SALTO IN ALTO DA FERMO: UN VALIDO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEL PROCESSO DI ALLENAMENTO DELL’ATLETA LUCIANO BAGOLI Ex responsabile del settore velocità della FIDAL Lombardia, dal 980 al 2000 collaboratore alla ricerca sul movimento sportivo presso il Centro di Bioingegneria del Politecnico di Milano. Introduzione In ambito sportivo i test hanno lo scopo di indagare i livelli di efficienza fisica conseguiti dell’atleta senza dover ricorrere al gesto di gara. Nella maggior parte dei casi ci si avvale di test di campo o palestra, i quali hanno diversi pregi rispetto ai testi di laboratorio: si svolgono nel luogo e nelle condizioni di allenamento, sono di facile esecuzione, non richiedono complesse rielaborazioni, sono di facile immediata interpretazione, sono correlati alle capacità motorie o alle componenti del gesto di gara, non richiedono apparecchiature costose o ingombranti, non richiedono una cultura scientifica specifica. Per queste ragioni gli studiosi hanno elaborato i test, ma specialmente perché gli allenatori possano disporre di un dato immediato che permetta loro di orientare il processo di allenamento. Tra questi il salto in alto da fermo ha il ruolo di indicatore della capacità di sviluppare una forza antigravitazionale da parte dei muscoli degli arti inferiori; vale a dire la forma principale di forza richiesta all’atleta nelle attività sportive terrestri. Con queste finalità il salto in alto da fermo è stato analizzato fin dalla prima metà del secolo scorso da diversi studiosi che ne hanno standardizzato l’esecuzione in modo da poter rendere sempre più significativi i risultati ottenuti. Sargeant (1921) ha adottato il salto nel quale col braccio in estensione si deve raggiungere il punto più alto possibile di un metro posto su un muro. Il dislivello tra il punto “0” raggiunto dal braccio esteso in posizione eretta e il punto massimo raggiunto col salto è il valore che indica la forza veloce dell’atleta. Nello svolgimento di questo test il soggetto usa liberamente l’oscillazione delle braccia (fig. 1). Fig. 1 - Il Sargeant test. Presenta però alcune controindicazioni: il muro a fianco può arrecare disturbo e obbliga a una posizione non perfettamente verticale ostacolando la massima espressione e correttezza esecutiva;
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Salto in Alto Da Fermo, Un Valido Strumento Di Controllo Dell'Allenamento
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SALTO IN ALTO DA FERMO:
UN VALIDO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE DEL PROCESSO DI
ALLENAMENTO DELL’ATLETA
LUCIANO BAGOLI
Ex responsabile del settore velocità della FIDAL Lombardia, dal 980 al 2000 collaboratore
alla ricerca sul movimento sportivo presso il Centro di Bioingegneria del Politecnico di
Milano.
Introduzione
In ambito sportivo i test hanno lo scopo di indagare i livelli di efficienza fisica conseguiti dell’atleta
senza dover ricorrere al gesto di gara. Nella maggior parte dei casi ci si avvale di test di campo o
palestra, i quali hanno diversi pregi rispetto ai testi di laboratorio: si svolgono nel luogo e nelle
condizioni di allenamento, sono di facile esecuzione, non richiedono complesse rielaborazioni, sono
di facile immediata interpretazione, sono correlati alle capacità motorie o alle componenti del gesto
di gara, non richiedono apparecchiature costose o ingombranti, non richiedono una cultura
scientifica specifica. Per queste ragioni gli studiosi hanno elaborato i test, ma specialmente perché
gli allenatori possano disporre di un dato immediato che permetta loro di orientare il processo di
allenamento.
Tra questi il salto in alto da fermo ha il ruolo di indicatore della capacità di sviluppare una forza
antigravitazionale da parte dei muscoli degli arti inferiori; vale a dire la forma principale di forza
richiesta all’atleta nelle attività sportive terrestri.
Con queste finalità il salto in alto da fermo è stato analizzato fin dalla prima metà del secolo scorso
da diversi studiosi che ne hanno standardizzato l’esecuzione in modo da poter rendere sempre più
significativi i risultati ottenuti.
Sargeant (1921) ha adottato il salto nel quale col braccio in estensione si deve raggiungere il punto
più alto possibile di un metro posto su un muro. Il dislivello tra il punto “0” raggiunto dal braccio
esteso in posizione eretta e il punto massimo raggiunto col salto è il valore che indica la forza
veloce dell’atleta. Nello svolgimento di questo test il soggetto usa liberamente l’oscillazione delle
braccia (fig. 1).
Fig. 1 - Il Sargeant test.
Presenta però alcune controindicazioni: il muro a fianco può arrecare disturbo e obbliga a una
posizione non perfettamente verticale ostacolando la massima espressione e correttezza esecutiva;
inoltre l’oscillazione delle braccia produce un effetto di trascinamento, aumentando la misura del
salto. Per cui più tardi V.M. Abalakov fa effettuare il salto con le mani fisse ai fianchi e con un
metro a nastro legato alla cintura e applicato a un avvolgitore che si arresta alla massima altezza
raggiunta, la quale si legge così direttamente sul metro.
Questi metodi sono stati utilizzati per decine di anni, finché Bosco non elabora il proprio test (C.
Bosco, Valutazione della forza con il test di Bosco, 1992), divenuto mezzo pressoché universale per
tutte le discipline che richiedano la forza veloce.
Il test di Bosco, per affermazione dello stesso autore, ha intrinseco un errore di misura di 2,5 cm dovuti alle modalità di salto. Inoltre il sistema presentava diversi motivi di fragilità essendo
fondamentalmente “elettromeccanico”.
Tale inconveniente fu superato con le barre optoelettriche, le quali però non hanno potuto eliminare
la differenza degli atteggiamenti degli arti allo stacco e all’atterraggio del salto. Allo stesso tempo il
test di Bosco, pur nella semplicità attuale della strumentazione, col suo aggiornamento tecnologico,
che prevede barre optoelettriche e computer portatile, ha incrementato i suoi costi che ammontano
ad alcune migliaia di Euro.
Obiettivi dello studio
Ci si è perciò posti la domanda se fosse possibile un utilizzo metodico del salto in alto da fermo al
muro. La questione è stata affrontata per mezzo di uno studio che valutasse l’attendibilità del test e
il possibile impiego in diversi ambiti di allenamento. Per gli obiettivi prefissati esso si è svolto in
due fasi.
In prima istanza lo studio effettuato si poneva alcuni obiettivi:
valutare l’incidenza dei diversi atteggiamenti degli arti sul valore del salto calcolato col metodo di Bosco;
valutare l’errore del salto in alto da fermo di palestra;
verificarne l’attendibilità in relazione ad un confronto con Bosco;
valutare l’applicabilità del test nell’ambito sportivo. In una seconda fase, a seguito dell’esito positivo degli obiettivi sopra indicati, è stato svolto uno
studio sul campo avente lo scopo di verificare se fosse possibile impiegare il salto in alto da fermo
per:
monitorare l’andamento della preparazione;
valutare gli effetti dell’allenamento;
individuare il top e i momenti di calo della condizione fisica;
individuare la specialità dell’atleta.
Strumenti e metodi
La prima parte dello studio si è svolto presso il Laboratorio di Analisi del Movimento Sportivo (LAMS) del Centro di Bioingegneria del Politecnico di Milano che aveva sede nella Fondazione pro
Juventute. Per mezzo delle strumentazioni del laboratorio è stato possibile calcolare l’altezza di
salto con tre diversi metodi simultanei di rilevazione: con Elite, con il metodo di Bosco, e col salto
in alto da fermo denominato Sargeant test modificato.
Per ottenere la simultaneità dell’acquisizione i salti erano effettuati su una pedana dinamometrica
Kistler di cm 60x40, rigida e perfettamente a livello col pavimento, che permetteva la registrazione
dei tempi, intensità, direzioni e versi delle forze.
I salti erano ripresi col sistema optoelettronico ELITE (ELaboratore di Immagini TElevisive). La
strumentazione “da palestra” consisteva in una tabella centimetrata posta a fianco della pedana e
sorretta da un braccio snodato, in sostituzione del “muro” del Sargeant test.
Successivamente alle acquisizioni in laboratorio, in una seconda fase dello studio sono stati
acquisiti i valori dei salti, col metodo di Bosco e col Sargeant test modificato, dei migliori atleti
delle categorie giovanili della Lombardia in diversi periodi dell’anno. Queste ultime acquisizioni
sono state effettuate durante i raduni collegiali della Federazione di Atletica Leggera previsti dal
calendario tecnico.
Il sistema Elite consiste in un sistema di 4 telecamere, poste ai quattro angoli di uno spazio
predefinito nel quale si muove il soggetto da riprendere, di un computer “ospite” e di un
elaboratore. Le telecamere hanno un sistema (shutter) che elimina l’effetto di trascinamento delle
immagini televisive.
fig. 2 – Un soggetto su pedana con i marker disposti per un protocollo “total body”
Per mezzo di normale nastro bi-adesivo, ai soggetti sono stati applicati dei marcatori (marker, fig. 2)
riflettenti sui centri articolari dell’arto inferiore e sulla cresta iliaca, che consistono in semisfere di
plastica di 1 – 1,5 cm di diametro ricoperte di carta riflettente. Il computer riconosce solo questi
marker che si muovono nello spazio predefinito. Per ogni fotogramma ripreso dalla telecamera sono
acquisite le coordinate spaziali dei punti di riferimento, le quali sono inviate al computer che le
ospita. Un altro computer elabora i dati immagazzinati permettendo di avere tutte le grandezze
cinematiche del gesto: spostamenti, spazi, velocità ed accelerazioni lineari ed angolari.
Nell’elaborazione è possibile congiungere i marker con linee rette, sicché il soggetto osservato sullo
schermo appare rappresentato dalle rette (stick) congiungenti i vari centri articolari (fig. 3).
A seguito dell’elaborazione il movimento può essere osservato sui tre piani in diverse modalità:
a) come posizione assunta dai marker fotogramma per fotogramma;
b) come curve delle traiettorie, delle velocità e delle accelerazioni lineari e angolari di ogni punto o
del baricentro (che deve essere calcolato).
c) come figura a stick (stick diagram) che si muove e che può essere visionata a velocità normale,
a velocità maggiore o minore o con fermo immagine;
d) con stick e traiettorie dei marker.
Fig. 3 – Lo stick diagram dei marker posti sull’arto inferiore.
Il sistema Elite ha un programma di calcolo che permette un errore massimo di 1 mm sul dato reale
dello spostamento. Per tale ragione le misure calcolate da Elite saranno assunte come quelle reali e
quindi di riferimento.
La pedana dinamometrica Kistler acquisisce simultaneamente ad Elite i dati relativi alla forza
applicata ad una frequenza di 500 Hertz. I dati possono essere elaborati e rappresentati sui tre piani
in diverse forme: punti di applicazione, vettori e curve di forza. Poiché la pedana ci fornisce i tempi
di applicazione delle forze del salto, abbiamo il tempo di caricamento e spinta, del momento di
stacco e quello del momento di atterraggio. Otteniamo in tal modo il tempo di volo, utile al calcolo
dell’altezza secondo il metodo di Bosco, per mezzo della seguente formula: h = ½ g(tv/2)2.
A fianco della pedana sulla quale sono state effettuati i salti era posta una tabella centimetrata,
fissata a una struttura articolata che non ostruiva l’esecuzione del movimento.
Il Sargeant test modificato
Per il fatto che non richiede strumentazioni di sorta, neppure il metro a nastro autobloccante
richiesto da Abalakov, e quindi in assoluto il metodo più semplice, si è deciso di adottare il
Sargeant test, al quale però, per gli elementi critici esposti precedentemente, sono state apportate
alcune modifiche. L’originale, infatti, prevede che l’atleta si ponga in posizione eretta col braccio
disteso in alto a fianco di un muro sul quale è posto o disegnato un metro sul quale si rileva con
l’osservazione l’altezza massima raggiunta dalla mano con braccio teso - H0 - e l’altezza massima -
H max - raggiunta dalla mano nel salto. Il salto viene effettuato con la libera oscillazione delle
braccia. Questo metodo ha intrinseci alcuni aspetti che lo rendono poco preciso.
a) L’azione delle braccia comporta un contributo inerziale che incrementa notevolmente la
prestazione.
b) H0 è calcolato col soggetto che appoggia tutta la pianta del piede a terra, mentre lo stacco
avviene con i piedi nella massima estensione. Ciò incrementa la misura del Sargeant classico.
Per queste ragioni al test sono state apportate le seguenti modifiche:
1 – H0 viene misurata col soggetto in massima estensione dei piedi, affinché la misura letta sulla
tabella sia il più possibile vicina a quella del momento dello stacco;
2 – Il salto viene effettuato con un braccio fisso al fianco e l’altro esteso ma rilassato verso l’alto. Il
braccio esteso deve raggiungere la massima estensione al momento delle massima altezza, come nel
Sargeant test. In questo modo si creano inerzie minime con gli arti superiori.
Fig. 4 - Sargeant test modificato.
I soggetti
Tutti i soggetti che hanno effettuato i salti in laboratorio, di ambo i sessi, erano atleti velocisti e
ostacolisti di vertice nazionale nelle categorie giovanili, in età compresa tra i 15 e i 19 anni, come
riportato in tabella 1.
I giovani di cui sono stati acquisiti i valori di salto per la seconda fase dello studio, i migliori della
Lombardia in diverse specialità veloci, erano di età compresa tra i 14 e i 20 anni. Tutti hanno svolto
il test in periodi di piena efficienza fisica, senza postumi di traumi sportivi o periodi di malattia.
Tutti gli atleti impiegati erano in grado di svolgere correttamente il test con contromovimento
poiché viene metodicamente svolto durante i raduni. Essi hanno comunque effettuato alcune prove
di salto con la nuova disposizione degli arti inferiori. Inoltre, col fine di ottenere un adeguato
impegno volitivo, sono stati istruiti in merito al significato del lavoro.
Svolgimento delle prove in laboratorio
I salti furono effettuati appoggiando un solo arto sulla pedana dinamometrica. Ciò permetteva di
rilevare il diverso comportamento della forza tra i due arti, utile allo studio delle strategie motorie e
delle asimmetrie.
SOGGETTO SESSO GARA PRESTAZIONE ETA’
D.V. F 100m 12"29 18
F.M. F 100m 12"31 18
S.R. F 100m 12"46 16
C.C. F 100m 12"59 17
M.A. F 100m 12"68 19
B.C. F 100m 12"90 16
R.C. F 100H 14"44 16
B.E. F 100H 14"74 17
A.V. F 80H 12"20 16
V.A. F 400H 1'03" 17
R.S. M 100m 10"55 18
L.L. M 100m 10"65 17
V.D. M 100m 10"78 18
C.L. M 100m 10"99 17
C.E. M 400m 48"64 18
L.D. M 80m 9"5 15
C.M. M 80m 9"5 15
Tabella 1 – I soggetti che hanno effettuato le prove in laboratorio.
SOGGETTO H BOSCO H ELITE B-E
D.V. 39,7 36,9 2,8
F.M. 41,9 41,3 0,6
S.R. 39,1 38,3 0,8
C.C. 40,9 39,3 1,6
M.A. 47 43,3 3,7
B.C. 37,1 35,5 1,6
R.C. 38,5 35,9 2,6
B.E. 41,8 38,6 3,2
A.V. 40 38,2 1,8
V.A. 43,2 39,8 3,4
R.S. 46,7 43,3 3,4
L.L. 55,6 52,5 3,1
V.D. 59,6 55,8 3,8
C.L. 47,2 44 3,2
C.E. 47,7 45,9 1,8
L.D. 42,3 40 2,3
C.M. 44,9 43,9 1
Tabella 2 – Altezze dei salti calcolati col metodo Bosco e con Elite (in cm).
Prima dello svolgimento delle prove gli atleti effettuavano un adeguato riscaldamento. Col fine di
avere un congruo numero di prove, ogni soggetto ha svolto 10 salti con contromovimento, 5 in
appoggio con l’arto destro e 5 col sinistro. Otto soggetti hanno svolto anche 5 salti col metodo
Sargeant modificato.
Risultati
L’elaborazione dei dati sia dinamici, sia cinematici, ha permesso una analisi complessiva del gesto.
Una branca del lavoro si è indirizzato verso le strategie motorie e l’analisi dinamica (Rodano e
coll.). Quella di nostro interesse, dovendo essere di facile lettura e immediata fruizione sul campo,
si orienta verso i dati cinematici.
Per il calcolo delle varie altezze con Elite sono stati tenuti in considerazione i valori di diversi
marker in funzione del parametro da osservare. Ciò ha permesso di rilevare i valori allo stacco e
all’atterraggio e calcolare la differenza di altezza nei due momenti.
Il marker di riferimento per il calcolo dell’altezza massima col sistema elite è quello posto alla
cresta iliaca.
I dati relativi alle altezze di salto calcolate con Elite e col metodo di Bosco e la differenza dei due
valori in ogni soggetto sono riportati in tabella 2.
Tutti i salti risultano più alti col metodo di Bosco e si ha un valore medio maggiore di 2,4 cm. Ciò è
coerente con quanto già rilevato dallo stesso Bosco e da altri. La differenza si motiva con i diversi
atteggiamenti degli arti allo stacco e all’atterraggio. L’ipotesi è stata confermata per mezzo del
rilevamento delle altezze allo stacco e all’atterraggio di altri marker di riferimento, i cui dati sono
riportati nelle tabelle che seguono.
I valori dell’altezza dei marker al malleolo sono riportati nella tabella che segue (tab 3).
All’atterraggio il marker risulta più basso in tutti i soggetti, con un valore medio di - 2,5 cm. Ciò è
da motivarsi con la diversa disposizione del piede all’atterraggio, meno esteso, da parte degli atleti;
fenomeno già osservato da tutti coloro che utilizzano il test ma mai quantificato.
SOGGETTO H CAVIGLIA
STACCO H CAVIGLIA
ATTERRAGGIO A-S
D.V. 7,6 5,2 -2,4
F.M. 8,3 5,8 -2,5
S.R. 8,5 6,4 -2,1
C.C. 9 6,2 -2,8
M.A. 9,4 6,9 -2,5
B.C. 9 5,8 -3,2
R.C. 8,3 4,6 -3,7
B.E. 8,8 5,7 -3,1
A.V. 9,4 6,1 -3,3
V.A. 9,3 5,8 -3,5
R.S. 9,9 8,3 -1,6
L.L. 7,4 4,8 -2,6
V.D. 9,6 6,9 -2,7
C.L. 8,3 5,8 -2,5
C.E. 10,1 8,1 -2
L.D. 7,8 6,9 -0,9
C.M. 7,5 6,7 -0,8
Tabella 3 – Altezza del marker al malleolo e differenze tra stacco e atterraggio (in cm).
Nella tabella 4 sono riportate le altezze rilevate alla cresta iliaca. La differenza con valore reale
incrementa perché gli atleti all’atterraggio hanno tutte le articolazioni flesse rispetto al momento
dello stacco. Perciò alla minore altezza del marker al malleolo si sommano gli effetti delle flessioni
al ginocchio e all’anca.
Flettendo le gambe in fase di discesa l’atleta ritarda il momento dell’atterraggio. Il tempo di volo
diventa maggiore, come se avesse effettuato un salto più alto. E di fatto col calcolo della formula di
cinematica usata da Bosco risulta che gli atleti abbiano effettuato un salto più alto.
Otto atleti hanno effettuato le prove col salto del Sargeant test modificato e nella tabella sottostante
sono riportati i valori rilevati con la lettura “a occhio”sulla tabella centimetrata a confronto con
quelli di Elite (tabella 5) e di Bosco (tabella 6).
SOGGETTO H CRESTA
STACCO H CRESTA
ATTERRAGGIO A-S
D.V. 108,9 103,4 -5,5
F.M. 116,6 111,4 -5,2
S.R. 107,8 104,1 -3,7
C.C. 111,7 105,8 -5,9
M.A. 112,6 103,5 -9,1
B.C. 110,9 102,8 -8,1
R.C. 114,6 107 -7,6
B.E. 115,6 108 -7,6
A.V. 114,2 110,5 -3,7
V.A. 109,2 102,7 -6,5
R.S. 118,5 113,7 -4,8
L.L. 111,6 105,6 -6
V.D. 125 118 -7
C.L. 116 109,1 -6,9
C.E. 116,9 113 -3,9
L.D. 114,2 113,8 -0,4
C.M. 109,6 105,7 -3,9
Tabella 4 – Altezze dei marker alla cresta iliaca allo stacco e all’atterraggio e differenze tra i
valori rilevati (in cm).
SOGGETTO H S.T. mod. H ELITE P-E
D.V. 38 36,9 1,1
C.C. 39 39,3 -0,3
R.C. 35 35,9 -0,9
R.S. 44 43,3 0,7
L.L. 55 52,5 2,5
C.E. 44 45,9 -1,9
L.D. 41 40 1
C.M. 42 43,9 -1,9
Tabella 5 – Confronto delle altezze di salto rilevate col Elite e Sargeant test modificato (in
cm).
Nella tabella 5 i valori dei salti effettuati col Sargeant test sono vicini a quelli rilevati da Elite e si
scostano poco sia per eccesso sia per difetto. Nella maggior parte dei casi, come ci si aspettava,
sono maggiori. Ma il dato non appare costante. Osservando attentamente gli atleti, si è dedotto che
fosse da imputarsi ai diversi atteggiamenti del corpo e del braccio in massima estensione.
Nonostante ciò i valori si scostano entro limiti inferiori rispetto a quelli previsti da Bosco.
SOGGETTO H S.T. mod. H BOSCO P-B
D.V. 38 39,7 -1,7
C.C. 39 40,9 -1,9
R.C. 35 38,5 -3,5
R.S. 44 46,7 -2,7
L.L. 55 55,6 -0,6
C.E. 44 47,7 -3,7
L.D. 41 42,3 -1,3
C.M. 42 44,9 -2,9
Tabella 6 – Confronto delle altezze rilevate con Bosco e Sargeant test modificato.
Nella tabella 6, dove si confrontano i dati secondo Bosco e secondo il S.T. modificato, abbiamo che
col metodo di Bosco le misure sono mediamente più elevate di 2,3 cm, vicina alla differenza più
elevata riscontrata nel confronto Elite-S.T. modificato.
Dalla lettura di questi dati abbiamo quindi che il Sargeant test modificato presenta valori più vicini
a quelli reali rispetto al test di Bosco.
Seconda fase: salto in alto da fermo nell’allenamento
Verificata la validità del salto in alto da fermo come test da campo o palestra, è stata sviluppata una
seconda fase di ricerca che prevedeva l’acquisizione dei dati relativi a questa prova con i migliori
atleti lombardi di età compresa tra i 14 e i 20 anni.
SOGGETTO SESSO GARA PRESTAZIONE ETÀ PERIODO TEST
Bo.El. F 400 // 100 / 200 / 400 58"67 //12"59 / 25"04 / 56"14 16 // 17 Nov // Agos
Ca.St. F 200 // 100 / 200 / 400 25"68 // 12"53 / 25"30 / 58"44 17 // 18 Nov // Agos
Co.Ro. F 80 // 100 / 200 10"08 // 12"14 / 25"40 15 // 16 Nov // Lugl / Agos
Pa.Ce. F triplo // 100 / 200 / triplo 11,59 // 12"52 / 25"26 / 12,01 15 // 16 Nov // Lugl / Agos
Ro.El. F 300 // 100 / 200 / 400 40"9 // 12"54 / 25"45 / 57"83 15 // 16 Nov // Lugl / Agos
Si.El. F 200 / 400 25"50 / 55"95 18 Agosto
Ma.El. F 400 57"71 17 Novembre
Lo.Fe. F 300 hs 46"4 15 Luglio
No.Ca. F 200 25"33 17 Luglio
S.S.C. F 80 9"98 15 Luglio
Pe.Ga. M 100 / 200 10"95 / 22"05 19 Agosto
Tr.Ni. M 100 / 200 / 400 11"09 / 22"19 / 51"19 17 Agosto
Ju.Is. M 100 / 200 / 400 11"22 / 22"10 / 48"74 18 Agosto
Ra.Ma. M 400 // 100 / 200 / 400 49"43 // 11"24 / 22"39 / 49"40 17 // 18 Nov // Agos
La.Ma. M 100 // 100 11"21 // 11"15 16 // 17 Nov // Lugl
Br.Am. M 200 // 400 22"61 // 50"54 16 //17 Nov // Lugl
Co.Da. M 200 // 100 22"88 // 11"14 16 // 17 Nov // Lugl
Ma.Ma. M 300 37"77 15 Novembre
Ri.Ma. M 400 50"31 17 Novembre
Bo.Da. M 80 9"4 15 Luglio
Pe.Da. M 100 11"01 17 Luglio
Ra.Fr. M 300 36"21 14 Luglio
La.Da. M 100 10"96 17 Luglio
Fa.Ma. M 80 9"3 15 Luglio
Tabella 7 – Velociste e velocisti che hanno effettuato i test nella seconda fase dello studio
Il campione ha compreso complessivamente 50 atleti, dei quali 24 velocisti (tabella 7) di cui 10
femmine e 14 maschi. 26 atleti erano ostacolisti e saltatori (tabella 8), di cui 10 femmine e 16
maschi.
I dati del salto in alto da fermo in palestra sono stati confrontati con quelli acquisiti nel medesimo
periodo con l’optojump dal medico sportivo della Federazione di Atletica Leggera della Lombardia.
Nella seconda fase i test sono stati effettuati con diverse condizioni:
in tre diversi periodi di preparazione, novembre, luglio e agosto;
prima e dopo l’allenamento;
con atleti di diverse specialità: salti, ostacoli, velocità.
SOGGETTO SESSO GARA PRESTAZIONE ETÀ PERIODO TEST
Qu.Gi. F 100hs-pm 14”95-4000 punti 16 Luglio
Ro.Si. F 100hs-400hs 15”08-66”71 15 Luglio
Li.Ma. F 100hs 14”95 15 Luglio
Ma.Mi. F 300hs 46”7 14 Luglio
Za.Al. F 80hs 12”34 15 Luglio
Di.Gi. F 80hs 12”36 14 Luglio
Ri.Fr. F 80 hs 11”9 15 Luglio
Ac.An. F 100 hs 15"51 20 Agosto
Ba.Sa. F 100 hs 14"04 18 Agosto
Ch.Le. F 400 hs 1'04"47 17 Agosto
Pi.To. M 100 hs 14”00 15 Luglio
De.Gi. M 100hs 13”96 14 Luglio
R.D.F. M 110hs 15”09 16 Luglio
Ru.Ni. M asta 3,90 16 Luglio
Ca.Fi. M 400 51”5 16 Luglio
Su.Ma. M 100hs 14”1 15 Luglio
Ze.Gi. M 100hs 14”0 15 Luglio
Si.Do. M 400hs 56”06 16 Luglio
De.Ce. M 100hs 14”3 14 Luglio
Va.Pa. M 300hs 42”5 14 Luglio
Pa.Gi. M 400 hs 55”0 15 Luglio
Fe.Lu. M 110hs-alto 15”03 - 1.88 16 Luglio
Ma.Gi. M 100hs 300hs 14”2 –42”2 14 Luglio
Me.Mi. M 100 hs 15"02 19 Agosto
Co.D. M lungo 6,85 19 Agosto
Mo.Lu. M triplo 13,99 20 Agosto
Tabella 8 – Atleti praticanti salti e ostacoli che hanno effettuato i test della seconda fase dello
studio.
Nelle tre tabelle che seguono sono riportati separatamente i dati relativi alle tre sezioni di test.
Solo una parte degli atleti ha effettuato le prove nei tre periodi, possiamo però osservare che
l’andamento dei valori del test è pressoché comune a tutti.
In tabella 9 sono riportati i dati acquisiti a luglio, in tabella 10 i valori dei salti effettuati a fine
agosto e in tabella 11 i dati di novembre.
Analizziamo ora i dati in relazione agli obiettivi prefissati.
Analisi dei dati
Dalle tre tabelle che coinvolgono complessivamente tutti gli atleti per il confronto dei salti con in
due diversi metodi nei tre periodi si nota che ad eccezione di un soggetto nella tabella 9, tre nella 10
e due della tabella 11, gli atleti hanno tutti valori superiori col test di Bosco rispetto al Sargeant test
modificato. Questo dato è coerente con quanto rilevato presso il Centro di Bioingegneria e
relativamente alle differenze dei valori rilevati e possiamo affermare che giunge ad ulteriore
conferma della validità del salto in alto da fermo come test di campo. I valori medi della differenza
sono rispettivamente di 3 cm, 3,9 cm, e 2,4 cm, pur osservando in alcuni casi dei valori che si
scostano molto dalla media, come i valori positivi.
SOGGETTO SESSO S.T.M. CMJ STM – CMJ
Lo.Fe. F 33 35,6 -2,6
Ro.El. F 43 39,8 3,2
Co.Ro. F 38 42,3 -4,3
Pa.Ce. F 31 35,6 -4,6
No.Ca. F 32 35,7 -3,7
S.S.C. F 35 42,8 -7,8
La.Ma. M 40 44,7 -4,7
Br.Am. M 39 42,3 -3,3
Bo.Da. M 36 41,7 -5,7
Pe.Da. M 36 38,5 -2,5
La.Da. M 43 43,8 -0,8
Fa.Ma. M 30 39,9 -9,9
Co.Da. M 39 44,8 -5,8
Qu.Gi. F 27 32,3 -5,3
Ro.Si. F 29 29,5 -0,5
Li.Ma. F 30 39,2 -9,2
Ma.Mi. F 23 27 -4
Za.Al. F 31 33,5 -2,5
Di.Gi. F 32 32,7 -0,7
Ri.Fr. F 29 31 -2
Pi.To. M 28 35,6 -7,6
De.Gi. M 40 40,5 -0,5
R.D.F. M 39 41,5 -2,5
Ru.Ni. M 37 41,5 -4,5
Ca.Fi. M 46 46,6 -0,6
Su.Ma. M 34 40,6 -6,6
Ze.Gi. M 34 38,1 -4,1
Si.Do. M 33 39,2 -6,2
De.Ce. M 36 40,6 -4,6
Va.Pa. M 35 36,8 -1,8
Pa.Gi. M 40 47,7 -7,7
Fe.Lu. M 38 40 -2
Ma.Gi. M 36 38,5 -2,5
Tabella 9 – Dati dei salti effettuati nel raduno collegiale di luglio. S.T.M., Sargeant Test
Modificato; CMJ, salto di Bosco con contromovimento.
SOGGETTO SESSO S.T.M. CMJ STM - CMJ
Ac.An. F 30 33,2 -3,2
Ba.Sa.*** F 35 39,1 -4,1
Ch.Le.*** F 27 37 -10
Bo.El.** F 33 37,4 -4,4
Ca.St.** F 34 37,6 -3,6
Co.Ro.** F 33 39,3 -6,3
Pa.Ce.** F 33 34,2 -1,2
Ro.El.* F 35 40 -5
Si.El.** F 34 32,7 1,3
Tr.Ni.** M 46 50,6 -4,6
Ju.Is. M 49 41 8
Ra.Ma.** M 40 43,3 -3,3
Me.Mi. M 61 55 6
Mo.Lu. M 50 52,4 -2,4
Pe.Da.** M 44 48,6 -4,6
Ag.Pa.** M 43 43,2 -0,2
Tabella 10 – Salti acquisiti alla fine di agosto. Con gli asterischi sono indicati i commenti
relativi all’atteggiamento assunto con i segmenti. Il commento è sulla base
dell’osservazione degli atteggiamenti.
* Atterra con flessione dorsale del piede
** Atterra con flessione dorsale accentuata
*** Atterra con flessione dorsale molto accentuata, piede quasi orizzontale.
SOGGETTO SESSO S.T.M. CMJ STM - CMJ
Bo.El. F 33 37,2 -4,20
Ma.El. F 28 35,6 -7,60
Ro.El. F 34 38,8 -4,80
Pa.Ce. F 31 33 -2,00
Co.Ro. F 32 37,8 -5,80
Ca.St. F 35 40,3 -5,30
La.Ma. M 40 47,1 -7,10
Ra.Ma. M 39 43,2 -4,20
Ri.Ma. M 46 36,3 9,70
Br.Am. M 35 40,6 -5,60
Co.Da. M 49 43,6 5,40
Tabella 11 – Dati dei salti acquisiti nel mese di novembre.
Capacità di salto in relazione al periodo di preparazione
9 atleti hanno effettuato i test nei tre diversi periodi e sono utili all’osservazione dell’andamento
della capacità di salto in relazione ai periodi di preparazione. La tabella 12 mette in evidenza che
negli atleti da noi considerati il vertice della capacità di salto spesso non corrisponde col periodo di
massimo rendimento agonistico. E’ anzi evidente una distribuzione casuale delle massime capacità
di potenza. Col Sargeant test la distribuzione appare suddivisa in modo equilibrato nei tre periodi,
mentre con l’optojump si ha una distribuzione paritetica tra luglio e agosto. La coincidenza delle
migliori prestazioni con i due metodi sono nei soggetti 1, 4, 6, 7, 8. Il soggetto 2 è vicino alla
coincidenza. Sembra evidente che su questo dato possa incidere l’errore intrinseco dei sistemi.
Inoltre, dall’attenta osservazione dell’atteggiamento degli atleti nell’esecuzione dei salti, sono stati
osservati diversi impegni volitivi nonostante essi affermassero d’essersi sempre impegnati “al
massimo”. Si ritiene che questo sia un fattore determinante ai fini della prestazione, per cui
l’allenatore dovrebbe motivare adeguatamente l’atleta affinché si impegni adeguatamente.
Soggetto Sesso
ST
Novembre
ST
Luglio
ST
Agosto CMJ Novembre CMJ Luglio CMJ Agosto
1 - Bo.El. F 33 - 33 37,2 - 37,4
2 - Ro.El. F 34 43 35 38,8 39,8 40
3 - Pa.Ce. F 31 31 33 33 35,6 34,2
4 - Co.Ro. F 32 38 33 37,8 42,3 39,3
5 - Ca.St. F 35 - 34 40,3 - 37,6
6 - La.Ma. M 40 40 - 47,1 44,7 -
7 - Ra.Ma. M 39 - 40 43,2 - 43,3
8 - Br.Am. M 35 39 - 40,6 42,3 -
9 - Co.Da. M 49 39 - 43,6 44,8 -
Tabella 12 – Massime prestazioni nel salto in alto con i due metodi nei tre periodi considerati.
Effetti dell’allenamento
Una seduta è stata dedicata all’osservazione degli effetti dell’allenamento sulle capacità di forza
degli atleti. Le prove dopo l’allenamento sono state effettuate 20’ dopo il termine della seduta. I dati
riportati nella tabella 13, mostrano come gli atleti abbiamo risentito dell’allenamento effettuato. Il
diverso esito dell’allenamento può essere legato a diversi fattori: grado di preparazione, carico
affrontato, stato di efficienza momentaneo, capacità di recupero, effetto cumulativo, ecc. Il dato
appare comunque significativo e si ritiene possa essere utile all’allenatore.
SOGGETTO Sesso ST prima ST dopo Differenza
Ac.An. F 30 28 -2
Ba.Sa. F 35 32 -3
Ch.Le. F 27 28 1
Bo.El. F 33 30 -3
Ca.St. F 34 31 -3
Co.Ro. F 33 33 0
Pa.Ce. F 33 28 -5
Ro.El. F 35 35 0
Si.El. F 34 31 -3
Tr.Ni. M 46 44 -2
Ra.Ma. M 40 40 0
Me.Mi. M 61 61 0
Mo.Lu. M 50 52 2
Pe.Da. M 44 41 -3
Ag.Pa. M 43 40 -3
Tabella 13 – Valori del salto in alto da fermo prima e dopo l’allenamento.
Capacità di salto e specialità
Allo scopo di individuare le caratteristiche degli atleti, i giovani che hanno effettuato i test sono
stati raggruppati per sesso e per specialità. I dati raccolti nella tabella 14 e in figura 5 che
riguardano le femmine, e nella tabella 15 e figura 6 che riguardano i maschi. Sono riportate le
misure medie dei diversi gruppi di specialità. Per una lettura più immediata i valori sono
rappresentati anche con diagramma a barre.
I velocisti, sia maschi che femmine, risultano più potenti degli altri atleti delle specialità veloci.
Questo dato è coerente col quanto rilevato in precedenza da altri. E’ significativo che sia stato
rilevato col Salto in alto da fermo a muro.
In questo caso il test potrebbe essere indice del settore sul quale è necessario sviluppare la
preparazione del giovane, poiché, nonostante in tutti gli studi sia dato per assodato che gli
ostacolisti sono meno potenti, non sta a significare che ciò debba essere assunto come dato
immutabile.
Specialità N° atlete F Misura
100/200 6 39,5
400 3 35,3
100 h 7 34,3
400 h 4 29,8
Tabella 14 – Atlete divise per specialità e rispettivi valori medi di CJM.
Valori medi di CJM di velociste ed ostacoliste
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Specialità
cm
CJM
100/200
400
100h
400h
Figura 6 – Istogrammi delle misure di salto femminili.
Specialità N° atleti M Misura
100/200 9 44,1
400 6 42
110 h 8 41,5
400 h 4 40,6
Tabella 15 – Atleti divisi per specialità e rispettivi valori medi di CJM.
Valori medi di CJM di velocisti ed ostacolisti
38
39
40
41
42
43
44
45
Specialità
cm
CJM
100/200
400
110h
400h
Figura 6 – Istogrammi delle misure di salto dei maschi.
Commento e conclusioni
Dall’analisi dei dato raccolti s’è avuta conferma dell’ipotesi della validità del salto in alto da fermo,
che abbiamo denominato Sargeant test modificato, come test di campo o palestra.
Considerate l’elevato livello tecnologico delle apparecchiature disponibili per l’acquisizione in
laboratorio dei dati di riferimento, l’elevato numero di soggetti impiegati e il rigore nel controllo
delle condizioni e delle esecuzioni dei test, il lavoro assume valore metodologico e attendibilità
anche nel caso delle acquisizioni in palestra.
Dall’analisi dei dati si sono potute trarre utili indicazioni riguardanti la preparazione e le
caratteristiche degli atleti. In particolare:
1 – Il Salto in alto da fermo come proposto è utilizzabile per verificare gli effetti dell’allenamento
nel tempo in relazione all’andamento della forza degli atleti. Questo dato può essere utilizzato sia
per la preparazione poliennale, sia per la comprensione della condizione fisica nei diverso periodi
dell’anno.
2 – Esso permette inoltre di comprendere gli effetti più o meno intensi prodotti dalle singole sedute
di allenamento. A tale proposto crediamo che possa essere utilizzato anche per l’osservazione e la
valutazione dei tempi di recupero ai fini della determinazione di carichi e distribuzione dei mezzi di
preparazione e allenamento.
3 – Può fornire un contributo per comprendere verso quale specialità possa essere proficuamente
indirizzato il giovane atleta.
4 – Con l’acquisizione di un congruo numero di dati potrebbero essere stabiliti i valori di
riferimento generale del test.
Il salto in alto da fermo, se svolto correttamente, è un test attendibile, può essere effettuato in
qualunque situazione poiché richiede solo un muro, o una tabella centimetrata che ha inoltre il
vantaggio di essere facilmente spostata in qualunque luogo e fissata a un qualunque muro con del
nastro bi-adesivo. Ha costi pressoché nulli e i dati sono immediatamente leggibili.
Ringraziamenti
E’ doveroso un sentito ringraziamento, pur ad anni di distanza, all’ing. Renato Rodano, direttore
del Laboratorio di Analisi del Movimento Sportivo del Centro di Bioingegneria del Politecnico di
Milano – Fondazione pro Juventute, che ha permesso, supportato e sollecitato il lavoro. L’ing.
Alberto Marzegan per il contributo nella difficile opera di estrapolazione e analisi dei dati
cinematici.
Si ringraziano gli atleti e gli allenatori che hanno collaborato, per quali ci auspichiamo che il
lavoro possa essere utile per sul campo.
Bibliografia
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Nelson R.C. , Martin P.E. – Effects of gender and load on vertical jump performance; 10th
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Symposium, Milano, 1992.
Rodano R. , Squadrone R. – Monitoring of sprinters motor coordination through vertical jump
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Bosco C. – Proposte Metodologiche di valutazione delle capacità fisiche nei giovani ai fini di
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