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dicembre-gennaio 2015_BIMESTRALE KINDER+SPORT WINTER CUP: VI EDIZIONE ALDO, GIOVANNI E GIACOMO PARTNER DEI RAGAZZI/E DELLA S.DI P. ANDERLINI RUBRICA TECNICA FIRMATA DAI TECNICI S.DI P. ANDERLINI ANNO 18_N° 87 A NDERLINI NEWS S C U O L A D I P A L L A V O L O
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Scuola di pallavolo news nr 87

Apr 06, 2016

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dicembre-gennaio 2015_BIMESTRALE

Kinder+Sport Winter Cup:

VI edIzIone

Aldo, GiovAnni e GiAComo partner deI ragazzI/e della S.dI p. anderlInI

rubrIca tecnIca FIrMata daI teCniCi S.di p. Anderlini

ANNO 18_N° 87

AnderliniNEWS

S c u o l a d i P a l l a v o l o

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I EDIZIONE

IIIEDIZIONE

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AnderliniNEWS

S c u o l a d i P a l l a v o l o

Care lettrici e cari lettori eccoci all’ulti-mo numero dell’anno della nostra, ma soprattutto vostra, rivista e quindi il mio primo pensiero è augurare a tutti voi un Buon Natale e un felicissimo Nuovo Anno. In copertina, come quattro anni fa, tre grandi amici della Scuola di Pallavolo Franco Anderlini: Aldo, Giovanni e Gia-como il trio comico più intelligente degli ultimi vent’anni. Esce in questi giorni nelle sale cinematografiche il loro nuovo film, «Il ricco, il povero e il maggiordomo» e fra le varie forme di lancio del loro ultimo lavoro

di daniele Soragni

SAVE THE DATE KINDER+SPORT

WINTER CUP2015I NUmERI

ALDO, GIOVANNI E GIACOmOOSPITI AL VILLAGGIO DEI mONDIALI

GRAZIE RAGAZZE!

II EDIZIONE

IL RICCO, IL POVERO E IL

mAGGIORDOmOALDO, GIOVANNI

E GIACOmO

USA NATIONAL TEAm

ALBO D’ORO

KINDER+SPORTWINTER CUP

NUOVO FILm, NUOVA ImmAGINE,

VECCHI AmICI.

2009 2010 2011 2012 2013

Horeca Partners Lauria

Anderlini Unicom Starker

S.di P. Anderlini Trenkwalder

Anderlini Unicom Starker

Vero Volley Milano

Anderlini Unicom Starker Blu

S.di P. Anderlini Casa Modena-

Anderlini Unicom Starker

TSV Muhldorf

Pro PAtria Yamamay Futura

Arti e Mestieri

Habimat Famila In Volley

TSV Muhldorf

Esae 2G Norda Foppapedretti

Carige Genova

Brunopremi.com

Avolley Schio

Habimat Famila In Volley

S.di P. Anderlini

Foppapedretti Bergamo

Sel. Regionale Lombardia

Anderlini Unicom Starker

Avolley Schio

Bracco Pro Patria MIlano

S.di P. Anderlini

Foppapedretti Bergamo

Roma 12 Etic.A

Anderlini Unicom Starker

Planet Volley

Lilliput

UNDER 18/19 MASCHILE

UNDER 18 FEMMINILE

UNDER 16/17 MASCHILE

UNDER 16 FEMMINILE

UNDER 14/15 MASCHILE

UNDER 14 FEMMINILE

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S.DI P. ANDERLINI

FOPPAPEDRETTI BERGAMO

VERO VOLLEY MILANO

PRO PATRIA

AVOLLEY SCHIO

TSV MUHLDORF

IN VOLLEY

ARTI E MESTIERI

SEL. REG. LOMBARDIA

ROMA 12

HORECA PARTNERS LAURIA

COPRA PIACENZA

CARICE GENOVA

BRUNOPREMI.COM

PLANET VOLLEY

LILLIPUT

M.ROMA VOLLEY

URSA MAJOR VOLLEY

POL. ROMA 7

PROGETTO ASPAV VOLLEY

PERSPIN PALL. FLORENS

VOLLEY STADIUM MIRANDOLA

POL. VIRGILIO

ACQUA PARADISO GABECA

LIBERTAS VOLLEY FORLì

ASTI IN VOLLEY

YAKA VOLLEY

MONDIAL CITTà DI CARPI

UNION LIDO VACANZE

ARTHOME FIUMICELLO

VOLANO VOLLEY

EMPOLI PALLAVOLO

VOLLEY CLUB ETRURIA

VOLLEY PANTERA LUCCA

ZOK VOJVODINA

UNIONE PALLAVOLO SCANDICCI

ASA TRADE LIVORNO

ZINELLA PALLAVOLO BOLOGNA

VOLLEY AREZZO

INSIEME 4 VOLLEY

EURO HOTEL RESIDENCE MONZA

DREAM VOLLEY PISA

TORRI

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* i numeri sono aggiornati al 24 novembre 2014

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hanno, come nel 2010 per il film «La ban-da dei Babbi Natale», scelto di pubbliciz-zarlo sulle maglie dei nostri allievi. Al di là dei meriti del trio portammo bene per-ché «La banda dei Babbi Natale» incassò 25 milioni di euro! Augurando al “ricco, al povero e al maggiordomo” altrettanti successi di pubblico, critica e botteghino siamo felici di questa riconferma del ge-mellaggio volley-trio grazie anche all’ami-cizia e collaborazione dell’agenzia «Agidi» del modenese doc e d’eccellenza Paolo Guerra che saluto. Siamo alla fine dell’an-

no, ma ho ancora negli occhi e nel cuore il bel risultato (anche se meritavano di più del quarto posto) delle azzurre di Marco Bonitta al Mondiale di pallavolo del set-tembre scorso disputatosi in Italia. Resta la consolazione di avere battuto sia gli Stati Uniti che la Cina che si sono giocate le finale. Il torneo ha visto anche Modena ospitare, con una perfetta organizzazio-ne, una fase del torneo e bravo il nostro Rodolfo «Giobbe» Giovenzana che come direttore esecutivo del Comitato Organiz-zatore Locale ha arricchito l’evento spor-

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EDITORIALE

dIrettore reSponSabIle: daniele SoragniaSSIStente reSponSabIle: lori pagliariredazIone: Franco cosmaidIrettore edItorIale: rodolfo giovenzanacollaboratorI:

FotograFIa: www.fotomodena.it - riccardo giulianiprogettazIone creatIVa e IMpagInazIone: Sts ItalianaStaMpa: tipolitografia Montagnani - V.le amendola, 452 - 41125 - Modena

Sede SocIale e redazIone: pala anderlini - Via Mario Vellani Marchi, 106 - Modena - 41124 - tel. 059/348086

IV EDIZIONE

LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTE OTTOBRE

ROSA

RUBRICA TECNICAA SCUOLA DI TECNICA:

LA BATTUTAdi Roberta Maioli, Davide Soattini

e Alberto Di Mattia

RUBRICA LLHTIL CAmBIAmENTO

di Andrea Strozzi

RUBRICA NON SOLO

VOLLEYLA FRATELLANZA

1874di Fabio Spezzani

CEARESPONSABILITà

SOCIALE:A CONFRONTO

mUZZARELLI E GUERZONI

di Rodolfo Giovenzana, Gualtiero Cicogni

e Claudia Fiorini

III EDIZIONESERRA CUP

V EDIZIONE

LA mAPPA

ANDERLINI VOLLEY CAmP 2015

EDUCATIONAL2 VOLTERRA

RUBRICA mARKETING

COINVOLGEREED ENTUSIASmARE

di Roberto Ghirelli

RUBRICA FISCALE

I COmPONENTI DEL CONSIGLIO

DIRETTIVOdi Movida Studio

LAVOROGUADAGNO

32 SQUADRE DALL’EMILIA ROMAGNA

30 SQUADRE DALLA LOMBARDIA

27 SQUADRE DALLA TOSCANA

24 SQUADRE DALLA TOSCANA

12 SQUADRE DAL PIEMONTE

9 SQUADRE DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

6 SQUADRE DAL LAZIO

5 SQUADRE DALLA LIGURIA

1 SQUADRA DALL’ABRUZZO

3 SQUADRE DALLA GERMANIA

2 SQUADRE DA SAN MARINO

1 SQUADRA DALLA SVIZZERA

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SOMMARIO

tivo con una serie di interessantissime ini-ziative. Chiudo con due annotazioni, una veramente triste l’altra per fortuna felice. Tutti noi siamo vicini a Goncheh Ghavami la venticinquenne con cittadinanza bri-tannica e iraniana arrestata quattro mesi fa a Teheran e condannata a trascorrere altri dodici mesi in carcere. Il reato è l’aver cercato di assistere alla partita di pallavo-lo Iran-Italia. Il governo iraniano proibisce alle donne di entrare negli stadi di calcio e nei palazzetti dello sport «per proteg-gerle» questa l’inaudita motivazione «dai

fan uomini». Inaudito! Ma chiudiamo l’an-no con un sorriso facendo gli auguri ad Andrea Nannini, cofondatore nel lontano 1985 della Scuola di Pallavolo Franco Anderlini. Uno dei pilastri della pallavolo italiana, bandiera della Panini, olimpio-nico, pluricampione d’Italia, allenatore e soprattutto esempio di sport e sportività compie…tantanni (c’è la privacy). Auguri grande Andrea! Buona lettura e, come sempre, buone schiacciate a tutti.

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IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO - BACKSTAGE

Il ricco il povero e il maggiordomo:

dall’11 dicembre scende in campo

l’allegria!

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In campo per la S.di P. Anderlini ci sono tre nuovi giocatori: Aldo, Gio-vanni e Giacomo. Il tr io comico ac-compagna le squadre agonistiche della S.di P. (maschili e femminili) nelle loro partite: potrete veder-li in campo non in carne ed ossa, ma sulle maglie dei giocatori, per-sonalizzate con la locandina de il ricco, il povero e il maggiordo-mo, i l nuovo f ilm di Natale del trio al cinema dall’11 dicembre.

A vestire i panni del “ricco” sarà Giacomo, che interpreta uno spre-giudicato broker appassionato di golf, con uno spettacolare uf f icio di rappresentanza nella “city” di Porta Nuova a Milano e un’altret-tanto spettacolare vil la con parco e piscina appena fuori città. Il suo f ido “maggiordomo” è Giovanni, cultore delle arti marziali e della f i losofia giapponese, sentimental-mente legato (ma Giacomo non lo sa!) alla caliente cameriera suda-mericana Dolores. Il “povero” ha il volto di Aldo, che interpreta un venditore abusivo nel mercato di quartiere: vive con la mamma, so-gna di poter comprare la licenza e nel tempo libero allena un’allegra e inconcludente squadretta di calcio composta in maggioranza da bam-bini extracomunitari.

L’incontro tra i tre è rocambolesco: Aldo, in fuga dai vigil i che control-lano le licenze, viene investito dalla macchina di Giacomo e Giovanni, che lo portano via e gli propon-gono un risarcimento in cambio di qualche lavoretto in vil la. L’improvviso tracollo f inanziario di Giacomo fa precipitare i progetti di tutti e tre: addio vil la, addio Dolo-res, addio licenza. Giacomo e Gio-vanni sono costretti a trasferirsi a casa della mamma di Aldo, Calce-

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donia. Tra i disagi della conviven-za, disavventure e situazioni comi-che riuscirà Giacomo a trovare la soluzione che potrebbe salvare le sorti di tutti? E soprattutto: Aldo si rivelerà essere davvero il miglior investimento per uscire dalla di-sgrazia?Lo sapremo soltanto dopo un ma-trimonio, un funerale, un malde-stro appuntamento al buio e una rocambolesca irruzione di massa a suon di musica mariachi in una

di aGidi

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La S.di P. torna in campo al fianco di Aldo, Giovanni e Giacomo per il nuovo film di Natale

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IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO

villa messa sotto sequestro.Il f i lm, prodotto da Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi srl, è f ir-mato da una squadra più che af-f iatata: accanto ad Aldo, Giovanni e Giacomo, infatti, debutta come regista Morgan Bertacca, f idato collaboratore del trio f in dai tempi di La leggenda di Al, John e Jack, che f irma anche la sceneggiatura con Valerio Bariletti, Pasquale Pla-stino e il tr io.A completare il cast è stato chia-mato un team di attori formidabi-li: Giuliana Lojodice interpreta la combattiva Calcedonia, mamma di Aldo; Francesca Neri è Assia, un’af fascinante direttrice di banca; Sara D’Amario dà il volto a Camilla, l’aristocratica moglie di Giacomo; la focosa cameriera f idanzata con Giovanni ha il sorriso contagioso di Guadalupe Lancho, Rosalia Porca-ro è Samantha, una pasticcera che tenterà di sedurre Aldo a suon di bignè e Massimo Popolizio è un ironico Padre Amerigo.

il ricco, il povero e il maggior-domo è un f ilm ecosostenibile, at-tento alla tutela dell’ambiente: f in dalle fasi di preparazione, infatti, è stato applicato il protocollo Edison Green Movie per il cinema soste-nibile, volto a ridurre i consumi e azzerare lo spreco di risorse.Limitare l’impatto ambientale delle proprie attività anche nel mondo del cinema, attraverso una serie di comportamenti responsabili (come la raccolta dif ferenziata dei rif iuti) è uno dei tanti messaggi positivi veicolati dal f i lm.

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“IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO” IN ANTEPRIMA

ALDO, GIOVANNI E GIACOMO ospiti del Villaggio dei Mondiali

a Modena

I tre comici e la Scuola di Pallavolo, in una serata insieme al Villaggio dei Mondiali a Modena, hanno consolidato ufficialmente la loro collaborazione tra gag, risate e nuovi importanti obiettivi del Progetto camerun. Nella stessa serata è stata presentata alla stampa la maglia da gioco ufficiale delle squadre agonistiche S.di P. che hanno nel retro l’immagine del nuovo film “il ricco, il povero e il maggiordomo” che dall’11 dicembre sarà in tutte le sale cinematografiche d’Italia.

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NUOVO FILM, NUOVA IMMAGINE, VECCHI AMICI

Aldo, Giovanni e Giacomo ancora insieme ai ragazzi/e della S.di P. Anderlini.

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“IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO” IN ANTEPRIMA

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GrAzIE rAGAzzE

Il volley è un oceano di emozioni e valori che urlano al vento e noi dobbiamo essere capaci di intercettare quel vento e indirizzarlo nella direzione giusta, verso i nostri ragazzi per educarli ad ascoltare… quel vento.(Rodolfo “Giobbe” Giovenzana)

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MONDIALI DI PALLAVOLO FEMMINILE 2014

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Modena applaude la USA NATIONAL TEAM

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MONDIALI DI PALLAVOLO FEMMINILE 2014

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* i numeri sono aggiornati al 24 novembre 2014

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KINDER+SPORT WINTER CUP

Da ormai 6 anni la Kinder+Sport Winter Cup accompagna le vacanze natalizie di migliaia di giovani pallavolisti: pas-sione, divertimento, agonismo, amici-zia ed emozioni a non finire. Dal 27 al 29 dicembre a Modena e Provincia.

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KINDER+SPORT WINTER CUP • I EDIzIONE 2009

i Edizione - 2009

82 squadre da tutta Italia

4 Titoli per la Scuola di Pallavolo Anderlini

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KINDER+SPORT WINTER CUP • II EDIzIONE 2010

ii Edizione - 2010108 squadre

I tedeschi del Tsv Muhldorf sono la prima squadra straniera a conquistare

la Kinder+Sport Winter Cup.

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KINDER+SPORT WINTER CUP • III EDIzIONE 2011

iii Edizione - 2011128 squadre

4000 spettatori al PalaPanini

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KINDER+SPORT WINTER CUP • IV EDIzIONE 2012

iv Edizione - 2012136 squadre

2000 atleti partecipanti

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KINDER+SPORT WINTERCUP • V EDIzIONE 2013

v Edizione - 2013153 squadre, 400 partite, 50 campi di gioco e 15 alberghi

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LA LEGGENDA DEL PALLAVOLISTA VOLANTEAnderliniNEWS

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la leggenda del Pallavolistavolante:

la Kinder+Sport Winter Cup regala la pallavolo a Teatro a tutti i ragazzi partecipanti.

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30 SQUADRE DALLA LOMBARDIA

27 SQUADRE DALLA TOSCANA

24 SQUADRE DALLA TOSCANA

12 SQUADRE DAL PIEMONTE

9 SQUADRE DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

6 SQUADRE DAL LAZIO

5 SQUADRE DALLA LIGURIA

1 SQUADRA DALL’ABRUZZO

3 SQUADRE DALLA GERMANIA

2 SQUADRE DA SAN MARINO

1 SQUADRA DALLA SVIZZERA

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32 SQUADRE DALL’EMILIA ROMAGNA

30 SQUADRE DALLA LOMBARDIA

27 SQUADRE DALLA TOSCANA

24 SQUADRE DALLA TOSCANA

12 SQUADRE DAL PIEMONTE

9 SQUADRE DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

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5 SQUADRE DALLA LIGURIA

1 SQUADRA DALL’ABRUZZO

3 SQUADRE DALLA GERMANIA

2 SQUADRE DA SAN MARINO

1 SQUADRA DALLA SVIZZERA

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Tutti i nostri tessuti sono certificati e non rilasciano sostanze nocive per la pelle o per la salute.

Per i nostri prodotti usiamo solo coloranti testati e non inquinanti.

Svolgiamo controlli rigorosi sulle sostanze chimiche dalle materie prime al prodotto finito.

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Il mese di sensibilizzazione e prevenzione verso i tumori femminili ha visto le ragazze della S.di P. Anderlini scendere in campo con la maglietta dedicata alle iniziative in collaborazione con “Per vincere domani onlus”. Le giovani atlete sono state le testimonial perfette per diffondere ulteriormente il messaggio dell’Ottobre Rosa.

“ricordati di te, tu sei la persona più importante della tua vita”

OTTOBRE ROSA

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Lo Sport e l’emozione della vita

l’EducaTioNal2 patrocinato dalla Fondazione Cassa di Rispar-mio di Volterra, è organizzato dal-la Scuola di Pallavolo Anderlini di Modena in collaborazione con la ASD Pallavolistica Volterrana, la ASD Polisportiva Saline e il Co-mitato provinciale FIPAV di Pisa, a Volterra, la dodecapoli etrusca, l’insieme di dodici città-stato etru-sche che, secondo la tradizione, costituirono in Etruria una potente alleanza di carattere economico, religioso e militare: la Lega etrusca. Tre giorni, da sabato 6 a lunedì 8 dicembre 2014, con workshop de-dicati alla scoperta dei “Valori del-lo Sport e il cambiamento” con argomenti quali:

• Cambiamento e Resilienza, i nuovi driver del benessere sociale• La Responsabilità Sociale d’Impresa • Sport: valori o retorica?• Allenare mente, anima e corpo• Accertamenti e verifiche fiscali

Inoltre i partecipanti saranno ac-compagnati in un tour che propor-rà loro alcune eccellenze storiche, culturali e paesaggistiche nonché l’enogastronomia del territorio, creando una sinergia volta alla promozione delle offerte turistiche nel territorio di Volterra, fra sport, proposte culturali ed enogastrono-mia, in linea con il progetto “Ander-lini Network by Kinder+Sport” del quale la Scuola di Pallavolo Ander-lini di Modena è promotrice.

All’EDUCATIONAL2 si sono iscrit-ti oltre 100 dirigenti sportivi pro-venienti da tutte le parti d’Italia e dall’Europa, interessati a vivere lo Sport e l’emozione della vita.

Grazie ai relatori: Andrea Strozzi, Andrea Zorzi, Barbara Fontanesi, Gino Lugli e allo Studio Movida con Stefano Bertoletti, Gabriele Aprile e Alberto Gambone.

Quando lo sport crea

turismo

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Un weekend di pallavolo nella fresca Pineta di Serramazzoni dedicata alle ragazze Under 14 e ai ragazzi Under 15 per iniziare la stagione sportiva insieme.

III edizione della Serra Cup

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SERRA CUP 2014

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Siete pronti per una nuova estate targata S.di P. Anderlini?Nel 2015 tante conferme e tantissime entusiasmanti novità!Fanano, Volterra, Sestri Levante, Riccione, Molveno, Malta e Barcellona!

Anderlini Volley Camp 2015

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ANDERLINI VOLLEY CAMP 2015

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Questa scheda tecnica fa parte di una piccola dispensa prodotta dagli allenatori della S.di P. che ha come intento quello di fornire alcuni dettami tecnici per ogni fondamentale, con lo scopo di predisporre e realizzare un percorso omogeneo di crescita sportiva per ciascuna delle nostre atlete ed avere quindi una visione omogenea della tecnica, della metodologia di allenamento e della gestione del gruppo. Rappresenta un punto di partenza che sarà rivisto, adattato e arricchito anno dopo anno con le nostre esperienze e con il contributo di tutti i nostri tecnici.Per ogni fondamentale abbiamo chiarito il nostro modello tecnico partendo da un’analisi delle “chiavi”, seguito da una più dettagliata descrizione del modello stesso. Infine abbiamo suggerito alcune semplici progressioni didattiche che saranno uno degli strumenti per il raggiungimento di un modello tecnico condiviso.All’inizio del modello tecnico di ogni fondamentale troverete la parola “chiavi”. Con questo termine, vogliamo chiarire le nostre priorità nell’insegnamento delle tecniche individuali.Vogliamo sottolineare alcuni degli aspetti tecnici ai quali dare maggior rilievo, ritenendo necessario stabilire delle gerarchie nella didattica, perché “se riteniamo tutto importante allora nulla è veramente importante!”.Le chiavi vogliono essere una guida ed un punto di partenza. Avere idee chiare e semplici, che agevolino il lavoro dei tecnici e l’apprendimento dei nostri ragazzi.Ogni atleta avrà poi, in aggiunta alle chiavi, ulteriori obiettivi sui quali lavorare che completeranno la costruzione del gesto tecnico e del giocatore.

È il primo fondamentale d’attacco, dal suo esito dipende l’organizzazione muro difesa della propria squadra.È l’unico fondamentale che non dipende dall’avversario e nel quale abbiamo tempo prima della sua esecuzione.Per un buon allenamento della battuta occorre:• non solo fare quantità, ma dopo ogni battuta si deve riflettere sulle sensazioni provate e collegarle al risultato;• prima della battuta è necessario predisporre una routine che mi aiuti a pensare al gesto tecnico che andrò ad effettuare;• avere degli obiettivi.

chiavi:1) lancio sulla spalla dx, alto quanto il punto di impatto;2) attaccare la palla con l’ultimo passo della rincorsa (battuta al salto);3) colpo secco con frustata a carico dell’avambraccio.

A scuola di Tecnica

Battuta

di Roberta Maioli, davide Soattini, alberto di Mattia

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S c u o l a d i P a l l a v o l o

Esistono molti modi di fare pallavolo, tutti peculiari e di qualità. Il nostro desiderio è quello che all’interno della Scuola di Pallavolo i tecnici “parlino tutti la stessa lingua”.

La struttura del lavoro e le modalità di analisi dei fondamentali, le abbiamo conosciute, studiate e apprezzate dalla scuola americana, con la quale siamo entrati in contatto da alcuni anni.Abbiamo avuto il piacere di confrontarci con tecnici di altissimo livello quali John Kessel e Carl McGown che ci hanno altresì contagiato con il loro entusiasmo, la loro competenza e professionalità.

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RUBRICA TEcNica

BaTTuTa FloaT

Modello tecnico• Palla sulla mano debole con braccio semi flesso, davanti al braccio forte, all’altezza del petto.• Braccio forte già caricato con avambraccio flesso, gomito sopra l’altezza della spalla, polso rigido, dita vicine e in tensione.• Busto a 45° rispetto alla rete.• Piede del braccio forte angolato anch’esso di 45° come il busto; piede debole con la punta diretta verso la rete. Peso del corpo sulla gamba dietro (corrispondente al braccio di battuta).• Lancio verticale alto quanto il punto massimo di impatto del braccio con la palla.• Peso del corpo che al momento del lancio passa dal piede dietro al piede avanti. È possibile effettuare un piccolo passo avanti per avere più spinta ma deve essere rigorosamente eseguito con il piede che si trova già avanti per evitare torsioni non controllate di busto e braccio.- Il tempo di contatto fra la mano e la palla deve essere breve e avvenire con il palmo.• Il colpo avviene con frustata a carico dell’avambraccio, dopo il colpo il braccio può seguire e scendere lungo il fianco o essere bloccato e ritornare.

JuMP FloaT

Modello tecnico:• Rincorsa con quattro passi (gli stessi dell’attacco). Ritmo lento-veloce.• Lancio da effettuare dopo il primo passo mentre ci si trova sul piede sinistro (per i destri), poi fare quello che resta della rincorsa e colpire la palla.• Lancio verticale alto quanto il punto massimo di impatto del braccio con la palla, che può essere effettuato con una o due mani. Nel caso di lancio ad una mano il braccio che deve colpire lo si prepara come nella flot piedi a terra (vedi sopra).

Le battute float e salto float sono da proporre in contemporanea per poi scegliere la tecnica che più si addice ad ogni giocatore. Perché ci sono coordinazioni specifiche più consone ad un giocatore che ad un altro.

La scelta del tipo di lancio da effettuare, a una o a due mani è da valutare insieme all’atleta per trovare quale tipo di coordinazione specifica risulta più efficace.

la BaTTuTa iN SalTo (SPiN)

Nel 1976 il prof Adriano Guidetti nel suo celebre testo “Pallavolo scolastica e agonistica” (Coptip Modena) parla del servizio come «l’unico modo valido per mettere in gioco la palla [...]le squadre più forti sono quelle che battono meglio sia tatticamente che tecnicamente.»Quindi già negli anni settanta la battuta o servizio aveva un’importanza “capitale” come dice il prof.Ma fate attenzione a quello che sempre il nostro maestro di quegli anni ci diceva e quindi scriveva «se facciamo un confronto tra la pallavolo italiana degli anni ‘60 con quella attuale ci accorgiamo che la differenza sta nel servizio e nella ricezione.» Ragazzi più di quarant’anni fa dicevano le stesse cose di oggi. Il prof. però ci diceva che gli orientali battevano meglio e ricevevano meglio, perché abituati a servizi più difficili. La cosa più sorprendente era la classificazione della battuta; si parlava di:• frontale • laterale In alcune nazioni era in uso anche la battuta a bilanciere.

FRoNTalE Dal basso (di sicurezza) dall’alto o a tennis (antenata della float e del salto). La battuta definita tennis aveva due variazioni o tecniche esecutive con rotazione e senza rotazione.

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RUBRICA TEcNica

La tecnicaMANO DESTRA AVANTI CON LA PALLA PIEDE DESTRO AVANTI

aZioNE Sulla Palla• Passo sinistro (per i destri).• Lancio sulla spalla destra, alto avanti quanto basta per avere il punto di impatto il più vicino possibile alla linea di fondo, o all’interno del campo.• Effettuare il caricamento con i passi destro – sinistro (per i destri), sinistro – destro (mancini).• Oscillazione delle braccia per caricamento.• Attaccare la palla con l’ultimo passo della rincorsa. • Colpo sulla palla senza colpire la palla, non nel punto più alto, ma avanti alto.

alcuni consigli:Insegnare una ritualità al servizio:1. Preparazione 2. Alla visualizzazione del lancio3. Al lancio 4. Al colpo

• Durante l’esercitazione della battuta dare sempre un ritmo al servizio. • Non compiere battute consecutive(es: dare un ordine di servizio o un numero massimo di battute).

primo passo sinistro passo destro

caricamento

passo sinistro

Quella senza rotazione detta a “foglia morta” o “Russa”, forte accelerazione del braccio in caricamento e al momento del colpo arresto del movimento (poveri muscoli sovraspinosi della spalla). Era la battuta più insegnata e più utilizzata per il cambio di direzione della palla, la quale era molto diversa da quella attuale, infatti aveva la camera d’aria e una valvola pesante.

laTERalEDal basso (semi bilanciere) con o senza rotazione della palla, ma quella più usata era quella dall’alto o bilanciere, con rotazione, o a foglia morta detta “giapponese”. Questo tipo di battuta fu molto utilizzata nel campionato del mondo a Roma ‘78 (il famoso gabbiano d’argento di Pittera).Ora tutto questo è dimenticato e la battuta è sempre frontale. All’inizio degli anni ottanta cambiano alcune cose nella tattica di gioco si cominciano a vedere squadre con un palleggiatore e un attaccante dalla seconda linea, e alcuni giocatori iniziano a effettuare battute di “forza” verso la fine dei set (era il prototipo della battuta in salto), per render difficile l’attacco di primo tempo (Montanaro, Raizman, Hovland, Gustafson, De Rocco, Bertoli ecc).Poi alla fine degli anni ottanta ci fu un cambio epocale: gli U.S.A (Beal, Dunphy) portano la specializzazione per poter contrastare il dominio dell’ U.R.S.S del mitico Platanov. L’operazione riuscì con la vittoria all’Olimpiade (‘84) e Mondiali di Parigi (‘86) in finale contro gli URSS. Da quel momento inizia la rincorsa, delle altre nazioni, tra cui l’Italia, per superare gli USA. In Italia inizia a crescere un gruppo che in seguito verrà identificato come la “generazione dei fenomeni” guidata da Velasco. Verso la fine degli anni ottanta la battuta in salto inizia ad avere un peso importante, infatti era l’elemento tecnico che costringeva le squadre a ricevere a tre (il terzo era il centrale che nella specializzazione degli USA era stato tatticamente lasciato fuori dalla linea di ricezione). Mitiche

furono a Modena (Panini Modena!!) le battute di Quiroga che affossarono nel 1986 la Tartarini Bologna, o quelle del Bazooka Cantagalli o Cuminetti che affossavano Treviso, poi un crescendo di specialisti di questa tecnica. Dal ‘97 la FIVB introduce il LIBERO, diminuendo di fatto l’universalità e aumentando il sistema di specializzazione. Nel ‘98 infine il rally point system con i set a 25 senza cambio palla, dove il servizio in salto è diventato una tecnica importantissima per scardinare i sistemi di ricezione e costringere l’avversario a giocare una palla “scontata”, questo atteggiamento aggressivo con il servizio ha portato a lavorare molto la ricezione della battuta in salto; al contrario la ricezione della battuta float o jump float è stata un po’ trascurata, infatti qualche giovane ricettore si trova in difficoltà nell’affrontare quel tipo di servizio. Ci sarà un ritorno al servizio piedi a terra, per non regalare troppi punti all’avversario con gli errori al servizio in salto?

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Oggigiorno tutti parlano di cambia-mento. Uomini politici, amministra-tori locali, colleghi di lavoro, fami-gliari e amici.Per non parlare, poi, dell’overdose di retorica mainstream con cui ci bom-bardano quotidianamente tutti quei circuiti mediatici che, di questa paro-lina magica, hanno fatto un mantra: se ogni discorso (pubblico o privato che sia) viene astutamente introdotto dalla parola “cambiamento”, tutto di-venta miracolosamente più accettabi-le, digeribile, gustoso e, oserei quasi dire... etico.Sembra quasi che il cambiamento (soprattutto se sulla bocca e, princi-palmente, nelle mani di qualcun altro) sia diventato il provvidenziale esor-cismo contro la paura delle grandi incertezze e dei profondi mutamenti che stiamo incontrando, in questa

Cambiamento: suggestivo mantra sociale, o attivo impegno personale? di andrea Strozzi

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delicatissima fase storica, sociale ed economica.Ma cosa significa, davvero, “cambia-re”? Ce lo siamo mai chiesti? Quando ne parliamo, lo facciamo a ragion ve-duta? Siamo realmente consapevoli di che cosa questa suggestione colletti-va possa implicare? Oppure, più sem-plicemente, la apprezziamo perché... suona bene, perché – in un certo senso – ci tranquillizza (soprattutto se, come spesso accade, ne deleghiamo la re-sponsabilità a qualcun altro)?Per provare a rispondere senza ipo-crisie a queste domande, cerchiamo di capire un po’ più a fondo i retrosce-na di questo concetto così importan-te per il nostro futuro, aiutandoci con il cosiddetto “modello degli stadi del cambiamento”, teorizzato e sviluppa-to una trentina di anni fa dai sociologi Di Clemente e Proschaska.

In base a tale impianto, il passaggio dallo stadio iniziale a quello finale di un qualsiasi processo metamorfico prevede l’attraversamento di almeno cinque fasi:1. Precontemplazione: capisco, mi rendo conto che è necessario cam-biare.2. contemplazione: aumento la vo-lontà (consapevolmente) e diminuisco le resistenze (spesso inconsapevoli) al cambiamento.3. Preparazione: mi impegno con-cretamente e pianifico le fasi del pro-cesso.4. azione/Realizzazione: attivo il piano, realizzo le modifiche necessa-rie... faccio!5. Mantenimento: integro il nuovo stadio raggiunto e assimilo il nuovo stile di vita.

Bene, ora potremmo fare un esercizio e provare a chiederci in quale delle cinque fasi pensiamo di trovarci, ad esempio, oggi in Italia. E, se fossimo un poco più audaci, potremmo persi-no chiederci in quale fase riteniamo di trovarci noi stessi, nel processo di raggiungimento del nostro grado di realizzazione e soddisfazione per-sonale (in famiglia, sul lavoro, con gli amici).Lasciando ovviamente a ciascuno di noi la risposta al secondo quesito, relativamente al primo sono invece personalmente convinto che, almeno a livello politico, economico e socia-

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S c u o l a d i P a l l a v o l o

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.” (Gandhi)

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RUBRICA llHT

D opo una carriera di quindici anni nella governance di al-cuni gruppi bancari naziona-

li, in cui si è occupato di sviluppo del Personale, performance-mana-gement, pianificazione strategica e M&A, oggi Andrea Strozzi ha scelto di dare priorità ai Valori in cui cre-de: oltre a gestire il suo blog e a a scrivere su “Il Fatto Quotidiano”, Andrea Strozzi collabora attualmen-te con PAEA – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente e con il PER – Parco dell’Energia Rinnova-bile, una struttura ricettiva unica in Italia (situata sulle colline umbre), esclusivamente alimentata da fonti energetiche rinnovabili ed espres-samente concepita per l’ospitali-tà e la didattica ricreativa sui temi dell’ecosostenibilità e del risparmio energetico.

Chi èAndreaStrozzi

HIGHLIGHTS

le, ci troviamo a malapena al termine della Fase 1: stiamo cioè appena ren-dendoci conto di quanto sia davvero necessario e salutare... “cambiare”, nel vero senso della parola!Sono profondamente convinto di ciò, perché disabituarci da decen-ni di “benessere” su larga scala e a basso costo, certamente, non fa istintivamente piacere a nessuno. E, quindi, siamo inconsciamente indotti a rimuovere le implicazioni profonde di tale concetto. La dimostrazione, infatti, è proprio la nostra tendenza a usare la parola “cambiamento” come semplice metadone, in grado cioè di alleviare temporaneamente (e superfi-cialmente) le nostre più inconfessabili paure. E così, ci sentiamo quasi solle-vati se il “cambiamento” che ci viene promesso, si risolve poi per esempio nell’innocua abolizione del Senato, o in qualche altra variazione del no-stro assetto giuridico che – seppure innegabilmente strutturale – si guar-derà però poi bene dall’imprimere un mutamento sostanziale ai nostri stili di vita quotidiani.

Cambiare, almeno in Italia oggi, signi-fica invece rimodulare alla radice le nostre abitudini quotidiane, il nostro modo di relazionarci con gli altri e con le nostre prassi consolidate, in qual-che caso arrivando a rinunciare ai pri-vilegi e alle comodità a cui ci hanno abituato sessant’anni di progresso tecnologico e di consumismo su lar-ga scala. Cambiare significa smettere di farsi sedurre dalle sirene della pe-

renne e frenetica rincorsa verso una meta non bene identificata. Cambiare significa rigettare una volta per tutte le perverse logiche dell’accumulo com-pulsivo e dell’affermazione e del suc-cesso individuali, prevaricando tutto e tutti. Cambiare significa riempire di nuovi significati (che – udite udite! – potrebbero persino piacerci...) quelle parole e quelle definizioni che hanno puntellato, con “certezze” che non possiamo fortunatamente più per-metterci, il nostro recente passato: concetti come ricchezza, proprietà, accumulo, competizione, successo e, in sintesi, quel vocabolo dogmatico che, a tutte loro, fa da comune deno-minatore, cioè crescita.Significa, infine, adottare un atteg-giamento verso il prossimo e verso la collettività che, ispirandosi al recente, bellissimo intervento al TED di Phi-lip zimbardo, porti ciascuno di noi a testimoniare attivamente e concreta-mente la sua stupenda e attualissima definizione di “eroismo”:I nuovi eroi sono persone ordinarie...• ... le cui azioni hanno un impatto so-ciale straordinario,•... che agiscono quando tutti gli altri restano inerti e•... che abbandonano l’egocentrismo in favore del sociocentrismo.

Cambiare, insomma, prevede una nuova consapevolezza morale verso noi stessi e verso il prossimo. Proces-so certamente non facile, ma innega-bilmente affascinante, perché porta alla riscoperta del nostro senso su questo pianeta e alla pratica di quei valori che, davvero, possono condur-ci al benessere: l’amicizia, i beni re-lazionali, il tempo libero, la consape-volezza interiore e, se siamo un poco fortunati, la felicità.

Buon cambiamento a ciascuno di voi, Andrea Strozzi

Se siete interessati, potete appro-fondire queste ed altre tematiche sul mio blog “Low Living High Thinking” ( www.llht.org ) o sulla mia rubrica su “il Fatto Quotidiano” (http://www.ilfat-toquotidiano.it/blog/astrozzi/ ).

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Per ordine non troppo sparso, dunque la società ha come obiettivi princi-pali quelli di:

• offrire ai propri soci-famiglie un prodotto di sempre crescente qualità non necessariamente ago-nistica, ma educativa; • aumentare la quantità dei parte-cipanti alle attività;• armonizzare le attività dei tec-nici rispetto agli obiettivi  societari (non solo agonistici);• fissare le regole della società  verso se stessa e i partecipanti, fa-miglie comprese; • creare entusiasmo, passione, senso di appartenenza in tutte le componenti; • mettere a disposizione delle fa-miglie  nuove offerte di attività (tornei, gite, doposcuola, feste) per condividere percorsi di socialità dif-fusa;• informare in modo costante  le famiglie e la collettività tutta delle attività portate avanti e del senso delle attività, attraverso mezzi clas-sici (giornale, radio, etc… ) e i nuovi social media; • creare momenti di confronto e partecipazione-formazione (parents school) per condividere le fasi e i percorsi di coeducazione dei giovani partecipanti  e  far percepi-re  in modo deciso e coinvolgente le linee di crescita educativa, agoni-stica, umana e motoria dei ragazzi; • darsi una programmazione ef-ficace e un piano pluriennale di svi-luppo;• creare un ambiente motivante in cui tutti possano esprimersi.

Coinvolgere ed entusiasmare di Roberto Ghiretti

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Credo che una società sportiva territoriale possa fare marketing se prima di tutto ha cura dei suoi fattori principali di crescita, delle attività capaci di incidere profondamente sul modello di società sportiva e conseguentemente sulla reale possibilità per essa di diventare un soggetto assolutamente trasversale e sussidiaria alla comunità locale in cui agisce.

Insomma, 10 punti su cui ogni mese sistematicamente confrontarsi e  di cui avere sempre prontezza per tene-re la barca societaria verso lidi meno tempestosi di quelli attuali.  Il rispetto e lo sviluppo dei punti indi-cati e di quelli che ogni società fisserà come altrettanto prioritari consen-tirà di  essere nelle condizioni di ave-re un’offerta di qualità per un numero sempre più crescente di partecipanti  e di creare attraverso un utile circuito di comunicazione interna-esterna  un consenso sia dei partecipanti sia delle famiglie  sia della collettività locale ad un’attività educativa e capace però di  essere competitiva con serenità.

Perchè poi il marketing? Perchè oggi il marketing è la capacità di “dare di più a meno e meglio” e di creare un consenso sociale che di fat-to porti le reti sociali patrimonio di ogni partecipante e dell’intera comunità di

riferimento  a essere  PaRTE di uN PRoGETTo SERio E cREdiBilE.

TROPPO COMPLICATO?  No…  IN REALTÀ È TUTTO MOLTO SEMPLICE E IN DIVERSE REALTÀ GIÀ AVVIENE in modo più o meno consapevole. Si tratta di insistere sul senso di esiste-re di una società sportiva, diventando una moderna impresa sociale capace di dare servizi di livello  apprezzati ad un pubblico vasto e sempre più ca-pace di capire il percorso intrapreso, condividendolo e sostenendolo. In Italia  vedo diverse realtà e l’Ander-lini è tra le principali, capaci di essere già a questa altezza e di esempio per l‘intero panorama sportivo nazionale.  Serve prendere coscienza, e tanta co-stanza  per digerire e superare scogli di incomprensione e altopiani di indif-ferenza, ma il risultato alla fine è assi-curato.

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RUBRICA MaRKETiNG

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La Fratellanza 1874 ha compiuto quest’anno 140 anni di vita.Un traguardo che la società ha voluto condividere con l’intera città di Mo-dena e con la community dell’atletica italiana, organizzando eventi quali la 40a Corrida di San Geminiano ed i Campionati Italiani Master che hanno coinvolto quasi 10.000 partecipanti.Fratellanza: un’eccellenza dell’at-letica. “La Fratellanza è un pezzo di storia di Modena ed un caposaldo dell’atletica italiana. – racconta il presi-dente Serafino Ansaloni - In questi anni sono passati oltre 25.000 tesserati tra atleti e bambini, ed abbiamo portato in nazionale quasi 60 atleti di cui 10 alle Olimpiadi.” Modena oggi è Centro di Élite del salto in alto, con l’inaugurazio-ne fatta dal presidente del Coni Giovan-ni Malagò e dal presidente Fidal Alfio Giomi, nello scorso maggio.La Fratellanza gestisce da sempre il Campo Comunale di Atletica Leggera di Modena, che con la pista a 6 corsie all’aperto e l’impianto indoor, è stato definito “il salotto dell’atletica”.Fratellanza e giovani. Oltre ai risul-tati di vertice (è l’unica società d’Italia che ogni anno si qualifica in tutte le Finali Scudetto dalle categorie giova-nili ai master) ogni giorno è impegnata nell’educare e crescere i più giovani sotto i valori dello sport. Attivo anche il rapporto con la scuola attraverso “Il ragazzo e la ragazza più veloci di Modena” che coinvolgono 500 gio-vani, e le fasi scolastiche di atletica e di corsa campestre oltre all’attività all’interno di Scuola-Sport. “I giovani sono l’aspetto principale della nostra società. I nostri tecnici, tutti laureati in Scienze Motorie, hanno l’importante compito di coinvolgere i ragazzi nella pratica sportiva, d’altronde in atletica non c’è panchina!”Fratellanza ed il territorio. Nato ne-gli ultimi anni, il progetto “Non mollare mai”, con una partnership tra il mondo della scuola, l’Ausl e la Fratellanza, ha

LA FrATELLANzA 1874 di Fabio Spezzani

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S c u o l a d i P a l l a v o l o

140 anni di storia ed un matrimonio in arrivo.

l’obiettivo di contrastare l’abbandono allo sport che si registra nelle scuole superiori, un’iniziativa che ha trovato forte adesione da parte dei ragazzi. Fratellanza è anche “Palestra Sicu-ra” un marchio dell’Ausl che certifica come all’interno della società ci siano gli impianti e le figure adatte a fare at-tività fisica a tutte le persone con pa-tologie croniche come ad esempio i diabetici ed i cardiopatici. Inoltre ogni settimana oltre 70 persone partecipa-no a “Run With Us”, il nuovo progetto dedicato ai neofiti della corsa, o a chi vuole perfezionare la tecnica di cor-sa per preparare al meglio le proprie

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gare. “Ci sentiamo orgogliosi di poter-ci affacciare a nuovi scenari. L’attività sportiva come medicina alternativa, o come momento di incontro e relazio-ne con gli altri ha un’importanza fon-damentale.”Fratellanza e cittadella a nozze. Dall’1 Gennaio 2015, la Fratellanza 1874 raddoppia, unendo le capaci-tà e competenze con la Cittadella, l’atletica al femminile di Modena. Il nuovo sodalizio sarà di fatto uno dei

settori giovanili più importanti d’Italia, con oltre 400 giovani ed un totale di 600/700 tesserati che andranno ad allargare la grande famiglia della Fra-tellanza 1874. “Diventiamo una realtà ancora più imponente – conclude An-saloni - contando su oltre 35 allenato-ri, 10 dirigenti e la capacità di immet-tere nel territorio un valore aggiunto: quello della unione e condivisione delle idee.”

RUBRICA NoN Solo vollEY

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Dopo aver fornito una panoramica (speriamo utile) sugli adempimenti cui gli Enti Non Profit devono allinearsi, cerchiamo di rispondere ad una delle domande più ricorrenti che sono soliti porsi la maggior parte degli operatori degli Enti Associativi: “rivesto una ca-rica all’interno del Consiglio Direttivo: posso essere pagato”?La questione è molto delicata. Infatti, in linea astrattamente teorica, la risposta al quesito secondo la normativa attual-mente vigente dovrebbe essere affer-mativa, ma tale impostazione potrebbe innescare una serie di criticità che cer-cheremo di delineare di seguito.Gli Enti senza scopo di lucro infatti (Associazioni Sportive Dilettantistiche, Culturali, di Promozione Sociale, ON-LUS, SSD…) non possono, per legge, distribuire in via diretta e/o indiretta utili e avanzi di gestione (così l’art. 10 co. 1 lett. D del D. Lgs. 460/1997). Ciò significa che non è possibile che ven-gano corrisposti denari ai membri del Consiglio Direttivo (e ovviamente nem-meno ai Soci del sodalizio) per la sem-plice carica ricoperta. Detti soggetti possono però essere compensati per le attività che essi realmente prestano (stante ovviamente il rispetto dei requi-siti imposti dalla normativa nel singolo caso di specie, e dunque ad esempio l’esistenza e la stipula di apposito con-tratto di lavoro/collaborazione, ecc).La criticità che emerge in relazione a questo aspetto ruota dunque attorno alla dimostrabilità certa che i com-pensi percepiti da un componente del Consiglio Direttivo di un’Associazione o da un socio della stessa siano ricon-ducibili ad attività che effettivamente sono state svolte per il bene del soda-lizio. In parole più semplici: posto che, come precisato, esiste per legge il di-vieto di distribuire direttamente e/o in-direttamente utili e avanzi di gestione,

ma non quello di compensare chi pre-sta la propria opera per l’Ente, in sede di un’eventuale verifica ed a fronte di specifiche contestazioni in tale direzio-ne occorrerà dimostrare che i dena-ri corrisposti ad un componente qualsiasi del consiglio direttivo od anche ad un Socio (e da questo soggetto ovviamente regolarmente fatturati o comunque erogati sulla base di un altro contratto se non si tratta di un professionista) rispondono alle attività che questi hanno effetti-vamente prestato a favore dell’En-te e per la crescita del sodalizio, non per la carica rivestita all’interno dell’Associazione né tantomeno per trarne un lucro ed un beneficio stret-tamente personale (sotto tale profilo precisiamo che fanno eccezione le As-sociazioni di Volontariato costituite ai sensi della legge 266/1991 per le quali è espressamente vietata dalla legge la possibilità di corrispondere compensi a soci e amministratori).i compensi dovranno pertanto essere proporzionati all’attività svolta, oltre che ovviamente al vo-lume delle entrate dell’Ente, nella consapevolezza che non esiste un pa-rametro o una regola precisa, salva la previsione del già citato art. 10 del D. Lgs. 460/1997 (questa volta co. 6) in base al quale “si considerano in ogni caso distribuzione indiretta di utili o di avanzi di gestione:a) le cessioni di beni e le prestazioni di servizi a soci, associati o partecipanti, ai fondatori, ai componenti gli organi amministrativi e di controllo, a coloro che a qualsiasi titolo operino per l’or-ganizzazione o ne facciano parte, ai soggetti che effettuano erogazioni li-berali a favore dell’organizzazione, ai loro parenti entro il terzo grado ed ai loro affini entro il secondo grado, non-ché alle società da questi direttamente

I componenti del consiglio direttivo possono essere retribuiti? È distribuzione di utile? Chi può percepire i famosi 7.500 euro?

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o indirettamente controllate o collega-te, effettuate a condizioni più favorevoli in ragione della loro qualità…b) l’acquisto di beni o servizi per corri-spettivi che, senza valide ragioni eco-nomiche, siano superiori al loro valore normale;c) la corresponsione ai componenti gli organi amministrativi e di controllo di emolumenti individuali annui superio-ri al compenso massimo previsto dal decreto del Presidente della Repubbli-ca… per il presidente del collegio sin-dacale delle società per azioni;d) la corresponsione a soggetti diversi dalle banche e dagli intermediari finan-ziari autorizzati, di interessi passivi, in dipendenza di prestiti di ogni specie, superiori di 4 punti al tasso ufficiale di sconto;e) la corresponsione ai lavoratori di-pendenti di salari o stipendi superiori del 20 per cento rispetto a quelli previ-sti dai contratti collettivi di lavoro per le medesime qualifiche”.

Ora voltiamo pagina ed affrontiamo un tema che sta a cuore a tutti i gestori e collaboratori di Enti sportivi.la legislazione italiana evidenzia e privilegia la funzione ed il ruolo sociale dello sportivo dilettante. Per questo motivo sono state introdot-te dal Legislatore talune norme di legge (133/99, ora 342/00) che, considerato il forte e alto impatto sociale delle attivi-tà sportive dilettantistiche e senza fine di lucro, hanno determinato e definito aree di neutralità fiscale (o di imposizio-ne estremamente contenuta).I compensi erogati ex legge 342/2000 si configurano quali “redditi diversi” ai sensi dell’articolo 67 del DPR 917/86 (TUIR). Detto articolo stabilisce che per qualificare un reddito come “diver-so” sia necessario che lo stesso non venga percepito nell’esercizio di arti e

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di Movida Studios

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professioni, e nemmeno in relazione alla qualità di lavoratore dipendente. Precisa quindi, alla lettera m) di detto articolo, che non costituiscono redditi di capitale “le indennità di trasferta, i rimborsi forfettari di spesa, i premi e i compensi erogati ai direttori artistici ed ai collaboratori tecnici per prestazioni di natura non professionale da parte di cori, bande musicali e filodrammatiche che perseguono finalità dilettantisti-che, e quelli erogati nell’esercizio di-retto di attività sportive dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni sportive nazionali, dall’Unione Nazionale per l’Incremento delle Razze Equine (UNI-RE), dagli enti di promozione sportiva e da qualunque organismo, comun-que denominato, che persegua finalità sportive dilettantistiche e che da essi sia riconosciuto”.

La circolare ENPALS 13/2006 poi, definisce il reddito professionale sul-la base dell’esame dell’attività posta in essere, qualificandola a patto che emergano in via concorrente i seguen-ti indici:1) l’attività, quantunque esercitata in via non esclusiva né preminente, si sviluppi con caratteristiche di abitua-lità (per la definizione si legga la Cass. Sez. III pen., 20 giugno 1988, n.1052);2) la misura delle somme complessi-vamente percepite non abbia caratte-ristiche di marginalità.Per comprendere dunque quali re-quisiti debbano essere soddisfatti per poter beneficiare della disposizio-ne agevolativa in argomento occorre dunque distinguere l’attività sportiva

RUBRICA FiScalE

dilettantistica da quella professionisti-ca. Sul punto la dottrina più recente ritiene che la distinzione tra presta-zione professionistica e dilettantisti-ca dovrebbe avvenire sulla base del concetto di prevalenza, ricorrendo ad una valutazione da effettuarsi caso per caso e in concreto (dalla qualificazione delle singole Federazioni), in quanto la prestazione sportiva in modo con-tinuativo e oneroso non è di esclusiva prerogativa dello sportivo professioni-sta. In proposito si legge infatti che è “da considerarsi […] come professio-nistica la prestazione esercitata preva-lentemente o esclusivamente dietro un compenso che fornisca la fonte princi-pale di sostentamento all’atleta e che, in concreto, sia di importo superiore al limite imponibile, esente da I.R.P.E.F. (e non cumulabile con altro reddito) fissa-to per i rimborsi spesa degli sportivi di-lettanti”, ed al riguardo è chiaramente richiamato il parametro di € 7.500,00).Stanti tali premesse, a fini riepilogativi, questo risulta essere il quadro di rife-rimento:- i redditi ex legge 342 così come di-sciplinati dal combinato disposto con l’articolo 67 del TUIR si qualificano “di-versi”, segno evidente che non posso-no rappresentare la principale fonte di sostentamento del percettore;- tali redditi si possono percepire a condizione che lo sportivo dilettante che ne beneficia veda soddisfatto sia il requisito soggettivo da parte dell’Ente che li eroga (iscrizione al Registro del CONI) sia quello oggettivo proprio del percipiente stesso (qualificazione di-lettantistica dell’attività svolta);

Per ulteriori richieste specifiche e/o di approfondimento, si precisa che il presente articolo è stato predisposto a cura di:dott. Stefano Bertolettidott. Gabriele apriledott. alberto Gambone

In un mondo sempre più “social” MO-VIDA resta al passo con i tempi, mo-tivo per cui ci potete seguire su tutti i social network ad oggi maggiormente utilizzati. In particolare, accanto al sito web isti-tuzionale www.movidastudio.it ed al blog di approfondimento www.tutto-nonprofit.com, potete trovaci su Face-book (con l’account Equipe Movida e la pagina Tutto Non Profit), su Twitter (con l’account @EquipeMovida), su Google+ (con la pagina Tutto Non Pro-fit) e su Linkedin (con l’account Equipe Movida).

LAVOROGUADAGNO

- i redditi “diversi” così come qualificati non prevedono contribuzione previ-denziale alcuna, segno evidente che non possono rappresentare compensi di lavoro (dipendente e/o autonomo) per l’attività svolta.Pertanto, se mi considero un profes-sionista qualificato nel settore sportivo (istruttore, personal trainer…) e questa costituisce la mia professione, non posso qualificarmi quale sportivo dilet-tante solo per usufruire degli indubbi vantaggi fiscali rappresentati da neu-tralità fiscale e previdenziale.

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Questo significa includere la conoscenza a distanza degli effetti delle proprie azioni, sul mondo e sugli altri. Per cui è necessario porre attenzione non solo agli aspetti tecnici ma anche a quelli gestionali poiché, con il proprio comportamento, tutti gli operatori sportivi (dirigenti e tecnici) possono influenzare l’ambiente di riferimento nella prospettiva della socializzazione e delle funzioni educative. In altre parole il valore sociale dello sport e dell’organizzazione di riferimento non può essere semplicemente considerato in termini di risultato ma dipende soprattutto dalla qualità del contesto, dalla competenza degli operatori coinvolti e dalla capacità di sostenere e affrontare i bisogni dei diversi attori. In particolare, in un contesto giovanile, quale la Scuola di Pallavolo Anderlini, dove tanti giovani devono crescere socialmente, psicologicamente e culturalmente, imparando a riflettere su un sistema di valori, è più che mai necessario assumere un comportamento sociale coerente e responsabile.Ognuno di Noi, indipendentemente dal proprio ruolo, deve aver chiaro che il proprio comportamento produce effetti a breve e a lungo termine su noi stessi, sul gruppo di appartenenza e sull’altro, diventando modello da seguire e imitare, in circostanze analoghe. Con questi concetti siamo a chiedere un opinione autorevole a due personaggi importanti per la Nostra Comunità, quali il Sindaco di Modena Gian carlo Muzzarelli e l’assessore allo Sport Giulio Guerzoni.

il Nostro Sindaco asserisce:Io sento l’esigenza di ricostruire un tessuto comunitario di cittadini responsabili che si mettono in campo per guardare insieme ad un futuro. Io sento profondamente il tema che voi ponete, che non è solo fondamentalmente etico ma, che è

responsabilità sociale.Il sindaco Muzzarelli e l’assessore Guerzoni a confronto. di Rodolfo Giovenzana,

Gualtiero cicogni e claudia Fiorini

Ogni organizzazione, entità o associazione, in particolare sportiva, si dovrebbe assumere la responsabilità sociale dei propri comportamenti e dei propri valori.

ancor più semplice, di regole. La nostra comunità fatica a stare nelle regole e noi fatichiamo a fare regole chiare e semplici: le due cose diventano una miccia. Allora credo che noi dobbiamo, da un lato, definire regole chiare e semplici, dall’altro riposizionare la comunità dentro un impianto di regole che devono essere rispettate nell’ambito dei diritti e dei doveri. Perché è saltato un pezzo di impianto? Una volta i ragazzi facevano il militare o il servizio civile ed erano costretti a misurarsi sul tema valoriale di carattere generale o su regole semplici. Oggi la nostra comunità offre molte opportunità per fare sport, per creare aggregazione e stare all’interno di gruppi. Il tema è come starci: se ti senti co-protagonista, se ti senti un pezzo della comunità, se ti senti impegnato non per andare a sfruttare quello che in quel momento ritieni che sia utile per tuo figlio... L’altro aspetto è il rapporto del rispetto con queste vostre associazioni, che molti genitori usano ma di cui non hanno rispetto… (ndr esempio scene di genitori incavolati inveiscono perché il proprio figlio che non gioca).Non crede che la società sportiva abbia acquisito un’importanza

strategica per trasmettere questi valori? Sono d’accordissimo ma dobbiamo ricreare “dentro al tanto che abbiamo” la mentalità educante e quindi le regole, luoghi dove i dirigenti danno il buon esempio… questo serve per lo sport ma serve anche per la nostra comunità. Dobbiamo reinvestire sui luoghi di aggregazione, riferimenti etici certi, che devono essere fondamentali sia per i ragazzi ma per le famiglie. Lo sport è regola: quanti potenziali campioni abbiamo perso perché non avevano la testa. Abbiamo bisogno di un livello più alto di risposta perché adesso stiamo calando i livelli dei fondamentali. Non abbiamo più neanche i livelli di conoscenza delle nostre radici. Non sappiamo da dove veniamo e dove dobbiamo andare. Si può partire dal rafforzare ciò che abbiamo sul territorio cioè i giovani, la scuola e le società sportive.come riassumerebbe, in sintesi, assumersi la responsabilità sociale?

a. Impianto delle regoleb. la partecipazione alla società c. l’impegno per partecipare alla vita politica, restare dentro perché è la condizione per sentirsi un pezzo della comunità

I valori hanno importanza 100 perché i valori diventano regole e alla fine crei l’impianto di comunità. I valori sono i fondamentali della società. Tutti dicono essere per i valori, ma il tema è essere coerente e conseguente ai propri valori. Riuscire a creare il diritto alle opportunità di accesso per tutti in una società che alla fine ti educa, questo è il cuore della comunità e solo così ti puoi sentire responsabilizzato e cittadino. Per ritornare ai fondamentali non vuol dire tornare indietro, ma spiccare un salto in avanti imparando ad incrociare, rispetto a quei valori, principi, regole e

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comportamenti, i sensi di integrazione dei vari istituti. È necessario ritornare anche ai fondamentali educativi della famiglia. Dobbiamo rieducarci per rieducare: anche di fronte a temi come l’uso della nuova tecnologia o la scelta dello sport. La partecipazione, anche con gli strumenti della tecnologia moderna, ascolto, condivisione e decisione: se vogliamo che i giovani ritrovino un po’ di fiducia, devono trovare un interlocutore che può mandare a quel paese, ma se dice una cosa la fa: in questo senso stiamo facendo insieme ai ragazzi il PRG della cultura, stiamo chiedendo con incontri in piazza (l’obiettivo per riallacciare i fili della comunità) e via web (per contattare il mondo dei giovani che non partecipa attraverso Modena Smart City) il loro giudizio rispetto a differenti tematiche. Adesso stiamo studiando un modellino per trovare il livello partecipativo dei giovani e della città… e li ascolterò, vedremo quello che emergerà metteremo in atto delle azioni concrete che vadano in quella direzione.’

Passiamo la parola all’assessore Guerzoni: cosa significa assumersi la responsabilità sociale? A mio avviso la responsabilità sociale può essere riassunta con questo concetto: mentre faccio ciò che mi contraddistingue e che mi interessa, vivo in un contesto che condivido; bisogna agire, quindi, un po’ meno in senso individualista e ricordarsi che le proprie azioni devono avere il rispetto per quelli che ti stanno attorno. Nel nostro agire risentiamo del condizionamento di un certo mondo dell’impresa e della finanza: io faccio business e “mi lavo la coscienza” facendo donazioni; questo non credo proprio che si possa chiamare responsabilità sociale di impresa. Se

trasporto questo concetto allo sport non facendo pagare la retta di qualunque tipo di attività sportiva alle famiglie disagiate è un’azione premurosa e meritevole ma non si può esaurire lì la responsabilità sociale dell’impresa. Il comportamento della responsabilità sociale è qualcosa di trasversale a 360° che coinvolge qualunque tipo di nostra scelta e di modalità ad affrontare i problemi. La responsabilità sociale d’impresa non è solo un pezzo del nostro essere, non è solo un pezzo del nostro agire, ma qualcosa in cui crediamo davvero e che orienta fortemente le nostre scelte. Quindi se io opero in una società sportiva, oltre al risultato agonistico che reputo legittimo, devo mettere in campo una serie di azioni programmate che devono evidenziare gli obiettivi della mia attività tenendo conto di coloro con cui ho a che fare e di che cosa succede intorno a me, solo così si può parlare di vera responsabilità sociale.Parlando dei valori come li “incornicerebbe”? La cornice ideale deve sempre ricordarmi cosa devo fare per e con gli altri. Ci sono valori positivi anche nella competizione; noi siamo figli della cultura occidentale e gli antichi Greci avevano il mito del fondatore quindi del primo, il più bravo. Negheremmo noi stessi sia nel mondo sportivo che nell’impresa se non ci fosse una forte spinta alla concorrenza e alla competizione. Quei tipi di valori, però, devono essere accompagnati anche da altri che hanno connotati più sociali. Ci sono, anche in politica, tanti esempi positivi, soprattutto dove non ci sono grandi risorse finanziarie (nelle associazioni, tra i giovani e non). La valutazione della direzione giusta o sbagliata di dove stai andando appartiene ad ognuno di noi attraverso l’autoanalisi. Esiste una “spaccatura” tra le agenzie educative e il giovane, abbiamo difficoltà a far rispettare le regole, dipende dall’avere valori diversi o da altro? Sono venuti a mancare i denominatori sociali in questo mondo post-moderno che indipendentemente dalla nascita, dalla famiglia o dalle preferenze personali, ci accompagnavano nella nostra vita. Un importante denominatore era rappresentato dal servizio di leva militare obbligatoria che oggi, come ben sappiamo non esiste più. Rimangono

scuola e sanità. Gli enti pubblici hanno bisogno di denominatori sociali comuni che negli ultimi tempi si sono “sfilacciati” venendo anche un po’ a mancare. La scuola è il luogo dove si insegnano i valori e sicuramente c’è stata qualche difficoltà in questo a causa anche probabilmente della mancanza di esempi “trascinanti”. I valori positivi si ritrovano negli ambienti in cui c’è la voglia di mettersi in gioco senza avere un tornaconto diretto e nelle persona che dedicano parte del loro tempo,” nostra risorsa infinita” a beneficio degli altri e della comunità a cui appartengono.A tal proposito ritengo che sia ammire-vole, giusto e corretto che esista una CEA (Carta Etica Anderlini) che è il quadro a cui tendere ed entro il quale muoversi. Oggi è ancora più importante che ci siano strumenti di questo tipo che si declinano poi in attività pratiche ed in questo caso sportive. C’è la necessità di avere questi documenti “di riferimento” e di avere degli strumenti che seguano il cambiamento della società la quale sta subendo importanti mutazioni e complicanze con una velocità difficilmente riscontrabili nel passato.l’etica potrebbe essere un freno al risultato?Sono due concetti diversi, ma non sono in contrapposizione, tutto è etica. Lo sport senza etica non esisterebbe ma può esserci anche una cattiva etica: l’etica del risultato può essere positiva o negativa. Dobbiamo decidere se l’etica la vogliamo rispettare oppure no e se vogliamo rispettarla, lo sfondo è quello dei valori. Si può essere rock star e amare la musica, ma non c’è scritto da nessuna parte che per essere rock star devi utilizzare droga! La ricerca del risultato può avere un connotato buono o cattivo, dipende da come lo ricerchiamo!

In chiusura, vorrei ringraziare tutti voi della Scuola di Pallavolo Anderlini per essere insieme alle Istituzioni nel cercare e voler ritrovare quei valori che ci permettano di essere responsabilmente impegnati ognuno col proprio ruolo sociale, come individui e come comunità.

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