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TAPPA 11 | VIA DEL BURANO TAPPA 12 | VIA DELLE GINESTRE TAPPA 13 | VIA DELL’ARCO Daniele Grassetti Settembre 2020
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Mar 12, 2022

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TAPPA 11 | VIA DEL BURANOTAPPA 12 | VIA DELLE GINESTRETAPPA 13 | VIA DELL’ARCO

Daniele GrassettiSettembre 2020

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© 2020 LaPallaRotonda - Associazione sportivo-culturale.

Sito web: www.lapallarotonda.it

Pesaro (PU), Italia.

GRASSETTI, Daniele, “Cammino di Pesaro-Urbino. Tappe 11, 12 e 13”.

Progettazione grafica: VASQUEZ, Maira Belén.

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TAPPA 11VIA DEL BURANO

Cagli | Cantiano

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Il ritrovo delle 10:00 al parcheggio delristorante il Passante di Cagli con un bel solee temperature del tutto estive fa venire quasivoglia di mollare l'idea del cammino, buttarsinelle splendide cascate e piscine naturalisottostanti e tornare al ristorante per godersiun pranzo a base della carbonara che lorende speciale. Ma noi dicidiamo di fare i serie ci incamminiamo verso l'altro fiume chepassa per la città di Cagli, il Burano, perprendere la vecchia via Flaminia che conduceverso a Cantiano.

IL PERCORSOTappa condizionata dallo stato, a dir pocoprecario, del Sentiero Italia che dovrebbeportarci a Cantiano passando per il bosco amezza costa del monte Petrano. Il sentiero èinfatti interrotto da una frana e comunque benpoco visibile in molti punti.

Si segue quindi la via Flaminia che, superata lachiesa di San Geronzio, porta all'abitato di Focie alla splendida Gorga Brugnola. Il fiume Buranocompie qui delle perle naturalistiche regalandosia comodi punti di sosta sulle sue rocce, sia saltie piscine naturali in cui ci si può immergere otuffare nell'acqua cristallina facendo però benattenzione a non arrecare danni al sensibileecosistema. Da questo punto si continua suasfalto, superando la cava di sabbia e granigliacalcarea sulla sinistra, raggiungendo il bel PonteGrosso, di epoca romana. Il percorso su asfaltoregala poche emozioni a parte qualche scorciosul versante aspro del monte Petranoguardando verso destra. Poco prima di entrarenella frazione di Pontedazzo, sulla sinistra è benvisibile un cartello che indica i possibili percorsi:si può raggiungere Cantiano in circa mezz'orarimanendo su asfalto; oppure salire nel boscoper aggirare il monte e scendere a Cantiano inmaniera decisamente più panoramica.

Da notare bene che, scegliendo la secondaopzione, si va incontro ad un sentiero pocobattuto, con strappi in salita notevoli,vegetazione fitta e grande possibilità di perderela rotta se non si è in possesso di una mappacon gps. Tuttavia, una volta preso quota, la vistache si gode, specialmente sulla Roccaccia delmonte Petrano e sul monte Nerone in

lontananza, è di tutto rispetto. Anche l'arrivo aCantiano dall'alto permette di apprezzareancora di più le forme di questo Comune chesorge tra le montagne, ed è comunque unadiscesa comoda, su una vecchia mulattiera cheassume sempre più forma carrabile man amano che ci si avvicina al centro abitato.

IL NOSTRO CAMMINOLa prima parte di cammino è agevole e ci regalala stupenda vista del fiume Burano nei pressidell'abitato di Foci. La Gorga Brugnola (dettaanche “Le Caldare”) è un ambiente con pochieguali: cascatelle e piscine naturali spettacolari,rocce calceree ora levigate ora solcate dallaforza dell'acqua in questo zona attiranomoltissimi turisti che non sempre si degnano dirispettare la natura che li circonda. Ci capitaallora di trovare mozziconi e pacchi di sigarette,cartacce, mascherine e alcune bottigliette diplastica. Ci assale una sensazione di tristezza eun gran dispiacere per esserci dimenticati dimettere nello zaino i sacchi della spazzatura e iguanti.

Superiamo dunque Foci e ci perdiamo un po'lungo il torrente, tra sterpaglie e rovi, inprossimità della cava, per poi spuntare di nuovosulla via Flaminia. Fino a Pontedazzoprocediamo con passo veloce, poi decidiamodi prendere il Sentiero Italia fino a Cantiano. Ilcartello segna un'ora e dieci di cammino ma lecondizioni precarie della traccia ci fanno tardarealmeno trenta minuti in più. Dobbiamo più voltefarci largo tra arbusti e rovi fino al punto in cui ilsentiero si allarga e scende comodo a Cantiano.Cerchiamo di recuperare il tempo perdutoseguendo ancora il Sentiero Italia che cidovrebbe condurre al Birrificio del Catria, doveci aspetta un meritatissimo tuffo in piscina.Anche qui la traccia è ingannevole e finisce inun incubo di ginestre, ginepri, rovi e arbusti divario genere. Dopo circa un'ora di affannosocammino siamo costretti a tornare sui nostripassi e raggiungere il birrificio passando per lastrada asfaltata.

Fortunatamente il gruppo, nonostante lastanchezza, dimostra tutta la sua capacità direagire con positività agli imprevisti e già dalprimo contatto con la piscina e sorso di birra

5Cammino di Pesaro-Urbino

TAPPA 11 - VIA DEL BURANO

VIA DEL BURANOCagli -Cantiano

SABATO 19|09|2020

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tutte le difficoltà della giornata rimangono allespalle. A rendere ancor più piacevole il restodella serata ci pensano gli splendidiappartamenti in cui alloggiamo, disposti in uncasolare sapientemente ristrutturato, e la cenaal ristorante del Birrificio che delizia i palati con

pietanze a base di carne, funghi e formaggi.

MANGIARE e DORMIREBirrificio del Catria:

Via Fossato, 5, Fossato (PU).

https://www.birradelcatria.com

Ristorante Hosteria Tenetra:

Piazzale Generale Luigi Bartolucci, 14,Cantiano (PU).

@ristorantetenetra

6 Cammino di Pesaro-Urbino

CURIOSITÀ SU CAGLI• Di fondazione preromana, come testimoniato dal

rinvenimento di bronzetti votivi nei pressi di Coltone,entrerà nel dominio romano sfruttando la propriaposizione strategica sulla via Flaminia. Qui infatti negliitinerari di epoca romana si nomina una mutatio ad Caleed un Cale vicus. La prima si costituiva come una sorta distazione per il cambio dei cavalli, il secondo era un borgosviluppatosi lungo l’importante arteria consolare checollegava Roma con Rimini.

• Mentre il vicus romano si trovava lungo la via Flaminia,l’antica città fu costruita a monte sul colle cosiddetto dellaBanderuola. Dopo anni di lotte e dissidi tra Guelfi eGhibellini, nel 1287 fu appiccato un incendio che mutòdefinitivamente le sorti della città. Ampiamente distruttoil centro urbano, si decise di abbandonare il colle dellaBanderuola per ricostruire ex novo la città nel pianorosottostante cosiddetto di Santangelo o del Mercatale.

• La comunità cagliese dovette reagire presto a questagrave battuta d’arresto se già nelle ConstitutionesAegidiane del 1337 compare tra le nove città magnae dellaMarca assieme a Pesaro, Fano e Fossombrone. Entrata afar parte del dominio dei Montefeltro nel 1367 manterràsempre rapporti di fedeltà con la famiglia ducale anche aseguito dei ripetuti tentativi di conquista da parte deiBorgia prima e dei Medici poi. Testimonianza tangibiledella presenza dei Montefeltro sul territorio è il TorrioneMartiniano, struttura superstite di un più articolatoprogetto di fortificazione ideato da Francesco di GiorgioMartini su commissione di Federico da Montefeltro.

• Il ponte Mallio rappresenta una delle più imponenticostruzioni romane sull’asse viario della consolareFlaminia. Viene innalzato, probabilmente in etàrepubblicana, alla confluenza del torrente Bosso con ilBurano. Il nome con cui viene storicamente indicato risaleall’erronea interpretazione di un’epigrafe posta a memoriadi M(arcus) Allius che in epoca augustea ne promosse ilrestauro

• Il Palio storico giuoco dell’oca è una manifestazione diispirazione storica che ogni anno anima la città nellaseconda domenica di agosto. Ricaviamo notizia di uncerto “gioco dell’oca” dallo storiografo cagliese AntonioGucci che nei suoi Annali lo inserisce nell’elenco deigiochi che si disputavano a Cagli nel 1543, senza fornirneperò ulteriore descrizione. Questo dato sarà il punto dipartenza per la ben più recente tradizione del palio storicola cui prima edizione risale al 1987. A sfidarsi sono i quattroquartieri cittadini contrassegnati dai tradizionali colori:Sant’Agostino (rosa e nero), Sant’Andrea (giallo e azzurro),Sant’Angelo (rosso e blu) e San Francesco (rosso e verde).

Fonti: https://www.visitcagli.it/

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TAPPA 12VIA DELLE GINESTRE

Cantiano | Pianello

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Straordinario risveglio al Birrificio del Catria,con la foschia che si alza pian piano scoprendole cime del Nerone e Petrano da un lato e diAcuto e Catria dall'altro. C'è un gran silenzioovattato in questa valle nelle prime ore delmattino. Silenzio interrotto soltanto dal suonodegli uccelli e dalle persone che lentamenteiniziano a svegliarsi.

Una buona colazione procurata al bar K2 abase del famoso pane di Chiaserna conmortadella, pizza bianca e rossa, crostate varie,bomboloni e poi tutti insieme a prendersi uncaffè e a gustarsi i ciambelloni della signora delBirrificio.

Partiamo con lo stomaco ben appagato e leprime due ore di cammino, tra Cantiano eMoria, volano tra chiacchiere e panoramipotenzialmente bellissimi ma resi un po' menonitidi dalla foschia che, a mano a mano che ilsole si alza, si intensifica annebbiandol'orizzonte.

IL PERCORSODa Cantiano si segue in direzionePontedazzo su strada asfaltata e, allarotonda prima di entrare nell'abitato, siseguono le direzioni per la superstrada e peril Bosco di Tecchie.

Si continua su asfalto in direzione dellafrazione denominata I Conti e si seguonosempre le indicazioni per Moria. Siraggiungerà in circa un'ora di bella stradacollinare e panoramica il Sentiero Italia chescende dal Petrano e continua fino aPianello. L'itinerario non è dei più affascinantiperché si rimane sempre su asfalto fino aPian di Polea e, dall'incrocio, si segue ilsentiero sulla sinistra che porta a Pianello. E'una tappa corta, poco impegnativa e chepermette di riposare oppure di proseguirefino alla successiva meta: Pieia.

IL NOSTRO CAMMINOContinuiamo tra asfalto e strada sterrata fino aMoria, da qui inizia una lenta e anche un po'noiosa discesa seguendo i tornanti in asfaltofino a Pian di Polea. Per esigenze logistiche, maanche paesaggistiche, all'incrocio prendiamo adestra e continuiamo su asfalto in direzione di

Secchiano. Dopo qualche chilometrodecidiamo di addentrarci nel bosco per unasosta nella splendida valle boschiva deltorrente Teria, che nasconde meravigliosecascate di acqua fredda e limpidissima madall'ecosistema fragilissimo e dunque darispettare facendo molta attenzione.

Una sosta di mezz'oretta per rifocillarci in unanfratto con le rocce disposte in comodesedute e ripartiamo per un altro chilometro suasfalto con il sole che ora si è fatto cocente esmorza non poco le energie. Raggiungiamo ilponte in ferro che permette di passare dall'altrolato del torrente Bosso e che regala anche unitinerario più gradevole in mezzo al bosco.Arriviamo a Secchiano in poco meno di ventiminuti, godendo della vista del fiume che,placido, forma zone balneabili colorate di verdedal riflesso della vegetazione che qui èrigogliosa e ricopre come una tettoia il letto delfiume. Poco dopo Secchiano il miraggio di unbar ed una sosta per bere avidamente econsumare un ultimo snack prima del sentieropiù generoso di scorci che da qui porta alristorante il Passante, attraversando cascate,gorghe, scivoli d'acqua e un meravigliosocanyon.

8 Cammino di Pesaro-Urbino

VIA DELLE GINESTRECantiano – Pianello

DOMENICA 20|09|2020

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CURIOSITÀ SU CANTIANO• Nel VI secolo a.C. gli Ikuvini, una ramificazione umbra del

popolo degli Italici che dall'Europa continentale avevanoinvaso l'Italia, furono autori della migrazione che li portò adoccupare l'area appenninica umbro-marchigiana intornoalla odierna Scheggia, nelle cui vicinanze fondarono la cittàdella Ukre Fisia e dove eressero il tempio a Giove Patre. Nel1456 qui avvenne il ritrovamento delle Tavole Eugubine:sette lamine di metallo redatte in umbro, etrusco e latino lacui lettura, traduzione e successivo studio ha permesso disvelare gli ordinamenti, le attività, le pratiche sociali ereligiose di questi nostri antenati appenninici. La vicinanzae i successivi contatti con gli Etruschi delle regionidell'Etruria, popolo di civiltà sviluppata e di diversa cultura,più attenti a realizzare commerci che non a dominare genti,sortirono effetti benefici sulle condizioni di vita degli Ikuvini.È forse in questo tempo che inizia ad acquistare importanzail centro di Luceoli, localizzata nel territorio del comune diCantiano nei pressi dell'attuale frazione di Pontericciòli (daPons Luceoli).

• Forse in funzione antilongobarda o per difendersi dalleincursioni dei Saraceni del IX secolo si inizia la fortificazionedei due colli di Colmatrano e di Cantiano posti a nord diLuceoli, intorno ai quali i superstiti della città,definitivamente distrutta nel 1137 dall'imperatore Lotario III,ripiegheranno per dare avvio alla comunità di Cantiano. Lastessa Cantiano, sembra prendere nome da Cante Gabrielli,della omonima famiglia Eugubina che, nel corso del Xsecolo, ottenne da papa Stefano VII alcuni castelli nell'Italiacentrale, tra i quali quello di Luceoli, che fu ribattezzatoCantiano (da Cante)

•Il "Pane di Chiaserna" che fa di Cantiano una delle "Città delPane" italiane, l'"Amarena di Cantiano" che deliziò financheil palato dei menbri della Real Casa Savoia, la "Trota delCatria" che i Duchi di Urbino vollero tutelare sin dal lontano1500, la rinomata carne equina di origine locale, ricca diproprietà e bonta', il tartufo bianco pregiato della Valle delBalbano, sono gemme di quello scrigno di tipicità che èCantiano

• Al giorno d'oggi poche sono le aree boschive rimasterealmente intatte; Il Bosco di Tecchie è una di queste.Questo bosco appare come un grande orto botaniconaturale, vivo e vegeto, con piante grandi e piccole, giovani,vecchie o morte; vi convivono faggi secolari e pianteeffimere, muschi millimetrici e giganteschi cerri alti oltretrenta metri. Il tutto in una complessa ed elegante armonia.

• Cantiano è palcoscenico di natura, tradizione, storia. Qui sivive "La Turba", sacra rappresentazione del Venerdi Santodove religione, teatro e tradizione si amalgamano in unaenorme scena all'aperto, rendendo Cantiano famosa inItalia e nel mondo.

• A Cantiano storia, natura e tradizioni si fondono per darvita anche ad altri importanti eventi come l'annuale "FieraCavalli" e la "Rassegna del Cavallo del Catria" dedicata aquesta stupenda razza equina diffusa nella zona, o come la"Piazza del gusto", palcoscenico di tipicità agroalimentaridel territorio quali il "Pane di Chiaserna" e l'"Amarena diCantiano"

.FONTI: http://www.cantianoturismo.it/ e https://it.wikipedia.org/wiki/Cantiano.

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TAPPA 13VIA DELL’ARCO

Pianello | Pieia

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IL PERCORSOTappa infrasettimanale che va a concludereil precedente itinerario da Cantiano aPianello, aggiungendo l'interessantissimotratto che conduce a Pieia. Ci ritroviamo inpiazza a Pianello di Cagli per una rapidacolazione e notiamo subito quanto vivo siaquesto paesino di montagna. Tutte le volteche ci capitiamo troviamo gente nei bar, perstrada o in fila dall'ambulante che vendefrutta e verdura. Incotro anche un amico chemi fa vedere la nuova zona attrezzata per ibarbecue a due passi dal torrente, fattacostruire con i fondi raccolti nelle recentifeste di paese. Proprio da qui è possibileimboccare la stradina che conduce a Cerretoprima e Pieia poi.

IL NOSTRO CAMMINODalla piazza di Pianello si segue la stradaasfaltata che porta alla frazione di Cerreto.Sono circa un paio di chilometri di carrabilepoco trafficata che costeggiano l'affascinantefosso Giordano salendo in direzione della partesud orientale del massiccio del Nerone. Ci sitrova sul Sentiero Italia e lo seguirà per tutto ilpercorso, anche se non sempre si troverà lasegnalazione necessaria. Poco prima diraggiungere il bivio che porta a Cerreto, sulladestra una traccia si inoltra nel bosco e in unfosso: siamo al Fosso di Pian dell'Acqua,splendida escursione per chi è affascinato daambienti umidi e selvaggi, modellati dalloscorrere delle acque. Un'escursione in ognicaso non semplice e in un ambiente delicato.

L'itinerario del Cammino di Pesaro-Urbinocontinua, poco oltre la traccia che porta a Piandell'Acqua, con una deviazione, sempre sulladestra, che sale nel bosco e raggiunge l'abitatodi Cerreto permettendo di tagliare i tornantidella strada asfaltata.

La traccia continua salendo nella parte alta delpaese e da qui si tiene il versante dellamontagna mantenendo più o meno sempre lastessa altitudine. Il percorso è reso spessoscivoloso dall'umidità e dalle acque chescendono a valle, in alcuni punti rimanepiuttosto dissestato perciò richiede attenzione.Si supera il fosso di Campo d'Aio facendo unpiccolo guado, si guadagna qualche decina di

metri d'altitudine e si prosegue in direzionenord-ovest con il panorama che si apre tra lefronde degli alberi e regala scorci notevoli suipianori sommitali e sulla valle sottostante.Arrivati quasi a fine percorso, si passa sotto unaparete strapiombante dalla quale in estatezampilla acqua e ci si può fare una rinfrescantedoccia, a fine inverno o inizio primavera si èaccolti dal rumore dei pezzi di ghiaccio che sispaccano e cadono dalle stalattiti formatesi neimesi più freddi.

A pochi passi da questa singolare parete, sientra in un piccolo passaggio che sembral'ingresso di una grotta e si giunge al maestosoarco di Fondarca. Effettivamente ci si trovadentro quella che era una grotta ma che colpassare del millenni e per effetto delleinfiltrazioni d'acqua nel calcare ha visto il suotetto assottigliarsi e probabilmente crollareanche a causa di un forte evento sismico. Lavegetazione si è impossessata ora di questacavità, rendendo il luogo ancor più magico.

Si passa sotto l'arco e si continua per la tracciain discesa sul pietrisco che porta ad un comodosentiero di circa un chilometro che conduce allafrazione di Pieia.

12 Cammino di Pesaro-Urbino

VIA DELL’ARCOPianello - Pieia

GIOVEDÌ 24|09|2020

CURIOSITÀ SU PIANELLO• Pianello di Cagli è un piccolo centro abitato posto a 394 m

s.l.m., sorge a valle del Monte Nerone alla confluenza delfiume Certano e del fiume Giordano. La sua particolareubicazione geografica, ne hanno fatto fin dall’antichità(Umbri, Etruschi e Romani fino al medioevo) un punto dipassaggio privilegiato lungo le vie che dall’Adriatico portanoverso la valle del Tevere perché facilmente percorribileanche durante i periodi invernali, essendo caratterizzata davalichi a quota abbastanza bassa.

• Il massiccio del Nerone, sulle cui pendici sorge Pianello eche divenne polo di attrazione per le antiche popolazionipastorali della civiltà appenninica, è caratterizzato da unafitta rete di spaccature, ripari sottoroccia e caverne scavatenel calcare massiccio. La bellezza dei paesaggio, il calcarelavorato da acqua e vento, l’esteso sistema di cavità carsichepresente all’interno della montagna fanno di queste zone ilparadiso degli speleologi e degli appassionati di montagnain genere.

• Nel territorio della vallata, le popolazioni da secoli hannoestratto le pietre utilizzate per la costruzione degli edifici,alcune di particolare pregio: il travertino, molto resistenteagli agenti atmosferici, il marmarone dal colore bruno, lapietra campanella di più colori, la scaglia rosata, di gran

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TAPPA 13 - VIA DELL’ARCO

lunga la più utilizzata per la costruzione di tutte le abitazionidella vallata e del cagliese, la più povera arenaria e, infine, lacorniola selcifera, ovvero la pietra molare particolarmentericercata fin dall’antichità per la realizzazione di enormimacine da mulino.

• Uno degli eventi più longevi della Regione Marche è la Sagradella Lumaca.

Chi ama questo prodotto non rinuncia mai a questo evento!I piatti tradizionali sono le lumache in porchetta e la polentacon le lumache, due pietanze sublimi! Le lumache inporchetta sono presentate con il loro guscio, il profumo del

finocchio selvatico (foeniculum vulgare) e della “mentuccia”(Calamintha nepeta) esaltano il piatto rendendoloun’eccellenza tra i piatti pianellesi…e non solo…

La polenta con le lumache è l’altro piatto tipico. Qui lelumache sono senza guscio e accompagnate conpomodoro e altri ingredienti che donano al condimento unsapore unico.

FONTI: https://www.prolocopianello.it.

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