica a posteriori dei risultati della ricerca.

LA STRATIFICAZIONE SOCIALE.In Weber la teoria della stratificazione è puramente pensata, non la si ritrovaoggettivamente nella realtà empirica. Essa è costituita dal soggetto che vuoleconoscere e, per conoscere deve ridurre la complessità degli interessi degli attorisociali. Egli, quindi, isola tre interessi conoscitivi dominanti del ricercatore: quelloeconomico, politico e culturale. Avremo una stratificazione in CLASSI SOCIALI seadottiamo un tipo ideale di ricerca che tenga conto degli INTERESSI ECONOMICI, unain PARTITI POLITICI se teniamo conto degli INTERESSI POLITICI, e in CETI se vogliamostabilire affinità di carattere culturale, religioso e di stili di vita.Paragonando questa teoria a quella di Marx notiamo che se quest'ultimo ritiene chesolo gli interessi economici hanno un fondamento reale e che gli altri sonoriconducibili a questi, Weber invece assegna alla lotta politica, a quella religiosa odelle idee, un carattere strumentale. Quindi, per Marx la stratificazione è iscritta nellarealtà economica e può essere constatata oggettivamente. Per Weber, nella realtàempirica vi sono coacervi di interessi indistricabili, che dirigono in modo imprevedibilele azioni sociali. In questo caso, quindi la stratificazione è puramente pensata.L'ipotesi di Weber è che gli individui che condividono gli interessi economici, politici eculturali probabilmente agiranno nella stessa direzione raggruppandosi insieme elottando contro che hanno interessi opposti.Nell'opera "Economia e società" per classe si deve intendere ogni gruppo di uominiche si trova in un'uguale situazione di classe, e per SITUAZIONE DI CLASSE si deveintendere la possibilità tipica del modo di procurarsi i beni. Le classi vengono divise inclassi POSSIDENTI PRIVILEGIATE IN SENSO POSITIVO, costituite soprattutto dai redditieri,dalle classi PRIVILEGIATE IN SENSO NEGATIVO, composte da coloro che sono oggettodi possesso, e in mezzo stanno le classi MEDIE.Quest'articolazione delle classi non è dinamica, come in Marx, ma solo analitica. CioèWeber vuole evidenziare che la divisione in classi implichi necessariamente una teoriadel mutamento basata sulla lotta tra classi, anche se non esclude un agire associativodi classe.Per quanto riguarda la stratificazione in base agli interessi politici, cioè tenendopresente la lotta per il potere che innesca necessariamente meccanismi conflittualiper appropriarsene, i gruppi più importanti sono i partiti politici, vale a dire associazionifondate su un'adesione libera, costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione

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di potenza. Essi comportano sempre un agire di comunità, cioè il fatto che esso èrivolto ad un fine deliberato. I ceti invece vengono spesso costituiti nel loro nucleo diclassi possidenti. Esso è fondato sulla considerazione sociale e non sul possesso deibeni. La sua esistenza è fortemente legata alla classe.Riassumendo, noi scomponiamo idealmente la complessa situazione di stratificazionein tipi ideali di classi, ceti e gruppi di potere, ben sapendo che nella realtà ci troviamodi fronte ad un composto costituito da vari elementi che lo formano ma che non sivedono.

LA TEORIA DEL MUTAMENTO. LA RAZIONALIZZAZIONE E IL DISINCANTAMENTO DELMONDO.La domanda dalla quale parte la seguente riflessione è: per quale concatenazione dicircostanze in Occidente si sono prodotti determinati fenomeni culturali? Esse possonoessere riassunti con il termine RAZIONALIZZAZIONE, che segna il destino dell'Occidente.La teoria del mutamento è, quindi, fondata sulla categoria della razionalizzazione,vale a dire il fatto che si diffondono sempre di più negli uomini e nelle istituzioni azionirazionali rispetto allo scopo e, al contrario, si riduce il numero di quegli attori socialiche agiscono in base ad un valore. Quindi, la razionalizzazione è un procedimentoche controlla la realtà dentro e fuori l'uomo, proprio perché la realtà interna non haleggi certe nel comportamento e la realtà esterna non ha leggi certe nel divenire. Citroviamo di nuovo di fronte a PROCEDURE PRATICHE, le quali ingabbiano le relazioniumane entro schemi prevedibili, tendenza tipica del mondo Occidentale. Va ribaditoche non si tratta di un destino inevitabile, ma di un effetto prevedibile dovuto a causespecifiche che si sono prodotte in Occidente in ambiti diversi. Le procedure dicontrollo razionali e formali hanno generato una condizione che spinge sempre di piùl'uomo a compiere comportamenti razionali rispetto allo scopo, espellendo dainormali comportamenti umani quelle azioni razionali rispetto ad un valore. In questomodo, nell'agire economico viene escluso ogni rapporto regolato dall'etica. Cosìparadossalmente l'economia dominata dalla razionalità formale entra in contrastocon la razionalità sostanziale, cioè con lo scopo principale da perseguire.Weber mette in luce anche l'aspetto disumano della razionalizzazione che richiamala metafora utilizzata da Marx: la figura del mago che non riesce a dominare lapotenza degli spiriti da lui invocati. Questa contraddizione viene sostanziata nellacoppia di categorie con cui definisce razionalità: formale, che designa la misura dicalcolo tecnicamente possibile, e materiale, che indica quei comportamentieconomici che tengono conto di una pluralità di esigenze che divengono la misuradell'agire economico senza trascurare i valori.Nell'ambito della scienza la razionalizzazione non porta a un progresso moraledell'individuo né della collettività.Weber tocca un ulteriore aspetto della razionalizzazione. Egli asserisce che se ilvecchio Abramo morendo poteva dire di essere soddisfatto della vita, poiché questanon aveva da rivelargli più nulla, l'uomo contemporaneo muore assetato di sapere.Un altro aspetto del cambiamento sociale riguarda l'ORGANIZZAZIONE DEL POTERE EL'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA, dove un tempo gli ordini venivano trasmessimediante legami personali, l'apparato moderno viene dominato dai legamiimpersonali, anonimi, stabiliti dalle leggi. per Weber la BUROCRAZIA mostra unasuperiorità tecnica, un'anomia, un'impersonalità senza le quali il moderno nonsarebbe possibile, in quanto questo tipo di organizzazione è dispensatrice di certezze

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e di altre componenti che formano il processo di razionalizzazione e che favorisconola nascita del moderno capitalismo, il cui compimento è il SOCIALISMO. Lapianificazione dell'economia e il rafforzamento del potere dell'apparato burocratico,che diviene il controllore dei mezzi di produzione avendo sostituito l'elemento ancoraumano della proprietà privata, fanno del socialismo un capitalismo senza capitalisti.Un'organizzazione assolutamente impersonale, una GABBIA D'ACCIAIO. Insomma,Weber concorda con Marx che l'espropriazione dei lavoratori, la loro subordinazione,la loro alienazione, sono la condizione dell'uomo nel capitalismo, ma se Marx pensache questo derivi dai meccanismi economici del capitalismo, Weber lo impunta alprocesso di razionalizzazione economica e burocratica.Questa cultura si alimenta di tre apporti che si fondano sull'essenza dell'Occidente:

1. la filosofia greca con il concetto di alethia cioè verità che si mostra da sé.2. il razionalismo scientifico nonché etico della filosofia greca, che permette alla

scienza e il metodo scientifico come noi lo conosciamo grazie al prevalere del logosepisteminicos sulla phronesis, cioè della ragione geometrica sulla ragionevolezza.

3. il legalismo, l'idea di legge che deriva dalla religione giudaica insieme conl'attivismo del cristianesimo.Inoltre, la religione giudaico-cristiana, il buddismo, il confucianesimo, ecc. sonoRELIGIONI UNIVERSALI, cioè che inducono comportamenti pratici che allargano i limitidella solidarietà sociale e delle relazioni sociali, ampliando in tal modo i confini antro ilquale effettuare transazioni economiche.Weber in uno dei suoi interventi al "Verein fur Sozialpolitik" afferma che il destinodell'Occidente è l'evoluzione verso un ordine burocratico. Weber chiama questodestino il "disincantamento del mondo", verso cui tende il mutamento sociale spintodall'inarrestabile processo di razionalizzazione, nonché la secolarizzazione in ambitoreligioso.LA SOCIOLOGIA DELLA RELIGIONE. Weber nella "sociologia della religione" tende ascoprire, e dimostrare, la relazione esistente tra determinate religioni e determinaticomportamenti pratici favorenti, a loro volta, determinati comportamenti economici.In pratica, mette in relazione lo "spirito del capitalismo" e l'etica protestante. Vale adire che cerca di stabilire una certa corrispondenza significativa, nel senso che unacerta condotta di vita favorisce lo sviluppo del capitalismo, ma non ne è la causa. Manon sappiamo se le altre concause sarebbero state sufficienti a far sì che il capitalismosi sviluppasse.Weber costruisce un tipo ideale di capitalismo e un tipo ideale di etica protestante.Bisogna però precisare che il capitalismo non ha nulla a che fare con la sua vulgatapolitica: la brama immoderata di guadagno non corrisponde al capitalismo, tantomeno corrisponde con lo spirito di questo. Il capitalismo può anzi identificarsi con unrazionale temperamento di tale impulso irrazionale.Altre due formazioni storiche concorrono alla nascita di condizioni propizie al sorgeredel capitalismo: la burocrazia e la scienza. Ci troviamo davanti ad una forma dicapitalismo là dove, in un'economia di produzione, il soddisfacimento dei bisogni diun gruppo umani si fa tramite ad un'impresa capitalistica razionale, cioè un'impresa diproduzione che controlla il rendimento col calcolo.Il tipo ideale di etica protestante è stato ricavato dall'analisi di quattro movimentireligiosi affermatisi in Europa e in America: il calvinismo dell'Europa occidentale, ilpietismo, il metodismo e le sette sorte dal movimento battista. Weber definiscel'essenza comune come PROTESTANTESIMO SCETICO: per il quale esiste un unico Dio

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trascendente che ha creato il mondo, lo governa, sa dall'origine chi di noi èpredestinato alla salvezza o alla dannazione. In ogni caso, l'uomo, dannato o salvato,ha il dovere di lavorare per la gloria di Dio e di disprezzare le cose del mondo tenendouna condotta proba. Logicamente si può pensare che il credente avrà unacondizione indifferente verso il mondo, ma in realtà proprio perché il credente vuolesapere se è tra gli eletti o meno, il credente si trova nella situazione psicologica di chivoler sapere. Così si comporta secondo i precetti e lavora a favore del divino. Il lavorodiventa, quindi, la sua vocazione. Scoprire nel successo intramondano che è tra isalvati conferma il credente nella sua fede. Inoltre, secondo Weber il guadagno varisparmiato e reinvestito, esattamente il meccanismo che Marx chiamerebbel'accumulazione primitiva.Lo scopo di questa teoria è quello di dimostrare che il comportamento economicodegli uomini è influenzato dal loro sistema di credenze così come il sistemaeconomico nel quale vivono influenza il loro sistema di credenze. Inoltre, quest'operarisulta valida solo se si tiene presente la nozione di tipicità ideale.Infine, Weber cerca di individuare una situazione storica in cui si siano verificate tuttele concause tranne una religione ascetica intramondana. Quindi lui compara lasituazione europea con quella cinese. La tecnica cinese era addirittura più avanzatadi quella occidentale, ma erano presenti delle religioni come il confucianesimo e ilduddhismo, che predicano un distacco dal mondo, dalle cose terrene e dalsuccesso. In assenza di questo fattore certe conseguenze non compaiono. Quindi lacausazione etica protestante-sprito risulta indispensabile per la genesi del capitalismo.La validità della ricerca consiste nella trasparenza del procedimento che usa.

LA SOCIOLOGIA DEL POTERE.La sociologia del potere è la trattazione più chiara di tutto il suo lavoro e lo troviamo in"Economia e società". Anche in questo caso Weber costruisce una tipologia ideale,che raccoglie le complesse disposizioni all'obbedienza che legittimano le varie formedi potere ordinario e straordinario. Bisogna però distinguere tra POTENZA(Macht) ePOTERE(Herrschaft). Il primo termine indica qualsiasi possibilità di far valere entro unarelazione sociale la propria volontà, in questo caso non vi è disposizione diobbedienza e così il potere non può ritenersi legittimo. Esso è, quindi, un concettosociologicamente amorfo. Nel secondo termine si deve trovare la possibilità di trovareobbedienza. È proprio questo concetto l'oggetto della sociologia del potere diWeber. In questo senso il potere può fondarsi, nel singolo caso, sui più diversi motivi didisposizione ad obbedire. Infatti, ogni autentico rapporto di potere inerisce un minimodi volontà di obbedire, cioè un interesse all'obbedienza. Ciò rende legittimo il potere.È opportuno distinguere i tipi di potere a seconda della tipica legittimità che,appunto, li rende legittimi. Questo ramo della sociologia studia, quindi, le motivazioniall'obbedienza.Vi sono tre tipi di potere legittimi:

1. RAZIONALE, quando poggia sulla credenza nella legalità di ordinamentistatuiti, e del diritto di comando di coloro che sono chiamati ad esercitare il potere. Inquesto caso si obbedisce ad un ordinamento impersonale.

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2. TRADIZIONALE, quando poggia sulla credenza quotidiana nel carattere sacrodelle tradizioni valide per sempre, e nella legittimità di coloro che sono stati chiamati arivestire un'autorità. In questo caso si obbedisce ad alla persona del signore.

3. CARISMATICO, quando poggia sulla dedizione straordinaria al caratteresacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una persona. In questo caso siobbedisce ad duce, in virtù della fiducia personale.Naturalmente nella realtà storica non vi sono tipi puri di potere. Inoltre, il potere si deveavvalere di un apparato che trasmetta ordini a che garantisca la comunicazione el'organizzazione. Insomma, di un sistema amministrativo organizzato diversamente aseconda del tipo di potere.Il tipo più puro di potere legale è quello che si avvale di un apparato amministrativoburocratico, formato da singoli funzionari, che dispone e comanda, ma da parte suaobbedisce, non ad una persona ma ad un ordinamento impersonale. In questo casoWeber non si discosta da Marx, in quanto questo tipo ideale non può essere pensatose non con una base economica che lo renda possibile, cioè con un'organizzazionecapitalistica basata sulla razionalità d'impresa e sul lavoro formalmente libero.Nel potere tradizionale, la legittimità si fonda su antichi ordinamenti e poteri disignoria. Colui che detiene il potere è un signore personale, il suo apparatoamministrativo è costituito da servitori personali e i dominati sono i sudditi. I rapporti trasignore e servitori deve essere di fiducia personale. A sua volta, però, il signore puònon attenersi alle leggi, ma a una tradizione di comportamento, cioè dallaconsuetudine. In base alle caratteristiche dell'apparato di trasmissione del potere edella base economica, Weber distingue almeno tre situazioni storiche: lagerontocrazia, dove il potere è attribuito al più vecchio, il patriarcalismo, dove ilpotere si tramanda di padre in figlio, patrimonialismo, che Weber considera il tipo piùcaratteristico del potere tradizionale. In questi casi la base economica è la proprietàdella terra e il modo di produrre dominante quello feudale.Ora ci soffermeremo sulla forma carismatica. Per carisma si deve intendere unaqualità considerata straordinaria. La sapienza giuridica viene attribuita ad una solapersona dotata di forze soprannaturali o almeno eccezionali, che viene nominataduce. I seguaci, in questo caso, riconoscono in modo spontaneo il potere del duce,poiché questo dà continuamente prova delle sue capacità carismatiche, del suostato di grazia. Il potere carismatico non è stabile e non è caratteristico di nessunperiodo storico. Questo tipo di potere è dunque rivoluzionario. Cioè si presenta comecorrettivo al distaccamento del mondo, quando i valori tendono a ritirarsi nellaquotidianità che diventa una gabbia d'acciaio, oppure quando si verifica uno statodi necessità esterno o interno.Le fasi della formazione del movimento collettivo sono: necessità, eccitazione,speranza ed entusiasmo. Insomma, un crescendo che conduce a quella profondatrasformazione interiore dei partecipanti, la METANOIA, che lega le persone in unacomunità emozionale. Nel potere carismatico la base economica non esiste e leforme di copertura del fabbisogno sono l'accattonaggio, il mecenatismo e ilsostentamento violento o pacifico.Il potere carismatico ha un carattere transeunte, ciò significa che il carisma sitrasforma in vita quotidiana e si trasforma in potere tradizionale o legale-razionale.

VILFREDO PARETO:

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è il massimo rappresentante della scuola machiavelliana o élitista, il cui punto dipartenza è la natura umana e quindi sarà più importante una teoria dell'azione chequella del mutamento.

IL METODO:l'uomo, secondo Pareto, non è quell'essere razionale che sognano gli economisti, checompie azioni razionali per massimizzare il profitto e diminuire i costi. Gli economisti,infatti, commettono il grave errore di estendere le azioni che si svolgono in unparticolare sottosistema della società, quello economico appunto, all'intero sistemasociale. Nell'opera il "Trattato di sociologia" Pareto studia le azioni umane per la piùparte dettate non dalla ragione ma da impulsi, sentimenti, passioni: le AZIONI NON-LOGICHE. E si propone di farlo mediante un metodo logico-sperimentale, strumentoconsiderato universalmente valido per la ricerca scientifica. Eppure dietro a questaespressione sono individuabili due matrici del tutto diverse: l'orientamentoPOSITIVISTICO-MECCANICISTICO, di origine spenceriana e comtiana che ricerca leggivalide nella natura e nella storia, e la matrice SCIENTIFICO-REALISTICA, che ricerca solouniformità di comportamenti. Questo secondo atteggiamento è più vicino alneopositivismo popperiano.La caratteristica principale di questo metodo, che Pareto chiama logico-sperimentale, consiste nel rispettare due regole: l'obiettività del materialesperimentale, cioè dei fatti presi in considerazione, e il rigore logico con cui i fattivengono collegati tra loro. Questa teoria deve quindi soddisfare due criteri di verità:quella empirica e la validità dei collegamenti logici. Il compito della sociologica èquello di constatare i rapporti delle cose e dei fenomeni, che in seguito vengonoclassificati per trarne delle uniformità. La validità dell'uniformità va verificatadeduttivamente per vedere quali conseguenze possono trarre. Tale procedimento,che parte dai fatti e ai fatti ritorna, costituisce una sola garanzia di obiettività. Inoltre,Pareto asserisce che anche i valori devono essere considerati fatti. Di questi Paretonon vuole coglierne l'essenza, perché le cause ultime e i fondamenti delle cose nonsono verificabili sperimentalmente, in quanto egli non crede che la scienza possacogliere la complessità reale e la totalità dei fatti osservati. Un fatto scientifico, infatti,può essere ricostruito solo concettualmente. Questo concetto ci staccadefinitivamente dal positivismo meccanicistico, che vuole trovare nella realtà socialedelle leggi e ci fa capire che per Pareto l'oggetto della sociologia non è la naturadelle azioni umane bensì le manifestazioni di esse. Un fenomeno non si può spiegarecon un'unica causa ma con una pluralità di cause che interagiscono tra loro.Pareto, inoltre, distingue tra TEORIE PSEUDO-SCIENTIFICHE e TEORIE CHE TRASCENDONOL'ESPERIENZA. Queste ultime non pretendono di essere scientifiche e dunque nonpretendono di rispondere al duplice criterio cui devono sottostare le vere teorie. Sitratta di fedi, religiose o non, che rappresentano valori culturali di un'epoca utili perl'equilibrio del sistema.Molto importante è l'uso del linguaggio scientifico da adottare: le parole devonocorrispondere ai concetti e questi devono corrispondere alle cose che voglionorappresentare. Bisogna, comunque, ricordare sempre che noi ci muoviamo in uncampo ristretto, in quelli cioè dell'esperienza e dell'osservazione.

LA TEORIA DELL'AZIONE. RESIDUI E DERIVAZIONI.

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La distinzione di azione logica e no-logica può essere effettuata solo in base ad uncriterio logico-sperimentale, che come abbiamo detto precedentemente deverispettare due regole: l'obiettività dei fatti presi in considerazione e il rigore logico delragionamento che lo collega.Per ritenere un'azione logica è necessario che sia intenzionata in modo logico e chepredisponga adeguatamente i mezza per raggiungere il fine. E questo non solo agiudizio dell'attore sociale, bensì a giudizio di un osservatore con cognizioni più estese.Ma l'azione umana non può mai rispondere a questi criteri poiché risente di uncoefficiente di prevedibilità. Ecco che l'azione sociale può essere soltantoun'astrazione. È per questo che un'azione non logica non vuol certo dire che èillogica, ma soltanto che non rispetta i criteri richiesti dal metodo sperimentale. Questeazioni sono gran parte basate sul ragionamento e poche sono concrete. Le azionilogiche sono dunque poche e riguardano l'ambito dell'economia e della scienza.Infine, Pareto non esclude che a seconda del contesto un'azione ossa sembrare in unprimo momento non-logica e dopo rivelarsi logica.Le azioni non-logiche sono tutte quelle azioni che presentano un difetto di conformitàtra i mezzi utilizzati e il fine da raggiungere, nonché tra la visione che ne ha l'attoresociale e quella che ne ha l'osservatore esterno. A seconda di dove si colloca il difettoavremo quattro generi di azioni non-logiche.

1. al primo genere appartengono quelle azioni, piuttosto rare, che, sia nellacoscienza del soggetto, sia nella realtà oggettiva, non hanno una condotta logica.Queste azioni sono rare perché gli uomini tendono a razionalizzare anche le azioni piùassurde, e sono quelle dettate dal costume e svolgono una funzione di coesionesociale tutt'altro che inutile.

2. al secondo genere appartiene la quasi totalità delle azioni umane. Gli atti nonsono logicamente connessi al risultato ma lo sono nella coscienza di chi agisce nellaconvinzione che siano i più adeguati per raggiungere lo scopo. L'esempio che faPareto sono i riti propiziatori.

3. al terzo genere appartengono quelle azioni che hanno un risultato logicoavendo il soggetto compiuto gli atti giusti per raggiungerlo e però senza avercipensato. Queste sono azioni intuitive, come ad esempio chiudere le palpebreautomaticamente se qualcosa sta per colpire il nostro occhio.

4. al quarto genere appartengono le azioni intenzionate in modo logico e chehano un risultato oggettivamente logico, salvo che le intenzioni dell'attore sociale nonerano quelle che si sono verificate come conseguenza dei suoi atti.Gli ultimi due tipi prevedono due sottogeneri a seconda che gli attori accetterebberoo no i risultati delle loro azioni se potessero conoscere anticipatamente i risultati.Pareto sostiene che un'azione si compone di due parti: di RESIDUI, ossia di impulsi innatinell'attore sociale, e di DERIVAZIONI, che corrispondono a razionalizzazioni. Il primoelemento è pressoché costante, mentre l'altro muta velocemente in rapporto allamorale, alla cultura e al variare di queste. Pareto vuole mettere in guardia da unfraintendimento: i residui non sono i sentimenti o gli istinti, bensì le loro manifestazioni.In seguito, Pareto passa alla classificazione dei residui più conosciuti per raggrupparliin tipi ideali. I sei residui fondamentali sono:

1. l'istinto delle combinazioni.2. la persistenza degli aggregati.3. il bisogno di manifestare i propri sentimenti con atti esterni.4. l'istinto di socialità.

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5. l'integrità dell'individuo.6. residuo sessuale.

Ognuno di questi residui sottintende una molteplice e persino contraddittoria varietàdi derivazioni. I più importanti residui sono i primi due, che corrispondono a duetendenze innate nella natura che gli uomini hanno sempre manifestato naturalmente,cioè quella del progresso e della conservazione. Tutto ciò che spinge l'uomo a stabiliredelle reazioni, ad esplorare tutto ciò che non conosce è il frutto dell'istinto dellecombinazioni. Mentre la tendenza che spinge a conservare ciò che si è ottenuto èfrutto della persistenza degli aggregati.Il terzo residuo è un'esaltazione dello stato psichico, un'alterazione della conoscenza. Iresidui della quarta classe rafforzano la disciplina e l'ordine. L'integrità dell'individuo è,invece, garantita dalla proprietà privata e la difesa di sé. L'ultimo residuo indica tuttociò che il sesso produce in ragionamenti ed istituzioni.Le derivazioni, invece, sono ciò che Freud chiamava razionalizzazioni, sono cioèl'espressione di una logica giustificativa.LA STRATIFICAZIONE E LA TEORIA DELLE ELITES. La teoria della stratificazione in Paretopresuppone l'esistenza delle classi sociali nel senso di Marx, ma ad essacomplementare è la teoria della circolazione delle élites. Vale a dire che non solo laclasse basa lra sua esistenza sul possesso dei beni materiali, ma configge con le altreclassi per il possesso di quei beni. Questa situazione è di ogni tempo e di ogni luogo.Pareto non condanna nemmeno le ideologie, che fa parte integrante dell'uomocivile. Infatti, esattamente come l'esistenza delle classi, anche le ideologie che neprevedono il superamento sono ineliminabili.Pareto parte dall'osservazione banale che ogni società è divisa in due strati, unosuperiore, in cui solitamente stanno i governanti, e uno strato inferiore, dove stanno igovernati. Tale gerarchia non manca mai e, di solito, lo strato superiore costituisce unaminoranza, una èlite, rispetto a quello inferiore. E questo non solo a livello politico, main ogni branca dell'attività umana. Insomma, l'élite è costituita da coloro che hannogli indici più elevati nelle rispettive attività. In seguito queste élite vanno divise in dueparti: quella che detiene il potere e quella che intende strapparglielo. E ciò avvienepoiché esiste un vertice della propria attività. La circolazione delle élites èindispensabile all'equilibrio del sistema sociale, così come la lotta tra le élites stesse. Ilsistema sarà tanto più in equilibrio quanto più la classe al potere sarà capace diinglobare le élites della classe in ascesa. Se questo non avverrà, la vecchia e ormaiincapace classe eletta verrà rovesciata in modo violento. Nella terminologiaMachiavelliana la giusta mescolanza tra di leoni e volti al governo delle branche delsistema sociale, e del sistema politico in particolare, crea le condizioni per un giustoequilibrio e funzionamento del sistema.

IL SISTEMA SOCIALE E IL SUO MANTENIMENTO.L'immagine della società che Pareto ha è quella di un sistema in equilibrio alla cui

base è il conflitto. Questo non è un equilibrio statico, ma dinamico. E la dinamicità èbasata sui due residui fondamentali: l'istinto delle combinazioni e la persistenza agliaggregati. P la legge del pendolo che determina uno squilibrio instabile soggetto amutamenti ciclici analoghi ai cicli economici studiati da Pareto nel "Manuale dieconomia politica". Il sistema sociale, quindi, non è bloccato, ma aperto alcambiamento anche se lento e graduale.

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Mentre nella teoria di Marx vi è un fenomeno che agisce in modo più forte sugli altri,Pareto pone sullo stesso piano elementi come gli interessi, che agiscono sia sui residuisia sulle derivazioni. Ma i residui agiscono sugli interessi e le derivazioni agiscono suisistemi economici modificando gli interessi. Su tutto e dipendendo da tutto, agisce lalotta tra élites. Questa situazione non è transitoria e non è dovuta ad un determinatomodo di produzione, bensì modificabile solo superficialmente e non nella sostanza. Inrealtà il sistema sociale e le società evolvono, mutano ma a due velocità: lentissima equasi impercettibile per i residui, veloce per le derivazioni. Il sistema sociale, quindi,oscilla e le oscillazioni possono variare in ampiezza e intensità, distinguendosi anchetra principali e secondarie, nonché di breve, medio e lungo periodo.Tuttavia, ciò che è importante è che nella sostanza le società cambianolentissimamente in quanto i residui cambiano lentissimamente. Si ha dunque unateoria ciclica del mutamento sociale che però non ritorna esattamente allo stessopunto di partenza, poiché sono presenti teorie giustificative e ideologie diverse chespingono verso un livello più ampio di razionalità. Questa maggiore razionalità spingeanche il residuo a modificarsi nella stessa direzione. Per rappresentare graficamentequesta teoria ciclica non avremo un cerchio, bensì una spirale.In conclusione, e considerando i tre elementi base del mutamento: i residui, lemanifestazioni di questi e le derivazioni, possiamo dire che i residui non cambiano, lemanifestazioni cambiano lentamente e le derivazioni velocemente.

TALCOTT PARSONS:l'opera di Parsone è complessa e ambiziosa, in quanto tenta di sussumere a un tempola realtà sociale e le sociologie precedenti che l'avevano interpretata. Percominciare, non bisogna dimenticare che la sua opera è direttamente la proiezionenella teoria sociologica della società americana e dei suoi problemi. Così diventamolto importante il problema dell'integrazione sociale, poiché negli anni trenta iproblemi della società americana riguardavano l'integrazione etnica. Inoltre, lapredilezione degli americani per le strategie di ascesa individuale invita Parsons a nonindividuare delle leggi del cambiamento della società, bensì quelle del cambiamentodelle condizioni di vita degli individui dentro e non fuori la società esistente. Lasociologi di Parsons rimase per molto tempo un corpo estraneo alla tradizione deglistudi negli Stati Uniti, a avrà un'influenza enorme nella sociologia successiva nellascuola di Chicago. Parsons non si occupa dei conflitti, egli è quindi etichettato comeun conservatore, ma i la sua teorie ha almeno tre grandi meriti: la ripresa dei grandiclassici e lo sforzo di costruire un teoria sociale che tenesse conto di tutti gli aspettidella società, inoltre, grazie allo struttural-funzionalismo, si ha un metodo con cuiparagonare società diversissime, in terzo luogo, servendosi del pensiero di Freud egliopera una connessione tra il piano sociale e quello degli individui attraverso ilmeccanismo dell'introspezione.

IL METODO.L'origine del metodo Parsonsiano si trova nell'antropologia culturale, o meglio con loSTRUTTURAL-FUNZIONALISMO vengono eliminate le differenze di approcciometodologico tra sociologia ed antropologia, nella misura in cui pone le societàsemplici e quelle complesse sulla stessa linea. Si chiede, cioè, se società diversissimetra loro possono svolgere le stesse funzioni fondamentali senza le quali nessuna società

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sarebbe in grado di esistere. Insomma, cerca di capire le differenti soluzioni agli stessibisogni che società diverse adottano per mantenersi integrate, trasformarsi, evolvere.Ogni società deve risolvere dei problemi, il metodo struttural-funzionalista consiste nelriconoscerli, classificarli e indicare le istituzioni che li risolvono assicurando losvolgimento delle funzioni necessarie. Tali funzioni sono dirette all'adattamento mentrele disfunzioni diminuiscono l'adattamento o l'inserimento dei soggetti nel sistemasociale e dunque mettono in discussione l'integrazione, fine ultimo della società.Ma già Durkheim aveva intuito la relazione tra le istituzioni culturali e la loro funzioneper l'integrazione sociale, tuttavia la nozione di struttural-funzionalismo la si devecercare ancora più indietro, in quanto essa ha a che fare con l'organicismo diSpencer. Per Parsons, infatti, la nozione di funzione è correlata a quella del sistemavivente, sia biologico, sia sociale: il sistema dell'azione.Come ogni sistema vivente, anche per il sistema sociale lo scopo dell'esistenza ècontinuare a vivere, e il mezzo con cui questo scopo è raggiunto è lo svolgersi dellefunzioni fondamentali. Sistema vivente e funzioni sono inscindibili. Tutto questoconsente di svolgere la sua analisi delle società classificando e differenziando lestrutture che svolgono le funzioni e di capirei rapporti che esistono tra queste strutture.Questo metodo ha reso possibile lo studio di ogni tipo di società e vale per ogniscienza dell'uomo. Parsons le raggrupperà in quattro sottosistemi chiarendone irapporti reciproci, inoltre, egli stabilisce l'unità teorica tra piani individuale e sociale.Ma che cosa tiene unite e integrate le società? Secondo Hobbes la condizionenaturale dell'uomo è la guerra, Parsons accetta questa condizione e per spiegarel'ordine sociale utilizza la nozione di COSCIENZA COLLETTIVA di Durkheim, ma questotermine viene ribattezzato con il SISTEMA DEI VALORI, capace di influenzare le sceltegli scopi e dei mezzi che gli uomini si pongono senza mettere in discussione laconvivenza civile. Rimane, però, da spiegare come vengono accettati questi valori.Parsons ricorre a Freud e alla psicoanalisi. L'istanza attraverso cui il sistema dei valoriagisce sulle scelte degli individui è il SUPER-IO, dove vengono interiorizzate leproibizioni ed i comandi dei genitori al bambino, costituendo quella che chiamiamola COSCIENZA MORALE. Con questo metodo Parsone individua la funzionefondamentale per ottenere l'integrazione sociale: la socializzazione.Per concludere a proposito del metodo, Parsone confida nel ruolo della teoria per lacreazione degli oggetti della ricerca scientifica, inoltre, vuole evitare ogni tipo dispiegazione organicistica. Insomma, il funzionalismo di Parsons subisce una svolta insenso più liberale.

LA TEORIA DELL'AZIONE:la teoria dell'azione è contenuta nell'opera del 1937 "La struttura dell'azione sociale".Questo libro contiene, inoltre, la confutazione della teoria positivistica dell'azione, piùprecisamente, il sociologo vuole criticare l'atomismo e l'utilitarismo. Per quantoriguarda la prima critica l'attore sociale viene preso in considerazione dell'economiaclassica è visto come un atomo isolato al di fuori di ogni contesto. Secondo Parsone,invece, è impossibile prendere in considerazione una persona fuori dalla situazionenella quale egli agisce. La critica all'utilitarismo consiste, invece, nella confutazionedell'opinione corrente nell'economia che l'uomo agisca sempre razionalmente permassimizzare il profitto e minimizzare i costi della sua azione. Questo attore èun'astrazione della realtà e nella realtà non esiste. Inoltre, Parsons nega che l'attore

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sociale agisca solo in reazione ad uno stimolo esterno, ponendo in evidenza l'aspettovolontaristico.In seguito, Parsons costruisce una TEORIA DELL'AZIONE: una costruzione fondata sucomponenti analitiche che costituiscono i requisiti base dell'azione. Egli chiamaquesta unità di base dell'azione ATTO ELEMENTARE e ne indica i componenti:

l'ATTORE, ossia colui che compie l'atto e agisce per realizzare un FINE, cioè una situazionefutura verso cui è orientata la sua azione che perciò Parsons chiama teologica.L'attore non opera in una situazione isolata, atomistica, bensì in una situazione che eglivuole modificare ed è diversa dalla situazione futura verso cui l'azione è orientata.Nell'azione iniziale l'attore è vincolato da CONDIZIONI che non può modificare e ha adisposizione una scelta di MEZZI per raggiungere il fine. Questi mezzi, però, sonolimitati, poiché non tutti sono accettabili dalla società in cui l'attore vive. Alcunecondizioni sono di carattere biologico, altre di carattere ambientale o economico.Infine, l'azione, gli obiettivi e in una certa misura anche i mezzi stessi sono condizionatida quello che Parsons chiama ORIENTAMENTO NORMATIVO, che è ciò che distinguela sua teoria dell'azione dalla concezione utilitaristica. In altre parole, l'azione di Egonon è possibile nel voto ma è rivolta ad un interlocutore in grado di capire il fine. Ego eAlter sono infine condizionati dalla situazione nella quale si trovano, che limita anche imezzi a disposizione. Ma a loro volta i fini influiscono sulla condizione situazionale, inquanto l'atto elementare ha sempre un riferimento al futuro, ad una situazione cheancora non esiste.Quindi, gli uomini non rispondono soltanto agli stimoli ma cercano di conformare laloro azione a modelli i quali sono ritenuti desiderabili dall'attore e da altri membri dellacollettività. Infine, l'atto elementare è un sistema d'azione poiché tutti gli elementisono interdipendenti. In conclusione, la teorie volontaristica dell'azione dimostra che siha società solo nella misura in cui si è in presenza di un orientamento normativocomune che condizione la scelte dei fini e dei mezzi per raggiungerli.

IL SISTEMA SOCIALE:per Parsone la società ha le caratteristiche di un sistema dinamico. L'ordine sociale ègarantito dall'integrazione, entrambi fattori precari. L'ordine è mantenuto tenendo abada le disfunzioni ed i conflitti che alternano l'armonia, e che tuttavia, alla fine,portano ad un nuovo equilibrio che non sposta i valori base della società, ma invece,in molti casi, li attua più compiutamente. I conflitti si presentano nella formadukheimiana della devianza, che secondo Parsone è n fatto pericoloso per l'equilibriodel sistema, sul quale si deve intervenire con gli strumenti di controllo sociale perevitare che essa si organizza in un movimento deviante. Dunque, Parsons proponeuno strumento analitico, cioè la messa a punto di concetti astratti che siano il riflessodelle caratteristiche di sistema della società. Parsons si chiede quali sono i processiche assicurano l'ordine ogni volta che questo è stato infranto. La risposta è in quelmeccanismo che chiamiamo INTEGRAZIONE DEL SISTEMA. In altri termini un sistemasociale non può esistere se, attraverso un processo di interiorizzazione, i suoi membrinon sono integrati in un sistema di valori. Il sistema sopravvive alle disfunzioni solo se lefunzioni essenziali sono assicurate.Le funzioni fondamentali sono le seguenti:

1. ADATTIVA, relativa al reperimento nell'ambiente circostante delle risorsemateriali per la sopravvivenza. Questa funzione è assicurata nelle società modernadalla sfera economica, nelle società semplici dal gruppo dei cacciatori e raccoglitori.

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Parsons la definisce esterna, poiché mette in relazione il sistema sociale conl'ambiente esterno, e mezzo, perché serve come mezzo per reperire le risorse allasopravvivenza del sistema.

2. RAGGIUNGIMENTO DEI FINI: è assicurata dal sottosistema politico, in unasocietà complessa potrebbe essere lo Stato o il Parlamento, mentre in una societàsemplice il gruppo degli anziani. Questa funzione è esterna, poiché mette in relazioneil sistema con un altro sistema, ed è un fine, perché si tratta di decisioni per l'azionecollettiva.

3. INTEGRATIVA: è lo scopo del sistema sociale, è il mezzo per la sopravvivenza. Èassicurata dal sistema dei valori e norme, cioè dalla religione e dal diritto. È unafunzione interna, poiché assicura al sistema la coesione ed è volta dal sistema a sestesso, ed è un fine, in quanto è l'obiettivo da raggiungere e da ripristinare ogni voltache viene messo in discussione.

4. MANTENIMENTO DEL MODELLO LATENTE, vale a dire la trasmissione digenerazione in generazione del patrimonio culturale. Questa funzione è garantitanella nostra società dalla famiglia, dalla scuola, dalla televisione…mentre nellesocietà semplici sono alcuni adulti e i riti di passaggio. Si tratta di una funzione internaed è un mezzo per assicurare il fine: l'integrazione.Queste quattro funzioni vanno a formare il famoso schema AGIL. Dobbiamo,comunque, ricordare che nelle società più semplici a quelle attuali è aumentata lacomplessità delle strutture che svolgono le quattro funzioni.Dunque, le società sono tra loro diverse perché trasmettono valori diversi e questediversità di valori di fondo tra le società si esprime mediante il diverso modo in cui gliattori si pongono quelle che Parsone chiama alternative di ruolo. Il sociologoraggruppa queste alternative in cinque coppie di atteggiamenti che gli individuipossono avere, che chiama VARIABILI STRUTTURALI:

1. AFFETTIVITà-NEUTRALITà AFFETTIVA: riguarda il concentrarsi di una gratificazioneimmediata o rinunciarvi per coerenza con un sistema di valori che contenga impulsiaffettivi.

2. ORIENTAMENTO IN VISTA DELL'EGO-ORIENTAMENTO IN VISTA DELLACOLLETTIVITà: riguarda il prevalere nel soggetto della coscienza collettiva o di quellaindividuale.

3. UNIVERSALISMO-PARTICOLARISMO: la tendenza che l'attore ha nel considerarel'Alter giudicandolo con un metro legale-razionale, oppure vedendolo nella suaunicità, come caso singolo.

4. ACQUISIZIONE-SCRIZIONE: se l'individuo è più incline a considerare gli uominiper quello che sono riusciti a fare nella loro vita o per quello che sono in quantoappartenenti a un ceto, un etnia…

5. SPECIFICITà-DIFFUSIONE: riguarda la disposizione dell'attore a fermarsi al singolocaso che ha di fronte o a inserirlo in un contesto più ampio per valutarlo nonisolatamente ma in modo più ampio,così le società sono diverse tra loro perché combinano in modi diversi i variatteggiamenti prevalenti. Costruendo una scala di modernità al vertice troviamo gliStati Uniti, in cui prevale l'aspetto universalistico nel valutare chi ti sta di fronte. InEuropa, si tendono a valutare le persone più per quello che sono. La società cinese,invece, è all'incrocio tra acquisizione e particolarismo. All'incrocio tra il particolarismoe iscrizione troviamo la società latino-america.

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LA TEORIA DEL MUTAMENTO SOCIALE: è un aspetto poco convincente e, a volte,tautologico del pensiero di Parsons. Secondo lui, bisogna distinguere una teoria delmutamento sociale di LUNGO PERIODO, che si produce in modo evolutivo, dalsemplice al complesso, e una teoria di MEDIO PERIODO, per cui egli parla diCAMBIAMENTI DI STRUTTURA. A loro volta i cambiamenti di struttura possono averecause esogene oppure endogene: cause che hanno la loro origine fuori dal sistemadella società o che si producono all'interno di esso come le tensioni che il sistemasociale non riesce a neutralizzare.Per quanto riguarda il mutamento di lungo periodo, Parsons attinge dal modellobiologico. I sistemi sociali si evolvono differenziandosi e de-differenziandosi, divenendosempre più complessi. Ciò che aumenta la complessità sono le strutture che sidifferenziano specializzandosi. La causa principale della differenziazione è la divisionedel lavoro. La maggior complessità genera tensioni, cui si può rispondere con un piùefficace sistema di controllo che omogeneizzi il sistema dei valori. Ciò è affiancato e asua volta genera la de-differenziazione, vale a dire una risposta in termini dicoordinamento omplessivoai problemi di non perfetta integrazione. I cambiamenti dilungo periodo sono scanditi da due avvenimenti che dividono l'evoluzione in tregrandi epoche: il passaggio dall'ORALITà alla SCRITTURA e quello dalle CONSUETUDINIal DIRITTO SCRITTO. È la scansione determinata dalla legge della gerarchia ciberneticache indica nella cultura l'apice della scala dei controlli sociali, sicchè i cambiamentiche si operano a quel livello segnano le grandi tappe dei cambiamenti di lungoperiodo.Il passaggio dalla SOCIETà MODERNA A QUELLA INTERMEDIA è avvenuto grazie allascrittura, che ha fissato la cultura in un corpus che ha potuto estendere la suaefficacia autonomizzandosi dagli individui e condizionandoli all'esterno. Il passaggio,invece, dalla SOCIETà INTERMEDIA A QUELLA MODERNA è segnato dall'apparizionedel diritto come corpus di leggi scritte. Il diritto istituzionalizzato rende, quindi, oggettivii valori.Al mutamento di lungo periodo, Parsons affianca il mutamento strutturale, chedovrebbe corrispondere ai mutamenti intervenuti nella scempie accidentalmente.Alcuni di questi cambiamenti derivano da fattori esterni al sistema sociale, peresempio la desertificazione di un'area, altri sono interni al sistema, come per esempioun'invenzione tecnologica. Tra i fattori di cambiamento esterni al sistema occupa unposto fondamentale l'accumulo delle tensioni.

Parsons però trascura la lotta politica che era il principale motore di cambiamentoper Weber.