La Santa Famiglia Il Vangelo di quest'anno, nella festa della Santa Famiglia, ci propone l'episodio di Gesù dodicenne che rimane nel tempio di Gerusalemme all'insaputa dei propri genitori. Il raccon- to un po' ci consola: la situazione poteva essere gestita meglio, nelle dinamiche familiari. Sì, Gesù nobilmente aveva dato priorità al Padre celeste; ma un cenno ai genitori non era un minimo e necessario segno di rico- noscenza e di rispetto? Non vogliamo giudicare nessuno, tantomeno il Signore. Ma ci pa- re giusto ricordarci che non ci sono famiglie perfette, senza mo- menti bui, incomprensioni, disagi. Piuttosto il Vangelo ci rammenta la successiva sottomissione di Gesù ai genitori a Nazaret; sottolinea la capacità di Maria di cu- stodire nel cuore fatti, dubbi e domande, conservando la fede in Dio, che guida i passi degli umili; indica che anche Gesù deve crescere, in ciò che è automatico (età) e in ciò che è frutto di scelta, di ricerca, di preghiera (sapienza e grazia). Dobbiamo riconoscere che la famiglia è il nido in cui possiamo crescere, la palestra in cui ci alleniamo alla vita e all'amore. In famiglia possiamo essere accolti, anche quando non siamo capi- ti; soccorsi, anche quando non ce lo siamo meritati; custoditi, an- che quando abbiamo scelto la nostra strada. La famiglia è veramente indispensabile: per ciascuno di noi come lo fu per Gesù. Stampato in proprio - Parrocchia Sant’Ignazio da Laconi - Serramanna - VS Tempo di Natale - C S. Famiglia ANNO OTTAVO SETTIMANA n° 51 30 Dic. ‘18 - 6 Genn. ‘19 PARROCCHIA Sant’IGNAZIO da Laconi Viale S. Ignazio 55 , 09038 SERRAMANNA tel. +39 389 00 45 667-telegram: santignaziodalaconi www.parrocchiasantignaziodalaconi .it PER LA MIA FAMIGLIA La mia famiglia non è santa come la tua, Signore. Ha i suoi difetti, le sue pause, le sue discussioni, le sue ripicche. Ha tanti passi da fare per crescere a immagine della tua. Eppure io la amo, mi piace, ne fac- cio parte con fierezza. Per questo ti chiedo di benedirla, senza negare i suoi errori e le sue paure, affinché il tuo pensiero positi- vo le metta le ali. Abbiamo bisogno della tua verità per vivere la quotidianità con sapien- za, ottimismo e speranza. Abbiamo bisogno della tua pace per trovare le strade migliori di concor- dia e tolleranza. Abbiamo bisogno del tuo amore per farci carico gli uni degli altri,per spe- rimentare creatività, sicurezza, fidu- cia. Abbiamo bisogno di ricordare le tue parole per trovare risposte, sen- so e sapore della vita. Abbiamo bisogno di sognare con te per raggiungere le mete che hai immaginato per la nostra felicità. Parrocchiale a L’inquietudine e l’incompren- sione di Maria e di Giuseppe, nonostante la loro vicinanza a Gesù, nonostante che siano stati preparati da Dio al compito di accompagnare i primi passi della vita di Gesù, ci riportano a quello che è il nostro atteggia- mento di fronte all’opera di Dio in noi e intorno a noi. Ogni essere è un mistero per quelli che lo circondano. La sofferenza che nasce da questa solitudine collettiva non trova pace se non nella fede. Noi siamo vicini gli uni agli altri perché siamo tutti amati di un amore divino. L’amore che ci unisce, lungi dall’abolire il nostro essere diversi gli uni dagli altri, rafforza, anima e sviluppa quanto c’è di originale in noi. Ma solo una carità che venga da Dio può mettere nei nostri cuori una tale disposizione. Maria e Giuseppe non hanno capito a fondo ciò che Gesù diceva o faceva. Ma hanno accettato, nella fede e per amore, di vederlo compiere la sua vita e adempiere alla sua missione, parteci- pandovi nell’oscurità della loro fede. Che lezione per noi! Quando non capiamo l’azi- one del nostro prossimo, perché supera le nostre capacità, dobbiamo saper amare senza capire: solo con un tale atteggiamento tutto diventa possibile.