Siamo andati sulla Luna! Brevi considerazioni sulla follia complottista Diego Monti
Siamo andati sulla Luna!Brevi considerazioni
sulla follia complottista
Diego Monti
Introduzione
Sono ormai trascorsi quasi quarantadue anni da quel lontano 21 luglio 1969, il giorno in cui, per la
prima volta, un uomo posò il proprio piede su un corpo celeste diverso dalla Terra. Di quell'evento
memorabile rimangono nell'immaginario collettivo le immagini sbiadite trasmesse in diretta dalle
emittenti di quasi tutti i Paesi.
Nessun impresa più ardua era mai stata tentata in precedenza nella storia dell'umanità: l'ambizioso
programma Apollo doveva, entro il 1969, portare un equipaggio di due uomini sulla superficie
dell'unico satellite naturale del nostro pianeta, la Luna.
E così è stato: i primi passi di Neil Armstrong nel Mare della Tranquillità rappresentarono il
culmine di una impresa che potremmo definire epica, sia per la grandiosità del suo obiettivo, sia per
le enormi difficoltà che ingegneri ed astronauti hanno dovuto affrontare.
Ma tutto ciò appartiene ad un passato relativamente lontano nel tempo: è dunque comprensibile che
molte persone possano nutrire dei dubbi sull'autenticità degli allunaggi. Essi sono stati infatti attuati
con tecnologie oggi assai obsolete, in un clima di continua competizione tra Stati Uniti ed Unione
Sovietica.
Queste ed altre circostanze hanno infiammato la fantasia dei sostenitori delle teorie cospirazioniste:
i “lunacomplottisti” hanno elaborato una serie di presunte argomentazioni volte a dimostrare la
falsità dei traguardi raggiunti dal programma Apollo.
Tali affermazioni, unite all'idea che una impresa così audace sia impossibile da realizzarsi, hanno
contribuito a formare quella diffusa credenza secondo cui le missioni lunari sarebbero il più
clamoroso falso storico mai realizzato.
Il mio interesse per questo argomento è nato casualmente qualche anno fa, mentre consultavo un
sito web1 dedicato all'analisi delle teorie cospirazioniste. In questa tesina non potrò, per evidenti
ragioni di spazio, controbattere ogni singola argomentazione: tenterò invece di comprendere quali
siano le motivazioni che spingono così tante persone a non accettare come veritiero lo sbarco sulla
Luna, oltre che analizzare le loro obiezioni più famose, nella speranza di rendere giustizia a tutti
coloro che contribuirono a raggiungere questo storico obiettivo.
1 Si tratta del sito http://complottilunari.blogspot.com
2
Nascita e diffusione delle teorie del complotto
In realtà non è possibile capire con certezza come possa nascere una teoria del complotto, viste le
diverse motivazioni che spingono una persona, o un gruppo di persone, a diventare sospettose degli
“altri”. È indubbio che l'uomo abbia una naturale predisposizione alla diffidenza nei confronti di un
fatto apparentemente impossibile, ma presentato come vero dai più. Si pensi ad esempio
all'assassinio di J. F. Kennedy: per alcuni è difficile accettare le motivazioni quasi banali del
cecchino. Per questo si è diffusa con facilità l'idea che esista un'occulta e potentissima “cabina di
regia” dalle cui decisioni dipende il futuro di tutta l'umanità.2
Paradossalmente molte persone sono disposte a ritenere vere incredibili rivelazioni di sedicenti
esperti solo perché esse vengono smentite dalle fonti più autorevoli: è chiaro agli occhi dei più che i
potenti facciano di tutto per mettere a tacere voci che rivelano scomode verità. I sostenitori della
teoria delle scie chimiche, ad esempio, ritengono che le scie di condensa degli aerei siano utilizzate
per diffondere delle sostanze con cui qualche organizzazione possa tenere sotto controllo l'intera
popolazione mondiale per i suoi biechi scopi. Nonostante la secca smentita degli addetti ai lavori 3
questa teoria ha avuto una notevole diffusione.4
Un ricerca5 ha evidenziato che chi crede ad una teoria del complotto molto probabilmente ne ritiene
vere anche altre. In genere si tratta di persone affette in qualche modo da un delirio paranoide:
questa malattia spinge a ricercare costantemente spiegazioni “alternative” per ogni avvenimento, nel
constante timore di una qualche minaccia. Questo spiega perché spesso un complottista, dopo aver
abbracciato o formulato una teoria, diventi irremovibile nelle sue convinzioni ed in grado di
persuadere altri della loro veridicità.
Esiste purtroppo anche un altro tipo di promotori delle teorie del complotto: si tratta di individui che
sfruttano una paura collettiva con lo scopo di guadagnarci economicamente. Si pensi, per esempio,
alle periodiche “fini” del mondo create e poi posticipate ad arte con l'intento di vendere libri ed
improbabili strumenti di sopravvivenza.
2 Jim Garrison, JFK. Sulle tracce degli assassini, traduzione di Claudio Mussolini, Sperling & Kupfer, 19923 Pietro Pallini, Il mistero della scia, Repubblica.it, http://tinyurl.com/misteroscia4 Ad esempio è stata oggetto di ben dodici interrogazioni parlamentari dal 2003 al 2009.5 Goertzel, Belief in Conspiracy Theories, Political Psychology, 1994, 15, 733-744
3
L'analisi di Umberto Eco
Lo scrittore e filosofo Umberto Eco si è occupato di indagare i meccanismi grazie ai quali si
diffonde un complotto e perché esso venga accettato acriticamente da un grande numero di persone.
Secondo la sua riflessione6 una cospirazione nasce quando si fatica a comprendere ed interiorizzare
un fatto apparentemente impossibile o che comunque ci costringerebbe a modificare la nostra
percezione della realtà.
Un complotto vero viene sempre svelato perché i suoi effetti diventano evidenti: si pensi, ad
esempio, ai famigerati Protocolli dei Savi di Sion7 ed alle loro conseguenze. Paradossalmente,
conclude Eco, dietro ad ogni presunto complotto si cela quasi certamente quello reale di chi ha
interesse a presentarci la sua personale verità.
Le particolarità del complottismo lunare
Le teorie del complotto che riguardano gli sbarchi statunitensi sulla Luna, oltre ad avere molti
aspetti in comune con le altre, come il sostenere varie ipotesi alternative tra loro contrastanti o il
controbattere la “versione ufficiale” senza fornire alcuna prova diretta, presentano anche una grande
differenza: sono ritenute vere da un numero maggiore di persone.
Da un sondaggio8 del 2006 emerge infatti che il 27% degli statunitensi ha dei dubbi sugli allunaggi,
mentre il 10% ritiene che siano “altamente improbabili”. Non è ovviamente possibile spiegare
queste cifre con una paranoia generalizzata: è invece necessario considerare la difficoltà, specie per
chi non ha assistito a questo evento, di ritenere vera un'impresa che sembra impossibile ed è spesso
documentata utilizzando unicamente sgranate copie d'epoca d'immagini e filmati realizzati con
qualità assai superiore.
Prima di analizzare più nel dettaglio le argomentazioni dei complottisti, è opportuno descrivere le
motivazioni storico-politiche e le conoscenze tecniche che permisero agli Stati Uniti di raggiungere
un traguardo così ambizioso.
6 Massimo Polidoro, La cospirazione impossibile, Piemme, 2007, pag. 300-3027 Si tratta di un falso documento prodotto dalla polizia segreta zarista nel XX secolo: descrive i metodi utilizzati degli
ebrei per impadronirsi del mondo e fu utilizzato come pretesto e giustificazione per l'antisemitismo.8 Mary Lynne Dittmar, Engaging the 18-25 Generation: Educational Outreach, Interactive Technologies and Space,
AIAA, 2006, 7303
4
La corsa alla Luna
Negli anni cinquanta del secolo scorso gli USA e l'URSS sono in piena guerra fredda. Per
dimostrare la superiorità del proprio sistema politico ed economico, oltre a procurarsi un vasto
arsenale atomico, le due superpotenze iniziano a sfidarsi con ogni mezzo che può colpire
profondamente l'opinione pubblica e garantire prestigio internazionale: le missioni spaziali, per la
loro spettacolarità, rappresentarono un ottimo strumento di propaganda.
Ma all'inizio degli anni sessanta sono i sovietici ad aver raggiunto i traguardi di maggiore
importanza, come aver condotto in orbita alcuni animali ed aver fotografato la faccia nascosta della
Luna con una sonda automatica, mentre gli Stati Uniti si devono accontentare solamente di alcuni
satelliti-spia.
Nel 1961 l'URSS ottiene un clamoroso primato: Yuri Gagarin diventa il primo uomo ad andare nello
spazio, dove rimarrà per 108 minuti. Gli Stati Uniti rispondono con un volo suborbitale umano di
appena un quarto d'ora eseguito da Alan Shepard.
Ma lo stesso anno il presidente Kennedy annuncia che «questa nazione [gli USA, NdR] deve
impegnarsi a raggiungere il traguardo, prima della fine di questo decennio, di far atterrare un uomo
sulla Luna e riportarlo sano e salvo sulla Terra».9 La strategia adottata è molto semplice: l'obiettivo
fissato è ambizioso a sufficienza per colpire l'immaginazione collettiva ed è contemporaneamente
lontano nel tempo per permettere all'industria aerospaziale di recuperare il vantaggio sovietico.
Il programma N1-L3
L'Unione Sovietica raccoglie la sfida di Kennedy: il
programma segreto N1-L3 è creato con l'ambizioso
obiettivo di far allunare un cosmonauta entro il 1968. Il
progetto è analogo a quello del programma Apollo: due
cosmonauti vengono inviati verso la Luna sulla navicella
L3 grazie al razzo N1: raggiunto il nostro satellite uno di
loro atterrerà sulla superficie selenica grazie al modulo
lunare LK (Figura 1), l'equivalente del LM statunitense.
Questo programma viene tuttavia ostacolato dai militari
sovietici poiché considerato troppo costoso e inoltre,
9 «I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the moon and returning him safely to the earth».
5
Figura 1. Il modulo lunare LK.
essendo inserito nei piani quinquennali, può partire solo nel 1964, lasciando agli USA tre anni di
vantaggio.
I risultati non saranno ovviamente quelli sperati: il 3 luglio 1969 il razzo N1 ricade sulla rampa di
lancio subito dopo il decollo causando, con le sue 2˙600 tonnellate di carburante, una delle
esplosioni più violente della storia della missilistica.
Anche se ufficialmente l'URSS sostiene di volersi dedicare unicamente a missioni robotiche, gli
Stati Uniti, grazie ai loro satelliti-spia, sono a conoscenza di questo programma e dei fallimenti
ottenuti.
Il programma Apollo
Gli Stati Uniti, grazie all'esperienza in voli umani e
manovre spaziali ottenuta col programma Gemini,
possono avviare nel 1967 il programma Apollo.
Dopo un incidente che causò la morte di tre
astronauti in una simulazione10, l'enorme vettore
Saturn V inizia a dare i suoi frutti: il 24 dicembre
1968, con la missione Apollo 8, un equipaggio
umano entra per la prima volta in orbita lunare
(Figura 2). Per sottolineare l'importanza
dell'avvenimento gli USA organizzano una diretta
televisiva che mostra la superficie selenica mentre
gli astronauti leggono un passo della Genesi.
Per tener fede all'impegno preso da Kennedy è necessario agire rapidamente: nel marzo del 1969
l'Apollo 9 testa il modulo lunare e le tute spaziali in orbita terrestre, mentre a maggio l'Apollo 10
porta due astronauti a soli 15 chilometri dalla Luna.
Ormai tutto è pronto per lo storico evento: il 20 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin, con la
missione Apollo 11, atterrano sulla superficie del nostro satellite. Da quel momento ci saranno solo
altri cinque allunaggi, fino all'Apollo 17 del dicembre 1972. Anche l'Apollo 13 è stata una missione
lunare, ma è stata cancellata a causa di un grave guasto: l'equipaggio si è salvato fortunosamente.
10 Si tratta della missione AS-204, in seguito ridenominata Apollo 1. I tre astronauti erano Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee.
6
Figura 2. L'alba terrestre fotografata dall'Apollo 8.
La tecnologia utilizzata
La tecnologia spaziale della fine degli
anni sessanta era, per certi aspetti, molto
rudimentale: permetteva margini di errore
minimi, le probabilità di fallimento erano
elevate e non esisteva alcuna possibilità
di salvataggio.
Un colosso di 111 metri, il missile Saturn
V, ha il compito di condurre gli astronauti
in orbita terrestre a bordo del veicolo che
li porterà verso la Luna. Questo è formato
da un modulo di comando, dotato di uno
spazio abitabile inferiore a quello di un furgone, da un modulo di servizio, contenente il carburante,
e da un terzo stadio in cui si trova l'LM, il veicolo che effettuerà l'allunaggio.
Dopo tre ore dal decollo i moduli di comando e servizio (CSM, Figura 3) si staccano dal modulo
lunare (LM, Figura 4) precedendolo di qualche metro, ruotano di 180 gradi, lo riagganciano e poi
accelerano per estrarlo dal terzo stadio. A questo punto il CSM e l'LM sono collegati da un
corridoio interno.
Raggiunta la Luna, due astronauti entrano nell'LM,
mentre uno rimane in orbita a bordo del CSM. Il
modulo lunare si stacca ed inizia la discesa frenato
unicamente da un motore. Terminata la missione,
l'LM deve decollare nel momento esatto che gli
permetterà di ricongiungersi col modulo di
comando e servizio. Si tratta di una manovra
estremamente delicata: un minimo errore
causerebbe inevitabilmente la morte delle due
persone a bordo del modulo lunare.
Compiuto il rendezvous gli astronauti possono
tornare sulla terra a bordo del modulo di comando,
che andrà ad ammarare nell'Oceano Pacifico.
7
Figura 4. Il modulo lunare Eagle e l'astronauta Buzz Aldrin durante la missione Apollo 11.
Figura 3. Il CSM fotografato dall'LM durante la missione Apollo 15.
Le teorie del complotto lunare
Anche se alcuni dubbi sull'autenticità delle missioni lunari comparvero nei media sin dall'Apollo
811, il primo complottista che pubblicò le proprie teorie è stato Bill Kaysing, che nel 1974 scrisse il
libro We Never Went to the Moon12. Nonostante si presenti come un grande conoscitore del
programma Apollo, in realtà egli non ha alcuna competenza tecnica, essendo laureato in letteratura
inglese13. Inoltre Kaysing afferma di non essere giunto alle sue conclusioni grazie ad attenti studi,
ma con l'aiuto di «premonizione, intuizione, telepatia inconscia, informazione attraverso qualche
misterioso ed oscuro canale di comunicazione».14
Queste teorie ispirarono il film
Capricorn One: realizzato nel 1978 per
la regia di Peter Hyams, narra la
falsificazione di una missione su Marte
da parte della NASA (Figura 5).
L'allusione al programma Apollo è resa
evidente dall'uso, tecnicamente
impossibile, degli stessi veicoli spaziali
impiegati per raggiungere la Luna. In realtà si tratta semplicemente di una parodia nei confronti dei
cospirazionisti: il giornalista che nel finale svelerà l'inganno è infatti costantemente deriso ed
accusato di soffrire di un delirio paranoide dal suo caporedattore.
Altro importante sostenitore delle teorie del complotto lunare è Ralph René, che nel 1994 pubblicò
il libro NASA Mooned America!. Dalla sua biografia emerge che si considera un ex consulente
NASA poiché una sua idea è stato utilizzata in un opuscolo promozionale della NASA. Come altri
complottisti, René sostiene delle teorie “particolari”: ad esempio è convinto che il valore del pi
greco sia sbagliato15, così come la teoria della relatività di Einstein e la legge di gravitazione
universale16.
Dagli anni Novanta, con la nascita di Internet, queste idee hanno avuto modo di diffondersi e
trovare nuovi sostenitori. Tra questi, uno merita di essere citato: Bart Sibrel. Divenuto famoso per
aver girato un documentario autoprodotto sulla presunta messinscena lunare, iniziò a pedinare gli
11 Andrew Chaikin, A Man on the Moon, Viking, 199412 In Italia è stato ripubblicato nel 1997 col titolo Non siamo mai andati sulla Luna.13 Si veda la sua biografia all'indirizzo http://billkaysing.com/biography.php14 Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997, pag. 1815 Si veda http://ralphrene.com/circle_squared.html16 Ralph René, The Last Skeptic of Science, 1988
8
Figura 5: Un fotogramma tratto dal film Capricorn One.
astronauti del programma Apollo costringendoli a giurare su una Bibba di essere davvero andati
sulla Luna. Mentre Buzz Aldrin reagì dandogli un pugno in faccia17, Neil Armstrong rifiutò dicendo:
«Signor Sibrel, conoscendola probabilmente quella Bibbia è fasulla».
In Italia le teorie dei complottisti sono state principalmente presentate da trasmissioni
pseudoscientifiche quali Voyager e Mistero, ma anche da altre solitamente più autorevoli come
Enigma e La Storia siamo noi.
Quattro tesi fondamentali
A differenza della “versione ufficiale”, coerente e ben documentata, i lunacomplottisti presentano
ben quattro tesi in contraddizione tra loro. Non si tratta di ricostruzioni degli “ufficialisti”, ma di
teorie formulate dagli stessi cospirazionisti.
Alcuni di essi ritengono che tutte le missioni lunari, in ogni loro aspetto, furono falsificate e
progettate a tavolino, comprese l'Apollo 8, 9, 10 e 13, anche se ufficialmente non allunarono.
Nell'enorme mole di immagini e documenti fasulli vi sarebbero tuttavia piccoli indizi rivelatori, che
non sono sfuggiti agli attenti occhi dei complottisti.
Altri sono convinti che solo la missione Apollo 11 fu falsificata, nell'intento di guadagnare tempo,
mentre le altre si svolsero realmente. Con questa tesi si vuole spiegare la differenza qualitativa tra le
fotografie e i video prodotti dall'Apollo 11 e quelli successivi.
Altri ancora credono che le missioni furono tutte autentiche, ma a causa delle radiazioni cosmiche o
dell'eccessivo calore non fu possibile ottenere delle fotografie presentabili. Fu dunque necessario
ricorrere a dagli effetti speciali per ottenere delle immagini politicamente accettabili.
Un'ultima parte di cospirazionisti sostiene che almeno una missione fu autentica: gli astronauti,
dopo essere sbarcati sulla Luna, si sarebbero tuttavia imbattuti in alieni che, turbati dal nostro
arrivo, avrebbero scacciato i terrestri.
Esempi di presunte anomalie
Come ho già accennato nell'introduzione non è possibile, per motivi di spazio, affrontare tutte le
argomentazioni dei complottisti: in questo paragrafo mi limiterò a presentare le più famose. Il
lettore interessato a questo aspetto troverà citati nella bibliografia alcuni libri che trattano in modo
esaustivo le varie controdeduzioni.
17 Ex-astronaut escapes assault charge, BBC.co.uk, http://tinyurl.com/assaltoaldrin
9
Tutte le fotografie sono perfette
Bill Kaysing, nel documentario Did We Land on the
Moon?, si domanda come sia stato possibile scattare
moltissime immagini senza commettere alcun errore,
considerando che le macchine fotografiche in
dotazione agli astronauti erano complesse da utilizzare
ed addirittura prive di un mirino.
La risposta è tuttavia straordinariamente semplice: i
giornali e le televisioni scelsero con cura le fotografie,
evitando quelle non riuscite. In realtà varie immagini
sono sfocate, mosse o mal inquadrate: ad esempio la
fotografia AS11-40-5894 (Figura 6) è sottoesposta.
Nelle fotografie non si vedono le stelle
Bill Kaysing, nel suo libro, si domanda: «Perché nelle fotografie di tutte le missioni Apollo le sole
stelle visibili sono quelle della bandiera americana?»18 Evidentemente lo scenografo doveva essersi
dimenticato di aggiungerle sul set.
Ancora una volta la spiegazione è molto semplice: la superficie lunare, illuminata a giorno,
impedisce alla macchina fotografica di percepire la luce delle stelle esattamente come un lampione
nega al nostro occhio la possibilità di vedere la volta celeste. In alcune immagini è tuttavia possibile
scorgere la Terra e Venere, vista la loro intensa luminosità.
Il calore sciolse la pellicola
Sempre Bill Kaysing sostiene che «le macchine fotografiche passavano da una temperatura di
+100° nelle zone esposte alla luce solare diretta, ai -100° delle zone d'ombra. Immaginate quale
stress termico avrebbe subito un materiale tanto delicato».19
Questa affermazione è tuttavia ingannevole e parte da presupposti scientifici errati: è vero il suolo
lunare raggiunge quelle temperature, ma verso il mezzogiorno e un po' prima dell'alba locali. Sul
nostro satellite un giorno dura l'equivalente di 29 giorni terrestri (un mese sinodico): la NASA
logicamente pianificò gli allunaggi subito dopo l'alba lunare in modo che la temperatura fosse
accettabile. Inoltre vennero utilizzate pellicole fotografiche speciali isolate come in un thermos.
18 Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997, pag. 6119 Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997, pag. 53-54
10
Figura 6. La fotografia AS11-40-5894. A sinistra si può intravedere Neil Armstrong.
La bandiera sventola nel vuoto
Vari complottisti obiettano che la bandiera degli
Stati Uniti si muove: si può osservare questo
fenomeno sia nelle fotografie sia nei filmati.
Evidentemente, essendo la Luna priva di
atmosfera, questo dimostra che la messinscena
venne realizzata in uno studio pieno di spifferi.
In realtà la bandiera è diritta poiché è sorretta da
un'asta verticale (Figura 7): la NASA si rese
conto che una fotografia propagandistica con una
bandiera afflosciata non sarebbe stata efficace.
Gli astronauti lasciarono il drappo un po'
spiegazzato per renderlo più realistico. Inoltre nei
filmati la bandiera oscilla solamente se urtata.
Le prove degli sbarchi
Dopo aver presentato le congetture dei complottisti, può essere utile esaminare quali sono le prove
che dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio che gli sbarchi lunari avvennero realmente: in questo
modo ogni teoria cospirazionista si rivela automaticamente errata.
Controlli indipendenti
Le missioni del programma Apollo hanno prodotto
una mole impressionante di documenti tecnici,
fotografie, filmati e resoconti. Solo sulla Luna sono
state scattate circa 6˙500 immagini e girate dieci
ore di video. Non si tratta di materiale di scarsa
qualità: le televisioni spesso trasmettono copie
sgranate realizzate negli anni Settanta, ma oggi,
grazie ad Internet, tutti possono accedere agli
originali in alta risoluzione20.
20 Si consulti, ad esempio, l'Apollo Archive all'indirizzo http://www.apolloarchive.com
11
Figura 7. La bandiera issata dagli astronauti della missione Apollo 11.
Figura 8. La fotografia AS11-40-5903.
Si pensi ad esempio alla famosa “foto del turista”
(AS11-40-5903, Figura 8) che ritrae Buzz Aldrin: la
versione originale, anche se storta e male inquadrata,
permette di osservare particolari interessanti. Da un
ingrandimento della visiera dell'astronauta (Figura 9) si
vede Armstrong nell'atto di realizzare l'immagine, oltre
alla bandiera statunitense e al modulo lunare. Se si
osserva attentamente si nota anche un pallino azzurro:
si tratta della Terra, situata esattamente nel punto di
cielo lunare dove si sarebbe potuta ammirare dal luogo
dell'allunaggio21.
Con tutte queste informazioni è possibile, anche per semplici appassionati, analizzare ogni aspetto
delle missioni e controllare la loro coerenza: falsificare ogni cosa perfettamente sarebbe stato
impossibile e, se gli allunaggi fossero davvero fasulli, dovrebbero emergere vistose incongruenze.
Il silenzio sovietico
L'URSS aveva tentato di raggiungere la Luna prima degli Stati Uniti, ma aveva fallito. Era stato
sprecato moltissimo denaro: Mosca, per limitare i danni, finse di non essersi mai cimentata in
questa impresa.
L'Unione Sovietica aveva tutti i mezzi e le spie necessarie per scoprire un'eventuale messinscena
statunitense: se l'allunaggio fosse davvero stato fasullo, sarebbe stato evidentemente denunciato.
Al contrario la televisione sovietica fu una delle prime ad annunciare lo sbarco ed addirittura
trasmise una parte della diretta lunare.
L'omertà perfetta
Il numero di tecnici civili coinvolti nella progettazione e realizzazione dei veicoli spaziali utilizzati
dal programma Apollo furono circa 400˙000. Secondo le teorie dei complottisti, queste persone
sarebbero a conoscenza della verità, ma la nasconderebbero accuratamente.
Risulta impossibile pensare che nessuno, in più di quarant'anni, non abbia mai rivelato nulla,
neppure per sbaglio: neanche la Mafia riesce ad ottenere tali livelli di omertà.
21 Vista uno specifico luogo della Luna, la Terra occupa in cielo sempre la stessa posizione. La sua dimensione apparente è circa quattro volte quella della Luna osservata dalla Terra.
12
Figura 9. Ingrandimento della fotografia AS11-40-5903.
L'assenza d'aria
Le riprese effettuate sulla Luna sono state sicuramente realizzate in un ambiente privo di atmosfera.
È possibile affermarlo con certezza poiché la polvere sollevata degli astronauti e dal rover lunare
non compie le volute e le lunghe scie con cui siamo familiari, ma effettua una traiettoria parabolica.
Per realizzare un tale effetto sulla Terra, con la tecnologia della fine degli anni Sessanta, sarebbe
stato necessario costruire un gigantesco set cinematografico sotto vuoto. Si tratterebbe di una
impresa arditissima: anche oggi la camera priva d'aria più grande al mondo misura appena 30 metri
di diametro (solo il modulo lunare ne occuperebbe un terzo).
Spesso il regista Stanley Kubrick,
maestro degli effetti speciali, viene
citato come l'autore del finto sbarco
lunare dai lunacomplottisti. In realtà il
suo film 2001 Odissea nello spazio,
uscito nel 1968, contiene una scena
clamorosamente sbagliata (Figura 10):
l'astronave, durante l'allunaggio,
solleva vistose volute di polvere, indizio del fatto che lo sbarco venne registrato in presenza d'aria.
Se questo è il massimo livello di realismo ottenibile con la tecnologia di quel periodo è evidente che
non era tecnicamente possibile falsificare gli sbarchi lunari: al confronto era molto più semplice
realizzare delle missioni per davvero.
Bibliografia
• Paolo Attivissimo, LUNA? Sì, ci siamo andati!, 2010
• Massimo Polidoro, La cospirazione impossibile, Piemme, 2007
• Michael Light, Full Moon, Alfred A. Knopf, 2002
• Enzo Biagi, La Luna è nostra, Rizzoli, 1969
• Bill Kaysing, Non siamo mai andati sulla Luna, Cult Media Net, 1997
• Ralph René, NASA Mooned America!, 1994
• Ralph René, The Last Skeptic of Science, 1988
13
Figura 10. Un fotogramma tratto dal film 2001 Odissea nello spazio.
SommarioIntroduzione..........................................................................................................................................2Nascita e diffusione delle teorie del complotto.................................................................................... 3
L'analisi di Umberto Eco................................................................................................................. 4Le particolarità del complottismo lunare......................................................................................... 4
La corsa alla Luna................................................................................................................................ 5Il programma N1-L3........................................................................................................................5Il programma Apollo........................................................................................................................6
La tecnologia utilizzata............................................................................................................... 7Le teorie del complotto lunare..............................................................................................................8
Quattro tesi fondamentali ................................................................................................................9Esempi di presunte anomalie........................................................................................................... 9
Tutte le fotografie sono perfette................................................................................................ 10Nelle fotografie non si vedono le stelle.....................................................................................10Il calore sciolse la pellicola....................................................................................................... 10La bandiera sventola nel vuoto..................................................................................................11
Le prove degli sbarchi........................................................................................................................ 11Controlli indipendenti.................................................................................................................... 11Il silenzio sovietico........................................................................................................................ 12L'omertà perfetta............................................................................................................................ 12L'assenza d'aria.............................................................................................................................. 13
Bibliografia.........................................................................................................................................13
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