I visionari Ha cantato in ashanti , francese, bauole, arabo, malinke, inglese e wolof , oltre che nel natìo dioula: di mamma musulmana e papà cristiano, l’ivoriano Seydou Koné ha basato sull’in- terculturalità la propria vita prima ancora della carriera; dopo il liceo e le prime esperienze musicali e politiche (nel movimento studentesco di Odienné), studia in Liberia e si trasferi- sce poi a New York, dove si laurea in Inglese e si avvicina al tafarismo. Rientrato in Costa d’Avorio, assume il nome d’arte di Alpha Blondy, con il quale firma il primo Lp nel 1982: lo stile prescelto è ovviamente il reggae, nella variante africana, e per i suoi fans – subito conquistati dalla satira antipoliziesca di Brigadier Sabari – diventa «il Bob Marley d’Afri- ca». Lui li prende in parola: registra una rivisitazione della marleyana War e negli anni suc- cessivi si farà accompagnare a più riprese dai Wailers in sale d’incisione giamaicane. Né viene meno l’impegno politico e sociale: dall’album «Apartheid Is Nazism» alle campagne contro le mine antiuomo ( Who Are You con Ophelie Winter), le malattie infantili, l’orrore dei bambini soldato. Anche la sua fede religiosa è lontana da ogni fondamentalismo, pro- ponendo anzi – attraverso una lettura incrociata di Bibbia, Corano e Torah – l’unità tra isla- mismo, cristianesimo ed ebraismo. Una delle sue canzoni più significative è Yitzhak Rabin, dedicata al primo ministro israeliano che – a differenza dei suoi predecessori e successori – riconobbe il diritto dei palestinesi all’autogoverno e fu perciò assassinato. Alessandro Achilli iete solisti e leader di formazioni diverse; eppure si ha l’impressione che tra i cinque Visionari non ci siano troppi galli in un pol- laio. Qual è il segreto dei vostri equilibri? MG: È che ognuno si sente migliore degli altri: equilibrio perfetto. NG: Prima di tutto il rispetto e la voglia di fare musica insieme. Ognuno di noi porta il pro- prio bagaglio musicale e insieme cerchia- mo di unire le forze e le intenzioni per creare un sound di gruppo. Da alcuni concerti abbia- mo anche ampliato il repertorio con brani composti da tutti noi, ciascuno con le sue sonorità ma uniformati dal suono che i Visionari hanno costruito in questi dieci anni. Sì, ognuno di noi si sente più ganzo ma quell’equilibrio perfetto non è raggiungibile senza ri- spetto e stima reciproci! •SPECIALE EUROPEAN JAZZ EXPO• 28 www.musicajazz.it SABATO MAGGIO Teatro della Fontana Egea Live Presents: Gnu Quartet feat. Francesco Bearzatti Village KB Connection Teatro della Fontana Lokomotive Trio feat. Luca Aquino Piccola Arena Marcotulli-Biondini-Girotto Teatro dei Semi Helge Lien Trio Village Pascal Schumacher Quartet Expop Teatro Accademia degli Artefatti: My Arm Teatro della Fontana Negroni’s Trio Teatro dei Semi Jean François Baez Trio S Andrea Boccalini-Cortesia EJE MUSICA DAILY Siete le ance del gruppo. V’influen- zate l’un l’altro? MG: Con Nico mi trovo molto bene. Dopo diversi anni l’intesa è cresciuta a tal punto che abbiamo messo su un progetto nuovo ispirato a Lee Konitz & Warne Marsh. Suoniamo strumenti simili ma credo che la coppia funzio- ni soprattutto per la grande diversità espressiva tra noi, che nel corso del tempo si è sicuramente ridotta senza però arrivare all’imitazione vicendevo- le. NG: Ci conosciamo dai tempi delle medie e negli anni il nostro rapporto musicale e umano è maturato grazie all’esperienza con I Visionari. Ognuno dei due influenza l’altro e, nonostante la grande differenza solistica e stilisti- ca, abbiamo trovato un affiatamento incredibile, che stiamo sfruttando anche nel progetto Ko- nitz-Marsh, un quartetto pianoless che ci dà grandi possibi- lità espressive, esattamente come i Visionari. Capita mai che v’incontriate al di fuori delle scene, ma- gari per una cena, una birra o una scampagnata? MG: Capita che tra una bevuta e l’altra, una cena e l’altra ci si ritrovi ogni tanto su un palco per suonare. Ma le emozioni e il divertimento sono gli stessi, tanto che a volte non ci accorgiamo della differenza e ci arrabbiamo con il fonico di palco se non ci porta le birre ordinate! NG: Mirko, Stefano e io abi- tiamo nella stessa città: un buon motivo per vederci spesso e fare baldoria tra vecchi amici: Mirko e Stefano erano addirittura compagni di banco al liceo, mentre io, di qualche anno più giova- ne, mi sono unito a loro sin dai tempi del conservatorio, complice l’amore per il jazz. ALPHA BLONDY ORE 22:20 _ARENA L’ambasciatore africano del reggae senza frontiere PARLA LA FRONT LINE: MIRKO GUERRINI E NICO GORI Piccola Arena ore 20 DA NON PERDERE ore 18 ore 17 ore 13 ore 12 ore 19 ore 20: 45 ore 21 ore 21: 30 Agostino Mela / cortesia Eje Non sono solo le lungimiranze musicali del gruppo ad averne definito il nome ma anche un’ispirazione di Bol- lani: «Il tutto deriva», dichiarava il pianista all’uscita de «I visionari», «dalla mia grande passione per le Visions fugitives op. 22 di Prokof’ev: venti piccoli, fulminanti brani che hanno avuto per me una grande importanza». MA PERCHÉ I VISIONARI? 101 microlezioni di jazz «Non studio mai la chitarra… Ogni tanto apro la custodia e lancio dentro un pezzo di carne cruda». Wes Montgomery «In quindici secondi, la differenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione hai tutto il tempo che vuoi per decidere cosa dire in quindici secondi, mentre nell’improvvisazione hai quindici secondi». Steve Lacy a cura di F.Bi. Cortesia EJE
In occasione dell' European jazz expo, lo staff di Musica jazz pubblica un freepress per raccontare le notizie, le anteprime e i protagonisti di questo festival Green che oggi e domani raggiunge il suo apice.
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I visionari
Ha cantato in ashanti, francese, bauole, arabo, malinke, inglese e wolof, oltre che nel natìo
dioula: di mamma musulmana e papà cristiano, l’ivoriano Seydou Koné ha basato sull’in-
terculturalità la propria vita prima ancora della carriera; dopo il liceo e le prime esperienze
musicali e politiche (nel movimento studentesco di Odienné), studia in Liberia e si trasferi-
sce poi a New York, dove si laurea in Inglese e si avvicina al tafarismo. Rientrato in Costa
d’Avorio, assume il nome d’arte di Alpha Blondy, con il quale fi rma il primo Lp nel 1982:
lo stile prescelto è ovviamente il reggae, nella variante africana, e per i suoi fans – subito
conquistati dalla satira antipoliziesca di Brigadier Sabari – diventa «il Bob Marley d’Afri-
ca». Lui li prende in parola: registra una rivisitazione della marleyana War e negli anni suc-
cessivi si farà accompagnare a più riprese dai Wailers in sale d’incisione giamaicane. Né
viene meno l’impegno politico e sociale: dall’album «Apartheid Is Nazism» alle campagne
contro le mine antiuomo (Who Are You con Ophelie Winter), le malattie infantili, l’orrore
dei bambini soldato. Anche la sua fede religiosa è lontana da ogni fondamentalismo, pro-
ponendo anzi – attraverso una lettura incrociata di Bibbia, Corano e Torah – l’unità tra isla-
mismo, cristianesimo ed ebraismo. Una delle sue canzoni più signifi cative è Yitzhak Rabin,
dedicata al primo ministro israeliano che – a differenza dei suoi predecessori e successori
– riconobbe il diritto dei palestinesi all’autogoverno e fu perciò assassinato.
Alessandro Achilli
iete solisti e leader di formazioni diverse; eppure si ha l’impressione che tra i cinque Visionari non ci siano troppi galli in un pol-laio. Qual è il segreto dei vostri equilibri?MG: È che ognuno si sente migliore degli altri: equilibrio perfetto.NG: Prima di tutto il rispetto e la voglia di fare musica insieme. Ognuno di noi porta il pro-prio bagaglio musicale e insieme cerchia-mo di unire le forze e
le intenzioni per creare un sound di gruppo. Da alcuni concerti abbia-mo anche ampliato il repertorio con brani composti da tutti noi, ciascuno con le sue sonorità ma uniformati dal suono che i Visionari hanno costruito in questi dieci anni. Sì, ognuno di noi si sente più ganzo ma quell’equilibrio perfetto non è raggiungibile senza ri-spetto e stima reciproci!
• S P E C I A L E E U R O P E A N J A Z Z E X P O •
28www.musicajazz.it
SABATO
MAGGIO
Teatro della FontanaEgea Live Presents: Gnu Quartet feat. Francesco Bearzatti
VillageKB Connection
Teatro della FontanaLokomotive Trio feat. Luca Aquino
Piccola ArenaMarcotulli-Biondini-Girotto
Teatro dei SemiHelge Lien Trio
VillagePascal Schumacher Quartet
Expop TeatroAccademia degli Artefatti: My Arm
Teatro della FontanaNegroni’s Trio
Teatro dei SemiJean François Baez Trio
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M U S I C A DAILY
Siete le ance del gruppo. V’infl uen-zate l’un l’altro?MG: Con Nico mi trovo molto bene. Dopo diversi anni l’intesa è cresciuta a tal punto che abbiamo messo su un progetto nuovo ispirato a Lee Konitz & Warne Marsh. Suoniamo strumenti simili ma credo che la coppia funzio-ni soprattutto per la grande diversità espressiva tra noi, che nel corso del tempo si è sicuramente ridotta senza però arrivare all’imitazione vicendevo-le.NG: Ci conosciamo dai tempi delle medie e negli anni il nostro rapporto musicale e umano è maturato grazie all’esperienza con I Visionari. Ognuno dei due infl uenza l’altro e, nonostante la grande differenza solistica e stilisti-ca, abbiamo trovato un affi atamento
incredibile, che stiamo sfruttando anche nel progetto Ko-nitz-Marsh, un quartetto pianoless che ci dà grandi possibi-lità espressive, esattamente come i Visionari.Capita mai che v’incontriate al di fuori delle scene, ma-gari per una cena, una birra o una scampagnata?MG: Capita che tra una bevuta e l’altra, una cena e l’altra ci si ritrovi ogni tanto su un palco per suonare. Ma le emozioni e il divertimento sono gli stessi, tanto che a volte non ci accorgiamo della differenza e ci arrabbiamo con il fonico di palco se non ci porta le birre ordinate!
NG: Mirko, Stefano e io abi-tiamo nella stessa città: un buon motivo per vederci spesso e fare baldoria tra vecchi amici: Mirko e Stefano erano addirittura compagni di banco al liceo, mentre io, di qualche anno più giova-ne, mi sono unito a loro sin dai tempi del conservatorio, complice l’amore per il jazz.
ALPHA BLONDY
ORE 22:20_ARENA
L’ambasciatore africano del reggae senza frontiere
PARLA LA FRONT LINE: MIRKO GUERRINI E NICO GORI
Piccola Arenaore 20
DA NON PERDERE
ore 18
ore 17
ore 13
ore 12
ore 19
ore 20:45
ore 21
ore 21:30
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Non sono solo le lungimiranze musicali del gruppo ad averne defi nito il nome ma anche un’ispirazione di Bol-lani: «Il tutto deriva», dichiarava il pianista all’uscita de «I visionari», «dalla mia grande passione per le Visions fugitives op. 22 di Prokof’ev: venti piccoli, fulminanti brani che hanno avuto per me una grande importanza».
MA PERCHÉ I VISIONARI?
101 microlezioni di jazz
«Non studio mai la chitarra… Ogni tanto apro la custodia e lancio dentro un pezzo di carne cruda».
Wes Montgomery
«In quindici secondi, la diff erenza tra composizione e improvvisazione è che nella composizione hai tutto il tempo che vuoi per decidere cosa dire in quindici secondi, mentre nell’improvvisazione hai quindici secondi».
Steve Lacy
a cura di F.Bi.
Cort
esia
EJE
www.musicajazz.it
WHAT’S NEW? MATTIA CIGALINI!Tra i ringraziamenti di «Res nova»,
il nuovo album di Cigalini (classe
’89), sono finiti pure Béla Bartók
e Johann Sebastian Bach, forse
perché, sebbene sia un prodotto
«molto jazz, un amante della musi-
ca classica potrebbe trovarci qual-
che spunto interessante…», ci dice
il suo produttore Patrizio Romano.
Patrizio, in che modo è avvenuto l’incontro con Mattia?Voleva farmi sentire dei brani e così
ascoltai un concerto registrato a
Macerata, se non sbaglio, l’estate
scorsa. Suonava i pezzi del disco
in versioni differenti. All’inizio non
sapevo cosa aspettarmi; poi quan-
do l’ho sentiti sono rimasto stupe-
fatto: davvero una bella sorpresa.
Si trattava di una specie di suite.
Parlando con Mattia ho scoperto
che ascolta molta musica classica
e infatti, più che il suono del sax
contralto e l’abilità tecnica e stru-
mentale, l’aspetto che mi colpì fa
la scrittura, molto adulta e parti-
colare. In «Res nova» si passa da
pianissimi a momenti quasi free.
Anche in quella registrazione per così dire casalinga suonava con il quartetto del disco?Sì, è un gruppo messo in piedi da
lui con Mario Zara al pianoforte e
una ritmica contrastante, compo-
sta da Yuri Goloubev al contrab-
basso e Toni Arco alla batteria; due
personalità diverse e due musicisti
che suonano molto. A riprova della
maturità di Mattia, devo dire che è
riuscito a gestirli molto bene.
Sei intervenuto molto in fase di registrazione?Abbiamo discusso poche cose,
Mattia aveva le idee chiare e di
conseguenza i miei interventi sono
stati minimi.
Dobbiamo conisderare «Res nova» un episodio dettato da una semplice proposta o è l’inizio di una collaborazione che potrebbe diventare duratura?Spero vivamente di poter prosegui-
re il discorso iniziato. Non possia-
mo parlare di nuovi lavori perché il
disco è appena uscito sul mercato
e francamente, da produttore, mi
auguro che vada bene. Sarà diffi-
cile ripropre un lavoro basato su
una suite come questo ma sono
convinto che al momento giusto le
idee non mancheranno.
La suite del giovane sassofonista giunge fi nalmente sul palco
SABATO 28 MAGGIO 2011 M U S I C A
ORE 21_MARQUEE STAGE
Munito di strumenti e d’una gran voglia
di esplorare, per il nuovo disco Aquino ha
fatto tutto da solo. Ha lasciato la Universal
senza certezze, stimolato dall’idea di lavo-
rare per la Tuk Musik di Paolo Fresu. Si è
diretto in completa solitudine a Oslo per
registrare con due musicisti dalla scena
norvegese: Audun Erlien e Wetle Hoste. Ne
è uscito un trio tromba-basso-batteria dai
«suoni pazzeschi», come puntualizza Patri-
zio Romano, «davvero insoliti per la scena
italiana». A quanto pare c’è voluta un mat-
tinata intera solo per regolare le pelli della
batteria. Ma la vera sorpresa di «Chiaro», è
un’inaspettata versione di La mer di Char-
les Trenet cantata da Lucio Dalla.
Teatro dei Semiore 12 Al «Chiaro»
di Aquino
taliano, portoghese e inglese, alternati e riproposti all’infinito: il jazz dei sardi Sunflower, diretti dalla voce di Francesca Corrias, si veste di colori multietnici che ne rinverdiscono le radici spurie. Così dal vivo e così nel disco d’esordio, «Fratta-le», pubblicato nel 2009. «Sono laureata in lingue: ho studiato in-
glese, francese e portoghese, e ne ho approfittato per scrivere in tutte quelle che conosco. Nel disco manca il francese ma potrebbe comparire in qualche brano che magari proporremo dal vivo. Nel prossimo, che incide-remo a breve, aggiungerò la lingua zulu e canterò anche in stile rap. In quanto cantante e compositrice ho ten-tato di sfruttare la fonetica, la musicalità e le loro par-ticolarità, come per esempio la differente sonorità che ognuna di queste conserva. Ovviamente nella scelta del portoghese c’è l’influenza della musica brasiliana che ascolto da quand’ero piccola». Sandro Mura al pianoforte, Filippo Mundula al con-trabbasso e Pierpaolo Frailis alla batteria si sono ritro-vati nel 2005 a Cagliari; suonavano spesso in un locale che si chiama Marlin: soprattuto standard, fin quando non hanno messo in piedi un repertorio originale che poi hanno continuato a elaborare dal vivo per portarlo
in studio con il contributo del produttore Miche-le Palmas. «La nostra musica si nutre di tutto ciò che ci ha influenzato», prosegue la cantante: «dal Brasile ai Beatles, passando per Chet Baker e Miles Davis ma soprattutto per grandi pianisti come Bill Evans, Keith Jarrett ed Enrico Pieranunzi». Oggi a Cagliari presenteranno in anteprima i ma-teriali del nuovo album, in compagnia di un sax d’eccezione: Stefano D’Anna.
I
Sunflower
Cos’hanno in comune il reggae militante di Linton Kwesi Johnson, Steel Pulse e Alpha Blon-
dy, il pop di Thompson Twins e Bananarama, l’afrobeat di Fela Kuti, l’avant chic di Ryuichi
Sakamoto, lo ska dei Madness, il free jazz punk inglese di Pop Group e Slits, il funk punk degli
Orange Juice, il lovers rock di Janet Kay? Un produttore, Dennis Bovell, nella cabina di regia
di almeno uno dei loro dischi, spesso il migliore o il più singolare.
Benché nato alle Barbados, Bovell incontrò la musica della vicina Giamaica a Londra, dove
si trasferì dodicenne con i genitori, nel 1965. Si specializzò nel dub, prima come dj, poi come
tecnico del suono e infine come polistrumentista, fonico e produttore. Incise anche dischi
a proprio nome (o sotto lo pseudonimo Blackbeard) ma deve la propria fama soprattutto
al lavoro su opere altrui, dagli albori del reggae britannico a dischi recenti come «Eena Me Corner» di Jean Binta Breeze.
Il sodalizio maggiormente duraturo è quello da leader della Dub Band con il poeta del reggae
più politico, Linton Kwesi Johnson, ma tra i vertici assoluti ci sono i dischi del Pop Group e
delle Slits: in particolare dalle scatenate punkettine inglesi, a malapena capaci di tenere in
mano uno strumento ma piene di curiosità per tutte le altre musiche (dal reggae all’improv-
visazione radicale), riuscì a cavare un disco, «Cut», che non dimostra affatto i suoi trentadue
anni.
Alessandro Achilli
DENNIS BOVELL
www.musicajazz.itSABATO 28 MAGGIO 2011 M U S I C A
Il maestro del dub è all’Eje nella duplice veste di dj e musicista
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Villageore 17
FRANCESCA CORRIAS CANTA IN TUTTE LE LINGUE CHE CONOSCE E ANCHE QUALCUNA DI PIÙ. OGGI POMERIGGIO ANTEPRIMA DEL NUOVO SUNFLOWER
A BRUCIAPELO
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dj set: ore 1, Off-Expo Jazzino Cineworldcon Jean Binta Breeze, domani, ore 17, teatro della Fontana
Francesca, ci dici un musicista con il quale vorresti o avresti voluto suonare?Thelonious Monk.
Un musicista sardo da riscoprire?Mio padre, Giuseppe Corrias.
Un musicista sardo da salvaguardare?Rossella Fa.
Tre dischi da isola deserta.John Coltrane: «A Love Supreme»; Ste-
vie Wonder: non ricordo il titolo ma è quel-
lo dove c’è il brano Pasta Paradise; l’album
bianco dei Beatles.
www.musicajazz.itSupplemento a Musica Jazz, anno LXVI, n. 5 (726), maggio 2011
Progetto grafi coPier Paolo Pitacco per Cento per Cento, MilanoGraphic designer: Silvia Rappini
Musica Jazz Daily Speciale European Jazz Expo 2011
RedazioneLuca Civelli e Alessandro Achilli
TestiLuca Civelli, tranne quando diversamente indicato
EditingAlessandro Achilli
22publishing s.r.l.
Direzione, redazione, amministrazione: via Morozzo della Rocca 9 • 20123 Milano • tel. 02/87389383 • Distribuzione esclusiva Italia: m-Dis distribuzione media spa • via Cazzaniga 1 • 20132 Milano • tel. 02/2582.1 • fax 02/25825306 • email: [email protected] • stampa: Tiemme offi cine grafi che srl, Assemini (CA) • Registrazione Tribunale di Milano n. 711 del 1948. sped. in a.p. - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Dcb Milano.
Musica Jazz Daily e la Jazzine allegata sono stampatisu carta riciclata.Non disperdere nell’ambiente.
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_Carla Bley, «Carla’s Christmas Carols», watt 2008 | gennaio 2010
_nellie MCKay, «Normal As Blueberry Pie: A tribute To Doris Day», verve 2009 | novembre 2010
_wyatt-atzMon-stephen, «For The Ghosts Whithin», domino 2010 | novembre 2010
M u s i C a
10/100: i cento migliori dischi del decennio
IN QUATTRO PUNTATE, MUSICA JAZZ DAILY VI ElENcA I cENTO MIGlIORI DIScHI JAZZ DEl DEcENNIO SUllA BASE DEllE REcENSIONI UScITE SUllA RIVISTA DAl 2001 Al 2010
Luigi PomAtA: JAzz Kitchenla ricetta del sabato
Anche oggi, come ogni giorno su Musica
Jazz Daily, Luigi Pomata propone ai
nostri lettori una delle sue rinomate
ricette.
ingredienti per quattro persone:• 4 fogli di pane carasau
• 20 arance
• 20 limoni
• 2 carciofi
• 12 spicchi d’aglio
• 150 ml di vino bianco
• 300 gr di gamberi
• 60 gr di pecorino sardo
• 100 cl di latte
• 20 gr di burro
• 200 cl d’olio
• sale quanto basta
• pepe quanto basta
• 200 cl di brodo vegetale
procedimentoPulire i carciofi privandoli del gambo
legnoso, della parte interna e della
parte esterna.
Tagliarli a cubetti.
In padella con uno spicchio d’aglio
in camicia far rosolare i carciofi; ba-
gnare con un cucchiaino di brodo e
frullare.
Passare al setaccio e rimettere in cot-
tura con l’aggiunta di brodo vegetale
e latte in ugual misura, e riportare a
bollore.
Frullare nuovamente il tutto e passa-
re al colino a maglia fine; rimettere
sul fuoco e addensare la salsa con
del roux. Salare e pepare.
Pulire i gamberi privandoli del cara-
pace.
In una padella con olio, spadellare i
gamberi; salare e pepare.
Ora disporre in una teglia i fogli di ca-
rasau; nappare con la salsa di carcio-
fi e i gamberi per due strati; cospar-
gere con pecorino, buccia di limone
e arancio, e mettere in forno a 180
gradi.
Quando sono ben dorati, togliere dal
forno e servire con la testa del gam-
bero pulita e sbollentata.
Lasagnet te di carasau aL profumo d’agrumi con carciofi , gamberi e pecorino sardo
www.ecmrecords.com
The Gurdjieff FolkInstruments EnsembleLevon Eskenian
Lee Konitz, sassofonoBrad Mehldau, pianoforteCharlie Haden, contrabassoPaul Motian, batteria
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207
EC
M 2
162
François Couturier
Tarkovsky Quartet
François Couturier, pianoforteAnja Lechner, violoncelloJean-Marc Larché, sassofonoJean-Louis Matinier, accordion
EC
M 2
159
EC
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180
Amina Alaoui
Arco Iris
Amina Alaoui, voce, dafSaïfallah Ben Abderrazak, violinoSofiane Negra, oudJosé Luis Montón, chitarraEduardo Miranda, mandolinoIdriss Agnel, percussioni
Un Film di Peter
Sounds and Silence
In viaggio con Manfred Eicher, cinque anni tra sessioni di registrazioni in tutto il mondo, un road movie musicale sulla appassionata carriera di un uomo.ECM 5050 DVD / Blu-ray
Colonna sonora tratta dal FilmMusiche di:Arvo Pärt, Eleni Karaindrou, Saluzzi/Lechner, Anouar Brahem, Gianluigi Trovesi, Marilyn Mazur,Nik Baertsch, Jan Garbarek ...ECM 2250 CD