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06-11 Tradizioni
Folletti pugliesi: Leggenda o
realtà?
12-15 Storia e tradizioni
I misteri di Monopoli
16-21 Miti e leggende
Otranto tra storia e leggenda
(Lecce)
22-27 Tradizione
e Misteri
Le Madonne Nere. Il culto della
Grande Madre
28-31 Armida:
la leggenda
Nella Città di Trani sorge un
magnifico castello in cui, secondo
le leggende popolari,
dimorerebbe un fantasma.
32-39 L’Italia segreta
Il Santuario di Tindari si trova
all'estremità orientale del
promontorio, a strapiombo sul
mare, in corrispondenza dell'antica
acropoli, dove una piccola chiesa
era stata costruita sui resti della
città abbandonata.
40-49 Geografia
Le Madonne Nere
42-43 Le Macabre
Catacombe di Palermo
e il Mistero dell’Apertura
degli Occhi Il convento dei Cappuccini a
Palermo, nel quartiere Cuba, è
annesso alla chiesa di Santa Maria
della Pace. Chiesa e convento
risalgono al XVI secolo, benché
edificati su strutture precedenti.
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4 Speciale Enigmi
SPECIALE NUMERO 7 Sommario
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32 Speciale Enigmi
La madonna di TindariIl Santuario di Tindari si trova
all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in
corrispondenzadell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era
statacostruita sui resti della città abbandonata.
Fare un salto in Sicilia alla scoperta di Tindari, splendida
cittadina nel golfo di Patti, in provincia di Messina,significa
restare affascinati da un tratto di costa in cui arte e cultura si
mescolano magicamente a miti e leggende.Fondata nel 396 a. c. da
Dioniso I, tiranno di Siracusa, come colonia della Magna Grecia, al
fine difronteggiare gli attacchi dei Cartaginesi, è nominata
Tyndaris in onore del Re di Sparta, Tindaro. Sotto ladominazione
romana l’antica Tyndaris diviene un’importante base navale; in
seguito sul suo territorio siavvicendano prima i Bizantini e poi
gli Arabi che la distruggono nell’836. Appena fuori dal Santuario,
dallaterrazza a picco sul promontorio, una vista mozzafiato vi
colpirà non appena scorgerete i laghetti di Marinello,due piccoli
specchi di acqua creati dal mare insinuatosi nella baia sabbiosa,
oggi Riserva naturalistica per lapresenza di un particolare
ambiente salmastro di tipo lacustre.
!Sicilia L’ITALIA SEGRETA
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33Speciale Enigmi
di Amanda Arena- Pubblicato in Turismo - Sicilia
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34 Speciale Enigmi
are un salto in Sicilia alla sco-perta di Tindari, splendida
cit-tadina nel golfo di Patti, inprovincia di Messina,
significarestare affascinati da untratto di costa in cui arte
ecultura si mescolano magica-
mente a miti e leggende. Fondata nel 396 a.c. da Dioniso I,
tiranno di Siracusa, come co-lonia della Magna Grecia, al fine di
fronteg-giare gli attacchi dei Cartaginesi, è nominataTyndaris in
onore del Re di Sparta, Tindaro.Sotto la dominazione romana
l’antica Tynda-ris diviene un’importante base navale; in se-guito
sul suo territorio si avvicendano primai Bizantini e poi gli Arabi
che la distruggononell’836. La colonizzazione romana ha la-sciato
meravigliose testimonianze architet-toniche che oggi si concentrano
nel cuoredell’area archeologica. Sono visibili il Teatro,la
Basilica, le Terme, le abitazioni e le case pa-trizie con i mosaici
colorati ancora ben con-servati. In corrispondenza
dell’anticaacropoli, sul versante orientale del promon-torio a
strapiombo sul mare, si erge il San-
tuario della Madonna bruna, la principale at-trazione turistica
del luogo; al suo interno ècustodita una statua di legno di cedro
del Li-bano raffigurante la Vergine bizantina conBambino. L’origine
della devozione a questaMadonna risale probabilmente al
periododell’iconoclastia, movimento religioso sortodurante l’impero
bizantino, che proibiva ilculto delle icone. Secondo la leggenda
lastatua della Vergine, ben nascosta nellastiva di una nave
proveniente dall’Orienteper sottrarla alle persecuzioni
iconoclaste, èabbandonata qui nei pressi della baia di Tin-dari,
l’odierna Marinello, durante una tempe-sta notturna. All’alba del
giorno dopo imarinai sono ansiosi di ripartire, ma la navesembra
essersi incagliata in quel tratto dimare e non si sposta di un
millimetro. Sola-mente allorchè la statuetta è sbarcata
sullaspiaggia si può riprendere il largo… Appenafuori dal
Santuario, dalla terrazza a picco sulpromontorio, una vista
mozzafiato vi colpirànon appena scorgerete i laghetti di
Mari-nello, due piccoli specchi di acqua creati dalmare insinuatosi
nella baia sabbiosa, oggi Ri-
serva naturalistica per la presenza di un par-ticolare ambiente
salmastro di tipo lacustre.Anche la creazione di questi laghetti si
legaall’adorazione della Vergine nera e alla leg-genda di una
bambina caduta dalle bracciadella madre miscredente. Difatti la
donna,venuta ad adorare la Vergine, resta delusaalla vista del suo
colorito scuro. “Sono ve-nuta da lontano per vedere una più brutta
dime!”, esclama. Ma la sua bimba precipitadall’alto del monte e,
solo grazie all’inter-vento della Madonna e all’ improvviso
ri-trarsi delle acque fino a formare una cullasoffice di sabbia,
riesce a salvarsi dal maretempestoso. A testimonianza del
miracoloavvenuto, la spiaggia di Tindari si presentaoggi a foggia
di donna con le braccia dellaVergine che accolgono la bimba
precipitata.La celebrazione annuale in onore della Ma-donna nera
culmina nella processione del 7settembre, durante la quale numerosi
pelle-grini gremiscono Tindari per partecipare aisolenni
festeggiamenti. Oltre ad essere terradi religione e di leggende,
Tindari è terra diletteratura: qui hanno tratto ispirazione per
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le loro opere sia il poeta Salvatore Quasi-modo sia lo scrittore
Andrea Camilleri. Tin-dari offre anche interessanti
itinerarienogastronomici alla scoperta del cosid-detto Percorso
Mamertino. Infatti, qui si pro-duce il Mamertino DOC, vino vetusto
ecelebre, citato nel “De Bello Gallico”di GiulioCesare, il quale
brindò con un calice di Ma-mertino rosso al suo terzo consolato.
Questopregevole vino rosso, definito “il vino deiguerrieri” per i
suoi profumi caldi e generosi, èottenuto da uve di Nero d’Avola e
di Nocera;il Mamertino bianco, invece, trae origine daivitigni
Grillo e Ansonica. Lo stesso poetaMarziale, riferendosi al
Mamertino, scriveva:”… date al Mamertino il nome che volete,
magariquello dei vini più celebri.”
Secondo la leggenda, una donna venuta adadorare la Vergine per
ringraziarla di averguarito la figlia gravemente ammalata,rimase
delusa alla vista del suo coloritoscuro: “Sono venuta da lontano
per vedereuna più brutta di me!”.
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36 Speciale Enigmi
La statua della Madonna nera di Tindari sitrova all’interno del
famoso santuario co-struito nel XVI secolo ( e poi ampliato intempi
più recenti ) sui resti di una chiesettadistrutta dai pirati
algerini. L’edificio sorgesu un suggestivo promontorio a
strapiombosul mare, nella zona del messinese, dove sitrovava
l’acropoli della città antica. Il mira-coloso simulacro risalirebbe
all’VIII-IX se-colo d.C. e, secondo la leggenda, provieneda
Bisanzio, da dove fu portato via per mareallo scopo di salvarlo
durante l’iconoclastia.Sembra proprio che la Madonna abbia“scelto”
di fermarsi a Tindari durante il viag-gio: la nave che la
trasportava, sorpresa dauna tempesta, si rifugiò nella baia e
riuscì ariprendere il mare solo dopo che i marinaiebbero posata a
terra la statua. Da alloraalla Madonna di Tindari sono attribuiti
moltimiracoli. Una delle più famose leggende ri-guarda una delle
prime pellegrine che sirecò a vedere la statua : a causa
dell’incar-nato scuro del simulacro, fatto interamentein legno di
cedro, la donna dubitò del suopotere e disse con disprezzo: “Vinni
di lun-tana via ppi vidiri una cchiu brutta di mia! “.
Inquell’attimo si accorse che la sua bambinasi era allontanata ed
era caduta dalla ter-razza del santuario. Sarebbe morta anne-gata
nelle acque sottostanti se il mare,miracolosamente, non si fosse
ritirato. Alsuo posto rimase la spiaggia di Marinello,che oggi è
alla base del promontorio. Forseproprio in riferimento a quella
leggenda labase della statua reca ancor oggi l’iscri-zione: Nigra
sum sed formosa, sono nera mabella. Lo stile della scultura non è
intera-mente orientale, ma risulta dalla mesco-lanza di elementi
latini, romanici e arabi, eciò fa supporre che sia stata realizzata
nel-l’impero bizantino; non mancano però, pur-troppo,
rimaneggiamentisette-ottocenteschi che ne hanno cambiatoin parte
l’aspetto.
!Sicilia L’ITALIA SEGRETA
Il santuario ha una storia travagliata. Nel luglio 1544
l'assalto dell'armata corsara turco -ottomana capitanata
dall'ammiraglio Khayr al-Din Barbarossa insidia la costa tirrenica
siciliana:incendia la cattedrale di San Bartolomeo di Lipari,
assedia l'abitato protetto dal castello diSanta Lucia del Mela,
minaccia la cittadella fortificata di Milazzo, devasta la chiesa
che èricostruita tra il 1552 e il 1598. Il vescovo Giovanni
Previtera fonda il santuario di Tindari. Costruisce e finanzia la
cattedralecon gli edifici annessi, i cui lavori furono completati
dopo la sua morte grazie alle donazioni dellafamiglia Previtera
alla diocesi di Patti. Il santuario è ampliato dal vescovo Giuseppe
Pullano con la costruzione di una nuova chiesa piùgrande consacrata
nel 1979. Come la Porziuncola di San Francesco a Santa Maria degli
Angeli ad Assisi, o il santuario dellaCasa Santa della Madonna
inglobata nella basilica-fortezza di Loreto, allo stesso modo
dentro lemura degli edifici che attorniano il santuario di Tindari,
nella parte esterna a ridosso delpresbiterio, vi si trova
l'originaria chiesa della Madonna nera, venendo a costituire dunque
unasorta di chiesa nella chiesa, accessibile solo in determinati
periodi dell'anno e in determinatiorari giornalieri. Sulla cantoria
in controfacciata, si trova il grande organo a canne, costruito da
GiuseppeRuffatti nel 1978, con 78 registri su cinque manuali e
pedale.
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38 Speciale Enigmi
!Sicilia L’ITALIA SEGRETA
Il NUOVO SANTUARIO
La costruzione del nuovo Santuario della Ma-donna del Tindari ha
costituito il programmaprincipale dell’episcopato di S.E. Mons.
Giu-seppe Pullano (1953-1977).Nel 1953, il Santuario esistente era
diventatoincapace di accogliere i pellegrini. Si eranoanche fatti
diversi progetti che, oltre a preve-dere la distruzione della
vecchia chiesa, nonavrebbero offerto una soluzione adeguata.Mons.
Pullano individuò come soluzione piùidonea la costruzione della
nuova chiesa nellavilla del Santuario, che previde lo sbanca-mento
della roccia e la demolizione di alcunilocali, ma lasciò intatta
l’antica chiesetta. Ilgiorno 8 dicembre 1957 viene posta la
primapietra, proveniente dalle antichità greco-ro-mane, già
benedetta da Papa Pio XII il 30 di-cembre 1956. Nel pomeriggio del
6 settembre1975, Mons. Pullano benedice l’interno delnuovo
Santuario e il trono della Madonna.L’Icona della Madonna viene così
portata nelnuovo Tempio e collocata dal Vescovo sul-l’artistico,
prezioso trono, posto sotto l’arcocentrale del nuovo Tempio. Subito
dopo cele-bra la prima S. Messa sul nuovo altare delSantuario e
rivolge la sua calda e appassio-nata parola ai numerosi devoti
convenuti perl’occasione. Il giorno dopo ha luogo la so-lenne
concelebrazione presieduta da S. Em.zail Cardinale Salvatore
Pappalardo, Arcive-scovo di Palermo, il quale nella omelia
defini-sce il Santuario “maestosa Basilica eanticamera del
Paradiso”. Il 1° maggio 1979viene solennemente consacrato il nuovo
San-tuario da S. Em.za il Cardinale Salvatore Pap-palardo,
assistito dal nuovo Vescovo di PattiS. E. Mons. Carmelo Ferraro e
da tutti i Ve-scovi di Sicilia. All’omelia il Card. Pappalardo
ebbe un particolare ricordo per Mons. Pul-lano: “L’8 settembre
del 1975, festa della Nati-vità di Maria, un gruppo di Vescovi qui
presentiavemmo la gioia di celebrare la prima Messa so-lenne in
questo Santuario che proprio in quelgiorno veniva aperto ai fedeli.
Era con noi, edera raggiante, il venerato Mons. Pullano, disanta
memoria, che vedeva così raggiunta unaprima meta del suo impegno di
innalzare unnuovo e splendido tempio in onore di Maria;
eglipregustava già il giorno in cui ne avrebbe fattola solenne
dedicazione”. Illustrò quindi il signifi-cato della cerimonia ed
evidenziò la Dedica-zione del nuovo tempio come punto di lancioper
nuove mete: “Avanti con fiducia, verso l’av-venire di questo
Santuario. L’invocazione “MadreMia, Fiducia Mia”, che il vescovo
innalza e alla
La statua della Madonna Nera, scolpita inlegno di cedro, è di
epoca imprecisata, forsegiunta qui dall'Oriente in seguito
alfenomeno dell'iconoclastia, nell'VIII-IXsecolo. La Madonna, una
Theotókos Odigitriaseduta nella posizione della Basilissa("Regina
in trono"), regge in braccio ilBambino Gesù, ha una corona in
testa, epresenta la caratteristica inconfondibile delvolto lungo -
lo si nota soprattutto nellegrandi proporzioni del naso, ma anche
dallaconformazione della parte inferiore del voltostranamente
allungato verso il bassomantenendo comunque proporzioniaggraziate e
davvero molto armoniose anchedal punto di vista artistico.
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39Speciale Enigmi
quale tutti noi facciamo coro, ci dia il santo ardi-mento che
accompagna le opere benedette daDio e protette da Maria”.Il nuovo
Santuario ha pianta a sviluppo basi-licale, a croce latina, a tre
navate, con tran-setto quadrato e abside semicircolare. Lachiesa è
lunga m. 64 e larga m. 24. Il basa-mento è in marmo billiemi e le
falde della co-pertura sono rivestite di ceramiche azzurre.Sul
fianco settentrionale, adiacente alla na-vata sinistra, è stato
costruito un gran log-giato (lungo 76 metri e largo 8), che
permette diammirare il suggestivo panorama dei laghettidi
Marinello. Sotto il loggiato è ricavato unampio locale che,
collegato alla cripta, formala Penitenzieria del Santuario. La
facciata, incorpo avanzato, si innalza sulla piazza, so-
praelevandosi per lo sviluppo della torrecampanaria. Le porte
sono in bronzo ed ai latidi quella centrale sono collocate le
statue deisanti Pietro e Paolo. Entrando nel Santuarioci si immette
in un atrio decorato da nume-rose vetrate istoriate, al disopra del
quale èsituato un grande organo a canne. La navatacentrale è
delimitata da colonne ottagonalicon basi di marmo bianco, e sulla
volta sitrova un grandioso quadro di 75 mq. che raf-figura “Il
Trionfo della Madonna” opera delpittore Fausto Conti. Sulle navate
laterali, ingrandi mosaici, sono rappresentati i misteridel
Rosario. Il grande altare, al centro deltransetto, poggia su
stipiti di marmo giallo alcui interno è posta una scultura in
marmobianco che rappresenta l’Ultima Cena. Alle
sue spalle spicca l’agile e artistico trono sucui è collocata
l’immagine della Madonna delTindari. Collocati su basi di bronzo,
che hannoforma di nuvole, si ergono 4 maestosi an-geli (alti 2,10
m.), anch’essi di bronzo, che sullemani protese sorreggono il trono
della Ma-donna. Dietro il colonnato dell’abside, è unampio emiciclo
le cui pareti sono decorate daalcuni mosaici che rappresentano i
momentipiù salienti della storia del Santuario.
Il Santuario di Tindari si trova all'estremitàorientale del
promontorio, a strapiombo sulmare, in corrispondenza dell'antica
acropoli,dove una piccola chiesa era stata costruita
sui resti della città abbandonata.
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