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Appunti
di ERBORISTERIA
a cura di
Marco Sarandrea
Da Michael Maier, Atalanta fugiens, 1618.
Contatti: Sarandrea Marco 336912277 [email protected]
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INTRODUZIONE ALLA FITOTERAPIA Breve storia evolutiva Nel corso
dei millenni la fitoterapia ha subito unevoluzione costante
passando da un uso prettamente istintivo, intuitivo o magico ad un
utilizzo pi moderno basato sulla conoscenza chimico-fisica e quindi
farmacologica dei principi attivi. Ecco quindi che, da una parte,
si sono ridimensionate se non annullate alcune propriet
terapeutiche di determinate piante ma, dallaltra, si sono aperti
nuovi orizzonti basati su certezze e non su simbolismi. Si usa una
pianta non pi perch la tradizione tramandata che lo dice ma perch
attenti studi ne dimostrano lefficacia. Vero che dobbiamo comunque
fare tesoro del passato se non altro perch, anche se con uso
erroneo o smodato, lutilizzo farmacologico delle piante ha
costituito un bagaglio di esperienze preziose per lutilizzo
odierno. Testimonianze scritte risalgono sin dagli antichi Egizi,
poi dai Greci ( Galeno dette il nome alle preparazioni
medicamentose galeniche) e quindi dai Romani ma i primi seri
accertamenti scientifici iniziano solo nel periodo rinascimentale
con una svolta definitiva a partire dalla fine del XVII secolo
grazie allo sviluppo della citologia e della biochimica. In epoche
medievali le farmacie erano spesso presenti solo nei monasteri e
molte testimonianze fitoterapiche sono giunte ai giorni nostri
grazie alle esperienze scritte o tramandate tra generazioni di
monaci e frati. I primi veri farmacisti giungono molto pi tardi e
il loro lavoro era appunto quello di effettuare preparazioni
galeniche con farmaci che loro stessi preconfezionavano o
preparavano al momento. Erbe e farmaci Molti tendono ingenuamente a
contrapporre due prodotti che sono in realt consequenziali. E come
cercare di instaurare delle differenze tra una materia prima e il
prodotto finito che, pur avvalendosi spesso di prodotti di sintesi,
non pu fare a meno del primo. La differenza sta comunque nel fatto
che il farmaco tende a contenere il principio attivo isolato della
pianta ed ha di conseguenza unefficacia indubbiamente pi elevata in
quanto specifica. Assumendo un preparato erboristico della stessa
pianta si assimilano una serie di elementi e principi attivi
(Fitocomplesso), tra i quali, quello che ci occorre. Ovviamente
leffetto sar pi blando, sicuramente pi naturale, e con eventuali
controindicazioni che, se presenti, sono notevolmente inferiori
rispetto al farmaco tradizionale. Per dirla in parole semplici, le
erbe stanno al farmaco come larancia sta alla vitamina C. Nel senso
che, chi ha carenza di questo elemento, potrebbe assumerla
mangiando unarancia piuttosto che prendere delle comode e pratiche
compresse. Questo, non perch le compresse facciano male ma
semplicemente perch, mangiando unarancia, oltre alla vitamina C si
assumono altre utili vitamine e fibre alimentari. Lesempio
dellarancia ci fa quindi capire la vera differenza e, come si nota,
non c contrasto ma semplicemente la possibilit di scegliere ci che
meglio. Lerboristeria non dunque unalternativa ma semplicemente
unopportunit in pi per prevenire e curare. Naturale non sinonimo di
innocuo Un altro errore che spesso si commette quello di
considerare luso dei rimedi naturali assolutamente innocuo senza
fare quindi attenzione a controindicazioni o preoccuparsi di
eventuali effetti collaterali.
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Un principio attivo non mai innocuo e quindi luso fitoterapico
della pianta che lo contiene deve essere sempre soggetto ad
oculatezza e non a semplice improvvisazione. I rimedi naturali
vanno quindi utilizzati come se fossero dei farmaci con le stesse
attenzioni e criteri di dosaggio. Certamente un sovraddosaggio
naturale meno grave di quello di un farmaco ma ci non giustifica un
uso smodato che alla lunga pu arrecare solo danni allorganismo.
Ecco quindi che, lerborista serio, da non confondersi con il
semplice venditore di erbe, non deve limitarsi a dare il prodotto
pi testato per un determinato problema ma deve verificare tutta una
serie di parametri medici e psicologici che evidentemente cambiano
da individuo ad individuo sia per lassunzione che per gli effetti
del rimedio in questione. Il corretto approccio con lerborista In
unerboristeria, ma anche in una farmacia, esistono rimedi naturali
per quasi tutte le patologie e quindi anche il consumatore deve
saper illustrare con chiarezza non solo la propria patologia o le
proprie carenze ma, soprattutto, eventuali allergie, problemi
metabolici o fisiologici particolari al fine di consentire
allinterlocutore di capire il suo problema e quindi il consigliare
il prodotto e le dosi pi appropriate. Meglio sarebbe, anche perch
il farmacista e tanto meno lerborista non possono sostituirsi al
medico, se lutilizzo di un rimedio fitoterapico fosse direttamente
prescritto da un medico anche se, purtroppo, pochi medici sono in
grado di farlo e quindi di seguirne lefficacia nel corso del tempo.
Ovviamente, in qualche caso, come accade nellacquisto di farmaci
senza obbligo di prescrizione, tutto non cos complesso ma bisogna
pur sempre essere coscienti e sicuri di ci che si vuole. Il fai da
te pu essere ammesso ma con conoscenze acquisite da comprovate
esperienze altrui o fatte su testi appropriati e scientificamente
attendibili. LOmeopatia Nasce nel XIX secolo con il medico tedesco
Hahnemann e pu essere definita come un metodo terapeutico clinico
che consiste nel somministrare al paziente dosi deboli o
infinitesimali di rimedi che sono allorigine della stessa
patologia. Ad esempio, per curare chi soffre dinsonnia, nella
pratica omeopatica si usa somministrare dosi infinitesimali di caff
che in dosi normali non farebbe dormire. La Floriterapia di Bach
Studiata negli anni 30 da Edward Bach si basa sulluso di rimedi
costituiti da diverse specie di fiori selvatici. Il campo di
applicazione a livello psichiatrico e lo scopo della terapia quello
di riequilibrare la psiche del paziente. LAssociazione della
Floriterapia con farmaci tradizionali e sedute psicoanalitiche pu
risultare molto efficace soprattutto nei casi di ansia,
depressione, stress o altre psico-patologie particolari. La
Fitoterapia associata In alcuni casi luso di preparati a base di
piante officinali associati con le pratiche omeopatiche e/o con
farmaci tradizionali pu essere di valido aiuto in campo medico sia
dal punto di vista del successo terapeutico che per la possibilit
di ampliare le possibilit di cura che, molto spesso, sono
condizionate da effetti collaterali che variano da paziente a
paziente. Tra le patologie che hanno fatto riscontrare i maggiori
successi troviamo: le allergie stagionali e croniche, problemi
gastrointestinali e altre patologie a livello articolare, cardiaco,
dermatologico ecc. Luso di rimedi fitoterapici da soli o associati
spesso comporta effetti curativi molto prolungati
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nel tempo e per questo importante acquisire fiducia e
soprattutto seguire fedelmente il consigli del medico che provveder
eventualmente ad aggiustare la cura in funzione dei progressi del
paziente. Come regola generale vale anche e soprattutto il
consiglio di seguire una dieta appropriata, senza la quale,
qualsiasi tentativo di cura potrebbe risultare nullo. Inoltre
occorre tener presente che la fitoterapia, oltre al trattamento
sintomatico, pu essere veramente di valido aiuto per prevenire
linsorgere di una malattia e per questo, quando si ha lopportunit
di rivolgersi ad un medico esperto in materia, utile rivolgersi a
questultimo quando si sani e non soltanto quando si malati.
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PARTE PRIMA
PIANTE, DROGHE E PRINCIPI ATTIVI UN LABORATORIO NATURALE
Lecologia delle piante si differenzia da quella degli animali
soprattutto per il fatto che queste non si muovono, devono
ancorarsi al terreno e di conseguenza provvedere per se e per gli
altri. Madre natura ha infatti voluto che le piante fungessero da
produttori con il pregio e lonere di essere le uniche a produrre
sostanza organica e ossigeno sfruttando unicamente il sole, lacqua
e le sostanze minerali presenti nel terreno. Questa incombenza,
unita al fatto che, essendo immobili, non possono fuggire davanti
al nemico o adattarsi ai mutamenti del clima, ha stimolato i
capricci dellevoluzione che ha provveduto nel corso di milioni di
anni a dotare le piante della possibilit unica di produrre infinite
combinazioni di profumi, frutti, veleni, ecc. Ecco quindi che tale
ricchezza di molecole, ancora tutta da scoprire, da millenni a
disposizione del genere umano per fabbricare od ottenere profumi,
veleni, alimenti, zuccheri, succhi, estratti, farmaci ecc. ecc.
Tutte queste sostanze allo stato molecolare vengono dette PRINCIPI
ATTIVI e costituiscono la materia prima sia per lerborista che per
lindustria farmaceutica. Un determinato principio attivo, o
linsieme sinergico o meno di essi, non sempre presente in tutta la
pianta (radici, fusto, foglie e fiori) ma spesso in una parte ben
precisa. Gli alcaloidi , ad esempio, sono generalmente presenti
nelle foglie e quindi di esse che ci si serve per estrarli. Quindi
la Parte di pianta che viene utilizzata per estrarre un determinato
principio attivo prende il nome, per quanto infausto che sia, di
DROGA. LA DROGA Come prima accennato la parte di pianta che
contiene, tra gli altri, il principio attivo che ci occorre e le
foglie per estrarre un alcaloide ne sono un chiaro esempio. Il
concetto di droga stato purtroppo alterato negativamente dalle
varie sostanze stupefacenti ma di contro possiamo pensare al
vecchio droghiere che di droghe ne vendeva a iosa anche se queste
erano semplicemente rappresentate da pepe, spezie e condimenti
vari. La droga quindi la materia prima utilizzata nelle
preparazioni erboristiche e da essa si estraggono, oltre al
principio attivo che interessa maggiormente, altre sostanze attive
che, nellinsieme originano quello che viene chiamato FITOCOMPLESSO.
Assumendo una droga dunque si assimila un insieme di principi
attivi che farmacologicamente possono esplicare unazione sinergica,
favorire lassorbimento o ridurre o annullare eventuali effetti
indesiderati fungendo da diluitori del principio attivo principale.
L AZIONE SINERGICA ( insieme di principi attivi che concorrono ad
ottenere un determinato effetto ) pu essere ottenuta anche
utilizzando pi droghe. In questo caso avremo i COMPOSTI che si
ottengono per semplice miscela o unendo prodotti finiti gi
estratti. Le Principali droghe riferite ad una specie di pianta
possono quindi essere rappresentate da: - Pianta intera ( radici,
fusto e foglie ) - Parte aerea ( fusto e foglie ) - Radici, bulbo o
rizomi - Foglie - Fiori - Semi, bacche o frutto
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- Linfa - Corteccia - Brattee ( foglie adibite a proteggere il
fiore ) - Resine - Scorza del frutto - Gemme - Giovani getti ( i
rametti fogliuti nuovi ) E importante sapere che Droga non coincide
con pianta e che di conseguenza una stessa pianta pu contenere pi
droghe. Se prendiamo in considerazione il Tiglio esso contiene due
droghe: le gemme e le brattee con i fiori. I PRINCIPI ATTIVI Luso
erboristico o farmacologico di una pianta ha senso solo in funzione
dei principi attivi in essa contenuti. - Alcaloidi: (azoto,
carbonio, idrogeno e ossigeno) Sono i principi attivi pi potenti
rappresentati
da molecole complesse che si distinguono per la presenza di un
atomo di azoto. Normalmente sono considerati veleni ( I pi potenti
veleni sono alcaloidi ) in quanto i loro effetti fisiologici sono
talmente forti e immediati che, a qualsiasi livello agiscano,
determinano reazioni che possono condurre a gravi conseguenze ivi
compresa la morte. Il loro uso in campo medico tuttavia diffuso ma
solo con dosaggi controllati, mirati e giustificati da corrette
diagnosi.
- Saponine: Si tratta di glucosidi a forte azione tensioattiva
(diminuiscono la tensione superficiale dellacqua formando schiuma)
che perdono le loro propriet terapeutiche se si fanno bollire
troppo a lungo. Il nome di questo principio attivo fa pensare
giustamente al sapone che ne logicamente luso cosmetico pi diffuso.
Tuttavia la loro efficacia curativa si manifesta anche nelluso
interno (ci riferiamo ovviamente alle saponine e non al sapone che
le contiene) in quanto la loro azione ha effetti espettoranti e,
secondariamente, diuretici. Lassunzione di saponine quindi
raccomandata come sinergico (azione che concorre positivamente ad
ottenere un risultato curativo) in tutte le cure in quanto
favorisce lassorbimento di altre sostanze farmacologiche. Le
saponine si distinguono in due gruppi: a nucleo steroidico ( nella
digitale o nella salsapariglia ) e a nucleo triterpenico ( nella
saponaria, liquirizia ecc. ).
- Tannini: Il termine deriva da tannare=conciare le pelli. Sono
sostanze tipicamente vegetali e non contengono azoto. Hanno la
propriet di far precipitare le proteine con la formazione di
coaguli ed esplicano di conseguenza unazione astringente,
antiinfiammatoria ed emostatica. Il loro utilizzo riguarda sia luso
interno che interno per frenare le infiammazioni, arrestare piccole
emorragie cutanee o delle mucose, contro diarree e come
antimocrobico. I tannini sono solubili in acqua e perdono efficacia
a contatto con laria o se sottoposti a bollitura troppo
prolungata.
- Resine: Sono il prodotto di secrezione di alcune cellule
specializzate ( presenti soprattutto nelle conifere ) e
scaturiscono dalla polimerizzazione e ossidazione di olii
essenziali appartenenti al gruppo dei terpeni. La resina una
sostanza amorfa, insolubile in acqua ma non volatile. Dalle resine
unite ad olii essenziali puri si formano le oleoresine o balsami
con spiccate propriet antisettiche per le vie respiratorie.
- Vitamine: Presenti unicamente nelle piante non possono essere
sintetizzate attraverso i processi metabolici delluomo. Alcune
tuttavia fanno eccezione come la vitamina D che si forma grazie
allazione dei raggi UV della luce, la vitamina A che si forma dalla
sua provitamina (carotene) e la vitamina PP che trae origine da un
aminoacido aromatico. Le vitamine sono suddivise in due gruppi: -
Vitamine idrosolubili: vitamine del gruppo B C P - Vitamine
liposolubili: A D E F K
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La migliore assunzione di questi preziosi elementi va fatta
soprattutto consumando cibi freschi e crudi. La cottura e i
processi di conservazione ne provocano la progressiva riduzione che
pu essere limitata attraverso una cottura a vapore o in poca acqua
ed evitando possibilmente il sale.
- Mucillagini: Polissacaridi che si presentano sottoforma di
masse amorfe biancastre che in acqua originano soluzioni colloidali
e viscose ma non adesive. Queste propriet chimico-fisiche esplicano
unazione antiinfiammatoria a livello delle mucose sulle quali la
mucillagine si deposita in modo stratificato fungendo da barriera
contro le irritazioni. La bollitura prolungata ne provoca
unannullamento dellefficacia.
- Principi amari: Sostanze di vario genere ( es. nella genziana
) caratterizzate dal sapore amaro. Proprio questultimo ne
costituisce la peculiarit. Favoriscono la digestione e lappetito
aumentando la secrezione cloropeptica agendo anche a livello
epatico stimolando la secrezione (azione coleretica) e biliare per
quanto riguarda il deflusso (azione colagoga).
- Olii essenziali: Si ottengono per distillazione, estrazione
con solventi volatili o per pressione. Si tratta di miscugli di
sostanze organiche volatili ( terpeni ciclici e aciclici, alcoli,
aldeidi, chetoni, acidi) e di consistenza oleosa. Sono poco
solubili in acqua ma molto solubili in alcool, etere, cloroformio e
grassi.
- Glucosidi: Sono i principi attivi pi importanti e quelli che
giustificano lutilizzo di molte piante in farmacologia e
fitoterapia. Non a caso la loro suddivisione rispecchia spesso luso
farmacologico e quindi avremo: - Cardiotonici: a livello cardiaco;
- Antrachinonici: azione lassativa o purgativa; - Solforati: azione
antisettica, stimolante, stomachica, revulsiva; - Ad Arbutina e
metil Arbutina: azione antisettica sulle vie urinarie; -
Salicilica: azione antireumatica e antipiretica ( es. Salice )
- Acidi organici: Sono presenti sotto forma di sali e abbondano
particolarmente nelle leguminose. Possiedono attivit osmotica ed
esercitano unazione blandamente lassativa.
- Sali minerali e sostanze inorganiche: Sono particolarmente
importanti per lattivit osmotica dellorganismo e per i tessuti di
sostegno (sali di potassio, di calcio, di ferro e acido
silicico).
- Oligoelementi: Elementi richiesti dallorganismo in quantit
ridottissime ma nello stesso tempo importantissimi per tutte le
attivit fisiologiche, di crescita e di sana costituzione ( Cobalto,
Magnesio, Manganese, Rame, Zinco ).
LE FAMIGLIE VEGETALI PIU UTILIZZATE IN FITOTERAPIA La
sistematica riunisce tutte le piante in gruppi omogenei chiamate
Famiglie. Nel 600 con Federico Cesi, fondatore dellAccademia dei
Lincei, inizia questo ordinamento che dati gli scarsi mezzi di
ricerca dellepoca era basato unicamente su caratteristiche
esteriori quali il fiore, la forma delle foglie ecc.
Successivamente questordinamento ha subito notevoli variazioni
grazie alla genetica e soprattutto alla scoperta di nuovi strumenti
in grado di stabilire con certezza la somiglianza genetica
allinterno di una famiglia. Fermo restando che tutte le piante
contengono principi attivi, consideriamo officinali quelle che ne
possiedono una certa quantit o che sono pi facilmente reperibili o
coltivabili. - Ombrellifere: Caratterizzate dallinfiorescenza
ombrelliforme: Cicuta, Anice, Finocchio,
Angelica, Carota, Prezzemolo ecc. Principi attivi: olii
essenziali con propriet antispasmodiche, carminative, toniche,
stimolanti ecc.
- Labiate: Infiorescenza a corolla bilabiata posta su
verticilli: Mente, Rosmarino, Timo, Lavanda, Salvia, Melissa,
Issopo, Santoreggia. Principi attivi: olii essenziali, tannini,
resine ecc. Luso terapeutico e vastissimo come anche luso in campo
cosmetico e culinario.
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- Composite: Piante caratterizzate da uninfiorescenza a capolino
dove quello che sembra un fiore unico in realt linsieme di
minuscoli fiorellini appressati: Margherite, Assenzio, Artemisia,
Tarassaco, Camomilla, Arnica, Bardana, Achillea, Carciofo. Insieme
alle labiate costituiscono il serbatoio di rifornimento pi
importante in campo farmacologico ed erboristico.
- Rosacee: Piante caratterizzate da un fiore costituito sempre
da 5 petali cuoriformi e 5 sepali molto pronunciati e visibili
dallalto tra un petalo e laltro. Rosa canina, Biancospino, Sorbo,
Melo, Pero, Mandorlo, Susino, Pesco, Albicocco, Ciliegio, Fragola,
Lampone, Mora, Spirea ecc. Principi attivi: tannini, Vitamine, ecc.
Piante importantissime per lalimentazione per via dei frutti, sono
veri e propri serbatoi di Vitamine, in particolare la vitamina
C.
- Graminacee: Monocotiledoni distinguibili per la classica
infiorescenza verdastra a spiga e per la presenza di nodi lungo il
fusto: Avena, Grano, Orzo, Gramigna, Canna domestica, mais ecc.
Stessa importanza alimentare delle Rosacee costituita dallapporto
di amido e conseguente assunzione di carboidrati. Propriet
diuretiche, disinfettanti e antispasmodiche.
- Malvacee: Piante caratterizzate da un fiore roseo venato di
carminio grande e fragile e foglie grandi e palmate: Malva, Altea.
La loro caratteristica fondamentale lalto contenuto di
mucillagini.
- Equisetacee: Piante Pteridofite (stesso gruppo delle felci)
caratterizzate da un fusto con fitte foglie capillari disposte su
verticilli. Sono particolarmente ricche di Silicio e quindi
indicate come diuretico e rimineralizzante.
- Conifere: Piante Gimnosperme che si tistinguono per il frutto
conico (Pigna): Abete, Pino, Cedro ecc. Principi attivi: resine e
olii esenziali con effetti balsamici ed antisettici.
- Liliacee: Piante caratterizzate da fiori molto evidenti e
colorati sempre con sei petali disposti 3+3 e senza sepali: Gigli
di vario tipo, Aglio, Cipolla, Mughetto ecc. Si tratta di piante
spesso velenose ma dai cui bulbi si estraggono importantissimi
principi attivi che annoverano olii essenziali, Vitamine ecc. ad
azione antisettica, ipotensiva, vermifuga, antiaggregante
piastrinica, ipocolesterolizzante ecc.
- Scrofulariacee: Piante che devono il nome allantico uso
finalizzato a curare la scrofula (malattia che interessa il sistema
linfatico). Sono del tutto simili alle labiate dalle quali si
distinguono per la disposizione delle foglie e dei fiori in modo
alterno e non verticillato: Verbasco, Digitale, Scrofularia ecc.
Sono generalmente usate soprattutto per luso esterno: Verruche,
psoriasi, eczemi ecc. Nelluso interno esplicano, grazie alla
presenza di alcaloidi (Digitale) spiccate ed efficaci attivit
cardiotoniche ma riservate unicamente al severo controllo
medico.
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PARTE SECONDA
COME RICONOSCERE LE PRINCIPALI FAMIGLIE VEGETALI
IL REGNO VEGETALE
VEGETALI INFERIORI ( si riproducono per spore )
- TALLOFITE: Piante non vascolari che non hanno una distinzione
funzionale in radici, fusto e foglie anche se la loro forma lo fa
credere. In realt quelle che sembrano radici sono semplici cellule
che esplicano la sola funzione di ancoraggio. - ALGHE - FUNGHI (ora
collocati a parte) - LICHENI
- BRIOFITE: Piante non vascolari che iniziano ad avere una
distinzione funzionale. - MUSCHI - EPATICHE
- PTERIDOFITE: Piante vascolari la cui distinzione funzionale
comincia a somigliare a quella dei vegetali superiori - FELCI -
EQUISETI - SELAGINELLE
VEGETALI SUPERIORI ( si riproducono per seme )
- CORMOFITE: Tutti i vegetali superiori sono dotati di una ben
definita distinzione in radici, fusto e foglie. Si tratta di piante
tutte vascolari dove un sistema di vasi ( vasi conduttori )
assicura il trasporto di sostanze in tutte le parti della pianta. -
GIMNOSPERME: Piante a seme nudo nelle quali gli organi sessuali non
sono
ricoperti da Perianzio ( es. conifere ) - ANGIOSPERME: Piante a
seme ricoperto nelle quali presente un perianzio che
rende evidente lorgano sessuale ( fiore ). Le Angiosperme
annoverano la quasi totalit delle piante terrestri. -
MONOCOTILEDONI: Angiosperme con seme intero e con unica foglia
embrionale. - DICOTILEDONI: Angiosperme con seme diviso in due
parti e con due foglie
embrionali.
CHIAVI DICOTOMICHE SEMPLIFICATE Lo scopo didattico che ci
proponiamo non quello di insegnare a riconoscere tutte le piante
anche perch, ammesso che ce ne sia il tempo e lo spazio, nessuno
sarebbe in grado di memorizzare 6000 specie vegetali appartenenti
alla flora italiana (3000 per il solo Lazio o 1500 per i Monti
Ernici). Quello che invece sicuramente otterremo lacquisizione di
un metodo consistente nellapprendimento delle capacit di osservare
una pianta partendo dallambiente in cui vive dal suo portamento
generale e dai particolari che la distinguono.
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Tutto questo sar possibile attraverso le CHIAVI DICOTOMICHE che
ovviamente abbiamo semplificato dal punto di vista divulgativo e
sostanziale in quanto ci siamo limitati ad alcune famiglie vegetali
che rappresentano la maggior parte delle angiosperme. Le chiavi
dicotomiche funzionano secondo il criterio dal generale al
particolare: si inizia esaminando alcune descrizioni ( 2 max 3 ) e,
trovata quella corrispondente alle caratteristiche della pianta in
esame, andremo a confrontare unaltra serie di affermazioni cui
questa ci indirizzer. E come se dovessimo giungere in un luogo
attraverso una serie di bivi limportante non sbagliare strada e
seguire bene le indicazioni. LIVELLO 1 A) Piante a seme intero con
una sola foglia embrionale con foglie semplici mai lobate o
dentellate
di forma allungata ( spadiforme o lanceolata ) e nervature
parallele che percorrono in modo rettilineo o confluente tutta la
lamina fogliare ( foglie parallelinervie ). Fusto mai legnoso e
accrescimento solo in altezza ( primario ). Piante annuali o
perenni ( con rizoma o bulbo ) con parte aerea che scompare nel
periodo di riposo vegetativo.
MONOCOTILEDONI vedere LIVELLO 2 B) Piante a seme diviso in due
parti uguali e con due foglie embrionali, foglie di forma varia (
da
semplice a composta a lobata o dentellata ) e retinervie con
nervature che irradiano in varie direzioni tutta la lamina
fogliare. Piante spesso legnose con accrescimento primario e
secondario annuali o perenni.
DICOTILEDONI vedere LIVELLO 5 LIVELLO 2 A) Perianzio evidente
bianco o colorato vivacemente vedere LIVELLO 3 B) Perianzio assente
o quasi, poco evidente con fiori verdastri o biancastri vedere
LIVELLO 4 LIVELLO 3 A) Fiori zigomorfi
- Foglie spadiformi o strettamente lineari avvolgenti buona
parte del fusto con tre stami e tre pistilli
IRIDACEAE ( genere gladiolus ) - Foflie spadiformi, o da ovali a
ovato allungate, stami ed ovario in una colonnina detta
ginandro. Fiori con petralo inferiore pi grande e differenziato
( labello ) e a volte muniti di sperone.
ORCHIDACEAE B) Fiori attinomorfi
- Ovario supero, calice assente, sei petali (tetali) disposti
3+3. LILIACEAE
- Ovario infero - Fiori con corolla che alla base forma una
specie di corona
AMARYLLIDACEAE - Fiori con tre stili spesso petaloidei con sei
petali di cui tre rivolti verso lalto (
genere iris ) o con sei petali disposti ad imbuto che si
dipartono direttamente dal terreno ( senza fusto: genere crocus o
romulea )
IRIDACEAE
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LIVELLO 4
A) Fiori senza perianzio sostituito da una grande brattea foglie
grandi e sagittate. ARACEAE
B) Fiori con perianzio sostituito da glume foglie lunghe da
spadiformi a filiformi. - Fusto con nodi, infiorescenza a spiga
GRAMINACEAE - Fusto senza nodi
- Foglie filiformi a sezione circolare, fusto assente con
infiorescenza posta lateralmente in prossimit dellapice
fogliare.
JUNCACEAE - Infiorescenza in spighe appressate composte da
otricelli e adagiate o pendenti da
ascelle fogliari CYPERACEAE
LIVELLO 5 A) Fiori non appariscenti verdastri o molto piccoli
con perianzio spesso sostituito da foglie
fioriformi. - Piante con latice, fiori verdastri con macchie
scure e frutto a capsula.
EUPHORBIACEAE - Piante senza latice
- Infiorescenza a spighetta densa e conica con perianzio posto
alla base, foglie tutte in rosetta basale da ovali a
lanceolate.
PLANTAGINACEAE - Fiori molto piccoli bianchi, gialli o porpora,
foglie verticillate, fusto
erbaceo da prostrato ad ascendente, tappezzante e spesso
tagliente con sezione quadrangolare.
RUBIACEAE B) Fiori appariscenti vedere LIVELLO 6 LIVELLO 6 A)
Fiori con corolla dialipetala
- Corolla zigomorfa vedere LIVELLO 7 - Corolla attinomorfa
vedere LIVELLO 8
B) Fiori con corolla gamopetala - Corolla zigomorfa
- Fiori tubuliflori che terminano con un labbro superiore e
inferiore, calice spesso a cinque punte ( 5 mero ) fiori diposti su
verticilli e foglie opposte.
LABIATAE - Fiori tubuliflori o appiattiti, calice spesso a 4
punte ( 4 mero ) fiori e foglie
disposti in modo alterno. SCROPHULARIACEAE
- Corolla attinomorfa - Fiori con petali totalmente saldati
CONVOLVULACEAE - Fiori con petali in gran parte saldati ma con
parte terminale a 5 punte ( rar. 4) a
forma di stella
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- Corolla iniziante a tubo e che si apre alla fauce con 4-5
punte. GENTIANACEAE
- Corolla campanulata CAMPANULACEAE
- Petali saldati solo alla base e quindi solo apparentemente
divisi. PRIMULACEAE
LIVELLO 7 A) Fiori con sperone
- Foglie profondamente incise o quasi capillari corolla stretta
quasi a tubo PAPAVERACEAE ( generi fumaria e corydalis )
- Corolla aperta foglie palmate o profondamente incise
RANUNCOLACEAE ( generi aconitum e delphinium )
B) Fiori senza sperone, fiore papilionaceo con due petali
inferiori racchiusi a carena (tipo mani giunte) e due superiori
saldati a vessillo, semi racchiusi in baccello.
LEGUMINOSEAE O PAPILIONACEAE LIVELLO 8 A) Fiori sempre con 4
petali
- Petali pi larghi che lunghi e ampi di colore rosso o giallo,
foglie pi o meno profondamente incise con fusto esile.
PAPAVERACEAE - Petali disposti a croce e spesso asimmetrici.
CRUCIFERAE B) Fiori con 5 o pi petali
- Fusto a volte spinoso, foglie seghettate palmato o pennato
composte. Petali cuoriformi con sepali del calice pronunciati.
ROSACEAE - Fiori a volte senza calice ( genere anemone ) con
foglie palmato composte pi o
meno incise. RANUNCOLACEAE
- Calice molto sviluppato allungato o rigonfio apice dei petali
sfrangiato o bilobato.
CARYOPHYLLACEAE C) Infiorescenza molto appressata con fiori
piccoli e riuniti
- Fiori riuniti ad ombrella con peduncoli separati disposti a
raggio UMBELLIFERAE
- Infiorescenza a capolino appressata su unico ricettacolo
COMPOSITAE***
*** Le composite sono suddivise in:
- Tubuliflore: Fiori capillari o tubulosi ( cardi, artemisie,
elicriso ecc.) - Liguliflore: Fiori riuniti costituiti ciascuno da
un solo petalo (ligula) ( tarassaco, cicoria,
pilosella ecc. ) - Tubuliflore a margine ligulato ( margherite )
- Tubuliflore sfrangiate ( fiordalisi )
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GLOSSARIO RIFERITO ALLE CHIAVI ALTERNE/I: Foglie o fiori
disposti sul fusto su singoli piani alternati in varie direzioni.
ATTINOMORFA o RADIALE: Corolla che vista dalla fauce del fiore a
simmetria raggiata (a torta). Comunque si tracci una linea passante
per il centro e da qualsiasi direzione avremo sempre due parti
uguali. BRATTEA: Foglia diversa dalle altre che assume funzione
vessillare allo scopo di proteggere il fiore. CALICE: Vedi
Perianzio COROLLA: Vedi Perianzio DIALIPETALA: Corolla i cui petali
sono separati uno dallaltro e quindi inseriti singolarmente nel
ricettacolo. FAUCE: E il punto di vista che mostra tutte le parti
di un fiore (petali, stami e pistilli) GAMOPETALA: Corolla i cui
petali sono saldati totalmente o parzialmente tra loro. GLUME:
Involucro membranaceo che sostituisce petali e sepali. OPPOSTE:
Foglie che sono distribuite in coppia sul fusto una opposta
allaltra. PERIANZIO: Parte vessillare del fiore costituita dal
calice (insieme di sepali) e dalla corolla (insieme dei petali). Da
notare che spesso il calice assente e i petali prendono il nome di
tetali. OVARIO: Parte inferiore del pistillo che contiene il o i
futuri semi. Quando lovario posto al di sopra del ricettacolo si
parla di ovario supero se invece al di sotto abbiamo un ovario
infero. RICETTACOLO: Parte sommitale del peduncolo nel quale sono
inseriti petali, sepali ecc. SPERONE: Prolungamento posteriore
tubuloso della corolla. VERTICILLO/I: Quando pi foglie o pi fiori
sono disposti in serie e in modo circolare o semicircolare su punti
comuni del fusto. ZIGOMORFA o BILATERALE: Corolla che vista dalla
fauce divisibile in due parti uguali solo se attraversata da una
linea in ununica direzione passante per il centro.
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PARTE TERZA
RACCOLTA E CONSERVAZIONE Una buona conoscenza di sistematica
botanica finalizzata al riconoscimento importantissima sia per
raccogliere le specie che ci occorrono sia, soprattutto, per
evitare piante velenosissime, che pur avendo grande efficacia
curativa (in campo strettamente medico) non possono e non devono
essere usate per preparati casarecci o improvvisati. E come andar
per funghi o li si conoscono bene tutti o almeno e bene quei pochi
di cui si estremamente sicuri. Bisogna poi ricordare che molte
piante velenose possono esserlo solo relativamente ad alcune parti
di esse o se consumate crude. E quindi necessario, prima di
effettuare qualsiasi raccolta, conoscere bene ci che si vuole e per
questo una conoscenza di sistematica botanica di base importante e
basilare.
LA RACCOLTA Quando raccogliere La raccolta di piante officinali
deve essere limitata alla droga e di conseguenza, a seconda della
specie e del suo ciclo vegetativo (periodo in cui la pianta cresce,
si riproduce, matura e va in stato di riposo) e della parte di essa
che ci occorre, raccoglieremo la droga in un periodo ben preciso
detto TEMPO BALSAMICO. Le ragioni di questa semplice ma
importantissima regola dipendono essenzialmente da due fattori: - I
Principi attivi sono presenti o lo sono maggiormente in una fase
vegetativa ben precisa; - Se la parte di pianta un fiore, un
frutto, seme o bacca o una gemma evidente che bisogna
limitarsi alla fase vegetativa in cui tale parte si manifesta.
Nella maggior parte delle piante il periodo migliore per la
raccolta coincide normalmente nel periodo di fioritura ( meglio
allinizio ) quando invece la droga costituita dalle radici o rizomi
bisogna approfittare del periodo di riposo vegetativo che
normalmente coincide con il periodo invernale. Durante il giorno
lattivit fisiologica e gli elementi contenuti in una pianta sono
influenzati da vari fattori esterni. Soprattutto nelle giornate
molto calde consigliabile effettuare la raccolta al mattino onde
garantirsi una cospicua presenza di principi attivi soprattutto se
rappresentati da composti volatili come gli olii essenziali. Dove e
come raccogliere La raccolta va effettuata in luoghi esenti da
qualsiasi forma di inquinamento e lontano da colture sottoposte a
trattamenti chimici. Spesso i bordi di strade e ferrovie sono
particolarmente ricchi di piante officinali, soprattutto iperico,
tarassaco e bardana, non raccogliere mai piante in questi luoghi in
quanto potrebbero contenere residui di metalli pesanti. Il sistema
di raccolta deve essere inoltre rispettoso delle piante: mai
raccogliere piante isolate e in caso di zone dove esse abbondano
raccogliere in modo distribuito onde non depauperare singole
piante.
L ESSICCAZIONE Una volta raccolte le piante vanno preparate o
conservate. E sempre preferibile utilizzare piante fresche appena
raccolte ma, soprattutto per la preparazione di infusi, di aromi
per la cucina o per problemi pratici, necessario procedere
allessiccazione e quindi alla conservazione. Da tener
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presente che lessiccazione di una droga comporta una certa
perdita di principi attivi e quindi una dose di 10 grammi di pianta
lavorata fresca va sostituita con una quantit secca ottenuta
dallessiccazione di circa 50 grammi di peso fresco originario. Le
piante raccolte, se necessario, vanno lavate con acqua fredda a
patto che le si asciughi subito con aria calda onde evitare
leffetto solvente dellacqua e quindi messe ad essiccare in un luogo
ombreggiato, asciutto e ben areato (mai al sole) possibilmente
riunite in fasci appesi a testa in gi. Qualora si sia reso
necessario disporle su un piano occorrer di tanto in tanto
rivoltarle al fine di ottenere una essiccazione uniforme ed evitare
formazione di muffe. Soprattutto quando la droga costituita dai
fiori, prima di procedere allessiccazione, indispensabile separarli
dal peduncolo o dai fusti onde evitare che la linfa ancora presente
li trasformi in frutti. Lo stesso vale per le radici che, dopo
averle lavate con cura, vanno ridotte a pezzetti di 1-2 cm sia per
affrettarne lessiccazione sia per il fatto che, una volta secche,
sarebbero difficili da sminuzzare. Le bacche, al fine di favorirne
la disidratazione, devono essere spaccate o leggermente pestate.
Lessiccazione, a seconda della percentuale dacqua contenuta nella
pianta, dura dai 7 ai 15 giorni anche in funzione delle
caratteristiche del locale.
CONSERVAZIONE Le piante vanno essiccate con cura allo scopo di
ridurre al minimo la presenza di acqua e conservate in contenitori
per alimenti ben chiusi in luogo fresco e asciutto al riparo dalla
luce. E poi importante apporre sul contenitore unetichetta dove,
oltre al nome della droga, sia ben chiara la data di
confezionamento ( a patto che questo avvenga immediatamente ad
essiccazione ultimata ) in quanto la droga secca perde efficacia e
caratteristiche organolettiche dopo un anno ( il periodo si allunga
a seconda della parte di pianta ).
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PARTE QUARTA
LE PREPARAZIONI ERBORISTICHE La predisposizione della droga Una
volta isolata la parte di pianta che contiene i principi attivi
richiesti occorre predisporla alla preparazione o semplicemente al
confezionamento, nel caso di piante essiccate. Droghe destinate ad
uso aromatico in cucina vanno ridotte quasi in polvere, negli altri
casi, secche o fresche che siano, ridotte a pezzetti grossolani (
basta sforbiciare mazzetti di erbe ) onde agevolarne leventuale
filtraggio. I solventi I principi attivi contenuti nelle droghe
vanno estratti e per far questo occorre un solvente che nello
stesso tempo costituir anche il veicolo adatto per la
somministrazione o lapplicazione delle sostanze estratte. I
solventi hanno dunque limportante ruolo di estrarre sostanze attive
dalla pianta e insieme alla droga costituiscono la materia prima
dellerborista o del cauto apprendista. I solventi principali sono:
acqua, vino, olio doliva, alcool, glicerina, aceto ecc.
Lattrezzatura Lattrezzatura per lestrazione e il confezionamento di
preparati erboristici pu essere molto complessa e costosa nel caso
di particolari lavorazioni ( distillazione, micronizzazione,
compresse, capsule ecc.). Tuttavia, nel caso di buona parte dei
preparati erboristici, sufficiente una normale attrezzatura da
cucina ( pentole, vasi di vetro, misuratori graduati ) con lunica
esigenza, almeno per preparazioni che richiedono una certa
precisione di dosi, di possedere una bilancia capace di misurare
singoli grammi o suoi multipli da 2 a 5. Per il confezionamento,
almeno per alcuni preparati, bisogner reperire flaconcini con
contagocce o vasetti in vetro sufficientemente piccoli per
contenere unguenti od oleoliti. I Principali preparati I vari
preparati erboristici prendono il nome dal solvente o dal loro
aspetto finale caratterizzato dal veicolo utilizzato per
lassunzione.
IDROLITI LE TISANE Sono soluzioni acquose di fitocomplessi di
piante medicinali ottenute versando acqua bollente sulla droga (
infuso ) o portando ad ebollizione questultima aggiunta a freddo (
decotto ). Le Tisane vengono preparate dunque a partire da miscugli
di erbe realizzati allo scopo di rinforzare leffetto curativo
attraverso un sinergismo costituito dai vari principi attivi. Nella
preparazione si devono sempre seguire alcuni criteri derivanti da
quella che la composizione base di una tisana. - Il rimedio base (
rimedium cardinale ): Una o pi droghe che contengono i principi
attivi
necessari alla cura da intraprendere; - L adiuvante ( adjuvans
): Una o pi droghe aventi lo scopo di rinforzare il rimedio
base
attraverso un'azione detta sinergica in quanto atta a favorire
lassorbimento dei principi attivi necessari. Un esempio dato dalle
saponine che svolgono un ruolo importantissimo in tal senso.
- Il correttore ( corrigens ): Serve per migliorare il sapore e
lodore della tisana.
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In ogni caso nella composizione di una tisana si deve: -
Associare sempre droghe omogenee per durezza o delicatezza. Ad
esempio non fare mai tisane
con radici e fiori insieme ma miscelare tra loro foglie tenere e
fiori o radici con cortecce. - Rispettare lomogeinit farmacologia.
Mai unire droghe ad effetto contrapposto. - Non miscelare pi di 5-8
droghe. Infusi Linfuso una soluzione medicamentosa ottenuta da una
o pi droghe secche disciolte in acqua portata a temperatura di
ebollizione ( da unire a fiamma spenta ) e lasciate infondere in un
tempo che varia dai 5 ai 30 minuti. Il dosaggio generalmente di 1 a
20 con dosi di circa 5 grammi di droga ogni 100 grammi di acqua.
Gli infusi devono essere preparati e consumati al momento in quanto
non si conservano. Decotti Si usano generalmente quando si ha a che
fare con droghe piuttosto dure e consistenti ( radici, rizomi.
cortecce o altre parti dure ) ma anche in altri casi. Rispetto alle
tisane e gli infusi le droghe vengono immesse in acqua fredda e
quindi portata ad ebollizione. Il tempo di ebollizione di circa
10-30 minuti per le parti dure e di 5 minuti per fiori, foglie ecc.
E buona norma, prima di filtrare, lasciare riposare a fuoco spento
per circa 10 minuti. Il rapporto droga solvente lo stesso degli
infusi ( 1 a 20 e in taluni casi 1 a 50 ). Il decotto pu essere
consumato freddo e si conserva uno o due giorni se posto in
frigorifero.
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- Far bollire lacqua - Versare lacqua bollente ( un quarto
di litro per ogni cucchiaio di droga ) sulla droga e coprire il
tutto.
- Lasciare il tutto in infusione per un
tempo variabile tra i 5 e i 30 minuti. - Filtrare il tutto - Se
necessario, dolcificare ( meglio
se con miele).
TISANE: LINFUSO
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- Porre la quantit di droga in acqua
fredda nella misura di un cucchiaio ogni quarto di litro.
- Portare tutto ad ebollizione e
continuare a far bollire per un tempo variabile tra i 5 e i 30
minuti.
- A fuoco spento lasciare tutto in
infusione per almeno 10 minuti. - Filtrare il tutto - Se
necessario, dolcificare ( meglio
se con miele).
TISANE: IL DECOTTO
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ALCOLITI ( Tinture ) Negli alcoliti il solvente costituito
dallalcool, opportunamente ridotto di gradazione mediante
diluizione proporzionale in acqua, che va utilizzato con droghe
preferibilmente fresche. Esistono vari metodi di estrazione ma
generalmente si usa un dosaggio 10:1 o 5:1 ( 10 o 5 parti di
soluzione alcoolica ogni singola parte di droga ). In un rapporto
10 a 1 si misceleranno 100 grammi di soluzione con 10 grammi di
droga. Preparata la tintura la si conserver in un vaso di vetro al
buio per un tempo variabile tra i 5 e i 20 giorni. La gradazione
media utilizzata per la soluzione alcoolica di 50 gradi ( 50% di
alcool e 50 % di acqua in volume ) con variazioni, a seconda del
tipo di droga e del principio attivo, da 20 gradi ( 20% di alcool
in volume ) a 80 gradi ( 80%). Una volta pesata la droga*** ( ad
esempio 100 grammi ) considerando che lestrazione deve avvenire in
un rapporto 10:1 occorrer preparare a parte una soluzione di alcool
ed acqua pari a 1000 grammi corrispondenti a a pi di 950 ml. Se
tale soluzione deve essere a 40 gradi ecco che sar composta da 380
ml. ( 40% di 950 ) di alcool puro e 620 ml. ( il restante per
arrivare a 950 ) di acqua. A questo punto infondervi la droga,
chiudere il vasetto e conservarlo scuotendolo ogni tanto. In talune
preparazioni oltre allalcool si utilizza la glicerina (
gemmoderivati o macerati glicerinati ) quando si ha necessit di
estrarre principi attivi da gemme, altri tessuti embrionali,
giovani getti, giovani radici o linfa. Un metodo indicato per
lottenimento delle tinture quello della percolazione dove,
rispettando sempre le stesse proporzioni, la droga viene immessa in
un cilindro che nella parte inferiore si restringe ad imbuto munito
di rubinetto. Una serie di filtri tengono appressata la droga e su
di essi si versa la soluzione che percola attraverso di essi. Ogni
tanto si apre il rubinetto, si svuota il tutto e si reimmette
dallalto. In questo modo si potenzia lazione del solvente e
linfusione pu definirsi perfetta. Dopo il filtraggio il preparato
pu essere confezionato in flaconi con contagocce e assunto in poca
acqua con dosi che variano dalle 15 alle 30-40 gocce. *** Quando si
usa una droga fresca, nel rapporto 10:1 in peso, bisogna tener
presente che ci si riferisce alla parte di pianta disidratata.
Quindi, considerando che una pianta contiene mediamente il 70% di
acqua, 100 grammi occorrenti per 1000 grammi di solvente,
corrisponderanno a circa 340 grammi di droga fresca. Per essere pi
precisi, visto che si parla di contenuto di acqua medio e che
questo pu essere notevolmente inferiore o superiore, baster
sottoporre campioni di droga da unessiccazione in forno a 50 per 24
ore e fare la differenza tra peso fresco e peso secco. Se
raccogliamo 250 grammi di elicriso fresco con esso potremo
realizzare: 250 grammi in peso fresco = 75 grammi in peso secco e
quindi occorreranno 750 grammi di solvente meno lacqua contenuta
nella droga ( 175 grammi = 175 ml ).
ENOLITI Si parla di enoliti quando il solvente utilizzato
costituito da vino ( con laceto si possono invece preparare le
Tinture Acetiche ) e il metodo e le proporzioni sono le stesse
delle tinture alcooliche. In particolare si usano: - Vino rosso:
per droghe astringenti e tanniche la cui azione viene potenziata
dal vino rosso che
notoriamente contiene molto tannino; - Vino bianco: Nel caso di
droghe diuretiche o che contengono alcaloidi od enzimi.
OLEOLITI In questo caso il solvente costituito da olio di oliva
o di semi e il preparato ottenuto per macerazione ( a freddo o a
caldo ) destinato unicamente alluso esterno. Gli oleoliti sono
spesso utilizzati per la preparazione di unguenti di consistenza
cremosa ottenuti miscelandoli a glicerina e
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cera vergine di api. Un metodo molto semplice riguarda lIperico.
Una volta raccolte le sommit fiorite si pestano in un mortaio, si
dispongono in un vaso di vetro e si coprono con olio extravergine
di oliva fino a superare di un dito la droga. Il vaso ben chiuso va
posto al sole per un mese circa dopodich si filtra il tutto e si
conserva per lutilizzo o successiva miscelazione.
MELLITI Preparazioni di consistenza pastosa che hanno come base
il miele. Il miele in questo caso assume pi ruolo di ingrediente e
conservante naturale che di solvente. La preparazione, pi che un
estrazione, quindi una miscela pi o meno complessa di miele con
polveri e altri estratti di varia natura ivi compresi gli olii
essenziali.
DISTILLATI ( Olii essenziali ) A partire da questo punto
arriviamo a metodi di preparazione pi complessi e difficilmente
praticabili a livello casalingo sia per necessit di particolari
attrezzature ma anche e soprattutto per una certa difficolt di
procedimento che se fatto in modo errato pu comportare conseguenze
spiacevoli. La distillazione si basa sul concetto di evaporazione e
quindi nel sottoporre la droga ad una bollitura in particolari
contenitori dai quali i vapori, percorrendo serpentine
opportunamente raffreddate, si condensano dando origine ad un
liquido alcoolico o di consistenza oleosa come gli olii
essenziali.
POLVERI MICRONIZZATE Si ottengono dalla droga secca ed hanno la
caratteristica di essere cos finemente triturate da essere quasi
impalpabili. Le polveri ottenute possono essere inserite in miscele
( melliti ) o ridotte in compresse o in capsule in modo da
esplicare la loro azione direttamente nellorganismo.
ESTRATTI SECCHI Di applicazione simile alle polveri sono
tuttavia tra i preparati erboristici pi efficaci in quanto la loro
lavorazione non comporta perdite significative di principi attivi.
Lottenimento di estratti secchi si ha mediante evaporazione del
solvente fin quando non rimane una polvere secca sul fondo. Altri
metodi recenti consistono in processi abbastanza complessi come ad
esempio la liofilizzazione consistente in una fase di congelamento
e successivamente di sublimazione.
ESTRATTI MOLLI ED ESTRATTI FLUIDI Si ottengono con processi di
evaporazione del solvente. Nel caso di estratti molli avremo una
evaporazione condotta fin quando ci che rimane risulta di
consistenza molle ma tale da non bagnare. Negli estratti fluidi
levaporazione cessa quando il peso della soluzione equivalente a
quello della droga secca di partenza.
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PARTE QUINTA
FORMULE E CORRISPONDENZE DI BASE Prima di effettuare qualsiasi
preparazione erboristica opportuno conoscere bene alcune formule di
base necessarie soprattutto a predisporre con precisione i
solventi. Inoltre utile conoscere la corrispondenza in peso o
volume di dosaggi pi o meno approssimativi ( cucchiaino, goccia,
pugno, pizzico ecc. ). Ci pu essere molto utile anche ai fini
dellutilizzo. Sapere quanta droga si consuma a dose pu indicare la
durata della scorta che si ha in casa e non si corre il rischio di
rimanerne senza. Equivalenze fondamentali Mentre non esistono
problemi per quanto riguarda il peso che viene espresso in grammi o
chilogrammi qualche complicazione pu sorgere con il volume che pu
essere espresso in cc (centimetri cubici), in ml o cl o in frazioni
o multipli di litro. Ecco che quindi utile rinfrescare la memoria
di qualche nozione che troppo spesso diamo scontata ma che pu
generare confusione.
1 litro = 1000 ml = 100 cl = 1000 cc 1 chilo = 1000 g 1 grammo =
1000 mg (milligrammi) Corrispondenze Ogni liquido possiede un
proprio peso specifico che il risultato della corrispondenza
volume/peso. Lacqua o una soluzione ha una corrispondenza 1:1: un
litro pesa un chilo e di conseguenza 1 ml peser un grammo. 1 ml di
acqua = 1 g 1 ml di alcool a 95 = 0,8 g 1 ml di olio = 0,6 g Nelle
varie preparazioni e spesso nelle indicazioni duso troviamo dosaggi
espressi con mezzi di misura piuttosto casalinghi e quindi utile
sapere che: Nelle corrispondenze in volume: 15 20 gocce = 1 ml Un
cucchiaino = 5 ml Un cucchiaio = 10 ml Una tazzina da caff = 50 ml
Una tazza da te = 100 ml Nelle corrispondenze in peso: Pizzico =
1-2 grammi Pugno o manciata di piccoli semi = 80 100 grammi Pugno o
manciata di sostanze farinose = 50 grammi Pugno o manciata di erbe
o radici = 20 35 grammi E comunque ovvio che tali dati vanno
accolti con il beneficio del circa in quanto da considerare,
soprattutto in dosaggi molto piccoli, la temperatura del liquido,
il grado di umidit del prodotto secco o le dimensioni della mano e
quindi della presa. In ogni caso lutilit pratica che si pu ricevere
nel caso del consumo significativa nellassunzione di prodotti in
gocce. Se ad esempio acquistiamo una tintura madre da 50 ml con
dose media di 30 gocce (circa 2 ml) da ripetere tre volte al giorno
( tot. 6 ml ) ecco che il flaconcino costituir una scorta di circa
9 giorni.
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CORRISPONDENZE KG/VOLUME DI ZUCCHERI Nelle preparazioni
erboristiche gli zuccheri si utilizzano principalmente per le loro
propriet conservanti ( sciroppi o bevande sciroppose ) e per questo
onde rispettare proporzioni in volume necessario conoscere il
corrispondente peso/volume di ciascuno. Lo zucchero semolato
possiede una resa in volume pari al 63% del suo peso. Un Kg. di
zucchero sciolto in acqua rende quindi 630 ml. Il Fruttosio ha una
resa pi bassa pari al 58% del peso. Un Kg. di fruttosio sciolto in
acqua rende di conseguenza 580 ml. IL GRADO ALCOOLICO O
QUANTITATIVO ANIDRO Ogni qualvolta dobbiamo preparare una soluzione
alcoolica o ci troviamo di fronte ad una bottiglia di liquore
dobbiamo fare i conti con un numeretto che esprime il grado
alcoolico della soluzione. Premesso che un liquido alcoolico
espresso in volume idrato ( il contenuto risultante sommando sia la
frazione alcoolica che analcoolica es. aqua + alcool ) e che la
sola frazione alcoolica ( alcool teorico a 100 gradi ) invece
espressa in volume anidro, ecco che un prodotto a 30 ( si pu
scrivere anche 30% vol ) conterr il 30% in volume ma non in peso di
alcool puro. Su 1000 ml avremo quindi 300 ml di alcool e 700 ml di
acqua o parte analcoolica. La stessa indicazione pu essere espressa
in contenuto idrato = 1000 ml ( totale alcool + acqua ) e, al posto
di 30 o 30% vol, in contenuto anidro = 300 ml. (frazione effettiva
di alcool contenuto).
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IL TEMPO BALSAMICO DELLE DROGHE Radici e rizomi Autunno e
inverno. Nel caso di piante annuali o nel secondo biennio in
primavera. Bulbi Autunno Cortecce Allinizio del periodo vegetativo
Pianta intera In periodo di fioritura Foglie Quando si sono ben
distese (prima della fioritura). Nelle labiate allinizio della
fioritura. Steli Ad innalzamento ultimato prima della fioritura
Fiori Prima che sboccino Frutti e semi Quando sono maturi e sono
ancora sulla pianta Gemme e getti Generalmente da fine inverno a
inizio primavera
IL TEMPO BALSAMICO DI ALCUNE SPECIE FEBBRAIO Farfara, Vischio
MARZO Aglio orsino, Biancospino, Farfara, Farfaraccio, Frangola,
Fumaria, Genziana, Ononide, Quercia,
Salice, Saponaria, Viola, Vischio. APRILE Aglio orsino, Bardana,
Biancospino, Betonica, Betulla, Crescione, Fragola, Frangola,
Frassino,
Fumaria, Ortica, Piantaggine, Primula, Rosa canina, Rovo,
Salice, Sambuco, Tarassaco, Valeriana, Viola.
MAGGIO Aglio orsino, Bardana, Betulla, Camomilla, Crescione,
Dulcamara, Edera, Erba roberta, Erba ruggine, Galega, Meliloto,
Papavero, Piantaggine, Rosa canina, Sambuco, Timo, Tormentilla.
GIUGNO Achillea, Aglio orsino, Agrimonia, Artemisa, Betonica,
Betulla, Borragine, Camomilla, Centaurea minore, Borsa di pastore,
Elicriso, Equiseto, Erba roberta, Eupatorio, Farfara, Fragola,
Frassino, Galega, Iperico, Lampone, Malva, Meliloto, Spirea
olmaria, Parietaria, Pilosella, Salicaria, Timo, Verbasco,
Vulneraria.
LUGLIO Achillea, Agrimonia, Alchemilla, Artemisia, Bardana,
Betonica, Borsa di pastore, Cardo Mariano, Centaurea minore,
Cicoria, Edera, Elicriso, Erba roberta, Erba ruggine, Equiseto,
Eufrasia, Eupatorio, Farfara, Farfaraccio, Frassino, Iperico,
Malva, Meliloto, Spirea olmaria, Origano, Ortica, Pilosella,
Salicaria, Timo, Trifoglio dei prati, Uva ursina, Verbena, Verga
doro.
AGOSTO Achillea, Alchemilla, Agrimonia, Artemisia, Betonica,
Borsa di pastore, Cardo mariano, Carlina, Centaurea minore,
Equiseto, Edera, Erba ruggine, Eufrasia, Eupatorio, Farfara,
Farfaraccio, Ginepro, Luppolo, Malva, Spirea olmaria, Ortica,
Pilosella, Uva ursina, Verbena, Verga doro.
SETTEMBRE Achillea, Agrimonia, Angelica selvatica, Biancospino,
Carlina, Cicoria, Ginepro, Luppolo, Ononide, Ortica, Pilosella,
Potentilla, Primula, Pungitopo, Rosa canina, Sambuco, Saponaria,
Tarassaco, Valeriana.
OTTOBRE Bardana, Agrimonia, Angelica selvatica, Cicoria,
Frangola, Genziana, Ginepro, Ononide, Ortica, Pilosella,
Potentilla, Quercia, Rosa canina, Sambuco, Tarassaco.
NOVEMBRE Ginepro, Ortica, Potentilla. DICEMBRE Frangola.
TABELLA PER OTTENERE 100 ML DI
SOLUZIONE A UN GRADO DESIDERATO
Grado Alcool 95 ml
Acqua ml
80 83 17 75 77 23 70 72 28 65 67 33 60 61 39 55 56 44 50 51 49
45 46 54 40 41 59 35 36 64 30 31 69 25 26 74 20 21 79
MEDICAMENTI IN RELAZIONE AL PERIODO DEL GIORNO Mattino a digiuno
Depurativi, Lassativi, Diuretici, Cicatrizzanti dello stomaco,
vermifughi. Lontano dai pasti Antigottosi, Antireumatici,
Cardiotonici, Epatoprotettori,
Emmenagoghi, Galattagoghi, Bechici, Febbrifughi. 30 Prima dei
pasti Ricostituenti, Antiacidi, Emollienti dello Stomaco,
Remineralizzanti, Eupeptici, Antianoressici. Dopo i pasti
Antiacidi, Digestivi, Sedativi, Carminativi, Antifermentativi,
Antispastici gastrici, Antisettici intestinali. Prima di
coricarsi Sonniferi, Sedativi, Lassativi, Cardiotonici.
DOSI IN RAPPORTO CON LETA*** (da Pedretti, 1980)
Poppanti e neonati 1 / 15 Da 10 a 14 anni Mezza dose Da 2 a 3
anni 1 / 8 Da 14 a 20 anni 2 / 3 o una dose Da 3 a 4 anni 1 / 6
Adulti ( 21 50 ) Una dose Da 5 a 9 anni 1 / 4 Oltre 50 anni 3 / 4
di dose
*** Proporzioni definite ad una dose. Da tener presente che,
indipendentemente dalla dose, alcuni prodotti possono essere
controindicati, per bambini o anziani.
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INDICE: Il Paese delle Erbe pag. 1 Introduzione pag. 2 Parte
prima: Piante, Droghe e principi attivi .. pag. 5 Parte seconda:
Come riconoscere le principali famiglie vegetali .. pag. 10 Parte
terza: Raccolta e conservazione pag. 17 Parte quarta: Le
preparazioni erboristiche . pag. 19 Parte quinta: Formule e
corrispondenze di base pag. 25 Tabelle ad uso pratico pag. 27
BIBLIOGRAFIA F. Mearelli M. Scrignani: TERAPIA MODERNA CON TINTURE
MADRI GEMMODERIVATI E OLIGOELEMENTI Edizioni Planta Medica ed.
Maggio 1992 Marzio Predetti: LERBORISTA MODERNO Studio Edizioni ed.
Aprile 1980 Autori vari: SEGRETI E VIRTU DELLE PIANTE MEDICINALI
Selezione dal Readers Digest ed. 1980 Umberto Boni Gianfranco
Patri: LE ERBE medicinali aromatiche cosmetiche Fratelli Fabbri
Editori edizioni v. Ivano Morelli: I PRINCIPI ATTIVI DELLE PIANTE
MEDICINALI Edagricole ed. 1981 Francesco Perugini: LE NOSTRE PIANTE
MEDICINALI Ed. Junior ed. 2000 Giorgio De Maria: ERBE E PIANTE
MEDICINALI Fratelli Melita Editori ed. 1981 Massimo Rossi: TINTURE
MADRI IN FITOTERAPIA Studio Edizioni ed. 1992 Walter Culicelli
Marco Sarandrea ecc.: FLORA ERNICA Tofani Editore ed. 1999 Ingrid e
Peter Schonfelder LA FLORA MEDITERRANEA De Agostini ed. 1986
Fernando Piter COMPENDIO DI GEMMOTERAPIA CLINICA De Ferrari ed. 2
ed. 1996 L. Pomini ERBORISTERIA ITALIANA Ed. Vitalit 1981 S.
Pignatti FLORA DITALIA Edagricole