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maggiore, che una presenza di un versamento pleurico
previa valutazione anestesiologica perché comunque io,
ripeto, sono un chirurgo toracico per cui posso porre
un’indicazione chirurgica che è quella legata al fatto di
dire “possiamo fargli questo”, però l’anestesista entra
sempre per primo per me. Infatti “Previa valutazione
anestesiologica e (inc.) si programma VATS diagnostica
eventualmente palliativa”. Allora, il discorso della
palliazione, qui scrivo poi “(pleurodesi se oncologica)”.
Questo perché? Perché questo paziente... la diagnosi è
ovvio viene sempre messa come... ma in realtà la cosa
importante era palliare la situazione che questo paziente
aveva. Le mostro la TAC perché... dunque, innanzitutto il
paziente aveva in questo punto, non so se si vede bene,
comunque vi è già una nodulazione della pleura, ma quello
che...
AVV. BELLANI – La può mostrare la nodulazione pleurica?
IMP. BREGA MASSONE – Sì, in questo punto vi è un’immagine che
viene descritta anche come versamento pleurico che però è
assolutamente solida, cioè nel senso che da quello che si
può valutare, almeno per l’esperienza, è una placca,
quella che proprio si definisce cotenna pleurica. Quindi
verosimilmente il paziente in passato aveva avuto delle
pleuriti, aveva avuto un versamento pleurico che poi era
guarito ispessendosi. Questa placca è in questa
posizione, qui non c’è nulla, cioè nel senso che se fosse
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clinica e poi chiesi agli anestesisti se il paziente
poteva essere addormentato, era questa. E in un paziente
anziano comunque avere il dolore, avere una situazione
comunque di verosimili continue pleuriti, perché qui
siamo... cioè, questa pleurite è sicuramente vecchia, qui
ce n’è un'altra perché c’è comunque un versamento, un
versamentino pleurico, sicuramente non è un versamento
pleurico per cui noi avremmo fatto l’intervento
chirurgico, cioè ci fosse stato solo quel versamento. Qui
è un intervento per quelli che vengono definiti empiemi
saccati/cotenna pleurica e bisogna liberare il polmone se
no il paziente perde in funzionalità respiratoria, tant’è
che il paziente non ha una spirometria eccezionale, e per
togliere soprattutto il dolore che è la cosa più
importante.
AVV. BELLANI – Nella contestazione si parla di questa visita
cardiologica, queste controindicazioni.
IMP. BREGA MASSONE – La stavo andando a cercare. Dunque, vi è
questa visita cardiologica che ovviamente fa
riferimento... intanto la spirometria mostrava una FEW1
di mille che costituiva il 43%, però questo come i
versamenti pleurici quando fanno la spirometria è uno di
quegli interventi in cui si valuta di andare a migliorare
la spirometria, non di fare una resezione polmonare che
ne diminuisca la funzionalità respiratoria. Cioè, da
questo intervento ne doveva anzi guadagnare in
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funzionalità, per cui ha una broncopneumopatia
ostruttiva...
AVV. BELLANI – Lei ha sentito cosa hanno detto i Consulenti
del Pubblico Ministero sul giudizio su questa
spirometria. Il Professor Sartori dice che secondo lui
era ottima, a pagina 111 del... mentre per il Dottor
Squicciarini, cito “Era una spirometria molto pesante”,
pagina 103 del suo esame. Volevo chiedere a lei come
colloca questa spirometria tra l’ottimo e il molto
pesante.
IMP. BREGA MASSONE – E’ un paziente che ha 90 anni, quindi
sicuramente... però io credo che questo paziente, per
quello che comunque era il polmone che abbiamo... e non
abbiamo visto la parte parenchimale, comunque se non
avesse avuto quella trazione avrebbe potuto avere una
spirometria sicuramente migliore perché comunque ha un
43%. Non diciamo che debba avere il 100%, però almeno un
65 – 70% un paziente che non ha noduli polmonari, che non
ha situazioni gravissime, può averlo. In questo caso in
realtà la inspirazione... cioè, proprio il paziente aveva
questo dolore e aveva quello che si definisce un respiro
corto, cioè un respiro che non riesce mai a raggiungere
il massimo ed è la ragione per cui anche la spirometria,
ma questo per il dolore, non ebbe un risultato del
genere. Comunque la valutazione cardiologica fu una
valutazione che diede un rischio aumentato e credo fosse
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naturale anche per l’età e la situazione del paziente. Il
paziente aveva avuto dei pregressi come un infarto
intestinale, aveva avuto delle pregresse problematiche,
un’anemia sideropenica. Quindi è corretto che
l’anestesista che valuti... o in questo caso il
cardiologo ponga un rischio aumentato, però non pone la
controindicazione all’intervento e dice solo che il
paziente non si anemizzi, di controllare l’anemizzazione
nel post-operatorio. Adesso io non la trovo, però ce
l’avevo sicuramente.
AVV. BELLANI – In poche parole, come andò l’intervento e il
post-operatorio?
IMP. BREGA MASSONE – Allora, questo fu uno dei pazienti in
cui... innanzitutto il paziente andò benissimo per
fortuna, ma in cui ebbi un po' da ridire, nel senso che
fu un paziente in cui mi fu assicurato, anzi me lo
chiesero loro il posto in Rianimazione e il posto in
Rianimazione mi fu occupato durante l’intervento, cioè
dissero al 118 di portare un paziente mentre noi stavamo
operando. Ecco, la visita cardiologica comunque l'ho
trovata e diceva esattamente che era impostata in corso
di ricovero, “Dato aumentato rischio utile monitoraggio
nel post-operatorio in Terapia Intensiva”. L’intervento
fu un intervento in toracoscopia e si andò a liberare
l’aderenza che era proprio a livello della base polmonare
di sinistra. Viene proprio descritto che viene fatta
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questa lisi di aderenze e vi è anche una micronodulazione
della pleura viscerale, ma era quella che avevamo visto,
e comunque quello che a noi interessava era togliere
questa cotenna al paziente, valutiamo – ed è scritto
tutto – che si riespanda bene il polmone e poi facciamo
anche un intalcamento, vista l’età del paziente, proprio
per mantenere, una volta che si era liberato il polmone,
mantenere il polmone il più possibile attaccato alla
parete e quindi non dare spazio a formare
nell’eventualità anche quel piccolo versamentino che poi
poteva sfociare in quella che era stata la cotenna
pleurica.
AVV. BELLANI – L’intalcamento quindi in un paziente grande
anziano non oncologico, è corretto?
IMP. BREGA MASSONE – Sì.
AVV. BELLANI – Perché questo non è un paziente oncologico.
Quali sono le ragioni per cui avete fatto questo?
IMP. BREGA MASSONE – Devo dire che il discorso per cui noi
l’abbiamo fatto è stato principalmente quello palliativo,
antalgico e di poter ridare al paziente una respirazione
completa, quindi non limitata come l’aveva con quella
cotenna pleurica e soprattutto togliergli il dolore come
avvenne dopo. Quello che a noi... qui avrebbe anche
potuto essere, per dire, un mesotelioma perché un
ispessimento della pleura di questo tipo avrebbe potuto
anche essere un mesotelioma, ma proprio perché le
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giusto, per cui noi non è che noi ci disinteressavamo dei
pazienti una volta operati, il problema principale è che
il paziente avesse quello che doveva avere. Questo
paziente poi morì un anno e...
PRESIDENTE – Sei mesi.
IMP. BREGA MASSONE – Questo paziente?
PRESIDENTE – Sì.
IMP. BREGA MASSONE – Quello che è scritto... allora, io...
PRESIDENTE – Sei mesi. Be’, vediamo se ha un altro dato.
IMP. BREGA MASSONE – Sì, io ho tutt’altro dato, nel senso
che... io mi rifaccio a quello che è stato presentato
dalla Procura all’atto del Decreto che dispone il
giudizio. Il paziente decede in data 15.01.2010, per cui
a me risulta...
PRESIDENTE – Mi scusi, nel 2010, ma l’intervento è del 2007,
addirittura tre anni dopo?
IMP. BREGA MASSONE – Sì.
PRESIDENTE – Va be’, è un dato che verificheremo.
IMP. BREGA MASSONE – Questo è quello... almeno, se io non ho
sbagliato a leggere sulla cosa ma non credo, io ho fatto
tutti decessi post-operatori derivandoli dal Decreto che
dispone il giudizio.
PRESIDENTE – Ce l'ho anch’io il Decreto che dispone il
giudizio, ma non c’è questo dato, Dottore, però. Mi scusi
se la contraddico.
IMP. BREGA MASSONE – Allora ho sbagliato io...