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Guida pratica all’implementazione di misure preventive e protettive in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento SPAZI CONFINATI FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO Christian Sbocchi SICUREZZA vai alla scheda del libro l’autore della stessa collana
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SPAZI CONFINATI - epc.it · Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona. (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948) ... l’attenzione

Feb 17, 2019

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SPAZI CONFINATIFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

Guida pratica all’implementazione di misure preventive e protettive in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento

I lavori svolti in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento sono certamente tra i più pericolosi. Il presente manuale ha lo scopo di evidenziare sinteticamente, attraverso indicazioni ope-rative/procedurali, suggerimenti utili alla concretizzazione della maggior sicurezza possibile in tali luoghi. L’autore rivolge partico-lare attenzione a quanto sul piano pratico, nella quotidiana gestio-ne del lavoro, costituisce importante elemento valutativo, secon-do un’idea della sicurezza legata essenzialmente al “saper fare”. Presupposta la necessaria, adeguata attività di formazione per tutti coloro che si confrontano con ambienti confinati e lavori pe-ricolosi in genere (formazione per l’espletamento della quale sono date nel testo valide indicazioni di riferimento), si ritiene che il salto di qualità in termini di prevenzione dipenda principalmente dall’ad-destramento. Un “training” sul campo, appositamente costruito e costantemente ripetuto, nonché l’opportuna ed informata adozio-ne di equipaggiamenti che il mercato, grazie alla moderna tecno-logia, propone, rappresentano utili strumenti di salvaguardia della salute dell’individuo nell’esercizio della funzione lavorativa. Sulla base dell’esperienza maturata dall’autore, appare ancora molto ra-dicata nelle aziende italiane la tendenza a far sicurezza attraverso “pezzi di carta”, con grande attenzione rivolta agli adempimenti burocratico-formali piuttosto che alle effettive capacità/possibili-tà degli addetti a lavorare in condizioni sicure e con idonei disposi-tivi di protezione individuale. Questo libro vuole dare un contributo ad un auspicabile cambiamento culturale.

Christian Sbocchi, consulente/RSPP nei CommissariamentiStraordinari Prefettizi e in ambito industriale. Formatore/Istrutto-re di formatori e addetti che operano in Lavori Pericolosi. Ideato-re del Sistema SAFETY FIRST® e dell’Unità Mobile Addestrativa (UMA), simulatore itinerante per la formazione addestramento dilavori pericolosi.

€ 30,00

978

8863

1085

38

ISB

N 9

78-8

8-63

10-8

53-8

SPAZI CONFINATI - FORMAZIONE, ADDESTRAM

ENTO, EQUIPAGGIAMENTO

SICUREZZA

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Guida pratica all’implementazione di misure preventive e protettive in ambienti confi nati e/o sospetti d’inquinamento

SPAZI CONFINATIFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

Christian Sbocchi

SICUREZZA

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Christian Sbocchi

SPAZI CONFINATI FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

Guida pratica all’implementazione di misure preventive e protettive in ambienti confinati e/o sospetti d’inquinamento

Spazi confinati_volume.indb 1 09/04/2018 11:35:05

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTOISBN: 978-88-6310-853-8

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Le stesse informazioni sono disponibili alla pagina:

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Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona.

(Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948)

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RINGRAZIAMENTI

Ringrazio mia moglie e i miei figli per il quotidiano ed incondizionato sostegno

Ringrazio le persone che lavorano al mio fianco: Cinzia, Ermanno, Fabio, Giulia, Lorenzo

Ringrazio tutti i collaboratori che, a vario titolo, hanno consentito la mia crescita professionale, in particolare:

L. Boschero, M. Caio, M. Corvaglia, P. De Santis, F. Mazzucco, M. Orifici

Ringrazio l’amico Andrea Polichetti

Ringrazio tutti gli operatori con i quali nel tempo ho avuto modo di relazionarmi e dai quali tanto ho imparato

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SOMMARIO

PREFAZIONE ....................................................................................................11

PREMESSA ......................................................................................................13

capitolo 1 RIFERIMENTI NORMATIVI .................................................................................15

1.1. Introduzione ...................................................................................15

1.2. Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 - decreto del presidente della repubblica 14 settembre 2011 n. 177 ................................................16

1.3. Ambito di applicazione della normativa: definire lo spazio confinato...................22

capitolo 2 VALUTAZIONE DEI RISCHI ................................................................................27

2.1. Valutazione dei rischi. Considerazioni preliminari ........................................27

2.2. Valutazione dei rischi. Indicazioni operative ...............................................29

2.3. Conclusione ...................................................................................32

capitolo 3 IL FATTORE UOMO ............................................................................................33

3.1. Introduzione ...................................................................................33

3.2. Il team di lavoro ..............................................................................33

3.3. Idoneità psico-fisica ..........................................................................34

REALIZZAZIONE DI UNA CHECK LIST FINALIZZATA ALLA STESURA DEI PROTOCOLLI SANITARI PER GLI ADDETTI AGLI SPAZI CONFINATI ...........35

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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3.3.1. Baricentro e peso corporeo .........................................................40

3.3.2. Misure antropometriche .............................................................41

3.4. Idoneità professionale .......................................................................45

3.4.1. Fabbisogni formativi secondo metodologia “safety first” .......................47

FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO ITINERANTE SULLE PROCEDURE DI LAVORO IN SPAZI CONFINATI: L’UNITÀ MOBILE DI ADDESTRAMENTO (U.M.A.) ED IL CONTRIBUTO DELLE ISTITUZIONI DEL LAZIO .......................53

Abstract ....................................................................................... 53

Introduzione: la problematica degli spazi confinati ...................................... 54

Lo scopo del progetto: la formazione itinerante .......................................... 55

L’interesse delle istituzioni: l’esperienza di Latina, il protocollo della prefettura-u.t.g. di Latina .............................................. 56

La unità mobile e le possibilità di formazione ed addestramento - Le competenze ... 57

3.4.2. Programmi e contenuti dei corsi di formazione/addestramento SAFETY FIRST .........................................................................58

capitolo 4 IL FATTORE AMBIENTE .....................................................................................73

4.1. Introduzione ...................................................................................73

4.2. Apprestamenti .................................................................................74

4.2.1. Delimitazione dell’area di lavoro ..................................................74

4.2.2. Segnaletica ...........................................................................75

4.2.3. Microclima ............................................................................76

4.2.4. Illuminazione e attrezzature ........................................................77

4.2.5. Isolamento dell’ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato ............78

4.2.6. Dispositivi accessori utili agli apprestamenti ....................................80

4.2.7. Verifica idoneità delle vie di accesso/uscita ......................................94

4.3. Passo d’uomo. Tipologie .....................................................................95

4.4. Rischi in ambiente sospetto d’inquinamento e/o confinato .............................99

4.5. Monitoraggio ambientale .................................................................. 100

4.6. Bonifica/ventilazione degli ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati .............................................................. 116

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SOMMARIO

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capitolo 5 IL FATTORE EQUIPAGGIAMENTO .....................................................................123

5.1. Introduzione ................................................................................. 123

5.2. Dispositivi di protezione individuale di III categoria .................................... 124

5.2.1. Apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR) ........................ 125

5.2.2. I sistemi di recupero ............................................................... 156

5.2.3. Sistemi di recupero verticale ..................................................... 156

Sistema tripode o treppiede ............................................................. 157

Sistema palo pescante ................................................................... 161

Sistema braccio-gru ....................................................................... 163

Sistema ponte a cavalletti o porta gantry ........................................... 167

Sistema con ponte a doppio tripode .................................................. 169

5.2.4. Sistemi di recupero orizzontale ................................................... 177

Sistema a braccio gru ..................................................................... 177

Sistema a paranco ......................................................................... 179

5.2.5. Sistemi di recupero obliquo ....................................................... 185

Sistema palo pescante ................................................................... 185

Sistema braccio gru con base a collare su passo d’uomo obliquo ............. 187

5.2.6. Dispositivi e attrezzature per ambienti sospetti d’inquinameno e/o confinati ..................................................... 190

capitolo 6 PROCEDURE E ISTRUZIONI OPERATIVE PER ACCESSI IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO E/O CONFINATI ............................201

6.1. Introduzione ................................................................................. 201

6.2. Procedura per ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati ....................... 204

6.3. Fase preliminare all’ingresso .............................................................. 205

6.4. Accesso in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati ........................... 214

6.5. Istruzione operativa di emergenza per accessi in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati ............................................................ 217

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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capitolo 7 IL SISTEMA SAFETY FIRST ..............................................................................221

7.1. SAFETY FIRST®: Formazione e addestramento itinerante con unità mobile addestrativa ............................................................. 221

LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO: I PROGETTI DEL LAZIO “SAFETY FIRST” - FORMAZIONE ITINERANTE PER OPERATORI IN AMBIENTI CONFINATI ........................................... 224

La costruzione della competenza abilitante ad operare ............................... 225

Il protocollo d’intesa “safety first - la sicurezza prima di tutto: formazione itinerante per addetti che operano in ambienti confinati” ............... 227

Conclusioni ................................................................................... 229

7.2. Poliedricità del sistema SAFETY FIRST .................................................. 230

LA MANUTENZIONE ED IL CONTROLLO DEI SERBATOI DI CARBURANTE DEGLI AEROMOBILI: UN LAVORO IN PARTICOLARISSIMI SPAZI CONFINATI CHE ESPONE AD UN SERIO RISCHIO PER LA SICUREZZA ........................ 231

Riassunto ..................................................................................... 231

Premessa .................................................................................... 232

Serbatoi del carburante su aeromobili .................................................... 233

Caratteristiche del carburante avio ....................................................... 235

Classificazione delle aree .................................................................. 237

Manutenzione dei serbatoi integrali ...................................................... 240

Corrette procedure di entrata e dpi necessari .......................................... 242

Monitoraggio preliminare dell’atmosfera interna ....................................... 243

Preparare accuratamente l’ingresso ...................................................... 243

Monitoraggio continuo dell’atmosfera interna .......................................... 246

Bibliografia .................................................................................. 249

7.3. Conclusioni .................................................................................. 250

BIBLIOGRAFIA ...............................................................................................251

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PREFAZIONE

Se vi fosse l’esigenza di dotare l’ordinamento giuridico di un codice etico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro l’iniziativa sarebbe già a buon punto. Basterebbe, anche solo per richiami, rifarsi ai principi comportamentali (precisamente, dell’ethos), non affatto bisbigliati ma affermati con decisione e ripetutamente sollecitati, che fanno da cornice all’articolato manuale tecnico sulla sicurezza ... di Christian Sbocchi.

Ne ho parlato a lungo con l’Autore quando mi ha chiesto di curare l’introduzione a questo suo lavoro. Desideravo approfondire le motivazioni che spingono un afferma-to libero professionista a mettere a disposizione dei tecnici della sicurezza ma anche degli imprenditori più attenti la propria esperienza nel campo della sicurezza.

Sono giunto a convinzione, irreverentemente rifacendomi alla parabola evangeli-ca, che l’Autore ha consapevolezza di possedere svariati talenti nello specifico campo ove si cimenta da apprezzato libero professionista. Ma ciò che ha ricevuto in dono desidera condividerlo con l’altro. Per altruismo? Un comportamento di coerenza reli-giosa? La determinazione ed il rigore che Christian Sbocchi utilizza nello snocciolare i principi regolatori della sicurezza sugli ambienti di lavoro non lasciano dubbi al lettore attento: la cura dei talenti manifesta la possente struttura etica dello scrittore. Tra le pagine di questo manuale, intriso di elaborazioni tecniche mai di tecnicalità, si respira una matrice evidente e ricorrente: l’attenzione alla persona, la cura della sua incolu-mità, quel senso di responsabilità che porta nella vita a fare bene le cose, sempre.

Ecco, mi piace pensare – e tanto auspico al lettore – che ci si accosti al manuale non soltanto per cercare la corretta risposta ad un quesito tecnico ma che dalla let-tura si percepisca il fascino del rispetto esistenziale, di un’etica della responsabilità, che promana dalla personalità dell’Autore e che rappresenta il collante dell’intera opera.

Andrea Polichetti

Prefetto

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PREMESSA

Il presente lavoro vuole esser un tentativo di risposta all’esigenza di delineare modalità, sistemi d’intervento volti a fronteggiare situazioni problematiche ed emer-genziali inerenti attività lavorative svolte in ambienti sospetti d’inquinamento e/o con-finati.

L’obiettivo di far chiarezza e, perché no, prospettare nuove tecniche appare non poco ambizioso considerando il fatto che l’argomento in questione non conosce ancora una normativa esaustiva, la cui interpretazione, peraltro, lascia margini d’in-certezza. E, da questo termine, “incertezza”, prendo le mosse considerando che la più recente esperienza lavorativa nel settore mi ha posto di fronte a dubbi, esitazioni, disorientamenti in un ambito quale quello della sicurezza sul lavoro la cui finalità principale è fornire un ragionevole grado di protezione contro la possibilità del veri-ficarsi di un evento pericoloso per la salute di chi lo svolge; gli addetti ai lavori sono, per definizione, chiamati a dare rassicurazioni, garanzie di tutela. Appare, dunque, doveroso il tentativo di risolvere perplessità ed incertezze, lì dove la posta in gioco è l’incolumità dell’individuo nell’esercizio della funzione lavorativa.

Dopo una breve disamina della normativa ad oggi vigente in materia di spazi confinati, si rivolgerà particolare attenzione a tutto ciò che, sul piano pratico, nella operatività quotidiana, costituisce importante elemento valutativo, avendo sempre ben chiaro in mente un convincimento, un principio-guida: la sicurezza sul lavoro è materia la cui natura è necessariamente dinamica; il progredire della ricerca tecnolo-gica, i mutamenti del mondo lavorativo, l’esperienza pratica, ci inducono a concepire questo ambito in continuo divenire. Allo stesso modo, standardizzare metodologie, sistemi o restare ancorati a dettami legislativi poco aderenti alla realtà, può deter-minare risultati diametralmente opposti a quelli per cui si è chiamati ad intervenire.

Si auspica, dunque, un’apertura mentale da parte di chi opera nel settore nel qua-dro di una cultura della sicurezza che penetri nel tessuto sociale sempre di più e più efficacemente.

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capitolo 1

RIFERIMENTI NORMATIVI

1.1. Introduzione

- Si narra la storia di un saggio birbante persiano, Nasrudin, il quale si trovò sulla prua di un traghetto in compagnia di un enfatico intellettuale. Quest’ultimo, tronfio della sua erudizione, cominciò a porre quesiti e a fare le pulci alla formazione di Nasrudin.“Hai mai studiato l’astronomia?” domandò il professore.“Non posso dire di averlo fatto” rispose il mistico.“Allora hai sprecato gran parte della tua vita. Conoscendo le costellazioni un abile capitano può guidare una nave intorno all’intero globo”Poco dopo l’erudito chiese: “hai mai studiato meteorologia?”“No, non l’ho studiata”“Allora hai sprecato gran parte della tua vita. Catturare con metodo il vento può servire a propellere una barca a vela a velocità stupefacenti”.Ed ancora: “hai mai studiato oceanografia?”“Nient’affatto”“Che spreco. Avere la consapevolezza delle correnti marine ha aiutato molti popoli a reperire cibo e riparo”Dopo poco Nasrudin cominciò a dirigersi verso la poppa della nave; noncu-rante chiese all’accademico: “hai mai studiato nuoto?”“Non ne ho avuto il tempo” rispose il professore con alterigia.“Allora hai sprecato tempo tutta la tua vita, la nave sta affondando!”-.

La sezione di questo testo dedicata ai riferimenti normativi in materia di spazi confi-nati è, evidentemente, molto breve. Ci si limita al richiamo delle norme giuridiche riguar-danti l’argomento al solo scopo di sottolineare come il legislatore abbia espressamente contemplato l’attività di formazione ed addestramento tra gli obblighi cui ottemperare.

Non si vuole, anche per mancanza di competenze specifiche, entrare nel merito della completezza e puntualità legislativa. La legge, da più parti criticata, c’è ed è, secondo il modesto parere di un tecnico della sicurezza, una valida base da cui poter partire per FARE.

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1.2. Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 - decreto del presidente della repubblica 14 settembre 2011 n. 177

Ritengo opportuno sottolineare, prima di procedere all’indicazione della più spe-cifica disciplina in materia di spazi confinati, l’importanza dei principi che la nostra Costituzione, già nel 1948, sancisce in merito. Essa resta il primo, valido strumento di promozione della salute dei lavoratori, affermando (artt. 2, 32, 35, 41) la salva-guardia della persona e della sua integrità psico-fisica come principio assoluto, sen-za ammettere condizionamenti quali quelli derivanti dalla ineluttabilità, dalla fatalità, oppure dalla fattibilità economica o convenienza produttiva circa la predisposizione di condizioni ambientali e di lavoro sicure e salubri.

In questo quadro si colloca il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 noto come «Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro», del quale attenzioneremo, in particolar modo, gli artt. 66 e 121, nonché l’Allegato IV punto 3.

Riferendosi agli ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati, l’art. 66 evidenzia i divieti nonché le misure preventive e protettive per i lavoratori distaccati presso questa tipologia di attività; nell’art. 121 si elencano nel dettaglio le misure di preven-zione e protezione da adottare in caso di sospetto di presenza di gas tossici.

Art. 66 D.Lgs. 81/08 – Lavori in ambienti sospetti di inquinamento

1. È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi, ovvero senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei. Quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione. L’apertura di accesso a detti luoghi deve avere dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavora-tore privo di sensi.

Art. 121 D.L.gs. 81/08 – Presenza di gas negli scavi

1. Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tos-sici, asfissianti, infiammabili o esplosivi, specie in rapporto alla natura geologica del terreno o alla vicinanza di fabbriche, depositi, raffinerie, stazioni di compressione e di decompres-sione, metanodotti e condutture di gas, che possono dar luogo ad infiltrazione di sostanze pericolose.

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RIFERIMENTI NORMATIVI

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Altro riferimento risulta essere l’Allegato IV, punto 3 del D.Lgs. 81/08 che evidenzia i requisiti dei luoghi di lavoro in vasche, canalizzazioni, tubazioni, serbatoi, recipienti, silos.

segue

2. Quando sia accertata o sia da temere la presenza di gas tossici, asfissianti o la irrespi-rabilità dell’aria ambiente e non sia possibile assicurare una efficiente aerazione ed una completa bonifica, i lavoratori devono essere provvisti di idonei dispositivi di protezione individuale delle vie respiratore, ed essere muniti di idonei dispositivi di protezione indivi-duale collegati ad un idoneo sistema di salvataggio, che deve essere tenuto all’esterno dal personale addetto alla sorveglianza. Questo deve mantenersi in continuo collegamento con gli operai all’interno ed essere in grado di sollevare prontamente all’esterno il lavora-tore colpito dai gas.

3. Possono essere adoperate le maschere respiratorie, in luogo di autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, esse offrano garanzia di sicurezza e sempreché sia assicurata una efficace e continua aerazione.

4. Quando si sia accertata la presenza di gas infiammabili o esplosivi, deve provvedersi alla bonifica dell’ambiente mediante idonea ventilazione; deve inoltre vietarsi, anche dopo la bonifica, se siano da temere emanazioni di gas pericolosi, l’uso di apparecchi a fiamma, di corpi incandescenti e di apparecchi comunque suscettibili di provocare fiamme o surriscal-damenti atti ad incendiare il gas.

5. Nei casi previsti dai commi 2, 3 e 4, i lavoratori devono essere abbinati nell’esecuzione dei lavori.

ALLEGATO IV D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. – REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO

2. PRESENZA NEI LUOGHI DI LAVORO DI AGENTI NOCIVI

(…omissis…)

3. VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS

3.1. Le tubazioni, le canalizzazioni e i recipienti, quali vasche, serbatoi e simili, in cui deb-bano entrare lavoratori per operazioni di controllo, riparazione, manutenzione o per altri motivi dipendenti dall’esercizio dell’impianto o dell’apparecchio, devono essere provvisti di aperture di accesso aventi dimensioni tali da poter consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi.

3.2.1. Prima di disporre l’entrata di lavoratori nei luoghi di cui al punto precedente, chi sovraintende ai lavori deve assicurarsi che nell’interno non esistano gas o vapori nocivi o una temperatura dannosa e deve, qualora vi sia pericolo, disporre efficienti lavaggi, ventila-zione o altre misure idonee.

3.2.2. Colui che sovraintende deve, inoltre, provvedere a far chiudere e bloccare le valvole e gli altri dispositivi dei condotti in comunicazione col recipiente, e a fare intercettare i tratti di tubazione mediante flange cieche o con altri mezzi equivalenti ed a far applicare, sui dispositivi di chiusura o di isolamento, un avviso con l’indicazione del divieto di manovrarli.

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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Norme tecniche di riferimento vengono dettagliate nel Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177, “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati a norma dell’art. 6 comma 8, del D.Lgs. 81/08”.

Il D.P.R., pur non entrando nel merito specifico delle definizioni, illustra quali siano i prerequisiti obbligatori per imprese e lavoratori autonomi che esercitino la loro atti-vità in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati. Impone, cioè, una specifica professionalità. I principi introdotti integrano, così, la disciplina del D.Lgs. 81/08 e risultano essere una solida base per la corretta identificazione del personale idoneo ad operare nel settore. La normativa è ricompresa in quattro articoli di cui si riporta-no, a seguire, i primi tre.

segue

3.2.3. I lavoratori che prestano la loro opera all’interno dei luoghi predetti devono essere assistiti da altro lavoratore, situato all’esterno presso l’apertura di accesso.

3.2.4. Quando la presenza di gas o vapori nocivi non possa escludersi in modo assoluto o quando l’accesso al fondo dei luoghi predetti è disagevole, i lavoratori che vi entrano devo-no essere muniti di cintura di sicurezza con corda di adeguata lunghezza e, se necessario, di apparecchi idonei a consentire la normale respirazione.

3.3. Qualora nei luoghi di cui al punto 3.1. non possa escludersi la presenza anche di gas, vapori o polveri infiammabili od esplosivi, oltre alle misure indicate nell’articolo precedente, si devono adottare cautele atte ad evitare il pericolo di incendio o di esplosione, quali la esclu-sione di fiamme libere, di corpi incandescenti, di attrezzi di materiale ferroso e di calzature con chiodi. Qualora sia necessario l’impiego di lampade, queste devono essere di sicurezza.

Decreto Presidente della Repubblica 14 settembre 2011 n. 177

Art. 1 – Finalità e ambito di applicazione1. In attesa della definizione di un complessivo sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, come previsto dagli articoli 6, comma 8, lettera g), e 27 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il presente regolamento disciplina il sistema di qualificazio-ne delle imprese e dei lavoratori autonomi destinati ad operare nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati, quale di seguito individuato. 2. Il presente regolamento si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui all’allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo. 3. Le disposizioni di cui agli articoli 2, comma 2, e 3, commi 1 e 2, operano unicamente in caso di affidamento da parte del datore di lavoro di lavori, servizi e forniture all’impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all’interno della propria azienda o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell’ambito dell’intero ciclo produttivo dell’azienda mede-sima, sempre che abbia la disponibilità giuridica, a norma dell’articolo 26, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, dei luoghi in cui si svolge l’appalto o la prestazione di lavoro autonomo.

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RIFERIMENTI NORMATIVI

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segue

4. Restano altresì applicabili, limitatamente alle fattispecie di cui al comma 3, fino alla data di entrata in vigore della complessiva disciplina del sistema di qualificazione delle imprese di cui all’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e fermi restando i requisiti generali di qualificazione e le procedure di sicurezza di cui agli articoli 2 e 3, i criteri di verifica della idoneità tecnico-professionale prescritti dall’articolo 26, comma 1, lettera a), del medesimo decreto legislativo.

Art. 2 – Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati

1. Qualsiasi attività lavorativa nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati in ragione del possesso dei seguenti requisiti:

a) integrale applicazione delle vigenti disposizioni in materia di valutazione dei rischi, sorve-glianza sanitaria e misure di gestione delle emergenze;

b) integrale e vincolante applicazione anche del comma 2 dell’articolo 21 del decreto legi-slativo 9 aprile 2008, n. 81, nel caso di imprese familiari e lavoratori autonomi;

c) presenza di personale, in percentuale non inferiore al 30 per cento della forza lavoro, con esperienza almeno triennale relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o con-finati, assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ovvero anche con altre tipologie contrattuali o di appalto, a condizione, in questa seconda ipotesi, che i relativi contratti siano stati preventivamente certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Tale esperienza deve essere necessaria-mente in possesso dei lavoratori che svolgono le funzioni di preposto;

d) avvenuta effettuazione di attività di informazione e formazione di tutto il personale, ivi compreso il datore di lavoro ove impiegato per attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, specificamente mirato alla conoscenza dei fattori di rischio propri di tali attività, oggetto di verifica di apprendimento e aggiornamento. i contenuti e le modalità della formazione di cui al periodo che precede sono individuati, compatibil-mente con le previsioni di cui agli articoli 34 e 37 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, entro e non oltre 90 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, con accordo in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentite le parti sociali;

e) possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro ido-nei alla prevenzione dei rischi propri delle attività lavorative in ambienti sospetti di inquina-mento o confinati e avvenuta effettuazione di attività di addestramento all’uso corretto di tali dispositivi, strumentazione e attrezzature, coerentemente con le previsioni di cui agli articoli 66 e 121 e all’allegato IV, punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

f) avvenuta effettuazione di attività di addestramento di tutto il personale impiegato per le attivi-tà lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, ivi compreso il datore di lavoro, relativamente alla applicazione di procedure di sicurezza coerenti con le previsioni di cui agli articoli 66 e 121 e dell’allegato IV, punto 3, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;

g) rispetto delle vigenti previsioni, ove applicabili, in materia di Documento unico di rego-larità contributiva;

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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segue

h) integrale applicazione della parte economica e normativa della contrattazione collettiva di settore, compreso il versamento della contribuzione all’eventuale ente bilaterale di riferimento, ove la prestazione sia di tipo retributivo, con riferimento ai contratti e accordi collettivi di settore sottoscritti da organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori com-parativamente più rappresentative sul piano nazionale.

2. In relazione alle attività lavorative in ambienti sospetti di inquinamento o confinati non è ammesso il ricorso a subappalti, se non autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente e certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni e integrazioni.

Le disposizioni del presente regolamento si applicano anche nei riguardi delle imprese o dei lavoratori autonomi ai quali le lavorazioni vengano subappaltate.

Art. 3 – Procedure di sicurezza nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o con-finati

1. Prima dell’accesso nei luoghi nei quali devono svolgersi le attività lavorative di cui all’ar-ticolo 1, comma 2, tutti i lavoratori impiegati dalla impresa appaltatrice, compreso il datore di lavoro ove impiegato nelle medesime attività, o i lavoratori autonomi devono essere puntualmente e dettagliatamente informati dal datore di lavoro committente sulle caratte-ristiche dei luoghi in cui sono chiamati ad operare, su tutti i rischi esistenti negli ambienti, ivi compresi quelli derivanti dai precedenti utilizzi degli ambienti di lavoro, e sulle misure di prevenzione e emergenza adottate in relazione alla propria attività. L’attività di cui al prece-dente periodo va realizzata in un tempo sufficiente e adeguato all’effettivo completamento del trasferimento delle informazioni e, comunque, non inferiore ad un giorno.

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LA TUTELA DEI DATI NEL SETTORE SALUTE

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Finito di stamparenel mese di febbraio 2017

presso la Tipografia CSR S.r.l. - Romaper conto della EPC S.r.l. Socio Unico

Via dell’Acqua Traversa 187/189 - Roma 00135

TUTELA DATI SANITARIO.indb 564 27/02/2017 12:08:37

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capitolo 3

IL FATTORE UOMO

3.1. Introduzione

Entrando nel vivo della tematica che il presente testo intende affrontare, ovvero la sicurezza negli ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati, consideriamo ora ogni singolo macro-fattore chiamato in causa ai fini del rischio; primo fra tutti il fattore umano. L’analisi seguente si auspica possa costituire utile guida pratica per tutti colo-ro che si confrontano con tale tipologia di lavoro pericoloso, ricordando, per inciso, che di fatto nessun settore produttivo è privo di questi particolari ambienti (serbatoi, vasche, cisterne, silos, stive, locali tecnici, gallerie, ascensori, pozzetti fognari, ecc.) e che i dati statistici sono allarmanti; risulta mortale un infortunio ogni 1,3 eventi, con il 50% delle vittime rappresentato da soccorritori. Le statistiche ufficiali e i più recenti eventi accaduti nel Paese ci informano che ogni anno, mediamente, si verificano cinque eventi con conseguente morte di oltre sette persone.

3.2. Il team di lavoro

Quali soggetti figurano in un’organizzazione del lavoro in ambienti sospetti d’inqui-namento e/o confinati? Di seguito le figure coinvolte sia in termini di responsabilità, che in termini di operazioni ordinarie ed emergenziali:

FATTORE UOMO

FATTOREEQUIPAGGIAMENTO

FATTORE AMBIENTE

Rischio Lavori Pericolosi

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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1) Datore di lavoro Committente (e/o suo rappresentante);

2) Datore di lavoro dell’Impresa Appaltatrice;

Attività Operativa (casi in cui il DL sia anche lavoratore)

3) SPP (Responsabile e addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione);

4) Medico Competente;

Attività Organizzativa e di Responsabilità

5) Lavoratore Sovraintendente (o Preposto);

6) Lavoratore Attendente;

7) Lavoratore Entrante;

8) Componenti della Squadra di Emergenza/Soccorritori;

Attività Operativa (ordinaria ed emergenziale)

Tralasciando le argomentazioni in materia di responsabilità per le quali si rimanda alla lettura del D.Lgs. 81/08, consideriamo, invece quali siano i requisiti di tipo fisico-attitudinale che il lavoratore deve presentare per l’espletamento della mansione spe-cifica, sottolineando, al riguardo, l’importanza della figura del Medico Competente, che tali requisiti è chiamato a valutare e monitorare nell’attività di sorveglianza sani-taria di sua competenza, nonché i requisiti di tipo professionale, per i quali si richiede adeguata formazione e addestramento.

3.3. Idoneità psico-fisica

La figura del Medico Competente in materia di sicurezza e all’interno del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale gioca un ruolo fondamentale affinché il servizio stesso risulti efficace. Oggi il Medico Competente interviene direttamente nell’attua-zione di detto servizio, insieme al Datore di Lavoro e al Responsabile del Servizio; col-labora alla redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, lo rivede periodicamen-te apportando suggerimenti e migliorie; effettua sopralluoghi agli ambienti di lavoro e partecipa in maniera proattiva alla riunione periodica sulla sicurezza.

Ha l’obbligo della sorveglianza sanitaria li dove l’attività svolta esponga i lavoratori a tipologie di rischio soggette a controlli medici periodici. Dall’esito della sorveglian-za sanitaria deriva un giudizio di idoneità o inidoneità (con limitazioni o prescrizioni) per la mansione specifica.

Il lavoratore idoneo all’attività in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati è il lavoratore in buona salute, forte, agile e coordinato.

La seguente check-list fornisce le indicazioni di un dettagliato protocollo a riguar-do. Tale lavoro risulta essere un estratto di quanto presentato al II° Congresso di Medicina del Lavoro ITALIA-ARGENTINA tenutosi a Roma, sede Aula “Cesare Gerin” Sapienza - Università di Roma, in data 30 novembre - 2 dicembre 2017.

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IL FATTORE UOMO

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REALIZZAZIONE DI UNA CHECK LIST FINALIZZATA ALLA STESURA DEI PROTOCOLLI SANITARI PER GLI ADDETTI AGLI SPAZI CONFINATI

Boschero Lucilla (1), Saragosa Paolo (1), Angelisanti Lorenzo (2), D’Amico Alessia (3), Christian Sbocchi (4)

(Articolo tratto da: Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia – volume XXXIX suppl. al n. 4 ottobre-dicembre 2017, p. 80-81)

Riassunto Introduzione

Esistono diverse definizioni di ambiente confinato, tuttavia nel Decreto Legislativo 81/2008 tale importante tematica non viene definita.

Secondo le Linee Guida ISPESL – INAIL viene indicato come ambiente confinato e/o sospetto di inquinamento “uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (esempio, gas, vapori, polveri).

È ovvio che l’idoneità psico-fisica dei la oratori addetti agli spazi confinati debba essere valutata con molta attenzione e, di conseguenza, risulti ancora più determi-nante il ruolo del medico competente sia nella partecipazione alla valutazione dei rischi che nella stesura del protocollo sanitario. In particolare deve essere valutata l’idoneità all’utilizzo dei DPI di 3° categoria anche in base alle caratteristiche antro-pometriche dell’operatore.

È altresì importante valutare l’idoneità all’eventuale soccorso di compagni in diffi-coltà.

Spesso, pero, i protocolli sanitari previsti per questa tipologia di lavoratori risultano aspecifici e poco tarati sui molteplici rischi specifici della mansione.

Scopo della ricerca

La realizzazione di una check list da utilizzare per la corretta effettuazione di un protocollo sanitario calibrato sulla base dei rischi lavorativi presenti negli spazi con-finati, grazie alla quale il medico competente può realizzare un protocollo sanitario che sia esaustivo per le svariate tipologie di rischio nelle attività lavorative che si svolgono all’interno degli spazi confinati, quali le lavorazioni di “agenti chimici peri-colosi”, i fattori di rischio strutturale, i fattori di rischio organizzativo.

Materiali e metodi

Sono state consultate diverse fonti di dati. È stata realizzata una griglia di facile

1. Medico Servizio Pre.S.A.L. Azienda USL Frosinone.2. Studente Facoltà T.P.A.L.L. Università “La Sapienza” di Roma.3. Studente Facoltà Medicina e Chirurgia Università “La Sapienza” di Roma.4. Ingegnere Titolare Safety First.

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consultazione partendo dai rischi specifici presenti negli spazi confinati e andando a proporre gli esami clinici da eseguire per la prevenzione del danno sull’organo bersaglio.

Risultati

Realizzazione di una griglia attraverso la quale il medico competente può seguire un percorso spuntando le voci presenti.

Protocollo

- Anamnesi (questionari)

- Visita medica + accertamenti:

• ECG/test ergometrici

• Spirometria

• Visiotest - Test di Ishihara e Test di Lang

• Audiometria

• Esami ematochimici (emocromo, profili epatico, funzionalità renale, emoglo-bina glicata)

• Esame urine

• Altri accertamenti scaturiti dal DVR

Fattori di rischio per la mandione specifica

(da integrare con quanto già emerso dal DVR elaborato per la specifica attività lavora-tiva)

- Lavoro impegnativo per il fisico e per la psiche

- Condizioni di lavoro “difficili” per:

- Spazio ristretto

- Condizioni microclimatiche

- Scarsità di ossigeno

- Luminosità

- Utilizzo DPI di 3°cat.

- Gestione emergenze

Condizioni di non idoneità

Condizioni generali

- Età > 50/55 aa

- Altezza di 1,90/2,00 m*

- Pero > 100 Kg*

- B.M.I. > 35

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IL FATTORE UOMO

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- Alterazioni della fonazione (disfonie, disartrie, dislalie)

- Patologie cutanee suscettibili di peggioramento (per stress, sudorazione, utilizzo di DPI)

- Deformità facciali che possono interferire con l’utilizzo dei DPI

Apparato cardiovascolare

- Patologie del sistema del sistema cardio-vascolare

Eccezioni alla non idoneità:

- Ipertensione arteriosa in controllo terapeutico, previa relazione specialistica in merito

- Piccole varicosità localizzate: previa valutazione possibilità di ulcerazione durante l’attività lavorativa

- Rischio cardiovascolare secondo l’algoritmo I.S.S. (se > 20 richiedere valutazione specialistica)

Apparato respratorio

- Patologie del sistema respiratorio

- Spirometri FVC < 70% e/o FEV1 < 70%

Apparato osteomuscolare

- Patologie che compromettono:

• Abilità di manipolare utensili

• Possibilità di operare secondo le procedure richieste

• Capacità di indossare i DPI

Sistema nervoso

- Alterazioni che compromettono:

• Equilibrio, coordinazione motoria, forza muscolare e sensibilità

• Coscienza (anche in caso di risposta favorevole al trattamento farmacologico)

Psiche

- Patologie psichiatriche:

• Sia in buon compenso farmacologico, sia qualora siano state trattate in pas-sato e siano in remissione da tempo

• Alterazioni che compromettono la coscienza (anche in caso di risposta favore-vole al trattamento farmacologico)

Sistema endocrino

- Patologie endocrine non compensate da trattamento farmacologico

• Diabete mellito (eccezioni alla non idoneità):

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- Se trattamento con solfaniluree ed insulina: richiedere sempre certifica-zione sullo stato di compenso metabolico da parte dello specialista del centro diabetologico che lo assiste

- Nella valutazione dell’Hbglicata è utile rifarsi a quanto previsto dalla nor-mativa per il rilascio della patente di guida

Organi di senso - Vista

- Patologie che diminuiscano o alterino:

• Acuità visiva

• Senso cromatico

• Visione stereoscopica

Organi di senso - Udito

- Perdite di udito superiori a 40 dB (valore medio)

- Protesi acustiche consentite solo se rischio ATEX assente e/o non interferenti con corretto utilizzo di DPI

* Le dimensioni antropometriche dei lavoratori, specie in termine di peso e altezza, vanno correlate alle reali caratteristiche riscontrabili presso i luoghi di lavoro definito come “ambienti confinati”. Si deve far riferimento alle norme tecniche utili alla defi-nizione delle misure antropometriche medie del corpo umano. È necessario effet-tuare un calcolo dimensionale degli ingombri del corpo (arti superiori ed inferiori) che comprenda i Dispositivi di Protezione Individuale in dotazione, le attrezzature di soccorso, i sistemi di recupero necessari al recupero del lavoratore privo di sensi e misure del passo d’uomo (ingresso/uscita).

Conclusioni

Il medico competente nella partecipazione “attiva” alla stesura del documento di valutazione dei rischi potrà usufruire di una griglia che rappresenterà una risorsa importante per individuare con maggiore certezza i numerosi rischi ai quali sono esposti i lavoratori addetti agli spazi confinati e realizzare di conseguenza un proto-collo di sorveglianza sanitaria mirato ed efficace.

PAROLE CHIAVE: Spazi confinati, protocolli sanitari, sorveglianza sanitaria.

Bibliografia

Attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati. Riferimenti normativi e requisiti di sicurezza. ASL Milano. Quaderno tecnico EXPO Milano 2015.

Bacchetta A.P. et al. La sorveglianza sanitaria per i lavoratori addetti ad attività in ambienti sospetti di inquinamento e/o confinati. GIMLE 2015; 37-2, 90-100.

Palmer K.t. et al. Fitness for work: the medical aspects (fifth edition) Oxford Uni-versity Press 2013.

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Così, posta la condizione di buona salute, possono rilevare in modo particolare:

Per il lavoratore ENTRANTE:

• Altezza della persona/altezza baricentro corporeo;

• Larghezza passo di spalle;

• Larghezza passo sternale/dorsale;

• Ergonomia di movimenti/attrezzature/dpi;

• Peso corporeo a secco/attrezzature-dpi da lavoro (scelta della giusta size/taglia dpi e massa vestiaria + rapporto peso/potenza tra il lavoratore entrante e il lavoratore addetto alla fase rescue); si ritiene opportuno suggerire il seguente rapporto peso: peso Lavoratore entrante < 15 kg rispetto al peso del lavoratore addetto alla mano-vra di estrazione rescue (es. lavoratore Sovraintendente o Addetto all’Emergenza). Si suggerisce una verifica puntuale del peso/dpi perché, nel corso di breve tempo, potrebbero essere intervenute modifiche rispetto al giudizio di idoneità iniziale;

• Presenza di barba/capelli in misura eccessiva (inefficienza degli APVR a filtro, rischi di impigliamenti, ecc.);

• Capacità di concentrazione/ascolto/comprensione/comunicazione (per es. eventi anomali da comunicare al lavoratore Attendente/Sovraintendente/Addetto all’E-mergenza);

Per il lavoratore ATTENDENTE:

In possesso di tutti i requisiti indicati per il lavoratore Entrante rileva:

• Rapporto peso/potenza necessario all’utilizzo del sistema di recupero (vd. carat-teristiche tecniche del rapporto di sollevamento del winch/argano di recupero). Solitamente il rapporto di forza a peso è dichiarato nei manuali d’uso/manuten-zione dei dispositivi di recupero. È opportuno, però, verificare la posizione della leva dell’argano/winch del sistema di recupero (vd lato di azionamento della leva ed altezza di manovra) perché lo sforzo fisico relativo potrebbe incidere esclusiva-mente su un solo arto del lavoratore Attendente (per es. soltanto braccio destro o braccio sinistro). Solo recentemente alcuni costruttori hanno compreso l’impor-tanza di ripartire la forza-peso su entrambi gli arti superiori e portare il dispositivo di recupero ad altezza uomo (ca 150-180)! In base alla tipologia di argano si ha un rapporto di riduzione di peso diverso (per es. 4:1, 6:1, 9:1, 13:1). Dunque ipotizzia-mo un rapporto pari a 4:1; ciò vorrà dire che 1 kg sulla leva di manovra equivale a 4 kg di sollevamento dell’infortunato.

• Capacità di concentrazione/ascolto/comprensione/comunicazione (verso il lavora-tore Entrante e/o verso il lavoratore Sovraintendente/Addetto all’Emergenza);

Per il lavoratore SOVRAINTENDENTE:

In possesso di tutti gli item previsti per il lavoratore ATTENDENTE considerando (in virtù del concetto di ridondanza nei sistemi di emergenza) il ruolo di back-up

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dell’ATTENDENTE. Inoltre è utile valutare il peso corporeo a secco/attrezzature-dpi da lavoro (ovvero scelta della giusta size/taglia dpi e massa vestiaria + rapporto peso/potenza tra il lavoratore entrante e il lavoratore addetto alla fase rescue); come già anticipato si ritiene opportuno suggerire il seguente rapporto peso: peso Lavoratore entrante < 15 kg rispetto al peso del lavoratore addetto alla manovra di estrazione rescue (es. lavoratore Sovraintendente o Addetto all’Emergenza). È bene ricordare che i sistemi di recupero svolgono una trazione per lo più “verticale” demandando la fase di “estrazione” finale (passaggio orizzontale), per una persona priva di sen-si, prettamente alla forza/peso-potenza del lavoratore attendente/sovraintendente/addetto all’emergenza; da valutare, dunque, lo sforzo muscolare di trazione orizzon-tale (fase di estrazione) che dovrà sopportare il Sovraintendente o Addetto all’Emer-genza per la messa in sicurezza sul piano di calpestio esterno.

Per gli ADDETTI ALLA SQUADRA DI EMERGENZA:

La squadra di emergenza può rappresentare la salvezza dell’intero team chiamato ad operare in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati. Dunque è opportuno, ai fini della configurazione della Squadra, valutare nel modo più corretto la manovra rescue indicandone il grado di complessità.

Si richiamano le considerazioni di cui sopra (vd lavoratore SOVRAINTENDENTE) e si sottolinea l’utilità della presenza costante di chi è addetto alla fase “rescue”.

3.3.1. Baricentro e peso corporeo

Per baricentro corporeo si intende il centro di distribuzione del peso di un dato corpo; questo punto, in una persona di medio peso (70 kg) ed altezza (1,75 m) si può individuare in genere al livello della terza vertebra lombare, ed in maniera più semplice nel punto medio posto tra l’ombelico e lo sterno.

Visto che la maggior parte degli organi si trovano nella parte superiore del corpo umano e considerato che ognuno di essi viene perfuso da una quantità di sangue direttamente proporzionale alla grandezza dell’organo stesso, risulta facile capi-re che la porzione del corpo che si trova al di sopra del punto di baricentro ha un peso maggiore rispetto agli arti inferiori. In ragione di ciò, possiamo asserire che un lavoratore”entrante” in uno spazio confinato qualora oltrepassi il suo punto di baricentro (ovvero inserisce la porzione superiore del corpo all’interno dello spazio confinato), ha esposto, nel caso di perdita di sensi, il proprio corpo al “punto di non ritorno”.

Oltre al punto di baricentro (derivante dall’altezza del soggetto, espresso in cm) è necessario tener conto anche del peso di massa corporea (espresso in Kilogrammi). Da questi due elementi ne deriva il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) o anche Body Mass Index (BMI).

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IL FATTORE UOMO

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Fig. 3.1 – Esempio di trasferimento del baricentro verso il basso (fase di “non ritorno”)

L’IMC è un parametro che mette in relazione la massa corporea e la statura di un soggetto, fornendo una stima delle dimensioni corporee più accurata rispetto alle vecchie tabelle basate su altezza e peso. L’IMC si calcola dividendo il proprio peso espresso in kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri ed è indicatore dello stato di peso-forma.

IMC = massa corporea (kg) / statura (m2).

3.3.2. Misure antropometriche

L’analisi e le misurazioni delle dimensioni fisiche nonché della massa del corpo umano e dei suoi singoli elementi esterni sono significative ai fini della prevenzio-ne sul lavoro. I dati sulle misure corporee (ad es. altezza degli occhi, circonferenza impugnatura della mano, ecc.) rilevano, come si comprende facilmente, nel caso di lavori in ambienti sospetti d’inquinamento e/o confinati e, in generale, dove l’uomo si interfaccia con lo strumento.

Dalle misure corporee di un lavoratore si ricava un elisse che rappresenta l’ingom-bro del corpo. Tale ingombro è dato da un asse maggiore (larghezza delle spalle o “passo di spalle”) e da un asse minore (profondità del corpo o “passo sternale”).

L’ingombro del corpo umano immobile può essere rappresentato schematica-mente attraverso un ellisse.

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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Fig. 3.2 – Schema rappresentativo d’ingombro del corpo umano

Di seguito due lavoratori che mostrano misure dimensionali antropometriche diverse.

Le suddette misure dimensionali, unitamente alle caratteristiche corporee (con-formazione facciale, misure della calotta cranica, ecc.) del lavoratore dovranno esse-re considerate per un’opportuna scelta dei DPI “salvavita” (APVR e anticaduta). In particolare le taglie (size) e i kg di tolleranza dei dispositivi anticaduta dipendono strettamente da tali parametri.

Alle misure dimensionali vanno aggiunti ulteriori ingombri se, dalla Valutazione dei Rischi, è previsto l’uso di particolari DPI, come ad esempio gli Apparati di Protezione delle Vie Respiratorie (APVR) con aria assistita/forzata o autorespiratori in bombole.

Es. di LARGHEZZA delle spalle (o "PASSO di SPALLE")

Es. di PROFONDITA’ del corpo (o "PASSO di STERNO")

Es. di ALTEZZA del baricentro (o “PUNTO di BARICENTRO")

MISURE DIMENSIONALI ANTROPOMETRICHE del TEAM di lavoro

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IL FATTORE UOMO

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Fig. 3.3 – Schema rappresentativo d’ingombro - uomo con autorespiratore in bombola

Talvolta ci si trova in condizioni limite, poiché il passo d’uomo (es. serbatoi/mixer in ambienti alimentari) potrebbe limitare l’uso di taluni DPI (bombole). Si dovrà pen-sare di proteggere le vie aeree del lavoratore entrante con sistemi di aria esterna (es. airline con gruppo bombole o compressori del tipo “oil free”).

Fig. 3.6 – Esempio di passo d’uomo ristretto - in ambienti aeronautici (cm 25 x 48)

Si indicano talune norme tecniche utili alla definizione delle misure antropometri-che medie del corpo umano:

Fig. 3.4 – Esempio di passo d’uomo ristretto - in ambienti alimentari-chimici-farmaceutici (cm 30 x 43)

Fig. 3.5 – Esempio di passo d’uomo ristretto - in ambienti navali (cm 30 x 40)

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SPAZI CONFINATI: FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, EQUIPAGGIAMENTO

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• UNI EN 547-1:1998 “Misure del corpo umano – Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture per l’accesso di tutto il corpo nel mac-chinario”;

• UNI EN 547-2:1998 “Misure del corpo umano – Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture per l’accesso”

• UNI EN 547-3:1998 “Misure del corpo umano – Dati antropometrici”;

• UNI ISO EN 7250:2000 “Misurazioni di base del corpo umano per la progettazione tecnologica”;

• UNI ISO EN 15537:2005 “Principi per la selezione e l’utilizzo di soggetti di prova per la verifica degli aspetti antropometrici dei prodotti industriali e della loro pro-gettazione”;

• UNI ISO EN 15535:2007 “Requisiti generali per la creazione di banche di dati antropometrici”.

Come già accennato in precedenza, è necessario effettuare un calcolo dimensio-nale degli ingombri del corpo (arti superiori ed inferiori) che comprenda i Dispositivi di Protezione Individuale in dotazione, le attrezzature di soccorso, i sistemi necessari al recupero del lavoratore privo di sensi e misure del passo d’uomo (ingresso/usci-ta). Per maggiori informazioni su dimensioni dei passi d’uomo e aperture di accesso alle strutture vd Norma UNI EN 124 p.to n. 7.3, Norma UNI EN 547-3 Sicurezza dei Macchinari.

Di seguito si riporta un esempio di Valutazione/Calcolo dimensionale per un acces-so Orizzontale e Verticale:

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LA TUTELA DEI DATI NEL SETTORE SALUTE

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Finito di stamparenel mese di febbraio 2017

presso la Tipografia CSR S.r.l. - Romaper conto della EPC S.r.l. Socio Unico

Via dell’Acqua Traversa 187/189 - Roma 00135

TUTELA DATI SANITARIO.indb 564 27/02/2017 12:08:37

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