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Periodico della Congregazione delle suore Povere Figlie di San
Gaetano
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Fiamma di Carità 3Fiamma di Carità2
Anno 59 - Luglio-Settembre -“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione
in AbbonamentoPostale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°
46)art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 3/2015
Direttore responsabile: Padre Antonello ErminioEquipe di
redazione
Questo bollettino si invia a tutti coloro che lo desi-derano: si
sostiene con le libere offerte dei lettorisul c/c postale 00362103
specificando la causaledel versamento.Videoimpaginazione e stampa:
Maja - Torino
Per testimonianze, relazioni di “grazie”, richieste di immagini,
informazioni,
biografie, abbonamenti a questo bollettino, critiche, consigli,
articoli e qualsiasi tipo di corrispondenza
scrivere a:
“Fiamma di Carità”“Fiamma di Carità”presso
Suore Povere Figlie di San Gaetanovia Giaveno 2 - 10152
Torino
Tel. - Fax 011.851.567E-mail: [email protected]
www.suoresangaetano.it
San Gaetano Thiene
Fiamma di Carità
L’InterCapitolo delle Povere Figlie di San Gaetano pag.
3L’abbraccio benedicente di Dio « 5Preziosa eredità « 6Quando le
parole erano cose « 8Il Beato Giovanni Maria Boccardo « 11“Questa è
colei che mi salvò ed il cuor mi rubò” « 12Le attenzioni di Madre
Gaetana « 15Giovani: Ripartire con gioia « 18Racconto: Un giorno
qualunque « 20Papà Antonio compie 100 anni. Auguri! « 21Sprazzi di
Vita « 22
Cronaca- da Chialamberto (TO)Grazie Suor Maria Francesca! «
24
- da Chialamberto (TO)Notizie estive dalla Casa di Riposo San
Giuseppe di Chialamberto « 26
- da Pancalieri (TO)Un incontro importante! « 28
- da Montaldo Scarampi (AT)Questa estate a Montaldo Scarampi «
29
- da Montaldo Scarampi (AT)“Maria, donna bellissima...” « 29
Missioni- dal BeninMissionari - Missione « 34
- dal TogoEra tempo di Natale « 36
- da Candido Mota (San Paolo), BrasileLa vita Missionaria in
Brasile « 40
Amici del Boccardo, Incontri 2015-2016 « 41
L’oceano è fatto di tante gocce d’acqua « 42
Ricordiamo nella preghiera « 43
Sommario
In copertina: “La gioia a contatto con la natura”Redazione
chiusa al 15/9/2015
Come una pianta per crescere ha biso-gno di essere potata,
irrigata ed espostaal sole, così le Povere Figlie di SanGaetano si
sono ritrovate per mettere apunto la situazione della loro vita
co-munitaria e delle opere, a tre anni di di-stanza dal XIII
Capitolo Generale,svoltosi nel 2012, con lo sguardo pro-teso ai
prossimi tre anni che porterannoal Capitolo Generale del
2018.Questo spiega il nome caratteristico diInterCapitolo.Nella
tranquilla sede di Chialamberto,26 sorelle guidate dalla Madre
Generalehanno cercato di valutare e verificare ilpercorso che la
Comunità ha compiutoin questi anni per orientare il prossimofuturo.
Prima ancora degli argomentitrattati va detto che il clima fraterno
hadominato in queste tre giornate.Si è percepito che, tutto
sommato, la co-munità è rima-sta fedele allasua missione.Si sono
sentitele voci giovanidelle comunitàdel Brasile edell’Ecuador.Sono
risuonatecariche di espe-rienze le parolesagge delle con-sorelle
italiane.
L’INTERCAPITOLO DELLEPOVERE FIGLIE DI SAN GAETANO
CHIALAMBERTO, 8 - 10 AGOSTO 2015
Non per retorica, ma realmente si è sen-tito il polso della
comunità come “uncuore solo”. A dare il la a questo spiritodi unità
e fraternità erano i momenti dipreghiera, intensi e animati con
cura.Lo slogan che ha accompagnato l’Inter-Capitolo era
“L’abbraccio benedicentedi Dio”, con cui si è voluto dire che
cia-scuna delle capitolari era sotto la manobuona e provvidente di
Dio Padre.E così è stato.Si sono trattati tanti argomenti.
Quellopiù graffiante riguardava la propria per-sona. Esso recitava:
come rendere la no-stra persona ricca di amabilità perrivelare la
carità di Cristo all’uomo?Nella riflessione si è compreso come
ilnostro carisma, in fin dei conti, passa at-traverso quella
piccola feritoia della no-stra umanità che è la libertà.Ciascuno è
chiamato a misurarsi con
l’amabilità: nonc’è da aspettarsinulla dagli altri;c’è piuttosto
da“giocarsi” inprima persona,rischiando sestessi e mo-strando un
voltoaccogliente esereno che sap-pia essere la tra-sfigurazione
del
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L’abbraccio benedicentedi DIO
Fiamma di Carità
La nostra Madre scrive...5
Scorrendo le pagine della Bibbia, ci siincontra sovente con la
promessa: Diobenedice!La benedizione è fonte di letizia, digiubilo,
di gaudio.E’ sinonimo di sicurezza, di tranquil-lità, di fiducia,
di futuro. Quante volte,anche noi, abbiamo usato questa
af-fermazione: DIO TI BENEDICA.A metà percorso dal Capitolo
Gene-rale, ci è sembrato più che opportunoquesto titolo: ABBRACCIO
benedi-cente di DIO.Perché abbraccio? Perché l’abbraccioè il segno
più tangibile dell’affetto,della vicinanza, della reciprocità.E’ un
gesto comunicativo, cheesprime la gioia dell’incontro,che fa
sentire bene, che fa riaf-fiorare quell’umanità così desi-derosa di
sentirsi amata.Ecco: Dio ci abbraccia perché ciama.Papa Francesco
direbbe: “Dio cidà la Sua carezza che ci tiene invita” (udienza
26/08/2015).Gesti tanto densi e tanto umani!Nel Suo abbraccio,
nella Sua ca-rezza, Dio benedice, ossia: con-
ferma, invia, rinnova la fiducia, conta suciascuno di
noi.“Lasciatevi abbracciare dalla tene-rezza e dalla misericordia
di Dio, riab-bracciate la vostra vita, la vostraesistenza. C’è la
presenza di Dio inquella storia: cercatelo e lo troverete,lo
incontrerete” (Madre Elvira: L’ab-braccio pag. 12).
Questo abbraccio benedicente ci rendabenedizione verso le
persone che in-contriamo sul nostro cammino e cirenda felici di
esistere, perché siamole creature più belle uscite dal suocuore:
siamo i suoi capolavori.
Madre Teresa Ponsi
Fiamma di Carità4
volto del Signore. E’ da qui, da questaautocoscienza rinnovata
nel rapportocon il Signore risorto, che nascono e ri-nascono, in
una dialettica incessante, lavita fraterna e la fecondità delle
opere.Il tema più sofferto è stato quello voca-zionale. Il calo
delle vocazioni, e quindiil venir meno di attività caritative
ge-stite direttamente dalla comunità, ha in-terpellato tutte.Non si
sono cercate le cause, cedendoad un facile e sterile lamento,
poichéesse sono generali e legate al tempoparticolare in cui siamo
chiamati a vi-vere. Si è piuttosto riconosciuto cheogni vocazione è
un miracolo della gra-zia, e che perciò dobbiamo stare comeassetati
di fronte al Signore chiedendopressantemente e con sicurezza di
fedeche sia Lui a suscitare nuovi germoglinella nostra famiglia.
Nello stesso tempo, si è visto quanto siadiventato indispensabile
condividere e
cooperare con il laicato quelle opereche la fecondità della
nostra comunitàha generato e che ora rischierebbero dicrollare, se
non avessero energie nuoveche le sostengano.C’è in verità da
mettere in atto un seriodiscernimento per cambiare i nostri
at-teggiamenti di fronte a questa emer-genza, ma non è intelligente
aspettare“la nostra fine” con il risultato di esserepoi costretti a
“svendere” le nostreopere. Vi è una genialità dello SpiritoSanto
anche in questa difficoltà, che noistentiamo a capire.Egli ci sta
facendo entrare in una nuovastagione di collaborazione nella
Chiesacon il mondo laicale: stagione, che puòdiventare di nuovo
feconda, se i poverivengono assistiti con quel particolarecarisma
che ha sostenuto la nostra sto-ria. Sono stati tre giorni proficui,
so-prattutto giorni di sincera fraternità chehanno ridato a
ciascuna partecipante il
gusto di sentirsicomunità, ossiaframmento diquel grande“Corpo di
Cri-sto” che è vi-vente nella storiae ci interpellanelle
membrasofferenti deipoveri.
Il DirettorePadre Antonello
Erminio
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6 Fiamma di CaritàFiamma di Carità 7
“… Questi furono uominivirtuosi, i cui meriti non fu-rono
dimenticati. Nella lorodiscendenza dimora unapreziosa eredità: i
loro ni-poti: La loro discendenzaresta fedele alle promessee i loro
figli in grazia deipadri. Per sempre ne ri-marrà la discendenza e
laloro gloria non sarà offu-scata” (Sir. 44,1.9.13).
Nel mese di agosto, abbiamo avutouna gradita sorpresa. Sono
venuti atrovarci alcuni parenti dei nostriBeati Giovanni Maria e
Luigi Boc-
cardo, provenienti dalla Francia.Desiderosi di fare una ricerca
accu-rata delle loro origini, sono giuntifino a Torino, sorpresi di
constatare
di essere parenti didue Beati!La ricerca li hacondotti a
Monca-lieri, nella Parroc-chia di SantaMaria della Scala,dove hanno
potutoleggere i nomi dei
PREZIOSA EREDITÀ
da sinistra:Suor Federica, Rositapronipote dei
Fondatori,Patricia figlia di Rosita,Pierre marito di Rosita eMadre
Teresa Ponsi Su-periora Generale
loro parenti nell’Archivio Parroc-chiale, visitare il Battistero
dove glizii, i Beati Boccardo, hanno ricevutoil Battesimo e
l’altare dove hannocelebrato la loro prima S. Messa, ap-pena
ordinati Sacerdoti. Anche aPancalieri hanno gioito nel
vederel’immenso bene scaturito dal cuoredel Beato G. M.
Boccardo.Nella “Positio” da noi presentata,hanno potuto ritornare
all’albero ge-nealogico della loro grande famiglia.La Signora
Rosita è infatti pronipotedi un fratello dei Beati Giovanni eLuigi:
il fratello Simplicio Albino
che, nei tempi addietro, era migratoin Francia in cerca di
lavoro. Sorpresa anche per loro, nel vederele due famiglie
spirituali nate dalcuore dei loro due zii: noi, Suore“Povere Figlie
di San Gaetano” e leSuore non vedenti “Figlie di GesùRe”. Famiglie
speciali, ma sempreloro famiglia.L’inno di lode e di ringraziamento
sitrasforma in commozione profonda,e in un legame sincero di
comunionee di gratitudine.
Madre Teresa Ponsi
La Madre Generale, i parenti dei Fondatori e Suor Rosanna
Aghemio, Vicaria Generale
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Fiamma di Carità 98 Fiamma di Carità
propria parrocchia, che è definita condei confini ben precisi.
Il “santuario”non ha questi impegnie questi oneri e non haconfini.
Noi abbiamo in Torino deisantuari famosi. Il santuariodella
Consolata. La Madonnacon questo titolo è patronadella nostra
diocesi. Poi il san-tuario dell’Ausiliatrice, vicino anoi, meta di
tanti pellegrinaggi inquesto anno che celebra il bicente-nario
della nascita di san GiovanniBosco. C’è ancora tra i santuari
fa-mosi in Torino, il santuario di santaRita, che è anche
parrocchia ed è con-finante con la parrocchia del Nataledel Signore
di cui ero parroco fino alloscorso anno. E infine c’è il
“nostro”santuario, il santuario di Cristo Re. Fi-nalmente siamo
arrivati al dunque, almotivo per cui ho fatto questa
lungaintroduzione. Spero che non sia statainutile. Per questo vi
scrivo ora qui diseguito le mie riflessioni. Sono rifles-sioni, che
spero siano di stimolo perdelle iniziative e di aiuto per le fede
dichi mi legge.1°- Se la parola “santuario” indica unacosa ben
precisa, cioè indica un luogodove incontro Dio, allora ogni
voltache vengo a questo santuario devovoler incontrare Dio. Il
beato LuigiBoccardo volle questa chiesa nel 1931,perché non c’erano
altre chiese in que-sta zona. A fianco di Lungo Dora Na-poli, c’è
la Dora Riparia che portaacqua al Po. Ma passa davanti ad
unachiesa, la nostra. E’ la chiesa di Cristo
Re. Ogni volta che veniamo dob-biamo essere convinti di
immergerci
in un fiume di Grazia,che è l’Amore gra-tuito di Dio. Siamo
“partecipi della vita divina”(2 Pt 5,4) . Guardate sopral’altare
quel Crocifisso
strano. Gesù inchiodato sullacroce, ma vestito con l’abito
sacerdotale. Sacerdote e vittima.Si offrì volontariamente alla
mortediciamo nella formula della consa-crazione e come dice lo
stesso
Gesù: ”fiumi di acqua viva” sgorganoda Lui ( Gv 7,37). Il nostro
santuario è bello, però è in-negabile che Gesù preferisce chesiamo
belli noi. Noi siamo il taberna-
colo che Egli preferisce. E essere ta-bernacoli di Lui, vuol
dire prima ditutto essere posseduti dalla sua Parolae agire secondo
la Sua Parola. Nonsiamo dei tabernacoli di metallo, siapur
prezioso. Dovremmo poter dire: ilmio cuore è pieno d’amore per Gesù
ilRe, la cui regalità è – come dice ilpapa- “servizio”. Gesù
infatti ha detto:“Non sono venuto per essere servito,ma per servire
e dare la vita in riscattoper tutti.” (Mc 10,45)2°- Un santuario
non è parrocchia.Non c’è un territorio che costringe.Non ci sono
regole per venire. Sevengo è perché voglio. Il santuario è illuogo
- simbolo di gratuità. Vengo io,quando voglio, senza dover
chiederenessun permesso. Mi indica che allagratuità dell’amore di
Dio, ci sono ioche gratuitamente vengo da Lui. Sia
Un titolo un po’ misterioso. È una fraseche un professore di
teologia, don Gio-vanni Maria Rolando ricordava spesso,quando
voleva indicare il significatooriginario delle parole. Proviamo
adimmaginare il tempo in cui gli uominiincominciavano a parlare e a
comuni-care (nella prima metà del mese di set-tembre si è parlato
della scoperta inSud Africa, dei resti di una nuova spe-cie umana).
Come potevano indicare lecose di cui volevano parlare? Non
po-tevano sempre farle vedere e allora lerivestivano con un nome. E
così a pocoa poco si è formato il vocabolario dellalingua che
parlavano. All’inizio allorac’erano le cose, che poi
vengonoespresse con delle parole.Faccio l’esempio con la parola
“san-tuario”. Certamente, come leggiamoanche nella bibbia, le
persone per indi-care la presenza della divinità prende-vano una
pietra, offrivano unapreghiera e il sacrificio di qualcosa.Poi
veniva costruito qualcosa di piùimpegnativo e di più stabile: un
altareo segnavano un luogo con un recinto ofacevano una
costruzione. Era impor-tante che ci fosse qualcosa che indi-casse
la santità del dio che avevanoincontrato. Gli ebrei si riunivano
inpreghiera nelle “sinagoghe”: termineche indica un’assemblea di
persone.Esattamente come il termine “chiesa”che deriva dal greco e
indica assem-
blea di persone, tanto che forse avetesentito dire dal sacerdote
nell’occa-sione della Solennità della Chiesa lo-cale che c’è la
”chiesa di fedeli” e la“chiesa di mattoni”. La chiesa di mat-toni è
richiamata di più dal termine“tempio”, che vuol indicare
appunto“recinto consacrato.” C’è una diversitànotevole tra i fedeli
riuniti in un luogoe il luogo dove essi sono riuniti. Per gliebrei
c’era il Tempo in Gerusalemme.L’unico tempio dove Dio abitava
nelSanto dei santi, luogo dove il Sommosacerdote entrava solo una
volta al-l’anno nella ricorrenza dello Yon Kip-pur per offrire
l’incenso nel ritualedell’espiazione.Perché tutte queste
notizie?Perché sono il rettore di un santuario, il“Santuario di
Cristo Re” e mi sono do-mandato più volte quale sia la funzionedi
un santuario e il compito del rettore.Sono sacerdote dal 1959 e dal
1961fino al 2014 ho esercitato il mio mini-stero in parrocchie. Non
è la stessacosa essere parroco e essere rettore diuna chiesa. Una
parrocchia ben organizzata cele-bra i battesimi, le prime
comunioni, lecresime, i matrimoni e ha dei tempi or-ganizzati di
preparazione che occu-pano ore ed ore, dei preti e dei
laicicatechisti nella pastorale sacramentale.Inoltre ci sono anche
i funerali. E tuttiquesti sacramenti vanno celebrati nella
Quando le parole erano cose
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Fiamma di Carità 11Fiamma di Carità10
Chiamato dal grande Sovrano del CieloGiovanni divenne sacerdote
del Regno.Alta, sublime in lui vibrava la vita,verso il vertice
della santitàdoveva volare spedita.A Pancalieri prescelto
Pastorearrivò nella festa del sole.Numerose le messidanzavano al
vento,attendevano ansioseil suo intervento.Per attingere forza,per
schiudere i cuori,s'immergeva in feconde orazioni.La Santa Messa
era la storia,il richiamo profondodel più grande Sacrificio del
mondo.
Giovanni Boccardo nell'azione spaziava,a tutte le pecore lui si
donava.Ebbro di Cristo,tanti sacrifici faceva,in santa letiziala
sua gente voleva.Amava la cattolica cultura,dei malati e dei
miserisi prendeva cura.Con la celeste Regina del Cieloviveva,
diffondeva il Vangelo.Incontrava ragazze piene di valori,le
allevava, le nutrivacome suoi tesori;in loro sempre più cantava
l'amore,finché, piene di grazia,si fecero suore.Se la fatica,la
penuria si sentiva,la Provvidenza si fece viva.
Sempre unito alla Chiesa sua Madre,della menzogna scacciava il
padre.La sua virtù sempre più sfolgorava,ma l'ora della croce
arrivava.Il suo corpo presto si paralizzò;ma lui a ringraziare Dio
seguitò.Alla Madonna sgranava il rosario,al mondo donava il suo
calvario.Un'ultima volta i poveri visitò:e nelle braccia di Dio si
addormentò.
Gian Claudio Vassarotti
AL BEATO GIOVANNI MARIA BOCCARDOsempre una valanga d’amore, in
que-sto fiume di Grazia! Ma nello stessotempo dobbiamo essere
l’altoparlantedella parrocchia di Gesù crocifisso eMadonna della
lacrime comunican-done le iniziative.3°- Ricordiamo infine che
legate aquesto santuario ci sono le suore, checome è scritto nel
loro Sito sono “con-sacrate a Dio e mandate ai poveri, aipiù
abbandonati per far sentire adogni persona che Dio ama le sue
crea-ture. Questo amore è testimoniatonella vita operosa delle
suore PovereFiglie di San Gaetano in tanti paesi delmondo (fondate
dal beato GiovanniMaria Boccardo) e nella preghieracontemplativa
delle suore non vedentiFiglie di Gesù Re (Fondate dal beatoLuigi
Boccardo). a) “Le figlie di San Gaetano” hannola parola “povere”
come aggettivo chele caratterizza, perché sono ricche diDio, a cui
si abbandonano con fede,come è stato di esempio San Gaetano,il
santo di cui portano il nome. A questo punto vorrei fare una
do-manda ai miei lettori: non possiamoaiutarle di più perché
possano essereancora più vicine ai poveri? I poveriaumentano, ci
dice uno studio fattodalla Caritas. Gli italiani in povertà
as-soluta sono aumentati da 1,8 milionidel 2007 a 4,1 milioni del
2014. ( da Avvenire 16/9/2015).b) Ci sono anche le “Figlie di
GesùRe”, suore non vedenti, che leggonocon le dita la Parola di Dio
e i canti cheintonano per noi nella liturgia. Esse ciinsegnano ad
avere la vista della fede,
che è più profonda della vista degliocchi. Anche qui, una
domanda. Ho incon-trato, a Tabiano dove sono stato per lecure
termali, nella casa di suore che miospita, un non vedente di
Torino, dinome Giuseppe, che mi ha detto che èvenuto in Lungo Dora
Napoli 76, unavolta ad un incontro per i non vedenti.Non sarebbe
bello organizzare qualcheiniziativa per i non vedenti in
collabo-razione con la loro associazione?c) Non dimentichiamo che
c’è ancheuna Casa di Riposo per donne anziane,dove le suore addette
distribuiscono at-tenzione e tenerezza. Un segno verodelle prime
case di accoglienza per an-ziani volute dal Padre Fondatore,
ilbeato Giovanni Maria Boccardo.
Concludo questa chiacchierata invi-tandovi a pregare per le
vocazioni reli-giose. Spesso vengono chiuse case diaccoglienza dei
poveri anziani permancanza di suore. Con la speranza di non avervi
annoiatoe di aver detto qualcosa di utile vi sa-luto tutti.
Don Romolo
Don Romolo con Ernesto Olivero
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“QUESTA E’ COLEI CHE MI SALVO’ED IL CUOR MI RUBO’ ” (Beato Luigi
Boccardo)
dioso di Cri-sto), si quali-fica anchecome squisi-tamente
ma-riana.Il suo amore aMaria SS. eradettato anchedal
singolareprivilegio dicui era statooggetto”.Vogliamo farc o n o s c
e r equesto “singo-lare privilegio”tramite la bio-grafia “Un
mae-stro del clero:Luigi Boc-cardo”, scrittanel 1991 dalbiografo
Don Cesare Fava, che fuanche Rettore del Santuario di Cri-sto Re,
fatto edificare proprio dalnostro Beato Padre Luigi.“Il seminarista
Luigi Boccardo eramodello nello studio e sempre clas-sificato nei
primi posti (…). Egli,
Fiamma di Carità12 Fiamma di Carità 13
della permanenza nel Seminario diGiaveno (TO) conservò
sempreun’impressione così lusinghiera,che non esitava ad affermare
chegli anni passati a Giaveno furono ipiù belli della sua vita, più
belli an-cora di quelli passati nella casa pa-terna, il che è tutto
dire. Visse inpieno l’entusiasmo che suscitavanei giovani chierici
il Can. Aniceto,Rettore, che il futuro don Luigiconservò per sempre
in quel suomodo personale di esprimersi, chepiacque a molti.Questo
periodo è segnato da unaparentesi, che poteva anche esserefunesta.
Luigino fu colpito dal tifo,ritenuto a quei tempi malattiagrave,
che spesso lasciava lo stra-scico di complicazioni difficili
darisolvere. Fu necessario avvisare lafamiglia. Accorre la mamma.
Allaquale il Can. Aniceto non vuole na-scondere la gravità del
caso. Erabene amministrargli l’Olio santo. Non per mancanza di
fede, ma perla sconfinata fiducia che ella avevanella Madonna, la
mamma si op-pose: “Luigino non muore!”. Avevaportato con sé l’acqua
di Lourdes ene diede un bel sorso da bere al-l’infermo. Non come
talismano, macome manifestazione di fede, sor-retta da una
preghiera composta efervorosa. Il malato accenna a ri-
prendersi. Chiede un’altra cucchia-iata d’acqua: l’occhio si
ravviva, ilrespiro si fa più uniforme, le labbrasi atteggiano ad un
pallido sorriso.Luigino sembra rinato!Passate le tre settimane di
trepidaattesa, il miracolo non sembra piùimpossibile. La ripresa è
rapida, laguarigione è completa, le temutecomplicazioni non ci
sono. Ritor-nato in vita, Luigi è però molto de-bole, dimagrito…
Quando icompagni lo rivedono in cortile, re-stano impressionati per
la sua an-datura traballante. Tra i seminaristice n’è uno che ha
qualcosa in co-mune con il buon Garrone del libro“Cuore”. Quel
ragazzone è il buonsamaritano del corso. Forte com’è,si prende il
malatino sulle spalle elo porta in trionfo in mezzo ai com-pagni
plaudenti. Il più felice di tuttiè Luigino, che trova un efficace
ri-costituente nella cordialità degliamici.Il Can. Aniceto,
commosso, im-provvisa un discorsetto per presen-tare Luiginocome un
beldono della Re-gina dei Pirenei.Anche Luiginolo sa, e per
nondimenticarlo,divenuto prete,scriverà, su
Statua della Madonnina che ilBeato Luigi Boccardo
teneva nella sua camerae davanti alla quale pregava.
Il Beato Luigi Boccardo, con il fra-tello anch’egli Beato,
GiovanniMaria, sacerdoti diocesani torinesi,amavano teneramente la
VergineSS. e fin dall’infanzia la pregavanonella loro numerosa
famiglia.Spesso, coi piissimi genitori, spe-cie la mamma
Giuseppina, si reca-vano in pellegrinaggio, a piedi, neisuoi
Santuari cari ai torinesi, comela Consolata e Maria Ausiliatrice.
Il canonico Luigi Boccardo, in par-ticolare, ebbe la gioia e la
consola-zione di vivere per ben trent’annipresso uno dei suoi
Santuari più ve-nerati ed amati, proprio la “Conso-lata”, dove fu
professore, maestrodel clero torinese apprezzato e ri-cercato, ma
soprattutto confessoree direttore spirituale molto illumi-nato: il
suo confessionale era il N.2 nel Santuario della Consolata. Scrive
il IV Censore Teologo nella“Relatio Super Virtutibus” dell’al-lora
Servo di Dio Luigi Boccardo,datata 15 novembre 2002:“La
spiritualità del Beato LuigiBoccardo, oltre che
essenzialmentecristocentrica e fortemente agapica(è il cantore
dell’Amore misericor-
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Fiamma di Carità14 15Fiamma di Carità
L E A T T E N Z I O N I D I M A D R E G A E T A N A
Ecco le parole della signoraMaria Teresa Acerbi-Ropolo.
Saluzzo, 28 gennaio 1999 (…) La ringrazio molto, SuorLivia,
della Sua lettera… dove michiede se ho ricordi della
Reveren-dissima Madre Gaetana. Di ricordine ho tanti tanti, ma
penso non in-teressino per il questionario. Madre Gaetana ha sempre
avutotanta considerazione della mia fa-miglia, e di questo ne sono
orgo-gliosa. Sia ancora dal mio nonnomaterno, dal 1884 fornitore e
be-nefattore (dell’Ospizio di Panca-lieri, n.d.r.), poi dai miei
genitori,nel 1922, febbraio, sono nata io;dopo i primissimi anni,
avendoun’attività commerciale, da quandoho avuto 4 anni, nei
periodi dimaggior lavoro, per non lasciarci
abbandonate mio papà ci mandava“all’Ospizio” per tutto il
periodo.E sono stati giorni belli, molto in-teressanti, come si
esprimerebberoi bimbi di oggi. Ricordo bene il“professato” (sala di
comunitàdelle Suore), la Suora che faceva leOstie, quei buoni
ritagli; altreSuore stiravano, cucivano, e si pre-gava sempre; poi
la lavanderia.Dopo due anni venne anche miasorella – io ne avevo
già sei – edogni tanto la Madre passava di lì:avevo l’impressione
che le Rev.deSuore provassero un grande sensodi rispettosa
soggezione ogni volta,per noi era diverso. Anche quando eravamo in
cucinasedute su una di quelle panchettebassissime, cercavamo di
pelar pa-tate, sgranare fagioli, asciugarequalche posata. Ricordo
quelle
Verso la fine di luglio u.s. è deceduta Maria Teresa Acerbi ved.
Ro-polo, pancalierese di nascita. Qualche giorno dopo la sua
morteho letto una lettera che lei stessa aveva inviato a Suor Livia
Picci-nali, postulatrice della Causa di Canonizzazione dell’allora
Servadi Dio, ora Venerabile, Madre Gaetana Fontana. E’ uno
scrittosemplice, che permette però di scoprire, se ancora ce ne
fosse bi-sogno, lo stile di vita amorevole ed accogliente di Madre
Gaetana.
Mario Belmondo, Pancalieri
un’immagine della Madonna diLourdes fatta preparare
apposita-mente da lui: “Questa è Colei chemi salvò ed il cuor mi
rubò”. (Cfr.Fava Cesare, o.c., pp. 47-48).“Il segreto della santità
di donLuigi Boccardo fu la devozionealla Madonna - (così il VI
Consul-tore Teologo, p. 56 della Relatiosulle Virtù) -come
testimonia laformula della consacrazione aMaria SS. composta dal
Servo diDio l’8 giugno 1884, giorno dellasua prima Messa” (dopo la
solenneOrdinazione presbiterale nelDuomo di Torino il 7
giugno).Sarà pellegrino a Lourdes per ben trevolte: nel 1900, nel
1908 col fratellodon Giovanni M. Boccardo, e nel1915. Tra gli
Scritti del Beato Luigi Boc-cardo troviamo i seguenti
proponi-menti:“Devozione a Maria SS. Io devoaverla tenerissima: 1.
Perché miguarì miracolosamente coll’acqua diLourdes… 2. Perché sono
addetto alSantuario di Maria SS. Conso-lata…”.Quanto fosse accesa
la sua devo-zione alla Madonna viene sottoli-neata da quanti
l’hanno conosciuto,che affermano: “La devozione allaMadonna don
Luigi l’aveva pro-prio nel sangue…” “Pari alla suadevozione al SS.
Sacramento era
quella verso la Madonna”.“Aveva per Maria SS. una devo-zione
filiale: sentiva che la Ma-donna era veramente una Madreper lui.
Questa devozione marianala manifestava abitualmente e latrasmetteva
a tutti coloro che avvi-cinava”.Tra i suoi impegni di
apostolatoc’era quello di far amare la SS. Ver-gine. Anche a costo
di sacrificiocercava di predicare tutte le sere delMese di Maggio,
la Novena del-l’Immacolata e della Madonna diLourdes”. “L’argomento
sullaMadre di Dio dava alla sua parolaaccenti particolarmente vivi
ed inquesta occasione gli venivanospontanei appellativi ed
invoca-zioni che dimostravano il suogrande amore per lei”. (Cfr.
Rela-tio, o.c., pp. 37-38).Coi suoi Scritti (es. la Novena
Dog-matica a Maria Immacolata, editanel 1932), con le sue omelie,
con-ferenze, preghiere ma soprattuttocon la sua santa vita
sacerdotale, ilBeato Luigi Boccardo, definito “ilprete sempre
prete” e “il cantoredella divina Misericordia” testimo-niò il suo
ardente amore e il suo af-fidarsi sempre alla VergineSantissima,
Madre della Chiesa,dei sacerdoti; Madre nostra e ditutte le
genti.
Sr. L. P.
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14
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Fiamma di Carità16 Fiamma di Carità 17
Ricordo bene che non fosse pas-sato tanto tempo dopo
questagrande festa, la Madre si ammala ecome vedo nel quadro
cronologicoera infatti il 25 marzo 1935, giornodell’Annunziata,
data più che si-gnificativa, ricordo che faceva an-cora freddo, il
giorno del funerale,un nuovo grande avvenimento,tutta Pancalieri
ora era triste! An-cora una volta si vedeva cosa siprovava, ancora
una volta tanti tor-pedoni han portato tanti forestieri,ma tutto
l’insieme era triste per laperdita della Madre, si dicevatroppo
presto e troppo in fretta!Come vorrei essere capace (ad)esternare
la mia immutata gratitu-dine, per quanto abbiamo ricevutoda Madre
Gaetana e tutte le Suoreche ho conosciuto! Molto soventemi torna
alla memoria quanto hoqui scritto, e cosa provo vedendouna Suora
Gaetanina. Non mi co-noscono ma ci intratteniamo ugual-mente, ho
vissuto 45 anni dove cisono dette Suore. Più volte sonostata in Via
Giaveno 2 in Torino(Casa Generalizia dell’Istituto,n.d.r.), i miei
ci sono stati tantis-sime volte. (…) Ne avrei di cose da
raccontare,per una giornata. Questi ricordi an-
cora mi accompagnano e mi stimo-lano a ricordare Madre Gaetana
etutte le Suore che ho conosciutonelle mie povere ma sincere
pre-ghiere. Così per tutte le Suore cheoperano oggi, per il bene di
tutti.Con loro spero anch’io e pregoperché Madre Gaetana sia
prestobeatificata, credo proprio che Diolo vorrà. Inizio ufficiale
Causa 20 Novem-bre 1998 - 20 Novembre (1945) -data del mio
matrimonio. Non tuttoè solo per caso, ne sono certa.Scusi il mio
scritto e la mia ma-niera di esprimermi. Leggo pocoper la mia vista
ma è mio vero de-siderio e piacere leggere quanto miha inviato.
Grazie.Coi più rispettosi saluti e pensieri.
M. Ropolo
Confermo con giuramento quantocontenuto in questa mia lettera.19
febbraio 1999 – Saluzzo (CN)
Acerbi-Ropolo Maria Teresa.
Cfr.: TESTIMONIANZA DI ACERBI – ROPOLOMARIA TERESA SULLA SERVA
DI DIO MADREGAETANA FONTANA ora VENERABILEINCHIESTA DIOCESANA DI
TORINO – TESTE 44°(Cfr. Sommario dei Testi, pp. 266 271).
grosse pentole in fun-zione, anche qui sipregava,
ricordol’insieme di sere-nità che avvertivo,pur piccola co-m’ero;
anche ve-dere la Madrepassare, che grandeatmosfera di rispetto,e
per noi, quel suo sor-riso diverso ed una carezza.Alla sera poi in
dormitorio, dove illetto delle Suore era riparato dacandide tendine
bianche (non mirendevo conto dell’ora), ancorauna volta la Madre
veniva pre-gando, pensavo fosse sempre l’ul-tima, proprio come
fanno lemamme, prima si assicurano chetutto sia a posto. La Madre
si inte-ressava ancora a noi, ho ben pre-sente quello sguardo
pacato edolce; nella mia fantasia la imma-ginavo una regina tanto
buona ve-stita da Suora.Questo nostro soggiorno periodicoè durato
fino ai miei nove anni, 7Enrica, mia sorella.Ai nove anni intanto
cominciavoad essere utile in casa e in negozio,era nato mio
fratello (1928). Es-sendo maschietto non lo accetta-
vano all’Ospizio; i mieihanno dovuto ripie-
gare diversamenteed a malincuore.Perciò più nienteOspizio. Non
hodetto che noisiamo state privile-
giatissime. Nes-sun’altra famiglia ha
avuto questa fortuna.Penso ci sia ancora Suor
Biagina che ben ha conosciuto inostri genitori da sempre;
comun-que abbiamo continuato a frequen-tare, io mi sentivo un poco
come acasa, la domenica pomeriggio, poi,il canto, le recite, scuola
di ricamo,ecc.Ricordo come fosse ieri i festeg-giamenti, penso, se
ricordo bene,per il 50° di fondazione dell’Ospi-zio (1934, n.d.r.),
la protagonista laRev.ma Madre, la grande recita,l’orchestra “delle
povere cieche”,orchestra con tanti elementi, ri-cordo bene la prima
volta che hosentito la sinfonia del Barbiere diSiviglia, anche
questo non ho di-menticato. Quel giorno vi eranotanti forestieri,
giunti nei torpe-doni, Pancalieri era festa, e ciò siavvertiva
nell’aria, nelle persone.
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INCONTRI x GIOVANI
16/30 anni - 2015-2016
31 Ottobre 2015:
Serata di Preghiera nella Nottedei Santi - ore 21.00-23.30
12 Dicembre2015:
Torino - ore 09-17.0013 Febbraio 2016:
Torino - ore 09-17.0019 Marzo 2016:
Giornata di Gioiadalle 14.00 alle 22.00
9 Aprile 2016:
Torino - ore 09-17.00
(dare l’adesione 15 giorni prima)
Esperienze - Riflessione
Preghiera - Musica - Dialogo - Festa
PER INFO e per dare l’adesioneSuor Rosanna: 011 851567
Via Giaveno 2 Torino www.suoresangaetano.it
Fiamma di Carità 19Fiamma di Carità18
GIOVANI
R
IP
A
RTIRE C
ON GIOIA
esperienze esperienze esperienze esperienze esperienze
Eccoci pronti a ripartire con entu-siasmo e gioia, per i vari
appunta-menti.Quest’anno sarà tutto dedicato altema della
Misericordia. Dice PapaFrancesco: “Abbiamo sempre biso-gno di
contemplare il mistero dellamisericordia. E’ fonte di gioia, di
se-renità e di pace. Nella misericordiaabbiamo la prova di come Dio
ama”.( Misericordiae Vultus)Dopo la nostra Assemblea Generale(
Intercapitolo) la nostra equipe vo-cazionale si sta rinnovando e
riorga-nizzando a pieno ritmo. Vogliamoinfatti, vivere con i
giovani che in-contreremo, una nuova avventura
fatta di condivisione diesperienze, di momenti di
riflessionevissuti insieme, di ascolto, e soprat-tutto di
preghiera, nella gioia pro-fonda di sentirsi tutti fratelli,
figliamati immensamente da Dio nostroPadre. Qui infatti, ha origine
la veragioia: “ Come il Padre ha amato me,così anch’io ho amato
voi: (ci diceGesù) Rimanete nel mio amore”.(Gv 15,9)Quando
accogliamo l’amore di Dio,la nostra vita inizia a cambiare. Il
se-greto sta proprio nel “Rimanere nelsuo amore”.Insieme con i
giovani che vorrannocondividere con noi la gioia di sen-tirsi amati
dal Padre, ci disponiamo aripartire, nel cammino della vita.
Ri-maniamo in Lui e camminiamo sul-l’esempio dei santi i quali,
nonhanno fatto altro che gustare l’amoredi Dio in ogni
situazione.Gli appuntamenti rivolti a voi gio-vani li potete
trovare in queste pa-gine ed anche sul nostro Sito. Visegnaliamo
innanzitutto l’appunta-mento della G.M.G. che quest’annopastorale
si svolgerà dal 26 al 31 Lu-glio 2016 in Polonia a CRACOVIA
(Patria di S. Giovanni Paolo II e diS. Faustina). Questo evento
sarà de-dicato al Grande Giubileo dei gio-vani e avrà come titolo:
“ Beati imisericordiosi perché troverannomisericordia”. Ritengo che
la condi-
visione dell’amore per Gesù e la pre-ghiera gioiosa di questi
giorni di in-contro, siano la garanzia diun’esperienza meravigliosa
ed indi-menticabile.
Suor Rosanna
Da PAPA FRANCESCO una consegna:
Vivere in “uscita”ricordando che amare è servire
Incontro della G.d.G. vissuta a Torino
Giornata vissuta con PAPA FRANCESCO
Riflettendo Insiemesull’Amore Più Grande
si scopre il segreto della vera gioia
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Fiamma di Carità 21Fiamma di Carità20
Un giorno qualunque...R a c c o n t o R a c c o n t o R a c c o
n t o R a c c o n t o
“Mamma, guarda!”, esclama Marta, labambina di sette anni. “Già,
già!”, mormorò nervosamente ladonna mentre guidava e pensava
alletante cose che l’attendevano a casa.Poi seguirono la cena, la
televisione, ilbagnetto, varie telefonate e arrivòanche l’ora di
andare a dormire.“Forza, Marta, è ora di andare a letto!”.E lei si
avviò di corsa su per le scale.Stanca morta, la mamma le diede
unbacio, recitò le preghiere con lei e leaggiustò le
coperte.“Mamma, ho dimenticato di darti unacosa!”.“Me la darai
domattina”, rispose lamamma, ma lei scosse la testa.“Ma poi
domattina non avrai tempo!”,esclamò Marta.“Lo troverò, non
preoccuparti”, dissela mamma, un po’ sulla difensiva.“Buona
notte!”, aggiunse, e chiuse laporta con decisione.Però non riusciva
a togliersi dallamente gli occhi delusi di Marta.Tornò nella stanza
della bambina, cer-cando di non far rumore. Riuscì a ve-dere che
stringeva in mano deipezzetti di carta.Si avvicinò e piano piano
aprì la manodi Marta. La bambina aveva stracciatoin mille pezzi un
grande cuore rosso
con una poesia scritta da lei e che siintitolava: Perché voglio
bene alla miamamma. Facendo molta attenzione re-cuperò i pezzetti e
cercò di ricostruireil foglio. Una volta ricostruito il puzzle
riuscì aleggere quello che aveva scritto Marta: “Perché voglio bene
alla miamamma. Anche se lavori tanto ehai mille cosa da fare, trovi
sem-pre un po’ di tempo per giocare.Ti voglio bene mamma perchésono
la parte più importante delgiorno per te”.Quelle parole le volarono
dritto alcuore. Dieci minuti più tardi tornònella camera della
bambina portandoun vassoio con due tazze di cioccolatae due fette
di torta. Accarezzò tenera-mente il volto paffuto di Marta.“Cos’è
successo?” chiese la bambina,confusa da quella visita not-turna.“E’
per te, perché tu sei laparte più importantedella mia giornata!”.La
bambina sorrise,bevve metà della cioc-colata e si
riaddor-mentò.
Bruno Ferrero
Chi è la parte più importante della tua giornata? Da
Montesanpietro (FM)
Lo scorso 9 luglio il papà di SuorLivia, Antonio Flamini, ha
com-piuto 100 anni. Per festeggiare lalieta ricorrenza i suoi
familiarihanno organizzato una bella festaa cui hanno partecipato
parenti,amici e le locali associazioni diCombattenti e Reduci.A
sorpresa ha partecipato allafesta anche la Fanfara dei Bersa-glieri
di Ascoli Piceno che, piumeal vento, ha suonato in onore
del-l'allegro centenario.
Papà Antonio compie 100 anni.Auguri!
Al termine della festa, Antonio havoluto ringraziare
personalmentetutti i partecipanti.
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“Camminiamo tutti uniti.
Prendiamoci cura gli uni
degli altri, prendetevi cura
tra di voi, curiamo la vita,
curiamo la famiglia,
curiamo la natura,
curiamo i bambini,
curiamo gli anziani…”.
(Papa Francesco)
“Dove ci sono i religiosi,
lì c’è gioia!...”
“Non cediamo mai alpessimismo e alloscoraggiamento.
Abbiamo la fermacertezza che lo Spirito
Santo dona alla Chiesa, colsuo soffio possente, il
coraggio di perseverare”.
“Non dobbiamo avere
timore della bontà,
della tenerezza…”.
Sprazzi di Vita
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Fiamma di Carità 2524 Fiamma di Carità
da Chialamberto (TO)
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Grazie Suor Maria Francesca!
In occasione della Messa in suf-fragio di Suor Maria
Francescanella Cappella della “Casa di Ri-poso San Giuseppe” di
Chialam-berto si sono reincontrate leragazze, ormai sposate, che
dal1963 al 1972 avevano formato illaboratorio di “Maglieria” con
laspecificità di calze da bambinoche forniva diversi negozi di
To-rino.Questo lavoro veniva pagato acottimo e regolarmente
retribuito
con regolare versamento di con-tributi.Era una risorsa
importante per leragazze del territorio che, oltre adimparare un
mestiere, potevanoessere di supporto alle famiglie egodere di una
piccola indipen-denza economica.Cosa importantissima per
tuttel’accompagnamento spirituale diSuor Maria Francesca che era
perognuna di loro un punto di riferi-mento e di accoglienza.
Come segno di gratitudine le ex lavora-trici hanno devoluto
un’offerta per le no-stre Missioni. Grazie
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Nell’incontrarsi non hanno che potuto rin-novare un grande
GRAZIE alla loro MAE-STRA non solo di lavoro ma anche di vita eun
rimpianto per tutte le volte che l’avevanocontrariata.
Le Ex Allieve
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banchetto enogastro-nomico con tante spe-cialità regionali, e
laFesta è stata allietatacon i canti regionaliproposti dal “Coro
Ar-temisia”.Per la festa di “SanGaetano” è stata orga-nizzata una
deliziosa“anguriata” a cui sonostati invitati i parenti
degli ospiti, bambini evilleggianti. La festa è stata animatada
un mago che ha coinvolto gliospiti e gli invitati in divertenti
gio-
Questa estate nella nostra Casa diRiposo abbiamo trascorso degli
alle-gri momenti di Festa a partire da giu-gno con “La
FestaItaliana”che è stata laconclusione delle atti-vità di
animazionesvolte dall’educatricedurante l’anno dovegli ospiti hanno
vir-tualmente visitato leregioni italiane e co-nosciuto tutte le
varieculture e tradizioni. Inquella occasione èstato allestito un
ricco
servizio ci-vile, l’edu-catrice e iv o l o n t a r ihanno
alle-stito le salecon cartel-loni coloratiricchi difoto:
daicompleannidegli ospiti,alle attivitàeducative,dalle festeai
progettifuturi alfine di testi-moniare le
diverse atti-vità che gli ospiti svolgono all’in-terno della
struttura.
I ragazzi del Servizio Civile
Fiamma di Carità 27Fiamma di Carità26
chi di prestigio. Il 14 agosto abbiamoorganizzato come
consuetudine lagiornata di “Porte Aperte”, un occa-sione per
conoscere la strut-tura e le diverse attività chesi svolgono al suo
interno.Quest’anno nel percorso divisita si è dato
particolarerisalto ai nostri fondatoriGiovanni Maria Boccardo,Luigi
Boccardo e la Vene-rabile Madre Gaetana Fon-tana presentando
aivisitatori la loro spiritualitàPer l’evento i ragazzi del
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
da Chialamberto (TO)
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Notizie estive dalla Casa di RiposoSan Giuseppe di
Chialamberto
“Coro Artemisia”
Gli ospiti partecipano al canto.
Il Sindaco di Chialamberto, Adriano Bonadé.A sinistra la
Dott.ssa Laura Peirolo
e il Cons. Reg. Valle Daniele,a destra l’Ass. Com. Aimo Boot
Alessandra
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Fiamma di CaritàFiamma di Carità28 29
da Montaldo Scarampi (AT)
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Archiviate le fatiche scolastiche, allafine di giugno, inizio
luglio, per 4settimane, e per la prima volta aMontaldo, abbiamo
deciso di intrat-tenere i bambini delle scuole ele-mentari e più
piccoli del paese, neilocali di “Casa Squillia”, di frontealla
chiesa parrocchiale. I locali sulla piazza sono diventaticosi sede
di varie iniziative, organiz-zate da Sr. Domenica, dalla
maestra
QUESTA ESTATE A MONTALDO SCARAMPI
Carla, da Paola e con l’aiuto delleanimatrici Marika, Elena e
Alessan-dra che hanno unito le loro forze perquesto nuovo impegno
educativo.Dal lunedì al venerdì, le attività con-sistevano nello
svolgere i compitidelle vacanze, attività manuali e diteatro e
anche spazio per le attivitàsportive svolte all’aperto nel
cam-petto , dove i bambini si divertivanoun mondo a dare quattro
calci a un
da Pancalieri (TO)
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Nella solennità del “Corpus Domini”,Gesù Eucaristico è partito
dalla Par-rocchia e dopo aver percorso alcunevie del paese ha fatto
una meravi-gliosa tappa davanti alla Casa di Ri-poso “BEATO
GIOVANNI M.BOCCARDO” in via Roma 11. Eranoad accoglierlo tutti gli
Ospiti dellaStruttura, chi in carrozzella, chi inpiedi, chi sulla
sedia. A guardarli sem-brava di vedere un giardino di “fiori”tutti
pronti per onorare Gesù Eucari-stico.E’ stata data la solenne
benedizioneche ha dato gioia a ciascuno ed a tutti.Poi la
processione, molto affollata èripartita con Gesù per riportarlo nel
ta-bernacolo parrocchiale.Ringraziamo quelli che si sono pre-stati
offrendo i fiori e confezionandole magnifiche composizioni per
pre-parare l’accoglienza più bella a uncosì grande Ospite, è stato
un donoprezioso che ha lasciato un segnoricco di gioia in tutti i
nostri cuori.Grazie Gesù, la tua presenza Eucari-stica è sempre un
dono insostituibile!Resta sempre con noi.
Suor Paola Dall’Alba
Un incontroimportante!
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Fiamma di Carità 31Fiamma di Carità30
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
“Maria, donna bellissima...”E’ Don Tonino Bello vescovo
diMolfetta che a lei si volge e cantaogni sfaccettatura della
bellezzadi Maria, raccogliendo tutti iversi che i vari poeti,
antichie moderni, hanno volutoesprimere: e i vari ritornelliche
ogni popolo fa risuonarenelle sere di maggio davantia una cara
immagine dellaMadonna: “Vergine bella…”“O bella Regina …” “Mira
iltuo popolo o bella Si-gnora…” “Non vi è stella piùbella di te…”
“Tota Pulcra =tutta bella sei o Maria…”. Negli anni la preghiera
marianaitinerante durante il mese di mag-gio diventa una tappa
importantedel cammino spirituale dellagente, è un appuntamento
quoti-diano con la Madre.È stato bello durante il mese dimaggio,
come ogni anno, parteci-pare al coro di voci e di affetto cheil
popolo intona davanti alle iconedi Maria, sparse lungo le vie,
per
da Montaldo Scarampi (AT)
i sentieri, o nelle edicole che nu-merose si incontrano nei
crocic-chi delle strade di montagna.
Maggio mese delle rose, mese diMaria, mese di filiale affetto
aMaria a cui ogni figlio nelle piùdisparate situazioni si rivolge
conimmutata fiducia e ogni sera ve-niamo a lei, con un mazzo di
rosee la corona tra le mani. Anche a Montaldo il cammino
dipreghiera nei vari rioni, e la chiu-sura del mese con la
Madonnina inprocessione lungo il corso princi-pale, ricca di
semplicità e di amore.
stose merendine con dolcetti casa-linghi. I bambini sono stati
insieme a tantiamici per vivere un’estate tutta di-versa in
amicizia, dove ci sono statimomenti di impegno e di svago,
so-prattutto a saper giocare insieme, arendersi conto che per un
bel gioco èimportante collaborare.Ci proviamo a continuare questo
belprogetto a settembre con tante ini-ziative nuove sempre più
originali eben curate per crescere, impararetante cose belle e
divertenti.
Alessandra Gallo
pallone. Mentre al sabatocon Davide, maestro di ba-sket, hanno
sperimentatovari esercizi di disciplinasportiva.E’ stato molto
bello ve-dere il gruppetto dellebambine interessarsi con impegno
adapprendere le prime nozioni di cu-cito, ricamo, maglia e
uncinetto.Il risultato di queste settimane è statopiù che
apprezzato sia dai bambiniche vi hanno partecipato, sia dallemamme
che hanno animato e hannocollaborato nella preparazione di gu-
C r o n a c a C r o n
FIAMMA_n°3 lug_sett2015:fiamma_new_lay_out 2-10-2015 8:33 Pagina
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Fiamma di Carità 33Fiamma di Carità32
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Le preghiere (traduzione)
Non sono portato per rimasticare dei rosariNé per pregare
restando in ginocchio Ai baciapile sono contrario E’ un po’
ridicola la mia devozione.Alla sera coricandomi, nel mio
lettoFaccio abitualmente il segno della croce Mentre il mio sguardo
si posa su un quadrettoDella Madonna che mi guarda sorridente.“Ave
Maria” le dico nella mente ..Ma il suo sguardo non è interrogativo
“piena di grazia” mi riprendo subitoMa lei pronta: “sei stato
cattivo?”Colto di sorpresa devo abbassare gli occhi ..“Il Signore è
con te “ seguito a pregare,intanto metto la testa sotto le lenzuola
ed inizio a fare l’esame di coscienza …Succede sovente che mi
prende il sonno tranquillo mi addormento al punto che sono,resta
interrotta la mia “Ave Maria”e l’esame di coscienza va a carte
quarantotto
Ma la Madonna continua a guardarmi E il suo sorriso trapassa le
ombre nere(della notte):“ Poveruomo, neppure sa pregare…Però si
ricorda di me tutte le sere.”
Ci avviciniamo ormai al 15 agosto:Festa di MARIA ASSUNTA INCIELO
Festa antichissima che risale al VIsecolo in omaggio a un titolo
ma-riano che la pietà popolare ha dasempre attribuito a Maria e
chepapa Pio XII sancì con dogma il 1novembre 1950.E penso ai tanti
villeggianti che,magari stanchi e delusi, in cerca diriposo e di
natura, approfittano diquesto periodo per una dimensionepiù
contemplativa e dedicare unpo’ di tempo con calma alla rela-zione
con Dio.Leggo sul giornale di una simpa-
Son nen tajà per armastiè ‘d rosari,Né per preghè restand an
ginojon,ai basabalaustre i son contrarie a l’è ‘n po’ drola la mia
devossion.
A la seira, cogiandme ‘nt el me let, ‘l segn dla cros lo fas
abitualmènt,mentre ‘l me sguard as pòsa s’un quadrètdla Madòna
ch’am guarda sorident.
“Ave Maria” con la ment i dijo…ma ‘l so sguard a l’e pà
‘nterrogativ.“piena di grazia” subit i m’arpijo…ma chila pronta:
“il ses stait cativ?”.
Ciapà ‘d sorpreisa am toca bassè j’euj….“il Signore è
teco”seguito a preghè,antant fico la testa ‘nt ij lenseuje l’esame
de cossiensa im buto a fè… succed sovens cha la seugn a-m
pija…tranquil m’andeurmo a la mira chi son,resta interota mia Ave
Marial’esame ‘d cossiensa a và a baron.
Ma la Madòna a-m continua a guardèe so soris a fora j’ombre
neire:“Pòr bonomass, a sa gnanca preghè...Però, as ricòrda ‘d mi
tute le seire”
Umberto Giordano
C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a C r o n a c a
Trascriviamo una poesia in Piemontese, che dice bene come
siamofatti noi, ma soprattutto vediamo il cuore di mamma della
Madonna:
J’orassion
tica iniziativa ormai costante. Pregare insieme il S. Rosario
sullaspiaggia lasciando che a condurrela preghiera siano i colori
del tra-monto e il suono piacevole delleonde del mare che
s’infrangonosugli scogli. Luoghi dedicati abi-tualmente alla
spensieratezza e allosvago, utilizzati come spazio perl’intimità
profonda con Dio. Alla Vergine portano il loro cuorecosi com’è, e
al suo sguardo diMadre nessuno nega un bacio, unsegno di riverente
affetto. Sicuri ditrovare il suo sguardo d’amore.
Suor Domenica Larocca
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35Fiamma di Carità34
MISSIONI
Missionari - Missionedal Benin
Questo è lo slogan del mese mis-sionario ottobre 2015. E’
bellopensare come lo zelo per la mis-sione, lo zelo per annunciare
e vi-vere la Buona Novella, sia statoaccolto e diventi annuncio e
vitanei Sacerdoti delle Giovani chiese.Nei giorni dal 3 all’8
settembre2015, è stato con noi un giovane
sacerdote: Padre Gildas Hazoumeche proviene dal Benin. Ci ha
resepartecipi della sua vita nel mini-stero sacerdotale, con le
difficoltàper spostarsi nelle 12 cappelledella parrocchia, ma
concludeva:“E’ bello! Si prova tanta gioia!”.Ha celebrato con noi
la Festa dellaNatività della Vergine Maria e poi
DALLA PARTEDEI POVERI preghiera e offerta per le giovani
chiese
è ripartito, pensando già alla suamissione, con gioia tra i suoi
fra-telli.La stagione delle piogge rende dif-ficile percorrere la
strada che portaai villaggi interni, ma lo zelo apo-stolico rende
leggere e superabilitutte le difficoltà.Ringraziamo p. Gildas per
il donodella sua presenza in mezzo a noi,e per la condivisione
della sua mis-sione. Ci fa tanto del bene sentiredal vivo il
racconto di un’espe-
mentre gli Augu-riamo tanta efficaciaapostolica con lapresenza
di Maria,Regina delle Mis-sioni, della quale P.Gildas è tanto
affa-scinato!
Suor Federica B.
rienza vissuta! Sosteniamo con lapreghiera la Missione di P.
Gildas,
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Fiamma di Carità36 Fiamma di Carità 37
La mattina presto sualcune moto siamopartiti dalla Missionedi
Fiata in Togo, perandare in Benin. Lanostra idea era quelladi
andare a trovareSuor Mireille e la suafamiglia. Arrivati allalaguna
siamo entrati apiedi nell’acqua fino araggiungere la barcache ci
traghettavasull’altra sponda in ter-ritorio del Benin. Ogni
occasione inAfrica è un’avventura e poi con SuorLuciana non ci sono
problemi insor-montabili, tutto si risolve. Un pezzo distrada a
piedi, abbiamo incrociato unadonna che vendeva scatolette vuote
cheun tempo erano state piene di carne eora erano diventate dei
rifiuti. L’Africanon butta via niente e tutto può servirea
sopravvivere.Ecco il fuoristrada che ci aspetta e di lìverso la
città di Cotonou capitale delBenin. Circa tre ore di viaggio con
qual-che breve sosta ai bordi della strada peracquistare dalle
donne locali l’ablò den-tro a dei sacchetti, che poi è un po’di
ERA TEMPO DI NATALEdal Togo
MISSIONI
polenta bianca: inAfrica si mangia cosìquando si viaggia. Acasa
di Suor Mireillegrande accoglienzaafricana.La mamma, il papà,suor
Mireille, un ta-volo imbandito contutto ciò che di megliopotevano
offrirci conla grande ospitalitàafricana.In un angolo, in bella
vista c’era su un leggio la bibbia apertacon la lettura del
giorno.E poi la piccola bimba della sorella disuor Mireille così
bella…Ma non è questo di cui vi voglio rac-contare.Poco prima di
partire di ritorno, mentreuscivano dalla casa suor Mireille miporta
in una camera accanto dove su undivano c’è un giovane uomo.- E’ mio
fratello - mi dice suor Mireille.Quindici anni fa, quando era
ancora ra-gazzo, appena uscito di casa ebbe un in-cidente e si
fratturò la gamba. Ingessato,senza accorgersi che sotto il gesso
c’eraun’infezione che a poco a poco sarebbe
Les jours d’Afrique - Les jours d’Afrique Les jours d’Afrique -
Les jours d’Afrique
entrata in profondità nell’osso fino a ri-durlo come ora nella
quasi immobilità.A nulla sono valse le cure con gli anti-biotici
assunte in ospedale con delleflebo, ormai l’osso della gamba era
di-ventato come un formaggio con i buchida cui fuoriesce liquido
infetto con do-lori indescrivibili per lui.Siamo tornati indietro
riportando allamissione suor Mireille che aveva finitole
vacanze.Non so perché lo feci, ma il giorno dopodissi a suor
Mireille di invitare alla Mis-sione il papà e la mamma affinché
por-tassero le radiografie della gambainfetta di suo fratello.In
Italia ho parlato con Madre TeresaPonsi, Superiora Generale delle
Suoredi San Gaetano, le ho raccontato la sto-ria di quest’uomo che
non aveva pran-zato con noi; forse per pudore, per nonvoler
mostrare la sua sofferenza diuomo malato, era rimasto in disparte
inuna stanza accanto.Madre Teresa disse solo: ”Andateavanti”.Con
suor Federica siamo andati tantevolte al CTO (ospedale
traumatologicopiù importante di Torino) per farci fareun preventivo
sui costi di un interventoortopedico, l’unica via per salvare
lagamba senza amputarla.Poi un giorno Madre Teresa mi chiamae mi
dice che la Caritas riferisce: inAfrica a Tanguieta Benin,
Ospedale“Fate Bene Fratelli”, esiste un centro
specializzato per questi interventi. SuorFederica contatta Frère
Florent il chi-rurgo ortopedico italiano a Roma per uncongresso.Poi
la storia corre così rapida che nonriesco a starle dietro con le
mie parole.Il fratello di suor Mireille viene operato,la gamba è
salva, non è stata amputata.Ieri sera con Skipe ho visto la
gambaguarita, si intravede solo una cicatrice.Lui cammina bene e
non soffre più.Grande festa alla Missione, con le suorec’è anche la
mamma di Christian e SuorMireille.Io mi sono commosso.L’Africa è
anche questo.Il fratello di suor Mireille si chiama Cri-stian, ma
forse anche questo era il nomedel servo di Cafarnao che era a casa
pa-ralizzato da terribili sofferenze. Il cen-turione pregò Gesù di
venire per il suoservo e Gesù gli disse – IO VERRO’ ELO
GUARIRO’-.
Dott. Franco Bertello
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Fiamma di Carità38 Fiamma di Carità 39
C'était la période de Noël.Tôt le matin on est parti avec des
motosde la MISSION de FIATA en TOGOpour aller au Benin.On avait
l'intention de faire visite àsœur Mireille et sa famille.Arrivés au
bord de la lagune on est ren-trés à pieds dans l'eau jusqu'à à
arriver àla barque qui nous emportera dans l'au-tre côté du
Benin.En Afrique, chaque occasion est unebelle aventure et en plus
avec Sr. Lu-cienne il n'y a jamais des problèmes
in-surmontables.Une fois parcouru un bout de route àpieds, nous
avons croisé une femme quivendait des petites boîtes vides que
unefois étaient pleines de viande et que au-jourd'hui
malheureusement sont deve-nue des déchets.L'Afrique ne jette jamais
rien et toutpeut servir pour la survie.Voilà le 4X4 qui nous attend
pour nousamener vers la ville de Cotonou, capitalde Benin.La durée
de voyage sera un peu prêt detrois heures avec quelques brèves
arrêtsau bord de la route pour acheter de l"abló" dans des sachets
par des femmesdu pays.L' abló est un genre de soupe blancheque en
Afrique on consume durant levoyage. Une fois arrivés à la maison
desœur Mireille il nous attendait un cha-
leureux accueil africain.Le père, la mère, sœur Mireille et
ungrande table plein de tous ce que l'Afri-que pouvait offrir du
beau, c'était legrand accueil africain.Dans un coin avec une belle
vue sur lelutrin il y avait la bible ouverte sur lalecture de cette
journée la. La petitenièce de sœur Mireille était vraimenttrès
belle et mignonne, mais ce n'est pasde ça que je voulais vous
raconter.Quelques minutes avant de quitter lamaison, sœur Mireille
m'a amené dansune chambre à côté où il y avait un fau-teuil avec un
jeune homme assis ..- C'EST MON FRÈRE - ...me disait-elle. Il y a
quinze ans, quand il était en-core garçon il a eut un accident qui
luia provoqué une fracture à la jambe.On lui a mît le plâtre sans
remarquerqu'il avait une infection qui petit à petita abimé l'os en
profondeur jusqu'à lui
Les jours d’Afrique - Les jours d’Afrique
Les jours d'Afrique réduire presque immobile.Le serôme et les
médicaments faîtes àl'hôpital n'ont pas guérir l'infection carl'os
était déjà devenu mou comme unefromage avec des trous de quelles
sor-taient un liquide infect qui lui provo-quait des douleurs
atroces.On est revenues de la maison et on aporté avec nous sœur
Mireille qui avaitterminé ses vacances.Le jour après, c'était plus
forte que moi,j'ai demandé à sœur Mireille d'inviterles parents du
jeune homme à la maisonpour leur demander de voir les
radio-graphies de la jambe infectée de leurfils. En Italie j'ai
parlé avec Mère Te-resa, j'ai lui raconté l'histoire de cejeune
homme qui n'as pas pu mangeravec nous, peut-être il avait honte de
semontrer en souffrance vue que il étaitun homme malade, il a
préféré rester àl'écart dans une chambre tout seul.La Mère Teresa
nous a encouragé àavancer. Avec sœur Federica on est allésplusieurs
fois à l'hôpital CTO ( hôpitaltraumatologique le plus important
àTurin) pour obtenir un préventif descoûts de l'opération
orthopédique, laseule solution pour sauver la jambe
sansl'amputer.Et un jour Mère Teresa m'appelle etm'informe que en
Afrique existait uncentre à Tanguieta Benin spécialisé ence type
d'interventions.Sœur Federica a contacté Frère Laurentle chirurgien
orthopédiste italienne à
Rome pour un congrès.Toute l'histoire a pris une rapidité queje
n’arrive pas a suivre avec mes mots.Le frère de sœur a Mireille
était opéré àla jambe et il a été sauvé sans que sajambe soit
amputé.Hier soir avec Skype j'ai pu voir lajambe guéri, j'ai vu
seulement une pe-tite cicatrice.Maintenant heureusement il
marchesans aucun douleur.Une grande fête à la mission avec
lessœurs, où était présent même la maman.J'était ému.L'Afrique est
aussi ceci.Le frère de sœur Mireille s'appelle Chri-stian peut-être
ce n'est pas une coïnci-dence parce quec'était aussi lenom de
servi-teur du Cafar-nao qui était àla maison para-lysé avec
dessouffrances ter-ribles.Le centurion aprié Jésus devenir voir
sonserviteur etJésus lui disait"JE VIENDRAIET JE LE GUÉ-RIRAI "
Dott FrancoBertello
Les jours d’Afrique - Les jours d’Afrique
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Fiamma di Carità 41Fiamma di Carità40
dal Candido Mota (San Paolo) - Brasile
MISSIONI
La Vita Missionaria in Brasile
B
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Ricordiamo nella preghiera di suffragio i nostri cari:•
Giovanni, fratello di Suor Adelaide Vincenzi;
• Teresa Racca, cugina della nostra Madre Teresa Ponsi;• Tonino,
cugino di Suor Maria Santina Passamonti;• Attilio Presotto, cugino
di Suor Livia Piccinali;
• Rocco Barbano, nipote di Suor Bianca Rossi (FGR);• Rita
Trentarossi, nipote di Suor Germana Garassino (già defunta);
• Maria Aparecida Da Souza, cognata di Suor Rosalia Cancio da
Silva (Brasile)• Romana Anselmo in Tamagnone, cognata di Suor
Marilena Tamagnone;
• Paola, mamma di Marinella, pronipote di Suor Mattea Osella
(già defunta);• Caterina Lombardo, mamma di Mauro Bovero (Gruppo
Amici dei Beati Boccardo);
• Don Enrico Perfetti, nostro benefattore di Porto San Giorgio
(FM));• Anna Maria Sea, mamma della nostra Dott.ssa Pignocchino
Patrizia;• Acerbi-Ropolo Maria Teresa, testimone nella fase
diocesana torinese
della Causa di Canonizzazione della V.le Madre Gaetana
Fontana.
“I nostri cari scomparsi, non sono degli assenti, ma solo degli
invisibili, che fissano i loro occhi pieni di luce nei nostri colmi
di lacrime...”
(Da: “Se mi ami, non piangere”)
Saremo grati a chi ci segnala i cambiamenti d’indirizzo, avendo
sempre cura di indicare il vec-chio recapito e di segnalare
l’indirizzo completo di via, numero civico, codice postale.
Avver-tiamo i Lettori che il 7 di ogni mese viene celebrata una
Messa per i Benefattori vivi e defunti.P. S.: Segnalare se
necessario anche il cognome del coniuge per evitare disguidi
postali.
N.B.: I dati e gli indirizzi per l’invio del giornalino “Fiamma
di carità” sono gestiti uni-camente dall’équipe di redazione e
spedizione della rivista e nel rispetto della legge196/03 i dati
personali dei nostri lettori non saranno oggetto di comunicazione o
dif-fusione a terzi se non per ciò che riguarda la spedizione del
giornalino. In ogni mo-mento potranno essere richieste modifiche,
aggiornamenti o cancellazioni.
Vogliamo esprimere la più sentita riconoscenza atutti i nostri
lettori che con le loro offerte, con laloro cordialità, con la loro
preghiera sostengonoquesto nostro semplice bollettino, che vuol
portarea chi lo accoglie un “piccolo seme di bene”.
I loro nomi sono scritti in Cielo!
Grazie!
Fiamma di Carità 43
Vuoi alimentare anche tu il bene che si fanelle terre di
Missione con la tua goccia?
Sarà la tua piccola offerta per la quale con i Fratelliti
diciamo GRAZIE! La tua ricompensa è nei cieli.
L’oceano è fatto di tante gocce d’acqua
In TOGO (AFRICA)1. Contribuire alla continuità del nostro
Di-
spensario S. Gaetano di FIATA, per l’ac-quisto di medicinali per
bambini e adulti,latte e alimenti per i bimbi in stato di
de-nutrizione.
2. Sostenere il nuovo Centro “CRISF”(Centro di Rieducazione e
InserimentoSociale a Fiata) per bimbi diversamenteabili e orfani;
per fisioterapie, apparec-chi ortopedici, ecc.
3. Sostenere le Famiglie in difficoltà permotivi di salute o di
lavoro, in partico-lare quelle colpite dall’AIDS.
In BRASILE1. Contribuire alla continuità della Casa di
Riposo in Candido Mota (San Paolo),per le necessità
indispensabili del vitto evestiario degli anziani poveri.
2. Sostenere lʼassistenza dei bambini po-veri e bisognosi con
lʼacquisto di ali-menti e medicine, materiale didattico eogni
necessità nella Crêche - scuola ma-terna di Candido Mota (San
Paolo).
In ECUADOR 1. Contribuire all’assistenza degli anziani e ma-
lati nel dispensario e nella visita alle famiglie.2. Partecipare
all’educazione dei bambini,
contribuendo al necessario aiuto per lascuola e il
sostentamento, così da avereuna crescita armonica di sviluppo per
unsereno domani.
SEMINARISTI e ASPIRANTI1. Aiutiamo i giovani che si preparano
alla
vita sacerdotale e religiosa e che sa-ranno i testimoni,
annunciatori del Van-gelo nella loro terra di Missione.
Attenzione! A chi desidera contribuire, chiediamo di specificare
chiaramente, nella causale delversamento, la Missione che si vuole
sostenere.
MODALITA’ DI VERSAMENTO
POSTA: Tramite bonifico postale presso Poste Italianedall’Italia
codice IBAN IT55 I076 0101 0000 0001 7159 781dall’Estero codice
IBAN IT55 I076 0101 0000 0001 7159 781 BIC: BPPIITRRXXXIntestato a:
Istituto Povere Figlie di San Gaetano I.A.A.D. Via Giaveno 2 –
10152 TORINO
BANCA: Tramite bonifico bancario presso Banca Prossima
dall’Italia codice IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019
757dall’Estero codice IBAN IT56 S033 5901 6001 0000 0019 757 BIC:
BCITITMXIntestato a: Istituto Povere Figlie di San Gaetano CTO -
I.A.A.D. Via Giaveno 2 – 10152 TORINO
PER INFORMAZIONI CHIEDERE di SUOR FEDERICA BATTISTELLATel. 011
85 15 67 – E-Mail: [email protected]
Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei
fratelli più piccoli,l’avete fatto a me.
(Mt. 25,40) GRAZIE!Suore “Povere Figlie di San Gaetano”
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ISTITUTO SUOREPOVERE FIGLIE DI SAN GAETANO
Via Giaveno 2 - 10152 TORINOTel. 011.851.567 - C.C. Postale
00362103
ATTENZIONEIn caso di mancato recapito inviare allʼufficio di
TORINO CMP Nordper la restituzione al mittente, che si impegna di
pagare la tassa stabilita.
Con permissione eccles.direttore responsabile
Padre Erminio Antonello
Registrato Cancelleria Tribunale diTorino n. 838 del
7-7-1953
Anno 59 - Luglio-Settembre“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione
in
Abbonamento Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n°
46) art. 1, comma 2, DCB Torino” nr 3/2015
Taxe perçue - Tassa riscossaTorino CMP Nord
« Costruiamoponti,non muri… »« Abbiamoil coraggiodi accorciarele
distanze…».Papa Francesco
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