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da sapere DI ANDREA DI TURI n’ora vale un’ora. Quello che conta, infatti, è il tempo impiegato per effettuare un dato lavoro o servizio, non il tipo di competenze o di saperi coinvolti. È questo il principio fondamentale su cui si basano le banche del tempo (Bdt). Un principio che contiene qualcosa di antico e sapiente, e allo stesso tempo rivoluzionario, specie se letto nel contesto di una società dove quasi tutto, ormai, viene valutato in senso solo economico. E che forse spiega come questa realtà, pur restando di nicchia, stia crescendo proprio in periodo di crisi, evidentemente perché capace di intercettare i bisogni fondamentali delle persone, in parte economici ma soprattutto sociali, di relazione. Come nasce una Bdt Una banca del tempo è un gruppo di persone che decide di mettere a U disposizione il proprio saper fare per scambi reciproci di piccoli lavori o servizi, regolati con pagamenti non in denaro ma in ore: quando si offrono, le ore si possono depositare sul proprio conto; quando si ricevono, le si paga con assegni della banca in altrettante ore sonanti. Diffuse ormai a centinaia su tutto il territorio italiano, in prevalenza nel Centro-Nord, le Bdt generalmente nascono in modo autonomo, in forma di associazione di promozione sociale o culturale. Non di rado, però, a promuoverle sono gli enti locali, in primis i Comuni: di "banche dei tempi", ad esempio, si parla espressamente nella legge n.53/2000 sui congedi parentali (art. 27), dove si dice che gli enti locali possono sostenerne e promuoverne la costituzione. Ma ad avviare una Bdt possono anche essere associazioni più grandi, organizzazioni sindacali e anche parrocchie, alle cui strutture le banche solitamente si appoggiano per la sede e l’utilizzo di attrezzature. La dimensione sociale Barattare piccoli lavori e servizi che altrimenti si dovrebbero acquistare o sbrigare da soli ha certamente un risvolto economico, apprezzabile soprattutto nei momenti di crisi. Ma a prevalere nella filosofia delle Bdt è senz’altro la dimensione sociale, che ne costituisce il vero motore. La loro proposta, dunque, configura un altro modello socio- economico possibile. «In questo periodo di crisi molte persone si sono avvicinate alle Bdt, non solo per una questione di redditi o di perdita di posti di lavoro, ma perché sono dei luoghi di aggregazione e di crescita comune». A dirlo è Marialuisa Petrucci, presidente dell’Associazione nazionale delle banche del tempo, che a fine maggio a Roma terrà il suo convegno nazionale. Tema: come le Bdt possono interagire nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. «La banca del tempo – prosegue – è un supporto alla perdita di identità sociale e alla depressione, spesso collegate ai problemi finanziari e di lavoro: è una rete leggera di relazioni dove non c’è competizione e in cui trovi la dimensione di te stesso». L’associazione, nata nel 2007, ha anche promosso un protocollo d’intesa con Comuni, Province e Regioni per la costituzione di una rete delle amministrazioni locali amiche delle Bdt. Piccoli servizi di grande utilità Ma cosa si scambia nella banche del tempo? Le ore barattate riguardano un’ampia gamma di attività, che si possono suddividere in due grandi aree: da una parte, quelle che riguardano in generale la vita quotidiana, come accompagnamenti per visite o per fare la spesa, cura dei bambini e degli anziani, disbrigo di pratiche burocratiche, servizi domestici (stirare, piccole riparazioni, cura delle piante). Dall’altra, attività collegate allo scambio di saperi che una persona possiede: una traduzione contro un orlo dei jeans, insegnare adusare computer e internet in cambio di un corso di cucina o di falegnameria. Se fino a poco tempo fa, poi, erano soprattutto anziani e pensionati a rivolgersi alle Bdt, in larga maggioranza donne, ora stanno arrivando anche i giovani, ad esempio gli studenti universitari. È il caso della Bdt de La Sapienza, a Roma, e di quella dell’Università di Taranto, aperta da poco. «È un’esperienza – dice Petrucci – che fa crescere i giovani, che sentono un forte bisogno di relazione, specie chi viene da fuori sede. Nella banche del tempo ti rendi conto che la tua esperienza, quello che hai accumulato, può servire a qualcuno: che tu sei utile». ostituire una Bdt è abbastanza sempli- ce. Di solito prendo- no la forma di associazio- ni di promozione sociale o culturali. Serve, quindi, uno statuto e un regolamento che definisca organi e fun- zionamento della Bdt e in- dividui la sede associativa. Dopo essersi dotati di com- puter, stampante e numero di telefono, bisogna predi- sporre i materiali necessa- ri, come i libretti di assegni con cui i soci possono pa- gare e depositare le ore o le tessere associative. Occorre anche organizzarsi per te- nere la contabilità delle o- re e dei conti personali, ad esempio con un software specifico, e gestire le ri- chieste in base alle compe- tenze/saperi dei singoli so- ci. Generalmente l’iscrizio- ne a una Bdt comporta il pagamento, stavolta in de- naro, di una quota associa- tiva annuale di pochi euro, comprensiva di copertura assicurativa. Su internet Associazione naziona- le delle Banche del tempo http://bdtitalia.altervista.org Tempomat Osservatorio nazionale delle Banche del tempo www.tempomat.it Banchetempo-flash www.banchetempo-flash.it Banche del tempo di Roma www.banchedeltempodi- roma.it Banche del tempo dell’Emilia Romagna www.regione.emilia-roma- gna.it/banchedeltempo Coordinamento anche del tempo di Milano e provincia www.banchetempo.mila- no.it Rete trentina Banche del tempo www.banchetempo.tn.it C a Banca del tempo di Alì Terme (Messina) nel 2007 ha tenuto a battesimo l’Associazione nazionale delle Bdt e ogni anno organizza una festa-convegno di inizio estate, appuntamento irrinunciabile per tutte le Bdt italiane. «Siamo nati nel ’97, quasi per gioco – dice la presidente, Nina Di Nuzzo, pasionaria del movimento e vice-presidente dell’Associazione nazionale (l’altra vice-presidente è Grazia Pratella, del Coordinamento della Bdt di Milano e provincia). Ora ha 80 soci, che scambiano soprattutto lavori di cucito, passaggi in macchina, preparazione di conserve e lezioni di computer». Effetti della crisi? «Ha aumentato la solitudine nelle persone – risponde Di Nuzzo – e la Bdt fa da antidoto». Ciò spiega, almeno in parte, come mai siano sbocciate in Sicilia in pochi mesi banche del tempo a Palermo, Catania, Messina. In provincia di Milano, invece, hanno deciso di mettere insieme le forze le Banche del tempo di Peschiera Borromeo (madre), Pantigliate e Paullo (filiali), raggiungibili insieme dal sito www.scambioiltempo.it, attraverso cui gestiscono scambi di ore ed eventi. «A Pantigliate – dice Evanna Davò, coordinatrice della filiale abbiamo 30 iscritti, di cui 20 donne, per metà persone che lavorano. Nel primo anno, anche con l’aiuto del Comune, abbiamo fatto soprattutto attività di promozione, ad esempio nelle scuole. Un progetto di grande successo è stato realizzato assieme a un’associazione di genitori, con cui abbiamo organizzato un servizio per insegnare agli anziani l’utilizzo del computer». Storie di (stra)ordinario coinvolgimento. (A.D.T.) L EMILIA-PUGLIA Sede in parrocchia e un social network per incontrarsi SICILIA-LOMBARDIA Nate per gioco diventano utili per battere la solitudine i siamo costituti nel marzo 2008, ora abbiamo 34 soci, equamente divisi fra donne e uomini, a differenza della media nazionale». Camilla Marenzoni è uno dei soci fondatori e attuale presidente della Banca del tempo di Momo a Fidenza, nel cuore di quella terra, l’Emilia Romagna, che ha dato i natali agli inizi degli anni ’90 alle prime Bdt italiane, a Parma (a opera della Uil pensionati) e a Sant’Arcangelo di Romagna. «In Regione – prosegue – tutte le Bdt sono sostenute, con un contributo annuale di 800 euro per la promozione e in termini di coordinamento e progettazione», perché figurano fra gli strumenti atti a una migliore conciliazione vita-lavoro. Nel caso di Fidenza, «la nostra banca è nata da un gruppo di famiglie della parrocchia di S. Giuseppe lavoratore, dove ci incontriamo, e fra i soci c’è anche il nostro parroco don Felice Castellani, molto aperto ad attività innovative». Sempre nel 2008 è partita la Bdt di Bari, che oggi conta 150 correntisti, al 65% donne, e il cui gruppo promotore è interamente al femminile: «Il cuore dell’associazione è l’accoglienza – dice la presidente, Serafina Gelao, che da anni è attiva nel mondo dell’associazionismo –. A noi si rivolge in questo periodo molta gente che rimane senza lavoro, over 50 ma anche giovani». E proprio il gruppo dei giovani soci ha attivato da un paio di mesi il sito di social network della banca (http://bancadeltempobari.ning.c om), «molto funzionale – sottolinea – perché diventa un mezzo per incontrarsi di persona, non per restare su internet». (A.D.T) C « Le Banche del tempo accrescono l’attività Molte persone stanno riscoprendo il valore sociale di mettere a disposizione il proprio saper fare per scambi reciproci di piccoli lavori o servizi Tra i «clienti» non solo anziani e pensionati, ma anche universitari IN ITALIA Più diffuse al Nord Donne in maggioranza er promuovere e monitorare la diffusione del- le banche del tempo, nel 1995 era nato Tem- pomat, l’Osservatorio nazionale sulle Bdt. Nel 2002 aveva interrotto l’attività, ma il testimone è sta- to preso dalla Bdt di Guspini, in Sardegna, che conti- nua a offrire un servizio d’informazione. «Nell’ultimo trimestre del 2009 – dice Daniela Du- cato, coordinatrice della Bdt di Guspini, che aggre- ga oltre 800 soci – le banche del tempo realmente o- perative erano 305, con 360 sportelli sparsi su tutto il territorio italiano». La Regione che ne conta di più è la Lombardia (un’ottantina), seguita da Piemonte, La- zio, Emilia-Romagna. Il fenomeno è un po’ meno pre- sente nel Meridione. «D’altronde al Sud – prosegue Ducato – si vive una situazione di maggiore solida- rietà tra vicini di casa, di maggiore scambio. Quella delle banche del tempo è un’economia di relazione, che corre su un binario parallelo all’economia mo- netaria. Ma se le si restituisce importanza, ridimen- sionando quella del denaro, può aiutare a creare op- portunità di lavoro». Il mondo delle banche del tempo è fortemente tinto di rosa. In larga maggioranza i correntisti, infatti, so- no donne, soprattutto di mezza età e anziane, ma an- che giovani mamme. Forse perché le donne hanno u- na superiore abilità in alcuni dei lavori e servizi che vanno per la maggiore fra gli scambisti di ore, come l’auto-produzione alimentare (pane, marmellate, con- serve, dolci). Ma forse anche per via del fatto che so- no più capaci di dichiarare le loro debolezze e quin- di chiedere aiuto, aspetto fondamentale per animare una banca del tempo. «Una delle regole per chi intende rivolgersi a una ban- ca del tempo è prima chiedere, poi dare. Perché è il chiedere che mette in moto il dare dell’altro, a gene- rare una risposta», spiega Luigi Tomasso, che si muo- ve da anni fra le banche del tempo di Milano e pro- vincia, compresa la Bdt di Milano Centro storico, che ogni anno vede circa 7-8mila ore scambiate fra i suoi soci e per la sede si appoggia all’associazione Chia- maMilano promossa da Milly e Massimo Moratti. Tomasso cura il documentatissimo sito Banchetem- po-flash (vedere box), con collegata newsletter (4mila iscritti), che offre un quadro dettagliato e aggiornato del fenomeno. Un punto di osservazione privilegia- to per capire, per esempio, l’impatto prodotto dalla crisi. «Sicuramente ora c’è più attenzione – afferma To- masso, di cui si può trovare sul sito di Youtube il vi- deo del servizio che gli ha dedicato di recente la tra- smissione Striscia la notizia – e in quest’ultimo anno e mezzo si sono avvicinate persone che appartengo- no a una fascia d’età che in genere non partecipa mol- to al mondo dell’associazionismo. Alcune sono venute da noi proprio spinte dalla crisi, come chi è andato in mobilità, in cassa integrazione o in pre-pensiona- mento, che ha cominciato a frequentarci e a fare scam- bi». E probabilmente a sentirsi, nonostante tutto, an- cora utile. Andrea Di Turi P è lavoro Direttore responsabile MARCO TARQUINIO Vicedirettore Tiziano Resca A cura di Francesco Riccardi (responsabile) Maurizio Carucci Comitato scientifico Guido Baglioni, Giuliano Cazzola, Lorenzo Ornaghi, Michele Tiraboschi (coordinatore) In collaborazione con: Adapt Centro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi” Università di Modena e Reggio Emilia Progetto grafico Aurelio Candido Per contattarci: [email protected] Piazza Carbonari 3, 20125 Milano Tel. 02/6780.461 mercoledì 3 febbraio 2010 2 Lo scambio senza crisi l’esperienza/2 l’esperienza/1 SERAFINA GELAO E IL SUO GRUPPO NINA DI NUZZO
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scambio - bancadeltempoinzago.it inzago/articoli vari... · delle banche del tempo è un’economia di relazione, che corre su un binario parallelo all’economia mo-netaria. Ma se

Oct 14, 2020

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Page 1: scambio - bancadeltempoinzago.it inzago/articoli vari... · delle banche del tempo è un’economia di relazione, che corre su un binario parallelo all’economia mo-netaria. Ma se

da sapere

DI ANDREA DI TURI

n’ora vale un’ora. Quello checonta, infatti, è il tempoimpiegato per effettuare un

dato lavoro o servizio, non il tipo dicompetenze o di saperi coinvolti. Èquesto il principio fondamentale sucui si basano le banche del tempo(Bdt). Un principio che contienequalcosa di antico e sapiente, e allostesso tempo rivoluzionario, speciese letto nel contesto di una societàdove quasi tutto, ormai, vienevalutato in senso solo economico. Eche forse spiega come questa realtà,pur restando di nicchia, stiacrescendo proprio in periodo dicrisi, evidentemente perché capacedi intercettare i bisognifondamentali delle persone, inparte economici ma soprattuttosociali, di relazione.

Come nasce una BdtUna banca del tempo è un gruppodi persone che decide di mettere a

Udisposizione il proprio saper fareper scambi reciproci di piccolilavori o servizi, regolati conpagamenti non in denaro ma inore: quando si offrono, le ore sipossono depositare sul proprioconto; quando si ricevono, le sipaga con assegni della banca inaltrettante ore sonanti. Diffuseormai a centinaia su tutto ilterritorio italiano, in prevalenza nelCentro-Nord, le Bdt generalmentenascono in modo autonomo, informa di associazione dipromozione sociale o culturale.Non di rado, però, a promuoverlesono gli enti locali, in primis iComuni: di "banche dei tempi", adesempio, si parla espressamentenella legge n.53/2000 sui congediparentali (art. 27), dove si dice chegli enti locali possono sostenerne epromuoverne la costituzione. Ma adavviare una Bdt possono ancheessere associazioni più grandi,organizzazioni sindacali e ancheparrocchie, alle cui strutture le

banche solitamente si appoggianoper la sede e l’utilizzo diattrezzature.

La dimensione sociale Barattare piccoli lavori e servizi chealtrimenti si dovrebbero acquistareo sbrigare da soli ha certamente unrisvolto economico, apprezzabilesoprattutto nei momenti di crisi.Ma a prevalere nella filosofia delleBdt è senz’altro la dimensionesociale, che ne costituisce il veromotore. La loro proposta, dunque,configura un altro modello socio-economico possibile. «In questoperiodo di crisi molte persone sisono avvicinate alle Bdt, non soloper una questione di redditi o diperdita di posti di lavoro, maperché sono dei luoghi diaggregazione e di crescita comune».A dirlo è Marialuisa Petrucci,presidente dell’Associazionenazionale delle banche del tempo,che a fine maggio a Roma terrà ilsuo convegno nazionale. Tema:

come le Bdt possono interagirenella lotta alla povertà eall’esclusione sociale. «La banca deltempo – prosegue – è un supportoalla perdita di identità sociale e alladepressione, spesso collegate aiproblemi finanziari e di lavoro: èuna rete leggera di relazioni dovenon c’è competizione e in cui trovila dimensione di te stesso».L’associazione, nata nel 2007, haanche promosso un protocollod’intesa con Comuni, Province eRegioni per la costituzione di unarete delle amministrazioni localiamiche delle Bdt.

Piccoli servizi di grande utilitàMa cosa si scambia nella banche deltempo? Le ore barattate riguardanoun’ampia gamma di attività, che sipossono suddividere in due grandiaree: da una parte, quelle cheriguardano in generale la vitaquotidiana, comeaccompagnamenti per visite o perfare la spesa, cura dei bambini e

degli anziani, disbrigo di praticheburocratiche, servizi domestici(stirare, piccole riparazioni, curadelle piante). Dall’altra, attivitàcollegate allo scambio di saperi cheuna persona possiede: unatraduzione contro un orlo dei jeans,insegnare adusare computer einternet in cambio di un corso dicucina o di falegnameria. Se fino apoco tempo fa, poi, eranosoprattutto anziani e pensionati arivolgersi alle Bdt, in largamaggioranza donne, ora stannoarrivando anche i giovani, adesempio gli studenti universitari. Èil caso della Bdt de La Sapienza, aRoma, e di quella dell’Università diTaranto, aperta da poco. «Èun’esperienza – dice Petrucci – chefa crescere i giovani, che sentono unforte bisogno di relazione, speciechi viene da fuori sede. Nellabanche del tempo ti rendi contoche la tua esperienza, quello che haiaccumulato, può servire aqualcuno: che tu sei utile».

ostituire una Bdt èabbastanza sempli-ce. Di solito prendo-

no la forma di associazio-ni di promozione sociale oculturali. Serve, quindi, unostatuto e un regolamentoche definisca organi e fun-zionamento della Bdt e in-dividui la sede associativa.Dopo essersi dotati di com-puter, stampante e numerodi telefono, bisogna predi-sporre i materiali necessa-ri, come i libretti di assegnicon cui i soci possono pa-gare e depositare le ore o letessere associative. Occorreanche organizzarsi per te-nere la contabilità delle o-re e dei conti personali, adesempio con un softwarespecifico, e gestire le ri-chieste in base alle compe-tenze/saperi dei singoli so-ci. Generalmente l’iscrizio-ne a una Bdt comporta ilpagamento, stavolta in de-naro, di una quota associa-tiva annuale di pochi euro,comprensiva di coperturaassicurativa.

Su internet● Associazione naziona-le delle Banche del tempohttp://bdtitalia.altervista.org● TempomatOsservatorio nazionaledelle Banche del tempowww.tempomat.it● Banchetempo-flashwww.banchetempo-flash.it● Banche del tempo di Romawww.banchedeltempodi-roma.it● Banche del tempodell’Emilia Romagna www.regione.emilia-roma-gna.it/banchedeltempo● Coordinamento anche del tempodi Milano e provinciawww.banchetempo.mila-no.it● Rete trentinaBanche del tempowww.banchetempo.tn.it

C

a Banca del tempodi Alì Terme(Messina) nel

2007 ha tenuto abattesimol’Associazionenazionale delle Bdt eogni anno organizzauna festa-convegno diinizio estate,appuntamentoirrinunciabile per tuttele Bdt italiane. «Siamonati nel ’97, quasi pergioco – dice la presidente, Nina DiNuzzo, pasionaria del movimentoe vice-presidente dell’Associazionenazionale (l’altra vice-presidente èGrazia Pratella, delCoordinamento della Bdt diMilano e provincia). Ora ha 80soci, che scambiano soprattuttolavori di cucito, passaggi inmacchina, preparazione diconserve e lezioni di computer».Effetti della crisi? «Ha aumentatola solitudine nelle persone –risponde Di Nuzzo – e la Bdt fa daantidoto». Ciò spiega, almeno inparte, come mai siano sbocciate in

Sicilia in pochi mesibanche del tempo aPalermo, Catania,Messina. In provincia diMilano, invece, hannodeciso di mettere insiemele forze le Banche deltempo di PeschieraBorromeo (madre),Pantigliate e Paullo(filiali), raggiungibiliinsieme dal sitowww.scambioiltempo.it,

attraverso cui gestisconoscambi di ore ed eventi. «APantigliate – dice Evanna Davò,coordinatrice della filiale –abbiamo 30 iscritti, di cui 20 donne,per metà persone che lavorano. Nelprimo anno, anche con l’aiuto delComune, abbiamo fatto soprattuttoattività di promozione, ad esempionelle scuole. Un progetto di grandesuccesso è stato realizzato assieme aun’associazione di genitori, con cuiabbiamo organizzato un servizio perinsegnare agli anziani l’utilizzo delcomputer». Storie di (stra)ordinariocoinvolgimento.

(A.D.T.)

L

EMILIA-PUGLIA Sede in parrocchiae un social network per incontrarsi

SICILIA-LOMBARDIA Nate per giocodiventano utili per battere la solitudine

i siamo costituti nelmarzo 2008, ora abbiamo34 soci, equamente divisi

fra donne e uomini, a differenzadella media nazionale». CamillaMarenzoni è uno dei socifondatori e attuale presidente dellaBanca del tempo di Momo aFidenza, nel cuore di quella terra,l’Emilia Romagna, che ha dato inatali agli inizi degli anni ’90 alleprime Bdt italiane, a Parma (aopera della Uil pensionati) e aSant’Arcangelo di Romagna. «InRegione – prosegue – tutte le Bdtsono sostenute, con un contributoannuale di 800 euro per lapromozione e in termini dicoordinamento e progettazione»,

perché figurano fra gli strumentiatti a una migliore conciliazionevita-lavoro. Nel caso di Fidenza, «lanostra banca è nata da un gruppodi famiglie della parrocchia di S.Giuseppe lavoratore, dove ciincontriamo, e fra i soci c’è anche ilnostro parroco don FeliceCastellani, molto aperto ad attivitàinnovative». Sempre nel 2008 èpartita la Bdt di Bari, che oggiconta 150 correntisti, al 65%donne, e il cui gruppo promotore èinteramente al femminile: «Il cuoredell’associazione è l’accoglienza –dice la presidente, Serafina Gelao,che da anni è attiva nel mondodell’associazionismo –. A noi sirivolge in questo periodo moltagente che rimane senza lavoro, over50 ma anche giovani». E proprio ilgruppo dei giovani soci ha attivatoda un paio di mesi il sito di socialnetwork della banca(http://bancadeltempobari.ning.com), «molto funzionale –sottolinea – perché diventa unmezzo per incontrarsi di persona,non per restare su internet».

(A.D.T)

Le Banche del tempoaccrescono l’attivitàMolte personestanno riscoprendoil valore socialedi metterea disposizioneil proprio saper fareper scambi reciprocidi piccoli lavorio serviziTra i «clienti» non soloanziani e pensionati,ma anche universitari

IN ITALIAPiù diffuse al NordDonne in maggioranza

er promuovere e monitorare la diffusione del-le banche del tempo, nel 1995 era nato Tem-pomat, l’Osservatorio nazionale sulle Bdt. Nel

2002 aveva interrotto l’attività, ma il testimone è sta-to preso dalla Bdt di Guspini, in Sardegna, che conti-nua a offrire un servizio d’informazione.«Nell’ultimo trimestre del 2009 – dice Daniela Du-cato, coordinatrice della Bdt di Guspini, che aggre-ga oltre 800 soci – le banche del tempo realmente o-perative erano 305, con 360 sportelli sparsi su tutto ilterritorio italiano». La Regione che ne conta di più èla Lombardia (un’ottantina), seguita da Piemonte, La-zio, Emilia-Romagna. Il fenomeno è un po’ meno pre-sente nel Meridione. «D’altronde al Sud – prosegueDucato – si vive una situazione di maggiore solida-rietà tra vicini di casa, di maggiore scambio. Quelladelle banche del tempo è un’economia di relazione,che corre su un binario parallelo all’economia mo-netaria. Ma se le si restituisce importanza, ridimen-sionando quella del denaro, può aiutare a creare op-portunità di lavoro».Il mondo delle banche del tempo è fortemente tintodi rosa. In larga maggioranza i correntisti, infatti, so-no donne, soprattutto di mezza età e anziane, ma an-che giovani mamme. Forse perché le donne hanno u-na superiore abilità in alcuni dei lavori e servizi chevanno per la maggiore fra gli scambisti di ore, comel’auto-produzione alimentare (pane, marmellate, con-serve, dolci). Ma forse anche per via del fatto che so-no più capaci di dichiarare le loro debolezze e quin-di chiedere aiuto, aspetto fondamentale per animareuna banca del tempo.«Una delle regole per chi intende rivolgersi a una ban-ca del tempo è prima chiedere, poi dare. Perché è ilchiedere che mette in moto il dare dell’altro, a gene-rare una risposta», spiega Luigi Tomasso, che si muo-ve da anni fra le banche del tempo di Milano e pro-vincia, compresa la Bdt di Milano Centro storico, cheogni anno vede circa 7-8mila ore scambiate fra i suoisoci e per la sede si appoggia all’associazione Chia-maMilano promossa da Milly e Massimo Moratti.Tomasso cura il documentatissimo sito Banchetem-po-flash (vedere box), con collegata newsletter (4milaiscritti), che offre un quadro dettagliato e aggiornatodel fenomeno. Un punto di osservazione privilegia-to per capire, per esempio, l’impatto prodotto dallacrisi. «Sicuramente ora c’è più attenzione – afferma To-masso, di cui si può trovare sul sito di Youtube il vi-deo del servizio che gli ha dedicato di recente la tra-smissione Striscia la notizia – e in quest’ultimo annoe mezzo si sono avvicinate persone che appartengo-no a una fascia d’età che in genere non partecipa mol-to al mondo dell’associazionismo. Alcune sono venuteda noi proprio spinte dalla crisi, come chi è andatoin mobilità, in cassa integrazione o in pre-pensiona-mento, che ha cominciato a frequentarci e a fare scam-bi». E probabilmente a sentirsi, nonostante tutto, an-cora utile.

Andrea Di Turi

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èlavoroDirettore responsabileMARCO TARQUINIO

VicedirettoreTiziano Resca

A cura diFrancesco Riccardi

(responsabile)

Maurizio Carucci

Comitato scientificoGuido Baglioni,

Giuliano Cazzola, Lorenzo Ornaghi,

Michele Tiraboschi(coordinatore)

In collaborazione con: AdaptCentro Studi Internazionali e Comparati “Marco Biagi”

Università di Modena e Reggio Emilia

Progetto graficoAurelio Candido

Per contattarci:[email protected] Carbonari 3,

20125 Milano Tel. 02/6780.461

mercoledì 3 febbraio 20102

Lo scambiosenza crisi

l’esp

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➥ SERAFINA GELAO E IL SUO GRUPPO

➥ NINA DI NUZZO