Cod. VM1U1 Storia della Viticoltura Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano Rosario DI GAETANO Scuola Enologica di Conegliano
Cod. VM1U1
Storia della Viticoltura
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Origini
La vite in Europa esiste da 120 – 140 milioni di anni;
Molti sono i reperti archeologici che ci documentano la presenza, in
epoche lontane e prima della comparsa dell’uomo, gli antenati
dell’attuale Vitis Vinifera: V. Teutonica, V. Britannica, V. Sezannensis, V.
Artica, V. Praevinifera, V.Subintegra.
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Eocene 27 Miocene 12 Pliocene 12 Pleistocene 1
Era terziaria
CENOZOICO (~ 62 milioni di anni)
Era quaternaria
NEOZOICO (~ 1,01M)
NeoliticoOligocene 11
Archeozoico (2G) Paleozoico (370M)
Era primaria Era secondaria
Mesozoico (167M)Proterozoico (1G)
• Sin dalla comparsa dell’uomo sulla terra, età neolitica, ci giungono
prove di utilizzazione del seme di vite; e oggi si tende a far risalire al
Mesocene l’origine della viticoltura (9000 a.c.)
• Il metodo del 14C ha permesso di datare con sicurezza tra il 7000 e il
6000 a.c. reperti di questa antica coltura, tra i quali un torchio scoperto
presso Damasco.
• Nell’Egitto predinastico, 4000 a.c., il consumo del vino era riservato
alla nobiltà
• Dal 3000 a.c. la coltura della vite e la relativa produzione di vino si
diffondono nell’area del Mediterraneo: Sicilia, Sardegna, Spagna, Africa
Sett., ad opera dei Fenici prima e dei Greci dopo.
• Dopo il 1000 a.c. numerosi vini dell’Egeo acquistano fama e
importanza, e in Italia, ad opera degli Etruschi, la viticoltura si diffonde
nelle zone centro-settendrionali.
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Colonizzazione Fenicia Zone di commercio dei Greci
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Dal 3000 a.c. la coltura della vite e la relativa produzione di vino si diffondono nell’area del
Mediterraneo, e quindi anche in Sicilia, ad opera dei Fenici prima e dei Greci dopo.
Età Romana
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• Tra il 100 a.c. e il 250 d.c.
in coincidenza con l’espansione dell’Impero Romano, si diffonde molto la coltura della vite le cui ragioni vanno ricercate:
- nell’aumento di consumo di vino;
- nella disponibilità di manodopera fornita dagli schiavi;
- nell’aumento degli scambi commerciali
• La coltura viene diffusa in maniera razionale in Francia,
Spagna, Austria, Germania e in alcune zone dell’Inghilterra.
• In questo periodo la vite diventa la coltura più diffusa e il vino
caratterizza i banchetti della società romana (Falerno, Cecubo,
Caleno, Formano, Trifolino, Lucano, Massico, Setino, Albano).
•Nel 92 d.c. Domiziano emise l’editto che vietava l’impianto di
nuovi vigneti perché c’era carestia di grano e abbondanza di vino.
Espansione dell’Impero Romano
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•L’espansione
dell’impero
Romano ha
favorito la
diffusione
della vite in
tutto il bacino
del
mediterraneo
.
Età Romana
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•Anche le opere dei poeti latini sono influenzati
dall’importanza della vite e del vino, a cominciare da
Virgilio, Orazio, Ovidio, Giovenale, Marziale.
•Con la caduta dell’Impero di Occidente inizia il
declino di questa coltura che portò ad una drastica
riduzione della superficie coltivata a vite.
Medioevo
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•Dopo la caduta dell’Impero Romano la vite perde il primato di
coltura principale ma rimane sempre ben diffusa su tutto il
territorio, in particolare presso le istituzioni religiose (Benedettini,
Cistercensi, ecc.) perché il vino diventa indispensabile alla
celebrazione del rito cristiano.
•Dopo l’anno 1000 d.C. riprende con maggior vigore la
coltivazione della vite, molte varietà acquistano fama: Malvasia,
Vernaccia, Trebbiano, Greco, Ribolla e altri. Riprende
l’esportazione della coltura verso l’Europa centrale, e appaiono
trattati e citazioni in molte opere del tempo.
•Negli statuti Comunali di Treviso e Conegliano (1200-1300 d.C.)
figurano i vini: Greco, Pinella, Moscatello, ecc.
Rinascimento
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• Con la scoperta dell’America (1492) finisce il Medioevo, ma inizia un importante periodo per la diffusione della vite in tutta l’Europa. Fautore è
Carlo V che conquistando mezza Europa favorisce lo scambio tra i paesi mediterranei e quelli dell’Europa centrale. Sorgono le zone viticole delle
Fiandre, dell’Aquitania (tra cui la zona di Bordeaux).
•Dai grandi viaggi di Colombo giungono i primi prodotti di viti indigene della regione di Cuba, premessa all’introduzione di nuovi parassiti nel vecchio continente e alla rivoluzione nel campo viticolo.
•Altri territori vengono raggiunti dalla coltura della vite che:
- nel 1655 raggiunge il Sudafrica.
- nel 1788 l’Australia.
•Il periodo Veneziano (1300-1797) è favorevole al rilancio della coltura della vite: Tiepolo (1400) cita dei Marzemini al Re di Polonia; il doge Francesco Foscari (1431) parla dei vini di Feletto; verso la fine del ‘500 Antonio Bacci riporta dei vini della pianura del livenza.
Dal ’500 all’800
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•Mappa di
espansione
della vite in
seguito ai
grandi viaggi
e alle scoperte
di nuovi
territori
Inizi del ’700
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• La produzione vinicola in Italia raggiunge livelli di prestigio;
Sud: Greco, Aglianico, Malvasie, ecc.
Centro: Marzemino, Canaiolo, ecc.
Nord: Pignolo, Bianchetta, ecc.
Ma la gelata del 1709 danneggia gravemente i vigneti, favorendo il sopravvento di una viticoltura popolare con vitigni di scarsa qualità: Empibotte, Caricalasino, Pisciachiaro, Buttapalmento, Pagadebiti, Spachebotis, ecc. (si diffonde in particolare il Trebbiano).
Nell’arco del ‘700 la viticoltura del Coneglianese è caratterizzata da alcuni vitigni che ancora oggi rappresentano un punto di forza nell’economia del territorio:
•Marzemina nera, Bianchetta, Vardiso, Pignola nera e bianca (citati da Caronelli in una memoria tenuta all’Accademia di Agricoltura di Conegliano – 1778)
• Tocai, Malvasia, Prosecco e Picolit nelle colline di Conegliano (De Nardi – 1774)
Età moderna
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•La viticoltura moderna inizia con la comparsa di patologie di importazione americana:
- 1845 Oidio (Oidium Tuckeri) in una serra presso Londra;
- 1868 Fillossera (Phylloxera Vastatrix) nella Francia meridionale;
- 1878 Peronospora (Plasmopora Viticola).
•Per ciascuna di queste patologie fu trovato rimedio, però la viticoltura europea
ne uscì trasformata profondamente. Si passa, infatti, da una viticoltura che si
tramandava da padre in figlio da circa 2000 anni, ad una viticoltura nuova che
poggiando sulle scienze biologiche e chimico-fisiche, vede impegnati insieme
scienziati e tecnici di molti Paesi.
•Oggi il settore viticolo impiega una meccanizzazione spinta, una tecnica
colturale che mira a ridurre al minimo gli interventi manuali, una lotta ai parassiti
sempre più efficace e con minore impatto ambientale, l’impiego di cultivars che
migliorano il livello qualitativo.e meglio utilizzano le risorse e le condizioni
agro-ambientali.