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Legge 5 febbraio 1992 n.° 139
Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia
OPERE DI URBANIZZAZIONE E ARREDO URBANO
PROGETTO DI VARIANTE
RISULTATI DELLE INDAGINI PEDOLOGICHE E FOLIARI
Progettista Opere a verde Opere strutturali Opere impiantistiche
Collaborazione e redazione
Commessa n. PA 485 C.I. 12017
Arch. Mich ele Regini (Ins ula S.p.A.) Studio associato Ferrarini e Pitteri Ing. Luca Boaretto (Blutec Ingegneria e Progetti) Ing. Massimo Tricoli Arch. Cla udio Bianchi Geom. Marcello Chiosi Ing. A lessandra Colonna Geom. A ndrea Menozzi Geom. Robe rto Rizzo
Responsabile Intervento Arch. Michele Regini(Insula S.p.A.)
Responsabile Unico Procedimento Ing. Umberto Benedetti
(Insula S.p.A.)
NOVEMBRE 2013 rev.1
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1. PREMESSA
In data 8 luglio u.s., è stato compiuto un sopralluogo congiunto dell’Ufficio Direzione dei Lavori (Insula S.p.A. e
Studio Associato Ferrarini e Pitteri) con l’impresa Appaltatrice (CESI) lungo le aree di Santa Maria Elisabetta
(Piazzale, Gran Viale e Riviera), al Lido di Venezia, che verranno interessate dalle opere di urbanizzazione e
arredo urbano.
Nel corso della ispezione si riscontrava che la quasi la totalità degli alberi e arbusti presenti versava in uno stato
di generale sofferenza fisiologica non evidenziato in precedenza e del quale si dava immediata notizia agli Uffici
competenti (Direzione Lavori Pubblici, Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio ‐ Ufficio Verde Pubblico,
VERITAS S.p.A. ‐ Servizio Verde Pubblico) con la richiesta di un ulteriore sopralluogo collegiale alla presenza dei
tecnici demandati.
In particolare si rilevavano le seguenti anomalie, sintomatiche, a prima vista, di uno scompenso nutrizionale
causato da un eccessivo assorbimento di sali:
la maggior parte delle piante lungo il Gran Viale, indipendentemente dall’età e dalla specie, mostrava segni
evidenti di sofferenza fisiologica con accrescimenti annuali stentati, seccume diffuso, chiome trasparenti con
foglie decolorate e in progressivo rinsecchimento, filloptosi precoce, mentre molti degli alberi più giovani
risultavano morti;
fatta eccezione per quelle collocate all'interno della rotatoria (e, tra queste, in particolare la Magnolia
grandiflora), parte delle piante del Piazzale S. Maria Elisabetta apparivano in fase di progressivo
deperimento, accentuato rispetto alla condizione verificata a suo tempo;
i Celtis australis posti lungo il marciapiede interno della Riviera S. M. Elisabetta manifestavano sintomi di
gravi scompensi fisiologici con microfillia, decolorazione della pagina fogliare (verdi le sole nervature) con
progressivo rinsecchimento del margine, chioma trasparente e con seccumi diffusi. Tale condizione si
esprimeva in misura diversa nei diversi soggetti con un evidente crescendo a partire da quelli più vicini al
Piazzale. Lo stesso platano monumentale che vegeta nel piazzale antistante il Tempio Votivo, se pur non
interessato dalle opere appaltate, mostrava uno stato vegetativo affatto ottimale con molti apici rinsecchiti.
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La ulteriore visita, effettuata il 29 agosto successivo con la partecipazione dei tecnici degli Enti coinvolti (Arch.
Roberto Benvenuti per Assessorato LL.PP., Dott. Gianmpaolo Rallo per Assessorato Ambiente, Dott. Claudio
Lanza e Dott.ssa Marta Ceschel per VERITAS), oltre alla condivisione delle preoccupazioni già espresse,
consentiva di constatare nelle piante un aggravamento dei sintomi di tossicità descritti unanimemente attribuiti
ad un eccesso di salinità nella soluzione circolante.
Dal consulto scaturiva, inoltre, la necessità di svolgere un approfondimento di indagine finalizzato alla
individuazione delle cause di tali anomalie e degli accorgimenti per contrastarne le eventuali future
riproposizioni.
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2. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
Occorre chiarire, anzitutto, che il pesante stress al quale sono state sottoposte le piante nel corso dell’estate
trascorsa interviene su di una situazione già poco florida. Da più parti, infatti, e nelle stesse analisi svolte a
supporto della progettazione delle opere di riqualificazione in quest’area lidense si erano segnalati lo stato non
ottimale e lo scarso vigore vegetativo di gran parte degli alberi qui presenti.
I fenomeni di tossicità esternati dalle piante, poi, non sono l’unica conseguenza derivante da un eventuale
eccesso di sale nel terreno. Con alte concentrazioni saline, infatti, si ha un peggioramento della permeabilità del
suolo ed una riduzione del quantitativo di acque disponibile per la vegetazione (già scarso, per l’elevata
presenza di pavimentazioni non drenanti) che, ovviamente, hanno agito in sinergia negativa per produrre il
grave quadro fisiologico sfavorevole.
Tutte le specie arboree sono sensibili, molto più delle erbacee e anche a basse concentrazioni, al sodio ed al
cloro liberi e reagiscono diversamente in funzione della differente disponibilità di sistemi di detossificazione dei
tessuti: nella figura seguente sono rappresentate le curve di accrescimento in piante con diversa tolleranza alla
presenza di cloruro di sodio:
Molto varia può essere anche la capacità di reazione allo stress nutrizionale e, quindi, la reversibilità della
problematica condizione vegetativa attualmente osservabile al Lido, variando in funzione della specie, dell’età,
dell’entità dell’intossicazione, della posizione, ecc.
Rimane, dunque, imprevedibile la situazione che si potrà verificare alla ripresa vegetativa del prossimo anno
anche se è ragionevole ipotizzare che alcuni soggetti, presi soprattutto tra i più giovani e tra i più danneggiati,
non superino lo stress subito o siano fortemente da esso condizionati.
Da una prima, sommaria valutazione dello stato delle piante interessate dallo scompenso nutrizionale si rileva
che da 15 a 20 alberi hanno subito danni molto gravi ed è plausibile che siano destinati a soccombere; mentre
da 45 a 50 soggetti sono in condizioni molto preoccupanti che fanno pensare ad un eventuale sviluppo affatto
soddisfacente.
Di conseguenza, nel progetto autorizzato sarà necessario aggiornare il conteggio degli abbattimenti e delle
piante da mantenere che, pertanto, si modificherà sensibilmente a seguito dell’anomalia intervenuta.
3. CAMPAGNA DI ANALISI
Il primo effetto del manifestarsi di tale peggioramento nella condizione generale della vegetazione dell’area di
Santa Maria Elisabetta è, dunque, la necessità di procedere all’aggiornamento del giudizio per essa già fornito e
sulla base del quale si è stabilito quali piante mantenere e quali eliminare.
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Quali che siano le conseguenze di tale revisione, si è ritenuto utile indagare in merito alle possibili cause degli
effetti rovinosi osservati, in modo da ridurne la portata o, se possibile, evitarne il ripetersi sugli alberi di nuovo
impianto.
Perciò si è avviata una campagna di analisi orientata a determinare i contorni della variazione di composizione
della soluzione circolante che, come detto, ha provocato gli scompensi nutrizionali registrati e che, in prima
ipotesi, è stata sostenuta da un incremento nella concentrazione di sodio, cloro e relativi sali.
La strategia adottata ha previsto una analisi della composizione chimica fogliare finalizzata alla ricerca di
eventuali scompensi nutrizionali ed una analisi pedologica allo scopo di individuare le caratteristiche ed il
comportamento del substrato che accoglie le piante.
a. ANALISI FOGLIARI
Le specie indagate sono state il Celtis australis e l’Acer platanoides ritenute indicative di diversa sensibilità
specifica alla salinità (Celtis ‐ sensibile, Acer + sensibile) e di diverse posizioni (Celtis in Riviera, Acer lungo il
Viale).
Si è provveduto, pertanto, alla formazione di due campioni raccogliendo su diverse piante intossicate delle due
specie costituito di circa 150 lamine fogliari complete di picciolo.
Altrettanti campioni si sono ottenuti da piante test delle medesime specie ma poste su terreni ricadenti in
terraferma e prive di alterazioni fogliari.
Il materiale (quattro campioni in totale) è stato sottoposto ad analisi (metodo UNI 10780:1998 Appendice B e
CNR IRSA 13 Q64 vol. 3 1988) per un set di elementi nutritivi messo a punto per verificare il contenuto di sodio e
di cloruri, indicativi di un eventuale eccesso salino della soluzione circolante, nonché di alcuni altri meso e micro
elementi il cui assorbimento può variare significativamente in funzione del pH del terreno.
I risultati sono resi nella seguente tabella:
CELTIS AUSTRALIS ACER PLATANOIDES
ELEMENTO U.M. LIDO TEST VAR. LIDO TEST VAR.
Sodio totale % s.s. 0.230 0.070 x 3.0 0.113 0.050 x 2.3
Magnesio % s.s. 0.241 0.238 ~ 0.170 0.154 ~ Calcio % s.s. 1.01 1.24 ~ 0.904 1.55 /0.58
Ferro mg/kg s.s. 230 145 x 1.6 172.0 199.0 ~ Manganese mg/kg s.s. 9.85 9.70 ~ 15.6 22.9 /0.68
Zinco mg/kg s.s. 18.9 7.30 x 2.6 16.4 17.8 ~ Rame mg/kg s.s. 12.0 4.20 x 2.8 7.45 8.40 /0.88
Boro mg/kg s.s. 101.0 61.1 x 1.6 111.0 64.8 x 1.7
Cloruri mg/kg s.s. 8374.0 469.0 x 17.8 11341.0 350.0 x 32
In particolare, i dati evidenziano come nei campioni di foglie prelevati al Lido vi sia un contenuto di sodio da 2.5
a 3 volte superiore a quello dei test, mentre i cloruri appaiono di livello decisamente più elevato dei campioni
tratti dalle foglie degli alberi che si trovano in terraferma.
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In tutti i casi, le differenze risultano più marcate nel caso del Celtis australis (bagolaro) probabilmente in
conseguenza della posizione più vicina all’acqua salata e posta ad una quota sul medio mare inferiore.
Sembra ragionevole, dunque, attribuire la microfillia, le alterazioni della colorazione fogliare, i disseccamenti e la
trasparenza della chioma all’eccessivo assorbimento di sodio sotto forma di cloruro da parte delle piante e che
la diversa intensità con cui tali effetti si manifestano si deve più alla posizione che alla diversa sensibilità
specifica.
b. ANALISI DEL TERRENO
Per la definizione delle caratteristiche pedologiche sono stati eseguiti in totale 16 sondaggi fino alla profondità
massima di 90 cm (o fino ad impedimento strumentale, nel caso di falda superficiale o presenza di scheletro e/o
radici abbondanti). I rilevamenti sono stati distribuiti: 2 lungo la Riviera S.M. Elisabetta, 1 in corrispondenza della
rotatoria del Piazzale e 13 lungo il Gran Viale. Il viale è stato suddiviso in tre settori, ognuno di circa 200 m di
lunghezza: Lato Laguna, Centrale e Lato mare e per ogni settore sono stati eseguiti sondaggi su entrambi i lati.
Le caratteristiche rilevate in campo hanno evidenziato suoli composti prevalentemente da materiale di riporto,
ad eccezione dei suoli rilevati nel settore del viale rivolto al mare nei quali lo strato profondo ha spiccati
caratteri di naturalità.
I suoli che si sviluppano nell’area studiata sono poco evoluti, a tessitura grossolana (da sabbiosa a franco‐
sabbiosa), profondi, con colori bruno e bruno grigiastro in superficie, e bruno grigiastro scuro e grigio scuro in
profondità, indicativi di suoli idromorfi per oscillazioni temporanee della falda. Lo scheletro è comune ed è
costituito da ciottoli e frammenti di calcinacci. Sono suoli ricchi di carbonati, che a contatto con l’HCl danno un
effervescenza forte, sia negli orizzonti superficiali che profondi.
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In corrispondenza di ciascun sondaggio sono stati prelevati due campioni di suolo alla profondità 0,10‐0,30 m
(top‐soil) e 0,70‐0,90 m (sub‐soil) da sottoporre ad analisi chimico‐fisiche di laboratorio dei seguenti parametri
(secondo i “Metodi Ufficiali di Analisi Chimica del Suolo” del DM 13/09/99):
Reazione (pH);
Tessitura;
Conducibilità elettrica (EC);
Determinazione del contenuto di Sali solubili;
Capacità di scambio cationico e ioni di scambio (Sodio, Calcio, Magnesio e Potassio);
Fosforo assimilabile;
Azoto totale;
Elementi nutritivi (macro e micro assimilabili).
SETTORE CODICE CAMPIONE PROFONDITA’
Riviera/Piazzale
S1‐A Top‐soil 0,10‐0,30
S1‐B Sub‐soil 0,70‐0,90
S2‐A Top‐soil 0,10‐0,30
S3‐A Top‐soil 0,10‐0,30
S3‐B Sub‐soil 0,50‐0,70
Gran Viale
Lato laguna
Dx
S4‐6‐8‐A Top‐soil 0,10‐0,30
S6‐8‐B Sub‐soil 0,70‐0,90
Lato laguna
Sx
S5‐7‐A Sub‐soil 0,10‐0,30
S5‐7‐B Top‐soil 0,70‐0,90
Centrale
Dx
S10‐12–A Sub‐soil 0,10‐0,30
S10‐12–B Top‐soil 0,70‐0,90
Centrale
Sx
S9 ‐11–A Sub‐soil 0,10‐0,30
S9 ‐11–B Top‐soil 0,70‐0,90
Lato mare
Dx
S14‐16–A Sub‐soil 0,10‐0,30
S14‐16–B Top‐soil 0,70‐0,90
Lato mare
Sx
S13‐15–A Sub‐soil 0,10‐0,30
S13‐15–B Top‐soil 0,70‐0,90
Il referto analitico è inserito in allegato e restituisce un quadro sostanzialmente in linea con quanto presunto e
con la localizzazione del sito campionato.
I suoli appartengono principalmente alle classi tessiturali franco‐sabbiosa e sabbioso‐franca, caratterizzati da
una mescolanza ben equilibrata di sabbia, limo e argilla in cui domina comunque la frazione sabbiosa. Si
evidenzia, inoltre, che i campioni caratterizzanti il tratto del viale rivolto al mare hanno granulometria
prevalentemente più grossolana e appartengono alla classe tessiturale sabbiosa.
La reazione varia da subalcalina ad alcalina con i valori di pH più elevati nei campioni di sub‐soil e in quelli
ricavati dal tratto del Gran Viale S.M. Elisabetta più vicino al mare.
Non presentano particolari problemi nutrizionali e risultano avere una discreta fertilità data da valori di capacità
di scambio cationico (CSC) buoni (10‐20 meq/100g), contenuto di fosforo assimilabile e azoto totale piuttosto
alti e da condizioni di pH che non limitano l’assorbimento da parte delle piante dei microelementi (Fe, Cu, Zn e
Mn).
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Il contenuto di sali solubili del suolo (salinità) viene comunemente valutato attraverso la misura della
conducibilità elettrica (ECe) in estratti acquosi di suolo che, nella gran parte dei campioni ha un valore superiore
alla soglia di 4 mS cm‐1 normalmente utilizzata per la classificazione di un suolo salino.
Nella maggior parte, dunque, si tratta di terreni salini ma non di terreni sodici (manifestando una percentuale di
sodio scambiabile ‐ ESP inferiore a 15), condizione compatibile con la sopravvivenza delle specie che non siano
caratterizzate da sensibilità accentuata.
In particolare, vale la pena di segnalare che lungo il tratto terminale del Gran Viale verso il mare, nel quale i suoli
siano addirittura classificabili non salini, la maggior parte dei campioni è comunque caratterizzata da valori di
conducibilità elettrica superiori a 2 mS cm‐1 che, tuttavia, è definita come soglia di tolleranza per piante
sensibili.
Da tutto ciò si deduce che i terreni dell’area di S. Maria Elisabetta, pur non essendo di particolare pregio, sono
comunque sufficientemente ospitali per la vegetazione e che, di conseguenza, l’eccesso di salinità che ha
provocato i fenomeni succitati non è imputabile alle caratteristiche del substrato (salinità costituzionale) bensì
ad un evento esogeno ed occasionale (o più eventi concomitanti) che ha comportato una forte alterazione nella
composizione della soluzione circolante. Il che, per altro, potrebbe essere confermato anche dal fatto che
sintomi di tossicità da sodio e/o cloruro così conclamati non erano stati osservati nel recente passato.
4. FATTORI ESOGENI
L’indagine pedologica ha chiarito l’origine evidentemente esogena del/dei fattori scatenanti i fenomeni clorotici
osservati durante la scorsa estate sulle piante dell’area di interesse.
Nell’approcciare l’ampio novero dei possibili fattori ai quali fosse attribuibile una qualche responsabilità, data la
collocazione del sito, compreso tra mare e laguna, si è pensato di riferirsi all’andamento delle maree.
Le maree, infatti, hanno una particolare influenza sul livello della falda che in quest’ambito e per terreni del
genere è probabilmente collocata a circa 100 cm di profondità (da moderatamente profonda a profonda).
In genere lungo le fasce costiere si assiste al galleggiamento dell’acqua dolce sull’acqua salata lungo una
superficie teorica di separazione che si modifica in continuo conseguentemente alle variazioni del livello del
mare dovute alle maree. Innalzandosi il livello medio del mare l'acqua salata, più densa, viene richiamata dal
mare negli acquiferi costieri diminuendo l'altezza della falda al di sopra del livello del mare e conseguentemente
anche quella al di sotto del livello del mare: l'acqua salata sale di quota e si muove verso l'entroterra dando
origine ad un cuneo salino che influenza progressivamente la composizione salina delle acque più superficiali.
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Come si può dedurre da indagini condotte nelle medesime zone da Insula S.p.A. nel 2010, il regime di marea
influenza anche i livelli piezometrici i quali risultano senz’altro correlati alle oscillazioni di marea nelle zone più
vicine alla sponda lagunare e marina mentre, nei punti più distanti, risultano posti a quota superiore e
generalmente più indipendenti dal regime marino.
Dalla consultazione degli estremali delle maree superiori agli 80 cm messi a disposizione del Centro Previsioni e
Segnalazioni Maree del Comune di Venezia si evince che nel corso del 2013 si sono verificati eventi con misure
superiori ai 100 cm in numero superiore rispetto all’anno precedente e fino a stagione primaverile inoltrata.
Diversamente dal 2012, infatti, nel corso del quale i casi significativi si sono avuti fino alla seconda decade di
aprile, nell’anno corrente si sono potute osservare maree significative fino alla fine di maggio: 110 cm il giorno
16, 112 cm il 23 maggio e 105 cm il giorno seguente.
Se si considera che nei 140 anni tra il 1872 ed il 2012 si sono registrate solo 2 casi in cui si è avuta marea sopra i
110 cm nel mese di maggio, si comprende l’eccezionalità dell’andamento della recente primavera.
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Ciò va messo in relazione con le quote rilevate del piano campagna che, a grandi linee, si possono considerare
come segue:
ZONA QUOTA (cm sul medio mare)
riviera da 140 a 190
piazzale da 120 a 140
viale (dal piazzale a via Dardanelli) inferiori a 220‐230
viale (da via Dardanelli alla fine) da 250 a 440
Le piante, dunque, con tutta evidenza, al risveglio vegetativo, nel momento del massimo assorbimento dei
nutrienti, hanno trovato condizioni molto sfavorevoli determinate dalla presenza di acqua salata (verso la
laguna, viste le quote del piano campagna e la misura della marea, è possibile immaginare che le radici della
piante siano state completamente immerse nell’acqua lagunare).
Ma anche successivamente, le radici assorbenti hanno esplorato un substrato fortemente connotato dalla
presenza dei depositi salini rilasciati dalla marea solo poco tempo prima.
Inoltre, il fatto che la maggior parte della superficie dell’area indagata sia pavimentata e, quindi, impermeabile,
non ha consentito che le piogge, pur frequenti ed intense la scorsa primavera, dilavassero l’eccesso di sali
ripristinando condizioni di buona abitabilità della rizosfera che, invece, ha mantenuto pressoché inalterati i
valori di elevata salinità sotterranea.
5. CONCLUSIONI
I definitiva, le questioni che si pongono ora sono:
a) valutazione dei danni agli alberi (permanenti o transitori?);
b) individuazione dei soggetti il cui stato generale appare grave al punto da comprometterne la ripresa
vegetativa;
c) conseguente aggiornamento del computo degli abbattimenti necessari;
d) per i nuovi impianti, approntamento di sistemi di contrasto della salinità indotta dalle maree al fine di
ridurre le possibilità che effetti del genere si ripetano;
e) opportunità di avviare un programma di monitoraggio del posizionamento e delle variazioni nella
composizione chimica del fronte salino.
Dunque, è necessario operare anzitutto una scelta molto attenta delle specie da mettere a dimora che, oltre ad
avere caratteristiche dimensionali, estetiche e funzionali consone e compatibili con un luogo così particolare,
non dovranno presentare sensibilità alla salinità troppo elevata.
A titolo di esempio si possono citare platano ed olmo per i quali, tuttavia, essendo specie soggette ad avversità
gravi (cancro colorato e grafiosi), dovranno essere impiegati i cloni resistenti di recente costituzione (Platanor
per il platano e San Zanobi, Plinio o altri).
Altri alberi interessanti possono essere il bagolaro la magnolia ed il leccio, specie già presenti al Lido, i pini
(domestico o marittimo) dei quali si ha un buon esempio nella vicina via Cerigo, oppure, in considerazione della
loro buona tolleranza al salino, alcune specie di palma ben adattate al clima locale (p.e. Chamaerops humilis).
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Altrettanto importante risulta il fatto di individuare le più corrette modalità per il loro impianto valutando la
possibilità di operare una bonifica del terreno al quale sono destinate (con il riporto di terra di buona qualità) e
di dotarle di sistemi irrigui che, oltre a svolgere la funzione di adacquamento per le normali funzioni vegetative,
avrebbero in tal caso anche un ruolo rilevante nella lisciviazione dei sali portati dalle maree.
A tal proposito, si segnala il possibile impiego (già descritto nei documenti di progetto) dell’irrigazione a goccia,
realizzata avvolgendo la zolla delle piante di vivaio in alcune volute di ala gocciolante da interrare nella buca di
impianto. E’ noto, infatti, l’effetto positivo dell’irrigazione a goccia che, oltre a consentire un risparmio d’acqua,
produce la diluizione dei sali disciolti allontanandoli dalla rizosfera.
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Tabella 1 ‐ Risultati campioni Riviera/Piazzale S.M. Elisabetta valutazione fertilità suolo
Codice campioni
Profondità Classe
tessiturale pH CSC Na+ Ca2+ Mg2+ K+
Azoto totale
Fosforo assimilabile
Feassimilabile
Cuassimilabile
Znassimilabile
Mnassimilabile
m USDA Meq/100g meq/100g meq/100g meq/100g meq/100g g/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg
S1‐A 0,10‐0,30 S 7,49 20,5 0,295 17,5 2,44 0,265 2,0 28,7 31 5,2 9,9 16,5
S1‐B 0,70‐0,90 SF 7,81 10,7 0,304 8,53 1,63 0,235 0,81 24,4 29,3 9,6 7,4 7,1
S2‐A 0,10‐0,30 FS 7,41 3,4 0,035 2,61 0,68 0,073 1,9 21,9 43,4 7,5 53,6 60,7
S3‐A 0,10‐0,30 FS 7,75 22,4 0,102 18,6 3,41 0,238 1,8 70 57,6 4,8 22,8 10,1
S3‐B 0,50‐0,70 FS 7,72 21,8 0,097 17,8 3,67 0,279 1,2 62,8 64 4,4 13,9 9,7
Tabella 2 ‐ Risultati campioni Riviera/Piazzale S.M. Elisabetta valutazione salinità suolo
Codicecampioni
Profondità ECw (1:5) ECe ESP SAR Bicarbonati Ca Mg K Na Cloruri Solfati Nitrati
m mS/cm mS/cm % mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg
S1‐A 0,10‐0,30 0,285 4,3 1,4 2,9 560 140 16 2 95 129 12 69
S1‐B 0,70‐0,90 1,950 29,3 2,8 23,9 183 270 101 120 1285 2530 10 406
S2‐A 0,10‐0,30 0,304 4,6 1,0 2,1 640 164 4 56 72 125 12 56
S3‐A 0,10‐0,30 0,165 2,0 0,5 1,0 180 150 19 12 35 23 30 35
S3‐B 0,50‐0,70 0,188 2,3 0,4 0,9 240 154 21 16 31 33 52 41
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Tabella 3 ‐ Risultati campioni Gran Viale S.M. Elisabetta valutazione fertilità suolo
Microelementi assimilabili
Settore Codicecampioni
Profondità Classe
tessiturale pH CSC Na+ Ca2+ Mg2+ K+
Azoto totale
Fosforo assimilabile
Fe Cu Zn Mn
m USDA Meq/100g meq/100g meq/100g meq/100g meq/100g g/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg
Lato laguna Dx
S4‐6‐8‐A 0,10‐0,30 FS 7,54 19,2 19,2 0,517 14,7 2,97 1,4 54,6 24,8 7,1 6,6 12,6
S6‐8‐B 0,70‐0,90 FS 8,25 18,6 18,6 1,057 13,9 3,28 0,81 28,3 51 23,2 8,2 6,7
Lato laguna Sx
S5‐7‐A 0,10‐0,30 FS 7,49 20,4 20,4 0,917 15,9 3,29 1,6 36 33,6 2,8 8 9,3
S5‐7‐B 0,70‐0,90 SF 8,27 9,4 9,4 0,593 6,51 2,07 0,42 12,5 50,4 6,7 2,6 9,8
Centrale Dx
S10‐12–A 0,10‐0,30 SF 7,52 21,5 21,5 0,324 18,8 1,97 2,1 74,6 38,7 10,1 21,4 12,8
S10‐12–B 0,70‐0,90 SF 7,48 33,9 33,9 0,731 29,7 3,33 0,80 30,1 50,1 11,7 12,6 19,2
Centrale Sx
S9 ‐11–A 0,10‐0,30 SF 7,89 12,1 12,1 0,168 9,89 1,84 0,79 14,8 25,7 4,8 8 4,7
S9 ‐11–B 0,70‐0,90 SF 8,12 14,5 14,5 0,351 11,9 2,07 0,78 48,3 113 33,2 8,8 32
Lato mare Dx
S14‐16–A 0,10‐0,30 S 8,15 8,2 8,2 0,008 6,02 2,15 0,87 21 18,8 6,7 13,1 6,1
S14‐16–B 0,70‐0,90 S 8,15 4,6 4,6 0,010 3,83 0,72 0,41 8,8 14,6 3,1 3,9 5,1
Lato mare Sx
S13‐15–A 0,10‐0,30 SF 7,98 16,7 16,7 0,123 13,8 2,65 1,0 21,9 28,1 14 6,2 7,7
S13‐15–B 0,70‐0,90 S 8,23 10,1 10,1 0,006 9,78 0,31 0,18 7,0 5,3 0,61 < 0,5 4,8
Tabella 4 ‐ Risultati campioni Gran Viale S.M. Elisabetta valutazione salinità suolo
Settore Codicecampioni
Profondità ECw (1:5) ECe ESP SAR
Bicarbonati Ca Mg K Na Cloruri Solfati Nitrati
m mS/cm mS/cm % mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg mg/Kg
Lato laguna Dx
S4‐6‐8‐A 0,10‐0,30 0,290 3,5 2,7 3,2 220 154 24 140 89 51 41 115 S6‐8‐B 0,70‐0,90 0,539 6,5 5,7 12,2 370 108 19 439 38 153 38 370
Lato laguna Sx
S5‐7‐A 0,10‐0,30 0,609 7,3 4,5 6,8 422 205 41 486 148 118 24 290 S5‐7‐B 0,70‐0,90 0,341 5,1 6,3 7,6 397 80 15 283 16 99 30 200
Centrale Dx
S10‐12–A 0,10‐0,30 0,325 4,9 1,5 2,2 340 196 13 179 45 105 29 82 S10‐12–B 0,70‐0,90 0,494 7,4 2,2 4,7 230 223 29 262 44 364 10 200
Centrale Sx
S9 ‐11–A 0,10‐0,30 0,244 3,7 1,4 1,6 300 161 16 117 13 67 18 58 S9 ‐11–B 0,70‐0,90 0,273 3,3 2,4 3,1 390 116 20 146 14 94 14 98
Lato mare Dx
S14‐16–A 0,10‐0,30 0,132 2,0 0,1 0,3 235 139 1,2 21 21 20 5 9,2 S14‐16–B 0,70‐0,90 0,110 1,7 0,2 0,3 277 104 0,2 9 11 10 10 7
Lato mare Sx
S13‐15–A 0,10‐0,30 0,147 2,2 0,7 1,0 225 127 10 21 30 29 10 30 S13‐15–B 0,70‐0,90 0,074 1,1 0,1 0,3 156 74 4 9 4 6 3 6,3