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T2 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA dicb piú tardi un epitafio <<all'immortale memoria di Jo- hannes Gensfleisch, l'inventore dell'arte della stampa, che ha benemeritato di ogni lingua e nazione>>. Solo una delle opere piú importanti pub essere conside- rata con sicurezza prodotto della bottega di Gutenberg: la Bibbia delle 4z linee, composta a partire dal r45z e uscita prima dell'agosto 1456. Non v'é dubbio inoltre circa la superioriti di Peter Schófier su Gutenberg sia come disegnatore e fonditore di caratteri, sia come stam- patore: la qualiti del suo lavoro fa ammenda per i poco chiari maneggi che lo portarono a raccogliere li dove non aveva seminato. L'efficienza tecnica raggiunta da Gutenberg dopo lo stadio sperimentale di cui nulla sappiamo é forse il suo piú grande diritto alla fama, in quanto essa non fu ma- terialmente superata fino al secolo xrx inoluato: per piú di tre secoli I'incisione dei punzoni, la battitura delle mamici, la fusione dei caratteri, la composizione e la stampa rimasero, in linea di principio, allo stesso livello tecnico. I perfezionamenti tecnici che Leonardo da Vinci aveva suggerito di apportarc aI torchio rimasero allo sta- to di progetto e non vennero mai sperimentati. Migüo- ramenti di secondaria importainza vennero rcalizzati nel xvr secolo da stampatori olandesi, e sono di solito attri- buiti a rüüillem Janszoon Blaeu (157r-1638) sull'unica base delle afrermazioni di Joseph Moxon nei Mecbanick Exercises (r6S¡-8+). Nel tardo xvrrr secolo vari invento- ri tentarono di migliorare il torchio di legno sosriruendo alla vite altri modi di esercitare la pressione. Tutravia il torchio originario progettato da Gutenberg veniva an- cora utilizzato commercialmente a xrx secolo inoltrato. Per nove lettori su dieci I'espressione <<Gutenberg in- ventb la stampa>> é un'abbreviazione dell'altra <<Guten- berg inventó la stampa dei übri>>. L'inevitabile associa- zione del nome di Gutenberg alla Bibbia delle 4z ünee tende a radicare questo emore. Ma non é stata certo - o almeno non principalmente - la produzione meccanica dei libri a farc dell'invenzione di Gutenberg una pieua miliare nella storia della civilti. Si stamparono libri prima di Gutenberg e non c'era GUTENBERG 13 ragione per cui la stampa silografica, o a mezzo di lastre di metallo incise, disegni o fotografie su pietra, o altri mezzi, non dovesse continuare con sempre maggiori per- fezionamenti, come infatti accadde: i libri <<stampati>> da \lilliam Blake e'la fotocomposizione sono tipici esem- pi di stampa senza caratteri mobili. Quel che fece epoca nell'invenzione di Gutenberg fu la possibiliti di rivedere e correggere un testo assolutamente identico in ogni <<co- pia>>: in altre parole la possibiliti di un'edizione unifor- me preceduta dalla correzione critica delle bozze. Qne- st'identitá di tutti gli esemplari di ogni singola edizione si estende perfino agli enori di stampa, i quali, peralro, possono essere identificati come autentici errata. Inolre I'uso dei caratteri mobili e il loro impiego nelle edizioni a stampa non rivoluzionb la produzione dei li- bri, dal momento che agli inizi i libri stampati si distin- guevano appena dai manoscritti e il frontespizio rimase virtualmente la sola aggiunta degli stampatori ai prodotti degli amanuensi: novitá cui gli amanuensi stessi, prima o poi, sarebbero giunti da soli, come fece Vespasiano da Bisticci. Il cambiamento apportato da Gutenberg nell'a- spetto esteriore delle cose da leggere, nel senso piú va- sto della parola, fu un mutamento in due sfere completa- mente diverse. Facendo precedere e poi affiancando alla grande avven- tura della stampa di un libro I'edizione di indulgenze, c - lendari e opuscoli su argomenti d'interesse efimero, i pro- totipografi crearono quel che oggi vien chiamato lo <<stam. pato commerciale)>, e con esso Gutenberg e Fust pose- io le basi della moderna pubbücistica a st¿rmpa, che é legata alla produzione di grandi quantit¡ di singole let- tere identiche liberamente accostabili in una varieti pres- soché infinita di combinazioriz proprio la caratteristica dell'invenzione di Gutenberg. Nello stesso tempo, rendendo possibile I'immissione sul mercato di un grande numero di copie identiche di uno stesso testo in un qualsiasi momento prestabilito, Gutenberg previde la possibiliti di aumentare sempre piú il numero di copie riducendo contemporaneamente il tempo necessario a produrle. Una volta stabilito il
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Siegfried Henry, Cinque secoli di stampa, Milano: CDE, 1993, pp. 012-051

Oct 20, 2015

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Max Enea

Traduzione di: Luciano Lovera, di Five Hundred Years of Printing, 1974, terza edizione inglese riveduta da James Moran
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Page 1: Siegfried Henry, Cinque secoli di stampa, Milano: CDE, 1993, pp. 012-051

T2 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

dicb piú tardi un epitafio <<all'immortale memoria di Jo-hannes Gensfleisch, l'inventore dell'arte della stampa, cheha benemeritato di ogni lingua e nazione>>.

Solo una delle opere piú importanti pub essere conside-rata con sicurezza prodotto della bottega di Gutenberg:la Bibbia delle 4z linee, composta a partire dal r45z euscita prima dell'agosto 1456. Non v'é dubbio inoltrecirca la superioriti di Peter Schófier su Gutenberg siacome disegnatore e fonditore di caratteri, sia come stam-patore: la qualiti del suo lavoro fa ammenda per i pocochiari maneggi che lo portarono a raccogliere li dove nonaveva seminato.

L'efficienza tecnica raggiunta da Gutenberg dopo lostadio sperimentale di cui nulla sappiamo é forse il suopiú grande diritto alla fama, in quanto essa non fu ma-terialmente superata fino al secolo xrx inoluato: perpiú di tre secoli I'incisione dei punzoni, la battitura dellemamici, la fusione dei caratteri, la composizione e lastampa rimasero, in linea di principio, allo stesso livellotecnico. I perfezionamenti tecnici che Leonardo da Vinciaveva suggerito di apportarc aI torchio rimasero allo sta-to di progetto e non vennero mai sperimentati. Migüo-ramenti di secondaria importainza vennero rcalizzati nelxvr secolo da stampatori olandesi, e sono di solito attri-buiti a rüüillem Janszoon Blaeu (157r-1638) sull'unicabase delle afrermazioni di Joseph Moxon nei MecbanickExercises (r6S¡-8+). Nel tardo xvrrr secolo vari invento-ri tentarono di migliorare il torchio di legno sosriruendoalla vite altri modi di esercitare la pressione. Tutraviail torchio originario progettato da Gutenberg veniva an-cora utilizzato commercialmente a xrx secolo inoltrato.

Per nove lettori su dieci I'espressione <<Gutenberg in-ventb la stampa>> é un'abbreviazione dell'altra <<Guten-berg inventó la stampa dei übri>>. L'inevitabile associa-zione del nome di Gutenberg alla Bibbia delle 4z üneetende a radicare questo emore. Ma non é stata certo - oalmeno non principalmente - la produzione meccanicadei libri a farc dell'invenzione di Gutenberg una pieuamiliare nella storia della civilti.

Si stamparono libri prima di Gutenberg e non c'era

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ragione per cui la stampa silografica, o a mezzo di lastredi metallo incise, disegni o fotografie su pietra, o altrimezzi, non dovesse continuare con sempre maggiori per-fezionamenti, come infatti accadde: i libri <<stampati>>

da \lilliam Blake e'la fotocomposizione sono tipici esem-pi di stampa senza caratteri mobili. Quel che fece epocanell'invenzione di Gutenberg fu la possibiliti di rivederee correggere un testo assolutamente identico in ogni <<co-

pia>>: in altre parole la possibiliti di un'edizione unifor-me preceduta dalla correzione critica delle bozze. Qne-st'identitá di tutti gli esemplari di ogni singola edizionesi estende perfino agli enori di stampa, i quali, peralro,possono essere identificati come autentici errata.

Inolre I'uso dei caratteri mobili e il loro impiego nelleedizioni a stampa non rivoluzionb la produzione dei li-bri, dal momento che agli inizi i libri stampati si distin-guevano appena dai manoscritti e il frontespizio rimasevirtualmente la sola aggiunta degli stampatori ai prodottidegli amanuensi: novitá cui gli amanuensi stessi, primao poi, sarebbero giunti da soli, come fece Vespasiano daBisticci. Il cambiamento apportato da Gutenberg nell'a-spetto esteriore delle cose da leggere, nel senso piú va-sto della parola, fu un mutamento in due sfere completa-mente diverse.

Facendo precedere e poi affiancando alla grande avven-tura della stampa di un libro I'edizione di indulgenze, c -

lendari e opuscoli su argomenti d'interesse efimero, i pro-totipografi crearono quel che oggi vien chiamato lo <<stam.

pato commerciale)>, e con esso Gutenberg e Fust pose-

io le basi della moderna pubbücistica a st¿rmpa, che élegata alla produzione di grandi quantit¡ di singole let-tere identiche liberamente accostabili in una varieti pres-soché infinita di combinazioriz proprio la caratteristicadell'invenzione di Gutenberg.

Nello stesso tempo, rendendo possibile I'immissionesul mercato di un grande numero di copie identiche diuno stesso testo in un qualsiasi momento prestabilito,Gutenberg previde la possibiliti di aumentare semprepiú il numero di copie riducendo contemporaneamenteil tempo necessario a produrle. Una volta stabilito il

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14 rL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

principio, I'evoluzio¡s dsll'sdizione di diecimila indul-genze identiche al mese nell'edizione di un milione digiornali uguali nel giro di poche ore divenrava un pro-blema di progresso tecnico. Gutenberg pub cosí essereproclamato il progenitore della stampa periodica.

Ancora: mentre é facile dire che <<Gutenberg inventbla stampa>>, occorre invece un lungo discorso per spie-gare in che cosa consistesse questa sua <<invenzione>>.Per circa duecentocinquant'anni, e cioé fino al tempo deiMechanick Exercises di Moson, i riferimenti letterarial <<mistero)> sono vaghi e ambigui e le rappresenta-zioni degli stampatori al lavoro piuttosto pittoriche chetecniche. I prodotti del torchio di Gutenberg sono per-cib le sole fonti tangibili da cui si possa dedune il pro-cedimento da lui usato per stamparli.

Al fine di chiarire alcuni equivoci assai comuni, sariforse meglio procedere ora con una serie di negazioni.

Non fu Gutenberg il primo a capire la necessitá, e lepossibilitá, di una produzione di stampati su vasta scala.Al contrario, la sua invenzione fu grandemente favoritadal fatto che la moltiplicazione delle opere letterarie nonera solo una necessiti generale, ma anche, verso la metidel Quatttocento, un'attivitá commerciale riconosciuta elucrativa: gli amanuensi prowedevano a soddisfare siale richieste del ricco collezionista di manoscritti d'autoriclassici sia le necessitá dello studente povero cui occor-revano i manuali ü legge e teologia. Il übraio fiorentinoVespasiano da Bisticci giunse ad impiegare contempora-neamente fino a cinquanta amanuensi; e nelle citti sedidi universitá, ma cui la piú importante era Parigi, i copi-sti di libri di cultura erano abbastanza numerosi da poterformare delle corporazioni. La congregazione reügiosadei Fratelli della vita comune di Deventer si specializzónella copiatura dei libri di filosofia e teologia, e ne fecevasto commercio in tutta I'Europa settentrionale. Die-bold Lauber ditesse a Hagenau, in Alsazia, un vero eproprio <<stabilimento>>, in cui, alla maniera degli edi-tori di tempi piú moderni, egli produceva libri per illibero commercio: sua specialiti era la <<letteratuta ame-na>>, di cui aumentaval'attrattiva agli occhi del popolo

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corredandola di illustrazioni, bencJré esse non fossero al-mo che meccaniche ripetizioni.

Non fu un'invenzione nuova neppure la stampa dauna matrice in rilievo incisa a rovescio t. L'avevano pra-ticata i cinesi per circa mille anni (la data leggendariadell'invenzione sarebbe I sg+ d. C.), e il loro sistema diricavare I'impressione sofilegando un foglio di carta con-tro una tavoletta di legno incisa a rbvescio e preventiva-mente inchiostrata si era trasmesso all'Occidente attra-verso le vie carovaniere: ai tempi di Gutenberg libri estampe silografiche erano ben noti.

Anche I'invenzione della cart^, che doveva rivelarsi ilsupporto ideale per la stampa, venne dalla Cina. E'veroche, di tanto in tanto, si usava e si usa ancora per certistampati di lusso la pergamena, ma la cata ebbe e ha sudi essa il vantaggio della disponibiliti virtualmente illi-mitata, che permette la produzione in massa caratteri-stica della stampa.

Gutenberg si rifece a reahzzazioni precedenti anchequando attuó la sostituzione del legno con il metallo e del-la pagina silografica con la lettera singola. Arv:i, da que-sto punto di vista egli non si scostó dalla tradizione delsuo mestiere di orefice, poiché gli orefici - e in genere gliartigiani che si dedicavano a specializzaziolt similari -avevano sempre inciso punzoni per i loro marchi di fabbrica e per le lettere con cui imprimevano iscrizioni sutazze, campanelli, e altri oggetti metallici.

Gutenberg movó pure a pottata di mano 1o smumentoadatto a comprimere e appiattire una sostariza umida epieghevole come la cafta da stampa: il torchio a vite, cheveniva impiegato per tutta una serie di usi difierenti daalmeno mille anni.

La rcalizzazione di Gutenberg sta dunque, prima ditutto, nella sintesi scientifica di tutti questi diversi espe-rimenti e tendenze. Egli soddisfece la necessitA di mag-giori quantit¿ di scritti a prezzo inferiore, propria delsuo tempo, mediante la sostituzioie della macchina alla-voro manuale. Riunendo I'esperienza tecnica del maesno

I [Cioé con destra e sinist¡a invertite].

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T.6 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

di calligrafia, del silografo e degli incisori in metallo, egliprodusse dei caratteri mobili che potevano essere combi-n ti a piacimento: e qui giunge finalmente il momentoin cui si pub parlare di almeno due <<invenzioni> genui-ne compiute da Gutenberg. Per poter comporre ancheuna sola pagina occorreva disporre d'un grande numerodi caratteri; per un libro intero ce ne sarebbero voluti amigliaia: come moltiplicare I'unico esemplare prodottodal disegnatore e dal punzonista? Gutenberg superb ladificolti applicando il principio della fondita a ripetizio-ne. Una singola lettera, incisa in rilievo e impressa inuna piasra d'ottone, avrebbe fornito I'incisione in inca-vo e rovesciata, o <<maffice>, della lettera stessa, da cuisi sarebbe potuta ottenere meccanicamente una qualsiasiquantitA di copie identiche semplicemente versandovidentro del piombo fuso. I caratteri cosl ottenuti dove-vano essere dotati, nel corso della fusione, di un fustolungo abbastanza da perm€ttere alle dita di affemarli sal-damente nell'operazione di accostamento per formare pa-role e frasi. Indipendentemente dalla lettera in corso difusione, questo fusto doveva essere sempre della stessaesatta lunghezza, affinché le varie linee e colonne di ca-

ratteri presentassero sul piano del torchio una superficiedi stampa d'altezza uniforme.

Non si sa con ceÍtezza fino a che punto Gutenbergsviluppó il principio della noald. E questo uno stru-mento in cui due parti mobili a bloccaggio interdip.n-dente si accostano - proporzionalmente alla laryhezza üogni singola lettera, dalla sottile I alla rrl - costituendo unorifizio della profonditi di circa z,j cm, chiuso da unaparte dalla marice incisa e aperto dall'altra per permet-tere I'immissione del metallo fuso. La ttaüzione ne farisalire l'invenzione a Schófier, tuttavia Gutenberg, pri-ma di arrivare aMagonza e di associarsi a Fust e Schófier,doveva aver realizzato un qualche attuabile sistema perottenere quantitA i[imitate di caratteri metallici la cuialterza permettesse di riunirli a formare una superficiedi stampa assolutamente piana. Con questo egli non sta-

bilí soltanto il principio fondamentale della stampa tipo-

GUTENBERG f7gr1frc-a, ma inmodusse anche in Europa, con piú di tre se-coli d'anticipo sulla sua adozione nel'ittdurtiia, la teoriadei <<pezzi intercambiabili>, che rappresenta il fondamen-to tecnico della moderna produzione in serie.

La seconda invenzione compiuta da Gutenberg - esenza cui sarebbe impossibile pensare la stampa nel sen-so moderno della parola - fu la rcalizzazioné di un in-chiostro che aderisse ai caratteri metallici e avesse quindiproprietá chimiche molto diverse da quelle dell'inchio-stro impiegato nella stampa silografica. La sua soluzionefu di adottare le scoperte dei pittori fiamminghi usandoun inchiostro composto d'un pigmento macinato in unavernice d'olio di lino. A Gutenberg occorreva anche lacarta e questa era disponibile, perché veniva fabbricatain Europa gii da parecchi anni, ma era una carta ricavatada stracci di lino e cotone macerati, trattata con gelatinaper conferirle la superficie dura e opaca necessaria perscrivervi sopra con la penna d'oca. Era ben diversa dal-la carca sottile, soffice, modellabile e assorbente usatacon inchiostri a base d'acqua nella stampa per sfregamen-to. La composizione dell'inchiostro e della carta richiede-vano perció un metodo di stampa diverso, gtazie al qualepotesse essere esercitata su carta e caratteri una pressio-ne istantanea ed elastica.

A parte questa considerazione, se si voleva sfruttareadeguatamente la produzione in massa dei caratteri rea-lizzata da Gutenberg occorreva un metodo per produmefogli stampati molto piú veloce di quello per sfregamen.to. La risposta fu movata nel torchio a vite, ben noto inEuropa sin dal I secolo dopo Crisro. La leggenda secon.do cui Gutenberg ebbe l'ispirazione d'impiegare il pe-sante torchio dei vignaioli durante una festa del vino éapocrifa, ed é piú probabile che egli abbia fatto modifi-care da Konrad Saspach, tornitore in legno, un piccolotorchib a vite di uso domestico: un rorchio per spiemeresemi di üno o per spremere I'oiio dalle olive. Foiché alui non serviva la pressione continuativa necessaria perottenere una spremitura, il piano di pressione (platina)non scendeva piú lungo due guide ai lati dell'incastella-

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tufa ma venne staccato e appeso con gancí a una travef-sa in cui era ricavata la madrevite nella quale girava la vi-te. Questo dispositivo forniva la pressione elastica adat-ta pef stampare.

A un certo punto venne aggiunto fuori sagoma un ta-volo su cui posare la forma, e dal quale far scivolarc lastessa fin sotto la platina. La piú antica rafigurazionenota di un torchio da stampa, datata 1499, mostra nonsolo che il torchio era molto piccolo ma anche dre vierano stati aggiunti il tavolo e un <<cesto>> in cui si pone-va Ia forma. La prima relazione circostanziata sull'artedella stampa, incorporata da Koelhofi nella sua Cronicauan der hilliger Stat aan Coellen (t4g9), non dedica mol-ta attenzione ai problemi tecnici; né gli esperti giudicanogranché accurato il disegno di Diirer del r5rr: non c'émodo di far scorrere la forma sotto Ia platina e la viteé intagliata in modo errato. Alri artisti, particolarmen-te qu'elli che disegnarono i marchi di Josse Bade di Pa-rigi dal rrog in poi, forniscono immagini piú precise.La prima descrizione semplificata del procedimento distampa venne pubblicata da Christophe Plantin nel t567neiDialogues lrangais poar les ieunes enfans, quasi cen-tovent'anni prima di quella di Joseph Moxon nei Me-chanick Exercises. Ma é a Moxon che la posteriti deve ilpiú completo libto sull'incisione, la fusione e la composi-zione dei caratteri, sulla fabbticazione degli inchiostri, sul-la costruzione dei torchi, sulla stampa e sulla correzio-ne. Esso é rimasto un'indispensabile fonte d'informazionisu ogni aspetto dei procedimenti tecnici di stampa coslcome venivano praticati nel periodo fra Gutenberg e l'in-venzione della macchina da stampa a pressione pianoci-lindrica.

Il torchio di Gutenberg rimase in uso senza migliora-menti sostanziali per piú di ue secoli. Per manovrarlo oc-correva una grande fotza fisica, ed esercitare la pressionee servire la macchina eta un lavoro molto faticoso; per dipiú esso non consentiva di stampare un foglio intero tuttoin una volta. Ma per i suoi tempi, e per l'allora límitatopubblico capace di leggerne i prodotti, era sufrciente.

Senonché, proprio questi prodotti ebbero come efiet-

GUTENBERG f9

to il continuo allargamento della cerchia di coloro che era-no in grado di leggere e scrivere, e il vecchio torchio nonriuscí a far fronte alle richieste che aveva create: fu essostesso il principale fattore del suo superamento tecnico.

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Capitolo terzo

Il disegno di carattere

Quindici anni dopo la morte di Gutenberg (1468) lastampa si era difiusa in ogni paese dell'Occidente cri-stiano, dalla Svezia ¿lla Sicilia, dalla Spagna alla Poloniae all'Ungheria. Meno di un secolo dopo, verso la met)del Cinquecento, le nazioni occidentali gii cominciava-no a pensate a come avrebbero voluto che venissero pre-sentati esteriormente gli stampati. Mentre é possibile esa-.minare il conributo intellettuale degli stampatori di ognisingola nazione alla civiltá europea, il disegno di carat-tere fu invece una questione sopranazionale e ne tratte-remo perció brevemente in ordine cronologico.

La penerazione dello spirito dell'Umanesimo nell'Eu-ropa occidentale significb la vittoria del tondo e del cor-sivo; mentre Ia resistenza a questa penett%ione portb laGermania, la Russia, la Turchia a radicarsi nell'isolazio-nismo del gotico, del cirilüco e dell'arabo. Il recente pas-saggio della Germania e della Turchia all'alfabeto latinoha rappresentato un grande progresso verso I'unificazionedella civilth mondiale; proprio come il rifiuto della Rus-sia postleniniana ad abbandonare il cirillico - anzi, laprogressiva imposizione di questo alfabeto alle al*e re-pubbliche sovietiche - é un indice significativo del solcoprofondo che divide l'Est dall'Ovest.

E pressoché impossibile distinguere all'aspetto esterio-re i libri stampati tra il r41.o e il r48o dai manoscittidello stesso periodo. Gü stampatori adottarono virtual-mente tutte le scritture usate verso la meti del Quattro-cento in Europa: la textura dei lavori liturgici, la ba-starda dei testi di legge, la rotunda e La gotbicoantiqua

IL DISEGNO DI CARATTERE 2Í.

(ambedue compromessi italiani fuata scrittura carolingiai quella tardo--medievale), la lettera anticba uficiale, ela iancelleresca corsiva (quella preferita dagli umanistiitaliani), ecc. Né i manoscritti né i libri stampati aveva-

no froniespizio o numeri di pagina; e quando -si deside-

rava I'inserzione di iniziaü cólorate o di altre illustrazio-ni, questo lavoro doveva essere fatto da uno specialista,

altrf che I'amanuense. o lo stampatore. Slimpiqgavano an-

che gli stessi supporii (dalla cart¿ piú fine alla piú sca-

denté, dalla pergá-.na piú ruvida a quella piú liscia) e

t[ stétri foi*atl ormai -afiermati,

fra lui dominavano ilquarto e il folio.'

Perché gli stampatori imitarono cosí da vicino gli ama-

nuensi? Sl ¿ detto che il loro scopo era di ingannare

ii-p"¡¡U.o, facendo assomigliare quanto piú possibile

[o itampato al manoscritto, lrcimitazione> all'autentico.Ma la ipiegazione vera la si troveri .'ell'atteggiamentodel conzum"atore piuttosto che in quello del produttore'Nei riguardi della presentazione degli stampati il conser-

vatorismo é sempre stata una carattens-tlca -promrnen'te del lettore: <,la presentazione tipografica {ei libri ri'chiede una quasi asioluta obbedienza alla tradizione>>, e

<perché ,rna rnoua serie di caratteri abbia successo oc-

.6rt che essa sia tanto buona da non poter esser rico-

nosciuta come nuova se non da pochi>. sono questi due

Jei <principl fondamentali dell'arte tipografic.a)> enume-

rati d; Stanley Morison dopo un attento studio dei cin-

á". ,..oli di étamp ^ ^

,^ritteri mobili. Le stesse regole

u"lgorro per la forma delle singole lettere e per I'aspetto

deliinteü pagina o di un'<<aperturao. \üilliam Morrissarebbe rt"io profondamente mortificato se avesse sapu-

to che.rn.oni.mporaneo di Gutenberg o di-Caxton non

solo avrebb. ,t.ti.to a riconoscere irr un'edizione della

Kelmscott Press <<un libro>, ma anzi se ne sarebbe me-

ravigliato, come davanti a una curiositi sefiza scopo. unübr; <,,diúerso> cessa in un modo o nell'aluo di essere

un übro e diviene un pezzo da collezionista, o da museo,

qualcosa da guardare, forse -da ammirare, ma certo non

d. tigg.t., {,r.tt" é, virtualmente' la sorte di tutti i ü-

bri prodotti dalle stamperie private.

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22 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

Gli stampatori del periodo degli incunaboli erano ar-

tigiani ed óperai, e nón coltivaváno alcuna delle ambi-zióni e illuJioni d'<(artigianato artisticor> che ossessio-

narono i <<riformatori>> lnglesi, francesi e tedeschi dalr88o al rgro: in altre paiole essi erano orgogliosi - e

giustamente - della qualiti del loro lavoro fatto a mano.E siccome con esso dovevano guadagnarsi da vivere - e

quindi vendere merci che i loro clienti comprassero vo-léntieri - essi accettarono senza esitare i canoni stabilitidagli amanuensi, i quali cercavano di-ottenere, piú del-

la"chiarezza e della leggibiliti, la regolaritá delle singolelettere, la compattezza di ciascuna linea, quella pagina

dall'aspetto ..tessuto> simile alle grate delle finestre go-

tiche ó a un tappeto orientale. L'uomo di legge cui oc-

correva una copiá dei Decreti sapeva esattamente quale a-

spetto dovevano avere, perché li aveva maneggiati per tut'tá la vita. Agli awocati del Quattrocento sarebbero sta-

te subito familiari le edizioni di Schófier, Richel,'$lenss-ler, Koberger o Grüninger - con il commento stampatosui margini tutt'attorno al testo' senza spazi e senza in-terlineaiura, zeppo di politipi e abbreviazioni, prive difrontespizio, di, indice generale e di indice dei nomi e

degli argomenti -, mentre un Codex iuris canonici com'mentato modernamente, con note a pié di pagina e ap-

pendici, li avrebbe lasciati completamente sbalorditi.- Il desiderio di far apparire manosmitto un libro stam-pato non si é afiatto estinto, ma va considerato piú unaiomantica abemazione che una particolare speaahzzazio'ne dello stampatore. Ció non vale naturalmente per icaratteri scrittl impiegati nella pubblicitá e negli smm-pati commerciali, poiéhe in questi casi proprio- la sua-irrr del loro diségno adempie alla legittima {unzionedi atuarre I'attenzione del lettore.

Il riconoscimento della fondamentale difierenza tta ghefietti ceati da colui che incide il metallo e'quelli pro-dotti dalla penna d'oca portb alla vittoria del punzonistasull'amanuense, e conseguentemente il libro autenticosoppiantó quello che imitava il manoscitto. Verso ilraAo la seconda genetazione di stamPatori aveva acqui-stato coscienza dell'autonomia inminseca nella sua arte.

IL DISEGNO Dr CARATTERE 23

La superioriti dello stampatore rispetto allo scrivanosta proprio nelle sue maggiori possibiliti di üsporre lamateria organicamente. Giá si é accennato al valore diun testo accurato e uniforme quale é stato reso possibiledal torchio da stampai ma questo vantaggio é ulterior-mente esaltato dall'abile impiego di tutta la gradazionedei corpi di un carattere, dei titoli correnti in testa pa-gina e delle note ai piedi, dell'indice generale all'inizio edegli indici dei nomi e degli argomenti alla fine, dei nu-meri esponenti e deponenti, dei rimandi all'interno dellibro e di tutte le altre possibilitá che si ofirono allo stam-patore, accorgimenti uguali per tutti i libri e percib iden-tificabili da qualsiasi lettore. Vi sono quindi molti mezzinon solo per facilitarclacomprensione dei trattati erudi-ti, ma anche, e forse ancor di piú, per gli orari, i dizionari,le guide turistiche, i manuali (di qualunque genere essisiano), ecc.

Un importante efietto di questa evoluzione fu la gra-duale riduzione dei segni contenuti nelle <(casse>> dei com-positori. Gutenberg usó circa treccnto segni diversi fralettere singole, politipi e abbreviazioni: ora il numerot sceso a circa quaranta minuscole (bassa cassa) e quasialtrettante maiuscole (alta cassa): sopravvivono solo piüsette politipi (fi, fr, ffi, fl, ffi, a, c) e una abbreviazio-ne, la &.

Nei Dialogues poar |,es leunes Enfans, pubblicati daPlantin nel x567, vengono discusse insieme la scrittura,la fusione dei caratteri e la stampa. L'autore, JacquesGrévin, parla prima dell'arte della scrittura con il mae-stro di calligtafia Pierre Hamon, e poi degü arnesi e deiprocedimenti di stampa con un secondo interlocutore,<(E.>>, che potrebbe essere sia Robert Estienne, sia ilfonditore di caratteri olandese Laurens van Everbroeck.Sebbene si possa dubitare dell'utilitá del übretto per iragazzi di qualsiasi tempo, esso é tuttavia ancora unalettura piacevole per qualunque maesmo stampatore chedesideri farsi un'idea dell'abilitá degli artigiani del Cin-quecento.

Enuo circa cinquant'anni dalla morte di GutenbergI'originaria abbondanza ü caratteri diversi si dir¡ise in

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24 rL PRrMo sEcol,o DELLA STAMPA

due correnti: da una parte I'antiqua neüe serie tonda e

;ü-e;ii;ali:^ il góti.o q.!1. serie Fraktur e Schwa-

b;;h 11liii"o*i inv"entati dalla fantasia di s6ittor! niú,.¿il. I-" t..i. ioná^ f,t incisa per l1 prima.volta a

i;;t";ó nel-4e7 e venne portáta alla perfezione dal

il;Ñi{icolas i.ntott a Venezia ne¡ r47o' All'originedella serie corsiva stanno la scrittura umanlsüca corslva

Gd*,"* .U.-"..itsiti tipografiche dtl^ p:t"?gnista. Fran'

1,.r.á órifio, .h. lavorb íYénaiape_1Aldo Ma.nuzio ver'

;ii;;ili' '.iir,ura della canielle¡ia p1plle (adatta-

i. ¿.ii¡tísr^fo Ludovico degli Arriehi t .d41". shmpa-

il A;;Ño nhdo, romani, lttto i1-r5zo)'-Dai vari ca-

;;.;i;ñi .rsati itt Eurgpf durante ii secolo xv derivó

iiFi.f.,*, .onot.i,rlo in Iialia e in Inghilterta con il no-

il di r,gori.on (nome che ne--ricorda ancora Ie origini) e

in Francia .o*.'.i..iact¿re allemand> (alh¡sione al fatto

che esso ricevette la sua forma definitiva ad Augusta e No'

;ñb;üu.*o ii i5 to-ro). Lo Schwabach, ung_dei molti

;;i.i ;tl"ra in,rtol .ornparve a Norimberga, Magonza e

ilrrou. a Darrire daÍ r48o, e non ebbe sicuramente origine

;;tt; cittadina di Schwabach, in Franconia'

II carattere latino, o antiqaa

La vittoria dell,antiqua sul gotico é dovuta p_rincipal-

,rr.ni.'J g.ni" **..i.iale diAldo Manuzio. Egli ave-

;;;tt;;p;tk, é vero, la potente gadizione in cui erano

.r.r.iotii sooi clientí pi.i autorevoli sin dai tempi deqli

;;"úi nor.nii"i coi r..io Salutati, poggiq e .Niccolbffi;"ú;l q".ii tu.uano stabilito il priSipig,tltt il mezzo

"ipiápifr;;;td trasmissione dei tésti añtichi era la lit'

tera antiqua.-- Eo o.1i.ib del tutro naturale che il primo übro stam-

p"üiril-r¿i" iri irr.t"ua di un classico, ll ?, oratore di

Cicerone, ,trrrrp"to nel 1465 a Subiaco d1 Swgynheym-g

ñ.-.tiri ^pp.tirt.

in un.ár.tt.t. che si awicinava piú

;il;;d;i¿sli ;*anuensi rinascimentali che non alla

ll-riil areli ítr.p.tori magontini. Andogamegte, i primi stampatori francesi usarono un carattere antlqua, Pol'

IL DISEGNO Dr CARATTERE 25

ché i loro patroni, due docenti della Sorbona, volevanoutilizzare il torchio da stampa per la üfiusione dell'uma-nesimo. Il primo übro stampato a Pafigi (t4lo) fu in-fatti una guida all'arte del bello scrivere in latino, l'Epi-stolaram libri di Gasparino Barz;u;io. I1 caratere diSweynheym e Pannartz disegnato a Roma da un tedesco,vi rimase in voga nella forma leggermente diversa data-gli da Ulrich Han per molto tempo, fino a quando nonlo soppiantó il tondo veneziano del francese Nicolas Jen-son. Era tuttavia bello abbastanza per essere riesumatodall'incontentabile St John Homby nel rgoz alla suaAshendene Press.

Anche Jenson, uno dei piú grandi disegnatori di carat-tere ü tutti i tempi, incise il suo tondo per stampare unlibro dell'antica Roma, le Epistolae ad Bratum di Cice-rone (r47o). Nicolas Jenson, nato verso il r4zo a Som-mevoire presso Troyes era di professione incisore e sidice che Carlo VII lo inviasse a Magonza con f incarico- caso molto antico di spionaggio indusmiale - di sco-prire in che cosa consistesse il nuovo mistero della stam-pa. Pare sicuro che egli abbia appreso efiettivamenteI'arte della stampa in Germania, forse a Magonza, primadi stabilirsi a Venezia verso ú. r47o; egli é comunque ilprimo stampatore non tedesco di cui si abbia notizia.Noi non condividiamo piú I'esagerato entusiasmo di Wil-liam Monis, secondo il quale <Jenson portb al piú altogrado di perfezione possibile il carattere tondo>, ma lafotza e nobiltá ü tratto di questo primo vero <(tondo>>

stabilirono subito un modello di altissimo üvello per tut-ti quelli a venire. Tuttavia, Jenson stesso ritornó piútardi al gotico e almeno gli stampati in volgare continua-rono per un certo tempo a essere composti, sia in Italiache in Francia, in caratteri diversi dall'antiqua. Il catat-tere usato di solito per i testi francesi fu per alcunidecenni il gotico corsivo, detto lettre bátarde, disegnatoa Parigi nel 1476.

L'onda ü riflusso venne con le edizioni di Aldo Ma-nuzio, esremamente fortunato nella scelta di un punzo-nista, il bolognese Francesco Grifio, che gli forní - olrea tutto il resto - una nuova serie cui Jenson non aveva

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26 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

pensato, basata sulla scrittura cancelleresca corsiva dellacancelleria papale, che era stata adottata d"gü umanistiper i loro scitti non ufrciali. Fu chiamata piú tardi <(cor-sivo> (fa piacere scoprire, perb, che gli spagnoli lo chia-mano letra grita) e si dimosnó il complemento idede,nella stampa come 1o era stato nella scrittura a mano, deltondo uficiale. Grifio incise anche varie serie di tondo,particolarmente importanti in quanto egli si rifece a mo-delli assai piú untichi di quelli d.glt amanuensi umanistio, h fin dei conti, carolingi: e cioé alle iscrizioni lapida-rie della Roma imperiale. Le sue serie piú riuscite sonoIa prima - usata inizialmente per ú, Di Aetn¿ di PieroBembo (t+gs) - e la tetza, usata per la curiosa Hypne-rotonachia Polipltili nel 1499. Ambedue questi caratteriesercitarono il loro fascino sugli a¡tisti grafici di genera-zioni successive, da Simon de Colines e Robert Estiennenel secolo xvr, a Van Dyck e Grandiean nel xvrt, Cas-lon nel xvrlr e Stanley Morison nel xx.

Ma le quaütá artistiche delle serie disegnate da Griffonon avrebbero forse avuto l'efietto di soppiantare defini-tivamente il gotico e i tondi di Jenson, se non avesserogoduto dell'appoggio del maggiore editore del tempo.Non fu la bellezza del carattere a consigliare ad AldoManuzio la scelta del corsivo di Grifio per le sue collanepopolari di autori classici, bensl il fatto che, essendosretto e condensato, permetteva un piú economico impie-go dell'area destinata ad essete stampata, ed era percibparticolarmente adatto ai suoi fini commerciali.

Da allora non vi fu piú dubbio che I'antiqua, sostenu-to dal prestigio internazionale dello stampatore-editoreAldo, dovesse díventate il carattere europeo comune.Molto significativo fu il fatto dre, quando nel Cinque-cento passb dall'Italia alla Francia la funzione ü guidanell'arte della stampa a caratteri mobili, gli stampatorifrancesi dovetteto adottare il modello aldino andre perla stampa dei Libri d'ore e di alue opere liturgiche percui la textura medievale aveva resistito piú a lungo. Unpasso decisivo in questo senso lo compl, sperimental-mente, Thielmann Kerver; per Geoffroy Tory fu unaquestione ü principio.

IL D¡SEGNO DI CARATTERE 27

.Tory coronb il suo lavoro di stampatore scrivendo irprlmo trartaro ,.ott* sul disegno dí;;;"rq ¿b;;;fcary, au_quel est contern ürt & Science de la dea! uroye Proportion des Lettres Att¡quii, i*ái i¡t oi-lrcment Lettres Antiques, & aulgairt*rii li:itres Ro-yaines. proportionneei selon re cárps a v¡lail-'humainl.trz9), e ne fu ricompensato da Francesco I dn il titolodi <imprimeur du 1ói¡ (;;3") r"ü páti;;b anchel'uso dl['accento, d..llLer-í;;í; ; ¡Éu'.-..aeñ, nellartrmqa-del francese;- fu égü stesso poeta .

"uii. t.adut-

¡ore dd gflco. un ulterioie motivo'a gL¡G; f;ry trt¡to ora dimostraro falso: non fu lui, ñ" b."-rilo ,r.,'-ry:?t: parigino Antoine Augerau (morto

"il iit+), ^d,rcrogllere.neüa zua bottega (rrro) r'apprendistá Ciaude

Garamond, e a diventarelosl il *..rirb di;; d.i ;i;greldi artisti grafici che siano Áai esistiti-claude Garamond (14go-156r) fu il primo a dedicarsi

completamente al disegno, aúincision.l .u. furiáne dei,.Illl.ri: spli,al?fzioni che fino {ora.r.no,iát. parreI n tegrante dell'addesr.ramen to professionale d.llo r tr*p"-tore. Egli-non stampó_, ma dai r53r in poi;;"ó ,,, .o.-missione dell'editore Estienne r.írá r" ñil tl;ii-o .duoarle) delle serie di tondo ¿.riin.t. , t.ñ;# Io sti_le dell:a srampa francese fino alla fi". ¿i ü;;;;.

L',ultimo sfono compiuto per cfeare una serie vera-mente <(nuova)> accanto al tondo e al corsivo fu compiu-to da Robert Granion. Figliq di uno stamparore pariginá,fu :qI stesso. punzonistr,"f*ütor., ,t"*iarore iJedito_re. visse a Lione dal t556 al t56z', *.

"i.u, gii iornito

in precedenza varie seiié di .rí.tt ti rd ;;il; rdnese De Tournes. Nel 1557 egli disegr¡ p., iá,"" Ar*una serie.speciale-che chiámó-civilitde ¿iri n u. *" ¡"-tenzioni doveva divenire il carattere nazionale fr*..r..Si trattava ü un_adattamento d.llr-r;ril;;;;oril, .or_l,tJ:, : il ¡om¡. gli venne dal suo fr.tu."t. iirpü inrrbn per bambini-intitolati ad esemp¡ó c¡a¡l¡t¿'pi¿r¡le.Ma.a quei tempi il corsivo di Griffo ii... ormai;"di.;;cosf saldamente nel favore degli stampatori . J.i t ttorida non ammetrere.rivali qualE .o.piá*.";. d.l ;"$;pcr di piú I'idea di un caiattere naiionale ..r .tnir.ri"

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28 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

a tutta I'evoluzione della stampa come mezzo di com-prensione internazionale. Cosl, pur rimanendo nei cata-loghi degli stampatori francesi, olandesi e tedeschi perpiú ü duecento anni, il Civilité non fu mai usato comu-nemente: senza rendersene conto, Granjon aveva creatoil primo crirattere <fantasia>, adattissimo per una quan-titi di lavori commerciali (circolari, pubblicitlr elegante,ecc.) e valido sussidiario, piú che concomente, dei nor-mali caratteri di testo.

Il gotico.

Al tempo della morte di Aldo Manuzio (r:t:) la Ger-mania si era avviata verso uno stile tipografico autono-mo. Verso il r5ro lo stampatore di Augusta JohannSchdnspetger aveva inciso alcune serie su &segni fornitidagli impiegati della cancelleria imperiale. DieCi anni piútardi (r5zo-zz) il maesro di calügrafia Johann Neudórf-fer (r497-tl6) e il punzonista Hieronymus Andreae,ambedue di Norimbetga, rifinirono questo proto-Frakture gü diedero la sua forma definitiva. Il Fraktur dovevarimanere per oltre quattrocento anni il tipico caratteretedesco.

Il carattere di Neudórffer e Andreae deve in gran par-te al favore incontrato presso I'editore di FrancoforteSigmund Feyerabend (r528-9o) la sua afrermazione comeprincipale carattere tedesco. Feyerabend aveva comin-ciato incidendo punzoni e fregi, e lavorb ad Augusta,Magonza e Venezia prima di stabilirsi a Francoforte nel156o. Qui divenne presto il capo di una casa edirice inrapida espansioñe, che doveva impiegare per la sua nu-merosa e varia produzione quasi tutti gli stampatori del-la cittl. Fedele alla sua educazione artistica, Feyerabendassio¡ró alla sua casa i sewizi di alcuni fra i migüori illu-stratori del tempo, come Virgil Soüs (r5r +-62)'e Jost Am-man ( r5j9-9r),la cui popolaritá contribul ad aumentarela familiaritá del pubblico con i testi in Fraktur che ac-compagnavano le loro silografie.

Il Fraktur ü Neudórffer soppiantb 1o Schwabach, che

¡I. DISEGNO DI CARATTERE

,l

29

ccorsivo> a fianco del tondo dbminant.:. s.úb:;e piúlotond,o,e

aperto, lo Schwabach si diii"g". ,uráui".oripoco dal .t raktur, futto sofnmato, da non potef esserec'onsiderato un carattere diverso, e questo inconvenienteü,,yn.

.delle ragioni che rendono'ii Fi"kt,rr coJlrrf.rior.all'anüqua. Inolme, il Fraktur non ha maiuscoletto e nonse ne possono accostare Ie maiuscole a formare una pa-rola leggibile.

Allbrigine del predominio del gotico in Germania e

tra il .r48o e il r53o era stato il carattere piú popola-re *a i tipografi tedeschi; o megrio, ri dour.tb. d-ii. .h.re ra i tipografi tedeschi; o megrio, ri 6";;f,d dli. .h.lo relegb

^ "* r"*i"*'* ^g'ffi;iJ;;;":'il;"r;:::J:;

T pr::i scandinavi eslavi ad.essileg.ii t"f,*riril.rrr.,

l1p.r,::,," quelli di argorient" "Á*irrl;;;;.;"" ?;;ma dagli {ng.egnameni srettarnente tomistici di ¿á"-nia e_poi dalla teologia luterana di Iril;;b.;;,1.r. cit_

tá sedi d'universiti Jnel contempo centri attiv"i'dell,artedella starnpa.

sembra comunque che i testi non tedeschi - sia crassi-ci che moderni -.venigs,eto ,..p.L co-mposti in antiqua,9_che, Íno alla fine del S.tt..érrio, i"-p^ra.^riüni.r.(Frendwiirter) venissero frequentemente stampate in an-tiqua perfino quando il contesio.t" ittt.t"-*iáin-goti.o.

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Capitolo quarto

La diffusione della stamPa

Dal momento che la stampa a caratteri mobili fu in-

u.*ri" in Germania e praticit" p.r la prima volq nella

.irr¿-i.¿.t." A Magottia, non déve sorprendere il fattoih. ti"to stati tedéschi-i pionieri della nuova arte int"tti i p".ri d'Europa " "ttih.

in¡e¡t9 p?:ii del NuovoMorrdo. Non é infatti esagerato definiré I'invenzione dié;;;b.;g-il pi.r importañte- contributo individuale of-

ferto dal6 Germania alla civilti.- Cti stampatori che, dal 46o circa in poi, tasciarono

Magonza pér l. altre cittá e paeqi avevano perb ben po-

.o Ir comune con 1a cultura tedesca. Era.o artigiani e

.ár-.t.i""ri che avevano bisogno di guadagnarsi da vi-

".r. . che adattafono in fretta se stessi e la nuova atte

;lü;J;iiia J.1 commercio internazionale' Fin quando

i" ttt-p.-non si afiermb saldamente come ge,nerg di p{-; ;¿;siti (e ció avvenne verso il secondo decennio

A;i ¿i"a;"..nto¡, una carrina geografrca dei centri d'in-r.di*"nto degli-stampatori avrebbe virtudmente coin-

;il;; ;t: d?i ..t tti commerciali in cui una qualsiasi

a\tra azíenda avrebbe aperto un'agetuia'Sarebbe del tutto inutile enumeraf ele dozzine di citta-

dine savoiarde ed abtuzzesi che possono vanare una o

fr;;; J". ¿.tt prime stampetie, ó-rifare passo passo gli

i;ilú di quesii ,t"-p"toii nella loro emante ricerca üprot ttoti "

di .li.ttti. Sebben! Possa essefe afiascinante

iot 1o srudioso degli incunaboli studiare alcuni di essi e

ii il;; i"uoto, la sioria della stampa é 6oppo legata alle

á."di azienáe perché ,sia possibile accennare qui a pi'ú

ái *tno di qoesii piccoli ri"*p"tori. Eccezion fatta per

LA DIFFUSIONE DELLA STAMPA

I'olta qualitá del suo lavoto, la carriera di Johann Neu-meister di Magonza, forse allievo diretto di Gutenberg,riflette fedelmente quella degli stampatori suoi colleghi.Invitato a Foligno da uno studioso umanista, vi stam-pü la prima edizione della Diuina Comnedia di Dantenel r47z; ritornato poi a Magor:u;a, impiantb piú tardiuna stamperia ad Albi (Linguadoca): in ambedue i luo-¡¡hi egli si valse della sua familiariti con I'atte italiana inoccasione della stampa delle Meditazioni (t479, r48r) diTorquemada, illusttate con silografie tratte dagli afireschidi Santa Maria sopra Minerva a Roma. Chiamato infinen Lione dal cardinal d'Amboise, vi. stampb il magnificoMissale secundum usurn Lugduni (r+82).

Un singolo protettore non era perb suffi.ciente per ga-

rantire allo stampatore i mezzi di sussistenza e assicurar-gli la vendita dei libri. Fin dagli inizi, 1o stampatore (che,ricordiamolo, era il proprio editore e rivenditore) si tro-vb di fronte all'alternativa - immutata anche oggi - diuppoggiarsi a istituzioni organizzate, oppure di confidarenel mercato, abbastanza stabile, costituito da una dien-tela di letterati, amatori e compratori ü dimensioni suf-ficientemente vaste. I1 patronato pubblico era fornito,come oggi, dai governi, dalle chiese e dalle scuole; quel-lo privato dai cittadini colti della classe media urbana.

L'aristocrazia, che doveva costituire nei secoli seguen-ti magnifiche bibüoteche - gran parte delle quali han-no in ultimo rovato sistemazione definitiva presso bi-blioteche pubbliche -, accolse dapprima con poco entu-siasmo la nuova invenzione, ovvero la condannó del tut-to. L'atteggiamento del duca Federigo di Urbino, coslcome é descritto da Vespasiano da Bisticci, era allora(verso il r49o) condiviso da gran parte dei conoscitori.Nella sua splendida biblioteca, dice Vespasiano, <i libritutti sono belli in superlativo grado, tutti iscritti a pen-na, e non ve n'é ignuno a stampa, che se ne sarebbe ver.gognato)>. In armonia con questo professato disprezzoper il übro prodotto meccanicamente, il cardinale Giulia-no della Rovere (piü tardi p^p^ Giulio II) fece copia're a un altero amanuense(t+zilleGuerre ciaili di Ap-piano stampate nel r47z da lülendelin von Speyer. Il

3f

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32 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

calligrafo adottó perfino il colophon-dello stampatore'cam6iando soltanio <<impressit Vindelinus> con <<scrip

sit Franciscus Tianusrr. hncora nella seconda meti del

secolo xvIII un esteta come il cardinale Rohan celebrava

la messa usando solamente messali manoscritti.I primi stampatori dovettero quindi cercarsi i clienti

tr..bloro o;i-iÁezzi moderati non permettevano di faregli schizzinosi circa l'aspetto esteriore degli arnesi delmestiere. Furono i legatori piú che gli stampatori a vin'cere la riluttanza dei conoscitori altolocati ad ammetterei libri a stampa nei loro imponenti scaflali; e anche oggila sontuositi nella scelta delle legature contrasta spesso

in modo sridente con la cattiva stampa e la nulliti deltesto.

Il fatto che la stampa non si sia difiusa da Magonzaalla Germania meridionale, all'Europa centrale e agli an'goli estremi del mondo per cerchi concenmici semprepiú vasti, é in carattere ion I'organizzazione della reteinternazionale dei trafñci, che alla fine del Medioevo si

estendeva a tutto il mondo conosciuto.La iaciütá dellecomunicazioni atffaverso tutto il continente permise aglistampatori di raggiungere subito quei luoghi- che ofiri-u..to L migliori piospéttive, cioé i ientripiú-fiorenti delcommerciJitttetñ"tionale. Venneto cosí fondate in rapi-da successione le stamperie di Colonia (t464), Basilea(t466), Roma (t462), Venezia (146g\, Parigi, Norim-berga e Unecht (t47o'),Milano, Napoli e Eirenze \r+zr\'Au[usta (t472), tione, Valencia e Budapest (t4z),Craiovia e Bruges (1414), Lubecca e Breslavia (1475),rülestminster e Rostock (1476), Ginevra, Palermo e Mes-

sina (1478), Londra (r48o), Anversa e Lipsia ,(r48r),Odense.(1482), Stoccolma (r+8¡). Le citti universita-rie in quanto tali non attrassero gli stampalo-ri- (erudi-

zione ric*tatezza non sono validi soctituti del denaro),menue Colonia, Basilea, Parigi, Valencia, Siviglia e Na'poli agirono come altrettanté calamite, il .quanto fio-ienti cénmi commerciali, di banche e di spedizionieri, e se-

di di corti e amministrazioni secolari ed ecclesiastiche.La sola eccezione sembra essere stata'S7ittenberg, ma

alla sua universiti vi era un professore' Martin Lutero,

I,A DIFFUSIONE DELLA STAMPA

che fece da solo il successo della stamperia; tant'é veroche dopo la sua paftenza - come prima del suo arrivo -ll luogo non viene piú menzionato negli annaü della sto-rie della stampa. Si puó dire infatti che \Tittenberg deb-hr la sua fama, almeno panialmente, alla sola canionatapresa dall'accorto stampatore di Norimberga Anton Ko-berger: il rifiuto opposto all'ofierta di Lutero di diventa-re il suo editore.

Anche la Chiesa, e in particolar modo gli ordini mo-nrstici e le congregazioni con le loro vaste aderenze, fuuna facile via di rasmissione dell'arte indipendentemen-te dalle frontiere politiche. Quando Sweynheym e Pan-nsrtz si recarono a Subiaco, presso Roma, per fondarenella locale abbazia la prima stamperia fuori della Ger-mania (146), essi vi giunsero con ogni probabiliti viaAugusta, poiché l'abbazia dei SS. Ulrico e Afra di Augu-ita manteneva con Subiaco (che d'alronde era governatacla monaci tedeschi) srettissime relazioni. Ambedue letbbazie eccellevano per la qualiti e l'accuratezz^ dei ma-noscritti prodotti nei loro scriptoria; e fu nell'abbaziadci SS. Ulrico e Afra che venne fondata alcuni anni dopoln prima stamperia di Augusta. Essendo l'abbazia di Su-lriaco soggetta alla supervisione del grande cardinaler¡ragnolo Torquemada, eta naturale che i due stampatoriri trasferissero molto presto a Roma stessa. Piú tardi, illoro consigliere letterario Giovanni And¡ea dei Bussi ven-nc ricompensato con un vescovato in Corsica; Sweyn-heym venne invece nominato canonico di San Vittore a

Magottza (r+Z+).Tuttavia il ritiro di un monastero e la protezione di

un principe della Chiesa non erano sufficienti a mante-nere la produzione e le vendite a un livello costante. Datempo impulso intellettuale e potere economico si eranotrasferiti al mondo laico, e infatti le sedi principali della¡rroduzione dei libri furono le grandi citti e I'ambienteindustriale e commerciale.

Nell'Europa settentrionale, la rete di trafrci interna-zionali organízzata dalle citti della Lega anseatica fraRussia e Inghilterra, e Norvegia e Fiandre, ofierse ora al-I'arte della stampa facili vie d'espansione. Gli itinerari

3)

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t4 rL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

commerciali aperti dai mercanti della Germania meriüo-nale verso Milano e Venezia, Lione e Parigi, Budapest eCracovia, vennero ora percorsi da stampatori e librai: du-rante un viaggio d'afiari morí a Parigi il primo stampa-tore dopo Gutenberg, Johannes Fust. La Grande Com-pagnia Commerciale di Ravensburg, che monopolizz vain pratica il commercio con la Spagna, fu essa stessa mol-to attiva nel fondare stamperie a Valencia, Siviglia, Bar-cellona, Burgos e altrove; e nel rfig uno dei suoi emis-sari, Juan Cromberger di Siviglia, spedl un torchio nellacapitale del Messico, allora colonia spagnola, introducen-do la stampa nel Nuovo Mondo.

Germania.

Verso la fine del Quattrocento erano state fondate del-le stamperie in circa sessanta citti tedesche, ma di questecitti solo una dozzina assurse a una qualche importanza,e la loro attrattiva agli occhi degli stampatori era rappre-sentata interamente dalla loro impottanza nella vita eco-nomica dell'impero. Magonza e Bamberga, che avevanovisto la gloria delle stamperie piú antiche, vennero pre-sto escluse dal mercato: sebbene sedi di vescovati di uncerto rilievo, non avevano alcuna importanza economica.Nella Germania meridionale il loro posto fu preso daBasilea, Augusta, Strasburgo e soprattutto Norimberga, ipiú ricchi centri tedeschi del commercio e delle bancheinternazionali; e nella Germania settentrionale dalle cit-tá membre, o afiüate, della I*g^ anseatica, con a capoC,olonia, Lubecca e Bruges.

Strasburgo. Certe primitive catatteristiche della produzione del primo st¿rmpatore di Strasburgo, JohannMentelin, sembrano awalorare I'ipotesi che la citti re-nana abbia profittato della presenza dei primi operai concui Gutenberg aveva condotto alf inizio i suoi esperi-menti. Mentelin stampb seriza cura alcuna, ma fu in com-penso un brillante uomo d'afiari: la sua prima pubbli-cazione, una Bibbia, uscí nel 146o-6r in diretta concor-

I.A DIFFUSIONE DELLA STAMPA 35rcnza con.Magonza, ma menue la Bibbia delle 4z lineeoccupava ben rz86 pagine, egli riuscí a comprimerla int¡o, risparmiando in questo modo circa .rtt i.',o de[actrta. Anche il libro successivo prova il suo solido istin-to commerciale: fu la prima Bibbia in una ünsua locale e- cebbene zeppa di svárioni da scolaretto - ri"mar. tutra-via il testo standard della Bibbia in üngua tedesca fino altempo di Lutero.

Mentelin fu il primo che praticb la nuova arte rivor-¡¡endosi dfliberatamente al mondo laico: egli pubblicbne!r477le epiche di wolfram von Eschenbách'parziaale.Titurel, p¡obabilmente su incitamento del suo paffono,il vescovo Rupert, che tempo prima aveva ordin^ato ana-loqhi romanzi ca_vallereschi presso lo scriptorium di Die-bold Lauber a Hagenau. Má fu un fiasco.o*pi.tá; ,ror,vennero ristampate se non nel secolo xrx, q,ta-ndo eranoormai relegate ai seminari universitari. Altii stampatorirtrasburghesi ne seguirono I'esempio e anche dopo i" ,o,rnorte, awenuta nel 478, le stamperie di Súasburgocontinuarono a mettere in circolazioñe poesia medieváie: cgq.tgmporanea, leggende folkloristiché, ffaduzioni del_ln.Bjbbia, _sermoni é simili libri e opuscoli popolari;A<l.olf -Rusch, uno de_i generi (tutti stampatori)'áiM.n-telin, introdusse in Geimania il .^rrtt.rá tondo. L pri-mc stamperie srasburghesi fiorirono fino alla metá del(Jinq'recentg'^a-Jola-nñ Prüss, attivo dal r4gz al r5ro,ruccedene il figlio Johann Prüss il Giovan. óh. contínubfino al r j46.La maggíor parte dei libri prodotti da que-rti stampatori era destinata al consumb popolare, maMartin Ilach, che stampó dal r4B7 al t5oó, preferí ilibri in latino di argomento teologiró.Ia*¿oíá ne por-lP l. stamperia al secondo marilo, Johann Knoblauch,il .quale_stampó circa trecento titoli e morí nel r5zg;,lohann Knoblauch _il Giovane, loro figlio¡ continuó-finóut tlt9.Martin Schott, alro genero ái M.nt.lin, fu at-tivo dal r48r aI 1499, e suo figlio Johann continúb finoul 1548. Gli stampatori strasUurgheii godettero di un pe-riodo di grande prosperiti nel seJondo-qur.to del cinque-cento, qu*4o si g-ettarono con vigore nella lotta reliiio-sn schierandosi a favore della Rifórma luterana. Johánn

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36 IL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

Schott pubblicó anche due trattatelli in inglese dell'exfrancesCano \íilliam Roy, A lytle treatous or dialogebetueen a Cbristian lather and ltis stubborn son (t527)e The baring of tbe Mass (1528), ciascuno in mille co-pie come Schott testimonib sotto giuramento. Ma I'uni'óo stampatore rimasto fedele alla vecchia Chiesa, JohannGrüninger, pubblicb il piú importante documento delcampo cattolico, il Bescbuórang des grossen lutheriscbenNarren ü Thomas Murner (r¡zz).

Basilea. Menre Strasburgo fu, fin dagli intzi, all'a'vanguardia dell'editoria popolare, la fama di Basilea co-me cenro della stampa é legata all'alta qualiti della suaproduzione di libri di buon livello culturale. L'arte vi fuinrodotta da un allievo diretto di Gutenberg, certo Bert-hold Ruppel, che nel 1467 portó a termine la editio Pyin'ceps de{ Moralia in lob di san Gregorio, il piú PgPolarecornmento di un libro della Bibbia. In pochi anni la stam-pa divenne una delle industrie riconosciute di Basilea enel r47r uno sciopero degli addetti (il primo di cui siabbia notizia negli annali dell'arte) destb poco interesse:la vertenza fu felicemente risolta da un arbitrato alla vi'gilia di Natale.- Ma la gloria di Basilea comincib quando vi stabill lasua residenza nel 1477 Johann Amerbach (r443-t5ry),allievo di Heynün alia Sorbona, dove aveva ottenuto iltitolo di Magister artium. La stampa rappresentb perAmerbach il mezzo per difiondere I'umanesimo cristianodel suo mae$ffo: siudioso ed esteta egli stesso, fece sí

che le sue edizioni non fossero solo stampate con la mas-

sima accutatezza, ma venissero pnche rigorosamente cu-

rate nel testo. Suo consigliere principale fu Heynlin, che

aveva lasciato Parigi pei Basilea: é i loro rapporti fu-rono molto simili a quelli intercorrenti oggi ua una mo-

derna casa edirice é il suo <<direttore letterario>>, che

consiglia la politica editoriale della casa e cura nelle sue

varieJasi la stampa delle pubblicazioni piú importanti.Anche altri profeisori dell'Universiti di Basilea furonoal servizio di Amerbach come consulenti letterari e cor-rettori díbozze.

LA DIFFUSIONE DELLA STAMPA 37

La ttadizione della stamperia amerbachiana venne con-tinuata da Johannes Froben (t46o-r5zz), che aveva ap-preso I'arte nella bottega di Amerbach e lavorato in so-cietl con lo stesso Amerbach e con Johann Peri - unmagontino che compare per la prima volta come stampa-tore nel 1472, a Firenze - dal t4gr al t5r3. JohannesFroben-e, dopo di lui, il figlio Hieronymus-(morto nelt 16il furono i rappresentanti ufficiali dell'umanesimo inGermania ed ebbero come principale consigliere lettera-rio Erasmo da Rotterdam, il leader della uia modernaclella nuova scienza in conuapposizione a Heynlin chetendeva a sostenere la uia antiqua degli scolaitici. Tut-tavia, avendo evitato ambedue gli studiosi di limitarsilmettamente al loro campo, Amerbach e Froben furonoin grado di produme per circa sessanr'anni libri che sod-disfecero le necessitá e i desideri degli studiosi di tut-t'Europa per la loro assennata selezione, l'attenta revi-rione letteraria e la stampa accurata.

L'edizione di sant'Agostino in undici volumi (Amer-bach, 15o6) e quelle di san Gerolamo in nove volumi edel Nuovo Testamento in greco curata da Erasmo (Fro-ben, ambedue 1516) sonol principali monumenti dellastampa basileana. Il Nuovo Testamento di Erasmo inau-gutb la critica biblica, quanrunque fosse un testo stupe-facentemente cattivo perfino alla luce delle conoscenzefilologiche del tempo. La sua f.ama é dovuta principal-mente al Íatto che Erasmo fu il primo a ftattate criti-camente il testo della Vulgata e che dalla sua versione ingrero derivó in seguito la traduzione tedesca di Lutero,che ha cosl perpetuato fino ad oggi alcuni d.gli errori diErasmo. Froben fu il primo editore a lanciare una rac-colta dei saggi in latino di Lutero (quattro edizioni traI'ottobre r5r8 e il luglio r5zo), che vendette in Francia,Spagna, Italia, Brabante e Inghilterra. Egli si schieróperb a favore di Erasmo quando i due riformatori si di-visero sul problema del libero arbitrio Glz+).

La tendenza degh stampatori di Basilea verso le opereerudite continub con Johannes Oporinus, che nel r ¡4rcomincib a comporre una raduzione del Corano in lati-no. Ci volle perb I'intervento personale di Lutero per

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38 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMI'A

vincere i pregiudi zi deL consiglio municipale di Basilea

;;t;;q.'.i;.;i."loso libro:-solo alcuni anni prima ili^oi urrf.r" órdinato ü bruciare un'edizione veneziana

á.íi.tro arabo originale. Lutero invece mise in evidenza

.li. i;.fi.ttiva conócenz^ del Corano non poteva che ri-,"t1"r. .," gloria di Cristo, al bene dei cristiani,_a danno

á.il"t.ti,".d ir.itrzione del demonio>>. Cosí la tradu-

zione latiia del Corano poté finalmente uscire ne1 1142,

.ott pt frrioni di Lutero e Melantone: senza giustificare

né i iimori dei suoi oppositori né le speranze dei suoi sostenitori.

Zurigo. Fin quando prosPerarono le case Froben, Pe-

tri e Olorinus, cioé fin .rersó iL 156o, nessun'altra cittllsvizzerá fu in grado di minacciare I'im,p_ortanza europ-ea

di Basilea .o.é cenrro della stampa. Ma dal r5zr alla

fi". ¡;i r..olo il mercato svizzero - o almeno quello dei

cantoni protestanti - divenne dominio dei due stampa-

tori di Zurigo Christoph Froschauer, ,zio (morto nel

,ie+) e nipoie (morto nel.rr:¡o). Froschauer il Vecchio

fí "ii ".."nito partigiano di Zwing]-i, i cui scritti appar-

vero futti sotto il suo marchio della (<fana sul prato>>.

ilgr p"U61i.l "t.h. la prima Bibbia proie*?,nie compl9-

á-ig'""1i., r.'z4-29) e una monumentale Bibbia in lati-

no )"tro,"í" á" CoÁiad Pellikan, uno studioso che aveva

aderito alla Riforma(l vo11., r592-t7)' Tra i novecento

titoli pubblicati dai Froschauer circa cinquecento sono

di "tgir*ento

religioso: fra_essi ventotto versioni tede-

..fr.,?."i latine ". ,m^ ing]ese della Bibbia, e ventisei

"áiri"ti ,edesche, diciotto latine, quatuo grgcle e una

ñil d;iÑ;;ró Tesmmenro; con la smriá della confe-

áürrion. svizzera di Johann.t Sto*pf (1548), ricca diq"riitr*ila illustrazióní, Froschauer il Vecchio ottenne

ün meritato successo popolare in un campo assai diverso.

Fior.h".r.r il Giovatté é d.gno di nota per il su_o caratte-

," loii"o corsivo - non 'oilto

dissimile dal Civilité di

Gririon -che perb non riuscí a conquistarsi un posto per-

**.nt tra le varie serie di caratteri gotici'La loro stampeda venne infine acguistata, nel t76o,

d" Conr"d Oreli, l'editore di J. J. Bodmer, J' J' Breitin-

I.A DIFFUSIONE DELLA STAMPA 39

ger e lülieland, e soprawive ancor oggi nella casa Orell,Füssli e soci di reputazione europea.

Augusta. Una caratteristica delle stamperie di Augu-¡ta fu il tentativo, precoce e coronato da successo, diunire alla stampa del testo anche quella delle illustra-zioni, o meglio di continuarcla tradizione dei manoscrit-ti illuminati con il nuovo mezzo della stampa. Non étenza significato il fatto che il primo stampatore di Au-Busta - Günther Zainer, che probabilmente aveva appre-ro I'arte nella bottega di Mentelin a Strasburgo - venissechiamato all'abbazia dei SS, Ulrico e Afra, p€r lungotempo sede di un famoso scriptorium che ora veniva af-fiancato da una stamperia in cui si produssero, ua ilt472 eil 1476, ue libri di istruzione morale in grandefotmato. Dal 475 lavoró nell'abbazia Anton Sorg, uncBriefmalet>>'che aveva appteso l'arte nella bottega diTainer. Egli si diede presto alla pubblicazione di testi inlingua locale, prima di argomento biblico e teologico, main seguito - dal r48o alla morte, avvenuta nel r4g3 -principalmente di storia e di viaggi. Fra questi ultimi lerealistiche descrizioni del vícino e del lontano orientedovute a Marco Polo e Breydenbach, e le favolose im-prese di san Brandano e John de Mandeville, e soprat-tutto la storia del Concilio di Costanza di Ulrich von Ri-chental, magniificamente illustrata con quarantaquattfosilografie.

Lo stesso Zainer (morto nel 1478) produsse il primolibro ampiamente illustrato (Ia Legenda Aurea di Jacopo<la Yamzze, in due volumi con centotrentun silografie;r47r-72), e - insieme con Jodocus Pflanzmann - la pri-ma Bibbia illusrata (¡+zs).I1 fatto che ambedue questilibri fossero traduzioni in tedesco é caratteristico delletendenze popolari dell'editoria di Augusta. Zainer fu an-che il primo (dopo il magnifico ma isolato tentativo diSchóffer a Magonza con il Salterio del x457\ a usare unaserie di lettere iniziali appositamente disegnate invece dilasciare uno spazio bianco che gli illuminatori avrebbero

¡ [Letteralmente: pittore di lette¡e; disegnatore di carte da gioco].

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40 rL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

piú tardi riempito a mano. L'ornamentazione dei übrióon iniziali, fregi e silografie raggiunse un üvello artisti-co di rado superato nei volumi di Erhard Ratdolt G4+z'1527, o r5z8). Questi, quando nel 1486 ritornó nellasua citti natale, si era giá acquistata rinomanza comestampatore a Venezia, dove gü si deve accteditare ÚaI'altto la prima edizione degli Elernenta Geometriae üEuclide (r+82).Egli portó con sé ad Augusta uno stile distampa italiantzzante da lui adattato sia alle opere di ma-tematica e asuonomia sia ai messali e alui libri üturgici,in cui si specializzó. Ratdolt si é inolre assicurato un po-sto speciale nella storia della stampa perché fu il primo a

usare un vero frontespizio e il primo a pubblicare uncampionario di caratteri: due conquiste di cui si parlerialuove.

Il primo a ricevere riconoscimento ufficiale ü stampa-tore pr'esso una corte imperiale fu Johann Schónspergeril Vecchio (r48r-r523), stampatore di corte dell'impera'tore Massimiliano I, il primo monarca che s'accorse delvalore potenziale del torchio da stampa nella propagandapolitica. [Fu il primo governante che pubbücb, nel r5o9,un <<libro bianco>: esso rendeva pubbüci un certo nume-ro di documenti di stato per giustificare la sua guerra diaggressione contro Venezial. Egli tracció un ambiziosoprogramma cornprendente centotrenta libri che dove-vano difiondere la conoscenza delle glorie della casa

d'Asburgo e in particolare dello stesso Massimiliano, e

per illusmarli sontuosamente si valse dei piú noti artistidel tempo, tra cui Hans Burgkmair e Albrecht Diirer;per ogni volume vennero inolre incisi caratteri speciali.Al momento della sua morte, Perb, se n'erano terminatisolo due (piú un libro di figure, il cui solo testo era rap-presentato dalle didascalie), enrambi stampati da Schón-sperger. Il Libro di preghiere dell'imperatore' comincia-to nel r5r3, non fu mai portato a termine: ne vennerostampate solo dieci copie di saggio, tutte su pergamena;ilTheuerdank,unfantastico ron an i clel in cui si descri-veva nello stile dei romanzi cavallereschi medievali ilcorteggiamento di Maria di Borgogna da parte di Mas-similiano, fu terminato a Norimberga nel riÍ7, perché

LA DIFFUSIONE DELLA STAMPA

I'impulso originario che fece di Augusta un centro dellartrmpa non durb a lungo. I figli di Erhard Ratdolt e diJohann Schónsperger continuarono I'attiviti paterna, manon ebbero importanza alcuna.

Ornamentazione piacevole e abbondanza d'illustrazio-ni rimasero comunque caratteristici degli editori di Au-gusta, come nella traduzione tedesca del Perarca stam-pota da Heinrich Steiner nel r53z con duecentosessan-tun silografie. Steiner aveva cominciato come stampatoredi trattatelli religiosi in favore dei riformatori, ma

^ p^\'

tire dal r :3o ciica si specializzó nel rendere accessibiler[ pubblico tedesco la letteratura suaniera, prevalente'mente italiana. Il suo maggior successo fu la pubblica-zione degli Enbleruata di Andrea Alciati, la'cui primaedizione, contenente centoquattro <<emblemi>> in latinocon novantotto silografie, uscí nel rjgr. Fu frequente-mente ristampata e ampli^t^, e presto tradotta in fran-cese, italiano e spagnolo con ulteriori aggiunte. Nei librid'emblemi parola e illustrazione erano mutuamente in-terdipendenti, in quanto una massima moraleggiante,c$pressa mediante un motto in prosa o in versi, venivarpiegata con un disegno simbolico, che aveva a sua voltacaraitere esplicativo nei confronti del motto: la figurarpiegava il motto e il motto la figura. Per i centocin-quant'anni seguenti questo tipo di libro doveva enffarenella biblioteca di ogni intellettuale e di ogni persona allamoda in tutta l'Europa occidentale.

l,llm. Tra le cittá impedali della Svevia, Ulm e Au.gusta avevano quasi la stessa importanza politica ed eco-

nomica, ma come centro della stampa Ulm non brilló ched'una pallida luce riflessa: la sua produzione rimase nel-I'ambito dei testi riccamente illusuati, la caratteristicacioé di quella di Augusta. I1 prototipografo di Ulm (apartire del r47z) fu Johann Zaíner, forse fratello delGünther Zainer di Augusta, le cui edizioni di Boccaccio(t+Z) ed Esopo G+16) tradotte dall'umanista e medicoI leinrich Steinhówel vennero adornate con ottimi fregic silografie. Piú importante fu la Cosmografia di Tolomeopubblicata da Leonhard Holle nel 1482, che ha sempre

4r

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42 IL PRIMO SECOLO DELLA STAMPA

richiamato I'attenzione degli amatori per il bel caratteretondo (riproposto recentemente da St john Hornby con ilnome di Ptolerny) e le 3z silografie. Sul piano commercia-le tanto Zainer che Holle fallirono: e ció segnó la fin-e det-la bella stampa a UIm.

..Norinbergd. Nel primo secolo della stampa, il ruolodi guida tqgcó in Geimania alla citti imp.ti"tá di No-rimberga, dove sono particolarmente notevoli i rapportitra stampa e commercio. Su Norimberga - che non pro-duceva essa stessa materie prime, m" éra sede di t*lt.industrie per la loro lavorazione - convergeva allora tut-to il com¡nercio dsll'Europa centrale , graiíe alla politicaliberale delle famiglie dominanti, chelavoriva i[ überoscambio delle merci. Essa attrasse cosí da ogni parted'Europa melcanti e banchieri che trovavano vantaggio-so trattare afraú da e per questa citti, e divenne pro-prio il lgogo adatto a fornire un campo d'azione'allapiú grande impresa capitalistica del Quatmo-Cinquecentonel settore editoriale, quella di Anton Kobergei (t++S-rjr3). Egli mise su bottega nel r47o e per un certo tem-po fece lo stampatore, I'editore, il libraio, tutto su vastascala, in armonia con i dettami dei cartelli e dei trustinternazionali dell'era del <<primo capitalismo>. Al cul-mine della sua artiviti Kobeiger disponeva di venriquat-tro torchi servid da olue cento compositori, corretiori,impressori, illuminatori e legatori. Il catalogo della suadittq relativo agli anni r473-rrr3 elenca olme duecentotitoü, per la maggior parte grandi volumi in folio. Lapiú sontuosa ra le sue edizioni fu forse { Liber Chro-nicarutn di Hartmann Schedel (1493), contenente oltremilleottocento silografie - per un limitato numero di co-pie colorate a mano -, che fanno del libro una minierad'informazioni iconografiche, geografiche e cartografiche.Koberger si associb a stampatóri-ditori di Basiléa, Sua-sburgo e lione, in parte pirché i suoi torchi non pore-vano far fronte all'intera produzione, in parte perché eglidesiderava facilitare la véndita dei suoi libri- all'esrero.A Parigi egli teneva una propria rappresentanzai alro-ve, come ad esempio in Ungheria, condivideva gli agenti

LA DTFFUSTONE DELLA STAMPA 43

con alni importatori, non necessariamente librai. Unconteggio finale riveló che nel rrog giacevano invendutetlcune copie del Liber Chronicarum aPangi, Lione, Sna-rburgo, Milano, Como, Firenze, Venezia,-Augusta, Lip-rir, Praga , Graz e Budapest. La risrettezza mentale e lagelosia delle corporazioni obbligarono Koberger a con-centrare la sua attiviti su una sola specializzazione: ab-b¡ndonando stampa, legatoria e vendita al minuto, egli¡celse di rimanere editore. Sebbene non fosse afiatto unllletterato, Koberger era essenzialmente un uomo d'afra-ri, ma del tipo che ha sempre prevalso ra gli editori;I'uomo d'affari dotato di ideali e di senso di responsabi-litl verso i suoi autori e il suo pubblico.

Koberger fu anche il primo editore per cui il mestierelignificb un'elevazione di rango socialel si sposü nell'ari-ttÉrazia di Norimberga e fu ammesso al consiglio muni-cipale, onote equivalente ai vari cavalierati conCessi ad al-cuni editori inglesi, come Frederick Macmillan, NewmanFlower, Stanley Unwin, Allen Lane e Geofirey Faber.

Come spesso succede, il genio del fondatore della dit-m non passb agli eredi, i quali, avendo riposato sugli al-lori, dovettero chiudere bottega nel 1526.

Dall'esame della biblioteca del medico norimbergheseIlieronymus Münzer (morto nel r5o8) ci si pub rendereconto di quanto fossero ampie le possibiliti di ottenerelibri in centri del commercio internazionale come No-rimberga e Augusta. Münzer ordinó libri a Venezia, Lio-ne, Bologna, Firenze, Milano, e contemporaneamentecomprb a Norimberga libri editi a Venezia, Reutlingen,Padova, Treviso, Lovanio, Strasburgo. Il p agosto' rsr6Ulrich von Hutten scisse da Bologna alf inglese RichatdCroke, lettore di greco all'Universiti di Lipsia, richie-clendogli una copia delle Epistolae obscurorun uirorum;il zz agosto successivo egli aveva ticevuto il libro, unexploit reso possibile dall'eccellente servizio di corrieridelle compagnie commerciali.

Magonza. Magonza,la culla della stampa a caratterimobili, si salvó dall'oblio completo negli annali dell'arte- in stridente contrasto con gli attivissimi cenri d'ogni

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44 rL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

sorta di trafrci commerciali - p.. merito di un solo stam-patore, Johann Schófier, figlio di Peter. Subenmato alpadre nel r5o3, anno della sua morte, Johann Schéfierdivenne una specie di stampatore non ufficiale dell'Uni-versiti, incarico che gli durb fino alla morte (tyr). Lamaggior parte della sua produzione é nella sfera deglistudi classici. Nel primo arrno d'attivitá egli commis-sionó la prima versione in tedesco di Livio, che uscf nelr1.oJ, illustrata da duecentoquattordici silografie e fu ri-stampata sette volte prima che la ditta chiudesse nelr j jg.L'edizione del r jo j merita anche menzione per lasua prefazione, in cui vengono stabilite chiaramente leorigini - che scrittori piú tardi han fatto del loro meglioper rendere oscure - dell'invenzione: <<A Magonza í*ventb f ingegnoso Johann Gutenberg la meravigliosa arte.della stampa nell'anno di Nostro Signore r45o, dopo diche essa fu perfezionata e rifinita per I'industriositi, laspesa e la f.atica di Johann Faust e Peter fthóffer a Ma-gonza>>.

Olne alla versione tdesca, Johann Schófier stampbanche un'edizione completa di Livio in latino, che rap-presentó - nel testo come nella esecuzione tipografica -un grande migüoramento rispetto alle due edizioni usciteprecedentemente a Roma (t+6g) e Venezia (r+g8). L'in-teresse per la storia medievale del suo paese potrebbeessere smto ispirato o rafrorzato in Schófier dall'amico Ul-rich von Hutten, di cui stampb alcuni pamphlet antipa-pali: il loro comune amico Sebastian von Rotenhan pto-gettb una collana di cronache tedesche di cui fu perbcompletato un solo volume, essendo stato il Rotenhanchiamato altrove in missioni diplomatiche. La grandepassione di Schóffer sembra essere stata I'archeologia:egli stampb un'edizione ampliata delle Inscúptiones ue-

tustae Romanae raccolte ad Augusta e dintorni da Kon-rad Peutinger (r5zo); la Collectanea antiquitatan Ma-guntinensium (r5zo), una descrizione dei monumentiromani di Magonza e dintorni; e il Liber imperatorumRomanorum ft526), che non fu illusmato con le fanta-stiche figure di cavalieri rinascimentali di cui eran ricchi

r,A DTFFUSTONE DELLA STAMPA 4'¡¡li altri libri del tempo, bensí con riproduzioni adattatedr vere monete romane e da altri antic.hi monumenti.

Colonia. Colonia, la piú popolosa citti tedesca delMedioevo, fu per alcuni decenni il centro della stamparlella Germania nord-occidentale. Tra il 1464, anno incr¡i Ulrich Zell vi fondó la prima stamperia, e la fine del¡cccllo uscirono circa milletrecento titoli, due terzi deit¡uali erano perb opuscoli di dodici fogli o meno. QuasiIutti i libri pubblicati a Colonia erano in latino, per me-tI scritti teologici fra cui, a loro volta, i mattati nella tra,tlizione tomista e albertiana erano una buona met¡. Que-rta unicitá d'indirizzo della produzione libraria di Coloniatrova spiegazione nelle tendenze tomistiche strettamenteortodosse degli insegnanti dell'Universitá, la cui ostili-ril alla cultura umanista doveva presto attirare su di essiln satira delle Epistolae obscurorum uirorurn.

Ulrich Zell (morto nel Í1.o7l stampó piú di duecentotitoli; Heinrich Quentell, uno strasburghese attivo a Co-krnia dal 1486 fino alla morte (r5or), lo superb con cir-cs quatnocento, producendo la maggior parte dei testiletti nelle universitá di Colonia e Treviri; Johann Koel-hoff, allievo di \0endelin von Speyer a Venezia,itnzióla¡r¡a carriera a Colonia (r472-gf ) pubblicando una dozzi-na di saggi di Tommaso d'Aquino; Peter Quentell, nipo-te di Heinrich, divenne dopo il r5zo il leader degli stam-

Iratori antiluterani, sebbene ció non gl'impedisse di stam-

¡,are per !üilliam Tindale nel r5z4-z5la raduzione pro-testante in inglese del Nuovo Testamento.

Le due migliori rcahzzazioni del primo periodo dellaitompa a Colonia sono perb due libri in tedesco, la Bib-hia in basso tedesco di Heinrich Quentell ft479) e laCronica di Johann Koelhofi iI Giovane (r+gg). Dellallibbia di Quentell uscirono due edizioni, una nel dia-letto della Renania-\üTestfalia e una in quello della bassaSassonia; le sue numerose illustrazioni ebbero una note-vole influenza sulle Bibbie piú tarde, perché Kobergerlc acquistó pet la sua popolare Bibbia di Norimbergarlel 1483 . La Cronica di Koelhoff, che ha per noi valoreinestimabile in quanto contiene importanti notizie sulle

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46 rL PRrMo sEcol,o DELLA srAMpA

origini della stampa, rappresentb invece la rovina per ilsuo strimpatore: venne confiscata e proibita e Koelhoffstesso esiliato (morí poi nel r5oz).

Colonia riveste un'importanza particolare per I'Inghil-tema, in quanto vi apprese I'arte \üilüam Caxton nelr47r.-72 e vi nacquero Theoderich Rood e John Siberch,i prototipografi delle Universiti di Oxford (Rood) e Cam-bridge (Siberch).

Lubecca. Lubecca, che era a capo della I*g ansea-tica, ebbe notevole importanza nella diffusiohe dellastámpa verso l'Europa orientale e nord-orientale. I1 suomaggior stampatore fu Stefien Arndes, nativo di Am-burgo. Egli aveva appreso il mestiere di fonditore estampatore aMagonzae avevx passato a Foligno, in fta-lia, gli anni r47o-8r, quale collaboratore di Johann Neu-meister. Venne poi invitato a trasferirsi nello Schleswig,probabilmente attraverso un alto funzionario danese ücr¡i aveva incontrato il figlio in Italia, e nel 1486 si sta-bill a Lubecca. Olme a una quantiti di libri üturgicicommissionatigli da vari capitoli e ordini monastici da-nesi, la maggior produzione di Arndes fu la Bibbia del1494 in basso tedesco, un capolavoro d'esecuzione tipo-grafica e d'illustrazione. Tuttavia, come molti alri deiprimi stampatori, Arndes non sembra abbia avuto suc-cesso commerciale, e - sebbene continuasse a stamparefino alla morte (t¡rg) - fu obbligato adarrotondare i suoiguadagni lavorando come impiegato aüa corte ü giusti-zia ü Lubecca.

Atmaverso le antiche vie commerciali anseatiche glistampatori della Germania meridionale vendettero i lorolibri perfino a clienti del Nord: nel 1467 un libraio di Ri-ga

^vevainmagazzino due Bibbie, quindici salteri e venti

messali stampati da Schóffet aMagonza.Da Lubecca partirono via mare gli stampatori che in-

trodussero la nuova arte nelle citth baltiche, tra cui lepiú importanti erano Rostock e Danzica. Johann Snell,che stampb a Lubecca dal r48o al r5zo circa, fondb leprime stamperie in Danimarca e Svezia, sebbene per uncerto tempo la maggior parte dei libri in danese e sve-

¡,4 DIFFUSIONE DELLA STAMPA 47

dese venisse ancora stampata a Lubecca. Lubecca fu an-che il punto ü partenza del pdmo fallito tentarivo ülnmodurre la stampa in Russia. Un'ambasceria dello zarIvan III, recatasi in Germania nel 488-93 per ottenerei servizi dei tecnici tedeschi, invitb lo stampatore di Lu-lrccca Bartholomaeus Gothan a masferirsi a-Mosca. Que-rti - che era appena ritornato da Stoccolma, dove avevalr¡vorato negli anni 1486-87 e stampato il primo libro de-¡tinato alla Finlandia (1488) - si recb infatti a Novgorod(c forse a Mosca) nel t493, ma morí prima del settem-lrre 1496 (probabilmente assassinato dai Russi) setrzaver potuto produne libri in quella lingua. I1 soggiornodi Gothan in Russia lasció perb una uaccia curiosa venu-t¡r alla luce solo recentemente. Sono state infatti ritrova-te traduzioni manoscritte - che circolavano a Novgorodrrgli inizi del Cinquecento - di un Dialogo ftala Vita e laMorte, ü una Storia di Troia, di una leggenda del tiran-no Dracolewyda, di un Lucidario e di altri testi tedeschi:cinscuno di tali manoscritti puó esser f.atto risalire a libristtmpati a Lubecca fua il r478 e il 1485, e non v'é quasitlubbio che essi facessero parte del bagaglio di Gothan.

L'onore di aver fondato la stampa a caratteri mobili inItt¡ssia spetta allo zar Ivan IV il Terribile: su sua richie-¡ta il re di Danimarca Cristiano III invió a Mosca unoñtnmpatore di Copenaghen, Hans Missenheim, il qualeinizib all'arte Ivan Fjódorov, il prototipografo russo.

Italia.

L'Itaha fu il primo paese suaniero in cui gli stampa-tori tedeschi portarono la nuova invenzione (1465). Efu anche il primo paese in favore del quale essi per-rero il loro monopolio. Un Quintiliano fu il primo librolnrtato a termine (3 agosto r47o) nella stamperia di unitoliano, Giovanni Filippo da Legname, un messinese re-riclente a Roma; nel maggio r47r apparve il primo librocllcttivamente stampato da un italiáno, il prete Clemen-tc da Padova, che lavorava aYeneziai e nel r47j il g.-nio indigeno si era afirancato dalla tutela transalpina di

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48 IL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

cui da allora non ebbe piú bisogno. La terra nativa del-la nuova cultura, il centro della civilti cristiana, il paesed'origine del moderno sistema bancario e contabile, ofrrla editori e stampatori avventurosi delle possibiliti percui non v'era invece posto nella societá tedesca di srut-tura ancora prevalentemente medievale. I due caratteriche sono stati da allora gli elementi base della stampaoccidentale, il tondo e il corsivo, videro cosl la luce inItalia; e qui si produssero pure le prime serie di caratterigreci ed ebraici; e avvenne il lancio nel mondo delle lette-re dell'uso del frontespizio e della numerazione delle pa-gine, della stampa della musica e delle edizioni tascabili.

Rorna. Era quasi inevitabile che dopo poco tempoSweynheym e Pannafiz, i primi stampatori d'Italia, tra-sferissero la loro attiviti dal uanquillo monastero di Su-biaco a Roma, sede della curia e naturalmente ancheimportante centro commerciale, sia per gli afrart eccle-siastici che per quelli secolari. Molto lavoro eseguitofino allora dagü abili amanuensi dell'amminisuazione pa-pale impegnó ora con continuitá i[ torchio da stampa:come indulgenze e bolle papali erano state ma le primis-sime produzioni magontine, cosí gli stampatori romanihanno avuto da allora il loro dafrarc con moduli del-I'amminis ftazíone governativa, decreti, circolari e simili.Inoltre Roma era il centro del mercato librario mediter'raneo sin dai tempi di Cicerone ed Orazio; e coloro cheerano soüti acquistare manoscritti a Roma vi compra-vano ora i libri a stampa. Verso il t47o I'umanista nGrimberghese Hartmann Schedel - il compilatore dell¿Cronaca pubblicata da Koberger nel 1493 - nascrisse inun appunto i prezzi di alcuni libri stampati a Roma: unLucano costava un ducato papale (circa dieci scellini oro),un Virgilio due ducati, La cittá di Dio di sant'Agostinocinque ducati, \a Naturalis Historid di Plinio otto duca-ti, un Livio sette ducati, una Bibbia in latino dieci du-cati.

Il numeto dei titoli disponibili a Roma in quel tempoera notevole. In una supplica rivolt^ a pap^ Sisto IV,S.veynheym e Pannafiz afietmarono nel t472 di aver

l,A DTFFUSTONE DELLA STAMPA 49

rtrmpato ventotto op€re in quarantasei volumi, alcunerlelle quali ebbero parecchie edizioni, ü solito di due-r'en tosettantacinque copie ciasctrna. L'elenco comprende¡lue edizioni (1468, r47o) della raccolta in due volumirlelle lettere di san Gerolamo, degna di nota - almeno¡rcr gl'inglesi - principalmente perché contiene una dis-rertazione atmibuita al dottore della Chiesa e scdtta in-vece da un inglese tutt'altro che santo. Si tratta dellaI)issuasio Valerii ad Rufinam ne utcorcrTt dacat, una di-vertente diatriba cpntno i pericoli del matrimonio: pro¡rrio il libro che, ottant'anni prima, il quinto marito del-l¡ Donna di Bath' era solito leggere ugladly night andrlrry for his desport> e di ct¡i <he lough ilwey fulfaste>.l,a copia letta da un qualche sctivano di Oxford fu ri-legata insíeme ad altri trattatelli su <<wykked wpes)>(fm cui ve n'era uno di san Gerolamo) e dovette in ul-timo la sua immensa popolaritá anche all'erata identi-licazione dell'autore. In realti essa appartiene al De Nu-¡1is Curialium dell'arguto scrittore del secolo xu \ülalterMrp, diventato coal il primo scrittore inglese comparso artrmpa.

Nello stesso tempo, Ulrich Han - un altro stampatoreromano di origine tedesca - aveva pubblicato ottanta li-hri, in gr^n pafte edizioni di autori latini, fra cui ancheut Missale Ronzanam G+26) in cui per la prima volta sirtnmpb tipograficamente Ia musica.

Nel complesso tuttavia la produzione dei torchi ro-rnuni non é notevole dal punto di vista tipografico - an-irl, uniformemente mediocre -, ñ8 lo é invece per il suo('ontenuto, che riflette la posizione internazionale dellacltti. La MirabiliaUrbis Romoe,la guida medievale dei¡rellegrini e dei visitatori della citti, copiata innumere-voli volte a partire del ¡r4o circa, venne ora stampatac ristampata, con correzioni frequenti che spesso sosti-tr¡irono al folklore medievale squarci di pseudoerudizio-rrc rinascimentale. La Cosmograpbia ü Tolomeo - cheli¡urava nel programma di Conrad Sweynheym ma ap-

Irnrve solo dopo la sua morte, stampata da Arnold Buc-

I lNellc Canterbary Tale¡ diChaucerl.

Page 20: Siegfried Henry, Cinque secoli di stampa, Milano: CDE, 1993, pp. 012-051

50 rL PRrMO SECOLO DELLA STAMPA

kinclc (t428; ristampata nel r49o) - illustrava con ven-tisette carte incise in rame la strutn¡ra del mondo coslcome 1o si conosceva da un migliaio d'anni. Lo stampato-re romano Stephan Plan& stampb per primo la lettera üCristoforo Colombo da cui I'Europa apprese l'awenutarivoluzione delle sue concezioni geograficle; anche que-sto opuscolo impegnb per molti anni gli stampatori ro-mani.

Due soli stampatori romani meritano particolare men-zione: Ludovico degli Arrighi e Antonio Blado. Arrighi,maesro calligrafo e copista di professione, era anche unfunzionario di grado inferiore nella Cancelleria Apostolica: egli pubblicb nel x122 il primo <campionario> astampa, che insegnava agh apprendisti I'uso della litteracancelleresca impiegata nei brevi apostolici. Queste let-tere <corsive>> erano state incise dall'orefice LautizioPerugino con cr¡i Anighi fondb nel t5z4 una societi perla stampa di edizioni. I1 piú illustre tra i loro illusni pa-troni fu il poeta umanista Giangiorgio Trissino, oggi ri-cordato per aver inuodotto i versi sciolti nel teatro eper la sua intelligente opera di riformatore dell'ortogra-fia (una delle sue innovazioni - la differenziazione dellau e della a, della i e della i - Í, adottata da Arrighi edb cosí sopravvissuta): egli raccomandó I'Arrighi aI papaClemente VII quale persona <che, come nella scritturaha superab tutti gli altri calligrafi del nostro tempo, co-sí - avendo recentemente inventato questo bellissimo si-stema per eseguire a stampa quasi tutto quel che primafaceva con la penna - ha superato ogni altro stampatoreper la bellezza dei suoi caratteri>>. Arrighi morí proba-bilmente durante il sacco di Roma nel maggio-giugnorrzT.Antonio Blado fu attivo dal r5r5 circa fino al1167; gli venne conferito nel 1549 il titolo di TipografoCamerale, o stampatore della Santa Sede, e in questa ve-ste egli stampó nel 1559 il primo Index librorum pro-bibitorun Blado é famoso nella storia della letteraturaper aver pubblicato le prime edizioni di due ópere di ca-rattere assai diverso: ü Principe di Machiavelli (rt3z) egli Exercitia spirita¿lia & sant'Ignazio di Loyola (r:+8),due <<condensati> dell'arte di governare il mondo e del-

tA DTFFUSTONE DELLA STAMPA 5th divozione reügiosa. Il carattere impiegato per stam-p¡rc questi libri éra, con qualc,he miglioranento, quellodi Ariighi: il carattere Blado ricreato nel r9z3 da Stan-lcy Morison é una felice fusione delle migliori caratte'ri¡tiche delle scitte di Blado e Amighi.

Venezia. Come gii constatato in Germania, le soleforze intellettuali e spirituali non erano sufrcienti aá at-tirare gli uomini d'afiari del settore übrario: essi segui-rono in Italia le vie maestre degli scambi commerciali,quelle che portavano alla regina dell'Adriatico, Venezia,che dominava nel Quatmocento il commercio verso tuttoll mondo conosciuto. I due fratelli Johann e \Tendelinvon Speyer - originari appunto di Spira, nel Palatinato -vi aprirono la prima stamperia nel 1467 e l'anno seguen-

te Johann pubblicó il primo libro stampato, come vantaorgogliosamente il colophon, nella regina dell'Adriatico:rNella cittá adriatica, Giovanni originario di Spira, stam'

fü p.r primo libri con caratteri di bronzo. Quanta speran-zr ii debba avere per il futuro, o lettore, lo vedi, poiché(luesta prima fatica ha superato I'arte della penna>>.

Erano le Epistolae ad familiares di Cicerone, la cui pri-me edizione di uecento copie fu venduta immediatamen-te, mentre una seconda di alre trecento andb esaurita in(luattro mesi. Nel colophon Johann richiamb di nuovol'attenzione sul suo operato:

Una volta ogni tedesco si portava un libro dall'Italia. I U- qtedesco dará'or¿ piú di qüanto essi non presero. I PerchéGiovanni, un uoño che pochi sorpassanó in abilitá, I hadimosuato che i libri possono esseré scritti meglio con lbt'tone. I Spira é diventata amica di Venezia: infatti in quat-tro mesiii é esaurita I questa opera di Cicerone ristampatain trecento copie.

\ü(Iendelin continub con suqcesso anc.he dopo la mortedel fratello G+zo), pubbücando dieci libri nel r47o e

r¡uindici ciascuno nei due anni seguenti. Le loro edizionierano ben stampate e dimostrano una certa discrimina-'rione nella scelta degü autori. Olme ai classici latini, che

costituivano la produzione fondamentale di ogni stampa-