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S E N A T O M I S T I 'l OTTO la intitolaz ione di Senato misti si comprende la pill antica Serie conoscima delle 'Pm·ti (deliberazioni, decreti) del Senato (Rogalor111n, Pregadi) trascritte in volumi denominati Registri. - La Serie incominciava nel 1293, ma dei Registri anteriori al 1332 non esiste che un solo brano, nè si ha per supplirvi che la Rubrica (Indice) la quale va fino al 1336. - Dal 1332 la Serie dei Registri è continua fino al 1440. In un Dizionario, tuttora inedito, del linguaggio archivistico veneto, com- pilato dal Sopraintendente agli Archivi comm. Cecchetti, i 5\,Cisti sono de- finiti cosi : « Serie più antiche e, per qualche tempo, uniche degli Arcbivi " del Senato e del Consiglio dei Dieci, cosi denominate perchè compren- >l dono senza distinzio ne atti di materia civile, criminale, politica e diplo- " matica, alle quali poi nel!' incremento dell'amministrazione pubblica furono >> destinate Serie particolari >>. Le principali Serie particolari uscite dai 5\,Cisti (ai quali dopo la insci- tuzione dei Secreti, non era rimasta che la parte strettamente amministrativa) sono i Senato-terra e Senato-mar. Incominciate nel r440 continuarono senza interruzione fino alla caduta della Repubblica (1797). La serie Senato-terra comprende le 'Parti (deliberazioni) che si riferi- scono all'Amministrazione o Governo dei paesi di terraferma, e la Serie Senato- mar quelle che si riferiscono al governo dei paesi al mare. 1 ) La Direzione deve queste compendiose quanto precise notizie, alla gentilezza del lìig. cav. T. Luciani, al quale essa tributa qui le proprie grazie,
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Apr 27, 2023

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OTTO la intitolazione di Senato misti si comprende la pill antica Serie conoscima delle 'Pm·ti (deliberazioni, decreti) del Senato (Rogalor111n, Pregadi) trascritte in volumi denominati Registri. -

La Serie incominciava nel 1293, ma dei Registri anteriori al 1332 non esiste che un solo brano, nè si ha per supplirvi che la Rubrica (Indice) la quale va fino al 1336. - Dal 1332 la Serie dei Registri è continua fino al 1440.

In un Dizionario, tuttora inedito, del linguaggio archivistico veneto, com­pilato dal Sopraintendente agli Archivi comm. Cecchetti, i 5\,Cisti sono de­finiti cosi : « Serie più ant iche e, per qualche tempo, uniche degli Arcbivi " del Senato e del Consiglio dei Dieci, cosi denominate perchè compren­>l dono senza distinzione atti di materia civile, criminale, politica e diplo­" matica, alle quali po i nel!' incremento dell'amministrazione pubblica furono >> destinate Serie particolari >>.

Le principali Serie particolari uscite dai 5\,Cisti (ai quali dopo la insci­tuzione dei Secreti, non era rimasta che la parte strettamente amministrativa) sono i Senato-terra e Senato-mar. Incominciate nel r440 continuarono senza interruzione fino alla caduta della Repubblica (1797).

La serie Senato-terra comprende le 'Parti (deliberazioni) che si riferi­scono all'Amministrazione o Governo dei paesi di terraferma, e la Serie Senato-mar quelle che si riferiscono al governo dei paesi al mare.

1) La Direzione deve queste compendiose quanto precise notizie, alla gentilezza del lìig. cav. T. Luciani, al quale essa tributa qui le proprie grazie,

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Prima ancora che i :J,(isti si risolvessero nelle ora citate due Serie. Senato-terra e Senato-mar1 si raccolsero per eccezione in separati volumi alcune deliberazioni sopra avvenimenti o fatti di maggiore importanza, e quindi sorsero alquanti Registri contrassegnati da lettere A. B. C .... . . nei quali sono aggruppate deliberazioni che si riferiscono a fatti od avve­nimenti speciali, come : Pro factis Istriae - Pro guerra Ducmn Austriae _ per la guerra di Chioggia - per quella contro i Carraresi - per la sol­levazione della Dalmazia ecc. Q uesti vanno dal I 3 3 5 al l 3 97 e s' intito­lano : Secreta Consili Rogatornm.

La vera Serie però, non interrotta, dei Secreti (Senato-Secreti) incomincia nel 1401 e va fino al 1630. - In questa Serie sono essenzialmente com­prese le deliberazioni di maggiore importanza, le politiche, diplomatiche ecc.

Nel 1630 anche la Serie Secreti si suddivise in due rami, che presero il nome di Senato-Corti (1630-1797) per le cose spettanti alla politica estera, e Senato-Rettori (1630-1797) per le cose interne.

Prima ancora, e precisamente nel 1536, erasi staccata dai Secreti la Serie Costantinopoli per le cose d' Oriente, e nel 15 60 la Serie Senato-Roma per gli affari concernenti la Corte Romana.

Oltre queste ci sono altre divisioni e suddivisioni che si seguono e spesso s'accompagnano e s'incrociano; ma a render conto di tutte si usci­rebbe troppo dagli argomenti che si riferiscono alle cose dell'Istria.

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C O S E D E L L' I S T R I A

Senato Misti voi. XV (1332•3)

1332. 4 marzo. - Dovendo il cap itano del l?aisanatico sostenere molte spese per il fatto di Cressano, si aumenta al capitano che deve eleggersi lo stipendio di soldi trenta di grnssi al mese, per tutto quel tempo che egli starà a Cressano o in altro luogo per causa di Cossiaco (Coslachi); se però resterà a San Lorenzo abbia lo stipendio consueto (carte I ante).

I 3 32. 4 marzo . - Dietro proposta di Filippo Barbarigo, Bertuccia Gradenigo, Giovanni Contarini, per quel che riguarda i cavalli del Paisa­natico fu preso <e quod u.nus Comestabilis sit caput illorum XX equitum qui debent soldiz.a.1'i ad soldu.m 'Paysanatici ll, che abbia quattro poste, e si ar­ruolino secondo il mandato del detto capitano.

= Giovanni Ven ier propone, che solo meta dei cavalli del Paisanatico debba rimanere in quella citta, e che alla alcra meta si paghino soldi cin­quanta all'anno per cavallo, pagati dalle città dove si trovano dispersi, coi quai denari si arruolino cavalli sotto due contestabili.

== Giovanni Gradenigo propone, che ogni citt;\ dell' Istria paghi per i cavalli che ha soldi cinquanta di grossi per ciascuno, coi quali si arruo­lino soldati nel modo che propone Giovanni Venier. Queste due ultime

parti furono respinte (carte I ante) . r 3 32. 4 marzo . - Si stabilisce di dare al capitano che sta per partire

per San Lorenzo lire quaranta di grossi, per riparare la casa di sua dimora, già della fami glia Zane (carte r tergo).

13 3 2. 16 marzo. - Si mandano, come consigliano i sa vii e i provve­ditori dell'Istria, ai rettori di quella provincia « capitula nobis data per am­baxatvrem domini patriarcbe, videlicet de extorlionibus quas di'ctmt sibi faceni per 11ostros rectores Ystrie )> (carte 3 ante).

r 3 32. I 6 marzo. - Si concede al patriarca « extrabendi de Joroiu.lio certam quantitatem bladi ..... et porlandi per mare ad terras suas ystrie )) . La concessione è di seicento sta la ( cane 3 tergo).

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1332. 16 marzo. - Il patriarca chiede, ma il Senato rifiuta, che« pro substenlatio11e 1wsinvere de pola, quod possit habitare in yslria iu aliquibus locis eius, et po11ere1w· pars quod possit babila.re in ilio loco quem velie/ exepto in Yistria » ( cane 3 tergo).

1332. 21 marzo. - Alla domanda dei c:1.p irnni del Pa is:rnatico e di Cressano, che chiedevano il ronzino e il famiglia ptr i stipendiati di San Lorenzo, si risponde ai.:i.:onsenrendo ( carte 4 tergo).

1332. 21 111,1.rzo. - Lagnandosi i capitani del Paisanatico e di Pola « de aliquibus expensis Jaclis p,·ùlie per il!os de 'Pvla ad va.lorem circa soldo­rmn XVIII]·/. grossorum, pro millendo nnmn. ba.rchnm cmn victualijs de pala usque flaonam, pro mii/endo ea cresanum >>, spese, che non potendo3i sostenere dai nostri stipendi,1ti di Cresano, potrebbero far si, che questi abbandonas­s~ro il luogo, il Sen:lto stabilisce di scrivere al conle di Pola << quod cum diete expeme forent importabiles dictis uostris slipendiarijs, qui pro sua conser­va/ione et bono sla/u eorwu . ... moratur . . . . iu Cresano1 iutendimus1 quod il/a victua/ia que de ce/ero portab1111/11r per mare de pola usque flaona-m pro conducendo Cresanum ... , quod ea siu/1 condncentur et portentur ad dieta loca nd expensns cotmmis pole >) ; e si scrive al capitano del P~1isanatico e a quello di Cres:mo, « quod inte11dù11.us super predictis per polenses de cetera obser-uari 1>.

In quanto poi al prender Fianona, c:he si sospenda << cum dicaut dicti uost.ri cnpitnnei pnysrr.-1,atici et cresani, quod aliqui nostri, co11fidendo se de illis de flao11a1 qui iba11t pro habmdo victualia ab eis ut JH011tiserant, sani capii per eos >> ( carte 4 tergo).

J 332. 27 marzo. - Si risponde a Marino Sor;rnzo, capitano del Pai­sanatico e a Marino Venier, capitano di Cresano, che abbiamo inteso e< tam super facto vicecomilis marchionatus yslrie, qni cum equ.itibzts vigiuti iutraverat ùt coslaco, quam super facto coloquij Ùlter ipsos ser marùmni superancio et viceco­mitem habiti superi11de >l J. aspettiamo di sapere <' quid ipsi vicecomfri in dieta facto coslachi responderit domùms patriarcba >l, perciò noi per ora non facciamo nulla, e scriveremo. - Ci dicano « quid agit filippus de coslaco, postquam dùtum caslrum reddidit vicecomiti . .. . et uhi est, si Hli duo 110s/ri fideles de parentio, qui fuernnt capti per illos de Coslaco jiterwzt relascati, vel quid de ipsis actum est )) (carte 6 tergo). ·

. I 3 J 2. 4 aprile. - Si concede a Marino Soranzo, capitano del Paisa­nauco, << quod possit occasione . .. . infirmitatis venire ad Sanctttm Lattre-ntiu.m • • .. wm rna familia manente ad cnstodiam Cressani ser marùw venerio cnm a/io frunimeuto (sic)" (cane 7 ante).

I 3 J2. 4 apri le .. - Si scrive al podestà di Capo<listria « quod filium masarul·t qnoudam sttpendiarij 1wslri qui in obsequijs nostris ficlelissime se habuit

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possit consti/nere et recipere eum soldmn ad pedes in Justinopoli, si sibi videbitnr sujficiens) non obsta11te qnod non habeat etalem debitam >) (carte 7 tergo).

I 332. 6 aprile. ~ Essendo utile di finire la faccend,1 di Cressano e di Coslaco, Marino Bembo, Filippo Barbarigo, Bertuccia Gradenigo e Giovanni Venier propongono, ed il Senato accetta la proposta, che si scrivi al capitano del Paisanatico (e quod balistarios nostros re1Jiittat ad propria rno termino} qni complent die XV hu:itts m.ensis, remanente doniino marino venerio cum equitibus nostris alijs qui interi-In sunt ad custodiam cressani quousque aliud duxerimus ordinandn-m n.

Si ordini che mandi presto un messo alla contessa di Gorizia « nar­rantem sihi de casu subtration-is coslachi . ... et Comune Venetiaru:m . ... solu.m supportavi/ laborem et expensas pro opprimenda audacia illorum de coslacho. Et quod nu.nc ipsu.ni castrn-m coslachi absfttlit gens domini patriarche; assen>rts qnod ad palriarchatu-m, j1leno iu.re spetal. Et si sic esset, videre/.ur .... quod comune vene!.iarum ... pro parte comit.altts fuisse deceplttm) quoniam dicebatur . . . ipmm castru.m plme perlinere comitatui .... e/. .... ojferat i'.pse mmcius restituere et consignare castrmn cressani dfrte domine ». Se accetta, ser Marino ritorni a casa, le genti vadano alle loro stanze dell'Istria, altrimenti scrivi ed attendi

nostro ordine. == Giovanni Contarini e Giovanni Gradenigo vogliono invece, che la

persona da inviarsi alla contessa di Gorizia si mandi da qui e non dal capi­tano. Se non l'accetterà, scrivi. - Non fu accettata la proposta (carte 8 ante).

1332. 23 aprile. - Si scrivi al capitano del Paisanatico « quod i11tei1-di11111s qnod per eum nec per nostres ulla novitas fiat fidelibus domini palriarcbe » e viceversa. Ma, intendendo, « quod subiecti dicti domini patriarche novitates fecerunt et faciunt nostris de Ystria », debba cercare di impedire, altrimenti provveda come meglio creda. - E ciò si ponga nella sua commissione

( carte ro ante) . 13 32. Ultimo aprile. - Essendosi Sergio di Pola lagnato del Comune

di Pola ,, quod teneat occupata inra ma scilicet medielatem ville risani et me­dietatem ville :A(omorani, qne Juerwnt mttecessoru.m stwrum })' ed essendoli stato promesso (( quod gaudeat rna bona servando nostram fidelitatem » si scriv~ al conte e comune di Pola (( quod restituant possessionem dictarum villarum eidem domino Sergio in eo sta!u et sicu.t habebat et lenebat antequam comune et homines pole darent se et civitatem Po/e nostro co1mmi " (carte I I ante).

1332. r4 maggio. - Si aggiunga alla commissione dei podest.\ futuri di Capodistria << quod non possint dare ultra uuam post.a.m aHcui ab equo ve.I a pede, nec conùmcf.um ab equo et pede sùw licentia domina.tionis >J ~carte 12 ante):

1332. 14 maggio. - Si stabilisce di rispondere, esarnrnata bene <la,

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savìi sopra i fatti dell'Istria, l'ambasciata della contessa di Gorizia, <e q11,01nodo precedentibus offensis .... ad deslritctionem illomm de Cosla.co et suorum fauc­tonun salicile ù,tendebam11s .... supportando per nos so/as expensas gravita/es et onera necessaria ad predicta n, e che nella composizione fatta fra essa e noi riguardo al castello di Cressano fu detto « quod dmnnwdo comes Federicus se non apponeret ad predicta, nos bene defenderet a domino patriarcha », per cui attendendo solo, che detto conte Federico non si intromettesse, riducemmo a pessimo stato quelli di Coslaco. Ma il detto patriarca, senza cbe noi sa­pessimo nulla, perchè credevamo alle parole della contessa, tolse in suo dominio il detto castello, valendosi del marchese dell'Istria; e questi, ri­chiesto dal capitano del Paisanatico della causa per cui l'avesse tolto, rispose che detto castello apparteneva al patriarcharo d' Aquileja. Perciò l'impresa ci andò fallita. « Optantes tamen qu.od amor et sincera delectio vigeat inter ipsam et domùmm patria:rcbam) et contitute recipiat i11crementum )) , mandiamo al patriarca due ambasciatori, a trattare di ciò, e anche della strada di La­

tisana. Per quanto poi spetta al preposiro di Pisino, che per parte della detta

contessa i suoi ambasciatori chiedono sia liberato dal bando di Parenzo, si risponde, che non si sa nulla sulla causo di questo bando, e che ci infor­meremo dal nostro podestà di Parenzo (carte I 2 ante).

1332. 14 maggio. - Si stabi lisce di mandare due ambasciatori al pa­triarca di Aquileja, che espongano, come per le ingiurie a noi fatte dn quelli di Coslaco, mandammo messi alla contessa per ottenere soddisfazione, non potendo però più rollerarle, venimmo con quella contessa, a cui spetta di diritto Coslaco, ad una composizione in occasione del castello di Cressnno, che ci fece consegnare per meglio combattere quelli di Coslaco. - Mentre noi assediavamo quel castello i soldati del patriarca che sono in Istria, lo favorivano di vettovaglie, e dietro osservazioni nostre, promisero di astenersi. - Ci chiese se fossimo contenti che egli sottoponesse quel castello al suo dominio, e noi ci rifiutnmmo, per il patto stretto fra noi e la contessa. -Intanto noi riducemmo all'estremo quelli di Coslaco, ma il marchese del-1' Istrin, col consenso del patriarca, lo occupò, facendoci mancare l'impresa, e avendo posto ostacolo alla conservazione della <letta composizione. -Preghino perciò il patrinrca, che faccia in modo, che noi e la contessa pos­siamo essere contel)ti. - Preghino che vogl ia aver cura e proteggere la strada di Latisana, e facc ia in modo, t( quod non corrumpatttr strata predicta )) e che i mercanti nostri non ne ricevano dnnno nelle persone e nelle cose. - E ottenuta risposta scrivano, e, se e possibile trattino qualche accomo~ damento fra le parti (carte 12 tergo).

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Eletti Ma rco Giustinian da San Moisè, che rifiutò, e Giovanni Grade­nigo di San Paolo ( 12 tergo).

1332. 14 maggio. - Essendosi dal doge e consiglieri deliberato di venire in Pregadi, per eleggere il castellano del Castel Leone di Capodistria, in luogo di Margherita Grimani fu eletto su undici proposti Giacomo Sa­vonario che rifiutò ( carte J 2 tergo).

I 3 32· 16 maggio. - Che le barche, armate nella riviera della Marca e del1' [stria, siano alla stessa condizione dei legni armati per quelle riviere, cioè i soldati che disertino, siano trattati nello stesso modo che quelli dei legni ( carte I 3 ante).

J 3 3 2 . r 6 maggio. - « Quod isti ambaxiatores ituri ad dominum pa­triarcham possint expe11dere soldos ij grossorttm pro quolibet in die, loco expense de grossis x-viij" (carte 13 ante).

Eletto Nicola Priuli, che rifiutò . 13 32. 18 maggio. - Dei nove proposti al Pregadi per castellano del

Castel Leone di Capodistria, rimase Gabriele Bon (carte 13 ante). 1332. 18 maggio. - Eletto ambasciatore al patriarca Giovanni Con­

tarini, fideiussore Michiel Giovanni (13 an.). 1332. 18 maggio. - Essendo il dt1e luglio decorso stato proposto

« quod :Ji(arin.11s et filius, et petrus de pirano et filius, et bartholamei<S de adignano 110n possent habitare, nec ire polam, et quod restituerentur eis sue possessiones, et etiam illa sua boua., qtte reperirentu.r presentialiter in comuni, vel diviso, silicet usque ad presentem diem )> e poscia il conte di Pola ci scrisse (( quod differentia crat inter ipsum et suos comules, quod in manibus aliq'l-tortttn de pala certe res mobiles et bona predictonmt reperiunttw, que accepta Juerunt eisdem, die motionis pole, qua Jueru.nt expulsi, de qttibus bonis videbatur dicto camiti, qttod deberent restitui extrinsecis antedictis, ùtxta tenorem litterarum nostrarmn sed constdes dicebant contrarittut » ed avendo scritto approvando l'opinione del conte, e non essendo questa stata ancora mantenuta, si stabilisce <( quod dieta bona restitua1tlttr eisdem, quod bona mobilia reperta in co11m11e ve! diviso ... restituere debeant eis vel suis mmtijs, sine impedimento vel alia d1:la.tione ulterius interpo­nenda" (carte 13 ante).

r 3 3 2. 2 3 maggio. - Si concede a Giovanni Gradenigo, eletto amba­sciato re al patriarca, ,, occasione infinnitatis quam patitur in tibia >> di rifiu­tare. == Si elegge in suo luogo Giovanni Badoer, fideiussore Filippo Orio

= ( carte I 3 tergo). 13 32. 23 maggio. - Che Albinello Lambardo, stato per venti anni

al nostro servizio in Mon tana, e cassato da Giovann i Contarini, capitano d,el Paisanatico, fungente da podesd in Montana, per la mortç di Fra!l-

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cesco Malipiero, si restituisca, per la sua fedeld, :11 nostro servizio (carte

13 tergo). . . . . 13 3 2. t gìugno. - Che si cani bino al Comune d1 Rov1gno tred1c1

corazze e sedici collari, mandati a Venezia da quel podesta, e si concedino dieci cor:1zze e dieci collari, chiodi, fibbie e coreggie da corazze (carte r4 tergo).

1332. 4 giugno. - Rig1;ardo la lettera papale e l'ambasciata del pa­triarca di Aquileja per il fatto di Pola, si eleggano dal Collegio cinque savii cc qui examiuent et co,mt!ant quid sibi vidcbitu-r fare respondeudi et agendi per 110s iu faclo prediclo >> e vengano lunedì al consiglio colle loro proposte.

== Eletti : Pancrazio Zorzi, Marco Giusti□ ian da San Moisè, Nicolò Morosini, squarzina, Marco Victuri, Pietro Loredan, il grande == ( carte 15 ante).

I 3 3 2 . 8 giugno. - Pietro Loredan, Nicolò Morosini, Marco Vitturi, Marco Giustinian, Pancrazio Zorzi, savii sui fatti di Pola, consigliano di scrivere al papa :

Che all'insinuazione fattagli dal patriarca « quod licet temporale dominiu.m civitatis po/e ad eum et erclesiam .Aqu.ilegiensem ab antiquo pertinuerit et per­ti11eat pleno iure, mea tamen conumitas ab anno cifra facta ctun quibu.sdam civibns predicte dvitatis coniuratioue, seu pactione illicita, dictum dominum indebite oc­wpavat et detinebat in preiu.dicinm diete ecclesie occupatum ll, ci meravigliamo (( J:-lam prout extat notorium nostra conmnitas 1l01l est solita 11ec inlendit aliena iu.ra . . . . occupare, sed pocius soUicita redditur favorem simm iuribus ecclesia­sticis .... Sed civitas et bomiues Po/e ac districtus iam ducentis annis et nlt·ra sub fidelital.e Comnnis 1,ie11etiarum viucnlo permanserwzt per pacta expressissima quibus comuni 11ostro ius dominij in ipsa. civitate spante .... tradideru.ut, fide­litatem ipsam quociens renovant celeri uobis s1ibditi renovantes, et cttm exercitu contra nostros hostes transmittimus, ipsi eo numerù parere tenenf.ur et mittere iu.xta possibilitatem ipsorum . . .. I-Iis a.ulem lemporibns dum civit.as et homines prelibati intus et extra gravissimas et intolerabiles presuras ac oppressiones mi­serabiles in personis et 1·ebus ccrtùsùue paterentu.r, et ingum acerbmu liranice et importa.bilù servit.tttù sub qua longùsimo tempore notorie fuerant captivn.ti, dea inspiranle cum iam essenf ad exlremam despe.rationem deducti, iugo haiusmodi seruitutù reiecto, recolentes et recognoscentes fidelitn.tem et domininm, quibus ut est dictnm nobis erant nstricti, unanimùer m.itteutes sind:icos s1ws venecias ad nostrttm su.ave dominium redieru.nt, qumn civitatem ad dei laudem et pro sui conservatione int·romisimus guberna11da:m l>. - E che rispondiamo al patriarca ~1 qaod si qua iura Ecclesia .Aquilegiensis ibidem ba.bere dignoscitnr, ea sibi

1nte1:re conserventur " ( carte r 5 tergo).

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~ Ali' :11~1basciata speditac i "pro pa.rLe domi11i patrùt.rcbe e/. uobiJùun el comunauciaru.m de foroinlio) quoti resl.ilu.ere vellimus civita/.em pale cmn dislricltt dieta domù10 J;alrùtrche cl Ecclcsù Aquilegicnsi perlinenle.111, pieno iure ad wmdem domùut:1n patriarcbam et Ecclesiain Aquilegiensem >) si rispondi, mcr:tviglian<losi c.kll' insinuazione; e Lhe non poteva lagnarsi di noi, che a domande oneste abbiamo fatto oneste risposte; ne siamo sol iti a violare g li altru i diritti « sed po!Ùts solicili reddimus ftworem noslrum viribus ticclesiasthis impartiri, nec delctamus etiam iu u.ovis lerranwi dom:inijs >> . Qui, come nella lettera al papa e colle stesse parole, gl i si parla del come ebbim o Pola, e come sarebbero tutelari tutti i suoi diritti . - Ma, non contento della risposta, giusta e ra­gionevole, fattali g i~\ qualche tempo, il ma rchese dell' Istria occupò e pos­siede ancora alcu ne ville del distretto di Pola, perciò lo pregh iamo a voler

comandare al marchese d i abbandonare quelle ville, salvi sempre i diritti che egl i potesse avere in quelle (carte 15 tergo e 16 ante).

== Si scrive agli ambasciatori ch e sono presso il patriarca (( quod in­VMligare et presentire debert:n.t qnicqu:id fiet vel dicetur per domimun patriarcbam in prcdfrtis >), sostengano il nost.ro diritto, e scrivano quello che sentiranno o scopriranno ( carte 16 ante).

== Aven do, fra altro, i ci nqu e savii trattato della torre del Boragine presso Rovigno, intorno a cui scrive quel podestà, e avendo trovato, che quella non appartiene al patriarca di Aquileja, ma solamente al vescovo di Pola, si stabilisce, che il Collegio e questi ci nque Slvii abbiano facolt :\ d i provvedere in modo che si possa ottenere quella torri! (~arte 16 ante).

1332. 16 giugno. - S i accetta la proposta fatta dal pitriarca d'Aquileja, che, per defin ire: la vertenza su l casrcllo di Coslaco, è contento ,, -quod de iure suo cog1wscalur per sapi.entes eligendos) u:1u1.m pro parte qu.i~us uo!i cotwe­nien.libus in unum per dominum ducem tercins in utroqNe iure panler eligatur »,

sperando che anche la contessa sia contenta di ciò. - Segue una disposizione sulla strada di Latisana. . .

. - Riauardo all'ambasciata di quelli di Pola, cioè su l pnmo capitolo di domino bSeraio, si deput ino i cinque savii eletti precedentemente sopra i fatri di Pela, t vengano colle loro proposte in Co1~si~lio. - E anche sul capitolo riguardante il conte Federico ascoltino quelli d1 Pol:t, e vengano in

Consiglio colle loro proposte (carte 16 ante). . . . . _

133 2. 11 luglio . ___ Avendo gli ambasc1aton nostri appres~o 111~atn~r~_a scritto che la conte,:;sa di Gorizia acconsente a quanto hanno deciso gli arbltl 1,

m:t eh~ il patriarca non vuole confirmarlo, e non vt~ole _restirnir~ il _cast~llo dì Coslaco, se prima 11011 gli restituiscano quello d1 An_sparh, ~1 ntorm a scriver loro, che cer..:hino (( per omnem viam et modmn qmbus melt.us potenmt

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scire de onmibns /Jijs que di(jinita et determinata fuerunt per dictos arbitros iuter partes predictas et de sentenlia etiam si qua iude scntentia exivit » e ci scrivano, per poter poi decidere sul da fars i (carte 22 tergo).

1332. 20 luglio. - « Qnod col!cedatl!r licentia panlucio de pault~cijs com­mestabili equestri in Justinopoli, venitndi venecias, et stand-i per dies quindecùn ( carte 24 tergo).

13 32. 20 luglio. - Si concede a Bongiovanni, figlio del fu Pietro de Cresencijs; nostro stipendiato a cavallo in Capodistria, che possa pagare i soldi quaranta di grossi, che per testamento del padre, deve pagare al nostro comune, in rnte, cioe cinque soldi di grossi per ogni paga che riscuote (carte 25 ante).

1332. 22 luglio. - Essendosi in certa sentenza, emanata da Marino Soranzo, già capitano del Paisanatico, Marino Venier, già podestà di Mon­tana, e Antonio Dandolo, già podestà di Umago, per commissione del Senato e della Quarantia, (e 11l determinareut certas questiones de confinibus verteutes inter homi11es Justiuopolis et bomines Pirani )) sbagliata una parola, cioè invece di dire « infra coufinia)) fn scri tto <(Ultra coufinia n si corregga e si aggiunga ciò nella sentenza (carte 25 ante).

1332. 22 luglio. - Lagnandosi quelli di Capodistria di quelli di Pi­rano, che non abbiano adempito quello che era stabilit0 dalla sentenza emanata dal capitano e podestit predetti, si ordina al capitano del Paesana­tico e ai podesté\. delle due su accennate terre « quod conveniant insimul et audimit cl examiuenl dictam se11.te11timn, et iu.ra et allegationes partiu:m, et si quid restai adù11pleri ... .. de sententia predicta. fa.cia.nt cowpleri. Et si partes ve/ aliqua eorum 111.overit questio de confiuibus ..... sc-il'lCet de alijs con.finibus ultra illos qui sunt in dieta sententia terminati, audiant partes et iura ipsorum ... et ... diffiniant quid · sibi .... videbitu.r, et quid fuerit diffinùum Jacient execut-ioni demandari )>, e possano dar pena ed altro ( carte 2 5 tergo).

r332 . 22 luglio. - Essendo già stati incaricati i podestà di Capodistria e di Pirano, e caso mai che questi non fossero d1accordo, do vesse interve­nire per terzo quello di Isola, di definire certa questione « inter olim Pet·rttm de casto et francischnm et fratres de J11sti11opol-i ex 11-na parte, et co1mme et homùies pirani ex all'era, occasio11e cuiusdam ville et territorij de cast-ijono, quod possidebatnr et tenebatnr per comune seu /Jomines pirani)) e avendo questi deciso «medietate111 diete ville et territorij pertiuere prefato frnncisco et fratribus de alia medietate, non diffinientes, eo quod Petrus de ca.si.o aclor interim de­Junctt~s est, reser~anles tamen in ipsa medietate onme jus pertineus pred-ict.is fnmcisco et fratnbus, et alijs quibuscimque )) e chiedendo ora il detto Fran­çesco a suo 1ìOll1e e quello dei fratelli l'altra meta « dicens ad se pertinerç

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per wccessùmem dicli petri olim patrni, cum sit res feudalis et de omnibus fend-is pertù,entibus dicto petro patrno s110, obtù,u.isset investitionem a dieta Co­mitissa » si stabilisce di rimettere questa questione ai podestà di Capodistria e di Pirano, e in caso di discordanza, chiamino terzo quello di Isola. (carte 25 tergo).

1332. 23 luglio. - Avendo spedito agli ambasciatori nostri presso il patriarca copia delle lettere scritte al papa e al patriarca, al qual ultimo si domandava espressamente la res tituzione delle ville prese dal marchese del-1' Istria presso Pola; - e avendo scritto loro, che dovessero investigare e sapere quello che il patriarca dicesse o pensasse; - e avendo deciso, che le loro lettere venissero al Senato e alla Q uaranria; - e che, se non scri­vessero di quanto sopra si è detto, si venisse almeno in Senato per i fatti di Pola, e sopra le ville occupate dal marchese dell'Istria; non avendo essi scritto nulla.

Si ritorni a scriver loro, dicendo che speravamo che il patriarca dicesse loro qualche cosa sulle cose già accennate; ma, atteso il suo silenzio, deb­bano essi, colle parole che crederanno convenienti, chiedere in nostro nome al patriarca, che voglia comandare al marchese di sgombrare dalle ville oc­cupate, mantenendo però salvi i diritti del patriarcato, - E scrivine tosto per poter poi decidere su quello che si debba fare (carte 26 ante).

1332. 23 luglio. - Si scrive agli ambasciatori nostri al patriarca che guardino di indurre il patriarca ad osservare il compromesso stabilito dai giudici, per quel che riguarda il castello di Coslaco, non avendo voluto, quando la contessa mandò da lui, perchè volesse accettarlo, restituirlo, se prima non gli fosse ritornato il castello di Arisparh (26 an.).

133 2. 28 luglio. - Si conceda per grazia a Marco, figlio del fu Ma­rino Vantarij, già contestabile di fanti a Capodistria, che, atteso la fedeltà del padre suo, possa, non ostante l' et:l, pur che abbia sedici anni, essere nostro stipendiato a Capodistria, con lire cinque di piccoli al mese, quando però sia vacante qualche posta (carte 27 ante).

1332. penultimo luglio. - Si prolunga di quindici giorni il termine ai cinque savii sopra i fatti di Pola (carte 27 tergo).

r 3 3 2. 4 agosto. - Dai patti stabiliti fra noi e la contessa di Gorizia, e dalla lettera scritta da quella contessa a Marino Soranzo, allora capitano del Paisanatico e a Marino Venier, allora capitano di Cressano, dopo che il marchese dell'Istria entrò a nome del patriarca in Coslaco, e innanzi h restituzione, fatta alla contea ùi Gorizia del castello di Cressano, i Savij consigliano, <e quod wm per pacla predicta _teneamm~ non face_re pacem) trwgt":'m) wl concordiam solummodo cum dictis fratribus volrico et filtppo, vel cum iuib,1,

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castrwn dnnmt, vt'l wm n.liquo, vel aliqnibus sibi nd/Jere11tibus vel sibi auxilium dnulibus, consilium vcl Jnvorem, sine licentia et volmita.le diete domine comirisse )>,

e sostenendo il patriarca ch1.: è suo di diritto e della chiesa aquikgiensc; e, se ciò è vero, t< contra predicfum domùwm patrin.rcbam pacJa predicta non exte11d1mlur, 11ec ex.leudi possuut de jurc ))' si avvisi ciò alla contessa, e se acconsente a quello che desidera il patriarca si facc ia riguardo al castello di Coslaco, et quod per duos Snpieu/es eligendos tt11.wu pro parie cog11oscalur ad qucm de jtf:l.'C spectat ras/rum cos!acbi, et si non esswt in concordia, quod tercius eligatnr per do111ùuuu duccm )), e se è contenta, che i nostri ambasciatori pro­curino ch e qu~sro co mpromesso proceda. Se non è contenta, le si dica << quod ducale dominium paratu.m esl sibi pacta obser·vare in qwwlum !r.nclur et

dcbcl de jnrc, Et su.11ms couteuti, quod hoc uega/.ùun cognosca.lur per sapientcs iuris eligcudvs per partes». E fotto ciò, e quello che risguarda k ville di Pola, gli ambascia tori ritornino ( carte 28 tergo).

1332. 4 lugl io. - Essendo solito, che un consigliere di Capodistria ,·ada a fa r la paga ai nostri soldati di Castel Belforte, e dovendo, per la loro commissione uno di essi rimanere in cittù, il che ora non si può ottenere, essendo morto Marco Polani, si stabi lisce, che Nicolò della Fontana vada a fare la <letta paga, non ostante la sua commissione (cane 29 ante) .

r J 3 2. 6 luglio. - Si concede a Giovanni Foscarini, contestabile a Ca­podistria1 di poter ven ire a Venezia per alcuni giorni, per alcune sue fa­cende ( carte 29 tergo).

1332. 11 agosto. - Per quel che riguarda Andrea di Jonata di Pola, si scriv i al conte e al Comune di Pola, come gi;\ abbi amo scritto, ({ quod Comune et hvmùws Pale de facto dicti ser andree et bonis su.is facerent, siwt ve!lcnt, et Sibi pla.ceret)); e avendo inteso, che nei consiglii, dove si tratta di ci6, prendono parte alcuni1 che ritengono <lei suoi beni, scriv iamo ora e

vogliamo (( quod uobis vidcretu.r conueniens et houestum, quod 110n possent capere partem iu factis dicti Audrce a.liqttis de pala, f.enens de suis bo11is, 11ec propinqui rni i> ( cane 3 o tergo).

1332. 18 agosto. - Si prolunga a tu tto il mese il tempo <( snpientibus electis pro factis pole et comilis federici, et foroiu.lij » (carte 30 tergo) .

. 1332. 25 agosto . - I cinque savii depurati ai fatti di Po\a1 possono v~rnre entro otto giorni, al consiglio colle loro proposte << super .... Jac.to v,llarum R,galie quas dicuul polenses nostri fide/es ad se pe,·tiuere,, (car. 32 anre).

13j2, 29 agosto . - Riguardo alla torre del Boragine, or ora occu pata dal c~ptt:u~o del P:iisanatico e dal podesd di Rovigno1 i savi j co11sig\i:1no, che s1 scnva loro, lodandoli della loro prudenza, che manderemo i denari <la loro promessi per questa impresa, e che c1 informino della condizione

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e llelle rendite e territorio di quel luogo, e sia convenii.:ute ed ut ile con­servare o rovinare quella torre (carte 33 tergo).

1332. 3 settembre. - Che i savii (,pro facto villa'l'um -regalie», ven­gano, entro il mese, in Consiglio colle loro proposte (carte 34 ante).

1332. 3 settembre. - Vista la richiesta fat ta « pro parie comitis federi­ci ... . . per ..Accnni eiu.s procuratore111.1 pe!.en/:em a pollensibus} uom.ine ipsiu.s dom.ùii comitis, libras X m.ilia in quib,.ts asserebal sibi Cvnume pole teneri vigore wiusdain Refonnationis et pacti et promissionis facie per ipsos polmses ..... . . scripti per vicelinwm de sabinis ....... :Millesimo iij.« XXX]. indicione qnartade-cima die xxviij marci;'i et petentem insuper satisfa.ctio11em expensarum fac/.arum i11 servitùt11t polensimn per gentem et eq1ws dicti comitis », e udite le risposte e difese dei sindaci di Pola, qua tt ro degli audltori, cioè N icolò Morosini, Pietro Loredan, Marco Victuri, e Pancrazio Zorzi, propongono ,e quod a petitione sive requisitione huùtsmodi que fi t ut predicitur pro parte d-icti domini Comilis Comune et homi11es pole sunt et esse debeut de jure totaliter ahsolttl.i i>.

Presa. - Marco Gius~inian, il quin to auditore, propone invece, ma il Senato

respinge la sua proposta, che considerate le fatiche e le spese, che esso conte sostenne nel soccorrere quelli di Pola , i polesi dovessero provvedere, come parer.\ alla Signoria, altr imenti consiglia (< quod totulll dicttttJJ, fa.clum cotmu:ittatur sapientibus iuris uhi et sicut videbitur dominio} ad haben.dttm con­silium super in.de) et secu.11dum ipsuw consilium debeat observari, et committatur ad expensas partis contra quam consilium preberelur » (carte 34 ante).

1332. 12 settembre. - Avendo il patriarca risposto, ai nostri amba­sciatori, che ne chiedevano la resti tuzione, che gl i dispiaceva che il nwrchese deW Istria avesse occupato le vi lle ,< Regalie>> ; ma non avendo in seguito fatto più nulla, i savii propongono « Quod committa.tur Camiti nostro PoleJ quod prec,wet e/ faciat cum gentibus suis, de 'R_educendo ipsas villas 'R_egalie, ad subiectionem et suhmissiouem civitn.tis nostre Pole1 sicut priu.s era11t >> (carte

35 tergo) . 133 2. 17 settembre. - Avendo Bertuccia Michiel, già conte di Pola,

,< super questione . ... vertente int.er Andream quo11dam ]onn.te de Pola, petentem, et heredes qnondam thome de sbrincha de pala defe11dentes, super quibusdam re­ditib1ts dalionis ))

1 deciso, essendo stato provato da parte del detto Andrea

<< per predecessores diclormn heredum. j)lu:ries dationis nomi11e) a:,muatùn duodecim modios frumenti solutos Juisse ))' in favore di detto Andrea e contro Domenico erede del detto T omaso, il Senato, avendo quest'ultimo interposto appello, approva la sentenza emanata dal detto Bertuccia Michiel ( carte 3 5 tergo).

1332. 17 settembre. - Essendosi Pietro di Pirano e compagni lagnati,

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« quod comu11e pole vendidt/. sua bona mobilia.} et habu.it pecun-in.m} quaui non 1esl1tuit e1s >) s1 sci ivi al conte: e a1 CJtt,1d1111 di Pola << quod pec1miam} que veni/.} in conut.ne pole vel 'l'n nlios de bo11is ipsorum venditis} debeant restituere} et restùui facere predictis} sicttt iustum est} et couso11um juri} et nostro maudato ,i

(carte 36 ante). 1332. 28 setternbre. - Si prolunga di un altro mese, ai savii sui fatti

di Pola, il tempo, perchè passino esaminare le scritture che riguardano la torre del Voragine, e i fatti di Pola (carte 36 tergo).

13 3 2. ultimo ottobre. - Non convenendoci impadronirsi di terre altrui, specialmente se recano brighe, come sarebbe certo nel caso di Valle, si ringrazia gli :.i.mbasciatori di quel luogo dell'offerta, e si si scusa, mostrando però loro « quod intendimus eos habere semper recommandatos in suis honoribus et comoditatibus ». Non presa (carte 37 tergo).

1332. 3 novembre. - Si notifichi al patriarca l'offerta fattaci dai sin­daci di Valle, e quantunque noi avessimo potuto accettarla "etiam pietatis intuittt} ad libermzdum illos de jngo ·illorum qui contra honorem et statum ipsius domini patriarcbe, et ecclesie aquilegiensis, eos opprimere volebant} sicut hiis diebus fecenmt in vici110 ,,, purt non abbiamo voluto farlo senza il suo consenso. -Se il messo che si manda potrà ottenerlo, scrivi, altrimenti torni a Venezia. - Questa parte fu proposta da Marco Giustinian, da San Moisè, savio, e

fu presa. - Marco Foscarini, Tomaso Barbarigo, Marino Soranzo e Marco Mo­

rosini, savij, così propongono: << Considèrata uegotij quali'tate, et quod Sin.dici pote non snnt coutenti satis­

facere i1l pecunia, amwatim quod teuentnr patriarchatui. In toto Reccedanms ab islo facto vallis} Cltm illis verbis que cougru.a videbuntu.r » (carte 38 ante) .

r332 . IO ottobre. - Si scrivi al conte nostro di Pola<< quod Henrico quoudam floriamontis de pareucio} seu eius heredibus, creditori domini 11asùiguerre de castro pale} in certa pecunie qurmtitate, pro quo ·domino 11.asinguerra certi nostri fide/es de pola fidciussores fuerimt . . ... fatiat contra bona dicti domini nasinguer·re} in capila/i solummodo, ..... et in expemis} que videbuntur dieta camiti iuste facie, per creditorem eumdem} dando de bonis dicti domiui nasin­guerre insolutum creditori prefacto per modum extùnarie secum~ttm Jormam sla­tutorum. comuuis Po/e», e cosi si faccia in seguito cogli altri creditori del Nasinguerra, se ve ne saranno. E se questi beni non bastassero, e< que omnia nost~r comes p~·esens et aHj ùnposttrum te.11.eatttr facere contra personas et bona fidei~u~sorum di~ti domini nasinguerre >). Tutto ciò si faccia però riguardo ai debm contratn dal detto Nasin~uerra prima di <!SSeQ.t~rsi da Venezia ( cartç .38 ante). ·

I I

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I 1332. IO ottobre. ·- Perchè questi sindaci di Valle dissern ai savii loro deputati , « quod quia non babent mandatum de solvendo censum. debitum domino patriarche ii, e uno di loro vuole perciò andare in Valle, e ritornerà informato di tutto, si concede ai savii un altro mese a concludere. - Questa parte fu proposra da Tomaso Soranzo, Giovanni Correr o Corner, Giovanni Marino Zorzi consiglieri, Pietro Barbarigo (?) e Giovanni Sanuto .... e fu dal Senato approvata.

- Filippo Bellegno, Andrea Bondimier, consiglieri, propongono, ma il Senato respinge la loro proposta:

<( Quod reccedam.us a facto totalùer wm illis .... verbis que videbuufur )l

(carte 38 tergo). 1332. 23 ottobre. - Perchè il capitano del Paisanatico è ammalato

<t et contrata non siat bene sicura)), si stabilisce di eleggere un provveditore (e qui vadat ùi jJatr-iam et faciat regimen capitana.rie paysauatici cnm libertate et commissioue, quam habet capitauws quousque capitaneus illuc ibit ))' gl i ob­bediscano i cavalli del Paisanatico, e così le altre terre dell' Istria, abbia duecento lire, se stad due mesi o Lneno, se stani di più cento lire al mese, e non parti di là senza nostro ordine. - Fu eletto Nicola Zorzi, fideius­sore .... Quintavalle (carte 4 1 ante).

1332. 23 ottobre. - Si scrivi da parte nostra alla contessa per il fatto di Adignano, e cosl al capitano di Pisino - e ove occorra si mandi anche

un nostro notajo ( carte 4 r ante). 1332. 27 ottobre. - Che Tomaso Zane « porlnla.nus noster Juslinopolis »

possa venire a Venezia per un mese per alcune sue faccende (carte 41 tergo). 1332. 3 novembre. - Si ordini ai cinque sav.ii, gi:\ eletti per il fatto

di Valle, <( quod debeant examinare et videre ac co1mtlere quid sibi videtur utile, et bonum pro nostro couumi ùi islo facto valis tam scilicet in acceptando ipmm castrum sive terrmn, quam non)), e se a loro pare di accettarla, in che modo o che condizioni si debba farlo; e che pare a loro delle condizioni presen­tate dai sindaci di Valle, e vengano colle loro opinioni al Consiglio (carte

42 tergo). 1332. 9 novembre. - Marino Foscarini, Tomaso Barbarigo, Marino

Soranzo savii, e Filippo Bellegno, consigliere propongono, ma fu respinta,

la parte seguente : I sindaci di Valle essendosi presentati ai sa.vii, chiedendo (quantunque

dopo aver presentato alcuni capitoli, si sottomettino al nostro dominio ~enza condizioni), ,< quod ipsa capitala, s-ive -in toto s-ive ù~ parte conced~ntur eis1em de gratia per diclttm dominium, seu reformenltw per. ipsum . . : . et- ui toto ~twm annullentu.r qicia qnodcunque fiat ex ùzde, bonum en.t} et gratificanti,, e dicano

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« quod parali rnnl so/vere et satisfacere ammalim, et aJiter, et domino patrì.arclie el nb;"s, ... . sfotti ordùmbit ... . dncale domùtimn )). Ed essendo un dovere soccorrerli, i savii consigliano di mandare al patriarca una persona adatta, ringraziandolo della buona risposta data al nostro messo riguardo a Valle, -e dirli che abbiamo stabilito, perchè non venga a cadere in altre mani, di occupare col suo beneplacito quella terra, - e che siamo contenti riceverla an che :1 tempo, e riconoscere i diritti che egli dice di avere su Valle; -e sia contento di ricevere ogni anno, come dav:rno quelli di V:i lle, lire quattrocento, o meno, se il nostro messo può ottener ciò, - e ch e ci ob­blighiamo a restituirla, scaduto il tempo, al patriarca o ai suoi successori. E ottenuto ciò, si accetta la predetta sottommissione.

- Marco Giustinian di San Mo isè, savio, propone, ma neppure la sua proposta fo accettata, « Quod ex mmc accepta.lur submissio terre va.llis, salvis e/ reser·ua.tis jnribns quornucunque secwidnm obla.tiouem facta.m per sindicos dicle terre J>; ma, per fare le cose giustamente, si mandi al patriarca persona ecc. come nella parte precedente fino al paragrafo terzo.

- Giovanni Correr o Corner, Giovanni Marino Zorzi, consiglieri, Ber­tuccia Loredan, capo, propongono, ed il Senato accetta la proposta << quod ..... acceptelttr et recipialu.r terra vallis, siat,f. offenmt sindici eoru.m, salvis iu.r-ibus oumium) rnm intentio nostra sii', quod ili-i de valle respondeant do11J:iuo pntriarcbe, el comitalui de eo, quod de iure teuen /ur, sicnl de hoc su.-11-t conleuli il/i de valle» (carte 44 ante).

1332. 9 novembre. - Considerata la fedeltà di Giusto dei Giudici e dei suoi antenat i, si stabi lisce t< quod sit ad soldnm nostri com.unis -in Sa.ncto Laurentio cum duobus eqnis )l, quando però sia vacante un posto. - E se vi fosse al nostro soldo alcuno insufficiente, il capitano lo cassi, e ponga in suo luogo Gi usto dei Giudici. - Fu replicata nel 13 34 (carte 44 ante).

1332. die XV Novembris.

Qu od super petitionibus comunis vallis, seu Sindicorum su orum) no­mine <lieti comunis de gratia petencium, fìat prout inferius continemr, que ta.men omnia servare debeant ad nostrum beneplacimm voluntat is. - Et ~rimo qt~od dominus <lux- dabit Sibi rectorem singulis annis, qui habcat li bras qmngentas parvorurn a comuni diete terre in anno pro suo salario, et res sua_s et arnesias dictum comune vallis debet conducere a rippa Sancti pauli usque m castrum vallis in adventu <lieti rector is, et etiam in recessu similiter eas reduc~re us~ue ad dictam rippam, laboribus et expensis comunis vallis, in utraque vm. Qm rec tor per totum suum regimen tenere et habere debeat tres dom icellos, et duos equos competentes. Si vero notariu m secum conduxerit, Sunt contenti ipsi rectori dare libras xij parvorum ulcrn. salarium antedictum.

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I Item quod ipse rector debeat rcgére ipsam terram et homines cunl duobus iudicibus diete terre, secundmn formam statutorum, et secundum consuetudines eo rumdem . Vernmtamen ipse solus rector in criminalibus procedat, sicut Sibi meliu s apparebit, E t non possit quis pro debito carcerari, nec personaliter deti neri ad alic uius sui crediroris instanciam, vel pro obli­gatione aliq ua facta, vel fienda.

ltèm quod JuJices, et omnes consiliarij, atque officiales <lieti castri; quicunque sint, debeant esse nat ivi <lieti castri, ve! qui alias consueti sunr habcre oflìtia ibi, ve! qui steterint in eodem castro continue vicini ad factores per quinquennium, et alius extra pred ictos nullus esse posset.

Item q uod dorninus scrgius de castro pale, et eius successores, si vo­lueri nt petere, vel agere contra comune va llis, vel singulares personas diete terre, ipsos convenire possint solum cor:1111 dicto recrore, et Judic ibus vallis, cum condicione tamen, guod nulla Sententia, que detur per ipsarn curiarn in factis <liet i dom ini sergi j, sive in secundu m, siv.:! in comrarium virn habea t, nisi rector fu erit in conscientia de ipsa cum judicibus, vel altero eorumdern.

Item quo d petrus dc pirano non possit venire, nec habitare in dieta te rra , nec in confi nibus eiusdem .

Item quod banniti bine inde sin t absoluti , non intelligendo bannitos, gui forent propter proditionem, ve! hornicidium.

Item quod homines vallis possint eorum bladum conducere ad terras subiectas comuni veneciarum, cum lirtera sui rectoris ita tamen, quo<l re~ portent litteras recrori predicto a rectore loci, quo conducmm foerit dictum bladum.

Item quod comune et homines vallis possint afE.ctare pascua sua, qnibus voluerint, et pro prccio, quo voluerint, convertendo affictmn in suum comune.

Item quod comune vallis non gravetur pro presenti anno de expensis

paysanatici. Item quod si quis senciens se gravatum ab aliqua Sententia voluerit

appelare, ad ducalem curiam, et non ad aliam curiam possit, vel debeat

appelare. Quod addatur in commissione rectoris vallis, quod lig na, que ibi in­

cidentur non possunt per mare alio, quam venetias defferri, sicut in com­missione aliorum nostrorurn rectorum ystrie continetur.

Q uod dernr pro isto principio illis de valle unum vexillum ad insegnam Sancti marci, expensis nostri comunis (carte 45 ante e ~er?o).. . .

13 32. 25 novembre. - Si comanda al Comune e ai c1ttad1111 di Pola,

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che nel tempo e ton quella pena che parerà alla Signoria, « so/vere et sd­tisfacere dcbcaut illas librns L grossomm, qnas il/i de pola accepernnt mutuo pro su.is neccessitn.libu.s a quadmn domina de chà dandulo, pro quo debito 110s!rnm

conu1.1u. fideùtssit, ad peticionem co1Jm.ni pale, cnm termiuus sit clapsus, nec w­raverù1t satisfacere, ·ut t1.menlur )> (carte 46 ante).

1332. 25 novembre. - Si ordina al Comune e ai cittadini di Pola, che nel tempo e con quella pena, che parerà alla Signoria, « salisfatianl viro nobili, Ursio ]ttstiniano de contentis in littera nostra ·missa illis de pala in mense augusti >) ( carte 46 tergo).

1332. 3 dicembre. - Si riscrivi al conte di Pola} che, lette ed intese le sue lettere riguardo al fatto di Albana, « quod si ei dictu.w fuerit aliquid, quod rcspo11deat quod possu.nt mittere ad nos, si volunt aliquid dicere vel tractarc, et ·1".psi Camiti dicimus, quod 110/umus quod a/iter se intrnmittat in talibus de cetero » ( carte 47 ante).

1332 m. v. 3 gennajo. - << Quod lignum R-iperie ystrie cvndttcere debea~ ad sunm regimen . ... :Aearinu:m Cornario, capitaneum paysenatici )) .

- cc Quod dentur libre decem grossorum dieta Capitaneo pro laborerio et complemento domus comu.nis in qua habitat dictus capita11eus posita in Sancta laurentio il (carte 52 tergo).

r332 m. v. 3 gennajo. - « Quod 111,ittatur unus notarù1s cu.rie ad ... comitissam, .... ad procurandwn liberationem aliquorum de adignano quos ca­pita11eus diete comitisse in pisino conduxit secum pro obsidibu.s occasione adignani >l

( carte 52 tergo).

r 3 3 2. 3 gennajo. - Giovanni Corner, Giovanni Marino Zorzi, Marco da Pesaro, consiglieri, Domenico Tron, Zen, Mosto capi, propongono, ma il Senato non l'approva, la parte seguente:

C( Quod mittantnr 1101za1n equites xxy de masnata ]wtinopolis, et loco di­ctorum . .. . mittantu.r . ... ballistarij xl. Et quia dict-i equ.ites non poterunt sic cito ire, mittatnr arbmn, quod sold-izetur x:,.,-v homùzes . . . . et mi!.tant nonam, qui stent ibi . ... quousque dicti equites nostri illuc iverint. Et m:ittantur .... iUi de nona libre l. grossormn -pro emendis equis et armis . . . . Et interiui vi­de~itur, si poterimt inveniri equites hinc, qui vadant Justinopolùn, loco illorum, qm. vadunt nonam, et ballista.rij redeant . Et qnia equites ituri nonam habebunt 1:imores expensas et laborem, pro-videbitur de aliquo avantagio eis, sicut videbitur ;ustum i). ~eguono a questa altre due parti, anche queste respinte, ma in esse non s1 parla, neppure per incidenza, dell'Istria ( carte 5 2 tergo).

133 2 m. v. 19 gennajo. - Si rispondi cc lohann-i vacondeo 11 che è a Gorizia, che ci meravigliamo della risposta fattagli dalla contessa, ; cosl non la speravamo da lei, perchè l' ingiuria ci fu fatta dal suo capitano e non

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dall 'agente del patriarca, e se il marchese occupò qualche bene del comune di Pola, questo non ha perduto per ciò il suo diritto, e quindi vogliamo, « qu.od hec dicere debeal diete domine comùisse, et aggravare factwu, et prow­rare relaxatione-m captorum el res/.itnlionem pecu.u.ic, salute pro redcmptione re­laxatonun ii e se vi fosse colà il conte Federico parli di ciò con lui. - Se po i non avesse speranza di ottenere nulla, ritorni a Venezia (carte 54 tergo).

1332 m. v. 26 genna jo. - Il doge, i consiglieri e i capi, propongono cd il S.enato accetta la proposta,

Che si scrivi al podesr,\ e comune di Rovigno, (( quod faciat custodir-i turrim boragiuis })' come gli parerà megl io, e che le rendite di quella e del suo territorio debbano essere godute, fino a nostro ordine da quelli di Rovigno .

- T omaso Soranzo, cons igliere, vuole la detta parte, con questo "Qnod scribatur capitaneo pa.isa.uatici, potesi.a.ti rubinij, Camiti pale) et rerlori va.llis, quod ipsi convenientes insimu.l canuen.iant et examineut co11d-icia11cs diete furris, e/ de ·modo custodie ipsius qu.a.liler fier·i dcbea.t )) , ma se a loro paresse di fare altrimenti, si ascolti la loro opin ione. - Non presa (carte 56 ante).

Senato Misti voi. XVI (1333-1334)

r 3 3 3. 12 aprile. - Si concede a Pietro Falier, figl io del conte J i Zara, che possa venire a Venezia col legno della riviera dcli' Istria, quando questo

tocchi però quelle parti (carte 4 ante). 1333 . 1 2 aprile. - Si concede a Trulfa, contestabile eq uestre a Capo­

distria, (< quorl. pro causa sue inft-rmitn_.t-is poss-it -ire ad balnea pa.dua.na per dies xxij » (ca rte 4 ante).

1333. 17 aprile. - Che Bartolomeo di Adignano, su cui in qu esto Consiglio fu preso, « qrwd staret extra po!am èt p~l~sanam. gattdeu~a bona ~u~-) et pastmadum cap!u:m fu-it, quod 110n posstt moran in ystna, poss1.t morari in

partibus istrie, et gaudere bonis su-is non enndo polam uec ~u polisan_am_ ))' _ave1_1do e Bertuccio Michiel, g iJ conte di Pola, dato buone mformaz10n1 d1 lm, e avendo il conte presente di Pola asserito che non vi è pericolo anche se

rimane in Istria, pur che non sia a Pola (carte ) ante). . . 1333. 2 4 aprile. - Si mandino a Nola, col legno della nv1era del-

l'Istria ventici nque ballestrieri (carte 6 ante). . . . 1333. 6 maggio. - Si scrivi al podestà dr Valle la ncluesta, fat~a da

Ennagora della Torre contro quelli di Valle, dice~do, che no_n è co_nv~mente, che quelli di Valle siano suoi giudici, toccando il fatto tuttr q1.1 ell1 d1 Valle,

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e perciò si ordini al detto podestà « quod audiat et. exami-net iura 1th'Ù1.sq11e

partis tam domini lfermacore, q11a111,. coumnis e/. homùuun vaHis, et fac/.1un ter­mi11et et definiel sicut ei .... videbitur fare jusl u11r., eJ. q-uod seutenlfoveril, faciat observari l), Se poi quelli d i Valle non fossero contenti della decisione« debeaul iutra tt1111m meusem a receptione litterarwu. 11.osl'rarum comp1tlando ... . mitlere ad 1ws rnum si11dicnm i11slmctnm cttm rnù juribus, ul possit per nos vel alias qnibus volueri11ws ordinare et commiltere ordinari et fieri quocl justu,m fuerit >) .

Quanto al fatto di Adignano, si scrivi al conte e ai consiglieri ~i Pola quello che chiedono, e si ordini <, quod facianl sibi fieri plenùudi11em 1·ationis et quicqnid de jure temntu-r, u.t -ipse dominus Hermacora. non habeat j11s que­relle))' E riscrivano quanto hanno fatto e prom esso (carte 7 ante).

1333 . 6 maggio . - Perchè nel fatto (< Andree de Jonata i> possa farsi quello che è giusto, si scrive al Conte e al Comune di Pola, e< qnod ·111,i/:Lan/.

n.u.11ti11m suficienlem vellelias, ad Respo11dendwn pclicivnibus omnibus et qttcrehs, quas facere vull. dictus A·11dreas occasione srwrum bouoru.m et possessionu111, qnibus eiectum se asserit et spoliatum )) (carte 7 tergo) .

- Altri propongono invece, ma non fu pres:i, la pane seguente : Si scriva, per sbrigare questa lu nga faccenda, al conte di Pola, presente

e futuro (< qnod solus dicri Audree debeal fncere in J>elitionibus et querelis suis qu.ibuscumque illffd quod sibi vidcbitur iustum, dummodo hoc contentelur consilùun maius pale >l. Se questo non sarà contento, <' debeant ij;si jJV!e11ses mitlere 11unci1tm suficie1t!cr ùifor111at111n, ad Respoudeudum petù.ion.ibns lmiusmodi et que­relis ipsi11s A11dree ll, entro un mese dalla presente; e daremo alle parti degli auditori, perch è diano fine a queste faccende (carte 7 tergo).

1333. IO maggio. - Dovendo, per agire con giust izia, nella parte presa. riguardo Andrea di Jonata, venire a Venezia molte persone, che preseute­meme ritengono beni del suddetto Andrea, e ciò con molte e grandi loro spese, (( q11od commitlalur camiti noslrn 'Pale presenti et futuro, quvd ipse solttS, dummodo hoc couseciat et vel-il maùts co•zsilùtm diete /.erre, debeat audire onmes et singulas peliciones et querelas dicti ..A11dree in dictis suis bonis et occasione ipsorum., et super i11de procedere) et termùtare, siwt sibi videbitu-r esse ju.slttm ». Se però il Consiglio non sarà contento allora ,, debeat Comtme 'Pole infra u1mm mensem a receptione nostraru11i litteraru.m, miUere mmciu.m snficieuter in.­struitum ml Respomlendttm querelis et pet:icionibus quas ·movere voluerit prelibata Andree. Et not.ificet omnibus detentoribus dictorum botwrum, quod Ime mitla.nt vel venia.ut ad responde11dum quùllibet parte sua, si voltterint) intra termù1mu pre/:ibatu:m », e poi decideremo (carte 8 ante).

1333 . IO rnaggio. - Che Tomaso Massario, contestabile di fant i a Capodistria, possa venire a ·Venezia per ventidue giorni (carte 8 ante).

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1333. IO maggio. - Che Giovanni Lambardo, castellano nel castello di Capodistria, possa venire a Venezia per ventidL1e giorni (carte 8 ante).

1333 . IO maggio. - Che la parte, presa il dieci ottobre scorso, <e quod comes pole non faciat rationem creditor-ibus ser nasdnguerre de Castro pale el

snis plez.ijs nfri Ùl capitali et' expensis, que videretnr sibi jnste )), si mandi al podestà di Capodistria e a tutti gl i altri rettori dell'Istria (carte 8 tergo).

1333. penultimo maggio. - Si concede a Giovanni Tiriolo, che è soldato a Capodistria, di venire a Venezia, per alcune sue faccende, per un mese (carte 10 tergo) .

1333. 10 giugno. - Che si scrivi al conte, consoli, e comune di Pola quello che domandano quelli <li Adignano, che, a quanto mostrano, chiedono cose giuste << cmn habeant pnblicu.m inslrumenlum conservationis eorum sine da111:1w) pro obs·idibus suis) quos accepil capita11eus plsini) pro quorum redemptione solverent l-ibras mille ut dicu.nt )) e che entro un mese, (e faciant predictis pc­tentibns . ... summarie iustitie co111plemeulttnt l>, cosi che non abbiano da la­gnarsi. Se entro un mese non avessero sbrigata la cosa (< dcbecml -ipsi comes et comune pale precipere il/i de adignano) el de altjs villis, que sunl obliga!e in instrumento conservationis prediclc) quod infra dies XV mittant ad 110s s,~fficienfelll su.mn procu.ratorem) vel sindicum ad respo11dendU'ln prcdiclis de jure )) , E se questi non compariscono, procederemo come a noi parer.\ (carte r2 ante) .

r 3 3 3. I lnglio. - Che Pietro di Pira no ed Alduino, suo figlio, di cui fu preso, (( quod stare·11.t extra polam et polisa.iutm ga.udendo bonis rn.isJ et posl 111-odum captum jil-it, quod non possent morari in yslria. », avendo Pietro Civran, gi.\ conte a Pola, detto che in ci6 non vi e alcun pericolo, (( possint 111ora.ri in partibus ystrie et gaudere bouis su.-is, non eundv polam nec in polisanam 1>

(carte 17 tergo) . . 1333. 4 luglio . - Che si aggiunga alla commissione <lei conte di Pola,

e si scrivi a quello che si trova al presente <( quod non permittat porta.ri salem de pala et districtu in a.liquam partem nisi versu-m Leme de prope Emonia.m. Et inde supra versum levantemJ et ab illis qui vellent portare a.d ipsas partes ac­cipiat bonam plesariamJ 11ec Jra/!.S commi/li J1ossit) dejferendi contrnlùteras) quo­modo d-ictus sal erit portatus ad dieta loca concessa} dando porta.ntibns l'erm:ùm.m competentem sicnt camiti videbitttr de ipsis li!teris adducendis tenendo uuum qua­tern.um penes se in quo scribautur diete plez_arie et ricentie et qttod exigi faciat penam a contrafacientibus et ha.beat bonam curam et custod1:am quod sal aliter nou portetur )) (carte 17 tergo).

1333. 19 luglio. - Che il legno della Riviera d'Istria, se e quando abbia finito il suo tempo, levi Bertnccio Polani, conte di Nona, e lo con­

duca a Venezia o a Caorle.

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Che lo stesso legno conduca al suo ufficio Lisio Vidal, conte di

Nona (carte 19 ante). 1333. 19 luglio. - Essendo stato stabilito in questo Consiglio, « quod

comes et homi11es po/e facerent infra unum me-nsem su.mmariam rationem. conlra comttne et ho111iues adig11a11i Mariuo filio Leona.rdi et dominico fi/io macha.rij de adignano, obsidibus olùn datis per ipsos de adignmw capita.neo pisini, ali'oquin preciperent partibus, quod infra 11.num m.ensem coram. uostra presencia cum pieno mandato compaferent », e nulla essendo stato conchiuso a · Pola, qui venute le parti, da parre degli ostaggi si prov6, <1 quod ili.i de adigna.no com11:11.iter

et concordùer promisenmt ipsos obsides conservare indemnes, e/. solvere et mtùfa­ccre da-nma et expensas eorum que et quas dieta occasione rnpporta.rent 1>, e pro~

varano con testimonii di avere speso lire 1000 dì piccoli, e 50 a un cerro preposto di Pisino, che trattò del riscatto ; - e l'altra parte non seppe' di­mostrare il contrario, cioè il comune di Adignano, il Senato decrt:ta, « quod ma11detu: comùi et consolibus pole, quod cogmzt et fatianf homines adignani solvere et satisfacere dic!is obsidib11s iutra 1mum mensem ab hac presentalioue, libras mille pm~vorum solutas pro ~·edemptione eorum, el libras l. solnlas preposito a.ntedicto, qui dictam redempt-ionem. tracla.v-il ... ) et pro expen.s-is Jaclis occasione premissa. libras cccxxxiiij . . . . i1t qu.ibns om11ibus condemnauws comune el bomùies adi­gna.11i .... , salvis, et reser-va.t-is comuni e/ bominibus adig11ani iu.ribus et aclio­nibur omnibus et singttlis que babere11f) et habere posse11.t, tam contra cr1mu11e pale, q11am conf1'a villas regalie et alias q11-aslibct personas )>, e si scrivi al conte e ai cittadini di Pola, <e qlfod co1mmi et hominibus adignaui occasione predictn, et cau,..ra connmc pale, el contra alias quoscumque, a qu:ibns pete-re voluerint, facient sumarittm iust.icie complementum ( carte r 9 ante).

1333. 7 agosto . - Essendo difficile giudicare se non si conosce pie~ namenre la verit,\i si propone da Paolo Trevisani Nicolò Priuli, consiglieri, Gianni Badoer e Giovanni Sanuto capi, <e quod m.ittatu.r Comit.i pale, pet.itiones quas Jacit ser sergius de pala., committendo cl m.audaudo ·ipsi comit1: qnad mit­talur pro homi11ibus villantm 5'vComa.raui et Sisani el .. . . dica/. eis quod respon­sùmes et observatio11es suas po11ant ordinai.e .. .. . in scriptis, et nobis ordinate trasmittat infra mmm meusem a receptione l·itteraru.m nos/.rarum, dicendo honii-11ibus dictarum villarum et comuni etiam pale, quod si volunt mùtere ad 110s pro defeusione suarttm iurimn, id poterunt faure iuxta ipsorum ve/le intra lermimtm antedictum ))' volendo noi eleggere tre savii, che udite le parti, dicano la loro opinione. Fu presa.

- Il doge e altri consiglieri propongono invece, ma fu respinta la loro proposta: << Quoti inducatur dictus ser sergùts in tenuta suorum redditumn. momarani, siwt erat quaudo recepùmts terram iH nostro douiinio) excepto de

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co11demnationibus de extra., de qnibus comes debel ù,qu-irere et bue rescribere >)

( carte 22 ante). I 3 3 3. 14 agosto. - Si scrivi al conte di Pola, che il nunzio del signor

decano, vicario e conservatore del pat riarcato d' Aquileja, « pet.it quod man­det11r co11tfri pole, et alijs ojjìcialibus noslris vallis et' dignani ac tocius regaliis qui facia11l' 1'esponderi de jnribus e/: jurisdùione speclantibus ·ad Ecclesiam Aqu-i­legiwsem dieta decano vicario diete ecclesie . ... aut nrmcijs suis, et quod idem comes et officiales prcdicli 1wlen.les respondere ad boe compellaut ))' e si scrivi al detto conte e podestà di Valle, (< quod iuqufrant el exa.minent de dictis juribus et jttrisdil.ionibtts que et qualia sunt per sing1dum et 11obis qtticquid in­venerinl ordinate et sttum consilium rescribant i) ( carte 2 3 ante).

1333. 2 sertem bre. - Che la lettera spedita al conte di Pola per otto di Parenzo e altri creditori di Nascinguerra di Castro Pola, si rjfaccia, e si aggiunga << quod sic servet iu omnibus credùoribus dicti nascinguerre et fidew jussoribus » (carte 25 ante).

1333. 4 settembre. - Che si disarmi una delle barche deputate alla custod ia dell' Istria, e in suo luogo si armino tre barche, con sei uomini

per ciascuna. - Le altre due barche lunghe rimangano collo stesso soldo, che si dà alle barche piccole, dèlla riviera della Marca (carte 25 ante).

1333. 17 settembre. - Che il legno della riviera del! ' Istria imbarchi a Caorle e conduca a Sebenico Marco Corner, che va conte coh\, e levi Pantaleone Giustinian, che compiè e lo conduca a Caorle (carte 26 tergo).

133 3. 17 settembre. - Eletti sopra i fatti di Pola e del signor Sergio, e devono anche dire la loro opinione anche sul fatto di Valle,_ Federico

Dandolo, Fresco Qu erini e Marco Diedo ( carte 29 tergo). 1333 . 12 ottobre . - Che si diano ai savii eletti sopra il fatto di Valle

le risposte del con te di Pola sui redditi del patriarcato di Aquileja e la let­tera della contessa sul fatto di Valle, perchè ci diano la loro opinione

(carte 32 tergo). 1333. 16 ottobre. - Si da licenza a Turino, contestabile di fanti a

Capodistria, di venire per alcune sue faccende a Venezia per 22 giorni (carte

3 3 tergoj. 13 3 3. I 9 otrobre. Si prolunga di otto giorni il tempo ai sa vii di

Pola (carte 34 an te) . 1333. 26 ottobre. Udite le ragioni del s!gn~r Sergio,. ch_e c_h!ede

d'essere messo in possesso di Momarano, che egh dice spettarli d1 diritto, e quelle di Pola e di Momarano, che oppugnano questo suo d_iri tto, ~ Marco Diedo sembra che non sia g iusta la sua domanda, « qma dom1.­nanlibus dicto ser sergio seu progmitoribus rnis in polaJ et per modum omnibus

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cog1titttm, potuerunt Sibi ncqu.irere jurisditio11es et servùutes pro libit.o volu.ntatis, quia qui de toto suo capite, silicei de c-ivitate pote, facieùant quid voleùant, de parte et membris, silicet de loco et hominibus momarn.ni, fa.ce-re poterant 11,smpare et precipere, ut voleba.ut et maneries et qu.a.litales eorum qu.e petit, apertissime hoc dtmoustra.nt >) perciò propone, che non si ammetti la sua domanda, se però vuole continuare la lite, mandi un suo procuratore al conte di Pola, :1 proseguirla, dove meglio si potd conoscere la questione e< et etia.,n de ftwe est qttod actor sequ.itur forum rei))' e si ordini al detto conte, cc quod ipse soltts ad 011mem mspectiouem homùuuu polle tollendam) contentantibus hoc homi­nibus diete terre, mtditis jnribus et defensionibus par!ùtm ùt hi's que invenerù homùzes et personas dicti loci de mo111ara110 per viam nffictus vel redd-itus, juris­dictionis, ant proventus} iuste et debite teneri Jaciet procuratori ipsins sergij, iuris et jmticie complementwn »1 e quello che egli stabilirà si osservi. - Se non fossero contenti che la causa ritorni qui (carte 34 tergo).

- Pietro Michiel e Federico Dandolo, propongono, ma la loro proposta fu respinta : << quod ma11detu.r camiti uostro et comuni pale, quod dictmn ser Sergium vel mmcium ei11s pro eo} reducant et restùuaut in l emtla.111, et possessiouem reditmuu iurimn et proveutuu.m mo111arani, cl de eis facia.nf sibi respo11deri, qrte continentu.r in istrumento ipsins ser Sergij, scripta per Dominicum quondn:m Ba.r­tbolo111ei de Adignnuo >l, salvi sempre i diritti llelle parti, canto del detto Sergio, quanto del comune di Pola e di quello di Momarano. - E fatta la resti­tuzione, se il comllne di Pola e quello di Momarano avessero qualche diritto, vengano o mandino a Venezia, che faremo loro giustizia ( carte 3 5 ante).

1333. 26 Ottobre. - Si convoca per giovedì il Senato, onde risolvere quello che resta i,1torno alle questioni di Pola (carte 35 ante).

r333. 9 novembre. - A Marco Dieclo, savio sopra le quistioni di Pola, sembra, che non sia giusta la domanda del signor Sergio su Sissano e Tur­tiglano, perchè essendo egli ed i suoi maggiori stati signori di Pola << po­tuenmt ribi acqu.irere jurisditiones el servitutes pro libito voluutatis n senza che però possa dirsi che quelle ville fossero in loro possesso, << qu.ùr. certum est quod possessor male fidei 110n prescribit )>; e propone perciò, che non si am­metta la sua domanda, e se h:i. su dì esse qualche diritto, mandi un suo procuratore a farlo valere presso il conte di Pola, che meglio di ooni altro può giudicare della faccenda, == e che si ordini che eali solo pc~ torre a quelli di Pola qualsiasi sospetto, udite le part i, « iu lrij; quc inv~uerit homines et perso11as dictornm locorum per viam a.ffictns vel -redditus, j,1risditionis} ani. proventm, iu.ste el debite teneri faciat procuratori ipsius ser Se-rgij, iuris et iustùic complementum )), e tutto quello che detto come di Pola avrà deciso, venga ad essere osservato. == Quando per6 i cittadini di Po!a non siaqo contenti?

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<e quod comes solus rwdtfe et lerminare possil jJer mod111n .rnperùis de1w/,alumJ tmic 11egolitt1n redeat bue, et .fiel de bine sicu.l vidcbi111r n.

Questa proposta venne dal Senato accettata (carte 36 ante). - Pietro Michiel, savio esso pu re, propone : Che si ordi ni al conte ed al Comune di Pola c1 quod reslitu.ant et ponaul

in posscss-i.o11em dictum ser Scrgium vel eius nuncium pro eo nsque ad quan/.ilatem CCC modiorum frumenti et ardei, quam homines Sissani, qui hic sun.t, dicttnl le11eri et dare debere pro11.t in script1tra per eos porrecta .... r.ontinel!tr, et de dieta q11anlitate sibi vel suo mml.io faciant respo11deri )), sa lvi sempre i diritt i d'al tre persone. = Riguardo poi al resto della domanda del signor Sergio, intorno a quell i di Sissa no, che egli mandi qualcheduno dal conte di Pola, a far valere i suoi dir itti, e quest i deciderà co me gl i parerà giusto, quando lo possa, alt rim enti la Signoria elegger.\. dei giud ici, che, udite le parti , de­cidano come a loro sembrerà gi usto.

Questa proposta fu dal Senato respinta (carte 3 6 ante\. - Federico Dandolo propone, « quod maudctur comi:Ji et conumi <Pole,

quod red11 cerent et restittterent dictu.1n ser Sergùtm vel eius ·1m11cùtm in posses­sionem el teuulam corum videlicel que com.es so!us inquirendo inveniret diclum ser Sergùuu., babu.isse et possedisse in diclis villis et ab bomiuibus ipsarmn, tem­pore su.bmissionis civitatis pole facte nos/.ro dominio, el" de eis facerent sibi respon­deri ))' salv i sempre i diritti al tru i. - Fatto ciò, caso mai it comune di Pola o quello di Sissano accampassero dei diritti, sì ii uno che l' altro mandino alla Signoria, e sad loro fatta giustizia.

Anche questa proposta fu dal Senato respinta (carte 36 ante). 13 3 3. 9 novembre. - Pietro Michiel e Federico Dandolo propongon o,

che si riscrivi a Pola, di aver ricevuto le notizie riguardo a quello che era soli to riscuotersi dal patriarcato d' Aquileja, e perciò <e 'Ju.n11da.mus, qua/.wus dici.e ecclesie aqu.ilegiensi, sen conservaloribw eius, fieri et exbi:beri Jnciat id quod -iuvenit vel -inven.iet fuisse per tempora conmetum ittste fieri et exbiberi rn.per

pred-ict.is >>.

Questa proposta fu dal Senato respi nta (carte 36 tergo). - Marco Dicdo, propone invece, ed il Senato approva la sua proposta,

Che si consegni ai messi di Pola una copia dei patti, privilegii, scritture, ch e sono nella nostra curia, e la portino seco a Pola, e la mostrino al conte e a quei cittadini ; == e cbe si scrivi nl conte, che, bene esaminati i diritti de1le part i, scrivi quello che avrà trovato, e qu;tle sia la sua opinione. Qui poi si stabilirà quello che parer.\ meglio (carte 36 tergo).

r333. 9 novembre. - Si scrivi al podestà e Comu ne di Valle, co111-i11ettendo al primo, << quod inqu·ira.t et sciai) si potesl) ·illud 9uod per Comi-

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tissam seu pro parie eius petitur a conumi et hominibus vallis . . . . e/. si in aliquo Comune vel homiues dicti foci teneutur comil.atu.i Goricie . . .. et si .. .. aliquid quoquomodo solvere co11.sueverunt )), e scrivi quello che avd trovato e quale

sia la sua opinione ( carte 3 6 tergo). 1333. 16 novembre. - Si concede a Tomaso Zane, portola,10 di Ca­

podisrria, licenza di venire per un ml.!se a Venezia, per risolvere alcune sue faccende (carte 38 ante}.

1333. 23 novembre. - Si concede a Michiele Giustinian, che va conte a Trnll, di potersi far condurre al suo reggimento dal legno della riviera dell' Istria, che dovrà poi ricondurre in patria Giovanni Gradenigo, suo an­tecessore ( carte 41 ante).

1333. 28 novembre. - Che Nicolò Barbo, che va podest:1 ad Isola, possa farsi condurre al suo reggimento dal legno della riviera dell' Istria, e la stessa nave sbarchi a Caorle, Nicolò Morosini, che ri torna da quell'uf­

fizio ( carte 42 tergo). 1333. m. v. 4 gennaio. - Che Lorenzo Raguseo, contestabile a C:t­

podistria, possa venire a Venezia per un mese. - Scritta il 7 Gennaio

( carte 47 tergo). 1333 m. v. IO febbrajo. - Avendo Marco Paolo da Venezia, stipen­

diato nostro in Castel Leone di CapoJistria, manifestato al Podestà di Ca­podistria certa congiura trattata dal fu Marco, figlio di Pietro Cavalerij di Capodistria, si scrivi al capitano di Capodistria, che gli dia duecenro lire, tratte dalla sostanza del fu Marco del fu Pietro Cavalerij, e che sia nostro stipendiato col salario di dieci lire al mese (carte 48 tergo).

1333. 21 feb brajo. - Che si eleggano tre savii , che abbiano da esa­minare le petizioni presentare da Errnagora della Torre contro quelli di Valle, che odano il procuratore di quell' Ermagon.1 e ser Giovanni Conra­rini, che fu podestà a Valle, e che ci diano consiglio su quello che si ha da rispondere. - Si chiedi inoltre a quell i che sono qui per nome del de tto Ermagora, se sono contenti di stare al nostro giudizio, perchè prima ac­consentirono, poi rifiutarono, vedendo che le cose non procedevano a norma del loro desiderio. Infatti prima si appellarono al podestit di Valle, poi ri­corsero al patriarca di Aquilegia, da ultimo domandarono il nostro giudizio. - Quando questi siano contenti, si scrivi e si stendi l'istrumento, ·pur che abbiano facol tà di far ciò.

- I savii eletti furono Giovanni zm:zi, conte di Cu rzola, Giovanni Sanuto, il grande, e Marco Vitturi (carte 49 tergo) .

1333 m. v. 22 febbra jo. - Essendo, dietro domanda di Ottone di Parenzo, stato sçritto al conte <;li Pola, che c!ove~se consegnarli tanti beni 1

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quanti bastassero a pagare il credito che egli ha verso Nasinguerra di Ca­stropol:t, quelli di Pol:1 gli consegnarono dei beni, che non bastano a pa­ga re il solo capitale, non che le spese, perciò si scrivi al conte di Pol:t, et qaod nsqu.e per totum 1nensem aprilis proximum, debeal de bollis pri11ciparis

1

vel di: bonis plezioru.mJ vcl utrorumque fa.cere vendi, et salisfiui e/. solvi eidem Ottoni de su.is creditis autedictis, et iustis expensis ila quod babeal integre so­Jutiouem suam de suo capila.ti, vel consig-nare de bonis prin.cipniis vel plcz_-iorum

· sibi in tanta qnrmtitate, de qna sit contculttS pro suo capitali prediclo, et 'll/stis expeusis predfrtis n, e se non sar;;l. pagato entro questo tempo, debba il detto conte soddisfarlo integralmente dei beni del debitore prindp:tle e dei fi­deiussori.

Questa proposta fu dal Senato resp inta (carte 50 ante). 1333 m. v. Ultimo febbrajo . (< Cwn 'Pau./us et' 73eruardus de Casto

et ]ohaunes ser guercij, et Beltrandus de tarsia) et :Afa.rga.ritu.s mercadmtf.e) et G,ia.-ruerins quundalfl. filùts Odorici) onmes de Juslinopoli, moleste-nt Ra.nlnlfum et Gregorùim "Basi/ii) prtvignos et sttccesson•s quoudam domini Fioriti de Jusl.i­nopoli militis >>, per causa dei feudi del detto Floriro, di cui furono investiti, vivt:nte esso Florito, dal fo Marco Gradenigo, podesd di Capodistria, e morto esso Florito, furono Similmente in vl.'.!stiti da Filippo Barbarigo, in allora po­dcst;\ di Capodistria, e i sopradetti Paolo e Bernardo e :1 ltri li molestano e molestarono, ,< conando eos ducere ad ius conseqneudum de ipsis jeudis extra civitaten,. ét regùnen ]usliuopolis ))' il che sarebbe contro li: consuetudini e il dir itto k citd, (< ac essei in desoln.J.ionem omnium su.orum bouorum extra ponte///. ]11-stiuopolis positorum >) il Senaro stabilisce e( quod 73ernardo Pa.lllo cl fl.!ijs superius notat:is, precipiat11.r, quod . ... non possùit nec debeant petere rationem, nec facere questionem alibi) aliquo modo ... quam coram nostro potestali ]usti­nopolis » (carte 52 ante).

1334- 7 marzo. - Si ordina al conte di Poh di far pagare a Rizzoto Vitale di Pirano, che per ordine del capitano del Paisanatico, andò or sono tre anni a Pola, cosi imposto dal comune di Pirano, nel sorgere di quelle novità, lire cento di piccoli, per risarcimento di un suo cavallo morto per

via ( carte 52 tergo). 1334. 21 marzo. - Che il legno della riviera dell' Istria conduca_ a

Spalato Pantaleone Giustinian, che va conte col.\, e conduca a Caorle Gia­como Gradenioo, suo antecessore (carte 54 tergo).

1334. 2 :prilc. - Il Senato determina di aumenta~·e ai futuri podest:ì e capitani di Capodistria il salario, non potendo questi senza loro danno sostenere tutte le spese, di lire venti di grossi all'anno, che verranno pagate dal Comune di Capodistria, che è già contento. - Ciò vien stabilito anche

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dietro i consigli di Filippo R1rbarigo, Balduino Dolfin, e Bertuccia Grade­nigo, gi~ podestà di Capodistria (carte 56 tergo) .

r334- 26 aprile. - Si concede a Marco Bellegno, portolano a Capo­disrria, ,e quod cum babeat face-re certas ralioues w:m ser Nholò Bellegno fratre mo} quo requinmt presenliam suam )) possa vellire a Venezia per un mese

(carte 59 tergo). 133 4. 14 maggio. - Che il legno della riviera del\' Istria conduca da

Caorle al suo ufficio Giovanni Valaresso, che va conte a Pola (carte 62 tergo.

1334- 26 maggio. - Che il legno della riviera delP Istria conduca da Caorle a Capodistria Giovanni Morosini, che va coU podestù, e riconduca a Caorle Pietro da Canal, che ha terminato il suo ufficio ( carte 64 tergo).

1334- 26 maggio. - Che il legno della riviera dell'Istria conduca da Pola a Caorle Giovanni Caroso, ora conte colà (carte 64 tergo) .

1334- 2 giugno. - Avendo la lite fra Ottone di Parenzo e quelli di Pola fatto perdere molto tempo alla nostra curia maggiore, si commette a Giovanni Valaresso, che va conte a Pola (< quod procuret .. .. ut diete que­stiones de voluntate pa·rlium recipiant finem )), e se entro un mese non siano accomodate, allora si stabilisce di eleggere in Senato tre savii, <( quod audicnt et exam.inent iura partinm e.I dcfiniant et terminent qu.od eis videbitur esse iustu.m )) (carte 66 ante),

1334. 20 giugno. - Che il legno della riviera dell'Istria conduca Alvise Morosini, che va capitano dei Paisanatico, nelle parti dell'Istria (carte 68 tergo).

13 3+ 25 luglio. - Che il legno della riviera delt> Istria conduca al suo reggimento Giovanni Corner, eletto capitano del Paisanaticu (carte 74 tergo) .

1334. 4 agosto . - Che Marco Belleguo, contestabile a Capodisrria, possa cc ratione iufirmitatis fra!ris sui hic esse adhuc per X V dies )) ( cane 77 ante).

1334. 8 agosto. - Come consigliano Filippo Barbarigo, Bertuccia Gra­denigo, già podestù di Capodistria, (e super novitate facta per eos (tergestinos) in strata publica et regali)) di cui si lamentano quelli di Capodistria

1 si ri­

spondi (( quod est verum id quod continetnr in Ambaxiata potestatis Jus!.inopolis, videlicet quod strata super qua tergestini novitatem fecerunt est regaUis et publfra, et aunuatim homines ]nstinopolis et 9vCugle semper miserunt: et consueti su.nt mit­tere, pro comuni de su.a gentem ad aptandum et ponendum ·in concio stra.tam pred:ictam. Et novitas quam fecermz/. tergeslini super strata predicta fecerunt solu.,n pr~ accipiendo Civitati Justinopolis suorum mercatoru.m non per defensionem S'IU •••• •••••• i) e se ciò continuasse Ca.podistria ed Isola sarebbero com­pletamente distrutte1 perciò si scrivi a quelli di Triçste, ,e quod in totu:/1'(,

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rc11w'ue,1.1J.l ·1wuilalem J1redictmu et reducaul sLratmn iu jJristin.o stalu i>, e che noi siamo contenti) « quod cognoscatur pa inris perit.os si posswil de iure Jn.cere super dieta strafa urJvitatem predictnm vel non., et qnod seruetur id quod fncrit rapi 11.m per predictos )>.

Se non lo faranno, noi tuteleremo allora le nostre citd di Capodistria e di Isola (carte 78 ante).

1334. 27 agosto. - Si concede a T urino de Pistorio, conrest:1bile di fanti a Capodistria, e{ qnod possit ire ad ba.Inca padue occasione liberationis cuùtsdam sue iujù-mùalis 1> per un mese (carte 79 ante).

r334- 5 settembre. - Il doge, Filippo Bellegno, Dardi Bembo, Fran­cesco Lored an1 consiglieri, propongono, ma dal Senato viene respinta, b. parte seguente :

- · Che si scriv i al conte di Poh quello che il vicario del patri,m:a di Aquileja, domanda (( de cerlis juribus que dicit ecclesin.,n. aquilegùmsem habere ùt Pola, et viliis regalie n, e gli si ordini di fare ricerche su ciò, m~mdan­doci, ent ro un mese, la su:1 opi nione, perchè possiamo decidere.

Quello però (( quod sine queslione et iuste dare te11entnr ipsi ecclesie, debeanl. svi-vere 1mnt1js eccfesie an.ledicte, quia 110n est ·intencio uostra ÙfJ'fl. manifesta diete ecclesie impedire ».

== Marco Priuli, Marco Diedo, Giovanni Querini, consiglieri, e Nicolò Gisi e Giacomo Soran.zo, capi, propongono invece la stessa parte, senza l'ultimo p:1ragrafo, e d:il Senato venne accettata (carte 80 tergo).

r334- 10 settembre. - Si rispondi a Bernardo Collectori, vicario del patriarca di Aquileja, << quod de pn.gn. presenlis temporis pro faclù ystrie swuus contenti face-re sa.tisfa.cio11e111- legittimi 1u1.11cijs .... De aHjs vero rebus ystrie . non habenms informationem, et pro ea habenda scripsimus in ystriam. Ve-rum multi nostri fide/es damui.ficati suut per subditos pat-ria.rchatus multtwi iuiuriose .... de quibl{.s a.dlmc saf.isfactiouem habere nequ:ivimus . . . . Et qu.ia non possùmes de­serere ittra 1tosl-rorum, intendimns gratiam vin·i exigi face-re, et de ea satisfacere uostris fidclibus . . . . et id quod snpc,fucrit faccre conservari et dari ad volun­

tale11i domini pa!riarcbe (carte 80 tergo) . 1334. r ottobre. - Che il legno della riviera dell' Istria conduca a

Ragusi Nicolò Falier, che va conte coh\, e riconduca a Caorle, o a Venezia, quando però abbia finito il suo tempo, Marco Giustin ian, che e ora conte a Ragusi (carte 82 tergo).

13 34. 4 ottobre. - Si compiaccia il vicario del patriarca di Aquileja << in dando ei liuerns gratie vini, pro modo CJtm ipse offerat, q1wd in adventu dicti domini patriarche providebitu.r et fiet de danmis nostrornm id de quo pote­

rimits rationabiliter contentar-i>> (carte 8? ante).

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1334, 22 ottobre. Si di~~a agli ambasci:Hori cli Valle e di Pola, non essendo ora tempo di decidere nulb, che sta in loro il rimanere o il ritornare nei loro paesi; però, andando, ci lascino in iscritto e I~ loro informazioni,

e i loro diritti ' (carte 85 ante). 1334. 27 ottobre. ·- Si concede a Tra11sclgardo, contestabile a Capo­

distria, licenza di venire a Venezia per venti giorni (carte 85 tergo). 1334. 25 novembre. - Il doge, Giacomo Soranzo e Filippo Bdlegno,

consiglieri, propongono, ma il Senato la respinge, la parte seguente: -- Che si rispondi agli ambasciatori del patriari.:a, che noi spediremo,

più presto che sia possibile, nostri solenni ambasciatori, per giustificare quello che si ha operato in quelle terre, dove (( longo tenipore ecclesia aqu.i­legiensis habuerit pacifice et quiete certos reddilus in pala el polisana) et regalia, et valle i, e che noi siamo contenti ed offriamo (< quod ipse habeat et recipiat redditus et proventus rationabiliter per/.iuentes aqu·ilegiens·i ecclesie (carte 89 ante).

1334. 25 novembre. - Come giù per Pagano, giù patriarca di Aquileja, e per le comunità del Friuli, cosi ora per gli ambasciatori del patriarca presente chiedendosi la restituzione di Pola, si risponde, come si è fatto altre volte e al papa e al suo predecessore (< quod civitas et homines pale ac di­strictus) 1:am ducenlis mmis et ultra sub fidelitate com1mis Venetian.un manserunt per expressissima pacta) quibus comuni nostro jus don1:in-ij ùi ipsa civitate spante et liberaliter tradiderint) fidelitatem ipsam reuovantes quotiens renovaut celeri nobis subiecti) et cum exerciltt contra nostros hostes mittebamus) ·ipsi eo modo parare et mittere tenebantur, iuxta possibilitatem ipsorum at al-ia qu.am plurima nostro conumi) sicut est not.orituu, fa.ce-re et obser·vare eraut astricli i,, e da ultimo e< dum civitas et homines pale predicti) inlm et extra gravissimas et intvllera­bi/.es oppressiones et pressu.ras miserabiles in person-is et rebus continue paterentu.-r et iugum acerbum tiran11ice et impOrtabilis servùutis, sub quo longissimo tempore nolorie fueraut captivati . . ... et iam essent ad extreniaui desperationem deducti) iu.go lmiusmodi servitntis reiecto recollentes et rerognoscentes fidelitatem et domi­niu.m) quibus ut dictum est, nobis ermit astricti, unanimiter tnillentes sindicos suos Venetias, ad nostrum sua.ve dominùun redierunt, qumn c-ivitatem.) ad dei lau.dem, et pro sui conservat-ione introm-issimus gubernandmn lL - Così abbiamo occupato Adignano e Regalia, come appartenenti al vescovato e al distretto di Pola (< et tamqua.m loca) que nobis erant per fidelitatem astricta.) ut per ipsa antiqu.issima pacta nostra potest cla.rius inluer-i, que loca sùn-ili modo sub pra­vitate tirannica vexabanttt·r >>. - Quanto a Valle, l>abbiamo ricevuta sotto il nostro dominio « ad lmniilem et importunam supplicatfouem homi1lum diete terre, qu:i iu tantum e-rat tirannica mole gravati, quod aliud · vivendi 1·emedùtm non poterant invenire n, e mossi a compassione <t eos liberavimus ab eadent

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m~seria in qu~ fuerant diuJ.ius captivati >L Il che dovr.\ recare piacere al pa­tnarc.a~ perche .« wm ob hec, de pmtibus ipsis sit tiramuca 1ab1es extirpata, que ibidem contume excrescebat >,. Quanto poi ai diritt i del patriarca o del patriarcato in queste terre e luoghi so no conservati perfettarnenre illesi (carte 89 ante e tergo).

- Marco Giustiniaa, e Dardi Bembo, propongono all' incontro, ma viene dal Senato respin ta, la parte seguente:

Si rispondi agli ambasciatori del patriarca, che abbiamo (< ambaxata, qurtm . .. . . nobis feccrunt, con.tiuen.lem de facto vallis, pale, et adiguaui wm regalia)}' e come siamo pronti a rispondere loro secondo g iustizia.

Se essi però « haberent vel vellwt alia dicrre} vel ostenderc nobis ad maùirem evidentiam facli >>, noi siamo pronti « rcspondcre semper cl Jace-re q11od sii lau­dabile alque juslam 1) . - Quello che essi ambasciatori aggiunger:urno sia commesso ai savi i, elett i a trattare quesrn faccenda; quando però non abbiano null'altro da di re, si rispondi loro, come altre volte si è fatto e al papa e al pa triarca defunto (carte 90 ante).

1334. 28 novembre. - Avendo Pietro di Grisignana occupato certe vigne e possessioni nella villa di Natichevich, di quelli di Lugnano, di Ca­podistria, che ne erano da cinquanta anni in possesso, ed avendo Marco Gi'ustinian, un tempo podest:\ a Capod istria, in detta occasione ordinato, che nessun contadino o soggetto del detto Pietro possa ven ire a Capodistria e nel d istretto, ma non essendo però stata fatta ancora la rcstirnzione, mal­grado che Bertuccia Gradenigo, successore di Marco Giustinian, abbia ema­nato sentenza sul fatto accennato, anche, dietro il consiglio di Fi lippo Bar­barigo e Bertuccia Gradenigo, giJ podcst;\ a Capodistria, il Senato decide di scrivere al podesd presente, che faccia su ciò quello che egli riterr:ì conveniente al bene del nostro sr:tto e Jei nostri sudditi (carte 90 ante).

1334 111. v. 12 gennajo. - Si scrivi al podesta di Capodistria, che mandi a V c: nezia Marcolino e< marescalcum fustùwpolis )) perchè vada co i nostr i ambasciatori a Roma, lasciando nel frattempo uno in suo luogo (cane

96 tergo) . 1334 111 . v. 13 fe bbrajo. - Che Giovanni, figlio di Nicoletta detto

Rizzo, nostro stipendiato in Capodistria, venga pur esso preso al nostro soldo m Capodistria, collo st ipendio di soldi cento al mese (carte IO! tergo) .

r 334 m . v. r 3 fe bbrajo. - - Che T omaso Massaro, nostro contestabile in Capodistria, possa per alcune sue importanti faccende venire a Venezia

per un mese (carte ro1 tergo) . 1334 m. v. 13 febbrajo . - Si rispondi a Giovanni Valaresso, conte

di Pola, ed ai consoli, che, visto l'appello interposto presso di loro da Ber-

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ruccio Caprari, in nome del comune di Adignano, nella sentenza emanata da noi contro il comune di Adignano e a favore di Giov.anni fu Betolo, Cesario fu Zarloto, e Andrea fu Gesio di Adignano, a nome proprio, e dei fratell i e compagni del fu Gesio, u pro eo quod missi fuernut per comune adi­guaui desides iu forcia. capii.a.nei domine comitisse goricie el capti et ·incarcerati))' e si riscattarono Giovanni Bernii per cento, Cesario per marche venti e Gesio per altre venti, e i sindaci furono condannati a risarcire loro le spese, che la sentenza sia ritenuta valida, e quindi nullo l'interposto appello (Larte !02 ante).

Senato Misti voi. XVII (1335-1338)

I 335 . 7 marzo. - Che si eleggano tre provveditori alle parti dell' Istria, te wm libertate et ba!(a providendi d faciendi totum. id qnod eis videbitur veJ maiori parti eornm pro ho11ore nostro et conservatione et defemione terrarnm r.l

locorum 110strorum de ystria », parrino giovedl di notte, con una galera ar­mata, con i ballestrieri e le armi necessarie. - E si eleggano dal Collegio cinque savii, che possono essere tolti da ogni luogo, t( qtti consu.lant rnper ist.is factis et novitatibus ystrie i,, che rimangano in carica per rutto il mese, e quando vogliano, possano convocare il Senato. ~ Intanto cc supersedealur de omni eo quod tenemus domino patriarche ( carte 4 ante).

- Non potendo i provveditori cosl tosto sbrigarsi, ed essendo neces~ sario di mandare presto delle genti in Istria, Giorgina Bar .. . propone cd il Senato approva, e< quod flat per totu.m sicut coutinetur in parie suprascrijJla, Et insuper quam citius premittatur ligmun ysl'rie, quod est arma.l11:1J1. cu.m annis d gente ad partes prem.issa.s pro sewritale terra.rum nostra.rum i, (carte 4 ante).

r 3 3 5. 7 marzo. - Eletti, provveditori in Istria: Pietro da Canal, Gia­como Gradeniga, Ermolao Zane.

- Eletti i cinque s~vii predetti : Giustiniano Giustinian (aggiunto poscia, perche scritto con altro car:n­

tere), Bertuccia Gradenico, Zianus Badoer, Andrea Corner, di S. Apolin:trc, Paolo Diedo, e Nicolò Priuli (carte 4 anre).

1335 . 9 marzo. ·- Che si conduca nelle parti <lell' Istria Marco Sa­gredo (carte 4 tergo) .

1335. 9 marzo. - I cinque savii consigliano, ed il Senato approva, che, per le novità fatte dalle genti del patriarca nei luoghi di Valle e di Adignano: si mandino a quel patriarca due ambasciatori, che gli riferiscano, come alle richieste fatteci da Pietro di Baone, suo ambasciatore, et super fac/.o pole, Regal-ie, valis et adignani et super alijs )>, abbiamo convenienternentc

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risposto; e che per le cose controverse, se il patriarca volesse, (( aliqtti ex 11ostris deberent conven:ire e! couferre cum aJiqu:ilms ex suis )) ' e il loro giudizio fosse da ambe le parti accettato.

Ma, mentre speravamo che il parriarL<l fosse contento di questa nostra rispostn, egli invece non ci diede risposta alcuna, anzi ci siamo altamente meravigliati dell' invasioni fatte dalle sue genti nelle terre di Valle e di Adignano, Perciò noi gli domandiamo1 e, Pro ho1wre sue palernitaJis, a.e pro debilo e/. houeslo) sibi placea.l 110s!-rorum da1nininm restùuere in possessione focoru111.

h1tiusmodi1 in quo erat tempore prem.isse novitatis commisse} ad hoc ut cessenl scaudola ))' e noi come prima siamo contenti e preparati, quando a lui pa­triarca parerù e, ex nostriJ aliqnos cum su:is deputare} pe1· quos super bijs e/. a.h/s decidere>) , - Notifichino la risposta avuta e attendino nostri ordini ( carte 5 ante).

I 3 3 5. 9 marzo. - Dietro proposta dei savi i si stabilisce di mandare cinquanta ballestrieri a Capodistria, dando loro lo stipendio Ji due mesi, perchè << mctsua.te ]ustinopolis proptcr etatem, vel alias propter ù,jirm-ila!em in aliquibus, non su.nt sic bene, ttl expedfret} etimn propter presenles uovitates ystrie >)

(carte 5 ante). I 3 3 5. 9 marzo . - Il Senato concede al doge, ai consiglieri, ai capi

ed ai :;avii facolt:l « inquirendi ... . de possendo habere et recuperare equi/es in quantita.le que videre/.ur pro noslro bonore el bono negocii >) ; così pure stabilisce di scrivere a tutti i rettori dcli' Istria, che facci,rno in quelle pani lo stesso ;

e che scrivi no ( carte 5 ante). 1335. 9 marzo. - Che si prolunghi a domani il tempo, in cui i prov­

veditori all'Istria devano partire (carte 5 ante). 1335. 10 marzo. - Che si ordini al capitano cc 1miouis >> << quod in mo

1'ecessu de Venetijs directe vadat aà partes pale)), dove noi crediamo che si trovino anche i nostri provveditori, e se scmbrerA al capitano del golfo, a lui, ai provveditori e al retto re di Pola, « quod ipse capitaneus ve! armata in toto vel in parti remaneal ibidem e/. alibi per illas partes} ad conservationem tantam locoru.m et terra'/"wn noslrorum >J, rimanga. Quando però non si tro­vino i nostri provve1ito ri, ,< Jaciaut ipse capitaneu.s unionis in facto Remanen~l~ pro tutela dictarmn t-errarum .... illnd quod sibi et capitaneo culfi, et co1mti pole vel ma.iori parti .... videbitu.r fru.ctnomm » (carte 5 ante):

- D'altro canto il doge propone, ma il Senato la resprnge, la parte

seguente: . . . . « Quod commiUat'ur cap-it-aueo m,.ionis} quod quando ent in parl:tbus ystrte,

faciat sec·audu:m nova qu.e babue-ril sicu.t crediderit statni nostro et 110strarum part-ittm utili conveu-ire » (carte 5 ante).

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133 5. r 4 marzo . - Che Marco Bellegno possa rimaner qui per altri quindici giorni (cane 5 ante).

1335. 19 marzo. - Bertuccio Gradenigo e P,-10 l0 Diedo, savii, pro­pongono, ed il Senato approva, la parte seguente :

Sembrando, dietro le lettere spedite dai provveditori nostri dell'Istria, dal conte di Pola, e dal podestà di Montana, come questo sia il tempo di oterare, Si scrivi ai provveditori e al conte di Pola << quod lectis litteris eornmdem provisorum in ~ffectu coutiuenl i.bus) quod bo11ii11es cnm suo generali cousilio et pnblica concione nnauimiler supplicaut ut cas!rum pote prosternalllr, et hoc pro 11ecessaria salute et conservaiione civitatis j)refacte >>, noi confidando nella loro previdenz:i., <( comillimus et plenam co11cedùnus Jacultatem, facùrndi in facto dicti castri et hcdificiorum . . . . . intns existenlùuu, tam in ruina:ndo, q11am a/iter .. . . Sicul ipsis provisoribus et camiti... videbitur expedire n.

- Alt' incontro Giustiniano Giusrinian, e Andrea Corner, savii, pro­pongono, ma fu dal Senato respinta, la pa rte seguente:

- Che si scrivi ai predetti, che << ·intelecta novitate et presmnpcione re­bellicn 11asci11guerre {acta . ... coutra honorem nostrum, et comiderata contumacia sua quod latente,· cvntra ordinamen/a nostra se de Vcnecijs absenlavit », vogliamo che sia proclamato in Pola, che fra otto giorni si presenti da noi a scusarsi, e se non verrù, « Ex tlmc sibi pleuam concedùnus facu.lta.tem . . . . . possendi facere rui11ari cercam dicti castri seu 111.uros cum hedifiàjs nasciuguerre prefacti positis iutus castnun )), ma di quelli di Sergio << positis intus castr11111. vel snpra 11uwos etiam nullam faciaut u&uitatem1 salvo in cnsu. quod videatur eis 11ecessariu.m pro ho11ori nostro et tntela ii, salvi però sempre tutti i suoi diritti. - E la proclamazione contro Nascinguerra si faccia anche qui (carte 6 tergo).

- Da ultimo Ziauns Badoer, vuole la parte proposta da Bertuccia Gra­denigo e Paolo Diedo, con questo, <• quod si az.iquid prostenwrent de eù quod coguosceretur de jure speclare alicui fide/i 11ostro ... . Super hoc providebilur . ... suo loco et tempore1 sicut videbitu.r fore jnstum )) (carte 6 tergo).

1335 . 19 marzo . - I savii propongono ed il Senato approva, di man­dare alla contessa di Gorizia e a quello di Duino un ambasciatore, che parli loro dei dann i recati alle nostre terre dell' Istria dai soldati del patriarca, e chiegga loro come meglio sappia « quod sibi placeat genteJ suas a nostra iu­iu.ria, et grava.mine et nostrat11m fa.ce-re a.bstineri )) , e che speriamo « quod per partes et sua. domi1lia. no1t pennittant geules transire et alia que ad nostram. iu­iuriam, vel danmum et nostrorum, in aliquorum serviciwn properarent, vel aWer contra houorem nostrnm intenderent il, e dica, e sl meravigli di ciò colla con­tessa, che abbiamo inteso che alcuni dei suoi sono stati in persona ai nost ri danni (carte 6 tergo) .

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1335. 19 marzo. - Si scrivi ai provveditori e al conte sopradetto (di Pola) quello che noi abbiamo saputo dal podesra di Montana, sulla buona intenzione e sull'offerta fatta da Pietro di Pietra Pelosa, quantunque noi crediamo, che ciò sia stato loro riferito dal podestà di Montana, col mezzo di Marino Barbo, e che cerchino di sapere << quid fa.cere iutendit, et qual

equites ponere vnlt et quando, et quanto foret expediens J,ro soldo, et qua/e,n sccuritateni nobis prestare vult et de castris alijs que promitNt )). - E scrivine quanto potranno sapere (carte 6 tergo).

- Lo stesso si scrivi al podestà di Mo,1tona (cane 6 tergo). I 3 3 5. 26 marzo. - Che il doge, i consiglieri, i capi, e<l i savi i possano

mandare nell'Istria cento e pitl ballestrieri, colle ai·mi necessarie. - E perchè il podestà di Capodistria scrisse, riguardo ai provveditori, « quod miserunt ei quod pararet soldatos suos et gent~m ad omneni reqnisitionem eormn. ,>, si scriva loro, « quod ipsi se intromittant in facto Justinopolis i1l quantu:m) scilicet de accipiendo de fiwnimento vel gente de dieta terra >) (carte 6 tergo).

I 3 3 5. 6 aprile. - Perchè il comune di Pirnno si lagna del comune di Capodistria, « quod non sin-il- eos venire ad molendum ad molcndina ]usti­nopolis aliquas occasiones ostendendo », e fo rse quelli di Capcidistria si possono all'incontro lagnare di quelli di Pirano, si scrivi ai detti Comuni, che de­sistano dal recarsi danno l'un, l'altro, e che il podestà di Capodistria per­metta che vengano al molino ( carte 7 ante).

13 3 5. 28 marzo. - Si scrivi agl i ambasciatori nostri presso i.l patriarca di Aquileja, che noi speravamo dal patriarca altra rispost;i, massime dopo l'invasione e l'occupazione fatta di Valle, e che egli avrebbe dovuto resti­tuirla, anche perChC per mezzo di Pietro di Baone, suo ambasciatore qui, promise cc quod ipse .... paratus erat oumes securùatem et cautelani adhibere et prestare quod omnis offensa erga nostrum dominium et rnbiectos nostros ces­sare!, et posita quod ex casu accidetu.r vel commiUe/.ur quicquid sinistri omnia damna integre resarciret >L - Ma I' invasione fatta e le altre cose tentate dal suo marchese ci turbano, cc nam post invasionem et occ1tpationem ter·re vallis, dicflts marchio contùiue Jecit et fieri fecit ùtcu.rsiones, derobationes et dawna in districtu et per districtu.m pole, ab illis aliquatenus non cessando. Et quod asperùts est, dwn vir nobilis Johannes Camario, capitanws 11osler paisanatici, iret noviter versus polam aun. aliquibus equitihus paisenatici nos/.ri et aliquibus pedit-ibus pro conservatiOne nostrormn fidelùmi, Dictus eius marchio manu annata subito dictum nostrttm capilaneum et gentem suam in itinere sic eumdem oppressus fnit enonniter) capiendo et carcerando ipsnm capitanewn et alias plures de 1wstris et plnres sunt nt inteleximtts interfecti }); Così mentre il patriarca promette con buone parole i suoi invece commettono tristi fatti, ed ultimamentç vennero fino :i. San

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Lorenzo ed a Parenzo, saccheggiando e rubando. - Se il patriarca rispon­derà loro di voler manda(e suoi ambasciatori gui, che ritornino allora a Venezia, in caso contrario debbano trattare le seguenti questioni:

- Procurino i detti ambasciatori )> quod fiat dieta restitutio vallis, et qu.od captivi relaxentur ))' e quando questo siasi ottenmo, noi siamo contenti (( quod fa,etmn de ipsa terra vallis, pro arbitris comttniter elige11dis, coguoscatur )),

- Se invece non la restituisse, e i nostri arn b:i.sciatori potessero sol­tanto ottenere (( quod dominus patriarcha contentaretu.r, qu.od per 1ws et euJn

constituerentur ttnwn ve! duos rectores ùi valle, quousque jactum erit cognitum, scilicet si restitulio fieri debeat terre vallis ll, sono i nostri contenti, (( facta incontinenti relaxatione nostrOrum )) , di eleggere dal canto nostro due di Ve­nezia, ed il patriarca due <lel Friuli, come rettori di Valle.

- E se non potessero ottenere neppure questo, noi siamo contenti, << quod castrum vallis ponatur in manibus domine comitisse 1tomine parcùtm, quou.sqtte dieta cognitio /acta Jturit, 1lOstris . ... ante omnia rclaxatis ,,.

- E se neppur questo potessero ottenere, siamo contenti, <( quod Jacta relaxatione nostrorwn, fiat electio arbitrorwn, et cognoscatur de restitutione vallis si ante omnia fieri debeat per quos etiam. eligendos, videri et tractari poterit, qu.icquid ad honoren; et quietem partittm pertinebit >L

·- E se non si parra ottenere neppur questo, dicano al patriarca <1 quod ista /acta uou i11cepermtl a nabis 11cc remansit pro nobis de volendo id quod couvenit pro bono et wncio factormn, volendo habere drictum et justiciam a 1wst-ra parte ii,

Questa parte, proposta dal doge, e da Andrea Bondimier, consigliere, fu dal Senato accertata (carte 7 tergo).

- Un'altra parte eguale, fuor che nel penultimo paragrafo, alla prece­dente, fu proposta da Biagio Zen ed Andrea Corner, consiglieri, e Bertuccia Gradenigo, savio, ma fu dal Senato respinta (carte 7 tergo).

- Che si scrivi ai nostri ambasciatori, <( quod teste deo, in voto et d-i!po­sicione sumus et eramus} vivendi cum ipso domino patriarcha in quiete et dilec­tiane )l, ma non possiamo farlo, perchè il marchese non solo occupò Valle, ma assaltò e fece prigione il capitano del Paisanarico con alcuni dei suoi, e il ventidue di marzo quelli del patriarca corsero armata mano a San Lo­renzo ed a Parenzo, rubando quanto poterono, perciò si ordina loro, che salvo sempre il rispetto dovuto, richieggano la restituzione di Valle, e che si rilascino i prigionieri, e se non possono ottenere ciò, che ritornino senz'altro a Venezb, offrendo piena sicurc:zza a quelli ambasciatori che il patr iarca volesse mandare a Venezia (carte 7 tergo).

1335 . 28 marzo. - Che si assoldino dal Collegio cento e piu cavalli per questi fatti dell'Istria (carte 8 ante).

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I 3 3 5. 2 8 marzo . - Si prolunga a tutto Apri le il tempo ai sa vii del-1' Istria (cane 8 ante).

133 5. 28 marzo. - Che Sebast.° Corner vada, quando perb lo voglia, a San Lorenzo, al governo di quel luogo, fino al ri to rno del padre, oppure fin al beneplacito del nostro dominio (carte 8 ante).

I 33 5. penultimo marzo. - Che il Collegio possa assoldare fanti come e quanti vorr,\ (carte 8 ante) .

I 3 3 5. penultimo marzo. - Che si rispondi ai provveditori nostri del-1' Istria, che in quanto alb tregua di cui ci scrissero siamo contenti ,e qttod facia.nt emn ad 111,ùwrem lerrninum q·uod potu.erunt, 11011. tamen excedendo terminu.m per eos scriptum de pentecoste >> però se le genti del patriarca recheranno, oltre i fatti, altri danni, lasciamo a loro piena libertà di concludere sì o no qu elb tregua .

Questa parte fu dal Senato respinta (carte 8 ante). 13 35. penultimo marzo. - Andrea . .... , Giovanni Venier, Andrea

Corner, consigl ieri, e i capi propongono, ma fu dal Senato respinta, la parte seguente :

- Che si mandino celermente ai nostri provveditori dell'Istria quei cento e cinquanta ballestrieri, che si sono assoldati o si devono assoldare, il legno a ottanta remi} che è g ià armato, e se ne armi un altro a sessanta, e quando i nost ri provveditori avra nno quattro legni armati, e i ballestrieri mandat i e d:1 nund:irsi, potranno abbastanza bene provvedere alla sicurezza delle nostre terre, e quindi il capit:ino de lb lega (uuionis) potrà continuare il suo viaggio . - Inolt re si conceda :ii provveditori per quello che riguarda la tregua, che facciano co me meglio parer.i loro, non passando però il ter­mine da ess i proposto ; quando però questa treg ua nun si concluda, le galere

dell'un ione rimangano (carte S ante). r 3 3 5. 20 aprile. - Che si scrivi ai provveditori, che risparmino il fieno

per i cavalli che verranno e che ,< de facto cqttilu.111- paysanatici de mi/tendo per eos

1 nullam. fatiant 1wvitate111} cum capita11eus uoster ge11eralis ad i'psas partes

bre-uiter s,:l veutu.rus} qui Jaciet et pro·vùiebilu.r iu omnibus>) ( carte 9 ante). 13 35 . 27 aprile. - Che Zanino Papaziza, povero e con numerosa

f.:; niglia, possa essere stipendiato in Belforte, col salario di lire dieci di pie•

coli al m ese. 1336. 7 g iugno. - Fu scritta una kttera simile al podestà di Capo-

disrria (carte 9 tergo). 1335. 6 maggio. - Dovendo quelli di Pirano pagare a Fussio de Ba­

taglis llÌ Rimini lire 20,000 di piccoli, e, scaduto il tempo, non potendo pagarle per la loro poverd, si stabilisce, dietro loro preghiera e col consenso

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del detto Fussio, di aggiungere nella commissione del presente poàestà di Pirano, t< quod tenea!ur et debea.t facere fieri integrant solutionem, dieta fussio de pewuia memorata, ùi tribus" festivitatibus nativitatis domini proxime secuturis, silicei terciam. pa.rtem diete peettnie quolibet festa nativitatis ad presam tabule Jobanis Storna.do campsor-is, ve! alterius tabule cambij de Venecijs, de qua idem fussius sit contmlus, dummodo ipsa presa non excedat libras decem per centenario in mmo, et in ratione anni, de quibus denarijs et eorum presa, sive collengancia per modum predictum. fieri debeat per sindiwm comunis pirani et certas speciales persùnas Pirani publicmn instrwnentum >) (carte ro ante).

1335. 15 maggio . - Che Tomaso Soranzo, che va podestà a Montana, possa con questo legno che va in. Istria, andare fino a Parenzo (carte ro tergo).

1335. primo giugno. - Che il legno della riviera dell'Istria conduca al suo reggimento Bertuccia Gradenigo, che va podestà a Capodisrria, e conduca a Caorle Giovanni Morosini, che e ora podest1 di quel luogo (carte 12 tergo).

I 33 5. 22 giugno. - Si da licenza a Marco Bellegno, portolano in Ca­podistria, di venire a Venezia per otto giorni « occasione vide11di fratrem smmi )) ( carte r 3 tergo).

1335. 2 luglio. - Che si faccia grazia a Moro, figlio di Zuzanguilla di Montana, condannato da Simonetta Dandolo, allora podestà cola, in qua­ranta lire di piccoli, e alla perdita di un piede, se non le pagasse entro quindici giorni, <{ quod solvendo dictas libras XL parvorwn a comdemnat-iane amissionis pedù libere absolvatttr )), e per i buoni servigii, prestati nel nostro esercito nelle parti dell'Istria abbia sei mesi di tempo a pagarle, dando però fideiussione, altrimenti non possa liberarsi dal carcere (carte 14 tergo) .

I 3 3 5. 2 luglio. - Si concede a Paolo Diedo, che va conte a Pola, che senza prolungar troppo Ja sua partenza possa, se vi sarl qui qualche barca armata, oppure la trovasse nel suo tragitto fino a · Caorle, farsi con­durre cola (carte r4 tergo).

1335. 2 luglio. - Si concede a Giovanni Valaresso, che possa farsi condurre a Caorle da quel legno che condurnl a Pola Paolo Diedo, suo successore, oppu_re eh~ possa valersi di qualunque altro legno, che troverà a Pola alla sua partenza ( carte 14 tergo) .

13 3 5- 8 luglio. - Essendo il comune di Pirano carico oltremodo di debiti, e non potendo soddisfarli senza il nostro soccorso, si stabilisce di prestar loro fideiussione per lire diecimille di piccoli, ricevendo però da quel comune delle garanzie (carte 16 ante).

r335. 29 luglio. - Che uno dei nostri legni dell'Istria conduca

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da Pirano a Caorle la moglie di Marino Bembo podest:I di Pirano (carte 18 ante).

r 3 3 5. 3 agosto. --- t( Quod pro custodia riperie !strie provideatnr eis marco Cavobello, de barchis vel lignis sicnt dicto colegio videbitnr ». Presa (cane 18 tergo).

- Alcuni invece proposero (( Quod provid.catur tantum de barchis >>, ma la proposta fu respinta (carte 18 tergo).

13 3 5. 3 agosto. - Che il nostro comune paghi a Giustiniano Giusti­nian lire quattro di grossi per certe spese fatte nell'esercito d'Istria (carte 19 ante).

1335. 12 agosto . - Che si conceda a due figli di Marino Baldu (sic) di nome GiacomeHo e Zanino, per la povertà del padre suo, che siano al soldo di Belfo rte, col salario di lire dieci di piccoli al mese ( càrte 20 ante).

1335. 17 agosto. - Avendo Andrea Michiel, conte in Arbe, e capitano generale dell' Istr ia, eletto per sei mesi, servito soltanto un poco piò di un mese, ma nel frattempo sostenne e sopportò molte spese, - ed essendo egli contento di abbandonare la capitaneria, pu rchè si provvedesse ai suoi danni ed alle spese, il Senato stabilisce, che egli resti col:\ fino alla venuta del capitano, e quando questo sia giunto, ritorni in patria. - Qtianto alle spese ed ai danni gli si dia in tutto lire venticinque di grossi, oltre il sa­lario ( carte 20 tergo) .

I 3 3 5. 17 agosto. - Che il capitano del Paisanatico da eleggersi, abbia (( pro equis snis) quos tenere dcbet pro paysanatico pro comestahlaria .. . habeat ... scc1mdmn quod detur nunc stipendiarijs payseuatici, silicet ùi ratione librarmn sexdecim par-vorum in mense pro equo ab a.rmis 1>; ·debba <( tenere pro se pro capitaneria umtm equum de libris sex grossorum vel inde supra, et alij quinque equi ab a.rmis, qtws tenere debea.t sint de pretio libra-rum trimn grossorum vel inde supra ,, e due ronzini <e et habcre debeat ronz.inttm tubete solitum . .... qui .. .. sit de pretio soldontm quadraginta grossorum )> (carte 20 tergo).

1335. 17 agosto. - Che il capitano del Paisanatico da eleggers i ri­sponda entro tre giorni, e vada entro quindici, e debba avere en tro un mese dal giorno dell'accettazione tutto il suo bisogno (carte 20 tergo).

133 5. 19 agosto. - Che il legno della riviera dell'Istr ia conduca da Caorle a Nona Andrea Malipiero, che va conte cola, e riconduca a Caorle Lodovico Vitale, che è al presente come col:\ (carte 2 1 ante) .

1335. 26 agosto. - Che Gabriele Bon, castellano del castello di Ca­podistria, possa, acconsentendo però il podest.ì di Capodis tria, venire a Venezia per un mese, per sbrigare alcune sue faccende (carte 21 tergo).

1335 . 26 agosto. - Che Turino de Pistorio, contesrnbile equestre<\

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Capodistria, possa vi::nirc a Venezia per ventid11e giorni, p-:r alcune sue fac­cende (cane 21 tergo).

r335 . 26 agosto . - <e Quod u.1ta lrium banderiarttm paysinatici possit accipi de omni gente que videbatur melior et ttlilior pro facto l>, e si aggiunga nella Commissione del capitano del Paisanatico presen te ç futuro, « qttod si aliqttis de Soldatis paysiuatici al-iqua occasioue dejiceret, qnod ipse Capitaneus non possit nccipere dejficientes, Sed debeat nobis scribere illos qui defficerent et dehinc accipi debeant )) ( carte 2 I tergo).

r335. 26 agosto. - Si prolunga fino a met,ì di settembre il tempo ai savii per i fatti dell'Istria (carte 21 tergo) .

13 J 5. 26 agosto . - t< Quod nobilis vir Andreas :i\(ichiel, comes arbeusis et ystrie capitaueus genera!is, qua.udo recedei a dieta capitanaria, applica.nle illuc su..o successore) conducatttr arbmu cum ligno ystrie >> ( carte 2 I tergo).

1335. 4 settembre, indizione quarta. - cc Quod scribantur littere domino mnmw pontifici in favorem et recommendationem, presbiteri bertucij tri-vixani) capellani domini, et elecri Justinopolitani episcopi» (carte 22 tergo).

1335. II settembre. - Si concede per grazia a Tomaso de Locopositis di Pola, << quod sit et recipiatur ad 1wstrum stipe11dium paysiuatici ystrie cum 1t1w equo ab armis) babendo propterea ... .. a nostro comu.Jzi illud stipendiu.m, quod dabitur ytalianis, qu·i erunt ad stipe11,dium paysùwtici supradictmn il.

Scritta il sed ici a Pietro da Canal, capitano del Paisanatico e succes­sori (carte 22 tergo).

'33i- II settembre. - Si scrive al podestà di Umago « quod bona ser 5\(arini bembo, in/rom.issa vel impedii.a, restituere sibi faciat vel suo nnncio

1 r.:t

quod permit.tat conduci suwn bladum Venclias >) (carte 22 tergo). 1335. II settembre. - A cagione dei danni che quelli di Misniglano,

e di Pietra Pelosa recano al territorio e agli uomini di Capodistria, si scrivi al capitano generale in Istria « quod mittat unam de uostris bauderijs cum hominibus vigi11tiqui11que ad equum ad potestalem ]uslinopolis ))

1 e si scrivi al

detto podestà di Capodistria, (t quod ca ba11dcria faciat 1110rari in vicina.tu Sancti petri pro securitale 110s!rarum lerraru111. i>, libero però il capitano gene­rale di ordinare riguardo q nella bandièra quando e come gli piacerà ( carte 23 tergo).

. 1335. 14 settembre. - Si prolunga a tutto il mese il termine ai savii dell' Istria (carte 24 tergo).

1335. 16 settembre. - Il doge, i consiglieri, i capi e i savii propon­gono, ed il Senato approva, la parte seguente :

- Avendo il podestà di Capodistria in commissione « q11od 11011 polest espenderç libras decem parvorwn. sine voluntq,te majoris consilij i>, ma in alcuni

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casi necessarij e secreti essendo necessario spendere anche di più, gli si cot1-cede, « quod diclus polestus, pro his que nobis scripsit, habeat libertatem in casibus specta.nlibus ad nostruni honorem. et .... securitatem nostronun fidelium de Justinopoli) in factis que ·requirerent credenciam) cwn consilio suoru·m sapientum expendere de bonis comuni Justinopolis sicut eis utile videbitur iwn obstante dicto puncto sue commissionis )) (carte 24 tergo) .

1335. r6 7b.r0 - Giacomo Gradenigo, consigliere, e Marco Giustinian,

savio, propongono, ma il Senato non approva, la parre seguente: - Essendosi ormai provveduto colla bandiera posta in vicinanza a· San

Pietro alla sicurezza di Ca podi stria, e, perchè si proceda per_ ordine, dicendo quelli di Mimiano e di Pietra Pelosa, sudditi della contessa di Gorizia, che si mandi anche a lei un messo, come si è fatto col patriarca, si stabilisca di mandarlo ed intanto si soprasieda ( cane 24 tergo).

I 33 5. 16 settembre. - Che il legno della riviera del\' Istria possa con­durre in Istria Pirtro da Canal, che va capitano del Paisanatico, e così pure possa condurre Catterino Gero di San Moisè (carte 24 tergo).

133r 23 settembre. - Che i dieci fanti che rimasero in Valle, e sono necessarii a quella custodia, come scrive il capitano e il podestà, rimangano fino a che parerà al Collegio (carte 25 tergo).

1335. 23 settembre. - Che si conceda a Giovanni norajo di Valle, per la sua buona condotta, una (< posta ab equo >), nella posta del contesta­bile Marcolino (carte 25 tergo).

r 33 5. 28 settembre. - Si prolunga fino alla metà del mese futuro il .

tempo ai savi i del\' Istria ( carte 26 ante). r 3 3 5. 28 settembre. - Avendo gia, per ordine del doge, Giovanni

C:1roso, conte di Pola, mandato una relazione dei r~dditi, che percepisce il patriarca di Aquileja « in polla, villis regalie, et valle,,, in denaro e in altri generi, e avendo fatto lo stesso anche Andrea Michiel, conte d'Arbe e ca­pitano generale in Istria, si propone t( quod 11rittatur Gomiti pale et potestati va(.lis

1 ·id quocl habemus de cliclis redditibus) et juribus) et quod ipsi nomine nostri

comimis exigant et exigi facianl predicta ju:ra, siwt et in eo stattt quo respon­debant domino patriarche. Et si aliqui vellent dare pecuniam /,oca eorum que deberent dare vel ja.cere

1 rescribant nobis qu.od erit res et pécunia.J que dari vo-

luerint et s1.tum consilium ii e qui si deciderà (carte 26 tergo). · Ma la proposta non fu dal Senato accettata, e si approvò invece la

parte seguente : . . . . . . .. - Che si soprasieda, e si ritorm al cons1gl10, 111v1tando Gmsnmano

Giustinian e Giovanni Valaresso, çh~ Qiçono di avere !µf9rµ1azioqi sg 4! ciò (cane ;6 tergo).

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13 3 5. 3 ottobre. - I consiglieri ed i savi i propongono la parte pre­cedente, che era stata sospesa, ma neppur questa volta fu dal Senato ap­

provata ( carte 27 ante). - Bianco Dolfin, capo di Quaranta, annuente Pietro Pisani, suo com­

pagno, vnole anch'egli la parte su esposta con questa aggiunta: (< Quod si aliquis Jaceret qnestionem de aliqtto) ad qnod diceret se non te11eri) exigant nostri id qttod erit siue questione, et id de qtto /acta ftterit qnestio} rescribant nobis, et. precipiant iUis qui couf-radixerint} quod compareanl itlj·1-a cerlmn terminwn cora.m . nobis wm rnis juribus} quibns comparentibus) providebitur} et fiet sicut videbitur jmtum >> ( carte 27 ante).

Ma neppur questa fu dal Senato accettata. - Marco Lando, col consenso del detto Pietro Pisani propone invece

« Quod mandetur hominibus Pale) adignani, et vallis, quod inlra unum mensem ab harum presentatione compareant coram nobis per stws mmtios piene informatos de suis jnribus) post lassum dicti mensis vcnictur ad istud consilittm) et fiet sicut videbitur" (carte 27 ante).

Neppur questa fu dal Senato accettata. 1335. 9 ottobre. - Si ripropone la stessa parte, che finalmente venne

approvata (cane 28 tergo). 1335. - 17 ottobre. - Si prolunga di un altro mese il termine, che do­

veva esser oggi, per la causa di domino Sergio, e quelli di Pola, perchè il sig. Sergio è ammalato ( cane 29 tergo).

1335 . 21 ottobre, indizione quarta . - Si scrivi al capitano di Raspo del danno · recato da quelli di Mimiano ad uno di Montona, « quod superinde prowret et faciat sicut pro honore nostro et eme:nda dicti damni viderit convenire i,, e di eia si dia notizia anche al podestà di Montona (carte 30 ante).

1335. 21 ottobre. - Si da licenza a Nono, stipendiario di Capodistria, di andare a Bologna per due mesi, per alcune sue faccende (carte 30 ante).

1335 . 26 ottobre. - Che si rispondi al podestà di Capodisrria, per quel che riguarda il Castel Leone, che egli dice aver bisogno di molti ripari, « quod nobis placet, quod faciat fieri, sicnt videt opportum,m ", e di qui si man­deranno i dénari occorrenti, che verranno poi rimborsati dal comune di Capodistria (carte 30 ante),

t335. 9 novembre. - Che a Tanselgandus, nostro contestabile a Ca­podistria, a cui fu concesso di venire a Venezia per quindici giorni, se ne conceda altri quindici, non avendo potuto sbrigare tutte le sue faccende ( carte 3 3 tergo).

1335 . 14 novembre. - Che Giusto dei Giudici di T rieste, che ha due cavalli in Paisanatico, al nostro stipendio, col salario di lire dodici di pie-

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coli al mese « habeal de cetero talem soldum, sett q11antwn habent soldaderij dc 11ovo accepti" (carte 34 tergo).

1335. 18 dicembre. ·- Essendo Francesco Tiepolo, che è nelle parti di Zara . gravemente ammalato si concede che col legno dell'Istria, che presto toccherà quelle parti, possa recarsi coli un suo congiunto, e nel ritorno, se può levars i, lo stesso legno lo conduca a Caorle (carte 41 ante).

1335. 23 dicembre. - Avendoci donna Palma, vedova di Giroldo di Valle raccontato, e< quod quando castrum vallis existens in nostro dominio fuit qzwrmndam proditione traditmn ma-tchi'oni, dictus Giroldus eius vir paratus ad onmeni comodwn civitatis vCnetiarti.m et volens optinere in dieta castro nostrum dominium, fuit captus a dictis proditoribus, incarceratus et crttdeliter interfectus, qui omnia sua bona mobilia et immobilia acceperunt >), e perciò non vale il testamento in cui le lasciava l'usu frutto Ji tutti i suoi beni, si stabilisce di scrivere al podestà di Valle, che, se la cosa sta in questi termini « faciat sibi omne ius et comodum, 1wn obstant.ibus omnibus iniqttis processibus factis contra maritum sttttm et eitts bona tempore, rebellionis ,, (carte 41 tergo) .

r J 3 5. 29 dicembre. - Si dà licenza a Lorenzo Raguseo, stipendiato a Capodistria, di venire a Venezia per un mese (carte 42 ante).

I 3 3 5 m. v. 2 gennajo. - Si concede a Giovannino da Canale, con­testabile a Capodistria, di venire a Venezia per quindici giorni, dovendo sbrigare alcune sue faccende (carte 42 ante).

1335 m. v. 12 febbrajo . - Che i legni del golfo debbano levare Za­nino, figlio di Marco da Muggia, da Negroponte o dove altro fosse, e lo conducano dove egli voglìa discendere, senza però pregiudicare il loro viaggio ( carte 44 tergo).

133 5 m. v. 12 febbra jo. - Che dietro raccomandazioni del capitano del Paesanati i.:o si dia « una posi.a ab equo», a Francesco da Ravenna, posta che si trova a San Lorenzo ( carte 44 tergo).

1335 rn. v. 17 febbrajo. - Si prolunga a Giovannino da Canale, detto fabbro, contestabile a Capodistria, di altri quindici giorni il permesso di stare

a Venezia (carte 47 ante) . 13 3 5 m. v. Ultimo febb rajo. - Che le galere del nostro Comune

levino e conducano a Rovigno ·o in altro luogo dell'Istria, senza però pre­giudizio del loro viaggio, Marco Graderiigo, che va podestà col:\ (carte

49 tergo) . . 13 3 5 m. v. Ultimo . febbrajo. - Che si dia a maestro Tomaso, chi­

rurgo, che fu col Giustinian prima, e poi con Andrea Michiel, capitani nelle parti dell'Istria, fino a che compirono il loro ufficio, e si portò bene, prov,

vigione di soldi trenta di grossi (carte 5 1 ante).

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1336. 5 marzo. - Che si s~rivi al papa, ai cardinali e ad altri in favore del pievano di San Paterniano, e cancelliere, per il vescovato di Capodistria, perchè il prete Bertui::cio, c,1pp~llano del doge, in favo re del quale fu gi:ì scritto :11 pap:1, <( 11olit attendere ad dici11m fac/.um, pro persone defectu., quia non ·vult i-re ad curi.am >> ( cane 5 2 ante).

r 3 3 6. 7 marzo . - « Quod Fnber de ka de canali, couestabilis Ùt Jwti­nopoli, possil adhuc stare bi.e per totnm islttm mensem, pro suorum agendornni e.\peditionem )) (carte 5 2 antè).

1)36. 6 aprile. - Che il legno della riviera dell'Istria possa condurre a Spalato Giovanni Foscarini, che va conte col.\, e riconduca Pantaleone Giustiniano ( carte 5 5 ante).

1336. 13 maggio . - Si scrive al capitano dd Paisanatico, che abbiamo inteso della preda di cinq uanra capi di bovini, fatta da alcuni ladri nel di­strt:!tto di Pol:1, e che egli sa cosa deve fare in tal caso per la sua commis­sione << et propterea ordùiatus est Paysanatiws )> ed ha anche genti bastanti per farlo. Se però in qualche altro ca;-;o vedesse come gli fosse necessaria la bandiera di i\farcolino, che si trova a Valle, che la possa torre, facendo però eh!! alla custodia di Valle vadano tanti uomini, quan_ti ne ha quella, togliendoli da Pola, e che rimangano finchè quella bandiera faccia ritorno in Valle (carte 58 tergo).

1336. 19 maggio. - Si scrive al podestà di Pirano, o che paghi Fusio dei Fusii del suo avere, o che entro otto giorni da!l' aver ricevuto questa lettera mandi a Venezia dodici dei principali di qnella terra a scusarsi di ciò ( carte 60 ante).

1336. 18 luglio.·- « Quod '"Petrns de Pa-rencio qu.i in guera ]strie bene se gessit, sit stipendiar-ius pedester in 1mmero i/lorum qui stmt deputati ad cu­s/odiam vallis non obstante, q11od sit de Istria ,, ( carte 6 3 tergo).

1336. 22 luglio. - Che si scrivi al capitano del Paisan~nico, {( q-uod debeat coustituere et jllcere caput ba.nderie quomlm-n Iohann-is de Huie et loco eius, unwn de ipsa bandcria qu-i ei videbitur sufficùms qwi sit de alemania 1), e

se nella compagnia non ve ne foss~ uno adatto, ne scelga un altro, pur di Alemagna, e se ve ne fosse alcuno insufficiente, lo muti con un altro suf­ficiente, pur di Akmagna (cane 63 tergo).

1336. 20 settembre. - Che il legno della riviera del!' Istria venga a prendere a Caorle Giovanni Bragadin, che va conte a Pola ( carte 6 5 tergo).

'3 3 6. 7 ottobre. - Cne il legno della riviera del!' Istria sbarchi a Caorle, Pietro Bragadin, che ritorna dal reggimento di Pola (carte 66 ante).

IJJ6. 14 novembre.~ Che il Collegio abbia facole;\ di c\ecidere çon1c

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meglio crede sulb Ùornanda fatta da Cassone, contestabi le in Istria, di un prestito di cento e cinquanta ducati (carte 66 ante).

r336. 28 dicembre. - Scrivendo il capitano del Paisanatico, ,, quod plures poste tqu.itum deficiu.nl et ipse 1lon possit eas furnire sine nostro mandalo, et de bine non possittl ad presens homines reperiri n gl i si riscr ive, (< quod com­miflùmts ei et damus liberlatem accipicndi soldatos loco defic-ientium, accipiendo de illa geute que ordinata 1ist, et . .... bomines . .... su.Jficieutes . . . . . et quod rescribat nobis illos quos acceperit » (carte 68 ante).

13.16 m. v. 20 gennajo. - Che Giroldo, figlio del fu Vitale Belgra­mani di Capodistria, sia preso, come gi.'t era suo padre Vitale, al nostro stipendio in Capodistria, coa un cavallo, per poter mantenere cinque fratelli e due sorelle ( carte 69 tergo).

1336 m. v. 15 febbrajo. - Avendo, in assenza del conte di Pola, quelli di Pola (intromesso) sequestrato un navilio, carico di frumento per il nostro comune, si scrivi e si comandi loro, « quod iUi qtti tunc erant cons1tles cl officiales ad quos spectat regùuen Civitalis infra quindecim dies a re­ccptione litteraru..•n debeant venire ad nostram presentiam .mb pena librarum quin­quecentum pro quolibet, ad facendum suam excusa.iu dicti excessus ll, e qui si decider.ì quello che a noi parerà meglio (carte 70 tergo) .

1337. 27 marzo. - · Che Malgari to Cappello, nosrro contestabile di fanti a Capodistria, possa venire a Venezia per quindici giorni, affine di sbrigare alcuni suoi importanti affari ( carte 72 tergo).

r337. 27 marzo. - Che si diano a Marco di Stellini, nostro conte­stabile in Istria, cen to <lllcati a prestiro, restituendo ducati venticinque per p,1ga, dand o in garanzia i suoi cavalli e le sue facoltà (carte 72 tergo).

1337. 3 aprile. - Che il Collegio abbia facoltà di sbrigare e dar li­cenza a quelli di Pola, che qu i vennero a cagione del frumento, (< qui dicunt, quod satisfrrcenmt Jrumeulum » (carte 72 tergo) .

1337. ro aprile. - Che gli uomini di Valle,« d, debito librarmn CCCC pa.rvorum, quod tenentur so/vere nostro cvmu11i amni anno, siwt solvebant 5\-Car­chioni !strie, solvant de presenti libras CC, et de alijs CC habeant /.erminnm so/vendi, e silliceJ. per lolum mensem oclubris prvximi, et allias e per totiun mensem JliC arei) » ( cane 7 3 tergo).

1337. IO aprile. - Che Martino de Bertullcio di Valle, «_propter sua111 fidelitatem et dampua que substinuit, /Jabeat stip,ndùt111 ad pede111 in terra valhs in numero Uloruui qui s1mt -ibi pro nostro conumi . ... et . . .. te1Zealur facere eustodias et alia que Jacere tenenlttr alij custodieutes » ( carte 7 3 tergo).

133 7. r r giugno. - - « Quod . ... castellanus castri leonis fiet per quattuor manus, et approbentur ad um,m ad "'""'', et ille qtti babuuit plus {iallotas,

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habmdo maìorem partein consilij, sit fi-rmus ». -- Eletto Andrea Michiel, fisica, fideiussore Jacobello Corner (carte 76 ante).

1337. 16 giugno. - Essendo alcuni del castello ?i Los venuti armata mano a danneggiare il distretto di Capodistria, e di ciò ci scrisse molte volte il podest;\ di Capodistria, e ci parlò anche Nicolò Falier, che va po­destà colà, si stabilisce di scriver ml nuova al capitano del Paisanatico, e « quod ipse dcbea/ vmirc ad partes ]nstinopolis, et ibi morari per aliquot dies, pro sewritate diete terre) rnm il/a gente de s1tis) q1te ei vidl'bitur )), salvo poi s~ egli credesse che il suo partire potesse recar danno o pericolo al Paisa­natico ( carte 76 tergo).

1337. 22 luglio . - Che Margariro Cappello, nostro stipendiato a piedi in Capodisrria, possa ·venire a Venèzia per alcuni giorni; - e • che anche Tomaso Masseria di Capodistria, contestabile a Capodistria, possa venire per quindici giorni a Venezia (carte So tergo).

1337. 3 settembre. - Si scrivi al capitano del Paisanatico cc qttod sumtts contenti quod faciat connestabilem banderie quondam ]ohannis de Huie, aliquem bonmn et sufficientem theotouicum, vel ultramontanuni, vel de banderia predicta vel alium qui sibi videbitur melior de gente predicta 1, (carte 84 tergo).

1337. 3 settembre. - - Che Transelgardo, contestabile a Capodisrria, possa con licenza del podesd. venir a Venezia per quindici giorni (carte 84 tergo).

1337. 25 settembre. - Che il legno della riviera dell'Istria possa nel suo ritorno condurre a Venezia Marino Morosini, che compie l'officio di conte a Sebenico (carte 85 tergo).

1337. 20 ottobre. -- Che si scrivi al podestà di Capodistria, « quod pro reparatione Castri Leonis de Justinopoli qttad indiget ut scripsit, maguo laborerio, eo quod plu-it totum et devastantur arma et alia, pvssit expendere a sex usque septem libras grossorum de denarijs rejitsurarwn vel condemnationibus ptrvenientibus ad manus eius vel Consiliariorum 1) (carte 87 tergo).

I 337. 1 novembre. - Che Andreolo Michiel, fisica, castellano del ca­stello di Capodistria, possa venire a Venezia per quindici giorni per alcune sue faccende (carte 88 ante).

1337 m. v. 13 gennajo. - Che Ermolao Sten, detto Rosso, sia con­testabile di una bandiera di fanti in Valle, in luogo di Fasiola, che è morto (carte 90 tergo).

1337 m. v. 13 gennaio. - Che Margarito Cappello, contestabile a Ca­podistria, venga a Venezia per quindici giorni. - Fu scritta il ventinove gennaio al podestà di Capodistria ( carte 90 tergo).

1?37 m. v. 3 febb,ajo. •·- Ch~ ,i scrivi ~l conte presente di Pola ed

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a~ futuri, ci quod permittant ]ohannem. de ser vercio de ]ttstinopoli redditus suos, q1ws habet ùz Pola} et in polisana. conduce-re ]u.stinopolim cum recepta securitate de conlralittera mitte11da, quomodo ipsas redditw conduxerit Jwtinopolim i) (carte 91 tergo).

1338. 23 apri le. - Che Padoan6 de Natalibus, contestabile equestre a Capodistria, <( possit ire cremonam pro rewperatione bonorum rnorum, que habet ibidem} et stare cremona per wmm mensem )) (c:tne 96 tergo).

1338. 4 maggio. - Che Truffa, nostro cqntestabile eq uestre a Capo­distria, possa venire a Venezia per quindici giorni per alcuni suoi affari (carte 97 ante).

1338. 17 maggio. - Che An drea Michiel, nostro castellano di Castel Leone, di Capodistria, possa stare a Venezia per quindici giorni, per sbri­gare alcuni suoi affari ( carte 98 ante).

1338. 17 maggio. - Che Maffeo di Variente fu Pietro di San Gia­como dall'Orio, attesa la fedelti dei suoi, ed essendo giovane di buona condizione, sia preso al nostro stipendio equestre in Capodistria, col salario di lire cinque di piccoli al mese, quando però sia vacante qualche posta ( carte 98 ante) .

1338. 27 maggio. - Essendo vi certa questione fra il Comune e i cit­tadin i di Capodistria da una pat te, « pro illis de 'Bratis de Justinopoli et eorum tzou1.ine, qu:i sunt pheudati in loco Supari ))' e il comune e quelli di Pirano dall'alt ra, « pro facto dicti loci Supari », e le due parti Bratti, e Pirano non si poterono mettere d'accordo, << commilletttr Capitaneo Paysanatici quod ipse presentialiter vadat ad loca qftcstionis et videat, a.udiat et examinet itwa partium et sententiet et diffiniet Sicut ei videbitur esse justum, et quod diffinitum ab eo fuerit , debeat a partibus observari » (carte 98 tergo) .

1338. 7 giugno. - Che il legno della riviera dell 'Istria levi o a Caorle o a Venezia Giovanni Gradenigo, che va podest,\ a Capodistria, e lo con­duca al suo reggimento; e riconduca a Caorle o a Venezia Nicolò Falier, che ritorna (carte 99 ante) .

1338. 7 giugno. - Che Andreolo Michiel, castellano del Castel Leone di Capodistria, possa trattenersi a Venezia ancora per dieci giorni ( carte 99 ante).

1338. 7 giugno. - Che Giacomo d'Este <( sit nostrus stipendiarius equestri iri Valle, cwn una posta, si qua mmc vacat, vel' ad primam, que va­caverit in futurnm » (carte 99 ante).

1338. 14 gi ugno. - Che Margarito Cappello, contestabile di fanti a Capodistria, cc pro expeditione aliqttorum negotiorum mormn, possit venire Veuetias et stare diebus quindecim » (carte 99 ante).

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l338. 20 agosto. - Che Giovanni di Faenza sia nostro stipendiato a piedi in Capo<listria ( carte 106 ante) .

13 38. 24 settembre. - Che si conceda a Giovanni Nicolò Michiel, podestà d' Isola, Ji veni re a Venezia col legno della rivicr:1 ddl' Istria, che compie quattro giorni dopo la p:1rtenza di detto padesd (carte 108 ante).

1338. 13 ottobre. - Che il legno della riviera del!' Istria conduca da Caorle i11 Istria Biagio Zen, che va capitano del Pais:111atico, e riconduca a Caorle o a Venezia Querini Fresco, che è ora cap itano cola - e che lo stesso legno conduca Giovanni da Lezze, che va consig liere a Capodistria, perchè dovendos i in fine del mese farsi la paga, egl i è col:\ necessa rio (carte !09 ante).

133 8. 8 novembre. Che Andriolo Michiel, castellano del Castel Leone di Capodistria, possa restare qui ancora per otto giorni; e che T:isel­gardo, contestabile a Capodistria, possa venirvi per quindici giorni, per al­cune faccende (carte 109 tergo).

Senato Misti voi. XVIII (1338•1340)

1338 111. v. 11 fe bbraio. - Che Marco Correr, capitano <lei Paisana­tico e Gioacchino da Molin, podest;\ di Umago, possano andare al loro reggimento col legno della riviera dell'Istria (ct1rte I ante).

1339. 7 marzo. - Che Truffa, contestabile <li cavalli a Capodistria, po3sa venire :i. Venezia per quind.ici giorni ( carte 8 tergo).

1338 m. v. penultimo febbrajo . - Si ordina al po<lesd e comune di Pirano, (e quod infra dnos menses satisfacere debeant id quod dare tenentur do­mino A lbertù10 de Ca.nari a de denarijs mutuatis dicto co11mni pirani per dominum :JvCarsi/.ium de Carraria de qu-ibus nostrum CO!llltne fideiussit p'l'o co11mni Pirani ))' e se in questo tempo il detto comune non avesse pagato o fatto accordo, paghi il d~tto comune mille lire di multo (carte 5 tergo) .

1339. 13 marzo. - Che il patriarca di Aquilejo « possit de partibus yslrie facere conduci aquileg,iam ampforas sept11agi11ta -r:bolij pro concilio quod fieri facit, que debeau! computari in quanti/ate debita per forwam pacloru.m pro anno futuro)) (c:1rte: 10 tergo).

1339. 15 marzo. - Che Tomaso di Pola, nostro stipendia to a cavallo in Valle, sotto la bandiera di Marcolino, « qui propter suaw fidelitatem /rans­latus fuit de soldo sancii laureutij uhi erat in soldo solito ad ipsam banderiam ", abbia tanto stipendio, quanto quelli di detta bandiera (carte 12 tergo).

1339. 18 marzo. - Che si conceda ad Andriolo Michiel, detto fisica, castellano del castel nostro di Capodistria, « quod cwu habeat aliqua bic ex-

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pedire propter m01 /.em uxo, is sue) que d-ecessit l11c, possit vemre venecias per dies quindecùu . . . dtmittendo ttmun loco sut, qm placeat poteslati Justmopolis ,, ( carte 14 tergo).

1339 . 20 marzo. - <( Quod de denarijs refu.sanmi dentur libras X gros­sorum paulucio de paulucijs de arimano, conestabil-i equestri in Justinopoli) et quod ad quamlibel pagam. suam debeant retineri soldi XX grossorum usque ad sa.tisfatio11em diete qnantiiatis, daudo plezariam exù,de" (carte 15 ante).

1339 . 8 aprile. - Si concede a Tomaso Zane, portonario in Capo­distria, di parer ven ire a Venezia per un mese per alcune sue faccende ( carte 2 3 tergo) .

1339. 10 aprile. - S·cadendo ora il termine di un mese concesso a Pietro dalle Bacale, consigliere in Capodisrria, lo si prolunga per rutto il mese presente (cane 25 ante).

1339. 17 aprile. - Si stabilisce di mandare legname e<l altre cose ne­cessarie alla riparazione del Castel Leone di Capodistria, e del castello di Bclforte, e si d,l incarico ai patroni all'arsenale di provvedere e mandare le cose predette (carte 28 ante).

1339. penultimo apri le. - Che Tomaso Massario, <letto della Moneta, contestabile dì fanti a Capodistria, possa venire a Venezia per un mese per alcune sue faccende (carte 3 I tergo).

1339. 8 maggio. - Avendo Nicolò del fu Cleofasio, ambasciatore del comune di Pola, detto (( quod aliqui polenses hic in Vimerijs per dominu.m sergium de castro pale nullateuu.s pvsrnnt conveniri, pro aliquibus debitis simnl conlracl-is sed si dictus dominus sergius volueril petere aliqu.id aliw:i polensi, faciat ipsuni ci/ari coram comUe pale, et proseqni debeat per sumn procuratorem qui ibidem debet permanere jttra sua )), il Senato stabilisce, <( quod dominus sergius ratione contractus celebrati Veuecijs, et reco1wentionis possit convenire po• lensem in Veneàjs si eum bic invenerit personaliter in cete-ris vero casibus obser­vetur consilium captum superinde >> (carte 33 tergo).

1339. ro maggio. - Che il legno dell' Istria conduca al suo reggimento Leonardo Mocenigo, che va podestà a Capodistria (carte 34 ante).

1339. 1 1 maggio. - Dietro consiglio del podest;\ passato di Valle, e del capitano del Pa isanatico, si concede e, petro fil-io Jacobi de Padua, notarius) soldati nostri pedestris in valle) qui petnis est juvenis recere et bene conditionis, quod ipse petrns sii s.tip'1ldiarius pedestris in castro vallis loco dicti patris sui, cum ipse pater suus sit amodo etatis mature» (carte 34 ante).

1339. 18 maggio . - Che il legno della riviera dell'Istria che conduce n Capodistria Leonardo Mocenigo, riconduca a Caorle Giovanni Gradenigo,

che compie (carte 35 ante) .

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1339. 22 maggio. Che Turino, contestabile a Capudistria, possa venire a Venezia per ventidue giorni, rìtornaro però che sia Tomaso della Moneta, a cui pure fu concessa tale licenza (cane 3 5 tergo).

1339. 29 maggio. - te Quod Iohannis Feraren.sis de Pola .... qui damna gravia tempore guerre Patriarchc sustulit, possit singnlis a.miis usque ad decem a1111os de po/a conduci facere Venelias slaria Ci,llum bladi de Sltis proprijs red­dùibt1s intelligendo 11'c quando habebittLr copia sfoe tLberlas bladi in partibt1s an­tedictis » (carte 37 ante).

1339. 3 luglio. - Che il legno della riviera dell'Istria debba venire a Caorle, a levare Francesco Polani, podestà di P1renzo, e condurlo al suo reggimento - e debba levare Adamo Barbaro, podesd di Parenzo, e con­durlo a Caorle (carte 44 ante).

1339. 21 agosto. - Che si conceda a Tanselgardo, contestabile nostro in CapodiHria, di venire a Venezia per un mese, u occasione maritandi tmam suam filiam )>~ non possa però venire se non quando i nostri contestabili siano tutti lì (carte 59 ante).

1339. 6 settembre. - Che si commetti al capitano del Paisanatico questa questione dei pascoli, e se ne mandi una copia, ordinandogli, « quod sentiat volttntatem omnium singulorum nostro-rum Rectorum de ystria ad quos spectal vel spectare pofsit, qui Rectores habeant suum consilium super inde cum haminibus de terris eorum >> se questi sono concordi si revochi questa dispo ­sizione, se non ci scriva quale sia la sua opinione, e si deciderà slll da fare ( carte 62 tergo).

1339. 7 settembre. - Essendovi questione fra il comune di Parenzo e quello di San Lorenzo per cagione di confini, te Committatur potesta.ti Monto1te quod audiat partes et examinet factum et jura ipsarum parciwn, Et in dieta facto tenniuet dijfiniat et sententiet sicut sibi vidcbitnr esse justum., Et quidquid terminaverit, sententiaverit et diffinierit inter dictas partes sit firumm, et ab ipsis partibus inviolabiliter debeat observari " (carte 64 ante).

1339. 13 settembre. - Essendo qui venuti ambasciatori di Pola « pro facto petitionis domini Sergij de Castro Pale, qui petit sibi satis.fieri de domibus castri pale 1) si stabilisce di eleggere per il Collegio tre savii, ,, qui exami­nent . ... jura parti-um} et possint babere consilium cttm quibus eis videbiltt'I') et superius det nobis suum consiliu.m ... . usque ad octo dies) cum quo erimus hic d fiet sicut videbitur ,>. - Furono eletti Pietro Civran, Pantaleone Giustinian, Bertuccia Grimani ( carte 65 tergo).

1339. 18 settembre. - Si prolunga per tutto il mese a quesri savii il tempo. (carte 67 ante).

1J39· 23 settembre. - Si concede agli ambasciatori di Pola, « quod

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possint redire 'Polam, occasione informandi se, et possendi respondere peticionibus domini Sergìj maxime quia de novo porrexit wm co11dicione} quod ipsi vel alij cum pleno mandato ad premissa teneantur inde recedere pro venùmdo ve11etias, intra sex dies postqnam predicti illuc pervenerint" (carte 68 ante).

1339. IO ottobre. - « Quod sapientes depntati pro facto domini sergij de castro pole debeant sic audire et consulere super petitionibus quas voluerint Jacere ambaxialores comnuù pole, contra dictmn dominum sergiwn) sicut tenentur audire fac/ttm dicti dom.ini sergij )> ( carte 7 I tergo).

1339. 10 ottobre. - Si prolunga a Tanselgardo, contestabile di cavalli a Capodistria, a cui fu data licenza di quindici giorni, ,, occasione maritandi qua:in.dam fiiia.m suam i> di altri quindici giorni la sua permanenza a Venezia (carte 71 tergo).

1339. 16 ottobre. - Dietro richiesta di quelli di Valle si concede ,< quod sicut regn.liam olim dcbitam patriarcbatui aqnilegiensi quam mmc 11obis omni amw da.re tenentur, solvimt in duobus terminis, silicet qnibuslibet sex men­sibu.s medietatem, sic de cetero solva.nt omni a.nno in qua.tuor lennini's, silicet qnibuslibet tribus mensib11s qnarttm, » (carte 72 ante).

1339. 21 ottobre. - Mandandosi spesse volte d'ordine del capitano del Paisanatico, genti di una terra alla guardia di un'altra, si ordina, « quod deinceps quando gentes nnùts terre mittantnr in servicium alterius terre !strie . . .. q1,od expense dictormn qui mittu.11tur Jia11t per illam ter-ram, ad wius strvicittm sic fuerint missi et steterint, sicttl" fueril conveniens et videbitur capitaneo 1), non intendendo in ciò qucHe genti che si mandano nel Paisanatico o in soccorso di alcuno. - E ciò si aggiunga nella commissione dei rettori dell' Istria (carte 73 ante).

1339 . 26 ottobre. - Che il legno della riviera del!' Istria conduca a Pola Marcuzio Duodo, che va conte cola, e riconduca a Caorle Damiano Natale che compie (carte 73 tergo) .

1339. 26 otto bre. - Che lo stesso legno conduca da Valle a Caorle Zanino Alberto, che è ora podesti di Valle, e da Caorle a Valle Francesco

Bon, che va podestà coli (carte 73 tergo). 1339 111. v. 17 gennajo. - Cl1e Margarito Caprello, contestabile di

fanti a Capodist ria, possa ven ire a Venezia per quindici giorni (carte 83 ante). r339 m. v. 20 gennajo. - Non avendo gli ambasciatori, inviati da

Pola a Venezia, per trattare sul fatto di Sergio un pieno mandato, si or­dina loro che se lo procurino, concedendo loro tempo lino alla mera del venturo febbrajo, altrimenti si continuerà come a noi sembrerà meglio (carte 84 ante).

r339 m. v. 24 gennajo. - Che i due provveditori, che vanno a Ca-

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podistria abbiano per ciascuno cento lire 1.li salario al mese, se staranno di pill ne abbiano allora soltanto ci nquanta al mese, e possano spendere due soldi di grossi per ciascuno al giorno, e per le spese diciotto grossi.

Q uesta parre fu dal Senato resp inrn, e si approvò invece la seguente : « Ouod dicli duo habeant librns Ceutum pro quolibet pro ista via et possint

expend,;;, 11.t .wprn n (carte 85 ante). Il Doge, Andrea Bondimier, consigliere, Giacomo Sorrmzo, Donato

Grioni, capi, propongono invece, ma fu respinta, la parte seguente : ,< Q uod super facris Jt1srinopolis supcrsedeatur ad presens )> ( carte 85

te rgo) . - Andre.'.I Morosini, consigliere, savio Ma rco Giusrini an, procu ra tore

di San Marco, savio Marco Moro, savio Paolo Loredan, savio Damiano Natale, propongono e fu presa la parte seguente :

Per ben conoscere e i fatt i e_ le spese di Capodistria si propone da quell i, {e quod per istud consilittm Rogatorum Eligantur duo sapientes ad tantum negotium sufjìcimtes et boni, qui duo miltmitnr ]ustù10polim .... qu:i duo esse debeant cum .... poi estate ]uslùwpolis, Et debeaut ipsi tres con/erre cmn q11-ib1ts eis videiJitur, Et -ibi ipsi duo seu cttm eo provideau/. et examinent de morfo et via . . . quibus melius et ntilius potuerit intueri ad rnble·vandum de dict is ex­peusis quas 11oslnim Comune sujJporlat ibideil/.. Et in hoc specialiter rnper ùn.­ponendis ibi de uo-vo datijs, 1,1el ùupostis ·maiora11dis ac etiam super condictione stipendiariortun et s/.a!u. Et aHjs condilionibus et provisionibus de i11de . . . . Et expedite procnreut. Et quidquid ·ipsi tres pro-viderint mittaut hu.c ordinate et suas oppiniones, et consilùun. n. - E qui si deciJerù (cane 85 tergo) .

- Giovanni Graden igo, savio, propone invece la parte seguente, che fu dal Senato resp inta :

cc Quod pro faclis Ja.m,eusùun. que occurrerunt .. . et per alijs 11egocijs . . . que ad prcseus Ùl Romana curia pmdent, Et quia a ... summ.o ponlifice et . . . patriarcha aqu.ilegirnsis non beue tra.ctamur ))' propone che si stabilisca, « quod ad presens supersedeatu.r de dictis factis ]ustinopol-is . ... ttsque per totum mensem 5\:Caij .. . . Et interea scribatttr domino potestati Justinopolis, quod examinet dieta /acta Justinopolis, et predictas expensas, Et 111odu.m s1tbleva11di de ipsis expensis, Et quidquid providerit, et stmm consilinm, uobis caute et occulte rescribat et predicta onm-ia examiuenltt.r in ·isto cons-ilio, Et elapso dieta tempore mensis maij, ven-iatwr Ime, et fia t sicut videbitur, qu-ia si pro predictis que timentur occurrere novum aliquod pulularet, non velici in factis ipsis Justinopolis Jecisse aliquam 1urvitatem 11 (cane 85 tergo) .

- Pietro Bragadin, savio, propone invece, ma anche questa fu respinta, {< Q uod predicta facta Jus tinopolis et exam inatio expensarum, et modus

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sublevandi de ipsis expensis committantur examinanda et providenda soli domino potesrnti Justinopolis, qui potcstas qutl.m cicius poterit quidquid providerit et examinaverir super ipsis factis et expensis, cum suo consilio mittat huc, et exarninetur in isto consilio et fiat sicut videbiwr >) ( carte 85 tergo). · 1339. penultimo gennajo. - Che si provvetÌa 1 certo Mengolo, detto Buffa, (( una posla t!questri i), in San Lorenzo, come gli promise il podestà di Montana, (< quia jitit ca.usa .... i11fer.ficie11di quomdam Mfratmn », che fu uno di quelli che congiurarono contro il capitano del Paisanatico ( carte 86 ante).

1339. penultimo gennajo . - Che si aggiunga alla Commissione dei podestà di Valle, presente e futuri, « quod 11011 possù,t facere "" fieri facere mercaJ.iones per se vci alias 1t!lo modo, nec etiam aliquis de familia eorumdem »

(carte 86 ante). 1339 m. v. 14 febbrajo. - Avendo i podestà di Capodisrria obligo

per la loro Commissione ,, Jacere f.abornri pro qu.olibet regimi11e eorwn, paJms vigintiqttinque 1mtri versus paludem », e Leonardo Mccenigo scrivendoci del gran bisogno che ha Capodistria di biad e, si stabilisce, secondo il suo con­siglio, « quod pro comodita.te et bono dicti comun.is, et ut passi! in facto bladi sibi plenius providere idem, ser Leouardus absolvatur pro islo suo regimine a laborerio dictoru.m nmroru.m, ad quorl(.m constrnctionen non te11eatur, sua com­missione in aliqtt0 non obstan/.e )) (carte 89 ante).

Senato Misti v oi. XIX (1340-1341)

1340. 16 marzo. - Che il legno della riviera del!' Istria conduca da Caorle al suo uffizio Marco Moro, capitano del Paisanatico, e riconduca

Marco Corner (carte 2 ante). 1340. 19 marzo. - Che a Margarito Cappello, a cui fu concessa li­

cenza per quindici giorni, per poter venire a Venezia per alcune sue fac­cende, si prolungh i il permesso per altri quindici giorni, colla condizione

che siano gli ultimi ( carte 2 tergo). r 340. 28 marzo. - Si permette ad Andriolo Michiel, detto fisica,

castellano del castello di Capodistria, « quod propter aliqua sua. agenda possit venire venetias per dies quindecim », lasciando in suo luogo persona che piacci,t

al podestà ( carte 4 tergo). 1340. 4 aprile. - Che il Collegio elegga tre savii, t< qni videant et

exami11ent senlerlfia.m que dicitur tata per 1101trum. capitru~emn pa)1~ann/ici, cum

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quoda·m deputalo per patriarcham i,, q11estio11e illormn de 5Kollloua Clllll illis de 'Port11llisfi11 facto nemoris etc. et etia,n libertates parciu.m et alia exaini11ent que sibi videhuntu.r in facto et habeant consilinm cwn quibus videbuntur de omni via que videretnr eis teucnda per nos, pro 1Zostro honore et bono no;troru.m fidelùtm, et stitttJL consiHum det nobis .... , c1tm q1to erimus hic et fiat sicut videbitur, et quilibet possit pouere parte,11 et expedimit se usque ad octo dies cmn quo erùmtS hic, et fiet sicut videbitttr ».

Furono eletti Zanino Dandolo, Giustiniano Giustinian e Marco Loredan (carte 5 ante).

1340. 4 aprile. - Che Tomaso Massario, detto dalla Moneta, conte­stabile di fanti a Capodistria, possa venire per un mese a Venezia, lasciando in suo luogo uno che piaccia al podesc;\ ( carte 5 ante).

1340. IO aprile. •- Si prolunghi per tutto il mese il tempo ai sav,i sopra Montana ( carte 5 tergo).

1340. IO aprile. - "Quod de facto mittendi prov-isores ]ttslinopolim sictt/ captum fuit supersedeatur nsque ad Sa11ct111tt Pelr-ltm proxinuttn » (carte 5 tergo).

1340. 26 aprile. - Che si scrivi al podestà di Capodistria " quod petrmn pa,,/u111. et fratres qtti sunt :Jrlatheus, donusdeo Jacobus Angelus bona­cursius et leonrzrdns quondam cambini donusdei qui olim fuit de florentia., per­mittat ire et habi'.tare Jnstùwpolim 110n obstante processu) Cmn ut exponu.nt et sic inventum est per provisores nosfros comzmis, ipsi fratres facti sunt cives tarvisij nation.e, et babitavenmt ibidem cnm sttis Jamilijs imu. lx annis et ultra con.t-iniie )) ( cane 8 ante) .

1340. 7 maggio. - Che Truffa, nostro contestabile equestre a Capo­distria, possa venire per alcune sue faccende a Venezia per quindici giorni (carte 10 tergo).

1340. 7 maggio. - Che Giovanni Tiriolo, portolano a Capodistria, possa venire a Venezia per alcune sue faccende, rimanendovi un mese, e lasci intanto uno in suo luogo ( carte ro tergo).

1340. 7 maggio. - Che si eleggano dal Collegio tre savii "qui exa­mùie-nt appelationes, q-ue venerttnt de pola., et haberml consilfom cum quibus eis videbitur, et sttper eis dent nobis mum cousilùtm . .... ww q,w erimus hit et fiet, sicttt videbitu.r, et quilibet possit ponere partem. Et expediant se de suo con­silio per totum mensem presentem )) .

Furono eletti Nicolò Barbo, Bianco Foscarini, Francesco da 1V1olin fu Giovanni di San Basilio ( carte IO tergo).

1340. 24 maggio. - Si scrivi al podestà, comune, e cittadini di Mon­tana, che ci scrissero " de castro quod hedijficanl illi de tarvisio et . .... de ajfictatione mi tereni ,alita Ji.tri diçtis de tarvisio, qttod credttnl si dieta affictacio

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1wn fleret ipsos de tarvisio opporleret penùns deserere diclum lrJcam >) J che « re­linquùmts in sua libertate renovandi dictam a./ficlacionem vel non sicul sibi vi­debitur prn meliori )) , E si scrivi al capitano del Paisanat ico, che se <la quelli di Treviso si tentasse di fare qualche violenza a questi di Montana, egli deva recar loro soccorso ( carte 1 5 tergo).

I 340. 22 maggio. - Si scrivi al podestà di Capodistria « quod pagam stipe11dùtrijs de inde fieri faciat sùnul wm ilio cansiliaria qui est ibi uan absl.anle absencia alteritts consiliarij i> ed inoltre vogliamo « quod fiat paga per dictmn consiliarùtm iUis de Belforte) uau obstante quod alim consiliarius uon remaneat in ]mtinopoli )>. E ciò si scrivi a Giovanni da Lezze, consigliere col.\ (carte r, tergo).

1340. 8 giugno. - Che il legno della riviera dell'Istria conduca da Caorle o Venezia Bertuccia Venier, eletto podestà a Parenzo, al suo reg­gimento, e riconduca a Caorle Francesco Polani, che compie (carte r7 ante).

I 340. I 2 giugno. - Che Cassano Porterio, comestabile di cavalli in San Lorenzo, possa venire a Venezia, <( pro expeditione aliquoritm agerulorum sunrmn >> per dieci giorni (carte r8 ante).

1340. 13 giugno. - Essendo stato commesso dalla Signoria a Giu­stiniano Giustinian, Marco Loredan e Zanino Dandolo di prendere ad esame l< quedam pronundatio .... lata et prommciala per nobilem viru.m ser .?!{ arcmn Cornario tttnc capitaueum totius paysauatici istrie ac sancti Laureucij potestatem et Mathiolum de Medio/ano do111icelu:m .... dom.ùti Bertrandi . . . . aquilegiens-is ecclesie patriarche) sub velarnine sett nomine nu.ucij seu p-rocuratoris ipsùts do11tini patriarcbe se presentialiter offerentem) super questione cuùrsdam paludis et nemoris, vertenti inter illas de portullis mbditas dieta dam.i110 patriarche ex parte ima, et illas de Monthana . . . . subditos et fide/es ducali clementie ex parte altera », e

che da quelli di Montana viene imputata di nullit,1, perchè questa sentenza non fu pronunciata colle forme e le solennità solite, questi ogni cosa con­siderata, affermano unanimai11ente e( predicJam pronunNationem . ... pro aHqua partùmt nnllatenus passe de jttra valere, quia lata a persona inabili et mùms ydonea dicti matbioli) nu.llam ante partes J1redictas jurisditionem babelllis, et qu.ia nulla processit litis cantestatia, et qnia 110n facta in scriptis predictis pro tribu­nali sedentibus .. . . Ac et.iam jure compositionis sive concordie qnia de voluntate un-itts partùt1n) uegn.lu.r predicla diffinitio processisse} wm ab ipsis partibus, et ante ,ipsas partes debuissel predicta co11cordia prosi#re1 u/. valida cemeretttr} nec eliam de jure arbitralis smtentie quia in predic/.os nobilem viru.m ser 5\.-( arcu.m et DvCathiolttm) factum uau extit·it co111pro11dssum )l, e non potersi per tutte queste ragioni giuridicamente accettare1 e che perciò il patriarca mandi per­sone istruite, e cosi pure ordini che facciano quelli di Portale, con pieno

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mandato, e così faranno anche quelli di Montana, (( ad componend11:m et fa~ ciendum ut mperius dictum est, ut ipsa queslio officùun debitum sortial.ur (carte

I 9 ante e tergo). 1340. 27 giugno. - Si manda al capitano del Paisanatico una çopia

della lettera scritta al patriarca, riguardo la sentenza emanata da Marco Corner, riguardo il bosco di Montana, e una copia della risposta del pa­triarca, e (( quod ipse Capilaneus couveniat cum mmcio domini patriarche et mm ho11ore nost-ro et justo rnbstineat et procuret jura 1wstrn.nun fidelium de Montana )l

e se pomi stabilire l'accordo lo facc ia, altrimenti scriva quello che ha fatto e la sua opinione, e qui si farà quello che sembrerà meglio (carte 21 tergo).

I 340. I luglio. - Che si eleggano dal Maggior Consiglio due castel~ !ani in Capodistria, alla stessa condizione di quelli che ora vi sono, per due anni, e che abitino entrambi neì castello ( carte 24 ante).

1340. 1 luglio. - Che Francesco Zuit i, di Scarpana, già di Firenze ed ora abitante in Isola, che possa, non ostante il processo dei fiorentin i, abi­tare in Isola, << non. faciendo nec fier·i facendo mercationes )> (carte 27 ante).

I 340. I 3 luglio. - Avendo il comune di Parenzo richiesto, <( Quod propler euidentes neccssitates dicli conm.nis et occasione expeusarum 11eccessariarum quas unde facere non habebant, concederetur eidem comuni quod posset swum her­baticnm affictare ", avuta di ciò risposta dal R ettore e dal capitano del Pai­sanatico, si stabilisce, (( quod concedatttr generaliter omnibus terris ]strie non J~abentibus hanc licentiam, quod sua herbatica possùit affictare ut eis melius vi­debitu.r. Et boe du.rare debeat duobus annis, Et in capite duorum aniwmm per tmwn meusem ante veniatur ad istud consilium et fiat sicut videbitur >> ( carte 27 ante).

1340. 15 luglio. - Che, dietro la domanda fattaci dagli ambasciatori di Capodistria « ordi11eti,i· de i111pone11do in terra Justùzopolis pro necessitatibus dicti conmnis iufrascripta dacia que petunt de vino, lignù combttstibilibus et li­gnamine et piscibns . .... Verum dieta. datia durare debeant quousqne conume ]ustiu.opolis fuerit suis debitis affranchatus, quo facto potes/:as Jus/:inopolis qui tunc erit teneatttr nobis rescribere quotnodo factwn dictorwu datiorum Responderit, et quid Sibi videbitur superinde, et postmodwn. debinc fiet in amjirmatione vel reuocatione diclorum daciorum sicut videbitur >> .

Seguono i dazii:

<( 'Primo. quod sicut vinum qnod vendebatur in civitate Justinopolis in ta­berna solvebat soldos ij pro u.rna comuni Jmtinopolis sic solvat de cetero soldos iiij.or parvormn pro qualibet urna quos solvant veuditores ipsius vini ».

- " Quod qu.ilibet conducens Justinopolim per terram l-igna co,nbustibilia vel pe:r mare si in districltt Justinopoh's caricata fuerint solvat comuni parvos

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vj pro quolibet cnrro enerato lignis et parvos ij pro quolibet mulo equo et asino 01terato lignis )) .

- <{ Item quod quicn1nque extraxerit de civilate Justinopo!-is per mare vel per terram liguamen alicuius laborerij non laboralum solvet co11mni soldos ij pro librn et de lignawine laborato so/vere debeat soldos iij pro libra. ».

- (< Item. quod quicumque condttcet Justinùpolim pisces recenles vel sn.litos, so/val comuni parvos ij pro quolibet soldo, nt solvebant j » ( carte 27 tergo) .

I 340. I 6 settembre. - Che Margarito Cappello, nostro stipendiato pedestre a Capodistria, possa venire a Venezia per quindici giorni (carte 33 tergo).

1340. 3 ottobre. - Che il legno della riviera dell'Istria conduca nel suo ritorno a Venezia Marco Loredan, podest.ì di Rovìgno (carte 35 ante).

r 340. r 5 Ottobre. - « Q11od ad appelationem quam nobis misit comes pole, Respondea/ur ei quod haberi feciums consilimu. s11per ipsa., q11od sibi nt uobis extilit presenlatum m.ittùmts sigillalum )) (carte 38 ante).

1340. 18 ottobre. - Che si eleggano tre savii (( qui examinent petic-iones et querelas nostroru111, fidelinm qni conqueru.nlur de domino patria.rcba Aqu:ilegiensi et rna gente e! facianl uotari id quod juste videtu-r eis passe requiri et peti et de qua.utilate que inste peli possit .... Vùleant et.iam et examinent Jaclum mas-11alartt111- eqnilnm et pedilum paysauatici et terrannn istrie de babtntibus plttres postas, immo dicatu.r quod su.nt bomù,es e/. equ:i insujficieules. Et super hoc denlu.r su11m consilium in isc-rip1is, et de hijs expediendis habeant lermimun. 11-sque atl dimùlinui novembris . . .. , et qu.ilibet possit ponere partem }> e poi decideremo.

Furono eletti Pietro Civran, F rancesco Polani e Nicoletto Steno (carte

38 ante). 1340. 7 novembre. - Che Marino Dol6n, che va podestà a Valle,

possa andare al suo reggimento col legno della riv.iern dell' Istria, e che collo stesso mezzo si facc ia condurre a Caorle Francesco Bon. - E cosi pure possa andare Ordelafo Falier, che va conte a Pola, e che Marco Duodo, suo predecessore, si conduca fino a Caorle. - E così pure possa venire a

Caorle Zanino da Lezze (carte 42 ante). 1340. 7 novembre. - « Quod terinùmm Sapientmn pro danmificatis per

gentes domini patria.rche et pro facto niasnalarttm eq-uitum et ped-itu.m 7:aysenatici et ter·rarum Ystrie . ... . clongetztr usque per totum mc-nsem novembns >> (carte

42 ante). . 1340. 4 dicembre. - Esaminata l'ambasciata e il me_sso del con~e dr

Pola, e uditi i quattro consoli, inviati da questo a Venezia, e cono~cruto, te qtta causa potissiwa qua missi sunt bue, _Jec~t. quia ipsi co~ts~tles assentire no­luerint nec esse in oppi-n-ioue cu.m dieta Comi/.c in facendo fieri 1-1l pola. quamaam

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procla111atio11em de tribus de po/a lune ùzde abse11tibus >> , e letto un capitolo della commissione del detto conte (e ad premissa plurimum Jacienle », e altro, i savii non trovando (< quod dicti coumles . ... non delinquerint tal-iter vel si11t a.ut fneri'llt iu culpa qua penam ulterius mereantnr ll, unanimi propongono << quod comules licentùmtur . ... quod possunt reverli polam ad pristùmm statum

s11um » (carte 45 ante). 1340. 13 dicembre. - Che dietro domanda del comune e cittadini di

Pirano, si aggiunga nella commissione del podestc\ presen te e dei futuri, (< quod pewn-ia·m quam comune ipswn Pirrmi ùmeniet cl acàpiet mutuo in quan­titate /ibrarzzm XV.m et usque ad XV].m parvorum ad prode et damnu-111 tabllle Jo/Jmmis slorlado ca111psoris de venecijs 110n asce11de11do prode ultra X pro C. potcstas pirani presens et successores tenea.11/11,r restituere e/: solvere c-reditoribu.s qui ·1m1.t11averint sec11ndnm illos termi-nos et condiciones) de quibus fuerù in con­cordia cum dici is creditoribus )) ( carte 48 tergo).

1340. 16 dicembre. - Si ordina ai savii eletti ad esaminare i stipen­diati dell' Istria, (< qnod examinent ambaxalam tenarum ystrie petensium reduci factum equitum in primmn statum et dent uobis su.nm co11sili1tm .... et qnilibet poss-it po-nere partem et habeant termimtm per totmn. mensem presentem. Et babeanl cousilimn cum capitaneo Paysanatici, et rectoribns ystrie )> (ca rte 49 ante). == Vedi in fine dei regesti di questo volume. ==

I 340 m. v. 18 gennajo. - Fil ippo Michiel ed Angelo San uro, udite nella questione fra domino Sergio di Castro Pola, e il comune di Pola, le ragioni deW una parre e dell'altra, propongono ,< quod dicl.us dom:inus Sergùts habeat jus contra Comune po/e, Et quod per Comune prefac/11111 pale fiat emenda dicLo domino Sergio et satisfacio damni rnarum domorum videHcet de libris vjm . .. in annis octo. Et quod dictus dominus Sergùts minùne tenealnr petit.ionibus eidem per comune pole factis sed ab omnibus libere absolvelnr >) .

Questa parte fu dal Senato respinta (carte 54 ante). - Nicoletta Dandolo invece propone, « quod do11,i110 Sergio prefacto

fieri debeat Emenda possessio11um predictarwn per Comune 'Po/e . . . . Sed con­siderato quod per testes , .. .. particula·rite-r 1wn. ostend-ilt/:Y nec clare testificatttr valorem dictaram possessiormm, videlicet de una quaque pe-r se, tWn habet secund-mn jttris ordi-nem e/are esse probatttm ita quod in tantum poss-it adimpleri peticio dicti sergij, Sed quanlti:m ad justiciam et co,isuetudiuem, veueciarum salis esse videretur digmun cl justmn de providendo et salisfacendo ei ut inferùts conti­netttr >l (carte 54 ante) .

. _ _ _ Quanto poi alla domanda di Pola, « videtur satis esse probatum de /ibris ui7.m parvorum excusis de collecta pro solvendo plczarium predictum, Et si-mil-iter de insulis medelini . .. . qumn vix per testes prefacLos non oslendalur nec testi-

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ficatur quod visa fuerit fieri solucio dictarum librarum iiij.m plez.ijs, nec etiam lf"od aliquis faeeret dietain solHeionem, Sed quod /,abito respeetu ad jnris ordinein esset plene probatum, sed vero qziantwn ad justiciani viderelur eidem ita esse probatuni quod ipse dominus Sergius in aliquo propterea teneretnr Comuni pole pro dieta plezaria » perciò si stabilisca « quod Comune pole dare teneatur do­mino Serxio pro Emenda . . . . dictarum possessionmn libras . . . . cum hac ... . eoudicione, qu,od Co11L1tne prejactmn salvai , , , , quolibet anno libras , , , , usque nd integram satisfationem, et quod dominus Sergius minime teneatur peticionibus eide111 jactis per eo111une pale, sed ab omnibus lib,,re absolvatur » (carte 54 tergo).

Anche questa fu dal Senato respinta. 1340 m. v. 4 febbrajo. - Che Truffa, contestabile di cavalli a Capo­

disrria, possa venire a Venezia per quindici giorni, per alcune sue faccende (carte 55 tergo).

I 340 111. v. 6 fo bbrajo. - Pietro Civran e Nicoletta Steno, savii, ad alleviare le gravezze dei nostri sudditi propOL1gono e, qu.od Paysanaticttm istrie reducatnr ad pristimtm statum videlicet quod coumnia terraru:m istrie tenere de­bemit pro dieta paisa.uatico tot equos ab armis sujjicientes arma.t.os per quot ad presens solvunt soldos XL grossorum pro equo. Et dicti equi et persone accipiantur <fili plaeeant Capitanev nvslro paisanatiei qui Inne f,cerit. - Item quod equi pre­dicti nullo modo teneantur in pasculo de die vel de. uocte extra civitatem vel ter·ram pro qua tenebuntu.r . Item 1wn passini predicli te-uentes de dict-is equis, ni extra rivilatem. vel terram pro qua tenebunlur cum eq11-o vel sine equo si11e licentia sui poteslalis ve/ rectoris su.b pena que dieta polestali ve/ rectori plarnerit aujfereuda. - Item quod quilibet potestas seu rector teneatur e/ debeat facere monstram de snis lenentibus equos semel ad minus omni ·mense. Remanente nichilondnus firma potestas Capitane·i de possendo faeere et fieri faeere dictas ,uostras ubi et quociens volueril. Et facta dieta mostra, diclus poJestas vet rector te-neatu.r et debe.at seri­bere Capitaueo paisanatici de omni -monstra de sujjìcieutia et insttjficientia tam bo11tinum et arnwrttm quam equoru.m ut repererit, u.t per hoc melius corrigatur t!l teneatur in ordine debito. Et non possit aliquis potestas vel Rector angarizare de dictis equis vel hominibus in suo se·rvicio vel alieno prderqu.am in servicio coniun·is veneciaru-m el /.errarum pro quibus J.enebmitur. Et quod propterea cassetur una banderia equitum que est in valle. Nam per hanc mutacionem paisinatic·i sequetur quod loco illius bander·ie que privatnr sub qua sunt xxv equi/es babe­bùnus lxxxvij. Et insuper comune nostrum venecin.rum expendet mùms solito pro dieta paisinatico ducatos Clvj omni anno} et etiam nos/.ris fidelibu.s istrie qui pro solvendo dictos soldos xl. grossorum pro (anno) equo conswnpserimt qnicquid hnbent in conmne, et etiam remanent sub usuris et nisi providen/.1w ad infirmam desolationem devenient erit mttlt·mn utile et graciosum taui in speciali qttam. in.

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wmnui quia ubi sol·vmzt soldos xl grossorum pro equo sol-ucn! multa ·minns quia civM teuebmit equo pro paur.iori pro tuo coi1u1.11i et cum modica J1rovisione et etiam deuarii quos recipiunt stipcndia.rij distrihuentur in cis ct'vibus, el -inter eos tota• l-iter -re111anebuut. Et ut alij stipendìarij remauwtcs ad 1wstrum stipe11dinm in istria sin! continue rnjjfrùmtes et in debito ordine, Consulunt primo qnod equi eorum 110Ii possitlf nec debeant stare in pasculo extra lerram ub·i 111a11ebu11J. de die •vd dc uocte, Et etiam omni mense semel ad mi1111s Capitaneus P aisanatici tmea!nr el debeat per sè ve/ sunm st~fficie-ntem mmtiu.111 f acere fieri 111011Stras de dictis sti.pendiarijs ex debito sacramw!i Et lmn .slipenc!ia.-n/s prestn!es, quam qui per tempora fneri11I uon s1~f]ìcientes et an11a.tos 11tiuus debite et equos eorum non s11ffieie11tes cassare debeat omni oecasio11c re/ilota, ttt loco 71m~!]icienliu·1n ydonei subinagantnr. Et dictus Capitanens srriba.t IJ11c quisquid fecerit i11 p-remissis. 16

(carte 56 ante). - Francisws 'Polmzi, Sapieus: Vult per /0/11111 nt supra adde11do q11od ubi dicitur de privando uuam ba11-

deriam vaUis, Co11s11/it q11od privetnr vide/.icet. i/la de va/.!i et de rosaro/o co11-sideraudo quod status istr-ie est in tali esse, quod stipendiarij Sa11 cfi La.11.-ren.t-ij, et lxxxvij eq1t-ites comnni-mn predictorurn rnfjident ad eius ca-ntella·m. Et quod comu11c Vt11eeiarn111- expendet ·mùms q1tam expendat hodie pro paisaualico, circa ij.'m duca.tos . 3 (carte 56 ante).

Capta. Tertia pan fuit de non sci/ice/ de staudo fin 1'i. 3 4. quarta 11-on siucerornm. 6 ( cane 5 6 ante). 1340. die sexto Jebrnarij, 9.• Iuditionis. Capta. Co11siliarij et capita. Quia ut scr·ibit nosler Capitaueus Pa-isanatici Banderia equ-itum vallis cuins

est couestabilis dominus 1110:rcolinus et '".Bande-ria San.cli lattrencij qua.m tenei cassonns 11011- stmt in aliquo ordine) 11ec videlur modus qnod slando sic possint reparari seeundmn intencionem nostra·m. Vad-it pars quod diete due <na.nderie ca.ssa.-ri debeant ùt tolum a nos!.ro soldo, et facto boe eligantur Tres per domi-11acionem quibus comm.ittatu.-r quod soldizare et furn-ire dcbeant duas alias ba.nderirts loco ]Uarwn, de capitib11s et hominib11s sufficientibus qui Sibi videbunti<r non posse11do accipere conestabiles qui era.11.t prùnarwn duarum tamen s-i de alijs sol­datis ,ipsarum Sibi viderentur si~ffecientes possu.nl de ipsis accipere sicnt Sibi vi­debit'ltr. De quibus duabus banderijs ima deputari debeat ad custodiam terre vallis et altera ad custod-iam Sanct-i Laurentij per modum per quem erant dtte alie supra.diete. Et ut diete banderie semper in ordine teneantur Addatu.r in conun:is­sio,ze Capita.nei paisanat·ici presentis et: futuroru.m q-uod omni mense semel ad 111.inus

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Jacial )ieri moustra.m banderie sancti laurencij} et pro·videre quod semper tam de equis quam armis ei hominibus sit bene }11-rnita, nt possit esse para.la ad 11.ostrnm servicùtm, wm opus fore!.. et facla. dieta ·monslra. si videretn-r ei aliqu:i homines vel equi insu:Jjicienl.es ad servicùtm) eos cassare debea.t ponendo alias sujjiden!es loco ipsorum, Et de bande-ria vallis co;1miùtatu-r J1otestati vallis presenti cl futnris, qtwd omni mense fa.c-iat fieri mons/ram diete ba.uderie de hominibus armis et equ.is et immediate scribere Capitaueo condicionem et stalum ipsius bauderie, ad. hoc ut siqui foreul inmfjì.cienles vcl equi ve/ homines vel alind opportmmm Capitaneus in boe prov,:derit sicu.t videuit e.\pedire, et idem scruelur de ba.nderia Rosaro!i . .èì: ex nunc prohibealu.r quod Capila11e11.ì pa·isa.na.tici presens et qui per tempora fuerùit, non passini nec debeant ba.bere vel tenere pro soldato in paisanal ico alique111. de sua fam·il-ia pu lolwn i'empus s/f.i regimin.is, e.t uuo anno post eius exitu.m) et sùniliter non possit alieni sùldato velldere, sive ad soldum habere ù, paisaua­tico aliquem de suis equis, 11ec per 1t'ilWJt ammm post ul diclum est rnpra .. ln­mpt.'1· ordinetttr} quod aliquis noslrorum. stipendiariorum paisana.tici non possi111 nec debeant mittere aliquem de suis equis extra lerram ubi stabu.-nt de 110cle modo aliquo s-ive forma, et hoc sub illa. pena q11e videbitnr, Capita.neo anffere11da

1 cui

committa.tur, qnod hoc faciat soll-icite observari. E!ecti Sapienles pro diclo facto: ser 5YCarcus Ru.z.ini, ser :A(arcus Cornariv1

ser Simonelus Dandulo (carte 56 tergo). 1340 111. v. 8 febb rajo. - « Quod potestas Justi11opol-is ser frescm q11i­

rino sit absolutus a pun,eto sue commission.is de faciendo fie1·i suo lempore xxv passus dc muro» (carte 56 tergo) .

r 340 111. v. 26 febbrnjo . - « Quvd fiat gratia Tome Zane portullanv nostro ìn ]11-stinopoli, qu.od propler a.liqua. wa agenda .... que presentiam suri,111. requirunt, possit venire Venet·ias, stando jJer unitm mensem >) (carte 59 anre) .

1340 m. v. penultimo febbrajo. - << Item cum stipendiarij larvisi de­clinenl ad villem co11dilione-m ita quod in brevi erunt magis villis conditionis quam stipendiarij Y strie qui nzittunt equos mos ad herbam si11e freno et z..ella )) il Senato prende alcune disposizioni per migliorare la loro sorte ( cane

60 rergo ). 1341. primo marzo, nona in dizione. . Cuni per partem pridie Captam in islo consillio, sint Casse due bande·r~-t

equitum, qu.e su.nl ad cust.odiam paysanatici videlicet, que est in Smuto Laure11t10 et in valle, et commissttm Jtlerit viris Nobilibus, Simone/o dandttlo, marco cor­nario et marco ruziui, qu.od deberent soldiz.are duas a.l-ias banderias de ·mr110} nor~ possendo accipere Comestabiles, qui mmc simt, Sed bene de homi1!.ibus ear:um~ qw sibi vide-rentttr snfficientes1 Et ipsi Sapientes habru>:runt Coloquum, ad 1.1~-vtcem., Et Jacta ratione inven·iant, et sic Conrnll-mzt1 qttod ·reducendo tres banderias que

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debent esse ad custodiam paysanatici ad xx equites pro bander·ia, Cassarnitur x·v equites videlicet qninqne pro quolibet, Et cassando etiam banderia pred-ictum que est in valle, que quasi nic/,il utillitatis facit ibi, Considerando ad denarios qui de dictis xv cq·uitibus et xxv pedet.ibus cassis expararentur, possit reduci pay­sanaticum ad pristinum statum, nec Co1JLnne gravaret.ur in e.,t:pe:nsis, ultra id in quo agravatttr ad presens. Et per ha11c viam. comune habebit ibidem tres ban­derias eqttitmu, Et bomines de paysanalico, Et sa.t-isfiet voluntati nostrornm fi­delùm, de inde » ( carte 6 1 tergo).

1341. primo marzo, indizione nona. - (< Quod addatur in commissione potestatwn Justì,wpolis presentis et futurorn111., Quod decelero non pvssint dare licenl:iain alicui stipendia-rio Hcet connestabili dùnittendi aLiquem loco sui quando vadaut extra, Et quando aliwi data fuerit licentia per uos vel poteslates ve/ alio uwdo, em1di extra ]ustùwpolim perdanl soldum1 non dimittenilo n.l·iqwim loco sni » (carte 61 tergo).

1341. 19 marzo. - « Quod pro da11mis e/ walis faclis in partibus fustino­polis per stipendiarios Comùmn Goricie, et alias viros comitatus Goricie, mittatttr u.-mJS notariarum curie ad dictos comites ad agrava11dum predicta, et requirendum Eme11dam et nformationem debita111,. de pred-ictis, cum illa commissione, qtte vi­debitnr domino, consiliarijs et capitibus >) (cane 70 ante).

r341 . 13 marzo. - « Quod ser margarilo capello, nostro comm,estabili pedestri in Justinopoli, qni cwn l-icentia uost-ra venù venecias pro al-iquibus agendis suis cum ipsa mmdimi potuerit expedire, elougetu.r tenninus stand-i venecijs per dies quùzdecim, perdendo soldmn, nec posseudo ali'ltm constituere loco sui)> (carte 66 tergo).

134r. 20 marzo. - (( Dominus dux consencientibus consiliarijs. Quod pro ponendo finem istis questionibus domùzi Serxij cum comuui pale,

Cwn dictus Sergius petat pro suis domibu.s castri ruinatis satisfacionem, et Co-1wtne et bomines pole ci petant libras iiij.m quas so/.verunt pro eo pro plezaria /acta pru ipso siwt est manifestum et alias quantùater pecunie de quibus ita et melius ostendunt jura sua, sicut dominns Serxius facit sua, V adit pars quod peticiones dieta.rum, parcium invirem co111pe11seutm-. Ita quod una pars 1wn leneatttr alteri uec alt.era alteri, Sed utrique parti in predictis questionibns imponatur perpetuu-1n sillencium.

28. 30. 32- - Questa proposta fu dal Senato insieme alle due che seguono respinta (carte 7 I ante) .

• • - <c. J!-d peticionem quam facit dominus Serxius contra Comune pale sive smdicos duti comunis de facto possessionurn videtur ser 11icoleto secundum testi­u~o,zium fact~tm per testes, quod dieta domino Serxio fieri debeat Emenda posses­sionwn prediclaru.m per Comune pale, per ea que monstravit et probavit per suas

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probaciones, ac eliam habel quod salis probati sin/ parliculariter conjùzes posses­siom1111 predictaru.m. que snnt quinque, Sed considerando quod per testes prefactos pa·rticulariter non ostenditu.r nec e/are test-ificatu.r valor dictarum possessionum videlicet de una qnaqne per se 110n /Jabet secundu:m juris ordinem clare esse pro­batwn, Ita quod in tantum possit adù11pleri peticio domini Serxij. Sed quantum nd justiciam et co11rnetudùwu veneciaru:m) Satis e:idem vide-retur dignmn et justum de pravideudo et satisfaciendo e-i u.t inferius conlinetu.r )) (carte 7 1 ante).

- Cousil i11111 ser Nico/ai loredmw Sapiens . Ad peticiones vero quas facùmt Sindici comimis pale nomi11e eittsdem comun.is contra domùmm Serxùtm} videtur predicto satis esse probatmn de libris iù)".m parvormn excussis de collecta pro solttcione plez.arie predicte et simililcr de insuiis meduJin.i sicut in capitulù sue petidonis cont-inelttr quam vix per tesles prefactos non estendatur nec testificattw quod vissa fuerit fieri Soluciv dictorwn librarum iiij.m plezijs, uec etiaw quod aliquis Jaceret diclam Solucione11,, Ita quod /,abito Respectu ad furis ordiuem non es set piene probatmn. Sed mmc qua.11/11:111- ad justicimu, consideratis modo et con­suetudine veneciarum videtur eidem ita esse probatum) quod ipse dominns Serxius ùt aliqno propterea te11erelur comuni pale pro dicla plezaria Uude consideratis om:11ibus prediclis et diligenter exmn.inalis jnribus parcium. Consulit predictus et Jic vadit pars quod Comune pale dare leueatur domino Serxio pro emenda dic­la:rum possessionum !-ibras ù;'.w (sic) par-vorn.m wtn hoc tmnen co11dicione) quod Co11ume prefactum solvat se1t det quolibet anno dicto domino Serxio libras ni. pnrvormn usque ad ùztegram satisfaciouem et quod dominus Serxius minime te-11eatu.r peticionibus eidetn factis per co11ut11e pole ymo de omnibus libere absol­valnr 18. 18. 18.

Non 3 - ~on sinceri 32. 33. 30 (carte 7 1 ante) . r34 r. 27 marzo. - ,< Domùms d consilia.rij. « Quod Supersedealur de istis factis fuslinopolis usque ad Sa11ctu11t Pelruni

proximum} et iulerim. scribatur ser Fresco quùùw potestati q11od c'lf.m intellexe­-rimus} quod 111-asnata Ju.stinopolis equitttm et peditum est dejfecluosa racione se-11eclutis et impossibilitatis) quod examiuet dil-ige11/er dejfectus 011111es diete masnate et omnem provisionem) que videbitur ei teuenda et habenda, in facto predicto) et et inm exam.inet et consulat super facto dacionun 110vonmi que convenienter possint i111poui, in auxilium. expensarmn nostri comunis. l:.ì: de hijs om11ibtts informet se ùa) ad plenum, quod ùi suo reditu. possimus plenins infvrma.ri. Et lune in dieta suv reditu erinuts hic, et fiet sicu.t videbitu.r 1i (carte 74 ante) .

134I. 27 marzo. - ,< Quod observetur id quod c~ptum fu.i_l de .mense Januarij proxime elapso fuit annus de mitte11do dtws provisores Juslt1wpohm pro facto inveniendi remedium et provisionem i1l expensis et vadaut cum eo ordine) salario et condicione confentis in parte predicta >i (cane 74 ante).

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134r. 29 marzo. - << Quod . ... tbome Zmw, portulauo uoslro ÙL }usti­m,poli, qni cum licentia uoslra veuit Ve1zecins pro expeditioi:e ali.quonun age-n­donun suorum, elongetnr termùuts, et sibi coucedalnr, quod adhnc poss·it sia.re Venetias per tt:1u1,m memem, ultra. tempus sibi prima concessu-m .. . . uon possendo alùmt conslilucre loco su.i >l (carte 74 tergo).

1341. 12 aprile. - << Qurd coucedalnr . .. . Berluccio grimm1.i1 ùu.ro ca­pita·1li!I) paysanatici yst.rie, quod wm ligno :10slro riperic ys!ric . ... para.=nm de cnprulis co11ducal1tr )> (carte 75 tergo).

- << Quod COi1ceda!ur 1\llarco Niauro, capil.a11eo nostro paysmin.tici yslrie1

quod wm dieta liguo .... riptrie ystrie .. . . de parencio crrprulas cond11cat1r-r 1>

(carte 75 tergo). 1341. 12 maggio. - << Quod concedatu.r Johamii de Lombardmris, dicto

Guercio, Comeslabili uoslro Justinapoli, qnod . . propter obitu.m unius sue uxoris . ... . possù -ire rrz:uenam habeudo lennimuu per nn11.m meusem )> ( c.1ne

79 ante) . I 341. 20 maggio. - « Quod co11cedatttr . . . . 'Paulo Premarino ]turo in

potestatem parencij, quod si ewtdo ad suwn. regùnen invenerit in itinere ve! Ca­pmlis ligmtm Ri.perie, qnod Capita.ne11.s dicti ligni leueatur ipsn111, . . . ellevare ... et Pa-rencium coudrtcere l> ( carte So ante).

- « Quod concedatur ..... ~ ertucio Vene-rio qui ad presens est. poteslas Pareucij quod dictnm ligmwi teueatur ipswn . ... . ellevarc et usque Caprnlas conducere » ( carte So ante).

1341. 26 maggio. - Essendo stato il diciotto dicembre scorso preso in questo consiglio 11 de committendo capitaueo paysa.na.tici queslionem •vertentem ùtter Andream 5\fichiel fisicam> et Lodoycum eius uepotem, cx 1111.a parte, cl

Jvhmmem vergù.1.m de ]ustinopoli ex allera, et quod Petrogna de Immago essei pro ipsis de ca' 91-Cichiel, sicif.t ordina-vcnmt ùtdices petitionnm, cnm quibns es! questio inter patrmtm et 11epùlem1 et dictus pet-rogna non vult vel potesi adù11plere predicta )) si stabilisce di eleggere in suo luogo Lorenzo Lombardo (cane 81 ante).

1341. 2 giugno. - Che si diano per ripar:ire la casa dove abita il capitano del Paisanatico, casa situata a San Lorenzo, lire trenta di grossi1

col patto, « quod de illis libris xxx fiat il/ud laborerimn quod sufficiat usq1te {l(l decem an110s )), e i consiglieri , sotto pena di lire cinquanta per ciascuno, <{ non possiut. capere nsqne ad dictum tempas de dando aliquid ultra pro dieta laborerio » ( carte 84 ante).

I 34r. 9 gi ugno. - <( Quod l.igmmi -riperie ]strie levare debeat iu caprulis ser Iohannem sleno iturnm potestatcm :ivContone et conducere pa.rencium )) (cane 86 ante) .

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r 34'- 2 luglio. - « Quod fiat grafia . . . . tho111e viadro, nostro potestati montone, quod in redilu su.o a diao regimine, si inveniret in partibns aliquibus !strie lignu.m nostrum ripcrie, cu.ni ipso conducatur capru.las .. . )) (carte 89 tergo) .

r341. 7 luglio. - <( Quod occasione fortorum, violentiarum, argue predarum in comitatu pale, per gentem et homines de Albona castronovo et borana, perpetratarum et enormircr commissarum )), come ci fu riferito dall'ambasciatore di Pola, si mandi in quei luoghi un notaio della curia maggiore, a spese del comune di Pola . Il qual notaio vada prima a Pola, e si presenti a quel conte, che gli darà ragguagli su di ciò, e lo farJ ac­compagnare sui luoghi da persona istrutta della faccenda, che dovrà servirli solamente da consigliere, senza fì gurare come inviato, (( quorwn Rectoribus idem nolarius exponere dcbeat prcdictas violcntias atque dm11:na per gcntes et districtualcs suos, fidelibus nostris de pala, Et comittalus illata, et ipsornm re­stitutionem et em.endationem debeat prowrare cum illis Commiss-ione et verbis, que dom,inio videbuntur )>. E al suo ritorno, udita la risposta che egli avrà ricevuto, qui si provvederà (carte 92 ante).

13,p. 7 luglio. - Riguardo a quello che il detto ambasciatore di Pola ci ri ferì, cioe <e quod comes et conume po/e miserunt Ime ser nicola!fln ferrarese, pro questione mota per 0rtfrhu.m de Jad-ra, CoJJ1-u.ui pale prefato, Cum idem Nicolaus, per nobilem. virum -marwm dodho, olim comitcm diete terre, privatus

Ji1erit c1mctù of)ìcijs et benejizijs de iude >) il Senato stabilisce, cc quod dicatur et .... mandelur dicto ]\Ticolao, quod de ipsa questio11e se non debeat ·impedire, sed polam debeat re-verti ))' e si scrivi al · conte di Pola, (t quod ipsnm, ve! alias, sintili nwdo damnalos pro ageudis comunis pale Ime vel a/io de cet-ero non debeat destinare n (carte 92 ante).

1341. 8 luglio . - <e Quod concedatur ... marco 111emo, ituro in comitem 1wne, quod lignum Riperie istrie le-vet ipswn .. . in cnprulù et conduca! nonant »

( carte 9 3 tergo). - <1 Quod concedatu.r . ... marino venerio nunc Camiti ·1w1ie, quod appli-

ca1tte suo successore, possit ascendere super liguo istrie . ... et venire nsque ca­prulas n (carte 93 tergo).

== La parte che segue fu messa qui, perche per isbaglio non fu re_gi~

strara al suo posto . == r 340. r8 dicembre. - <e Cum ·uir 1'lobilis And1·cas .. michiel /i.sica. que~

rellam deposuerit Curie 11wiori de qu.odam lvhaune ~er gue:·clJ d~ ]1_rstmopoh~ qu.z dmnnifica·vit e1t11t ut. dicù

1 et molestare non cess~.t :-u. b~nis et ;11'.rdms pert~~1.en­

tibus dieta Audree et stiis, silis in pa·rtibus lstne tn vtlla Sancii Laureuc,,J . Et capitaneus Pasynatù-i non possit cognoscere de dirlis qu_estion~bus ~o quod di~tns Johannes uon est de sua jurisdictione. }lec jJot.estas Justmopohs, qma res esl Jeu-

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dalis et extra suam jurisditionem posita. Et dictus ser Andreas instanter petat) quod committalttr questio alicui nastro rectori, quod reddaL sibi jus )> fo preso « quod Committatttr Capitaneo pasynatici . . . . quod audiat partes et jura earu.m} Quibus auditis . . . . diffiniat et se:ntenciet sicut ei jttste videbitur, 111.audando exe­cut-ioni et faciendo servari quod per e11:m fuerit diffinitttm ». E perchè ciò sembra spettare ad Andrea e o Lodovico figlio del fu Moretto, suo fratello, e fra zio e nipote fuovi questione innanz i ai giudici di petizione sui loro diritti su q uesca, « ipsi patnms et uepos fuerunt contenti co-ram dictis judicibus, quod pro eis esset ad petendttm et prosequendum questioue1J1 aun dieta Johanne ser Guercij, coram capitaneo pasinatici, petregua de Immago, et sic est scriptum ad dictam. cnriam peticionwn, et quod bona que exegerit, et receperit deveniant ad mamt.s dictorwn nostrorum judiwm peticionnm, Ad dandwn etti spectabant de jure >l, per cui si ordini al detto capitano del Paisanatico, « qnod personam dicti petregne . reàpiat et babea! pro rnfficienti et leg-itinw petitore et defensore dictorum Andree michiel, et lodoyci in predictis questionibltS cmn Iohanne ser guercij autedicti, Et Jaciat per ipswn petregnam se,..,,11ari quod est dictmn de mit­tendis bonis, q11e receperit ad manus dictorum judicum predictorttm i> ( carte 56 ante). ·

Senato Misti voi. XX (134I-I342)

134 1. 26 agosto. - Che, dietro le nuove invia teci dai nostri rettori dell'Istria, si eleggano tre savi i <t qui videant et exmninent dieta nova et super eis consu,/ant et provideant .... et cttm eo, quod pnruùlerint et: sol-verint veniant ad istnd consilùwi et fiat sicu.t videbitur ii .

Eletti : Filippo Belegno, Nicolò Falier, Nicolò Friuli (carte 5 ante). I 341. 27 agosto. - I sa vii tutti <l'accordo propongono, essendo con­

venieni:e provvedere alle cose nostre, << q1wd eligantur duo provisores, qui mù­ta11lttr ad terras nostras istrie, quanto cicius fieri potest, quibus committatu.r, quod cum capitaneo uostro et poteslatibus et Rectoribus de inde} et de statu, et cou­dfrt.ioue partùun illarttm et videantur et examineut, quomodo possunt reciipere ablri.ta} bnbeudo liberta.tem sinml cuni dictv capitaneo providendi et Jaciendi totmn id} qu.od eis videbitur . . .. pro nostro honore, et co1iservatùn1e et dejfensione ter­rarwn et locorttm 11ostrormn de istria 1) e ci avvisino quanto faranno (cane 6 arne ).

- « Q11od dicti provisores eligendi habeant de salario libras L in mense, . ... et possint expe:nde:re soldos ij grvssorum in die, in expens-is de grossis viij et non possi11t refutarc rnb pena librarum C. pro quolibet, et respondeant cras nd ferciam et vadant ad beueplacitum, dominij n .

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Eletti: Fresco Querini, fideiussore Pietro Barbarigo, Giovann i Sanmo fideiussore Marco Moro (carte 6 ante).

- « Quod sapientes deputati electi pro factis istrie, et a/ij onmes sapientes qnorn.m termÙm! expi-rat siut cwn l-iberlatibns consuetis) usque ad santum m.i­chae.lem » ( carte 6 ante).

134 1. penultimo agosto. - « Quod Johmmes Smmlo electus provisor ad terras ]strie} causa infinnitatis sue persone) prohiciafur de consilio, wm sit pn.­ratus de hoc facere jidein » .

Eletto: Giovanni Morosini, baceda, fid eiussore Marco Moro (car. 6 tergo). r 341. ultimo agosco . - « Quod Thome ~Cassero, Comestabili nostro

pedestri .... pro suis agendis .... concedatwr licantùi venie.udi et simuli Venecias per unu.m mensem .... l::.Ssendo in /.ibertatis potcstatis Justi11opolis de perm:ittendo ipsum venire venecias quando sibi videbitttr fare tempus 1) ( cane 6 tergo) .

I 341. 6 settembre. - Si scri vi al nostro ambasciatore a Gorizia, (( qnod dieta Camiti itermn pro nostris expvuat, qualiler nos babuiums et ·intellexim1ts diligenter responsionem qua·m fecit 110slre Ambaxiate .... et speraba.mus et certi reddùunr . ... quod ejfectns sue responsionis non 11iin11s videbitur graciosus >l J e che dietro nostre informazioni ci siilmo accertati (( quod per eius snbditos ymv et officiales damnificati s1ml gravissùni nostri fideles de 5\tContana .... J inter q110s s110s subditos visi et cogniti f11eru11t i11jmscripti. Et qnod preda per suwn districtttm et jurisdiciouem ducla fnit et pro magna parte divisa et dùtributa )) , e che il detto ambasciatore, (< debeal dare in scriptis . ... dieta Gomiti dictos suos subditos infrascriptos et loca sue jurisditiouis per q11e lransitum fecenu,t predicti da11mificantes, e/ ibi pars prede distribuita fitit » e pregarlo per parte nostra e( quateuus velit .. .. cognita tanta claritudine in hoc damno .... Jacere restilui ablata) et rnalefactores co11mtittenles lalia nobis sic gravia . . ... taliter puniat et cast.iget quod eorum penn merito nos contentaf·i faciat et limere faciat cetero similes in futu.nwt ,l, e J~tto am basciatore procuri di ottener ·presta ciò, e ci scrivi quello che egli otterrù, e aspetti nostro ordine (carte 6 tergo).

Infrascripti su.nl homines su.bd-iti dominorttm Comitum ~oricie._ In primis. Nicolaus ghersicb. Nicolaus gbersich ser Henrw~s J!-lius quo11dam

domine Sophie, omnes de ("P-isinv, Item Johmmes ge11er g~taldwms Padue Item volcher Thomasini de pisino Item 9v(au:rus et cerneca Jratres de Padtte Item

. bogozali dictus zanzoHch de Tarvisio. Item J:1_oco11a de P~s-i-~1.0, Item Cn.rnece Ja11mlns Capita-nei Pisini, Item vieto de Tarvisio, Item Gosi·m1,1!a ]ttd~x gastal­diouis Tervisij. It em C1-ismam de Tarvisio) Item. p_r:xo te-uthomcttS ?".,, morat-ur in pisino, It em J.\!Jaure de Padue ]/em Praxe. de pismv) Item V ~nug11a de !~r­visio, Item duo jilij corbolich de Tervisio, Item Jadrn 9,,Ceremch de Tervrno, Item Berthosa jilius bagazai de tervisio Item Petms jrater 1mz, de raburg Item

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dit1·ich de rnnbergar. Item otto uepos Làpùauei pisini, Item ser lens castellanus lipogla-ve, Item Michexe castellam1s gardexele. Item Sicha de pisino Item bert:oldus Jì-aler vrizf de Antig11.a11a, Item ]a.cose calegarius de pisino Item Vras, Vivianus et Anxcl de pisiuo. Item :Jiforisic/J de 'Pad11e,, (carte 6 tergo e 7 aote).

J;-~j-i·ascripta. sunt loca. C01lf:ilal11s Goricie ad que fiienmt depri!datores a.11jer­re11/.e homines et animaiia lvfvn!one.

In primis iu ]\Tonaco Superiori /11:it distributa et divisa preda ·in parte, qumnquam inde, alio, postmodum sii translata.

Item dicti depredatores wnt predicta jl,erunt. Ter-visij districtus Goricie. ltelll fuemnt dicti depredatores et preda pro parte Padue districtus Goricie. Item Jitentnt in Pisùw dicti depredatores et cum parte prede1 ac per distric-

rum pisù1i Item et per alia loca Colllitatus Goricie, dicli depredatores libere et expe­

dite receptaculum et t·rausilum habuerunt >) (carte 7 ante). 1341. 8 settembre. - Si risponde al nostro Ambasciatore presso il

p1triarca di Aquileja (< quod iute/lexùnns .. . . responsio11em factam per dom:inum. patn:archmn ad Ambaxatam rnam) Et propterea . .. . respondemu.i et maudanms àdem qnod ilerum pro parte uos/ra exponat ipsi domi110 patriarche) qnod exa­n1.i11ata .... responsione eius in scriptis exhibita ad a111baxatani predictmn1 di­cùnus qttod eius dieta rcsponsio nobis v1:detur extrauea .... , maxùue considerato quod va/de aliena est a teuore lillerantm suanmt qu.as cwn damnum noslrorum

fidelùun 5\.foutoue ad uoticiam rnam ·ve;1it 1wbis amicabiliter destina·vit, que lit­/ere . . . inter a.lia con.tinebat , quod se et quando ad vindictam vellemus procedere) uobis ad uostram requ.isilioucm offcrrcbat passe suum », e dica inoltre al patriarca, <e quod pro constanti tcne11ws .... ) quod il/e lohm111es de Sterbarch ree/or et capud depredantù1m nostros fide/es predictos tempore prede ji1crit eius subditus et scrvitor, eum siwt eciam eins Jatelttr res­pollSio fucrit per ipsum do111imun. patriarcham 1vI.archio ùt Istria constitu!us) Et est pub/ice notorium, quod iu temporibus opportuuis ei personalùcr et fidelitcr deservivit, ucc est . . . credibile., dicere quod Ji.,erit eius fidelis et :Marchio in Istria et mmc post derobatio11em uostronun fidelù1.1n asserere ùif,.delem eius ob­noxium et rebel/em cmn hoc mmtquam apparuerit per effectum, Quare velit su.a reverenda pateruitas .... facere aut fieri Jacere restùutiouem ablatorum 11ostris fidelibus antedict.is, et iusticiam eius contra fideles suos et subditos col/l.miUcntes h_uinsmo~fi taliter exercere, quod merito conJeutamus 1> Debba inoltre dirgli << qua­ltter qm.dam uomine patriarcha de portu.llis habùator in portulis .... fiut cum diclis depredatoribus qni ta.mquam viarum scius et doctus ipsos depredatores ad loca noslrorum fidelium predictornm du.xit et docuit ))' e detto ambasciatore procuri di ottener presto tutto ciO ( carte 8 ante).

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134r. 13 settembre. - AWarnbasciaca fatta dagli :imbasciatori del Conte di Gorizia si risponda, << quod certi reddi-1wtr) q,wd de da111nis .... 1,ostris et 110s!romu,. fiddiunt 1pse dvmimts Comes .. .. cvndolet et condolaet . Ad Jac/11111. verum derohalionis fide.lium nostrormn. 5\{on/one) Dicatur quoti liquide comperlum est 11obis per lesles et fide diguns personas, Et clarius eciam ntmc per nostrns prnvùores ad partes ]strie -repert11m es!) qnod per eius fide/es) .rnbditos ymo et o0iciales dcrobati et da11mijicali prcdicli uoslri fide/es cxislunt, El quod de­predatores cmn preda reddr.unles, per sua. l~ca lerras et inrisdiriones pervenisse} Et ide;J sibi placca.I et veli/ . Jacere ve/ fieri Jncere ri,stitutionem plenariam ablatorum noslrù fidelibus antedictis, et iuslicia.m suam iuxta eius oblatio11em, et sicnl vere r.redimus, contra. depredatores fmittsmodi fideles s1ws ta.liter excrcere, quod per effect ,~m appareal talia sibi ùitime dùplicere )). In se­

guito lo si ringrazia dcll' offeru che egli ci foce delle sue terre e castdla cc ad beneplacitnm uoslrnm et honorem cl .ilalnm ,,ostri domiuij il. Si stabi lisce ancora di dare in iscritto :i.i dett i amb:1sciatori i nomi dei sudditi del conte di Gorizia, che furono a depredare i nostri fedeli (corte 9 ante).

13 41. 14 settembre. - Si scrivi al Capit::ino del Paisanatico e ai nostri provveditori dell'Istria, « quod respecta.ndo ad co11ditioues payseua.lici, et ad id quod scrt'bu.ut, videHce! quod propler condiciolll:S quas babent uun possmit aliqut'd perlracta.re, el pro bouo a.gendorum iii etiam ad tcr·rorem omnium qui vclleut dmnnifica:re in. dieta paysenatico nostros fide/es, quod eorum mansio ttlil-ior essei in Cast-ro Sa.11cti Lrwrcncij )) loro comandiamo et qnatenus omncs lfes debeant reddire ad d;ctum srmctum Laurenci11m, et ili tra.eta.re r.l providere circa eis co1mrdssa. . . . . 1,, e in quani:o al resto che ci scrivono, attendiamo prima di rispondere di avere rispost;1 dagli ambasciatori nostri presso il patriarca di

Aquileja ( carte 9 tergo). r 341. I 6 settembre. - Si scrivi ai provveditori nostri e al capitano

del Paisanatico, come ricevemmo le loro lèttère, << couJ.inenJ.es de tractalu Conradi de Goricio >), e si rispondi « quod stare debea11t super ipso trac/atu, t.enwdo ipsum Couradum ùi spe fie11di, el inquirendo. solicùe et .sa.gaciter de condiciorte dictt' t·ractah1s, videlicet si ipse Conradus posstt bene repenre CC bonos equites de ilìa con/rata et de qu(f, gente, cl si d1! dictis. gent~bus confidere pos­sem.11S, Cum scripserint prt'dt'e nobù quod sencicbaut et m.-ucmeban/. quod omue~ tam patr·iarcbatus et Comitafus quam etiam toJittS i/lius contra.te, fu~ra.nt con:scu et favore///. dederant ad dammmi nostrontm fideliu.m :Ji,Contone, l1i?t.tn-endo cti~m cnù1smodi filius est il/e dicti Conrad-i, Et si est 11.1!.i~11s et ~eg·t~~-mus et curns e/.atis >) e ci scrivit1o. E quanto al ;:ramno non scnvrnmo d1 p1u, aspettando qui gli ambasciatori nostri al patriarca. Inoltre s_'. scrivi I_oro <e quod non. ob­stante quod mandaverimus eis quod omnes tres redire debeaut a.d Sauctum Lau-

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reucium etc.1

quod solus capitaneus redire debeal ad diclu.m Sanclu.m Laurentimii pro securitate paysenatici, Et alij duo ma.ne.re Insule, ve/ alibi iu Istria ubi pro tractatu predicto e1 bono agendorum tttilis videbitur mora sua ~), e caso mai si fossero tutti recati a San Lorenzo, (< ipsi du.o provisores l-iberlatem habeant

1

rema11ente dieta capita.neo in Sn11c!o I .. twreutio occasioue predicta euudi et standi Insule, et alibi i1l Istria ubi pro bouo ageudoru.m eis u.t-ilius nppa.rebitu.,r )>

(carte 9 tergo). 1341. 20 settembre. - << Quod respoudeatu.1· Ambaxatori dom,ini Patriarche

a.ggravando Jactum euormis derolmtiouis 1it offeusionis facie per il/u:ni de slambergh fidelibus nostr-is de lsl'ria que est /autum grcr:vis 11obis el intollerabile gnantum plus esse potest, et habemus quod ipse dominus patriarcba nobis (eneatur de emenda et satisfactione dicti facli1 c1un ipse de stambcrgh sù rnbditus su.us, et locus sive Cnstrum de sua f11risdicioue1 Verum.1 mm ipse domùws patria.rcha ojferat libc­raliler faccre posse su.u.m, in fac/01 pro viudicta facti et pro contentatione animi nostri dicendo quod sperai ha.bere persoua,11 dicli 111alfactoris, placeut 11obis sua verba et speramus quod sic adimplebil ur per ejfcctnm, et propterea videbimus q11od faciel et spermuus sicut dictum est quod faciet id quod habebfrnus contenlari, c1111t auimtts noster 11011 poteri! hnhere contentarione111.1 11isi pro vindicta et sat.isfatiouc debila in premissis. Et iuterim 11ichilomi11ns babebimus ùiformationem. a 11ostr-is Ambaxatoribns1 et per nos fiet quidquid videbitu.r melùts in fact-is, Et non re­redanf Ambaxatores de inde, quausque videbitur nliud ordiua·ndum. )) (c. 10 tergo).

I 3 4 r. 27 settembre. - << Qnod tcnnùms Sapientum pro faclis -istrie . .. . quormn term.inus mmc compiei elo11getu.r per totum memsem. octnbris proxiuie secuturum, iu stai u presenti » ( cane I o tergo).

r341. 27 set tembre. - Che si eleggano tre savii del Colleg io ,e super appellatione missa per nost-ru.m comifem pale, que interposita est ad ducale do­minium ùi questione verteute po/e iuter fermum dictum gue-rcium balzauellam ex una parte et Johanuem grassam de medelùw ex altera n, quali esaminino questo appello <e et dent nobis consilium in scriptis c1t111. quo erimus !rie et fiet sic-ut videbitur », e abbiano tempo fino alla metà di ottobre (carte ro tergo).

I 341. 2 ottobre. - Si rispondi ali' ambasciatore nostro presso il pa­triarca, che quantunque avessimo sperato che il patriarca avesse fatto di pitl a nostro vantaggio e a suo maggiore onore <e pro emendatione et contcnta­tione nostra )), pure crediamo ,, quod eam celeri et optata executioni mandabit wm istud factum non sit dilataud:um wm au.imus 1-zoster continue recipiat t-ur­bationem maiorem et quietar-i non. poterit nisi facta emenda/ione et vindicta >),

e che domandi « quod adimpleat id quod promisi/ et debet, ita qnod possùnus ~onlen/ari) et quod expediat tal.iter Jactu.m quod 110n vadat in longum, quod wtollerabile nobis esset >) (cane 11 ante).

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134r. 2 ottobre. - Si rispondi a Marco Longo, nostro ambasciatore al conte di Gorizia, ,, quod multmn miram,u.r · et turbamu.r de respousiolle sibi Jactam. per Comitem1 dicendo quod uisi nnus ex snis inventtts est cu./pabi/is1 cum clare habeamu.s et sic inventa est vcrit-as per uostros nobiles missos ùi Jstriam1

quod nm.lti ex suis fuertmt culpabiles, et quod auùuus 110ster de boe eciam. recipiat turbal.ionem . ... videndo quod sui qnos 111isit taliter excusant culpabiles >), ma intendiamo di conseguire il risarcimento che ci viene d i diri tto, e a cui il conte è tenuto, perciò « requirat et- roget quod facia.l fieri emendam cl resli­tulionem ablatorum sicut teuentur, et si eam. fecerit recipiat enm vel quicqnid dederit 1 reservato jure residui et recipiendo vel non recipiendo venecias revertatur, tmnen nou recipfrndo aggravet factum .. .. , dicendo tanta est incuria . . .. , quod non poterimus pertransire quù1. 'provideamus houori nostro, el indempnitati nostrorum ul viderimu.s convenire il, e quando sad ritornato si provvederà (carte I I ante).

134r. 6 ottobre. - Essendo stato scritto a Marco Longo, che riferisca al conte di Gorizia quanto contenevano le nostre lettere, e che quindi ri­tornasse a Venezia, e il Lietto ambasciatore, non avendo ricevuto il nostro mandato, scrivendo (< qu.od Comes predictus1 pro dictis factis in Istr·ia.m venerat, et forte ipse Comes in reditu suo fecerir -ve/ diserù tale quid quod exigerc/1t1· a/iter responderi vel fieri quam sibi scriptum. est >l, gli si scrivi che avvisi (( quod fecerit dicl·1is comes vel ab eo hab11erit » (carte 12 ante) .

1341. 16 ottobre. - « Quod il/e due bauderie equitum, vide/ice/ de -ro­sarolo et de valle, que sunl sub paysanatico, sin! sub cnpilaueo paysanatici et ad dispositioncm. et ordinationem ipsiu.s capita.nei, q11as, et n11am, et ambas possit accipere, sicut sibi 11eccessa.rium npparebit, Verum si acciperet illam de valle, provideat de secu:ritate terre, sicut s1:bi videbitu.r, quowque red·ibit ill,1c dfrta bauderia >> ( carte 13 ante).

134r. 22 ottobre. - « Cmn pr<rvisores 11ostri ]strie nou Jrahant ibi mora.m m11pli11s cnm 1wstro bonore, vadit pars, quod 1niUatur eis, quod venianl venecias ordinando, quod per potestatem inmle rescribat1w Courado de goricia, dice11do, quod habemus ad bonum de sua bona voluntale1 et qu.od. 110n es/ mod~ tempz~.s, propter hiemem Jaciendi novitatem de gente, et quando nobis opus esset inter al_zo~ requirere11ius ettm co11fidenter in nostris factis et servicijs .. . • .. Verum dictt pi-ovisores notifi.cent antequam .,-ecedant 110stris rectoribus de Istria suwm. reces-

s11m n (carte 16 ante). . 13

41. 2 2 ottobre. - << Quod scriba/.1.w Mar~o !oug~ ambaxalori .noslr~ ~~

comilem goricie, qnod dicto comiti, si ibi est, ve~ ·tlhs1 qui siml loco ems, si t.bt

11ou estet, exponat et aggravet Jactu.m, et venecrns re.verta.tur » (carte. I 6 ante).

1341. 22 novembre. - (( Quod concedatur . ... marco gradomco1 electo

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poteslati val/.is, quod cum ligno 11ostro riperie ystrie de caprnlis rubinium con­

dttcntur » (20) . . _ « Quod co11cedat,w . . . .. :J,{ari110 Dclphi110 111111c poteslati vallis, et a dieta regimine redeu.nti, quod aun dieta ligno .. . .. de rnbinio capru.fas redu­catur il (carte 20 ante).

_ <( Qaod concedatnr Ylforelo coppo, potestati insnle, nuuc a dicto regimiue -redewiti, q1wd cum dieta lig110 ..... caprulas couducatwr )\ (carte 20 ante).

_ « Quod concedatu.r . .... :J,(ichiel-i ]ustiniano, electo comiti pole, quod cum diclo li c,no conducatur de caprulis ad diclmn regùn.en >> (carte 20 ante).

- « !i',wd conceda/11.r . .. .. Ordclapho Jaletro, mmc comiti pole, a dieta regiminc redeunti, quod wm diclo lig110 ... . .. caprulas co11ducatur }> ( cane

20 ante). - se Quad concedatu.r tbome z_aue, por/ulano nostro in ]nstinopoli, quod

occasi(111e cuiusdam. filie sue, quam. mari/are intendù1 possit venire venecias) et slnre per ·muwi mensem >> ( carte 20 ante) .

134 1. 22 novembre. - « Cwn dudum forel ordinatum.) quod aliquis ve­netus vel civis Veuedarum 110n possù. habere nostrum stipendùmi equestre in Justù,opoli ve/ ù, paysanatico ystrie, et boe 11tiliter respondeat ", ed è da cre­dersi che riesca bene anche in altre parti, si stabilisce lo stesso anche per

Treviso (carte 20 tergo) . 1341. 26 novembre. - Proposta dal doge, ma fu respinta. « Quod

pro ponendo finem ùtis questionibus domini sergi-i cnm Comuni polle cum dictus sergius petat pro suis domibus Caslri ri,ynatis, Satisfationem, Et comune et homiues polle ei petant libras iiij."' quas solver11nt pro eo, pro plezaria }acta pro ipso ... . et alias quautitates pecunie >> si stabilisca (< quod petiàones dictarum partinm, invicem compensenlur 30. 30 >> (carte 2 1 tergo).

- « Ad peticionem quam Jacù domùms Sergius contra comune pale .. .. de facto possessionum, videt11r dicto ser Nicolleto ...... , quod dicto domi110 Sergio fieri debeat emenda possessionum predictarttm per comune pale, . . . .. . . Sed considerando per testes .... particulariter non ostendilttr valoreni dictarum possessionu.m ..... 1wn habet sewndum inris ordinem clare esse probatum ita quod in tantum possit adùnplere peticio domini sergii) Sed quantum ad i-usti-ciain ..... satis eidem videtur dignum et jwtum de providendo et satisfacendo ei . .. . . 18. 18 » (carte 21 tergo).

- « Ad peticiones vero quas facùmt Sindici comun-is pole . . . . . . contra domiuum Sergimn videtur predicto esse satis probatmn de libris iiij.m parvorwn excusis de colecta pro solutione plezarie predicte et sintiliter de insula t11edeli11i sicut in capituHs sue peticìonis continetur quam vix per testes . .. . . 110n osten­datztr nec testificatnr quod visa fnerit fieri solutio dictar1m1 libramm iiij."' pie-

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zijs . . ... Ita quod habito respectu ad juris ordinem non esse/. bene probatu,,,, Set vere quantum. ad iusticiam . . . . videtur eidem Ita esse probatum qu.od ipse· dominus Sergms in aliquo propterea teneretur comuni Pale pro dieta plez.aria} Unde consideratis omnibus predictis . . . . . Con.su.lit quod comune pale dare te-· neatur domino Sergio pro emenda dictarnm possessionum libras iij parvorwn cmn tamen conditione quod comune prefact.wn solvet . .. . . quolibet anno dieta ... . sergfo libras m. parvoruni usqu.e ad integraw. soltttionem, et quod dominu.s Serg·ius minime teneatur peticionibus eidem. factis pro comuue poi.e ymo de omnibus libe­retur et absolvatitr >>. Non sinceri 20. r8 (carte 21 tergo).

1341. 11 dicembre. - « Quod pro expeditio1" questionis que est int.er dominum sergium et comune pale, vocetu.r -istud consilimn sub pena soldorwn XX parvorum quo quolibet die lune prox·ime post nonam >) (carte 23 tergo).

1341. 20 dicembre. - cc Qu.in Ambaxiatores et sindici comwris Pote sint el ftee:rint hic plteribus diebus . . . .. Et ju.ra partùmi . ... . sint in Curia, ifa quod sine presentia partùmi possuul expedtri >> si d.\ loro licenza di ritornare,. e si rifer isca alle parti, come anche senza di loro noi giudicheremo secondo giustizia (carte 24 tergo).

1341 m. v. I O gennajo. - cc Qu.od u.xor ser Pauli permarino potestatis pare:ncij, possit ire cum lig1w riperie ]strie present·ialiler recesmro et portari pa­rencium ii (carte 27 · ante).

1341 m. v. 24 gennajo . - cc Quod . . ..... pau.lus trivisano potestas ]nstinopolis

1 sit absoltttus a puncto s11e commissionis de facien.do fieri sno temponr

laboreritttn murorum ]ustinopolis1 u/. possit solvere a.liqua debita dicti comunis )) (carte 29 ante).

1341 m. v. 18 febbrajo. - « Quod concedatur Xalgarito capello, cone­stabili nostro pedestri in Justùzopoli, quod pro quadam questione quam habet hic venecijs, possit venire et stare per quindecim dies .. .. .. cum beneplacito pote-statis » (carte 32 ante).

1341 m. v. 23 febbrajo .~- « Qnod Tnrinus conestabili, in Justinopoli, possit venire V enetias per qnindecùn dies pro mis Jactis . .. . scribendo potestati, qu.od non dimittat recedere ewn si alius conestabilis recessisset cum ~icentia :zos_tra usque ad eùts redditum ita quod solttm zmus veniat quonsque ah:us reddierit >l

(carte 33 tergo). . .. , . .. . . 1342. 3 marzo. - Essendo dei tre savu all Istna g1:t .elem, qm. ~.~e­

nezia soltanto Nicolò Falier, si stabilisce: (( Quod per doumu.1.m consdia·rios et capita eligantttr dtto Sapientes qui sùmtl cum dicto ser N~colao consttla~~ sup~r Jactis ]ttstinopolis et ystrie et super eis ... . ... de1tt uobts sttum consilit!1'.i in scriptis ... . . et sint per totmn mensem presentem li, quando però ser Filippo Bellegno sia in convalescenza sia quarto.

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Eletti: Giovanni Moro~ini di Sanc'Anronino, e Pietro Bragadin di Si~ meone (cane 37 tergo).

r342. 14 marzo. - (< Domùws, aHj ontlles consiliarij et capita et ~Nico/.aus Fafotro Johannes Mau:roceno Srmcti Antonù1.i, Petnts bragadùzo Sapientcs » pro­pongono la parte seguente, che viene dal Senato accettata.

- I savii d'accordo consigliano, cc quod ad domùmm patriarcham aqui-legiensem wms destinetur ambaxator solepuis ..... qu.i ... .. . dicat et exponat eidem, q11od ... . . de mense Augusti super elapsi . .... transmisimus Amba-xiatorem .... J\licolaum 5\fauroceuo .. .. per quem damnmn maximum .. ~ . per Aucil fratrem quondam vnlttini et eius comitivam, que fuerat pro ma-iori parti de sibi et suo patr-iarchatu snbiectis ..... nulla causa penitus precedente} 1tobis et fidelibus nostris de 5vContouaJ 1nanu armata hostiliter et immaniter ir­rngatum. . . . .. Rogantem palernitatem suam, quat.enu.s . . . .. 110stris fidelibus prcdic-tis dauma passis, fiere/ emenda et satisjatio debita de ablatis, et cii-e.i p11-nùio11em transg-ressorum ..... taliter provùletur, quod auimus uoster ..... . plurimum pertnrbatus, merito conteutari haberet ...... Et expectantem, quod fieret satisfatio et emenda de predictis. Ex relatione et conquestione ntmcij et ambaxiatoris nostri potestatis et hominum ]ustinopolìs .... nobis ob ·id directi, bab1ti11ms, /acta noviter coram nobis, quod per hom.ines de grisignana, bullis 'Bianclmm de castro uovo, et alias ei et dicto mo patriarcatu sttppositos . .... danma iu bavere personis et rebus eormn, plurùna sunt illata, et cotidie infertmlur eisdem in cousumptionem et e-11idens detrimeutum eorum . . . . Et quia hec su.nt iutol/erabilia prorsus nobis et terroris et scandali inter ipstttn et nos

1 quam con­

servatrix quietis . . . . . Requ.irat et Roget instanter suam paternilale-m quatenu.s ei placeat . .... ordiuare et facerc cwn effectu quod fidelibus uostris .. .. tam de primis damnis, quam lnjs que ultimo s1tnt fa.eta fide/ibus nostris predictis de ]zt.sti11opoli, fiat satisfatio debita) et antenda et circa pzmitionem dictorum dilin­quentium .... . sic ejficaciter intendere, qttod amor ..... hic inde vigeat per tempora longiora et nostri fide/es predicti causam non habeant de ce/ero ..... ·replicare querelam ». Sul modo od altro di avere questa soddisfazione faccia come meglio crede, e ci faccia sapere la risposta (carte 39 ance) .

- Pietro Civran e Lisio Vitale, consiglieri, propongono invece, ma il Senato respinge la loro proposta, « Quod ad dominzmi patriarcham acquile­giensem mittatur unus de notarijs Curie cum verbis el ambaxata proxùne superius prescripta » ( carte 39 ante).

- « Quod dictus Ambaxiator eligendw vadat ad expensas famulorum et alùr rum sicut trit scr Nicolaus i\1attroceno, et teneatur respondere inter terciam diem >) .

Eletto: Giovanni Morosini zanarola, fideiussore Nicoletta Morosini ( cane 3 9 ante).

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1342. r4 marzo. - (< Sapims electus pro Jaclis istrie loco set Johmmis 9!Cauroceno baceda qui propter parentelam quam habuit wm ser Nicolao Faletro, ser N-icolaus gradonico filius domini )> (carte 39 tergo).

I 342. 16 marzo. - ,e Electns ambaxator ad dominmn patrforcham ser Zaninus delphy1w plezins ser zanùms boldù " (carte 40 ante).

r 342. 18 marzo . - Si concede a Truffa, contestabile di cavalli a Ca­podist ria, licenza di poter venire a Venezia per un mese, col consenso però del podestà di Capodistria (carte 4 1 tergo).

r 342. 6 aprile. - Nicolò Fal ier, N icolò Gradenigo e Pietro Bragadin propongono, ed il Senato approva, le parti seguenti :

- « Quod respondeatu.r mmcio el Am.baxatori comitù ( Alberti) Gorfr(e, quod uwltum mira.mar de requisit:io11e et petitione sua Jmiusmodi in facto stipendij, et quod . . . rnbditos et fideles noslros protegemus et conserva.bimus in mo jure ab omnibus contra eos presumenl.ibus et allentantibus molestiam vel uovita.te111-i-riferre. Sed vehementùts admi-ram11r quod de depredatione et derobatione per suos subditos ·illata nosl·ris fidel-ibus de :JrC011to11a . . . . . . emenda uec -restùucio Ime

usq-ue integ-ra.l-iter non est fa.eta, de quo ... .. pertra.ns-i-re penittts 11011, potuimus qu.in provideanms honori nostro et ·indemnitati uostrorum fidelùuu premissorum nt videbimus conveuire} sed speranws quod ipse do1ni·1uts Comes dictam eme-ndam et satisjac-iouem wm integritate faciet fieri nostratibus, et certi -reddimnr ..... quod si dictus Couzes amouebit et cor·iget gentem suai,z ut debet., derobationes e~ novitates lmiusmodi cessabmit et tot.aliter remanebwit. Oumes de parte » (cane

46 ante). - ,t Super facto vero defiuition-is co1ifinùun respondea.t-u.r diclo mmcio, qnod

semper dispositi fttimus et snmu.s terminatis pri-mo negotijs supradictis, et facta em,nda et satisjacione uostris fidelibns de ablatis, quod dicti confini postea ter­mi-nentur et diffiniantur )) (carte 46 ante).

- Che si soprassieda sul fatto del porto di Latisana (carte 46 ante). - (( Quod lm:ittatur uuu.s ex nolarijs Ctt·rie ad Comiles vel ad co,n:item

Goricie, pro facto damnorum datorum noslris fidelibus de rnonthona per -ill~un Anzil de sta/.inbergho, et alijs damnis novis de qnibus damni ftternnt culpabiles homines sui comita.l'lts ...... et rescribat quicquid habuerit et nostrttm expet

mandatam " (carte 46 ante). . 1342. 13 apri le. - Che Margarito Cappello nostro contestabile pedestre

a Capodistria, che venne qui per alcune sue faccende, po~sa, o_ltre ~ qum~ dici giorni, conce~si, trattenersi qui per altri otto, per sbngare 1 suoi affan

(carte 47 ante). . . 1342. 27 aprile. - Si r ispondi a Bertucc10 da_ Canale, _ nostro amba-

sciatore al patriarca, m eravig liandosi delle lungaggmt che s1 frappongono

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alle nostre domande « wm ipse dominus patriarcha . .... nobis tenen.tu.r per fonnam pactorum et obligatus sit ad emenda11i et satisfationeni damnormn et ad ·vindictam et iusticiam su.mme11dam de suo SHbditoJ qui tam enorme maleficiuni perpetra.vii )) e come noi abbiamo aspettato fin o ad ora, sperando (( quod idem domitms patriarcha satisfactionem ipsam adimpletur, et cont-ra malefactore,n procedetur taliter quod ... . t1·ansirct cet.eri:; iu excmplum » ma nulla fu fatto, per ciò detto ambasciatore richiegga al detto patriarca, cc qualenus sibi placeat intuùu. rni honoris et pactorttm1 Jacere fieri emendam et salisfactionem damnorum et contra malefactorem procedere . .... . ..A liter ci cu.m simus 110s tris fidelibus i11,sJicie debitores, super ùzdemnitate nostrorttm .fidelium, damna passorum, pro conservatione etiam nostr-i ho11oris, et paclorum nostrnrwu de opportunis remcdijs wrabiums, sicnt nobis videbitur providere 11 e detto ciò ritorni a Venezia (carte

48 ante). 1342. 16 aprile. - Si dà licenza a Giovanni del Monte, contestabile

in Rosarollo, di venire a Venezia per quindici giorni, per alcune sue fac­

cende, col consenso però del podestà (carte 47 tergo). r 342. 27 aprile. - « Quod /.ig11u.111- riperie istrie leve/ in caprulis ser

petrum ge-,w, iturwn capitaneum paysanatici .. .. et eum condncat Parencinm )) (carte 48 tergo).

- « Qnod diclum lignum riperie. ùtrie leve! ser bertucium grùnani1 nu11c capitaneum paysenatici, si e11m ùi-venerit in parellcio, et ipsum conducat caprulas n

( carte 48 tergo). I 342 . 27 aprile. - ,, Quod respoudeatlf.r Amadeo uotario nostro misso a.d

Comites Goricie », che non aspettavamo dai conti di Gorizia quella risposta, « considera.la ...... clara. iusticia. Requisitiowun. uostrarztm1 Nam sicttt alias 11otifica.vi11ms, fecimu.s fieri inquisilionem in partibus -istrie de illis qui fuerint cnlpabiles derobationis facte1 et Repertum jitit manifeste per inquisitione:m ipsam quod plures fuerunt de snis a.d committendwu dictttm maleficiwn, qui vis-i et co­gniti fuerunt committere cnm alt/s sequacibns ipsa mala. Postmodmn etimn re­stitucio /acta per suos de animalibus derobatis restit,tlis in parte demonstrat, quod fuenmt wlpabiles et sic de j1u-e tenentur satisfieri fa.cera omnia damna illata nostris fidelibus, et quod in maleficijs onmes i/la committentes, tenentur de. jttre in solidttm ad satisfactionem, dam1loru.m ipsorttfl/. et propterea ipsos Comites de jure habenms responsales et debitores iu omnibus Jactis predictis )> ma non es­sendo fino ad ora stato fatto nulla, noi vogliamo e, Quod eis Req-uirat et Roget instanter, quod eis placea.t satisfactionem et e111e11dam fieri factre de ipsis damnis quod gratwn erit nobis, et erit causa conservande dilectionis

1 ..Aliter ....

providebimus de remedijs opporttmis ». E detto ciò esso Amedeo ritorni a Ve­nezia ( carte 48 tergo).

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1342. 27 aprile. - « Qnirt danmrt i/lata per illum Anz.i! nostris jidelibus de ~ onto11a :iumquam taxata fuerant. Vadit pars quod domintts Consiliarij et Capit:a et ~ap1entes habeant Ubcrtatem faciendi exmninari et taxari predicta damua. et alza etiam que non s1mt taxata, et committendi ipsorum examinatiouem et taxacionem quibtts .eis vel 1.naiori parti eorum videbitur )) (carte 4s tergo) .

I 342. pennlt1mo aprile. - Essendo già stato preso per far cessare il contrabando <( quod una ex barchis longis riperie ystrie cassar-i debetnr et loco :ius _arma~i ~ebentur ?tatuar _barche sforzate cum sex hominibus pro qualibet, ui dieta ripena )l e c10 non s1 potè fore1 << quia diete barcbe longe, que antea receperaut suum soldum et recesserant, mmdttm complent, et contrabanna continue 1J~1tltiplt"cent in dieta riperùi » si stabilisce (< q1t0d ex nunc diete quatuor barche sjorzate armentu.r, que statim mil.lantur . ... cu.m condictione quod quam primo aliqua ex barchis longis compleverit terminum sui soldi, quam recepit, cassetnr nec ulterius armetttr, sed loco eius s-int diete quatuor barche n e si commetti ral cosa ai pagatori all'armamento (carte 50 tergo).

r 342. 7 maggio. - Dietro consiglio di Giovanni Bragadin e Bertuccia Michiel ,, qui videnmt et exaniinaver11.11l quamdmn. petitionem ser Ottonis de parendo, occasione cuins sententie late iu pola C0lltra dict.mn ser Ottonem in fa­vorem Iohattnis quondam ser Guercij de ]u.stùzopoli, Et 'videnmt et examinarunt quamda11t 1-itteram sei· Ordelrtffi faletro respondentis super hoc facto dominis, dmn esset Comes pale) et viderunt et examinaverunt om.nes scriptu.ras et acta ac pro­cessus diete questionis ,, si propone )) cum nou vidcatu.r ipsis sapientibas ali­quam negligentiam vel defectum passe imputari ipsi scr Ottoni in processu diete questionis) prout dicebawr propter quod s11ccub11erit in dieta questione, quod scri­brttttr presenti Comiti pole, precipiendo, quod non obslrtnte dictrt sententia per quam certe possessiones qu.e alias ipsi se-r Ottoni de mandato domiuij date fueran/. sibi in solutione atiitsdam sui credùi oblate sunt ei} senteuciateque dieta Iohann-i ser Guercij ..... debeat 011w,,ù10 ipse Comes secundum plenariam conmetudinem Fole facere dieta ser Ottoni drtri tot bona vel possessiones de bonis domini Nrt­singuerre de castro pale debitoris ipsius ser Ottonis vel fiddussormn ipsius domini Nasinguerre, quot valeant possess-iones fruc tus et expensas) quas et quos senten­tiat11S est rest-ituere dicto Iohanni ser Guercij llrt quod a tempore dat·ionis fiicte per comune po/e de dictis bonis ipsi ser Ot1oni, ipse ser Otto 1111/./mn sentiat damn11m in aliqtto casu Cum ju.stmn sit et furid-icmn dictum dominum Nasin­gu.ermn vel eius plezios d:ictum damnum potitts debere portare, qui r~era n1.tlltt~L dmnnum habebunt, habito respectu qnirt si in principio dacionis predicte de bon,s ipsius domini Nasinguere vel eius fideiussormn datum fu-isset ipsi ser Ottoni ut mandatimi. ducale continebat tantum minus habuissent in bonis mis tam de pos­sessionibus, quam de redditibus et tanttmi minus ad temp11s baherent )) •

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Q uesta parte fu dal Senato respinta (ca rtè 52 tergo). - Giovanni Caroso propone invece : « quod scribatur Cont'iti et Comuni

Pole quod examiuare debeant acta et processus diete questionis diligenter et circa. predicta i11quirere debeaut om11em i11fonuatiouem_ ad evidentiam rei, qu.am. potr:runt, in hoc videlicet si ser Otto predici us sucwbuit ùi dieta questione propter eius negligeutiam ve/ defecjrun, et in quo cl super quibus _Ji-terit di~la_ 11egli?enti~. vel defeclus, Et examiuatis plenarie actis et processa predicte quest-wms 1wbts scribant quidquid invc1u:.rùit et babuerint, et si dicf:us Otto babui•rit 11egligentiam vel de­fectwn iu dicla questione, et si babuerù 11eglige11liam sc1•1:baut specificate super quo et ù, qnibus fuit dieta negfigentia. et dejfectus. Et 111iUm1t bue pro defensione com1111is, qui defcndat et osle11dat im·a dici.i co11umis poi.e, in facto diete dationis facie ipsi ser Ottoni per i.psuni Conmne, vel sc1·ibant 11obis jnra co1rtu.n:is in dieta facto, sicut quod indempnitati conumis viderinl expedire. Et nt dictus Comes et ipsmn conume pale lmbere possi11l plenam informat-ionem. de premissis, mitta.11.tu.r sibi petitio dicti ser 01to11is, et exemp/11111 liltere ser Ordelafi jaletro, et id quod respo11dit ser Quo ad d-ictam linera.m, et eciam respousio fa.eta hic orelenus per ser Ordelaju111 predicttttn, :kCrmdando predictis Camiti et comuni, quod iuji-a XV dies a die presentationis mandati 110stri nobis debeal respondere, vel millere per~ sonam i11s!ructam que respondeat ad predicta » ( carte 5 2 tergo e 5 3 ante).

1342. 7 maggio. - ,e Examiuatis litteris, scripturis et processibus missis per comitem polle Jactis in questione vertente inter dominum ferùuun dfrtum G-uercium filittw q11011da11t Rigo111perti dicti balzane/la de polla ex parie 1111a, agentem. Et Johmmem grasso de medeUi110 ex altera dejfeudeutem, occasione certe dacio11is terre, mota primo coram viro nobili ser marcu.zia duadho Camite pale et eius consullibus. Et postea dijfinita e/. senteuciata per seutenciam, per virttm 11obillem ser Ordellaffum jalletro, Comitem polle successori dicti ser marcuzij duodho, per quam . . . .. ser Ordellajfus falletro . . .. . absolvit in /0/11,n pre­fact11111 Iobannem grasso de 111edelli110, a petitioue quam sibi fecerit diclus Jè­ri11us .. . .. pro 111edieta/e de starijs ij I frttmeuti et de stario j ·/ . ordei ta111-q11am u.muu ex heredibtts predici i Ragomperli dicti balzauella, et pro relliqua medietate Jacius eùtS frater ))' ed esaminata la detta sentenza e l' appello in­terposto al ducale dominio, <e ha~itoque super premùsis omnibus 110stroru:m jnris peritornm con.si/io pleniori . . . . . quod sentenlia. malie fuit lata, quia in ea non fuerunt observate legittime et debite solenmitates juris ))' e ai savii con­cordemente sembrando « quod predictus feriuus appellatus . . . . . Super vacuo appellaverit, eo maxime qitia dieta senteut-ia minus bene et juridice lata fuit n ,

questi propongono cc quod dieta Sententia cassetur incidetur, destruatiw et in totum annichiletur, Cum appellatioue predicta . . . . . . Cum conditione tauien, quod ambe partes passini et valeant uti suis rntionibus Coram nostris Comi-

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1ib1ts polle) sicttf potera.nt ante prolationem senteutie predicte >) ( carte 5 3 tergo). Presa.

1342. 23 maggio. - << Quod de cet:ero sit in arbitrio nostrorum comitum pale} presentis et Juturorum, et sic conmiittatur eis quod possint permittere tiblantes bladttm illonu11 de pala, extrabere de districttt po/e il/ud bladum, de quo ips-i tiblantes fuer'Ìnt in pacto cm11 ipsis de po/a, babendo ab eis pro suo labor,, pro dieta tibla.tione jatientiores tamen ipsis comitibus poni men/em} ne in hoc fraus committatur} aut non extrahatttr aliud bladum, nec ultra illud) quod dicti ti­blantes perceperint pro premio sui laboris, u.t dictum est 1> (carte 55 tergo).

I 3 42. 2 5 maggio. - « Cnm per conmne 'Parencij foret supplicatum do­·minio) quod propter evidentes 11eccessita.tes dicti co11umis et occasione expensanuu 11eccessariaru.111, quas 1mde facere non habent concederetur eidem conumi q11od possit s1uun berbaticmn affictare habitis responsionibus Rectorum e/. Capitauei paysana­tici . ... . Consu.ltum et captum fuit, quod concedatur geueraHter oumibm terris ]strie) non habentibus hanc licentiam quod sua /Jerbalica possint afficl.are, ut eis melius videbitur, Et hoc durare debcat duobus annis, Et in capite duorum an-11orum pe·r umtm mensem ante veniatur ad istud consilium et fiat siwt videbitur ii

(carte 56 ante) . I 342. 27 maggio. - « Q1tod lignum riperie ystrie. levet caprolis ser Fran­

ciscum bono iturwn potestatem parellcij . . . . . et por/et ad dictum regimen )>.

- « Quod similiter ser Paulus permarino, qui est ibi presencialiter potestas !e-vetur .. . . . et caprolas conducelttr » .

- « Quod similiter ..... ser Johannes mauroceuo ituru.s potestas f usti~ Hopolis levetur . . ... super diclo ligno} et ad dictum regùnen conducatur 1,.

- << Quod simil-iter ser pa/l.ltts trivismw qtti est ibi potestas fovetur . . . . super dieta 1-igno, et caprolas co11d11catnr » (carte 5 6 tergo) .

1342. 13 giugno. - « Quod super litteris Capitanei Paisa.1/ll_tici, et super provisionibus ser Bertucij Grimani olùn Capitane.i, et super p1_·0-u1swmbu.s etiam ser 5\Carci Da11d1tl.i olim potestatis 'Pirmti eligantur per domtnum ducem, con­siz.iarios et capita iij sapùntes qui examinent predicta} et dent nobi~ sw1.m. con­s-iliwn in scriptis) usque per totmn presentem mensem Cnm quo erimus IJtc} et fiat sicut videbitur, et qnilibet possit ponere parte,n ».

Eletti : P ietro Miani, Bertuccia Grirnani , Marco Moro (carte 60 an '.e). 1342. 17 giugno. - " Quod fiat grafia Iobanni de lmnbardis,_ d,~to

gmwcio) contesta.bili in Justinopoli, qnod wm ipse sit r.u111 q-twdam ews ~lto n,:o­·ra.tus in ]ttstùwpoli) et ipsttm opporteat propterea ù-e. r~vennam, fiat ei gra~h~., dimittendo suas postas Julcitas more solito quod possit ire ravennam pro ~tctis jactis) habendo term:inum u.nius meu.sis et perdendo sold11m de meme preduto >)

( cane 60 tergo).

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1342. 20 giugno. cc Visis et examinatù peticionibus ser Ottoms de parencio, ser Iohmmis ser Gnercij de Justinopoli super facto questionis ventilate iuter eos in poln, pro · quibusdam terris que date fuerant di'cto .ser 01to1ii de mandato domiuij, tamquam de bonis dJmiui Plasinguere de Castro pole, pro q11-ibusdaw su.is creditis, Et deinde per ser Marcum dodho com.item Pale, sen-1enciatis ipsis ser Iobanni etc. )) si stabilisce << quod predicte terre seu possessiones que dale fuermzt dieta ser Ottoni insolutum . . ... de quibus extit dicla questio ùiter predictos ser Ottonem et sei' Iohawwm dentur et nstituautur predicto ser ]ùbanni ser Guercij de ]ustinopoli prout in sententia contiu.etur. Et quod dieta ser Ottoni reficiantur et relevw!ltr inst-rumenta suornm debitornm . ..... pro quibm ùzstru.mentis accepit dictas terras seu possessiones insolutum, Et quod dictis instrumcntis ttli possit et valeat contra dictnm domiu.um 'Nasinguerram, et ipsius bona, et fideiussores ipsiw, et det,mtores et possessores bonorum obligatorum in instrwnentis predictis, tam dicti domini 1'lasingue-rre, quam dictornm fideiussontm iu.xta juris censuram, tam pro sorte quam pro expeusis leg1:time factis et facielldis 11

(carte 6 t ante). - Pietro Civran, consigliere, propone, ma fu <lal Senato respinta In

parre seguente : Offrendo il conte di Pola di mandar qui persona a difendere i diritti

del comune, propone « quod scribatttr Camiti et Co11mni pale} quod 1nittere debeant huc ..... aliquam personam instructam .. ... • defe11dendum iura pre­dicta comwzis pole, in premisso negocio. Et similiter notificelttr ser Ottoni de panne-io, et ser lohanni ser Guercij de Justiuopoli} ut veniant sw mittant bue ad defendendmn inra sua in dieta questione ... . Et veniant aut mittant infra 1mum mensem a die receptionis notificationis per 110s eis facte i, (carte 6r ante).

1342. 4 luglio . - « Quod questio verlens inter comunia vallis et rubinij, occasione territon/, alias commissa ser bertucio grùnani, ohm capitaneo paysa­natici, qui per i'psum non potlt'it terminari, couun.ittatur terminanda ser petro geno, capila11eo presenti . ... . Et si que scripture seu acta hic forent que spec­tarent dieta facto} mitta.ntur dicto ser petro >> (carte 65 tergo) .

1342. 4 luglio. - Pietro Miani, Bermccio Grimani, Marco Moro, savii, propongono ed il Senato approva le parti seguenti :

,e 'R..espondeatur nobili viro, ser Petra Gena nostro Capitaneo Paysanatici, ad litteras per etmt missas, super ambaxata eidem experita per Capitanenm Pisini, pro parte Com#um Goricie, et per vicecomitem. ser Osa/chi ivfarchionis in Istria, pro domino Patriarcba. Quod responsiones facte per eum, et modus quem ad predicta servavit nobis pla.cuerunt, et inde suam providentiam commendamus. Si auten~ de cetero, tangerentur sibi verba} super predictis, respondeat qualiter de­robatio 1wstris fidelibus illata, nobis admodum est molesta, considera1Ztibus waxime,

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qttod /acta est per subdilos eorttm, qnos amicicia proseqttimur et dilectione sùzce.ra ... Sed nos vebemenlùts aggra·vatJ quod satisfact-ioJ vel emenda daumorum,, non est Ime ttsque sequuta. Hostendendo cum verbis, que sibi videbuntur convenire bonari uùslro, quod ducalis dominatio, non intenderet, ad uriionem, nec aliqtta alia, nisi primo facta integra satisjactione et emenda uostratibtts de ablatis. Et quecumqtte de novo senserit nobis per suas litteras re.scribendo )> (carte 66 ante).

- cc Quia noster Capitaneus Paysanatici, sicut scribit, uon babet peettnia.m, qnam, possit expendere pro novis habendis, Rtscribatur eidemJ et inùtngatur in com-miss·iouibus fui urorwn, quod possint ex pendere de fallis, et condemuationibus miltendo in stipeud·iariorum cursores, vel exploratores pro babendo nova, quando Jibi videbitur expedire, Et si dicla pecunia non sttjficerel, possin.t expeudere id quod fuerit opporlmmm. Rescribeudo de tribus ùi tribus mensibus nobis id plu.s, quod propterea expenderit et in quibus expcnsc fa.etc fuerint, quod plus sibi rest-itui debent per comune Venctiarnm » (66).

- ({ Cwn homines nostrarum terrarum ]strie} que tenent equos, pro Pay­sanatico 110n sint apti in exercicijs arm.orum, qu-in, nesciuut eqnitare, et non mnt lalibus assueti . Et hic deffectu CflSlt neccess·itatis occurrente possel faciliter converti in minus honoris ducalis dominij, et suoru.m fidelium non mod-iwm detrimentum. Capta f1tit pars, quod comun.ia ipsarum terrantm sint absolttta a te11endo equos predictos, sed solvant soldos Quadraginta grossorwu, pro quolibet equo aunuatim sicu.t alias extitit observatum. Quod etiam erit in grandem leviationem eorttm, qui de tenendis equis videntur presen.tialiter plurùmtm aggravar-in (ca ree 66 ante).

- (( Ut atttem ettstod-ie ]strie tut-itt.s sit provisum, due ba11derie, que su.nt iu valle, et in Rosarollo, amoveanlnr de i11de, cum parvam utilitatem faciant in lacis illis. Et ex sufficientioribus stipend1:arijs tam dictarum duarwu ba11de-riarum, quam bandtrie Sa.net-i La-urentij, et de ah;'s bonis accipiendis de novo} sicut vi­debitur domiuationi, Constituantn-r due banderie Octnaginta equil.ttm, videlicet XL pro banderia, cum duobus Comestabilibus, retùu.mdo de Cap-itibusJ qui mmc su.ut, ·vel accipiendo alias de 1uruo, siwt videbitur dominat-ioni. Quibus det1tr pro soldo, sic,it solvirur nostris stipendiarijs, qui mm.e rnnt ibi, videl-icet Comestab1'.li pro uno equo magno} ab ar·misJ et u.no Roncino, et pro z..alamella, sivt tubeta, wm 1mo alio Roncino. D-ucatos decem et octo in monetis, quolibet mense. El. wilibet so­ciorttui, pro quolibet equo ab armis. Ducal.os quiuque ùi 111-onetis q-itolibet me~ise et pro Ronciuo libras quatuor parvorum in mense in monetis. Et ambe d·tcte bande-rie cum dictis eqm:tibu.s tnorn.ri debeaut iu Saucto Laure111io, apnd nostrm'.1. Capitn.nemn, s/.antes, equilantes et hobedientes, sicttt ipse Capilaneus, sibi duxen.t ordinaudwn. ]\Tam capita11eu.s, qui pro tempore fuerit, cu·m aliqunm novitatem se.nseril., pote-rit cttm eisJ sicut s·ibi videbitu.-r, secttrins equi/.are_. Et proù1~e volen/.es da11mu.m inftrre nostrantibns, ti-mebmit, p1:opter congrega.twnem genlts nostre,

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Cuins contrarium est) nostri.s stipe11diarijs) divisis maneulibus) sicut su.n/. Et mandetur presenti Capita11eo et inùmgatnr in com·missionibus Jutorontm) quad inviolabiliter observeut, tam de /accendo fieri uwnstram) de stipendiarijs predictis, singulis mensibu.s semel ad miuus, et cassando homines et equos insujficientes, e/. alias sujficientes nicipiendo

1 quam a.lia quecumqne in sua commissione contenta.

Et ut possit sciri dt! sufficientia noslroru.m stipendiariorttm mmc existentium in [stria., pro retinendo de illis ·in bauderij de novo fiend-is) mittatur nostro Capi. fa.neo, quod resc-r-ibat ad nos singulariter sufficient·iam et inst~{ficientiam cuiusque, tam comestabilium, quam aliontm s!ipendiarionuu, et equont111 suorum )) (carte

66 ante e 66 tergo) . - << Quod alieni stipeudiariv nostro Equestri} !strie ytaliano presentibus

vcl futuris) non. possit da.ri) ultra tmam postam Thenthonico ·uero et ultranwn• tmw, si suj]icie11s videb·itur, possint dar-i due poste, et 110n ultra, ]\Ton intelligendo iu hoc comestabi!es

1 quihus possit provideri de quù1que postis) ipso computato, et

11ou ultra1

ut mmc babenl >) ( cane 66 tergo). - <( Ad cust.odiam vallis mittantur et stent viginti honi balista.rij, compu.

tato comcstabil-i, qui ibi util-iores cru.nt, qua.m eq-uites, quibus providea.lur de soldo. Comestabili vide/ice!, de paga dupla, dando pro quolibet Ducatos duos in monet·is, in mense, et non possit esse comestabilis diclo-rwn balistariormn) aliqttis qui sii ve/ esse possit de maiori consilio. Sub pena /ibmr,1111 qninquaginta pro quolibel co11siliaris

1 et capite ponente partem in contra.rium. Nec possit esse comestabilis

nec balistarius al.iquis fttrlamtSJ 11-ec Ist.-rianus . Et committatur Potestati vallis presenti et futuris, quod s·ingulis mensihus faciant fieri monstram, dictorum ba­lista.rioritm) et a"rmorum eorum1 et immediante scribe-re Cap-itaneo Paysanatici conditionem ba11derie) ut signi Jorent insu.fficieutes) idem Capitanezts pro·uideat, ut viderit expedire. Vacante autem aliquo de dict.is balistarijs1 capitaneus alium pona.t sujftcientem, q-uem si in i!lis partibus habere non possit, rescribat dominio) qttod ordi11a.bit1 11.t per pagatores Armamenti, suj)ìciens sihi mittatitr. Et prohi­bealttr Po/estati vallis, quod non possit dare Licenliam dictis balistarijs exeundi de castro) ultra duos1 qui quousque non -redierint) alij ire 110-n possint. Et capi• taneus non possit ponere aliquem pro balista-rio, qui sii de sua fami'lia. Seu Po­testatis vall-is, vel alicuius 11ost·roru·m, rectorum de Jstr-ia) nec qui fuen'.t de ma familia1 usque ad unmn annum, post exitum dictorum Capita.nei et rectorum, >>.

- <t Quod terminus anni) quo hom·ines terrarttm nostrarum ]strie debent so/vere so/dos quadraginta grossorum pro equo, Incipiat ad festum Sancti :J.( ichael proxinmm, et babeant spatittm) per tttmm mensem) ante dictttm Jestum vendendi

1

et se expedie11di de sttis equis, quos tenent pro Paysanatico, sicut eis placuer-it . ~t in kallendis Septembris proximi bande-ria nostrormn stipendiar·iorum qui sunl ui Rosa-rollo) vadat ad Sanctum Lauren/Ùtm, et ibi una cum banderia stipen-

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diariorum, que est illic, stet apud Capitaneum, ad mandatum illfos. 'lJanderia vtro stipendiariorum, que est in Valle, stare debeal in Valle, et expecta.re ban­~eriam vige.nti b~list~riormn, ill-~tc mittendorum. Et cu.m ipsi balistarij Jueriut t.n valle, fttnc et,.am ipsa bandena equitum, vadat ad sanctum La.u.rentium et ibi simul cum predictis stet apud nostrorum Capitaneum, ut est dictmn ii (c;rte 66 tergo).

- « Dominus dux, consiliarij et ij capita.

Quod supersedeatur pro nttnc, super isto facto eoru.m qui depredati Jue-ru.nt nostros fide/es montone " ( carte 66 tergo). Presa.

- << Ser Iohruznes g-radonico, caput, ser Bertlmcius grima.ni, sapiens. Quod dictmn factum indttcietur usque nd diem martis, proximi, quo die,

istud consilium, vocetur propterea, sub pena soldornm XX ii (carte 66 tergo). Respinta.

I 342. 22 agosto. - << Q-uod occasione aliqnarum discordiarum que vi­dentur esse orte inter potestatem ]wtinopol·is et potestalem pirani pro quibus utraque part·i·mn Ime mis·it, scribatur dictis potestatibus et cuilibet eorum, pro reforma­tione predictorttm secundum formam litterarum hic lectarum) que littere rnnt iu libro li!tera:rum per mare de I} 42 s-nb die xxij augusti decime indicionis »

(carte 75 tergo). 1342. r 9 settembre. - « Quod -respo11deatm· 'Bernardo Almerigone, am­

baxatori ser lohannis mauroz.eno Potestatis Justinopolis, q1.1,od intellexùuus am­baxa.tam snam que continet qttod pro eo quod stipendiarij de rosarolo reccesserunt et locus Rosaroli manet sine custodùt, videtttr eidem potestati habito consilio de inde, quod locus predictus -rosaroli debeat displanari et in vilÌa-m reduci pro ma.iori sectt1'Ùa.te, propter quod reli11quimm in libertate d-icti potestatis habito con­s-ilio ibi sicut videbitur faciendi in dieta facto, s-icut i"psi potestati meliu.s et utilius

videbitttr " ( carte 82 rergo ). 1342. 23 settembre. - « Quod sc-ribatur se-r Nicola.o de /,i frnschada et

ser Nicolao bwùwgo sapientibus pro fact-is pale, qui exiverunt terram et non expeditmt Jacta, quod int-ra tercium diem habita. littera nostra, veniant venecias, et inte:ndant ad expeditioneni dirtoru.m negotiorum, sub pena soldoruni XX.ti grossorum pro quolibet, et non possint ex-ire de Ve11ecijs, sine liceut-ia concilij Rogatorum sub pena p-redicta, quousque negocia predicta non fii,rint expedita »

(carte 85 ante) . 1342. 24 settembre. - « Cum il/i de 'Pola per pactttm teneantur dare

nobis suum salem album, queni levant pro certo precio et quando habent multttm salem, bene. dant eum nobis, et quando habent modicnm sicnt est modo, facitmt esse t.otwn salem n·igrum, qnia ipsum sahm bene vendunt) et sic deccipitur el d,fmud,itur 11ostrnm Comune contrn debitmn, Capta fuit pars ad evita11dum

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damnum predictnm, et ut in postenmi faciant qtwd debent, scribatur Comiti e/ Co,mmi Pale, quod Jaciant dare mmcio salinariorum nostroritm, de sale levato hoc anno, madia qu.inquagùila ad modium venetiarttm, et de grafia h.oc Jacimus eis, et de ce/ero nisi fecerint quid debuerint, 110/l transibimus, sic levi modo, sed volemus integra/iter jus 11ostrum >) ( carte 86 tergo).

1342. 24 settembre. - « Q11od domùms co11si/iarij et capila de XL possint provuidere, committere et ordinare de accipieudo teutonicos et ]talianos, qui melius haberi potenmt, ad soldum 110s/.rnm PaysùzaLici, loco illorum qui defficùmt, non

augendo soldnm sed de alijs rebus omnibus possint facere sicut eis videbitur >J

(carte 86 tergo). 1342. ultimo settembre. - e, Cum joret preceptum auctoritate huius consilij

11icolao de la frascada, et ser nicolao b11zenago, Sapfrntibus super factis pole, quod deberent venire Venetias, et intendere circa expeditionem factorum ipsorum, nec debeaut de venecijs recedere snb certa pena », ed essi essendo venuti, ascol­tato le parti avendo, ed assegnato il tempo per avere certa copia, e non avendo nel frattempo altro da fare, si stabilisce « quod dictum mandatum elargetur in tantum, quod ipso 110n obstaute dicti duo sapientes pendente dieta termi110 possiut i-re et 111orari fo partibus tri-visaue pro expeditione aliquorum agendornm suoru.m, ila /amen, quod ante finem dicti termini esse debeaut ve­uecijs, et intendere ad expeditioueni agendornm ipsorum pale >> (carte 88 ante).

1342. 16 ottobre. - Capta. - Quod Petticio seu Supplicacio porrecrn pro pane comunis et hominum Justinopolis acceptetur et confirmetur se­cundum quo<l concinet, Cuius supplicationis per omnia tenor est. Vobis Illustri et Magnifico domino nostro domino Banholomeo gradOnico, dei gratia inclito duci Veneciarum nostrisque honorabil ibus consiliarijs Supplico ego Bernardus de Justinopoli fidelis noster ambaxator comunis J ustinopoli et fidelium nostrorum J ustinopolis, et ipsi fideles nostri de J ustinopoli cum ea qua possunt humilitate supplicant quatenus cum quasi omnes sive maior pars horninum ram civium quam forensium in Justinopoli habitancium ad maximarn pervenerint paupertatem et necessitatem et hoc eis acciderit so­lummodo propter inordinatas expensas ab eis factas in vestibus mulierum et ornameotis ipsarum in perl is gemis auro, et argento que ponebanmr seu que poni faciebam ad vestes earum muliernm et in capitibus earumdem non precogitantes possibi litatem eorum sed solumrnodo vanitates mondanas, unde ipse vestes et ornamenta pro maiori parte sunt in manibus tuscorum et tenerato_r~m ?ropterea ut tam dampnosus errar potius extirpetur captnm sir l11 cons1l10 d1ctorum nostrorum fidelium quod pro bono eorum piacendo e~~ellentie nostre ordinamm et sramtum sir deinceps. Quod aliqua mulier c1v1s ve! forinseca cuiuscumque status et condicionis exista t habirans in ci-

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vitate J ustinopolis de cetero non sit ansa ferre vestes aliquas de samito vel

ve~uto seu aureas_ nec tunican:1 aliquam caudarnm nec etiam ad vestes quas demceps p.ortavennt habere ahq uod ornamenrum perlarum, gemarum, auri; ve! argenti preter duplones au reos et fu sarnram ad opitogium valoris li­bra~um X parvornm et non ultra, circa mauichas quidem, et capicium runice, asolas, argenteas .ve! superauratas aut naspillos ponderis unciarum quatuor argenti et non ultra in capite vero nec in aliqua parte, super se forre audeant coronas gemarum sive zoias incaxatas vel perlarum nec tre­zeriam seu filum perlarum nec <lrezarorem argenteum vel perlarum nec al iquod ornamentum gernarum ve! perlarum auri vel argenti preter anulos aureos ut moris est in manibus et preterquam ferre possint in capite zoiam unam valoris unius ducati et non ultra et stropolos aureos vel drezeriam auream valoris librarum decem parvorum et non ultra , et similirer possint si voluerint unum cingulum argenteum ponderis unciarum XV et non ultra et hoc sub pena et in pena librarum XXV denariorum pan·orum compo­nenda per quamlibet personam contrafacientern in unoquoque dictcrum ca­pitu lorum, et u naquaque vice quocicns foeric conrrafacrnm , cuius pene me­dietas sit comuni Jusrinopolis, et medietas accusaroris si per ei us accusa­t ionem veritas cognoscetur, Placcar excellencie vestre quod dicrus ardo tam urilis nniversaliter tam a civibus quam forensibus q uibuscumque in iusti­nopoli habitantibus observetur pro bono diete nostre civitatis ut unius erore et ex invidia alterius non erret in ordine Supradicto et transeundi ipsum ord inem nullo modo habeant et facultatem )) (carte 91 tergo) .

- « Qu.od Johannes 11ut1troceno, potestas Justinopolis absolvetnr » dal

(( Jacere laborare certam partem murorwn diete terre)> (carte 91 tergo). 1342. 22 ottobre. - « Quod ser Nicolao de la frascada sapienti pro

factis questionis co,mmis P ole cttm articho de Jad-ra qui mmc venire debebat Venet-ias pro dieta facto, cam e-ius uxor sit infirma tar·visio, propter quod venire non possit absqtte magno sinistro suo, elongetur termùms veniendi mque ad octo proxime secuturos )) ( carte 92 ante).

1342. 25 novembre. - I Savii, Consiglieri, e Capi propongono ed il

Sellato approva la parte seguente: Che si rispondi agli am basciatori del patriarca di Aqu il-eja, venuti qui

per il fatto di Cavolano e per le paghe tratten me al patriarca, (< quod a11d-it~s propositis et alligatis pi-o parte ipsius domini patriarche et pro parte co1111mis Ta·r·visij, super facto Cavolan-i et villarum circwnstantittm, non pote~t .~ene vider_e dom·inium per lmcusque a,td-ita, si per dominum potesfatem Tar·vts-tJ male_ s1.t processum vel non, sed si voltmt ambaxatores dom-ini patrùirche ostendere altq_u~ iura per que appareat vel apparere possit quod ù, aliqno dominus potestas Tarv1s17

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male processit) paratum est dominùtm ipso ùtra vide-re) et in predictis cowwscere et facere quod justttm est )>. ·

- « Item super facto solutionis quam petit idem dominu.s patriarcba Respon­deatur ambaxatoribus predictis, quod sicnt clarissime novit dominus patriat·cha) Gentes eius venerunt armata manu hostiliter super 1zostrwn territorium Montone, ibidem dernbationes et damua plurima facientes in mtf.ltum. dammtm et detriu~entum uostrorwn fidelium de ;Montana et in obprobrium 1wstri domitzij) Et propterea ipsi domino patriarcbe, per domininm 110strum data ei Hoticiam ad plemnn, de modo diete derobationis, /acta fuit requ.isitio tam per litteras, quani per nostrum ambaxatorem, ut Sibi placeret secnudum formam pactornm de predictis Jacere fieri emenda et satisfactionem debitam. Et quoniam ipse dominus patriarcba non fa­ciebat diclam eme11dam instantibus querelis nostrorum damnifieatorwn quibus su,1ms in eorum ùuticia debitores, Voluit dominittm providere ci-rea iudempnitatem, ipsorum damnificalorum. Et babito solempni et iuridico consilio ex quo clare tenetu.r quod ipse domùws patriareha per formam paetormn teuelttr ad satisfac­tiouem damnorum predictorum, et ineurrit penam coutentam in pactis, fecit dili­genter taxari damna predieta nostrorum fidelium, et iuxta dietmn. solempnew co11silittm deliberavit retine-re pagam predictam domino patriarche, ttt de ipsa sa­tisfaceret suis fidel-ibus damnificatis et p,-o pena p,-edicta, sicut ius et iusticia madet, nt lestautur umlh'. Sapieutes iu.ris, secmulum quorum consilium mature processi! dom.i11atio in predictis1 et sic do11ec satisfaelum fuerit integraliter de danmis predictù et de pena facere et procedere intendi!. H ec auteni et sententia:m eorum, dominium iustificetur et ltteatur cum his verbis pu.lcris· qtte sibi videbuntur. Et si tandem dieti ambaxatores gra·varenlur de Respousione predicta, tmic quando omnino 110n contcntarentur dicti ambnxatores dieatu.r quod con/.entatur dominium quod hec per Sapientes conmniter eligendvs cognosca11tttr )) ( carte 98 tergo).

I 342. 25 novembre. - (( Cum sapieutes per nos deputati et eleeti super questione vertente iute-r comuue pale et artichum. de articho, fueri-nt cttm nostris salariatis juris et inveniant eos super dieta questione in d-ifferentia. Vadit pars, secu.ndwn cousilium predictorum sapientnm quod possit mili i extra ubi melius videbitur ad habeudztm consilium super dieta questione

1 ad expensas partùim

1 Et

postmodttm habito dieta consilio veniatur et fiat sicut prius ftterat ordinatum >>

(cane 99 tergo).

(Continua)