Sociologia della Sociologia della Comunicazione Comunicazione prof. Francesca Rizzuto prof. Francesca Rizzuto La questione degli effetti dei media
Sociologia della ComunicazioneSociologia della Comunicazioneprof. Francesca Rizzutoprof. Francesca Rizzuto
La questione degli effetti dei media
Definizione della natura e dell’influenza delle comunicazioni di massa
1.Qual è l’impatto di una società sui suoi media?
2.Come si realizza la comunicazione di massa?
3.Quali conseguenze ha sulle persone l’esposizione alla comunicazione di massa?
Effetti dei media
Effetto/efficacia: conseguenze/raggiungimento degli obiettivi della fonte
Parametro temporale: breve o lungo termine Effetti sulle conoscenze, sul comportamento,
sugli atteggiamenti
Pregiudizio sulla questione degli effetti: allarme sociale e necessità di un’azione sociale correttiva
Tipi di effetti
I media possono:Causare un cambiamento volutoCausare un cambiamento
involontarioCausare un piccolo cambiamentoAgevolare il cambiamentoRinforzare l’esistenteImpedire il cambiamento
Quattro fasi nelle teorie sugli effetti dei media
Prima fase: i media onnipotenti (anni 20-30)
Seconda fase: la verifica della teoria sui media onnipotenti (teorie dell’influenza selletiva –anni 40-50)
Terza fase: la riscoperta del potere dei media (effetti a lungo termine- dagli anni 60)
Quarta fase: l’influenza negoziata dei media (dagli anni 80)
Tipologia degli effetti dei mediaTipologia degli effetti dei mediaEffetti intenzionali
Effetti involontari
• controllo sociale
• socializzazione
Lungo termineBreve termine
•Impatto sugli eventi
• Definizione della realtà
• Cambiamento istituzionale
•Mutamento culturale
• Reazione individuale
• Reazione collettiva
• Risposta individuale
• Campagna di comunicazione
• Acquisizione di informazione
• Promozione dello sviluppo
• Diffusione dell’informazione
• Distribuzione del sapere
Teoria del proiettile magico
Novità del fenomeno mass media Successo della propaganda nazifascista Onnipotenza dei media: effetto di
manipolazione Uniformità della risposta Critica alla società di massa: isolamento
psicologico degli individui
Teoria del proiettile magico
Masse atomizzate e indifese Rottura dei legami tradizionaliAnalisi del comportamento umano basata
sull’approccio behaviorista: Connessione diretta tra S (stimolo esterno)
e R (risposta)Uniformità e regolarità del comportamento:
prevedibilità delle risposte a determinati stimoli
Teorie dell’influenza selettiva
1. Teoria delle differenze individuali2. Teoria della differenziazione
sociale3. Teoria delle relazioni sociali
S I.V. RAttenzione alle I.V. (variabili
intervenienti)
differenze nella struttura cognitiva collocazione sociale / subculture
selettivamente orientate legami sociali/affettivi che orientano
la selezione Tutti i fattori sia psicologici che sociali
diventano potenziali variabili intervenienti
Teorie dell’influenza selettiva
Le differenti strutture cognitive sono risultato dell’apprendimento
Le società complesse sviluppano subculture (sfere in cui si condividono opinioni, atteggiamenti e modelli di azione)
Anche nelle società modernizzate le relazioni familiari/amicali mantengono una funzione selettiva fondamentale
Teorie dell’influenza selettiva
Principio della attenzione selettiva
Principio della percezione selettiva
Principio della memorizzazione
selettiva
Principio dell’azione selettiva
Teorie dell’influenza selettiva
La funzione di agenda setting dei mass media(McCombs & Shaw, 1972-1979)
In conseguenza dell’azione dei media il pubblico è consapevole o ignora, dà attenzione oppure trascura elementi specifici degli scenari pubblici.
La gente tende a includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto.
Il pubblico inoltre tende ad assegnare a ciò che esso include, un’importanza che riflette da vicino l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone.
Le ipotesi di revisione del modello attenuano il nesso causale che va dalle priorità dei gruppi politici (o di interesse) alle priorità dei media e da questi alle opinioni del pubblico.
La revisione va nel senso di invertire la catena di influenza ponendo in maggior risalto la funzione del pubblico.
Oppure, più cautamente, si afferma che i media contribuiscono alla confluenza delle 3 agende.
La funzione di agenda setting dei mass media
I media svolgono una duplice funzione: da un lato, hanno a tal punto incrementato il flusso
dell’informazione da aver concorso a modificare le differenze di sapere derivanti dalle diseguaglianze di istruzione e posizione sociale;
dall’altro, l’accesso di minoranze attente e qualificate alle informazioni tende ad allargare il divario tra settori del pubblico.
L’ingresso delle nuove tecnologie riapre la forbice ormai chiusa per le vecchie: crea nuovi gap
Teoria degli scarti di conoscenza (Knowledge gap)
(Tichenor, 1970)
Teoria degli scarti di conoscenza (Knowledge gap)
Media come agenti di frammentazione sociale
A mano a mano che aumenta la penetrazione dei media nella società i segmenti con lo status socio-economico più elevato tendono ad acquisire l’informazione più velocemente dei segmenti di più basso livello
La disponibilità del “potenziale comunicativo” consente di “colmare il divario” rispetto a specifici segmenti comunicativi ma non altera la distribuzione ineguale (e stratificata) del sapere e dell’informazione.
Anche il divario tecnologico rispetto alle nuove tecnologie rischia di accrescere le differenze tra coloro che sono già “ricchi di informazione” ed acquisiscono nuove possibilità e i “poveri di informazione” che non tengono il passo delle nuove possibilità.
Teoria degli scarti di conoscenza (Knowledge gap)
Media e Socializzazione
Pervasività dei media nella società contemporanea quali fonti di definizioni ed orientamenti rispetto alle “regole del gioco”.
Dal punto di vista sociale, i media contribuiscono al processo mediante il quale si apprendono e si sedimentano una pluralità di aspettative riguardanti i vari sistemi di senso di cui ogni individuo è parte.
Tutto questo avviene integrando e, in alcuni casi sostituendo quasi del tutto l’esperienza effettiva.
Definizione e costruzione della realtà
Nell’era delle comunicazioni di massa sono sempre più rilevanti i flussi comunicativi che ci pongono in contatto con rappresentazioni mediate della realtà.
La realtà controllabile attraverso la sfera di esperienza personale si espande sino a comprendere la realtà costruita dai media.
Teoria della Spirale del silenzio (E. Noelle-Neumann)
Neutralizzazione della percezione selettiva nell’era della tv e concezione integrativa dell’opinione pubblica
la società minaccia di isolare gli individui devianti; gli individui hanno paura dell’isolamento; questa paura spinge gli individui a cercare di rapportarsi
costantemente con quello che si ritiene essere il clima di opinione dominante;
i risultati di questo processo influenzano il comportamento pubblico ed in particolare la loro disponibilità a manifestare liberamente le loro opinioni.
Teoria della Spirale del silenzio (E. Noelle-Neumann)
Come conseguenza individuale: si dissimulano le opinioni se si ritiene di essere in
minoranza; le si manifesta se si ritiene che siano conformi a
quelle della maggioranza. Dal punto di vista sociale le idee considerate
dominanti si diffondono sempre più con un effetto a “spirale” a scapito di quelle considerate in minoranza.
La teoria riprende i modelli pessimistici sulla società di massa.
La teoria della coltivazione (G. Gerbner, Living with Television: the Violence Profile 1976)
L’esposizione prolungata alla televisione induce un effetto di coltivazione nelle credenze delle persone.
La tv coltiva immagini del reale: differenze tra fruitori forti e deboli.
Nel caso della violenza si verifica un differenziale di coltivazione: il soggetto fortemente esposto sviluppa la convinzione che nella realtà esista un elevato livello di violenza e che egli abbia consistenti probabilità di rimanerne vittima.
Si determina così uno scarto, empiricamente rilevabile tra television answer e reality choice, che può quantificare gli effetti di coltivazione indotti dalla Tv.