B U S I N E S S Bimestrale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Monza e della Brianza giugno/luglio 2009 e 5,00 Alessandro Ortis Nitto Palma Ermanno Werthhammer Renato Amoroso Il sistema aeroportuale lombardo Exposcuolambiente Contrattualistica internazionale Provincia al fotofinish L’Assemblea annuale dell’Ordine I restauratori di Meda in Medio Oriente Museo del ciclismo Sporting Club Audi A5 Cabriolet numero motori dal territorio arte e cultura argomenti personaggi 32 DOTCOM EDIZIONI ”Bollettino dell’ODCEC di Monza e della Brianza“ Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano 90032 9 771724 902000
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BUSINESSsi perché da brianzolo coi piedi per terra, ho solo una riflessione: tutto ciò che non è concreto, reale, pragmatico e a beneficio del consumatore non può stare in piedi.
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B U S I N E S SBimestrale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Monza e della Brianza
giugno/luglio 2009
e 5,00
Alessandro Ortis
Nitto Palma
Ermanno Werthhammer
Renato Amoroso
Il sistema aeroportuale
lombardo
Exposcuolambiente
Contrattualistica
internazionale
Provincia al fotofinish
L’Assemblea annuale
dell’Ordine
I restauratori di Meda
in Medio Oriente
Museo del ciclismo
Sporting Club
Audi A5 Cabriolet
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32DOTCOM EDIZIONI
”Bollettino dell’ODCEC di Monza e della Brianza“ Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano
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EDITOREDOTCOM EDIZIONI SrlRedazione e Amministrazione Via Londonio 22, 20154 MilanoTel. 02 3453.3086 - Fax 02 3493.7691info@dotcomedizioni.comwww.dotcomedizioni.comwww.brianzabusiness.com
DIRETTORE EDITORIALEGilberto GelosaPresidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza
STAMPAArti Grafiche G. Vertemati SrlVia Bergamo 2 - 20059 Vimercate MIRegistrazione Tribunaledi Milano n.126 dell’8 marzo 2004
La rivista dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza
EDITORIALELe “romanelle”, ovvero l’economia virtuale
PRIMO PIANO• Parla Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità energia elettrica e gas• A colloquio con Nitto Palma, sottosegretario al Ministero dell’Interno
FOCUSMalpensa: anche la Brianza soffre il mal d’aria
SPAZIO REGIONEDiecimila studenti a scuola da Madre Natura
OBIETTIVO PROVINCIAUn mondo di servizi già aperti al cittadino
PROMOS MERCATO GLOBALEMai a scatola chiusa - Verifiche prima della consegna
ASSOCIAZIONI E CATEGORIEParla Ermanno Werthhammer, coordinatore del Codis Lombardia
PIANETA GIUSTIZIAGrane di tutti i giorni di fronte al giudice di pace
VITA DELL’ORDINEAnalizzare il presente per creare un futuro migliore
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DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALELa formazione come valore aggiunto per il professionista
NEWS
LIONS CLUBLionismo oggi: sfida, impegno e passione
ROTARY INTERNATIONALColazione da Tiffany per sconfiggere la poliomelite
ARTE E CULTURAIl tesoro di legno della regina di Saba
DAL TERRITORIO• Museo del ciclismo al Ghisallo: arte e cultura in punta di pedale
• Sporting Club Monza festeggia i suoi primi 43 anni
MOTORIAudi A5 Cabriolet, il fascino di un’auto scoperta
GLI ISCRITTI ALL’ORDINE
CHI RICEVE BRIANZA BUSINESS
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S O M M A R I O
N. 32 – giugno/luglio 2009
IN COPERTINA
Ponte di San Gerardino, Monza. Di origine settecentesca, realizzato in pietra e muratura a tre archi, è adiacente al mulino Colombo. Attivo già dall’inizio del Settecento, al suo interno si conservano gli antichi attrezzi del mestiereFoto di Matteo De Donatis
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Roma, ottobre 1986. Io e il mio futuro socio, ottimo revisore (di quelli con la testa e non solo con la matita e il gommino) e carat-terista degno del miglior cabaret,
andiamo a bere un aperitivo con il proprietario di un’azienda di distribuzione di elettrodomestici e della relativa assistenza tecnica. A un certo punto si lascia andare: «Cari dotto’ nun c’è vendita, nun c’è servizio che tenga: er bilancio, tutti gli ani, lo sistemiamo solo con le “romanel-le”». E ci spiega che le “romanelle” sono interven-ti di assistenza così congegnati: arriva il cliente con un elettrodomestico che non funziona, magari perché si è semplicemente staccato un filo o si è rotto l’interruttore; l’elettrodomestico viene preso in consegna, tenuto in assistenza, ritorna il clien-te e gli viene spiegato che non si riesce a trovare il guasto e che deve ritornare; la volta successiva gli si spiega che il motore o un altro componen-te importante ha subito dei danni, che occorre una sostituzione oppure che è meglio sostituire l’intero prodotto. Ovviamente il tutto è fuori garanzia da tempo. Sia il termine “romanelle” sia la “genialità” e la “parlata romana” mi fanno ridere per tutta la sera con il Tetta (diminutivo di Tettamanti) che, dal ca-meriere al portiere dell’hotel, crea situazioni reali e virtuali di “romanelle”. In breve, questo termine entra nel nostro gergo e ci accompagna per tutta la vita professionale per indicare una “bufala” o una “fregatura”. Milano, maggio 2009. Sto cercando di capire per-ché l’economia è in crisi e penso che, problemi finanziari, la “carta finanziaria” che è stata messa in circolazione, “la bolla finanziaria” e tutto quello che abbiamo letto in questi ultimi 18 mesi non sono gli unici problemi dell’economia mondiale. Pur-troppo le “romanelle” sono uscite dal Tuscolano, quartiere di Roma, e sono approdate nella migliore
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industria, sotto varie sfaccettature, ma mantenen-do la propria natura basilare: la fregatura e il costo sociale scaricato sull’Economia. Oggi ci si sta rendendo conto che forse ci è scap-pata la mano con le “romanelle”, dalle riparazioni auto, all’informatica, all’elettronica, al billing dei grossi studi di consulenza (ovvero tutte le volte, guardacaso, che c’è asimmetria informativa). In mezzo ci sta tutta l’economia virtuale, oggi in cri-si perché da brianzolo coi piedi per terra, ho solo una riflessione: tutto ciò che non è concreto, reale, pragmatico e a beneficio del consumatore non può stare in piedi. Ma la più grande “romanella” che dobbiamo oggi fronteggiare nasce da una conside-razione del Governatore della Banca d’Italia, Ma-rio Draghi, contenuta nella sua relazione del 2007. Relazione poco previdente perché lontana dai pro-blemi attuali ma con uno spunto interessantissimo: «gli intermediari specializzati nel capitale di ri-schio possono agevolare la crescita delle piccole e medie imprese, contribuire al rafforzamento della struttura manageriale, favorire l’accesso ai mercati di borsa, accompagnare il ricambio generazionale (sigh! Che tempismo). La proprietà familiare è un asse portante del nostro capitalismo; l’identifica-zione dell’imprenditore con l’impresa è un motore di sviluppo. Proprio per questo sono essenziali gli strumenti che ne agevolano il ricambio, se neces-sario. Quando la proprietà familiare perde il gusto del rischio creativo, quando la ricchezza investita nell’azienda comincia ad essere vista solo come fonte di rendite o di benefici privati del controllo, l’immobilismo proprietario può diventare un fre-no alla crescita dell’impresa, la avvia al declino. È allora che maggiore diviene per l’impresa il biso-gno di questi intermediari, (risigh, a “romanelle”) massimo il guadagno potenziale che tutti realizze-rebbero con un cambio della guardia; massima, a volte, anche la resistenza dei proprietari». (continua a pag. 34)
EditorialE
Le “romanelle”, ovvero l’economia virtuale
di GILBERTO GELOSA*
Le tariffe dell’energia sono diminu-ite di oltre il 20% in termini reali negli ultimi 5 anni. Un effetto non indifferente se si pensa che i settori dell’energia elettrica e del gas meta-
no influenzano profondamente la vita economica delle imprese e dei cittadini: il costo delle forni-ture di questi servizi rappresenta spesso una voce
importante dei costi di produzione aziendali e delle spese sostenute dalle famiglie. Il presidente dell’Aeeg chiarisce i motivi per i quali in un mer-cato libero (o meglio: liberalizzato) è opportuno l’intervento di un ente regolatore.D. Quali sono i motivi che hanno indotto lo Sta-to italiano a istituire la vostra Authority? Che connotazioni sono emerse?
Primo Piano
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Energia: prove tecnichedi vero mercato
Parla Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità energia elettrica e gas
Verso una vera competizione sia tra i vari produttori che tra i diversi venditori, garantendo loro un accesso libero e un utilizzo senza discriminazioni per le indispensabili infrastrutture a rete
di MARCO MALACRIDA
Alessandro Ortis alla relazione annuale
del 10 luglio 2008
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R. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas è un Regolatore indipendente, costituito fin dal 1995, con la legge n. 481; ciò anche in previsione dei re-cepimenti nazionali, poi via via già attuati, delle Direttive europee per la formazione progressiva del mercato unico integrato e liberalizzato conti-nentale dell’energia. Come in altri Paesi della Ue, l’Autorità ha i compiti di: tutelare gli interessi di utenti e consumatori; promuovere la concorrenza, l’efficienza e la diffusione dei servizi con adegua-ti livelli di qualità, in condizioni di economicità e redditività. A partire da questi principi, l’Autorità esplica la sua azione all’interno di una cornice pro-gressivamente delineata da norme europee, nazio-nali e da accordi intergovernativi riguardanti anche aree transnazionali. In questo impegno, la trasparenza e la chiarezza nei confronti del settore risultano fondamentali. Perciò, tale trasparenza ha da sempre caratterizzato l’azione dell’Autorità, che fin dal suo insediamento ha adottato la formula innovativa delle consulta-zioni, finalizzate ad acquisire dai soggetti regolati pareri e contributi propositivi circa le varie opzioni regolatorie prospettate e prima di ogni più impor-tante decisione o delibera.D. Quali sono gli obiettivi concreti che l’Autori-tà persegue con la propria attività?R. Ricordo che le missioni principali dell’Autorità sono quelle di tutelare i consumatori e promuovere la concorrenza, garantendo allo stesso tempo ade-guate condizioni operative alle imprese e definen-do un sistema tariffario certo, trasparente e basato su criteri predefiniti. Tenendo ben evidente questo traguardo, da una parte, lavoriamo affinché la scelta dei consumatori sia sempre più libera, consapevole e conveniente; dall’altra, intensifichiamo gli sforzi per eliminare alcune residue barriere e frizioni sui mercati, per far sì che la concorrenza tra operatori si svolga il più possibile in un contesto di par condicio regola-mentare e potendo contare su un adeguato sistema infrastrutturale. Dobbiamo così contribuire a promuovere le con-dizioni affinché le imprese, in un mercato aperto e concorrenziale, conseguano maggiore efficienza, sviluppino nuove tecnologie, migliorino l’offerta, forniscano servizi sempre più aderenti alle esigen-ze dei clienti. È proprio questo il percorso virtuoso che costitui-sce una componente significativa per ogni maggio-re beneficio ottenibile dai consumatori; in sintesi, innovazione ed efficienza per un contenimento dei
costi, concorrenza per prezzi migliori e più qualità dei servizi; il tutto in modo duraturo, a vantaggio finale di tutti i consumatori.D. Quali sono le modalità di intervento dell’Au-torità nella determinazione delle tariffe?R. In senso proprio, sono “tariffe” i corrispettivi stabiliti dall’Autorità esclusivamente per le attività da “monopolio naturale/tecnico” o a rete: trasmis-sione, distribuzione, misura e, per il gas, anche stoccaggio. Con la completa apertura dei mercati elettrico e gas, è cessato il vecchio sistema della tariffa totale e siamo passati a bollette che, oltre alle imposte, sommano alle tariffe per le attività a rete testé ri-cordate (circa il 15% del totale bolletta domestica) il prezzo dell’energia, determinato liberamente sul mercato dalle offerte delle diverse società di ven-dita; queste si approvvigionano normalmente sul mercato all’ingrosso tramite la borsa elettrica o contratti bilaterali rappresentativi dei costi di pro-duzione o importazione. Il nuovo sistema liberalizzato, facendo riferimen-to alle normative in vigore, prevede che l’Autorità aggiorni comunque, ogni tre mesi, i “prezzi di ri-ferimento” della componente energia, stabilendo così le condizioni di tutela previste per i consuma-tori finali che non avessero ancora scelto offerte alternative sul libero mercato; ciò in via transito-ria, fino a che i mercati (gas ed elettricità) non ab-biano raggiunto, il più rapidamente possibile, un più avanzato livello di concorrenza. Naturalmente la convenienza per i consumatori non si gioca solo sui prezzi ma anche sulla qualità dei servizi. D. Quali sono gli effetti del vostro intervento sull’andamento dei prezzi e dei consumi?R. In questi anni l’Autorità ha sicuramente raffor-zato la tutela dei consumatori, ottenendo signifi-cativi risultati. Tra questi, va evidenziato il siste-matico contenimento delle tariffe (per i servizi a rete) amministrate dall’Autorità; esse sono infatti diminuite di oltre il 20% in termini reali negli ulti-mi 5 anni. Così pure, la nostra attività regolatoria ha certamente contribuito a contenere gli effetti della recente e straordinaria impennata dei prezzi internazionali del greggio. Anche la qualità del servizio ai consumatori ha fat-to passi in avanti: nel gas è aumentata la sicurezza; in entrambi i mercati, dell’energia elettrica e del gas, è migliorata la “qualità commerciale” legata al rapporto tra operatori e clienti. Nell’elettricità, ad esempio, sono diminuiti i dis-servizi legati alla lunghezza e numerosità delle
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interruzioni; nel 2007, infatti, la durata comples-siva annua delle interruzioni di energia elettrica, è ulteriormente diminuita, scendendo a 58 minuti per cliente, con un miglioramento di circa due ore rispetto al 1999. Il nostro Paese si colloca così ai primi posti per la qualità del servizio in Europa: nel 2006, in Francia si registravano 81 minuti persi per cliente e in Gran Bretagna 89 minuti persi per cliente. In diminuzio-ne anche il numero delle interruzioni; quelle cosid-dette “lunghe”, cioè superiori a 3 minuti e quindi più fastidiose per le famiglie, sono state in media 2,27 all’anno per cliente, con un miglioramento del 40% in otto anni. Sempre con riferimento alla qualità dei servi-zi sono aumentati i rimborsi automatici, fissati dall’Autorità per i consumatori: nel 2007 sono stati 114.598 per un totale di 7,29 milioni di euro, mentre all’inizio degli interventi dell’Autorità (1999) erano poche decine, per un complessivo di meno di 2.000 euro.D. Quali effetti hanno prodotto sinora la libe-ralizzazione del mercato e la separazione delle attività di produzione, distribuzione e vendita? R. La liberalizzazione consiste, in sintesi, nel ren-dere possibile una vera competizione sia tra i vari produttori che tra i diversi venditori, garantendo loro un accesso libero e un utilizzo senza discrimi-nazioni per le indispensabili infrastrutture a rete.
Questa riorganizzazione della filiera produttiva e commerciale, benché ancora non perfetta, sta già producendo per i consumatori i primi vantaggi, so-prattutto in termini di possibilità di scelta. Infatti, i venditori hanno cominciato a sviluppare le proprie offerte: per le famiglie si prospettano opportunità aggiuntive e differenziate, quali ad esempio sconti o bonus, prezzi bloccati, soluzioni prepagate, offer-te di sola “energia verde” o di “elettricità più gas”. Dalla piena apertura del mercato elettrico lato do-manda (luglio 2007) oltre un milione di famiglie e più di 800mila piccole imprese hanno cambiato fornitore, scegliendo il mercato libero. È un nume-ro importante, che porta il tasso di switching medio nazionale sopra il 6% in soli 18 mesi. Sono questi valori in linea con le migliori esperienze d’Europa. Per il settore del gas naturale, mercato completa-mente aperto fin dal gennaio 2003 ma ancora sog-getto a rilevanti inefficienze, si registra invece e purtroppo un tasso di switching, in 6 anni, di poco superiore al 3%.D. Qual è la situazione complessiva del nostro Paese in confronto agli altri paesi europei?R. L’Italia sconta un notevole saldo negativo negli scambi energetici e un’eccessiva dipendenza dagli idrocarburi; ciò determina problemi sia per i prez-zi che per la sicurezza degli approvvigionamenti. L’importo ammonta a circa il 15% del fabbisogno nazionale di energia elettrica e copre addirittura l’85% circa dei consumi gas. Questa eccessiva dipendenza si è consolidata nel corso degli ultimi decenni, in particolare per il gas. Dovremmo quindi riequilibrare il nostro mix ener-getico, sviluppando anche le altre opzioni possibili (comprese le energie rinnovabili più convenienti) e utilizzare l’energia in modo sempre più raziona-le. In fondo, l’uso intelligente dell’energia (in ger-go, risparmio) è la sorgente energetica, ancorché virtuale, più virtuosa che esista. Sul lato reti (e dello stoccaggio per il gas), l’Italia deve sviluppare ulteriormente le proprie infrastrut-ture (interconnessioni transfrontaliere e rigassifi-catori inclusi) per essere sempre più inserita in un mercato energetico internazionale aperto. Come Autorità, abbiamo promosso molte inizia-tive per l’integrazione dei mercati, anche per ar-monizzare le diverse normative esistenti nei Paesi confinanti, a beneficio del nostro sistema indu-striale. Ad esempio, l’Autorità italiana presiede il gruppo di lavoro Medreg (che riunisce i Regolato-ri dell’energia dei Paesi Mediterranei) e partecipa attivamente al Consiglio dei Regolatori europei, nonché al Board dei Regolatori del Sud Est Euro-pa, comprendente i Balcani.n
Primo Piano
Chi è Alessandro Ortis
Nato a Udine il 12 agosto 1943, è presiden-te dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas dal dicembre 2003. Dopo aver frequen-tato la Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli, si è laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano e diplomato alla Scuola di Direzione Aziendale dell’Univer-sità Bocconi. Ha ricoperto ruoli dirigenziali in aziende pubbliche e private: Gruppo Zanussi, Grup-po Pirelli, Gruppo Eni, Ispredil – Ance, Sero-no, Tecnofarmaci. Successivamente è stato vice presidente
dell’Enel; presidente di Eurelectric (l’Associazione delle Aziende elettriche europee); docente di organizzazione e gestione aziendale; presidente del Gruppo di Esperti per il settore elettrico dell’Agenzia internazionale dell’energia. Più recentemente è stato direttore generale per l’energia e le risorse minerarie al mi-nistero Attività produttive; presidente della Cassa conguaglio per il settore elettrico; membro del Governing board dell’Agenzia internazionale dell’energia, del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, della Commissione tecnico-scientifica del dipartimento della Protezione civile e del Comitato scientifico della Sogin.
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Dare sicurezza ai cittadini e veico-lare una volta per tutte nella po-polazione l’idea che il Ministero dell’Interno non è un ministero di polizia, ma un presidio di tu-
tela delle libertà democratiche». Questo l’augurio formulato dal senatore Nitto Palma, sottosegretario
all’Interno con deleghe di ampia portata, dalle ma-terie di competenza del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile ad alcune fra quelle di competenza del Diparti-mento per le libertà civili e l’immigrazione.D. L’emergenza abruzzese può essere definita extra-ordinaria, rispetto alle emergenze per così
Uno sguardo dall’Interno su Abruzzo e sicurezza
A colloquio con Nitto Palma, sottosegretario al Ministero dell’Interno
Primo Piano
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L’immagine dell’operato dei vigili del fuoco nell’emergenza terremoto e nella realtà quotidiana delle problematiche ordinarie merita di essere esaltata per eccellenza e generosità
di MATTEO DE DONATIS
Nitto Palma
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dire ordinarie, della quotidianità. Come reputa l’intervento dei vigili del fuoco e nel complesso la prontezza di reazione di fronte all’evento?R. La questione è sotto gli occhi di tutti e il giudi-zio è unanimemente positivo. La scossa di terre-moto è delle 03:32, sia io che il ministro venti mi-nuti dopo abbiamo ricevuto la telefonata del capo dipartimento dei vigili del fuoco che ci diceva che stava andando a una riunione indetta per le 04:30 dalla Protezione civile. Nel giro di dodici ore erano presenti 1.300 vigili del fuoco all’Aquila, entro il giorno successivo all’evento 2.300. Ove se ne fos-se ravvisata la necessità ve ne erano altri 1.200 in pre-allarme. Questo per quanto riguarda i vigili del fuoco, nel contempo si è messa in movimento tutta la macchina della Protezione civile.D. Appunto, a proposito di Protezione civile, com’è funzionata l’interazione fra vigili del fuo-co e Protezione civile?R. Il sistema italiano di Protezione civile, di cui i vigili del fuoco sono una delle componenti ope-rative, ha dato ulteriore dimostrazione sul campo di essere uno dei migliori del mondo. Se lei pensa alla prontezza di soccorso alla popolazione per la quale abbiamo messo a disposizione entro il giorno successivo 15.000 posti in albergo, oltre ai posti disponibili nelle tende complessivamente stimabili da un minimo di 45.000 a un massimo di 60.000. Pensando sempre ai vigili del fuoco, che è il reparto che conosco meglio, entro le prime 36 ore il lavoro tra le macerie aveva portato al ritrovamento di 100 persone in vita, oltre evidentemente alle salme.D. Rimanendo in tema di vigili del fuoco, ma guardando ora alla quotidianità, qual è la realtà che ha potuto constatare nei vari comandi re-gionali?R. Il corpo nazionale dei vigili del fuoco non è costituito solo da spengitori di incendi, ma anzi, contiene al suo interno delle specialità e delle pro-fessionalità assolutamente incredibili. Nel corpo nazionale dei vigili del fuoco, che è pro-babilmente la più grande azienda di ingegneria in Italia, vi sono gli speleologi alpinisti, i sommozza-tori, l’Nbcr ossia il nucleo di rilevazione radioat-tiva. Tutti i dirigenti e la maggior parte dei diret-tivi sono ingegneri oppure architetti, in ogni caso con una elevatissima professionalità e con delle competenze specifiche che, per esempio, hanno permesso in pochissimi giorni un monitoraggio in merito all’agibilità degli edifici colpiti dal sisma di cui parlavamo. E poi è un corpo incredibile, for-mato da gente molto seria, modesta, concreta, e
chiunque li abbia visti all’opera sia nell’emergen-za Tevere che nel terremoto dell’Aquila ha ammi-rato persone che non alzano la voce, che parlano il minimo indispensabile, che sanno perfettamente quello che devono fare e che non hanno nessun problema ad andare nei posti di maggiore rischio. Questo è un corpo che quando suona la campana, la sirena, parte e si reca dove nessuno andrebbe, senza esitazioni, perché l’aspetto della generosità, dell’altruismo, del soccorrere gli altri è prevalente rispetto a tutto. È sì un lavoro, ma sostenuto da forti tensioni morali e ideali di chi lo fa.D. E per quello che riguarda il rapporto fra professionisti e volontari?R. Questa interazione si sviluppa soprattutto per quanto riguarda la protezione civile in sede locale con riferimento agli incendi boschivi. Tenga pre-sente che tutto l’aspetto del volontariato, anche dei vigili del fuoco, interviene nelle grandi emergenze solo dopo l’intervento dei permanenti, facendo da supporto in un secondo momento ai professionisti. Negli incendi boschivi si può notare invece pro-prio un lavoro gomito a gomito tra volontari ed effettivi, tenendo presente che si è vigili del fuoco volontari solo dopo un corso, seppur non partico-larmente lungo, che forse andrebbe migliorato, fatto dai vigili del fuoco effettivi.D. In riferimento al decreto che regolamenta l’ordinamento del personale dei vigili del fuoco sappiamo che state lavorando per aggiornarlo e potenziarlo. Ci può dire qualcosa al riguardo?R. In merito al decreto legislativo 217 del 2005 vi è stata da parte delle organizzazioni sindacali una richiesta reiterata di modifica che aveva portato
Cos’è l’Osservatorio sul credito
Istituito dall’articolo 12, comma 6, della legge 28 gen-naio 2009, n. 2, l’Osservatorio sul credito è uno stru-mento che viene creato presso le Prefetture dei capo-luoghi di regione. L’Osservatorio è un’entità atta a monitorare, in ma-niera tempestiva, anche alla luce delle problematiche economico-finanziare odierne, le eventuali disfunzioni o anomalie del mercato del credito locale.In termini pratici, il suo obiettivo è quello di recepire e porre chiarezza in merito alle segnalazioni ricevute da parte delle famiglie e delle imprese che ritengano di aver subito danno in relazione all’erogazione di credito da parte delle banche.
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alla creazione di una bozza di modifica nel prece-dente governo ma il tempo di valutazione di questo documento si è protratto finché il governo non è ca-duto. Ora con questo governo è stato riproposto il problema, noi abbiamo chiesto alle organizzazioni sindacali di fornirci una serie di proposte di mo-difica che ci sono arrivate e che stiamo valutando con l’amministrazione e credo che in breve tempo faremo una riunione per cercare di condividere, nei limiti in cui sarà possibile, con i sindacati, le modi-fiche che verranno prese.D. Guardando alle recenti modifiche apportate da Tremonti alle prefetture e in particole pen-sando alla Brianza e alle problematiche econo-miche, come valuta lo strumento dell’Osserva-torio sul credito?R. Questa, oltre a essere un riconoscimento del ruolo dei prefetti di cui spesso si discute in maniera drammatica, ritenendosi che una componente della maggioranza voglia farne a meno, mi pare essere la seconda o terza volta in cui nuovi provvedimen-ti varati da questo governo consegnano compiti ai
prefetti. Nello specifico credo che l’Osservatorio possa essere estremamente positivo, sarà certa-mente gestito senza invasività del sistema ban-cario, ma registrerà nel prefetto quel compito di intermediazione sociale che gli è proprio nella sua ampia funzione generalista nel senso che ove mai si dovessero registrare sul territorio delle anomalie con riferimento al servizio bancario il prefetto avrà la possibilità e la capacità di verificare, chiedendo notizia agli istituti bancari, ed eventualmente inter-venire per sanare, ove sia presente, un’anomalia. A me pare che in una situazione di crisi internazio-nale che si riverbera in Italia, e anche in zone come la Brianza, costellata di piccole e medie imprese, che sono peraltro una caratteristica nazionale, que-sta sia una cosa estremamente positiva.D. E in merito al fattore sicurezza nella zona di Monza e Brianza?R. A me pare che la situazione generale della si-curezza, intermini assoluti, non dia corso a pro-blematiche di tipo emergenziale. In Brianza, come complessivamente nei dati nazionali, apprezziamo un visibile calo della delittuosità. Cosa diversa è la percezione di insicurezza, che immagino l’episo-dio accaduto nella vicina Erba così come un certo aumento dei reati predatori, penso ai furti in villa, possono in parte alimentare e di ciò noi dobbiamo tener conto necessariamente. Sotto un certo profilo, guardi, so che è un argo-mento che ha creato molte polemiche questo, ma la normativa, adesso accantonata, delle ronde aveva degli aspetti di significatività. Noi abbiamo delle forze di polizia che sotto il profilo numerico sono probabilmente le più alte d’Europa, ma ovviamen-te il rapporto poliziotti per abitanti varia a seconda delle differenti regioni d’Italia. E la distribuzio-ne sul territorio si ancora alla diversa diffusione della criminalità locale ed è logico che in regioni del sud pervase dal fenomeno della criminalità or-ganizzata vi sia una maggiore concentrazione di forze dell’ordine. Nel centro-nord, da diversi anni, funzionano forme di controllo partecipato del ter-ritorio poste in essere da parte dei cittadini; con quella norma noi volevamo disciplinare questo fe-nomeno e mi sembrava positivo il fatto che queste attività di ronda ricadessero nella responsabilità politica del sindaco il quale, essendo profondo co-noscitore del territorio, poteva modulare o meno queste forme partecipate di controllo. Credo che di questa problematica se ne riparlerà in un futuro provvedimento di legge, spero senza pregiudizi e in maniera molto laica.n
Primo Piano
Chi è Nitto Palma
Sottosegretario all’Interno con delega per le materie di competenza del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per le materie di competenza del Dipartimento per le politiche del personale dell’Amministrazione civile dell’Interno e per le risorse strumentali e finanziarie e per le materie di competenza del Dipartimento per gli Affari In-terni e Territoriali relative alla Direzione Centra-le per l’amministrazione generale e per gli Uffici territoriali del governo. Altresì delegato, con esclusione delle materie relative all’immigrazio-ne e all’asilo, per le materie di competenza del
Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, relative alle confessioni religiose, ai diritti civili e alla cittadinanza, alla tutela e promozione delle minoranze storiche etni-co-linguistiche e alle problematiche delle comunità minoritarie delle zone di confine. Prima dell’azione politica, Nitto Palma ha svolto per 25 anni l’attività di magistrato in alcuni dei principali processi al terrorismo e alla criminalità organizzata, dal processo Moro a quelli alle brigate rosse, dalla guerra di mafia di Reggio Calabria al processo a Raffaele Cutolo. Il senatore ha detto a proposito del suo ingresso in politica: «A un certo punto, avendone avuto l’occasione perché la sola volontà conta poco, ho ritenuto di dovermi impegnare per cercare di dare un contributo alla modernizzazione e alla rinascita riformista di questo paese. Probabilmente sono solo una persona che ha degli ideali e che avendo dei figli vuole provare a consegnare a loro e ai figli degli altri una società migliore di quella in cui attualmente viviamo».
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Alitalia-Cai conferma la sua scelta di focalizzare su Fiumi-cino la base della sua attività, il Parlamento europeo approva a larga maggioranza la proposta
avanzata dalla Commissione Ue per il congela-mento degli slot aerei per sei mesi: sono solo gli ultimi capitoli di una lunga battaglia che rischia di influire pesantemente sul sistema economico lom-bardo e della Brianza in particolare.
Malpensa: anche la Brianzasoffre il mal d’aria
Il punto sulla crisi del sistema aeroportuale lombardo
Focus
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L’infinita polemica pro e contro lo scalo milanese rischia di nascondere i veri problemi del sistema produttivo che ha bisogno sul territorio di infrastrutture efficienti e funzionanti
di CHIARA MAZZA
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Malpensa: un grande aeroporto, un pezzo di sto-ria del Paese e della sua ex compagnia di bandiera passata sotto le insegne della Cai. All’inizio del 2009, dopo che la cordata di imprenditori capita-nati da Roberto Colaninno ha costituito la nuova
Alitalia, sono iniziate le trattative per la scelta del partner strategico della neonata compagni aerea: Air France-Klm o Lufthansa? Malpensa hub o non hub? Da una parte il colosso francese che mette sul piat-
Cattaneo: la Regione e il nodo delle infrastrutture
Sulla tormentata vicenda, abbiamo chiesto il punto di vista dell’assessore alle Infra-strutture e mobilità della Regione Lombardia: Raffaele Cattaneo. D. Dopo il fallimento del progetto Malpensa-hub determinato dalle scelte strategiche di Cai, quale pensa possano essere in generale le misure da adottare per il rilancio dell’aeroporto varesino?R. Potremmo iniziare col dire che nella travagliata vicenda del nostro aeroporto, che quest’anno ha festeggiato i suoi primi 10 anni, la tormentata convivenza con Alitalia (vecchia e nuova) non è mai decollata lungo questo decennio. Alitalia non ha mai investivo veramente su Malpensa. Ci sono strati timidi tentativi, ma mai un vero in-vestimento industriale sul nostro aeroporto. Questo ha avuto come risultato più ecla-tante, e direi scontato, innanzitutto la tragica fine di Alitalia. Del resto quale azienda può prosperare decidendo di restare lontano dal mercato? Io sono tra quelli che ha tentato di impedire sino all’ultimo che il connubio Alitalia-Malpensa naufragasse, ma ahimè non ha prevalso il buon senso, neanche quello dei numeri e del mercato. Ma mentre le compagnie aeree possono spostare gli aeromobili, il mercato non si sposta e il mercato è a Malpensa. Per questo motivo sono convinto che il nostro scalo potrà vedere presto la propria rinascita. È in gioco la possibilità che la Lombardia rimanga sulla carta geografica del mondo e che soprattutto le nostre aziende non debbano rimetterci più del dovuto in ordine di tempo e di maggiori costi per spostare i propri manager. Su questo stiamo lavorando a un progetto tanto ambizioso quanto com-plicato da realizzarsi, ma che potrebbe essere la via definitiva attraverso la quale Malpensa possa finalmente crescere e diventare quel grande aeroporto internazionale di cui abbiamo bisogno.
D. Un tema critico che ruota intorno alla questione Malpensa è il migliora-mento delle condizioni di accesso allo scalo. Non pensa che i limiti infra-strutturali e i lunghi tempi di accesso a Malpensa possano rendere gli altri hub europei più appetibili per i consumatori?R. Innanzitutto su questo punto occorre fare una sottolineatura perché, a volte, si evidenziano confusioni. Vorrei ribadire una volta di più che le infrastrutture sono di competenza del governo nazionale e che nonostante questo Regione Lombardia ha fatto moltissimo in questi anni per migliorare non solo i collegamenti con lo scalo aeroportuale ma anche il quadro infrastrutturale generale della Lombardia. Il servi-zio che fornisce ad esempio il Malpensa Express è stato recentemente ulteriormente potenziato. Infatti dal 14 dicembre 2008 il tempo di percorrenza tra la stazione di Milano Cadorna, nel centro di Milano, e Malpensa è sceso a circa 30 minuti, in linea con i migliori standard di percorrenza dei collegamenti aeroportuali di questa tipo-logia. Inoltre dalla stessa data è possibile fare il check in anche in stazione Cadorna contribuendo non poco a migliorare il servizio per viaggiatori. Sul fronte dei collega-menti stradali vorrei rimarcare che il 30 marzo 2008, giorno in cui la vecchia Alitalia diede il via al disastroso dehubbing di Malpensa, è stato inaugurato il collegamento autostradale tra Malpensa e la Milano-Torino (A4), opera che, pur essendo di compe-tenza squisitamente nazionale ha visto riconosciuto da tutti il ruolo fondamentale che Regione Lombardia ha svolto per l’accelerazione e l’ultimazione dei lavori.D. Qual è la sua opinione circa le ripercussioni che la crisi di Malpensa potrà avere su un evento così importante come l’Expo 2015?R. Io penso che abbiamo il tempo e la possibilità per fare in modo che questa situazio-ne non pregiudichi la buona riuscita di questo evento così importante per il Paese, non solo per Milano o la Lombardia. Anzi sono convinto che proprio l’Expo 2015 potrà in qualche modo essere un elemento che favorirà la possibilità di una ripresa. D. Per quanto riguarda invece la proposta della nuova Alitalia di trasferire dei voli da Linate a Malpensa, la ritiene una misura efficace e sufficiente? In altre parole, esiste un modo per far convivere Malpensa e Linate?R. Io penso che sia oggettivamente irricevibile una proposta che abbia come fine solo quello di rafforzare una situazione di un monopolio sulla tratta Milano Linate-Roma e mettere sul piatto della bilancia 13 rotte intercontinentali su Malpensa. Non è ipotizzabile chiedere di ridurre gli attuali 9 milioni di passeggeri di Linate a circa 1,5 milioni della navetta con la capitale e offrire su Malpensa meno collegamenti intercontinentali di quanti ne avevamo prima del piano Prato. Questo evidentemente non è accettabile. La Regione Lombardia ha avviato un lavoro con la nuova Alitalia per vedere se è disponibile a rendere alla Lombardia il servizio che la Lombardia chiede, cioè disporre di uno scalo con collegamenti internazionali e intercontinentali diretti verso le principali destinazioni del mondo allineato con le esigenze del territorio e avere un city airport con volumi di traffico razionalizzati ma certo non ridotti alla sola tratta Milano Roma.
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to circa 300 milioni di euro per prendersi il 25% della nuova compagnia aerea, ma che non ha alcun interesse a valorizzare Malpensa avendo stabilito a Parigi il suo hub. Dall’altra parte la tedesca Luf-thansa che, leader della Star Alliance, la più vasta alleanza tra compagnie aeree nel mondo e impe-gnata negli ultimi 12 mesi in un vasto shopping mondiale, punterebbe al contrario a trasformare Malpensa nel quarto hub del gruppo dopo Franco-forte, Monaco e Zurigo. Il dilemma shakespeariano che ha tediato gran par-te degli Italiani durante il primo mese dell’anno finalmente si risolve: da Parigi arriva il via libera alla proposta di accordo con la compagnia italiana e l’offerta viene recepita dal cda di Cai. Ora che ne sarà del tormentato aeroporto lombar-do? Quali saranno gli effetti della chiusura dell’hub di Malpensa sull’economia lombarda? Conti presto fatti. Senza Malpensa sono a rischio in Lombardia per i prossimi sei anni circa 56mila posti di lavoro a partire da oggi fino al 2015. Inol-tre con Malpensa non-hub l’economia lombarda nel 2009 perderebbe in indotto turistico circa 770 milioni di euro e circa 350 milioni di euro in indot-to trasportistico. Per le imprese della Lombardia andrebbero poi sommati circa 830 milioni di euro in spese per mancati collegamenti internazionali diretti, per una perdita complessiva di quasi due miliardi di euro tra indotto turistico, spostamenti e settore trasporti. Per la Brianza, senza Malpensa, la perdita complessiva per il 2009 sarebbe di circa
128 milioni di euro, con 4.000 posti di lavoro a rischio per l’Expo. Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, ha dichiarato: «Non posso che manifestare la mia preoccupazio-ne per le possibili ricadute economiche del ridi-mensionamento di Malpensa insieme alla stessa sorte del city airport di Linate. Credo sia inutile ricordare l’importanza strategica nei collegamenti internazionali e intercontinentali per il più impor-tante polo industriale e fieristico del Paese, come sono Milano e la Lombardia, anche in relazione all’Expo 2015. Mai come oggi il nostro territorio ha bisogno di politiche ispirate alla sussidiarietà, a un federali-smo moderno solidale e competitivo al tempo stes-so. Oggi la vera sfida sta nel coniugare il passaggio alla privatizzazione, realizzato con la creazione di Cai, con la liberalizzazione degli slot».L’argomento Alitalia-Malpensa-Linate è stato an-che al centro del consiglio di Camera di commer-cio di Monza e Brianza già a fine gennaio. Una riunione allargata a due ospiti interessati alla que-stione: il presidente di Sea Giuseppe Bonomi e l’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Raffaele Cattaneo. Il numero uno di Sea sostiene che il ruolo e il fu-turo dello scalo di Linate possono essere messi in discussione soltanto dopo aver affrontato il pro-blema di Malpensa. «Siamo disponibili a discutere il tema di Linate», ha spiegato, «solo a fronte di un forte progetto di sviluppo su Malpensa». C’era infatti un piano industriale della nuova Alitalia che prevedeva come opzione prioritaria il poten-ziamento di Malpensa, ma con condizioni che, di-ceva Bonomi «ci sembrano inaccettabili, come la sostanziale chiusura di Linate. Ridimensionare Linate significa generare una per-dita rilevante per la società di gestione passando da un volume di traffico di 10 milioni di passeg-geri a 1,5 milioni a parità di costi fissi». La scelta strategica di Sea è stata quindi quella di lavora-re con un potenziale partner migliore: Lufthansa. Il gruppo tedesco ha infatti deciso di investire su Malpensa per inserirla nel suo sistema multihub. Bonomi, durante il consiglio, ha esposto alcuni possibili scenari. «Se Cai dice che vuole essere un vettore privato, allora bisogna togliere alcune mi-sure protezionistiche che ancora esistono. Bisogna concedere i diritti di traffico sui voli intercontinen-tali anche ad altre compagnie così potranno occu-pare gli spazi lasciati liberi da Alitalia».n
Focus
LE PAROLE ChIAvEhub: base di armamento principale di una com-pagnia aerea in cui si concentra la maggior parte dei voli.
Slot: fasce orarie a disposizione di ogni volo per le fasi di atterraggio e decollo.
Cai: Compagnia Aerea Italiana. Nasce su iniziativa dell’istituto bancario Intesa Sanpaolo e di Roberto Colaninno, attuale presidente, con il proposito di rilevare il marchio e le attività della vecchia Alita-lia e di Air One.
Sea: Società Esercizi Aeroportuali. Società di ge-stione aeroportuale degli scali di Linate e di Mal-pensa .
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Quanto è importante Malpensa per il territorio in cui opera la sua impresa?
Per niente/ Poco Molto/ Abbastanza
MILANO 23,8% 75,5%
MONZA 25,8% 72,6%
VARESE 8,5% 91,6%
BRESCIA 34,2% 64,4%
BERGAMO 45,5% 52,6%
COMO 13,6% 86,4%
LECCO 27,2% 72,7%
LOMBARDIA 33,6% 65,0%
Fonte: Indagine “Malpensa e il suo futuro”, condotta dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 1100 imprese lombarde
Quanto è importante Malpensa per la sua attività di impresa?
Per niente/ Poco Molto/ Abbastanza
MILANO 35,7% 63%
MONZA 44,9% 54,2%
VARESE 30% 70%
BRESCIA 53,4% 45,2%
BERGAMO 64,7% 32,3%
COMO 37% 63%
LECCO 43,6% 56,4%
LOMBARDIA 48,0% 51,4%
È favorevole alla liberalizzazione degli slot o c’è bisogno di una compagnia di bandiera?
% Favorevole alla liberalizzazione
% Favorevole alla compagnia di
bandiera
MILANO 79,8 20,2
MONZA 74,0 26,0
VARESE 81,8 18,2
BRESCIA 78,4 21,6
BERGAMO 84,9 15,1
COMO 84,0 16,0
LECCO 83,0 17,0
LOMBARDIA 82,3 17,7
È giusto lasciare a Linate solo il servizio navetta Milano-Roma per rafforzare Malpensa?
SI% NO%
MILANO 50,0 50,0
MONZA 41,5 58,5
VARESE 56,5 43,5
BRESCIA 32,0 68,0
BERGAMO 66,1 33,9
COMO 38,9 61,1
LECCO 46,5 53,5
LOMBARDIA 47,9 52,1
Quanto incide sul fatturato delle imprese lombarde la chiusura di metà scalo cargo di Malpensa?
Perdita annua con la chiusura di metà scalo cargo Malpensa
MILANO 140 milioni di euro
MONZA 306 milioni di euro
VARESE 96 milioni di euro
BRESCIA 21 milioni di euro
BERGAMO 348 milioni di euro
COMO 154 milioni di euro
LECCO 1 miliardo e 300 milioni di euro
LOMBARDIA 2 miliardi e 500 milioni di euro
Il ridimensionamento di Malpensa passeggeri avrà per lei costi aggiuntivi legati agli spostamenti verso altri aeroporti?
% imprese che avrà costi aggiuntivi
Costo aggiuntivo medio per
spostamento
MILANO 45,7 143 euro
MONZA 42,3 148 euro
VARESE 62,3 132 euro
BRESCIA 42,5 168 euro
BERGAMO 25,3 189 euro
COMO 59,3 128 euro
LECCO 41,8 129 euro
LOMBARDIA 45,2 143 euro
Malpensa e il suo futuro secondo gli imprenditori lombardi
Duecento scuole e 10mila studen-ti: tutti a scuola da Madre Natu-ra. È giunta alla “maggiore età” Exposcuolambiente, la manife-stazione promossa da Regione
Lombardia con il Comune di Monza e l’Ufficio scolastico per la Lombardia. Era il 1992 quando nacque questo progetto che aveva l’obiettivo di fare da volano a un programma nato in Europa per
“nutrire” la terra iniziando a investire in cultura ambientale tra le giovani generazioni e comincian-do a diffondere il valore della sostenibilità. Anno dopo anno, questa iniziativa è cresciuta insieme ai ragazzi ai quali era rivolta. E insieme a loro è di-ventata adulta anche la cultura ambientale. L’edizione numero diciassette di Exposcuolam-biente si è svolta tra storia e natura: a Villa Reale, la splendida dimora del Piermarini, e nel Parco di
Diecimila studentia scuola da Madre Natura
Exposcuolambiente, un progetto nato nel 1992 e cresciuto ogni anno
sPazio rEgionE
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Pubblico e privato si sono alleati con entusiasmo e passione per raggiungere un unico obiettivo: l’educazione all’ecologia e alla sostenibilità
a cura dello staff di Massimo Ponzoni assessore alla Qualità dell’ambiente con delega alla costituzione della Provincia di Monza e Brianza
Da sinistra, Pierfranco Maffè, assessore alla Villa Reale
e all’Istruzione del Comune di Monza,
al centro Massimo Ponzoni e a destra Giovanni Antonicelli,
assessore all’Ambiente del Comune di Monza
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Monza, il polmone verde cintato più vasto d’Eu-ropa, nel quale sono “incastonati” gioielli di “ar-chitettura vegetale” come il Roseto, il Serrone e Cascina San Fedele. Dal 13 al 20 maggio è andato in scena uno spettacolo dove la Natura e la creati-vità ambientale sono andate al potere. Pubblico e privato si sono alleati con entusiasmo e passione per raggiungere un unico obiettivo: l’educazione all’ecologia e alla sostenibilità. Giorno dopo gior-no, agli occhi dei ragazzi si è svelata una vetrina scintillante di laboratori, conferenze, dibattiti cul-turali, percorsi didattici di alto valore culturale e scientifico. E ancora: luoghi di incontro, testimo-nianze, momenti di riflessione che hanno offerto l’opportunità di scoprire sul campo buone pratiche per vivere in armonia con la natura e per maturare un’etica dell’ambiente. Questo innovativo approc-cio alle tematiche ambientali è stato riconosciuto a livello europeo dall’Unesco. La “cabina di regia” è stata affidata all’assessore regionale alla Quali-tà dell’ambiente, Massimo Ponzoni, all’onorevole Mario Mauro, al presidente di Unesco Italia, Gio-vanni Pugliesi e agli assessori comunali di Monza alla Villa Reale e all’Istruzione, Pierfranco Maffè, e alla Qualità dell’ambiente, Giovanni Antonicelli. Ponzoni, dopo aver ricordato che Exposcuolam-biente «non è solo un concorso di progetti, né semplicemente una festa, ma l’occasione principe perché tutti comprendano che l’ambiente è vita» ha lanciato la proposta di «lavorare insieme a tutti i soggetti istituzionali interessati per fare della Villa Reale il punto di riferimento europeo per l’educa-zione ambientale». Proprio da Monza partì la pri-ma edizione di Exposcuolambiente e in Brianza è tornata nel 2009. «L’amore per la natura si impara nei primi anni di vita o non si impara più», ha sot-tolineato Ponzoni. «L’educazione all’ambiente è un processo fondamentale per una maturazione indivi-duale, scolastica, familiare, d’impresa e associazio-
ni volto alla valorizzazione della bellezza dell’am-biente e delle persone che in esso vivono». I partecipanti a Exposcuolambiente hanno potuto rapportarsi in modo diretto alle tematiche ecolo-giche tramite gli approfondimenti tenuti da re-sponsabili dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Sono stati esposti anche i migliori progetti didattici da pre-sentare al concorso, selezionati dai quindici Centri regionali per l’educazione ambientale (Crea), ge-stiti in regime di convenzione tra Regione Lom-bardia e gli enti locali e territoriali. Tra gli aspetti più qualificanti della manifestazione ci sono le presentazioni dei risultati ottenuti dai progetti di rete avviati con il bando 2008 di Educazione am-bientale e Sviluppo sostenibile. Il bando - al quale sono state invitate a partecipare tutte le 6.500 scuo-le lombarde - ha mirato a introdurre l’educazione ambientale in maniera curriculare e personalizzata nei programmi scolastici, integrando attorno alla scuola associazioni, enti di volontariato, privati e imprese attive e sensibili alla tematica ambientale, in una unica filiera: il progetto di rete. «Exposcuo-lambiente», ha aggiunto l’assessore Ponzoni, «è un momento significativo del percorso avviato da Regione Lombardia per la costruzione di una “rete delle reti” che collega i diversi soggetti coinvol-ti nella definizione di politiche ambientali». Tra i momenti più coinvolgenti c’è stato poi il concerto - nel Teatrino di Corte di Villa Reale – Pensando la città tra invisibili variazioni con un’esecuzio-ne delle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach e gli spettacoli La nave dei folli e l’Agorà dei ragazzi. E infine per i più bravi una full immersion nella natura sul Lago d’Iseo. Unico il leitmotiv: sensibilizzare il consumo so-stenibile e chiedere ai giovani un cambiamento di rotta concreto a partire dai piccoli gesti quotidiani. «L’ambiente», ha concluso Ponzoni, «è la pre-con-dizione per vivere perché è l’aria che respiriamo tutti indistintamente, è l’acqua che beviamo tutti, è l’energia di cui ognuno di noi ha bisogno».n
In collaborazione con laRegione Lombardia – Delega
alla costituzione dellaprovincia di Monza e Brianza
A destra Massimo Ponzoni con l’assessore Pierfranco Maffè
obiEttivo Provincia
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Un mondo di servizigià aperti al cittadino
Il nuovo ente già operativo sotto molti aspetti prima ancora del via ufficiale
Uno dopo l’altro stanno aprendo gli sportelli che caratterizzano l’attività provinciale di servizio a diretto contatto con il pubblico. Ultimi arrivati quelli formazione-apprendistato, lavoro legge 68/69 e il Registro del volontariato e dell’associazionismo
a cura dell’Assessorato provinciale per l’attuazione della Provincia di Monza e Brianza
La provincia è allo sprint finale. Mentre volge al termine il dibattito politico per la campagna elettorale stanno aprendo gli ultimi sportelli operativi al servizio del cittadino.
Hanno aperto i battenti lunedì 18 maggio due spor-telli nella sede di Piazza Diaz, 1 al 1° piano, dove sono collocati gli uffici dell’area sociale-culturale della nuova Provincia MB. Lo sportello formazione-apprendistato offre gra-tuitamente consulenza alle aziende e agli enti di formazione del territorio sui temi dell’apprendi-stato e dell’obbligo formativo, sulla formazione relativa alla Legge 236 (per dipendenti collocati in mobilità) e progetti comunitari. Lo sportello è aperto il martedì mattina dalle 9.00 alle 12.30 e il giovedì pomeriggio dalle 14.00 alle 16.30, esclusivamente su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni tel. 039.2358765 – fax 039.2358772; e-mail: [email protected] Rif. Marina Signorini. Lo sportello lavoro Legge 68/69 offre gratuita-mente consulenza alle aziende per le procedure di inserimento e integrazione lavorativa delle per-sone disabili nel mondo del lavoro: in particola-re affianca le aziende nella stipula dei contratti, nella richiesta di nulla osta e certificazioni, nella conoscenza della normativa relativa agli obblighi e adempimenti.
La sededi Piazza Diaz
Lo sportello è aperto il lunedì mattina dalle 9.00 alle 12.30 e il mercoledì pomeriggio dalle 14.00 alle 16.30, esclusivamente su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni tel. 039.2358767 – fax 039.2358772; e-mail: [email protected] Rif. Simo-na Barozzi. A pochi giorni di distanza, il 25 maggio, ha aperto al pubblico lo sportello provinciale per il Registro del volontariato e dell’associazionismo MB. Gli uffici sono collocati nella sede di Via Cernuschi
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Le porte a cui bussare
Sede di: Piazza Diaz 1, 20052 Monza Tel. 039.97567.23 / 24 Fax: 039.9756790Nell’open-space del piano terra, ingresso da via XX Settembre, 5 sportelli sono a disposizione dei cittadini e dei Comuni della Brianza: proto-collo generale, trasporti, caccia e pesca, spazio donna, sportello energia. A questi si aggiungono 4 sportelli gestiti da Associazioni della Brianza che hanno trovato ospitalità nella sede provinciale per la loro atti-vità: Spazio Europa, gestito dalla rete europea Eurodesk, Spazio senza Barriere, Snodo handi-cap, la delegazione territoriale del Fai - Monza e Brianza.
Pronta anche la sala ConsiglioTutto pronto anche per la sede istituzionale della nuova
Provincia MB, in via Tommaso Grossi, 9 a Monza, i cui arredi
sono stati realizzati dalla società Progetto Lissone SpA di
Lissone, che si è aggiudicata la gara d’appalto per il Consi-
glio provinciale, la sala Giunta e l’auditorium.
Particolare attenzione è stata dedicata all’aspetto ecocom-
patibile dei prodotti utilizzati: in primo luogo il materiale
scelto per l’impiallacciatura, che permette rispettare un per-
corso sostenibile (pur utilizzando impiallaccio in legno) con
il controllo delle risorse forestali; in secondo luogo la scelta
di “sedute” di alta qualità, moderne, anch’esse di particola-
re pregio per l’ecosostenibilità del materiale impiegato, con
una riciclabilità superiore al 95%.Il sopralluogo alla sala Consiglio in allestimento
La sededi via Tommaso Grossi
8 a Monza, negli spazi della Direzione Politiche Sociali. Il Registro permette di monitorare l’atti-vità delle organizzazioni iscritte, generalmente le più solide, capaci di superare lo “spontaneismo” e di confrontarsi anche con richieste burocratiche che mirano a valutarne la continuità dell’azione nel tempo, la trasparenza, la capacità di rendere pubblici i bilanci, la coerenza della loro azione con le normative di riferimento. Lo sportello è aperto tutti i giorni nella sede provinciale di via Cernuschi, 8 a Monza (primo piano) dalle ore 9.00 alle 12.30; dalle 14.00 alle 16.30. Rif.: dott. Alberto Zoia, responsabile del Servizio Politiche Sociali, tel. 039.2358758 e Patrizia Speciale, tel. 039.2358764; e-mail: [email protected]. n
Mai a scatola chiusaVerifiche prima della consegna
Come affrontare le diverse legislazioni che regolano la materia
Promos - mErcato globalE
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Le soluzioni per prevenire controversie e spiacevoli sorprese anche di fronte alla distanza geografica e alla diversità degli ordinamenti coinvolti
di GIULIANO ZAMBONI
simballaggio, ma permette anche al venditore/lavorante di conservare il possesso dei beni che siano oggetto di eventuali contestazioni infondate, in vista di un interven-to dell’autorità giudiziaria. In definitiva, è interesse pure del venditore che la verifica avvenga quanto prima, tanto è vero che la Convenzione delle Nazioni Unite 11.04.80 sulla vendita internazionale di beni mobili stabilisce che «il compratore deve esaminare i beni o farli esaminare nel più breve tempo possibile e avuto riguardo alle circo-stanze», fra le quali v’è ovviamente il trasporto. Cosicché, la disponibilità delle Parti a una verifica antici-pata costituisce e testimonia reciprocamente l’esistenza di uno spirito di collaborazione in virtù del quale esse intendono prevenire l’insorgere di eventuali contenziosi e comunque limitare i rispettivi danni.L’oggetto della verifica anticipataÈ ovviamente costituito dalla conformità dei beni acqui-stati o lavorati alle specifiche convenute dalle Parti, le quali sono ovviamente libere di stabilire il livello di pre-cisione della verifica da effettuare o addirittura i singoli esami da effettuare sul prodotto. In difetto di un simile e puntuale accordo, occorre tenere presente che sono normalmente considerati vizi “appa-renti” tutti quei vizi che siano rilevabili a un diligente esame rapido e sommario. Per questo tipo di vizi, gli eventuali termini di contestazione decorrono dal mo-mento della verifica anticipata cui abbia preso parte an-che il compratore. Invece per i vizi “occulti” (e cioè non rilevabili in base al predetto esame sommario), i termini di decadenza decor-rono dal momento della scoperta. L’effettuazione della verifica anticipata fa decorrere i ter-mini per la denuncia dei vizi apparenti sin dal momento della verifica stessa; è quindi assolutamente importante
Immaginiamo che tra due imprese che operano in mercati diversi e lontani si stabiliscano rappor-ti di compravendita o di lavorazione. Una volta avvenuta la consegna, il compratore e il commit-tente si trovano a potere finalmente verificare se
la merce consegnata corrisponde alle specifiche richie-ste. Solo a partire da questo momento, sono in grado di verificare se i prodotti siano effettivamente quelli ordi-nati o se presentino vizi o difetti, anche a seguito delle lavorazioni effettuate dalla controparte. D’altro canto, è precisamente dal momento della consegna che possono decorrere gli eventuali termini di decadenza per muove-re eventuali contestazioni. Già, ma quali termini? Previ-sti dalla legge di quale Paese? E se per caso i prodotti, acquistati o lavorati, si fossero deteriorati per fatto del trasportatore? Si tratta di situazioni che vengono ogget-tivamente complicate dalla distanza geografica e dalla diversità degli ordinamenti coinvolti. È però possibile prevenirle, stabilendo concordemente che la verifica dei prodotti e/o delle lavorazioni sia effet-tuata congiuntamente dalle Parti, anche mediante terzi, in un momento anteriore alla spedizione, di norma pres-so il domicilio del venditore/appaltatore e dunque prima della consegna.Verifica anticipataL’interesse del compratore/committente a una verifica anticipata è del tutto evidente: la constatazione di vizi o difformità palesi permetterà alle Parti di risolvere il problema “al netto” dei tempi e dei costi di una duplice spedizione. D’altro canto, anche il venditore/lavorante ha tutto l’interesse che la correttezza del proprio adem-pimento sia riscontrata quando i beni ancora si trovano presso i propri stabilimenti. Ciò consente non solo un risparmio di tempi e costi di trasporto, imballaggio e di-
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verificare per tempo:• quale sia la legge applicabile• in base a essa, quali siano i termini decadenziali di de-nuncia• quali siano le caratteristiche che consentono di ritenere un vizio “apparente” oppure “occulto”.Sarà in ogni caso opportuno prevedere espressamente nel contratto che la verifica non pregiudica i diritti spet-tanti al compratore/committente per i vizi che vengano scoperti dopo la consegna.La verifica anticipata effettuata dal solo venditore/appaltatoreAccade frequentemente, soprattutto nel caso della distri-buzione su larga scala, che le Parti stabiliscano analiti-camente una serie di controlli (eventualmente anche a campione) che il produttore dovrà porre in essere indivi-dualmente e prima della consegna e, sovente, rilasciare apposite certificazioni (in materia ad esempio di sicurez-za dei prodotti, o in tema di correttezza del montaggio o di integrità strutturale o esterna). In questi casi il produttore/appaltatore è normalmente dotato di un proprio protocollo di controllo e/o di un sistema di qualità interna proprio allo scopo di limitare le proprie responsabilità contrattuali (nei confronti del compratore) e extracontrattuali (nei confronti dei terzi utenti finali). Va infatti rammentato che ambo le Parti hanno interesse a tutelarsi nei confronti della cosiddetta responsabilità solidale da “prodotto difettoso”, oramai prevista in un numero crescente di ordinamenti giuridici, ovvero dal ri-schio di dovere risarcire il terzo utilizzatore per il danno che il prodotto difettoso gli abbia arrecato. È peraltro evidente che la verifica unilaterale di cui stia-mo parlando non può pregiudicare in alcun modo il di-ritto del compratore/committente alle garanzie per i vizi dei beni, bensì risponde all’interesse di ambo le Parti a che il processo produttivo o di lavorazione avvenga in condizioni di massimo controllo, limitando così in modo indiretto la possibilità dell’insorgere di vizi nei prodotti contrattuali.La verifica anticipata congiuntaNel caso dell’appalto, l’ordinamento italiano prevede automaticamente che il committente abbia il diritto di effettuare verifiche in corso d’opera (artt. 1662 e 1666 c.c.) o prima della consegna (art. 1665 c.c.). Occorre quindi verificare se la diversa legge nazionale eventualmente applicabile consenta automaticamente tali facoltà oppure se sia necessario od opportuno sta-bilirle e disciplinarle analiticamente con una apposita clausola contrattuale. Eguali facoltà di verifica anticipata di prodotti oggetto di compravendita non sono normalmente previste dalle diverse leggi nazionali. In questi casi è dunque assai op-portuno disciplinare analiticamente:
• i tempi• le modalità• il carico dei costi• le conseguenze della verifica congiunta anticipata.Può ad esempio essere previsto che, a una certa data an-teriore alla consegna e comunque prima della spedizione, il venditore e il compratore, anche a mezzo di propri tec-nici, effettuino in contraddittorio e presso la fabbrica del venditore un controllo sommario dei beni, verificandone le quantità e l’aspetto esteriore, ma può essere anche pre-visto che si proceda a una verifica a campione dei prodotti o addirittura a prove di funzionamento. In ogni caso, va prevista la redazione di un apposito verbale sottoscritto da ambo le Parti e dal personale che ha partecipato alla veri-fica. È certamente opportuno disciplinare preventivamen-te chi dovrà organizzare le verifiche e sopportarne il costo (normalmente, il venditore, che s’incarica di procurare a sue spese la strumentazione eventualmente necessaria, il personale per utilizzarla ecc.). È poi altamente suggeri-bile prevedere espressamente che la presenza del compra-tore o di chi per esso in sede di verifica non pregiudica le responsabilità del fornitore per vizi rilevati a un esame più approfondito compiuto da personale del compratore a seguito della consegna. Infine, può essere opportuno stabilire già in sede contrattuale cosa accada nel caso in cui vengano riscontrati vizi o difformità nei beni oggetto di fornitura: ad esempio, prevedendo che debbano seguire ulteriori e più analitici controlli per stabilire quanti siano i beni difettosi rispetto alla complessiva fornitura, o preve-dendo sostituzioni, riparazioni o riduzioni del prezzo. ConclusioniLa verifica individuale o congiunta della merce o dei beni oggetto di vendita o di appalto è uno strumento contrattuale che consente alle Parti di anticipare il momento in cui esse si accorgono dell’esistenza di vizi o difformità; ciò con-sentirà loro – e tanto più se il contratto avvenga a grande distanza e tra soggetti di ordinamenti diversi – di affrontare le conseguenze dei vizi e delle difformità con notevole ri-sparmio di tempi e di costi (da www.mglobale.it). n
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C’era una volta il Codis, il Coor-dinamento degli Ordini dei dot-tori commercialisti. Oggi, con il nuovo ordinamento, gli Ordini locali devono affrontare i mille
problemi piccoli e grandi che la nuova disciplina ha innescato. Ce ne parla Ermanno Werthhammer, coordinatore del Codis Lombardia.D. Il Codis non è una novità. La novità è rap-presentata dagli Ordini che ne fanno parte: che cosa è cambiato con l’Albo unico?R. La premessa è che l’unificazione c’è stata, è pie-namente operativa e mi risulta che tutti i Consigli degli Ordini della Lombardia operano in assoluta armonia e collaborazione. All’assemblea del Coordinamento ha diritto a par-tecipare il presidente di ogni singolo Ordine o, in sua mancanza, un suo delegato; vi sono già state riunioni in cui hanno presenziato vicepresidenti o segretari di Ordini e il dialogo è stato come sempre sereno, costruttivo, in piena armonia e con unità d’intenti. Mi sembra assolutamente importante ri-badire che il Codis tutela gli interessi di tutti gli iscritti e ha la funzione di accrescere il riconosci-
mento della nostra categoria in termini di profes-sionalità e importanza sociale. Vorrei ricordare che lo scopo del Coordinamento è ed è sempre stato quello di promuovere le attività e le iniziative comuni dei singoli Ordini aderenti, di garantire un’efficace tutela della professione assicurandone indipendenza e prestigio e di consolidare gli inte-ressi morali, culturali e professionali della catego-ria. Ha pertanto la funzione di garantire il collega-mento fra gli Ordini, di promuovere iniziative tese al perfezionamento di norme legislative riguardan-ti l’esercizio della professione e di indicare proce-dure e norme comportamentali utili ai colleghi e agli stessi Ordini. Il Coordinamento organizza e patrocina manifestazioni, analizza le problemati-che speciali di carattere regionale e interregionale e, sempre nell’assoluto rispetto dell’autonomia di ogni singolo Ordine aderente, coordina, può pre-sentare istanze e rapportarsi nei confronti di enti pubblici e privati aventi competenza lombarda prestando la propria attività consultiva e operativa di competenza. D. Il nuovo ordinamento quindi non ha influito sui problemi degli Ordini?R. Il nuovo ordinamento della professione unica avrebbe potuto consentire negli interessi di tutti, professionisti e collettività, risultati sicuramen-te migliori. Certamente un’attenzione particola-re deve essere posta al progetto di riforma delle professioni intellettuali al fine di assicurare che le riforme vadano nel senso del rinnovamento di un sistema organico e coerente sempre nel presuppo-sto di tutela del mercato e dell’interesse pubblico. La riforma deve garantire che si possa accedere alla nostra professione una volta in possesso dei
Ordini dei commercialisti unitiper promuovere la professione
Parla Ermanno Werthhammer, coordinatore del Codis Lombardia
associazioni E catEgoriE
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Attraverso il Codis e il confronto sui principali problemi così crescono le istituzioni ordinistiche locali
di ANTONIO SONZINI
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requisiti ritenuti necessari che possano garantire la qualità delle prestazioni. La nostra professione do-vrà sempre continuare a svolgere un ruolo di primo piano nel tessuto economico e sociale del paese, sempre particolarmente attenta ai cambiamenti che dobbiamo essere sempre in grado di sfrutta-re trasformandoli da momento di potenziale crisi a fattore di crescita e competitività. Se la sua do-manda si riferisce anche a problemi logistici indub-biamente l’unificazione ha comportato un grosso sforzo per tutti gli Ordini sia per quanto riguarda l’unificazione delle sedi e delle segreterie che per tutti gli aspetti burocratici e informatici connessi. Problemi a oggi completamente risolti. Sicuramen-te il dlgs 139 ha puntualizzato maggiormente quale sia il ruolo del Consiglio nazionale e quale quello dei singoli Ordini. A mio parere sarebbe necessario che venissero più strettamente coinvolti a livello nazionale anche gli Ordini locali e le altre rap-presentanze quali i coordinamenti. Sono convinto che l’assemblea dei presidenti sia uno strumento importante per discutere le strategie generali e per fare emergere le problematiche di comune interes-se, ma la condizione essenziale è che l’assemblea dei presidenti sia luogo di reale confronto. Il Con-siglio nazionale ha programmato con i presidenti due incontri all’anno e mi permetto di osservare che la durata di questi incontri, prevista per un solo giorno, è troppo breve e la discussione non può adeguatamente strutturarsi. Ben diverso potrebbe essere il supporto dato al Consiglio nazionale della assemblea dei presidenti se articolata in due giorni e mirata di volta in volta a specifiche problema-tiche di categoria da concordarsi anticipatamente. Esprimo grande apprezzamento per le numerose attività e iniziative del Consiglio nazionale tra cui l’emanazione di circolari che rispondono a una esi-genza, da più parti avvertita, di far sentire la nostra posizione sulle problematiche di maggior impatto per i contribuenti. Il recente congresso nazionale, tenutosi a Torino, è stato un evento molto impor-tante per tutta la categoria e l’organizzazione è sta-ta perfetta sotto ogni aspetto.D. Vogliamo fare qualche esempio di come il Co-dis abbia risolto qualche problema tipico degli Ordini?R. Premetto che il territorio lombardo è una delle regioni più industrializzate dell’intero paese ed è caratterizzato da una numerosissima presenza di imprese medio piccole a fronte di una limitata pre-senza di grandi imprese. Anche se nella nostra realtà professionale locale
si passa da un Ordine con più di 8.000 iscritti a Ordini con non più di 200/300 iscritti, le proble-matiche connesse agli Ordini e ai relativi iscritti sono quasi sempre comuni e condivisibili. Mi ri-ferisco ad esempio alle problematiche connesse ai corsi per praticanti dottori commercialisti, alla disciplina, all’utilizzo del nostro logo, alla forma-zione dell’Albo, all’arbitrato, alle commissioni di studio, alla organizzazione di eventi formativi e colgo l’occasione per ricordare sia il recente ac-cordo con la società Datev Koinos per la forma-zione a distanza (e-learning) sia il convegno fisca-le di livello regionale programmato a Monza per il prossimo autunno. Grande attenzione è data ai rapporti con le istituzioni, sia a livello locale che regionale, quali tribunali, università, unioni indu-striali, enti locali, camere di commercio e Regione Lombardia. Attenzione particolare alla Direzione regionale della Agenzia delle entrate con la qua-le è stato sottoscritto un primo protocollo d’intesa a cui sono già seguiti incontri operativi e grazie all’intenso lavoro di Gilberto Gelosa, che mi ha preceduto come coordinatore del Codis; è già sta-to programmato per il mese di giugno un incontro di vertice tra la Direzione regionale Agenzia delle entrate e tutti gli Ordini lombardi. n
Chi è Ermanno Werthhammer«È una persona che ha la fortuna di fare un lavoro che ama, che crede nel ruolo sociale ed etico della sua professione, nei valori della famiglia e delle istituzioni», si racconta il coordi-natore del Codis. Presidente dell’Ordine di Busto Arsizio da 5 anni, dopo esserlo stato già in passato per 3 anni. Nato a Salerno nel 1951, cresciuto a Busto Arsizio, deve il cognome al nonno di origini tedesche. Dopo il liceo classico, la laurea alla Bocconi, nonostante la famiglia di ingegneri da generazioni. Sposato con due figli, ama lo sci, le auto sportive e il silenzio dei grandi spazi.
Cos’è il CodisIl Coordinamento è stato costituito il 9 settembre 1992 a Cremona con l’adesione di 18 Ordini del nord d’Italia: per la Lombardia tutti i 14 Ordini, per l’Emilia gli Ordini di Par-ma e Piacenza, per il Veneto l’Ordine di Verona e per il Piemonte l’Ordine di Novara. Lo scopo era quello di dare una risposta alla necessità di quelli che allora erano gli Ordini dei dottori commercialisti, specialmente per quelli meno grandi, di incontrarsi e affrontare insieme i problemi di comune interesse, vista la sostanziale omogeneità sociale ed economica del territorio lombardo e degli Ordini limitrofi. Attualmente è costituito da tutti e 16 gli Ordini lombardi (agli originali 14 si sono aggiunti gli Ordini neo costituiti di Voghera e Lodi). Rispetto al livello nazionale con 144 Ordini e circa 107.000 iscritti, rappresenta circa il 20% dei professionisti. Precedenti Coordinatori sono stati Antonio Ortolani dell’Ordine di Milano (1992-1998); Lucio Aricò dell’Ordine di Pavia (1998-2001) e Gilberto Gelosa dell’Ordine di Monza e della Brianza (2002-2008).
Controversie riguardanti contrav-venzioni, risarcimenti danni, per-cosse, minacce, recupero crediti, queste sì che sono “grane di tutti i giorni” e son queste, e altre an-
cora, le problematiche che giornalmente vengono
poste all’attenzione dei giudici di pace. Già giudi-ce conciliatore, il giudice di pace dal 1995 svolge un ruolo importante in quello che è il panorama giudiziario italiano. Organo, alle volte superficialmente poco consi-derato, è invece uno strumento fondamentale per regolare le controversie più comuni, e non neces-sariamente più semplici, del “vivere civile”. Per di più, le competenze del giudice di pace sono nu-merose. Infatti, primariamente nel proprio ambito territoriale si occupa sia di materia penale con ri-ferimento principalmente ai delitti contro la perso-na, contro il patrimonio e le contravvenzioni, che di materia civile e amministrativa, nei limiti del valore della controversia, in riguardo alle cause relative a beni mobili, recupero dei crediti, dirit-ti di proprietà, rapporti tra proprietari e inquilini, condomini e soprattutto di infrazioni riguardanti il codice della strada. Inoltre, ha l’importante funzione conciliativa in sede non contenziosa, cioè la possibilità di arrivare a un accordo extragiudiziale fra le parti al fine di evitare, quando è possibile, un più lungo e oneroso giudizio. Alla luce di queste competenze, si può affermare che il giudice di pace è apparentemente più distante dalle aule dei tribunali rispetto ai giu-dici togati ma sicuramente più vicino alla gente e alle problematiche di tutta la comunità in cui lo stesso opera. Inoltre, essendoci la possibilità che il giudicato possa non essere assistito da un legale, il giudice di pace si trova direttamente faccia a fac-
grane di tutti i giornidi fronte al giudice di pace
Parla Renato Amoroso, coordinatore dell’ufficio della circoscrizione
PianEta giustizia
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Un’istituzione apparentemente più distante dalle aule dei tribunali rispetto ai giudici togati, ma sicuramente più vicina alla gente e ai problemi di tutta la comunità in cui opera
di PAOLO MEAGO
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cia con la persona che dovrà poi essere giudicata, il che comporta un approccio completamente diffe-rente da quello che normalmente accade nelle aule dei tribunali. «Nella circoscrizione di Monza, i numeri sono co-spicui», spiega Renato Amoroso, giudice di pace e coordinatore dell’ufficio del giudice di pace della circoscrizione, «statisticamente, nel nostro territo-rio di competenza, vengono trattate annualmente, in riguardo al solo settore civilistico, circa 1.200 controversie, mentre sono circa 2.400 quelle che riguardano il settore cosiddetto amministrativo e in particolare le opposizioni alle sanzioni per vio-lazione del codice della strada, senza dimenticare le 800 sentenze emesse in materia penale in riferi-mento a 3.800 indagini». Sono quindi moltissime le controversie trattate an-nualmente in un territorio ampio e popoloso come quello di competenza del giudice di pace di Monza, nel quale ricadono più di 40 comuni.
«Chiaramente», continua Amoroso, «il tasto dolen-te è rappresentato dalle controversie concernenti le opposizioni alle sanzioni per violazione delle nor-me del codice della strada, riguardanti verbali di contestazione per divieti di sosta, divieti di svolta,
passaggio con rosso e soprattutto quelli emessi per gli eccessi di velocità rilevati tramite i cosiddetti autovelox. Di tali controversie infatti, il tribunale praticamente non se ne occupa se non in regime di appello, che peraltro è molto marginale, in quanto su 2.400 ricorsi annui solo una trentina al massimo vengono impugnati e i casi alla nostra attenzione sono spaventosamente aumentati negli ultimi anni. Oltre a ciò questo è un settore molto critico, dove l’approfondimento è praticamente quotidiano, con un numero di sentenze della cassazione talmente elevato da far pensare che sia uno degli argomenti di maggior interesse attuale e, nonostante tali sen-tenze, molte controversie restano di difficilissima risoluzione in quanto il panorama giuridico è co-stellato da vuoti normativi. Ad esempio, è capitato recentemente di giudicare dei medici che erano di turno reperibili che sono stati pizzicati a correre con l’auto a 120 Km/h su una strada dove esiste un limite di 70 Km/h . In
questi casi viene richiesto di giudicare casi con-creti anche abbastanza delicati, nei quali bisogna capire se tale condotta era dovuta da uno stato di necessità, oppure no». Sembrerebbe quindi che siano proprio i famigerati
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autovelox, temuti da tutti , una delle controversie più comuni instaurate presso il giudice di pace. Af-fermazione confermata da Amoroso: «Direi proprio di sì, in particolare, in ambito territoriale abbiamo due posizioni molto critiche quali gli autovelox si-tuati in viale Fulvio Testi a Cinisello Balsamo e al-cuni autovelox situati sull’autostrada A4 nel tratto Milano – Bergamo che, ricadendo nel comune di Agrate Brianza, competono territorialmente nella competenza del giudice di pace di Monza e portano una serie numericamente rilevante di controversie da giudicare».
In riguardo, invece, alle problematiche di tipo pe-nale, continua il magistrato «sembra che il giudice di pace si occupi di stupidaggini a livello pena-le, invece bisogna tenere presente che può anche considerarsi banale giudicare in merito a insulti, minacce, lesioni perché qualcuno ha litigato e tira un pugno sul naso a un altro eccetera, però occor-re riflettere che per i diretti interessati queste sono cose serie e anche che detto processo si svolge con le stesse regole di quello che si avrebbe davanti al tribunale ma in maniera più snella. Inoltre, il numero di contenziosi per queste proble-matiche è estremamente elevato e il nostro ufficio si è dotato da cinque anni a questa parte in modo da rispondere in maniera professionale a qualcosa che le persone ritengono importante». «Inoltre», aggiunge, «oltre alle problematiche in-terpretative si somma quello della carenza di per-sonale. L’organico è attualmente composto da 23 giudici di pace e da 16 persone adibite all’amministrazio-ne (di cui vari lavoratori part-time) che non sono molte rispetto alla mole di lavoro che l’ufficio svolge. Infatti, al fine di offrire un servizio effi-ciente, abbiamo 4 sportelli aperti al pubblico: uno civile, uno penale, uno amministrativo e uno de-dicato ai decreti ingiuntivi i quali comportano un elevato dispendio di risorse». Per di più, è in discussione una riforma che au-menterebbe le competenze del giudice di pace. Attualmente sono infatti di competenza per valore del giudice di pace solo le cause relative ai beni mobili se di importo non superiore a 2.582,28 euro mentre se concernenti la circolazione di veicoli e di natanti tale limite è elevato a 15.493,71 euro; la riforma sposterebbe questi limiti rispettivamente a 5.000 e 20.000 euro. Ciò, a detta di Amoroso, «creerebbe il doppio del-le controversie da risolversi di fronte al giudice di pace, situazione non sopportabile dall’attuale struttura dell’ufficio». A una attenta analisi, bisogna proprio ammettere che lo strumento del giudice di pace, anche se non così pubblicizzato, riveste un ruolo fondamenta-le nel panorama sociale di una comunità e che a tale compito non sono propriamente attribuiti gli indubbi onori. Certo è che non ci si augura mai di finire davanti a un giudice ma se proprio deve accadere che que-sto sia un giudice di pace, pronto a giudicare in maniera professionale e seria una delle sempre più presenti “grane di tutti i giorni”. n
PianEta giustizia
Preliminarmente ritengo di dover-mi soffermare su due temi fonda-mentali che hanno caratterizzato il 2008: • la nuova professione di dottore
commercialista ed esperto contabile vista attraver-so gli occhi di un presidente in relazione all’attività del proprio Consiglio e del Consiglio Nazionale;• la crisi economica mondiale che ha indotto il no-stro Consiglio Nazionale a intitolare il primo con-gresso della nuova professione svoltosi nel 2009 col titolo “Protagonisti del cambiamento”. Una recente storia passata, soprattutto della com-ponente dottori commercialisti del nuovo Ordine, non ha approcciato in modo positivo e con valide motivazioni alla nascita del nuovo Consiglio Na-zionale. Se da un lato permangono evidenti motivi di insod-disfazione per i contenuti organizzativi - non politi-ci e dicotomici di cui abbiamo trattato in passato (e non è il caso oggi di ritornare sull’argomento) - sul decreto legislativo 139 che necessita sicuramente di modifiche normative, dall’altro lato possiamo dire che quanto riferito poc’anzi appartiene e possa appartenere al passato, dato che il Consiglio Na-zionale si è finalmente mosso – e bene – in una direzione che ha caratterizzato il lavoro stesso del Consiglio dell’Ordine di Monza: la comunicazio-ne verso l’esterno, la proattività nei confronti delle istituzioni con un ruolo nuovo, la presenza attiva nei propri ambiti nazionali e internazionali e per il
nostro Ordine anche, evidentemente, quelli locali. Posso quindi affermare che, a livello di immagine, alla fine del 2008 risulta una categoria maggior-mente valorizzata che ha ottenuto anche successi in termini di relazioni istituzionali e politiche, di corretta lobby e di crescita non solo in termini nu-merici. Di questo dobbiamo dare atto al Consiglio Nazionale. Purtroppo, il Consiglio Nazionale deve darci atto che il lavoro svolto, sotto il profilo dell’organiz-zazione interna, pur con tutte le giustificazioni che un nuovo ente deve avere, non è stato prodi-go nella stessa misura. Questo vale soprattutto per quanto concerne la comunicazione: gli esempi più rilevanti sono legati a decisioni assunte con ritar-do rispetto alle esigenze degli iscritti, come, ad esempio, sulle variazioni alla tenuta del Registro Praticanti (ad aprile e maggio 2008), sulla trasfor-mazione dal triennio 2006-2008 al biennio 2006-2007 (a novembre 2008), sulle specifiche del sigil-lo (a febbraio 2009), sulle nuove competenze degli Ordini nella gestione del Registro dei Revisori (a marzo 2009). Sul secondo aspetto il Consiglio dell’Ordine, dopo un periodo di iniziale necessità di compenetrazio-ne di difformi procedure di azione dovute a diffe-renti modalità di approccio alla vita ordinistica, ha trovato sostanzialmente e nella maggior parte dei suoi componenti la strada per proporre soluzioni di tipo istituzionale, di tipo formativo e di servizio, utili e pragmatiche, ma soprattutto ha potuto con-
Analizzare il presente per creare un futuro migliore
Ecco un estratto dalla relazione del presidente letta in Assemblea
vita dEll’ordinE
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Valorizzare la professione, esaltare la propositività e l’ingegno degli iscritti, collaborare fattivamente all’unisono: queste le vie indicate dal presidente nella sua relazione durante l’Assemblea degli iscritti del 27 aprile scorso
di GILBERTO GELOSA
centrarsi su tematiche ormai da lungo tempo care a chi vi parla e legate alla valorizzazione del dot-tore commercialista monzese. Conseguentemente i consiglieri, preso atto e resisi conto della situa-zione di crisi economica internazionale che stava sopraggiungendo nel 2008, hanno voluto ampliare la gamma di servizi che possono qualificare e va-lorizzare il dottore commercialista o il ragioniere commercialista o l’esperto contabile in un modo completamente nuovo rispetto al passato, offrendo un insieme di opportunità di crescita professiona-le nel rispetto ovviamente dei limiti oggettivi che competono a un Ordine. È stato un lavoro in cui abbiamo riposto la fiducia nelle nostre competen-ze, e nonostante il pessimismo dovuto alla crisi internazionale, possiamo affermare, e questa volta all’unisono con il Consiglio Nazionale, che il com-mercialista monzese può essere un protagonista del cambiamento. Il 2008 è stato il primo anno di vita dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Ancora oggi siamo lontani dall’uscire dal periodo transitorio che ci condurrà a concentrarci sull’ordi-naria amministrazione. Il 2009 si sta dimostrando un anno cruciale per lo sviluppo dei molti progetti avviati nell’anno, riconducibili alle funzioni istitu-zionali attribuite al Consiglio dall’art. 12 del decre-to legislativo 139/2005. Anche quest’anno continueremo a gettare le basi del nostro futuro professionale per il quale è ri-chiesto il contributo di tutti i professionisti iscritti all’Albo, indipendentemente dal ruolo che ricopro-no dentro o fuori dall’istituzione ordinistica, come ampiamente illustrato lo scorso novembre in sede di Relazione Previsionale. Alla base dell’azione del Consiglio è stata e sarà la convinzione che al dottore commercialista, al ragioniere commercialista, all’esperto contabile, proprio per le materie che ogni giorno combina per supportare i clienti e per il ruolo che svolge nella società civile, spetti nel prossimo futuro un ruolo rivalutato di soggetto portatore di un patrimonio etico, professionale e culturale e conseguentemen-te un ruolo centrale nella vita culturale ed economi-ca del Paese. E tutto ciò ancora con maggior forza in considerazione del particolare momento storico ed economico che stiamo attraversando. Il 2009, sarà un anno assolutamente e assurdamen-te difficile, anno in cui gli indicatori che possiamo rilevare dal nostro lavoro quotidiano ci dicono che siamo sicuramente in una situazione di crisi, che per il settore di servizio è appena cominciata, men-
tre per le realtà industriali ci sono timidi segnali risveglio. Un’onda anomala che ci deve portare a riflettere e a scelte importanti di cambiamento, per essere protagonisti di questo cambiamento che non dipende dalle nostre volontà, ma che dobbia-mo ora saper cavalcare.n
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ISCRITTI AL 1.1.2008 ISCRITTI AL 31.12.2008
Albo Sez. A Iscritti Cancellati Totale
Uomini 1068 25 17 1076
DoC 584 23 12 595
RgC 484 2 5 481
Donne 382 16 3 395
DoC 207 15 2 220
RgC 175 1 1 175
Elenco Speciale Sez. A
Uomini 13 - - 13
DoC 11 - - 11
RgC 2 - - 2
Donne 3 1 - 4
DoC 1 1 - 2
RgC 2 - - 2
Albo Sez. B
Uomini - 2 - 2
Donne - - - -
Totale generale 1466 1490
arch. non luogo a procedere 53%
in pre-istruttoria27%
arch. pre-istruttoria7%
in istruttoria13%
Procedimenti disciplinari
Il grafico illustra l’attività di vigilanza del Consiglio dell’Ordine e i risultati dei procedimenti avviati in seguito agli abituali controlli a campione su nuovi iscritti e praticanti
La composizione degli iscritti da un punto di vista tipologico e numerico
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L’Associazione culturale dottori com-mercialisti, ragionieri commercialisti ed esperti contabili di Monza e Brianza è il naturale proseguimento, sia in termini di esperienze maturate che di progetti
formativi da attuare, delle due associazioni che fino al 2007 avevano operato al fianco dei due ordini profes-sionali, l’Ordine dei dottori commercialisti e il Collegio dei ragionieri e periti commerciali, oggi disciolti e, di fatto, unificati nell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza. Posto questo fondamentale background, nella realtà dei fatti, nel corso del 2008, abbiamo dovuto affrontare la novità di dover, per la prima volta, progettare un’unica offerta formativa soddisfacente per una tipologia di iscritti assai sfaccettata. In questa ottica io e il Consiglio che ho l’onore di presie-dere abbiamo cercato di proporre degli eventi inerenti a tematiche il più ampie possibili, al servizio di tutti i col-leghi, mirando alla qualità con costi contenuti. Soprat-tutto considerando lo scenario economico odierno in cui la preparazione, la competenza e la professionalità sono punti fermi e irrinunciabili per chi si candida a essere interlocutore privilegiato delle imprese per la risoluzio-
ne dei problemi gestionali a qualsiasi livello, la nostra scelta è stata quella di investire su docenze sempre più qualificate, su materiali didattici con taglio sempre più operativo e su eventi formativi con un contenuto tale da realizzare il giusto equilibrio tra una corretta imposta-zione teorica delle problematiche trattate e una proposta di soluzioni pratiche pronte per essere applicate. Per rendere un’immagine chiara del nostro operato pos-sono bastare alcuni numeri: la nostra Associazione ha organizzato 52 eventi a pagamento e 21 gratuiti per un totale di 706 ore di lezione; sono stati erogati complessi-vamente 42.278 crediti formativi di cui 11.738 gratuiti e 30.540 a pagamento; si sono iscritti ai nostri eventi com-plessivamente 6.314 partecipanti di cui 3.535 a eventi gratuiti e 2.779 a eventi a pagamento. Da non tacere inoltre, come indice di grande lungimiranza, è l’attiva-zione presso la sede di via Borgazzi di uno sportello di consulenza gratuita per tutti i colleghi soci dell’Associa-zione e in regola con il pagamento della quota annuale di iscrizione, in materia di Iva e di imposte dirette, con la presenza di funzionari dell’Amministrazione finan-ziaria ed esperti appositamente presenti per rispondere ai quesiti degli iscritti.n* Presidente Associazione culturale dcrcecMB
La formazione come valore aggiunto per il professionista
Gli iscritti possono contare su un’offerta formativa monitorata e di qualità
dall’associazionE culturalE
L’Associazione culturale fa il punto sul suo primo anno di corsi e convegni, sfaccettati e differenziati per andare incontro alle esigenze di aggiornamento teorico e pratico dei professionisti
di RICCARDO LUIGI TOFANI*
Media Minima Obbligatori
Iscritti 1.494 1.494 1.494
Soggetti 1.036 1.036 1.036
Domanda Individuale in crediti 30 20 3
Domanda totale in crediti 31.080 20.720 3.108
Totale crediti offerti 112.324 9.524
Totale crediti gratuiti offerti 20.980 7.300
Totale crediti fruiti 42.278 6.952
Minimo da regolamento Gratuiti Pagamento Totale Obbligatori Non Obbligatori
Crediti complessivi per ogni singolo evento 60 67 680 747 66 747
Ore 60,75 645,25 706
Posti complessivi 5.170 8.137 13.847
Crediti per posti (in crediti complessivi) 20.980 91.344 112.324
Iscritti eventi 3.535 2.779 6.314
Costo medio orario (in euro) 30,42
Crediti fruiti 11.738 30.540 42.278
Votazione superiore a 6/10 98,1%
Votazione superiore a 7/10 86,3%
Votazione superiore a 8/10 53,0%
Media voto globale (in decimi) 7,53
Minimo da regolamento Gratuiti Pagamento Totale Obbligatori Non Obbligatori
Crediti complessivi per ogni singolo evento 60 67 680 747 66 747
Ore 60,75 645,25 706
Posti complessivi 5.170 8.137 13.847
Crediti per posti (in crediti complessivi) 20.980 91.344 112.324
Iscritti eventi 3.535 2.779 6.314
Costo medio orario (in euro) 30,42
Crediti fruiti 11.738 30.540 42.278
Votazione superiore a 6/10 98,1%
Votazione superiore a 7/10 86,3%
Votazione superiore a 8/10 53,0%
Media voto globale (in decimi) 7,53
nEws
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(continua da pag. 5)Purtroppo nessuno si è reso conto che dall’inizio degli Anni ottanta gli intermediari finanziari hanno fatto tante “roma-nelle” e i proprietari industriali, abbandonando il loro ruolo di piccoli, medi grandi capitalisti, investendo in immobili e non in azienda hanno fatto altrettante “ romanelle” che oggi non si possono risolvere con operazioni di rivalutazione contabile ma solo con delle sane “brianzolate”, se ancora c’è tempo. Quali sono ?Siamo di fronte a un bivio perché non esiste più la Brianza che conoscevamo:1) la possibilità di vivacchiare e farci conquistare;2) trattenere le risorse migliori, far sì che queste risorse mi-gliori siano l’asse portante delle industrie migliori ( anche e nuove e diverse), evitare il declino industriale pur sapendo che è più facile traslocare. Non mi contraddico con l’ultimo editoriale: a un paese che inventa e chiama “romanelle” quanto descritto non manca la fantasia, e quindi le idee: si tratta solo di rimboccarsi le maniche e cambiare sistema. «A ragà damoce ‘na mossa» o meglio «Sveglia bagaij». n*presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza
LE SCELTE fISCALI DELLA NUOVA PROVINCIAINIZIANO DALL’ORDINE I finanziamenti per supportare le infrastrutture, il federalismo fiscale e i suoi riverberi in tema di tasse di scopo e controlli fiscali, ma anche di omogeneizzazione dell’imposizione sul territo-rio nel rispetto delle diverse autonomie comu-
Lavoro più sicuro
Nel 2008 gli incidenti mortali sul lavoro sono diminui-
ti del 5,5%, rispetto all’anno precedente, passando in
totale da 1.207 a 1.140. Nel dettaglio tali decessi si ri-
feriscono al genere maschile per oltre il 90% dei casi e
sono avvenuti prevalentemente durante il trasferimen-
to casa-lavoro o in ambito edilizio e agricolturale. Que-
sti sono solo alcuni dei dati emersi e dibattuti durante
il convegno “Formazione sulla sicurezza e adozione
dei modelli organizzativi”, organizzato da Confindustria
Monza e Brianza in collaborazione con Serteced pres-
so le sede dell’Associazione degli industriali di Monza
e della Brianza, lo scorso 14 maggio.
Durante la discussione sono stati concordi i pareri sul
valore che la formazione e l’utilizzo di modelli organiz-
zativi, oltre alla naturale lotta contro il lavoro nero som-
merso, devono assumere per poter prevenire incidenti
e morti sul lavoro.
OgNI gIORNO IN BRIANZA NASCONO 16 IMPRESE
Anche in piena crisi in Brianza nascono 16 nuove im-prese al giorno. Nei primi tre mesi del 2009 a Monza e Brianza si sono iscritte 1.434 nuove imprese, +22% rispetto all’ultimo trimestre del 2008. Una crescita che nasce anche dalle ceneri della crisi: il 20% dei nuo-vi aspiranti imprenditori è stato espulso dal mercato del lavoro. È quanto emerge da Imprese e territorio - Rapporto Brianza 2009, l’analisi economica e sociale dell’area della Brianza curata dall’Ufficio Studi della Ca-
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nali, le future politiche fiscali e il rapporto tra azione di governo della futura provincia e pro-fessionisti: sono questi alcuni dei temi discus-si dai candidati alla presidenza della Provincia alla vigilia delle elezioni nell’incontro promos-so dall’Ordine dei dottori commercialisti e de-gli esperti contabili. Si sono confrontati con i professionisti Dario Allevi, Vincenzo Ascrizzi, Edda Ceraso, Gigi Ponti. Dario Casati non è potuto intervenire per un’urgenza lavorativa, mentre Domenico Pisani e Lucio Malagò, che avevano confer-mato la loro presenza, non si sono presentati all’evento. Nel corso del dibattito grande risalto ha as-sunto la problematica dello sviluppo e poten-ziamento delle infrastrutture, con particolare riguardo per i grandi progetti dalla metropoli-tana, dell’autostrada Pedemontana, passando per i lavori di interramento del viale Lombardia. Un altro tema sul quale ci si è confrontati, an-che in maniera forte, è stato quello dell’Asam e delle scelte strategiche nella ripartizione del patrimonio tra le provincie di Milano e di Mon-za. Tutti i candidati hanno convenuto sulla ne-cessità di un maggiore coinvolgimento della società civile e in modo particolare del mondo professionale.
La ricchezza viene dalle infrastrutture
In vent’anni nel Nord Italia ogni nuo-vo km di autostrada ha creato 660 nuovi posti di lavoro mentre sono 450 quelli derivati dalla realizzazione di un km di ferrovia. E considerando lo stesso arco di tempo, la realizza-
zione di un km di autostrada standard genera 125 mi-lioni di euro sul Prodotto interno lordo, vale a dire più di sei milioni all’anno, contro i 70 prodotti dalla creazione di un km di ferrovia. Ma se si tratta di un’infrastruttura di trasporto autostradale importante per i “motori eco-nomici”, i benefici crescono più del doppio. E sono stimati dall’Ufficio Studi della Camera di com-mercio di Monza e Brianza su dati Liuc in circa due miliardi di euro all’anno i benefici in termini di fattura-to che potranno avere direttamente le imprese della Brianza con la realizzazione delle nuove infrastrutture autostradali e ferroviarie in progetto o già realizzate e con l’ampliamento di quelle già esistenti. I dati sono stati presentati nel corso di “Brianza on the move. Stati Generali della mobilità nella nuova provin-cia di Monza e della Brianza”, evento organizzato dalla Camera di commercio Monza e Brianza nelle giornate del 18 e 19 maggio scorsi. Nel corso del dibattito è stata sottolineata la necessità che la metropolitana che congiungerà Monza a Milano, per rivestire efficacemente il suo ruolo, non si fermi solo al confine monzese di Bettola, ma che raggiunga zone di snodo come il rondò dei pini e lo stadio Brian-teo. È una decisione cardine per rispettare e valorizzare adeguatamente il territorio brianzolo e il suo equilibrio con Milano, insieme all’interramento di viale Lombar-dia e la realizzazione dell’autostrada Pedemontana.
mera di commercio di Monza e Brianza in collaborazio-ne con Confindustria Monza e Brianza. Tra i primati della nuova provincia il legno arredo con 9,5 imprese per kmq specializzate nel legno arredo, 7,4 imprese attive per kmq nell’industria del legno e fabbricazione di mobili e 2,2 imprese attive per kmq nel commercio di mobili. A Monza e Brianza si colloca-no al primo posto per densità demografica con 2.154 ab/kmq, per il totale di rifiuti urbani differenziati (67%), per la presenza di infrastrutture sportive in relazione alla superficie e infine per l’indice di apertura commer-ciale (138%)
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Lionismo oggi:sfida, impegno e passione
Il ruolo dei club sul territorio, l’impegno dei soci, la qualità dei service
distrEtto lions 108 Ib1
Convegno distrettuale a Gallarate con l’intervento del direttore internazionale Enrico Cesarotti che ha fatto luce su scopi ed etica lionistica, soffermandosi in modo particolare sulle qualità morali connesse allo status di Lions
di ANTONIO LAURENZANO*
Organizzato dal Distretto 108 Ib1, si è tenuto a Gallarate, al Teatro Condominio Vittorio Gasmann, il convegno “Lionismo oggi, sfida, impegno e passione”. Un
tema di grande attualità, particolarmente dibattu-to nelle varie assisi congressuali. Una stimolante rivisitazione dell’ essere Lions affidata al direttore internazionale eletto Enrico Cesarotti, salutato dal governatore Roberto Monguzzi e dal vice governa-tore Rosario Marretta, promotore dell’incontro. Con l’ausilio di numerose slide, Cesarotti ha fatto luce su scopi ed etica lionistica, soffermandosi in modo particolare sulle qualità morali connesse allo status di Lions. «Non si nasce Lions, si diventa per scelta, con un patto liberamente stipulato, ma con obblighi ben precisi per l’intera durata del rappor-to». Un patto che serve a realizzare la mission del lionismo: solidarietà, fratellanza, giustizia sociale, attraverso la partecipazione attiva alla vita del club che è «la sommatoria delle potenzialità dei soci». Un impegno a favore dei più bisognosi per guada-gnare sul campo visibilità, perché «il nostro ruolo di Lions deve essere legittimato dalla comunità». Il club, “cellula base” del lionismo, per Enrico Ce-sarotti «deve essere un’antenna sul territorio, cap-tarne i segnali di disagio, le necessità e i bisogni». Ed è proprio al territorio che vanno indirizzati ser-vice essenziali, di grande spessore e di rilevante interesse generale. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, il lioni-smo è chiamato a svolgere una preziosa azione di promozione socio-culturale a sostegno di quella propria delle istituzioni. E sono i singoli club, in tale prospettiva, che devono saper concretizzare la
loro presenza nel sociale attraverso «la disponibi-lità dei soci, le loro potenzialità professionali, il loro fattivo coinvolgimento nella vita dell’Asso-ciazione». È questo, nella lunga analisi del direttore Cesarot-ti, il “core question”, l’aspetto strategico della que-stione. All’impegno dei soci è infatti strettamente legata la qualità dei service proposti, e con essi la visibilità del club sul territorio, in termini anche di credibilità sociale. Il rischio è notevole perché la mancata integrazio-ne del socio nella vita del club e nelle sue attività di servizio genera, con effetto domino, demotiva-zione, disaffezione, abbandono. Sarebbe il clamo-roso declino della membership, il suo fallimento! I club invecchiano, non c’è ricambio generazionale, il numero medio dei soci per club continua a dimi-nuire, «si appanna il nostro appeal anche nei con-fronti dei Leo che non diventano Lions». Chiara l’indicazione fornita dal relatore: «Occorre un modo nuovo di vivere il lionismo, un modo più aderente ai tempi, alla nostra società, ai giovani, al villaggio globale in cui viviamo, per continua-re a fare la differenza ed essere eroi tutti i giorni, secondo la missione assegnataci dal presidente internazionale Albert F. Brandel». La parola d’ordine è “innovazione” per riafferma-re nell’essere Lions la cultura del servire, «senza perdere di vista le esperienze maturate da chi ci ha preceduto». Questo in sintesi il messaggio finale di Enrico Cesarotti per «disegnare una nuova identità del lionismo, un lionismo consapevole e condivi-so, espressione di una centralità sociale al servizio della comunità».n *Addetto stampa distrettuale ([email protected])
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Colazione da Tiffanyper sconfiggere la poliomelite
Ancora una volta protagonisti nell’aiutare a realizzare un sogno
rotary intErnational
È stata un’opportunità unica per Mi-lano e per tutto il distretto 2040 del Rotary International: aprire con chiavi speciali le teche di Tiffany & Co. ed essere, così, ancora una
volta, protagonisti nell’aiutare a realizzare un so-gno: debellare la poliomelite nel mondo. Le chiavi al servizio di una buona causa “Keys for a Cause” e la causa è quella conosciuta con la “C” maiusco-la, appunto, la “Polio Plus”. La collaborazione fra Tiffany e il Rotary è andata in scena mercoledì 20 maggio, a Milano, quando, per tutta la giornata, i rotariani e non solo hanno potuto aprire gli scrigni preziosi della boutique di via Della Spiga. Tutto quanto è stato incassato dal Rotary, senza alcun compenso né royalty per Tiffany & Co, è stato in-teramente devoluto al programma Polio Plus. La possibilità di apertura degli scrigni era grande: 2 su 100. Ma ancora di più è stata quella di concorrere a realizzare l’obiettivo “End polio now”: il 100 per cento. La poliomielite è una malattia potenzialmen-te mortale: il virus invade il sistema nervoso e può causare la totale paralisi in poche ore. Può colpire a qualsiasi età, ma principalmente attacca i bambini sotto i 5 anni. Di fatto la polio è scomparsa nelle Americhe, nel Pacifico occidentale e in Europa, ma il polio virus persiste, in forme selvagge, in Afgha-nistan, India, Nigeria e Pakistan e da questi paesi può svilupparsi nelle altre nazioni come malattia d’importazione. Molte le sfide ancora aperte: in In-dia per l’efficacia delle vaccinazioni, in Nigeria per una bassa percentuale di vaccinati e in Afghanistan e Pakistan per problemi legati ai conflitti in corso. Per il Rotary è il momento di serrare le fila e snida-re i focolai che si sono rinchiusi in alcuni Paesi tra
i più poveri della terra. 53 milioni di bambini sotto i cinque anni stanno aspettando di essere vaccinati. E presto. Team con i vaccini stanno raggiungendo le aree più lontane e abbandonate delle campagne o degli angoli più nascosti e degradati di tante città in Benin, Burkina Faso, Costa D’Avorio, Ghana, Mali, Niger, Togo, Nigeria. Sono quattro i Paesi del mondo in cui la poliomelite è ancora endemica. Nel 1998 erano 125. Lungo e benefico è stato il cammino del Rotary. «I quattro Paesi sono l’Afghanistan, l’India, la Nigeria e il Pakistan», spiega il governatore del Distretto 2040 Alessandro Clerici, «ma non è solo un loro problema e neppure dei luoghi più abban-donati nella massima miseria. È un problema del mondo perché la deflagrazione della polio potrebbe nuovamente contagiare il pianeta se non la si eli-mina definitivamente». Sembra, ormai, possibile raccogliere le risorse e raggiungere ogni luogo con una copertura massima del vaccino per debellare il virus. Il costo della campagna per la sola Africa è di 29 milioni di dollari per sette Paesi e per la sola Nigeria 38 milioni. A questa sfida si è aggiunto il contributo significativo, sotto ogni profilo, della Bill & Melinda Gates Foundation. Nel frattempo sta attraversando il mondo una campagna di sen-sibilizzazione del Rotary International e della Ro-tary Foundation per raccogliere il massimo soste-gno all’eradicazione del morbo: l’illuminazione di prestigiosi monumenti con il simbolo del Rotary e il messaggio carico di speranza “End polio now” con l’annuncio del traguardo da raggiungere. Fra i monumenti illuminati, il Colosseo a Roma, l’Ope-ra’s Theatre di Sydney, l’House of Commons di Londra, l’African trading port a Cape Town.n.
Per un giorno intero si sono potuti aprire con chiavi speciali gli scrigni preziosi contenenti gioielli, accessori e oggettistica della famosa gioielleria e l’incasso è stato interamente devoluto al programma Polio Plus
di FEDERICA VERNò
Una linea ideale e sottile, calda e colorata, quasi una “vena” - con le caratteristiche peculiari delle nervature del legno - congiunge sulla carta geografica la Brian-
za col Medio Oriente. Ecco dunque Meda, Geru-salemme e Sana’a unite nell’intento di recuperare un patrimonio monumentale costituito anche da
strutture in legno. Un connubio ben predisposto, in sintonia con la tradizione di una terra che ha fondato la sua economia anche sul settore mobi-liare e che unisce in un progetto fattivo un rino-mato centro artigianale con la città di Salomone e la nazione degli antichi Sabei. Assiti e travature, semplici impalcati e preziose composizioni, super-fici policrome e stucchi vedono l’intervento degli
Il tesoro di legno della regina di Saba
L’eccezionale esperienza per recuperare un patrimonio monumentale
artE E cultura
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Dalla Brianza al Medio Oriente, l’opera dei restauratori di Meda a Gerusalemme e Sana’a
di PAOLO PALEARI*
Veduta di Sana’a con le caratteristiche
costruzioni in terra, malte povere e legno
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artigiani e dei restauratori dell’Istituto Terragni di Meda. La scuola, in collaborazione con l’Istituto Veneto dei Beni Culturali, sta infatti conducendo una campagna di studio e recupero su alcune im-portanti strutture della grande moschea yemenita di Jamal Al-KAbir e all’interno della Cupola della Roccia, a Gerusalemme. L’importanza dei luoghi, per tradizione, storia e soprattutto per sacralità si fonde con la notevole opportunità per i restauratori di compiere un’espe-rienza al di fuori di cantieri nazionali, pur notevol-mente importanti e sempre ubicati in edifici mo-numentali. E così dopo Villa Monastero, Palazzo Ducale di Venezia e alcune chiese della Laguna, oltre alla consolidata presenza nella reggia di Mon-za, i tecnici del legno hanno messo mano a due nuovi lavori. A Gerusalemme l’intervento investe la cupola interna della moschea che è costituita da un assito di quercia fissato a sua volta a un sistema di travature in cedro del Libano. L’edificio sorge sulla Spianata del Tempio e rimanda per tradizione a una serie di importanti avvenimenti: luogo del sa-crificio di Isacco, cuore del tempio di re Salomone, punto dell’ascensione del profeta Maometto. Nella
IL DONO DI SALOMONE ALLA REgINA DI SABA
Il tesoro che la regina di Saba reca a Salomone è …di legno. O meglio, è anche di legno. Sì, perché tra gli omaggi che giungono dal remoto paese dei Sabei - l’odierno Yemen - le fonti riecheggiano la straordinaria ricchezza: «120 talenti d’oro (che sono un indice ponderale, cioè di peso, non un’unità monetale), aromi e pietre preziose». Ma anche legno. La flotta che carica oro dal misterioso paese di Ofir porta infatti legname di sandalo in gran quantità. Di questo legno il re, celebre per la saggezza chiesta e ottenuta da Dio (e motivo del viaggio della regina) «fece rin-ghiere per il tempio e per la reggia, cetre e arpe per i cantori» (1 Re, 10, 11). Un sovrano saggio dunque, ma anche architetto e falegname. E con una propensione spiccata per il commercio. A tal fine vanno intese le tante alleanze - soprattutto matrimoniali - strette con i principati vicini. Salomone sposa la figlia del faraone, ma amò anche altre donne stra-niere: moabite, ammonite, idumee, di Sidone e Ittite. Settecento mogli e trecento concubine, che alla fine gli pervertirono il cuore. E la principessa sabea? Sotto il velo della leggenda, trasparente come quello che cela la sua bellezza, durante il viaggio di ritorno porta con sé uno straordinario dono. Un reciproco regalo d’amore, segreto allo stesso re, che di giorno in giorno diviene più prezioso e le cresce in grembo…
In questa pagina e nella seguente alcune fasi di intervento sul cassettonato di Jamal Al-KAbir, nelle fasi di rimozione e campionatura e confronto tra le parti già pulite e integrate
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artE E cultura
terra della regina di Saba la moschea di Sana’a è altrettanto evocativa: ultimata nel VII secolo testi-monia - anche attraverso il soffitto cassettonato - l’evoluzione e i modelli decorativi applicati nel corso dei secoli. L’opera dei restauratori si carica dunque di una re-
sponsabilità davvero particolare. Prevede lo studio e la pulitura delle superfici; l’integrazione delle lacune sia nelle parti policrome che in quelle natu-rali; la formazione di personale locale. Anche l’estensione degli interventi nello spazio e nel tempo sottolinea l’ambizione del progetto: la superficie interna della cupola è di circa 1600 me-tri quadri, con uno sviluppo in altezza di 30 metri. Il lavoro nello Yemen si estende su un soffitto di 3000 metri quadri e dopo tre anni di lavoro se ne prevedono ancora altrettanti. Il cantiere di Jamal Al-KAbir ha riservato inoltre una sorpresa gradi-ta per la filologia: diversi frammenti di testi sacri, ritrovati tra le strutture lignee. Resisi inutilizzabi-li per consunzione e non altrimenti recuperabili, i manoscritti sono stati riposti con devozione tra le parti inaccessibili del soffitto. Testimoni di una cultura e di una pratica religiosa che - anche grazie ai restauratori del Terragni - non sarà interrotta.n*consulente della Soprintendenza ai beni architettonici e per il paesaggio di Milano
Foto: cortesia di Vittorio Amigoni, Gabriele Elli, Istituto Terragni
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sezione promozionale
Il museo nasce da una associazione, costitu-ita nel 1994, di ex atleti, dirigenti e appas-sionati di ciclismo. Nel 1998 diventa fon-dazione con un presidente, un consiglio di amministrazione, un comitato esecutivo, un
segretario generale e ha la stessa denominazione del museo.
Sembra l’inizio di una storia d’impresa, con pro-tagonisti del settore economico e infatti è un po’ così, basti pensare che il “capitano della squadra” è Fiorenzo Magni che, sceso dalla bicicletta dove si era conquistato l’appellativo di “Leone delle Fiandre” per le sue tre vittorie nella classica belga, è diventato imprenditore di successo, specialmen-te a Monza e in Brianza. L’iniziativa del gruppo di appassionati aveva pre-so le mosse dalla considerazione che il Santuario seicentesco della Madonna del Ghisallo, patrona dei ciclisti dal 1949, accoglie al suo interno cime-li di particolare valore per la storia del ciclismo, che per la carenza di spazi avrebbero richiesto una sede adeguata: il museo, appunto. Con l’aiuto della Regione Lombardia si è arrivati a un accordo di programma promosso dalla Regione medesima e sottoscritto nel 2005 da vari enti: il museo viene così inaugurato nell’ottobre 2006, re-alizzando un edificio e un allestimento di notevo-le pregio, grazie al lavoro degli architetti Davide Bergna e Pier Federico Caliari.Non ci sarebbe un luogo più significativo di que-sto, in Lombardia, una regione dove si contano quasi 700 società ciclistiche, più di 12.000 tessera-ti e circa 1200 gare nel corso dell’anno. Il museo, poi, si colloca in un luogo speciale, per il significato sportivo della salita che porta su questo colle: un luogo tra i più celebri nei percorsi delle gare del ciclismo professionistico e dilettantistico
Arte e culturain punta di pedale
Il museo del ciclismo al Ghisallo
dal tErritorio
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Non solo biciclette e cimeli, ma un museo multimediale che propone filmati, fotografie, documenti, mostre, incontri con i protagonisti dello sport e della pratica ciclistica per far conoscere le storie di atleti, meccanici, organizzatori, dirigenti, giornalisti, appassionati, che di ciclismo sono vissuti e vivono
di MASSIMO PIROVANO*
Magni nella cronoscalata di San Luca a Bologna
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(Giro d’Italia, Giro di Lombardia, Coppa Agostoni, Giornata della Bicicletta…), oltre che negli itinerari delle piccole grandi imprese degli appassionati. Se si aggiunge il valore ambientale dei luoghi e del paesaggio che circondano la chiesa e il culmine della salita, si colgono i molteplici motivi della no-torietà che il Ghisallo ha acquisito presso gli spor-tivi, i fedeli e i turisti della regione, oltre che per gli appassionati della bicicletta in Italia e nel mondo. Entrati nel museo del ciclismo si percorre uno sci-volo a tornanti che ricordano l’ultimo tratto della salita del Ghisallo e l’andamento di molti percor-si di montagna, su cui i ciclisti faticano nelle loro escursioni, negli allenamenti e nelle gare. Di qui si accede alle varie sezioni permanenti del
museo che si sviluppano nella sala del livello più basso. La parte dedicata ai cimeli raggruppa gli oggetti dotati di un particolare valore simbolico e affettivo, che i campioni, le varie istituzioni, gli appassionati dello sport hanno donato al museo. La sezione L’uomo ed il suo mezzo focalizza l’at-tenzione del visitatore sulla bicicletta, cui, grazie alla maestria dei meccanici, l’atleta affida la sua performance. Si entra qui nella bottega del costrut-tore, con i suoi attrezzi e i suoi materiali. La parte Grande Enciclopedia del Ciclismo, attra-verso una serie di immagini e di gigantografie, di pannelli di testo, di schermi tattili, offre al visitato-re, seguendo una successione cronologica, i profili dei più grandi campioni di sempre, con informa-
La Grande enciclopedia, una sezione del museo
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Fiorenzo Magni
zioni su alcune delle loro imprese e sui mezzi con cui le hanno compiute ma anche con notizie sulla società italiana. 24 + 24 è la parte del museo in cui i quarantotto ciclisti dai migliori palmares, vengono richiamati singolarmente e proposti agli occhi del pubblico all’interno di due ambienti circolari: da Girardengo a Guerra, da Coppi a Bartali e Magni, da Gimondi a Motta, da Moser a Saronni, da Hinault ad Arm-strong. La sezione Ciak e campioni - 100 film sul ciclismo propone al visitatore una selezione di 100 film, documentari, cortometraggi, in cui si narra il ci-clismo sportivo, ma anche il rapporto tra ciclismo, cinematografia, televisione e costume sullo sfondo della storia del Paese. Altri schermi, distribuiti in vari punti del museo, propongono filmati dedicati a epoche e campioni diversi. Oltre a una biblioteca specializzata, il museo offre ai suoi visitatori manifestazioni e mostre tempo-ranee che illustrano vari aspetti della storia, della pratica diffusa e dell’attività agonistica, legati alla bicicletta. Tra questi eventi si segnalano gli incontri per il pubblico con i campioni e i protagonisti del
mondo del ciclismo, intitolati Storie di ciclismo. I protagonisti e i testimoni raccontano. Il museo dispone di un punto vendita, dove si pos-sono trovare le più significative pubblicazioni in commercio dedicate al ciclismo, capi di abbiglia-mento sportivo e altri gadget, di quattro laboratori per le attività didattiche e di una sala conferenze. n
*direttore del Museo del Ciclismo – Madonna del Ghisallo
dal tErritorio
MUSEO DEL ghISALLOvia gino Bartali, 4 22030 Magreglio (CO) Tel. +39 031.965885
Per informazioni sulle iniziative del Museo del Ciclismo - Madonna del ghisallo http://www.museodelghisallo.ito scrivere [email protected]
Dal 1987 per Monza e Brianza La Concessionaria LAND ROVERAGRATE MOTORI 2 S.r.l.Agrate Brianza SEDE: Via Lecco 122Monza: Viale Elvezia 46Cologno Monzese: Via F. Cavallotti 147Tel. 039/651903 email: [email protected]
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Festeggerà a giugno 43 anni con una grande festa degna della sua migliore tradizione, basti pensare che l’anno scorso per il quarantaduesimo anni-versario c’erano Cochi e Renato.
Lo Sporting Club Monza nacque nel 1966: i soci fondatori erano 30, i probiviri 5, i consiglieri eletti 18. Ora i soci sono più di 500 e lo considerano una seconda prestigiosa casa nella quale passare una serata, trascorrere un pomeriggio festivo, invitare
La seconda casa dei monzesida tre generazioni
Lo Sporting Club Monza festeggia i suoi primi 43 anni
dal tErritorio
È un circolo privato, tra i pochi rimasti, che gode ottima salute, dove passare una serata, trascorrere un pomeriggio festivo, invitare un amico o un cliente
di MARIOLINA BELLI
Nella fotolo Sporting Club Monza
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i familiari, un amico o un cliente. Il club, infatti, risolve con i suoi servizi tutti quei problemi di rap-presentanza necessari nelle relazioni pubbliche fa-miliari e sociali. I soci ora appartengono a tre generazioni: quella dei fondatori, quella dei figli che sono la maggio-ranza solida e attiva, e quella dei nipoti, che hanno portato una ventata di gioventù. Quasi tutti i soci appartengono alla operosa e di-screta comunità di Monza e della Brianza, sono di variegate appartenenze sociali ma accomunati tutti dalla gioia di vivere il tempo libero in un conte-sto raffinato ed esclusivo ma famigliare al tempo stesso. La sede del club si trova in una cornice unica e prestigiosa, in un grande e rigoglioso parco. La villa è estremamente elegante e nelle sue sale si svolge la vita del club, un club “all’inglese”:si susseguono infatti appuntamenti cari a tutti i soci, quali i tornei di bridge, di burraco, di bigliar-do naturalmente, oltre alle cene esclusive presso il ristorante. Manifestazioni culturali e sportive sono ormai da anni appuntamenti fissi. I soci amano anche trascorrere il loro tempo libero nelle accoglienti sale sprofondati in comode pol-
trone a leggere i libri della fornitissima biblioteca a loro disposizione. Vengono organizzate feste a tema per particolari ricorrenze o incontri benefici, serate danzanti e concerti di musica classica e jazz. La caratteristica, però, che ne fa un club unico è che anche i giovani amano e vivono la vita del circolo. A loro sono dedicate serate a tema con spuntino di mezzanotte, piano-bar e disco club. Il comitato giovani è molto attivo e i tornei di ri-siko, di monopoli e di ping-pong sono una carta vincente per l’aggregazione al gruppo. A disposizione ci sono campi da tennis, coperti du-rante la stagione fredda, e la grande piscina aper-ta da maggio a settembre, frequentata dai soci sia nella pausa pranzo per un breve relax, che nel fine settimana con le loro famiglie. È piacevolissimo il lunch della domenica sotto i gazebo!C’è anche la possibilità di frequentare corsi di gin-nastica per signore e signori, di Aikido, di hata-yoga, di danza moderna e di ballo liscio nelle ore serali, oltre a corsi pomeridiani di inglese, corsi di bridge sia per principianti che di perfezionamento a vari livelli. Lo Sporting Club Monza è un club privato ed
Nelle foto in senso orario:veduta della villa dal giardino,scorcio del giardino e della piscinae il gazebo ristorante
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dal tErritorio
esclusivo ma lo statuto non pone discriminazioni, salvo il rispetto di alcune formalità, né prevede ob-blighi particolari oltre alle comuni regole di buona educazione necessarie in ogni comunità. La particolare impostazione associativa è la for-mula che ha consentito il successo e infatti leprocedure per associarsi, servono proprio a pre-servare la qualità delle persone e la peculiarità del club.n
Per saperne di piùSPORTINg CLUB MONZAviale Brianza 3920052 MonzaTel. 039 2496023Fax 039 [email protected]
Nella foto in alto: Cochi e Renatodurante lo spettacolo
per l’anniversario del 2008.Sopra a sinistra l’ingresso
e a destra una sala.
MONZAE BRIANZA
ORDINEDEI DOTTORICOMMERCIALISTIE
DEGLI
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Le ConvenzioniCon l’obiettivo di essere presente sul territorio e di cooperare con le altre realtà che fanno parte del mondo economico, l’Associazione culturale dottori commercialisti, ragionieri commercialisti
ed esperti contabili di Monza e Brianza offre la possibilità di stipulare convenzioni a favore degli iscritti all’Ordine.
Qui sopra gli ultimi accordi sottoscritti visibili anche sul sito dell’Ordine www.odcecmonzabrianza.it (area servizi – convenzioni)
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MONZAE BRIANZA
ORDINEDEI DOTTORICOMMERCIALISTIE
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ASSOCIAZIONE CULTURALEDOTTORI COMMERCIALISTI
RAGIONIERI COMMERCIALISTIED ESPERTI CONTABILI
MONZA E BRIANZA
Chi acquista un’auto scoperta lo fa con il cuore perché mosso dal desiderio di esprimere la propria personalità, indipendenza, indivi-dualità e gioia di vivere. Proprio
perché le emozioni giocano un ruolo determinante in questa decisione, il design è importantissimo. Con una lunghezza di 4,63 metri, una larghezza di 1,85 metri e un’altezza di soli 1,38 metri la quattro posti, che Audi veste di un’eleganza classica, ha le misure più sportive della sua classe. La quattro posti con capote in tela coniuga la pas-sione per la guida sportiva con il piacere di viaggia-
re a cielo aperto e aggiunge all’eccellente comfort l’elevata praticità nell’utilizzo quotidiano. Le cabriolet Audi sono dotate della classica ca-pote in tela: la A5 non fa eccezione ed è dotata di un soft top leggero, che le conferisce una linea dinamica ed elegante. La capote completamente automatica si apre in solo 15 secondi. A richiesta è disponibile una capote insonorizzata, con uno stra-to centrale formato da schiuma isolante che riduce il fruscio aerodinamico quasi allo stesso livello di una berlina. Durante l’apertura, la capote della Audi A5 Cabrio-let si ripiega in modo tale da occupare pochissimo
Il fascino intramontabiledi un’auto scoperta
A5 Cabriolet, dinamica e raffinata è pronta a regalare forti emozioni
motori
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Eleganza naturale delle forme, comandi perfetti, materiali ricercati: ancora una volta la Audi dimostra di non avere rivali nel settore
di MARIOLINA BELLI
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spazio all’interno del vano bagagli, dove rimango-no altri 320 litri di capienza: un record rispetto a tutte le sue concorrenti. L’alloggiamento della ca-pote si abbassa automaticamente all’apertura del tetto. Questa soluzione risulta molto pratica, così come gli schienali dei sedili posteriori ribaltabili e il grande vano passante tra bagagliaio e abitacolo, che aumenta a 750 litri il volume di carico. L’abitacolo di questa quattro posti è reso ancora più confortevole dai porgicintura automatici per i sedili anteriori e dal riscaldamento per la zona della testa, disponibile come optional. In combinazione con i rivestimenti dei sedili in pelle (a richiesta) un particolare materiale di rivestimento riduce il surriscaldamento dei sedili durante l’esposizione al sole. La protezione anti-surriscaldamento riflette i raggi infrarossi, riducendo così la temperatura su-perficiale anche di 20 gradi. Grazie al passo di ben 2,75 metri la A5 Cabriolet offre un ampio abitacolo; la quattro posti aperta si rivela una compagna di viaggio molto spaziosa. Questo vale anche per i sedili posteriori, di con-formazione sportiva. Sono disponibili a richiesta, una consolle centrale per i passeggeri posteriori, che sotto l’avvolgibile ospita un portabibite con due portabicchieri, e un vano portaoggetti sotto il sedile del passeggero anteriore. Come ogni Audi, anche la A5 Cabriolet ha una
carrozzeria estremamente rigida, presupposto es-senziale per un uso preciso e sportivo, un comfort di rotolamento superiore e un’elevata sicurezza in caso di impatto grazie all’uso di acciai di massi-ma resistenza e rinforzi supplementari nella car-rozzeria che assicurano elevata rigidità e sicurez-za. Nella A5 scoperta quasi non si percepiscono oscillazioni e vibrazioni; nemmeno sul volante e sui sedili. Cinque motorizzazioni efficienti, un telaio agile e un’ampia gamma di optional rendono la nuova Audi Cabriolet molto accattivante. Il sedile climatizzato comfort presenta anche un’altra caratteristica di lusso: il nuovo riscalda-mento per la zona della testa. Alcuni canali nella parte superiore dello schienale emettono aria calda che riscalda la nuca e il collo; la ventola può esse-re regolata su tre livelli. Grazie al riscaldamento della zona della testa, disponibile anche per i sedili sportivi, è possibile prolungare ulteriormente la stagione open air. Inizialmente la A5 Cabriolet è disponibile in tre versioni a benzina e in due versioni Turbodiesel con una gamma di potenza compresa tra 180 cv (132 kW) e 265 cv (195 kW). Tutti e cinque i pro-pulsori sono a iniezione diretta, quattro sono dotati di sovralimentazione turbo. Per quanto riguarda la trasmissione sono disponibili un cambio manua-
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le a sei marce, il multitronic a variazione continua e il nuovo S tronic a sette rapporti, caratterizzato da cambi marcia rapidissimi. Oltre alla trazione anteriore, per le versioni più potenti è disponibi-le anche la trazione integrale permanente quattro. L’innovativo differenziale sportivo, che ripartisce la coppia in modo variabile tra le ruote posteriori, è un optional che assicura ancora più dinamismo e divertimento. La nuova Audi A5 Cabriolet ha un equipaggiamen-to molto ricco che comprende, oltre alla capote completamente automatica, un climatizzatore au-tomatico e l’impianto audio con lettore cd. Tra gli optional di maggior spicco figurano gli innovativi dispositivi di assistenza e l’ultima generazione del sistema MMI, che comprende molte funzioni per la navigazione e l’intrattenimento. È inoltre dotata del sistema start/stop: quando la A5 Cabriolet si ferma al semaforo o a un incrocio con la leva del cambio in folle e senza pedale della frizione premuto, la centralina del sistema spegne il motore. Il motore si riaccende non appena il con-ducente preme la frizione. Un motorino d’avvia-mento particolarmente potente, sviluppato interna-mente alla Audi, compie questa operazione in circa due decimi di secondo. Il motore sale di giri mentre il guidatore innesta la marcia e quando rilascia il pedale della frizione ha già raggiunto il regime del minimo. Il sistema start/stop riduce i consumi di circa 0,2 litri ogni 100 chilometri, che equivalgo-no a una riduzione delle emissioni di circa cinque grammi CO2/km.n
MotorizzazioniBENZINA
2.0 TFSI 180 CV (132 kW) multitronic
2.0 TFSI 211 CV (155 kW)
2.0 TFSI 211 CV (155 kW) multitronic
3.2 FSI 265 CV (196 kW) multitronic
DIESEL
2.7 TDI 190 CV (140 kW)
3.0 TDI 240 CV (176 kW) quattro con S tronic a 7 rapporti
motori
Con una linea sportiva ed elegante, la Audi A5 Cabriolet continua la lunga tradizione del Marchio dei quattro anelli nel segmento delle scoperte di lusso, contraddistinto da grandi successi. L’ul-tima nata di Casa Audi è offerta in una vasta gamma di motori, tutti Euro5, con potenze da 180 a 265 CV offerte sia con trazione anteriore sia quattro, e con tre diverse trasmissioni, una manua-le a sei rapporti e due automatiche, tra cui l’innovativo S tronic a doppia frizione, a sette rapporti. Inoltre, per gli amanti della guida dinamica è disponibile l’innovativa trazione integrale quat-tro con differenziale sportivo, che ripartisce la coppia in modo variabile tra le ruote posteriori, consentendo il massimo piacere di guida e sicurezza in tutte le situazioni. Come per tutti i mo-delli “aperti” Audi, anche la A5 Cabriolet ha una capote in tela; questa scelta ha consentito di contenere il peso della vettura e di abbassarne il baricentro mantenendo un comfort acustico di elevatissimo livello. L’apertura della capote avviene in soli 15 se-condi mentre la chiusura in 17. La chiusura e l’apertura possono essere effettuate anche durante la marcia fino a una velocità di 50 km/h. A richiesta è disponibile una capote insonorizzata con uno strato centrale formato da schiuma isolante, che riduce ul-teriormente il fruscio aerodinamico portandolo quasi allo stesso livello di una berlina. Per la prima volta la Audi propone inoltre un nuovissimo sistema di riscaldamento per la zona del collo e della testa, che permette di godersi la vettura scoperta anche durante i mesi invernali. Altra novità assoluta, di grande importanza per una Cabriolet, è la protezione contro il surriscaldamento dei se-dili, disponibile per i tutti i rivestimenti in pelle. Una particolare pigmentazione della pelle ne impedisce il riscaldamento eccessi-vo, riflettendo i raggi infrarossi della luce solare. Ciò consente di abbassare fino a 20° la temperatura della superficie.
Lombarda Motori 2 S.p.A.Viale Sicilia 4820052 MonzaTel. 039 206991www.lombardamotori.it/[email protected]
foto di Mauro Martignano
Scegl iere un iscr i t to a l l ’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabil i significa affidarsi a un professionista qualificatoL’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza, è nato il 1º gennaio 2008 dalla confluenza dell’Ordine dei dottori commercialisti di Monza e della Brianza e del Collegio dei ragionieri e dei periti commerciali del circondario di Monza.Accesso regolamentato • La Legge stabilisce le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è prevista l’iscrizione in appositi albi a garanzia della fede pubblica e
della collettività. • Il dottore commercialista, il ragioniere commercialista e l’esperto contabile non possono esercitare la professione se non sono iscritti all’Albo.• La professione e l’iscrizione all’Albo sono disciplinate dal decreto legislativo 28 giugno 2005 n. 139. • Il titolo professionale spetta solo dopo aver conseguito una laurea in materie economiche-giuridiche ai laureati che abbiano compiuto il tirocinio
triennale e superato l’esame di stato per l’esercizio della professione in sede universitaria.• L’Ordine garantisce la professionalità degli iscritti, le tariffe applicate e può agire disciplinarmente. Per avvalorare l’importanza ed il ruolo che la
legge attribuisce all’Albo, ricordiamo che il tesserino di iscrizione può essere reso equipollente al documento di identità.
Vincoli etici • Gli iscritti all’Albo si sono dati delle regole etiche di comportamento riassunte in un “codice deontologico”.
Garanzia di riservatezza • Il dottore commercialista, il ragioniere commercialista e l’esperto contabile sono vincolati al segreto professionale, devono mantenere un
atteggiamento di riserbo in relazione alle notizie apprese nell’esercizio della professione o in via incidentale, anche se queste riguardano la sfera personale del cliente o di coloro che sono a lui legati da vincoli familiari ed economici.
Competenza tecnica • A tutti gli iscritti nell’Albo la legge riconosce competenza specifica in economia aziendale e dirittto d’impresa e, comunque, nelle materie
economiche, finanziarie, tributarie, societarie e amministrative (amministrazione e la liquidazione di aziende, di patrimoni e di singoli beni; perizie e le consulenze tecniche; le ispezioni e le revisioni amministrative; verificazione e ogni altra indagine in merito alla attendibilità di bilanci, di conti, di scritture e di ogni altro documento contabile delle imprese ed enti pubblici e privati; regolamenti e le liquidazioni di avarie; funzioni di sindaco e di revisore nelle società commerciali, enti non commerciali ed enti pubblici).
• A seconda della sezione di appartenenza (A Commercialisti, B Esperti contabili) la legge riconosce ulteriore competenza tecnica per l’espletamento di determinate attività indicate dall’Ordinamento.
Formazione professionale continua• Gli iscritti all’Albo hanno adottato l’obbligo della formazione professionale continua. L’iscritto è tenuto all’acquisizione di un minimo di 20 crediti
annuali e di 90 nel corso di un triennio.
La legge vieta l’uso dei titoli professionali di “dottore commercialista”, “ragioniere commercialista” e di “esperto contabile”, sia del termine abbreviato “commercialista” da parte di chi non ne abbia diritto. Oggi, purtroppo, molti non abilitati abusano del titolo di “commercialista”, con grave pregiudizio per il cliente e la società in genere.
Nell’intento di offrire un servizio di rapida consultazione pubblichiamo di seguito l’elenco completo dei dottori commercialisti e dei ragionieri commercialisti iscritti nella sezione A dell’Albo e degli esperti contabili iscritti all’elenco B.
Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e della Brianza Via Ticino 30 - 20052 Monza - Tel. 039734038 - Fax 039736436 www.odc-monza.net - [email protected]
MONZAE BRIANZA
ORDINEDEI
DOTTORICOMMERCIALISTIE
DEGLI
ESPERTICONTABILI
COMMERCIALISTI (ELENCO A)
Gli iscritti all’Ordine dei dOttOri cOmmercialisti e deGli esperti cOntabili di mOnza e della brianza
Cesano MadernoCinisello BalsamoCogliateCologno MonzeseConcorezzoCornate d’AddaCorrezzanaCusano MilaninoDesioGiussanoLazzateLentate sul SevesoLesmoLissoneMacherioMedaMezzagoMisintoMonzaMuggiòNova Milanese
OrnagoPaderno DugnanoRenateRoncelloRonco BriantinoSeregnoSesto S. GiovanniSevesoSolaroSovicoSulbiateTriuggioUsmate VelateVaredoVedano al LambroVeduggioVerano BrianzaVillasantaVimercateVimodrone
B U S I N E S S
Brianza Business viene spe-dita gratuitamente in abbo-namento postale agli iscritti all’Albo dei dottori commer-cialisti e degli esperti conta-
bili di Monza e della Brianza, ai soci di Con-findustria Monza e Brianza, alle principali cariche politiche, militari e istituzionali della Provincia, ai presidenti e ai magistrati del Tribunale di Monza, ai direttori delle Agenzie delle Entrate della Lombardia, alle Camere di commercio della Lombardia, ai 128 Ordini dei commercialisti presenti in tutta Italia, ai maggiori periodici e quotidiani economici na-zionali, ai sindaci e agli assessori al bilancio dei comuni della giurisdizione del Tribuna-le di Monza, ai soci dei Rotary club, ai soci dei Lions club, alle principali banche e assi-curazioni, ai golf, tennis e sporting club più prestigiosi di Monza, Brianza, Como, Lecco, Milano e ad alcuni ministeri a Roma.
I 62 COMUNI DELLA gIURISDIZIONE DEL TRIBUNALE DI MONZA
LIONS CLUB DESTINATARIBrianza ColliBrianza Host BrioscoCanonica LambroCantù Mariano ComenseCastello Brianza LaghiCernobbio Cinisello BalsamoCologno Monzese Medio LambroComo HostComo LarianoComo Plinio il GiovaneDesioErbaLecco Host
Lecco San NicolòMerateMonticelloMonza Corona FerreaMonza DuomoMonza HostMonza ParcoMonza Regina TeodolindaPaderno DugnanoSesto San Giovanni CentroSesto San Giovanni HostSeregno BrianzaVimercate
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B U S I N E S SBimestrale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Monza e della Brianza
giugno/luglio 2009
� 5,00
Alessandro Ortis
Nitto Palma
Ermanno Werthhammer
Renato Amoroso
Il sistema aeroportuale
lombardo
Exposcuolambiente
Contrattualistica
internazionale
Provincia al fotofi nish
L’Assemblea annuale
dell’Ordine
I restauratori di Meda
in Medio Oriente
Museo del ciclismo
Sporting Club
Audi A5 Cabriolet
num
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32DOTCOM EDIZIONI
”Bollettino dell’ODCEC di Monza e della Brianza“ Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano
90032
9 771724 902000
MONZAE BRIANZA
ORDINEDEI
DOTTORICOMMERCIALISTIE
DEGLI
ESPERTICONTABILI
A tutti gli associati
ROTARy CLUB DESTINATARICinisello Sud - BrianzaColli Briantei della Martesana Milanese Meda e delle BrughiereMerate BrianzaMonzaMonza Nord LissoneMonza OvestMonza EstSeregno - Desio - Carate BrianzaSesto San GiovanniVaredo e del SevesoVimercate Brianza Est
Assistenza e Ricambi: Via Philips, 17 20052 Monza (MI)
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