SELLO UDINE LICEO ARTISTICO “Per chi scende da piazzale Osoppo verso il cuore della città, Piazza Primo Maggio, è impossibile non gettare l’occhio su Palazzo Sello, l’antico mobilificio progettato da Angelo Sello. Particolare nella sua architettura, l’Istituto ha saputo negli anni vincere ogni tipo di pregiudizio per imporsi come luogo di arte e di cultura. Nel 1959, anno di inizio dell’attività didattica, gli iscritti erano appena sei. Un giovane insegnante di quei tempi ricordava i caratteri originali della scuola che trasmettevano un senso di appartenenza a una grande famiglia. Dalla sua attivazione, con i corsi di Arte del legno e Arte dei Metalli, si è giunti al 2012 con un arricchimento di indirizzi che spaziano dalle Arti Figurative alla Grafica, dall’Architettura e Ambiente al Design Industriale, dal Design della Moda fino al recentissimo Audiovisivo e Multimediale. Dislocata su tre sedi, Piazza Primo Maggio, via Gorizia e via Diaz, quella che un tempo era la succursale dell’Istituto d’Arte di Venezia, oggi conta più di mille iscritti e si può con orgoglio affermare che l’aspirazione dei fratelli Sello, di vedere realizzato un centro di cultura, si è concretizzata.” prof.ssa Rossella Rizzatto, dirigente scolastico PERCHÉ IL SELLO “A tredici anni, l’indecisione della scelta per quali studi avrei affrontato era causata dalle troppe passioni e dalle troppe curiosità: volevo diventare medico di frontiera, missiona- rio, aiutare la gente, ma amavo anche la danza, lo sport, l’acrobatica, e divoravo letteratu- ra con una smisurata e già arlecchinesca voracità. Eppure il linguaggio che mi permet- teva più di ogni altro di pensare, progettare e comunicare era sempre stato il disegno. Perciò decisi che ne avrei fatto un mestiere: un mestiere serio. Scelsi l’Istituto Statale d’Arte anziché un Liceo, proprio perché di ‘mestiere dell’arte’ si trattava, anziché solo di ‘cultura sull’arte’. Lì ho imparato a progettare e a realizzare, a trasformare le fantasie in realtà, a non perdermi mai durante un percorso di immaginazione. Ho imparato anche che per poter ‘fare’ bisogna ‘conoscere’, e che per poter inventare qualcosa di nuovo bisogna sempre saper riscoprire il valore antico delle cose. Passione e competenza! Questo doppio imprinting lasciatomi dall’Istituto Sello non mi ha più abbandonato…” “ARLECCHINO” CLAUDIA CONTIN, attrice e autore di testi e di saggi teatrali di notorietà internazionale. È stata la prima donna a interpretare con continuità, sin dal 1987, il ruolo maschile di quella che è una delle Maschere più famose e amate della Commedia dell’Arte italiana. A fianco e a supporto di quest’arte dell’attore, Claudia Contin Arlecchino coltiva sin dalle origini l’arte figurativa e la progettualità tecnica. Dal 1987 rivolge la sua attenzione figurativa soprattutto all’arte scenica, progettando e realizzando scenografie, costumi e maschere professionali in cuoio per la Commedia dell’Arte, senza tuttavia mai abbandonare le tecniche artistiche della pittura, della grafica, dell’incisione e della scultura in creta e legno. Dal 2008 riprende assiduamente anche l’attività espositiva figurativa in Italia e all’estero, ormai esplicitamente coordinata con le sue ricerche sulla performance teatrale. Claudia Contin ha fondato a Pordenone nel 1990 la Scuola Sperimentale dell’Attore, assieme al regista Ferruccio Merisi, ed è tutt’oggi il direttore dei programmi didattici. 40 41 Foto: Archivio fotografico della Scuola Sperimentale dell’Attore - grafica di Glenda Sburelin